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I.
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Anno 114 - N. 8
25 febbraio 1977 - L. 150
BIBLIOTECA VALDESE
10066 TORRE FELL ICE
Spedizione in abbonamento postale
I Gruppo /7C
delle valli valdesi
MARZO: DOMENICA DELLA FEDERAZIONE GIOVANILE EVANGELICA ITALIANA g
Le nostre comunità non sono in crisi
ma sotto il giudizio della parola di Dio
carnefice
Per chiarire le varie proposte di chiesa presenti nel protestantesimo italiano si impone il confronto con i testi evangelici a partire dalla prassi di Gesù
La Federazione giovanile evangelica italiana è uscita rafforzata dal suo IV Congresso di S. Severa (5-8 dicembre 1976). È stato un congresso che ha permesso quella verifica della realtà
della FGEI su cui si nutrivano
non pochi dubbi. La carta di
identità che ne è emersa ha
smentito molte preoccupazioni,
che erano le nostre, sulla consistenza sia numerica sia di contenuto del movimento giovanile
evangelico federato: una larga
partecipazione dei gruppi, molti
giovanissimi, interventi maturi.
Tutto sommato la FGEI gode
buona salute. Non mancano certo le difficoltà, soprattutto non
mancano gli interrogativi, ma
neppure le prospettive ed una
buona speranza per il lavoro dì
testimonianza che ci vede impegnati, Il Signore non si è ritirato dalla storia, la sua parola non
tace e anche a noi è dato di
ascoltarla e di viverla.
Si è sottolineato, negli anni
passati, e giustamente, che la
FGEI non si pone come linea di
lavoro settoriale, giovanile, verso le comunità, ma come proposta di vita evangelica aperta alle
chiese, che intende coinvolgere
nella ricerca, negli sforzi che si
\'orrebbero sempre più comuni.
Ora, se molte comunità sono
spesso sorde a questa proposta,
è anche vero che non sempre la
FGEI ha saputo essere sufficientemente chiara nelle sue proposte, non sempre ha avuto la costanza di insistere, di ripetere
ciò che riteneva essenziale. È più
facile essere rinunciatari.
Ma c’è almeno un punto che è
oggi al centro della riflessione
delle nostre comunità e sul quale vi è poca chiarezza anche nella FGEI: la chiesa. Lo abbiamo
notalo a Bari nell’assemblea
della Federazione delle chiese
evangeliche: lo si è visto al sinodo valdese quando i promotori della TEV sostenevano con
grande sicurezza che l'impegno
politico della chiesa oggi veniva
a « modificare il concetto scritturale di chiesa ». E il sinodo
stesso, in un suo o.d.g. indica la
chiesa come « casa di tutti ». Che
cosa si vuol dire con questa
espressione?
una comune linea di impegno e
di testimonianza. Non tanto una
« ecclesiola in ecclesia », ma una
« ecclesiola » in mezzo alla realtà delle lotte del proletariato.
Qui non si gioca sulle formule,
sulle definizioni di quel che deve essere la chiesa; si cerca di
vivere la chiesa in una determinata realtà, che condiziona e
precisa la propria vita e testimonianza.
È in questa prospettiva che
si deve intendere l’affermazione
che è anche polemica: al centro
della nostra testimonianza c’è il
proletariato, non la chiesa. Che
cosa si vuol dire con questa sottolineatura (perché si tratta di
sottolineatura)? Io penso che
per chiarire si potrebbe dire anche così: il punto di riferimento
centrale, la linea di tendenza
della nostra testimonianza va
verso il popolo di Dio e non verso la chiesa organizzata. O ancora, è la gente nella realtà dei
suoi problemi e non il tempio
con la sua organizzazione ecclesiastica.
Un chiarimento
necessario
una parola che fa bene ad usare la sociologia, la borsa di Milano, la borghesia italiana (che
ha voluto la crisi!) ma che gli
evangelici dovrebbero abbandonare per sostituirla con un’altra: la parola giudizio. Perché è
di questo che parla il Nuovo Testamento, di giudizio e non di
crisi. Le nostre comunità e più
in generale il cristianesimo oggi
non sono in crisi, ma sotto il giudizio della parola di Dio. La I
epistola di Pietro ci ricorda che
« È arrivato il momento nel quale comincia il giudizio di Dio, ed
è il popolo di Dio ad essere giudicato per primo » (4: 17).
Noi che siamo così pronti a
riconoscerci come popolo di Dio
dovremmo perlomeno saper drizzare l’orecchio quando ci si ammonisce che il suo giudizio concerne noi innanzitutto.
Questo giudizio credo sia abbastanza visibile nella realtà delle nostre istituzioni, nel com
plesso delle nostre organizzazioni ecclesiastiche che non
riescono più a favorire rincontro
dei fratelli: sono diventate come il tempio nella parabola del
fariseo e del pubblicano; ognuno prega per sé, manca l’incontro, il dialogo, il confronto. ‘
Mentre il concetto di chiesa
nel Nuovo Testamento esprime
il movimento di chi è tirato fuori
da una situazione di ignoranza
di Dio e del prossimo per una
vita nuova, noi ne abbiamo desunto un secondo movimento:
quello del tirare dentro i fratelli nella realtà del tempio e dell’organizzazione della chiesa. Qui
sta almeno uno dei motivi di
fondo del superamento delle nostre strutture ecclesiastiche protestanti che hanno avuto come
« Allora si turarono le orecchie e gridarono a gran voce; poi
si scagliarono tutti insieme contro Stefano, lo trascinarono fuori città per ucciderlo a sassate.
I testimoni deposero i loro mantelli presso un giovane, un certo Saulo, perché li custodisse ».,
(Atti 7: 57)
Ermanno Genre
Segretario nazionale FGEI
( contìnua a pag. 8)
Non crisi ma giudizio
E questo ci porta a chiarire
un secondo punto. Non è evangelicamente corretto usare la
parola « crisi » per fotografare
la situazione della nostra fede
oggi. Quando diciamo « crisi »
ripetiamo semplicemente un termine tecnico che individua la situazione economica, politica e
religiosa della nostra società; è
Contro la tortura
Una documentazione sulle iniziative in
corso contro « il cancro dell’umanità » —
1977: L’anno del prigioniero politico promosso da Amnesty International — La
proposta di un organismo internazionale
controllo attualmente dibattuta in
Svizzera. A pagina 5.
di
Si prepara il centenario dell’Alleanza Riformata Mondiale
Un «colloquio» chiacchierato
Il nostro giornale aveva dato
a suo tempo la notizia che la
grande Assemblea generale dell’Alleanza Riformata Mondiale,
che si doveva tenere per il centenario dell’Alleanza, era stata
cancellata soprattutto per motivi finanziari e sostituita da uri
« Colloquio del centenario » di
ben più modeste dimensioni.
Il Nuovo Testamento quando
parla della chiesa, cioè della comunità che confessa Gesù come
Signore e Salvatore non conosce
questa definizione di chiesa come « casa di tutti ». Ci si deve
chiedere se non siano per ca.so
queste definizioni che non hanno
un riscontro nei testi evangelici
a modificare il significato neotestamentario della chiesa. Si
può infatti leggere in quella
espressione una definizione interclassista, borghese, della chiesa che può certo accontentare
molti, rappresentare un armistizio, ma che invece di chiarire
aumenta la confusione.
Una mancanza di chiarezza
Tabbiamo riscontrata anche a
S. Severa: da una visione abbastanza calvinista di chiesa fino
ad una comprensione che definirei quasi di chiesa evanescente,
che non ha più contorni, cornice, è puro avvenimento. Ad una
concezione multitudinista di
chiesa si contrappongono dei
gruppi, delle piccole comunità
di fratelli che si riconoscono in
La notizia era stata salutata
come un atto di coraggio, da
Paolo Ricca che terminava il
suo articolo con questo giudizio : « Noi dobbiamo lodare il
Comitato esecutivo per la sua
decisione coraggiosa. Lodiamo
Dio che glie l’ha ispirata. ì: un
esempio di cui dovremo tener
conto. Ci sono dei lussi nella
nostra vita di chiesa e di individui di cui forse neppur ci rendiamo conto. Ad esempio : chi ci
dice che un Sinodo ogni anno
non sia un lusso? » (n. 11/21.3.75).
A questa tesi Gino Conte replicava contestando la legittimità della decisione, ravvisando
in essa una debolezza e una crisi di identità e concludendo, sull’esempio portato da Ricca:
« contesto che il nostro Sinodo
sia o possa diventare un lusso.
Può darsi che un giorno il Signore ci mutili ma non ci chiede di mutilarci da soli » (n. 13/4
aprile 1975).
Giusta o sbagliata che fosse
quella decisione, apprendiamo
ora i dettagli a proposito del
Colloquio del centenario che
già nella decisione del Comitato
esecutivo dell’ARM era indicato
come la manifestazione che a
vrebbe preso il posto dell’Assemblea generale.
La ragione della soppressione
dell’Assemblea — nota il Bollettino d’informazione protestante
francese nel dare notizia degli
sviluppi della questione — non
era stata solo finanziaria.
C’era stato il sentimento crescente che era necessario « sviluppare un nuovo stile di vita
più semplice, per rendere così,
nella società contemporanea, una
chiara testimonianza cristiana».
All’annuncio della soppressione dell’Assemblea, due anni fa,
il Comitato esecutivo aveva quindi espresso la convinzione che
di fronte alla profonda divisione che resta tra la ricchezza e
la povertà nel mondo, il dovere dell’Alleanza era di esercitare
la propria responsabilità nel
senso di una gestione con prospettive evangeliche. Il Colloquio
ristretto, che avrà luogo al posto dell’Assemblea, è considerato come «un’occasione data da
Dio per rendere grazie per la
vita e la testimonianza dell’Alleanza nel corso degli ultimi 100
anni ».
È appunto nel 1877, in Scozia
stessa, che si tenne la prima Assemblea generale, 2 anni dopo
l’organizzazione ufficiale dell’Alleanza. A quel tempo TAlleanza
si chiamava «Alleanza delle Chiese riformate del mondo intero
organizzate secondo il sistema
presbiteriano». È invece all’ultima Assemblea generale — tenutasi a Nairobi nel 1970 — che
l’organizzazione riformata vide
l’unione tra la vecchia ABM e
il Consiglio congregazionalista
internazionale. Da questa fusione è nata la nuova « Alleanza riformata mondiale (presbiteriana
e congregazionalista) ».
Il Colloquio del centenario si
terrà a St Andrews dal 22 al 28
agosto di quest’anno dietro invito di 3 Chiese membro della
Scozia (Chiesa di Scozia, Chiesa
libera unita di Scozia e Unione
congregazionalista di Scozia). Il
Colloquio sarà preceduto e seguito da una sessione del Comitato esecutivo (19-22 e 29-30) che
radunerà l’attuale comitato e il
nuovo comitato che è in corso
di elezione, secondo un procedimento inedito per cui le Chiese
membro votano per corrispondenza. Al Colloquio parteciperanno, oltre al Comitato esecutivo e ad alcuni consiglieri e ospiti, 135 partecipanti. Il tema generale sarà « La gloria di Dio e
l’avvenire dell’uomo ».
Per quanto vi sia una grande
differenza tra il carattere e le
dimensioni di questo Colloquio e
di una vera e propria Assemblea
(quella di Nairobi contava 650
delegati più altri partecipanti), le
Chiese membro sono state invitate a partecipare agli studi preparatori previsti originariamente. Due teologi indonesiani, il
prof. J.L. Abineno e il past. Odeh
Suardi, sono gli autori di una
guida agli studi biblici sul tema
del Colloquio ; il prof. Jan M.
Lochman,-presidente del dipartimento di teologia delTARM, ha
ugualmente redatto uno studio
preparatorio sul tema del Colloquio. F. G.
Stefano viene ucciso per ciò
che ha detto. Anche oggi, quante
persone vengono schiacciate —
dalla Russia al Guatemala, al
Cile, alVVruguay — per quello
che dicono, lottano e sperano!
Si, anche oggi, di fronte alla nostra indifferenza e disinformazione.
Stefano è circondato dall'odio
dei suoi inquisitori e da falsi testimoni. Saranno loro a sopprimerlo illudendosi di eliminare
(i carnefici s'illudono sempre),
sotto una montagna di pietre, il
coraggio della fede e la parola di
Cristo. Questa pagina sull'intolleranza non rinvia forse ad un'
altra? Direi a quella che parla
della Vittima che ci libera, dell'« Agnello portato allo scannatoio ». Anche Lui, come Stefano,
viene torturato dalla cecità e
dall'odio dell'uomo.
I falsi testimoni — racconta
l'autore del libro degli Atti —
prima di scatenarsi contro Stefano, prima di trasformarsi in
carnefici, vanno a posare i loro
vestiti ai piedi di Saulo, che assiste imperturbabile al breve
« program ». Noi sappiamo che
questo stesso Saulo (Paolo,
cioè), sulla via di Damasco, deporrà ai piedi di Cristo la propria vita perché — in definitiva
—Cristo opera in lui una trasformazione completa: da persecutore sanguinario a pioniere dell'evangelizzazione.
È la liberazione del boia, del
carnefice, operata dalla presenza vivente di Cristo.
Questo capovolgimento di mentalità, questa liberazione inaudita, può attuarla solo lo Spirito di Dio; ma noi possiamo annunziarla.
Bisogna che questa società
sappia che c'è un modo diverso
di vivere le relazioni tra gli uomini. Non solo, ma c'è una speranza che travalica tutte le nostre speranze ed è quella che
Cristo ci dà.
Noi, proprio perché desideriamo essere seguaci di Cristo, di
Colui che è stato torturato e
messo al palo per il rifiuto che
la società ha opposto alla verità
di Dio, possiamo lottare contro
ogni forma di violenza che limita — ad ogni latitudine — la libertà dell'uomo.
Come amici e seguaci di Colui
che dalla croce ha chiesto il perdono per i suoi aguzzini, possiamo cominciare a pregare il Signore che ci aiuti a diventare
strumenti della sua giustizia.^
Credo che l'amore che Dio ci
rivela in Cristo deve spingerci a
costruire nuovi rapporti tra noi
e spingerci a sostenere tutte le
forme che assicurino, nel nostro
mondo, il rispetto dei diritti
dell'uomo.
Un giornalista, torturato a morte a San Paolo del Brasile, ha
scritto: «Se non ci sentiamo oltraggiati e disprezzati quando
sappiamo che altre persone sono
sottoposte a delle atrocità, perdiaifto il diritto di considerarci
esseri civilizzati ». A questa affermazione vorrei aggiungere che
« perdiamo il diritto di considerarci cristiani ?> se assistiamo
passivamente ai dilagare delle
divisioni, della violenza, della
tortura e delle sofferenze nel nostro mondo.
Giuseppe Platone
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25 febbraio 1977
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CREMONA
Presso la comunità metodista
di Cremona proseguono gli incontri settimanali, di studio e dibattito biblico con la partecipazione anche di giovani non evangelici, i quali sono vivamente interessati ai problemi che emergono da una lettura deiravangelo in stretto rapporto alla vita attuale.
Mensilmente tali incontri sono
estesi ancor più ampiamente a
« gruppi di base » cattolici e si
svolgono in una forma franca e
aperta nel reciproco confronto
alla luce dell’Evangelo.
In occasione della tradizionale
« Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani », la comunità
metodista cremonese ha ritenuto di astenersi da qualsiasi iniziativa promossa dalla chiesa
cattolica « ufficiale ». Non è mancata, tuttavia, l’opportunità di
affrontare il problema della unità dei cristiani durante rincontro comunitario di giovedì 27
gennaio avvenuto — come di consueto — nella sala metodista.
Nell’introdurre il dibattito, il
pastore Giuseppe Anziani ha
chiaramente ed energicamente
sostenuto che nello spirito dell’Evangelo non è valida alctma
unità — né quella « istituzionale » né quella « sacramentale » —
all’infuori di quella'fondata sull’amore che proviene da Dio. In
Giovanni 17: 21, Gesù non ha
pregato il Padre chiedendo « che
tutti siano una chiesa sola », bensì una « cosa sola ». Ovvero, che
tutti i cristiani siano di un cuor
solo e di un’anima sola; al di là
e al di sopra di tutti i dogmi
teologici. E questo «affinché il
mondo creda in Gesù Cristo »,
cioè affinché tutti gli uomini di
ogni razza e d’ogni religione siano affratellati dal solo vincolo
dell’amore. Ed allora — come diceva Isaia — « gli uomini trasformeranno: le loro in
strumenti di lavoro éd'ì pòpoli
non impareranno più la guerra ».
Nel programma delle iniziative
della comunità metodista cremonese Vèrso l’esterno, è prevista una conferènza pubblica su
tm tema di attualità, che sarà
tenuta nei primi pomi di marzo dal prof. Giorgio Spini. Questa manifestazione fa parte di
una serie dì attività pubbliche
che la comunità di Cremona organizza in collaborazione con
« gruppi cattolici di base» e con
movimenti ixjlitici di sinistra.
S. REMO-ALASSiO
— I culti delle festività natalizie e Capodanno hanno riunito
delle buone’assemblee. C’è stato
uno scambio di pulpito col Pastore G. Màthieu di BordigheraVallecrosia le domeniche 26 die.
e 2 genn.
— Molto gradita la visita del
Moderatore, avvenuta il 15 dicembre. Il Moderatore ha tenuto anche una conferenza sul tema : « Liberi in Cristo ».
— Sabato 15 gennàio altra conferenza. Ospite gradito il Past.
Luigi Santini, di Firenze, che ha
trattato il tema ; « L’Ecumenismo
òggi». Pubblico molto numeroso, specialmente cattolici. Il pastore Santini ha pure presieduto il culto domenica 16 gennaio.
La colletta a favore del « Gignoro » è stata un segno eloquente
dell’interesse della comunità per
le « opere » della Chiesa.
— Prosarono le riunioni settimanali di studio biblico con
un discreto numero di partecipanti, tra cui alcuni cattolici.
Leggiamo e commentiamo il libro di Isaia. Il pastore ed alcuni
membri di chiesa partecipano
alle riunioni ecumeniche di lettura della Bibbia (evangelo di
Luca), presso la parrocchia di
S. Rocco.
— Martedì sera 25 gennaio, abbiamo preso parte alla «riunione di preghiera per l’unità cristiana», tenutasi nella basilica
di S. Siro. H pastore valdese era
stato incaricato della preparazior
ne dell’ordine liturgico ed ha poi
pronunciato una breve omelia
sul testo di Rom. 5: 1-11 («La
speranza che non delude»). È
stata fatta una colletta (173.000
lire) per la stampa di 150 mila
bibbie per la chiesa ortodossa di
Romania, in difficoltà per l’approvigionamento della carta.
— In occasione dell’offerta
speciale della Claudiana (sconti
sulle sue pubblicazioni) è stato
allestito un banco di vendita nella grande sala delle attività. La
iniziativa sembra suscitare qualche modesto interesse.
— Domenica 23 gennaio, abbiamo avuto un pomeriggio comunitario nel corso del quale è
stato dibattuto il tema : « Fede
e politica». Su questo argomento — si sa — le opinioni divergono. La discussione è stata utile, per quanto un po’ confusa.
— Ad Alassio continuano gli
incontri quindicinali. Il 2° gio^
vedi del mese, studio biblico e
esercizio di canto; l’ultima domenica, culto.
— Ad Imperia culto mensile
il pomeriggio del 3“ martedì,
presieduto dal Pastore; riunione settimanale di studio biblico,
presieduta dall’anziano Ugo Tomassone.
— Le altre attività (scuola domenicale, catechismi, gruppo giovanile, unione femminile) proseguono normalmente«
« PROTESTANTESIMO » IN TV
Nella trasmissione televisiva di
domenica 20 febbraio, si è cercato
di mettere a fuoco il problema dell’identità protestante, del suo essere nella società italiana ieri ed
oggi, del suo rapporto con una realtà cattolica.
Un problema di attualità indubbiamente, ma cosi vasto nel suo
La Controriforma, infatti, è soprattutto un atto di sopraffazione
culturale che usa nel tempo metodi
diversi per imporsi. Essa è visibile
per esempio nella scuola, dice Gentiioni, attraverso la religione ufficiale che è quella cattolica e attraverso i libri di testo che presentano il cristianesimo come cattolico.
da percorrere per divenire interlocutori?
La strada che viene proposta è
quella deU’ecumenismo che si fonda sullff metodologia deU’avvicinarsi all’altro, al diverso, su un piano
paritetico.
Il metodo ecumenico si avvia allora nell’incontro con Gesù Cristo
Fra riforma e Controriforma
intrecciarsi con aspetti storici, culturali e- sociali, da risultare appena sfiorato.
Una scheda filmata sulle comunità valdesi di Calabria distrutte
dalla Controriforma del 1500, ha
introdotto lo scambio di impressioni, sulla realtà dei dissidenti e
della minoranza protestante nell’attuale situazione italiana, fra i
pastori Colucci e Comba e un esponente del dissenso cattolico, GentiIoni. Si evidenzia come le minoranze contino poco, come i protestanti
siano sconosciuti e come sia facile,
soprattutto per chi vive nella diaspora, imbattersi in chi chiède se
il protestante è im cristiano. D’altra parte quando i giornali parlano
dei senatori indipendenti di sinistra nel Parlamento italiano, si riferiscono ai cattolici, dimentichi
che T. Vinay rappresenta una realtà diversa non confondibile né assimilabile al gruppo dei senatori
cattolici.
Se vi è un accenno nei libri scolastici alle diversità fra confessioni
è per dire che esistono cristiani
diversi è non interlocutori diversi.
La stessa cosa capita per il Vangelo e per i problemi di vita sociale che hanno attinenza con esso :
la Chiesa cattolica interpreta il vangelo; poi ci sono, protestanti che
dicono la loro...
Il discorso si estende anche ai
cattolici del dissenso, che pur essendo cattolici subiscono l’emarginazione e vengono bollati come diversi, ed anche, aggiungerei, a tutti coloro che ebrei, mussulmani e
atei vivono la difficoltà di essere
presi sul serio, di essere comunque interlocutori per gli altri. La
Controriforma quindi continua. Si
parla tanto di pluralismo ma più
a parole che in sostanza e quando
dà fastidio in qualche modo deve
finire.
Vi è una soluzione a questi problemi evidenziati, c’è una strada
su un terreno di confronto fra cattolico e protestante non solo su
ciò che li unisce ma anche su ciò
che li divide. In questa direzione
è possibile precisare la propria fede, mettere tutto in diseussione,
non con l’intento di farsi reciprocamente convertire ma di convertirsi al Cristo. Questo confronto ha
come sbocco la testimonianza cristiana nel nostro tempo, confronto
che deve uscire dagli ambiti strettamente ecclesiastici per essere proiettato sul tessuto culturale e sociale
del nostro Paese. Come questo dialogo sia difficile ed ancora in embrione emerge dalla constatazione
che, al momentOj i cattolici del dissenso sono coloro che prendono
più sul serio la realtà protestante.
Il cammino si presenta quindi
lungo ed articolato e la previsione della revisione del Concordato,
mi sembra, rischia di rendere più
arduo il confronto.
Marco Armano Hugon
^ LA --SCOMPARSA DI BARTOLOMEO CASSANO
Andò per disturbare il culto...
Quando lo Spirito del Signore trasforma la vita dell’uomo
Il pastore emerito Bartolomeo Cassano è deceduto novantenne in GenovarSampierdareua mercoledì 2 fèbbraiò, ,Gon Ani scompare un altro dei^
pochi superstiti pastori dell’ex Chiesa
Metodista Episcopale italiana.
Nato a Bari nel 1886, se;licenne va
con altri alla chiesa battista per disturbarne U culto, ma resta afferrato dall’Evangelo che vi si predica. Successivamente viene a contatto con il pastore Tito Signorelli che ne cura la
formazione evangelica e culturale.
Sul giovane Cassano grava il peso
della famiglia (madre e due fratelli)
il cui capo è morto prima ancora che
l’ultimo dei figli vedesse la luce. Ma a
23. anni, nel novembre del 1909, può
iniziare il suo ministerio come « studente in teologia all’opera » ed è destinato a Mottola (TÀ) ove giunge il
giorno dopo il suo matrimonio. Nel
1912 va in Abruzzo con residenza a
Perano e, dal 1915 al 19J9 ad Aitino.
Svolge un’opera entusiastica tra non
poche difficoltà ed opposizioni, a volte anche violente. Opera benedetta
tanto che ancor oggi ne è vivo il ricordo, come ne ha avuto testimonianza
l’attuale presidente della Chiesa Metodista, past: AquUante, in una sua
recente visita a quella zona.
E’ ordinato « diacono » nel 1915 (la
Chiesa Metodista Episcopale aveva due
momenti di ordinazione ugualmente
conferibili sia a pastori che a laici) e
« anziano » nella Conferenza Annuale del novembre 1919, la prima tenuta in Trieste tornata all’Italia. ^
Quarant’anni di ministero lo conducono successivamente a Spinazzola
(con Venosa, Rapolla e Melfi),^a Catanzaro, Bassignana, Fola (dove, per
la crisi della Chiesa Metodista Episcopale che nel 1936-39 impone una
ristrutturazione dei ruoli, deve trovare un impiego civile) e, dopo la guerra, Trieste (dove antepone la cura
« volontaria » della comunità metodista alla sicurezza economica che gli darebbe il trasferimento a Genova come
impiegato comunale) e S. Marrano
(con Colosso , e Canelli).
Nel 1959, colpito da paresi ad una
gamba, si ritira a Genova-Bolzaneto
radunando in casa piccoli gruppi ai
quali annunziare la Parola. Rimasto
vedovo nel 1963 si riunisce al figlio
Ulrico a Sampierdarena e partecipa alle attività della chiesa Valdese, di
quella Battista e, saltuariamente, a
motivo della distanza, anche a quella
metodista di Sestri Ponente. Vi rinunzia soltanto nel 1974 poiché divenuto
quasi cieco e sordo, non è più in grado di uscire di casa.
Pensando a lui vlfene spontaneo il
ricordo della parola del Signore della
parabola dei talenti : « Va bene, buono e feJel servitore... entra nella gioia
del tuo Signore ». Servizio fedele è
stato il suo; condotto con semplicità ed
umiltà. Chi volesse sfogliare le annate del glorioso settimanale « L’Evan,
gelista » ci troverà molte « médifazióni » recanti la sua firma. Da esse si
vede il carattere ed il valore della sua
predicazione : semplice, piana, scevra
di artifizi oratori e di sfoggio di erudizione; ma spiritualmente profonda e
stimolante alla fede vera, quella che si
esprime nella vita di tutti i giorni.
I funerali si sono svolti il 4 febbraio nella cappella valdese di Sampier
darena condotti dal pastore battista
Massimo Romeo — in assenza del pastore Gustavo Bouchard malato — e
ha recato un messaggio anche il pastorè emerito A. Scorsonelli giunto da
Pisa. Larga è stata la partecipazione di
evangelici genovesi e di amici che
hanno testimoniato la loro fraterna solidarietà ai figli Tito, organista della
chiesa valdese di Trieste, Ulrico, predicatore laico e organista della chiesa
metodista di Sestri Ponente, Alba e Samuele (quest’ultimo in Australia).
A. S.
NOTIZIARIO EGEI
Pubblichiamo la mozione del IV Congresso
EGEI sul tema; chiesa e predicazione
Il Congresso, di fronte al problema della predicazione nel proletariato e della riforma della
chiesa, rilevato che la linea espressa nel II Congresso (1971),
non ha finora prodotto nella pratica dei gruppi delle, risposte sufficienti a consentirne una verifica; ritenendo che solo a partire
da questa pratica è possibile
precisare che cosa intendiamo
per predicazione dell’Evangelo
nel proletariato e per riforma
della chiesa, e confrontare in
modo chiaro le diverse accentuazioni che, all’interno della
Fgei, vengono poste su questi
due termini; rilevate le differenti situazioni nelle quali i gruppi
si trovano inseriti, soprattutto
per quanto riguarda le chiese,
invita i gruppi a compiere una
approfondita analisi di classe
delle proprie situazioni, sia rispetto alle comunità locali, sia
rispetto alle strutture ecclesiastiche, sia rispetto alla propria
composizione e alle proprie azioni, collegando a tale analisi
una riflessione biblica e teologica. A tal scopo può esser presa
come punto di riferimento e di
confronto l’inchiesta del gruppo
Fgei di Lusema S. Giovanni.
Ricordando però che l’analisi
da sola non trasforma la realtà,
il Congresso invita i gruppi a
sperimentare forme nuove di
presenza come credenti, anche
forme nuove di vita comunitaria
che rendano riconoscibile e credibile la nostra testimonianza,
tenendo conto delle esperienze
già in atto. Di fronte a questo
problema è essenziale approfondire il significato che ha per noi
oggi la prassi comunitaria di
Gesù. Non è possibile essere testimoni della nostra fede all’interno del proletariato in modo
individuale, ma bisogna essere
comunità nelle quali lo studio
della bibbia e la preghiera siano affrontati insieme.
Il Congresso ritiepe che per
l’elaborazione ed il coordinamento delle analisi e per il confronto delle esperienze sia indispensabile il potenziamento del lavoro della commissione chiesa
e biblica; e la valorizzazione da
parte dei gruppi e delle federazioni regionali dei collettivi teologici.
COMMISSIONI
Le commissioni : Bibbia, Chiesa, Politica, Donne ( quest'ultima sorta su richiesta del congresso di S. Severa ) sono state nominate dal consiglio ed hanno ripreso il lavorò dopo la verifica congressuale da cui sono emerse nuove indicazioni. E' soprattutto attraverso questo lavoro per commissioni che la FGEI
porta avanti la riflessione teorica e pratica coordinando le iniziative dei singoli gruppi.
RADIO LIBERE
Il Congresso aveva rilevato l'importanza della presenza FGEI nelle iniziative regionali che utilizzano questo strumento, come possibilità reale di testimonianza. Su mandato del congresso è stato chiesto al servizio stampa, radio e televisione della Federazione chiese, di essere a disposizione per'le iniziative che
sorgeranno. Valerio Rapini si è dichiaro disponibile per coordinare questo lavoro.
AUTOFINANZIAMENTO
La FGEI vive dei pochi soldi che riesce a raccogliere fra i suoi aderenti e
della colletta che viene fatta nelle comunità in occasione della domenica della
gioventù. Per questo raccomandiamo i
concistori delle singole comunità a non
dimenticare che qùelle piccole collette
costituiscono per noi un aiuto considerevole. Gli aderenti alla FGEI sono impegnati dal Congresso a versare un minimo di L. 2.000 per le spese generali
ed a provvedere nelle diverse regioni
per le spese locali.
CONVEGNO SUL PROBLEMA
« ESTERI »
In riferimento al mandato congressuale il Consiglio ha deciso la data e il
luogo di questo incontro ; 23-24-25 aprile ad Ecumene.
Coordinamento e direzione del convegno sono stati affidati a Ermanno Genre
e Giorgio Gardiol che hanno preparato
con Francesca Spano (responsabile per
gli esteri del Consiglio), l'impostazione
di questo convegno. Si prevedono due
relazioni iniziali su; «Le contraddizioni
dell'imperialismo », « La’ proposta dell'eurocomunismo e la politica dei paesi
dell'Est », una terza su : « Le linee teologiche e politiche degli organismi ecumenici » ( CEC, CCP, Alleanza riformata
mondiale, LWC [Luterani], missioni,
infine un'ultima su ; « L'internazionale
del risveglio ».
Riteniamo importante la partecipazione di massa della FGEI a questo convegno, considerata la grossa disinformazione esistente a livello di base sui
rapporti che la FGEI ha a livello ecumenico internazionale. L'inizio dei lavori
è previsto con il pranzo di sabato 23
aprile. I costi del convegno che non superano comunque le 14.000-15.000 lire
saranno resi noti a suo tempo. Il convégno si concluderà con il pranzo di lunedi 25. Le prenotazioni dovranno essere inviate a Mary Granateli!, Via Calabria, 2/d - LODI - c.c.p. n. 3/30476.
3
25 febbraio 1977
- 3
LA FEDERAZIONE PROTESTANTE FRANCESE
UNITA’ NELLA DIVERSITÀ’
Il tema dell’unità nella diversità è stato ancora una volta particolarmente sottolineato, durante la nostra ultima Assemblea
Generale di Parigi, nel novembre 1975.
Nel corso di una giornata consacrata interamente alla ricerca
biblica, abbiamo portato l’Assemblea a sperimentare su un
medesimo testo diversi metodi
di lettura (letteralista, storicocritico, strutturalista...). Fu un
avvenimento importante per il
Protestantesimo francese. In se
stesso non apportava nulla di
nuovo, ma permetteva a ciascuno, a svariati gruppi, di osare a
continuare a vivere senza cattiva coscienza ciò che avevano già
cominciato.
Dopo questa data, un po’ dappertutto, si sono sviluppati dei
gruppi di studi biblici che cercavano di tener conto delle diverse
possibilità di leggere e di interpretare la Scrittura. Questo è
attualmente uno dei nostri compiti principali, che ci porterà,
spero in paco tempo, a comprendere meglio ciò che significa
realmente il riferimento alla Sacra Scrittura, il riferimento cristiano, l’autorità della Scrittura.
Non credo che arriveremo ad
una nuova formulazione esauriente del principio scritturale
tradizionale della Riforma. Spero che ci sarà dato almeno di riconoscere i diversi modi di esprimere la relazione di ognuno con
le testimonianze bibliche, permettendo così alla Parola vivente di compiere il suo cammino
nel cuore e nella vita, con la grazia e la libertà del Signore.
Un’altra linea principale, che
deriva dalla prima, è appena iniziata. Si tratta di comprendere
che partendo dalle differenti letture e dalle differenti interpretazioni che ciascuno fa della Scrittura si è portati, nel concreto degli impegni etici, sia personali
che collettivi, a delle decisioni
differenti. C’è anche un pluralismo etico, una diversità degli impegni della fede.
Pensate per esempio a'ie reazioni differenti a proposito del
controllo delle nascite, dell’aborto, della scelta dei partiti politici, dell’atteggiamento verso i sindacati, della proprietà privata,
della guerra...
Di qui dunque, deriva una terza preoccupazione, più metodologica: descrivere in una forma
semplice, alcune regole del gioco
della pratica del pluralismo:
__ ci sono dei limiti?
— come valutare il consenso comune?
— come vivere praticamente una
autentica diversità, senza che
essa sia ricoperta immediatamente dal romanticismo dell’unità, pur mantenendo una
reale solidarietà?
ACCENTRAMENTO
OPPRESSIVO
O DECENTRAMENTO
ANARCHICO?
Il Francese è già un individualista, questo è noto, il protestante lo è ancora di più. Ci si può
immaginare qual’è il risultato. E
tuttavia, per delle ragioni assai
diverse che dipendono in parte
dalle strutture della società moderna, siamo obbligati ad avere
delle regole comuni (regole finanziarie o amministrative imposte
dallo Stato a tutte le associazioni, per la costruzione degli
edifici, per la direzione dei centri di vacanze, ecc.). Corriamo
evidentemente un rischio, la tentazione di un organismo centralizzato.
Quando è apparso qualche anno fa, il documento di lavoro
« Chiesa e Poteri », si sono levate delle reazioni violente, contro
quella che certuni hanno chiamato un’enciclica protestante.
In realtà, si trattava di un documento proposto alla riflessione delle Chiese e dei Movimenti.
Il medesimo fenomeno si è presentato qualche anno più tardi,
con il documento sull’etica sessuale. In effetti non abbiamo ancora trovato, l’accortezza o le regole semplici della vita comune
che permettano a Chiese o a
gruppi diversi di esprimersi liberamente, di proporre i loro
punti di vista, anche provvisori,
agli altri colleghi nella vita della
Federazione, per ascoltare le loro osservazioni o farsi capire da
loro.
LA PARTECIPAZIONE
AI SERVIZI
DELLA FEDERAZIONE
La nostra Federazione ha ser-,
vizi e dipartimenti: Gioventù,
Movimenti di adulti ^ e centri,
Diaconia, Informazioni, Ricerche
comunitarie... Vi si ritrovano i
rappresentanti delle Chiese, Movimenti, Istituzioni ed Opere, per
un’infoi'mazione comune, una ricerca di coordinamento e riflessione in comune. E’ ben vero che
non tutti partecipano allo stesso,
modo a tutte le attività. L ossa-,
tura della Federazione è eviden-,
temente formata in gran parte*
dall’ « asse luterano - riforinato >>,1
al quale si aggiungono qui e là,
dei fratelli battisti. ;
Nel complesso, i nostri compa-^
gni tzigani non sono ancora entrati nel funzionamento dei differenti organismi; essi -icorrono;
alla Federazione solo, qualche'
volta, in particolare quando hanno delle difficoltà con le autorità
de’lo Stato, o delle collettività
locali. Ma essi procedono senza:
complessi, facendosi conoscere e
apprezzando di essere accolti dar
cittadini e dai cristiani, che formavano fino ad oggi una società
più o meno ostile. Ho partecipato per esempio, sotto Natale, a
due serate organizzate dai nostri fratelli tzigani, in una grande Chiesa riformata nei fintomi
dei Champs-Elysées a Parigi. Erano felici, cantavano, suonavano la chitarra ed il violino per
farsi conoscere e lodare il Signore con tutta la loro voce. E i riformati tradizionali non si sono
ancora ripresi dalla sorpresa davanti a questi nuovi fratelli, infinitamente più esuberanti e
semplici di loro. Dove ci porterà
tutto ciò? E’ impossibile saperlo.
Credo che dovremo mantenere con perseveranza le regole fondamentali corrispondenti all'originalità del corpo di Cristo, con
i suoi membri diversi e tuttavia
uniti nella fede.
Ho .'etto con interesse ultimamente, l’informazione concernente la reazione delle Chiese battiste d’Italia, in occasione della
visita di un responsabile battista
al gen. Pinóchet. Qui si arriva a
toccare una delle autentiche difficoltà che si incontrano a: Tin
terno di un organismo pluralista. Quali sono i limiti? In quale
mopiento l’espressione della diversità mette in pericolo il corpo
intiero? In senso inverso, vediamo dappertutto affermarsi dei
gruppi omogenei, molto sicuri
del loro fondamento, che ricostituiscono immediatamente il carattere della setta. Noi saremo
continuamente sballottati fra lo
schema della chiesa di massa e
quello della chiesa di professanti, Fra i due, di fronte al pericolo preciso che rappresentava
allora il nazional-socialismo, la
chiesa confessante tedésca non è
stata forse un’eccezione, segnata
dal suggello de la Grazia? Non
dovremmo cercare la formula
che ci permetta, nello stesso tempo di essere irremovibili nell’affermazione della nostra fede in
Gesù Cristo sul fondamento della Sacra Scrittura, e di essere
flessibili per quel che concerne
le conseguenze, che non potranno essere che multiple, tanto varie quant’è varia la creazione di
Dio? ...
Accanto ad un cattolicesimo
francese lanciato ih una ricerca
molto aperta, e che incontra in
fondo i nostri stessi problemi, in
mezzo ad ufi mondo che, fra tutti i suoi sbalzi, è alla ricerca del
'ssnso della sua esistenza, siarno
in cammiiio, senza sapere ciò
che saremo il giorno dopo, ma
afferrati dalla promessà del ’Evangelo e del Signore che viene,
' ■ ■ ALBERT NICOLAS
, (traduzione di Andreina
Bert Lo Bue)
Riposo secondo coscienza
Manifestazioni degli Avventisti per sostenere il diritto di riposare in giorni diversi dalla domenica a seconda della propria fede. Approvata una 'dichiarazione sui rapporti chiesa e Stato
Un corteo insolito attraversava silenziosamente le vie di Roma il 4 febbraio scorso ; cartelli
e striscioni indicavano il carattere particolare della manifestazione ; erano Cristiani Avventisti del 7”Giorno convenuti da
ogni parte d’Italia per sollecitare l’approvazione della legge
sul « riposo del sabato ».
« La prima libertà è la libertà di coscienza»: questo motto
ha dato lo spunto ai vari oratori che in un cinema cittadino
hanno illustrato ai convenuti il
problema delle minoranze religiose che osservano un giorno
settimanale di riposo diverso
dalla domenica: sono i Cristiani Avventisti del 7“ Giorno e gli
Ebrei che osservano il sabato e
i Musulmani che osservano il
venerdì. Oltre a vari rappresentanti della Chiesa Avventista, ha
preso la parola Ton. Stefano Servadei, presentatore, presso la
Ricordo
di P. Jahier
Per venerdì 4 marzo (ore 21),
il Centro Evangelico di Cultura
di Torino organizza alla Galleria d’Arte moderna, una tavola
rotonda sulla figura ed opera di
Piero Jahier, a 10 anni dalla sua
morte.
Interverranno : il prof. Franco Giacone dell’Università di
Ginevra, il pastore Giorgio Bouchard e il prof. Barberi Squarotti dell’Università di Torino.
IL TESTIMONIO
Snello, moderno, vivace. Così
si presenta ai lettori il mensile
dell’Unione Cristiana Evangelica
Battista d’Italia, con il suo primo numero del gennaio 1977,
dopo 94 anni di vita. La nuova
veste tipografica corrisponde bene al taglio diverso che il mensile intende portare avanti. La
nuova serie de « Il Testimonio »
nasce dalla fusione dello stesso
con « La lampada » ed intende
essere « profondamente "battista", cioè aperto a tutte quelle
problematiche che nelle chiese e
nella società meritano la nostra
attenzione di credenti ».
In questo primo numero, fra
le altre cose leggiamo : una va
lutazione critica di Ermanno
Spuri sull’assemblea della FCEI
di Bari, la predicazione di M. Sinigaglia tenuta a Bari, interviste sul Concordato, una scheda
di P. Spanu sul battismo, una
panoramica delle chiese battiste
in Camerún del Nord, una valutazione del IV Congresso FGEI
di S. Severa, un articolo di Elena Girolami sulla questione femminista.
Abbonamenti: annuo L. 5.000,
estero L. 8.000, sostenitore 10.000
da versare sul c.c.p. n. 48754006
intestato a « Il Testimonio »,
Piazza in Lucina, 35 - 00186 Roma.
Camera dei Deputati, di una
proposta di legge sul « riposo sabatico ». Partendo dall’articolo
19 della Costituzione repubblicana che dice testualmente: «Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa, in qualsiasi forma individuale o sociale, di farne propaganda, di esercitarne in privato
e in pubblico il culto, purché non
si tratti di riti contrari al buon
costume », l’On. Servadei ha ribadito il diritto essenziale e naturale di ogni cittadino alla libertà religiosa, ed il diritto delle minoranze ad ottenere il giorno di riposo settimanale in coincidenza con la giornata dedicata al culto. « Le maggioranze —
ha detto TOn. Servadei — hanno sempre la forza di garantirsi la propria presenza, il proprio
contributo d'azione; sono le minoranze che .hanno bisogno di
una considerazione particolare
da parte dello Stato, di tutti gli
stati, perché testimonino con
questo loro rispetto che vivono
in uno stato democratico, non
assolutistico, dove tutti i cittadini sono figlioli alla pari, non
dei figli e dei figliastri... ». Per
questi motivi, per due legislature ormai, l’On. Servadei ha presentato la suddetta proposta di
legge.
Una delegazione della Chiesa
Cristiana Avventista del 7° Giorno, assieme all’On. Servadei, è
stata ricevuta, nella mattinata,
dal Presidente del Consiglio dei
Ministri, On. Giulio Andreotti,
che ha assicurato il suo interessamento per la sollecita discussione della Proposta di legge.
Nel pomeriggio la stessa delegazione è stata ricevuta da vari
esponenti politici e dal segretario dell’On. Ingrao, presidente
della Camera. Tutti hanno promesso di accelerare i tempi della discussione della Proposta di
legge sul « riposo sabatico », in
vista della eliminazione di questa discriminazione nei confronti di chi ha esigenze religiose diverse dalla maggioranza.
In occasione di questa manifestazione è stata pure votata
dalTassemblea convenuta la seguente « Dichiarazione dei Principi » :
Noi crediamo nella libertà religiosa e affermiamo che questo
diritto accordato da Dio possa
essere esercitato nelle migliori
condizioni quando vi sia separazione tra Chiesa e Stato.
Noi crediamo che il Governo
sia stato stabilito da Dio per
proteggere gli uomini nel godimento dei loro diritti naturali e
per regolare gli affari civili; e
che in questo campo ha diritto
all’ubbidienza rispettosa e volontaria di ognuno.
Noi crediamo al diritto naturale e inalienabile delTindividuo
alla libertà di coscienza: diritto
di credere o di non credere; di
professare, di praticare e propagare le credenze religiose, o di
cambiare religione secondo la
propria coscienza ; questi punti
costituiscono a nostro avviso la
essenza della libertà religiosa.
Ma crediamo che nell’esercizio
di questo diritto ognuno debba
rispettare questi stessi diritti
verso gli altri.
Noi crediamo che ogni legislazione o qualsiasi altro atto di governo che unisca Chiesa e Stato
contenga in potenza il germe
delle persecuzioni, si opponga
agli interessi della Chiesa e dello
Stato e possa recare pregiudizio
ai diritti dell’uomo.
Noi crediamo che il nostro
dovere consista nel mettere in
azione tutti i mezzi legali e onesti per impedire o^i azione contraria a questi princìpi affinché
tutti possano godere degli inestimabili benefìci della libertà
religiosa.
Noi crediamo che questa libertà sia interamente contenuta
nella regola d’oro: «E come vo;
lete che gli uomini facciano a
voi, fate voi pure a loro ».
Lietta Pascal
Proposta
di legge
Art. 1
/ cittadini appartenenti
a confessioni religiose per
le quali il riposo settimanale cade nei giorni diversi dalla domenica, sono
autorizzati ad osservare tale loro precetto, sia che
svolgono un lavoro o servizio dipendente, che autonomo.
Sono altresì autorizzati,
ove lo chiedano, a recuperare alla doménica o in altro giorno della settimana
l'orario non svolto nella loro giornata di riposo.
Art. 2
Le norme di cui all’articolo 1 sono estese a tutti i
cittadini dello Stato, siano
essi civili o militari.
La loro regolamentazione verrà curata dagli organi competenti nazionali
e locali che presiedono all'attività lavorativa, professionale o di servizio di
coloro che ne richiedono
l'applicazione, nel rispetto
della eguaglianza tra i cittadini, e ciò nel termine
massimo di tre mesi dalla data di pubblicazione
delta presente legge sulla
Gazzetta Ufficiale della Repubblica.
4
25 febbraio 1977
Imprudente profezia
Caro direttore,
desidero rallegrarmi vivamente per
l’articoletto a iirma Alberto Taccia
(Eco-Luce del 4/2/’77), concernente
la trasmissione di Protestantesimo dedicata al Gruppo Teatro Angrogna.
Pur nella sua pacatezza tale articolo
ha messo in luce tutta la debolezza di
quella trasmissione. Avrei personalmente aggiunto che la linea generale
di « Protestantesimo » è sempre più
quella. Avrei d’altra parte apprezzato
assai una tua presa di posizione in merito, in quanto direttore del giornale
e nello stesso senso di quella pubblicata...
Comunque sia, un fatto come quello dì cui stiamo parlando sorpassa di
gran lunga il a Gruppo Teatro Angrogna » e mostra che uno slittamento è
avvenuto non soltanto ad opera di alcuni « responsabili » della Chiesa Valdese, ma anche nell’ambito della Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane.
Non varrebbe allora la pena di prestare un orecchio meno distratto a
quanti cercano di battersi perché la
Chiesa ritrovi il vero senso della sua
testimonianza a Cristo ed a luì solo,
perché trasmissioni conte quella del 23
gennaio non possano più dare una visione falsata del protestantesimo e
soprattutto dell’Evangelo ad un popolo che di falsi evangeli ne ha già aTUti e ne ha anche troppi?
Non penso qui soltanto al movimento T.E.V., ma anche ad esso. Nei suoi
confronti tu hai pronunciato un giudizio frettoloso, inesatto e non molto
fraterno. Lo hai definito, su di un
quotidiano di larga diffusione, come
gruppo di « Lefèbvre del protestantesimo », gruppo senza avvenire. Lasciamo andare l’imprudente profezia ma
non ti rendi conto che cosi hai cercato di squalificare fin movimento spiritualmente vivo della tua Chiesa, paragonandolo ad un vescovo cattolico
dallo spirito ultra tridentino che non
ha nulla a che vedere con la T.E.V.?
Forse questo dipende dal fatto che
troppo spesso la T.E.V. è stata considerata con una certa sufifieienza dalla
redazione del giornale (vedi resoconto
culto di appello di San Germano, titoli abbastanza significativamente ironico-dubitativi su lettere di membri
T.E.V., marcato distanziarsi dal movimento in ogni occasione ecc.).
Forse sarebbe più equo di dare pienamente spazio al movimento e a
quello che pensa di dover esprimere,
senza remore di sorta. Come potremo
altrimenti decentemente chiedere spazio alla Commissione di vigilanza sulla Rai-Tv (come giustamente ha fatto la Tavola Valdese), se non viviamo questa esigenza e questa libertà
nel nostro ambito valdese o federativo? Se, ad esempio, tu « non entri nel
merito » di una data questione sollevata dalla TÍI.V., limitandoti a questioni di carattere formale e sfuggendo COSÌ alla necessità di una presa di
posizione precisa, quando sarebbe necessario?
Sperando nella tua fraterna attenzione, tuo
A Giovanni Conte — che ringrazio
per il tono fraterno della sua lettera
— devo dare atto che non è stato fraterno da parte mia accostare il movimento di Lefèbvre e la T.E.V. in
un'intervista rilasciata ad un quotidiano. Non per la cosa in sé, ritengo,
ma per averla detta di fronte a terzi
ed estranei e perciò in modo non fraterno.
Quanto alVaffermazione stessa, essa
aveva ed ha questo significato: a mio
avviso i due movimenti hanno in co
mune una cosa: il tentativo di restaurazione, anche se ciò che si cerca di
restaurare è ben diverso, da una parte la Controriforma, dalValtra il Risveglio. Personalmente non credo nella possibilità di restaurare un periodo del passato, sia esso il Risveglio, la
•Riforma o anche Ü tempo della Chiesa primitiva, se — come penso — re
staurare significa tornare indietro, tentare di ricreare la cornice ed il quadro di un determinato periodo elimi~
nando ciò che ad esso sarebbe estraneo.
10 credo nella necessità di ricevere il
messaggio dei grandi tempi délVesperienza cristiana (del Cristianesimo apostolico in primissimo luogo, della Riforma poi, e — in misura minore ■—
del Risveglio) in mezzo ai problemi
del tempo in cui viviamo, sapendo che
- rincontro tra quel messaggio e la realtà di oggi non potrà non produrre
qualcosa di diverso, rispetto alle grandi tappe del Cristianesimo che maggiormente sentiamo vicine, e sapendo
che la ricerca della fedeltà alla Parola di Dio in questo incontro è oggi cosa estremamente faticosa e impegnativa perché non disporte di modelli
collaudati.
Riguardo ai « pronunciamenti » cerco di fame il meno possibile se non
sono — come ora — interpellato direttamente. E' per questo che non sono
« entrato in merito » sulla famosa frase EGEI, perché toccava alVarticolista
interpellata. Non credo in un « magistero direttoriale ». che sia cioè compito del direttore dire la sua su ogni
cosa dando così Vindirizzo al giornale.
L'indirizzo mi sembra lo debba dare
11 complesso di fatti, interventi e con
tributi, in gran parte programmati dalla redazione e in parte sopravvenienti,
che formano di volta in volta il giornale in modo meno difforme possibile
dalla linea che è stata elaborata con la
proprietà del giornale.
Il discorso sul Gruppo Teatro Angrogna, lungi dalVessere chiuso, si ria
pre con due voci in chiave diversa rir
spetto agli interventi fin qui registrati.
Occhi aperti
Giovanni Conte
Un uomo della parola
A Ginevra, negli anni '30, il rinnovamento teologico barthiano,
con la sua riconquista della teologia calvinista ha avuto in Jean
de Saussure, pastore alla cattedrale di Saint Pierre a trent'anni, un interprete appassionato e
intelligente. «Alla scuola di (¿alvino », è il titolo della prima
raccolta delle sua conferenze che
sono come un appello a riscoprire le sorgenti del protestantesimo e, al di là di queste, del cristianesimo primitivo. In seguito
vengono pubblicate altre raccolte come: « Credi tu questo? »,
« Contemplazione della croce » e
altre opere che uniscono sempre
strettamente la teologia alla vita
della chiesa.
Jean de Saussure è ricordato
in un breve profilo da « La Vie
protestante » come un predicatore che sapeva avvincere l’attenzione di assemblee e di vere e
proprie folle di uditori nella cattedrale di Ginevra durante gli
anni '30 e nel tempo della guerra: e insieme come un maestro,
un pastore dal dono dell’inse
E.V., ecc., che chiudono gli occhi c
non prendono parte alle vicende del
mondo? Io vorrei veramente che i nostri giovani somigliassero solo un pochino al chitarrista in questione e assumessero un poco del stm « piglio »,
che non definirei truculento, ma deciso. (...)
Veramente vorrei che i nostri giovani, che sono ancora così indecisi,
potessero parlare con i giovani angrogninì e avere da loro una spinta nella
difesa dei valori umani.
(...) L’amenità sulla frase « la terra
a chi la lavora » l’ho trovata anch’io,
ma è piuttosto tragica come amenità
in quanto (e parlo anch’io perché ne
sono a diretta conoscenza — non conosco il latino, mi dispiace) mi domando come possono ancora lavorare
quei pochi angrognini che ancora popolano il « vallone ». Sono quasi tutti
anziani e con pochissimi mezzi. Ha ragione il Sig. Aldo Long quando dice
che non lavorano la terra per andare
nelle industrie, ma non sarei tanto sicura sul termine « preferiscono ». Io
penso, invece, che se fossero aiutati ed
avessero i mezzi necessari, rimarrebbero molto volentieri a lavorare la loro
terra. Ma chi dei nostri governanti,
passati e presenti, ha pensato di incrementare (sui serio) l’agricoltura? E
non sia tanto sicuro che in ogni casa o
quasi ci sia la lavatrice automatica. In
certe frazioni non c’è neppure la linea elettrica e, se c’è, basta un pìccolo
soffio di vento per far crollare quei
pali che sono tenuti su... dai fili elettrici.
Poi volevo dire, egregio signore —
e con Lei tutti coloro che hanno detto
che la trasmissione era inopportuna —,
ma che cosa deve vedere la gente nella rubrica « 'Protestantesimo »? Deve
forse vedere che tutto fila bene, che i
valdesi sono delle care persone tutte
pervase da uno spirito allegro, che discutono di « escatologia », « esegesi »,
ecc., ecc.? (...). Forse Gesù ci ha detto
di chiudere gli occhi, di non guardare le brutture del mondo? No! È stato Gesù che ha scacciato i Farisei dal
Tempio ed allora smettiamola di comportarci come tali e facciamo in mo
do che TUTTI i farisei escano per sempre dal TEMPIO!!
Arlette Armoni Ricca
Ugualmente sulla lettera aperta di
Aldo Long scrive Carlo Bianco, della
CGIL-scuola Val Pellice. Dopo aver
rilevato che non è la prima volta che
vengono fatte affermazioni gratuite
sulle forze sindacali e sul movimento
operaio a cui Aldo Long attribuisce la
responsabilità del fatto che cc il Paese
è definitivamente alle corde e la catastrofe è vicina », la lettera nota che
la storia è piena di personaggi che
« inventano gli untori, responsabili ieri della peste oggi della crisi econo
mica ». E prosegue:
Gli untori
(...) I novelli untori sono naturalmente i sindacati ed i lavoratori, che
attraverso gli scioperi per i rinnovi dei
contratti di lavoro hanno provocato il
cataclisma. Contro loro quindi la gente si scagli, si scagli contro i dilapidatori dei padroni, contro gli attentatori della floridezza della nazione!
D’altra parte chi ha trasportato i capitali all’estero in Svizzera e in Germania? Naturalmente gli operai. Non era
forse un metalmeccanico della Fiat di
Rivalta l’arrestato a Pont* S. Ludovico che stava per far passare un paio
di miliardi in Francia? Ed il fermato
a Ponte Chiasso non era forse un operaio della Cogne in cassa integrazione con mogli e tre figli a carico che
^cercava di far espatriare „un po’ di miliardi di risparmio? Anche Sindona
era un bracciante di un latifondo del
Sud e Ravano un pastore della Barbagia. Chi poi ha sperperato in gozzoviglie e festini in tutti questi anni?
Naturalmente i lavoratori. Infatti non
erano forse le operaie della Indesit a
Capodanno a Montecarlo, a St. Moritz,
al castello di Fra Eligió con parure di
brillanti e abiti da sera accompagnati dai disoccupati, dai licenziati della
Innocenti, dai postelegrafonici, dagli
insegnanti, dai ferrovieri, con rollsroyce e autista? I falliti colpi di Stato
da chi sono stati preparati? Naturai
Predicazione
e trasmissioni
radiotelevisive
La Tavola Valdese ha ricevuto, già da teiApo e sopratutto recentemente, parecchie espressioni di disagio e di amarezza per la
affermata carenza di predicazione evangelica nelle
trasmissioni federali in
Rai-tv e per il taglio unilaterale di alcune trasmissioni. Intende quindi attirare l’attenzione della Federazione delle ’Chiese evangeliche in Italia su questo reale turbamento nelle
nostre comunità.
Per la Tavola Valdese
Il Moderatore
Aldo Sbafa
mente dai figli dei lavoratori, soldati
di leva nelle caserme che fra una
corvée e l’altra e fra uno « stia punito » e un K avanti marsch! » hanno
tentato di sovvertire la Costituzione.
Tutte queste cose cercano di far credere coloro che, memori del buon tempo che fu, ammoniscono i lavoratori
e li additano come causa delle difficoltà nazionali, danno giudizi su Lama
in base ai « sentito dire » e sulla rappresentazione del gruppo Teatro Angrogna in base a poche scene trasmesse per televisione.
Certo che per la « borghesia » le
lotte operaie e eontadìne validamente
evidenziate nello spettacolo del Gruppo Teatro Angrogna sono luoghi comuni e non momenti storici basilari e
fondamentali per uno sviluppo democratico e per il raggiungimento di una
società socialista!
CGIL-scuola Val Pellice
Carlo Bianco
Nel numero scorso una lettera di
Guido Bahet è stata erroneamente attribuita a Davide Baret.
Franco Giampiccoli
INTERVISTA A GIORGIO TOURN
Meno armi e più vita spirituale
A questo motto - che si rispecchia nella copertina - corrisponde un ridimensionaménto dell’epoca delle battaglie, in questo volumetto divulgativo destinato ad un largo pubblico
Da un lungo ’’sfogo” di Arlette
Armoni Ricca, Giaveno, riporto ciò
che mi sembra essenziale.
D. - Come mai, a così poca distanza dalla storia del Centenario, la Claudiana ha messo in
cantiere questa nuova opera sui
valdesi?
(...) Mi riferisco alla lettera aperta,
scritta da Aldo Long e mi richiamo
allo struzzo da lui menzioliato. Possibile che vi sia tanta gente che, come
questo struzzo, non solo non voglia digerire certe cose, ma addirittura nasconde la testa nella sabbia per non
vedere e non udire la realtà che ci
circonda? Ma dove vive il Sig. Aldo
Long?, dove vivono i Signori della T.
E’ morto il pastore svizzero Jean De Saussure
gnamento che con i suoi corsi
sui grandi catechismi del XVI
secolo ha dato una spina dorsale spirituale a generarioni di catecumeni, giovani e adulti che
alla sua scuola hanno scoperto e
incontrato il Cristo.
Le profonde radici riformate
non hanno impedito a Jean de
Saussure di essere un uomo
aperto non solo all’ecumenismo,
ma anche a movimenti di rinnovamento liturgico come il movimento di Taizé e della comunità di Grandchamp (la comunità
parallela a Taizé in campo femminile, in Svizzera, nel cantone
di Neuchâtel) di cui è stato pastore, dopo essere stato per alcuni anni professore di teologia
alla Facoltà della Chiesa libera
di Losanna.
Con un decennio di pastorato
nella chiesa di Cologny si è chiusa nel ’66 l’intensa attività di
quest’uomo della Parola e della
Riforma che pure in pensione ha
continuato un’intensa attività di
corrispondenza con numerosissimi ex catecumeni.
R. - Si deve precisare subito
che questo volume è un piccolo
saggio, un’opera di divulgazione, di circa 200 pagine, non un
lavoro di ricerca.
I motivi della pubblicazione?
Sono molti: anzitutto una motivazione di carattere editoriale;
la Storia in tre volumi (di cui
speriamo avere il 3“ entro l’anno) è un lavoro ampio, approfondito e sono molti invece coloro che non hanno né la preparazione né il tempo per affrontare il tema cos’j a fondo ed a
cui si deve pensare. Si tratta insomma di un mercato che possiamo e dobbiamo raggiungere.
In secondo luogo vi sono motivi di informazione evangelistica, se così possiamo dire; è stato recentemente pubblicato dalla Claudiana un piccolo volume
sulle chiese evangeliche presenti
anche in Italia ma in cui mancava una presentazione dei vaidesi, una lacuna che deve essere colmata per fare conoscere la
nostra storia a chi non ne sa
nulla.
Abbiamo anche pensato alle
nostre comunità in cui i giovani sono da un lato sempre più
disinformati ma dall’altra sempre più curiosi di leggere. Strano contrasto, ma reale, fra un
immergersi nelle problematiche
generali dell’ambiente, non valutando perciò appieno la propria identità, e dall’altra apertura alla riflessione. Abbiamo cioè
pensato ai nostri catecumeni,
cadetti, giovani.
to simili, non c’è oggi molta differenza fra un catecumeno evangelico ed un suo compagno di
scuola, fra un vecchio membro
di chiesa ed un conoscente o un
compagno di lavoro. Vi sono diversità di punti di vista e di conoscenza ma non di livello e di
sensibilità ai problemi.
D. - Quale è l’immagine del
movimento valdese che si offre
al lettore?
D. - Quali criteri sono stati seguiti nella pubblicazione?
R. - Si è cercato di collocare
anzitutto la vicenda valdese nel
quadro della storia europea ed
Giorgio Tourn
R. - È stato molto difficile per
noi trovare una copertina che
rendesse l’idea del libro e questo dimostra che la domanda
non è retorica. Abbiamo finito
collo scegliere questo dettaglio
di una miniatura fiamminga non
solo perché è l’unico documento antico che ritrae persone definite specificamente come « vaidesi », ma anche perché dà una
immagine del valdismo che corrisponde a quella del libro. Meno battaglie e più preghiera, meno armi e più vita spirituale,
potrebbe essere il pensiero suggerito dalla immagine di questo
gruppo di devoti.
ia singoiare vicenda
di uh popoio-rduesa
Claudiana
Qualcuno li troverà un po’
troppo pii, poco impegnati, è un
rischio che abbiamo voluto correre per colpire i lettori con
questa idea: i valdesi non furono una potenza ecclesiastica, un
potere, una struttura ma una
comunità di fratelli, una comunità di credenti alla ricerca della sua via di testimonianza. Porse qualcuno si sentirà un po’
spaesato nella lettura ma pensiamo che sia necessario correggere questa visione della presenza valdese limitata e spesso errata presente ancora in molti attorno a noi.
D. - Come si è potuto tener
conto di ambienti e di esigenze
così diversi?
R. - È questo infatti il maggior problema che ci è toccato
affrontare. Quando ho iniziato
a pensare a questa « Storia » ho
cercato di avere dinnanzi a me
tutti questi potenziali lettori che
mi sembravano dapprima molto
diversi fra loro; mi sono poi reso conto via via che erano mbl
italiana, per quanto il poco spazio lo permette; mostrare cioè
che non si tratta solo di quattro
« eretici » asserragliati in un angolino di Piemonte ma di una
pagina ricca di insegnamenti per
tutto il protestantesimo e per la
fede cristiana italiana.
In secondo luogo si è cercato
di rendere ragione della ricchezza di temi e di spunti che emergono nella storia valdese a livello di meditazione e riflessione. I valdesi non come popolo
martire o impegnato esclusivamente in operazioni militari (come spesso vengono ancora presentati i « barbetti » in Piemonte) ma comunità alla ricerca di
una espressione di fede e di testimonianza.
D. - Dovendo tracciare in così
poco spazio l’intera storia hai
dovuto sacrificare qualche parte? Quali?
R. - Per quello che ho detto
prima è chiaro che il periodo
delle grandi persecuzioni del
’500 e del ’600 viene un pochino
ridimensionato; la storia valdese è stata vista spesso come un
blocco molto compatto di vicende intorno alle Pasque Piemontesi ed al Rimpatrio, con una introduzione: il Medioevo, ed una
appendice: gli anni dal 1700 ad
oggi. Ho cercato invece di dare
a tutte le singole parti la loro
importanza in modo più uniforme. Qualche sacrificio l’abbiamo
dovuto fare, vedremo cosa diranno i lettori.
5
25 febbraio 1977
CONTRO LA TORTURA
fe
Cosa si può fare
L’iniziativa di un giurista svizzero si affianca a quella di Amnesty e di
altre organizzazioni - L’importanza dell’intercessione
È cresciuta paurosamente negli ultimi quarant’anni. Ha trovato un terreno favorevole nelle dittature latino-americane e,
al di là di tutte le interpellanze
e documentazioni presentate all’ONU, non si è trovato il modo
di arrestarla. Il « cancro dell’umanità », la tortura, è tornata
all’attenzione del mondo occidentale grazie alla vasta opera
di sensibilizzazione promossa da
Amnesty International e da altri organismi democratici come
la parigina « Action des chrétiens pour l’abolition de la torture » (ACAT) o grazie alle testimonianze raccolte dal ’Tribunale Rüssel.
In questi giorni, rappresentanti delTACAT hanno consegnato
alla commissione pontificia Justitia et Pax un documento, sottoscritto da 36.000 persone (tra
i firmatari anche la Federazione protestante francese), in cui
si chiede a Paolo VI di denunciare « le torture cui viene sottoposto, in numerosi Paesi, chi
dissente in campo politico, culturale, religioso».
L’ultima importante iniziativa
contro la tortura viene dalla
Svizzera. L’ha ideata il giurista
ginevrino Jacques Gautier e l’ha
descritta sulle colonne del periodico «La Vie protestante» (130
mila copie di tiratura) suscitando perplessità insieme ad entusiastiche approvazioni. Il nostro
giornale ha riportato il testo integrale di questa proposta (vedi
Eco-Luce n. 43/’76).
Nel quadro dell’impegno che
le Chiese hanno o dovrebbero
avere nella difesa dei diritti dell’uomo, Gautier, che è protestante, immagina — a tempi ravvicinati — la creazione di un organismo internazionale di controllo che possa intervenire nelle diverse situazioni ( carceri,
campi di concentramento, posti
di polizia) e tradurre, di fronte
a un tribunale internazionale, gli
eventuali responsabili di torture
e assassinii. Il primo passo, afferma Gautier, potrebbe essere
una convenzione sottoscritta da
pochi Stati — evidentemente da
quelli che non hanno « molte cose da rimproverarsi » — e col
tempo potrebbe contagiarne altri.
Una convenzione di questo tipo ricorda quella della Croce
Rossa che all’inizio fu sottoscritta soltanto da undici nazioni,
mentre oggi ne raggruppa più
di un centinaio.
Alla proposta lanciata dalle
colonne della « Vie protestante »
molti hanno già risposto con
entusiasmo. Non ultimo Tex-primo ministro francese Pierre
Mendès France anche lui convinto che la proposta contro la
tortura ’contribuirebbe ad estirpare una delle più rivoltanti pia
ghe del mondo attuale’. Secondo
Jacques EUul, dell’università di
Bordeaux, la tortura è attualmente praticata in tutti i Paesi;
in Francia per esempio non mancano accuse, in questo senso, alla polizia. E allora, si chiede
Ellul, quali Paesi accetterebbero
di apparire, di fronte alTopinione pubblica mondiale, colpevoli
di tortura nello stesso momento in cui creano una commissione internazionale di controllo?
Le obiezioni e le perplessità non
mancano. Quasi tutte sottolineano l’eccessivo ottimismo e l’aspetto utopico della coraggiosa
proposta. « Ma la storia — afferma il consigliere di Stato
svizzero, Guy Fontanet — ci dimostra che molte utopie son diventate realtà. Porse quella di
Gautier è avviata sulla stessa
strada ».
In Svizzera, la Federazione
delle Chiese protestanti, per bocca di Walter Sigrist, che ne è
presidente, ha risposto affermativamente riconoscendo in questa proposta la possibilità di
« adempiere un compito cristiano ed umanitario». Anche dall’Italia è pervenuto, nella discussione, un parere interessante.
Quello di Tullio Vinay ; « Le dittature di destra o di sinistra troveranno sempre il modo di nascondere la verità. L’esempio —
dice Vinay — del dittatore Thieu
è significativo : dichiarava ufficialmente di non avere prigionieri politici. Poi si seppe che
teneva e torturava circa 200.^
prigionieri. E chi riuscirà mai a
visitare i campi di concentramento nelle interminabili distese della Russia?
Un accordo tra nazioni potrà
__ aggiunge Vinay — essere utile come punto di riferimento,
ma non può sostituire la sensibilizzazione promossa a tutti i
livelli come già fa, per esempio,
con efficacia Amnesty International ».
Vedremo, nei prossimi mesi,
se la curiosa ipotesi di Gautier
affonderà le radici nella realtà.
Ma nel frattempo non vorremmo rimanere spettatori passivi
proprio perché l’iniziativa contro la tortura, sul piano internazionale, merita tutto il nostro
appoggio. Come merita l’appoggio di tutti i cristiani impegnati
nella difesa dei diritti dell’uomo
al di là di ogni ideologia e di
ogni confine. E l’orizzonte del
nostro impegno può essere la
preghiera d’intercessione per le
vittime della violenza e del terrore. Una preghiera aU’interno
del servizio che noi e l’evangelismo sapremo esprimere per
spezzare la tragica catena di assassinii, brutalità e di violenza
contro la libertà di coscienza.
Recentemente il pastore francese George Casalis, parlando
sulla tortura come di una realtà esistente nel nostro mondo
« civilizzato », al di là di ogni dichiarazione sui diritti dell’uomo,
ha detto ; « Qui non si tratta soltanto di lottare per la vittoria
delle vittime sui loro oppressori, ma 11 contenuto della nostra
preghiera, come di ogni vera lotta rivoluzionaria, sta nella possibilità di credere e lavorare per
creare nuove relazioni tra i popoli e gli uomihi». Credo che
possiamo rifletterci sopra.
Giuseppe Platone
Sud America
primato di tortura
« Sono un ufficiale deH’esercito
uruguaiano. Se sono arrivato alla
determinazione di scrivere questa
lettera è solo ed esclusivamente per
un motivo : il disgusto profondo
che provo per tutto ciò a cui ho ia
disgrazia di assistere e, peggio ancora, di prender parte. Non posso
più sopportarlo (...).
So che sto correndo un grave rischio e che per certi miei commilitoni sto commettendo un tradimento, ma nessuno può impormi
di dimenticare la mia fede cristiana e il rispetto che sento per l’essere umano (...).
Le forze armate uruguaiàne torturano e maltrattano sistematicamente tutte le persone detenute per
ragioni politiche e sindacali. Ho
centinaia di prove nelle mie dolo
rose esperienze personali (...) [segue una descrizione dei diversi tipi di torture].
All’inizio gli interrogatori erano
fatti da ufficiali e sottufficiali del
Servizio d’informazione, ma già da
molto tempo siamo tutti obbligati
a prendervi direttamente parte.
Vogliono comprometterci tutti
quanti.
Per queste ragioni scrivo questa
ietterà e l’indirizzo a tutti quelli
che desiderano muoversi per liberarci da questa oppressione che
schiaccia tutti noi ».
Il testo era firmalo: « Un ufficiale uruguaiano ».
(Stralcio di una lettera inviata
dall’Uruguay a Amnesty Internatio'ial).
(da Cile, carcere, tortura, esilio, ed. Alternative-Claudiana, 1974).
1977:
« Non siamo un movimento di
protesta, non abbiamo politica,
non abbiamo filosofia, se non
quella dei diritti dell’uomo », ha
dichiarato, in una conferenza
stampa, Martin Ennals, segretario generale di Amnesty International, inaugurando il 9 dicembre a Roma 1’« Anno del prigioniero politico ». Per tutto il 1977,
Amnesty impegnerà tutte le sue
forze per una campagna internazionale tesa alla liberazione dei
detenuti d’opinione. L’iniziativa
si concluderà a dicembre di quest’anno con la presentazione all’ONU di una petizione sottoscritta da persone di tutto il
mondo.
Com’è noto nel dicembre del
1948 veniva letto ed approvato,
dall’Assemblea Generale delle
ANNO DEL
PRIGIONIERO POLITICO
Nazioni Unite, il testo della « Dichiarazione universale dei diritti
dell’uomo ». I princìpi di quella
Dichiarazione a trent’anni di distanza son stati largamente traditi in varie parti del mondo.
Tuttavia quella Dichiarazione costituisce ancora il richiamo e il
precedente storico più importante per sviluppare, oggi, un movimento di solidarietà internazionale in favore dei detenuti per
motivi politici, religiosi, di razza
o di colore. Ed è a questo precedente storico che si richiamò,
quindici anni fa, l’avvocato londinese Benenson all’atto di fondazione di « Amnesty International ».
In questi mesi Amnesty svolgerà sino a dicembre una carnpagna internazionale per il pri
gioniero politico. Si tenterà di
rafforzare la barriera morale e
la forza di denuncia contro la
violazione dei Diritti deH’uomo.
L’obiettivo di Amnesty è duplice: da un ato si tratta, con
« Tanno del prigioniero politico », di affermare i princìpi di
libertà, tolleranza e umanità attraverso una petizione mondiale
(due milioni di firme) rivolta alTONU, dall’altro di sviluppare
ulteriormente questa organizzazione umanitaria già presente in
molte situazioni con tutto il peso dei suoi centomila iscritti.
Anche la Sezione italiana; Costituitasi di recente, s’inserirà
nel programma internazionale
d’iniziative per la difesa del prigioniero politico. L’organizzazione di Amnesty si basa su una
Firme per la petizione
all’ONU
Il testo della petizione
che verrà presentata all’ONU è stato recentemente
distribuito daila Tavola
valdese nella sua ultima
circolare. Le chiese sono invitate a promuovere la raccolta di firme ricordando
l’atto sinodale contro la
violenza nel mondo (art.
45), che tra l’altro dice:
«tacendo ci schieriamo con
tutti i carnefici del mondo ».
Amnesty International
Nel 1961, un gruppo
di studenti che avevano
brindato all'indipendenza delle colonie portoghesi dell’Africa furono
condannati in Portogallo. Indignato di ciò, Peter Benenson, avvocato,
israelita convertito al
cattolicesimo, scrisse il
28 maggio su f’Observer
di Londra un « Appello
per l’amnistia » e sotto
questo titolo lanciò l'idea di un movimento a
favore dei prigionie -i
politici. A lui si associò
.-.ubilo per iondarc il
movimento, Eric Baker
quacchero professore di
scienze morali, che nel
1969 aveva visitato Danilo Dolci e poco dopo
fondato il trust Danilo
Dolci in Inghilterra. Benenson e Baker furono
i due primi condirettori
del movimento.
i962 - Il movimento
assunse il nome di Am
ncstv International
pubblicò il suo primo
rapporto. I prigionieri
aaottati erano 210 da
parte di 70 gruppi appartenenti a 7 nazioni:
Australia, Gran Bretagna, Irlanda, Norvegia,
Svezia, Svizzera, U.S.A.
1963 - 770 prigionieri
adottati — .140 libet iti
- I gruppi salgono a 260
in dodici paesi nclusa
l’Italia. Viene creato un
Comitato Esecutivo Internazionale di cui è nominato presidente Sean
MacBride, già ministro
degli esteri d’Irlanda.
1964 - Viene solennemente riaffermato^ il
principio che A.I. si occuperà solo di prigionieri nonviolenti. A.I. diventa consulente delle
Nazioni Unite e del Consiglio d'Europa I prigionieri adottati sono
1367, i gruppi 360. Il
maggiore sviluppo si ha
in Gran Bretagna e nella Svezia.
1965 - L’azione di A.I.
incomincia ad avere risonanza internazionale.
È creato un fondo d’emergenza per intervenire a favore di prigionieri eventualmente condannati a morte.
Ha inizio la campagna delle cartoline per
i prigionieri.
1966 - Tre membri di
A.I. in missione di soccorso in Rodesia sono
espulsi. In relazione alla guerra del Vietnam
vengono riconosciuti da
A.I. come obiettori di
coscienza anche quei
militari che rifiutano di
partecipare a una guerra ritenuta ingiusta.
Primo Congresso internazionale di tutti i
membri di Amnesty a
Copenhagen.
1967 - In relazione alla crisi fra Rodesia e
Gran Bretagna, A.I. è
accusata di accettare
sovvenzioni governative
e subire pressioni di
servizi segreti. Un’apposita inchiesta fatta eseguire e discussa dal
Comitato Esecutivo rivela l'infondatezza delle
accuse.
1968 - / gruppi sono
516. Viene nominato segretario generale Martin
Ennals.
1969 - A seguito anche
di missioni svolte in
Grecia da A.I. quella
nazione è costretta a ritirarsi dal Consiglio di
Europa. I gruppi sono
640, i soci individuali 15
mila, i prigionieri adottati 4000, i liberati dall’inizio circa 2.000. A.I.
diventa consulente dell’UNESCO.
1970 - A.I. incomincia
a far circolare gli scritti ciclostilati del dissenso russo. 850 gruppi.
520 prigionieri rilasciati
quell’anno.
1971 - Radio, televisione e stampa internazionali si occupano del 10°
anniversario di A.I.
1972 - A.I. pubblica
rapporti sulla tortura in
Irlanda del nord e in
Brasile. Viene lanciata
una campagna internazionale contro la tortura. Secondo A.I. una
massiccia azione per eliminare il dissenso è
lanciata in Russia.
1973 - La sezione da
nese pubblica un rapporto sull’esistenza di
55.000 prigionieri politici civili detenuti nel
Vietnam del sud da 7
anni senza processo.
1974 - Sean MacBride
riceve assegnazione Nobel per la. pace. Viene
nominato Alto Commissario per le Nazioni
Unite in Namibia. Gli
succede alla presidenza
di Amnesty Dirk Börner, amburghese. A.I.
ha preso grande estensione nella Germania
Federale durante gli ultimi anni con diverse
centinaia di gruppi.
1975 - 97.000 membri.
33 sezioni nazionali e
1.665 gruppi.
vasta rete di gruppi che, su segnalazioni dettagliate del Comitato Centrale di Londra, « adottano » prigionieri per motivi
d’opinione o di razza siano essi
del mondo occidentale, del Terzo mondo che dei Paesi dell’Est.
L’assegnazione è sempre fatta
secondo un criterio di equilibrio politico e geografico che assicura T imparzialità del movimento. Così per esempio il gruppo « Italia 11 » di Milano che ha
25 aderenti si occupa di due prigionieri: un pastore battista della Rhodesia e un uruguayano.
L’aiuto non consiste soltanto in
uno scambio di lettere, ma nel
reperimento di fondi, organizzazione di un’eventuale difesa, contatto con i parenti, figli ecc.
Il 1977 sarà dunque Tanno del
prigioniero politico, nella speranza che i difensori dei diritti dell’uomo, aumenteranno di numero, perché se aumentano loro aumenterà anche il rispetto per
l’umanità. « La sorte dei prigionieri politici — scrive Margherita Boniver, giornalista — in numerosi Paesi è tragica e spesso
atroce. La tortura diventa ogni
giorno di più una tecnica di governo esercitata su masse di cittadini. E’ per l’abolizione della
tortura e della pena capitale, e
per la liberazione di tutti i prigionieri per motivi d’opinione
che Amnesty dichiara il 1977: anno del prigioniero politico ». Evidentemente questa iniziativa anzi quest’invito alla corresponsabilità interessa tutti quelli che,
al di là di ogni schieramento
ideologico, vogliono sbarrare il
passo alle pratiche di violenza,
di tortura e assassinii contro
l’umanità. E cominciare quindi
a lavorare anche per la liberazione dei torturatori.
G. P.
6
25 febbraio 1977
cronaca delle valli
PINEROLO
Anche
contro
gli studenti
il Concordato
INTERVISTA ALLE PSICOPEDAGOGISTE
Farsi accettare dai ragazzi
Più di 800 studenti hanno partecipato al dibattito sul Concordato organizzato a Pineroto-Primavera
Mercoledì 16/2 mattina, nel
locale del cinema Primavera di
Pinerolo si 'è tenuta un’assemblea sul téma"il «Concordato»
con la partecipazione di Don
Franco Barbero, il pastore Ermanno Genre e il deputato parlamentare di Democrazìa Proletaria Silverio Còrvisieri. Questa assemblea si sarebbe dovuta tenere venerdì, 11 mattina, ed
avrebbe avuto molto più significato, ma vista la scarsa partecipazione degli studenti alle assemblee passate, e che l’ll/2 era
considerato giorno di vacanza
abbiamo ottemùo questo «posta'
mento, anche per. permettere a
Don Franzoni di venire, Il nome di Don Franzpni quindi, non
è stata una mossa politica per
attirare gente, come qualcuno
ha pensato; purtròppo non ha
potuto venire a causa. di una
malattia, e all’ultimo momento
si è chiesto l’intervento di Corvisieri, di passaggio a Pinerolo.
L’argòinento è stato introdotto
da Ermanno Genre, che ha fatto
una presentazione del momento storico in cui è stato stipulato il Concordato e del suo significato. Questo accordo segnava
la riconciliazione tra Stato e
Chiesa dopo la questione romana e Mussolini, che l’aveva firmato, era considerato il restauratore dei valori sociali, religiosi
e morali. Questo patto, al contrario della posizione sostenuta
dai vertici della chiesa e da Mussolini, non tutelava affatto gli
interessi delle masse cattoliche
ma era un accordo a vantaggio
dei vertici politici ed ecclesiastici. Infine Genre ha esposto
la posizione evangelica circa il
problema revisione e abrogazione del Concordato affermando
che, come cristiani non possiamo essere dei rinunciatari, partire già da ima posizione di sconfitta ed accettare senza reagire i
giochi di potere presenti nel Parlamento. Infatti con una revisione il principio di base del
Concordato non verrebbe modificato, oltretutto la bozza attuale di revisione è peggiorativa.
Ha infine esposto alcune possibilità di intervento a livello pinerolese soprattutto per quanto
riguarda l’ora di religione, data
l’occasione di contatti immediati tra evangelici e cattolici di base. Le proposte sono un’indagine
PRIMO CIRCUITO
Incontro monitori
Domenica 27 febbraio, alle ore 14,30, nei locali dell’Asilo valdese di Torre
Pellice, sono convocati i
monitori con il seguente
o.d.g.:
1) Festa di canto delle
scuole domenicali.
2) Valore del canto.
3) Prime impressioni
sul materiale usato quest’tmno nelle scuole domenicali.
Tutti i monitori del circuito sono invitati ad essere presenti.
bicoiitro iiastorale
Il prossimo incontro pastorale del 1° Distretto avrà
luogo a PINEROLO
lunedi 7 marzo 1977
con inizio alle ore 9,15.
Programma della giornata; mattina: Gesù profeta
(introduce Carlo Gay); pomeriggio: progetto di regolamento sulle Chiese locali e le persone nella Chiesa
(introduce Alberto Taccia).
negli istituti pinerolesi su come
sì svolge l’ora di religione e per
vedere come poter intervenire.
Una proposta pratica è quella di
chiedere l’esonero in massa all’inizio dell’anno dall’ora di re
ligione.
L’intervento di Barbero non si
discostava da quello di Genre
ma lo integrava soffermandosi
su aspetti della situazione attuale. Come al tempo della stesura
del Concordato anche oggi la
chiesa prende le decisioni senza
interpellare il popolo cattolico.
La chiesa non deve essere una
potenza, mentre di fatto si comporta come tale e cerca di mantenere i suoi privilegi progettando una revisione in ..modo
che questi non vengano intaccati. Barbero ha fatto diversi esempi per farci capire meglio:
sulla nomina dei vescovi ed il
giuramento che prestano, quindi
ha denunciato la funzione dei
cappellani militari.
Coryisieri ha fatto im intervento, secondo noi, non molto
stimolante per la discussione, e
troppo difilcile per un pubblico
di studenti; avrebbe dovuto esporre come si è svolto il dibattito sul Concordato in Parlamento, ma si è limitato ad esporre
la posizione di Democrazia Proletaria, abrogazionista. Ha fatto
una critica alla sinistra che, per
molti anni, non ha mai affrontato il problema del Concordato
e se lo ha fatto è stato solamente a livello di vertici.
La chiesa si è sempre schierata dalla parte dei poteri politici
dominanti, prima col fascismo,
ora con la Democrazia Cristiana,
in modo che a livello sovrastrutturale l’ideologia che porta avanti la chiesa contribuisce a mantenere il potere politico.
Ci sono poi stati alcimi interventi di studenti che hanno sottolineato l’influenza che ha la
educazione religiosa sulla formazione dei giovani. L’influenza
della chiesa si sente anche per
quanto riguarda la famiglia, la
scelta degli amici e il problema
dell’educazione sessuale. Un prete insegnante di religione ha proposto di considerare la religione come materia laica e insegnarla in modo scientifico. Barbero è stato sostanzialmente
d’accordo; però quest’ora di storia delle religioni non deve identificarsi con l’ora di religione,
non deve essere gestita da un
prete pagato dallo Stato ma da
im laico, inoltre la storia delle
religioni non deve diventare storia del cattolicesimo. Genre ha
concluso riaffermando che il luogo della formazione evangelica
è la comunità cristiana e non la
scuola gestita dallo stato.
Donatella Plavan
Daniela Pons
Paola Taccia
Avviso
alle corali
Si ricorda a tutte le Corali che l’Assemblea generale dei delegati — già programmata nello scorso dicembre — avrà luogo domenica 21 febbraio c.a. alle
ore 15 a Pinerolo.
Fra gli argomenti da discutere: l’organizzazione
definitiva della Festa di
canto; la funzione del canto nelle nostre Chiese; la
predisposizione di un .ctmzoniere.
Si raccomanda la partecipazione dei delegati di
tutte le Corali (e di chiunque sia interessato agli argomenti).
Il Comitato Direttivo
Il servizio di medicina scolastica preventiva organizzato dalla Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca per l’anno
scolastico 1976/77, comprende
anche, come per lo scorso anno,
un intervento di tipo psicopedagogico a livello scolastico. Abbiamo rivolto alle psicopedagogiste Laura Noce e Annalisa
Micol alcune domande sul loro
lavoro che interessa tutta la
scuola dell’obbligo e la scuola
materna.
— Il vostro intervento nella
scuola rappresenta una novità,
sia per gli insegnanti, sia per
le famiglie: potreste dirci esattamente di che cosa vi occupate?
— Noi ci occupiamo in modo
particolare delle quattordici
classi a tempo pieno istituite nei
Circoli di Perosa e di Villar e
delle classi che attuano la sperimentazione nelle medie di Ferrerò e Fenestrelle. Qui il nostro
intervento è regolare, mentre lo
è di meno nelle classi normali.
Nelle scuole materne di Roreto,
Pomaretto e Porte ci troviamo
una volta al mese con tutte le
insegnanti per programmare il
lavoro ; il nostro consiste nel cercare di sviluppare la conoscenza del proprio corpo da parte del
bambino, con giochi, esplorazioni ambientali, disegno, dràmmatizzazione.
— E nelle altre scuole?
— Nella media l’intervento
consiste in un programma comune per attività aggiunte, oppure in collaborazione con le attività di ricerca della classe. A
Fenestrelle si occupano di droga e di delinquenza minorile.
Nelle classi a tempo pieno l’at
LUSERNA SAN GIOVANNI
Il futuro del bilancio è sempre più
rosso (ii PCI vota contro)
Il bilancio per il 1977 che il
Consiglio Comunale di Luserna
S. Giovanni ha discusso nella seduta del 14.2 è nuovamente in
passivo per la non indifferente
cifra di L. 200 milioni. Se questa
cifra dovesse essere pagata subito dai Lusernesi vorrebbe dire una spesa di L. 28.000 per abitante. Siamo ancora lontani dal
le oltre L. 500.000 che è il deficit
medio per abitante dei comuni
italiani presi nel loro insieme.
Il Sindaco, nella sua relazione,
indica fra i motivi principali del
deficit la crisi economica che il
governo non sa affrontare, occupandosi essenzialmente dell’inflazione e trascurando invece la
ripresa dello sviluppo e della
produttività e dell’ incremento
CIRCIUTO
Miracolo: i bambini sono
entusiasti della musica
Pomaretto, 19 febbraio. C’ è
proprio da invidiare i ragazzi di
Bobbio Pellice che ogni settimana imparano a cantare con un
metodo così pratico ed efficace.
Dino Ciesch, che fra noi è un
po’ il pioniere di questo metodo,
l’ha esposto e illustrato ai monitori del 3“ Circuito, in un incontro durato tre ore, tra dimostrazione con un gruppo di ragazzini prima stupiti poi sempre
più entusiasti, e relazione vera
e propria.
Si tratta di un metodo già impiegato a Torino dal M.o Goitre
con risultati strabilianti, e che in
fondo è semplice come l’uovo di
Colombo: partire dall’esperienza
musicale, che è cosa comune a
tutti, per far pian piano scoprire
le leggi della musica, anziché cominciare dalle complicazioni della teoria. Pian piano, ripetendo
esercizi affascinanti come giochi, i ragazzi imparano a ricono
scere e padroneggiare i vari ritmi e intervalli e giungono a poter leggere una partitura.
In questo modo si riesce a interessare al canto anche gli svogliati, in meno tempo, e con più
soddisfazione per insegnante e
allievi.
Ora è chiaro che questo è un
discorso rivolto soprattutto alla
scuola dell'obbligo, ma non è
escluso che di questa esperienza
ci si possa valere anche nelle
Scuole Domenicali, dove il canto
sta attraversando un brutto periodo, per effetto di quel terribile diserbante musicale che si
chiama televisione. Il discorso di
Ciesch è elettrizzante, ma lui per
primo riconosce le difficoltà di
chi voglia applicarlo alla scuola
domenicale, essenzialmente per
ragioni di tempo. Tuttavia vale
la pena di studiare im’applicazione di questo genere con pretese
magari più modeste, ma con serietà.
dell’occupazione.
Non è comunque per caso, ha.
osservato il consigliere Delpero
(PCI), che si è arrivati alla situazione attuale, ma è invece il risultato del modo di procedere
del partito che ci governa da 30
anni e di cui il sindaco fa parte.
Infatti ha lasciato libero corso
all’evasione fiscale; si sono coperti speculatori, insabbiate inchieste e gli ultimi avvenimenti
non sembrano indicare che esiste la volontà di cambiare.
In sintesi le cifre del Bilancio
si possono riassumere in alcuni
dati: entrate L. 463.573.000, spese
correnti L. 664.163.000.
Aumento delle spese rispetto
allo scorso anno: L. 117 milioni.
Aumento del deficit rispetto al
’76 L. 22.000.000.
La discussione è stata abbastanza accesa; si è giunti all’approvazione solo alle 3 del mattino quando ovviamente quasi
tutto il pubblico aveva abbandonato la sala.
Leger (DC) ha rilevato che la
scuola materna statale di S. Giovanni costa più di 4 milioni
mentre alle materne private (Asili delle suore) il contributo è di
appena 900.000 lire. Ha chiesto
perciò che fosse aumentato il
contributo agli asili privati. Contro questa proposta che sembrava incontrare l’approvazione del
sindaco si è scagliato il PCI ricordando il carattere confessionale degli asili privati.
Chiabrando (PSI) si è preoccupato del rilevante contributo che
richiede ogni arino la Piscina (L.
9.000.000), tanto più che la gestione è affidata ad un ente privato
e ha chiesto che fossero avviate
trattative a livello di Comunità
Montana per migliorarne la funzionalità e i criteri di gestione
in modo da eliminare l’assurdo
deficit.
Si è inoltre stupito per l’assegnazione di L. 1.000.000 alla Pro
Loco per non meglio specificate
attività culturali (che sia il Carnevale?).
Ha votato contro il PCI. Si sono astenuti PSI e PLI.
P. Gardiol
tività può essere legata al programma dell’insegnante con un
lavoro preventivo oppure a una
ricerca. In altre scuole ci occupiamo anche dei casi singoli.
— Che rapporti avete con le
famiglie?
— Con le famiglie direttamente non abbiamo fatto riunioni
specifiche, ma la scuola materna di Pomaretto ci ha chiesto
di avere un incontro con noi e
con il medico, esteso magari a
tutti i genitori.
Per la media, si va ordinariamente alle riunioni dei consigli
di classe e dei consigli di disciplina, nei quali sono presenti anche i genitori. Abbiamo anche
colloqui individuali con i genitori dei bambini che vengono seguiti regolarmente e diamo anche consigli più pratici per eventuali visite specialistiche.
— L’anno scorso il servizio
psicopedagogico è stato forse il
più criticato : secondo voi, perché?
— Probabilmente non c’è una
corrispondenza tra le aspettative e quello che noi siamo disposte a dare. Non possiamo
fare interventi diretti su casi
particolari, come molti vorrebbero; ogni caso va situato nel
proprio ambiente. In una classe
normale, poi, si rischia di emarginare ancora di più un bambino isolandolo e mettendolo al
centro dell’attenzione non sempre benevola degli altri.
Col medico e col dentista si
possono sempre verificare i risultati delle prescrizioni, ma i
consigli su base psicologica molti li sentono come un’intrusione nei fatti loro; altri invece
chiedono soluzioni di tipo miracolistico. Alcuni pensano che il
nostro intervento debba essere
di tipo terroristico, per punire o
rinchiudere in un istituto.
Se invece riusciamo a farci capire ed accettare dai ragazzi, i
genitori diventano più comprensivi e pensano che con noi si può
parlare.
____ E i ragazzi, come la prendono?
__ All’inizio, in certi casi, si
sono ribellati perché erano con
vinti che fossimo lij per curare
dei matti. Poi i nostri rapporti
sono migliorati. Nella scuola
elementare e materna cerchiamo
di stimolare la loro creatività e
questo li diverte. Si interessano
anche a questionari che riguardino aspetti della loro personalità; non siamo l’insegnante che
giudica e valuta, ma una persona che aiuta a riflettere e a capire se stessi.
____ Sul territorio della Comunità, che è il vostro campo di
lavoro, le differenze di ambiente sono ancora evidenti, oppure
si va verso un livellamento?
— Nei villaggi esiste ancora
una forma di vita associata anche al di fuori della scuola, invece nei grossi centri ogni bambino sta per conto suo e a scuola assume atteggiamenti non autentici, ma presi dai rnodelli televisivi o copiati dagli adulti.
ISTITUTI OSPITALIERI VALDESI
TORRE PELLICE
Concorsi a posti di personale
sanitario
Ospedale Valdese
di Torre Pellice
Sono indetti pubblici concor.si, per
titoli ed esami a :
— Un posto di Primario.
— Due posti di Assistente di Medicina generale.
— Un posto di Assistente medico del
laboratorio analisi chimico-cliniche.
Per i requisiti di ammissione e le
modalità di svolgimento dei concorsi
valgono le norme di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 27 marzo
1969, N. 130, quale risulta modificato dalla legge 18 aprile 1975, n. 148.
Il termine per la presentazione delle domande, redatte su carta legale c
corredate dei documenti di rito, scade
alle ore 12 del 3 aprile 1977.
Per informazioni rivolgersi all’Amministrazione dell’Ente in Torre Pellice - Via Caduti per la Libertà, 6 - Telefono 0121 - 91536.
Il Presidente E. AtMF.
7
25 febbraio 1977
CRONACA DELLE VALLI
Il WII Febbraio nelle nostre comunità
LUSERNA
SAN GIOVANNI
La Pesta dell’Emancipazione
ha conservato anche quest’anno
la sua nota tradizionale in un
clima di riconoscenza e di gioia.
Era con noi il vice-moderatore
Giorgio Bouchard che ha presieduto il culto dando alla comunità un forte messaggio di
appello e di fede ispirato alle
parole del profeta Nehemia davanti alle porte di Gerusalemme, rotte e consumate dal fuoco : « Leviamoci e mettiamoci a
costruire ».
Ha fatto seguito un programma preparato dai giovani del
pre-catechismo e dai bambini
della Scuola Domenicale. La Corale ha eseguito un inno di circostanza, portando al culto un
apprezzato contributo.
L’Assemblea che gremiva il
tempio, prima di sciogliersi, ha
cantato in piedi con entusiasmo
il « Giuro di Sibaud ».
Alle 12.30 quasi duecento persone si sono ritrovate nella Sala Albarin per l’agape fraterna,
preparata con la solita competenza dall’équipe di Livio Gobello e servita ottimamente da
un gruppo di giovani.
Dopo i saluti del pastore Taccia, il vice-moderatore, molto
applaudito, ha illustrato ai presenti la vita della « comune » di
Cinisello Balsamo, i suoi problemi, i suoi scopi e gli ottimi risultati finora conseguiti.
Alla sera la filodrammatica di
San Secondo ha portato sulle
scene il dramma di B. Brecht;
« L’eccezione e la regola ». Ottima la recitazione. Discutibile il
commento.
Molto apprezzati gli inni che
la Corale ha cantato all’inizio e
durante l’intervallo.
• In questi ultimi giorni abbiamo accompagnato all’ultima dimora terrena le spoglie mortali
di Bertinat Maria ved. Geymonat del Saret di anni '87 ; di Bonin
Dorina ved. Revel dell’Asilo di
anni 87 e di Zoppi Enrico, deceduto dopo lunghe sofferenze all’età di anni 59.
Sabato pomeriggio è stata inumata nel nostro cimitero la salma di Gamba Carmelina ved.
Ambrosio, proveniente da Milano. Era originaria dei Malanot.
Alle famiglie in lutto diciamo
la nostra viva simpatia cristiana nel dolore, fiduciosi nelle sicure promesse della risurrezione
in Cristo.
BOBBIO RELUCE
pubblica il piano regolatore di
valle, con riferimenti particolari alla sistemazione di Rorà.
• La giornata del XVII febbraio si è inserita nel quadro di incontri comunitari ed ha visto una larga partfecipazione di rorenghi ( un centinaio di persone) che
ha riempito ogni spazio della sala. Dopo il culto che ha sottolineato la nostra responsabilità
verso chi oggi lotta per ottenere
quegli stessi diritti civili e politici concessi ai Valdesi nel 1848,
Renato Malocchi, del servizio
stampa-radio e televisione della
Federazione chiese, ha presentato, nel pomeriggio, le possibilità
di evangelizzazione che ci sono
offerte oggi con la radio e la televisione.
Una trentina di persone si è
riunita ancora per una modesta
cena concludendo la giornata
con una serie di vecchi canti
francesi.
chisti hanno trascorso la serata
'nei locali dell’Asilo fraternizzando con una frugale cena comunitaria; simpatico e costruttivo
l’incontro che speriamo ripetere
ancora.
Sabato alle ore 15 si sono sposati nel nostro tempio Amalia
Geymet e Luciano Panerò; numerosi fratelli ed amici li hanno
circondati dopo la cerimonia in
Foresteria; alla nuova coppia,
che si stabilisce fra noi il nostro
più fraterno augurio.
PINEROLO
ANGROGNA
Per il tradizionale appuntamento del XVII abbiamo trovato, quest’anno, una sinapatica
sorpresa; la sala comunitaria
rinnovata. I lavori ,di arnmodernamento son stati compiuti dal
gruppo giovanile con notevole
impegno. E lìi ci siam trovati per
l’àgape fraterna, il giorno XVII,
organizzata dall’Unione delle
madri con la collaborazione di
un gruppo giovanile. Una novantina di persone han preso parte
all’incontro comunitario che si
è protratto, tra conversazioni e
discorsi, per alcune ore. Sempre
nella nostra sala, il 19 sera, il
Coro Alpino Val Pellice ha prodotto una piacevole serata canora lasciando in tutti i presenti
un piacevole ricordo.
« Perché fa il pastore? » — ha
chiesto un bambino e Tullio Vinay ha risposto; « Bisognerebbe
chiederlo a Colui che mi ha spinto a farlo » — e àncora — « Se
potesse ricominciare la sua vita
rifarebbe le stesse cose che ha
fatto? », « Una metà di me — ha
risposto Vinay — direbbe; Signore dammi vacanza e l'altra
metà; Signore dammi la forza
di continuare ».
Il culto del XVII febbraio, rallegrato dai canti dei catecumeni
e della corale, con un’incisiva
predicazione sul martirio dei
primi cristiani, è terminato con
una ventina di curiose domande
dei ragazzi delle Scuole Domenicali ( « Quanti anni ha?. Ha paura della mafia? ») all’ospite della
giornata; il pastore Tullio Vinay.
Poi c’è stata l’àgape fraterna
organizzata, con notevole impegno, dall’Unione Femminile che,
per di più, jaU’ultimo momento ,
ha saputo ^moltiplicare i'- postf:
tavola, di fronte al notevole arfiusso di persone. Dopo le presentazioni dei partecipanti, Vinay ha risposto apertamente a
tutte le domande, toccando diversi temi; dal dibattito parlamentare sugli armamenti («Con
le spese degli armamenti si potrebbe rendere fertile il Sahara»,
« occorre creare il Pentagono
della pace »), alla ricostruzione
del Vietnam, alla corruzione del
nostro sistema politico («è difficile dire la verità dopo trenta
anni di menzogne»), alla testimonianza del credente nell’aula
di Palazzo Madama. « Al di là di
ogni divisione — ha concluso
Vinay — la verità dev’essere annunziata a tutti. Più la verità è
evidente più è respinta; noi dobbiamo dire la verità, non aggiustarla! Sono ottimista sull’azione di Dio e ho bisogno di tutta
la vostra comunione fraterna ».
La giornata del 17 ha visto
raccolti un folto numero di fratelli nel corso di una cena comunitaria ottimamente organizzata
dal neo gruppo giovanile; la serata, oltre la cena è proseguita
con una proiezione di diapositive a cura della Pro Loco di Pinerolo sul tema « una civiltà al
tramonto ». I giovani hanno anche eseguito alcuni cori molto
apprezzati. Ottimo lo spirito della serata ed il lavoro dell’équipe
• Sono ripresi gli Studi Biblici
domenicali, il nuovo ciclo esamina i testi del Nuovo Testamento
sul problema della S. Cena.
PRAMOLLO
• Mercoledì 16 serà, grazie al
tempo clemente, si sono accesi
in tutte le borgate i tradizionali
falò, espressione di gioia e di riconoscenza al Signore.
Siamo felici di aver avuto in
mezzo a noi il pastore Paolo
Ricca che con la sua predicazione ci ha portato un significativo
messaggio, invitandoci ad essere
grati a Dio per tutte le libertà
che ci sono accordate oggi, ma
anche a saperne fruire nel modo giusto, senza lasciarle inoperanti. Per questo lo ringraziamo
, di cqgre * speriamo di poterlo
riavere presto in mezzo a noi,
con la sua famiglia.
Dopo l’agape fraterna a cui
hanno partecipato molte persone, la giornata del 17.2 si è conclusa con la preannunciata recida della commedia « Non ti conosco più ». Il pubblico era numeroso e speriamo che il lavoro
preparato, e replicato ancora
domenica 20, sia stato gradito.
• Esprimiamo la nostra fraterna simpatia alla famiglia Costabel, colpita dalla dipartenza del
caro Edvi, di soli 62 anni, nella
certezza che il Signore darà loro la consolazione di cui hanno
bisogno.
VILLAR PEROSA
malattia, dal Comandante la locale Stazione dei Carabinieri e
dal Sig. Henri Poet da parte dell’Union Vaudoise di Marsiglia, ai
quali esprimiamo la nostra viva
gratitudine.
Alla sera una quarantina di
persone hanno ancora consumato insieme la cena. Intanto la sala si affollava di pubblico, intervenuto per partecipare alla serata, preparata dai giovani che, con
impegno, hanno rappresentato
la cornmedia in tre atti di G.
Romualdi; « Le montagne ». Desideriamo esprimere un sentito
ringraziamento a tutti gli attori
ed in particolare al Sig. Aldo
Paolasso (Vivian), che ha dipinto lo scenario della recita e che
ci ha fatto dono del suo lavoro.
Al termine della rappresentazione ha avuto luogo l’estrazione
dei numeri vincenti della lotteria «prò rifacimento del tetto
del tempio », la quale ha dato
un buon esito grazie alla preziosa collaborazione di tutti.
• Il battesimo è stato amininistrato a Barbara di Genre Ulisse
e di Giai Angela (Serre): il Signore aiuti i genitori a mantenere con fedeltà le promesse fatte.
• Un cordiale benvenuto a Sara, primogenita di Luigi Piras e
di Sandra Bleynat (Palazzine).
Alla piccola ed ai suoi genitori
i migliori auguri.
• Ricordiamo che la replica
della commedia « Le montagne »
avrà luogo D.v. domenica 27 febbraio alle ore 14.30.
POMARETTO
no permesso, con vero spirito di
servizio, che la ccanunità godesse di questo momento di gioia.
Ruben Artus, infine, il direttore del convitto di Pinerolo, ha
illustrato attraverso la proiezim
ne di diapositive, la vita e la situazione della Chiesa valdese in
Sud America.
Ugualmente, a Massello una
quindicina di persone si sono
trattenute dopo il culto per una
Agape fraterna. Veramente un
momento di comunione che ha
tanto più valore, considerando
il momento di crisi che le chiese
di montagna stanno attraversando. .
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Geymonat, riconoscenti
per le prove di simpatia ricevute per
la improvvisa dipartita deRa loro cara
Maria Bertinat
vedova Geymonat
ringraziano il Dott. Scorognina, R Pastore Taccia e tutte le gentili persone
che hanno preso parte al loro lutto.
Luserna S, Giovanni, 18 febbraio 1976
10 alzo gli occhi ai monti
^nde mi v^rrà Valuto?
11 mio aiuto viene dall’Eterno
che ha fatto i deli e la terra.
(Salmo 121: 1-2)
E’ mancato
Edvico Costabel
di anni 62
Nel darne Fannunào la moglie Alina Long con i figli Anita e Bruno ringrazia tutti coloro che hanno preso
parte al loro dolore con la presenza o
con scritti.
San Secondo, 16 febbraio 1977.
ROR A’
Martedì 15 il vicesindaco geom.
Odetto ed un architetto della Comunità Montana hanno presentato e discus.so in un’assemblea
• Alcune altre cronache sono
rinviate al prossimo numero
per mancanza di spazio.
Purtroppo, ancora una volta, siamo
costretti a rinviare alla prossima settimana l'elenco di gennaio dei doni
« Pro deficit » per l’Asilo di Luserna
San Giovanni.
Hanno collahorato: Giuseppe
Anziani, Franca Coisson, Dino
Gardiol, Luigi Marchetti, Giovanni.Peyrot, Alfredo Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
TORRE PELLICE
Il XVII febbraio ha raccolto
un numeroso gruppo di fratelli
alle diverse manifestazioni della
giornata, fi culto della mattina
ha visto bimbi e parenti raccolti
nel tempio con un culto seguito
dalla S. Cena a cui hanno partecipato molti fratelli, numerosi
ed attenti anche i bambini. La
corale ha accompagnato il culto
con un coro di circostanza molto
apprezzato.
Al pranzo hanno partecipato
oltre duecento convitati nella sala della Foresteria gentilmente
messa a disposizione, ottima come sempre l’organizzazione dell’apposito Comitato; i pastori ed
il prof. Hugon hanno intrattenuto i presenti con brevi discorsi,
la corale ha eseguito alcuni cori
molto apprezzati.
L’incontro organizzato nelTAula Magna del Collegio la sera e
stato particolarmente seguito,
purtroppo i posti erano limitati e alcuni hanno dovuto rinunciare alla serata, peccato! Il Coretto, la Corale ed un gruppo di
studenti del Collegio hanno svolto il programma previsto con
impegno raccogliendo gli applausi e gli incoraggiamenti di tutti.
Sabato sera i monitori e i cate
II 16 sera numerosi falò, accesi
nei luoghi abituali, hanno sottolineato la partecipazione popolare alla festa del 17 febbraio. Al
mattino del 17, una bella assemblea si è raccolta nel tempio per
il culto, al quale hanno recato il
loro contributo il gruppo trombettieri, la corale, che in questi
ultirai tempi si è alricchita di
alcuni elementi nuovi, e la Scuola Domenicale.
L’àgape fraterna, organizzata
preparata e servita con molta
cura e capacità nella sala sottostante al tempio da un gruppo
efficientissimo di fratelli e di sorelle, al quale rivolgiamo _ il nostro ringraziamento più sincero,
ha riunito oltre un centinaio di
commensali. Molti anche i fratelli e le sorelle venuti da fuori,
che già avevano partecipato al
culto. Ogni cosa si è svolta in un
clima di grande fraternità. Erano pure presenti alcuni invitati,
fra cui la Direttrice Didattica del
Circolo di Villar Perosa, il Prof.
Tobia e Signora, il Doti. F. Varalda ed i Sindaci dei Comuni
di Villar Perosa e di Pinasca.
Dopo il pranzo abbiamo ascoltato i discorsi dei Sigg. C. Siccardi e R. Richiardone e del Dott.
Varalda. Il Pastore ringraziava i
vari oratori e leggeva alcuni messaggi 'giunti; dal Pastore Ennco
Geymet e famiglia, dall’avv. Giovanni Agnelli, dal Sindaco Andrea Olivero al quale formuliamo i migliori auguri nel Sign^
re in queste lunghe settimane di
Molta la partecipazione della
popolazione al corteo e molte le
donne in costume. Nel culto al
tempio al tema della riconoscènza a Dio per le liberazioni accordate al nostro popolo è stato collegato il tema della solidarietà
con chi oggi vive situazioni simili a quelle vissute dal nostro popolo. - .•
Il pastore Guido Mathieu, segretario per l’Italia della missione evangelica contro la lebbra,
ha presentato il problema di
questo dramma che. colpisce oggi ancora quasi 20 milioni di persone. Al past. Mathieu è stata,
consegnata la colletta effettuata
all’uscita del tempio, designata
appunto dal Concistoro per quell’opera. La colletta ha reso la
somma di L. 415,000.
• La filodrammatica di Pomaretto si è presentata al pubblico
le sere del 17, 19 e 20 febbraio.
• Il culto di domenica 27 febbraio avrà luogo al Clot Inverso
dove predicherà il pastore e a
Pomaretto dove predicherà l’anziano Micol Flavio.
• . La corale valdese di Pomaretto sarà a Marsiglia nei .giorni 26,
27 e 28 lebbraio diètro invito delia locale Unione Valdese.
• Mercoledì 16 febbraio ha avuto luogo a San Germano il funerale della sorella Collet Margherita di ànnf 69 di Clot Ciauvin
(Inverso Pinasca) deceduta presso l’Asilo dei vecchi di San Ger
mano. .
Venerdì 18 ha avuto luogo il
funerale di Di Gregorio Attilio di
anni 58 di Roccaraso (Abruzzo)
, deceduto a Pomaretto dove si era già da tempo trasferito e. dove gestiva la panetteria.
Alle famiglie colpite dal lutto
giunga la nostra simpatia cristiana.
PERRERO-MANIGLIA
MASSELLO
A Ferrerò il 17 febbraio si è
dimostrato una occasione ottima
di incontro comunitario. Com’è
consuetudine, tenendosi il culto
a Ferrerò, dalla chiesa si è mosso un piccolo corteo per andare
incontro a quello che scendeva
da Maniglia. Foi il culto, che ha
visto la partecipazione di circa
180 persone, durante il quale la
corale ha cantato un coro in
francese e l’inno 117 dellTnnario
Cristiano. Al culto ha fatto seguito l’Agape, tenuta nei locali
della chiesa, dove 50 persone si
sono riunite attorno alla stessa
mensa. Cogliamo l’occasione per
ringraziare tutti quelli che han
« Per me il vivere ‘ è Cristo
e il morire guadagnò »
(FU. 1: 21).
Il Signore ha richiamato a sé
Clementina Gay
Ne danno Panniunrio, insieme ai cugji(ì,;ì,e afEezìonate, amiche. Il,servizio
funebre sarà celebrato nel Tempio. Valdese di corso Vittorio alle ore 10,15
di lunedi 21 febbraio.
Torino, 18 febraio 1977.
Luciano, Lamberto e Lionello fona
ricordano con rimpianto la collaboratrice di tanti anni.
Torino, 18 febbraio 1977.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Blanc-Di Gregorio profondamente commosse per la dimostrazione di affetto, tributata in occasione
deUa improvvisa dipartenza del loro
caro
Attilio Di Gregorio
all’età di 58 anni
ringraziano: l’Associazione Alpini di
Inverso Pinasca, la Banda Musicale di
Pomaretto e quanti altri che con la
presenza, fiori e scritti hanno manifestato là propria simpatia alla famiglia
che vive momenti di grande sofferenza.
« Il mio aiuto viene dal Signore
che ha fatto i cieli e la terra »
• ■ (Salino 121: 2)
Pomaretto, 20 febbraio 1977
RINGRAZIAMENTO
I familiari del Compianto
Enrico Zoppi (Chetu)
nell’impossibilità dì farlo singolarmente, esprimono il più vivo ringraziamento a quanti, con scritti, parole di conforto, partecipazione ai funerali, si sono uniti al loro dolore.
Un grazie ■ particolare al pastore
Taccia per la preziosa assistenza spirituale; al dott. Avanzi, al sig. Gabello ed al personale tutto deU’Asilo Valdese di Luserna San Giovanni per le
assidue cure prestate; alla direzione
ed al personale dell’Ospedale di Pomaretlo; agli amici e compagni di lavoro; al T. Col. Matteo Bruno, a Dino
Gardiol ed a Poluccio Favout per le
parole di simpatia espresse a nome dei
rispettivi Gruppi; al Comando Battaglione « Susa » per la rappresentanza
militare; alla Sezione ANA di Pinerolo; ai maresciallo dei Carabinieri
sig. Popolla; ai numerosi Gruppi ANA
presenti con i loro labari; alle Associazioni ANPI, Ex combattenti. Arti e
Mestieri, Amici di San Giovanni ed a
tutti coloro che hanno espresso la loro
solidarietà cristiana nella dolorosa circostanza.
huserna S. Giovanni, 20 febbraio 1977
8
8
25 febbraio 197T
La nuova crociata politica
ha per strumento l'aborto
Un documento dell’lsolotto in merito alla legge sull’aborto esprime
con chiarezza una posizione comune a diverse altre comunità di base
Sulla repressione
in Cecoslovacchia
Vescovi o pilati?
« In quanto comunità cristiana di base vogliamo esprimere la
sofferenza e il turbamento che
vengono determinati nelle coscienze di tanti cristiani dalle
pressioni e dalle manovre di settori della gerarchia e del mondo
cattolico contro l’approvazione
della legge sull’aborto da parte
del Parlamento italiano.
La nostra, come molte altre
comimità cristiane, giudica strumentale un tale intervento della
gerarchia e non lo considera affatto espressione della fede di
tutto il Popolo di Dio.
Molti, infatti, si domandano
perché questa crociata in difesa
della vita, questa improvvisa vocazione radicale della chiesa ufficiale nell’opporre la fede cristiana ad una legge che viene
considerata lesiva del diritto alla
vita, quaridó^'tfon si è ritenuto
opportuno mobilitare il mondo
cattolico e, tante volte, neppure
alzare la voce per denunziare la
inconciliabilità tra la fede e quei
regimi dichiaratamente cristiani
fondati sulla sistematica violazione dei diritti umani, sulla tortura, sulla fame, sul genocidio,
quali, ad esempio, i regimi del
cattolicissimo Franco o dei cattolici Van Thieu e Pinochet.
Ci si domanda, ancora, come
mai solo adesso si scopra questa
vocazione del cristiano alla disobbedienza civile o alla obiezione di coscienza, quando si è colpito COSÌ! duramente tutti coloro
che hanno sostenuto l’obiezione
di coscienza nei confronti delle
leggi miUtariste é chiimque ha
osato denunziare i crimini di potenze alleate della chiesa, come
è accaduto a don Mazzolari, a
don Milani, al card. Lercaro e
a tante comunità cristiane.
Perché solo ora si parla tanto
di protezione degli indifesi quando la chiesa ufficiale ha sistematicamente cercato di coprire la
situazione di sfruttamento e di
oppressione che, in diversi istituti cattolici, è riservata agli emarginati, agli handicappati, ai
malati di mente, situazione che
è venuta alla luce solo per iniziativa di magistrati coraggiosi?
È chiaro dunque che lo scopo
della chiesa ufficiale nel portare
avanti questa crociata non è evangelico, ma essenzialmente
politico: si cerca cioè di utilizzare un dramma cosli sofferto da
tanta parte del popolo per rinsaldare l’unità politica e ideologica di un mondo cattolico in cri
Non crisi
ma giudizio
(segue da pag. 1)
conseguenza l’allontanamento del
proletariato.
La chiesa cresce dal basso
Restituire al proletariato, inteso come popolo di Dio (e con
ciò non voglio proporre l’equazione: popolo di Dio = proletariato!), la priorità della nostra
testimonianza credo significhi
riprendere la pratica della prassi di Gesù quale ci è testimoniata dagli evangeli (ad esempio
Marco 2: 13-17) e sottolineare
che a partire da questa realtà il
problema della riforma della
chiesa riacquista )a partecipazione responsabile della gente. La
chiesa cresce dal basso, ci ricordano i fratelli delle comunità
cristiane di base.
C’è molto da riflettere all'interno del nostro mondo protestante sul fatto che pur avendo
sempre posto (e giustamente!)
l’accento sulla cristologia, cioè
sulla figura di Gesù e non sulla
chiesa, oggi vi sia notevole confusione nel capire la realtà della chiesa stessa. Dobbiamo desumere che ciò deriva da una
nostra incapacità a capire la
j>ersona stessa di Cristo? Se cosi è allora non possiamo accontentarci di una riflessione sulla
chiesa: è necessario riprendere
alla radice jl discorso teologico
sul significato della presenza di
Cristo nel mondo, il significato
dell’opera del .suo Spirito che
crea la chiesa.
si, attraverso la divisione delle
masse popolari.
Per parte nostra, di fronte al
problema della difesa della vita, pensiamo che il Vangelo contenga un messaggio che ci spinge a cercare soluzioni positive.
In quanto cristiani che tendono
a una coerenza evangelica senza obiettivi di potere, riteniamo
che una legge la quale cerca di
eliminare ogni forma di condanna e repressione nei confronti di uno degli elementi più deboli ed emarginati della società.
qual è la donna, non sia in contraddizione con la nostra fede.
Infatti, secondo il Vangelo, la linea della salvezza e della vita
non viene portata avanti nella
storia dai ’’sapienti” o dai ’’potenti”, ma dagli ’’ultimi”, cioè da
quella realtà che il Vangelo chiama ”la pietra scartata”.
Per questo, secondo noi, la
vera difesa della vita, anche del
nascituro, non può passare altro
che attraverso la responsabilizzazione e l’autodeterminazione
della donna ». (Adista)
Al termine di
svoltasi a Praga
scorso, i vescovi
hanno pubblicato
una riunione
il 14 gennaio
della Boemia
una dichiara
L'acceleratore
L’Osservatore romano del
31.1/1.2.1977 in un corsivo intitolato « Limiti invalicabili »,
nel lanciare i suoi strali contro
la legge sull’aborto ora all’esame del Senato, così si esprime
tra l’altro:
« Per conseguire un presunto bene (l’abolizione degli aborti clandestini, ovvero per
salvare l’anima di un eretico)
non si può adottare il male
(liberalizzare l’aborto, ovvero
far bruciare vivo l’eretico dal
braccio secolare), non si è giustificati se si ricorre ad azioni
intrinsecamente immorali (una
legge che lascia la decisione
alla donna, ovvero le torture
dell’inquisizione per estorcere
le confessioni all’eretico) ».
Inutile dire che le esemplificazioni in corsivo rinchiuse
tra parentesi sono mie.
Ogni commento però sulla
legittimità di, adoperare simili
ragionamenti da parte dei cattolici sia in occasione della
legge sull’aborto, sia in qualsiasi altra occasione passata,
presente o futura, è ovviamente superfluo.
Non ci si libera con tanta
disinvoltura della dominante
del « fine che giustifica i mezzi », su cui si è premuto Ì’acceleratore per tanti secoli.
Giorgio Peyrot
zione nella quale accennano anche al movimento sviluppatosi
attorno alla « Carta 77 ». Ne dà
notizia il « Rude Pravo » del 15
gennaio. « Recentemente — affermano i vescovi — la vita della
nostra patria è stata turbata da
quello che la stampa ha detto circa la cosiddetta Carta 77. Sono
emersi quesiti sul ruolo che la
chiesa cattolica ha avuto in questa. vicenda. Intendiamo che al
riguardo vi sia chiarezza: perciò
noi, ordinari cattolici di Boemia,
dichiariamo, con piena responsabilità, di non essere tra i firmatari della Carta ».
Non si capisce bene se, per i
presuli boemi, il turbamento sia
stato causato dalla Carta 77 o
dalla campagna montata contro i
suoi firmatari dalla stampa cecoslovacca. La premura dei vescovi boemi ad avvertire che essi
non hanno nulla a che fare con
il documento conduce a propendere per la prima ipotesi.
Ci risulta che i vescovi slovacchi abbiano assunto, sul movvimento creatosi attorno alla Carta 77, un atteggiamento differente rispetto a quello dei loro confratelli boemi. E’ vero che non
hanno preso pubblicamente posizione a favore del manifesto
dell’opposizione, ma è ugualmente certo che si sono rifiutati a
pubblicare dichiarazioni còme
quella dei vescovi boemi.
(Adista)
Socialismo
democratico
Di fronte alle gravi manifestazioni di limitazioni della libertà
di pensiero e di associazione, avvenute in Cecoslovacchia nei confronti del movimento « Charta
77 », il gruppo FGEI (Federazione Giovanile Evangelica Italiana)
del Vomere dichiara quanto se•§ue:
Il processo di liberazione dell’uomo rappresentato dal socialismo non può essere disgiunto
dalla sempre più completa estensione delle libertà politiche; il
fatto che i paesi socialisti siano
fondati, a livello economico, sull’abolizione dello sfruttamento e
su di un sistema di giustizia sociale non giustifica, ma rende
più grave, il permanere in questi paesi di inaccettabili limitazioni dei diritti politici e dei cittadini. La FGEI, coerentemente
con le scelte fatte da tutto il movimento operaio italiano, dichiara il proprio appoggio morale e
politico a quanti oggi si battono
per far sì che il socialismo non
sia mai disgiunto dalla democrazia, ma ne sia invece l'espressione più estesa e reale.
Per il Gruppo FGEI
Tullio Florio
Hanno sottoscritto per solidarietà i membri delle chiese vaidesi e metodiste Napoli Vomere e via dei Cimbri: Barba, E.
Vicentini, L. Magnifico, Armando D’Auria, Silvana Carcò, Salvatore Carcò, Paolo Nitti, Irma
Nitti, Maria Magnifico, Giulio
Vicentini, Rosanna Nitti, Maria
Botta, Mirella ScorsonelM, Emilio Nitti, Angela Tessera, Nuzzi
Lidia, Giulia Nitti più 16 firme
illeggibili.
LA SETTIMANA INTERNAZIONALE
a cura di Tullio Viola
Un appello di Chomsky
Un’ esigenza personale di
obiettività ci spinge a portare a
conoscenza dei nostri lettori l’appello che il prof. Noam Chomsky
ha indirizzato ad alcuni organi
della stampa internazionale, tra
cui la « Repubblica » (v. n. 32
dell’11.2.’77).
Il Chomsky è un illustre glottologo che lavora nel M.I.T.
(Massachussets Institute of Technology) ©d è ben noto per la sua
intensa, coraggiosa attività in difesa dei diritti civili in USA.
« Funzionari del governo israeliano (dice l’appello) hanno dichiarato, in questi giorni, che
centinaia di prigionieri arabi dai
territori occupati vengono nutriti con la forza mentre continua
da quasi un mese il loro sciopero della fame. I prigionieri protestano contro le condizioni intollerabili nel carcere di Askelon. Le loro famiglie stanno conducendo un sit-in ( = seduta permanente di protesta) nel municipio, chiedendo sostegno per i prigionieri.
A Ramallah, tre ragazze sono
state arrestate per aver partecipato a una manifestazione svoltasi il 14.12.’76, e condannate a
tre mesi di carcere. L'avvocatessa israeliana Lea Zemel che ha
riferito sul fatto, ha anche testimoniato che gli arrestati, in
quella occasione, erano stati sottoposti a bastonature e torture.
Un ragazzo di 16 anni, Mahmoud
el Mughratsi, ha testimoniato al
tribunale di essere diventato zoppo e di aver perduto quasi del
tutto l’uso delle mani in conseguenza delle bastonature. Torture per mezzo di scosse elettriche
sono state altresì denunciate da
prigionieri i quali affermano anche di essere stati costretti a firmare false confessioni.
Il 7.11.'76 Rihab Essawi era
stata arrestata perché trovata in
possesso di un volantino. A metà dicembre si trovava ancora
nella prigione di Ramleh, senza
che le fosse stata notificata ladata di un suo eventuale processo. Il suo avvocato l'ha informata però che, per questo crimine,
essa potrebbe venir condannata
a un anno di carcere.
Esiste una considerevole quantità di prove che la severa repressione nei territori occupati
si sta intensificando mentre crescono le proteste contro l'occupazione militare. Vorrei soffermarmi su un caso particolare,
che non è certamente il peggiore,
ma di cui ho avuto diretta, personale conoscenza. Nel dicembre
1975, una giovane donna araba,
Sonia Nimr, era stata condannata a tre anni di prigione da un
tribunale militare (senza possibilità di appello) sotto l'accusa
di esser stata, nel passato, membro di una "organizzazione illegale". Nel fascicolo presentato
al tribunale, veniva indicato che
non era mai stata una militante
attiva e che aveva posto fine alla
sua associazione di sua volontà.
Secondo la stampa araba di Gerusalemme (Al Fafr), le è stata
inflitta una condanna equivalente al doppio di quanto inflitto
all' organizzatore maschio della
cellula a cui lei era stata accusata di appartenere, e ciò con la
seguente motivazione: "Si è rifiutata di chiedere clemenza e
costituisce un cattivo esempio
per altre donne". Il tribunale
decise pertanto di punirla "con
la massima severità" (Israleft
News Service, 15.9.’76).
La signorina Nimr ha chiesto
Doni Eco-Luce
L. 500
Jallà Ermanno, Bordìghera; Schupbach
Charles, Svizzera; Pascal Aldo, Pomaretto; Di Guilmi Michele, Vasto; Furfaro Saverio, Germania; Sthephenson
Carunchio, Guglionesi; Bonjour Esterina, Luserna; Poet Enrico, Perrero;
Long Ernesto, Abbadia Alpina;.
L. 2.500
Walker Milvia. Inghilterra; Semadeni Guglielmo. Svizzera; Velluto Vera, Taranto: Saracco Oreste, Argentina; Duberc Auguste, Francia; Bosetti Joseph, Svizzera; Frei Luisa, Svizzera; Wilhjelm T., Germania; Avondet
Bruno, Svizzera; Tosi Giuseppe, Bergamo; Falciglia Giuseppe, Belgio; Coucourde Nino, Svizzera; Resburgo. Albertina, Svizzera; Rostaing Rachel,
Svizzera; Dardanelli Anita, S. Secondo.
L. 1.500
Antonietti Paolo, Torre Pelliee; Griglio Carlo, Chiotti; Odino Vieri, S. Secondo; Paraci Vincenzo, Caltanissetta;
Zanetti Giovanni, Svizzera.
L. 3.000
Fornerone Dino, Abbadia Alpina;
Hugon Mourglia Lena, Bibiana; Kesselring Erica, S. Giovanni Lupatoio;
Barberis Emma, Rosta; Coisson Marco, Prarostino; Cognonato Edda, Udine, Biondi Laura, Pietrasanta; Cattaneo Felice, Genova; Nascimbeni Maria, Caerano S. Marco; Perini Trovato
Alma. Scicli; Romano Lidia, Vercelli.
L. 1.000
Coisson Mathieu Ida, Torre Pelliee;
Jalla Graziella, Torre Pelliee; Giorgiolè Giuseppe, Livorno; Tron Milena,
Perrero; Pons Enrico, Prarostino; Villani Maria Luisa, Firenze; Vasques
Salvatore, Roma; Malanot Ernestina,
Torre Pelliee; Durand Fiorina, Rorà;
Pavarin .Silvana, Rorà; Martinat Enrico, Pomaretto; Marchetti Luigi, Pomaretto; Ribet Giosuè, Pomaretto;
Giaiero Emma, Inverso Pinasca; Costantino Pietro, Pomaretto; Genre
Giulio, Perrero; Fam, Tourn Boncoeur,
Rorà; Cambellotti Luisa, Torino; Favout Enrico, Luserna; Bert Giovanni,
Perrero; Baret Peyrot Albertina, Pomaretto; Garrou Marco, Prali; Barus
Attilio, Fontane; Mosca Toba Elena,
Brindisi; Maurizio Americo, Tradate;
Cassano Tito, Trieste; Zingaropoli Pietro, Grottaglie; Camera Alfredo, Torino; Avondet Aldo, Rivoli; Malan
Marcella, Luserna; Geymonat Elena,
Luserna; Avondetto Emilio, S. Secondo; Jourdan Elena, Torre Pelliee;
Quattrini Bline, Perrero; Peyrot Beniamino, Perrero; Fam. Bellion-Jalla,
Torre Pelliee; Comba Silvio, S. Secondo; Rosa Brusin Guido, Coazze; Rostagno Giovanni, Torino; Berton Costanza, Villar Pelliee; Cerai Alfio,
Pordenone; Pavone Achille, Castellina
in Chianti; Balestrini Clarice, Pieve Emanuele; Scagliola Elda, Calesse; Ippobti Orlando, Colleferro; Dal Secco
Raffaella, Magenta; Rutigliano Romeo,
Foggia; Ricci Salvarani Letizia, Torino; Barlera Tina, Ravenna; Maffeis
Romano, Bergamo; Filice Elvira, Foggia; Loreto Eliseo, Carunchio; Paschetto Lina, Pomaretto; Gaydou Maria Adólaide. Pietra Ligure; Pons Attilio,
Pomaretto.
di potersi laureare, durante la
prigionia, presso il collegio di
Bir Zeit, in Cisgiordania. Nella
stessa lettera ella m'informa che
la sua richiesta è stata respinta.
La resistenza e la repressione,
nei territori occupati, vanno viste nel contesto delle pressioni
internazionali intese a condurre
a un regolamento politico che
ponga fine all' occupazione. Per
questo motivo nei prossimi mesi la situazione potrebbe diventare ancor più intollerabile che
nel passato. La protesta internazionale è il solo rimedio efficace. Per citare un esempio che
conferma ciò, la giornalista cisgiordana Raimonda Tawil, confinata per quattro mesi agli arresti domiciliari senza che le sia
stata notificata alcuna accusa, è
stata rilasciata in dicembre in
seguito a proteste provocate anche da notizie pubblicate sulla
stampa (N.Y. Times 23.8 e 7.11.
’76). La repressione nei territori
occupati non è soltanto ingiustificabile in sé, ma anche perché
è destinata a rendere ulteriormente avvelenate le relazioni tra
gente che deve assolutamente
raggiungere un'intesa per poter
letteralmente sopravvivere ».
Comitato di Redazione: Bruno
Bellion, Ermanno Genre, Giuseppe Platone - Paolo Ricca, Fulvio
Rocco, Sergio Rostagno, Roberto
Sbaffì.
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8 luglio 1960
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Terre Pelliee