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Anno 117 - N. 21
22 maggio 1981 - L. 300
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deUe valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
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Con questo atto criminoso è
stato colpito uno dei simboli
della cristianità, anzi il maggiore, il papa! Una delle molte frasi enfatiche e concitate che hanno accompagnato la serata di
mercoledì; una frase che fornisce l’interpretazione più vera
deiravvenimento e della situazione del cattolicesimo moderno.
La nostra solidarietà con Wojtyla, un uomo colpito da assurda violenza non può che essere
piena, partecipe ma il suo attentato richiede un tentativo di valutazione razionale, distaccato,
fuori dello schema facile della
passionalità indignata. L’attentato era inevitabile (il caso di Paolo VI a Manila lo lasciava intendere) e non è necessario scomodare Nostradamus per prevederne altri; non perché ci siano oggi uomini più cattivi di ieri, più folli o perché vi sia più
violenza (c’è, è vero, una escalation di violenza nella società moderna) ma perché i simboli
esercitano sulla comunità che li
accoglie un fascino assoluto; i
simboli si adorano e si odiano,
si servono e si distruggono indifferentemente. La storia degli Stati Uniti lo insegna; lo insegna la
storia dei monarchi assassinati
nel XIX secolo. Ed il papa ha
scelto di essere simbolo ed in
questo sta il senso del suo pontificato. Il tentativo teologico
grandioso ed affascinante (degno dei grandi papi medievali)
è quello di trasformare il papa
simbolo della cattolicità in simbolo della umanità, ma tutto si
gioca a livello delle espressioni
simboliche.
Ma è simbolo della bontà, dell’amore, è l’uomo disarmato vestito di bianco! Dovrebbe essere
amato e venerato da tutti, dovrebbe attrarre su di sé la simpatia ed il rispetto. Vero sì e no.
Per i cattolici europei, forse, ma
per milioni di uomini è prima
di tutto simbolo di una religione e di una razza, è l’uomo bianco, cristiano, ed è anche simbolo della potenza occidentale, di
una tradizione secolare, di una
cultura. La difficoltà del suo tentativo deriva dal fatto che non
è un simbolo che nasee ex novo
ma che pretende trasformarsi.
La grande sfida lanciata da
Giovanni Paolo II è di vivere la
teologia del Concilio Vaticano II
in una dimensione simbolica e
non teologica, di assumerla incarnata nella figura del pontefice anziché farla penetrare nella
base del popolo di Dio (o forse
di farla penetrare attraverso il
simbolo papale). Egli ha incarnato il papato nella forma del
simbolo personalizzato e nel linguaggio dei mass media. Come
tutti i simboli dei mass media
suscita passione (e la passione è
violenza), amore ed odio, delirio
ed isteria, mani bramose di toccare e mani bramose di colpire.
L’equivoco è parte ineliminabile
della comunicazione di massa ed
il papa lo sapeva scegliendo la
via del_ simbolo universale che
si esprime e rinasce ogni volta
nel bagno di folla.
In questa scelta sta il problema non solo di un pontificato
ma della chiesa romana di oggi,
qui si misura la solidarietà ed il
dissenso dei cristiani non romani, vicini all’uomo, in dialogo
col teologo, non affascinati dal
simbolo.
Giorgio Tourn
RAPPORTO DAL CONSIGLIO DELLE CHIESE DEL MEDIO ORIENTE
Ubano, terra inquieta e dilaniata
Il carattere eterogeneo, ¡1 principio di tolleranza, la debolezza del potere centrale e la lontananza dai campi petroliferi fanno di questo paese un campo di battaglia tanto martoriato
Nel momento del pericoloso riacutizzarsi della crisi mediorientale, ci sembra importante dar voce ai cristiani di quella regione.
Pubblichiamo perciò un rapporto del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente (CCMO) inviato al Consiglio Ecumenico di Ginevra che
è stato pubblicato dal SOEPI del 7 maggio.
La recente ripresa dei combattimenti nel Libano, ed in particolare il deplorevole bombardamento di Zahlé, una città di 200
mila abitanti, e di Beirut-Est, si
iscrive come un nuovo episodio
nella serie dei disordini convulsi
che interessa tutta la regione del
Medio Oriente di cui l’elemento
dominante è costituito dal conflitto arabo-israeliano.
Zahlé e Beirut-Est hanno ambedue una popolazione in maggioranza cristiana. Se ne potrebbe
concludere che i cristiani costituiscono il bersaglio di un attacco isolato. Ma la vera natura del
conflitto è puramente politica,
con l’opposizione tra il partito
falangista — che opera a partire
dalle zone a predominanza cristiana — e le forze militari siriane presenti nel Libano come
forza di dissuasione. A questo
si aggiungono azioni sporadiche
dell’Esercito di liberazione della Palestina che segue le istruzioni dell’alto comando siriano.
Conviene notare qui che, nella
crisi attuale, anche se la comunità cristiana è vittima della situazione e malgrado i connotati
religiosi del conflitto libanese in
generale, i recenti avvenimenti
non hanno ripercussioni religiose
sulle relazioni tra cristiani e
musulmani né nel Libano né
nell’insieme della regione. I falangisti proclamano di condurre
la loro lotta a nome di tutti i
libanesi, inclusi cioè i musulmani che secondo i falangisti non
sono ancora liberi di unirsi a
loro in questa lotta a causa della
presenza dei Siriani e dei Palestinesi. Essi affermano ugualmente che i paesi arabi hanno fornito
loro, in occasione dei recenti avvenimenti, un appoggio tanto politico quanto militare.
In effetti si tratta essenzialmente per il Libano di recuperare la propria unità, la sua indipendenza e la sua sovranità su
tutto il territorio e, nello stesso
tempo, di conciliare l’interesse
nazionale libanese con la presenza e gli interessi siriani e palestinesi nel paese, una necessità,
a loro giudizio, indispensabile
per preservare la loro sicurezza
nei confronti di Israele.
Interessi esterni
In questo contesto, i diversi
paesi perseguono i loro programmi di sviluppo. Nell’insieme della regione medio-orientale la comunità internazionale beneficia
della ricca produzione del petro
Solidarietà con Wojtyla
Pubblichiamo il testo di un comunicato diffuso dalla presidenza della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia:
Giovanni Paolo II come Reagan, come Moro, come Martin Luther King, i due Kennedy, come decine di altri uomini
al centro della attenzione pubblica è stato fatto oggetto di im
attentato che in lui ha voluto colpire il simbolo di una realtà
che si vuole combattere impersonata a ragione o a torto in
queil’uomo. Sono atti che non servono aUo scopo come dimostra la storia degli uitimi anni, ma creano confusione nei
gruppi dirigenti e diffondono sentimenti di insicurezza e sgomento nei popoii mettendo in pericolo una società aperta
fondata sulla fiducia nelia convivenza pacifica e disarmata
di tutti gli uomini. Al di là dell’uomo che è stato colpito e al
quale auguriamo di ristabilirsi presto, una riflessione particolare si impone tuttavia perché questa volta l’uomo simbolo
oggetto dell’attentato è il rappresentante di una chiesa cristiana. Il fatto di esporsi consapevolmente in mezzo ad una
folia neila quale, come si è visto, chiunque può mescolarsi, ci
rinvia a quel messaggio della non violenza e della non resistenza al male che cogliamo come indicazione di un nuovo
stile più evangelico e come si vede non privo di rischi. Per
questo esprimiamo a papa Wojtyia la nostra solidarietà cristiana.
lio grezzo avviando i suoi prodotti verso un mercato in pieno
sviluppo nel Medio Oriente. Simultaneamente, le potenze concorrenti a livello regionale e internazionale concentrano i loro
antagonismi nel Libano cercando così di forzarsi reciprocamente ad una regolazione globale del
problema del Medio Oriente, sen
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Le domande di tutti i tempi
« Ma la notte si proiunga, e mi sazio d’agitazioni infino all’alba (...). Perché hai fatto di me il tuo bersaglio? A tal punto che son
divenuto un peso a me stesso?». (Giobbe 7: 4-20).
Le prime pagine dell'ultimo,
coinvolgente, libro di Levi si
aprono su alcuni drammatici capitoli di Giobbe (1). A cosa attribuire questa primogenitura?
« Perché questa storia — afferma Levi — splendida e atroce
racchiude in sé le domande di
tutti i tempi, quelle a cui l’uomo
non ha trovato risposta finora né
la troverà mai, ma la cercherà
sempre perché ne ha bisogno
per vivere, per capire se stesso e
il mondo ».
Il lamento di Giobbe, le sue
discussioni con i tre untici e con
Dio, le sue argomentazioni così
razionali e stringate, pongono la
questione della sofferenza del
giusto. Forse Levi, non lo so, suppongo, aprendo questo suo itinerario di vita con l’avventura
del giusto Giobbe che soffre, pensava ai lager nazisti, al ghetto
di Varsavia, all’attuale oppressione dei popoli latino-americani.
Forse Levi pensava ad una raffigurazione collettiva di quell’umanità che soffre, patisce le pene
dell’inferno, senza per questo
avere colpe particolari da espiare. Rileggendo Giobbe penso ai
due giovani digiunatori dell’IRA
che in questi giorni si sono autodistrutti per protesta contro l'ingiustizia. E qui torna alla mente
il tema biblico del giusto che
soffre e dell’empio che prospera.
Argomento che qualcuno, affasci
nato dalla mistica, ha applicato
alla stessa vicenda storica di
Israele come rappresentazione
collettiva del giusto che soffre e
per questa ragione è più vicino
a Dio. Ma la storia di Giobbe non
è la storia di un popolo. Può essere, un giorno, la nostra stessa
storia.
Le incalzanti domande di questo primo censore dell’Onnipotente possono facilmente diventare le nostre quando si affonda
completamente nella malattia,
nella sofferenza. Non siamo certo dei giusti come l’eroe del paese di Uz ma poniamo anche noi
all’Onnipotente domande scottanti quando ci sentiamo disperati, soli. Forse solo chi oggi è
nella .sofferenza del fisico, o privato della propria libertà può
capire fino in fondo la contesa
di Giobbe con il suo Dio. Ma il
problema, anche per chi oggi è
lontano da simili esperienze (ma
fino a quando?) rimane: perché
la giustizia di Dio permette la
sofferenza del giusto?
Anticamente si pensava che la
malattia, la catastrofe, il crollo
fosse frutto diretto della maledizione divina. Le vicende bibliche
dei lebbrosi, rifiutati da tutti, costituiscono l’esempio classico di
questa mentalità. Ma questa concezione logica, razionale viene
infranta dall’atroce avventura di
Giobbe. La malattia, le sofferen
ze del credente non sono maledizione ma un fatto, una prova se
vogliamo. Giobbe dimostra che
la nostra logica non è quella di
Dio. Allora tutto è irrazionale,
privo di senso? Siamo forse vittime di un destino cieco, ineluttabile? Nella sofferenza siamo
forse di fronte a domande destinate a restare senza risposta?
Roland de Pury, anni fa, scriveva: « O tu colleghi la sofferenza
dell’uomo al Cristo oppure essa
rimane incomprensibile ». Non viviamo sotto la giustizia di un Dio
misterioso, inafferrabile. In Cristo egli ha condiviso, sino in fondo, la sofferenza dell’uomo. L’ultimo grido sulla croce: « Dio mio,
Dio mio, perché mi hai abbandonato? » è il segno reale che
Cristo condivide la nostra situazione. Non perché vi subentri
una vuota rassegnazione o una
collera vana, ma perché nella lotta contro la sofferenza e la morte possiamo sapere che qualcuno
condivide il nostro destino. Giobbe capisce, accetta, quando nella
sua lotta incontra Dio così com’è
e non come glielo dipingono i
suoi amici o la tradizione.
E noi riceviamo una speranza,
nei momenti più duri, se nel pieno della nostra battaglia il Cristo — Colui che è accanto al
dramma deU’uomo per riscattarlo — diventa la risposta tanto
cercata altrove.
Giuseppe Platone
(1) Primo Levi. La ricerca delle radici, Einaudi 1981.
za preoccuparsi minimamente
della sofferenza umana e della
distruzione imposta in questo
modo al Libano.
Si riconosce oggi generalmente
che il Libano — e questo contro
la volontà dei suoi abitanti — è
progressivamente trasformato
in campo di battaglia dai regolamenti di conto a livello regionale e internazionale. Il suo carattere eterogeneo, il suo principio
di tolleranza, la debolezza tradizionale del suo potere centrale
così come la sua lontananza dai
campi petroliferi (elementi vitali
dell’economia mondiale), sono
altrettanti elementi che rendono il Libano vulnerabile a questo
tipo d’azione. Tutti questi fattori spingono i partiti a perseguire le loro lotte e non si teme molto, anzi non si teme per nulla
che questi conflitti degenerino
arrivando ad abbracciare il resto
della regione.
Necessità urgenti
Sulla base di questi dati del
conflitto attuale, si tratta ora di
cercare di proteggere questo paese da nuove sofferenze e da nuove distruzioni. Il Libano non deve essere sacrificato in nome della giusta causa palestinese o del
regolamento del conflitto araboisraeliano. È assolutamente necessario — tanto per la regione che per la comunità internazionale — che il Libano sia un
luogo in cui le differenti comunità religiose, ed in particolare i
cristiani e i musulmani, così come i diversi gruppi politici, possano vivere nella pace. Per questo bisogna ristabilire e garantire per l’avvenire la sua unità,
la sua sovranità e la sua integrità territoriale. Si tratta di rilanciare tutte le iniziative e mediazioni per metter fine al versamento di sangue. Tutte queste
iniziative dovrebbero mettere un
termine a tutti gli atti di ostilità
e creare un clima favorevole ai
negoziati aventi per oggetto l’unità nazionale e nuovi accordi
con il governo siriano e l’Organiz
(continua a pag. 10)
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22 maggio 1981
INTERVISTA A FRANCO GIRARDET
Attività delle Unioni femminili imparare ad insegnare
Il 14 febbraio si è tenuta l'Asseinblea Annuale 1981 con la partecipazione di un buon numero
di delegate delle Unioni Femminili Federate, Unioni che, in questo momento, sono 33: 11 in Argentina e 22 in Uruguay. Si è cominciato la mattina con un culto diretto da un membro laico
della Chiesa locale. Poi si è passati allo studio delle relazioni,
che, come l’anno passato, si è
realizzato in gruppi che hanno
lavorato sulla base di domande
che hanno diviso per temi di interesse le relazioni. Si tratta di
un sistema che sta dando un
buon risultato perché tutte partecipano, rendendo più agile
questo momento e più interessante lo studio di una relazione
che, in altra forma, risulterebbe
più pesante e tediosa.
Evidenziamo alcuni paragrafi:
Le unioni nelle
chiese locali
Crediamo che sempre di più le
socie delle Unioni che hanno
compreso la loro responsabilità
e il privilegio di collaborare
partecipano a tutto il lavoro della comimità.
Fanno parte dei Concistori, inviano delegate ai presbiteri (corrispondenti ai nostri circuiti.
N.d.R.) collaborano alla conduzione del culto. Molte si occupano dell’Educazione cristiana, sono attive nelle visite, nelle riunioni, contribuiscono al miglioramento degli edifici, fanno lavori di pulizia, lavorano in e per
i campi e donano borse; sono
una presenza importante nei lavori di quartiere, col lavoro,
le merende e le vendite di beneficienza.
La presenza di molte donne in
tutta la vita della Chiesa ci fa vedere il loro grande senso di re
sponsabilità e consacrazione,
tuttavia, pensiamo che possano
fare molto di più: forse non
sempre sappiamo stimolare e
scoprire doni.
Dobbiamo anche pensare che
ogni volta di più è necessario
promuovere la partecipazione
delle donne giovani e la collaborazione tra uomini e donne; il
lavoro delle Unioni non è esclusivo: vi può partecipare tutta la
comunità.
Evangelizzazione
ed educazione
Per la loro varia attività, le
Unioni si trovano in contatto con
molte persone e istituzioni.
Il loro lavoro è specialmente
pratico, di servizio, però sappianio anche che ci sono opportunità per comunicare, per far conoscere ciò che è fondamento
della nostra vita e della nostra
azione, cioè, della nostra fede.
Tra le varie notizie delle Unioni
appare una esperienza diretta a
portare il messaggio evangelico
in un quartiere in forma sistematica. Le vendite, i campi, le
visite a istituzioni che si occupano della salute o dell’assistenza, sono opportunità che abbiamo per essere, con la nostra parola e col nostro esempio, una
presenza evangelica.
Questa relazione informa anche che la maggioranza delle
Unioni ha condotto, durante
1 anno, lo studio della « Storia
della Chiesa », in molti casi diretto dalle socie, in altri con
l’aiuto del pastore. Le giornate
mondiale e nazionale di preghiera sono state celebrate da quasi
tutte le Unioni: la prima col tema Libertà responsabile, e la seconda col tema Gratitudine, lode,
azione. Alcune promuovono questa celebrazione a livello di co
inunità, altre invitano Unioni vicine o gruppi di altre denominazioni. Sono integrate al circolo
di preghiera della Moneta più
Piccola e il loro contatto interdenominazionale si svolge specialmente attraverso la L.U.M.E.
(Lega Uruguay ana delle Donne
Evangeliche).
Nell’anno
degli handicappati
In seguito l’Assemblea ha proceduto alla elezione della Commissione Esecutiva della Federazione, ha analizzato compiti e
realizzato progetti, ha pianificato studi, sforzi e offerte.
Nell’anno che è iniziato, si collabora come sempre con i Centri
Assistenziali della Chiesa, specialmente quest’anno che è «l’anno
dell’handicappato » con la Casa
« E1 Sarandi » che ospita persone con questo tipo di problemi
cercando, allo stesso tempo, di
studiare temi che vi siano relazionati, cercando di renderci
sempre, più utili in questo servizio tanto speciale.
Per quanto riguarda il piano di
studi per quest’anno, si baserà
sul tema « La comunità di uomini e di donne nella Chiesa »,
oltre ad una serie di Studi biblici sugli Atti degli Apostoli.
Terminiamo questa serie di notizie con la riflessione con cui
concludeva la relazione che abbiamo commentato.
« Che le nostre menti siano
sempre sveglie, che le nostre comunità facciano conto su di noi
come collaboratrici efficaci, che
non siamo resistenti ai cambiamenti utili, che giorno per giorno, con fedeltà, possiamo interpretare la volontà del nostro
« Signore ».
Noris Artus de Barolin
Ritornano, con nuove forme, i campi monitori
— Siamo alla fine dell’anno
anche per le Scuole domenicali.
Sappiamo che c’è un tentativo
di rinnovare programmi e metodi. Hai qualcosa da dire in
proposito?
— Credo che il tentativo più
importante sia quello di rilanciare i campi per monitori, al
duplice scopo di favorire la loro riqualificazione o formazione
e di permettere al Servizio Istruzione Educazione una maggiore
conoscenza della realtà delle
Scuole domenicali attraverso un
contatto meno episodico con i
monitori di quello che si può
realizzare attraverso i convegni
di uno o due giorni.
— Quindi sono previsti dei
campi già per l’estate prossima?
— Sì, uno è molto interessante, almeno sulla carta: poi vedremo; dipenderà molto non tanto
dagli organizzatori, quanto dalla
partecipazione. Si terrà ad Agape
dal 17 al 25 agosto. È il vecchio
campo biblico per famiglie ristrutturato. E sarà contemporaneo a un campo precadetti.
— Non si rischiano interferenze o confusioni per via di questa
commistione?
—- Credo di no. Infatti il problema è stato tenuto ben presente fin dalla prima fase organizzativa. I piccoli sperimenteranno varie tecniche espressive
(disegno, cartelloni, drammatizzazione, canti improvvisati);
quando saranno pronti, verso la
fine del campo, i monitori proporranno loro una o due sezioni
della sequenza « Verso Gerusalemme » per vedere come sia
possibile tradurle in scenette, tabelloni, ecc. per spiegarla ad altri ipotetici bambini. Poi sarà
DALLE CHIESE
Savona: luce verde per il ruolo diaconale
La chiesa metodista di Savona,
riunita in assemblea il 6/2/’81, ha
approvato il seguente ordine del
giorno, sul problema del Ruolo
Diaconale:
a) Questione della provvisorietà: siamo del parere che i lunghi
anni di ricerca per la sistemazione di un ruolo diaconale per
gli « optanti » indichino una necessità sentita non solo sul piano
amministrativo ma pure su quello spirituale, ad edificazione non
solo dei singoli interessati, ma
delle chiese tutte.
Le attuali « discipline » non
dovrebbero costituire un impedimento (né ci sembra che lo vietino) di allargare le nostre vedute in proposito; occorre muoversi sulle linee che le hanno
ispirate circa il ministerio nelle
chiese.
Il timore di clericalizzare alcuni membri di chiesa aggiungendoli ad una concezione clericale
dei pastori non ci pare fondato
per il fatto che l’operazione può
essere altrettanto validamente
definita di declericalizzazione, di
apertura, di non riservare ad un
solo ruolo il riconoscimento delle chiese.
b) Questione della definizione
del ministero degli «optanti»:
siamo del parere che il termine
« optanti » è povero teologicamente perché definisce solo la
scelta amministrativa e non
quella diaconale; non ci sembra
che si debba definire solo « fun
zionario ecclesiastico » chi ha
risposto ad una vocazione e lo
dichiara esplicitamente.
I termini « anziano », « diacono », « pastore » « dottore » sono
usati nele nostre chiese nel senso biblico del servizio e non nel
senso gerarchico; il ministero di
« diacono » è quindi quello che
compie un servizio non pastorale, a disposizione di tutte le chiese, rispondendo alla vocazione
del Signore.
c) Questione dell’articolazione
in settori di attività: siamo del
parere che la suddivisione in
quattro settori corrisponda alle
effettive esigenze delle chiese;
d’altra parte la diversità di queste attività impedisce che l’eventuale ruolo diaconale venga rappresentato nel suo insieme da
alcuni dei suoi membri soltanto,
nei sinodi ecc.
d) Questione del riconoscimento del ministero: siamo del
parere che le chiese debbano dar
un riconoscimento esplicito e assembleare a quei ministeri che
si manifestano come scelta di
una vita di dedizione e servizio
nelle chiese a tempo pieno e si
esplicano in un ambito più vasto di quello locale.
La forma del riconoscimento
non ci trova concordi; c’è perplessità perché la forma di consacrazione riservata ora ai soli
pastori (ed eventualmente allargata ai diaconi) li distingue dagli altri credenti; e d’altra parte perché la Scrittura ci indica
CASA EVANGELICA DI
SAN MARZANO
SAN MARZANO OLIVETO
(Asti) - Telefono 0141/856130
Aperta dal 1/7 al 31/8
Per informazioni, fino al 29 giugno, rivolgersi a:
- Alessandria
lei. 0131 55995 (ore pasti)
simboli, segni, gesti pubblici (che
del resto troviamo anche nella
vita civile e familiare) di preghiere, invocazione, consacrazione che servono ad evidenziare il
nostro pensiero e la nostra fede.
Se nelle chiese si diffondesse
l’uso annuale di consacrare, con
semplicità protestante, i membri
di chiesa incaricati dei servizi,
forse ci sarebbe meno perplessità per le consacrazioni distrettuali o sinodali.
e) Questione della rappresentanza nelle assemblee: siamo del
parere che essi debbano avere
voce deliberativa sia al Sinodo
che nelle Assemblee distrettuali e
di Circuito; nel Sinodo rientrando nell’elenco per il computo delle esclusioni; nelle assemblee distrettuali e di Circuito a seconda
degli incarichi che ricoprono localmente.
Ernesto Scorza
Domenica di Pasqua ; culto con
santa Cena, Ernesto Scorza distribuisce il vino ed alla fine la
Comunità è condotta in preghiera spontanea da lui. Infine saluti
di commiato e l’anziano ci tiene
che per l’occasione in tutti i fratelli ci sia pace ed amore fraterno e si accerta che tra lui e gli
altri non ci sia diverbio o cruccio alcuno. Ci ritiriamo presso
le nostre case. Passa mezz’ora
appena ed una telefonata ci sorprende : « il fatello Scorza è morto! ». A casa si era sentito male
e mentre il figlio Dario si prodigava per procurargli le cure
del caso, Ernesto congiunge le
mani sul petto e dicendo « Sono
pronto a tutto » muore serenamente fedele sino all’ultimo al
Crocifisso risorto di cui è sempre stato fedele testimone. E’
partito in punta di piedi chi non
ha vissuto ai margini della vita
comunitaria ma che è sempre
stato animatore valido e coraggioso. Perdiamo con lui l’anziano sempre alla ricerca di un servizio per la causa del Signore
più conforme al Vangelo e per
il quale non conosceva stanchez
za. Sempre disposto a dir di sì
quando la sua opera era richiesta nell’apostolato: visite, predicazione ecc...
I funerali si sono svolti il lunedi seguente, 20 aprile, e la predicazione è stata tenuta dal past.
Ricciardi. Il grande pubblico numerosissimo ha ascoltato in silenzio partecipando tutto al dolore improvviso che ha colpito
la comunità. Anche la morte è
stata per Ernesto Scorza non accompagnata da formalità e convenzionalismi, ma un atto di servizio e testimonianza al Risorto.
SCIGLI; per la 194
Nella manifestazione organizzata dal Comitato unitario per
la difesa della legge 194 a Scicli (Ragusa) il 10 maggio è intervenuta per la locale Chiesa
metodista Emola Cipiccia Tino.
Le forze politiche partecipanti
al Comitato sono state rappresentate dagli interventi di Salvatore Stornello e Marica Di
Marco (PSI) e on. Giovanni Ruffino (PCI).
domandato loro di fare critiche
e proposte per un rinnovamento delle nostre Scuole domenicali. Così si dovrebbe stabilire
un colloquio alla pari tra i due
gruppi.
— Ma i monitori dovranno
subire un vero e proprio corso
metodico di come si fa la Scuola domenicale?
— No di certo, anche perché
nessuno del SIE ha ancora scoperto un metodo per fare la
Scuola domenicale. Caso mai si
discuteranno e si metteranno a
raffronto le varie esperienze dei
convenuti.
— E allora quale sarà l’andamento delle giornate?
— Studieremo soprattutto in
modo calmo e approfondito alcune sezioni della sequenza autunnale, in modo da sviscerarle
a fondo (cosa che non si può fare nelle normali riunioni di preparazione dei monitori). Ciò ci
permetterà di vedere quali sono
gli ostacoli maggiori che si incontrano con i bambini e tenteremo di risolverli insieme, anche facendo eseguire delle vere
e proprie riunioni di Scuola domenicale... fra noi. Ci divideremo in gruppi e un gruppo istruirà l’altro.
— Chi sono gli organizzatori?
— Daniele Garrone, Bruno Rostagno, Domenico Tomasetto e
me, l’intervistato.
— C’è altro in programma?
Sicuramente. Un campo a
Bethel nella piccola Sila, dal 2
all’S settembre. A questo campo
che sarà sicuramente più familiare (per il numero dei partecipanti) saranno presenti come
coordinatori Luciano Deodato
e sempre il solito me stesso.
a cura di F. Giampiccoli
Per iscrizioni e ulteriori informazioni rivolgersi a: Segreteria
di Agape, 10060 Frali (To) tei.
0121-8514 e a: C. Milesi, viale Calabria, Traversa Temesa 6 - 89100
Reggio Calabria ( 0965-52.678).
____________TRIVENETO
9° convegno
ecumenico
A conclusione dell’argomento
sui «Ministeri» esaminato nei
precedenti due Convegni, avrà
luogo a Mestre domenica 31 maggio a partire dalle ore 9.30 il 9"
(Convegno dei gruppi ecumenici
del Triveneto e S. A. E.
— Meditazione biblica;
La Chiesa in servizio nella situazione locale del Triveneto
(Don Olivo Bolzon);
— Breve relazione di Anna Maria Melli (Gruppo Ecumenico
Dioc. Udine) e Alcide Fasiolo
(Gruppo S.A.E. Udine).
Per iscrizioni e informazioni:
Casa Cardinale Urbani (sede del
Convegno) via Castellana 16/A,
tei. 041/940355 MESTRE.
FIRENZE
Domenica 7 giugno agape fraterna aperta a tutti gli evangelici
fiorentini presso il Centro Giovamle Protestante (Istituto
Gould, Via dei Serragli 49, tei.
21.25.76). Nel pomeriggio trattenimento con giochi organizzati
dai ragazzi e dibattito sul senso
della vita comunitaria dell’opera.
Per l’agape ci si prenota entro
il 4 giugno; l’incontro pomeridiano è aperto a tutti.
■ Hanno collaborato a questo
numero: Thierry Benotmane Anna Bosio - Elena Calvelli Renalo CoVsson - Mario Colonna Romano - Giovanni Conte - Franco Davi te - Graziella
Fornerone - Dino Gardiol Sauro Goliardi - Teodoro Magri - Luigi Marchetti - Aldo
Rutigliano - Franco Taglierò Cipriano Tourn.
Protestantesimo
in TV
Domenica 24 maggio
2“ rete - ore 23
FASCISMO
E PROTESTANTI:
appunti sugli anni bui
La trasmissione, curata
da Claudio Rocco con la
consulenza e partecipazione di Domenico Maselli, è
dedicata ad una ricostruzione, con rapporto di testimonianze oculari, degli
atteggiamenti assunti dal
regime nei confronti degli
evangelici, culminati in
pratica nella fine della libertà religiosa delle minoranze.
3
22 maggio 1981
SINODO DELLA CHIESA RIFORMATA DI FRANCIA
Il senso del lavoro oggi
Viviers
Non è facile trovare la località di Viviers su una normale
carta topografica: si trova a 12
km. dalla stazione ferroviaria
di Montélimar, indicata nei prospetti turistici come la « capitale del torrone ». Si trova nella
Ardèche.
Viviers è un villaggio medioevale, con la sua antica cattedrale ed il suo castello; mantiene tutto il fascino dei paesi arroccati sulle colline. Orbene, in
Viviers vi è un antico « seminario » cattolico, dalle strutture
interne come le nostre carceri,
capace di ospitare trecento persone. Il « Seminario » non esiste
più, è stato chiuso per mancanza di seminaristi; nel tempo ne
aveva anche oltre centocinquanta, regolarmente. Attualmente il
« seminario » è utilizzato come
luogo di incontri.
Il Sinodo
È in questo seminario che si
sono svolti i lavori della 74* Sessione sinodale della Chiesa Riformata di Francia (E.R.F.).
I delegati a vario titolo sono
stati circa 200; ma gli aventi diritto di voto, quali delegati dei
sinodi regionali, solo 62. Bisogna
tener presente che la E.R.F. conta circa 450.000 membri di chiesa e circa 500 comunità. Partecipava ai lavori sinodali, quale
invitato, anche il vescovo della
zona, unitamente al responsabile del segretariato nazionale per
l’unità dei cristiani.
L’Irlanda del nord, la Polonia,
la D.D.R. come pure la Spagna,
il Portogallo, la Svizzera, i rappresentanti delle organizzazioni
ecumeniche protestanti, erano
al Sinodo in qualità di invitati.
La mia partecipazione al Sinodo è stata quale membro del comitato di continuazione della
CEPPLE, e quale incaricato di
rappresentare la Tavola Valdese.
Per chi, per cosa
lavoriamo
Questo il tema di fondo del
Sinodo, già indicato due anni
or sono. Tutte le comunità lo
hanno affrontato con grande impegno, sulla base di un documento preparatorio, diffuso in
15.000 copie. Il materiale prodotto è stato di notevole mole ed
importanza. Le comunità hanno
dimostrato soddisfazione per
essere state interpellate su quanto concerne la loro vita cotidiana. Nei Sinodi regionali è stato
raccolto il materiale prodotto
da centinaia di gruppi; sono stati preparati rapporti e comunicazioni.
La risposta corale e gioiosa
delle comunità, interpellate su
problemi concernenti la loro vita, deve far riflettere.
In vista del Sinodo abbiamo
preso conoscenza di ulteriori
documenti in cui si tentavano
delle sintesi e si mettevano a
fuoco i problemi nei loro diversi aspetti.
Per approfondire i problemi e
giungere a delle conclusioni, sono stati creati, nel corso delle
sedute sinodali, ben dieci gruppi di studio, i quali si sono occupati di determinati aspetti del
problema del lavoro, come: lavoro e mondo agricolo; la chiesa
ed i lavoratori immigrati; la
chiesa e la disoccupazione; i pensionati; formazione educativa al
lavoro; il lavoro delle donne; il
lavoro dei pastori...
Non è stato facile raccogliere
in un ordine del giorno conclusivo l’enorme materiale raccolto e tener conto degli interventi,
talvolta contrastanti, sui diversi aspetti del problema. (Riportiamo l’o.d.g. sul lavoro a p. 10
di questo numero. N.d.R.).
Altri temi sinodali
studenti in teologia: non sono
mai stati così numerosi dal ’72.
La Facoltà teologica di Parigi
ha circa 150 iscritti, quella di
Montpellier è passata, in due
anni, da 86 a 120 iscritti, senza
contare coloro che si preparano
al dottorato. Non tutti presteranno servizio nelle chiese dell.E.
R.F., anche perché 1/5 sono stranieri, ed anche perché altri studiano teologia non in vista del
ministero pastorale, ma per ministeri diversificati.
Il Sinodo si è rallegrato per
questa abbondanza di studenti,
pur ponendosi alcuni problemi di
carattere finanziario per l'avvenire.
Il contenuto della predicazione: il presidente del Consiglio
nazionale, pastore J. P. Monsarrat, nel suo messaggio di apertu
ra del Sinodo ha sottolineato
l’esigenza di una riflessione sul
contenuto della predicazione dell’Evangelo e la sua inserzione
nella vita degli uomini. « Come
rendiamo noi conto della morte
e della risurrezione di Cristo?
Come annunciamo e viviamo noi
la prossimità del suo Regno?
Come esprimiamo noi la nostra
speranza affinché essa sia chiara,
anche se è paradossale per i
nostri contemporanei? ».
Questa esigenza è stata fatta
propria dal Sinodo ed in un ordine del giorno è stato proposto,
ed accettato, di porre come prossimo « grande argomento » questo: « come comprendiamo e
viviamo noi oggi l’autorità sovrana delle Sante Scritture come regola di fede e di vita? ».
Un altro ordine del giorno domanda al Consiglio Nazionale di
proporre, come tema di fondo
del sinodo 1984, la catechesi, considerata nelle sue implicazioni
teologiche, pedagogiche ed etiche.
Matrimoni misti: un Sinodo
regionale, « pur rallegrandosi
della migliore comprensione dei
problemi posti dai matrimoni
misti... richiede al Segretariato
delle relazioni interconfessionali « che questo sforzo sia proseguito in vista di un riconoscimento pieno e totale dei matrimoni misti celebrati in seno alla
Chiesa Riformata lasciando ai
coniugi la piena e totale responsabilità dei loro impegni concernenti rorientamento confessionale dei loro figli... pensa che la
pratica occasionale delle dichiarazioni di intenzioni separate
debba essere abbandonata ».
Il problema rimane aperto ed
è stato posto ufficialmente al Segretariato per le relazioni interconfessionali.
Sfc * #
Nel documento preparatorio
sul lavoro di cui abbiamo parlato, si trovava, a conclusione, una
citazione di Moltmann, ed anche
noi ne faremo la conclusione di
questa rapida relazione sul Sinodo della Chiesa Riformata di
Francia:
« Il mondo non è finito. Mediante il loro lavoro gli uomini
partecipano alla distruzione o
alla conservazione del mondo.
Essi non collaborano soltanto
con l’Iddio creatore, essi lavorano anche con l’Iddio che libera ».
Aldo Sbaffl
DIBATTITO AL CENTRO FRANCO-ITALIANO
Cattolicesimo
e Protestantesimo
nella Francia di oggi
Con una cordiale presentazione
del Direttore del Centre Culturel
franco-italien, M. Michel Monory,
ha avuto luogo, giovedì 7 maggio,
presso il C.C.F.I. di Torino, un
dialogo su: « Cattolicesimo e
protestantesimo nella Francia di
oggi »:
Francesi entrambi gli oratori:
il R.P. Guy Bedouelle, professore
airUniversità di Friburgo, e M.
Bernard Roussel, professore alla
Facoltà di teologia di Strasburgo.
Cattolicesimo:
crisi e speranze
Davanti ad un pubblico attento, preparato, consapevole delle
difficoltà cui devono far fronte
le chiese oggi, prende per primo
la parola il R.P. Bedouelle. Inizia
con un riferimento alla crisi o
meglio alle crisi che si sono succedute dopo la seconda guerra
mondiale e dalle quali la Chiesa
è uscita scossa. Anzitutto la crisi
che si ebbe nel 1954 causata dall’interruzione del lavoro iniziato
dai preti-operai nelle fabbriche
nel 1945. La decisione venuta da
iRoma divise il cattolicesimo
francese. Un’altra crisi è dovuta
alla rapida discesa delle ordinazioni sacerdotali (1700 nel 1901 ed
ancora nel 1945, 645 nel 1965, 161
nel 1975). Davanti a questa situazione, aggravata dal numero non
indifferente di preti e suore che
scelgono il laicato, l’episcopato è
incerto. Un’ulteriore crisi si manifesta nello stesso popolo di Dio,
quando abbandona la prassi del
confessionale. Non occorre dimenticare la crisi suscitata dall’opposizione di monsignor Lefebvre alla nuova messa. Di fronte a questo quadro desolante, è
da notare la rinascita, dopo Vaticano II, della funzione dei laici,
la preghiera, la formazione di Comunità nuove (vedi Domenicane). Altri aspetti della situazione odierna:riscoperta delle altre
professioni di fede, urgenza di
troncare il dibattito fra una chie
America Latina
dittatura e comuniSmo
(E.P.D.) — Nel corso di una
conversazione tenuta a Vienna,
Claudio Pou, un gesuita che ha
soggiornato in Bolivia fino all’ultimo golpe, ha affermato che
le dittature latinoamericane non
costituiscono un vero ostacolo
alla diffusione del comuniSmo
nel continente. Egli è dell’avviso
che le continue violazioni dei
diritti dell’uomo favoriscono la
penetrazione di ideali comunisti.
Secondo Pou, occorre impedire
all’Unione Sovietica di « prendere piede » nel continente americano; ciò è possibile soltanto appoggiando le forze democratiche
di tutta l’America Latina.
Sudan: tutti i vescovi
sono africani
(SNOP) — Con l’annuncio della prossima partenza dell’arcivescovo di Khartoum, Baroni, il
cui successore sarà il suo coadiutore, Zubeir, le sette diocesi
del paese (Khartoum, Juba, E1
Obeid, Malakal, Rumbek, Tombura e Wau) saranno tutte rette
da un titolare africano. Il vescovo di Wau è stato l’ultimo ad essere consacrato. Nel corso della
cerimonia egli ha ricevuto le insegne di capo dei Dinkas, un
cappello alto e molto ornato, e
tre lance. Il primo vescovo africano del Sudan, Ireneo Dud, fu
consacrato nel 1955, attualmente
egli è vescovo di Juba ed ha festeggiato i suoi 25 anni di episcopato nel novembre scorso. Nel
1964, quando tutti gli stranieri
furono espulsi, Ireneo Dud rimase l’unico vescovo del paese, ri
lechi dal mondo cristiano/
a cura di ANTONIO ADAMO
schiando più volte la vita nel
corso della guerra civile.
Incontro dei G.B.U.
Spagnoli
(B.I.P.) — La IV assemblea
generale dei Gruppi Biblici Universitari spagnoli ha avuto luogo
a Sacedon in Spagna. L’assemblea ha messo in evidenza la crescita di questo movimento, che
si caratterizza per il suo slancio
evangelistico negli ambienti universitari. Il movimento affronta
anche temi di attualità quali
l’aborto, la droga, l’ecologia, ecc.
I G.B.U. spagnoli hanno una loro rivista, « Andamio », che diffondono sistematicamente tra gli
studenti.
Chiesa presbiteriana
del Mozambico
(SPR) — La Chiesa presbiteriana del Mozambico, secondo
quanto è contenuto in un rapporto pervenuto alTAlleanza Riformata Mondiale, ha iniziato
dei corsi di formazione per laici, di animazione per gruppi femminili e per giovani. Il rapporto
afferma: « Le donne sono impegnate in tutte le attività della
Chiesa... Uno dei compiti della
Commissione femminile è quello
di visitare, in gruppo, le varie
parrocchie ». La Chiesa presbiteriana ha deciso di concentrare la
maggior parte delle sue energie
su questi tre settori, considerati fondamentali: animazione giovanile, organizzazione delle donne e corsi di formazione biblica
per laici consiglieri presbiteriali. La Chiesa presbiteriana del
Mozambico è membro dell’Alleanza Riformata Mondiale dal
1954; conta circa 20.000 membri.
800 consiglieri presbiteriali, uomini e donne, in numero eguale.
Libertà religiosa
(S.P.P.) — Su proposta della
sua commissione per i diritti dell’uomo, l’assemblea delle Nazioni
Unite dovrà adottare nel 1982 un
progetto di dichiarazione sulla
libertà religiosa e l’eliminazione
di ogni forma di intolleranza.
La commissione per i diritti dell’uomo è convinta che la libertà
religiosa può contribuire a instaurare la pace nel mondo, la
giustizia sociale e l’amicizia tra
i popoli. Essa favorirebbe anche
l’eliminazione del colonialismo e
della discriminazione razziale.
Nel preambolo della dichiarazione, che conta sette articoli, si
afferma: « tutti hanno diritto alla
libertà di pensiero, di coscienza e
di religione ».
Appello urgente dall'Angela
Il past. G. Andrié del D.M. svizzero,
in visita alle chiese evangeliche dell'Angola, ci fa pervenire una richiesta urgente da parte di quelle chiese di due
medici per l’ospedale del distretto di
Sanza Pombo (a 300 km. a nord di
Luanda).
Sono ormai più di 18 mesi che l'ospedaie, che serve una popolazione di 400
mila abitanti, è senza dottori. Il dottore
più vicino si trova a 150 Km. di distanza. La mortalità è fortemente aumentata. Recentemente più di 60 bambini
sono morti in seguito al morbillo per
mancanza di cure e malnutrizione.
L'ideale sarebbe di trovare 2 medici
che possano fare équipe insieme. Uno
di loro dovrebbe essere medico generico, l’altro di preferenza ginecologo.
Non si cercano tanto degli specialisti
ma dottori che abbiano una certa esperienza, e, se possibile, abbiano seguito
un corso di medicina tropicale.
Importante sarebbe inoltre la volontà di collaborare con le chiese evangeliche che li accoglierebbero. Lavorerebbero come cooperanti e sarebbero
alloggiati in una casa sufficientemente
convenevole, per una zona molto povera. Il D.M. (Dipartimento Missionario svizzero) li prenderebbe in carico
finanziariamente, e si chiederebbe un
impegno di almeno due anni.
L'appello è urgente e drammatico e
lo poniamo di fronte all’evangelismo
italiano nella speranza che qualcuno lo
possa raccogliere positivamente sentendo la solidarietà della chiesa.
sa di élite e una chiesa popolare,
accettare il risorgere delle comunità nei confronti della Bibbia, prendere coscienza dell’esistenza delle divisioni aH’interno
del cattolicesimo francese.
Protestantesimo:
dove e quanti?
Alla domanda: « Protestantesimo francese? dove? quanti? risponde il prof. Bernard Roussel.
Dove? nelle chiese riformate, luterane, metodiste, libere. Quanti? 700.000 circa (il numero è approssimativo in quanto il censimento in Francia non richiede
né razza né religione), di cui 300
mila riformati e luterani si trovano nell’est, Alsazia e Lorena,
dove si può parlare di protestantesimo di massa con riferimento
germanico, mentre gli altri quattrocentomila sono estremamente
dispersi, e si riallacciano alla
chiesa riformata, a quella metodista e alle chiese libere. Un sondaggio del 1980 ha rivelato che
circa due milioni di francesi si
consideravano « vicini » al protestantesimo con il quale si dichiaravano d’accordo neH’esame
dei grandi problemi. Che aspetto si deve sottolineare oggi a differenza di 50 o 100 anni fa? Caratteristiche sono l’integrazione
e la discrezione del protestantesimo in Francia, una grande tolleranza, una struttura sociologica molto varia, un allontanamento dei quaranta-cinquantenni risalente agli anni 1960-64, la mancanza di un voto protestante, la
consacrazione di donne-pastore
che non riesce tuttavia a colmare il 10-15% di posti vacanti nel
ruolo dei pastori, l’uguaglianza
fra uomini e donne, fra pastori e
laici nelle funzioni. Grazie all’intervento di un Dio d’amore, i protestanti francesi intendono affrontare tutti i problemi, parlare
alla società, suggerire indicazioni fondamentali ai diversi gruppi quali medici ed altri. Benché
si abbia in comune con la Chiesa cattolica lo stesso Dio che salva attraverso Cristo, interventi
separati potrebbero portare i
protestanti ad isolarsi. Brevemente, il prof. Roussel segnala
ancora l’irrigidimento di alcuni
membri della chiesa protestante
davanti all’accordo con il cattolicesimo che ne giustifica l’eguaglianza, la necessità per i protestanti, poco numerosi, di far parte di raggruppamenti ecumenici,
la limitata udienza essendo il
protestantesimo minoritario.
Accordo profondo
La sensazione dell’ascoltatore
— al termine di questo dialogo
che è proseguito poi tra gli oratori e il pubblico — è stato di un
accordo profondo fra i due oratori, domenicano l’uno, storico
protestante l’altro. Più netta si è
rivelata questa sensazione nelle
ore passate con loro poiché dal
protestantesimo minoritario in
Francia, dallo stesso cattolicesimo minoritario in Francia su
problemi specifici, non è stato
difficile giungere al protestantesimo ancor più minoritario in
Italia mediante la brevissima
escursione nelle Valli Valdesi, ad
Angrogna, a Chanforan, alla Ghei,sa d’ia tana, la visita dell’archivio e del Museo valdese di
Torre Pellice, l’incontro con alcuni pastori della Valle.
Con due « lezioni » tenute all’Università di Torino, su invito
del prof. Franco Giaccone, è terminata la permanenza degli ospiti che, pur essendo credenti di
fede diversa, hanno rivelato fra
loro un’ amicizia profonda, un
travaglio identico nell’esprimere
la loro fedeltà alla chiesa, alla
ricerca di unione e non separazione.
Liliana Ribet
4
Le foto (di archivio) illustrano alcuni momenti della vita dei campi
di Agape
I CAMPI E GLI INCONTRI DEI PRINCIPALI CENTRI GIOVANILI EVANGEti
UNA PROPOSI
Presentiamo qui i principali programmi estivi
dei centri giovanili evangelici italiani.
Ma cos’è un « centro »?
A prima vista potrebbe sembrare solo un luogo
in cui è possibile passare delle « vacanze diverse »
a buon mercato.
In realtà i centri — oltre a questo — sono
« evangelici », protestanti. Nascono dalla riflessione, dalla iniziativa di una minoranza del nostro
paese. Di una minoranza religiosa che non si considera « un residuo », che non è ripiegata su se stessa, ma che è piuttosto una minoranza embrionale,
creatrice di storia e che investe forze e immaginazione in un progetto di vita al servizio di tutti.
Così i campi organizzati dai centri sono generalmente delle occasioni di confronto e di ricerca
in un quadro non prestabilito dove possono riunirsi in un periodo di vita comunitaria protestanti
e cattolici, atei e credenti, uomini e donne.
In altre parole i centri sono un aspetto della
missione delle chiese evangeliche italiane, un aspet
to complementare alle comunità locali. Una con
plementarietà molto importante perché, a volte
centri sono per molti cattolici e non credenti’¡j
prima occasione per venire in contatto con i pm
testanti italiani.
Una complementarietà che però interroga i.
comunità locali, che chiede ad esse di essere sen
pre più un luogo di confronto libero su tutti 1
ti di vista dove si può imparare ad esprimersi seni
za timori, di rinnovamento biblico e teologico. i
centri aiutano le comunità a porsi il problema del.
la ricerca biblica con i non credenti (cioè dellj
evangelizzazione), di come può articolarsi la poli,
tica con la fede, di come valorizzare la grazia j
rinnovamento interiore dell’uomo, la preghiera’ j
culto senza che questi diventino rito ma mant’en.
gano un carattere di impegno per il singolo e ab
biano significato anche per i non credenti.
L’attività dei centri in questi anni è stata enor
campo cadetti 1 (14-17 anni)
29 giugno - 9 luglio
□ L’UOMO NUOVO
Il campo intende proseguire la linea di
ricerca iniziata anni addietro. Il taglio sarà prevalentemente etico; si tenterà di
sviluppare, anche a partire dal discorso
biblico, una proposta di "uomo nuovo”
che ci aiuti a combattere il ricorrente
trionfo del "vecchio" sia sul piano storico sia su quello personale, a costruire la
nuova umanità in modo più autentico.
Lingua: italiano.
campo femminista - 11-20 luglio
□ LA POLITICA DELLE DONNE
^ Si vuole proseguire il vasto tema dell’anno scorso che racchiude sia una analisi femminista nella politica, come anche
una riflessione se il movimento debba o
no uscire dallo specifico femminile per
fare politica globale (ma nuova!). L’elasticità del tema permetterà di affrontare
il rapporto tra le donne e che cosa vuol
dire realmente "partire da noi”. Il campo
sarà gestito in larga misura dalle partecipanti stesse.
Lingue: italiano, tedesco, francese, inglese.
campo sui problemi del mondo del
lavoro - 21-28 luglio
□ DEMOCRAZIA E POTERE:
I DELEGATI SINDACALI
Questo campo intende proseguire la riflessione sui problemi del mondo del lavoro che Agape ha ripreso da alcuni anni.
Il campo di quest’anno, organizzato in
collaborazione col sindacato, intende affrontare il problema dei "consigli", il loro
rapporto con la classe operaia e il loro
ruolo nel sindacato.
Lingua: italiano.
Campo precadetti 1 (dai 10 ai 13 anni)
29 luglio - 8 agosto
□ espressione sonora ed
espressione corporea
Sulla conoscenza e l’uso di due linguaggi spesso ignorati si svolgerà il lavoro del
campo : espressione sonora ed espressione corporea, affrontate e sperimentate
parallelamente nella loro specificità a
partire dall’educazione al ritmo e al movimento, divepanno per i partecipanti
nuove possibilità di comunicazione.
Lingua: italiano.
campo Europa-Terzo Mondo
1-8 agosto
^ L’emigrazione dal terzo
MONDO IN EUROPA
Il mercato del lavoro internazionale
continua ad adattarsi alle esigenze del capitale. Vogliamo esaminare la situazione
degli immigrati, provenienti da altri continenti, con la diretta partecipazione dei
sindacati. La prospettiva è di realizzare
un corretto uso della forza-lavoro — non
solamente come tutela — ma in funzione
dello sviluppo dei paesi di provenienza e
AGAPE
in vista del rientro degli emigrati.
Lingue: italiano, tedesco, francese, inglese.
campo teologico - 9-16 agosto
□ LA PROFEZIA
L’incontro sarà rivolto soprattutto alla
attualità; è ancora possibile oggi una forma di profezia? Se si, in che modo?
Un primo momento di informazione
teologica sulla profezia nell’Antico Israele e sul senso che essa assume dopo Gesù
Cristo darà l’avvio al campo; sono poi
previsti diversi momenti di animazione
biblica, in cui si leggeranno insieme alcune pagine profetiche particolarmente rilevanti per la discussione. Come di consueto
la discussione a gruppi costituirà l’ossatura dell’incontro.
Lingue : italiano, tedesco, francese, inglese.
campo precadetti 2 (7-10 anni)
17-25 agosto
□ INCONTRO BIBLICO
Proposta di campo divisa in due sezioni.
Accanto a un gruppo di ragazzi, dai 7 ai
10 anni, che sarà impegnato in momenti di
ricerca biblica, un gruppo di responsabili
del lavoro biblico fra i giovani, o di aspiranti-responsabili, esaminerà problemi legati alla stessa ricerca. Si tratta del primo tentativo di questo genere, che vuol
essere preparato con linguaggio molto
semplice, alla portata di tutti.
Lingua: italiano.
26 agosto - 2 settembre
n INCONTRO DELLA CEvAA
La Comunità Evangelica di Azione Apostolica è il risultato del patto di azione
che un certo numero di chiese di Africa,
Oceania ed Europa hanno firmato per
un’azione di testimonianza comune. Su
un piano di parità, chiese di origine divisa e credenti che intendono impegnarsi in questa azione si ritrovano per riflettere sul loro lavoro per la terza volta consecutiva ad Agape.
Lingue: italiano, francese.
campo cadetti internazionale
(15-20 anni) - 2-10 settembre
□ I GIOVANI E LA MUSICA
Dopo l’avvento delle comunicazioni di
massa (radio, tv, dischi ecc.), la musica
costituisce un mezzo di consumo che ha
un ruolo centrale nella cultura giovanile.
11 campo si propone un’analisi critica del
fenomeno da diversi punti di vista; aspetti sociali ed economici, le mode musicali,
il divismo e un’analisi dei contenuti e dei
valori di alcuni filoni musicali particolarmente in voga saranno oggetto della ricerca e della discussione dei campisti.
Non dunque un campo per « amanti della
musica », ma una occasione per esaminare un aspetto importante della «cultura
giovanile ».
Lingue : italiano, francese, portoghese,
spagnolo.
Il costo degli incontri è rapportato al reddito dei partecipanti. Nei programmi dettagliati vi sono le indicazioni necessarie per determinare la quota di partecipazione.
Per informazioni e iscrizioni: Scrivere a Segreteria di Agape
Telefono 0121/8514.
10060 PRALI (To)
campo cadetti - 4-19 luglio
□ IL LAVORO MINORILE
Direttori: Sergio Aquilante, Alfonso e
Carmelina Manocchio.
Previsione di rimborso spese L. 80.000
(di cui L. 10.000 da versare con la domanda di iscrizione).
Il campo si articolerà in due sezioni:
dagli 8 ai 10 anni e dagli 11 ai 14.
Il programma prevede anche gite al
mare, ai laghi, ai monti ed a luoghi di interesse storico-culturale; nel tempo libero saranno organizzati giochi collettivi.
campo politico - 22-29 luglio
□ LE TRASFORMAZIONI DEL MEZZOGIORNO E LA CULTURA MERIDIONALISTICA OGGI
Direzione: Biagio De Giovanni - Silvana Nitti.
Previsione di rimborso spese: L. 56.(K)0
(di cui L. 10.000 da versare con la domanda di iscrizione).
ECUMENE
campo cadetti - 19-30 agosto
□ LA FORMAZIONE RELIGIOSA
Direzione: Paolo Sbaflì.
Previsione di rimborso spese: L. 60.000
(di cui L. 10.000 da versare con la domanda di iscrizione).
Il programma prevede anche gite al
mare, ai laghi, ai monti ed a luoghi di interesse storico-culturale; nel tempo libero saranno organizzati giochi collettivi.
campo giovani - 3-10 settembre
□ IL LINGUAGGIO DELLE IMMA
GINI
Direzione: Giovanni Ribet.
Previsione di rimborso spese: L. 45.000
(di cui L. 10.000 da versare con la domanda di iscrizione).
13-16 agosto campo biblico - 7-12 settembre
□ IL POEMA BIBLICO DELL’AMORE □ Il MITO
Previsione di rimborso spese: L. 35.000
(di cui L. 10.000 da versare con la domanda di iscrizione).
Previsione di rimborso spese: L. 40.000
(di cui L. 10.000 da versare con la domanda di iscrizione).
L’indirizzo di Ecumene è: Contrada Cigliolo - 00049 VELLETRI (Roma) - Tel. 06/9633310.
Per informazioni e iscrizioni; Scrivere a Ornella Sbaffi, Via Firenze 38 - 00184 ROMA
- Tel. 06/4743695/361585.
TRAMONTI
campo teologico - 1-8 luglio
□ IL IV EVANGELO
Ipotesi per una interpretazione non
metafisica.
campo cadetti - 12-26 luglio
1“ parte
□ LEGGIAMO INSIEME LA BIBBIA
Gli Atti degli Apostoli: chiese a confronto.
2' parte
□ I RAGAZZI E LA FAMIGLIA:
SCHIAVITÙ’ O AMORE?
campo autogestito - 27 luglio - 2 agosto
□ PER FAMIGLIE
campo studi - 3-13 agosto
(in collaborazione con la FGEI)
□ TERREMOTO, QUESTIONE MERIDIONALE, QUESTIONE APERTA
Questo campo, organizzato in collabo
razione con alcuni terremotati di Sener
chia (AV) e con alcuni volontari friulaà
che si sono recati in Irpinia dopo il 23 no
vembre 1980, vuole offrire, a chi non ba
potuto recarsi nel Sud, un’informazioni
obiettiva e un’esperienza di vita fatta in
sieme alle popolazioni terremotate.
Sono previsti interventi di alcuni terremotati di Senerchia (Avellino), di sindad
di paesi terremotati del Friuli (terreron
to del 1976) per fare il punto sulla
struzione locale, e una « relazione tecnica » di un geofisico dell’Università di N®’
poli.
campo famiglie - 15-30 agosto
□ IL VOSTRO CUORE NON SIA TU^’
BATO : ABBIATE FEDE IN DIO i
ABBIATE FEDE IN ME (Giovani
14 V. 1)
Fede oggi nella persona, nella famigli®’
nella comunità.
L’indirizzo del centro è: Centro « L. Menegon » - 33090 TRAMONTI DI SOPRA (PN).
Per informazioni e iscrizioni: Scrivere a Elda Rogo Urban ■ Via Forte Marghera 95 ■
30137 MESTRE - Tel. 041/958794/58941.
5
ITALIA: UNA POSSIBILITÀ’ PER PASSARE LE VACANZE IN MODO DIVERSO
Ter L’ESTATE
memente importante per la vita delle comunità locali, al punto che alcune di queste si sono dotate
di « centri » locali che fanno parte delle attività
della comunità.
Dunque non c’è separazione tra « centri » e comunità ma solo momenti diversi di uno stesso progetto di testimonianza dell’Evangelo.
I non credenti, i cattolici nei campi chiedono
agli evangelici di dimostrare la loro autenticità di
fede, la loro coerenza. Autenticità e coerenza che
oggi sono richieste sempre più per ogpii proposta
ai giovani (e non solo ad essi). Autenticità e coerenza che è difficile realizzare sul piano teologico
ed ecclesiastico: la ricerca teologica che si fa nei
centri non è mai una scolastica, ma si sforza di
essere legata all’esperienza pratica — sovente contraddittoria — dei partecipanti.
Partecipare ad un campo è una tappa nella ricerca di fede che non si ferma mai e — a volte —
il primo passo di una pratica teologica che è quel
la di tutta una esistenza.
Si dice inoltre che i centri fanno politica. Anche
i programmi di quest’anno vedono molti temi di
natura politica : « il lavoro », « il sindacato », il terremoto e il mezzogiorno », « l’emigrazione », « l’Europa ».
Quando si leggono i programmi di questi campi
può sembrare che per la preoccupazione di una
presenza disinteressata nel mondo e per rispetto
dei non credenti che vi partecipano sia tolto ogni
riferimento esplicito all’Evangelo.
In realtà non è così: è proprio in questi campi
« politici » che il riferimento all’Evangelo che libera radicalmente acquista tutto il suo valore.
Partecipare ad un campo è accettare di essere
messi in discussione con le proprie ideologie e le
proprie convinzioni, di confrontarsi con l’Evangelo, di sperimentare la vita comunitaria.
Perché allora non provare, quest’estate?
%%
ADELFIA
campo precadetti - 17-29 giugno
D IL MARE
Prendere spunto dal mare con i suoi
molteplici aspetti (scientifici, culturali,
sociali...) per giocare, chiacchierare, fare
animazione varia, trascorrere insomma
questi giorni insieme con ragazzi dagli 8
ai 12 anni. Questo si propone il gruppo di
coordinatori che seguirà il campo.
campo studi 1 - 30 giugno - 10 luglio
D ESSERE NONYIOLENTI OGGI
Tra invasioni e minacce di ritorsione,
tra fanatismi e "blitz” da fantascienza, tra
terroristi e fautori della pena di morte
parlare di nonviolenza può apparire una
ironia o un lusso per pochi privilegiati. Il
campo cercherà invece di dare al movimento nonviolento la sua giusta collocazione storica e politica con un occhio ai
suoi meriti e l’altro ai suoi limiti.
campo studi 2 - 11-20 luglio
D « E VOI, CHI DITE CH’IO SIA ? »
Questa la domanda posta da Gesù ai
suoi discepoli e dalla quale partirà la riflessione del campo senza pretendere di
giungere ad una risposta definitiva. Chi è
Gesù per ciascuno di noi nella propria
specifica realtà?
campo cadetti - 21-31 luglio
□ I LINGUAGGI DELLA
espressione
Esprimersi: parole, gesti, suoni, colori.
Ma per comunicare che cosa?
Quest’anno l’indagine sulla condizione
Siovanile proseguirà affrontando lo spe
* Per informazioni e iscrizioni: Scrivere a Adeifia - caseila postale - 97010 SCOGLITTI
(Rg) - Tel. 0932/980132
cifico problema della comunicazione e dei
suoi contenuti.
campo famiglie - 1-13 agosto
Il campo vuole avere la caratteristica
di un incontro tra nuclei familiari, un’occasione e un appuntamento per quelle famiglie che vogliano trascorrere insieme
un soggiorno al mare per conoscersi e
confrontarsi su problemi sociali e di fede
cristiana.
campo donne - 14-20 agosto
□ COMUNICAZIONE AL FEMMINILE
Donne provenienti da diverse realtà ed
esperienze si incontrano, in questo campo, cercando di riscoprire, al di là degli
strumenti di comunicazione imposti dalla
nostra società, il loro linguaggio a cui
non sono estranei la favola, il corpo, la
musica, la poesia, l’arte : l’amore e la fantasia insomma.
campo internazionale - 2-12 settembre
□ L’INGRANAGGIO EUROPA
(in collaborazione con il C.E.G.E.)
Siamo di fronte ad una Europa comunitaria in cui i poli di sviluppo coesistono con sacche di vera e propria povertà;
gli interessi delle nazioni ricche sembrano cozzare con quelli delle aree depresse.
E’ possibile una più giusta convivenza tra
sud e nord oppure l’ingranaggio Europa
si è inceppato? Il campo si propone di
favorire uno scambio di informazioni tra
partecipanti italiani, portoghesi, francesi
e spagnoli, ponendo una particolare attenzione ai problemi e al ruolo delle chiese protestanti nei vari contesti nazionali.
campo precadetti - 5-14 luglio
D SONO EVANGELICO
campo cadetti - 16-25 luglio
Q essere CRISTIANO: PERCHÉ
COME !
E
campo ecumenico - 26 luglio - 2 agosto
Q CRISTO OGGI NELLA NOSTRA
Esperienza
campo teologico - 4-12 agosto
3 Battesimo, s. cena, preghiera-, FEDE, GRAZIA E SALVEZZA,
COMUNITÀ’.
BETHEL
1° campo famiglie - 14-22 agosto
□ ESSERE CRISTIANI OGGI
2° campo famiglie - 23-31 agosto
□ DONNA-FAMIGLIA :
UN’EQUAZIONE CONTESTATA
campo monitori - 2-8 settembre
□ LA SCUOLA DOMENICALE
campo internazionale - 11-12 settembre
n L’INGRANAGGIO EUROPA
(in collaborazione con il C.E.G.E.)
'-indirizzo del centro è: Bethel - 88055 TAVERNA (Catanzaro)
informazioni e iscrizioni: Scrivere a Sagripanti Francesco - Via G. Galilei 32/1
89100 REGGIO CALABRIA - Tel. 0965/25414.
S. SEVERA
1“ campo famiglie - 10-30 giugno
□ IL PROBLEMA DEGLI ANZIANI
Col passare degli anni gli anziani restano sempre più soli e di fatto abbandonati.
Perché?
Vi sono delle esperienze in atto in cui
da « assistiti » sono divenuti « assistenti »
della società, attraverso un lavoro « nuovo ». Vi sono altre possibilità?
Perché la liberazione dalla solitudine,
dalla tristezza, dall’emarginazione passa
necessariamente attraverso l’inserimento
reale nella società?
2° campo famiglie - 1-19 luglio
□ LA PREGHIERA DI GESÙ’
Un esame esegetico e comparativo dei
testi di Matteo e Luca sulla preghiera di
Gesù che già alla fine del primo secolo
era divenuta la preghiera della comunità
cristiana.
Spogliato dall’uso liturgico di formula
fissa, il Padrenostro è ancora oggi insegnamento che educa alla preghiera.
Come dobbiamo pregare nella particolare situazione del singolo giorno e della
singola ora partendo dal Padrenostro?
campo giovanissimi (13-16 anni)
20 luglio - 2 agosto
□ ESSERE CREDENTI NELLA NOSTRA SOCIETÀ’
Che cosa significa essere credenti per
i giovanissimi in una società che si serve
di loro per i profitti nel campo della moda, della musica, dello sport, ecc. e a cui
offre solo una scuola dissestata e impotente a rinnovarsi?
I « voi siete il sale della terra » e « voi
siete la luce del mondo » li riguardano
direttamente come parte attiva della comunità dei credenti operante nel mondo?
In quale modo?
Oppure essi devono prepararsi e attendere oggi per essere i protagonisti domani?
campo giovani - 3-16 agosto
□ L’ETICA DEL LAVORO OGGI
Perché gran parte della nuova generazione operaia di questi ultimi anni tende
a considerare la fabbrica un’esperienza
poco importante, accidentale e provvisoria?
Perché il « tempo di lavoro » tende ad
essere visto come « tempo di morte » del
soggetto, contrapposto a un « tempo di
vita » che incomincia dopo le ore di fabIqrica o di ufficio?
Il credente in Gesù Cristo in che modo
manifesta la sua fede nell’ambito del mondo del lavoro e in rapporto alle sue moderne problematiche?
3° campo famiglie - 17-31 agosto
□ CULTURA E ORGANISMI SOCIALI
Sulla linea del campo dello scorso anno
si cercherà di fare emergere direttamente dai campisti, secondo l’attività, gli impegni e gli interessi di ciascuno, le problematiche culturali che essendo a monte
di ogni azione incidono sul modo di pensare e di essere presenti nella società.
Scuola, partiti, chiesa, sindacati, fabbrica, ecc., sono organismi portanti dì
ideologie della conservazione, del rinnovamento e della rivoluzione.
Come fare per non avere un atteggiamento acritico e per non essere condizionati a tal punto da non scorgere la novità
del mondo nuovo che Dio prepara per il
bene dell’umanità?
campo autogestito - 1-10 settembre
□ IL FUTURO DEL CRISTIANESIMO
Il futuro del cristianesimo è legato al
futuro della società e della cultura occidentali?
L’emergere dei popoli e il dilagare delle religioni del terzo mondo daranno il
colpo finale ad un’era in cui lo « spirito
cristiano » ha permeato ogni cosa?
L’evangelo di Gesù Cristo, che non può
essere identificato con le forme e impostazioni di vita di un’epoca, rimarrà la
Potenza che innalzerà gli umili, trarrà giù
dai troni i potenti e salverà i credenti.
Per informazioni e iscrizioni: Scrivere a Villaggio della Gioventù - Lungomare Pirgy 13 - 0050 SANTA SEVERA (Roma) - Tel. 0766/740055.
ALTRI CENTRI
Oltre ai centri di cui abbiamo pubblicato il programma esistono altri centri
che organizzano campi o danno ospitalità
a famiglie e comunità. Tra questi ricordiamo :
ROCCA DI PAPA
Per informazioni rivolgersi a Centro
Evangelico Battista - Via Vecchia di Velletri 26 - 00040 Rocca di Papa; tei. 06/
9499014 / 9340251.
LA SALSICAIA
Per informazioni rivolgersi a Campo
GBU, « La Salsicaia », 58043 Castiglione
della Pescaia (GR).
VILLAGGIO
«MARTIN LUTHER KING»
Per informazioni rivolgersi a Villaggio
« Martin Luther King » - Fraz. Campo del
Carro - 100.50 Meana di Susa (To); tei.
0122/39282.
SAN FEDELE D’INTELVI
Per informazioni rivolgersi a Centro
« Piero Andreetti » ■ Chiesa Valdese ■ Via
T. Grossi 21 - 22100 Como ; tei. 031/273440.
6
22 maggio 1981
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
Il prezzo
della
libertà
« Non potendo mantenere la
sua famiglia con lo stipendio pastorale il sottoscritto ha preso
la decisione di non domandare
al concistoro di essere eletto dopo il suo anno di prova ». Con
questo comunicato, giunto come
un 'coup de foudre', un giovane
attivo teologo francese ha messo una chiesa, quella di Bobbio
Pellice, con le spalle al muro. In
realtà però ha posto, anzi riproposto in modo piuttosto insolito,
un problema che è quello finanziario a tutta la nostra chiesa.
Di finanze ne abbiamo sempre
parlato e in Sinodo si sono prese anche decisioni chiare. Valga
per tutte quella dello scorso anno che richiamava « i membri di
chiesa all’impegno a contribuire
nella proporzione del due-tre per
cento del proprio reddito ». Se
così fosse, assicurano alcuni nostri fratelli specialisti in questioni di finanze, non avremmo,
almeno sotto questo aspetto, più
problemi. Invece, questa è la tri■ ste realtà, l'assegno pastorale
(che oggi ha raggiunto comunque livelli rispettabili se si tiene
conto dell'alloggio e del riscaldamento gratuiti) è ancora, in parte, assicurato dai generosi doni
che riceviamo dall’estero.
La nostra chiesa insomma non
solo non riesce a pagarsi il lavoro di tutti i suoi pastori ma regge tutta l’opera in Italia grazie
agli amici stranieri. Da più parti, anche in passato, si è reclamata una riflessione su questa
realtà del 'voglio ma non posso’
ma sinora non si è andati molto
più in là del rivolgere accorati
appelli alla coscienza contributiva dei nostri membri di chiesa.
Tuttavia qualcosa, nel frattempo, è migliorata. Rispetto a qualche anno fa si è fatto un balzo
in avanti, ma esso è ancora insufficiente se vogliamo raggiungere, anche in questo campo, una
piena autonomia. Molto rimane
ancora da fare e da dire. Del resto è sufficiente sfogliare, dico
qui alle Valli, le relazioni finanziarie delle chiese per scoprire
incredibili vuoti, oppure cifre da
elemosina versate da chi potrebbe, con facilità, contribuire ben
più generosamente.
Tutti sappiamo che quando, incalzati dalTinflaz.ione o da nuove
spese si decidono in assemblea
aumenti contributivi spesso queste decisioni finiscono per ricadere sempre sulle spalle degli
stessi. Le comunità si sono ormai
adagiate sul fatto che molte mogli di pastori oggi lavorano fuori
casa oppure, in altre situazioni,
vuoi per la vicinanza ai luoghi
natii o a parenti generosi, molte
difficoltà economiche pastorali
finiscono per risolversi tacitamente in famiglia.
Mi pare che l’esiguità dell’assegno pastorale rinvia al problema più ampio delle finanze nella
chiesa. E alla domanda: fino a
che punto sosteniamo economicamente la nostra chiesa? Tutti
vogliamo una chiesa libera, non
compromessa finanziariamente
né con lo stato né con altri potentati (che pagandoci condizionerebbero la nostra vita, la nostra testimonianza). Ma questa
libertà tanto auspicata ha un
prezzo che dobbiamo pagare solo
noi e non fare pagare agli altri.
L’altro giorno un pastore emerito, qui a Torre Pellice, ragionando sul fatto che se nella nostra chiesa ci fossero più soldi
si potrebbero organizzare più cose, per esempio più iniziative
evangelisti che, se ne uscì con
questa battuta: « Le contribuzioni, c’è poco da fare, .sono Vindice della nostra vita spirituale.
Quando la nostra gente non dà
è perché c’è qualcosa che non
funziona come dovrebbe ».
Se questo anziano predicatore
ha visto giusto c’è veramente da
chiedersi se la nostra, attuale,
cattiva coscienza contributiva
non sia anche un segno della nostra povertà spirituale. Se è così,
i conti tornano.
G. Platone
__________________________________________ REFERENDUM
I risultati del voto alle Valli
ABORTO Movimento per la vita ABORTO Radicali ERGASTOLO LEGGE COSSIGA PORTO D’ARMI
SI NO % % SI NO % % SI NO % % SI NO % % SI NO % %
ANGROGNA BIBIANA BOBBIO PELLICE BRICHERASIO LUSERNA S. GIOV LUSERNETTA RORA’ TORRE PELLICE VILLAR PELLICE 15,0 85,0 32.9 67,1 8,5 91,5 25,6 74,4 25,4 74,6 33.9 66,1 6,8 93,2 17.3 82,7 15.3 84,7 11.0 89,0 13.2 86,8 8,2 91,8 13,5 86,5 11,8 88,2 10.4 89,6 11.4 88,6 15.1 84,9 10.3 89,7 22,4 77,6 16,7 83,3 20.9 79,1 17.9 82,1 19.6 80,4 13,3 86,7 30.7 69,3 27,6 72,4 14.8 85,2 16.8 83,2 16.8 83,2 11.3 88,7 13.9 86,1 15,7 84,3 13.1 86,9 24,6 75,4 18.2 81,8 12.3 87,7 16.4 83,6 16,1 83,9 10.7 89,3 16.3 83,7 16.7 83,3 15,0 85,0 20.5 79,5 19.3 80,7 12.6 87,3
VAL PELLICE 17,0 83,0 12,7 87,3 20,6 79,4 15,9 84,1 16,8 83,2
MASSELLO PERRERO POMARETTO PRALI SALZA 12,3 87,3 25,1 74,9 15,9 84,1 14,6 85,4 13,5 86,5 11,3 88,7 11,9 88,1 10.1 89,9 10,0 90,0 16.2 83,8 39,7 60,3 22,4 77,6 28.2 71,8 12,9 87,1 33.3 66,7 37.0 63,0 20,5 79,5 19,7 80,3 9,1 90,9 20.0 80.0 27,4 72,6 16,8 83,2 18,3 81,7 12,1 87,9 20,0 80,0
VAL GERMANASCA 18,8 81,2 11,0 89,0 24,6 75,4 19,2 80,8 17,3 82.7
FENESTRELLE INVERSO PINASCA PEROSA RINASCA PORTE PRAGELATO PRAMOLLO ROURE SAN GERMANO USSEANX VILLAR PEROSA 33.7 66,3 9,7 90,3 26.7 73,3 31.8 68,2 24,3 75,7 34,2 65,8 10.0 90,0 20.1 79,9 11.9 88,1 34.2 65,8 16.2 83,8 14,6 85,4 8.3 91,7 9,7 90,3 11,2 88,8 11.9 88,1 10,2 89,8 9.2 90,8 9.4 90,6 8.3 91,7 26.9 73,1 12,5 87,5 15.4 84,6 24,7 75,3 17,6 82,4 17.0 83,0 26.1 73,9 8,5 91,5 33,0 67,0 10.9 89,1 24.4 75,6 29.9 70,1 22.2 77,6 19,8 80,2 14.5 85,5 12.7 87,3 17.0 83,0 14.0 86,0 10.0 90,0 8,1 91,9 12.5 87,5 14.7 85,3 32.1 67,9 13,4 86,6 17.8 82,2 17.0 83,0 13.7 86,3 14,2 85,8 11,5 88,5 9,2 90,8 5,8 94,1 9,4 90,6 13.7 86,3 29.1 70,9 13.9 86,1
VAL CHISONE 22,7 77,3 11,1 88,9 19,8 80,2 14,4 85,6 13,8 86,2
Valli Chisone e Germanasca 22,1 77,9 11,1 88,9 20,5 79,5 15,1 84,9 14,3 85,7
S. SECONDO PRAROSTINO PINEROLO PIOSSASCO 24,7 75,3 12,3 87,6 26,2 73,8 21,1 78,9 13.1 86,9 8,5 91,5 12,6 87,4 11.2 88,8 16.4 83,5 20,7 79,3 22.4 77,6 24,1 75,9 15.2 84,8 15,7 84,3 16,9 83,1 14.2 85,8 15,5 84,5 14,7 85,3 19,3 80,7 17,1 82,9
Prime valutazioni
Mentre scrivo queste righe la
nostra redazione è sollecitata telefonicamente da più parti a fornire « i dati » del voto alle Valli.
C’è infatti un’attenzione tutta particolare da parte dell’opinione
pubblica al voto dei valdesi, al
voto nell’unica zona d’Italia dove
i protestanti sono una minoranza significativa (ed in qualche
piccolo comune sono anche maggioranza).
L’attesa è grande anche perché al referendum sul divorzio
del ’74 queste valli hanno avuto
la percentuale più alta d’Italia
di conferma della legge.
Ma vediamo con l’aiuto delle
tabelle pubblicate qui sopra quale è stato il voto.
Sabato 30 maggio
a Torre Pellice
Giornata dei
collaboratori de
l’Eco delle Valli
il programma prevede:
al mattino
— 117 anni di storia dell’Eco delle Valli Valdesi
— come si fa il giornale
— pranzo in comune
al pomeriggio
— discussione sulle prospettive del lavoro dell’Eco.
REFERENDUM
SULL’ABORTO
Nel complesso le valli, con più
dell’80% di NO alla proposta del
Movimento per la vita, hanno
riaffermato quel principio di laicità dello Stato che era stato
qualche mese fa oggetto di mobilitazione popolare quando si è
trattato di reclamare un’intesa
— laica — tra lo Stato e le chie
se valdesi e metodiste. Con questo referendum si trattava di stabilire se si poteva imporre una
morale cattolica per legge e la
risposta è stata un deciso NO.
Alcune curiosità sono da segnalare. In alcuni comuni a maggioranza valdese il fronte dei NO
ha raggiunto percentuali altissime: Rorà ha il 93,2% di No, Bobbio Pellice il 91,5%, Inverso Pinasca il 90.3%, Pramollo il 90%, S,
Germano l’88,l%, Prarostino
l’87,6%.
Rispetto al referendum radicale la proposta è stata respinta
con circa il 90“'o dei voti in tutte
le valli e questo atteggiamento
è tanto più forte là dove le classi subalterne (operai e contadini) sono la maggior parte della
popolazione.
REFERENDUM
SULLA POLITICA
GIUDIZIARIA
Con un voto che si aggira solo
sul 20% (mentre i suffragi elettorali delle sinistre sono sul 60%
complessivamente) gli abitanti
delle valli non hanno accolto la
proposta di abolire l’ergastolo.
Solo il 15% dei votanti ha accettato la proposta di abolire la
legge Cossiga e il porto d’armi
(ma su questi due referendum i
voti dei favorevoli al SI — radi
cali e nuova sinistra — sono raddoppiati).
Tra le curiosità occorre notare
che Massello (37% dei sì all’abrogazione della legge Cossiga) e
Usseaux (32%) sono i comuni
che raddoppiano le percentuali
nazionali.
ALCUNE CONCLUSIONI
Nel prossimo numero del giornale la redazione ritornerà sull’argomento con una analisi più
ragionata del voto.
Tuttavia già sin d’ora si possono trarre alcune indicazioni
del voto di domenica.
1) ruolo del mondo cattolico.
Durante la campagna elettorale
sull’aborto il mondo cattolico è
sceso nettamente in campo a
favore della proposta del movimento per la vita. Il risultato
elettorale evidenzia come solo
il 25% circa degli elettori sono
direttamente influenzati dal pensiero cattolico. Un processo di
secolarizzazione, un successo del
dissenso che in questa zona è
particolarmente vivace? Quello
che è certo un’autonomia di giudizio: cosa importante anche in
vista del dibattito ecumenico.
2) Voto valdese. Com’era nelle
aspettative il voto valdese si è
attestato su una posizione laica ma ha anche evidenziato sulle problematiche dell’ergastolo,
del porto d’armi, e della legge
Cossiga un certo allineamento
sulle posizioni politiche dei massmedia più diffusi. La riflessione
che spesso viene fatta nelle comunità sul tema del perdono e
della non violenza non ha trovato un grande consenso collettivo:
ecco un altro motivo di riflessione per tutti noi. g. g.
oggi e domani
In questa rubrica pubblichiamo gli avvisi inerenti ad iniziative di carattere
ecumenico, culturale e civile che ci pervengono in tipografia entro le ore 9
di ogni lunedi (tei. 0121/91.334).
TORRE PELLICE — Il Distretto Scolastico, d’intesa con II Comune di Torre Pellice, la Comunità Montana e gli
Istituti Professionali presenti sul territorio, ha organizzato per giovedì 21
maggio 1981 alle ore 21 nel Salone
Comunale di viale Rimembranza 9 a
Torre Pellice, una tavola rotonda sul
tema: « Gli Istituti Professionali in Val
Pellice e gli sbocchi occupazionali ».
a Telepinerolo
Canali;
56: per il comprensorio
27: per PInerolo
32 - 41 - 43 - 54: per Val Chisone
24-49: per Val Pellice
Ogni sabato alle ore 20,20
CONFRONTIAMOCI
CON L’EVANCELO
rubrica a cura di
Franco Davite
Attilio Fornerone
Marco Ayassot
7
22 maggio 1981
CRONACA DELLE VALLI
MANIFESTAZIONE DEI COLTIVATORI A ROMA
Per un ri
io dell’agricoltura
Un gruppo di contadini delle valli ha partecipato a Roma alla
manifestazione organizzata dalla Conf-Coltivatori.
A Marco Bellion, responsabile di zona dopo la scomparsa di
Oscar Bouchard, chiediamo di parlarcene.
— Perché questa manifestazione della Confcoltivatori a Roma?
— Le ragioni sono diverse. La
manifestazione di protesta dei
coltivatori (100.000) che sono arrivati a Roma da tutta l’Italia
non è stata solo una difesa dei loro interessi ma di quelli di tutto
il Paese. L’enorme disavanzo di
6.000 miliardi che la bilancia dei
pagamenti ha fatto registrare lo
scorso anno per quanto riguarda
l’importazione di derrate alimentari (carne, latte, verdure, ecc.)
pone subito in evidenza come
questo settore stia attraversando una crisi gravissima. Di fronte a ciò stanno i 2.000 miliardi di
perdita secca nei redditi subita
dai produttori agricoli nel 1980.
Tutte le assemblee che sono state tenute nelle nostre vallate e
nel nostro Comprensorio prima
della manifestazione sono state
segnate dalle stesse frasi : « Così
non possiamo più andare avanti,
tutto aumenta, concimi, fertilizzanti, gasolio, qualunque mezzo
per produrre, tutto meno quello
che produciamo noi! ». Sono frasi semplici ma di grande importanza economica e politica e rivelano il malessere, la stanchezza, ma anche la rabbia é la voglia di contare per cambiare le
sorti dell’agricoltura e per evitare che i coltivatori rimasti nelle campagne siano costretti ad
abbandonare. La situazione nelle
nostre campagne è quella di un
reddito come non mai falcidiato
dall’inflazione e dall’aumento dei
costi di produzione mentre permangono tutte le strozzature del
mercato, della commercializzazione, di una mancata program
mazione, di una riforma della, politica agricola della CEE.
— Ma se il reddito dei coltivatori scende come si spiegano gli
aumenti dei prezzi che si sono verificati in questi ultimi mesi?
— E’ questo un discorso che
mi preme particolarmente affrontare anche perché la maggior
parte dei mezzi d’informazione,
ogni qual volta i prezzi salgono,
tendono ad addossarne la responsabilità al settore agricolo.
I consumatori devono sapere, invece, che non è colpa dei coltivatori se il costo della vita aumenta e vorrei citare solo alcuni
punti per affrontare seriamente
questo problema ;
— Nel 1980 i consumatori hanno pagato i generi alimentari e
le bevande oltre il 16'’■o in più
che nel ’79. I produttori agricoli
invece hanno venduto i loro prodotti a prezzi superiori a quelli
del ’79 del 6% in media.
— I consumatori acquistano i
beni alimentari, i coltivatori producono i prodotti agricoli. I beni alimentari però entrano nel
calcolo del costo della vita, i prodotti agricoli no. Nell’indice del
costo della vita c’è infatti il prezzo del pane e non quello del
grano.
— Qualche consumatore potrà
pensare che il prezzo del pane
aumenta perché aumenta il prezzo del grano. I coltivatori rispondono che questo è vero ma che
la crescita non è assolutamente
proporzionale; il prezzo del grano, in dieci anni, è aumentato
del 236% (da 68 a 230 lire al Kg.),
mentre il prezzo del pane è au
mentato del 456% (da 180 a 1.000
lire al Kg.).
Molti cittadini forse ignorano
che solo un terzo della poduzione agricola arriva tale e quale
sulla loro tavola. Una maggiore
presenza diretta dei produttori
agricoli nelle fasi di trasformazione e di distribuzione, attraverso proprie cooperative, potrebbe assicurare ai consumatori
dei prodotti più genuini e meno
costosi.
— Infine, i consumatori devono sapere cosa succede per ogni
100 lire che essi spendono per
generi alimentari: L. 43 vanno a
ripagare il lavoro dei coltivatori,
L. 12 vanno aH’industria di trasformazione, L. 10 vanno all’importatore (come saldo tra ciò
che compra e ciò che vende sui
mercati esteri), L. 35 è il costo
che la distribuzione fa pagare
per far arrivare sulla nostra tavola i prodotti agricoli ed i beni
alimentari.
— Se ci sono tutti questi problemi perché le organizzazioni
dei coltivatori non agiscono unitariamente?
— E’ la Coldiretti che afferma
che per ora non vuole fare manifestazioni unitarie, senza spiegarne il motivo. Occorre anche
dire che non solo c’è bisogno di
unità tra i coltivatori ma che la
lotta all’inflazione, per una diversa politica economica nazionale e comunitaria riguarda il
potere d’acquisto dei salari e degli stipendi di tutti i lavoratori,
di tutti i consumatori. Ecco perché ci siamo rivolti anche ai sindacati, alle organizzazioni cooperative, alle forze politiche e a
tutti i lavoratori perché si uniscano alle giuste richieste dei
coltivatori.
a cura di Mauro Gardiol
Notizie utili
Il prepensionamento
La legge 23 aprile 1981 n. 155 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 27 aprile 1981 n. 114) cioè la cosiddetta « mini riforma delriNPS », oltre a dettare altre norme per ciò che riguarda il calcolo
delle pensioni, l’elevazione dei massimali, e sul condono in materia
pensionistica, prevede la possibilità del prepensionamento.
I requisiti richiesti.
Deve trattarsi di operai o impiegati licenziati, entro il 31 dicembre 1981, da imprese industriali, non edili, per le quali un decreto
del ministero del Lavoro abbia dichiarato la necessità di una ristrutturazione, riorganizzazione o riconversione aziendale che comporti
anche modifiche dei livelli occupazionali (art. 2 legge 12 agosto
1977, 675).
L’età — Gli uomini devono aver compiuto i 55 anni; le donne i 50 .
L’anzianità contributiva — E’ richiesta un’anzianità contributiva nell’assicurazione obbligatoria Ivs di almeno 780 contributi settimanali o 180 mensili.
L'anzianità contributiva pensionabile — E’ costituita dall’anzianità minima richiesta, aumentata di un periodo pari a quello compreso fra la data di risoluzione del rapporto di lavoro e quella del
compimento di 60 o 55 anni, a seconda si tratti di uomo o donna.
In pratica, il conteggio della pensione retributiva verrà effettuato
su un’anzianità effettiva aumentata di 1/40 per ogni anno di anticipazione.
La domanda — La domanda deve essere presentata entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge o, se in data successiva, dalla data fissata dal decreto del ministero del Lavoro o dalla
data di licenziamento.
La decorrenza della pensione — La pensione decorre dal primo
giorno del mese successivo a quello stabilito dal decreto del ministero del Lavoro o, se posteriore, da quello della risoluzione del rapporto di lavoro.
Incompatibilità — La pensione è incompatibile con le prestazioni a carico dell’assicurazione contro la disoccupazione.
Incumulabilità — La pensione è incumulabile con la retribuzione percepita in costanza di rapporto dì lavoro, al netto degli assegni familiari.
La legge prevede inoltre il prepensionamento anche per i dirigenti di industria e per i minatori. Per questi ultimi sempre che lavorino in aziende dichiarate in crisi il prepensionamento è previsto
per coloro che hanno 52 anni e che abbiano almeno 180 contributi
mensili (15 anni di lavoro) o 780 contributi settimanali e che siano
stati adibiti per almeno 15 anni al lavoro sotterraneo.
MAGGIORI INFORMAZIONI
A chi attualmente è in cassa integrazione (che lavora cioè in
aziende in crisi) e vuole essere collocato in pensione prima del tempo secondo quanto previsto dalla legge, consigliamo di rivolgersi
con urgenza agli uffici di patronato dei sindacati che forniranno —
gratuitamente — ogni informazione al riguardo.
A MORGES
Due pullman completi, dal 30 aprile
al 3 maggio hanno portato sul lago
temano, a Morges, un numeroso gruppo di membri delle comunità di S.
Giovanni e di Torre Pellice; alcuni di
essi hanno dovuto prendere posto sul
terzo pullman, quello del Coretto di
Torre Pellice che si recava nella stessa cittadina svizzera per un incontro
con il Petit Coeur del locale Collegio.
La tradizionale visita tra le comunità, che da circa 20 anni ha scadenza
biennale, alternativamente in Italia e
In Svizzera, per alcuni ha rinnovato i
legami di una amicizia di lunga data,
per altri, per quelli cioè che per la
prima volta partecipavano all’incontro,
ha rappresentato la scoperta di una
fraternità spontanea e profonda.
La cronaca delle tre intense giornate
è fitta di avvenimenti degni di memoria. Dall’arrivo nel tempio di Morges
accolti da tanti amici al canto di due
inni di riconoscenza al Signore, allo
smistamento nelle famiglie ospitanti;
dalla gita a Berna (il Coretto si è invece recato a Ginevra) alla cena comunitaria a Marcellin; dall'appuntamento generale al mercato per l’aperitivo offerto dai commercianti, al canto del Coretto per le vie di Morges;
dall’applaudito concerto del Coretto e
del Petit Coeur, al culto domenicale
e al seguente pranzo comunitario a cui
il sindaco del luogo ha portato II saluto ufficiale della cittadinanza: sono
stati momenti in cui ognuno ha potuto
percepire la gioia dello stare insieme
a fratelli disponibili e pronti a mettere
tutti a proprio agio.
Alla cena comunitaria II pastore Bellion ha portato il saluto delle due comunità italiane e il ringraziamento per
la perfetta riuscita dell’incontro, dovuta aH’abilità organizzativa del comitato
diretto dalla signorina Monique Bovon.
Il pastore di S. Giovanni ha tenuto
ancora una apprezzata predicazione su
Giov. 14: 1-6 nel culto con Santa Cena
al quale il Coretto e il Coeur Paroissial
di Morges, a cui si sono uniti i corallsti di Torre Pellice presenti, hanno
portato il loro contributo canoro.
La cronaca della visita a Morges non
può tacere qualche cenno sulla bella
serata musicale offerta dal giovani di
Torre Pellice e del Collège di Morges.
Il godibile e vario programma proposto dai due complessi canori ha suscitato vivi consensi per la freschezza e
il disciplinato entusiasmo profuso nelle esecuzioni: 1 nutriti applausi al termine di ogni brano hanno dimostrato
la riconoscenza dei numerosissimi presenti. Da parte dei giovani del Coretto
va rivolto un grazie particolare al si
DALLE CHIESE
Tempo di gite
gnor Pierre Reymond, direttore del
Petit Coeur, che si è assunto il peso
della organizzazione dell'indimenticabile soggiorno del nostri giovani.
F. T.
NEL TRIVENETO
Incoraggialo dalla ricca esperienza
tratta dal riuscito incontro con i fratelli delle Chiese Lìbere della Campania, avvenuto nella scorsa primavera,
il gruppo della Corale di Luserna S.
Giovanni, con parenti, amici ed alcuni coralisti di Torino e di S. Germano, si è recato nel Triveneto, guidato
dal Past. A. Adamo, nei giorni 1,2 e 3
maggio.
Le tappe sono state: Venezia. Tramonti dì Sopra e Pordenone. Tralasciando i risvolti turistici, che pure
sono stati notevoli! sia sotto l’aspetto
paesaggìstico che culturale, ricordiamo con vera gioia i diversi momenti
d’incontro avuti con le tre Comunità,
durante i quali abbiamo potuto fraternizzare e scambiarci vicendevolmente
le nostre esperienze di vita comunitaria. che ci vedono impegnati nel difficile tentativo dì realizzare, ai giorni
nostri e dovunque noi operiamo, l’insegnamento che Gesù Cristo ci ha dato: di amarci gli uni gli altri.
Venezia, con quell’indescrivibile fascino che ne fa una città veramente
unica al mondo, ci ha riservato due
giornate piene di sole oltre che di
grande affluenza di gente.
Nella Chiesa dei SS. Apostoli abbiamo avuto la gioia di un incontro musicale con alcuni membri della Comunità Valdese.
A Tramonti di Sopra, negli accoglienti locali del Centro Ecumenico
(( Luciano Menegon » abbiamo trascorso una simpatica serata con un gruppo
di fratelli di quella Comunità. Dalle
loro lestimonian/yc abbiamo appreso le
diiTicoltà, i sacrifici ma anche la gioia
e lo slancio di una presenza evangelica autenticamente vìssuta.
A Pordenone, infine, l’incontro con
la Comunità Battista.
Particolarmente fraterne e simpati
che sono stale le ore. purtroppo poche,
trascorse con un gruppo di membri della Comunità fra i quali la Corale: ed
ancora una volta a conferma di quanto il canto contribuisca ad avvicinarci
e a meglio comunicare, ne è scaturita
una comune volontà di reincontrarci,
questa volta alle Valli, e di mantenere,
anche attraverso scambi musicali, i rapporti di amicizia ed i legami fraterni
che da quel breve incontro sono nati.
Per il gruppo:
Alberto - Enrico
AD ECUMENE
Con un gruppo della Comimità di Pinerolo, a cui si sono aggiunti alcuni fratelli e sorelle di
Torre Pellice e di S. Secondo, ci
siamo recati nei primi tre giorni di maggio in visita ad Ecumene, Roma, Colleferro e Ferentino.
Il gruppo, formato da persone comprese in una gamma molto ampia come età (dai 10 ai
75 anni e oltre!) era affiatatissimo ed il viaggio in autobus è
stato particolarmente aggregante.
Ad Ecumene, centro Metodista
a pochi chilometri da Velletri,
ci siamo trovati come a casa
nostra: la sera coi « residenti »
davanti al camino acceso abbiamo fraternizzato con scambi di
informazioni sulle rispettive
comunità, con canti e... vino dei
Castelli!
Oltre alla visita turistica d’obbligo, oculatamente preparata,
alla « città eterna », grazie alla
disponibilità dei professori della
Facoltà di Teologia, abbiamo
potuto ammirare la biblioteca
della nostra Facoltà e renderci
conto del suo valore a livello internazionale. Abbiamo quindi visitato il Convitto dove abbiamo
consumato il pranzo con professori e studenti e, nella stessa
giornata, ci è stata data l’opportunità di visitare anche le due
chiese Valdesi di Roma.
Senza dubbio però la giornata
che ci ha arricchito maggiormente dal punto di vista spirituale
è stata la domenica trascorsa
con le Comunità di Colleferro e
di Ferentino. Al culto delle 9 a
Colleferro e poi delle 11 a Ferentino abbiamo conosciuto dei
fratelli che pur vivendo in una
realtà molto diversa della nostra hanno purtroppo molti dei
nostri problemi.
Dopo la Santa Cena ed il pranzo comunitario al sacco ci siamo intrattenuti ad esaminare la
realtà delle nostre singole Comunità e ci siamo resi immediatamente conto di quanto siamo
fortunati noi ad avere un Pastore a tempo pieno, delle attività
che, pur con dei limiti, funzionano, ed a non essere logisticamente troppo dispersi.
I fratelli di Colleferro ci hanno
raccontato le traversie che hanno accompagnato la vita della
loro giovane Comunità quasi con
un senso di rimpianto per quei
momenti difficili sì, ma, forse
per questo, più ricchi di entusiasmo. Ora, anche loro come
noi, scorgono nella vita comunitaria frequenti e diffusi segni di
stanchezza e di tiepidezza.
L’incontro con queste giovani
Comunità ci ha veramente vivificati e non solo ci ha commossi,
ma toccati profondamente. Riteniamo pertanto che questo tipo di esperienza vada ripetuto:
è giusto e doveroso che le Comunità delle Valli conoscano meglio le Comunità consorelle che
vivono ed operano in campo di
evangelizzazione.
Forse abbiamo qualcosa da
dare, ma certamente abbiamo
molto da ricevere. G.F.
NELLA SICILIA
EVANGELICA
La Sicilia Evangelica: che cosa rappresenta per noi valdesi, nelle Valli
Valdesi, quest'aspetto della Sicilia?
Per noi è un mondo a parte, completamente distaccato non solo dalla realtà di tutti i giorni (scuola - lavoro - casa), ma anche dalla realtà della nostra
stessa fede. Ed è forse soprattutto
questo il motivo per cui un gruppo di
persone da Pomaretto, spinto sicuramente anche da un po' di curiosità,
si è mosso dal solito ambiente per andare a ricercare un altro aspetto di
fede, appunto in Sicilia. E. credo, la
visita alla Sicilia Evangelica ha portato
una crescita interiore in ognuno: si è
potuta, infatti, sperimentare una vita
in comune. In continuo contatto con le
comunità con le quali, appunto, si è
dato vita ad un legame che speriamo
abbia un seguito.
Senza dubbio, aH'arrivo in Sicilia,
una « specie » di scetticismo ha tentato di aprirsi la strada, ma è stato soffocato ben presto dall'accoglienza ricevuta a Messina, la sera del 25 aprile:
era stata organizzata una cena comunitaria, che peraltro è stata da tutti graditissima dopo il “ digiuno del treno ».
Ma momenti, altrettanto belli, seppur diversi, si sono avuti: a Catania,
dove ha avuto luogo, dopo il culto nella
chiesa di Catania, nuovamente un
incontro comunitario, a tavola, segnato dalla gioia di stare insieme.
A Pachino, dove, giunti nel pomeriggio del 27 aprile, era stata preparata
una deliziosa merenda: ma non solo,
perché si è visitato l'asilo, venendo
così a conoscenza della realtà concreta in questa comunità, dove appunto è
stato costruito un lavoro che ha sicuramente portato e porterà i suoi frutti,
nella prospettiva di una vita migliore
offerta ai bambini.
Ad Adelfia (Scoglitti), i giorni 27 e
28 aprile, dove si è creato un ambiente diverso poiché il gruppo ha potuto
fondersi e trovare un nuovo accordo,
una nuova intesa, nel vivere e nel conoscersi meglio: ottimo è stato il rapporto venuto a costruirsi tra il gruppo
e i due obiettori di coscienza (Bruno
e Sergio) per noi presenti ad Adelfia.
A Vittoria, dove la visita alla Casa
di Riposo — nata dapprima come Asilo
per i vecchi evangelici — ha colpito
tutti per come l'attività è stata organizzata per aiuto agli anziani.
A Riesi, dove grande è stata l'ammirazione nei confronti di quella imponente costruzione — non solo architettonica, ma, piuttosto « interna » — a cui
alcune persone hanno dato vita ed aiutato gli abitanti anche per quanto riguarda i servizi sociali (sc:’ole materna ed elementare, la scuola meccanica, il consultorio) che è il Servizio
Cristiano: però altrettanto grande è
stata l'accoglienza ricevuta dagli abitanti alla cena comunitaria.
A Grotte, laddove si riesce a capire
la realtà di diaspora della Sicilia: i
membri della comunità sono appena
quattordici, di cui « ben dieci » sono
venuti ad accoglierci nella loro meravigliosa chiesetta, in cui sono cresciute " vere » esperienze di fede.
A Palermo, dove, ospitati alla « Noce », anche qui ciò che ha colpito
maggiormente è stato l'edificio con
tutta la sua organizzazione: è però da
rilevare il fatto che questa costruzione sia stata costruita nella zona più
povera e ■ difficile », il che è stato un
notevole impegno da parte di tutti
coloro che si sono impegnati a questo progetto.
E. C.
8
8
CRONACA DELLE VALLI
22 maggio 1981
SOCIETÀ* DI STUDI VALDESI
Il patrimonio
cuiturale aiie Vaiii
Un incontro a Torre Pellice sulle ricerche storiche in corso che testimonia un rinnovato interesse per la storia delle valli valdesi
INCONTRO A VILLAR PERORA
L’ora di religione
La giornata di studi e di incontro organizzato dal « Collettivo di ricerca storica » sul tema:
il patrimonio culturale alle Valli, ha avuto luogo a Torre Pellice presso la Casa Unionista domenica 10 secondo il programma fissato all’inizio dell’anno
dalla S.S.V. Peccato che lo spostamento della Pesta di Canto a
motivo delle elezioni abbia fatto
coincidere queste due iniziative
entrambe interessanti ed importanti sotto il profilo culturale.
La giornata è stata divisa in
due parti: al mattino, dopo il
culto nel tempio di Torre Pellice,
il pastore G. Tourn ha tenuto la
relazione introduttiva sul tema:
« Cultura valdese? Problema aperto », nel pomeriggio, iniziando alle 14.30, si sono avute sei
relazioni, di Bruna Peyrot, Cinzia Ballesio, Clara Bounous, Enrica Rochon e Maura Viretto,
Walter Ricca, Gianni Bellion. Alle 19 l’incontro si è concluso con
l’unanime augurio di tutti i partecipanti di ripetere l’esperimento in un futuro non troppo ravvicinato né troppo lontano, sufficiente a mettere a punto un
insieme di ricerche organiche ma
tale però da non spegnere l’interesse per il dibattito che si è
cosi avviato. Sarà compito della
Società gestire questo programma di lavoro ma soprattutto
SEGNALAZIONI
La ristampa
"I Valdesi"
di G. Tourn
GIORGIO TOURN: I Valdesi, la singolare
vicenda di un popolo-chiesa (11701976), 2“ edizione, riveduta e corretta - Claudiana Ed. 1981.
I maligni dicono che Giorgio Tourn
non è uno storico. Infatti, prima di tutto è un pastore, e di valore. Poi ha il
dono di saper scrivere in modo attraente e la sua esposizione di argomenti,
anche i più astrusi la rende accessibile a tutti. Di qui il successo del suo
libro di storia valdese, che se anche
potrà esser criticato in ambienti accademici, ha conquistato il pubblico, ed è
già stato tradotto in francese, inglese e
tedesco, ed è in corso la traduzione
in spagnolo. Fra gli scrittori di storia
valdese egli batte II record delle traduzioni, perché Giiles è stato tradotto
in olandese, Léger In tedesco e, parzialmente, in olandese, Monastier in
ingiese ed olandese, Muston in inglese, tedesco e, in parte, in danese, Ernesto Comba in spagnolo.
La prima edizione italiana si è esaurita in pochi anni ed ora la Claudiana
ha provveduto ad una seconda edizione che è stata riveduta, ampliata ed
aggiornata dall’autore stesso. Contro
le 238 pagine del primo, il nuovo volume ne ha 282. In appendice a quasi
tutti i capitoli sono stati aggiunti, come « lettura », dei nuovi documenti,
brani di autori deli’epooa, decisioni sinodali, decreti. Alla 4“ parte « Verso
una nuova diaspora » è stato rielaborato il 3° capitolo ed aggiunto un 4“
« Gii anni della ricostruzione » che riguarda la nostra storia dalla fine dell'uitima guerra ad oggi. È stata riveduta
la tabella delle « date fondamentali »
ed ampliata la Bibliografia.
C’è da prevedere che questa seconda edizione avrà un successo di pubblico anche superiore alla prima.
O. Coìsson
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stimolare ed organizzare ricerche
nel quadro di un vasto programma che miri a fornire una visione organica della vita culturale
nelle nostre Valli.
I temi trattati? « La società
valdese in Luserna San Giovanni
dal 1900 al 1910 », « Movimento
demografico del comune di Rorà
dall’inizio del XVIII secolo ai
giorni nostri », « Genesi e sviluppi di una ricerca su San Germano », « L’associazione giovanile
nella chiesa valdese », « Documenti d’archivio dell’Unione Cristiana dei Chabriols », « Società ed economia in una comunità
contadina del Settecento: San
Giovanni ». Un panorama molto
vasto e diversificato dunque e
anche diversi metodi di approccio alla ricerca, tesi di laurea e
seminari universitari accomunati a, semplici analisi di documenti, informazioni ed interrogativi,
il tutto nel contesto di uno scambio molto libero e fraterno di
impressioni, battute e riflessioni.
Qualcuno ha detto in fine di
seduta che iniziative di questo
genere andrebbero maggiormente pubblicizzate anche fuori dello stretto ambito delle Valli coinvolgendo fratelli che vivono in
comunità evangeliche e che
avrebbero indubbiamente molto
da dare e ricevere in uno scambio di ricerca sulla storia dell’evangelismo. Verissima consi
derazione che facciamo nostra
anche se è solo marginale al nostro tema. Imparare che la storia valdese non è storia agiograflca di glorie lontane ma vicenda
umana e che non riguarda solo
gli oriundi delle Valli: questi i
due fronti su cui dovremo combattere la nostra battaglia nei
prossimi anni.
Non c’è dubbio che la giornata di domenica è un momento,
sia pur piccolo, di questo lavoro di chiarificazione; si è visto
che è pieno di interesse e di vita studiare un archivio o una
piccola Associazione come le nostre Unioni, un catasto o una
raccolta di fotografie. Quante
persone potrebbero essere mobilitate nel nostro ambiente per
raccontare, illustrare le proprie
esperienze, i propri ricordi, oggetti, vecchie carte, lavori, abitudini! Quante cose potrebbero
essere fatte e dette senza eccessiva fatica ma con un piccolo
impegno da parte di ricercatori
ed il necessario lavoro di coordinamento da parte della Società
di Studi Valdesi che lo sta avviando a poco a poco secondo
il suo programma triennale di
riorganizzazione. A questo lavoro comune tutti si devono sentire convocati e ci auguriamo
che siano in molti a darsi da
fare.
Giorgio Tourn
L’insegnamento della religione
nella scuola pubblica è un argomento che continua a far discutere genitori ed insegnanti. Il
Concordato non viene modificato, le Intese segnano il passo,
quindi rimangono in vigore le leggi più restrittive che causano disagio in modo particolare agli insegnanti desiderosi di affermare
la laicità della scuola di Stato,
laicità che non consente discriminazioni tra le varie confessioni.
Un dibattito molto vivace su
questi temi ha avuto luogo l’8
maggio a Villar Perosa, dietro richiesta degli insegnanti elementari del Circolo. L’ispettore diocesano don Frittoli ha difeso le
posizioni della chiesa cattolica,
don Mario Polastro della comunità di S. Lazzaro, invece, per
meditata riflessione contrario ad
ogni ingerenza Confessionale nella scuola, ha riferito su un’esperienza condotta nelle elementari
di ricerca sul Natale, come di un
tentativo di studio critico dei fenomeni religiosi.
La posizione delle chiese vaidesi e metodiste è stata invece
illustrata da Claudio Tron, preside della Media di Perosa Argentina, sulla base del testo delle Intese.
La relazione di don Frittoli e
le sue precisazioni nel corso del
dibattito hanno messo in luce la
posizione contraddittoria in cui
si trova la gerarchia cattolica, la
quale non riesce più, soprattutto
nelle elementari, ad arginare
1’« obiezione di coscienza » degli
insegnanti che si rifiutano di impartire l’insegnamento religioso
tradizionale e d’altro lato si tro
va nell’imbarazzo quando ritiene
di poter lasciare via libera ad
ogni sperimentazione nuova. La
mediazione culturale della chiesa
cattolica (principio che gli evangelici respingono con fermezza)
è il cavallo vincente sul quale si
punta in ogni occasione.
Ma il dibattito a scuola, lo studio critico della Bibbia, il confronto aperto sulle diverse posizioni confessionali, auspicati da
don Frittoli come soluzione a tutti i problemi, sono proposte leali in una situazione di privilegio
della chiesa cattolica? E la scuola potrà d’ora in avanti programmare liberamente su questa materia senza il controllo deU’autorità ecclesiastica?
Le domande, come era prevedibile, non hanno avuto risposte
esaurienti; è stata invece interessante l’opinione di un genitore
cattolico il quale ha sostenuto
che le famiglie non devono più
delegare alla scuola l’educazione
religiosa dei propri figli, ma assumerla come compito principale della famiglia e della chiesa.
L’assenza totale degli insegnanti che difendono la religione
tradizionale a questo incontro
che pure si proponeva di confrontare le varie posizioni ha reso il dibattito piuttosto unilaterale; ma ciò dimostra ancora una
volta come, malgrado le belle dichiarazioni dell’ ispettore diocesano, la scuola italiana non sia
affatto preparata ad accettare il
confronto aperto e la discussione su temi religiosi. E l’impreparazione degli insegnanti non sembra davvero il presupposto migliore per una seria preparazione degli alunni. L. V.
INTERESSANTE ESPERIMENTO DI RICERCA ETNOLOGICA
Vita di ieri e di oggi in Val Germanasca
Soggiornando ad Agape un gruppo di ricercatori italiani e francesi ha studiato la vita sociale e religiosa della valle - Ottimi i rapporti con la gente che ha accolto i « professori >>
Tra la fine di aprile e la prima
decade di maggio è successo a
Frali ed in altre zone della Val
Germanasca un fatto inconsueto: un gruppo di « professori »,
cittadini per giunta, si rivolgeva
ai valligiani che rimontavano la
terra o piantavano patate dicendo
loro « fateci vedere come lavorate perché ci interessa saperlo anche noi ». Non si trattava, naturalmente, di docenti e studenti
universitari che, rimasti disoccupati, volessero riprendere la
coltivazione dei campi di Massello, dell’alto vallone di Rodoretto o dei « bari » di Frali, ma
di un gruppo di ricerca che ha
trascorso 10 giorni in Valle per
conoscerne diversi aspetti del
passato e del presente.
Le Facoltà di lettere e di Filosofia della Università italiana di
Siena e di quella francese di Aix
en Frovence, hanno iniziato una
collaborazione di studio ed in
questo quadro si sono recate
nella Val Germanasca per un primo lavoro in comune di ricerca
pratica sul terreno.
La scelta della
Val Germanasca
Diverse ragioni hanno spinto le
due Università a individuare questo terreno in Val Germanasca:
il bilinguismo che ha facilitato il
lavoro di gruppi misti franco-italiani, la presenza di due confessioni religiose diverse che permette interessanti confronti a
vari livelli, la coesistenza di varie economie aH’interno di una
zona assai limitata: l’agricoltura
tradizionale di alta montagna, la
miniera di talco, il turismo; la
presenza di due musei che oltre
a studi storici hanno anche effettuato ricerche antropologiche
ed i cui responsabili: il maestro
Tron di Rodoretto ed il pastore
Davite, sono stati associati a
questo lavoro di ricerca ed, infine, la presenza di una struttura
ricettiva come quella di Agape
che ha permesso la sistemazione di tutti in un periodo che ha
riservato giornate decisamente
fredde e nevose.
Così una trentina fra professori, studenti ed alcuni laureati di
Etnologia e Tradizioni Fopolari
della Università di Siena ed Aix
en Frovence si sono dati appuntamento ad Agape l’ultima settimana di aprile e di li si sono irradiati nei valloni e nei villaggi
dell’alta valle: Frali, Massello,
Rodoretto.
Si sono costituiti una quindicina di gruppi di ricercatori: professori e studenti, italiani e francesi che hanno preso in considerazione molti aspetti della vita
passata e presente di questa
valle.
I temi della ricerca
Alcuni si sono interessati degli
insediamenti umani, del rapporto
fra gli spazi: la casa nell’ambito
del villaggio, del villaggio nella
valle e dei vari rapporti che si
stabiliscono fra queste diverse
realtà. Altri si sono occupati di
come si vive e ci si sposta nella
casa, nel villaggio, fra i villaggi.
Come sono organizzate le case
contadine fra i locali di abitazione, la stalla, la cantina, il fienile;
gli spostamenti per recarsi sul
lavoro nei campi od in miniera:
problema che ha avuto tanta importanza nella emigrazione di
massellini e rodorini verso Fomaretto, più lontana ma più facilmente e comodamente collegata con la miniera. Non ultimi
gli spostamenti complessi fra
villaggi ed alpeggi in estate.
Altri gruppi si sono interessati del lavoro contadino (i famosi
« professori » che si sono fatti insegnare come si lavora la terra
in montagna e che tanto hanno
colpito i contadini anche per la
loro profonda conoscenza del lavoro e della fatica di chi coltiva
i campi), di quello della miniera,
oggetto di una visita assai interessante, del turismo fonte di
vita e di preoccupazioni a Frali.
Sempre in tema di lavoro un
gruppo si è occupato della organizzazione dei Consortili, abbastanza tipica della Val Germanasca.
Altri si sono interessati della
musica, delle canzoni, delle danze tradizionali, dei vecchi racconti, altri ancora si sono preoccupati di ricavare biografie di persone e di famiglie un po’ dappertutto.
Altri gruppi si sono interessati dei matrimoni: le variazioni
nell’età degli sposi, le aree nelle
quali si scelgono gli sposi (villaggio, comune, valle, fuori della
valle), gli eventuali vincoli di parentela fra gli sposi e la evoluzione di tutti questi dati nel
tempo.
Anche i fattori religiosi sono
stati cercati e valutati: come le
diverse confessioni influiscono
sulla vita quotidiana; quale consapevolezza la gente ha della propria appartenenza ad una delle
due confessioni presenti in valle;
come i valdesi valutano la propria storia e così via. Anche le
abitudini ed i riti funerari hanno interessato assai i ricercatori.
Tutte queste ricerche, che spesso si sono intrecciate fra di loro,
hanno dato luogo ad una va-evieni continuo nei villaggi, nei
campi e nelle case. Quasi tutte
le famiglie sono state contattate,
anche diverse volte in quei dieci
giorni, e nonostante i lavori
agricoli urgessero in quei giorni,
la disponibilità delle persone è
stata molto notevole così che
non solo si è svolto il lavoro che
era stato previsto, ma è anche
stato possibile instaurare un rapporto umano caldo e vero fra gli
uni e gli altri, al di là di ogni
previsione.
Un doppio successo quindi:
sul piano scientifico e su quello
del rapporto umano. '
Aggiungerei una parola sulla
esperienza della popolazione della valle: ha saputo dare tempo,
impegno nelle risposte e nelle indicazioni offerte, ma ha anche scoperto che persone provenienti da assai lontano erano venute non per la bellezza (indubbia) delle montagne e delle pi
ste di sci, neppure semplicemente per farsi insegnare le vecchie
canzoni o le antiche storie, ma
perché hanno preso sul serio la
fatica quotidiana del montanaro
e si sono resi conto che questo
lavoro non è semplicemente la
fatica di alcuni rimasti morbosamente attaccati alla terra dei loro antenati ed incapaci di cercare fonti più comode di reddito,
ma ha una sua dignità ed un significato preciso ed importante
per tutta la collettività. Direi proprio che una scoperta di questo
genere, la gente di montagna,
non la fa tutti i giorni.
Franco Davite
Ringraziamento
Frima di partire da Frali, il
grupno di ricercatori ha inviato
al giornale questa lettera che
pubblichiamo:
I professori e gli studenti di
Etnologia e Tradizioni Popolari
delle Università di Siena e di Aix
en Frovence, concluso lo stage di
ricerca nella Val Germanasca,
vogliono ringraziare tutti coloro
che con il loro aiuto hanno permesso il buon esito dell'attività
di studio. E’ stato prezioso l’aiuto del pastore Davite, del maestro Tron, del prof. Genre, della
Comunità di Agape che ci ha
ospitati, dei sindaci della Valle,
ma soprattutto è stata preziosa
la cortesia e la disponibilità di
tutta la popolazione.
Nelle interviste, nella collaborazione, nelle spiegazioni che ci
sono state date, tutti, minatori
e contadini, pensionati e commercianti, ci hanno fatto sentire
fra amici. Conoscerli e parlare
con loro ha arricchito la nostra
esperienza di ricerca, e più ancora la nostra umanità.
Abbiamo un debito verso la
gente della Valle, dai comuni alle più piccole frazioni, e — nello sviluppo del nostro lavoro —
non intendiamo dimenticarlo.
Professori e studenti
delle Università di
Siena e Aix en Frovence
9
22 maggio 1981
CRONACA DELLE VALLI
PRIMO CIRCUITO
Mancano i pastori
L’assemblea di Circuito, tenutasi a Bobbio Pellice venerdì 8
maggio, ha visto rappresentate,
in misura diversa, tutte le comunità del Circuito. Sulla base delle relazioni presentate dal consiglio e dalle chiese, sono state
prese in considerazione tutte le
attività, sia quelle più abituali
che quelle specifiche, di alcune
comunità; l’assemblea ha inoltre espresso la propria approvazione e solidarietà al comitato
CODIALE costituitosi a Rorà in
difesa degli alpeggi dai tiri militari.
La discussione è stata centrata
su due questioni: il lavoro con
i preadolescenti e la situazione
pastorale del circuito.
Per quanto riguarda il primo
punto, è stato da più parti riconosciuto valido il lavoro che
Franco Taglierò ha svolto, non
solo relativamente al canto corale ma anche per il catechismo
e l’animazione in genere, occupandosi di un numero maggiore
di comunità dell’anno scorso.
Resta comunque indispensabile,
come è stato sintetizzato in un
altro o.d.g., che il suo lavoro
porti alla formazione di quadri
Domenica 24 maggio
ore 14.30
INCONTRO CON GLI
ALLIEVI DELLA
SCUOLA «LATINA»
presso il teatro del Convitto di POMARETTO.
Gli allievi presenteranno agli amici, che vorranno aderire al loro invito:
dei canti, delle ’’courente”,
dei brani strumentali.
Essi organizzeranno pure
una piccola vendita, dei lavori svolti durante 1 « corsi » mensili, e delle torte,
fatte da loro e dalle loro
mamme.
Arrivederci a Pomaretto!
POMARETTO
È nato Michele Griglio di Sergio e di Edi Merini. Un benvenuto al neonato e tanti auguri ai
genitori ed in particolare alla
mamma, collaboratrice dell’EcoLuce.
• La simpatia cristiana della
comunità tutta va ai familiari
di Maria Luigia Micol ved. Martinat deceduta all’età di 91 anni
nella sua abitazione di Pomaretto; di Lorenzo Larese Cella deceduto improvvisamente all’età
di 31 anni a Caselle, di Leontina
Teresa Barai ved. Tron deceduta all’età di anni 86 nella sua abitazione di Perosa Argentina.
Che lo Spirito del Signore consoli queste famiglie in lutto.
ERRATA CORRIGE
Per un errore di trascrizione
nello scorso numero dell’Eco abbiamo scritto che la mamma di
Barbara Alasia si chiama Genre,
in realtà il suo cognome è Serre.
Ci scusiamo dell’errore.
VILLASECCA
L’assemblea di chiesa ha eletto
quale deputato al Sinodo il sig.
Guido Bert, supplenti Wanda Rutigliano e Carlo Griglio. I deputati alla Conferenza sono Maria
Bounous e Rina Menusan, supplente Carlo Griglio.
• « Il Signore è per noi un rifugio ed una forza, un aiuto
sempre offerto nelle distrette ».
Quest’annuncio di fede e di speranza è stato proclamato in occasione dei funerali di Adriano
Leger il 14 corr. Ai familiari vada la simpatia fraterna e sentita
in questa sofferenza.
• Domenica 7 giugno, ore
14.30, Bazar ai Chiotti. Nei prossimi giorni il Pastore passerà
per le case per la raccolta di
offerte di ogni genere. I collaboratori sono richiesti a gran voce!
• Il 7 maggio è stato l’anniversario del 60“ anno di matrimonio di Enrico Peyrot e Julie
Ribet. Tutta la nostra comunità
se ne rallegra ed invoca su questi anziani coniugi le benedizioni
del Signore.
ed équipe giovanili nelle varie
comunità le quali sappiano continuare il lavoro da lui intrapreso e gli consentano quindi di dedicarsi al coordinamento delle
iniziative a livello di circuito.
Il terzo o.d.g. della serata si
riferisce alla carenza di forze
pastorali, che sta diventando un
fatto preoccupante nel circuito
in quanto tre pastori (e si teme
quattro) lasceranno il loro incarico nell’arco del prossimo
anno. Constatando l’impossibilità operativa dell’assemblea in
tal senso, l’o.d.g. ha voluto comunque far presente il problema alle comunità, alla Conferenza Distrettuale e alla Tavola Valdese.
Le elezioni che sono seguite
hanno lasciato invariata la composizione del consiglio tranne
che nella persona del Presidente: il past. Platone è stato eletto
in sostituzione del past. Tourn
dimissionario, che tutti ringraziamo per il lavoro svolto in
questi anni.
A. B.
______________POMARETTO
CON I FRATELLI
DELLA LIGURIA
La corale valdese di Pomaretto ha
avuto l’occasione di trovarsi con i fratelli Evangelici della Liguria, riuniti
per la Giornata comunitaria della Federazione delle Chiese Evangeliche della Liguria, tenutasi a La Spezia il 25
aprile scorso.
A grandi linee la nostra giornata :
arrivo nella Chiesa di via Milano; canto di apertura alla Conferenza tenuta
dal pastore P. Sanfilippo, su E. Clarke,
fondatore della Missione Evangelica di
La Spezia. Pranzo comunitario nella
stessa sala di culto, opportunamente
trasformata. Dopopranzo dedicato alla
conoscenza reciproca e ai saluti.
Un membro della corale dì Pomaretto
spiega sommariamente come sono nate
le corali alle Valli e racconta come si
svolge il lavoro della nostra corale. Il
pastore Gustavo Bouchard, presente
con la signora, esprime la gioia di ritrovarsi con i Pomarinì^ che ricorda
con affetto. Infine la corale canta alcuni cori e un inno insieme alla comunità. Purtroppo il tempo è tiranno :
gli amici della Liguria devono riunirsi per la loro assemblea; noi possiamo
compiere una breve visita al Museo
Navale. Alle 16 ci ritroviamo nella
sala del centro « S. Allende »,per un
culto pubblico tenuto dal pastore M.
Sinigaglia. La corale ha parte attiva
nella guida ai canti deirassemblea. Mi
è sembrato questo un momento particolarmente significativo: Liguri e Piemontesi; il mare e la montagna, uniti
in una sola voce.
Al termine del culto, la corale canta ancora, in modo molto informale,
alcuni cori di tipo religioso e altri di
tono folcloristico. Intanto, dal pubblico, si alza una voce che chiede il
(( Giuro di Sibaud ». Accanto alle voci
dei coralisti, si levano altre voci dal
pubblico; qualcuno, particolarmente
commosso, non trattiene le lacrime.
Un’occhiata aU’orologio: per i Pomarini è giunta Fora di congedarsi dagli
amici; il pastore Bouchard intona
(( Poiché giunto è ormai l’istante ».
Recentemente abbiamo ricevuto la
lettera dell amico Franco Scaramuccia,
presidente del Consiglio delle Chiese
evangeliche liguri, che ci manifesta la
sua gioia e il suo ringraziamento per
la nostra visita. Alcune frasi del suo
scritto mi hanno particolarmente colpita ressi sono consapevoli, nonostante
i nomi importanti, dì essere pochi, ma
fieri del compito che è stato loro affidalo, in questo mondo diverso e spesso ostile. E aggiunge che non dimenticheranno « Faiuto che ci è venuto
da voi nel proclamare FEvangelo alla
società in cui viviamo ».
Questo è e deve, essere veramente
Vitnico scopo di noi evangelici, in qualunque posto la vita ci abbia collocati
ad operare.
Grazie a voi, fratelli della Liguria,
che ci avete permesso questa magnifica
e.sperìenza insieme.
P. R.
PRAROSTINO
PRIMO CIRCUITO
Attività giovanile
L’incontro dei giovani
del Circuito per discutere
della situazione del Collegio, previsto per giovedì; 21,
è rimandato a venerdì; 22,
ore 21, Casa Unionista di
Torre Pellice.
1° Distretto
La Conferenza Distrettuale è
convocata per sabato 23 maggio,
alle 14.30, presso il Tempio del
Capoluogo di Angrogna.
I lavori proseguiranno nella
giornata di domenica 24: culto
alle 10.30 con la comunità di
Angrogna, pranzo dei delegati
presso la Sala Valdese, i lavori proseguiranno sino a sera.
La sessione della Conferenza
riprende domenica 31/5 nel pomeriggio.
Calendario esatto dei lavori e
orari verranno fissati dai partecipanti alla Conferenza.
La C.E.D.
I culti al ROC a partire da
domenica 24 maggio fino a settembre avranno luogo alle ore
8.30 del mattino, la quarta domenlea del mese.
TORRE PELLICE
Nel corso della settimana si
concludono 1 corsi di catechismo, sabato 23 la scuola domenicale. Domenica scorsa tutti gli
alunni dei vari corsi hanno partecipato al culto, nel corso del
quale 1 giovani che hanno terminato il terzo anno di catechismo
sono stati presentati alla comunità.
• L’Assemblea di chiesa convocata per discutere la situazione
del Collegio si è svolta alla presenza di un relativamente scarso numero di persone. Dopo una
introduzione del presidente del
Comitato la discussione si è concentrata sui problemi della scuola media, più che sul GinnasioLiceo, essendo l’argomento più
attuale. Approfondito l’aspetto
finanziario, vocazionale e della
diminuzione della popolazione
scolastica è rimasto aperto l’interrogativo sulla validità dell’Istituto sul piano della testimonianza e culturale. L’assemblea
non ha ritenuto di giungere ad
una delibera, ma il Comitato ha
certo avuto spunti per riferire
alle assemblee competenti.
• La giornata comunitaria dei
catecumeni confermati un mese
fa è andata semideserta: un’occasione d’incontro mancata, malgrado i buoni propositi espressi
pubblicamente ! L’Unione femminile, che si è prodigata per
organizzare il ricco ricevimento, ringrazia i pochi giovani presenti per il gioioso pomeriggio
trascorso insieme.
• Sono deceduti Paolo Gardiol
e Vittorio Alexis Cairus. Alle famiglie la comunità esprime la
sua simpatia cristiana.
SAN SECONDO
• E’ stata battezzata Stefania
Coisson, figlia di Dario e di Bruna Viglianco (Cavoretto). Il Signore benedica questa bimba e
la sua famiglia.
• Un incendio è scoppiato lo
scorso venerdì pomeriggio in un
condominio nel centro di S. Secondo. Le fiamme si sono sviluppate nei locali dei contatori a
causa di un cortocircuito e hanno completamente distrutto contatori ed impianto elettrico. Il
fumo tossico che ha subito invaso le scale ha impedito la fuga
degli inquilini che hanno dovuto
essere messi in salvo dai pompieri per mezzo di scale dall’esterno. Fortunatamente il tempestivo arrivo dei pompieri di
Pinerolo ha impedito che l’incendio si propagasse agli alloggi sovrastanti e soprattutto al locale
della caldaia con pericolo di
scoppi rovinosi.
• I delegati della Chiesa di San
Secondo alla Conferenza Distrettuale (eletti dall’Assemblea
dell’8 marzo) sono: Emilio Gardiol (Combe), Piero Griglio
(Centro) e Walter Monnet (Taccagni; Silvano Forneron (Miradolo) supplente.
SAN GERMANO
Domenica 10 maggio abbiamo
avuto la gradita visita della Corale di Pinerolo, in occasione della festa di canto. I nostri coralisti e quelli di Pinerolo si sono
poi ritrovati nella Sala Valdese
per consumare il pasto in comune, prima di recarsi a Torre per
partecipare al programma pomeridiano.
• Il pastore Conte è di ritorno da Roma, dove ha partecipato
al corso di aggiornamento con
una dozzina di altri colleghi delle Valli e del resto d’Italia. Assai apprezzata anche l’occasione
di poter usufruire, sia pure per
pochissimi giorni, dell’attrezzatissima biblioteca della Facoltà
di Teologia. Grazie a quei colleghi che hanno seguito le comunità momentaneamente « sguarnite », nell’attesa di poter rendere
loro lo stesso servizio in futuro.
• L’Unione femminile si ritroverà per l’ultima volta prima
dell’estate, mercoledì 27 maggio.
Le stoffe... per i lavori del prossimo anno sono già in distribuzione per tutte le braccia volonterose.
• L’attività della Scuola Domenicale si chiude con la gita
del 17 maggio a Borgio Verezzi.
Un pensiero di riconoscenza per i
monitori e monitrici che hanno
seguito i nostri ragazzi domenica dopo domenica.
VILLAR PELLICE
Nella comunità sono stati battezzati: Viviane Garnier di Paolo
e Livia Bertin e Barbara Baridon
di Davide e Carla Berton. Alle
famiglie l’augurio di saper esprimere una educazione illuminata
dalla Parola.
• Il 23 aprile abbiamo accompagnato aU’ultimo riposo Pietro Vigne, frazione Garin, deceduto, dopo lunga malattia, a 76
anni. Il 5 maggio si sono svolti
i funerali di Attilio Mondon,
morto d’infarto all’età di 50 anni
(frazione Ruet) mentre era al
pascolo e il 6 maggio di Maria
Boschetto in Geymonat, mancata
a 91 anni, frazione Ciarmis. Ai
familiari colpiti rinnoviamo la
solidarietà cristiana di tutta la
comunità.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
Venerdì 22 alle 20.30 al Presbiterio avrà luogo una seduta aperta del Concistoro alla quale sono invitati tutti i membri di
Chiesa. Sarà presente un rappresentante del Comitato del Collegio Valdese per illustrare e dibattere il futuro di questo Istituto.
ANGROGNA
Il « concerto spirituale » di sabato sera ha visto il tempio gremito per ascoltare la nostra corale e i trombettieri di BeringerSciaffusa. Nel corso della serata
il past. Platone ha dato l’annuncio della scomparsa, avvenuta
venerdì 15 in Svizzera, del pastore Rudolf Hardmeier che fu
pastore, nel 1948, per un anno,
nella Valle d’Angrogna. Egli intendeva guidare sin qui i suoi
trombettieri e sino aH’ultimo ha
organizzato i preparativi di questo incontro. Oggi lo ricordiamo
come un fedele e tenace testimone dell’E vangelo.
• Dopo 20 anni di apprezzato
servizio negli uffici del Comune
Nelly Bertin va in pensione, la
sostituisce la giovane Nadia Passe! che ha vinto, in questi giorni,
il concorso di esperta addetta al
coordinamento dei servizi. A Nelly e a Nadia vivissimi auguri da
parte di tutti.
• Una folla imponente e commossa si è stretta, domenica 17,
nel Tempio di Pradeltorno intorno ai familiari di Alice Gaydou
deceduta, a 89 anni, a Pralafera
dopo intensa sofferenza. Rinnoviamo da queste colonne ai familiari il messaggio della speranza che ci deriva dalla risurrezione del Cristo.
• Sabato 23 pomeriggio e domenica 24 ospiteremo i lavori
della Conferenza Distrettuale ai
Capoluogo. Fin d’ora ai delegati,
che si fermeranno per il pranzo
nella nostra Sala, diciamo: benvenuti!
BOBBIO PELLICE
Domenica 24 maggio il culto
sarà presieduto dai giovani e la
colletta sarà dedicata al loro viaggio in Svizzera. Venite numerosi
per sostenere l’attività dei nostri
giovani.
• C’è ancora una settimana
di tempo per iscriversi da Letizia o dal tabaccaio al viaggio dell’Unione Femminile a Ginevra.
• Giovedì 13 maggio ha avuto
luogo il funerale di Giuditta
Rostagnol in Mondon di anni 56
originaria di Malpertus.
Ringraziamo il past. E. Ayassot
che è venuto come amico di famiglia a portare un messaggio
di conforto e speranza in questa
triste circostanza.
Alla famiglia in lutto va la solidarietà cristiana della comunità.
AVVISI ECONOMICI
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distanza mare Km. 1. Telefonare n.
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RINGRAZIAMENTO
La famiglia Jahier porge un vìvo
ringraziamento a quanti di presenza,
con lettere o con fiorì, le sono stati vicini in occasione della dipartenza della cara
Alberta Jahier Faldella
Un particolare ringraziamento alla
Direzione sanitaria ed al personale tutto dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice, al Dott. De Bettini ed al Pastore
G. Tourn.
Torre Pellice, 14 maggio 1981
Eventuali offerte in memoria alla
Casa Valdese delle Diaconesse di Torre Pellice.
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva - festiva
dai sabato ore 14 al lunedì ore 8
dalle ore 14 della vigilia del giorno festivo infrasettimanale alle
8 del giorno suceessivo presso
l'OSPEDALE MAURIZI ANO - Luserna San Giovanni - Tel. 90884.
Nella notte del giorni feriali, dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato, domenica e vigilia dei festivi] presso l'OSPEDALE VALDESE - Torre Pellice - Tel. 932433.
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A Luserna San Giovanni: mercoledì chiusa la farmacia Preti,
giovedì chiusa la farmacia Gaietto,
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dalle ore 14 della viglila del
giorni festivi alle ore 8 del giorni
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10
10.
22 maggio 1981
IL DOCUMENTO DEL SINODO RIFORMATO FRANCESE
PROFILI
Per chi,
per che cosa
lavoriamo
Il Sinodo nazionale della Chiesa Riformata di Francia, riunito
a Viviers, si è rallegrato dell’interesse suscitato, nelle nostre comunità e al margine di esse, dal
tema proposto: « Per chi, per
cosa lavoriamo? ».
Il Sinodo ha ascoltato, con attenzione riconoscente, le varie
voci giunte da ambienti diversi
(urbani, rurali...) nelle quali coesistevano l’azione di grazia, la
ricerca di un senso ed il grido di
sofferenza. Donne e uomini hanno provato una vera felicità nel
parlare della loro vita professionale, delle loro speranze e delle
loro gioie, dei loro affanni e delle
loro lotte. Nel cuore delle loro
esistenze concrete, l’Evangelo è
stato letto e condiviso, e una
parola di speranza si è manifestata. Hanno espresso il loro desiderio di essere soggetti e testimoni, e la loro volontà di non
subire, di non accettare l’inaccettabile.
Il Sinodo nazionale riconosce,
in questo prendere la parola da
parte del popolo della Chiesa,
in questo ascolto contemporaneo
della Scrittura e della storia degli uomini, una costante della
sensibilità della teologia riformata.
Tra vocazione
e perversione
Il lavoro è il compito collettivo dell’umanità per assicurare la
propria esistenza, rendendo la
terra abitabile, coltivandola e
custodendola. Il lavoro è l’attività necessaria con la quale tutti gli uomini (nella misura delle
loro possibilità) manifestano la
loro responsabilità e la loro solidarietà. Esso mira ad assicurare a tutti, in particolare ai
bambini, agli anziani, agli amrnalati, le condizioni di una vita
pienamente umana. Ma nei conflitti che stiamo vivendo, i diverri aspetti del lavoro si manifestano in modo contradditorio.
Condizione di vita, ma anche
occasione di morte, costruttore
dell’uomo ma a volte distruttore
della persona, fondatore di comunità ma spesso mezzo di oppressione, il lavoro non ha un
senso univoco. Viene vissuto e
sentito nella tensione tra poli
antagonistici; vocazione/perversione; creazione/alienazione; vita/morte, senza che mai uno di
questi due aspetti nasconda del
tutto l’altro. È proprio così che
lo hanno inteso gli autori biblici:
nella Bibbia, il lavoro viene visto contemporaneamente come
maledizione e benedizione, come
fatica e opera.
1) Il lavoro è chiamato a fornire ad ogni essere umano le
condizioni della sua sussistenza
e della sua realizzazione. I cristiani non possono rassegnarsi a
queste due situazioni:
— all’interno del nostro paese, le stesse persone accumulano
il sapere, la soddisfazione nella
professione, i redditi confortevoli, mentre la maggioranza viene costretta ad una fatica ingrata che non ha altro senso che
la soddisfazione dei bisogni elementari;
— nelle relazioni internazionali, il lavoro dei popoli ricchi si
basa sullo sfruttamento delle
risorse e della fatica di altri popoli.
2) Il lavoro è chiamato a contribuire alla costruzione della
persona umana ed al suo riconoscimento sociale. Ma non può
esserne considerato come l’unico fondamento. I cristiani non
possono condividere il giudizio
svalorizzante — e quasi spregiativo — che colpisce quelli che
sono senza lavoro. Non possono
neanche accettare le discriminazioni sessuali o razziali nelle assunzioni ai posti di lavoro disponibili, né la svalorizzazione
di un campo di attività così essenziale come il lavoro domestico o casalingo.
Per gli stessi motivi, il Sinodo
afferma che il lavoro è proprio
un diritto. Se la Chiesa non ha,
ovviamente, soluzioni tecniche
per risolvere la disoccupazione,
essa ha però la vocazione di denunciare gli attacchi intollerabili
ai diritti dei più poveri, di sottolineare l’assoluta necessità della
solidarietà sociale con i disoccupati. Essa impegna i suoi membri a partecipare ad ogni ricerca in vista della creazione di posti di lavoro e per una ripartizione più equa del lavoro salariato, tenuto conto delle costrizioni economiche esistenti.
Nella società del profitto, la
divisione sociale del lavoro e la
sua parcellizzazione, la logica
della disciplina e del rendimento
riducono molta parte dei lavoratori ad essere strumenti senza
responsabilità né potere decisionale. Agire contro queste condizioni di lavoro distruttrici, vuol
dire lottare per la dignità umana a livello individuale e a livello collettivo.
3) Il lavoro è chiamato ad essere un luogo privilegiato di solidarietà umane. Ma è anche organizzato secondo rapporti di
dominio che si estendono all’insieme della società, provocando
lotte per una maggiore giustizia.
Il Sinodo impegna le comunità a
non cedere alla paura dei conflitti.
L’Evangelo, proclamazione della riconciliazione fra tutti gli
uomini, non può essere utilizzato come argomento o mezzo di
pressione per la pace ad ogni
costo in ogni campo. Non bisogna pertanto minimizzare la
realtà conflittuale, bensì riconoscerla, vedendo in essa l’origine
di una possibile ricerca di maggiore giustizia.
Né idolatria
né schiavitù
Dio propone agli uomini una
salvezza gratuita. Contro ogni
idolatria del lavoro, noi crediamo che l’essenziale non è da
produrre: ci è dato. Come le altre attività umane, il lavoro viene relativizzato. Non è di per sé
un’attività salvatrice, non esiste
redenzione per mezzo del lavoro.
La vita degli uomini trova il suo
senso ultimo nell’attesa di quel
Regno al quale Dio lavora fin
dalla creazione del mondo e che
si è manifestato in Gesù Cristo.
La vita consiste nel cercarlo e
nel significarlo con la convinzione che tutto il resto ci sarà dato in sovrappiù.
Perciò anche il nostro lavoro
non è vano. Per mezzo di esso
possiamo partecipare a questa
speranza del Regno che attraversa tutta la nostra storia. Il nostro lavoro non è condannato al
non-senso: c’è una promessa su
ciò che gli uomini realizzano.
Il Signore non rimane muto
di fronte alla situazione degli
uomini vittime dell’ingiustizia,
dell’ oppressione, dell’ assurdo,
della paura. Queste non sono fatalità, ma perversioni da combattere.
Ad immagine del Dio creatore
il cui lavoro finisce e si celebra
nel riposo, l’essere umano che
lavora ha bisogno di riposo. Il
riposo non è cessazione del lavoro ma liberazione dalle sue
costrizioni.
— Il riposo è un tempo per il
culto reso a Dio, un’occasione
privilegiata di dire chi è il nostro
Signore e di rimettere ogni cosa,
compreso il lavoro, sotto la sua
grazia.
— Il riposo è un tempo che
viene a rompere la schiavitù e
l’oppressione, che riorienta continuamente la storia nell’atto
della liberazione.
— Il riposo non è per forza il
tempo dell’inattività, o dei divertimenti programmati, può anche
essere tempo di solidarietà per
combattere le sofferenze degli
uomini, tempo di attività relazionali e sociali.
Ma il Signore ci chiama anche
a manifestare nella vita quotidiana la liberazione di cui usufruiamo, con analisi, parole e
azioni che avranno implicazioni
economiche, politiche e sociali.
Il silenzio non ricadrà aH’indomani del Sinodo su questo diffìcile argomento. C’è una speranza per ciò che gli uomini realizzano. A noi spetta enunciarne la
promessa con perseveranza, leggerne gli indizi, indicare ciò che
ostacola la sua manifestazione,
rischiare dei segni concreti, precari ed incerti, sapendo che i
nostri atti ricevono senso solo
dal Signore il quale ci ha creati
non come merci, ma come uomini e donne.
Traduzione a cura di
Jean-Jacques Peyronel
Arturo C. Jemolo
La lunga carriera di un grande ecclesiasticista
e i suoi incontri con l’evangelismo italiano
Libano, terra inquieta e dilaniata
(segue da pag. 1)
zazione per la liberazione della
Palestina.
Il presidente e il governo libanese dovrebbero beneficiare di
tutto il sostegno necessario perché possano, senza che il loro
potere e la loro libertà d’azione
siano impediti, condurre un popolo diviso sulla via dell’intesa e
dell’unità nazionale. Di conseguenza bisognerebbe che l’esercito libanese fosse progressivamente rinforzato e che avesse
pieni poteri per ristabilire l’ordine e la sicurezza sul territorio libanese. Bisognerebbe inoltre
esercitare delle pressioni su
Israele perché cessino tutti gli
attacchi portati contro Libanesi
e Palestinesi nel Libano del sud.
In fin dei conti la sicurezza di
Israele e del Libano dipendono
dal riconoscimento dell’identità
palestinese e dalla conclusione
di una pace giusta con i Palestinesi e gli Arabi.
Esortiamo i cristiani del mondo intero a sostenere i cristiani
libanesi che lottano per vivere, a
fianco dei musulmani, in un Libano unito che opta per la difesa della giustizia, dello sviluppo
e della pace nel Medio Oriente.
Azione delle chiese
Deliberatamente il Consiglio
delle Chiese del Medio Oriente
non ha pubblicato dichiarazioni, avendo convenuto con le
Chiese-membro del Libano di lasciare questo compito agli incontri tra le Chiese maronita, cattolica, ortodossa e protestante.
Il CCMO è tuttavia pronto a
farsi parte diligente per qualsiasi contatto tra chiese e comunità
religiose che aiutino a pervenire
all’intesa e alla pace. Diversi responsabili di chiese nella regione hanno intrapreso un certo
numero di azioni, tra cui una
riunione al vertice dei responsa
bili religiosi del CCMO, che si è
tenuta al patriarcato maronita.
Questa riunione ha pubblicato
una dichiarazione che richiede
una mediazione internazionale
della crisi. Inoltre i tre patriarchi di Antiochia, Ignazio IV
(greco ortodosso), Ignazio Zakka
I (siriano ortodosso) e Massimo
V (greco cattolico), hanno inviato una lettera al presidente Sarkis del Libano.
Responsabili religiosi hanno
ugualmente incontrato dei leaders politici in vista di appianare le divisioni. Cosi il patriarca
Ignazio IV, presidente del CCMO,
ha incontrato il presidente Assad
della Siria per domandare il cessate il fuoco e proporre una mediazione. Il patriarca maronita
Khorèche per parte sua ha lanciato un appello alle Nazioni Unite, al re Caled d’Arabia Saudita
e al papa Giovanni Paolo II, richiedendo la loro mediazione nel
conflitto.
Martedì 12 maggio, a Roma,
alla bella età di 90 anni compiuti
è morto serenamente colpito da
un arresto cardiaco Arturo Carlo Jemolo. Giurista di grandissimo pregio, storico avveduto,
studioso di molte cose, docente
impareggiabile, Jemolo rimane
nel quadro della cultura italiana
una delle figure di maggior spicco di questo nostro secolo, circondato dal rimpianto di molti e
dal ricordo affettuoso di tanti
suoi allievi, maestro indiscusso,
internazionalmente riconosciuto,
nelle discipline del diritto ecclesiastico, del diritto canonico e
delle relazioni tra Stato e Chiese.
Nato a Roma da una ebrea
convertitasi, Jemolo studiò nella
università di Torino, dove al suo
tempo dominavano le figure di
grandi maestri quali Luigi Einaudi, Achille Loria, Francesco
Ruffini. Dall’insegnamento di quest’ultimo — uno dei due grandi
fondatori del diritto ecclesiastico
italiano insieme a Francesco Scaduto — Jemolo fu attratto allo
studio di quella disciplina a cui
ha dedicato l’intera sua vita di
studioso e di insegnante. A tale
disciplina egli ha conferito una
impronta personale e significativa ed un enorme sviluppo con
una serie di volumi e di scritti
minori, frutto delle sue assidue
ricerche e degli studi condotti
sui temi più vari in un lungo
ciclo di 70 anni di attività scientifica.
In campo politico
L’aspetto politico dell’attività
di Jemolo risulta caratterizzato
da alcuni segni determinanti. Nel
1925, a 34 anni, è tra i firmatari
del manifesto antifascista di Croce; nel 1953 a 62 anni, si inserisce nella protesta di « Unità popolare » con Farri e Calamandrei
contro la legge elettorale maggioritaria. Nell’uno come nell’altro
caso è contro le posizioni totalitarie e di regime e testimonia
per la difesa delle libertà. Jemolo non ha svolto altra attività
politica diretta ma nessuno potrà negare l'enorme contributo
da lui dato con la sua attività
giornalistica per l’orientamento
ed anche per la maturazione politica di vari temi a favore di larghi strati della popolazione italiana.
Sotto il profilo religioso Jemolo è un cattolico credente ed osservante, direi sempre più inserito col passare degli anni nella
vita religiosa e culturale della
sua chiesa di cui sente di dover
difendere i valori specie sul piano del « dover essere ». Amante
della libertà e della pace anche
sul piano religioso Jemolo si delinea come un cattolico vivo ma
sofferente che la sua chiesa non
sia all’avanguardia, non si ponga come forza propulsiva nel proclamare e nel vivere soprattutto
quelle libertà che egli avverte come indispensabili non solo per
sé, quale intellettuale e credente, ma che vuole siano affermate ed esercitate nella società civile e politica che lo circonda. In
conseguenza non fu sempre ritenuto nel suo ambiente religioso
esponente ortodosso della fede e
del pensiero cattolico. Del resto,
come dichiarò più volte, non votò mai per la Democrazia Cristiana.
Nel corso della sua lunga esistenza Jemolo non ebbe molti incontri con gli ambienti religiosi
sorti dalla Riforma. Personalmente, lo conobbi quando venne
come professore all’ateneo di
Roma l’anno successivo a quello
in cui mi ero laureato avendo seguito l'insegnamento di Francesco Scaduto, così diverso da quello della scuola da cui Jemolo
proveniva. Ebbi poi varie occasioni di incontrarmi con lui, specie al tempo in cui esercitavo la
libera docenza presso la cattedra di diritto ecclesiastico da lui
retta in Roma. Ma dei vari incontri e degli scambi di opinioni, non sempre collimanti ovviamente, avuti con lui, desidero e
mi par giusto in questo momento ricordarne due. In tali circostanze l’uomo più ancora che il
giurista e lo studioso ebbe modo di dimostrare pienamente il
suo livello, l’animo suo, l’integrità morale del suo pensiero.
Due incontri
Nel 1958 accettò di patrocinare
la causa avanti alla Corte costituzionale in cui fu discussa l’incostituzionalità di talune norme
delle leggi sui culti ammessi e
che in conseguenza decaddero.
Rammento con quale attenzione,
con quale scrupolo e rispetto curò di rappresentare quanto gli
veniva esposto circa i principi
che le nostre chiese ritenevano
di dover affermare per manifestare completamente la loro identità di fede e di azione nella società civile. Non so fino a che
punto condividesse tali principi
ma ricordo una sua lettera dalla
quale appare in tutta chiarezza il
suo lealismo e la sua precisa volontà di affermare anche in tale
occasione quelle libertà che già
in varie e differenti circostanze
aveva difeso.
In questi ultimi anni lo abbiamo incontrato in una veste diversa: quale esponente della delegazione governativa nel corso
delle trattative per l’Intesa di
cui all’art. 8 della Costituzione.
L’acume della sua sensibilità giuridica nel cogliere i vari problemi che via via emergevano, l’onestà chiara e netta delle sue affermazioni sempre coerenti con
la sua linea di pensiero, l’attenzione resa a meglio comprendere
non solo le istanze avanzate dalle nostre chiese ma la stessa impostazione della trattativa e dell’istituto dell’Intesa che emergevano dal progetto di accordo proposto dalla Tavola, sono senza
dubbio i caratteri più salienti e
spiccati del contributo dato da
Jemolo nella conduzione e per lo
sviluppo della trattativa. Non deve sorprendere se su taluni punti non condividesse pienamente
le posizioni sostenute dalla delegazione della Tavola Valdese:
egli guardava la storia e viveva
la fede da un diverso angolo visuale. Tuttavia lo stimolo che ha
guidato ogni suo intervento è
stato sempre quello dell’affermazione della libertà e della pace
sul piano della vita religiosa del
nostro paese senza discriminazioni od emarginazioni a causa
di differenze confessionali. Ed è
con questo spirito e preciso intendimento che prima di terminare la sua esistenza terrena ha
voluto che fosse conclusa anche
con la sua firma l’Intesa raggiunta. Lo ricordiamo riconoscenti.
Giorgio Peyrot
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