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Anno 126 - n. 19
11 maggio 1990
L. 1.000
Sped, abbonamento postale
Gruppo II A/70
In caso d» mancalo recapito rispedire
d : casella postale - 10066 Torre Peliice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
ELEZIONI
GINEVRA, 23-25 APRILE INCONTRO STRAORDINARIO PROMOSSO DALLA KEK
Un voto
punitivo
TJn commento « a caldo » su
questo voto amministrativo ci
spinge ad alcun® considerazioni.
La prima è che il binomio informazione-partecipazione vale
per la chiesa e vale per il gioco
democratico. L’informazione che
ha preceduto il voto è stata (ma
poteva essere altrimenti?) estremamente parziale e la partecipazione diminuisce. I nuovi equilibri segnalano una forte flessione
del PCI. un calo non vistoso della DC, una crescita progressiva
del PSI, un relativo successo dell’arcipelago verde, e il boom della Lega lombarda (quarta forza
politica dei paese).
In termini generali si può dire
che mentre si va verso l’Europa, verso una nuova visione internazionale della politica, un alta percentuale di elettori preferisce l’arroccamento localistico
con motivazioni di segpio chiaramente co,nservatore o qualunquista. Il che non è il massimo
per il paese che si accinge a guidare per un semestre la CEE.
Il ventaglio di formazioni minori ha raccolto complessivamente, se si sommano i numeri,
un voto che rappresenta la metà
dell’opposizione. L’altra metà è
costituita dal PCI che aveva
previsto — alla luce delle rivoluzioni democratiche dell’anno
che ha cambiato il mondo e
della sua rifondazione interna —
un proprio ridimensionamento
che puntualmente è arrivato e lo
attesta sulla soglia del 24%.
Il voto punitivo e antideologico delle leghe e la miriade di
formazioni politiche minori,
spesso monotematiche, suggeriscono da un lato di giungere ad
una correzione delle regole del
gioco affinché si stabilisca una
soglia elettorale che abbia un
minimo di corposità e quindi
di rapprese,ttatività, e dall’altro
l’esigenza di riflettere sulla vetustà del nostro sistema politico.
Il voto vittorioso delle leghe
costituisce una provocazione a
riflettere sia sulle disfunzioni dei
pubblici servizi, sulle pigrizie
parlamentari, e in generale sull’inefficienza della macchina-stato; tutti problemi che, non si possono risolvere né parlando in dialetto né dando vita ad un antirisorgimento.
Se i voti di protesta, di disgusto e il bisogno di semplificazione della diatriba politica avesse
dato vita ad una corposa alternativa l’Italia poteva sperimentare un nuovo clima politico.
Teoricamente l’alternativa si
può fare, ma in un’alchimia di'
coalizioni che rende tutto pesante e confuso. Il pentapartito di
governo esce sano e salvo, sull’altra sponda i piccoli stanno
a guardare. In Italia ognuno ha
il suo partito. Il frammentismo
e il particolarismo l’hanno avuta vinta sulla visione generale
del problema Italia, quinta potenza industriale e grande produttrice di partitini che vanno
ciascuno per la propria strada.
L’unico a vincere è stato Andreotti; tutto cambia e tutto resta come prima. O forse peggio
di prima.
Giuseppe Platone
LEuropa e le chiese cristiane
Uno scambio di idee sull’esperienza di « Basilea '89 » e sul futuro dell integrazione economica - All’esame anche la situazione dei paesi dell’Est e i riflessi sulle chiese orientali
Church leaders. Sotto questa
etichetta pragmáticamente onnicomprensiva la Conferenza delle
chiese europee (KEK) ha invitato
vescovi, arcivescovi, metropoliti,
sovrintendenti, patriarchi... delle
centoventi chiese, attive in ventisei
paesi europei, che sono rappresentate nella KEK stessa, per un incontro straordinario, dedicato alla
analisi dell’attuale situazione europea.
L’incontro si è svolto a Ginevra
dal 23 al 25 aprile.
Per le chiese italiane che fanno
parte della KEK erano presenti il
decano della Chiesa evangelica luterana in Italia, Hans Cerche Philippi, il moderatore della Tavola
valdese (valdesi e metodisti). Franco Giampiccoli, e il presidente dell’UCEBI, Paolo Spana.
Oltre ai rappresentanti delle
chiese erano stati invitati rappresentanti di altri organismi ecclesiastici, dalla Conferenza delle chiese protestanti dei paesi latini d’Europa aH’Alleanza riformata mondiale, dal Consiglio ecumenico
giovanile in Europa al Forum ecumenico delle donne cristiane europee, a diversi « Consigli nazionali » e federazioni di chiese (per la
FCEI, Sergio Ribet).
Alcuni cattolici, in rappresentanza del Consiglio delle conferenze episcopali europee; il presidente del Consiglio stesso, il cardinale
Carlo Maria Martini, il segretario.
Le chiese sono da sempre impegnate a superare i reticolati.
Ivo Fùrer, Mario Spezzibottiani,
collaboratore del cardinale Martini anche per la preparazione dell’assemblea ecumenica di Basilea...
A CONSULTO LA CHIESA EUROPEA. Con questo titolo su cinque
colonne il Corriere della sera apriva la sua prima pagina, il 23 aprile. Pura coincidenza: non si trattava dell’incontro di Ginevra, già
il sottotitolo spiegava « Il pontefice convoca il Sinodo speciale del
post-comunismo »; per l’Italia « la
Chiesa » è sempre soltanto quella
cattolica.
Ma la preoccupazione che anima le diverse chiese europee è
analoga, anche se viene assunta ed
elaborata in modo diverso nei vari ambiti: con una decisione personale e inattesa in campo cattolico, con una convocazione informale nell’ambito della KEK,
che raccoglieva richieste emerse a
Basilea e divenute più insistenti,
specie da parte delle chiese dell’est, nel corso del 1989.
Che cosa si proponeva l’incon
tro
Da un lato, uno scambio di idee
RISURREZIONE E SUICIDIO
Apparteniamo al Signore
..gridò ad alta voce: Lazzaro, vieni fuo
ri! » (Giovanni 11: 4)
Ge.sù è il Signore delle nostre vite. Solamente lui può dire ad ognuno di noi, come ha detto un giorno all'amico Lazzaro,
« Vieni fuori! ». Esci dalla tua situazione
senza alcuno sbocco, perché io, dice il Signore, sono l’unico che può riempire le tue
giornate apparentemente senza significato
e aprirle alla novità di vita. Gesù è chinato
sulla tomba dell’amato Lazzaro, con le mani
alzate. E mentre pronuncia queste parole,
alle sue spalle splende il sole.
Così il nostro fratello Vincent Van Gogh,
poco tempo prima di morire (1889), ha raffigurato il Cristo vincitore sulla morte.
Eppure la malattia e l’acuta sofferenza
già minavano l’esistenza di questo pittore
di genio, pastore mancato, predicatore dell’Evangelo tra i minatori e nei sobborghi
poveri di Londra. La risurrezione, la vittoria definitiva di Cristo sulla morte e non le
nostre singole risurrezioni! Questo voleva
dire Giovanni con questo toccante episodio.
Vincent Van Gogh lo ha compreso molto bene e ha tradotto nell’arte universale
della pittura il messaggio giovannico. Nel
quadro il sole splendente illumina l’azione
di Gesù; la pienezza della vita («Io sono la
risurrezione e la vita ») presuppone il sole
senza nubi del Mezzogiorno francese, ultima
dimora pittorica di Van Gogh.
Ma vi è un’altro particolare del quadro,
profondamente biblico: Gesù ha le mani alzate. Infatti, prima di compiere il miracolo,
segno anticipatore della sua risurrezione dai
morti, Gesù prega il Padre. La potenza, la
forza, vengono dall’alto: è nel dono dello Spirito che la tomba, all’alba del terzo giorno,
rimane vuota. Ma qual’è il rapporto tra la
sua risurrezione e la nostra? Come mai nelle nostre esistenze il sole rimane pallido e
le mani di Gesù ci paiono abbassate?
La risposta è nascosta nel Signore della
vita. Dietrich Bonhoeffer, innovando profondamente la tradizione cristiana in argomento, ha sottolineato che anche gli ultimi istanti di un suicida appartengono al Signore vivente. Il sole splende comunque sulle nostre esistenze perché le mani misericordiose del Cristo risorto, vincitore sulla morte,
ci assistono quotidianamente.
E così è stato la mattina del 29 luglio
1890, quando il nostro fratello Vincent Van
Gogh poneva fine alla sua vita terrena.
Eugenio Stretti
che facesse il punto tra l’assemblea di Basilea del maggio 1989 su
« Pace nella giustizia » e il fatidico 1992 dell’unione economica
dell’Europa dei dodici. D’altro lato, una occasione per tentare di
capire gli avvenimenti più recenti
esplosi nell’anno passato nel centro e nell’est europeo, che ancora
sono in evoluzione, giorno dopo
giorno, sotto i nostri occhi, che
sfuggono per il momento ad una
analisi globale ed esauriente, ma
dove è certo che le chiese hanno
avuto qualcosa da dire, sia nella
fase iniziale sia negli assestamenti
istituzionali; le chiese avranno
qualcosa da dire anche nel futuro
immediato e a lungo temine? Hanno una strategia, o almeno esperienze e speranze da esprimere e
far valere?
Al centro della discussione le
domande, le sfide poste alle chiese dai cambiamenti sociali e politici in Europa, dalla Conferenza
per la sicurezza e la cooperazione
in Europa (il proseguimento degli
accordi di Helsinki), dalle prospettive che si profilano sotto l’aspetto economico per effetto sia dell’Atto unico europeo, sia del nuovo assetto politico che si sta delineando (basti pensare al processo
di riunificazione, economica e politica, delle due Germanie).
L’incontro, preparato a tempo
di record non poteva avere il conforto di una documentazione preparatoria ampia ed esauriente.
Tuttavia alcuni materiali molto interessanti hanno potuto essere tenuti in considerazione.
I partecipanti hanno ricevuto ad
esempio ,il resoconto di un seminario tenutosi ad Uppsala dal 24
al 27 novembre 1989, organizzato
dal « Life and Peace Institute »
per conto della KEK sul tema
« Oltre Basilea: il documento finale come punto di partenza ». Inoltre, estremamente fresca e stimolante, una sorta di sinossi delle
risposte date da alcune delle chiese della KEK ad una serie di cinque domande che erano state proposte alle chiese membro nel febbraio 1990.
Le domande vertevano sui seguenti punti:
1 - Quali sono i maggiori
problemi politici, sociali ed economici che toccano la società in cui
la vostra chiesa opera?
2 - Quali preoccupazioni spirituali vi sembrano emergere nella
vostra società?
3 - Quali cambiamenti e sfide
la vostra chiesa si trova ad affrontare oggi, sotto l’aspetto ecumenico?
4 - Quali priorità individuate
per la vostra chiesa, nella sua
missione nel vostro paese e nel
continente europeo, in questo tempo di cambiamenti?
5 - Quali priorità individuate
Sergio Ribet
(continua a ¡mg. 5)
2
commenti e dibattiti
Il maggio 1990
RICORDI DI
ACHILLE DEODATO
Ho conosciuto il pastore Achille Deodato nella primavera del 1941 a Napoli, dove frequentai un corso per allievi ufficiali di complemento; gli impegni del servizio militare non mi consentirono di essere presente, se non
saltuariamente, ai culti nella chiesa di
via dei Cimbri, della quale era pastore titolare e dove svolse — come
ebbe a raccontarmi molti anni dopo —,
negli anni' della guerra e dopo l'8 settembre 1943, durante l'occupazione alleata, una preziosa opera di assistenza « spirituale », di conforto e materiale verso i fratelli della chiesa locale e della vasta diaspora campana.
Condusse, vigenti le leggi razziali fasciste, una azione energica di pressione, con interventi diplomatici presso le
autorità amministrative e politiche in
favore di avventisti, testimoni di Geova e di appartenenti' ad altre denominazioni evangeliche. In seguito egli
stabilì stretti contatti con cappellani
e ufficiali dell'esercito alleato e i locali
della chiesa furono aperti per riunioni, culti interdenominazionali e... anche come dispensari di viveri e medicinali. Ebbe, fra gli altri, un rapporto
particolare con un gruppo di sottoufficiali scozzesi, piloti della RAF, ohe
mantennero un contatto epistolare continuo di devozione filiale verso il » loro
pastore di Napoli »; vennero più volte,
a Pinerolo e a Torre, visitarono le valli ed avevano parole di riconoscenza
per la predicazione ricevuta e vissuta
nel profondo.
Rividi il pastore Deodato, titolare a
Luserna, ed ebbi con lui contatti brevi
nel comitato valli FUV del quale era
il responsabile.
Fu solo in seguito a Pinerolo, durante
la sua lunga permanenza protrattasi per
17 anni, dopo la moderatura, che ebbi modo di conoscerne le doti di bontà, di pazienza, di umiltà, e la non
comune capacità di ascolto; per queste
doti fu apprezzato e amato dai fratelli della comunità nella quale era stato
chiamato a predicare la Parola; si rese
ancora disponibile, senza esitazioni e
senza risparmio, per la Tavola e in
vari comitati delle nostre opere.
A Pinerolo realizzò il « convitto valdese » per studenti; progettò la ristrutturazione dei locali del tempio e diresse l'opera, insieme alla sua cara compagna « Lillina », con una conduzione
educativa esemplare.
A Pinerolo maturò inoltre l'idea della
« foresteria valdese » di Torre Pellice; spiegò lo scopo e le funzioni
future della casa, come centro e legame di fraternità cristiana, alla Tavola
e affidò all'ing. Ravazzini la realizzazione del progetto; per entrambe le opere soleva ripetere che «le opere con
uno scopo chiaro e ben definito nel
tempo, con un progetto esecutivo preciso e con un preventivo trasparente» trovavano sempre l'adesione e l’appoggio
solidale dei comitati di amici ai quali
il progetto stesso era stato presentato e illustrato. Era, in sostanza, la
« linea » già della Tavola negli anni della sua moderatura.
Lo ricordo quale pastore-teologo che
preparava con scrupolosa puntualità le
predicazioni — tutte scritte! —; coordinava le sedute delle svariate attività
di chiesa con saggezza ed equilibrio;
sapeva scegliere e/o convincere i suoi
collaboratori; era un interlocutore sagace e competente con gli ospiti; era
un buon amministratore che reinvestiva
« gli utili » apportando migliorie alle
strutture edilizie; era anche... un ottimo operatore turistico.
Collaborando con lui, in modo più
diretto, nel consiglio di chiesa, io e
i colleghi avemmo modo di apprendere e di vivere in prima persona l'esperienza di lavorare • insieme, nella diversità dì opinioni, verso il comune
fine dei servizio, pur nella nostra debolezza, per i fratelli e le sorelle in
fede ». NeH'ultimo anno della sua permanenza a Pinerolo, prima dell'emeritazione, ebbi "la bella avventura", come
laico, di' presiedere il concistoro del
quale facevano parte i pastori Achille
Deodato, Giorgio Tourn e Marco Ayassot, futuro pastore a Pinerolo; fu un
anno ricco di esperienze per tutti.
Il pastore Deodato era amato e ascoltato; i suoi interventi, come lo furono in tante sessioni sinodali’, erano
ispirati e sostenuti da un non comune senso pratico e da un profondo rispetto e amore per le persone.
Seguì il periodo della nostra — mia
e di mia moglie — personale amicizia con Achille e Lillina; un profondo
legame che riscaldò i nostri cuori e
crebbe, di anno in anno, la riconoscenza verso il Signore per questo
rapporto di fraterna amicizia. Quando risalivamo da Pinerolo la vai Pellice, per
10 meno una volta al mese, per una serie di' piccoli impegni e di vìsite, la
nostra ultima tappa, sulla via del ritorno, era l'accogliente casa degli
amici « Deo » e « Lillina ». Se qualche
volta eravamo turbati, un po' sfiduciati,
11 trascorrere con loro un'ora produceva in noi un repentino cambiamento; ritornavamo rinfrancati e con speranze e forze nuove.
Collaborai con il pastore Deodato,
come aiuto amministrativo, per tre
viaggi con gruppi di fratelli e sorelle
della chiesa evangelica tedesca e in
due occasioni con gruppi di valdesi, in
visita alia U.R.C. in Inghilterra. Con la
sua compagna o da solo egli organizzò
e guidò decine di gruppi' tedeschi e
svizzeri, stabilendo contatti regolari con
la grande diaspora del centro-sud e
interessandoli alle opere sociali della
nostra chiesa. Aveva « charme » e
« humour » per rallegrare il « fratelloturista », ma aveva soprattutto il dono
dì parlare con estrema naturalezza, della fede che era alla base dei progetti
sociali e umanitari, frutti deH’amore del
Signore; sapeva convincere ed era
creduto. Ebbe durante il suo lungo ministerio molteplici responsabilità, per cui
fu in relazione con un gran numero di
comitati e con centinaia e centinaia
di persone in ogni parte del mondo; fece conoscere il nostro piccolo mondo
valdese, la chiesa e le sue « opere »
sociali. La foresteria, la sua casa —
la casa di « Deo e Lillina » — erano
punti di riferimento per molti amici;
il suo studio era sede di una segreteria
efficiente; si prodigava a tenere le fila con una corrispondenza precisa e
puntuale. Non ci sarà un continuatore,
temo: per la nostra chiesa è una perdita grave.
Negli ultimi tre anni si era dedicato
a scrivere la sua « bella » avventura
al servizio del Signore; sì era valso
della sua prodigiosa memoria e aveva
consultato con rigore gli' archivi della
Tavola e suoi personali. Ho avuto il
privilegio di sentire dalla sua viva voce alcuni brani della sua interessante narrazione; io spero che questo suo
libro di memorie possa essere presto
pubblicato, per l'edificazione di molti e perché vi è descritta una fetta notevole della storia della nostra chiesa
e delle sue « opere », con notizie talvolta inedite.
Ringrazio il Signore di avere avuto
l'opportunità di avere conosciuto il
pastore Deodato, mio fratello maggiore
nella fede, e di aver percorso con lui
un buon tratto di cammino.
Costante e Lelia Costantino, Pinerolo
Come veterana della Chiesa valdese
di Napoli via dei Cimbri non posso tacere, ricordando l'opera affettuosa e
paterna del pastore Achille Deodato
che ho avuto il privilegio dì riabbracciare alcuni mesi or sono nella Chiesa
del Vomere.
Egli ora gode quel riposo che Iddio
ci concede nell'attesa della risurrezione a vita eterna.
Nel periodo dell'ultima guerra mondiale egli rimase a Napoli, mentre la
moglie e i bimbi tornarono alle Valli.
Orbene egli rimase accanto a noi,
che per vari motivi eravamo rimasti
a Napoli. Ci raggiungeva sempre con
la sua bicicletta ed incoraggiava tutti.
Ebbene, in occasione del 6° compleanno della figlia Donatella, egli desiderava raggiungere la famiglia per godere un po' dell’affetto dei suoi cari. Ci
venne a trovare per salutarci’ e dire a
me, allora diacona, di non mancare in
chiesa durante la sua assenza.
Fu difficile trovare le sei candeline, ma le avemmo.
Egli partì in bicicletta, poiché nessun mezzo funzionava.
Il giorno dopo, domenica, mi recai
in chiesa e, meravigliata e sorpresa,
lo vidi sul pulpito.
Egli allora ci raccontò quanto segue: « Ero giunto quasi sulla linea gotica (che divìdeva il sud dal nord),
quando in preghiera chiesi al Signore dì
farmi andare sulla via che Egli desiderava che io seguissi. Mi trovai sulla
via del ritorno. Ed eccomi qui ». La
nostra gioia fu immensa.
Ho voluto ricordare questi momenti,
fra i tanti che io ricordo, perché in
questi si ritrova chi, come lui, ha
amato il Signore e gli ha consacrato
la sua esistenza.
Emma Notarbartolo, Napoli
OMOLOGAZIONE
Gir « intellettuali » Gennaro Acquaviva, Giacomo Marramao e Massimo
Cacciari (citati da Fulvio Ferrarlo nel
numero del 13 aprile ’90) non sono in
fondo che dei « politici », ai' quali aggiungerei senz'altro Achille Occhetto
il quale, come fece a suo tempo Gorbaciov, vorrebbe anche lui incontrare
il papa. Perché? Indubbiamente — fatta astrazione dalla sua fede personale, nel cui « santuario » non ci è lecito entrare e che rispettiamo in omaggio al principio fondamentale della
libertà di coscienza — indubbiamente
per motivi... elettorali: tant'è vero che
l’incontro previsto, strombazzato subito
dai mass media, è subito rientrato.
Ma ciò non ha impedito ad un giornale che va per la maggiore — La Repubblica del 14.4.'90 — di cambiare
i connotati dei protagonisti della creazione michelangiolesca, sostituendo
ai volti del Creatore e di Adamo quel
li di Wojtyla e di Occhetto! Ecco
un vero caso di omologazione, riferibile questa volta a molti di quei
» post-comunisti » i quali, folgorati
sulla nuova via di Damasco papalina,
si stanno riawicìnando alla Santa Sede
in barba ad Hans Küng.
Giovanni Gönnet, Roma
IL SACRIFICIO
IMMENSO DI CRISTO
Caro Direttore,
ieri, 13 aprile, stavo riflettendo ancora una volta sul significato del sacrificio immenso, perché nulla può paragonarsi al bene della vita, che Gesù ha
sofferto per la salvezza del genere
umano sopportando, lui l'innocente
per eccellenza, il supplizio barbaro
della croce. Al termine delle mie riflessioni mi sono ritrovato tra le mani'
il n. 12 del giornale ed in particolare
l'articolo « Adesso è l'ora » che riporta
il documento finale deH’assemblea di
Seoul, che tanto entusiasmo ha suscitato in chi sul nostro giornale ha scritto in merito all'avvenimento.
Pur considerando che le riunioni a
cui partecipano inviati in rappresentanza di tutti i cristiani del mondo
riescono sempre a suscitare in chi è
presente una indubbia suggestione in
conseguenza della quale ci si sente
trasportati dall'ottimismo e si finisce
per apprezzare oltre misura ogni risultato raggiunto, a me sembra che un
esame più razionale ed obiettivo dovrebbe smorzare molti degli imp»pvvisati entusiasmi perché in realtà non
si è andati oltre alle buone intenzioni. Non condivido che con le « approvazioni » o le « opposizioni » platoniche
si possa tentare di risolvere i problemi deH’umanità.
Secondo me è mancato, soprattutto,
qualsiasi riferimento ai « sacrifici » che
tutti gli uomini sono tenuti’ a sopportare, anche se in misura diversa, perché l’umanità possa avviarsi lungo la
strada indicato da Cristo. Senza sacrificio non può esserci « resurrezione » in Cristo. Nel documento, invece,
in maniera più o meno esplicita, si
parla di responsabilità che coinvolgono « altri », di oneri che « altri » devono sopportare.
Ad esempio sulla questione del debito che paesi in via di sviluppo non
riescono a pagare si fa intendere che
l’onere debba essere esclusivamente
a carico di chi ha concesso il credito. Non c'è stato nessuno, per quanto
a mia conoscenza, che abbia proposto
una sottoscrizione mondiale fra tutti I
credenti in Cristo per raccogliere la
somma necessaria. Solo in questa maniera, secondo me, potremo dimostrare
a noi stessi, con i fatti e non con il
solito blaterare la nostra solidarietà
cristiana. Se poi la sottoscrizione non
avesse esito, vorrebbe dire che nemmeno i cristiani sono sufficientemente... evangelizzati e converrebbe cominciare tutto da capo.
Analogo ragionamento vale per • il
giusto ordine economico ». Dobbiamo
infatti renderci conto che, a parte le
difficoltà concrete di attuazione senza
intaccare la libertà che ogni popolo
ha di darsi l'organizzazione politica
che preferisce. Il miglioramento del tenore di vita dei paesi poveri significa, automaticamente ed inesorabilmente, un peggioramento del tenore di
vita nei paesi industrializzati, cioè del
nostro tenore di vita. Allora la domanda, pertinente, è la seguente: siamo
pronti a rinunciare ad una grossa percentuale del nostro personale benessere? Qualunque tentativo di svincolare
da questa realtà è pura ipocrisia.
Per tutte queste ragioni il documento di Seoul, anche se apprezzabile come elencazione dì buoni intendimenti
è, secondo me, assolutamente incon
cludente e rimarrà sostanzialmente un
documento di arcbivio perché non ha
il coraggio di affrontare, con realtà,
il prezzo che soprattutto l’uomo che
vive nelle nazioni più ricche sarebbe
chiamato a pagare per attuare un piano
che, senza un’analisi dettagliata dei
costi e dei ricavi, senza programmi
concreti di attuazione e senza una capillare opera di convincimento circa
la necessità, per noi, di sostanziali sacrifici, rimane e rimarrà solo un’utopistica dissertazione, con l’unico risultato dì riattizzare nel mondo l’odio di
alcuni popoli verso altri, un invito
permanente a nuove ribellioni, nuovi
razzismi, nuove stragi, mentre non è
certamente in grado di sollecitare una
pacificazione generale nel nome di
Cristo.
Che il Signore ci benedica e ci protegga.
Reto Bonifazi, Terni
Dal 20 al 22 maggio — ROMA; Presso la Casa valdese (via Farnese 18) si
tiene un incontro dì formazione per
le donne pastore delle Chiese battiste, metodiste e valdesi.
Il programma prevede relazioni’ di
Luisa Muraro (« La differenza sessuale come segno e realtà »), di Daniela
Di Carlo e Paola Benecchi (« Le donne hanno bisogno di una immagine
femminile di Dio »), Adriana Valerio
(« Il rapporto con il testo biblico, una
tradizione maschile nella vita delle donne »), Erika Tomassone (« Il linguaggio
inclusivo come segno di una presenza
femminile nella comunità dei credenti »).
Venerdì 25 maggio — TORINO: Alle
ore 20.45, nel salone valdese di corso
Vittorio Emanuele 23, Franco Barbero e
Stefano Woods parleranno sul tema
« Come leggere la Bibbia? un confronto fra interpretazione storico critica e
letterale ». Organizzano il Centro evangelico di cultura, le comunità di base,
il SAE e le redazioni’ de « Il foglio » e
« Tempi di fraternità ». informazioni tei.
011/669.28.38.
delle valli vaidesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Direttore: Giorgio GardioI
Vicedirettore: Giuseppe Platone
Redattori; Alberto Corsani, Luciano Deodato, Adriano Longo, Plervaldo
Rostan
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Italia
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via Pio V, 15
II n. 18/90 è stato consegnato agli Uffici postali di Torino II 3 maggio
e a quelli delle valli valdesi II 4 maggio 1990.
Hanno collaborato a questo numero: Archimede Bertolino, Luigi Marchetti, Gregorio Plescan, Marco Rovara, Liliana Viglielmo.
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11 maggio 1990
commenti e dibattiti
DIBATTITO SULL’OTTO PER MILLE
Meglio poveri, ma liberi
Occorre tener presenti le indicazioni che vengono dalla nostra ecclesiologia - Rendiamo a Cesare, cioè allo Stato, quello che è di Cesare
Quando si è chiamati a dare
una risposta di carattere ecclesiastico ad una domanda che lo
Stato ci pone, occorre dargliela in base ai principi della nostra ecclesiologia. E’ il caso del
quesito circa la destinazione dell’8 per mille del gettito della
Irpef a cui lo Stato ci impone
di rispondere.
Occorre riflettere infatti sulla
circostanza che il non rispondere costituisce egualmente una risposta (quella che forse si desidererebbe da noi). Significa contribuire a che l’8 per mille dell’imposta vada per metà alla
Chiesa romana.
Ciò premesso, nel rispondere
è bene non lasciarsi influenzare
da quello spirito cattolico per
cui rientrerebbe nei compiti dello Stato quello di finanziare la
Chiesa per il suo sviluppo. Da
ciò consegue che noi valdesi dobbiamo rispondere al quesito firmando il rettangolino del modulo di dichiarazione fiscale che indica che il destinatario dell’S
per mille è lo Stato. Non dobbiamo lasciarci influenzare da
considerazioni secolarizzanti, che
purtroppo spesso affiorano anche
nel nostro ambiente. Nel caso
in esame i criteri secolarizzanti che si affacciano sono principalmente due. Anzitutto quello
della politica dei vantaggi, su cui
si sono già espressi alcuni su
queste colonne, ritenendo che,
non potendo avvantaggiarci noi
in quanto il Sinodo ha scartato
l'ipotesi, si debba almeno avvantaggiare un’altra delle Chiese
evangeliche più furbe di noi, che
hanno abboccato all’amo di questa trappola. Si dà così un avallo alla operazione finanziaria eEcogitata per devolvere alla Chiesa romana una fetta di denaro
pubblico, consentendole di reclamizzare l’operazione stessa come
se si trattasse di un contributo
offerto dai fedeli. A questo giochetto i nostri non si sono prestati al momento dell’Intesa ed
hanno fatto bene, per cui non
è il caso di prestarsi oggi.
L’altro modo di subire influenze secolarizzanti è quello di cedere in tale occasione alle critiche politiche. E’ noto a tutti,
e non da oggi, che i nostri governanti governano male; che
spendono peggio; che non danno affidamento. Sprechi e scandali testimoniano la cattiva amministrazione dei politici. Ma è
semplicistico dire quindi no allo Stato (confondendolo con i
governanti) e devolvere l’8 per
mille dell’Irpef alle mani più
oneste degli amministratori ecclesiastici.
Quanti si sono pronunciati per
devolvere l’8 per mille ai pentecostali o agli avventisti ed hanno espresso disappunto e critiche
perché il Sinodo ha rifiutato di
valersi di questo privilegio ricusando di incassare l’8 per mille
a favore delle nostre opere, hanno seguito i criteri suddetti e
scartato dalle loro menti i principi di fondo a cui si è ancorato il Sinodo.
Altri vorrebbero non solo l’8
per mille, ma anche la defiscalizzazione delle erogazioni fatte alla Chiesa, che costituisce
l’altro verso della soluzione all’italiana del problema.
Le imposte — penso sia chiaro
nella mente di tutti i cittadini
(credenti compresi) — appartengono allo Stato nella totalità del
loro ammontare sin dal momento della dichiarazione dei redditi. Ma purtroppo è noto che è
specialità degli italiani quella di
voler evadere il fisco (il record
dell’evasione fiscale è italiano);
ed è noto altresì — come ho detto — che questo paese è mal governato; ma ciò non può influire sulle decisioni che i credenti
debbono prendere in materia fiscale.
Essi sanno infatti che è stato
detto loro: « Non conformatevi
a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente » (Romani
12: 2). E ciò, per il caso in esame, significa che se i governanti hanno sbagliato (ed hanno sbagliato) nel devolvere ai contribuenti la decisione circa quali
enti, oltre allo Stato, possono gestire il gettito deH’8 per mille
dell’Irpef per i fini indicati dalla legge, i credenti, nell’occorrenza, non sono tenuti a seguire
i criteri usati « in questo secolo » perché la loro coscienza vi
obietta. Essi, facendo riferimento alla Rivelazione di Cristo, sono tenuti a trasformare se stessi rinnovando la loro mente con
il dettato deH’Evangelo. Tale criterio ci è stato dato non solo per il nostro comportamento
nel mondo, ma anche per evitare la secolarizzcizione della vita
ecclesiastica. Cosicché ragionando un po’ meglio — come qualcuno ha voluto invitarci a fare
— noi credenti non possiamo
evitare di raccogliere l’indirizzo
che Gesù stesso ci ha indicato
di seguire in materia fiscale, « rendendo a Cesare quello che è di
Cesare ». Il passo citato (Matteo
22: 21) risponde alla precisa domanda ora postaci, e tradotto in
termini attuali vuol dire: « Rendete allo Stato quello che è dello Stato », cioè l’ammontare in
tiero deH’Irpef, 8 per mille compreso. Certamente il Cesare dei
tempi di Gesù sgovernava gli
ebrei molto peggio di quello che
non facciano da noi i politici di
oggi.
Conformità con una
linea di principio
Il nostro Sinodo, ed ora ed al
tempo dell’Intesa, ha deciso in
piena conformità con la linea di
principio seguita nel passato ed
in armonia con quel « meglio poveri, ma liberi » che Giuseppe
Malan dichiarò al Parlamento
piemontese nel 1855 quando, già
allora, si sarebbe voluto « rego
1 arizzare le entrate dei culti tollerati ».
Del resto nessuno pensi che la
devoluzione defl’S per mille non
abbia, per le Chiese diverse dalla cattolica, una contropartita.
Nelle Intese stipulate con i pentecostali e gli avventisti è infatti precisato anzitutto che il gettito dell’8 per mille, che andrà
a dette Chiese, è ad esse « devoluto dallo Stato ». Perciò risulta chiara la natura di sovvenzione statale, per cui gli « interventi sociali ed umanitari » curati da dette Chiese costituiscono beneficenza fatta con denaro
altrui. Inoltre è stabilito che del
gettito dell’8 per mille, come di
quello delle « erogazioni defiscalizzate », si dia « rendiconto sulla effettiva utilizzazione delle
somme » introitate. Il che significa che lo Stato non rinuncia al
controllo sul modo con cui i terzi impiegano il suo denaro (gettito dell’Irpef e imposta non
riscossa sulle erogazioni). Le due
Intese lo dicono espressamente
(art. 25 per i pentecostali; art.
34 per gli avventisti). Lo Stato
vuol sapere a quanti ministri di
culto è stata assicurata l’intiera
retribuzione od un’integrazione;
quanto del gettito delle offerte
defiscalizzate è stato devoluto al
sostentamento dei ministri; l’ammontare e quali siano stati gli
« interventi » operati per le finalità sociali ed umanitarie, ovviamente con i conti relativi. Si
tratta di vere e proprie ingerenze degli organi dello Stato su
quelle gestioni ecclesiastiche. E’
vero che tali controlli potranno
burocraticamente essere svolti
all’italiana, ma non è da escludere che siano invece, una volta tanto, condotti seriamente e
con puntiglio, verificando ogni
spesa ed ogni destinazione in Italia o all’estero ed anche contestando eventuali destinazioni ritenute improprie. Qrbene, a tutto questo, in quanto valdese oppongo un: No grazie! sia rendendo allo Stato tutto il gettito Irpef,
sia contribuendo per la Chiesa
con il netto del mio reddito, dopo aver assolto su di esso al pagamento delle imposte.
Giorgio Peyrot
Una disposizione
anticostituzionaie
Contro ogni logica concordataria - Dov’è andata a finire la nostra libertà di coscienza?
gione cattolica nelle scuole. Non
ci resta che denunciare questo
stato di cose.
Bisognerebbe citare in giudizio
10 stato italiano (ed il suo governo) e la Chiesa cattolica per palese violazione, in più punti, del
dettato costituzionale, in particolare per quanto riguarda l’8 per
mille, soprattutto là dove la legge — con una vera espropriazione delle coscienze — attribuisce
alle « preferenze » non espresse
11 valore di quelle espresse.
Per analogia è come se in sede elettorale i voti non espressi
fossero ripartiti in base alle scelte espresse. Dov’è andata a finire
a libertà di coscienza?
Svegliatevi, partiti laici, dai liberali ai comunisti, contro questa abominevole alleanza clerico
Sono un cittadino italiano, impiegato dello stato nel settore
delle imposte dirette, appartenente alla comunità valdese di
Firenze.
Scrivo la presente per aprire
gli occhi a quanti non hanno voluto vedere, aU’interno di chiese,
partiti, associazioni varie, la palese incostituzionalità della legge
sull’8 per mille, cioè di quella
legge che stabilisce che l’8 per
mille delle imposte dirette debba essere ripartito fra stato italiano, Chiesa cattolica. Chiesa
avventista ed Assemblee di Dio.
In quanto valdese ho un appunto da muovere alla mia comunità la quale, a mio parere,
avrebbe dovuto non limitarsi
’’ottusamente” a eludere il problema, lasciando prevalere in
una decisione sinodale la coalizione dell’inerzia (che vedeva socialista che ci vuole soffocare.
schierati Cerchiamo di essere, almeno in
a retaggi ^^on Pa^e, protagonisti della nostra
assieme a chi riteneva di non ^
doversi « sporcare le mani » cori
i soldi dello stato in nome di Non ho altra scelta, ed invito
una ferrea laicità, oltre che di tutti coloro che vogliono rispetta
una giustificata sfiducia verso i re l’art. 3 della Costituzione a
governatori della cosa pubblica mobilitarsi per una obiezione fi
che si sono succeduti al potere), scale delT8 per mille.
La Chiesa valdese doveva avere
il coraggio di denunciare lineo- N. A. iviaiiK
stituzionalità di quella legge
(violazione dell’art. 3 della Co- —
stituzione), oppure subire le conseguenze del fatto di essere in
diaspora, discrimiiiata, e aceitare le regole del gioco, e qmndi
anche gli spiccioli. Non riceve
anche denaro dalle Chiese estere d’oltre frontiera?
Io sono contrario ad ogni logica concordataria, propugnando
una sorta di stato veramente laico dove l’insegnamento della « cosa » religiosa sia riservato alle
chiese e alle famiglie poiché è un
fatto privato, pur avendo riflessi e comportando responsabilità
nel sociale.
Ma la stessa Chiesa cattolica,
oggi, è incapace di far applicare
il nuovo Concordato con lo stato
italiano quando non si riesce a
rendere effettiva la facoltatività dell’insegnamento della reli
PROTESTANTESIMO
E’ uscito il
numero 2/90
Una scelta «privata»?
Si sono già avute dimostrazioni di fiducia da parte di persone che
non sono membri di chiesa - Che indicazioni politiche per i futuro?
Credo che il dibattito e le riflessioni apparse sul giornale diano sufficiente atto della ampiezza con cui nelle chiese valdesi
e metodiste si affrontata la questione sia a livello individuale
che comunitario. Tuttavia, ho
l’impressione che ci si limiti a
trattare l’argomento semplicemente come una questione interna alle chiese, come degli evangelici che ancora una volta
usano il dialetto di Canaan sperando di essere compresi all’esterno.
Io non ho riscontri statistici di
come il nostro approccio alla
questione dell’8 per mille venga
accolto al di fuori delle chiese.
Mi è però tornata alla mente la
esperienza fatta in occasione del
terremoto dell’Irpinia. In quella occasione le nostre chiese raccolsero dei fondi per venire in
soccorso alle popolazioni colpite. Ma non raccogliemmo soltanto le somme dei nostri membri
di chiesa. Diversi amici, o semplicemnte conoscenti, preferirono affidare a noi, chiese evangeliche, le loro offerte, anziché af
fldarle allo Stato. Certo fu una
bella dimostrazione di fiducia
nei nostri confronti, e una scelta saggia, visti gli scandali del
dopo terremoto.
Ora diversi interventi hanno
manifestato la scelta a favore
dello Stato. Questa scelta si presta a tre principali letture: a)
scelta laica; alcimi evangelici
hanno più fiducia nello Stato, e
si sentono più solidali con le sue
iniziative che non con le iniziative di altre chiese evangeliche;
b) scelta di denuncia: scelgono
lo Stato per denunciare le chiese
che sono entrate nel meccanismo della 222 (finanziamento del
clero cattolico), ma con ciò favoriscono quello Stato che è artefice della 222; c) scelta di arroccamento: non vogliono essere
tacciati di avere intascato denaro col concorso del braccio armato dello Stato, venendo associati alla chiesa cattolica. Quale
di queste tre letture sarà colta
con maggiore immediatezza e
sarà in grado di trasformarsi in
predicazione?
A complicare ulteriormente il
quadro vi è che certamente diversi non evangelici sceglieranno
di destinare il loro 8 per mille
alle chiese evangeliche. Questi
neutralizzeranno le opzioni degli evangelici a favore dello Stato e, alla fine, le scelte individuali saranno soltanto scelte « private », private di qualsiasi va^
lenza politica. Non potendo pesare statisticamente alcune opzioni degli evangelici, proprio
quelle a favore dello Stato, si
configureranno come opzioni «disperse ».
In una delle chiese di cui sono pastore abbiamo ascoltato i
progetti delle chiese Avventiste
e contiamo di ascoltare un rappresentante delle ADI. Poi ognuno deciderà a chi devolvere la
propria quota. L’orientamento
fin qui avvertito è quello di scegliere una delle chiese evangeliche.
Dal conteggio finale, quando i
dati nazionali saranno pubblicati, speriamo di trarre indicazioni politiche per il futuro.
Salvatore Rapisarda
E’ uscito il numero 2/1990 di
Protestantesimo (trimestre marzo-giugno). La prima parte del
fascicolo è dedicata al ricordo
di Amedeo Molnàr, con tm profilo teologico di Paolo Ricca e
uno bio-bibliografico di Sergio
Rostagno, e con il testo della
lezione tenuta da Molnàr nel tempio di Torre Pellice per il Convegno storico intemazionale del
settembre 1989. Ancora in campo
storico, una rassegna di Giovanni Gönnet esamina le varie prese di posizione sul Rimpatrio del
1689, espresse in occasione del
tricentenario.
Gli altri saggi o studi critici
riguardano la valutazione di
Israele nel pensiero di L. Ragaz
(M. C. Laurenzi), il rapporto
donna-sacerdozio nel cattolicesimo (P. Ricca), la « papessa Giovanna » (C. G. De Michelis), mentre Primula de Pina Martins e
Etebora Spini analizzano i libri
di Olmi sul protestantesimo francese e di Ricca sulle chiese evangeliche e la pace. Seguono 24
recensioni di minore ampiezza.
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4
obiettivo aperto
Il maggio 1990
OTTO PER MILLE DELL’IRPEF
Se firmiamo per ie Assemblee di Dio
Un azione evangelistica e di servizio che percorre tutti i continenti, anche se con varie denominazioni: questa è
la grande famiglia pentecostale cui fanno capo le Assemblee di Dio in Italia - Una predicazione rivolta a tutti
‘^Secondò che ne abbiamo
Vopportìomtà
facciamo del bene a tutti...’'
ficco Kff’ocaiiflOR« per aiutare poveri, emu^ioatì, aarianì
t quanti mrq nel bóopBo «nebe nel paeri in vìa di «vtloppu
Senra v«nare alcuna nffcita o cuntributu
....^ '
Ì^[pìhibt->rfim
Ahm abmerurt J'. ’inmania
i\ Cii r i,ei J h^iu i UT
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oppure
NON FIRMI NEI LO SPAZIO
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opere catiiaiìve
I «v S II ). k di !):•• in n.hy • :. . *i
Avvttiuisla pei <copi «wìafi e n;uatìiiapi
Il frontespizio di un pieghevole distribuito dalle Assemblee di Dio in Italia che illustra come quelle
chiese intendono utilizzare la quota loro assegnata dell’S per mille. Si prevedono interventi sociali ed
umanitari anche a favore dei paesi del terzo mondo.
IL SENSO DI UNA FIRMA
L’opportunità di “far del bene
3t
« Un’occasione per aiutare i bisognosi senza versare alcun contributo » - Sono necessarie altre leggi in difesa del pluralismo religioso
« Secondo che ne abbiamo
l’opportunità facciamo del
bene a tutti... ». Questo versetto dell’epistola di Paolo ai
Galati (6: IO) è, secondo le
Assemblee di Dio, il senso
della firma che ogni contribuente può dare per questa
chiesa.
Aggiungono i pentecostali:
« Ecco un’occasione per aiutare i paesi poveri, gli emarginati, gli anziani e quanti
sono nel bisogno anche nei
paesi in via di sviluppo, senza versare alcuna offerta o
contributo ». Infatti, spiegano le ADI, la firma sui moduli 101, 201 o 740 non costituisce una tassa aggiuntiva,
ma semplicemente la ripartizione dell’8 per mille dell’Irpef. Le ADI hanno stabilito con la loro Intesa (legge 22.11.1988, n. 517) che « le
somme loro attribuite deriveranno unicamente dalle
scelte espresse dai contribuenti, cioè riceveranno solo la
percentuale dell’8 per mille
che corrisponderà a quella
dei contribuenti che hanno
firmato la casella delle ADI.
Essi chiedono una firma
anche per fare « in modo da
dare all’opinione pubblica
italiana la prova che esiste
una minoranza evangelica
reale, composta da membri
delle chiese e simpatizzanti
che non si identificane con
la Chiesa cattolica. Un richiamo questo del quale dovranno rendersi conto Parlamento e Governo per emanare
altre leggi a sostegno del pluralismo religioso e della libertà di culto ».
Ma come saranno utilizzati i fondi che verranno loro
assegnati? Le ADI confermano che questi verranno unicamente impiegati per aiuti
e interventi sociali e umanitari, anche nei paesi del terzo mondo.
Da qualche tempo i pentecostali hanno attivato il
Servizio evangelico di Azione sociale (SEAS) che coordinerà questi interventi.
Per il momento il SEAS
ha attivato interventi di azione sociale, istruzione, educazione e cultura per le popolazioni del Burkina Paso e
delVAngola (due tra i paesi
più poveri del mondo) e ha
organizzato aiuti alimentari
e materiali per le popolazioni dell'Armema colpite dal
terremoto e ancora aiuti alimentari e prodotti farmaceutici per le popolazioni della
Romania.
In Italia le ADI gestiscono a Torlupara di Mentana
(Roma) la Casa Emmaus,
una casa di riposo per persone anziane, e il Villaggio
Betania, un istituto educati
vo per ragazzi in difficoltà.
Inoltre sono allo studio altre forme di intervento che
verranno attivate a seconda
delle disponibilità finanziarie e sulle quali forniranno
informazioni mediante la
stampa e i mass media.
Secondo la legge i fondi
dovranno essere assegnati alle ADI entro il mese di giugno 1993 e le Assemblee di
Dio si impegnano a dare un
resoconto pubblico di come
avranno impegnato i fondi
amministrati.
In conclusione le ADI, chiedendo agli evangelici italiani
di scegliere, secondo coscienza, una delle chiese evangeliche che possono beneficiare dell’8 per mille, in particolare le ADI stesse, assicurano che « utilizzeranno al
100% le somme amministrate per fini sociali ed umanitari » in quanto, essendo la
loro organizzazione sociale
basata unicamente sul volontariato che ovviamente non
ha costi, non hanno alcuna
spesa burocratica da dedurre per la gestione amministrativa. Inoltre assicurano
che « le somme loro inviate
non saranno assolutamente
utilizzate per sostenere i propri ministri o per scopo di
culto ».
a cura di Giorgio GardioI
su informazioni ADI
SCHEDA
Le Assemblee di Dio
In Italia
Le Assemblee di Dio in Italia sono un’associazione di
Chiese cristiane evangeliche
di fede pentecostale, riconosciute giuridicamente come
Ente morale di culto con
D.P.R. 5 dicembre 1959, n.
1.349, presenti in Italia fin dal
1908, ed emanazione diretta
di quel grande movimento di
risveglio cristiano evangelico
nato al principio di questo
.secolo come un ritorno alla
dottrina ed alla pratica del
cristianesimo dell’era apostolica. Questo movimento, costituito da gruppi nazionali indipendenti, conta oggi oltre
150 milioni di membri sparsi in tutto il mondo.
In Italia le Assemblee di
Dio costituiscono la confessione cristiana evangelica più numerosa, con oltre mille chiese e gruppi sparsi su tutto il
territorio nazionale, e conta
attualmente circa 125.000
membri ed aderenti.
Ogni comunità sviluppa la
propria vita spirituale con la
preghiera in comune, la meditazione e lo studio della
Bibbia e l’azione pratica; elegge i propri pastori o anziani quali ministri di tutti
gli alti di culto e si sostiene
finanziariamente con contribuzioni ed offerte assolutamente volontarie.
Le Assemblee di Dio in Italia Sono comunità cristiane
organizzate sul modello del
Nuovo Testamento, desiderose soltanto di annunciare tutto l’insegnamento di Cristo e
degli apostoli e l’attuazione di
questo da parte di tutti i loro
membri nella pratica e nella
vita quotidiana. Infatti essi
manifestano il loro impegno
sociale e civile in forza della
propria esperienza di fede,
proponendosi di attuare praticamente nella vita quotidiana i principi delTEvangelo
che affermano il rispetto della persona umana, non esercitando pressioni di alcun genere su opinioni e scelte individuali.
A seguito dell’Intesa fra lo
Stato e le Assemblee di Dio
in Italia, approvata con legge
22 novembre 1988, n. 517, le
persone fisiche possono dedurre dal proprio reddito, agli
effetti dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, le
erogazioni liberali fino all’importo di 2 milioni di lire, per
il sostentamento dei ministri
di culto, per esigenze di culto, di cura delle anime e di
amministrazione ecclesiastica.
Per quanto riguarda l’otto
per mille dell'Irpef, le somme devolute alle Assemblee
di Dio in Italia saranno destinate ad inierventi sociali
ed umanitari anche a favore
dei paesi del terzo mondo.
Attualmente le Assemblee
di Dio in Italia finanziano programmi di aiuto sociale e di
sostegno didattico per le popolazioni del Burkina Paso e
delVAngola e, recentemente,
hanno istituito un servizio di
assistenza sociale a beneficio
di paesi colpiti da catastrofi
naturali o che versano in altre situazioni di emergenza.
Gli ultimi interventi sono stati effettuati a favore dei ter
remotati dell’Armenia e del
popolo rumeno, con l’invio di
derrate alimentari e prodotti
farmaceutici.
Per la natura stessa dell’associazione, che si fonda sul
sei'vizio cristiano inteso come volontariato a tutti gli effetti, non esistono spese amministrative di alcun genere
e quindi le somme versate a
tali fini sono totalmente devolute per gli scopi già menzionati.
Le Assemblee di Dio in Italia, rivendicando la propria autonomia e riconoscendo l’assoluta Signoria di Cristo Gesù, unico e vivente capo della Chiesa, formano un gruppo
universale, un popolo cristiano evangelico con un messaggio per la società attuale:
« Gesù Cristo è lo stesso ieri,
oggi e in eterno » (Ebrei 13:
8).
La sede nazionale delle Assemblee di Dio in Italia si
trova in Via dei Bruii, 11 00185 Roma, tei. 06/491518, a
cui ci si può rivolgere per
ulteriori informazioni.
Nel mondo
Le Assemblee di Dio appartengono alla grande famiglia
delle chiese evangeliche pentecostali.
Esse sono sparse in tutto
il mondo e riuniscono milioni di credenti di origini diverse aventi in comune la
stessa fede, lo stesso fine e
la stessa speranza. In tutti i
continenti è possibile trovare
dei cristiani e delle chiese
pentecostali che, sotto l’azione efficace della potenza dello Spirito Santo, partecipano
attivamente alla divulgazione
del messaggio evangelico.
In alcuni paesi, le Assemblee di Dio sono numericamente forti, come negli Stati
Uniti, in Brasile e nel Sud
America, in Africa e in Asia.
Anche in altre nazioni, seppur
con denominazioni diverse,
come nei paesi scandinavi, esse costituiscono delle chiese
numerose ed importanti con
diverse attività, come stazioni radiofoniche, società editrici, giornali, periodici, centri
di formazione per predicatori e missionari, opere filantropiche per fanciulli ed anziani. Altrove il loro numero
non è così rilevante ed in alcuni casi sono rappresentate
da piccole comunità disseminate e perseguitate; ma ovunque si ritrovano la stessa fede c le stesse manifestazioni
della grazia divina. Anime sono salvate, vite trasformate,
famiglie ricostruite, malati
guariti.
La Conferenza pentecostale
europea e la Conferenza mondiale pentecostale indette ogni
tre anni, delle quali le A.D.I.
fanno parte ufficialmente anche nei rispettivi comitati organizzatori, hanno lo scopo di
richiamare l’opinione pubblica internazionale sulTimportanza della predicazione dell’Evangelo in questo momento storico pieno di problemi
etici e sociali.
5
11 maggio 1990
ecumenismo
LE CHIESE PROTESTANTI IN CECOSLOVACCHIA
La storia delle chiese protestanti in Cecoslovacchia è profondamente segnata dall’impronta del riformatore boemo
Jan Hus, che nei primi anni
del XV secolo, influenzato dagli
scritti del riformatore inglese
John Wyclif (1329-1284), iniziò
la sua predicazione contro gli
abusi della chiesa e, nello stesso
tempo, a favore della liberazione
del popolo cèco (gli abitanti della Boemia) dall’egemonia tedesca. Giudicato per eresia in occasione del Concilio di Costanza
(iniziato il 1“ novembre 1414), al
quale Hus si era risolto a presentarsi avendo ricevuto dal re
Venceslao l’assicurazione della
propria incolumità, venne condannato a morte e bruciato sul
rogo il 6 luglio 1415. I suoi discepoli, gli bussiti, organizzarono la rivolta e resistettero per
vent’anni prima di essere sconfìtti e dispersi, nel 1434.
Un secondo movimento del
protestantesimo cèco fu quello
della Unitas Fratrum, nato nel
1457 quando alcuni cristiani lasciarono Praga per fondare un
proprio villaggio basato sui principi del cristianesimo primitivo.
Quando più tardi vennero dispersi in altri paesi, presero il
nome di Fratelli Moravi. Un terzo movimento fu quello del luteranesimo, che sviluppò le idee
di Jan Hus con l’apporto della
Riforma. Nel 1573 questi tre
movimenti adottarono una dichiarazione di fede comune. La
Riforma in Cecoslovacchia raggiunse il suo punto più alto in
quel periodo, mentre erano sul
trono dei re simpatizzanti con le
idee della Riforma. Quando però nel 1620 gli Asburgo assunsero il controllo della Boemia e
della Moravia, il cattolicesimo
fu proclamato religione dì stato
e il protestantesimo fu soppresso. Solo nel 1781 venne ristabilita con un editto la tolleranza
religiosa, ma soltanto per la tradizione luterana e per quella
riformata. Nel 1848 un secondo
editto consentì l’uso delle lingue
Una storia di resistenza
Da Wyclif ai Fratelli Moravi a Jan Hus, storia di attaccamento alla
fede - Un Consiglio ecumenico di cui fanno parte undici chiese
Il teologo Joseph L. Hromadka.
locali e la parità dei diritti con
i cattolici.
Nel 1918, con l’indipendenza
della Cecoslovacchia, nacque la
« Chiesa cecoslovacca », formata
da cattolici dissenzienti, in seguito al rifluto di Roma di aderire
alla richiesta di poter usare la
lingua del popolo nella liturgia,
di consentire il matrimonio dei
preti e una maggiore partecipazione dei laici alla gestione della
chiesa. Vi fu allora un massiccio
esodo di cattolici. Nel 1972 la
« Chiesa cecoslovacca » assunse
il nome di « Chiesa hussita cecoslovacca ». Pur essendo nata
nell’alveo del cattolicesimo romano, questa chiesa nel corso
del tempo si è sempre più avvicinata al protestantesimo e al
movimento ecumenico. Con oltre
600.000 membri, è oggi la maggiore denominazione singola dopo
la Chiesa cattolica.
Tutta la storia delle chiese protestanti è stata una storia di re
sistenza, prima contro il predominio della Chiesa cattolica, poi
contro quello del regime comunista. Paradossalmente è stato
l’arrivo al potere dei comunisti,
nel 1946, che ha messo tutte le
chiese su un piede di uguaglianza. Da allora i pastori e i preti
sono stati pagati e approvati
dallo Stato. Nel 1948 tutte le opere sociali delle chiese sono state assunte dallo Stato e la diaconia si è rivolta verso l’interno
delle parrocchie.
Nel loro insieme le chiese
protestanti in Cecoslovacchia
rappresentano oggi circa il 5-6%
della popolazione. La maggiore
denominazione tra le chiese riformate è quella luterana, con
413.800 membri (369.000 della
Chiesa evangelica di confessione augustana della Slovacchia e
44.800 della stessa chiesa nella
parte cecoslovacca della Slesia).
Seguono la Chiesa evangelica dei
Fratelli boemi (cèchi), con circa 270.000 membri e oltre 600
comunità, i Fratelli Moravi, gli
avventisti, i battisti e i pentecostali. Esiste un Consiglio ecumenico delle chiese in Cecoslovacchia, di cui fanno parte imdici chiese; le quattro più importanti sono la Chiesa hussita cecoslovacca, le chiese luterane, le
chiese riformate e la Chiesa ortodossa (diffusa quest’ultima al
90% in Slovacchia). Il Consiglio
è soprattutto un luogo d’incontro dei responsabili delle chiese e ha lo scopo di favorire i contatti tra le chiese membro. Se
in passato le chiese protestanti
sembrano essersi preoccupate
soprattutto della loro sopravvivenza, astenendosi dalla vita
politica, oggi non è più così.
L’Europa e le chiese
(segue da pag. 1)
per il movimento ecumenico e per
la KEK nel nuovo quadro europeo?
Una sesta domanda, infine, permetteva di aggiungere quante altre
preoccupazioni, quanti altri suggerimenti potevano sembrare opportuni.
Infine, un terzo tipo di « materiale preparatorio » veniva affidato ai partecipanti: una serie di
suggerimenti per « continuare Basilea », sia sotto la forma di schede con liturgie, preghiere, canti,
utilizzabili nel periodo di Pentecoste, sia nei momenti di culto e
di celebrazione che si sono tenuti
nel corso dell’incontro.
La sera del 24 aprile, per esempio, una celebrazione ecumenica
si è tenuta nella cattedrale di St.
Pierre, con la popolazione ginevrina, nel corso della quale non si sono date soltanto liturgie scontate,
o genericità ecumeniche. Non nascondo di aver ascoltato con particolare interesse la testimonianza
portata dal pastore Franco Giampiccoli, una voce riformata che seguiva quelle dell’arcivescovo di
Canterbury Robert Runcie e del
patriarca « catholicos » Iliya 11
della Georgia.
Sarebbe troppo chiedere risultati a sensazione da un incontro di
centocinquanta persone che si incontrano per un paio di giorni, su
materiale preparatorio per forza di
cose ancora in movimento. Credo
che il risultato maggiore sia stato
quello di poter ascoltare dalla viva voce di alcuni dei protagonisti
testimonianze variatissime su quel
che stanno facendo le chiese in
Europa in questo momento delicato. Mi ha favorevolmente colpito,
ad esempio, nel lavoro di gruppo,
un’ampia informativa su quel che
sta accadendo nella chiesa ortodossa russa.
In occasione di alcuni incontri
ecumenici, avevo ascoltato responsabili di questa stessa chiesa che
mi erano parsi piuttosto trionfalistici, consapevoli di guidare un
gregge che non conta meno di cinquanta milioni di credenti, e con
potenzialità notevoli. Nell’incontro
di Ginevra ho percepito un altro
tono. Chiarezza nelle linee dogmatiche, ma molta umanità nel descrivere una situazione complessa,
in alcuni luoghi maggioritaria,
in altri assediata dall’Islam o dalla
secolarizzazione, in altri ancora a
condividere con altre chiese cristiane (luterani, battisti) la responsabilità della testimonianza cristiana. Che cosa può fare la chiesa? Molto umilmente, il rappresentante della maggiore chiesa
membro della KEK parlava di una
necessità di mediazione, di una
chiesa che ha da accompagnare il
suo popolo nel quadro di una profonda necessità di riconciliazione.
Non mi risulta che sia stato raggiunto un qualche consenso su un
tema che sta particolarmente a
cuore alle chiese minoritarie come
le nostre: il tema del rapporto
tra chiese, stato, società; ma questo tema è stato presente, ampiamente, nei dibattiti, in questa forma o in forme per noi inedite. Credo che su questo problema i fronti
siano in movimento: chiese abituate ad essere chiese di stato (de
iure o nei fatti), che cominciano a
Il nuovo segretario generale
del Consiglio ecumenico delle
chiese in Cecoslovacchia, Pavel
Vychopen, eletto nel settembre
1989, ritiene che Tavvenire del
paese stia nei movimenti usciti
dalle chiese. Questo impegno è
necessario alle chiese protestanti se esse non vogliono chiudersi in un ghetto spirituale. Sostenitore della responsabilità dei
cristiani nella società era stato
il prof. Joseph Lukl Hromadka
(da non confondere con l’attuale
vice-primo ministro), il più autorevole teologo della Cecoslovacchia e personaggio di spicco
nella formazione del Consiglio
ecumenico delle chiese, morto
il 26 dicembre 1969. Hromadka
ha promosso il dialogo col marxismo e si è preoccupato del
problema del rapporto tra evangelo e società, essendo convinto
della necessità per i cristiani di
essere solidali col mondo e con
i suoi problemi.
Le sue idee hanno avuto im
ruolo importante nella formazione della Conferenza cristiana della pace di Praga (CCP), fondata
nel 1961, che ha percorso la via
del dialogo col marxismo, nelìa
ricerca della pace tra i due blocchi, e che ha avuto aderenti a
livello internazionale. Nel 1968,
con Tinvasione della Cecoslovacchia dopo le speranze della Primavera di Praga, si è aperta nella CCP una grave crisi. Lo stesso Hromadka, che aveva preso
fermamente posizione contro
Tinvasione, fu estromesso dalla
presidenza della CCP, insieme alTallora segretario generale delTorganizzazione, Jaroslav Ondra.
Hromadka morì pochi mesi dopo.
Uno dei fatti più significativi
di questi ultimi mesi è che le
chiese protestanti hanno subito
preso posizione contro le repressioni della polizia in occasione
delle manifestazioni che hanno
portato alla caduta del regime
comunista. Il presidente della
Chiesa dei Fratelli boemi, Joseph Hromadka, è stato nominato vice-primo ministro nel
nuovo governo presieduto da Havel. In questa sua qualità è stato anche incaricato dei rapporti con la Chiesa cattolica. In vista della visita del pontefice Giovanni Paolo II in Cecoslovacchia, che si è svolta il 21-22 aprile scorso, il pastore Hromadka,
in un’intervista rilasciata alla
ANSA, ha sottolineato che la
Cecoslovacchia non è un paese
cattolico monolitico, ricordando
che prima della cattolicizzazione
imposta dagli Asburgo nel 1620
il 90% della popolazione era
protestante. Nel cuore di ogni
cattolico boemo è presente anche un boemo protestante, ha
detto Hromadka. Il cattolicesimo boemo non assomiglia in
nessim modo al cattolicesimo
polacco. Di qui la necessità di
un ampio dialogo ecumenico.
(nev)
METODISTI ITALIANI
sentire stretta questa camicia di
forza; chiese che hanno fatto della
separazione tra chiesa e stato quasi un dogma, che rivedono oggi
la loro posizione (per esempio, a
proposito del tema, ben vivo anche da noi, di quali finanziamenti
possano fruire le chiese da parte
dello stato, e a quali condizioni).
Una nota negativa, infine. Particolarmente rare le donne; riflesso
reale di quanto il potere, nelle
chiese, sia saldamente in mani maschili. In una conferenza a tema,
le chiese possono permettersi il
« lusso » di suggerire che la partecipazione femminile sia incoraggiata; dove sono i « responsabili »
ad essere invitati, la piramide del
potere (sia pure del potere ecclesiastico) si rivela per quello che è,
essenzialmente patriarcale. Ce lo
hanno ricordato, gentilmente ma
insistentemente e fermamente, le
pochissime donne presenti.
Per terminare, un suggerimento.
Penso sarebbe utile interrogare
le persone che ci hanno rappresentato a Ginevra (sui giornali, nei sinodi e nelle assemblee, nei culti e
nei dibattiti), perché ci esprimano
il loro punto di vista su questo
incontro. Penso sarebbe utile far
circolare nelle chiese la sintesi
delle risposte date alle chiese in
preparazione dell’incontro. Credo infine che sarebbe opportuno
diffondere materiali, notizie, dichiarazioni di fonte ecumenica, sia
per creare un consenso là dove ci
sembra ne valga la pena, sia per
evidenziare i punti sui quali ci
sembra di dover esprimere delle
critiche, delle riserve.
Sergio Ribet
Incontro col metodismo
Il Comitato Permanente dell’Opera per le Chiese
evangeliche metodiste in Italia organizza un viaggio
in Gran Bretagna, tra il 21 e il 30 giugno prossimi, alla riscoperta dei luoghi che videro la nascita del metodismo. Il viaggio comprende anche la partecipazione ufficiale alla Conferenza metodista di Gran Bretagna, che quest’anno si tiene a Cardili, nel Galles.
Questa una sintesi del programma:
Giovedì 21 giugno: volo Milano-Londra. Sistemazione
in albergo nei pressi della città.
Venerdì 22 giugno: visita al British Museum e lezione
di introduzione all’Antico Testamento nella sezione
archeologica, che conserva straordinari reperti della
Mesopotamia (Ur, Ninive, Babilonia, ecc.), dell’Egitto (mummia di Ramses II, ecc.), di Canaan.
Sabato 23 giugno: escursione in pullman ad Epworth
e visita alla casa natale di Charles e John Wesley e
al museo annesso.
Domenica 24 giugno: partecipazione al culto nella Westminster Central Hall.
Lunedì 25 giugno: visita alla Old Foundery e alla casa
londinese di John Wesley.
Martedì 26 giugno: escursione in pullman a Canterbury
e visita della famosa Cattedrale.
Mercoledì 27 giugno: viaggio in pullman a Cardiff e
partecipazione alla sessione mattutina della Conferenza. Scambio di saluti tra metodisti britannici e
italiani.
Giovedì 28 giugno: visita alla Overseas División della
Chiesa metodista. Pomeriggio a Portobello Road.
Venerdì 29 giugno: nel cuore della City tra monumenti e parchi.
Sabato 30 giugno: volo Londra-Milano.
Il viaggio, oltre ai suoi momenti religiosi e culturali, avrà ampi spazi per il turismo, le curiosità e lo
shopping.
Il prezzo è di lire 890.000 a persona in camere a
due letti con bagno e prima colazione all’inglese. Nel
prezzo sono comprese le gite in pullman. Non sono
compresi i pasti (che ognuno consumerà individualmente a suo piacimento), i trasporti interni a Londra, il
percorso da e per Milano Malpensa dai rispettivi luoghi di provenienza.
I posti ancora disponibili non sono molti poiché
la comitiva non supererà le 50 persone.
Gli interessati contattino subito il pastore Claudio
H. Martelli chiamando in ore di ufficio lo 040/630892.
6
6 speciale elezioni ’90
I risultati delle elezioni regionali alleialli
1985 16 17 16 — 172 25 5
ANGROGNA 1990 8 8 6 19 109 13 5
% 1,85 1,85 1,38 4,39 25,23 3,00 1,15
8
1^5
69
15,97
113
75
17,36
38
15
3,47
4
0,92
4
0,92
31
1«
7
1,62
1985 22 39 42 — 250 96 68 6 — 870 144 — — — —
BIBIANA 1990 62 22 24 27 184 47 40 27 186 676 46 3 9 8 ü)8 24
% 3,63 1,29 1,40 1,58 10,79 2,75 2,34 1,58 10,91 39,67 2,69 0,17 0,52 0,46 5^20 1,40
1985 10 12 7 — 124 32 8 3 — 27 50 — — 88
BOBBIO PELLIOE 1990 10 11 9 7 88 31 5 1 29 18 19 1 — 1 136 1
% 2,59 2,84 2,33 1,81 22,79 8,03 1,29 0,25 7,51 4,66 4,92 0,25 — 0,25 1^3 0,25
1985 19 37 96 — 421 89 104 15 — 1148 252 — — — ¡43
BRICHERASIO 1990 100 45 62 46 291 39 57 35 227 1102 108 2 11 7 Ü45 22
% 3.90 1,75 2,41 1,79 11,35 1,52 2,22 1,36 8,86 43,01 4,21 0,07 0,42 0,27 l¡^ 035
1985 152 147 210 — 1153 249 169 32 — 1609 415 — — — MI —
LUSERNA SAN GIOVANNI 1990 153 94 120 271 895 123 97 53 612 1311 147 7 31 25 %6 40
% 2,87 1,76 2,25 5,08 16,79 2,30 1,82 0,99 11,48 24,60 2,75 0,13 0,58 0,46 J,81 0,65
1985 4 3 5 — 48 14 6 3 — 132 82 — — 33 —
LUSERNBTTA 1990 11 4 4 8 28 6 4 5 26 132 11 — — 3 42 5
% 3,42 1,24 1,24 2,49 8,72 1,86 1,24 1,55 8,09 41,12 3,42 — — 0,93 9j08 1,55
1985 3 4 — 27 10 — — — 21 2 — — 12 —
BORA’ 1990 2 2 — 7 22 7 — 1 3 5 2 — — 1 89 —
% 1,34 1,34 — 4,69 14,76 4,69 — 0,67 2,01 3,35 1,34 — — 0,67 3,13 —
1985 141 108 169 — 732 218 80 17 — 419 367 — — — 61 —
TORRE PELLICE 1990 114 64 1(» 117 553 82 59 43 429 311 117 5 16 22 191 47
% 3,92 2,20 3,61 4,03 19,03 2,82 2,03 1,48 14,77 10,71 4,03 0,17 0,55 0,75 556 1,61
1985 17 14 52 — 203 64 16 4 — 113 81 — — — 24 —
VILLAR PELLICE 1990 18 9 18 10 150 23 9 1 95 80 39 — 1 2 69 5
% 2,52 1,26 2,52 1,40 21,06 3,23 1,26 0,14 13,34 11,23 5,47 — 0,14 0,29 854 0,70
1985 384 381 597 — 3130 804 456 80 — 4433 1383 s — — 13 —
% 2,63 2,61 4,10 — 21,50 5,52 3,13 0,54 — 30,45 9,49 — — — 223 —
TOTALE VAL PELLICE 1990 478 259 348 512 2320 371 276 174 1676 3710 504 18 72 73 »9 151
o/o 3,29 1,78 2,40 3,53 16,00 2,55 1,90 1,20 11,56 25,58 3,47 0,12 0,49 0,50 499 1,04
1985 — 13 3 — 14 2 — 1 — 4 1 — — — Ì2 —
MASSELLO 1990 3 7 — 3 7 1 2 — — 4 — — — — 13 2
% 4,76 11,11 — 4,76 11,11 1,58 3,17 — — 6,34 — — — — 1J8 3,17
1985 3 48 17 — 153 14 16 6 — 198 11 — — — 8 —
PERRERO 1990 10 24 9 9 116 20 11 8 28 187 7 1 1 1 52 7
% 1,49 3,58 1,34 1,34 17,31 2,98 1,64 1,19 4,17 27,91 1,04 0,14 0,14 0,14 2184 1,04
1985 14 38 27 — 248 23 11 8 — 133 27 — — — 02 —
POMARETTO 1990 19 24 20 15 201 11 9 5 58 72 17 1 — 112 2
% 2,37 3,00 2,50 1,87 25.12 1,37 1,12 0,62 7,25 9,00 2,12 0,12 — 0,12 3J0(I 0,25
1985 1 12 7 — 68 9 1 2 — 32 1 — — — 43 —■
FRALI 1990 2 4 3 42 9 2 1 3 29 2 — — 30 3
% — 0,84 1,69 1,27 17,79 3,81 0,84 0,42 1,27 12,28 0,84 — — — 11» 1,27
1985 1 4 1 — 25 2 1 — — 11 — — — 2 —
SALZA 1990 3 1 23 — 3 — 2 17 1 — — — 1 —
Vo — 4,91 — 1,63 37,78 — 4,91 — 3,27 27,86 1,63 — — — 3 —
1985 19 115 55 — 508 50 29 17 — 378 40 — — — Ì2
% 0,97 5,88 2,81 — 25,98 2,55 1,48 0,86 — 19,33 2,04 — — — 0,93 —
TOT. VAL GERMANASCA 1990 32 60 33 31 389 41 27 14 91 309 27 2 1 2 93 14
% 1,74 3,27 1,80 1,69 21,25 2,24 1,47 0,76 4,97 16,88 1,47 0,10 0,05 0,10 214 0,76
1985 4 17 14 — 70 15 21 197 19 — — — ■■ 12 —
FENESTRELLE 1990 5 13 8 5 45 9 11 7 36 167 15 1 — 2 )9 6
% 1,05 2,73 1,68 1,05 9,45 1,89 2,31 1,47 7,56 35,08 3,15 0,21 — 0,42 7,19 1,26
INVERSO RINASCA
1985
1990
%
5
16
3,88
18
13
3,15
9
8
1,94
4
0,97
173
134
33,25
15
7
1,69
16
14
3,39
5
3
0,72
REBOSA ARGENTINA
RINASCA
1985
1990
___
1985
1990
%
37
63
2,30
116
76
2,78
29
59
3,22
74
70
3,82
138
63
2,30
“ 57
no
6,01
36
1,31
20
1,09
734
506
18,53
354
257
14,05
136
67
2,45
72
45
1,64
8
49
1,79
75
34
1,85
36
23
1,25
6
20
1,09
RORTE
1985
1990
%
14
19
2,77
14
13
1,90
18
14
2,04
7
1,02
RRA GELATO
1985
1990
%
4
4
1,31
PRAMOLLO
1985
1990
%
4
1,79
5
7
2,29
3
7
3,14
35
26
8,52
3
0,98
237
177
25,87
16
14
4,59
21
13
1,90
12
11
3,60
3
2
0,89
1
0,44
ROURE
SAN GERMANO CHISONE
1985
1990
%
1985
1990
%
8
15
2,07
8
16
1,40
19
15
2,07
38
10
0,87
11
11
1,52
15
17
1,48
6
0,83
53
63
28,25
82~
65
9
6
4
1,79
25
7
1,02
15
3
0,98
' ”2
1
0,44
6
0,87
~ 1
8
^1
1
0,44
30
30
4,15
23
10
1,38
7
13
1,80
7
0,61
336
294
25,74
33
35
3,06
17
4
0,35
2
12
1,05
1985 2 4 3 8 8 11 50 10
USSEAUX 1990 4 2 1 3 7 5 3 3 9 47 3 —
% 2,79 1,39 0,69 2,09 4,89 3,49 2,09 2,09 6,29 32,86 2,09 — — _ 11
1985 38 93 116 — 891 139 82 10 — 723 82 — — —
VILLAR PEROSA 1990 127 51 67 41 685 113 40 41 240 502 56 6 15 11
% 4,43 1,78 2,33 1,43 23,91 3,94 1,39 1,43 8,37 17,52 1,95 0,20 0,52 0,38 J
1985 149 401 416 — 2954 490 320 40 — 3350 290 — —
% 1,24 3,33 3,47 — 2451 4,06 2,65 0,33 — 27,80 2.40 — —
TOTALE VAL CHISONE 1990 332 277 327 133 2247 328 161 163 895 2631 199 17 48 38
% 2,87 2,40 2,83 1,15 19,48 2,84 1,39 1,41 7,76 22,82 1,72 0,14 0,41 0.32
1985 168 516 474 3462 540 349 173 3728 330
TOTALE VAL CHISONE E % 1,20 3,70 3,40 — 24,80 3,80 2.50 1,20 — 26,60 2,30 —
GERMANASCA 1990 364 337 360 164 2636 369 188 177 986 2940 226 19 49 40
% 2,70 250 2,70 1,20 19,70 2,80 1,40 1,30 7,40 22,00 1,70 0,10 0,40 0,30
1985 41 66 124 — 368 100 87 9 — 780 100
SAN SECONDO 1990 81 37 78 56 275 73 45 35 244 586 107 2 9 8 ,
% 3,73 1,70 3,59 258 12,67 3,36 2,07 1,61 11,24 27,01 4,93 0,09 0,41 0,36
1985 7 23 24 — 127 31 15 2 — 64 31 —
PRAROSTINO 1990 15 20 21 5 100 11 7 12 51 64 14 — 1
% 2,50 3,33 3,50 053 16,66 1,83 1,16 2,00 8,50 10,66 2,33 — 0,16 ^
1985 463 821 1444 — 5673 1024 1052 118 — 7607 1975 — —
PINEROLO 1990 942 458 1082 510 4495 423 622 248 1714 5978 1169 46 112 122 '
% 3,97 1,93 4,56 2,15 18,95 1,78 2,62 1,04 752 2551 4,90 0,19 0,47 0.51 ^
7
speciale elezioni ’90
illeialli
4 ,92 31 Ì41 6(87 7 1,62 3 7 1,62 — 432
— ^44 — 17 —
8 ü)8 24 22 3 1704
.46 5^20 1,40 1,89 0,17
88 3 —
1 136 1^3 1 5 — 386
,25 0,25 1,29 —
¡43 33 —
7 Ü43 22 24 6 2562
,27 S,'Ì6 035 0,93 0,23
— Hi 117 —
25 Ü66 40 65 20 5329
,46 3,81 0,65 1,21 0,37
— 23 — 5 —
3 42 5 3 — 321
,93 9Ü8 1,55 0,93 —
— “12 — 1 —
1 89 — 3 — 149
,67 3,13 — 2,01 —
— 61 — 62 —
22 191 47 61 7 2903
,75 556 1,61 2,10 0,24
24 — 6 —
2 89 5 6 — 712
,29 854 0,70 0,84 —
— 313 — 247 —
223 — 1,69 —
73 »9 151 196 36 14498
rO 499 1,04 1,35 0,24
_ 12 — —
— i3 2 — — 63
— 118 3,17 — —
¡3 — 1 —
1 12 7 — 1 670
,14 2164 1,04 — 0,14
(12 — 9 —
112 2 7 800
,12 310 0,25 0,87 —
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— 11» 1,27 0,84 —
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— 1 — — — 61
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143
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8
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166 —
— 1,37 —
137 104 31 11529
1,18 0,90 0,26
— 177 —
— 1,30 —
151 113 32 13359
1,10 0,80 030
— 40 —
33 19 2 2169
_1,52 0,87 0,09
— 13 —
2 11 1 600
_ 033 1,83 0,16
— 439 —
246 254 49 32710
1,03 1,07 0,20
I risultati delie elezioni provinciali
Secca perdita PCI a Perosa e Pinerolo; forte calo DC nei collegi di Cavour (—15%) e Pinerolo
- Avanzano PSI, Verdi e soprattutto Lega Nord, che proprio nel pinerolese elegge 2 consiglieri
COLLEGIO DI CAVOUR
COLLEGIO DI PINEROLO
19 9 0
19 8 5
19 9 0
19 8 5
LISTA VERDE 425 (2,23%) 216 (1,470/0) LISTA VERDE 892 ( 3,600/0 ) 499 (1,920/0)
VERDI ARCOBALENO 704 (3,69%) — — VERDI ARCOBALENO 1008 (4,100/0 ) — —
LEGA NORD 2077 (10,91%) — — LEGA NORD 1944 (7,900/0 ) — —
D.P. 311 (1,63%) 285 (1,940/0) D.P. 545 (2300/b) 901 (3,47%)
P.S.D.I. 409 (2,14%) 1125 ( 7,660/0 ) P.S.D.I. 505 (2„10o/o) 975 (3,76%)
D.C. 4828 (25,36%) 5942 (40,440/0) D.C. 6233 ( 25,200/0) 8528 ( 32,870/0)
P.R.I. 522 (2,74%) 557 (3,790/0) P.R.I. 1068 (4,300/b) 1316 (5,070/0)
VERDI CIVICI ANTIP. 218 (1,14%) 176 ( 1,200/0) VERDI CIVICI ANTIP. 242 ( 1,000/0) 430 (1,66%)
PENSIONATI 81 (0,42%) 60 (0,410/0) PENSIONATI 154 (0,600/0 ) 233 (0,900/0 )
P.C.I. 2890 (15,18%) 2513 ( 17,100/0 ) P.C.I. 4596 ( 18,600/0 ) 6034 (23,260/0)
AUTONOM. ALPINA 227 (1,19%) — — AUTONOMIA ALPINA 81 (0,30o^) — —
M.S.I. 274 (1,43%) 453 (3,080/0 ) M.S.I. 717 ( 2,900/0 ) 1130 (4,360/0)
P.L.I. 1934 (10,16%) 1041 (7,090/0) P.L.I. 1585 (6,400/0) 2387 (9,200/0 )
LISTA AZZURRA 33 (0,17%) — — LISTA AZZURRA 91 (0,400/o) — •—
UNION AUTONOM. 791 (4,15%) 477 (3,250/0) UNION AUTONOM. 1196 (4,800/0 ) 479 ( 1,850/0)
P.S.I. 3068 (16,110/0) 1729 (11,770/0) P.S.I. 3392 ( 13,700/0 ) 2915 (11,240/0)
LISTA PENSIONATI 242 (1,270/0) 118 ( 0,800/0 ) LISTA PENSIONATI 466 (l,90o/o) 117 (0,450/0)
Voti validi 19034 14692 Voti validi 24715 25944
Fanno parte del collegio di Cavour: Angrogna, Bibiana, Bobbio Pel-
lice. Campigliene, Cavour, Luserna S. Giovanni, Lusemetta, Rorà, Il collegio di Pinerolo comprende i comuni di Buriasco, Macello e
Torre Pellice, Villafranca, Villar Pellice.
Pinerolo.
COLLEGIO DI PEROSA ARGENTINA
19 9 0
19 8 5
LISTA VERDE
VERDI ARCOBALENO
LEGA NORD
D.P.
P.S.D.I.
D.C.
P.R.I.
VERDI CIVICI ANTIP.
PENSIONATI
P.C.I.
AUTONOMIA ALPINA
M.S.I.
P.L.I.
LISTA AZZURRA
UNION AUTONOMISTA
P.S.I.
LISTA PENSIONATI
Voti validi
Il collegio di Perosa comprende i comuni di Bricherasio, Penestrelle,
Garzigliana, Inverso Pinasca, Massello, Osasco, Perosa Argentina,
Perrero, Pinasca, Pomaretto, Porte, Pragelato, Prali, Pramollo, Prarostino, Roure, Salza, S. Germano, S. Pietro Val Lemina, S. Secondo,
Usseaux, Villar Perosa '
552 ( 2,700/0) 290 (1,380/0)
366 ( 1,800/0 ) — —
1505 ( 7,300/0) — —
601 ( 2,900/0 ) 749 (3,570/0)
352 ( 1,700/0) 707 (3,370/0)
6757 ( 33,000/0) 7366 (35,140/0)
496 ( 2,400/0 ) 819 (3,910/0 )
158 ( 0,800/0 ) 241 (1,150/0)
86 (0,40o/o) 150 (0,72o^)
3256 ( 15,900/0 ) 5134 (24,490/0)
124 (0,6Qo/o) — —
278 ( 1,400/0) 609 (2,910/0)
526 ( 2,600/0 ) 919 (4,380/0 )
39 ( 0,200/0) — —
947 (4,600/0 ) 314 ( 1,500/0)
4124 ( 20,100/0) 3601 (17,180/0)
330 20497 ( 1,600/0 ) 64 20963 (0,310/0 )
4 eletti nelle Valli
Con Farassino, Boceo, Trovati e Bonansea c’è
anche Franca Coisson, eletta però a Venaria
Sono soltanto due, fra i consiglieri provinciali eletti 5 anni fa
nel pinerolese, ad aver ottenuto
riconferma con l’attuale tornata elettorale: Emilio Trovati, socialista, e Claudio Bonansea, democristiano, entrambi eletti nel
collegio di Perosa.
Non saranno invece più in consiglio provinciale né il socialista
Cotta Morandini ed il verde arcobaleno Gardiol, malgrado entrambi abbiano registrato un
netto aumento percentuale di voti, né il DC Camusso, che in vai
Pellice ha registrato un vero
crollo (—15%).
Risultano eletti nel pinerolese
anche nuovi consiglieri: Giuseppe Farassino (Lega Nord) che nel
collegio di Cavour sfiora ril%.
e im altro della Lega Nord, Dario
Bocco, nel collegio di Pinerolo.
Unico consigliere delle valli sarà Franca Coisson eletta come
indipendente nelle file comuniste nel collegio di Venaria, mentre il DP Paolo Ferrerò, pur risultando il primo dei candidati
del suo partito fra tutti i collegi
della provincia non riesce, per
poco, ad entrare in consiglio.
La nuova ripartizione dei seggi in Provincia risulta essere la
seguente: PCI 12 (—3); DC 11
(—1); PSI 6 (-ti): Lista Verde
3 (+2); FRI 2 (—1); PLI 2 ( = );
MSI 2 (—1); Lega Nord 2 (+2);
Verdi civici antiproibizionisti 1
( = ); Verdi Arcobaleno 1 ( = );
Union Piemonteisa 1 ( = ) ; PSDI 1
( = ); Pensionati 1 (-1-1).
Il nuovo consiglio regionale
Dalle urne il pentapartito esce ridimensionato, ma sono difficili anche altri tipi di alleanze Troppe liste: cinque non ottengono seggi - Alle valli, Angrogna capitale dei « piemonteis »
4 nuove formazioni
Partiti Regionali ’90 Diff. ’85
voti % %
D.C. 814.492 27,9 — 2,6
P.C.I. 663.961 22,8 — 6,1
P.S.I. 446.092 15,3 + 2,4
LEGA NORD 148.326 5,1 —
P.R.I. 116.356 4,0 — 1,3
P.L.I. 120.667 4,1 — 1,0
P.S.D.I. 92.520 3,2 — 1,5
M.S.I. 104.837 3,6 — 1,9
VERDI 112.886 3,9 -f 2,3
VERDI ARCOBALENO 80.440 2,8 —
PIEMONT 66.955 2,3 + 1,2
PENSIONATI 39..551 1,3 ■—
ANTIPROIBIZIONISTI 33.819 1,2 — 0,5
D.P. 30.887 1,1 — 0,5
LISTA PENSIONATI 17.462 0,6 + 0,3
VERDI CENTRO 7.430 0,2 —
ANTICACCIA 6.618 0,2 —
AUTOMOBILISTI 4.775 0,2 —
LISTA AZZURRA 3.932 0,1 —
ALTRI 2.161 *0,1 —
* Cacciatori.
Ecco la composizione del
nuovo Consiglio regionale.
DC (18 seggi): Carletto,
Lombardi, Zanoletti, Leo,
Brizio, Cerchio, Picchioni,
Montalbone, Beltrami, Peano, Cavallera, Penasso, Bergoglio, Nerviani, Ferraris,
Dardanello, Porcellana,
Squillarlo.
PCI (14 seggi): Bresso, Dameri, Marengo, Foco, Grosso, Bosio, Rivalla, Monticelli,
Calligaro, Riba, Chiezzi, Buzio. Coppo, Bertolin.
PSI (9 seggi); Cantore,
Maccari, Spagnuolo, Fiumara, Tapparo, Ranella, Carino,
Rossa, Croso.
Lega Nord (3 seggi): Farassino, Rabellino, Bodrero.
PRI (2 seggi): Vetrino, Ferrara.
PLI (2 seggi): Marchini,
Fulcheri.
PSDI (2 seggi): Goglio,
Gallarmi.
MSI (2 seggi): Majorino,
Zacchera.
Verdi sole (2 seggi): Segre,
Marino.
F. Arcobaleno (2 seggi):
Stagliano, Corleone.
DP {I seggio): Maggiarotti.
Piemont (1 seggio): Sartoris.
Verde Civ. (1 seggio): Bonino.
Pensionati (1 seggio): Gissara.
Entrano così nell’aula consiliare di Palazzo Lascaris 14
formazioni, quattro in più
della passata legislatura.
Raccolta ed elaborazione dati
Giorgio Boaglio
Antonio D’Oto
Piervaldo Rostan
8
8 valli valdesi
Il maggio 1990
PINEROLO
VAL GERMANASCA
Vince il voto di scambio Una nuova centrale?
Fa discutere un nuovo progetto di centrale
Votati i candidati da cui si ipotizza di ottenere vantaggi o favori, jd^oelettrica - Cosa accade se c’è poca acqua?
- Sconfitta l'ipotesi politica alla base della lista civica rosso-verde
Le elezioni comunali in città
erano attese per molti motivi: il
risultato della lista civica del
Pino, che raggruppava PCI, DP,
Verdi e noti esponenti della nuova: sinistra e del sindacato degli
anni ’60/70; il risultato della DC,
che si presentava divisa in due
liste, una capeggiata dall’eurodeputato Chiabrando e l’altra dal
presidente dell’USSL 44, Camus
SOi •
L’esame del voto evidenzia una
sconfìtta dell’ipotesi politica che
stava alla base della lista civica,
che ottiene 8 consiglieri ed il
19,22% dei voti e che però perde
TORRE PELLICE
Concorso dei
fonoamatori
Si è svolto a Torre Pellice nei locali
della Comunità Montana-USSL 43, con
il patrocir.lo del Comune, il XXII Concorso italiano deH’Associazione italiana fonoamatori per la miglior registrazione audio-video, riservato ai non professionisti.
Le categorie di partecipazione erano,
per l’audio: A] Radiodrammi; B) Interviste; C1) Registrazioni musicali; C2)
Registrazioni musicali speciali; D) Voci
degli animali; E) Trucchi sonori; F) Registrazioni' scolastiche; G) Tema obbligato (per il 1990: « Il mio paese, la
mia città, il mio borgo »); I) cat. video
(videodrammi, documentari, lavori sperimentali) .
Una cinquantina i lavori pervenuti, da
ogni parte d’Italia: da Ascoli Piceno a
Lecco, da Macerata a Vercelli, Cosenza e Roma. Notevole la partecipazione
locale con sei lavori audio e sette
video.
Alcuni dei lavori vincenti verranno
selezionati per il Concorso internazionale che si terrà quest’anno ad Hilversum negli studi della Radio olandese:
Si ricorda che la partecipazione al
concorso nazionale è gratuita e che non
è obbligatorio essere iscritti all’Associazione nemmeno per partecipare al
concorso internazionale.
Il 9 e 10 giugno 1990 si terrà a Lecco il concorso per « Diaporama » (diapositive sonorizzate), sempre organizzato dall’AlF.
Classifica audio (primi dieci)
1) . Lettera sonora - di Marco Rovara (Luserna S. G.).
2) « El da) (la falce) • di Erica Malan
(Luserna S. G.).
3) « Il ritorno del grande Santini » di
Roberto Santini (Lecco).
4) . I suoni della città di Amadeus >
di Raffaele Ciccaleni (Monte Urano - AP).
5) .Voglio ridere, di R. Santini.
6) . Good news « di M. Rovara.
7) . San Giovanni » di E. Malan.
8) . Risvegli » e « Ronde du petit lapin » di E. Malan.
9) « Arcani canoni » di R. Ciccaleni.
10) • Lambada nueva » di Nando Monica (Parma).
Classifica video (primi 4)
1) • Quando il mestiere diventa arte • di Enrico Bein (Luserna S. G.).
2) . Proposta di spot pubblicitario per
il latte » di Emilio Mandarino (Roma) .
3) . I ricordi di Ron Ron, Olanda ’89,
fiori » di Armando Graja (Pinerolo).
4) • Rinascita di una locomotiva •
di Dario Pisani (Firmo, prov. Cosenza) .
Il successo tecnico e organizzativo
è stato possibile grazie alla collaborazione della Comunità montana vai
Pellice, del Comune di Torre Pellice,
dell’Associazione promozione turistica
del Pinerolese. Si ringraziano le Ditte
. Stereo HI-FI » di Luserna che ha
prestato l’impianto audio di qualità
professionale; lo * Studio Dream » che
ha fornito il registratore professionale
video; la ditta Caffarel che ha inviato
doni ai convenuti.
Il concorso 1991 si terrà a Bornate in
provincia di Vercelli.
un migliaio di voti tra quello
regionale (PCI, DP, Verdi Arcobaleno) e quello comunale, e
1.500 voti tra il voto delle provinciali e le comunali. Dove sono
finiti questi voti (dal 4 al 6%
sul totale, a seconda delle elezioni prese in considerazione)? Probabilmente al PSI, che tra le regionali e le provinciali acquista
più di 700 voti, e in parte ad altri
partiti (PRI e PLI: circa 200
voti del voto verde). Se si osserva poi il flusso dei voti diversificato nei vari seggi, si vede come il voto popolare sia andato
verso il PSI, che raccoglie soprattutto il voto delle famiglie immigrate dal Sud Italia.
Per quanto riguarda la DC, che
si presentava divisa in due liste,
si ha un fenomeno analogo tra le
regionali e le comunali: il complesso delle due liste acquista
1.300 voti (-F 6%) ottenendoli dall’insieme delle liste autonomiste
piemontesi e dai pensionati.
Se guardiamo poi al tipo di
campagna elettorale svolta dal
PSI e dalle due liste DC, fatta
attraverso il contatto personale
casa per casa, vediamo come « il
voto di scambio», cioè il voto
dato ad un candidato con cui ci
si identifica per possibili vantaggi o favori, sia stato premiato.
Questi i risultati e gli eletti:
PSI, 20,30%, 9 seggi: Pietro Rivo, Luigi Rossetto, Giuseppino
Berti, Fioravanti IVIongiello, Bruno Arione, Pasquale Furci, Giacinto IVIisino, Marcello Ughetto,
Angelo Pezzo.
Lista civica Pino, 19,22%, 8 seggi: Alberto Barbero, Carlo Zanzottera. Mauro Ughetto, Clelia
Roetto, Giorgio Canal, Maria Consolata Grosso, Antonio Chinotti,
Francesca Spano. Tra le curiosità, occorre notare che le tre
donne che siederanno in consiglio comunale sono state elette
tutte in questa lista.
DC Pinerolo, 19,02%, 8 seggi:
Livio Trombotto (sindaco uscente), Mauro Chiabrando, Giorgio
Merlo, Franco Santiano, Renzo
Mercol, Gino Camurati, Riccardo
Chiabrando, Pietro Peretti.
DC 90, 12,42%, 5 seggi: Francesco Camusso, Nello Manduca,
Giorgio Rivolo, Saverio Laterza,
Pasquale D’Onofrio.
PLI, 7,95%, 3 seggi: Tullio Cirri, Marcello Bruera, Duilio Gillio.
Lega Nord-Piemont, 6,57%, 2
seggi: Piergiorgio Reynaudo, Massimo Depetris.
PRI, 5,62%, 2 seggi: Stefano
Drago, Salvatore Sorrentino.
Union Autonomia Piemont, 4,02
per cento, 1 seggio: Giorgio Bonnin (il quale, essendo dipendente
comunale, è incompatibile e con
tutta probabilità verrà sostituito
da Enrico Villarboito).
PSDI, 2,61%, 1 seggio: Angelo
Distaso.
MSI, 2,24, 1 seggio: Carmine
Manganiello.
Sono 23 i consiglieri rieletti,
mentre 17 sono alla loro prima
esperienza elettorale.
Dati i risultati, si profila una
riedizione del pentapartito (DC,
PSI, PLI, PRI, PSDI), che nell’ipotesi di una riappacificazione
delle due DC avrebbe 28 consiglieri, 23 se si escludesse la
DC’90 di Camusso.
In ogni caso sulle elezioni pesa
un ricorso di legittimità presentato al TAR contro l’ammissione
di due liste DC da PCI, PSI, PRI,
MSI.
Giorgio Gardiol
La ricerca di fonti di energia
alternative ha riportato alla ribalta il progetto della megacentrale dell’ENEL che dovrebbe essere costruita in vai Germanasca.
Il torrente Germanasca alimenta con la sua acqua già alcune centrali, tre delle quali di
proprietà della « Talco e Grafite
Val Chisone », ma è evidente che
uno sfruttamento più razionale
potrebbe produrre una notevole
quantità di energia elettrica.
Per quel che si può sapere,
secondo il progetto si convoglierebbero in un canale sotterraneo
le acque dei torrenti di Salza,
Massello e Prali, oltre che del
rio di Faetto, fino a Trossieri,
dove verrebbe costruita la centrale idroelettrica.
Questa ipotesi ha già suscitato reazioni contrastanti nella
popolazione: c’è chi è favorevole
alla produzione di energia «pulita », in contrapposizione al nucleare, c’è, invece, chi vede soltanto un ennesimo esempio di colonialismo della montagna, tramite uno sfruttamento senza benefici. Come per le centrali della
Idropadana in vai Chisone, di cui
si è discusso in varie occasioni,
non si creerebbero posti di lavoro in valle: le centrali sono
ormai completamente automatizzate e richiedono solo un minimo di sorveglianza. Si lavorerebbe soltanto per le chilometriche
gallerie, quindi per un tempo limitato.
Le preoccupazioni maggiori,
però, sono rivolte alla salvaguardia di un ambiente ancora molto
bello e ricco di fauna ittica. Prima delle precipitazioni del mese
scorso, le centrali attualmente in
funzione avevano letteralmente
MANIFESTAZIONE A TORINO
No alle spese militari
25.000 miliardi sono previsti per il 1990; sembra che non si tenga
conto dei molti mutamenti verificatisi negli ultimi mesi in Europa
I fatti che ci fanno sperare in
una distensione internazionale,
nell’avvio di un cammino verso
nuovi valori, verso una società
che sappia vivere la nonviolenza, sono numerosi, non solo in
Europa, ma nel mondo. E ai problemi vecchi e sempre più insopportabili (la povertà dei due
terzi del mondo, la crescente industrializzazione capitalistica, la
distruzione ambientale, le deficienze dei servizi sociali, lo sperpero del capitale pubblico...) si
sommano i problemi nuovi (l’immigrazione dal terzo mondo, i
rapporti con delle culture diverse, il livellamento ideologico...).
Ma nella nostra società, che
deve affrontare questi problemi,
regnano ancora imperanti due
fattori determinanti: la continua delega a chi governa, ovvero il disinteresse ad accollarsi
come cittadini la responsabilità
di partecipare, di prendere decisioni, di scegliere, di capire, e
l’incapacità di confrontarsi, di
mettersi in discussione (il nostro
modo di vivere, la nostra storia,
i valori che reggono la nostra
stessa cultura), ricercando le
cause prime delle questioni.
In questo senso l’esercito
è ancora utile in quanto è
un’istituzione perfettamente congeniale a questo modo di affrontare le problematiche. Per questo la quota di bilancio destinata alle spese militari, ad un esercito sempre più costoso che non
altera i suoi valori violenti, an
tidemocratici e diseducativi, per
il 1990 sarà di 25.000 miliardi.
Gli obiettori alle spese militari dal 1982 praticano un atto
pubblico di disobbedienza civile chiedendo che la loro quota
di imposte, che dovrebbe essere
destinata al finanziamento dell’esercito, venga utilizzata per studiare forme di difesa alternativa e nonviolenta e per scopi di
utilità sociale e umanitaria.
In questo senso si pone la proposta di legge presentata in parlamento da 24 deputati (primo
firmatario Luciano Guerzoni) di
diversi schieramenti politici
(PCI, Sin. Indip., Verdi, DP), che
risponde pienamente agli obiettivi che la Campagna OSM si è
prefissata: istituisce l’opzione fiscale, ovvero dà al contribuente
la facoltà di scegliere se indirizzare quella quota di imposte, che
lo stato destina al capitolo della
difesa, al finanziamento dell’esercito oppure alla difesa civile
non armata; pone le basi per l’istituzione della difesa popolare
nonviolenta introducendo il Dipartimento per la difesa civile
non armata, con il compito di
predisporre studi, ricerche e sperimentazioni su forme di difesa
alternativa.
L’Assemblea nazionale OSM ha
individuato come punto centrale
attorno a cui impostare la campagna di quest’anno la promozione della proposta di legge:
proprio per questo la campagna
necessita ora del massimo ap
prosciugato il corso d’acqua per
molti chilometri. Viene proprio
da domandarsi se l’ENEL sarà
disposta a sospendere la produzione di energia in caso di grave siccità.
La vai Germanasca e anche la
vai Chisone sono puntolini insignificanti sulla carta geografica
e nessuno sprecherà tempo e fatica nella difesa del loro territorio; tuttavia chi vi abita apprezza questo minuscolo tratto
di territorio e vorrebbe che fosse adeguatamente valorizzato e
protetto.
L. V.
PINEROLO
poggio da parte di tutti, appoggio che deve anche e soprattutto
concretizzarsi nella pratica dell’obiezione.
Per lanciare la campagna la
segreteria regionale OSM del
Piemonte e Valle d’Aosta anche
quest’anno ha organizzato, in
collaborazione con numerosi movimenti, associazioni e partiti,
una manifestazione pubblica di
sensibilizzazione.
Si terrà sabato 12 maggio a
Torino e prevede una festosa
marcia per le vie cittadine, con
partenza alle ore 14 da piazza Castello e arrivo alle ore 17 all’Arsenale della pace (SERMIG) in
piazza Borgodora; qui si terrà
un’assemblea alla quale interverranno Luciano Guerzoni (parlamentare), Bianca Guidetti Serra (parlamentare). Silvano Bosa
(prete operaio e obiettore), Saverio Merlo (per la Chiesa evangelica valdese, obiettore), Beppe Reburdo (Ass. per la pace),
Beppe Marasso (Coord. naz.
OSM).
Per le chiese evangeliche aderiscono il concistoro della comunità di Torino e il gruppo
FGEI di Torino.
Fare obiezione alle spese militari oggi ha importanza non solo come rifiuto del militarismo,
ma anche come momento di partecipazione più attiva nella politica e di solidarietà con gli oppressi.
Luciano Cambellotti
Serate
per Amnesty
Anche quest’anno il gruppo pinerolese di Amnesty International propone
al suo pubblico una rassegna di musica
classica. Dopo i concerti pianistici, i
concerti per archi e le esibizioni con la
chitarra classica delle passate edizioni, si è pensato per quest’anno ai cori, che bene si integrano in questa rassegna esprimendo sempre una bravura
che riscontra i consensi del pubblico,
e a un prestigioso concerto per fiati.
A dare inizio alla stagione 1990, nonché a fare gli onori di casa è stato
il Coro polifonico del Civico istituto
musicale A. Corelli di Pinerolo, la
sera del 4 maggio. L’11 maggio, sarà la
volta di un quintetto di fiati proveniente da Genova, denominato • I fiati
Amadeus », che eseguiranno musiche di
Mozart, Danzi, Stamitz, Bozza e Albinoni con Tiziana Piati al flauto, Raoul
Biagini all’oboe. Massimo Putignano al
clarinetto. Marco Galliano al fagotto
e, non ultimo, Daniele Casazza al corno. Chiuderà la rassegna l’ormai famoso gruppo corale di Cumiana intitolato a « Gaetano Pugnani », il compositore del ’700 di probabili origini cumianesi.
Tutti e tre i concerti si terranno
nella consueta sede del tempio vaidese di Pinerolo (via dei Mille) con inizio alle ore 21.
Amnesty, naturalmente, estende l’invito a tutti gli appassionati di musica classica ad assistere agli spettacoli offerti gratuitamente dagli artisti
in segno di solidarietà verso ii sempre
più diffuso impegno in difesa dei diritti umani.
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11 maggio 1990
valli valdesi
GLI ELETTI NEI COMUNI DELLE VALLI
VAL PELLICE
VAL CHISONE
Luserna S. Giovanni
Due nuovi ingressi al comune
di Lusema San Giovanni: due
esponenti della Lega Nord ed
uno dei Verdi Arcobaleno entrano in consiglio comunale; i verdi hanno mancato per pochi voti il secondo consigliere, cosa
che avrebbe dato una certa concretezza ad una coalizione laica
alla guida del comune.
Oltre ai nuovi ingressi va segnalato il successo del PSI, che
oltre a confermare i tre seggi,
più quello del socialdemocratico
Revel, ne ha conseguito uno in
più; perde invece un rappresentante il PCI, malgrado l’apertura massiccia agli indipendenti.
Sostanzialmente stabile la DC,
che a livello comunale è andata
decisamente meglio che alle provinciali o alle regionali, senza
tuttavia trarre beneficio dal riassorbimento della scissione di .S
anni fa.
Ottiene un solo seggio la lista
di indipendenti vai Pellice, un
progetto politico che è stato nettamente bocciato a Torre Pellice e a Bricherasio.
Sono già iniziate le trattative
e gli incontri « a tutto campo »
fra i gruppi in vista di formare
una maggioranza consiliare.
DC 2.008 (36,89%)
Badariotti Claudio, Maurino
Carla, Merlo Marco, Delladonna
Roberto, Bruera Livio, Negri M.
Grazia, Colomba Danilo, Gbibò
P. Giorgio.
PSI-PSDI e Indip. 1283 (23,57%)
Bongo P. Carlo, Canale Duilio,
Gobello Livio, Forneron Enrico,
Revel Ermanno.
PCI e Indipendenti 857 (15,74%)
Rivoira Ernesto, Lo Bue Erberto, Pron Cecilia.
Lega Nord 546 (10,03%)
Bocce Dario, Collino Domenico.
Verdi Arcobaleno 465 (8,54%)
Gardiol Paolo.
Indipend. Val Pellice 283 (5,20%)
Fedele Vincenzo.
Angrogna
Conferma piena per la lista di
Franca Coisson; in minoranza
aue del quadrifoglio e, dopo ballottaggio, il leader della lista 2
Giampiero Saccaggi.
Lista n. 3; Franca CoissOn, Albino Bertin, Anseimo Bertin, Renato Bertot, Ezio Borgarello, Remo Gaydou, Tullio Gaydou, Mario Malan, Mirella Malan, Gianluigi Sappè, Frida Simond, Luca
Simond.
Lista n. 1: Paolo Adorno, Adriano Odino.
Lista n. 2: Giampiero Saccaggi.
Bibiana
Conferma per la lista degli indipendenti di Fornero; in minoranza, dopo 5 anni di sinistra,
indipendenti di sinistra, torna la
DC.
Lista n. 2: Osvaldo Fornero,
Mauro Bruno Franco, Lorenzo
Manavella, Paolo Mlegge, Federico Griotti (Valerio), Diego Rosso, Bernardo Capitani, Giuseppe
Ricca, Claudio Giraudo, Piero
Garnero, Guido Falco, Michele
Picco.
Lista n. 1: Enrico Pollo, Elda
Bricco, Guido Giachero.
Bobbio Pellice
Al termine di una intensa e polemica campagna elettorale, la
lista guidata dal sindaco Charbenmier vince nettamente sulla
lista, n. 2, il cui capolista, Ettore Bert, potrebbe .subentrare in
consiglio se Bellion opterà per
Torre Pellice dove è stalo contemporaneamente eletto.
Lista n. 1: Charbormier Aldo,
Dastrù Ugo, Pontet Aldo, Catalin
Luciano, Catalin Marco, Negiln
Enzo, Gönnet Salomone, Gay Ce
sare, Michelin Salomon • Giovanni, Albarea Elvira, Pontet Marco,
Collet Laura.
Lista n. 2: Berton Giuseppe,
Bellion Marco, Michelin-Saiomon Pier Claudio.
Bricherasio
La DC fa ancora una volta il
pieno dei voti; la minoranza, dopo le divisioni di cinque anni or
sono, torna alla sinistra che supera la lista degli indipendenti
vai Pellice.
DC: Emilio Bolla, Giulio Francesco Pellice, Michele Chiappe
ro, Osvaldo Bruno, Walter Benedetto, Remo Bessone, Franco
Bolla, Claudio Bonansea, Luigino Busato, Verano Falco, Pietro Manzone, Mario Martini, Siivano Mensa, Fuivia Merlo in
Piccolo, Mario Soma, Guido Bonansea.
Alternativa Democratica: Mario Garnero, Barbara Trombotto, Imelda Rocco, Giacomo Marcello.
Lusernetta
Orfana dell’ex sindaco Gamba,
la lista del Pino conferma una
netta maggioranza.
Lista n. 1 (DC): Dario Pollo,
Liliana Gamba, Bruno Costa.
Lista n. 2 (Pino):Giorgine Cesano, Dante Bonetto, Renato Giusiano, Pietro Bricco, Giuseppe
Martina, Dario Bricco, Prospero
Giachero, Bruno Martina, Pietro
Martina, Renato Mondina, Emilio Bolla, Tommaso Re.
Rorà
Quasi tutti eletti quelli della
lista del sindaco Odetto; Giorgio Tourn primo nella lista della stella; nessun eletto nel gruppo del camoscio.
Lista n. 2: Giorgio Odetto, Mario Gelso, Giorgio Durand, Sergio Rivoira, Giovanni Piero Durand, Silvio Tourn, Giorgio Tourn
Boncoeur, Edilio Rivoira, Napoleone Rivoira, Silvio Morel, Umberto Rivoira.
Lista n. 3: Giorgio Tourn, Aiaditto Rivoira, Walter Cesan, Cristiana Rivoira.
Torre Pellice
La lista di sinistra si conferma
in maggioranza con tutti i candidati eletti; la vera sorpresa è la
conquista dei quattro seggi di minoranza da parte della Lega Nord
a spese della coalizione di centro
che ha risentito del passaggio di
Cotta Morandini nella « Spiga
tra i monti».
Lista n. 2 (Spiga fra i monti):
Marco Armand Hugon, Mireila
Antonione in Casale, Stefano
Ayassot, Marco Cesare Bellion,
Claudio Bertalot, Giorgio Cotta
Morandini, Aldo Danna, Marco
De Bettlni, Carlo GhideUa, Carlo
Gisletti, Pietro Granerò, Clara
Lorenzino in Abele, Danilo Rivoira, Piervaldo Rostan, Mario Sibille, Michelino Roberto Stefanetto.
Lista n- 3 (Lega Nord-Piemonte): Prospero Goss, Sergio Hertel, Franco Peyrot, Aldina Long
in Long.
Villar Pellice
Pochi i voti di lista in mi comune dove la composizione stessa delle liste avviene mediante
sorteggio.
Lista n. 1: Paolo Frache, Enrico Garnier, Fiorella Paschetto,
Remo Dalmas, Riccardo 'Turaglio,
Marcello Cordin, Franco Cairus,
Giovanni Bonjour, Lino Bonjour,
Marco Davit, Nadia Michelbv Salomon.
Lista n, 2: Sergio Davit, Sergio
Morglia, Bruna Frache, Silvia
Geymet.
Inverso Pinasca
La lista « Lavoro e progresso »
del sindaco Ribet conquista i 12
seggi della maggioranza; tre seggi alla « Stretta di mano ».
Lista n. 2 « Lavoro e Progresso »: Erminio Ribet, Giovanni
Prelato, Renato Giajero, Aldo Ribet, Iva Costabel, Marco Bounous, Cesare Castagna, Alessandro Coucourde, Andrea Coucourde, Gino Long, Mauro Turaglio,
Daniela Vola.
Lista n. 1 « Stretta di mano »:
Giovanni Boscolo, Rosanna Orsella, Franco Celegato.
Perosa Argentina
Conferma per la lista del sindaco uscente Renzo Furlan.
Maggioranza: Renzo Furlan,
Pier Mario Corino, Mario Paimero, Alfredo Benedetto, Guido
Corino, Egidio Di Giovanni, Roberto Barale, Gino Daviero, Luciano Galliano, Sergio Garavello. Bruno Laggiard, Vittorio Ribetto, Gaetano Rossi, Arturo Ughetto.
Opposizione di sinistra: Giovanni Laurenti, Marino Gay, Antonio Dalla Vittoria e Guido Morello.
A Meano sono stati eletti Paolo
Raviol e Adriano Coutandin.
Pinasca
Equilibri immutati rispetto a
cinque anni fa; la Usta del sindaco uscente Richiardone ottiene la maggioranza; tre seggi alla lista DC.
Lista n. 1: Riccardo Angelo Richiardone, EmiUo Barus, Luigi
Barus, Dino Bertetto, Flavio
Clot, Sergio Pera, Gino Prot, Pietro Richaud, Renato Richiardone, Silvio Richiardone, Carlo
Rostan, Barbara Santoni.
Lista n. 2: Gianni Roberto Canova, Flavio Roventi Beccar!,
Michele Ughetto.
Porte
La lista capeggiata da Giancarlo Griot, comprendente il sindaco uscente Elda Gaseo, si conferma in tutti i suoi componen
ti. Tre gli eletti nella «Torre civica ».
Lista n. 2: Giancarlo Griot,
Renato Barbotto, Rinaldo Bontempi. Paolo Cannizzaro, Domeinco Conrero, Angela Gaido, Elda
Gaseo, Luigi Giai, Osvaldo Pons,
Luca Reinaudo, Franco Rossazza
e Gerolamo Sola.
Lista n. 1: Vincenzo Della Penna, Gianni Martin, Alfredo Raimondo.
Pragelato
Conferma del sindaco Bermond
e di 1 della sua lista; successo
dei commercianti locali che ottengono 6 seggi; un consigliere
alla lista n. 1.
Lista n. 3: Alvaro Feriazzi, Willy Garnero, Paolo Laurent, Marco Passet e Roberto Passet.
Lista n. 2: Gabriele Bermond,
Mauro Blanc, Mario Friquet,
Elena Ghezzi, Sergio Guiot, Franco Passet, Angelo Piacentini,
Adriano Tillino.
Lista n. 1: Mauro Bermond.
Pramollo
Non c'erano alternative: tutti
eletti!
Lista n. 1: Giorgio Canonico,
Eugenio Maccari, Levio Bounous,
Damele Long, Ettore. Long, Gianni Long, Gino Long, Italo Long,
Adriano Menusan, Sergio Reynaud. Remo Travers, Gabriele
Zacco.
Lista n. 2: Attilio Gaydou, Domenico Scapin, Enzo Long.
Prarostino
Leggero spostamento di voti,
con un seggio in meno alla lista
del sindaco Mario Mauro.
Lista n. 1: Mario Mauro, Marina Parisa, Renzo Marino, Laura
Griglio, Mario Paschetto, Giorgio Bouchard, Remo Paschetto,
Renzo Comba, Luca Veltri.
Lista n. 2: Renzo Costantino,
Valdo Plavan, Claudio Paschetto, Patrizia Giachero, Renzo Avondetto. Mauro Gardiol.
San Germano
La lista del sindaco uscente
Bergeretti ottiene la maggioranza dei suffragi e quindi anche
quella consigliare; tre consiglieri PCI e indipendenti.
Lista n. 1: Roberto Bergeretti,
Carlo Tron, Gino Barai, Giancarlo Baret, Daniela Claudia
Beux, Giancarlo Bouno.us, Germano Comba, Armando Duchene,
Giorgio Giovanni Fossat, Aldo
Jahier, Elvio Long e Andrea Pipino.
Lista n. 2: Renato Ribet, Remo Blanc e Cristiano Reusa.
Villar Perosa
Novità in consiglio: dopo molti anni viene sconfìtta la lista
dell’Alpino che ottiene la minoranza; 16 seggi invece all’Unione democratica capeggiata da Dario Storero. Successo dunque della sinistra e nessun seggio a Rinnovamento.
Unione Democratica: Dario
Storero, Roberto Prinzio, Lucia-no Bonino, Vincenzo Pascali,
Giuseppe Bono, Paola Bosio Laurenti, Mario Coriasco, Giovanni
Damiano, Marco Freiría, Fiorella Michellonet, Pietro Polissero,
Ernesto Ponza, Lidia Ribet, Gianfranco Ribetto, Danilo Rostagno,
Giovannino Tron.
Alpino: Elda Bruno, Giorgio
Pascal, Domenico Franzè, Luciano Artero.
San Secondo
Convince pochi la lista dell’ex
assessore di Pinerolo Mercol
(DC); supera l’80% dei consensi la lista del sindaco uscente
Avondetto.
Lista n. 1: Mario Avondetto,
Remo Bertone, Paolo Bocco, Omar Brun, Lilliano Coduri, Be
nedetto De Libero, Rossano Forneron, Dario Gallea, Maria Grazia Letteri ved. Campaci, Luciano Martinat, Giorgio Nuvoli, Bruna Priano in Cuccolo, Massimo
Rivoiro, Giorgio Ronco, Adriana Sadone in Perotti, Bartolomeo Sales.
Lista n. 2: Piero Bruno Don,
Franco Morina, Renzo Mercol,
Franco Giuseppe Turina.
Roure
Per soli quattro voti di lista in
più la lista di area DC ottiene
la maggioranza e 10 seggi; 5 consiglieri alla lista n. 1.
Lista n. 1: Anna Bonino, Delio
Heritier, Carlo Bouc, DonateUa
Bonnin, Riccardo Breuza.
Lista n. 2: Mario Barale, Renato Gouchon, Aldo Bonnin, Marino Davin, Dante Dema, Gabriella Alliaud, Alcide Brun, Sergio
Deidier, Noè Gouthier, Adriano
Tanotti.
Usseaux
Anche qui tutti i candidati presenti sono stati eletti.
Lista n. 1: Luciano Fornero,
Gianfranco Aimo, Silvio Bianciotto, Arnaldo Blanc, Bernadette Canton, Walter Casale, Ivano
Challier, Renzo Clapier, Claudio
Manganaro, Bonomo Pe, Piergiorgio Perrot, Giovanni SaUen.
Lista n. 2: Mauro Aimone, Cristiano Jannin, Roberto Passet.
VAL GERMANASCA
Perrero
Nessun eletto per la Stella alpina, si conferma il sindaco
uscente Alma Ghigo.
Al capoluogo risultano eletti:
Alma Ghigo, Gian Giacomo Barale, Aldo Massel e Nicola Milano. A Chiabrano-Maniglia: Baimondo Genre e Claudio Pons;
a Riclaretto-Faetto: Riccardo Leger, Lamy Clot Varizia, Alessio
Tessere, Franco Peyronel, Armando Marchisio e Mauro Rostan. A San Martino-Bovile-Traverse: Renzo Tron, Renato Genre
e Enzo Genre.
Pomaretto
Nove eletti nella lista del sindaco mscente Travers, ma 6 consiglieri sono della « Giustizia ».
Lista n. 2: Guido Ribet (primo
eletto), Carlo Alberto Travers,
Ugo Beux, Dino Coucourde., Livio Costantino, Giovanni Rostagno, Ebe Balma, Oteilo Mainerò,
Daniele Volat.
Lista 1: «Giustizia»: Danilo
Breuza, Arturo Riceli, Remo Ribet, Guido Sanmartino, Dino Barale e. Giorgio Bonis.
Pralì
Eletti condidati da tutte e tre
le liste; si conferma il sindaco
e i due esclusi sono della « Montagna con spiga ».
Lista n. 1: Franco Grill, Naldo
Breusa, Giulio Peyrot, Bruno Aldo Grill, Lionello Bruno Sanmartino, Claudio Richard, Luciano
Richard, Piero Pascal, Arturo
Pons, Sergio GrUl.
Lista n. 3: Franco Pia Fiorio,
Livio Martinat, Pierluigi Richard.
Lista n. 3; Giovanni Brimn
Breusa, Franco Costante Breusa.
Salza
Conferma per la lista n. 1 che
vede eletti tutti i suoi 12 candidati.
Lista n. 1: Ivo Barai, Arturo
Luigi Breuza, Bruno Enrico
Breuza, Domenco Breuza, Italo
Breuza, Moreno Breuza, Rita
Maddalena Breuza, Umberto Pascal, Nadia Pons, Fortunato Sanmartino, Edmondo Tron, Umberto Tron.
Lista n. 2: Giovanni Sanmartino, Renzo Breuza ed Ettore
Sanmartino.
10
10 vita delle chiese
Il maggio 1990
TRIESTE
COLLEGIO DI TORRE PELLICE
Tre giorni di
predicazione in piazza
Un’iniziativa di collaborazione tra chiese metodiste ed Esercito della Salvezza - Si può essere un punto di riferimento nella città
Incontri europei
Un’intensa attività di scambi con altre scuole « gemelle » - Il preside lascia a fine anno
Per strada, con la gente, come è tipico del movimento metodista e
dei salutisti. (Il centenario E.d.S. a Torre Pellice, 19S8).
Tre giorni di concerti e di predicazioni all’aperto, com’era ed è
ancora nello stile metodista in tante parti del mondo e in tante occasioni, compresa la Conferenza di
Gran Bretagna, un incontro in
municipio con il sindaco della città, una mostra fotografica, la distribuzione di migliaia di opuscoli
informativi hanno caratterizzato
gli ultimi tre giorni di aprile a
Trieste, dove la locale Chiesa metodista ha promosso una campagna di evangelizzazione in collaborazione con la fanfara intercorpi dell’Esercito della Salvezza.
L’idea è nata da una serie di
colloqui tra il capitano Massimo
Paone e il pastore Claudio H.
Martelli a proposito di vecchi e
nuovi metodi di evangelizzazione.
Così, prendendo a pretesto la mostra storica sull’Esercito della Salvezza e gli oltre trent’anni di servizio prestati dal Corpo italiano in
passato nella città giuliana (19241956), si è preparato un programma che, nelle giornate di sabato 28,
domenica 29 e lunedì 30 aprile,
ha visto coinvolte anche le Chiese
metodiste di Intra, Omegna e Luino in visita l’ultimo week-end di
aprile a Trieste, condotte dal loro
pastore Giovanni Cartari.
La mostra storica, realizzata in
occasione del centenario, è stata
inaugurata venerdì sera e sabato
mattina, dopo un concerto nella
splendida cornice di piazza dell’Unità d’Italia, la fanfara, accompagnata dal colonnello Emmanuel
Miaglia, comandante del Corpo
italiano, e dal pastore Martelli, è
stata ricevuta in municipio dove
il sindaco. Franco Richetti, ha consegnato una medaglia con l’effigie
del Palazzo di Città e la significativa scritta « All’Esercito della Salvezza, con riconoscenza, la Città
di Trieste ».
E’ stato un momento molto intenso, con uno scambio di messaggi, che ha dato voce ufliciale alle
tante attestazioni di stima e di affetto, sempre di vivo interesse, dei
cittadini, tra i quali specialmente i
più anziani hanno spesso rievocato toccanti ricordi ed episodi
del periodo compreso tra il primo
e il secondo dopoguerra. Ampio
risalto, con un articolo su cinque
colonne e foto, è stato dato dal
quotidiano locale all’avvenimento,
affiancato in ciò dagli altri media
e dalle trasmissioni e gli spot di
Radio Trieste evangelica che ha
seguito momento per momento la
manifestazione.
I tre giorni di lavoro esterno
hanno confermato come sia ancora possibile, per una chiesa veramente radicata nel territorio, intrattenere un colloquio anche con
i cittadini più distratti, fornendo
ad essi un punto di riferimento, informazioni e una testimonianza
semplice ed immediata di quelTEvangelo di Gesù Cristo che tutto
insegna, meno che il rinchiudersi
nei propri luoghi separandosi dagli altri. E poco conta che le mura erette attorno a noi siano oggi
solo di ordine simbolico. Esse, non
servendo più a garantirci un minimo di libertà e di autonomia, a volte finiscono per diventare rassicurante pretesto a difesa di un mondo esterno assai diverso dal nostro
religiosamente e culturalmente.
La necessità di fare delle nostre
chiese dei luoghi aperti, di accoglienza, non ha possibilità di realizzarsi davanti a porte chiuse e
spesso anonime, ma deve abbattere ogni barriera, comprese quelle
di ordine psicologico e le nostre
inveterate e non sempre ottime
consuetudini.
Non nascondiamoci
dietro gli alibi
Nemmeno la paura di essere
confusi con altri può diventare
l’alibi per non svolgere, in questo
o in qualsiasi altro modo, quell’attività primaria che deve caratterizzare ogni chiesa vivente: Tannunciare a tutti — e non solo
a quelli che scegliamo o ai quali
in questo momento della storia
piacciamo — quel Gesù Cristo,
morto e risorto, che è la salvezza
del mondo. Certo bisogna farlo in
modo chiaro, comprensibile, in un
linguaggio e attraverso sistemi che
siano accessibili, senza cadere negli slogan, senza fornire formule
che non significano nulla. Il capitano Paone e il pastore Martelli
hanno puntato nei loro messaggi,
così come tutti coloro che hanno
parlato, ascoltati da varie centinaia
di persone di ogni condizione ed
età, all’essenziale, con sobrietà e
brevità, cercando in modo estremamente diretto e colloquiale,
coinvolgente, di far riflettere, almeno per un attimo, che la vita è
molto di più del cibo che si mangia e del vestito che si indossa.
« Chi è Gesù Cristo per voi —
ha detto Massimo Paone —, cosa
rappresenta al di là delle abitudini
culturali e delle ritualità religiose? Che incidenza potrebbe avere
nelle vostre vite il suo messaggio
di pace, giustizia, amore ed eguaglianza rispetto ai temi e alla prassi della vita quotidiana e collettiva? ». Parlando della necessità della dimensione di fede
per una vita piena, il pastore
Martelli ha messo in guardia contro i grandi equivoci, più che mai
presenti anche nelle nuove proposte religiose, generati dal pensare
alla religione come ad un ombrello che ripari il credente dai guai
della vita, come a un prodotto che
garantisca determinate sicurezze.
La fede evangelica è chiamata alla
autentica dignità e responsabilità
in ogni aspetto dell’esistenza, è
condivisione del diritto dell’altro,
cominciando dal più vicino e dal
più debole, non solo ad esistere
pienamente ma a svilupparsi in armonia con il progetto di vita che
Dio ha disegnato per le sue creature, e che ci rivela nella Bibbia.
Nel culto di domenica 29, la
fanfara intercorpi ha accompagnato i canti ed ha entusiasmato i
bambini presenti che hanno animato, com’è consuetudine nella
comunità metodista triestina, la
liturgia iniziale a loro dedicata.
Oltre 130 persone hanno poi preso
parte all’agape fraterna che un magnifico sole ha permesso si svolgesse all’aperto.
Ripetere ogni
anno l’esperienza
Nel culto di commiato, lunedì
30 alla sera, c’era molta commozione, la gioiosa consapevolezza di
essere stati servitori che hanno
fatto soltanto il loro dovere, il preciso desiderio di ritrovarsi presto
per lavorare ancora assieme. E’
stato lanciato anche un progetto:
una volta all’anno, tra le chiese
che aderiscono alla Federazione,
laddove si lavora con impegno, costanza, creatività, perché non darsi
appuntamento per un week-end,
un happening di evangelizzazione
in appoggio all’una o all’altra chiesa locale, che sia allo stesso tempo banco di prova, di incoraggiamento per varie iniziative a favore
di tutti? Sarebbe un modo bellissimo per reimparare a fare cose
troppo presto lasciate da parte, per
scoprire nuovi approcei, per dimostrare quanto spesso la fantasia,
l’allegrezza, il desiderio di evangelizzare, qualche modesto mezzo
economico possano produrre frutti al di là di ogni nostra speranza
se affidati allo Spirito di Dio.
La domenica di Pasqua, appena
trascorsa, ha visto altri due nuovi
membri aggiungersi alla Chiesa di
Trieste. Si tratta di Novella e Dino Censky, attori di professione, da
anni ormai vicini alla comunità e
al lavoro volontario con Radio
Trieste evangelica. La loro testimonianza di fede è stata resa nel
canto di uno spiritual da Dino (7
believe) e nella lettura in italiano
dello splendido testo da Novella.
Domenica 6 maggio un’altra persona ha confessato la sua fede nel
Signore ricevendo il battesimo e
grande ancora una volta sono state
la gioia e la riconoscenza verso colui che ha tanta cura di ogni persona e della sua Chiesa.
Vittorio Gant
La vita della nostra scuola è
stata particolarmente attiva nel
corso delle ultime settimane e,
fra le molte attività che l’hanno
caratterizzata, vogliamo menzionare alcuni incontri particolarmente significativi. Da giovedì
26 a sabato 28 abbiamo ricevuto
la visita di studenti del Collège
des Hautes-Alpes di Guillestre
accompagnati dai loro professori, che riaccompagnavano a Torre un gruppo della nostra scolaresca che aveva trascorso i
primi giorni della settimana
presso la loro scuola.
Uno scambio di dimensioni ridotte, una quindicina di ragazzi,
accolti nelle rispettive famiglie,
che si è svolto, come sempre, in
un clima di fraternità ed amicizia.
Questo scambio si inserisce
quest’anno in una presa di contatto molto consistente con il
Collège di Guillestre, Si è avuto
anzitutto, il mese scorso, un incontro per suggellare un gemellaggio fra i due istituti (che i
francesi allargano con un analogo gemellaggio con una scuola
tedesca) per sottolineare le prospettive europee dell’educazione
delle nuove generazioni. Le iniziative che potranno nascere saranno in questa direzione.
Una seconda iniziativa però è
stata avviata, molto promettente e qualificante per noi: l’interscambio dì studenti inserito
individualmente nel curriculum
di studi. Due studenti trascorrono una settimana presso l’altro istituto, ospiti di una famiglia
del luogo i cui figli passeranno,
a loro volta, una settimana nell’altro paese. Sperimentalmente
si sono avuti quest’anno solo 4
di questi interscambi, ma il successo dell’iniziativa ci induce a
programmare per tutto l’anno
prossimo questo genere di soggiorni.
La visita degli studenti di
Guillestre segue di un mese un
altro incontro altrettanto significativo con gli studenti del Collegio evangelico (il Bodelschwing
Gymnasium) dì Herchen-Windeck in Renania. Una trentina di
alunni di questa scuola restituivano la visita fatta dai nostri
alunni nel settembre scorso.
L’interesse della visita sta nel
fatto che questo scambio non
è fortuito o occasionale ma è diventato ormai tradizionale: se
ne celebrava quest’anno il deci
mo anniversario (che ha fornito l’occasione ad un gruppo di
ex studenti, che avevano partecipato al primo incontro, di ritrovarsi insieme in fraterno conversare). La presenza di questi
amici della Germania evangelica
aveva naturalmente un carattere non solo culturale e scolastico, come può avvenire per altre scuole, ma di comimione di
fede, trattandosi di una scuola
che ha sempre sostenuto con aiuti didattici e finanziari il nostro
lavoro.
A queste due visite di tipo
scolastico si possono affiancare
numerose altre presenze nella
vita dell’istituto che ne hanno
vitalizzato il lavoro. In aprile
abbiamo ospitato un gruppo di
insegnanti evangelici della Westfalia guidati dal dott. Schultze
e dall’assistente Burkard Lange
(che sostiene il nostro lavoro
con invio di materiale didattico),
tutti membri dell’Associazione
degli insegnanti evangelici, un
gruppo di catecumeni di Zurigo
guidati dal pastore Wartenweiler, il pastore Werner e signora
di Berna, amici e sostenitori della nostra scuola.
Per una serie di circostanze indipendenti da noi, il numero degli studenti del prossimo anno
risulterà lievemente ridotto rispetto alla media degli ultimi
anni; l’istituzione di corsi sperimentali analoghi al nostro nelle scuole del pinerolese ha logicamente inciso sulla scelta
della scuola da parte di molte
famiglie dell’area. Il programma sperimentale che sta appena
iniziando presso le altre scuole
ha già nella nostra un decennio
di vita e siamo ora in grado di
effettuare una verifica dei suoi
risultati; stiamo lavorando ad un
nuovo programma sperimentale
che tenga conto di queste esperienze ed introduca delle innovazioni e delle iniziative per renderlo più adatto alle esigenze e
rispondente alle attese.
Al termine dell’anno scolastico
il preside, prof. Roberto Giacone,
lascia la scuola, dopo un decennio di impegno attivo, trasferendosi a Parigi alla direzione
della Maison d’Italie, incarico
per cui gli facciamo molti auguri auspicando che i contatti con
la nostra scuola si mantengano
vivi e duraturi anche da oltre
le Alpi.
Giorgio Tourn
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11 maggio 1990
valli valdesi 11
CONVEGNO AD AGAPE
L’ultima età
L’angoscia che accompagna chiunque veda avvicinarsi la fine dell’esistenza - Occorre « accompagnare » le persone, non lasciarle sole - I problemi dei malati e quelli degli operatori
Nei giorni 24 e 25 aprile si è
tenuto ad Agape un convegno organizzato dal Dipartimento diaconale del I Distretto, dal titolo
« L’ultima età ». Un simile tema
può sembrare sibillino o riduttivo,
in quanto si immagina che l’ultima età di una persona debba essere identificata necessariamente
con la vecchiaia. In realtà ogni
persona che si deve confrontare
con la propria morte, sia questa
un novantenne « carico di giorni »
0 un ventenne colpito da un tumore, si trova a vivere la sua ultima
età. Certo, il carico di tensione e
di angoscia che invade la persona e chi la circonda, nell’un caso
come nell’altro, sarà ben differente, così come le domande e le
ribellioni; ma sicuramente ognuno
di noi, per comprendere la vita, ha
bisogno di regolare e comprendere
il suo rapporto con la morte. E
ciò vaie tanto più nel nostro tempo, in cui ci si aspetta che la medicina guarisca — sempre e comunque — il malato, per cui la
morte del paziente è vista come
una sconfitta incomprensibile, una
realtà da nascondere, da cui fuggire e non come un momento
importante e duro della nostra esistenza, un momento che dobbiamo imparare a vivere.
Diventa dunque importante che
1 morenti siano accompagnati nella loro ultima età. Questa parola
« accompagnare » è stata coniata
di recente, in riferimento all’assistenza degli ammalati, e vuole
mettere l’accento sul fatto che i
pazienti, in genere, non hanno bisogno soltanto di diagnosi ben
fatte (con mille analisi diverse) o
di medicine adeguate, ma necessitano in primo luogo di non essere lasciati soli, in mezzo a pie
menzogne, ad affrontare non solo
e non tanto il dolore fisico (per
questo esistono delle medicine che
lo fanno passare) ma l’angoscia
dei giorni che si accorciano, il peso di una vita che si comincia
a prendere in odio perché non ha
più nessuna promessa da mantenere, nessun futuro se non un decadimento sempre più accelerato.
Qual è il giorno più terribile
per un malato di cancro; il suo
ultimo giorno di vita, o quello
in cui gli viene comunicato il nome della malattia che lo ha colpito? Io sono convinto che sia il
secondo: è il momento in cui la
persona deve riorganizzare la sua
vita e i suoi affetti. Dapprima nega a se stessa l’evidenza, poi si ribella al destino che l’ha colpita ed
infine, dopo una profonda crisi,
accetta la propria condizione. E’
in questo percorso, così duro, che
la persona deve essere accompagnata perché i momenti negativi
non prendano il sopravvento su
quelli positivi, perché l’ultima età
non venga gettata al vento, bruciata nella superficialità o nelle bugie, lasciando il rimpianto di
un’opportunità mai colta.
Tutti questi (ed altri) temi sono
stati al centro delle relazioni e del
dibattito che ha animato i due
giorni di Agape. Nel corso della
prima giornata, sei relazioni hanno riportato delle esperienze in
altrettanti settori: Paola Grand.
medico di base, e Assunta Bianciotto, caposala operante anch’essa sul territorio, hanno posto l’accento sul fatto che anche gli operatori, se vogliono agire efficacemente accanto a dei malati terminali, devono aver risolto i loro
problemi nei confronti della morte. E questo vale anche per i familiari, che troppo spesso risolvono i
propri problemi inviando il congiunto a morire all’ospedale. E’
vero: un tempo si nasceva e si
moriva a casa, davanti agli occhi
di grandi e piccoli, mentre oggi
abbiamo allontanato la nascita e
la morte, quasi fossero due misteri ingombranti. Ma, ricordava Paola Grand al termine della sua
esposizione, « l’ultimo nemico non
è la morte, bensì l’inumanità ».
Abbandonare la persona al suo destino o accanirsi su di essa con
analisi e cure dolorose quanto vane può essere un chiaro esempio
di inumanità.
Paolo Fiorio e Giorgio Baret
hanno toccato alcuni argomenti
comuni, pur provenendo la loro
esperienza da ambiti differenti,
quali l’ospedale e la casa di riposo. Ambedue hanno infatti posto
al centro della loro relazione la
qualità della vita, piuttosto che la
sua lunghezza. Mentre però Fiorio
ha posto l’accento sul tema del
tempo, facendo notare come per
l’anziano o per il malato terminale i giorni sono molto più importanti che per una persona giovane
e sana, Baret ha accennato alla
necessità di una preparazione alla
morte (o meglio, alla resurrezione) anche per chi è attivo e presente a se stesso.
Il problema di una casa di riposo, ha detto ancora Baret, è come accompagnare un anziano che
scopre che sta progressivamente
perdendo vitalità. Ambedue, infine, hanno fatto notare la mancanza di una cappellania ospedaliera,
che il primo Distretto dovrebbe organizzare preparando dei pastori
in modo specifico.
L’esperienza dei pastori (un prete era stato invitato, ma non ha
potuto essere presente) è stata presentata da Klaus Langeneck, il
quale, dopo aver notato che la visita pastorale non può limitarsi ad
essere un rito (« Tutti bene in famiglia?... Preghiamo! »), ha fatto
presente che questa richiede tempo, concentrazione ed autocontrollo, tutte cose di cui il pastore sente una grande mancanza, tirato
com’è da mille impegni diversi,
per cui difficilmente riesce a riflettere su questi temi, approfondendo anche la propria fede personale. Un secondo tema importante che il past. Langeneck ha
proposto è stato quello secondo
cui la cura d’anime è fatta perché
la persona possa morire in pace
e con dignità e che questa possa
sempre rimanere soggetto del proprio morire.
Nell’ultimo intervento, molto
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Assemblee di chiesa
SAN SECONDO — L’assemblea
di chiesa del 29 aprile ha eletto
quali deputati al Sinodo: Mirella
Fornerone e Rosanna Paschetto
(supplente: Adriana Chauvie), e
alla Conferenza distrettuale: Sandra Armellino, Mirella Fornerone e Marina Paschetto (supplente: Rosanna Paschetto).
• L’assemblea — inoltre —
s’è impegnata a contribuire per
la cassa culto per il 1991 con lire 42.000.000.
• La predicazione della Parola
di Dio durante il culto di domenica 6 maggio è stata fatta dai
cinque catecumeni di III anno
i quali hanno chiaramente testimoniato della loro fede nel Signore Gesù Cristo.
Possa lo Spirito Santo guidarli sempre affinché continuino a
camminare fedelmente nelle sue
vie.
• Ci rallegriamo con i coniugi
Giorgio e Matilde Coucourde
per la nascita del loro secondogenito Cristian.
POMARETTO-----------Durante la
assemblea di chiesa del 6 maggio sono stati eletti i deputati
per la Conferenza distrettuale
ed il Sinodo.
Risultano eletti per la Conferenza: Paola Revel, Jean-Daniel
Co’isson, Otello Mainerò (supplenti 'Viola Rostan, Ebe Balma;
psjr il Sinodo: Silvana Marchetti,
Ebe Balma (supplenti MarieFrance Co'isson, Giovanna Calvetti, Luciano Ribet.
• La comunità è stata colpita
dalla morte della mamma del
nostro pastore Renato Co'isson.
Tramite queste righe la comunità di Pomaretto vuole essere
vicina al pastore Renato ed ai
familiari, con la sua cristiana
simpatia.
Bazar di primavera
PRALI — Per ragioni tecniche,
il bazar di primavera non avrà
luogo domenica 27 maggio, ma
domenica 3 giugno.
• La tradizionale gita della
stimolante, il prof. Gianni Losano
ha affermato che la morte inizia
con la pensione, in quanto in tutti
i mutamenti che si incontrano precedentemente, nel cammino della
vita, si ha una crescita. La pensione, ha detto il prof. Losano, è l’ultima stazione: cessa il lavoro,
cessano le prospettive e la persona perde la propria idendità. L’ultima età inizia con la pensione. Il
problema che si pone, dunque, è
come vivere questa stagione della
propria vita senza farsi prendere
né dal panico, né dalla noia.
Dopo queste relazioni, che hanno stimolato un certo dibattito,
vissuto talora in maniera molto
intensa dai partecipanti come momento di esperienza personale e
come ricordo di vita vissuta, è stato proposto di costituire un comitato di continuazione, che riproponga questo tema ad un dibattito più ampio, nel corso del prossimo autunno.
L’ultima parola vuole esprimere
il rammarico che solo una quarantina di persone abbia seguito il
convegno il primo giorno ed una
ventina il secondo. Il tema è tale
che tutti ne riconoscono l’importanza; dispiace che la gente non
partecipi quando lo si propone
all’attenzione degli operatori del
pinerolese.
Paolo Ribet
unione femminile ci porterà quest’anno a Torre Pellice (a visitare il nuovo museo valdese, guidati dal past. Tourn) e ad Angrogna (guidati dal past. Platone): la gita avrà luogo giovedì
17 maggio; le iscrizioni sono aperte presso il pastore.
• Lunedì 30 aprile è mancata
Elmina Giraud; alla famiglia va
la solidarietà della comunità.
• L’assemblea di chiesa del
29 aprile ha eletto quali deputati
alla Conferenza distrettuale lise
Gente e Mirella Tron (supplenti
Mariella Richard e Guido Rostan). L’assemblea ha altresì deciso d’impegnarsi con la Tavola,
per il 1991, per lire 19.200.000.
Solidarietà
FERRERÒ MANIGLIA — Si
sono svolti sabato 28 aprile, nel
tempio di Maniglia, i funerali di
Edmondo Barai e di Ida Barai
Micol, morti in un tragico incidente sulla circonvallazione di
Pinerolo. Malgrado l’età avanzata Edmondo Barai era molto
attivo e indipendente, abituato
com’era a sbrigare da solo tutte
le proprie faccende. Partecipava
con slancio a tutte le attività della chiesa, quando era più in forze accettava anche volentieri di
rappresentare la comunità nelle
varie deputazioni.
Il pensiero di tutti i partecipanti al servizio funebre andava
anche alla sorella più anziana,
rimasta priva di un sostegno pre zioso proprio in un’età in cui le
cure affettuose e la tranquillità
dello spirito sono indispensabili.
Purtroppo, nei piccoli villaggi dove rimangono poche persone, ogni perdita umana rende
sempre più diffìcile la vita di chi
rimane, situazione ancora più
tragica per chi è anziano e bisognoso di assistenza.
• La solidarietà della comunità di Perrero-Maniglia è anche rivolta alla famiglia Barai di Ghiabrano, per la morte di Attilio
Barai, avvenuta in seguito a malattia.
Domenica 13 maggio
□ VILLA OLANDA
TORRE PELLICE — Alle ore 15, presso la sala della Foresteria, è convocata una riunione di aggiornamento su
Villa Olanda e sulla possibilità che questo Istituto prosegua la sua attività.
Tutti sono invitati per approfondire e dibattere la questione.
Lunedì 14 maggio
n INCONTRO PASTORALE
ANGROGNA — Alle ore 9.30 presso
la Ca dia Pais si tiene l’incontro dei
pastori e dei predicatori locali del 1°
Distretto.
Alle ore 9.30 meditazione del past.
Giuseppe Platone. Alle ore 10: dibattito sul tema della solidarietà introdotto dal past. Klaus Langeneck.
Al pomeriggiio si fisseranno i programmi per il prossimo anno ecclesiastico.
a INCONTRO PUBBLICO
PINEROLO — Alle ore 20.45, nei locali del tempio valdese di via dei Mille, si svolge un incontro pubblico sul
tema: « Annuncio del Vangelo e male
di vivere ». La serata è promossa dalla
commissione distrettuale di studio sul
disagio psichico.
AVVISI ECONOMICI
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RINGRAZIAMENTO
« Beati i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Sì,
dice lo Spirito, essendo che si
riposano dalle loro fatiche, poiché le loro opere li seguono »
(Apocalisse 14: 13)
Il 26 aprile 1990 sono improvvisamente mancati
Ida ed Edmondo Barai
di anni 86 e 81
Lo annunciano, nella certezza della resurrezione, la sorella Nini, i figliocci e i parenti tutti.
La famiglia esprime la sua rieonoscenza a quanti si sono prodigati a
soccorrerli dopo il tragico incìdente e
a quanti, nei più svariati modi, sono e
saranno vicini alla sorella anziana.
Ringrazia in modo particolare i pastori Lucilla Peyrot e Arnaldo Genre.
Maniglia di Ferrerò, 28 aprile 1990.
RINCRAZIAMENTO
(c UEterno ti richiama... Con
immensa compassione ti raccoglierà»
{Isaia 54: 6-7)
Commossi per la grande manifestazione di affetto e simpatia i familiari di
Paolina Margherita Bertalot
ringraziano i parenti, gli amici e i
conoscenti che di persona, con scritti e
in altri modi hanno preso parte al loro
dolore.
In particolare ringraziano il personale e i medici dell’Ospedale valdese
di Pomaretto, il pastore Klaus Langeneck, il pastore Renato Coisson e le
amiche Marcella Giaiero, Viola Pastre
e Germana Costantin.
Prarostino, 30 aprile 1990.
RINGRAZIAMENTO
« Io confido in Te, o Eterno;
io ho detto: Tu sei il mio Dio.
I miei giorni sono nelle tue
mani »
(Salmo 31: 15)
E’ mancata all’affetto di quanti
l’hanno conosciuta e amata
Ida Mathieu Coisson
Lo annunciano, nella certezza della
risurrezione, i figli Mario, Annalisa,
Renato con Marie-France, Jean-Daniel,
Emmanuele e Pierdavide, le sorelle Ersilia ed Elena, le cognate Anita Long
ved. Mathieu e Jeannette Coisson ed
i parenti tutti.
Nell’impossibilità di farlo personalmente, i familiari commossi e riconoscenti ringraziano quanti sono stati loro
vicini in questa triste circostanza.
Un ringraziamento particolare alla
sig.na Giorda, al dott. De Bettini ed ai
pastori Zotta e Rostagno.
Torre Pellice, 3 maggio 1990.
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: pres'
so Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 13 MAGGIO 1990
Perosa Argentina: FARMACIA Dott.
BAGLIANI - Piazza Marconi 6 Telef. 81261.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 • PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza ;
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 13 MAGGIO 1990
Bibiana: FARMACIA GARELLA - Via
Pinerolo, 21 - Telef. 55733.
Bobbio Pellice: FARMACIA - Via
Maestra 44 - Tel. 92744.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Bricheraslo; tei. 598790
SERVIZIO ATTIVO INFERMIERISTICO: ore 8-17, presso I distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA, elicottero: tei. 116.
12
12 obiettivo aperto
Il maggio 1990
OBIETTORI E ISTITUTI EVANGELICI
Per qualificare
il servizio civile
La richiesta di spazi autogestiti per attività di formazione e informazione - Un tentativo utopico aH’interno delle nostre opere?
UNA LOTTA DI LIBERAZIONE
Gli obiettori di coscienza (o.d.c.)
de^li istituti evangelici sentivano da tempo la necessità di confrontarsi con le chiese e con i
direttori degli istituti stessi per
rivedere il significato della loro
presenza nelle opere e per un
confronto su una situazione rimasta pressoché immutata dal
momento della stipula delle convenzioni ad oggi. In questo senso la FGEI è venuta incontro
alle richieste degli obiettori promuovendo, insieme al coordinamento o.d.c. degli istituti valdesi delle Valli, il convegno che
si è tenuto a Pinerolo il 23 e 24
marzo scorso. Probabilmente, nell'organizzare il convegno, non si
è sufficientemente curato l’aspetto della sua pubblicizzazione, o
forse non si è capito nelle chiese, e peggio ancora nelle opere,
quale fosse il suo significato:
fatto sta che ci siamo ritrovati
in pochi e con il presentimento
che tutta la problematica interessi a pochi e forse neppure
a chi con gli obiettori ha un rapporto quotidiano e ne gestisce
il servizio. In questo caso dovremmo chiederci se è il caso
di mantenere la convenzione con
il ministero della difesa oppure
dichiarare l’incapacità delle chiese evangeliche di gestire nelle
proprie opere il s.c. (servizio civile) in maniera corretta e seria.
Il coordinamento
degli obiettori
Il coordinamento o.d.c. degli
enti evangelici delle Valli ha presentato una relazione in cui ha
espresso le sue posizioni: qualificare il s.c. nelle opere, ridefinendo il rapporto ente-obiettore, in modo da garantire agli
obiettori gli spazi per incontrarsi e per organizzare delle iniziative autogestite (negli istituti,
nelle comunità, nella realtà locale) e promuovendo dei momenti di formazione sulle tematiche
della nonviolenza e della pace.
In questo senso il s.c. può trovare una valenza educativa e politica; ma per questo l’obiettore necessita di una struttura alle spalle con cui avere un rapporto continuativo, a partire dal
momento dell’accoglimento in
cui deve prendere conoscenza
dell’istituto, della realtà evangelica, ma anche del significato che
l’obiezione di coscienza ed il servizio assumono nell’ambito evangelico. E’ in questo senso cbe il
s.c. può essere anche momento di
testimonianza verso gli obiettori (soprattutto se non evangelici).
Per la Lega obiettori di coscienza di Torino (è intervenuto Vittorio Ripa di Meana) gli
enti dovranno assumere un ruolo determinante nella gestione
del s.c. che, trovandosi sempre
più svuotato delle sue connotazioni politiche e distaccato da
un preciso atto di obiezione di
coscienza, deve includere la formazione come momento centrale e qualificante.
Guglielmo Stefaniitto^ della segreteria o.d.c. Caritas di Torino,
ha presentato un quadro generale della Caritas che si pone
come ente di s.c. in cui l’obiettore opera per la promozione
umana; ma che inoltre vive il
suo servizio nell’ottica di un cammino per arrivare all’obiezione
di coscienza, attraverso un percorso formativo che parte da un
cor.so per aspiranti e prosegue
con incontri settimanali.
Il comitato di solidarietà ha
analizzato la relazione presentata dagli o.d.c. ed ha ribadito la
difficoltà di realizzare le loro richieste. La qualificazione del s.c.,
l’attualizzazione di un progetto
di accoglimento e di formazione richiede un grosso sforzo e
ci porta ad affrontare una serie
di difficoltà notevoli (la definizione del rapporto ente-obiettore, le competenze di un organismo capace di porsi come referente privilegiato in tale rapporto, l’introduzione di questo organismo neU’ordinamento ecclesiastico), determinate anche da
fattori quali la dispersione territoriale degli enti evangelici, il
numero non certo elevato di
o.d.c. in servizio (la convenzione prevede un totale di 42 posti), le precettazioni d’autorità.
Per Livio Gabello, direttore dell’Asilo per anziani di Lusema
San Giovanni, unico intervenuto
per quanto riguarda gli istituti
evangelici (in tutta Italia sono
22), le posizioni degli obiettori
sono corrette, ma assolutamente utopiche e improponibili nelle nostre realtà. Le esperienze
nel suo istituto sono state nel
complesso positive, anche se il
buon rapporto, a suo parere, dipende molto dalla « serietà » dell’obiettore. Importante è la reciproca conoscenza.
Il dibattito ha più volte deviato sulla questione del volontariato: nelle nostre opere gli o.d.c.,
giustamente, lavorano spesso a
fianco dei volontari ed è facile
che le due figure si confondano.
Si rischia così di non vederne
le differenze, a partire dalle motivazioni che sono alla base dell’uno e dell’altro servizio (il discorso potrebbe estendersi rivedendo il significato del volontariato, che potrebbe inserirsi nel
quadro di una « politica dell’assistenza », puntando ad esempio
all’istituzionalizzazione dell’anno
di volontariato sociale).
Sarà ancora
antimilitarismo?
Nella mattinata di domenica
24 è intervenuto P. Consorti del
CESC (Coordinamento enti di
servizio civile) che ha fatto il
quadro sulle principali tappe storiche del s.c. sul piano legislativo e su quello organizzativo degli enti. Si è poi soffermato ad
analizzare la riforma della legge sull’o.d.c., interpretando una
possibile prospettiva del s.c., che
può ormai anche scostarsi da
una precisa connotazione politica antimilitarista per diventare
un’occasione di impegno sociale
per molti giovani nei campi deli’assistenzialismo e dell'ambientalismo. E’ questa una linea verso cui tendono non solo le forze politiche (è in questo senso
che marcia il ministro Martinazzoìi), ma anche enti e movimenti di obiettori, e che ci sentiamo
di mettere in discussione proprio perché esclude gli obiettori di coscienza dalla possibilità
di pronunciarsi su un piano più
politico, intervenendo attivamente nella vita sociale, per un suo
cambiamento, proponendo dei
valori nuovi (dell’impegno, della
nonviolenza, dell’amore, dell’accettazione della differenza) e da
questi delle forme di « difesa »
alternativa (dove il termine « difesa » assume un significato diverso da quello a cui siamo abituati).
Un impegno
per le chiese
La qualificazione del s.c. nelle
nostre opere costituisce per le
chiese un considerevole impegno:
ma è questo, come ha sottolineato Eugenio Rivoir, un obiettivo
che ci dobbiamo porre affinché
esse facciano propria questa problematica. Per questo è necessario ritrovare le motivazioni che
hanno portato le chiese ad accogliere gli obiettori.
Le proposte emerse sono quelle di individuare degli obiettivi
precisi su cui puntare che siano raggiungibili nel breve termine: potenziare le attività di
collegamento tra gli enti e gli
obiettori, anche per assicurare
una parificazione del trattamento economico e amministrative
in tutti gli istituti, studiare delle forme di accoglienza e creare dei momenti di formazione,
studiare e attuare dei progetti
di servizio, tenere i contatti con
gli obiettori in modo da evitare
che vivano il loro servizio « isolati » nell’ente di assegnazione
(senza possibilità di tradurre nella pratica, che non sia l’ordinario lavoro più o meno celato tra
quello del personale, le motivazioni della loro scelta).
E’ un grosso impegno che ci
possiamo porre se consideriamo
l’obiezione al servizio militare
una di quelle reali possibilità di
rottura di un sistema politicar,
e sociale strutturalmente violento, che crea emarginazione, discriminazione, oppressione dei
popoli.
Coordinamento o.d.c.
degli Istituti
evangelici delle Valli
La lunga
guerra eritrea
Dalla caduta di Massaua alle prime trattative
seguite daH’ex-presidente USA Jimmy Carter
La guerra produce anche effetti disastrosi sui trasporti, e quindi
minaccia la sopravvivenza dei civili.
In un clima internazionale di (proclamata) distensione occorre riqualificare anche l’impegno antimilitarista.
La lotta armata fra Eritrea ed
Etiopia dura ormai da ben 28
anni, da quando cioè, nel 1962,
il negus Hailé Selassié annullò
la federazione creata dall’Onu
fra l’Etiopia e l’ex colonia italiana, incamerandola.
Verso la metà dello scorso febbraio il FPLE (Fronte popolare
per la iiberazione dell’Eritrea)
ha ottenuto una grossa vittoria
militare contro l’Etiopia, conquistando la città di Massaua, un
importante porto che si affaccia
sui Mar Rosso. Si tratta della
più significativa sconfitta subita
dal col. Menghistu Hailé Mariam,
il « negus rosso » capo dello Stato e del governo: uccisi o catturati 16.000 governativi, 20 carri
armati distrutti ed altrettanti
catturati, assieme ad altro materiale militare, tutto proveniente dairUrss.
Con la caduta di Massaua si
è acuito un drammatico problema, da cui può dipendere la vita di milioni di persone: da una
parte, tramite questo porto, venivano smistati gli aiuti alimentari internazionali alle regioni
dell’interno ridotte alla fame da
una spaventosa siccità che imperversa da anni; dall’altra vige il
categorico rifiuto di Addis Abeba di concedere altre vie di rifornimento.
Mentre, ora, il portavoce del
Fronte di liberazione negli Stati
Uniti ha dichiarato che il prossimo obiettivo è la conquista delila capitale Asmara, sembra vieppiù allontanarsi la possibilità
che fra le due parti possa essere
trovata una soluzione circa uno
statuto per l’Eritrea.
Per contro, anche se le due
superpotenze Usa e Urss sono
contrarie all’indipendenza dell’Eritrea, esse hanno tutto l’interesse ad una diminuzione delle tensioni nel Como d’Africa.
Secondo un senfizio apparso sul
numero di aprile del mensile
« Arabies » l’avvenuta apertura
di sondaggi e di trattative sotto
la guida dell’ex presidente degli
Stati Uniti, Carter, e dell’ex presidente della Tanzania, Nyerere,
rappresenta un successo per il
Fronte eritreo. Questo viene dimostrato sia dall’agitazione nell’esercito governativo (che l’anno
scorso ha tentato di rovesciare
Menghistu), sia dall’estensione
senza precedenti della guerra nelle provincie del Tigre, del Wollo e del Gondar. Questa situazione sta indubbiamente indebolendo il regime marxista-leninista
di Addis Abeba che sta tentando —- sull’onda dei rivolgimenti
politici dell’Est europeo — qualche timida apertura politica: libpalizzazione economica e maggior tolleranza nei confronti delle varie correnti aH’intemo del
partito unico, che ha anche cam
biato nome ed ora si chiama
« partito democratico dell’unità
etiopica ».
Ma un altro fatto importante
fa pendere la bilancia a favore
del Fronte: la decisione di Mosca di richiamare dall’Etiopia i
propri consiglieri militari, dopo
aver consegnato a suo tempo
grossi quantitativi di materiale
bellico. Anche la Germania Est
ha posto fine all’assistenza all’Etiopia pei' quanto concerne
l’organizzazione dei servizi di sicurezza.
Israele e i
falascià etiopici
Per contro — secondo la denuncia del suddetto mensile —
c’è un rientro di Israele nella
vecchia Abissinia. Perché « rientro »? Si fa qui riferimento alla
presenza dei « falascià » (ebrei
etiopici). Secondo una versione
nel X secolo a.C. una quantità
di nobili e religiosi ebrei giunse colà con Menelik I, figlio del
re Salomone e della regina di
Saba. Con la successiva avanzata del cristianesimo gli ebrei
che non avevano voluto rinunciare alla loro fede si ritirarono nel IV secolo all’interno dell’altipiano etiopico, da cui il nome (falasi=emigranti). Un’altra
ipotesi li fa discendenti degli
ebrei installatisi nell’Alto Egitto
dopo la distruzione del primo
tempio di Gerusalemme nel 586
a.C., e successivamente emigrati
verso il Sud. La loro presenza
sussiste tutt’ora: parecchie migliaia di loro sono emigrati in
Israele negli scorsi anni (vedi
Eco-Luce del 12.4.1985) ed anco
ra adesso il problema del loro
inserimento definitivo crea problemi sia sociali che religiosi.
Ma, tornando alla presenza
odierna di Israele in Etiopia,
essa — secondo « Arabies » —
si è concretizzata con l’invio di
oltre 300 consiglieri militari e
di armamenti vari, fra cui un
quantitativo di bombe a frammentazione, molto devastatrici
nella guerriglia. Per contro, conclude il periodico, sarebbe una
illusione per Menghistu il credere che l’aiuto militare israeliano possa « compensare » il disimpegno sovietico.
Solo il futuro, più o meno prossimo, potrà dirci come si concluderà questa situazione a cui,
sia pure in forma meno drammatica e sanguinosa, si sono aggiunte tutte quelle altre rivendicazioni in atto o latenti che
attraversano l’Africa australe,
parte dell’Est europeo e varie
regioni de] mosaico sovietico,
per non citare che i casi più appariscenti.
Roberto Peyrot