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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Yaldese
Addo XC — Num. 36
Una copia Lire 30
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TORRE PELLICE - 9 Settembre 1960
Ammin. Claudiana Torre Pellice • C.C.P. 2-17557
SINODO
1960
Sinodo ricco di "novità”, quello teste chiuso; ne rimane una — certo
soggettiva — impressione cóntradittoria, perchè problemi di peso sono stali affroMati con calore, non sempre
con quella ponderatezza che non sia
volontà di frenare, ma un porsi in
ascolto senza pre-giudizi. In complesso. però, i lavori sinodali sono stati
proficui, e... abbondanti, cìM due serate di sedute, oltre a quella in cui si
è riunito il Corpo pastorale: per chi
segue regolarmente tutto il Sinodo
rimpegno non è poco. Un plauso tutto particolare va rivolto alla Presidenza del Sinodo (Past. Achille Deodato
e Dott. Aldo Ribet), che ha diretto
con fermezza i lavori e le discussioni,
in certi momenti abbastanza tendenti
al caotico, e comunque accalorate.
Spesso non si pensa molto a questa
fatica, e certo i membri del Seggio
(presidenti, assessori e gli indaffaratissimi segretari, a volte sommersi dall'incalzare degli intervènti) avevano
diritto a che il Sinodo esprimesse loro
con un po’ più di compattezza e di calore la propria riconoscenza al termine della lettura degli Atti e alia chiusura dei lavori: invece si era i tradizionali "quattro gatti".
Daremo, anche nei prossimi numeri ilei giornale, un’eco quanto più ampia possibile dei lavori sinodali, affinchè possano essere cosa conosciuta
e sentita nel vivo di tutte le nostre comunità.
Il Sinodo è terminato, venerdì pomeriggio, con un servizio di S. Céna,
presieduto dal Past. Deodato, coadiuvato dal Moderatore E. Rostan e dal
Pa.st. F. Sommani. Non c’è modo più
giusto di conchiudere un Sinodo, il
bilancio di un anno, e di porsi di frónte alle responsabilità dell’anno che si
apre: tendere nella fede le nostre mani vuote, gli uni accanto agli altri, e
ricevere il segano che Cristo ci dona il
sHir perdono e la sua vita. Poi. si va,
per strade diverse, "nella sua pace”.
IN 11» PAGINA
altri resoconti
sul Sinodo 1960
Cento anni di vita italiana
Siamo ancora
degli evangelizzatori?
« Mentre qualche porta si apre alla testimonianza evangelica — sono
ci sono delle località dove si indietreggia e si scompare, dove l’opera ristaparole del Rapporto della Tavola —
gna in un quietismo p>ericoloso. privo
di gioia e di speranza, come se non
si avesse nulla da dire oggi al mondo,
anche al nostro mondo italiano, nella
pesante atmosfera di conformismo e
di superficialità in cui si adagia ».
Queste espressioni, riprese del resto
pure dalla Commissione d’esame, che
si è rifatta alle relazioni di numerose
chiese, un po’ dovunque in Italia,
hanno costituito un monito grave per
tutto il Sinodo, ed è giusto che sia
così per ogni comunità.
C’è stato chi ha voluto vedere in
un ecumenismo male inteso, nemico
di ogni confessionalismo, un fattore
di smussamento della passione evangelistica; si è risposto che, se tale pericolo è presente, il vero ecumenismo
non è confusione degli spiriti ma chia
Un intervento del Dr. L. Bertole, che il
segretario Past. Vicentini annota diligentemente. Si riconoscono il Prof. G. Mieggè, il Past. T. f inay e, in prima fila, due
membri della delegazione metodista; l ing.
Beltrami e il Past. Incelli; al suo posto,
nell’abside, il Moderatore Rostan ; di spalle, sul banco della Commissione d'esame
il suo presidente. Past. B. Corsani.
(Foto F. Corsani)
rificazione degli Spiriti. Certo, l’attuale situazione del nostro paese non
è delle più aperte, spiritualmente, e
tuttavia sarebbe grave colpa scaricarci della nostra responsabilità, affermando in modo un po’ superficiale
che le porte, oggi, sono chiuse all’annuncio evangelico. Si tratta di credere ardentemente là verità evangelica,
e di viverla; di «essere» prima ancora che di « fare ». E porte aperte
ce ne sono, se solo avremo occhi per
vederle, e coraggio per affacciarvici;
è, tra l’altro, necessario che la nostra
« polemica » con i cattolici sia sempre al più alto livello possbile, nel
mutuo rispetto, e ^ agli atei di fatto del nostro po^lo noi sappiamo
portare veramente ¡Cristo, non un anticattolicesimo. p
Ricordando che l’anno prossimo —
in particolare a Torino — sarà celebrato il centenario delTUnità d’Italia, che è pure il fcntenario, alTincirca, della nostra opera di evangelizzazione in tante regioni, si discute sulla
possibilità di far sentire la nostra
presenza evangelici, che in ogni caso
non dovrà essere tanto una parata di
glorie o meriti passati, quanto piuttosto una presa di coscienza delle nostre
responsabilità passate e presenti. Vi è
qui comunque una possibilità di farci
conoscere, sobriamente, e non va trascurata.
Vengono ancora ricordate le riuscite campagne d’evangelizzazione,
organizzate e svolte in collaborazione
con la Chiesa Metodista a L’Aquila e
a Siena. Uno sforzo da ripetere, ricordando la necessità assoluta di curare in profondità i nuovi gruppi che
si formano qua e là, spontaneamente
o come frutto della nostra predicazione.
Un’ultima nota: su un totale di
uscite, nel nostro bilancio, di circa
150 milioni, solo 4 milioni sono stati
spesi per l’evangelizzazione; non si
tratta di spendere per spendere, cioè
di fare per fare: ma tale cifra è indicativa di quanto sia scarsa la nostra
opera di evangelizzazione, pur non
ignorando che la vita intera di ogni
comunità e di tutta la chiesa dovrebbe essere « evangelizzazione ».
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TRA NOI .1707
FEDELTÀ FINO
E’ stato proposto, ed è passato rome
rart'oinandazione alla Tavola, ohe in ocrasione del prossimo quarto eentenario del
primo patto d’unione e di fede valdese,
stretto al Sinodo del Puy di Bobbio Pellioe nel gennaio 1561, si sostituisse la scritta
dell’abside della sala sinodale con il testo
di quel patto, più significativo ed evange
« Quali rappresentanti delle Chiese vaidesi delle Alpi, del Delfinato e del Piemonte che sono sempre state unite, noi
promettiamo qui, la mano sulla Bibbia
e davanti a Dio, che tutte le nostre Valli
Nell’abside della sala
sinodale il Presidente,
Past. A. Deodato, davanti a cui è uno dei
segretari, il Pastore
neo-consacrato G. Vicentini. In fondo (da
sinistra) il Cassiere,
Past. G. Gamba, e due
membri della Tavola,
Past. P. V. Panasela e
R. Gamba.
(Foto F. Corsani)
si sosterranno coraggiosamente le une le
altre per fatto di religione, senza pregiudizio dell’obbedienza ai loro legittimi superiori.
« Promettiamo di mantenere la Bibbia
intera secondo l’uso della vera Chiesa apostolica, perseverando in questa santa religione, fosse con pericolo della nostra vita,
affin di poterla lasciare ai nostri figlioli
intatta e pura come l’abbiamo ricevuta dai
nostri padri. Promettiamo aiuto e soiccorso ai nostri fratelli perseguitati, non riguardando ai nostri propri interessi ma
alla causa comune, senza attenen-i agli uomini ma a Dio ».
RECIPROCA FIDUCIA
Le Chiese e la Tavola
« Troppe volte questi rapporti sono falsati da prospettive mondane. Sembra diffondersi la tendenza a considerare la Tavola un po’ come gli enti locali guardano
al governo, come cioè ad una macchina
burocratica e accentratrice sempre pronta
ad imporre tasse c tarda a concedere non
solo privilegi ma diritti puri e semplici
alla periferia. Questo trasferimento di
punti di vista poHlicr alla vira inrerna della chiesa sostituisce alla lealtà la sfiducia,
alla collaborazione la diffidenza — non
solo da parte delle autorità locali verso
quelle centrali, ma anche da parte dei
membri di chiesa verso i propri! Concistori. Diffidenza e sfiducia — ci preme il
dirlo — non soltanto quando si tratti di
natura finanziaria, ma anche di iniziative
di carattere spirituale, come la diffusione
dei lezionari biblici e in genere della stampa evangelica, il ritorno alla Bibbia, gli
appelli per vocazioni pastorali o per il
servizio diaconale volontario.
« Tanto più grave ci sembra questa diffi
denza, quando si tratta di deliberazioni
sinodali, perchè si traduce in una vera <
propria svalutazione del Sinodo. Si pre
senta allora la domanda: QuaVe il signifi
cato e il valore del voto dato dalle assem
blee sinodali a certe proposte che riguar
dallo la vi'.a e la collaborazione delle chie
se? Molte volte queste proposte sono vota
te all’unanimità, addirittura per acclama
zione. Comunque non ci risulta che da
malti anni si sia mai levata in Sinodo la
delegazione di una comunità a far con.se
Messaggio del Sinodo alle Chiese
Cari fratelli nel Signore
L'anno scorso vi abbiamo invitati ad una revisione delle ragioni
d'essere delle nostre comunità, tenendo presenti le esigenze perenni
delTEvangelo e la situazione storica che la nostra Chiesa sta attraversando. Vi scriviamo di nuovo da questa sessione sinodale perchè urge il
tempo del riesame della nostra missione di comunità cristiane.
La missione in questo modo è la ragione per cui la Chiesa esiste, ma la missione della Chiesa va vista nella prospettiva del mondo
e del Regno di Dio. La Chiesa non può vivere per se stessa, nè pensare
alla sua affermazione o alla sua prosperità. Neanche al suo successo. Vive per servire come Cristo ha fatto e per donare la vita affinchè
il mondo viva. Essa è il corpo, con il quale oggi ancora il Signore si dona
a questo mondo.
Vi preghiamo di considerare ciò di cui oggi il mondo ha bisogno.
Non ciò di cui noi e le nostre comunità abbiamo bisogno. Il mondo non
ha bisogno della pietà privata di chi pensa alla propria salvezza. Neppure noi ne abbiamo bisogno, perchè Cristo vi ha pensato e provveduto.
Il mondo non ha bisogno del nostro successo. Il mondo ha bisogno di
un nuovo senso dell'esistenza e di una nuova speranza.
Gli uomini della nostra generazione si consumano nella ricerca di
se stessi, nella sete del possesso, del dominio e del potere. E anche se
sempre è stato più o meno così, è anche vero che tutto ciò è giunto alle
sue estreme conseguenze e, nel desiderio di salvarsi, il mondo corre
rischio di distruggersi per sempre.
Ma, se questa sua esistenza diviene precaria, il mondo e anche
aperto all'annunzio del « mondo nuovo », che Cristo ci ha portato nella
sua persona. Mondo del gratuito, del servizio, dell'amore che è dono di
sè. Oggi il mondo è più che mai sensibile a questo messaggio che
risponde alla sua domanda di vita.
Oggi si accorge che, proseguendo nelle sue vie, muore e perde
sempre più la speranza. Ma proprio per tutto ciò può anche comprendere che nella direzione opposta può trovare liberazione e salvezza.
Oggi, fratelli, il mondo può vedere con chiarezza estrema che il
sistema di Cristo, quello di dar la vita per gli altri, è il solo vero e può
capire quanto pericoloso ed assurdo sia ricorrere a falsi rimedi ed a falsi
sistemi.
Però il mondo riceverà questa buona notizia soltanto se essa sarà
vissuta da noi, cioè se noi predichiamo Cristo servendo e lo annunzieremo rinunziando ai nostri interessi per gli altri. Parole e ragionamenti
diranno assai poco. Se le nostre comunità saranno un popolo nuovo, che
sa servire e donare, che sa riconciliare ed amare, le nostre città ed i
nostri villàggi comprenderanno il sistema di Cristo, lo riceveranno come
vero e lo ameranno.
In ogni periodo storico TEvangelo ha raggiunto ed agganciato il
popolo, quando attraverso ai credenti si è incarnato nei problemi della
sua vita. Cento anni fa, alTinizio della nostra opera di evangelizzazione,
al mondo che cercava la libertà, la nostra Chiesa sentì e proclamò che
la sola fonte di libertà vera era, come rimane, in Cristo. Oggi quel che
può raggiungere ed agganciare il mondo è l'annunzio vissuto del sistema
di Cristo per la verità ch'esso afferma dinanzi ai sistemi di questo mondo.
E questo sistema, che è quello del Regno di Dio, è il sistema del dono
della vita perchè gli altri ne abbiano in abbondanza.
Meditiamo tutto ciò nelle nostre comunità e non temiamo di mettere la nostra vita e la vita delle nostre chiese nelle mani del Signore.
Egli è risorto e la sua risurrezione consacra la croce come unico fondamento della vita.
Non lasciamo passare il momento precìso della nostra chiamata.
Tutti siamo poca cosa ed abbiamo poca cosa, ma dal dono del nostro
nulla il Vivente farà sorgere una nuova creazione, quella che il mondo
da Lui amato, coscientemente o incoscientemente attende.
Anche per la nostra generazione il Vivente farà sorgere fede e speranza dal seme della nostra vita, che avremo gettata con amore, nell'ingrato suolo della nostra società.
IL SINODO VALDESE 1960
gnare a verbale la sua opposizione e il
suo voto contrario o la sua astensione. E
allora? Forse ebe quel voto su uno dei
problemi summenzionati, ovvero sull’impegno ad aumentare la contribuzione delle
chiese di un tanto %, o sull’istituzione di
una domenica speciale, non impegnava le
Comunità? Comprendiamo facilmente che
nell’atmosfera sinodale di fronte alla visione- dell’opera' che ©io ’ mé'f(è~*^dàvanti ■■
alla Chiesa, e con Fincoraggiamento che
viene dalle esperienze reciproche e dalla
testimonianza ecumenica, si sia più facilmente portati a sempre nuovi impegni che
stano veramente una consacrazione di noi
stessi al Signore e all’opera Sua — e che
questa prontezza e questa gioia dell’impegno possano anche essere meno sentite
nella « routine » della vita parrocchiale.
Eppure, se è vero che il Sinodo non è altro
che la somma delle Comunità, e che la
Tavola ne è la Commissione esecutiva fra
un settembre e l’altro, btso>gna che la mentalità di considerare la Tavola come « la
burocrazia », come « Roma », venga sostituita da una più sana ed evangelica considerazione della Tavola come espressione
di quanto noi stessi decidiamo e vogliamo
per noi stessi, ciascuno di noi per primo.
La Tavola non è una « gerarchia », e « la
Chiesa » non è un’astrazione: la Chiesa
siamo tutti noi, il popolo del Signore »
[Dalla relazione della Commissione d’esame).
In quest’ordine d’idee è stato rallegrante constatare che, sebbene questo Sinodo
sia stato pàreocliio battagliero e abbia visto affrontarsi con una certa decisione opinioni prò e contro il parere dei membri
della Tavola, qtiesli ultimi sono stati tutti
riconfermati a larghissima maggioranza,
segno indubbio della fiducia del Sinodo e
delle Chiese, malgrado le divergenze su
questa o quella questione.
La Tavola, cui il Sinodo ha dedicato, approvandolo per acclamazione, un odg ih cui le si esprime la
viva riconoscenza della Chiesa per
l’opera svolta, è risultata così riconfermata: Past. E. Rostan, Moderatore; Past. N. Giampiccoli, Vicemoderatore; Past. R. Comba, P.
1. Panascia, A. Ribet, Avv. E. Serafino, Dott. U. Zeni, membri.
Un delegato
ci scrive
Caro direttore.
Ho partecipato per la prima volta come
delegato al nostro sinodo; una cosa mi ha
colpito: è la commemorazione dei pastori
e degli altri operai della chiesa fatta lunedì mattina. Personalmente trovo che
questo crea delle ingiustizie perchè di certe persone più conosciute si parla molto
e tutti devono dire qualcosa, mentre di altre si dice poco o anche niente. Forse che
davanti alla morte ci sono delle differenze
o non si è tutti eguali davanti a Dio? Sarebbe meglio che si leggesse semplicemente il nome di queste persone, e fare se
proprio si vuole un momento di silenzio
e ringraziare Dio ohe ha dato alla chiesa
questi fedeli servitori.
un delegato.
2
pag. 2
L’ECO DELLE VALU VALDESI
N. 36 — 9 Settembre 1960
QUATTRO mTTF§R^-4^m^ii
" ^ anno"’
t mila Chiesa
Lo scorso anno il Sinodo, anche attraverso il. suo «messaggio» invitava
tutte le nostre chiese ad un ripensaipento della complessa questione dei
ministeri. Non si è avuto l’impressione che questo sia stato fatto da
tutti; tuttavia, la Commissione pei
gli Anziani Evangelisti e per i Ministeri femminili ha continuato il
suo lavoro (tra l’altro è stato pubblicato « La parte dimenticata », del
Kraemer, ed è stato avviato un bollettino. Diakonia). Sia la relazione
della Commissione d’esame, sia diversi membri del Sinodo hannc
espresso il desiderio che la suddetta
Commissione presenti d’ora in poi
una relazione del proprio operato. Si
tratta, comunque, di un problema di
primo piano, e lo conferma l’interesse
appassionato e il ripensamento serio
che lo accompagnano in tutto il mondo ecumenico. Anche se è parsa ai
più sproporzionata (alla nostra consistenza ecclesiastica, non all’importanza del problema!) e comunque
prematura la costituzione ventilata
da qualcuno di im Segretariato relativo a tali questioni, il Sinodo è stato
sensibile alla vitalità del problema e
ha votato questo odg:
che sia riconosciuta la piena validità al ministero pastorale femminile; auspica nel contempo la
fondazione di un centro per la foi>
mazione teologica delle Assistenti
di Chiesa » — e conscio deU’lmpnrtanza dei problemi in essa sollevati, invita la Commissione Anziani Evangèlisti e Ministeri fem
minili a studiarli e a riferirne nella propria relazione al Sinodo.
Il Sinodo, informato del lavoro
svolto dalla Commissione permanente per gli Anziani Evangelisti
e per i Ministeri femminili, la invita a presentare al prossimo Sinodo una relazione sulla propria
attività, e invita la Tavola a studiare con detta Commissione la
realizzazione di un Centro di studio e di preparazione per i mini
steri.
3 — l’urgenza di vocazioni pastorali; di fronte al continuo estendersi
del campo e delle possibilità di lavoro, l’attuale apporto di forze nuove è
appena sufficiente a mantenere le posizioni; ma soprattutto non va dimenticato ohe verso il 1970 è prevedibile entri in emeritazione tutta una
serie di pastori: è ora il momento in
cui debbono sorgere le vocazioni di
coloro che prenderanno il loro posto.
La giusta, necessaria rivalutazione dei
vari ministeri, « servizi », non può e
non deve porre in ombra quello che
è il ministero essenziale, il ministero
della Parola. Non si tratta di fare
chiasso ma di tenere sempre presente, nella predicazione, nella catechesi, nella cura d’anime, nella vita delle famiglie credenti, l’urgente necessità di uomini che predichino la Parola di Dio : a questa richiesta ardente della Chiesa il Signore risponderà.
La discussione sui ministeri è proceduta su queste quattro linee:
1 — la posizione degii Anziani Evangelisti; anche quest’anno si è dovuto
constatare che, a termini degli attuali regolamenti, essi non sono... nè pastori nè laici; si è fortemente auspicata una più rapida soluzione della
loro posizione ecclesiastica, che si impone veramente.
2 — il problema dei ministeri femminili; mentre si prende atto con viva soddisfazione della iscrizione nel
molo degli operai della Chiesa della
Sig.na Ines Rostan (VI® distr.), quale Assistente di Chiesa — e a Cerignola ha svolto il suo anno di prova quale
Candidata Assistente la Sig.na Carmen Trobia — non va però dimenticato che si è dato tale qualifica a
persone che svolgono in realtà, un’opera pastorale; il problema è dunque
tutt’aitro che risolto, e non è giusto
che sia rimandato senza che venga
effettivamente studiato intanto. Per
questo è stato tempestivo pure il richiamo della Federazione Femminile
Valdese, che ha portato alla votazione di questo odg:
Il Sinodo ascolta la seguente
mozione approvata dal Congresso
della F.F.V. : « Il Congresso della
F.F.V., riunito in S. Giovanni il
27 agosto 1960, udito l’esposto del
Presidente della Commissione permanente per gli Anziani Evangelisti e i Ministeri femminili, chiede
4 — la rivalutazione della testimonianza laica; nella ricerca di «ministeri specializzati » rischia forse di essere un po’ dimenticata quella che
pure è una riscoperta essenziale di
oggi, sull’intera scena ecumenica: la
fedele e impegnata testimonianza del
membro del Corpo di Cristo, nella
Chiesa, certo ma soprattutto fuori,
nel mondo, dove — al suo posto di
lavoro — egli è il vero ambasciatore
di Cristo. Il silenzioso, serio impegno
di tanti credenti nella loro vita professionale non deve assolutamente es
sere trascurato; e possano essere mol
ti coloro che, senza titoli e qualifiche
vivono nel mondo con «la mente d
Cristo ».
Possiamo concludere con queste pa
iole tratte dal Rapporto della Tavo
la : « Il problema vero e fondameli
tale... è quello della nostra dis-ponibi
lità per il Signore e della nostra ub
bidienza a Lui prima di tutto, anche
se ciò costa non pochi sacrifici. In
quale misura siamo tutti consacrati
al Signore, camminanti alla luce della risurrezione di Cristo in mezzo alla
realtà politica e sociale del mondo e
a tutte le precarietà di ogni situazione umana? E fino a qual punto nelle
nostre Chiese e in noi c’è coerenza
fra fede e vita? E quali sono i segni
evidenti che la nostra posizione di fede, come Comunità evangeliche, diventa norma della nostra esistenza,
talché Pastori e fedeli nel loro operare quotidiano diano al mondo la
sensazione che Dio è per loro la realtà prima ed ultima, il Signore della
vita e della storia, alla cui grazia essi
affidano i loro giorni mortali con umile, inalterabile fiducia? Ecco il proIfiema fondamentale, fuori del quale
la nostra vita ecclesiastica diventa
agitazione umana, minata dall’orgoglio e dalla vanità».
Siamo molto grati alVAvv. Segre,
già simpaticamente noto fra noi, per
la sua utile e tempestiva precisazione sul progetto di legge per il riconoscimento degli obiettori di coscienza. red.
Egregio Direttore,
sul n. 33 del 12 agosto 1960 nella rubrica « I lettori ci scrivono » L’Eco delle Valli Valdesi ospita una lettera del sig. E. A.
Beux, il quale domanda perchè mai « gli
obbiettori di coscienza non si radunano
con simpatizzanti per mettere insieme una
richiesta, concreta e fattibile, di un progetto di legge in cui si chieda allo Stato
di riconoscere il diritto alla obbiezione,
offrendo garanzie necessarie, atte a procurare idonee prove che questa non è frutto
di estemporaneo atteggiamento anarcoide,
e offrendo di compiere un servizio che lo
Stato gradisca e che la sua durala e serietà
di impegno sia la dimostrazione della perfetta buona fede dei richiedenti. Una tale
richiesta potrà essere mandata al potere
legislativo a mezzo di qualche parlamentare simpatizzante ».
Quale difensore della maggior parte degli obbiettori di coscienza italiani, desidero informare il lettore E. A. Beux che sin
dal tempo del processo al primo obbiettore Pietro Pinna (svoltosi nel 1949 dinnanzi al Tribunale Militare di Torino) si riunì un gruppo di fautori del riconoscimento
legale delPobbiezione di coscienza, formato dai proff. Capitini, Maiorca, Marcu-oci,
Pioli, dagli on. Calosso (socialista) e Giordani (democristiano).
Questi due ultimi elaborarono un progetto di legge che venne presentato alla
Valli nostre 1961
E’ in corso di stampa il calendario
« Valli nostre » per il 1961. Costerà
L. 400, ma per quanti si prenoteranno
prima della pubblicazione, e cioè
quanto prima, presso i Pastori o di
rettamente alla Claudiana, il prezzo
sarà ridotto a L. 300 la copia. Affrettatevi !
Camera dei Deputati e che poi decadde
nel 1953 per la fine della legislatura. Successivamente si costituì a Roma un Comitato di giuristi, parlamentari e sostenitori
delPobbiezione, per redigere un nuovo
progetto legislativo in sostituzione di quello a suo tèmpo elaborato dai proponenti
Calosso-Giordani, il cui testo era inaccettabile per motivi tecnici e anche per
un’eccessiva severità nei confronti degli
obbiettori.
Il nuovo testo venne poi presentato regolarmente alla Camera da un gruppo di
deputati del Partito Socialista Italiano.
Purtroppo, come tanti altri opportuni disegni di legge, decadde nel 1958 con la fine
della legislatura. Il testo della proposta di
legge per il riconoscimento giuridico degli
obbiettori di coscienza — accettabiliseimo
dallo .Stato in quanto prevede, in sostituzione del servizio militare, un servizio civile di pubblica utilità e di durata più
lunga, con una Commissione che giudica
le istanze degli obbiettori e con pene detentive per gli eventuali simulatori — è
stato a suo tempo integralmente pubblicato
dal periodico politico-culturale L’Incontro,
da me diretto sin dal 1949.
Con la nuova legislatura e in seguito
all’atteggiamento meno ostile degli ambienti cattolici, il metlesimo gruppo di
parlamentari socialisti ha deciso di ripresentare il suddetto progetto di legge con
qualche lievissimo ritocco.
La difficoltà attuale consiste nell’ottenere
che il suddetto progetto di legge sia portato in discussione a Montecitorio, anziché
venir nuovamente insabbiato, come si verificò più volte, ad esempio per quello
della on. Merlin. L’approvazione di esso
dipenderà dalla maturità politica dei nostri parlamentari (i quali non dovranno dimenticare l’aforisma del povero Calosso:
« riconoscono gli obbiettori i Paesi che
vincono le guerre, non li riconoscono quelli che le perdono ») e anche dalla distensione internazionale. Nel frattempo i giovani obbiettori italiani, nell’enorme maggioranza « Testimoni di Geova », persistono nel loro rifiuto, sacrificando la giovinezza nelle carceri militari per fedeltà al
loro ideale di pace. Bruno Segre
Il Sinodo anticipato
al principio di agosto
Da anni si parlava dell’inefficienza della
data sinodale; con l’irruenza un po’ garibaldina che ha caratterizzato lo scorso Sinodo la questione è stata, sia pure in via
sperimentale, decisamente affrontata. Un
anticipo della sessione sinodale è consigliato sia dal fatto che, in caso si debba
procedere a trasferimenti pastorali, è bene
che questi possano avvenire nel corso dell’estate e non ritardino o inceppino la
« ripresa » autunnale nelle relative comunità; sia dal fatto che il periodo di fine
luglio o principio agosto è il più adatto
a permettere la massima partecipazione
di delegati laici, almeno per quel che riguarda professionisti, impiegati ed operai;
anche per gli agricoltori della pianura e
delle comunità di fondovalle, il periodo
pare adatto; meno, forse, per quelli di alta montagna : ma la loro partecipazione
ai Sinodi è anche nello stato attuale assai
debole e saltuaria, purtroppo. Infine il
Past. M. Sbaffi, presidente della delegazione metodista, ha portato l’eco dell’esperienza positiva metodista (il Sinodo metodista si tiene al termine della primavera)
e ha fatto notare come un ravvicinamento
deH’epoca dei due sinodi faciliterebbe i
progetti di integrazione valdese-metodista
in alcuni punti del campo di lavoro. Tenendo conto di tutti questi elementi, dopo
ampia discussione, il Sinodo ha approvato
il seguente o.d.g.:
Il Sinodo Valdese, udita la commissione nominata ad hoc, decide che, in
via sperimentale, e allo scopo di ovviare alle difficoltà determinate dalla
attuale sua data di convocazione, la
Sessione sinodale ordinaria, a partire
dall’anno 1961, sia convocata per la
prima domenica di agosto.
PER SVELTIRE I LAVORI SINODALI
Si lavorerà per
Anche in riferimento alla struttura dei
lavori sinodali si è avviato un tentativo
di sveltirli e- renderli più efficienti. Non
era certo la prima volta che si parlava
dell’opportunità che almeno una parte dei
lavori sia svolta per commissioni che studino separatamente gli argomenti più importanti e ne riferiscano in seduta plenaria; quest’anno si è fatto un passo innanzi.
Evidentemente, non si può dimenticare
la necessità di conservare al Sinodo il suo
carattere collegiale, nè sottovalutare l’occasione di incontro e di reciproca conoscenza che esso rappresenta ; ci sono inoltre tre elementi: le relazioni della Tavola, della CIOV e della Facoltà di Teologia, che devono essere esaminate in seduta
plenaria; tuttavia gli altri argomenti possono essere trattati in commissioni, in via
preparatoria: le commissioni ne riferirebbero al Sinodo che non avrebbe che da
votare gli o.d.g. presentati. Tenendo conto della massa, spesso pesante, di temi che
il Sinodo deve affrontare, e del disordine
notevole di molte discussioni, si è giunti
all’approvazione di questo o.d.g.:
Il Sinodo invita il Seggio a nominare una Commissione che riferisca al
prossimo Sinodo sulle concrete possibilità di un lavoro per commissioni,
almeno su alcuni degli argomenti che
più vi si prestino; sulla possibilità che
le commissioni ad referendum si presentino al Sinodo con una relazione di
maggioranza ed eventualmente una di
minoranza, corredandola di o.d.g per
i quali non debba più avvenire discussione in Assemblea, ma solo la votazione, limitandò gli interventi in tale
sede alle sole dichiarazioni di voto;
predisponendo, presi gli opportuni contatti con la Tavola ed in specie con la
Commissione dei Regolamenti, una regolamentazione dei lavori sinodali nelle linee sopra precisate.
E’ augurabile che — pur vigilando per
non scivolare in una tecnocrazia in cui si
concentri di fatto il potere e si scarichi
la responsabilità su un gruppo ristretto di
« tecnici » e « specialisti » — si giunga
presto a questo sveltito e più efficiente
funzionamento del Sinodo. In proposito
sia ancora permesso di notare che su diverse questioni il Sinodo non era sufficientemente preparato a pronunciarsi, non
solo per sua colpa, ma per mancanza di
tempestiva informazione e documentazione.
IN BREVE
Fra i temi discussi:
— rapporti ecumenici^ in particolare con la Chiesa metodista, con
cui è avviata una fattiva collabora
zione ;
— la situazione finanziaria^ sempre dolente;
— la nostra stampa, con la decisione di fondere « La Luce » e « Voce metodista », e il progetto di trasferire la direzione della Claudiana
a Torino, Milano o Firenze;
— la Facoltà di Teologia, per cui
è stato nominalo il titolare della
4a cattedra: Prof. J. A. Soggin;
— la modifica di alcuni articoli
di regolamento suWautonomia delle
Chiese ;
la siiuazione degli ex-sacerdoti.
Modifiche all’ ordinamento distrettuale
Entro ottobre le Conferenze Distrettuali eleggeranno i loro Presidenti
La seduta serale di giovedì 1« settembre è stata tutta dedicata alla
dibattutissima questione delle modifiche deirordinamento distrettuale.
E’ stata forse una delle questioni che,
da anni, ha maggiormente « mobilitato » l’opinione pubblica valdese (dibattiti e odg in sede sinodale, distrettuale. di Assemblee di Chiesa, sulla
nostra stampa) — e questo fatto, sia
lecito dirlo, lascia piuttosto perple.ssi: non già che il problema non sia
importante e non ptossa avere ampie
lipercussioni sulla nostra vita ecclesiastica, ma tuttavia, che noi esauriamo quasi la nostra « passione » per
una questione di struttura ecclesiastica piuttosto che per i problemi di
fendo, è un fatto da non trascurare.
Ma veniamo aU’ordinamento distrettuale. Si ricorderà come l’anno
scorso una commissione ad referen
dum aveva presentato un’ottima, am.p’a e documentata rela2àone sul problema: se essa assume decisamente
un atteggiamento innovatore, non si
può contestarle che essa abbia tenute
conto delle considerazioni della parte epposta. Non sufficientemente al
chiaro, e immaturo per una decisio
ne, il Sinodo 1959 aveva demandato
alle Chiese ed alle Conferenze distrettuali lo studio del problema sulla
base della relazione sopra citata, e
aveva riconfermato il mandato alla
Commissione di studio, invitandola a
tener conto delle indicazioni che le
sarebbero giunte dalle Assemblee di
Chiesa e dalle Conferenze distrettuali. La maggior parte delle Assemblee
e tutte le Conferenze hanno affrontato la questione, e malgrado sfumature abbastanza marcate (specie per
la Confer. del I® distr.), si può obiettivamente dire che due elementi risultavano acquisiti: la necessità di
una riforma distrettuale, e 1’elezione
del Capo-distretto (Presidente della
Commissione distrettuale) da parte
della Conferenza distrettuale. Il vero problema era dunque quello dei
rapporti fra questo Capo-distretto, di
nomina distrettuale e la Tavola. E
qui, mentre riconosciamo che la Commissione incaricata aveva presentato
lo scorso anno ima relazione veramente solida, dobbiamo dire che quest’anno essa non ha presentato al
Sinodo una nuova relazione che tenesse veramente conto dello svilup
po della discussione, e in particolare
che desse indicazioni precise sui rapporti Capidistretto-Tavola. La Commissione ha ripresentato le quattro
proposte dello scorso anno, e, praticamente, ha, detto: «Vedete che Chie
se e Conferenze ci hanno dato ragione? ». mentre si trattava anche di
rispondere a certe domande molto
precise rivolte dalle stesse.
Questo fatto ha determinata una
grande confusione nella discussione
sinodale: tutto è stato ripreso daccanc. e non ha facilitato i lavori una
certa passionale faziosità dalle due
parti; ciò è vero anche se si comprende la preoccupazione dei membri
della Tavola, che dovrà evidentemente portare il peso delle difficoltà che
— almeno inizialmente — sorgeranno dall’applicazione e dal rodaggio
di nuove strutture.
La discussione è stata lunga ed accalorata; infine (ed era la mezzanotte) si è giunti all’approvazione del
seguente odg:
strettuale, delibera che i Presidenti delle Commissioni distrettuali
siano nominati dalle rispettive
Conferenze, conservando la Tavola tutte le sue funzioni di caratte
re amministrativo: entro il mese
di ottobre 1960 le Conferenze provvederanno ad eleggere i loro Presidenti; dà mandato alla Commissione dei Regolamenti di coordi
nare i regolamenti in rapporto al
presente articolo, e invita il Seggio a rinnovare una Commissione
che prosegua lo studio, con particolare riferiménto ai rapporti tra
Commissioni distrettuali e Tavola
ed alla composizione della TavòL'i
stessa
loro forze e tutti quanti lamentavano concordi di non poter bastare a tutto, di non
poter superare tutte le distanze, di non
aver tempo sufficente... Orbene, in questo
immenso margine ebe i Sopraintendenti
non potevano raggiungere, ei sembra di
vedere il campo d’azione vasto, nobile e
prezioso dei Presidenti. Campo d’azione
ancora vergine dove la buona volontà e
lo spirilo di iniziativa potranno fare dei
miracoli, molti miracoli che, con l’aiuto
di Dio, la Chiesa aspetta da loro.
Il problema dei rapporti tra autorità ed
autorità, non dovrà essere troppo difficile
da risolvere: Come la Conferenza Distrettuale riconosce nel Sinodo la sua superiore autorità cosi il « Presidente » del Distretto potrà riconoscere nel « Soprainlendente » eletto dal Sinodo il suo diretto su
] Presidenti
delle Commissioni
Distrettuali
Il Sinodo, preso alto della relazione della Commissione ad refe
rendum sulla organizzazione di
Il nostro Sinodo in una seduta vivace e
anche in certo senso solenne, ha deriso
che i « Presidenti » delle Comm. Distrell.
siano eletti da ora in poi dalle Conferenze
stesse. Nel contempo ha affermato che la
Tavola deve conservare tutte le sue funzioni di carattere amministrativo e ha demandato allo studio di una commissione
il chiarimento dei rapporti tra Presidenti
e Sopraintendenti.
Il provvedimento è stato salutato con
gioia da una parte della Assemblea Sinodale come destinalo a recare un miglioramento nella vita della chiesa. Un’altra parte di essa invece non ha nascoslo la sua
apprensione di fronte al pencolo di un
mutamento della struttura della Chiesa.
Tutti quanti sono concordi sul fatto che
i rapporti tra presidenti e sopraintendenti
debbono ancora essere chiariti...
Nell’attesa che lo siano vorremmo anticipare qualche riflessione.
E premettiamo l’espressione del nostro
ottimismo: rAssemblea Sinodale ha sinceramente desiderato il progresso della
Chiesa e non ha inteso di mutarne la struttura. La nostra diletta Chiesa vogliamo
conservarla cosi come ci è stala affidata
dal Signore e dai nostri padiri, prima di
modificarne la struttura ci penseremo mille volte. Quello che soltanto vogliamo è
il suo progresso. A questo fine abbiamo
voluto avere dei « Presidenti » nominati
direttamente dalle Conferenze Distrettuali.
Avremo pertanto, fra qualche giorno,
alla direzione dei Distretti due autorità
l’una di fronte all’altra: i Sopraintendenti
eletti secondo il modo tradizionale e i
Presidenti eletti secondo il modo nuovo.
Orbene, com’è che potrà venire un bene
alla Chiesa da questa moltiplicazione di
autorità? E, per venire al concreto, com’è
<lie Sopraintendenti e Presidenti si scambieranno le i*onsegne e si ripartiranno i
compili?
Non crediamo che si debba parlare di
trasmettere delle consegne. Non pensiamo
assolutamente che il Sinodo abbia inteso
che ora i Sopraintendenti dovranno trasmettere il proprio mandato ai Presidenti
ionie quando avviene un cambio della
guardia. A che cosa servirebbe questo
cambio? Non sono forse all’opera già gli
uomini migliori che la Chiesa abbia saputo esprimere dal suo seno? E non hanno essi forse ben meritalo dalla Chiesa
per il loro spirito di consacrazione, per la
loro intelligenza e per il loro amore?
No, niente cambio della guardia! Quello
che essi hanno fatto, e falto bene, fino ad
oggi, dovranno continuare a farlo ancora.
La Chiesa non ha irealo dei nuovi Presidenti per fare quello che già si faceva,
bensì per fare cose nuove che ancora non
erano falle. E queste cose son tante!
I Sopraintendenti generalmente si trovavano di fronte compili superiori assai alle
periore.
Il Sopralntendenle avrà maggiormente
l’aspetto di colui che detiene l’autorità
amministrativa. Il Presidente invece avrà
maggiormente l’aspetto di colui che perora le necessità delle comunità che rappresenta. lì Sopraintendente continuerà sempre a restare sul ponte di comando, ma
ora avremo un uomo anche nella sala macchine e tutti e due insieme potranno forse
meglio rispondere a quel timone che deve
essere azionato dallo Spirito del Signore.
Il Presidente abiterà più vicino alla porla di casa nostra e delle nostre chiese, ma
il Sopraintendente potrà come in passato
venirci a trovare ogni volta che ne abbia
la possibilità, certo di essere accolto sempre con la medesima gioia e con la stessa
deferenza. Certo che la propria visita è
utile come una volta, più ancora di una
volta.
Noi nutriamo la più serena fiducia nella piccola riforma che la nostra Chiesa si
è imposto perchè abbiamo visto alPatlo
pratico un sistema come quello descritto,
nella Chiesa Unita del Baden. Lassù i Soprainlendenti sono i « membri del Consiglio Superiore » della Chiesa e i Presidenti si chiamano « Decani ». Dalla loro
collaborazione scaturisce in buona parte
il fervore di vita di quella Chiesa che ci
ha meraviglialo e che con tutto il cuore
auguriamo alla nostra cara Chiesa Valdese. Enrico Geymet
PERSONALIA
Il Past. Sergio Rostagno e la Sig.na Margherita Jahier si sono sposati sabato scorso; un augurio molto cordiale per la loro
vita a due e per il .servizio che .si dispongono a svolgere insieme nella Chiesa di
Catanzaro.
iS ts S/i
Il Past. Guido Comba, con alcuni suoi
familiari, è stato coinvolto in un incidente,
automobilistico nei pre.s.si di Mondovi,
mentre rientrava a Roma dopo il Sinodo.
Egli è stato ricoverato a Roma, contuso al
torace con sospette fratture: auguriamo a
lui e agli altri feriti nell’incidente un
pronto ristabilimento, rallegrandoci che
esso non abbia fatto vittime, malgrado
l'auto investitrice (umi macchimi tedesca
impegnata nella corsa Lieg'i-Roma-Liegi )
marciasse a forte andatura.
Dottoressa
Iolanda De Carli Valerio
Medico Chirurgo
Specialista
in malattie dei bambini
Psicologia e pedagogia
Consultazioni presso l'Ospedale
Valdese di Pomaretto
il primo mercoledì del mese
Ore 14-16
I
3
9 SeUembre 1960 — N. 36
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
pag. 2
Il Congresso Nazionale
della Federazione Femminile Valdese
Nella giornata di sabato 27 agosto
s; sono ritrovate a Lusema San Giovanni, per il Congresso Nazionale
della Federazione Femminile Valdese,
numerose delegate e socie delle Unio
ni federate. Oltre alle 48 delegate,
molte erano le amiche presenti. Il
Congresso si rivmisce innanzitutto
nel Tempio per ascoltare il culto presieduto dal Moderatore sig. Erman
no Rostan che, alla luce della Parola di Dio, ci parla deH’impronta di
gioia e di serenità che ogni donna
cristiana può e deve dare alla sua
vita.
I lavori veri e propri hanno inizic
nella Sala Albarin sotto la presidenza della signora Edina Ribet, con la
lettura della relazione del Comitato
Nazionale fatta dalla Presidente signora Lucilla Santini Da questa apprendiamo che solo 35 Unioni sono
federate, ma confidiamo che, anno
dopo anno, numerose saranno le sorelle che vorranno unirsi a noi. Le
discussioni intorno ai vari punti toc
cati dalla relazione (scambi epistolali, visite tra Unioni, interesse per i
nostri Istituti di beneficenza, giornata di preghiera, incontri con associazioni estere, stampa) sono sempre
animate, sia che si parli di question
burocratiche, sia che ci si soffermi
sul come svolgere la nostra attività.
Viene votato un ordine del giorno
per cui le Presidenti di Unioni avranno il diritto di far parte ex-oflìcio
del Congresso.
Una volta ancora abbiamo sentito
che siamo troppo poche ad avere il
Scuola Latina
di Pomaretto
L'incontro degli amici ed ex-alunni della Scuola Latina avrà luogo domenica 11
corr. alle ore 12,30 presso la trattoria Olivero (Inverso Pìnasca).
Per mancanza di spazio siamo costretti
a rinviare un articolo relativo a questo
istituto', a cura di un gruppo di ex-allie'
vi è uscito il primo fascicolo de « La campana della Scuola Latina », che può esser
richiesto alla Presidenza.
privilegio di ritrovarci, di mettere in
comune le neutre esperienze, di rice
vere incoraggiamento e credo sia nel
desiderio di ognuna delle partecipanti di portare nella sua Unione lo spirito di entusiasmo e di gioia che ci
animava a S. Giovanni: intorno a
noi tante persone aspettano forse solo una parola di invito per mettersi
all’opera anche loro. Che il Signore
ci d^ di saper sempre vedere le possibilità di lavoro che ci si aprono
dinanzi e di non passare mai indifferenti davanti a una sorella che non
fa il primo passo per unirsi a noi
ma che accoglie il nostro appello con
gratitudine. Dopo aver approvato la
relaaone, si passa all’esame della situazione finanziaria e si incarica 11
Ccmitato Nazionale di prendere gli
accerdi necessari per dare una borsa
di studio ad una giovane che desidera terminare gli studi per poter
lavorare in un Asilo Infantile dell,
nostra opera di evangelizzazione. An
che la relazione finanziaria viene ap
provata con un caldo applauso di riconoscenza alla cassiera sig.na Laura
Long.
La seduta pomeridiana inizia con
lo votazioni per il Comitato Nazionale che risulta così composto : Lucilla
Santini, Delia Bert Ade Varese Iv°
Pons, Maria Girardet, Etiennette Jal
la, Ada Jalla, Lucilla Jervis, Pina
Panasela.
Abbiamo ora il piacere di avere con
noi il Vice Moderatore sig. Neri Giani
piccoli che ci presenta una interessante relazione sui ministeri femminili. Sono ormai 10 anni che si parla
di questi ministeri e diversi Sinod.
si sono occupati della questione isti
tuendo il ruolo di assistenti di Ghie
sa e nominando una commissione per
i ministeri femminili che lavora man
tenendosi in contatto con la nostr.i
Federazione.
I risultati però sono assai modesti
e ce ne chiediamo le ragioni.
« Forse non si è tenuto abbastanza
conto che il servizio nella Chiesa
non dipende dal sesso, ma dal dono
e che il problema dei ministeri fem
St. Andrews - Scozia
AttuaUtà ecumenica
il (Wsìglio InterDazionale delle Missioni
vota l’integrazione
con il Considlio Ecumenieo
Il romitato amministrativo del Consiglio
Internationale delle Missioni (C.I.M.), ultimamente, a S. Andrews, ha adottato all’unanimità un piano per la sua fusione
col C.E.C. Detto piano deve ora essere
sottoposto aH’esame dei consigli membri
del C.I.M. per l’aocordo finale, e diventerà operante, a meno ohe, nello spazio
di sei mesi, sei o più di defti consigli non
oppongano il loro veto. Questa decisione
è stala comunicata al comitato centrale del
Consiglio Ecumenico durante la sua sessione annua tenutasi essa piure nelle ultime settimane a S. Andrews. Il Comitato
centrale del C.E.C. ha appreso die 24 dei
consigli membri del C.I.M. hanno già dato
il loro assenso a detto piano, 6 lo stanno
esaminando, e 5 non Hanno ancora risposto. Da parte sua il C.E.C. lia chiesto il
parere alle 172 Chiese membri, protestanti, anglicane e ortodosse, e finora 83 di
esse hanno dato una risposta affermativa,
5 negativa. La decisione finale dev’essere
presa all’inizio della terza assemblea del
C.E.C. che si terrà a Nuova Defili, dal 18
novembre al 5 ditiembre 1961, e, in caso
affermativo, la fusione diventerà effettiva
fin da questa assemblea.
11 C.E.C. non è nn
alla Chiesa Uoniana
Nel suo rapporto al comitato centrale
del C.E.C. il Dr. fF. A. FissePt Hooft»
che ne è il segretario generale, affrontò
Vargomenta delle relazioni con i cattolici
romani, segrudando, tra Valtro, ai 90 membri del comitato centrale, il pericolo che
taluni vedono nel C.E.C. e nella Chiesa
Romana due '^entità comparabili** facentesi contrappeso, o considerano Vuno e
l*altra come pedine di forze ecclesiastiche.
Noi ci proponiamo di lavorare per Vunità,
e non per sostituire numerosi piccoli gruppi con hi divisione in due o tre grandi
gruppi. ”Il C.E. è un organismo avente
un carattere intrinseco: rifiuta di diventare l*avversario di qwdche Chiesa o di qualunque gruppo di Chiese, e afferma l unità in Cristo di tutti quelli che Lo riconoscono come Dio e Salvatore**, inoltre il
Dr. Visser*t Hooft mette in guardia contro il rischio di voler rendere agevole la
via delle conversazioni colla Chiesa Romana a spese delle convinzioni e dei principi che costituiscono il carattere essenziale
del movimento ecumenico.
Konia entra
nel colloquio ecumenico
Il 16 agosto, il comitato centrale del
C.E.C., nella sua seduta inaugurale, ha
ascoltato un rapporto del comitato esecutivo sugli ultimi avvenimenti nella Ghie.sa
(-attolica romana relativi all’unità dei cristiani. Il secondo concilio del Vaticano,
dice questo rapporto, « pur non dovendo
affrontare direttamente la questione della
unità, non manclierà, certo, d’influenzare
considerevolmente la situazione ecumenica ». Considerando la creazione del nuovo
segretariato del Vaticano per l'unità -cristiana, diretto dal cardinale Bea, il comitato esecutivo sottolinea tutto quello che
separa quest’ultimo avvenimento dall’enciclica papale del 1928 « che interpretava
il movimento ecumenico in un senso del
lutto negativo ». Senza dubbio, prosegue
il rapporto, il Vaticano è arrivato a riconoscere che il movimento ecumenico non
è ispirato da un vago umanitarismo, ma
deriva da convinzioni cristiane fondamentali; il che spiega, secondo il rapporto,
che il Vaticano non vuol più lasciare soltanto ai singoli cattolici riniziativa delle
conversazioni ecumeniche, ma che esso
stesso d’ora in avanti vi prenderà parte
attiva, parlando e agendo direttamente nei
rapporti colle altre Chiese e organizzazioni nella presente congiunlura.
1. - Il fatto che il dialogo colla Chiesa
romana è divenuto possibile è rallegrante.
2. - Ci auguriamo che le discussioni
senza carattere ufficiale, come quelle che
hanno avuto luogo tra teologi romani e di
altre confessioni, non siano completamente soppiantati da dibattiti ufficiali. Al punto in cui ci troviamo, sono gli scambi di
vedute sul plano ufficioso che contribuiscono meglio a dissipare malintesi e pregiudizi.
3. - Nessuna Chiesa deve temere che il
C.E.C. cerchi dn qualche modo di ag re
per i suoi membri in materia di unione di
Chiese: la sua costituzione non gliene dà
l’autorizzazione, è un campo in cui ogni
Chiesa decide da sè in piena libertà. E’
bene ricordare questo, perchè v’è della
perplessità negli spiriti, relativamente ad
eventuali conversazioni ufficiali o ufficiose
del C.E.C. colla Chiesa romana riguardo
all’unione di Chiese. Il carattere del nostro movimento ne esclude la possibilità.
4. - Tuttavia il Consiglio potrà cogliere
l’occasione di presentare al nuovo segretariato del Valicano certi accordi su questioni-base, come la libertà religiosa e l’azione sociale.
5. - « Bisogna ricordarsi che la creazione del segretariato del Vaticano per l’unità
cristiana, non significa affatto che qualcuna delle divergenze fondamentali tra la
Chiesa romana e le Chiese del C.E.C. sia
scomparsa ». Il cambiamento è lutto di
prot-edura e di clima. Le occasioni « del
dialogo devono essere colte, ma questo significa che il vero problema verrà ugualmente. Il nostro compito sarà dunque di
essere nel dialogo i rappresentanti di ciò
che Dio ci ha dato di vedere insieme nel
corso dei cinquant’anni d’esistenza di questo movimento ».
Messaggio del Patriarca di Mosca
sul problema della pace
Alessio, pulriarco di Mosca della Chiesa
ortodossa russa, ha indirizzato un messaggio ufficiale al comitato centrale del C.E.C.
in questo messaggio, che esorta i cristiani
ad essere unanimi nella loro azione contro
la guerra, il patriarca esprime la speranza
che ’'l’unità di spirito dei cristiani diventi
una forza capace d’attenuare la brutale divisione del mondo, e che i cristiani contribuiscano con azione concertata all abolizione delle armi nucleari".
(S.OE.P.I.t
minili si deve affrontare insieme a
quello dei ministeri in generale. Bisogni innanzitutto riscoprire la varietà dei doni e dei servizi e per conseguenza la molteplicità dei ministeri.” Nelle nostre Chiese solo i pastori
e le diaconesse ricevono ima consacrazione e su di loro si concentra
l’attività e la responsabilità. Si è perso il senso della molteplicità dei doni, non c’è più chiarezza nel concetto di Chiesa (che dev’essere il popolo
di Dio chiamato a servire nel mondo), si concentra il servizio in poche
persone e si arriva ad una frattura
tra pastori e laici. Quando diciamo
che tutti devono servire non pensiamo ad ima eliminazione del ministero della Parola, ma che la funzione
profetica e dottorale è imo degli aspetti fondamentali del ministero, ma
non runico e che non è determinato nè dal sesso nè dal ceto sociale
ma solo dalla vocazione. Tutti gli
altri servizi possono essere intesi in
senso comunitario: non si tratta di
qualcosa di vago, di indefinito, ma
di riscoprire il senso della totalità
della vita come servizio. La fedeltà
non si misura dalle ore passate net
locali della Chiesa ma dal modo di
essere, di lavorare, di creare la famiglia e di intendere ogni rapporto
umano secondo gli insegnamenti del
Cristo. Quando parliamo di ricerca
dei vari doni non intendiamo che la
Chiesa debba moltiplicare i ruoli dei
suoi operai, ma che essa ricerchi ed
onori i doni e che sappia riconoscere
i tanti servizi di cui ha bisogno.
« Per quanto riguarda in modo più
specifico i ministeri femminili non
si tratta di decidei|e se il pastorato
femminile è ammissibile o no ma di
capire che le vocazioni di Dio sono
senza riguardi personali e che c’è posto per il servizio degli uni e delle
altre. Certo il pastorato rimane il caso limite, accanto ai servizi prevalentemente femminili come l’assistente sociale, l’infermiera, la segretaria,
ta maestra, la direttrice di istituti».
Queste poche righe danno solo una
piccola idea dello studio profondo e
completo del Pastore Giampiccoli a
cui è seguito, più che una discussione, uno scambio di idee, soprattutto
sulle possibilità di fare qualcosa di
veramente utile. Si è parlato dei servizi speciali offerti per un determinato periodo di tempo, dei servizi
volontari per l'assistenza a persone
sóle o a bambini, della necessità per
molti di trovare un impiego, il che
impedisce loro di offrire un servizio
vclontario per la Chiesa. Con interesse abbiamo ascoltato dai Pastori Castiglione e Panasela quanto si fa a
Cerato e a Palermo per mezzo delle
scuole. Come conclusione del nostro
scambio di idee viene votato un ordine del giorno (cfr. a pag. 2 Tarli
colo «Ministeri nella Chiesa»).
Prima di chiudere la seduta vi è
il solito scambio di ringraziamenti e
di saluti: già dopo il pranzo in comune avevamo ascoltato i messaggi
della signora Margherita Gay, Presidente Nazionale delle U.C.D.G. e
dt Suor Alba, a nome delle diaconesse.
Terminato il congresso, le partecipanti si trattengono ancora a conversare mentre l’Unione di San Gio
vanni offre la tradizionale tazza di
tè. Ringraziamo di cuore le organizzatrici e tutte coloro che si sono ado
perate alla buona riuscita del Congresso e nel separarci ciascuna di noi
porta con sè il ricordo luminoso dell’incontro, l’impegno rinnovato di
servire: a tutte le Unioni il nostro
fraterno «buon anno di lavoro».
E. C.
Concerto strumentale del
compiessero Sammartini „
Gli applausi calorosi e insistenti tributati al complesso ’’Sammartini’’ e al suo
bravo direttore Pier l'aldo Comba hanno
dimostrato quanto sia stato apprezzato e
gradito il programma del concerto del 3
u. s.
Effettivamente, anche da un punto di
vista critico, non si può fare a meno di
esprimere un parere assai lusinghiero e
affermare che, per quanto la mèta della
perfezione richieda ancora molto studio
e approfondimento, l’orchestra Sammartini è sicuramente su una strada di successi
e merita di venir conosciuta e giudicata
da ambienti e personalità competenti del
mondo musicale. Anzitutto due pregi fondamentali: l’intonazione, quasi sempre
impeccabile, e la sicurezza negli attacchi
che si rivelarono sempre ben decisi, quadrati, rispondenti all’esigente bacchetta del
direttore il quale diede, per ogni brano,
una interpretazione adeguata allo stile della musica.
L’acustica della sala semivuota contribuiva non poco a rinforzare forse un po’
troppo la sonorità dell’orchestra. Pertanto,
sia nel concerto op. 5/7 di Albinoni che
nell’op. 3/11 di Vivaldi l’esecuzione risultò ben sicura e l’interpretazione molto
fedele e con quella semplicità che si addice a questo genere di musica senza effusioni drammatiche o liriche, ma ricca di
intime e raccolte e caste emozioni. Particolare effetto fu raggiunto nelle due bellissime sinfonie di Sammartini e Galuppi,
quasi sconosciute, cui si aggiunsero i due
bravi cornisti. (Mi pare che la parte dei
corni, tenuto conto della tecnica dello
strumento nel secolo XVIII, .sia stata fin
troppo ’’riveduta" se non addirittura ’’corretta’’ molto discutibilmente dal Bonelli.
Ahi queste revisioni, d’altronde inevitabili!).
L’esecuzione del concerto per violino e
archi in Mi del ’’nostro’’ Bach suoruito
con precisione e valentia dal M» Casetta,
si dimostrò all’altezza della situazione tenendo conto della difficoltà di intonazione
dovuta a tonalità irte di accidenti. Ben
quadrato il 1“ tempo, molto ’’cantato’’ lo
stupendo 2“ tempo, arcate belle e forti nel
Rondò finale. (Ritengo che questo concerto verrà ancora studiato e allora l’esecuzione potrà competere con complessi da
camera degni di questo nome). Le ’’sonate
per violini, violoncelli e contrabbassi, senza viole” (tale è il titolo originale) appartengono allo stile giovanile di Ro.ssini. La
3» (la più nota) è ricca infatti di reminiscenze di Mozart, che Rossini adorava,
associate qua e là ad espressioni già ben
definite del grande autore del ’’Barbiere”.
L’esecuzione risultò lusinghiera e piena di
brio (bravissimi i due violoncelli e il concontrabasso e tutti gli altri pure... salvo le
viole!!) e raccolse calorose ovazioni tanto
da ottenere il bis del primo tempo.
In conclusione, concerto ben riuscito e
esecuzioni veramente degne di incoraggiamento e di buoni e caldi auguri. Auguri
di buon studio anzitutto, e auguri di risentirvi, cari amici, appena l’occasione si
presenterà e possibilmente con altri ’’fiati’’. Basterebbero due oboi per poter eseguire tante belle opere del settecento, sempre così fresche e piacevoli pur nella loro
ingenuità. Molte felicitazioni e buona continuazione. F. Rivoir.
L’ undicesima Mostra
d’Arte Contemporanea
La Mostra <TArle Contemporanea di Torre Pelliee, organizzata dalla Pro loco e
daU’Art Club di Torino, sotto la guida
competente, appassionata e tenace del Prof.
F. Scroppo e di alcuni amici, è giunta alla
suo Xla edizione: e anche quest’anno può
dirsi veramente riuscita; largo è stato Tafflusso da fuori, specie la domenica 28 u.
s. E’ inevitabile che, se favorevole e anche
fervida è stata Taccoglienza da parte di conoscitori e appassionali (particolarmente
ampi c lusinghieri sono stati quest anno i
servizi giornalistici, non soltanto locali),
più lento sia il ipubblico locale a accettare
la pittura astratta di cui ci vengono da alcuni anni presentati esemplari pregevoli.
E’ Ingiusto — e, forse, un po’... pigro —
il giudizio negativo o irridente di parte
del gran pubblico; se non è raro che sotto
Tetichelta di arte astratta ci vengano presentali dipinti che con l’arte hanno forse
poco a che fare, si deve pure dare atto
agli organizzatori della rigida selezione
delle opere presentate, il che fa della Mostra un piccolo ma autentico gioiello. D’altra parte, anche gli organizzatori non dovrebbero limitarsi a scuotere il capo sulTim-omprensione di tanta gente. Proprio
perchè l’arte che essi rappresentano e presentano non è espressione di immagini naturali, devono comprendere che il profano,
di fronte alla maggior parte degli esempi
di quest’arte « asti-atta », che vuole esprimere impressioni e stati d’animo soggettivi, ha bisogno di una guida (più ampia e
più elementare, quanto ad espressioni, della pur bella ’’guida” stampata); altrimenti
è come il visitatore che capita davanti a un
ciclotrone o similia: può rimanere sbalordito magari affascinato, ma ci capisce ben
poco. E per accettare, amare veramente bisogna capire. Non sarebbe possibile, in
occasione della Mostra, di avere qualche
conferenza divulgativa?
Spero che quanto ho detto non suoni sfiducia o invito a mutare indirizzo, con concessioni al gusto del pubblico », tutt’altro :
proprio perchè sono convinto che questa
Mostra è un fatto importante, sareblie ve
ramente peccato che passasse come acqua
che s’interesserebbero sinceramente.
Allestita con cura e sagacia nei locali
Una scuola ulile
per le nostre giovanetle
La Scuola Valdese d’Econoniia domestica conohiuderà l’anno scolaistico 1959-6-)
nel pomeriggio della domenica 2 ottobre
prossimo alle ore 15, con la festa delle premiazioni e la consegna dei diplomi alle allieve promosse. Nella stessa occasione rarà preparala una modesta mostra di lavori
di cucilo, confezione, ricamo e maglieria
eseguiti dalle allieve.
La ripresa dei corsi del prossimo anno
.scolastico 1960-61 avrà luogo il lunedì 17
ottobre. Le giovani che intendono iscriversi sono consigliate di trovarsi alla Scuola qualche giorno prima, per potersi convenientemente ambientare.
E’ ormai nolo a tutti lo scopo di questo
Istituto: quello dì formare, in un ambiente sano, esperte donne di casa, preparale
a tutti i servizi domestici e d'assistenza
della famiglia; e di fornire loro inoltre,
con la lavorazione d’indumenti a maglia,
coi cuc lo, la confezione, il ricamo, un vero
e proprio artigianato femminile, con cui
essere pronte in seguilo ad assumersi, in
Italia od all’Estero, un’occupazione dignitosa e redditizia, utile a loro ed alle loro
famiglie. Essa ha la durala d’un anno. Il
.suo programma comprende corsi teorici
e pratici di cucina, di confezione delle
vivande, di cura della casa, di taglio, cucito e confezione, di lavorazione a maglia
i-on macchine apposite, di cura del pollaio
e dell’orto; ed inoltre lezioni semplici e
pratiche di religione, d’italiano, di francese, d’inglese, di corrispondenza e contahllità familiari, d’igiene, pronto soccorso
e puericultura. Le due allieve migliori,
ottenuto il diploma, usufruiscono d’un
cor.so semestrale gratuito di perfeziona
mento alla Scuola Statale d’Economia domestica a Marcell'n sur Morges (Svizzera)
Le due allieve inviale quest’anno. Carmela Cericela di Orsara di Puglia e Marcella
Pazzaglia dì Forano Sabino, hanno a Marcelin superato l’esame finale in modo veramente lodevole.
.Nell’anno che ora si chiude, la Scuola
è stata frequentata da ben 28 allieve, provenienti dalla maggioranza delle Comunità
delle Valli e da alcune defi’Ilalia CentroMeridionale. Si rivolge ora alle famiglie
che hanno figliuole adatte, tra i 12 ed i 18
anni, un cordiale invito a mandarle a frequentare la Scuola, sicuro di fare il loro
bene per ora e per Tavvenire.
Per le iscrizioni, condizioni ed informazioni occorre rivolgersi alla Direzione della S:uola Valdese d’Economia domestica
ai Monnet, Luserna S. Giovanni.
l.a famiglia della compianta
Enrichetta Ribet
ved. Ribet
profondamente commossa per le d’
mestrazioni di conforto e di affetto
ricevute in occasione della diparten
za della loro cara, ringraziano tutti
coloro che hanno preso parte al sue
dolore.
Faure di Pomaretto, luglio 1960
del Collegio Valdese, la Mostra, particolarmente ricca quest’anno, comprendeva
quattro sale dedicate alle personalità più
vitali della produzione contemporanea;
quindi due ’’personali”: quella di Albino
Galvano, e quella di Filippo Scroppo: a
proposito di quest’ullima, anche un pror
fano come me ha sentito un’impressione
serena di luminosità e di colori, che non
saprei esprimere meglio che con queste
parole di R. Guasco, nella ’’guida”: «Colori dal timbro basso, dalla sonorità piena, neri o bruni, si alternano con altri più
freschi e squillanti, verdi viola azzurri, sui
quali si avverte quasi il trascorrere di un
brivido d’aria silvestre. E’ la ritrovata
gioia del dipingere... La sensazione che lo
spettatore ne ricava (sempre che sia in
possesso di una capacità di attenzione scevra da pregiudizi) è di trovarsi di fronte
ad una composizione unitaria, riposanle
ed insieme ricca e articolata ; di ascoltare
quasi una conversazione a due o più voci,
non fragorosa, ma ricca dì fervore e d
passione contenuta ». A completare, degna
nente, la Mostra, un’ultima sala racco
glieva una parte delle opere che il Doti
Leopoldo Bertolè raccoglie da anni <on
passione sagace: troviamo qui «pezzi» di
prim’ordine, e per citare solo alcuni no
mi, accanto agli ultimissimi: Rosai, Ca.so
rati. Corrà, De Chirico, De Pisis, C. Levi
e molli altri.
In attesa fiduciosa della prossima edi
zione, esprimiamo la nostra riconoscenza
agli amici che con tenace passione, e —
auguriamo — con sempre più largo successo, ci offrono questa piccola ma valida
sintesi di arte contemporanea. g, c.
Le famiglie Ribet. Balmas e Bruno,
prefondamente commosse per la simpatia dimostrata in occasione della
dipartenza della loro cara mamma,
nonna e bisnonna
Reynaud Valentina
ved. Ribet - di anni 87
ringraziano in modo particolare il
sig. Pastore Bert, il Dott. Bertolino e
tutte le gentili persone che presero
parte al loro grande dolore.
S. Germano Chisone, il 25-8-1960
La famiglia Vicino profondamente
commossa ringrazia tutte le ptersone
che presero parte con viva simpatia
dimostrata in occasione del recente
lutto per la dipartita della loro cara
Anna Vicino
Ringrazia in special modo i due
pastori: Luigi Marauda per il suo
consolante messaggio ed il pastore
Arnaldo Genre per le sue frequenti
visite di conforto durante la lunga
malattia.
Un vivo ringraziamento a tutto il
personale dell’ospedale per le amorevoli cure prestate all’estinta durante oltre nove lunghi mesi.
4
pag. 4
L’EGO DELLE VAI4J VALDESI
N. 36 — 9 Settembre 1960
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
VILLASECCÄ
La tradizionale riunione degli Eiciasde
avrebbe dovuto concludere per la nostra
Parrocchia le riunioni estive aH’aperto,
ma per ben concludere una estate ricca di
cattivo tempo, un acquazzone ha bagnato
il sottobosco quel tanto che basta per impedirvi una riunione, che è stata così indetta nel tempio di Pomaretto, ben riempito dai membri delle due comunità.
I Pastori Archimede Bertolino e Giulio Vicentini ci hanno parlato del lavoro
e della testimonianza resa all’Evangelo
nella zona di Ferentino ed in quella dell’Abruzzo fra Schiavi e S. Salvo.
Zone diverse per genti e per caratteristiche geografiche; diverse anche per la
storia della loro evangelizzazione che risale a più di mezzo secolo nell’Abruzzo e
che è iniziata nell’ultimo dopoguerra in
Ciociaria.
Diverse quindi le situazioni attuali nelle due zone: mentre a Ferentino le Comunità ed i Gruppi sono in piena espansione,
in Abruzzo le comunità sono dissanguate
da una necessaria ed inevitabile emigra
zione che ha. ridotto ai minimi termini
proprio le Comunità più antiche.
Ma, quel che conta, l’Evangelo è predicato ovunque ed ovunque vissuto, e lo Spirito chiama alla fede sempre nuovi credenti attraverso alla testimonianza dei fratelli.
La gradita sonpresa della riunione è stala la presenza dei ’’trombettieri” del Baden con a capo il dinamico Pastore Geymet che hanno dato un valido contributo
alla buona riuscita della riunione con la
testimonianza del loro entusiasmo e della
musica.
La colletta è stata destinata alla Comunità abruzzese di S. Giovanni Lipioni.
Desideriamo ringraziare il Pastore Franco Giampiccoli che ha curato la Comunità
di Villaseoca durante l’assenza del Pastore, ed il Prof. Jean Pons, missionario nel
Cameroum, che ha presieduto il cullo del
28 agosto. A lui ed al fratello Jaixiues,
missionario nella Nuova Caledonia, giunga
il saluto affettuoso e fraterno della nostra
Chiesa di Villasecca.
11 21 agosto è stato amministrato il battesimo a Riccardo Griglio nato in Svizzera
a Niederuzwil da Enrico e Annemarie Tlioma. 11 Signore benedica questo bimbo.
La visita dei trombettieri
dei Baden
Son tornati a visitare la Chiesa Valdese, come da alcuni anni a questa parte,
i rappresentanti delle Fanfare Evangeliche del Baden guidati dal loro Maestro,
Ing. Emilio Stober.
Diamo qui il programma delle loro visite:
Domenica 4 settembre - mattino: Culto a Villar Pellicce pomeriggio: Convegno
Eiciaissie - Pomaretto.
Martedì 6 settembre - ore 20.30: Culto con inusica sacra nel Tempio di Villar
Pellice e in comune con la Corale di Torre Pellice.
Venerdì 9 settembre: Culto-concerto nella Chiesa Valdese di San Remo.
Domenica 11 settembre - ore 10: Culto-concerto nel tempio valdese di Sampierdarena; ore 20: Culto-concerto nel tempio Metodista di Bassignana.
Lunedì 12 seti. - ore 20: Culto-concerto nel tempio di Perrero.
Martedì 13 sett. - ore 21: Culto-concerto nel tempio di Torre Pellice.
Mercoledì 14 sett. - ore 20: Culto-concerto nel tempio di Luserna S. Giovanni.
Giovedì 15 sett. - ore 20: Manifestaz. Evang. ad Ivrea.
Venerdì 16 sett. - ore 20: Culto-concerto nel tempio di Pomaretto.
Domenica 18 sett. - ore 10: Culto-concerto nel tempio di Villar Pellice.
Ore 17: Culto-concerto nel tempio di Torino - Corso Vittorio.
SAN SECONDO
— La comunità ringrazia il pastore di
Zurigo, dott. Elio Eynard, che domenica
28 agosto ha presieduto il culto con un
efficace messaggio che è stato particolarmente gradito dal numeroso pubblico presente nel Tempio.
L’invito per una visita a Zurigo è stato
accolto con molta gioia, per cui diciamo
al pastore Eynard ed alla sua gentile Signora un affettuoso arrivederci, D. v., la
prossima primavera nel campo di lavoro
in cui essi svolgono un’opera benedetta
al servizio della Chiesa di Cristo.
— Un grazie sentito al pastore Paolo
Marauda che domenica 4 settembre ha
presieduto il culto del mattino. I signori
Marauda sono molto conosciuti nella nostra comunità ed è stato un vero piacere
per i nostri membri di chiesa l’aver potuto ascoltare il convincente messaggio di
questo figlio della nostra terra che abbiamo visto crescere in mezzo a noi nei primi anni della sua giovinezza.
Mentre rinnoviamo ai signori Marauda
i più fraterni ed affettuosi saluti, chiediamo al Signore di benedirli nel lavoro che
compiono per la Chiesa.
— Domenica scorsa il pastore Genre ha
unito in matrimonio Cardon Ferruccio del
quartiere Lombarda con Berto Maria
oriunda del Polesine.
Iddio mandi le Sue benedizioni su questi giovani sposi e conceda ad essi di poter
vivere sempre uniti nella gioia serena di
una famiglia cristiana. d. g.
TOBRE PELLICE
Il periodo sinodale è già dietro di noi:
periodo pieno e ricco. Nel corso di esso
si è svolto l’annuo bazar di beneficenza
organizzato dalla Società di cucito a favore
del nostro Asilo infantile e della diaconia
nella comunità; cosi pure il buffet sinodale. E’ stato pure quest’anno un successo,
e teniamo a ringraziare nel modo più vivo
tutti coloro che hanno contribuito generosamente con i loro doni, e tutti coloro, in
particolare il folto stuolo di signore e signorine, che hanno permesso con la loro
attiva partecipazione il perfetto svolgersi
di questi servizi. Questa parola di riconoscenza è doverosa e sentita, anche se sappiamo che chi offre e lavora lo fa con
gioia, sentendo la vita e l’opera della Chiesa come cosa sua.
E’ stala battezzata Annalisa Miriam Bosio, di Emanuele e di Renata Pascal. La
grazia del Signor Gesù Cristo accompagni
questa bimba e tutti i suoi.
E’ stato celebrato il servizio funebre di
Amalia Eynard Jourdan (Arnoulet) e di
Maria Vicino (S. Secondo), decedute all’Ospedale. 11 Signore conforti con la certezza della vita eterna in Cristo le famiglie toccate dal lutto.
Attendiamo con gioia la visita dei
trombettieri del Badén, che martedì
13 stra, alle 21, nel Tempio del Centro daranno un concerto spirituale
cui parteciperà pure la nostra Corale,
L’invito più caldo è rivolto a tutti, di
non perdere questa bella occasione.
VILLETTE TIPO SVIZZERO
(alHtudine circa 700 m.)
ProgeiHs^a : Dr. Arch. IVAN DABIANCOFF (Torino)
4-6 vani e servizi
Esposizione a mezzogiorno, con splendida vista sulla Valle
da Villar Pellice a Saluzzo
Per informazioni, scrivere esclusivamente a ;
Bric delle Betulle 34841 - Fermo Posta - Torre Pellice
¡{f
Sabato 3 settembre si sono uniti in matrimonio nel tempio del Serre Besson Valdo e Pons Clementina. Rinnoviamo a questi sposi l’augurio che la luce di Cristo
illumini sempre il loro focolare.
Incominciando dalla domenica 11 settembre i culti nella nostra comunità avranno luogo secondo l’orario invernale, ossia ogni domenica alle 10 nel tempio di
Pradeltorno ed ogni domenica alle 14,30
nel tempio del Serre. Ci auguriamo die
tutti coloro che lianno frequentato i culti
all’aperto nella stagione estiva non incomincino a fare notare le loro assenze quando questi sono tenuti nei templi. Del resto il tempo troppo incerto e la discesa
dagli alpeggi dei montanari non permette
più il proseguimento all’aperto delle riunioni che quest’anno sono state particolarmente ben frequentate e che lasciano quindi in noi un simpatico ricordo di comunione fraterna.
Doni per Pradeltorno
Eimilia Peyrot Gay (L. S. Giovanni)
1.000; Ringraziando per l’ospitalità ricevuta a Pradeltorno, Maria e Gino Barbiani
(Torino) 15.000; Schwester Eidi (Zurigo)
2.800; Ricordando i cari genitori, Federico e Margherita Sarù (Torino) 5.000;
Stefano E. Bonnet, in memoria del nonno
Stefano Bonnet (Torino) 5.000.
Ricordiamo che per le offerte « Pro restauri tempio Pradeltorno » ci si può anche servire del C.C.P. n. 2/18502 intestato
a: Bruno Costabcl, Via Serre 8 - Angrogna (Torino).
POMARETTO
— Domenica prossima alle ore 10 il
culto sarà presieduto dal Pastore Guido
Mathieu; sin d’ora gli diamo un caldo
benvenuto.
— Recentemente è deceduto Baret Giovanni Alberto di anni 62 dei Cerisieri;
un folto nucleo di amici e parenti Ita preso parte alle eisequie. Il Signore consoli la
famiglia in lutto.
Venerdì 16 corr. aRe ore 20,30 avrà
luogo una importante riunione nel
tempio. Ascolteremo la ben nota Fanfara Evangelica del Baden e udremo
i mes-saggi dei pastori Giorgio Tourn
di Massello e Enrico Geymet di Viltar PeUice.
Tutti sono cordialmente invitati.
11 27 agosto, nel tempio della Ruata, si
sono imiti in matrimonio Guido Soulier
(Case Nuove Pelleiichi) e Anna Valinotto
(Rivoli). Rinnoviamo loro le nostre vive
felicitazioni e domandiamo a Dio di benedire la loro unione.
Diamo il più cordiale benvenuto a Lilliana Sappè e Marina Long, venute rispettivamente ad allietare il focolare domestico di Livio e Ivonne Sappè, della Ruata
t domiciliati alle Briere), e di Renato e
Claudina Long, dei Tournim (domiciliati
ai Tupin).
Sono stati presentati al S. Battesimo
Michele Beux, di Giacomo e Elena, dei
Rosi (residenti in Svizzera) e Piera Soulier, di Guido e Anna, delle Case Nuove
Pellenohi. 11 Signore accompagni con la
sua grazia questi teneri agnelli del suo
gregge e li prepari a diventare dei fedeli
membri della sua Chiesa.
Esprimiamo i nostri ringraziamenti ai
Pastori sigg.ri A. Peyronel, G. Bertin e C.
Tourn, che hanno presieduto i culti e ci
hanno portato il messaggio della Parola
di Dio il 14 e 21 agosto e il 4 settembre.
I numerosi villeggianti ed amici, saliti
quassù per le loro vacanze estive, hanno
ripreso oramai la via di casa e sono rientrati lutti nella loro reisidenza abituale.
Prima della loro partenza un simpaticissimo incontro ha avuto luogo tra loro e i
membri della Comunità pramollina in una
serata organizzata la sera del 17 agosto nella sala delle Attività. Dopo alcune parole
dì introduzione del Pastore i villeggianti,
molto ben diretti dalla Signora Graziella
Morris Genre, si sono prodotti in un bel
programma di canti e di recite. E’ seguita,
da parte del Pastore Roberto Jahier, di Luserna S. Giovanni la proiezione di numerose iielliissime fotografie a colori. Il pubblico die gremiva la sala ha molto apprezzato la bella serata e rinnova agli organizzatori, alla Signora Morris-Genre specialmente ed al Pastore Jahier, il suo vivo
«incero ringraziamento.
Hanno rappresentalo la nostra Chiesa al
Sinodo tenutosi nei giorni scxirsi a Torre
Pellice i Sigg.ri Davide Bertalot, degli Allierì, e Enrico Costabel, dei Micialetli.
Causa il « marin », favorito dal maltempo che ha perdurato quasi tutta l’estate,
sono incominciati in anticipo quest’anno
i lavori di rac«'olta delle patate. Questo
prodotto, che dopo il bestiame rappresenta
il più importante cespite di entrata della
nòstra economia montana, si presenta poco
abbondante. Dopo aver molto lavorato e
mollo sudato si racicoglierà dunque poco.
Si spera comunque che alla piccola quantità .sovvenga la qualità, sicché questo prodotto possa essere venduto ad un discreto
prezzo e le molte fatiche non abbiano a
risultare vane o quasi.
Direttore resp.: Gino Conte
Coppieri . Torre Peli. - Tel. 9476
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
Registr. al Tribunale di Torino
n. 175, 8-7-1960
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— Steno-dattilo-comptometristi
— Contabili aziendali addetti a paghe e contributi
— Corrispondenti commerciali in lingua inglese
— Corrispondenti comrherciali in lingua francese.
Le adesioni dovranno pervenire all'Istituto non oltre il 19 settembre.
Per informazioni rivolgersi alla Segreteria dell'Istituto dalle ore 9
alle 12 e dalle 15 alle 20.