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Anno 123 - n. 32
28 agosto 1987
L. 700
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedire
a: casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Il 28 agosto il Consiglio di Stato valuterà se sospendere, o meno Tefflcacia delle sentenze del
TAR del Lazio che sanciscono la
piena facoltativìtà delle attività
alternative, e successivamente lo
stesso Consiglio dovrà giudicare
nel merito le sentenze.
L’obiettivo dichiarato del Ministro della Pubblica Istruzione è
quello di avere, tramite la pronuncia dei Consiglio di Stato,
« certezza giuridica » sull’insegnamento della religione cattolica. Le sentenze del TAR
infatti non preoccupano tanto il
Ministro per le conseguenze («il
principio che le attività alternative non sono obbligatorie»),
ma perché il T4R ha svolto un
ragionamento secondo il quale
l’insegnamento della religione
cattolica ha un carattere « aggiuntivo », cioè non obbligatorio.
In una intervista al Popoio del
7 agosto scorso il Ministro Galloni ha chiarito ulteriormente
la sua posizione. Occorre, dice
il Ministro, avere una pronuncia
autorevole perché « una decisione de) Consiglio di Stato è un
punto di riferimento e di partenza certo per tutti ». Collateralmente a questo il Ministro chiede che « la maggioranza parlamentare e la maggioranza concordataria prima deU’inizio del
nuovo anno scolastico diano in,. dicazioni serie sulla questione
della materia alternativa ».
Se il Consìglio di Stato ribadirà la validità delle sentenze del
TAR, si apre la strada della revisione dell’Intesa Falcucci-Poletti (chiesta oggi da una petizione di oltre 200 mila cittadini
e_ da forze politiche laiche e di
sinistra) e questo vuol essere
evitato dal Ministro normando
le attività alternative. L’opzione in questo caso dovrebbe essere tra una materia ben definita e l’insegnamento della religione cattolica. C’è un neo in tutto questo ragponamento: è la
legge 449/84 che dà applicazione
aU’Intesa colle chiese rappresentate daUa Tavola Valdese. La
legge stabilisce il diritto « di tutti» di non avvalersi dell’insegnamento religioso cattolico che non
deve aver luogo in occasione dell’insegnamento di altre materie.
Risulta perciò difficile risolvere il problema dell’insegnamento religioso cattolico solo agendo sul terreno delle attività o
materie alternative.
Oggi è più evidente che nel passato, anche recente, che vi sono
due modi di concepire i rapporti Stato-chiese. Uno, quello dei
valdesi e metodisti (a cui, su
questa vicenda, si è aggiunta la
quasi totalità degli evangelici italiani) che punta sulla distinzione degli ambiti assegnati allo
Stato e alle chiese (« l’educazione e la formazione religiosa... sono di specifica competenza delle
famiglie e delle chiese ») ed uno
concordatario di collaborazione
tra Stato e chiese (lo Stato « assicura » tale insegnamento nel
quadro delle « finalità della scuola »). La questione politica sta
proprio qui, e la GEI che ha
convocato Galloni l’ha capito benissimo.
Giorgio Gardiol
APERTO A TORRE PELLICE IL SINODO DELLE CHIESE VALDESI E METODISTE
Identità, formazione, cultura
La Commissione d’esame ha proposto per la sessione di quest’anno la discussione di alcuni
problemi di fondo relativi alla vita della chièsa - La consacrazione di tre nuovi pastori
Nella consueta atmosfera gioiosa, sotto un cielo in cui si andavano addensando grossi nuvoloni carichi di pioggia, s’è aperto lo
...?esimo Sinodo delle chiese vaidesi e metodiste, un appuntamento annuale al quale sempre
più persone desiderano partecipare. S’incontrano molti volti conosciuti, ma si scoprono anche
persone nuove, della grande diaspora italiana ed europea, desiderose di vivere questo momento
d’incontro, di riflessione, di ricerca, di verifica.
Secondo la consuetudine i deputati delle chiese, i pastori, i
rappresentanti delle chiese sorelle, gli ospiti e i candidati al ministero pastorale, si sono ritrovati nel primo pomeriggio nell’austera Aula sinodale. Qui i
candidati al ministero hanno
sottoscritto la Confessione di
fede delle chiese valdesi: un
atto di formale adesione ad
una Confessione illustre, che
secondo alcuni avrebbe oggi
bisogno di una revisione? Non
credo. Un atto piuttosto di piena
e convinta solidarietà ad una linea di testimonianza che da un
lontano, e talvolta travagliato,
passato giunge fino a noi per prolungarsi nel tempo che il Signore
ci concede.
Poi il saluto affettuoso agli
ospiti e alle sorelle e fratelli delle
altre chiese. Quest’anno sembrano più numerosi degli anni scorsi;
ma forse è solo un’impressione.
Ogni volta si constata con stupo
re quanto ramificati siano i contatti delle nostre chiese, con
quanta simpatia, interesse, solidarietà sia seguito il nostro lavoro. Manca quest’anno un volto
noto e amato da tutti, quello di
Fritz Weissinger, responsabile del
Diakonisches Werk dello HessenNassau, che ha permesso a molte
opere di diaconia sia pesante che
leggera di poter andare avanti.
Il culto nel tempio gremito
(molti in piedi, molti non trovano posto e cercano di sistemarsi
sul sagrato) è certo imo dei momenti forti. Non si può rimanere
indifferenti davanti al canto corale, alla solennità della proclamazione della Parola, alla attesa
di udire una predicazione che sia,
appunto, predicazione dell’Evangelo. Il pastore Alfredo Sonelli
era stato designato dal Sinodo
scorso ad assolvere questo arduo
compito. Ha avuto il pregio, nella
sua predicazione, di riaprire una
questione segnalata dal Sinodo
’82 e sulla quale, forse, in questi
anni le chiese non hanno condotto una riflessione sufficientemente approfondita, il problema cioè
dei rapporti tra la fede cristiana
e le altre grandi religioni. Un tema indubbiamente . difficile, nel
quale si può slittare inavvertitamente nel sincretismo e nella relativizzazione di ogni fede. E’ vero, com’egli ha notato, che bisogna distinguere tra fede cristiana e cultura cristiana.
Nel cristianesimo spesso le
due cose sono state confuse;
La Commissione d’esame: da sinistra Arrigo Bonnes,
Ciappa Nini, Giovanni Anziani, Marco Rostan.
Rosanna
anzi, peggio, ciò che apparteneva
prettamente alla cultura è stato
spacciato come un valore di fede! Al termine del culto il momento solenne della consacrazione al ministero pastorale di Daniele Bouchprd, Giovanni Carrari, Vito Gardiol. Tre percorsi diversi di fede; tre modi diversi di
vivere e intendere la fede. Ognuno con carismi diversi, come è
apparso chiaramente dall’esame
di fede e dai sermoni di prova sostenuti il giorno prima. Tre fratelli che la chiesa accoglie e sui
DI FRONTE ALLE DIFFICOLTA’
U aiuto
« Io alzo gli occhi ai monti... donde mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dall’Eterno che ha fatto il cielo e la terra ».
(Salmo 121)
L’animo degli antichi pellegrini, che si accingevano ad affrontare un lungo viaggio per recarsi a Gerusalemme in occasione delle grandi feste, doveva trovarsi in una particolare situazione di tensione: da una parte il
desiderio di voler adempiere
una prescrizione della Legge e la
speranza e la gioia di poter adorare Dio nel suo tempio, e dall’altra l’ansia e l'incertezza dinanzi alle difficoltà che si prospettavano.
Infatti, i monti da valicare incutevano un certo timore per le
insidie ed i pericoli che potevano
nascondere, e rappresentavano
comunque un ostacolo che rendeva il pellegrinaggio estremamente faticoso.
Il Salmo 121, che è il canto di
questi pellegrini, rappresenta il
superamento della tensione: le
difficoltà e gli ostacoli, che pur
permangono, non sono misurati
col metro del timore e della sfiducia, ma sono affrontati nella
consapevolezza che l’Iddio creatore — che ha chicmato Israele
ad un compito da svolgere nella
storia —- è anche colui che ha
promesso il suo aiuto e la sua
protezione. L’aiuto e la protezione divina sono pertanto strettamente legati ai compiti che Dio
affida al suo popolo.
Come nuovo popolo di Dio, abbiamo anche noi una missione da
svolgere, delle mete da raggiungere, ed anche per noi si ergono
sovente degli ostacoli quando intendiamo prendere sul serio la
vocazione che ci è stata rivolta.
Sappiamo che è in certo qual modo facile intendere e vivere la fede in maniera privata, religiosa
e statica, mentre è assai più difficile rispondere alla nostra vera
vocazione che implica la ricerca
della volontà di Dio negli avvenimenti della nostra vita e della
nostra storia ed il dovere della
testimonianza. Ci è stato infatti
affidato il compito di annunciare
VEvangelo del Regno e di impegnarci per l’affermazione delle
sue esigenze di amore, di giustizia e di pace: un compito irrinunciahlh e che costituisce ’a nostra
stessa ragione di essere come
credenti e come comunità.
Di questo, per lo più, noi abbiamo la piena consapevolezza;
soltanto che spesso non riusciamo ancora a superare la tensione
che c’è nell'animo nostro tra il
desiderio di voler adempiere la
nostra missione e l'incertezza ed
il timore dinanzi alle difficoltà,
le quali, come montagne che appaiono insormontabili, si ergono
tra. noi e le nostre iniziative. La
constataz.ione della limitatezza
del nostro numero e delle nostre
forze e, per alcuni, il senso di incapacità o la timidezza costituiscono spesso gli ostacoli che sono alla radice dell’immobilismo
e del ripiegamento aU’interno
delle chiese. Eppure, il messaggio del Salmo 121 ci dice che una
tale situazione può essere superata: l’aiuto ci viene proprio dall’Iddio che ci ha chiamati. Egli
è colui che ha fatto i cieli e la
terra e ha la potenza dì metterci
in movimento, ma è anche colui
che non ci lascia soli nel nostro
cammino: ci guida, ci sostiene, ci
difende affinché non ci avviliamo
nelle difficoltà e non ci scoraggiamo dinanzi agli ostacoli.
Giovanni Lento
quali si « pongono le mani » in
un antico gesto d’invocazione allo Spirito; tre fratelli ai quali si
dà « la mano d’associazione »
quale segno del riconoscimento
di un apostolato comune.
Il Sinodo entra nel vivo dei lavori il lunedì mattina quando il
Seggio, esaurite le questioni formali, dà la parola alla Commissione d’esame per la lettura della
« Relazione sull’operato della Tavola, dell’QPGEMI e della Facoltà di teologia ». Per un mese intero la Commissione d’esame OC.d’E.) ha avuto a disposizione tutte le carte e i
documenti, ha potuto controllare i conti delle commissioni amministrative e delle opere, verificare la corrispondenza o meno
dell’esecutivo alle decisioni del
Sinodo scorso. Compete alla
C.d’E. segnalare i temi da discutere, e su questi essa compie
un’istruttoria che mette a dispo
Luclano Deodato
(continua a pag. 8}
Numero speciale
sul Sinodo '87
Gli abbonati riceveranno, la
prossima settimana, un numero speciale del nostro giornale a 16 pagine interamente
dedicato ai lavori del Sinodo
delle Chiese Valdesi e Metodiste che sì tiene a Torre Pellice dal 23 al 28 agosto.
Il giornale sarà inoltre a
disposizione presso le librerie
Claudiana e presso le edicole
delle Valli valdesi. Il costo del
numero speciale è di lire 1.000.
E’ possibile prenotarne copie
telefonando ai n. 011/655278 o
0121/932166.
2
2 commenti e dibattiti
28 agosto 1987
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DIBATTITO
Sinodi
e traduzioni bibliche
Sergio Rostagno, trattandolo
da par suo, ha fatto molto bene ad indurre i lettori di questo
periodico (Eco 30/31.7) a riflettere sul modo con cui nella Chiesa
possono essere introdotte nuove
versioni o revisioni dei testi biblici. E[ sempre importante per
i valdesi conoscere quello che avviene, o come si presenta un
problema, aH’interno del «protestantesimo » generalmente considerato, anche se per essi protestantesimo significhi più specificatamente riferimento alle Chiese che si ritrovano neH’Alleanza
riformata mondiale. Ed essendo
questo il mondo culturale teologico a cui attingono i valdesi, è
bene che la loro riflessione venga orientata in tale senso. Sono
pertanto grato a Rostagno ner
averlo fatto sotto il profilo specifico del problema dell'accettazione — diciamo così — delle
traduzioni e revisioni bibliche
nella Chiesa.
Senonché ai valdesi incombe
di guardare le cose un po’ più
da vicino, nel quadro, più ristretto se si vuole, della loro particolare ecclesiologia. Penso infatti che conoscere il proprio comportamento in materia sia strettamente complementare ad una
riflessione teologica; non fosse
altro che per verificare le coincidenze.
E’ noto che il movimento valdese nel corso del medioevo
una rivolta via via più cosciente
contro le imposizioni trasformatrici con cui la cresciuta gerarchia ecclesiastico-imperiale aveva condizionato la vita della e
nella Chiesa fin dal quarto secolo. E’ da ritenere quindi che
la « vulgata » non godesse in seno al Valdismo di un credito maggiore ed una autorità più diretta
delle traduzioni in volgare dei
più usuali testi biblici diffusi fin
dal tempo di Valdo.
Sta di fatto che la prima nuova traduzione biblica in uso ufficiale tra i valdesi, fu quella di
Robert l'Olivetano, da essi com
messagli (Sin. 1532) e pagata
(1500 scudi) e poi da essi ricevuta nel successivo Sinodo del
1535. Non si può dubitare che la
traduzione di Pierre Robert sia
da considerare ufficiale nelle
Chiese valdesi e che esse non
l'abbiano dovutamente « accettata » in un loro Sinodo. Non consta invece che le successive traduzioni francesi e l’italiana del
Diodati, in largo uso nelle Chiese valdesi negli scorsi secoli, abbiano ricevuto un assenso ufficiale o fossero « accettate » per
l’uso dal pulpito con un preciso
atto sinodale. Consta però che
nella coscienza ecclesiastica venne maturando il principio che le
« versioni bibliche » da usare in
pubblico dovessero ricevere una
sanzione sinodale. Ed infatti nel
1919 «il Sinodo raccomanda la
versione francese detta Synodale
e ne autorizza Tuso nei culti pubblici celebrati in quella lingua »
(28/SI/1919); e parimenti «raccomanda la versione italiana detta Riveduta e ne autorizza l’uso
nei culti pubblici celebrati in
quella lingua » (29/SI/I9I9).
Da queste delibere emergono
due principi. Da un lato che le
traduzioni o revisioni possono
essere « raccomandate » dal Sinodo, nel senso che si ritiepe valido l’apporto di « una versione
delle S. Scritture meglio rispondente ai nostri tempi » (26/SI/
1919) e quindi l’uso per lo studio e la preparazione biblica è
consigliato; dall’altro che per essere usate durante il culto pubblico (lettura e testo per il sermone) una traduzione o revisione della Bibbia abbisognano di
una « autorizzazione » sinodale.
Ciò esprime in modo assai pregnante in quale maniera, nel costume ecclesiastico valdese, le
versioni bibliche di ogni tipo vengono « accettate » per due usi diversi che eventualmente possono
anche andare disgiunti.
Di qui discende il contenuto
della disciplina ecclesiastica vigente in materia che precisa:
Politica? Lasciate perdere
Penso sia necessario prima di
tutto intendersi sul significato di
« politica ». Il suggerimento di
intendere per politica; « l’esame
dei problemi della società ed i
modi per affrontarli » mi sembra
veramente troppo vago ed al di
fuori della realtà italiana. Perciò ho cercato la voce « politica »
nel vocabolario Zingarelli ed ho
trovato; politica = scienza ed
arte di governare lo Stato; governare = amministrare esercitando il potere esecutivo; amministrare - prendersi cura dei beni pubblici o privati.
Se consideriamo accettabili
queste definizioni anche estendendo il significato ad una certa collaborazione nei confronti
di chi è addetto a tali mansioni,
mi sembra chiaro che la politica, qualunque politica, deve rimanere completamente estranea
al nostro giornale.
Infatti, non c’è nessun insegnamento di Cristo che ci guidi nell’amministrare i beni materiali, con scopi materiali. Al contrario tutto l’insegnamento di
Gesù è volto verso il disprezzo
dei beni materiali, a vantaggio
di quelli spirituali.
Lo stesso concetto di « giustizia », più volte riportato nell’Evangelo, ci mette in imbarazzo
ogni volta che, in veste di amministratori, dobbiamo quantificarlo: è giusta una paga — o
una pensione — di 100, oppure
quella di 99, oppure ancora quella di 101?
Se la Bibbia non ci ha dato
nessun metro, come potremmo
sostenere, da cristiani, una tesi
amministrativa invece di un'altra?
L'essere onesti, coerenti, responsabili, sono risultati che si
realizzano molto meglio restando fuori dalla politica, individualmente o in piccoli gruppi omogenei. Pretenderli dallo Stato,
tramite azioni politiche, è illusorio. Ma la differenza sostanziale
sta nel fatto che se dobbiamo
attuarli noi stessi ci sentiamo
impegnati con tutto il nostro essere, se invece vengono richiesti alla politica diventano competenze altrui. Il che, tra l’altro,
è per noi molto comodo e demotivante. Inoltre la « fede » nella politica ha, secondo me, un
altro grosso inconveniente: ci
induce a ritenere sempre più importanti, sempre più « idolizzati », per la vita del cristiano, i
beni materiali di cui esclusivamente si interessa la politica,
ignorando sempre di più quelli
spirituali sui quali Cristo ha in
A colloquio con i lettori
TEOCRAZIA E
REGNO DI DIO
« Le versioni della Bibbia... sono adottate e pubblicate con la
approvazione del Sinodo » (3/
DV/1974); da cui consegue che
per attuare una tale procedura
occorre che si pronuncino entrambe le sessioni sinodali di zona (34d/RG/1972) con un doppio
voto conforme (25/RG/1972), trattandosi ovviamente di questione
che inerisce alla fede (29/DV/
1974).
La prima applicazione della
disciplina vigente si è avuta nel
1978. Si è trattato della traduzione detta Tilc. La Sessione sinodale italiana, sentito l’avviso
del Corpo pastorale, pur lodando
l’iniziativa ed il lavoro prodotto,
ha ritenuto « che per il momento non sia possibfle approvarne
il testo (ai sensi dell’art. 3/DV/
1974) ». Le ragioni sinodali furono la necessità di « sperimentazione nonché di varie correzioni
nel quadro di una revisione generale ». Tuttavia si ritenne di
raccomandare alle Chiese l’uso
della Tilc « in raffronto con il
testo greco e con la Riveduta »,
per « la diffusione e Io studio nei
vari momenti della vita ecclesiastica » (29/SI/1978). Detto testo
può quindi essere usato come
strumento di studio e di preparazione, non già per l’esercizio
del culto.
Pertanto per l’uso nel culto
pubblico si dispone oggi nelle
Chiese valdesi di varie versioni
bibliche approvate dal Sinodo:
oltre al testo greco ed ebraico,
quelle di Olivetano, d’Ostervald,
del Diodati, la Synodale e la Riveduta. Inoltre resta assicurato
a tutti, per quanto concerne lo
studio e la preparazione di studi biblici, della predicazione ed
il catechismo, la consultazione
ed il raffronto con qualsiasi altra traduzione biblica, da quella
di Darby alla Tilc, per indicare
soltanto le due che seguono nella loro versione dai testi originari metodi i più diversi tra loro.
Giorgio Peyrot
Nella sua precisazione sui Testimoni di Geova e ia loro scelta politica
CEco. 30/31.7) ho capito quello che Bertone intenderebbe dire. Loro non votano perché, essendo per ii Regno di
Dio (la teocrazia è ben altro; cioè io
sfruttamento di detto concetto per
imporre ii proprio dominio in terra), non
possono votare due partiti sulla stessa
scheda. Tuttavia l’inizio di detto scritto: « I Testimoni di Geova credono
neiie amministrazioni, neiie ieggi e nei
governo », suona molto male e non lo
posso accettare. Come cristiano credo Cristo Gesù, Signore e Salvatore;
alle amministrazioni, alle leggi, e al
governo non « credo » affatto, posso
al massimo obbedire, finché non si
pongano ^— come a volte capita —
contro la Parola di Dio.
I valdesi hanno precisato con chiarezza questa loro posizione nel 1560
scrivendo al loro sovrano terreno: « Jésu est notre Sauveur. Nous voulons
obéir religieusement à tous les édicts
de V.A., étant que la conscience le
permettra, mais où la conscience réplique, V.A. sçait qu’il faut plustot
obéir à Dieu qu'aux hommes ».
Questa è ancor oggi la nostra posizione nello Stato.
Giorgio Peyrot, Torre Pellice
LA EGEI TOSCANA
PRECISA
PREDICAZIONE E COMPORTAMENTO
vece posto l’accento.
Il giusto richiamo alla solidarietà, per esempio, è un difetto
del sistema; la solidarietà può
esplicarsi solo, nel migliore dei
casi, nell’ambito di un corporativismo che unifichi determinati
vantaggi in contrapposizione con
quelli di altri gruppi. Si è mai sentito che i sindacati facciano un
minuto (simbolico) di sciopero
per far aumentare l’indennità di
disoccupazione ferma da molti
anni a 800 (ottocento) lire giornaliere, oppure per chiedere una
riduzione delle tariffe per i servizi da loro effettuati?
Mettiamo i piedi per terra. La
politica, malgrado i tentativi per
renderla presentabile, è una sporca cosa, come purtroppo sempre
più o meno peccaminose sono le
costruzioni dell’uomo. Sarebbe
grave colpa, a mio modesto parere, tentare di trovare ad essa
una giustificazione negli Evangeli e farne lo scopo, forse preponderante, della nostra attività
terrena a scapito, magari, della
evangelizzazione che rappresenta il vero, chiaro ed essenziale
invito di Cristo e che si riallaccia, giustamente, al grosso problema della predicazione e del
comportamento.
Reto Bonifazi
Per quanto poi riguarda lo scarso
apporto dato dai giovani alla vita delle
chiese possiamo dire ohe è il solito
luogo comune, la solita « nenia ». Anche qui invitiamo a riflettere maggiormente e forse verrà fuori che non è
vero. Un esempio su tutti: sempre nel
resoconto si parla di interventi da
parte delle comunità toscane nei confronti degli immigrati; a Firenze chi
fa i corsi di alfabetizzazione per gii
eritrei? Il gruppo FGEI.
Chiaramente la FGEI Toscana è un
po’ in crisi, specialmente di ricambio, ma non gioiamo di questa crisi,
anzi domandiamoci il perché cercando
di risolverla.
In un passato numero del giornale
è apparso il resoconto dell'assemblea
del X Circuito in cui viene affermato:
« Si è invece considerata carente la
presenza della FGEI: non appare molto chiaro il lavoro che la FGEI potrebbe fare con le scuole domenicali: è
stato anche rilevato lo scarso apporto
che i giovani danno alla vita delle
chiese ».
A questo punto ci sembra giusto e
doveroso portare alcune precisazioni
come giunta regionale della FGEI Toscana.
Innanzitutto è vero che, per la prima volta, non eravamo presenti all'assemblea del X Circuito; ma, a quanto
pare, questa assenza non ha sviluppato nell'assemblea un dibattito costruttivo, anzi è stata presa come
spunto di polemica.
Sarebbe interessante capire che cosa si intende quando si dice che la
FGEI è carente; che cosa vuol dire?
Certo, la FGEI Toscana non viaggia a
vele spiegate, ma quello che può fare
10 fa in umiltà e senza alcuna gloria.
Forse ha bisogno di critica, ma costruttiva e non distruttiva.
Cosa significa il fatto che non appare chiaro il lavoro che la FGEI potrebbe fare per le scuole domenicali?
Prescindendo dal fatto che devono
essere le comunità ad occuparsi dei
catechismi e delle scuole domenicali e
non la FGEI, vogliamo ricordare che,
come FGEI Toscana, dal 1983 (escluso
11 1986) abbiamo organizzato tutti gli
anni dei campi per giovanissimi nelle
case evangeliche della Toscana (Casa
Comunitaria di Tresanti e Casa CARES), quest’anno addirittura due (uno
a giugno a Casa CARES ed uno a
settembre a Tresanti), con lo scopo
dichiarato della aggregazione e della
formazione dei giovanissimi delle comunità toscane. In ogni città dove
esiste un gruppo FGEI, fra i monitori delle scuole domenicali e dei catechismi vi sono sempre degli fgeini.
La Giunta Regionale
della FGEI Toscaias
SCARSA
PARTECIPAZIONE
Caro Signor Direttore,
dal 19 luglio al 2 agosto, è stata
presentata, nelle scuole comunali di
Pomaretto, una mostra di incomparabile valore storico, curata dal noto
studioso tedesco dr. Theo Kiefner.
La mostra, trasportata poi a Torre
Pellice, documenta con fotocopie di
atti originali, antiche stampe, fotografie, grafici, le vicende del periodo piò
tragico della storia della Val Chisone
(1685-1760) ed interessa, di riflesso,
anche le valli Germanasca e Pellias
Il catalogo, un vero e proprio trattato
di storia degno di figurare in ogni : iblioteca familiare, illustra chiaranisiv
te la mostra.
Diligentemente pubblicizzata con n
viti, dépliants, manifesti, la mos ia
avrebbe dunque meritato l'afflusso hi
massa della gente delle nostre vsdi.
(Le sagre paesane non richiedono
di certo tanta pubblicità per atti: are
le folle, specie se prive di contenuti
culturali!). Il successo della mostra
in fatto di visitatori è invece stato appena discreto.
Che manifestazioni di caràttere stòrico-culturale non interessino gli indifferenti, 0 certi presuntuosi per i
quali conta solo l'oggi, o coloro cii-3
vorrebbero che il passato fosse ign
rato e sepolto per sempre, è compre :
sibile; avrebbero però ben altro sti.:
cesso se fossero almeno sentite, ta.to per cominciare, da intellettuali, su
torità, persone comunque impegnate in
campo politico, sociale, ecclesiastico
(così spesso portati a dover lamentare — a ragione — la scarsa panecipazione alle iniziative di loro speci
fico interesse), nonché da coloro chs
si dichiarano disponibili all'ascolto della voce maestra del passato.
Ringrazio per l’eventuale pubblicazione e porgo cordiali saluti.
Guido Baret, Pomaretto
PROTESTANTESIMO
IN TV
DOMENICA 6 SETTEMBRE
RAI DUE - ore 23 circa
ATTUALITÀ’
Il numero speciale, girato
durante il Sinodo, è dedicato
principalmente alla posizione
degli evangelici dopo le recenti vicende d'elTinsegnamento della religione cattolica nella scuola.
Le consuete rubriche, «Uno
più uno » e « Il riflettore »,
concluderanno la trasmissio
Hòtel
Elite
A 50 metri dalla spiaggia
ambiente familiare
ottimi i servizi
e il trattamento
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MIRAMARE DI RIMINI
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i
3
28 agosto 1987
chiese e stato 3
LETTERA AL NUOVO GOVERNO
Quando sarà
applicata
la legge 449?
On. Dott. Giovanni Goria
Presidente del Consiglio
dei Ministri
Palazzo Chigi - Roma
On. Prof. Giuliano Amato
Vice Presidente
del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi - Roma
On. Prof. Giovanni Galloni
Ministro della Pubblica
Istruzione
Viale Trastevere 76 - Roma
Signor Presidente,
desidero esprimere l’augurio
che il nuovo Ministero sia fedele
al proprio nome, sia cioè un alto
Servizio nei confronti dell’interesse comune del Paese, e attirare altresì l’attenzione del Governo testé insediato sulla necessità di una corretta applicazione
della legge 449/84, concernente
« Norme per la regolazione dei
rapporti tra lo Stato e le chiese
rappresentate dalla Tavola valdese >:, per ciò che riguarda l’ambito della scuola pubblica (artt. 9
e 10).
A tre anni dall’entrata in vigore di questa legge (13 agosto
1984), essa è infatti tuttora sconosciuta nell’ambito scolastico.
Mentre le circolari ministeriali
portavano a conoscenza dei Provveditorati agli Studi e quindi delle scuole di ogni ordine e grado
Tari. 9 della legge 121/85 di ratifica della revisione concordataria
e il DPR 751/85 traducente l’intesa intercorsa tra il Ministero della Pubblica Istruzione e la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, nulla veniva esplicitato a proposito di quanto
statuito dalla legge 449/84 con
cui il Parlamento ha approvato
l’Intesa raggiunta tra lo Stato
italiano e le chiese rappresentate
dalla Tavola valdese. A nulla sono valse le frequenti richieste, i
ripetuti incontri tra la delegazione della Tavola valdese e il Ministero della Pubblica Istruzione a
partire dal settembre 1985 e l’esplicito mandato al Governo contenuto nella risoluzione del Parlamento votata dalla Camera il
16 gennaio 1986;
« ...La Camera
impegna altresì il Governo a
sollecitare la conclusione degli
accordi con la Tavola valdese per
l’adozione della circolare attuativa della legge n. 449 del 1984... ».
Non fa mistero il fatto che alla
base di tale persistente silenzio
vi sia stata una fondamentale divergenza tra l’allora Ministro della Pubblica Isiiuzione e la Tavola valdese: il Ministro intendendo la materia di.'^ciplinata dalla
legge 449/84 art. 9 come ricompresa nelle norme di attuazione
dell'art. 9 della legge 121/85 e
successive disposizioni; la Tavola
valdese intendendo la legge
449/84 come ricognitiva di deter
RICORSO DELLA TAVOLA VALDESE AL TAR
Per la libertà
di coscienza
La Tavola valdese sollecita il Presidente Goria a dare attuazione alla legge dell’Intesa
I programmi dell’insegnamento della religione cattolica per la scuola
elementare prevedono il coordinamento con le altre materie
minati diritti da tutelare nella
loro autonomia e specificità.
Quando taluni di questi diritti
sono apparsi alla Tavola valdese
non solo taciuti ma anche conculcati, essa ha fatto ricorso all’Autorità giudiziaria, impugnando
davanti al TAR Lazio la circolare
302 del 29.10.86, e ha quindi preso atto con soddisfazione della
sentenza del 17 luglio u.s. con cui
è stata dichiarata illegittima —
anche a fronte della legge 449 —
l’ohbligatorietà prescritta per le
attività alternative offerte ai non
avvalentisi dell’insegnamento religioso cattolico e per la presenza
a scuola degli stessi durante il
suo svolgimento.
La Tavola valdese considera
di grande importanza la sentenza del TAR Lazio non solo perché elimina una costrizione (l’imposizione di un obbligo in alternativa all’esercizio di ima facoltà) ma anche per altri due
motivi: da un lato essa dà una
chiara esempliñeazione di come
l’attività normativa a qualsiasi
livello non possa ignorare e contraddire una legge rinforzata
quale è la legge 449/84; dall’altro essa si pone come autorevole riferimento esplicativo dei
contenuti e della portata della
stessa legge 449/84.
La Tavola valdese non dubita
che il Governo vorrà tener conto di questa sentenza, non tanto
in base a decisioni di carattere
politico quanto piuttosto in base al riconoscimento de] fatto
che essa riafferma irrinunciabili diritti di libertà sanciti per
legge.
Alla luce della sentenza del
TAR Lazio appare quindi più
che mai urgente che la legge
449/84 — rigorosamente rispettata a livello della giurisprudenza ma praticamente ignorata a
livello amministrativo — venga
fatta conoscere e sia applicata
nell’ambito della scuola pubblica.
A tal fine, a nome delle chiese rappresentate dalla Tavola
valdese, chiedo cortesemente
che una delegazione della stessa possa incontrare i rappresentanti ministeriali per prendere
in esame i punti connessi con
l’applicazione della legge 449/84,
artt. 9 e 10, in vista di una sollecita emanazione da parte del
Ministero di una circolare che
recepisca la portata della legge
449 garantendone la piena conoscenza e la puntuale applicazione.
Fiducioso ner l’attenzione che
il Governo vorrà prestare a questo delicato problema e alla specifica richiesta della Tavola valdese ad esso connessa. La prego di gradire i sensi della mia
più alta considerazione.
Franco Giampiccoli
Moderatore della Tavola Valdese
I programmi per Tinsegnamento della religione cattolica nella
scuola elementare sono stati impugnati dalla Tavola valdese davanti al TAR del Leizio.
La Tavola valdese ha infatti
incaricato il prof. Paolo Barile e
Tavv. Elio Clarizia di chiedere
al TAR l’annullamento del D.P.R.
8 maggio 1987, n. 204 (approvazione delle « specifiche e autonome attività d’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche elementari ») nella
parte in cui prevede che « sia
l'insegnante di classe sia quello
eventualmente incaricato dell’insegnamento di religione cattolica » debbano procurare « che lo
specifico insegnamento di religione cattolica trovi coordinazione formativa con gli altri insegnamenti del curricolo primario ».
Nell’esposto si osserva come
con la legge 449/84 di approvazione dell’Intesa tra lo Stato italiano e le chiese rappresentate
dalla Tavola valdese lo Stato
italiano si è impegnato a tutelare il « diritto di non avvalersi
delle pratiche e dell’insegnamento religioso » degli alunni che ne
fanno richiesta ai sensi dell’art.
9 della legge n. 449 del 1984, e
a garantirne la vratica attuazione nell’ordinamento scolastico,
vietando, in particolare, lo svolgimento dell'attività di insegnamento religioso « in occasione
dell’insegnamento di altre materie ».
Successivamente però il D.P.R.
8/5/1987 n. 204 in attuazione dell’Intesa tra la Conferenza episcopale italiana ed il Ministero
della Pubblica Istruzione ha previsto alTart. 6 parte III che « sia
l’insegnante di classe sia quello
eventualmente incaricato dell’insegnamento di religione cattolica, nel quadro degli obiettivi
educativi e didattici indicati dai
nuovi programmi della scuola
elementare, procureranno che lo
specifico insegnamento di religione cattolica trovi coordinazione formativa con gli altri insegnamenti del curricolo primario ».
Ed è appunto « il coordinamento » tra l’insegnamento della religione cattolica e gli altri
insegnamenti curricolari che appare in contrasto con l’art. 9
della legge 449/1984.
A sostegno di questa tesi la
Tavola valdese porta due motivi:
No airinsegnamento
diffuso
I) L’art. 9 della legge 11 agosto 1984 n. 449 riconosce esplicitamente a favore degli alunni
che hanno parìe nelle chiese
rappresentate dalla Tavola Valdese il « diritto di non avvalersi delle pratiche e dell’insegna
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mento religioso ». La norma prevede altresì che « per dare reale efficacia all’attuazione di tale diritto, l’ordinamento scolastico provvede a che l’insegnamento religioso... nelle classi in
cui sono presenti alunni che hanno dichiarato di non avvalersi,
non abbia luogo in occasione
dell’insegnamento di altre materie ».
La disposizione in esame sancisce la totale indipendenza dell’insegnamento della religione
cattolica rispetto agli altri insegnamenti curricolari, allo scopo
di escludere a danno dei non
avvalentisi, forme surrettizie di
insegnamento della religione cattolica all’interno delle altre materie. Per usare le stesse parole dell’Avvocatura dello Stato
(nella memoria depositata nel
ricorso n. 1887/86, avverso la circolare del Ministero della Pubblica Istruzione n. 302 del 1986)
«l’art. 9 della legge n. 449/1984
si preoccupa di avvertire... che
il diritto riconosciuto a ciascuno se avvalersi o non avvalersi
dell’insegnamento della religione cattolica... impegna l’ordinamento scolastico ad una conseguente riconsiderazione dell’impostazione dei programmi per
togliere da questi gli elementi
di cattolicesimo confessionale
"diffuso” la cui sopravvivenza
avrebbe potuto rendere, in concreto, meno significativi i risultati dell’esercizio del diritto di
scelta ».
Il divieto di un insegnamento
« diffuso » della religione cattolica implica però evidentemente
anche l’illegittimità di qualsiasi
condizionamento, in senso confessionale, degli insegnamenti
curricolari. In altre parole, qualunque influenza, ideologica o
formale, delle materie ordinarie
giustificata, anche implicitamente, dal riferimento all’insegnamento religioso viola immediatamente il disposto dell’art. 9
della legge n. 449 del 1984.
Il « coordinamento » coattivo
tra insegnamento della religione cattolica e gli altri insegnamenti curricolari previsto dal
provvedimento impugnato, incidendo necessariamente sui contenuti delle materie coordinate,
si risolve, per gli alunni non avvalentisi, nell’obbligo di fruire
di insegnamenti curricolari indebitamente influenzati dall’insegnamento della religione cattolica. Ma poiché l’art. 9 della
legge n. 449 del 1984 vieta ogni
condizionamento confessionale
degli insegnamenti ordinari, la
norma impugnata è da considerare, sotto questo profilo, sicuramente illegittima.
Tutela dei diritti
costituzionali
II) In ogni caso, ove si dovesse
ritenere che il divieto di impartire l’insegnamento della religione cattolica in occasione dell’insegnamento delle (dire materie,
non comprenda il divieto di alterare o condizionare, in senso confessionale, gli insegnanìenti curricolari, l’art. 9 della legge n. 449
dovrebbe essere considerato in
contrasto con fondamentali principi costituzionali.
L’obbligo imposto all’alunno
non avvalentesi dell’insegnamento della religione cattolica di
fruire di insegnamenti curricola^
ri reimpostati sulla base dell'insegnamento religioso implica, in
primo luogo, una illegittima com
pressione del diritto di libertà religiosa sancito dall’art. 19 della
Costituzione. La « libertà di religione » garantisce sì l’esplicazione della propria fede da parte
del credente cattolico, ma nel
coritempo implica, per i non cattolici, il diritto di professare ed
esercitare la propria fede; per i
non credenti, il diritto di non
professare ed esercitare alcuna
fede (il termine « fede » deve infatti essere inteso « in senso comprensivo di ogni specie di convinzioni in ordine alla posizione
ed al destino dell’uomo nell’universo, comprese quelle negative
di trascendenza o divinità »: cfr.
Mortati, Istituzioni di diritto
pubblico, Padova 1978, II, 1099).
L’arf. 19 dunque, nel momento
in cui tutela, nel modo più pieno
ed assoluto, la sfera religiosa di
ogni soggetto (credente o meno),
vieta anche che da parte dello
Stato possano essere imposti obblighi e costrizioni scaturenti dalla posizione religiosa. Il diritto di
libertà religiosa è cioè, in positivo, anche "libertà di (altra) reli
gione" ovvero "libertà di ateismo", e in negativo, libertà da
qualsiasi onere giustificato dall’esistenza (o dalla mancanza) di
una determinata « fede ».
Anche sotto questo profilo,
dunque, l’imposizione di insegnamenti obbligatoriamente influenzati dall’insegnamento religioso,
sarebbe lesiva dei diritti inviolabili garantiti al singolo dall’art. 2
Cost.
Tale imposizione è inoltre in
contrasto con l’art. 30 Cost. secondo cui « è diritto e dovere dei
genitori mantenere, istruire ed
educare i figli, anche se nati fuori
del matrimonio ». La norma pone
difatti a favore dei genitori una
precisa garanzia di autonomia
ideologica all’interno ed al di fuori della famiglia che la normativa censurata viola palesemente.
L’art. 9 della legge n. 449 del
1984, ove interpretato nel senso
di legittimare il condizionamento confessionale delle materie ordinarie, violerebbe infine l’art. 33
Cost. Il principio dettato dal II
comma dell’art. 33 Cost. implica
che il docente nell’esplicazione
della sua attività « non possa
incontrare ostacoli da parte dei
pubblici poteri, che non possono
per nulla interferire sul contenuto ideale di ciò che si insegna »
(Mazza, L’istruzione religiosa e
le prospettive di revisione del
Concordato, Dir. 'Eccl. 1980, 364
segg.). Si può anzi affermare che
tale principio costituisce il necessario corollario del principio di
libertà di arte e scienza, contestualmente sancito dall’art. 33
Cost.
In tale prospettiva l’indebita
alterazione degli insegnamenti
curricolari in sede di coordinamento con l’insegnamento della
religione cattolica si porrebbe
dunque in palese contraddizione
anche con quest’ultima norma
costituzionale.
11 ricor.so è stato presentato il
21 luglio scorso e si attende ora
che il TAR fissi l’udienza per l’ascolto delle parti. Ne] frattempo
i genitori di una alunna della
terza elementare P. Martini di
Roma hanno chiesto al TAR di
poter intervenire in giudizio contro il ricorso della Tavola valdese, sostenendo l’illegittimità
per la Tavola valdese nell’azione
giurisdizionale di tutela dei diritti
di libertà di coscienza dei vaidesi.
G. G;
i
4
4 ecumenismo
28 agosto 1987
1
Dairi al 10 luglio scorso si è
tenuto a Strasburgo, la bella capitale dell’Alsazia, il 21° seminano ecumenico internazionale, organizzato dal Centre d’Etudes
Oecuméniques de Strasbourg,
una fondazione luterana, dai
1965 « al servizio del rinnovamento della Chiesa ». Contro le migliori tradizioni ecumeniche, che
sembrano voler trattare solo
« ciò che unisce », si può definire coraggiosa la scelta del tema
di quest’ano: « Santi e modelli ». L'invito era esteso a ospiti
dell'ecumene cristiana: cattolici,
ortodossi, siro-ortodossi, protestanti, soprattutto di formazione
luterana, una ottantina in tutto.
Forse con intenzione provocatoria, gli organizzatori del Centro avevano scritto ad alcuni
partecipanti chiedendo loro di
preparare i culti mattutini, e suggerivano di « integrare nella meditazione biblica l'esempio vissuto di un santo o di un modello
che ha avuto o ha tuttora im
ruolo importante nel vostro paese e contesto religioso ». E aggiungevano: « A nostro avviso si
può senz'altro accostarsi all'Evangelo e interpretarlo alla luce
del vissuto concreto di un tale
modello ». Naturalmente per le
nostre orecchie riformate una
frase del genere faceva l'effetto
di una dichiarazione di guerra.
Oltre la separatezza
del ’’sacro’
STRASBURGO: SEMINARIO ECUMENICO INTERNAZIONALE la testimonianza e nell’attesa del
__________________ Regno di Dio, pur senza invo
Carli o richiederne l’intercessio
Chi è il santo dei valdesi?
ne.
Le valutazioni sulla necessità
dei « modelli » erano anch’esse
discordi: relatori di ptirte protestante (come I. Baldermann o
Un’ottantina di partecipanti delle varie confessioni cristiane per un
tema su cui è più facile trovarsi in contrapposizione che in ciialogo
Il mio studio biblico sul termine « santi » nel N.T. insisteva sidla offerta che Dio fa a
tutti i credenti della sua santità;
anzi, in Cristo Dio diventa uomo
e si identifica con la profanità
della nostra vita, uscendo dalla
s^aratezza del « sacro »: i « santificati, chiamati ad esser santi » sono i Corinzi, con tutti i loro peccati e le loro divisioni, il
loro entusiasmo, la voglia di stabilire gerarchie di valori fra i
doni dello Spirito, contro cui
Paolo polemizza con efficacia.
L’umanizzàzione di Dio, come ci
ha spiegato K. Barth, è il cammino inverso rispetto alle religioni naturali, nelle quali l’uomo
cerca la sua divinizzazione; questa tendenza è bollata dalla Bibbia come « peccato originale », il
voler essere come Dio (Gen. 3:
5).
Mentre io condizionavo la mia
partecipazione alla possibilità di
esprimere questa posizione, sostanzialmente negativa sui « santi », altri invece aderivano alla
proposta e durante i culti commentavano brevemente vite di
santi, a volte in maniera ingenuamente nazionalistica, a volte
facendo delle scelte polemiche,
cercando cioè i santi trascurati
dalla storia della chiesa, come
Tommaso Moro. Tra i contemporanei: D. Bonhoeffer, M. L. King,
A. Schweitzer sembrano i più
proponibili, accettati dalle altre
confessioni. Tra i riformatori, da
parte cattolica c’è praticamente
il consenso su Lutero, « che piace a papa Wojtyla », e invece curiosamente nessuno fa U nome
di Calvino...
Il past. Hans Mayr (RFT), che
dirige un centro ecumenico luterano di ritiri spirituali a Kirchberg (nel Württemberg), ha fatto quello che io avevo rifiutato:
introdotto nel culto mattutino la
vita di Enrico Arnaud, condottiero del Rimpatrio, « eroe della
fede », predicatore, esule a causa deH’Evangelo, fondatore e animatore delle comunità valdesi
emigrate in Germania, sepolto
sotto l’altare della sua chiesetta
di Schònenberg, come si addice
a un vero santo.
In fondo tutta la storia valdese veniva citata come storia
di martiri, di santi e di eroi (navigatori no, vista la provenienza
geografica). Il culto continuava
con la forma liturgica luterana
della « Mette » (preghiera del
mattino), che per noi è particolarmente difficile da seguire con
le sue antiche litanie!
Il past. Mayr in realtà faceva
un’offerta generosa, proponendo
un santo non canonizzato, sconosciuto, proveniente da una
chiesa « eretica ». Egli si è sempre battuto nel gruppo (dove lavoravamo insieme), perché ci fosse un riconoscimento ecumenico
reciproco di santi, « uscendo fuori dal tribalismo confessionale e
riconoscendo gli antenati altrui ».
Sua era anche la proposta, per
qualche verso originale, di un
calendario ecumenico dei santi
di tutte le chiese cristiane (i
grandi eretici più i loro inquisitori?) da proporre in un primo
tempo alla Federazione Luterana Mondiale e in seguito al Consiglio Ecumenico delle Chiese.
Il centro di Kirchberg, dove
un gruppo fa vita comunitaria
e celebra ogni giorno culti ecumenici, insieme ad ima molto
apprezzata intercessione per i
malati, si fa già promotore di
questa iniziativa e ha pubblicato
qualche anno fa un manualetto
contenente 57 profili di « testimoni della fede della Chiesa unica » {Glaubenszeugen der Einen
Kirche, J. Stauda Verlag 1984);
da questo volumetto vengono lette ogni giorno storie di « santi »
durante il culto, nell’intento di
realizzare la « comimione dei
santi ». La scelta spazia da E.
Arnaud ad Agostino Bea; da Marie Durand a Edith Stein (ultima canonizzata daU’attuale papa); da I. Kant a M. Niemòller,
passando per D. Hammarskjòld,
M. L. King, A. Schweitzer, ma anche per scrittori come F. Dostoevskij, Tolstoj, Pasternak, ecc.
La proposta del calendario ecumenico è stata considerata
premeitura, però si è suggerito
alle chiese di pensare a un libro di lettura da usare per il
catechismo. Naturalmente non
c’è niente di male nel voler ri
La base della
Confessione
Augustana
siano biblici), l’uso del crocifisso,
alcune liturgie particolari che si
sforzavano di mantenere la continuità con la chiesa antica, non
ci sono differenze evidenti con altre chiese riformate.
Venerazione e
adorazione
Per cattolici e ortodossi la questione si presenta in maniera ben
diversa: entrambi conoscono una
invocazione dei santi, e parlano di
« venerazione » e non di « adorazione », che sarebbe rivolta solo
a Dio o a Cristo. Concordano nell’affermare che anche la preghiera rivolta a un santo è in realtà
rivolta a Dio per l’intercessione
del santo.
Si immaginano i santi come viventi presso Dio, dopo la morte;
i protestanti invece credono nell’attesa del giudizio finale, che livella tutti in una uguaglianza non
sufficientemente meditata («ogni
carne è come l’erba... »). Cattolici e ortodossi hanno in comune
l’invocazione, ma non invece il
riconoscimento e l’amministrazione dei loro meriti da parte
della chiesa (cosa sconosciuta agli ortodossi). Y. Beaudoin, della
congregazione per le cause dei
santi a Rorna, ha esposto come
avveniva la canonizzazione dei
santi, un tempo unicamente affidata ai popoio e ai vescovi, e
dopo l’anno KKK) avocata a sé
dai papi. Ci sono attualmente circa lOOO cause in corso, delle quali circa la metà di italiani; prima deii’attuale pontefice la percentuale degli italiani era notevolmente più alta. Tempo medio
per ima beatificazione: circa 10
anni (il beato riceve un culto a
carattere locale), per la santificazione 30-40 anni, che il papa attuale tenderebbe a ridurre, chiedendo una maggiore celerità alla
commissione incaricata. In campo ortodosso è ancora la « vox
populi » che riconosce un santo,
non c’è gerarchia che debba proporlo al culto universale, non ci
sono santi recenti, né c’è alcuna
premura di nominarne.
Il peso della
consuetudine
L’argomento fondamentale a
favore dei santi è la consuetudine: contro ogni evidenza scritturale, i cristiani del II-III secolo hanno cominciato a incontrarsi nei luoghi che contenevano ie tombe dei martiri e a farvi il culto, celebrando la comunione dei santi, che è in grado
di superare anche la morte. Lo
stesso argomento della consuetudine non sembra esser probante allo stesso modo, quando si
ricorda che da 450 anni ci sono
chiese che vivono senza culto dei
santi, ma praticando con loro
una comunione nei ricordo, nei
Götz Planer-Friedrich) sostenevano un loro uso limitato nel tempo, legato all’immaturità, comunque un uso di carattere storico,
non diverso da quanto avverrebbe per la storia, le scienze; sottolineavano poi l’importanza della rottura del rapporto con i
modelli per consentire la crescita autonoma dell’individuo, soprattutto nella risposta della fede.
Da parte cattolica invece si
pratica un eterno infantilismo;
un relatore, lo storico di Mainz
Peter Manss, in una brillante sposizione si è detto disposto ad
ammettere che di molti santi
non si poteva accertare una origine storica reale (per es. S.m
Giorgio), ma che essi erano i
più amati dal popolo cattolico
per la forza dei valori simbolici
collettivi che essi esprimono. Di
conseguenza, la categoria delia
storicità per il santo non era affatto importante. Questi araomenti venivano considerati da
ortodossi e siro-ortodossi come
eccessi tipicamente cattolici, i r ipossibili nella loro tradizione.
Destinato a cadere nel vuoto
sembrava il rimprovero di qualche partecipante del Terzo Mondo di usare i santi come strumento di consenso per il mantenimento dell’esistente.
Come al solito, questi incontri
non sono importanti per le conclusioni, che in questo caso non
potevano esserci, ma per i .molti contatti che si riesce a stabilire, per l’atmosfera della città
dove ci si incontra e così via;
indimenticabile per me l’incor.uo
con la Chiesa Metodista di Strasburgo.
Gianna Sciclone
AGAPE
cordare figure illustri di credenti del passato e proporli alle nuove generazioni, anzi è un atto
necessario per conoscere le nostre radici. Tutto diventa più
problematico quando si pretende
di farlo nel contesto del culto
e si giudica povero il culto che
sia privo di questa dimensione.
Percorsi di donne
La posizione appena descritta
era comunque minoritaria nel seminario, ma aleggiava come stato di preoccupazione per cose
rimosse , ma in fondo considerate necessarie.
Per i luterani un punto di partenza autorevole è la Confessione
Augustana del 1530, che dedica il
cap. XXI al culto dei santi;
« Sul culto dei santi insegnano
che il ricordo dei santi può esser
proposto al fine di imitare la loro fede e le loro buone opere, ciascuno secondo la propria vocazione... Ma la Scrittura non insegna a invocare i santi o a chiedere il loro aiuto, perché ci presenta soltanto Cristo come mediatore, riconciliatore, sommo sacerdote e intercessore » (ed. Claudiana, p. 1361.
Questo documento, fatto per
ridimensionare l’impressione che
i protestanti volessero distruggere tutte le tradizioni e i valori del
passato, si presenta con parole
moderate, ma che teologicamente non si prestano a dubbi. D'altra parte, che sia continuata
una tradizione di « ricordo » o
di « imitazione » dei santi presso
le chiese luterane, mentre veniva
completamente cancellata nelle
chiese calviniste e zwingliane, è
cosa quasi sconosciuta e probabilmente non tanto estesa. Salvo
l’intestazione di qualche chiesa
(ma non ricordo santi che non
Si è svolto ad Agape, dall’l
all’S agosto, il campo donne
« Percorsi di donne nel protestantesimo ». C’erano stati due
anni di silenzio e riflessione dopo il decennale (’74-’85) incontrarsi dei campi femministi su
tutti i vari temi del movimento
— dal corpo al tempo, alla cultura, etc. — in cui era emersa
la necessità di confrontarsi « a
partire dal proprio specifico »;
non solo nel minimo común denominatore dell’essere donne,
insomma, ma dell’essere donne
credenti, e in particolare protestanti, nel rapporto con se stesse, con la società, la chiesa, le
aspettative e i ruoli, il movimento delle donne. Si è voluto cioè
portare alle sue conseguenze ultime il principio da cui è nata
tutta l’analisi, la pratica e la
proposta politica del movimento
femminista dalla fine degli anni '60; quel capovolgimento esplosivo dei modi tradizionali
della politica e della cultura che
è il « partire da sè ».
Una scommessa, insomma,
hanno detto le organizzatrici,
quella di mettere a confronto,
nei diversi vissuti, linguaggi, età,
provenienze, i vari poli di una
esperienza di donne: le donne
protestanti che hanno fatto pratica femminista, alcune donne
del movimento con cui si era
lavorato nei campi precedenti, e
le donne dei tradizionali movimenti evangelici.
Una scommessa coraggiosa,
che ha visto il momento forse
più significativo nel dialogo a
più voci della giornata del 5
agosto, contrassegnata da due
tavole rotonde e discussioni sui
temi « Associazioni femminili evangeliche: origini, problemi e
prospettive » e « Le chiese evan
geliche in Italia: comunità di
uomini e di donne? ». La pluralità dei percorsi, se non si rinchiude a difesa della propria particolarità, divenendo isolamento tra simili, è apparsa segno di
una grandissima fecondità, l’attuarsi di quella « differenza »
del femminile il cui articolarsi
capillare è una vera ricchezza.
L’esperienza delle donne si è
dispiegata dalle prime forme di
emancipazione femminile dal
« destino » di casalinga e di apertura al sociale, nel lavoro assistenziale, ecc., fino al dato nuovissimo del pastorato vissuto
con la coscienza critica delle contraddizioni che l’essere donna
pone a se stessa e alle/agli altri (una coraggiosissima e puntuale analisi di Letizia Tomassone).
I temi più attuali della ricerca
culturale femminista sono stati
poi ripetutamente scandagliati,
nelle relazioni e nel dibattito,
senza perdere di vista il quadro
di riferimento del tema proposto; da « Donne e ricerca storica » di Bruna Peyrot, a « 10 anni di ricerca etica » di Franca
Long e Gianna Urizio, da « Parlare e comunicare: riflessione
delle donne sul linguaggio » di
Erika Tomassone, agli inquietanti problemi della biogenetica,
proposti da una comunicazione
di Elisabetta Donini.
Lo specifico protestante della
« sola Scriptura » ha fatto da implicito filo conduttore, trovando
un momento strutturato nella
densa e vivacissima relazione di
Anna Maffei « La Bibbia ci interroga: esperienze di lettura biblica al femminile », e un momento più informale in un appxJsito gruppo di studio, nonché
nei canti, preghiere e meditazio
ni nel culto finale di chiusur.!.
Esigenza culturale, questa, condivisa con grande entusiasmo
anche tra le partecipanti non
appartenenti al mondo evangelico, e che viaggia in sintonia con
quanto viene prodotto in questi anni nei vari campi del sapere dagli studi delle intellettuali femministe, in un proposito
di vera e propria rifondazione
della cultura a partire anche dalla finora inespressa soggettività
femminile, che è il dato nuovo
e rivoluzionario, la rottura del
plurimillenario silenzio delle
donne. Si tratta insomma di
portare avanti e sviluppare la
necessità di un confronto critico continuo e demistificante,
che porti all’eliminazione di quegli « occhiali maschilisti » che
secoli di cultura patriarcale hanno posto sul messaggio biblico,
trasgressivo ed eversivo anche
in questo, rispetto alle regole culturali e sociali dominanti.
Nella gradevolezza dello stare
insieme, del conoscersi e dell’interrelarsi, che è il modo proprio
di una cultura della trasformazione, tesa a non separare i vari
aspietti e modi della persona
umana (e che è lodevole e sperimentato proposito di Agape),
il campo donne ha messo a fuoco una serie di punti fermi, nello sventagliato arco dei temi toccati: la soggettività, la differenza, la pluralità, la ricerca, il dialogo e il senso del limite.
Una scommessa riuscita, dunque, notavano le partecipanti
nell’assemblea conclusiva: confrontando « i percorsi », cominciare a parlarsi, per progettare
insieme « un percorso » che si
proietti nel futuro.
i'i
Piera Egidi
5
w
28 agosto 1987
obiettivo aperto 5
UN MESSAGGIO DI ALLAN BOESAK
UN MOMENTO COME OUESTO...
Stato di emergenza, arresti, repressione e carcere anche per bambini e ragazzi: per il popolo nero del Sud Africa
SI avvicina il giorno in cui sarà possibile il riscatto, ma i costi umani da sopportare sono ancora elevatissimi
Pubblichiamo l'intervento pronunciato da Allan Boesak in occ.-sione della prima conferenza
s:¿! disarmo e lo sviluppo organ::zata ih niemoria di Olof Paired. il 21 gennaio 1987. Lo spons^'f della conferenza è la Riversici Church, New York. Il primo
c uferenziere è stato Oliver Tambd. presidente dell’African Nation,..l Congress e amico personale
ó: Olof Palme. Ma forse il breve
b::ervento di Boesak è stato più
b.sisivo.
Cari fratelli e sorelle, è
d; \ A^ero un bene essere « di
m ovo a casa » e vedere questa chiesa strapiena di gente. traboccante di energia e
d; gioia — e di speranza e
certezza che la vittoria è in
arrivo.
\on sono qui stasera per
trattenervi a lungo. Ce qualCLiii altro che parlerà a voi.
S jho qui per dire una cosa
scìa: non c’è mai stato un
nvjinento come questo. Vado a casa e vedo ciò che
sta succedendo alla nostra
gente, e vedo ciò che il go'\erno sudafricano sta tentando di fare: un secondo
« stato di emergenza » in due
anni; l’assassinio legalizzato
da parte della polizia e delle forze di sicurezza; l’incolumità per coloro che uccidono i nostri figli. E io penso; non. c’è mai stato un momento come questo.
25 mila persone in prigione. il 40 per cento delle quali ragazzi al di sotto dei 18
anni. Quotidianamente sentiamo parlare di tortura e
di condizioni indicibili e io
penso: non c’è mai stato un
tnomento come questo.
lina chiesa
perseguitata
La chiesa è perseguitata, in Sud Africa: JeanFrançois Bill, Smangaliso
Mkatshwa, Dean Farisani sono persone che da mesi ormai sono in prigione. Non
sappiamo che cosa sta succedendo a loro, essi devono
senire quali esempi negati\ i di ciò che il governo sudai ideano è pronto a fare a
coloro che proclamano l’Evangelo e che sono disposti
ad ubbidire all’Evangelo
senza pensare che dovrebbero anche ubbidire al governo sudafricano. E io penso:
non c’è mai stato un momeììto come questo.
•Muore più gente ora, in
quei campi di concentramento che il governo sudafricano chiama eufemisticamente « aree di trasferimento »,
ora più che mai. Muoiono di
fame e di malnutrizione.
Muoiono di malattia e d’inedia. Muoiono di pura disperazione. Non c’è mai stato
un momento come questo.
La polizia spara e uccide
una bambina di 4 anni.
C’è chi adduce un pretesto:
« Non sapevamo che fosse
una bambina. Pensavamo
fosse un cane ». Questo fatto viene pubblicato sui giornali. Io penso: non c'è mai
stato un momento come questo.
Vado da Cape Town a
Bloemfontein, da Kwazikhele a Soweto, alle zone di
campagna del Capo occidentale e orientale e incontro
bambini che mi dicono che
continueranno ad affrontare la polizia e a dir loro,
ad alta voce: « Potete soltanto ucciderci ». E io penso: non c’è mai stato un
momento come questo.
I nuovi nomi
delie scuole
Parlo con i ragazzi di una
scuola: hanno deciso che le
scuole non possono più portare i loro vecchi nomi. E
così, a Qudtshoorn e a De
Aar, le hanno ribattezzate.
La loro scuola superiore, a
Qudtshoorn, non si chiama
più « Morgensfer », si chiama ora « Olivef Tambo ». In
un posticino chiamato De
Aar, la gente, mi disse una
anziana, « ha paura anche
di respirare », perché il
potere dei bianchi è così
grande. I ragazzi si radunano insieme e dicono: « Questa scuola da ora in poi sarà chiamata ’’Nelson Mandela” ». Io penso: non c’è
mai stato un momento come questo.
Il governo vieta le nostre
riunioni di chiesa, e arrestano a destra e a sinistra e
dappertutto, e arrivo e la
gente dice: « No! Noi vogliamo avere le nostre riunioni di chiesa. Non permetteremo che l’opera di Dio
sia messa al bando da un
governo che pretende di essere cristiano ma sa di non
esserlo. E mentre la polizia
si trova a 100 metri, ci mettiamo in ginocchio nelle strade e preghiamo e cantiamo.
E anche se lanceranno i
lacrimogeni, e così hanno
fatto; e anche se ci inseguiranno con i cani, e così hanno fatto; e anche se spareranno sulla folla, e così hanno fatto, noi ci troviamo ancora lì e cantiamo e preghiamo e sappiamo che il momento loro è passato ». E io
penso: non c’è mai stato un
momento come questo.
Mi sono trasferito a Cape
Town dopo l’incidente del
« cavallo di Troia », in cui
poliziotti e soldati si sono
nascosti in grandi scatole su
un camion affinché i ragazzi delle scuole non potessero
vederli. Quando hanno in
Un nuovo
insediamento-ghetto,
al di fuori dell'area
urbana, destinato
alle popolazioni
di colore
del Sud Africa.
contrato i ragazzi, di colpo
sono usciti da quel camion,
e hanno sparato loro a
bruciapelo. Al funerale, il
padre di uno di essi si
alza in piedi davanti a decine di migliaia di persone e
dice: « Mandino duemila,
mandino diecimila, mandino
cinquantamila poliziotti a
Cape Town, non smetteremo di lottare! ». E io penso:
non c'è mai stato un momento Cóme questo.
Vado dal Sud Africa agli
Stati Uniti d’America, e sì,
è vero, Reagan è ancora alla Casa Bianca, ma voi siete in questa chiesa e voi state dicendo qualcosa di diverso, e state facendo qualcosa
di diverso. Sì, è vero, il signor Reagan è ancora disposto ad andare a letto con
Pretoria e continua ad appoggiare il regime più violento che un paese abbia mai
conosciuto, ma voi siete qui
stasera, e rappresentate una
altra America. E io penso:
non c’è mai stato un momento come questo.
Malgrado tutte le difficoltà, e malgrado le prove e
le tribolazioni che molta
gente deve attraversare, malgrado le distanze che ci separano, abbiamo imparato
che il sangue che ci unisce
è più denso delle acque che
ci dividono. Abbiamo steso
le nostre mani oltreoceano,
e abbiamo fatto una marcia
insieme, perché sappiamo
che mentre noi abbiamo manifestato lì, sfidando l’incarcerazione e la morte, voi avete manifestato qui mostrando la vostra solidarietà.
E io penso: non c’è mai stato un momento come questo.
« Raccoglierete ciò
che seminate »
Il signor Botha sta a Cape Town, ed è un uomo
preoccupato, perché sa che
tutti i fucili che può comprare non lo salveranno. Sa
che tutta la violenza del suo
governo non può essere chiamata « sicurezza » per il futuro del suo popolo. Sa che
l’incarcerazione dei nostri figli non è un segno del suo
potere ma un segno della
sua profonda disperazione e
debolezza. Lui sa che anche
se pensa di poter ancora contare sull’appoggio delle nazioni occidentali più potenti
— gli Stati Uniti d’America,
la Gran Bretagna, e la Germania Federale, e dobbiamo
includere anche il Giappone
in questo piccolo quartetto
— i suol giorni sono passati. Il tempo è passato
perché, dice la Bibbia: « Raccoglierete ciò che seminate ». Lui sa che l’oppressione non può andare avanti
per sempre.
Vi vedo qui stasera, fratelli e sorelle, e vedo che è
possibile stare già ora insieme su un palco con gente
esiliata dalla propria terra.
Uno dei grandi segreti per
cui i neri sudafricani provano gioia e si divertono è
che mentre il governo sudafricano pensa sul serio che
un giorno dovrà legalizzare l’African National Congress, la nostra gente ha già
annullato la messa al bando
del movimento. Non c’è mai
stato un momento come questo.
Poiché siamo qui stasera,
e poiché siamo qui non solo per ascoltare ma anche
per sapere di più e capire
meglio, non solo per parlare
ma per agire, e poiché siamo qui sapendo, sapendo
davvero che quel che decidiamo qui stasera nei nostri
cuori si avvererà, noi sappiamo che questo è il momento.
Ho ripetuto questo molto
spesso a gente nera negli
USA, e permettetemi di ricordarvelo ora: voi sapete
che quel che ha detto Martin Luther King è vero: « C’è
una interrelazione nella nostra storia, nelle nostre vite, nel nostro destino e voi
non sarete mai liberi se noi
non siamo liberi ». Questo è
il momento di saperlo! Questo è il momento di dirlo!
Vi dirò ora che sono assolutamente convinto che avremo la nostra libertà comunque. Vedrete ancora il
giorno, e non è lontano, nel
quale voi starete seduti non
in Riverside Church ma negli stadi di Soweto e Guguletu e Cape Town e Port Elizabeth, e insieme celebreremo la nostra libertà! La gente che conosce le necessità
di un momento come questo, la gente che conosce ciò
a cui è chiamata in un momento come questo, la gente che conosce il proprio dovere in un momento come
questo, la gente che accetta
il rischio di un momento come questo, sa che verrà
il momento in cui il Sud
Africa nero camminerà libero, e governerà il paese
dove siamo nati.
Mio figlio, che ha 8 anni,
non starà mai davanti a voi
per parlare di queste cose. Parlerà di altre cose. Non
vi racconterà di bambini che
muoiono senza motivo. Non
vi racconterà di madri che
piangono perché i loro figli
passano il Natale in prigione. Non vi racconterà di un
uomo che si chiama P. K.
Botha, perché Botha e il suo
governo non ci saranno più.
Parlerà di altre cose perché
abbiamo deciso che questo
momento, il nostro momento, non sarà come qualsiasi
altro momento.
Cogliete ora questo momento, fratelli e sorelle miei.
Prendetelo ora. Alzatevi ora.
Fate ciò che dovete fare ora
e fate sapere al mondo che ci
sarà un tempo diverso domani perché non c’è mai stato un momento come il nostro, ora.
Dio vi benedica.
Aliati Boesak
Traduzione di John Hobbins
Revisione di
Eda e Paolo Grillo
6
6 vita delle chiese
28 agosto 1987
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UNO STUDIO DELLA COMMISSIONE PACE E DISARMO
Le chiese e l’impegno per la pace
Sabato 29 agosto
Mentre è in svolgimento il Sinodo valdese, la Commissione
delle Chiese battiste, metodiste e
valdesi per la pace e il disarmo
ritiene interessante pubblicare
alcuni dati suH’impegno delle
chiese per la pace e il disarmo,
uno dei temi che maggiormente
ha caratterizzato la loro testimonianza negli ultimi sei anni.
Le percentuali che seguono sono ricavate dai risultati del questionario distribuito dalla Commissione ai delegati al Sinodo e
aH’Assemblea dell’Unione battista del 1986, integrati dalle poche
risposte ad un altro questionario,
distribuito per posta Tanno precedente. Sebbene i risultati si riferiscano solo a 29 chiese battiste e a 52 chiese valdesi e metodiste, si tratta pur sempre di un
campione abbastanza ampio da
suggerire alcune riflessioni.
(42,2% contro un 38,5% dei battisti).
Il 13,8% delle chiese battiste e
il 34,6% delle chiese valdesi e metodiste del campione hanno dichiarato « zona denuclearizzata »
l’area su cui sorge il loro locale
di culto prima dell’autunno dello
scorso anno (tre di loro Io hanno
fatto dopo aver compilato il questionario).
Cominciamo con un dato assai
incoraggiante: T89,6% delle chiese battiste e T86,5 delle chiese
valdesi e metodiste che hanno risposto hanno visto l’impegno per
la pace e il disarmo figurare fra
le loro priorità.
Come si è tradotto tale impegno? Nella maggior parte dei casi
con iniziative di sensibilizzazione
della cornimità (76,9% delle chiese battiste, 91,1% di quelle vaidesi e metodiste) e con la partecipazione ad iniziative del movimento per la pace (65,4% battisti, 73,3% valdesi e metodisti);
per i battisti segue l’organizzazione di iniziative pubbliche in proprio (42,3% contro un 24,4% dei
valdesi e dei metodisti) e per i
valdesi e i metodisti la partecipazione ad iniziative ecumeniche
Il 38,5% delle chiese valdesi e
metodiste intervistate hanno aderito alla proposta di gemellaggio
per la pace con chiese degli Stati Uniti d’America avanzata dalla
Riverside Church di New York
al Sinodo 1984. Ad esse si è spontaneamente unito un 13,8% di
chiese battiste, mentre alla proposta di gemellaggio per la pace
con chiese dell’Est e del Medio
Oriente avanzata dalla EGEI nel
1984 hanno aderito il 24,1% delle
chiese battiste e il 19,2% delle
chiese valdesi e metodiste che
hanno risposto al questionario.
Per quanto riguarda la diffusione di inviti, di materiali di documentazione, di risoluzioni, di
commenti sulla pace e il disarmo, operata dal 58,6% delle chiese battiste e dal 73% delle chiese
valdesi e metodiste del campione, si è trattato di volantini per
il 41,4% dei battisti e per il 59,6%
dei valdesi e dei metodisti; di comunicati stampa per il 13,8% dei
battisti e per il 23% dei valdesi e
dei metodisti; di opuscoli (con
particolare menzione per il volumetto « Pace perché », edito dal
Progetto Cultura della Pace e
Protestanti nel Pinerolese) per il
13,8% delle chiese battiste e per
il 34,6% di quelle valdesi e meto
diste; di altro (soprattutto materiali audiovisivi) per il 3,4% delle chiese battiste e per il 26,9%
di quelle valdesi e metodiste.
Quindi la messa in pratica della plebiscitaria dichiarazione di
priorità in favore della pace,
allora, consentirebbe un discreto
ottimismo, anche se moderato
dalla considerazione che, nella
maggior parte dei casi, le iniziative prese in considerazione si
sono probabilmente realizzate
fra il 1982 e il 1984 e le dichiarazioni di denuclearizzazione e i
gemellaggi hanno dato frutti
complessivamente scarsi.
Si può dire, in generale, che le
chiese rispondono abbastanza bene alle proposte del Sinodo valdese, dell’Assemblea UCEBl e
dello stesso Consiglio FGEI,
mantenendo però un forte bisogno di costante sollecitazione.
Quest’impressione risulta confermata dalle risposte date alle
domande relative all’interesse
delle chiese per un proseguimento del loro impegno pacifista.
Così, T86,2% delle chiese battiste e T84,6% delle chiese valdesi e metodiste intervistate confermano iL proprio interesse a ricevere materiali di documentazione e di riflessione sulla pace
e il disarmo, mentre il 75,9% (il
13,8% non risponde) dei battisti
e il 69,2% (il 23% non risponde)
dei valdesi e dei metodisti si rivelano interessati alla visita di
membri della Commissione per
la pace e il disarmo, nonostante
che il 58,6% delle chiese battiste
e il 75% delle chiese valdesi e
metodiste del campione affermino l’esistenza nella loro comunità di sorelle o fratelli particolar
mente impegnati su questo terreno.
Interessanti (rappresentano un
piccolo saggio di sociologia ecclesiastica) anche le risposte all’ultima domanda del questionario,
con la quale la Commissione
chiedeva a chi fare riferimento
per consolidare i rapporti. Il tasso di « clericalismo » è pressoché
10 stesso fra battisti, metodisti e
valdesi: il 48,1% dei primi contro
11 46,5% dei secondi indica come
riferimento il pastore. Tuttavia,
per i battisti il pastore è preferibile a tutti gli altri, alla EGEI o
all’Unione giovanile (40,7%), alle
persone indicate come particolarmente impegnate per la pace
(25,9%), all’Unione femminile
(22,2%) e al Presidente del Consiglio di Chiesa, nettamente staccato col suo 7,4%; valdesi e metodisti, invece, preferiscono al pastore i membri di chiesa impegnati (55,8%), mentre il Presidente del Consiglio di Chiesa raccoglie un 27,9%, la FGEI il 23,3%
e l’Unione femminile il 14%.
Scherzi a parte, lo scopo principale del questionario non era
quello di raccogliere dati sociologicamente significativi, ma di fornire alla Commissione una serie
di indicazioni per meglio facilitare la riflessione e la testimonianza per la pace delle Chiese battiste, metodiste e valdesi in Italia.
□ POMERIGGIO DI FESTA
PER L’ASILO
LUSERNA S. GIOVANNI — Amici e
sostenitori si ritrovano per un pomeriggio di festa intorno aiia Casa. Vengono esposti e messi in vendita iavori
confezionati dagii ospiti stessi; servizio buffet; inizio ore 14.30.
Sabato 5 settembre
□ INCONTRO
COMUNITARIO
S. MARZANO OLIVETO (At) — in
occasione dei 90 anni daiia costruzione del tempio e della Casa evangelica, a 120 anni dall’inizio della presenza evangelica, la locale chiesa
evangelica organizza un incontro comunitario a partire dalle 11.15 con la
predicazione della Parola di Dio; nei
pomeriggio alle 15.30, nella piazza dei
Municipio, il pastore Domenico Mase!
lì, prof, di storia del cristianesimo
all'Università di Firenze, parla sul
tema « S. Marzano nella storia dell'evangelismo e dei Risorgimento italió
Sabato 12 e
domenica 13 settembre
Anche se nel prossimo futuro
alla Commissione non sarà facile
rispondere pienamente alle aspettative emerse, sarà tuttavia sua
cura migliorare il più possibile
il servizio reso.
Bruno Gabrielli
n FESTE DOLCINIANE
BIELLA — NeH'ambito delle Festa
dolciniane, nell'ottantennio dell'obei:
SCO, sabato 12 settembre alle ore 2:.
presso la sala del « centro anziani » di
Cessato, Giorgio Bouchard introduce
il dibattito su « Identità e resistenza
dei popoli oppressi ». Domenica 13 alla
ore 10, culto evangelico alla Boccheita
di Margosio (Panoramica Zegna, invero); ore 11, assemblea della Ca cs
studi dossinian al cippo di Fra Dolcin,),
sul monte Mazzaro; nel pomeriggio
musica, canti e balli della tradizione
montanara ed operaia piemontese.
Il metodo ecumenico corretto
che spinge al dialogo ed invita
all’unità si fonda non sulla mescolanza delle cose, ma su quattro capisaldi posti In evidenza
sin dai primi decenni di questo
secolo quando varie Chiese, tra
cui la valdese, posero a nuovo
la loro attenzione sul tema dell’unità dei cristiani.
18-19 LUGLIO: CONVEGNO A TORRE PELLICE
Tali capisaldi, che giocano anche nel campo dei matrimoni
interconfessionali, sono: a) conoscenza reciproca completa, e
su questo punto tra valdesi e
cattolici i progressi non sono irrilevanti, ma certo non ancora
esaurienti; b) reciproca comprensione, cioè ricerca delle ragioni delle diversità e delle divergenze, mentre sino ad ora ci
si è rivolti soprattutto a cercare ciò che unisce invece di pensare a ciò che separa; c) reciproco pieno rispetto, ed invero
questo è il punto su cui si è
camminato di più e rettamente;
d) raffronto biblico determinante, mentre per lo più ci si è limitati a confrontare, per mescolarle, le cose degli uni e degli
altri e non a confrontarle entrambe con la Rivelazione espressa dalla Scrittura.
Se si lavora con metodo forse
si potrà arrivare a capire che
la fede nel comune Signore può
unire di fronte a molte questioni su cui le religioni dividono.
Matrimoni interconfessionali
e famiglie biconfessionali
taria dettata da Gesù, da parte
delle due Chiese coinvolte dai
matrimoni interconfessionali e
dalle loro conseguenze.
Ovviamente per giungere a
tanto occorre essere al chiaro
sul significato e la portata del
battesimo. Situazione questa che
invece sul piano dell’auspicato
« battesimo ecumenico » appare
molto confusa.
7) Quanto al battesimo però
la famiglia, anche se è «biconfessionale », può solo decidere
sulla sua eventualità quanto ai
figli, non già sul modo con cui
deve essere amministrato il sacramento; il decidere questo,
quale atto ecclesiastico, spetta
agli organi delle Chiese.
Se la famiglia vuole avocarlo a
sé corre il rischio di porsi quale
« chiesa domestica » in concorrenza con le due Chiese nelTambito delle quali a suo tempo si
formarono i due coniugi.
A mio avviso l’ecumenismo in
materia si attua in altra direzione; e cioè in quella del reciprobo riconoscimento della realtà
battesimale nella formula trini
8) Dalle esperienze presentate
nell’incontro del 18 luglio è apparso che i « foyers mixtes » concepiscono il battesimo come un
atto determinante « l’appartenenza » ad una delle due Chiese. Questa è però una grossa incomprensione della posizione
valdese. Basti ricordare Tart. 9
della Disciplina generale, od il
testo della recente intesa con
lo Stato, per rendersi conto che
secondo l’ecclesiologia valdese
(così mal conosciuta anche nelle
file valdesi) i credenti non « appartengono » alla Chiesa, ma vi
«hanno parte»; e che il battesimo è solo « un segno » della
Grazia.
Diversa la concezione cattolica per la quale — anche se il
nuovo codice ha ammorbidito
le forme — il battesimo incorpora nella Chiesa. Quando sul
piano delle famiglie biconfessionali si afferma il carattere di
« appartenenza » che sarebbe
proprio del battesimo si attua,
più o meno consapevolmente, una cattolicizzazione del predetto
sacramento, mentre non parrebbe che sia ciò che si vorrebbe.
9) Dalle dette esperienze emerge poi fortemente l’istanza
che il battesimo, nel caso dei
« foyers mixtes », non presenti
il carattere di una « appartenenza definitiva » alla Chiesa secondo il rito della quale sia amministrato. Orbene questa è indubbiamente una manifestazione di volontà determinata —
anche se inconsciamente — dalla concezione valdese del battesimo. Infatti dal punto di vista
cattolico (c. 868) il battesimo
non viene amministrato ai fanciulli se non ricorra una « speranza fondata che questi siano
educati nella religione cattolica ». Nel caso contrario viene
differito.
10) Inoltre in taluni casi esemplificati nelTincontro suddetto, si
vorrebbe che il rito si svolgesse in famiglia, ma pubblicamente con la partecipazione dei
ministri delle due confessioni;
e che Tavvenuto battesimo venisse registrato in entrambe le
Chiese.
Se non si arriva alla concelebrazione — che, è noto, le Chiese rifiutano — si vuole la partecipazione dei due ministri, non
di due rappresentanti delle chiese che fungano da testimoni; ed
anche questa istanza denota una, sia pure inconscia, cattolicizzazione del concetto di pastore
che nella ecclesiologia valdese
non ha poteri da svolgere in funzione gerarchica.
A che vale poi la registrazione? Essa è solo una prova delTavvenuto battesimo. Se effettuata duplicemente non prova
nulla di più, né assegna al bambino una « pre-iscrizione » ecclesiastica, come può avvenire per
le scuole!
Il fatto è che le sofferenze che
traspaiono da queste richieste
nascono per i coniugi-genitori
dalle contraddizioni e dalla confusione in cui si dibatte la questione di un preteso « battesimo
ecumenico », privo di senso, mi
pare, di fronte alTaffermazione
precisa di Efesini 4: 5.
a superare le impasses bicon
fessionali insite nell’insorgente
famiglia.
Qui un compito preciso spetta alle due Chiese coinvolte ed
interessate. La sofferenza dei coniugi divenuti genitori può essere un pungolo per incrinare la
corteccia ecclesiastica e può valere da stimolo non solo per il
dialogo, ma per un incontro, pei
giungere ad un atto comune che
ponga una soluzione chiara sui
tema del battesimo, o dichiari
che al momento esso non è apparso chiarificabile. Se si vuole
veramente uscire dalTequivoco e
dalle ambiguità di un pseudo
« battesimo ecumenico », questo
a me pare il da farsi.
11) Sul piano reale i figli dei
« foyers mixtes » in definitiva,
quale che possa essere stata la
volontà dei loro genitori, o saranno cattolici, o saranno vaidesi; oppure, anche se « cristiani battezzati » anagraficamente
registrati, non saranno né l’uno
né l’altro, ed il loro apporto in
sede ecclesiastica sarà nulla,
perché con le Chiese avranno
chiuso.
12) Il problema di una catechesi adatta si può porre chiaramente fuori di ogni possibile
confusione. I genitori sono liberi di far frequentare ai loro
figli quei corsi di formazione religiosa che ritengono più opportuni.
L’impegno dei genitori, e degli eventuali padrini, può essere
solo diretto ad assicurare anche ai loro figli educazione e
preparazione in vista della fede. La fede non si può insegnare, né imporre come può avvenire per l’obbedienza ecclesiastica; perché è un dono di Dio.
Il conflitto tra fede ed obbedienza è forse il punto nascosto da
cui sorgono via via le contraddizioni e le sofferenze proprie
ai « foyers mixtes ». La sola
spinta dell’amore, che può determinare un matrimonio interconfessionale, non basta da sola
13) Se no, tanto vale tornare ai sistemi empirici che hanno governato il passato dei matrimoni misti. Rito civile, seguito
se si vuole dai due riti religiosi
secondo le rispettive intenzioni.
E quanto ai figli si insegni pure
l’obbedienza ecclesiastica o la
Bibbia, e di fatto si torni al
criterio stabilito — quale privilegio per i principi tedeschi
onde assicurare la continuità
confessionale delle dinastie —
da una bolla di Benedetto XIV
alla metà del ’700. Tale criterio,
ampiamente diffusosi nelle famiglie europee e tuttora da alcuni
praticato, vuole che nelle famiglie miste i figli seguano, anche
per il battesimo, la religione del
genitore del medesimo sesso.
Così i genitori imporranno le
loro decisioni, ma i figli del XX
e XXI secolo saranno poi liberi
di essere quello che vorranno
essere sul piano della fede. A
parte la indifferenza, le conversioni alTEvangelo del Signore
da 1987 anni sono sempre esistite, testimoniando che la fede si impone sui condizionamenti umani.
Giorgio Peyrot
La prima parte dell’intervento
è stata pubblicata sul n. 31 del
1 agosto scorso.
7
28 agosto 1987
valli valdesi 7
TORRE PELLicE Mary Gaydou
La giornata
deH’Eco-Luce
Canti dei « tupamaros » dei
primi decenni dell’Ottocento,
vecchi « tangos », canzoni di lotta ma anche di nostalgia e di
rimpianto. Le musiche del Rio
de la Piata, unitamente alle diapositive scattate da Sergio Ribct e Marianne Hintermùller
nel 1984, in un Uruguay che in
quei giorni si apprestava a rinnovare il proprio governo mediante libere elezioni dopo anni
di dittatura militare, hanno concluso sabato 22 la giornata dell’Eco/Luce, presso il giardino
della Casa Valdese. Le nostre
chiese, le opere neH’.A.merica del
sud, e anche il paesaggio urbano e l'ambiente agricolo sono
siati illustrati nel corso della
serata.
l a festa era iniziata la mattin: con l’apertura degli stand:
da Amnesty International alla
Claudiana, con l’AEV e l’Associazione Volontari Ospedalieri e
la Società di Studi Valdesi. Alenili pannelli illustravano le varie fasi di lavorazione che ci portano ad avere ogni settimana
un numero del giornale.
Per tutta la giornata ha funzionato il servizio di bar e risi ; ante all’aperto, che ha visto
ne’le óre del pranzo e della ceni la partecipazione di oltre
di: conto persone; il tutto è state possibile grazie al lavoro di
una trentina di nersone, fra cui
molti ragazzi, impegnate nei vari settori: dall’impiantistica, alla cucina, alla cassa, alla preparazione computerizzata dei dati
relativi alla sottoscrizione a premi. Diamo qui anche i risultati
cL ¡l'estrazione, avvenuta martedì 25.
Fubblichiamo l’elenco dei numeri
estratti con I relativi premi.
1360: vince il quadro di G. Rivoir;
2761: soggiorno di quattro giorni per
due persone a Borgio Verezzi;
1530: soggiorno di 4 giorni per due
persone a Torre Pellice;
6250: soggiorno di 4 giorni per due
persone a Venezia;
1073: soggiorno di 4 giorni per due
persone a Firenze:
3172: soggiorno di 4 giorni per due
persone a Vallecrosia:
272; libro Alle porte d'Italia (ed. A.
Meynier):
4?3 macchina per maglieria:
1213: soggiorno di 3 giorni per due
persone all’Hótel du Pare di
Torre Pellice;
PER I VOSTRI ACQUISTI
LIBRERIE
CLAUDIANA
# TORRE PELLICE - Piazza della Libertà, ^ - Telef.
(0121) 91.422.
# TORINO - Via Principe
Tommaso, 1 - Telef. (011)
66.92.458.
# MILANO ■ Via Francesco
Sforza, 12/A - Telefono
(02) 79.15.18.
4094: soggiorno di due giorni per due
persone a Borgio Verezzi;
9740: soggiorno di due giorni per due
persone a Torre Pellice;
409: soggiorno di due giorni per due
persone a Vallecrosia:
906: soggiorno di due giorni per due
persone a Venezia;
4580: due acqueforti di M. Chiappa e
R. Manni;
7520: un acquarello di L. D'Andrea;
3121: Testa, quadro del pittore Tonti;
7003: stampa raffigurante M. Lutero;
6285: Id. Id.;
1947: id. Id.;
9186: Id. Id.;
1192; id. Id.;
2686: Id. Id.;
7022: Id. Id.;
491: stampa raffigurante il tempio
di Torre Pellice;
7314: stampa raffigurante il tempio di
Villar Pellice;
3396; stampa raffigurante il tempio di
Luserna S. Giovanni;
5457; stampa raffigurante il tempio di
Pramoilo:
1243: un acquarello di B. Appia;
5789: Orphée, disegno di B. Appia;
3432; un pranzo per due persone al
Risi. Flipot di Torre Pellice:
1986: un pranzo per due persone al
Rist. Gilly di Torre Pellice;
1263: un pranzo per due persone ai
Rist. Centro di Torre Pellice;
6895: un pranzo per due persone al
Rist. Bellevue di Torre Pellice;
663: tagliere per pane con coltello;
5512: buono sconto L. 30.000 da « Alma scarpe »;
6309: disco della Corale di Villar Pellice;
832: Id. Id.;
9687: Id. Id.;
701; puliscidischi elettronico;
2477: fotografia di G. Odin (ritratto
di valdesina);
257: id. Id.;
1237: Id. Id.;
9389: Id. Id.;
6375: Id. Id.;
3950: Id. Id.;
298: Id. Id.;
2754: un piatto in legno;
4935: Id. Id.;
387: una pianta ornamentale;
8723: Id. Id.;
8716: Id. Id.;
7344: Id. Id.;
9747; marmellata di lamponi (1 kg.l;
1319: volume Itinerari delle Valli valdesi;
870: Id. Id.;
5438: Id. Id.;
2896: Id. Id.;
6521: Id. Id.
Vincono inoltre un buono sconto del
10% su acquisti sino a un totale di
L. 180.000, presso il « Maxi Discount »
di Torre Pellice i seguenti numeri:
4079, 2392, 2673, 2807, 9718, 682, 922,
1920, 1505, 2466, 1748, 836, 3257,
6420, 1278, 6497, 6466, 7087, 6580,
5608', 309, 5962.
Attenzione: i premi vanno ritirati entro il 30 settembre 1987 presso la redazione del giornale (tei. 011/655278
oppure 0121/932166) concordando con
la stessa le modalità del ritiro. 1 soggiorni presso alberghi e foresterie
vanno effettuati entro l’anno 1967. In
caso di non utilizzo del soggiorno entro la data stabilita si perde il diritto
allo stesso. In ogni caso non sarà
possibile sostituire il soggiorno con
l’equivalente In danaro.
Per i vostri regali... è sempre meglio:
PORCELLANE, CRISTALLERIE
ARTICOLI DI CLASSE PER LA CASA
VIA BUNIVA, 52 - 10064 PINEROLO - TEL. 0121/74194
All’età di 89 anni è mancata, al
Rifugio- Carlo Alberto, Mary
Gaydou. Originaria di Pomaretto, con notevoli sacrifìci, ma anche con tenacia, aveva intrapreso gli studi infermieristici, e, dopo aver conseguito a Roma il diploma, aveva perfezionato in Inghilterra la propria preparazione. In Italia fu subito al servizio
della Croce Rossa, in particolare
nei treni-ospedale per la Russia,
nel corso dell’ultimo conflitto
mondiale e sulle navi-ospedale in
rotta daH’Eritrea a Napoli.
Dopo aver guidato la Colonia
CRI di Follonica lavorò all’ospedale dei Fraticini, voluto a Firenze dalla marchesa Orìgo. In pensione si ritirò a Pietra Ligure e
Borgio Verezzi. Ricordiamo con
riconoscenza questa vita, caratterizzata da una professione vissuta « laicamente » al servizio
degli altri, ma testimonianza visibile della fede che l’animava.
C.G.-A.R.
’’Tuttovalli”: Chisone
e Germanasca
La Comunità Montana Valli
Chisone e Germanasca ha fatto
uscire un notiziario in veste
completamente rinnovata intitolato « Tuttovalli ». Nella presentazione, il presidente della Comunità Montana Sola attribuisce a
questo notiziario non solo un
ruolo informativo sull’attività
della Comunità Montana, ma anche su questioni di carattere generale relative a problemi della
valle.
Fra i temi affrontati in questo
numero, segnaliamo interventi
su agricoltura, cantieri di lavoro,
turismo, ambiente, servizi sanitari, oltre ad una panoramica delle
attività e delle manifestazioni
nelle valli nel periodo estivo.
Rassegne
PINEROLO — Viene inaugurata sabato 29 agosto la 11* edizione della
Rassegna dell'artigianato del Pinerolese presso l'Expo Fenulli; l’apertura
è come di consueto pomeridiano-serale: l'ingresso è libero.
Concerti
TORRE PELLICE — Alle ore 21 di
sabato 29 agosto presso il tempio valdese la Pro Loco organizza un concerto, con musiche di Haydn, Beethoven, K. Czerny, Weber, Ghedini; suona Il Trio " Ad Quintum »: Luciano
Mazzola, flauto; Claudia Bavette, violoncello; Raffaele Copia, pianoforte.
Mostre
TORRE PELLICE — Fino a lunedì 31
agosto, presso il Collegio Valdese, fra
le ore 15 e le 21, è esposta al pubblico la mostra « Insecta (l’altra dimensione) », le forme, l'eleganza, i colori dei più antichi abitanti della Terra.
RINGRAZIAMENTO
« L’Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23)
Ci ha lasciati
Elsa Decker ved. Rollier
Lo annunciano con profonda tristezza, a funerali avvenuti, i fìg'li: Franco
con Carla, Paoilo con Annamaria e Roberto (2on Fiorella; le soreUe Eugenia
Deslex e Minetta con il marito Guglielp
mo Annibali; la cognata Bianca Decker; i nipoti Andrea con Claudia,
Elis^etta con Roberto, Simone; i parenti tutti e la cara Pauìette Bertinat.
Un sentito ringraziamento viene rivolto dai fìgli a quanti hanno offerto
assistenza alla loro mamma, al signor
Gobello, a tutto il personale dell’Asilo
Valdese dì Luserna S. Giovanni, alla
cara Pauìette Bertinat ed al pastore
Tourn.
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TORRE PELLICE, centrale alloggetto composto di ingresso, camera, tlnello/cucinlno, bagno, balcone, cantina, (box auto). Possibilità riscaldamento
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di Ferrando Mauro
Luserna S. G. - Viale De Amicis, 3/1
Tel. (0121) 901.554
RINGRAZIAMENTO
I parenti della cara
Emma Cougn ved. Paschetto
ringraziano tutti coloro che con la presenza, scritti e parole di conforto hauno partecipato al loro dolore.
In modo particolare ringraziano suor
Dina, suor Marinette ed il personale
della Casa delle Diaconesse per i’affetr
tuosa assistenza, la dott.ssa Ornella Michelin Salomon ed i pastori signori
Giorgio Toum e Severino Zotta.
Si prega di devòlvere eventuali offerte all’Asilo Valdese di Luserna S.
Giovanni ed al Foyer Villa Elisa di
Torre PeUdee.
Il presente serve di partecipazione e
ringraziamento.
Torre Pellice, 17 agosto 1987
RINGRAZIAMENTO
« Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io
vi darò riposo »
(Matteo 11: 28)
I nipoti e parenti della cara zia
Anna Chauvìe ved. Charlin
di anni 90
sentitamente ringraziano tutti coloro
che hanno preso parte al loro lutto.
In particolare un grazie alla direzione
e al personale del Rifugio (c Re Carlo
Alberto » per Tassistenza prestata.
Luserna S. Giovanni, 6 agosto 1987
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Giovanni Davide Lapisa
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di stima e dì affetto ricevuta
per la dipartita del loro caro congiunto, nell’impossibilità (Ji farlo singolarmente ringraziano tutte le persone
che con scritti, parole di conforto e
partecipazione ai funerali hanno preso
parte al loro dolore.
Si ringrazia con particolare rico>
noscenza : il pastore Vito Gardiol, il
direttore signor Gobello, la dott.ssa
Peyrot, tutto il personale dell’Asilo
Valdese per le affettuose cure prestate
al caro congiunto, e i vicini di casa.
Luserna S. Giovanni, 15 agosto 1987
RINGRAZIAMENTO
« Gesù dice: Chi crede in me,
ha la vita eterna »
I familiari di
Esterina Grill ved. Bonjour
deceduta alTAsilo Valdese il 19 agosto
1987 desiderano ringraziare vivamente
la dott.sea Claudia Peyrot, la direzione
deir Asilo e tutto il personale, Aurora
Aibarin, per ie cure e le attenzioni dedicate alla loro cara nei lunghi mesi
della malattia. Un grazie anche agli
ospiti della casa per le prove di affetto
e di partecipazione dimostrale a Esterina nella malattia e ai familiari nel
momento della separazione.
Luserna S. Giovanni, 28 agosto 1987
Eventuali offerte in memoria a favore deRa Gasa delle Diaconesse e delr
l’Ospedale Valdese di Torre PeUice.
Torre Pellice, 17 agosto 1987
« Dio stesso sarà con loro e sarà loro Dio; e asciugherà ogni
lagrima dagli occhi loro e la
morte non sarà più... »
(Apocalisse 21: 3-4)
Alice Cougn ved. Breda con le figlie
Eugenia e Elena, annuncia con dolore
la morte della sorella
Emma Cougn ved. Paschetto
e nell’impossibilità di farlo personalmente ringrazia quanti, in vece sua,
si sono presi cura della cara scompaia
sa durante la malattia sopportata con
cristiana rassegnazione.
Roma, 17 agosto 1987
Cristina e famiglia si uniscono al
dolore di zia Alda e Alice._____
RINGRAZIAMENTO
<c Non temere, solo abbi fede »
(Marco 5: 36)
La famìglia di
Anna Navache
ved. Michelìn Salomon
nelTimpossibilità dd farlo personalmemte ringrazia di cuore tutti coloro che
hanno preso parte al suo dolore.
Torre Pellice, 24 agosto 1987
RINGRAZIAMENTO
« Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa,
ho serbata la fede »
(II Timoteo 4 ; 7)
I familiari di
Mary Gaydou
ringraziano tutti coloro che hanno
preso parte al loro dolore.
Pomaretto, 11 agosto 1987
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CHISONE - GERMANASCA
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Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
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TRON - Telef. 58766.
Fenestrelle: FARMACIA GRIPPO Via Umberto I. 1 - Tel. 83904.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
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(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva e festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
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Bricheraslo: FARMACIA FERRARIS Via Vittorio Emanuele 83/4 - Tel.
59774.
Villar Penice: FARMACIA GAY Piazza Jervis - Tel. 930705.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice: Telefono 91.996.
8
?"4 .
8 fatti e problemi
28 agosto 1987
osservatorio americano
II
rischio
del
Mentre cresce la tensione per gli
avvenimenti del Golfo Persico, che,
occupano da alcuni giorni gli spazi di
primo piano delle principali reti televisive americane, cresce anche l’opposizione alPinterno del Congresso nei
confronti delPamministrazione Reagan. Il « Gulf-Fiasco », come lo ha definito il « Time » del 10 agosto, ha messo in luce una volta di più quanto
pericolose siano le « missioni simboliche » dell’attuale governo in questi
ultimi anni (si pensi ai 241 americar
ni uccisi da una bomba a Beirut nel
1983 o alla missione di Grenada o all’incursione-in Libia) che in definitiva
producono soltanto vittime e non
convincono più U grande pubblico
americano sull’efBcienza dell’apparato
militare la cui credibilità — ecco la
battuta di questi giorni — « non tiene
a galla neppure una tazza di thè ».
Golfo
A New York, nel grattacielo dell’Inter Church Center, che maestoso si
affaccia sull’Hudson, la discussione
sulla crisi del Golfo è rinviata a dopo le ferie. L’ultima parola ufficiale
sul problema l’ha lanciata a gdug^o
l’Assemblea Generale della Chiesa
Presbiteriana che ha esplicitamente
condannato lo stile dell’attuale governo teso a privatizzare la politica estera e « che non contribuisce a creare
un clima idoneo allo sviluppo della pace e della giustizia in Medio Oriente ».
Charles Kimball, responsabile per
il Medio Oriente del National Council of Churches of Christ (NCCC), un
organismo che raggpoippa negU USA
più 41 30 chiese (comprese quella
presbiteriana e queUa metodista) per
un totale di circa 50 milioni di mem
bri, è appena rientrato dall’ufficio del
NC(X: a Washington dove, ora per
ora, si segue e si commenta la situazione politica. « Per una presa di
posizione ufficiale occorrerà attendere il prossimo novembre, quando si
terrà la seduta del comiteto centrale
del NCCC ma, a titolo personale, —
aggiunge Kimball — posso confermarle la gp'ande preoccupazione delle
chiese evangeliche membro del NCCC
per la pericolosa situazione in Medio Oriente. Si tratta di una vera e
propria matassa di interessi economici, responsabilità e credibilità che rischia di trascinarci ih un conflitto
mondiale. Lei mi chiedè cosa possiamo fare a livello ecclesiastico? Vorrei precisare che le componenti fondamentaliste del protestantesimo non
sono allineate sulle nostre posizioni
critiche e quindi è difficile dire oggi:
’’Questa è la posizione dei protestanti
nordamericani sull’attuale politica degli USA in Medio Oriente”. Per il momento hoi seguiamo con estrema attenzione gli avvenimenti della politica
estera (e non solo la crisi del Golfo) e
non perdiamo occasione di far conoscere ài nostri politici la posizione
sul Medio Oriente che abbiamo elaborato a silo tempo ».
Nel 1980 il NCCC aveva prodotto
^una lunga risoluzione ufficiale in cui si
ribadiva la necessità dell’autodeterminazione dei popoli mediorientali senza intromissioni degli USA e s{ denunciavano le spese militari delle nazioni del Medio Oriente (quantificate
con estrema precisione) come il principale, fattore di impedimento allo svii' iuppo. della pace e del progresso civile ed economico di quei popoli.
« Per le implicazioni belliche intemazionali che possono scaturire
daU’attuale conflitto Iran-Iraq ritengo
— conclude Kimball — che gli USA
dovrebbero ridurre la propria presenza militare in Medio Oriente prima che si scateni un gioco ai massacro. La mina vagante più pericolosa
è costituita dalla sfida al confronto
che può assumere, in poche ore, la
dimensione di un conflitto più vasto,
anche perché le reazioni deli’amministrazione Reagan sono imprevedibili. Credo che l’unica strada percorribile per risolvere questo tipo di
conflitti sia quella del confronto nell’ambito dell’ONU. Le soluzioni bilaterali, lo abbiamo visto in questi anni, non hanno portato a risultati positivi ma ci hanno riportato a casa soltanto dei soldati uccisi. Solo il confronto multilaterale, insieme ad una
nuova autorevolezza dell’ONU, può
ridare flato a soluzioni equUibratle
che affondino le proprie radici nella pace e nella ricerca della giustizia.
Come chiese non possiamo dimenticare che il nostro compito deve incessantemente puntare ai confronto
ed alla riconciliazione proprio quando più forti diventano la lame e la
sete di armi ^ violenza ».
Due mentalità a confronto: quella
di Rambo e quella di Martin Luther
King. li pugno di ferro e il dialogo
non violento. Le menzogne e la verità. Non ci sono vie di mezzo, forse
per questo nessuno ha voglia di ridere in questo torrido agosto e si rimane in ascolto delle « ultimissime »
sulla tempesta del Golfo.
Giuseppe Platone
UNA PROPOSTA DEI GIOVANI AVVENTISTI
Vietiamo l’aicooi a chi guida
Identità,
formazione,
cultura
Una legge che potrebbe limitare il numero degli incidenti sulle nostre strade - Più del sessanta per cento degli italiani favorevole
( segue da pag. 1 )
Con viva partecipazione ho
letto le pagine dei giornali dedicate al fenomeno degli incidenti stradali che tante vittime e
tanti feriti stanno causando in
questi giorni nel nostro paese.
Grazie alla sensibilizzazione dei
mass media abbiamo notato che
il numero delle vittime e degli
incidenti è diminuito, ma la situazione è sempre preoccupante.
ne, gli incidenti stradali sono diminuiti del 16 per cento. In Italia, da quando si è reso obbligatorio l’uso del casco per i motociclisti, le vittime sono diminuite del 30 per cento. La prevenzione dà ì suoi risultati.
l'ammenda da L. 200.000 a L. 800.000 e
con la sospensione della licenza dell'esercizio in cui la vendita è effettuata.
sizione dei membri del Sinodo.
La C.d’E. è essenziale all’esercizio di una effettiva democrazia
aH’interno delle chiese valdesi e
metodiste.
Mi si permetta di insistere su
un fatto di cui si è poco parlato.
Oltre all’introduzione dell’uso
delle cinture di sicurezza, del
controllo dei limiti di velocità
dei TIR e dei tempi di guida dei
conducenti, del controllo dell’usura oneumatici e imposizione del rispetto dei limiti di velocità, c’è un provvedimento cautelativo che non bisogna sottovalutare, e precisamente il divieto di guida in stato di ebbrezza.
La gioventù della Chiesa cristiana avventista, di cui faccio parte, ha presentato l'anno scorso,
essendo l’anno europeo della sicurezza stradale, una proposta
di legge di iniziativa popolare,
depositando 70.0(W firme in Parlamento, sul « Divieto della propaganda pubblicitaria degli alcoolici, della loro vendita sulle
autostrade e della guida sotto
l’influenza dell’alcool ».
Questa proposta è stata ripresentata alla X Legislatura e mi
permetto di esprimere un caldo
invito a tutti i Parlamentari a
prendere in seria considerazione
questo problema che ogni anno
causa in Italia migliaia di vittime e migliaia di feriti, oltre a
notevoli costi di carattere sociale, .sanitario ed economico.
Inoltre faccio presente che, da
alcuni sondaggi effettuati, più
del 62% della popolazione italiana sarebbe d’accordo sul primo articolo da noi presentato,
il 75% sul secondo e l’85% sul
terzo. (Si vedano i 3 articoli in
calce).
La proposta di legge della gioventù avventista vuole porci sullo stesso piano degli altri paesi
europei, ma soprattutto desidera
salvare migliaia di vite umane,
e spesso anche innocenti, che pagano perché non sono protette
da una giusta legge, e questo
giornale può notevolmente contribuire a far sì che la nostra
proposta diventi legge.
Art. 3 - E' vietato guidare quafsiasi
veicolo a motore sotto l’Influenza dell'alcool.
Chi trasgredisce al divieto previsto dal precedente comma è punito con l’ammenda da L. 100.000 a
L, 400.000 e con la sospensione della
patente fino ad un anno.
Se dal fatto deriva un incidente
stradale con lesioni personali, la pena
è dell'arresto fino a sei mesi e dell’ammenda da L. 200.000 a L. 800.000
e il ritiro della patente. E' fatta salva,
in caso di recidiva, l'applicazione dell'art. 99 del Codice Penale, modificato dall'art. 9 del Decreto-Legge 11
aprile 1974. n. 99 convertito nella Legge 7 giugno 1974, n. 220, nonché
dell'art. 91 del testo unico delle norme sulla disciplina della circolazione stradale approvato con Decreto del
Presidente della Repubblica 15 giugno
1959, n. 393.
Ignazio Barbuscia
P.'oposta di legge di iniziativa popolare concernente:
« Divieto della propaganda
pubblicitaria degli alcoolici,
della loro vendita sulle autostrade e
della guida sotto l'influenza dell'alcool»
Con successivo Decreto Ministeriale da emanarsi entro un mese dalla
data di entrata in vigore della presente legge dal Ministero della Sanità di
concerto con i Ministri dei Trasporti, dei Lavori Pubblici e dell’Interno,
saranno determinati II tasso alcoolemiGo e le modalità d'accertamento.
Nelle circa 90 cartelle (più allegati) in cui si articola quest’anno la Relazione viene posto al
centro della discussione un tema,
essenzialmente, quello della /orinazione. Questa parola sembra
riassumere le varie istanze presenti a livello di chiese locali o
di assemblee regionali e sembra
comprendere il dibattito in corso
da un certo tempo sul problema
della identità, della cultura, della
diaconia. Formazione vuol dire
«qualificazione delle proprie competenze al servizio della chiesa e,
insieme, ripensamento delle nostre radici e dell’identità protestante in questo paese ». E’ in
questa prospettiva che il Sinodo
discuterà deH’8 per mille, della
questione cioè dibattuta in questi ultimi anni in tutte le chiese
se accedere o meno ad eventuali
finanziamenti statali; ma è anche
in questa prospettiva che acquista particolare rilievo l’istituto
per eccellenza di formazione che
abbiamo e cioè la Facoltà di teologia di Roma.
Art. 1 - La propaganda pubblicitaria
diretta o indiretta di quaisiasi bevanda
alcoolica, nazionale od estera, è vietata.
Chi trasgredisce al divieto previsto dai precedente comma è punito
con l'arresto fino a sei mesi e con
l'ammenda da L. 1.000.000 a L. 10
milioni.
Quasi tutti i paesi europei,
compresi quelli dell’Est, hanno
una legge sul tasso alcolemico.
L’Italia è il fanalino di coda. In
Francia, da quando è entrato in
vigore questo tipo di legislazio
Art. 2 - La vendita di qualsiasi bevanda alcoolica, nazionale od estera,
sulle autostrade è vietata.
Chi trasgredisce al divieto previsto
dal precedente comma è punito con
per la stampa di
libri, giornali, riviste,
locandine e manifesti,
lavori commerciali
in genere
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Via Arnaud, 23 - © 91334
10066 TORRE RELUCE (To)
I lavori del Sinodo sono appena iniziati e si preannunciano
densi. A dirigerlo è stato chiamato Aldo Comha: una scelta felice
per le competenze specifiche e la
capacità di dialogo e ascolto che
ha dimostrato più volte. Lo affianca come vice-presidente Renato Di Lorenzo, par la prima
volta investito di questa responsabilità.
Tutto fa pensare che questo sarà un Sinodo programmatico al
quale si dovrà fare riferimento
negli anni futuri; ma anche un
Sinodo di riflessione e chiarimento d’idee su alcune questioni importanti, fondamentali.
Luciano Deodato
« L’Eco delle Valli Valdesi »: Reo
Tribunale di Pinerolo n. 175.
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato, Giorgio GardioI (diret
tore). Paolo Fiorio, Roberto Giaoone, Adriano Longo, Giuseppe Piatone [vice direttore]. Comitato di
redazione: i redattori e: Mirella
Bein Argentieri, Valdo Benecchi,
Franco Carri, Rosanna Ciappa Nittl, Piera EgidI, Claudio H. Martelli,
Roberto Psyrot, Sergio Rìbet. Massimo Romeo, Cesare Milaneschi.
Marco Rostan, Mirella Scorsonelii,
Liliana Viglielmo.
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - Tel. Oli,
655.278.
Redazione l'Eco delle Valli Valdesi:
Via Arnaud, 23 - 10066 Torre Pellice
Editore: AIP, Associazione Informazione Protestante - Via Pio V, 15
- 10125 Torino.
Registro nazionale delia Stampa n
00961 voi. 10 foglio 481.
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— ordinarlo annuale L. 34.000
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— costo reale ■■ 56,000
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Marco Rostan) » 75.000
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si di settembre-dicembre '87 al
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Decorrenza 1” gann. e r luglio (semestrale) da versare esclusivamente sul c.c.p. 327106 intestato • L'Eco
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Subalpina - 10066 Torre Pellice (To)
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