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Anno 120 - n. 9
2 marzo 1984
L, 500
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedirv
a: casella postale - 10066 Torre Pellice.
cir PFLLEGHUn Elio
10066 TCEEü Ft-LuiOl^
delle valli valdesi
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
Non spetta a noi dire qui su
quaii politiche è possibiie ricuperare i’unità. Sui meccanismi
democratici interni invece sì. Il
protestantesimo italiano è ricco
di insegnamenti; gli organismi
dirigenti da noi non devono solo
dare ordini, ma anche saper
ascoitare ia base (e dirigono
tanto più quanto maggiore è la
loro capacità di ascolto), devono sapersi mettere a disposizione per il controUo di tutti e per
la verifica delle decisioni, devono saper dirigere col consenso
di tutti, del resto questa era l’esperienza dei metodisti inglesi
che hanno fondato il sindacalismo inglese.
L’esperienza di 500 anni, può
valere anche per il sindacato.
INTERVISTA AL MODERATORE GIORGIO BOUCHARD
Le specificità delia nostra Intesa
Possono tre punti di contingenza determinare la fine di tutta una esperienza « unitaria »
del sindacato di oltre un decennio? I problemi — è evidente — sono altri e riguardano il
rapporto sindacati/stato.
L’unità sindacale si è costruita infatti affermando da una
parte l’incompatibilità tra cariche sindacali e cariche politiche
e r« autonomia » del sindacato
dai partiti, e dall’altra realizzando un rapporto molto ambiguo con lo stato che vedeva una
crescente partecipazione dei sindacato alla elaborazione delle linee di politica economica nazionale.
Dal 1978, coi documenti dell’EUR, e fino al recente accordo del 22 gennaio 1983 il sindacato ha perseguito una linea di
moderazione rivendicativa e di
razionalizzazione della spesa
pubblica in cambio di investimenti ed occupazione.
Questa linea politica sindacale
non ha dato i risultati sperati,
né sul piano economico-sociale,
né sul piano politico.
Sul piano economico non si
è realizzata nessuna delle riforme auspicate (pensiamo alle
iniquità persistenti nel sistema
fiscale) e rinflazione e il deficit
pubblico rimangono tra i più alti dei paesi industrializzati.
La proposta di investire per
occupare è entrata in contraddizione col latto che gli investimenti sono « labour saving »
cioè a risparmio di manodopera
e che quindi non si è creata occupazione aggiuntiva, ma disoccupazione. Sul piano politico U
PCI è stato escluso dal governo.
Lo scambio è stato diffìcile e sicuramente ineguale per li sindacato. Il governo, che non è stato
in grado di garantire una politica coerente con gli obiettivi
sindacali, ba però ottenuto una
centralizzazione delle relazioni
sindacali, un accentramento dei
meccanismi decisionali sindacali, che ha indotto CISL e UIL
ad accettare, senza consultare la
base, il decreto legge sulla scala
mobile.
La rottura dell’unità sindacale avviene dunque su una politica sindacale e su meccanismi
di democrazia interna al sindacato. Per questo non si potranno mettere le pezze in breve
tempo.
Lo sciopero dei consigli di fabbrica è anche contro questa politica sindacale, contro l’idea di
un sindacato « cooperativo » e
« non antagonista », contro l’estraniazione della base operaia
dalle decisioni.
Elementi di contenuto, di forma giuridica, di procedura, di modalità decisionale caratterizzano
in modo del tutto particolare l’Intesa firmata dal moderatore e dal presidente del Consiglio
Il ¡giorno dopo la firma delTIntesa tra lo Stato e le Chiese rappresentate dalla Tavola valdese il moderatore Giorgio Bouchard ci
ha rilasciato l’intervista che pubblichiamo in questo numero del
giornale ampiamente dedicato a questo evento.
— La vicinanza temporale della firma del nuovo Concordato e
dell’Intesa, il rituale in gran
parte simile e la scarsa dimestichezza della gente con queste
cose possono aver indotto a confondere le cose, a fare tutt’uno
di Concordato e Intesa. Che ne
oltre a quello della sede della
firma?
pensi?
— Le presentazioni giornalistiche deirawenimento di martedì
21 febbraio sono state quanto ai
contenuti sostanzialmente corrette e di questo ci rallegriamo.
Certo ci ha disturbato qualche
titolo francamente improprio
come « Concordato per i Valdesi e Metodisti » e titoli di questo
genere. In realtà se andiamo al
di là delle apparenze è stata riconosciuta da tutti la specificità
dell’Intesa che le chiese valdesi
e metodiste hanno firmato ieri.
Anzitutto la firma è avvenuta a
Palazzo Chigi cioè in una sede
istituzionale della Repubblica. Italiana la cui Costituzione è stata
per un articolo limitato ma cruciale messa in pratica ieri. Non
una sede neutra, non una sede
ecclesiastica, non una sede di
solenne rappresentanza, ma una
sede di attività di governo mi pare corrisponda alla formula delrarticolo della Costituzione.
— Hai parlato di « specificità
dell’Intesa »; vorresti indicare altri elementi di questa specificità.
— Le specificità dell’Intesa si
rilevano anche per quanto riguarda le procedure di approvazione e la configurazione giuridica. L’art. 8 della Costituzione
3=> comma dice che i rapporti
tra lo Stato e le confessioni religiose sono regolati « per legge
sulla base di intese » ed è stato
ben chiarito che la legge non potrà mai scostarsi dall’Intesa perché è una legge di libertà, ma è
altrettanto chiaro che si tratta di
ima legge dello Stato: non si
tratta della ratifica di un trattato internazionale tutelato da
una sostanziale garanzia di immutabilità. Oltre a questo l’Intesa prevede la revisione periodica dell’accordo. Quanto ai suoi
contenuti, tutti coloro che si
sono presi la pena di leggere il
testo dell’Intesa hanno avuto occasione di notare che essi costituiscono una fortissima specificità nel campo dei rapporti tra
chiese e stato: sono contenuti di
libertà, sono contenuti diciamo
di agibilità delle strutture pubbliche, con una rigorosa distinzione dei campi. Nel ¡discorso
che ho pronunciato in occasione
della firma e che è riportato in
questo numero del giornale, la
Tavola ha ritenuto di dover fare
un’affermazione di fede anziché
una considerazione politica pro
II moderatore Bouchard e il presidente Craxi firmano l’Intesa.
prie perché fossero ben chiare
le motivazioni ultime della nostra presenza.
Un’altra caratteristica della nostra Intesa: ho già avuto modo
di notare — ma vorrei sottolinearlo — il fatto che le nostre
chiese nel loro approccio a questo problema e nelle procedure
che hanno scelto hanno dato
corpo quasi inconsapevolmente
ai caratteri specifici dell’Intesa.
Anzitutto dodici anni fa Comitato permanente metodista e Tavola valdese hanno chiesto a tutte
le comunità locali di esprimer
IN OCCASIONE DELLA DOMENICA DELLA GIOVENTÙ’ - 4 MÁRZO
si riguardo ai problemi dell’Intesa. E quasi tutte le nostre 131
comunità locali hanno studiato
l’argomento indicando quali erano i temi da affrontare, quali erano i temi da escludere, quale
era il modo in cui andavano affrontati. La sessione congiunta
del Sinodo valdese e della Conferenza metodista 1973 ha sostanzialmente accolto le indicazioni
delle chiese in un atto memorabile che dava ai propri organi
esecutivi. Tavola e Comitato permanente precisi mandati, indicazione di limiti, direttive su cose da fare e cose da non fare.
E queste disposizioni sono state
rispettate e siamo contenti e fieri di avere ricevuto dalle nostre
chiese un mandato di questo ge
U volto di Caino
Genesi 4: 1-26.
Giorgio Gardiol
Il rapporto iniziale tra Caino
e Abele è la testimonianza del
progetto di fraternità che Dio
ha per gli uomini. L'uomo non è
un lupo per gli altri uomini come sosteneva uno scrittore dell’anticà Roma. Caino ed Abele
nascono fratelli, collaborano tra
loro, come esemplifica la ripartizione del lavoro che essi realizzano. Caino coltiva la terra, Abele fa il pastore. Ogni .generazione fa però l’amara scoperta che
è al tempo stesso il fratello ma
anche il suo mortale nemico.
Questa è la scoperta di Caino ed
Abele. Caino ed Abele diventano
nemici, perché questo?
La bibbia risponde: a motivo
di Dio. Dio è il motivo deh cambiamento dei rapporti tra i due.
Non un Dio qualsiasi ma il Dio
che sceglie i secondi e non i primi; il Dio che sceglie liberamente tra i due, che non può essere
vincolato a nessun privilegio
umano. Dio non guarda con favore il sacrifìcio di Caino non
perché egli fosse meno devoto di
Abele, questo la bibbia non lo
dice. La risposta va ricercata
nella libera grazia di Dio, un mistero certo, che ci viene espresso
anche negli evangeli (Luca 17: 20).
Un altro elemento è il capovolgimento dei rapporti giuridici
che Dio porta. Abele viene scelto
pur essendo il secondogenito.
Caino il primogenito ce l’ha con
questa soluzione, ce l’ha con questo Dio che scalza il suo primato.
Il peccato che lo assedia è l'invidia per Abele. Caino non ascolta neppure quello che Dio vuole
fargli sapere: «Tu devi dominare
il peccato che ti sta spiando alla
porta »; ma Caino non comprende che questo Dio non lo rifiuta
nonostante abbia scelto Abele.
Caino se la prende con Dio ma
non potendo disfarsi di Dio, uccide Abele. Si difende contro il
fratello che con la sua stessa
presenza, minaccia il suo primato. Caino vuole eliminare questo
segno dellà realtà di Dio nella
storia. Un Dio che rispetta le
precedenze umane e le convenienze umane sarebbe forse un
Dio rispettato, adeguato, un Dio
invece che sceglie i secondi, provoca un terremoto in primo luogo nella coscienza « religiosa ».
Caino vede crollare il suo primato non nel corso di una lotta ma nel momento del culto,
uno dei momenti più alti nella
concezione della vita dell’antichità. La gelosia di Caino ha la
sua radice in Dio.
Spesso anche noi ci fabbrichiamo un Dio che corrisponda esattamente alle nostre convenzioni
e tradizioni, che ci lasci tranquilli, che ci permetta di dire come
i farisei, ti ringrazio che,non sono come quegli altri.
Tuttavia i termini vanno capovolti: non Dio deve corrispondere a noi ma noi a Lui. Caino
uccide Abele; da questo suo gesto comincia a scorrere tutto il
fiume di sangue su cui si fondano i primati del mondo. Ci sono
diversi modi di uccidere oggi,
ormai lo sappiamo bene; il carcere, l’emarginazione per cui uno
perde, a poco a poco ogni diritto
e nessuno accondiscende più a
dargli una mano, perché non
rientra nelle categorie considerate degne di aiuto, ecc. Si conti
Erika Tomassone
nere.
E ancora: altrettanto naturalmente, quando Comitato e Tavola dovettero scegliere i negoziatori sette anni fa, scelsero tre
laici nei fratelli Peyrot, Bianconi e Spini, dei laici, non dei pastori. Abbiamo pastori di valore,
perché, grazie a Dio nella nostra
chiesa il ministerio pastorale è
tenuto in onore, ma proprio per
il fatto che il ministerio pastorale è rufflcio augusto dell’annuncio dell’Evangelo, dell’insegnamento biblico e della cura
d’anime la cui centralità è riconosciuta come tale nella nostra
prassi e nei nostri regolamenti,
proprio per questo, nel momento
in cui si deve compiere un’azione di altro tipo, abbiamo scelto
con tutta naturalezza tre fratelli
laici in base alle competenze e
ai doni che hanno ricevuto dal
Signore. E’ questo un contenuto
preciso di ciò che intendiamo
quando usiamo l’espressione biblica del « Sacerdozio universale
di tutti i credenti ».
— Quali le tue impressioni del
giorno della firma?
(continua a pag. i)
— Sono certamente impressioni assai vive. C’era la sensazione
che la lunga fatica non era stata
vana, che il lavoro dei fratelli che
hanno faticato in questa impresa
a cura di Franco Giampiccoll
(continua a pag. 12)
2
y
2 fede e cultura
2 marzo 1984
UN INTERVENTO SUL PROBLEMA AFFRONTATO AD AGAPE
DIBATTITO ALLA CASA DELLA CULTURA
Il piombo degli anni
« Gli anni di piombo » sono oggetto
del contendere quotidiano e settimanale
di quotidiani e settimanali, sono oggetto di « autocritiche » della sinistra, ripensamenti, pentimenti, mea culpa di
ex militanti, ex leader, nostalgici del
Sessantotto, nonché oggetto di chiacchiere d’osteria, di pianerottolo e di
tavola rotonda.
Il primo elemento che mi colpisce,
è l’uso di un numero sempre crescente di definizioni fisse, di frasi fatte, che
insieme al « sinistrese » storico prendono a prestito toni e stili « esoterici »
di gusto tardo romantico: « anni di
piombo », « grande vecchio », « cattivo
maestro ». Cui si affianca la cattolicissima definizione dei livelli di colpevolezza: • irriducibile », « dissociato »,
« pentito », . grande pentito », con >il
contrappunto di neoaggettivi sostantivati: • il personale », ■ il pubblico »,
« il carcerario », « il -devrante » eoe.
Tutte queste aifóobzioni, divenute
codice, dovrebbero forse sehiphflcare
qualsiasi analisi storica, politica, sociale degli ultimi vent'anni; in realtà, rendono impossibile una disamina seria del
problema tn generale, .riducendo tutto
a interminabili ripetizioni di suoni fissi
e tranquillizzanti.
Il secondo elemento su cui mi sforzo
di fare il punto è la sensazione che ci
sia una volontà collettiva di mitizzare
fatti, eventi e persone, riconducendo
questi famosi anni ad uno schema semplificato di tragedia classica mista a
« mèlo »: eroi e demoni, vittime e carnefici, ingenui e maestri malvagi, cattivi che si pentono, buoni che offrono
la mano, premi e pene, catarsi e sacrificio, lieti firn' con lacrime si rincorrono
in una sarabanda più mitologica che
reale.
Cerco dunque di tornare indietro nella storia mia e di queste generazioni,
di cogliere attraverso il peso di piombo degli anni il punto di partenza di
tanti eventi e di tanta storia.
Cera una volta (1969) un tale, ex dirigente di Azione Cattolica, cattolico del
dissenso, socio fondatore di una pubblicazione marxista-leninista <• Lavoro
politico », colto e profondamente convinto delle sue convinzioni (nella sua
rivista il più serio dei collaboratori si
chiamava Renato Curdo). Questo tale
in un freddo pomeriggio mi confidò:
« Come cristiano, sono disposto a dare
la mia vita per il bene del prossimo,
e come cristiano sono disposto a dare
la vita degli altri per il bene del prossimo, perché la rivoluzione non è che
la storicizzazione della salvezza ».
Il mio millenarista di 15 anni fa non
è un nemico pubblico, ma un tranquillo insegnante di scuola ihedia. Altri del
suo ambiente sono ergastotanr, assassini, nihilisti, grandi pentiti.
C’era una volta
Alcuni dubbi
A questo punto una terza idea mi
passa per la testa: non sarà che tutti
noi ci sentiamo un po’ a disagio e preferiamo confondere le acque, giocare
sui termini, velare di retorica fatti e
situazioni che ci coinvolgono, di cui
tutti in forme differenti sitftfìo responsabili?
Non sarà che è più facile pensare
un terrorista come un eroe negativo
(ma eroe) piuttosto che pensarlo come
collega di fabbrica, compagno di partito, conoscente, coetaneo?
Non sarà che la parola democrazia è
più un esorcismo multiuso contro ogni
tipo di fantasma, ogni forma di imprevedibilità, più che una sofferta esperienza collettiva in evoluzione?
Non sarà che i troppi mea culpa di
troppi intellettuali di sinistra hanno lo
stesso odore di falsa coscienza dei
pentimenti dei killer?
Questi dubbi riguardano per primo me
stesso, la mia generazione, e un modo
diffuso di affrontare, ovvero non affrontare, il problema.
Protestantesimo
L’annata 1983 di Protestantesimo si è chiusa con un numero
ricco di significativi interventi.
Giovanni Gönnet con un documentato saggio sulle prospettive di storia della Riforma nell’Europa Centro-meridionale ripercorre l’itinerario riformato
che va dai primi storici colloqui di Lutero all’adesione dei
Valdesi alla Riforma nel 1532,
facendo il punto di una stagione storica che continua ad appassionare gli storici, pur in assenza di novità dal punto di vista del rinvenimento di nuovi
documenti. Sempre in questo
stesso numero compare una
densa relazione, riguardo al rapporto tra predicazione evangelica ed azione, di Sergio Rostagno che in occasione di un recente convegno tenutosi presso
il Servizio Cristiano di Riesi ha
sollevato molte domande e allo
opprimere le classi subalterne.
b) La distruzione dell’oppressione
giustifica ogni "sacrificio”, e ogni tipo
di mezzo.
Il “caso" della religione
neila scuola elementare
La prima affermazione può anche essere sostanzialmente realistica, la seconda è solo apparentemente una conseguenza logica. E’ invece un salto
’’religioso” che non risponde ad una
lucida esigenza rivoluzionaria ma, al
contrario, ad un bisogno sentimentalemistico di ’’olocausto” (ovvero sacrificio
totale alla divinità ’’rivoluzione”).
E’ storia di tutti
C’era uria voita (1971) un tale, ex responsabile della Gioventù ebraica,
» luxemburghiano organico », antileninista, lucido e rigoroso, che in un freddo pomeriggio mi disse:
< Se una bomba H distruggesse mezza umanità per rendere i’altra metà libera di ’’edificare l’uomo nuovo”, sarei
disposto a far parte deila metà uccisa ».
il mio rigoroso progettista rivoluzio' nario oggi è un campione nazionale di
scacchi e scrive sofisticate opere di
storia deli’arte. Molti dei suoi compagni di strada sono assassini, ergastoiani, pentiti, ’’arancioni”, eroinomani.
C’era una volta (1973) un tale, ex dirigente FGCi, responsabiie del servizio
d’ordine di un’organizzazione della nuova sinistra che in un freddo pomeriggio mi chiarì:
• Le azioni che stiamo progettando
(’’punizioni di nemici di classe”, ’’azioni esemplari”, eoe.) fanno parte del
momento illegale dell’organizzazione.
La ioro funzione è di avanguardia. In
caso di fallimento i militanti saranno
smentiti e disconosciuti dall’organizzazione stessa ».
Con questa logica, il mio KGB casaiingo gestiva il ’’braccio iilegale”. Qggi forse è in prigione o forse fa il capo del personale in una grande azienda.
Questi tre flash back non fanno storia, ma forse spiegano aila buona come
l’uso della forza come strumento quotidiano di iotta sì inserisca nella cultura dei nostri anni. Come abbiamo visto, si inserisce per spirito apocaiittico, per bisogno di martirio, per lucida strategia; ma comunque è parte di
una scelta che deriva da presupposti
di base:
a) Lo stato è uno strumento deila
borghesia, di una classe dominante, per
TRA LE RIVISTE
A questo punto se veramente si vuole chiudere per sempre un capitolo di
storia, evitare che ia tentazione sanguinaria riaffiori è necessario prendersi
ciascuno le proprie responsabiiità e
cerresponsabiiUzzarci tutti in una storia
che è patrimonio dì tutti, dei 5.000 detenuti politici come delle decine di
migliaia di persone che hanno creduto
di poter cambiare il mondo, giustamente, e che, meno giustamente, hanno
spesso confuso sogno con progetto,
politica con metafisica, lotta con • olocausto ».
E se si vuol credere che la violenza
non ricominci è necessario trovare, inventare, le forme per una democrazia
reale, capace davvero di rimuovere ie
cause, non solo di reprimere militarmente gli effetti. E sia chiaro, questa
tal democrazia non c’era negli anni 60
e non c’è adesso.
Se proi vogliamo accontentarci del
meno peggio, lasciamo pure tutto così, releghiamo tutte le puìsioni libertarie e progressive nella valigia dei ricordi, ma non stupiamoci poi di questi
« fenomeni aberranti » come se nascessero dal nulla.
Se vogliamo davvero dialogare con
le migliaia di reduci di queet’incubo
riconosciamo innanzitutto che il piombo di questi anni pesa su tutti noi e
cerchiamo in secondo luogo una via
concreta (non solo politica o militare)
profonda, ad una pacificazione definitiva. Come? Non presumo di saperlo
ma anzi lo chiedo a chi legge affinché
tutti e subito si cominci a trovare
delle strade percorribili, ricordando
Ecclesiaste 3: 3: ...un tempo per uccidere e un tempo per sanare, un tempo
per demolire e un tempo per costruire,
un tempo per piangere e un tempo per
ridere.
Paolo Cerrato
(adista) — Il pretore di Roma
Roberto Preden ha accolto in
data 31.1.’84 il ricorso per sospetta incostituzionalità della legge
del 1928 che dà mia patente di
confessionalità alla scuola elementare (l’insegnamento religioso, dice la norma in questione, è
il « fondamento e il coronamento » deH’istruzione elementare)
presentato da 30 genitori e ha disposto l’invio degli atti alla Cor
te Costituzionale.
Questo importante fatto nuovo
(che ha un precedente soltanto
nel 1977, allorché il pretore accolse un’analoga denuncia di un
genitore) ha dato particolare vigore all’incontro-dibattito su « Il
"caso” della religione nella scuola elementare » promosso venerdì 10 febbraio alla Casa della Cultura di Roma dal Comitato per
l’attuazione della Costituzione
nella scuola. Il dibattito, cui hanno aderito il Coordinamento Genitori Democratici, il CIDI, le
chiese valdesi e metodiste, le comunità di base di Roma e ComNuovi Tempi, ha messo in risalto tre ordini di problemi;
1) la necessità, innanzitutto,
di abolire gli artt. dal 27 al 30 del
R.D. n. 577 del 1928, gravemente lesivi dei diritti di libertà e
di uguaglianza espressi dagli artt.
3, 7, 8, 19, 21, 30 e 34 della Costituzione, con speciale riferimento alla libertà di scelta educativa
dei genitori. E’ infatti apparsa a
tutti chiara, a questo proposito,
la totale inadeguatezza della « dispensa », « istituto — ha detto
l’avvocato Guido Calvi, che difende la tesi dei 30 genitori — del
tutto inutile a cancellare il tessuto ideologico che permea di sé
tutta la scuola elementare »;
2) la necessità di adeguare la
legislazione ad una società divenuta adulta ed alla quale male
si adatta una normativa fortemente condizionata dalla terapia
monarchico-fascista. Un adeguamento questo — è stato ricordato da più parti — in qualche modo già avvenuto nei nuovi programmi della scuola elementare;
3) la necessità che la Corte
Costituzionale da una parte e il
Parlamento dall’altra, colmino al
più presto il grave ritardo accu
UN NUOVO PERIODICO
“Cristiani non violenti
II
stesso tempo ha rilanciato la rifiessione su un punto importante deH’esperienza cristiana. Il
terzo intervento di rilievo che
compare in questo numero è di
Paolo Ricca: si esamina la questione del ’ministero’ nel quadro del documento, controverso
ma appassionante, di Lima —
manifesto ecumenico del giorno
— e si invita le chiese a promuovere un dibattito approfondito.
Molte recensioni di libri e l’indice dell’annata 1983 chiudono il
nostro fascicolo. G. P.
Protestantesimo, trimestrale
pubblicato sotto gli auspici
della Facoltà Valdese di Teologia - Direzione: Via Pietro
Cessa 42 - (K)193 Roma.
Abb. 1984: L. 15.000 sul c.c.p.
14013007 intestato a: Libreria
di Cultura religiosa, Piazza
Cavour 32, 00193 Roma.
E’ uscito il primo numero del
nuovo periodico « Cristiani nonviolenti » che è nato per approfondire la conoscenza della nonviolenza tra i cristiani di tutte le
confessioni esistenti in Italia. E’
un tentativo di ecumenismo pratico. Quello che manca nel nostro paese è la conoscenza reciproca, l’informazione. Questo periodico vuole dunque informare
sulle dichiarazioni e le iniziative
concrete delle diverse chiese cristiane ner la pace e la nonviolenza.
In questo primo numero troviamo un documento pubblicato
alla vigilia delle ultime elezioni
politiche nel quale numerose associazioni come la Caritas, l’Azione Cattolica, le ACLI, Comunione e Liberazione, Commissione
della Conferenza Episcopale Italiana per la giustizia e la pace,
AGESCI, Mani Tese, Pax Christi.
MIR ecc. chiedono al governo:
— l’abolizione del segreto sul
commercio delle armi;
— controlli severi sul tràffico
d’armi;
— un divieto di esportazione di
armi in paesi dove è in corso
un conflitto;
— estensione della difesa anche
alla difesa popolare nonvio
lenta.
Inoltre il documento chiede ai
sindacati e a tutti i lavoratori "di
farsi promotori di una graduale
conversione delle industrie militari ...in produzione di utilità civile e del riconoscimento di obiezione di coscienza alla fabbricazione di armi.
Il numero contiene inoltre, tra
le altre cose, ampi stralci della
« Dichiarazione sulla Pace e la
Giustizia » dell’Assemblea del
Consiglio Mondiate delle Chiese
di Vancouver, la lettera del Sinodo valdese-metodista al Presidente dei Ministri Craxi contro
l’installazione dei missili a Comiso.
L’abbonamento alla rivista costa L. 6.500 (prezzo minimo) da
versare sul c.c.p. 22540009 intestato a Antonio della Bella c/o
MIR, via delle Alpi 20, 00198 Roma, specificando « Cristiani nonvioienti ».
Nel comitato di redazione figurano una valdese (Medi Vaccaro)
e un Dentecostale (Domenico
Troja). Nel gruppo dei consiglieri altri evangelici: Luigi Santini,
Rolando Rizzo, Paolo Ricca, Ezio
Ponzo, Domenico Maselli, Elena
Girolami, Marcella Gay, Giuseppe Anziani.
mulato. Basterebbe — ha detto il
costituzionalista Sergio Lariccia
— una legge unilaterale dello Stato, senza dover ricorrere alla revisione del Concordato, dal momento che quest’ultimo non fa
parola (all’art. 36) deU’insegnamento religioso nella scuola.
Tanto più grave ed inconcepibile appare, dunque, ha proseguito Lariccia (che parlava prima
del 18.2), il preoccupante passo
indietro compiuto dal Governo e
dal Parlamento italiano nella bozza di revisione del Concordato, di
imminente ratifica. In essa si
giunge infatti — hanno denunciato Lariccia e il pedagogista Giacomo Cives e Franco Pitocco, docente di storia del cristianesimo
- — a « concordatizzare » una materia come l’insegnamento religioso che non appariva nel vecchio Concordato. Estendendone
per giunta la sfera d’azione a tutti gli ordini e gradi dell’insegnamento, con relativo incremento
del carico economico da parte
dello Stato.
Del tutto in linea con questo
« recupero d’antico » si è posto
del resto, come hanno ricordato
Cives e Pitocco, il documento
presentato il 28 dicembre scorso
al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione dalla Commissione per i nuovi programmi, che
introduce l’insegnamento, onesta
volta sì obbligatorio per tutti, di
una disciplina nuova, ambiguamente definita « conoscenza religiosa », che altro non è se non la
pervicace riproposizione della
concezione della « religione come
strumento della conoscenza della realtà » (senza contare, poi,
che gli insegnanti di tale disciplina dovrebbero, secondo il documento, avere una formazione
esclusivamente teologica).
A questa linea di tendenza
tutti i relatori, e in particolare
il valdese Ezio Ponzo, docente di psicologia dell’età evolutiva,
hanno opposto l’Intesa firmata
tra lo Stato italiano e le Chiese
valdometodiste, che esclude ogni
insegnamento di religione nella
scuola. Un insegnamento, dice
ancora l’Intesa, che dovrebbe
comunque essere a totale carico
delle chiese.
Molti gli interventi centrati
sulla figura deirinsegnante di religione. Tra questi ricordiamo
quello di Giovanni Franzoni, che
ha rilevato come « già ci siano i
buoni insegnanti di religione. E’
la chiesa stessa del resto a formarli, anche quelli laici. Basterebbe soltanto proteggerli dal ricatto clericale del nulla osta ecclesiastico ». Ha chiuso l’incontro, dopo gli interventi di Laura
Fincato, vicepresidente socialista della Commissione scuola della Camera, di Salvatore Valitutti
e di Massimo Teodori, Pietro Ingrao. Questi si è detto d’acqordo
con questo genere d’iniziative di
cui si è anzi augurato una ph'i
larga diffusione. Qccorre un vasto movimento di base — ha detto il leader comunista — che, in
stretta connessione con il mondo
cattolico disponibile e raccogliendone gli importanti fermenti di
rinnovamento (che attualmente
vengono « utilizzati » dai vertici)
sappia esercitare una forte pressione dal basso per sollecitare il
Parlamento e la stessa Corte Costituzionale.
if TORINO — Sul tema « Religione
e scuola elementare » si svolgerà nei
giorni 30-31.3 presso il Liceo Alfieri un
Convegno rivolto particolarmente agli
insegnanti elementari di Torino e provincia, promosso da CIDI, FNISM, COGIDAS, ALR'I, Comitato laicità della
scuola e óon l'adesione dei tre sindacati scuola di Torino. Tra gli oratori il
prof. F. Pitocco e il dott. P. Bollero
sui nuovi programmi elementari; i proff.
G. Peyrot e A. Talamanca sulla normativa concordataria suH’insegnamento religioso a scuola.
3
- 2 marzo 1984
&
Peccato, bersaglio sbagliato
Sul tema dell’omosessualità — che molto fa discutere
sui periodici evangelici nel nostro paese — abbiamo ricevuto
il contributo di questa riflessione biblica che pubblichiamo
nel quadro dì questo dibattito.
In preparazione a un collettivo teologico su « omosessualità
e fede cristiana» (a cui non ho
poi potuto partecipare) mi sono
andato a rileggere la lettera di
Paolo alla chiesa di Roma, cap.
1; 18-32 e cap. 2: 1-11, che mi
sembra di una chiarezza estrema.
Nelle nostre traduzioni la parola peccato traduce la parola
« hamartia » che era usata nelle
gare olimpiche e che significa
« non ha fatto centro », « ha sbagliato bersaglio ». « Hamartia »
per Paolo significa sostituire l’unico vero Dio con un idolo a misura di uomo. Questo è il peccato di tutta l’umanità e la conseguenza di questo peccato è
che Dio ha abbandonato l’umanità a se stessa lasciandola diventare preda dei propri desideri. Idolatrando se stessa l'umanità è diventata schiava di se
stessa e sostituendo il suo unico
Signore con « dei » fatti da mano d’uomo è rimasta senza guida. Tutto ciò che avviene nel
mondo è conseguenza del fatto
che non avendo più Dio al centro della propria vita, l’uomo
vive nelle tenebre della morte,
che è il salario del peccato.
Noi siamo abituati a conside
rare peccato quello che invece
è solo la logica conseguenza delTaver voluto mettere l’uomo al
posto di Dio. E queste conseguenze si notano nella yita di
ciascuno di noi: siamo incapaci di amare, siamo senza pietà,
non teniamo piu fede al patti,
siamo disonesti, ribelli ai genitori, inventori di mali, presuntuosi, superbi, violenti, nemici
di Dio, calunniatori, traditori,
maligni, ingannatori, litigiosi,
assassini, invidiosi, cattivi, avi;
di, abbiamo desideri vergognosi
e siamo ingiusti e la nostra mente corrotta ci spinge a fare cose
orribili; abbiamo anche trasformato la sessualità in un rapporto contro natura. Tutto questo
indica che siamo stati realmente abbandonati da Dio.
La cosa straordinaria è che
Dio dopo averci collettivamente
abbandonati a noi stessi, è venuto a cercarci uno ad uno per
offrirci la possibilità di vivere
una vita nuova, ricostruendo così un popolo nuovo. Questo è
Tevangelo annunziato a ciascuno di noi, che siamo tutti peccatori in quanto, nella realtà
quotidiana, non adoriamo l’unico vero Dio. Da Dio riceviamo
tutti lo stesso segno di perdono
prospettive bibliche 3
OMOSESSUALITÀ’ E FEDE CRISTIANA
(la morte di Cristo per noi), per- ,
dono che deve operare in noi
una conversione personale _ e
modificare le nostre relazioni interpersonali, in modo da trasformare la convivenza umana._ Ed
è solo con l’aiuto dello Spirito
di Cristo risorto che è possibile
cominciare a fare questo vera;
mente: non è sufficiente dire di
credere per essere un credente;
anche Rios Montt diceva di essere un « nato di nuovo »!
Non dobbiamo dimenticare
che « Dio pagherà ciascxmo per
quello che avrà fatto » e chi
continua a manifestare nella
propria vita le conseguenze dell’unico vero peccato dell'uomo,
è « degno di morte » e con lui
tutti coloro che « approvano »
quelli che si comportano come
loro. La morte è la logica conseguenza della lontananza da Dio:
se Lui è la sola sorgente della
vita, rifiutando di vivere in Lui
la « nuova vita », condanniamo
noi stessi alla morte. Come singoli non siamo chiamati a giudicare i nostri fratelli ma come
Ecclesia siamo chiamati a vive;
re la verità della rivelazione di
Dio. Abbandonare « in man di
Satana » tm fratello o una sorella che manifestano nella propria vita i segni delTabbando;
no di Dio non è mancanza di
amore, ma offerta di chiarezza
per sgombrare le menti dalle tenebre in cui sono avvolte.
Se la Chiesa non fa questo o
peggio, approva chi fa tali cose,
significa che ha rimmciato alla
chiarezza del « vivere Cristo » e
che è solo più una associazione
umana come tutte le altre.
Paolo ci dice: Fratelli, sorelle,
Dio ci ha chiamati a libertà! Non
serviamoci della libertà per fare
i nostri comodi. Anzi, lasciamoci guidare dall’amore di Dio e
facciamoci servi gli uni degli altri... perché chi fa questo mette
in pratica tutta la Legge di Dio.
O forse la precomprensione che
Paolo ha avuto di Cristo ha fatto il suo tempo?!
Ugo Tomassone
Il volto di Caino
(segue da pag. 1)
nua ad uccidere ed in modi sempre più sottili, sempre più diffusi e c'è anche una certa difficoltà ad identificare Caino.
Oggi piuttosto c’è la presenza
di un Caino anonimo e collettivo che non è possibile ravvisare
in un volto ma che è possibile
scoprire ogni giorno in una serie
di rapporti umani che eliminano
i secondi secondo la logica del
primato. Quali sono le conseguenze del gesto di Caino? Caino aveva pensato di disfarsi di
Abele alla chetichella, corne spesso noi pensiamo di liquidare situazioni e persone scomode alla
chetichella. Questo però non è
possibile; la terra si ribella di
fronte a questo delitto. Il delitto
di Caino cade come una maledizione sulla terra dell’uomo e sull’uomo stesso.
Caino cacciato dalla terra è ossessionato dalla presenza degli altri uomini e vede nel volto di ogni
uomo non un fratello, bensì un
ipotetico vendicatore del fratello. La sua fuga è fuga dall’altro^
uomo. Caino entra nel paese di
Nod che vuol dire Inquietudine.
Caino uccide Abele per ridarsi la
sicurezza che aveva perduto con
l’elezione di Abele.
Ma per Caino il paese dell’inquietudine è anche il paese della
consapevolezza che il meccanismo che ha messo in moto lo
schiaccerà e lo ucciderà. Riecheggia a questo proposito la
parola di Romani 1: «Chi mi trarrà da questo corpo di^ morte? ».
Domanda che continuamente
ci poniamo oggi anche noi. Ma
Dio mette un segno su Caino con
cui gli garantisce una protezione
spropositata. Caino è lontano da
Dio, ma appartiene a Dio; Caino
ha creato uno spazio di rnorte,
Dio gli apre uno spazio di vita
possibile. Dove è andato a finire
il Dio di Abele? Il Dio di Abele
è pure il Dio di Caino pome uomo perdente e minacciato.
Erika Tomassone
i9
»
«
t
DIO MIO, PERCHE’?
SALMO 22
Il grido lacerante che apre questo Salmo l’ho riascoltato sulle labbra di F.
Non era la prima volta che mi accoglieva,
e mi assaliva, con il suo tormentoso
« perché », ma questa volta è stato forse
particolarmente angoscioso; e anche particolarmente esplicito, articolato. F. nori è
una che accetta, è una che si batte. Cinque anni e mezzo fa, nel pieno e nel vivo di un’esistenza intensa e generosa —
fra l’altno, fra le animatrici della scuola
domenicale — è stata abbattuta come in
pieno volo. Via via che è un po’ migliorata, sempre meno si è rassegnata a ima
vita in tono minore, in disparte, dipendente, in cui le pare di non poter dare
intorno a sé nulla di quel che sentiva di
avere da dare, ed era tanto. Ci siamo
rallegrati con lei di ogni passo avanti,
anche piccolo, fatto verso la ripresa, e
condividiamo con lei la fliduciosa speranza che il cammino continuerà così, più o
meno lineare e rapido. Ma lei si fa, specie a tratti, molto impaziente; e a momenti, profondamente tormentata. Chi
non lo capirebbe? Chi, con la sua vitalità,
non reagirebbe come lei?
Duro d’orecchi?
Questa volta, però, il grido è stato più
circostanziato. E’ il lamento di una fede
tormentata, che si dibatte contro il nonsenso della sofferenza, e soprattutto contro il silenzio e l'assenza apparenti di Dio,
che fa orecchio da mercante, proprio come nella sconcertante parabola narrata
Un giorno da Gesù (Luca 18: 1-8). Non è
soltanto la comprensibile, umanissima rivolta di ima creatura umana che si ritrova resistenza tarpata, defraudata di parte della sua piena umanità. E’ l’angoscia,
la rivolta di una credente. Non è poca fede, come a volte siamo inclini a pensare
osservando dalTestemo o anche vivendo
dalTinterno (quindi con un surplus di
senso di colpevolezza) una vicenda
tormento. E' fede al vivo, come una ferita aperta: «Dio mio, perché mi hai ahhandonato? Perché te ne stai lontano, senza soccorrermi, senza dare ascolto al mio
gemito? Dio mio, io grido di giorno, e tu
non rispondi, di notte ancora, e non ho
requie ».
Certo, a volte ci sono i tranquillanti:
ma tu, che non sei im tranquillante, né
un palliativo, dove sei? Perché non rispondi? perché non intervieni? Eppure ho
tanto gridato e continuo a gridare a te,
a pregarti, a cercarti... Ho continuato e
continuo iierché so che sei intervenuto
a cura dì Gino Conte
nella storia del tuo popolo, nella vita di
innumerevoli uomini e donne; sì, lo so, ed
è stata per anni ima gioia dirlo con slancio e certezza ai ragazzi della scuola domenicale, come a mio figlio. Perciò continuo a cercarti, a invocarti, aspettarti: ma
il tuo cielo resta chiuso, silenzioso. Sì, è
il tuo cielo, ma è chiuso. ’Tu ci sei, ma
non mi parli, nbn mi rispondi, non vieni.
Perché? Eppure « i nostri padri confidarono in te: confidarono, e tu li liberasti.
Gridarono a te, e furono salvati; confidarono in te, e non furono confusi. Ma io
sono un verme... ».
Il gemito di Giobbe
E’ il lamento, il gemito di Giobbe ‘, questa figura passata alla storia e alla pia tradizione come modello di pazienza, ma che
in realtà è il testimone sconvolgente della rivolta di ima fede che si batte con
Dio con i suoi « perché? », che si riassumono poi in uno solo. Questi _« perché? »
fremono, bruciano, rodono, più espressi
o più latenti (magari repressi?) in tutte
le nostre vite. Non c’è vita umana che
ne sia al riparo, prima o poi. E non c’è
vita di credente che ignori, in una forrna
o nell’altra, prima o poi, quel soprappiù
di tormento, anzi quel nucleo profondo
e vivo di tormento che è causato dal silenzio di Dio, dalla sua assenza.
F. non è dunque isolata, anche se il
suo tormento è in questo momento specialmente acuto. Soffre e si batte, in mezzo a noi, come si sono battuti, si battono
e si batteranno tante e tanti altri fra noi.
Si può forse dire che, su questa tormentata frontiera, è ora fra quelli in primissima linea.
Naturalmente noi rifiutiamo qualsiasi
idea di sofferenza vicaria: l’idea che la
sofferenza particolare dell’uno o dell’altra fra noi abbia speciale valore e porti
frutti che possano essere riversati sugli
altri. Non c’è nulla di buono né di fecondo nella sofferenza, nella nostra sofferenza (come del resto nella nostra gioia, nella nostra salute eoe.); e sappiamo bene
come anche in noi credenti la malattia,
la sofferenza, l’angoscia (come del resto
il benessere) possa portare introversione,
ripiegamento egoistico, chiusura, grettezza, durezza. Non si tratta di fare di F.
una santa (più di quanto non sia ’’santa”
perché amata e chiamata da Dio e credente) né di portarla sempre ad esempio:
sarebbe la prima a rifiutarlo violentémente.
Né santa né esemplare, ma
esemplificazione struggente
Ma se non è ’’esemplare”, è però, per
chi raccosta nella fraternità della fede,
una esemplificazione parlante, struggente
di come la fede possa essere, nella sofferenza (non certo soltanto, ma soprattutto nella sofferenza, di qualunque tipo)
una sfibrante lotta con Dio. Una lotta in
cui reggere, qualunque sia il tormento
specifico che vi si riflette, ora dopo ora,
giorno dopo giorno, talvolta terribilrnente a lungo. Reggere sapendo con chiara
certezza che Dio c’è, ma senza udirlo,
senza vederlo intervenire. Sia pure attraverso i mezzi indiretti — umani, storici
— che solitamente gli fanno da strumento e da tramite.
Accostando F., e chiunque grida come
lei, non dobbiamo certo invitarla a rassegnarsi, a lottare meno, a chiedere meno,
con meno irriducibile insistenza di vedere all’opera, finalmente, il « braccio » di
Dio. Se mai, ricordarle sommessamente
che non è sola in questa lotta. Molte, molti altri, magari in modo meno appariscente e meno noto, vi sono però anch’essi
impegnati, e come lei si sforzano 1) di
non rassegnarsi, e 2) di non disperare.
Non si tratta è chiaro, di un banale, e
rivoltante, « mal comune mezzo gaudio »:
anzi in questi casi — se solo non abbiamo una sensibilità e una coscienza ottuse
come la corazza di un ippopotamo o di
un coccodrillo — il mal comune diventa
un peso anche più grave, se ce lo portip
mo con le nostre poche anche se caparbie
forze umane.
Comunione di lotta
e di speranza
Si tratta della comunione di fede e di
speranza, anche e soprattutto di fronte
al male, in tutte le sue forme e manifesta
zioni. Dietro la nostra composta e sorridente vita comunitaria, dietro la nostra
serena ora cultuale, c’è anche questo: tutti i tormenti, gli enigmi di tante nostre
esistenze, tutti i « perché? » angosciosi e
senza apparente risposta scaturenti dalla
nostra vita, dal nostro sentirci parte d^
mondo, e dalla nostra stessa carne, fisica o psichica che sia.
Così rileggiamo, riviviamo insieme questo Salmo, questo lamento del credente
che dice senza peli sulla lingua la sua angoscia profonda ma anche, in quelTatto
. stesso, la sua speranza tenace, irriducibile; che, per tornare alla citata parabola
di Gesù, anche trovandosi dietro una porta ostinatamente chiusa, non se ne va;
che non accetta, come non accetta Giobbe, il consiglio (di una moglie che qui,
davvero, aiuto meno « adatto » di così non
potrebbe essere!): « Ma lascia stare Dio,
e muori! »; che non 'fascia perdere” Dio,
ma si avvinghia a lui, anche se silenzioso, assente, lontano. Non lo molla, non
rinuncia alla propria richiesta, alla propria attesa.
Il salmista è il robusto portavoce di
tutti coloro la cui fede è duramente messa in discussione; dà voce al travaglio
di tutti coloro che affrontano il silenzio
di Dio e non ne capiscono più il modo
di agire (o non agire), e alla loro speranza-attesa che ha davvero del "miracoloso” puntata com’è, umanamente, sul
vuoto, sull’assenza e sul silenzio in cui
Dio si nasconde.
Noi cristiani possiamo però sapere, oggi, ciò che il salmista poteva allora solo
presentire. Proprio nel nostro disorientamento angoscioso possiamo scoprire particolarmente prossimo il Cristo, che sulla
croce ha ancora gridato a Dio, in forma
estrema, il « perché? » che chissà quante
volte gli è salito in cuore e sulle labbra.
Anche Gesù ha interrogato un cielo rimasto silenzioso e chiuso, e al Padre che è
in questo cielo talvolta così atrocemente
silenzioso e chiuso, ha rimesso — con noi
e per noi — la sua vita. Non è rimasto
però chiuso per sempre, quel cielo, il slìenzio è stato rotto, la parola creatrice di
Dio è risuonata, ineffabile parola di vita,
il « braccio » di Dio è intervenuto, ha
agito.
E’ per questo che l’apostolo Paolo, in
una delle sue pagine folgoranti, che sembra corrispondere intimamente al Salmo
22 e al tempo stesso rispondergli (2 Cor.
4 e 5) può dire: « ...noi siamo tribolati in
ogni maniera, ma non ridotti all’estremo;
perplessi e sconvolti, ma non disperati;
perseguitati, ma non abbandonati; atterrati. ma non uccisi; portiamo sempre nel
nostro corpo la morte di Gesù, affinché
anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo... ». La fede non è facile, ma
è forte, vera.
Gino Conte
' Giobbe, l’uomo in rivolta, così Roland de Pury
aveva intitolato un suo studio di grande valore,
pubblicato In italiano dalla Claudiana, e purtroppo ora esaurito; è un libretto che dovrebbe essere però sempre disponibile.
4
4 vita delle chiese
2 marzo 1984
CORRISPONDENZE
Lutero giovane di 500 anni
Il 26 novembre ha avuto luogo la conferenza del Prof. Paolo
Ricca per la celebrazione del centenario luterano.
L'Assessorato alla Cultura del
Comune di Rimini, sji invito della nostra Chiesa, si è assunto
l’impegno di organizzarla e ci ha
quindi aperto la sala del Consiglio comunale nel teatro comunale stesso dove la conferenza
si è svolta alle ore 18.
Nonostante vi fossero nello
stesso giorno, in città, due conferenze interessanti di carattere
culturale, la nostra ha visto un
buon numero di partecipanti tra
cui un folto gruppo di studenti
universitari e liceali. Il titolo
« Lutero, un giovane di 500 anni »
sottolineava già l’argomento e
cioè l’attualità del Riformatore
che è stata messa in luce in modo semplice, sobrio ma' particolarmente profondo ed efficace
dalle parole dell’oratore.
Assolutamente nuova per Rimini ima manifestazione del genere che non ha mancato di risonanza. Infatti il nostro pastore
ha ricevuto inviti da diverse
scuole per parlare agli studenti
di Lutero e della Riforma e varie
visite da insegnanti ed intellettuali interessati al protestantesimo in genere.
Nel periodo natalizio si sono
svolti tre culti di cui uno con la
scuola domenicale e un altro in
tedesco. La frequenza a tutti e
tre i culti è stata molto buona:
oltre alla Comunità, agli amici e
simpatizzanti abbiamo potuto incontrare persone che non erano
mai venute ed hanno approfittato di questa occasione per farsi
conoscere. Questo è avvenuto
particolarmente al culto in tedesco che verrà ripetuto alcune altre volte nell’inverno dato che i
fratelli di lingua tedesca sononumerosi nella Comunità e fuori.
stituzione del pastore che ha
terminato il suo 2° settennio. Non
avendo trovato candidati disponibili — secondo i RB.OO. — ci
siamo rimessi alla Tavola, augurandoci che si possa trovare
ima soluzione.
Sostituzione
dei pastore
• Quest’anno abbiamo ricordato il « 17 Febbraio » domenica
12 febbraio. Durante il culto con
Santa Cena con vera gioia abbiamo accolto la sorella Delia
Leone che ha fatto la sua professione di fede.
Dopo il culto un gruppo si è
riunito per un’agape fraterna e
passare il pomeriggio assieme.
PALERMO (Via Spezio) — Domenica 29 gennaio abbiamo avufco im’assehiblea di Chiesa centrata su tre argomenti.
1) Elezione di im nuovo membro del Concistoro. E’ stato eletto 'Tito Scuderi il quale è stato
insediato domenica 26 febbraio.
Concordato e Intesa
Appuntamenti
2) E’ stata nresentata la relazione finanziaria dell’anno 1983
e ne è seguita una lunga discussione perché dopo vari anni di
attivo quest’anno non siamo riusciti a inviare alla Tavola quanto richiestoci.
3) Molto tempo è stato impiegato per la discussione sulla so
BORtìlO VEREZZI — «Concordato e Intese - I rapporti tra
lo Stato e le Chiese » è stato il titolo della conferenza pubblica
che ha felicemente concluso la
serata del 16 febbraio scorso
presso la Casa valdese in occasione delle manifestazioni del
17 febbraio e della settimana
della libertà.
FIRENZE — Nel quadro del
Convegno regionale FDEI che si
terrà in via Manzoni 21 domenica 4 marzo iniziando alle ore 11
con un culto presieduto dal past.
Gianna Sciclone, alle ore 15 la
stessa Gianna Sciclone presenterà esoerìenze di donne spagnole
impegnate nel movimento « Pace
e giustizia ».
Una cena comunitaria prima
e un grande falò hanno preceduto la conferenza tenuta dal past.
Franco Giampiocoli davanti ad
un pubblico numeroso di fratel
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Lavoro ed occupazione
oe all’età di 78 anni ed alla famiglia
di Antonio e Costanza Gagliardi, che
ha dovuto separarsi improvvisamente
dalla nuora deceduta a Genova in ancor giovane età, giunga la fraterna solidarietà delia Chiesa.
Filodrammatica
VIiLASECCA — Sabato 10 marzo, ore
20,30, a Pomaretto, la nostra filodrammatica replicherà la recita « Adamo,
ossia "il sogno di un impiegato" ».
• il culto di domenica 11 sarà presieduto da un gruppo dei giovani della
FGEI.
Con i bambini della
Scuola domenicale
XVII Febbraio - Solidarietà di fronte ai cancelli della FIAT di Villar Perosa.
I gruppi giovanili del I Circuito, come è già stato annunciato, stanno lavorando autonomamente sul tema: « Lavoro
ed occupazione » in vista di una
giornata di convegno giovanile
in programma domenica 6 maggio 1984 a Bobbio Pellice. Una
riunione preparatoria necessaria
anche per rilanciare l’iniziativa
è indetta per venerdì 2 marzo a
Torre Pellice, alla Casa Unionista, alle ore 20,45. I rappresentanti dei gruppi e quanti sono
interessati sono invitati ad intervenire.
Tra le altre attività a livello
di circuito va segnalato l’ultimo
convegno in programma per
quest’anno: interesserà i ragazzi delle classi di precatechismo
(I e li media) che si incontreranno a Luserna S. Giovanni,
sala Albarin, domenica 11 marzo alle ore 10.
zione ai pastori o ai membri del Concistoro.
'• L'11 marzo avrà luogo la Assemblea di chiesa, dedicata questa volta
alla elezione di tre anziarri. I membri
elettori sono invitati ad essere presenti, In modo particolare queliil dei quartieri interessati direttamente alia elezione (Siimound, Ravadera e Villa i).
• La chiesa di Torre Pellice ha ospitato il convegno dei catecumeni di
III anno organizzato dal 1” Circuito.
Malgrado l'inclemenza del tempo e contrariamente agli ultimi convegni I giovani erano presenti in numero discreto, seppure di molto inferiore alla potenzialità effettiva delia Val Pellice.
# E' deceduto il fratello Giovanni
Paolo Rostan, la comunità esprime la
sua solidarietà alia famiglia in lutto.
Le prossime riunioni sono il 5/3 al Capoluogo, il 6 al Martel, il 7 al PrassuitVernè, l’8 agli Odins, alle ore 20.
• Partecipazione numerosa e commossa malgrado rintensa nevicata a
Pradeltorno per 11 funerale di Lodovico
Chiavia dell'EIssartet deceduto a 73 anni alle Moiinette. Ai familiari rinnoviamo la nostra solidarietà.
SAN SECONDO — Domenica 26 febbraio nel pomeriggio, abbiamo avuto
un incontro per i bambini delia Scuola
Domenicale: a gruppi uniti piccoli e
grandi abbiamo rivisto con diapositive
ia storia di Abramo, a gruppi separati
abbiamo approfondito un aspetto particolare dei lavoro; i piccoli hanno cominciato ad impratichirsi neiruso delie sagome di cartone che da più domeniche stanno preparando per mettere
in scena la sequenza della nuova Pasqua. I più grandi hanno approfondito
i'incontro tra Gesù e le donne ed il
cambiamento provocato nella mentalità palestinese, con l'aiuto di alcuni cartelloni preparati da un gruppo. Il resto
del pomeriggio è trascorso con giochi,
canti e la merenda.
Una serata con il
maestro Dosio
Retraite
a Viering
Cercasi volontari
TORRE PELLICE — In vista del rifacimento deirimpianto elettrico del tempio del centro — i lavori inizieranno
a metà marzo — il Concistoro rivolge
un appello a chi può dare qualche ora
di lavoro volontario. Le persone disponibili sono pregate di darne comunica
ANGROGNA — Il gruppo giovanile
del Prassuit. in occasione della domenica della gioventù il 4 marzo si reca
alla Casa valdese di Viering (Val d'Aosta) per una "retraite" in cui è previsto un culto sul tema della pace.
• Le prossima riunioni quartierall
del mese di marzo saranno presiedute
dall'Unione Femminile che, nel frattempo, ha visitato gli Istituti per anziani.
VILLAR PELLICE — Il nostro ringraziamento al maestro R. Desio di Torre
Pellice ed al gruppo del suoi allievi del
Centro didattico musicale per l'apprezzata serata che ci hanno offerto nel
tempio a favore della nostra casa «■ Mlramonti ».
• Benvenuto a Luca di Renato e di
Jolanda Bonjour, giunto ad allietare i
suoi familiari.
• Abbiamo accompagnato al campo
dell'estremo riposo la spoglia mortale
dei fratelli: Paolo Pelenc, la cui esistenza è stata stroncata da un incidente di auto all'età di 64 anni e Davide Eynard, originario di Torre Pellice, spentosi a Torino all'età di 88 anni. A tutti coloro che sono stati colpiti da questi lutti, nonché ai familiari
della sorella Albertina Malan ved.
CHarbonnier, deceduta a Bobbio Pelli
• Domenica prossima 4 marzo non
si terrà l'Unione femminile. Infatti la
maggior parte delle donne si sono Impegnate ad andare a Bobbio Pellice alla
giornata mondiale di preghiera.
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DI BORGIO VEREZZI
li metodisti e valdesi del circuito
ligure nonché apostolici, cattolici e laici. Il tema, più che mai
di estrema attualità, è stato presentato daU’oratore in modo
chiaro e sufficientemente ampio.
Il dibattito che è seguito non è
stato particolarmente acceso,
forse per la limitatezza del tema,
nella sala convegni ma si è prolungato e vivacizzato poi in piccoli gruppi fin dopo mezzanotte.
Naturalmente non c’è stata una
parola conclusiva sul tema trattato ma c’è stata certamente una
ulteriore presa di coscienza ed
imo stimolo per una più profonda riflessione che su un argomento del genere, dovrà vedere ora
più che mai impegnati ed agguer.
riti tutti i membri delle chiese
valdesi e metodiste.
Aperte le
iscrizioni
TORINO — Domenica 4 marzo, ore 16.45, nel tempio di O.so
Vittorio, Concerto per organo,
tromba, solo e coro. Ferruccio
Rivoir e Corale di Luserna San
Giovanni.
Sono allerte le iscrizioni per la
Colonia Marina eli Borgio Verezzi
per bambini/e da 6 a 12 anni.
L’attività della colonia — che
avrà inizio il 15 giugno e si concluderà il 6 settembre — sarà articolata in quattro turni:
turno A: 15 giugno - 5 luglio
turno B: 6 luglio - 26 luglio
turno C: 27 luglio - 16 agosto
turno D: 17 agosto - 6 settembre
Per ogni turno sarà garantita
la presenza di due monitrici, una
infermiera, un’addetta alle pulizie, un bagnino. Il soggiorno dei
bambini/e inoltre, come pure
quello del personale educativo e
dei servizi in colonia, viene tutelato, al solito, da polizza assicurativa.
Il contributo richiesto alle famiglie è stato contenuto in 200
mila lire per bambino/a per ciascun turno: la Commissione, comunque, é a disposizione per esaminare eventuali richieste di
riduzione.
Le domande dovranno essere
indirizzate alla Commissione Colonia Marina di Borgio Verezzi
presso Chiesa Evangelica Valdese Via Pio V, 15 - 10125 Torino.
Le famiglie interessate sono
pregate di ritirare l’apposito modulo di domanda presso la Segreteria di via Pio V, 15 - Torino
(tei. 68.28.38) oppure, se fuori
Torino, presso il proprio Pastore.
Sabato 3 marzo
n PRO MIRAMONTI
VILLAR PELLICE — Alle ore 20.30
presso il tempio valdese si terrà una
serata organizzata dal Gruppo Flauti di
Bobbio Pellice sotto la direzione di Gisela Lazier (Flauti) e Paolo Lavinl
(Balli storici).
Il ricavato della colletta andrà a favore della Casa per Anziani « Miramonti » di Villar Pellice.
Domenica 4 marzo
□ GIORNATA MONDIALE
DI PREGHIERA
BOBBIO PELLICE — Le Unioni Femminili delle Valli terranno la Giornata
Mondiale di Preghiera quest'anno presso la Sala valdese di Bobbio con inizio
alle ore 14.30.
La liturgia è stata preparata dalle
donne svedesi ed è centrata sul racconto dell'incontro di Gesù con la donna samaritana.
Prossimamente daremo informazieni
più dettagliate sull'incontro. Chi avesse
bisogno di altre copie della liturgia
può farne richiesta a: Katharina Rostagno, Villar Perosa, Tel. 51372.
n CORSO DIRETTORI DI
CORO
VILLAR PEROSA — Alle ore 10 presso il Convitto si tiene la riunione del
corso.
Venerdì 9 marzo
□ INCONTRO DEGLI
OPERATORI CASE PER
ANZIANI
LUSERNA SAN GIOVANNI — Dalle
ore 9 alle 16 presso fi Rifugio si terrà un incontro sul tema: La sofferenza,
la malattia, la morte. Come affrontarle?
Introducono: Vera Co'isson, Alberto
Taccia.
Per esigenze organizzative, segnalare 1a partecipazione all'incontro e la
presenza ai pasti (consumati presso le
strutture ospitanti) a: Carla Longo - Via
Beckwith, 18 - Torre Pellice - tei. 91801
/91550.
L'Incontro sarà ripetuto sabato 10
marzo dalle ore 9 alle ore 16 presso
l'Asilo Valdese.
Gli incontri sono aperti a tutti gli interessati .
T
5
2 marzo 1984
speciale
PUBBLICHIAMO IL TESTO INTEGRALE DEI DUE DOCUMENTI
RAPPORTI TRA STATO E CHIESE IN ITALIA
La firma del nuovo Concordato avvenuta il 18 febbraio e la firma dell’Intesa che per la prima volta attua I art. 8 avvenuta il 21 febbraio, danno ai rapporti Chiesa-Stato nel nostro Paese un nuovo assetto che andrà attentamente valutato
¥
A distanza di 3 giorni, il 18 e il 21 febbraio,
sono stati Armati due documenti che danno rm
nuovo assetto ai rapporti tra Chiese e Stato nel
nostro Paese: il nuovo Concordato tra il Governo
e la Santa Sede e l’Intesa tra il Governo e la Tavola valdese. Due eventi che miAoni di telespettatori hanno visto nel rituale molto slmile della
Anna ma che hanno contenuti singolarmente differenti. Per permettere un raffronto pubblichiamo in questo « speciale » dell’Eco-Luce il testo
completo dei due documenti. Riteniamo doverosa
questa dupUce puhbAcazione sia per il fatto che,
a nostra conoscenza, solo « il Messaggero » di
Roma ha pubblicato (U 19.2 e il 22.2) i due testi
completi, sia per il fatto che i molti quotidiani
che hanno pubblicato il testo del nuovo Concordato hanno tralasciato il « protocollo addizionale »
che fa parte integrante della nuova normativa
concordataria e contiene importanti dettagli dell’accordo. Ai due documenti aggiungiamo il testo
dei due discorsi pronunciati dal presidente Craxi
e dal moderatore Bouchard In occasione della Arma dell’Intesa e una rassegna stampa sul nuovo
Concordato (rimandando per mancanza di spazio
al prossimo numero quella sull’Intesa).
Come è noto, l’Intesa che direttamente riguar
da le Chiese valdesi e metodiste, è giunta aAa Arma dopo una lunga anticamera. Dopo Tannuncio
da parte dell’allora presidente del Consiglio Andreottl (1976) sull’avvio di trattative per la revisione del Concordato e la stipula di un’Intesa
con la Tavola valdese, le due delegazioni (per parte valdese G. Peyrot, G. Spini, S. Bianconi; per
parte governativa A. C. Jemolo, G. Gonella, R.
Ago ) in 13 mesi deAnivano l’accordo siglandolo
nel febbraio del 1978.
La richiesta di alcune correzioni di battitura
del testo e di un articolo aggiuntivo che estendesse l’Intesa ad eventuali chiese che in futuro si
unissero alle chiese rappresentate dalla Tavola
valdese, davano l’occasione ai vari governi succedutisi di rallentare l’iter dell’Intesa. Dopo interpeUanze parlamentari, manifestazioni del febbraio
1981, voti di consigli comunaU, provinciaB e regionali, U nuovo testo veniva siglato nell’aprile del
1981. Dovevano passare ancora 3 anni — uflAcialmente per consultazioni dei vari ministeri interessati — perché l’Intesa, non prima della revisione del Concordato, giungesse alla Arma. Naturalmente perché l’Intesa entri in vigore, essa deve
essere approvata dal Parlamento al quale speriamo sarà sollecitamente presentata.
Il moderatore Bouchard mentre pronuncia il suo discorso.
&
«
9
I discorsi in occasione deiia firma deii’Intesa
Signor Moderatore,
è con grande soddisfazione che
il Governo della Repubblica si appresta, con l'Intesa testé firmata,
a dare, dopo tanti anni di attesa,
la prima attuazione all’art. 8 della
Costituzione, secondo il quale i
rapporti tra lo Stato italiano e le
confessioni religiose diverse dalla
cattolica, sono regolati per legge,
sulla base di Intese con le relative
rappresentanze.
Si dà attuazione cosi non soltanto alla norma costituzionale,
ma, ancor prima, ad uno dei principi fondamentali che la informano e, cioè quello della pari dignità
sociale ed uguaglianza dei cittadini senza distinzione di fede religiosa.
Nell'eguale libertà costituzionalmente tutelata, lo Stato deve
garantire il rispetto della specifica
identità delle diverse confessioni,
e tradurre così, in differenti modelli adatti a ciascuna, la riforma
bilaterale della legislazione ecclesiastica.
Il testo odierno richiama il
consolidato precedente dei modelli di convenzione tipici dell'esperienza legislativa germanica,
portando in tal modo l'Italia al livello della più sperimentata legislazione europea in materia di relazioni tra Stato e confessioni religiose. E' per la Repubblica una
esperienza del tutto inedita, che
crea una condizione nuova per
quelle confessioni che, con la legislazione così detta dei « culti
ammessi » del 1929-1930, conobbero un’ingiusta, sostanziale subalternità rispetto a quella che
veniva allora denominata la « religione dello Stato », secondo una
definizione superata oggi, con il
Concordato del 18 febbraio scorso.
L'Intesa che ih Parlamento potrà approvare con apposita legge,
consentirà alle Chiese valdesi e
metodiste di fondare il loro rapporto con lo Stato su basi di netta
distinzione di oneri, competenze
e fini istituzionali, di parità dei
culti e dei cittadini in materia di
religione.
Voglio ringrziziare i Governi che
hanno preceduto l’attuale nello
svolgimento delle trattative che
hanno portato alla definizione dell’Intesa e tutti coloro che hanno
collaborato al raggiungimento di
questo risultato, in primo luogo i
Membri delle Commissioni rappresentanti le due parti.
Sono particolarmente lieto che
la prima attuazione dell'art. 8 avvenga con la Chiesa Evangelica
Valdese e Metodista.
La Chiesa Valdese, il cui atto di
nascita si può far risalire a più
di ottocento anni fa, ai tempi
della cosiddetta « prima riforma » e quattro secoli prima della
riforma protestante, cui i Vaidesi aderirono con il loro Sinodo
del 153i2, ha una lunga storia non
priva di persecuzioni, di sofferenze e di lotte a cui il nostro Paese
guarda con profondo rispetto insieme alla chiesa Metodista che è
oggi ad essa unita.
Con la firma di questa Intesa,
Signor Moderatore, compiamo un
atto importante nella vita della
Nazione: l’insieme delle relazioni tra lo Stato e le Chiese si adegua ai principi di libertà ed uguaglianza sanciti nella Costituzione
repubblicana.
On.le Bettino Craxi
Presidente
del Consiglio dei Ministri
On.le Signor Presidente,
le chiese evangeliche valdesi e
metodiste giungono a questo appuntamento dopo un lungo cammino: 36 anni di attesa operosa,
e sofferta. Oggi noi ci rendiamo
conto che questa attesa e questa
operosità non sono state vane, e
ce ne rallegriamo profondamente.
Tuttavia ci guardiamo bene dal
considerare questa giornata come
il risultato della nostra operosità.
Come comunità di credenti sappiamo che la nostra vita è nelle
mani di Dio, e in questo giorno ci
sovviene quel detto che il profeta
rivolgeva al popolo di Israele al
momento di toccare la terra di Palestina: « ricordati di tutto il cammino che l’Eterno il tuo Dio ti ha
fatto fare in questi quarant’anni...
per insegnarti che l'uomo non vive di solo pane, ma di ogni Parola
che procede dalla bocca di Dio ».
E’ questa Parola che ci ha guidati
e confortati fino a questo giorno.
Noi sappiamo che altre comunità di credenti attendono un giorno come questo: ricordiamo la comunità ebraica, questo Israele a
cui, come dice l’Apostolo, appartengono il Patto e le promesse.
E non dimentichiamo di certo
tutti i nostri fratelli in fede, le altre chiese evangeliche la cui unica
missione in questo Paese è di predicare l’Evanaelo di Gesù Cristo.
Poiché è per questo solo scopo
che abbiamo chiesto e ottenuto le
Intese: predicare liberamente'—libere praedicare — come dicevano
i valdesi del Medioevo: noi siamo
qui a firmare con Lei, Signor Presidente, perché accettiamo il rischio della libertà: e di questa libertà siamo pronti a pagare il
prezzo.
Chiesa di pellegrini in marcia
verso la città di Dio, noi non sia
mo certo indifferenti alla città terrena; non solo perché il Governo
della Repubblica italiana sotto la
Sua guida. Signor Presidente, ha
fedelmente adempiuto un delicato compito costituzionale nei nostri riguardi, e di questo siamo
grati, ma perché noi siamo convinti che la città terrena è anch'essa sotto la mano di Dio. Questa città terrena ha dei compiti
di immensa importanza che vanno ridefiniti di generazione in generazione, in piena libertà e responsabilità. I nostri padri del Risorgimento hanno definito il loro
compito come indipendenza, libertà e unità. Oggi noi lo definiamo
essenzialmente come giustizia, democrazia, partecipazione: ebbene.
Signor Presidente, aH’adempimento di questi fini terreni, ma vitali,
noi da oggi ci sentiamo più liberi
di impegnare le nostre energie
senza riserve e senza secondi fini.
E proprio l’Intesa è una illustrazione della qualità di questo
impegno. Sette anni fa, quando si
è iniziata la trattativa le chiese
valdesi e metodiste hanno mandato a discutere con le autorità
della Repubblica italiana i fratelli
Giorgio Peyrot, Giorgio Spini e
Sergio Bianconi: non tre pastori,
ma tre laici.
Perché, come diceva Martin Lutero, sono i làici che incarnano
nel mondo il sacerdozio di Cristo:
come Gesù ha dato la sua vita per
il mondo, così tutti i credenti apprendono a dare se stessi perché
il mondo viva: in questa linea noi
intendiamo vivere i nostri rapporti con la Repubblica italiana di
cui siamo cittadini di pieno diritto.
Pastore Giorgio Bouchard
Moderatore
della Tavola Valdese
6
II
2 marzo
01
IN ATTUAZIONE DELL’ART. 8 DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
L'Intesa tra il Governo e la Tavola Valdese
Art. 1
(Legislazione sui culti ammessi)
La Repubblica iitailiana, nel richiar
inarsi all’articolo 8 della Costituzione,
e la Tavola valdese, nel considerare la legislazione sui culti ammessi del 1929-1930 non rispettosa
della uguale libertà riconosciuta
dalla Costituzione a tutte le confessioni religiose e pertanto non idonea a regolare i rapporti tra le chiese da essa rappresentate e lo Stato,
convengono che la legge di ap^provazione, ai sensi dell’articolo 8
’ della Costituzione, della presente
Intesa sostituisce ad <^ni effetto,
nei confronti delle chiese rappresentate dalla Tavola valdese, la suindicata legislazione.
Le parti pertanto concordalo nel
precisare che, a partire. .¿Udla data
di entrata in vigore dellà legge predetta, le disposizioni della legge 24
giugno 1929, n. 1159 e del regio decreto 28 febbraio 1930, n. 289, cessano di avere efQcacia ed applicabilità nei confronti delle chiese rappresentate dalla Tavola valdese, degli istituti ed opere che ne fanno
parte e d^li organi e persone che
le costituiscono.
Art. 2
(Libertà in tema di religione)
La Repubblica italiana dà atto dell’autonomia e della indipendenza
dell’ordinamento valdese.
^ La Repubblica italiana, richiamandosi al diritti di libertà garantiti
dalla Costituzione, riconosce che le
nomine dei ministri di culto, la or^nizzazione ecclesiastica e la giurisdizione in materia ecclesiastica,
neH’ambito deU’ordinamento valdese, si svolgono senza alcuna ingeren
Í za statale.
La Tavola valdese dichiara che
essa, gli organi e gli istituti delle
chiese che essa rappresenta continueranno a non fare ricorso, per
l’esecuzione di provvedimenti da essi presi in materia disciplinare o
spirituale, agli organi dello Stato.
Art. 3
(Oneri di culto)
La Repubblica italiana, accogliendo la richiesta della Tavola valdese,
provvede a cancellare dallo stato di
previsione della spesa dello Stato
il capitolo delle spese fisse relativo
all’assegno perpetuo per il mantenimento del culto valdese, previsto,
a titolo di risarcimento di danni anteriormente subiti, dal regio biglietto 29 aprile 1843, ora corrisposto
nella misura di lire 7.754,75 annue.
Art. 4
(Tutela penale)
\ La Tavola valdese, nella convinI zione che la fede non necessita di
: tutela penale diretta, riafferma il
1 principio che la tutela penale in
I materia religiosa deve essere attua3 ta solamente attraverso la prote< zione dell’esercizio dei diritti di liI bertà riconosciuti e garantiti dalla
3 Costituzione, e non mediante la tu5 tda specifica del sentimento relit gioso.
r La Repubblica italiana prende atto di tale affermazione.
Art. 5
(Assistenza spirituale ai militari in
^ tempo di pace)
) I militari, aventi parte nelle chiei se rappresentate dalla Tavola val: dose, hanno diritto di partecipare,
t'nei giorni e nelle ore fissate, alle
«[attività religiose ed ecclesiastiche
I evangeliche che si svolgono nelle loc calità dove essi risiedono per ra‘ gioni del loro servizio militare.
<■1 Ove nelle predette località non sia
In atto alcuna attività di culto e■vangelico, i ministri iscritti nei ruoli
tenuti dalla Tavola valdese e competenti per territorio sono autorizzati a svolgere riunioni di culto, per
i militari interessati, nei locali predisposti di intesa con il comando da
cui detti militari dipendono.
In caso di decesso in servizio di
militari aventi parte nelle chi^e
rappresentate dalla Tavola valdese,
il comando militare competente adotta le misure per assicurare che
il fimerale segua secondo la liturgia evangelica.
I pastori iscritti nei moli tenuti
dalla Tavola valdese che prestano
servizio militare sono posti in condizione di poter svolgere, unitamente agli obblighi di servizio, anche il
loro mi3iistero di assistenza spirituale nei confronti dei militari che
lo richiedono.
Glj oneri finanziari per lo svolgiménto delle suddette forme di assistenza ;^irituale sono a carico degli organi ecclesiastici ccmipetenti.
Art. 6
L’assistenza spirituale dei ricoverati aventi parte nelle chiese rappresentate dalla Tavola valdese o
di altri ricoverati che ne facciano
richiesta, negli istituti ospedalieri,
nelle case di cura o di riposo e nei
pensionati, è assicurata tramite ministri iscritti nei moli tenuti dalla
Tavola valdese.
L’accesso di tali ministri ai predetti istituti è a tal fine libero e
senza limitazioni di orario.
Le direzioni di tali istituti sono
tenute a trasmettere ai suddetti ministri di culto le richieste di assistenza spirituale ricevute dai ricoverati.
Gli oneri finanziari per lo svolginrento della predetta assistenza spirituale sono a carico degli organi
ecclesiastici competenti.
Art. 7
(Assistenza spirituale negli ospedali
evangelici)
Gli ospedali evangelici esistenti in
Genova, Napoli, Pomaretto, Torino,
Torre Pellice non sono tenuti a disporre il servizio di assistenza religiosa previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 27 marzo
1969, n. 128.
Nel rispetto della libertà di coscienza dei ricoverati e delle loro
famiglie, l’assistenza spirituale ai
ricoverati di qualsiasi confessione
religiosa è assiouràta nei detti ospedali, senza limiti di orario, a cura
della direzione dell’ospedale, tramite gli organi -di ciascima confessione religiosa e ad esclusivo carico
dei medesimi.
Art. 8
(Assistenza spirituale negli istituti
penitenziari )
Negli istituti -penitenziari è assicurata l’assistenza spirituale tramite ministri di culto designati dalla
Tavola valdese.
A tal fine la Tavola valdese notifica aH’autorità competente i nominativi dei ministri di culto, iscritti
nei ruoli tenuti dalla Tavola valdese
e competenti per territorio, responsabili della assistenza spirituale negli istituti penitenziari ricadenti nella circoscrizione delle predette autorità statali competenti. Tali ministri responsabili sono compresi tra
i soggetti che possono visitare i
medesimi istituti senza particolare
autorizzazione.
L’assistenza spirituale è svolta
nei suddetti istituti a richiesta dei
detenuti o delle loro famiglie o ad
iniziativa dei ministri di culto.
Il direttore dell’istituto informa
di ogni richiesta proveniente dai
detenuti il ministro di culto responsabile, competente per territorio.
Gli oneri finanziari per lo svolgimento della suddetta assistenza spirituale sono a carico degli organi
ecclesiastici.
Art. 9
(Istruzione religiosa nelle scuole)
La Tavola valdese, nella convinzione che (l’educazione e la formazione religiosa dei fanciulli e della
gioventù sono di specifica competenza delle famiglie e delle chiese,
non richiede di svolgere nelle scuole gestite dallo Stato o da altri enti pubblici, per quanti hanno parte
nelle chiese da essa rappresentate,
l’insegnamento -di catechesi o di
dottrina religiosa o pratiche di culto.
La Tavola valdese prende atto
tuttavia che la Repubblica italiana,
neU’assicurare rinsegnamento della religione cattolica nelle scuole
pubbliche materne, elementari, medie e secondarie superiori, riconosce agli alunni di dette scuole, al
to nei registri dello stato civile,
previe pubblicazioni alla casa comunale.
Coloro che intendono celebrare il
matrimonio secondo le norme dell’ordinamento valdese -debbono comunicare tale intenzione aH’uffìciale dello stato civile al quale richiedono le pubblicazioni.
L’ufiìciale dello stato civile, il
quale abbia proceduto alle pubblicazioni richieste dai nubendi, ac«serta che nulla si oppone aUa celebrazione del matrimonio secondo
le vigenti norme -di legge e ne dà
attestazione in un nulla osta che
rilascia ai nubendi in duplice originale. Il nulla osta, oltre a precisare
che la celebrazione nuziale seguirà
secondo le norme -deU’ordinamento
valdese e nel -comuiie indicato dai
nubendi, deve altresì attestare che
ad essi sono stati spiegati, -dal pre
(Assistenza spirituale negli istituti
di cura e di riposo)
La lettura dell’art. 3 suscita l’ilarità del presidente Craxi. Al tavolo della
firma, il moderatore Bouchard ha alla sua destra il post. Sergio Aquilante
e il prof. Giorgio Spini. Il presidente Craxi ha alta sua sinistra gli onorevoli
Arnaldo Forlani e Giuliano Amato.
fine di garantire la libertà di coscienza di tutti, il diritto di non avvalersi delle pratiche e dell’insegnamento religioso per loro -dichiarazione, se maggiorenni, o altrimenti
per -dichiarazione di uno dei loro
genitori o tutori.
La Tavola valdese prende altresì
atto che, per dare reale emacia all’attuazione di tale diritto, l’ordinamento scolastico provvede a che lo
insegnamento religioso ed ogni eventuale pratica religiosa, nelle classi in cui sono presenti alunni che
hanno dichiarato -di non avvalersene, non abbiano luogo in occasione
deU’insegnamento di altre materie,
né secondo orari che abbiano per i
detti alunni effetti comimque discriminanti.
detto ufficiale, i diritti e i doveri
dei coniugi, dando ad essi lettura
degli articoli del codice civile al riguardo.
Il ministro di culto, davanti al
quale ha luogo la celebrazione nuziale. allega il nulla osta rilasciato
dalFulflciaÌe dello stato civile all’atto di matrimonio che egli redige in
duplice originale subito dopo la celebrazione.
Art. 10
(Scuole)
La Repubblica italiana, allo scopo
di garantire che la -scuola pubblica
sia centro di promozione culturale,
sociale e civile aperto all’apporto
di tutte le componenti della società, assicura alle chiese rappresentate dalla Tavola valdese il diritto di
rispondere alle eventuali richieste
provenienti dagli alunni, -dalle loro
famiglie o dagli organi scolastici,
in ordine allo studio del fatto religioso e delle sue implicazioni. Le
modalità sono concordate con gli
organi previsti dall’ordinamento
scolastico. Gli oneri finanziari sono
a carico degli organi ecclesiastici
competenti.
La trasmissione di un -originale
dell’atto «li matrimonio per la trascrizione è fatta dal ministro di culto, davanti al quale è avvenuta la
celebrazione, all’ufficiale -dello stato
civile del comune del luogo non oltre i cinque giorni dalla celebrazione. L’ufficiale dello stato civile, constatata la regolarità dell’atto e la
autenticità del nulla osta allegatovi,
effettua la trascrizione entro le 24
ore dal ricevimento deU’atto e ne
dà notizia al ministro di culto.
Il matrimonio ha effetti civili dal
momento della celebrazione anche
se l’ufficiale dello stato civile, che
ha ricevuto l’atto, abbia omesso di
effettuare la trascrizione nel termine prescritto.
Art. 12
(Enti ecclesiastici)
Art. 11
(Matrimonio)
La Repubblica italiana, attesa la
pluralità dei sistemi di celebraziocui si ispira il suo ordinamento,
liconosce gli effetti civili ai matrimoni celebrati secondo le norme
dell’ordinamento valdese, a condizione che l’atto relativo sia trascrìt
Ferma restando la personalità
giuridica degli enti ecclesiastici vaidesi aventi fini di culto, istruzione
e beneficenza e attualmente riconosciuti -per antico possesso di stato,
quali la Tavola valdese e i quindici
Concistori delle chiese delle Valli
valdesi e salvo quanto previsto dal
successivo articolo 13, la Repubblica italiana riconosce la personalità
giuridica degli enti ecclesiastici aventi congiuntamente i tre suddetti
fini, su richiesta della Tavola valdese che allega, quale documentazione sufficiente a dare titolo al riconoscimento, la delibera sinodale
motivata con cui l’ente è stato eretto in istituto autonomo nell’ambito
dell’ordinamento valdese.
Sulla base della documentazùne
ad essi fornita, i competenti organi
statali verificano la rispondenza
dell’ente, di cui si chiede il riconoscimento -della personalità giuridica,
al carattere ecclesiastico ed ai tre
predetti fini.
Le attività di istruzione o di beneficenza svolte -dagli enti ecclesiastici sopra menzionati, sono soggette, nel rispetto deU’autonomia e
dei fini degli enti che le svolgono,
alle leggi -dello Stato concernenti
le stesse attività svolte da enti ^
ecclesiastici.
Gli acquisti di beni immobili, l’accettazione di donazioni ed eredità
ed il conseguimento di legati sono
soggetti alla autorizzazione prevista
dalle -leggi civili per -gli acquisti
delle persone giuridiche.
La gestione ordinaria e gli atti di
straòrdinarià amministrazione dei
predetti enti ecclesiastici si svolgono sotto il controllo e con l’approvazione della Tavola valdese senza .to
gerenza da parte -dello Stato, -déie
Regioni o altri enti territoriali, stan
te che non ricorrono oneri di mantenimento a carico dei medesimi.
La notifica deU’avvenuta revoca
dell’erezione in istituto autonomo,
da parte del Sinodo, determina te
cessazione con provvedimento statale della -personalità giuridica dell’ente ecclesiastico e la devoluzione
del suo patrimonio all’ente morale
indicato nella medesima -delibera sinodale.
Il mutamento dei fini dell’ente
comporta la revoca del riconoscimento della personalità giuridica
dell’ente. *
Gli enti di -cui al presente articolo sono soggetti al regime tributario
previsto dalle leggi dello Stato.
Art. 13
(Enti particolari)
Con l’entrata in vigore delia legge di approvazione, ai sensi dell’articolo 8 -della Costituzione, della prò
sente Intesa, l’Istituto artigianelli
valdesi con sede in Toidno, ente morale come da statuto approvato con
regio decreto 9 giugno 1895, è soppresso ed il relativo patrimonio è
devoluto alla Tavola valdese che di
tale ente riassume il fine.
La Fondazione ospedali valdesi’Ìi
Torre Pellice e Pomaretto, riconosciuta in ente morale con regio decreto 4 luglio 1858, ed il Rifugio Re
Carlo Alberto per gli incurabili con
sede in Luserna San Giovanni, eretto in ente m-orale con regio decre
to 6 settembre 1902, conservando
la personalità giuridica, sono trasformati in istituti autonomi nel
quadro -dell’ordinamento valdese ai
sensi del precedente articolo 12.
le trasformazione nulla innovà
quanto ai loro fini, al loro patrimonio ed all’ordinamento del personale dipendente, anche in ordine
al trattamento di previdenza e di
quiescenza. Tali istituti sono regolati dagli statuti per essi emanati
dal Sinodo valdese.
In esecuzione -del Patto di integrazione tra le chiese valdesi e metodiste, approvato dal Sinodo valdese e dalla Conferenza metodista
nelle rfepettive sessioni dell’agosto
1975, l’ente Chiesa evangelica met^
dista d’Italia (CEMI), civilmente
riconosciuto con decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo
1961, n. 602, conservando la personalità giuridica e il proprio patrimonio, è trasformato in istituto autonomo nel quadro dell’ordinamento valdese ai sensi del precedente
articolo 12, assume il nome di Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI) ed è regolato dallo statuto per esso ema
nato dal Sinodo valdese.
Art. 14
(Ospedali evangelici)
E’ garantita l’autonomia giuridico-amministrativa degli ospedali e
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2 marzo 1984
II
ivangelici di cui al precedente articolo 7, secondo i criteri disposti dall'articolo 1, comma quinto, della legge 12 febbraio 1968, n. 132, e succes. sive modifiche e integrazioni.
Art. 17
(Patrimonio culturale)
vazione, ai sensi dell’articolo 8 della
Costituzione, dell’Intesa stessa.
VERBAUE DI FIRMA
Art. 15
(Facoltà di teologia)
sii
- Le lauree e i (hplomi in teologia
.^asciati dalla Facoltà valdese di
teologia sono riconosciuti dalla Repubblica italiana.
Gli studenti della predetta Facoltà possono usufruire degli stessi rinvìi dal servizio militare accordati
agli studenti delle Università statali.
: La gestione ed il regolamento della Facoltà, nonché la nomina del
^personale insegnante, spettano agli
l^oigani ecclesiastici competenti ed
a loro carico rimangono i relativi
ooeri finanziari.
La Repubblica italiana e la Tavola valdese si impegnano a collaborare per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali afferenti al
patrimonio storico, morale e materiale delle chiese rappresentate dalla Tavola valdese, istituendo a tale
fine apposite commissioni miste.
Tali commissioni hanno tra l’altro
il compito della compilazione e delTaggiornamento dell’inventario dei
beni culturali suddetti.
Art. 20
(Modificazioni e future intese)
Art. 18
(Norme di applicazione)
Art. 16
(Affissioni, collette)
Per la formulazione delle norme
di applicazione della legge di, approvazione, ai sensi deH’articolo 8
della Costituzione, della presente Intesa, i competenti organi dello Stato e la Tavola valdese procederanno d’accordo alla elaborazione dei
testi relativi.
Nel rispetto delle libertà in tèma
di religione, le afBssioni e la distribuzione di pubblicazioni e stampati
i relativi alla vita religiosa e alla
"fissione delle chiese rappresentale dalla Tavola valdese, effettuate
àU’interno ed all’ingresso dei luoghi
di culto e degli edifici ecclesiastici
^tìlizzati dalle suddette chiese,
nonché le collette ai fini ecclesiastici, avvengono senza autorizzazione
né altra ingerenza da parte degli
organi dello Stato.
Art. 19
Le parti sottoporranno a nuovo
esame il contenuto della presente
Intesa al termine del decimo anno
dall’entrata in vigore della legge di
approvazione, ai sensi delTaxticolo
8 della Ccxstituzione, deU’Intesa stessa.
Ove, nel frattempo, ima delle due
parti ravvisasse la opportunità di
modifiche al testo della presente
Intesa, le parti torneranno a convocarsi a tale fine. Alle modifiche
si procederà con la stipulazione dì
una nuova intesa e con la conseguente presentazione al Parlamento di apposito disegno di legge di
approvazione, ai sensi dell’articolo
8 della Costituzione.
In occasione di disegni di legge
relativi a materie che coinvolgono
rapporti delle chiese rappresentate
dalla Tavola valdese con lo Stato,
verranno promosse previamente, in
co>nfomiità all’articolo 8 della Costituzione, le iiitese del caso.
Oggi, 21 febbraio Ì98tt, il Moderatore delia Tavola
valdese, pastore Giorgio Bouchard, e il Presidente del Consiglio dei Ministri, On.le Bettino Craxi, hanno proceduto in
Roma alla stipulazione della Intesa, in attuazione dell'art.S,
comma terzo, della Costituzione, al fine di regolare i rapporti tra lo Stato e le chiese rappresentate dalla Tavola vaJ^
dese, restando convenuto che il Governo presenterà immedia
tamente al Parlamento il conseguente disegno di legge.
I predetti hanno sottoscritto l'Intesa, apponendovi le loro firme.
In fede di che, i sottoscritti hanno redatto il presente verbale.
Fatto in doppio originale.
(Disposizioni in contrasto con
l’Intesa)
Roma, 21 febbraio l98à
Ogni norma contrastante con la
presente Intesa cessa di avere efficacia, nei confronti delle chiese rappresentate dalla Tavola valdese, degli istituti ed opere che ne fanno
parte e degli organi e persone che
le costituiscono dalla data di entrata in vigore della legge di appro
Art. 21
(Norma finale)
Il Governo presenterà al Parlamento aprK>sito disegno di legge di
approvazione della presente Intesa,
ai sensi deirarticolo 8 della Costituzione.
Roma, addì 21 febbraio 1984.
Il Concordato tra il Gtovemo e la Santa Sede
i*'
La Santa Sede e la Repubblica
ìtàliana tenuto conto del processo
di trasformazione politica e sociale
Irérificatosi in Italia negli ultimi
Seenni e degli sviluppi promossi
nella Chiesa dal Concilio Vaticano II;
Avendo presenti da parte della
Repubblica italiana, i principi sanciti dalla sua Costituzione, e, da
parte della Santa Sede, le dichiarazioni del Concilio ecumenico Vaticano II circa la libertà religiosa
e i rapporti fra la Chiesa e la coamnità politica, nonché la nuova
Codificazione del diritto canonico;
- Considerato inoltre che, in forza
del secondo comma dell’art. 7 della
Costituzione della Repubblica ita(liana, i rapporti tra lo Stato e la
Chiesa cattolica sono regolati dai
Ratti Lateranensi, i quali peraltro
possono essere modificati di comune accordo dalle due parti senza
che ciò richieda procedimenti di reTisione costituzionale;
Hanno riconosciuto l’opportunità di addivenire alle seguenti modificazioni consensuali del Concordato Lateranense:
3) E’ garantita ai cattolici e alle
loro associazioni e organizzazioni
la piena libertà di riunione e di
manifestazione del pensiero con la
parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
4) La Repubblica italiana riconosce il particolare significato che
Roma, sede vescovile del Sommo
Pontefice, ha per la cattolicità.
Art. 5
Art. 3
Art. 1
La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e
la Chiesa cattolica sono, ciascuno
hòl proprio ordine, indipendenti e
sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro
rapporti e alla reciproca collaborazione- per la promozione dell’uoMo e il bene del Paese.
1) La circoscrizione delle diocesi
e delle parrocchie è liberamente determinata daH’autorità ecclesiastica. La Santa Sede si impegna a non
includere alcuna parte del territorio italiano in una diocesi la cui sede vescovile si trovi nel territorio
di altro Stato.
2) La nomina dei titolari di uffici ecclesiastici è liberamente effettuata dall’autorità ecclesiastica.
Quest’ultima dà comunicazione alle competenti autorità civili della
nomina degli arcivescovi e vescovi
diocesani, dei coadiutori, degli abati e prelati con giurisdizione territoriale, così come dei parroci e dei
titolari degli altri uffici ecclesiastici rilevanti per l’ordinamento dello
Stato.
3) Salvo che per la diocesi di Roma e per quelle suburbicarie, non
saranno nominati agli uffici di cui
al presente articolo ecclesiastici che
non siano cittadini italiani.
1) Gli edifici aperti al culto non
possono essere requisiti, occupati,
espropriati o demoliti se non per
gravi ragioni e previo accordo con
la competente autorità ecclesiastica.
2) Salvo i casi di urgente necessità, la iforza pubblica non potrà
entrare, per l’esercizio delle sue
funzioni, negli edifici aperti al culto, senza averne dato previo avviso alla autorità ecclesiastica.
3) L’autorità civile terrà conto
delle esigenze religiose delle popolazioni, fatte presenti dalla competente autorità ecclesiastica, per
quanto concerne la costruzione di
nuovi edifici di culto cattolico e
delle pertinenti opere parrocchiali.
Art. 6
La Repubblica italiana riconosce
come giorni festivi tutte le domeniche e le altre festività religiose
determinate di intesa tra le parti.
Art. 7
Art. 4
I
Art. 2
1) La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena
libertà di svolgere la sua missione
pastorale, educativa e caritativa,
m evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata
alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del colio, di esercizio del magistero e del
fhinistero spirituale nonché della
SSurisdizione in materia ecclesiastica.
„ 2) E’ ugualmente assicurata la
»SCiproca libertà di comunione e
w corrispondenza fra la Santa Seoe, la Conferenza episcopale italiahs. le Conferenze episcopali regionali, i vescovi, il clero e i fedeli,
così come la libertà di pubblicazione e diffusione degli atti e docuJàenti relativi alla missione, della
Chiesa.
1) I sacerdoti, i diaconi e i religiosi che hanno emesso i voti hanno facoltà di ottenere, a loro richiesta, di essere esonerati dal servizio militare oppure assegnati al
servizio civile sostitutivo.
2) In caso di mobilitazione generale gli ecclesiastici non assegnati
alla cura d’anime sono chiamati ad
esercitare il ministero religioso fra
le truppe, oppure, subordinatamente, assegnati ai servizi sanitari.
3) Gli studenti di teologia, quelli
degli ultimi due anni di propedeutica alla teologia e i novizi degli
istituti di vita consacrata e delle società di vita apostolica possono usufruire degli stessi rinvìi
dal servizio militare accordati agli
studenti delle università italiane.
4) Gli ecclesiastici non sono tenuti a dare a magistrati o ad altra
autorità informazioni su persone o
materie di cui siano venuti a conoscenza per ragione del loro ministero.
%
1) La Repubblica italiana, richiamandosi al principio enunciato dall’art. 20 della Costituzione, riafferma che il carattere ecclesiastico e il
fine di religione o di culto di una
associazione o istituzione non p>ossono essere causa di speciali limitazioni legislative, né di speciali
gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività.
2) Ferma restando la personalità giuridica degli enti ecclesiastici
che ne sono attualmente provvisti,
la Repubblica italiana, su domanda dell’autorità ecclesiastica o con
il suo assenso, continuerà a riconoscere la personalità giuridica degli
enti ecclesiastici aventi sede in Itar
lia, eretti o approvati secondo le
norme del diritto canonico, i quali
abbiano finalità di religione o di
culto. Analogamente si procederà
per il riconoscimento agli effetti civili di ogni mutamento sostanziale
degli enti medesimi.
3) Agli effetti tributari gli enti
ecclesiastici aventi fine di religione
e di culto, come pure le attività dirette a tali scopi, sono equiparati
a quelli aventi fine di beneficenza
o di istruzione. Le attività diverse
da quelle di religione o di culto,
svolte dagli enti ecclesiastici, sono
soggette, nel rispetto della struttura e della finalità di tali enti, alle
leggi dello Stato concernenti tali
attività e al regime tributario previsto per le medesime.
4) Gli edifici aperti al culto, le
pubblicazioni di atti, le affissioni
all’interno o all’ingresso degli edifici di culto 0 ecclesiastici, e le collette effettuate nei predetti edifici,
continueranno ad essere soggetti al
regime vigente.
5) L’amministrazione dei beni
appartenenti agli enti ecclesiastici è
soggetta ai controlli previsti dal diritto canonico. Gli acquisti di questi enti sono però soggetti anche
ai controlli previsti dalle leggi italiane per gli acquisti delle persone
giuridiche.
6) AH’atto della firma del presente accordo, le parti istituiscono ima
commissione paritetica per la formulazione delle norme da sottoporre alla loro aonrovazione per
la disciplina di tutta la materia degli enti e beni ecclesiastici e per la
revisione degli impegni finanziari
dello Stato italiano e degli interventi del medesimo nella gestione
patrimoniale degli enti ecclesiastici.
In via transitoria e fino all’entrata in vigore della nuova disciplina
restano applicabili gli articoli 17,
comma terzo, 18, 27, 29 e 30 del precedente testo Concordato.
vile, l’azione di nullità o di anni
lamento non potrebbe essere p
proposta.
La richiesta di trascrizione è fi
ta, per iscritto, dal parroco del la
go dove il matrimonio è stato c
lebrato, non oltre i cinque gior
dalla celebrazione. L’ufficiale del
stato civile, ove sussistano le co
dizioni per la trascrizione, la effi
tui entro ventiquattro ore dal rie
vimento dell’atto e ne dà notizia
Art. 8
1. Sono riconosciuti gli effetti civili ai matrimoni contratti secondo le norme del diritto canonico,
a condizione che l’atto relativo sia
trascritto nei registri dello stato
civile, previe pubWicazioni nella casa comunale. Subito dopo la celebrazione, il parroco o il suo delegato spiegherà ai contraenti gli effetti civili del matrimonio, dando
lettura degli articoli del codice civile riguardanti i diritti e i doveri
dei coniugi, e redigerà quindi, in
doppio originale. Tatto di matrimonio, nel quale potranno essere
inserite le dichiarazioni dei coniugi
consentite secondo la legge civile.
La Santa Sede prende atto che
là trascrizione non potrà avere luogo:
a) Quando gli sposi non rispondano ai requisiti della legge civile
circa l’età richiesta per la celebrazione ;
b) Quando sussiste fra gli sposi
un impedimento che la legge civile
considera inderogabile.
La trascrizione è tuttavia ammessa quando, secondo la legge ci
parroco.
Il matrimonio ha effetti civili d
momento della celebrazione, and
se Tufflciale dello stato civile, p
qualsiasi ragione, abbia effettuai
la trascrizione oltre il termine pr
scritto.
La trascrizione può essere effe
tuata anche posteriormente su i
chiesta dei due contraenti, o and
di uno di essi, con la conoscenza
senza l’opposizione dell’altro, ser
pre che entrambi abbiano conse
vato ininterrottamente lo stato 1
bero dal momento della celebr
zione a quello della richiesta di tr
scrizione, e senza pregiudizio d
diritti legittimamente acquisiti di
terzi.
2. Le sentenze di nullità di mi
trimonìo pronunciate dai tribuna
ecclesiastici, che siano munite d
decreto di esecutività- del superii
re organo ecclesiastico di contro
lo, sono, su domanda delle par
di una di esse, dichiarate efflca<
nella Repubblica italiana con sei
tenza della Corte d’Appello compì
tente, quando questa accerti;
a) che il giudice ecclesiastico er
il giudice competente a conoscer
della causa in quanto matrimoni
celebrato in conformità del pr<
sente articolo;
b) che nel procedimento davai
ti ai tribunali ecclesiastici è stat
assicurato alle parti il diritto c
agire e di resistere in giudizio 1:
modo non difforme dai princdi
fondamentali dell’ordinamento itf
liano ;
c) che ricorrono le altre cond
zioni richieste dalla legislazione Itf
liana per la dichiarazione di efflct
eia delle sentenze straniere.
La Corte d’Appello potrà, neU
sentenza intesa a rendere esecut
va una sentenza canonica, statuir
provvedimenti economici provvisc
ri a favore di uno dei coniugi il cu
matrimonio sia stato ffichiarab
nullo, rimandando le parti al giudi
ce competente per la decisione su]
la materia.
(continua a pag. IV
8
IV
2 marzo 1984
(segue da pag. Ili)
3. Nell’accedere al presente regolamento della materia matrimoniale la Santa Sede sente l’esigenza di riaffermare il valore
immutato della dottrina cattolica sul matrimonio e la sollecitudine della Chiesa per la dignità
ed i valori della famiglia, fondar
mento della società.
Art. 9
1. La Repubblica italiana, in
conformità al principio della libertà della scuola e deU’insegnamento previsti dalla propria Costituzione, garantisce alla Chiesa cattolica il diritto di istituire
liberamente scuole di ogni ordine e grado e istituti di educazione.
A tali scuole che ottengano la
parità è assicurata piena libertà,
ed ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni delle scuole dello
Stato e degli altri enti territoriali, anche per quanto concerne l’esame di Stato.
2. La Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto
che i principi del cattolicesimo
fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro
delle finalità della scuola, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non
universitarie di ogni ordine e
grado.
Nel rispetto della libertà di
coscienza e della responsabilità
educativa dei genitori, è garantito a ciascimo il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento.
All’atto dell’iscrizione gli studenti o i loro genitori eserciteranno tale diritto, su richiesta
dell’autorità scolastica, senza
che la loro scelta possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione.
Art. 10
1. Gli istituti universitari, i seminari, le accademie, i collegi e
gdi sfltri:'istituti- per ecclesiastici
e religiosi o per la formazione
nelle discipline ecclesiastiche,
istituiti secondo il diritto canonico, continueraimo a dipendere unicamente dall’autorità ecclesiastica.
2. I titoli accademici in teologia e nelle altre discipline ecclesiastiche, determinate d’accordo
tra le parti, conferiti dalle facoltà approvate dalla Santa Sede,
sono riconosciuti dallo Stato.
Sono parimenti riconosciuti i
diplomi conseguiti nelle Scuole
Vaticane di paleografìa, diplomatica e archivistica e di biblioteconomia.
3. Le nomine dei docenti dell’Università Cattolica del Sacro
Cuore e dei dipendenti istituti
sono subordinate al gradimento, sotto il profilo religioso, della competente autorità ecclesiar
stica.
Art. 11
Art. 12
parti concorderanno opportune
disposizioni per la salvaguardia,
la valorizzazione e il godimento
dei beni culturali d’interesse religioso appartenenti ad enti e
istituzioni ecclesiastiche.
La conservazione e la consultazione degli archivi d’interesse
storico e delle biblioteche dei
medesimi enti e istituziom saranno favorite e agevolate sulla
base di intese tra i competenti
organi delle due parti.
2. La Santa Sede conserva la
disponibilità delle catacombe
cristiane esistenti nel suolo di
Roma e nelle altre parti del territorio italiano con l’onere conseguente della custodia, della
manutenzione e della conservazione, rinunciando alla disponibilità delle altre catacombe.
Con l’osservanza delle leggi
dello Stato e fatti salvi gli eventuali diritti di terzi, la Santa Sede può procedere agU scavi occorrenti ed al trasferimento delle sacre reliquie.
costituiscono modificazioni del
Concordato Lateranense accettate dalle due parti, ed entreranno in vigore alla data dello
scambio degli strumenti di ratifica. Salvo quanto previsto dall’art. 7, n. 6, le disposizioni del
Concordato stesso non riprodotte nel presente testo sono
abrogate.
2. Ulteriori materie per le quali si manifesti l’esigenza di collaborazione tra la Chiesa cattolica e lo Stato potranno essere
regolate sia con nuovi accordi
tra le due parti sia con intese
tra le competenti autorità dello
Stato e la Conferenza episcopale
italiana.
condo la quale gli effetti civili delle
sentenze e dei provvedimenti emanati
da autorità ecclesiastiche, previsti da
tale disposizione, vanno intesi m armonia con i diritti costituzionalmente garantiti ai cittadini litaliani.
mento dinanzi all'autorità giudiziaria ci- '
vile, previsto dalle norme stesse.
5) In relazione all'Art. 9
Art. 14
Art. 13
1. Le disposizioni precedenti
Se in avvenire sorgessero difficoltà di interpretazione o di
applicazione delle disposizioni
precedenti, la Santa Sede e la
Repubblica italiana affideranno
la ricerca di un’amichevole soluzione ad una commissione paritetica da loro nominata.
ROMA, 18 febbraio 1984.
Protocollo addizionale
Al momento della firma dell'Accordo
che apporta mofllfioazlonl al Concordato lateranense la Santa Sede e la Repubblica italiana, desiderose di assicurare con opportune precisazioni ia migliore applicazione dei Patti lateranensi e delle convenute modificazioni, e
di evitare ogni difficoltà di interpretazione, dichiarano di comune intesa:
derano in cura d'anime gli Ordinari, i
parroci, i vicari parrocchiali, i rettori
di chiese aperte al culto ed i sacerdoti stabilmente addetti ai servizi di assistenza spirituale di cui aH'art. 11.
1) In relazione all'Art. 1
Si considera non più In vigore II
principio, originariamente richiamato
dai Patti lateranensi, della religione
cattolica come sola ireligione dello
Stato Italiano.
b) La Repubblica italiana assicura
che l’autorità giudiziaria darà comunicazione all’autorità ecclesiastica competente per territorio dei procedimenti
penali promossi a carico di ecclesiastici.
2) In relazione all'Art. 4
a)Con riferimento al n. 2, si oonsi
c) La Santa Sede prende occasione
dalla modificazione del Concordato lateranense per dichiararsi d’accordo,
senza pregiudizio deH'ordinamento canonico, con l'interpretazione che lo
Stato italiano dà al l'art. 23, secondo
comma, del Trattato lateranense, se
3) in relazione all’Art. 7
a) La Repubblica italiana assicura che
resterà escluso Tobbllgo per gli enti
ecclesiastici di procedere alla conversione di beni immobili, salvo accordi
presi di volta In volta tra le competenti autorità governative ed ecclesiastiche, qualora ricorrano particolari ragioni.
b) La Commissione paritetica, di cui
al n. 6, dovrà terminare i suoi lavori
entro e non oltre sei mesi dalla firma
del presente accordo.
4) In relazione all’Art. 8
a) Ai fini deli'applicazione del n. 1,
lett. b), si intendono come Impedimenti inderogabili della legge civile:
1) l'essere uno dei contraenti Inter
detto per infermità di mente;
2) la sussistenza tra gli sposi di altro matrimonio valido agli effetti civili;
3) gli impedimenti derivanti da delitto o dà affinità in linea retta.
b) Con riferimento al n. 2, ai fini
dell’appiicazione degii articoli 796 e
797 del codice italiano di procedura civile, si dovrà tener conto della specificità delTordinamento canonico dal quale è regolato il vincolo matrimoniale,
che in esso ha avuto origine. In particolare,
1) si dovrà tener conto che I richiami fatti dalla legge italiana alla legge
del luogo in cui si è svolto il giudizio
si intendono fatti al diritto canonico;
2) si considera sentenza passata In
giudicato la sentenza che sla divenuta esecutiva secondo il diritto canonico;
3) si intende che in ogni caso non
ai procederà al riesame del merito.
c) Le disposizioni del n. 2 si applicano anche ai matrimoni celebrati, prima dell'entrata in vigore del presente
Accordo, in conformità alle norme dell'art. 34 del Concordato Lateranense e
della legge 27 maggio 1929, n. 847, per
I quali non sia stato iniziato il procedi
a) L’insegnamento della religione cattolica nelle scuole indicate al n. 2 è
Impartito — In conformità alla dottrina
della Chiesa e nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni — da
Insegnanti che siano riconosciuti idonei dàlì’autorità ecdesiastica, nominati, d’intesa con essa, dall’autorità scolastica.
Nelle scuole materne ed elementari
detto insegnamento può essere impartito dall’insegnante di classe, riconosciuto idoneo dali’autorità ecclesiastica, che sia disposto a svolgerlo.
b) Con successiva Intesa tra le competenti autorità scolastiche e la Conferenza Episcopale Italiana verranno determinati:
1) i programmi dell'Insegnamento
della religione cattolica per i diversi
ordini e gradi delle scuole pubbliche;
2) le modalità di organizzazione di tale insegnamento, anche in relazione
alla collocazione nel quadro degli orari delle lezioni;
3) i criteri per la scelta dei libri di
testo;
4) i profili della qualificazione professionale degli insegnanti.
c) Le disposizioni di tale articolo non
pregiudicano il regime vigente nelle
regioni di confine nelle quali la materia è disciplinata da norme particolari.
6) In relazione all’Art. 10
La Repubblica italiana, neirinterpretazione dei n. 3 che non Innova Tart. 38
del Concordato dell’11 febbraio 1929
si atterrà alla sentenza 195/1972 della
Corte Costituzionale relativa al medesimo articolo.
7) In relazione all’Alt. 13 n. 1
Le parti procederanno ad opportune
consultazioni per l'attuazione, nel rispettivo ordine, delle disposizioni del
presente Accordo.
Il presente Protocollo addizionale fa
parte integrante dell'Accordo che apporta modificazioni al Concordato lateranense contestualmente firmato tra la
Santa Sede e la Repubblica Italiana.
RASSEGNA STAMPA
Il Concordato il giorno dopo
1. La Repubblica italiana assicura che l’appartenenza alle forze annate, alla jxilizia, o ad altri
servizi assimilati, la degenza in
ospedali, case di cura o di assistenza pubbliche, la permanenza negli istituti di prevenzione
e pena non possono dar luogo
ad alcun impedimento nell’esercizio della libertà religiosa e nell’adempimento delle pratiche di
culto dei cattolici.
2. L’assistenza spirituale ai medesimi è assicurata da ecclesiastici nominati dalle autorità italiane competenti su designazione dell’autorità ecclesiastica e
secondo lo stato giuridico, l’organico e le modalità stabiliti di
intesa fra tali autorità.
E’ larghissimo il fronte delle forze
politiche e dei giornali che hanno
commentato, pur con toni diversi, in
modo positivo il testo del nuovo Concorda:to firmato sAato 18 febbraio.
Soddisfazione è il sostantivo maggiormente usato per segnalare l’evento. Storico è l’aggettdvo più usato per definirlo.
L’articolo che con più lucidità indica l’impianto del nuovo Concordato è,
per parte laica quello di Francesco
Margiotta Broglio (Messaggero). Il presidente della componente statale della
Commissione paritetica sui beni ecclesiastici, individua alla radice dello
sforzo di revisione che è stato condotto la proposta Basso (1972) che poneva
sullo stesso piano di dignità sociale
tutte le Chiese e ne regolava i rapporti con lo Stato sulla base di ’’intese” con le diverse rappresentanze,
«nella rispondenza con le specifiche esigenze delle singole confessioni e nel
rispetto della libertà religiosa e dell’uguaglianza ». La proposta ehe era
allora irrealizzabile — nota il giurista
fiorentino — « fini per influire in
qualche modo sulla stessa prospettiva
della revisione concordataria ». In
quale modo? Con un « nuovo sistema »
di rapporti tra Stato e Chiesa che è
definito come « essenzialmente direttivo » nel senso che definisce « una
cornice di principi fondamentali nella
quale inquadrare le rispettive legislazioni su problemi specifici di comune
interesse ». Come è noto questo Concordato-cornice dovrà ricevere dalle
Concordato con la Chiesa cattolica e
l’Intesa con la Tavola valdese.
Delle « successive intese », una almeno preoccupa una parte della stampa e cioè quella che dovrà essere raggiunta dalla Commissione paritetica
sugli enti e beni ecclesiastici. In un
articolo ehe per altro termina in modo
fiducioso. Fausto De Luca (Repubblica) si chiede con una certa inquietudine: dal momento che i partiti italiani vogliono senza distinzione pace a
oltranza con l’oltretevere, « nella commissione mista chi difenderà gli interessi dello Stato? Soltanto i burocrati? ». Più drastico è Stefano Rodotà
(Panorama, 27.2) che citando una recente opera di uno storico inglese -—
Robert Cornwell, Il banchiere di Dio,
Roberto Calvi — ricorda come lo lOR,
la banca vaticana, sia « il canale ideale per trafugare capitali dal Paese
ogni qualvolta la lira dia segni di debolezza e i regolamenti valutari diventino più severi ». E si chiede :
« Come si può affermare che con il
nuovo Concordato si è voltata una
pagina dei rapporti tra Stato e Chiesa,
se rimane inalterata la situazione che
ha permesso abusi cosi rilevanti? ».
1. La Santa Sede e la Repubblica italiana, nel rispettivo ordine, collaborano per la tutela
del patrimonio storico ed artistico.
Al fine di armonizzare l’applicazione della legge italiana con
le esigenze di carattere religioso,
gli organi competenti delle due
« successive intese » tra governo e
Conferenza Episcopale Italiana (CEI)
molto dei propri contenuti. C’è da osseiT^are che il riferimento al progetto Basso (con l’uso del termine di
« successive intese » invece di altro
termine come accordi) non aiuta la
chiarezza. Non pochi hanno infatti
cominciato a parlare di « intese » sia
che si parli di quella valdese-metodista in base all’art. 8, sia che si parli dei
successivi accordi tra Governo e CEI,
sia, come fa Bufalini (Unità), usando lo stesso termine per indicare il
Su questo capitolo dei privilegi a
senso unico si appunta l’attenzione di
Giorgio Pecorini che in due articoli
(Manifesto 22 e 24.2) analizza il lato
finanziario del Concordato. Se per
molti aspetti il nuovo Concordato è
« un funerale solenne e tardivo a un
corpo di norme già tacitamente sepolte », per la parte finanziaria il protocollo addizionale ha imbalsamato gli
artt. 17/3, 18, 27. 29 e 30 del precedente testo concordatario fino a nuovo
accordo tramite l’aoposita commissione. E analizzando questi articoli l’autore mette in evidenza come in questo
modo sia stata passata intatta alla commissione tutta la questione finanziaria
su cui la Chiesa cattolica ha puntato
i piedi in tutti questi anni. Interessante una citazione del vescovo di Siena, tratta da Segno sette, il settima
nale dell’Azione cattolica : secondo
mons. Castellano la chiesa è libera solo
quando non ci sono « ingerenze, ostacoli, controlli » oltre che sulle attività
di culto anche su quelle volte a « praticare la carità e l’assistenza » per cui
le è indispensabile « acquistare, possedere, amministrare, vendere i beni
temporali necessari alla sua missione ».
Passando al versante cattolico dei
commenti, si può notare che si rifugge dal parlare di nuovo Concordato e
anzi si sottolinea punti^iosamente ehe
si tratta di modifiche del Concordato
del ’29. E’ un sintomo di un certo
distacco, spesso di esplicite riserve.
Pier Giorgio Liverani (Avvenire) valutando il nuovo testo come un documento che è « pur sempre » importante ed esemplare, ne vede i limiti nel
fatto che è caduto tutto ciò che nel
patto del ’29 poteva essere visto come
privilegio « magari trascinando con sé
qualche cosa più del necessario o del
desiderato », non nascondendo, per
esempio, il rimpianto per la caduta
del « fondamento e coronamento ».
Di molto maggior peso sono due documenti riportati dallo stesso Avvenire: la dichiarazione dell’ufficio di presidenza della CEI e un articolo del
presidente della componente vaticana
della commissione paritetica sui beni
ecclesiastici, mons. Attilio Nicora. Con
molta sintonia questi due documenti
fanno perno sull’impegno di « reciproca collaborazione per la promozione
dell’uomo e il bene del Paese » che
con l’art. 1 del nuovo Concordato Stato e Chiesa cattolica si sono reciprocamente promesso e che, veniamo a
sapere dal documento della CEI, è stato espressamente voluto dai vescovi
italiani. Ambedue i testi elencano i
campi, che esulano dalla pattuizione
concordataria, in cui tale eongiunta
promozione dovrebbe attuarsi; « la promozione della vita e della famiglia,
l’educazione sanitaria e i servizi sociosanitari e assistenziali, la lotta contro
le nuove forme di emarginazione, le
iniziative per la gioventù, la qualifica
zione dei mezzi di comunicazione sociale, la promozione sociale del volontariato interno e internazionale, l’impegno per il terzo mondo e per la
pace, la valorizzazione del territorio e
della sua cultura ». Questo impegno
di coUaborazione è una novità — non
per ciò che riguarda l’intenzione della
Chiesa cattoliea bensì per l’assenso
programmatieo dello Stato — la cui
portata è incalcolabile.
Per il resto il documento della CEI
bada a raffrenare impressioni dì cambiamento. La Chiesa precisa che l’insegnamento religioso reso facoltativo
« nuHa toglie ai valori della religione
cattolioa » e di fronte al ridimensionamento della giurisdizione in campo
matrimoniale riafferma « il valore immutato della dottrina cattolica sul matrimonio e la sollecitudine per la dignità e i valori della famigRa ». Cosi
il fatto che il cattolicesimo non sia più
religione di stato non impedirà al Crocifisso di essere un « segno particolarmente caro agli italiani » e di essere
quindi disseminato ovunque.
Mons. Nicora per parte sua —- dopo aver avvertito che il Concilio Vaticano II non « canonizza » il Concordato ma neppure lo « condanna », come si è pensato talvolta con « letture
troppe volte incomplete o distorte del
messaggio conciliare » — attribuisce
l’esclusione dei citati campi di collaborazione dal Concordato non solo al fatto che si è trattato soltanto di « modifiche » di un precedente te.sto, ma anche alla « persistente difficoltà » ad
avere in Italia « una visione aperta e
moderna delle relazioni tra Chiesa e
comunità politiche », imputabile alle
persistenti pregiudiziali laiciste. all’azione di disturbo del dissenso cattolico e alle nostalgie dello status quo.
Fuori da queste deviazioni, secondo il
vescovo au.siHario di Milano, « bisogna
svìlunnare con coraggio inventivo gli
spazi di ulteriore intesa aperti in alcuni settori ».
■i'
) (
D*
F. G.
9
2 marzo 1984
ecumenismo 9
RIVISITANDO LA VI ASSEMBLEA DEL CONSIGLIO ECUMENICO - 7
I
Vancouver: capitolo chiuso?
L’Assemblea ha formulato importanti raccomandazioni alle chiese che non dobbiamo lasciar
cadere - Il Consiglio sarà chiamato ad esprimere la ricchezz^a delle linee d’azione proposte
Concludendo la serie degli articoli che nei numeri scorsi hanno rievocato fatti e momenti dell’Assemblea di Vancouver è opportuno menzionare il rapporto
ufficiale; un volume di circa 350
pagine. Le edizioni tedesca, inglese e francese sono uscite alla
fine dell’83 e inizio ’84; dovrebbe seguire tra breve quella spagnola. Va notato che non si tratta di traduzioni di un umco testo base, ma di rapporti redatti
da persone diverse per pubblici
diversi. I documenti ufficiali sono ovviamente gli stessi, ma
presentazione e commento differiscono. L’edizione inglese intitolata « Gathered for Life » (che
abbiamo sotto gli occhi) è stata
curata da David Gill, della Chiesa Unita d’Australia; di quella
francese si occupano il prof.
Jean-Marc Chappuis di Ginevra
e il padre René Beaupère di Lione.
Il rapporto contiene tra l’altro
la lista dei membri dell’Assemblea, i membri del nuovo Comitato Centrale, la lista delle chiese membro del Consiglio Ecumenico, la Costituzione e i Regolamenti. Tutte cose noiose da
leggere, ma indispensabili per
chi voglia operare efficacemente
nelle strutture ecumeniche.
Raccomandazioni
alie chiese
Ma la parte del rapporto che
occorrerebbe considerare con
attenzione sono le relazioni dei
gruppi di lavoro che hanno studiato problemi o tematiche specifiche : le cosiddette « issues »
(testimonianza, passi verso l’unità, partecipazione, guarigione e
vita comunitaria, pace e sopravvivenza, giustizia e dignità, imparare insieme, comunicazione).
Si tratta di documenti abbastanza diseguali per interesse e
valore ; pia ciascuno propone alle chiese uba sèrie di raccomandazioni. Peschiamo a caso:
« Le chiese sono invitate a stabilire comitati o programmi regionali per l’applicazione dei Diritti Umani» (p. 91); oppure:
« Proponiamo alle chiese... di
stabilire rapporti con movimenti che operano per resistere al
militarismo e ai suoi effetti sociali, culturali ed economici... di
sostenere sul piano pastorale e
pratico coloro che si oppongono
al militarismo e in coscienza rifiutano di partecipare alla guerra o alla sua preparazione, compresa la fabbricazione di ordigni
nucleari e di vettori » (p. 77).
O ancora : « Raccomandiamo
alle chiese... di favorire la partecipazione dei bambini al culto, compresa (quando è opportuna) la partecipazione alla Santa Cena» (p. lOO); e ancora
un’altra raccomandazione riferendosi alla stampa e ai mass
media suggerisce « che le chiese sperimentino forme di comunicazione alternative... (e usino)
nuovi simboli per rendere più
efficace la comunicazione ecumenica» (p. 109, 110); e cosi di seguito parecchie decine di raccomandazioni e Suggerimenti riguardanti il culto, l’etica, la vita
comunitaria.
Che cosa ne facciamo?
Le lasciamo dormire negli archivi o cerchiamo di applicarle?
Ma per far ciò occorrerebbe
che qualcuno (la Tavola, o la
Commissione Ecumenica, o i
nostri rappresentanti a Vancouver) facessero uno spoglio di tutto questo materiale e proponessero al Sinodo alcune misure
pratiche, commisurate alle nostre possibilità reali, e magari
da coordinare con altre chiese
partecipanti al movimento ecumenico. Per quanto abbiamo potuto ricavare dalla stampa ecclesiastica internazionale, in Russia, in America, in Francia e in
-4- Echi dal mondo
cristiano
a cura di Renato Oolsson
■.3^' ;
Ucraina: Bibbie per
ia Chiesa Riformata
(SPR) — Il Presidium del Sinodo generale della Chiesa Riformata di Ungheria ha offerto
un migliaio di Bibbie in lingua
ungherese alle comunità della
Chiesa Riformata dell’Ucraina
sub-carpatica nell’Unione Sovietica.
Questo dono è il segno delle
relazioni molto fraterne che esistono fra le due chiese e d’altra
parte esso non sarebbe stato
possibile senza l’appoggio dato
dalla Chiesa Ortodossa Russa.
Un sondaggio su
ì francesi e l’Evangelo
(BIP) — Più di un francese su
due ha letto l’Evangelo, ma soltanto uno su cinque è capace di
citarne una frase, è quanto risulta da un recente sondaggio
fatto dal settimanale cristiano
« La Vie » su un campione di
996 persone.
Il 56% delle persone interrogate ha letto TEvangelo, il 17%
lo ha letto per Intiero, ma soltanto il 19% è capace di citare
un versetto. La frase più conosciuta è « Amatevi gli uni gli altri ». Per la maggioranza degli
interrogati TEvangelo è innanzitutto il racconto della vita di Gesù (39%), il libro su cui si fonda il cristianesimo (33%), un testo che conserva una certa attualità (16%). Infine per il 41%
degli interrogati TEvangelo ha
ispirato qualche volta il proprio
comportamento nella vita.
1984: anno
di carestia?
(SPP) — L’Entraide protestante svizzera teme che il 1984 sia
un anno di carestia mondiale.
, La siccità e la fame colpiscono
attualmente il Nord-Est del Brasile, l’altopiano del Perù e della
Bolivia, il Sahel e tutta l’Africa
Australe. Mentre la pioggia ha
scarseggiato in certe regioni, in
altre le inondazioni hanno distrutto i raccolti. Anche l’uomo
è però responsabile di questa
situazione : raccolti venduti invece di costituire delle riserve,
negligenza, spostamento di popolazioni, saccheggio dei convogli alimentari ecc.
L’anno scorso TEntraide svizzera ha destinato un milione di
franchi svizzeri per i soccorsi
d’urgenza in 12 paesi sinistrati,
ma gli aiuti delle organizzazioni
di assistenza sono del tutto inadeguati. In più questi programmi di aiuto sono lungi dalToffrire soluzioni a lunga scadenza. La
fame blocca qualsiasi programma di sviluppo in profondità. I
Governi da parte loro non sono
in grado di portare un aiuto duraturo alle proprie popolazioni.
Si trovano pesantemente debitori nei confronti dei paesi industrializzati. Secondo TEntraide
protestante svizzera si impone,
con sempre maggiore urgenza,
un nuovo ordine economico internazionale.
Polinesia: chiesta la
fine degli esperimenti
nucleari
(BIP) — In una lettera aperta
indirizzata al presidente della
Repubblica François Mitterrand, una trentina di personalità del mondo protestante francese chiedono che sia posta fine
p«ìli esperimenti nucleari nella
Polinesia. «Il nostro paese perderebbe forse qualche megatone
della sua falsa grandezza, ma
salverebbe il suo onore riguadagnando la fiducia e l’amicizia
di un popolo e di molti altri popoli attraverso il mondo. Al tempo stesso, la Francia metterebbe
forse in moto una reazione a catena che bloccherebbe quella
che ci sta conducendo alla catastrofe universale».
Ricordando le promesse che il
candidato Mitterrand aveva fatto al momento della sua campagna presidenziale del 1981 la
lettera precisa : « restiamo persuasi che la sola prima, depMva
tappa per la sopravvivenza dell’umanità sia quella di un congelamento nucleare. Lei lo rifiuta,
allo stesso modo degli altri Capi
di Stato dei paesi ’nuclearizzati’.
Noi pensiamo, tuttavia, che
quanto i super-grandi non possono fare, una media potenza,
quale è la Francia, dovrebbe poterlo fare».
moltissimi altri paesi ci sono
state delle riunioni di partecipanti a Vancouver che hanno
fatto un bilancio della loro esperienza, redatto un rapporto e
avanzato proposte per applicare
le raccomandazioni dell’Assemblea.
Le raccomandazioni di Vancouver non sono decisioni imposte, ma linee d’azione proposte alle chiese; però il nostro
dovere di chiese membro è per
lo meno di prenderle in considerazione e applicare quelle che
approviamo e consideriamo praticabili. Altrimenti come sarà
mai possibile « crescere insieme »
con le altre chiese?
Linee d’azione
per ii Consiglio
Di grande interesse sono anche le 14 pagine del Rapporto
che contengono le «linee orientative» («guidelines») approvate dall’Assemblea e alle quali il
Consiglio Ecumenico dovrà attenersi nella sua azione. L’Assemblea riconosce (p. 250) che le tre
linee direttive indicate dalla precedente Assemblea di Nairobi
del 1975 sono buone (comunione
realmente ecumenica ; incarnazione della fede; lotta per una
vera umanità) e vanno proseguite. Chi temeva un vistoso cambiamento di rotta rispetto a Nairobi può essere rassicurato.
Non mancano però accentuazioni interessanti, come quella
secondo cui « la crescita verso
una teologia vitale e coerente
dovrebb’essere uno dei propositi di tutti i programmi del Consiglio Ecumenico » (p. 251).
Fare della buona teologia, farla in modo coerente, evitare che
ogni comitato, sottounità o programma faccia una sua propria
teologia o ricominci daccapo un
lavoro già fatto da altri, sono
tutte cose buone. Ma quella raccomandazione potrebbe anche
prestarsi a interpretazioni più
discutibili. Per qualcuno, per es..
sottolineare l’impegno teologico
è un modo per dire che bisogna
alleggerire l’impegno per la giustizia. Un’altra interpretazione
discutibile è quella efflcientista;
per evitare doppioni si concentri tutto il lavoro teologico nella
Commissione Fede e Costituzione. Il sottinteso è che Fede e Costituzione stabilisce la linea te(v
logica e le altre Unità la applicano nel concreto. Ma Fede e
Costituzione è la commissione
dell’« establishment » teologico,
quella di cui più si interessano
gli ortodossi e Tunica in cui i
cattolici siano membri a pieno
titolo, perciò è chiaro che affidare a Fede e Costituzione una
sòrta di monopolio teologico significherebbe di fatto muoversi
in senso gerarchico-conservatore
e, per es., cancellare le comunità
di base come validi interlocutori
teologici. Non è detto che la raccomandazione sulla « teologia vitale e coerente » debba essere intesa in questo senso... ma potrebbe esserlo. Occorre vigilare.
Del resto, l’interpretazione e
l’applicazione delle linee direttive stabilite dall’Assemblea dipenderanno dal nuovo Comitato
Centrale, dal nuovo Comitato Esecutivo e dal nuovo personale.
Il Segretario Generale cambierà
fra pochi mesi, molti dei Direttori di Unità e Commissioni sono cambiati o stanno per cambiare. I nuovi, pur essendo vincolati alle decisioni dell’Assemblea, le interpreteranno secondo
la loro personalità. Come? Uno
studio attento di quelle «linee direttive» e una costante valutazione del modo in cui saranno
applicate, sono necessari perché
l’azione della nostra chiesa (per
quanto modesta) in seno al Consiglio Ecumenico non sia velleitaria o improvvisata, ma coerente. Ciò implica tra l’altro che
i nostri rappresentanti al Comitato Centrale e alle varie istanze ecumeniche siano inviati non
come individui che esprimono
pareri personali, ma come fratelli o sorelle a cui si affida il risultato di un lavoro realizzato in
comune, magari accompagnato
da qualche presa di posizione o
linea orientativa sinodale.
Per la nostra chiesa, dunque,
il vero lavoro intorno all’Assemblea di Vancouver non si è concluso con quanto hanno raccontato e scritto i delegati di ritorno dal Canada, ma comincia appena adesso, e dovrà continuare
per otto anni... fino alla prossima Assemblea.
Aldo e Fernanda Comba
Annuario evangelico
E’ uscito nell’estate 1983, ed è
in corso di distribuzione, TAnnuario Evangelico 1983-’84 (indirizzi e orari di tutte le chiese ed
opere evangeliche in Italia), Claudiana, Torino, L. 8.900.
Questo libretto non ci dà particolari « notizie » di attualità, ma
può eissere uno strumento prezioso: per la conoscenza reciproca degli evangelici in Italia,
per la presentazione, sia pure
schematica, di una realtà in movimento, e in qualche modo per
stimolare l’evangelizzazione, sia
vedendo in quanti e quali modi
si è presenti in Italia, sia constatando quanti sono ancora gli
spazi scoperti per la predicazione delTEvangelo.
Si tratta della terza edizione
di un annuario di questo genere.
La prima si ebbe nel 1967 (Tanno
di nascita della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia),
la seconda nel 1972-73.
Confrontando la presente edizione con la precedente, vediamo
che le pagine sono aumentate da
346 a 441, che molte sezioni sono totalmente nuove, che la sistemazione delle varie voci è migliorata e aggiornata al limite
del possibile.
L’edizione del 1973 era stata
a cura di Sergio Ribet
curata dalTEditrice; questa dalla
Federazione ' Chiese ( FCEI ).
I capitoli comprendono; A)
FCEI, FDEI (Federazione delle
donne evangeliche italiane),
FGEI (Federazione giovanile evangelica italiana); È) Chiese e
comunità membri della Federazione; C) altre Chiese e Missioni evangeliche; D) Chiese evangeliche di lingua italiana all’estero. Chiese estere in Italia; E) Istituzioni e opere; F) organizzazioni ecumeniche internazionali; G)
indirizzi dei pastori e responsabili di chiese evangeliche; H)
elenco delle località italiane in
cui ha sede una chiesa o gruppo
evangelico; in anpendice, un indice degli enti, istituti e opere.
Una sola sezione, se abbiamo
letto bene, è caduta rispetto all’edizione precedente, e ce ne dispiace: non ritroviamo più gli indirizzi dei pastori emeriti.
E’ invece totalmente nuova
la parte relativa alle organizzazioni ecumeniche ed internazionali. Un segno dei tempi è dato
da una sezione dedicata a stazioni radio, trasmissioni televisive,
films, ecc. Sono oltre ottanta le
trasmissioni (da reti private o
da radio evangeliche) che tentano questo nuovo mezzo di predicazione. Analogamente, delle
circa trenta editrici evangeliche
presenti in Italia, una dozzina
produce o distribuisce dischi e
cassette registrate.
Si sa che la FCEI raccoglie
una minoranza delle chiese e
opere evangeliche che agiscono
in Italia: è tanto più positivo
che questa raccolta di dati cerchi di dare una panoramica il
più ampia possibile (omissioni e
sviste sono sempre possibili in
opere di questo genere, ma si ha
almeno il punto di partenza per
tentare una visione d’insieme).
Naturalmente non basta essere tutti inseriti in uno stesso
elenco per avere tutti la stessa
fede, la stessa teologia, le stesse
aspirazioni. L’unità profonda dell’evangelismo italiano resta da
dimostrare e da verificare: ma
l’Annuario Evangelico rende indubbiamente tm servizio in questo senso.
Nella stessa direzione, segnaliamo il libro di Giorgio Girardet, « Protestanti perché », Claudiana 1983, pp. 122, L. 4.900, specialmente il capitolo quarto (I
protestanti in Italia), e una delle
dieci « schede » che costituiscono l’appendice, intitolata « Le
chiese evangeliche in Italia », con
dati importanti sulle caratteristiche, la consistenza numerica,
la storia della presenza evangelica in Italia.
10
10^ cfonáca delle^àlli
2 marzo 1984
Riunioni
di
quartiere
E’ come quando, dall'alto, si
guarda ad un villag^o a mezza
costa: si vedono distintamente
le case, gli alberi, gli animali al
pascolo, gli abitanti affaccendati. Se ci si ^orza di immedesimarsi, si può avere l’illusione di
essere parte di quel villaggio, di
dar vita anche noi a qualcuna di
quelle azioni che ne formano
l'esistenza.
Guardando « dall'alto » una riunione quartierale in una qualsiasi delle nostre comunità di media od alta valle, si ha l'impressione di poter afferrare tutto
l’insieme e nel contempo gli infiniti particolari della vita della
chiesa. Non c’è argomento che
non vi possa essere trattato. Penso alle riunioni auartierali
come ad un grande canovaccio
sul quale di anno in anno vengono ricamate tante riflessioni,
grandi e piccole, tante ricerche,
tante preghiere. Quando ogni
piccolo ricamo è terminato rimane tt al suo posto, forse apparentemente dimenticato, ma unito agli altri e costituente con
tutto il resto l'intero tessuto.
E tuttavia esse sono minacciate
dallo spopolamento dei villaggi,
dall’invecchiamento della popolazione, dal pendolarismo.
Diversa, mi sembra, la realtà
delle riunioni di quartiere di fondovalle o nelle comunità ingrandite nel dopoguerra a causa dello spostamento della popolazione.
Riprendendo l’immagine iniziale, è come se si guardasse dal
basso lo stesso villaggio a mezza
costa: non riusciamo a vedere
ciò che vi si svolge. Vediamo
qualche muro, possiamo immaginare la fatica per giungere fin
lassù, possiamo anche idealizzare il tutto, ma non siamo in grado di conoscere a sufficienza. Le
riunioni di quartiere del « centro » sono in tutte le comunità
le meno frequentate e le meno
omogenee. Si ha l’impressione di
arrancare per arrivare da qualche parte, ma sembra che la fatica sia inutile perché la meta
non si raggiunge mai. La gente
ha fretta, la vita « cittadina »
pone dei ritmi e dei bisogni diversi e nuovi.
Mi sembra che le nostre chiese alle valli stiano vivendo queste due situazioni: una sperimentata da molto tempo, solida, sicura, che però si sta rarefacendo come se la trama che la compone si andasse allargando sempre di più rendendo difficile raggiungere i fili per ricamarvi sopra alcunché di reale; e l’altra, il
rimpianto, oppure il tentativo di
ricreare in una realtà diversa un
modello di vita comunitaria che
non può più funzionare. Che cosa rappresentano per ciascuno
di noi le riunioni di quartiere?
Sono il luogo in cui passa la teologia della chiesa, la sua testimonianza, la preparazione dei
giovani, il luogo privilegiato per
le informazioni, il ritrovo di
tutto il villaggio, il modo riformato di organizzazione ecclesiastica di base mai abbastanza lodato?
Ogni membro di chiesa delle
valli ha la sua personale risposta. In futuro può darsi che le
riunioni che conosciamo non possano più funzionare e che siamo
costretti ad inventare altre cose.
Ma qualunque sia la struttura
che ci daremo sarà indispensabile che siamo autentici.
Carla Longo
AMNESTY INTERNATIONAL
Il ccNucleo soci Val Pellice»
umani
per I
Recentemente si è costituito
nella Val Pellice un nucleo di soci di Amnesty International, l’organizzazione che difende in tutto
il mondo i diritti deU’uomo. Infatti a Torre Pellice in poco
tempo è sensibilmente aumentato il numero degli iscritti che
raggiunge ormai quasi la cinquantina, ma in tutta la valle
cresce l’interesse per Timpegno
di Amnesty.
I soci della Val Pellice hanno
iniziato la loro attività l’estate
scorsa raccogliendo le firme per
la campagna lanciata da Amnesty contro gli omicidi politici
commessi dai governi e poi, in
auturmo, per la campagna in favore dell’amnistia imiversale per
i detenuti per motivi di coscienza. Però l’attività dei soci e dei
simpatizzanti ha preso in realtà
l’avvio dal giorno dell’incontro
con il Presidente della Sezione
italiana, Cesare Pogliano, il 19
nov. ’83. Da allora i soci si riuniscono regolarmente il secondo
sabato del mese, alle 17, al Centro d’incontro di Torre Pellice.
Chiunque sia interessato può intervenire alle riunioni.
Secondo la tecnica seguita da
Amnesty, i soci hanno partecipato ad azioni speciali inviando,
per es., lettere sia alle autorità
del Perù che a quelle della Siria
per protestare contro l’uso della
tortura inflitta ad alcuni prigionieri per motivi di opinione e per
chiederne la liberazione.
Presto sarà lanciata da Amnesty International una campagna
contro l’abolizione della tortura
in tutto il mondo, per la quale
dovrà impegnarsi anche il Nucleo
della Val Pellice. In vista di Questa campagna si è rivelato assai
utile e tempestivo l’allestimento
di una Mostra di fotografìe riprese da Amnesty in vari paesi.
Queste impressionanti immagini,
anche di casi di tortura, sono una
chiara seppm tragica testimonianza per coloro che non sanno
o preferiscono ignorare che in
tanti Stati del mondo sono perpetrate incredibili atrocità. La
Mostra, che invero si può definire itinerante, ha percorso la Val
Pellice, sostando nelle chiese, cattolica e valdese e nelle scuole.
Inóltre ha fatto un’« uscita », come si dice, nel linguaggio di Aunnesty, in giorno di mercato a Lusema S. Giovanni ed è rimasta
esposta per una settimana nell’atrio del Mimicipio di Torre
Pellice, dove è stata preziosa
occasione di colloqui con la gente e raccolta di fondi. Ma l’impegno maggiore dei soci vuol essere rivolto all’« Educazione ai
diritti umani » soprattutto nelle
scuole della zona. Perciò in dicembre è stato inviato un appello, oltre che ai Sindaci, Parroci e Pastori, anche al Presidente del Distretto scolastico, ai Direttori Didattici e ai Capi d’istituto, in occasione dell’anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo proclamata dalTONU. Si sono organizzati incontri con gli studenti nelle due
scuole medie di Torre Pellice per
far loro conoscere i principi, gli
scopi e l’attività di Amnesty.
L’azione compiuta nelle scuole
ha delineato chiaramente l’interesse nutrito da sempre da Amnesty per una maggiore sensibilizzazione degli adolescenti e un
più attivo coinvOlgimento degli
insegnanti in merito ad un lavoro di ricerca ed approfondimento delle tematiche dei diritti
umani. E’ diretto a questo scopo rincontro che ci sarà in marzo con i professori della scuola
media di Lusema San Giovanni.
Il « Nucleo soci Val Pellice »,
ufficialmente riconosciuto dal
Consiglio Nazionale, ha bisogno
di forze nuove, quindi di altri soci convinti ed impegnati, di mezzi più consistenti e di tanta disponibilità da parte di tutti.
Ma l’entusiasmo e la coscien' za che anche con debolissime
forze si può contribuire alla co
LUSERNA SAN GIOVANNI
Il sindaco Martina
disposto aiie dimissioni
In seguito a notizie pubblicate sul settimanale « Il Pellice »
che denunciavano il fatto che
il sindaco di Luserna Benito Renato Martina aveva utilizzato
carta intestata del comune per
interessi commerciali personali,
10 stesso sindaco ha dichiarato
11 27 febbraio, nel corso del consiglio comunale, la sua disponibilità a rimettere il mandato.
Il gruppo consiliare DC (cui
fa capo Martina), affermando la
sua estraneità ai fatti ed il pieno appoggio all’attuale amministrazione, ha preso atto delle dichiarazioni del sindaco. Tutto
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raggiosa lotta che Amnesty International conduce contro la
violazione dei diritti dell’uomo
e in difesa della dignità umana,
aiutano a perseverare in questo
difficile lavoro.
Anna Marnilo Reedtz
Chi è interessato all’attività di
Amnesty nella Val Pellice può
rivolgersi al seguente indirizzo:
Amnesty International, Via Beckwith 8 - 10066 Torre Pellice tei. 91.041.
Per gli allevatori
della Val Pellice
Si informano tutti gli allevatori interessati che si terrà una
serie di riunioni nel corso delle
quali verrà trattato in particolare il tema: « Razionamento nell’alimentazione dei bovini ed
ovini » a cura del Veterinario
Dott. Stefano Gatto, incaricato
dalla Comunità Montana Val
Pellice dell’attuazione del Piano
di Assistenza Zootecnica.
Le riunioni saranno tenute
con il seguente calendario:
— per gli allevatori dei Comuni di Bibiana e Bricherasio: martedì 6 marzo 1984 alle ore 21,
presso la Sala Consiliare del Municipio di Bibiana;
— per gli allevatori dei Comuni di Luserna S. Giovanni, Lusernetta e Rorà: martedì 13
marzo 1984 alle ore 21, presso^ il
Bocciodromo di Lusema S. Giovanni - C.so Matteotti n. 29.
PINEROLO
Un comitato pace
per gli studenti
ciò prelude alle dimissioni da
sindaco del M.o Martina (che
ricopre la carica da 19 anni), dimissioni che saranno alTo.d.g.
del prossimo Consiglio comunale.
I gruppi della maggioranza
non hanno accolto la proposta
dell’opposizione (PRI, PSI, PCI)
di convocare con urgenza la
nuova seduta del Consiglio comunale che comunque dovrebbe tenersi nel corso del mese di
marzo.
II 27 febbraio i gruppi che appoggiano Martina hanno approvato il bilancio del Comune.
Alcuni studenti di Pinerolo, visto il
peggioramento della situazione intemazionale, hanno sentito l’esigenza di introdurre il discorso sulla pace all’Interno delle scuole.
Dopo alcuni incontri tra gli interessati e dato l’esito di alcune assemblee
studentesche è nata la proposta di creare dei Comitati Pace aii’interno degli
stessi istituti scolastici.
A questa iniziativa hanno aderito gli
studenti del liceo scientifico, dell’istituto Buniva e dell’istituto magistrale.
Documento
E’ inutile far finta che la guerra
non ci sia e il quadro della situazione
internazionale ce lo dimostra: guerra
in Libano, tensione in Centro America,
guerra Iran-iraq, invasione dell’Afghanistan e dell’isola di Grenada, divario
Nord-Sud, progressivo raffreddamento
dei rapporti est-ovest e conseguente
proliferazione delle armi nucleari.
«Davvero viviamo in tempi bui — parlare d’alberi è un delitto» (B. Brecht):
parlare di pace è un’esigenza.
Costruire la pace deve essere il nostro obiettivo, sia per la sopravvivenza, sia per migliorare la qualità delia
vita.
Di qui i’esigenza di costituire un
Comitato Pace anche nelle scuole affinché l’impegno si estenda a tutti I
livelli ed il movimento possa assumere un reale peso politico.
La battaglia contro i missili a Comiso ha subito una dura battuta di arresto con la riconferma da parte del Parlamento dell’installazione dei Cruises e
dei Pershings per il 1984, ma la sfida
per la sopravvivenza continua.
Qualsiasi dimostrazione di volontà di
pace assume quindi importanza, sia
quest'azione simbolica o reale: dobbiamo rilanciare il protagonismo di
massa affinché le decisioni non vengano più prese dall’alto, ma dal basso.
Il Comitato Pace che si viene a formare in base a questo documento si
impegna a seguire le seguenti discriminanti che si ispirano in parte a quelle espresse dal Coordinamento Nazionale dei Comitati Pace nel gennaio ’83:
a) Individuiamo nel disarmo unilaterale l’unico modo per costruire una
pace al di fuori della logica dei blocchi e conseguentemente auspichiamo
l’uscita dell’Italia dalla Nato.
b) Condanniamo la politica riarmistica e guerrafondaia dell’Est e dell’Ovest.
c) Individuiamo nello sfruttamento
del Nord sul Sud una delle cause principali della tensione internazionale.
d) Ribadiamo l’importanza dell’autodeterminazione dei popoli come rifiuto alla logica dei blocchi.
e) Individuiamo nella non violenza
una scelta di importanza strategica come forma in cui si possano pensare
e realizzare grandi trasformazioni sociali ciò pur appoggiando le lotte di
liberazione del popoli che sono necessariamente violente.
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2 marzo 1984
cronaca delleValli 11
Comunità Montana
Val Pollice
BAMBINI IN CHIESA
Caro Direttore,
ho letto con viva simpatia, sul n. 5
la testimonianza di Erica Scroppo sul
problema dei bambini in chiesa: anch'io
sono convinta che i piccoli abbiano il
diritto di partecipare alle funzioni, soprattutto quando questa partecipazione
è spontanea, frutto di una libera scelta del bambino (a) e non di un’imposizione familiare. Non è giusto bandire
un bimbo dal tempio, come non sarebbe giusto portarcelo contro la sua
volontà. Mi sembra assurdo vietare a
un bambino di andare al culto oggi,
per poi magari cercare di trascinarcelo
domani, quando sarà un adolescente
recalcitrante!
A parole, tutti amano i bambini, ne
assumono le difese, ne proclamano i
diritti, provano una generica tenerezza
per l'universo infantile, ma se si profilano difficoltà concrete gli infanti tornano subito ad essere'ii proprietà ■feéclusiva » delia madre.
I bebé, con tutto l'inevitabile contorno di bave, chiasso, richieste, sono
spesso guardati in cagnesco (a volte
proprio da certi « difensori della vita »)
se i genitori si azzardano a portarli al
ristorante, al cinema, in pullman, a una
festa, in barba a tanti discorsi sulla
maternità come valore sociale, è opinione corrente che i bimbi dovrebbero restarsene ben tappati in casa, aggrappati alle sottane materne, per non
« disturbare » la collettività! Credo si
tratti di una forma di razzismo, sarebbe interessante parlarne sull'« Eco ».
Forse per le compaesane di Erica è
più facile voler bene ai bambini del
Terzo Mondo, affamati e distanti, che
a dei piccoli vicini rumorosi? E’ poco
carina questa guerra tra donne. Se fossi al posto di Erica, continuerei a frequentare regolarmente le funzioni con
la mia famigliola, senza dar troppo
peso a certi « pii » commenti: in chiesa deve esserci spazio per tutti!
Cordialmente,
Edi Morini, Pomaretto
POVERO ECO
Caro Eco voce delle Valli
Già da tempo volevo scriverti per
dirti la mia In merito ai tuoi molteplici programmi. A te cara voce delle
valli poco sfugge di ciò che succede
fuori della tua famiglia, tu che simpatizzi con la marcia della pace, con la
fame nel mondo, contro i missili di Comlso, con l'omosessuale, simpatizzi e
cerchi di far lega con carri e cavalli
del famoso Egitto.
Tu. che reclami perché i tuoi abbonati sono diminuiti, non ti accorgi che
ti stai interessando di tutto, ma hai
trascurato il compito che Dio ti aveva
affidato.
Ti sei mai chiesto perché le chiese
sono deserte, il perché del poco interesse alla parola di Dio? La tua voce è
stata inquinata, hai rotto il patto fatto
con Dio, il giorno della tua chiamata.
Vi fu un tempo in cui Gesù disse
ai suoi » voi siete luce del mondo,
sale della terra ».
Caro Eco, voce delle valli valdesi,
non ti accorgi che il sale della tua vo
Hanno collaborato a questo
numero: Ada D’Ari, Dino Gardiol, Adriano Morelato, Teofilo Pons, Aldo Rutigliano,
Franco Taglierò.
ce è stato diluito per dare spazio a
compromessi ambigui?
Caro Eco, voce delle valli, camminando di questo passo dove pensi di arrivare? Hai capito e cerchi un rinnovamento, ma intanto continui a perdere tempo con i carri e i cavalli di un
tempo, questo rinnovamento può avvenire a condizione che tu per primo ritorni a Dio. Non farti illusioni, se non
torni al tuo pastore non potrai cambiare. Nel leggere il tuo ultimo numero mi si sono arricciati i capelli e mi
sono detto: Povero Eco, voce delle
valli, che un tempo fu sede di fiaccole
ardenti piene di parole di vita, oggi le
tue fiaccole sono spente, intanto si sente il rumore dei carri dei cavalli del
famoso Egitto che ritorna a signoreggiare nelle valli.
Un affettuòso saluto in colui che ti
chiama, RITORNA.
G. P.
Pubblichiamo questa lettera nonostante l’anonimato del nostro lettore
che indica solo le iniziali. Invitiamo
però chi scrive a mettere per esteso
il suo nome e indirizzo e se desidera
non essere menzionato a richiederlo
espressamente.
Nel merito della lettera: non ci sembra di aver trascurato di confrontarci
con la parola di Dio. Siamo sempre disponibili ad un confronto con questa
opinione, se ci verranno indicati chiaramente articoli e fatti che riguardano i « compromessi ambigui » che
avremmo fatto, e sulle cose pubblicate nel numero che ha fatto « arricciare i capelli » al nostro lettore. (g-g-)
Piano di
forestazione
Nell’ambito della campagna di
forestazione indetta dalla Remone Piemonte, la Comunità Montana Val Pellice ha ottenuto dalla Regione la concessione di piante destinabili alla forestazione
produttiva e/o a scopi ambientali.
Chi è interessato ad ottenere
gratuitamente l’assegnazione di
piante, tra quelle sotto riportate, può farne richiesta entro il
20 marzo 1984 alla Comunità
Montana, compilando l’apposito
modulo reperibile presso gli Uffici dei Servizi Tecnici — Via
Caduti per la Libertà 4 — Torre
Pellice.
Fautore di pace?
Caro Direttore,
Su "La Luce” del 17 febbraio '84 si
legge che mons. Capuoci parlerà presto a Pinerolo sul tema di Palestinesi
e Libano, nell’ambito delle attività del
Comitato locale per fa pace.
Pongo una domanda: questo Capuoci
è lo stesso che anni fa fu scoperto con
l'auto imbottita di armi ed esplosivi
che faceva passare in Israele grazie
alla sua Immunità eociesi^tìca; condannato ad una dura condanna da un
tribunale israeliano: liberato poco dopo
grazie ad un intervento misericordioso
del papa Paolo VI; dallo stesso poi
spedito in Sud America perché non turbasse oltre i rapporti medio-orientali;
poi misteriosamente rientrato in Europa
a seminare odio antisemita In molte
sedi???
Se è lo stesso, mi chiedo quando a
Pinerolo si avrà una predicazione sulla
pace tenuta dal colonnello Gheddafi oppure da qualche fontano erede del
Gran Muftì di Gerusalemme, che usava deliziare gli italiani con spunti antisemiti dai microfoni delf’EIAR fascista
nei primi anni della seconda guerra
mondiale.
E mi chiedo ancora una volta se questa pace che ha bisogno dei Capucci
per essere proclamata, e che sempre
sembra esprimersi a senso unico, non
sia un Idolo piuttosto che un vero impegno cristiano.
Grazie deH'ospitafità.
G. Valli, Milano
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Le piante assegnate; verranno
^ ntirate "'dai vivai forestali regionali e consegnate ai richiedenti
a cura della Comunità Montana
nel limite dei quantitativi disponibili,
Le specie forestali a disposizione sono le seguenti:
— Piante di prevalente interesse produttivo: Noce nero (100
esemplari) — Noce (120 esemplari) — Quercia farnia (500 esemplari) — Pino strobo (10.000
esemplari).
— Piante di prevalente interesse ambientale: Pino strobo —
Pino ibrido — Pino eccelso —
Pino nero — Pino mugo — Pino
silvestre — Abete rosso — Sorbo
aucuparia — Faggio — Platano
acer — Betulla — Quercia rossa
— Gleditzia — Cedro dell’Himalaya — Cipresso di Lawson —
Cryptomeria — Ippocastano —
Libocedro — Liquidambar — Picea orientalis.
Per eventuali informazioni rivolgersi all’Ufficio Tecnico della
Comunità Montana Val Pellice in
Via Caduti per la Libertà n. 4 Torre Pellice — tei. 932262.
Doni raccolti da CIOV nel mese di
dicembre 1983
Pro Asilo dei Vecchi
di San Germano Chisone
La venuta a Pinerolo di mons. Capucci è nel quadro di iniziative, ( patrocinate dal comune), del Comitato
pace e disarmo, che è un organismo
laico.
Non facciamo un processo ideolch
gico prima di sentire quello che Capucci dirà anche sulVepisodio ricordato dal lettore. Se ci sarà antisemitismo, il nostro giornale ne prenderà
atto e lo condannerà. (g‘S*)
L. 20.000: Marangoni Caterina.
L. 15.0001: Bertarione Bice.
L. 10.000: Brizzi Giovanna, in memoria del marito.
L. 8.000: Canale Aldo.
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L. 100.000; Bonjour Sappè (Torino).
L. 38.000: Comunità di San Secondo
e doni In natura.
iL. 20.000: Gerbotto Adriana; La cognata, Il nipote, la nipote, ricordando
Nane Durand.
L. 10.000: Jourdan Maddalena, in memoria dei suoi cari.
La Comunità di Bobbio Pellioe, doni
in natura.
Pervenuti nel mese di dicembre 1983
L. 300.000: Unione Femminfle di Bergamo.
L. 200.000: Coucourde Giulio; Mathieu
Roberto.
L. 100.000: In ricordo di Pietro Volpi, Volpi Campagnolo; Lega Femminile
di Como; Graziella Bernard Tiirck, in
memoria di Elda; Pons Mario, in memoria della moglie Ufderloa e del fratello Pietro; Pons Anna Enrlchetta, In
memoria della 'sorella Pons Luigia.
L. 25.000: Bruna Tagliapletra Sopelza, in memoria di Zecchin Frida.
L. 20.000; Liliana Venturi; Società di
Cucito, Torre Pellice.
L. 15.000; La moglie, in memoria di
Talmon Em-loo.
'L. 10.000: Llly e Elsa Carstanjen.
D.M. 20: Hollenberg Fritz, In me.moria di Durand (S/laddalena., ,,,
Pervenuti nel mese di gennaio 1984
'L. 200.000: 'Pascal Umberto e Signora, Vlllar Pellice.
L. 150.000: Malaorida Telma.
L. 140.000: In ricordo di Ezio Armand
Hugon, ì suoi oosorltti.
iL. 100.000; Unione Femminile di San
Remo e Alassio.
L. 70.000: I nipoti Spadaro e Pennaclno, in memoria di Salmi Emilia Pellegrln.
L. 50.000: La moglie ed I figli in memoria del r anniversario di Menusan
Luigi.
L. 25.000: Hanni Merkti, Winterthur.
L. 22.000; Zecchin Nefly.
L. 20.000: Lanziuger Evelina; Hertel
Sergio.
L. 15.000: Metallinj Eliada, per Bertarione Bice.
L. 12.000: Marangoni Lina e Ferdinando.
L. 10.000: Marangoni Caterina.
Pro Asilo Valdese
di Luserna San Giovanni
Pervenuti nel mese di gennaio 1984
Pro Rifugio Re Carlo Alberto
L. 232.500: Eleonor Montaldo, Ossining (USA).
L. 77.500: Florence Neisch, Ossining
[USA).
L. 50.000: Nel secondo anniversario
della dipartita della cara Luisa Bounous
Cambellotti, il marito Vanni ed il figlio
Ezio la ricordano con immutato affetto.
Doni pervenuti direttamente
Pro Rifugio Re Carlo Alberto
Pervenuti nei mese di novembre 1983
L. 200.000: Un gruppo di amiche ed
amici, in memoria di Tiirck Elda.
L. 103.000: E.M.B., in memoria di Durand Maddalena.
Carla, Edoardo e Paola Grill; Unione
Femminile Valdese di Piazza Cavour.
Roma; Chiesa Valdese di Biella.
L. 150.000: Marangoni Caterina, Ivrea; In mem .della cara zia Emilia
Peyrot Albarln, Bebe, Emma e Emilia,
Roma; Chiesa Valdese di Angrogna;
A'Ilmonda Rita, Genova.
L. 200.000: Muston Claudia, in mem.
del padre Arturo 'Muston, Roma; Telma
Malacrida, Milano.
L. 300.000: Rigogliosi Luigi, In mem.
della zia Angela, Cannate.
L. 1.370.785: Gaw Hauptgruppe
Württemberg.
Fondo di solidarietà - 4° trimestre 1983
L. 5.000: Trombetto.
L. 10.000: Robba Evelina (3 versamenti); N. N.; N. N.; Reynaud Lea;
Maocagno Paolo; Pons René, In mem.
di Rochon Pietro.
L. 15.000: Ballestra Romolo e Rina,
in memoria di Bonjour Pietro.
L. 20.000: Alfiani Longo Anna, in
mem. del marito; -Malan Lucio; Long
Lodi Laura, in mem. Letìzia Boero Rol.
L. 30.000: Al'liaud Elisa, in mem. di
Rochon Pietro; Alliaud Elisa, in mem. di
Armand Bosc Emma; Long Lodi Laura
(2 versamenti); Malanot Rita e Rinaldo.
L. 35.000: Northerij Rodolfo.
L. 50.000: 'Michéiin Salomon 'Maria;
Famiglia Bodoira Almani, in mem. Emma Rivoira e Piero Bodoira.
L. 70.000: Rostan Vinçon Albina.
i. 73.300: Rostagno Franca.
L. 804)00; N.N.
L. 100.000: Long Lodi Laura, io mem.
del Papà; Soc. Dorcas, Torino, in memoria di Lidia Vola Valerio.
L. 152.000: N.N.
L. 250.000: Bertalot Dino, Ada, Renato, Mirella, Elisabetta e Giorgio, in
mem. di Bevel Clara.
L. 336.000: I colfeghi 'in mem. di
Peyrot Emilio.
L. 500.000: Soc. Dorcas, Torino.
RINGRAZIAMENTO
« L’Eterno è la mia luce e la
mia salvezza »
(Salmo 27: 1)
I familiari del compianto
L. ,5.000: Cavo Ernesto, Genova; Zoppi Elsa, Genova.
L. 7.000: Zoppi Alessandro e Alda,
Genova.
L. 10.000; Caffarel Emilia, in mem.
di Luisa Revel Andreon; Brizzi Giovanna, in mem. del marito, Ivrea; Cristoforo Emilio, Ivrea; Ollearo Ermina, Ivrea; Buffa Maria, Pinerolo; Ernesto e
Mirella Bein, Torre Pellioe; Songhi Ario, Felonica Po; -Falchi Velia, Genova;
Conte Gino, Genova; Schenone Emma,
Genova; Mirella e Silvio Tourn; Reynaud Lea (osp. Asilo).
L. 15.000: Schenone Emma e Pisani
Noemi, In mem. di Federico Schenone,
Genova; Judith B. Chadina, auguri per
buon lavoro.
L. 20.000: Bertarione Bice, Ivrea; Reynaud Lea (osp. Asilo).
L. 25.000: Tagliapietra Sopefza Bruna,
Venaria; Merkii Hanni, Svizzera; Adriana e Aldo Bertlnat, in mem. degli zii
Clara Revel ed Eugenio Long; Bfgl'ione
Eunice, Genova; BIglione Eunice, in
mem. Pastore Guido Mathieu e sorella
Anita, Genova; Liliana Ribet, in mem.
della sig.ra Emma Benech, Torino.
L. 30.000: Chiesa Evang. Valdese di
Como: Prof. Giorgio Peyronel, 'Milano.
L. 40.000: In mem. di Bonjour Pietro,
i cognati Grill Paimira, Grill Domenico,
Grill Giovanni e Grill Guido; Lupo Graziella, in mem. di Lifj Lupo.
L. 50.000: Malan Sapel Maddalena
(osp. Asilo); Revel Ernesto e Luciano,
in mem. di Clara Revel e Eugenio Long;
Alda e Ninj Aibarin, In ricordo della
cara zia Emilia Aibarin Peyrot; N. N.,
Villar Pellice; Lina Bonjour, con riconoscenza; Schellenbaum W. e Irma, Genova; In mem. di Bonjour Pietro, la
moglie Grill Esterina (osp. Asilo]; Ayassot Alilo Emilia, In mem. di Lilly, Emma e Emilia, Roma; Giordan Augusto,
in mem. del figlio Enrico; Martani Raffaele, In mem. dei genitori e del fratello.
L. 60.000: Pavarin Rita, in mem. del
marito Pavarin Giacomo, Rivoli.
L. 60.462; Lidia Schmitt. Germania.
L. 75.000: Pierre Chollet, pour le
Choeur Paroissial de Morges; Idem, 2”
dono.
L. 100.000: Artus Costanza e figli, in
ricordo di Pierucciu Bonjour; Bordizzo
e Apicella; Riconoscenti, In mem. del
caro zio Pietro Bonjour, i nipoti Elsa,
Paolo Comba
di anni 80
ringraziano tutti coloro che con la
loro presenza, con l’aiuto e con parole
di conforto sono stati loro vicini. Un
ringraziamento particolare al pastore
Giovanni Conte, al medico Firmino
Carrera e alla Croce Verde di Porte.
San Germano Chisone, 17 febbraio ’84
AVVISI ECONOMICI
TRASLCXIHI e trasporti per qualsiasi
destinazione, preventivi a richiesta:
Sala Giulio, via Belfiore 83 - Nichelino - tei. (011) 6270463 - 6272322.
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CHI80NE-CERMANA8CA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde l
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 4 MARZO 1984
Pinasca: FARMACIA BERTORELLO
- Via Nazionale. 29 - Tel. 51017.
Ambulanza:
Croce Verde Porosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tol. 201454
USL 44- PINER0LE8E
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva.‘festiva; telefono 74464 (Ospedale CIvilel.
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
USL 43-VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese]
Pretestlva-festiva: tei. 90884 (0»|»«dale MnirrlziBTiol.
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 4 MARZO 1984
Luserna San Giovanni: FARMACIA
CALETTO - Via Roma 7 - Telefono
909031.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice; telefono 91.996.
M.
12
> •
12 uomo e società
2 marzo 1984
■M.
VERSO L’ASSEMBLEA COSTITUENTE DEL MOVIMENTO PER LA PACE
i J‘^-'
16 marzo: non passerà sotto
silenzio il giorno in cui diventerà ufficialmente operativa la base nucleare NATO di Comiso,
nella quale il 7 febbraio hanno
fatto il loro ingresso i primi 16
vettori « Cruise ». Per quella data e per il fine settimana immediatamente successivo, infatti, i
Comitati per la pace stanno preparando manifestazioni in diversi capoluoghi di regione e azioni
dirette nonviolente presso le
maggiori basi militari sparse sul
territorio nazionale, secondo un
programma discusso e approvato dalla riunione di Coordinamento del 18-19/2. Lo stesso
16 marzo segnerà l’apertura ufficiale della campagna per ottenere im referendum istituzionale
■ il.' sull’installazione dei missili, tra, ; 'r mite la raccolta di milioni di
firme {500.000 delle quali auten■ i' ticate, sebbene per legge ne siano sufficienti 50.000) in calce a
un progetto di legge di iniziativa
popolare, che alla proposta del
senatore Raniero La Valle, della
Sinistra Indipendente (referendiim « ima tantum » su questi
missUi) ne affianca un’altra, che
prevede la possibilità di sottoporre a giudizio parlamentare e
popolare ogni futura scelta del
governo in materia di armamenti nucleari, batteriologici e chimici.
Fino ad allora — così si sono
- espressi gli oltre duecento delegati di comitati per la pace locali presenti al Seminario nazionale di Ariccia (27-29 gennaio) —
durerà la raccolta delle schede
per il referendum autogestito
che, lanciato un anno fa dal
Coorcfinamento Nazionale dei Comitati per la Pace, è stato recentemente fatto proprio e ripreso
dal PCI e da settori del Sindacato.
Assemblea
costituente
Il Seminario di Ariccia ha anche fissato la data dell’Assemblea
• L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Comitato di Redazione: Valdo Benecchl, Mario F. Berutti, Franco Carri,
Giorgio GardioI, Marcella Gay, Adriano Lortgo, Claudio H. Martelli,
Jean-Jacques Peyronel, Roberto Peyrot, Giuseppe Platone, Marco , Rostan, Mirella Scorsonelli, Liliana VIgllelmo.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V. 15 - 10125 Torino - tei. 011/
655.278.
Redazione l’Eco delle Valli Valdesi:
Via Arnaud, 23 . 10066 Torre Pellice.
Editore: AiP. Associazione informazione Protestante - Via Pio V, 15
- 10125 Torino.
Regist'o nazionale della Stampa n.
00961 voi. 10 foglio 481.
Abbonamenti '84: Annuo L. 21.000;
Semestrale 12.000; Estero 40.000 (posta aerea 64.000); Sostenitore 40.000.
Decorrenza 1*> genn. e 1° luglio (semestrale] da versare esclusivamente sul c.c.p. 327106 intestato « L’Eco
delle Valli - La Luce > - Casella postale- 10066 Torre Pellice.
Pubblicità: prezzo a modulo (mm.
49x53) L. 9.000 (oltre IVA).
Inserzioni; prezzi per mm. di altezza. larghezza 1 colonna: mortuari
350 - sottoscrizioni 180.
Economici 200 e partecipazioni personali 350 per parola, i suddetti
prezzi si intendono esclusa IVA.
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
Intestato a « La Luce: fondo di solidarietà ». Via Pio V. 15 • Torino.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
costituente del movimento per la
pace italiano (23,24 e 25 marzo) e
ha incaricato un'apposita commissione composta da vénti delegati regionali di procedere, in
vista di tale scadenza, al censimento dei comitati e delle organizzazioni locali che in questi anni hanno lavorato per la pace. La
stessa commissione, a fianco della Segreteria tecnico - esecutiva
uscente, stabilirà i criteri di partecipazione alla Costituente, alTinterno delle discriminanti seguenti:
a) Potranno partecipare ai
lavori della Costituente i delegati dei comitati per la pace e delle
organizzazioni che accettano di
sottoscrivere (o hanno già sottoscritto) le mozioni approvate
dall’Assemblea Niizionale per la
Pace del 22-23 gennaio 1983, là
piattaforma politica per la manifestazione del 22 ottobre e il successivo documento di bilancio
sulle iniziative del 1983 (approvato dal Coordinamento Nazionale del 26-27 novembre u.s.). Il
tutto è pubblicato sul n. 4 del
bollettino « Pace in movimento »,
ottenibile presso l’attuale sede
del Coordinamento, Via Muzio
Clementi 68/a, 00193 Roma, tei.
06/3612851.
b) Potranno usufruire del diritto di voto soltanto i delegati
dei comitati costituiti sulla base
di adesioni individuali.
Assoluzione
c) Sarà favorita la partecipazione dei delegati delle regioni
dove il movimento è più debole.
Con ogni probabilità, dunque,
vi sarà anche la possibilità della
nomina di una delegazione da
parte delle Chiese evangeliche, la
quale — pur non avendo come
tale accesso al diritto di voto
— potrà però' dare il suo contributo al dibattito, in un’occasione
forse determinante per le sorti
del movimento per la pace italiano.
Verso la creazione
di una Cooperativa
Da Ariccia è venuta anche una
conferma della centralità politica
di Comiso e del Mediterraneo, sia
come contributo da parte italiana alla prossima Convenzione
per il disarmo nucleare in Europa (E.NjD.) che si terrà a luglio
a Perugia, sia come riferimento
per le prossime iniziative nazionali del movimento. In questa
direzione va la conferma del progetto di una cooperativa composta da rappresentanti di comitati e di associazioni per la pace
che, oltre ad assumere appena
possibile la proprietà del terreno
sul quale si è svolto la scorsa
estate il Raduno internazionale
Doni Eco-Luce
ABBONAMENTI SOSTENITORI
Perosa Arg.; Assely Corsson ved.
Chentre — Ruta: Cielo Geremia —
Feionica Po: Negri Norina, Natali Valdo
— Bari: Vigliano Evelina — Catania:
Carcò Antoriio — Taranto: Véiluto Vera — Aosta: Monaya Cario — Torre
Peilice: Henking Ruggero, CoTsson Roberto, Bosio Emanuele — CImego: Arcari Renzo — Treviso; Busetto Angelo
— Napoli: Bardo Louisette, Scorsonelli
Mireiia, Nitti Anna, Fiorio Marco Tullio
— Ciniseiio; Vola Enrico — Svizzera:
Fischii Eiena — Venezia: Garufi Pina
— Pavone Canavese: Bertarione Bice
— Riesi: Naso Francesca, Naso Angelica — Dresano: Manfredini Tullio —
Reggio Emilia; Beltrami Arrigo — Sagrate: Beltrami Umberto — Pinerolo:
Coucourde Ernesto, Fornerone Valdo,
Vola Fiorella, Borno Emanuele — La
Maddalena: Lena Ottavia — Bologna:
PostpischI Umberto, Rostain Enrico —
Pescara: Palmieri Ida — Pordenone:
Casonato Aldo — Milano: De Michelis
Niso, De Michelis Bruno, De Michelis Carlo, Fam. Mauri, Rostan Gianni,
Penna Aurelio — San Secondo: Paschetto Luisa, Paschetto Giuditta —
Pavia: Pintacuda Fiorella — Sesto Fiorentino: Spini Bruno — Castelnuovo dei
Sabbioni: Garrou Alba — Ivrea: Vinay
Lina — Lucerà: Bologna Francesca —
Finale Ligure; Stagnare Umberto — Savona: Castelli Giorgio — Albino: Honegger Emilia — Villar Perosa: Bessone
Ina — Vicenza: Busetto Daniele —
Bergamo: Gay Luciano — Ferrara: Mlegge Mario — San Salvo: Monaco Franco — Quartu Si Eiena: AngiolHIo Laurini Simonetta — Alessandria: Salviate
Egisto, Jouve Elsa, Contino Ida — Bassignana: Coltella Dario — Vittoria:
Mingardi Arturo.
Il movimento si struttura
contro la militarizzazione e i missili Cruise (IMAC), vi stabilisca
un centro di informazioni, di
convegni di studio e di formazione, di iniziative di lotta nonviolenta che affianchi un CUDIP (il
Comitato per la pace di Comiso)
dimostratosi al riguardo assai
carente. Il progetto, nerò, potrà
realizzarsi solo grazie a un rilancio in grande stile della sottoscrizione che ha reso possibile
TIMAC dello scorso anno (alla
quale gli evangelici italiani hanno partecipato con 1.284.050 lire,
raccolte e versate dalla FGEI),
finora insufficiente a coprire anche solo il costo del terreno e
del passaggio di proprietà relativo.
Per trarre un bilancio sull’Assemblea costituente del movimento per la pace, per prendere
in esame le problematiche qui
elencate e per lanciare un progetto teso a coinvolgere e a coordinare maggiormente le chiese delle loro regioni nell’impegno per
la pace, gli evangelici siciliani e
calabresi troveranno un’importante occasione di confronto sul
tema nel programma dell’Assemblea ordinaria della Federazione
delle Chiese Evangeliche di Sicilia e di Calabria, che si terrà a
Catania il prossimo 1° aprile.
Le proposte
Il progetto di legge costituzionale proposto dal sen. La
Valle prevede tm titolo sulla
« Introduzione di un referendum popolare straordinario
sulla installazione a Comiso
di missili a testata nucleare e
per la partecipazione democratica alle scelte di politica
militare ». In esso è previsto
il quesito che verrebbe sottoposto agli elettori in questo
referendum straordinario;
« Consentite che siano schierati a Comiso o su altre parti
del territorio nazionale missili terrestri balistici o di crociera con testate nucleari? »
(art. 2).
Il Coordinamento nazionale dei comitati per la pace ha
proposto di integrare questa
proposta con un secondo titolo « Norme per la partecipazione democratica alle scelte
di politica militare ». In esso
si propone di aggiungere all’art. 80 della Costituzione,
che regola la ratifica dei trattati internazionali da parte
del Parlamento, i seguenti
commi:
« Le Camere altresì autorizzano con legge la ratifica e
l’esecuzione degli accordi internazionali comunque stipulati che siano relativi all’impiego delle forze armate italiane in operazioni militari
fuori dal territorio nazionale, alla concessione di basi o
altre installazioni fisse alle
forze armate di altri paesi,
nonché all’installazione sul
territorio nazionale di armi
nucleari, batteriologiche o
chimiche.
Le leggi di ratifica di cui al
comma precedente sono sottoposte a referendum popolare qualora, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei
membri di una Camera, o
cinauecentomila elettori o cinque consigli regionali. La legge non é promulgata se non
è apnrovata dalla maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto. Non si fa luogo a
referendum se la legge è stata
approvata da ciascuna delle
Camere a maggioranza di due
terzi dei suoi componenti ».
Le specificità
(segue da pag. 1)
Il 20 febbraio, infine, l’IMAC
ha ottenuto una importante legittimazione sul piano giudiziario.
Il pretore di Vittoria ha infatti assolto i cinque pacifisti (tra i
quali un evangelico) intestatari
del compromesso per l’acquisto
del terreno sul quale il raduno
si è svolto dalla duplice accusa:
a) della contravvenzione agli
arti. 110 e 540 c.p. per avere, in
concorso tra loro, omesso di osservare l’ordinanza del sindaco
di Vittoria (legalmente emessa in
data 4.6.’83 per ragioni di igiene),
che vietava l’installazione di tende o roulottes al di fuori di campeggi regolarmente autorizzati
nel periodo 1° giugno-30 settembre ospitando numerose persone,
ricoverate in tende, in un campo
in loro possesso.
b) della contravvenzione agli
artt. 110 c.p. e 2 d.l. 11.2.1948 n.
50, ratificato con legge ,22.4.1953
n. 342, per avere ospitato nel campo suddetto numerosi stranieri
senza comunicare, entro 24 ore,
le generalità alle autorità di Pubblica Sicurezza, in Contrada Buscorotondo di Vittoria, dal 1° luglio 1983 in poi.
Il primo comportamento secondo la sentenza « non è previsto dalla legge come reato » mentre riguardo al secondo « il fatto
non sussiste ».
Bruno Gabrielli
non è stato vano. E mi sia consentito, pensando a questi fratelli, ricordare in particolare la
immensa passione dedicata per
decenni a questo lavoro dal fratello Giorgio Peyrot, al secolo
professore di diritto, militante
evangelico di nrima fila, animatore prima del Consiglio federale
delle chiese evangeliche in Italia
e poi deirufftcio di consulenza
legale della Tavola valdese. Giorgio Peyrot ha saputo impostare
il problema di^’InfeSà sotto il
profilo teologico. Chiunque studi attentamente questo documento potrà rilevare che questo documento, esattamente come la
disciplina generale delle chiese
valdesi e metodiste è un singolare tentativo di non isolare la
teologia riformata nell’astrattezza ma di tradurla nella concretezza di un particolare ordinamento che regola i rapporti
giuridici. Si rileggano la disciplina generale, il patto d’integrazione tra le chiese metodiste e vaidesi, i regolamenti sui ministeri
o sugli enti ecclesiastici e si
scopriranno cose per molti versi
sconosciute nel nostro paese. Da
un lato in questi documenti traspare il desiderio che la linea
teologica riformata si traduca in
una chiarezza di rapporti interni
tra credenti, comunità, enti, istituti, opere e organismi. Dall’altra
nell’Intesa la linea riformata esprime un originale rapporto tra
la comunità dei credenti e la comunità civile e il capolavoro teologico di questa Intesa sta nel
fatto che la piena autonomia
spirituale della chiesa evangelica
è totalmente espressa, ma la
piena laicità dello stato è pienamente rispettata.
Dietro questo equilibrio così
diffìcile da raggiungere ci sono
decenni di lavoro, di riflessione
teologica, di attenzione giuridica.
Credo che sia giusto idire questo:
chiunque vuol paragonare non
superficialmente Concordato e
Intesa paragoni la costituzione
dogmatica De Ecclesia del Concilio Vaticano II con i testi del
nostro Sinodo che ho menzionato. La stessa differenza che
c’è tra i documenti conciliari e
i documenti del nostro Sinodo è
Quella che si riscontra tra il
Concordato e l’Intesa.
— Quali prospettive apre la
firma dell’Intesa per le nostre
chiese?
— E’ molto chiaro anzitutto
che il primo punto sarà la presentazione in Parlamento e l’approvazione dell’Intesa. E’ un momento cruciale. I mesi che devo
no passare prima che il Concordato venga ratificato sono do.
vuti al problema degli enti ecclesiastici. Tale problema non
sussiste per noi e quindi confidiamo che l’Intesa venga sollecitamente approvata dal Parlamento e in questo senso abbiamo avuto assicurazioni formali
nello stesso protocollo, nfel verbale di firma che suona così:
« Rimar» convenuto che il Governo presenterà immediatamente
al Parlamento il conseguente disegno di legge ». Questa garanzia
ci è stata anche ripetuta oralmente dai massimi esponenti
del Governo e su questo fatto
non possiamo che esprimere una evidente soddisfazione.
Quando l’Intesa sarà approvata dal Parlamento si aprirà per
noi un vasto campo di responsabilità in primo luogo per attuare effettivamente l’Intesa in tutti
i suoi aspetti oratici e amministrativi, e questo sarà un grosso
e non facile lavoro. In secondo
luogo dovremo valutare tutti insieme come l’Intesa raggiunta ci
qualifica nel momento attuale
della vita del paese come forza
spirituale che da una parte è riconosciuta come componente e
dall’altra ha una indubbia specificità. Per incarico della Tavola,
al momento della firma ho messo
in rilievo i fondamenti biblici
evangelici della nostra fede perché l’Intesa è un elemento importante ma limitato: ciò che
costituisce il punto essenziale
sotto il profilo spirituale pratico
sociale politico è la nostra testimonianza. Su tutto questo il Sinodo darà la sua valutazione e
le chiese locali assumeranno —
ne sono certo — le iniziative che
loro competono.
— Un’osservazione conclusiva...
— Sono certo che non saremmo giunti a questo risultato senza la grande mobilitazione popolare evangelica avvenuta tre anni
fa durante la settimana della
libertà. Vorrei dire alle migliaia
di evangelici valdesi, metodisti,
battisti e di altre chiese che tre
anni fa si sono presentati puntuali a tutti gli appuntamenti
per dimostrare che dietro l’Intesa c’era una volontà di massa
evaneelica che la loro fatica non
è stata vana. Vorrei anche pubblicamente ringraziare le numerose amministrazioni comunali,
provinciali e regionali, e le varie
associazioni democratiche che in
quella occasione ci dettero un
consistente appoggio. Ma credo
che sopra ogni altra cosa, come
ho detto nel mio discorso in occasione della firma, la nostra riconoscenza è rivolta al Signore.
a cura di Franco Giamplccoli
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