1
1 ' 'I: '':
■'M
.-iiiSV''
Roma.;/21 ìDicernbre IP'^7
Si pubblica igni Sabato
NUMERO DI SAGGIO
■■v4
•'■H'
I- .
k\
■■ 't4'
?" t
V
r
:
iS
Rropiigna grìnteressi sociail, nvpvali e religiosi in Italia
ÀBBONANIENTI
SS
Ss
Ss
o
Italia : Anno lìf 2,50 — Semestre L. 1,50
Estero : » ,i » 5,00 — « « 3,00
(S
PIREZIOÌie: Via roagcnta 16
• -'■’5
5
INSER2:iONI
«0
o
a.
ii
Per linea o spazio uorrispondenDe h. 0,l5
< « da 2 a 5 volte 0,10
« « da 6 a 15 volte 0,05
Per colonna intei a, mezza colonna, .quarto di colonna e
per avvisi ripetuti’ prèzzi da convenirsi.
8
•E’
AMMimSTRAZIOriE ; Via WaziòDak, 107
SOMMARIO
Avviso imporfente — Prefentazione, Vito GaeEETTO — Gli av\%iiimeiiti. del giorno — Cronaca del movinlento reMgioso — Tramonto
e Aurora, E. RivoisÉ: —La morte di Re Oscar,
T. Gay. — Anlìclericalismo, U. Jaioii —
Fatti e idee — feibliografla — Leggendo
r Evangelo — Il canto degli angeli, V. Garretto — Questioni sociali e morali — La
proprietà è sacra, G. Barchetti — Fatto di cronaca,
M. Falchi — Attacchi e difese : Cristianesimo,
A. Chauvie — La dottrina cristiana spiegata
al popolo: Della Rivelazione, u, i. — Informazioni — Avviso di concorso.
AVVISO IMPORTfUtTE
Per abbonamenti, inserzioni ecc. rivol'gersi al signor Anionifi liostan, ^ Via^JVazionale 107, Roma. ’ ' .
LA LUCE pubbli rherà in apposita colonna le iniziali del nome di tutti coloro,
i quali ^aUranno pagato Vahbondmento. Giò
terrà luogo dell’invio di ricevptQL, ,
L’Amministrazione.
trksehtaziqhb:
Ai lettori ed ai collaboratori
Sono stato chiamato dalla iidiicia degli Editori a dirigere questo periodico, il quale si pubblica oggi^ |er la prima volta,.
Voi tutti vi aspettate certamente che io
vi iaccia la rituale éSposiiione del programma ; ma io la ritengo cosa oziosa ed inutile,*
trattandosi (come qui si tratta) di un gior
naie, che ha per primo ed ultimo fine una
diffusione larga e costaisfee delle idee evangeliche. ^
Piuttosto io vi dirò qimle sia il criterio
a cui m’informerò, hell’ademfimento del
mio dovere. ; ' v
lo riguardo il giornale come un’arma
di combaiiimento, non com^ép'arena coperta alla discussione tra M Mi. Perciò
invito gli scrittori a sostenermi con il loro
valido ausilio e ad adoperarli’^iWiosamente
I a che la nostra arma sia tagliente e penetrante, quindi efficaci. ’
Della riuscita io nè(a dubito menomamente, avendo accanto a* me penne temprate
ed esperte, quali sono quelle de! vecchi
-^ollahoratori de’ due periòdici, che La Ltice
fonde, e di cui raccoglie la eredità preziosa.
Essi tu&j con islascio mirabile, si sono
dichiarati pronti a dare il loro migliore
contributo al^ nuovo periodico.
Il nostro pubblico^ li conosce, li ama, , lì
apprezza e sarà lìeth- di saperli al vecchio
posto di combattimento. 11 pubblico di fuori
li conoscerà e 4ì ai* '‘bf'zz.erà ijegnamente,.
quando si sarà avvicinato al nostro giornale.
Le forze sono ora concentrate : La Luce,
speriamo, corrisponderà a’ desideri di molti,
i quali bramano un giornale da,, tutti comprensibile e rispondente a’ bisogni di tutti.
A questo proposito, ecco quello che scrive
uno de’ nostri piii laboriosi cooperatori)'“il
prof. Giuseppe Panchetti :
' Ci sono degli alberi lunghi lunghi, alti alti, che si
chiamano pioppi, e che vengon lungo i rivi dell#^
acque (le acquo nella Bibbia simboleggiano spesso la
verità). Ce ne sono altri, ugualmente amahti delle
rive dei ruscelli, che si chiamano sàlici, e che, a differenza dei pioppi, lasciano ricadere in giù i loro
bei rami carichi di foglie verdissime. I piop.pi, più
s’innalzano e meno danno ombra e riparo allo stanco
viandante ; i salici invece, ci offrono amenissime ombre e cari ricoveri.
Vorrei che la nostra Lue» fosse più simile ai salici
che si volgesse in giù, verso i poveri, i deboli, i migli oppressi, verso il popolo in generale ; che
GLI AniHEim DEL llORHO
'4
Il ritorno degli emigranti Professori italiani
premiati all’estero - La sqnadl-a del Pacifico.“ /
tfna grande preoccupazione ha distato in tutta
lia il fenomeno-imponen-tissinio del rimpratrio dé^
nostri emigranti» .Lettere private dall’ America descrivono la cosa con parole più impressionanti ancora di
quelle usate da' corrispondenti di giornali. ‘E’ una
fuga generai», è un prendere d’ assalto i piroscafi
che fanno rotta verso P Europa, come se, d’ un tratto la terra promessa, pàena di miraggi lusingatori, avesse
in uu immane sforzo espulso violentemente tùtti coloro che erano andati a chiederle lavoro è pqne. Ora
ciò è effetto della crisi bancaria americana, i^è si è
ripercossa rapidamente in tutto il mondo,-arrestando,
e Ucombuèàolandù ánche, V altlvilà dè più floridi mercati ; ma la conoscenza, della causa non elimina gli
effetti. Che faremo adesso noi di fronte a questa sovrabbondanza di braccia vigorose e anelanti al lavoro,
noi che già siamo in tante convulsioni, divenute
quasi croniche? >
La offerta affollata farà diminuire le retribuzioni
ma? d’altra parte, si rassegneranno i contadini (la
seri.
parlasse loro il linguaggio che essi comprendono, un
linguaggio semplice, tutto ispiirato a simpatia, a compassione, ad amore ; che cercasse di far loro del bene,
di dar loro conforto, refrigerio ; che ricordasse loro
le dolcissime parole di Colui che fu la Luce vera,
che amò il popolo con tutto il cuor suo, che gli tese
le braccia amorosissime ; quelle dolci parole:
« Venite a me voi tutti che siete travagliati ed aggravati ; ed io vi alleggerirò »
SI, caro amico, tendiamo tutti uniti con
tutta energia, verso cotesto fine.
E termino, dando qui le principali
NORME DIRETTIVE:
tieufralifà assoluta e scrupolosa di
fronte a ' partiti politici.
flon anticlericalismo volgare, nè debolezza di fronte al prete.
Libertà per tutte le opinioni entro i
confini deir Evangelo,
Vito Garretto
questione riguarda più questa classe), dopo aver tanto
sudato per avere qualche aumento, a veder sfumare
in un momento il frutto dei loro sforzi ? Se si potessero attribuire alle masse i sentimenti degli individui, si potrebbe dire che certamente i fratelli non
vorranno uccidere i fratelli ; ma qui siamo di fronte
a movimenti prodotti dalle grandi correnti dell' interesse, le quali sono spinte da impuM ciechi e fa-,
tali. La previsione non è facile e noi nòn vogliamo
entrare in problemi di economia.
Piuttosto una considerazione : perchè queste braccia se ne erano andate ?
Erano di soverchio ? No, davvero : plaghe immense
di terra italiana si scaldano inerti al sole, le quali
prima del flagello migratorio erano adorne di bella
vegetazione ; altre immense distese di terreno non
vedono più da secoli la mano amorosa dell’ uomo adoperarsi a fecondarle. — Dicono gli economisti ohe
molto, ma molto di più, può ancora l’Italia dare a’
propri! figli.
Dunque ? Dunque il fenomeno del rimpatrio e della
grande esuberanza di braccia, se il problema dello
sviluppo delle nostre industrie e della nostra agricoltura (sopratutto di questa) fosse affrontato coraggiosamente e risolto una buona volta, potrebbe e dovrebbe cangiarsi in un benefìcio per noi. E ricordiamo, per il momento in cui porremo risoluta mano
alla soluzione del problema, che punto di partenza e
caposaldo di un cotal lavoro deve essere la odneaKione del popolo : il fondamento morale è il fonda mento che non crolla.
Una rallegrante nuova, sulla quale poco si è fermata la nostra stampa, è quella che giunge da Parigi
e che si riferisce a un avvenimento, dal quale l’Italia trae onore e decoro. Nell’ adunanza solenne dell’Istituto di Frapcìa, addì 2 Dicembre, furono proclamati i vincitori de’ concorsi a premio: d’in fra
costoro ben cinque sono italiani.
E sono: il prof. Federico dell’Università
di Bologna ; il prof. Francesco Severi dell’ Università
■V
2
LA LUCE
di Padova, il prof. Gino Loria dell’ Università di
Genova ; il prof. Giuseppe Lauricella di Catania ; il
pròf. Tommaso Boggio di Torino. Come italiani noi
ci sentiamo orgogliosi che i nostri professori tengano
così alto il buon nome della scienza italiana.
I nostri professori non dispongono de’ mezzi, talvolta veramente potenti, di cui dispongono gli studiosi de’ maggiori paesi ; il fatto segnalato è, dunque,
doppiamente onorevole per i premiati, a cui mandiamo i nostri sinceri rallegramenti, a cui auguriamo
nuove conquiste e nuovi trionfi.
•
« *
La squadra del Pacifico! Cosi si chiama, perchè
dalie sponde dell' Atlantico, ove viveva in pace, si
reca a visitare quelle del Pacificò, ove la pace non è
troppo sicura. Questo enorme macchinario diguerra,
rappresentato da molte potenti corazzate e incrociatori, pare che sia destinato a fare nn giro in tutto il
mondo. Ma parte, salutato dal Presidente Roosvelt,
in .completo assetto di guerra, come se avesse da scontrarsi con un nemico. L’impressione nostra non deve
essere pessimistica, non v’ ha alcuna ragione di te*
mere conflitti ; ma è certo che questa squadra fu allestita dopo i noti movimenti di S. Francisco contro
i Giapponesi. Qualcosa, anche piccola, ci déve essere
per aria ; forse gli Stati-Uniti vogliono mostrare al
troppo fidente Giappone la potenza di cui dispongono. In questo caso la squadra del Pacifico sarà,
più che una provocazione, come taluni ritengono, un
salutare ammonimento.
Colui che ha in mano i destini delle genti voglia
far sì, che questo apparente male contribuisca al bene
di tutti, consolidando la pace!
Cronaca del jKoVinento religioso
Ai nostri fratelli dell’estero, che leggono il nostro giornale, rivolgiamo un caldo appello, perchè
vogliano alimentare questa cronaca con l’invio di
notizie importanti, riguardanti il movimento religioso ne’ loro paesi.
Cosi saremo grati a quei fratelli d’ogni luogo,
i quali volessero informarci dello andamento di
quel ramo «osi bello dell'attività cristiana che
sono le missioni fra pagani.
ITA.L.IA.
L’insegnamento religioso nelle scuole.
II Consiglio di Stato, a sezioni riunite, ha dato parere, con soli 3 voti di maggioranea, che sia mantenuto l’art. 3. del Regolamento 1895, col quale si obbligano i comuni a provvedere allo insegnamento religioso nelle scuole elementari, per quei fanciulli, i cui
genitori ne facciano richiesta.
Ecco il testo della deliberazione:
< Il Consiglio di Stato, a sezioni riunite, ritiene che non
sia conforme alla vigente legislazione la soppressione dell’articolo 3 del regolamento scolastico del 1895, che fa obbligo ai
comnni d'impartire l'istruzione religiosa agii alunni le cui
famiglie k richiedano ».
Non è molto coerente con sè stesso il Consiglio di
Stato, che altra volta avea diversamente interpretato
lo spìrito de’ tempi; ma la sna asciutta deliberazione'
speriamo sia per essere proficua, obbligando il Ministro
a pronunciarsi coraggiosamente con la presentazione
di una legge.
La miglior cosa che si possa fare noi crediamo sia
la soppressione pura e semplice di ogni insegnamento
religioso; dacché non ci vuol molto per capire che il
mantenerlo vorrebbe dire : o affidarlo a’ maestri, incompetentissimi, ovvero (tutto va a finire là !) affidarlo al
signor parroco della parrocchia.
La lega contro il duello.
Questa benemerita associazione, alla quale con nobile
lettera ha aderito il Ministro della guerra, generale
Viganò, e della quale ha accettato di essere alto patrono il re 'V^ittorio, ha proceduto alla nomina delle
cariche.
Presidenza onoraria : generale di Revel, on. T. Canonico, on. Luigi Luzzatti, conte di Lambuy, principe
Boria Pamphily:
Presidente effettivo : senatore Vittorio Scialoia ;
Tesoriere: principe Scipione Borghese;
Segretario generale : comm. C. A. Cortinni ;
Direttore generale :^'marchese Filippo Ciispolti.
La lega deliberò : di presentare un voto al Ministro
di Grazia e Giustizia, per la rfijtà interpretazione delle
l^gi penali sull’onore ; e di invitare il Congresso in
terna zionale ad esaminare la questione dell’assistenza
de’ medici a duelli.
Che la santa causa trionfi e che la cessazione della
guerra individuale sia if^rimo passo verso la fine delle
guerre collettive! . .J
Atti vaticaneschi.
Il papa ha pre^q|o i caporioni dei pellegrinaggi
esteri di sospen(i|^re^. loro venuta in Roma, dati i
tempi malvagi, .y'
E’ l’attuazione della minaccia lanciata al tempo delle
agitazioni antjplei^ìcali.
Ahimè pra la^tremarella di tutti gli osti, negozianti,
albergatorjl^E vedrete le tumultuose sedute dell’associazione per il movimento de’ forestieri 1
11 papa ha ancora armi efficaci in mano, e non solo
i, cosi detti, fulmini spenti della scomunica.
*
* *
Lo stesso papa ha poi pronunciato un’allocuzione ai
cardinali in concistoro segreto, nella quale allocuzione
se la prende contro tutti ; anticlericali, modernisti...
Curioso che non se la prenda un po’ con sè stesso,
che, in fine, è proprio il primo autore de’ mali del
cattolicesimo.
Rovesciare sugli altri tutte le responsabilità è comodo, certamente ; ma l’umiltà evangelica insegnerebbe
anche a riconoscere nn po’ le proprie colpe.
Ma noi dimentichiamo, stolti, che il papa non è fallibile !...
SVIZZERA.
La questione dell’alcoolismo.
Il Consiglio Federale ha presentato addì 9 dicembre
un messaggio alle Camere federali, proponendo di indire il referendum popolare e cantonale sulla domanda,'
d’iniziativa popolare, tendente alla proibizione della
vendita e dello spaccio in IsVizzera del terribile absinthe.
Ma il Consiglio federale raccomanda nel suo messaggio
agli elettori il rigetto della domanda stessa, la quale
pure portava le firme di 167.814 cittadini.
Il Consiglio motiva la sna raccomandazione di rigetto, trincerandosi dietro la comoda cortina del rispetto
dovuto alla libertà dell’industria e del commercio.
Terremo informati in ^’■ono'iito i nostri lettori.
Monumento della Riforma.
Ne abbiamo già parlato ; ma adesso i giornali svizzeri recano la nuova della decisione definitiva presa
dal Consiglio comunale di Ginevra al riguardo.
Eccola : Il Consiglio comunale concede l’area dell’antico Orto botanico, affinchè vi sia collocato il Monumento e si riserva l’approvazione de’ piani definitivi
della costruzione.
Cosi speriamo che sia finita ogni incertezza e ogni
inutile discussione.
FRANCIA.
Conferenze storiche.
Il pastore Viénot, professore nella Facoltà di teologia, ha cominciato a tenere nella Chiesa dell’Oratorio
in Parigi pubbliche conferenze destinate a ribattere le
accuse che si muovono ai Riformatori e alla loro opera.
La prima conferenza, tenuta lunedi 16 dicembre, era
intitolata ; Le calunnie contro Lutero.
Ne seguiranno altre su Calvino, sulla Riforma in
Francia, su Coligng, ecc...
Auguriamo al valoroso collega, di tutto cuore, ch’ei
possa contribuire a sfatare tante inique leggende, che
pesano sulla nostra istoria per l’opera tenebrosa di non
leali avversari.
Alla facoltà di Montanban.
Il prof. Breitenstein di Ginevra ha tenuto a Montauban due conferenze sulla Vità dopo morte davanti
ad un uditorio numeroso ed attento. Egli, respingendo
la dottrina delle pene eterne e deH’annullajnento finale,
ha esposta e difesa quella dell’universalismo, ma facendo posto ai diritti della umana libertà, che può
eternamente resistere a Dio.
Problemi spinosi, certo, ma importanti e che non si
devono lasciar cadere nel vuoto della indifferenza, col
pretesto comodo di badare solo ad argomenti detti
pratici.
INORIL, TERRA.
Separazione delle Chiese dallo Stato.
Pare che nelle alte sfere della Chiesa Anglicana Alta
sia penetrato il sentimento della bontà della separazione delle Chiese dallo Stato; e che si abbia inten
zione di convocare una conferenza generale, alla quale
dovrebbero partecipare rappresentati di tutee le confes>.ioni inglesi, per discutere ampiamente la questione.
In pro de’ suicidi.
L’idea del generale Booth, capo dell’Fsercito della
Salvezza, cosi benemerito della società, di istituire un
ufficio, per impedire i suicidii, comincia a tradursi in
pratica.
Il colonnello Unsworth, che dirige la nuova opera
di salvataggio in Londra, informa che già molte centinaia di infelici sono state strappate alla morte, e che
molti di essi sono stati mandati a lavorare nelle colonie.
Si pensa, anzi, di colonizzare con cotesti disgraziati,
stanchi o infranti, il territorio della Rodesia.
GERMANIA.
Nuova associazione.
E’ stata chiamata Associazione Keplero e ha per
fine la conoscenza della natura, in opposizione del monismo materialistico e della prapaganda atea, che si
impadronisce abusivamente dei risultati scientifici, ingannando i digiuni di scienza. DeìVAssociazione Keplero fanno parte : 85 naturalisti e filosofi, 33 medici,
30 giuristi, 38 teologi, 21 industriali, 41 professori.
Noi ce ne rallegriamo, ma nello stesso tempo una
infinita tristezza c’invade al pensiero che la nostra
classe intellettuale disprezza generalmente ciò, che altrove è amorosamente coltivato da uomini eminenti in
tutti i ceti ! ^
I vescovi tedeschi.
Si .sforzano di conformarsi agli ordini di Roma, ma
pare che non ci riescano o che abbiano paura di scherzare col fuoco. Il fuoco è la larga diffusione del liberalismo in mezzo al clero cattolico-romano di Germania.
Del resto gli stessi prelati più autorevoli non sono
molto concordi sulla linea di condotta da seguire ; prova
ne sia l’ultimo convegno di Colonia, nel quale si videro
alle prese due cardinali, Kopp e Fisher.
Il calice individuale.
In molte parrocchie protestanti si è fatta una curiosa esperienza. Introdottosi l’uso de’ molteplici calici,
secondo un desiderio dettato dolila igiene, si sperava
un aumento nel nnmero de’ conhinicantì, non più rattenuti dalla paura del contagio. Per contro, pochissimi
si avvicinavano alla Santa Cena: 14, 18, 15, 17, 13
comunicanti.
Si pensò di ritornare, allora, al vecchio sistema del
calice unico, e (ad esempio: nella chiesa di Lutero in
Berlino) d’un colpo i comunicanti aumentarono fino a
118. Si ritornò al calice individuale subito dopo : 15
persone alla comunione!
Dunque ; parrebbe provato, almeno per la Germania,
che i cristiani preferiscono la vecchia e cara abitudine,
nella quale è tanta poesia di fratellanza.
STATI UNITI.
Il generale Booth, capo di quella grandiosa istituzione sociale che è \Esercito della Salvezza, compie
in questi giorni un giro in America.
Sappiamo che dovunque la stampa ha accolto con
simpatia immensa l’arrivo di questo uomo geniale, che
ha legato il suo nome alla storia delle opere sociali
di mezzo secolo, ed al quale re, governi, università e
sodalizi d’ogni genere hanno reso testimonianza solenne.
Nel Carnegie Hall di New-York il generale Booth
parlò dell’opera Ae>\\'Esercito della Salvezza nel Giappone.
Diamo nn passo del suo discorso :
Pochi anni fa la nostra bandiera era stata piantata appena
laggiù, allorché TEsercito della Salvezza venne a conoscenza
di una legge giapponese, la quale proibiva alle giovanetto, che
per ubbidire a’ parenti si fossero vendute schiave, di potersi
risollevare dalla loro caduta. I miei compagni si posero al lavoro e si agitarono, affrontando ogni persecuzione, fino a che
il Governo non ebbe promulgata una legge, che faceva libere
trentamila ragazze.
L’Esercito comprende : 65.ÍXX) ufficiali di ogni grado,
di ogni sesso 60 S' '^O pubblicazioni e 25 giornali
in 17 lingue.
Un’opera meravigliosa, ma di cui gli italiani ridono !
___________ _ _ f______________________
Raccomandiamo ai signori collaboratori di scrivere su un lato solo delle
loro cartelle.
i
3
■ ’ i
LA LUCE
TRflmonTO e auf^of^a
Come per gli anni che sen vanno a volo, come
per gli amici che si scambiano il posto nel nostro
cuore, cosi avviene per i giornali ; l’uno tramonta
e l’altro sorge suH’orizzonte.
Non è senza un sentimento di tristezza e di rimpianto che dico addio alla vecchia Italia Evangelica e all’ancor giovane Rinnovamento. Non indarno
si scrive per anni in un giornale ; esso diventa
come un amico al quale si confida quello vi sta sul
cuore 0 vi frulla pel capo. Sia pure di scarso interesse 0 di lieve importanza quello che avete da
dire, esso, il giornale, vi ascolta con pazienza e con
benevolo, talvolta soverchio, compatimento.
Non sempre cosi i lettori, lo si _capisce. E non
si può dar loro torto se talora buttano via infastiditi il giornale o vi confessano con brutale franchezza che quel foglio a voi caro, perchè versate
in esso una parte del vostro cuore e ci mettete
l’anima vostra, essi, pur inanteuendocisi fedeli per
sentimento di dovere o per forza di abitudine, non
lo leggono per mancanza di tempo o perchè lo trovano troppo... interessante. Avete un bel sentire,
come pel defunto « Rinnovamento », che il vostro
giornale non * rinnova niente », (e difatti è lo Spirito di Dio solo che può rinnovare gli uomini) voi
continuate ad illudervi e a scrivere... per chi non
legge, perchè quella specie di sfogo settimanale o
mensile è diventato per voi un bisogno. E il giornale compiacente accoglie le vostre confidenze, le
vostre malinconie, i vostri scatti, i vostri sogni,
come un amico bonario che sa comprendere e compatire. Che importa se non siete letti, purché vi
vediate stampati. ■
Cosi quando il vostro giornale sparisce, sentite
un vuoto e vi sembra di aver perduto un amico
fidato. Consentite adunque che sulla tomba dei due
trapassati, « l’Italia Evangelica » e il « Rinnovamento », io deponga, come lettore" assiduo e collaboratore indegno, un fiore e una lagrima, e che ai
due valenti e cari direttori io mandi plaudendo un
mesto affettuoso salutOf
Vero è che a surrogare, o meglio a compendiare
i due fogli scomparsi ne sorge un altro raggiante
di giovinezza, e ad esso diamo un « benvenuto »
cordiale. Ma che volete ? come quando, si fa una
nuova conoscenza o si contrae una nuova amicizia,
siamo ancora un po’ impacciati e titubanti, fors’anche un po’ diffidenti. Quelli ci eran noti e cari per
lunga consuetudine: questo che arriva ci è ancora
ignoto. E’ un viso nuovo che ci diventerà forse,
come auguriamo, piu caro di quelli scomparsi; ma
abbiamo bisogno di farci a questo nuovo amico, d'imparare a conoscerlo, a stimarlo e ad amarlo, e per
ora i lineamenti lamigliari dei vecchi ci stanno vivamente scolpiti davanti.
Il suo nome, « La Luce », che è quanto dire calore, gioia, attività, bellezza e vita, è però di lieto
augurio.
La luce ? « Nè da l’occaso nè da levante ci viene
la luce », disse scorato uno scrittore contemporaneo.
Che ci debba forse venire da Roma, non dal Vaticano, s’intende, ma dal nuovo giornale evangelico ?
Neppure di là ha da venire. « La luce vera », la
« luce della vita » che illumina ogni nomo che
non scelga di camminare nelle tenebre per nascondere le sue opere che ^pno « malvagie », ci vien
sempre dall’« alto », da Cristo, * luce del mondo».
Il nuovo giornale farà abbastanza se di quella luce
sarà il genuino riflesso.
Sia luce di verità di fronte agli errori e aH’oscnrantismo del Vaticano. Sia guida-sicura in mezzo ai
fuochi fatui che si accendono sul campo di morte
della putrescente materia e che fuorviano gli nomini
dal sentier della vita. Sia fiamma alimentatrice alle
fiaccole tremolanti e ai lucignoli fumosi che minac«iano di spegnersi in questa umida e greve aria
brumale che ci avvolge e ci opprime ; e faccia risplendere luminosi gli eterni veri dell’ideale divino
davanti agli occhi dei nostri concittadini.
Enpieo I^ivoipe.
La morte di re Oscar di Svezia
Benché morto, parla ancora »
Ebrei XI, 4.
La stampa italiana ha espresso la parte presa
dal nostro popolo al lutto della Svezia per la perdita di un sovrano cosi distinto ed amato com’ era
Oscar II, ed ha tessuto la sua biografia ed il meritato elogio dell’ estinto con abbondanza di particolari.
Non della sua vita, nè del lutto g^r la sua dipartenza vogliamo dir noi qui, ma delle circostanze
della sua morte, o meglio delle sue ultime parole,
quali il telegrafo le portò in ogni parte d’ Europa.
Alla sposa affranta che 1’ assisteva dicendogli :
* Iddio ti fortificherà, la sua misericordia è grande »
il morente rispose : « Si grande è la misericordia
di Dio, ringraziate Gesù », poi spirò.
Quali riflessioni ci suggeriscono quelle solenni
parole d’ un re spirante ?
I.
Anzitutto c’ invade un senso di profonda meraviglia e soddisfazione che la stampa nostra abbia
lasciato passare e diffuse parole simili che attestano come muore tranquillo un cristiano vero senza
assistenza dei preti e sorretto unicamente dalla sqii
fede in Cristo. Eravamo abituati a veder la stampa
italiana, quando si trattava di distinti evangelici,
parlarne sempre in modo da lasciar credere che fossero dei buoni cattolici. Informi la favoletta della
dispensa ottenuta dal papa pel matrimonio di Marconi^e tante altre falsità appiccicate a personaggi
evangelici, per non lasciar trapelare eh’ essi non
fossero papalini !
Questa volta la stampa non ha osato mettere un
prete a fianco del morente Sovrano ed ha lasciato
passare la verità tal quale intorno ai suoi estremi
istanti. Speriamo che d’ ora innanzi segniti a lasciar conoscere anche agli italiani la pura verità
intorno alle credenze dei personaggi di cui essa li
intrattiene.
IL
Che cosa diranno quelli che van gridando che
oramai la fede cristiana è morta, e non sopravvive che in poche anime mistiche e deboli ed ignoranti ?
Ecco in pieno ventesimo secolo un sovrano dei
più colti e rispettati per scienza e fortezza d’ animo, il quale proclama nel momento supremo dell’esistenza la sua fede incrollabile in Gesù come suo
sostegno efficace !
Han bisogno di fede i grandi al pari dei piccoli,
e in Gesù trovan gli uni come gli altri quanto loro
occorre per ben vivere e ben morire.
Dovrebbe far riflettere coloro, i quali pretendono
formar quasi una casta privilegiata nella società o
per la scienza o per la ricchezza o per i natali, il
rilegger le poche righe descriventi gli ultimi istanti
di re Oscar.
La morte è la gran livellatrice, e Cristo solo
può assistere in quel passo Supremo il re al pari
dell’ ultimo suo suddito.
« Nessuno viene al Padre se non per me » ha
detto Gesù.
Non c’ è che una via sola per poter morir tranquilW, la fede personale e vivente in Cristo durante la vita.
III.
« Ringraziate Gesù » disse il monarca Svedese
alla famiglia che lo circondava, come estrema raccomandazione.
Benché morto, ei parla ancora ai suoi, al suo popolo, a quanti han conoscenza di questo suo detto.
Quando si velano davanti agli occhi del morente
tutti gli splendori d’ una reggia e tutte le glorie
godute, gli resta chiara, anzi gli divien vieppiù
luminosa una sola figura, quella di Gesù, ed a Lui
si fissa il suo sguardo e s’ attacca 1’ anima sua, ed
ei trova ancora la forza di proclamare eh’ egli è
tutto per lui.
« Grande è la misericordia di Dio, ringraziate
Gesù ».
E’ .Gesù che ce 1’ ha fatto conoscere la misericordia di Dio, unica speranza di noi miseri mortali.
E’ Gesù che ce 1’ ha ottenuta quella misericordia
pagando in sulla croce del Golgota il nostro debito
air eterna giustizia.
E’ Gesù che impersona in Sè l’infinita divina misericordia perché è il dono supremo dell’ amor di
Dio, di cui Paolo poteva scrivere trionfalmente :
« Nulla ci separerà mai dall’ amorS che Dio ci ha
manifestato in Cristo Gesù ».
Re Oscar ha unito la sua testimonianza a quella
di Paolo e delle generazioni Cristiane di 19 secoli,
la quale suona sempre cosi :
« Ringraziate Gesù »
Teofilo Gay.
AHTICLERICALISMO
Siamo noi anticlericali ? La domanda potrebbe
sembrare oziosa ; e, d’ altra parte, una volta ch’ella
sia posta, pare non si possa rispondervi che in un
modo solo, energico, ma breve, conciso, ■ compendioso : sì, si e si, anticlericali tutti d’ un pezzo 1
Pure, accade qui — come in altre momentose questioni — che le risposte troppo rudi sono unilaterali, e queste, posciachè velano o snaturano i problemi appiattati dietro alle parole, fanno disperare
gli uomini assennati. La parola anticlericalismo suscita un vespaio di problemi. Questi, assai distinti
e complessi, vengono arruffati dagli arruffoni ; òpera
funesta di cui gl’ indotti e gl’ ingenui sono le prime
vittime. Cerchiamo dunque di dijìanare la matassa,
di fare la luce.
Il clericalismo nell’ ordine politico e civile é
1^ dominazione del clero su tutta quanta la vita di
un popolo : sui poteri legislativi, sul governo, sulle
manifestazioni del pensiero filosofico e del sentimento artistico, sulla carriera scientifica, sui metodi
di educazione, sull’ amministrazione della giuit'zia.
Chi sogna cotesta dominazione e si travaglia a conseguirla è clericale, anche se egli non sogna lo
smembramento della patria e la restituzione delr alma Roma al pontefice-re; Non c’ è bisogno di
dire che noi siamo agli antipodi del clericalismo politico e civile, 0 meglio : incivile. Ma ci siamo come
italiani liberi e moderni, come patrioti sinceri ed
onesti. La nostra azione si confonde con quella di
tutti gl’ italiani ispirati da liberi sensi, di tutti i
patrioti illuminati ; ed è opera di conservazione e
di conquista ; di conservazione rispetto alla indipendenza civile dal sacerdozio romano conseguita
dalla rivoluzione italica, di conquista rispetto ad
una forma più chiara, più logica e più coerente di
siffatta indipendenza. Ma appunto perchè rientra
nell’ azione generica dei liberali e dei patrioti, questa non é r azione specifica nostra come cristiani
evangelici e come stampa evangelica. Non per questo veniamo alla luce ; noi non punge vaghezza di
portar vasi a Samo.
Sembra che noi cristiani evangelici dovremmo
tripudiare veggendo in oggi il socialismo lanciato
a corpo perduto nella lotta anti-clericale, e che dovremmo attaccarci come appendici ai suoi cortei,
aggiungere — nei coraizii — le nostre parole amare
alle sue contumelie, i nostri vessilli ai suoi sbandieramenti.
Niente affatto.
Prima di ogni altra cosa, noi teniamo presente
che il socialismo come tale è un partito politico
che ha una tattica variabile e contradittòria, quindi
per nulla educatrice e formatrice dei caratteri. Cinque anni fa 1’ Avanti dileggiava gli anti-clericali
e in qualche luogo i voti della sacrestia si riversavano sui candidati dal garofano rosso ; oggi, invéce,
il vero socialista deve mangiare un chierico a colazione, un prete a pranzo, un frate a cena... E’
storia di jeri quella delle elezioni politiche tedesche;
il partito clericale e quello socialista, non soltanto .
4
me
7
/
LA LUCE
si unirono in Parlamento per assalire il governo a
profitto.., del Centro sedicente cattolico, ma §i unirono nel paese,-e — con la scheda in pugno —
mossero, fraternamente concordi, votando i clericali
per i socialisti e questi per quelli nelle elezioni di
ballottaggio, contro i partiti liberali schieratisi attorno al glorioso Bttlow. Opportunismo delle fazioni
politiche che non ha punti di contatto con 1’ opera
morale austera che noi vogliamo compiere pel rifacimento dei caratteri.
FJiTTI E IPEE
In secondo luogo, l’anticlericalismo dei socialisti nostri è volgare ed ingiusto : noi invece siamo
in armi contro Roma papale per motivi di aristocrazia intellettuale e morale, e per ragioni di giustizia! Ho detto volgare ed ingiusto, e le prove
della mia affermazione abbondano. Basti citare la
gazzarra indecente della scorsa estate a proposito
di alcuni scandali avvenuti in collegi clericali, artatamente gonfiati ed iniquamente generalizzati contro tutta üna classe di persone, contro l’intera
Chiesa, più ancora contro la stessa idea religiosa.
Il monito severo contro i colpevoli presenti e futuri, chierici e laici, lo stimolo al Governo perchè
vigili e garantisca nel modo più sicuro i genitori
sulla sorte dei figli affidati a cure estranee, esularono quasi completamente dagli scopi di quella campagna che si tramutò in uno sfogo di bestiale violenza. In armi contro Roma per ragioni di giustizia,
noi sentiamo la religione del rispetto per i nostri
avversari, e non sapremmo far torto ai medesimi
senza offu.scare la purezza della nostra fede. Che
comunione vi può essere, dunque, tra noi e la piazza
anticlericale ? ...
Arrogi che l’anticlericalismo di oggi è piu
anti-religioso che anti-clericale. Esso lavora a bandire ogni idea ed ogni sentimento di dovere assoluto ; esso prepara 1’ uomo bestia ; un inselvatichimento della società sotto nuova form^. ’Esso nega
il dovere ed inneggia solo al diritto ; esso presta
1’ ossigeno a tutte le forze egoistiche appiattate nel
cuore umano. Mirate il simbolo (a parte 1’ onestà
personale e la rispettabilità dell’ individuo che è
fuori di questione) di quest’ opera di decadenza,
simbolo che i compagni trascinano per i teatri d’Italia per farlo applaudire dagl’ ignoranti nelle sue
sfuriate compassionevoli contro Ife religiose credenze : l’ex prete Pandozi !
«
L’cpijtolario di Qio^uè Carducci
Un grande interesse desterà certamente la pubblicazione delle 18 lettere scelte di G. Carducci alla
contessa Silvia Pasolini, che fu del poeta amica affettuosa e fedele. Ci occuperemo del volume, appena esso sarà posto in vendita, con diligenza ed attenzione ; intanto crediamo bene riportare questa
lettera contei^nte il testamento filosofico del Carducci :
Signora contessa Silvia molto amata,
Voglio fare le mie confessioni ; cioè vo dir cose che,
dopo morto, tolgano ogni dubbio del come io pensassi e credessi.
Cominciamo dal principio ; da Dio, o da chi è tenuto Dio.
Poco più che ragazzo cominciai un inno a Cripto
così :
€ Io non so chi tu sia, nè per che modo
Venuto se’ quaggiù....
applicando a Cristo i Tersi che Dante poneva in bocca
ad Ugolino.
Resta che ogni qual volta fui tratto a declamare
contro Cristo, fu per odio ai preti ; ogni volta che di
Cristo pensai libero e sciolto, fu mio sentimento intimo. Ciò non vuol dire ch’io rinneghi quel che ho
latto ; quel che scrissi, scrissi ; e là divinità di Cristo
non ammetto. Ma certo alcune espressioni son troppo ,
ed io, senza adorare la divinità di Cristo, mi inchino
al grande martire umano.
Cosi rimane stabilito, senza pericolo di ulteriori
malintesi, che, se il maggior poeta di nostra gente in
quest’ultimo tempo non fu un completo cristiano, ei
non fu neanche un pagano nemico di Gesù, come si
compiacquero di dipingerlo taluni nostri gazzettieri,
i quali ebbero troppa fretta nel tesserne il panegirico socondn .«iftntimenti cari a’ loro cuori.
pensieri di alta filosofia morale. Egli, trattando il
suindicato tema, fece l’apologià del dolore umano,
vale a dire: mostrò il còmpito che, neU’economia
dell’nniverso e in riguardo alla educazione, ha il
dolore, vero ed unico affinatore di spiriti.
Il dolore nasce dalle afflizioni e le afflizioni sono
prodotte da’ mille desideri insoddisfatti, dalle infinite bramosie irraggiungibili, dalle concupiscenze
tormentose. Nella continua corsa affannosa verso ojizzonti, che, quando pare si tocchino, tornano ad
allontanarsi e a tormentarci, ha radice profonda la
sofferenza che non finisce.
E’ fatale coiai corsa agli umani, per il pieno sviluppo della loro personalità ; ma il ministerio del
dolore è fecondo solamente per quelli, i quali, accortisi che tutto è vanità, sanno levare lo sguardo
verso la eterna realtà, che è Dio.
«
• «
Che comunione vi può essere tra chi infuria
nella demolizione e chi s’ è assunta la missione di
edificare ?
Lasciamo gli anticlericali ai loro fati, e noi
cerchiamo di esser noi, o fratelli, o amici!
Noi abbiamo 1’ Evangelo '. siamo cristiani evan
gelici tutti di un pezzo e non avremo bisogno di
altri programmi e di altri titoli : sopra tutto non
.avremo bisogno di pericolose compagnie.
Noi vogliamo edificare contro papisti, contro
anti-clericali, contro liberi-pensatori 1’ edificio della
verità che è, per ciò stesso, quello della vera libertà.
Se non fosse pane troppo duro per i denti dei
nostri anti-clericali, consiglierei ad essi la lettura
del volume di Giacomo Pisani, pensatore ligure forte
quanto ignorato. Delle Libertà nella Monarchia.
Essi vedrebbero che il clericalismo non si combatte
con le negazioni, con gli sbandieramenti, con le parolacce, coi comizii, con le violenze, con 1 intolleranza, in una parola : con 1’ anticlericalismo.
No, la sopraffazione pretile sulla coscienza si
combatte e si vince solo col Vangelo
Perciò noi, dobbiamo essere noi.
Sanremo. ^
rigo Janni.
NUOVA. AURORA.
Questo volumetto, splendidamente adatto come
regalo di capo (Tanno e come premio agli ■ alnnm
delle scuole, è posto in vendita per L. 1,7ì> la
copia ; IO copie per L. 12,50. La spedizione è a
carico de’ committenti.
rico secondo sentimenti cari a’ loro cuori.
L’educazione della donna
Guido Mazzoni, l’illustre professore di lettere italiane nell’Istituto Superiore di Firenze, ha parlato
sulla Ediieasione deUa''^onna nel gran salone dell’Associazione della Stampa in Roma.
Diamo qui quella parte del discorso, che a noi
sembra la centrale, in cui contiensi il pensiero dell’oratore.
La donna ha bisogno di arti liberali che le educhino il gusto estetico, ha bisogno del disegno che le
faciliti il lavoro a lei abituale, ha bisogno delle lingue moderne.
Anche per la carità occorre ormai la coltura. Son
passati i tempi beati dove bastava dare qualche moneta in elemosina ! Oggi la carità vuole scienza, vuole
ordinamento in società, vuole senno e prudenza. La
carità sarà sempre, quella operosa, una nobile attribuzione più della donna che dell’uomo.
Anche per la famiglia occorre ormai la coltura. La
donna, compagna del vivere all’uomo, deve interessarsi a quanto egli fa, deve saperlo aiutare, deve eccitarlo o frenarlo. La madre ha un campo steripinato
davanti a sè per l’istruzione dei figli, anche se nel
tempo stesso attenda alle faccende della casa. E chi
non desideri o non abbia la maternità, e voglia vivere sciolta dai vincoli matrimoniali, quanto ha da
fare pe’ suoi cari, per la società, per le altre donne!
Strana affermazione è quella dello Schopenhauer odiarsi le donne tutte, l’una contro l’altra. Ma se ciò
fosse vero, un effetto buono dell’educazione e istruzione femminile dovrebbe essere cancellare quell’odio.
Sta bene cosi ! Questo è il femminismo sano e
fecondo, non squilibrato, non isterico, non scomposto ; non l’innaturale mascolizzazione della, donna,
non il suo confondersi con la gazzara di piazza, ma
l’elevamento e lo integramento di quest’essere gentile in conformità con la sua natura peculiare.
Oo articolo cootro Fio X ^
scritto da*un prete
Il sacerdote Giuseppe Senes è membro dell’Accademia Teologica Romana, un’ istituzione papale,
papalissima. Eppure egli ha avuto il coraggio ammirevole di scrivere sulla BTvista di .ffowa un articolo tremendo contro Pio X e contro la enciclica
Pascendi. Non possiamo riportare parti di quello
scritto, che è tutto di un pezzo e logicamente serrato, ma daremo una idea generale del suo contenuto.
L’autore, dopo aver messo in luce l’effetto demofalizzatore dell’enciclica disgraziata,_dice che questo
documento è il più anòmalo che mai sia stato emanato da Roma. Il compito assunto da Pio X è, secondo l’autore, tale che esorbita dalla sfera di competenza di un solo nomo, sia pur di un uomo di
grande ingegno e cultura, quale non è davvero il
Pontefice regnante.
Il Senes sostiene che, appunto perchè ha voluto
abbracciare e giudicare tutto lo scibile, il Papa ha
fatto opera vana e la sua parola non si può considerare
come infallibile dettato. Quindi lo scrittore entra m
un esame accurato del simbolismo, ed espone la dottrina della evoluzione del diurna, accusando il Papa
di non aver capito un’acca in tutto ciò che ha condannato.
Conclude :
. Considerata coi criteri dell’enciclica Pascendo la
sintesi di ogni eresia sarebbe il cristianesimo in cui son
nate le eresie.Come però sarebbe follia abolire il cristianesimo per distruggere i suoi eretici, cosi e follia
muover guerra al modernismo perche alcuni dei modernisti ne abusano. L’asserire poi sul seno che il
modernismo è la sintesi di ogni eresia, mette in dubbio
dello stato d’animo di chi asserisce tale e tanta calunnia; è, se il rispetto e la venerazione dovuta non
consigliassero commiserazione e longanimità, sarebbe
il caso di ricorrere agli alienisti ».
Non c’è male per un ^suddito divoto e per un
ssiccrdot© 1
Se non c’inganniamo, i modernisti cominciano a
fare quel che il mondo aspetta da loro. Avanti,
avanti !
dibuoqrSfia
Facciamo noto agli autori e agli editori che il
nostro periodico farà menzione di tutti i libri
che saranno inviati alla Direzione, e pubblicherà
accurate recensioni delle opere più importanti.
H:
La filosofia del dolore
Con vero piacere registriamo nelle nostre colonne la notizia di una Conferenza tenuta a Catania
dal prof. Carlo Pascal, sul tema ; L’Ecclesiaste e
la filosofia del dolore.
Il prof. Pascal è uno studioso ben noto e non ha
bisogno de’ nostri elogi ; ma noi non possiamo non
farglieli, spinti da vera gratitudine per ciò: che egli
, s’adopera con istudio continuo a divolgare m Italia
Augusto Jahier. - H Piccolo compagno della
Bibbia. — 2» edinione grandemente accresciuta ed
arricchita con 60 illastrasioni e 2 carte geografiche.
Firenze, Tipografia Claudiana, 1908. Prezzo : L. 2.(».
Il collega A. Jahier ci regala un prezioso, preziosissimo volume per l’anno 1908. Per tutti coloro che
non hanno avuto o non hanno modo di fare accurati
e minuti studi teologici, ed anche per quelli che li
hau fatti, è una vera ricchezza un libro semplice, e
insieme completo e rigorosamente composto, il quale
ponga sotto gli occhi tutti quei dati più importanti,
che sono necessarii alla retta intelligenza de Sacri
5
LA LUCE
Libri. Intelligenza, si capisce, storica, geografica, etnica,
zoologica, botanica, ecc., ecc. ; chè questo libro non è
un commentario, il quale discuta e dia ragione delle
idee contenute nella Bibbia.
E’ inutile parlare della bellezza tipografica, essendo
la Claudiana ben conosciuta come una tipografia dove
si lavora bene. Ma ci sia permesso di fare un’osservazione : abbiamo notato cbo due incisioni non sono in
armonia con la grandezza della pagina ed escono fuori
delle linee, invadendo gli spazi e facendosi persino perforare dal rilegatore. Bastava che l’incisione fosse
messa per lungo ; si sarebbe perduto un po’ di spazio,
ma si sarebbe ottenuta una maggiore chiarezza e si
sarebbe evitato un errore tipografico.
Nella prossima edizione terza si badi a cotesta piccolezza e allora intorno al volume non ci sarà altro
da dire che questo; Va benone!
Mons. Matone. — Un po’ di coerenza. — Saggio di logica e di Religione modernista. Roma, Tipografia Pontificia. L. 1.50.
E’ il famoso opuscolo di cui, si è detto, le autorità
ecclesiastiche competenti aveano negato l’imprimatur.
Cosi assicurava il Giornale d'Italia, così ripeteva anche
dopo una rettifica del Matone stesso. Ma il certo sì è
che l’opuscolo porta un imprimatur con tanto di L.
Lepidi, e uno con tanto di Ceppetelli ; due imprimatur,
dunque, in cambio di uno solo.
Mi è stato susurrato all’orecchio (non so se sia vero)
che Mons. Matone avrebbe giocato un bel tiro alle autorità ecclesiastiche.- Presentò il volumetto intitolato :
Gin la maschera I ; ma, sia pel titolo che per il resto,
fu negato il permesso. Mons. Matone avrebbe allora
detto presso a poco: « V imprimatur, per non
farmi perder tempo, ed io vi assicuro che rifarò il libretto e cambierò il titolo, secondo le vostre giuste
osservazioni ». Ma, avuto il permesso, Mons. Matone ha
cambiato il solo titolo ed ha lasciato qual’era il contenuto, anzi lo ha pepato meglio ; cosi in’ han detto.
Tutto ciò è divertente fino a un certo punto ; ma è
molto più divertente la lettura dell’opuscolo di Mons.
Matone, il quale deve ■'èssere, o vuoi parere, più papalino dello stesso Pio X. 11 linguaggio usato dal Matone è tanto poco parlamentare, che io non oserei davvero mettere lo scritto di quest’uomo di Chiesa nelle
mani di una mia flgliuola.Si direbbe quasi che sotto il
nome di Mons. Matone si nasconda un volgarissimo
frequentatore di béttole o di altro.
Il lettore non può avere idea di quello che ha po
tuto dire contro i modernisti questo signore ; la cosa
più pulita che posso riportare è il ritratto ch’ei fa de’
suoi avversarii : f
« E’ una razza invereconda, che si diletta dell’ inganno e della calunnia ; una razza di degenerati, di
ambiziosi senza fede, senza vero ingegno, senza seri
studii, senza decoro, che da qualche tempo si è data
ad attaccare la religione degli avi nostri, la Chiesa,
il Romano Pontefice, con accanimento di bestie lerce
ed affamate.... >
E poco più in là, continuando sempre sullo stesso
tono :
« Questi vigliacchi, che si dilettano del turpiloquio,
appreso nelle putride cloache dell’ eresia, sono resi
più arditi dalla nostra prudenza... »
Il lettore spalancherà gli occhi meravigliato : prU'
denza, alla grazia ! No, non ti meravigliare, amico;
mons. Matone considera come carezze tutte le secchie
di male parole, eh’ ei rovescia addosso ai modernisti ;
per lui il vero rimedio, l’energia salutare starebbe
nella applicazione del vecchio sistema della Chiesa
sopprimere.
« Deploriamo che le porte delle galere siano chiuse
per questi assassini delle anime >.
Il lettore dirà : perchè tener conto di un libercolo,
0 libello, simile? Non per la persona di Mons. Matone,
che non avevo mai avuto 1' onore di sentir nominare ;
non per la argomentazione eh’ ei mette in batteria,
giacché si ‘tratta di quelle solite armi di cartone della
tradizionale teologia pecorile ; ma perchè questo opuscolo può avere buoni effetti per quei che combatte
Esso deve far pensare a’ modernisti se per caso
eglino non siano un po’ in illusione, quando pensano
di tirare innanzi con la teoria dell’ ammettere il Papa
e non ammetterlo, del ribellarsi a Lui e invocarne la
clemenza nel medesimo tempo. Tutto il .senno politico,
che potea trovarsi in tale linea di condotta prima delr Enciclica, è ora reso vano ; però che i vescovi tutti
si sono allineati con baionetta in canna ai piedi del
trono papale. I modernisti non hanno più la scusa che,
rimanendo nella Chiesa, possono far più che uscendone.
Adesso, rimanendo, non potranno far nulla.
E’ fatale : Gesù, gli Apostoli, costretti a uscire
dalla Sinagoga ; Lutero, Calvino, tutti i protestanti del
secolo XVI e, prima, quelli del secolo XIl e del XIII,
costretti a staccarsi da Roma ; i Vecchi Cattolici,
dopo il conciliò Vaticano, i quali non vedono altra via
che quella della separazione.... ; farebbero eccezione i
modernisti? Non credo, Signori; l’opuscolo di Mons.
Matone può farvi ricordare che non si mette il vino
nuovo ne' barili vecchi. Perocché Mons. Matone potrà
esser riprovato per la forma u.sata ; ma quel eh’ ei dice
lo dicono i vescovi, T hanno detto cardinali eminenti,
e lo pensa la gran massa del clero. Roma non si trasforma e Roma è, per ora, una cosa sola con la Chiesa
Cattolica. Por farne due cose distinte e separate, è
necessario che la Chiesa si fiacchi a poco a poco da
Roma e lasci solo il Vaticauo.
Vigensio.
Luce e Ombra. — Rivista mensile illustrata di
scienze spiritnaliste, Milano.
Sommario del 12 fase. (Dicembre 1907). — V. Cavalli : Medio e Spirito. — Necrologio - La Direzione F. Zingaropoli : Enrico Passero - La Direzione ; Eugenio Bellona. — Dott. G. Venzano: Contributo allo
studio delle materializzazioni (contin.) — Da Emerson.
F. Atnetta; La funzione del simbolo nella cerebrazione. — Prof. D. Roggeri ; L’ evoluzione della psiche.
— Libri in dono. — Nel campo delle ipotesi - A. Diletta ; Il fenomeno di apporto e la Geometria — Per
la ricerca psichica - Dott. F. Garran: Scongiuri.
Rubrica dei lettori - La Direzione, V. Cavalli, V. Tummolo : Polemica diabolica. — Sommari di Riviste : Ultra, — Revne Scientifique et Morale du Spiritisme—
Fra libri e riviste ; A. M. : I fenomeni medianici di
Jacchini Luraghi - Il problema dell’ Essere e del destino di Leon Denis. — Cronaca - X. : Lo spiritismo a
Napoli. - Una lettura di Salvatore Farina.
LEGGENDO L’ EVANGELO
«......io vi annunzio una grande allegrezza
che tutto il popolo avrà .... »
(Luca II, 10)
Il canto degli angeli
(Da, u.n. poemetto svil Natale)
Nella notte tranquilla e silenziosa
Vigilavah le greggi i pastorelli
Della città, che David fé' gloriosa,
Allor che in lieto stuol gli angiolihelli.
Della luce di Dio tutti splendenti,
Sceser, cantando lor giulivi appelli :
if
« Gloria al Signor negli alti firmamenti
E pace in terra a’ figli di hontate,
I quai l'Eterno elesse in fra le genti !
' La nuova, attesa da rimota etate
Noi vi rechiam del Salvator eh’è nato.
Voi lo vedrete poverello, andate :
Ai poverelli il Padre l'ha donato »
Vito OaPietto
QUESTIONI SOCIALI E nORALI
La proprietà è sacra
Colui che nasce è il Salvatore, il Cristo, il Signore !
Con quale sentimento accoglieremo noi quest’umile
tanto grande ?
Con allegrezza del pari grande. Cosi suggerisce l’angelo
nelle parole con cui dà l’annnnzio a’ pastori di Bet lehèm.
Ecco, al suo apparire, determinarsi subito la caratteristica del Cristianesimo : esso è motivo di allegrezza
a tutti gli uomini.
Ma non v’ha allegrezza là dove non è felicità, dove
non è pace. Felicità e pace si hanno solo nello spirito,
a cui non è più chiuso il mistero del vivere, e per
il quale la materialità non è più catena tormentosa.
Lo spirito d’uomo, che non ripone sua speme nelle alterne ed infide vicende dell’esistenza terrena, è sereno,
perchè nulla aspetta dal mondo e dalle cose del mondo ;
ma tutto da Dio, che dà buoni doni. Nella serenità lo
spirito gioisce d’una gioia, la quale non può essere offuscata mai, perchè la gioia che così nasce ha profonde
radici in Dio', in cui non v’ha turbamento o mobilità
alcuna.
La parola che il Cristo reca é rivelazione di felicità
aU’uomo, e però motivo di allegrezza pura e divina.
Taluni dicono essere l’Evangelo la religione della musoneria, della macerazione, della maledizione alla vita... ;
costoro cosi parlano perchè non conoscono l’Evangelo.
Eglino rimpiangono le orgie del paganesimo, però che
credono la gioia consintere nella compiuta soddisfazione del ventre e nello sfrenato sfogarsi delle carnali
passioni ; commiseriamo quei tali !
Come può il carnale intendere le cose profonde
dello spirito?
Ma colui che le intende è beato in sè ed in sè gioisce costantemente, mentre, come discepolo del Cristo,
è nunzio agli altri della grande allegrezza che l’Evan
gelo gli ha arrecato.
Porti il Natale a voi tutti, fratelli lettori, questa
gioia mite e dolce che nou offende il lutto e non irrita
il dolore; ma toglie forza alle tribolazioni della carne,
ingentilisce lo spirito nostro-e sulle nostre labbra
pone il sorriso, che illumina e consola.
V. G.
Res sacra miser, disse non ricordo più quale poeta
latino. Sacra voleva dire consacrata, cioè appartenente
a Dio e da considerarsi come cosa religiosa e verso
di cui si dovessero avere sentimenti di devozione.
Il pensiero del poeta latino non si discosta molto
da certe dichiarazioni di Cristo. Secondo il poeta, il
misero, il povero è cosa sacra, cosa consacrata al Signore, appartente a Lui, quindi degna della nostra
riverenza, della nostra devozione.. Gesù Cristo cho
mai, per quanto io ne sappia, volle identifiare sè stesso
colle ricchezze mondane o con chi le possedeva, s’identificò invece più d una volta col debole, col povero,
col misero, si nascose sotto le loro spoglie, e ci disse
€ Quel che voi avete fatto per essi, io lo considererò
come fatto a me. » Leggasi specialmente Matteo XXV,
V. 31-45, e si vedrà come Cristo ha reso sacri per noi
tutti i poveri e gli sventurati della terra.
Ma c’è un’altra cosa che viene considerata altres
come sacra, e centomila volte più sacra del povero e
del misero : è la proprietà. Voi potete lasciare cento
poveri perire di fame sulla vostra porta o in fondo
ai loro tuguri, nessun giudice della terra verrà a molestarvi. Ma se stendete la bisognosa mano sopra cosa
che appartenga ad un altro, subito le manette dei carabinieri v’insegneranno nel modo più aperto che la
proprietà è sacra ed inviolabile. Almeno s impara qualcosa vivendo a questo mondo.
Ma lo scopo di queste mie righe è quello di far notare una cosa ; che cioè l’idea della proprietà subisce
col tempo qualche modificazione, e quindi ciò che era
sacro una volta può darsi che ai giorni nostri non
10 sia più nella stessa misura. La proprietà riman
sempre sacra ; ma il concetto di proprietà si va mutando poco alla volta.
Verso l’anno 70 dell’èra nostra il concetto di proprietà già aveva cominciato ad evolversi. Prima d’allora erano compresi nella proprietà d’un signore non
solo i suoi denari, le sue case, le sue terre, il suo
bestiame, ma anche i suoi schiavi. E fino a qual punto! ■
11 padrone aveva sugli schiavi il diritto di vita e di
morte ; e se ne valeva quando aveva bisogno di ingrassare le murene del suo vivaio per mezzo della
carne umana (pare che'quelle murene, cosi governate,
diventassero un boccone ghiottissimo per la mensa
del padrone) ; oppure anche quando, stanco di nou far
mai nulla, sentiva il bisogno di distrarsi: allora accorreva al circo, e faceva combattere i suoi schiavi
fra di loro, oppure li gettava in pasto alle belve. Cosi
lo schiavo serviva a qualcosa, ed era salvo il principio
fondamentale della società: che la proprietà è sacra.
Quand’ecco che verso l’anno 70 dell’èra nostra, come
vi dicevo, vien fuori un’ordinanza del governo romano
(era imperatore Tito) la quale proibiva ai padroni di
gettare i loro schiavi in pasto alle belve. Era un attentato al diritto di proprietà, il quale, come si sa, è
sacro.
6
6
LA LUCE
— E’ nna legge infame — diceva un Romano a
Pompei, pochi giorni prima che la città fosse subissata daH’ernzione - è una legge infame quella che ci
proibisce di dare alle belve i nostri schiayi. Non abbiamo forse il diritto di fare quel che vogliamo dei
nostri beni ? Questo io lo chiamo un vero attacco alla
proprietà !
*
« «
' Oggi l’idea di Tito ha fatto ancora strada. Non ci
sono più schiavi, quindi non si ha il diritto di darli
alle belve. La proprietà si è ristretta, ma è sempre
sacra, non dubitate. Voi potete avere, come Lucullo,
cinquemila mantelli, e accanto a voi ci possono essere
quattromilanovecentonovantanove miserabili che tremano dal freddo : nessuno di loro ha il diritto di pretendere che voi gli cediate un palmo di stoffa per coprirsi. Voi potete, se vi conviene, far gettare nel mare
migliaia di succhi di riso per toglierli dal mercato e
rialzare quindi il prezzo di quel commestibile, come è
avvenuto in America ; nessuno dei centomila affamati
che vi circondano ha il diritto di dirvi : « Perchè lo
hai bnttato via? io l’avrei volentieri mangiato. » La proprietà è sacra.
Preferisco il res sacra miser. Preferisco ancora che
sia sacra la giustizia e che sia sacro l’amore.
E se le due cose, proprietà e giustizia, proprietà e
amore, si urtano praticamente fino a riuscire incompatibili, allora converrà forse sacrificarne una.
Ma forse ci sarà una via di mezzo. La cerchiamo
noi coscienziosamente, sotto lo sguardo di Dio?
O. Banchetti.
FñTTo 0/ efiopiñeñ
E’ accaduto a Torino di questi giorni.
Lassù in una soffitta di uno dei numerosi edificialveare una madre di ritorno a casa, dove li aveva
lasciati sani e vivaci, trova due suoi bimbi cadaveri,
soffocati da un principio d’incendio appiccato dalla
minuscola stufa che serviva a scaldare la stanzuccia.
Il fatto è triste e doloroso, ma quello che gli imprime una nota specialmente angosciosa è che la
madre era una vedova rimasta sola con tre bimbi,
uno di 10, l’altro di 8 e il terzo di 4 anni; che il
primo di questi intellettualmente e fisicamente era
un po’ tardo nello sviluppo, e che la sciagurata, per
guadagnare col lavoro (faceva la lavandaia) tanto di
che mantenere sè ed i figli, era uscita lasciando il
piccino di 4 anni in custodia del fratello maggiore,
mentre il secondo era a scuola.
Come avvenne che il fuoco sLcomunicò alle poche
seggiole ed al tavolo esistenti nella soffitta ?
Forse non lo si saprà mai. Il ragazzo che era a
scuola, di ritorno a casa, trovò l’uscio chiuso e che
trapelava del fumo dalle fessure. Chiese aiuto, e,
quando dopo molte difficoltà si potè entrare nell’abbaino, sì trovò il corpo del più grandicello dei due
fanciulli, steso presso l’uscio, dove l’infelice si era
portato per aiuto, mentre il corpo del più piccino —
misera madre ! giaceva rattrappito sotto il letto;
il poverino s’era rifugiato là sotto forse credendo
d’esservi in salvo !
Il fatto è triste, nevvero ? — A primo impulso dì
sentimento vorremmo non averlo letto. Infatti il
primo moto del nostro essere, di fronte alle cose spiacevoli, è dì difesa egoista ; simili in questo a quegli
animaletti che al minimo allarme drizzano gli aculei
di cui è coperto il loro corpo. La integrità dello stato
di equilibrio della nostra sensibilità, aliena dalle
forti scosse, è una delle condizioni fondamentali del
benessere, per cui è naturale che non vorremmo
aver letto, e certe cose vorremmo ignorarle.
— Eppure, a ben pensarci, non ci sarebbe nulla di
più falso e di più iniquo della mentalità d’un uomo
che fosse tenuto allo scuro delle sofferenze da cui
sono travagliati gli altri uomini; e nella misura in
cui noi ci teniamo vicini a chi piange ed è affannato
in quella misura le nostre idee generali di azione, i
nostri principi base, i nostri criteri fondamentali di
giudizio diventano cornici che inquadrano la realtà,
multiforme ma realtà, e non le fantasie di una logica
che può parere nobile e generosa e riesce invece
freddamente crudele e malvagia.
Non c’è vibrazione di dolore che non abbia qualche
radice negli strati profondi della società ; e non ci
pesi l’arrestarci a riflettere su fatti come quello cui
ho accennato.
Quasi sempre di anello, in anello, risalendo la catena degli effetti e dd^te cause troveremo che dall’epìsodio isolato, app&e^fite manifestazione della cieca
« anankc si rhMÌIe^ben più indietro, e dal male
che è nelle cose e pare fatale sventura, si risale a
quello che è negli animi, ed è corruzione del cuore
umano, violazione della legge morale.
Un altro sentimento che il fatto di cronaca torinese
suscita in noi è quello di protesta.
Non dovrebberò mai i bambini essere lasciati soli
a questo modo. Non c’è discussione possibile, lo sentiamo tutti che così dovrebbe essere.
Sono tanto sventati, anche i più intelligenti e precoci fra essi 1 II mondo di piccole macchine che lì
circonda tra le mura domestiche è per essi, tenuto
conto delle proporzioni, così pieno di agguati pericolosi come l’aggrovigliamento di pulegge, di cinghie,
di ingranaggi di una grande officina lo è per un
adulto. La fiducia in sè stessi e l’ignoranza delle
cause dei fatti più semplici è nei bimbi tanto grande
che pensiamo con trepidanza alla posizione di un
essere tanto debole e cieco abbandonato in mezzo a
forze più cieche ancora.
— Ma forse avete an^e voi un bimbo di quattr’anni. Provate dunque a figurarvelo carponi, tra il
fumo, mentre chiama la mamma, e si trascina per
celarsi sotto un letto o sotto un tavolo, spaventato
dal fatto mai prima visto del fuoco appreso alla seggiola colla quale giocava, mentre il respiro gli è
mozzato in gola. Figuratevi l’angoscia di quella tenera vita, la fiducia assoluta che il vostro aiuto risponderà alla sua chiamata come ha sempre risposto
pel passato.... e voi non siete, là, e non ci sarete che
per vedere la contrazione estrema fissata dalla morte
su quel volto sì caro !
Come è amaro il solo immaginare !
— No, no, tre volte no, non vanno lasciati soli i
bimbi. Eppure... eppure ci sono delle madri costrette
a questo se non vogliono andare a buttarsi nel fiume
colle loro creaturine.
Ci sono delle madri costrette a comprimere tutta
la sagace ed affannosa sollecitudine materna in una
raccomandazione ai vicini di dare un’occhiata di tanto
in tanto al piccino od ai piccini lasciati a casa.
— Non si dica che l’arrestarsi ad accogliere nello
spirito di tali impressioni per poi, ’suggestionati da
esse, recare dei giudici passionati sulla società, è dar
prova di non saper assurgere alla visione serena,
scientifica, della società ; non si dica che è quistione
di un ineluttabile sito nella natura stessa delle cose
umane, dell'attrito, per dir così, che contrasta al moto
della macchina del resto buona, attrito che non si
può eliminare. Non lo si dica. Poiché siamo saliti da
anello ad anello, risaliamo ancora. Nello stesso giornale in cui si narrava il fatto, se ne riferivano altri
apparentemente del tutto estranei a quello, ma forse
se si riflette, estranei roprio solo in apparenza.
Si narrava anzitutto dell’entusiasmo col quale la
camera spagnuola aveva votato di spendere 200 milioni per rifare la flotta, che il re Alfonso, in un
momento di sincerità politica, (poiché i fatti erano
lì per dimostrare che una nazione senza flotta non
è punto assalita ed assassinata dai vicini) aveva dichiarata necessaria « per la dignità del regno ».
Si narrava della preparazione di una corsa automo
bilistica da New-York a Parigi, dove il danaro si
sarebbe profuso a centinaia di migliaia di lire, e dove
poi la speculazione di borsa avrebbe posto in movimento dei milioni. Si parlava del furto di un quadro
di Van-Dyk, della somma enorme che era costato, e
delle altre più enormi ancora che erano accumulate
nella galleria dalla quale era stato tolto.
Si parlava di questo e d’altro ancora nello stesso
numero di giornale, e, lo ripeto, il nesso col triste
fatto di cronaca accennato, a chi medita e sente, non
deve apparire sforzatura.
Oh, il lusso delle nostre grandi città, delle nostre
case, come si ricollega alla fatalità condensata sul
capo di queste madri costrette a lasciare i bimbi
Soli nella soffitta per ritrovarveli magari cadaveri!
Quando, a seconda dell’ufficio di anagrafe a cui
siamo iscritti, parliamo con compiacimento della nostra bella Torino, della nostra lussuosa Genova, della
nostra maestosa Roma, ci passa mai per la mente il
pensiero di una bella città dove mancassero i grandi
monumenti, le grandi gallerie, i grandi teatri, anche
le grandi chiese, ma dove mancassero altresì le soffitte dove i bimbi ancora inesperti stanno tra i pericoli ad attendere la mamma che fuori si estenuava in
un lavoro improbo perchè fra i disegni presentatisi
alla mente angosciata non ha ancora deciso di scegliere quello di andare coi piccini a farsi arrestare
o di recarsi sopra una linea ferroviaria in attesa del
primo treno che la tolga dal travaglio quotidiano?
—- Penso al Cristo, se avesse incontrato per le vie
quella madre scarmigliata che correva impetuosa verso
casa presaga, e pure ancora incredula, della sventura
che l’attendeva ejper la quale l’avevano distolta dall’affannoso lavoro.
Egli, che al passaggio di un corteo funebre sulla
via di Nain s era arrestato commosso ed aveva ridato
la gioia ad una povera vedova. Egli, certo, ancora
adesso avrebbe ridato la vita a quei piccini ; ma non
avrebbe Egli altresì detto alla sua chiesa, ed ai molti
e molti che da secoli vollero onorarsi del suo nome e
pretesero di fondare una società da lui intitolata,
« che cosa avete fatto per impedire che questa fatalità di male continui a pesare sugli nomini ? »
— Non è egli vero che Cristo ci chiedeva é ci
chiede qualche cosa di più di un istituto — buona
cosa, certo, anche quello — per ricoverare i bambini
che rimangono soli mentre i genitori sono al lavoro?
Che Cristo richiedeva e richiede che noi lavoriamo
ad un regno, ad un assetto sociale ; dove la cancrena
della miseria non gridi più la condanna delle cose
belle e maestose ed opulenti di cui andiamo orgogliosi ; non è egli vero ?
niapio palchi.
ATTACCHI E DIFESE
Cristianesimo
Che cosa è il Cristianesimo ? - Pare una domanda
oziosa, eppure non credo vi sia in tutto il dizionario
una parola che, al par di questa, abbia dato origine a
tanti e cosi gravi equivoci. Una persona, del resto
abbastanza colta ed intelligente (tutto è relativo), faceva, cou perfetta serietà, la distinzione tra Protestanti
e Cristiani, le due categorie di uomini religiosi in cui
si distribuiva, a suo parere, il mondo civile. Il buon
popolo torinese parla del giorno in cui, facendosi battezzare, Gesù Cristo si fece Cristiano. I nostri uomini
d’ingegno che stampano la loro prosa su pei giornali
quotidiani, accennando a quell’insieme di dogmi di
credenze, di usanze, di superstizioni, di leggi e di uomini che fanno capo al Romano Pontefice, chiamano la
setta papale il Cristianesimo.
Ammessa la confusione, si capisce come si possa,
sempre dai sullodati nomini d’ingegno, intonare il miserere sul morente Cristianesimo, infiorando magari la
disposta bara colle rose della retorica pagana. - L’edificio papale romano rivela delle crepe profonde ; un
alito di morte emana dalle fredde e paurose sue stanze;
la voce, tonante un giorno qual di padrone del mondo,
vien fuori fioca dalla reggia solitaria e sadi gemito-—
il popolo non la sente più, o la sente e coni ni ¡.sera al
delirio dell’agonizzante. Il Cristianesimo muore, il Cristianesimo è morto, sciogliamo un inno alla vita.
Se un simile linguaggio si comprende, dato l’equivoco, non si comprende l’equivoco stesso.
Senza pretendere di recar la luce nel cervello di chi,
a dispetto, delle sue prote.st?, vive di tenebre, ma per
illuminare i puri di cuore, e (poiché esprimere un
pensiero è un chiarirlo a noi stessi) anche per renderci conto di quel che pensiamo ; ecco in brevi parole quel che s’ha ad intendere per Cristianesimo.
— Il Cristianesimo 'è lattuazione del pensiero
di Cristo neU’individuo e<* nella società. — « Non più
io vivo, ma Cristo vive in me ». « Una nuova terra
ove giustizia abita. » Quando, guardando in sè stesso
e volgendosi lo sguardo attorno, l’uomo potrà intonare
questo cantico, .saremo in pieno Cristianesimo. Intanto'
lo cerchiamo. — Qual forma di religione e quale organizzazione ecclesia,etica potrà affermare di avere trovato appieno? In quale Chiesa il pensiero di Cristo
si può dire attuato nella sua integrità, nella sua pienezza e fino alle sue estreme conseguenze logiche ?
Qual società umana può dire : Io sono il Cristianesimo?
Per ora, aspettando e procacciando il Regno di Dio
che ha da venire in terra, dobbiamo riconoscere che
la Società in cui il pensiero di Cristo è attuato è ancora del tutto una società spirituale di anime gementi.
Infine a quando? La stolta ed imsana pretesa di essere il Cristianesimo può nascere soltanto là dove il
Cristianesimo non è conosciuto, è negato scientemente
e per.seguitato, .soltanto in mia società composta di illusi, di pazzi e di furbi.
Inquanto a noi evangelici, che protestiamo contro
ad una tale pretesa, lungi dal dire ; « Il Cristianesimo
siamo noi », diciamo : « Il protestantesimo è un metodo per la ricerca del Cristianesimo genuino ». I
risultati ottenuti sono una prova della bontà del metodo. Venite dunque con noi e cercheremo insieme il
Cristianesimo che non muore mai. Morrà, anzi sta
morendo il papismo, roso dai suoi errori e dai suoi
vizi ; ma la .sua morte segnerà un’èra di vita più intensa per il pensiero di Gesù in via di attuazione
neU’individuo e nel mondo, per mezzo di noi, umili
discepoli di tanto Maestro.
Un moribondo c'è, ma è quistione d’intenderci.
Adolfo Chduvie
7
LA LUCE
La dottrina cristiana spiegata al popolo
Della Rivelazione
rivelazione
nel
D. — Che significa la parola
suo senso religioso ?
R. — La rivelazione — da revelare, togliere il
velo — è r atto col quale Iddio ha tolto il velo che
lo nascondeva agli uomini ed impediva loro di entrare in comunione con lui.
D. — La rivelazione era essa indispensabile alla
religione ?
R. — Sì, perchè la religione consiste appunto
nella conoscenza del vero Dio e nella comunione costante e pura dell’anima nostra con lui.
D. — Qual’ è la primitiva rivelazione di Dio
agli uomini ?
R. — Quella che Dio fece con i seguenti due
mezzi :
a) Con le opere del creato.
« I oieli raccontano la gloria di Dio, e il firmamento palesa 1’ opera delle sue mimi » (Salmo XIX v. 2. 3.)
« Le cose invisibili di Dio, la sua eterna potenza e deità,
eissendo fin dalla fondazione del mondo intese per le opere sue,
si veggono chiaramente » (Rom. I. 20.)
b) Con la coscienza morale e religiosa :
« I Gentili che non hanno la legge (viveluta neXlè Scritture
come Vivevano {¡li Ebrei] fanno di naturale cose della legge; essi,
non avendo legge, sono leg^e a se stessi. I quali mostrano che
r opera della legge è scritta nei loro cuori per la testimonianza
che rende loro la lor eoscienza > (Rom. II. 14 16.)
D. — Quale è dunque il carattere di cotesta duplice rivelazione primitiva ?
R. — Le maravigliose opere del creato proclamano
r esistenza e le perfezioni del Creatore ; la coscienza
morale e religiosa, dando all’ uomo la nozione del
bene e del male, gli dà anche la nozione morale di
un Dio che ama il benet e lo approva, che detesta il
male e lo punisce.
« «
D. — Cotal rivelazione primordiale é essa sufficiente per unirci a Dio ?
R. — No. L’ unione dell’ uomo con Dio doveva
essere molto più completa, più intima e profonda di
quanto non si potesse raggiungere coi mezzi or ora
indicati. Perciò Dio ci ha data una rivelazione più
alta, che compie quella di cui abbiam ragionato. Per
darci tale altissima rivelazione di sè. Iddio ha ’ posto
nel mondo l’infinito, cioè ha mandato sulla terra il
suo eterno Figlio ad assumere la natura umana. Gesù
Crìstó’idi ha data la rivelazione vivente e definitiva
del vero Dio.
D. — La rivelazione di Gesù Cristo non è anche
una redenzione ?
R. — Sì, perchè la stessa rivelazione primordiale
per mezzo del creato e della cosciènza aveva perduta
una parte della sua efficacia a causa del peccato del
mondo. La creatura libera peccò — noi ignoriamo il
come, il dove ed il quando di questo misterioso fatto
— e introdusse il disordine nel creato. Siffatto disordine ebbe la sua ripercussione nel nostro pianeta e
di qui il peccato dell’ umanità terrestre. Quindi, lo
spettacolo della sofferenza, della morte e del male
provoca obbiezioni e dubbi sulla sapienza e sulla
bontà di Dio. Quindi la coscienZ’a oscurata non dà
più all’ uomo una sufficiente nozione del vero Dio,
non gli comunica tutta la forza necessaria per fare
ii bene, non gl’ insegna il segreto del rilevamento e
del perdono.
« Dicendosi esser savi, son divenuti pazzi, ed hanno mutata la gloria dell’ incorruttibile Iddio nella somiglianza dell’ immagine dell’ uomo corruttibile, e dogli uccelli, e delle bestie
quattro piedi e dei rettili ». (Rom. I. ^2 - 23).
« Il bene «he io voglio, io noi lo ; ma il male johe non voglio, quello fo > (Rom. VII, 19.)
< Misero me nomo, dii mi trarrà da questo corpo di
morte ? > (Rom. VII. 24.)
Da ciò deriva che la rivelazione, per raggiungere
il suo scopo, deve distruggere il peccato e le sue conseguenze. La rivelazione ha dunque tra i suoi fini la
redenzione ; e perciò il Cristianesimo — il cui centro
vivente sono la persona e 1’ opera di Gesù Cristo
implica ad un tempo la rivelazione definitiva di Dio
e la redenzione dell’ uomo.
D. — In che modo la rivelazione ci salva ?
R. — La rivelazione ci salva non per mezzo di
pratiche o di dottrine pure e semplici, ma per mezzo
di una persona umano-divina. Unirsi a questa persona è entrare nella comunione del Padre, è trovare
ad un tempo la verità e la vita.
« Gesù disse ; Io sono la via, la verità e la vita ; niuno
viene al Padre se non per me ■».
« Chi mi ha veduto ha veduto il Padre». (Giov. XIV. 6. 9.)
Da questo fatto proviene la fisionomia tutta speciale del Cristianesimo^ il suo carattere incomparabile di popolarità e di profondità.
*
V •
D. — Che cosa vi è tra la rivelazione primitiva
per mezzo del creato e della coscienza e quella defin^Hva data pel ministero di Gesù Cristo ?
R. — Durante l’intervallo tra l’una e 1’altra»
Iddio preparò gli uomini (ed, anche oggi, là dove non
è ancor giunta la diffusione del Cristianesimo li prepara) a ricevere il Redentore. Qnest’ opera di preparazione evangelica Dio la compie mediante le religioni inferiori, le quali rispondono ai diversi gradi
di conoscenza e di vita religiosa cui l’umanità giunse
poco a poco. Il progresso, anche religioso, dei popoli
è come quello dei fanciulli le cui idee, dapprima
molto ristrette ed incomplete, si sviluppano sempre
maggiormente e si vanno perfezionando. Queste forme
religiose preparatorie hanno tutte — sebbene in diversa misura — un certo grado d’ ispirazione divina.
Ma siffatta ispirazione' è più profonda nella religione
del popolo d’Israele che conservò il deposito del monoteismo e 1' aspettazione del Salvatore. Dio perciò
diede a questo popolo una serie di speciali rivelazioni,'! cui ministri più importanti furono Mosè e i
Profeti, le quali costituiscono ciò che si chiama 1 Antica oZZeawza. Essa è 1’ introduzione più diretta alla
Nuova alleanza che è la rivelazione definitiva, la rivelazione cristiana.
a. i.
Informazioni
Intetidiazno CLa.ro a qTiesta^Txbrica
un intenso ¡sviluppo; pregrbiazno vivamente e caldamente tutti ffli operai della nostra Chiesa e i signori
Capi di distretto di volerci favorire
il materiale necessario, costituendosi corrispondenti solerti e amorosi de La Luce. Un giornale vive di
notizie; il nostro deve essere ricco di notizie nostre, se non vuole essere un semplice portavoce, un periodico scritto con le forbici.
In ogni Chiesa, qualcuno di buona
volontà si assuma f incarico di inin f or m arci regol arm ente dei lo cali
avvenimenti ; egli renderà un grande servizio alVopera del Signore.
Roma — La Segreteria' della A. C. D.
G. informa che il Sig. Luigi Bossi, per cagione di una gravissima malattia in famiglia,
non può coprire il posto'/'.^ìji; quale era stato
chiamato, di Segretario Generale della Associazione medesima. È stato già indetto
il concorso per la carica sn menzionata,
ed è stata già nominata la Commissione
che dovrà esaminare i titoli de’ concorrenti.
Biella — Il Dott. Enrico Meynier è già
arrivato nella sua nuova dimora ed ha preso
Domenica, 15 corr. possesso del suo ufficio, predicando per la prima volta alla Congregazione affidata alle sue cure. Noi auguriamo airamico carissimo ogni benedizione
nel suo nuovo lavoro.
Torre - Pellice — Il sig. G. D. Armand
llugon, il simpatico fratello che ha per tanti
anni lavorato nel Sud - America in mezzo
alle Colonie Valdesi stabilite colà, ha tenuto
ncWAula Magna del Collegio Valdese una
Conierenza interessantissima su U Uruguay
e le sue colonie: L’oratore, per sentire il
quale erano accorsi gli abitanti de’ paesi
vicini, fu ripetutamente applaudito durante
la sua esposizione, che durò un paio di ore,
ma che non riuscì a stancare l’uditorio.
— Nella medesima Aula Magna, poi,
a pochi giorni di distanza, il prof. G. Maggiore tenne una conferenza utilissima su
La Filossera. Fece la storia del terribile
flagello e dette consigli pratici intorno al
metodo preventivo di cura, che consiste
nell’innestare le qualità di vite nostrana
su ceppo americano.
Non la bisogno di dire che l’uditorio ascolto con intensa attenzione l’egregio
oratore.
Corato —- 11 nostro corrispondente c’in- •
forma che, durante il tempo trascorso dopo
la partenza del pastore titolare, sig. Vito
Garretto, la Chiesa è stata alimentata dal
pastore di Bari sig. Mariani e dal pastore
di Taranto, prof. L. Vulicèvic.
Il sig Enrico Carro, destinato a succedere al sig. Garretto nella direzione dell’opera di Corato, è già arrivato daH’America e, secondo informazioni attendibili, è
in procinto di sposare. Dopo di che, speriamo che con sollecitudine si recherà a
prendere possesso del suo ufficio in Corato,
ove lo aspettano con ansia' i fratelli e gli
amici nostri.
Siamo certi che al sig. Carro sarà fatta
la più cordiale accoglienza possibile da parte
di tutti, essendo tutti informati delle sue
belle doti, delle quali ha dato prova, facendosi amare in America.
Revere — Il pastore Valdese Alessandro Simeoni, continuamente fatto segno
alle contumelie più basse e volgari da parte
del parroco di quella località, ultimamente
ha sostenuta una polemica storica col medesimo avversario su pe’ giornali. Il parroco aveva sfidato il nostro amico a provare con documenti serii la storicità del
famoso ballo osceno in presenza di Alessandro VI papa. Il Simeoni ha risposto
sulla Provincia di Mantova, giornale socialista, citando documenti importanti in
prova della sua asserzione ; il prete, crediamo, dovrebbe essere soddisfatto, a meno
che la sua sfida, più che per un leale bisogno di conoscenza, non sia stata lanciata per far uno di quei soliti gesti larghi,
che impressionano molto il lettore cattolico
- romano.
Poggio Mirteto — È morto, dopo penosa
e lunga malattia, sopportata con rassegnazione grande, il nostro fratello Santucci
Giovanni, colpoltore-evangelista. Egli era
già avanzato negli anni e da molto tempo
risiedeva in Poggio Mirteto, dove ha sempre lavorato con zelo ed abnegazione. Per
i funerali si recò da Roma a Poggio il sig.
Arturo MustonPresidente del Comitato accompagnato dal sig. Boriglione, missionario fra gli ebrei.
Alla famiglia del caro e fedele operaio
del Signore giunga gradita l’assicurazione
della nostra simpatia ; dia ad essa conforto
la gloriosa speranza cristiana che egli non è
morto, ma dorme.
€ Non siate contristati, come gli altri che
non hanno speranza »
(Tess. IV, 13)
Aggiungiamo alcune note biografiche, comunicateci
aH’ultimo momento dal sig. Muston, insieme con altri
particolari.
Dal di della romanzesca sua fuga dal territorio pontificio la notte del 26 al 27 settembre 1868, passando a nuoto il Tevere
al passo Oorese, fino al suo ultimo respiro
egli rimase fedele alla causa della libertà
evangelica, da lui con entusiasmo abbracciata.
Lavorò a lungo e non senza risultati
incoraggianti a Poggio Mirteto, dove im-
8
8
piantò una Chiesa e delle scuole evangeliche, ed a Pettorano sul Gizio.,
Quanto egli fosse stimato dalla cittadinanza ne hanno fatto prova i suoi funerali
che ebbero luogo martedì 17. La società
degli agricoltori con gonfalone prese parte
all’affollato corteo che accompagnò la salma
fino al campo del riposo. La parola della
Vita fu spezzata a un gran numero di persone attente e raccolte, sia nella cappella
che al cimitero. Il Presidente del Comitato,
il pastore G. G. Ribet e l’evangelista Borigliene presiedettero alla mesta funzione.
Roio Del Sangro (Chieti) — Concorso pei un medico condotto — Per Roio
del Sangro (Chieti), paese di Í251 ah.
situato in splendida posizione a circa 800
m. d’altitudine si cerca un medico - chirurgo per la condotta degli abitanti e come
ufficiale sanitario.
Lo stipendio lordo annuo e di L. 2500
compreso L. 100 quale ufficiale sanitario
più il 20 0^0 sugli utili dell’armadio Farmaceutico ; potremmo enumerare altri vantaggi, tra cui la residenza degli abitanti
tutti in paese. È superfluo dire che si richiede, oltre la buona condotta, tutti gli
altri requisiti che debbono fare d’un dottore il professionista modello.
Qualunque schiarimento, compreso il cd?^
pitolato, può chiedersi alla segreteria del
Comune.
Chi si sentisse disposto di andare dovrebbe andare subito, e per l’imminente stagione invernale e per la necessità dell’opera sua, assumendo la provvisorietà del
servizio in attesa della nomina definitiva.
Vito Garretto Direttore responsabile
Tipografia dellTstituto Gould Via Marghera 2, Roma
Hvvtso di Concorso
Per rUfficio di Segretario Generale dell’A. C. D. G.
di Roma si richiede an giovane evangelico italiano
che possa provare di avere una certa conobenza del moviente unionista e dei suoi sistemi
di attività ;
che conosca le lingue Francese e Inglese parlandole e scrivendole correntemente. Alla domanda,
il candidato deve allegare :
a) il certificato di nascita e di sana costituzione
fisica ;
b) \& propria fotografia ;
c) certificato degli studi fatti;
d) ogni altro documento che attesti della sua
cultura e della sua attività.
Il tempo utile per la presentazione de’ documenti
è fissato per il 20 gennaio p. v.
Per ogni ulteriore informazione indirizzarsi alla
Presidenza dell’A. C. D. G., alla quale vanno altresi
dirette le domande di ammissione al Concorso.
Il Comitato Direttivo
ROMA — 67, Via Consulta.
Hanno pagato l’abbonamento :
A. C. Milano — E. G. Milano — L. T. S. Roma — E. B.
Genova — P. B. Como — A. B. 0’ C. Babbieombe, L. Q.
Torino — L. M. Savona — E. S. Torino — P. B. Torino —
P. G. Eigergletscher — E. P. Roma — E. H. Chieti — E. F.
Bergamo — L. B. Verznolo — S. T. B. Roma — M. S. Valchiusella — P. R. Pont Canavese — G. G. R. T. Snsa —
M. C. Iesi — D. S. Fayetteville Tenn. — M. R. L, Buenos
Aires — P. R. P. Roma — E. C. V. Z. Sarnico — G. D. M.
lorea — P. M. MaWalena — P. G. Lugano — G. B. Chivasso
— E. R. Piedicavallo — V. K. Tenda — A. R. Cariinchio —
A. B. T. Bordighera — S. C. Favaie — A. F. Orbetello —
T. M. Pietramarazzi — A. R. Roma. — G. B. Cnorgnè Canavese.
PER HRTRIE
La Tippi
(51 Via de
agrafìa Claudianp
Serragli, 51 — FIRENZE)
oifre al pubblica
HOCKING J.
la fede e per Po
dei tempi di Carli
numerose illustraii
CARNEGIE SIMPSO
— importantissind
JAHIEE A. - Il
Bibbia — edizior
cresciuta e con il
NORLENGHI G. SCHALLER A,
Bel volumetto an
Inni Sacri, 320 Cai
Il pacco di 3 h
5
Su carta miglid
ROSSETTI T. P. ■
versia biblica
— Ai Romani —
— n presente ma:
HAWTHORNE N. t
— Imitazione del
stiano fatto comoA;
PERETTO B. — rigenerale
MAGRINI B. - Il
studio del caratteri
dato snireducaziou
GALASSI S. M. e Vecchiume Tei
movimento cattoli
TOWNSEND Dr.<
Bibbia (storia Ve
La Strenna dei F
L’amico di Casa
Lettere di Natale
0 italiano z
(rstohe di E. Casella ; Per
nere — romanzo storico
II d’Inghilterra — con
ioni, 460 pagine
N. — Il Fatto di Cristo
a novità apolog.
!^iccolo Compagno della
e considerevolmente acustrazioni . . .
Raggi di sole
Un sorriso di cielo —
iddotico per fanciulli
tici con musica, leg. tela.
franco per posta,
g. (10 copie) costa nette .
> (16 copie) » »
re, ogni volume franco
pelle, carte rosse
pelle, carte oro .
Vade mecnm'di co«fro
pel
Cartoline bibliche
» per Natal^
» Francesi
Testi biblici per pa:
vari prezzi.
Saremo gratis,
horatori, che ce
veniente., lascia
articoli e noti
volentieri letto
RIV
%
LA LUCE
1907 e taPODSHNO 1908
Commento dell’Epistola
Ivagio secolo.
- La Ferrovia Celeste
Pellegrinaggio del Cri.amente. .
ce universale o guerra
Tesoro delle Nazioni
e nazionale inglese fon
e biblica
Modeiiiismo Clericale
^logico, Titile neH’odierno
0 liberale.
Le Avventure d’una
fa)................
aneìulli per Natale 1907
1908. ...
per adulti, al 100 .
» per fanciulli
illustrate, 50 varietà
ciascuna
e Capodanno »
2 —
1 —
0 25
0 75
0 90
8 20
13 10
1 50
4 —
5 —
0 25
0 50
0 25
0 20
0 50
0 10
0 05
0 05
0 25
0 10
3 —
3 —
0 05
0 05
0 10
rete francesi e italiane di
'simi a ciuci nostri collaTClieranno di scrivere hrekdo così posto per molti
ie. Il giornale sarà più
z apprezzato.
DRAPPERIA
Uno dei pii vasti assortimenti nell’Italia
ritirati direttamente
dalle Primarie Fabbriche
Pettinati — Sceviot — Serges — Zegrini — Reps — Satin — Pettinati per
chemise*— Covercoats — Sceviot fantasie
per costffltni — Pettinati per pantaloni e
costami — Stoffe di durata — Solidità nei
colori.
M. Qutteridje e C.
NAPOLI
Via Salita Museo
LA DORDRECHT
COMPAGNIA ANONIMA OLANDESE X
d’Assicurazioni sulla vita dell’Uomo
ondata nella Città di Dordrecht nel 1873
Capitale Sociale; L. 4.180,000 - Versato: 1 decimo
Fondo di Garanzia al 1902 : S8 milioni
Assicurazioni in corso al » ; &0 id.
Sinistri pagati » : IO id.
Richiedere Tariffe (premi di concorrenza) e
Prospetti al Sig;
Valeriano Penassi, direttore per l’Italia
Genova, Via Balbi, 9
LIBRERIA EVANGELICA
43, Via Cavour — ROMA
Unico deposito dei libri, opuscoli e
giornali editi dalla TIP. CLAUDIANÀ
di Firenze. Questa Casa è indipendente
da qualsiasi Denominasione ecclesiastica
e fornitrice di tuttq le Chiese e Scuole
Evangeliche Italiane.
Gfando Laboratorio di Marmi e Pietro
d'ogni genere
»V- DI
Moi’glia Vincenzo
Via Pio V, 16 e 17
TORINO
*1 %
ISTA CRISTIANA
peRioDico ncNsiLe
IBBllHEIITI ; Italia ~ Inno L. 8,00
Estero :. ini L. 6,00
direttore : Prof. Giovanni Rostagno, 51 Via dei Seffagli, pirenze.
flJVIlWlIJSil STRATORE : Antonio Rostan, 107 Via ri^zlottale, Róma
a LA
CRIS
Abbonamento cumulativo
LUCE) e a LA RIVISTA
TIA.NA Italia L. (3.00
Estero „ 10.(X)