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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE^ VALDESI
Spedizione in a. p. 45% - art 2 comma 20/B legge 662/96 - Filiale di Torino
In coso di mancato recapito restituire al mittente presso IVffìcio PT Torino CMP Nord
Euro 1,14
Anno IX - numero 43 - 8 novembre 2002
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(fRANCESCO SCIOTTO
■ BIBBIA E ATTUALITÀ!
CHI SONO IO
CHI SEI TU?
«Mosè disse a Dio: «Chi sono io per
andare dal faraone e far uscire dall’Egitto i figli d’Israele?»
Esodo 3,11
MOSÈ, il profugo, ai confini del
deserto incontra il Dio vivente
in un rovo che arde: una passione che
non si consuma ma infiamma il
mondo spingendolo verso la liberazione. Mosè viene investito da un
fuoco che non può essere contenuto
in un luogo sacro. Il Nome di Dio
raccòglie passato, presente, futuro. Si
svela Dio dei padri, anch’essi stranieri. Si rivela Dio del presente aU’omicida Mosè, un fallito spinto ai margini
dell’esistenza. «Io sono colui che sono» è un progetto futuro, in divenire.
Non si rivela per informare, rna per
liberare. «Io sono» non descrive un
Dio sempre uguale a sé. Nel calarsi
nel mondo ingiusto, l’Essere si manifesta in divenire: «Io sarò con voi». IlDio dell’aldiquà. Mosè accompagnerà
il popolo dalla resistenza alla coscienza di liberazione, perché faraone è
dentro tutti noi. Egitto è un modo di
pensare, di atteggiarsi servile. Dalla
rassegnazione, Mosè condurrà il popolo alla vita di fede, alla libertà come
vocazione: «Io sarò per voi».
Anche noi incontriamo un Dio
nascosto nei luoghi più impensati, lontano da santuari e spiritualità, nel pruno spinoso delle contraddizioni. Dio in Gesù Cristo è «l’oltre» nel bel mezzo della nostra vita.
Il Dio che visitò le baracche degli
schiavi in Egitto probabilmente en4ra oggi nelle case distrutte dei palestinesi. Il Dio che parlò dal pruno ardente forse parla oggi dai container
incendiati dei nomadi. 11 Dio che
aprì un passaggio nel mare probabilmente si china adirato sui corpi anonimi di profughi consegnati alle nostre spiagge. Il Dio che incontrò Mosè forse chiama altri profughi a liberare un popolo discriminato. Nessuno è tanto cieco alle forme di ingiustizia quanto l’autorità stabilita di
qnalsiasi società. Quando Mosè gri-,
da: «Questo è il mio popolo!», vede
1 ingiustizia del sistema economico
di cui ha goduto. La sete per una
giustizia superiore, non contemplata
dalle leggi di faraone, lo spingerà alla
disubbidienza civile e criminale.
All’ultimo gradino della delusione
incontra il Dio dei padri, che non
governa dai vertici.
T L Liberatore fa sua la causa dei di■I sperati in cerca di terra e acqua.
Profughi non graditi, giudicano con
d loro silenzio faraone e la corte di
nenefattori. Chi ha già udito, soffre e
it3 scelto da che parte stare: «Io sarò
Wn voi». La Bibbia è sovversiva e un
pio tanto pericoloso per gli equilibri
internazionali deve essere messo a
tacere. Ma non è un Dio morto: ci
precede a tre giorni di cammino (la
tisurrezione di Gesù). Per affrontare
araone devi esser radicato in Colui
che viene e che verrà. Chi altro ti
^onfermerà che le vie d’Egitto sono
alse, nonostante la magnificenza di
panai stracolmi? «Io sarò con te» è
,a risposta alla ricerca di identità, che
indica la via della croce di Cristo. La
atoria della salvezza non inizia con la
pia fede in Dio, ma con la fede di
in in me che dice, nonostante i
nttei timori: «Tu, va’!».
Jonathan Terino
IIACONU
Nuovo orientamento per rinNiegno
ino PER
Un progetto contro la prostìtumne
di MANFREDO PAVONI GAY
Buona parte degli evangelici ha sostenuto l'elezione del nuovo presidente
Lula, speranza del Brasile
Il vicepresidente sarà il pentecostale José de Menear e nello stato di Rio de Janeiro
dove è stata eletta governatore la metodista Rosinha Mateas, Lula è volato gll'80%
JOSÉ LUIZ DEL ROlO
Ly ELEZIONE di Luiz Inàcio «Lula»
I da Silva ha suscitato un’onda di
aspettative fra i popoli di tutta T
America Latina e l’attenzione dei
mezzi di comunicazione mondiali. Il
fatto che causa sorpresa è come un
uomo di origine estremamente povera, che ha passato la sua infanzia
nella fame, sopravvivendo egli stesso
e aiutando a sopravvivere i suoi numerosi fratelli e sorelle grazie alla
sua cassetta di lustrascarpe e vendendo noccioline per strada, che a
stento è passato attraverso la scuola
elementare, che ha trovato la sua
opportunità entrando in una fabbrica e in un clima di duro sfruttamento ha imparato a essere metallurgico, come un uomo con questa storia
sia riuscito a giungere, con una votazione strepitosa, alla presidenza della Repubblica di uno dei maggiori
paesi del pianeta. E questo senza
rinnegare le proprie origini, anzi
riaffermandole con orgoglio.
Evidentemente Lula ha i suoi innegabili meriti: combattente contro
la dittatura militare, organizzatore di
sindacàti e scioperi, perseverante nel
superare le avversità, è capace di
parlare il linguaggio popolare e di
identificarsi con la massa degli
esclusi dimostrando una forte inclinazione per il dialogo politico, cosa
che gli ha permesso di agglutinare
molte forze in appoggio alla sua candidatura. Tuttavia la sua elezione è il
risultato di un’ardua battaglia condotta dai movimenti sociali, battaglia che ha origine nella resistenza
contro il ventennio della dittatura
militare (1964-1984): nuove strutture
sindacali, movimento dei senzaterra,
dei senzacasa, dei piccoli proprietari
agricoli, organizzazioni di abitanti
delle favelas, comunità di base, associazioni di quartiere, gruppi per i diritti umani e contro il razzismo, bilancio partecipativo in molti Comuni ecc. Tutti questi fiumi si sono fusi
in un’impetuosa corrente che è sfociata nell’appoggio a Lula. Del resto
è proprio la forza di questi movimenti che fa del Brasile la sede del
Forum sociale mondiale e ingranaggio importante nella costruzione dei
Forum sociali regionali.
Un altro aspetto che non può essere sottovalutato è il messianismo che
Segue a pag. 5
La crisi degli ospedali valdesi del Piemonte
Incontro Tavola-Ciov-Regione
Il 29 ottobre, a Torino, il moderatore della Tavola valdese, pastore Gianni Geme, il presidente e il vicepresidente del Comitato Ciov, rispettivamente il diacono Marco Jourdan e il
pastore Eugenio Bernardini, hanno
incontrato gli assessori della Regione
Piemonte Gilberto Picchetto Fratin
(Bilancio) e Antonio D’Ambrosio (Sanità) per richiedere un più vigoroso
intervento regionale a favore degli
ospedali valdesi del Piemonte. In una
lettera del 5 agosto scorso, infatti, il
presidente della Regione, Enzo Ghigo, e lo stesso assessore D’Ambrosio
avevano confermato l’intenzione di
effettuare un intervento a favore degli
ospedali Ciov successivamente quantificato, ma tuttora non corrisposto,
in circa 27,7 miliardi di lire (di cui solo una ventina di miliardi di vero contributo aggiuntivo in quanto 7,7 erano già iscritti a bilancio come crediti)..
Un contributo certamente rilevante, ha riconosciuto il moderatore, ma
ancora insufficiente a coprire il deficit di 67 miliardi di lire accumulato
negli anni 1997-2001 soprattutto per
il mancato intervento regionale. Sono
stati anni, ha ricordato Jourdan, in
cui i tre presidi sanitari di Torino,
Torre Pellice e Pomaretto hanno subito grandi trasformazioni e investimenti per 56 miliardi di lire di cui oltre 44 sono rimasti sulle spalle della
Ciov costituendo, insieme agli oneri
finanziari relativi, la parte più consistente dei deficit accumulati. Situazione che, insieme al forzato ricorso
al credito bancario per carenza di liquidità, continua a pesare fortemente
anche sul risultato del 2002. L’incontro si è concluso con l’intesa di costituire subito un tavolo tecnico Regione-Ciov che, per fine novembre, produca la documentazione necessaria
affinché la giunta regionale possa
eventualmente adottare provvedimenti aggiuntivi di sostegno.
(altre notizie a pag. 12)
Valli valdesi
Neofascisti
nel Pinerolese
Anche per le manifestazioni neofasciste il Pinerolese non fa eccezione.
Da qualche tempo sono sempre più
frequenti gli episodi di intolleranza
nei confronti di immigrati e la comparsa di scritte e simboli inneggianti
la fascismo e al nazismo, sull’esempio di quanto è già avvenuto e sta avvenendo in grandi realtà metropolitane. Il fenomeno è inquietante e i
primi a esserne allarmati sono giustamente i rappresentanti delle associazioni di partigiani e del neocostituito Comitato per la difesa dei valori della Resistenza della vai Pellice. Si
dubita infatti che il fenomeno non
sia circoscritto semplicemente a
qualche giovane fanatico e ignorante, ma abbia alle spalle qualcuno che
fomenta queste manifestazioni.
ECO DELLE VALLIi
18 anni con Radio BedtwUt
di MASSIMO GNONE
L'OPINIONE I
LA PILLOLA
ABORTIVA
La decisione del Comitato etico piemontese di dare inizio alla sperimentazione della pillola abortiva RU 486
presso l’ospedale Sant’Anna di Torino,
è stata l’ennesima occasione per attaccare la legge 194 da parte delle autorità
gerarchiche della Chiesa cattolica romana. Che l’aborto sia, oggettivamente
e soggettivamente «un fatto luttuoso»,
come ha affermato il vescovo di Torino
Severino Poletto, è vero. Ma limitarsi a
questo tipo di dichiarazioni a effetto si-,
gnifica restare al di qua di quella che
definirei una soglia minima di responsabilità pastorale. Ancora una volta,
l’unilateralità dello sguardo posato
unicamente sul feto senza alcun accenno alla donna e afie condizioni (di varia
natura) che provocano questa tragica
decisione di interrompere un processo
di vita, è uno sguardo parziale, offuscato dalla preoccupazione ansiosa di dovere comunque pronunciare un giudizio di principio. In questo caso un doppio giudizio: sulla donna (esiste?), serva di una cultura di morte e sulla scienza, anch’essa al servizio della morte,
per riprendere le parole del vescovo.
È possibile con tali premesse affrontare concretamente la triste e tragica
realtà dell’aborto? Quale approccio pastorale si può costruire su tali basi se
non di condanna? È questo che compete ai pastori? Io non ho letto da nessuna parte affermazioni come queUa attribuita al vescovo di Torino («La Repubblica» del 30 ottobre) secondo cui
l’introduzione della pillola abortiva
(diffusa in molti paesi europei, in Francia da 10 anni) vedrebbe dei cori esultanti per la morte di un indifeso e considererebbe la pillola abortiva «come
un fatto di progresso e di civiltà». Sono
parole gravi, che caricaturano una
realtà tragica di per sé, senza preoccuparsi minimamente di intervenire, per
quanto possibile, alla radice del problema. Io non credo che vi sia chi «desidera» l’aborto e tanto meno credo che il
Comitato etico piemontese abbia agito
con leggerezza; si tratta di una decisione saggia, che si muove nell’ambito
della 194 con tutte le sue regole e i suoi
limiti (legge che, questo i vescovi omettono programmaticamente di dirlo, ha
diminuito il numero di aborti in Italia e
ha evitato la morte di molte donne costrette a rivolgersi alle mammane) e
che si basa su una sperimentazione ormai collaudata in molti paesi.
Scorgo invece un preoccupante atteggiamento cinico in talune affermazioni riportate dai quotidiani che sembrano quasi dispiaciute dei fatto che la
pillola abortiva, evitando l’intervento
chirurgico, comporti, di fatto, una minore sofferenza per la donna. Chi teme
che questa pratica abortiva possa facilitare U processo decisionale della donna a favore dell’aborto (ed è realistico
pensarlo) dovrebbe cominciare a
preoccuparsi seriamente della donna
che vive questa situazione. Ma per poterlo fare occorre che la morale cattolica dominante abbandoni il suo atteggiamento di secolare sfiducia nella
donna, in molti casi una vera e propria
misoginia. Penso che qui stia il punto
fondamentale: soltanto una chiesa che
saprà dare fiducia alla donna e riguadagnare la loro fiducia, sarà in grado di
trovare parole e atteggiamenti evangelicamente ispirati, parole e atteggiamenti che non siano soltanto di giudizio e di condanna. Ritrovare questa fiducia, cari vescovi, è l’arma vincente
contro aborto e pillola abortiva.
A pag. 11 Ermanno Genre (nev)
2
PAG. 2 RIFORMA
All’As
Della Pai
VENERDÌ 8 NOVEMI
«Vedete quale
amore ci ha
manifestato
il Padre, dandoci
di essere chiamati
figli di Dio!
E tali siamo»
(I Giovanni 3,1)
«^Carissimi,
amiamoci gli uni
gli altri, perché
l’amore è da Dio
e chiunque ama
è nato da Dio
e conosce Dio.
^Chi non ama
non ha conosciuto
Dio, perché Dio è
amore. ^In questo
si è manifestato
per noi l’amore
di Dio: che Dio ha
mandato il suo
unico Figlio nel
mondo, affinché,
per mezzo di lui,
vivessimo.
'°In questo è
l’amore: non
che noi abbiamo
amato Dio, ma
che egli ha amato
noi, e ha mandato
suo Figlio come
sacrificio
propiziatorio per
i nostri peccati»
(I Giovanni 4,7-10)
«^'^Nell’amore non
c’è paura; anzi
l’amore perfetto
caccia via la
paura, perché chi
ha paura teme un
castigo. Quindi
chi ha paura
non è perfetto
nell’amore.
' Woi amiamo,
perché ci ha
amati per primo»
(I Giovanni 4,18-19)
«^^Uno degli scribi
che li aveva uditi
discutere, visto
che egli aveva
risposto bene,
si avvicinò egli
domandò: “Qual è
il più importante
di tutti i
comandamenti?”.
^Gesù rispose:
“Il primo è:
Ascolta, Israele:
Il Signore, nostro
Dio, è l’unico
Signore: ama
dunque il Signore
Dio tuo con tutto
il tuo cuore, con
tutta l’anima tua,
con tutta la mente
tua, e con tutta la
forza tua”»
(Marco 12,28-29)
COSE DUREVOLI: L'AMORE (DI DIO)
La prima lettera di Giovanni usa in modo ardito, per non dire inaudito e persino
inaudibile, l'idea dell'ingresso nella nostra pelle come essenza dell'agape di Dio
CLAUDIO TRON
L'amore di Dio ricevuto
L>AM0RE di Dio è innanziI tutto quello che riceviamo.
Per questo l’amore è la più
grande delle cose che durano.
Dio è amore, mentre non si può
dire in senso proprio che sia fede (anche se è fedele) né, tanto
meno, che sia speranza, perché
in lui tutto è già presente e non
ha bisogno di sperare più. L’amore di Dio si caratterizza dal
fatto che ci ha amati per primo.
Ma così ci mostra anche che
chi non sa amare per primo,
spesso non sa nemmeno amare per secondo. Se si aspetta di
essere amati per amare, l’amore diventa un mercato e non è
più amore. L’amore di Dio è un
dono gratuito.
Dio ci ha amati in tanti modi,
ma soprattutto lo ha fatto abbassandosi in Cristo al livello di
persona umana. Per amare uno
devi entrare nella sua condizione, nella sua pelle. Anche qui si
rompe una crosta, non più del
tempo, ma dello spazio. Dio è
entrato, oltre che nella pienezza
dei tempi, anche nello spazio limitato della Palestina. Perché lì
e non altrove è una questione
oziosa: lì perché era uno spazio
umano legato alla storia del suo
popolo, alle sue liberazioni e alla sua oppressione: lì perché era
uno spazio simile a tutti gli altri
spazi; lì perché lì e basta.
L’ingresso di Dio nella nostra
condizione umana è rappresentato, di nuovo, in maniera
efficace, nella cena del Signore:
«Prendete, mangiate, questo è
il mio corpo». Il corpo di Cristo,
rappresentato dal pane, entra
nella pelle dei discepoli con un
movimento di superamento di
barriera. La pelle non è più una
frontiera invalicabile, ma è vulnerabile all’intervento del Cristo. La notte di Pasqua, in cui si
ricorda lo sfondamento della
frontiera egiziana della schiavitù di Israele, il Cristo sfonda
la frontiera dei discepoli che
vorrebbero tutti un po’ darlo
ad altri. Giuda lo consegna a
prezzo di denaro; gli altri lo abbandoneranno ben presto lasciandolo solo di fronte al processo. Ma questa estraniazione
è preventivamente neutralizzata da Gesù.
La tradizione medievale ha
poi, in un certo senso, dimenticato questo movimento per
concentrarsi su un parola che
probabilmente Gesù non ha
detto: «È (il mio corpo)». Gesù
dice: «Eccomi qui, prendetemi,
fatemi entrare in voi». Questo è
molto più coerente con l’ottica
ebraica della Pasqua, del movimento, della dinamicità dei
rapporti. Analogamente: «Questo è il sangue del nuovo patto
versato per voi». Gesù può dire
questo soltanto alla vigilia della
sua crocifissione. Se l’avesse
fatto prima si sarebbe avuta la
compresenza del donatore e
dei beneficiari. «La notte in cui
fu tradito», messo fuori dalla
pelle, anzi dalla stessa compagnia sociale dei discepoli, Gesù
è entrato nella loro pelle.
gliamo essere pienamente coerenti. Sia detto per inciso: Agape
(il centro ecumenico di Prali)
non è agape. È Dio che è agape.
Ma Agape ci ricorda una vocazione che ci chiama a rispondere a Dio con la stessa moneta
con cui ci ha incontrato lui. Vocazione che non è mai realizzazione piena, ma che non può
mai cadere nella rinuncia.
rìschi corsi da Dio
Preghiamo
È vero, non mi è capitato di veder trionfare
la giustizia
E le labbra degli innocenti restano mute.
Tu, 0 Dio, non moltiplichi ai virtuosi
pecore e cammelli
E nulla togli per Tomicidio e lo spergiuro.
Ti sei nascosto tanto a lungo
Che ci si è dimenticati che tu sei apparso
Nel roveto ardente e nel petto di un govane ebreo
Pronto a sofWre per tutti,
per tutti quelli che furono e saranno.
Czeslav Milosz
(poeta polacco)
La prima lettera di Giovanni
usa in modo ardito, per non
dire inaudito e persino inaudibile, l’idea dell’ingresso nella
nostra pelle come essenza dell’agape di Dio. Dio dimora in
noi col suo Spirito: non è solo
entrato nella pelle dell’umanità
in generale in Cristo, ma entra
nella tua pelle personale nello
Spirito. E non solo: noi dimoriamo in lui (I Giovanni 4, 16). Entriamo anche noi nella pelle di
Dio. «Conosci il dolore di Dio?».
Questo testo osa dire di sì. E il
probabile collaboratore di Paolo: «Non contristate lo Spirito
Santo di Dio» (Efesini 4, 30).
Non solo, se ami Dio, conosci il
dolore della passione e della
morte di Cristo, ma conosci anche il dolore che ogni giorno
l’umanità e la chiesa rinnovano
a Dio attraverso il rifiuto del suo
Spirito. Impossibile? Si, se vo
L'amore crea
uno spazio nuovo
Così l’amore sfonda nello
spazio le barriere che la fede
e la speranza sfondano nel tempo. Dio supera il nostro spazio,
ma nel comandamento dell’amore di Dio con cui Gesù reinterpreta il sunto della prima tavola del decalogo, noi siamo
chiamati in un certo senso a tenere aperto questo sfondamento rispondendo con l’amore. Il
primo comandamento è ripreso
dall’insegnamento tradizionale,
già presente in Deuteronomio 6,
5 ma un conto è amare Dio perché si sono viste le sue opere e
un altro conto è amarlo perché è
presente di fronte a te, come lo è
in Cristo. La meditazione ebraica ha comunque espresso questo invito a entrare nella pelle di
Dio anche in forme paradossali.
Un autore della scuola dei
Chassidim osa affermare: «La
forza dell’amore è tale che, grazie ad essa, si può persino scalzare il trono di Dio» (Levi Yitzchak Di Berditchev: 1740-1810).
Dio si è talmente avvicinato a
noi che è possibile rapportarsi
con lui come se non fosse più il
nostro re, ma uno come noi o,
anzi, servitore dell’umanità in
vista della salvezza, come proclama l’inno cristologico ripreso
da Paolo, in Filippesi 2, 7.
Certo il discorso può anche
diventare ambiguo: nella mistica tradizionale tu entri, in un
certo senso, nella pelle di Dio,
ma con moto ascendente. Negli
scritti giovannici tu puoi entrare nella pelle di Dio solo perché
Dio ha indossato una pelle simile alla tua. In Gesù Cristo ti
ha chiamato «amico» (Giovanni
15, 15). Entri nella pelle di Dio,
se vogliamo, grazie al fatto che
Dio ti tira fuori dalla tua pelle di
schiavo, per fartene indossare
una che non sarebbe propriamente tua. Abramo fu chiamato
«amico di Dio», con passivo
teologico (Giacomo 2,23) perché Dio lo ha tirato fuori non
solo dalla sua pelle, ma dal suo
paese, dal suo parentado, dalla
sua situazione sociale, ha sfondato il suo spazio. Per questo
Giacomo può far sua l’espressione di Isaia, tipica del messaggio dell’elezione, anche nella sua prospettiva del peso delle
opere. Abramo, l’eletto, preso
dall’estremità della terra, anche
fuori dal suo spazio, non si perde («Tu, Israele, mio servo... discendenza di Abramo, l’amico mio, tu che ho preso dalle
estremità della terra, che ho
chiamato dalle parti più remote
di essa, a cui ho detto “Tu sei il
mio servo, ti ho scelto e non ti
ho rigettato, tu non temere,
perché io sono con te; non ti
smarrire, perché io sono il tuo
Dio...’’»-Isaia 41,10).
Paradossalmente, ami anche
Dio solo se ti dimentichi che ti
ha amato lui per primo, perché
se te ne ricordi, ti ricordi che
avrebbe avuto tutte le ragioni
per non amarti e la tua salvezza
per grazia diventa un’operazione commerciale il cui costo non
è pagato da te ma è pagato comunque. Si può interpretare così la morte di Cristo, e lo si è fatto. Ma c’è di meglio: ami Dio e
sperimenti veramente di essere
stato da lui perdonato e amato
per primo, quando riesci a dimenticarti di questo itinerario e
ami Dio indipendentemente da
quello che ha fatto lui per te, anche se intellettualmente ti rendi
conto che questo può avvenire
solo grazie a quello che lui ha
fatto per te. Ma questo ti è così
leggero che riesci a dimenticartene pur vivendone.
Con tutto te stesso
A SCOLTA Israele... Tu
>\/\amerai il Signore con
tutto il tuo cuore, con tutta
l’anima tua e con tutte le tue
forze». Non uscirai dallo spazio
del tuo orticello lasciando dietro di te una parte di te stesso.
Diventeresti, come la moglie di
Lot all’uscita da Sodoma e Gomorra, una statua di sale (Genesi 19, 28). Mantieni il tuo
cuore la tua anima, le tue forze
con tutta la loro vitalità, ed esci,
con tutta la tua vita, incontro al
tuo Signore.
(Terza di una serie
di quattro meditazioni)
Note
omileti
L'ebraico ha
parola per indicarj’tj
-- ' traduttori
re.
delle Scritture dii 7(6 tl
hanno
mente un si
ostantiS nefJC
usato nel greco 3'r
clj^
agape; nella Bibbia^
va anche philia, an||
del t^«o.s«rtatoaf®ova
eros, anche se non» I*® iL,
anticamente la m« laviolenz
connotazione sesi
che ha assunto In sa« tapi®®’ ‘
Agape è dunque fa; dicbi®®®
dunque laUiu ,
la che ha assuntori ¡pP®° ®
significato nell'inn^aiana inti
ICO e cristiano airi ottobre s
soprattutto l'amore Issidenti
dona e si dona. I taiìel pastor
o hanno poi chia« «in^io
«amore oblativo«ì„^ ^¿¡391
trapposizione conia Lcam
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sostantivo «agape» j dalla pnu
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fatto che «agape» W
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PAG. 3 RIFORMA
Dopo il nuovo riaccendersi delle violenze tra ribelli «ninja» e forze governative
Congo: drammatico appello dalle chiese
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Spe l ^principale zona di nforLdo ai ntoiBnto di viveri.
mneinti Migliaia di sfollati
SnS Le popolazioni che fuggono
0 soprffi leesazioni dei ribelli e dei sol
1 giovai dati governativi abbandonano
epistdj ivillaggi e affluiscono verso la
>nsideta^iapitale dove vengono ricactuttoild^atedai poliziotti all’entrata
oore, m^^ei ponte del Djoué che conbe piu®jjjjg l’accesso alla città dal
stimoniBju^ Tre templi della Chiesa
almenteij^,gi,ggjj(.a del Congo e una
ffoS ®PPc'*^ cattolica situati nella
ttolifei Periferia Sud della città sono
igapeaii *ti aperti per accogliere i
ire possi primi 4.464 sfollati. Un quarto
ienso ia li io ristato creato a 17 km dals in, guai ladttà, negli edifici dismessi
‘ il moni dell’Istituto di sviluppo ruramondo' le. I quattro siti accolgono
TiondOi l'i mediamente un centinaio di
i non èiif nuovi arrivati al giorno,
che l'agaf
così forte Tornare al dialogo
di direi Anatole Milandou,
i, può KS jpcivescovo di Brazzaville e
toltcìm presidente in esercizio del
onservaii consiglio ecumenico delle
Dio haa rriiese cristiane del Congo
dandosi» (Coecc), che è andato a visi;alvezza(f tfiogli sfollati il 27 ottobre
5). Unop scorso, non ha nascosto i
ndo peni suoi sentimenti ai giornalisti:
■zza e im «È disgustoso per noi pastori
litri beni vedere popolazioni in eterno
enti. ^ovagare da circa 10 anni a
flnesta parte. Questo ci fa sof^6 enormemente mentre le
■p^in El si possono tro
viate rei ^ facilmente». Come soluracciari '’^°ns. Milandou, che
quale si P'^^lcde anche la Conferenza
a lungi) ®Phcopale del Congo, è forla profi «Non smettiamo di dir
re di Crii loda tempo: il dialogo è l’uressionii niconiodo per risolvere defiino usati nitìvamente il problema tra i
toicaperi________
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c®'! j ,,,"^®siresponsabili di chie' la mancanza di
’ per la campagna
in icaq e la
Congo-Brazaville: davanti alla cattedrale di Pointe Noire
vitati i
ribelli e il potere. Ci vuole
semplicemente volontà politica». Il pastore Fredam
Mbombakani, della Chiesa
evangelica di Mansimou, che
ha accolto circa 1.300 sfollati,
è anch’egli convinto che «la
soluzione militare non risolverà il problema».
Il governo, che ha proibito
l’installazione dei siti per gli
sfollati in pieno centro città,
ha sollecitato l’assistenza
delle organizzazioni umanitarie che hanno cominciato a
portare i primi aiuti. Questi
risultano insufficienti a fronte dei bisogni. All’inizio della
stagione delle piogge, gli sfol
lati mancano di tende, di cibo, di materassi, di medicine,
di latrine e soprattutto di acqua potabile.
L’Azione di soccorso di
emergenza (Asu) della Chiesa
evangelica del Congo (appoggiata dalle chiese di Svezia e di Norvegia) e Caritas
Congo, della Chiesa cattolica,
fanno quello che possono.
Monsignor Milandou non nasconde la sua esasperazione
di fronte all’impotenza materiale delle chiese per alleviare
le sofferenze delle popolazioni sinistrate: «Sono 10 anni
che tentiamo con i nostri deboli mezzi di assistere le po
polazioni nonostante il fatto
che tutti noi siamo stati abbondantemente saccheggiati.
Forse organizzeremo collette
nelle nostre chiese. Ma una
cosa è chiara: non potremo
fare fronte a questo grande
dramma». Il presidente del
Coecc ha quindi deciso di rivolgere un appello alla solidarietà della Chiesa universale con le chiese cristiane del
Congo: «Chiediamo che le altre chiese sorelle nel mondo
ci vengano in aiuto».
Francia: campagna
di sensibilÌ2iazione
D’altra parte, un’azione di
sensibilizzazione rispetto alla situazione del Congo è
stata lanciata in Francia: «Insieme per il Congo-Brazzaville», con la Federazione
protestante di Francia. Quest’ultima ha pubblicato un
fascicolo di quattro pagine
che invita i lettori a informarsi più in dettaglio sulla situazione del Congo-Brazzaville,
consultando fra l’altro il sito
“www.protestants.org”: a
pregare per le chiese e i cristiani congolesi, per le autorità del paese, e per l’attuazione di tutti i progetti; a inviare un dono che permetta
di sostenere i nove progetti e
programmi di solidarietà
con il Congo. Inoltre, varie
azioni di sensibilizzazioni
sono previste nel 2002-2003
in tutta la Francia. (erti)
Ginevra: consultazione promossa dal Consiglio ecumenico
Cristiani e musulmani in dialogo
su cittadinanza, diritti, violenza
«Condanniamo la strumentalizzazione del sentimento religioso e la distorsione degli insegnamenti delle nostre rispettive fedi», afferma il rapporto conclusivo
di una Consultazione internazionale voluta e organizzata dal Consiglio ecumenico
delle chiese (Cec) dai 16 al 18
ottobre scorso a Ginevra, a
cui hanno partecipato 40
rappresentanti di chiese e organizzazioni cristiane e musulmane. La consultazione
ha inteso proporre «un esame critico dello stato presente delle relazioni fra le due
comunità di fede e una valutazione di ciò che è già stato
intrapreso insieme».
«A causa della globalizza
Lo deplorano diversi responsabili religiosi deirardpelago
r>lippine: scarsa mobilitazione
per la campagna contro la guerra in Iraq
mi lati 37"” la serie di attennostri 3» compiuti nel
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e'cel^i libane. Alcuni commentatati questi atten
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evangeliche
scovi cattolici romani hanno
pubblicato dichiarazioni distinte all’inizio di ottobre,
consigliando al governo della
presidente Gloria Macapagal
Arroyo di rivedere il suo appoggio a un eventuale intervento Usa contro l’Iraq senza
l’accordo dell’Onu. Diversi
detrattori del governo, come
l’ex capitano di marina Danilo Vizmanos, hanno espresso
il timore che i cinque attentati avvenuti nel Sud delle Filippine e a Manila all’inizio di
ottobre siano stati compiuti
per protestare contro l’appoggio di Manila alla posizione bellicosa del presidente
Bush contro l’Iraq.
Il 2 ottobre, una bomba è
esplosa a Zamboanga, a sud
di Manila, uccidendo un sergente delle forze speciali
americane e tre filippini. Altre sei persone sono state uccise e oltre 20 ferite durante
un altro attentato a Kidapawan, a sud di Manila, il 10
ottobre. Una settimana dopo,
l’esplosione di bombe in due
grandi negozi ha fatto sette
morti e oltre 100 feriti a Zam
boanga, città portuaria che
conta l’80% di cristiani e che
si trova in prossimità di isole
la cui popolazione è in maggioranza musulmana. Un’altra bomba è esplosa il 18 ottobre in un viale di Manila,
facendo due morti e una ventina di feriti. Due giorni dopo, un soldato filippino e due
persone sono state uccisi dallo scoppio di una bomba nel
santuario cattolico di Fort Filar, a Zamboanga.
Vari gruppi religiosi e chiese cercano di incoraggiare i
fedeli ad appoggiare una
campagna che «si oppone ufficialmente ad una campagna militare imminente degli
Usa contro l’Iraq e alla sottomissione del governo filippino alla volontà degli Usa», ha
dichiarato il vescovo Sarte.
Ma nonostante queste iniziative molti filippini sono rimasti indifferenti. Per il pastore
Israel Rada, della Chiesa filippina indipendente, tale apparente apatia si spiega con il
fatto che «i filippini partecipano solo se sono direttamente coinvolti». (eni)
zione dell’informazione - si
legge nel rapporto finale eventi che vedono in conflitto
musulmani e cristiani vengono trasferiti in altri contesti,
contribuendo a peggiorare situazioni che non sono ad essi
realmente correlate». Ciò è
accaduto ad esempio nel caso
degli attacchi terroristici delril settembre, a cui è semita
la guerra contro l’Afghanistan
e il degenerare della situazione in Palestina. La consultazione ha poi identificato alcune priorità per iniziative comuni nei prossimi cinque anni, in particolare nel campo
dell’educazione, «luogo chiave in cui far nascere fiducia e
comprensione reciproca, essenziali per resistere alla strumentalizzazione delle religioni per scopi distruttivi».
A conclusione della discussione i partecipanti hanno ribadito il loro impegno comune per la ricerca di giustizia,
per la prevenzione del conflitto e per sconfiggere la violenza, lanciando ai leader politici un appello perché «resistano alla tentazione di fare
ricorso ad accuse o demonizzazioni semplicistiche e populiste nei confronti di intere
comunità religiose». Secondo
Tarek Mitri, membro dello
staff del Cec per il dialogo cristiani-musulmani, questa
consultazione è stata un momento di «importante elaborazione comune su questioni
come la cittadinanza, i diritti
umani, l’ingiustizia, la violenza»; il messaggio centrale
di questa consultazione, per
Tarek Mitri, è stato un appello a «muovere oltre lo schema classico del dialogo, per
imparare a confrontarsi anche su tematiche delicate,
che normalmente vedono
cristiani e musulmani divisi
su fronti diversi». (nev)
DAL MONDO CRISTIANO
■ Appello alle chiese del governo del Burundi
Una voce unitaria per combattere l'Aids
BUJUMBURA — Una voce unitaria per combattere l’Aids.
È l’appello del governo del Burundi alle chiese protestanti e
cattoliche del paese che registra uno dei più alti tassi di
espansione della malattia. Secondo dati ufficiali, il 20% della
popolazione urbana è sieropositiva, il 7% nelle aree rurali;
complessivamente l’8% deUa popolazione. Ciò ha aperto un
ampio dibattito tra i leader religiosi sull’opportunità di appoggiare apertamente l’uso del preservativo o di continuée
a incoraggiare la castità. (nev/bip)
M Onorificenza conferita dal sindaco Jervolino
Ricoeur, cittadino onorario di Napoli
NAPOLI — Il filosofo protestante francese Paul Ricoeur è
cittadino onorario di Napoli. L’onorificenza gli è stata conferita dtil sindaco. Russo Jervolino, nel corso dei lavori del convegno «Il dono delle lingue. Ermeneutica e traduzione» che si
è tenuto recentemente a Palazzo Serra di Cassano. (nev)
È Lalia Riksaasen Dahl, 55 anni
Norvegia: secondo vescovo donna
TUNSBERG — Secondo vescovo donna per la chiesa luterana norvegese. È Lalia Riksaasen Dahl, 55 anni, tre figli, già
professoressa di matematica, ora a capo del distretto ecclesiastico di Tunsberg. In Norvegia, dove la chiesa luterana è
chiesa di stato e il primo ministro è un pastore, la prima ordinazione episcopale di una donna è avvenuta nel ’93. (nev/bip)
Istituita con voto quasi unanime del Parlamento
Nicaragua: (cGiornata della Bibbia»
MANAGUA—A partire dal prossimo anno l’ultima domenica di settembre sarà una giornata speciale per i cristiani
del Nicaragua. L’Assemblea nazionale (il Parlamento) ha
approvato con 75 voti favorevoli e 1 contrario l’istituzione
della «Giornata nazionale della Bibbia». (nev/bt)
Ogni attività sarà regolata dal governo di Amman
Il pozzo dove fu battezzato Gesù Cristo
AMMAN — Sarà regolamentata dal governo giordano ogni
attività che riguarda il pozzo presso il fiume Giordano dove,
secondo la tradizione, Giovanni battezzò Gesù Cristo. Il
grande afflusso di pellegrini e il commercio selvaggio di ampolle con l’acqua del pozzo hanno spinto le autorità a creare
un’apposita società, la «Megtas», che per conto del governo
gestirà ogni aspetto commerciale dei pellegrinaggi, (nev/ns)
Chiesa anglicana canadese
Vescovo eletto tramite fax e e-mail
OTTAWA — Prepotente ingresso dell’elettronica nella vita
della Chiesa anglicana canadese. AlTinizio di ottobre è stato
eletto un nuovo vescovo, Andrew Hutehinson, con una votazione svolta tramite fax ed e-mail. La chiesa ha fatto sapere
che con quel tipo di votazione sono stati risparmiati oltre
20.000 dollari canadesi (30.000 euro). (nev/me)
'' Raggiunto un compromesso che evita la vendita
La preziosa Bibbia «King James»
CANADA — Non sarà venduta dalla piccola chiesa anglicana (125 fedeli) delle Montagne Rocciose canadesi la preziosa Bibbia «King James» deJ 1629 da sempre eredità storica
della comunità. Dopo un lungo dibattito tra chi propendeva
per venderla per fiucmziare opere di assistenza ai bisognosi
e chi desiderava conservarla com’è nella cassetta di sicurezza in banca, è stato raggiunto un compromesso: sarà esposta nel tempio con tutti gli accorgimenti tecnici necessari
per una perfetta conservazione. (nev/ns)
Con i fondi raccolti dal coro Fihavanana
Costruzione di una scuola
nel Madagascar
DARIO TRON
Nel corso dell’anno 2002
il coro Fihavanana si è
attivato per raccogliere i fondi per costruire una scuola in
Madagascar. Con alcuni concerti ben riusciti e con la collaborazione di diversi amici e
amiche che hanno contribuito con offerte specifiche, finalmente nel mese di ottobre siamo riusciti ad inviare
la somma di 2.500 euro al
Saf-Fjkm (Dipartimento per
lo sviluppo della Chiesa di
Gesù Cristo in Madagascar),
che nel giro di alcuni mesi
prowederà alla costruzione
dell’edificio.
In realtà questa scuola (situata ad Ambalafeno, un vil
laggio situato a circa 20 chilometri dalla città di Ambositra, a Sud della capitale Antananarivo) era stata costruita
nel lontano 1898, trasformata
in scuola statale nel 1975, riaperta dalla Fjkm nel 1997.
Cinque anni fa i bambini frequentanti erano 28, lo scorso
anno sono stati 118. Saranno
costruite due case, una grande e una piccola: la prima
sarà divisa in due aule che
ospiteranno due pluriclassi,
la seconda ospiterà il direttore. La chiesa locale prende a
suo carico circa metà del finanziamento, con materiali
vari e mano d’opera; il progetto si chiama «Soa Omena», che tradotto in italiano
significa «Bene donato».
4
PAG. 4 RIFORMA
Cultura
VENERDÌ 8
Hegel, Kierkegaard, Hölderlin, Heidegger e Bultmann di fronte all'antica tragedia
Antigone, fra filosofia e teologia
In un volume le relazioni a un seminario svoltosi all'Università di Roma «La Sapienza»
Antigone, per Bultmann, non è altro che la teologia della croce dinanzi al nazismo
SERGIO RONCHI
Antigone, figlia di Edipo
re di Tebe, vuole seppellire il fratello Polinice, così violando la volontà del nuovo re
Creonte. Questi è lo Stato, la
Legge, le leggi, e chi disobbedisce può solo andare incontro a pena certa. Polinice lo sa
e decide di onorare le spoglie
del fratello. Creonte la condanna a morte ed ella si uccide. La vicenda di Antigone
ispirò la tragedia omonima
del poeta tragico greco Sofocle (ca. 497-406), che fu rappresentata per la prima volta
in Atene nel 442. A questo capolavoro si ispirarono in tanti
(Vittorio Alfieri, per esempio)
ed essa ha suscitato (e suscita) anche l’interesse dei filosofi. Pietro Montani ha raccolto in volume le relazioni di
un seminario svoltosi all’Università di Roma «La Sapienza»
nel marzo-maggio 2000, dedicato appunto ai rapporti fra
Antigone e la filosofia*.
Cinque gli autori antologizzati: Hegel, Kierkegaard, Hölderlin, Heidegger, Bultmann.
Al testo vero e proprio segue
un saggio curato da uno specialista. Il lettore, come spiega Montani, potrà in tal modo
trovare «gli elementi necessari per affrontarne la lettura
con un appropriato corredo
di premesse teoriche e infor
mazioni Critiche». Inoltre,
una sezione del volume è dedicata ad «altre» Antigoni
(Jacques Lacan, Martha Nussbaum. Maria Zambrano, Luce Irigaray, Adriana Cavarero,
Paul Ricoeur, Jacques Derrida). Salvo Heidegger (che iniziò come seminarista e che
era un profondo conoscitore
del padre della Riforma protestante), gli altri erano tutti
luterani (filosofi e teologi,
teologi e filosofi).
Paolo Vinci rinviene nell’interpretazione hegeliana le origini tragiche della soggettività
(«l’immanenza della contraddizione è nelTagire jdell’individuo e l’azione è costitutiva
della soggettività. L’agire tragico, insieme colpevole e innocente, non fa allora che esibire in maniera esemplare
qualcosa à cui l’azione non
può mai sottrarsi»).
Per quella kierkegaardiana
Ettore Rocca parla della morte del tragico («il tragico nel
mondo moderno è impossibile, è morto, soppiantato dalla
contraddizione di Cristo. Il
tragico è per la morte, è al
servizio della morte. Il tragico
è il demoniaco, è il peccato.
Alle sue estreme conseguenze, il tragico è l’anticristo»).
Andrea Mecacci vede nell’Antigone di Hölderlin il nascere
di «una filosofia del tragico, lo
sforzo di catturare un’origine
che sfugge a ogni presa. La
Grecia di Hölderlin, e la sua
ultima proiezione, VAntigone
di Sofocle, è un mito». Secondo Adriano Ardovino, VAntigone di Heidegger vede nella
tragedia la parola dell’essere
(«il “determinante” nelTagire
di Antigone è ciò che “accorda" all’uomo il suo poter essere uomo, ciò che determina
la sua essenza umana»).
Per Gaetano Lettieri l’Antigone di Bultmann non è altro
che la teologia della croce dinanzi al nazismo. Infatti questo esegeta, da grande filologo
qual era, ofiire del testo sofocleo una interpretazione politica nell’ottica della Chiesa
confessante (quei protestanti
che rifiutavano Tevangelo pagano hitleriano). Il saggio
bultmanniano, del 1936, era
contenuto in un volume dedicato a Karl Barth dal titolo La
libertà dei vincolati. La censura nazista lesse correttamente
l’intento sotteso al titolo volutamente ambiguo (vincolato,
in tedesco, significa tanto «essere prigioniero» quanto «essere legato da comuni intenti») e ne permise la pubblicazione solo se esso fosse stato
cambiato. Così avvenne. Il volume uscì come Saggi teologici. A Karl Barth per il suo 50°
compleanno. Anche per Bultmann, Tunica teologia autentica è la teologia della croce,
come croce di Cristo. Quindi,
dinnanzi alla follia nazionalsocialista e a una chiesa infedele, il credente deve saper
dire «No!». L’opposizione fra
Creonte e Antigone è, nell’ottica teologica bultmanniana,
l’opposizione fra la teologia
della gloria e la teologia della
croce. Scrive Lettieri: «Precipitati nel disastro, davanti alla
prospettiva spaventosa di una
catastrofe mondiale. Tunica
decisione possibile è quella
per la nuda testimonianza
della carità: è la decisione di
Antigone, rimasta fedele alla
pietà, inerme sino al martirio,
unica accessibile figura di Cristo per un’umanità priva di
grazia».
(*) Pietro Montani (a cura di):
Antigone e la filosofia. Roma,
Donzelli editore, 2001, euro 19,63
Alcune importanti mostre allestite fra Torino, Milano e il Canton Ticino
Dall'tclngenuità» dei naïf alla passione dell'arte
PAOLO FABBRI
Fra le numerose mostre
che l’instancabile iniziativa culturale delle varie città
italiane ci propone, tre si distinguono per gli stimoli che
offrono e per l’occasione di
ammirare dipinti esposti in
musei lontani.
Naif
Il termine francese «naif» significa semplice, ingenuo, naturale, ma la critica lo ha utilizzato piuttosto nel senso di
primitivo. Si tratta di una pittura che nasce al di fuori della
scuola e, a maggior ragione,
dell’accademia. Una pittura
che potremmo definire più
diretta, priva delle mediazioni
che la cultura induce in tutti
coloro che si applicano alla
rappresentazione del sentire
umano. Si tratta in pratica di
pittori che, seguendo il proprio istinto e senza istruzione
specifica o, più spesso, senza
alcuna istruzione, si adoperano a mettere su tela il loro
mondo. Un mondo sovente
percorso da profondo afflato
spirituale (vedi a esempio Séraphine Louis) che non coincide con quello reale e nemmeno con le sensazioni che
l’artista prova osservando la
realtà circostante ma include
le fantasticherie, le favole diventate mito, i sogni integrati
fra loro in una sintesi che si
propone come assolutamente
originale proprio per la sua
immediatezza, che evita di
confonderla con la corrente
surrealista, in cui la mediazione culturale è fortissima.
La critica definisce i pittori
naif «primitivi» ed effettivamente è stato detto che i primi naif sono stati i cavernicoli
delle grotte di Altamira, che
hanno emuli fra le popolazioni culturalmente primordiali
delTAfrica o dell’Asia, ma sarebbe forse più corretto dire
che naif sono gli artisti che,
privi di scuola ma non di talento e di ispirazione, hanno
cercato di trovare un loro lin
guaggio per esprimersi e taluni di loro, particolarmente geniali, lo hanno trovato. A Palazzo Bricherasio di Torino è
stata raccolta una mostra veramente ampia e straordinariamente interessante dei
principali pittori considerati naif. Innanzitutto Henri
Rousseau, il primo dei naif
scoperti, amico di Picasso,
Apollinaire, Jarry, che opera
soprattutto nelT800, ma poi
Bombois, circense e lottatore,
che sa cogliere il mistero della
donna, Séraphine Louis, con
la sua spiritualità che mette
nei fiori il proprio sangue a significare una offerta totale a
Dio, il croato Ivan Generalic,
che coglie le facole popolari e
le inserisce nella sua visione
della vita popolare e infine gli
italiani già ben noti come Ligabue, che trasferisce nelle
sue bestie feroci il senso tragico della vita, o ancora Omeore Metelli, il pittore calzolaio.
Torino, Palazzo Bricherasio,
' fino al 6 novembre
I collezionisti dei Ticino
C’è in Ticino un numero
grande di collezionisti d’arte
e di quadri, un sommerso
non ancora ben noto, di notevole entità e livello. La fondazione «Lugano Arte», con spirito aperto, di considerazione
per il pubblico, in termini
evangelici diremmo di rispetto per gli altri, ha deciso, anche in vista della creazione di
un futuro museo, di far emergere questo sommerso. La
mostra Passioni d'arte. Da Picasso a Warhol è il primo passo in questa direzione e, a
giudicare dal numero di capolavori presentati, si tratta
di un passo ben riuscito.
L’esposizione è organizzata
per collezionista, in modo da
far emergere il filo conduttore
della raccolta che spazia con
95 opere su 59 artisti diversi,
a partire dalla seconda metà
deU’800 ai giorni nostri. Sono
presenti gli impressionisti
con Utrillo, Degas, Pissarro;
metafisici e surrealisti con De
Dalla mostra di P. Auguste Renoir
.^Chirico, Savinio, Mirò e Tanguy: il cubismo con Braque e
Léger; gli espressionisti tedeschi con Feininger e Marc;
poi opere di della metà del
’900 con Lam e Dubuffet oltre
a dieci splendidi capolavori di
Kandinskij e Picasso. L’arte
italiana è presente con Campicli, Sironi e Manzù e quella
ticinese con Paul Klee. I rinvi!
da una corrente artistica
alTaltra'Sono innumerevoli e
l’emozione di vedere dipinti e
sculture in gran parte mai
esposti è grande.
Lugano, Museo d'arte moderna,
fino alT8 dicembre
Renoir
Mancava da tempo una
mostra su Renoir in Italia.
Con felice intuizione la Re
gione Lombardia ha rammentato che Renoir è stato a
Palermo nel 1882 e ha quindi
proposto la mostra organizzata dalla Fondazione Mazzetta sia a Palermo sia a Milano, in accordo con la Regione
Sicilia. Il complesso delle
opere presentate è abbastanza rilevante, specialmente in
considerazione della grande
difficoltà di ottenere capolavori di grandi artisti da alcuni
paesi come gli Usa. In effetti è
presente in mostra lo stupendo ritratto di Madeleine Adam
del 1887, proveniente da una
collezione privata degli Stati
Uniti, insieme al celeberrimo
La danse à Bougival, pure da
una collezione privata.
Milano, Fondazione Mazzotta,
fino al 17 novembre
M Manuali dell'Esercito della Salvezza.
strumenti pratici
per condividere la
Come condividere la propria fede? come pregare assieme? come offrire consulenza? A queste e ad altre domande cercano di rispondere
una serie di 6 piccoli manualetti* pubblicati nei mesi
scorsi dall’Esercito della Salvezza. Le nostre chiese hanno
spesso in mostra, nel banco
libri, bellissime opere di teologia, più raramente accade
che vi siano manuali in grado
di rispondere a problemi di
ordine pratico. Ken Lawson,
uno degli autori, afferma di
aver scritto il suo opuscolo
proprio venir incontro a questa esigenza, in seguito alla
richiesta di un ufficiale che,
all’epoca, era segretario per
l’evangelizzazione nel territorio britannico. Lo scopo era
di offrire all’amico una guida
semplice, pratica per il suo
lavoro. Nessuna novità eclatante, ovviamente: nessuna
pretesa di avere ricette miracolose da offrire, ma il desiderio e la speranza d’essere
utili al maggior numero di
gente possibile.
Date le loro caratteristiche
queste opere si rivolgono in
particolar modo a coloro che
sono impegnati attivamente
nelle proprie comunità, fornendo tracce, idee e schemi
su come impostare e realizzare quanto proposto dal tema
dei singoli libriccini. Fedeli alla propria vocazione eminentemente «pratica» di salutisti
gli autori si concentrano
John Larsson, nuovoJ
dell’Esercito della Si
sull’essenziale, senzaj
sentire il discorso con 4
sioni storiche e teologici
del pastor
che, dato il taglio pres^ ®
QPri.hhorr, fuorf 1»
«icanoW.
sarebbero stati
Proprio questi motivi,,
rendono la lettura
I Piana
scorrevole, rendendo ou«
manualetti consigliabill|tit
I singoli opuscoli SOM i
sponibili, al prezzo di uàei
ro ciascuno, presso le
nità dell’Esercito deMSil
vezza o direttamente tfp
tier generale di Roma.
ruolo di c
) ospeda
(*) Fred Hill: Comeot&ttJ stato usai
sulenza; David Guy: Come piai co». Esso
ficare una missione; CuM tei
Kew: Come studiare insiefflj iLmenti
Bibbia; Ken Uwson: Comep
tare le anime a Cristo; Daii .
Guy; Come condividere lìpi» ®
pria fede; Eileen SprigìSsiÌi nounflus
io mi pi
voi 1
die
;edé?».
lande
jrso di
je, Clir
ìition], c
l’ospedal
Befania d
tembre al
Pearce: Come pregare rnsiooli
Musica e poesia a S. Maurizio a
Haydn e Hummel
concerti per tromba
distingue
L'inconti
ò, inf<
Il consueto programma milanese di «Musica e poesia a
San Maurizio» è ormai entrato
nel vivo e, veleggiando come
di consueto fra le rare musiche rinascimentali e barocche, è approdato nell’Inghilterra del tardo Settecento,
quando l’etica puritana del lavoro ha ormai pervaso le coscienze degli imprenditori
commerciali e industriali in
pieno fermento e in formidabile ascesa, mentre gli opifici
industriali diventano più numerosi e si prospetta all’orizzonte il panorama di ciminiere che caratterizzerà la rivoluzione industriale. La borghesia riformata inglese ha scelto
la sua vocazione per ottenere
la salvezza, che è quella dell’attività d’impresa, svolta in
modo impegnato, diligente,
sobrio, onesto e non disdegna
di ascoltare una musica in cui
queste scelte sono rappresentate con enfasi o esaltate in
uno slancio verso Dio.
Quale strumento più adatto
della tromba per questo disegno? Ecco quindi un concerto
in cui questo strumento è il
protagonista e lo è tanto più
con un interprete di eccezione come Gabriele Cassone
con l’orchestra Accademia
Montis Regalis, diretta da
Alessandro De Marchi. Il primo brano è la sinfonia n. 104,
detta Londra, di Haydn, composta nel 1795, che si avvale
di un apparato strumentale
ricchissimo (oltre agli archi, il
cembalo, trombe, corni, due
oboi, due flauti, due fagotti,
due controfagotti, i timpani),
adatto a un lavoro di poderosa esaltazione sonora in cui
il ritmo, anche nell’Adagio,
sembra attendere un’accelerazione, che si estrinseca nell’allegro basato su un tema luminoso, che permea anche gli
sviluppi più drammatici.
Il secondo movimento. Andante, mantiene la tensione
drammatica, benché in avvio
manostr
addirittui
Bii’altra,
piowisor
ic sconvi
visita. A ]
rebbe eh
disprezzi
presenti una prima si
molto distesa, preparani
strada al Minuetto
Finale spiritoso, che l’i .
stra, trascinata dall’incM
trionfale dei timpani e (Ì
trombe, esegue in modtt
germente nervoso e rapi
Ebbe a dire il compositoi|i
suo diario di viaggio di ^
molto soddisfatto i coi»!
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5
novembre 2002
Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
'Zza.
p- 111 corso di pastorale clinica tenutosi all'ospedale evangelico Villa Betania (Napoli)
«Perché Dio mi ha fatto questo?»
fotiettivo primario è stato imparare a visitare pastoralmente i pazienti nel ruolo di cappellano
\pedoliero. Il paziente non va ridotto alla sua malattia ma gli va riconosciuta la sua identità
«si Torino e Reggio Calabria
I cristiani contro la guerra
PETER CIACCIO
ERCHÉ Dio mi ha fatto
questo?», «Io ho semI e ho sempre fatto
allora, se sono in
Dio è ingiusto?»,
toìni punisce per i miei eroi che dite?», «Nessudice nulla... che mi
é?». Con queste e altre
„.de si sono confrontati
irtècipanti all’annuale
di pastorale clinica
Clinical Pastoral Edu•geneiSn), che si è tenuto al''®«i 1 l'ospedale evangelico Villa
Betania di Napoli daH’8 setffiinbre al 5 ottobre. Al corso,
supervisionato dal cappella. nn Sergio Manna con l’aiuto
Sei pastore metodista americanW- Joel Warner e del
diacono Vincenzo Polverino,
iSqJ hanno partecipato sei stu
iza appt
mdigBs
liUy ® teotogia, ospitaü nel
rentro «Emilio Nitti-Casa
Mia» di Ponticelli.
, . Obiettivo primario del cor“ so è stato imparare a visitare
pastoralmente i pazienti nel
lolo di cappellano dell’inte) ospedale: per far questo è
tErii^ stato usato il metodo «cliniime pia
—r-5 w<>. Esso consiste nel non se‘"Uta palare teoria e prassi in due
' momenti distinti o uno sucTór piuttosto
’ * pel fare in modo che diventi
ela|
iafi
sezM
no un flusso in cui sia difficile
distinguere l’una dall’altra,
rincontro con un paziente
può, infatti, rivoluzionare
una nostra teoria precedente,
addirittura sostituendola con
un’altra, che però si rivela
provvisoria, perché può essere sconvolta dalla prossima
visita. A prima vista sembrerebbe che il metodo clinico
disprezzi gli studi scientifici.
Invece, esso si serve di un
ampio spettro di competenze, senza però mai dimenticare che più importante di
tutti è la persona che si sta visitando.
Proprio questa 'attenzione
alla persona caratterizza il
cappellano e la cappellana in
ambito ospedaliero. Quando
si viene ricoverati, all’improwiso, si perde la propria
identità come persona in favore di una metonimia che ci
fa denominare a seconda
dell’organo o della patologia
da curare: si diventa «il fegato
della stanza 4» o «il diabete
della 8». Il cappellano si rivol
ge invece al paziente mantenendo l’interezza della sua
identità, salvaguardando la
dignità della persona.
Dicendo questo, non si fa
un atto d’accusa al personale
medico o all’àmministrazione dell’ospedcde. Con la legislazione vigente e la sua
(in) comprensione della persona da curare, si è quasi costretti a lavorare in una sorta
di «fordismo ospedaliero», in
cui il malato diventa il prodotto da mettere a punto al
più presto e con i costi minori. Il lavoro di cappellania risulta non parallelo all’opera
del medico, ma si pone in
una prospettiva di cura collettiva nei confronti del paziente. Purtroppo questo
ruolo non sempre è riconosciuto, per l’errato pregiudizio che vede nel cappellano
solo la persona che amministra i sacramenti.
I partecipanti al corso di
Cpe, oltre ai pazienti, hanno
incontrato anche medici, caposala, pastori, psicologi con
cui si sono confrontati sulle
modalità d’approccio al paziente, approfondendo in
particolare lo scottante tema
del consenso informato, vale
a dire se sia giusto o meno dire la verità al paziente. È
chiaro che, parlando con il
paziente della sua malattia,
lo si rende partecipe al processo di cura. Inoltre, studenti e studentesse hanno incontrato se stessi: infatti per incontrare pastoralmente delle
persone che hanno paura
della morte, bisogna fare i
conti con la propria paura
della morte e con i propri lutti. Il gruppo si trova allora ad
affrontare problematiche che
spesso non fanno parte delle
nostre preoccupazioni quotidiane, ma che tuttavia rimangono latenti nel nostro
inconscio, determinando in
qualche modo il nostro modo
di essere al mondo e di vivere
la propria fede. Ed ecco che
in tutti questi incontri si finisce per incontrare Dio: lo
stesso Dio che spesso ci pare
nascosto, di cui spesso parliamo e di cui spesso ci chiedono le altre persone. Può
capitare che quel Dio che si
incarna e che mostra le ferite
ingiuste del Golgota, si possa
incontrare in una camera
d’ospedale.
Chiesa battista di Bussoleno
comunità
battesimo
la gioia della
per un nuovo
SERGIO TATTOLI
IL rito battesimale resta,
, per i battisti, un momento
■Mensamente evocativo del■jter spirituale del credente:
“la chiamata per grazia da
parte di Dio consegue la no*ba adesione, la fede, da teMimoniare pubblicamente
■Ma il battesimo, secondo la
parola di Cristo. È stato questo lo spirito che ha permeaM la chiesa di Bussoleno doManica 20 ottobre in occasioj’a del battesimo di Luisa
sodato (cugina dell’omoniMa pastore), suo marito Maa Vaccariello e Marta Maria
I ®aMa de Barros, una sorelbrasiliana da alcuni mesi a
assolano. «La fede: la vittotn '1 11 mondo» è sta
■1 tema del sermone, in ri
ferimento al testo della prima
Lettera di Giovanni, che chi
scrive ha rivolto. Questa certezza non deve alimentari vacui trionfalismi. La nostra fede vince il mondo nel senso
che pone una forza di segno
inverso all’orientamento comune. È una vittoria non nostra ma di Dio. È stata molto
gradita la presenza dei pastori e di rappresentanti delle
chiese della vai di Susa. La
riunione è stata impreziosita
dal canto del tenore Ivo Blandino, e dal coro di Maria Teresa Pizzulli (insegnante di
musica) e le sue sorelle. Come sempre tante emozioni e
tante speranze in questi segni, piccole luci che tuttavia
brillano, e ci orientano a proseguire il cammino che il Signore ci indica.
Proposta del Comune di Roma
Allo studio un Forum
delle religioni
„ ASILO VALDESE
PER PERSONE ANZIANE ONLUS
Via Malan, 43,10062, Luserna San Giovanni (To)
L’asilo valdese per persone anziane onlus
CERCA
UN/UNAINFERMIERE/A
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Si prega di prendere contatto con la direzione
• 0121-900285 o inviare curriculum vitae
fax: 0121-954386 o airindirizzo e-mail;
asilovaldese@tiscalinet.it
Su iniziativa della consigliera Franca Coen Eckart,
delegata del sindaco Walter
Veltroni per le politiche della
multiculturalità, si è svolto il
29 ottobre un incontro tra i
rappresentanti delle principali comunità di fede della
capitale. Obiettivo della riunione era verificare la possibilità di avviare un percorso
teso a costituire un «Forum»
delle religioni che si ponga
come interlocutore dell’amministrazione per riaffermare
il carattere pluralistico e multireligioso della città. «Si tratta di lavorare insieme per costruire una convivenza arricchente e dinamica - ha affermato la consigliera Coen promuovendo campagne di
informazione nelle scuole,
negli uffici pubblici, nei municipi. In questo Roma conferma la sua vocazione a città
della pace e del dialogo, come tante volte è accaduto».
All’incontro del 29 hanno
partecipato anche numerosi
esponenti dell’evangelismo
della capitale: valdesi, battisti, luterani, Esercito della
Salvezza, avventisti, pentecostali, «liberi». Metodisti e As
Una guerra preventiva contro
l’Iraq sarebbe «inutile, immorale e contraria alla volontà di Dio», affermano le
chiese cristiane di Torino e il
Consiglio delle chiese cristiane di Reggio Calabria. Viene
diffuso in questi giorni un
documento congiunto «contro la guerra che si minaccia
di scatenare contro l’Iraq», a
firma della Commissione
evangelica e della Commissione diocesana per l’ecumenismo, e condiviso inoltre
dalle chiese ortodosse greca,
romena e russa della città di
Torino. La Commissione evangelica di Torino include le
chiese evangeliche valdesi e
battiste, la Chiesa awentista
e la Chiesa evangelica della
riconciliazione.
Molte voci autorevoli, affermano i rappresentanti delle
chiese cristiane di Torino, si
Sono già espresse a favore
della pace, nello spirito della
parola biblica che dice «Beati
gli operatori di pace». «Non
intendiamo negare la realtà
terrificante del terrorismo
semblee di Dio hanno fatto
giungere un messaggio di interessamento all’iniziativa.
All’incontro non erano presenti i rappresentanti del Vicariato, che però hanno espresso attenzione nei confronti delTiniziativa.
A conclusione dell’incontro, i rappresentanti delle varie comunità (oltre a cristiani
di diverse tradizioni erano
presenti induisti, buddisti e
musulmani) hanno deciso di
aggiornarsi in tempi brevi
per discutere una proposta
di statuto che dovrebbe formalizzare la costituzione del
Forum. «Questa convocazione e la proposta di istituire
un forum permanente delle
religioni è un passo importante sotto il profilo civile,
culturale e politico - ha commentato la pastora Maria Bonafede, vicemoderatore della
Tavola valdese - che dà il
giusto riconoscimento al carattere pluralistico e multireligioso della città. Ora si tratta di lavorare insieme perché
il Forum si costituisca e definisca le sue linee operative.
Ma il primo passo è stato
compiuto». (nev)
UOTTICO EVANGELICO
Corso G. Cesare, 62/f
10154, Torino,
Tel. 011*851789
di Antonio Trovato
afferma il documento -, cheunanimemente condanniamo e intendiamo contrastare
efficacemente. Neppure ignoriamo i seri pericoli per la
pace che derivano dalla dittatura irachena. Siamo tuttavia
coscienti che le vie della pace
non passano attraverso la
violenza delle guerre, comunque le si voglia giustificare. Il terrorismo trova fertile terreno soprattutto nelle
situazioni di povertà diffusa e
di sottosviluppo».
Le chiese cristiane ricordano inoltre che «una guerra preventiva è sempre una
guerra di aggressione» e che
l’unica via percorribile dovrebbe essere ancora una volta quella del dialogo e del negoziato. «Un’aggressione bellica - prosegue il documento
- darebbe maggiori motivazioni a un nefasto estremismo
di stampo religioso-fondamentalista». Analoga presa di
posizione era stata presa da
parte del Consiglio della chiese cristiane di Reggio Calabria
(v. Riforma n. 41). (nev)
DALLA PRI
Lula, speranza del Brasile
permea il popolo brasiliano e
che ha radici profonde, risalenti ai tempi coloniali. Le
maggiori battaglie sociali nelle campagne, come la guerra
di Canudos, alla fine del XIX
secolo e quella di Contestado, all’inizio del XX, sono state realizzate all’interno di un
forte contesto messianico.
Seppure la maggioranza della
popolazione brasiliana viva
in città, non si può dire che
essa sia urbanizzata, in quanto sono ancora molto presenti culturalmente le origini
rurali. E Lula, per milioni di
persone, ha assunto la personificazione di «colui che è atteso», del governante taumaturgo. Questa visione, che si
esprime nel cattolicesino rustico o moro, molto lontano
da Roma, ha portato un appoggio impressionante al
metallurgico di Sào Paulo.
Ma l’interessante è che ha
contaminato profondamente
anche gli innumerevoli gruppi pentecostali che esistono
in Brasile e che hanno le loro
basi nei settori più poveri
della popolazione.
Una conferma di questa
ipotesi è venuta dallo stato di
Rio de Janeiro. Lì si contendevano il governo dello stato
due donne: Benedite da Silva,
nera, originaria di favela e
pentecostale, e Rosinha Mateus, della chiesa metodista,
eletta, alla fine, governatore.
Entrambe facevano parte
della base di appoggio di Lula
che qui ha ricevuto la più alta
percentuale di voti fra tutti gli
stati della federazione: circa
80%. È chiaro che attraeva i
voti delle chiese riformate e
dei pentecostali anche qualche cosa di più «materiale»: il
fatto cioè che il candidato a
vicepresidente con Lula fosse
José de Alencar, dello stato di
Minas Gerais, egli stesso pentecostale. Un’ulteriore anomalia brasiliana. In generale
in America Latina il pentecostalismo si colloca in un’area
di alienazione, quando non
addirittura di destra. In Brasile invece comincia a costituire, insieme ad altre forze,
un movimento che dà vita a
una grande speranza di cambiamenti per i destini dei popoli latinoamericani.
I problemi da affrontare,
peraltro, sono imponenti: una
della maggiori disuguaglianze
sociali del mondo, un forte indebitamento estero, qualche
cosa come 10 milioni di disoccupati, paesi vicini in profonda crisi sociale e politica e
un marcato antagonismo con
l’unilateralismo delTamministrazione degli Usa. Tuttavia il
Brasile è un paese grande, con
177 milioni di abitanti, un
ampio spazio geografico di oltre 8,5 milioni di chilometri
quadrati, risorse naturali e
una buona tecnologia. Potrà
vincere la sfida.
José Luiz Del Roio
20% riservato al fratelli
Diaconia Valdese
COMMISSIONE SINODALE PER LA DIACONIA - CSD
10 novembre, domenica della diaconia
Borse per anziani
La Commissione sinodale per la diaconia (Csd) ricorda alle
chiese valdesi e metodiste che il 10 novembre è la «Domeriica
della diaconia». La colletta sarà devoluta al Fondo di solidarietà
«Borse di assistenza per ospiti delle Case di riposo», cioè al sostegno diretto a quelle persone anziane, ospitate negli istituti evarigelici, che non hanno sufficienti risorse economiche per corrispondere la retta necessaria. Da quando è stato istituito dal Sinodo 2000, il Fondo ha distribuito lire 106.168.400 a 16 persone nel
2001 e euro 32.185,43 a 25 persone nel 2002. Il contributo della
colletta delle chiese valdesi e metodiste del 2001 (con rendiconto
finale effettuato nel 2002) è stato di euro 9.548,30.
La colletta va inviata a: Commissione sinodale per la diaconia.
Istituto bancario San Paolo IMI, Agenzia di Luserna San Giovanni,
C/C n. 1067 ABI 01025 CAB 30600.
La Csd informa anche che le domande relative alle Borse di assistenza per l'anno 2003 devono essere inviate entro il 31 dicembre 2002 a: Commissione sinodale per la diaconia, via Angrogna
18,10066 Torre Pellice (To). La Csd prowederà a richiedere tutta
la documentazione necessaria per l'accoglimento della richiesta.
6
PAG. 6 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 8
temi deirAssemblea del 4° circuito che si è svolta a Biella il 26 ottobre
Bisogni delle chiese e risposte pastorali
La predicazione, la formazione, il coinvolgimento dei giovani e dei bambini in una giornata
ricca di confronti e racconti di esperienze. No olla guerra e a ogni forma di violenza
MASSIMILIANO ZECNA
La predicazione, la formazione, il coinvolgimento
dei giovani e dei bambini:
che cosa fare nel prossimo
anno ecclesiastico, come
adattare le risposte pastorali
ai bisogni delle persone e
delle comunità? Temi tutt’altro che di routine quelli posti
in discussione all’Assemblea
del 4° circuito, svoltasi a
Biella sabato 26 ottobre. Una
giornata ricca di confronti
dove sono state condivise
esperienze, idee e progetti
da mettere in campo come
la giornata di scambio di
pulpiti fra le chiese con l’ausilio di pastori emeriti e di
predicatori locali e una festa
delle scuole domenicali.
Chi può predicare?
I lavori, presieduti dal sovrintendente Ferdinando
Blefari, sono subito iniziati
con una vivace discussione
sul ruolo e l’utilizzo dei predicatori locali; in parole povere ci si è chiesto: chi ha la
«patente» per predicare? Secondo il pastore di Torino
Mauro Pons occorre ristabilire regole più attente nei confronti di chi svolge le predicazioni {iscrizione all’Unione
predicatori locali, a esempio)
anche se ogni singola comunità deve avere autonomia
nello scegliere chi può predicare nella propria chiesa. Alla visione di Pons (regole più
severe), considerata un po’
troppo burocratica dal sovrintendente si sono susseguiti intendenti che hanno rimarcato la positività delle
persone che svolgono questa
attività in modo volontario
(«sono persone dotate di doni che è bene conoscere e
scambiarsi»). Per i pastori di
Susa, Giorgio Bouchard, e
Torino, Giuseppe Platone, è
bene valorizzare questi doni
per cui la proposta scaturita
è quella di scegliere una giornata (senza inventarne un’altra in quanto già esiste ed è il
23 marzo, giornata dell’Unione predicatori locali) in
cui ogni predicatore esprima la disponibilità a recarsi
in un’altra chiesa per uno
scambio di esperienze. Sul
continuo bisogno di formazione e aggiornamento per
tutti, predicatori e pastori, i
partecipanti sono stati concordi e ha riscosso unanime
consenso la proposta di dedicare momenti di riflessione
e di approfondimento ai temi che riguardano la predicazione stessa (in particolare
sulla omiletica).
Scuola domenicale
La scuola domenicale e
l’impegno di monitrici e monitori: su questo argomento
ogni rappresentante delle
chiese ha relazionato sulla
situazione locale. Incontri
con scambio di esperienze
già avvengono tra Aosta,
Biella, Ivrea e Chivasso da un
lato e a Torino dall’altro: si
M Chiesa battista di Rovigo
Fratelli e sorelle in Cristo
come pietre viventi
PAOU RUZZA
Domenica 8 settembre è
stata una giornata speciale per la comunità battista
di Rovigo che ha condiviso
con Gretel, Sara, Erika, Michela, Publio, Alessandro e
Ifany la gioia, l’emozione e la
grande soddisfazione di aver
detto sì a Gesù con il battesimo. Questi fratelli e sorelle, i
cui nomi sono stati simbolicamente evidenziati su dei mattoni, nella liturgia, sono in
realtà «pietre viventi» che
hanno voluto aggiungersi alla
grande famiglia di Gesù, per
formare una casa spirituale,
come si legge nella I Pietro,
persone che hanno accettato
la sfida di diventare, alleati di
Cristo, difensori della giustizia e della verità, come ha
predicato il past. Volpe.
Il battesimo è un invito forte a raccontare ciò che Dio
compie nella nostra vita. Alessandro per esempio ha raccontato che la sua vita è cambiata da circa due anni, quando la luce di Cristo lo ba invaso e gli ha fatto capire di avere
a che fare con un Dio padre,
accessibile e vicino a tutti, che
dà forza in ogni momento
della vita; Sara, che aveva ini
ziato un cammino nel buddismo, si è vista donare la pace
di cui aveva bisogno dal suo
«amato Gesù»; Ifany proviene
invece da famiglia cristiana e
ringrazia le zie che lo hanno
aiutato a crescere nella fede;
se Erika non riusciva a scrollarsi di dosso la convinzione
che per credere si debba essere aiutati da Maria e dai Santi,
ora è convinta che Gesù sia
l’unico salvatore e che può
parlargli senza intermediari.
La vita di Publio è stata una
lotta continua, fatta di domande a cui trovare risposte,
e Tunica risposta serie è quella della comprensione della
gratuità dell’amore di Dio.
Michela ha meditato sul Salmo 139, dove si contempla
l’onnipresenza di Dio nella vita di chi si affida a lui, e infine
Gretel, anch’ella nata in una
famiglia evangelica, vuole con
il battesimo confermare la sua
scelta di amare Cristo e di voler camminare con lui, testimoniando l’amore di Cristo.
Ecco allora che ognuno, nel
proprio cammino, ha trovato
in Cristo Tunica risposta; a
ognuno è stato fatto un grande dono; una comunità dove
imparare a crescere e a vivere
la gratuità del suo amore.
I nomi scritti sui mattoni
tratta di conoscerle meglio e
di rendere comuni quelle
che riescono in modo più
positivo. In particolare il pastore di Ivrea Marco Cisoia,
Miriam Perini sempre di
Ivrea e la pastora di Aosta
Elisabetta Ribet hanno sottolineato come sia necessario rimarcare di più il carattere gioioso degli incontri
con i bambini (il disegno, il
canto, il renderli protagonisti insomma) che non il momento strettamente scolastico («andando già a scuola
tutta la settimana, i bambini
hanno bisogno di trovare
qualcosa di diverso»).
Disagio nelle famiglie
Il dibattito si è concluso
con una preoccupata riflessione di Platone: «Sempre
più si sta diffondendo fra le
famiglie il disagio psichico
derivato da una profonda
crisi di questa società». Sempre più importante è «parlare» alle famiglie nella loro interezza e la scuola domenicale può essere un mezzo
per coinvolgere non solo i
bambini ma anche i genitori
a un modo nuovo di vivere
insieme i valori civili e religiosi. In conclusione si è deciso di costituire un gruppo
di lavoro che organizzi, fra
l’altro, una giornata di incontro e di festa delle scuole
domenicali. L’intervallo è
stato una buona occasione
di incontro conviviale al Circolo commerciale di Biella e
un applauso in direzione
della comunità di Biella (e in
particolare a Giuseppe Caccamo che ha organizzato
l’agape) ha rimarcato il gradimento dei partecipanti.
Nel pomeriggio i lavori sono
proseguiti con l’esame di testimonianze della commissione multiculturale (a cura
di Vittoria Munsey) e di annuncio di nuovi testi (tra cui
uno sui valdesi e l’Europa,
.con un capitolo a cura di
Giorgio Bouchard).
No alla guerra
L’Assemblea ha poi fatto
proprio, invitandone alla lettura in chiesa durante il culto, un documento (intitolato
No alla guerra) delle commissioni evangelica e diocesana per l’ecumenismo in
cui si invitano tutti i credenti
in Cristo, riuniti nelle rispettive chiese «ad elevare le loro
voci, in tutte le possibili occasioni e in tutti i loro ambiti
di vita e di lavoro, per contribuire a far crescere un’opinione pubblica favorevole a
rapporti di pace e contraria
ad ogni forma di violenza
dell’uomo sull’uomo». Mentre si esaminava il documento sono giunte le prime terribili notizie della strage nel
teatro di Mosca scaturita dopo il sequestro a opera di
terroristi ceceni di quasi mOle persone. L’assemblea ha
espresso il dolore per il tragico episodio e la solidarietà ai
familiari delle vittime.
# Convegno regionale Fdei Sicilia
Donne e IsIam
un dialogo a confronto
ANNA MARIA RIBET FICARA
.. ONNE e Islam: un dia>'J-/logo, un confronto»,
questo il tema del convegno
regionale della Fdei Sicilia
(Adelfia, 28-29 settembre).
Eravamo presenti in 32 donne, di cui molte delle chiese
battiste della Sicilia orientale
e 3 cattoliche. Il tema è stato
introdotto da chi scrive, partendo dalla considerazione che la nostra attenzione è
stata posta maggiormente
sull’Islam dopo i tragici avvenimenti delTll settembre
2001. L’Islam ci è stato presentato come «l’uomo nero»,
influenzando i nostri comportamenti anche a livello di credenti. 11 convegno invece aveva lo scopo di aprire un dialogo per capire le differenze e se
esistano dei punti in comune
nella Bibbia e nel Corano, per
poter intraprendere un cammino di accoglienza innanzitutto tra donne.
La seconda relatrice era una
tunisina, Fathija Bouhajeb,
presidente dell’Associazione
<AJniti senza frontiere» di Ragusa, mediatrice culturale.
Fathija ha sottolineato che
non tutte le musulmane sono
come quelle che la tv ci mostra, e che anche il mondo
islamico ha diversi modi di
interpretare il Corano. Ci ha
raccontato inoltre la sua esperienza: in qualche modo «costretta» dal marito a trasferirsi
con lui in Italia, si è data da
fare e ha cominciato a lavorare. 11 marito non era d’accordo che lei lavorasse e lei decise di divorziare. Ora nella sua
associazione laica collaborano italiani e musulmani.
All’incontro era presente
inoltre Beatrice Grill, rappresentante per il Sud del Servizio rifugiati e migranti Fcei.
Nella discussione ci si è chieste se sia ancora possibile testimoniare la propria fede anche con un musulmano o se
questo potesse essere visto
come un tentativo di proselitismo. Ci si è chiarite che la
testimonianza avviene anche
con il nostro modo di comportarci, non significa per forza andare in giro con la Bibbia
in mano e convincere l’altro
che il nostro credo sia quello
giusto, ma parlare con l’altro
e trovare dei punti di dialogo
senza urtarci a vicenda.
La domenica abbiamo lavorato in gruppi cercando dei
brani nella Bibbia e nel Corano che riguardassero la figura
della donna, osservando differenze e analogie. Abbiamo
poi concluso il nostro Convegno con il culto curato dalle
sorelle di Lentini, che ci hanno guidato alla meditazione
sulla figura di Ruth, nel contesto delTimmigrazione e dei
tragici epiloghi avvenuti proprio in quei giorni sulle coste
della Sicilia. Abbiamo così
condiviso l’amarezza di Naomi che aveva perso il marito e
i figli e quella di tutti gli immigrati costretti per vari motivi a
lasciare il proprio paese bevendo un sorso di caffè non
zuccherato, e poi ci siamo
unite alla gioia di Naomi e Rut
per la nascita di Obed, un segno di speranza, con dei biscotti. Molta è stata la partecipazione spirituale a questo
momento di riflessione.
^ Chiesa valdese di Siena
Benvenuto alla candidata
Milena Martinat
ANTONIO CAPANNOiI
Nel corso del culto di domenica 29 settembre nella chiesa valdese di Siena è
stata presentata la candidata
al ministero Milena Martinat,
che sostituisce il pastore uscente Eugenio Stretti. A presentare la candidata alla comunità, in quel giorno particolarmente numerosa, è intervenuto il pastore Bruno
.Rostagno della chiesa metodista di Firenze, che sarà il suo
pastore di riferimento fino alla consacrazione che dovrebbe avvenire nel Sinodo 2003.
Rostagno ha premesso che
la giovane candidata viene da
una bella esperienza di oltre
tre anni nella chiesa di Pramollo, nelle valli valdesi, e ha
avuto parole di incoraggiamento per lei che si accinge a
iniziare un lavoro impegnativo, che almeno per i primi
tempi potrebbe non essere
privo di problemi. Proseguendo ha però anche esortato la
comunità a confidarsi con lei,
a esporle le gioie, le incertezze
e i problemi, perché la chiesa,
ha proseguito Rostagno, deve
considerare Milena proprio
, come una pastora già consacrata a tutti gli effetti, e ha
esortato la comunità a una
collaborazione e un impegno
ancora più efficace, in vista di
una testimonianza evangelica
più incisiva e stimolante in
una città come Siena, che apparentemente non sembra
accogliere con entusiasmo
l’annuncio della parola di
Dio, specialmente se proveniente da una chiesa riformata. Anche il presidente del
Consiglio di chiesa, a nome di
tutta la comunità, ha avuto
parole di benvenuto e ha augurato alla candidata un lungo e proficuo periodo di lavoro nella città, sollecitando tutti i membri di chiesa a mettere a disposizione i propri doni
per l’opera del Signore.
Da parte sua Milena Martinat ha espresso la propria
soddisfazione Timpo»
incarico della responsai
della chiesa di Siena,
rata una comunità cu,
spazio nel campo dilaur
quanto chiesa di recS’
stituzione e anche per,
importante riferimento np.)
numerosi stranieri di p
gio e/o residenti a mou
studio o di lavoro. Anche j
la predicazione che è se,
ta la candidata, prendelar’
spunto dal Salmo 84, haS®*'’
smesso ai presenti il suopaf^
siero gioioso su come d
biamo considerare Topa
del nostro Padre celestejL
nostre vite (v. 11). U no^
Padre, sole e scudo, ci
energia e speranza propA
come il sole nella vita
valdes
i), ma so
diana: proprio comrif3j5j|
sinonimo di gioia, riempii
nostre giornate di attiviti tròie
nello stesso tempo è anjgfji
tecipan
lutato ui
ì ha con
[loprio set
mi, espe
jnto arric
scudo vigoroso che protei
le nostre vite dalle insidiò]
La comunità ha apprea
molto questo messaggi,
ben volentieri si è lasci
coinvolgere da pensieri pi
di vita, di luce, di speraffiSu
al termine del culto si è3”J“ggj
là di
go trattenuta con la cand
ta per le opportune pres^
zioni e la reciproca con'
scenza, che con le visift pu
storali ogni famiglia avémo]
do di approfondire. Coni
voli della notevole dispei,
ne della nostra diaspora, ce
da sud a nord si estende p|
un’area geografica graffi
come tutta la provincia e oE!
tre, della necessità di unti
sveglio nella fede e perrinlina„n
novare rapporti con alcinljitestin
membri di chiesa che coni
passare degli anni si sono
consumati, a Milena Mar)^
nat va l’augurio sincerodiuj
buon lavoro che certaihi
non mancherà di esser#
nedetto dal Signore.
notizie e\ange
A Lione, dal 20 al 22 ottobre
Incontro francofono
di cappellani ospedalieri
MARIO BERUTTI
DARIO TRON
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ionale
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fc cura
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A Lione, dal 20 al 22 ottobre, c’è stato un incontro
dei cappellani ospedalieri di
lingua francofona (francesi,
svizzeri, italiani e belgi) sui
tema della formazione. I partecipanti si sono interrogati e
scambiati idee a partire da
due relazioni introduttive
presentate dal pastore JeanCharles Kaiser, supervisore
dei corsi Cpt (corsi di formazione pastorale all’ascolto e
alla comunicazione), e dal
prof. Jean-François Zorn,
della Facoltà di teologia di
Montpellier. Partendo da
punti molto diversi fra di loro, il primo dalTwimparare
facendo», cioè dal lavoro sulle proprie emozioni in piccoli gruppetti e durante le visite
ospedaliere, il secondo dall’insegnamento universitario, si è arrivati all’elaborazione di un documento unitario da inviare alle chiese,
nel quale si sottolinea l’importanza di una base forma
tiva di partenza, suf,^
però da una buona prep^ itoprin
zione specifica e contini® ìlepjjj
con una supervisione collii! ¡ainjQjQ
tiva ed individuale. ^ ' Icatric
Come partecipanti italiw leròvjg
ci siamo ancora una volta
compiaciuti della situazioM ®en)i)|;i
esistente in Francia, ’Itema
cui la cappellania ospedali^ Sativa {
è cosa ovvia, in cui il diedp® lachee
cento dei pastori nonpr^ bsseiij
il suo servizio in una chi® eche ¡
ma in un ospedale cotn# ^ ano d
te attiva, visibile e considO»ji di
ta del gruppo di cura cW»
occupa della persona fflal®^
Il prossimo incontro dei
pellani di lingua "•u
aperto a tutti coloro eh#ha® ¡nate
no a cuore la cura d’anifflfi : Som,
ospedale come nelle cbic_
locali, sarà a Nancy,
3 2003!^
Frali;'
eia, dal 5 alT8 ottobre
utile sottolineare ancora
volta l’importanza
incontri, ai quali
iremmo partecipare con
numero più cospicuo di ,
sone e coinvolgendo
dipendenti e i volenti
varie opere valdesi
Per la pubblicità,
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tei. 011-655278 fax 011-657542
Ripormi
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7
ijg novembre
2002
Vita Delle Chiese
PAG. 7 RIFORMA
Il viaggio in Germania organizzato dalla Commissione sinodale per la diaconia
La diaconia lungo la valle del Reno
aportan,
3onsa|
della «Stadtmission» (missione nella città), un modello diaconale che pur operando
autonomo rispetto alla chiesa evangelica semina un messaggio di fede e speranza
i fsd ha organizzato an
fhpauest’anno un viag
Ì ¿inazione alla sco“I passa. L Hi una realtà diaconale
L da quella italiana, che
Ifa la possibilità di conofunzionamento di
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.. ^valdesi, Toscana e Ligu
“doa ¿na soprattutto prove^Propii y da esperienze diverse:
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Iciazioni, membri di co‘ membri impegnati
’ ® ,, Hiverse comunità. Fra i
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Una veduta di Heidelberg
„tedpanti si è subito in■^mato un buon rapporto,
'Prez® dà consentito un vero e
®,®®^Ì%prio scambio di impres. esperienze e un con
P'tCìitó arricchente per tutti i
^ponenti del gruppo.
Jviaggio ha dato la possiptàdi scoprire la realtà
Je Stadtmission (letterallente la missione nella
un modello diaconale
Ite opera in modo autonoB rispetto alla chiesa evan(lica e all’ente pubblico,
icori i servizi che offre (asanziani, cure saLtarie, offerta di spazi di in
"onsi
lispeB
ocra, chi
endepj
I grani
icia e ol
I litro e di animazione per
tPt.t'ì imbini e altro ancora) seP^^tiiij lina un messaggio di fede e
nalcmi itestimonianza. Naturalle coni
mente mantiene il collegamento e la collaborazione
con la chiesa, che però non
partecipa direttamente nella
gestione e nell’organizzazione dei servizi.
Domenica 29 settembre il
gruppo ha sostato ad Aosta
per partecipare al culto e incontrare la locale comunità,
per poi raggiungere in serata
l’albergo di Rad Krozingen,
una cittadina termale nel Sud
della Germania. Il 30 si sono
visitate le strutture diaconali
di Rad Krozingen (Case di riposo, Centri residenziali per
anziani), mentre il pomeriggio è trascorso nella vicina
città di Freiburg. Il 1“ ottobre
il gruppo ha passato la giornata a Rasilea, visitando le
opere della locale Stadtmission e passeggiando nel centro storico della città, alla
Il SI sono
Chiese battista di Puglia e Basilicata
lettere sulla cura
astorale degli ammalati
ri
Il 5 ottobre la chiesa battilitjiBari ha ospitato presso i
bilocali fratelli e sorelle
evenienti dalla Puglia e Rallista, che hanno risposto
linvito della Federazione
tUe chiese evangeliche retonale (Fcepl) a riflettere
Jllc problematiche relative
«cura pastorale agli am*ti. In realtà la Federazio®tegionale delle chiese ave
/.rtai 6‘u‘icue oeiie cmese ave'^Lniiri rii indirizzare l’in
.nntto .“P'^'ttripalmente ai pastori
1,0 rnllet zona, allar
go ai predicatori e preti itiiiiani L’incontro ha
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® Il spetto dei
•dell'.delle emozioni
„J’^'^'^nza di dolore
peutico, proposto da medico
e dalla struttura ospedaliera.
Riguardo alla visita in sé, il
pastore Aprile ha dato ottimi
suggerimenti, a cominciare
dal fatto che bisogna annunciare la propria visita prima di
presentarsi spontaneamente:
non sempre, infatti, l’ammalato è nelle condizioni fisiche
e psicologiche di ricevere visite. Durante la visita a una
persone che soffre, in ospedale o a casa, la parte essenziale
è l’ascolto al quale va affiancata, come atteggiamento
proponibile ed efficace, la
«empatia» che è fiducia, rispetto e affetto per l’altro. Infine non bisogna ignorare
che, in quanto credenti, facciamo visita all’ammalato
perché abbiamo qualcosa da
offrire. Questo dono, che può
essere un passo biblico, una
parola di incoraggiamento,
un sorriso o una preghiera, va
preparato con cura prima di
recarci dall’ammalato.
Ognuna di queste cose, se
fatte con discernimento, saranno utili e apprezzate da
chi si trova nella malattia. A
conclusione il pastore Aprile
ha esortato i presenti ad avere
molta pazienza con gli ammalati e soprattutto a comunicare loro la speranza e la
presenza costante del Signore
anche nel momento difficile
della malattia.
i uzd 01 dolore
È necessario
che esiste an*®*'iinnri^''uÌ*^Fto, lo stato
^bàsar ^°Ffre. Non basul modello tera
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guida del pastore Christian
Gysin. Infine, non si può dimenticare l’emozionante incontro con la comunità di
lingua italiana della Chiesa
valdese svizzera, a dimostrare che non ci sono confini
quando si è fratelli. Il giorno
seguente il programma ha
proposto la visita della città
di Heidelberg, magnifico
Centro universitario ma anche sede di un efficiente
ospedale all’avanguardia in
vari reparti. La giornata si è
conclusa visitando gli splendidi giardini di Kraichtal, realizzati con e per gli ospiti della vicina Casa di cura delle
dipendenze. Questo giardino
è una valida metafora per ricordarci che, anche seminando in un terréno arido, i
frutti si ottengono sempre e,
lavorando insieme e con il re
ciproco sostegno, i risultati
del nostro lavoro non tarderanno a fiorire. Il 3 ottobre,
infine, il gruppo si è rimesso
in viaggio verso casa, approfittando di una sosta per visitare la cittadina di Gruyère in
Svizzera, celeberrima per il
suo formàggio.
Da quanto appena letto si
deduce che si tratta innanzitutto di un viaggio di formazione, ma è giusto sottolineare che è soprattutto un’occasione per incontrare persone
nuove o ritrovare vecchi amici, con cui scambiare esperienze di vita e di lavoro e
condividere momenti di apprendimento e di svago, nell’ottica di un reciproco confronto che ci arricchisca e
che ci sproni ad andare avanti sulla strada intrapresa. E
così nascono progetti, idee,
voglia di collaborare e voglia
di trovare altri spazi di confronto fra le nostre opere, si
manifestano bisogni e desideri per migliorare il servizio
che si presta quotidianamente sul lavoro o nella propria
comunità. Questo interesse,
questa voglia di fare è sicuramente un grande patrimoniò
che è a disposizione delle nostre opere e delle nostre chiese. L’invito è quello di valorizzare questa risorsa, ricordandosi che tutti i semi gettati nel terreno porteranno i
loro piccoli e grandi frutti,
proprio come questo viaggio
ha fatto crescere nel cuore di
ognuno di noi.
Chiesa battista di Casorate Primo
Riconsacrarsi per poter
fare evangelizzaiione
BRUNO COLOMBU
La comunità battista di
Casorate Primo, sollecitata dalla relazione presentata
dal Consiglio di chiesa, ha riflettuto sulla necessità di
perseguire uno scopo nel
corso di quest’anno ecclesiastico: «Condurre un’anima a
Gesù». Come iniziare questo
difficile compito? Il Consiglio, in alcune riunioni, ha
elaborato un’idea per niente
rivoluzionaria ma molto impegnativa per ogni membro
e per la comunità nel suo insieme: iniziamo dalla ri-consacrazione personale e comunitaria, si è detto il Consiglio. Ed è così che, maturata
l’idea, si è passati alla sua applicazione. Il pastore Massimo Aprile è venuto l’ultima
settimana di settembre a
proporre un «cammino verso
la riconsacrazione al Signore
dei singoli e della comunità»,
finalizzato all’evangelizzazione. Abbiamo pensato, forse con un certo accento pietistico, che non possiamo
raccontare le grandi cose
che Dio ha fatto in Gesù Cristo per la salvezza delle donne e degli uomini del nostro
tempo, senza prima esserci
guardati e riguardati dentro
individualmente e comunitariamente.
Era necessario per noi, pri
CRONACHE DALLE CHIESE
AGENDA
8 novembre
PIACENZA — Alle 17,30, nella chiesa metodista (via San
Giuliano 7), il past. Emanuele Fiume presenta il libro di
Giorgio Spini «Italia liberale e protestanti» (ed. Claudiana).
TRIESTE — Alle 17,30, nella basilica medievale di San Silvestro (piazza San Silvestro 1), il Centro «A. Schweitzer» organizza una presentazione del libro di Giorgio Spini «Italia liberale e protestanti». Relatore il prof. Fulvio Salimbeni.
FIRENZE — Alle 17, all’auditorium Stensen (viale Don Minzoni 25), i proff. Enzo bianchi e Gianni Vattimo tengono un
«Dialogo sulla trascendenza».
MESTRE — Alle 15,30, al liceo «Giordano bruno» (via Raglioni 26), per il corso su «L’infinita vanità del tutto: i tanti
Kohèlet», il prof. Giovanni Torcinovich presenta una visione
critica del film di R. Rertolucci «Il piccolo Ruddha».
8-10 novembre
MESTRE — Alle 20,30 di ogni sera, nella chiesa awentista
(via Manin 48), Luigi Caratelli tiene una serie di conferenze
sul tema «L’archeologia conferma la Ribbia». Per informazioni rivolgersi al pastore Callari, tei. 0422-362083.
9 novembre
SUSA (To) — Alle 16, nella chiesa valdese (via Mazzini 21), il
past. Giorgio Rouchard parla sul tema «La storia d’Israele e
l’intervento di Dio nella storia umana - II».
HERGAMO — Alle 17, al Centro culturale protestante (v.
Tasso 55, I piano), per il ciclo «Il contributo dei protestanti
alla costruzione dell’Italia moderna», Gianni Long parla sul
tema «La laicità dello stato: un sogno solo dei protestanti?».
SONDRIO — Il Centro evangelico di cultura organizza una
giornata di studio sul tema «I conflitti confessionali aH’epoca
di Nicolò Rusca», a cui partecipano la storica Claudia Di Filippo Rareggi, il past. Emanuele Fiume, lo storico Andreas
Wendland e il prof. Saverio Xeres; modera Paolo Tognina.
10 novembre
MURISENGO (Al) — Alle 10,15, a Cascina Archi, si tiene una
giornata di incontro-dibattito sui «Fondamentalismi cristiani», a partire dalle 10,15, con interventi di Costantino Giulardi, Giorgio Rouchard e don Pierino Gramaglie.
TORINO — A partire dalle 9, nel teatro di via Raretti 4, per il
corso di formazione ecumenica organizzato dalla Commissione per l’ecumenismo e il dialogo Piemonte-Valle d’Aosta su
«Ebrei e cristiani lungo la storia», si tengono relazioni di Paolo
De benedetti, Giuseppe Laras, Piero Capelli, Paolo Ricca.
CALTANISSETTA — A partire dalle 10,30, con ritrovo in piazza Garibaldi, si tiene la «Pedalata per la pace».
11 novembre
ma, fare una sana introspezione, un’approfondita autocritica personale, liberatoria
davanti a Dio e alle sorelle e
fratelli con cui avremo dovuto fare, poi, un altro approfondito esame comunitario
per intraprendere la missione che Gesù ha affidato a
ogni comunità: annunziare
l’Evangelo della salvezza. Il
pastore Aprile ci ha aiutato a
intraprendere questo «viaggio immaginario» fatto come
su una mongolfiera. Che cosa vogliamo portare con noi?
Che cosa possiamo caricare
di più prezioso sull’aerostato, che valga la pena di salvare perché indispensabile,
prezioso? Ma anche: quali
sono le zavorre, i pesi inutili,
che dobbiamo scaricare per
poterci innalzare dopo avere
rotto gli ormeggi ebe ci trattengono ancora a terra?
Ciascuno dei partecipanti
ha indicato l’oggetto, che
poteva essere anche un sentimento, un dono dello Spirito o altro di positivo condiviso con i presenti. È stato
un gioco in cui ciascuno ha
cercato di liberarsi di quanto
impedisce di consacrare la
propria vita al Signore, di tenere e condividere con i fratelli quanto è comune a tutti
in modo che insieme si cammini verso lo scopo stabilito,
l’evangelizzazione.
BARI — Alle 19,15, nella chiesa di San Pio X (via Ruozzi 28/C),
si tiene un incontro ecumenico con il past. Isaia Saliani e
Ticonologo Antonio Calisi, sul tema «L’unità della chiesa»:
VENARIA — Alle 20,45, nella chiesa battista (v. Zanellato 53),
la doti. Gigliola Relforte e il past. Taccia parlano sul tema
«L’eutanasia, ovvero la dolce morte». Modera il past. Dorma.
TORINO — Alle 17, nella sala valdese di corso Vittorio Emanuele 23, il prof. Paolo De benedetti parla sul tema «”E il loro
grido salì a Dio” - commento all’Esodo».
MILANO — Alle 18,15, nella sala di piazza San Fedele 4, padre Traian Valdman parla sul tema «La Chiesa ortodossa».
12 novembre
TORINO — Alle 16,30, alla sede Ywca-Ucdg (via Sari Secondo 70) riprendono i martedì letterari con presentazione del
libro «Piero Gobetti» di Cesare Pianciola (ed. Gribaudo). Ne
parlano con l’autore Rianca Guidetti Serra e Giorgio Rouchard: introduce Piera Egidi.
MILANO — Alle 18, nella sala della libreria Claudiana (v. Sforza 12/a), ultimo studio biblico del past. Ibarra sul Qohelet.
14 novembre
MESTRE —Alle 15,30, al liceo «G. bruno» (v. Raglioni 26), a
conclusione del corso su «L’infinita vanità del tutto - Il
Kohèlet e i tanti Kohèlet», la prof. Liliana Trapani parla sul
tema «La pittura contemporanea alla ricerca del sacro».
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica deve
inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni prima
del venerdì di uscita del settimanaie.
CRONACHE DALLE CHIESE
PRAMOLLO — Domenica 27 ottobre abbiamo avuto un culto
speciale, con l’insediamento del nuovo pastore Davide 01learo, la santa cena in occasione della Domenica della
Riforma e la partecipazione dei bambini e ragazzi della
scuola domenicale, precatechismo e catechismo in occasione dell’inizio delle attività. In seguito ci siamo ritrovati
in molti per il pranzo comunitario, con cui abbiamo dato il
benvenuto «ufficiale» a Davide e famiglia con 1 augurio di
un ministero sereno e di una proficua collaborazione.
• benvenuto a Isaac, di Roberta Long e Sandro Fossat.
rORÀ — L’assemblea di chiesa di domenica 27 ottobre ha
rieletto quali anziani per il prossimo quinquennio Silvio
Tourn e Umberto Rivoira. All’ordine del giorno vi era anche l’informazione sui lavori del Sinodo 2002, presentata
da Sara Tourn; il dibattito si è concentrato sulla situazione degli ospedali e molti hanno espresso la propria
preoccupazione sul futuro, ma anche la voglia di avere
notizie che tengano al corrente la popolazione.
SAN SECONDO — Si sono svolti i funerali del fratello Ferruccio Cardon e della sorella Ilda Coìsson; rinnoviamo ai
familiari la nostra fraterna solidarietà.
• La comunità è stata recentemente allietata dalle nascite di
Alberto e Elsa Rivoira, di bruno e Adriana Massocco, e di
Silvia Borno, di Marco e Luana Monnet. Voglia il Signore
benedire questi piccoli e assistere i loro genitori permettendo loro di vivere nella gioia.
• 115 ottobre è stato celebrato il matrimonio interconfessionale di Denise Paschetto e Antonio Serventi, con la partecipazione di don Mario Polastro. Agli sposi auguriamo
una vita serena e benedetta dal Signore.
• Il 20 ottobre si è svolto, con successo, il tradizionale bazar
curato dall’Unione femminile; una percentuale del ricavato verrà devoluto alle chiese valdesi del Rio de la Piata.
• Domenica 6 ottobre è stata presentata alla comunità la relazione delle nostre deputate al Sinodo, che ringraziamo.
8
RIFORMA
M Per aiutare la riflessione delle chiese, pubblichiamo la parte generale della relazione presentata al Sinodo 2002 dalla Coi^^ugine
Un nuovo orientamento per l'impegno diaconale ¿lil
A/o/7 vo mai dimenticato che la diaconia evangelica si occupa di uomini e donne, giovani e anziani che hanno bisogno di cijiXiio se
«Il Sinodo, alla luce delle analisi
e delle riflessioni svolte sul tema
della diaconia, invita i Consigli
di circuito e!o le Ced a organizzare
convegni di approfondimento e di
studio sull’impegno diaconale delle
nostre chiese in tutti i suoi risvolti
teologici e operativi». Così il Sinodo
scorso ha inteso investire tutta
la chiesa di una questione che,
di anno in anno, sta diventando
sempre più difficile da governare.
La diaconia è, insieme
all’evangelizzazione, parte
costitutiva della missione della
chiesa nel mondo, solo che la
diaconia residenziale (quella degli
istituti per anziani e minori e degli
ospedali) è diventata sempre più
professionalizzata, regolata
da norme pubbliche sempre più
stringenti e complesse, con costi che
sono molto cresciuti nel tempo.
Nel frattempo, la diaconia svolta
a livello comunitario, quella che
non si basa su istituti e personale
dipendente ma sul servizio
volontario tra persone, ha difficoltà
a svilupparsi e soprattutto a
rispondere ai nuovi bisogni.
Da qui la necessità di una
riflessione approfondita e
partecipata, sostenuta anche
dalla nomina di un’apposita
commissione sinodale di studio che
dovrà promuovere e coordinare gli
incontri e la riflessione delle chiese.
Dopo aver pubblicato (il 12
luglio, pag. 8) una parte della
relazione al Sinodo della
Commissione sinodale per la
diaconia (Csd), riportiamo ora una
parte di quella della Commissione
d’esame sull’operato della Csd.
Un tempo di particolare complessità
«Scrissi tutto in un atto, lo
sigillai, chiamai i testimoni e
pesai il denaro nella bilancia.
Poi presi l'atto di compra,
quello sigillato contenente i
termini e le condizioni (...) e
mettili in un vaso di terra
perché si conservino lungo
tempo. Si compreranno ancora delle case, dei campi e delle
vigne, in questo paese» (Geremia 32,10,11-14,15)
«...non ci perdiamo d'animo» (2 Corinzi 4,lb)
«e tu quanto devi?» (Le
16,7)
«Tu hai gli occhi aperti su
tutte le vie dei figli degli uomini» (Geremia 32,19)
Si vivranno ancora, così come già lo sono stati, dei tempi, collettivi e individuali, di
chiesa e di popoli, vissuti e
percepiti, per il nostro oggi,
come momenti di particolare
complessità. Nel nostro tempo, senza enfasi ma con sano
realismo, si sentono in maniera particolare quelli che
coinvolgono le risorse umane,
finanziarie, organizzative della nostra diaconia. Il che ci
rende attenti, ancora una volta, ad essere solidali con il
mondo. Non dimentichiamo
che la nostra diaconia si occupa di uomini e donne, ragazze
e ragazzi che haimo bisogno di
cure, perché malati o perché
in là negli anni, adolescenti
che vanno sostenuti e protetti.
Condizioni che nella maggior
parte ci ricordano la debolezza
e la fi-agilità della vita*. Senza
dimenticare che l’ospitalità, riconsiderata in termine evangelici, può diventare il luogo
nel quie i messaggeri di Dio ci
rendono visita.
In un momento di grande
precarietà per la storia di
Israele (Ger. 32), la Bibbia racconta che il profeta venne
chiamato a compiere un gesto
che ricorda i «termini e le condizioni», simbolicamente depositate nel vaso (fragile e d’
argilla 2 Cor. 4, 7) che un giorno, nuovamente, permettano
che la stabilità non sia effimera e sporadica. 11 mezzo, lo
strumento monetario, nel suo
valore oggettivo e competitivo, che viene pesato, è parte,
con le sue leggi e le sue regole,
della ricerca del nostro tendere e immaginare. Non potrebbe essere altrimenti, con l’accortezza che si rimanga nel
«dovuto» (Gen. 15,23).
Le crisi, le preoccupazioni, i
turbamenti, la tentazione,
vanno pur sempre ricondotti
alla loro giusta dimensione.
Diventa essenziale sapere ciò
che è stato detto, e che a noi
ancora viene ricordato, «mantenetevi fermi mirando la liberazione che l’Eterno compirà
oggi per voi» (Esodo 3, 13). Le
strade che percorriamo, irte o
scoscese, rimangono tuttavia
sotto lo sguardo benigno del
Signore. In questo percorso ci
sono offerte delle tappe, per riposarci, e chiesti dei bilanci,
per contare le nostre forze. Entrambi sono vitali quanto necessari, affinché ci venga annunciato di continuare con
animo lieto, dopo aver verificato il nostro saldo, e gioiosi,
quando riscoperti amati.
(*) «Il culmine della carità - ha
scritto Salvatore Natoli - sta in
un mondo in cui non ci sarà più
ingiustizia, in cui nessuno avrà
bisogno di un altro, ma ogni altro
amerà l’altro per sempre. Come
questo possa accadere è iscritto
in destino escatologico. Nella
nostra andatura quotidiana purtroppo oscilliamo sempre tra
sensato egoismo e speranza di
pace». Stare al mondo, Milano,
Feltrinelli, 2002, p. 59.
Una riflessione sulla diaconia
Festa aH’Asilo dei vecchi di San Germano Chisone
Una costante delle relazioni
della Csd, il cui Statuto le assegna anche un ruolo propositivo di nuove strategie per
l’azione diaconale, e delle
controrelazioni delle Commissioni d’esame negli anni
passati è stata la messa in luce
dell’assoluta necessità di una
riflessione più approfondita
sul significato della nostra
azione diaconale e sui principi che dovrebbero guidarla.
Giustamente quindi la Csd,
nella parte conclusiva della
sua introduzione, porta alla
nostra attenzione, sia come
singoli che come comunità,
alcuni punti che la Cde intende fare propri, integrandoli
con i risultati della propria riflessione.
Essi sono: a) L’istituzionalizzazione e la professionalizzazione delle nostre opere,
con il conseguente allentarsi
del rapporto con l’insieme
delle comunità di cui le opere
sono, o dovrebbero, essere
l’emanazione. È forte la sensazione che le comunità, pur
liete di presentare come fiori
all’occhiello gli istituti della
nostra chiesa, non le vivano
più come espressione concreta del nostro tentativo di porci
alla sequela di Cristo, ma come un «corpo separato» che
conduce la propria azione in
modo autonomo. L’assenza di
reazioni da parte delle comunità alla presentazione da
parte della Csd della «Carta
della diaconia»* è un indice
importante e preoccupante di
questa situazione di scollamento che si avverte non solo
nella direzione comunità opere, ma anche nella direzione
opposta. Il percepirsi dell’insieme delle nostre opere come un «corpo diaconale» (cfr.
per esempio la bozza di regolamento interno della Csd), la
sensazione diffusa, ancorché
non esplicitata formalmente,
che la Csd sia la «Tavola delle
opere», caratterizzata da una
gestione di tipo aziendale, sono segnali significativi della
distanza che si sta creando tra
i membri della nostra chiesa e
gli «addetti ai lavori» che operano nei nostri istituti. Non va
dimenticato poi che la nostra
diaconia è ormai guidata nella
sua azione più dalle leggi e regolamenti impostici dall’ente
pubblico che dalla nostra riflessione teologica. Senza
contare il fatto che il lavoro
delle nostre opere (e, più importante ancora, il loro equilibrio finanziarlo) dipende ormai in larghissima parte dai
finanziamenti provenienti dagli enti pubblici preposti all’assistenza socio-sanitaria.
Pur a malincuore, dobbiamo ammettere che le nostre
opere in una certa qual misura non sono più nostre, ma
sono diventate appendici del
sistema socio-sanitario italiano. Con lo svantaggio che,
non essendo integrate a pieno titolo nelle strutture pubbliche, rischiano in ogni momento di essere vittime di politiche discriminatorie da parte dell’ente pubblico che,
comprensibilmente, in un periodo di tagli di bilancio tende
a salvaguardare più le proprie
strutture che le nostre opere.
Bisogna sottolineare poi il fatto che in misura sempre maggiore i dipendenti delle nostre
opere non provengono dalle
nostre comunità il che, se è
giustificato dalla necessità di
selezionare il personale in base alle competenze professionali, contribuisce vieppiù a
quello scollamento di cui si
parlava in precedenza.
b) L’incapacità di rispondere alle nuove emergenze sociali che sono frutto della ra
dicale trasformazione del corpo sociale del nostro paese:
ecco un altro indicatore preoccupante della situazione attuale della nostra diaconia
«pesante»^ L’immigrazione,
la solitudine crescente che si
riscontra soprattutto nei contesti urbani e le nuove povertà pongono di fronte a noi
situazioni cui potremmo, e
dovremmo, rispóndere come
evangelici e a cui in effetti
tentiamo di rispondere, ma in
ordine sparso, per iniziativa
di singoli membri di chiesa o
di singole comunità, apparentemente senza riuscire a condividere quel patrimonio di
esperienze e professionalità
racchiuso nelle nostre opere,
che risentono senz’altro della
loro radice ottocentesca ma
che potrebbero invece, dopo
un’opportuna riforma, diventare il cuore ed il cervello di
un’azione diaconale «leggera»
ma al tempo stesso pervasiva,
non più rinchiusa nei muri
delle nostre istituzioni ma diffusa sul territorio, presente su
quelle strade dove Cristo ci
chiama ad incontrare chi ha
bisogno di noi, così come lui
si è mosso per andare incontro ai poveri, ai sofferenti, agli
ultimi.
A fronte di questa situazione, che per fortuna non presenta solo ombre ma anche
luci, la nostra chiesa è ormai
obbligata a prendere delle decisioni strategiche complessive. È finito ormai il tempo della riflessione fine a se stessa, è
il momento di cominciare a
dare delle risposte precise ai
problemi ben definiti che ci
troviamo di fronte.
Quale diaconia?
Gestire un ospedale inserito
in tutto e per tutto nel servizio sanitario nazionale è diaconia? Gestire una casa di riposo con rette mensili pari a
diverse migliaia di euro che
dipende dalle convenzioni
con l’Asl per continuare ad
esistere è diaconia? Gestire
un albergo o una foresteria è
diaconia? Sussistono ancora
le condizioni che in passato
hanno portato alla fondazione delle nostre opere? Il vuoto
che i nostri padri e le nostre
madri hanno colmato con
queste istituzioni è ancora lo
stesso oggi? Così come abbiamo chiuso molte delle nostre
scuole quando si è diffusa la
scuola pubblica, dobbiamo
oggi uscire dal settore assistenziale e fare altro per rispondere alla nostra vocazione a servire gli ultimi? La situazione di oggi, con le sue
preoccupazioni di carattere
finanziario, ci deve far riflettere su queste domande perché è opportuno e urgente
decidere una volta per tutte
quale strada si vuole seguire
come chiesa.
Non è detto che tutte le domande esposte debbano avere la stessa risposta, ma è improcrastinabile darle quelle
risposte. Perché, se si vuole
proseguire nella direzione attuale, è necessario dotarsi di
tutti gli strumenti e le politiche di gestione che una diaconia attuata attraverso le opere
così come sono adesso necessita. Al tempo stesso è importante esplicitare, innanzitutto
a noi stessi, che una scelta del
genere, per essere perseguita
in modo sostenibile, rende
quanto mai necessario proseguire ulteriormente il processo, già intrapreso del resto, di
aziendalizzazione delle nostre
opere. IJn’aziendalizzazione
su cui il giudizio può non essere unanime, ma che è necessaria se vogliamo che le
nostre opere possano soprav
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^tendale che ormai caratteriale nostre opere.
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. da ha sognato il siste
giuridica (fondazioni, onlus o
altre forme).
• Le opere di medie dimensioni (Case di riposo, strutture
educative, strutture di accoglienza), coordinate amministrativamente dalla Csd, governate da un amministratore
delegato, nominato sempre
dalla Csd, che cooperi a livello
locale con un comitato consultivo, espressione della
chiesa locale o, al massimo,
del circuito.
• Le chiese locali, impegnate in un’azione diaconale
«leggera» (e proprio per questo più dinamica e rispondente alle mutevoli necessità che
la società esprime) che nasca
dalla predicazione e si integri,
dove possibile, con le opere di
medie dimensioni eventualmente presenti sul proprio
territorio.
Più tempo per pensare
Ma il sogno scendeva anche
maggiormente nei dettagli e
aveva uno sviluppo nel tempo. Parlava di strutture di accoglienza che diventavano a
poco a poco un «corpo» unico, acquistando una dimensione tale da presentarsi, alla
fine, come un’unica grande
opera. La stessa cosa capitava
alle Case di riposo, anche se
qui si manifestava un’unificazione a livello regionale. La
Csd gestiva, a questo punto,
una doppia o tripla struttura
troppo grande per la chiesa.
Nasceva la tentazione di trasformare anche questi «agglomerati» in fondazioni, staccandoli dalla chiesa o, perché
no, trasformare la Csd intera,
divenuta ormai grande azienda di servizio, in un’unica
grande fondazione, diversificata nella sua offerta. Tra l’altro anche il Centro servizi amministrativi era cresciuto e offriva ora le proprie prestazioni
anche aU'esterno. La chiesa,
invece, respirava, si era arrivati ormai al 2011 (si stavano
preparando le celebrazioni
dei centocinquant’anni dall’inizio dell’opera di evangelizzazionain Italia). I Sinodi
degli inizi del terzo millennio
erano lontani. Si erano liberate energie e risorse. C’era più
tempo per riflettere su quello
che stava intorno alla chiesa,
su quale fosse la sua missione,
lutti insieme si pensava anche di più ai problemi quotidiani. C’era nuovamente partecipazione. Si ricevevano le
sollecitazioni che arrivavano
dalle ormai ex opere «solo nostre» e si davano suggerimenti
e aiuto a queste. I comitati,
con un numero ridotto di
membri, avevano da tempo
sostanzialmente la funzione
di collegamento tra opera e
comunità. Una rinascita della
chiesa, ma anche delle opere,
insomma era avvenuta. La
riorganizzazione della diaconia aveva «consentito di "invertire la marcia” e di ricominciare a guardare la famiglia dei credenti (per usare
un’espressione apostolica)
come il luogo in cui si vive e
si spende la fede»®. Poi la Cde
è riemersa dal sogno, si era
nel 2002 e si è ritrovata immersa nei problemi descritti
più sopra. (...)
Conclusioni
Riflettere, riflettere, riflettere... sembra essere questa la
parola d’ordine che emerge
dalla nostra analisi. Una riflessione che ormai non può
più essere rimandata nel tempo e che implica un ripensamento globale delle modalità
con cui la nostra chiesa si rapporta con il mondo che la circonda, andando oltre la dipendenza economica e, perché no, anche progettuale da
esso per recuperare un ruolo
attivo che non si limiti a rispondere alle sollecitazioni e
ai problemi che dalTesterno ci
raggiungono.
Occorrerà, forse, anche uno
sforzo per riuscire a separare
ciò che si deve amministrare
come chiesa da ciò che può
condurre una vita autonoma,
basata su logiche prettamente
aziendali. Una separazione
che però non significhi svendere le nostre opere o privarsene completamente ma che,
al contrario, implichi un’amministrazione, gestita in proprio o affidata a terzi, che riconosca ciò che è di natura
aziendale e lo gestisca in modo conseguente. Una separazione che, d’altro canto, deve
portare a una riappropriazlone di ciò che appartiene veramente alla chiesa in termini di
vocazione e di servizio.
Per realizzare quelli indicati, che sono solo alcuni dei
punti su cui pensiamo occorra lavorare, sarà necessario ripensare completamente la
nostra struttura, ripartire in
qualche modo con un nuovo
impulso. Probabilmente per
fare questo sarà poco utile
fermarsi a osservare semplicemente quello che in passato
non ha funzionato, visto che i
controlli e gli strumenti tutto
sommato erano stati previsti e
codificati. Sarà poco utile non
perché serva semplicemente
un colpo di spugna che cancelli il passato (successi e
sconfitte), ma perché quegli
Rorà: i lavori della Conferenza del I distretto lo scorso giugno
strumenti e quel modo di portare avanti, in modo particolare la diaconia «pesante», viste anche le dimensioni consistenti che questa ha assunto, probabilmente non sono
più adeguati ai tempi. La chiesa deve essere una comunione anche in questo, cioè nel
sapersi ridare le regole e nel
ripensarsi alla luce di quella
che è la sua missione e non in
base a quella che gli viene attribuita dalla società.
Probabilmente la tentazione è di cominciare dagli’ospedali perché sono la realtà
più grande e importante (teniamo conto per altro che
questi rappresentano con la
loro contribuzione più del
70% delle entrate della Csd,
che chiede in questo Sinodo
un ripensamento delle percentuali di contribuzioni delle altre opere a lei affidate per
andare avanti il prossimo anno), ma è da tenere sempre
presente che l’intero nostro
sistema di diaconia presenta,
a livelli di gravità differenti,
una situazione di dipendenza
dalle istituzioni esterne alla
chiesa simile a quello degli
ospedali.
Quindi non azzeramento
della Csd o delle opere e neanche degli errori o dei meriti
passati, ma un ripensamento
generale delle nuove linee da
seguire nei rapporti chieseopere (altro tema caldo che
sembra in certi contesti presentare una frattura enorme e
in altri essere ancora governabile), con la chiesa che torna a fare il suo compito e che
magari sostiene un certo modo di governare le opere. A
condizione che queste non
diventino un impedimento
alla realizzazione di quello
che è il compito primario della chiesa: l’annuncio dell’Evangelo di Gesù Cristo. Al termine di questo esame di cifre,
in altri termini di valutazioni
per quanto possibile di natura tecnica, che implica anche
quella sulle funzioni, ed esse
non possono mai prescindere
dalle persone, ci sia consentito di concludere con un immagine®.
Un'immagine
In questa si possa trovare
quella saggezza interpretativa
che renderà possibile il nostro
dibattito. Ad iniziare dall’ascolto: ascolto che a sua volta
diventerà dibattito e dal dibattito che a sua volta diventerà ascolto, dovranno essere
trovate delle indicazioni che a
loro volta si tradurranno in
decisioni. Consapevoli come
sempre che in questo processo, faticoso ma bello, risiede
la possibilità di essere comunità che semina nei solchi
della terra senza la preoccupazione di far crescere tra i
solchi del cielo «perché riconobbero che questa opera si
era compiuta con l’aiuto del
nostro Dio» (Neemia 6,16b).
Alla periferia di una città si
trovava un ciliegio, non in un
giardino chiuso ma in un luogo di passaggio della gente.
All’inizio della stagione estiva
i frutti raggiungevano dimensioni bibliche e dove prima
tutto era stato bianco era di
un rosso acceso. Nessun merlo piombava addosso a quei
frutti (che i treni sfrecciando
ininterrottamente vicino all’albero avessero la funzione
di tener lontani gli uccelli?).
Persino i passanti, anche se le
ciliegie si trovavano alla portata delle loro mani, non si
fermavano a raccoglierle. Poi
fu chiaro che l’albero era un
bene comune. Ciò bastava.
In un altro luogo, in un paese di campagna, un altro ciliegio era altrettanto accessibile
alla comunità del primo. Al
paese le ciliegie, talmente abbondanti, erano state colte
con le labbra: ed anche fuori
dalla stagione dei frutti quell’albero aveva un significato.
Per i ragazzi nei loro giochi era
un luogo d’asilo: a chi cercava
rifugio sotto le sue fronde non
gli si poteva fare nulla, appena
gli inseguitori penetravano sotto i rami la riconciliazione doveva avvenire.
L’albero di ciliegio esiste ancora in città, vive, dà frutti, magari amarognoli e acquosi, nonostante alcuni fulmini siano
caduti sui rami più alti. Anche
quello del paese è lì, forse un
po’ triste per aver perso la compagnia dei bambùii che nel passato si rifugiavano sotto i suoi
rami, e non capisce che sono gli
stessi, ormai grandi, che ritornano dopo anni per ristorarsi
dalla lunga fatica della vita. Lo
rallegrano, però, le sagge, rispettose, serene, franche e libere discussioni (qualche volta un
po’ ripetitive) sempre foriere di
buoni auspici che ancora avvengono sotto i suoi rami.
Sotto gli stessi rami si possa
trovare quella coraggiosa saggezza interpretativa che viene
data a coloro che sono disponibili a cambiare qualcosa di loro
stessi/e e della loro mente.
Italo Pons (relatore),
Gianluca Nigro, Davide
Rosso, Maria Grazia Sbaffi
(1) Relazione a stampa al Sinodo 2002 pag. 205 (confronta ad
esempio la relazione della Cde
Csd al Sinodo 2001).
(2) Termine sul cui uso non è
stato raggiunto un accordo, ma
che è tuttavia entrato nel lessico
comune.
(3) Giorgio Tourn, riflessioni sul
tema diaconia, documenti Csd,
disponibile anche sul sito Internet
all’indirizzo www.diaconia.chiesavaldese.org.
(4) Relazione a stampa al Sinodo 2002 pp. 204-205.
(5) Giorgio Tourn, riflessioni
sulla diaconia, documenti Csd.
(6) Libero adattamento da «Il
mio anno nella baia di nessuno»
di Peter Handke.
Un momento dei lavori dell’ultimo Sinodo
10
PAG. 10 RIFORMA
QUANDO
LA TERRA TREMA
FRANCESCO SCIOTTO
Dal terremoto in
Molise all'eruzione
dell'Etna, la mano
dell'uomo causa più
danni della natura
Come il terremoto che ha
sconvolto San Giuliano di Puglia, in Molise, riempiendo tutta Italia di cordoglio per le sue
26 piccole vittime rimaste sotto
le macerie della loro scuola,
l’eruzione dell’Etna di quest’anno, noi catanesi, cosa abbastanza singolare, Pabbiamo seguita
in televisione. Sino all’anno
scorso le eruzioni erano un’occasione di festa. Centinaia di
automobili si muovevano la sera per andare a vedere i fiumi
incandescenti e le fontane di lava. Non quest’anno: l’Etna è
scomparso totalmente alla nostra vista, nascosto da una nube
di cenere che ci è poi piombata
sulla testa. E così abbiamo «scoperto» i toni allarmistici con i
quaU i media nazionali parlavano della questione. Sarebbe meglio dire che un
misto di fatalismo, incoscienza
e abitudine ci a
veva permesso ...........
di non preoccuparci più di tanto.
Con il vulcano abbiamo imparato a convivere. Con i terremoti no, ma non sappiamo se le
due cose abbiano un nesso.
L’Etna, per quanti vivono nella
provincia di Catania e più in generale nella Sicilia orientale, è
una presenza costante. Una presenza paesaggistica e naturalistica innanzitutto. La sua cima
quasi sempre fumante, e innevata nei mesi invernali, si vede
da mezza isola. Le sue pendici
sono la testimonianza di un’attività vulcanica di centinaia di
migliaia di anni: le gole del fiume Alcantara, i fara^ioni di Ad,
le scogliere della riviera ionica
e, salendo verso i crateri sommitali, i paesaggi lunari del versante Sud e i boschi e le pinete
dei versanti settentrionali: meraviglie naturali che sono divenute oggi turismo e ricchezza.
La ricchezza del complesso del
Rifugio Sapienza, semidistrutto
dalla colata del 2001, o quella di
Piano Provenzana, dove il piazzale e i ristoranti sono stati inghiottiti in un attimo dalla colata di questi giorni.
Il vulcano è vivo, si trasforma
di continuo, anche in maniera
impressionante. Non c’è bisogno
di appellarsi alla facile retorica
del gigante buono che dona tanto per poi reclamare il conto, come se ci fosse una logica, una
morale esemplare in tutto ciò; è
nient’altro che un processo illogico, come ce ne sono tanti in
natura. I paesi etnei, la città di a fronteggiarne la pericolosità.
i; E(ï) DEIJJÎ V*
»■
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, tei. 011 /65527B - fax
011/657542 e-mail: reda2ione.torino@riforma.it;
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Fulvio Rocco Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Raffaele Volpe.
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EDITORE" Edizioni Protestanti s.r.l. - via S. Pio V, 15 bis -10125 Torino.
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^ ordinarlo: euro 57,00; ridotto: euro 44,00; semestr: euro 30,00;
!ÌS!ÌS c») sostenitore: euro 105,00.
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Estero iv ----
sostenitore: euro 130,00
Tariffe inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x38 mm. Riforma - 37x45 mm. L'eco delle valli valdesi) euro 17,^ Partecipazioni: mm/colonna euro 1,00. Economici: a parola euro 0,60.
La testala Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testala
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6dicembre1999).
Il numero 42 del L’ novembre 2002 è stato spedito daimfficio
CMP Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 30 ottobre 2002.
2001
Associato alla
Unione stampa
periodica italiana
VENERDÌ 8 NOVEMBRE 20(g
Quello che sappiamo può essere rimesso in discussione
Materia e antimateria
Catania e le campagne intorno
raccontano invece di quanto abbiano fatto gli esseri umani, nei
secoli, per sfruttare il vulcano: le
rocce basaltiche dei palazzi e
delle chiese, le pietre viilcaniche
ammonticchiate a secco per farne casolari e terrazzamenti, la
ricca terra della montagna per
gli agrumeti. E per i vitigni, soprattutto, quelli dell’Etna Rosso
di Castiglione, di Linguaglossa,
oggi minacciata dalla lava, o del
vino bianco di Santa Venerina,
colpita da un terremoto, chissà
se di origine vulcanica. Ancora
turismo, ancora ricchezza. Ancora una volta il vulcano che con
i suoi capricci rimescola le carte.
__________ Capriccioso e
illogico è anche,
probabilmente,
l’atteggiamento
degli abitanti del
vulcano: alcuni
vivono con apprensione l’approssimarsi della
lava alle loro abitazioni. I più sono
infastiditi dalla
****™"" sabbia nera che
ha coperto l’intera regione, ma
in fin dei conti si sono abituati a
un fenomeno cosi singolare come quello di veder letteralmente
piovere terra dal cielo. Molti sono quelli che vorrebbero salire
in quota per vedere più da vicino
10 spettacolo. Nessuno, comunque, teme per la propria incolumità. Sono i terremoti che, nei
secoli, hanno ucciso migliaia di
siciliani. La lava dell’Etna ha inghiottito paesi e città, ma è stata
raramente una minaccia per la
vita delle persone.
Ciò che rende spesso difficile
la vita ai piedi del vulcano non è
11 vulcano stesso, ma le pratiche
malsane che si sono radicate tra
coloro che gestiscono la cosa
pubblica e con essa le emergenze. La sabbia caduta, circa tre
chili a metro quadro a Catania e
dintorni, è rimasta sulle strade e
ha già provocato un incidente
stradale mortale. A una settimana dal terremoto non sono ancora finiti i sopralluoghi per capire
se a Santa Venerina e Guardia
Mangano la gente potrà tornare
nelle proprie case. La Regione
stanzia i fondi europei per le
piccole imprese «bed and breakfast» e un centro di monitoraggio sismico di Aci Reale, a pochi
chilometri dall’epicentro del sisma, resta senza un soldo e chiude. Sono secoli che sappiamo come sfruttare al meglio le ricchezze del vulcano e ancora oggi
non riusciamo a fare in modo
che queste conoscenze ci aiutino
La ricerca al confine deH'infinito accomuna lo scienziato e il teologo
in quanto entrambi convivono con ipotesi, dubbi e incertezze
GIOVANNA PONS
CON il formalismo matematico applicato alla fisica è possibile prevedere
rinvisibile. Così Paul Dirac
verso gli Anni Trenta previde
che ogni particella di materia
dovesse avere un corrispettivo di antimateria, con la
stessa massa e carica opposta. Oggi resistenza dell’antimateria non è più soltanto
una previsione perché la sua
esistenza è stata verificata
sperimentalmente dal gruppo «Athena» al Cem di Ginevra (v. Riforma n. 40, pag. 3).
La scoperta non è del tutto
nuova perché qualche decina
di antiatomi di idrogeno era
già stata prodotta da reazioni
nucleari in volo a velocità
prossime a quelle della luce.
Oggi però si sono ottenuti migliaia di antiatomi dalla ricombinazione di positroni
(elettroni con carica positiva)
e antiprotoni (protoni con carica negativa) preventivamente confinati, poiché antimateria e materia a contatto si annichilano. Per questo il sistema solare non contiene antipianeti e neppure le stelle a
noi vicine, o le galassie, o la
materia fra di esse sono fatte
di antimateria. La cosa si spiega ipotizzando che nella prima infinitesima frazione di
secondo, dopo l’esplosione di
fuoco del big bang, che ha segnato l’inizio della creazione,
abbia avuto luogo, con l’espandersi dell’universo e il
conseguente raffreddamento,
un decadimento asimmetrico
di particelle e antiparticelle
che ha determinato un’assoluta preponderanza della materia sull’antimateria.
La verifica dell’esistenza
deH’antimateria per via sperimentale, oltre a porre nuovi
interrogativi sull’origine
dell’universo che abitiamo,
può mettere in discussione
anche alcune teorie scientifiche ormai consolidate, che
sono state formulate senza
distinguere tra materia e antimateria, come è il caso, per
esempio, dell’interazione
gravitazionale. Se gli spettri
dell’atomo e dell’antiatomo
messi a confronto presentassero delle discrepanze, le
conseguenze sarebbero fondamentali. Questo ampliamento dei confini della conoscenza dell’universo pone
nuo-vi interrogativi: infatti, se
l’antimateria non è più una
ipotesi, ma una realtà, allora
abbiamo un elemento in più
per approfondire quale fosse
la struttura dell’universo primordiale. E, su questo nuovo
confine, sorge in noi spontaneamente la domanda: che
cosa c’era prima dell’esplosione del big bang che ha dato origine a questo universo
che ha ormai una storia lunga quindici miliardi di anni?
Non solo l’invisibile diventa
visibile, ma il tempo si contrae infinitamente.
In questa ricerca al confine
con l’infinito c’è qualcosa
che accomuna lo scienziato e
il teologo: il fatto che i progressi nella conoscenza scaturiscono dalle ipotesi, dai
dubbi e da tutto ciò che attende ancora una dimostrazione. Il premio Nobel per la
fisica Richard Feynman sostiene che ciò che sappiamo
può sempre essere rimesso in
discussione, in quanto lo
scienziato convive quotidianamente con l’ignoranza, il
dubbio e l’incertezza (Il Sole24 Ore, 6 ottobre). Ma anche
il teologo convive quotidianamente con l’ignoranza, il
dubbio e l’incertezza quando
il metodo biblico che usa in
teologia per incontrare la Parola di Dio nel tessuto complesso e diverso della storia
delle tradizioni e nella diversità dei testi gli dà la misura
del limite cui può giungere la
sua conoscenza. Ciò che risulta anomalo o incoerente
nel quadro di una ricerca teorica, di qualsiasi ricerca teorica, è il risultato delle limitazioni che ci sono imposte
dalla nostra esistenza finita. Si chiedeva infatti il salmista: «Che cos’è mai l’uomo
perché te ne ricordi, l’essere
umano perché te ne curi? Eppure l’hai fatto poco meno di
un dio»(Salmo 8, 5; 6a). Tutta
la nostra esistenza si gioca in
quel «poco meno» perché,
come ci ricorda Giovanni
Calvino, al di là dei fenomeni
naturali (e quindi al di là anche di noi stessi) c’è un Creatore che non cessa di essere
all’opera nell’universo ch’egli
ha chiamato all’esistenza
(Variations herméneutiques,
n. 17, sept. 2002, p. 59).
Dio non ha voluto essere
teocentrico perché la sua Parola creatrice si è fatta carne
in Gesù Cristo e ci chiede di
conseguenza di non essere
antropocentrici, di non cancellarlo dalle nostre ricerche
scientifiche, ma, sia pure con
timore e tremore, di affacciarci sull’orlo di quel «poco
meno» invisibile e ipotetico,
perché «la fede è certezza di
cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si
vedono» (Ebrei 11,1).
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Il moto della cometa di Halley (1909-1910)
UN giornalista mollo noto, esperto di politica interna/ionale (per quanlo lo si
possa essere al giorno d'oggi)
così concludeLa lunedi il suo
editoriale dedicalo ai tristi
latti di Mosca. Gito testualmente: «Non si deve trattare
con il terrorismo, ma neppure cercare di estirparlo con il
terrore. 11 rischio è di arrivare
a qualcosa che assomiglia a
un suicidio, come appunto è
avvenuto nella Mosca di Putin. Meglio dedicarsi a cercarne le cause e tentare di eliminarle. In Cecenia, in Palestina
e altrove». Un concetto che
abbiamo ripetuto più volte.
Questo terzo millennio si è
aperto sotto il segno del terrorismo, già ben anticipato (almeno per alcuni paesi, fra cui
il nostro) negli ultimi decenni
PIERO bensì
Self-service religioso
Un articolo di Sabina Mi:,
nardi (24 ottobre) affrontali
cosiddetto «mercato del
religioni», o la sincretistiL™
religione «fai-da-te». Vengo."?
no riportati i risultati di varie inchieste e indagini, si
citano addirittura «ex cattolici che abbracciano stravaganti fedi, come quella del
Cao dai, culto nato nel Viêt-nam francese che include
tra gli spiriti l’anima di Victor Hugo». Il dato più interessante viene dallo studio
dell’Università di Tilburg,
che ha prodotto «un’istanta»:
nea sui giovani credenti europei: poco legati aU’orto»,
dossia di una sola fede e
certi che pezzi di verità siano contenuti in ogni credo;
bisognosi di una spiritualitì
viva, incarnata da figure come il papa e il Dalai Lama, ;
Convinti che la fede debbai
produrre frutti qui e ora:
nella solidarietà, neU’ambiente, nel rispetto degli al-'
tri. Un nuovo umanesimo,,
fondato sulla tradizione cri-)
stiana, che incorpora tessere'
di altre fedi». Il motivo? Per
Franco Garelli, docente di
Sociologia della religione a
Torino, «Oggi i giovani non:
ricevono più una formazio-'
ne intensiva sui principi della fede cattolica. Si vive in'
una società aperta dal ptmto
di vista e religioso e tutte le
fedi paiono plausibili».
10 i
del secolo scorso. Atti criminali, senz’altro fine che quello
di creare confusione e angoscia. Ma non è sempre così. A
volte, quando l’atto criminoso
ha lo scopo ben definito di attirare l’attenzione pubblica su
libertà negate a popolazioni
intere, non può essere semplicemente relegato sotto il
nome di terrorismo, anche se
condannabile. Chi di noi co
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Giobbe dopo I'll
settembre
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nel Pine
cune cit
—Steggiani
V b marcii
La storica rivista di fumetti e cultura affronta nel numero di ottobre con Maiul"^
zio Meloni i «riti mentali»
che caratterizzano il dibatti-'
to europeo sull’America del
«dopo 11 settembre». «Leg-‘ «
gendo gli argomenti - scrive™»., '
Meloni - di chi si esercitl^j
quotidianamente nell’esercizio di misurazione deUe
colpe a stelle e strisce, secondo l’argomento eseni'^
piare del "ben gli sta" (-V
viene voglia di far presente
che qualcosa come la letie-l
ratura stessa si fonda, pere
sate al caso esemplare di
Giobbe e alle tante figure di
Giobbe nel romanzo contemporaneo, sulla lotta dal’eroe colpito da catastrOK
che prova a scagionarsi d
fronte alla sordità dei suo
concittadini, per i fl^"*
sofferenza patita è il sep
inequivocabile della cplp
Gli amici di Giobbe sia j cepiegjj
un aiuK;i ui uiui--- ancora noi, col
gioco dell’odio, del nsentti
mento, dell’invidia,
fantasma del nostro imffle|
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Russia, oltre che in
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suoi generali, non
meno danni lo zarPut»L.
nosce il dramma del popolo
ceceno? Migliaia di morti senza un reale motivo.
È sicuro che l’episodio del
teatro di Mosca non si sarebbe potuto risolvere diversamente? Senza bisogno di uccidere usando dei gas letali,
che dunque la Russia possiede e che dichiara essere semplici anestetici? Manderà
i’Onu i suoi ispettori anche in
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mare il suo trono) ^ .
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onda domenica 3 no
11
i¡8N0BEMBRE 2002
PAG. 11 RIFORMA
àl»*ìMìl
i Alla «Paola» il 9-10 novembre
Porte aperte alla miniera
«Sarà una giornata, quella del 9 novembre, dedicata alla
mernoria, ai mestieri, ai sapori, e a tutte quelle ricchezze che
costituiscono il patrimonio culturale locale della vai Germanasca». Questo è quanto promettono alla Comunità montana
valli Chisone e Germanasca che, neH’ambito delle iniziative
legate al progetto di istituzione dell’ecomuseo delle miniere
della vai Germanasca promuove, per sabato 9 appunto, la manifestazione «Scopriminiera, porte aperte alla valle». La manifestazione prenderà il via alle 10 alla miniera Paola dove è prevista anche una visita guidata. Nel pomeriggio la manifestazione continuerà con l’apertura alla popolazione e con interventi di produttori locali e del gruppo corale Eiminal.
Nelle chiese valdesi del I distretto
stagione di cambi pastorali
Se l’anno scorso passò alla storia per i numerosissimi trasferimenti, quest’anno si registra l’arrivo di Davide Ollearo, insediato nel corso del culto del 27 ottobre alla guida della chiesa
di Pramollo (al posto di Milena Martinat trasferita a Siena) e
della moglie Daniela Santoro, residente a Pramollo e assegnata dalla Tavola come aiuto alla chiesa di Torre Pellice. Domenica prossima 10 novembre intanto a Bobbio Pellice, ore 10, ci
sarà il culto con assemblea di chiesa per esaminare la possibile rielezione del past. Donato Mazzarella per un secondo settennio. Domenica 1° dicembre poi sarà la volta delle assemblee di Pinerolo e San Germano sulla possibile rielezione dei
loro attuali pastori. Paolo Ribet e Luciano Deodato.
Riforma
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Fondato nel 1848
Scritte e intimidazioni sui muri delle case ripropongono lugubri simbologie del passato
Pinerolese: allarme neofascisti
Cresce lo sconcerto per il modo, apparentemente inconsapevole, in cui alcuni giovani manifestano
razzismo e intolleranza; c'è il sospetto che il clima politico generale non giovi a una distensione
MASSIMO GNOME
VOLANTINI che se la
prendono con gli immigrati ma si scagliano
anche contro le sanatorie
della Bossi-Fini e la globalizzazione. Braccia giovani, spesso giovanissime, si alzano meccanicamehte nel saluto romano.
«Sono fenomeni di “vecchio” fascismo»; così lo
definiva Pier Paolo Pasolini, contrapponendolo al
' |«nuovo» fascismo della
società dei consumi, quesfultimo omologante e,
secondo il regista-scrittore, ben più pericoloso.
Episodi simili sono
sempre più diffusi anche
nel Pinerolese. Se in alcune città italiane si festeggiarlo gli 80 anni dalhmarcia su Roma e si ricordano «i ragazzi di
baiò», alle Valli spiccano
«recenti scritte minac¡¡■osenei confronti del‘»iministrazione di Piuerolo firmate Forza
Nuova, la manifestazioje. anche se modesta,
„ u stesso movimento
“fascista, e l’arresto, la
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vai Pellice.
Casi isolati? Renzo Sereno non ci sta: «Non sono
giovani soli; dietro c’è
un’organizzazione e il
clima politico e generale non è certo buono».
Come partigiani, è il suo
commento, «ci dispiace
che le autorità spesso
non intervengano per applicare precise leggi della
Repubblica italiana: la
nostra Costituzione condanna e punisce l’apologia del fascismo, eppure
nessuno si muove».
Un gruppo di giovani
pinerolesi (si dichiarano
anarchici e la firma è
«collettivo Makhno») ha
ti troviamo le soluzioni
la tua mossa vincente.
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organizzato un corteo antifascista che lo scorso 26
ottobre si è snodato per le
strade di Pinerolo circondato da un folto schieramento di polizia e carabinieri. Insieme ai giovani
sfila anche un rappresentante dell’Anpi di Pinerolo. Nessun incidente, nonostante le ripetute intimidazioni di Forza Nuova
nei giorni precedenti.
Il 26 non è sceso in
piazza il Pinerolese Social
Forum, che invece ha organizzato un’assemblea
per il 4 novembre. Secondo il Social Forum «non si
può non notare come
una iniziativa nata con le
migliori intenzioni non
abbia saputo coinvolgere
la società pinerolese e in
primo luogo chi, nelle
scuole, vive ogni giorno
direttamente una realtà
di tensione legata a minacce, vandalismi, intimidazioni». Il riferimento
è al Coordinamento studentesco di Pinerolo, assente durante il corteo.
Il Social Forum stigmatizza il comportamento di
giornalisti («colpevoli di
dare spazio a chi, adulto,
fomenta questo tipo di
ideologie»), amministratori ed educatori che,
sposando la teoria degli
opposti estremismi, si sarebbero «limitati ad assecondare questo discorso
semplificatorio e mistificante». L’obiettivo è «discutere e programmare
iniziative unitarie».
Slogan e sinnboli neofascisti
Un triste ritorno
DAVIDE ROSSO
Fanno riflettere i fatti
capitati la settimana
scorsa nel Pinerolese di
cui parliamo nell’articolo qui a fianco. Stando
alla cronaca, da un lato
c’è stato chi si è mobilitato contro il fascismo e
dall’altro chi si è preoccupato per questa mobilitazione. Fin qui tutto
normale salvo scoprire
che a preoccuparsi alla
fine sono state persone
di sinistra, e allora la prima reazione superficiale
fa dire: forse i tempi sono cambiati. Poi guardando più a fondo si vede che la preoccupazione era per l’ordine pubblico, perché i giovani
anarchici e i giovani di
Forza nuova sarebbero
potuti venire alle mani.
Poi emergono nuovi
elementi. I giovani delle
superiori si convocano in
assemblea, il Social Forum indice un’incontro
per il 4, il corteo antifascista si svolge tranquillamente e intanto emergono in valle atti di razzismo, compaiono scritte
sui muri e croci celtiche,
il clima di tensione si
sposta su altri canali.
Emerge, se così si può
dire, il lato peggiore di
quello che, forse sèmplificando, si chiama ritorno
di ideologia fascista. Gli
studenti, e non solo loro,
si sono incontrati, sono
partiti dalla riflessione
opponendosi forse non a
un’idea e a un nome (fascismo) ormai non più
chiaramente identificabile con qualcosa di preciso
come un tempo, ma a
un’entità confusa fatta di
emulazione, ignoranza,
un qualcosa che comunque è temibile proprio
perché armato ancora di
quelle qualità descritte.
Forse i tempi sono
cambiati. Forse i giovani
sono un po’ più rétro di
un tempo e forse gli
adulti sono un po’ troppo fiduciosi nel futuro.
Sicuramente però in
questi casi, almeno a pelle, è meglio essere un po’
rétro piuttosto che troppo fiduciosi in se stessi e
poco negli altri. Il passo
avanti è dato sicuramente dall’incontro nella società civile, dal confronto
e dalTidentificare insieme i contorni di certi fenomeni contro cui mobilitarsi per il rispetto degli
altri e tutto questo passa
anche attraverso la difesa
e il mantenimento dei
valori che ci arrivano
dalla Resistenza.
Uno spettacolo e un Quaderno
La lunga storia del
teatro ad Angrogna
SERGIO N. TURTULICI
IL mestiere del ricercatore attento e rigoroso
di storia è ripercorrere le
orme del passato, mettere
insieme e confrontare
fonti, documenti, testimonianze e ricomporre
una dimensione degli accadimenti per quanto
possibile vera o prossima
alla verità. Se il ricèrcatore di storia è anche un
creativo e un interprete
del suo tempo, e non è
così frequente, allora ai
fatti che ha riportato alla
luce dalla polvere del
tempo sa dare valore aggiunto, qualcosa che li
rende vivi e attuali e aiuta
a vivere la vita di oggi.
Il Centro di documentazione sulla cultura popolare di Angrogna ha
pubblicato il suo 28“ quaderno e questa volta, la
prima se ricordo bene,
dal passato della cultura e
della storia popolare angrognina ha recuperato
una delle espressioni più
significative: la recita, il
teatro. Poiché dire Centro
di documentazione equivale a dire Gruppo teatro
Angrogna, ricerca storica e creazione, ovvio che
questa volta Jean-Louis
Sappé e i suoi «ragazzi»
(questa formazione di
Angrogna mi riportò sempre al ricordo una formidabile compagnia teatrale degli Anni 60, i «Giovani» di De Lullo, tra i 40 e i
50 anni, ma sempre freschi sempre giovani nella
loro bottega di teatro).
Nella storia della Chiesa
valdese e della gente di
Angrogna erano le Unioni
evangeliche che facevano
teatro. Non c’era la tv allora, non c’era il cinema,
in quelle serate d’inverno
di fine ’800. Così le Unioni avevano tra i modi dello stare insieme anche la
recita. Semplici recite, temi tratti dalla Bibbia o dal
vissuto popolare.
Il Gruppo teatro Angrogna questa bottega, scuola artigiana di teatranti
così rigorosa e seria e capace di scavare nel profondo della condizione
umana e sociale, nasce da
lì, da quelle umili recite
della tradizione popolare
angrognina, valdese. E la
Recita del Gta questa volta è un remake di scene,
di quadri di quelle recite
a partire dal 1890 fino alla
pièce forse più densa e
bella del Teatro di Angrogna, La Maciverica del
1987-88. La recita che va
in scena in questi giorni
(sono 30 anni del Gta ma
l’attività del gruppo viaggia per i 40) comincia con
un brano da Joseph venda par ses frères, il racconto di Giuseppe e i fratelli dell’Antico Testamento (1892). Ci sono
poi un monologo divertentissimo {El sóldà ed
qòaranta dì) (1911), con
in scena un umile contadino chiamato sotto le
armi {«Chamò mi, se per
salvar la patria in pericolo, a bisognava propri
c’am feiso parti mi, da
Scarnafigi, a vriì fe i qòaranta dì!»); un Inno di
Mameli (1918) eseguito
sul palcoscenico dalla
piccola banda di paese,
con la passione «patriottarda» dei vecchi valdesi,
lealisti verso l’Italia che
pure talòra li viveva come
diversi; una scena da Gli
Invincibili la «drammatica valdese», il dramma
«sacro», edificante, addirittura più frequente di
una predica perché «nella
drammatica valdese è il
popolo che rappresenta
se stesso davanti a Dio,
nella sua storia e nella fede storica»; un gustosissima farsa; La prima volta
a Milano del sindaco del
mio paese (1955), il sindaco montagnino sceso nella grande metropoli in
cerca di un amico, smarrito in una dimensione
che gli è aliena; il giallo
Un ispettore in casa Bir/mg (1960). E infine siamo
già nell’età del Gta, con il
capolavoro di Sappé e i
suoi «L’uomo nel fosso»,
ultima scena de La Maciverica, laica rilettura della
parabola evangelica del
buon samaritano.
«Nel fosso della condizione umana dolente e
sperduta In cui sei caduto, in cui siamo caduti
tutti, il dovere morale di
ognuno di noi è non lasciarsi andare, è fare lo
sforzo individuale e collettivo di tirarsi fuori da
soli, non aspettando da
altri un aiuto che magari
non arriverà mai». È il rovescio in positivo della
poetica disperata di Aspettando Godot. La recita
dura un’ora, ed evidenzia
il grande artigianato della
bottega del Gta, la capacità di fare teatro, in uno
spettacolo con pochissimi elementi scenici, la recitazione sobria e pure
intensa e profonda, la forza di lanciare un messaggio di speranza sempre,
di far sperare ancora anche se pare che speranza
non ce ne sia.
12
PAG. 12 RIFORMA
E Eco Delle Yaui AMjdesi
VENERDÌ 8
Ottimo successo per la manifestazione lusernese I M Le Comunità montane locali
Grande ressa alla Fiera
L'aspetto più rilevante è quello della mostra mercato
del settore agricolo e dell'allevamento. Nutriti dibattiti
In difesa degli
ospedali valdesi
DAVIDE ROSSO
FRA STORIA E ACCOGLIENZA — Da qualche settimana il museo degli Odin di Angrogna, oltre alla
tradizionale scuola che sotto la guida del sempre disponibile Adriano Chauvie, diventa spazio
di museo e base di conoscenza di storia valdese,
si è arricchito di un nuovo spazio di accoglienza. Il locale a pian terreno è stato infatti ristrutturato e ospita alcuni pannelli con fotografie e
notizie sulla storia valdese che non mancano di
suscitare interesse nei visitatori.
COMMEMORAZIONE DEL TICIUN — L’annuale
commemorazione dell’eccidio del Ticiun a Pramollo diventa quest’anno anche un’occasione,
oltre che di ricordare tutti i caduti per la libertà,
per festeggiare i 75 anni dalla fondazione del locale gruppo Ana. In viale della Rimembranza,
domenica alle 10,30, verrà inaugurato il cippo ai
Caduti dono al Comune di Pramollo da parte
del gruppo Alpini. La giornata prevede anche
nei locali della Pro Loco a Rue U momento ufficiale dei saluti e delle orazioni. Alle 12,30, nello
stesso luogo, pranzo partigiano e, alle 16, concerto del coro «Piemunteis La Roca» di Cavour.
La folla è quella delle
ultime edizioni, anzi, visto il fine settimana, forse anche di più; il sintomo più evidente è la difficoltà a trovare parcheggio; ogni angolo è infatti
occupato. Il successo della fiera dei Santi a Luserna San Giovanni si misura anche nella partecipazione di pubblico che è
stata davvero alta, specialmente il sabato. Il mix
(un po’ troppo mix per la
verità) di fiera commerciale, macchine agricole,
prodotti tipici e bestiame
attira in vai Pellice mezzo
Pinerolese e la vicina
provincia di Cuneo. Così,
dopo le esperienze troppo grandiose dell’anno
scorso, anche i momenti
gastronomici hanno avuto il loro risalto (strapie
«u NO strappo sugli
no il tendone del gran
bollito di sabato sera, un
po’ meno in settimana di
fronte ai trenta produttori enogastronomici).
Scarsa ma qualificata
la partecipazione ai momenti di dibattito, sulla
pietra, sull’agricoltura.
Insomma una fiera che
deve ancora trovare per i
momenti di contorno
una sua più precisa definizione ma che in quanto ad aspetto commerciale e agricolo resta un
punto di riferimento per
tutta la regione.
BARBERO PER IL GPL — Il sindaco di Pinerolo, Alberto Barbero, ha inviato una lettera ai senatori
Passone e Malan, all’on. Giorgio Merlo e ai consiglieri regionali di zona, rispetto alla mancanza
delle agevolazioni per Gpl e gasolio nella Finanziaria 2003. Barbero si chiede perché nella proposta di legge non ci sia traccia «delle facilitazioni per il Gpl e gasolio per riscaldamento dove
non arriva il metano».
I Tavola rotonda in un convegno alla Fiera dei Santi
Il punto suiragricoltura in valle
SI APRE TUTTOMELE — Sabato 9 novembre si rinnova l’appuntamento con Tuttomele a Cavour;
inaugurazione alle 11,30. La manifestazione
prevede, oltre ai consueti aspetti commerciali,
anche spazi di dibattito e studio sulla frutticoltura, momenti enogastronomici e serate musicali dalle 21 nel teatro tenda
CHIRURGIA D’ECCELLENZA ALL’AGNELLI — Insieme all’ospedale Molinette di Torino, al Centro tumori di Candiolo e al Santa Croce di Cuneo, l’Agnelli di Pinerolo entra nella ristretta
schiera di ospedali piemontesi in grado di applicare alle pazienti la nuova metodica di chimrgica ginecologica messa a punto da Umberto Veronesi e definita tecnica del «linfonodo sentinella». Con questo metodo la dimissione dall’ospedale è possibile già il giorno successivo all’intervento. Ogni anno all’Agnelli vengono effettuati
circa 1.200 interventi di chirurgia ginecologica.
FESTA DELLA TERZA ETÀ — Il 12 novembre Cavour
ospiterà la terza edizione della Festa della terza
età; ogni anno vengono coinvolte centinaia di
persone provenienti da tutta la provincia. Il punto di avvio della manifestazione è il Palasport in
via Vigone dove dalle 9,30 alle 10 si raduneranno
i convenuti. Di lì partirà la visita a Tuttomele, poi
il pranzo e un pomeriggio musicale.
PINEROLO; APPROVATO IL PUT — Il Consiglio comunale di Pinerolo ha approvato il Piano urbano
del traffico con i voti favorevoli della maggioranza e di Forza Italia; astenuta la Lega Nord e voti
contrari di Centro democratico e Alleanza nazionale. Quattro le modalità di intervento: interventi diretti dell’assessorato ai lavori pubblici, cori
l’apposizione di nuove segnaletiche; progetti di
opera pubblica sulla viabilità; studi di fattibilità;
inoltre, il Put può essere attuato all’interno degli
strumenti urbanistici: in tal caso la Commissione urbanistica è direttamente coinvolta.
TORINO 2006: VIA IL LOGO! — Il Toroc chiede al
Comune di Pinerolo di eliminare tutto il materiale informativo contenente il vecchio logo di
candidatura di Torino 2006. Nei prossimi mesi
sarà organizzato un incontro con i negozianti
per illustrare le modalità con cui i segni distintivi
del Movimento olimpico possono essere esibiti.
BLUES AL FEMMINILE A PINEROLO — «Blues al
femminile» è il titolo di una rassegna musicale
itinerante a livello piemontese che toccherà Pinerolo in tre occasioni da qui a dicembre. Si inizia con Jeanne Trevor & thè Simon Rowe Trio
(Jeanne Trevor voce, Simon Rowe piano, Willem
von Hombracht contrabbasso, Peter Wilhoit
batteria) che si esibiranno il 17 novembre al Circolo sociale di piazza Duomo 10, alle ore 21.15,
per proseguire il 1“ e il 15 dicembre.
«Una Fiera di valle, che
rimette al centro la dimensione agricola e che
vuol essere in primo luogo uno scambio tra la
nostra valle e il “resto del
mondo”. Una fiera che,
con lo spostamento in
zona Bersaglio e il prolungamento di un giorno
per il mercato del bestiame, vuol consentire di
vedere mucche e vitelli
anche allo stato brado».
Così il vicesindaco di Lusema San Giovanni, Paolo Gardiol, ha presentato.
nella sala del Consiglio
comunale, la Fiera dei
Santi 2002.
Ma il momento significativo dell’inaugurazione
è stata la consegna del
premio «Colonnello Domenico Paolo Martina»
ad alcuni giovani dell’Istituto agrario di Osasco: a
Alan Buffa, membro del
gruppo di lavoro del Comune di Luserna sui toponimi, per il suo studio
sui sistemi di irrigazione
in vai Luserna, a Luca
Gamba e Valerio Mondon
La figura del col. Paolo Domenico Martina
«Esiste un particolare legame - ha detto l'assessore
alla Cultura di Luserna San Giovanni, Carla Michialino tra la figura del col. Paolo Domenico Martina e il nostro Comune. Martina era nato a Cravenzana nel 1820;
come ufficiale dell'esercito sabaudo partecipò alla
guerra di Crimea, mise insieme un cospicuo patrimonio,
conobbe il pastore Pietro Meille, e fu impressionato
dalla fede valdese al punto da nominare Meille come
suo esecutore testamentario. Lasciò al Comune di Luserna San Giovanni il suo patrimonio perché fondasse
una scuola con insegnamento pratico dell'agricoltura a
Monforte d'Alba. La scuola fu fondata e funzionò vari
anni, poi fu chiusa; recentemente Monforte ha chiesto
la proprietà degli immobili e dei terreni, concedendo in
cambio la creazione di un fondo per borse di studio da
destinare annualmente a giovani lusernesi che si distinguano in studi legati al mondo agricolo. Dopo numerose traversie burocratiche, a 100 anni dalla stesura del
testamento Martina e a 90 anni dalla sua morte, il Comune ha finalmente potuto consegnare le prime borse
di studio legate alla memoria di questo personaggio».
Marin per l’analisi tecnica dell’esondazione del
Pellice dell’ottobre 2000.
L’assessore alla Cultura
di Luserna, Carla Michialino, ha ripercorso la vicenda storica del colonello Martina e di questo
premio, mentre Piervaldo
Rostan, a nome della Co
munità montana, ha ripreso l’argomento giovani e territorio, occupazione e agricoltura biologica,
parlando del buon successo delle nostre azien
de al Salone del gusto e
del progetto che porterà
corsi universitari di agraria alla scuola Malva di
Bibiana e a Villa Olanda,
completando così l’attività formativa nel settore
agricolo che si svolge
all’istituto di Osasco.
Spunti di una riflessio
ne che ha trovato un am
pio spazio nel convegno
organizzato sabato 2 no
vembre dall’assessore
Pron sulla situazione dell’agricoltura in vai Pelli
ce, con interventi di Enzo
Negrin (tecnico della Comunità montana vai Pellice), Piervaldo Rostan,
Marco Bellion (assessore
provinciale alla Montagna) e la presenza del
presidente della Confederazione agricoltori. Lo
dovico Actis Perinetto.
__ ospedali valdesi
non è tollerabile e non
accetteremo passivamente un ridimensionamento dei servizi».
Partono da qui Roberto
Prinzio e Claudio Bertalot, presidenti rispettivamente della Comunità
montana valli Chisone e
Germanasca e della Comunità vai Pellice, nel
presentare la manifestazione in sostegno dei due
presidi ospedàieri valdesi delle Valli che si terrà
sabato 16 novembre in
mattinata a Torre Pellice
e al pomeriggio a Pomaretto. Due i cortei previsti: uno con partenza da
Luserna San Giovanni
per Torre Pellice alle 10,
e uno in partenza alle
14,30 da località San Sebastiano per il municipio
di Pomaretto; a entrambi
è prevista la partecipazione dei sindaci delle
valli e anche Alberto Barbero, sindaco di Pinerolo
e presidente dell’assemblea dei sindaci dell’Asl
10, pare non mancherà
all’appuntamento.
«Fin dall’inizio dell’anno - dice Bertalot - abbiamo seguito le vicende
degli ospedali anche con
incontri informativi con
la Ciov. Ora abbiamo deciso di indire una mobilitazione in sostegno dei
due presidi per far sentire maggiormente la nostra voce nei confronti
della Regione». Nel corso
della manifestazione i
dipendenti consegneranno le firme raccolte
alle valli per gli ospedali
(circa 15.000 all’inizio
della settimana) che verranno portate dai presidenti delle Comunità all’assessore alla Sanità regionale, D’Ambrosio.
Ma quali sono le moti
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da questo non si
prescindere».
L’ospedale di Pomaretto
I Per i «palazzetti» di Torre Pellice
Più spine che rose
Comune di San Germano Chisone (To)
È indetta una gara per la
gestione del posto di ristoro (bar-ristorazione)
al servizio del Centro sportivo comunale «Aurora».
Termine di ricezione domande: 22 novembre 2002, ore 12.
Copia del bando può essere richiesta
agli uffici (0121-58601; s®gennano@tin.it).
San Germano Chisone, Il responsabile
30 ottobre 2002 del procedimento
doti. Francesco Domito
Chi si attendeva, pattini ai piedi, un avvio tempestivo dei lavori per la
costruzione del Palaghiaccio olimpico di Torre Pellice resterà deluso.
Oggi prevale il pessimismo. Se, come spiega il
presidente della Comunità montana vai Pellice,
Claudio Bertalot, «il progetto è stato licenziato
dall’Agenzia olimpica»,
al vaglio del Comitato
Torino 2006 (Toroc) le
spine sembrano vincere
sulle rose. E i tempi si dilatano, con il rischio,
neanche remoto, che i
tre anni e qualche mese
che ci separano dall’agognato evento non siano
sufficienti alla sua realizzazione. A non convincere il Toroc c’è più di un
aspetto: su tutti il problema economico. In parti
colare, puntualizza Bertalot, «in una fase iniziale
i parcheggi erano rimasti
fuori dal progetto», ma
in conferenza di servizi
questi «sono rientrati»
nel progetto complessivo, determinando così un
aumento dei costi. Nel
frattempo, per quanto riguarda l’annunciata copertura della vecchia patinoire al Filatoio, la Provincia di Torino ha appena consegnato lo studio
di fattibilità, a seguito
della richiesta avanzata
allo Sportello dello sport
da parte della Comunità
montana. Tuttavia, ammette Bertalot, «anche
con l’aiuto promesso dal
Toroc non saremmo in
grado di coprire i costi da
soli». La Provincia si sarebbe fatta avanti per un
nuovo contributo. (rn.g.)
Una mattinata diversa
Marco è un bambino di sei anni e
mezzo: a settembre ha iniziato la scuola elementare, e da poco la scuola domenicale. Quante novità quest’anno!
Ambienti nuovi in cui si incontrano
adulti e bambini e soprattutto situazioni nuove... Al secondo appuntamento
della scuola domenicale. Marco tenta il
colpo: «Non voglio andarci... tanto
non è obbligatoria, quella!» e poi, polemico, aggiunge: «Perché chiamarla domenicale se si va di sabato? Dovrebbe
chiamarsi sabatale!».
La mamma di Marco sorride e va indietro nel tempo, neanche poi tanto
però, perché ha poco più di trent’anni.
I suoi ricordi sono diversi: per lei era la
scuola domenicale sul serio, perché ci
si andava la domenica mattina alle 10,
mentre gli adulti andavano al culto.
Non sempre però... certe volte la sua
mamma stava a casa a fare il bucato o
a preparare il dolce se al pomeriggio si
andava a trovare i nonni; mentre il suo
papà, dopo averla salutata, invece di
fermarsi al culto andava al campo
sportivo. Ma altre volte i suoi genitori
in cui i bambini andavano
con i grandi e lei allora si gu®
torno mentre il pastoie ra
qualcosa apposta per loro. i
suoi genitori al solito
ro un cenno con la mano, lo
le piaceva.
Sebbene ora la mamma
non frequenti il culto rego
per lei la domenica
rimasta una mattina
tre; il fatto che grandi ® P'¿^ji,|
vassero al tempio
del riposo» ha forse 'osc*at
Sarà così anche per Mar
che lei polemica, pensa:
fare anche il culto di sabatOiiO
18, come la messa, così ci »
stidio...». «Ricordati “®.
poso per santificarlo»:
si dovrà ricordare?
fittizio, la situazione m
Non importa come si cn
abitino, si tratta senipre ^sai
bambini, del nostro do
bello che la scuola dom ^
per loro davvero un ¡eíi^K
tante e significativa e n
mente un^ezione in piùin più nella loro troppo
entravano nel tempio mentre lei saliva m -r.
al piano di sopra con gli altri bambini. gP impegni settima 0
C’erano poi delle domeniche «speciali»
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E Eco Delle \àlli Wdesi
PAG. 13 RIFORMA
^ Torre Pellice; si festeggia il 18° compleanno dell'emittente valdese
Radio Beckwith è maggiorenne
¡\jel novembre 1984, con pochi mezzi e giovani volontari, nasceva un'avventura
che ha saputo resistere fino ad oggi. Tre giorni di celebrazioni e incontri
massimo CNONE
Novembre i984. in
punta di piedi, timidamente ma non troppo,
un gruppo di giovani deija Chiesa valdese di Torre Pellice occupa una
stanza neiio stabiie che
oggi ospita il Centro culturale valdese. Antenna
sul tetto, strumentazione
ridotta al minimo: il priuio brano messo in onda
è degli occitani Lou Daifin e ai microfoni si alternano pastori e volontari.
L’intento (un azzardo?)
sembra semplice: fondare un’emittente radiofonica nelle valli vaidesi.
Quaicuno li prende per
pazzi e storce ii naso.
Novembre 2002: sono
trascorsi diciott’anni. Radio Beckwith è cresciuta
(oltre 50 i collaboratori) e
trasmette da Luserna San
Giovarmi: le chiese, la redazione, il Consiglio direttivo e tanti amici, hanno permesso la sopravvivenza, a fatica e fra mille sforzi economici, di
una stazione radiofonica.
Non è poco: in Italia numerose radio comunitarie hanno dichiarato
bancarotta molto prima.
Per festeggiare il compleanno di Radio Beckwith, diventata ormai
l’unica emittente nel Pinerolese, l’associazione
Francesco Lo Bue organizza tre giornate di celebrazione a Torre Pellice, con la presenza della
troupe di «Protestantesimo» che realizzerà una
trasmissione televisiva. Si
inizia sabato 9 novembre, presso le Officine
(lolors di piazza San Martino: l’appuntamento è
con un incontro di for
mazione professionale
organizzato con il Coordinamento radio evangeliche in Italia. Alle 14,30
si terrà un corso di dizione e fonetica, a cura di
Stefania Patruno (speakers doppiatrlce di Milano) e, alle 17,30* una relazione sulle nuove tecnologie applicate alla radiofonia, con Paolo Malanot (regista e tecnico
del suono a Radio Beckwith) e Mario Calvagno
(responsabile del centro
di produzioni programmi
radiofonici. Radio Rvs di
Roma). Informazioni e
prenotazioni allo 0121954194. La serata continua in festa: alle 21, il
concerto del gruppo musicale Kalamandra a seguire serata con i dj di
Radio Beckwith e ospiti
di eccezione.
Domenica 10, alle 10,
si terrà il culto al tempio
valdese di Torre Pellice
con diretta sulle frequenze di Radio Beckwith
(91.400 e 96.550 Mhz), alle ore 12,30, eccezionale
pranzo alla Foresteria il
cui ricavato andrà a sostenere remittente (prenotazione urgente e obbligatoria allo 012191801). Alle ore 15,30, al
tempio: «Fra globale e locale: ruolo ed etica dei
mass-media», tavola rotonda con Daniele Arghittu (giornalista. L’eco
del Chisone), Mauro Boglione (direttore. Radio
Flash-Popolare Network,
Torino), Marco Davite
(regista Rai, Protestantesimo), Antonio Giaimo
(giornalista. La Stampa),
Enrico Lantelme (regista.
Radio Rai)-, modera rincontro Gian Mario Gillio
(giornalista e direttore,
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via, proseguono da molti
anni. Per portarle maggiormente a conoscenza
del pubblico il Centro ha
organizzato due incontri
sul tema «Valdesi e territorio». Il primo, il 9 novembre, affronterà il discorso turistico a partire
dalla presentazione della
guida alle valli valdesi di
Giorgio Tourn*, appena
stampata, con un intervento dell’autore. Durante il secondo incontro, che avrà luogo il 7 dicembre, presenterà le ultime attività nel proprio
impegno sul territorio.
Entrambi gli incontri
avranno luogo alle ore 17
nella biblioteca della Casa valdesee.
(•) Giorgio Tourn: Le valli
valdesi. Torino, Claudiana,
2002, pp. 223.
Radio Beckwith) e chi
scrive queste note (giornalista, Riforma-L’eco
delle valli valdesi). Alle
21, concerto del quintetto d’archi «Architorti».
Lunedì 11, alle 21, alle
Officine Colors, incontro
su «Spettacolo e previdenza»: che cos’è l’Empals? Agibilità Empals e
normative vigenti, convenzione Empals-Siae,
convenzione musicisti
e lavoratori dello spettacolo-Axa Assicurazioni.
Parteciperanno alla serata: Daniele Arghittu
(direttore di redazione,
Lookout de L'eco Mese),
Gian Mario Gillio (direttore di Radio Beckwith),
Gianni Cultraro (agenzia
Siae Pinerolo), Monica
Omnis (Rivista di cultura
e spettacolo Occhio) oltre
a rappresentanti di Groovin, il portale della musica del Pinerolese, Moviestudio (agenzia organizzazione e gestione
eventi), della Siae di Torino, e dell’Axa assicurazioni. Saranno presenti
inoltre musicisti degli
Africa Unite, dei Wah
Companion, dei Disco
Inferno e del Grande Circo Barnum, Luca Prenda, Enzo Allasino, Umberto Gillio (coordinatore progetti. Officine Colors) e Michael Capuano
(management).
Radio Beckwith ieri e oggi
Quattro perché
Perché si è voluta una
radio «valdese» alle Valli? Lo abbiamo chiesto
a uno dei fondatori e a
lungo direttore responsabile dell’emittente,
Piervaldo Rostan. In quegli anni «si era in un’epoca in cui alcune radio e tv
locali davano un certo
spazio anche al mondo
valdese: fino a pochi anni prima Telepinerolo
ospitava un programma
settimanale curato dalle
chiese del I distretto». Ci
si chiedeva però: «Fino a
quando? Sarebbe quindi
meglio fornire "direttamente” l’informazione
dalle chiese e sulla realtà
locale». La radio di allora
«voleva rappresentare
uno strumento di collegamento fra membri di
chiesa talvolta anziani,
impossibilitati a partecipare al culto e che, negli
istituti o nelle loro case,
potevano ricevere il messaggio evangelico ogni
settimana».
Con la radio, continua
Rostan, «abbiamo voluto
fare aggregazione, talvolta a scapito della qualità
delle trasmissioni ma
con il massimo coinvolgimento di persone e in
particolare di giovani».
Benché «l’esperienza delle radio libere» fosse precedente, «la sensazione,
oggi diventata convinzione, era che l’informazione concentrata in poche
mani rappresentava un
male per la democrazia e
la cultura. Charles Beckwith lanciò la sfida della cultura attraverso le
scuole; noi, nel suo nome, la rilanciammo con
la radio. Una democrazia
da costruire attraverso
l’impegno».
Per l’attuale redazione
interviene la caporedattrice, Daniela Grill, che
riconosce «l’ostinazione
di chi l’ha fondata, l’ha
fatta crescere e quindi ha
passato la gestione a chi
è arrivato dopo». Radio
Beckwith «è rimasta l’unica emittente che comunica le notizie locali e
informa gli ascoltatori su
ciò che avviene sul suo
territorio»; inoltre, «è
una radio comunitaria,
una radio evangelica che
collabora e scambia le
sue idee con altre realtà,
confessionali e non». In
secondo luogo, la Chiesa
valdese può trovare nella
radio «una maniera per
esprimere i suoi pensieri
e le sue convinzioni».
La radio «continua a
essere un punto di aggregazione per le tante persone che passano da Villa Olanda», concedendo
«la possibilità di condurre una trasmissione radiofonica e magari essere
un trampolino di lancio
per una futura professione». Anche chi in radio ci
capita per caso, conclude
Daniela Grill, «la scopre
sempre appassionante».
a CgiI - Pinerolo
Molte firme
per l'àrt. 18
La Cgil di Pinerolo prosegue la raccolta firme
per contrastare le modifiche legislative proposte
dal governo per quanto
riguarda l’articolo 18 e il
mercato del lavoro. Incoraggiante il dato parziale: nel Pinerolese si sono
superate le 9.000 firme:
1.473 quelle raccolte dai
Pensionati di Pinerolo,
2.943 arrivano dai Pensionati della vai Chisone,
1.313 da quelli della vai
Pellice; sono 1.244 le firme raccolte dai metalmeccanici, 822, nel settore pubblici e sanità, 376
dalla scuola, 618 dai chimici, 120 dal cartai, 142
dai tessili, 233 dagli alimentaristi, 114 dagliedili
e 105 dal commercio.
«Il risultato supera ogni più rosea aspettativa, coronando l’obiettivo
che ci eravamo dati di
8.000 firme - commenta
il segretario della Cgil di
Pinerolo, Vincenzo Bertalmio -: siamo di fronte
a un governo che sta fallendo su tutta la linea: il
patto di stabilità è compromesso, il rapporto
deficit-pii sta peggiorando, il debito pubblico è
ricresciuto e lo sviluppo
non c’è». Bertalmio si riferisce anche alla crisi
della Fiat, che non registra schiarite: «Stiamo
perdendo - afferma - il
gruppo industriale più
importante, soprattutto
per la nostra provincia
oltre che per il paese».
NELLE CHIESE VALDESI
SEMINARIO BIBLICO DELLE UNIONI FEMMINILI — Sabato 16 e domenica 17, alla foresteria di Villar
Perosa, seminario biblico delle Unioni femminili del
distretto. Inizio ore 14,30; prosecuzione dopo cena e
la domenica fino a metà pomeriggio. Tema dell’incontro «Con queste mia mani io...». Iscrizioni entro il
12 novembre presso Wilma Gay, 0121-944182.
INCONTRO SUL CULTO — «Il culto: così come è
non ti piace? Lo vorresti diverso?». Se parlerà lunedì
11, alle 20,30 al presbiterio di Villar Pellice.
ANGROGNA — Riunione quartierale, ore 20,30,
martedì 12 novembre ai Jourdan.
BOBBIO PELLICE — Domenica 10 novembre, alle
ore 10, culto con Assemblea di chiesa presieduta dalla Ced per esaminare la possibile rielezione del past.
Donato Mazzarella per un secondo settennio. Martedì 12 novembre, ore 20, riunione ai Cairus.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Prossime riunioni:
venerdì 8 novembre, alle 16,30, agli Airali; giovedì
14 alle 14,30, a Bricherasio; alle 20,30 ai Peyrot.
MASSELLO — Mercoledì 13 novembre a Roberso,
alle 14, riunione quartierale sulla «Comunicazione».
POMARETTO — Venerdì 8 novembre, alle 15 riunione quartierale all’Inverso Clot; mercoledì 13, ore
20,30 alla Lausa. Il prossimo incontro dell’Unione
femminile sarà il 13 novembre all’Elcolo Grande.
PERRERO-MANIGLIA — Le prossime riunioni
quartierali saranno martedì 12 novembre, ore 14,30
alla Baissa e mercoledì 13 alle 20,30 all’Eirassa; tema degli incontri la «Comunicazione».
FRALI — Le prossime riunione quartierali saranno il 12 novembre, ore 20,30 a Ghigo e il 13, ore 20,
a Malzat.
PRAROSTINO — Domenica 10, culto a San Bartolomeo. Alle 14,30, l’Unione femminile tiene il suo
primo incontro con cadenza quindicinale.
RORÀ — Giovedì 7 novembre, alle 20,30, riunione
alle Fucine. Sabato 16 novembre, ore 21, al tempio,
concerto dei coretti di Bobbio-Villar-Torre Pellice.
TORRE PELLICE — Lunedì 11 novembre, ore
20,45, studio biblico condotto dal pastore Pasquet
al presbiterio; tema dell’incontro, sulle beatitudini:
«...E anche molti altri con loro». Martedì 12, alle 20,
riunione ai Simund; venerdì 15 novembre, ore
20,30, riunione quartierale agli Appiotti.
VILLAR PELLICE — Domenica 10 novembre culto in francese.
VILLASECCA — La prossima riunione quartierale
sarà il 13 novembre a Trussan, aUe 20.
Un interrogativo all'assemblea del 1° circuito
Rimandare la confermazione?
INESPONTH
Le chiese valdesi del 1“
circuito (vai Pellice)
nella loro ultima assemblea il 18 ottobre si sono
interrogate sull’educazione alla fede che viene
impartita nelle comunità
ai giovanissimi. Il pastore Claudio Pasquet ha introdotto la serata con un
breve esame della situazione attuale nelle chiese, senza dimenticare ciò
che è avvenuto negli ultimi decenni, sia dal punto
di vista dei programmi
seguiti che dei metodi. Ne è emerso che nel
tempo la catechesi ha seguito vari stadi giungendo alla situazione attuale, dove viene proposta
ai catecumeni un’ora di
lezione settimanale di tipo «scolastico» e dove si
tenta «stancamente» di
far fronte a una serie di
problemi, comuni a tutte
le chiese secolarizzate:
mancanza di partecipazione attiva, «vuoto spirituale» che sfocia, dopo la
confermazione, in un totale disinteresse per la
propria chiesa.
La domanda che allora
il pastore Pasquet ha posto provocatoriamente
all’assemblea al termine
della sua riflessione è
stata: «È giusto continuare a confermare, in questa situazione, fingendo
che tutto vada bene?».
Da qui la proposta di sospendere per un anno la
Premiato il disegno di una bambina della locale scuola materna
Arriva a Pomaretto il castello incantato
PAOIA REVEL
UN grande castello,
tutto rosa e azzurro,
si staglia sullo sfondo di
un prato verde e di un luminoso cielo aranciogiallo, nel quale spicca un
sole dorato. Colori brillanti e delicate sfumature
pastello trasformano 1’
austera costruzione in un
castello da fiaba: il Castello incantato, nel quale
si svolge l’azione della
fiaba dei fratelli Grimm
«La regina delle api». Il
castello è il soggetto di un
bellissimo disegno, creato con la tecnica dei gessetti da una bimba della
scuola dell’mfanzia di Pomaretto, Angelica Scontus. Da 18 anni l’Università della terza età di Torino organizza il «Premio
letterario nazionale. Una
favola al castello», suddiviso in due sezioni: una
letteraria e una figurativa,
con il patrocinio della
città e della Provincia di
Torino e della Regione.
La giuria della sezione
figurativa ha scelto, quest’anno, tra tutte le scuola d’Italia partecipanti,
proprio la scuola di Pomaretto, assegnando il
primo premio, ex equo
con una scuola materna
di Torino, alla piccola
Angelica. È questa la terza volta che la scuola
dell’infanzia di Pomaretto, guidata dagli insegnanti Loredana Crevatin e Paolo Ghigo, partecipa a «...una favola un
castello» con un elaborato pittorico, legato al lavoro del laboratorio di
fiaba; per la terza volta
viene assegnato il premio al disegno di un
bambino di Pomaretto.
La premiazione si è
svolta al castello di Costanza d’Asti: alla giovane artista è stata consegnata una targa, che riporta la motivazione del
la giuria: «Opera piena di
fantasia e spontaneità,
ben impaginata e essenziale». Inoltre la scuola
ha ricevuto una pergamena, una serigrafia dell’artista Clotilde Ceriana
Mayneri e 350 euro, che
gli insegnanti utilizzeranno per attività di pittura.
La classe di Angelica Scontus, 4* da sinistra nella prima
fila in alto, alla materna di Pomaretto, anno 2001-2002
confermazione al termine del catechismo. Questo anno dovrebbe servire da «credito formativo», necessario per la
confermazione, e comprendere la partecipazione alla vita della chiesa e
delle sue attività. Durante lo stesso anno occorrerebbe organizzare dei
momenti di riflessione,
fra catecumeni e catecùmene, a livello di circuito
0 di distretto.
Il dibattito che ne è seguito è stato molto costruttivo. L’assemblea ha
apprezzato l’analisi del
pastore Pasquet e preso
in seria considerazione la
sua proposta, votando
un ordine del giorno che
invita i Concistori a valutarla. Nel caso in cui tutti
1 Concistori risultassero
d’accordo di sperimentare questa nuova prassi la
questione verrebbe portata alla prossima Conferenza distrettuale. Inoltre i pastori si sono dichiarati d’accordo sulla
necessità di intervenire
sul catechismo riguardo
ai metodi da seguire e sui
programmi (animazioni,
incontri a livello di circuito). Un incontro propositivo, sicuramente
una presa di coscienza di
doverci assumere come
chiesa il compito della
crescita spirituale delle
giovani generazioni:
questa consapevolezza
presuppone anche la volontà di mettersi in discussione e di rinnovarsi.
CONTRO IL DISAGIO
Associazione Arcobaleno
Piazza Partigiani
LUSERNA S. GIOVANNI
Tutti i giorni ore 17-19
Tel. 902603
^ ringrazia per lo conGaaao
14
PAG. 14 RIFORMA
E Eco Delle "\àlli \àldesi
VENERDÌ 8
novembre 20(5
SPORT
HOCKEY GHIACCIO
Quattro hockeyste pinerolesi in nazionale. Nel
roster schierato durante il
trofeo «Master femminile» svoltosi lo scorso fine
settimana a Briançon dalla nazionale italiana di
hockey su ghiaccio femminile, ben quattro giocatrici militano nella file
deH’All stars Piemonte,
tre sono di Torre Peliice:
il portiere Dehorah Montanari, con alle spalle diverse convocazioni, la
giovanissima Silvia Carignano (entrambe impiegate full time), Valentina
Galliana e la nuova Michela Gaydou. Per la cronaca l’Italia ha battuto
per 3-1 l’Olanda e ha perso di misura con le forti
atlete della Slovacchia.
CALCIO
Sembra vi sia un destino parallelo fra il Pinerolo Calcio in serie D e il
Torino in serie A. Si è a
lungo parlato di collaborazione fra le due società; per ora sono entrambe all’ultimo posto,
con difficili prospettive
di rilancio. Il Pinerolo sa
bato scorso ha perso la
sua settima partita su 9
giocate: in casa, col Pizzighettone, è finita 1-3.
TENNIS TAVOLO
Impossibile trasferta
per la Valpellice in B2 sul
campo del Neran Saint
Vincent: Gay, Frach, Rosso e Malano non riescono ad andare a punti e finisce con un netto 0-5.
Meglio invece in C2 e DI:
in C2 i valligiani vincono
per 5-2 sul campo del Sisport Fiat con due punti
di Girardon e Sambuelli e
uno di Franco Picchi; in
DI la Valpellice si è imposta a Ciriè per 5-2 con
tre punti di Alberto Picchi e uno a testa di Odino
e Peracchione. Venerdì,
dalle 20 in via D’Azeglio e
sabato, dalle 16 in via Filatoio, i prossimi incontri
casalinghi della squadra
di Torre Peliice.
bato 9 novembre la Volley Pinerolo affronterà la
Csa Fortitudo Occimano.
Perdono al rie break i
ragazzi del 3S di Claudio
Mina in serie D: nessuna
delle due formazioni infatti riesca mai a prendere il largo: gli ultimi
scambi vanno però a
svantaggio dei pinerolesi.
Sabato 9 novembre giornata di riposo per il 3S
Nova Siria Pinerolo, che
tornerà in campo sabato
16 novembre per il derby
contro la Galup Pinerolo.
VOLLEY
Volley Pinerolo ancora
inarrestabile nella quarta
giornata di serie C maschile: vittoria per 3-1
contro la formazione del
Villanova di Mondovì Sa
Tacabanda
«Sylvaines»
alla Crumière
San Germano: al via la rassegna «Tutti a teatro»
Spettacoli per tutte le età
Torna anche quest’anno il teatro a
San Germano. Con lo spettacolo messo
in scena sabato 2 novembre al teatro
valdese infatti ha preso il via la rassegna «Tutti a teatro» organizzata da Assemblea teatro, con il patrocinio del
Comune e della Chiesa valdese che
prevede, oltre a quello citato, altri tre
spettacoli: il 9 novembre, con la compagnia Fabula rasa che metterà in scena «Cibi Gridati», il 16 novembre, con il
Teatro delle forme che rappresenterà
«Veglia d’amore e di vino», e infine il 23
novembre con lo spettacolo di Assemblea teatro «Frullallero».
«Il sapore antico del cibo, delle fiabe,
del cinema muto - dicono gli organizzatori - sono alcuni degli ingredienti,
delle proposte di questa rassegna che
vuole essere un viaggio nell’emozione,
coinvolgendo grandi e piccini». Gli
spettacoli in programma inizieranno
tutti alle ore 21. Ingresso 5 euro; per
informazioni tei. 011-3042808.
Secondo appuntamento, sabato 9 novembre,
con Tacabanda: a Villar
Peliice, nella sala Conferenze del Villaggio Crumière si esibiscono «Les
Sylvaines», tre musiciste
francesi: Isabelle Bazin
Vèricel (organetto, voce),
Catherine Paure (voce,
violino, fisarmonica), Janick Gilloz (clarinetto,
clarinetto basso, conga,
voce). Musica al femminile, intensa e raffinata,
che spazia liberamente
tra stili e influenze diverse, presentata da un trio
di musiciste dell’area di
Lyon, facenti parte del
collettivo musicale «Le
cri de la bouilloire» (Il fischio del bollitore).
Formatosi nel 1994 come «Sylvaines Pot De
Fleurs», il trio si rinnova
alla fine del 1999 con 1’
inserimento di Catherine
Paure al posto di Véronique Ferrachat, e si orienta verso uno stile personale, con composizioni
che riflettono influenze
musicali diverse ed esaltano le capacità vocali e
strumentali dell’insieme.
Uno spettacolo delle Sylvaines oggi è qualcosa di
più di un concerto: è un
susseguirsi di «tranches
de vie», di testi intriganti,
con parti polifoniche
complesse, non lineari,
giocate sul contrappunto: una proposta vocale
scintillante, in bilico tra
folk, rap e variété, un sottile intreccio strumentale
tra organetto, violino e
clarinetto per una musica che trae spunto dalla
sensibilità femminile.
APPUNTAMENTI
8 novembre, venerdì
PINEROLO: Alla sede dell’Atl, nello spazio artigianato, Gabi Parodi esegue una rappresentazione pratica sulle tecniche di creazione di orsetti e bambole.
PINEROLO: Nella sede del Cai in via Sommeiller,
alle 21, serata di proiezioni dedicata a «Marocco, neve
e sabbia», scialpinismo in Africa ai confini delle dune
sahariane; introduce Ermanno Rambelli.
TORRE PELLICE: Al teatro del Forte la Fondatone
Sipario Toscana, propone «Fuori di me»; inizio ore
21,15. Ingresso mediante abbonamento.
PINEROLO: Nella sede del Cai, alle 21, serata su
«Elementi di geologia e speleologia».
9 novembre, sabato
PINEROLO: Per la rassegna di teatro dialettale, al
teatro Incontro di via Caprilli, inizio ore 21,15, la
Compagnia del Centro di Borgo d’Ale presenta «La
colpa a l’è del can!».
TORRE PELLICE: Al teatro del Forte, alle 21,15, la
Baracca produzioni teatrali presenta «Il deserto dei
tamarri»; ingresso 8 euro.
BRICHERASIO: Alle 17,30, alla sala Aldo Moro, presentazione del libro «Anime schiave», di Marco Neirotti, Intervengono il Procuratore Giuseppe Marabotto e il giornalista del Tg 5 Beppe Gandolfo.
VILLAR PELLICE: Festa dei fiori al villaggio Crumière con inaugurazione di una mostra fotografica.
SAN GERMANO: Alle 21, per la rassegna «Tutti a
teatro», al teatro valdese la compagnia Fabula rasa
metterà in scena «Cibi gridati». Ingresso 5 euro.
RINASCA: Alle 21, nel salone polivalente, rassegna
corale con la partecipazione della Corale pinaschese.
10 novembre, domenica
ANGROGNA: Alle 21, nella sala unionista, replica
della serata del Gruppo teatro Angrogna «La recita»,
teatro e cultura in vai d’Angrogna fra il 1888 e il 1998.
POMARETTO: Giornata prò Scuola latina. Alle 12,30
pranzo comune all’Eicolo grande, alle 14,30 il direttivo dell’associazione Amici farà il punto sul progetto di
recupero della Scuola e alle 15,30 «Canti popolari delle valli alpine» con il Gruppo teatro Angrogna.
TORRE PELLICE: Per la rassegna «Domenicaintre»,
alle 16, al teatro del Forte va in scena lo spettacolo «Il
tesoro dei pirati».
11 novembre, lunedì
PINEROLO: Alle 20,30, nella sede della Comunità
montana pinerolese, in via Duomo 42, incontro per
gli apicoltori sulla lotta alla varroa e denuncia alveari.
14 novembre, giovedì
TORRE PELLICE: L’Unitrè organizza, alle 15,30 alla
Casa valdese, una conferenza del dori. .Mauro Gnaccarini, dal titolo: «H20...biettivo salute. Salviamo 1 acqua malata d’inquinamento».
SERVIZI
VENEW
GUARDIA MEI
notturna, prefestiva,
telefono 800-233111
GUARDIA FJ
(turni festivi con orarti
DOMENICA 10 NOVEMb^
Cavour: San Lorenzo-'vìi
Giolitti 93, tei. 69024
Fenestrelle: GuicciardI
via Umberto 11, tei
Pinerolo: Nuova Lazzaro, tei. 377297
SERVIZIO EL
telefono 118?^
J'
■■ CINEMA I
TORRE PELLICE-!
Cinema Trento proposi
giovedì 7 e veneri 8, 0«
21.15, Kissing lessiti
Stein; sabato, ore 20,15 e
22.20, dom. ore 16,18,li
e 21,15, lunedì e inatte^
ore 21,15, Pinocchio,
VILLAR PEROSA-i
Nuovo cinema cornij®
le presenta, sabato 9, oii
21.15, domenica 10, ore,
21.15, lunedì lì, o«
21.15, Signs; domei
10, ore 16,30, Peter
il ritorno: martedì 12 ore
21.15, BloodySunda^
BARGE — Il cineiM
Comunale propone, ve'
nerdì 8 novembre,ote[
21, Verso Oriente; sabati
9, ore 21, CaUas foreitf
domenica 10, ore 15, J
19 e 21, lun., mar., meiei
giov. ore 21, Pinoceli
PINEROLO —Unni
risala Italia propone, É
sala «2cento», RedDf
gon; feriali 20 e 22,2
prefestivi, 20 e 22,3t,!
f(estivi 15,30, 17,40,2(lt
22.20. Alla sala «5ce
va in visione XXX; feriali
20 e 22,20, sabato 20ei
22,30, domenica 15,31,
17,50, 20 e 22,20.
CONSORZIO
SŒA
Via Vigone, 42
Plneroìo (TO)
Tel. 0121.2361
L’“UMIDO”: UNA NUOVA I
RACCOITA DIFFERENZIAfA;
enersia .ambiente
La nuova proposta Acea; Verd£
Sacchetto per l"'utni4o"
Per fare la nuova raccolta differenziata
dell"'umido" bisogna utilizzare un sacchetto
in più, il "verde sacchetto", a partire da casa
vostra. Certo bisogna fare qualche sforzo:
qualche minuto di attenzione al giorno per
dividere e separare il destino dei vari
materiali dell'immondizia.
Il sacchetto si trova negli esercizi
commerciali (grandi e piccoli) che hanno
scelto di aiutare l'ambiente ed espongono
sulla vetrina il simbolo di Verde
Sacchetto: potete richiederlo e utilizzarlo
per la spesa.
L'Acea pubblica sui periodici il loro
elenco, paese per paese; informazioni al
numero verde 800-808055.
darvi l'occasione di partecipare, per farti
in modo che in fretta nel prossiir^
nei cassonetti compaiano miglia®«
sacchetti di colore verde!
La valorizzazione—usL
stabilimento
Attraverso le lavorazioni,
stabilimento nuovo in cosi
presso la tangenziale di Pinef
valorizza il materiale organico fao
diventare fanghi (10%) per
nell«! :
coinp
verde
mela
VERDE
SACCHETTO
verde
ramarro
Una pattumiera dedicata, un pò di
spazio, qualche minuto in viù
Queste sono le richieste e i piccoli
problemi con cui dovrete fare i conti.
L'ACEA e i vostri Comuni di residenza
non vi lasceranno soli.
PER PARTECIPARE E PER
INFORMAZIONI, CONSIGLI,
INDICAZIONI, DUBBI:
un mezzo itinerante, con una efficace
mostra, gira nei paesi per incontrarvi, per
rispondervi; depliant illustrativi in
distribuzione, da appendere in cucina; il
giornale Orizzonte Acea spedito ad ogni
famiglia; totem e cartelli per ricordarvi il
sacchetto da adottare; i periodici locali e i
periodici dell'Ente locale parlano della
campagna; molti negozi distribuiscono i
sacchetti e i materiali; il numero verde
Acea vi risponde; potete partecipare ad
assemblee aperte con i consigli comunali
in ogni paese e città; nel vostro Comune
c'è un referente per informarsi; insegnanti
e studenti sono coinvolti con proposte
ludiche e didattiche; si organizzano visite
al nuovo stabilimento;...
Insomma ogni occasione sarà utile per
(terriccio) da utilizzare in agric
altri usi, e bipgas (21%) che pi
energia elettrica per far fi
macchine dì produzióne, acqs
rifiuti (25%).
Lo stabilimento tratta anche il mab
"secco" che avrete gettato negl'
sacchetti normali, sottraendo l[u
vengono valorizzati i metalli
separandoli; mentre una parte,
combustibile (CDR: 23%) da cui
energia.
Ma é easewztote jg-ggli
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La proposta funziona se i citta
loro, dividono i rifiuti: la
differenziate classiche da una
dell'altra la nuova raccolta dell
separato dal Secco, con il
Grazie per il vostro impegnoi
fiRw
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m mmèf nm—>
[800-8D8055| roccolto coinodo che inizia da casa vostra: utilizz
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18 NOVEMBRE 2002
Pagina Dei Lettori
PAG. 15 RIFORMA
Due riflessioni sul convegno della Fdei Sicilia a Adelfia
Le donne, la Bibbia e il Corano
deua AiionA
Potrei dividere la mia
considerazione del convegno Fdei Sicilia in due
aspetti, quelli negativi e quel¡ipositivi. Gli aspetti negativi
passano dalla constatazione
L anche aH’interno delle
nostre chiese serpeggi il razzismo come paura di essere
fagocitati dallo straniero, una
naura di perdere la propria
identità soprattutto religiosa.
Quindi si arriva al punto di
avere timore di essere assimdati e inglobati da una cultuia a tal punto da non poter
mente è stato il culto proposto dalle sorelle della chiesa
battista di Lentini, che hanno
centrato la predicazione sul
tema daH’immigrazione partendo dal testo di Ruth. Da un
lato l’immigrazione è amara,
perché molti viaggi della speranza finiscono in tragedia,
come quella avvenuta proprio
a Scoglitti. Ma dal racconto di
Naomi e Ruth emerge che
dall’amarezza di Naomi (che
ha perso il marito e i figli) nasce la dolcezza di una nuova
vita, di un nuovo inizio, grazie
a Ruth la moabita che lascia la
sua terra per seguirla e che le
darà una discendenza.
Per concludere gli aspetti
positivi, non posso non menzionare la cucina di Lillo Licata, che con grande passione e arte ci ha deliziate con i
suoi piatti e la speciale spaghettata di mezzanotte.
piu
testimoniare la propria
fede. È emersa, da parte di
qualcuna, una certa difficoltà
a capire la differenza tra proselitismo e testimonianza, e
questo è un fenomeno inquietante perché dimostra la
difficoltà ad accettare il «diverso da me», dimostra la difficoltà ad accettare la diversità come dono arricchente,
sostituito dal sottile desiderio
del «tu come me».
Gli aspetti positivi invece
sono stati la riscoperta che
l’Islam è un mondo talmente
variegato e non un blocco
monolitico e contiene, al suo
interno, molte più correnti e
divisioni del cristianesimo,
con conseguenti posizioni di
chiusura o apertura totale.
Positivo è stato Rapprendere
dalla viva voce di una donna
musulmana che la realtà delle
donne non è sempre quella
che ci viene presentata dai
mass media, così come il Corano può essere manipolato a
proprio uso e consumo come
la Bibbia. Significativo è stato
il lavoro di gruppo proposto
per la domenica mattina; si
trattava di trovare nei versi
delle Sure delle analogie con i
versetti della Bibbia. Da questo lavoro è emerso che 11 Corano e la Bibbia hanno molto
in comune, tenendo anche
conto del fatto che il Corano
è stato scritto circa 700 anni
dopo la venuta di Cristo.
Molto partecipato spiritual
Siamo state rinforzate
nella comunione
CRISTINA PI PASQUALE
Nuovi indirizzi
Il prof. Fulvio Ferrario coinunica il proprio indirizzo:
via Pietro Cossa 42, 00193 Roma; tei. 06-3219729; e-mall:
Mvioferrario @tiscali.it
La pastora Lidia Maggi comunica il proprio nuovo inaitiKo: via Lodino 8, 26900
«Idi; tei. 0371-67089.
HO preso parte al convegno che si è tenuto ad
Adelfia il 28-29 settembre. Il
tema del convegno era: «Le
donne e l’Islam: un dialogo,
un confronto». A volte mi
chiedo se molte donne della
nostra Sicilia non riescono a
uscire dal guscio delle proprie case. Questa volta, con
mia grande meraviglia, c’era
un hel gruppo di 29 donne,
anche se mancavano diverse
rappresentanti di altre chiese
che sarebbero potute venire.
È stata letta parte del Corano che riguarda la donna e
abbiamo potuto constatare
alcune affinità da ambo le
parti. Quindi abbiamo dedotto che è possibile un confronto cpn le donne musulmane. Come ha detto la relatrice Beatrice Grill: non tutte
le nazioni musulmane sono
tradizionaliste, per esempio
non lo sono il Libano e la Tunisia. Abbiamo avuto anche
una relatrice tunisina di no
me Fathija che, essendosi
sposata con un musulmano
tradizionalista che voleva
una moglie casalinga, da
donna coraggiosa si è rihellata divorziando, e adesso si
prodiga a favore delle pari
opportunità per le donne
musulmane.
C’è stata molta partecipazione nelle discussioni e tutte
abbiamo auspicato che i musulmani, attraverso l'emigrazione, possano, rientrando
nei loro paesi, come del resto
è avvenuto nella nostra Sicilia
e nel nostro paese, contribuire a tale apertura. Naturalmente ci vorranno diversi anni. Anche qui a Riesi 50 anni
fa non si pensava come in
questi tempi. Infine il culto
tenuto dalle sorelle delle chiesa di Lentini è stato costruttivo, su Rut 1, 22 e 4, 13-18, con
la predicazione sulla figura di
Naomi. Tutte noi ci siamo
commosse. Veramente il Signore è stato in mezzo a noi e
ci ha rinforzate nello Spirito
di comunione fraterna.
POSTA
Una vita
di fede e musica
Domenica 6 ottobre, mentre era intenta ad accoi^pagnare i canti comunitari nella
chiesa di La Spezia, una prestazione appassionata durata
tutta una vita di moglie di pastore, un improvviso malore
ci ha portato via una sorella
cui eravamo rimasti tutti legati nonostante la sterminata
distanza geografica (Bari-La
Spezia) messasi tra noi all’indomani della emeritazione
del pastore Michele Sinigaglia, che l’ha allontanata da
noi dopo sei anni di ministero. Sia pure all’interno di una
coppia pastorale coesa e solidale in cui ciascuno portava e
scambiava i propri carismi,
Anna è stata una presenza
forte, incisiva, autonomamente dispiegantesi in vari
campi della testimonianza
evangelica: dalla scuola domenicale al Consiglio di chiesa all’attività femminile. Ma il
suo campo di elezione era la
musica e in particolare il canto, in cui si distingueva la sua
bella voce di soprano trasmessa in preziosa eredità alla figlia «Upa», la più piccola
di una inconsuetamente numerosa nidiata di sette figli.
E questo dono ha saputo
trasfondere pienamente nella
creazione e nella guida del coro ecumenico, che ancora oggi continua a dare la sua testimonianza nella città di Bari e
ovunque si presenti una occasione di condivisione intercomunitaria. I tempi eroici del
gruppo originario, alimentato
per due terzi da una piccola
parrocchia proletaria del borgo antico animata da autentico spirito conciliare e per il
terzo restante da evangelici di
varia provenienza, tutti pieni
di buona volontà e galvanizzati dall’entusiasmo di Anna,
anche se non sempre perfettamente intonati, sono passati. In effetti, il coro ha registrato, dopo la sua partenza
per La Spezia, un forte accrescimento numerico e una diversificazione di provenienze
culturali oltre che un ampliamento e specializzazione del
repertorio sotto la guida di
Bepi Speranza, un musicista
di razza che la stessa Anna
aveva designato come successore. Tuttavia il clima di spensierata amatorialità e al tempo stesso di forte tensione
spirituale, assieme alle relazioni di amicizia con e tra tutti i componenti che aveva saputo tessere anche grazie alla
Fcei - Commissione
Qlobaiizzazione e ambiente
PERCORSI BIBLICI
D Pec dei credenti la conoscenza di fatti e di
alla traduce in un confronto con la parola di Dio,
ricerca della vocazione che il Signore rivolge alla sua
g ^ specificità del tempo presente. La predicazione
percorsi di studio biblico, in cui esaminare concetti come
P^t:e, la mansuetudine, l’agape e l’idolatria,
^nno costituire il punto di partenza del confronto».
dell * j!°^^^®rito Le chiese e la globalizzazione del Sinodo
® chiese valdeci o ,Iì»i nnnit
Al- 'raldesi e metodiste del 2001).
'ne di agevolare
hPQ . -o—lo-c II confronto con la parola di Dio a
distr ^concernenti l’ingiustizia economica e la
e dell’ambiente, la Commissione «Globalizzazione
estivomesso insieme, a titolo esemplifiW, ^ percorsi biblici su passi dell’Antico e del Nuovo
'^^«mento.
ttiente ' offriamo possono essere utilizzati singolardotti d° co’^onitari, con
Una 0 ° pastori, come supporto e spunto per
La se"^ Predicazioni, per la riflessione individuale,
ehiested^ f *^'^^ribuita gratuitamente solo via e-mail. Ri'----copie vanno indirizzate a glam@fcei.it
via Principe Tomaso, 1
Torino - tei. 011-6689804
fax 6504394
http://www.arpnet.lt/-valde8e/claudian.htin
FONDAZIONE EVANGELICA BETANIA
OSPEDALE EVANGELICO VILLA BETANIA
PONTICELLI- NAPOLI
Nell'ambito di un programma di riorganizzazione apicale
dell'Ospedale evangelico Villa Befania, il Comitato direttivo del
la Fondazione evangelica Betania ha deliberato l'istituzione
della figura del
DIREHORE GENERALE
ai sensi del Decreto legislativo n. 502/92 e successive modificazioni e integrazioni.
Gli aspiranti, ai sensi dell'art. 3 bis del Decreto legislativo num.
229/99, dovranno essere in possesso dei seguenti requisiti:
1) Diploma di laurea.
2) Esperienza almeno quinquennale di direzione amministrativa, tecnica o sanitaria in enti, aziende, strutture pubbliche o pri
vate, in posizione dirigenziale apicale, con autonomia gestionale e diretta responsabilità suK'utilizzo delle
risorse umane,
tecniche e finanziarie.
Costituirà titolo preferenziale l'attività svolta nel settore sanitario
e, specificatamente, nell'area dell'ospedalità classificato.
Qualora la selezione di cui sopra dovesse dare esito negativo,
la Fondazione, ai sensi dell'art. 2, comma cinque, del Regolamento organico, si riserva la facoltà di attribuire le funzioni di
Direttore generale a un membro facente parte delle chiese fondatrici, anche se non in possesso dei requisiti specifici previsti
dalla vigente normativa.
Il Comitato direttivo esaminerà i curricula dei candidati, che dovranno pervenire alla sede della Fondazione, a mezzo raccomandato con avviso di ricevimento, entro e non oltre la dato del
15/04/2003; farà fede, a tal fine, il timbro dell'ufficio postale
apposto sulla busto preaffrancato.
Inoltre, le domande dovranno contenere l'autorizzazione al trattamento dei dati personali, ai sensi della legge n. 675/96.
sua incontenibile comunicatività, restano nel ricordo di
tutti come qualcosa di difficilmente ripetibile.
Oggi, ancora increduli e attoniti per una perdita immatura e non annunciata, riusciamo a pensare ad Anna,
questa signora torinese minuta e leggiadra approdata
senza snobismo nel capoluogo pugliese, di cui invece era
originario Michele, e che si
era fatta amare per la sua
schiettezza e gioia di vivere,
con la gratitudine a Dio per
un dono ricevuto e con l’idea
che forse lassù sarà chiamata
a dirigere un coro d’angeli.
Nicola Pantaleo - Bari
Un esempio
per tutti noi
Vera Velluto-Tormo
Politica
e prostituzione
La nuova legge sulla prostituzione, che dovrebbe essere
discussa in Consiglio dei ministri, sta ritardando il proprio iter a causa di alcune
norme che, se approvate dal
Parlamento nella forma attuale, la renderebbe non solo
troppo maschilista, o moralista, 0 puritana, ma anche antiumana e anticostituzionale.
E poiché i politici di ambo i
poli sono sensibili alla pubblica opinione, e le discussioni pubbliche e private sull’argomento non mancheranno,
sarà opportuno ricordare ai
«crociati del crocifisso», ai
cantori dell’orgoglio padano
e cristiano (?!), a un certo clero fautore di petizioni per difendere la fede cattolica da
eretici e islamici, ma soprattutto a noi tutti, che nella
Bibbia, nel Nuovo Testamento, siamo invitati a scegliere
come esempio di vita vissuta
nella fede non solo Abramo,
Isacco, Mosè, Giosuè, ma anche Raab, la prostituta, e Jefte, figlio di una prostituta che
divenne non solo un condottiero ma anche giudice (una
sorta di primo ministro) del
popolo d’Israele (Ebrei 11).
Senza dimenticare l’ammonimento di Gesù agli arroganti bigotti del suo tempo:
«Io vi dico in verità che i pubblici peccatori e le prostitute
vanno davanti a voi nel Regno del cieli» (Matteo 21,32).
Giovanni L. Giudici
Mestre
^ulto
'^aolìo
abbonamenti
interno euro 5,00
estero euro 10,00
sostenitore euro 10,00
Se non avete ancora rinnovato
il vostro abbonamento, vi chiediamo di farlo con sollecitudine: . Grazie!
Versamenti sul conto corrente
postale n. 46611000 intestato
a: «CULTO RADIO», via Firenze 38, 00184 Roma.
Missione per
i non vedenti
Apprendo da Riforma della
dipartita di Anna Sinigaglia e
mi tornano in mente i tanti
momenti trascorsi nella sua
casa di Bari, spesso ospite
della sua tavola, a discutere e
a formulare progetti, lei battista, io valdese, per l’ampliamento del lavoro federativo
nell’ambito delle rispettive
chiese. Recita un versetto:
«Sii d’esempio ai credenti» e
Anna lo è stata un esempio di
fede, di generosità, di disponibilità, di accoglienza fraterna, di dedizione alla causa
dell’Evangelo, di impegno
profuso per il superamento
degli assurdi sbarramenti denominazionali. Grazie, Anna,
«buono e fedele servitore»,
grazie per averci dato tanto.
Christian Blind Mission
(Cbm) è un’organizzazione
internazionale cristiana interconfessionale senza scopo di
lucro che si occupa delle persone con problemi alla vista,
dei non vedenti e dei disabili
fisici e mentali nei paesi in via
di sviluppo, senza distinzione
di nazionalità, razza, sesso e
religione. Il lavoro di Cbm si
basa sull’assistenza medica,
intesa come prevenzione e
cura della cecità, così come
sulla riabilitazione, educazione e formazione professionale dei disabili per una loro integrazione nella società.
L’organizzazione nasce nel
1908, dall’opera di un pastore
tedesco, Ernst I. Christoffel;
nel 1989 l’Organizzazione,
mondiale della sanità riconosce ufficialmente Cbm come
«Organizzazione professionale nella prevenzione della cecità». L’opera di Cbm nel 2001
è stata finanziata da oltre un
milione di donatori nel mondo e solo il 5% dei finanziamenti deriva da contributi governativi. Cinque sono le
principali malattie della vista
che gli operatori di Cbm devono affrontare ogni giorno:
cataratta, tracoma, onconcerosi, avitaminosi A, glaucoma.
Nel 2001 Cbm ha soccorso
10.390.910 di persone nel
mondo. Tra queste: 9.961.480
affette da problemi alla vista,
di cui: 1.267.850 persone affette da cataratta; 492.814
persone affette da tracoma;
2.722.240 persone colpite da
onconcerosi; 60.930 affetti da
xeroftalmia; 429.240 circa le
operazioni di cataratta effettuate; 352.620 le altre operazioni agli occhi. Cbm sostiene
1.032 progetti in 110 paesi attraverso l’aiuto di 116 specialisti e 10.000 collaboratori.
Per maggiori informazioni:
Cbm Italia, piazza Santa Maria Beltrade 2, 20123 Milano;
tei. 02-72093670; fax: 0272093672; e-mail: cbm.it@tin.
it. Per le vostre donazioni c/c
postale 13542261; c/bancario
2926-Abi 03512-Cab 01610
Credito artigiano, piazza San
Fedele 4, Milano.
Errore storico
Lunedì 21 ottobre, alla trasmissione televisiva Novecento condotta da Pippo Bando, parlando del rapporto fra
Pio XII e gli ebrei, una suora
tedesca ha commesso un
madornale errore storico. Ha
detto infatti che in Germania
durante la dittatura di Hitler
anche i protestanti erano allineati alla dittatura stessa.
Senza dilungarmi vorrei ricordare alla suora che Dietrich Bonhoeffer è stato ucciso
per ordine di Hitler: questo
martire della resistenza contro la dittatura non era forse
protestante e tedesco?
Erminio Podestà - Genova
PARTECIPAZIONI
RINGRAZIAMENTO
I Signore ha chiamato a Sé
Laura Bounous
I figli Miriam e Marco, ia mamma Lidia, ii papà Ugo, il fratello
Gino ringraziano tutti coloro che
sono stati d’aiuto e di conforto durante la malattia della loro cara.
Un grazie particolare ai pastori
Deodato, Platone, Pons e Ricca.
Torino, 16 ottobre 2002
«lo so in chi ho creduto»
Il Timoteo 1,12
È mancato
Mario Petrosillo
I familiari lo annunciano a tutti
quelli che lo hanno conosciuto e
amato.
Taranto, 29 ottobre 2002
i necrologi si accettano
entro le ore 9 del lunedì
16
PAG. 16 RIFORMA
Villaggio Globale
VENERDÌ 8 NOVEMBRE 200}
L'iniziativa in atto a Palermo è gestita daH'Assodazione «Il pellegrino della terra»
Un progetto 8%o contro la prostituzione
Il lavoro è iniziato con un percorso di evangelizzazione porto a porta tra gli africani
, dello città. I primi contatti con le donne sono avvenuti attraverso gli incontri di preghiera
MANFREDO PAVONI CAY
IN un clima da caccia alle
streghe, in cui sempre più
frequentemente i cittadini
immigrati vengono usati per
creare immotivati allarmismi
e per campagne xenofobe in
nome della sicurezza, così da
soddisfare i più bassi istinti
di un elettorato conservatore,
il progetto Otto per mille che
vi presentiamo è un piccolo
segnale di speranza, di cultura e di accoglienza. L’associazione «Il pellegrino della terra», diretta dal pastore Vivian
Wiwoloku, ha come obiettivo
il recupero e Tinserimento di
ragazze nigeriane e ganaensi
residenti a Palermo, indotte
per motivi economici e sessisti alla prostimzione.
L'avvio del progetto
Questo difficile lavoro è
iniziato con un percorso di
evangelizzazione porta a porta tra gli africani. Durante gli
incontri di preghiera in gruppi familiari è stato possibile
avere i primi contatti con
queste ragazze. In questi momenti di preghiera, le ragazze
leggevano la Bibbia, in particolare i salmi 91 e 121, chiedendo protezione a Dio prima di uscire sulla strada. Durante questi incontri si è ap
Errata corrige
Nell’ultimo articolo sui progetti Otto per mille della Chiesa valdese in America Latina
(vedi Riforma n. 36 del 20 settembre 2002, p. 16), l’autore
Manfredo Pavoni Gay è incorso in un errore: le località di
cui parla l’articolo non si trovano in Uruguay bensì in Argentina. In particolare, la Colonia San Gustavo che coordina i progetti di auto-organizzazione dei contadini, si trova
nella Provincia di Entre Ríos,
in Argentina. Ce ne scusiamo
con i lettori e gli interessati.
preso che le ragazze sono
state costrette a fare questo
lavoro che le avvolge in una
spirale di ricatti, debiti contratti, e l’obbligo di pagare cifre enormi per il loro riscatto.
Queste ragazze provengono
da famiglie povere e dunque
più esposte di fronte alle organizzazioni criminali che
con lusinghe e promesse di
un lavoro redditizio in Italia,
iniziano a esercitare una forte pressione psicologica, praticando riti vudù e stregoneria, e sovente minacciando di
morte i familiari.
Spesso la paura di ritorsioni lega le vittime ai loro persecutori e impedisce loro di
rivolgersi alla polizia, anche
dopo il pagamento del riscatto. Per questo l’associazione
collabora con un piccolo negozio a Palermo dove si vendono prodotti africani importati dalla Nigeria mediante l’Associazione «Our Hope
of Joy». L’associazione di
donne promuove la produzione agricola in Africa per
aiutare le famiglie più povere
di contadini costrette ad allontanare da case le ragazze
per mandarle in Europa dove
incontreranno un futuro certo: la strada.
Il negozio
Il negozio attualmente funge da centro di ascolto per le
ragazze che cercano di liberarsi dalla schiavitù della prostituzione. In questo contesto
è fondamentale che le ragazze abbiano la possibilità di
incontrare persone del loro
paese con le quali poter parlare, confidarsi e sfogarsi. Il
primo periodo, della durata
circa di tre mesi, che segna il
distacco delle ragazze dal
mondo della prostituzione,
rappresenta una fase delicata
nel loro processo di liberazione. In questa fase, l’Associazione «Il Pellegrino della
terra» si impegna nel difficile
lavoro di protezione delle ragazze, attraverso una pratica
di solidarietà che mette loro a
disposizione, vitto e alloggio
in seguito risorse per repe
rire loro un lavoro.
È stato preparato dal ministro dell'Interno Nicolas Sarkozy
Federazione protestante di Francia: no
al progetto di legge contro gli zingari
La Federazione protestante di Francia (Fpf), di cui fa
parte la Missione evangelica
zigana, è preoccupata dalla
situazione in cui si trovano
questi nomadi. II governo
francese sta elaborando infatti un progetto di legge di
sicurezza interna che comprende pene di detenzione e
multe per reprimere la sosta
di carovane in luoghi non
autorizzati. «Questo progetto
di legge % scandaloso. Significa esclusione. Tramite questo si vuole semplicemente
costringere gli zingari a sedentarizzarsi e a scomparire», ha dichiarato ai giornalisti il pastore Christian D’
Hont, della Missione evangelica zigana e responsabile
dell’Associazione sociale nazionale e internazionale zigana evangelica (Asnite).
Membro della Fpf, la Missione evangelica zigana rivendica 150.000 membri battezzati e coinvolgerebbe almeno 200.000 persone. Essa
è ampiamente maggioritaria
fra i nomadi il cui numero in
Francia viene valutato tra
300.000 e 350.000 persone.
Da una trentina d’anni, il
protestantesimo «evangelical» è molto attivo in questi
ambienti, e organizza importanti missioni di evangelizzazione. Elaborato dal mi
nistro dell’Interno, Nicolas
Sarkozy, il progetto di le^e
sulla sicurezza interna instaura una maggiore repressione contro la prostituzione, l’accattonaggio, i nomadi
e gli squatter. Partiti e sindacati di sinistra, nonché numerose associazioni, sono
molto critici nei confronti di
queste disposizioni di legge
che qualificano come «guerra contro i poveri».
Il pastore Jean-Arnold de
Clermont, presidente della
Fpf, è stato ricevuto il 24 ottobre scorso dal primo ministro Jean-Pierre Raffarin per
affrontare in particolare la
questione del nomadismo.
«Anche se il testo di legge è
stato rivisto in un senso positivo dopo contatti con il ministero deirinterno, rimaniamo preoccupati», ha dichiarato il presidente della Fpf
dopo rincontro. Riunito a
metà ottobre, il Consiglio nazionale della Fpf ha chiesto
in particolare di ritirare l’articolo della legge di sicurezza
interna riguardante i nomadi
e la nomina di un delegato
interministeriale responsabile del dossier sugli zigani. «La
Fpf sarà molto attenta ai dibattiti che si fanno sulla questione dei nomadi affinché
non si sviluppino posizioni
che a volte sono di stampo
razzista», afferma un comunicato diffuso al termine del
Consiglio nazionale.
La scolarizzazione dei bambini è uno dei problemi cruciali a cui sono attualmente
confrontati i nomadi. «È praticamente impossibile che i
nostri figli siano scolarizzati
per via delle limitazioni imposte alla sosta delle carovane», spiega Christian D’Hont.
Una delegazione della Missione evangelica zigana sarà
ricevuta l’8 novembre dal ministro deirinterno. Essa intende sottomettergli proposte per tentare di risolvere in
particolare lo spinoso problema dei terreni accessibili
alla sosta delle carovane. La
Missione evangelica zigana è
particolarmente confrontata
a questa difficoltà. Ogni anno, da maggio a novembre,
essa organizza in tutta la
Francia missioni di evangelizzazione che riuniscono da
200 a 500 persone. Questi raduni si svolgono molto spesso all’interno di accampamenti «selvaggi» di diverse
decine di carovane, povocando molti conflitti con le
autorità locali. (eni)
L'assistenza sanitaria
Una seconda fase di questa attività di sostegno per
uscire dal giogo della tratta è
caratterizzata dall’accompagnamento e assistenza sanitaria anche grazie a una rete
di collaborazioni con le Asl
locali. L’accesso alle strutture
sanitarie da parte di immigrati irregolari e in particolare delle donne africane non è
affatto scontato. L’incomprensione della lingua e la
grande diversità delle culture
ha sovente costituito una difficoltà rilevante. In questo
senso risulta fondamentale la
presenza di una figura di una
mediatrice socio sanitaria
che favorisca il dialogo tra
paziente e medico.
Il centro culturale
Un altro obiettivo dell’attività dell’Associazione è l’apertura di un Centro culturale
collocato nel cuore di Palermo in un territorio sempre
più caratterizzato da una cospicua presenza multiculturale. Il Centro culturale funzionerà nella fascia della mattina, come patronato del lavoro
per cittadini immigrati e come centro di ascolto per le
donne africane più esposte al
pericolo della prostituzione.
Nella fascia pomeridiana, l’attività del centro sarà dedicata
all’educazione e allo scambio
interculturale. L’Associazione
prevede la costruzione di percorsi educativi attraverso l’ausilio di videocassette, strumenti musicali, teatro, rivolti
alla cittadinanza e alle scuole
della città di Palermo.
Quest’ultima attività prevede l’impiego di due animatori culturali italiani e di due
ragazze africane uscite dalla
esperienza della prostituzione. Le ragazze seguiranno un
corso di formazione professionale finalizzato all’utilizzo
di strumenti didattici che favoriscano la buona riuscita
dell’attività. Nella fascia serale il locale diventerà un
luogo di aggregazione per
giovani attraverso l’organizzazione di un’attività di ristoro che permetta la conoscenza della cultura e della
cucina africana, un’attività
musicale e di intrattenimento. Anche per questa attività
l’Associazione prevede l’inserimento di due ragazze
uscite dalla prostituzione
che avevano già maturato al
loro paese una esperienza
nel settore della ristorazione.
i Bologna: Convenzione sul diritto d'asilo,
In Italia un «clamoroso
vuoto politico e normativo»
Lo scorso 12 ottobre si è tenuta a Bologna la prima Convenzione nazionale sul diritto
di asilo in Italia. Promossa dal
Consorzio italiano di solidarietà (Ics) con il patrocinio
della Regione Emilia Romagna, la Convenzione ha avuto
una grande partecipazione di
associazioni, enti locali, rappresentanti di chiese, organizzazioni internazionali e
sindacati (oltre 250 partecipanti con oltre 100 organismi
presenti) e ha costituito il primo passo per costruire una
sede comune di discussione
sul diritto di asilo, tema fortemente intrecciato a quello dei
diritti umani, dei migranti e
del traffico di esseri umani.
«È statò ampiamente sottolineato il clamoroso vuoto
politico e normativo dell’Italia, attualmente l’unico tra gli
stati dell’Unione europea a
non aver ancora adottato una
legge organica in materia di
asilo, nonostante tale diritto
sia inserito tra i principi fondamentali della nostra Costituzione», spiega Franca Di
Lecce, che ha rappresentato
il Servizio rifugiati e migranti
della Federazione delle chiese evangeliche (Srm-Fcei).
Inoltre le disposizioni sul diritto d’asilo contenute nella
nuova normativa in materia
di immigrazione, la cosiddetta Bossi-Fini, confermano il
prevalere di misure di controllo e di repressione su
quelle della tutela dei diritti e
l’affermazione preoccupante
di una logica di svuotamento
di significato dei diritti umani fondamentali.
«Il diritto di asilo deve essere inserito tra i principi fonda
mentali dell futura Costituzio.;;
ne europea - ha sottolineata'
nella sua relazione introduta. ,
”1 m ■«adftrfce
U claudiana
via Principe Tomaso, 1 - Torino
tei. 011-6689804 - fax 6504394
http://www.claudiana.it
approccia
globale al fenomeno che siain
grado di saperlo leggere all’'
terno del più grande fenoi
no delle migrazioni inter™
zionali. Tale necessità di
dare un nuovo approccio noij
mira affatto a svuotare il dMi.-:,
to d’asilo dalla sua specifici
bensì mira proprio a garanti,':,
la». Uno degli strumenti è sicuramente la sensibilizzaziaii'
ne dell’opinione pubblica attraverso campagne di infot- p
mazione, l’educazione ai di-ti
ritti umani e il coinvolgimi»^
to attivo delle istituzioni
mocratiche a tutti i livelli È S
stata anche discussa la *
bilità di costituire un «
vatorio nazionale sul
d’asilo» che consenta di attuare un monitoraggio rigoío<¿
so della situazione dei ricli%
denti asilo e dei rifugiati e di '
intervenire con tempestivi^
laddove si registrino gravi situazioni di abuso.
Allo scopo di informare sul
diritto d’asilo, sulla condizi®^;
ne di richiedenti asilo e riftigiati in Italia, sulla nuova noi- ■
mativa introdotta dalla legge
Bossi-Fini e per dire «no» # ;
guerre che ogni anno costiíÉ ¡
gono centinaia di migliaia di '
persone a fuggire dai lo#
paesi, è partita proprio il 12
ottobre da Bologna una «Carovana per il diritto di asilO:«
contro tutte le guerre» che pei
circa un mese toccherà varie
tappe percorrendo l’Italia da
Nord a Sud (per informaziO^
networkasilo.ics@tin.it). ^
La carestia minaccia milioni di abitali:
Le chiese accusano
il presidente dello Zambia
Diaconia
e evangelizzazione
Dal 1995, anno in cui l’Associazione ha cominciato a
operare attraverso la pratica
di diaconia e di evangelizzazione, il numero delle ragazze
che hanno abbandonato il
marciapiede è salito a 66, anche se non tutte sono riuscite
a trovare un lavoro alternativo. Questo è il periodo più
difficile e più a rischio, per
questo è fondamentale sostenere le ragazze attraverso
contributi, borse lavoro, vitto
e alloggio. Un progetto difficile, sicuramente faticoso, ma
che ci sembra segnare l’avvento di una cultura solidale,
critica e creativa, che rappresenta una sfida alla barbarie
del razzismo delle espulsioni
di massa, e del moralismo tipico di una società che non è
più in grado di immaginare
nuove relazioni di cura e solidarietà tra gli uomini e le
donne che la abitano.
La Chiesa cattolica romana
ha accusato il presidente dello Zambia, Levy Mwanawasa,
di intimidire l’opposizione e
di minimizzare la gravità della carestia che sta minacciando milioni di abitanti del
paese e di altri paesi dell’Africa australe. «Deploriamo che
il governo non possa riconoscere che la situazione di carestia sia talmente grave che
gente sta morendo», ha scritto la Commissione cattolica
«Giustizia e pace» in una dichiarazione pubblicata l’8 ottobre scorso. Nei primi giorni
di ottobre, il presidente zambiano ha ordinato l’arresto di
Vitalis Mooya, rappresentante in Parlamento di un gruppo di opposizione (Partito
unito per lo sviluppo nazionale) che aveva annunciato
che tre persone erano morte
di fame nella sua circoscrizione di Monze Moomba, nel
Sud dello Zambia.
Secondo il presidente Mwanawasa, che afferma che il
suo governo non ha ricevuto
alcuna informazione ufficiale
a questo riguardo, le dichiarazioni di Vitalis Mooya hanno «allarmato» il paese. Recentemente, il presidente
aveva fatto notare che la situazione di carestia nel paese
era stata esagerata dalla comunità internazionale. L’avvertimento di Mooya è stato
ripreso da un giornale zambiano, The Post. «Vi dico che
la situazione è terribile e che
bisogna aspettarsi altri morti.
La carestia progredisce e fa
vittime. Dobbiamo agire immediatamente». A Lusaka, la
polizia ha proceduto a un
lungo interrogatorio di Vitalis
Mooya, in seguito al quale
egli è stato liberato, ha detto
il suo avvocato, Sakwiba
ta; ma Mooya ha mantelli
le sue dichiarazioni e peiw .
rificarne l’esattezza, ha ctóH
sto alla polizia di proceu^
all’esumazione dei corpi i
Diversi paesi dell’Africa»^
strale stanno attraversan!^
un periodo di carestia,®
parte dovuto alla scarsw®
piogge. Il paese più colpita
lo Zimbabwe dove oltre 1»
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