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Riguardate alla roccia'onde foste tagliati
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Italia é Impero
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Nulla sia più forte della vostra fedel
(Giaiiàvello)
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Direllor« ; Prof. QINO COSTltSBL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Peujc»
RED AZIONE: Vìa Arnaud, 27 - ToaiiB PKU.ICE .
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OKt(^ cambiamento O'indlrissio costa una lira
Cent. 30 la copia
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Quando udimmo queste cose, tanto noi che quei del luogo lo pregavamo (Paolo) di
non salire a Gerusalemme.
Atti 21: 12.
IS:
j, La storia del icristianesimo è la sto-4ria di uomini e donne che non hanno
^misurato il costo della vita: combatteirono e non riguardarono alle loro ferite, lavorarono e non domandarono riposo.
In altre parole, -dietro ogni movimento verso la luce, dietro ogni riforma di
pensiero, dietro ogni conquista pel noFme di Cristo, si scoprono cuori corag
^^ giosi che nessun ri^hio arresta, nessun
pericolo spaventa. Dovunque le fronfe tiere del regno di Dio si sono estese, esI se lo furono per mezzo di spiriti forti;
indomi ti, che non indietreggiarono
^nemmeno davanti al martirio. Riformafetori, santi, eroi di tutte le età e di tutte
^^le generazioni furono gli strumenti di
l ' cui Dio si servì per compiere i Suoi disegni, e se noi percorriamo le pagine
; della storia del cristianesimo siamo costantemente messi di fronte a spiriti
che -tutto ' osarono; soffersero, resiste,tero, mia vinsero.
“ì*
Alcuni discepoli di Gesù son radunati
presso il mare di Tiberiade, dopo che il
loro Maestro, messo a morte, li ha la? sciati. Ora essi devono prendere una
Ritorneranno essi alle loro
lì^decisione.
Í occupazioni, a rinnovare i legami che
avevano rotti per seguire Gesù?
Era naturale, per dei pescatori il ritorno alle loro reti; per Matteo il ritor
14
»Suo glorioso Vangelo, era deriso e bef1^.
^ fato; quando proclamava la Sua iden. tità, fu crocifisso. Potevano essi sperare
l^di sopravvivere al loro Maestro? essere
• Suoi testimoni significava impopolarità,
^ odio, disprezzo, fors’anche morte; pereció stan sulla riva indecisi...
« Ora, essendo già mattina, Gesù si
I presentò sulla riva; i discepoli però non
^Aapevano che fosse Gesù» (Giov. 21: 4).
^Ma la presenza e la parola del loro Si
ts'gnore inculcò nuova forza, allontanando ogni incertezza; e siccome il loro
cuore era coraggioso e il loro spirito
fpronto, decìsero d’andare alla conquista
^^el mondo per amore del loro Maestro.
^ 4- '
Consideriamo ora Paolo, l’apostolo
on inferiore ai dodici. Nel cap. 21 de_li Atti egli arriva a Cesarea, in casa di
|Tilippo, l’evangelista - uno dei sette ^dove espone il suo progetto d’andare a
fXaerusalemme, dove la prigione, e forese peggio, L’aspettano,
yil profeta Agabu gli predice che
pluel suo progetto, messo ad esecuzione,
uivarrebbe a darsi nelle 'mani dei
V. '.,1
no al banco della gabella; per Pietro al^la famiglia: ^ ciò significava sicurezza
I per loro e tranquillità della lor casa,
i Dovranno essi invece affrontare l’oscu[ ro mondo pagano e, diventare pionieri
? della Verità nella quäle già avevano
creduto, ma che ora sembrava farsi intcerta, quasi dubbiosa?
Quando il loro Maestro viveva con
loro, era odiato; quando predicava il
gentili; il che vedendo, quei che accompagnavano l’apostolo e quei del luogo lo
pregavano di non esporsi salendo a Gerusalemme. Ma il cuore, di Paolo è alla
prova di tutti i rischi e perigli, perciò
risponde: « Io son pronto, non solo ad
essere legato ma anche a morire a Gerusalemme per il Nome del Signore
Gesù ».
E che diremo di Lutero,'il gran cuore
della Riforma quando, forte della sua
nuova fede, combatte colle sue 95 tesi
gli errori della chiesa romana, inchiodandole sulla porta della chiesa di Wittenaberg? Di ritrattarsi egli rifiuta: rinnegherebbe la sua fede in. Cristo, solo
Redentore delle anime? Questo non lo
farà mai e fidando solo nell’aiuto di Dio
solo, affrontò la forza e la potenza
della chiesa romana. '
Davanti a questi eroi ai quali l’Evangelo e la storia rendono testimonianza,
rendiamo noi pure la nostra e crediamo
che Dio si compiace quando, nel Suo
Nome, noi non cerchiamo che di seguire
ed imitare il loro coraggio, manifestando apertamente la nostra fede, anche a
costo di qualsi'asi rischio e pericolò.
n Signore è fedéle, il Suo aiuto non
ci mancherà.
X.
ai Pastori, Direttori di Corali ed
a tutti gli amici del Canto Sacro
Cari Amici,
Portiamo a vostra conoscenza, con la
presente, le considerazioni e le decisioni
prese dalla Commissione del Canto Sacro,, riunitasi al completo, in seduta ordinaria, giovedì 19 marzo.
Anzitutto TAttività della Commissione stessa. I suoi membri, secondo un
piano tra loro stabilito, hanno mantenuto contatti, o visitato varie Corali.
Il prof. A. Tron con la Corale di Torre
Pellice; il sig. Aìbarin ha visitato le Corali di Angrogna Capoluogo, di Rorà (e
prossimamente visiterà Villar e Bobbio
Pellice) il post. Ar. Comba ha visitato
le Corali di S. Giovanni e di Anpropna
Serre.
1 sig. past. P. Marauda ed E. Jahier
visiterannq le Corali della Valle Chisone, insieme, e precisamente in questo
ultimo periodo di preparazione prima
delle fèste di canto. Il sig. Marauda è
anche incaricato di visitare le parrocchie delle alte Valli per incoraggiare la,
formazione di Corali, là dove ancora
non esistono.
Calendario delle feste di Canto
Là Commissione ha stabilito:
, 1° Le Peste di Canto delle Scuole
Domenicali avranno luogo contemporaneamente & Torre Pellice (per il Val
Pellice) ed a San Germano Chisone (per
il Val Chisone) la domenica 26 aprile
alle ore 15.
Ricordiamo che i bambini dovranno
cantare insieme gli inni 168, 290, 326
delVInnario Cristiano e l’inno « Salpe,
o monti » (N° 300 della raccolta P. e C.).
2° Le Feste di Canto delle Corali a
vranno luogo - per le Valli Chisone e
Germanasca - nel teinpio di Pomaretto
alle ore 16 della domenica 3 maggio (aduriata delle Corali per l’ultima provd
collettiva mezz’ora prima al Convitto).
Per la Val Pellice nel tempio di Torre Pellice, alle ore 15 della domenica 10
maggio - (adunata delle Corali per l’ultima, pròva collettiva mezz’ora prima
alla Casa Valdese).
Ricordiamo anche alle Corali ch’esse
devono cantare tutte insième gl’inni segwemi: 33 (1,2, 3) 155 (1) 157 (1, 2)
216 ed il Giuro di Sibaud (N° 297 di
P. e Cì str. 1, 3, 4).
All’infuori degli inni già proposti, le
Scuole Domenicali e le Corali sono in
vitate a cantare ciascuna almeno uno,
ed eventualmente due inni delTInnario
Cristiano, di loro pròpria scelta.
La Commissione invita anche i pastori e' la gioventù delle parrocchie 'dove non esiste Corale ad intervenire
ugualmente • alle Feste di Canto, ed a
partecipare al canto degli inni d’insieme. * .
Infine la Commissione si propone in
occasione della festa del 15 agosto di
valorizzare lo studio degli inni fatto
dalle Corali.
La Commissione:
Prof. Adolfo Tron, presidente.
G. Albarin - E. Jahier.
Past. P. Marauda ^ Past. Ar. Comba.
Un buon
Un buon predicatore, che volesse piacere di mo-ndo, doveva, secondo quanto
riferisce Martino Lutero, avere i seguenti requisiti:
d - Esser dotto,
V 2 ^Possedere ùna buona elocuzione.
3 - Essere eloquente. * i
4 - Avere una bella presenza che possa non dispiacere all’elemento femminile.
5 - Non accettar danaro, ma piuttosto
darne.
6 - Parlare di cose che gli uditori desiderano ascoltare. Una dottrina filoso
■ fica parla dei corsi e dei ricorsi; e i suoi
sostenitori invocano la testimonianza
dei buoni valdesi i quali oggi la pensano
come il mondo al tempo di Lutero e
vanno in brodo di giuggiole quando
possono dire: Ma come parla bene!
Mah! che bella voce! E poi non chiede
, danaro! E poi. quando parla non c’è dai
riflettere: ci si sente portati sulle ali
ideila ispirazione! E’ proprio quello che
desideriamo: riposante!
Li abbiamo imparati a conoscere e
ammirare nei libri di storia, dove, tra
uno sbadiglio e l’altro, abbiamo dovuto
sorbirci delle lunghe chiacchierate che
tutte concordavano nelTesaltare il loro
valore e il loro disinteresse.
Gli Spartani erano frugali nel loro
mangiare, disadorni nel loro vestire;
fuggivano il lusso, non amavano il giuoco, e p r il danaro nutrivano solo disprezzo.
Troppi spartani nella Chiesa Valdese!? Vaneggi, ineffabile radiocronista!!
Eppure è così, se... bene intendiamo il
detto di Platone il quale affermava che
si vedeva il danaro entrare in Sparta,
ma che non lo si vedeva più uscire!!
Quanti Spartani nelle nostre Chiese!
Nelle loro tasche, il danaro entra; ma
lo vedete voi uscire alla Colletta, o per
le opere dì beneficenza?!
Eun«» f
« Non ti lamentare se altri giudicheranno male di te, e diranno quello che
non vorresti sentire.' Tu devi sentire di
te anche peggio, e credere che non vi
sia uomo da meno di te... » Così ha scritto un fedele servitore del Signore in
quei tempi che noi chiamiamo oscuri e
barbari.
Oggi abbiamo luce e civiltà, e il degno Signore membro autorevole della
Chiesa, conversando con la sua pia consorte dice; « Certo, certo bisogna riconoscere che siamo dei peccatori, e che il
mondo va male; però c’è una consolazione: gli altri non sono migliori di
noi ».
Quasi quasi il ragionamento è uguale:
tutti canaglie!
Però c’è una sfumatura.
Proprio solo una sfumatura?
Sissignori: solo una sfumatura, perchè la religione è per molti, oggi, solo
quistione di sfumature: la quistione è
soltanto di sapere, quale è più adatta all’ambiente, alle circostanze e via dicendo.
La realtà è una sola: chi si contenta
gode. E noi ce la godiamo un mondo:
riempiamo le Chiese; affolliamo le sale
di riunione,; ci pigiamo ai convegni
(purché siano misti, veh!)
Oh) elle festa, che bella festa! E quanti eravamo, e come numerosi: tutti peccatori veh! tutti!
Sissignore: tutti quanti!
E con questo?
Ho conosciuto un pastore che si lamentava' di parlare ai muri ed ai banchi vuoti.
Aveva torto.
Io ho paura quando vedo tanto gente, ed odo tanta gente che dice, alzando
gli occhi al cielo, con compunzione, e
con convinzione: «Oh! come è stato bello! Ero proprio commosso! »
Tutti peccatori, non significherebbe
una attenuante?
Tutti peccatori, dunque nessuno colpevole!!!! /■
Gesù è morto per tutti o per nessuno?
Radio-cronista.
I vaiDiüi
GRUPPO VALLI
CONVEGNO GENERALE A
SAN BARTOLOMEO
il Lunedì di Pasqua - Argomento principale: Il matrimonio cristiano.
Il programma dettagliato verrà pubblicato nel prossimo numero.
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?"■'' Domenica 1 "marzo, dopo due mejji dimalattiai sopportata con" ammirevole
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serenità, si è spento ad Alessio il yene-i
rato pastore emerito signor ,
. EMILIO RIVOIR ^
Nato il 30 maggio 1858, terminati gli
studi classici, egli rispondeva alla vo- ^
cazione del Maestro" e diventava così
studente-in teologia. Nel 1885 egli! era
^s.
consacrato, e poteva così darsi in modo
più completò al servizio diretto della
Chiesa nel ministero della predicazione, cui aveva unito quello dell’insegnamento, essendo stato per un certo periodo professore nel Collegio di Torre Pellice. In qualità di candidato egli prestò
servizio a Lucca, Livorno e Torino; pastore, egli diresse le comunità di Milano, Como, Rio Marina, Brescia, Aosta,
Nizza, Venezia: luoghi diversi, ambienti
diversi; dovunque però uguale lo spirito di consacrazione, che era unia realtà
vissuta nella pratica quotidiana dell’umiltà.
Beati coloro, che procurano la pace: la
beatitudine evangelica che fu predicata
sulla tomba del venerato pastore scomparso, e di cui solo possono capire tutta
l’inelìabile profondità quelli che hanno
ranimo provato a tutte le rinunzie, a
tutti i dolori, ebbe in Emilio Rivoir un
testimone fedele. E tutte le manifestazioni della sua attività, quelle che il
mondo chiama belle e buone qualità di
un uomo che si apprezza per la sua ret^
titudine, per la sua dolcezza, non erano
solamente in lui il frutto gradito di una
natura morale superiore, ma il riflesso di quella pace interiore che egli
aveva trovato nella comunione del Suo
Salvatore, nelle ore liete e nelle ore
oscure, nella prova e nella gioia.
+
I funerali hanno avuto luogo martedì
3 corrente ad Alassio, e furono presieduti dal pastore di Sanremo sig. Giovanni Bonnet, il quale parlò ai 9onvenuti sulle parole di Gesù:Beati coloro
che procurano la pace. Seguì una testimonianza del pastore di Vallecrosia signor D. Pons, sui frutti del ministero
del rimpianto Pastore a Nizza. Un notevole gruppo di evangelici ed amici accompagnava la salma sino al cimitero
dove ebbe luogo Tultima parte del servizio' funebre. Erano pure presenti alcuni rappresentanti del nostro gruppo
di Loano, dove, come ad Alassio pure,
si rese prezioso e fu amato per la sua
opera spirituale che si continuò Ano a
questi ultimi tempi.
Sia di conforto alla Vedova, signora
Assunta Rivoir Ronzoni, ai figli ed alle
figlie ed ai congiunti tutti, neH’ora della
separazione, la simpatia di quanti lo conobbero e ne apprezzarono il ministero
di fedele ministro dell’Evangelo.
E ci piace di riportare qui quanta uno
dei quotidiani di Nizza marittima ebbe
a scrivere in occasione della scomparsa
del signor E. Rivoire: « Con vìvo rammarico veniamo a conoscenza del decesso del sig. Em. Rivoir che fu, durante
10 anni, pastore della Chiesa di Nizza,
j-i . *1 j I i> ......... iW«i ■ n j I I _i,itili II, III., ' v '¡i * r - ■ ■
t’
mU
D’intelligenza superiore e di vasta cui-*
j, tura»' egli ’ aveva saputo dare, special
aura delle sue grandi capacità, dei suoi^
mente durante la guerra del 1914 la mi-ì
sentimenti caritatevoli, e della sua prò-1«^
fonda spiritualità. Egli lascia a Nizza, •
, nei diversi ambienti dove era molto co->
nosciuto, nei più umili come nei più
elevati, il ricordo di un uomo di bene '
la cui scomparsa sarà vivamente sentita », V
Albo d’Ónore
E’ giunta comunicazione daU’Auto
rità del decesso avvenuto il 3 marzo, in
territorio cx:cupato della ex Jugoslavia,"^
dell’alpino
mMr'
STEFANO BARIDON
La famiglia ha accolto con spirito cristiano la dolorosa notizia. La Chiesa eli
Bobbio si strìnge intorno ad essa nel comune dolore e nella comune speranza
nelle promesse dell’Evangelo. :
Stefano Baridon era membro della
nostra Unione Giovanile e della Corale.
Cordiale ed aperto era ben voluto da
tutti. La sua giornata è stata breve e
Dio sa il perchè. Il nostro Cappellano
militare, capitano Rostan, ha amorevolmente assistito il caro giovane durante
la sua malattia e si è maiitenuto in co»tinuo contatto epistolare con la famiglia. A lui il nostro vivissimo ringraziamento.
Con Stefano Baridon è il terzo giovane che la Chiesa di Bobbio dà alla Patria dall’inizio delle ostilità. R.
Jt Corriere delta JDiacontssa
Una delle opere più belle verso cui
la diaconia femminile è stata chiamata
ad esercitarsi è la cura dei vecchi. Certo noi siamo riconoscenti per le opere
di amore per gli ammalati, i bambini, i
/prigionieri, ma tutto ciò può trovare un
incoraggiamento, im premio, nella guarigione dell’infermo, nello sviluppo fìsico e morale del bambino, nella redenzione del prigioniero.
La cura dei vecchi non ha questi incoraggiamenti. La vecchiaia è sinonimo di tramonto e di fine. Per questo il
mondo è spesso crudele verso i vecchi.
Non occorre, per dimostrarlo, ricordare
fi. barbaro uso dì certe tribù, di mettere a morte ì loro vecchi. Basta pensare all’impazienza con cui i giovani
tradiscono talora fi lóro pensiero verso
i vecchi genitori o i nonni: «Benedici
Iddio e muori ! »
E felici i vecchi che hanno ancora dei
figli o dei nipoti per soccorrerli in qualche modo. Spesso, invece, ad imo ad uno scompaiono tutti quelli che si sono
conosciuti e amati. Spesso i pochi risparmi sfumano più presto dì quel che
la morte metta a venire. Allora sorgono i drammi silenziosi, che nessuno saprà mai esprimere, ma che si possono
indovinare dietro alle rughe profonde.
Allora, quando il vecchio si accìnge a
- fare il bilancio della propria vita, "può
testimoniare che. l’unica cosa chie
ne è soltanto l’onore di Dio, manifesta- ?
to nella sublime parola d’Isaia: «Fino
alla vostra vecchiaia io sarò lo stesso,
fino alla vostra canizie io.vi porterò» i
(46: 4). “ *
E’ l’amore di Dio per i vecchi che ha
ispirato la diaconia femminile a non
trascurare delle povere anime ferite
dagli aspri combattimenti della vita, e
dei poveri corpi, nei quali arde ancora
un’ultima favilla.
E’ un lavoro che conosce le sue particolari difficoltà, che si urta contro o- ^
stacolì spesso insormontabili, ma che
non è privo di benedizioni.
Perciò la diaconessa dei vegliardi sorriderà se esprimerete il pensiero che il
suo lavoro non abbia la sua ricompensa e i suoi risultati. Essa vi potrà allora dire con semplicità che spesso il suo
servizio d’amore è. ricompensato dall’amore riconoscente di coloro ch’essa è
chiamata a servire. E anche quando la
riconoscenza degli uomini viene a mancare, essa continua a offrire ai suoi vecchi l’appoggio del suo braccio, pensando che col medesimo amore essa lo vorrebbe offrire al suo Signore e Salvatore. ,
# *ì*
Doni ricevuti con riconoscenza dalla
Casa Valdese delle Diaconesse:
Signore e Signori:
Abbiategrasso: Prochet Lorenza, 25,
Alassio: Stoffel Elsa, 50.
Amantea: Michelin Salomon Amedeo,
20.
Angrogna: Bertalot Elda, 15 - Coisson
Bartolomeo, 5 - Coisson Guido, 10
. Coisson Stefano, 10 - N. N., in memoria di Cristoforo Torelli, 100.
Aosta; Azzoni Guido, 5 - Berruquier
Gilda, 12 - SubiUa Vittorio, 25.
Arona: Isenburg Matilde, 20.
Asiago: Cavazzani Gardiol Erica, 10.
Bafdonecchia: Ten. Aldo Ribet, 100.
Bergamo: Meler Isabella ved. Ravasiò,
10 - A. T., 10 - Rostan prof. Alberto,
15 - Steiner Roberto, in memoria di
Luisa Steiner Ginoulhiac, 2000
Tobler Anna, 50. '
Biella: Bianchi Morelli Ester, 10 - Griffini Rosa, 25 - Strona Reno, 50 - Bert
rag. Edoardo, 15.
Bobbio Penice: Chauvie Pietro, pastore
emerito, 20 - Geymonat Chauvie Elena, 20.
Bolzano: 'Travers Vittorio ed Elsa, 25.
Bordighera; M. N., 10.
Bovile: Genre Giovanna ved. Grill, 10.
Bussum: Klett Flora, 25.
Campegine, Franciosi Giuseppe, 20.
Candeh: Consolo Anna, 50.
Casalmaggiore: Azzoni Quinta, 5.
Catania: Nfiletti Maria, 40.
Ceriana: Biancherì Giuseppina, 10.
Chiavari: Cav. uff. prof. Nicola Santacroce, 50 - Maurin Frida, 5.
Chiomante: Codino Guido, 25.
Civitavecchia: Paschetto Ludovico, 10.
Goazze: N. N., titolo L. 500 - Rosa Brusin Ambrogio, 10 - Rosa Brusin Luigi, 10 - Buffino Giuseppina, 12.
Como: Borsalino, famiglia, 20 - M. L.,
in memoria di Milca Rocchi Prochet,
20 - Monti Sala Nelly, 10 - Rieter,
coniugi, 25.
Crusinallo: Vinçon Viti Vera, 30.
Cuorgnè: Pons Umberto, 5.
Dalmine: Plos Adalgerio, 20.
Dovadola: Quercioli Marta, 20.
Drusacco: Giarro Angelica, 15.
Falconara Marittima: Baldoni Sofia, 30.
Firenze: Andrei Elisa, 20 - Bellini Ardùina e Mario, 10 - Campanella Anita, 20 - Capponi, Contessa Luisa, 10
- Carnei Fiorenza Giovanna, 100
Cqstelfranco Matilde, 30 - Ferrari di
Castelnuovo Camilla, 10 - Forti Emma, 50 - Garuti Cesare, 10 - Giuffrida Liliana, 10 - Guerrihi Clorinda, 20
-. L’Abbate Alma, 10 - Martelli Paola,
20 - Mazzocchi Serve,ttaz, 50 - Michelassi Ferdinando, 10 - Micheli Girard
Sofia, 15 - Michelin Maria, 10 - Neumann dott. ing. Giorgio, 30 - N. N.,
10 - Palma dì Cesnola Eugenia, 20 Pons prof. Silvio; 10 - Taddéini Ludovico, 10 - Zilli Gay Ines, 10.
Fiume.* N. N., 50.
Gabicce: Antinori Eleonora, 15.
Genova: Bernardini Emilio, 10 - Bruschettini Roland Hilda, 100 - Costanzo Nelly e Domenico, 20 - Decker
cav. uff. ing. Manfredo, 5 - De Màtteis César, 10 - Luling Elena, 10 Mumenthaler P. e M., 20 - Zunino
Nicolò, 10.
Ghedi.*'Tavolazzi Angelo, 10.
Gorizia: Cbrnelli Erminio, 5 - Gardiol
, ..prof. Emilio, in memoria dello zio pa'j^sl^re emerito Bartolomeo Gardiol,
100.*
Grezzanof Dapples Elvira', 100.
Impena: In memoria di Prospero e Annetta Costabel, 50.
Inverso Pinasca; Coucorde Elisa e Lui- j
gi, 10 _ L. G., 10 - Lageard Lidia ved.
Coisson, IO, '
Inverso Porte: Gönnet Maria, 5.
Ivrea: Bonino Pietro, 10 - Revel Olivetti Luisa, 100 - Rolla Alda e Mario, 25 - Tourn, m,agg. Gustavo, 20 Vinay Aldo, 20.
SBTTIHAIIi DI RIR0N2IÌ
Prima lista
Società di Cucito, Napoli, 200.
Chiese: di Torino (1-4 versamento), •
25525.
Perrero, 1000.
Milano (1° versamento), 25.000
Messina (1° e 2° versamento) 1700.
Rocchenere, 50.
Bobbio Pellice, 2000.
Pomaretto, 3000.
Napoli, 1200.
Firenze, Via Serragli, 2500. ,i|f'
Coazze,, 225.
Roma, Via IV Novembre (1° versamento) 10000. /
Aosta, 704,10.
S. Lucia, 60.
Mantova, 240.
Felonica Po, 600.
Reggio, 585.
Pisa e Diaspora, 1315.
Pinerolo, 5560.
Villasecoa, 1000.
Livorno, 1400.
Piombino, 100.
Rio Marina, 325.
Forano, 655.
Vallecrosia, 1076,50.
Pram,ollo, 2134,50.
Roma, Piazza Cavour, (1° versamento),
10517. .j|
¿li
Seconda lista
Chiesa di Como (primo versameaito),,
L. 3000.
Chiesa di Messina, saldo, 18.
Chiesa di Reggio, saldo, 40.
Chiesa di Milano, secondo versamento,
15.000.
Chiesa di Orsara, 250.
Chiesa di Cerignola, 300.
Chiesa di Torre Pellice, primo versa-.</;
mento, 7000.
Chiesa di Siena, 2130.
Paimira e Dino Lui, Mantova, 200. '
S. S., 1000.
Wera e Aldo Vinçon, 50. *'f
A. B., Reggio, in memoria del caro
Papà, 50.
Davide Bert, Villa S. Maria, 100.
Marta di Paolo, Aitino, 50.
Umberto Piva, Perugia, 200.
N., Roma, 50.
Luigi Mattei, Roma, in memoria dei
miei cari, 50.
Alberto Priore, Montenero di Bisaccia,
100.
Sergio e, Mirella Bianconi, Roma, 10
Alfredo Rostain, 200.
E. Tornese, Fraine, 50.
Aldo Rocchi Lanoir, Roma, 100. '
Stefano Revel, Zurigo, 100.
Sta per uscire, nella collanina « Val-'i.-j
dismo », un lavoro che interesserà cer-'“' 1
temente tutte le famiglie Valdesi. Trat- i
tasi di un Dizionarietto dei nomi di fa- |
miglia, a cura di Osvaldo Coisson. La J
mole dei volumetti della collana non, è '
tale da far supporre al lettore che ,si
tratterà dì un ponderoso ed al postutto
indigeribile manuale di onomastica. E’,, ^
come lo indica il titolo, un dizionarietto,^
in cui tutti saranno lieti di trovar
dicata l’origine della propria famiglia,
e - quando è stato possibile - la data e *
qualche, sobrio accenno etimologico. '
Taluno dirà forse, quando avrà p&f
t \
, V,
3
"VCÄT
le mani il Dizionarietto, che un lavoro
<ii questo genere esigeva una trattazione completa, « ab ovo ». L’editore è
■stato invece del parere che,* in questo
campo, è inutile architettar ' progetti
che non si concretano o accumulare
manoscritti destinati... alle tarme. Se
un giorno avremo studi di importanza
fondamentale, su ronom.astìca Valdese,
bisogna pur cominciare, oggi, da qua^
che principio. E il Dizionarietto curato
da Osvaldo,Goisson .è ben,questo principio. Per la cura e l’amorevolezza con
le quali le cose vecchie sono state rispolverate e ordinate pazientemente, il
►liijCbntenuto dell’opuscoletto ha il sapore
delle cose nuove.
Chi desiderasse procurarselo non ha
che da spedire al conto corrente, postale
N. 16-6381, intitolato a Teodoro Balma,
Catania, la tenue somma di L. 1,50. Il
volumetto è doppio e porta i numeri
10-11. r. b.
In vendita anche presso la Libreria
Editrice Claudiana in Torre Pellicé.
F. li. V
Concorso per Salmi c Inni
Nell’anno 1940 venne bandito un
concorso per l’adattamento di inni della raccolta antica Psaumes et cantiques,
in vista della pubblicazione di un innario giovanile. Il concorso non diede
alcun risultato positivo. Rinnoviamo
dunque il bando con alcune modifiche.
I - La scelta comprende i numeri seguenti della raccolta Psaumes et Cantiques: N. 4, 7, 8, 10, 11, 15, 20 69 186
197, 205, 225.
2-11 testo dei Salmi non dovrà necessariamente essere in versi, potrà essere in prosa ritmica che corrisponda
fedelmente al ritmo della frase musicale. Poiché in alcuni casi 'crediamo di
doverci allontanare, per fedeltà, agli originali,. dal ritmo tradizionale del no,— stro innario, avvertiamo i concorrenti
che potranno'¿Vere una copia della musica dei Salmi, richiedendola al Segretario della Federazione.
II testo dei Salmi non deve proporsi
di riprodurre, mediante la traduzione,
le poesie dell’innario, ma rifarsi direttamente al testo biblico, rendendone fer
i delmente i concetti e possibilmente le
espressioni secondo la Versione Rivcr
^duta,
3 - Le traduzioni degli Inni possono
essere in versi o in prosa ritmica. Non
si richiede che rendano strettmnente gli
originali, ma che ne esprimano lo spirito con dignità di forma e di espressione.
4-1 manoscritti devono^ essere consegnati entro il 30 aprile 1942. Ogni
manoscritto dovrà essere contenuto in
una busta chiusa, contrassegnata con una sigla. Il nome e l’indirizzo del concorrente dovranno essere chiaramente
indicati in un’altra busta chiusa.
5 - Per prendere parte al concorso
non è necessario presentare un testo
per tutti gli Inni indicati nd. bando. Si
prendono in considerazione anche Inni
isolati. Ogni Salmo o inno accettato sarà premiato con la modesta somma di
L. 50.
6 - Indirizzare i manosicritti al pastore Tullio Vinay, Segretario Generale
della Federazione Unioni Valdesi - Via
Manzoni, 21 - Firenze.
LA COMMISSIONE:
Lily Giampiccoli - Bianca Brofferio-Coisson - Giovmni Miegge.
rettifica.
'Nell’ultima lista, invece di « in m,emoiia di Giacomo Charbonnier », la famiglia, L. 100, leggere: Franca Charbonnier, Villar Pellice, in memoria del
padre, per Orfanotrofio L. 100 - Susanna Charbonnier, M. id., per Rifugio,
L. 100.
Comm. Federico Margaria, per Diaconesse, L. 50 e non L. 10.
BOBBIO PELLICE iT i
Altre due dipartenze: Giovanni Melli
e,Eliseo Catalin, sepolti il primo il 22
corr., il secondo il limedl successivo.
Giovanni Melli (Pidone) era una figura
caratteristica della nostra parrocchia.
Dotato di una fede sicura di sè, parlava
volentieri nelle riunioni quartierali ed
era sempre pronto a rendere la sua testimonianza cristiana. E’ spirato serenamente poche ore dopo aver celebrato
nel suo letto di morte la Sai|ta Cena.
Alle figlie, al figlio sottotenente Paolo,
respressione della nostra viva simpatia.
Eliseo Catalin (Caserma) s’è spento
senza aver avuto la gioia di rivedere
il figlio Alberto soldato in Balcania.
Lo circondavano però di tenero affetto
gli altri cinque suoi figli.
Dio spanda le sue consolazioni sopra
gli afflitti e faccia cooperare tutte le
cose al bene dei suoi figli. R.
LOSANNA
Giunge la triste notizia che sì è spenta nel pensiero del Signore, dopo lunga
e penosa malattia, la sig.ra Matilde Subilia Monastier, figlia del defunto pastore valdese Luigi Monastier. Esprimiamo le nostre vive condoglianze ai
parenti tutti, e specialmente alle sorelle
sig.na Giulia Monastier ed alla sig.ra
'Augusta Jalla Monastier.
LUSERNA SAN GIOVANNI
La confermazione dei catecumeni avrà luogo, a Dio piacendo, al culto di
domenica prossima 29 corr., che sarà
celebrato nel nostro Tèmpio.
A partire dalla domenica delle Palme il culto sarà celebrato regolarmente
nel Tempio.
— Domenica scorsa 22 marzo si è
^enta serenamente in età di anni 89,
la sig.ra Caterina Gonin ved. Pavarin.
Dopo la morte del marito si era stabilita presso la figlia sig.ra Terrazzi in
Vi,a Trieste 14. Alle figlie, in particolare
a colei che ha potuto circondare delle
sue cure premurose la venerata, madre
nei suoi ultimi anni, al genero ed ai parenti tutti le nostre sentite condoglianze.
Asilo per i Vecchi.
Doni ricevuti: Enrico V. Fenouil, in
memoria del babbo, 100 - Benech Caterina, 20 - Pellenc Davide, 5 - Besson
Edoardo, 5 - Long Eugenio, 10 - Bastia
Emma, 5 - In memoria di Bartolomeo
Coisson, maestro emerito, i figli, 25 Soc. An. E. Crumiere, Villar Pellice,
200 - In memoria di Lageard Cesarina,
i nipoti Benech Enrico, Lidia, Emma,
*75 - Carlo Vola, 50 - Fenouil Enrico
Vittorio, 15 - In memoria di Giovanni
Carolina Codino, i nipoti Codino e For-.
neron, 50 - Coisson Guido, Angrogna,
10 - Cecilia Besozzi, Milano, 10 - Charbonnier Giovanni e Agostina, 20 - Prof.
Gay Giovanni Pietro e consorte, in meChiesa d’Ivrea, 10 - Chiesa di Biella, 25
moria, 50 - Maddalena Larco, 30
- Coniugi Immovilli, 25 - Forneron
Margherita ved. Rostagno, 30 - Sussidio del Comune di Luserna S. Giovanni,
50 - Sussidio Borsa poveri valdesi, 400.
Giulio Goss, L. 50 - Luisa Goss ved.
Bounous, 100 - Nina Vasario e figli, in
memoria del loro caro scomparso, 100.
PEUREBO-M AN lOLlÀ
La settimana che va dall’8 al 15 marzo
ti. s. è stata consacrata quasi intieramente alla campagna di appello. I pastori U., Bert di Prarostino e A. Genre
di Frali e Rodoretto hanno svolto un’intensa attività presiedendo riunioni e
culti, scuola domeniicale e le varici classi
di catechismo. .
Li possiamo fin d’ora assicurare che
la loro opera non è stata vana e domandiamo al Signore di continuare a far,
fruttificare nei cuori la Sua opera. Ringraziamo ancora i nostri due fratelli
per, l’opera che hanno svolta nella no
'sti» comunità.
» Il 13 marzo, un modesto corteo ac- ’
compagnava aU’estremo riposo le spoglie mori*di della piccola Ribet Nelda
di Ernesto del Saretto di Maniglia. Con
la^ sua sorellina gemella era venuta in
questo mondo a portare gioia e lacrime’,
resistenza delle due sorelline è stata
breve; in meno di uh mese sono apparse
e^scómparse.- Voglia Iddio4ar scendere
le sue consolazioni sopra coloro che sono, stati così duramente colpiti da queste' dipartenze!
Siamo lieti di poter annunziare
cb^ il risultato della Settimana di Rinunzia ha sorpassato ogni aspettativa:
L. 3.471. Quasi tutti hanno fatto anche
quest’anno un ulteriore sforzo perchè
la nòstra comunità possa fare il suo dovere nelle attuali circostanze. Gli amici
' lontani ci hanno ricordato e hanno inviato offerte che hanno arrotondato le
nostre! Un vivissimo ringraziamento a
tutti!
POMARETTO
Il 10 marzo corr. ha avuto luogo la
sepoltura di Balme Enrico deceduto alle
Cassette di Inverso Pinasca in età di
70 anni.
^'Alle figlie come ai parenti tutti esprimiamo la nostra simpatia.
^ Orario dei culti della Settimana
Santa:
Domenica delle Palme culto alle ore 10
i' . nel tempio seguito . dalla cerimonia
■". della Confirrnazione dei catecumeni
del 4“ tanno.
Giovedì sera alle ore 20 e un quarto nel
tempio culto di Santa Cena (calici
• individuali).
Venerdì mattinia alle ore 10,30 culto con
' predicazione e celebrazione della
Santa Cena (calici comuni).
Venerdì sera alle ore 20,30 culto di
Santa Cena nella Cappella del Clot
" di Inverso Pinasca.
Domenica di Pasqua culto alle ore 10
nel tempio con celebrazione della
Santa Cena e prima comunione dei
catecumeni confirmati.
La Corale parteciperà ai varii culti
della Settimana Santa con esecuzione
di icori. Iddio benedica per tutti quelle
sacre ricorrenze e disponga fin d’ora i
cuori di tutti ad una adorazione riconoscente.
— Ricordiamo che le bustine dì contribuzione (2° versamento) ora in distribuzione dovranno essere ritornate entro il 30 aprile p. v. Ogni ritardo è di
intralcio alla contabilità.
SAN GERMANO CHISONE
CULTI DELLA SETTIMANA SANTA.
Domenica delle Palme, ore 10.30: Confermazione dei Catecumeni.
Ore 20.30: Preparazione alla Setmana Santa.
Giovedì santo, ore 20.45: Culto di Santa
Cena.
Venerdì santo, ore 10.30: La Passione
del Signore.
Domenica di Pasqua, ore 10: La risurrezione del Signore - Comunione - Coro.
Ore ^0,30: Ultima riunione serale.
TORRE PELLICE
Alla fine della scorsa settimana Iddio ha richiamato dia questo mondo; la
signora Avondet Susarina vedova Benech, all’età di 88 anni, e la signora
Rostan Maria in Rivoira,. all’età di 66
anni. Sabato ne abbiamo accompagnato
le spoglie mortali al campo del riposo.
Le nostre sorelle hanno sofferto molto
questi ultimi tempi, ma sono state sorrette da una forte fede in Dio e dal
grande affetto dei loro cari.
Domenica, 22 corrente illese, è deceduto a Torino il signor Rivoira Ernesto, dopo una, lunga prova. La salma
è stata trasportata nel cimitero di Torre Pellice, dove ebbe luogo il servizio
funebre.
Alle famiglie in lutto rinnoviamo l’espressione della nostra vìva simpatìa
crìsti«ina.
Menusan Pietro, L. 2 - Richard Lui-’
gi, 5 - Daud Filippo, 5 - Grill Eldmondo,,
IP'- Baud Emanuele, 2,50 - Ghigo A- ‘'
lessandro’ 5 -'Peyrot Enrico,’5.- Dott.^
Quattrini Emanuele, 5 '-'Famiglia Clot,f
1-i 'Póet Filiberto, 4 - Poet Giulio, 2 - '
Pascal Augusto, 1 - Pascal G. Abramo,
2 Micol Emanuele, 5 - Micol Giovan-.
ni, 2 - Pons Enrico, 5 > Peyran Emanuele, 2 - Pascal Francesco, 1 - Pascal Gio-'
vanni. 2 - Peyran Luigia, 1"- Tron Gay
.Clotilde 5 - Bessoife Ida, 5 -'Novizio
Clementinai, 2 - Bertalot Giovanni, 5
- Long Emilio, 3 - A. Long, 3 - Long Eli,
2 - Peyronel Eugenio, 2 - Beux Eli, 2 Bosio Enrico, 2 - Ribet Giovanni Giacomo, 2 - Jahier Adolfo, 2 - Long Maddalena, 3 - Menusan Enrico, 2 - Sappè
Enrico, 1.
I^er Eco ai lyiilitari:
Sott. Ten. Durand Aldo, 10 - Malan
Musetta, 20 - Carabiniere Enrico Long,
20 - Ten. Aldo Ribet, 20 - Alpino Ferrerò Emilio, 20 - Alpino Costantino Cesare, 20, - ..Charbonnier Samuele, 10 Davit Maria, 10 - Artigliere Alpino
Paschetto Silvio, 30 - Artigliere C, A.
Ppns Germano, 10 - Cardon Elmis, 20 Cardon Emilio, 10.
Albarin Waldemar, 10 - Roegen Gardìpl, 5 - Eynard Stefano, 3 - B^ertin
Margherita, 2 - Soulier J. 5 - Trebino
Susanna, 2 - Odin Gönnet Maria, '5 Monti Emilia, 5 - Ghigo Erminia, 5 Gardiol Lidia, 5 - Cordin Id^, 2 - Allessio, 2 - Rostan Stefano Luigi,. 2 2 - Catalin Eliseo, 5 - Comm. Vittorio
Rostagno, 10 - Pastore em. Luigi Rostagno, 5 - Pons Koella, 5 - Rostagnol Stefano, 5 - Maria Costabel, 5 - Rostan
Maria, 5 - Pascal Oreste,2 - Grill Stefano, 3 - Martinat Giacomo, 2 - Pascal
Anna, 2 - Peyrot Enrico, 2 - Genre Alessio, 2 - Rostan Stefano Luigi, 2 Grill Stefano di Stefano, 2 - Stalè J. D.,
5 - Frache 'Désirè, 5 - Garnier Giovanni,
1 - Ing. Eynard Emilio, 10 - GarcBol Elena, 5 - Davit Lunati Enrico, 5 - Jahier Emilio, 5 - Lantaret Elisa, 5 - Rostagno Gay Marianna, 1 - Garnier Giovanni, 1 Baret Federico, 1 - Tron Giovanni, 5 - Bazzotta Pierino, 3.
Orfanotrofio Femminile
di Torre Pelliee
Genre Davide, 15 - Chiesa di Villar
Pellice. alToccasione visita delle orfanelle, 200 - Cadette, Villar Pellice, 5 Alla cara memoria di Ethel Jalla, le amiche: Elba Longo, 10, Violetta Vinay,
10, Maggie Cocorda, 10 - Cavaliere
Fernando Pellegrini, 250 - Clara Gardiol Frache, in memoria Val. Carab.
Bertinat Giuseppe, 25 - Anita, Arnaldo
e Italo, in memoria del loro caro marito
e padre, 100 - Elsa e Rodolfo RoUier, in
memoria di Linette, Cotta Morandini,
25 - N. N., Pomaretto, 100 -Chiesa Valdese Pomaretto, domenica della madre,
70 - Bertón maestra Elvina, in memoria, 20 - Serafino ing. Luigi e famiglia,
50 1 Scuole domenicali, Pinerolo, 75 Concistoro prò Orfanelle Sue, Id., 400
- Colletta alla visita orfanelle, Rorà,
275 - Susanna Fenouil, 10 - Enrico Margiunti, 50 - Chiesa Valdese, Serre di
Angrogna, 20 - Diana Nicola, 4 - Chiesa Valdese Massello, 30 - Unione Femminile Massello, 25 - N. N., Ivrea, 500 Elma e, Angelo Farina, 50 - Ines e Giovanni Maggi, 100 - Ada e Cariuccio
Geymonat, in ricordo del loro caro
babbo, 30 - Godino Rita in Pasquet, in
memoria del padre, 20 - Cesira Tron,
in memoria dei suoi cari Giosuè e Adele, 25 - Chiesa Valdese dì Roma, Via
IV Novembre, 250 - Id. Ferrerò, 76 Id. Coazze,, 100 - Gustavo e Ketty Comba, 200 - Caruso Umberto, in memoria
della Madre, 25 - Chiesa Valdese Rio
Marina, 45 - Ercone Malan Rina, 10 Prqliai Pier Luigi e*Rosina, in memoria del Babbo, 30 - Società Cucito San
4
\i-,:.|i r L’ECO.DELLE.VALLI VAlÌ>ESÌ
. ^>'Ì
^ ~* ‘ ^•, "«'■t 5^
Gertnano, 50 - Vittoria Meyer,’*^I00 -•
Chiesa Presbiteriana “ Italiana, Baiti- '
more, 105 - Frangoli Fosco;^20 - Maria "
Menusan, in memoria cav. Eli Long, 50
- Corale e Unioni Valdesi di Villar Pellicei, in mem. del piccolo Franco Bouìssa
300 - Allievi Scuola dom. Corào Principe Oddone, Torino, 50 - Aìrmand Hugon cav. Giuseppe, 50 - Bertin Susy, in
memoria di L. Balmas CoUet, 20
Chiesa Valdese Villasecca, 100 - Corale
Valdese di San Giovanni, in memoria
Ethel Jalla, 36 - Margherita Rasora,
50 -‘Bertin Ricca Margherita, 25 - Baima maestro Enrj.co, 20 - Gunetti Pa- ^
schetto lima, 10 - Famiglia' Monnet Nicole!, 25 - Unione delle Madri, Luserna
S. Giovanni, 50 - Chiesa Valdese Id.,
100 - Domenica della Madre Id., 100 Eugenia Geymet e Elisa CabeUa, 50 Dott. Gay Arturo, in memoria Console
Eynard, 25 - Scuola domenicale Chiesa San Germano Chisone, 50 - Chiesa
Valdese Id., 150 - Cassa Risparmio di
Torino, mezzo filiale di Torre Pellice,
1000 - Forneron Alessandro e Margherita, in occasione battesimo di Claudio,
20 - Godin Elisa, 10 - Lega Femminile,
Como, 200 - Chiesa Valdese Id., 200 Chiesa Valdese Ivrea, 300 - Id. Genova,
300 - Fiori in memoria di Arturo Man- i
suino, 50 - Società Cucito della Chiesa
di Bergamo, 800 - Cesare e Costanza
Vidossich, Torino, 200 - Chiesa Valdese
Torre Pellice, domenica della madre,
285.
PeT* il ctilto di famiglia
Lunedi Lettura: Salmi 30; Gen. 41:
30 Marzo Gen. 41: 1-24.
« Sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati
riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai padri, ma col prezioso
sangue di Cristo, come d’agnello senza
difetto nè macchia ».
• (1 Pietro 1: 18-19).
Mai come nella nostra epoca si è proclamata ronnipotenza del denaro. E difatti col den2tro si compra il necessario
per la vita, ci si procura degli amici, si
acquista potenza.
Una sola cosa non riusciamo a procurarci con l’argento o con l’oro: il riscatto dal nostro vano e tradizionale modo
di vivere.
E’ vero che nella sua follia l’uomo è
arrivato al punto di credere che si potesse pagare perfino per il paradiso.
Versando del denaro in opere buone,
si potrebbero acquistare dei meriti davanti a Dio e rendersi degni della salvezza !
Ma San Pietro sa bene che nessuno
sforzo umano servirà a riscattarci dalla
nostra infamante schiavitù spirituale, se
non il sangue di Cristo. E’ soltanto un
sacrifizio di valore infinito, compiuto
dall’Agnello senza difetto nè macchia,
che poteva essere espiato il nostro infinito peccato.
Martedì Lettura: Luca 23: 18-25;
31 Marzo Gen. 41: 25-36.
Gesù, duce e perfetto eéempio di fede, il quale per la gioia che gli era posta dinanzi sopportò la croce sprezzando il vituperio, e s’è posto a sedere alla
destra del trono di Dio ».
(Ebrei 12: 2).
La gioia per cui Gesù volle sopportare l’infamia della croce fu la salvezza
degli uomini.
Tutto l’Evangelo è saturo del pensiero della gioia che un peccatore salvato provoca nel cuore di Cristo: « Vi
sarà in cielo allegrezza per un solo peccatore che si ravvede»; «Rallegriamoci, perchè questo mio figliuolo era morto ed è tornato a Vita ».
Tanta sofferenza da una parte - tanta gioia dall’altra: tutto converge ad
esaltare l’amore che Cristo ha avuto per
noi. Egli, non ci considera dunque alla
stregua del nostro peccato. Petò, ricordiamolo, è una cosa di conseguenze infinite, di infinite responsabilità, di essere stati a tal punto amati da Dio.
Mercoledì Lettura: Luca 23: 26-38;
1 Aprile Salmi 111.
« Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo
pane vivrà in eterno; e il pane che darò è la mia carne, che darò per la vita
del mondo » (Giovanni 6: 51).
Sembra che Gesù presagisse fin dal
^ primo momento il grossolano' letteràlisino che si sarebbe impadronito* delle
sue parole, quando aggiungeva: « E’ lo
spirito quello che vivifica, la carne non
giova a nulla; le parole che vi hp dette
sono spirito e vita».
j II pane che viene spezzato e presentato al nostro appetito è Gesù medesimo he noi dobbiamo assimilare spiritualmente per fede.
Molti penstìno di poter seguire un
Gesù per così dire esteriore alla loro
vità, come potrebbero seguire un grande filosofo o maestro. Ma in questa parabola del pane, Gesù ' ci dice che la
nostra anima deve, entrare con lui in
una comunione ben altrimenti intima e
'feconda. E’ quella unione che San Paolo lesprime con le parole: « Per me il vivere è Cristo ».
Il risultato che il pane celeste produce è precisamente la vita; come il pane materiale alimenta la vita organica,
così il vivente pane che Cristo ci offre
alimenta in noi la vita spirituale, la vita eterna, la vera vitaT
Lettura: 1 Cor. 10: 16-17;
2 Aprile Giov. 13: 1-15.
<f Mentre mangiavano, Gesù prese del
pane; e fatta, la benedizione, lo ruppe e
disse: Prendete, guasto è il mio corpo.
Poi, preso un calice e rese grazie; lo diede loro, e tutti ne bevvero. E disse loro:
Questo è il mia sangue, il sangue del
patto , il quale è sparso per molti ».
I (Marco 14: 22-24).
La parabola del pane vivente disceso
dal cielo si prosegue e viene espressa in
un modo semplice ed eloquente nella
celebrazione della Santa Cena.
Vi sono dei cristiani che, a causa della profonda solennità liturgica della
Santa Cena e delle parole sacramentali pronunziate, partecipano a questo rito con un vago senso di timore^ e piuttosto come un dovere che per ìntima
necessità, e ciò spiega perchè la Santa
Cena sia così poco frequentata.
Noi dovremmo immedesimarci dello
spirito dei primi cristiani, che sì riunivano in tutta semplicità per « rompere
il pane ».
Il pane rappresenta Gesù medesimo
venuto dal cielo per la vita de^li uomini.
Il pane è rotto per simboleggiare la
sua morte sulla croce.
Il pane è passato di mano in manq^
per esprimere che in Gesù Cristo for-^
miamo un solo corpo, una sola famiglia
spirituale.
Il pane è mangiato come un’affermazione che anche Cristo dev’essere assimilato spiritualmente per fede dallp
anime.
La Santa Cena è infine un rito con la
quale affermiamo che Cristo tornerà
glorioso alla fine dei tempi- '
Venerdì Lettura: Luca 23: 39-49;
3 Aprile Isaia 58.
« Degno è l’Agnello che è stato immolato di ricever la potenza e le ricchezze e la sapienza e la forza e l’onore
e la gloria e la benedizione.
(Apoc. 5: 12).
Non è senza sgomento che ci è dato
di intrawedere qualcosa del mondo invisibile, attraverso lo spiraglio che l’Apocalisse ci ha aperto. Eppure anche
attraverso questa visione ci viene dall’al di là ifn messaggio di amore e di
speranza. Noi possiamo cioè percepire
il voto degli angeli e dei redenti che il
beneficio della morte di Cristo si estenda ad ogni anima e tutta l’umanità riconosca G^ù Cristo come può unico
Salvatore e Re.
. E un altro consolante messaggio ci
perviene con le parole del nostro testo.
Cristo pende inerte dalla croce, e solo
pochi discepoli stanno lontani ad osservare in preda aU’angoscia. Pochi,
sempre po'chi sono i discepoli che sieno
disposti a partecipare allo scandalo della croce. Ma noi abbiamo un motivo di
incoraggiamento, guardando innanzi,
quando l’Agnello che è stato immolato
riceverà romaggìo ' e Tadorazione di
« miriadi di miriadi e di migilaia di migliaia ».
i »
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« V
Sabato Lettura: Luca 23: 50-56;
4 Aprile Salmi 118: 14-29.
« E Giuseppe, preso il corpo, lo involse in un panno di lino netto, e lo pose
nella propria^ tomba nuova, che aveva
fatta scavar nella roccia e dopo aver rotolata una gran pietra contro l’apertura
del sepolcro, se ne andò.
(Matteo 27: 59-60).
■ Il sacrifico è consumato e tutto è
nito. Eppure quel' tragico Venerdì Santo vede ancora tre miracoli operati in
Giuseppe di Arimatea.
Giuseppe d’Arimatea era un uomo
ricco, divenuto anch’egli discepolo di
Gesù. Questi’-aveva un giorno affermato,
che è più facile ad un camnxello di pas- .
sare per la cruna di un ago che a un ricco entrare nel Regno dei cieli. Giuseppe
di Arimatea è la dimostrazione che a
Dio tutto è possibile, e che il beneficio della morte di'Cristo travolge ogni
ostacolo, anche quello umanamente insormontabile offerto dal denaro.
Inoltre Giuseppe d’Arimatea eya un
« consigliere onorato », egli era cioè, insieme a Nicodemo, un membro di quel
Sinedrio che aveva condannato il Signore. La Conversione m questi due
uomini, provenienti da un simile ambiente cì appare come un miracolo non
minore che quella del brigante ' sulla
croce. '
Infine - il terzo miracolo - è la testimonianza che Giuseppe di Arimatea
rende della sua fede. Un uomo 'della sua
condizione sociale, il quale osa presentarsi davanti a Pilato per chiedergli il
corpo dì un suppliziato !
I miracoli della Passiofte non sono fra
i meno straordinari di cui l’Evangelo ci
ha tramandato il ricordo.
R. Nisbet.
Il marito, i figli, parenti e congiunti,
commossi per il tributo d’afietto reso
alla loro diletta
AYONDET LIDIA nata MARTINAT
POMPE'FILTRI
par Aequa, Aoatl, Vini, Liquori, SolroNrt»
' ^ OHI, MadleInnII,' Profumi,
IMPIANTI PER CANTIWC
por Vini Spumanti, por Acquo
a Salta • Cataiata gnatls.
Mll
BELLAVITA - vwT^Kt
_____________ is a.to rAWMi •
La Ditta BOB hB asBotM no rBapraaaslaaS,
Cercasi per piccola famiglia, domestica dai 20 ai 25 anni, pratica tutto fare, J
puchè volonterosa, sfervirievole. Seri- ,
Vere con referenze presso direzione
« Eco delle Valli ».
Prof. Giho Costabei,, direttore responsabile
«ARTI GRAFICHE L’ALPINA. -Torre Pellice
Libreria Ed. Ciaudiana
E’ USCITO
ringraziano le gentili persone che furono loro di aiuto e di conforto nella dolorosa circostanza, e particolarmente i
vicini, il Dott. C. Cardon per le cure
prestate, il pastore Sig. Bertin e tutti
coloro che con la loro presenza o con'
scritti vollero prendere parte al loro
dolore.
Crovenzal, Inverso Porte, 4 marzo 1942.
GIOVANNI MIEGGE
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Predica
16 Pagine
Lire I
CONTRO;
COSTIPAZIONE INTESTINALE
STITICHEZZA ABITUALE
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A. BCRTELLI & 0.
mii.amo.mb B.ai«ioccNi.a
EM OLSIONE
GRANULI
CAPSULE
POIRPE
IRARELLI
ERCOLE MARELLI & C. S. A. - MILANO
CORSO VENEmA, 16
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