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Anno 117 - N. 49
4 dicembre 1981 - L. 300
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dette valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
ALL'ASCOLTO DELLA PAROLA
# punii
iti risia
Di fronte ad atti terroristici
quali sequestri di cittadini più o
meno noti a scopo ricattatorio
per strappare allo Stato « scambi di prigionieri » e riconoscimenti politici, ho sostenuto e sostengo la necessità di un rifiuto pur
nella consapevolezza che questo
non può mai tradursi in una sdegnosa affermazione dello Stato
della propria indiscutibile ragione e giustizia. Il cedere al ricatto comporterebbe infatti uno scadimento irreparabile di un senso dello Stato già così minato
nella nostra società e una escalation del ricatto come arma rivendicativa che farebbe leva su ogni
precedente cedimento. Ma che dire di fronte ai tre detenuti che da
oltre due mesi digiunano, a cui è
stata rifiutata in modo così intransigente la libertà provvisoria?
In primo luogo non si tratta
di un atto terroristico che eserciti una violenza sullo Stato nella persona di uno dei consociati
che lo compongono e che lo Stato ha il dovere di tutelare. La
violenza diretta contro se stesso è bensì violenza contro un
componente della società, (e lo
Stato ha il dovere di tutelare
anche questo e non con l’alimentazione forzata) ma nella misura in cui non coinvolge altri se
non l’attore stesso del gesto, la
società nel suo insieme non è minacciata. Nel rispetto dell’uso
che il singolo intende fare della
sua vita senza ledere il diritto
altrui, lo Stato non prevede per
esempio un divieto e una sanzione nei confronti del tentato
suicidio.
In secondo luogo lo Stato non
è neppure minacciato da un supposto contenuto illegale che potrebbe avere la pressione esercitata da questo digiuno: Valentino, Pironi e Paparo non digiunano pretendendo che sia annullata mediante liberazione la condanna inflitta ad altri o che essi
stessi siano sottratti al giudìzio
che li attende per gli atti che
sono loro addebitati. Se digiunano è perché lo Stato non ha dato
alcuna risposta a due esigenze
che si collegano innegabilmente
all’interno del quadro giuridico
e amministrativo dello Stato. La
esigenza che chi è sottoposto a
carcerazione preventiva arrivi al
processo in tempi ragionevoli e
non dopo anni e l’esigenza che
chi è detenuto non sia costretto
a convivere con gruppi dai quali
subisce con estrema violenza o
l’assimilazione ideologica o l’eliminazione fisica.
La minuziosa disquisizione dei
giudici sul testo della legge che
prevede la libertà provvisoria
solo quando le terapie prescritte
per la salute del detenuto sono
incompatibili con la carceraziione preventiva — con la risposta
negativa perché la terapia necessaria è soltanto l’assunzione di
cibo che è facilmente praticabile in carcere — al di là^ del sapore di beffa è invece chiararnente
improntata, per esplicita dichiarazione dei giudici, ad un’esasperata e miope difesa ad oltranza.
L’impressione che ne ricava il
cittadino è disastrosa, perché se
la magistratura scambia per episodi di guerriglia terroristica il
disperato, umano e legittimo appello che intende rimettere lo
Stato di fronte alle sue responsabilità e al suo dovere di amministrazione della giustizia, allora
ci sono poche speranze di vincere il terrorismo.
Franco Giampiccoli
Tra sofferenze e consolazioni
In occasione della domenica dei predicatori locali (6 dicembre) pubblichiamo una meditazione
biblica di un predicatore della diaspora piemontese su un tema che tocca la nostra esperienza
E la nostra speranza di voi è ferma,
sapendo che come siete partecipi delle sofferenze
siete anche partecipi della consolazione.
(2 Cor. 1: 17)
La sofferenza, il dolore, sono
oggi nelle loro varie forme il male più diffuso. Non vi è luogo
che ne sia privo, anche se variano gli aspetti della sofferenza: la
solitudine dell’occidentale che si
smarrisce nell'alcool o delira sotto Finflusso della droga; il gemito o la rabbia dell’uomo del terzo mondo che sa di essere stato
destinato dagli altri uomini alla
non sopravvivenza; l’angoscia del
silenzio di chi è sottoposto ad un
governo totalitario che annienta
la libertà di espressione; il lavoratore dipendente al quale non
viene più richiesta la partecipazione, ma l’ubbidienza, non più
l’intelligenza creativa, ma la ripetitività di movimenti vuoti;
l'ammalato provato nelle sue
membra e nel suo spirito; il giovane che entra in una società
non più a misura d’uomo lasciatagli in eredità dall’adulto; e infiniti altri casi.
Secondo lo scrittore della Genesi, l’origine della sofferenza è
da attribuirsi alla ribellione dell’uomo nei confronti di Dio. Questa ha determinato il suo allontanamento dal luogo di pace e
serenità, creato per lui e nel quale aveva dimora. Come constatiamo quindi, il male non è una
esperienza recente, né possiamo
individuare oggi un aggravamento quantitativo o qualitativo rispetto ad epoche passate. Questa
presenza statica, ineliminabile
del male, induce alcuni a ritenere quale essenza della vita religiosa la salvezza della propria
anima da questo mondo naufragante e perduto, mentre credo
che l’appello, meno egoistico, che
ci è rivolto sia quello di pregare
ed operare affinché il regno di
Dio venga.
La fede dell'antico Israele, constatando poi che la sofferenza si
spande anche sui credenti, e non
sempre in rapporto diretto con
il peccato, fa scoprire a Giobbe
e di conseguenza a tutti i lettori,
la visione di Dio partecipe della
vita, in contrapposizione al Dio
di pura maestà cosmica, del quale Giobbe aveva sentito parlare,
ma la cui distanza non poteva
essergli di alcun aiuto e la cui
maestosità non poteva inserirsi
nel nroblema della sua sofferenza e delle sue origini. Se il male
è quindi antico, i termini di resistenza non sono sempre chiari
in noi, ed una verifica « protestante » può essere utile. La sofferenza non è voluta da Dio, e
non è quindi un mezzo di santificazione: essa è una realtà di
questo mondo, di quella creazio
Portici e Monteforte
Inaugurati i villaggi di Monteforte (nella foto) e di Portici. La
cronaca nell’inserto dedicato al Convegno di Vico Equense.
ne che geme
aspettando la
8: 22).
ed è in travaglio
redenzione (Rom.
Allegrezza
L’allegrezza invece viene
Dio », essa scaturisce dalla
« da
Sua
TEMPO DI AVVENTO - 2
Dio inizia con due donne
Luca 1: 26-45
Due donne sono protagoniste
in questo momento molto preciso della storia della salvezza e
mi pare importante leggere i testi non secondo la divisione alla
quale siamo abituati, ma insieme
l'annuncio a Maria della nascita
di Gesù e rincontro di Elisabetta
e Maria.
Certo molto si è detto e si è
scritto .su questi testi a proposito dello sviluppo della mariologia nel cristianesimo romano, ma
riteniamo inutile ripetere qui cose già note ed arcinote.
Mi sembra invece che non si
sia mai abbastanza notalo come
due donne sono testimoni dell’inizio della \nta di Gesù, così come donne saranno le prime testimoni della risurrezione. Proprio
due donne sono scelte da Dio per
iniziare l’opera di Cristo: « rovesciare i potenti e innalz.are gli
umili» (Luca 1: 52).
Maria è stupita di essere salutata: non era considerato buon
uso salutare le donne, come non
.si riteneva interessante spiegare
loro la Bibbia.
Questa giovane donna, scelta
da Dio, non è di origine nota come famiglia. E' interessante notare che la madre di Giovanni il
Battista, colui che chiude definitivamente l’Antico Testamento,
ha le « carte in regola », viene da
una tribù sacerdotale, mentre ecco che quando si forma il nuovo
popolo di Dio, quando si apre il
nuovo patto, destinato ad abbracciare ¡’umanità intera, il Mes
sia nasce da una donna di oscuri
natali e solo per via di Giuseppe
è legato alla tribù di Davide ( regale).
Maria è pronta a rispondere
alla vocazione di Dio ed essa affronta un viaggio « in fretta » per
raggiungere Elisabetta (e questo
in un tempo in cui non esisteva
la fretta e una visita a un parente durava tre mesi).
Due madri di due figli dal destino simile si incontrano e si riconoscono reciprocamente legate. Maria va a cercare Elisabetta,
così come Gesù prima di iniziare
il suo ministerio andrà a cercare
Giovanni il Battista. Elisabetta si
sente ispirata a parlare quando
Maria entra nella sua casa così
come Giovanni testimonierà di
fronte a Gesù.
E’ particolarmente significativa la circostanza in cui nasce la
testimonianza di Elisabetta. Non
è evento straordinario che un feto dopo cinque mesi si muova e
i .suoi movimenti siano avvertiti
dalla madre. Ma Elisabetta, in
una fede semplice e profonda allo stesso tempo, sa vedere in questo momento la presenza di Dio
nel loro prossimo futuro di madri. In questa direzione penso
che noi Cristiani di oggi abbiamo
da imparare sia la .solidarietà,
sia una totale fiducia in Dio e la
capacità di vedere in una cosa
molto semplice la straordinaria
presenza di Dio. Inoltre queste
donne sembrano cogliere la gioia
di una vita in risposta alla vocazione di Dio, una gioia che noi
Cristiani troppo « seriosi » non
sappiamo più cogliere ed esprimere con semplicità.
Il messaggero di Dio nel suo
saluto dice a Maria « il Signore
è con te ». Come poteva una umile donna del popolo pensare che
proprio l’Iddio di Israele, colui
che neppure Mose poteva avvicinare, scendesse sino a lei? Come
pia donna credente essa certo
cercava di essere con Dio, poteva anche cercare di conformare
la propria vita ai comandamenti.
E’ caratteristica di ogni religione, di invitare i propri ad essere
con Dio: ma solo il Cristianesimo rovescia la prospettiva e annuncia che Dio è con gli uomini.
Certo spesso gli uomini hanno
detto: Dio è con noi; certamente
non possiamo scordare il « Gott
mit uns » dei cinturoni delle SS
naziste, e le sofisticate tecnologie missilistiche rischiano di essere benedette come le armi di
tutti i tempi da compiacenti religiosi convinti che Dio stia dalla loro. Ma qui non è un uomo
ad arrogarsi il privilegio di avere Dio con sé, ma è il Signore
che dice a una persona che proprio non Se lo aspetta, « Dio é
con te »! Come Cristiani rischiamo sempre di essere troppo sicuri di sapere quando Dio è con
noi e rischiamo di pensare di
avere l’esclusiva sulla presenza
di Dio.
« Nulla è impossibile a Dio »
dice ancora l’angelo in riferimen
(continua a pag. 6)
Mario Berutti
presenza ed esprime la comunione con il Padre ed è questa che
sperimenta Giobbe, dopo lo scontro con Dio e prima di essere alleviato dei suoi dolori. Se cogliamo l’insegnamento, potremmo
dire che il grado della nostra fede può essere misurato sulla
presenza dell’allegrezza nella nostra sofferenza. E’ chiaro che il
termine « allegrezza » non va confuso con il termine « allegria »,
profano ma anch’esso molto scarso in mezzo agli uomini.
Se la sofferenza non è « da
Dio » è contro Dio. Infatti quante volte essa è imposta all’uomo
da altri uomini, al solo scopo dì
ottenerne un utile più o meno
immediato. La luce dell’evangelo
ci fa scoprire una enormità di
casi che rientrano in questo
aspetto, ed il nostro Padre, che
non è « padrone », ci chiama costantemente al ravvedimento e
ad operare per il bene anziché
per il male ed a scegliere la vita
anziché la morte. Evidentemente
in questa libertà è compresa anche la facoltà di spegnere in noi
la luce dell’evangelo; Dio potrà
anche avere pietà di noi, purché
la nostra scelta sia fatta con consapevolezza e non in una sorta
di rassegnazione motivata da impotenza.
Resistenza
Se la sofferenza non è « da
Dio » la dignità del resisterle viene sicuramente da Lui, ed è questo dono che siamo chiamati a
sperimentare ed affinare con
l’aiuto della preghiera. La nostra
società ci induce a temere la .sofferenza e la morte, più di quanto necessario, facendo di noi degli uomini deboli, nei confronti
anche delle generazioni che ci
hanno preceduto.
L’invito che rivolgiamo a noi
stessi oggi, è quello di ricuperare il valore « protestante » della
resistenza alla sofferenza per essere veramente partecipi alle
con.solazioni di Dio, che si esprimono in liberazione, aiuto, incoraggiamento, fortificazione della
nostra fede, dono della Grazia.
Roberto Romussi
2
T
4 dicembre 1981
SICILIA
Finché è ancora giorno
IMMAGINE DI DIO
Proposto dal Consiglio di circuito un convegno di cristiani europei
sulla pace e il disarmo da tenersi a Comiso in primavera
Da Riesi, il 27 novembre, in una
lettera indirizzata alle Chiese vaidesi e metodiste, e per conoscenza a quelle battiste, il Consiglio
del XVI circuito (Sicilia) halanciato la proposta di un convegno
sul tema della pace e del disarmo
da tenersi a Comiso nella prossima primavera.
Dopo aver rilevato, con riconoscenza al Signore, l’espandersi
del movimento per la pace, la lettera afferma che la grande svolta
che questo movimento può imprimere alla storia del nostro
mondo è già avvenuta in Cristo,
« nel quale, come dice l’Apostolo,
il mondo è stato riconciliato con
Dio; ci rallegriamo pertanto nel
vedere come intorno a noi e insieme a noi molti si muovano
quali amibasciatori di riconciliazione ». In un movimento variegato come quello per la pace vi
sono certo mentalità, cultura e
convinzioni religiose diverse, ma
esso ciò non di meno contiene —
rileva ancora la lettera —, « molti elementi tipici del messaggio
evangelico » ed è per questo che
Protestantesimo
in TV
Lunedì 14 dicembre
ore 22.45 - 2“ rete
STORIA
DI UNA SPERANZA
Donato Castelluccio, pastore battista dell’Irpinia
è il testimone di una storia
di evangelizzazione del Sud
dagli inizi del ’900 ad oggi.
flessione in corso in quella grande nazione.
Ma noi riteniamo che rincontro a Comiso, promosso dalle
Chiese evangeliche siciliane, e
aperto a tutti i fratelli, ma in
modo particolare a quelli delle
Chiese dei paesi dell’Europa
orientale, sarebbe altamente signiflcativo. Perché?
Palermo a prendere posizione, da
questo popolo e da questa terra
venga un segnale di rinnovamento che rinfocoli la speranza, che
indichi un cammino nuovo.
Come europei sono i problemi
di Comiso e della Sicilia, così
pure deve essere considerata in
una dimensione europea la loro
soluzione.
Commentando l’articolo di Jean Jacques Peyronel sull’ Enciclica papale
« Laborem exercens » un lettore interviene rilevando l’assenza di temi di
massima rilevanza sociale come la fame,
la violenza, le ingiustizie e la posizione ottocentesca relativa alla donna. E
prosegue;
In primo luogo perché di tutte
le società europee, solo Comiso è
stata individuata chiaramente come base per gli euromissili.
In secondo luogo perché la Sicilia, terra di antica civiltà e cultura, per la sua posizione geografica si è trovata a vivere una storia del tutto singolare di conquiste e di sfruttamento, subendo
tutti i contraccolpi negativi dei
conflitti tra il Nord e il Sud, tra
l’Oriente e l’Occidente. E nuovamente oggi, in cui si acuiscono
le tensioni nel bacino del Mediterraneo, non a caso essa si trova
catapultata in primo piano.
Il convegno dunque che abbiamo in animo di organizzare deve
avere un respiro europeo se non
addirittura mondiale. Ad esso
saranno invitati i rappresentanti
delle diverse Chiese europee, teologi, uomini di scienza e di cultura, ma esso vuol essere aperto a
singoli gruppi che operano a favore della pace. Esso dovrà essere un momento di riflessione
ancorata all’Evangelo e stimolare
il pensiero e l’azione di quanti,
impegnandosi per la pace, vogliono testimoniare nel concreto della storia e delle sue contraddizioni l’evento della risurrezione
di Cristo.
In terzo luogo è significativo
che da questo popolo, violentemente emarginato, costretto ad
emigrare per trovare lavoro e il
pane necessario, ridotto alla rassegnazione, gravemente avviluppato in un groviglio di nodi sociali, come la terribile piaga della
mafia, fenomeno tanto sconvolgente da indurre l’Arcivescovo di
La lettera del Consiglio di circuito termina infine rivolgendo
alle chiese che ad esso fanno capo un appello a studiare attentamente la proposta e in caso di
parere favorevole a non far mancare il contributo di idee e di
preghiera al Signore, onde ogni
cosa sia fatta alla sua gloria.
L. D.
« abbiamo o promosso o dato la
nostra convinta partecipazione a
molte manifestazioni a favore
della pace ».
Questo non è senza pericoli, avverte il Consiglio di circuito: c’è
il rischio che le forze politiche
attuino una strumentalizzazione
politica del movimento « e che le
immense speranze riposte nella
possibilità di un reale mutamento delle cose vengano surrettiziamente tradite ». E così prosegue:
Come credenti dobbiamo adoperarci perché ciò non avvenga; anzi dobbiamo operare in modo tale che questa enorme breccia rimanga aperta e il mondo nuovo
che intravvediamo al di là diventi
finalmente una realtà. Tremendo
sarebbe se questa breccia, vuoi
per stanchezza del movimento,
vuoi per recupero delle forze
reazionarie, dovesse gradatamente richiudersi. Le conseguenze sarebbero catastrofiche sia sul versante della corsa agli armamenti
e di tutte le sue conseguenze indotte, sia sul versante dell’attuale speranza in un rinnovamento
delle cose. L’attuale generazione,
tradita nelle sue speranze e nei
suoi sogni più puri e più belli,
per lungo tempo non troverebbe
più la forza di esprimersi. Noi
non vogliamo che ciò avvenga.
Pertanto è necessario che mettiamo in campo tutte le nostre
forze, le nostre risorse, la nostra
capacità d’inventiva e di mobilitazione e che operiamo finché è
ancora giorno. Ecco perché oggi
dobbiamo agire. Ed ecco anche
perché abbiamo pensato ad un
convegno a Comiso.
Abbiamo la necessità di un momento di riflessione da condursi
con tutti i fratelli delle Chiese
cristiane d’Europa. Certo non sono mancati, né mancheranno, momenti di riflessione di questo tipo, Pensiamo per esempio al Convegno organizzato dal Consiglio
Ecumenico delle Chiese ad
Amsterdam (22-27 novembre) in
linea con l’impegno assunto già
da tempo da questo organismo a
favore della pace. Pensiamo alla
proposta delle Chiese ortodosse
deirUnione Sovietica di avere un
incontro simile a quello che vogliamo proporre noi, e ci rallegriamo profondamente per questo comune sentire. Pensiamo al
dibattito e alle prese di posizione dell’episcopato cattolico degli
Stati Uniti e delle Chiese presbiteriane, rallegrandoci per la ri
« COME VIVEVANO... »/2
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Da parte della massima autorità cattolica c’è stato un inequivocabile impegno nell'elaborare questo documento. Così, Giovanni Paolo II ha fatto
ricorso ad un significativo versetto biblico « Gli uomini sono stati creati ad
immagine e somiglianza di Dio » (Gen.
1: 26). Mi pare opportuno non sottovi lutare il fatto che la « Laborem Exercens » eleva di molto la figura dell'uomo, quasi a farne un essere tanto
sicuro di sé da rivelarsi fondamentalmente antagonista dell'opera del Signore. Questo nella realtà equivale a
giustificare il potere detenuto da una
parte deH'umanità od avallare particolari organismi di potere. È sullo sfondo di queste contraddizioni che si evidenzia il travaglio della Chiesa cattolica, in gran parte dovuto agli orientamenti dell'attuale papato di Giovanni
Paolo 11. Per cui l’affermazione di J.J.
Peyronel . Il lavoro non salva » è reale più che mai, giacché la salvezza
dell'uomo si rivela nel piano di Dio
e ogni altra interpretazione emerge dal
dialogo delle tradizioni. Insomma l'uomo non proviene dal basso della terra, ma da Dio stesso, per cui l’uomo
è chiamato al lavoro, per dare una
testimonianza alla vocazione di dominare ogni altra creatura, ed assoggettare
la terra. Ma Dio non ha creato gli uomini a sua immagine e somiglianza,
affinché i potenti possano tormentarli
mediante l’ingiustizia delle loro opere,
ricavandone orgogliosa sicurezza. Nei
confronti di questi facitori d'ingiustizia
si evidenzia la legge deH’amore di Cristo; cioè la croce, sulla quale il figliole dell'uomo ha dato la sua vita come
« prezzo di riscatto per molti » (Mt.
20; 28). Senz’altro papa Wojtyla nella
« Laborem Exercens » esprime con molta determinazione gli attuali problemi
del lavoro; purtroppo non si riscontra
altrettanta determinazione per quanto
concerne il concetto della giustizia
di Dio, quale promessa della libertà in
Cristo.
Fraternamente,
Mario Desana, Torino
Don Virgilio Levi, vice-direttore delI'« Osservatore romano » (...), tra l'altro ha affermato che « il convegno ha
lo scopo di svegliare la coscienza addormentata dell’Europa. La storia ha
ridotto il nostro continente ad un'appendice dell’America e dell'URSS e si
è tentati di pensare che tutto si risolva in politica: quello che faranno le
grandi potenze sarà il destino dell'Europa. Qui è prezioso l'insegnamento
della Polonia: la Polonia spartita continua a sentirsi Polonia, l'Europa spartita non si sente più Europa ».
NAZIONE CRISTIANA
Egregio Direttore
nel dibattito internazionale promosso
dairUniversità lateranense che si è
tenuto in questi giorni a Roma è stata
lanciata l’idea di una nazione cristiana.
lo non sono riuscito a capire bene
come questo avvenga. Forse l'Europa
per sentirsi tale deve ritornare alla
civitas cristiana medievale? Bisogna
forse sradicarne l'ortodossia e il protestantesimo?
Nelle parole di Don Virgilio Levi mi
sembra di sentir rivivere la Bolla
« Unam Sanctam . di Bonifacio Vili o
quella « Coena Domini » di Pio V. Partendo da tali premesse si arguisce che
il dialogo sia del tutto improponibile,
com’è d'altronde dimostrato da una
secolare esperienza storica.
lo credo che tra la Herrschaft (signoria) cattolica e la Welthanshauung (concezione del mondo) protestante non sia
possibile nessuna mediazione dialettica
per arrivare a quella evangelizzazione
europea che era stata ed è tuttora alla base del Concilio Ecumenico Vaticano 11.
Giustamente è detto nel supplemento
del n. 39 del 25.9.'81 della « Luce »
dal titolo « Ecumenismo e cattolicesimo » che « Effettivamente cattolicesimo e protestantesimo predicano oggi
ancora morali diverse e quindi In fin
dei conti modi diversi di vivere l'Evangelo ». E che « schematicamente si
può dire che mentre la morale protestante fondamentale è (o cerca di essere) una morale di libertà, la morale
cattolica sembra piuttosto imperniata
sull'osservanza della legge, fissata
dal magistero ecclesiastico ».
C’è poi da osservare soprattutto che
il vero concetto, considerando tutta la
storia della Riforma, si identifichi col
protestantesimo e non con il cattolicesimo. L'universalismo cattolico è una
concezione totalizzante ed assorbente
di tutte le attività umane, in base al
quale il carattere di nazione politicamente non si può che estrinsecare in
uno stato cattolico.
«Nella concezione cattolica — afferma
Gramsci — lo Stato è solo la Chiesa
ed è uno Stato universale e soprannaturale; la concezione medievale teoricamente è mantenuta in pieno ».
Pertanto il problema appare abbastanza arduo e complesso a differenza di
come lo vede Don Virgilio Levi.
Con i più cordiali saluti
Armando Borone, Parma
DALLE CHIESE
Roma: telegramma al presidente Pertini
Al termine del culto nella chiesa valdese di P.za Cavour, domenica 22 novembre, 90 persone
— e cioè la grande maggioranza
dei partecipanti — hanno firmato
un appello che è poi stato inviato telegraficamente al presidente
Pertini. Eccone il testo;
« Seriamente allarmati condizioni di salute tre detenuti Ciro
Puparo, Gianni Valentino, Roberto Pieroni, da oltre sessanta
giorni in sciopero della fame come ultima civile denuncia violenze in carcere, chiediamo che Lei,
Signor Presidente, intervenga nei
modi che le sembrano appropriati per salvaguardare loro vita e
loro di.gnità umana ».
regolamenti per le chiese autonome, sul ministero del pastore
dopo il primo settennio. Destreggiandosi tra i regolamenti valdesi, la rappresentante del Consiglio di Circuito Leda Rocca, metodista, ha presieduto l’assemblea di chiesa che ha confermato
con una fortissima maggioranza
il pastore Franco Sommani per
un secondo settennio.
L’appello, secondo quanto indicato da un comunicato all’ANSA dell’agenzia stampa nev della
Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, è stato firmato
tra gli altri dai professori della
Facoltà valdese di teologia Sergio Rostagno e Valdo Vinay, dai
professori universitari Ezio Ponzo, Franco e Silvestro Dupré, Cesare De Michelis, dai pastori
Giorgio Girardet e Tullio Vinay.
All’origine della presentazione di
questo appello sono le conversazioni tra alcuni membri della
Chiesa di P.za Cavour con un
giovane di Milano amico dei tre
detenuti, angosciato dal senso di
impotenza di fronte a questa assurda vicenda.
Oltre a questo appello, il culto
ha avuto una sua importanza interna: la comunità era chiamata
a pronunciarsi, come vogliono i
ROMA — Il 15.XI rincontro
mensile dei giovani evangelici di
Roma si è tenuto nei locali del
tempio valdese di via 4 novembre. Parte di essi era assente perché impegnata col lavoro della
tenda di « Cristo è la risposta »,
ora in città.
E’ stato invitato il past. Scuderi a tenere un discorso sullo
Spirito Santo che ha interessato
i presenti. Egli, mantenendosi
sulle linee generali, non è entrato in merito a possibili questioni di dissidio fra pentecostali e
riformati. Ha infatti sorvolato
sulla teologia del Libro degli Atti in proposito. Sono seguite alcune testimonianze, vive e misurate al tempo stesso, un momento molto sentito di libere preghiere e un periodo di musica
suonata da due studenti della Facoltà Valdese,
nieri che sposano italiane la cittadinanza del nostro Paese.
L’iniziativa ha recentemente
ricevuto l’appoggio dell’Unione
Donne Italiane; inoltre il sen.
Lazzari della sinistra indip. ha
assicurato il suo autorevole contributo affinché il Senato esamini celermente la questione.
La locale comunità organizza
nel frattempo per il 1° o 2" sabato di dicembre una riunione
con le coppie interessate al problema, per fare il punto della situazione e per approfondire il
coinvolgimento della città.
Nuove attività
Nazionalità
PISA -- Prosegue con buon
andamento la raccolta di firme
per far ottenere ai cittadini stra
CATANIA — Da un lato prosegue l’attività normale (ma perché chiamare normale l’annuncio
dell’Evangelo ai fanciulli, agli
adolescenti, alla comunità raccolta? non è un dono rinnovato
da Dio il poterlo fare?).
Dall’altro è interessante il lavoro giovanile che trova raccolti
giovani battisti, valdesi, metodisti in una unica riunione che è
insieme gruppo FGEI e formazione catechetica. Si ha difficoltà, per orari e distanze, nell’avviare lo studio degli argomenti
indicati dal Sinodo all’attenzione
delle chiese. Prende piede un collettivo teologico sulla Confessione di fede della chiesa presbiteriana di Cuba. Altri si affaccendano a preparare un grosso Bazar per il 5 dicembre; soprattut
to è un momento di incontro e
di gioia comunitaria, ma anche
un non modesto aiuto ad un’opera (quest’anno il Centro Giovanile di Adelfia).
Nonostante qualche dissenso il
pastore e alcuni giovani e meno
giovani seguono il movimento
per la pace e il comitato unitario. I volantini vanno a ruba davanti alle scuole e... la gente in
piazza ascolta.
Ci sono richiesti incontri ecumenici da gruppi parrocchiali
cattolici che, dopo un’esperienza
a Taizé, hanno voluto con noi
ascoltare la Parola e pregare.
Quest’anno proporremo loro una
azione concreta di sensibilizzazione e informazione sulla pace:
non basta rallegrarci per ciò che
ci unisce e tacere pudicamente
sulle divisioni.
Le altre chiese evangeliche a
Catania sono particolarmente attive : cercare il dialogo e momenti di comunione è logico. Lo
scorso anno migliaia di evangelici hanno sfilato insieme per le
strade di Catania.
In mezzo a tutto ciò ci deve
« scappare » la visita ad ammalati e anziani, il sollecitare la partecipazione di tutti, raccogliere
abbonati per « La Luce »...
Interessante sarà per il nostro
lavoro la creazione di un gruppo comunitario a Catania, un vago progetto di cooperativa e di
un Centro Stampa... ma di questo si parlerà un’altra volta!
M. F. Berutti
3
4 dicembre 1981
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
Nei
quartieri
Da un po' di tempo a questa
parte ogni venerdì alle 19 ai radi
passanti infreddoliti che attraversano la piazzetta prospiciente il tempio valdese di Ferrerò si
presenta invariabilmente la stessa scenetta. Alcune automobili
pronte a partire, un gruppo allegro e vivace di ragazzini della
scuola domenicale accompagnato
dai monitori. Dove stanno andando?
Ogni venerdì il gruppo raggiunge i vari quartieri delle chiese di
Ferrerò e Maniglia per presiedere la riunione quartierale. Ospitati di volta in volta in cucine accoglienti o in scuolette che rivivono per una serata, i bambini
vivacizzano col canto accompagnato da chitarra e con letture
bibliche la riunione, presieduta
dai monitori.
Come è nata questa iniziativa?
E' nata all’interno della scuola
domenicale Vanno scorso, commemorando il bicentenario della
nascita delle scuole domenicali,
per cui si era pensato di far partecipe la comunità della storia,
dell’evoluzione e della situazione
attuale delle scuole domenicali.
Il progetto ha potuto essere attuato solo ora, col ritardo di un
anno, ma possiamo dire che ogni
volta è una grande gioia che accomuna gli abitanti dei quartieri
e i rappresentanti della scuola
domenicale nello svolgimento
della riunione e senz'altro i più
giovani escono arricchiti dalle
testimonianze di quelli per i quali la scuola domenicale è un ricordo di gioventù, mentre i meno
giovani escono rinvigoriti e forse anche, a volte, un po’ frastornati dall’incontro coi nostri vispi ragazzini. Spesso la riunione
termina con un apprezzato rinfresco con torte, permettendoci
così di fraternizzare ancora prima di raggiungere le rispettive
case.
La nostra impressione è che
questa sia un’iniziativa notevole
per tre motivi:
1) innanzitutto per far sì che
quelle che possono sembrare attività settoriali della chiesa siano invece intese come manifestazione dell’unica comunità che si
ritrova intorno alla Farola di Dio
per confrontarsi e valutarsi;
2) poi per fare incontrare i
genitori, i monitori e i bambini
in un incontro aperto sulla scuola domenicale;
3) infine per permettere ai
più giovani della comunità di vivere concretamente l’esperienza
delle riunioni quartierali che alle
Valli sono, diremo ancora più del
culto, il momento aggregante della comunità, riuscendo a raggiungere persone che per età o altro
non possono partecipare ai culti.
I monitori della Scuola
Domenicale di Ferrerò
Maniiilia e Massello.
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE: ARIA DI CRISI? srande preoccupazione per i
Per un diverso ruolo del PSI
Intervista all’arch. Pier Carlo Longo
oggi e domani
APICOLTURA
Torre Pellice. Presso la sede delle
AGLI si terrà venerdì 4 dicembre il secondo incontro per la formazione dell’Associazione Apicoltori della Val Pellice.
TEATRO
Luserna S. Giovanni. Presso il Teatro
Lusernese, venerdì 4 dicembre alle ore
21, avrà luogo la rappresentazione de
- Le intellettuali » di Molière, per l'allestimento della Compagnia del Teatro
di Milano e la regia dì Giampiero Solari.
Hanno collaborato a questo
numero: Mario F. Berutti,
Giorgio Bleynat, Mario Cignoni, Giovanni Conte, Ivana Costahel. Franco Davite, Luciano Deodato, Dino Gardiol,
Giorgio Girardet, Giuseppe
Gönnet, Vera Long, Luigi
Marchetti, Giuseppe Molinari, Sergio Rihet, Mario Rivoir, Cipriano Tourn.
— « L’Eco del Chisone » due
settimane fa pubblicava un articolo che rivelava un clima di tensione nella Comunità Montana
Val Pellice. Secondo Lei, Arch.
Longo, questo clima potrebbe
portare ad una crisi a breve termine qualora ai socialisti non
fosse dato maggior peso politico
nella Giunta?
— Non si tratta certo di stato
di tensione all’interno della maggioranza, ma di "malessere” e di
“crisi” sì, provocato da una visione diversa delle e sulle cose.
Soprattutto, deve essere chiaro che il malessere non è determinato dal fatto che il F.S.I. vuole contare di più, e soprattutto
contare di più numericamente.
Sotto questa angolazione, se mai,
rivendichiamo maggior chiarezza
di ruoli, un diverso coinvolgimento politico del F.S.I. sulle scelte,
e, in generale, un’apertura anziché una chiusura verso il Consiglio, verso le forze politiche e
sociali e verso i Comuni nella fase di elaborazione dei progetti.
— Ci può dire allora, con chia^
rezza radicale, cosa imputano i
socialisti alla Giunta ed al Comitato di Gestione dell’U.S.L. che
non abbiano fatto nell’interesse
della popolazione e dei Comuni?
Concorda anche Lei con la D.C.
che i nove Comuni non sono stati coinvolti nelle decisioni prese dalla Giunta?
— In un contesto, forse più ampio, i socialisti imputano alla
Giùnta “lo stato di malessere"
che si è creato per le ragioni dette prima e per una serie di problemi per i quali non si vedono
al momento soluzioni e per i
quali abbiamo richiesto un confronto con i nostri colleghi di
maggioranza.
Stiamo assistendo ad una guerra di posizione con la minoranza
ormai senza uscita. Non si tratta, dunque, di ridiscutere il programma (l’abbiamo costruito insieme ) ma di come portarlo
avanti, per chi e quindi con chi.
Mi spiego:
a) Un programma, è stato osservato, può essere anche portato avanti sulla carta a suon di
delibere.
Questo è ciò che non possiamo
accettare e questo è il reale rischio che maggiormente oggi si
avverte.
b) Dietro lo slogan « Sopra la
testa dei Comuni non si governa »
si nasconde una verità sulla quale abbiamo l’obbligo di meditare, anche sulla scorta di recenti
esperienz.e passate. Ferché non è
un problema che viene fuori oggi. che crea un malessere improvviso e, per induzione, uno spazio
strumentale per una crisi, ma
trova un suo riscontro ben preciso in una proposta dell’Avv.
Beri, allora assessore in C. M.,
in un convegno locale del
che proponeva il ricoinvolgimento di tutti i Comuni come nel
vecchio Consiglio di Valle sullo
specifico problema (allora) della
gestione dell’U.L.S. Tesi che la
C.M. fece propria in un documento ufficiale.
cl O'^gi certamente il problema si pone in altri termini, ma
con la stessa gravità ed importanza.
Si tratta, a nostro avviso, di
trovare un modo, un sistema che
ci permetta di sbloccare questa
situazione. E’ un impegno democratico cui noi non intendiamo
rinunciare a priori, al di là e al
di .sopra della D.C. che « Là dove
è in maggioranza non dà lo spazio che reclama altrove ».
di A noi deve interessare, come responsabili di un Ente pubblico, indipendentemente dall’appartenenza ad un partito politico,
che un servizio come per esempio
i distretti dell’U.L.S., siano realizz.ati ed operino al meglio e non
rimangano solo sulla carta.
Perché ciò avvenga occorre il
consenso e la partecipazione delle Amministrazioni Comunali, ci
piaccia o no, perché l’adesione
delle minoranze di quei Comuni,
anche se preziose, per legge non
sono sufficienti.
La tutela ed un uso corretto
del nostro territorio, lo sappiamo e lo vogliamo tutti, (chi vi
parla ne sa qualcosa!!!) si attua
Con un Piano Regolatore Intercomunale; ma se, nel nostro caso, taluni Comuni non lo adottano, o peggio, non intendono gestirlo insieme, cosa capita? I
progetti non si realizzano, il
coordinamento degli interventi a
livello di C.M. non avviene e il
territorio si compromette ulteriormente. E non serve trincerarsi dietro lo slogan « La colpa
è loro ».
« L’Eco del Chisone » obiettivamente ritiene che « la nostra
Comunità Montana è una delle
migliori Istituzioni del Comprensorio di Pinerolo » e l’articolista
termina « ricordando che le
strategie egemoniche non pagano... e che i liberali sono stati
realisti nell’accettare una convergenza in un Ente dove più che la
politica dovrebbe contare l’amministrazione ».
— Quale peso hanno per Lei,
Arch. Longo, questi attacchi alla
C. M. Val Pellice nella quale il
P.S.I. rappresenta una grossa
parte della sinistra locale, anche
di chi non sempre si identifica
col suo Partito, il quale però è
forza determinante in seno al
Consiglio?
— In questa fase di dibattito
io condivido l’analisi e le conclusioni dell’articolo comparso sul/’« Eco del Chisone » di questa
settimana a firma V.M., anche
perché penso, senza presunzione,
che sia stato soprattutto il F.S.I.
che abbia promosso ed attuato le
.scelte del 1975 e del 1980, ma non
posso trovarmi d’accordo sul giudizio drastico, definitivo, e finale
che « L’occasione persa in passato dalla D.C. in Valle (accordo
con le sinistre) non ritornerà
più », non lo posso accettare se
non altro per la gran massa di
gente che comunque la D.C. rappresentava allora e rappresenta
oggi.
Il muro contro muro, la guerra di posizione ad oltranza cui
Oggi assistiamo, non paga, non
serve e logora le parti che si fronteggiano. A mio avviso le cause
che non hanno ancora permesso
di individuare il modo che ci permetta di superare questo stato
di malessere e che ci mette in
cri.si (dimissioni comprese) oso
sperare non sono da ricercarsi
in una ricomposizione di numeri
o nella riformulazione di etichette, ma ne.1 quadro della nostra diversa formazione culturale e politica nei confronti della minoranza.
La filosofia, cioè, che informa
di sé l’approccio ad un problema
(sociale) e il modo di risolverlo.
Se questa è la causa, e se sulla
carta appare al momento insuperabile, noi Socialisti riteniamo
Un dovere farci carico di tentativi che ci portino a salvaguardare non solo l’immagine positiva
dell’Ente, ma anche a creare reali condizioni per il perseguimento degli obiettivi che ci siamo
prefissati nell’impostare il programma di legislatura.
Forse non approderemo a nulla, forse dai gruppi di sinistra
più puri saremo tacciati di deviazionismo e magari, perché
iscritti ad un partito politico, poco responsabili dei problemi sul
tappeto, certo è che la nostra è
una preoccupazione reale.
E non vorremmo che per opportunismo contingente non si
affrontasse il problema e che di
conseguenza a distanza di tempo,
a ragione, quello stesso giornalista dell’« Eco del Chisone », per
miopia politica, capovolgesse il
giudizio sulle forze politiche che
oggi governano la Comunità Montana Val Fellice.
— Fa strada a livello di amministratori dei Comuni della bassa valle l’idea di un "referendum”
per staccare i Comuni di Luserna
S. Giovanni, Bricherasio e Bibiana dalla Comunità Montana. Ci
può esprimere il suo giudizio su
questa ventilata proposta?
— Io non sono molto preoccupato sul piano istituzionale e legislativo per questa ventilata ipotesi di distacco formale di alcuni
Comuni. Sono seriamente preoccupato invece del mancato aggancio della C.M. con una parte
del territorio (la bassa Valle)
senza il quale per omogeneità, dimensione e risorse non si può
realizzare quella politica « socioeconomica » ( territoriale) che sta
alla base stessa della C. M., che
è la ragione di vita dell’ente.
Prima di congedarci e ringraziare l’Arch. Longo per l’attenzione che ci ha prestato, gli rivolgiamo le due ultime domande
concernenti la sua sfera personale.
— Per Lei, Consigliere, la partecipazione alla vita politica e
amministrativa della C.M. è considerata un servizio o è tesa verso altre mete?
— Sul piano personale — ci risponde Longo — non ci sono né
progetti né obiettivi politici. Ma
problemi concreti della C. M. che
tocca anche la mia coscienza.
Con questa affermazione voglio
fugare i dubbi che si fossero affacciati alla mente di qualcuno.
— Alla sua assenza notata all’Assemblea U.S.L. tenutasi il 25
novembre potrebbe essere dato
un carattere strumentale o causale. Quale dei due?
— Ero in Val di Susa per ragioni professionali — risponde
serenamente l’Arch. Longo — dove in un Comune si doveva discutere il piano regolatore. Tutto
qui.
Intervista a cura di
A. Kovacs
RORA’
Tiri miiitari
Giovedì 19 novembre la commissione per la liquidazione dei
danni causati dai tiri militari
ha provveduto a pagare gli indennizzi relativi alle ultime esercitazioni, di questa estate. Una
certa soddisfazione tra gli alpigiani, che a forza di protestare
hanno visto finalmente riconosciuta rinadeguatezza dei rimborsi concessi nel passato, e si
sono visti corrispondere una cifra considerevolmente maggiore.
Più prudenti gli amministratori comunali. Pur riconoscendo
che alcuni passi avanti si sono
compiuti, c’è ora da consolidare
i risultati raggiunti, perché ancora non sono chiari i criteri degli
indennizzi (la stessa legislazione
in proposito lascia spazio a interpretazioni diverse); e, inoltre,
la questione evidentemente non è
soltanto nel monetizzare i danni,
ma circoscriverli, al limite eliminarli.
Inoltre, un appuntamento importante si è avuto il 30 novembre sulla necessità di precisare
la bozza di convenzione tra gli
alti comandi e gli enti locali interessati, nel quadro complessivo
della Regione.
I recenti fatti che si sono verificati ad Usseaux, dove si prc>
pone di allestire un nuovo poligono, la sensibilizzazione ai problemi della pace, del disarrno,
delle servitù militari, dell’obiezione di coscienza, che sta crescendo, inducono a non dimissionare
proprio nel momento in cui qualche primo risultato sembra raggiunto. I grandi temi della pace
riusciranno a farsi strada, quando a partire dai piccoli fatti di
casa nostra si riuscirà a collegarsi ad un movimento di dimensioni europee, mondiali, senza
cadere nell’utopia da un lato, e
nella rivendicazione spicciola dall’altro.
S. R.
COMUNITÀ’ MONTANA VALLI CHISONE-GERMANASCA
No al poligono di Pian dell’Alpe
I problemi della Val Chisone
sono stati al centro delle decisioni prese dal Consiglio della
Comunità Montana riunitosi prima come assemblea dell’USL
n. 42 e poi come Consiglio vero
e proprio nella seduta del 26 novembre.
Ancora una volta è stata esaminata la situazione di Fra Catinai, rimasto ospedale per pochi residui pazienti e ormai in
fase di iniziata ristrutturazione.
Il sindaco di Fenestrelle, Giulio
Guigas, che più di ogni altro in
passato aveva espresso dubbi e
timori, soprattutto per le possibilità di occupazione degli ex-dipendenti, si è dichiarato assai
più ottimista dopo una serie di
incontri nei quali la Regione ha
dimostrato di volersi impegnare
seriamente per la trasformazione dell’ospedale in centro adatto
al turismo sociale.
Una relazione dell’Assessorato
allo sport, turismo e tempo libero della Regione Piemonte, benché mancante della parte economica, prevede la conclusione dei
primi interventi di sistemazione
per l’inizio delle vacanze dell’anno prossimo, per consentire al
Comune di Torino l’attuazione
del suo programma « Estate-ragazzi 1982 ». Se tutto procederà
come previsto, nel 1985 l’intero
complesso sarà ormai rinnovato
e funzionante a pieno ritmo.
A tarda ora, e in gran fretta,
è stato poi discusso il secondo
argomento importante della riunione: rinsediamento del poligono di tiro a Pian dell’Alpe nel
Comune di Usseaux. L’ordine del
giorno approvato dai presenti, ridotti a poco più del numero legale, è stato di unanime rifiuto
alla richiesta delle autorità militari. Il sindaco Richiardone di
Pinasca ha esposto l’analogo caso della zona di Gran Dubbione, dove pure si presenta il pericolo di avere i militari in casa
tutto l’anno. Per questo si è precisato che non si accettano richieste per poligoni di tiro stabili per tutto il territorio della
Comunità Montana.
L’assurdità della situazione è
apparsa in tutta la sua evidenza:
da un lato l’ente pubblico che
stanzia milioni per il miglioramento degli alpeggi e per il parco Orsiera-Rocciavré, miliardi
per mandare in vacanza a Pra
Catinai bambini e anziani e dall’altro l’esercito che, senza guardare in faccia nessuno, continua
a seminare distruzione e pericolo
dovunque gli conviene.
A questo punto c’è da domandarsi se i colloqui o gli ordini del
giorno serviranno a qualcosa,
oppure se anche nelle nostre valli non sarà necessario, come è
già accaduto altrove, battere la
strada della mobilitazione della
popolazione per una protesta di
massa.
L. V.
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4
CRONACA DELLE VALU
4 dicembre 1981
DIBATTITO SULLA PACE
Per un’Europa senza
dal Portogallo alla Polonia
Anche in Val Pellice qualcosa
si sta muovendo per il problema
della pace. Si è costituito recentemente un « Comitato per la difesa della pace e il disarmo » e
vi è stato la sera di venerdì 20
presso la Sala Operaia di Torre
Pellice un primo dibattito sull’argomento, che sarà seguito da
numerose altre iniziative di diversa natura. Il dibattito, organizzato dal giornale locale « Cronache del pinerolese», ha visto
gli interventi dell’on. Giuliana
Codrignani del gruppo indipendente della Camera, del pastore
Platone della Chiesa valdese di
Angrogna, del sacerdote cattolico don Franco Barbero, animatore e teologo delle Comunità di
Base.
Molto stimolanti le riflessioni
portate a contributo della discussione. L’on. Codrignani si è in
particolare soffermata a delineare una panoramica della situazione intemazionale e nazionale
in tema di pace ed equilibri militari. Importante la sua sottolineatura del fatto che, per andare ad un equilibrio mondiale che
SI regga su di una pace effettiva,
c più importante la risoluzione
della crisi economica mondiale
nel senso di un superamento
degli enormi squilibri esistenti
tra zona Nord e Sud del pianeta,
che non le questioni, pure importanti, tra Est ed Ovest. Per
quanto riguarda l’Italia si è visto il ruolo che essa occupa nella produzione e distribuzione di
armi (pur essendo il 4“ paese
esportatore nel mondo l’Italia
non ha una efficace legge democratica di controllo sull’esporta
zione delle armi); la necessità
di una legge migliore sul servizio
civile; il problema della riconversione industriale per quelle
aziende che producono armi. Il
past. Platone ha impostato il
suo intervento a partire dall’analisi dell’evoluzione storica dell’atteggiamento della Chiesa valdese nei confronti dei temi della
pace e della non-violenza. Analisi
che ha messo in rilievo la sostanziale continuità nei secoli di una
cultura non violenta, fedele alla
testimonianza evangelica (Sermone della Montagna). Si è partiti dal rifiuto diffuso nel valdismo medioevale della tortura,
della pena capitale, della guerra,
fino al recente documento sulla
pace del Sinodo 1981.
Platone ha proposto una lettura degli attuali problemi della
pace nel mondo, collegando strettamente la lotta per la pace con
la lotta per l’eliminazione di ogni
violenza e sfruttamento dell’uomo sull’uomo, dell’uomo sull’ambiente (ha ricordato infatti, a
questo proposito, come i giovani evangelici tedeschi nelle loro
manifestazioni pacifiste saldino
insieme non-violenza, ecologismo
e anti-nuclearismo).
Don Barbero si è riproposto,
invece, di analizzare la natura e
le prospettive dei movimenti di
massa sorti nei vari paesi europei al seguito della decisione
NATO sulla installazione degli
euromissili, centrando il proprio
intervento su tre punti fondamentali; le novità aperte dai movimenti di massa europei per la
pace; i rischi e le trappole in
cui possono cadere tali movimen
ti; gli aspetti costruttivi da valorizzare. Le novità consistono,
secondo Barbero, essenzialmente
nella ripresa da parte di larghe
masse popolari dell’iniziativa polìtica in prima persona. Ma le
trappole in cui si rischia di cadere sono molte: da quella di
farsi riassorbire da mutamenti
di rotta puramente formali nelle
politiche dei rispettivi governi,
a quella di cadere in un vuoto
politico, in una retorica della
pace, che non trovi sbocco in
una seria progettualità; da quella
dì non reggere i tempi lunghi, a
quella di farsi spezzare dai corporativismi delle varie forze politiche e religiose, che possono
pensare di rifarsi immagini ormai appannate cavalcando il problema della pace.
Ma a fronte di tali rischi si
possono mantenere e sviluppare
alcuni aspetti decisamente positivi dei movimenti: il protagonismo popolare e la creatività
dei movimenti per esempio, cercando di saldare le novità con
l’impegno delle istituzioni e dei
partiti. Inoltre, essenziale, i movimenti riusciranno a provocare
le trasformazioni storiche necessarie per la difesa della pace, solo se riusciranno a costruire un’etica nuova nelle coscienze, che si faccia carico della
speranza.
Al termine dei tre interventi
ufficiali si è sviluppato un ricco
dibattito tra i presenti in sala.
Dibattito che nella nostra valle
si svilupperà ancora a lungo nelle iniziative che il Comitato o
altri prenderanno.
Giovanni Borgarello
DIBATTITO
Il futuro del Collegio
Il 22 ottobre a Francoforte alcuni componenti del Partnerschaftlichen Arbeitskreises for
die Waldenser-Schulen in Torre
Pellice und Pomaretto (dr.
Klaus-Martin Beckmann, sig.
Brinkmann, pastore Wolfgang
Scherffig, sig. Fritz Lamparter,
past. Friedrich Weissinger, past.
Herbert Stollreiter) hanno ricevuto il Moderatore Giorgio Bouchard ed il Presidente del Comitato Marco Gay che hanno fornito aggiornate informazioni sulla vita e sui problemi delle nostre
scuole con particolare riferimento alle deliberazioni sinodali.
Gli amici Tedeschi hanno assicurato che, pur dovendo sostenere nuovi impegni in relazione
alla crisi economica che anche in
Germania si manifesta ed in paesi stranieri, continueranno per
il prossimo anno a contribuire
in misura molto importante per
consentire la realizzazione dei nostri programmi.
Il Comitato, vista la deliberazione del Sinodo che ha autorizzato la graduale chiusura della
Scuola Media di Torre Pellice,
ha visitato le Chiese delle Valli
che hanno convocato assemblee
per dibattere il problema.
A Torre Pellice ed a Pomaretto
vi sono state riunioni ben frequentate; a Luserna San Giovan
ni la situazione è stata discussa
con i genitori di numerosi studenti; a San Germano il problema Scuole Valdesi è stato esaminato a conclusione di una
giornata comunitaria.
È in programma ancora un incontro con i giovani della FGEI.
La commissione consultiva nominata dalla Tavola è al lavoro
e sin da ora il Comitato intende
assicurare che è in preparazione
un programma di potenziamen
I ’’CHABRIOLS”
in
CONCERTO
interpretazioni di brani
« country - folk ■ blues »
SABATO 5 DICEMBRE
ore 21,00 - Sala Albarin
LUSERNA SAN GIOVANNI
Nell’articolo « Ristrutturare il
Collegio » di Arturo A. Cericola,
pubblicato sull’Eco-Luce del 27
novembre, si auspicava la creazione di una commissione di docenti protestanti che operano
nelle scuole superiori o nelle Università per elaborare progetti
per il futuro del Collegio. Una
Commissione del genere, pur di
composizione diversa e più varia, già esiste; è stata nominata
dalla Tavola dopo l’ultimo Sinodo ed ha tenuto da allora diverse riunioni, esaminando le prospettive per la continuazione ed
il rilancio del Collegio. Ovviamente, data la ristrettezza dei
tempi, non è stato elaborato un
compiuto progetto a lunga scadenza. Tuttavia alcuni punti fermi sono già stati definiti. In primo luogo, si è ritenuto che la
particolare condizione giuridica
del Liceo (pareggiato) vada mantenuta. Ciò importa la conservazione delle caratteristiche essenziali di una scuola di tipo « classico » : caratteristiche che sono
sostanzialmente invariate nei
progetti di riforma della scuola
secondaria attualmente all’esame
del Parlamento, su cui la commissione ha mantenuto un costante aggiornamento.
In secondo luogo, la commissione indica la possibilità di un
futuro sviluppo del Collegio (e,
in generale, dell’asse culturale
delle Valli e di Torre Pellice come centro delle Valli stesse) nel
AGAPE: INCONTRO FGEI-VALLI - C.D.B.
Un ampio e fraterno
scambio di idee
Benché lo stesso giorno ci fosse a Torino un importante convegno regionale delle C.d.B., un
gran numero di membri della
Comunità cattolica di base di
Pinerolo è salito ad Agape, domenica 22 novembre, per rincontro con la FGEI-Valli.
La buona partecipazione numerica tanto della C.d.B. quanto
della EGEI ha sottolineato l’importanza di quel momento, che
ha segnato la ripresa ufficiale
dei contatti tra le due parti e
una tappa verso una collaborazione per un lavoro di ricerca comune.
L’incontro di Agape doveva
servire principalmente a fissare
i termini per la costituzione di
un collettivo teologico tra C.d.B.,
FGEI ed Agape; nei fatti si è
avuto un ampio scambio di idee
sulle attività, la struttura, i problemi dei rapporti interni e con
le rispettive Chiese che sia la
EGEI che la C.d.B. hanno.
Il Culto con Santa Cena, celebrato secondo la liturgia propria
della C.d.B. e presieduto dal past.
Ermanno Genre, direttore di
Agape, e Paola Bertozzi, ha dato
inizio alla giornata ; la predicazione sui primi due versetti del cap.
12 dell’Epistola agli Ebrei ha indicato quello che si voleva scaturisse dall’incontro e quel che
vuol essere il centro della collaborazione ; l’impegno comune
nel cammino lungo la via che
Gesù Cristo ha indicata.
Due relazioni hanno illustrato
la vita e le attività della FGEI
da una parte e della C.d.B. dall’altra: da entrambe è risultata
l’importanza della testimonianza
della Parola del Signore, dell’educazione alla fede e dell’impegno
sociale.
Si è ribadita la centralità della lettura della Bibbia, che è una
delle attività principali nella vita della C.d.B. e che la FGEI va
to del Ginnasio Liceo, con possibilità di ospitare a Torre Pellice
giovani che intendano compiervi
gli studi medi superiori.
Il Comitato confida quindi di
avere per il prossimo anno scolastico numerose richieste di
iscrizione al Ginnasio Liceo Classico Pareggiato (con corsi di lingue Francese, Inglese e Tedesco).
Il Comitato del Collegio
e della Scuola Latina
riaffermando.
Nel dibattito in gruppi si sono
affrontati poi i temi che le due
parti sentono più comuni: l’ecu-l
menismo, che si cerca di vivere'
più nei fatti che nelle parole; la
difficoltà dei rapporti con le comunità, per così dire, ufficiali.
Da parte evangelica si è riscontrata nella C.d.B. una posizione teologica e di vita comu,nitaria molto vicina a quella delle chiese protestanti, posizione
che rende alquanto difficile la vita della C.d.B. all’interno del
mondo cattolico odierno, legato
ancora a dogmi imposti spesso
da una tradizione non evangelica, e sui quali più difficile è da
sempre il confronto di idee tra
chiese evangeliche e chiesa romana; da questo lato tra C.d.B.
e FGEI (e le chiese evangeliche)
non ci dovrebbero essere punti
di sostanziale divergenza.
Le modalità pratiche di organizzazione del Collettivo teologico sono state affidate ad un comitato ristretto di persone.
Ad Agape si sono però già fissati alcuni punti importanti: gli
incontri si svolgeranno nell’arco
di una intera giornata, in modo
da avere più tempo per il confronto di idee e per la conoscenza reciproca; saranno in linea di
massima due entro maggio, per
non caricare troppo il calendario
già fitto di impegni sia per la
FGEI che per la C.d.B., e si svilupperanno su Un tema di comune interesse, introdotto da una
piccola commissione bilaterale.
Si sono delineati alcuni di questi temi, tra i quali la commissione, su indicazione dei gruppi
e della C.d.B., deciderà a quali
rivolgere la propria attenzione;
la questione del lavoro, la soggettività, i ministeri nella chiesa,
l’uomo nuovo, la teologìa della
resistenza.
Paolo Gay
TORRE PELLICE: AL CENTRO D’INCONTRO
I pensionati e ii "ticket
II
la valorizzazione delle caratteristiche europee e « frontaliere »
che emergono dalla storia e dalla stessa collocazione geografica.
In questo senso sono in corso
diversi contatti con organismi
nazionali ed internazionali per
verificare le concrete possibilità
di inserire il Collegio in un circuito europeo di sperimentazione didattica.
Non si tratta, evidentemente,
di progetti di immediata realizzazione; alla luce comunque delle prospettive indicate, la commissione ritiene di indicare al
Comitato per il Collegio le seguenti prospettive di breve e medio periodo: a) mantenimento
dell’attuale Liceo-Ginnasio, con
garanzia assoluta agli iscritti del
compimento del ciclo quinquennale di studi; b) rafforzamento
della qualità dell’insegnamento,
ed in particolare dei corsi di lingue, già attualmente previsti, a
completamento dei programmi
ministeriali: c) allargamento del
numero degli iscritti al di fuori
dell’ambito locale e « valligiano »,
attraverso la predisposizione di
almeno venti posti-convitto in
collaborazione con la Foresteria
di Torre Pellice, a partire dall’anno scolastico 1982-83. Queste
iniziative hanno lo scopo di rafforzare l’attuale struttura e contemporaneamente di orientarla
verso i futuri sviluppi.
La commissione consultiva
per le scuole valdesi
Martedì. 17 novembre u. s., con
inizio alle ore 14.30, ha avuto luogo presso il Centro d’incontro
del Comune di Torre Pellice una
assemblea dei pensionati con la
partecipazione di 45 intervenuti.
La riunione è stata aperta da
Carlo Battaglia che ha trattato
il primo punto all’ordine del giorno cioè la situazione sanitaria in
Val Pellice con un particolare riferimento al problema attuale
del ticket, riguardante in modo
particolare la categoria dei pensionati che nella Valle sono più
di seimila unità. Il discorso di
Battaglia si è rivolto particolarmente all’USL, Ente interessato
ai problemi sanitari.
Hanno presenziato alla riunione la prof.ssa Franca Coisson,
Presidente della Comunità Montana e la Signora Michialino delruSL. La prof.ssa Coisson ha
fatto un intervento, spiegando
ai presenti la funzione degli
enti sanitari e quanto possa
svolgere, in questo campo, la Comunità Montana con i mezzi che
sono stati messi a sua disposizione. La Signora Michialino ha
spiegato ai pensionati presenti
le procedure tecniche necessarie
agli esoneri dal ticket sui medi
cinali, dicendosi sempre disposta a dare quei dovuti consigli
nella sede dell’USL, in Via XXV
aprile in Torre Pellice.
Battaglia si è ancora soffermato sulle attuali condizioni di vita
dei pensionati, sulla loro dovuta
partecipazione alla vita politica
del paese, sui rapporti, in campo sanitario, con i medici con
parità di diritti. Ha quindi trattato il secondo punto messo all’ordine del giorno cioè il colloquio avuto dai rappresentanti
della lega dei pensionati Val Pellice con il Sindaco di Torre Pellice nel quale sono stati trattati
alcuni argomenti tra i quali la
formazione delle Commissioni
comunali, con la partecipazione
di rappresentanti dei pensionati,
il problema della casa, l’ufficio
di collocamento e l’equo canone.
Vi sono stati poi alcuni interventi, fra i quali uno del sig. Kovacs, sempre in campo sanitario,
e del prof. Mario Rivoir sui rapporti con il Comune, essendo stato eletto Consigliere comunale
come rappresentante della categoria dei pensionati. L’assemblea
si è sciolta alle ore 16.
M. R.
Notizie utili
Concorsi pubblici
Sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte del 4 novembre
è riportato il seguente concorso pubblico che interessa la nostra
zona:
• Città di Pinerolo:
Concorso pubblico, per titoli ed esami per tre posti di Operatore Tecnico (livello 3“ - L. 3.012.000).
Presentazione domande: entro ore 17 deU’11.12.1981. Età minima
anni 18, massima 35 salvo eccezioni di legge.
Titolo richiesto: licenza della scuola dell’obbligo.
Per informazioni rivolgersi alla Segreteria Comunale.
5
4 dicembre 1981
CRONACA DELLE VALLI
5
ASSEMBLEA DEL II CIRCUITO
Strategia delle Valli
PRAROSTINO
Domenica, 15 novembre, ha
avuto luogo l’Assemblea del II
Circuito nei locali della Chiesa
Valdese di Pinerolo. L’Assemblea
ha iniziato il suo lavoro alle ore
14 dopo il culto e un pranzo insieme.
Per la giornata del predicatore
locale, domenica 6 dicembre, è
stato deciso, come l’anno scorso, di chiedere ai predicatori locali di presiedere ai culti nelle
varie chiese del Circuito. Dopo
un pranzo insieme a San Secondo, ci sarà una discussione sulla
preparazione teologica e omiletica per tutti coloro che sono impegnati nella predicazione dell’Evangelo.
Dopo una discussione sulla
problematica giovanile, dove purtroppo era presente solo un rappresentante delle attività giovanili, è stato deciso di prendere
contatto con le persone impegnate in questo settore per coordinare future attività. Sarà studiato anche da parte del Consiglio
la possibilità di organizzare incontri per i giovani e per i catecumeni ad Agape.
Il documento della Tavola,
« Per una strategia delle Valli
Valdesi » è stato preso in esame
per vedere in che modo possa
essere utilizzato. Un rappresentante da ogni comunità formerà
un comitato per coordinare questa riflessione e proporre indicazioni concrete per il prossimo
futuro.
Infine l’Assemblea ha preso visione delle attività evangelistiche
programmate nelle varie chiese
quest’anno. Il Circuito darà il
suo appoggio alle giornate evangelistiche a Chivasso il 15-16 maggio.
Dopo aver deciso una quota di
finanziamento da parte di ogni
chiesa per le attività del Circuito, l’Assemblea è terminata con
il canto del Padre nostro e un
thè offerto dalla Comunità di
Pinerolo.
T. N.
2» CIRCUITO
Giornata del
predicatore laico
Per la Giornata del Predicatore locale il II Circuito ha organizzato un’agape fraterna seguita da una
discussione sul tema : la
preparazione teologica e
omiletica per la predicazione dell’Evangelo oggi.
L’incontro avrà luogo domenica 6 dicembre nella
Sala Valdese di San Secondo. Il pran.zo è previsto
alle ore 12.45, la discussione alle ore 14.30, la chiusura alle ore 17.
Sono invitati i predicatori locali e i lettori del I Distretto e tutti coloro che
sono desiderosi di un approfondimento biblico per
la trasmissione dell’Evangelo.
Prenotarsi per il pranzo
oresso la sig.ra Lidia Longo Gardiol, tei. 500621, San
Secondo.
RORA’
PRAMOLLO
Il 6 dicembre, in occasione
della domenica dedicata ai predicatori locali, sarà in mezzo a
noi il fratello Attilio Fornerone
che presiederà il culto.
• Ricordiamo che tutti coloro
che desiderano far parte della
filodrammatica sono invitati a
partecipare alla riunione che si
terrà nel pomeriggio alle ore 15
a Ruata.
• Martedì 8 dicembre alle ore
14.30 si riunirà l’Unione Femminile.
INCONTRO COLLABORATORI
L’Eco a 12 pagine
Sabato 12 dicembre presso la Foresteria Valdese di
Torre Pellice avrà luogo l’incontro dei collaboratori
col seguente programma:
ore 16 - arrivo e apertura.
ore 16,30-19/20-22 - Presentazione del nuovo Eco,
problemi e programmi.
ore 19 - cena offerta dalla redazione.
Sono invitati tutti gli attuali e futuri collaboratori.
Per ragioni organizzative si prega segnalare la partecipazione entro giovedì 10 al n. 91373 (Domenico
Abate).
In via Roma 8/ang. Corso Gramsci a TORRE PELLICE
da
Daniela Romano
TROVATE PER IL NATALE
IDEE PER REGALI
con PRODOTTI DI CLASSE
prodotti naturali e dietetici - thè - mieli
vini selezionati - specialità alimentari - liquori
GIUSTI PREZZI
La nostra sorella Matilde Gay
in Bonjour ha terminato la sua
corsa terrena sabato 14 novembre all’Ospedale Civile di Pinerolo dove era stata ricoverata
da alcuni giorni. Era pronta per
tornare a casa quando è stata
colta da improvviso dolore e, poche ore dopo, decedeva.
E’ stata per una lunga serie di
anni vicepresidente della nostra
Unione Femminile, e membro attivo della nostra comunità. Essa
ci lascia una grande testimonianza di fede e di impegno per l’opera del Signore.
I funerali hanno avuto luogo
lunedì, 16 novembre nel Tempio
di San Bartolomeo.
Al nostro fratello Paolo Bonjour e a tutti i parenti in lutto,
rinnoviamo la nostra simpatia
cristiana. Iddio consoli i loro
cuori con la luce meravigliosa
delle sue promesse divine.
PINEROLO
Sabato 5 dicembre, alle ore
20.30, la corale di Villar-Bobbio,
diretta da Dino Ciesch, terrà un
concerto nei locali comunitari.
Tutti sono cordialmente invitati.
SAN GERMANO
® In occasione della Giornata
del predicatore locale, il culto
con Santa Cena del 6 dicembre
sarà presieduto dal fratello Renzo Turinetto al quale diamo fin
d’ora un caldo benvenuto.
VILLAR PELLICE
Domenica 6 dicembre si svolgerà a Villar Pellice una nuova
giornata pro-Miramonti. Per la
occasione sarà allestito un bazar
con un buffet ed altri intrattenimenti vari.
La manifestazione inizierà dopo il culto e proseguirà poi per
tutto il pomeriggio dando modo
ai presenti, che speriamo come
sempre numerosi, di rendersi
conto dei lavori già effettuati
nello stabile e delle necessità future. Nelle scorse settimane sono
stati portati a termine i lavori
murari e si spera ora che gli altri ancora da compiere possano
proseguire il più in fretta possibile.
TORRE PELLICE
Il 13 dicembre avrà luogo la
Assemblea di Chiesa dedicata all’esame del bilancio preventivo
per il 1982. Inoltre il gruppo di
studio sul Battesimo presenterà
un resoconto del suo lavoro.
• Ricordiamo il Bazar delle
Missioni che avrà luogo alla Foresteria il 6 dicembre alle ore
14.45.
In occasione della giornata dei
« predicatori locali » domenica
6 dicembre udremo la predicazione di Ruth Tourn che ringraziamo fin da ora.
• L’Unione femminile invita
tutti gli amici al bazar che si terrà martedì 8 dicembre alle ore
14,30 e spera vivamente che molti
accetteranno l’invito.
Convegno
FGEI-Valli
Sabato 5 e domenica 6
dicembre, a Bobbio Pellice,
avrà luogo un convegno
organizzato dalla Fgei-Valli
sul tema ; « La Chiesa riformata. Strategia alle Valli ».
Programma :
Sabato 5 - ore 17; relazione di Claudio Tron sul
documento della Tavola
Valdese « Per una strategia
delle Valli Valdesi ». Ore
18-20: dibattito sulla relazione.
Domenica 6 - ore 9,30;
relazione di Sergio Ribet
su : « La chiesa riformata ;
rapporti tra gruppi FGEI
e comunità locali ». Ore
10,30; culto con la comunità di Bobbio. Ore 15: lavoro in gruppi. Ore 18; chiusura del convegno.
Il tema è importante :
partecipate numerosi! Chi
vuole pernottare a Bobbio
deve portarsi sacco a pelo
e materassino. Saranno offerte minestrone e pastasciutta. Portare panini.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
ANGROGNA
I CRISTIANI E LA PACE
Sabato 5 dicembre, alle 20,30,
si terrà, nella Sala Unionista di
Angrogna, un incontro ecumenico, aperto a tutti, sui temi della
pace, con riferimento alle posizioni delle chiese cattolica e valdese. Introdurranno: Francesco
Ricca, sacerdote, e il past. Giuseppe Platone. Segue dibattito e
proiezione di diapositive sulla
manifestazione pacifista di Amburgo.
• L’Unione Femminile si incontra domenica 6 dicembre alle
14,30 al Capoluogo.
• Per ragioni di spazio siamo
costretti a rinviare e a tagliare diversi articoli. Ci scusiamo coi lettori e collaboratori.
1° CIRCUITO VAL PELLICE
Venerdì 4 dicembre 1981 alle ore 20.30 nel Salone Comunale
— Viale della Rimembranza — Torre Pellice
DIBATTITO PUBBLICO
COSTRUIRE LA PACE
Intervengono:
« Riarmo: cosa c’è dietro? » - M. Gosso, professore di storia
contemporanea al Magistero di Torino.
« Il cristiano tra guerra e pace » - E. Genre, pastore valdese,
direttore del Centro Ecumenico di Agape.
Introduce il sovrintendente di Circuito past. G. Platone.
PERRERO
MASSELLO
Un culto di ringraziamento ed
un’agape comunitaria hanno fatto trascorrere, domenica scorsa,
ai membri della nostra comunità una giornata di vera comunione fraterna che, inserita nella serie di manifestazioni per i 175
anni del tempio, è stata forse la
più commovente per rincontro
con alcuni pastori che negli ultimi decenni hanno avuto cura della nostra comunità.
Erano presenti i pastori Lorenzo Rivoira, Gianni Bogo e Alberto Taccia che, con il pastore
Achille Eieodato, all’estero per
impegni e del quale è stata data
lettura di un messaggio, ed il pastore Roberto Jahier, ricordato
con affetto e simpatia, hanno lasciato durante il loro ministero,
breve o lungo, un ricordo che
ogni "sengianino” conserva caro
nel proprio cuore. Un ricordo
che, se non ha potuto essere
espresso a parole, è stato dimostrato, domenica, attraverso una
effusione di affetto sincero.
I loro messaggi, che hanno rievocato rimembranze di anni lontani, ma che ci hanno anche richiamato alla nostra responsabilità di chiesa delle valli nei confronti del mondo di fuori, sono
stati particolarmente recepiti e
gli applausi dei presenti hanno
voluto significare la promessa
per un impegno di fedele testimonianza al Signore.
Molto interessanti le note storiche esposte dal pastore Bellion
sui fratelli dissidenti della fine
del secolo scorso e la lettura di
curiose lettere inedite scovate
nell’archivio parrocchiale e commentate con arguta eloquenza.
Una relazione da parte dell’architetto Marco De Bettini sulla
ristrutturazione del tempio, con
proiezioni di diapositive, da lui
stesso riprese con abili acrobazie sui ponti, che ci hanno messo
in evidenza le difficoltà dei lavori, le... sorprese riscontrate, i pregi e i difetti dei costruttori di
questo antico tempio, ha chiuso
in bellezza la giornata che è stata per tutti motivo di gioia e di
riconoscenza.
Nel pomeriggio di domenica
1.3 c. m., con un concerto nel
tempio da parte delle corali di
Villar-Bobbio Pellice e Luserna
San Giovanni, avrà termine il
ciclo delle manifestazioni per
l’anniversario del tempio, manifestazioni che sono state un’occasione di festa ma che devono
anche essere motivo di richiamo
alla nostra responsabilità di cristiani.
I lavori continuano e la Commissione Stabili, mentre esprime
la sua viva riconoscenza a quanti hanno voluto manifestare la
loro solidarietà per sostenere i
costi non indifferenti di questi
lavori, asnetta fiduciosa che la
stessa solidarietà venga espressa ancora da molti altri.
SAN SECONDO
Si sono trasferiti a Ferrerò da
Pomaretto Peyrot Franco e
Yvonne, con i figli Claudio e Roberto. Un benvenuto a questa
famiglia con l’augurio di un buon
inserimento nella comunità.
• A Massello è mancata Pons
Maddalena ved. Micol, di 94 anni. Ai figli e ai parenti tutti esprimiamo la simpatia della comunità.
POMARETTO
Queste le prossime riunioni
quartierali; mercoledì 9 dicembre alle ore 20, Inverso Clot;
giovedì, lo dicembre alle ore 20.30
ai Maurini.
« Se viviamo, viviamo per il Sipriore; se moriamo, moriamo per
il Signore ».
(Romani 14: 8)
Il giorno 22 novembre 1981 è mancata
Elma Bouchard
Lo annunciano la sorella Elvira, ì
fratelli Edvico, Alberto e Gustavo; le
cognate, i nipoti e tutti i parenti.
La famiglia ringrazia l’amica Lillina
Bert e tutti quanti nella circostanza
hanno espresso la loro solidarietà.
S. Germano Chisone, 30 novembre ’81
AVVISI ECONOMICI
TRASLOCHI e trasporti per qualsiasi
destinazione, preventivi a richiesta :
Sala Giulio, via Belfiore 83 - Niohefino - tei. (011) 6270463 - 6272322.
SACRA BIBBIA, versione italiana di
Giovanni Diodati (1875), vendesi.
Telefonare 90469.
SIGNORA anziana sola residente in
Torino cerca persona di mezza età o
pensionata come aiuto domestico e
compagnia. Telefonare ore pasti
011/584685 oppure 011/597046.
• Domenica prossima 6 dicembre, in occasione della Giornata
del predicatore, il culto sarà tenuto dal Fratello Umberto Rovara della Chiesa di S. Giovanni.
Dopo il culto i predicatori laici
ed i lettori del Circuito si riuniranno nella sala per un pranzo
in comune preparato dalle Sorelle della nostra Unione Femminile. Questo pranzo fraterno vuole
anche essere un’occasione di incontro tra i predicatori laici e
lettori ed i membri della nostra
comunità. Si prevedono quindi
anche alcuni posti per i membri
della Chiesa di S. Secondo. Chi
desidera partecipare a questo
pranzo in comune lo segnali al
pastore entro la mattina di sabato 5 dicembre.
COMUNITÀ' MONTANA
VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva ■ festiva
dai sabato ore 14 al lunedì ore 8
dalle ore 14 della viglila del giorno festivo infrasettimanale alle
8 del giorno successivo presso
I OSPEDALE MAURIZIANO - Lih
serna San Giovanni - Tel. 90884.
Nella notte del giorni feriali, dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato, domenica e vigilia del festivi) presso rOSPEDALE VAL
DESE - Torre Pellice - Tel. 933433.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva e notturna
DOMENICA 6 DICEMBRE 1981
Torre Pellice: FARMACIA MUSTON - Via Repubblica. 22 Tel. 91.328.
MARTEDÌ' 8 DICEMBRE 1981
Luserna San Giovanni: FARMACIA SAVELLONI - Via F. Blando 4 - Luserna Alta - Tel. 90223.
CHIUSURE INFRASETTIMANALI
A Torra Pellice: martedì chiusa
la farmacia Muston, giovedì chiusa la farmacia Internazionale.
A Luserna San Giovanni: mercoledì chiusa la farmacia Preti,
giovedì chiusa la farmacia Gaietto.
AUTOAMBULANZA
SERVIZI FERIALI E FESTIVI
Croce Rossa - Torre Pellice
Telef. 91.288
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91365 - 91300
Luserna S.G.: Tel. 90884 - 90205
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL CHISONE-GERMANASCA
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
dal sabato ore 14 al lunedì ore 8,
dalle ore 14 della viglila del
giorni festivi alle ore 8 del giorni
successivi al festivi
le notti dalle ore 20 alle 8.
II recapito del servizio è pressa
la CROCE VERDE di Porosa Argentina - Tel. 81.000.
GUARDIA FARMACEUTICA
festiva e notturna
DOMENICA 6 DICEMBRE 1981
S. Germano Chisone: FARMACIA TRON - Tel. 58766.
Perrero
FARMACIA VALLETTI - V. Monte Nero, 27 - Tel. 848827.
MARTEDÌ' 8 DICEMBRE 1981
PInasca
FARMACIA BERTORELLO - Via
Nazionale, 22 - Tel. 840707.
AUTOAMBULANZA
Croce Verde Pinerolo - Tel. 22664
Croce Verde Porte - Tel. 201454
Croce Verde Porosa - Tel. 81000
6
4 dicembre 19g 1
UOMO E SOCIETÀ’
CATANIA: PACE E DISARMO
Emarginazione e devianza
I concetti che indicano l’esclusione dalla società si riferiscono a realtà ’’naturali” o a forzature create dai diversi tipi di società?
Roberta Muzzone, monitrice nella Chiesa valdese di Torino e laureanda in sociologia, si è diplomata l’anno scorso
Assistente Sociale discutendo una tesi su « Emarginazione e
devianza minorile: cause, modalità d'intervento, ruolo dell'operatore sociale » derivante da un’esperienza di tirocinio
svolto presso il Tribunale per i Minorenni di Torino (anno
1979-80).
La tesi comprende una parte teorica (definizione di termini come emarginazione e devianza, disadattamento e recupero; adolescenza, famiglia, svantaggio culturale e sociale) e
una pratica centrata sullo studio di 50 situazioni di carenza e
di disagio derivanti da vicende personali e del nucleo familiare. Lo scopo della ricerca era duplice: verificare se la. famiglia, in determinate circostanze, possa essere causa di disadattamento e di emarginazione; esaminare l’efficacia delle
diverse alternative che una comunità considera per «recuperare » o « reintegrare » i soggetti emarginati, il tipo di personalità che queste iniziative intendono « ricostruire », il ruolo
degli operatori sociali e i problemi più importanti connessi
al « recupero ».
Abbiamo chiesto a Roberta Muzzone una sintesi della sua
ricerca e la presentiamo ai lettori dell’Eco-Luce in due articoli, su questo e sul prossimo numero.
La devianza è un concetto sociologico che ha una specificità
storica, a seconda della società
di cui si parla: infatti all’interno
di una determinata società vengono considerati devianti determinati comportamenti, che non
sono ritenuti tali in un’altra società; fanno eccezione solo alcuni atti che sono giudicati devianti in tutte le società, indipendentemente dall’epoca storica: stupro, incesto, omicidio.
La società italiana odierna definisce « deviante » ogni comportamento che si scosta dalle norme socialmente riconosciute, che
infrange determinate regole, ritenute la cosa più importante,
a cui tutti devono adeguarsi.
Nella nostra società il comportamento deviante viene giudicato
immediatamente come tale ed
è socialmente costruito e presentato secondo determinati schemi interpretativi, che hanno di
volta in volta privilegiato determinate dimensioni, nel tentativo
di unificare eventi tra loro eterogenei, non riconducibili ad
un’unica definizione e che trovano una generica condizione di
sanzionabilità tramite l’etichetta
della devianza e dell’apparato assistenziale che le sta dietro. Il
termine « devianza » ha, almeno
apparentemente, una connotazione di neutralità e di oggettività ed ha la caratteristica di coprire i fenomeni più vari (non
solo gli atti repressi dal sistema
sociale, ma anche tutti i comportamenti « diversi », fra loro
eterogenei). Alla fine, per ora,
del suo cammino storico, il termine « devianza » tende ad entrare in parallelo con la nozione di
« diversità ». Devianza implica un
riferimento alle norme; diversità
non ha più alcuna traccia di normatività, o almeno rivendica la
Comitato di Redazione: Franco
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- La Luce »: Autor. Tribunale di
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• L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N, 175, 8 luglio 1960
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
possibilità di un’esistenza al di
fuori delle norme o contro di
esse.
L’emarginazione implica razione di un soggetto emarginante, la società, nei confronti dell’emarginato, di colui cioè che
viene posto ai margini, escluso
dalla vita sociale, punito, rinchiuso, isolato. Quest’azione emarginante da parte della società dei « normali » ha una precisa spiegazione, da ricercarsi nella « anormalità » o nella « diversità » o addirittura nella « devianza » attribuita a chi viene
emarginato. L’emarginazione sociale consiste in tutti quei provvedimenti, spesso a carattere punitivo, che la società mette in
atto verso chi non sta, per qualsiasi motivo, alle « regole » che
quella società si è data. L’« emarginato », in realtà, è tale in quan
to così ha stabilito il tipo di società che ne ha decretato l’emarginazione.
Anche se ai nostri giorni si
può essere « diversi » senza incorrere nella censura degli altri
quasi automaticamente, come
succedeva un tempo in una società più chiusa e tradizionalista,
tuttavia la « stigmatizzazione »
della devianza da parte della società è un fatto sempre attuale.
Lo « stigma sociale » è il marchio,
l’etichetta che « bolla » alcune
persone, a volte in modo ufficiale (con una cartella clinica o
con una condanna), molte altre
volte invece attraverso il giudizio delle persone che stanno più
vicino all’emarginato ed hanno il
potere e l’autorità per farlo (i
genitori nei confronti di un figlio ritenuto matto o anormale,
gli insegnanti nei riguardi di un
alunno considerato incapace o
fannullone). L’etichetta di deviante colpisce però solo alcuni
di coloro che trasgrediscono le
norme, discriminandoli da altri
trasgressori che, per una serie
di privilegi sociali, economici,
culturali, giuridici, non incorrono nelle sanzioni della società.
L’apposizione del « marchio » di
deviante dipende dalle scelte e
dalle vie intraprese nei riguardi
del trasgressore, in quanto le
istituzioni statali e locali stigmatizzano, mentre quelle private, a
pagamento, non stigmatizzano
affatto.
L’emarginazione è un fenomeno sociale, nel senso che è il
gruppo che emargina alcune persone, discriminandole dalle altre.
(1 - Continua).
Roberta Muzzone
Fondo di solidarietà
Pubblichiamo un nuovo elenco delle offerte che ci sono pervenute, ricordando ai lettori che
esse vanno inviate al conto corr.
postale n. 11234101 intestato a
La Luce, fondo di solidarietà, Torino. Con l’occasione preghiamo
coloro che rinnovano l’abbonamento al nostro settimanale di
non inviare i versamenti tramite
il suddetto conto. Ce n’è un altro
per questo scopo, chiaramente
indicato nel tassello redazionale,
alla voce « Redazione ed Amministrazione »: come si può immaginare, la cosa porta ad un doppio lavoro, non solo, ma, dati i
ritardi dei relativi accreditamenti, gli abbonati (che a loro volta
rinnovino tardivamente gli abbonamenti) corrono il rischio di
essere temporaneamente esclusi
dall’invio del giornale.
Prima di dare l’elenco aggiornato, desideriamo anche noi ricordare la recente scomparsa del
caro fratello Pasquale Corbo di
Campobasso. Egli è stato infatti
uno dei primissimi sottoscrittori
di questa iniziativa, a partire dall’ormai lontano 1968: con puntualità cronometrica, dall’ottobre di
UN APPELLO URGENTE
Medici per l’Angola
L’ospedale municipale di
Sanza Rombo nel Nord dell’Angola ha urgentemente bisogno di due medici. L’ospedale dipende dal servizio sanitario nazionale della Repubblica Popolare dell’Angola ma
il lavoro è organizzato in stretta collaborazione con la Chiesa Evangelica Riformata dell'Angola.
Sanza Pombo è una regione
rurale con 300.000 abitanti.
Una parte della popolazione è
vissuta fino al 1975, per 14 anni, in esilio nel Sud dello Zaire
e parla un po’ il francese ed il
portoghese. Il clima è subtropicale.
L’ospedale ha 30 letti in medicina, più maternità e sala di
operazioni. Ci sono 3 unità di
lavoro: chirurgia, maternitàpediatria, medicina.
Non ci sono più dottori da
due anni, il lavoro è da rilanciare con un’ équipe medica
(2 dottori, 1 infermiera-ostetrica, 1 infermiera capace di lavorare nella sala chirurgica).
Per informazioni rivolgersi
a R. Co'isson - 10060 Pomaretto - Tel. (0121) 81288.
Il movimento di fronte
alle reazioni dei partiti
quell’anno e fino al 29 luglio del
1981 ha inviato il suo contributo
mensile per ben 143 volte, accompagnandolo sempre con parole di
incoraggiamento e di apprezzamento.
Mentre ricordiamo che le attuali destinazioni del Fondo sono dedicate alle campagne del
C.E.C. contro la fame nel mondo e contro il razzismo, ed a sostegno dell’iniziativa della Federazione delle Chiese evangeliche
a favore dei terremotati del Sud
diamo l’elenco delle offerte:
Chiesa valdese Susa L. 50.000; L.
Corbo in memoria del papà 5.000; RMFC
11.000; G. Conti 20.000; Anna 5.000; Andrea 5.000; N.N. (Giudici) 10.000; G. Molinari 20.000; E. P. 150.000; N.N. Torre
Pellice 75.000; Precatechismo Chiesa
valdese Torre Pellice 48.000; Scuola domenicale Torre Pellice 1“ gruppo 38
mila; Idem 1“ media 10.500; M. E. Bein
50.000; M. Bein Buzzi 10.000; N.N.
(Chiesa San Secondo) 20.000; L.
Buttazzoni 100.000; J. e R. Tomasini
(due vers.) 100.000.
Tot. L. 727.500; prec. L. 3.008.547;
in cassa L. 3.736.047.
Duemilacinquecento, forse tremila persone hanno partecipato
venerdì, 20 novembre alla manifestazione provinciale indetta dal
Comitato unitario per la pace e
per il disarmo di Catania. Un
numero non disprezzabile, ma
che resta al di sotto delle aspettative e ben lontano — anche in
proporzione — da quello di Comiso o di Roma. Certo occorre
mettere nel conto la fisionomia
della città — essenzialmente terziaria, conservatrice e diffidente
nei confronti di tutto ciò che sa
di politica — nonché delToggettiva difficoltà, da parte dei Comitati della provincia, di garantire una partecipazione di massa
in un giorno feriale. Ci riesce
però difiìcile attribuire per intero lo scarso successo dell’iniziativa all’infelice scelta dei tempi
e dei metodi di lotta. Da un osservatorio decentrato come quello catanese si prova la sensazione che la lotta per il disarmo sia
giunta ad una svolta: se è vero
che le grandi mobilitazioni del
mese scorso hanno caricato di
entusiasmo un movimento giovane e multiforme, è altrettanto
vero che quest’ultimo si trova ora
a dover fare i conti con la reazione, invero assai oculata, delle
forze politiche avverse, a livello
nazionale e internazionale.
Calata — come era prevedibile — la pressione della piazza,
si aprono spazi ai giochi fra i
partiti, favoriti dalle ultime prese di posizione di Reagan e di
Breznev, nuove nella forma, ma
altrettanto inaccettabili nei contenuti : da una risentita avversione nei confronti della volontà di
autonomia espressa da milioni di
europei si passa ora a una vera
e propria presa in giro del movimento e, quel che è peggio, con
la complicità dei governi europei e di alcuni partiti socialisti.
In particolare, il PSI si riscopre
adesso partito della pace, senza
per altro mutare opinione nei
confronti del progetto di Comiso e nello stesso tempo in cui
approva rinvio di un contingente militare italiano all’estero —
fatto senza precedenti nel dopoguerra — e un bilancio che prevede un aumento delle spese militari pari al 35%, a scapito della
spesa pubblica per l’assistenza e
per l’istruzione. Alla manifestazione sindacale di Palermo (29
novembre) aderiscono, oltre ai
vari Comitati e al PSI, perfino i
democristiani siciliani, si può solo immaginare in base a quali
parole d’ordine.
C’è insomma chi lavora per
annacquare il movimento per la
pace e per impedirgli di sedimentare, di trasformarsi cioè in qualcosa di duraturo oltre che di popolare. Né si può affermare che
i Comitati siano ormai divenùti
quegli organismi sufficientemente corazzati e controllati dalla
base che soli sarebbero in grado
di fronteggiare manovre più o
meno subdole.
Nel Comitato di Catania ad
esempio hanno finora giocato un
ruolo decisivo il PCI e FARCI,
entrambi tutt’altro che immuni
nei confronti delle lusinghe del
PSI e tutt’altro che critici nei
confronti delle ambigue posizioni del sindacato. Ovvio che, ¡in
una situazione come questa, noi
altri evangelici ci si trovi piuttosto a disagio, stretti come siarho
fra il pericolo di finire legati | al
carrozzone di questo o di quel
partito e la tentazione di prose.guire la lotta da soli (per non
parlare di quei membri di chiesa
che si oppongono a qualsiasi iniziativa contro il riarmo).
Alla riuscita della manifestazione del 20 abbiamo collaborato come potevamo : partecipando direttamente alla sua organizzazione ; stampando e distribuendo nella città un nostro volantino — firmato dalla Chiesa
battista di Catania, dal XVI Circuito valdese-metodista, dall’Esercito della Salvezza, dalla
FCEI, dalla FGEI — insieme don
quello del Comitato; intervenendo a una trasmissione televisiva
locale ; cercando di coinvolgere
— con qualche successo —' le
Chiese pentecostali, avventigte,
apostoliche, le comunità di base; sfilando in una quarantina
sotto lo striscione unitario « (Cristiani per la pace », con cartejlloni recanti versetti biblici e con
un’auto dotata di altoparlanti
che invitavano i credenti tutti a
lottare insieme con noi per una
Sicilia senza missili, ma più a
misura d’uomo ; infine garantendo il comizio conclusivo con
l’intervento del pastore BerUtti
a nome del Comitato. In qualche
modo, abbiamo cercato di dqre
una mano per far capire alla
gente che la questione del riarmo non riguarda solo i govèrni
e i partiti; la strada è però ¡ancora lunga e sembra tramutarsi
in una strettoia, nella quale potrebbe riuscirci più faticoso e
meno gratificante testimoniare
della nostra fede.
Bruno Gabrielli
Dio inizia con due donne
(segue da pag. 1)
to allo stupore di Maria per le
grandi cose annunciate: la venuta del Messia, il ristabilimento
del regno di Israele, ovvero una
Signoria di Dio su un mondo riconciliato.
Nulla poteva far pensare che
Dio potesse così capovolgere la
storia degli uomini, proprio attraverso queste due donne: certo gli antichi profeti lo avevano
annunciato e questa era la speranza di Israele. Maria lo sapeva
e tutto ci fa pensare che come
Israelita ne fosse convinta... ma
essere lei scelta da Dio è un’altra cosa.
Conte Dio capovolga la storia
degli uomini attraverso la Signoria di Gesù è espresso nel cantico di Maria (Luca 1: 46-55) che
sarà oggetto di riflessione.
Fermiamoci qui a pensare a
quante cose giuste e belle e corrispondenti alla volontà di Dio
noi « sogniamo » e ci appaiono
oggi impossibili. E’ proprio inevitabile che la logica del dominio del più forte debba sempre
prevalere? E’ proprio inevitabile
che la lotta per la pace che ovunque nel mondo vede mobilitate
centinaia di migliaia di persone
sia una lotta destinata a fallire?
E’ proprio detto che la Sicilia,
oltre ad essere terra di emigrazione, di terremoti dimenticati,
debba continuare ad essere terre
no di basi militari, già ora di arsenali nucleari sotterranei e ben
presto terra ove spuntano missili
dai granai o meglio dalle fertili
serre di primizie in quel di Comiso?
« Dio faccia con me come tu
hai detto»: è la risposta di Maria, non in un atteggiamento di
fatalistica rassegnazione a un destino troppo grande ed immuta
bile. E’ la lucida coscienza
di
una donna che sa che tutto viene
da Dio, ma che sa anche che Dio
richiede la totale conipartecipaZ.ione della nostra umanità alla
sua opera.
Maria è una donna pronta a
servire e non una donna rq.ssegnata di fronte a eventi al cfi là
della sua portata e del suo controllo. Maria accetta la volontà
di Dio e non la volontà delle forze oppressive del tempo. Maria
è strumento nelle mani di Dio e
non di Erode.
Possiamo come credenti fare
nostra questa parola di Maria,
ma non per accettare — sd ancora vogliamo riferirci alla lotta
per la. pace e il disarmo — l^ deci.sioni degli Erode di questi tempi e dei loro stupidi servi; bensì
per accettare di essere « servi
inutili » del « principe dellq pace »: egli ha manifestato la sua
definitiva .signoria nella croce e
risurrez.ione.
Mario Berutti