1
ìa buona novella
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Sf'gucndn 1« Y^rilü nHU cari
r.fkt. IV. 15.
Si dislribuisce oyui Venerdì. — Per caduu Numero centesimi iO. — Per cadmia linea d’inserzione cenlesimi 20,
ziniii M riicvnnot in Ton.xo«111)111*1« ilrl «¿Isrnalp, vlalv drl Rr, noiti. II.
all» »'iippplln V»ldr»r. mura di ,S. Cliiura.
Nili* uiHivincic, B'i ixrnicirocii ragliUiiiiedOTrannocMereiiiriuli
«fico al Dirclloru di lla Hi «ma -Niivklla e iiiiii allrinienti.
C?Mi<liBioiii «l’AHMorinzione:
PerT0Ri:<b — l'n Anno L. ». — A donilcilin I,. • . — Pnovisci» L. • a*.
Sei mesi ■ ». —
Tre mesi » •. —
Per Franti« e Svinerà franco a destinazioii«, e per l'Inghilterra franco al confine lire 9 S*
per UB anno, e lire * per sei mesi.
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Aireaiero, ai «■piicntlliidlritzi: I.i»nr.A, dal »igg. Ni»«l>elt c C. librai. ìi BrmmwitrMt:
Parwi, dallalilH-eria C. .Mcyru. i», rue Truiiclici, a; Nimk. dui sig. l'cyrul-Tinfl libraio; l.ik^if;
. ' I. 11..ili Itltrat pii« N/iik-ji !•« —t.. L* u... .....
dai tiKK. Oeni» et IVlil l’ierre lihrai, me .Neuve, It; (>i:<KmA,dal aig. K. Beioud'librair.
Lo»*!«v», dal .ig. DeUfuniaioehUralu.
Soniiiinrio.
Appendice; C*nRÌ Storici sull» riforma rfligiosa in
Italia ■»! serolo XVl. — Associazione cattolica nel
Xombardo Veneto. — Esame storico-critico sul
Tiaggio di S. Pietro a Roma. II. — Affare del
Capitano Gcstschi. —Notizie. : Genova - Francia
- Belgio.
• .4SS0CIAZI0NE CATTOLICA
NEL LOMBARhO-VENBTO.
Alcuni anni fa venne agitala in Francia la
quislione se fosse convenienza del cloro frammischiarsi nelle poliliche vertenze del impalo.
Un arcivescovo v.oleva che il clero francese del
sólo interesse spirituale prendesse cura, lasciando il mondo e la sua politica agli uomini
del secolo. Il vescovo all’opposto richiedeva che
il suo clero illutninasse il popolo, e gli additasse
le vie da percorrere per il suo miglior bene.
La sentenza fra questi due opposti pareri rimase sospesa, et adhuc sub judke lU ent. In
Trlanda aU’opposto i vescovi proibirono ai curati ed ai preti lutti d’ingerirsi nelle elezioni
de’ depulali al Parlamento inglese, e nelle allre poliliche quistioni del paese. I preti si risentirono contro queste arbitrarie decisioni dei
loro superiori, e si appellarono a Homa. Il celebre Lucas deputato d’frlanda, che di qiiaquero
/era divenuto un acerrimo campione della chiesa
di Roma, si presentò al papa onde perorare a
favorii del basso clero irlandese. La sua mis
APPENDICE
CENNI STOUICI
DELLA RIFORIHA IN ITALIA
NEL SECOLO XVl.
-¿il:
XX.
Ad arrestare i progressi della Uiforma, a dividere gli animi di quanti vi aderivano, c per
lai modo scandolezzare le masse e facil ilare la
^^via alla imminente persecuzione di Koma, so, praggiunsero in Italia le divergenze dommatiche,
in parte provenienti d’oltre alpi e nate in parie
/iella medesima penisola.
E innanzi tutto, la questione agitala fra due
principali capi della Hiforma, Lulero e Zuinglio,
siono non ebbe il risultato che si aspettava, e
si dico morisse di crepacuore. L’inibizione al
clero di mischiarsi nelle elezioni sussiste tuttora
convalidata dalia papale autorità.
Ades.so l’alto cloro della Lombardia e Venezia,
inorgoglito per il Concordalo austriaco, non solo
tenta di frammischiarsi negli affari di coscienza
del popolo, visitando i libri e lo .stampe d'ogni
genere c procurando cho i comandamenti della
loro chiesa vengano puntualmente eseguiti; ma
circondati eglino pure del solito apparato di
forza fecero lega colle Autorità secolari, e prestandosi bramo a vicenda tentano distruggere quel mal seme, come essi dicono, dell’amore di patria e della politica e religiosa indipendenza. E per meglio riuscire nel loro scopo,
prendendo ad esempio la gesuitica istituzione
in Francia della propagazion della fede, immaginarono di stabilire nel Lombardo-Veneto una
associazitme cattolica, il di cui scopo sarebbe,
«econdo il programma, -la conservazione e la
difesa dolla Chiesa cattolica apostolica romana,
la promozione del culto e pratiche religiose,
le opere di beneficenza, la diffusione de’buoni
libri, e il principio d'ordine e di autorità, ecc.
Ciò premesso, il programma discorre degli
articoli dell'associazione, ed in primo luogo i
soci non faranno adunanze di alcuna specie ;
dove esiste un vescovo ivi sarà la sede doU’associazione ; lutti gl’individui di ambo i sessi
possono essere associali pagando un dato emolumento annuale. L’associazione è rappresentata da una Giunta dirigente, di cui è cafio il
vescovo presso il qualo si raduna. La Giunta è
nominata dal vescovo, e membri della Giunta
dirigente debbono esser signori e signore, presulla presenza di Cristo nel sacramento della
Cena. 11 riformatore alemanno prendeva le parole
dell’istituzione alla lettera; laddove il riformatore svizzero le interpretara in senso figuralo. E
si tentò invano di ridurli, per vicendevole concessione, ad onorato componimento; l’ostinazione dei due capi, i cattivi uffici de' loro aderenti fecero si che la piaga divenisse incurabile
e causa perenne di divisione fra le chiese dì
Svizzera e quelle deH'Aleraagna superiore. Uopo
la morte di Zuinglio le sue opinioni furono difese caldamente da Ecolaraiiadio, Bullingero e
Calvino.
In Italia l’influenza de’ due grandi riformatori
era in certo qnal modo bilanciata. Le opere di
Zuinglio, scrilte in latino, davano un gran vantaggio alle sue dollrine, facendole circolare
presso noi più facilmente; ma ad agevolare la
propaganda delle opinioni di Luiero, contribui
posti e preposto dogristiluti religiosi, ccc. In
caso di dubbiezza nel buon andnmeulo delle
coso, il vescovo si devo dirigere ai mulropolitii.
e alla fine doH'anno i duo molro|K>liti di .Milano e di Venezia concertandosi insieme debbono render conto di tutto l'operato a.S. M. t'imperntnrn. NelTarticolo XII si vuole c\\p membri>
proietUfre della Giunta dirigente debba essere
17. R. Delfifiato dflla prorinriii, e deve pure
formar nenipre parte, d'ugni adunanza elio terrà
la Giunta.
Questa novella invenzione gesuitica sembm
destinata a unire i suoi sforzi colle imperiali
truppe croate per opprimere ed abbattere h>
spirito cd il corpo delle mi.'>ero (Kipolazioni del
Lombardo-Veneto. Se ben si esaminano tutti i
singoli articoli di qnesl'associnzione si vede
chiaramente chc i preti non solo si mischieranno
nello spirituale, ma noi temporale e nella politica de' popoli, coH’eceilare il fanatismo religioso, e dei dettoli, e degl’ipocriti, e nel dure
mano alle spie e agl’inquisitori del governo
austriaco di perseguire coloro che non vogliono
parer ciechi es.sendo ad occhi aperti, o che non
bramano di rinunziare del lutto nH’uso della
ragione. Lo Giunte dirigenti presieduto dal delegato di provincia e dal vescovo saranno tanti
tribunali statari inquisitorj cho troveranno i
delinquenti o pretesi delinquenti nel piii segreto delle famiglie, e nei più nascosti recessi.
Ed eccovi, o benevoli lettori, l’opera dì Roma
al sommo grado manifesta. In Francia, in cui
il potere imperiale non era ben consolidato, m*
si conoscevano a pieno lo intenzioni dol nuovi»
eletto, la quistione rimase indecisa, se si dovessero ciò/: i preti ingerire nelle cose politiche o
vano la celebrità del suo nome e il granniiniero
di Aleinnnni che frequentavano l’ilalin.
Le chiese di .Modena, Bologna e Venezia furono vivamente agitate da siffatta Controversia,
malgrado gli sfi)rzi dei buoni per conciliare gli
animi e dimostrare i pericoli di simili questioni,
alle più a scandolezzare gli animi che santificarli, più a distruggere che edificare In chiesa
di Cristo. Questa lotta poco generos.i, cui'il Rocero qualificava, e con ragione, qualeO;)irff delit
cnnie, fiicevs rimpicciolire la grande idèii della
Hiforma; non trallando.st più della-Ira.^fortijaílione religiosa e sociale rigentìrArriccilelt’iHn.'inilà; bensi d’un ineschino giiiocodi partiti, dclli»
spirito di sella, c della maggiore o minore influenza di qu^ta o quell’altra indi\iiliialilA, che
a fronte de’ principii santi ed eterni dovrebbero
svanire.
Melantone e Ducerò furono i prinripali èani-
2
410. In Inghilterra perchò i preti turbolenti dei
paese davano fastidio al governo furono dai vescovi repressi, e ordinato loro di non mescolarsi di politica d'alcuna specie. Nè il governo
ottenne ciò dai vescovi senza reciproche concessioni. Sotto l’austriaca dominazione, poiché
•si fece credere al gióvane imperatore Chc la
■Chiesa è il solo valido sostegno del trono, e
dopo cho desso sieollegò col papa, i preti sono
latti strumento di doppia oppressione, politica
0 religiosa; e non solo i preti, ma tutto quel
partito papalino, composto di pitocchi e pitocche d’ogni specie, di creduli stolti, di furbi e
d’impostori. — Ma non si sgomentino i popoli,
n'i- l’ardente gioventù dol regno Lombardo-Veneto perda coraggio. Anche gl’imperatori romani erano collegati coll’idolatra religione dei
tempi; anzi erano i pontefici massimi, e facevano parlare gli oracoli e le statue a loro modo.
Pure il divino Maestro e i suoi dodici pescatori
di Galilea vinsero in breve tempo le più astute
misure della politica umana, usata contro di
loro. Il buon seme appena gettato nel suolo
fecondo risorgeva rigoglioso, e finalmente soffocò la mala semenza. Gl’idoli tutti coi loro
tempii e sacerdoti caddero a terra, e il vasto
impero, l’impero cho sembrava dover durare
per sempre, venne disciolto o dissipato. Cause
simili riproducono sempre elTetti simili. Stiamo
lìssi al Vangelo e ai suoi divini insegnamenti.
La misericordia di Dio verrà in nostro soccorso,
gi’Idoli cadranno a terra di nuovo e nuova luco
ri splenderà.
mm isTouico ciutico
SUL VIAGGIO DI S. PIETRO A ROMA.
11.
fVedi il numero antecedenfej.
Ora ci spetta a considerare se vi sia qualche
evidenza nel Nuovo Testamento che stabilisca
Tesser stato san Pieiro a Roma.
San Luca parla nel suo Vangelo (III, 23) di
Gesù, cho € cominciava ad essere como di trenta
anni »; la qual cosa dimostra cho quando fu
crocifisso aveva trentatre anni in circa. Cosicché
neH'anno 33 o 34 san Pietro predicò a Geru
pioni della conciliazione presso lechiesedi Germania e di Svizzera, e (pielle altresì d’Ilaiia ; ma
la versatilità delle loro idee, era un rimedio puco
efficace al male che travagliava le menti; i loro
tenlativi furono pivi generosi che saggi.
Baldassare Altieri, di cui si è parlalo nel
precedente capitolo, facendosi organo de’ suoi
iralelli, scrisse a Lutero, esponendogli in buoni termini i mali cagionali alla causa religiosa dall’anzideUa divergenza, e tentando anclie
egli di ridurlo a migliori consigli. « La questione deH’Eucarcstia, diceva egli, nata in
Germania, ha penetralo sin qui e minaccia di
rovinare un di o l’allro lo nostre chiese. Oliiniè!
i(uai turbamenti non ha suscitati, quali dissensioni non ha prodotti, quanli scandali pei deboli, quante perdile per la chiesa di Crislo,
e qual impedimento alla propaganda del Vangelo! Imperciocché se il suo veleno è stato si
salémme, il giorno della Pentecoste, ^.4tit, II,
38; III, IV).
Nell’A. D. 3i san Pietro fu stromento dell’esecuzione della divina vendetta sopra Anania
e Safilra>(A«i, V, 3).
Nell’A. D. 35 san Pietrq era a Gerusalemme,
ed insieme con gli altri apòstoli'Vi Ordinò i
setto diaconi [AHi, VI, ;22j.
Noll’A. D. 36. Dopoia morte di Stefano tutti
i discepoli furono dispersi per lo contrade della
Giudea e d^lla Samaria, salvo gli apostoli, e
questi dimoravano in Gerusalemme. In quel
tempo il Vangelo si predicava in Antiochia,
ma gli apostoli restarono in Gerusalemme
{Atti, Vili, 1).
Noll’A. D. 37 lo Chiese aveano pace, e
san Pietro, dopo la conversione di san Paolo
visitò le chiese di Giudea, di Galilea e di Samaria IX, 31, 32).
Nell’A. D. 38 san Pietro «ra in Samaria ,
poi a Lidda, {W.scia a loppe, ma sempre nelle
vicinanze di Gerusalemme [Atti, X, 32 e 43).
Noll’A. D. ^9 san Pietro era un’altra volta
in Gerusalemme, dove san Paolo Io visitò [Gal.,
I, 18).
Nell’A. I) 40. Pietro fu chiamato da Iop[)e
a Cesarea in Palestina [Atti, X).
Neil’A. D. 41 snn |Luca non fa menzione
ov’era l’apostolo quest’anno. Baronio crede che
.san Pietro avesse visitato Cesarea in quel tempo.
[Annali di Baronio, A. D. 41).
Dopo la dispersione de’ discepoli, martirizzato che fu Stefano, alcuni d’essi andarono ad
Antiochia e vi predicarono ; e molta gente fu
convertita al Signore [Atti, XI, 9). Il che essendo raccontato a Gerusalemme, la Chiesa
mandò Barnaba in Antiochia, ed ancora una
più gran moltitudine credette, .\llora Barnaba
andò a Tarso a cercar Paolo, e lo condusse in
Antiochia, dove ambedue rimasero per lo spazio d’un anno; essendo fondata la Chiesa in
quella città da essi o non da Pietro siccome
credono i cattolici romani. E diffatti il capitolo
tredicesimo degli Atti degli apostoli ci mostra
che là vi fu un culto regolare, con profeti e dottori, cioò Barnaba, e Simeone, e Lucio Cireneo,
e Manae, e Saulo, prima che vi fosso mai stato
san Pietro. Luca, negli Atti, ci dà tulli i viaggi
di san Pietro fino a questo periodo, e menziona
polente da formare due avversi partili in Alemagna, dove sono tante chiese solidamente costituite e tanti personaggi pieni di dotirina e
pietà, quali danni non abbiamo a temere da siffatto flagello in Italia, dove non sono pubbliche
adunanze,dove ciascunoè la propria chiesa ed opera a suo piacimento; dove i deboli s’innalzano al
disopra dei forti; dove i forti non sopportano i
deboli con uno spirito di dolcezza; dove tulli
vogliono essere dottori invece di essere discepoli, quantunque nulla sappiano e non posseggano lo spirito del Signore. Vi sono parecchi
dottori che ignorano ciò che si dicano, vari
predicatori che dovrebbero apprendere anziché
insegnare, e vari apostoli che non hanno ricevuto missione;insomma qui siamo nel disordine
e nella confusione ». Indi lo scrittore passa a
discorrere del bisogno di dare aila chiesa riformala quella pace di cui mancava, e ciò per mezzo
puro l’arrivo di Agabo od altri da Gerusalemme
ad Antiochia; cosicché non è probabile ch’egli
abbia omesso di parlare di qualunquesiasi
viaggio che abbia fallo *an Pietro avanti quell’època, e dopo la difesa ch’oi fece in presenza
dei fratelli a Gerusalemme dell’aver predicato
a Cornelio nell’anno 40 o 41. Ora san Paolo ci
dico che tre anni dopo la sua conversione egli
andò in Gerusalemme per vedere san Pietro
{Gal., I, 18); il cho, secondo la cronologia di
Tillemont, sarebbe circa l'anno 39. San Pietro
fu allora a Gerusalemme. Non v’ha dubbio che^
vi si é trattenuto d’allora in poi per qualche
anno ; perciocchò Paolo e Barnaba essendo rimasti circa un anno in Antiochia, andarono poi
in Gerusalemme ; ed intorno a quello stessotempo, come ci vien detto negli Atti, cap. XII,
Pietro, ancora a Gerusalemme, fu gettato in
prigione da Erode. Tutta questa non interrotta
narrazione ci toglie la possibilità di credere che^
san Pietro avesse lasciato la Giudea prima di
essere stato incarceralo.
Nell’A. D. 42 san Pietro si trova un'altra
volta a Gerusalemme; alla quale città era ritornato .senza dubbio dopo la sua missione a
Cesarea (.U/t, XI, I, 18;. Noll'A. D. 42 i Giudei eran scacciali da Roma per la prima volta
(Gius., lib. XIX, cap. 3).
Nell’.\. D. 43 in circa, Pietro fu gettalo in
prigione da Erode, sempre a Gerusalemme.
Nell'A. D. 44 mori Erode; la qual cosa, secondo Giuseppe, accadde nell’anno terzo dell’imperatore Claudio (Gas., .iwi., lib. IX, c. 7).
Valesio dice; « Non v'ha dubbio che san Pietro
«: dimorasse in Giudea cd in Siria sino all’ul« timo anno d’Agrippa >; e l’antica tradizione
di Appollonio, raccontata da Epifanio ed Eusebio, ci dice che « Gesù Cristo aveva coniaa« dato a' suoi discepoli cha non lasciassero Ge« rusalomme per lo spazio di dodici anni >, non
avanti deH’anno 46. 11 Nuovo Testamento ci
mostra Paolo, Barnaba e Giovanni Marco, ritornanti da Gerusalemme in Antiochia, essendo
stali mandati i due primi colla colletta da Antiochia a Gerusalemme. Quindi è cosa certa, e
per la Scrittura e per la tradizione, che san Pie, tro non poteva intraprendere un viaggio di tre
mila miglia a Roma ueH'iulorviilIo di tempo di
cui si Iratta presentemente. Nemmeno la tradizione accenna una tal cosa, poiché Dionisio af
d'una I ¡conciliazione fra le chiese di Svizzera e
d’^leniagiia ; riconciliazione dalla quale poteva
dipendere il loro avvenire e quello altresì delle
chiese d’Italia.
Luiero con una parola avrebbe potuto ridonar
forse la pace a’ riforniali italiani, ed in ispecie a
quelli di Venezia che in maggior parte gli ade.rivano ; componendo gli animi, avrebbe giovato
a’ progressi della causa evangelica in Italia, e
allontanala forse dal capo de’convertiti la tempesta che pareva imminente; ma non volle; la
sua risposla dissipò quella dolce illusione che
alcuni nutrivano d’un pros.cimo aggiuslainento,
c colle grossulane e violenti parole chc usò coniro
i teologi svizzeri, cui dava il titolo di do»ori contagmi e falsi profeti, non fece che irrilare vieinaggiormenle gli animi e rendere incurabile la
gran piaga, delle intestine discordie.
(conlinua].
3
ferma che la Beala Vergine morì nell’anno 47
0 48, 0 che san Pietro assistette alia sua se*
pollura ( Dionisio , De Ditinis Uomivihus,
lib. I, c. 3). Oltracciò Metafraste fa un minuto
racconto, tratto da antiche autorità e manoscritti, de’ viaggi di san Pietro liberalo dalla
prigione d'Erode. Egli diceche san Pietro predicò a Cesarea, Sidou, Berout, Biblis, a Tripoli
di Fenicia, Ortosa, .\ntander e nell'isola di
Arade; poi a Balani, Pania, Laodicea e Antiochia di Siria; poi in Cappadocia, nella città di
Tiani, Ancira in Galazia e Sinopo e Amasa in
Ponto; che poscia egli visitò Gangua in Paflagonia, Claudiopoli, Nicomedia e Nicea in Bitinia; e che infine ritornò in Antiochia e Gerusalemme. Queste ventitré stazioni, mettendo
per ciascuna tre mesi e mezzo (e quelle di
san Paolo occuparono ancora più spazio di tempo), avrebbero dovuto consumare almeno sei
anni per l’evangelizzazione d’Asia dall apostolo
Pietro; cioè secondo la tradizione di Roma medesima. Cosicché insino alla fine dell’anno 50
san Pietro non avrebbe potuto essere in Roma.
(Metafraste, Die 29 jnnii, Suaius, tomo III ;
Bahor., An., 45).
Nell’anno 49 i Giudei furon scacciati In seconda volta da Roma per ordine di Claudio; il
cui editto era in vigore, sino alla sua morte
nel 54.
Nell’A. D. 51, il Concilio di Gerusalemme
ebbo luogo, prexiediito da san Giacomo, essendo presente san Pietro. Di poi Pietro accompagnò Paolo e Sila in Antiochia, ove fu rimproverato da Paolo [Gal., II, H).
Ai Giudei venne proibito di entrare in Roma
sino alla morte di Claudio. A. D. 54.
Le epistole dell’apostolo Paolo a'Corinti ci
fanno vedere evidentemente che san Pieiro non
aveva predicato a Corinto, e neppure in qualunque silo occidentale, a vanti l’anno 56(1 • Cor.,
ÌV, 45; ?* Cor., X, 13,18). Un passo di Lattanzio, il quale ci assicura che gli aposloli sono rimasti principalmente nella Giudea per lo spazio
di 25 anni, ci condurrebbe all’A. D. 58, e pare
di confirmare l’opinione di san Gerolamo il
quale dice che il Concilio di Gerusalemme, a
cui assistette san Pieiro, ebbe luogo nel 54; e
quesla data sembra probabilissima se si accetta
il racconto di Metafraste, riguardo agli estesi
viaggi di san Pieiro. Quindi egli è certo che
quell’apostolo non era stato in Roma prima
ilella morte di Claudio. D. 54. StolbergePagi
sono d’accordo su questo punto.
Secondo Lattanzio la dispersione degli apostoli non ebbe luogo finché non passarono i
25 anni dopo la Crocifissione, lo che sarebbe
al più presto. A. D. 58. A quel periodo di tempo
solamente era possibile ehe l’apostolo avesse
|H)tuto lasciare la Giudea.
Nella prossima settimana sarà proseguito l’c■same scritturale. . F.
APF.4RE DEL CAPITANO (¡(ETSCHI
Ecco in quali termini un giornale del nostro
Stato, il Cittadino d’Asti, parla di quella lite
mostruosa die, non che della stampa religio.sa,
è stato oggetto deH’allenzioue speciale di tutta
quanta la stampa politica francese, inglese od
anche italiana.
« I giornali francesi qualche tempo fa riportarono uua sentenza pronunciata dal tril^unalo di
Orléans, la quale dimostra come quella mugistrutiira si mantenga fedele al principio della libertà
di coscienza, contro cui tuttavia con tanto ardore
si scatenano i clericali. E noi crediamo di far
cosa grata ai nostri lettori ponendo loro sott’oc
chio una succinta relazione del fatto ed alcuni
brani delle conclusioni fiscali. Trattasi infatti d*
una questione die anche presso noi è quotidianamente dibattuta; d’altra parte resterà cosi provato, se pure è ancor necessario, che i clericali
SOHO gli stessi in tutti i paesi, e dovunque cercano a qualunque costo di predominare, non rifuggendo ben anco dal calpestare i più sacrosanti diritti della natura e da seminare nelle famiglie la zizzania e la disunione. Oltracciò la
Francia imperiale, die pur vuoisi cosi amica e
parziale delle chieriche, è utile si conosca come
neppur essa le secondi nelle loro aspirazioni ad
uu passato che più non può risuscitarsi. Ecco intanto il fatto:
« Il signor Gustavo 0<^etschi, capitano nell’80“
di linea, aveva sposato in prime nozze, nel 1H15,
la damigella Onorina Uerhical, da cui cbl>e tre
figli, dei quali oggidì non gliene restano che
due, di cui uno ha otto anni, l’altro sei. Nel
18.V) GoBtschi restò vedovo, e diventò tutore legale dei suoi figli. In seguito alla morte di sua
moglie, sotto l'impressione vìtr e profonda in
lui prodotta dalla perdila di una sposa diletta,
egli strinse relazioni con un pastore che professava il culto evangelico deU« confessione di Augusta, e meditando la Dibbia nacque in lui la couvinzione che il protestanteìiimo solo fosM conforme alle dottrine evangeliche. Allora égli cercò
che anche i suoi congiunti abbracciassero la nuova fede da lui adottata. Ma un Consiglio di famiglia, radunato sull'istanza del protutore, credette che il cambiamento di religione cui era
addivenuto il signor Gretschi fosse d’impedimento a che più oltre continuasse ad esercitar
l’ufficio di tutore legale de’ suoi figli, e dichiarandolo perciò decaduto dalla tutela nominava
in sua vece un altro tutore.
■« Contro questa deliljerazione del Consiglio di
famiglia, la cui illegalità ed immoralità sono di
per sè a primo aspetto evidenti e che ricorda i
funesti tempi dell'intolleranza del gesuita Letellier e di madama Maintenon, provvedevasi il
signor Goetschi io regolare giudizio dinac^.i al
tribunale di Orléans, citando a comparirvi il
nuovo tutore signor Wangen. Veniva, nei giorni
ló e 16 dello scorso gennaio, lungamente agitata
e discussa la causa dai rispettivi avvocati delle
duu parti alla presenza di un numerosissimo uditorio, attirato dalla importanza della controversia
ed ansioso di veder quale ne sarebbe stato l’esito;
e malgrado gli sforzi deH'eloqueote avvocato del
Wangen per cambiar la questione e motivar la
deliberazione del Consiglio di famiglia su circostanze e fatti personali al signor Goetschi. tuttavia troppo facile fu il riconoscere che il fanatismo religioso e lo spirito d'intollerantismo avevano avuto nella sua esclusione la maggiore influenza.
Il procuratore imperlale Daniel dovendo
conchiudere ncH'iuteresse della legge, cominciò
con proclamare che la magistratura francese uon
poteva discouóscere quei grandi principii della libertà di coscienza e della libertà dei culti che
da un mezzo secolo soco stabiliti nelle leggi fondamentali di quel paese, tanto più che del suo
attaccamento ai medesimi già diede numerose
e brillaa^]>rove. Quindi dopo di aver ragionai»
a lungo ^ iu diritto che iu fatto, cosi terminò:
« 11 signor GiKtschi cambiò religione; è qu»« sta seuza dubbio una cosa molto grave. Egli puiV
c indiriuure l'educazioue de' suoi fanciulli veri»
« i principii del prolestantesimo; è questo incon
« testabilmente assumersi uuarisponsabilità enor>
X me; ma come iufliggergli foss'anco una semK plice nota, di biasimo senza violare la liberti
« di coscienza'i
« Si rimprovera al signor (icetschi di offendere
« la memoria di sua moglie fuceudo a' suoi figli
« abbracciare la religione protestante, ma, auche
( volendolo, uou possiamo esaminar la questione
« sotto lale aspetto, perocchi: vi si oppone la li
< berta di coscienza! Finalmente lo si accusa di
< far violenza alla coscienza de'suoi figli abu€ sando della autorità paterna; e sorge di uuovo
« iu campo la libertà di coscienza .'
« Se uoi cerchiamo di discutere alcuna delle
Il questioni r.he nascono da quella che è relativa
• alla preminenza delle due religioni, noi ci tro
ll viamo sempre a fronte della liberta di coscienza!
n Ua questa causa, o iisignori, ricavasi uu'inso« guamento, ed ò che i grandi principii del no« stro diritto puliblico nou jiostono essere impu« nementu violati. E voi lo confermerele con la
« vostra sentenza. Chieggo perciò sia auuuilata
« la deliberazione del Consiglio di famiglia »,
< La decisione del tribunale d Urléans fu conforme alle conclusioni del Ministero pubblico.
« In questo modo la Magistratura francesemau>
tiensi fedele alle antiche tradizioni dtlibertà, e fa
rispettare quegli inconcussi ed eterni principii dt
giustizia che un pugno di interessali faziosi vorrebbe conculcati e manomessi x.
o 'Ji.' jc aR K e:
Ge.vova — Tempio Valdese ed Ospedale. — Se
siamo beue iaforinati i piani del Tempio che la
Chiesa Valdese sta per fabbricare in Genova,
hanno di già ricevuto l’approvazione dei Governo; ed ap]>ena avranno quella del Municipio Genovese a cui sono stati trasmessi, verrà pubblicato l’appalto e dato principio ai lavori. — Una
altra buona notizia riguardante Genova, si 6 la
prossima apertura a prò degli ammalati evangelici di quella città di un ospedaletto di cùi facevasi sentir ognor più urgente il bisogno, e sul quale speriamo di poter’quanto prima dare piùampii
e sicuri particolari ai nostri lettori.
Fka.vci i.. — Nuoto e grave attentato alla liberti»
de'culti. — Ormai uou passa quasi giorno che
la liberlà dei culti, guarentita dalla Costituzione,
uon venga, or sotto questo or sotto quello pretesto, manomessa, in Francia, nel modo più doloroso, e saremmo per dire ]>iù scandaloso. 11 2^
gennaio scorso lo era a danno dei cristiani evangelici di Thiat, dei quali ecco in bre\e la storia. La
metà incirca del Comune dipartitasi nel.l84o dal
romanesimo por abbracciare la fede evaugelica,
avea per più auui esercitato in pace e tranquillità
il culto impostole dalle nuove sue credenze,
quando'ad uu tratto, e senza nissuu motivo, ricevettero ordine di cliiudere il loro tempio. Ubbidirono a questa ingiunzione, e dal tempio portarono la raunanza nella scuola. Ma quando si
volle vietar loro del tutto di riunirsi per servire
a Dio secondo la loro coscienza, i cristiani di
Thiat convinti, come io erauo i cristiani primitivi, che a Dio conviene ubbidire anziché agli
uomini non ubbidirono più, e ad onta dei divieti
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delle autorità , seguilaroQO a riunirsi sotto la
presidenza del loro pastore. Ecco in compendio
il delitto per cui il giorno di sabato 26 gennaio
il pastore con varii fra i suoi parocchiani, uomini e donne, comparivano davanti il Tribunale
(li Bellac, il quale, ad onta della stupenda difesa
del signor pastore de Pressencó di Parigi , portatosi, con nobil coraggio, avvocato de’ suoi fratelli perseguitati, li condannava alla multa gli
uni di 1,000 e gli altri di SOOfranchii invocando il
decreto 25 marzo 1852 intorno alle raunanze di
più di 20 persone. Fra gli accusati attirava iu
modo speciale l’attenzione un vecchio canuto di
oltre 70 anni, il quale alle varie domande fattegli
rispose con questa semplice parola: « Iddio vuol
pure che lo serviamo ». Silvano Débrousse, legnaiuolo, uno fra gl’incolpati, cosi si esprimeva:
« Io sono intervenuto alla raunanza; non posso
« difendermi dal servire Iddio. Io sono pronto a
« dare a Cesare quello che è di Cesare ; ma se
« Cesare mi comanda cose che Iddio proibisca,
« giudicate voi stessi se non sia preferibile ubbi« dire a Dio che non agli uomini'. ». Nobili e
sante parole che, come resero impotente la rabbia dei persecutori antichi, così ci fanno sicuri che
la causa per cui vennero pronunciate trionferà
della persecuzione legale con cui si cerca di
schiacciarla.
Bklgio. — Stazione di Gand. — Dopo l’apertura
del vasto locale che serve di luogo di culto, l'opera evangelica fece rapidissimi progressi; l’udiHorio andò crescendo; le persone ilesiderose di
udire la predicazione del Vangelo si accalcano
in modo, che fu qualche volta calcolato ad uu
migliaio il numero degli uditori presenti al servizio della sera. Non è certo da sperare che tale
concorso possa mantenersi sempre ed assumere
il carattere di regolare adunanza. Converrà sottrarre in seguito, primieramente coloro che intervengono soltanto, per curiosità, e dal cuore dei
quali la Parola verrà strappata da Satana, come
la semente sparsa in sul pesto sentiero ed involata dagli uccelli dell’aria; in secondo luogo si
ritireranno altresì quelli che ricevono la Parola
in un cuore pieno di cure e d’inquietudini od assorto nella ricerca delle voluttà mondane. Al
pari della semente che gettata in un terreno frastagliato di bronchi e di spini, germoglia bensì,
ma per crescere con fusto intiSichito e sottile,
die perisce senza fruttillcare, auche la semente
divina ò in breve soffocata iu quelle anime schiave
degli interessi materiali. Infine, sarà d'uopo sottrarre coloro che ricevono la Parola con gioia,
credono e si uniscono ai discepoli del Vangelo
per certo spazio di tempo; ma siccome la buona
novella di salvezza non penetrò molto addentro
nel loro cuore, così lascierannosi intimorire dall’opposizione e dalla violenza degli avversari ed
abbandoneranno la verità.
In quella guisa che il sole iu pieu meriggio fa
appassire e brucia la pianta debolmente radicata,
surta da una semente caduta in sito pietroso ,
nella stessa guisa pure il fuoco della tentazione’
a delia persecuzione seccherà e struggerà il cri-stianesimo superficiale di parte delle anime che
son trascinate nel moto di un risvegliamento.
Bisogna dunque,, pur troppo ! che ci aspettiamo
vedere a Gand,..come altrove, come dovunque è
annunziato il Vangelo, compiersi la profezia coiitenuta nella parabola dol seminatore. Tuttavia
siamo lieti di poter dire che altresì a Gand parte
dolla semente di vita cade in ìmona terra e dà
frutti abbondanti. Il nostro fratello Van Schelve
non basta .ni bisogni della moltitudine che ricerca
istruzioni particolari; egli viene assistito da un
colportore stabilitosi a Gand, e chc in addietro
apparteneva alla Chiesa romana, qual monaco •
prete.
I nostri lettori non faranno difficoltà a credere
se diciamo loro che il clèro romano si agita iu
tutti i sensi per farci Opposizione e suscitarci impedimenti. Ma è mal,'detto che si agita in tutli ì
sensi. No, nel senso della dirittura, della lealtà,
egli uon fa un passo; lo asseriamo con dolore,
ma seuza sorpresa, poiché ci ha abituati alla sua
maniera di procedere. Ah! s’egli si presentasse
sul terreno di una discussione franca e leale ,
dove noi lo invitiamo da lungo tempo, con qual
piacere accetteremmo la di lui opposizione,
eziandio calorosa e veemente ! Qual gioia per
noi consecrairci alla ricerca della verilà, lottando
contro un avversario che potremmo allora stimare perchè potremmo aver fede nella sua dirittura ! Eppure, a Gand, egli sarebbe in grado
di scendere nell’arena, grande come un gigante,
come un Goliath, carico di tutte le armi che possono apprestargli i suoi concilii, i suoi dottori
e la sua tradizione. Perchè dunque non si presenta? Perchè sa benissimo che s'egli incontrerebbe un avversario di piccola statura, gli troverebbe in mano una fronda che non fallisce mai
colpo, la Parola di Dio !
È vero, come dicemmo; ei discende in lizza;
ma vi discende così in basso che nè egli c'incontra, nè possiamo seguirlo noi. Iddio ci guardi
dal farlo! Seguire il nostro avversario non sarebbe già discendere in lizza, ma sprofondarci
nel/imo.' (Le Chrélien Belge)
Uomrnlro i^crcnfo.
ANNUNZI.
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riale del Re, A'« SI.
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Id. in-8" noH indorata. . • 3 00
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Id. in-12® con riferenze, non
indorata.....> 2 50
Id. in-lS*, indorala. •' . » 2 00
Id. in-lS“, non indorata. ■ 1 00
Versione Francese di Martin, iu-8“, non
indorala.....» 2 00
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dorata. •. . . . » - 2 50
Versione Latina detta Volgata, in 12". » 1 00
Testo Ebraico, in-12".......» 7 00
Versione Tedesca di LrrEao, in-8" grande » 4 00
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