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Lpatt.
Ei’íUotSia Yalisss
(Torino)
70222 rZÎ.LîCS
DELLE VA1|LT VALDESI
. . l-'í" Lj.- ^
Settimanale
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali.^vete peccato, e iatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
,‘vnno LXXXVII - N. 22 Una copia La 30 ABBONAMENTI 1 Eco: L. l.OOO per l’interno
Eco e La Luce-. L. ^100 per rintemo | Spediz. abb. postale - II Groppo
L. 2.000 pecn’eatero | Cambio d’indirizzo Lire 40,—
TORRE PELLICE — 31 maggio 1957
Ammin. Clandiana Torre Pellice • C.C.P. 2-17557
Dall’Ascensione
a Pentecoste
Son proceduto dal Padre e soii
venuto nel mondo; ora lascio il
mondo' e torno al Padre.
Io vi dico la verità; egli è utile
ch’io me ne vada; perchè, se non
me ne vo, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ile vo, io ve lo
manderò. E quando sarà venuto,
convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.
Molte cose ho ancora da dirvi;
ma non sono per ora alla vostra portata; ma (¡uando sia venuto lui, lo
Spirito della verità, egli vi guiderà
in tutta la verità, perchè non parlerà di suo, ma dirà tutto quello
che avrà udito e vi annunzierà le
rose a venire.
Se alcuno ha sete, venga a me e
hrva. Chi crede in me, come ha
detto la Scrittura, fiumi d’acqua
viva sgorgheranno dal suo seno. Or
disse questo dello Sparito, che dovevano ricevere quelli che cred?I rì>hero in Lui.
Voi riceverete potenza quando lo
Spirito Santo verrà su voi e mi sarde testimoni fino all’estremità della terra. (Dal Nuovo Testamento)
Per Si ff i o r n o^ti e t Signore
LA DOMENICA PEL CRISTIANO
non è uno « Domenica grigio »
Celebrare la domenica in unis modo cristiano è una esi=
genza che non deve essere considerata con indifferenza
Conosco molte persone le quali
durante l’intera settimana desiderano che la domenica arrivi presto.
Poi, quando la domenica è giunta,
sospirano in tono malinconico:
« purché passi presto! ». Infatti per
queste persone, la domenica tanto
desiderata si trasforma quasi subito
in una giornata senza scopo, senza
nulla di particolare da fare, senza
gioia. La noia e la tristezza invadono i loro cuori e sembrano regnare
ovunque alPintorno: essi passeggiano con passo stanco, senza mèta precisa; fantasticano languidamente
accanto al fuoco; osservano gli altri,
senza sapere nè che cosa dire, nè
che cosa fare. La loro domenica tanto sospirata è diventata una giornata vuota, noiosa, grigia, ed essi
non sanno neppure spiegarsene il
perchè.
Una importante Corale in visita alle Valli
La “Maîtrise Protestante de Genève,,
a Torre Pellice
Invitata dalla Corale Valdese di
Torre Pellice, la « Maîtrise Protestante » di Ginevra si prepara a fare un viaggio di breve durata alle
Valli, in occasione di Pentecoste.
La « Maîtrise Protestante » è un
gruppo di cantori diretti dal maestro Roger Vuataz, compositore e
direttore del servizio di musica sinfonica di Radio Ginevra. La Corale
è stata creata nel 1940, alio scopo
di contribuire alla conoscenza ed al
miglioramento del canto sacro nella Chiesa Protestante di Ginevra.
Non è una Corale di chiesa, come
s’intende alle Valli; ma è al servizio della Chiesa del Cantone di Ginevra nel suo insieme e partecipa
a molte manifestazioni. E’ spesso
invitata a dare la propria valida collaborazione ai concerti trasmessi da
Radio Ginevra. Varie volte la « Maîtrise » si è recata all’estero, ad es.
a Cannes, nel 19.11, in occasione
dell’inaugurazione del « Mémorial
Huguenot ».
Il suo repertorio si compone di
musica religiosa (Palestrina, Bach,
Schütz, Scarlatti, Corsi, Vittoria
ecc.) e di autori moderni (Frank
Martin, Roger Vuataz ecc.). Cura
particolarmente i Salmi che ha varie volte eseguito con grande preparazione ed efficacia. I concerti della « Maîtrise Protestante » sono sempre molto apprezzati a Ginevra. Il
merito di questi suoi successi è dovuto specialmente al suo direttore,
Roger Vuataz, il cui senso musicale, unito ad una tecnica perfetta,
ha molto contribuito allo sviluppo
della musica religiosa in Svizzera.
La Colonia Valdese di Ginevra è
grata alla « Maîtrise » per aver cantato al culto del 17 febbraio, nel
« Tempie des Eaux Vives », presieduto dal Past. Giorgio Tourn.
Il soggiorno della « Maîtrise Protestante » a Torre Pellice sarà mol
to breve. Parteciperà al culto di
Pentecoste e darà un concerto nel
tempio, la sera del giorno di Pentecoste.
Fin d’ora diamo un cordiale benvenuto alle Valli a questo gruppo
di fratelli in fede i quali si preparano a farci visita. Auguriamo loro un buon viaggio ed invitiamo caldamente il pubblico valdese al culto ed al concerto serale la domenica di Pentecoste. Red.
Il grande pericolo del Cristianesimo contemporaneo è
che tende a formare dei distia'
ni professionisti e non dei cristiani professanti.
O. J. Smith
Bando
di Concorso
La Tavola Valdese a nome e per
conto del Concistoro della Parrocchia autonoma di Frali, bandisce fra
gli Ingegneri ed Architetti Evange
lici, iscritti ai rispettivi albi profes
sionali, un concorso di I e II grado
per progetto di costruzione del nuo
vo Tempio Valdese di Prali ed ediflci annessi.
I termini del bando, unitamente
ad apposita planimetria, saranno inviati . a richiesta degli interessati,
dairUfficio Tecnico della Tavola Valdese in Torre Pellice, contro pagamento di L. 500 a titolo rimborso
spese. Per la Tavola Valdese
n Moderatore
Non era così pel i cristiani dei
tempi passati: se essi potessero tornare in mezzo a nc«, come sarebbero stupiti di vedere quello che noi,
cristiani di oggi, abbiamo fatto della nostra* domenic¿í I cristiani di
un tempo sapevano perchè la domenica era un giorno;^messo a parte;
noi, nella maggior '‘parte dei casi,
non lo sappiamo j)iù.
La domenica era per loro il giorno del Signore Gesù, il giorno nel
quale, tutti insieme ricordavano la
Resurrezione gloriosa di Cristo:
questo bastava })er bandire dal cuore di quei credenti la noia e la malinconia, questo baitava per riempirli di letizia e di luce.
La Resurrezione di Cristo ha trasformato la domenica giorno del riposo nel giorno del Risorto Signore : anche il giorno del riposo era
stato irrimediabilmente corrotto dal
peccato e dalla ribellione dell’uomo; ma la Resurrezione ne ha fatte l’immagine e l’anticipazione del
giorno del trionfoiiUrtale della vita.
Questa |fede e questa spelianza
rendevano i credenti di un tempo
pieni di letizia, anche se schiavi o
perseguitati, anche se umili o disprezzati o condannati. Essi sapevano che nel grande e benedetto
rivolgimento finale garantito dalla
Resurrezione di Cristo, tutto si fermerà, così come ora tutto si ferma
la domenica; ogni cosa riposerà nel
Regno di Dio, così come ora tutto
riposa la domenica; tutto si nutrirà e vivrà della Parola di Dio nella
città futura, così come ora. nella
domenica del credente, tutto vive
intorno a quella Parola.
Domenica grigia?
Forse sì, se non siamo cristiani;
oppure. Se cristiani di nome e di
tradizione, noi ignoriamo ogni cosa intorno alla nostra fede. Allora
la nostra domenica è davvero un
giorno vuoto nel quale nulla accade, nel quale ci lasciamo andare alla pigrizia ed alla noia..., a meno
che, per scuoterci dal nostro torpore, non ricorriamo a febbrili divertimenti, o ad artificiose eccitazioni.
Domenica grigia?
Non per il vero credente, il quale sa ritrovare la reale gioia della
domenica nella fede nella Resurrezione di Cristo.
★
Domenica, giorno del Risorto Signore.
Ciò significa: il ma’e è vinto, la
morte è sconfitta, la vittoria è in
marcia, il nemico soccombe, l’uomo sta per essere definitivamente
liberato da tutte le sue catene.
Celebrare la domenica in modo
cristiano, significa: approfondire la
propria fede in queste realtà; contemplare l’alba eterna che sorge;
lasciarsi vivificare dal sole della
Grazia; permettere che la vittoria
di Gesù prenda radice nel nostro
cuore e nella nostra vita. Soltanto
nella luce della Resurrezione possiamo camminare in letizia durante una nuova settimana, perchè il
Cristo Risorto vive vicino a noi, lavora con noi e in noi.
Disse una volta il pastore de Pury: « E’ cosa di incalcolabile valore che vi sia la domenica neUa nostra vita: è il riposo di Dio in mezzo al nostro lavoro; è la pace di Dio
in mezzo alla guerra; è la Parola di
Dio che risuona nel silenzio della
morte; è la luce di Dio che risplende su coloro che erano nelle tenebre ».
Evidentemente per conoscere una
simile gioia domenicale è necessario che la Resurrezione di Cristo ci
venga annunziata in quel giorno in
chiesa. In altre parole è necessario
che noi ci uniamo ai nostri fratelli
in fede per il culto nel quale il Risorto è presente.
Non vi è dunque vera domenica
senza culto, e questo è anche la migliore garanzia per una domenica
piena di gioia.
Albert Greiner
(trad. ed. r. da «Paix et Liberté»)
Novità
|1n Riforniator« religioso del RisorgimeDlo
Ronaventura Mazzarella
di
SALVATORE MASTROGIOVANNI
Edizione Claudiana
L. 400
L’oeuvre
de l’Esprit
Par son Esprit Dieu crée, maintient, vivifie et conserve toutes ses
oeuvres.
Par lui il appelle et attire à soi
tous ses fidèles, il les justifie, les
sanctifiant à nouvelle vie; U les enrichit de diverses espèces de grâces;
il les fortifie de sa vertu céleste,
jusau’à ce qu’ils sttient parvenus à
leur but.
Le Saint Esprit, quand il habite
en cette manière en nous, est celui
qui nous éclaire de sa lumière, pour
nous faire entendre quelles largesses de la bonté de Dieu nous possédons en Jésus-Christ.
C’est lui qui, nous purgeant de
toutes nos ordures nous consacre en
saints temples à Dieu, nous ornant
tellement de sa sainteté que nous
sommes faits habitacles de Dieu.
C’est lui qui, par son arrosement,
nous rend fertiles, pour produire
fruits de justice. Pour quelle raistm
il'est souvent nommé eau...
C’est lui qui, nous rafraîchissant
de sa liqueur, nous distille la vigueur de tfie, pour laquelle cause il
est nommé huile et onction...
C’est lui qui enflamme nos coeurs
en charité, pour laquelle vertu il
est nommé feu. Calvin.
Conclusione di un processo
A Venezia si è concluso il processo Montesi con l’assoluzione di tutti
gli imputati.
Di questa vicenda non abbiamo
mai parlato durante i quattro mesi
e più del processo; tutti sanno, però, come esso sia stato in tutta Italia al centro di molti discorsi e di
molte speculazioni, in un’atmosfera
di passionalità e di diffidenza, di testimonianze e di ritrattazioni, di innocenza e di sospetto.
E’ stato un processo mastodontico,
come mastodontica era stata la fase
istruttoria. Davanti ai giudici sono
passati i personaggi più dissimili:,
ricchi e poveri, potenti e reietti, scrittori e registi, attrici, amanti, principi del sangue e monsignori, scienziati, giornalisti, affittacamere, pecorai
guardiacaccia, trafficanti, funzionari
statali, alti ufficiali ecc. A torto o a
ragione, lo svolgimento dell’istruttoria e del processo ha finito per coinvolgere, oltre agli imputati, certi ambienti politici e sociali di Roma ed
ha rivelato non pochi deplorevoli aspetti di un costume di vita che meglio sarebbe chiamare senz’altro
malcostume.
Non entriamo in merito alla sentenza del tribunale veneziano. Se, da
un lato, essa assolve gli imputati
dall’altro lato essa non scioglie l'enigma della morte di Vilma Montesi. Una chiara e determinante indicazione a questo riguardo non ha
potuto emergere da tante verità e da
ancor più numerose bugie; perciò,
malgrado tutto, questa fase giudiziaria si chiude senza fugare totalmente l’atmosfera di sospetti, di ansietà,
di passioni che l’hanno preparata
prima e poi accompagnata durante
le sue lunghe udienze.
Ora avrà inizio un’altra fase giudiziaria per un’ulteriore indagine su
altre persone. Intanto, non sarà inop
portuna una riflessione seria e coraggiosa su certi aspetti della vita italiana sui quali lo svolgimento del
processo ha comunque gettato una
schiarita.
Il malcostume in certi ambienti italiani riesce a coprire col pesante
velo del silenzio anche gli scandali
più grossolani. Il retroscena del processo ha rivelato non poche miserie
morali e non soltanto nella Caglio;
perciò l’opinione pubblica ne è stata turbata.
In una democrazia, la gente ha bisogno di veder chiaro attorno a sè;
per il costume morale di un popolo
nulla è più dannoso che lo spettacolo dell’iniquità impunita o dslTipocrisia religiosa protetta e favorita da
certe classi sociali, specialmente dalle classi altolocate.
Qui ancora, come in tante altre
circostanze c’è un problema morale
che interessa tutti i cittadini e particolarmente quanti amano collegare la loro vita ad una professi®
ne di fede cristiana. L’onore cristiano non è garantito, nella vita civile
e politica, da una tessera, da un nome o da un vestito; ma prima di
tutto dalla sensibilità e dalla chiarezza di una coscienza morale. E ciò
sia detto per tutti, indipendentemente dalla loro confessione religiosa e
dal posto che occupano nella socie
tà.
Infine, paragonare Montagna a Paolo di Tarso, « martire della verità »,
come volle fare il suo difensore con
ampollosa oratoria, ci sembra essere per lo meno esagerato. E’ una
frase retorica, ad effetto. Ma la retorica non rinnova il costume morale
e non impedisce a molti italiani dì
ripetere con uguale scetticismo la domanda che fu già di Pilato: «Che
cos’è verità? ».
Ermanno Rostan
2
3 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
i /
Il « colpnrtore » i/aldese
La diffusione della Bibbia mediante l^opera del colpòHorI ha catutiterlz^
zato H Valdismo nel medioevo e dovrebbe caratterizzarlo ancora oggi
Siamo lieti di rievocare, seppur fugacemente, le alterne vicende del colportaggio nel corso dei secoli, soffermandoci più a lungo intorno all’ultimo periodo, fecondo di testimonianza evangelica. Siamo riconoscenti ai
redattori della recente pubblicazione
« Cento anni di stampa evangelica »,
di aver consacrato alcune interessanti
pagine all’umile, silenziosa, direi sotterranea opera dei colportori e che ha
consentito la formazione di gruppi, comunità robuste nella Penisola in ubbidienza all’imperativo evangelico :
« Andate per tutto il mondo e predicate l’Evangelo ad ogni creatura ».
La perla
di gran valore
Sin dal lontano Medioevo la propaganda evangelica, a mezzo di ministri
itineranti, cammuffati da mereiai ambulanti, si rivelò particolarmente efficace presso il popolo nonché presso i
nobili e la cui testimonianza è stata
ricordata nella famosa ballata del
« Colp)ortore valdese » di cui riportiamo alcuni versi:« figlia disse, mi resta un gran tesoro, più prezioso di
quanti il mondo n’have, più rilucente
de l’argento e l’oro! al paragon del suo
lume soave perde il diamante, alto dei
re decoro, si di gran prezzo ho qui meco la perla! Oh lei felice se potesse averla ». La perla di gran prezzo presentata alla nobildonna è l’Evangelo
di Gesù Cristo, predicato con entusiasmo e grande spirito di abnegazione
dai colportori medioevali.
Questo spirito missionario era così
vivo da strappare queste dichiarazioni
agli avversari della nostra fede: « non
c’era contrada in cui codesta setta non
avesse aderenti ». Difatti, la propaganda evangelica si estese rapidamente e
toccò località vicine e lontane tra le
quali ricordiamo : Saluzzo, Cuneo,
Chieri, Paesana: più lontano, nel territorio italiano, menzioniamo la Puglia e la Calabria, mentre all’estero i
Valdesi si spingono nella Spagna Settentrionale, Svizzera, Francia Settentrionale, Alsazia, Paesi Bassi, Germania, Austria, Boemia e Moravia, Polonia ecc. Questa stupenda fioritura di
gruppi ci consente di misurare la portata dello spirito evangelistico dei Vaidesi del Medioevo.
Ci sia consentito di ricordare, in
questa sede, un valoroso colportore
francese martirizzato a Torino, in piazza Castello il 20 Giugno 1556. Si tratta di Bartolomeo Héctor, originario di
Poitiers, il quale, dopo avere soggiornato a Ginevra con la famiglia venne
nelle Valli Valdesi, segnatamente in
Val d’Angrogna e Val San Martino
per diffondere il buon seme dell’Evangelo. Fu arrestato, processato e martirizzato poco tempo dopo ed ha lasciato una luminosa testimonianza, specialmente al momento cruciale del processo. Gli fu proibito di predicare l’Evangelo prima d’essere strangolato, pena
il taglio della lingua; il martire ritenne « cosa dolce » la minaccia e annunziò Gesù Cristo con entusiasmo tale
da commuovere la folla radunata per
assistere al suo martirio. La figura dell’Hector si staglia limpida nel cielo del
martirologio protestante ed è doveroso ricordarlo, ad un anno di distanza
del quarto centenario della sua morte
citando le belle parole di Farei al suo
indirizzo : « il venditore di libri volò
finalmente a Cristo con grande frutto,
avendolo confessato con costanza fino
all’ultimo ».
La carrozza biblica
L ultimo periodo aureo del colportaggio evangelico in Italia corre dal
tempo dell’Emancipazione e tocca i
primi decenni del nostro secolo ed è
La Parola della vita
Assunto in cielo
Il Signore Gesù, dunque, dopo aver loro parlato fu
assunto nel cielo, e sedette alla destra di Dio.
Ev. Marco 16 v. 19
di Evangelo di Marco narra e definisce il fatto dell’Ascensione
esso H sobrietà, preoccupato di impegnare in
esso la nostra fede, tutta la nostra fede.
sobrietà dei racconti evangelici ha involontaria
a- f'’f‘*"*are la festa cristiana deU’Ascensione, sopra
d^^rruÌ ^ Per molti cristiani, l’Ascensione
n *atto di poca importanza, su cui si può sorvolare;
significato religioso e teologico dell’Ascensione si perde
nell attivismo contemporaneo, nella esaltazione di tutto ciò che è
umano, terreno perituro.
E’ un brutto segno, è indice di un disorientamento spirituale che
ha colpito la nostra generazione e che si manifesta in una carenza
al “ colui del quale si continua a dire, ripetendo il Credo: «sali
al cielo, siede alla destra di Dio Padre Omnipotente ».
Eppure, nel grande quadro dell’opera redentrice di Cristo, dobbiamo far posto all’Ascensione. E. in modo del tutto particolare, il momento conclusivo dell’opera compiuta dal Salvatore, il segno inconfondibile della sua gloria e della sua signoria. Gesù Cristo è veramente il ^gnore; nel tempo della sua umiliazione e della sua incarnazione, abbassò se stesso... ora « Dio lo ha sovranamente innalzato
e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome... affinchè ogni
hngua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre ».
Durante la sua vita terrena, il suo nome è stato disprezzato e l’opera
sua e stata necessariamente limitata nel tempo e nello spazio. L’Ascensione^ proclama la^ gloria di Gesù Cristo ed estende universalmente i
frutti del suo sacrihzio, i segni della sua divina presenza: «al di sopra
di Ogni principato e autorità e potestà e signoria e d’ogni altro nome
che si nomina non sole in questo mondo, ma anche in quello a venire ».
Qualsiasi cosa accada nel mondo o a causa della potenza di questo mondo, quali che siano le voci degli uomini, le fluttuazioni della
storia e del nostro carattere, le vittorie o le sconfitte della nostra
per la morte. Ciò che Egli ha fatto, lo ha latto per sempre e per noi.
L’essenziale è che non dubitiamo più, che non vaghiamo più qua e
là come ombre senza mèta, come uomini senza lede ; poiché : « chi ci
separerà dall’amore di Cristo? Cristo Gesù è quel che è morto; e, più
che questo, è risuscitato, ed è alla destra di Dio ed anche intercede
per noi».
Per la chiesa e per ciascuno di noi questo è il tempo in cui Cristo
non è più corporalmente sulla terra. L’Ascensione, però, non s’identifica con l’assenza di Cristo, con il silenzio di Cristo ; infatti : « Io
sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente ».
E’ il tempo della pazienza, della perseveranza e della fede. E’ il
tempo in cui dobbiamo sperare, finché Egli venga. Ma è anche
il tempo della gioia e della speranza che non sarà confusa. Ciascuno
lo sappia, ciascuno lo creda, umilmente, fermamente, nella coslstnte
tensione verso le « cose di sopra, dove Cristo è seduto alla destra
di Dio». e. r.
tessuto di nomi, fatti, dichiarazioni che
ci commuovono.
Abbiamo spigolato qua e là nel volume dei « Cento anni di stampa evangelica » alcuni’ esempi, atti a rivalutare il ministero del colportaggio, divenuto appannaggio delle correnti spirituali non ufficiali. Si fa cenno di un
certo Michelin Salomon, il quale, prima dell’Emancipazione, reduce dalla
battaglia delI’Assiettà, con conseguente cecità, si mise a vendere libri nelle
Valli e fu arrestato, qualche tempo dopo a Perosa. Si accenna ad un certo
Paolo Geymonat, studente in teologia,
il quale aveva in animo di portare a
Roma un colportore nel 1849, subito
dopo l’editto di libertà. Si menziona
una interessantissima relazione di un
certo colportore. Aggelo Castioni, al
servizio della nostra chiesa, il quale,
racconta le vicende del suo viaggio attraverso l’Italia daÌl’agosto del 1878
all’agosto dell’anno successivo.
L’avventura s’iniziò a Brescia con la
famosa « carrozza o carro biblico » Si
trattava infatti d’un carro, trainato da
un robusto cavallo e dove iL colportore esponeva le Bibbie ed i trattati
religiosi, adorno di due banderuole
metalliche, con sopra scritto dei versetti della Bibbia. Con questo singolare mezzo di trasporto, il nostro, partì
da Brescia, fece tappa a Bergamo dove un bottegaio, all’invito del colportore di comprare una Bibbia rispose:
« sì la voglio comprare, ma per bruciarla immediatamente ». Il viaggio
proseguì attraverso il Piemonte, incluso Pinerolo, e dovunque si rinnovavano esempi di fanatismo e di intolleranza feroci, alternati da piccole, commoventi testimonianze.
Il « carro » dopo aver toccato i villaggi e le città della Liguria, Toscana,
giunse a Roma, dove il Castioni per
ottenere il permesso dovette passare
d’ufficio in ufficio e dove si parlava di
carte bollate (tempora non mutantur)
e dove gli si verone detto che « non è
cosa decente » concedere il permesso
per esporre certi libri. L’Osservatore
Romano si interessò anche lui alla
missione del colportore e consacrò un
articolo dove lo descriveva come un
ciarlatano, un tipo fra il ministro ed
il cavadenti; l’articolista si rammaricava che l’autorità civile permettesse
che in Roma cattolica si compisse una
sfacciata propaganda dell’errore e si
permettesse di ascoltare le empie prediche dello spacciatore.
Così di villaggio in villaggio, di città in città attraverso la Puglia, l’Abruzzo, l’Umbria, le Marche il colportore predicava, diffondeva il Vangelo
ed i trattati, accompagnato dagli insulti e dalle beffe della gente. A Manerbio, un prete s’avvicinò e quando
udì che si vendeva la Bibbia fuggì fulminato gridando : « che tempacci, che
tempacci ». Il Castioni avvicinandosi
alla mèta, scriveva al presidente del
comitato : « Sono ora così costretto a
scrivere a un punto che ho bisogno di
tutto. Se non viene in mio aiuto, vado
a Brescia come uno straccione: le scarpe chiedono una riparazione; pantaloni, gilé e abito anche questi; se non
li lascio, mi lasciano loro... ».
La Chiesa Valdese aveva avvertito
l’importanza della missione del Colportore e sin dal 1851, è ricordato nel
volume citato, il Moderatore Pietro
Revel aveva inviato una circolare in
cui dichiarava : l’evangelizzazione è uno dei primi e più importanti doveri
della Chiesa Valdese. Come mezzi di
azione bisogna servirsi: a) d’evangelisti che abbiano la Vocazione per questo particolare lavoro; b) diffondere dei
trattati religiosi e la Bibbia.
II Sinodo del 1873 e 1874 affrontava l’argomento e decideva di invitare
la Commissione d’Evangelizzazione ad
assumere dei colportori.
La Chiesa
nel passato
La presenza di colportori al servizio
delle Società bibliche e della Chiesa
Valdese ha consentito una diffusione
capillare del Vangelo ed ha reso un
grande servizio alla Causa dell’Evangelo. Con vivo rammarico constatiamo
attualmente che nessun colportore stipendiato è al servizio della Chiesa
e che l’opera di propaganda è affidata
unicamente a colportori volontari, la
cui lodevolissima opera non è confrontabile con l’attività d’un pastore
che consacra con zelo, amore e passione tutto il suo tempo alla Causa.
Notiamo, peraltro, che la Chiesa Avventista ha in Italia ben 50 colportori
e ciò costituisce un vero e proprio richiamo per noi alla nostra responsabilità.
La diffusione del libro è compiuta
lodevolmente nelle comunità delle Valli e della Penisola, aH’interno delle
Chiese, ed in misura troppo limitata
fuori della Chiesa, dove il messaggio
della speranza è ignorato dai più e dove l’ossigeno dell’evangelo risanerebbe
tante anime e ritornerebbe purificato,
rinnovato nelle nostre chiese, e circolando nel sangue dei nostri parrocchiani, lo libererebbe dai globuli malati del
pettegolezzo, dell’autosufficienza, del
farisaismo moderno. La crisi delle nostre chiese e della gioventù in modo
particolare è forse ascrivibile ad una
carenza di interesse per le anime che
incontriamo ogni giorno e quindi d’uno
scopo che li entusiasmi e li rallegri.
Penso che recenti esperienze alle
Valli di testimoniare fuori, a mezzo del
canto e conseguente diffusione di opuscoli, sia di buon auspicio. Ci auguriamo che, seguendo le orme del Colportore per eccellenza il quale in Palestina portò il messaggio della Salvezza,
possiamo continuare ancora, noi qui
alle valli e nelle comunità dell’Italia
perchè « la parola di Dio progredisca
e si spanda di più in più » e possiamo
anche noi « raccontare la conversione
dei Gentili (moderni) e cagionare grande allegrezza a tutti i fratelli e riferire
quanti grandi cose Dio ha fatto con
noi ».
Gustavo Bouchard.
n _ ^ i- _ 1 ■ L
a Torre Pellice
Il tempo inclemente di tutta la settimana e di domenica non ha impedito a circa 300 bambini di raccogliersi
nel tempio di Torre Pellice per celebrare l’annuale festa di canto.
Erano presenti le Scuole Domenicali di Angrogna Capoluogo, Luserna
S. Giovanni, Torre Pellice Appiotti,
Torre Pellice S. Margherita, Torre Pellice Villa, Villar Pellice. Purtroppo
mancavano tre Scuole Domenicali:
Bobbio, Angrogna Serre e Rorà. Speriamo vivamente che il prossimo anno
sia possibile avere la presenza di tutte
le Scuole Domenicali della Valle.
Il Past. Franco Sommani apre la
Festa con l’invocazione ed alcune parole di benvenuto. Prende poi subito
la direzione della Festa il Past. Edoardo Aime, Presidente della Commissione del Canto Sacro.
Si alternano gl’inni d’insieme a quelli preparati dalle singole Scuole Domenicali.
Dobbiamo fare un plauso a tutti
quelli che si sono affaticati nel preparare i bambini per l’accurato lavoro
compiuto. I canti d’insieme sono stati
cantati con esattezza ritmica e melodica, nei canti delle singole Scuole si
è sentito lo sforzo di dare un colorito
efficace al canto.
A metà della festa il Past. Aime ha
rivolto un messaggio ai bambini nel
corso del quale ha loro mostrato, con
un racconto tratto dal vero, quanta
importanza possa avere talvolta il canto nella vita degli uomini, fino al punto di potere salvare dalla morte e di
poter essere un mezzo efficace per ricondurre alla fede chi si era smarrito
nelle vie del mondo.
Una nota di totale novità ha portato la Scuola Domenicale del Villar,
che ha cantato i suoi inni accompagnata dal suono di alcune trombe.
Prima dell’esecuzione c’era chi attendeva con perplessità questo esperimento, ma dopo, tutti si sono mostrati
veramente entusiasti: il suono caldo
degli strumenti a fiato, suonati molto
bene dai figli del Gap. Calzi, ha sostenuto e messo in risalto le voci dei bambini.
Ci sia permessa una osservazione
critica, terminando; è stato notato che
nei canti d’insieme gli inni francesi
erano cantati con voci assai più deboli
di quelli italiani. Si vede che v’era incertezza nelle parole.
Occorrerà l’anno prossimo che gl’inni francesi siano particolarmente curati, cominciando a studiare bene le
parole affinchè i ragazzi ne abbiano
piena padronanza.
Malgrado il tempo piovigginoso,
che non ha permesso di avere dei giochi dopo il canto, i bambini hanno assai apprezzato il gelato che è stato loro offerto dopo la festa, per iniziativa
della Chiesa di Torre Pellice.
Per la Chiesa di S. Secondo di Pinerolo
Il Cassiere della Tavola Valdese Napoli » 15.000 Riesi » 8.000
ci ha trasmesso un elenco delle con- Pramollo » 30.000 Angrogna Serre » 7.000
tribuzioni in denaro offerte dalle Frali » 20 000 Coazze » 10.000
Chiese Valdesi per il costruendo tem- Trapani » 3.000 Reggio C. » 8.000
pio di San Secondo. Quasi tutte le Venezia » 13.400 Zurigo » 11.600
cifre corrispondono all’offerta invia- Caltanisetta » 5.000 Rocchenere » 2.000
ta in occasione deila colletta di Na- Verona » 15.000 Milano » 75.000
tale nelle chiese. Palermo » 30.000 Cerignola » 5.000
A nome del Comitato ci è grato Orsara » 2.000 Pisa » 5.000
ringraziare sentitamente tutte le Angrogna Capol. » 10.000 Lucca » 5.195
Chiese Valdesi e le persone che, con Genova » 41.000 Ferrerò » 30.000
la loro offerta, hanno contribuito ad Messina » 10.000 Ivrea » 6.270
accrescere i fondi in vista della co- Massello » 15.000 Villar Pellice » 20.000
struzione del tempio. Inviando il no- Catanzaro » 4.800 Mantova » 5.000
stro ringraziamento, ci permettiamo Pomaretto » 35.600 Bari » 10.000
di fare affidamento sulla collabora- Siena » 2.400 Torino » 200.690
zione di quanti vorranno ancora dar- Campobasso » 6.000 Pachino » 5.000
ci un aiuto affinchè la nuova chiesa Aosta » 10.000 Bobbio Pellice » 25.000
sorga presto alle Valli. Le necessità Colleferro » 11.410 Basilea y> 7.000
sono ancora molte. Felonica Po » 15.000 S. Germano Chjisone » 50.000
G. Vicino e E. Rostan. Vallecrosia » 14.575 Napoli Vomero » 1.455
Livorno L. 5.000 Vittoria » 1.500 Luserna S. Giovanni » 102.600
Torre Pellice » 101,200 Roma, IV Nov. » 50.000 Rorà » 15.000
Roma, P. Cavour » 32.600 Pinerolo » 104.000 Villasecca » 20.000
Susa » 5.000 Firenze, Via Manzoni » 36.000 Bergamo » 100.000
Marsala » 1.850 Forano » 3.500 Prarostino ( direttamente
Brindisi » 3.000 Taranto » 5.000 versate al Comitato) » 50.000
Rodoretto » 10.000 Brescia » 10.000 Totale L. 1.362.705
13663682
3
L’ECO DELLE VALU VALDESI
— 3
uieiiiesse i
U y a bien des
manières de vieillir. Des bonnes
et des mauvaises.
Mais, au fait, que
signifie ce mot:
vieillir? S’il s’applique au physique,
à ce corps que nous aimons tant,
il a, évidenvnent, un sens très précis. Les années s’ajoutant aux années, ce corps se tasse, se refuse
aux repas abondants, aux efforts
prolongés, aux ascensions trop
abruptes. Voici peu vous escaladiez les cimes avec allégresse. Aujourd’hui le coeur bat à coups précipités, le souffle halète et il faut
s’arrêter pour qu’il reprenne une
cadence à peu près normale.
S’il s’applique, ce mot vieillir, à
l’esprit — mis à part des cas exceptionnels car la maladie peut l’obscurcir et même, au moins en apparence, l’éteindre — il signifie, une
expérience en rejoignant une autre,
enrichissement, approfondissement,
émerveillement devant tout ce que
la vie vous révèle de richesses jusqu'alors à peine soupçonnées. Si
bien qu’un écrivain a pu donner à
l’un de ses livres ce titre prometteur: La vie commence à cinquante ans. Et c’est vrai! Jusqu’à cinquante ans la vie est presque toujours une sorte de bataille, la lente
conquête d’une situation, volonté
sans cesse tendue vers un but matériel: gagner de l’argent, gravir
quelques échelons de l’échelle sociale, obtenir pour orner sa boutonnière ruban ou macaron, devenir chef de bureau, directeur, colonel ou ministre... Jusqu’à l’heure
où l'âge vous dit qu’il faut renoncer à aller plus avant, que la retraite ixt prœhe. La retraite? Mot sinisirc .si on le prend dans son sens
étymologique. Retraite, c’est-à-dire
recul, marche en arrière, renoncement. Balayons tout cela! La bagarre d’une carrière terminée, commence une seconde vie qui peut
être merveilleuse: relire les grands
livres qui prennent soudain toute
leur valeur, aller jusqu’au coeur
des questions essentielles, se donner à elles, se laisser transformer
par elles, se porter à la rencontre
des hommes pour leur apprendre,
s’ils ont moins de cinquante ans,
que cet âge atteint et dépassé, ils
cannaitront, pour peu que la sagesse les habite, la joie de nouer
des épis dispersés en gerbes triomphantes. Alors savourer l’existence
qui cesse d’être une course contre
la montre, l’orner, verser en soi
son âpre ou douce poésie, se laisser porter par elle jusqu’à ce qu’on
appelle la mort, devenue la porte
ouverte sur le royaume où nous seront révélés les mystères dont on a
su s’approcher dans cette ’’retraite”
qui nous fut accordée pour nous
trouver avec plénitude.
♦ .
Souvent lorsque l’on dit à un
sexagénaire ou septuagénaire: Comment allez-vous? on obtient cette
réponse désabusée, murmurée du
bout des lèvres:
"Comme vont les
vieux!" Mais ils
vont très bien,
les vieux! à condition qu’ils saichent que la " retraite ” est le
temps de la récolte, de l’apaisement, de la paix dans un silence
intérieur que ne trouble pas ou ne
trouble plus le vacarme des moteurs.
Ce matin même, sur la place du
marché, j’ai rencontré une grandmère qui ma:idissait la vieillesse
avec véhémence. Je lui ai demandé
doucement: "Quel âge avez-vous?”
Réponse: "L’âge de mourir!" Noble réponse si elle n’avait pas été
faite sur le ton d’un total décourageme::t. L’âge de mourir! Le plus
bel âge si la gerbe est nouée. Il
m’est alors revenu en mémoire la
conversation que j’eus avec le missionnaire Frédéric Vernier, peu de
jours avant qu’il ne quittât ce monde. Durement marqué par la maladie, aveugle, alité depuis des mois,
il eut ces mots enveloppés d’une
surprenante ardeur: "Je ne peux
plus marcher. Je ne peux plus lire.
Qu’importe! Je peux encore prier.
Parler à celui qui va vous accueillir,
quel privilège!”
♦
Un oncle nonagénaire, mûri dans
le val de Freissinières, nous disait
un jour:
— C’est à mon âge qu’il faut
avoir dix ans...
Ces paroles, il m’a fallu du temps
pour les comprendre. Je crois que
j’y arrive. Parvenu à son tour sur
l’aride sommet de la colline humaine on perdrait ce bien, précieux
entre tous: la quotidienne émotion
de vivre, si l’on n’allait la rechercher pour la recréer, dans cette enfance qui est la source inépuisable
du miracle... le vieil oncle avait
raison: quand l’imagination s’épuise, quand le monde ne vous est plus
révélé que par des yeux fatigués,
il faut savoir s’arracher à une réalité désormais sans imprévu et,
pour cela, se pencher sur le miroir
de sa jeunesse.
Est vieux, réellement vieux, tout
homme en qui la naïveté, si l’on
préfère la fraîcheur des sentiments,
est chose morte; tout homme qui
ne voit dans la vie qu’une foire
d’empoigne, qu’une compétition
d’intérêts, qu’un affrontement de
vanités. Car c’est être vieux que de
se mettre en marge de l’enthousiasme, de cette force dissimulée derrière les événements quotidiens qui
donne à la vie son sens, son prix,
son poids. On n’a pas l’âge de ses
années, de son état physique. On a
l’âge de son coeur et ce coeur, même poussif, reste jeune si Dieu, qui
est éternelle jeunesse, vit en lui.
Un proverbe oriental le dit en
peu de mots: "Un homme est vieux
quand la somme de ses regrets
l’emporte sur celle de ses espérances". Benjamin Vallotton.
(Le christianisme au XX siècle)
Vacanze in montagna
Bambini della colonia alpina di Bora, dipendente dalla Chiesa Valdese di Torino
Convegno delle Madri adlAgape
Anche quest’anno le nostre madri
hanno trascorso una giornata benedetta! Per tutta la settimana il tempri oi aveva tenuto in orgasmo a causa dei continui acquazzoni e purtroppo... anche all’alba del 26 maggio la
pioggia continuava imperterrita!
Alcune mamme si sono scoraggiate e sono rimaste a casa, ma la grande maggioranza, con spirito veramente ammirevole, è venuta compatta.
Abbiamo così potuto ammirare sulla piazza di Frali 5 bei torpedoni azzurri che avevano portato le unionista di Villar Penice, S. Giovanni, S.
Secondo, Pinerolo, S. Germano e Pomaretto. Al Convegno, naturalmente, erano anche preserìti le mamme
di Frali e si è così potuto tutte insieme gioire di questo incontro e fra
ternizzare le une colle altre.
Il nostro Moderatore, anche quest’anno ha voluto onorare il convegno della sua presenza ed ha presieduto il culto parlandoci su quello che
la donna può essere come « maestra
di ciò che è buono» (Tito 2 v. 3).
Egli ci ha ricordato che questo bene,
cioè questa sapienza, di cui la madre
deve essere ripiena per poterne far
parte ad altri, poggia sul timore dell’Eterno ed è costituito dalla fede,
dalla capacità di sacrificio, dalla misericordia.
Rendiamo grazie a Dio per questo
culto che abbiamo potuto celebrare
nel bel salone di Agape insieme con
la comunità di Frali.
Poi il Pastore Vinay dà il benve
nuto alle mamme spiegando che quest’invito, che si rinnova ormai da tre
anni, sta diventando una bella tradizione e vuole essere come il simbolo della riconoscenza dei giovani verso le madri.
Viene quindi servito un ottimo
pranzo al quale le mamme fanno onore, liete una volta tanto, di essere
«servite»; e vogliamo qui rivolgere
una lode alla « madre » che ci ha cucinato questo pranzo con amore, nonché allo stuolo di volontari che si
sono aft'aticati per noi: i membri delia comunità di Agape e tutte le ragazze praline. Le nostre madri le
nanno osservate con ammirazione ogni qualvolta sfilavano in perfetto
ordine attraverso il salone recando
le vivande e spesso le hanno applaudite per il loro servizio inappuntabile.
Chiuso il pranzo con una bella fetta di torta, si passa nel bar dove viene servito un eccellente caffè e poi
le madri si sparpagiiano come tante
scolarette in vacanza. Chi visita i
locali, chi fa un giro d’ispezione sui
terrazzi, le più coraggiose sfidano
la pioggia e si lanciano all’assalto
dei fiori su per i prati e poi tornano
con grossi mazzi di viole, genziane,
anemoni.
Alle 15,30 ci si ritrova tutte nel salone ove i bambini di Frali dovutamente preparati dalle loro insegnan
ti svolgono un programma di recito
con voci forti e chiare.
Il Moderatore ci parla ancora una
volta e pone sul nostro cuore di donne cristiane molti problemi riguardanti e. la vita delle nostre famiglie
e la vita tutta deila nostra Chiesa
Valdese nel suo insieme.
Poi è ancora la voce di Frali che
ci rallegra con gli accenti della sua
banda musicale; infine viene servita la tradizionale tazza di thè.
La sig.ra Rostan esprime i ringraziamenti di tutte le Unioni invitate
con felici espressioni di conclusione.
Ci prepariamo a scendere a Ghì-go: ancora strette di mano e saluti
affettuosi. Siamo state più assieme
degli anni scorsi anche a causa della pioggia eppure ci pare che la giornata sia passata troppo in fretta!
Siamo certe, però, che essa non
sarà passata invano e ci auguriamo
che ne possano derivare frutti buoni per il bene spirituale nostro e delia nostra chiesa.
Una madre e i suoi figli
GUARDIAMOCI ATTORNO
L’oppressione della Chiesa continua
sotto il regime comunista della Germania orientale, sebbene la Chiesa
non pretenda esercitare un potere
nella vita pubblica, ma sia interessata soltanto a non venir meno alla
sua responsabilità verso uomini e
donne in pericolo. .
Le scuole son come vivai in cui gli
alunni sono forzosamente educati al
materialismo; l’opera dei pastori negli asUi, prigioni ed ospedali è fortemente ostacolata; l’opera chiamata
Missione delle Stazioni è stata interrotta da più di un anno.
I mezzi di comunicazione con le
masse assumono un’importanza sempre più grande nel mondo attuale. I
giornali, il cinema, la radio ed ora
anche la televisione sono gli strumenti che oggi formano la opinione pubblica ed orientano (o disorientano)
la grande maggioranza delle persone.
I protestanti francesi stanno organizzando un « Centro protestante per
le tecniche di comunicazione alle masse» il quale si sforzerà di coordinare le iniziative protestanti francesi
in questo campo e cercherà di favorire la produzione di opere di alta
qualità che rispecchino lo spirito della Riforma.
La conferenza mondiale del « (gomitato per la radiodiffusione cristiana» che doveva aver luogo a Beyrut
è stata trasferita invece a Francofor
te e la data fissata dal 25 aprile al
1 maggio. Il tema generale è stato:
«Come la radio e la televisione possono condurre l’uomo moderno ad
una vita cristiana».
Sta per essere installata nel Medio
Oriente una potente stazione radiotrasmittente destinata a,ll’evange:izzazione. Potrà essere udita praticamente da tutto il mondo islamico.
Le Chiese evangeliche degli Stati
Uniti hanno preparato un progetto
secondo il quale dieci milioni di dollari sarebbero spesi per studiare il
modo di interessare per mezzo della
radio e televisione quei milioni di americani che sono mdifferenti a ogni
questione religiosa. E’ stato proposto
che il lavoro venga effettuato in collaborazione anche con i cattolici e
gli ebrei.
Nello stato di Ghana (che è da poco diventato indipendente ed era prima conosciuto come Costa d’Oro),
l’80 per cento delle autorità e membri del governo sono stati allievi delle scuole missionarie. Il primo ministro Kwame Nkrumah ha detto di es
sere favorevole all’entrata di altri
missionari nel paese.
Su quasi cinque milioni di abitanti, in maggioranza feticisti, vi sarebbe circa mezzo milione di cattolici e
più di 300.000 evangelici. a. c.
Il 30 Maggio
Giuseppina Bertin
nata Cipollina
di anni 85
è entrata nel suo riposo.
Il marito Stefano Bertin; il figlio
Pastore Gustavo con la moglie Laura,
la figlia Hilda Genre e la nipote Graziella con il marito Morrif Jones ne
danno il doloroso annuncio.
Lusema S. Giovanni, Viale Marconi
« Beati coloro che muoiono
nel Signore».
(Apocalisse 14: 13).
Alla famiglia Bertin e in modo particolare al Pastore Gustavo giunga la
espressione della nostra simpatia cristiana in quest’ora di lutto. Red.
A una donna, rimasta vedova, i cui
figli avevano tutti percorso onorevolmente e cristianamente la loro strada nel mondo, fu rivolta questa domanda :
« Qual’è stata la sua parte neibe
ducazione dei suoi figli? Come li ha
praticamente preparati per la vita? »
Questa madre che aveva adempiuto da sola im compito cosi difficile,
rispose con semplicità : « Non so nulla».
Le si disse ancora : « Ma lei ha agito, ha usato dei mezzi... tutto ciò è
stato ottenuto in mezzo a prove di
ogni genere; lei avrebbe potuto scoraggiarsi mille volte...».
Ella sorrise e rispose con una djmanda :
— Dubita lei della Provvidenza?
— Essa ha certamente comanuato
ai venti e calmato il mare troppo
agitato, ma se lei non avesse vigilato, il naufragio sarebbe stato inevitabile.
— Vigilare significa pregare molto.
— Ma questo non basta; immagino che lei non abbia passato tutto i!
giorno con le braccia incrociate o
prostrata nella chiesa.
Poi confessò:
— Quando, solo dopo la morte di
mio marito, mi trovai con dieci figli... avevo delle risorse modeste e dovetti prendere subito delle gravi decisioni.
— Delle quali la prima fu...
— Di fare im esame di coscienza.
Esaminandomi, vidi quanto fosse urgente riformare me stessa, cambiare
la mia vita, diventare migliore... Mi
misi all’opera e da allora ho continuato...
— E’ tutto? Cos’ha latto per i suoi
figli?
— Niente altro; io ho lavorato in
me e Dio ha lavorato in loro.
Questa madre, col suo spirito di sacrificio e con la sua lede, prese il suo
posto ira Qoloro che collaborano con
Dio per la restaurazione dVirimmagine divina nell’anima e nella famiglia umana.
(Noi e i nostri figli)
(¡oiiferenza del 111 Distretto
La Conferenza distrettuale è convocata a Sampierdarena il 19 e il 20
Giugno. Il culto d’apertura sarà presieduto dal pastore Salvatore Carco
nel tempio di via A. Cantore 16 ed
avrà inizio alle ore 21 del 19 Giugno.
I presidenti dei Consigli di chiesa sono pregati di far pervenire al
Sovrintendente le relazioni annue,
i sunti delle medesime e le tabelle
statistiche entro il 10 Giugno.
Vogliano altresì comunicare al pastore Mario Musacchio, via Landi
8/48, Sampierdarena, il nome dei delegati, per i servizi logistici.
Un convegno pastorale è convocato alle ore 17 del 19 Giugno nei kocali della chiesa di via A. Cantore 16.
La Commissione distrettuale
” Or o Colui che è potente da preservarvi da ogni caduta e da farvi
comparire davanti alla Sua gloria irreprensibili, con giubilo, aWIddio
unico. Salvator nostro per mezzo di
Gesù Cristo nostro Signore, siano
gloria, maestà, forza e podestà, da
ogni eternità, ora e per tutti i secoArnen! ”
(Epist. di S. Giuda 24: 25)
li
4
4 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
J
Festa di canto a Pomaretto
delle Scuole Domenicali
Due fattori contribuiscono ad impedire
una discreta affluenza di pubblico alla festa di canto dei bambini a Pomaretto: il
tempo veramente inclemente e la coincidenza del convegno delle' madri a Praly.
Non è quindi una sorpresa il vedere i posti riservati al pubblieo quasi vuoti: è giustificata l’assenza femminile, perciò... Ma
i bambini ci sono, anche se di sole tre parrocchie, e con essi la gioia, l’ingenuo entusiasmo di quell’età e il desiderio di far
sentire la propria voce. E in quell’ora e
mezza trascorsa insieme assistiamo non ad
una esibizione di canti, ma ad una festa
di fanciulli e per i fanciulli nel nome di
Dio.
« Alleluia, lodate o servi dell’Eterno, lodate il nome del Signore ». E’ con queste
parole del Salmista che il pastore Sig. Maranda si rivolge ai bambini ricordando loro il significato della giornata odierna, che
sta a concludere un anno di attività. Per
vari mesi è stato loro parlato dell’amore
di Dio e di Gesù, ed a questo amore essi
rispondono col ringraziamento e la lode.
Dopo questo breve preambolo, entrano
in scena i bambini. Essi sono ben preparati, conoscono gli inni e seguono attentamente la bacchetta del direttore, pastore
Sig. Marauda. Non si addormentano sul
ritmo e cantano a piena voce e con gioia,
come nell’esecuzione del « Natale cantiamo »; con vero slancio, come nel salmo
n. 16 della raccolta francese. Gli altri inni
cantati insieme sono: il 169 e 188 della raccolta italiana e il 63 della raccolta francese.
Alternati ai canti di assieme, le singole
scuole domenicali presentano due inni ciascuna. Pinerolo-S. Secondo ci fanno ascoltare all’unisono gli inni n. 77 e 207 della
raccolta italiana. Si raggruppano dinnanzi
al pulpito, come una vera corale, ed il loro
canto s’innalza sicuro, persino curato in
certe « nuances », nell’esecuzione dell’inno
n. 77, più deciso e con slancio nel n. 207.
La scuola domenicale di S. Germano,
anch’essa davanti al pulpito e con in prima
fila i piccoli dell’asilo, esegue gli inni 205
e 277 della raccolta italiana.
I Pomarettini sono i più numerosi ed
eseguiscono l’inno' italiano n. 10 e il francese n. 141. Cantano a due voci e sono gli
unici a far sentire voci maschili.
Vogliamo accomunare tutti, bambini e
direttori, in un vivo plauso per il proficuo
lavoro svolto e sottolineare lo sforzo di
Pomaretto per presentare i cori a due voci, invitando gli altri a fare altrettanto, cercando di utilizzare per il contralto le voci
maschili, che, nella maggior parte dei casi
stanno zitte, non per colpa loro, ma perchè non arrivano a dare le note dei soprani. Spesso i bambini maschi ritengono per
questo motivo di non poter cantare; e si
spegne così in loro la passione per il canto,
che diversamente potrebbe continuare fino
al raggiungimento della formazione della
voce d’uomo con l’indicazione a quale
gruppo essa appartenga.
Tra la prima e la seconda parte del programma il pastore Rostan rivolge un mes
saggio ai bambini. Illustrando con il suo
dire e con la sua mimica alcuni racconti,
ci parla della gioia e deU’allegrezza del ritrovarsi insieme per lodare il Signore, dell’attenzione che Dio rivolge alle manifestazioni dei piccoli, e della potenza del
canto che unisce ed affratella gli uomini.
All’uscita i bambini ricevono un piccolo
dolce e trascorrono ancora insieme un’ora
di gioco nella sala del teatro del Convitto.
Questa in sintesi la festa di canto deUe
Scuole Domenicali del 19 maggio a Pomaretto. Semplice, tranquilla e, come già detto, festa per i bambini. Per questo vorremmo vederli tutti, quelli di Prarostino, di
Pramollo, di Villasecca e su fino a Praly.
Perchè non fare questi convegni a metà
settimana e per una giornata intiera come
già si fece in passato? Mentre sarebbe più
agevole per i più lontani il parteciparvi,
sarebbe anche maggiore il tempo per stare
Con la speranza di ritrovarci in maggior
numero l’anno prossimo, ringraziamo tutti
i bambini presenti, augurando loro che non
venga meno questa passione per il canto,
ma si rafforzi e si affini, perchè questa è
una delle migliori espressioni dell’animo
nostro, che, nella gioia e nel dolore, ci
avvicina agli uomini, alla natura, a Dio.
M.
Ci permettiamo di ripetere quanto già
abbiamo detto gli anni scorsi, sottolineando anche la nota finale del cronista: cioè,
che in queste cosidette "feste” bisogna poter dare più tempo ai bambini per stare insieme nel giuoco e, possibilmente, in una
scampagnata. Congegnata com’è ora, la
"festa” è un rapidissimo viaggio a Pomaretto o altrove, con la clausura dei bambini
nella chiesa e l’immediata partenza per il
ritorno.
Bisogna che le Scuole Domenicali, monitrici comprese, possano conoscersi e fraternizzare ; per far questo occorre poter
dedicàre ai bambini una giornata festiva
su settimana e non alla fine di maggio. La
benemerita Commissione di canto ci vorrà
sicuramente pensare e farà il possibile per
attuare questa proposta che è condivisa da
molti. Sin d’ora la ringraziamo.
red.
Le attività di Chiesa a Viliasecca
Un simpatico incontro con le sorelle di Ferrerò ha caratterizzato la
seduta di chiusura delle Unioni del
le Madri dei Chiotti e Trussan.
Nella sala dell’Unione, adobbata
con molti fiori, le sorelle delle due
Parrocchie si sono ritrovate in bel
numero.
Dopo la meditazione biblica del
Pastore Davite, i messaggi delle Presidenti delle due Unioni e le reci te
e i canti di alcuni bimbi, sono stati
proiettati alcuni documentari cinematografici sulla attività della Casa Valdese di Vallecrosia e le celebrazioni del XVII Febbraio a Vi'lasecca.
Le Unioni delle due Parrocchie inizieranno il nuovo anno di attività
con una seduta in comune a Ferrerò.
I Catecumeni dei tre primi anni
hanno sostenuto il loro esame, davanti al Pastore ed una delegazione
del Concistoro; il rendimento dello
studio è stato discreto, anche se ro~ì
tutti si sono impegnati come avrebbero potuto, per contro alcune interrogazioni hanno rivelato non solo lo studio, ma anche la passione
per la conoscenza della Parola di
Dalle nostre comunità
R 0 r à
Recentemente il capo gruppo Marco Gay accompagnato dal Sig. Rivoira, membro del Comitato di Gruppo ha rivolto un messaggio ai giovani di Rorà ed ha presentato il
panorama della situazione della chiesa protestante spagnola nonché della gioventù francese. Ringraziamo
di cuore i nostri amici per la loro
visita molto apprezzata da tutti.
Siamo lieti di ringraziare la Pradeltomo, Marco Gay e l’anziano Aldo Toum per i loro messaggi rivolti recentemente alla Comimità.
L’assemblea di Chiesa ha ascoltato
la relazione annua il giorno 26 maggio; sono stati discussi alcuni argomenti tra i quali la istiturione di
borse di studio in collaborazione con
i concistori delle valli a beneficio
degli studenti poveri di alta montagna.
Sono stati nominati i delegati alla
Conferenza nella persona di Toum
Silvio e Toum Domenico nonché il
Dr. Meynet delegato al Sinodo.
Pinero [o
Pochi giorni prima di Pasqua, l’Unione giovanile di S. Germano Chisone ha fatto visita alla consorella
di Pinerolo. I giovani hanno trascorso insieme una piacevole serata; ci
scusiamo dell’involontario ritardo
nel dame comunicazione, li ringraziamo della loro visita e inviamo loro un cordiale saluto.
Il culto dedicato alla « famiglia
cristiana » é stato celebrato alla presenza di molti genitori e dei bambini
della Scuola Domenicale, il 12 maggio. Il Pastore ha ricordato ai grandi ed ai piccoli le parole di Giosuè,
servo dell’Etemo: «Quanto a me e
alla casa mia serviremo l’Eterno ».
I bambini raggmppati davanti al
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pulpito, bar.no cantato un inno ed
hanno poi offerto alla mamma alcuni fiorì in segno di affetto e di riconoscenza.
Domenica 19 maggio, Tassemblea
riunita per il culto ha ascoltato con
interesse e con compiacimento il
messaggio di una giovane diaconessa
Valdese, la novizia Alba Jazzeolla,
della Chiesa Valdese di Napoli e
attualmente in una grande casa di
Diaconesse del Cantone di Zurigo.
Serbiamo un caro ricordo della visita fattaci da Suor Alba e delTappello
che ha rivolto alla comunità per il
servizio dei Signore nel diaconato
femminile.
Il 22 maggio, circondati da molti
parenti e conoscenti, si sono sposati Silvio Morero e Enrica Tron.
Agli sposi, stabilitisi a Pinerolo-, e
particolarmente alla sposa, per vari
anni monitrice della Scuola Domenicale, giungano ancora gli auguri
migliori per la loro vita coniugale.
Una quarantina^,'di socie delle nostre unioni femminili si sono recate
ad Agape, domenica 26 maggio, per
il Convegno regionale delle madri.
Malgrado il tempo cattivo, la giornata trascorsa a Frali é stata feconda di bene, nella solidarietà della
fede e nella reciproca conoscenza.
L’assemblea di chiesa, alla chiusura dell’anno ecclesiastico, é convocato domenica 2 giugno, alle ore 10
nel Tempio.
All’età di 82 anni é deceduto a
Pinerolo Paolo Borno. Alla famiglia
colpita dal lutto giunga il nostro
pensiero di simpatia cristiana.
Prarostino
L’Assemblea di Chiesa, riunitasi
domenica 12 maggio durante il culto,
ha ascoltato la Relazione Annua
presentata dal Concistoro. Come
ogni anno, in questo periodo, viene
fatto un consuntivo delle attività
ecclesiastiche durante un anno di
comune lavoro nella fede e nel servizio cristiano, e, come ogni anno,
vengono messi in evidenza i lati positivi e quelli negativi di questo nostro servizio. L’Assemblea ha appro
vato tale relazione che verrà stampata e distribuita ad ogni famiglia
insieme al resoconto finanziario.
L’Assemblea ha poi proceduto alla
rielezione dei seguenti Anziani; Parisa Paolo e Gay Virgilio, per il quartiere del Roc; Gay Rinaldo, per il
quartiere dei Gays, e Paschetto Egidio per il quartiere di S. Bartolomeo.
La votazione é stata presso che unanime, segno, come ha fatto notare
il Pastore, della stima che la Comu
nità porta nei confronti di questi
nostri fratelli.
L’Assemblea ha poi ancora eletto
quali delegati alla prossima Conferenza Distrettuale il diacono Gay
Virgilio, dei Sers, e la nostra sorella
G ardici Irma, dei Tilla; quale delegato al Sinodo Robert Alberto, di
Pavé, e Martinat Giovanni, di Pralarossa, supplente; revisori dei conti Costantino G. Luigi, dei Prima, e
Pons Enrico, di S. Bartolomeo.
Una gita a Pramollo é stata fatta
dall’Unione delle Madri, domenica
19 maggio. Ospitalità più che cordiale da parte dei pramollini, e tempo
discreto. E’ stata una buona gioma
ta per le nostre sorelle.
Il Santo Battesimo é stato amministrato, domenica 19 nel corso del
culto, al piccolo Luciano Martinat di
Davide e di Dufour Elvira, della
Veirolera. Possa crescere nella grazia di Dio e nella comunione della
Chiesa.
Alcuni nuovi focolari sono stati
costituiti nel nome e con la bene
dizione del Signore; sabato 18 mag
gio hanno celebrato il loro matrimonio Paschetto Valter, della Ruà,
e Avondet Anna, dei Gayot; sabato
25, Pagetto Nicodemo, dèi Roman, e
Reynaud Erma, del Collaretto.
La loro unione sia anche una alleanza duratura col Signore.
La nostra viva simpatia a Paschetto Luigi, Anziano del quartiere della
erotta, per il doloroso infortunio occorsogli venerdì 17 maggio nei pressi della sua casa, e tuttora degente
presso l’ospedale civile di Pinerolo;
ed al giovane Malan Marcello, dei
Grill, per la lussazione di una caviglia dovuta a un tronco d’albero.
Culti estivi. Si porta a conoscenza
della Comunità e dei nostri amici
che i culti nel Tempio di S. Bartolomeo avranno luogo, a partire da domenica 2 giugno, alle ore 10 (il nuovo orario é in vigore sino alla fine
di settembre). I culti estivi nel Tempio di Roccapiatta avranno luogo la
2< domenica del mese, alle ore 15;
nella Cappella del Roc, la 4» domenica alle ore 8.
Ricordiamo alla Comimità il culto di Pentecoste, domenica 9 giugno,
con celebrazione della Santa Cena;
alle ore 15, nel Tempio di Roccapiatta.
Roma
(Via Quattro Novembre]
Domenica 19 Maggio, ricorrendo le
Nozze d’argento del nostro Pastore,
il Culto é stato presieduto dal Moderatore, il quale al termine, ha rivolto al Pastore MATHIEU e alla sua
Signora alcune parole di circostanza, formulando per loro fervidi voti di
ogni benedizione divina.
A nome della Comunità, il diacono
Sig.na Adelia Di Pillo, ha offerto
dei fiori e un ricordo quale segno
tangibile dell’affetto che i membri
di Chiesa hanno per i loro conduttori; sebbene essi siano a Roma da
meno di un anno, hanno saputo accattivarsi la simpatia di tutta la Co
munità.
Ringraziamo il Sig. Moderatore
per il suo messaggio e per aver voluto partecipare alla ricorrenza.
Rinnoviamo ai Sigg. Mathieu i nostri fraterni auguri e che il Signore
benedica l’opera da essi iniziata nella nostra Comunità. M. B.
AVVISI
CERCASI giovane evangelico 15-17
anni, avviato o da avviare alla prò
fessione di tappezziere. Salario da
convenire. Trattamento familiare.
Rivolgersi; Andrea Compagnoni Poschiavo Gr. (Svizzera).
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camere con o senza pensione. Affittasi un appartamento grande per
agosto-settembre vicino al mare.
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Fasulo.
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camera a 2 letti con acqua corrente. Rivolgersi; Libreria Claudiana,
Torre Pellice.
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Pra) m. 1732. Gay Nicodemo, Bobbio Pellice.
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Valli Valdesi. Rivolgersi alla Claudiana.
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Dio e ima compoensione profonda
del testo. Su 30 esaminati, imo solo
è stato rinviato alla sessione autunnale.
Sabato 25 Maggio è stato celebrato il matrimonio fra Roberto Peyronel (Trussan) e Letizia Barus (Trossieri). Agli sposi, stabilitisi al Gìulberso, giunga ancora Taugurio della
Comunità.
Nonostante un tempio decisamente
avverso che ha impedito a molti di
scendere dai quartieri più lontani,
un buon successo ha arriso al bazar
annuo del 26 u. s. che ha registrato
il tradizionale entusiasmo per la
« piesca » ed una buona affluenza a
tutti i banchi di vendita. Desideriamo ancora ringraziare quanti hanno
collaborato a questa buona riuscita
con le loro offerte ed in particolare
quanti hanno aiutato alla organizzazione del pjomeriggio.
Tra le attività non strettamente
ecclesiastiche segnaliamo anche la
proiezione del film « La cage aux
rossignols » offertaci dal Prof. Baridon la sera del 12 Maggio e che è
stata apprezzata dai molti che gremivano la sala dei Chiotti, non
ostante il tempo avverso, ed esprimiamo la speranza di poter ancora
avere altre serate che ci aiutino a
migliorare il nostro francese !
La barella, acquistata qualche mese fa presso il CAI, ha rivelato le
sue buone qualità alpinistiche nel
giorno della sua inaugurazione per
un trasporto a Villasecca sotto una
pioggia battente, con soddisfazione
del malato che non ha sofferto della pioggia e dei portatori per la facile trasportabilità su strade scomode. Al giovane Adolfo Barus, ora in
via di guarigione, giunga ancora il
nostro augurio.
Per finire gioiosamente; la pas
saggiata della Scuola Domenicale a
Torino, domenica 19. Visita del giardino zoologico al mattino con un sole discreto che ha permesso di girare qualche metro di pellicola a colori, e partecipazione alla giornata
aeronautica a Caselle il pomeriggio
dove i ragazzi hanno ammirato le
evoluzioni degli aerei ed hanno diviso con tutti gli spettatori il brivido
del passaggio a bassa quota dei reattori a velocità sonica. Molto interesse ha destato in parecchi una intervista con un pilota di un aviogetto che gentilmente ha voluto rispondere alle molte domande dei ragazzi,
quasi tutti decisi a diventare piloti
meno uno che ha dichiarato « io no.
Voglio portare la penna! »
Al Diacono Levy Peyronel del
Trussan, che ha sostituito il Pastore nella predicazione di domenica
19 Maggio, rivolgiamo il nostro sentito ringraziamento.
Redaitore: Ermanno Roslan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - -c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 1955.
Giovanni Rostagnol sentitamente
ringrazia quanti presero parte al
suo dolore in occasione della dipartenza della sua cara mamma
Margherita Bonjour
ved. Rostagnol
Ringrazia in modo particolare il
pastore sig. Bertinatti e il Dott. Scarognina per le sue cure premurose.
Luserna S. Giov. (Bertot 24-5-57)
F. Servetti
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