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i Anno LXXV
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F' £“ prostratisi, io adorarono
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s. Jdatteo 2: 11
Perchè lo adorarono ?
Osservando quei sapienti orientali, inginocctuati davanti alla culla di Gesù,
mi pare che la loro adorazione nasca da
tre sentimenti.
Anzitutto dal sentimento del mistero.
La persona, la dottrina, l’opera di Gesù
sono avvolti nel mistero.
1 profeti lo hanno annunziato molti
secoli prima con parole come queste ;
« Un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci
è stato dato, e l’imperio riposerà sulle
sue spalle ; sarà chiamato Consigliere
ammirabile, Dio potente. Padre eterno.
Principe della Pace» (Isaia IX, 5).
Quando nasce, dei sapienti astrologi
! intraprendono un lungo viaggio per venirlo a salutare.
Piu tardi Gesù, polemizzando coi
Giudei, dice : « Prima che Abramo fosse,
IO sono » (Giov. Vili, 58), affermando la
sua preesistenza alla creazione del mondo.
San Giovanni, il discepolo che meglio
aveva penetrato nell’animo del Maestro,
, apre il suo Vangelo trasportandoci dal
tempo n_en’eternità : « Nel principio era
la Parola — cioè Cristo — e la Parola
era con Dio e la Parola era Dio. Ogni
cosa e stata fatta per mezzo di lei, e
senza di lei neppure una delle cose fatte
e stata fatta ».
Taluni hanno respinto il cristianesimo
perche non possono ammettere il mistero
in cui esso si avvolge. Eppure qualunque Scienziato può dirci che più la
scienza avanza nelle sue indagini, e più
sembra diventare fitto il velo del mistero
da CUI la nostra vita è avvolta.
La niedesima esperier.za si rinnova
riguardo a Crhto : più lo” conosciamQ ^
piu Si accentua il suo mistero. , “
Ma se davanti a problemi che trascendono la nostra portata, dobbiamo confessare la nostra ignoranza, sentiamo che
una cosa ci rimane da fare : con i magi
d Orienti ci prostriamo adorando.
Aggiungete che intorno alla culla di
Betlemme aleggia non solo il senso del
mistero, ma anche della potenza di Dio.
I magi d’Oriente avevano già intravisto questa potenza, quando vengono
ad informarsi non d’un profeta, o di un
sacerdote, ma del re dei Giudei. E' notevole però che gli stessi nemici del
neonato Re, incoscientemente presagiscono la potenza che sta per manifestarsi.
Ecco Erode che manda ad uccidere i
fanciulli di Betlemme per timore di questa
potenza, ecco gli spiriti maligni che si
dibattono inutilmente davanti a lui, E
sembra che neppure di fronte al cadavere
della loro vittima i nemici siano ancora
sicuri di aver vinto questa potenza,
perchè domandano al governatore dei
sigilli e una guardia per custodire il
sepolcro.
I Giudei però furono più avveduti dei
Romani, i quali pensarono che fosse
sufficiente lasciar cadere sulla nuova
dottrina il loro scettico sorriso o il loro
sferzante disprezzo. Ma quando l’imperatore Giuliano, detto l’Apostata, esclamava : « Hai vinto, o Galileo*, confessava
che la follia della croce era più potente
delle stesse legioni romane.
Davanti a questa potenza, come davanti al mistero, noi ci inginocchiamo
come i magi, e adoriamo.
E adoriamo infine e sopratutto perchè
scorgiamo, oltre a questo mistero e oltre
questa potenza, un amore infinito.
Era già avvenuto che alcune fra le
menti più elevate del paganesimo avessero intravisto l’amore di Dio, ma in
modo così vago e astratto che le loro
teorie rimanevano senza effetto pratico
sul cuore e sulla vita.
Era già avvenuto che i pagani immaginassero la venuta di Dio sulla terra,
ma in modo così grottesco da muovere
il nostro animo a pietà, quando pensiamo,
per esempio, a Cibele, la gran madre
degli dei, adorata sotto forma di una
pietra caduta dal cielo.
Tutti questi vaneggiamenti stanno ad
indicare il bisogno profondo e fino allora
insoddisfatto dell’incarnatò amore di Dio.
Soltanto per questo amore voi potete
avvicinarvi a Lui, non più come degli
schiavi tremanti davanti alla potenza del
padrone, non più come delle creature
atterrite davanti al mistero della creazione, ma come dei figliuoli di Dio che
si sentono da Lui amati e protetti.
A causa di questo amore infinito noi
ci prostriamo con i magi d’Oriente e
adoriamo.
Ecco i tre pensieri che la culla del
Salvatore ci suggerisce: il suo mistero,
la sua potenza e il suo amore.
Ma tutte queste considerazioni non
saranno ancora sufficienti, finché le faremo solo da un punto di vista astratto
e teorico.
Bisogna che la nostra esperienza le
fecondi ; bts^i^na che il mistero, la potenza e l’amore di Cristo diventino parte
della nostra vita, e allora la nostra adorazione avrà anche una portata pratica,
quando, con gli stessi magi, offriremo al
neonato Re i più puri doni della nostra
vita : oro, incenso e mirra. R. N.
iafaiS® il Mutel®
E’ consuetudine di ogni giornale di rivolgere ai suoi lettori una parola di saluto per questo giorno che è il Natale del
Nostro Signore e Salvatore : una abitudine che per non essere l’espressione di
una più 0 meno veneranda tradizione
deve portare ai cuori il messaggio del
Signore : una esortazione cioè, che il profeta lanciò al suo popolo, che non rascoltò,
e che revangelista riprese :
« V’é una voce d’uno che grida nel deserto : Preparate la via del Signore, addirizzate i suoi sentieri.
« Ogni valle sarà colmata, ed ogni
monte ed ogni colle sarà abbassato ; le
vie tortuose saran fatte diritte, e le scabre saranno appianate; ed ogni carne
vedrà la salvezza di Dio ».
L’Eco delle Valli Valdesi.
VeccMt KstaU Valdese
1629. Curve sono le spalle, stanchi
gli occhi ; il vecchio legge, nel vecchio
Libro, nella sera di Natale, ...* Pace
sulla terra*.
Legge, ma ricorda e pensa : « I vecchi
Valdesi non hanno mai avuto visioni ;
i segni dei tempi non li hanno mai tormentati: tutto il tempo non è forse, esso,
un segno di Dio ?» Il vecchio barba
che cammina lento, ricorda, sereno, il
vento impetuoso, che si scatenò dal
Colle Giuliano. « Vento d’oriente, ...vento
d’occidente».
Quella notte del 29 Agosto 1629 adunava nella sua violenza tutti i venti
d’oriente e d’occidente.
« La fine ? »
Forse : chè un turbine impetuoso sradicò gli alberi, scoperchiò i tetti ; le
mura furono scosse ; la misera baita dovrà crollare ? L’acqua s’unì al vento ;
fuori^ra scuro, e pure erano le otto del
mattino ! Il vecchio barba ricorda, sereno ;
nella stanza fumosa, la lucerna è stanca,
la luce è fioca ; pure egli legge ; ma
legge egli forse ? o forse egli ripete le
parole che la sua memoria conosce : Il
settimo angelo versò la sua coppa nell’aria ; ed uscì dal tempio del cielo una
voce che veniva dal trono e che diceva :
è compiuto ; ed ecco dei rumori, dei
tuoni, dei lampi, ed un gran terremoto.
Certo, vecchio barba, quello era il
. giorno del settimo angelo : Le isole fuggirono e le montagne non furono più trovate...
Non ricordi ? Sono le rocce dei tuoi
monti, le rocce delle balze valdesi, le
rocce del Giuliano che precipitano a
valle: Frali e Bobbio, separati da o
stesso monte, sono schiacciati dallo
stesso monte. Dalle misere case dei
montanari sale un grido d’angoscia al
cielo : « La prima sciagura è venuta ; la
seconda sciagura è passata ; ecco la
terza viene tosto... »
Ma non è forse tutta la tua vita, oh !
vecchio barba, sciagura su sciagura ?
Che aspetti tu ancora ? Non ricordi e
non vedi i tuoi castagni ? Ieri erano ricchi di frutti, ed in poche ore per qual
misterioso male non sai, i frutti furono
a terra, e la fame è alle porte.,. .
...Curve sono le spalle, stanchi gli occhi; il vecchio legge,' ftei vecchio Libro, nella sera di Natale, ... * Pace sulla
terra ».
Pace !
Dalla valle il vento porta un suono
di campane: campane di Natale! Ma
com’è superbo il loro scampanio : è un
suono di vittoria, è l’annunzio che degli
uomini hanno vinto ; che oggi. Natale
del Signore 1629, a Torre il convento e
la chiesa dei frati sono costruiti : domani porterà nuovi affanni, nuove lotte...
Che importa se gli avversari non
danno più lavoro ai Valdesi ; si scenderà a valle, si raccoglierà la terra e la
si porterà sù, fra le rocce ; non sta
forse scritto che il « deserto rifiorirà ? »
Il vecchio barba non può più udire il
suono orgoglioso delle campane foggiate
dagli uomini : e neanche può vedere il
campanile che svetta, minaccioso; ma
egli sa una cosa, in modo certo : che
l’essere poveri e il vivere in povere
valli non è stata una maledizione per i
Valdesi ; che il vivere nel peccato è la
maledizione ; ma che per lui, in Galilea,
è nato Gesù.
★
★ ★
1630.
' Guai, guai, agli abitanti della terra,
a causa del suono delle trombe dei tre
angeli che devono ancora suonare... »
Il vecchio barba è un poco più curvo,
i suoi occhi sono un po’ più stanchi ; o
forse sono sempre stati stanchi quegli
occhi che hanno veduto tante miserie.
tanto soffrire, tanto pianto. Ma le sue
labbra ripetono ancora le paiole del
vecchio Libro prezioso.
Guai, guai, guai, ha gridato TangeLo !
E il vecchio barba ricorda : i Francési
a Perosa, a Pinerolo, nelle Valli : il saccheggio, la violenza ; la religione che
diventa mezzo d’inganno. Non si è forse
visto frate Bonaventura recarsi dagli ufficiali del Re ? E il 13 Novembre non è
forse giunta, senza appello, la tragica
notizia: i fratelli saranno strappati ai
fratelli ! ? Perosa e tutta la sua valle, e
Pragelato sono strappate al Duca ?
Sono tre gli angeli che devono suonare... ed al vecchio barba sembra ché
da tutte le Valli un suono lugubre s’innalzi : la peste è scoppiata nelle Valli I
La peste !
Non sta forse scritto :
Ed il quarto angelo versò la sua coppa
sul sole, e gli fu dato di tormentare gli
uomini col fuoco, e gli uomini furono
bruciati da un ardore insopportabile...
Ce/to è così ; nulla può arrestare il
flagello ; nessuno ne conosce le cause ;
ha cominciato dal villaggio di Porte,
vicino a Perosa, poi si è rivelata a
S. Germano... Come? Non si sa; gli
uomini sono bruciati dalla febbre e
muoiono, e nessuno osa toccarli ; fratelli
non osano seppellire 1 fratelli. Ma sembra che ci sia qualcosa di misterioso ;
Angrogna è colpita, San Giovanni è colpita ; a Tórre, invece, la peste non si è
manifestata! Ma è chiaro: a Torre vive
Daniele Gilles, il celebre chirurgo, e
Giovanni Bressour, il discendente di Pantaleone Bressour, il persecutore, la cui
famiglia professa la religione valdese ; e
con loro sono tre sapienti : T. Dassez,
D. Cupino, G. Cot. Essi conoscono l’antidoto ; essi sono esperti nell’arte di
manipolare radici ; e forse, dice qualcuno, essi sanno le potenze degli esseri
occulti ! Ma anche Gilles deve morire :
non vi è dunque più speranza !
Un sinodo si riunisce ; è l’ultima volta !
Il pastore di Frali è morto ; B. Appia,
pastore di Angrogna, è morto. Nel mese
di Agosto sette pastori lasciano il ministero terreno ; Giacomo Gay e suo figlio, a Roccapiatta ; Brunerol, L. Joli, G.
Chanforan, Giov. Vignaux, D. Javel.
E il flagello continua la sua marcia ;
implacabile colpisce i quattro figli, pieni
di forze, e lascia solo il vecchio padre,
nella casa sola.
E 11 vecchio barba prende il suo ba-stone e sale 2Ìif^S?Hithette ; li, sul monte,
si riunisce uno strano sinoùo: p5
tre
stori soli rimangono peFle Valli, é
devono morire fra poco !
Solitario il vecchio barba prega.
S’odono cifre strane: in Val Luserna
sono morti sei mila Valdesi, in Val
S. Martino mille cinquecento... e le cifre
si aggiungono alle cifre i sembra che più
di dieci mila Valdesi siano morti.
E le campane suonano, il giorno di
Natale 16301 Un suono lugubre per gli
uomini : ed essi bestemmiano il nome di
Dio che ha queste piaghe in suo potere^
ed essi non si pentirono per darGli gloria.
Ed anche il vecchio barba trova un
suono strano: o-forse è qualcosa di
strano in lui ; ha sofferto con chi soffriva, ha pregato per chi non sapeva
più pregare, ed ora il suo capo si
china : non è veramente stanco, ma è
una vecchia abitudine : la sera, dopo il
lungo lavoro, chiudere gli occhi ; non
vedere più il mondo, ma tacere. Questa
sera di Natale egli ha l’impressione che
sta per comprendere, per vedere ; la fine !
«Triste Natale di un vecchio barba »,
ha forsè”^detto qualcuno; qualcuno che
non ha capito e che ha parlato di destino, di fatalità; qualcuno che non ha
udito ancora le vere campane di'Natale
suonare il vero canto di gloria :
* E’ nato il Salvatore ».
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L* ECO DELLE VALLI VALDESI
IL PCT C IL 5^0 TESORO
Fra le leggende raccolte dal compianto
prof. Giovanni Jalla, ce n’è più d’una
che si riferisce a tesori misteriosamente
ritrovati o scoperti, in qualche angolo
remoto delle nostre Valli, e oggi completamente ignorati o perduti. Appunto
di uno di tali tesori vogliamo parlare,
per riscoprirlo, se possibile, alla luce di
documenti epistolari nuovi che, se toglieranno quella patina di antichità che si
ama sempre ritrovare in quanto ci riguarda da vicino, come individui e come
coliettività, gioveranno però a dare una
fisionomia non soltanto immaginaria al
luogo ed alle sue ricchezze nascoste.
Qualche lettore si ricorderà dunque
della leggenda sul « Tesoro del Bet :
tesoro che sarebbe appartenuto a chi,
dopo aver trovato il modo ed il mezzo
di fissare l’ubicazione del tesoro stesso
fosse riuscito senza mai interrompere il
proprio lavoro nè distoglierne lo sguardo,
a metter la mano sopra la « marmitta *
che conteneva detto tesoro. Un certo T.,
ricco proprietario di Massello, sul cui
limite occidentale si trova appunto la
regione del Bet, conoscendo il segreto,
si sarebbe cimentato a tale ricerca : ma
non sarebbe riuscito a metter la mano
sul cospicuo tesoro, perchè aveva dovuto
interrompere il suo lavoro onde soccorrere un nipotino che aveva condotto seco
e che lo aveva disperatamente invocato,
credendosi minacciato da un’apparizione
improvvisa. Così era scomparso, e per
sempre il tesoro.
^ Inoltre, tredici anni fa, un articolo
sopra « L’oro nella nostra regione », comparso sulla « Lanterna Pinerolese »,
aggiungeva (a proposito della miniera
del Bet e di un tentativo che si era fatto
per estrarre del ferro da un’altra miniera
nella medesima zona) : « sembra che
questa miniera fosse coltivata da un
certo Tron, di Massello ».
Ecco quanto si conosceva sul Bet e
snl suo tesoro : una leggenda che era
anche stata — molto probabilmente —
all’origine della supposizione manifestata
dal citato articolò dovuto, a quanto pare,
ad un « illustre geologo e mineralologo »
di cui ci dispiace di non conoscere il nome.
Oggi noi possiamo, grazie ad alcune
lettere capitateci sotto mano, aggiungere
a questi dati leggendari, qualche particolare più preciso, qualche nome e qualche data.
Il tesoro del Bet, sepolto nelle viscere
della montagna, non è altro che il minerale che vi si trova (rame con tracce
d’argento, calcopirite) e che fu sfruttato
fino alla vigilia della guerra mondiale:
dopo, esso non ha più richiamato l’attenzione di nessuna delle nostre autorità
0 società minerarie, neppure in questi
ultimi anni di intensa propaganda e
realizzazioni/autarchiche. .
m
JÌoHe benigna...
Si era nell’anno 1818, in un piccolo
villaggio nei pressi di Salzburg.
Ai piedi deli’abete risplendente di luci
e di ornamenti Gruber il maestro dirige
i cori dei fanciulli. Perchè in tanta letizia
il suo volto è cosi triste ?
All’ultima festa, Il davanti, nel gruppo
delle bimbe, vi era la sua Mariechen
che cantava colle compagne la gioia del
Natale, ed ora la sua unica figliuola non
gli sorride più, è sepolta dietro il campanile, nella terra gelida.
Terminala la sua mansione, egli affretta il passo verso casa. Vorrebbe
piangere ma deve mostrarsi forte. Quant’è
buia e fredda la dimora del maestro !
Non c’è questa volta, accanto al piano,
il piccolo albero di Natale che il babbo
€ la mamma preparavano con tanta cura
per far felice Mariechén !
La mamma è sconsolata. Non reagisce
contro la disperazione e non sa piangere
e pregare. Non risponde al saluto affettuoso di suo marito e quando . questi
cerca di distrarla raccontandole come si
Sarà esso lasciato ancora a lungo
dormire in seno alla montagna, o si
cercherà di trarne un qualche profitto,
ora che non si temono più nè gnomi nè le
fate che cosi gelosamente custodivano,
nel passato, tutti i tesori sotterranei?
Aspettando il giorno in cui il selvaggio pianoro del Bet sarà nuovamente
popolato di operaie minatori in procinto
di forare la montagna e di estrarne le
sue ricchezze, cerchiamo di chiarire un
poco l’origine di queilo sfruttamento
minerario ad un’altezza di quasi 2.700m.,
ai piedi del caratteristico monte «Eiminal»
che innalza al cielo, fino a 3.038 m., la
sua bella piramide triangolare, sui confini dei valloni di Massello e di Pragelato.
La scoperta, o per lo meno il primo
sfruttamento della miniera del Bet si
deve al capitano Giacomo Tron, antenato
della famiglia Tron, del Reynaud di
Massello. Egli prese una parte assai
attiva alla difesa delie Alpi durante la
campagna del 1793-95, e fu un dei
personaggi più influenti, se non della
Valle, della Comunità di Massello. Fu
anzi consigliere comunale in quel periodo
burrascoso, e ciò dovette in parte facilitargli la sua impresa, che data almeno
dal 1790, circa 150 anni fa. Infatti alla
vigilia di Natale di quell’anno, una lettera
datata da Perosa, da parte di un debitore, c’informa che questi approva l’intenzione del cap. Tron di continuare, la
primavera successiva, il lavoro di ricerca che là cattiva stagione aveva fatto
bruscamenté interrompere.
Anzi, a quella data, il cap. Tron aveva
già mandato a Torino dei campioni del
minerale estratto in seguito ai suoi primi
tentativi. La risposta che ne ebbe non
fu molto incoraggiante, poiché essa diceva : «...si è fatto fare l’assaggio della
pietra minerale continente nel sacco, e
ne è risultato essere questa miniera di
Rame alquanto magra, che se fosse tutta
simile la miniera non potrebbe essere i
di grande vantaggio l’escavazione... ora
sono a farne fare un’esperimento nova- !
mente di tutte [le pietre], e di tutto i
quello ne risulterà avendo occazione di
venire in Torino sarò di tutto a rendervi !
partecipe... ». |
Si recò Giacomo Tron a Torino? Non
lo sappiamo. Dovette ad ogni modo ricevere una seconda risposta più favorevole poiché nel mese di Marzo successivo egli interessava della cosa la Comu- ;
nità di Prageiato che, per mezzo del
console Giacomo Griot, gli rispondeva
da joussaud che non era possibile dargli
alcuna assicurazione circa il minerale di
ferro'(?), isenza un sopraluogo preventivo e che, non appettalo avesse permesso
lo Scioglimento delle nevi, si sarebbe
salito ai Bet per « y convenir le plus
Il lago Magiour e l’Eiminal
familièrement qu’il se pourra en bons
patriotes et voisins ».
Nulla sappiamo di questa* progettata
visita ai luoghi delle ricerche, nè degli
accordi presi fra i due comuni limitrofi.
Ma due mesi più tardi, una lettera da
Torino, scritta da un certo Paolo Rossi,
c’informa che in seguito ad un ricorso
alla Camera Reale, questa aveva incaricato il Procuratore Generale di rimettere
il materiale che era stato inviato al barone Graffione dell’Arsenale Reale, perchè ne facesse l’esame : appena conosciuto il risultato, questo sarebbe stato
comunicato.
Ignoriamo il risultato di questo nuovo
esame; tuttavia, nell’Ottobre del 1792,
un minatore è inviato al capitano Tron,
« con polvere, punte e pistoletti ». E il
primo Marzo dell’anno successivo, è già
costituita a Pinerolo una società per lo
sfruttamento della miniera del Bet. Ne
sono soci il nostro Giacomo Tron, un
Giacinto Frassino e uri Ferrerò. Intanto
« sono giunti una partita di minatori
fatti venire per cominciare il travaglio e
questi sono soggetti sperimentati ». E’
vero che una lettera posteriore parla di
un solo minatore, e quindi non sappiamo
se gli altri non erano più venuti o se
erano già ripartiti, spaventati dalla solitudine dei luoghi e dai disagi. Il lavoro
però continuò. Una lettera del Ferrerò
al Tron, del 20 Aprile 1793, lo invita a
continuare le sue ricerche per assicurarsi
della esistenza del « filone ». Aggiunge
che un certo Rosazza si recherà prossimamente fino a Balsiglia « per riconoscere per la fabbrica del forno, per
osservare se si potrà il fitto della miniera, per conoscere se il fillone sussiste,
come anche per la qualità... ».
Ma verso la metà di Maggio »1 minatore (che si chiamava Antonio Foglia)
scomparve dalla valle, lasciando più d’un
creditore insoddisfatto.
Dopo questo lento e difficile inizio, è
molto probabile che.il lavoro sia' stato
è svolta la festa in chiesa, ella sospira
e geme, e Gruber comprende che è
meglio tacere.
Si siede al suo piano che tante volte
* 'TWf
lo ha aiutato a vincere la tristezza.
Abbozza lievemente qualche melodia, ma
tutte quelle ch’egli conosce e che ha
composte non possono esprimere il suo
tormento e placare il suo dolore. Egli
guarda allora, per non lasciarsi vincere
dal buio della stanza e dell’anima, alla
notte serena. Oh ! quant’è bella la notte
di Natale ! Quanta pace fuori ! E quanta
luce !
Gruber, sempre cercando sulla tastiera
la voce che lo consoli, si perde nella
contemplazione delle stelle. Come risplendono le stelle nella notte di Natale !
E fra tutte ve n’è una più luminosa delle
altre. 1 suoi raggi giungono sino alla
dimora, all’anima del padre desolato. In
quella stella abita forse la mia Mariechen,
egli pensa. E’ forse la stella di Betlemme
che reca gioia e pace al mondo ! E fissando la stella come trasportato da ispirazione angelica, Gruber con voce che
sua moglie non gli ha mai udita, canta
accompagnandosi sul piano, un inno
nuovo che nelle parole e nella melodia
è l’espressione di un cuore lumulluanle
di dolore e di speranza, di tristezza e
di gioia e infine traboccante di riconoscenza e di pace, della pace del Natale.
A quel canto la madre afflitta si riscuote,
s’avvicina, al marito, gli si siede accanto,
e appoggiando il capo sulla sua spalla
guarda la stella lucente e piange dirottamente... e poi insieme col compagno
della sua vita e delle sue afflizioni, canta
con nell’animo una speranza ed una pace
nuova, l’inno della notte di Natale, della
notte di Betlemme :
Notte benigna, notte tranquilla
Oh come brilla il tuo chiaror !
Tua queta luce gli uomini adduce
Alla dimora del Redentor...
Notte benigna, notte tranquilla
Al cor ridilla, che l’ama già
La gran novella fulgida e bella
Il Cristo è nato e in ogni età
All’uom turbato pace darà !
★
★ ★
Cent’anni dopo, il 24 Dicembre 1918.
sospeso durante gli anni successivi ; chè
tutta la regione era diventata « zona di
guerra » e tutti erano stati mobilitati per
difendere la frontiera alpina minacciata
dalla Francia Rivoluzionaria. Vi partecipò
il cap. Tron che vi ebbe una parte importante, dal principio alla fine della
campagna. Probabilmente egli avrà ripreso più tardi le sue ricerche, per non
perdere i frutti della sua scoperta. Ma
nulla ne sappiamo. Come non sappiamo
nulla della miniera durante la prima
metà del secolo successivo. Solo nel 1863
un Decreto Reale ne affidava lo sfruttamento a un sig. Pietro Giani che, due
anni dopo, lo cedette ad un Giulmin.
Più tardi è la « Comp. Rami e Zolfi »
di Pinerolo che la cede alla « Soc. Mineraria Italiana ».
Fu durante la gestione di tale società
che lassù avvenne, nell’Aprile del 1904,
una terribile catastrofe : una valanga,
distaccatasi dalle pendici nord occidentali dell’* Eiminal » 0 « Ghinivert», aveva
sorpreso e travolto una colonna di 88
uomini che, per non rimanere bloccati
e perchè i viveri cominciavano a mancare, cercavano di scendere in Val Pragelato. Solo una parte riuscì a salvarsi
dalla fulminea catastrofe, con altre due
squadre partite più tardi o per altra strada.
L’immane sciagura fece più di quaranta
vittime, raccolte la massima parte in
un’unica fossa del piccolo cimitero di
Lavai, qualche giorno dopo il disastro.
Il ricordo di quella spaventosa sciagura persiste ancora oggi in quei luoghi
selvaggi, la cui solitudine è turbata solo
dal fischio lacerante della marmotta,
d’estate, o da quello lugubre del vento,
d’inverno; come se la maledizione celeste
rojise piombata su quella zona che ha
ai’uto i suoi giorni di attività e di prosperità, ed è stata, un tempo, allietata
dalle voci e dal canto dei tenaci pionieri,
che erano riusciti a rendere abitabile
quello sconsolato e brullo pianoro alpino.
/. p.
In un gran capannone annerito dal fumo
alcune centinaie di prigionieri di guerra
sono riuniti per celebrare il Natale.
Sembrano pronti per un corteo funebre piuttosto che per una festa. Davanti
ai visitatori venuti a portar loro un po’
di conforto essi tengono la testa bassa
e le braccia incrociate. E quando si riesce
a vedere i loro occhi vi si scorge la
fiamma dell’odio o l’impassibilità dello
scoramento più profondo.
Un sergente si fa avanti per rivolgere
ai suoi compagni di prigionia 'un messaggio dì Natale. « Nella nostra vita,
egli dice, abbiamo conosciuto tre specie di Natale ». Il primo, già cosi
lontano, nel nostro paese e nella nostra
casa, insieme coi nostri cari, quando
eravamo fanciulli o giovani. Era il vero
Natale della gioia, dei canti e dei doni,
illuminato dall’abete risplendente, che
ancora aveva il profumo delle nostre
foreste. Qyello era il vero Natale, il
bel Natale !
Poi ne abbiamo conosciuto un altro,
il Natale in trincea. Quanto diverso dal
primo, ma anche bello ! Ci trovavamo
y
1
I
3
L’ ECO DELLE VALU MDESI
Per voi, ragazzi...
«...Ci vuole dunque Una storia di
Natale! » Dal gruppo degli alunni della
scuola domenicale fu un coro solo : SI.
« Una storia vera ! »
« Una storia tragica ! •
s « Una leggenda...! »
« Or bene babbo Natale, un bel giorno,
ié con la sua gerla... »
« Una gerla ? »
« Babbo Natale ? »
• Roba vecchia ! - Nessurlo ci crede
,più! - Sappiamo benissimo chi porta i
l'" regali ! E poi babbo Natale farebbe me' glio di comprarsi una Balilla; consuma
l^-poca benzina, fa molti chilometri, e non
teme le salile : così potrebbe arrivare
.anche nei villaggi dei nostri monti...! •
^ «
« Una storia vera - una storia tragi^4 ca » ricomincia il coro, e ricomincia anÌ,che paziente la monitrice : '
« Orbene, quella vigilia di Natale,
“Giulio era un pò preoccupato; bisogna
t' .che sappiate che Giulietto è un bravo
ragazzetto, che ha 2 fratellini e 2 sorelline; lui è il più vecchio; ha 10 anni e
dovrebbe sorvegliare i suoi 4 compagni
di gioco ; e questo lo fa volentieri ; ma
^ <juando invece di giocare, deve lavorare,
Valutare i suoi fratellini a fare i compiti,
aiutare la mamma in cucina o nel cortile,
Giulietto è preoccupato, perchè gli viene
sempre mal di capo...; quella sera, precisamente, c’era molto da fare, e quando
V la mamma lo chiamò, eccoti il mal di
incapo che arriva...».
— Ma quello che arrivò, la monitrice
non lo disse, perchè qualche ragazzo
r cominciò a tossire, e qualche ragazza
&'iece osservare che il principio della storia
I non le piaceva, perchè non era abbastanza
^.tragico ed a lei piacevano solo le storie
che fanno piangere. Perciò la monitrice,
paziente, ricorninciò una vecchia storia,
^;’che aveva letto in un vecchio libro.
*
«
p « Quando vivevano ancora i cavalieri,
^^s-che giravano pel mondo in cerca di avcombattendo con draghi, affron-tando gli infedeli, uno ce ne fu che dopo
W molte lotte, dopo aver protetto molte
-vedove, difeso i diritti di molti orfani,
^ stanco, se ne ritornò nel suo castello.
Era mezzo rovinato il portone; le torri
erano avvolte dall’edera ; da lontano sembrava piuttosto il covo di qualche ladrone,
1^' che non il rifugio di un nobile cavaliere,
“l- -Qui egli visse, solitario, girando per la
foresta, dove un giorno, vecchio ormai,
più triste del solito, si spinse più avanti
del solito ; giunse sulle rive di un lago
cd una bella donna gli apparve : era una
principessa? era una fata? era una
strega? Il cavaliere tremò; ma la donna
gli disse : « Lavati in quest’acqua, e
guardati nel mio specchio ». H cavaliere
obbedì ; si curvò, si guardò ; si rivide,
-giovane come una volta, fiero nello sguarIj do, ardito e sicuro di sèi. « Incantesimo?
Magìa? ».
«No, rispose la maravigliosa donna;
g io sono VAmicizia, e quest’acqua è l’Energia ; se tu mi guardi, e ti lavi 'n
'f'-’ -quesfacqua tu ritroverai la gioventù.. ».
E il cavaliere se ne andò stupito: in
'■■"y fondo non aveva capito nulla ; in fondo
gli pareva di aver sognato.
Inquieto, quella sera di Natale, egli
lasciò il castello, e scese dal colle alla
valle ; sulla piazza del villaggio, davanti
alla chiesa i servi della gleba, i miseri
contadini, avevano rizzato un rustico palcoscenico e recitavano un mistero, uno
di quegli antichi drammi che si rappresentavano nel medioevo: la scena rappresentava una stalla, con un asino, un
bue, una mangiatoia con dentro un bimbo; poi, ecco, si vedevano arrivare alcune faccie strane, avvolte da turbanti,
con dromedari, cammelli, servi e schiavi,
ricchi signori ; e la folla degli spettatori
strepitava :
Ecco i Magi... Quello è Melchiorre no, quello là... - Ecco Giuseppe: come
ha l’aria grave - E Maria? Che dolce
figura !
In alto poi, sopra il tetto della stalla,
c’era, precisamente, il Paradiso ! E si
vedevano gli angeli che battevano le
mani, e si udivano gli arcangeli che
cantavano.
Sotto la stalla, c’era una caverna: l’inferno da cui usciva un gran fumo, e
dove si udivano molte grida: 1 diavoli,
cornuti e armati di tridenti, disperati perchè era nato nella stalla quel bambino!
E gli spettatori si eccitavano, e cantavano a piena voce i cori della Chiesa
che gli angeli intonavano su nel cielo...
Ed il cavaliere ascoltava: egli capiva,
lentamente, che i sogni sono dei sogni,
le leggende son solo delle leggende : che
l’Amicizia, la Gioventù esistono solo per
chi è capace di inginocchiarsi ai piedi
di Gesù : che Gesù è l’amico, fedele, che
dà la forza, e che è scesò dal cielo,
perchè i ragazzi diventino degli uomini
forti, ricchi di una sacrosanta energia :
dei veri cavalieri : dei servitori nelle cose
piccole, nella famiglia, nella patria, nella
Chiesa. E perciò... cantiamo:
Gesù l’amico supremo è ognóra
— oh ! quale amor.
Divin fratello, con me dimora
— oh ! quale amor.
Quaggiù ogni cosa sen muore e tace
Gesù sol resta e come face,
Nel cor mi splende e mi dà- pace
— oh ! quale amor !
A. K.
■ libri
GlOV. ROSTAGNO : Le meditazioni del
tramonto (Libreria Ed. Claudiana Torre Penice) - 286 pagine - L. 8.
L’avvicinarsi di Natale, il sentimento
istintivo di un regalo ad un parente, ad
un amico, un regalo che non sia una delle
solite banalità, ci spinge a raccomandare
ai nostri lettori che non lo conoscessero
ancora questo aureo libriccino del nostro
venerato prof. G. Rostagno. Non ne faremo l’analisi, poiché queste meditazioni
sono esse stesse delle intime analisi della
psiche umana, sguardi che hanno colto
un attimo fuggente di angoscia, di dubbio, di pianto, per additare il conforto,
per ricordare la roccia incrollabile, per
asciugare gli occhi.
Meditazioni del tramonto : cioè per
tutti, chè anche i giovani, e gli uomini
forti hanno, come Giacobbe, trovato duro
il capezzale al tramonto di una faticosa
giornata ; chè tutti, o presto o tardi, devono realizzare « che ogni tentazione
costituisce una prova, e ogni prova,
costituisce una tentazione ».
SPIGOLATURE.
Questo secondo volume di « Spigola
Ú
ancora coi nostri, uniti nelle stesse difficoltà e nella stessa speranza e ciascuno
di noi aveva ricevuto dalla sua famiglia
doni e ricordi, piccoli sì ma quanto
graditi !
Ed ora... questo è per noi il nostro
terzo Natale !... ».
!l sergente non può più continuare.
Un nodo gli si forma in gola. D’altronde
non è necessario di descriverlo questo
ferzo Natale. Natale di prigionia, senza
abete, senza luce, senza doni, senza gioia
€ senza speranza ! Natale di rivolta e
di maledizione contro Dio e contro gli
uomini !
Ad un tratto un gruppo compatto di
prigionieri s’avanza da un lato verso il
centro. Hanno preparato un coro. Aprono
la bocca per cantare ma i suoni escono
incerti e non si distinguono le parole,
ma a poco a poco le voci diventano
sicure e calde ed ora l’inno di Natale
sale al cielo come un’affermazione di
fede, come un’invocazione di soccorso :
biotte benigna, notte tranquilla...
L’immortale canto del maestro Gruber
compie ancora una volta il miracolo.
Man mano che le strofe si susseguono,
i cuori dei prigionieri s’inteneriscono. Si
odono dei sospiri, poi dei singhiozzi repressi... e ben presto lacrime che non
son più d’odio e di disperazione ma di
amore e di speranza rigano il loro volto,
E le consolazioni del Natale e la pace
della notte benigna e tranquilla, e i raggi
della stella di Betlemme inondano la
loro anima !
★
★ ★
Il Pastore svizzero che ha raccontato
nella sua chiesa in una festa di Natale
ed ha poi pubblicato pochi anni or sono
in un bel libro questo ricordo della conflagrazione europea non prevedeva di
certo che la scena della quale è stato
testimone si sarebbe cosi presto ripetuta.
Il nostro continente è nuovamente in
guerra. Nel Natale che s’avvicina vi
saranno nuovamente dei prigionieri immersi nella disperazione, delle famiglie
piombate nel lutto, dei fanciulli abbandonati che non avranno più la loro festa
nella chiesa e nella famiglia, delle madri
e dei padri che non troveranno più i
loro fanciulli... e nella neve, nei ba
ture »-‘idei sempre rimpianto prof. Giov.
Jalla, è uno di quei libri che non hanno
bisogno di esaltazioni o di astuzie reclamistiche per essere lanciato: esso fa
e farà il suo cammino serenamente ; ha
il suo pubblico, i suoi lettori su cui sa
di poter contare : amici fedeli delle Valli
natie che sono lieti di ritrovare la guida
competente che sa far rivivere un vecchio
documento ingiallito, che sa far parlare
una data solitaria di qualche registro
bruciacchiato, che intende il linguaggio
dei monti, dei ruscelii, che rivive il passato e lo sente con passione nel suo
cuore.
Vogliamo sfogliare questo volume?
^ Ecco, accanto alle grandi figure della
vita cristiana, accanto a S. Francesco,
Pietro Valdo, e Pietro Bruys, e Arnaldo
da Brescia. Ed ecco sopratutto tutte
quelle figure che siamo abituati a chiamare secondarie, che fanno la storia, ma
che la storia dimentica: l’umile evangelista Basano, di Pancalierl e sua moglie
Agnese Ribota, di Val Lusefna, « il cavallante che ardì innalzarsi dal basto al
pulpito . ; Carlotta Geymet, la vedova
umile del sotto-prefetto ; e l’origine degli
Istituti Ospitalieri Valdesi. Qua e là
acute rivendicazioni: l’origine Valdese
della famiglia di A. Vinet, del chirurgo
C. Roux.
Poi un invito ai turisti: aprir gli occhi
lungo le vecchie strade delle Valli : c’è
qualcosa da imparare per chi sa vedere.
Leggete : Passeggiata ad Angrogna, alia
Ghieisa d’ia Tana, la Bialera Peyrota,
il Castello di Monbrone.
Non erudizione fine a sè stessa, o
pesante elencazione, ma arguzia e sentimento fanno capolino quà e là più vivaci ; così : un giro turistico valdese
attraverso le Alpi, o, una breve visita a
Guardia Piemontese !
Raccomandarlo ai nostri lettori ? dir
loro che potrebbe fare un ottimo regalo
di Natale ? Lo crediamo superfluo, perciò ci limitiamo ad annunziare che il
secondo volume di Glanures d’Histoire
Vaudoise (Jean Jalla - pag. 198 - edito
dalla Bottega della Carta - Torre Pellice),
riccamente illustrato, è in vendita al
prezzo di L. 9.
Sostenitori
Prima ancora che il nostro appello
fosse lanciato, già alcuni amici si sono
voluti dichiarare sostenitori del nostro
giornale, versando una quota integrativa
che ci aiuti a coprire il deficit. Li ringraziamo e siamo certi che molti, moltissimi sar.^nno gli amici che vorranno
dichiararsi sostenitori, cosicché la pubblicazione di questa lista non subirà
interruzione.
Torre Pellice: Rivoire Cléonice, L. 5
- Brache Maddalena, 3 - CoTsson Augusto, missionario, 3 - Susanna Trebino, 3
- Hugon Elena, 1 - Rostan Berta, 3 —
Nizza: Ved. Pierre Vieil, 5 — Villar P. :
Mathieu Geraldo, 3 — Londra; J. Bertin,
5 — Bricherasio: Roman Emanuele, 3 —
Torino : J. De Fernex, 3 - Pons Luisa,
3 - Prof. Maria Cimbro Bonnet, 3 - Dott.
Sigfrido Codino, 3 - Avv. Prof. Modesto
Bruno, 3 - Primo Giuseppina, 38 Avondetto rag. Federico, 8 - Fuhrmann
Giuseppe, 5 - Sig.ne Bertalot e GardioI,
3 - Guigou Maria, 3 - Margherita Pellegrini, 10 — Sestriere: Alice Benyr
Balmas, 3 — Bobbio Pellice ; Pontet Gio
raccamenti, nelle trincee, nelle viscere
della terra, padri, mariti e figli penseranno con amarezza profonda alla
loro casa, all’affetto dei loro cari, alla
gioia deH’ultimo Natale !
E nei diversi paesi in guerra, nell’interno e in prima linea, nel cielo e nel
mare, nelle clttedrali e in famiglia ed
anche nei silenzi dei campi di battaglia,
dovunque vibrano cuori cristiani, l’inno
di Gruber, in tante diverse lingue ma
nella medesima angelica melodia salirà
al cielo !
Noi, nazione privilegiata fra tutte, nella
pace canteremo : Notte benigna, notte
tranquilla. E dal nostro cuore che soffre
per coloro che soffrono, una ardente
preghiera s’unirà all’inno di Natale :
« Fa, o Signore, che si rinnovi oggi
ancora, e per tutti, amici e nemici, il
miracolo dell’inno di Gruber. Che la
speranza scenda nei cuori lacerati dal
dolore, che la gioia del Fanciullino Gesù
inondi l’anima di quelli che fanno cordoglio, che la pace della notte di Betlemme copra col suo manto di stelle il
mondo turbato ». G. BERTIN.
vanni,3 — Luserna San Giovanni: Ma-’
lan Alina, 3 - Malan Lina, 2 - Malan
Emma, 3 - Fenouil Clementina, 2 —
Pinerolo: Vicino Lidia, 3.
PERSONALIA
li 14 Dicembre, a Genova, il pastore
sig. F. Peyrjonel celebrava il matrimonio
della sig.na Alice Bertolini e del prof.
Renato Longo. Agli sposi che si accingono a raggiungere la nuova sede di
Salonicco, dove il prof. R. Longo insegna al R. Liceo Italiano, cordiali auguri.
CROM/IC/1 V/ILbESE
ANGROGNA. Il culto del 17 corrente
al Capoluogo, è stato presieduto dal
prof. G. Costabel, che vivamente ringraziamo per il suo messaggio.
— La festa di Natale per i bambini,
(ai quali si uniranno di gran cuore anche
gli adulti) avrà luogo Domenica prossima al Capoluogo, alle ore 10. Saremo
riconoscenti a chi vorrà fare qualche
offerta per 1 bambini più poveri.
— La Santa Cena verrà celebrata il
giorno di Natale al culto del mattino.
— Domenica 31 corr., al Serre vi sarà
un culto unico per le due parrocchie,
alle ore 20. Vi sarà la celebrazione della
Santa Cena. Speriamo che da tutti i
quartieri di Angrogna i parrocchiani
vorranno accorrere numerosi.
— Preghiamo caldamente tutti coloro
che hanno ricevuto le bustine per la
contribuzione ordinaria di volercela ritornare con la .loro offerta prima della
fine del mese. Ricordiamoci che non si
tratta di una tassa. E’ un dono volontario, dato di gran cuore per il servizio
del Signore. R. N.
PINEROLO. Nel pomeriggio del 12 corr.,
un lungo corteo funebre, movendo dalla
Clinica Pinardi, accompagnava al campo
del riposo la salma del nostro fratello
Enrico Costantino deceduto, dopo breve
ma penosa malattia, nella ancor vegeta
età di anni 62. Antico proprietario del
Caffè Roma, era molto conosciuto nella
nostra città.
Alla vedova, ai figli, ai fratelli, alle
sorelle e ai congiunti tutti, l’espressione
del nostro fraterno cordoglio.
— La lista dei membri elettori della nostra Congregazione è stata riveduta e
aggiornata dal Consiglio di Chiesa. Essa
registra N” 246 nomi tra elettori e elettrici.
— La festa di Natale per i bambini
delle nostre Scuole Domenicali di Pineroio e di S. Secondo, avrà luogo Martedì 26 corr., nel nostro tempio.
e. b.
VILLAR PELLICE. Dipartenza. Esprimiamo la nostra intensa simpatia alla
famiglia della cara sorella Maddalena
janavel vedova Michelin-Salomon, del
Ciarmis, che Iddio ha richiamato a sè
il 4 Dicembre, dopo mesi di sofferenze.
Il cattivo tempo non ha impedito una
grande folla di parenti ed amici di rendere alla nostra sorella l’ultimo tributo
di stima e di affetto.
— Culti di Natale. Avremo — Dio
permettendo — Sabato 23 prossimo corr.,
alle ore 14, nel nostro tempio, la festa
particolarmente dedicata ai nostri duecento bambini.
Il giorno di Natale il culto, con celebrazione delia Santa Cena, avrà inizio
all’ora solita delle 10.30.
Sia questo Natale diverso e migliore
di tutti gli altri. Sbarazzato di tutti i
suoi soliti accessori mondani, possa esso
veramente far posto alla sola grande
realtà : « l’amore che Dio ci ha manifestato in Cristo Gesù ». Di fronte a tutto
ciò che ci turba e ci angoscia, sia questo
Natale un’esperienza ed un’affermazione
di perdono e di salvezza. r. j.
Sabato 16 corr., nell’Ospedale Valdese
- 36, Via Berthollet, Torino - mancava
a 87 anni, la ben amata
MÀRIA FAVOUT Vedova DAVIT
nata a Luserna San Giovanni,
Ne danno il doloroso annunzio, i figli :
Enrico, Carlo, Paolina ved. Sartorio;/a
nuora Maria Lunati ; la sorella Luisa ;
i nipoti ed t parenti tutti.
«Mentre eravamo peccatori, Cristo è morto .per noi».
_______Romani V, 8.
ToVino, 17 Dicembre 1939-XVIII.
Portinaio per stabilimento presso Torino
cercasi; requisiti: onestà, energia; età non
superiore ai 40 anni. — Per informazioni
rivolgersi al giornale. ___________________
Prof. Pino Costabel, direttore responsabile
ARTI GRAFICHE « L'ALPINA » - Torre Pellice
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Ï , V
Angrogna —- Pastore : Roberto Nisbet.
- Angrogna (Serre)— PaiUoxf. A.Deodato.
- Bobbio Peilice — Pastore : Alberto Ricca.
Lusema S. Giov. — Pastore : Lor. Rivpira.
Massello — Pastore : Enrico Tron. 'i
Ferrerò — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo .— Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : G. Mathieu.
Frali — Pastore : Laray Coisson.
Pramollo — Pastore Erm. Rostan.
Prarosiino — Pastore Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore A. Jan^vel,
Rodoretto — Cand. Theob A. Genre.
Rorà — Pastore E, Geymet.
5. Germano Chisone ~ Pastore G. Bertin.
Torre Peilice ~ Pastore Giulio Tron.
vaiar Peilice — Pastore Roberto Jahier.
' *
* ir
Abbazia — «Chiesa di Cristo». Culto
alle ore 16. Pastore Valdo Vinay, da
Fiume.
Aosta — Chiesa: 11, Via Croix de Ville
- Past. em. Aug. Jahier (da Torino).
Barga (da Pisa).
Bari — Chiesa Valdese : Pastore A. Miscia - Via Tanzi, 33.
Bergamo — Chiesa: Viale Vitt. Em., 4
- Pastore Arn. Comba, Viale Vitt. Em. 59.
Biella Chiesa : Piazza Funicolare
Culto la 1“, 3* e 5* Domenica del mese
(da Ivrea).
Bordigbera — Chiesa ai Piani di Val- lecrosia - Pastore Davide Pons - Istituto Valdese - Piani di Vallecrosia.
Borrello (da Pescolanciano).
Brescia — Chiesa : Via dei Mille 4 - Pastore Rob. Comba, ivi.
Brindisi — Chiesa : Via Congregazione
(da Taranto).
Caltanissetta — Chiesa: Via Maida, 19.
Campobasso (da S. Giacomo).
Carema — Scuola Valdese.
Carunchio — Chiesa - Pastore L. Naso.
Castelyenere — (da Napoli).
Catania Chiesa : Via Naumachia, 20
• Pastore T. Balma, ivi.
Cerignola — Chiesa - Via Regina Margherita, 17 - Pastore E. Pascal.
Como — Chiesa : Via Rusconi, 9 - Pastore Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17.
Coazze — Chiesa - C. Th. D' Lo Bue.
Corato — Chiesa : Corso Mazzini, 27 (da Bari).
^ Courmayeur — Chiesa (da Aosta).
Felonica Po — Cand. Theol. E. Corsani.
Firenze — Chiese: Via Serragli, 51 —
Via Manzoni, 21 — Pastore Emilio
Corsani - Coadiutore Pastore T. Vinay.
Fiume Chiesa : 6 e 8 Via Pascoli •
(Culto ore 10) - Pastore Valdo Vinay
presso Sig. Wiltsch, Via Baccich, 5.
Forano — Pastore A. Alessio. ~ Genova — Via Assarotti - Pastore F
Peyronel, Via Curtatone, 2.
Grottaglie (da Taranto).
Grotte (Agrigento) (da Palermo). ^
Ivrea — Chiesa : Corso Botta, 5 - Pastore
Arturo Vinay, Casa Pavera, Piazza
d’Armi.
La Maddalena (da Roma).
Latiano (da Taranto).
Livorno — Chiesa: Via G. Verdi, 3 Pastore Dott. A. Ribet, ivi.
Lucca - Via G. Tassi, 18 (da Pisa).
Mantova — Via Bacchio, 5.
Messina — 33, Via Maddalena, isol. 147
- Pastore Seiffredo Colucci, Via C. Battisti, 191, isolato 217.
Milano — Piazza Missori, 3 - Pastore E.
Tron, jun. - Via Euripide, 9.
Napoli — Via Duomo, 275 - Pastore M.
Moreschini, Via Cimbri, 8.
New-York — Prima Chiesa Valdese 40, West 41 st St — Culto principale
3.30 pom. - Pastore Pietro Griglio 30 West, 94 th Street.
Orsara di Puglia (da Cerignola).
Pachino.
Palermo — Via Spezio, 43 — Pastore :
V. Subilia, ivi.
Pescolanciano (da Carunchio).
Piani di Vallecrosia — Pastore : Davide
Pons, Istituto Femminile Valdese.
Piazza Armerina (da Catania).
Piedicavallo — Chiesa : Via Carlo Alberto
- 2“ Domenica-dei mese (da Ivrea).
Piombino (da Livorno).
Pisa — Chiesa : Via Derna, 15 — Pastore : A. Arias, Via Derna, 11.
Pont Canavése (da Ivrea).
Reggio Calabria — Chiesa
Marco : Via Possidonia, 4
sina).
Riesi — Pastore Carlo Gay.
Rio Marina (da Livorno).
Rocchenere (da Messina).
Roma — Chiesa di Via IV Novembre Pastore : V. Sommani, ivi — Chiesa
di Piazza Cavour - Pastore: Paolo
Bosio, Via Marianna Dionigi, 57.
Salle (da S, Giacomo). *
Sampierdarena — Chiesa : Via A. Cantore, 16 Pastore V. Panasela, Privata S. Benigno, 2/20.
San Giacomo degli Schiavoni — Evangelista G. Scarinci.
Sanremo — Chiesa: Via Roma — Pastore: O. Bonnet, ivi.
S. Lucia di Quistello (da Felonica).
S. Maria di Licodia (da Catania).
Schiavi (da Pescolanciano).
Siena — Chiesa : Via S. Dom., 5 (da
Firenze).
Susa — Chiesa : Via Umberto, 14 (da
Torre Peilice).
Taranto — Chiesa: Via Pupino, 16-20
(angolo Via F. Di Palma) — Pastore :
G. Castiglione, Via Crispi, 28.
Torino — Chiesa : Corso Vittorio Emanuele (ang. Via Principe Tommaso)
— Pastore : Elio Eynard, Via Pio V, 15.
Tramonti di Sopra (da Venezia).
Trieste — Chiesa : Via S. M. Maggiore
— Pastore : G. Del Pesco, P. della
Libertà, 5.
Venezia — Chiesa : Palazzo Cavagnis
(S. M. Formosa) — Pastore: Ernesto
Ayassot,, ivi.
Verona — Chiesa : Via Duomo (angolo
Via Pigna) da Brescia.
Viering (da Aosta).
Vittoria — Pastore : Arturo Mingardi,
Via Garibaldi, 60.
Rione S.
(da Mes
Zurigo — Chiesa Evangelica di lingua
italiana (Waldenserwerk) - Bethaus
Wiedikon (Schlossgasse) — Pastore :
Alberto Fuhrmann, Steinstrasse, 28.
Addis Abeba (A. O. I.) — Cav. Uff. Cap.
G. Bertinatti, Comando di Piazza.
Altri gruppi di fedeli sono regolarmente
visitati dai pastori delle Comunità vicine.
★
* *
Ufficio di ptesidenza delia Tavola Valdese — Prof. Ernesto Comba, moderatore - Past. Guido Comba, cassiere
— Via IV Novembre, 107, Roma (101).
Facoltà di Teologia — Via Pietro Cessa,
42, Roma (126) — Professori : Ernesto Comba, Davide Bosio, Giovanni
Miegge.
Liceo Ginnasio Pareggiato — Torre Peilice— Preside : Prof. A. Tron.
Libreria Editrice Claudiana — Torre Peilice — Direttore : Past. Paolo Coisson.
Commissione delle Pubblicazioni : Prof. D.
Bosio, presidente ; V. Sommani, Teod.
Balma, M. Moreschini.
Corivitto Maschile — Torre Peilice — Direttore: Pastore Davide Forneron.
Istituto ¡Femminile Valdese — Vallecrosia
— Direttore : Pastore Davide Pons.
Orfanotrofio Femminile — Torre Peilice
— Direttrice; Sig.na Lidia Fini.
Istituto Evangelico Femminile — Via del
Gignoro, 14, Firenze - Direttrice: Signorina Maria Coucourde.
Orfanotrofio Maschile (Istituio Gould) —
Via Serragli, 51, Firenze — Direttore:
Pastore Emilio Corsani.
Orfanotrofio Maschile — Pomaretto —
Direttrice: Sig.na Adele Pons.
Istitifto Artigianelli Valdesi — Torino —
Direttore : Enrico Bounous, Via Berthollet, 34.
Ospedali Valdesi— A Torre Peilice, a
Pomaretto, a Torino (Via Berthollet, 36).
Casa delle Diaconesse — Sede : Torre
Peilice (Torino) —Direttore: Pastore
Roberto Nisbet, Angrogna.
Rifugio Re Carlo Alberio, per incurabilL
— Luserna San Giovanni.
Asilo per Vecchi, Luserna San GiovanniAsilo pei Vecchi, San Germano Chisone
— Direttore : B. Soulier, past. emerito.
Asilo per Vecchi, Vittoria.
Colonie Valdesi nelFAmerica del Snd
URUGUAY
Colonia Vaidense (Dep.to Colonia) —
Pastore : Ernesto Tron.
Colonia Cosmopolita - Via Rosario
(Dep.to Colonia) — Past.: Em. Ganz..
Tarariras e Annessi (Dep.to Colonia) —
Pastore: Daniele Breeze.
Ombùes de Lavalle (Dep.to Colonia) —
Pastore : Carlo Negrin.
Colonia Migueiete (Dep.to Colonia) —
Pastore Carlo Negrin, da Ombùes.
San Salvador (Dep.to Soriano) — Pastore r,
Giovanni Tron (residenza: Dolores)..
Nueva Vaidense e Nin y Silva — Visitate periodicamente.
ARGENTINA
Colonia Belgrano (Prov. Santa Fe
ción Wildermuth F. C. C. A.) —
gelista: Carlo Alberto Griot.
Colonia Iris (Pampa Centrali — Pastore :
Silvio Long, Est. jacinto Araùz - F.C.S..
Colonia El Sombrerito (Prov. Santa Fe Est. Paul Groussac - F.C.S.F.) e Calchaqui {Prov. Santa Fe - F.C.S.F.) —
Visitate periodicamente.
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Chiedete alla Libreria Editrice Claudiana - Torre Peilice
IL NUOVO CATALOGO GENERALE ^ 9-40
H
Torre Peilice p. 1 5,25 7,13 9,50 12,47 16,50 18,29 1 19,53 2 21,10
Luserna S. G. > 5,29 ì 7,17 9,54 12,51 16,54 18,33 19,57 21,14
Bricherasio > 5,39 y 7,26 10,04 13,01 17,03 18,43 20,07 21,24
Pinerolo > 5,15 5,56 6,58 7,41 10,22 13,22 17,19 19,07 20,26 21,42
Airasca > 5,32 6,19 7,18 7,57 10,43 13,44 17,40 19,30 20,49 22,03
Torino a. 6,16 7,- 8,03 8,28 11,25 14,32 18,21 20,07 21,38 22,52
Orario Ferrovia TORRE PELLICE - PINEROLO - TORINO
Torino p.
Airasca »
Pinerolo »
Bricherasio »
Luserna S. G‘ »
Torre Peilice a.
0,40 4,55 6,37 8,08 11,51 13,21 17,18 18,18 19,- 20,34
1,19 5,34 7,16 8,40 12,26 14,05 17,55 18,54 19,27 21,11
1,39 5,58 7,39 8,55 12.41 14,27 18,16 19,15 19,45 21,29
t 6,20 8,02 9,07 12,59 14,46 18,39 —j— 20,03 ^
f ' 6,33 8,11 9,17 13,14 14,59 18,54 20,18
6,36 8,18 9,23 13,17 15,02 18,58 20,22 — ^
(1) Feriale — <2) Festivo — (3) Al Lunedi.
Ferrovia Elettrica PINEROLO-PEROSA ARGENTINA
Pinerolo p.
S. Germano »
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Perosa Argentina a.
6,30 7,52 10,45 12,50 14,40 16,58 18,24 19,54
6,59 8,19 11,10 13,10 15,07 17,24 18,50 20,18
7,08 8,26 11,17 13,26 15,15 17,31 18,57 20,24
7,30 8,45 11,40 13,45 15,40 17,50 19,15 20,40
Perosa Argentinap.
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S. Germano »
Pinerolo •
6,32 7,37 9,05 12,10 14,- 16,15 18,08 19,20
6,49 7,55 9,24 12,42 14,20 16,40 18,28 19,36
6,59 8,02 9,31 12,49 14,27 16,47 18,26 19,42
7,24 8,30 9,55 13,15 15,05 17,14 19,- 20,07
(1) Festivo.
Autocorriera PINEROLO-ORBASSANO-TORINO.
Pinerolo
Torino
Torino
Pinerolo
GIORNI FERIALI.
P- 6.03 7,25 9,- 11,18 13,18
a. 7,15 8,37 10,13 12,31 14,30
P- 6.- 7,41 9,02 11,20 14,05
a. 7,18 8,53 10,15 12,33 15,18
17,23
18,41
18,51
20,05
21,01
22,13
17,25
18,39
18,53
20,07
19,40
20,54
GIORNI FESTIVI.
t Pinerolo Torino P- a. 6,33 7,46 7,55 9,08 9,23 10,36 11,18 12,31 13,18 14,30 17,48 19,01 19,12 20,25 21,- 22,13 22,56 —,- 0,08 -,, —^ — Torino Pinerolo P- a. 6,35 7,48 7,57 9,10 9,25 10,38 11,20 12,33 14,05 15,18 17,50 19,03 19,14 20,27 21,02 22,15 0,15 -,- 1,27 -,
Orario Automobile PEROSA-FENESTRELLE-PRAGELATO^ESTRIERE.
Perosa
Fenestrelle
Pragelato
Sestriere
a.
9,— 19,30 —
9,40 20,10
10,05
10,45
0) Venerdi, Sabato e Domenica.
Sestriere
Pragelato
Fenestrelle
Perosa
a.
5,40
6,20
16.15 r-,—
16,45
17.15
17,50 —
Orario Automobile PEROSA ARGENTINA - PERRERO - FRALI
Perosa Argentinap.
Perrero »
Frali
a.
9
9,30
10,20
19,30
20.
Prali p.
Perrero >
Perosa Argentina a.
16,25
5,50 17,15
6,20 17,50
Orario Automobile TORRE PELLICE-BOBBIO PELLICE
Orario Automobile SAN SECONDO - PINEROLO
Torre Peilice
S. Margherita
Chabriois
Villar Peilice
Via Fourca
Bobbio Penice
P
a.
8,30
8,35
8,42
8,49
8,55
9,
19,05
19,10
19,17
19,24
19,29
19,35
Bobbio Penice
Via Fourcia
Villar Peilice
Chabriois
S. Margherita
Torre Peilice
a.
6,30
6,35
6,41
6,48
6,56
7,
16,
16,05
16,11
16,18
16,25
16,30
Pinerolo
San Secondo
P
a.
7,50
8,05
II,
11,15
18,25
18,40
San Secondo
Pinerolo
P‘
a.
7,
7,15
9,- 18,
9,15 18,15
(1) Al Sabato.