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BibIlatori
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Tonas PSLLIS*
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BELLE mtlJ mLBESI
Quindicinale
della Chiesa Valdese
'' Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXI — Nnni. 6
Una copia L. 20
ABBONAMENTI
j Eco: L. 600 per l'interno Sco e La Luce; L- 1000 per Tinterno
1
L. 1000 per l'estero
L. 1600 per Testerò
Spedis. alib. postale li Gruppo
Cambio d'indirizzo Lire 30,—
TORRE PELLICE — 16 Marzo 1951
Ammin. Claudiana Torre Pelliee • C.C.P. 2-175JS7
SeWimana Santa 1951
Gli uomini por natura vivono per loro stessi. Non per gli altri, cui
pensano solo in qutmto possono ^rvire, strumenti più o meno docili,
ni loro disegni; non per Dio, al quale ricorrono quasi unicamente nella
paura o nel bisogno; ma per sè stessi: per la loro salute, la loro ricchezza; la loro potenza, il loro piacere, la loro felicità; in una parola, per
il loro interesse.
Ora, « Cristo è morto per tutti, affinchè, quelli che vivono, non
vivano più per loro stessi, ma j)er Colui che è morto e risuscitato per
loro )>.
Lo dice S. Paolo (2 Corinzi 5: 15), le cui parole ci tornano alla
mente in questi giorni.
Egli non era stato con Gesù come i dodici, non l’aveva udito parlate, non aveva assistito neppure ad uno dei suoi miracoli, non l’aveva
visto mai. Aveva soltanto sentito raccontare di lui, certo non benevolmente, poche cose. Ma queste poche cose, che dopo la sua conversione
gli apparvero sotto altra luce e presero ben diverso significato, e tutto
i quello che Anania, a Damasco, prima e dopo il suo battesimo, gli disse
in lunghi, intensi colloqui, più le considerava e più lo riempivano di
stupore e di commozione.
Dopo, sino alla fine dei suoi giorni, egli non si stancherà mai di
! accogliere tutti i ricordi del suo Signore, rimasti incancellabilmente
scolpiti nella mente e nel cuore di quelli che da principio erano stati
con Lui e sarà perciò in grado, pur non avendolo conosciuto, di ricostruirne esattamente la vita. E più la ricostruiva, per sè e per gli altri,
nei suoi vari momenti ed episodi, soffermandosi in modo speciale su
quelli che parlavano delle sue sofferenze, delle sue sofferenze sulla croce, e più il suo stupore e la sua commozione crescevano, mentre le sue
labbra mormoravano: Per tutti e per me!
Il ricordo diventava per lui visione attuale, palpitante di vita, tanto la sua anima ne era tutta piena. Il Signore gli stava dinanzi ed egli
l udiva: « Ravvedetevi^», ripeteva; cambiate la vostra mente e il vostro
cuore, il vostro egoistico modo di pensare e di agire! Dio prima, .sempre, e non voi. Il vostro prossimo e voi, e non voi soltanto. « Clii vuol
venire dietro a me, rinunzi a sè stesso! Chi vuol essere primo, sia servo
di tutti! » E Paolo seguiva il suo vivente Signore di luogo in luogo,
mentre, incarnazione perfetta di quanto domandava agli altri, continuamente rinunziando a sè stesso, si faceva servo di Dio e degli uomini.
Lo seguiva fino alVnltima cena coi suoi, (« Questo è il mio corpo dato
per voi!... Questo è il mio sangue sparso per voi... »). Lo .seguiva .sino
alla morte ed, alla morte della croce; e poi alla risurrezione ed all’ascensione (« Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine deU’età
presente »). E mentre lo seguimi sempre più stupito, commosso e riconoscente, diceva: Per tutti, a favore di tutti, al posto di tutti! E per
me! Per me, che nel mio orgoglio farisaico l’ho ignorato e sprezzato;
per me, che nel mio cieco e. violento fanatismo l’ho bestemmialo e perseguitato! Lo slancio della sua riconoscenza e l’impeto del suo amore
per il Signore erano tali che egli davvero soffriva con Lui e con Lui erri
crocifisso e con Lui moriva.
Ma ecco, dolce premio di questo suo illimitato dono d’amore a chi
tutto per amore gli aveva dottato, egli morto con Cristo, con Cristo risuscitava. « Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie son
pascale : ecco, son diventate nuove » (2 Cor. 5: 17)! Non piti lui viveva.
" ma Cristo viveva in lui. Cristo principio suo vitale, Cristo vero ed intero, Cristo anima della sua anima, che col Suo Spirito onnipossente
Vaffrancava dalla legge del peccato e della morte e lo rendeva ognor
più libero e felice {Rom. 8: 1-2). Ed egli, trionfante esclamava con
gf,oia incontenibile: « Grazie siano re.se a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore » (Rom. 7: 25).
¡2? Domenica, in molto nostre chiese,
.schiere di giovani catecumeni si preO' senteranno davanti; al Signore ed alIvlì la cojiiunità dei credenti e pronunzieranno un si, confermando il loro
battesimo cristiano e promettendo di
vivere secondo la loro fede.
Per quanti di essi questo si sarà veramente un si? Quanti di essi sono
veramente ravveduti, convertiti, nati di nuovo d’acqua e di spirito, al
momento della pubblica testimonianza della loro fede?
A quanti di essi lo Spirito attesta
attraverso al loro proprio spirito,
che essi sono figiuoll di Dio?
Quanti di essi, infine, desiderano
sinceramente di camminare come
veri figliuoli, condotti dallo Spirito
^ di Dio? di vivere secondo lo Spirito; di séminare ]>er lo Spirito; di non
spegnere lo Spirito; di prendere la
*7:; spada dello Spirito; di essere fortii7> ficati dallo Spirito, di
essere ripieni dello
Spirito?
Sono tutte domande ,
che la Parola di Dio
stessa mette davanti a
voi, giovani, e che dovete meditare
ad una ad una, in preghiera, prima
del vostro .si.
In ogni circostanza dovrete compiere ciò che Egli vuole da voi, sia
che vi proponga una vocazione particolare al suo servizio, sia che vi
chieda una buona parola od un sorriso per la persona che non amate;
sia che vi dica, domani, di rompere
un fidanzamento che vi obbligherebbe a tradire la vostra fede ed il vostro si di oggi; sia che vi suggerisca
di cedere a chi vi perseguita e vuole
da voi il vostro tempo, l’acqua della
vostra fontana o l’erba del vostro
prato, « la vostra tunica e il vostro
mantello » od un prestito qualsiasi.
E quando Egli vorrà il vostro denaro, anche quello che non vorre
Una madre ai Catecumeni
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Quanto avveniva in S. Paolo, .s’è avverato pure, in diverso grado
e misura, negli altri apostoli e in tutti quelli che attraverso i secoli
sono stati veramente .suoi discepoli. In tutti quelli, cioè, che come S.
Paolo e gli Apostoli, del Cristo morto e risuscitato per essi hanno fatto
l’oggetto della loro contemplazione e il fondamento della loro vita.
Strettamente uniti a Lui in profotula ed intima comunione vitale, essi
hanno sperimentato che sì, si può morire con lui al peccato, cioè all’egoismo ed all’orgoglio, da cui ogni male discende per il .singolo individuo e per tutta l’umanità, e si può risuscitare con Lui ad una vita
nuova, il cui centro è Dio e noti l’uomo; Dio, giusto e santo, Dio, Padre d’amore, che tutti gli uomini, figli suoi, vuole con sè e per sè, pei
mezzo di Gesù Cristo. E.s.si, nuove creature in Cristo, non sono più vissuti per loro stes.si, ma per Colui che per loro era morto e risuscitato.
Essi... E tu, fratello e sorella, che mi leggi? Ed io, che vi .scrivo?
Miseri noi, chi ci libererà da questo corpo di morte? (Rom. 7:24).
Venerdì Santo e Paaqim: la morte di Cristo sulla croce, coronamento di una vita di ubbidienza e di servizio in un amore insuperabile
per Dio e per gli uomini, e la sua risurrezione dai nuirti, .suggello,
pegno e condizione di vita nuova ed eterna per noi già .su questa terra,
sono due fatti correlativi e indissolubilmente uniti.
Oh! che per l’infinita bontà del Signore anche a noi .sia concesso di
conoscere, la comunione delle sofferenze di Cristo e la potenza della sua
risurrezione (FU. 3: 10), affinchè anche noi possiamo celebrare giubilanti' Iddio, il quale per mezzo di Gesù Cristo ci ha affrancati dalla
legge del peccato e della morte (Rom. 8: 1-2).
Guglielmo del Pe.sco, Moderatore.
Ci
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Ci
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Si.
Com’è facile dire ,si.^ poi non ci si
pensa più: è fatto, «4aa volta per sempre. Quale errore!
Questo si non è che un debole principio — quanto mai importante, perchè trascende i limili della vita attuale — ma soltanto un principio,
una decisione per un certo modo di
vivere, per un certo modo di fare.
Ma la decisione non vuol dire la cosa già compiuta, la vita stessa già
vissuta.
Il si di oggi non è che il primo anello di una lunga catena di si che
bisognerà saper dire al Signore, di
volta in volta, quando Egli ci parlerà: non temete, si presenterà presto un nuovo appello da parte di Dio,
una nuova decisione da prendere —
piccola o grande che sia — per saggiare la qualità della vostra fede e
la sincerità del vostro primo si. Dovrete ancora essere pronti, dovrete
ancora e sempre essere a disposizione per nuovi si, forse sempre più difficili.
La catena d’oro dei vostri si alla
volontà di Dio, catena d’amore e di
dedizione, vi legherà .sempre maggiormente al trono del Signore, e,
sottraendovi a qualsiasi altra catena
di quaggiù, vi farà realmente liberi.
Ora avete posto il primo anello ; siete come coloro che hanno trovato la
strada giusta, l’unica che vi condurrà dove l’anima anela, ma che que.sta strada non hanno mai percorso
e di cui ignorano tutto.
Non è, dunque, tutto compiuto,
una volta per sempre, dopo aver pronunziato il si. Tutt’altro: non è che
l’inizio.
Per voi, che sinceramente lo vole
te, incomincerà allora la « meravi
gl iosa avventura » — permettetem
di dire eosi — della vita vissuta spi
ritualmente, come vedendo Colui
che è invisibile; essendo edificati
qual casa spirituale; bevendo alla
roccia spirituale, che è il Cristo.
Si tratterà, d’ora innanzi, di essere aperti e disponibili alla voce dello Spirito di Cristo ;di ascoltarla,
sia nelle cose piccole come nelle grandi — ma, forse, nella vita dello spirito non vi sono, effettivamente, cose piccole o grandi, ma tutto è di
somma importanza — e lanciarsi
coraggiosamente nella « meravigliosa avventura », facendo largo credito
al Signore.
ste dare, lo metterete ai Suoi piedi
per servirlo, rinunciando alla vostra
troppa previdenza: oh, sappiate essere imprevidenti per Lui!
E quando vorrà parte della vostra
casa o del vostro pane — il Signore
non chiede l’impossibile — per i diseredati, lo darete, anche se ciò non
vi piacerà, o se vi sarà scomodo: oh
sappiate far tacere i vostri pretesi
diritti davanti a Lui!
E quando avrete paura dell’indomani, della guerra e di tante altre
cose che vi schiacciano, vi ricorderete che Egli è il Vivente, ed ha il
Regno e le promesse : sappiate andare a quella Bibbia, che vi regalano oggi, per meditare ciò che, in essa, Egli vi rivela, e che noi tutti non
conosciamo più.
Così soltanto ritroverete la fede
genuina, perchè la fede vien dall’udire, e l’udire si ha per la Parola di
Dio : se noi non udiamo la Parola
investigando personalmente le Scritture, — non ci dobbiamo stupire di
non avere abbastanza fede, o niente'
fede, o una confusione di idee, invece della Verità.
E se non abbiamo fede, non ci
dobbiamo neppure stupire di avere
sempre paura di questo e di quest’altro e di vivere nella più angosciosa
incertezza intorno a tutte le cose.
E quando, rispondendo si al Signore, sarete incompresi e vi farete forse dei nemici, perseverate.
E quando non saprete quali siano
per essere le conseguenze dei vostri
si per voi stéssi, per i vostri beni materiali, per la vostra vita, dite ancora: si.
Si, a Te Signore.
Perchè così vuol dire vivere per
fede, camminare secondo lo spirito,
abbandonarsi al Signore.
E’ questa la « meravigliosa avventura » — dato che mi avete permesso di esprimermi così — di cui vi parlavo prima; ed è meravigliosa appunto perchè vi svela, a mano a mano, gli orizzonti ineffabili della realtà di Dio; della presenza operante
di Dio; dell’amore, del soccorso, della sollecitudine di Dio.
...« Non vedo chia
ro___ e, d’altronde,
non ho certamente la
forza di vivere così ».
Se tu avessi la forza, se tu comprendessi tutto, non sarebbe vivere per
fede; il tuo primo atto di fede, in
questa nuova strada, è di dire: io non
so nulla e non posso nulla, ma mi
affido a Te, sovvieni alla mia incredulità e rivelati nella mia debolezza.
L’uomo naturale non riceve le
realtà dello spirito, perchè gli sono
pazzia, ma coloro che sono di Cristo
le accolgono, perchè sanno che lì è
la vita vera ed eterna.
Non soltanto quel che si tocca, si
vede, si conosce; o ciò che si è sperimentato, o ciò che si dimostra è vita; ma le cose che occhio non ha vedute, o che orecchio non ha udito e
che non son salite in cuor d’uomo,
sono quelle che Dio ha preparato
per coloro che l’amano.
Si. Offrite il vostro vero culto spirituale a Dio, cioè: voi stessi in sacrificio.
Se il vostro .si, giovani, sarà un si
di questo genere, allora un giorno
potrete dire anche voi come Giobbe,
e come centinaia di credenti, prima
e dopo di lui: « finora io avevo con
gli orecchi udito parlare di Te, ma
ora l’orecchio mio Ti ha veduto. Io
•SO che il mio Redentore vive ».
Voce
conio SACRO
Dato che non tutte le Corali sono a buon punto nella preparazione degli inni d’insieme e dei cori siamo costretti a ritardare le dato
delle feste di Canto sul previsto. Es,se avranno quindi luogo alle date
seguenti :
Domenica 6 maggio: ore 15: Festa di Canto delle Corali della Val
S. Martino a San Germano Chisone.
Domenica 20 maggio: ore 15: Festa di Canto delle Corali della Val
Pellice a Luseriut San Giovanni.
Domenica 27 maggio: ore 15: Feste di Canto per le Scuole Domenicali: per le Scuole Domenicali della
Val San Martino: a Pomaretto; per le
Scuole Domenicali della Val Pellice: a
Torre Pellice.
Le Corali sono pregate di segnalare tempestivamente al Presidente
della Commissione del Canto Sacro gli inni dell’Innario Cristiano e
dello Psaumes et Cantiques che esse hanno .scelto per l’esecuzione da
E. Alme
2
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
rsirzir:
1851
Almeno fin dal 1820 esisteva a Firenze una cappella evangelica riformata
(già al n. 20 di via Maggio), considerata come Cappellania del Re di Prussia. Vi predicarono a lungo dei pastori
di lingua francese, fin quando il ini;
mero dei Qrigionesi e dei Piemontesi
protestanti fece sorgere il desiderio di
un culto in lingua italiana. La Tavola
Valdese concesse a tale scopo il pastóre Bartolomeo Malan, uomo di cultura e di fede, pratico della lingua italiana, già ospite nel 1886 del pèdagogista Raffaello Lambruschini. L'opera
di Malan nella capitale Toscana si iniziò nel 1850 ; nel dicembre dello stesso
anno egli fu raggiunto dal giovani^ collega Paolo Geymonat, quivi inviato
dalla Tavola come suo collaboratore,
ina in realtà per gettare le basi dell’opera evangelica in Toscana.
Il clero toscano però non doimiva.
e quando si accorse che i culti in lingua italiana erano seguiti non solo du
stranieri protestanti, ma anche da puri toscani... cattolici, fece i passi necessari per impedire la i)ropaganda evangelica. Là domenica 19 gennaio
1851 la cappella fu invasa dagli sbtrri.
che presero nota con diligenza di tutte
le persone intervenute al culto ; si
trattava di oltre cento cattolici toscani... Come si vede, l’opera si stava
svolgendo con successo.
L’ambasciatore di Prussia, non più
residente in città, ma a Roma, non
potè obbiettare nulla, in quanto la legazione non era più in Toscana, c dovette anzi pèr necessità di buoni rapporti, annunziare la sospensione dei
servizi in lingua italiana. Ciò avveniva
il 2 febbraio 1851, ed i fedeli non stranieri vennero diffidati dalla polizia di
partecipai-e a qualsiasi culto, sotto minaccia di carcere duro da otto giorni
a due mesi.
La cacciata
di Malan e Geymonat
Il Malati rimaneva titolare cappellano della cappella di Prussia, ma il
Geymonat dovette giustificare la sua
permanenza a Firenze con delle lezioni di francese e di aritmetica, Iiitautc
nella loro comune abitazione in borg<i
S. Lorenzo essi continuavano a raccogliere i pochi fedeli decisi ad affrontare la sbirraglia, e a predicare l’Evangelo. Iva loro padrona di casa non trovò di meglio che denunciarli, ed il Ri
marzo essi furono sorpresi dalla polizia : il Geymonat, come narra egli stesso. stava spiegando il versetto: « 1!
regno di Dio è preso a forza e i violenti
lo rapiscono », e dicendo agli uditori
che, per essere discepoli di f'risto, è
necessario far violenza a sè medesimi,
rinunciare ai propri comodi ed alla ])ropria quiete, quando quattro gendarmi
entrarono nella camera, la perquisirono, e presero le generalità dei ]u'esenti. Furono sequestrate due Bibbie,
due Nuovi Testamenti e qualche compito di aritmetica, la riunione fu naturalmente sciolta, ed i partecipanti
citati a comparire davanti al Fornmissorio di polizia del quartiere.
Comparsi sei giorni dopo, i dieci
compagni di Malan e Geymonat, dopo un interrogatorio di quattro ore, fu
So abbondare
E’ pericoloso essere ricchi. Le difficoltà
della mi.seria sono per un cristiano una
prova meno dura della coppa traboccanle
deirahbondanza. Ci vuole ben più della
sa|!gezza umana per tenere con fermezza
la coppa della gioia: Inttavia Paolo aveva
imparato anche questo, e diceva; Ho imparato ad abbondare e ad aver fame «.
Quando godiamo di molte benedizioni di
Dio, accade spesso che abbiamo piccola
misura della Sua grazia c, soddisfatti della
terra, ci sembra di poter fare a meno del
cielo. Siate certi che è più difficile sapere
< ome comportarvi nell’abbondanza clic nella fante, data la desolante tendenza della
natura umana ad inorgoglirsi e a dimenticare Dio.
»
Badate di domandare a Dio, nelle vostre
preghiere, di insegnarvi come comportarvi
neU’abhnndanza. Spurgeon.
reno rilasciati; Malan fu trattato con
un certo riguardo, data la sua qualità
di' cappellano, ma gli fu ingiunto di
lasciare il Granducato in tre giorni;,
Geymonat’ invece venne trattenuto tre
giorni al Bargello, poi condotto: a jiiedi, ammanettato, sino al confine.
Più tardi, creato cavaliere da Umberto I, dichiarava francamente di tener in maggior conto le • manette del
Granduca di Toscana che la croce delrOrdine. Mauriziano!
Due giorni dopo, G. P. Vieusseuj*,
fondatore dell’Antologia scriveva da
Firenze al Barone Ricasoli, narrando
il fatto : « Gli imbecilli che sono a!
governo," se ' avessero studiato la filosofia della storia,, si guarderebbero bene dal perseguitare; eglino non fanno
altro clié precipitare il movimento che
vorrebbero impedire ». Però, a causa
delle leggi repressive e del governo ostile, l’opera valdese in Toscana dovette subire una tregua fino al 1860.
addotto dai giudici riposava nella pretesa « pubblicità » della loro opera di
proselitismo^ in base all’art. 0 del
Codice Leopoldifto, ohe stabilivà « Ohi
insegnasse pubblicamente massime
contrarie alla nostra S. Religione,
verso la quale abbiamo sempre nutrito e nutriamo perpetuamente costauté l’amor nostro edìl nostro zelo... sia
punito col massimo e più esemplare
rigore, nè mai cori minor pena- dei
pubblici lavori a tempo o a vita.: ».
‘'L’òpiiiione pubbljpa protestante, fili
dairarresto dei Madiai, -si era commossa, e tutti i giornali stranieri protestanti'* parlarono ieiraccaduto, bollando a fuoco i’iniiilleranza del granducato; lettere, proteste, interventi
non servirono a nuHa, e la giustizia
(sic!) segui il suo'dòrso.
Una delegazione di inglesi, syizzeri.
olandesi e francesi, andata apposta a
-'Firerize per. ottenere grazia o. almeno
un equo trattaménto per gli imputati,
non fu ricevuta dal Granduca.
I due infelici sopportarono con tempra eroica il carcere, come ei rivelano
le loro lettere; ma non dovettero scontare tutta la pena, perchè nel marzo
1853, dopo i reiterati interventi dell’amhasciatore inglese, portavoce del
malcontento del suo paese, il Granduca ai decideva a graziare i mnloomodi
prigionieri. Essi si recarono a Nizza,
e poterono, più tardi, in tempi migliori, tornare nella loro Firenze e terminarvi i loro giorni.
Augusto Armand Hugon
Il caso Madiai
Il caso più grave di intolleranza religiosa (servi poi di esempio a Cavour
per dimostrare rintollerabiìità dell’iufluenza clericale nello Stato) prese il
nome dai due suoi umili protagonisti,
i coniugi Francesco e Rosa Madiai, toscani di nascita e diventati protestanti
in Ingliilterra qualche anno prima.
Fjssì davano ospitalità nella loro casa ad un piccolo gruppo, che s<nza
appartenere ad alcuna denominazione
protestante, si accontava di leggere e
meditare la Sacra Scrittura.
li 17 agosto 1851 la polizia fece irruzione nell’abitazione, arrestò i convenuti. sequestrò come ni solito Bibbie e trattati di edificazione, e fu imbastito .il processo. Il Governo si volle
servire dei Madiai per dare un amino-,
niménto severo a quanti avessero in
animo di ancora far propaganda dell’Evangelo in Toscana.
Cacciati in prigione, i Madiai dovettero attendere fino alla fine doll’anno
perchè si procedesse all’istruttoria, e
fino al ghigriò del Ì852‘per sentire la
loro condanna : il marito, 58 mesi di
galera e lavori forzati, la moglie 44
mesi di ergastolo. Il motivo specioso
Nell’Asilo dei Vecchi di Vittoria (Sicilia)
Vqldesi, anche questo Istituto ha bisogno della
vostra iraterna solidarietà e del vostro aiuto
mmmm
VIAGGIO IN SVIZZERA
Parlare di un viaggio in Svizzera,
in questi tempi, significa parlare di
una eosa normalissima, tanto frequenti sono i rapporti fra la nostra popolazione e -quella dei. cantoni svizzeri
di lìngua francese, in modo particolare, per ragioni di carattere religio■so e culturale, ma anche per motivi
di lavoro.
Tuttavia non posso, sia pur brevemente, non ricordare il viaggio
elle ho dovuto fare nei mesi dj gennaio e febbraio, per incarico della
Tavola Valdese, in varie località della Svizzera dove ho avuto l’occasione di conoscere ancora una volta
molte chiese sorelle e non pochi Vaidesi che in questi ultimi anni hanno
trovato all’estero un campo di attività.
Sono partito con un denso programma di riunioni e di culli che ho
presieduto prima di tutto nel cantone di Berna, poi in quelli di Vaiid,
di Ginevra e di Neuchâtel, Chi conosce il compito del delegato della
Chiesa in viaggio aU’eslero con un
buon programma di lavoro, sa ohe
bisogna anche continuamente viaggiare da un paese all’altro, da una
eiiiesa all’altra, parlare nelle sale e
fuori delle sale, sobbarcarsi a molte
conversazioni, aver sempre la valigia
a disposizione, esser pronti a fare
ogni giorno nuove conoscenze, a sedersi ad una nuova tavola, a dormire in nuovo letto. La vita è certo ]>o
co stazionaria, ma in compenso essa
offre l’occasione di conoscere altri
ambienti ecclesiastici, la fisionomia
spirituale di chiese a noi vicine nell’atmosfera della lede e della solidarietà evangelica, rion poche famiglie
pastorali di città e di campagna, i
problemi, le difficoltà, le .speranze
di tutta una vasta opera che si compie per edificare la Chiesa nel suo
insieme e per recare il messaggio del
Vangelo agli uomini della nostra generazione.
Ho il piacere di dire che il delegato della Chiesa Valdese è stato accolto dovunque con vera fraternità c
con cristiana gioia : nei numerosi presbiteri dove ha alloggiato, nei luoghi di culto dove ha predicato, dai
dirigenti delle Chiese evangeliche,
dai molti amici che la nostra chiesa
conta nella vicina terra elvetica. Non
penso alla Svizzera come ad una specie di regno di Dio sulla terra; come ogni altro paese essa ha i suoi
problemi da risolvere e, poiché intendiamo attenerci a delle considerazioni di carattere ecclesiastico, diremo che anche in Svizzera come qui
da noi la penetrazione del messaggio cristiano nelle chiese e nel inondo implica una lotta, una dura lotta
contro le forze del paganesimo contemporaneo o dell’indifferenza religiosa. Ma è doveroso affermare che
su quella terra ed in quelle chie.se
noi abbiamo degli amici fedeli e dei
fratelli; la nostra presenza, come mi
noranza evangelica in Italia, i nostri
problemi, la nostra attività non li
lasciano indifferenti; c, nella reciproca cono.scenza, ci si sente vicini,
bisognosi gli uni degli altri e sopratulio di Cristo, nel cui spirito le Chiese debbono vivere insieme e le cui
ricchezze sono v'eramente agli uni
ed agli altri più che mai necessarie.
E’ dunque con riconoscenza clic
pcn.so alle Chiese ed ai fratelli di tede della Svizzera, specialmente di
quella parte della Svizzera che ho
visitato: ai Pastori M. Dominicé C
’SVyler della Chiesa di Ginevra; A.
Bovoli, Ch. Freundler e M. Cardio!
della Chiesa del Cantone di Vaud;
M. Du Pasquier, Dumoiit e Ph. Cherix della Chiesa del Cantone di Nenchàtel; Ch. Brutsch e Loosli del Cantone di Berna ed a tanti altri che
non posso nominare; ai giornalisti
Past. Marion, Métraux e Berthoud;
ai cori femminili di Nyon e di Lavaux presenti a due conferenze e
memori del loro buon .soggiorno allo
Valli.
0
Non posso evidentemente chiudere
questa cronaca di un viaggio in S\ izzcra senza parlare anche dei contatti
avuti con i nostri Valdesi. Li ho incontrati un po’ dovunque: nelle nevi del Giura Bernese, lassù a Bellehiy, dove l’isolamento delle nostre
numerose Valdesine e dei nostri gio
Vous VOUS préoccupez de beaucoup de choses, préoccupez - vous tout
d’abord de l’amour chrétien. L’oeuvre la plus excellente au monde, c’est d’apprendre à aimer. Aimer largement, c’est vivre largement.
HENRI DRUMMOND
vani è stato interrotto una sera dalla
visita del delegato della Chiesa, mu- ^
nito di una belle serie di proiezioni
luminose che-hanno fatto rivivere *
davanti a^li occhi località e persone ft-delle Valli lontane; poi più in basso,;'"
sulle sponde lei laghi, a Losanna, a :
Ginevro, a Neuchàtel, ho trovato alIra gioventù lieta di incontrarsi, di
conversare e di partecipare al culto - :
presieduto da un Pastore delle Valli.
L’incontro più lungo e più nume- L
roso ha avuto luogo a Ginevra dove T'
si può ben dire che, grazie all’opera '
fedele ed entusiasta dei nostri amiciEmile Pasquet e- .Jacques Picot, continua. ad ardere ed a risplendere la
fiaccola della solidarietà Valdese3
Ne abbiamo avuto la prova in occasione della festa dell’Emancipazione,
il 18 febbraio, iniziatasi con un cui-.
to nella chiesa di St. Gervais, pre.sieduto dal delegato italiano, con la
parteéipaziòhe^ di un vasto uditorio,
e prolungatasi poi dopo il jiiaiizo in '¿I
comune in un ristorante della città.
Come sempre, anche quest’anno la .T;
Ginevra protestante ha voluto unir-, s"
M alla comunità Valdese nella celebi azione della storica data. Personaht.l (hlld Chiesa e del mondo ginelimo hanno recato il loro cordiale i
hai-Mio messaggio, durante il pran, V
zo, (la Lugano, da Zurigo, d.i MarsL'Ì'
giia sono giunti i saluti degli amici
e delle Chiese; e, nel pomeriggio, la gioventù Valdese, guidata dal Sig.r .1. Picot e da un caro angrognino, il >>:
giovane Bertin, ha sa|>iito iratUmere
i attenzione del pubblico con im jirogranima di recite e canti.
Le serata è stata liilta dedicata ad
una simpatica riunione della gioventù Valdese di Ginevra e di Losannd
e si è prolungata fra canti e recitò
fino a tarda ora, lasciando in Mitli il
buon ricordo di un incontro li|iicamente « nostro »; .sia jnire in terra
ginevrina. -v
La nostra gioventù non Ita si inpre
la vita facile, lontana dalla famiglia
e dalla propria Chiesa. Ma. a Cines
vra, come in altre località. es.sa ha .
il privilegio di pòter.si fitròVare. ùs- ì
sistita anche da amici e da Pastori lo;*
cali. Del resto, non è senza fatica |
che ci si guadagna il pano in ogni ambiente e in ogni tipo di attività. 1
giov'ani Valdesi in Svizzera sappia- ■
no portare nella loro fatica qiiotidia-. ,
na il .segno di una eredità f])iriluale,
n('Il’one.stà del carattere c della condotta, nella fermezza di una fede bU
bliea. nella coerenza degli alti e dei
pensieri. Sappiano aprire l’animo a &
quanto di bene la vita può loro dare- „
e, in mezzo alle debolezze ed ai pe-‘ '
ricoli morali dell’ora presente, si ri-:cordino della parola di Cristo, seriamente ammonitrice: a Che giova egli
all’uomo se guadagna tutto il mondo e poi perde l’anima sua? »
Nell’inviare loro questo messaggio,
li ricordo e li saluto eon spirito di ,
fraternità cristiana. ì
Ermanno Rostan
RADIO
Ogni domenica :
Alla RAI, ore 8,14
Radio Trieste, ore 8,30
>^.ì.
Copia dei Messaggio può essere richiesta rispettivamente a : Culto Evangelico, vìa
4 NtìVembré, Roma e al Pastore O. Oirardet, piazza Libertà 6, Trieste
V:
>1
A
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V:
I
%
te,
Inoltre, dal 7 Aprile in poi. potrete ascoltare il programma: tf Ra
dio Risveglio » ogni sabato mattina^, ,
dalle 8,44 alle 9, emesso da Radio.,!
Monte Carlo, onde medie 205 m,,»
■4
onde corte 30 m. 65, e 49 m. 77.
Per questo programma la corrispondenza può essere indirizzata a
Radio Risveglio - Casella Postai«
256 - Lugano (Svizzera). ì’
3
rs£-33aÉ|î
‘ Confesso che le reazioni non sempre
molto serene al mio « Da una Bibbia
■alla bomba atomica », apparse sul’E-.
SCO o pervenuteci direttamente, se da
un latof mi hanno fatto piacere, perchè in una schermaglia è sempre una
soddisfazione sentire l’antagonista dichiararsi « toccp,to », dall’altro mi ha®,
no stupefatto per l’interpretazione affatto arbitraria del mio pensiero. 0
la tirannia dello spazio mi ha tradito
"non consentendo di sviluppare completamente le idea, oppure una lettura aifrettata o qualche altra ragione
hanno fatto ostacolo ad una retta interpretazione. Infatti la conclusione
CUI giungono i miei oppositori coincide
perfettamente con la mia. '
liìi morale del mio tanto incriminato scritto è : Che non contro questa o
quell arma deve andare la nostra prole ci ma contro l’istituto della guerra
in sè.
Sara bene chiarire qualcuno dei punti incriminati che sono stati presi per
espressioni di uno spirito « guerrafoii
(laio ».
JEi'lCO DELLE VALLI ’VAtDESI
I
l) tonando ho detto che la condotta
umanitaria della guerra è un’ipocrisia
, ho precisato da parte di chi amipette
, la legittimità della guerra e la sua con: vemeiiza per qualche fine. Naturalì^meiite non possono chiamarsi ipocfista nè una Nightingale, nè quel mediceo valdese, il Dott. D. N; Monnet ohe
nella guerra del 1859, precorrendo la
-Croce Rossa, seguì l’esercito franco• piemontese con una carrozza ainbui lanza le cui spese furono in gran parte
: sostenute dalla nostra comunità toriI nese. come non è animata da ipocrisia
:Ogni persona che, detestando la guer?ra, ai adopera a mitigarne gli orrori
; quando vi si trova coinvolto. La limi‘ tazione era abbastanza chiaramente
-espressa perchè non potesse dar luogo
ad equivoci.
2) L amico Silvio Pons mi consiglia
di leggere Matteo 5 ; 21^22. Guarda
combinazione ! In un chiarimento da
me inviato alla Direzione dell’Eco, priH ma di leggere la sua stroncatura, mi
riferivo appunto a questi versetti, ma
^ l’applicazione che il Pons fa di essi
r aU’episodiq ^ me riferito, è arbitraria
ed infondata, perchè probabilmente la
■ sveltezza di lingua del giovanetto cui
accenno non era necessariamente ingiuriosa; il nostro amore per la pace
S e il nostro odio per la violenza non è
^ detto debba giungere alla mellifluità
p-e d’altra parte ci possiamo sempre im
i batteri' ni risentimenti esagerati. Ma
Jquest'i è una questione che esula d-ji
»nostro argomento. Solo, l'osservazio> no del P ribadisce l’opmione da me
P implicitamente espressa che ;iou pòè tremo mai sperare in una vera pace
4 finché staremo a dibattere tra noi « dii
§ è stato il primo » o « ohi è maggiors. mente colpevole di atrocità ». Una pa
f ee veramente sicura non può nascere
che da un generale atto di contrizione
i dei popoli come degli individui. Non
I' preiendo di essere originale perchè ciò
i è stato detto da più autorevoli di ine.
li Ma purtroppo lo spirito che nel 1945
_ dettò gli atti di contrizione delle chiese germaniche ohe ci commossero e ci
i stupirono sembra essersi smarrito.
Le guerre passate
:i) Appunto perchè mancanfe dello
ipirito di contrizione di cui si è detto.
)ggi nessuna nazione, nessun governo
immctevc'bbe di essere responsabile di
ma guerra che non sia difensiva. Dohlinmo riconoscere che questa specie
li pudore rappresenta un progresso
lul passato. La giustificazione natu■almente è vera solo nella metà dei
ìasi. Ma ih mio dire che una collettinta aggredita non può opporre violen;a a violenza non è l’espressione di
ma norma etica perchè non tengo ad
isserei un pedagogo nè un moralista,
na è la realistica constatazione di una
lura necessità per una collettività che
lon voglia suicidarsi. Ricordiamo la
tona valdese ; i calabro valdesi che
lon resistettero (non ne ebbero il tem)o) scomparvero; i Valdesi delle Valli
esistettero e sopravvissero. Non Le
lare, amico Pons, che a questa resitenza dobbiamo oggi di poterci battee sulle colonne dell’Eco? Senza di
issa probabilmente non saremmo al
nondo nè Lei nè io o almeno non vi
laremmo come Valdesi.
Non mi si fraintenda. Ohi mi C/Onoice sa quanto sia stato in ogni tempo
itrenuo oppositore deiresagorata esalazione delle gesta belliche compiute
,dai’ Valdesi (son sicuro, non per loro
elezione) esaltazione di moda all’epoca, àbimè lontana, della mia giovinez-!
za, rna oggi mi sembra si cada nell’eccesso opposto.
'Già che ramico Pons rievoca le
guerre del passato, cosa che non è a.
rigor di termini pienamente in argomento, non posso essere d’accordo con.
lui nel ritenerle idilliache e bonarie,
L’istituto dell’interdetto nel Vecchio
Testamento, le relazioni di altre guerre dell'antichità dimostrano che la
« guerra totale » è antichissima istituzione. La guerra dei treni’anni ri-^.
dusse alla quarta parte la popolazione; '
della Germania, ecatombe ohe nè la
prima nè la seconda guerra mondiale
hanno provocato. Il « fi] di spada »
praticato per tanti secoli non era meno indiscriminato di un bombarda-*
mento massiccio, sia esso^i Hiroshima, dì Frascati o di Coventry. In
quanto alla maggior comodità del bombardamento omisi nel mip' articolo,
perchè non essenziale, la considerazione venutami sulla penna che è appunto una diabolica insidia quella del
progresso che consente di seminare la
morte e la desolazione con un gesto
puramente tecnico che non ha più
nulla del ripugnante o del brutale ìnsiti, in una coltellata o in uno sparo,
di modo che il più mite degli uomini
può trasformarsi in un tremendo assassino senza che ii suo senso estetico
'eia sua sensi I tà "lan offesi.
eante guerrafondaio f dei profittatori
della guerra. Tutta gente ben rintanata in sicuri ricoveri e pronta a strillare come aquile alla minima graffiatura sulle preziose loro persone. Prego i
miei gentili contradditori di non trarre la conclusione per lo meno arrischiata ohe sono indifferente alla sorte dei bambini dilaniati dalle bombe
o sfracellati contro le rocce ai cavallereschi e gentili .tempi delle Pasque
Piemontesi !
pare ogni equivoco. .L'invito alle Chiese ad adoperarsi per la Pace in nome
d’un preciso dovere fu, nell-ambito
delle mie modeste possibilità, da me
mosso in tempi in cui era un po' più
pericoloso di oggi il fare tale invito.
L’egregio dottore ha scambiato per
enunciazione di principi quello che
era la constatazione di un fatto.
Purtroppo il'mondo è quello che è,
àncora in preda alle forze del male,
non quello che vorremmo che fosse.
Certo le nostre azioni e le nostre preghiere hanno possibilità di trasformarlo, ma non sta a noi stabilire quando.
Gli obbiettori
di coscienza
Le famiglie Bounous, Gay, Malori, Rostan, Rivoir, Comba, Jouve, Geymonat, Tron, Fonieron,
Pascal s.ono invitate a tenersi
pronte per ricevere una vistosa
eredità che è a loro disposizione
da parecchio tempo. Nel prossimo numero daremo dettagliate
informazioni.
S. P. parla di < carneficine di gente
inerme, di civili indifesi, di malati » e
mi invita a meritare ulle pirole « eroi
deU’aria » (perche poi : le ho forse
pronunciate?) Sono abituato da anni
alle discussioni e quindi non mi è nuovo il trucco, da rifuggo di far dire
all’opponente quanto non ha mai pensato di dire. Ad ogni modo sottopongo, non dico alla meditazione, non ho
tanta pretesa, ma all’attenzione di
S. P, questo mio fiensiero del 1917 :
« Sarebbe ora di rhetter da parte la
retorica e di smetterla di parlare di
vittime innocenti r^efendosi solo alle
popolazioni civili, quasi' fossero meno
innocenti i combattenti spinti in linea
dalla coscrizioiu' obbligatoria ad affrontare armi contro fe quali noia hanno neppure rilhisione di una difesa ».
Certo il combattente è molto più innocente di certi giornalisti e del politi
5) Poiché S. P. mi chiama in causa riguardo gli « obbiettori di coscienza » mi duole doverlo tacciare di scarsa memoria. Perchè non ricorda ohe
fui al suo fianco sulle colonne di questo giornale quando si discusse della
obbiezione di coscienza. Non solo li ammiro, gli obbiettori, amico Pons, ma li
invidio per il loro senso eroico della
vita,
Concludendo, ricordo ai miei contradittori una parola di Gesù (Marco
9 : 40) : chi non è contro di noi è pei
noi. Siccome giungiamo tutti alla stessa conclusione che è la guerra in sè
stessa che dobbiamo combattere e pii-,
generalmente ancora lo spirito di violenza, diamo l’esempio della ijaoifioazione abbandonando le divergenze
dottrinali e le facili ironie, e unendo i
nostri sforzi per l’avanzamento del
Regno di Dio in un amore che . non
sottintende nella sua universalità alcun odio.
M. Eynard
6) Il Dott. Alberione scrive : « È”
mostruoso per un cristiano il considerare non solo ineluttabile la guerra, ma
giustificare i più criminali sistemi...
eco. ». Ma una spassionata lettura del
mio articolo l’avrebbe persuaso che
queste sue paròle sono proprio la conclusione di quanto ho scritto. E siccome non era la prima volta che trattavo simili argomenti, i miei precedenti scritti avrebbero dovuto dissi
Abbiamo lascialo, com’era giusto, l’ultima parola al nostro egregio corrispondente su {questo argomento la cui discussione ha avuto delle fasi assai polemiche,
senza venir meno, ne siamo sicuri, alla
legge del reciproco rispetto e dell’umore.
Crediamo di dover chiudere la discus.sione e siamo lieti di poterlo fare con le
ultime parole del nostro corrispondente,
che gli fanno onore, ed alle Quali pienamente ci associamo.
Red.
VOCE DELLE COMUNITÀ'
Rorà
Villar Penice
Nel corso del mese di febbraio sono stat) celebrati i seguenti servizi funebri: Berton Maria ved. Morel di anni 71; Morel
Emilio di anni 41; Durand Canton Eugenia in Rivoira di anni 68.
Molti parenti ed amici degli e.stinti hanno preso parte al corteo funebre. Esprimiamo alle famiglie in lutto la nostra viva simpatia cristiana. AI collega Pastore
A. Deodato esprimiamo la nostra riconoscenza per aver sostituito il pastore in occasione d’un servizio funebre.
1 fratelli in fede i quali desiderano villeggiare a Villar FeUife l’estate prossima,
possono rivolgersi al Presbiterio. Sono
possiliili sistemazioni' per tutte le borse.
Unire sempre i francobolli per la risposta.
jJa poco residente presso i figli a Bussoleno (vedi la cronaca di Susa).
A tutti gli afflitti rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia fraterna e Passicurazione delle nostre preghiere.
Villasecca
La domenica 4 marzo è stalo benedetto
il matrimonio di Severina e Giovanni Eniilio Mourglia. Che il Signore benedica il
nuovo focolare, costituitosi sotto Io sguardo di Dio.
La nostra Comunità ha avuto ultimamente il dolore di perdere tre dei suoi
Membri; i quali lasciano di aè buon ricordo come credenti; la vedova VigUelmo
Emma nata Ferro, di anni 83. a Villasecca
Inf.; Peyronel Giovanni Enrico, di anni
8.3, al Trussan; e la vedova Léger Giovanna nata Barus. di anni 73. da Villasecca,
In sostituzione del pastore, occasionalmente assente per servizio, due culti domenicali sono stati rispettivamente presieduti dal cand. min. Teofilo Pons e dal pastore Paolo Marauda.
La Chiesa li ringrazia di cuore per il
loro messaggio cristiano.
particolarmente affollato e solenne riuscì
il culto commemorativo, con l’attiva partecipazione degli alunni delle scuole e
deUa Corale, Al Banchetto, allestito dal
Concistoro, presero parte oltre 80 commensali. Dal canto loro, le Unioni Giovanili, cosi dei Chiotti come di Ridarello,
hanno offerto alla Chiesa due riuscitissime
serate commemorative; la prima,, allietata
da varie esecuzioni musicali gentilmente
date da una rappresentanza della « Banda » di Pomaretto, cui va la nostra viva
riconoscenza.
Luserna San Giovanni
Nulla di notevole da rilevare circa la
Festa del XVII Febbraio, tranne il rinnovato entusiasmo col quale essa venne celebrata in tutte le frazioni della parrocchia;
La festa del 17 febbraio è stata caratterizzata da una buona partecipazione della
fratellanza alle varie manifestazioni.
Il giorno del 17 i bambini, dopo aver
recitato alcune poesie di circostanza hanno
ascoltato un messaggio di storia valdese c
ricevuto il dono tradizionale. Esprimiam'ò
la nostra riconoscenza alla signorina Toiirn.
per il suo vivo interessamento per la Intona riuscita della festicciola. La domenica
mattina è stato celebrato un culto seguito
dalla celebrazione della santa cena, alla
presenza di una buona parte della fratellanza. 11 pranzo tradizionale, organizzato
daH’unione delle madri, ha dato l’opportunità di ritrovarci assieme e di fraternizzare. Il Dr. Roberto Mcynet, sindaco di
Rorà, l’anziano Aldo Tourn ed il Pastore
hanno rivolto brevi messaggi di civeostanza ed indicato con opportuni riferimenti
storici i veri compiti del valdese di oggi
di fronte al mondo.
Ringraziamo quanti hanno collaboralo e
in special modo le madri che si sono adoperale con molto entusiasmo per il felice
esito dell’agape fraterna.
La serata, preparata con cura dalla gioventù, ha rallegrato i presenti con due ottime commedie, accolte dall’applauso vibrante del pubblico. Il servizio di buffet
organizzato dall’unione delle madri ha
funzionalo a puntino.
Siamo lieti di avvicinare meglio la fratellanza in occasione di una festa così tradizionale e che pure ci offre l’occasione di
mettere in luce i veri valori dello spirito
e ridestare nei cuori assonnati il sacro entusiasmo della fede in Cristo Salvatore.
Le XVII Février à Marseille
Chivosso
Chi può regalare un harmonium per il
tempio di Chivasso? Scrivere a Concistoro
Valdese, Via Pio Quinto, 15 - Torino.
Belle journée dont chaeun gardera
an agréable souvenir.
C’est vers le, FOYER FRATEJiNEL de la. paroisse. Milianah que .se
dirige cotte année la Cohnie Vaudoise venue de tous les côtés de la ville
et de la banlieue pour écouter le message de M. le Pasteur Alphonse Peyronel de 8aint-Hippolyte-du-P'ort.
La claire chapelle se remplit peu à
peu et l’atmosphère devient d'autant
plu,s cordiale que M. Peyronel parle
avec chaleur de l’amour fraternel qui
doit unir tout hommv à sou. prochain.
Par une courte dfsc.riptiou AGAPBi
nous est présenté comme nue oeuvre
édifiée, pierre après pierre, par des
jeunes, qui, animés de l’amour de
Ohrist et régénérés par la puissanee
du même Père, ne peuvent pas « ne
lias s’aimer » et s’aiment d’un amour
qui ne s’éteint pas.
Poursuivant son sujet le prédicateur montre que le prochain, quel
qu’il soit, lest un frère que nous devons aimer, comme croyants, d’un amour qui doit resplend,ir dans nos vie,s
« Quiconque aim.e est né de Dieu et
connaît Dieu ».
Les Vaudois et leurs invités se retrouvent ensuite' autour de tables copieusement servies; chacun est heureux de passer cette journée avec, tel
parent, tel ami qu’il n'a pas souv'cnt
l'occasion de rencontrer. Le repas est
succulent; il sc déroule lentement
pendant les e.onversa.fions particulières.
Au dessert le président, M. Rivoire, se Uve pour lire le message des
Vaudois de Genève; il souhaite la
bienvenue à tous les invités qui ont
bien voulu nous honorer de leur présence et remercie toutes Iss personnes
qui ont aidé à la préparation de cette
belle fête. l
Vers 16 heures le rideau se lève
(car il y a une jolie petite scène dans
ce foyer si obligeamment mis à notre
disposition par M. le Pasteur Meyer),
et, sur cette scène, tous les jeunes,
tous les amis, toutes les bonnes volontés feront de jolies choses : Evocation historique, chants, tableaux vivants, rondes, morceau de violon, comédies, monologues, tout ce. qui pent
intéresser le public et 'l’amuser sera
fait avec beaucoup d’entrain.
Mais l’heure avance. Quelques amis
se retirent; les autres, désirant terminer la journée ensemble, prennent
place autour des tables qui se, couvrent à nouveau de mets appétissants
et ce X'VIl Février se termine dans la
11 Signore ha richiamato a Sè i seguenti
fratelli e sorelle, addormentatisi in seno
alle loro famiglie oppure assistiti con amore nel Rifugio Carlo Alberto e nell’Asilo
per Vecchi: Revel Cesare — Peyrot Renato (anni 54) — Bertin Ida (mesi 7) —Malan Augusto (a. 32) — Beri Enrichetta
(a. 97) — Stale Matteo (a. 77) —■ Beux.lahier Enrichetta (a. 81) — foscaiio-Gay
Margherita (a. 82) — Andreon Giovanni (a.
71) — Fenouil Susanna, per molti anni Insegnante elementare (a. 86) — Stalè-Bonnel Caterina (a. 83) — Gay Ernesta, sorella
del Dott. Alessandro Gay, Farmacista a
Villar Peliice (a. 76).
A quanti sono in lutto, diciamo: «Lo
stesso Signor nostro Gesù Cristo e Iddio
nostro Padre che ci ha amati e ci ha dato
per la Sua grazia una consolazione eterna
e una buona speranza, consoli i vostri cuori v (2 Tessal. 2: 16-17).
jNel pomeriggio dì Pasqua, alle ore tre,
nel Tempio del Ciabas, sarà celebralo, D.
V., un Culto con Santa Cena (Lingua italiana). Alla stessa ora. Culto con Santa Cena al Rifugio Carlo Alberto. G. B.
San Germano Chisone
jote.
Que les coeurs soient donc pleins de
re,connaissance et disons ensemble
merci. Merci pour cette bonne journée !
Mais merci surtout à Dieu pour cet
fJdit du XVII FEVRIER 1848 qui
donna lu liberté à nos pères.
Et toi Vaudois, descendant de, ce,s
martyrs obscurs, n’oublie pas l'héritage qu’ils t'ont laissé! N’ouhlic pas
que tu possèdes un trésor inestimahle,,
UH trésor qu’il ne faut pas cacher,
que tu dois transmettre à tes enfants
et qui est la Parole même de Dieu, le
Livre par exceUence, la Bainte Pihle.
La nostra annua vendila di beneficenza
avrà luogo D. v. la domenica R Aprile alle
ore 14 nella sala della Casa Valdese. La
Società di Cucilo sta lavorando alacremente per quello scopo.
Desidereremmo che quella vendita mohilitasse tutta la parrocchia ed il risultato
fosse tale da permetterci di fare urgenti
restauri al nostro campanile in occasione
del centenario della campana e, possibilmente, venire in aiuto ad altre iniziative
benefiche della parrocchia.
Saranno bene accetti oggetti vari confezionati dai nostri artigiani (rastrelli, gerle, panieri), prodotti della campagna (frutta, uova), lavori vari dì cucito, ecc.
I doni saranno ricevuti con riconoscenza
dalle signore della Società dì Cucito, dai
membri del Concistoro c al presbiterio
entro il S Aprile. .
Mad. Noguiisr.
Tutta là gioventù della parròcchia è
convocata a Villa per un Convegno inter
'-li
I
4
L’ECO BELLE VALLI VALSESI
quartierale la domenica 1“ Aprile alle ore
14,30.
Avremo il piacere di ricevere, nel corso
di quel pomeriggio, i catecumeni ammessi
la domenica delle Palme.
Susa
Domenica 4 c. rappresentanti della Chiesa di Villasecca, col suo Pastore Sig. Luigi Marauda, di Bussoleno, S. Antonino ed
altre località della valle di Susa con il loro
Pastore Sig. Mattone, ed alcuni Membri
della Chiesa di Susa, ci siamo raccolti attorno alla bara della sorella Barus Giovanna Maddalena, ved. Leger, di Villasecca, di anni 75.
Da pochi mesi era a Bussoleno presso la
figlia Lydia, e senza avere ima malattia vera e propria, si è spenta serenamente, come serenamente ha vissuto in una fede
semplice, ma ferma.
Davanti alla casa, lungo la strada nazionale il Pastore Marauda e l’evangelista locale, hanno posto l’accento sulla necessità
della fede in Cristo e fatto vibrare le parole di consolazione nella certezza della
vita eterna nel Salvatore. Al cimitero, davanti alla fossa aperta, il Pastore Mattone
ha messo in luce la vera vita nella fede in
Cristo, invitando tutti ad afferrare questo
dono.
Alla famiglia afflitta ed in modo particolare alla famiglia Bortuzzo, l’espressione
della nostra profonda simpatia cristiana.
Mouvement
du Christianisme social
Dal 30 Marzo al 1 Aprile 1951 si terrà
a Montbéliard (Francia) il 28® Congresso
Nazionale del « Mouvement du Christianisme Social ». Il programma comprende
vari studi di attualità tenuti da personalità
del mondo protestante francese: E. Laurini (Examen de conscience): A. Monnier.
G. Lasserre, P. Ricoeur (Asservissement et
libération de l’homme); A. Philip e R.
Melil (La paix dans une Europe unie par
la justice).
Il Congresso si presenta dunque oltremodo interessante ed istruttivo. Le iscrizioni si fanno presso il Mouvement du
Christianisme Social, 52 Rue de Londres Paris 8®. — Prezzo d’iscrizione 600 ' franchi, ma si possono ottenere delle riduzioni. Chi può, vi partecipi e ne trarrà senza
dubbio un grande beneficio.
Personalia
Il giorno 28 febbraio, presso l’Università di Torino, si sono laureale in Farmacia, entrambe a pieni voti, due cx-alunne
del nostro Collegio: le Signorine Edda
Carrera, di Bobbio Pellice, e Geneviève
Tron, di Massello.
Alle due neo dottoresse esprimiamo il
nostro vivo compiacimento, con l’augurio
di un lavoro ricco di soddisfazioni personali e benefico per molti.
NOVITÀ
TRR I LIBRI
Durante l’ultima settimana di' Marzo riceveremo le iscrizioni per un corso accelerato di catechismo riservato agli .adulti
ed ai catecumeni ritardatari.
A. Alessio
Con Cristo
o con il Vaticano?
Principali argomenti di controversia
esaminati alla luce delle Sacre Scritture
L. 80
Libreria Claudiana, Torre Pellice (Torino)
11 dogma dell'Assunzione alla
luce dell'Evangelo
di Giorgio M. ^Giràrdet — presso Edit.
Mario Cozzi — Viale XX Settembre 23 ~
Trieste — c. c. p. 11-5240 — Prezzo L.
100 — Per 10 copie sconto 25%.
Sabato 3 c. la Comunità è stata rallegrata da una rappresentazione offertaci dal
Pastore Dr. T. Balma. Egli è salito a Susa
con un gruppo della sua filodrammatica,
portando anche gli scenari, perchè noi siamo privi di questa attrezzatura, e poiché ci
mancano anche i locali per le varie attività, siamo stati ospiti di una società sportiva, che ha messo a nostra disposizione il
suo ampio salone. Oltre un centinaio di
persone sono venute ad applaudire il dramma ugonotto « Nella, bufera » e la brillante commedia che ha chiuso il trattenimento.
Oltre agli evangelici, vi era un buon
publico, che ci apprezza ma che non conosce i nostri problemi, cosi è stata una
buona occasione di parlare di quella libe^'tà di coscienza che siamo pronti a difendere a prezzo di qualunque sacrificio.
Al Pastore Dr. Balma ed ai giovani artisti ancora il nostro ringraziamento.
Sostanzialmente, questo volumetto di 35
pagine è frutto di una conferenza tenuta a
Trieste in occasione della proclamazione
del nuovo dogma. L’autore ha dato al suo
lavoro una maggiore ampiezza^ fermandosi
non soltanto a considerare il nuovo dogma
in sè_^ ma mettendo in Ittce la figura di
Maria nell’Evangelo, i fondamenti del culto di Maria e le gravi conseguenze che il
crescente sviluppo della pietà mariana può
avere per la purezza della fede cristiana.
A poco a poco si assiste nel Cattolicesimo
romano ad una evoluzione dogmatica che
sposta l’obbiettivo della fede da Gesù Cristo a Maria e dà così origine ad una nuova
religione.
Il volumetto merita di essere diffuso in
molti ambienti, evangelici e cattolici romani; è di facile lettura, perciò anche popolare, ma per nulla superficiale. Lo studio
è accurato, chiaro, avvincente, condotto su
tonti degne di rilievo. E’ bene incoraggiarne la vendita.
Histoire du Protestantisme —
di Emile G. Léonard — Presses Universitaires de France — Collection « Que
sais-je? » pag. 128 — Boulevard St. Germain 108 — Paris.
Non si può pretendere di svolgere a fondo un tema così vasto come quello die è
contenuto nel titolo del libro in un volume
di poco più di cento pagine. Bisogna tuttavia riconoscere che l’autore ha fatto il
possibile per riassumere nel suo lavoro
quanto è necessario conoscere per avere
una visione generale ed esatta del Protestantesimo dalle sue orìgini ai tempi attuali. I tre primi capitoli, e sono i più lunghi,
sono dedicati alla studio della Riforma Luterana e Calvinista, dopo aver messo in ri
ll giorno 4 marzo 1951 Dio ha richiama’
to a sé
Lidia Giaiero nata Long
Ln famiglia ringrazia sentitamente tutte
le persone che vollero esserle vicine ne/la luttuosa circostanza.
Inverso Pinasca, 10-3-1951.
La moglie Rostan Ines e i bimbi Livio e
lUalter, commossi dalla grande dimostrazione di stima e di affetto tributata ai carissimo nutrito e padre
Bertalotto G. Battista
nell impossibilità di farlo personalmente.
ringraziano i vicini di casa e tutte, le gentili persone che con scritti, fiori e presenza ai funerali, presero parte al loro grande dolore.
Porosa Argentina, 27-2-1951.
La famiglia di
Bounous Clemente
riconoscente ringrazia tutte le persone che
presero parte al suo grande dolore. In modo particolare ringrazia la Società Val
Chisone e i medici che si sono prodigati
per alleviare le sofferenze delVEstinto.
S. Germano (Mennsan), 8-3-1951.
La famiglia Borei e congiunti, commossi per le prove di affetto ricevute in occasione della morte del caro padre
Baret Paolo
rivolgono un rivo ringraziamento a tutte le
persone che presero parte al loro dolore,
c particolarmente ai vicini di casa ed al
pastore sig. P. Marauda.
Faure di Poinaretto, 25-2-1951.
A Usumbura (Ruanda Urundi) le 16 février 1951 s’est éteinte
M.me Louise (]ovarel Tourn
.Se.s filles et petite-fille l’annoncent avec
douleur aux parents, amLs et connaissances
qui Vont aimée et apréciée.
a Ma grâce te suffit car ma force
s’accomplit dans la faiblesse » 2 Cor. 12: 9.
Bevo quale risposta ò|quale tentativo di risposta l’Umanesìiflo poteva dare ai profondi bisogni della Cristianità. Gli altri due
capitoli trattano del « Declino e della crisi del Protestantesimo »• e del « Rinnovamento e dell’espansione mondiale del Protestantesimo ». E’ ovvio che in un lavoro
di questo genere si trovino delle lacune che
ai vorrebbero colmate e dei pregiudizi che
meriterebbero di essw chiariti e completati. Ma possiamo dire che tutta la stampa
evangelica di lingua francese ha accolto con
soddisfazione questo volume. Lo presentiamo anche noi ai lettori con espressioni favorevoli, per la loro cultura e per l’arricchimento della loro biblioteca.
Visages de la Chrétienté — Esquisse d’une histoire de l’Eglise du 1er au
XXe siècle. Collection Claude Brousson
— 210 pag. Editions Labor et Fides -Genève — fr. sv. 4,75.
Abbiamo già annunziata questa bella novità che costituisce da sola, e per chiunque
ami la buona lettura e la cultura, un utile
regalo natalizio. Si tratta di una visione panoramica della storia del Cristianesimo,
concentrata attorno ad alcune date c ad
alcuni momenti particolarmente importanti; non per questo la visione è superficiale,
anzi essa è nitida, istruttiva, ricca di notizie molto interessanti. Chi non può leggere grossi volumi di storia del Cristianesimo, troverà in questo libro l’essenziale.
L’opera è dovuta alla penna di vari autori,
a ciascuno dei quali è stato affidato un periodo storico; la varietà di pensiero non
nuoce all’unità del contenuto. E’ un libro
che arricchisce la mente e occupa degnamente il suo posto nelle nostre biblioteche.
5’ utile per studi, conferenze, informazio
Ce Jesus — ff- o>5o.
E’ un opuscolo contenente otto schemi
di studi biblici, edito dalle Unioni Cristiane dei Giovani della Svizzera comanda, ma
con la collaborazione di rappresentanti di
tutti i movimenti giovanili, dipendenti
dalle chiese e interdenominazionali. Bella
presentazione dell’opuscolo, notevole il valore e l’utilità degli studi.
Catta acefalo
Catta ero l^c
Remiate /’oto/ojio sign'ifi.ca metterne
li movimento in grado di date il suo
massimo rendimento. / Le possibilità
tìsiche dell'orologio, le qualità dei
metalli che lo compongono e il gioco
ormonico di tutti i suoi organi, impongono certi limiti / L'OMEGA 30 mm.
può essere veramante « spinto i nella
REGOLATI IN MODO V
regolazione -proprio perchè le sue
qualità tìsiche sono quelle di un
orologio ptodiQioia ni eii te inno.
Ne fanno prova 1 fatti; OMEGA
figura al posto d'onore d egni competizione internazionale, OMEGA detiene
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Orrendo sacrilegio Avvisi economici
,Ad Alba (Torino), riferisce il Popolo
!\’uovo 117 dicembre), è stato compiuto
un « orrendo sacrilegio ». Una statua della
Madonna, quella stessa che lo scorso anno
aveva compiuto la « peregrinatio », è stata
irrorala di benzina ed arsa. II giornale prosegue: «Sono stati immediatamente avverliti i carabinieri della stazione di Alba, i
quali stanno indagando per individuare il
re.sponsabile. e gli eventuali mandatiti ».
Benissimo. Era tempo che le forze dell’ordine si occupassero degli orrendi sacrilegi che cosi frequentemente turbano la
pacifica esistenza del popolo italiano. Soltanto, ci viene un dubbio... retrospettivo;
che ne è stato di quei soliti ignoti, che da
decenni ormai deliziano gli evangelici d’Italia con roghi di Bibbie (orrendi sacrilegi
anche questi), tiri bene aggiustali di sassi
ai luoghi di culto (meno male che non siamo ancora arrivati alle usanze., spagnole
del saccheggio et simi Ha)? Chi, chi ai è inai
occupato attivamente di loro?
b. d. o.
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