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Torino
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTESTE, METODISTE, VALDESI
venerdì 13 OTTOBRE 1995
ANNO 3 - NUMERO 38
SAN SALVARIO, LABORATORIO NAZIONALE
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IMPARIAMO
A DISTINGUERE
EUGENIO BERNARDINI
San Salvano, Torino. Un
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' quartiere di una grande
città del Nord è divenuto in
queste settimane un caso nazionale. Salvo lodevoli eccezioni, i mezzi di informazione ne hanno fatto un esempio
di come potrebbero degradarsi le nostre città se non si
intervenisse subito per fermare rimmigrazione selvaggia
degli extracomunitari. Qualche parte politica ne ha tratto
subito ispirazione per proporre con maggior forza nuove
norme sull’espulsione e sulla
limitazione degli ingressi.
Nonne talmente generiche da
essere spesso anticostituzionali e inapplicabili concretamente in uno stato di diritto.
San Salvario, Torino. Un
quartiere, anzi, una parte di
un quartiere vicino alla principale stazione ferroviaria
della città. Uno dei principali
luoghi storici di insediamento
degli «ultimi arrivati»: i vaidesi e gli ebrei (qui si trovano
il tempio valdese di corso
Vittorio e l’ospedale valdese,
la sinagoga, la scuola e la casa per anziani della comunità
ebraica) e i contadini inurbati
e proletarizzati nel secolo
scorso; poi l’Esercito della
Salvezza, gli immigrati dal
Meridione d’Italia, infine gli
immigrati dal Meridione del
mondo e dall’Europa orientale; da qualchemese ci sono
anche due piccole moschee.
San Salvario, Torino. Case
popolari «di ringhiera», mestieri antichi (prostituzione),
un po’ di barboni «residenti»
in qualche angolo più riparato dei marciapiedi. Il tutto
proprio a un passo dal centro
cittadino. Questo quartiere ha
problemi antichi che ora si
sono aggravati per la presenza di una microcriminalità
multifetnica sempre più diffusa, sfacciata e organizzata
(spaccio, scippi, prostitù;
zione e loro indotto) e per i
comportamenti incivili di chi
gira intorno e guadagna da
queste attività (schiamazzi
notturni, risse).
Per affrontare seriamente
questi problemi occorre la
partecipazione di tutti: cittadini, istituzioni, associazioni e
comunità religiose. E servono
anche delle leggi applicabili,
realistiche, eque, che sappiano distinguere chi è onesto da
chi non lo è e che garantiscano il bisogno di sicurezza e
legalità di tutti, insieme con i
diritti costituzionali e la necessaria giustizia e solidarietà
che, insieme, rendono una società civile e umana. L’azione
congiunta di diverse organizzazioni cattoliche e del Servizio rifugiati e imgranti della
Federazione delle chiese evangeliche per dotare il nostro
paese di una nuova legge
sull’immigrazione va proprio
in questa direzione e merita di
essere sostenuta.
Per affrontare seriamente
questi problemi occorre anche una buona e corretta
informazione, senza spettacolarizzazioni (E «esposizione»
del nero), false contrapposizioni (ingenui «buonisti»
contro responsabili «realisti»)
e semplificazioni (cacciamoli
così ci sarà pace e lavoro per
tutti). Bisogna sapere, per
esempio, che una persona di
colore o dell’Europa dell’Est
può essere nel nostro paese
per motivi diversi: perché
cerca lavoro (immigrato),
perché nel suo paese di origine non sono garantiti i diritti
civili, politici o religiosi (rifugiato), perché la guerra l’ha
costretto a fuggire, (sfollato).
Diverse sono le situazioni, i
problemi e, quindi, l’aspirazione al ritorno nel paese di
origine. Bisogna distinguere,
per esempio, tra i problemi
causati dalla criminalità (piccola o grande, organizzata o
«fai da te») da quelli causati
dal degrado sociale (strade
sporche, case fatiscenti, venir
meno della piccola solidarietà
tra vicini, mancanza di cura
per le cose e gli spazi comuni, piccole illegalità diffuse).
Distiuguendo si può capire
e intervenire, favorendo la
collaborazione e la partecipazione di tutti e migliorando la
coesione sociale. 11 processo di distinzione è faticoso,
qualche volta doloroso, ma
qui sta la differenza tra la civiltà e la barbarie.
Consiglio della Gei
Approvato il
«Testo unico»
sui matrimoni
Cristo è venuto a cercare e a salvare chi era perduto agli occhi degli uomini
Con la resurrezione siamo nati di nuovo
SALVATORE RIQCIARPI
«Il Padre del nostro Signore Gesù Cristo ci ha fatti rinascere: risuscitando
Gesù Cristo dai morti, egli ci ha dato
una vita nuova. Cpsì ora abbiamo una
speranza viva»^
(I Pietro 1, 3-4)
Nell’Europa umiliata finora dall’impotenza e dall’incapacità che l’hanno resa spettatrice sostanzialmente passiva di una guerra atroce; nell’Europa
che non sa o non vuole accogliere i disperati che vengono a ,cercarvi lavoro e
rifugio; nell’Europa dove qualcuno,
confondendo la. grandezza con l’arroganza, fa esplodere un’atomica su un atollo
lontano... in questa Europa è compito e
vocazione delle chiese essere testimoni
T^di speranza.
Come potranno farlo? Con quale autorità, con quale fiducia, in un tempo in cui
la secolarizzazione dei cristiani è diffusa,
e la stima di cui le chiese godono e i
riconoscimenti che. a vari livelli vengono
loro offerti possono diventare una gabbia»
dorata che le rende inoffensive? Vale la
pena di leggere qualche brano della citata Lettera di Pietro, indirizzata «a quelli
che sono stati scélti da Dìo e che vivono
come stranieri, dispersi in varie regioni».
Si parla di una speranza viva, di tutt’altra
cosa, perciò, dell’umano desiderio che
una qualche situazioné spiacevole possa
essere miracolosamente capovolta a nostro favore.
È una speranza che non può andare delusa, perché trova-motivazione nel fatto
che Gesù Cristo è resuscitato dai morti.
Le dinamiche, ì giochi di potere, le gelosie che l’hanno portato alla croce non
l’hanno spuntata. Egli è risorto. Questo
dimostra che Dio agiva in lui e per mezzo di lui quando si presentava come la
verità che smaschera qualsiasi menzogna, come il Cristo venuto a cercare e
salvare chi era perduto, come l’uomo capace di mettersi al fianco degli ultimi e
dei derelitti, anzi, di identificarsi completamente con loro. Dimostra che valeva la pena schierarsi al suo fianco e
lottare per la giustizia e la pace, che non
sono necessariamente illusioni o utopie,
ma segni del regno di Dio che viene.
La prima Lettera di Pietro non si presenta come una «lettera aperta», pubblicata su qualche giornale, data, in pasto a
chiunque. Ha dei destinatari ritolto precisi e ben definiti: sono coloro che Dio ha
scelto, e che in conseguenza di questa
scelta vivono come «stranieri» e «disper
si». Stranieri nella loro patria, perché la
morte e la risurrezione di Gesù Cristo
hanno conferito loro una nuova identità
che trascende, anzi soppianta le loro ra-^
dici naturali, la loro cultura, la loro storia. Dispersi, cioè diaspora, semenza di
Dio sparsa per ogni dove, per portare
frutto alla gloria del Signore con la forza
dello Spirito Santo.
Questi «stranieri» e «dispersi» sono
quelli che, grazie alla morte e alla risurrezione di Gesù, e alla loro fede, sono
«rinati»; sono giunti oltre la svolta dalla
quale non si toma indietro. Di tutta la vicenda di Gesù di Nazareth, la risurrezione è l’episodio meno verificabile storicamente anzi, come sappiamo, non verificabile affatto. Nella misura in cui la risurrezione è per noi un fatto, un dato incontrovertìbile e certo, noi siamo «rinati» 0 se si preferisce, «nati di nuovo», e
possiamo operare e parlare nel nome di
Gesù. Possiamo sperare che il nostro
paese, il continente in cui viviamo, il
mondo intero saranno raggiunti e illuminati dall’amore di Dio. ' ^ \
Il Consiglio permanente
della Conferenza episcopalé .'
italiana (Cei), riunito a Roma
dal 25 al 2B settembre, ha approvato il «Testo comune di
studio e proposta per un indirizzo pastorale dei matrimoni
interconfessionali», elaborato congiuntamente da una
commissione delle chiese
evangeliche valdesi e metodiste e da una coirimissione
della Cei, e lo ha rinviato all’
assemblea della Cei per ulteriore approvazione.
Le due commissioni, nominate nel 1988, avevano licenziato il testo nel luglio del
1993, e il mese successivo
esso era stato «ricevuto» dal
Sinodo valdese e metodista
come «una base per continuare la trattativa con la Cei
per concordare con essa il
modo e i te^mpi con cui rendere operative le indicazioni
pastorali» contenute nel documento, Nell’agosto di que-'
st’anno il Sinodo valdesemetodista ha rinnovato il
mandato alla sua commissione, auspicando nel contempo
una «sollecita presa di posizione della Cei» sul Testo
comune.
«Questa approvazione - ha
dichiarato Maria Sbaffi Girardét, relatore della commissione per parte valdese - costituisce indubbiamente un
passo importante (che speriamo sarà convalidato dall’Assemblea della Cei) nel percorso che le nostre chiese
stanno compiendo per giungere a una soluzione del problema dei matrimoni interconfessionali. Un problema
lungamente sofferto da molte
coppie miste, talvolta nell’
emarginazione delle loro
chiese, e che potranno vivere
la loro unione non solo con
maggiore serenità ma nell’arricchimento spirituale reciproco, come segno ecumenico per tutte le chiese». (nev)
Ecumene
rincontro della
Gustav Adolf Werk ;
pagina 2;
(Adattalo liberamente dallo studio introduttivo all’Assemblea dell'Alleanza riforma^
ta mondiale, area europea, che ha avuto
luogo a Edimburgo dal 28 agosto al i set-'
tembre 1995) ‘ -ì
AlEAscoltÒ;v';
Della Paròla
La disperazione
e la fede ^
^ ^ pagina 6
■ Cultura.
] Me etologia
^ immagine e Parola
' ' pagina 8
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PAG. 2 RIFORMA
VENERDÌ 13 OTTOBRE 1995
m
Si è svolto a Coblenza l'incontro annuale della «Gaw» della regione Renania
La Gustav Adolf Werk vuol essere al servizio
della diaspora protestante internazionale
«Voglio essere il difensore
dei deboli, impegnarmi per le
minoranze e difendere in ogni
luogo la libertà religiosa». Il
motto di re Gustavo Adolfo II
di Svezia (morto nel 1632 a
seguito delle ferite riportate
in battaglia nella guerra dei
Tfent’anni) rivive oggi nel lavoro di una delle più note e
amate istituzioni del protestantesimo tedesco.
La nascita della Gustav
Adolf Werk (Gaw) risale al
1832 quando nel duecentesimo deila morte del monarca
si decise che al posto di un '
monumento equestre, come
auspicato da più parti, si desse vita a un’istituzione benefica a favore della diaspora
evangelica per ricordare, nel
migliore dei modi, il difensore della causa del protestantesimo. Con gli anni l’opera di '
sostegno superò i confini della Germania per raggiungere
tutte le minoranze evangeliche in Europa. Sforìcamente
la Gustav Adolf Werk è stata
la prima istituzione protestante realnìeiite ecumenica e in
qualche modo, pur indirettamente, ha preluso alla nascita, all’inizio del secolo, del
Consiglio ecumenico delle
chiese di Ginevra. Ricostruendo la lunga parabola
della Gaw così il teologo Jiir..gen Regni di Dusseldorf ne
riassume gli scopi: «La Gaw
vuole, oggi, valorizzare l’eredità della Riforma e portarla
nel cuore del dibattito ecume
nico per trame un mutuo incoraggiamento, e allo stesso
tempo orientare il servizio
verso il prossimo che è il
compito della cristianità».
Dopo il crollo del muro di
Berlino la Gaw, prima divisa
anch’essa tra Est e Ovest, si è
La nuova sede nazionale della «Gustav Adolf Werk)> a Lipsia
riunificata: dall’ottobre ’94 la
sua sede centrale è a Lipsia.
Ogñi anno, nelle varie regioni
tedeschCj si celebra una festa
della Gaw, a cui partecipano
centinaia di persone e spesso
intervengono ospiti provenienti dalla diaspora, intemazionale. Quest’armo per la regione^ della Renania a Coblenza all’incontro annuale
sono stati invitati, dall’Italia,
i pastori Gianna Sciclone (Perugia) e Giuseppe Platone
(Riesi). Entrambi, dal 22 al
26 settembre, hanno presieduto culti e tenuto uña conferenza ciascuno su realtà e
prospettive della Chiesa valdese in Italia. Ogni anno
complessivamente la Gaw
raccoglie circa 6-7 milioni di
marchi che suddivide tra i
progetti che compaiono su un
catalogo che viene edito annualmente e che raccoglie,
dopo un adento esame, più di
cento progetti di ogni parte
del mondo. Si spazia dalla
Romania all’ex Jugoslavia
all’America Latina e via dicendo. Vi compare anche
l’Italia con una serie di progetti presentati dalla Tavola
valdese e dal Concistoro della
Chiesa luterana in Italia. Nei
vari contatti sia con i dirigenti
della Gaw sia con alcune comunità, i pastori Sciclone e
Platone hanno ricevuto la positiva impressione che i rapporti con la Chiesa valdese
non solo sono molto apprezzati ma li si vorrebbe ulteriormente sviluppare.
Indipendente sul piano economico dalla chiesa evangelica, là Gaw non conosce, al
momento, una particolare crisi economica ma lo stesso
non può dirsi della Chiesa
evangelica che, stando per
esempio alla Renania, quest’
anno rinuncerà ad assumere
centocinquanta pastori. La sola chiesa renana negli ultimi
anni ha perso più di 300.000
membri di chiesa; molte persone si cancellano dalle liste
dei membri di chiesa per non
pagare più la tassa eccìesiastica, operazione possibile perché quest’ultima ha un carattere aggiuntivo (nulla a che
fare con il nostro 8%o): il suo
importo percentualmente è simile a quello della tassa sulla
riunificazione (varata per la
ricostruzione dell’ex Genpania orientale) che ogni contribuente tedesco, deve pagare.
Succede sempre di più che, in
una famiglia, uno dei due coniugi, si cancelli dai registri
ecclesiastici meiitre l’altro vi
rimane. Così il legame' con
l’istituzione ecclesiastica resta ma costa la metà.
Al di sotto dei 2.000 membri difficilmente oggi una
chiesa locale evangelica ha
.,diritto ad un pastore a meno
che accanto alle funzioni religiose e alle ore di religione a
scuola il pastore pon debba
occuparsi di un asilo o di
qualche altra opera diaconale.
Alcuni pastori cominciano a
lamentarsi del loro stipendio,
che è pur sempre simile a
quello di un magistrato, ma la
vera difficoltà è per chi pur
avendo una (aurea in teologia'
non riesce a trovare lavoro.
Nell’attesa di una sistemaziqne definitiva, un’esperienza
pastorale all’estero non è più
una virtù ma, per alcuni, una
necessità. Un punto in più in
un curriculum mepo garantito
che nel passato. Non è un caso che nel frattempo sia calato il numero degli studenti di
teologia. Tra dieci anni, almeno in Renania, ci dovrebbe essere il riequilibrio delle
forze pastorali a meno che
l’emorragia dei njembri continui: gli ultimi dati comunque sono confortanti. Il peggio sembra essere passato;
dietro gli aspetti economici
si nasconde comunque una
crisi spirituale: le chiese sono
sempre più vuote, salvo nelle
grandi occasioni.
■É
)■
Ginevra: presentata la versione francese della «Storia del cristianesimo in Svizzera)
Un grande avvenimento ecumenico
Edita congiuntamente dalle
edizioni Labor et Fides di Ginevra e dalle edizioni San
Paolo di Friburgo": è stata appena pubblicata la versione
francese della «Storia del cristianesimo in Svizzera», a
meno di un anno dalla sua
pubblicazione in lingua tedesca. Una trentina di storici' di
diverse confessioni cristiane,
ma anche ebrei, ha partecipato alla redazione di quest’opera che costituisce un grande
avvenimento ecumenico.
Imponente: questo,è il termine' che viene in mente
quando ci si addentra in questo libro denso, felicemente
illustrato da numerose foto in
bianco e nero e a colori. In
348 pagine viene presentata
al lettore tutta la storia cristiana della Svizzera, dall’epoca
romana fino ai giorni nostri.
Imponente anche la somma di
lavoro necessaria per portare
a buon fine questa vera e propria sfida ecumenica. «Più
che un semplice riassunto sinottico della storia della
Chiesa in Svizzera, abbiamo
voluto offrirne una visione
comune» ha spiegato, il 4 settembre scorso, a Ginevra, in
occasione della pre.sentazione
dell’opera, il professor Lukas
Vischer. '
, Finora ogni confessione
cristiana ha raccontato le cose
separatamente a partire dal
proprio sguardo sul passato,
utilizzando l’altra religione
come «oscuro sottofondo»,
ha commentato Lukas Vischer. Gli autori dell’opera, la
cui idea è stata lanciata nel
1981, hanno cercato di scrivere la storia in un modo che
permetta ad ogni confessione
di riconoscersi, facilitando la
comprensione delle differenze come un arricchimento reciproco. I protestanti vi scopriranno con profitto i secoli
antecedenti alla Riforma, e i
cattolici i secoli successivi,
fonti di divisione. «Ma più
ancora della Riforma, è il
Kùlturkampf che ci separa»
ha aggiunto Vischer.
«Abbiamo voluto fare com
prendere ogni posizione senza
cadere nella polemica o nel
proselitismo, e senza tacere le
ingiustizie» ha sottolineato da
parte sua Lukas Schenker,
abate di Mariastein, anch’egli
responsabile dell’edizione,
che spera che il libro avrà una
grande influenza sull’ecumenismo pratico di oggi. Mons.
Pierre Mamie, vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo, si
è rallegrato di questo lavoro
che ricorda quello della traduzione ecume'nica della Bibbia
\Tob): «Prima del Concilio, i
protestanti erano per noi degli altri, oggi sono fratelli e
sorelle. Quest’opera è molto
preziosa, ma rappresenta solo
la prima pietra di un edificio
che resta da costruire. Non
sarebbe il caso di ispirarsi a
questo lavoro per elaborare
un libro di storia destinato alle scuole?».
«La gente che ha già visto
il libro è rimasta entusiasta
sia per la sua presentazione e
la sua leggibilità che per la
testimonianza ecumenica che
esso rappresenta», ha precisato Bruno Biirki, vicepresidente del Consiglio della Federazione delle chiese protestanti della Svizzera. (si>p)
Il governo ha detto no alla richiesta della Chiesa ortodossa
Niente preti nelle scuole bulgare
Il governo bulgaro ha respinto la richiesta fatta da preti ortodossi di poter insegnare
regolarmente nelle scuole.
Marin Zarbanov, copresidente
del Dipartimento della cultura
e dell’educazione cristiane del
Patriarcato ortodosso di Sofia,
ha qualificato «ridicola» 'la
proposta fatta dal viceministro '
dell’Educazione di autorizza
re un insegnamento religioso
pub
facoltativo nelle scuole
bliche, fatto da docenti di storia e non da sacerdoti o da
teologi'laici. D’altra parte, il
ministero dell’Educazione si
preparerebbe a chiudere il dipartimento di teologia dell’
Università di Sofia, dopo avere già limitato a 20, cioè al
minimo, il numero di postì
sovvenzionati dallo stato per
l’anno 1995. La maggioranza
degli studenti iscritti al corso
di teologia contava sull’introduzione dell’istruzione religiosa nelle scuole per ottenere
posti di lavoro. Zarbanov ha
precisato che le stesse «restrizioni e ostacoli» colpivano le
altre associazioni religione
protestanti e cattoliche roma- j
ne, nonché una minoranza
musulmana che rappresenta il
10% della popolazione bulgara (9 milioni di abitanti).
La Chiesa ortodossa della
Bulgaria rappresenta circa
l’87% della popolazione; dal
1992 è divisa in due Sinodi rivali, con un movimento dissidente guidato dal metropolita
Pimen di Nekropolis, che accusa il patriarca Maxime, resppnsabile della chiesa da 24
anni, di collaborare con l’ex
regime comunista, (spp/eni)
Chiesa luterana di Lettonia
no all'ordinazione delle donne
RIGA — Il rifiuto di ordinare donne pastori da parte della
Chiesa luterana di Lettonia potrebbe provocare l’esclusione di
questa chiesa dalla Federazione luterana mondiale (Hm). Secondo Ishmael Noko, segretario generale della Firn, il Nuovo
Testamento è chiaro su questa questione: «Non c’è più né giudeo, né greco, né uomo, né donna». Qualora la Chiesa di Lettonia non dovesse tornare sulla sua decisione, la situazione sarebbe simile a quella del 1984 quando la Firn decise di sospendere
due delle sue chiese membro in Sud Africa per non avere preso
le distanze dall’apartheid. Invece se la Chiesa luterana di Lettonia accetterà di considerare l’ordinazione delle donne come una
questione culturale e non come una questione di fede, essa riceverà l’aiuto di'cui ha bisogno da parte della Firn. (hip)
Cina: non gradito il nuovo
direttore degli affari religiosi
PECHINO — La nomina di un nuovo direttore nazionale
dell’Ufficio degli affari religiosi in Cina preoccupa i responsabili religiosi del paese. La nomina, nel giugno scorso, di Ye
Xiaowen, subentrato a Zhang Shegzuo, è stata confermata da
fonti governative ma non è stata ancora ufficialmente annunciata. Il nuovo direttore, che non gode di buona fama negli ambienti religiosi cinesi, viene ritenuto conservatore e convinto
ateo. Ye Xiaowen è autore fra l’altro di un articolo apparso nel
dicembre 1994 sulla rivista «Religione», pubblicata dall’Istituto di ricerca religiosa dell’Università di Nankino, nel quale egli
si dichiara molto preoccupato della crescita delle chiese cristiane. Nello stesso articolo, spiega che le religioni servono spesso
di «relais» alle forze straniere che alimentano i conflitti interne
della Cina, col pretesto di libertà e di diritti umani. (spp/eni)
Sud Africa: Desmond Tutu
in pensione nel giugno 1996
CITTÀ DEL CAPO — L’arcivescovo anglicano di Città
del Capo, Desmond Tutu, andrà in pensione nel giugno 1996.
Difensore instancabile dei diritti della persona sotto il regime
dell’apartheid e Premio Nobel per la pace, l’arcivescovo ha
avuto un ruolo di primo piano nella vita politica e nella società sudafricana. Dopo ì’emeritazione, Desmond Tutu trascorrerà un anno sabbatico all’Università Emory di Atlanta,
negli Usa. Potrebbe poi rimanere negli Stati Uniti un ^Itro anno come invitato presso la cattedrale nazionale di Washington; inoltre l’arcivescovo ha in mente di scrivere un libro sulla
trasfigurazione del Cristo. Al lofo ritorno in Sud Africa, Desmond Tutu e la moglie andranno ad abitare a Soweto, vicino
a Johannesburg. (spp/eni)
Egitto: assassinati altri 2 copti
ATLIDIM — Un farmacista e un medico copti sono stati assassinati all’inizio dello scorso agosto a Atlidim, nella provincia di Miniya, in Egitto. I presunti autori dell’attentato sarebbero attivisti musulmani, membri dell’esercito clandestino «Jamaa Islamiya». Tre uomini armati sono giunti in minibus davanti alla bottega del farmacista sparando raffiche di armi automatiche: sono rimasti uccisi il proprietario, Abdel Nour Titis, e
un medico, Essam Qirgis Shehata. Dal 1992, 858 cristiani copti
sono stati vittime dei fondamentalisti islamici in Egitto. La provincia di Miniya, dove la presenza copta è impòrtante, è stata la
più colpita da questi attentati. (spp/apic)
Sri Lanka: espulso un giovane
cristiano americano
COLOMBO — Il Consiglio cristiano nazionale ^dello Sri
Lanka, di cui fanno parte le chiese anglicane, metodiste, battiste e presbiteriane, ha chiesto gl govèrno di spiegare i motivi
dell’espulsione dal paese, alla fine dello scorso luglio, di un
giovane volontario americano, Kenneth Mulder, e dell’intervento di 40 poliziotti presso la sede del Consiglio. Il responsabile dell’intervento ha precisato che la polizia era alla ricerca di
armi e munizioni. Dopo che la polizia ha scoperto che Mulder
era l’autore di una dichiarazione sulle sofferenze delle popolazioni del Nord dell’isola, dilaniate dal conflitto tra le forze governative e i guerriglieri tamul, è scattato l’ordine di arresto. Il
segretario generale del Consiglio, Rienzie Perera, ha dichiarato
che questa azione della polizia ha spaventato le chiese e causato freddezza nei rapporti tra il Consiglio e il governo. (eni)
Cechia: ¡I restauro delle chiese
sostenuto dall'Unione europea
PRAGA — L’Unione europea (Ue) darà il proprio sostegno
finanziario per il restauro dèi luoghi di culto nella Repubblica
ceca. Marcelino Oreja, cbmmissario dell’Ue, ha annunciato
che quattro progetti sono stati scelti nel quadro del programma
«Patrimonio architettonico dell’Europa». Si tratta del monastero Kladruby, in Boemia occidentale, deV santuario Notre-Dame, a Krtiny, vicino a Bmo, della chiesa San Nipola, a Mikulov, nella Moravia del Sud, e della sinagoga del quartiere
ebraico di Praga. L’aiuto finanziario ammonta a circa 250 milioni di lire. In totale'22 luoghi di culto saranno restaurati nel
quadro di questo programma europeo, per un ammontare complessivo di 2,5 miliardi di lire. (spp/apic)
3
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¿VENERDÌ 13 OTTOBRE 1995
PAG. 3 RIFORMA
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tl
Pechino e oltre - 2: discusso anche il problema delle migrazioni
A volte sembra che ai migranti
si neghino anche i diritti umani
ANNA MAFFEI
«M
igrant rights are hu
man rights!», (i di
■ sfritti dei migranti sono diritti
; : uitìani!): scandendo questo
■l;
1ÜS?
slogan in un pomeriggio di
■ .pioggia, mercoledì 6 settem<bre, un nutrito gruppo di don
' ne migranti e sostenitrici dei
■ loro diritti hanno animato una
manifestazione a Huairou
- (Cina) durante il Forum delle
Organizzazioni non governalive (Ong) delle donne. Tutte
■ le manifestazioni durante il
Forum avevano una caratteri•stica, quella di svolgersi den. tro un «recinto» prestabilito,
limitatamente cioè all’area
destinata dalle autorità cinesi
^ alle attività delle Ong e non
oltre, non passando per esem(^po attraverso zone abitate da
cittadini cinesi. Erano dunque
‘ ' màrce che da un certo punto
‘ j^di vista facevano un po’ sorridere perché giravano in ton' do, però d’altra parte riuscivano nell’intento di trasmet, tere dei messaggi al mondo
attraverso le troupes televisi
- ve e i tanti giornalisti che in
quei giorni affollavano l’area
del Forum.
Che «i diritti dei migranti
' sono diritti umani» può sembrare una assoluta ovvietà ep
; pure le vicende parlamentari
4 , ideile scorse settimane qui in
Balia mostrano, se ce ne fosse
/I^Ìàncora bisogno, che per la
¡maggior parte di coloro che
decidono o sono costretti ad
:a emigrare nulla è veramente
■ scontato. Spesso da parte delle autorità locali non si vuole
neppure prendere atto della
Attiviste dell’Asian Migrant Center
loro esistenza, e chi non esiste non ha diritti. Durante il
Forum, marcia a parte, si sono svolti ben 63 incontri su
questo tema, con una media
di circa 7 al giorno. Si può da
questi numeri avere un’idea
della ricchezza di informazioni, di denunce e di proposte
che dalle donne di tutto il
mondo partivano su questo
fenomeno che coinvolge in
tutto il mondo circa 125 milioni di persone, una ogni 46
esseri umani dei quali più
della metà dorme.
Particolarmente efficace è
stato il lavoro di varie organizzazioni di migranti in
Asia che hanno a gran voce e
V
Dalle organizzazioni dei migranti
Appello alle nazioni
Le varie organizzazione
non governative presenti al
Forum di Huairou che si occupano dei problemi dei rifugiati e dei migranti, compreso naturalmente il Segretariato sulle migrazioni del
Consiglio ecumenico delle
chiese, hanno nei giorni del
Forum costituito un cosiddetto «caucus», ossia un
gruppo di coordinamento
fra loro allo scopo di redigere un documento comune
da presentare all’assemblea
plenaria della IV Conferenza mondiale sulle donne di
Pechino. Il documento, che
è stato poi diffuso a mezzo
stampa e non letto alla conferenza per mancanza di
tempo, è in sintesi un appello agli stati membro dell’
Onu e alle agenzie intemazionali a:
- affrontare le cause che
producono flussi migratori e
afflusso di richiedenti asilo;
- attuare gli impegni presi
precedentemente per la salvaguardia dei diritti dei rifugiati e migranti, comprese le
direttive dell’Alto Commissariato per i rifugiati dell’
Onu per la protezione delle
donne rifugiate e la risoluzione 49/16^5 del 1994 dell’
Assemblea generale dell’
Onu sulla violenza contro i
lavoratori stranieri;
- ratificare la nuova «Convenzione intemazionale sulla protezione dei diritti di
tutti i lavoratori migranti e i
membri delle loro famiglie»
approvata dall’assemblea
generale dell’Onu del 1990
e attualmente ratificata solo
Charito Bose, rappresentante
della rete delle migranti in Italia
da quattro stati sovrani;
- assicurare alle donne migranti il diritto alle riunificazioni familiari e alla cittadinanza;
- adottare un’immediata
moratoria della produzione e
esportazione di mine antipersone (una delle cause di
abbandono della terra e di
emigrazione);
- garantire diritto di asilo
a tutte le donne sottoposte a
persecuzione sulla base dell’
appartenenza di genere;
- provvedere programmi
riabilitativi e corsi di formazione scolastica e professionale per donne rifugiate che
hanno subito nel loro paese
traumi e torture;
- avviare programmi di
protezione e assistenza ai
milioni di donne che sono
costrette alla migrazione nei
confini del proprio stesso
stato a causa di guerre civili
o di palesi violazioni dei loro diritti e riconoscerne lo
status.
? .
& '
in varie occasioni denunciato
il traffico internazionale di
giovani donne e bambine a
scopo di sfruttamento della i
prostituzione in varie realtà
dell’Asia come Hong Kong,
Singapore, Taiwan, Giappone. Questo traffico, gestito
da una vera e propria multinazionale del sesso, efficiente e organizzatissima, il cui
fatturato è paragonabile al
bilancio della difesa di un
paese come il Giappone, utilizza delle agenzie di reclutamento (attive nelle Filippine,
Tailandia, Indonesia, Sri
Lanka, Malesia, India e altri
paesi) che si occupano di
adescare, in zone particolarmente povere, delle donne
giovanissime (anche sotto i
dodici anni) a cui promettono cibo tutti i giorni, un lavoro dignitoso, una bella casa.
Poi consegnano loro un documento falso per rendere
possibile l’emigrazione, a
volte invece le provvedono
di un regolare visto di ingresso come «donne di conforto»
(in Giappone), e una volta arrivate a destinazione le mettono sotto chiave in bordelli,
le privano dei documenti e le
costringono con la violenza a
prostituirsi.
Di denunce del genere nei
giorni del Forum ne ho sentite a decine. Questa condizione coinvolge oggi migliaia di
giovani donne che solo in (rari
casi riescono a sfuggire ai loro aguzzini. Quando ci riescono a volte vengono incarcerate per immigrazione clandestina, altre, se fortunosamente rientrano nei loro paesi, fisicamente e psicologicamente distrutte, sono anche
arrestate con l’accusa di uso
di falsa identità, come succede in Tailandia. Per non parlare dei drammatici problemi
connessi, come aborti forzati,
il destino del figli o la diffusione delle malattie, fra cui
l’Aicls. Meno conosciuto nia
ugualmente turpe è un simile
traffico attivo qui in Europa.
In Italia questo coinvolge
giovani africane, soprattutto
nigeriane e camerunesi e ragazze provenienti dall’Albania, Romania e altri paesi
dell’Europa orientale.
Simile è anche il traffico di
lavoratrici domestiche attivo
un po’ in tutto il mondo, ma
particolarmente drammatico nei paesi mediorientali.
Ho sentito di condizioni lavorative durissime, simili alla schiavitù, per esempio in
Arabia Saudita, Kuwait, Emirati arabi uniti, dove le lavoratrici domestiche immigrate,
filippine ma non solo sono,
per salari di fame, segregate,
impossibilitate a ricevere posta, private di una camera o
perfino di un letto. A volte, è
il caso di Tina Supriatin, tailandese, che ho ascoltato personalmente, sono private perfino del loro nome e chiamate
appunto «schiava» dai «padroni» di casa. «I diritti dei
migranti sono diritti umani»:
Tina lo gridava con quanto
fiato aveva in gola durante la
manifestazione. Per lei, e per
tante come lei, il Forum è stato l’opportunità di parlare e di
essere ascoltata, è stato l’opportunità di sperare che tante
donne insieme unite potessero proseguire e vincere una
lotta dura e difficile contro
quelli, e sono tanti, che vedono nelle donne solo dei corpi
da usare e buttare via quando
non servono più. Gli occhi
della piccola Tina brillavano
e mentre raccontava la sua
storia prendeva coràggio: ánche lei aveva dei diritti. Ora
lo sapeva.
Abbonamento
alla rivista
per l’anno 1995-96
V
Abbonamento per l’interno......................28.000
Abbonamento sostenitore per l’Interno .,..........L. 50.000
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allo stesso indirizzo (l’uno).....................L. 25.000
Un numero separato.....................14.000
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da versara aul c.c.p. a. 18345Z23 Intestalo a «Comitato Scuola Domonlcall», via"
.. Porro Lambortonghl 28 - Z0159 Milano
■'I
Seminario battista europeo a Praga
Cercansì volontari
EMMANUELE PASCHETTO
Con la fine di settembre è
entrato in funzione il Seminario battista europeo nella sua nuova sede di Praga. Il
trasferimento da Riischlikon
(Zurigo), iniziato all’inizio ■
dell’anno è stato ultimato durante l’estate. Restano ancora molti lavori da fare per
renderlo perfettamente funzionante, ma i corsi sono già
iniziati. Abbiamo chiesto'ad
Avernino Di Croce, membro
del Comitato esecutivo dell’
Ucebi, coordinatore nazionale dei volontari che desiderano aiutare a ultimare la sistemazione, di darci notizie
sull’operazione «Praga» e
sulle possibilità offerte ai collaboratori volontari.
- Innanzitutto che cos’è il
Seminario battista europeo?
«Il Seminario battista teologico intemazionale (Ibts) è
stato fondato all’inizio degli
anni Cinquanta come un istituto teologico per la preparazione al ministero pastorale
rivolto principalmente, ma
non solo, a persone del nostro continente. E una istituzione voluta e sostenuta dalla
Federazione battista europea
(Fbe)i la quale riunisce tutte
le Unioni battiste d’Europa,
dell’Africa settentrionale e
del Medio Oriente (oltre un
milione e mezzo di battisti).
L’Ibts si propone di offrire
una preparazione teologica
ad alto livello, di respno intemazionale, unendo qualità
e serietà dello studio con l’attenzione alle motivazioni vocazionali».
- Come mai questo istituto,
che da oltre quattro decenni
risiedeva a Zurigo, è stato
spostato a Praga?
«Da diversi anni ci si era resi conto che in un paese come
la Svizzera i costi di gestione
erano eccessivamente onerosi;
inoltre diventava sempre più
difficile, per tutta una serie di
norme introdotte dal governo
elvetico, ospitare studenti
stranieri, specie se coniugati.
La scelta di Praga,cfatta dalla
Fbe, è legata alla cònstatazione che oltre la metà dei batti
sti europei vive nei paesi
'ES
dell’Èst europeo e che Praga,
città di respiro culturale europeo, si colloca anche da un
punto di vista geografico al
centro del continente. Inoltre,
poiché nei paesi dell’ex blocco comunista i battisti sono in
notevole espansione, è par^a
doverosa un’attenzione particolare a questo fenomeno, anche per evitare strumentalizzazióni da parte del battismo
d’assalto conservatore e fondamentalista.
Fra l’altro è bene che si
sappia che l’Ibts ha firmato
una convefizione con la Facoltà di teologia dell’Università Carlo IV di Praga, per il
reciproco riconoscimento dei
cunicola di studio, per scambio di professori ecc. È possibile conseguire il dottorato di
ricerca, seguire corsi di specializzazione, frequentare seminari di aggiornamento.
L’anno all’estero previsto per
gli studenti della Facoltà valdese di Roma potrebbe essere
trascorso a Praga».
- Il trasferimento di un istituto come l’Ibts da una paese
all’altro, a 1.000 km di distanza, non è poca cosa. Ci
può fornire qualche dato su
questa operazióne?
«Innanzitutto la proprietà
acquistata: si tratta di un
grande appezzamento sulle
colline poco fuori Praga, verso l’aeroporto, facilmente
raggiungibile dal centro città:
metropolitana (linea verde)
fino al capolinea e poi due
fermate di autobus. Sono 65
ettari, parte a bosco, parte a
prato, 22 edifici, alcuni in
buone condizioni e di pregio
architettonico, altri bisognosi
di ristrutturazioni, altri degradati e in gran parte da rifare.
Il tutto è st^to acquistato per
un milione di corone, circà 6
miliardi di lire, e gli interventi posteriori porteranno i costi
a triplicarsi. L’operazione è
in parte coperta dalla vendita
di Riischlikon. Certo, il trasloco è stato imponente: 26
autotreni, più 6 container per
-ferrovia per la biblioteca.
Questi ultimi contenevano
1.502 casse di libri con oltre
50.000 volumi. La biblioteca
è stata la prima cosa messa in
funzione: in quattro giorni un
bibliotecario americano specializzato e una volontaria
olandese hanno reso agibile
l’intera biblioteca».
- A proposito di volontari,
òhe tipo di aiuto è richiesto?
«Qualunque tipo di aiuto,
dall’ingegnere al manovale,
dall’elettricista all’aiuto in cucina, da chi vernicia porte e
finestre al tappezziere, al giardiniere. Si accettano uomini e
donne, dai 18 anni in su, per
periodi di 15 giorni. Naturalmente in ogni nazione c’è chi
coordina le eventuali richieste
(io sono coordinatore per
l’Italia) e si mette in contatto
con il seminario per concordare periodo e tipo di impegno. Da màrzo a settembre
hanno lavorato a Praga 650
volontari, di cui 110 europei
(uno solo italiano!) e il resto
provenienti da oltre oceano.
L’impegno che si chiede ai
volontari (si prevede di ricorrere al loro impiego per i
prossimi due anni) è grande, è
un sacrificio che ha il senso di
una offerta onerosa fatta per
quest’opera coipune: non si
tratta infatti di dare solo un
contributo ih manodopera, ma
anche di pagarsi il viaggio, il
soggiorno (per vitto e alloggio
15 marchi tedeschi al giorno)
e l’assicurazione (4 marchi al
giorno). Naturalmente come
coordinatore cercherò di venire incontro a chi avesse particolari difficoltà, ma il principio è quello di chiedere un
impegno personale veramente coinvolgente.Gli interessati possono rivolgersi direttamente a me: Avernino Di
Croce, via Salvemini 3d,
10098 Rivoli (To); tei. Oli9584289. Provvederò ad inviare loro il modulo per la richiesta di partecipazione e ulteriori informazioni pratiche».
(engiu - Cuci
‘ y vi)
?■
4
ví^
i
PAG. 4 RIFORMA
HI
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 13 OTTOBRE 1995
Campo teologico del Dipartimento di teologia a Rocca di Rapa
Come affrontare il testo biblico
CUUDU ANGELETTI
I E clima di mezza estate,
caratterizzato da piovaschi, umidità e temporali torrenziali, ha segnato il 5°
Campo teologico di Rocca di
Papa, organizzato dal Dipartimento di teologia deir Ucebi, contribuendo in misura
non irrilevante ad aumentare
le ore dedicate allo studio
della parola di Dio rispetto a
quelle previste per il tempo
libero e questo si è rivelato
■ provvidenziale, dato che il tema del campo («La Parola:
leggere, interpretare, proclamare») non erà dei meno impegnativi: i pastori Salvatore'
Rapisarda e Sergio Tattoli, rispettivamente segretario e
membro del Dipartimento,
avevanq infatti preparato un
nutrito programma giornaliero, che prevedeva lezioni di
ermeneutica, esegesi, omiletica, in logica successione dal
teorico al pratico.,
«Noi cristiani andiamo a
caccia di cervi» (Tillich);
dobbiamo, fuor di metafora,
imparare a mirare dritto
all’obiettivo principale, ha
sottolineato Ràpisarda all’ini' zio del campo, ribadendo
Pimportanza di avvicinarsi al
testo biblico con tutti gli stru-'
menti utili a farci penetrare
nella profondità del messaggio di Dio aH’uomò, per poterne poi comunicare l’essenza e non una versione superficiale.
L’accurata sintesi della storia dell’arte dell’interpretazione (ermeneutica) presentata da Sergio Tattoli ha messo,
in chiara luce la pluralità dei
significati che caratterizza la
parola biblica e la conseguente molteplicità di approcci
Ì)ossibili, dall’interpretazione
etterale a quella tipologica,
daH’allegorizzazione al metodo storico-critico; contemporaneamente è stato chiarito
come non qualsiasi metodo
sia compatibile con qualsivoglia testo biblico e come
un’eccessiva disinvoltura interpretativa abbia talvolta
(specie nel Medioevo) dato
Orione a letture del tutto fantasiose, supefate definitivamente dalla riflessione critica
dei grandi riformatori.
Le lezioni di esegesi, a cura
del past. Rapisarda per l’Antico Testamento e del past.
Tattoli per 4 Nuovo, ci hanno
consentito di vedere applicato
praticamente su vari testi
(Amos, Salmo 19, Luca 16,
1-8, Luca 9,, 28-36 e alui ancora) il metodo storico-critico: è stato evidenziato che un
buon lavoro esegetico deve
prima di tutto ricostruire la situazione in cui il testo è stato
prodotto, attraverso la ricerca
di notizie sui suo autore, sui
lettori a cui era rivolto, sul
mondo spirituale da cui derivava, ecc., per attualizzare
correttamente il testo, trasfe
rendo il suo messaggio nella
nostra situazione.
Con la guida di Sergio Tatfoli tutti i partecipanti hanno
potuto esercitarsi nella costruzione di schemi di sermoni
possibili q partire dagli schemi elaborati collettivamente';
infine, dopo la presentazione
del sermone, ognuno commentava e valutava il messaggio ascoltato, in base al criterio di maggiore o minore fedeltà ai requisiti di una predicazione protestante. È stato
interessante notare come sia
facile scivolare in affermazioni di sapore cattolico o a interpretazioni poco aderenti al
testo. Per racquisizione di
una metodologia di lavoro più
attenta è stato anche utile un
esercizio di analisi di sermoni
dei pastori Piero Bensi, Sergio Rostagno, Giovanna Pons.
, A queste esperimento se ne
è affiancato un secondo, che
ha costituito un importante
momento di aggregazione del
Chiesa di Colleferro
Insediata
la pastora
FRANCESCO TRAVERSI
Domenica 1° ottobre nel
tempio di Colleferro si è
insediata Dorothee Mack,
nuova pastora delle chiese di
Colleferro e Ferentino. Ha
presieduto il culto il sovrintendente di circuito, Thomas
Elser, assieme a Qianni Musella; ospite della comunità è
stato Jean Gönnet. Le due comunità escono da un momento particolarmente delicato:
per il futuro sarà necessario
rilanciare l’impegno di ciascun membro nelle attività comunitarie e nella presenza sul
territorio e nella vita sociale e
culturale delle due città. Un
segnale positivo è che in molti si sta facendo sempre più
forte il desiderio di non far disperdere quel patrimonio prezioso di testimonianza evangelica che è stata la forza dirompente, nei primi anni di
evangelizzazione nel basso
Lazio, dei fratelli che ormai
non sono più tra noi. Durante
l’agape si respirava un’armonia e una fratellanza veramente intense. Tanto lavoro ci si
presenta davanti, ma l’amore
che ci lega e lo Spirito Santo
sapranno guidarci sulla sfiada
della testimonianza evangelica. 11 sermone di Dorothee
Mack era centrato sulla 1 Epistola di Giovanni (4, 7-12).
Non poteva scegliere versetti
migliori per far comprendere
con quanto amore è giunta
nelie nostre comunità e soprattutto con quanto amore è
stata accolta.
gruppo: quotidianamente Angela Lorusso Rapisarda ha insegnato i rudimenti della tecnica del canto ad alcuni, dei
circa 20 partecipanti, disposti
all’impresa di formare un piccolo coro nel giro di una settimana. Le sue preziose indicazioni ci hanno consentito di
rallegrare il culto domenicale
della comunità di Albano con
il canto di due inni a quattro
voci miste.
Non sono mancati infine i
momenti ricreativi: sotto la
guida di E. Arcidiacono le
«serate sociali» hanno visto
emergere jnuovi talenti nella
recitazione di scenette e
nell’arte dell’intrattenimento,
mentre una serata è stata trascorsa in balli ed evoluzioni
varie. L’unica esperienza che
non abbiamo ripetuto, rispetto all’anno scorso, è stata
quella del bagno al lago, ma
in compenso Ja nostra ascesa
al Monte Cavo si è trasformata in una doccia.
Giornata di «riconsacrazione» della Chiesa battista di Catania
Qual è stata la tua storia con Dio?
SILVESTRO CONSOLI
. uanto a me e alla casa
uiia, serviremo il Signore» (Giosuè 24, 15). Questo testo è stato l’elemento
portante alla «giornata di riconsacrazipne» con la quale
la Chiesa battista di Catania,
domenica 24 settembre, ha
iniziato le attività del nuovo
anno ecclesiastico. Si è inteso
vedere infatti nella ripresa solenne delle attività ecclesiastiche, dopo la parentesi estiva, qualcosa di simile alle cerimonie di rinnovamento del
Patto: in queste si richiamava
la storia delle esperienze fra
Dio e il suo popolo, la si attualizzava e si rinnovava il
proposito di servire il Signore, osservandone le leggi.
Sono stati perciò pensati e
realizzati dei momenti di riflessione sia su ciò che Dio ha
fatto della vita di ciascuno dei
presenti, sia sulle carenze attuali della comunità, sia infine
Chiesa valdese di Coazze
L^amicizla cristiana si
sperimenta nel canto
CESARE MILANESCHI
La rassegna di manifestazioni «Le culture e la cultura», che la Chiesa valdese di
Coazze ha organizzato la
scorsa estate, si è conclusa
con due momenti che hanno
visto gli immigrati come protagonisti. Domenica 24 settembre, in occasione della visita a Coazze della comunità
di San Germano Chisone, si è
avuto un concerto di musica
classico-araba con il duo «Farah Music»: Angelo Giordano
alla chitarra e Fawsi Abdel
Magid al liuto. Un italiano
studente di chitarra classica al
Conservatorio di Novara e un
marocchino che vive svolgendo umili lavori si sono impegnati in un progetto culturale
ambizioso, proponendo sia
pezzi di musica araba classica, sia versioni arabe di generi
musicali più vicini a noi, con
un notevole sforzo creativo.
Domenica 1° ottobre si è
avuto un incontro fraterno
della chiesa valdese con la
Christian Fellowship di Torino, una comunità formata da
giovani provenienti dal Ghana
e dalla Nigeria, chè si è sviluppata nel contesto della
chiesa di lingua inglese torinese verso la fine degli anni
’80. Sia durante il culto mattutino che in una manifestazione pomeridiana, la Christian Fellowship ci ha offerto
dei canti molto apprezzati.
ITI Cenacolo
Pubblicazione bimestrale di meditazioni quotidiane per il culto individuale e
familiare.
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che esprimono una fede ben
radicata nella cultura del popolo che la esprime.
Come tutti gli immigrati,
anche i giovani della Christian Fellowship hanno dovuto fare i conti con i gravi problemi di inserimento nel lavoro e di abitazione, tipici di
tutti i lavoratori provenienti
dal Terzo Mondo. Le loro
difficoltà e i loro problemi
sono stati ascoltati con partecipazione e profonda solidarietà. La chiesa di Coazze ha
organizzato questo momento
augurandosi che si moltiplichino i momenti di dialogo e
di comprensione nei confronti
degli immigrati, affinché essi
vengano non solo rispettati
nella loro dignità umana, ma
anche apprezzati in modo
adeguato per lo loro caratteristiche culturali e umane.
Abbiamo constatato l’urgenza di questo apprezzamento ascoltando i canti della fede della Christian Fellowship:
canti caratterizzati da una rara
capacità di coinvolgimento e
coralità. Erano come «canti
del Signore in terra straniera»
(Salmo 137, 4), che esprimevano una fede nata in terra
lontana e che insieme si nutre
della sofferenza e del duro lavoro chè l’Italia riserva agli
immigrati. A chi ha un po’ di
memoria e di esperienza, quei
canti possono ricordare la capacità di coinvolgimento che
avevano i canti popolari degli
emigranti italiani delle generazioni passate, con in più la
solidarietà e la speranza che
sorgono da una fede vissuta in
profondità.
Le due manifestazioni ci
hanno permesso di riflettere
anche sul reale servizio che
gli immigrati che sono stati
con noi rendono alla nostra
società. Da una parte costituiscono un reale sostegno alla
nostra economia e al nostro
benessere, adatumdosi a svolgere a nostro favore perfino i
lavori più gravosi che nemmeno 1 disoccupati italiani
accettano di svolgere. Dall’
altra parte si impegnano, nel
poco tempo che hanno a disposizione, per coltivare espressioni culturali e artistiche capaci di arricchire notevolmente la nostra coscienza.
sulle proposte operative per il
nuovo anno ecclesiastico. Per
accoppiare l’utile al dilettevole, la «giornata comunitaria»
è cominciata in mattinata con
il raduno dei membri di chiesa, degli ospiti e dei simpatizzanti a Milia, una località del
«parco dell’Etna» a circa
1.200 metri, dove una famiglia battista possiede un frutteto e una casa colonica. Qui i
presenti hanno pregato, canta-'
to inni sia tradizionali che
moderni, letto il testo biblico,
lavorato in gruppo, condiviso
la cena del Signore.
Delle schede preparate ad
hoc hanno consentito di gestire in maniera più efficace le
attività dei vari gruppi: «quale è stata la tua storia con
Dio»; «in quali momenti hai
incontrato Dio»; «in quali
momenti hai sentito Dio lontano»; «in quale maniera toncreta pensi di rinnovare il tuo
impelo con Dio»; «che cosa
pepsi che non va nella tua
chiesa»; «quali suggerimenti,
alla luce della Parola, daresti
per risolvere i problemi della
tua chiesa», sono stati i quesiti posti. E stato commovente
vedere, con quanto entusiasmo giovani e anziani hanno
riempito le schede e raccontato con calore, talvolta in lacrime, il loro itinerario spirituale: la conversione (specie
per coloro che provenivano
dal cattolicesimo), i momenti
di incontro con Dio e quelli
di una supposta sua lontananza (generaimente à^ssociata a
decessi prematuri di congiunti, malattie personali i esperienza del male che esiste nel
mondo, crisi della comunità).
Le risposte all’ultimo dei
quesiti posti, «quali suggerimenti daresti per risolvere i
problemi della tua comunità»,
sono state trascritte in tabelloni e discusse in plenaria: esse rappresentano, in un certo
senso, il vademecum per l’anno ecclesiastico ’95-96.1 suggerimenti più frequenti sono
stati quelli intesi a curare la
venuta di un pastore a Catania, di intensificare le visite
ai membri di chiesa, di rinnovare le attività e di vivere con
più calore e gioia la comunione fraterna, di aprirsi verso
l’esterno, di adattare l’orario
del culto domenicale alle esigenze locali, di vivere una
maggiore comunione con le
altre chiese evangeliche della
città, in particolar modo con
quella valdese.
È stata pertanto una giorna
ta ricca di spiritualità, di comunione, di insegnamenti. Al
suo buon esito hanno dato un
contributo determinante gli
studenti di teologia Daniela
Rapisarda e Alessandro Spano, la prima essenzialmente
per la parte relativa all’animazione e al canto, il secondo
per la parte relativa alle fasi di
progetto, animazione, meditazione biblica. La «giornata»
rappresenta solo un aspetto
delle attività introduttive del
corrente anno ecclesiastico.
Già il 15 settembre, infatti, si
era tenuta una sessione congiunta dei Consigli di chiesa
battista e valdese di Catania,
con la presenza della pastora
luterana operante nella regione siciliana: il 17 settembre a
Lentini si era tenuta, invece,
una sessione del Comitato
delle chiese battiste siciliane.
I due Consigli battista e
valdese hanno deliberato di
continuare a svolgere in maniera congiunta diverse attività ecclesiastiche, anzi di potenziarle. Così da ottobre le
due comunità svolgeranno,
ogni mese, due culti congiunti: ogni prima domenica del
mese il culto domenicale sarà
svolto nella chiesa valdese di
via Naumachia, ogni terza
nella chiesa battista di via Capuana; in tali occasioni la liturgia sarà svolta in maniera
da coinvolgere quanto più è
possibile una pluralità di soggetti, avvalendosi di schemi
nuovi, ad esempio quanto
proposto dalla «Commissione
per il culto e la liturgia».
Si sono altresì deliberate in
maniera generale altre attività
congiunte, fra le quali prossimamente una conferenza
pubblica sul tema della «Ecclesiologia di Dietrich Bonhoeffer». Nel corso della citar
ta sessione dell’Associazione
battista siciliana si sono messe in cantiere svariate attività:
un convegno dei monitori e
monitrici delle scuole domenicali per le chiese battiste si- '
cibane e calabresi, da tenere a
Reggio Calabria il 4 e-5 novembre; attività di testimonianza nel 50° della uccisione
di Bonhoeffer, da tenere nelle
chiese battiste di Catania,
Lentini, Siracusa e Fioridia
mediante conferenze pubbliche, mostre e avvalendosi, essenzialmente, del contributo
dei due dipartimenti. Si è deciso anche di organizzare a
Fioridia, intorno al marzo
’96, un convegno sull’evangelizzazione.
Centro di formazione diaconale
«Qiuseppe Comandi»
Inaugurazione
dell’anno accademico 1995/96
domenica 29 ottobre 1995
programma;
10,30 - CULTO
13
15,30
Chiesa battista
borgo Ognissanti, 6 - Firenze
AGAPE Centro giovanile protestante «Gould»
via de’ Serragli, 49 - Firenze
(per prenotazioni, telefonare alla segreteria: 055/212576)
PROLUSIONE Pastora Elizabeth Green
«Venuto per servire». Una riflessione
teologica femminista sui problemi e le
promesse della diaconia
Messaggi e saluti da parte di ospiti, studenti e rappresentanti delle chiese
17,30 - RINFRESCO
11 presidente del Consiglio del Cfd
Marco Jourdan
11 coordinatore del Cfd
Massimo RubboU
' !
5
,4 '
4ÈRDI13 OTTOBRE 1995
^Seconda tappa della campagna evangelistica in Puglia
Girando per le strade dì Mottola
cantando lodi al Signore
fi-'
VIRGINIA MARIANI
'S
;i-V
Dopo Policoro, Cersosimo
e Matera è stata Mottola
la protagonista della campagna di evangelizzazione a cura di un gruppo di giovani inglesi e scozzesi guidati dalla
coppia Mac Parlane, in Italia
con la propria famiglia da un
anno.
■ Tra il 14 e il 17 settembre,
infatti, non solo la comunità
battista ma l’intero paese di
Mottola è stato invaso da
un'ondata colorata di canti e
‘musica gioiosa: mercato, strade e piazze hanno visto sfilare al suono di chitarra e sassofono un significativo gruppo di giovani dai 1.2 anni in
sU^^compresi coloro che, anche se ultracinquantenni, trascinati dall’allegria dei canti
e dall’incisività del messaggio offerto attraverso mimi e
numerosi volantini, si sono
sentiti fòrti e ringiovaniti, cosi da percorrere chilometri,
piattina e pomeriggio, sotto il
sòie che finalmente aveva deciso di splendere caldo.
• E tanto calore era necessario per i nostri cuori all’inizio
lin po’ congelati dalla disabitudine a questo tipo di evangelizzazione, che prevede
l’esposizione totale della tua
persona fisica, nel tuo paese,
dove bene o male ci si conosce tutti, e ne va di mezzo la
tua «reputazione»... e per di
iù espressioni dialettalmente
In tutto il mondo le manifestazioni evangeiistiche riprendono vigore:
neiia foto, una manifestazione a Canberra nel 1992
colorite del tipo «è roba di
religione... ma se stessero a
casa... hanno davvero perso
la ragione...» fanno un tantino male.
Sicuramente in questi giorni è stato più facile stare in
chiesa, la sera, quando ci si
incontrava tutti e c’erano numerosi volti nuovi, incuriositi o realmente interessati ai
nostri inviti del giorno. Canti
nuovi e vècchie melodie cantate e suonate con rinnovato
vigore, la forza della Parola
predicata, e gli intensi momenti di preghiera hanno di
certo suscitato un nuovo sentimento di amore e condivisione, e le testimonianze di
alcune sorelle e alcuni fratelli lo hanno dimostrato.
CASA
CARES
Villa «I graffi»
via Pietrapiana, 56
50066 Reggello (Fi)
corso residenziale Radiodays
Impariamo il vocabolario
dell’Informazione
24-26 novembre 1995
Il Comitato di Casa Cares organizza un corso
. residenziale per fornire le indicazioni professionali fondamentali per la redazione di un giornale radio e per l’acquisizione di un ottica giornalistici
Il corso, che sarà condotto da Piero Scaramucci, direttore di Radio popolare di Milano, e
che avrà un carattere più pratico che teorico, è
rivolto alla qualificazione professionale dei partecipanti e ha il seguente schema: v
- La notizia: come si sceglie la notizia
- Le fonti: da dove arriva la notizia
- Il ppzzo: come si tratta la notizia
- L’intervista; Quando e come si intervista
- La gerarchia: norme di gerarchizzazione delle
notizie
- il giornale: regole di impaginazione del giornale
- La linea: la linea editoriale del giornale.
Il costo del corso (soggiorno compreso dalla
cena di venerdì 24 al pranzo della domenica 26)
è di 150.000 lire. I partecipanti sono pregati di
portare con sé un registratore portatile.
Per informazioni e iscrizioni rivolgersi alla direzione
ii di Casa Cares, tei. 055-8652001 (ore 10-13).
Regala
un abbonamento a
''Cc
Contemporanea alla nostra
era l’iniziativa cattolica di incontri e serate per giovani, e
qualche giorno prima la Chiesa pentecostale terminava
l’annuale evangelizzazione di
piazza. E dunque quale spirito anima tutto ciò? che cosa
si predica in realtà? noi stessi,
il nostro Dio o le nostre chiese? Mi sembra pertanto comprensibile il disorientamento
e un certo disfattismo popolare: concludo quindi con l’invito a non perdere mai di vista che siamo essenzialmente
cristiani, chiamati a testimoniare senza' vergogna e insicurezza la parola di Dio, a dimenticare noi stessi e la chiesa e a pensare unicamente al
regno di Dio.
Riesi
Benvenuto
ai pastori
Erika e Klaus
La chiesa di Riesi ha dato il
benvenuto alla coppia dei
nuovi pastori con un culto tenuto il 17 settembre. Erika
Tomassone dirigerà il Servizio cristiano, mentre il marito, Klaus Langeneck, svolgerà il suo ministero come
pastore della Chiesa valdese
di Riesi e, insieme al pastore
Stephan Miihlich, anche delle
chiese di Caltanissetta, Grotte
e Agrigento. Nel corso dello
stesso culto è stato anche salutato il nuovo gruppo di residenti del Servizio cristiano, di
cui la maggior parte volontari
per un anno.
Dopo il culto si è svolta
un’agape fraterna ne^la sala
del teatro della chiesa anziché, come si era pensato, nel
cortile, all’aperto, perché
quella domenica anche in Sicilia pioveva. Il cattivo tempo non ha però guastato la
buona atmosfera dell’incontro, riuscito anche grazie al
contributo di tutta la comunità in forrna di piatti vari e
saporiti, ma oltre a far conoscere ai nuovi arrivati la cucina locale, rincontro è anche
servito a far conoscenza reciproca. Al termine è stato
proiettato un video, tratto da
un antico documentario su un
campo di lavoro per la costruzione del Servizio cristiano, girato nel ’63. La chiesa
di Riesi augura ai nuovi pastori ogni bene nel servizio
per l’opera del Signore.
Morto il decano della chiesa di Catanzaro
Ernesto Goterì
cavaliere sognante
ANTONIO PARISI
Ernesto Goteri si è spento
a 103 anni il 14 settembre, nel tepore di un giovedì
qualunque che ha posto la parola fine a una vita che di
«qualunque» ha avuto ben
poco; una vita che è stata teatro di sacrifici, di sofferenze
anche in punto di morte,
giunta quest’ultima al termine
di un’agonia durata giorni.
Goteri era nato nel 1892,
nello stesso anno del Partito
socialista, i cui ideali lo conquistarono fin da giovane. Per
Goteri il socialismo era una
scelta etica prima che politica
e pròprio a causa di questa
scelta, che lo portò a pensarla
diversamente dalla maggior
parte dei suoi concittadini,
egli patì non poche sofferenze,' che si raddoppiarono >
quando nel 1947, dopo la seconda guerra mondiale, sposò
la fede evangelica pur senza
abbandonare le sue convinzioni politiche.
Ernesto Goteri sognava una
società nuova e un mondo
nuovo senza più sfruttamento
né violenza, in cui il contadino, l’operaio e l’artigiano
avrebbero goduto pienamente
del frutto del loro duro lavoro
LA MISSIONE
EVANGELICA
CONTRO LA LEBBRA
via Rismondo 10,05100 Temi
comunica che il nuovo
numero di cc p è
12278057
senza più mettere al mondo
dei figli che poi avrebbero
dovuto perdere in guerra. E al
tempo di Sceiba, proprio per
aver riprodotto e distribuito
personalmente un articolo che
affermava l’obiezione di coscienza alla guerra, Goteri conobbe il carcere per alcuni
giorni; ma questo non deve
indurci a credere che egli sia
stato protagonista di chiassate
e violenze rivoluzionarie. Al
contrario, Ernesto Goteri era
un profondo credente, inconsueto forse, poiché amava
pregare non solo per la sua
anima e per quella dei suoi
cari ma anche per gli altri,
convinto com’era che il regno
di giustizia, di pace e di vita
eterna di Dio riguardi il mondo intero. Così com’era consapevole che solo Dio, che è
amore, avrebbe potuto dargli
una vita e un mondo diversi,
radicalmente nuovi.
Ernesto Goteri ha attraversato un secolo di storia italiana, che va dalle due guerre
mondiali agli anni bui del terrorismo e per finire alla tangentopoli dei giorni nostri,
con la voglia di vivere che
era sempre la stessa anche se
ultimamente non ci vedeva e
non udiva quasi più. Perché a
103 anni da poco compiuti
non si era stancato di pensare,
di sognare. Goteri è stato un
padre e un marito premuroso,
un infaticabile artigiano, un
grande idealista, ma soprattutto un maestro di vita e di
saggezza popolare, un «cavaliere sognante» insomma, che
come pochi è riuscito a saldare gli ideali politici con la fede religiosa.
PAG. 5 RIFORMA
PINEROLO — La comunità si è rallegrata e ha promesso di
pregare perché il Signore voglia benedire Emlwrto Pons e
Priscilla Boetto in occasione del loro battesimo;' Martino
Allais, presentato dai genitori Giuseppe e Sabrina; Danielii
Ferrerò e Armando Graia, ammessi come membri comu- nicanti. Momenti di gioia sono stati vissuti anche in occa- •
sione dei matrimoni di Vivien Monnet e Davide ZiUi, An-,,
dreina Gili e Roberto Rognone, Giulietta Griot e Alberto Lazzero. i
• In assenza del pastore Tron, impegnato a Parigi con un
gruppo della nostra chiesa, il culto del 17 settembre è stato
presieduto da Gianni Long. Il 1° ottobre abbiamo ascoltato
la predicazione del pastore Giorgio Toum, che ringraziamo anche per aver promesso di tornare presto fra noi.
• Domenica 8 ottobre è stata insediata la pastora Anne Zeli, .
e hanno avuto inizio le varie attività.
• Si sono svolti i .funerali di Olga Long Bianciotto e di
Maria Cava Fallico.
•rivi:
PRAROSTINO — Il pastore Ruben Vinti ha iniziato il suo
ministero nel corso del culto di domenica 17 settembre, che
è stato presieduto da Mirella Godino Fornerone del Con' sigilo di circuito.
SAN SECONDO — Domenica 24 settembre, nel corso del
culto, sono stati uniti in matrimonio Loredana Monnet e
Massimo Gazzo; ai nuovi sposi giungano gli auguri fraterni di tutta la comunità per una vita insieme benedetta dal Signore.
TERNI — Domenica 1° ottobre l’assemblea della Chiesa metodista ha rinnovato il Consiglio di chiesa che risulta così
composto; Federico Roela, presidente; Elio Castagna, cassiere; Anita Castagna, segretaria, Alfio Baldoni e Enzo
Lombardo, membri. Compongono inoltre il Consigliò di
chiesa il pastore Archimede Bertolino, R. Balducci e Viria Piacente, che sono membri ex officio. L’assemblea ha
inoltre approvato il programma delle attività; la prima domenica di ogni mese si terrà una giornata comunitaria e nel .
corso dell’anno si cercherà di organizzare almeno una giornata di evangelizzazione.
• Domenica 26 settembre la comunità si è stretta con tanta
gioia attorno alle famiglie Greci e Moracci che hanno presentato la piccola Alessia per il battesimo.
VENEZIA — La comunità valdese e metodista (la discusso,
nell’assemblea di chiesa di domenica 1° ottobre, del caso
della giovane domestica filippina Sarah Balabagan,' condannata a morte negli Emirati arabi uniti per aver ucciso il suo
datore di lavoro che tentava di violentarla. Al termine della
discussione l’Assemblea di chiesa ha deciso di inviare una
lettera all’ambasciatore in Italia degli Emirati arabi uniti’in
cui si chiede «la revisionè della sentenza con la quale S^àh v
Balabagan è stata ingiustamente punita» e in cui la chiesa ,
«protèsta contro le violazioni dei diritti umani compiute nel v .
processo». ;
TORRE PELLICE — Bella e arricchente è stata la jgiomàta di
domenica 1° ottobre per il gruppo di persone, circa cinquanta, che ha partecipato alla visita alla chiesa di San Marzario ,
organizzata dalla Società di cucito. Il Culto del mattino', particolarmente gioiosó per la celebrazione di un matrimonio,
un’agape fraterna preparata con grande cura dalla comunità
ospitante, un incontro pomeridiano di canti comuni terminato con il Giuro, hanno costituito momenti di gioia per tot- ,
ti i presenti. È con molta riconoscenza per il pastore Giaccone e per la piccola comunità di San Marzano che tutto il
gruppo di Torre ricorderà questa giornata.
• Sono stati celebrati i matrimohi di Luca Forleo e Monica
Giordan e di Claudio Crespo e Monica Daniela Benech.
Il Signore benedica queste due nuove famiglie.
• La comunità è vicina con cristiana simpatia alle famiglie
del pastore Alessandro Vetta e della sorella Maria Luisa
Benech ved. Bounous, che ci hanno lasciati.
VILLAR PELLICE — Purtroppo, in queste ultime settimane
ci hanno lasciato due ospiti della Casa Miramonti, Giovanni Catalin e Pietro Piene. La comunità esprime ancora ai
familiari la propria solidarietà cristiana.
POMARETTO — Domenica 24 settembre è stata battezzata
Giulia Coucourde, di Dino e Lea Casagrande; ce ne rallegriamo con i genitori e i famigliàri. Nel mese di settembre
si sono sposati, a Inverso Pinasca, Remo Giustetto e Lià
Coucourde e, a Pomaretto, Andrea Biamino e Susy Reynaud e Giorgio Boscolo e Dina Tron. Molti auguri a queste nuove famiglie che si costituiscono.
• Il 16 settembre è mancato ai suoi cari e alla chiesa il fratello Luigi Marchetti, per molti anni membro del Concistoro, predicatore locale, cassiere della comunità. Il 1° ottobre è mancato il fratello Enrico Long, dei Masselli. La comunità è vicina alle famiglie e agli amici in lutto, nella speranza e nella certezza della resurrezione.
VITTORIA — La Casa di riposo si ingrandisce. Il sogno del
Comitato che regge la casa ha cominciato a realizzarsi il 6
settembre scorso, con il lavoro di una ruspa che ha cominciato ad abbattere alcune vecchie e cadenti casette di via
XXV aprile, acquistate negli anni passati per fare spazio alla nuova costruzione. La nuova ala della Casa awà un grande locale a pianoterra e poi altre quattio camere singole e
una doppia per ognuno dei tre piani. Il tutto permettérà
un’ospitalità aggiuntiva di 18 posti che aggiunti ai 41 attuai
porterà la capacità recettiva della casa a 59 posti e dovrebbe .
entrare in funzione nella primavera del 1997, ma per ora
mancano quasi 400 milioni per far fronte a tutte le spese necessarie. Sui 700 milioni del costo totale dell’opera, 300 sono stati reperiti con un prestito dell’Eclof, Torgattismo ecumenico che presta soldi a basso interesse allp chiese per sostenere i loro progetti che vanno nel senso di offrire una
possibilità di vita in un ambiente cristiaho, sano e familiare
agli anziani che sono nello stato di necessità. Il comitato
della Casa rivolge quindi un appello a coloro che possono
sostenere l’opera inviando un contributo (ccp 10568970);
ulteriori informazioni possono essere chieste al pastore Enrico Trobia, via Oaribiddi 60, tei. (e fax) 0932-869955.
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RIFORMA
venerdì 13 OTTOBRE 1995
LA DISPERAZIONE E LA FEDE-2
VITA RINNOVATA
NELLA FEDE IN CRISTO
MARIO CONETTI
La possibilità per noi di
una vita rinnovata si trova nella fede in Cristo, nel
credere che realmente questa
unità di divino e umano si è
realizzata. Qui c’è la possibilità dello «scandalo», la contraddizione rappresentata dal
Cristo, e -il fatto che questa
contraddizione non richieda
un’adesione intellettuale, un
assenso, ma esiga la fede. Si
tratta di fare una scelta di
fronte all’evento Cristo, perché richiede un’adesione che
coinvolge tutta la personalità.
Un aspetto dello scandalo
di fronte all’evento Cristo è
lo scandalo per il perdono dei
peccati. Emerge dalla descrizione dell’atteggiamento del
fariseo, in contrasto con quello della prostituta (vv 44^7).
Nel racconto, i due personaggi riescono o non riescono a
stabilire una relazione nei
confronti dell’amore di Dio
rivelatosi in Cristo.
La disperazione
per il perdono dei peccati
La disperazione
per il peccato
Simone il fariseo rappresenta il disperare per il
proprio peccato. Escludere la
possibilità che la propria vita
riesca a trovare un significato
profondo, che possa «rinnovarsi», aprirsi a delle nuove e
insperate dimensioni di senso. Rassegnarsi a che, di tutta
una vita, restino solo dei
firammenti lacerati; che la nostra esistenza sia fatta di un
susseguirsi di esperienze diverse, anche piacevoli in certi casi (noti solo segnate dal
dolore), ma che comunque
non hanno un senso complessivo, non possono essere viste come un’unità. In fondo,
disperarsi così vuol dire non
voler considerare seriamente
Nell’evento Cristo, interiorizzato nelbd fede, sta il
«perdono», la possibilità di
una vita rinnovata. Non voler
credere che questa via d’uscita sia praticabile, disperare
del fatto che nella fede si possa trovare il senso dell’esistenza; questo è disperare del
perdono dei peccati. Non riuscire a stabilire quella relazione col Cristo che ha luogo
nella fede. Rifiutare la possibilità della fede; e rifiutarla
non in astratto, ma nella situazione concreta dell’«incontro» con l’evento Cristo, per
così dire, di fronte al Cristo.
Dare alla possibilità della fede
una risposta di chiusura, di rifiuto. Voler evitare la scelta,
non voler farsi coinvolgere
nella fede. Così lo scandalo
diventa disperazione.
La disperazione è la conseguenza della possibilità dello
scandalo; è la reazione negativa di fronte all’evento Cristo e al perdono dei peccati,
non riuscire a stabilire con il
Cristo la relazione della fede.
Nel racconto evangelico, ai
vv 40-43, tra Simone e Gesù
si stabilisce una relazione
maestro-allievo. Gesù parla
come un maestro, Simone gli
si rivolge con questo titolo,
gli risponde come si risponde
a scuola, e Gesù alla fine gli
dà un bel voto («Hai giudicato rettamente»). Simone accetta di farsi coinvolgere in
un rapporto di questo tipo,
perché resta una relazione
tutto sommato superficiale,
che non coinvolge tutta la
personalità. In questo rapporto conta quello che il maestro
ha da insegnare; contano le
idee, non le persone.
«Ef voltatosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? tossono entrato in
casa tua, e tu non mi hai dato dell*acqua per i
piedi; ma lei mi ha rigato i piedi di lacrime e li
ha asciugati con i suoi capelli. Tu non ini hai
dato un bacio; ma lei, da quando sono entrato,
non ha smesso di baciarmi i piedi. Tu non mi
hai versato Eolio sul capo; ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Perciò, io ti dico: i
suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha
molto amato; ma colui a cui poco è perdonato,
poco ama**»
(Luca 7, 44-47)
la miseria della vita umana;
si tratta di escludere il pentimento, di volersi sottrarre a
una seria riflessione sull’esistenza. Perché da questa riflessione emergerebbe tutta
la delusione, il senso di marginalità, le fratture e le sofferenze. «Pentirsi» vuol dire
coipprendere questa radicale
mancanza di senso della nostra esistenza quando resta
chiusa in se stessa; rifiutare
di pentirsi è sfuggire da questa consapevolezza, e quindi
sfuggire alla possibile via
d’uscita. Rifiutare il fatto che
i frammenti di vita possono
trovare un senso complessivo, ma non in noi, non se si
resta chiusi nell’orizzonte
della vita umana.
L’unica vera via d’uscita da
questa angosciante mancanza
di senso sta nell’intervento di
Dio, «il perdono dei peccati».
Disperazione
come modo di esistere
Qui c’è la rappresentazione
del tentativo di costruire
una relazione con il Cristo
che si gioca nell’esteriorità.
Nella situazione dell’«incontro», cercare di non farsi coinvolgere, di negare l’importanzaTondamentale di questa
esperienza per l’esistenza personale; per mettersi al riparo
della possibilità dello scandalo. Un rapporto di questo tipo
elimina lo scandalo, che è
scandalo di fronte al perdono
dei peccati, perché esclude
proprio il fatto che nella relazione con il Cristo ci sia la
possibilità di una vita rinnovata. Il racconto sulla remissione dei debiti è una spiegazione, in forma di parabola,
del significato del perdono dei
peccati. Il significato profon
do della parabola resta al di là
della comprensione di Simone; il nucleo rimane oscuro.
Desta scandalo, perché il fatto
del perdono può venir colto e
compreso solo all’interno di
una relazione che coinvolge
tutta la persona; richiede una
decisiqne esistenziale, una seria e profonda scelta di vita.
La profondità e la serietà di
questa scelta sono tali da spaventare, da respingere, da
«scandalizzare».
La disperazione e la fede
Il racconto del Vangelo di
Luca raffigura nell’atteggiamento della prostituta la
risposta della fede, nel contrasto con quello di Simone.
Sembra quindi di presentare
la fede come l’alternativa allo
scandalo ma, in effetti, la fede è propriamente l’alternativa alla disperazione. Simone
è la raffigurazione narrativa
della disperazione, come conseguenza dello scandalo. La
possibilità dello scandalo è
sempre presente nell’incontro
con l’evento Cristo. La disperazione e la fede sono i due
esiti possibili dello scandalo,
le due conseguenze (o le vie
di uscita), le risposte che,
umanamente, si possono dare
di fronte al Cristo segno di
scandalo. Ma questa interpretazione del racconto evangelico è ancora troppo schematica, è una semplificazione che
nasconde un significato più
profondo, e forse più scomodo, che ci pone dei problemi.
Il fariseo e la prostituta, la disperazione e la fede, non sono soltanto antitetici, sono
anche complementari. Non
sono tanto due possibilità diametralmente opposte, che si
escludono reciprocamente.
Piuttosto, sono i due aspetti
fondamentali della stessa
esperienza. L’incontro con il
Cristo può provocare disperazione e fede, e queste due
reazioni non si presentano
chiaramente separate, ma sono le parti, i componenti, di
una stessa esperienza. Per noi
è difficile pensarla così, ci
piace pensare in termini di alternative chiare: vogliamo
credere che la nostra vita, le
nostre esperienze, abbiano
dei significati molto evidenti
e precisi. In particolare, nel
contesto di un’esperienza
chiaramente co.sì cruciale come quella dell’incontro col
Cristo, ci sembra impossibile
accettare l’ineliminabile ambiguità della vita; vorremmo
che, almeno in questa situazione, non ci fosse spazio per
l’ambiguità. Purtroppo, non è
cosi. Proviamo a pensare il
fariseo e la prostituta non come due persone diverse, ma
come due atteggiamenti della
stessa persona.
Ogni percorso di fede è
sempre segnato dall’orizzonte
della disperazione. Nella disperazione è sempre presente
la possibilità della fede. La fede non è mai del tutto libera
dal dubbio; si sente sempre la
presenza di un’inquietudine di
fondo, dovuta alla possibilità
che ciò in cui si crede non abbia davvero senso; che la
scommessa della fede, alla fine, si rivelerà drammaticamente perdente. Così la disperazione non cancella mai la
possibilità della fede di dare
una risposta diversa; la fede è
presente come la possibilità
che è stata esclusa, ^^lltemativa rifiutata. Ma questa esclu
sione, questo rifiuto non sono
mai davvero definitivi, sono
sempre soltanto momentanei.
La fede
Eppure la fede è qualcosa
di diverso dallo scandalo
e dalla disperazione. Anche se
si accompagna sempre al dubbio, anche se non è mai del
tutto libera dalla possibilità
della disperazione, come l’alternativa sempre presente anche se rifiutata, la fede ha un
significato diverso. La fede è
la decisione esistenziale di
farsi coinvolgere profondamente dall’evento Cristo. Nella descrizione dell’atteggiamento della prostituta di fronte a Gesù viene rappresentata
la risposta che la fede dà al
Cristo. Ai vv 44-47 questo atteggiamento è descritto nei toni dell’amore umano. 11 rapporto tra la persona e il Cristo
è rappresentato come una relazione sentimentale, addirittura come un rapporto erotico.
Il Vangelo di Luca fa ricorso
all’ambito dei sentimenti e in
particolare dell’erotismo, descrive la relazione all’evento
Cristo come un rapporto erotico perché questo, fra i vari tipi di rapporti interpersonali, è
quello più coinvolgente, meno
«razionale». Il rapporto erotico è quanto di meno esteriore
si possa pensare; è, o almeno
può essere o dovrebbe essere,
la comunione più stretta, completa e totalizzante che si può
creare tra due persone. Permette di realizzare un’apertura totale; due persone possono
arrivare a condividere tutte le
loro rispettive esistenze, senza
zone d’ombra, senza riserve;
può aver luogo una comunicazione più completa e profonda
rispetto a qualsiasi altro rapporto umano. Questo racconto
evangelico vuole parlare del
rapporto tra la persona e l'evento Cristo come di un incontro tra persone; e tra i rapporti interpersonali solo i rapporti sentimentali, i rapporti
erotici, hanno le caratteristiche che l’evangelista vuole
mettere in risalto: il coinvolgimento profondo, totale, il lasciarsi andare, che è richiesto
a chi vuole stabilire una relazione con il Cristo.
L’ultimo versetto, con le
parole di Gesù «La tua fede ti
ha salvata», chiarisce che
questo tipo di relazione, questo lasciarsi coinvolgere totalmente dall’evento Cristo, è la
fede. Credere è una situazione esistenziale, un modo di
essere; è la scelta che condiziona tutta la vita; è accettare
di essere completamente
coinvolti nella relazione col
Cristo, di trovare il centro e il
senso della propria esistenza
in questa unità paradossale di
divino e umano. «Va’ in pace». Come già accennato, il
verbo greco che la Riveduta
traduce «andare» ha, attraverso il riferimento a un verbo
ebraico, un significato molto
profondo. Indica tutto un modo di vivere, di esistere; allude a quelle che sono le ragioni fondamentali che guidano
e ispirano la nostra vita.
«La pace» qualifica questo
nuovo stile di vita, ne esprime i contenuti. La pace è lo
shalom ebraico: ha dei significati molto vasti e complessi,
ma qui dovrebbe riferirsi in
particolare al rapporto con
Dio. Andare in pace è vivere
in quel rapporto con Dio che
si è reso possibile nel Cristo;
fare esperienza nella propria
vita della comunione col Cristo. Ma lo shalom è anche la
pienezza di una vita segnata
da esperienze fruttuose, feconde, ricche di significato. È
una vita che trova senso non
chiudendosi in se stessa ma
aprendosi all’altro.
Nell’insieme qui il Vangelo
ci parla di una vita rinnovata,
come dimensione e significa
to della fede. La fede si realizza in questa novità di vita;
consiste, ha la sua ragione,
nel far scaturire una nuova
possibilità di esistere. È in
questa dimensione, nella prospettiva della fede, che la nostra vita trova il suo orizzonte
di senso. Il significato ultimo
e complessivo della vita viene rinvenuto solo nella fede;
e non si tratta di un’esperienza astratta, esclusivamente razionale. Le cose di cui è fatta
la nostra vita, le nostre esperienze, vissute nella luce della
fede, acquistano un significato. Non restano qualcosa di
lacerato e frammentario; tendono verso un orizzonte di
senso, come tutti gli elementi
di un paesaggio tendono a
svanire all’orizzonte. La vita
umana non resta chiusa nella
volontà di autoaffermazione
ma si apre alla speranza, alla
condivisione, al dono di sé.
Questi non sono degli slogan;
sono il tentativo di de.scrivere
quei vissuti concreti, quelle
esperienze che costituiscono
la realizzazione della grazia
di Dio nell’esistenza umana.
L'intervento di Dio
Non è in nostro potere realizzare un percorso di vita di questo tipo. Può nascere
solo nell’incontro col Cristo,
e se questo incontro è il punto
di partenza di una relazione,
di un rapporto segnato, da
parte nostra, dal riconoscimento che in lui e solo in lui
c’è per noi la possibilità di
una vita rinnovata.
2 -fine
Preghiera
Non temere nulla di ciò che può distruggere solo
l’uomo esteriore; non temere quelli che possono uccidere il corpo, ma temi te stesso, temi ciò che può
uccidere per te Jesum Christum; lo scandalo che può
venire solo a opera di qualcun altro, ma che tuttavia
è impossibile se tu non lo accogli. Temi e trema; perché la fede si porta in un fragile vaso di terra, nella
possibilità dello scandalo. Beato colui che non si
scandalizza in lui, ma crede.
Soeren Kierkegaard
(tratto d& Esercizio del cristianesimo,
tr. it. di C. Pabfo, Roma, Studium, 1971, p. 138)
7
Spedizione In abb. postale/50 - Torino
, / In caso di mancato recapito si prega restituire
Fondalo nel 1848
al mittente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
VI' 1" ■ L'Editore si impegna a corrispondere
■> .Il diritto di resa.
È tempo di castagne; dopo un settembre assai piovoso la
caduta dei tradizionali frutti autunnali sembra più abbondante dell’anno scorso e di buona pezzatura. Come tutti gli
anni la castagna diventa oggetto di feste popolari e di incontri: praticamente ogni domenica i Comuni delle valli ospitano le consuete «castagnate» dove abili addetti arrostiscono
.quintali di castagne. C’è anche un’economia che ruota intorno a questo prodotto tipico della nostra montagna: solo
in vai Pellice la produzione annuale è di 9.000 quintali.
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VENERDÌ 13 OTTOBRE 1995 ANNO 131-N. 38 URE 2000
L? estate che abbiamo da .
poco salutato ha visto
nelle valli una notevole attrattiva per i balli occitani. Che
in molti, buona parte giovani,
abbiano riscoperto questo stare assieme non può che rallegrare: in molte occasioni abbiamo visto sale o piazze colme di danzatori e spettatori.
Dietro a questa rinascita vi è
una vera a propria ricerca
musicale e culturale.
La questione dei rapporti
tra cultura occitana e le valli
valdesi non può essere riassunta in poche righe, col rischio di banalizzare una problematica già troppe volte oggetto di fraintendimenti e inutili polemiche, tese a definire
i propri ambiti di competerua
e le proprie specificità.
UN PATRIMONIO DA TUTELARE
FATUA
ITALO PONS
In attesa che si sappia raccogliere e continuare quanto
già fatto in questi anni, all’
ombra di un grande rigore e
senza trionfalismi di sorta,
riaprendo nuove ipotesi di lavoro, vorremmo porre qualche interrogativo sulla salute
dei nostri patuà. Tutti sanno
come anche solo tra una valle
e l’altra, per non dire tra borgate, essi conservino accentuazioni e forme assai diverse
da creare una ricca varietà di
parlate.. Una lingua, anche se
popolare, racchiude quel tanto
di «misterioso» che la rende
fragile e forte perché appunto
legata ad una tradizione ieri
viva, oggi molto più vulnerabile. Un patrimonio che rischia" di essere, anno dopo anno, pericolosamente minato
da moltéplici fattori tra i quali
lo spopolaihento, la scomparsa di buona parte della popo
lazione anziana che se ne serviva come prima lingua, o più
semplicemente di un’epoca
tesa a uniformare il tutto e di
conseguenza anche la lingua.
Il recupero del linguaggio e
la sua valorizzazione sono legati a una questione di identità e anche questa va ampiamente reinventata: un dialetto
non lo si impara come si può
apprendere a ballare. E poi
che ragione ci sarebbe per
farlo? Ma questo non significa che dalla riscoperta di un
aspetto specifico della cultura
occitana, come le danze, non
possa anche emergere un interesse linguistico. Sarà bene
rifletterci presto altrimenti
queste" valli saranno sicuramente più impoverite di
quanto lo potrebbero.
Scuola
rt^soluzioni
per le mense
A poche settimane dall’inizio dell’anno scolastico si torna già a parlare di mense.
Questa volta nell’occhio del
ciclone ci sono Comuni e insegnanti, interlocutori in una
questione nella quale il protagonista assente è in realtà il
ministero della Pubblica istruzione, che non ha ancora chiarito se i docenti delle scuole
dell’obbligo in servizio durante l’ora di mensa debbano
o meno pagare il pasto.
I Comuni dal canto loro si
stanno comportando in modo
diverso: alcuni (Pinerolo, Porosa Argentina, Villar Porosa, San Secondo, Bibiana)
non hanno chiesto il pagamento e in attesa di nuove disposizioni si fanno carico del
pasto degli insegnanti. Altri
(Torre Pellice, Luserna San
Giovanni, Bobbio Pellice)
hanno addirittura chiesto il
pagamento dei pasti a partire
dall’anno scolastico scorso;
altri ancora (Bricherasio, Villar Pellice, San Germano)
hanno deliberato il pagamento a carico dei docenti a partire da quest’anno.
Gli insegnanti dal canto
loro, già poco soddisfatti del
nuovo contratto che li penalizza su alcuni diritti fondamentali e non dà loro che briciole di aumento, protestano
perché ritengono che quello
della gratuità del pasto per chi
è in orario di servizio durante
la mensa sia un loro diritto.
A tutt’oggi da parte del ministero della Pubblica istru^zione non è arrivato alcun
chiarimento e l’ultima recentissima circolare della Prefettura mette solo in evidenza la
mancanza di disposizioni
nuove, lasciando ai singoli
Comuni la responsabilità di
valutare in prima persona se
, il proprio bilancio possa loro
. consentire o meno di farsi càrico del pasto degli insegnanti, limitatamente a coloro che
sono «di turno» ai, pasti.
Dodici diversi vini vengono commercializzati dalla Cantina sociale di Bricherasio
Per una vinificazione con tecniche naturali
PIERVALDO ROSTAN
La vendemmia è ormai iniziata da alcuni giorni,
lungo le strade della bassa vai
Pellice e del Pinerolese si
incontrano frequentemente
carri colmi di grappoli d’uva
che saranno presto avviati alla
vinificazione. Realtà storica
della vai Pellice è la Cantina
sociale di Bricherasio che dalla fine degli anni ’30 è punto
di riferimento per buona parte
della produzione della zona. ■
Ne parliamo con Roberto Bellario, che lavora come tecnico
agricolo presso la struttura.
«Attualmente la cooperativa conta circa 235 soci e tutta
la loro produzione viene conferita a questa cantina per la
trasformazione. I vigneti dei
soci occupano una superficie
di 175 ettari che l’anno scorso hanno fatto registrare una
produzione assai elevata, circa 14.500 quintali d’uva; quest’anno la produzione sarà sicuramente inferiore e le costanti piogge di questo mese
non hanno certo favorito la
maturazione».
- La produzione della cooperativa (12.000 ettolitri nel
l'ultima annata) si è molto diversificata nel corso.degli ultimi tempi; proponete infatti
dei bianchi, dei rosé, oltre ai
tradizionali rossi... ,
«In questi ultimi tre anni
abbiamo puntato su molte
varietà di vino; accanto al solito rosso da tavola, si vinificano separatamente 12 varietà: bonarda, plassa, freisa,
dolcetto, barbera, nebbiolo,
oltre ad una serie di vini
particolari come il ramìe, il
doux d’Henry e l’avarengo.
Con l’uva bianca facciamo
poi il Briché bianco, vino
secco con cui abbiamo ottenuto la medaglia d’oro nell’
ultimo concorso intemazionale per vini di montagna. Abbiamo inoltre il briché rosato
e una bonarda sputpante abbastanza vivace e piacevole
che ha conseguito un buon risultato sul mercato. Per diversi vini sono in corso le pratiche per ottenere la doc».
- Qual è la zona di distribuzione del vostro vino?
«La maggior parte del vino
viene venduta in zona; stiamo
iniziando a proporlo sul mercato di Torino dove è già pre
sente in ^cuni negozi e in alcuni ristoranti. Abbiamo con^tatti anche nehCuneese».
- Questo rilancio della vinificazione ha ,un riscontro
anche nella produzione? Ci
sono dei giovani che riprendono la coltura delle vite?
«Dobbiamo tener conto che
soltanto da tre anni abbiamo
ampliato considerevolmente
la produzione: c’è un indubbio interesse nei giovani che
pensano seriamente di non
abbandonare le aziende familiari. Abbiamo anche un problema di spazio nella sede,
cosa che per il momento ci
impedisce di ampliare ulteriormente l’attività».
- Che dire, infine, dei metodi di coltivazione?
«Vorrei segnalare un tentativo in atto di ridurre al massimo l’impatto ambientale
applicando un regolamento
Cee che impone precise regole sui trattamenti a vantaggio
della lotta biologica; certo al
momento questi coltivatori
sono pochi: speriamo comunque di poter distinguere con
un’etichetta specifica un vino
ottenuto con metodi il più naturali possibili».
In Qumo:
Urbanistica
Gli anni intorno al(1870 sono, per le
chiese delle Valli, fucina di iniziative di vario genere. Così alla fine del
1869 nasce la «Società di utilità pubblica - La Valdese», di cui Albert de Lange ha tracciato la storia nel n. 7 de «La
Beidana». Più o meno nello stesso periodo, alla fine del 1870, viene fondata a
Torre Pelli'ce la «Società per la santificazione della domenica». Lo statuto è pubblicato nell’«Eco delle valli» del 10 febbraio 1871. È firmato da 27 persone, che
sono i soci fondatori della società. In esso si constata che) «Il giorno del riposo
è una istituzione divina permanente, de'stinata dal Creatore agli uomini di tutte
le età; tale giorno è fondato sull’opera
della creazione, confermato solennemente nel Decalogo, legge morale universale'e pienamente realizzata dal Salvatore che non ne ha abolito alcun articolo, ma, li ha adempiuti egli stesso, rendendone il compimento possibile ai suoi
discepoli; è di conseguenza uh dovere e
IL FILO DEI GIORNI
LADOMENia
BRUNO BBLLIOM
un privilegio per i credenti di poter consacrare interamente al Signore del sabato il giorno benedetto del ripago, nello spirito dell’obbedienza filiale a cui il
patto di grazia ci invita; il giorno del Signore è profanato nel nostro paese da
una gran parte della popolazione ed è
quindi urgente rimediare ad un male
tanto grande in tuài i modi suggeriti
dalla carità cristiana».
Perciò si costituisce la società, i cui
membri si impegnano a dare, con la loro
X, condotta, l’esempio della santificazione
con l’astenersi in tale giorno da ogni interesse temporale che non sia di estrema
urgenza, dedicandosi invece agli esercizi
di pietà e in generale all’opera del Signore. Essi si impegnano inoltre a spandere intorno a loro il rispetto per il giorno del Signore con le loro esortazioni e
con i loro ammonimenti caritatevoli e
fraterni. È naturalmente anche previsto
che chi non mantiene tali impegni, dopo
essere stato avvisato, cesserà per ciò
stesso di far parte della società.
Ogni mese si riunisce l’assemblea
dell’associazione e in queste riunioni,
dopo una lettura della parola di Dio, si
tratta qualche argomento relativo alla domenica. Si è inoltre deciso di pubblicare
degli opuscoli o trattatelli sul giorno del
riposo che siano adatti alla popolazione
/delle Vaili. I soci sono naturalmente impegnati a distribuire in ogni occasione, e
particolarmente la domenica, questi trattati. Possiamo sorridere, ma dobbiamo
domandarci se questa iniziativa, come
tante altre, non abbia portato dei firutti eh
benedizione di cui goéhamo ancora oggi.
DevOTio esseré i singoli'
Comuni a ideare i piani regolatori oppure ha un sen-„
lo che un ente soVracomugale come la Comunità
^lontana se ne faccia caribo? Ne parliamo con Mar-’»
co Grand, architetto, as-^
sessore all’Urbanistica
presso la Comunità montana vai Pellice. , , .
;; PacìkaÌÌì
Mondiali di sci
Come era largamente
revedibile fanno molto
Escutere i criteri in base ai
lali Verranno spesi i soldi
.,4anziati per i Mondiali del (
^.striere. P0|)o le proteste
^gli rmunirnstratori della
fai elisone, segnaliamo'
iniziativa presa dal grup-^
p^o regionale del Pds ch^
M illustrato in una confe-v
^nza stamim alcune conwproposte e critiche. :
paìhnan
Crosetto
Lina Dolce, che per tanti
hanni vi ha svolto la funzione di maestra, racconta
in un libro la vita quotidiana come era fino a ^occ^
tempo fa a Crosetto, vil-^ I
laggio a metà strada tra' ,
Ferrerò e Frali. Nei suo|
racconti rivive un’atmosfera di legame prezioso con
la terra, rivivòno i lavori
tradizionali e le relazioni,
sociali caratt^àtiellàf delle
borgate alpine. ^
PaotìaIII
.u II minisiero della Pùbbli^cà isti-uziùne ha recente-^
marne riconosciuto al tea- '
tro una funziono di
mento utile alla diéat^||
Ne parliamo con
CastigUa, che alcuni
ni svolge un’attività di f|||>
tnazione ^ base per av^
cìnare i giovani alla soplnii
PagȓA]||I
tf,
.'t<¡
8
PAG. Il
E Eco DÉLLE Va PI VVLDESI
VENERDÌ 13 OTTOBRE 1995
Proseguono i lavori al Palaghiaccio di PInerolo
PALAZZO DEL GHIACCIO: APERTURA IN DICEMBRE? — Sembra quasi una corsa parallela ad ostacoli: sia
il palazzo del ghiaccio di Pinerolo che quello di Torre Penice potrebbero aprire i battenti entro dicembre, mà non si
hanno ancora certezrè. A Torre Pellice i lavori stanno procedendo alacremente, talvolta anche il sabato e la domenica; sono state collocate le nuove balaustre, le scale per le
gradinate, gli spogliatoi sono in fase di ultimazione e la ditta incaricata sta procedendo alla chiusura laterale. 1 lavori
vengono annunciati come chiusi per la fine di ottobre o la
prima quindicina di novembre. A Piiierolo una parte della
giunta è convinta di poter aprire la pista per dicembre; al
momento però il cantiere sembra ancora in alto mare.
INTERROGAZIONE DEL GRUPPO REGIONALE DEL
PDS — Il consigliere regionale Marco Bellion ha posto recentemente due significative interrogazioni allá presidenia
della giunta regnale. Il consigliere del Pds ha chiesto se
parte dei 21 miliardi, destinati in base alla legge regionale
235/1995 agli interventi locííli connessi.allo svolgimento dei
campionati mondiali di sci alpino del 1997 a Sestriere, potranno e saranno utilizzati per proporre un intervento ài potenuamento e di completamento dèlia struttura ospedaliera
«E. Agnelli», che vedrebbe in occasione dell’importante
manifestazione sportiva un sovraccarico di lavoro. L’altra
interrogazione del consigliere pidiessino, che riguarda la linea ferroviària Toriho-Pinerolo-Torre Pellice, rivolge alle
autorità regionali la richiesta di conoscere le iniziative già
poste in atto e quelle che eventualmente si intendono intraprendere per affrontare i notfe seri problemi della linea.
LUSERNA: MUORE IMPROVVISAMENTE IL PROFESSOR SGOBBI — Ha destato profonda emozione
■* l’improvvisa scomparsa, domenica ácofsa, subito dopo
pranzo, del professor Leonardo Sgobbi di Lusema San
Giovanni. Insegnate di educazione fisica, per parecchi anni
! aveva svolto all’interno dell’Istituto tecnico per ragionieri e
geometri il ruolo di vicepreside; nella scorsa tomata amministrativa era stato anche consigliere comunale. Quarantacinquenne, sposato,' con una figlia stu(lente liceale. Sgobbi
aveva già in passato avuto problemi di cuore.
ARRESTATO PER SPACCIO — I carabinieri hanno arrestato e associato alle carceri di Pinerolo un giovane di Torre
Pellice, Adriano Agli; l’accusa è di spaccio di sostanze stupefacenti e di ricettazione. Durante una perquisizione
nell’abitazione del giovane sono stati trovati vari grammi di
eroina nonché autoradio di sospetta provenienza.
MOZIONE DI LUCIO MALAN — L’on. Lucio Malan ha
posto in Parlamento una mozione volta a censurare la decisione del governo francese di riprendere gli esperimenti nucleari e a sollecitare una ferma azione del nostro governo. Il
deputato federalista liberaldemocratico ha recentemente incontrato in Regione gli amministratori locali della vai di
Susa e di Piossasco, preoccupati per il progetto di un nuovo
elettrodotto che dovrebbe portare energia elettrica dalla
Francia. Lucio Malan ha chiesto chiarezza e trasparenza nei
confronti dei cittadini ai quali l’Enel deve fornire ampie
informazioni suH’intèro progetto.
CORSO PER AMMINISTRATORI COMUNALI — Partirà
lunedì 16 ottobre il corso per amministratori locali, promosso dal senatore Claudio Bonansea, articolato in sei incontri
di due. ore ciascuno e destinato soprattutto ai giovani amministratori; al termine è prevista una tavola rotonda su problemi istituzionali. La sede del corso è a Piossasco, presso i
locali &U’ex chiesa del Carmine in via Roma 60, alle ore
21. Per informazioni 0121-75028; fax 7384^
PEROSA: SÌ AI CITTADINI NELLE COMMISSIONI —
Nel corso deU’ultìmo Consiglio comunale, con l’approvazione di alcunp modifiche allo Statuto comunale, sono state
superate le difficoltà incontrate nelle nomine delle commissioni'consultive conàunalì. Sulla partecipazione era stata
costruita la vittoria della lista guidata da Silvano Bertalot e
dunque lo^ca vuole che nel lavoro delle commissioni venissero chinati anche semplici cittadini, non consiglieri,
proprio per allargare la base delle decisioni. Di un certo rilevo politico infine la decisione di riaffid^e alla Comunità
montana il compito di redazione della seconda variante al
piano regolatore nell’ottica di individuare uno strumento
omogeneo per tutta la valle. '
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Intervista a Marco Grand, assessore alPUi;banistica alla Comunità montana vai Pellice
Ristrutturare prima di fare nuove costruzioni
PIERVALDO ROSTAN
Da qualche settimana la
Comunità montana vai
Pellice ha una nuova giunta;
all’interno di essa, con la delega all’Urbanistica, opera
un professionista di Luserna
San Giovanni alla seconda
esperienza come consigliere
comunale, l’architetto Marco
Grand. La materia non è delle più semplici e nello stesso
tempo è determinante per lo
sviluppo in un senso o in un
altro dell’intero territorio; del
resto la vai Pellice nel suo
complèsso dovrebbe ripensare alla sua programmazione
urbanistica: dopo la scelta di
individuare un unico piano
regolatore intercomunale a
livello di valle, con normative comuni e con l’intento di
predisporre uno sviluppo armonico e coordinato del territorio, si è assistito negli ultimi anni a varianti. Comune
per Comune, che di fatto
hanno snaturato quello che
era uno strumento di programmazione a vantàggio
delle singole esigenze. Nel
contempo però molti Comuni
/ hanno visto del Prgi un freno
alle iniziative edilizie nei
propri ambiti piuttosto che
un’opportunità.
«Ogni Comune è andato
avanti da sé (anche giustamente) perché con l’attua:
le Prgi si corre il rischio di
bloccare ogni iniziativa - dice il neoassessore, illustrando
ij prograinma -. Così però
viene a mancare quell’omogeneità che era nelle prospettive di chi aveva voluto il
piano regolatore di valle. Occorrerebbe maggiore flessibilità ma nello stesso tempo, nel rispetto dell’autonomia dei singoli Comuni, bisogna garantire uniformità negli interventi. Stiamo valutan
La zona San Marco a Torre Pellice, ora ristrutturata
do attentamente la normativa
di altre regioni, ad esempio
della Toscana; si potrebbe, in
analógia con quella Regione,
puntare a un piano strutturale di valle che, una volta
date le direttive generali, preveda-per i Comuni un certo
livello di flessibilità. Addirittura si può pensare a quello
che viene definito “il piano
del sindaco ", di valenza temporale pari al mandato del
primo cittadino>\.
Con questa «filosofia» dell’
autonomia di ciascun Comune, della flessibilità dèi piani
ecc. si corre forse, secondo
alcuni, il rischio di una deregulation. «Credo che sia ormai assodato un elemento sottolinea Marco Grand sono finiti i tempi della cementificazione e ogni urbanista e
progettista deve avere ben
chiaro che un determinato
territorio, con la sua storia,
le sue tipologie costruttive, la
sua cultura, il suo ambiente
rappresentano tanti elementi
di un insieme che può essere
più o menò gradevole e accattivante, sotto il profilo del
la vivibilità e, se vogliamo,
anche turistico. Oggi non si
potrebbero ripetere certe tipologie costruttive realizzate
anche pochi anni or sono: c’è
in molti una nuova consapevolezza».
Probabilmente è così, almeno in parecchi casi; pur essendo meno ottimisti del
neoassessore, prendiamo atto
che, proprio a partire dal momento della formazione, si sta
instaurando un nuovo approccio all’urbanistica e all’edilizia. Lo stesso Grand è fra i
più convinti assertori della
necessità di recuperare, e bene il patrimònio esistente,
piuttosto che costruire nuove
volumetrie.
«Fin dalla mia tesi mi sono
occupato, ad esempio, della
questione del recupero delle
borgate - continua l’assessore in quel caso ci si trova
davanti ad alcuni elementi
centrali: una struttura degradata ma legata a una cultura
storica, il bisogno di stabilire
a quale funzione la baita sarà
destinata dopo la ristrutturazione, come e chi interviene
nel recupero. Non si può rinunciare h. determinati servizi
in una abitazione ma dobbiamo lavorare per riqualificare
le vecchie tipologie esistenti:
il recupero è il futuro, anche
economico. Un certo tipo di
sviluppo turistico deve avere
anche un’immagine che lo
supporti».
In effetti qualcosa in questo senso si sta muovendo; a
parte il discorso specifico
sulle borgate, proposto in un
convegno e ripreso nel programma della Comunità
montana, alcuni progetti di
recupero sono stati redatti in
questi anni proprio dall’architetto Grand. Dal San Marco di Torre Pellice, dove la
ristrutturazione di quella che
era diventata una delle zone
di maggior degrado ha oggi
prodotto 20 nuovi alloggi e
negozi di pregio, ai progetti
dell’ex cinema Santa Croce,
dall’ex convento di San Francesco a Lusema a quello della Mazzonis a Torre Pellice.
«Sono tre progetti proposti
per il finanziamento con il
regolamento Cee 2081/93 conclude l’arch. Grand a
Luserna Alta ipotizziamo un
recupero ampio della borgata, a partire da questi due
vecchi edifici: ne verrebbero
fuori una saletta da 150 posti, un centro di documentazione sulla pietra di Lusema,
atelier per gruppi di lavoro.
Tutto il progetto, comprensivo oltre che dei due edifici
anche della vecchia via degli
Orefici, ammonta a 750 milioni. A Torre Pellice, nella
zona dell’ex Mazzonis, immaginiamo di creare un vero
e proprio nuovo punto di riferimento per il residente e
per il turista, con spazi di
verde pubblico, locali per
botteghe artigianali e commerciali, una caffetteria».
Proposte del Gruppo regionale Pds
Come utilizzare i
soldi di Sestriere '97?
FEDERICA TOURN
Si è svolta venerdì 6 ottobre una breve conferenza
stampa del gruppo Pds regionale sulle proposte del commissario straordinario per i
campionati mondiali, Livio
Dezani. I Mondiali di sci che
si svolgeranno a Sestriere nel
1997 sono anche un’occasione di rilancio per la vai Susa
e la vai Chisone ed è quindi
importante fare interventi
lungimiranti sul territorio con
i fondi a disposizione, di cui
non si conosce ancora l’entità
efféttiVa. Il commissario ha
da gestire 21 miliardi destinati dalla legge 235/95 per il finanziamento degli interventi
locali, in più si aspettano altri
5 miliardi dalla Provincia e
circa 23, da impiegare per
ampliare le strutture alberghiere e aumentare (ma di
quanto?') la scarsa offerta di
posti letto, si otterranno grazie al regolamento Cee 2081,
che mira a rilanciare l’occupazione delle zone in declino.
Quello della debolezza turistica è infatti uno dei principali problemi che affliggono
ìa vai Chisone e la vai S^usa,
penalizzate dalla politica
miope degli anni ’80, che ha
favorito l’acquisto della seconda casa a discapito dell’
accoglienza alberghiera: i posti letto disponibili negli hotel
sono infatti solo 8.000, a
fronte di circa 20.000 seconde case. Il commissario ha
proposto di utilizzare 8 miliardi della somma a disposizione per la costruzione di un
«villaggio degli atleti» che,
secondo il consigliere regionale Marco Bellion, è da
prendere in considerazione
«soltanto valutandone l’effettiva utilità».
Quali sono le proposte di
Dezani? Oltre agU 8 miliardi
citati, 3 miliardi e mezzo andrebbero per ampliare i parcheggi a Sestriere; il Pds ha
sottolineato che la somma è
troppo elevata, anche perché
gli interventi del commissario privilegiano la vai di Susa, penalizzando fortemente
la vai Chisone e ignorandone
le risorse. Non si potrebbe infatti recuperare il Forte di Fenestrelle per i servizi legisti-'
ci? In più: non andrebbe
ignorata la sanità delle valli e
in particolare l’ospedale di
Pinerolo. Purtroppo per ora
manca una proposta programmatica della giunta regionale sulla valorizzazione
delle vallate. Altri miliardi
dovrebbero poi esseri impiegati per la tangenziale di Cesana, ma se non si dovessero
terminare i lavori entro il 31
dicembre ’96, la somma potrebbe essere utilizzata per la
famigerata strada statale 23.
Disgrazie e anche falsi allarmi
Preziosi interventi
del soccorso alpino
MARCO FRASCHIA
Queste due ultime settimane sono state piuttosto movimentate per le stazioni di Soccorso alpino del
Pinerolese. Sono infatti stati
effettuati tre interventi che,
per modalità e sviluppi molto
diversi tra loro, offrono un
interessante quadro di quello
che può essere l’attività di
soccorso alpino nelle nostre
vallate.
Martedì 26 settembre, nella
zona tra il colle di Brard
(2.450 m) e la punta Fiounira
(2.776), sullo spartiacque tra
la vai Pellice e la vai Germanasca, il corpo senza vita di
Pierre La Font, 58 anni, di
Marsiglia, è stato recuperato
dall’elicottero del 118 di Savigliano, accompagnato sul
posto da Stefano Tron, del
Soccorso alpino di Frali. Il
francese era già stato avvistato lunedì mattina, dopo un’intera notte di ricerca, dalla
squadra di soccorso salita da
Frali fin da domenica sera
sotto la guida del 'capostazione Luigi Barus e accompagnata dal compagno di escursione Michel Siccard, cognato
della vittima, sceso a valle a
dare l’allarme. I due, partiti
da Frali e diretti al rifugio al
lago Verde, hanno sbagliato
strada e nella salita La Font è
scivolato precipitando per
un’ottantina di metri. Le condizioni proibitive deljempo e
della montagna hanno sconsigliato di effettuare lunedì il
recupero che è stato portato a
termine senza problemi il
giorno successivo.
Domenica 1” ottobre, invece, un soccorso a lieto fine ha
visto come protagoniste due
scalatrici pinerolesi. Silvia
Arseni e Lucia Benotti, bloccate sulla «via degli strapiombi» nel vallone di Bouree!, nel Comune di Roure in
vai Chisone. In questo caso
l’elicottero non è riuscito ad
effettuare il recupero in parete e così le due giovani donne sono state tratte in salvo
dalla cima della parete dalla
squadra del Soccorso alpino
di Pinerolo.
Infine la sera di martedì 3
ottobre sono stati allertati i
carabinieri e il Soccorso alpino di Torre Pellice per la
scomparsa di un cercatore di
funghi nella Comba dei Carbonieri. Quando già le squadre erano sul posto per iniziare le ricerche si è scoperto
che il «presunto scomparso»,
Maurizio D’Adamo, di Torino, stava cenando tranquillamente a casa, dopo aver abbandonato il compagno di
escursione che, giustamente,
non avendolo più visto, aveva dato l’allarme: a quel punto l’intervento era scattato.
9
í 13 OTTOBRE 1995
E Eco DELtE ^LLI ^LDESI
PAG. Ili
'Inverso Rinasca: il sindaco, Giovanni Prelato, fa il punto sulle necessità del Comune
la questione giovanile in testa alle priorità
r
PIERVALDO ROSTAN
entre in più di un Comune delle valli si è fa■ ticato per riuscire a costituire
più di una lista di candidati
le elezioni amministrative
. dello scorso aprile a Inverso
l^asca, paese con nemmeno
•‘óOO elettori, le liste in campo
i^pno ben tre. Segno di una
p ì|talità politica sorprendente?
IY Impure luogo dove il tradizio^ tt^e confronto a due, tra pro,assisti e conservatori, risulta
’ -j^ppo stretto, o cos’altro? Il
,.j,'j|OStro incontro con Giovanni
il^elato, da poco più di cinque
•qiesi sindaco di Inverso, ini’ zia ricordando quel periodo:
* ^Abbiamo fatto più riunioni
iira cittadini e per lungo tempo
M-lembrava non si riuscisse ad
.V andare oltre una lista; la cosa
ci lasciava un po’ perplessi. A
un certo punto sono emerse
tre liste, ognuna con ispirazioni C idee abbastanza diverse;
. forse ha giocato anche il fatto
. che i capolista sarebbero quasi, sicuramente stati eletti».
Dopo poche settimane vi
f siete trovati subito di fronte
'alla proposta di «taglio» della scuola del dot...
^Effettivamente è venuta
fiibri questa proposta, col tra' sferimento degli alunni a Piv^asca; ci siamo mobilitati
Scontro questo tipo di scelte
' /che penalizza le zone montane in genere e il nostro Co^vlfeune in particolare. Anche
ihn’assemblea pubblica ha
iéonfermato questa contra^.^getà: la scuola rappresenta
..Matti il primo e forse unico
•ÌBomento di aggregazione di
una serie di borgate molto
s^se. Siamo contrari a deci
sioni che considerano una
scuola meramente sotto.il
profilo economico dei costi;
ci preme considerare la scuola come momento di identità,
culturale di una comunità».
- Restando nel campo giovanile, non le sembra che il
cosiddetto triangolo Perosa,
Pomaretto, Inverso Pinasca,
come già in passato, pensando ai problemi di tossicodipendenza e di alcolismo,
mandi segnali di forte sofferenza giovanile?
«Si tratta di uno dei buchi
neri della nostra ammini
strazione: ci pensiamo ma ci
mancano le idee o forse la
persona adatta per affrontare
la questione giovanile. Come
agganciare i giovani è stato
già un problema per l’amministrazione precedente. Ci sono attività, come TUnione
musicale, che hanno una
grande presenza di giovani,
ma altri settori non riescono a
coinvolgere i ragazzi. La Pro
Loco è costituita da un gruppo di pèrsone volenterose ma
quasi tutte pensionate. Bisognerebbe proporre qualche at
tività concreta per costruire
un nuclqo impegnato; forse
mancano anche riferimenti locali nelle chiese. Veniamo poi
da un periodo in cui il livello
di scolarità si era molto abbassato il che in termini di
pensiero culturale non e certo
positivo: anche recentemente,
al ricordo di Paolo Diena, persona simbolo per il paese, di
giovani non se ne sono visti».
- Cambiando orizzonte e
pensando al territorio, ai suoi
problemi, alle sue risorse,
che dire?
«In molti casi (penso agli
acquedotti, alle fognature
ecc.) il problema non era costruire ma mantenere e gestire; oggi quasi tutte le borgate sono collegàte da acquedotto e fognatura, oltre che da
strade. Nei nostri piccoli Comuni abbiamo enormi difficoltà a gestire determinati servizi,' con poco personale, per
cui bisognerebbe che la Comunità montana potesse essere veramente un consorzio di
Comuni. Non vogliamo P accorpamento dei Comuni che
segnerebbe la perdita dell’au
tohomia ma vogliamo dei servizi gestiti a livello di valle».
- Dunque il vostro candidato per la presidenza della
Comunità montana rimdne
l'ex sindaco di Inverso, e già
presidente, Erminio Ribet?
«Non è stato facile trovare
la persona in grado di sostituire il sindaco in questo ruolo; io vorrei delegare molto di
più ma la legge assegna al
-sindaco molte competenze.
Fin dall’inizio abbiamo pensato a Ribet come naturale
candidato alla presidenza della Comunità montana, vista la
sua esperienza e la sua capacità di amministrare».
- Fra le «rogne» del Comune e della Comunità montana c’è indubbiamente la
viabilità; a parte la questione
dell’accesso nella parte bassa il nuovo tracciato, se fosse
realizzato, attraverserebbe
tutto il territorio di Inverso
tagliando il paese in due. C’è
stato consenso operplessità?
«Si sono svolte più riunioni
pubbliche; il progetto è anche
Cambiato nel tempo: in linea
di massima la gente è sembrata d’accordo sul tracciato
pur conoscendo i problemi
ma anche rendendosi conto di
rendere un servizio a tutta
l’alta valle. Il fatto di creare
una galleria sotto il Clot contribuiva a diminuire l’impatto
sul paese. L’ultimo progetto
ha portato la strada da lungo
il letto del Chisone, nella parte bassa, al bel mezzo dei prati, suscitando le ire di molti
cittadini che si sono opposti.
Il progetto sembra che sia stato riportato a quello originale,
per cui si può dare un parere
favorevole».
villaggio
la maestra Lina Dolce riunisce in un libro le esperienze fatte nel
Crosetto e la vita a confronto con la natura
LILIANA VIGLIELMO
Crosetto è un piccolo' villaggio della vai Germanasca, a metà strada tra Ferrerò e Frali, nella parte più alta
della zona delle miniere di
talco. Nel 1957 la piccola
scuola Beckwith ospitava una
7pluriclasse di pochi bambini.
A distanza di quasi 40 anni la
maestra di quella scuola sussi(tìata, Lina Dolce, ha pubblicato I racconti di Crosetto*,
rievocando questa sua prima
■ esperienza di insegnamento.
A lei abbiamo rivolto alcune
domande, cominciando a
' bhiederle che cosa l’abbia
.spinta a raccogliere i suoi ricordi in un libro.
«Veramente è la prima do. Bianda che tutti mi rivolgono:
Spesso parlavo in famiglia o
con gli amici della mia vita
nel villaggio, ma non avevo
. mai tenuto un vero e proprio
diario. Con il passare del tempo però questi avvepimenti
diventavano sempre meno
consueti, sembravano addirittura modi di vivere dei secoli
passati. Così ho capito che lì
si erano conservate delle abi. tudini antiche, perché il paese
era come un’isola in cima al
monte, difficilmente accessibile agli estranei.
' La mulattiera veniva percorsa con fatica dagli abitanti
del luogo, dall’insegnante e
dai minatori che raggiungevano la miniera di talco del
Malzas, ma anche questi erano solo,di passaggio. È stata
mia figlia Marina a chiedermi
di scrivere quello che le raccontavo; ho iniziato i niiei
racconti con l’arrivo nel vil■laggio all’inizio dell’anno
scolastico quando, arrivando
nei pressi del piccolo cimitero, ho intravisto le prime case. Penso che il nome Crosetto derivi da ero, piccolo avvallamento, ma dal basso non
lo si vede quasi, è stato costruito proprio lì, in posizione
strategica, perché i valdesi
che dovevano lottare duramente avevano bisogno di rifugi sicuri».
- Il suo libro incomincia
con alcuni dati storici... '
«Ho cercato notizie sull’origine del villaggio con l’aiuto
del prof. Serafino. Nelle raccolte di leggi siamo risaliti fino al ’600: anche i cognomi
riaffioravano, per esempio i
Peyrot erano citati fin da questo periodo. I crosettini non'
hanno mai avuto la vita facile,
dovevano pagare le tasse fino
all’ultimo centesimo. Abel
Peyrot andava a fare le denunce per tutti i suoi figli; era
un grosso proprietario che
aveva terfèni da Pomaretto a
Frali, ma abitava a Crosetto/
per “dominare” queste pro
prietà. Oltre a questi cenni
storici ho messo qualche riferimento geografico, perché
non tutti conoscono la zona».
- Anche quarant’anni fa si
viveva in un altro modo...
«La vita era senza dubbio
più semplice, adatta all’ambiente e con meno comodità,
certamente. Non avevamo
l’acqua in casa, bisognava
riempire i secchi per lavarsi e
le bottiglie per bere alla fontana. Ho imparato ad accendere
il fuoco nella stufa con metodo e le mamme mi hanno insegnato a curarmi con le erbe.
Ho dovuto anche capire che a
Crosetto c’erano delle leggi
non scritte che tutti osservavano ed erano le persone ànziane che avevano un’autorità
riconosciuta per stabilire che
cosa si dovesse o non si dovesse fare. Anche la partecipazione ai funerali o la festa
di Natale nella scuoletta avevano un significato profondo,
non casuale.
Anche nell’alimentazione
si percepiva un contatto con
L'opinione di Guido Castiglia
Il teatro strumento
/.
Secondo una nuova indicazione del ministero della Pubblica istruzione il teatro viene
ad essere considerato come
strumento di accrescimento
utile alla didattica scolastica.
Abbiamo chiesto a Guido Castiglia, da diversi anni uno
dei più affermati animatori di
laboratori e attività teatrali
nelle scuole del Pinerolese, di
spiegare^ quali sono stati e
quali sono i rapporti tra istituzione scolastica e teatro.
«L’animazione teatrale nelle
scuole e il teatro per ragazzi
hanno rappresentato 'un vero
e proprio movimento innovatii>o e culturale all’inizio degli anni Settanta. Nel corso
del decennio successivo però
- dice Castiglia - l’inflazione
di operatori non professionisti del teatro o teatranti bravi
ma non adeguati a una comunicazioni didattica hanno
contribuito a relegare l’intervento teatrale serio e adeguato alle esigenze della scuola a
vere e proprie isole felici, che
vivono il teatro da “dentro”
ma conoscono anche il complesso mondo della scuola».
. Quale significato assume
dunque in questo quadro la
proposta del ministro e quali
ripercussioni educative e professionali può provocare
un’indicazione così precisa?
Dice ancora Guido Castiglia,
fondatore a Pinerolo di «Nonsoloteatro»: «Senza dubbio le
reazioni del mondo scolastico
sono positive: a Pinerolo per
esempio come “Nonsoloteatro” abbiamo già avviato di
versi laboratori teatrali con
alcune delle scuole medie superiori e ci sono buone probabilità che le iniziative vengano riconfermate per questo
anno scolastico e ne vengano . '
avviate di nuove. Indubbiamente, per gli insegnanti che
da anni promuovono l’attività
teatrale nella scuola, è una
grande rivincita».
Dietro un’intenzione prepositiva possono nascondersi
dei tranelli: come comportarsi? Castiglia dà dei suggerimenti: «Gli insegnanti che
hanno intenzione di utilizzare
il teatro come strumento ludi- '
co di apprendimento dovrebbero diffidare di chi si presenta come professionista di
teatro senza adeguate referenze riscontrabili, e controllarne l’esperienza didattica.
Inoltre secondò me si dovrebbe anche diffidare dei colleghi insegnanti che si propongono e si improvvisano come
esperti teatranti. Un buon
conduttore di un laboratorio
teatrale - spiega il fondatore
di «Nonsoloteatro», che promuove attività di teatro in
collaborazione con la Comunità montana vtil Pellice - deve saper condurre accuratamente un gruppo di ragazzi e
deve conoscere a fondo (avendola sperimentata personalmente) la forza vitale che
solo “lo stare in scena” può
dare e infine deve aver consolidato con l’esperienza un '
metodo didattico che soddisfi
obiettivi e finalità concordate
con gli insegnanti».
la natura: per esempio, la raccolta della frutta si andava a
farla dai parenti che abitavano nel fondovalle ed era
un’occasione di festa. Mi raccontava il padre dell’attuale
sindaco di Perosa, Silvano
Bertalot, che era andato a raccogliere pere da un parente e
ne aveva mangiate tante da
star male, ma era così felice
che non sentiva neanche il
peso della gerla. Se non
c’erano alberi da frutta a Crosetto c’erano però degli orti
molto ben coltivati e i grandi
pascoli a monte della borgata
che ancora oggi sono affidati
a un mandriano. Questui era
una risorsa importantissima,
infatti l’età adulfa non veniva
definita dal numero degli anni, ma dalla capacità di fare il
fieno per una o due bestie. I
bambini venivano allenati a
fare molti lavori, che i ragazzi di oggi ignorano o quasi».
- Ha potuto rendersi conto
dell’interesse di chi ha letto il
libro?
«Ascolto sempre i giudizi
su questi racconti e mi ha fatto piacere sentire che per leggere il libro avevano spento il
televisore. Ho anche trovato
molta collaborazione negli
amici del centro culturale di
Perosa, che mi hanno aiutata a
rendere il libro piacevole con
i disegni. La copertina riproduce un quadro del pittore
Avanzi, ma ho anche una serie di foto che porto con me
alle presentazioni».
La Provincia e la nuova legge finanziarià.
Enti locali: no ai tagli
Il Consiglio provinciale ha
approvato all’unanimità due
ordini del giorno contro la finanziaria ’96 che prevede tagli ai trasferimenti agli enti
locali e limiti alle assunzioni.
Il primo documento denuncia
che i trasferimenti subirebbero una pesante perdita: Province e Comuni; già vittime
di tagli nel 1995, dovrebbero
dunque aumentare il carico
tributario sui cittadini; si propone pertanto all’Anci e altri
organismi che riuniscono enti
locali di concordare iniziative
comuni.
Il secondo testo rileva che
il disegno di legge di accompagnamento alla Finanziaria,
con i limiti alle assunzioni,
imporrebbe un carico di lavoro insostenibile per le amministrazioni provinciali, dotate
di insufficienti organici. Si
chiede quindi la conferma
della legislazione esistente
con possibilità di assunzioni.
La miniera di talco di Brono La Mail, a Crosetto
(*) Lina Dolce, I racconti di
Crosetto. Pinerolo, ed. Alzani, £
15.000. In vendita n^le librerie
di Pinerolo, alia Claudiana di
Torre Pellice, nelle rivendite di
giornali.
AUTORIPARAZIONI
Costantino Marco
Officina autorizzata
LA PRIMA IN PINERpLO
Via Montebello, 12 - Tel. 0121/321682
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Alimentazione e mangiare sano
VAtEBIA FUSETTI
Sempre più spesso i medici consigliano di eliminare parzialmente o totalmente l’uso del sale in cucina e molte persone mi hanno confermato che passare a
una dieta senza sale è piuttosto difficile: difficile ma
nbn impossibile, perché ci
sono molti accorgiménti per
rendere comunque le vivande saporite.
Cucina senza sale
Gli ingredienti indispensabili sono lo zucchero, gli
ingredienti aspri, gli aromi,
le spezie e un po’ d’alcol.
Prima di tutto occupiamoci
di m-omi e spezie. L’aglio e
lo scalogno sono indispensabili, il primo anche in polvere se non amate trovarvi lo
spicchio sotto i denti... e
nell’alito. Se avete un orto o
un terrazzino potete coltivare in proprio anche un po’ di
erbe aromatiche: menta, timo, erba cipollina^ salvia,
alloro, prezzemolo, menta,
dragoncello e, se già non
l’avete, il curry,, una aromatica di invenzione inglese.
Comunque, se non vi è possibile coltivarle in proprio,
in un supermercato ben fornito le trovate secche in
grande varietà.
Tra le spezie vi consiglio
le più classiche: noce moscata, cantiella, peperoncino di Cayeima, pepe nero e
bianco (quello verde si trova quasi sempre in salamoia
e evidentemente non è il caso), mostarda, chiodi di
garofano e curry. Alcuni esempi pratici: condite le carote con anice stellato, il cavolo cori il cumino, il sedàno con semi di finocchio e
coriandolo. Le carni di pollo
e di tacchino sono ottime sia
con citronella che con curry,
il manzo con i «cinque aromi» cinesi mentre potete ottenere un saporito roast-beef
se usate semi di cardamomo.
Un pizzico ognuna di: chili,
senai^, curry, pepe bianco e
basilico aggiunti a un cùcchiaino di maionese mescolato a tre cucchiai di yogurt
vi daranno una salsina per
condire insalate e insalatoni
veramente ottimi.
Per quanto riguarda gli ingredienti aspri, questi sono
sia il limone che l’aceto variamente aromatizzato. Per
aromatizzare l’aceto occorre
mettere un rametto di erba
aromatica nella bottiglia
lasciare macerare almeno
due settimane prima di fame
uso. Potete aromatizzarlo al
dragioncello (ottimo per
moltissimi piatti, anche di
pesce), al rosmarino, sca
logno o, estrema raffinatez
za, al lampone. Per quanto
riguarda lo zucchero, dovete
pensarlo sotto, di verse forme: dai succhi di fru^tta
all’uva passa, dalla frutta
fresca alle prugne secche
senza ovviamente dimenticare il miele. Lo zucchero
lega bene con molti alimenti: dalle carote alle cipolline
. glassate a un arrosto di
maiale con purea di mele e
pere. La scorza grattata
dell’arancia è un condimento ideale per le verdure
stufate, mentre un’insalata
di indivia acquista un gusto
particolarmente gradevole
con il succo d’arancia.
Ora passiamo alla pratica
con un pollo grigliato con
insalata di carote (per 4
persone): 4 cosce di pollo, 1
cucchiaio di senape in polvere, I cucchiaino di zucchero di canna, 1 cucchiaino
di curry, 2 spicchi d’aglio,
1(X) ^ di yògurt intero, 400
gr di carote, 3 cucchiai di
succo di limone, 2 cucchiai
d’olio di oliva, 1 di’di succo
fresco di arancia, 2 pizzichi
di chili in polvere, 1 scalogno (oppure la parte bianca
di un cipollotto), 2 cucchiai
di vino bianco secco, pepe
nero, alcuni ciuffi di menta.
Procedimento: mescolate la senape con lo zucchero, il cuny, lo yogurt e l’aglio schiacciata (o un pizzico di aglio in polvere). Fate
alcune incisioni sulle cosce
di, pollo e spalmatele accuratamente con la salsa allo
yogurt. Mettetele in una pirofila da forno antiaderente
e accendete il grill. Fate
cuocere dieci minuti per
parte, facendo attenzione
che la salsa non bruci. L’insalata di carote va preparata
con almeno due ore di anticipo: pelate le carote, sciacquatele e grattatele in julienne e poi mettetele in un’insalatiera. Sbucciate e tritate
fi^mente lo scalogno (o il
cipollotto); mettetelo in una
ciotola e mescolatelo con il
vino bianco, il succo di limone, il succo d’arancia,
l’olio, il chili, il pepe e poi
versate sulle carote. Mescolate bene ma delicatamente,
coprite con un foglio di plastica per alimenti e poi mettete in frigo. Aggiungete le
foglie di menta solo al momento di servire.
Musica popolare in vai Pellice
Torna «Tacabanda»
Torna in vai Pellice, anche
quest’anno, la rassegna di musica popolare «Tacabanda»
che per sei settimane porterà i
suoni della ghironda e del
flauto, del violino e della fi'sarmonica nei principali Comuni della valle. «Cugino»
del più noto Cantavalli delie
valli Chisone e Germanasca,
Tacabanda prenderà il via sabato 14 ottobre da Luserna
San Giovanni con una serata
di musica irlandese proposta
dai Craobh Rua. L’organizzazione deUa rassegna, che vede
in collaborazione Pro Loco,
Comuni e Cmnunità montana.
è come sempre affidata a Cantarana e Radio Beckwith; l’incesso costerà 8.000 lire con
riduzioni a 6.000. Musica irlandese, canti tradizionali dell’Appannino, gospel e blues,
musica occitana, del Massiccio Centrale francese e della
Liguria: questo il programma
delle sei serate dal 14 ottobre
al 18 novembre.
Si comincia sabato 14 crttobre con la musica irlandese:
alla sala Albarin di San Giovanni, con inizio alle 21,15,
saranno di scena i Craobh Rua
che nella lingua gaelica significa «ramo rosso».
E Kx) Delle %lli "^desi
VENERDÌ 13 OTTOBRE 1995
. Nelle
Chiese Valdesi
ASSEMBLEA II CIRCUITO — Venerdì 20 ottobre, ^le
20.30, presso i locali della chiesa valdese di Pinerolo, si
svolgerà l’assemblea del II circuito.
.ASSEMBLEA HI CIRCUITO — Venerdì 20 oUobre, alle
20.30, presso i locali della chiesa valdese di Perrero, si
svolgerà 1 ’ assemblea del III circuito.
ANGROGNA — Domenica 15 ottobre avrà luogo l’assemblea di chiesa che dovrà eleggere un anziano per la zona
di Torre Pellice in sostituzione di lean-^Louis Sappé, dimessosi a seguito della sua elezione a sindaco.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Le prossime riunioni
quartierali saranno il 23 ottobre a Bricherasio e il 24 alla
Cartera e alle Vigne; inizio ore 20,30.
PRALÌ — Giovedì 19 ottobre, alle 14, l’Unione femminile
inizia l’attività.
PRAROSTINO — Il culto, di domenica 15 ottobre sarà dedicato all’apertura delle attività; saranno presenti ragazzi della scuola domenicale e del precatechismo; nell’occasione il pastore fornirà ai genitori informazioni e notizie sui corsi di istruzione religiosa.
SAN GERMANO — Sabato 14 ottobre, alle 15, inizierà la
scuola domenicale; sono invitati i genitori.
• Domenica 15 ottobre, giornata della diaconia, parteciperà al culto, ore 10, il pastorp Thomas Josi con il Concistoro della chiesa di Frutigen.
SAN SECONDO — Domenica 15, alle 10 vi sarà il culto;
nel pomeriggio, dalle 14,30, si svolgerà il tradizionale
bazar allestito daH’Unione femminile.
TORRE PELLICE — Domenica 15 ottobre, qlle 10, nel
tempio dei centro, vi sarà il culto con la scuola domenicale, il precatechismo e le famiglie dei ragazzi.
VILLAR PELLICE — Domenica 15 ottobre ci sarà il culto di ripresa delle attività; alle 9,30, presso la sala unionista, si riuniranno tutti i catecumeni con i genitori e il
pastore per definire gli orari e i programmi. Alle 10,30
culto con cena del Signore. Alle 12,30 vi sarà l’agape
comunitaria presso la sala di piazza lervis. Nel pomeriggio giochi, festa e castagnata al parco Flissia.
VILLASECCA — L’Unione femminile inizia l’attività
giovedì 12 ottobre, ore 14,30.
• Le prossime riunioni quartierali saranno il 16, ore 20 a
Trussan, il 17, ore 14,30, ai Trossieri e il 18, ore 20, a
Pian Faetto.
• Domenica 22 ottobre si svolgerà l’assemblea di chiesa
di inizio attività; si dovranno rieleggere (o sostituire)
due anziani che hanno compiuto dieci anni di servizio.
Sport
CALCIO: IL PEÑEROLO
PAREGGIA IN TRASFERTA — Il Pinerolo torna da
Viareggio con un buon pareggio (1 a 1) al termine di un
confronto intenso e sostanzialmente con un tempo per
uno. Nella prima frazione di
gioco i pinerolesi sono stati
padroni del campo, sciupando
alcune buone occasioni fino
alla rete realizzata dall’interno Fabbrini; in questa prima
fase di gioco i biancoblù hanno anche reclamato per un
presunto fallo da rigore ai loro danni.
Nella seconda frazione i toscani si sono fatti più consistenti, pareggiando dopo 10’ e
sfiorando la seconda marcatura in più occasioni. Ancora
Fabbrini ha per altro mancato
di poco la rete del colpaccio
in contropiede. Domenica a
Pinerolo arriverà una gloriosa
decaduta, il Pisa, fino a pochi
anni fa in serie A con suo vulcanico presidente Anconetani
e oggi in lotta per una non facile risalita. Partita comunque
da vedere; inizio alle ore 15.
GRUPPO SPORTIVO
POMARETTO — Il Gruppo sportivo Pomaretto ha iniziato il nuoyo anno sportivo
con la ripresa degli allenamenti il martedì e il giovedì
dalle 17,30 alle 19. Chi è interessato può rivolgersi al signor Scattolin, 0121-514821.
PRIMO SUCCESSO PER
IL LUSERNA — Il Luserna
che non ti aspetti: dopo due
pareggi e una brutta sconfitta
in casa è arrivato il giorno del
riscatto con una sorprendente
vittoria in trasferta. Opposti
al Mationna di Campagna a
Torino, i valligiani hanno sa
puto andare a rete due volte
con Risso e Nigro portando a
casa un’importante successo
che li allontana dalla zona
calda della classifica. Domenica a Luserna arriverà la seconda in classifica, Giaveno.
TENNIS TAVOLO: SABATO RIPRENDE IL
CAMPIONATO — Riprenderanno sabato 14 i campionati di tennis tavolo; le due
formazioni della Polisportiva
Valpellice ospiteranno a Torre Pellice alla palestra di via
Filatoio il Grinza Poirino per
la CI e rAmatori Fiat per la
C2. Nella CI nazionale dopo,
la seconda giornata la classifica vede al comando Poirino e
Poste Torino con 4 punti; seguono Valpellice, Cus Torino,
Ciriè e San Mauro 3, Don
Carlo GrugUasco e Aosta 2.
PALLAVOLO: TORNEI
«BAUDRINO» E «STORELLO» — Anche quest’anno il 3S Luserna organizza i
due tornei amatoriali di pallavolo divenuti ormai un appuntamento tradizionqle nel
panorama pinerolese: il «Baudrino» femminile è giunto alla sua settima edizione e
«Storello» maschile è alla
quinta. Vincitrici delle scorse
edizioni sono state rispettivamente Il Volley Perosa e il
Villar Perosa, assenti quest’
anno. Parteciperanno complessivamente dodici formazioni che comincieranno le
gare fra pochi giorni.
SQUASH A PINEROLO
— Sabato 14 ottobre alle 9,30,
presso la palestra Sportime di
Pinerolo, in via Poirino’37, si
svolgerà una tappa del campionato regionale di squash.
12 ottobre, giovedì — ANGROGNA: Alle 21,15, presso la sala unionista a San Lorenzo, incontro-dibattito" su
«La legge regionale sulla
montagna».
14-16 ottobre -- PINEROLO: Sabato 14, alle 21,15
presso il teatro-incontro di
via Caprini, inizia «Pinerolo
Jazz Festival d’autunno» con
Franco D’Andrea al piano e il
Current Changes Trio. Sabato
14, alle 21 in via Rochis 14,
10® rasségna corale pinerolese con il coro «La rupe», con
musiche di ispirazione popolare (ingresso libero). Domenica 15, presso il teatro-incontro alle 20,45, Jeffrey
Swann al pianoforte. Lunedì
16, presso il Salone dei cavalieri in viale Giolitti (ingresso
libero) proiezione dei film
«Allegro ma non troppo» (ore
20) e «Amadeus» (ore 22).,
14 ottobre, sabato — PINEROLO: XII Biennale
d’arte «L’arte e il mistero cristiano» presso la Pinacoteca
civicà, fino al 5 novembre, a
cura della Pro Loco.
14 ottobre, sabato — ANGROGNA: Alle 21,15, nella
chiesa di San Lorenzo, concerto del coro alpino «La
draia», nell’intervallo presentazione del «Quaderno» di
Osvaldo Coisson «Storia di
Angrogna - II: dalla Rivoluzione francese alla Costituzione repubblicana».
14-15 ottobre — RORÀ:
Alle ore 20 di sabato castagnata e apertura stand; domenica, mattina e pomeriggio,
fiera della castagna allestita
nelle vie del paese.
15 ottobre, domenica —
LUSERNA SAN GIOVANNI: Festa d’autunno e castagnata presso il mercato coperto, a partire dalle 14.
15 ottobre, domenica —
ANGROGNA: Festa di
Barfè con polenta e spezzatino alle 12,30 e, nel pomeriggiorballi occitani.
15 ottobre, domenica —
PINEROLO: Alle 14,30,
presso la Casa della giovane
in via Silvio Pellico 40, riprendono gli incontri delle
coppie interconfessionali.
16 ottobre, lunedì — PINEROLO: Inizia lo stage di
«Mimo e espressività gestuale»; informazioni al 323186.
16 ottobre, lunedì —
PRAROSTINO: XII Trial
dei pionieri per moto d’epoca.
16 ottobre, lunedì — VILLAR PEROSA: Dalle 16,45
fino alle 19,45, presso la direzione didattica di via IV Novembre 1, incontro su «Il
biennio rosso», relatore JeanLouis Sappé, nell’ambito dei
corsi di storia e cultura locale
per insegnanti di scuola elementare.
Ì6 ottobre, lunedì —
TORRE PELLICE: Alle ore
17,15, presso il Liceo europeo, incontro del gruppo
«Lend» per eleggere il direttivo e per definire i programmi
per l’anno scolastico in corso.
18 ottobre, mercoledì —
PINEROLO: Dalle 16,30 fino alle 18,30, presso la scuola
media di via dei Rochis 29,
primo dei quattro incontri del
seminario «Nazismo e sterminio» su «Sterminio e progettualità», a cura di Francesca
Spano e Claudio Canal.
18-21 ottobre — PINEROLO: Tutte le sere, alle
20,45, presso il teatro-incontro di via Claprilli, concerti dei
premiati del Festival musicale
d’autunno: ingresso libero.
19 ottobre,, giovedì — ANGROGNA: Alle 21,15 presso, il tempio del Serre incontto-dibattito su «Riforma pensionistica: come cambia la
nostra vita».
Chisone - germanasca
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 15 OTTOBRE
Rinasca: Farmacia Bertorello
- Via Nazionale 22, tei.
800707
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte ; tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 15 OTTOBRE
Bibiana: Farmacia Garella Via Pinerolo 21, tei. 55733
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17, presso le
sedi dei distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA
- telefono 118
Cinema
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma, giovedì 12 e venerdì
13 ottobre, ore 21,15, Lisbon
story; sabato, ore 20 e 22,10,
domenica, ore 16, 18, 20 e
22,10 e lunedì 21,15 Waterworld.
BARGE — Il cinema Comunale ha in programma, venerdì 13, ore 21 II profumo
di Yvonne; sabato, ore 21,
Bud boys; da domenica, (15,
17, 18, 21) a giovedì (feriali
ore 21), Frech Kiss.
PINEROLO — La multisala Italia propone, alla sala
«5cento» Apollo 13 (feriali
ore 19,40 e 22,20, sabato
19,40 e 22,30, domenica
14.30, spettacoli continuati).
Alla sala «2cento» è in programma Batman for ever
(feriali ore 20 e 22,20, sabato
20 e 22,30, domenica 15,
17.30, 20, 22,20).
PRIVATO acquista mobili vecchi-antichi e oggetti
vari: tei 0121-40181.
REGALANSI annate complete de La luce e Protestantesimo da ritirarsi a Biella o a
Torre Pellice. Rivolgersi a
Giuseppe Zaldera, via Delleani 21,‘13015 Biella; tei.
015-405498.
SOS ALCOLISMO
Polimnbulatorio
Villar Peroèa: tói, 51045-51379
Ospedale Pómarem
Tel: 82352-249 - day ospitai v
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
Via Repubblica, 6 -10066
Torre Pedice (TO)
tel/fax 0121/932166
Sped. In abb. post./50
Pubbllcazion« unlttria con Riforma
non può essars venduto Mparatamente
Rag. Tribunala di Rinatolo n. 175/60
Reap. Franco Qiampiccoli
Stampa. La QNsleifana Mondavi
Una copia L. 2.000
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11
ERDÌ 13 OTTOBRE 1995
PAG. 7 RIFORMA
.t'’
La Conferenza nazionale del volontariato si interroga sul futuro del settore
Se il mercato occuperà il settore sociale
|uale spazio rimane per Inazione gratuita?
PAOLO RIBET__________
Si è tenuta presso il Centro
polivalente della Protezione civile, nei dintorni di
Roma, nei giorni 26-28 settembre, la Conferenza nazionale del volontariato, indetta
dalla presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento
degli Affari sociali.
La Conferenza si è aperta
con una relazione del prof.
Ijjigi Frey sul tema «11 ruolo
del volontariato nella lotta
, all’esclusione sociale» e una
tavola rotonda su «L’evoluzione del volontariato dal
1990 al 1995», a cui hanno
partecipato, tra gli altri, l’ex
deputata Maria Eletta Martini
e una rappresentante del
Gruppo Abele, diretta dal ministro per la Famiglia e la solidarietà sociale prof. Adriano Ossicini.
; n secondo giorno dei lavori
ha visto una relazione del
prof. Francesco Casavola sul
tema «L’attuazione della legge 266/91 [legge quadro sul
volontariato] e sue prospettive»,- in cui non solo è stata data lina valutazione del modo
in cui la legge è stata recepita
dalle Regioni, talora con colpevoli ritardi e con rischi di
una paralizzante burocratizzazione del volontariato, ma si
sono anche voluti affrontare i
nuovi scenari in cui il volontariato si troverà ad operare a
seguito delle previste agevolazioni di carattere fiscale a
fevore delle forze che agiscono nel cosiddetto «terzo settore» dell’intervento sociale.
, A tale legge, attualmente in
.'gestazione, ha fatto riferimento il ministro delle Fi/ nanze, prof. Augusto Fantoz^zi, in un suo intervento. Il
presidente della Repubblica,
Scalfaro, presente alla confe: renza del prof. Casavola, nel
' salutare l’assemblea ha posto
in evidenza la ricchezza etica
Maxi prestito di 2.300 miliardi in tre anni
Soccorso finanziario
della Gei allo Stato
Volontari impegnati nell’animazione dei minori al quartiere Zen di Paiermo
del volontariato e la necessità
che esso non deroghi dal carattere di gratuità del servizio
che rende.
Gli oltre 300 delegati presenti hanno quindi lavorato
per commissioni e hanno
espresso con chiarezza la volontà di essere interlocutori attivi delle strutture pubbliche
nella elaborazione della politica sociale del paese. Dai lavori congressuali emerge anche
il timore che il progressivo
abbandono da parte dello stato
deH’impegno sociale, visibile
attraverso le sempre minori
attribuzioni di fondi, lasci lo
spazio all’intervento di gmppi
finanziari i quali, strumentalizzando varie forme di volontariato, trasformino, come è
stato polemicamente detto, in
un mercato quello che deve
essere e restare una attenzione
nei confronti di chi vive un disagio fisico o sociale.
La partecipazione di rappresentanti delle più alte cari
che dello stato dice molto
sull’importanza della Conferenza del volontariato e
dell’attenzione con cui questo
settore della vita italiana viene seguito a livello di governo. Ciò testimonia del fatto
che per il settore dell’assistenza sociale è tempo di importanti cambiamenti, ma vi
sono anche grosse preoccupazioni. Come accennato sopra,
l’enorme debito pubblico
comporta consistenti tagli
nella spesa dello stato e questi tagli, lo si è visto, incideranno in maniera sempre più
consistente nei settori della
sanità e dell’assistenza.
Per questo, da molte parti
si afferma che bisogna privatizzare, dare sempre più spazio al «libero mercato», nuova parola magica che sembra
poter aprire tutte le porte della traballante economia italiana. Un altro segnale importante viene dalla pressione
che il governo Dini attua sul
le Casse di risparmio pubbliche perché cedano in Borsa
parti consistenti del loro pacchetto azionario e impieghino
nel sociale (secondo i loro
statuti) le somme in questo
modo ricavate.
La domanda che sorge
spontanea a tutti coloro che
agiscono nel sociale è: chi determinerà la politica sociale
del paese nei prossimi anni?
Vi è infatti il rischio che il capitale privato riempia tutti gli
spazi appetibili perché redditizi, mentre le situazioni di
disagio più profondo vengano
abbandonate a se stesse. Per
questo le associazioni di volontariato, in rappresentanza
dei volontari che provengono
dalle esperienze più diverse,
hanno chiesto che lo Stato e
le Regioni non deleghino le
loro responsabilità, ma continuino a progettare insieme ai
volontari che operano nei vari
settori le politiche di intervento sociale.
Lo Stato italiano chiede
soccorso «finanziario» alla
Chiesa cattolica. Lo prevede
un accordo tra il presidente
del Consiglio dei ministri,
Lamberto Dini, e la Conferenza episcopale italiana
(Cei). In base a questo accordo il conguaglio del versamento dell’Irpef per il triennio 1990-1992 sarà dilazionato nei prossimi tre anni.
La finanziaria 1996 contiene infatti le misure che consentono di rateizzare in quattro anni i 940 miliardi dovuti
dallo Stato alla Cei a conguaglio per il triennio 1990-92.
Al riguardo la Cei ha affermato che «la Cei ha ritenuto
di accogliere la richiesta del
governo di rateizzare la somma dovuta nel 1996 per il
conguaglio del cosiddetto
“8%c” limitatamente al conguaglio “una tantum” per gli
anni 1990, 1991, 1992-allo
scopo di offrire il maggior
contributo, per quanto di sua
responsabilità, al necessario
risanamento delle finanze
dello Stato che si auspica avvenga avendo particolare attenzione alle fasce più deboli
della popolazione».
Con il Concordato del
1984 venivano previste nuove modalità di finanziamento
della Chiesa cattolica italiana. Una di queste è rappresentata dair«8%o», ovvero
dalla possibilità da parte del
contribuente di destinare una
quota pari all’otto per mille
dell’intero gettito Irpef a favore dello Stato o della Chiesa cattolica (in seguito si sono poi aggiunte le Assemblee
di Dio, l’Unione avventista,
la Chiesa valdese).
Per quanto riguarda la
Chiesa cattolica il meccanismo è entrato in funzione in
modo graduale, come previsto dall’art. 47 della legge
222 del 20 maggio 1985. Per
i primi anni, il 1990, 1991,
1992, la Chiesa cattolica ha
ricevuto un acconto pari a
406 miliardi annui. Nel mese
di giugno del 1996 avverrà il
conguaglio per il triennio in
base alle effettive scelte dei
contribuenti e in base al gettito accertato. Tale conguaglio
poteva essere positivo o negativo per la Chiesa cattohca.
In Seguito alle scelte a favore
della Chiesa cattolica superiori al previsto (una media
vicina all’80%) e alEnncremento del gettito Irpef, il
conguaglio è a favore della
Chiesa cattolica con una cifra
stimata pari a 940 miliardi. A
questa cifra va aggiunto, nel
mese di gennaio 1996, il conguaglio dell’anno 1993: nel
1993 infatti la Chiesa cattolica ha ricevuto un acconto pari
a 587 miliardi di lire ma, in
base alle scelte definitive, le
sarebbero spettati altri 390
miliardi. Infine l’acconto
1996 da conguagliare nel
gennaio 1999 è stato calcolato in una cifra pari a 970 miliardi. Complessivamente nei
mesi di gennaio e giugno
1996 lo Stato italiano avrebbe
dovuto versare alla Cei la
somma di lire 2.300 miliardi.
Il presidente del Consiglio
ha proposto alla Cei una dilazione del conguaglio triennale. Con tale accordo la Cèi a
gennaio 1996 riceverà il saldo relativo al 1993, pari a
390 miliardi, e a giugno racconto 1996, pari a 970 miliardi. Il conguaglio del primo triennio di applicazione
dell’otto per mille verrà invece dilazionato in quattro quote così suddivise: 140 miliardi nel giugno 1996, e i restanti 800 miliardi ripartiti in
tre quote di 266,6 miliardi,
che saranno versate nel giugno degli,anni 1997, 1998 e
1999. A tali somme andranno
aggiunti gli interessi che matureranno a tasso composto
dal 6% annuo.
Il XVII corso della scuola Internazionale sul disarmo e il controllo degli armamenti (Isodarco) si è tenuto a Pontignano (Siena)
Nel XXI secolo le guerre si faranno per il controllo dell'acqua
FEBE CAVAZZUTTi ROSSI l’apporto di Studio e di ricer- menti culturali del pregiudi- nalità statunitense, che lavora
ca di personalità accademi- l’economia, la diploma- team altamente speda
Spesso la ricerca della pace va per strade silenziose e poco note. Una di queste
è risodarco (International
School on Disarmament and
Arms Control): fqndato nel
1966 dai professori Edoardo
Arnaldi e Carlo Schaerf, ha
come fine lo studio dei problemi scientifici e tecnici del
disarmo, del controllo delle
armi e della soluzione dei
conflitti. È un foro aperto dove convergono da tutto il
mondo professori e studenti
universitari, militari, diplomatici, giornalisti e altri ancora variamente coinvolti per
tutte le implicazioni sociologiche e politiche che complicano queste questioni. La peculiarità di questa scuola intemazionale è appunto l’approccio multidisciplinare e
TRASLOCHI
preventivi a richleeta
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qualsiasi destinazione
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operante all’esterno fino a 43 mt
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l’apporto di studio e di ricerca di personalità accademiche che vengono dalla aree
cmciali del mondo e possono
offrire una eccezionale ricchezza di conoscenze vive e
di elaborazione di dati che
non sono facilmente reperibili, particolarmente nel limitato, e spesso grigio panorama
italiano.
Il XVII corso di studi indetto in collaborazione con
l’Università di Siena e l’Università di Roma Tor Vaianica
presso la certosa di Pontignano (Siena), dal 10 al 20 agosto scorso, ha riunito 100
partecipanti: 30 docenti e 70
corsisti di 29 nazionalità,
provenienti dall’intera fascia
europea che dalla punta più a
Nord va fino al bacino del
Mediterraneo, abbracciando
la Russia ed i paesi dell’Est,
e poi dal Medio e dall’Estremo Oriente, oltre che dal
continente nordamericano.
Le 30 lezioni e seminari
hanno trattato il tema della
xenofobia, razzismo e conflitti, prendendo le mosse
dalla diversificazione dei
gmppi umani su basi biologiche, genetiche e culturali, per
approfondire le ragioiji dei
nazionalismi, delle identità
etniche, del pesante molo che
giocano, al di là dei radica
menti culturali del pregiudizio, l’economia, la diplomazia e gli interventi armati.
Una metà delle lezioni ha focalizzato bmcianti conflitti in
corso o in via di superamento: dalla Cecenia all’Algeria,
dalla Lettonia al Medio
Oriente, dal Sud Africa all’Irlanda e altri ancora, non dimenticando l’ex Jugoslavia.
Nell’impossibilità di rendere conto di tanta materia significativa, si può tentare una
piccola spigolatura. Della
guerra in Cecenia ha parlato
Ruslan I. Khazbulatov, membro dell’Accademia delle
Scienze di Mosca, presidente
della commissione «Relazioni internazionali economiche», impegnato nelle trattative politiche per la risoluzione
di quel conflitto; illuminante,
per chi non è pienamente addentro alla questione mediorientale, è stata la esposizione
della dura crucialità dell’acqua, quale fattore quasi insolubile di conflittualità permanente, offerta da un israeliano, Amikan Nachmani, professore di scienze politiche e
ricercatore del Centro per gli
studi strategici dell’Università Bàr-Ilan di Tel Aviv;
straordinaria l’esperienza narrata da uno psichiatra di origine ganaense, ora di nazio
nalità statunitense, che lavora
in un team altamente specializzato richiesto da pubbliche
autorità in zone calde del
mondo perché produca l’avvicinamento di parti in conflitto e operi per creare un
tessuto di pacificàzione e riconciliazione. Attualmente il
team lavora in Estonia. Il nome di questo psichiatra è
Maurice Apprey, ed è stato
bello scoprire dietro la sua
competenza e straordinaria
umanità anche un metodista,
predicatore locale.
Di tortura ha trattato uno
scioccante video e un altro,
toccante, ha mostrato come
in Norvegia si insegna alle
giovani generazioni che cosa
è stato l’olocausto. Da Anne
Marie Dupré, del Servizio
migranti della Fcei, che ha
egregiamente affiancato-il
prof. Carlo Schaerf nell’organizzazione del corso, è venuta una limpida e ben fondata relazione sulle donne
migranti. Peccato che non
fosse presente un nostro responsabile della stampa:
avrebbe potuto produrre una
ricaduta di tante informazioni
ed esperienze, utile per la generale intelligenza dei problemi spinosi e complicati
che profondamente travagliano il nostro tempo.
12
V'V.
PAG. 8 RIFORMA
Cultura
VENERDÌ 13 OTTOBRE igg.'S
■ ■ r
San Lorenzo: particolare del Giudizio universale michelangiolesco
«Tchador», un libro al femminile
Viaggio di formazione
nel deserto persiano
_______, PIERA E6IPI________
Questi «ricordi persiani»
di Francesca Boesch che
portano il titolo significativo
di Tchador*, sono il resoconto di un viaggio, anzi di un
viaggio in due tappe, compiuto dall’autrice negli anni
’60 e alla fine degli anni ’70.
Si tratta di un libro dolente,
di un libro poetico, che è insieme un reportage giornalistico di qualità e un «romanzo di formazione». È il sofferto percorso della conoscenza, l’inevitabile «cognizione del dolore», che porta
l’autrice in un itinerario che
non è soltanto geografico, ma
soprattutto interiore.
L’occasione è molto «femminile»: l’autrice, a cui il futuro avrebbe poi riservato
un’affermata carriera di giornalista, di programmista e regista televisiva (ha diretto per
anni l’ufficio di Roma della
Cbs News) e di scrittrice (tra
l’rdtro ha pubblicato raccolte
di poesie ed è stata allieva di
Ungaretti), abbandona, giovane sposa, un promettente lavoro per seguire (in realtà inseguire, come si vedrà poi) il
marito ingegnere nel deserto
del Belucistan.
Il viaggio diviene'quindi
metafora di una condizione
femminile di crescita e trasformazione (il. matrimonio,
mai vissuto concretamente, si
spezzerà), e sarà necessario
liberarsi di molti antichi retaggi di sudditanza pratica,
emotiva, psicolo^ca, di cui il
velo delle donne islamiche, il
tchador, o chador, diviene
qui simixilo universale, attraverso un’amara presa di coscienza. Due sono i luoghi
tra i quali oscilla il viaggio;
Teheran, luogo del divaiire, e
il deserto, luogo dell’immutabile, del metafisico, luogo biblico per eccellenza, metafora
della consapevolezza. Sullo
sfondo l’Europa, l’Italia, Roma: luoghi della storia e degli
affetti.
Nel deserto l’autrice impara
il dolore, e impara a resistere,
nell’attraversamento del dolore. Impara la solitudine e il
rapporto totale, assoluto con
gli elementi naturali: il caldo,
il fi’eddo, l’acqua, il vento, la
luce. E impara a contrastare
la seduzione del miraggio.
Ma anche il rapporto con le
persone produce conoscenza:
è il silenzio, il sorriso, il linguaggio degli occhi, la tolleranza, l’importanza del rito e
del cerimoniale.
Rispetto agli uomini, che
svelano la loro fragilità, la
protagonista trova forza e
ruoli importanti; ma è con le
donne, i cui occhi sono «di
pece e argento fuso», che la
comunicazione si fa via via
più intensa e profonda. Se
ciascuno dei due viaggi si
concluderà con la morte di un
affetto femminile che è anche
parte di sé (prima la tata e poi
la madre), l’addio alla Persia
si riassumerà nel disperato
pianto della bambina Firouzeh che non vuole lasciarla
partire. E le ultime pagine del
racconto si concludono con
un indimenticabile affresco:
le tessitrici persiane di 10-12
anni che intrecciano, con le
piccole dita deformate, quei
tappeti famosi in tutto il mondo. Con i fazzoletti annodati
sulla testa come piccoli chador, sedute per ore e ore in
terra e in ginocchio, o sollevate a mezz’aria su rudimentali impalcature, senza mai alzare gli occhi dal lavoro: simboli viventi di una tragica,
antichissima condizione di
oppressione e di sofferenza.
(♦) Francesca Boesch, Tchador. Ricordi persiani. Roma,
Edizioni dell’autore, 1994, pp
190, £18.000.
Si è svolto a Roma l'incontro delle Facoltà teologiche dei paesi latini d'Europa
Arte e teologia: alla ricerca di un nuovo
rapporto tra l'immagine e la Parola
ERMANNO GENRE
E toccato alla nostra Facoltà di Roma ospitare
quest’anno (22-26 settembre)
la «Rencontre» delle Facoltà
teologiche dei paesi latini
d’Europa. Il tema, «Art et
théologie», che è stato al centro delle nostre giornate poteva difficilmente trovare una
sede più adeguata.
Il tema fotografa un pulito
debole e controverso della nostra sensibilità latina protestante, tradizionalmente poco
sensibile all’esigenza di un’
integrazione dell’arte nell’elaborazione teologica e nella didattica, ma proprio su questo
terréno sono in atto dei profondi cambiamenti, dei nuovi
equilibri. Un segnale di questo rinnovamento è costituito
per esempio dal recente libro
del giovane pastore e teologo
francese Jérôme Göttin (già
studente annuale presso la nostra Facoltà e ora professore
incaricato alla Facoltà di Ginevra), Le regard et la Parole. Une théologie protestante
de l’image (1994), in cui ci è
proposta una lettura critica
della relazione parola-immagine in vista di una rivalutazione dell’immagine nella
sua relazione dialettica con la
parola. Proprio a lui è stata
affidata la relazione d’apertura dell’incontro, a cui hanno
fatto eco i due interventi critici di Eric Fuchs (Ginevra) e
Paolo Ricca.
Il programma si è svolto
nell’arco di tre giornate e
mezzo; ogni giornata ha avuto
un momento di riflessione comune a partire da relazioni di
esperti, e un secondo momento di visite guidate che riprendevano visivamente i temi discussi. Abbiamo così potuto
.visitare «privatamente» la
Cappella Sistina, soffermandoci in particolare sul Giudizio universale di Michelangelo recentemente restaurato.
Domenica 24, che aveva
come tema «Roma e l’antichità cristiana», è stata dedicata alla visita alle catacombe
di via Latina e dell’Ipogeo
degli Aureli, normalmente
non accessibili al pubblico.
Siamo grati al prof. Fabrizio
Bisconti, segretario della
Commissione pontificia di archeologia sacra, per ayerci
permesso questa visita stupenda e indimenticabile; Bisconti ci ha successivamente
intrattenuto (con diapositive)
sulle decorazioni degli ipogei
privati romani, commentando
le visite effettuate nella mattinata. A fine giornata il prof.
Pierre Prigent, di Strasburgo,
ci ha offerto ancora una lezione ricca di spunti critici sulle
Immagini sacre. ,
«Arte e teologia nell’epoca
barocca» era il tema della seconda giornata. Monsignor
Pietro Amato (docente al Pontificio Istituto di studi orientali) e P. Olivier de la Brosse
(consigliere culturale all’ambasciata di Francia presso la
S. Sede) ci hanno introdotto
alle motivazioni religiose e
teologiche che ispirano l’arte
barocca, invitandoci a cogliere la sensibilità barocca al di
SCHEDA
40 anni di incontri
Non è la prima volta che la
«Rencontre» delle Facoltà
teologiche dei paesi latini
d’Europa si tiene a Roma, né
la prima volta che lo si organizza in Italia. Un articolo di
Giovanni Miegge {La luce n.
22/1956) ci ha permesso di risalire alle origini di questa
iniziativa. Fu Agape ad ospitare il primo incontro delle
facoltà nell’ottobre 1956 su
iniziativa del prof. Georges
Crespy, il quale aveva partecipato l’anno precedente alla
settimana teologica di Agape.
In quell’occasione furono sei
le facoltà a rispondere all’invito: Montpellier, Parigi, Ginevra, Losanna, Neuchâtel.
La famiglia si è successivamente allargata e comprende oggi anche Lisbona, Madrid e Barcellona (che non
hanno più una facoltà strutturata ma organizzano dei corsi
a distanza), Aix-en-Provence,
Vaux-sur-Seine, Strasburgo e
Bruxelles. Naturalmente fra
queste Facoltà vi sono notevoli differenze: da un lato vi
sono quelle inserite nell’università di stato (Strasburgo,
Ginevra, Lo.sanna, Neuchâtel), dall’altro le Facoltà «private» anche se riconosciute
dallo stato come la nostra; in
fine minuscole realtà come
quella di Lisbona che combatte quotidianamente per la
propria sopravvivenza.
In ogni caso si tocca con
mano la ricchezza del pluralismo e delle diversità; non c’è
nessuno òhe detta legge ma,
come ha ricordato il decano
della Facoltà valdese, Paolo
Ricca, nel saluto ufficiale agli
ospiti, tutto avviene all’insegna di una reciproca consapevolezza che ci «convoca» a
questo appuntamento. Nessuno impone questo incontro,
che dal 1956 avviene e si rinnova ogni due anni, segno indubitabile che il nostro fare
teologia è segnato, positivamente, dalla contestualità latina che ci lega gli uni agli altri.
La struttura degli incontri
ha mantenuto quell’atmosfera
di grande fraternità che già ricordava Miegge e l’obiettivo
è sempre quello di conoscersi
reciprocamente, mettere in
comune problemi ed esperienze, sviluppare un lavoro collegiale e in particolare, poiché
esiste indubbiamente una sensibilità «latina», un modo comune di vedere e impostare
certi problemi, dare espressione a quella unità di vedute, e
prenderne coscienza.
là di stereotipi e di false approssimazioni. Nel pomeriggio una vista guidata (Christoph De Dreuille) attraverso
alcuni «monumenti» (piazza
Navona, S. Luigi dei Francesi, S. Ivo alja Sapienza, S.
Ignazio, S. Andrea al Quirinale) del barocco romano ha
permesso ai partecipanti di articolare l’approccio teorico e
interpretativo con il momento
visivo «dal vero»: le tele del
Caravaggio e l’architettura di
Bernini e Borromini.
La conclusione della giornata era prevista in Campidoglio, dove siamo stati accolti
ufficialmente da due membri
della giunta capitolina (il sindaco era impegnato in una
riunione del Consiglio) che
hanno sottolineato l’importanza del pluralismo culturale
e religioso che caratterizza la
realtà di Roma che ormai
guarda al giubileo del 2000.
Un apprezzamento particolare è stato rivolto alla nostra
Facoltà per il sostegno dato al
movimento pacifista in questi i
anni; una medaglia ricordo
del Comune di Roma è stata
infine offerta a tutte le Facoltà rappresentate.
La giornata conclusiva è
stata dedicata al difficile e delicato problema dell’integrazione delle arti nella formazione teologica (Bernard Reymond, Losanna) e alla relazione immagine-testo (Bernadette Neipp, Losanna). Questa parte più pratica, che ha
concluso l’incontro dopo un
culto con la cena del Signore,
ha fatto seguito al tradizionale momento di informazione
sull’insegnamento della teologia nell’articolazione delle
diverse discipline che ha
coinvolto, per settori, gli oltre”
40 docenti presenti. Il prossimo appuntamento, fra due anni, a Ginevra.
H materiale dell'incontro sarà
raccolto in una pubblicazione
della Facoltà. Si raccolgono sin
d’ora le prenotazioni, scrivendo
alla Segreteria della Facoltà valdese di teologia, via P. Cassa 42,
00193 Roma.
' M: 3...............................
La singolare esperienza di un centro situato a 100 chilometri da Londra
Milton Keynes prima città ecumenica
EMMANUELE PASCHETTO
I
^ 31^ilton Keynes - rac^LYA conta Nando Bacchi, il curatore di un singolare volumetto* pubblicato dalla casa editrice «Il segno» - è
una piccola città, sorta dopo
la seconda guerra mondiale,
a 100 km circa a nord-ovest
di Londra...». Non è l’inizio
di un romanzo, ma quasi... di
che si tratta? Di una singolare
esperienza che vede protagonisti i circa 50.(X)0 abitanti di
questa città e i 150.000 dell’
intero distretto: l’esperienza
di un ecumenismo non fatto
di parole, di gesti simbolici,
di scambi di cortesie fraterne,
di pronunciamenti teologici
ma di vita pratica, di azioni
concrete.
A Milton Keynes si vive
già da 30 anni in quella che
(così almeno alcuni sperano)
potrebbe essere la chiesa del
futuro e il libro ci parla di
questa «utopia realizzata» illustrandola con alcuni esempi
significativi. Cattolici, anglicani e protestanti di diverse
denominazioni hanno creato
un «Consiglio cristiano» per
la città e il distretto, con a capo un «moderatore ecumenico» che dura in carica 5 anni
e ha la funzione di «pastore
capo» per tutte le comunità
cristiane, compresa la cattolica. Diverse attività in campo
sociale, educativo e in molti
altri settori sono condotte da
decenni in pieno accordo fra
le varie chiese, si attuano dei
«locai ecumenical projects»,
che prevedono fra l’altro non
la costruzione di nuovi edifici
di culto ma l’uso alle varie
confessioni di quelli già esistenti. Ma la manifestazione
più eclatante di questo ecumenismo «reale» è stata l’inaugurazione nel 1992, alla
presenza della regina d’Inghilterra, del cardinale Basii
Hume, dell’arcivescovo anglicano di Canterbury e di alti esponenti delle altre chiese
evangeliche, della «City
Church», la «Chiesa di Cristo, pietra angolare», luogo
di culto per tutti i cristiani.
n libro è stimolante, ma suscita anche molte perplessità.
Innanzitutto è indubbio che,
almeno per il momento, l’esperienza non è facilmente
esportabile, men che meno lo
sarebbe in un paese come il
nostro. Non dimentichiamo
che si tratta di Inghilterra, dove la sensibilità ecumenica,
soprattutto in campo protestante, risale almeno ai tempi
della Conferenza di Edimburgo (1910), dove il cattolicesimo non è schiacciante maggioranza e lo spirito della curia vaticana non alita sul collo
dei fedeli, dove i mass media
non identificano cattolicesimo con cristianesimo e non
sono così proni verso tutto
ciò che viene da Roma e dove, fra l’altro, non esistono in
campo protestante né le remore che gli evangelici italiani hanno verso il cattolicesimo romano, né una distinzione così netta e concorrenziale
fra ambienti evangelicali e
chiese storiche. E indubbiamente giocano a favore di
esperienze del genere non solo la tradizionale mentalità
pragmatica inglese ma anche,
ce lo si lasci dire, una certa
superficialità, un po’ di sentimentalismo e una buona dose
di sincretisipo religioso.
Ciò detto, Milton Keynes
resta un’indicazione interessante, che non può essere
ignorata, sulla quale occorre
riflettere, per cogliere quanto
di positivo ci propone. Per
questo ci sentiamo comunque
di consigliare vivamente ai
nostri lettori l’esame attento
di questo volume.
(*) I cristiani di Milton Keynes, a cura di Nando Bacchi,
presentazione di Giorgio Girardet. S. Pietro in Cariano (Vr),
Ed. Il segno dei Gabrielli, 1994,
pp. 105, £. 15.000.
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13
EROI 13 OTTOBRE 1995
PAG. 9 RIFORMA
la vita e il pensiero di Bonhoeffer in una mostra e un dibattito a Caserta
Il Dìo che ci aiuta con la propria debolezza
LUISA NITTI
Il Dio che è con noi è il
Dio che ci abbandona
. 0ilarco 15, 34: “Dio mio, Dio
fitio, perché mi hai abbando-¡
Il Dio che ci fa vivere nel mondo senza l’ipotesi
- di lavoro è il Dio davanti al
, '^tiale permanentemente stiantò. Davanti e con Dio viviamo senza Dio. Dio si lascia
^Wiare fuori del mondo sulla croce, Dio è impotente e
debole nel mondo e appunto
.solo così egli ci sta al fianco e
ci aiuta. È assolutamente evi. idente, in Matteo 8, 17 (“perché si adempisse ciò che era
.(stato detto per mezzo del prozia Isaia: Egli ha preso le
^ nostre infermità, e si è addossato le nostre malattie”), che
. ^éfistp non aiuta in forza della
sua onnipotenza, ma in forza
' ¿della sua debolezza, della sua
¿ ÍAncora un’iniziativa sulla
, Vvita e sul pensiero di Dietrich
■ ¿Bonhoeffer: questa volta a
f^Caserta, grazie all’Istituto di
v’i^di storici e teologici «G. F.
‘ ''Alois» che, in collaborazione
¿íbori l’Istituto italiano per gli
■'^di filosofici, ha organizzato una mostra sul tema: «La
. spiritualità di Dietrich Bontsifoeffer». Il 22 settembre era¿no presenti all’inaugurazione
il vescovo di Caserta, Raffaele Nogaro, e il pastore Giovanni Traettino. Durante la
stessa serata Fulvio Ferrano
e Alberto Gallas hanno tenuto una conferenza sul mede^,
simo tema. Più di un centinaio di persone affollava la
sala del Circolo nazionale, al
centro di Caserta, che ha
ospitato la mostra fino al 24
settembre.
Come comprendere le parole (tratte da Resistenza.e resa), in apparenza contraddittorie, che Alberto Gallas ha
letto durante il suo intervento? Come avvicinarsi all’immagine di Dio di cui parla
Bonhoeffer (meno di un anno
prima della sua uccisione)
senza un po’ di imbarazzo?
Possibile che Dio si lasci cacciare dal mondo, si lasci crocifiggere, ci abbandoni? Possibile che ci aiuti «in forza
della sua debolezza»?
L’intervento di Alberto
Gallas verteva appunto sul
problema dello spazio di Dio
e dell’autonomia dell’essere
umano, una delle questioni su
cui si misura Bonhoeffer
nell’ultima fase della sua vita.
Come può Dio continuare ad
essere^Dio se l’essere umano
è divenuto autonomo? Quale
spazio resta per Dio in un
mondo «diventato adulto»?
Molto interessante la lettura
di Gallas in proposito, secondo cui Bonhoeffer non elude
queste domande, così pressanti per il credente di allora
e ancora per noi oggi. C’è
una relazione, un processo,
una storia fra Dio e l’essere
umano, per cui Dio si lascia
cacciare (in Gesù Cristo, sulla
croce) dal mondo. Dio ci fa
spazio; ci lascia la nostra autonomia, come un genitore
che gradatamente riconosce
autonomia ai propri figli che
crescono. Dunque è uno spazio, quello umano, autonomo
ma «strutturato», perché segnato nella sua stessa origine
dalla relazione con Dio: egli
non è infatti, secondo la lettura di Gallas, un Dio assente, e
nemmeno si può parlare di
«morte di Dio». La nostra
storia con Dio non parla di
una relazione spezzata (anche
se l’essere umano è diventato
«maggiorenne»), al contrario
descrive una vicenda non interrotta, nonostante la nostra
e la sua debolezza.
Non meno interessante è
stata la relazione di Fulvio
Ferrario, che ha tratteggiato
alcuni aspetti della spiritualità
di Bonhoeffer, ripercorrendo
le tappe principali della sua
vita. Disciplina e libertà: l’intervento ha seguito da vicino
lo svolgersi di queste due variabili dai primi anni della sua
formazione, all’esperienza
fondamentale del seminario
di Finkenwalde, fino agli anni
di prigionia e alla morte. Solo
apparentemente in alternativ£t, questi due elementi hanno
segnato pel profondo la vita
di Bonhoeffer. Nella poesia
Stazioni sulla via verso la libertà la disciplina compare
come la prima «tappa»: ciò
vuol dire che la libertà piena
passa attraverso un itinerario
scandito dalla disciplina. Non
si tratta evidentemente di elementi innati: Bonhoeffer stesso dice di averli faticosamente acquisiti. Disciplina vuol
dire una giornata scandita,
modellata dalla parola di Dio
e dalla riflessione biblica e
teologica.
La spiritualità di Bonhoefi
fer, ha affermato Ferrario,
proviene certamente dalla tradizione; ha un impianto che è
senz’altro tradizionale, se non
conservatore. Eppure questo
impianto tradizionale convive
con la novità dell’daborazione teologica, che lo porta a
cercare un modo nuovo, «non
religioso» per parlare di Dio.
I (*) Dietrich Bonhoeffer: Resistenza e resa, lettera del 16-7’44. Cinisello Balsamo, PaOline,
p. 440.
Una mostra a Torino ripercorre l'opera del grande architetto barocco
Juvarra e l'espansione del territorio urbano
FEDERICA TOURN________
Al Palazzo Reale di Torino è in corso una mostra
dedicata all’arte di Filippo
Juvarra, uno dei più importanti architetti del Settecento
barocco, che ha lasciato una
vasta impronta nella città.
Chiamato da V ittorio Amedeo II e nominato Primo architetto regio, Juvarra aveva
fatto di Torino l’emblema
della città capitale, città europea a tutti gli effetti, con un’
opera di reinterpretazione urbanistica funzionale alla nuo,Va politica del regno che, come voleva Vittorio Amedeo
con il quale Juvarra aveva a
'*Tungo discusso prima a Messina, la sua città natale, e poi
a Torino, esprimesse il senso
e il vigore di uno stato «nuo, vo», appunto europeo.
, Ne derivava una scelta di
strutture urbanistiche più attuali, più funzionali, con l’abbandonò di un unico centro
gerarchico intorno al quale
ruotava la vita della città, tipico del secolo precedente: ora
Progetto per la chiesa di S. Filippo Neri a Torino
la città si ampliava, le piazze
si moltiplicavano e si aprivano su tutti i lati, si faceva attenzione alla percorribilità
delle strade, che spesso venivano «raddrizzate», e alla razionalizzazione delle zone attigue alle porte d’accesso. In
questa dimensione aperta del
territorio si innesta per esempio la decisione di Juvarra dj
allineare il Castello di Rivoli
‘ e la Basilica di Superga in un
SCHEDA
Al servìzio dei re
Filippo Juvarra nasce a
Messina nel 1676; allievo a
Roma di Carlo Fontana, si
Occupa all’inizio di architettura teatrale e scenografia.
Assunto al servizio di Vittorio Amedeo II come Primo
architetto civile del re, coThincia a lavorare attivamente
a Torino (facciata della chiesa di Santa Cristina, 1715;
quartieri militari di Porta Susa, 1716; Basilica diBuperga
iniziata nel 1717; Castèllo di
Rivoli e altri palazzi). Si trasferisce in Portogallo nel
. 1719 dove progetta la cattedrale, il patriarcato e la canonica di Lisbona. Di ritorno a
Torino, si dedica alla facciata
Palazzo Madama, alla de
corazione della Venaria Reale
e di Rivoli, alla costruzione
della Palazzina di Caccia di
Stupinigi. Dal 1725 soggiorna spesso a Roma; nel 1735 è
chiamato a Madrid alla corte
di Filippo V per progettare il
Palazzo Reale, la Granja, il
castello di Aranjuez. Muore a
Madrid nel 1736.
La cultura e il gusto dello
Juvarra si formano a Roma
sugli esempi del Fontana, del
Borromini e degli antichi;
malgrado influssi francesi,
che si avvertono nella decorazione, la sua architettura mira
soprattutto ad ampli effetti
prospettici e pittorici e, pur
rimanendo barocca, anticipa
alcuni aspetti neoclassici.
asse prospettico lungo venti
chilometri.
L’opera di Juvarra non ha
toccato soltanto Torino: ultima tra le sue esperienze europee, nel 1735 fu chiamato
alla corte di Madrid da Filippo V di Borbone e da Isabella
Farnese, ancora in qualità di
Primo architetto, per la costruzione del Palazzo Reale
sulle rovine del vecchio Alcázar, distrutto da un incendio
nella notte di Natale del
1734; progetto che non riuscì
mai ad ultimare (morì nel
’36) ma che ha lasciato comunque una traccia nell’architettura di corte spagnola,
orientandola verso il classicismo monumentale allora in
voga nelle capitali europee.
La mostra «Filippo Juvarra
architetto delle capitali. Da
Torino a Madrid 1714-1736»,
costruita intorno al tema della
città-capitale, anche in vista
di un rilancio di Torino in
ambito europeo, parte appunto dalla fine, dal periodo spagnolo, perché si basa sulla
esposizione di materiale juvarriano che nella primavera
del 1994 si è tenuta a Madrid
grazie alla collaborazione tra
universitari spagnoli e italiani. Oggi gran parte delle opere presenti a Madrid si possono vedere a Palazzo Reale,
con l’aggiunta significativa
dei disegni autografi delle
collezioni torinesi e in parti
/
colare degli album di disegni
di Filippo Juvarra conservati
nei Musei civici e nella Biblioteca universitaria di Torino, che illustrano i progetti
per le residenze sabaude di
Venaria,'Rivoli, Stupinigi e la
revisione dei principali nodi
urbanistici della nuova cittàcapitale.
Accanto ai dipinti e al
materiale archivistico sono
poi presentati i modelli lignei
della Basilica di Superga, del
Castello di Rivoli, della Curia
Maxima e della Sacrestia Vaticana, appositamente restaurati per la mostra. Quest’ultimo modello, che illustra un’
opera mai realizzata, è particolarmente interessante perché, eseguito da Juvarra in
occasione della competizione
indetta nel 1715 da Clemente
XI per la ¿ostruzione della
nuova Sacrestia di San Pietro,
è un capolavoro di modellistica; nonostante i diversi restauri, si possono vedere sotto
gli strati pittorici gli schizzi e
i disegni preparatori direttamente sul legno. Il modellino
è tra l’altro esposto nella
Cappella Regia, normalmente
chiusa al pubblico.
Il biglietto d’ingresso costa
9.000 lire per gli adulti e
5.000 per i bambini; compresa la visita a Palazzo Reale,
13.000 lire; ovviamente il
bello di una mostra architettonica come questa è che la
visita comincia davvero una
volta fuori da Palazzo Reale,
con i monumenti veri e proipri. Per agevolare la conoscenza delle opere architettoniche sono stati organizzati
diversi itinerari juvarriani,
percorsi tematici urbani ed
extraurbani, di cui il più bella è forse quello dedicato alla
visita della Venaria Reale,
per l’importanza degli interventi Juvarriani nella villa
seicentesca. La mostra sarà
aperta fino al ló dicembre;
per informazioni rivolgersi
alla cooperativa «Passaggi a
Nordovest», telefono 0118125590.
Veduta parziale del massiccio del Monte Bianco
Riviste
Aree linguistiche
Con il termine «isoglossa» si possono intendere, nello studio
dei dialetti e delle parlate, linee immaginarie che segnano il
confine tra aree che manifestano diversi comportamenti linguistici. Tali comportamenti possono essere di natura lessicale o
morfologica, ed è proprio l’istante (o meglio il pàese, il villaggio) in cui gli stessi comportamenti subiscono una significativa
variazione, una rottura, una discontinuità ad essere importante
per il linguista e segnatamente ¡per il dialettologo. Al concetto
.di isoglossa si rifece per esempio Graziadio Isaia Ascoli, fondatore della dialettologia in Italia, per rinvenire aree prive di
caratterisfiche culturali proprie e ben definite, ma ricche di lasciti del passato, da parte di tutte le derivazioni romanze
dell’antico latino. Il concetto di isoglossa ricorre ampiamente
nell’ultimo numero del bollettino’'' del Centre d’Études francoprovençales «René Wilhen», con sede a Saint-Nicolas (Aosta).
Il fascicolo raccoglie un certo numero di studi, fra i quali un
contributo-di Arturo Genre, dedicati alla memoria del ricercatore valdostano Marco Perron, e presenta i risultati relatB^i ai differenti comportamenti linguistici tra l’Alta e la Bassa Valle (un
po’ approssimativamente, tra la zona Est della Regione autonoma, da Valtoumanche a Champorcher e tutto il resto, considerando anche il capoluogo come Alta Valle). L’indagine più significativa che apre la rivista, come molte altre, ha preso spunto dalle diverse denpminazioni che ricevono concetti o oggetti
di uso comune: gli «informatori» locali delle diverse aree hanno consentito di tracciare delle mappe che devono poi essere
interpretate e verificate alla luce delle conoscenze che derivano
da altre discipline (le influenze delle parlate piemontesi sono
legate all’abbandono delle zone più alte o alla penetrazione
commerciale; altri fenomeni sono alla base invece dei prestiti
dal francese: così si scopre per esempio che diversamente da
altri casi di montagna, qui è la Bassa valle ad essere più «conservativa»). Il valdostano è una parlata francoprovenzale é fa
parte, insieme al provenzale delle zone occitane e delle valli
valdesi e alle parlate ladine di alcune valli dolomitiche, dei
gruppi di-parlate romanze di derivazione esterna all’Italia.
(=") Nouvelles du Centre d’Études francoprovençales «René Willien», n. 31/1995; 11010 Saint-Nicolas (Ao).
Le chiese e il denaro
Sulla spinosa questione dei rapporti tra chiese e denaro potremmo giungere a un paradosso (ma i credenti sanno che la fede spesso ci propone dei paradossi): su quello che sembra un
argomento «da evitare», da affrontare lavandosi poi le mani,
potrebbero essere proprio le chiese a dire una parola decisiva al
mondo contemporaneo. Per esempio, laddove si denuncia che
in questi ultimi anni si sta perdendo di vista il rapporto diretto,
concreto fra attività economiche e soldi (a tutto vantaggio di
transazioni, lassi d’interesse, operazioni fra banche), le chiese,
con un’attività fatta non solo di beneficenza ma anche di imprenditoria «no profit», di banche etiche, di ricerca della trasparenza, di diaconia, possono mettere in mostra destinazioni e
impieghi del denaro con-finalità circostanziate, modalità accessibili ai controlli, indirizzi etici aperti al contributo di tutti. Di
questo e di molto altro ha parlato l’ultimo numero di Agapé, trasmissione che cattolici e protestanti realizzano insieme su
«France 2» unà volta-al mese, andata in onda il 1° ottobre. La
discussione, che ha coinvolto pastori, preti, amministratori dia
cesani e della Chiesa riformata, nonché giornalisti, ha affrontato
tre ordini di problemi: come il denaro è presentato dai testi biblici (e si è Visto che non è per nulla scontato il giudizio di condanna, lapidàriamente simboleggiato dalla contrapposizione
Dio-Mammona); in ctfe modo le chiese utilizzano i soldi (e si è
svariato dagli assegni pastorali alla beneficenza, dagli investimenti alla costruzione di nuove cattedrali); infine, perché le
chiese continuano a dare l’impressione di essere ricche? Quest’ultimo sospetto ha sempre pesato e pesa ancora soprattutto
sui cattolici francesi, mentre il protestantesimo avrebbe rotúralo un concetto di responsabilità di fronte al mondo che inve^
anche gli aspetti finanziari. Da un’inchiesta condotta in ambito
cattolico« è emerso che a donare di più sono in Francia i credati, di una certa età, con più alto tenore di vita e appartenenti a
categorie dalle più elevate professionalità. Non pare risultare
invece un nesso direttq tra donazioni e sgravi fischi; c’è stato
consenso invece sull’affermazione (tì un teologo riformato per
il quale, anche nell’assistenza, bisogna oggi essere in grado di
scegliere e scegliere bène come investire il denaro.
I
14
'M
fe
PAG. 10 RIFORMA
:;v..
BERGAMO — Inizia l’attività ’95-96 del
Centro culturale protestante. Nell’occasione
il prof. Mario Miegge (Università di Ferrara) terrà la prolusione sul tema: «Il calvinismo e le origini del federalismo»: ore 16,
presso l’ex sala consiliare di via Torquato J
Tasso 4, Per ulteriori informazioni tei. 035-238410.
FIRENZE — L’Associazione delle chiese battiste della
Toscana e il Movimento femminile battista organizzano un
incontro sul «Decennio ecumeniòo delle chiese solidali con
le donne» con la partecipazione della pastora Elizabeth
Green che parlerà sul tema «Le donne e il Vangelo: quale
messaggio per l’oggi». Dalle ore 16 di sabato 14 ottobre alle 17 di domenica 15 ottobre presso la chiesa battista di
Borgo Ognissanti 4. Per informazioni tei. G55-210537.
ROMIA — Si inaugura il 141" anno accademico della Facoltà valdese di teologia con la prolusione del prof. Alberto
Gabella (Università di Torino) sul tema «Le radici culturali
e storiche del nazionalismo. La sacralizzazione dèlio stato»: ore 17,30, nelTAula magna di via Pietro Cossa 42. Per
ulteriori informazioni tei. 06-3210789.
TORINO — Si tiene l’assemblea dell’Associazione delle chiese battiste in Piemonte:
ore 15, presso la chiesa battista di via Viterbo 119. Per ulteriori informazioni telefonare
allo 011-8986459 (Roberto Mpllica).
GARBAGNATE — «Giuseppe Lazzati e
Dietrich Bonhoeffer contro il nazifascismo» è il titolo di uàa conferenza a due voci con Claudio Sommaruga, compagno di
baracca di Lazzati nel campo di concentramento, e Salvatore Rapisarda, segretario
del Dipartimento di teologia delTUcebi: ore 20,15, presso
la Biblioteca comunale di via Monza 12. Organizza il
Centro studi sulle civiltà e le religioni del Mediterraneo.
Per ulteriori informazioni telefonare allo 02-99026644.
TORINO — «Da Lutero a Martin Luther
King. L’avventura spirituale del mondo
protestante» è il titolo di un corso di formazione che si tiene ogni giovedì in due sessioni, alle 16 e alle 20,45 organizzato dalla
Chiesa valdese e dal Centro «A. Pascal»;
nella sala di via Pio V 15 la prima lezione su «Lutero nella
Torre». Per ulteriori informazioni tei. 011-6692838.
FIRENZE — L’associazione «Biblia» festeggia i primi 10 anni con un convegno dal
titolo «Voce di gioia, voce di giuMlo; la
Bibbia e la festa». Il programma prevede relazioni di Gianfranco Ravasi, Giovanni Fi-,
loramo, Piero Stefani, Luis Alonso Schoekel, Timothy Verdon, Eiemire Zolla, Luciano Caro; modera Alberto J. Soggin. A Palazzo vecchio il 21 e 22 ottobre: per informazioni tei. 051-8825055, fax 051-8824704,
oppure 055-578900, fax 051-583300.
GARBAGNATE — «Leggere la Bibbia oggi. Un libro
molte letture» è il tema di una conferenza del pastore Paolo
Spanu. Organizza il Centro studi sulle civiltà e le religioni
del Mediterraneo: ore 1-8, presso la scuola elementare di via
Varese. Per informazioni tei. 02-99026644.
MILANO — Il Centro culturale protestante inizia le sue attività ’95-96 con una conferenza di Gianpiero Comolli sul
tema «La diffusione delle religioni orientali in Italia»: ore
17, nella sala adiacente alla libreria Claudiana di via Francesco Sforza 12a. Per informazioni tei. 02- 76021518.
TORINO — Si tiene l’Assemblea del IV circuito delle
chiese valdesi e metodiste: ore 9,30, nella sala di via Pio V
15. Per informazioni tei. 011-6508970 (past. Milaneschi).
BERGAMO — Proseguono le attività del
Centro culturale protestante sul tema «La
questione delle immagini nell’età della
Riforma e della Controriforma» con la conferenza del pastore prof. Emidio Campi
(Università di Zurigo) su «La Riforma protestante e le immagini religiose: le ragioni di un rifiuto»:
ore 17,30, nella sala dell’Accademia Carrara, piazza Car
rara 82a. Per ulteriori informazioni tei. 035-238410.
BERGAMO — Proseguono le attività del
Centro culturale protestante sul tema «La
questione delle immagini nell’età della
Riforma e della Controriforma» con la conferenza del prof. Valerio Guazzoni (Università di Brescia) su «Momenti della pittura
religiosa italiana tra Riforma cattolica e Controriforma»:
ore 17,30, nella sala dell’Accademia Carrara, piazza Car
rara 82a. Per ultmori informazioni tei. 035-238410.
Vita Quotidiana
VENERDÌ 13 OTTOBRE 199.«i |
CULTO EVANGELICO: ognj domenica
inattina alle 7,30 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva
E realizzata dalla Federazione delle chiese
fj evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche
D alterne da Raidue alle 2330 circa e, in repliB ca, il lunedi della settimana seguente alle 8.
Domenica 22 ottobre (replica lunedì 30/10):
inchiesta sull’insegnamento religioso nelle scuole materne,
biografia teatrale su Lutero, evangelici e (kmocrazia.
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica
deve inviare i programmi, per lettera o fax, quindici giorni
prima dèi venerdì di uscita del settimanale, v '
Attualità di un racconto del 1972
Leonia^ una città e i suoi rifiuti
ITALO CAI.VINO
La città di Leonia rifà se
stessa tutti i giorni: ogni
mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche,
si lava con sapionette appena
sgusciate dall’involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di
latta ancora intonsi, ascoltando le ultime filastrocche
dall’ultimo modello d’apparecchio. ,
Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i
resti della Leonia d’ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo tubi di dentifricio schiacciati, lampadine
fulminate, giornali, contenitori, materiali d’imballaggio,
ma anche scaldabagni, enciclopedie, pianoforti, servizi di
porcellana: più che dalle cose
che ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate,
l’opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno
vengono buttate via per far
posto alle nuove. Tanto che ci
si chiede se la vera passione
di Leonia sia davvero come
dicono il godere delle cose
nuove e diverse, o non piuttosto l’espellere, l’allontanare
da sé, il mondarsi d’una ricorrente impurità. Certo è che
gli spazzaturai sono accolti
come angeli, e il loro compito
di rimuovere i resti dell’esistenza di ieri è circondato
d’un rispetto silenzioso, come
un rito che ispira devozione,
o forse solo perché una volta
buttata via la roba nessuno
vuole più averci da pensare.
Dove portino ogni giorno il
loro carico gli spazzaturai
nessuno se lo chiede: fuori
della città, certo; ma ogni anno la città s’espande, e gli
immondezzai devono arretrare più lontano; l’imponenza
del gettito aumenta e le cataste s’innalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro più vasto. Aggiungi
che più l’arte di Leonia eccelle nel fabbricare nuovi
materiali, più la spazzatura
migliora la sua sostanza, resiste al tempo, alle intemperie,
a fermentazioni e combustioni. E una fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda
Leonia, la sovrasta da ogni
lato come un acrocoro di
montagne.
11 risultato è questo: che
più Leonia espelle roba più
ne accumula; le squame del
suo passato si saldano in una
corazza che non si può togliere; rinnovandosi ogni
giorno la città conserva tutta
se stessa nella sola forma definitiva: quella delle spazzature d’ieri che s’ammucchiano sulle spazzature dell’altroieri e di tutti i suoi giorni e
anni e lustri.
Il pattume di Leonia a poco
a poco invaderebbe il mondo,
se sullo sterminato immondezzaio non stessero premendo, al di là dell’estremo crinale, immondezzai d’altre
città, che anch’esse respingono lontano da sé montagne di
rifiuti. Forse il mondo intero,
oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro
una metropoli in eruzione
ininterrotta. 1 confini tra le
città estranee e nemiche sono
bastioni infetti in cui i detriti
dell’una e dell’altra si puntellano a vicenda, si sovrastano,
si mescolano.
Più ne cresce l’altezza, più
incombe il pericolo delle frane: basta che un barattolo, un
vecchio pneumatico, un fiasco spagliato rotoli dalla parte di Leonia e una valanga di
scarpe spaiate, calendari
d’anni trascorsi, fiori secchi
Ogni giorno ie navi imbarcano 10 treni di rifiuti prodotti a New York
per smaltirii in alto mare
sommergerà la città nel proprio passato che invano tentava di respingere, mescolato
con quello delle città limitrofe, finalmente monde: un cataclisma spianerà la sordida
catena montuosa, cancellerà
ogni traccia della metropoli
sempre vestita a nuovo. Già
dalle città vicine sono pronti
coi rulli compressori per spianare il suolo, estendersi nel
nuovo territorio, ingrandù-e se
stesse, allontanare i nuovi immondezzai.
(da Le città invisibili,
Einaudi 1992)
Così uno dei più grandi
scrittori italiani aveva «visto»
una città, dal nome fantasioso
ma concreta. Una città che
magari noi che nel ’72 avevamo 20, 30, o 40 anni facevamo fatica a vedere. Oggi le
città sono tutte come Leonia:
rischiano di morire sotto il
pattume. Ogni anno ognuno
di noi «produce» 380 kg di rifiuti con un incremento annuo
del 4% in peso e del 5% in volume. Alle 21 milioni di tonnellate di rifiuti urbani prodotti in Italia si assommano 3
milioni di tonnellate di «rifiuti
speciali» assimilabili agli urbani e altri 3 milioni e mezzo
di tonnellate provenienti dalle
acque di depurazione. Cioè in
totale sono almeno 24 milioni
di tonnellate i rifiuti di origine civile. Per smaltire tutto
ciò ci sono 825 impiantì di vario tipo, compresi gli inceneritori, capaci di smaltire complessivamente 19 milioni di
tonnellate di rifiuti. Le rimanenti 6 milioni (un quarto della produzione) viene smaltita
senza controlli, abusivamente.
Nessuna misura legislativa
potrà «risolvere» il problema
rifiuti se non cominceremo a
produrne meno, (g.g.)
Chiesa evangelica valdese
(Unione delle chiese valdesi e metodiste)
Commissione di studio
per la diaconia
CORSO PER OPERATORI NEI SERVIZI
E NELLA DIACONIA
Casa Cares, dal 27 ottobre al 1° novembre 1995
Programma
Venerdì 27, sera: arrivo, cena e sistemazione dei partecipanti; sabato 28, ore 9: prof. Nedo Baracani e Claudio
Tron: «Le difficoltà all’attuazione dei progetti e le vie per
superarle»; pomeriggio, ore 15: «I rapporti interpersonali a
tu per tu - Analisi transnazionali - La programmazione neurolinguistica»; domenica 29 partecipazione alla giornata di
apertura dell’anno accademico del Centro di formazione
diaconale (Cfd) di Firenze; lunedì 30, ore 9, prof. Claudio
Tron: «I rapporti di gruppo: le dinamiche di gruppo, le teorie dei gruppi»; pomeriggio, ore 15, discussione per gruppi
di interesse: 1) «Incontro con il Centro servizi»; 2) «Associazione evangelica di volontariato»; 3) «Associazione foresterie evangeliche»; 4) «Gli enti ecclesiastici e lo stato»; 5)
«Opere evangeliche e rapporti di lavoro». Martedì 31, ore 9,
pastori Franco Becchino e Giorgio Bouchard: «Il patto di integrazione globale tra le chiese valdesi e metodiste»; prosegue alle 15. Mercoledì 1° novembre, ore 9, past. Maria Bonafede: «Noi e il testo biblico: un incontro vivo»; partenza
dopo il pranzo.
Il corso è aperto a tutti i membri delle chiese evangeliche, in modo particolare ai diaconi e ai membri dei comitati,
ai direttori e agli operatori impegnati nelle opere diaconali.
La quota di partecipazione, dalla cena di venerdì 27 al pranzo di mercoledì 1“ novembre è di 120.000 lire, compresa
l’eventuale documentazione, escluso il pranzo di domenica
29 (agape al Gould). In caso di partecipazione parziale, la
quota è di 35.000 lire al giorno (pernottamento e pasti); Un
pasto 14.000 lire. La commissione Diaconia e la Tavola valdese sono disposte a contribuire, con l’aiuto delle opere interessate, alla copertura dei costi (viaggio e soggiorno) sostenuti dai partecipanti in modo che nessuno sia trattenuto
dal partecipare per motivi economici.
Le domande di rimborso vanno presentate con l’iscrizione. Le richieste accolte, previa presentazione dei giustificativi di spesa, saranno evase direttamente durante il corso.
Le prenotazioni si possono fare per telefono, per fax o per
lettera direttamente a Casa Cares, via Pietrapiana 56,1 graffi, 50066 Reggello; tei. o fax 055-8652001.
Bambini di CernobiI
Sono tornati a casa i 15Q
bambini di CernobiI ospitati
dalle chiese avventiste italiane. I bambini, il cui soggiorno
in Italia era finalizzato alla riduzione dei tassi di radiazione
assorbiti dai loro corpi in conseguenza dell’incidente della
centrale nucleare, sono stati
ospiti di famiglie avventiste e
di istituzioni. L’iniziativa delle chiese avventiste è stata finanziata grazie all’8%c.
CCTEISS...3
La Tavola valdese comunica i seguenti nuovi indirizzi
Pastori
- Sergio Aquilante: via Gari- ’
baldi - 66010 Palombaro
(Ch). Tel. 0871-895205. '
- presidente Opcemi (e past. :
via XX Settembre), Valdo >
Benecchi: via Firenze 38 - |
00184 Roma. Telefono 06-1
4814811.
- Mario Berutti: via W. Jervis ‘
4/6 - 10062 Luserna San
Giovanni (To). Tel. 0121- ^
954478. J
7 Arrigo Bonnes: via Cantore 1
62/20 - 16149 Sampierda- . i
rena (Ge). Telefono 010- '
6444764. 1
- James Braker (comunità I
lingua inglese): via San Pio 1
V 17 - 10125 Torino. Tel.
011-6502601. 1
- Klaus Langeneck e Erika ¿i
Tomassone: via Monte de- 4
gli ulivi 6 - 93016 Riesi 1
(Cl). Tel. 0934-928139. li
• Dorothee Mack: via Conso
lare 22 - 03013 Ferentino 1
(Fr). Tel. 0775-244218. |
■ Robert Mollar: corso Mila- |
no 6 - 35139 Padova. Tel.
049-650718. ;
• Giuseppe Platone: via San
Pio V 15 - 10125 Torino. ■
Tel. 011-657971.
■ Dario Saccomani: via To-scana 22 - 86100 Campo-,
basso. Tel. 0874-67715.
Gianna Sciclone: via Adriatica Sud 2b - 66023 Francavilla a Mare (Pe). Tel.
085-4912314.
Ruben Vinti: 10060 Prarostino. Tei. 0121-500765.
Candidati al ministero
- Luca Baratto: via Firenze
38 - 00184 Roma. Tel. 064822242.
- Daniele Campoli: Jagerstrasse 6 - CH 8200 Sciaffusa (Svizzera). Tel. 004153-333603.
- Uwe Habenicht: via Grotte
bianche 7- 95129 Catania.
Tel. 095-327133.
- Massimo Marottoli: via G.
E. Di Bla.si 12 - 90135 Palermo. Tel. 091-6821252.
- Eric Noffke: 10063 Prali
(To). Tel. 0121-807519 (da
gennaio 1996).
- Winfrid Pfannkuche: via
Ruata 10 - 10065 Pramollo
(To). Tel. 0121-58020.
- Daniela Santoro: via San
Pio V 17- 10125 Torino.
- Lorenzo Scomaienchi: corso Mazzini 27 - 70033 Corato (Ba). Telefono 0808984065.
Franco Taglierò: 10060 An-1
grogna (To). Tel. 0121944282.
Anne Zeli: via dei Mille 1 10064 Pinerolo (To). Tel.
0121-322009.
Emeriti
- Luigi Santini: via del Gignoro 119/pt. - 50135 Firenze. Tel. 055-6541066.
- Aurelio Sbaffi: via Degas
99 - 00133 Roma. Tel. 062051634.
■ Vincenzo Sciclone: corso
Mazzini 127 - 66054 Vasto
(Ch). Tel. 0873-58868.
■ Alberto Taccia: via III Alpini 7 - 10062 Luserna San
Giovanni (To). Tel. 0121901732.
• Bruno Tron: via Beckwith >
31 - 10062 Luserna San i
Giovanni (To). 3
15
. I
tÆNERDÎ 13 OTTOBRE 1995
PAG. 11 RIFORMA
Chiese
di seconda
categoria?
Caro direttore,
^ndo spunto da una lette[a*pubblicata sul numero di
Riforma del 28 settembre in
'merito ai «Regolamenti» della Chiesa valdese, per riflettere -iin altro argomento
che francamente mi lascia
molto perplesso e che considero in qualche modo discriminante. L’art. IB dei Rg
/1972-Rz/1972, regolamenti
■sinodali, stabilisce che i membri rie! Smodo con voce deliberativa sono, oltre ad altri:
a) un deputato eletto da ciascuna chiesa >'aldese con almeno 150 membri (praticamente tutte le chiese autonome);
b) un deputato eletto ad anni Eterni da ogni chiesa valdese costituita avente meno
di 150 membri.
Se da un lato comprendo
bene che una chiesa con una
numerosa popolazione (oltre
500 membri, dice sempre il
regolamento) venga giustamente rappresentata da più di
un deputato, mi è più difficile
accettare che piccole comunità, che sono fra l’altro la
grande maggioranza, ma non
per questo meno attive o se
vogliamo meno «valdesi»,
siano rappresentate solo parttime: un anno sì e uno no.
Come dire che queste comunità fanno parte della chiesa
solo ad anni alterni.
I regolamenti tengono conto del numero dei membri
«comunicanti», ma non di
quelli «attivi». A questo proposito sono interessanti alcuni dati desunti dalle statistiche riportate sull’ultima relazione al Sinodo e riferiti alle
sole chiese valdesi costituite:
più di 150 membri: 25 chiese,
14.300 membri, 1.900 partecipanti al culto (13%); mepo
di 150 membri: 43 chiese,
2.900 membri, 1.200 partecipanti al culto (43%).
Sarebbe anche utile poter
valutare la capacità contribu
Documento approvato, alla sessione del Sae alla Mendola
sono un
I media sono diventati, nella grande
rivoluzione informatica e telematica in
atto, un problema etico craciale dei nostri tempi. Rifiutando l’alternativa tra
apocalittici e integrati, tra chi cioè rifiuta i nuovi mèdia e vede in essi uno strumento di possibile schiavitù per l’umanità e chi invece, al contrario, vi vede
uno strumento di progressiva liberazio-'
ne, facciamo nostra una linea di ottimismo realistico e vigile, consapevoli delle enormi potenzialità degli strumenti
mediatici, che esigono tuttavia una presenza più attiva, sensibile e articolata
della società civile. -v,
1) La società civile deve dunque individuare al suo interno gli strumenti per
rispondere alla sfida etica posta dai
mezzi della comunicazione: noi abbiamo individuato i seguenti livelli di intervento. Per quanto attiene «all’educazione ai media» i soggetti sono due: la società civile e le chiese.
La società civile deve recuperare un
soprassalto di , partecipazione e di con—,
trollo, che Investa ìè istituzioni politiche •'
e il mondo economico. Ci pare che si
debba proporre alla società civile di costruire una rete di gruppi di fruitori della
comunicazione, che utilizzi anche il patrimònio esistente di associazioni, movimenti e realtà locali e che organizzi la
proposta e il controllo riguardo all’universo mediático, una rete di segmenti
della società civile che in prospettiva si
ponga come modello di nuova socialità
e di proposta politica. Una rete che sia
quindi condizione effettiva di controllo
sia del mondo pdlitìco che delle sen^e
più raffinate concentrazioni economiche
nel settore della comunicazione.
Al mondo politico occorre chiedere
un programma di «piena educazione»,
in particolare coinvolgendo le agenzie
educative, in primo luogo la scuola, che
deve aprire una finestra permanente sui
linguaggi e la struttura del sistema comunicativo.
2) 11 ruolo delle (Chiese: noi crediamo
che il ¿ampo della comunicazione possa
essere un terreno privilegiato, spesso disatteso, del lavoro ecumenico. Alle
chiese proponiamo di
a) realizzare un «Osservatorio permanente operativo sull’universo, mediatico», articolato nelle diverse realtà locali;
b) alle chiese e alle grandi religioni
chiediamo di attivare tutti gli spazi comunicativi a loro disposizione per favorire una presa di coscienza più ampia
delle sfide rappresentate dalla nuova co- da»;
professionale e a un continuo aggiornamento. In particolare chiediamo che i
giovani comùnicatori siano formati a
a) una nuova modalità educativa, legata a parametri di valori, che metta al
centro l’uomo e il bene comune, dando
voce a chi non ha voce e.facendosi interprete e luogo di ricerca delle urgenze
della storia in questo trapasso d’epoca;
b) quei contenuti informativi che cò-'
stituiscono appunto le urgenze della storia di oggi: la pace, la giustizia, la salvaguardia della natura, l’educazione alla
multiculturalità, alla multietnicità,. alla
multireligiosità, la solidarietà.
In particolare infine diciamo no '
1) a una comunicazione che si riduca
a pura trasmissione di notizie non verificate, indotta anche dalla velocizzazione
deU’informazione; «
2) a un giornalismo «seduto»,f passivo, sì a un giornalismo che «vada e ve
municazione. *’
Raccogliamo e intendiamo in tal modo dare corpo alle indicazione espresse
da «Direttorio per l’applicaziope di
principi e norme sul! ecumenismo», del
pontificio Consiglio per la promozione
dell’unità dei cristiani del 25 marzo ’93
(in particolare il paragrafo 217).
3) Per quanto riguarda 1’«educare i
media», consapevoli che si tratta essenzialmente di un proeesso di autoeducazione dei comilfticatori, auspichiamo
che dall’interno del mondo dell’informazione emerga un soprassalto etico finalizzato a una migliore formazione
3) ai media che fomentano l’odio e il
conflitto, come in Bosnia, Ruanda, ecc...
4) alla tendenza, largamente presente'
nei media, alla demonizzazione
dell’Islam, senza sufficiente attenzione
alle sue differenze e travagli interni; ^
5) all’«ecclesialese» e a quegli errori
di terminologia che penalizzano soprattutto le chiese di minoranza e le altre re-,
ligioni.
Mozione-lettera
approvata all’unanimità
dal gruppo di studio 9.
La Mendola, 5 agosto 1995
tiva delle chiese, ma le statistiche della relazione al Sinodo sono incomplete e confrontabili con difficoltà. Tuttavia, leggendo con attenzione le varie cifre, si può intuire
una maggiore contribuzione
procapite nelle chiese più piccole. Credo che la frequenza
al culto e la contribuzione
siano elementi importanti per
valutare se una comunità è viva oppure no, se ha voglia di,
essere presente e di partecipare alla vita più ampia della
sua chiesa; ma il nostro regolamento non lo consente. '
Una comunità piccola, a
volte isolata e con difficoltà
di contatti con altre, con problemi di avvicendamento pastorale troppo frequente non
essendo autonoma (e mi fer
mo qui nelle annotazioni),
corre il rischio, a mio parere,
di essere emarginata in un girone di seconda categoria.
Sono convinto invece che il
coinvolgimento in un momento così importante come
è il Sinodo, possa portare a
maggiore condivisione, entusiasmo e testimonianza.
In questo senso credo che i
regolahienti debbano essere
sempre adeguati in mòdo da
risultare uno strumento di
aiuto e non di limitazione alla
vita della chiesa.
Piervaldo Durand
Morgex (Ao)
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Lucia
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flHontia è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176
del 1» gennaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate
con ordinanza In data 5 marzo 1993.
H numero 37 del 6 ottobre 1995 è stato consegnato per l’inoltro postale all’Ufficto CMP Nord,
via Reiss Rcimolt 44/11 di Torino mercoledì 4 ottobre 1S95.
1
Se ben ricordo era la primavera del 1957 quando il pastore Densi e sua moglie Lot
eia arrivarono a Firenze insieme a Laura e Sara; Silvia doveva ancora fare capolino e lo
fece ben presto. La famiglia
sembrava al completo, ma ancora c’era posto per chi aveva
bisogno di un punto di riferimento, per tutti quelli che, ed
erano tanti, passavano da Firenze. Ricordo che in quella
famiglia trovai subito un posto stabile: tutti i giorni, per
anni, salivo quelle scale e trascorrevo ore ed ore a parlare,
ad esporre le mie pene, le mie
insicurezze, a condividere le
esperienze quotidiane. Lucia
era molto sensibile, faceva
suo ogni problema; era veramente capace di ascoltare e lo
faceva con totale empatia, si
coinvolgeva con grande generosità, partecipando quasi in
prima persona ai dolori e alle
gioie degli altri.
La passione con la quale
partecipava la si leggeva nei
suoi occhi come in un libro
aperto; in quella partecipazio
ne non c’era nulla che appartenesse al «ruolo» era così,
naturalmente, spontaneamen- ■
te, istintivamente; l’esortazione dell’apostolo Paolo leiera
naturale: «Rallegratevi con
quelli che sono allegri; piangete con quelli che piangono.
Abbiate fra voi un medesimo
sentiihento; non abbiate l’animo alle cose alte, ma lasciatevi attirare dalle umili» (Romani 12,15-16).
Pensando a Lucia mi viene
spontaneo rivederla ancora
con quel suo sorriso, un sorriso che invitava a sentirsi a
proprio agio, a volte un sorriso che si schermiva per qualche simpatica gaffe; un sorriso che ha regalato a piene
mani. /Ricordo che con una
voce molto dolce cantava alcuni spiritual e in particolare
ricordo un canto molto melodioso: «Signore fa che noi viviam/ per costruire un mondo
nuovo/ e che possiam lasciarlo un dì/ un po’ miglior di come è ora./ Ed in quel dì io
troverò/ quel che cercai in
questa vita/ e che giammai
trovar potrò,/ se non verrò
presso di te».
Questo canto Lucia non solo lo ha cantato, ma lo ha attuato; ha indubbiamente fatto
la sua parte, generosamente.
Ciao Lucia!
egoisti, si ha la faccia di lolla,
tanto si è abituati al menefreghismo di tutti.
È inutile predicare di avere
tanto amore per il prossimo
se, quando necessita veramente, con uno scrollone ci si
toglie il disturbo: che sottile
vigliaecheria.
Impariamo a noti avere
questa faccia di lolla. '
Mara Riondini - Livorno
Aiutiamo
i contadini
del Paraiba
Piero Luchini — Firenze
Faccia di tolla
Cara Riforma,
di chi si conforma a questo
secolo l’apostolo Paolo non
aveva una buona opinione e
uno lo ha dato in man di Satana. Se fosse presente qui da
noi, vi manderebbe giovani e
genitori stessi. /
Non so se altre chiese si
comportano così, ma qui fanno scappare la gente, tutto è
diverso, si è diventati così
DELLAPIANA - GIOIELLI
Tutte le migliori firme di gioielli
Perle coltivate, orologi Lorenz
via Milano, 20 - Torino
della piaiitagione di canna da
zufcchero Fazenda Capim Pintioba. È distante 51 chilometri
da Joao Pessoa e negli ultimi
15 anni ci sono stati conflitti
per la terra. Il 7 agosto 1995,
mentre i contadini lavoravano
nei campi, un killer assoldato
da Abel Cunha, grande proprietario vicino dei contadini,
ha sparato uccidendo Paolo
Games dos Santos e ferendo
gravemente Maria Justino,
Severino e José Bento, tutti
piccoli contadini.
Noi di Serpa) (Servizio per
la pace e la giustizia - Coordinamento dei gruppi nonviolenti dell’America Latina)
esortiamo a mandare dei fax
di protesta chiedendo giustizia al governatore e al segretario della sicurezza pubblica, indirizzandoli a: Secretario 'de Seguranga Publica, dr.
Pedro Adelson Guedes dos
Santos; fax n. 0055 (83) 2142498. Se potete mandarne
una òopia a Serpa), l’indirizzo è: 301 Mandacaru, Joao
Pessoa, Brasile, Pb Cep
58027-310.
Medi Vaccaro - Roma
Auguri a Elisa
e Marta
Nel tempio valdese, la comunità si stringerà gioiosamente intorno a Elisa, figlia
del pastore Giulio ’Vicentini,
per la celebrazione del suo
battesimo (domenica 22 ottobre) e intorno a Màrta Ferretti, nipote di Elsa Filippi, fedele e carissima sorella della
nostra comunità (domenica
29 ottobre). Sulle due care
giovani invochiamo la grazia
e la benedizione del Signore.
Chiedianio la vostra solidarietà con i piccoli contadini
nello stato di Paraiba, vittime
della violenza dePgrandi proprietari. In questo paese ci sono 160 aree dove sono presenti dei confiitti tra i contadini con la loro lotta nonvio*lenta verso i grandi proprietari: il sistema di proprietà è ingiusto, la terra viene rubata ai
poveri e i crimini contro di
essi non vengono puniti. Le
autorità chiudono gli occhi
perché spesso sono imparentate con i proprietari'delle
piantagioni. Un caso che ha
avuto molta risonanza è quello di Margarida Maria Alves,
che ha guidato le lotte nonviolente contadine e che è,
stata uccisa il 12 agosto 1983.
Soltanto ora il sistema giudiziario si è messo in moto con
decisione e sta provando ad
arrestare i colpevoli.
Il caso più recente è quello
Il Consiglia di chiesa
, Verona
Grazie
Nel mese di luglio mio padre_^è stato ricoverato all’
Ospedale valdese di Torino
per una serie di accertamenti
e di analisi. Vorrei con questa
lettera ringraziare pubblicamente tutto il personale medico, infermieristico e ausiliario, per l’attenzione e gli sforzi prodigati. Quando nella società italiana qualcosa funzio-'
na è bene sottolinearlo con riconoscenza e gratitudine.
Grazie.
Maurizio Abbà e famiglia
Torino
RINGRAZIAMENTO
Il figlio e i familiari del caro
Pietro Piene (Piere)
riconoscenti, ringraziano quanti
con presenza, scritti e paroie di
conforto hanno voiuto unirsi ai loro dolore.
Un particolare ringraziamento
alia direzione e ai personale di
Casa Miramonti, ai dott. Ghirardi,
al gruppo Ana di Viilar Pellice e al
pastore Gianni Genre.
Villar Pellice, 5 ottobre 1995
3e
gioventù evangelica
SOTTOSCRiZiONE 1996 .
normale....................L. 40.000
sostenitore.................. 50.000
estero.......................45.000
cumulativo GE/Confronti... 85.000
versamenti da effettuare sul ccp n. 35917004 intestato a:
gioventù evangelica
via Porro Lambertenghi, 28
20159 Milano
16
PAG. 12 RIFORMA
Villaggio Globale
VENERDÌ 13 OTTOBRE 1995
■ \
Yaoundé (Camerún): riunione del Comitato esecutivo delPAIleànza riformata mondiale
Dail'Africa alPEuropa/un impegno comune
per «spezzare le catene delPingíustízía»
Al suo 120° anuo di vita
l’Alleanza riformata mondiale (Arm) è una famiglia'di
199 chiese in 97 paesi, che
collega circa 75 milioni di
credenti congregazionalisti,
presbiteriani e riformati. I
' membri del Comitato esecutivo sono-33 (da 22 paesi), e
solo uno di questi, il segretario generale, lavora a tempo
pieno. Con altri 12 impiegati
a vario livello costituisce uno
staff di 13 persone: troppo
poco per tenere in piedi come
si vorrebbe e dovrebbe la rete
di informazioni, di viste, di
collegamenti^ di monitoraggi
che sono necessari. Gli altri
membri del Comitato, e altri
collaboratori ancora, fanno
quello che possono.
Tuttavia non ci possiamo
< permettere di più: anzi, una
delle decisioni prese durante
la riunioñe di Yaoundé è stata di ridiure del 5%, e da subito, il nostro budget. Non
tutte le chiese contribuiscono
in maniera significativa; 51
non inviano alcuna contribuzione da almeno 3 armi: alcune di queste perché sono
chiaramente in difficoltà, altre perché soffrono di una debolezza di udito che tende a
cronicizzarsi quando si parla
di soldi... un po’ come accade nelle nostre chiese, e in
entrambi i casi vale la pena
di chiedersi se si è raggiunto
il tetto delle possibilità o
quello della sensibilità.
Un'accoglienza
indimenticàbile
Fra ciò che non è retorico
definire indimenticabile, elencherei il colore del cièlo
(che è senza uguali al tramonto*o dopo la pioggia), il clima
(più europeo che africano, si
vede che sono stato fortunato), la gentilezza e la disponibilità di chiese e di singoli
nell’accoglierci e nel farci
sentire a casa: penso all’organizzazione dei trasporti da e
per l’aeroporto, ai gruppi
femminili delle chiese di
Yaoundé che ci hanno preparato a turno da mangiare, al
sorriso, alla mitezza del tono
nel parlare, alle case aperte
per informazioni o per un
caffè, ai bambini bellissimi,
alla scorta offertaci per visita
re il mercato...; e ancora la
gioia e il «calore» delle liturgie ricche di canti, di danza,
di colori, di preghiere spontanee, di partecipazione.
Nostra residenza è stata la
Facoltà di teologia protestante, che prepara i pastori per le
7 chiese evangeliche del Camerún e anche di paesi confinanti. I vari edifici del campus avevano ricevuto una mano di colore per il nostro arrivo, e il refettorio era stato dotato di vasellame nuovo. Gli
edifìci più eleganti e solenni
(la cappella e la biblioteca)
non escono da un quadro di
sobrietà; prati e aiole tenuti a
puntino. Non c’è lusso, ma la
collaborazione di diverse
chiese rende la situazione accettabile, e forse rende più
stridente il contrasto con il
«quartier generale» della
Chiesa protestante di lingua
francese, adiacente al campus, sulla stessa collina di
Djungolo: qui la povertà, per
non aire la miseria, è resa
evidente dalle stradine dove
la terra battuta e il fango non
sono stati sostituiti dall’asfalto, dagli edifici fatiscenti,
dalle insegne dipinte artigia
PAGINA A CURA DI
SALVATORE RICCIARDI
Yaoundé: la chiesa presbiteriana «Marie Cocker» ia domenica in cui vi ha predicato ii pastore Ricciardi
nalmerite: eppure qui ci sono
gli uffici centrali della chiesa,
la direzione del dipartimento
della sanità (e a poca distanza
un lazzaretto che fa da ospedale) e quella del dipartimento dell’istruzione.
Abbiamo dedicato molto
tempo alla preparazione della
prossima Assemblea generale
dell’Arm, che si svolgerà a
Debrecen, in Ungheria, sul
tema «Spezzare le catene dell’ingiustizia» (cfr. Isaia 58,
6). L’Assemblea si terrà
dall’8 al 20 agosto 1996, e
sarà preceduta da incontri
specifici per le donne e per i
giovani, n 'materiale preparatorio (studi biblici compresi)
è a buon punto e sarà inviato
quanto prima alle chiese.
e il primo atto dovrebbe seguire nel prossimo mese di
maggio a Torre Pellice. È
chiaro che i dialoghi ci aiutano anche a capire meglio noi
stessi: a riflettere fino a che
punto siamo riformati, nella
teologia, nell’etica, nella
prassi, nella liturgia... e anche a riflettere sul problema
della nostra identità riformata, collocandolo nel quadro
più ampio dell’identità cristiana.
L’altro perno su cui ruota il
lavoro è costituito dall’attenzione ai problemi specifici
delle donne e dei giovani, del
loro reale inserimento nella
società e nelle chiese; della
democrazia e della giustizia,
parole troppo pronunciate e
Il campus della Facoltà di teologia protestante di Yaoundé
I dialoghi
interconfessionali
I dialoghi interconfessionali, istruiti dal Dipartimento
teologico, costituiscono uno
dei centri di interesse del Comitato, anzi uno dei perni su
cui ruota l’attività. Il documento «Verso una comune
comprensione della chiesa»,
conclusivo della seconda fase
del dialogo riformati/cattolici, completato 5 anni fa e inviato alle chiese membro perché esprimessero il loro parere (per noi ci hanno lavorato
la Commissione consultiva
'per le relazioni ecumeniche,
alcune chiese locali, e il Sinodo si è pronuncìató nel
’92), ha raccolto finora una
dozzina di pareri però ha offerto a molte chiese l’occasione per narrare la storia,
non sempre facile, dei loro
rapporti ecumenici. Per ora
non si prevede una terza fase
di studio. L’anno prossimo ci
dedicheremo interamente
all’analisi dell’enciclica «Ut
unum sint». Si è aperto in luglio un altro fronte di dialogo, quello con il mondò pentecostale. Ne avevo dato notizia su «Riforma» a suo tempo; si è trattato di un preludio
poco vissute in troppe situazioni. L’attenzione, la solidarietà, la pressione su Parlamenti e governi, l’informazione corretta, l’aiuto al formarsi di un’opinione pubblica
documentata, sono un minimo sotto cui non si può scendere... e tutto sommato cerchiamo di non scendere, malgrado le difficoltà finanziarie
e la scarsezza dei mezzi.
L'incontro
con le chiese di Yaoundé
Come di consueto, abbiamo
colto l’occasione della seduta
per incontrare, suddividendoci in piccoli gruppi, le chiese
dell’area in cui ci raduniamo,
per parlare con i loro responsabili, per far sentire la presenza e la partecipazione di
altre chiese ai loro problemi.
Mi è così capitato di far parte
del gruppetto che ha incontrato i responsabili della Chiesa
protestante di lingua francese.
Mi ha subito colpito il loro
rovesciarci addosso una valanga di informazioni (molte
delle quali piuttosto ovvie);
sembrava volessero evitare
che noi ponessimo delle domande e che loro fossero, costretti a rispondere su temi
«caldi». Ad atmosfera più rilassata, ci hanno confidato di
sentirsi a un tempo timorosi e
sostenuti per la nostra presenza. Sostenuti, perché per nostro mezzo ricevevano la solidarietà di tante chiese nel
mondo, timorosi perché questa esibizione di «universalità» avrebbe potuto urtare il
governo. Alcuni dei loro pastori, ci hanno detto, sono
considerati persone pericolose per la sicurezza del paese,
e quindi sono esposti a rischio per la loro incolumità.
Abbiamo smesso di pensare
che potessero essere fantasticherie quando, tre giorni prima che i nostri lavori finissero, uno di loro, uno dei più attivi nel comitato di accoglienza, è stato rapito e assassinato. Al di là della drammaticità
della cosa in sé, e del suo peso sulla famiglia (moglie e tre
figli) e sulla chiesa, noi abbiamo vissuto grandi momenti di tensione, in cui ci siamo
anche chiesti se la nostra presenza non avesse fatto qualche danno, se il messaggio
potesse essere «la vostra presenza non fa impressione a
nessuno». Ci siamo chiesti se
non potessimo anche noi essere dei bersagli.
Il culto di chiusura, segnato
dalla tristezza, è stato per
quanto possibile vissuto come
una testimonianza e una preghiera al Signore della vita,
che ci ha sorretti con la Parola, col pane e.col vino, con la
condivisione e la solidarietà, e
chq non ha permesso che fossimo privati della speranza.
Credenti aperti
alia speranza
Desidero ricordare che abbiamo avuto, malgrado tutto,
o forse a causa di tutto ciò,
l’impressione di chiese fortemente aperte alla speranza,
vivacemente tese vèrso il
nuovo di Dio che viene: verso la prospettiva di nuovi cieli e nuova terra «nei quali
abiti la giustizia». L’impressione di gente consapevole
delle proprie potenzialità, desiderosa (e anche un po’ decisa) a valorizzarle. Persone
al chiaro sui loro doveri ma
anche sui loro diritti nel quadro dei rapporti internazionali. Fratelli e sorelle verso cui
abbiamo un debito umano di
riconoscenza, di solidarietà,
di amore a tutto campo. È anche per loro e con loro che
l’Assemblea di Debrecen si
pone sotto il segno della speranza, della proifiessa e della
vocazione a «spezzare le catene dell’ingiustizia».
Impressioni di un viaggio in Camerún
L'Africa ha bisogno
di speranza
Ciò che maggiormente può interessare è quanto, a distanza di tempo e a impressioni un po’ decantate, posso cercare
di dire sul Camerún (e sull’Africa).
La miseria si tocca e si sente dovunque. Yaoundé è la capitale di un paese poco più piccolo della Francia, dove vivono circa dodici milioni di persone. Di queste, un milione
e mezzo vivono nella capitale, una città distesa su nove colline, piene di verde, a un livello medio di 850-900 metri sul
mare. Potrebbe essere splendida, ma non lo è: più che quartieri di case si vedono agglomerati di catapecchie; le strade,
anche quelle asfaltate e larghissime, da scorrimento veloce,
sono delimitate ai lati da cutnuli ininterrotti di immondizie,
sui quali razzolano i polli. In parallelq alla spazzatura, una
fila altrettanto ininterrotta di baracche, di chioschi, di banchetti, di tavolini riparati sotto un ombrello, che sono negozi: ci trovi dalle arachidi alle banane (crude, fritte, arrostite
sul posto), dalle scarpe ai dolci, dalle uova ai ricambi per
auto. I venditori sembra che stiano di casa lì; non di rado si
vedono mentre mangiano, insieme con i bambini, col piatto
sulle ginocchia, talvolta per terra.
In molte strade, pali indicano le fermate di autobus che
non esistono, sostituiti da miriadi di taxi scassatissimi: il
veloce traffico si dipana come per scommessa, affidalo
all’estro dei conducenti piuttosto che a minime regole di
circolazione. Sorprende il numero spropositato di locali
adibiti a cabine per il telefono e il fax; delle tariffe non v’è
alcuna certezza: ciascuno applica quella che vuole. Del resto, le carte telefoniche acquistate all’ufficio dei telefoni
non sono compatibili con quelle acquistate alla posta, e trovare la cabina dalla quale puoi usare una carta è un’impresa per ottimisti.
Non mancano alcuni grattacieli, per alberghi di lusso e
uffici: sembrano collocati provvisoriamente in un contesto
che non è il loro, in attesa di traslazione; come vedere un
gigantesco plastico lasciato a metà. Del plastico fanno parte
consolati e ambasciate, che sono dei bunker. Scattare fotografie è un’impresa a rischio: ho corso il pericolo di vedermi sequestrare la macchina da un poliziotto che mi accusava di aver fotografato obiettivi militari. Nessun cartello indicava nulla, e nessuna delle mie foto, ne sono certo, aveva
fermato alcunché di riservato. Ma questo dà un’idea della
situazione sociopolitica del paese, nel quale vivono e testimoniano nostre sorelle e nostri fratelli.
Apparentemente, le chiese godono di tutta la libertà che si
può desiderare, e anche della stima delle autorità. Il primo
ministro ha ricevuto la presidente e il segretario generale
dell’Arm, e la televisione ne ha dato notizia, con un certo
rilievo, nel telegiornale della sera; il sindaco è intervenuto
con molto seguito al culto di apertura, eppure la realtà corrisponde assai poco all’apparenza. Per poco che siano impegnate in'un’opera di sensibilizzazione delle coscienze (e mi
hanno dato l’impressione di esserlo parecchio), le chiese
devono fare i conti con un’ostilità che può anche consistere
nel seminare zizzania tra i pastori, nel bloccare inspiegabilmente la costruzione di una nuova chiesa su un terreno regolarmente acquistato, e così via.
Di speranza ha bisogno il Camerún, e credo tutta l’Africa
tormentata, come ci è stato spiegato nello splendido «African Day», da molte piaghe: innanzitutto l’Aids, che ha colpito 11 milioni di persone e che ha portato un mutamento
profondo nel tessuto sociale: le famiglie degli ammalati non
accettano questi ultimi, non fanno quadrato intorno a loro,
se ne vergognano, rompono i legami. E il diffondersi
dell’Aids non è dovuto soltanto, come pensa il papa, alla
sregolatezza sessuale; altri fattori sono l’ineducazione sessuale, ivi compreso il considerare tabù il preservativo (e
quando questo tabù cadrà, ci sarà posto per un’altra forma
di schiavitù, di tipo tecnologico, perché non se ne fabbricheranno in Africa); e le condizioni igieniche disastrose,
nelle quali si compiono anche interventi chirurgici, fra cui
la circoncisione e rescissione.
Inoltre, come sappiamo tutti, c’è il debito nei confronti
dei paesi ricchi, i quali non si sazieranno mai, perché sono
loro a dettare le regole del gioco... e in Africa ci sono ben
29 dei 42 paesi più poveri del mondo. Si può citare ancora
lo scarsissimo peso dato in troppe zone ai diritti umani, e la
tenacia con cui ci si diverte ad aizzare l’una contro l’altra
varie tribù rinfocolando o suscitando odi (non si diceva:
«divide et impera»?) Potrei andare avanti per altre tre pagine ma non sono novità, almeno per chi non vuole chiudere
occhi e orecchie e «vivere in pace».
donne preparano II pranzo per I piembiì del Comitato esecutivo