1
BIBLICTBCA V ALDBLE
] 006G TOBHE PEI L 10i
Anno 112 — N. 16
25 aprile 1975 — L. 100
Spedizione in abbonamento postale
I Gruppo bÌs/70
ddle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Ossa
secche
(EZECHIELE 37; 1-14)
Una valle, piena di ossa: volgete lo sguardo a oriente e a occidente, a settentrione e a mezzogiorno: ovunque ossa, ossa di uomini e ossa di popoli; ossa di uomini e ossa di istituzioni.
Milioni di uomini, uomini nel
fervore di giovinezza, uomini allevati ed educati con cura infinita
e con indicibili sacrifìci da un padre e da una madre, preparati a
dare molto alla società e che han
dovuto finire stroncati su un campo di battaglia o deportati lontano dalla loro patria e dalla loro
vocazione o languenti in un campo di concentramento o nascosti
in un paese estraneo e in una casa estranea; case calde di intimità
e di unione, che, palazzi o tuguri
che fossero, avevano la segreta
potenza di accogliere e di fondere
gli animi e che vedono ora le loro
pareti sbrecciate o annerite o ridotte a un cumulo di calcinacci
informi e i loro membri dispersi,
divisi, senza più notizie gli uni degli altri, e che,' talvolta hanno dimenticato e non sanno piik che cqsa sia famiglia; istituzioni secolari e venerate, che ieri nessuno avrebbe osato mettere in’forse, oggi cadute, discreditate, incapaci
ormai di rappresentare un’autorità e di raccogliere intorno a sé
la fiducia e l’obbedienza; le idee
stésse, le idee che sembrerebbero
essere al di sopra del disastro,
partecipano ad esso forse più di
lutto il resto, e se fino a ieri erano piene di anima e possedevano
una forza suggestiva e fascinatrice, oggi sono guardate con sospettoso risentimento e gli uomini
vanno domandandosi che cosa vi
era di vero e di buono in esse, se
esse non hanno saputo guidare
con sapienza e con giustizia e se
invece di essere generatrici di vita si sono dimostrate generatrici
di morte.
Ricostruzione
— Una valle piena di ossa: ed
ecco, le ossa « erano numerosissime sulla superficie della valle ed
erano anche molto secche ».
Questa la squallida prospettiva
che si apre davanti ai nostri occhi. E noi, insieme agli uomini di
tutti i popoli pensosi del domani
e preoccupati delle possibilità e
dei doveri della ricostruzione, ci
domadiamo disorientati: « Queossa potrebbero esse rivivere? ».
È la domanda presente nel cuore e sulle labbra di tutti noi, col
(continua a pag. 4)
Vittorio Subilia
LA RESISTENZA IERI E OGGI
La Verità è Cristo
ma le scelte sono nostre
Quando iniziavamo nel nostro numero
dell’11 aprile scorso la nostra riflessione
sulla Resistenza si poteva legittimamente
supporre che il tema sarebbe diventato
un luogo comune nella stampa nazionale.
Nulla lasciava prevedere che ravvicinarsi del 25 aprile di questo trentennale sarebbe stato segnato da una violenza assurda e criminale come quella che sta dilagando nelle città italiane.
Ci si poteva aspettare un trentennale
da Congressi, una Resistenza bella e gloriosa imbalsamata nei discorsi commemorativi, una pagina di storia patria, da
vivere nelle scuole e nelle adunate e ci
si trova invece un trentennale di violenza,
una Resistenza problema aperto, improvvisamente vicino immediato, una pagina
di attualità da vivere nelle strade.
Ci si aspettava di ricordare il ieri e
siamo invece proiettati verso il domani.
« La Resistenza uom è di fieri .ma di oggi... », « un ideale che deve ispirare l’azione deU’Italia di oggi... », « valori lasciati
dai padri che devono crescere nei figli... ».
Frasi di questo tipo ne avremmo indubbiamente sgntito e lette molte; il fatto imprevisto è che ci troviamo costretti a viverle oggi. Quella che fu la dinamica, la
molla, la tensione di quegli anni sembra
diventare quasi una scelta, una vocazione
per i mesi che vengono. La Resistenza si
muta in realtà .che ci coinvolge nel presente.
Tutto questo renderà da un lato meno idealista il ricordo e più costruttivo il
giudizio. Guardando all’oggi, agli equivoci, le tensioni, la passione della pagina di
storia che stiamo vivendo comprendere
hio meglio la pagina di ieri, eviteremo di
abbellirla, trasfigurarla, ridurla a mito.
E d’altra parte leggendo la pagina di
ieri giudicheremo con maggior lucidità il
nostro oggi. Le responsabilità civili e le
scelte della fede cristiana di oggi appaiono infatti straordinariamente simiU a
quelle di ieri. Accenniamo solo a due
tratti : l’umanità del resistente e la verità
della sua scelta.
La Resistenza di ieri e quella di oggi
sono realtà di uomini, non di Dio, di conseguenza sono una presa di posizione
contingente, non l’Assoluto, una scelta
concreta, non la Verità. Coloro che l’hanno realmente vissuta trent’anni fa, e sono
i più parchi di parole, non hanno mai
preteso erigersi a norma assoluta: hanno
proposto una linea di vita che la maggioranza della nazione ha rifiutata in seguito. Così è della Resistenza al fascismo di
oggi politico e morale, al « partito » fascista ed al costume fascista. Scelte concrete, precise, senza retorica e senza assoluti, cose che bisogna fare ipa che non
rappresentano il senso della vita. L’antifascismo è un modo di essere non un
ideale.
Proprio per questo carattere umano la
Resistenza di ieri ha avuto i suoi errori
e li ha quella di oggi; stranamentefidentici. •
Scelta valida ed autentica di pochi la
Resistenza non ha sempre saputo coinvolgere « la gente » (per usare una espressione di oggi). E’ stata accettata spesso,
subita a volte, non sempre capita.
Il dialogo tra la banda armata e la
base non è sempre stato approfondito co
SINODO VALDESE 1943
Mancato pentimento
Fra i momenti di maggior tensione spirituale nella storia valdese recente si deve annoverare il Sinodo del 1943, tenutosi a Torre Pellice nei giorni del fatidico
8 settembre. Il dibattito si concentrò essenzialmente su un Ordine del Giorno,
presentato dalla Comm. d’Esame ed illustrato dal past. V. Subilia, spesso citato
come esempio di una presa di posizione
coerentemente evangelica, che non ci risulta sin qui pubblicato. Ne diamo qui
il testo:
« Il Sinodo, di fronte alle esigenze dell'ora presente, nella coscienza
di rappresentare la voce di tutte le
comunità della Chiesa Valdese, si
umilia davanti a Dio di non aver saputo proclamare in ogni contingenza e a costo di qualsiasi rischio il
messaggio di Cristo il Signore, in
tutte le sue implicazioni; afferma
la sua solidarietà di fede, di preghiera, di sofferenza e di combattimento
con le chiese in distretta per fedeltà
a Cristo; al di sopra di ogni barriera
di nazione e di razza, si sente parte
viva ed attiva della Chiesa universale, nel comune anelito a superare
il proprio orgoglio confessionale, a
lasciarsi riformare ed arricchire dalla Parola di Dio, a incontrarsi in una
rinnovata sottomissione e consacrazione a Cristo, l'unico Capo dell'intero Corpo; esprime la sua volontà
di collaborare alla riconciliazione
dei popoli nel segno del ravvedimento e della comunione di Cristo e all'abnegazione della coscienza umana di domani, aU'umoa luce dell'Evaneglo; chiede per questo l'assistenza dello Spirito Santo, la Guida,
il Consolatore, la Vita della Chiesa,
oggi e domani ».
Questo documento non fu votato ma
venne ritirato a motivo del violento contrasto che si accese fra i deputati. Due
schieramenti si erano infatti costituiti:
coloro che riconoscevano l'urgenza di
questo atto di pentimento, come tappa
necessaria per le nuove responsabilità e
coloro che non ritennero doversi valutare in quest’ottica il passato del ventennio
fascista.
Il problema non era in quella sede specificamente politico, ánche se lo choc degli avvenimenti fu indubbiamente forte,
ma teologico. Le due posizioni che si scontravano avevano infatti una matrice spirituale diversa.
me avrebbe dovuto e potuto, ci si è preoccupati di fare più che di mettere radici
nel popolo.
Vista dal punto di vista del villaggio
la sua azione fu a volte gratuita, estemporanea. Azioni belliche che non sempre si
giustificavano sul piano tattico, di cui
non si vedeva la portata coinvolsero la
vita di villaggi sprovveduti, di ostaggi innocenti e scatenarono per reazione distruzione e la repressione.
Gh uomini che vissero questa esperienza non furono sempre all’altezza del suo
programma; interessi, valutazioni personali risentimenti si intrecciarono con la
battaglia per la libertà oscurandone a
volte la limpidezza.
Questo carattere relativo ed umano della scelta della Resistenza spiega, in parte, l’atteggiamento della chiesa (ci riferiamo a quella valdese) in quegh anni.
Non fu sempre per viltà, pavidità morale compromessa che essa si astenne dall’assumere una posizione assoluta, dal fare la « scelta » della Resistenza, fu per
coerenza teologica, per mantenere aperto
il riferimento dell’assoluto deH’Evangelo
che si poneva pur sempre come qualcosa
che stava oltre l’impegno concreto.
La difficoltà non è forse ancora oggi,
come ieri, di saper coinvolgere gli altri
senza imporre, di saper agire in modo
costruttivo e non gratuito, di essere coerenti nei fatti e disinteressati? Il problema di fede non è forse ancora oggi di
saper combattere' la battaglia del rinnovamento civile mantenendo l’assoluto
dell’evangelo?
Detto questo resta pur sempre .il S€t
condo fatto; le scelte storiche non sono
intercambiabili, sono più o meno vicine
alla verità. Contingente, umana, e perciò
limitata dai suoi errori, la scelta della Resistenza non fu, e non è, equivalente alla scelta della X Mas. C’è di più, quanti
militari della Wehrmacht furono ottimi
cristiani, pastori della chiesa confessante
addirittura, uomini retti, che, rischiando
di persona, hanno manifestato non di rado solidarietà e rispetto per la popolazione!
Di partigiani che furono invece violenti, irrispettosi, prepotenti se ne sono conosciuti! Concluderemo che stando così
le cose tutti si equivalgono perché davanti a Dio tutti sono peccatori? In riferimento all’assoluto del giudizio divino ed
alla grazia di Gesù Cristo sì, ma in riferimento alla veracità della nostra scelta,
no. Se avesse vinto la Wehrmacht con
qualche soldato buono, anziché le bande
partigiane con qualche pecora nera, la
nostra vita oggi non sarebbe quello che
è; Mauthausen non sarebbe un luogo di
pellegrinaggi e di tristi ricordi ma l’ultimo cammino per molti di noi.
La peccaminosità del singolo non è
giustificata dalla causa per cui si batte.
L’ideale della Resistenza non salva il resistente immorale, l’idea non giustifica il
peccato ma l’errore del singolo non è
criterio per il giudizio della scelta di fondo. E questo occorre comprendere come
"credenti nelle scelte di oggi. La Resistenza di oggi è rischiosa ed equivoca come
quella di ieri, l’evangelo illumini tanti
credenti oggi quanti ne illuminò trent’anni fa. G. Tourn
2
a colloquio
con I lettori
Il Comitato del giornale ha tenuto la
settimana scorsa una seduta di valutazione al termine del primo trimestre di
attività, informeremo prossimamente i
lettori delle valutazioni emerse in quella
sede é dei problemi che si pongono.
Dalla sorella N. Rostan di S. Germano
abbiamo ricevuto la lettera che pubblichiamo; lo scritto è ampio e solleva molti problemi... lo pubblichiamo nella sua
interezza per sfatare l’opinione secondo
CUI esiste nella nostra Redazione censura
'fpenlre abbiamo sempre lasciato a tutti
la libertà di esprimersi. Lo scritto invece
del fratello Abate è stato “dirottato” in
settima perché tocca un problema più.
specifico, legato alla vita di Torre Pellice.
Il Direttore
I giovani, ie comunità
e i convitti
Non so se questo articolo rientri nel quadro
dei problemi delle valli: comunque espongo alcune riflessioni sulla questione dei convitti e
particolarmente ^eUo più vicino di Pomaretto.
Per spiegare il mio pensiero toccherò alcuni
argomenti che possono sembrare non attinenti
ma che, per la mentalità di noi membri delle
comunità delle valli, lo sono.
® ^ resoconto pubblicato
^ ECO-LUCE n. 12 pag. 5: CONVEGNO
EGEI CAMPANIA-MOLISE. Al punto 1) si
legge. Raporto tra i giovani e la Comunità, in
vista di ima riforma della Comunità stessa. La
punto 1) è: ...la necessità
di RIFOITOARE la Chiesa sul terreno della fede comune, che soddisfi la pietà tradizionale dei
vecchi e conduca alla lotta con ehi soffre, con
cte è. sfruttato, con chi si batte per una società
giiBta. Ritengo che per « la Comunità » si aRuda alla Comunità tradizionale, quella dove i vecchi sono rimasti.
Non essendo più giovane, sono riandata al
passato, agli anni 1966-67 e seguenti. In quegli
anni noi vecchi fummo contestati. Alle vaUi i
motivi di contestazióne furono molti. Non dico
che non avessimo bisogno di essere ■ richiamati.
Un grande ripensamento mi dà il coraggio di
dire die un Profeta Osea non sarebbe stato di
troppo per dirci : « quando avevano pastura si
saziavano, quando erano sazi il loro cuore si inorgogliva, perciò mi dimenticheranno » (Osea 13 :
6). Le fratture furono profonde. Le forze giovani si allontanarono dalle Comunità (chi per reale ricerca di autentica fede e chi per opportunismo e alibi). I vecchi e più anziani rimasero
nelle Comunità (chi per fedeltà e chi per abitudine). Leggendo la parola RIFONDARE ho pensato a qualche cosa che era, che fu distrutto e
che si vuol ricostruire. E scaturisce la domam
da : c’era qualche cosa di valido nella pietà tradizionale dei vecchi?
Un secondo argomento è lo SCHEMA pubblicato su Gioventù Evangelica al quale sono abbonata. Il n. 33 pubblica — da parte della EGEI
COMMISSIONE CHIESA — uno schema dì inchiesta per una comunità della Val Pellice. Tale
inchiesta dovrebbe passare al setaceio la comunità. Sarebbe troppo lungo riportare tutto lo
schema : chi lo vorrà conoscere potrà procurarsi
Gioventù Evangelica. Nel mio. subcosciente ho
sentito che le Comunità delle valli rappresentano terra da conquistare, in vista della riforma.
Non penso che questa sia la strada per avere
un reale rapporto con le Comunità tradizionali.
E giungo al problema del convitto che aspetta
le quote dell’ONMI per continuare l’assistenza
ai ragazzi ospitati. Bisognerebbe innanzi tutto
precisare che le Comunità delle valli si sono trovate di fronte al cambiamento del convitto a
fatti compiuti: non sono state interpellate. Dove
è scattato il potere decisionale : dalla destra o
dalla sinistra? Comunque, cosa fatta capo ha e
i « se e i ma » non risolvono il problema. Il fatto è cheh attualmente si cerca di sensibilizzare
le comunità delle valli chiedendo alle medesime
di dare appoggio alla nuova forma, considerando
i convitti al cèntro del programma di lavoro
della chiesa. Le comunità, però, sembrano tentennare. Perché? Si tratta forse di insensibilità
di fronte alla sofferenza? Quale collaboratrice da
vari anni nell’amministrazione finanziaria della
mia comunità, sento di poter dire che non si
tratta di insensibilità perché le comunità sanno
rispondere anche generosamente e, spesso, nella
riservatezza del dono. Il vero motivo della divergenza fra le comunità (in generale) e il convitto, è la LINEA del convitto o dei convitti. E
neppure sono i ragazzini, ma è la LINEA. Se si
deve aprire un dialogo con ie comunità, mi pare che si debba mettere bene in chiaro su quali
basi il dialogo debba avvenire.
In questi ultimi numeri dell’EC-LUCE sono
aparsi tre buoni artìcoli, che ho letto e riletto :
n. 11 : IL CORAGGIO DI ESSERE MINORANZA; n. 12: LE TRE CROCI DEL GOLGOTA;
n. 14: RICHIAMARSI ALLA RESISTENZA.
Forse i nostri Sinodi dovrebbero dedicare un pò
più tempo ad argomenti quali i tre articoli suindicati: sentiamo tanto il bisogno di queste cose.
II contenuto di tali articoli sembra volerci insegnare che dobbiamo operare sulla base di una
fede che non barcolli. Oggi è facile trascinare e
strumentalizzare il popolo. Ma doveva essere così
anche nei tempi antichi dal momento che in
qualche part,e dell’Epistola agli Efesini è scritto: <t ...aflìnthè. non siano più dei bambini
sballottati e portati, qua e là da ogni vento di .
dottrina... ma che cresciamo in ogni cosa verso
colui che è il capo, cioè CRISTO. 's
Non so se ho róso FMea. So di norf aver riàolF
to il problenDÌà econòmico dei ragazzi dèi convitto: ho semplicemente cercato una strada, perché 1 azione vera è CRISTO che la compie.
Terminerei con una piccola divagazione molto
terra a terra. Sull’ECO-LUCE avrei dato un tantino più di rilievo alla lettera di Specchio dei
Tempi presentata da Guido Baret nel n. 12.
Non certo per la lettera in sé che avevo letto e
il cui spirito mi aveva lasciato una impressione
di egoismo, ma per riflettere sui valori elencati
quali : ordine, onestà, laboriosità, disciplina, parsimonia. Tali valori hanno peso nella vita d
simonia. Tali valori hanno peso nella vita di
una nazione. Se applicati, le quote dell’ONMI
sarebbero certamente giunte. Anche nella nostra
vita di credenti hanno peso: non viviamo nelle
nuvole. Occupandoci di cose nostre o di cose
deUa collettività (e includiamo anche la chiesa)
tali valori non sono da sottovalutare. Non per
arricchirci, non per diventare degli egoisti, non
per « coltivare il nostro Campicello » ma per essere veramente solidali con chi ha meno di noi.
Ci si potrebbe chiedere perché Gesù, nel miracolo della moltiplicazione dei pani, dopo che tutti
furono saziati, disse ai discepoli: RACCOGLIETE
I PEZZI, CHÈ NULLA SE NE PERDA.
Nelly Rostan
fi meséaggio evtìiig^ è annunzio della gloria di Dio
ma anche della risurrezione delluomo
Nella vastissima produzione teologica
di Karl Barth spicca un piccolo saggio
intitolato « L’umanità di Dio »; la Claudiana ne ha curato la traduzione ed il
volume è ora disponibile in italiano. Diamo qui alcuni estratti del cap. II, superfluo sottolinearne l’attualità ed il significato per la nostra fede.
La domanda deve esser posta in questi termini: chi è e qual è Dio in Gesù
Cristo?
Orbene, la divinità di Dio è senza dubbio il primo e fondamentale elemento che
ci salta agli occhi se consideriamo l’esistenza di Gesù Cristo testimoniataci nella Sacra Scrittura. E la divinità di Dio in
Gesù Cristo consiste in ciò, che in Lui
Dio stesso è il soggetto che sovranamente parla e agisce: Egli è il Dio libero, nel
quale ogni libertà ha il suo fondamento,
il suo senso, il suo archetipo. Egli è l’iniziatore, il fondatore, il sostenitore e il
INCONTRI E CONVEGNI
Ecumene
L’annuale incontro di Studio organizzato dal Servizio , Studi della Federazione
Evangelica avrà luogo anche quest’anno
ad Ecumene all’inizio di giugno. Il tema,
già in precedenza segnalato, affronta uno
dei problemi più vivi della riflessione teologica odierna sotto il titolo : Chi dice la
gente che io sia?
L’incontro vuole essere una rassegna
degli studi recenti sulla vita di Gesù.
Data del convegno: arrivo per la cena
del 30 maggio 1975 ; partenza nel pomeriggio del 2 giugno.
Uuogo del convegno; Ecumene - Velietri (Roma).
Quota per tutto; il convegno : L. ÌB.OOO
compresa l’isctiziòne (per le quote parziali accoidàrsi.óon la direzione del centro, past.. Sergiò Àquilaritè, ' via ' Firenze
38, 00184 Roma, tei. 48.10.95).
PROGRAMMA
31 mattina: Introduzione al convegno e
relazione del prof. Bruno Corsani : « Inquadramento generale degli studi recenti su Gesù»; pomeriggio: Relazione del
past. Domenico Tomasetto ; « Le vite ispirate alla critica razionalistica» (Guignebert, Augstein); sera: Discussione o programma da definire.
1 mattina; Culto e poi relazione del
past. Domenico Cappella « Le vite nella
prospettiva della nuova teologia» (Bultmann, Bornkamm); pomeriggio: Relazione del past. Aldo Comba: «Le vite che
tengono conto della prospettiva politica»
(Brandon, Cullman, Hengel); sera; Discussione.
2 mattina; Relazione del past. Giorgio
Girardet su: «Una lettura materialistica
dell’evangelo » (Belo, Braun).
Iscrizioni : Past. Paolo Spanu - via Bertela, 63 - 10122 Torino - c.c.p. N. 2/8225.
Agape
Nei giorni 1-4 maggio ha luogo un incontro per operai italiani e francesi sul
tema:
Lotte operaie, situazione politica.
Esperienza di fede
L’incontro, organizzato da Agape e dalle Equipes Ouvrières Protestantes, vuole
avere la caratteristica di un incontro di
base in cui gli operai possano scambiare
le proprie esperienze, in vista di una
maggior conoscenza della problematica
della lotta di classe in cui sono inseriti
e della fede cristiana nei due paesi.
1 maggio: arrivo.
2 maggio: relazione di M. Miegge e di
esponenti del mondo operaio francese, sulla situazione politica e sociale
dei rispettivi paesi.
3 maggio: lavoro in commissioni.
4 maggio: relazione di P. Bogo su «Espe
rienze di lettura biblica in un contesto operaio ».
Triveneto
Giovedì 8 maggio ha luogo un incontro organizzato dalla FGEI e dalla Federazione regionale del Triveneto sul
tema
«Leggiamo insieme la Bibbia».
Introdurrà il tema il past. E. Rivoir.
L’incontro ha luogo nei locali della Foresteria presso la Chiesa valdese di Venezia alle ore 10.
Terzo congresso
degli insegnanti evangelici
Il terzo congresso degli insegnanti evangelici dei paesi latini si terrà quest’anno
a Aix en Provence
nei giorni 29 luglio - 5 agosto.
Dopo i due precedenti incontri, di Madrid e Venezia nel 1971 e 1973, questa nuova sessione di studio, a cui partecipano
insegnanti protestanti delle nazioni latine affronta il tema delicato della funzione della scuola nello sviluppo della società attuale sotto il tema « L’Ecole, pour
quoi faire? ». La scuola per far che? non
è domanda retorica dopo gli interventi di
I. Illich, il boom delle riforme in tutti i
paesi, gli attacchi cui è sottoposta la nostra, istruzione. .
Sono previste alcune gite da effettuarsi a Les Baux, Les Antiques, al Moulin
de Daudet, a Pomeyrol e la visita , della
città in concomitanza del famoso Festival.
Per eventuali informazioni» più dettagliate e l’iscrizione entro il 15 giugno rivolgersi a Roberto Eynard - viale Dante 18 - Torre Pellice.
Presentato il libro
di Domenico Maselii
Giovedì 17 aprile, nella Sala Valdese di
Via F. Sforza, alla presenza di un centinaio di persone, è stato presentato il libro di Domenico Maselii: Tra risveglio e
millennio.
Hanno presentato l’op>era il prof. Attilio Agnoletto dell’Università di Milano ed
il prof. Ugo Gastaldi.
Àgnoletto ha sollevato il problema del
rapporto tra l’esperienza dei cristiani
« liberi » e l’esperienza del dissenso cattolico moderno, anch’esso determinato
da profonde motivazioni evangeliche.
Gastaldi ha invéce sottolineato la radice risorgimentale e popolare della chiesa
libera che la pone « a sinistra » della chiesa valdese e spiega la diversa scelta ecclesiologica e la diversità della risposta
soprattutto da parte dei contadini dell’Emilia e della Lombardia.
Col crollo delle illusioni di riformare
l’Italia nel 1870, abbandonato l’anticlericalismo roboante e verbale, rimane l’esperienza più radicale, democratica e veramente anticlericale, della chiesa dei Fratelli. La chiesa e la sua vita sono una
scuola poiché in essa si vive davanti a Dio
e davanti al prossimo quanto si afferma.
L’Autore ricordando che le chiese dei
Fratelli hanno voluto vivere la lóro fede
in comunione con le altre chiesè e inserite nella società, ha sottolineato il fatto
che lo scopo che esse si prefiggevano era
quello di gettare il seme dell’Evangelo in
Italia, cosa che è stata fatta.
È seguito un vivace dibattito.
Federazione: Servizio Studi
Il Servizio Studi della Federazione
Evangelica comunica che sono disponibili dei testi del Documento di Studio preparato dalla Federazione sul tema dell’aborto. Coloro che sono interessati a
questo testo possono farne richiesta alla
Federazione stessa (via Firenze 38, 00184
Roma).
mantenitore del patto. Egli il sovrano signore di questa sorprendente situazione,
nella quale Egli non è solo distinto dall’uomó, ma diviene ed è una sola cosa
con lui: Egli, che è anche il creatore di
questo suo partner, Egii, che con la sua
fedeltà riesce a risvegliare e a far sì, che
si realizzi per contraccambio, anche la
fedeltà di questo suo pàrtner.
Dunque la divinità di Dio non è per
nulla una prigione, nella quale Egli riuscirebbe ad esistere solo in sé e per sé.
Essa è piuttosto la sua libertà di essere
in sé e per sé, ma anche con noi e per
noi, di affermarsi ma anche di darsi, di
essere cosi eccelso come anche minimo,
onnipotente non solo, ma anche servo,
giudice non solo, ma anche Egli stesso
giudicato, eterno re dell’uomo, ma anche
suo fratello nel tempo; tutto questo senza perdere neppure in minima parte la
sua divinità!
Tutto questo, anzi, proprio nella massima conferma e manifestazione della sua
divinità! Colui che fa tutto questo e che
dunque manifestamente può farlo, colui
e nessun altro è il Dio vivente. Tale è la
sua divinità: la divinità del Dio di Àbramo, di Isacco, di Giacobbe. In Gesù Cristo essa è in tal modo efficace e riconoscibile. Se Egli è la parola della verità,
allora la verità di Dio è proprio questa
e nessun’ultra.
Ora, appunto a riguardo di Gesù Cristo è certo che la divinità di Dio non
esclude, bensì, racchiude in sé la sua umanità.
Come potrebbe la divinità di Dio escludere la sua umanità, dal momento che
essa è la sua libertà di amare, e dunque
la sua facoltà di essere non solo in alto,
ma anche nel profondo, non solo grande
ma anche piccolo, non solo in sé e per
sé, ma anche con un altro diverso da sé,
di dare se stesso a questo altro; dal momento che in essa divinità c’è spazio abbastanza per la comunione con l’uomo?
E appunto: Dio ha e mantiene anche nel
suo rapporto con questo altro — è opera
sua! —- l’incondizionata priorità: sua è e
rimane la prima parola, quella decisiva,
sua l’iniziativa, sua la guida. Come potremmo noi vedere ed esprimere diversamente questa realtà, dal momento che
in Gesù Cristo troviamo l’uomo accolto
alla comunione con Dio? No, Dio non ha
bisogno che l’umanità venga esclusa, non
ha bisogno di alcuna non-umanità o addirittura inumanità, per essere veramente Dio. Ma noi possiamo e dobbiamo vedere oltre e affermare che, al contrario,
la sua divinità racchiude in sé l’umanità.
Senza voler riproporre la fatale dottrina
luterana delle due nature e dei loro caratteri, bisogna però accettare, non rifiutare la sua istanza fondamentale. Sarebbe una falsa divinità di un falso Dio quella in cui e con cui non ci venisse incontro immediatamente anche la sua umanità. In Gesù Cristo tali false divinità sono ridotte una volta per sempre al ridicolo. In Lui è stato deciso una volta per
sempre che Dio non è senza l’uomo.
Egli decide di amare proprio lui, di essere proprio il suo Dio, il suo Signore, il
suo Dio misericordioso, il suo mantenitore e salvatore per la vita eterna, di pretendere proprio la sua lode e il suo servizio. In questo atto divinamente libero
di volere e di scegliere, in questa sovrana decisione (gli antichi dicevano: in questo suo « decreto »), Dio è umano.
La sua libera affermazione dell’uomo,
la sua libera partecipazione alla sua esistenza, il suo libero intervenire per lui,
questa è l’umanità di Dio. Noi la riconosciamo esattamente là dove riconosciamo anche e in primo luogo la sua divinità. Non è forse vero che in Gesù Cristo, quale ci viene testimoniato nella Sacra Scrittura, proprio l’autentica divinità
racchiude in sé anche l’autentica umanità?
Nel riflesso di questa umanità di Gesù
Cristo si manifesta l’umanità di Dio racchiusa nella sua divinità. Come Egli è,
così, è Dio. Così Egli accetta l’uomo, Cos’; partecipa alla sua esistenza. Così interviene a suo favore. Il Dio di Schleiermacher non può avere niisericordia ; il
Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe
lo può e lo fa. Se Gesù Cristo è la parola
della verità, lo « specchio del paterno cuore di Dio », allora l’affermazione di Nietzsche, per la quale l’uomo sarebbe qualcosa che dev’essere superato, è un’impudente menzogna; allora la verità di Dio è
proprio questa e nessun’ultra, per dirla
con Tito 3: 4 : la sua benignità verso gli
uomini.
•yif Hanno collahorato: L. Coisson, G. Conte, L. Deodato, D. Gardiol, R. Genre,
E. Paschetto, P. Ribet, L. Viglielmo.
3
DRIEBERGEN 26 marzo - 3 aprile 1975
t.
______echi
La FGEI nel mondo giovanile europeo dal mondo cristiano
I giovani del C.E.C. si incontrano - Nuovi metodi di studio - Non risolto il problema del
culto - Cresce l’interesse per il mondo protestante italiano - Il confronto fra due Europe
Come annunciato su « La Luce » del 28
febbraio (anno 65, n. 8) scorso, ha avuto
luogo a Driebergen (Paesi Bassi) la Conferenza organizzata dal Consiglio Ecumenico Giovanile in Europa, sul tema « Credere oggi ».
I lavori della conferenza si sono articolati in tre momenti principali: un momento di studi, un momento di giochi, e
un momento cultuale.
I gruppi di studio sono stati tre, suddivisi a loro volta in sottogruppi: fede e
politica, il culto, l’etica. La delegazione
italiana si è suddivisa, metà nel primo
gruppo, e due membri per ciascuno degli
altri gruppi.
Gli studi, impostati in modo abbastanza diverso da quello cui siamo abituati
nei nostri centri giovanili, hanno dato largo spazio a momenti di creatività e a
scambi personali, piuttosto che a relazioni e interventi preparati ed articolati.
Nonostante questo metodo, per noi inusuale, riteniamo che alcuni risultati positivi si siano raggiunti. Ne fanno fede le
due mozioni finali che sono state approvate dalla Conferenza, e che riportiamo
a parte.
II momento dei giochi è stato forse il
più importante e certo il meglio preparato
della (Conferenza. Con dovizia di mezzi e
con una preparazione assai accurata, il
gioco è stato un momento estremamente
serio pur nella dimensione distensiva: un
confronto sull’Europa, come è sorta nelle
sue connotazioni attuali, quali identità si
trova ad avere, quali prospettive si possono cogliere per la costruzione di una
identità diversa e più attenta ai problemi
reali. Da questo momento di gioco abbiamo, credo, imparato molte cose: anche
la necessità, per i nostri campi giovanili,
di saper organizzare meglio e più produttivamente il tempo libero, per mantenerlo collegato con il tema centrale affrontato, e per usufruire al massimo delle
possibilità di scambi reciproci che nei
convegni si offrono.
Il più deludente degli aspetti della Conferenza ci è parso invece quello dedicato
al culto. Pienamente d’accordo nell’intenzione di restituire al culto un aspetto nòn
solo teorico (vogliamo adorare Dio non
solo con la mente ma con il cuore, con
l’anima, con la forza), e anche sul fatto
che è necessario uscire dagli schemi delle
vecchie liturgie, è stato per noi un motivo di disagio una ricerca di novità formali che ci sembrava abbastanza distaccato da una ricerca di novità sostanziali,
o forse non tanto di novità quanto di approfondimento del senso reale del culto.
Non ci è parso neppure che si siano evitati i rischi del misticismo, dell’individualismo, della fuga. In modo particolare anche il momento della Santa Cena, se
pure in un quadro teologico riformato,
presentava accentuati i difetti che si riscontrano anche da noi, quando la Santa
Cena diviene un momento rituale senza
un confronto reale ed una comunione
reale tra i partecipanti.
Complessivamente la Conferenza ha
rappresentato tuttavia un mornento di
crescita importante per i partecipanti.
Il confronto tra Europa del Nord ed
Europa del Sud, generalmente assai più
politicizzata — estremamente stimolante
la partecipazione della delegazione portoghese —, ha dato la misura sia delle
profonde differenze che ancora vi sono
tra tradizioni diverse, sia del fatto che,
grazie alla crisi economica ed energetica
che investe ormai anche paesi tradizionalmente prosperi, certi temi politici e sociali che parevano fin qui marginali e monopolio di aree emarginate stanno portando feconde contraddizioni in tutta
l’Europa.
Il confronto tra paesi occidentali e paesi dell’Est, in uno dei pochi contesti dove
questo confronto è possibile senza diplomazie e riserve mentali, è apparso anch’esso stimolante specie per il diverso modo
di intendere il rapporto fede-^politica, sia
pure in una visione generale improntata
a progressismo e radicalismo, con forti
componenti anche aperte al marxismo.
La delegazione italiana, rappresentativa della EGEI (presenti tra gli altri il segretario nazionale, il segretario FGEI della regione apulo-lucana, il direttore di S.
Severa), ha dato la sua piena partecipazione a tutti i momenti dell’incontro, con
una funzione assai attiva di confronto sui
temi fede e politica, nella linea che ormai
da anni stiamo elaborando, dando un
contributo che ci è parso utile, condiviso
da fasce crescenti di giovani, e compreso
anche da chi non condivide la nostra linea ma comprende che i problemi che
agitiamo sono problemi vitali per il cristianesimo di oggi.
In margine alla Conferenza, vari incontri hanno potuto avere luogo, con la Conferenza Cristiana della Pace (e con gli ortodossi presenti), con rappresentative dei
diversi MCS, con Cristiani per il Socialismo di vari paesi, con rappresentanti
delle diverse organizzazioni ecumeniche,
con il segretario della gioventù ecumenica della zona sudamericana.
L’interesse maggiore, come era prevedibile, è stato quello relativo alla attuale
situazione portoghese. Abbiamo preso
l’impegno preciso di far conoscere la mozione stilata in proposito, che raccomandiamo vivamente alla attenzione non dei
giovani soltanto, ma di tutta la Chiesa.
La questione portoghese merita un’attenzione precisa, non viziata dalle polemiche ad uso interno come per lo più
avviene negli ambienti italiani, e, dal programma di lotta contro il razzismo del
Concilio Ecumenico, fino alle ultime iniziative collegate ai difficili passi che una
via nuova deve compiere per scuotersi
di dosso la pesante eredità fascista e clericale portoghese, crediamo che sia nostro compito comprendere e, nella misura del possibile, appoggiare quanto di
nuovo sta accadendo in questo paese.
R. S.
MOZIONI
Dopo avere discusso l’attuale situazione del Portogallo, creata dal glorioso movimento del 25 aprile 1974, le delegazioni
di 18 paesi del Nord, del Sud, dell’Est e
dell’Ovest dell’Europa, presenti alla Conferenza Europea della Gioventù a Driebèrgen, Paesi Bassi, hanno deciso di proclamare un « Manifesto » che è un reale
impegno coi confronti della rivoluzione
sociale che si sta vivendo in Portogallo.
Manifesto
Considerando l’inuguaglianza sociale
esistente in Portogallo, e la necessità assoluta di combatterla concretizzando la
rivoluzione avviata il 25 aprile, e coscienti di tradurre la speranza della grande
maggioranza del Popolo Portoghese, noi
promettiamo, in piena coscienza di causa, di aiutare tutti i Portoghesi realmente impegnati
1. nella completa abolizione del potere fascista in Portogallo, rafforzando la
posizione politica della sinistra.
2. nella diffusione delle campagne di
alfabetizzazione e delle campagne sanitarie, così, come nel prendere contatti con
le cose meno politicizzate.
3. nella denuncia delle errate informazioni, diffuse all’estero, sul Portogallo.
4. nel processo di decolonizzazione in
Angola, Capo Verde, Guinea, Mozambico, S. TOmé e Principe.
5. nella collaborazione con tutti i movimenti che difendono la democrazia e
l’uguaglianza sociale nel mondo intero, e
a tutti i livelli.
La Conferenza Europea della Gioventù
2 aprile 1975
Mozione sugli armamenti.
Noi, partecipanti venuti da 18 paesi alla Conferenza europea ecumenica della
Gioventù (Driebergen 26 marzo - 2 aprile 1975), sosteniamo la vasta campagna
di protesta in corso in Belgio, Danimarca, Norvegia e Paesi Bassi contro l’intenzione annunciata dai rispettivi governi di
questi paesi di acquistare dei nuovi aeroplani da combattimento.
Questo movimento di protesta è lega
Intervenendo alla sessione del comitato
esecutivo dell’Alleanza Riformata Mondiale (ARM) il Past. Philip Potter, segretario generale del CEC, ha affermato : « Il
Consiglio Ecumenico delle Chiese è veramente un figlio delle Chiese riformate ». E questo non solo perché la maggior
parte delle personalità più dinamiche
che hanno svolto una importante funzione nel processo di formazione del CEC,
appartenevano a delle Chiese riformate,
ma anche e soprattutto perché il CEC ha
assorbito almeno tre elementi tipici della tradizione riformata.
In primo luogo la concezione riformata della Chiesa, che è vista come una
«ecclesia semper reformanda»; cioè una
Chiesa che sia in un costante processo
di rinnovamento.
In secondo luogo la concezione dinamica, tipica di Calvino, della unità; insistendo soprattutto sulla mutua partecipazione dei benefìci di Cristo.
In terzo luogo l’aspetto etico, per cui
la santità e la giustizia vanno insieme.
Qlt
Hca
to agli sforzi continuati (in particolare
nell’ambito della Conferenza per la Sicurezza in Europa) per raggiungere la stabilità e la sicurezza nel nostro continente. Questi sforzi si fanno nella prospettiva della demilitarizzazione dell’Europa,
con lo smantellamento sia della Nato che
del patto di Varsàvia.
Dichiarazione sulla « Educazione »
(sottogruppo)
Un piccolo inizio: il compito universale dell’uomo può essere descritto come:
lavorare alla collaborazione e al benessere di tutti i popoli della terra, e a mantenere questa collaborazione.
I bambini iniziano gradualmente ad essere corresponsabili nel prendersi cura
del mondo. Bisogna incominciare a conoscere il mondo per potersene prendere
cura.
Pertanto, educazione significa guidare
e stimolare i giovani nella loro via tesa
a divenire adulti in modo tale, da essere meglio preparati e motivati nel comprendere a quali obiettivi applicare il Iploro potere, cosi da incarnare in modo
personale il compito universale dell’uomo.
Dichiarazione sui compiti che ci aspettano, nei confronti degli oppressi.
(sottogruppo)
In Europa dobbiamo identificare le vie
per esprimere il nostro impegno pratico
sui seguenti problemi fondamentali (che
sono indicativi e non esaurienti):
— la situazione in Portogallo; ,
— i problemi dell’Irlanda del Nord;
— la situazione degli Ebrei in diversi
paesi ;
— il fascismo rinascente in Italia e ih altri paesi;
— l’oppressione dei Baschi in Spagna;
— fiamminghi e valloni in Belgio;
— la posizione delle ex colonie olandesi;
— la posizione dei movimenti di liberazione della donna in Europa;
— vi sono altri problemi. I Cristiani devono prendere posizione ed essere
partecipi nella ricerca di soluzioni.
Nairobi (soepi) — La Conferenza delle
Chiese di tutta l’Africa (CCTA) ha reso
noto di aver iscritto nel suo bilancio del
’76 una cifra superiore ad un milione di
dollari destinati a favorire il ritorno in
patria dei rifugiati. In particolare tale cifra dovrebbe servire alle popolazioni della Guinea-Bissau, dell’Angola e del Mozambico, senza dimenticare tuttavia altri
gruppi di rifugiati che si trovano nel Kenya, in Tanzania, nello Zambia, nello
Zaire ecc. L’azione della CCTA s’affiancherà a quella che già sta svolgendo FAlto Commissariato dell’ONU per i rifugiati. Si calcola che su 417.000 profughi
dell’Angola, ben 400.000 vivano nello Zaire; gli altri sono sparsi nello Zambia, nel
Botswana, nel Tessuto, nello Swaziland.
Sud Africa (I.C.I.) — I 32 vescovi cattolici della Repubblica Sud Africana hanno pubblicato una dichiarazione nella
quale protestano contro le espulsioni, ritiro di passaporti e permessi di soggiorno da parte delle autorità per motivi politici. Il vescovo anglicano di Pretoria,
,,Dr. Knapp-Fischer sì •§'-dichiarato solidale con questo documento ed analoga
posizione ha preso il presidente dell Assemblea della Nederhuit Hervormde
Kerk.
GINEVRA
I Riformati e il CEC
Pur avendo messo l’accento su questi
aspetti positivi, il segretario del CEC non
ha mancato di sottolineare altri aspetti
sui quali le Chiese riformate dovrebbero
rivedere le proprie posizioni. Potter ha
rilevato infatti che esiste talora in ambienti riformati « ima forte tendenza conservatrice ed antiecumenica, fondata su
di una interpretazione rigida delle Scritture ed un modo dogmatico di affrontare i problemi della vita». Potter quindi
ha chiesto aH’ARM di essere aperta a
culture diverse ed aperta al dialogo. Un
secondo punto di riflessione per le Chiese riformate dovrebbe essere costituito,
secondo Potter, dal ruolo della Chiesa
nella società. Potter ha rilevato . come
spesso, da parte degli economisti e dei
sociologi, sia stato rilevato un legame tra
il calvinismo ed il capitalismo- Le Chiese
riformate oggi dovrebbero ripensare oggi, data la particolare situazione storica
che stiamo vivendo, all’unità che esiste
nel calvinismo tra la santificazione e la
giustizia.
Ginevra (soepi) — Nel corso di un’intervista rilasciata al soepi, il Past. E.
Fogg, di Bangkok, direttore del fondo
istituito dal CEC per la ricostruzione e
la riconciliazione in Indocina (PRRI), ha
lanciato un vibrante appello per chiedere
che i rifugiati e gli orfani vietnamiti non
diventino « pedine dello scacchiere politico ».
« Il problema più difficile col quale si
confrontano e si scontrano coloro che
aiutano quelle popolazioni — egli ha dichiarato — è quello d’impedire una strumentalizzazione degli orfani e dei rifugiati come semplici pedine per una guerra di propaganda».
Tutte le parti impegnate nel conflitto,
compresi il GRP e i Vietcong riconoscono che l’evacuazione dei bambini dal Vietnam non è né nell’interesse del paese, né
tanto meno in quello dei bambini. C’è
indubbiamente un grosso problema di assistenza a queste popolazioni, travolte
dalla tragedia; tuttavia il FRRI ha già
elaborato dei piani d’intervento che possono effettivamente rispondere alle domande d’aiuto più urgente, ovunque esso
sia necessario. I responsabili del Pondo,
prima ancora che la situazione precipitasse, avevano già chiesto alle Chiese un
contributo di 5 milioni di dollari.
Ginevra (soepi) — Il Past. Franz von
Hammerstein, ex deportato nei campi di
concentramento di Buchenwald e Dachau dopo l’attentato ad Hitler del 20
luglio 1944, è stato recentemente nominato segretario esecutivo del Comitato per
la Chiesa e gli Ebrei, istituito dal CEC.
Il Past. von Hammerstein era in precedenza il segretario dell’Aktion Suehnezeichen, un’associazione formata da giovani
tedeschi che lavorano per la riconciliazione e la pace nei paesi devastati dalla
Germania durante l’ultima guerra.
Berna (soepi) — Il premio Agostino
Bea per l’anno ’74-’75 è stato attribuito
dalla Commissione internazionale della
fondazione « Humanum » al Past. W. A.
Visser’t Hooft, ex segretario generale del
CEC. Creato nel ’69, nel primo anniversario della morte del cardinale Bea, noto
in tutto il mondo per la sua opera ecumenica, il premio viene assegnato a chi
si sia distinto in modo particolare lottando « a favore della pace, del progresso umano e per la realizzazione di una
più grande giustizia sociale».
Attribuendo il premio al Past. Visser’t
Hooft la Commissione ha inteso rendere
un omaggio ad un uomo che ha consacrato tutta la propria vita al servizio dell’ideale ecumenico.
(hip) — La famiglia dell’Alleanza Riformata Mondiale s’è accresciuta di altri
due membri : si tratta della Chiesa del
Senegai e di quella del Lippe (RFT). In
tal modo fanno ora parte dell’Alleanza
142 Chiese riformate.
4
L’ESPERIENZA TOSCANA
Evangelici e Resistenza
L impegno antifascista delle comunità evangeliche - DaH’umanitarismo alle prese di
, posizione politiche - Le esperienze dei protestanti italiani degli ultimi 30 anni
Si è svolto a Lucca, nei giorni 4-5 aprile, un Convegno di Studi sul tema: « Il
clero toscano e la Resistenza ». La voce
degli evangelici toscani è stata recata in
questo congresso dal past. L. Santini di
Firenze, che ha letto una relazione sul
tema, relazione che risultava frutto di
una ricerca e di scambi di vedute fra
evangelici fiorentini.
Dopo aver delineato brevemente la matrice teologica ed il cammino dell’evangelismo toscano sino al 1929, la sua ripartizione confessionale, la grossa esperienza del Fascismo e della legge sui culti ammessi, la Relazione entra nel vivo delle
esperienze che hanno seguito, con le prime avvisaglie della lotta antifascista ed
in un secondo tempo l'esperienza della
Resistenza vera e propria. Pubblichiamo
integralmente questa seconda parte che
ci sembra fornire un quadro generale valido per tutto il mondo evangelico italiano di quel periodo.
IN DIFESA DEGLI EBREI
La legislazione razziale ebbe anche tra
i protestanti una risposta immediata. jNel
corso del seguente conflitto, fino alla Liberazione, uno degli impegni maggiori restò quello di aiutare in tutti i modi possibili gli ebrei. Di fronte a questa iniquidivenne fra noi opinione
diffusa che i due totalitarismi — nazismo ‘
e ^ fascisino — portavano in sé qualcosa
di . diabolico, di autodistruttivo, e che do.-vCTano essere contrastati. La disobbedienzn all autorità diventava un dovere
cristiano.
Gli atti dei protestanti non furono dissimili da quelli di centinaia di toscani:
SI nascosero i» ricercati nelle case, si accompagnarono in campagna o oltre le linee del fronte, o all’estero, si custodirono
bambini di fuggiaschi... Solo una famiglia mista ebraico-protestante fu colpita
dalla tragedia direttamente: una delle sopravvissute, allora ragazzetta. Lori Mazzetti, ha ricordato quei fatti in un racconto autobiografico. Ma crediamo di dover ricordare una coppia di credenti. Renato e Maria Silvestri, che non esitò a
rischiare quotidianamente la vita pur di
salvare delle creature. La moglie, in collegamento con una organizzazione, più
volte fece la spola tra ritalia e la Svizzera, mentre la loro abitazione fiorentina
fu costantemente abitata da ebrei: i Silvestri dormivano in soffitta.
Per una decisione comunitaria, durante
il periodo delle persecuzioni razziali non
furono accettati battesimi di ebrei. Si
pensava che essi dovessero essere aiutati in ogni mòdo, ma non ’cristianizzati’
sotto la nressione del terrore, in un tentativo di mimetizzarsi. Unica eccezione
fu Franco (Lattes) Fortini, che giunse a
chiedere il battesimo dopo una crisi teologica cui accennava anche in un recente suo libro.
NELLA RESISTENZA
Nel periodo cruciale della Resistenza e
della Liberazione si manifestarono apertamente quei diversi atteggiamenti che
rispondevano a una fede comune, a un
pluralismo teologico ed a quelle scelte di
coscienza che una situazione come quella rendeva indilazionabili. Riemerse allora in modo non equivocabile un atteggiamento che sta all’origine, di tutte queste minuscole chiese: da un lato insopprimibile la protesta della libertà del cristiano che ha diritto di rifiutare obbedienza alle autorità che vogliono tiranneggiare la sua coscienza vincolata alla
Parola di Dio; dall’altro il fondo pietistico — « piagnone », è stato detto — duramente provato dalla atrocità dei fatti.
Credenti solidamente ancorati a una
severa pietà personale, ’uomini d’ordine’,
diremmo oggi, come l’anziano de « fratelli » Giovacchino Misuri e come il diacono valdese Angelo Favellini, ufficiale richiamato, non esitarono insieme a diversi altri a fabbricare e consegnare documenti e tessere annonarie, a nascondere
e rifornire fuggiasci, feriti, ricercati. Essi
univano all’indignazione profonda per lo
scempio dell’umanità che veniva perpetrato una volontà umile, discreta, di partecipare in maniera non-violenta alla lotta in corso.
Su questo pi.ano ricordiamo l’opera dei
medici prof. Enrico Greppi e Luigi Rochat, che durante il '44 organizzarono efficaci gruppi per il soccorso dei feriti. Ma
non possiamo nemmeno dimenticare coinè Palazzo Salviati, in via Serragli, era
diventato un alveare: si potevano incon
trare profughi e sfollati, ebrei prigionieri in fuga, tutto un mondo che nell’agosto '44 finì, lasciando però il ricordo di
un past. Emilio Corsani modesto quanto
coraggioso.
Anche in Toscana vi furono evangelici
che si sentirono costretti ad accettare il
confronto col nazifascismo sul piano della lotta violenta. Ci furono dei caduti, come quel Valdo Marchi di Fornaci di Barga al quale recentemente è stata intitolata una scuola: ci furono dei martiri come Jacopo Lombardini, un metodista del
Carrarino che, catturato con una formazione partigiana nelle Valli Valdesi, concluse la sua esistenza a Mauthausen. In Firenze diversi giovani, uomini e donne, assunsero compiti rischiosi, e qui ricordianrio Elena Fanfani, la figlia di Mario, l’indimenticabife tipografo de TAvanti!' clandestino. Essa partecipava alla lotta organizzata dal Partito d’Azione, come diversi altri protestanti, benché si debba
osservare che se Torigine di molti era da
famiglie socialiste o repubblicano-democratiche, le scelte partitiche furono un
fatto di dopo la Liberazione, e andarono
su tutto l’arco dei partiti democratici, a
esclusione della D.C., naturalmente.
ESSERE MINORANZA
E qui va detto che per i protestanti non
si poneva il problema di un loro partito,
ispirato da una ideologia ’cristiana’. Per
essi vi erano alcuni dati di fondo per i
quali valeva la pena di rischiare anche la vita: — una libertà di coscienza che si
poteva riacquistare solo distruggendo il
regime fascista e tenendo a bada il clerico-fascismo; — una difesa a oltranza
del diritto alla vita di tutte le creature,
e il rifiuto quindi del razzismo, della persecuzione ideologica, della tortura; — la
appassionata speranza di poter vivere in
uno Stato che, ricostruito sulle rovine
della dittatura, fosse egualmente giusto
verso tutti, rispettoso di ogni opinione,
deciso a costruire una società più umana,
senza privilegiati e senza esclusi. Erano,
se volete, idee ancora vaghe, intuizioni e
speranze diffuse nelle comunità evangeliche come nelle masse popolari. Ma sono queste le attese che provocarono le
scelte di quei giorni, diedero autorità al
C.L.N.T. installato l’il agosto ’44 a Firenze, e alimentarono l’impegno civile per
una Costituente che desse nuove leggi per
il popolo italiano.
L’oppressione clerico-fascista, la Resistenza e la Liberazione hanno cambiato
il protestantesimo italiano. La nostra
realtà di minoranza cristiana era prima
apprezzata solo su un piano religioso: dal
biblicismo, si acquetava poi nell’intima
persuasione che il piccolo gregge amato
da Cristo aveva, nel suo confronto con
la chiesa costantiniana, una missione e
un conforto. Le esperienze di, quegli anni
ci hanno maturati anche su piani diversi: abbiamo capito fino in fondo quanto
èravamo coinvolti e compartecipi alla vita della società civilè, corresponsabili; ed
abbiamo inteso meglio il significato religioso e civile dell’essere minoranza nel
nostro paese, dove le tentazioni all’unanimismo e la piega psicologica al conformismo imperversano da secoli. In sostanza, la nostra come ogni altra società
civile, dà la sua misura umana nel modo
col quale le minoranze — non solo religiose — recepiscono i motivi di libertà,
di giustizia, che danno sostanza alla Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza e dalla lotta di Liberazione.
L. Santini
dalla prima
ma di dubbio e avida di speranza...
— Ritorno alla vita! Per quali vie?
Decisamente l'unica speranza per il nostro mondo è da ricercarsi nel fatto che
la Chiesa adempia alla sua missione profetica e predichi la Parola di Dio come
le è stato comandato. Questa predicazione, ignorata e sprezzata, messa nell’ombra dai grandi avvenimenti della storia,
è in realtà l’elemento determinante della
storia e la sua salvezza.
Risurrezione
E la Parola dell’Eterno è stata già ascoltata da alcuni e, proprio in questi anni
di morte e di fine, abbiamo assistito a
un fenomeno sorprendente di vita e di
principio. Mentre i popoli si dividevano
spaventosamente con divisioni in apparenza incolmabili ed erano occupati a
sterminarsi reciprocamente, la Chiesa, la
Chiesa Ecumenica presente in tutti i popoli ha saputo — a differenza di quello
che era avvenuto in epoche precedenti —
trovare e mantenere integra la propria
comunione al disopra di tutte le frontiere
e di tutte le divisioni e contro tutte le
imposizioni. Veramente in questa aria di
morte, noi abbiamo sentito in questi anni il rumore di ossa che si saldavano le
une alle altre.
Una cosa però dobbiamo aggiungere,
fondamentale. L’accostarsi delle ossa le
une alle altre non è sinonimo di vita e
unità, non sempre è comunione. Tutte le
opere dell’uomo rimangono vane e senza
vita se non interviene lo spirito creatore
di Dio: anche la predicazione, soprattutto
la predicazione. Perciò predicazione, sì,
ma insieme preghiera. Può darsi che l’opera più urgente e più necessaria per il nostro mondo in crisi sia oggi precisamente la preghiera.
(Da una meditazione di Vittorio Subilla su « La Luce » del 30 gennaio 1946).
UN PROBLEMA APERTO PER LE CHIESE EVANGELICHE
e
Il fascismo
perché e come
tuttora vìvo
combatterlo ?
Intendo ringraziare il pastore Gino
Conte per il suo articolo di prima pagina
del n. 14: « Richiamarsi alla Resistenza è
facile, ma non tutti ne hanno diritto ».
È un articolo vissuto, spiritualmente e
moralmente solido, capace di autocritica
e di confessione di peccato non facili.
Che il fascismo passi anche dentro di
noi, anche nei partiti della sinistra, anche nella nostra chiesa, anche nei nostri
rapporti personali, e che la resistenza cominci a monte della questione politica,
in una situazione in cui si sia ancora capaci di vedere dov’è l’idolatria, sono cose
che è giusto ricordarci, e che chiamano a
conversione.
Proprio in questa prospettiva di comprensione e di partecipazione, ho personalrnente alcuni dubbi che vanno tuttavia in direzione diversa da quelli espressi, allo stesso titolo personale, dal pastore Gino Conte, Si tratta della iniziativa
per il MSI fuorilegge.
Certamente non è sufficiente una iniziativa giuridica per vincere il fascismo;
certamente è necessario combattere tutta
una battaglia etica, sociale, culturale —
e diciamo anche evangelica — per sciogliere nodi di tale peso.
Ma credo anche che non si tratti qui
di colpire le « opinioni » dei fascisti con
una legge, ma le nurnerose « infrazioni »
da essi compiute al diritto. La prima infrazione, a mio avviso, sta proprio nella
ricostituzione di un partito che è fascista. Non basta a legittimare questa ricostituzione il fatto che vi siano in Italia
tre milioni di fascisti, e certamente molte
persone in più che hanno la mentalità o
residui di mentalità fascista.
Sarebbe come autorizzare un partito
per i responsabili di delitti considerati
comuni dalla mentalità e dalla opinione
corrente: non mi sentirei di appoggiare
una iniziativa di questo genere.
Per soprammercato credo che sia ancora più scandaloso ammettere tale partito oggi, che è passato il principio (su
cui ho personalmente alcuni dubbi) del
finanziamento pubblico dei partiti. Mi po
ne problemi finanziare in questo modo
i partiti di sinistra, mi pone anche una
questione di fede finanziare in questo
modo un partito che si dice democratico
e cristiano, ma mi pare immorale finanziare un partito che è matrice (certo con
la complicità di molte altre forze!) degli
episodi di violenza squadristica delTuItimo decennio.
Da un punto di vista politico, inoltre,
credo che lo scioglimento del MSI servirebbe a fare chiarezza nel quadro della
destra italiana.
Molte frange liberali, che sono eredi di
un liberalismo storico assai più serio del
partito che si richiama esplicitamente a
questo nome, ritroverebbero il loro spirito laico e il loro collegamento europeo
con altri partiti liberali di ben altro vigore morale e politico.
Nella Democrazia Cristiana, si dovrebbe giungere ad un chiarimento storico di
estrema importanza: un partito che si
richiama a tradizioni popolari ed antifasciste dovrebbe prendere con maggiore
chiarezza le sue decisioni.
Democristiani che sono stati partigiani
e non hanno del tutto dimenticato la loro lotta potrebbero finalmente sciogliere
la loro responsabilità da un partito di
regime compromesso in pesanti eredità
di stampo fascista.
E una destra diversa potrebbe piain
piano nascere anche in Italia, con maggiori consapevolezze e con meno trasformismi, separando conservazione e reazione e rnoderazione — tutti schemi che non
sono i miei ma che hanno valori diversi
— che non è lecito confondere come attualmente avviene.
Temo infine che una mancanza di chiarezza su questi punti sia nociva anche alla Chiesa. Traggo lo spunto dalla lettera
del fratello P. Geymonat al direttore. «Gli
aderenti al MSI saranno messi fuori della
Chiesa? ».
Il problema è grosso, non è dubbio; visitando un gruppo giovanile, vi ho trovato i giovani spaccati, su posizioni missine
e su posizioni extraparlamentari di sinistra: che fare?
Non sono per le soluzioni facili, di
espulsioni a tutti i costi o di compromessi a tutti i costi. La Chiesa non deve essere la Chiesa dei borghesi (come oggi
è) o la Chiesa dei marxisti, ma la Chiesa
di Cristo.
Ma qui torniamo alla questione di fondo delle corresponsabilità con il fascismo anche degli ambienti più impensati,
anche nostre, e della necessaria conversione.
Che ancora vi siano degli evangelici
missini è un fatto: ma la Chiesa non ha
nulla da rimproverarsi per questo? Non
parlo tanto delle persone più anziane,
vissute con una educazione ed una mentalità e-he-- aon può trasformarsi in poco
tempo e senza sforzo, ma a che sono serviti anni di predicazione liberale, barthiana e neo riformata se nelle nostre Chiese
crescono giovani fascisti? Non c’è forse
una nostra responsabilità precisa, per non
avere saputo collegare la nostra teologia
ad una analisi più attenta della situazione
storica? Nell’aver ragionato su schemi
formali di obiettività e di distanza critica
da ogni ideologia, anziché saper vivere
la nostra fede ponendo delle indicazioni
concrete anche di priorità, sia pure relative e penultime, nel campo delle scelte
politiche?
Personalmente non auspico una Chiesa
di soli marxistsi, né una Chiesa di classe: ma per realizzare una Chiesa non
classista (neppure nel modo sottile in cui
oggi la Chiesa è classista in senso borghese), è necessario, nella tolleranza, fare chiarezza.
Si sono criticati, negli ultimi anni, spesso violentemente, fratelli di posizioni e
formazione pietiste e liberali e lo si è
fatto per la loro teologia; assai meno in
diritto di richiamarsi allo spirito della
Chiesa mi pare essere un fascista, anche
se finora non lo si è mai contestato per
le sue posizioni politiche.
S. Klbet
5
NOTE DI VIAGGIO
La Sicilia: il continente remoto
Da Ferrerò a Taormina seguendo il flusso degli emigranti
Un’isola fiorita che affascina e turba
Arriviamo sopra Villa S. Giovanni, ed
improvvisamente, all’uscita da uno dei
tanti tunnel, si profila davanti a noi la
costa della Sicilia e in mezzo lo Stretto
di Messina, grandioso, solcato da navi
che ci appaiono cose minuscole. Restiamo per un momento affascinati dallo
spettacolo. La Sicilia è là, enigmatica,
con la catena dei suoi monti.
Sul traghetto una folla di gente, emigrati, lavoratori, famiglie intere, tutto il
povero mondo del meridione, nel quale
spiccano, come un pugno nell’occhio i
turisti, con la loro aria frivola e sciocca.
A quale dei due gruppi di umanità apparteniamo noi? Speriamo di non avere
troppo l’aria dei turisti.
Sbarchiamo a Mesèina, che non riusciamo neanche a vedere, e imbocchiamo
l’autostrada per Catania, facendo però
una brevissima sosta per ammirare Taormina, che è proprio un gioiello, punto di
convergenza di tutto il turistame nordico.
Gli unici inconfondibili siciliani che vediamo abitano in una baracca.
Eccoci a Catania, città grande, dall’apparenza pulita, ma ci fanno ' rabbrividire
le scritte murali inneggianti al fascismo,
a ordine nuovo ecc. Tragica canzone che
ritroveremo a più riprese, ovunque un
pezzo di muro si presti' ad essere impiastricciato.
tante. Visitiamo l’asilo, la scuola elementare e quella per meccanici. Ovunque si
ha l’impressione, anzi si vede che viene
svolto un ottimo lavoro. I bambini, i ragazzi mostrano dei visi attenti, interessati. Sarà solo per farsi vedere da degli
estranei? Non pare; ci sono apparsi molto meno schizofrenici dei nostri ragazzi.
Visitiamo gli uffici di Via I Maggio, l’ambulatorio. Presto sarà istituito anche un
servizio di ginecologia. Andiamo all’atelier di ricamo in Via Paraci; attraversa
un momento di crisi, dovuto a una contrazione del mercato. Rimaniamo ammirati dall’abilità e dal gusto delle donne
che ricamano. Visitiamo il Centro agricolo e più tardi la « Meccanica Riesi » per
la produzione di frese. Ovunque si ha
l’impressione di una grande attività; e
noi, che curiosiamo con l’aria ebete dei
turisti, ci sentiamo un po’ a disagio lì a
far niente.
I CONTADINI
A. sera, tornando a casa, incontriamo
la lunga fila dei contadini che tornano
dal lavoro nei campi, distanti anche un
(segue al prossimo numero)
FIDERAZIONI APULO - LUCANA
RIESI
Lasciata la costa penetriamo verso l’interno. I fertili aranceti lasciano il posto
a pascoli o a campi di grano. E si immaginano queste distese in estate, bruciate
dal sole e dalla siccità. Puntiamo verso
FJnna. Solo a sera la vedremo di lontano,
illuminata, sopra il suo monte, e ripensiamo alle parole di Gesù ; « Una città
posta sopra un monte nOn può rimanere
nascosta ». .
'Pardi arriviamo al Servizio cristiano,
dopo aver più volte domandato la strada
a gente che sembra non capire. Solo alla
fine uno, più pietoso di altri, ci fornisce
delle indicazioni, ma ci parla in uno strano linguaggio, che è un miscuglio di francese e di inglese; ci ha scambiati per
stranieri, ed ha continuato à parlarci in
altre lingue anche quando” gli abbiamo
dichiarato di essere italiani. Arriviamo al
Centro. Ci viene incontro un gruppetto
di persone, alle quali chiediamo dove sia
la casa dei residenti. Anche loro ci rispondono in inglese! Sapremo poi che
erano dei riesini che avevano appena terminato la loro lezione d’inglese con Irene. Li aveva ben caricati! Meno male,
perché altrimenti nasceva in noi un complesso. Poi finalmente, rincontro con
Vinay e gli altri del gruppo; dei volti
amici, dei fratelli.
Cerignola
IL SERVIZIO CRISTIANO
La nostra prima giornata riesina scorre rapidamente: le cose da vedere sono
Domenica 13 c. m. ha avuto luogo a
Cerignola un Convegno, organizzato dalla Federazione regionale di Puglia e Lucania, su : « Predicazione ed Evangelizzazione oggi ». Circa 150 i partecipanti provenienti dalle comunità di Àltamura, Bari, Barletta; Gravina e Mottola ( battiate ), Rapolla e Venosa (metodiste), Bari,
Corato, Foggia, Orsara, Taranto e, ovviamente, Cerignola (valdesi).
Le comunità hanno avvertito l’importanza fondamentale di una predicazione
evangelica nel nostro tempo, e l’interesse
e le reazionivChe i documenti preparatori
hanno suscitato in sede locale sono stati
sottolineati sia dalla numerosa partecipazione al convegno sia dal dibattito, a volte anche troppo vivace (ma ben disciplinato dalla energica presidenza di Mimmo Campanelli), a cui ha dato luogo.
Dopo il culto presieduto da Pinuccio
Giglio e Mimmo Campanelli, che ha predicato sul testo di II Tim. 2: 8-13, in
particolare sull’affermazione apostolica :
la Parola di Dio non è incatenata, Giovanni Arcidiacono ha introdotto il problema ponendo stimolanti interrogativi
tendenti a porre in questione gli schemi
tradizionali di stampo ottocentesco, in
cui continuiamo ancora a calare la nostra
riflessione e la nostra azione.
Corato
1) Il problema degli anziani (Introduzione di Elena Girolami);
I lavori avranno inizio alle ore 9.30 e
si concluderanno alle ore 17.30.
Pranzo al sacco.
Ginosa Marina
CHIVASSO
Ricordo di Enrico Rons
l
È scomparso, a Torino, il geom. Enrico
Pons. Desideriamo ricordare con gratitudine quel che ha significato per la nostra chiesa a -Ghivasso.
Il 15 gennaio 1949 l’opera di evangelizzazione vi era iniziata con una pubblica
conferenza del past. T. Balma. Il 19 marzo, in casa Pons, si tiene una riunione
cui partecipano un gruppo di valdesi chivassesi e alcuni torinesi; la presiede Giusto Costa, presidente dell’associazione
« G. Varaglia », la cui attività culturale significò molto nella Torino del dopoguerra, e dalle cui fila vennero parecchi predicatori laici che resero. possibile il sorgere e la cura della diaspora centro-piemontese, da Asti a Terrazza. In quell’occasione si Costituisce il gruppo evangelico di Chivasso; i pastori E. Eynard e
T. Balma affiancano i predicatori laici.
Le riunioni si tengono in casa Pons, ma
sorge presto l’esigenza e il desiderio di
un luogo di culto pubblico.
Il 26 maggio già si svolge la posa della prima pietra della cappella; il culto,
cui partecipa la Corale torinese, è presieduto dal vice-moderatore E. Eynard ed
è seguito da una conferenza di T. Balma
nel teatro civico. Un anno dopo, la cappella elegante e luminosa è pronta; dono, in forte misura, della famiglia Pons;
il geom. Pons ne ha tracciato anche il
progetto, con amore. Il 18 maggio 1950
viene inaugurata con un culto presieduto
dal vice-moderatore A. Deodato; parteci
pano alcuni riformati vaudesi, perché la
chiesa riformata di Vevey si è costituita
madrina di quella valdese di Chivasso. Il
past. C. Lupo tiene,,.un’avvincent6. conferenza.
Da allora, in questi 25 anni, il gruppo
di Chivasso, strettamente legato a quello vicino di Torrazza, è passato per alterne vicende. Emigrazione, decessi, distacchi hanno quasi totalmente annullato il gruppo originario. Per un certo periodo si sarebbe potuto temere che si
spegnesse, i culti raccoglievano pochissime persone; ma grazie alla perseveranza
di queste, e dei predicatori — in specie
il past. E. Ayassot —, la cappella e la comunità sono rimaste ’aperte’, in attesa
di tempi migliori. E questi son venuti:
in parte in seguito al rilancio industriale
(specie l’ampliamento della Lancia) che
ha convogliato evangelici di varia origine, e in parte in seguito alla passione
evangelistica di questi, culti e riunioni
registrano ora una partecipazione rallegrante. La chiesa è sostanzialmente interdenominazionale, ma sorelle e fratelli si
riconoscono -volentieri e con gratitudine
neH’ambito della Chiesa 'Valdese.
Lo abbiam potuto ricordare, questo, al
nostro fratello Pons, pochi giorni prima
che spirasse. Lo ricordiamo con riconoscenza, con fraterna simpatia per la compagna e la figlia nel dolore.
Ennio Del Priore
Catanzaro
ITALIA EVANGELICA
Gruppi Biblici
Universitari
paio di ore di cammino. Tornano a cavallo del proprio mulo, col cane che trotterella proprio sotto la pancia della cavalcatura. Uomini silenziosi; di un silenzio fatto di fatica. Cavalcano eretti, con
un’aria di nobiltà che incute timore e rispetto; chi avvoltolato in una specie di
mantella a guisa di arabo, chi intabarrato in ampie sciarpe di grezza lana nera.
Tornano a casa, dove li aspetta il pranzo: una generosa porzione di pasta con
spessa salsa di pomodoro, e basta.
I BAMBINI
Giriamo per la città; ovunque frotte
di bambini. Solo i più fortunati riescono
a frequentare gli asili. Gli altri giocano
per le strade polverose. Ci viene incontro una strana processione di bimbi che
portano su una sedia gestatoria improvvisata il più piccino di loro, tenuto su in
un equilibrio assai precario. Ridendo felici ci vengono incontro ; li fotografiamo,
si dileguano tutti eccitati in un vicoletto.
N. L. Deodato
Questi interrogativi e le tesine su « La
predicazione oggi » son stati discussi in
tre gruppi di lavoro, che hanno poi riferito in assemblea generale le proprie conclusioni fornendo utili indicazioni per le
chiese. Un O.d.G., al termine dei lavori,
Giovedì 1 maggio avrà luogo a Corato,
nei locali della chiesa valdese. Corso Mazzini 27, un Convegno femminile interdenominazionale delle chiese battiste, metodiste e valdesi di Puglia e Lucania. Saranno discussi i seguenti temi:
2) Il problema dell’aborto (Introduzione
di Vera Velluto);
3) Proposta di Federazione femminile
nazionale.
Si ricorda a tutti che Giovedì 8 maggio, nella pineta di Ginosa Marina (tra
Taranto e Metaponto) avrà luogo la Gita
dell’Ascensione delle comunità facenti
parte della Federazione delle Chiese evangeliche di Puglia e Lucania. Le chiese
sono invitate ad organizzarsi per tempo,
possibilmente con pullman, in modo che
la partecipazione a questo importante incontro annuale sia la più numerosa possibile (coloro che arrivano in treno, trovano la pineta a circa duecento metri sulla destra della stazione di Ginosa). Nel
corso' di questa giornata di comunione
fraterna, sarà dibattuto rargomento dell’assistenza agli anziani delle nostre regioni, introdotto dal Servizio di azione
sociale della Federazione regionale.
g. c.
La nostra comunità è stata recentemente colpita dalla scomparsa di due affezionate ed impegnate sorelle in fede.
Teresa Pullano, deceduta all’ospedale regionale nel dicembre scorso, e Maria
Scicchitano ved. Magro, deceduta la mattina di Pasqua. All’annunzio della risurrezione predicato in quelle due occasioni, ed al cordoglio espresso, la comunità
si associa con simpatia cristiana per i familiari.
Il 25 marzo la famiglia del nostp pastore è stata allietata dalla nascita di
Salvatore ; la comunità catanzarese si
rallegra formulando i voti più fraterni.
La settimana di Pasqua è stata vissuta
dai fratelli con partecipazione profonda,
sia nel corso del culto del Venerdì, santo
che di domenica, nello spirito gioioso
della risurrezione.
I Gruppi Biblici Universitari fanno parte di un movimento internazionale di studenti i quali, avendo trovato in (tristo il
loro Signore e Salvatore e nella Bibbia la
loro regola di fede e di condotta, desiderano approfondire insieme la loro vita
spirituale ed annunziare ai loro compagni di studio il messaggio deH’evangelo. I
G.B.U. non si appoggiano a nessuna chiesa evangelica in particolare; fanno parte
dei gruppi gli studenti credenti che sono
in comunione con la base di fede del movimento.
Già nel XVIII secolo alcune personalità
del mondo universitario di Inghilterra
avevano sentito l’urgenza di una proclamazione dell’evangelo nel mondo studentesco: nel 1877 si ebbe il primo Gruppo
ufficiale; dopo la prima guerra mondiale
il movimento cominciò ad espandersi fino a raggiungere, dopo la secondo guerra mondiale, quasi tutti i paesi del mondo in cui esiste una università.
In Italia la vita dei Gruppi, iniziata a
Genova nel 1947, è poi proseguita con sorti alterne; in diverse città sono sorti piccoli gruppi, chi con una vita di breve durata, chi con un’attività ininterrotta fino
ad oggi; questi piccoli gruppi coptinuano
a sorgere, sparire; risorgere, ora qua ora
là, come un fuoco che serpeggia e prende
vita dove trova le condizioni fa-yorevoli.
È nostra opinione che ciò dipenda dal tipo dj testimonianza che. i G.B.U. prediligono ed hanno adottato; da individuo a
individuo, o in piccoli gruppi di studio in
cui sia facile esaminare insieme un testo
biblico o discutere insieme le proprie posizioni e le proprie reazioni alle richieste
e sfide del messaggio evangelico, o in
« campi » e « convegni » poco numerosi
in cui sia possibile conoscersi rneglio reciprocamente. Non mancano péro, nell’attività dei Gruppi, conferenze su temi di
particolare interesse.
Attualmente vi sono attività di gruppi
G.B.U. a Roma, Firenze, Bologna, Modena
e Genova. A Roma esiste un « centro » la.
Sala di lettura (via Borelli, 7), che offre
agli studenti in genere un luogo tranquillo ove studiare, a quelli interessati un
luogo di incontro per gli studi biblici, per
conferenze, ecc., a tutti una biblioteca di
volumi attinenti alla fede cristiana (patristica, apologetica, commentari, storia,
ecc.).
Dal 1954 in poi vi è stata una ininterrotta attività estiva in forma di « campi
di studio biblico, conferenze, discussioni ». Ospitati nei primi anni da centri dei
G.B.U. svizzeri o da altre sedi adatte allo
scopo in Italia, dal 1967 in poi tali campi
hanno potuto trovare una sede in un centro loro proprio, aperto dai G.U.B. nei
pressi di Castigione della Pescaia (Grosseto): La Salsicaia. Per la creazione, la manutenzione e lo sviluppo di questo centro
si sono avuti e si hanno tuttora, oltre ai
campi di « lavoro e studio biblico », ai
quali prendono attivissiva parte anche
studenti dei G.B.U. di altre nazioni, in
special modo dell’Inghilterra e della Svizzera, Da qualche anno si tengono pure
alla Salsicaia, oltre ai campi estivi, convegni più ristretti in altre epoche dell’anno. La caratteristica degli incontri dei
G.B.U. (sia durante l’anno accademico nelle varie città, sia nei diversi convegni e
campi) è che oltre alla presenza degli
studenti credenti, vi è sempre quella viva
e costante di studenti provenienti da ambienti non evangelici, le cui posizioni
(una religiosità formarle, o l’agnosticismo,
o un ateismo più o meno dichiarato) sono
da essi stessi sottoposti a revisione, per
cui vogliono conoscere, o conoscere meglio il messaggio dell’evangelo.
I (l.B.U. in Italia hanno avuto fin quasi
dall’inizio un’attività editoriale, prima
con la pubblicazione della rivista « Certezze » (dal 1952 al 1970; ripresa nel 1975
in forma economica — offset — in via di
esperimento), poi con la pubblicazione di
libri (Edizioni G.B.U., Roma; finora una
ventina di titoli).
Da svariati anni l'Italia ospita in Toscana (a Poggio Ubertini) un convegno dei
G.B.U. svizzeri, che ha luogo durante le
vacanze di Pasqua.
In Europa, oltre ai vari centri esistenti
nelle diverse nazioni per le proprie attività, esiste un Centro Internazionale in
Austria (Castello di Mittersill), dove durante gran parte dell’anno si svolge un
programma di incontri per l’evangelizzazione, lo studio biblico, la formazione,
l’informazione, e dove si tengono anche
le Conferenze Internazionali.
Per le attività editoriali negli altri paesi,
vogliamo sottolineare l’importanza delle
Case Editrici dei G.B.U. d’Inghilterra (in
due rami: Tyndale press e Inter-Varsity
Press e Inter-'Varsity Press, Londra) e degli Stati Uniti (Intersity Press, Chicago).
6
6
INTERVISTA Al SINDACI DELLE VALLI - 5
PERRERO: cambierà l'amministrazione
ma gli interventi si decidono altrove
Il Sindaco Genre non si ripresenterà alle prossime elezioni comunali
sponsabilita della nuova amministrazione?
A chi la re
— In valle corre insistente la voce
che non intende ripresentarsi alle prossime elezioni amministrative... è vero?
Non ho difficoltà a confermare queste VOCI. Penso che sia saggio, dopo oltre
10 anni di amministrazione pubblica, lasciare ad altri il compito di reggere le
sorti del comune. Sono profondamente
convinto che un ricambio, oltre ad essere
democratico, sia salutare per dare nuova
dinamica alia vita amministrativa che,
altrimenti rischia di languire.
Per parte mia non mi sento più di dedicare al comune il tempo e l’impegno
che vi ho dedicato in passato. Con l’entrata in vigore dei decreti delegati la
scuola mi impegna molto di più, forse saraiino drasticamente ridotte le vacanze
estive e scomparirà la vacanza del giovedì, non so proprio dove prenderei il
tempo per le riunioni, sempre più numerose, e per recarmi a Torino dove bisogna in continuazione seguire le pratiche
arenate nei meandri della burocrazia.
Inoltre amministrare diventa sempre più
difficile e richiede, secondo me, una preparazione specifica. lEd infine mi pare che
rimanga ben poco da amministrare, anche se la gente sembra non rendersene
conto.
— Quali sono le difficoltà che incontra il sindaco di un piccolo comune
montano?
— In questo momento credo che la difficoltà maggiore, che freba ogni iniziativa, sia rappresentata dalla situazione finanziaria in cui si dibattono gli enti locali. Si consideri che nel 1961 su un bilancio, di 40 milioni, circa 12 erano destinati a spese obbligatorie (stipendi agli
impiegati, medico, veterinario, levatrice;
spese per l’istruzione, ecc.). Ora su 85
milioni di bilancio preventivo, ben 60 sono assorbiti dalle spese obbligatorie. Rimane, quidi ben poco margine per delle
iniziative nuove in quanto, con la cifra
rimanente, si deve provvedere allo sgombero della neve, alla manutenzione delle
strade, degli acquedotti, dei cimiteri, e a
tutte le altre spese.
— Ma la Regione non ha emanato leggi che prevedono dei finanziamenti?
— Le leggi regionali tengono ben poco
conto di quella che è la situazione reale
dei nostri comuni montani con poca popolazione e molte esigenze. Faccio qualche esempio. Ultimamente sono stati promessi ai comuni dei finanziamenti, anche
consistenti, tramite mutuo agevolato. Il
comune deve pagare il 4,5% per 35 anni.
Il mio comune ha avuto la promessa di
un mutuo di 120 milioni per cui dovrà
sborsare 5.400.000 annui (ossia 189 milioni) e la Regione ne pagherà altrettanti!
In altri casi si richiede al comune di partecipare alle spese con un 20%. Con i costi attuali si giimge presto a cifre che superano lo stesso bilancio comunale. Per
una prima sistemazione della frana che
minaccia l’abitato del capoluogo si è prevista una spesa di 100 milioni di cui il comune dovrebbe addossarsi il 50%; un assurdo! Cosi non si farà niente per impedire il peggio...
— E i rapporti con la Provincia?
— Un tempo erano buoni e la Provincia
ci ha molto aiutati, ma ora anche questo
Ente è stato reso inoperante dalla mancanza di fondi. Ne consegue che la Provincia non paga quello che deve ai comuni, mentre pretende di essere pagata
in anticipo quando si tratta di fare dei
lavori in società. È il caso della strada di
Faetto per cui abbiamo versato la nostra quota parte (6 milioni) da un anno,
per quel che riguarda il primo tronco,
mentre non troviamo i soldi per il secondo tronco, così non si dà corso ai lavori.
Lo Stato, che per i primi tre mesi dovrebbe aver versato nelle casse del comune 9
milioni, ne ha versato 1,5, per cui mi
chiedo come faremo a pagare gli stipendi agli impiegati.
— Malgrado il suo pessimismo e la
difficile situazione finanziaria nel suo
comune si sono realizzate diverse opere
pubbliche, vuole parlarcene?
— Sì, negli scorsi anni abbiamo costruito quattro nuovi edifici scolastici e ab
Perrero
biamo completamente rimodernato gli
altri due. Abbiamo costruito tre acquedotti comunali e gli abitanti delle borgate ne hanno costruiti numerosi altri
riunendosi in consorzio.
Con i fondi della Legge 614 abbiamo
completato ed asfaltato le strade di San
Martino e di Riclaretto e, grazie al prezioso aiuto della Provincia, abbiamo
asfaltato quelle di Maniglia e le vie del
capoluogo. Con il contributo della FIAT
e della Provincia abbiamo collegato numerose borgate alle strade principali, togliendole da vm isolamento ormai insostenibile. Abbiamo anche costruito due
strade turistico-forestali. Quella del Muret dovrebbe essere ancora prolungata in
funzione degli alpeggi che si pensa di co
—-------------SCHEDA
Popolazione :
Censimento 1861 n. 3323
» 1961 n. 1736
» 1971 n. 1331
al 1® genn. 1975 n. 1257
Superfìcie totale; ha. 6347.
Frazioni geografiche: cinque (capoluogo, Maniglia, San Martino,
Faetto, Riclaretto).
' Borgate: 63 di cui 15 disabitate
0 abitate solo in estate. Più di 50
Km. di strade carrozzabili comu- nali.
Popolazione residente i attiva :
Agricoltura 57 12,02%
Ind. Estrat. e manuf. 272 57,38%
Edilizia 17 3,58%
Commercio 43 9,07%
Varie 85 17,94%
474 100,00%
Scuole: materne (privata) 1:
alunni 16; elementari 6: alunni
96 (*♦); medie 1: alunni 64 (*). Totale n. 176.
* trasporto gratuito dall’anno scol.
1961/62
** insegnanti elementari: 10
struire nella zona. Anche il municipio è
stato reso più accogliente e razionale con
una notevole spesa a totale carico, del
comune. Sono stati ricostruiti tutti i ponti
sul rio Faetto ed è stato molto migliorato il servizio di sgombero della neve.
— Quali problemi dovrà affrontare e
risolvere la prossima amministrazione?
— Non tocca certamente a me indicare
le linee programmatiche degli amministratori che reggeranno le sorti del comune nel prossimo quinquennio. Mi auguro che sia una amministrazione giovane e dinamica che dia nuovo impulso alla vita di tutto il comune, magari con
iniziative del tutto nuove.
Mi preme invece dire che è con molto
rammarico che vedo sfumare la possibilità di portare a termine alcune iniziative che mi stavano molto a cuore e che
per vari motivi continuano a trascinarsi
per le lunghe o non si sono potute nemmeno affrontare. Fra queste ricordo la
strada di Faetto che da tanti anni attende di essere asfaltata, il completamento deH’acquedotto di Riclaretto, la raccolta e la distruzione dei rifiuti solidi urbani, non solo del capoluogo, ma di tutte
le frazioni.
— Cosa potrà fare il comune per ¡1 turismo e l'agricoltura?
Ritengo che il suo compito sarà più che
altro promozionale. Per quanto riguarda
il turismo, data la situazione attuale, si
tratta più che altro di ampliare in numero ed estensione i parchi attrezzati da
mettere a disposizione dei turisti di passaggio, anche per evitare i danni alle
zone coltivate. Poi bisognerà portare
avanti l’iniziativa di un parco montano,
magari nello zona del Muret. Nel campo
agricolo, oltre alla iniziativa del consorzio del Muret, si dovranno incoraggiare e
sostenere cooperative per la raccolta e
la vendita di prodotti locali: latte, patate,
rniele, ecc. le quali potrebbero anche funzionare come cooperative di acquisto di
rnolti prodotti: mangimi, concimi, sementi, latte in polvere per uso zootecnico.
COMUNITÀ’ MONTANA
Val Chisone-Germanasca
Venerdì 18 aprile, si è riunito per l’ultima volta il Consiglio della Comunità
e ha discusso rapidamente i diciotto argomenti all’ordine del giorno.
È stato ripartito il contributo regionale per il trasporto allievi tra i Comuni
che hanno istituito questo servizio, nella
misura del 50% sulla spesa dichiarata. Il
contributo più elevato, di oltre tre milioni, è toccato al Consorzio scolastico di
Ferrerò, il quale può vantare, insieme
con Villar Perosa, il dubbio privilegio del
trasporto più costoso. In totale sono stati circa 16 milioni e mezzo.
È stata anche approvata la convenzione con l’Ospedale di Pomaretto per i
servizi di medicina preventiva e di medicina geriatrica ambulatoriale: il primo
comprende indagini sui familari dei minatori, per la prevenzione di malattie polmonari; per il servizio agli anziani, sono
previste visite ambulatoriali in ospedale
e anche fuori, con una spesa di 6 milioni
annui. Ai centri sociali per gli anziani,
organizzati a Porte e Fenestrelle, è stato
assegnato un contributo di un milione
ciascuno per l’acquisto di materiale di arredamento.
Un altro contributo per opere di bonifica montana va a Frali e a Pragelato :
30 milioni al primo Comune e 16 al secondo, per arginature di torrenti.
Otto milioni sono stati destinati allo
studio preliminare del piano urbanistico
della Comunità Montana e due milioni
per aiuti agli apicultori nell’acquisto di
fogli cerei e api regine selezionate.
Con alcune altre decisioni riguardanti
l’assunzione del personale, il Consiglio
della Comunità Montana ha terminato
la sua breve attività, che riprenderà con
i nuovi rappresentanti elètti dai Consigli
comunali, dopo le elezioni di giugno.
L. Viglielmo
cronaca
Comunità Montana
Val Penice
Dopo aver atteso per oltre mezz’ora il
14“ consigliere per essere in numero legale (14 su 27) il presidente ha aperto la
seduta del Consiglio con la lettura di un
o.d.g. di condanna della violenza fascista
sui tragici fatti di Milano. Con stupore
del pubblico presente l’o.d.g. è stato subito approvato airunanimità senza la
minima discussione.
Ma neppure sui 10 punti dell’o.d.g. vi è
stata molta discussione; si è trattato, più
che altro, di delegare la Giunta a procedere nelle iniziative in corso senza che vi
siano state delle riserve degne di rilievo.
L’unico a protestare è stato il consigliere
Chiapperò di Bricherasio che si è lamentato perché i 33 milioni stanziati per opere pubbliche erano stati divisi tra Torre
Penice (sistemazione strada del Colletto), Luserna S. Giovanni (acquedotto collinare) e Bricherasio (asfaltatura strade)
mentre lui aveva sperato di ottenere una
fetta più grossa a favore del suo comune. Eppure non mancavano dei problemi
che avrebbero meritato ben altra discussione: ad esempio il trattamento economico e giuridico del personale della Comunità Montana; il problema delle scuole materne e asili nido ; la decisione di
accogliere degli obiettori di coscienza.
Il Consiglio ha deciso di provvedere
all’aumento economico del suo personale: 179.000 invece che 103.000 per la dattilografa;- 200.000 i all’addetto segretariato
sociale; 230.000 anziché 135.000 al geometra, idem per l’assistente sociale; 250.000
anziché 171.000 (-t-20.000) per la dirigente l’assistenza sociale.
La redazione del piano urbanistico di
zona è stata affidata agli architetti Giorgio Barè e Nicola, di Torino; la redazione del piano commerciale a Bigone, Bagliani e Chiabrando pure torinesi. La Signora Angela Cacogna in Lipuma è stata
assunta come 2“ logopedista; si è deciso
il soggiorno marino per un gruppo di
minori (35) a settembre, con accompagnatori volontari e spese di pensione a
carico della Comimità Montana (col concorso dei comuni interessati). Si è deciso l’istituzione dei servizi domiciliari nel
comune di Rorà.
I 65 milioni stanziati dalla C.M. per
scuole materne ed asili nido sono stati
suddivisi fra i due comuni richiedenti.
Torre e Luserna. Il progetto più costoso è quello di Luserna: oltre 38 milioni,
quello di Torre 25 e mezzo. Il comune di
Torre ha inoltre richiesto un contributo
di 1.250.(K)0 lire per l’apertura di un’altra
sede di scuola materna (il Comune di Luserna non ne ha . neppure una — anche se
la decisione della comunità valdese di
Luserna di chiudere tra breve la propria
dovrà costringere finalmente il comune
ad occuparsi anche delle scuole materne).
Senza opposizione alcuna è infine stato deciso di prendere contatto con il Ministero della Difesa per ospitare 5 obiettori di coscienza a partire dal prossimo
autunno e di offrire in loco la possibilità
del servizio civile (è stato letto dal presidente un lungo elenco sulle innumerevoli possibilità di impiego). C’è da augurarsi che vi sia da parte di ciascun
consigliere che ha approvato questo impegnativo progetto, la chiara coscienza
del significato politico che questa iniziativa comporta.
15 Comprensori
Il Consiglio Regionale sta definendo, in
un dibattito che riguarda le funzioni e le
competenze di questi nuovi organismi, la
nascita dei Comprensori. Essi saranno
15, centrati sulle città di Torino, Pinerolo, Ivrea, Asti, Alessandria, Casale Monferrato, Cuneo, Mondovì, Alba, Savigliano, Novara, Vercelli, Biella, Borgosesia,
Verbania.
I criteri seguiti nella definizione di queste zone sono quelli dell’omogeneità economico-sociale, delle densità di popolazione, di collegamento alla nuova zonizzazione derivata dalla riforma sanitaria,
dalla distrettualizzazione delle scuole ecc.
Ciascun Comprensorio sarà diretto da
un Consiglio, composto da 40-60-80 membri a seconda del numero degli abitanti,
da una Giunta e da un presidente.
Frali
Il Consiglio Comunale di Frali si è riunito il 19 aprile per liquidare le spese
residue e trattare gli ultimi argomenti di
ordinaria amministrazione.
Al termine della seduta il Sindaco Oreste Breuza ha salutato tutti i presenti
ringraziando per la loro collaborazione
e ha dichiarato la sua intenzione di non
ripresentare la propria candidatura a
Frali alle prossime elezioni.
7
i
LUSERNA SAN GIOVANNI
Dibattito
Domfenica 20 ha avuto luogo la prean-nunciata assemblea di chiesa, convocata
dal Concistoro per prendere in esame la
proposta della CIOV di trasferire l’ospedale di Torre Pellice nei locali del convitto maschile di Via Beckwith. L’assemblea, assai poco numerosa, non è stata in
grado di esprimere alcun parere ed il
Concistoro dovrà quindi convocare più
in là una successiva assemblea per dibattere più a fondo questo grosso problema.
L’intervento iniziale del dott. Varese ha
avuto il merito di presentare con ben
maggior chiarezza l’operazione ospedale
di quanto risultasse dal ciclostilato (sconosciuto per la grande maggioranza delTassemblea) inviato dalla CIOV ai pastori, Concistori e delegati alla Conferenza
distrettuale (che devono ancora essere
eletti). Si tratta di una proposta, ha detto il dott. Varese, un tema di discussione
che non è ancora nella fase di progetto;
solo in un secondo tempo si provvederà
a precisare le linee esecutive. Si è inoltre
dichiarato sicuro che, nonostante i ripetuti rinvi! arriverà anche per l’ospedale
di Torre la classificazione e che nessuno
deve quindi allarmarsi nel senso che l’ospedale non lo si chiude. In prospettiva
però è chiaro che l’attuale infermeria non
potrà svolgere un utile servizio per la
valle. Di qui la proposta CIOV che egli
ha esplicitato: sì tratterebbe di creare un
« Day Ospitai » (nessun accénno nel ciclostilato), cioè un ospedale in grado di accogliere i pazienti al rnattino e, dopo le
analisi del caso, di rilasciarli la sera. I
problemi legali ed economici non sono
stati trattati perché da affrontarsi in un
secondo tempo, secondo la proposta
CIOV.
ir dibattito che ha avuto luogo ha manifestato molte perplessità: molti interventi hanno espresso la volontà di sentire innanzitutto il parere della popolazione, delle amministrazioni locali, delle
fòrze politiche interessate all’ospedale;
altri invece pur avanzando delle precise
riserve, si sono dichiarati, sostanzialmente d’accordo con la proposta della
CIOV; altri ancora hanno messo in dubbio che spetti alla chiesa occuparsi direttamente dell’assistenza senza che si
facciano le dovute pressioni verso lo stato che deve fornire ai cittadini i servizi
assistenziali (le tasse le paghiamo tutti);
altri ancora hanno manifestato perplessità per il trasferimento in quanto ver
San Secondo
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLICE LUSERNA S. GiOV. - LUSERNETTA . RORA'
Domenica 27 aprile
Dott MARINARO
Viale De Amicìs, 22 - Luserna S. Giovanni
FARMACIE DI TURNO
Dal 27 aprile al 4 maggio
TORRE PELLICE
FARMACIA MUSTON (Dr. Manassero)
Vìa della Repubblica, 25 - Tel. 9.1.328
LUSERNA SAN GIOVANNI
FARIMACIA VASARIO (Dott. Gaietto)
Via Roma, 7 - Tel. 90.031
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice: Tel. 90.118 e 91.273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. ,91.365 - 91.300
iLiserna San Giovanni : Tel. 90.084 - 90.085
rebbe a « turbare » la quiete del Collegio.
Infine si è detto che se questo ospedale
deve essere ristrutturato nella nuova sede questa decisione va presa con la popolazione; non lo si fa soltanto « per »
la gente ma lo si deve fare « con » la gente. Si è anche richiesto che la nostra
stampa informi le comunità del problema e che si organizzino dei dibattiti aperti con la popolazione. Tutti questi pareri, sostanzialmente diversi nelle motivazioni di fondo e nell’attuazione pratica
del progetto CIOV, pur affermando la
necessità di valorizzare l’ospedale per il
servizio della valle, non hanno permesso
una presa di posizione sufficientemente
chiara (troppi interrogativi restano in
sospeso) e si ridiscuterà la cosa in una
prossima assemblea.
Luserna S. Giovanni
• I catecumeni del secondo anno hanno
terminato, sabato pomeriggio, il corso di
catechismo con un incontro con alcuni
membri del Concistoro.
Non è stato un esame vero e proprio
ma un colloquio fraterno dal quale sono
emersi alcuni importati giudizi che verranno discussi l’autunno prossimo quando si riprenderanno i corsi.
In rriodo particolare si è sentita la necessità di più frequenti contatti, durante l’anno, tra genitori e Concistoro.
• La piccola Morija Peyrot di Franco e
di Angela Long ha ricevuto il Battesimo.
Il Signore accompagni questa bimba
con la Sua grazia ed aiuti i genitori ed
i padrini ad essere fedeli alla promessa
che hanno fatto di educarla nella conoscenza dell’amore divino.
• Alcuni lutti hanno colpito ultimamente la nostra comunità con la scomparsa
delle sorelle: Chauvie Eleonora ved. Migliottì, di anni 68, dei Ricun; Perazzi Piena ved. Rostain di anni 85, dei Boer; e
del fratello Ricca Erzeglio, deceduto dopo lunghe sofferenze alTetà di anni 53.
Proveniente da Roma è stata inumata
nel nostro cimitero la spoglia mortale
della sorella Durand Canton Emilia vgd.
Albarin deceduta ali’età di anni 83.
Alle^ famiglie in lutto diciamo tutta la
nòstra simjpatia cristiana nei dolore.
Rorà
Sabato 12 aprile è nato Ezio Gardiol,
terzogenito di Sergio, anziano di Cavoretto e di Enelida Long; domenica 20 è
stata battezzata Barbara Paschetto di
Roberto e di Rosanna Revel della Paglierine a Miradolo. Ci rallegriamo con i genitori e rinnoviamo la preghiera che il Signore conduca questi bimbi sulla via della fede.
Lunedì, 21 Jenny Paschetto Rostan, la
Sorella più anziana della Chiesa di S. Secondo ha compiuto 93 anni. Un gruppo di
sorelle dell’Unione Femminile le ha
espresso l’augurio di tutta la comunità
durante un incontro avvenuto nella sala
delle attività.
Grazie a Dio il bazar della chiesa ideato ed organizzato da un gruppo di sorelle delle Fucine ha avuto un buon successo e ringraziamo tutti coloro che vi hanno collaborato.
Invitate dalla Signora del pastore Bellion e dalle sue Unioniste alcune sorelle
di Rorà hanno passato una bella domenica a Bobbio: Culto, pranzo e pomeriggio con le sorelle di Bobbio e di Villar
Pellice attorno a lunghi tavoli dolcemente imbanditi: vivi ringraziamenti dell’accoglienza e della generosa ospitalità.
Siamo riconoscenti al sig. Gagliani, Libreria Claudiana, di avere presieduto la
Riunione serale alle Fucine.
Anche Rorà ha avuto il privilegio di
gustare il dramma del Pastore M. Ayassot « La miniera » rappresentata dalla Filodrammatica di Prarostino capeggiata
dallo studente Forneron e di godere della bella musica dei trombettieri diretti da
R. Ribet: riconoscenti ringraziamo.
Perrero
Àngrogna
Dòmèriìca’20 ha avuto’luogo prèsso la
scuola elenjentare del Chiot-dl’Aiga il
primo incontro organizzato dalTamministrazione comunale, su riqhiestà di molti
cittadini, per discùtere il lavoro svolto in
questi ultimi 5 anni e come impostare le
linee di lavoro della futura amministrazione, Il Sindaco Sig. S. Bertin ha presentato una relazione ciclostilata sull’attività dell’amministrazione in questi ultimi 5 anni. Ne è sorta una vivace discussione in seguito alla quale sono emersi
dei punti di convergenza per il programma e le persone da appoggiare alle prossime elezioni. Nel comune corrono voci
che intanto il parroco Don Ricca ha già
preparato la lista che intende appoggiare
alle prossime elezioni; ma più che questo vi sono preoccupazioni riguardo a
persone che vivono fuori da Angrogna e
che pare intendano presentarsi alle prossime elezioni. Questo pare aver svegliato
la coscienza degli angrognini che sono intenzionati a non far amministrare da
estranei i problemi del loro comune.
Il prossimo incontro per discutere
questi problemi è previsto per sabato 26
alle ore 21 al Capoluogo presso la Sala
valdese.
Pinerolo
Nel corso del culto domenicale i fratelli Ezio e Maria Vignetta hanno presentato la loro bimba Loredana impegnandosi a condurla nella conoscenza del Signore.
Martedì; 29 prossimo incontro interconfessionale con la comunità di S. Donato sul tema : « I matrimoni misti » ;
tutti sono caldamente invitati a partecipare.
Torre Pellice
Domenica 27, ore 20,45, seduta della Enrico Arnaud, sul tema « Bilancio del Centenario » ; introduce il past. G. Tourn.
Doni per I'Asilo
di Luserna S. Giovanni
(Segue Gennaio)
Isabella“' Bertalot, iil mem. del cugineTto Luciano (S. G. Chìsone) L. 5.000;. Olga PensatoBalmas, in mem. del fratello Rodolfo (S. G.
Chisone) 25.000; Laura e Francesco Martinat,
in mem. dei loro cari (S. G. Chisone) 5.000;
Villa Giovanni, in mem. di Mario Cignoni (Roma) 10.000; L. M. Girardon, in mem. suoi cari
10.000; Ugo, Jolanda e Davide Rivoiro-Pelelgrini, in mem. di David Coisson 50.000; N. N., in
mem. del Prof. Guido Malan (Perosa Argentina)
50.000; Juliette Marauda-Balmas, in mem. di
Ida Gay-Ghigo 20.000; Albarin Emilia ved.
Peyrot, in mem. del marito (T. P.) 15.000; In
mem. della Sig.ra Basso Rosa, i vicini di casa
(T. P.) 25.000; N. N. 1.000; Elena Coisson-Di
Francesco (Firenze) 50.000; Gay Evelina (Pine
rolo) 20.000; Richetta Adelina, in mem. dei Sigg
Marauda (Pinerolo) 2.000; Riconoscenti al Si
gnore nella rieorrenza loro 50° anno di matrl
monio, coniugi Luisa e Giovanni CambeUotti
(Torino) 25.000; Pellenc Riccardo, in mem. di
Adolfo Jouve (T. P.) 10.000; Maria Luisa e Rodolfo Pasqualetti, in mem. di Lina Varese 10
mila; Malano-Charbonnier Adelina, in mem. di
Carlo Caffarel 2.000; Tessa Emilia e Ersilia
(Pinerolo) 5.000; Elena Di Pillo, in mem. di Ida
Ghigo (T. P.) 5.000; In mem. dei Sigg. Marauda, un gruppo di amiche di Luisette Marauda
(Pinerolo) 90.000; Ricordando Rosina, i frequentatori del « Centro Anziani » di Torre Pellicecapoluogo e dei Bouissa 12.000; Helène e Rene
Blanc 10.000.
Doni Eco-Luce
Sabato 19 ha avuto luogo nelle scuole
del Capoluogo la celebrazione del trentennale della Liberazione con la partecipazione dei partigiani Carlo Travers e
Mosè Stella nonché deila staffetta Lauretta Micol. Inutile dire che i ragazzi delle medie e i bambini delle elementari
hanno ascoltato con vivissimo interesse
le loro testimonianze, intervenendo con
molte domande tanto che un gruppo si
è fermato per più di mezz’ora dopo la
scadenza dell’orario scolastico. Naturalmente molte domande vertevano su fatti
spiccioli, su pericoli passati, su particolari delTorganizzazione delle bande, più
che sui grandi ideali della Resistenza. Ma
anche queste cose sono importanti perché già allora si trattava di mettere in
pratica, nella durezza della lotta e nei
problemi minuti di ogni istante, i principi per i quali si è lottato contro il fascismo.
Al pomeriggio, sempre nel quadro delle celebrazioni, le scolaresche hanno assistito alla proiezione del film « Il grande
dittatore», sulla vita di Hitler, potendo
cos'i vedere sullo schermo alcuni degli
aspetti di cui si era parlato al mattino.
RINGRAZIAMENTO
I figli ed i congiunti della Compianta
Elena Rostain Perazzi
Opinioni
L’argomento del giorno, a Torre Pellice come
in tutte le Valli, è la proposta di trasferire
l’Ospedale Valdese di Torre Pellice nella sede
del Convitto. Le motivazioni addotte sono :
1) la nuova sede si troverebbe in zona spaziosa, dotata di sufficiente tranquillità per i malati;
2)consentirebbe agli abitanti di Torre Pelliee di adire con comodità ai servizi aperti;
3) l’edificio ha strutture che consentono sufficiente spazio e facili modificazioni per gli adattamenti necessari.
Premesso che nessuno nega l’utilità e la necessità di un Ospedale ben strutturato e funzionante, ci sembra che la proposta CIOV non offra quella « ottimale » soluzione utilizzando lo
stabile Convitto.
Intanto vi è un problema di fondo di cui dobbiamo tenere conto: il Convitto Valdese, nel suo
mezzo secolo di vita ha risposto ai fini per cui
venne eretto in appoggio all’attiguo GinnasioLiceo. Qui è il nocciolo della questione che investe quella che è ancora una battaglia primaria: 1’« ISTRUZIONE ». Mentre grazie al lodevole aiuto di fratelli evangelici dell’estero il
COLLEGIO è stato salvato, e con esso altri strumenti della « cultura valdese », il MUSEO VALDESE, la BIBLIOTECA, ora... si progetta una
radicale trasformazione del CONVITTO in
OSPEDALE! '
L’avvertimento espresso anni or sono alla Conferenza Distrettuale del I Distretto e in Convegni vari constatando il « rapido abbandono del
primato culturale delle Valli » deve essere responsabilmente meditato, sempre.
Esaminiamo i punti della proposta CIOV.
1) Il Convitto è posto fra due strade di intenso traffico e non in « zona tranquilla », come dice la CIOV. Inoltre i ragazzi del GinnasioLiceo sarebbero condannati al... silenzio in considerazione del fatto che dove c’è un OSPEDALE
è sempre a ZONA SILENZIO »;
2) Agli abitanti del « centro » di Torre non
è stato mai seomodo raggiungere l’Ospedale, tanto più oggigiorno che moltissimi dispongono di
un automezzo; verrebbero invece danneggiati
quanti abitano all’Inverso e nell’Alta Val Pellice;
3) Le strutture architettoniche del Convitto per esspre adattate a locali funzionanti richiederebbero enormi lavori con . una spesa di gran
lunga superiore a quella ventilata.
L’Ospedale attuale può essere invece ampliato
e migliorato ove si rendano neeessari lavori di
ammodernamento; la zona Fassiotti è realmente
tranquilla per gli ammalati e di facile accesso,
e tutto sommato si spenderebbe meno di quanto
ci vorrebbe per trasformare il Convitto in Ospedale. Oggigiorno non si va ad impiantare un
Ospedale in Città, in pieno eentro cittadino, a
contatto di gomito col Collegio, a due passi dal
Tempio Valdese, della Casa Valdese sede sinodale ed altre opere valdesi.
Se si vogliono offrire possibilità di servizio alla popolazione della Valle altre soluzioni sono
possibili, eccone alcune :
a) Realizzare appartamentini o monocamere con servizi da locare a prezzi popolari a nuclei familiari o persone sole che vivono con
pensioni INPS o modestissimi redditi;
b) Organizzare una Foresteria spaziosa, con
pieno godimento della piscina e delle attrezzature sportive; utile alle numerose comitive di
evangelici italiani e stranieri, ai membri del Sinodo e loro familiari, in considerazione del fatto che ora i Sinodi saranno più numerosi a seguito della unione valdo-metodista;
c) Offrire tutto o parte del Convitto in locazione ad un Comitato di evangelici d’oltre
Alpe. Ne scaturerebbero contatti con gruppi. Comunità, Enti evangelici stranieri che apporterebbero vigore e sostegno non solo alla Chiesa
locale ma a tutto l’evangelismo italiano;
Tobler Matilde, Monza L. 1.000; Peyronel
Alessandro, Villar Perosa 500; Guldbransen Ib,
Milano 10.000; Giardina Maria, Pachino 2.000;
Messina Giovanni, Roma 1.000; Mosca Toba
Elena, Brindisi 500; Ippoliti Orlando, Colleferro 1.000; Corsani Emilio, Sori 5.000; fam. W.
Wyss-Porchet, Domodossola 1.000.
Germanotta Domenico, Milwaukee 1.000; Corsi Iddo, Pordenone 5.000; Bounous Marisa, Luserna S. Giovanni 500; Barbaglio Mariuccia,
Bergamo 5.000; Scarinci Margherita, Forano
Sabino 500; Coucourde Arturo, Torino 1.000;
Grazie! (continúa)
d) Altra parte del Convitto (punto c) potrebbe ospitare i giovani del Convitto di Via
Angrogna e quivi trasferire il reparto di Psicogeriatria attualmente presso l’Ospedale Valdese.
C’è infine jl problema delle spese.
A voler trasferire l’Ospedale nel locale Convitto si andrebbe incontro ad un costo enorme
che le nostre Comunità dovrebbero alla fin fine
sostenere volenti o no! Vano sperare dallo Stato; la stampa quotidiana ha denunciato le persistenti insolvenze dello Stato verso gli Ospedali, e la stessa CIOV ne ha fatto esperienza. La
CIOV si attende finanziamenti, da chi?
Un’ultima nota : la situazione nazionale ed
internazionale è gravida di grosse incognite; andiamo incontro ad un domani incerto; è prudente avventurarsi in opere che richiedono grossi
impegni finanziari?
Il marinaio avveduto non cala la barca in
mare quando minaccia burrasca ed il cielo si fa
corrusco.
Domenico Abate
ringraziano vivamente tutti coloro che hanno
preso parte al loro dolore.
In particolare esprimono la loro riconoscenza
al dott. E. Gardiol, al prof. D. Varese, ài Pastori
F. Giampiccoli e A. Taccia.
Luserna S. Giovanni, 18 aprile 1975.
Ci giunge la notizia della scomparsa
della sorella in fede sig.na Rodio Letizia
(figlia del Pastore Rodio Giovanni e di
Bellion Caterina) mancata giovedì 10
aprile a Vedano Olona, alTetà di 85 anni.
8
cronache antimilitariste
a cura di luca negro
I BERSAGLI ALLA MODA
Specie di violenza Inferiore contro superiore anni di reclusione Superiore contro infe- riore anni di reclus.
Omicidio ergastolo 21
Omicidio tentato ergastolo da 7 a 14
Omicidio preterintenzionale ergastolo da 10 a 18
Lesione personale grave o gravissima ergastolo o da 7 a 15 se il superiore non è ufficiale non inferiore a 5 se il supe- riore è ufficiale; da 3 a 12 se non è ufficiale
da 3 a 7 e da 6 a 12
Violenza (percosse, lesioni, maltrattamenti)
da 5 mesi a 5 anni
2-11 pietismo
Il 22 aprile inizia in tutta Italia la raccolta di firme per la richiesta di un referendum abrogativo dei tribunali e codici
militari. L’iniziativa, che parte dal Partito Radicale e dal settimanale ABC, è analoga a quella promossa l’anno scorso dallo stesso Partito Radicale, e che comprendeva otto referendum.
L^ttuale campagna riguarda invece solo
4 obiettivi, e al referendum antimilitarista si affiancano quelli riguardanti l’abor. to, il, concordato e H codice Rocco.
Perché è necessario abolire i tribunali e i
codici militari? Anzitutto perché la stesesistenza di tribunali speciali per i militari è incostituzionale.
Se è vero che, come dice l’art. 3 della
Costituzione, tutti i cittadini sono uguali
davanti alla legge senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, non
si capisce che senso abbia l’esistenza di
« reati militari », né perché il cittadino in
divisa non possa essere perseguito esclusivamente per reati comuni dal proprio
giudice naturale.
Forse che i cittadini in divisa sono cittadini di serie B? E se proprio si vuole
considerare come particolare la condizione di militare, non è più giusto prevedere sezioni specializzate dei tribunali
ordinari, come già esistono per il diritto
del lavoro e per altre materie?
La stessa composizione dei tribunali
militari è incostituzionale; a parte il fatto
che in un certo senso è la stessa parte
lesa a fare da giudice (militari giudicano
militari: è come se, per esempio, un postino che avesse commesso un reato sul
lavoro venisse giudicato dagli stessi dirigenti delle poste; o un operaio dal proprio padrone), c’è da chiedersi come i
giudici — tutti ufficiali — possano avere
libertà di giudizio, visto che sono vincolati daH’obbedienza militare ai superiori,
che tra l’altro li possono sostituire in
qualunque momento.
La realtà dei codici militari è ancor più
pesante. Qui le illegittimità costituzionali non si contano, e l’intero ordinamento
giudiziario, promulgato nel 1941, è profondamente intriso di fascismo.
Qualche esempio: gli articoli 186 e 195
del codice penale militare di pace puniscono con pene del tutto diverse la violenza tra militari (percosse, lesioni, omicidio...), a seconda che essa sia usata dal
suppiore contro l’inferiore o viceversa.
Cosi se per esempio un soldato semplice
tenta di uccidere un tenente, viene condannato all’ergastolo; mentre evidentemente la vita di un soldato semplice vale
di meno, visto che un superiore che tenti
di ucciderlo rischia solo una pena da 7 a
14 anni. Lo specchietto qui riportato, che
abbiamo tratto dall’opuscolo « Vademecum del cittadino militare », edito da
Nuovi Tempi, illustra chiaramente la disparità di trattamento per lo stesso reato.
Erika Tomassone e Luca Negro
Nel lodevole sforzo di ridare alla testinianza evangelica un suo contenuto sociale, aggiornando quanto è stato sempre fatto anche in passato dalla parte più
viva del Protestantesimo mondiale, non
si trova spesso di meglio che tirare a palle infocate contro il cosiddetto pietismo.
Ed è evidente che, se per pietismo si intende il limitare la propria vita cristiana
al rispetto delle forme che la religione
riveste, senza arrivare a dare alla propria
testimonianza nel mondo contenuti concreti, magari restando nei limiti di un insufficiente fondamentalismo, le suddette
palle infocate sono ben dirette al giusto
bersaglio.
Anche qui però vi è un limite che viene spesso sorpassato ed andrebbe invece
sempre rispettato. In tutti i movimenti
evangelistici, che iniziando nel 200 hanno
preparato la Riforma (ed i valdesi ne sono ancora un vivissimo residuo) la componente pietista era certo fondamentale;
PORTOGALLO
Lb pBroÈB d^ordlnB dei veseovi
è: votere b destrB
■ Avevamo parlato a suo tempo, nell’intervista concessa al nostro settimanale
dal presidente delle chiese evangeliche
portoghesi, della situazione di tensione
creatasi in Portogallo in seguito alla decisione del Consiglio della rivoluzione di
sospendere insieme a due partiti deila
estrema sinistra anche la DC portoghese
(implicata nel tentativo di colpo di stato spinolista). In questo periodo preelettorale (si voterà il 25 aprile), l’episcopato portoghese è intervenuto pesantemente con un documento approvato domenica 13 a Fatima (!) in cui si danno chiare
indicazioni di voto contro le forze della
sinistra ed in cui si polemizza con le indicazioni date dalle Forze Armate. Que
sto documento dei vescovi portoghesi in
sostanza proibisce ai cattolici di votare
per i partiti che sono « incompatibili con
la dottrina cristiana -dell’uomo e della
sua vita nella società ». Il documento
conclude precisando che « ciò che è vietato ai cattolici è votare per partiti che, per
i loro principi ideologici, per i loro obiettivi e le strategie che essi auspicano sembrino incompatibili con la concezione
cristiana dell’uomo ».
Anche le parrocchie si sono mobilizzate per un rifiuto della politica delle Forze Armate e nel clima di analfabetismo
e di oppressione clericale in cui vivono
le masse portoghesi le sorprese sono possibili.
la settimana internazionale
a cura di tul lio viola
SVIZZERA
Le chiese favoreveli
al servizie civile
(SPP) In risposta ad una consultazione del Dipartimento militare federale, la
Comunità di lavoro delle chiese cristiane
svizzere si è pronunciata a favore del
servizio civile alternativo. La risposta è
basata essenzialmente su due punti: il
rispetto del rifiuto di prendere le armi
per motivi di coscienza (religioso o non)
e la convinzione che la pace si raggiunge e si difende anche lavorando per la
pace. Per quanto concerne il servizio civile la Comunità si esprime per un’organizzazione autonoma, distinta dalTorganizzazione militare.
Infine il servizio civile dovrebbe essere organizzato in qualsiasi parte del mondo in cui il suo intervento sia giudicato
efficace a condizione che siano assicurate la preparazione e una qualificazione
necessarie.
La Comunità di* lavoro delle chiese cristiane svizzere comprende la Federazione protestante delle chiese, la chiesa cattolica romana, la cattolico-cristiana, la
chiesa evangelica metodista, l’alleanza
battista, l’Esercito della salvezza, la chiesa luterana.
I DUE TRAGICI ERRORI
DELLA GRANDE AMERICA
Tir Nel n. preced. di questo settimanale
abbiamo riportato parte dell’art. di testa
de « L’Espresso » (del 6.4.’75), sulla guerra
del Vietnam. Vogliamo riportare anche
l’ultima parte di quell’articolo.
«Quello eh’è risorto alla nostra attenzione nei giorni della Pasqua 1975 è il fantasma d’una tragedia che avrebbe dovuto
concludersi il 27.1.1973 con la firma degli
accordi di Parigi. Perché non s’è conclusa? Perché la pace non c’è stata? Con infiniti “distinguo" (nel migliore dei casi) o
con faziosità spudorate (nel peggiore) la
televisione e la grande stampa italiana
hanno sempre evitato il ricorso a poche
e semplici parole; non hanno mai detto
che gli accordi di Parigi del ’73 non portarono la pace per la stessa identica ragione per cui non l’avevano portata gli
accordi di Ginevra del ’54; cioè perché il
governo USA non ha voluto che venissero applicati. Diciannove anni fa, sentendosi (a torto) minacciata nella sua sicurezza dall’eventuale passaggio dell'intero
Vietnam nell’area comunista, la grande
America ignorò gli accordi di Ginevra, si
oppose alle elezioni e varò un piano di
assistenza che avrebbe portato, nel ’65,
al suo diretto coinvolgimento militare.
Due anni fa fece la stessa cosa; prima riportò a casa le sue truppe, ma poi dette
mano libera a Van Thieu per ignorare
gli accordi di Parigi (che prevedevano la
creazione di un Consiglio di concordia e
riconciliazione nazionale con rappresentanti del Governo rivoluzionario provvisorio e la cosiddetta Terza componente)
e anzi lo copri d'armi e ci dollari per assecondare il suo programma di riconquista dei territori liberati.
La grande America commise due tragici errori. Il conto del primo è stato
pagato con 5 milioni di n:orti vietnamiti,
con 56 mila morti americani, con un paese distrutto. Il conto del secondo non è
ancora stato presentato, si sta preparando in questi giorni. Ma sarà alto, non ci
è più lecito illuderci ».
Sì certo, l’ora della resa dei conti s’avvicina. « "Avete preso da questo paese
quello che volevate. Ora ve ne andate e
lasciate a noi il conto da pagare", ha detto un giovane ufficiale di Saigon a un
collega americano il giorno in cui il gran
de aereo militare Galaxy è esploso col
suo carico di orfani vietnamiti spediti in
USA a consolare delle coppie sole o ad
alleviare un malinteso complesso di colpa americano per la guerra in Vietnam »,
(scrive Tiziano Terzani su «L’Espresso»
del 20.4).
« Il giovane ufficiale diceva: “è bello
vedervi partire con tanti bei souvenirs
del Vietnam. Vi portate a casa gli elefanti
di ceramica e gli orfani. Peccato che ab
Clini si siano rotti; ma non preoccupatevi, ce ne sono altri da prendere” ».
IL DIRITTO DEI PALESTINESI
A UNA PATRIA
« “Il profumo degli aranci in fiore è
quello della primavera. E il profumo della primavera è quello della libertà. Noi
siamo un popolo pazzo di libertà. Noi
lottiamo per la libertà da quasi 4000 anni. Concediamoci un momento di sosta,
di riflessione. La lotta per la libertà non
ha fine... Veramente non ù’è differenza
fra i problemi che dovette- risolvere Mosè
e^ quelli che travagliarono Gedeone. Non
v’è differenza fra Gedeone e Mattathia
(istigatore della guerra dei Maccabei contro l’occupazione siriaca). Né fra Mattathia e Bar-Kolcba (capo dell’ultima insurrezione ebraica contro i Romani, 132 d.C.),
né fra Bar-Kokhba e i combattenti del
ghetto di Varsavia, né fra tali combattenti e Yair (fondatore del gruppo terrorista
Stern contro gl’inglesi, nel 1939, col concorso di membri della Irgoun Zvai Leumi), né fra Yair e noi oggi. Non v’è genere di consumo più raro della libertà, né
più caro, né più fragile al mondo. Non
V e nulla di più difficile, che il tenersi
ritti in piedi...”.
Chi parla così? È questa forse la professione di fede d'un ultranazionalista
israeliano?
Grave errore! Sono le opinioni dello
scrittore ebreo Amos Kenan, che parte(nife le guerre d'Israele dal 1948
al 1973, e che oggi lotta affinché il suo
governo riconosca ai Palestinesi il diritto di avere una patria. Egli pensa, come
molti altri Israeliani:, che la libertà del *
suo popolo è in pericolo se essa viene affermata a spese della libertà d'un altro
popolo ».
(Da un articolo di Victor Gygielman, sul
« Nouve! Observateur » del 7-13.4.1975).
e così nei movimenti del Risveglio, che
verso il 18.mo secolo rilanciarono con
Wesley l’Evangelismo in seno al cristianesimo sclerotizzato dell’epoca, la componente pietistica non è certo la minore.
Ma sia nel primo caso, sia soprattutto
nel secondo, il profondo e sano pietismo
di base è stato il supporto di una testimonianza concreta nel mondo, non priva
(ben al contrario) di componenti sociali
e di influenze politiche.
Il pietismo di Pietro Valdo, quello dei
numerosi frati minori bruciati come eretici dalla Chiesa Romana, quello di Wesley e dei suoi predicatori itineranti fu
una delle componenti di un profondo rivolgimento sociale cui i movimenti evangelici parteciparono attivamente. In fondo il loro vero nemico era la collusione
tra autorità religiosa ed autorità politica
e contro tale collusione lottando essi incisero in modo non marginale nello sviluppo della storia. E fu proprio quel tanto di pietismo che essi avevano alla loro
origine e conservarono nel loro sviluppo,
a costituire la caratteristica che permise
di individuare in uno svolgimento storico
complesso ed a più voci, la loro specifica presenza cristiana.
La storia cammina e noi oggi siamo
chiamati a testimoniare in un mondo nel
quale, come già in passato, agiscono altre forze oltre alle nostre; e di fronte a
tali forze anche noi dobbiamo scegliere
ed eventualmente collaborare. Ma è essenziale che in questa nostra azione non
dimentichiamo di essere e di apparire come cristiani. « Cristiani per il socialismo » può essere una formula accettabile per chi crede nel socialismo, ma a condizione che l’accento sia posto sul « Cristiani » e che tale accentuazione si traduca in fatti concreti. Non dovrebbe essere
molto importante per noi cristiani arrivare alla « Lettura Materialista delI’Evangelo di Marco », ma sarebbe ben più importante arrivare alla lettura cristiana
dei sacri testi del socialismo.
Ed allora? allora ecco che per mantenere ed affermare quel tanto di cristiano
e di evangelico che sappiamo ancora
esprimere per apportarlo alla lotta comune un poco di corretto « pietismo » diventa non solo utile ma indispensabile. In
fondo per un cristiano sarà sempre meglio essere « pio » piuttosto che « empio » o in parole più chiare non perdere
mai il senso della trascendenza (con tutto quello che ciò significa) in favore di
una razionale ed insufficiente immanenza.
Bonhoeffer ha certamente posto alla
nostra atteriii'one molti problemi; non ha
àvuto forse il tempo di risolverli tutti,
come con una certa facilità fanno i suoi
discepoli. Ma un fatto è certo: al momento della sua morte Bonhoeffer pregava.
E la preghiera è proprio, o dovrebbe essere, la più seria componente di un pietismo rettamente inteso.
Nisò De Michelis
URUGUAY
Scuole confessionali
I rapporti fra il governo di Bordaberry
e la chiesa cattolica sono molto tesi a
causa del controllo diretto che lo stato
vuole avere sulle scuole confessionali dell’intero paese. Il vescovo ausiliare di
Montevideo Andres Rubio ha violentemente protestato contro questo disegno
governativo definito incostituzionale e
totalitario. Il governo militare filo-fascista però non ha dato molto peso a queste
accuse.
Comitato di Redazione: Bruno BelMon, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Niso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore : GIORGIO TOURN
Direttore responsabile: GINO CONTE
Amministrazione: Casa Valdese, 10066 Torre Penice - c.c.p. 2/33094 intestato a L'Eco
delle Valli - La Luce - Torre Pellice
Abbonamenti: Italia annuo L. 5.000
semestrale L. 2.500
estero annuo L. 6.000
Una copia L. lOC, arretrata L. 150
Cambio di indirizzo L. 100
Inserzioni : Prezzi per mm. di altezza, larghezza una col.: commerciali L. 100 - mortuari'L*. T50 - doni" 50 ; economici L. 100
per parola.
Reg. al Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
Loop. Tipografica Subalpina - Torre Pellice