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ECO
DELLE mLLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa Taldese
[
Anno XCII - Num. 39
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Spedir, abb. poetale - I Grappo
Cambio d’indirizzo Lire SO
TORRE PELUCE — 5 Ottobre 1962
Ammin. CliaiidiaDa Torre Pellice - C.CJ*. 2-17557
Scuola di tutti
La scuola ^ Più che mai all’ordine del giorno, in questo periodo. La setti
mana scorsa abbiamo accennato ad alcuni dei suoi problemi più gravi. Questa
settin^na vogliamo tornare su di tm aspetto particolare, ma tutt’altro che
secondano, del problema scolastico italiano: il rapporto fi’a scuola di Stato e
scuola, privata (cioè, in foltissima prevalenza, confessionale).
... Nel cm^ del inese di settembre, nella prospettiva di un rinnovato dibat
tito parlamentare, ha avuto luogo sulla grande stampa quotidiana una discussione fra difeiKori della scuola di Stato e difensori delle prerogative della Chiesa (romana). Su La Stampa di Torino sono comparsi due articoli notevoli di
chiarezza e decisione: uno di A. Ga
lante Garrone (2-9-’62), « Scuola e Stato in regime di libertà» e uno di A.
C Jemolo (7-9-’62), « Scuola ”di Stato”
e scuola privata». Il primo era una
netta risposta ad una lettera del oard
A. Cicognani, Segretario di Stato vaticano, che aveva « ribadito con estrema chiarezza e risolutezza le pretese
della Chiesa nel campo dell’educazione. I diritti della famiglia e quelli
della Chiesa sono senz’altro primi e
anteriori a quelli dello Stato». Ga
lante Garrone ricordava naturalmente il chiaro dettato costituzionale, che
ogni cittadino dovrebbe avere l’orgoglio di difendere, di fronte alla ’’politica” di una Chiesa che si adatta alle situazioni senza però mai deflettere dalla sua categorica affermazione
di principio. A. C. Jemolo, riprendendo più ampiamente il problema, alcuni giorni dopo, esaminava pacatamente « quel che sono oggi Stato, famiglia, scuola statale, scuola priva
ta ». « Una cosa è certa — egli affermava — : la scuola statale nel 1962 in
Italia non tende a formare giovani
con una determinata impronta di partito, con un certo credo filosofico: nè
ha lati ed aspetti — una istruzione
sessuale, un sottrarre i ragazzi alle famiglie con campeggi o lunghissimi
orari — che le diano un’impronta suscettibile di dispiacere a ohi ha certe
concezioni... » E’ quanto ogni allievo
di scuola statale può ampiamente confermare; in genere, nel corso dei suoi
studi, ha incontrato professori d’ogni
tipo umano e d’ogni tendenza di pensiero; 6 proprio questa molteplicità —
che non esclude ma implica, ad un
certo punto, l’atto della scelta persoi.'ale — è il vero aspetto formativo
della scuola.
Nè d’altra parte la famiglia, sui cui
imprescindibili diritti la Chiesa romana fa così fortemente leva, può oggi
pretendere, se la si osservi seriamente, ad una così grande fiducia circa
una sua capacità formativa nei con
fronti dei figli. Divengono sempre più
rare le famiglie che fanno ancora veramente corpo, e nelle quali l’afietto
dei genitori si esprime realmente in
un’opera di profonda formazione. Roma fa cosi forte aijpello ai « diritti »
della famiglia perchè in realtà, attraverso il magistero e il confessionale,
si tratta dei « diritti » suoi.
Nell’editoriale de L’Osservatore Romano del 9 settembre, il direttore del
quotidiano vaticano rispondeva (« Le
’’pretese” della Chiesa») con un’apologià della Chiesa « facitrice per la verità non di invasioni estensive in campi che alla Chiesa non competono e
cui la Chiesa non ambisce (si potrebbe sapere quali sono, questi campi?
n.d.r.), ma di una secolare opera di
elevazione morale e sociale in ogni
campo della scuola e del sapere e Custode, nonostante ogni smemoratezza,
delia dignità e libertà della persona
umana... ». L’apologià che lo Jemolo
faceva della scuola di Stato è « per i
cattolici ovvia perchè in linea di principio nessuna contestazione o detrazione viene fatta allo Stato (se mai
im riflesso di autorità superiore) dalla dottrina cattolica (...), sia in linea
di fatto: i cattolici italiani partecipano infatti alla scuola statale con pie
nezza di responsabilità nelle cattedre
e nelle aule, con simpatia e convinzione, anche se molte contraddizioni
teoriche dell’insegnamento non si possono negare (...). Ma il problema non
è di stima o no, verso la scuola pubblica; il problema è di libertà, cioè di
parità fra scuola di Stato e scuola libera... ». Tutto questo parlare di libertà è molto lodevole, ma se si gratta
la vernice, che cosa resta? Jemolo
scriveva «per mettere a fuoco il pro
blema: i fautori della scuola lioera
sussidiata dallo Stato, lo sarebbero ancora se la realtà mostrasse una scuola di parte, una scuola comunista im
prontata ad una filosofìa materialista,
alla economia solo motore della stona? Nella realtà italiana il problema
non suona scuola privata, ma scuoia
confessionale». E questo dev’essere
ben chiaro.
Se lo Stato italiano avesse soldi in
abbondanza e la scuola statale fosse in
floride condizioni, allora, forse, potrebbe anche aiutare le scucle private (ma
allora dovrebbe aiutarle tutti, e ne .sor
gerebbero di ogni credo e partito, con
quale disastrosa disintegrazione na
zinnale si può facilmente immagina
re); comunque non è questo, certamente, il caso. Quindi deve essere rifiutata nel modo più deciso la richie
sta di sussidi statali alle scuole private (cioè, lo ripetiamo, confessionali).
Ogni scivolamento, ogni transazione
su questo punto fondamentale da par
te del Parlamento e del Governo sarebbero, anche per l’attuale maggioranza, im grave colpo alla nostra vita italiana; e ogni altra «conquista»
— ad esempio quella della nazionalizzazione dell’industria elettrica o della
avviata pianificazione — se merce di
scambio per quella transazione, non
sarebbe altro che un più o meno « sapido piatto di lenticchie », come lo de
finiva bene Galante Garrone.
Una volta ancora, Roma ha afferniato la sua « verità » e contestato il
diritto di altre «verità» (di questo si
tratta, nel fondo) che non può giudi
care se non « errore ». Una volta anco
ra, di fronte a Roma, noi affermiamo
che la Chiesa ha da annunciare al
mondo l’Evangelo di Cristo senza pretendere di incapsularlo nei propri
dogmi e ordinamenti e in una visione
della vita che spesso, lo deve riconoscere, è determinata da influenze e tradizioni culturali e sociali più che dal
puro e limpido Evangelo. In secondo
luogo, la Chiesa ha da annunciare al
mondo l’Evangelo di Cristo quale unica verità, ma accettando fino in fondo, senza riserve materiali e mentali,
che esso possa essere contraddetto, rifiutato, senza che per questo si scada
dal diritto al rispetto, dalla pari dignità di cittadino; nè vediamo, qui,
soltanto una elementare norma democratica, ma il modo stesso delToperare di Dio in Cristo: Gesù afferma,
senza riserve, di avere e di essere lui
e lui solo la verità feconda e salvifica,
ma si lascia crocifiggere, piuttosto che
imporsi con la forza delle armi o della
legge. Non è data alla Chiesa di Cristo altra norma, nè è segnata altra
via. Gino Conte
ANCHE
IN
FRANCIA
La Federazione Protestante
dell’Insegnamento, riunita a
Strasburgo in congresso nazionale;
mette in guardia la Federazione Protestante di Francia circa il torto che ha cominciato a
causare al protestantesimo francese l’attuale letiislazione scolastica;
protesta contro le soppressioni di scuole pubbliche che costringono le famiglie a mandare
i loro figli nelle scuole cattoliche;
deplora che il trasferimento
di numerosi alunni di scuole
pubbliche verso scuole private
cattoliche sia invocato per giustificare a posteriori questa legislazione, di cui è in realtà la
conseguenza diretta, e che sia
presentato quale pretesto di ulteriori rivendicazioni. I crediti
stanziati per l’insegnamento privato a detrimento dell’insegnamento pubblico permettono alla chiesa romana molteplici
creazioni nuove, che allargano
la sua influenza temporale sulla
nazione, e tendono a svuotare
del loro senso la nozione di laicità della scuola, ma anche quella di laicità dello Stato.
La Federazione Protestante
dell’Insegnamento, che si è sempre considerata come chiamata
ad operare in favore di una riconciliazione nazionale che abbia per principio il rispetto delle
coscienze, e che difende quindi
la gioventù contié^ tutti i dogmatismi, riconferma che la ricerca
di privilegi temporali danneggia il dialogo ecumenico a cui
partecipa essa stessa con tutto
ii cuore, e contrasta lo slancio
di speranza verso l’unità cristiana.
Domenica 23 settembre è stata inaugurata a Pradeltorno la nuova Foresteria Valdese^ una
beila opera voluta e attuata da un gruppo di amici entusiasti e tenaci. — (Foto T. Beri)
VEDERE IN 3^ PAGINA
La Chiesa
eelehra a
Evangelica
Roma la
Mista d’Italia
Conferenza
Qui accanto pubblichiamo una dichiarazione della Federazione Protestante dell’Insegnamento, organo della Federazione
Protestante di Francia, votata nell’ultimo
congresso tenutosi in settembre a Strasburgo.
Lunedì 1" ottobre, come tutti gli
Istituti d’istruzione, hanno riaperto le porte il Collegio Valdese di
Torre Pellice e la Scuola Latina di Pomaretto, i Convitti valdesi di Torre
Pellice, Pomaretto e Pinerolo, e tanti
asili e dopo-scuola in tante nostre comunità, dalle Alpi alla PugUa alla Sicilia. A tutti, l’augurio fraterno di un
buon lavoro.
Giovedì 4 e venerdì 5 ottobre si terrà a Roma la prima Conferenza della
Chiesa Evangelica Metodista d’itulia.
E' la Conferenza deH’auitonomia. La
prima parte sarà presieduta dal Presidente della Conferenza Metodista
Britannica (da cui finora dipendeva il
distretto italiano), Rev. Leslie Davidson, e culminerà con Tinsediamento,
da parte sua, del Presidente e del Vice-presidente della Conferenza Metodista Italiana. Seguirà l’accettazione
e la firma del Patto di Cooperazione
fra la Chiesa Metodista di Cìran Bretagna e la Chiesa Metodista d’Italia.
Rivolgeranno il loro messaggio varie personalità del metodismo internazionale — fra le quali il Segretario
Generale del Comitato Missionario
della Chiesa Metexiista di Gran Bretagna — e di altre Chiese. Seguirà
quindi la convalida dei Segretariati,
delle Commissioni di studio e dei Comitati nominati neirultimo Sinodo.
Sarà esaminata l’opportunità della
iiiiiiimiiMimiiiii
imuMimimiiiiiiiiiiii
Corso di preparazione per laici - Agape,, 9-23 settembre
6ruppi
di servizio presso gii immigrati
nelie regioni industriaii
Una caraneristica peculiare della società
europea contemporanea è la iiiobilità; la
emigrazione, che rappresenta tm aspetto
particolare di iquesta mobilità, ha assunto
da qualche anno a questa parte un ruolo
sempre più considerevole nel settore delle
relaziicni uman,e, favoiriita dallo sviluppo
delle vie di comunicazione e soprattutto
dall’esistenza di zone fortemente industria
lizzate accanto a regioni sottosviluppate.
La congiuntura politica ed economica degli ultimi anni ha prodotto e continua a
produrre un inteso flusso di mano d opera
italiana, spagnuola, greca, turca, algerina e
perfino giapponese verso i complessi industriali della Francia, della (^rmania, della
Svizzera e del Benelux. Anche su scala nazionale, il movimento migratorio diviene
di anno in anno più rilevante, soprattutto
da quando il boom economico die va sotto
il nome di « miracolo » convoglia verso il
triangolo industriale masse sempre più cospicue di forze lavoratrici dal Mezzogiorno
e dalle isole. Le statistiche di questi immigrati nel mondo dell’industria si aggirano
spesso sull’ordine delle centinaia di migliaia: 800 mila in Francia, quasi mezzo milione .in Germania, 350 mila a Torino e via
dicendo.
Gli schemi tradizionali della nostra società ne hanno ricevuto una forte scossa;
culture, mentalità, lingue e religioni differenti si sono trovate improvvisamente in
contatto, oppure fino ad oggi siamo rima
sii dei testimoni inconsapevoli o passivi di
questa realtà che ci riguarda così da vici*
no. La leggerezza o ii disinteresse delle au*
torità civili italiane ed estere in materia di
emigrazione è un fatto troppo noto perchè
sia necessario insistervi, cerne pure l’atteg
giamento così pronto airintolleranza di
chi vede arrivare le folle di emigranti nella propria città, sia essa Milano o Stoccarda.
Di fronte ad una situazione del genere,
la Chiesa non può e non deve rimanere
sorda o indifferente agli innumerevoli problemi elle il fenomeno della immigrazione
produee, ma è chiamala ad essere presente
ed operante ira le migliaia di uomini divelti alla propria terra, alla famiglia, alle
tradizioni e scaraventati in un mondo nuovo, profondamente diverso dal loro, ostile
o perlomeno noncurante, pieno di difficoltà, di riscliì e di miserie.
La (illesa sìa Clùesa, non una sovrastruttura ancorata ai propri schemi convenzionali, che attende a braccia aperte Tarrìvo
o il ritorno degli uomini nel suo seno, nemmeno l’organo assistenziale che si compia ■
ce di lasciar piovere, di quando in quando,
una beneficenza dall’alto. La Cliiesa non
rsercita la missione; la Chiesa è missione
c come tale è costantemente cliiamata ad
essere presente nel mondo, come pellegrina e partecipe del dramma umano, come
servizio per gli uomini, testimone dell’amore e del sacrificio di Cristo i>er il mondo,
espressione vivente del messaggio evangelico. Questo è il presupposto che Ila indotto
Agape ad organizzare il Corso di preparazione per laici e una ventina di giovani a
prendervi parte.
Il programma del corso, contemporaneamente all’esame del mcvimenlo migratorio
nei suoi motivi, astieni e riflessi, ha cercato di individuare quale sìa l’impegno concreto ohe la Chiesa deve assumersi ned mondo d’oggi, con particolare riferimento agli
immigrali nell’industria.
Gli stiédi si sono articolati attraverso cinque serie di lezioni, differenti per tema e
metodo d’indagine, ma al contempo complementari tra loro nedl’inquadrare il problema nei suoi aspetti vitali, soprattutto in riferimento alla funzione di un imjiegno cristiano verso gli immigrali.
Le lezioni tenute da Goffredo Fofi hanno
puntiualìzzato le ragioni politiche ed economiche d^lla immigrazione nelle zone ad alto sviluppo industriale, segnalando le questioni e le prospettive che il fenomeno lascia aperte. Il tema della situazione dell’inunigrato è stalo svolte dal Dr. Holger
Samson, laureato in teologia e da alcuni
anni impegnato nei pressi di Francoforte
in un’opera di testimonianza concreta tra
gli operai italiani, sia nel lavoro in fabbrica che nella vita nelle baracche.
Le lezioni del Prof. Bruno Cersani lianno sviluppato il tema della missione secon(se^e in 4"^ pagina)
sua^priina^
costituzione di Distretti della Conferenza Italiana; saranno approvate le
varianti da apportare allo Statuto della Chiesa Evangelica Metodista d’Italia, a seguito della sua costituzione in
Conferenza autonoma ed indipendente. Verranno infine eletti i membri del
Comitato Permanente per l’anno 19621963; e verranno designati, per il
1963-64, il Presidente, il Vice-presidente e il Segretario della Conferenza.
La Conferenza si concluderà con un
culto con celebrazione della S. Cena,
nel corso del quale la predicazione sarà data dal rev. L. Davidson.
Auguriamo ai fratelli metodisti una
Conferenza veramente costruttiva,
ricca di prospettive e di slancio, nelTallegrezza e nella consacrazione al
Signore, ed inviamo loro, come a tutte le comunità sorelle, il nostro augurio fraterno, non dimenticando l’impegno di collaborazione che abbiamo,
gli uni e gli altri, solennemente riconfermato.
Un convegno
di studi
di ex sacerdoti
I membri, pastori e laici, delle Chiese
Evaugeiliolie Melodista, Valdese e della
Chiesa Riformata, che, in Italia, furono
sat'erdoii secolari e regolari della Chiesa
Callo-lica Romana si sono riuniti ad Agape, dal 13 al 17 settembre, per un Convegmi di studi. Convegni analoghi si tengono, periodicamente, anche in Francia, in
Germania e in altri paesi, nei quali anzi
sono all’opera centri di accoglienza e di
assistenza (416 aiutano gilí ex-sacerdolì a
cercare e trovare un nuovo senso alla loro
vita, e che comunque Li assistono nei ì>riiiii difficili mesi.
I principali temi di studio del Convegino di Agape sono stali: 1) Astpelli dottrinali, s-pirilualì e sociali della crisi d^^l
clero catloUco; 2) Superanienlo degli ostacoli iper il loro iniserimemlo nella vita civile; 3) .Servizio nell’altiiale situazione
ecumenica.
E’ augurabile che anche in Italia, forse
appoggiandosi ad Agape come in Francia
si appoggia al centro del Ohanibon-surLìgnon, si coslUuisK'a un remiro d’accogllienza e dì aiuto; e che si suiperi la incostituzional'e — e ìmimiana — situazione
in cui vengono a trovarsi, da noi, gli exsacerdoti, sul piano civile. Inoltre non si
può sottolineare abbastanza l’apporto al
confronto ecumenico clic ex-saceirdoti possono dare; citiamo so-lo l’esempio di Pierre Petit, ivasiore della Chiesa Rifomiala
<li Francia, pubblicista regolare su quesiioni cattoliche, o quello del Carrillo de
Albornoz, del C.E.C., die ha pubblicato
una notevole monografia su « (Cattolicesimo
Romano e libertà religiosa »♦
2
p«g. 2
N. 39 — 5 ottobre 1962
Il “test., della fede
A GRAZ, NELLA STIRIA, AGOSTO 1962
'fi
Prima dì leggere questa meditazione, è necessaria
la lettura del II" capitolo delia /“ Epistola dì Giovanni dal V. 3 al V. 11.
In questo brano lo scrittore apostolico affronta il problema della conoscenza di Cristo. Come possiamo
sapere se « l’^biam conosciuto »?
Non è una conoscenza puramente intellettuale, che possa essere comprovata con qualche interrogazione o
qualche « test », come si può fare
per le lingue, o per la geometria. E
non è neppure 'soltanto una conoscenza puramente sperimentale, sentimentale, confinata in una emozione
religiosa forse passeggera, che può
anche non avere avuto alcuna incidenza sul seguito della vita. Conoscere Dio, e conoscere Gesù Cristo,
negli scritti giovannici ha un significato costante e preciso; vuol dire essere entrati in una comunione personale, intima e duratura con la persona del Salvatore e, per essa, col Padre. E questa comunione non effimera si manifesta in un « test » fondamentale: la trasformazione della vita, l’osservanza della volontà di Dio.
« Chi dice : Io l’ho conosciuto e non
osserva i suoi comandamenti è bugiardo e la verità non è in lui ». La
Scrittura è categorica, quasi brutale.
Non usa mezzi termini. Non dice
nemmeno: è un illuso.
Ma allora, è tutta qui la « novità »
del Cristianesimo?
C’era probabilmente chi poneva
questa domanda ai tempi apostolici,
e forse c’è anche adesso. Allora come
adesso si è spesso tentati di volere la
novità ad ogni costo, di pensare che
non c’è progresso senza rinnovamento, e che un messaggio religioso deve
rivestirsi sempre di forme nuove, come i prodotti deH’industria meccanica o alimentare. Di fronte a questa
tentazione, o a coloro che forse la
esprimevano, Giovanni sottolinea con
forza che quel che ha dichiarato
« non è un nuovo comandamento » ;
è sempre il comandamento « vecchio », è la « Parola che avete udita » già prima. La consegna del discepolo cristiano e della chiesa è di
rimanere ancorati a questa parola antica, che si compendia nelle formule
del Simbolo Apostolico : « Nacque
da Maria vergine, patì sotto Ponzio
Pilato, fu crocifisso, morì, fu sepolto.
Discese nel soggiorno dei morti. Il
terzo dì risuscitò; salì al cielo ». Il
cristiano non vuole nè può conoscere
altra « Parola ». E a dii volesse cedere alle seduzioni di spiriti novatori, gli apostoli gettano un grido di
allarme, come facevano anche i profeti quando Israele si lasciava indurre a rinnovare la sua religione imitando i riti cananei ; « Cercate la
strada antica, e camminate per essa! »
(Ger. 6: 16).
Eppure il vecchio, l’antico messaggio cristiano è al tempo stesso
nuovo — o meglio, è nuovo « in Lui
ed in voi ». Antico di pw se stesso,
diventa nuovo incarnandosi nell’incontro dell’uomo col suo Signore. In
quell’incontro che crea la fede, si
crea anche l’uomo nuovo ; « Se uno
è in Cristo, è una nuova creazione »,
diceva San Paolo (II Cor. 5: 17). E
in quell’inoontro creatore anche il
« comandamento vecchio » diventa
« nuovo » : non è più il giogo di una
legge irrealizzabile che schiaccia
l’uomo e gli fa gridare parole di disperazione (come nel cap. VII“ dell’Epistola ai Romani), ma è il dono
della vita rinnovata dalia grazia, che
ha la sua manifestazione più caratteristica neH’amore fraterno. E’ stato
detto che l’amor fraterno è per la
vita della chiesa quel che la circolazione del sangue è per la vita del
corpo: dove esso non giunge, l’organismo va in cancrena e muore (v.
Loewenich). Qui l’amor fraterno è
identificato con la presenza della luce, cioè di nuovo con rincontro con
Cristo, che è La Luce.
Con questo, siamo ritornati al punto di partenza della nostra meditazione; la conoscenza del Signore si
manifesta nel rinnovamento della vita, neH’osservanza dei comandamenti,
e il più grande di essi è il comandamento deU’amore. Ma ora possiamo
ricevere quest’indicazione con la
gioia e la riconoscenza di chi lo ha
conosciuto come comandamento ’nuovo’; nell’incontro di Colui che il Padre ha dato affinchè chiunque crede
in Lui non perisca, ma abbia Vita
eterna (Giov. 3: 16). B. Corsani.
Fermento della giovane Chiesa
La Gooferenza europea del Movimento Cristiano Studenti si interroga
su: «La crisi dell’uomo moderno: presenza di Cristo nel mondo oggi »
Carlo Lupo
L’ATTESA
Claudiana 1962 — L. 600
Il movimento cristiano studenti (M.
C S.) è imo dei molti movimenti interconfessionali fondati il secolo scorso per avvicinare i giovani, in questo
caso gli studenti, ad una maggiore responsabilità cristiana. Fortemente orientato verso l’ecumenismo (molte
delle personalità più in vista nel Movimento Ecumenico provengono infatti dal Movimento Studenti) e spregiudicato nelle sue ricerche, il Movimento assume nel campo protestante
una importanza notevole. I lavori, le
assemblee, le pubblicazioni del M. C.
S. hanno infatti un significato molto
superiore al numero dei giovani militanti nell'associazione stessa ed al loro peso ecclesiastico, e si ha sovente
l’impressione ohe recumenismo o le
ricerche più originali in tema di ecclesiologia siano frutto deH’iniziativa
di queste élites di laici e di giovani
teologi, più che dei sinodi e dei vescovi. E’ comprensibile dunque ohe abbiamo partecipato alla conferenza europea del M. C. S. a Graz, il mese
scorso, con grande curiosità e viva
attesa.
Quale è la situazione dei giovani
studenti europei oggi? quali i loro problemi e le loro speranze?
Le impressioni riportate a quella
conferenza sono senz'altro contrastanti e meriterebbero un articolo più
lungo di quanto i lettori dell’Eco-Luce
siano disposti a leggere. Oltre un cen
tinaie di giovani provenienti da tutti
0 quasi i paesi europei, un numero
esiguo numericamente ma qualificato
di africani; dieci giorni di conferen
ze, studi biblici e discussioni: questo
è lo scheletro della conferenza.
C’è il quadro, il décor dei lavori
che meriterebbe menzione: la piccola ma importante città di Graz per
tanti decenni sede imperiale e baluardo dellTmpero sulla frontiera orientale contro i Turchi e gli Ungheresi,
la città della Controriforma da cui è
partita l’azione dei governi e dei gesuiti alla riconquista dei territori prò
testanti di Boemia e d’Ungheria. Si
potrebbe scrivere una serie di articoli sul folclore della Conferenza, eguale a quello di tutte le altre assemblee
del genere. Le delegazioni latine, esigue di numero ejaimorose, chiuse nell’isolamento della loro lingua: il francese mal compreso e mal udito dalla
massa, piccolo' manipolo di individui
inconfondibili e loquaci. La delegazione russa ohe era composta di professori e pastori (2 ortodossi, 2 battisti,
1 luterano), non essendo possibile organizzare in paese socialista un movimento analogo al M.C. S. : espansivi ed enigmatici i russi inondarono la
conferenza di distintivi e di cartoline, di matite colorate e di francobolli. La solida delegazione cecoslovacca
tutta preoccupata di contatti, di apertura, di dialogo con i credenti deH’occidente.
Gli uomini della Conferenza meriterebbero un discorso a parte. Il presidente Philippe Potter, l’intraprendente giamaicano che guidò con tatto
i lavori, sempre aperto alle novità,
sempre all’avanguardia; Hromadka,
il teologo cecoslovacco che diede l’ultimo studio, più che studio una testi
monianza appassionata della sua speranza; lo storico Molnar, l’amico studioso di storia valdese; il prof. Casalis, i’uomo di punta del protestantesimo francese ed altri ancora ; mancava
solo il nostro Tullio Vinay perchè si
avesse il «choix des meilleurs esprits»
del protestantesimo europeo.
Di tutto questo si potrebbe discorrere a lungo, e delle conferenze : riassumerle, vagliarle, discuterle; ci limiteremo però ad alcune impressioni.
Le due prime sono, in certo
senso, delle impressioni negative :
impressioni di un qualcosa che
non è al suo posto, non è come lo si
vorrebbe. La conferenza ha lasciato in
tutti (è forse eccessivo dire in tutti;
in molti, nei più avvertiti) una sensazione di insoddisfazione per la mancanza di idee nuove, di visioni chiare,
di una via da seguire. Il tema era bello, troppo bello per essere sprecato:
« La crisi deU’uomo moderno : presenza di Cristo nel mondo, oggi ». La crisi deU’uomo non è stata chiarita, messa a fuoco; è rimasta confuso ammasso di generiche definizioni, di astratte
ricerche e la presenza di Cristo nel
mondo si è rivelata quanto mai tradizionale; gli anglosassoni l’hanno
definita sulla base del loro empirismo
parlando di sperimentalismo cristiano; i francesi l’hanno esemplificata
in termini politico-esistenziali; ma
non è stato chiaramente definito in
che termini oggi un credente può trasmettere la presenza vivente del Cristo ai suoi contemporanei. Crisi di
pensiero, di idee, di coraggio nel M.
C. S.? Por.se, non sono più sufficienti
gli slanci del primo novecento e le
analisi culturali degli anni ’30, occorre altro.
Ma a questo punto si inserisce la
seconda osservazione negativa. La
Chiesa, per bocca dei suoi teologi e
dei suoi piastori, non è in grado di risolvere il problema della conferenza :
quale deve essere la presenza di Cristo
nel mondo moderno. Nei momenti in
cui la chiesa fu presente nel dibattito
non si avvertiva una realtà viva, ori
tiiinmimiiiiniiiimiMitiiiKiiiti'
iiiilttimiitmiiiiiiim
iiiiimiiiimiiiitiiiiiHiiiimiiiii
RIAPERTO AL CULTO PUBBLICO
l’antico Tempio Valdese di Grotte
Dopo tre anni di aittesa 'la Comunità di
Grotte Ila salutato con giioia il 2 settembre,
giorno di riapertura al culto pubbldeo del
proprio antico Tempio in gran parte ricostruito date le sue pericolanti condizioni.
Il culto di apertura è stato presieduto dal
Past, E. Corsani, presidente della Comm.ne
Dìstr.le del nostro Distretto. Commenrando
Ebrei 12: 1 Poratore ha ricordato brevemente il passato di Grotte, una delle prime
Go'inunità della Sicilia, così pieno^ di testimo-ni che hanno portato l'S fiaccola del*
TEvangelo anche fuori delPEfuropa. Ma
questo passato non può e non deve essere
dimenticato perchè è pur sempre l’espressione della vita stessa della Comunità, nè
è consentito (ullarsi in esso perchè noi siamo pinUoslo chiamati a continuare quest’opera di teslinionianza. E questo passato
è per cias4‘uiio di noi un richiamo alla nostra responsabilità nel tempo presen'.e. Nessuno di noi, di fronte a questa pur ridotta
Comunità, può mai dire : « Grotte ha fatto
Il sua epoi’a »! Lo Spirilo del Signore non
è limitato e limitabile nel tempo e la sua
potenza non concsce battute d’arresto. A
noi la sensibilità impegnativa di saper
ascoltare ciò che Egli dice alla Chiesa.
AlTìnizio abbiamo parlalo di ricostruzione ed ora vogliamo dire che questa è stata
resa possibile grazie al Pastore Giuseppe
Salvagigio, da oltre un cinquantennio emigralo da Grotte negli USA. Egli non ha dimenticato la roccia dalla quale fu tagliato
interessandosi di raccogliere una ingente
somma per tale si’opo, r#on solo presso amici e benefattori degli USA ma anehe partecapando egli stesso attraverso mostre personali di pittura; il cui ricavalo ha devoluto
interamente per l’opera di Grotte, E grande è stata — immaginiamo — la sua soddisfazione in quanto lia potuto dirigere personalmente sul posto gli ultùni lavori. Egli
sta lavorando inoltre per la realizzazione
di un progetto per la rinascita spirituale di
> Grotte, sua Comunità e paese di origine. E
da queste colonne a nome di tutta la Comunità vogliamo esprimere la nostra profonda riconoscenza per il suo così vivo interessamento.
Da CaltanissMIa, da Vittoria, da Agrigeti
La comunità valdese di Grotte.
(foto A. Vitello)
lo, aorompagnati dai rispettivi Pastori, i
fratelli sono convenuti per testimoniare anch’essi a quelli di Grotte la gioia che si ha
in Cristo. E’ forse raro nel campo dell’evangelizzazione verificare al culto di
apertura la presenza di tutte le autorità cittadine e di molle altre persone appartenenti
ad enti pubblici e privali.
E questo è stato ivoseiibile a Grotte dove
ancora oggi è sentita l’azione decisamente
positiva svolta dalla nostra Chiesa altraverso le souole elementari evangeliche, un
tempo fiorentissime.
11 disimpegno della Comunità per la cordiale ospitalità offerta è stato eccellente per
la totale collaborazione di una nostra famiglia alla quale esprimiamo il nostro plauso.
E non possiamo oMudere queste brevi
noie senza rivolgere un pensiero di vivo
ringraziamento alla Tavola che ha favorito
in ogni modo la realizzazione dell’opera in
Grotte. R
Oljerte versati sul conto corrente 7/2418
per i restauri della Chiesa Valdese
Da Grotte: Morreale Prof. Calogero, !..
10.000; Crisci Giovanni 2.000; Salvaggio
Antonietta 2.000; Rostagno Past. B. 2.000,
Todaro C. 1.10; Costanza F. 500; CarlLi
Delizia 600; Palermo Maria 500; Salvaggio
Calogero 5.000; Chiarenza Matteo 950; Carlisi Diego 500; Vassallo C. 100; Spitali M.
500; La Mendola Nicolò 1.000; Infantino
P. Letizia 1.500; Lo Presti Dutt. Giacomo
5.000; Gue,li Doti. Diego 1.000; Scibetta
Geom. Giuseppe 1.000; Vitello Antonio
600; Gomena Pietro 1.000; Zambito Maria
e Giuseppe 3.000; Batliati M. Matilde 5.000;
Ciraolo Nicolò 230; Costanza S- Auror.r
1.000; Daina Francesco 5.000; Russello
Vincenzo 1.000; Caltagirone Giovanni
1.000; Caltagirone Giovanni (Sarto) 9.000;
Palermo Michelangelo 1.000; Palermo Giuseppe 1.000; Cimino Diego 5.000.
Da Agrigento: Agnello Antonio, L. 1.000;
Carlisi Melchiorre 1.000; Casliiglione B.
Clelia 5.000.
Da P(derma: Famiglia Mazzarella, L.
11.500; Lo Pre.sti Calogero 1.000.
Da Messina: Puglisi Prof. Salvatore, L.
1.000; Luparello Tommaso 5.000; Luparello Alberto 5.000; Minniti Geom. Enrico
1.000.
Da Vicenza: Mazzarella Diego, L. 5.000.
Da Bari: Castiglione Past. B., L- 5.000.
Da Rochester: Sciarratta Giuseppe, L.
3.000.
Totale L. 111.247.
Lista Pro Chiesa Valdese di Grotte
dagli Stati Uniti d’America jin dollari)
Joseph Spiotta, $ 200,00; Bill Pappalardo
75,00; Gilda Evangelista 10,00; Louise Gerbone 10,00; Joseph Sciarrotta 10,00; Joseph
Zombilo 10,00; Daniel De Vita 10,00; Peter Barbiere 10,00; Thomas Ronco 10,00;
Virgilio Lo Presti 10,00; Anthony Falcone
10,00; Joseph Fodera 10,00; Adamo Misurella 2,00; Alberto Capista 5,00; Joseph
Periga'Uo 5,00; Corine Bucci 5,00; Anthony
Formicola 5,000.
In Meroria: Joseph Spiotta in memoria
del Prof. Gaetano Cancchia, $ 100,00, in
memoria del Prof. John Cancchia 100,00,
in memoria di Luigi Cavallo 100,00; Rev.
Joseph Salvaggio in memoria di Giovanni
Chiarenza 74,00; Frank Nappi in memoria
del padre Michele Nappi 40,00; Mrs. H.
Lockwood in memoria del marito Herbert
10,00; Mrs. Giacomino Ferri in memoria
del marito 5,00.
Totale dollari 826,00.
ginale, nuova, ma un pesante, immobile, rigido conformismo. Se i giovani del M. C. S. non hanno saputo dare risposta ai loro quesiti, i pi(i sensibili hanno avvertito dietro i dibatti
ti la presenza immobile delle rispetti
ve Chiese. Le chiese conservano, man
tengono, si aggrappano alle forme, ai
sacramentalismi, ai riti, ai dogmi, al
potere. Non solo si aggrappano, ma
riescono a precludere ogni ricerca, ogni curiosità, ogni velleità di movimenti ai loro figli. I vescovi luterani
ptossono essere fieri del modo come i
loro giovani hanno sollevato e difeso
la obiezioni al culto di intercomunione ! Gli organismi ecclesiastici non erano presenti a Graz, ma l’unica presenza solida, stabile che si avvertiva nel
corso della ricerca era la presenza delle confessionalità, della chiesa come
organismo stabile; era una presenza,
ma muta, di pura conservazione, la
presenza di una tradizione in via di
fossilizzazione.
Proprio per questo la conferenza
che ha lasciato la maggiore impressione in tutti, oltre a quella di Hromadka, era stata la lezione di storia ecclesiastica del prof. A. Molnar di Praga. Avremo modo di riparlare di lui e
di questa sua conferenza. In un francese impeccabile, pacato, sereno, ma
estremamente lucido, il nostro amico
ha tracciato una diagnosi della storia
ecclesiastica ohe per tutti è stata una
indimenticabile impressione. Osando
riallacciare al cristianesimo primitivo
le eresie medievali, egli ha risolto, se
così può dirsi, la storia ecclesiastica
in una lotta tra il vero cristianesirno
(il primitivo e Teretioo) ed il cristianesimo costantiniano. Oggi — egli affermava in conclusione — la Chiesa è
chiamata a riprendere la via evangelica dei primitivi e degli eretici (vaidesi, bussiti, ecc.), è chiamata a liquidare il compromesso costantiniano.
In questo appello sereno ma autorevole che ci viene dalla Cecoslovacchia,
dove l’equivcco costantiniano è messo
in accusa, sta forse il momento più
positivo della conferenza di Graz.
Gli altri elementi positivi si possono riallacciare a questo punto fermo:
la chiesa costantiniana dei compromessi deve finire, deve nascere una
cristianità professante. Positivo il culto di S. Cena, proprio perchè ha segnato un passo decisivo in questa via
della scoperta di una comunione nuova di fede. Non staremo a narrare le
vicissitudini, le discussioni che hanno
preceduto questo culto di S. Cena, le
obiezioni circa la validità o meno del
sacramento, dell’officiante, del luogo
ecc. Ci siamo sentiti spesso vergogno
si di dibattere queste questioni, oggi,
nel 1962, di fronte alla tragedia di un
cristianesimo che rischia la sua esistenza.
Le due grandi novità a Graz, nei
culto di S. Cena, furono queste : 1) si
celebrò la Cena secondo una liturgia
appositamente redatta. Liturgia caotica, senza linea chiara, ammasso di
frammenti liturgici tratti da tutta la
cristianità, insopportabile per orec
Ghie riformate; ma si è con questo ripudiata ogni forma liturgica confessionale : si voleva essere qualcosa di più
che degli ospiti che assistevano al culto luterano o anglicano o riformato
Si biascicava una liturgia informe ma
era per tutti la stessa. 2) L’altro elemento di assoluta rivoluzione in campo ecumenico fu il fatto che si celebrò il sacramento non in una chiesa
particolare ma nei locali stessi della
conferenza, .sotto la guida di 5 pastori
Si affermava così implicitamente
che non esistevano più realtà confessionali ma la conferenza costituiva
una assemblea di credenti indipendente, nuova, particolare, cioè una Chiesa. Fino a questo giorno nessuna assemblea ecumenica aveva osato affermare questo. Non ci è bastato essere
fratelli appartenenti a chiese diverse,
si è voluto essere una nuova comunt
tà raccolta nel nome di Cristo attorno al sacramento.
Particolare simpatico del culto: essendo il sottoscritto uno dei 5 officianti i miei colleghi luterani, anglicani e
Giorgio Tourn
(segue in 3“ pagina)
limiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiimmiiiiiiniin
MMimiiiiiiiiiiiiiniimiiiii
Ricavato dalla Mostra D’Arte
del Rev. Joseph Salvaggio (7-8 Ottobre ’61)
Victor Aiiiihrfflsini, $ 230,00; Victor Di
Roberto 100,00; Bellram Spiotta 48,00:
Mrs, J. Spiotta 45,00; Daniel De Vita 40,00;
Robert Spiotta 27,50; Mrs. Alex Spiotta
35,00; AiUhony Chiarenza 30,00; Un amico
A. C. 28,00; Rolando Spiotta 12,50; Mrs.
Eunice Berry 25,00; Mrs. .S. B. Wildrick
25,00; Rev. John Tron 10,(M); Joseph Di
Girolomo 10,00; Mrs. P. Coraggio 9,00.
Totale dollari 701,00.
Totale generale dollari 1.527,00.
PERSONALIA
Il Presidente della Repubblica, su
proposta del Ministro della Pubblica
Istruzione e segnalazione dell’ENAL,
ha insignito della croce di Cavaliere
dell’Ordine al merito della Repubblica il prof. Elmilio Tron, assessore municipale di Vercelli e direttore tecnico
provinciale dell’ENAL per il folklore,
componente del Coimitato provinciale
arti e tradizioni popolari.
Al Prof. Emilio Tron, che è pure
membro qualificato ed operoso della
Commissione per la revisione dell’In
nano, rivolgiamo i nostri più vivi rallegramenti ed auguri.
3
S ottobre 1962 — N. 39
L^uomo e il Poeta nel problema religioso
Giosuè Carducui
pa«. 3
Un giovane lupo fu il suo prinuì
compagno; Giosuè lo aveva allevato
e se lo portava in giro per la campagna, al guinzaglio; di notte il lupo
dormiva nella sua stanza. Così Carducci fanciullo ebbe il suo prossimo
nella bestia più nemica deU’uomo.
L’inizio dei rapporti sociali nella vita del Poeta non fu dei più promettenti. Il giovane ribelle maremmano
non faceva bene sperare al parroco
del paese già in stato di allarme con
i benpertsanti locali per la presenza
del padre di lui, il dottor Michele
Carducci, repubblicano garibaldino
sovversivo ecc. Più tardi, quando
Giosuè fu a Sm Miniato professore
di liceo l’animosità della popolazione
fu contro di lui ’’maestro senza religione”. 1 testimoni deposero che egli
nientemeno, stava seduto in chiesa al
momento dell’Elevazione e che di venerdì aveva manicato salame in un
locale pubblico. Questo fu il primo
scontro fra Carducci rivoluzionario e
le anime pie che sognavano il PapaRe. Buon smgue, tra il Poeta e i cattolici. non ce ne fu mai e la sua incapacità a comprendere il cattolicesimo, ad ammetterlo sul piano religioso e sociale fu causa della mancata
completa adesione al Cristianesimo
puro, al quale, pur tendendo con i
suoi alti ideali di onestà, di libertà,
di giu.s'tizia, mai potè accordarsi con
mente sgombra da idee preconcette e
con filiale, umano abbandono.
il principio delta giustizia sodale
così profondamente radicato in lui
¡rer tradizione di famiglia lo mise
sempre in guardia e gli fece intravedere nella chiesa cattolica la forza
chiaramente difensiva della proprietà
feudale, fin da quando a Bolgheri il
prete e il fattore dei conti della Gherarde.sca si distinsero tra i più attivi
nemici della sua famiglia.
Il mutamento di città da Firenze a
Bologna contribuì a rendere Carducci
più apertamente anticattcAico. l libri
del Michelet, del Quinet, del Prudhon
lo turbarono: il primo gli fece concepire la .storia come un tribunale che
intentava processi ai tircmni e il secondo. scrittore protestante, lo confermò nemico della chiesa che tradiva il
suo mandalo divino. Col Prudhon
giunse al famoso ’’inno a Satana”.
Tuttavia in Carducci l’idea divina
non venne mai meno. Nel discorso
per la libertà perpetua di S. Marino
si espresse co5Ì:”In repubblica buona
è ancor lecito non vergognarsi di Dio”.
Gli odi e le inimicizie del travagliato perìodo politico in cui visse e operò il Poeta, le amarezze e le ingiustizie
.subite costituirono il muro divisorio
tra la sua fondamentale bontà d’animo e la piena ade.sione di questo all’idea cristiana. ’’Ogni qual volta fui
tratto a declamare contro Cristo, fu
per odio ai preti”. Forse, qualche volta, ce lo hanno tirato per i capelli.
Negli ultimi tempi della sua vita terrena desiderò chiarire alcuni punti
che avrebbero potuto lasciare in pasto ai commentatori ed ai critici qualche dubbio su come egli pensasse e
credesse. Dettò così una lettera nella
quale confermava: ’’Quel che scrissi
scrissi e la divinità di Cristo non ammetto. Ma certo alcune espressioni
sono di troppo ed io, senza adorare la
divinità di Cristo mi inchino al grande martire”. E al gran maestro della
Massoneria Adriano Lemmi, telegrafò: ’’Batterò, fin che forza duri, preti
mitingai e conciliatoristi”. Il vecchio
leone non rinfoderava le unghie.
Perchè tanto astio, tanta inimicizia
di anticlericale? Nel prete Carducci
vide sempre il tiranno domestico, il
simbolo dell’oscurantismo nostrano,
l’oppressione più infida della libertà.
Non era il sacerdote nell’esercizio religioso ad attirare la sua ira, ma il
politicante, il maneggione, l’avido papa carnefice dei patrioti ronumi, l’alleato vergognoso delle baionette straniere. Si incontrò con la Chiesa cattolica nella storia d’Italia, anzi, nella
storia dell’unità d’Italia e da questo
incontro, che fu uno scontro non potè
certo scaturire una confessione di fede.
Pure vi fu una confessione, una testimonianza che superando il muro
delle incomprensioni lo trasportò in
alto al di sopra delle grandi e piccole
battaglie di ogni giorno. Fu nell’Umbria mistica poche ore dopo di aver
assistito ai funerale notturno di un
amico, sotto la luna. Al mattino il
’’Canto deiramore” gli eruppe dall’animo ’’...Noi troppo odiammo e soffrimmo; amate...”. Non riecheggia
forse in questo verso magnifico il comandamento evangelico? Ma Turto
con l’avversario quotidiano non aveva
tregua: ”...un galileo / di rosse chiome il Campidoglio ascese, ! gittoUe in
braccio una sua croce, e disse / —
Portala e servi — ”. il galieo è Gesù
Cristo come lo raffigura l’icastica tradizione. Ma qui Egli non è il Gesù
dell’Evangelo e dei primi Cristiani, il
Redentore delle plebi oppresse, il dolce Messia degli umili, ma rappresenta
la corruzione e la dissoluzione medioevale del Cristianesimo che in odio
alia esultanza degli affetti umani, alla santità del lavoro imponevano lo
stato passivo, allucinante delta contemplazione numastica, la fustigazione, le pratiche barbare di penitenza a
guisa della setta dei Flagellanti empi
e fanatici.
Ben diversamente si esprime il Carducci quando rappresenta Cristo come giovane Messia del popolo soave
profeta che passa tra la devozione
delle madri e gli occhi puri dei piccoli figli, nell’epodo per Monti e Tognetti, giustiziati dal governo papalino. Così contrappone il Redentore misericordioso al tiranno del Vaticano,
il giuramento dei forti sul libro dei
Vangeli a una cerimonia religiosa dove il prete ’’sembra uno scimmiotto”.
E da questi dissidi non .sa innalzarsi
fino alla Fede libera in virtù della Verità conosciuta. Artista .sommo negli
effetti poetici usò di espressioni liturgiche, vedi le ultime quattro .strofe
neW ’’Ode alla chiesa di Polenta’’ dedicate alla madonna, nelUora dell’Avemaria, e se ne servì per arricchire la poesia di luci e di colori di emanazione psicologica. I cattolici credettero tcdvcdta che Carducci fosse arrivato alla poesia religiosa, ma si sbagliarono, il Ccaducci rimaneva Vartista paganeggiante, innamorato delle
bellezze del classicismo, del marmo
ellenico, delle are fumanti.
La morte rappresentò per lui un
oscuro porto, spesso cmgosciosa dimora dei cari estinti. Lo sentiamo
nella poesia sua più dolorosa, più
toccante ed umana, quella dedicata al
figlioletto e al fratello. Tragica si fa,
qui, la mancanza di una Fede nel
mondo eterno nel Regno di Dio.
Negli ultimi tempi di vita si faceva
leggere, di Lamartine, le poesie ”Le
iac” e ”Le Cruciffx”. Cercava forse,
neiia .seconda, la risposta aH’inquietudine contenuta nel verso della prima: ’’Spinto così del continuo verso
rive ignote...”.
Un giorno, insieme con Giuseppe
Verdi uscì sopra una terrazza della
casa del musicista. Verdi stava accarezzando {deuni fiori e Carducci con
(Kchi accigliati misurava l’ampiezza
del mare. A un tratto disse: "Io credo
in Dìo”. Verdi assentì, con la testa.
E una sera, in Mugello, con lo
sguardo fisso dentro cd cielo pieno di
stelle Carducci disse all’amico Billi:
"Quanto siamo ignorcmti a credere
che sia vuoto”.
Ma lui, in verità non lo credeva.
Troppo in alto era salito con il .suo
pensiero per non incontrare la Luce.
Marco
doppio
elidici Hiiiirlli
Ne igiomi ecorei « è evolto » Napoli il
VI Coogreseo internaziogiale dtN piodici
minarili, ohe si propone di definire i limiti
e la posizione dei gindici, deH’edncatore,
del medico, e di studiare ie nUeare atte,
più che a punire, ad oUenere il recupero
soriide e la redenzione del colpevole.
Giudicare deve eesere sempre un otto
d’amore, se non ei vuol trasformare il giudizio in vendetta, e nessuno, nepiwire la
società, ha il diritto di con^tiere vendette.
Ma lo deve resere in più sentita maniera
quando si tratta di un fancitillo, giacché il
fanciullo, normalmente più debole dell'adulto, è più soggetto di cpiesti a tutte le
sollecitazioni esterne, è più influenzabile
d.i parte deU’ambimite nel quale non vive
quasi mai per sua libera scelta.
Come ha messo iti evidenza il giudice
del Tribunale dei minoreinni di Teli Avi'*'.
David Relfen, il dissolverei deHa famiglia
quale istituzione, l’aumento del benessere
sociale, l’evoluzione deU’ambienite stesso
in cui i giovani d’oggi erescono, portano
innegabilmente ad un aumento dell’indice
della delinquenza minotile, ebe impone
una revisione dei metodi preventivi e repressivi per arginare il triste fenomeno.
Se neH’immediato dopoguerra la spaventosa ampiezza assunta dalla delinquenza minorile poteva trovare una legazione e,' se si vuole, una giu^ificarione nel
presentarsi come conseguenza di quei tristi anni di guerra e del suo catastrofico
epilogo, oggi, quando molti anni sono
ormai trascorsi dalla fine ddla guerra, il
fenomeno non può più avere quella giustificaziomc e tutti dobbiamo sentirci responsabili di esso. Tutti, ma primi fra
tutti genitori e maestri.
Baluardo di tutti i mali è stata sempre
la famiglia. Ma quale famiglia? Baste una
unione materiale, sia pure legalizzata, a
costituire una famiglia che sia culla e crogiuolo di nuove sane generazioni? Quante
volle la famiglia non è invece scandalo
per i propri figliuoli? Principalmente, ciò
die oggi manca in molte famiglie è il senso religioso e ,la volontà di inculcarlo nei
figliuoli. Non basta, come avviene in molle famiglie cattoliche, andare la domenica
in Chiesa e recitare magari il rosario alpi nibrun ire. Occorre insegnare ai propri
taglio
iiliiiiiimimiiniiiimimmii
Inaugurata il 2fi settembre con festosa partecipazione e viva speranza
Una foresteria valdese a Fra del Torno
Il Moderatore E. Rosum rivolge
il suo messaggio; dietro, in om
bru, il Dr. Guido Ribet.
Il nuovo etlificio visto dal retro.
(Foto T. Bert)
QuaHie gruppetto risaliva già domenica
mattina verso le 8 la strada di fondovalle
del vallone d’Augrogna, seguendo allegramente il. torrente e ammirando più che
mai in questo periodo di siccità i ’tùmpi’
profondi di acque crista.llìne. Alle 10 il
temipio di Pradeltomo si riempiva, e lutti
erano felici di lodare insieme il .Signore
e di ascoltare la predicazione della Parola di Dio da parte del Pastore locale, taño Costabel, ohe non ha spesso 1 occasione
di avere un’assemblea cosi numerosa, in
quell’angolo delle nostre Valli in cui lo
spopolamento è stalo così intenso.
All’uscita, un venticello assai fresco ci
accoglie, ma presto ci riscaldiamo nell accogliente cucina dell’Anziano ; e quindi il
sole caldo ci invita a continuare il nostro
pie-nic seduti sul prato così verde, ammirando ì ripidi fianelii dei monti, tanto
aspri da fare di questa cima di valle una
fortezza naturale.
Via via arrivavano tutti coloro ebe, come noi, avevano deciso di partecipare alFinaugurazione della Foresteria Valdese;
e alle ore 15 una folla di oltre quattrocento persone, gente di città e lùontanari,
si raecO(glieva davanti e intorno al nuovo
edificio sorto così rapidamente in quest’angolo che sembrava dimenticalo. ^
Com’è grazioso questo solido chalet
-on le sue dieci linde stanzette: ognuna
avrà due letti sovrapposti (e materassi in
permaflex ! ! ! ) ; con .la camera da pranzo
ino.ndata di luce e cosi accogliente con i
suoi tavoli di fo'Pniiica multicolore. Nei
dettagli, amorosamente curati dalla Siterà Edina Ribet Rostain, notiamo graziose
tendine, il « Lux lucet » e la croce ugonotta alle pareli, quadretti di varie località valdesi, mazzetti di fiori, in ogni stanza una Bibbia: s’indovinava la volontà di
fare di questa Foresteria una casa in cui
subito ci si sente cálidamente accolti, e m
cui si riceve una, forse tacita, tesUmonianza.
Dal balcone. Guido Ribet — il primo
oratore — ci spiegò con cliiarezza e calore
lo scoipo della costruzione della Foresteria: portare un aiuto all’ormai scarsa popolazione di quei luoghi impervi, rompere il suo isolamento, e farla conoscere a
gente del piano: dare la possibilità di nuovi scambi e contatti umani, culilurali, fraterni. L’idea nacque non moki mesi fa. In
im mese sostenitori e amici di qud progetto, così presto divenuto realtà, hanno
offerto fra i 6 e i 7 milioni! un do.no cospicuo venne pure da una signora olandese, facilitando Facquisto del prato su cui
ora sorge il nuovo edificio. Altri doni ci
vorrano ancora per portare a termine l’arredamenio c l’altrezzalura di quest’opera:
una sola cameretta è, per ora, in grado di
ricevere i suoi due ospiti ; ma si confida
che il miracolo compiuto in pochi mesi
continuerà.
W Moderatore Ermanno Roslan, con brevi impressive parole rivolse l’augurio ohe
nel tempo ecumenico in cui viviamo la
Foresteria sappia davvero aprire le sue
porte a tutti, in un largo gesto di fraternità. Quindi il Prof. Rotta, consigliere
provinciale, espresse la sua solidarietà cristiana, rallegrandosi per la. rapida realizzazione di un progetto die non avrebbe
(veduto possibile, in un tempo cosi breve.
A sua volta il giovane sindaco di Augrogna, il Slg. Mormet, ringraziando a nome
dell’amministrazione comunale e della popolazione, espresse il fermo intento di collaborare per quanto possibile a questa bella iniziativa, curando con particoilare impegno il problema deUa strada.
Prese quindi la parola il Prof. Augusto
Armand-Hugon : com’era lo.gico e giusto,
trovandoci lutti riuniti in quei luoghi pieni (li storia, e con la sua aulorìtà di stori
co valdese, ci fece rivivere i secoli — ohe
troppo sposso dimentichiamo — in cui i
Vaildesi per fedeltà aH’Evaugelo hanno saputo lottare per serbare il diritto alla libertà di coscienza e di culto, di cui oiggi
godiamo. Pra del Torno, ove era stabilita
la scuola dei barba: non erano forse dei
teologi, ma conoscevano la loro Bibbia, la
imparavano anche a memoria, e a due a
dne se ne andavano, fino iin Sicilia, a nntrire e incoragigiare le comunità; nè giunsero in Italia soltanto, ma fino in Boemia.
IVa del Torno, Val d’Angrogna, fortezza
naturale in mezzo a monti severi; popolo
montanaro povero che non chiedeva al
mondo se non di poiter vivere in pace, dimenticati dagli noimini ma vicini a Dio.
Mai gli Angrognini vollero attaccare; avevano anzi giurato di difendersi soliamo, c
di no.n inseguire e massacrare il nemico in
rotta. Le loro sofferenze, e quelle delle
migliaia — uomini, donne, bambini —
dispersi, trascinati per le prigioni, non
sono state vane.
Possa il grazioso chalet eretto in mezzo
alle due chiese di Pradeltomo costituire
un legame fra gli uo.mini, fra i (viistiaui.
Ricordiamo (juel ohe Paolo scrive nell’epistola agli Efesini (4: 5): C’è un .solo
Signore, una sola fede, un solo battesimo ;
c’è un solo Dio e Padre di tutti, il quale
è sopra tutti, fra tutti e in tutti.
Graziella Jalla
* l doni dei Battisti porlogliesi per la
missione all’estero sono aumentati del 70%
rispetto allo scorso anno, quando l’Assemblea battista portoghese aveva deciso di
portare il bilancio missionario dal 30 al
50% del bilancio totale. Il campo missionario dei Battisti portoghesi si trova nell’Angola e nel Mozambico.
figli che Dio è, ed e presente tra noi. Dio
viveale, dunque. E, dove faeeiaiiio eotrare
Dio, noo v’è posto per Satana.
Cose indubbiamente importanti ed utili
dirà il VI Congresso dei giudici miaotiR.
Tìnto è utile ciò che è bene. Ma è necessario soprattutto che la famiglia torni ad
assoKere i propri compiti e che i genitori
ricordino le parole ad essi rivolte dall’Apostolo Paolo: ccnon indiate i vetri figUooli, affiuehè non si scoraggino, ma allevateli in disciplina e in anmionizione del
Signore ».
Pace il Algerìa 7
Con l’elezione dell’Assemblea nazionale e con la nomina di Ben Bella a Primo
Ministro, si è eondneo il dramma algeri
no, che tanti lutti e disondini aveva gene
rato. Immaginiamo che qualcnno sarà ri
masto deluso e non creda ancora che FAI
geria abbia definitivameate evitato di di
ventare un secondo Congo. Perchè, pur
troppo, ciò a cui alcuni tengono, è soprat
tutto di aver ragione, costi ({nel che co
sti. Inconciliabile un tale atteggiamento
con l’amore e la carità cristiana, noi ci
ralleviamo con gli algerini, anche se non
appartengono alla nostra « razza », e solo
ci auguriamo che anche gii europei, i cosi
detti « pieds noirs », (fualuntpie sia la loro
origine e provenienza, possano (tintinnare
a vivere e lavorare in Algeria, nella pace
interna e nella concordia tra le comunità.
Il fatto (he alcuni enro.pei seggano sui
bandii dell’Assemblea nazionale, ove l’elemento musulmano preferisce presentarsi
in abiti europei, le donne non portano
veli e la lingua più usata sia il francese,
non ci riempie di orgoglio perdiè europei,
ma ci fa ben sperare per la concordia e
la coriaborazione fra tutti, nell’intento di
un legittimo bene comune.
Un nuovo ed ultimo Stato indipendente
si è dunque affacciato sulle sponde del
M(5diterraneo. Fautori di pa.ee, auspidiiamo che questo nuoivo Sta.to divenga elemento di maggior coesione e non di discordie. Così come auguriamo alla vicina
Francia che presto possa sanare le piaghe
prodotte nella sua stessa carne dalla questione algerina. Auguriamo Lullo (piesto
come Cristiani. Ed è coirne Cristiani che
(( (piesta politica » sentiamo. E. V.
mmm degli gomiii
AD AGAPE
Il lavoro tradizionale dei campi è ormai
in crisi dappertutto; il lavoro nell’industria, a Torino o alla RIV o nelle miniere
o negli stabilimenti della V’al Pellice, si
offre con una facilità relativa e a determinate condizioni. Gite fare? Lasciare in parte o del lutto il lavoro agricolo? Viaggiare ogni giorno? Trasferirsi in città? Quanti
problemi di difficile decisione! Quante lunghe veglie serali passate in famiglia prima
di prendere una decisione così importante
per la vita propria e dei guopri figli!
Un sociologo, il sig. Goffredo Fofi, il
(piale ha «indiato a fondo questi problemi,
e in particolare modo quello dell’immigrazione nella città, parlerà sul tema: «Lavoro nell’industria e occupazioni tradizionali alle VaUi ».
Il programma della giornata è il seguente: ore 10,30: culto nel nuovo lentpio di
Frali. Fate in modo di arrivare in anticipo;
vi attendiamo nella sala attigua ai tempio
fin dalle ore 10. — Ore 12,30: pranzo, caffè, conversazioni. — Ore 14: il Sig. Golfiedo Fofi parlerà sull’argomento indicato.
Seguirà una libera conversazione. — Ore
16,30: tè, (concerto della banda di Frali).
— Ore 17: partenza.
Quota unica per la giornata ad Agape L.
500. Iscriversi per tempo .pressa i pastori.
Anche quest’anno sarà organizzato il trasporlo in pullmann.
iiiiiiiiiiii(iiiiiiiii
FEDAIEi\TO
DELLA GIOVANE CHIESA
(continua dalla 2“ pagina)
riformati vollero che vestissi il semplice abito borghese, in omaggio alla
tradizione laica della chiesa valdese
pre-riformata.
Non fu soltanto nel culto di S. Cena
che si potè avvertire un profondo desiderio ed un bisogno di vedere la
chiesa rinnovarsi ed entrare in una
nuova età; molti colloqui, discussioni
ai gruppo, incontri con semplici uomini ci hanno dimostrato la presenza
reale di questa esigenza, la attesa di
molti, le. preghiera impegnata. E forse chiudendo queste note è doveroso
accennare alla impressione più positiva ma più impercettibile che mi fu
dato avere durante quei giorni; l’impressione del superamento assoluto
delle barriere nazionali e confessionali, la visione di una chiesa riformata
europea unita nei problemi e nelle ricerche, unita non solo in fede ma organicamente. Il sognare una chiesa
unica nei paesi latini non è assurdo,
occorrerebbe soltanto avere la forza
ed il coraggio di prendere sul serio i
propri sogni.
Il M. C. S. riprende dopo Graz la
sua via, gli auguriamo di saper percorrere il suo cammino con coraggio
anche se è rischioso ed anche se è fuori dagli schemi delle organizzazioni
ecclesiastiche. Giorgi© Tourn
4
pag. 4
N. 39 — 5 ottobre 1962
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
S. GERMAi^O CKISOHE
Durante il mese di Settembre il nostro
pastore e stato sostituito dallo studente in
teologia sig. Bruno Bellioii ehe ha lavorato
in mezzo a noi con entusiasmo giovanile.
Ha presieduto i culti domenicali, le riunioni pomeridiane all’aperto, ha curato le riunioni settimanali a Villa e si è prodigato
nelle visite pastorali spingendosi fin nei villaggi più remoli della parrocoliia. Lo ringraziamo sentitamente per quanto ha fatto
e facciamo i migliori auguri per il felice
compimento dei suoi studi.
Le riunioni estive del mercoledì sera
lianno avuto, anclie questo anno, un notevole successo. Ringraziamo gli oratori che
hanno reso interessanti e proficui gli incontri fra villeggianti e sangernianesi : la professoressa Barbara Monour che ha tenuto
due confertaize sulla Scozia, il prof. S.
Pons che ci ha parlato della preistoria alle
Valli, il past. G. Conte ohe Ita illustrato
l’attività della Claudiana ed il sig. B. Bellion che ha presieduto alcune riunioni.
—■ Siamo stati lieti di avere con noi, per
una giornata, un gruppo di amici di Lörrach, la cittadina tedesca con la quale
la nostra parrocchia è in relazione da
alcuni anni. 11 culto di quella domenica è
stato bilingue ed è stato presieduto dal
past. Lierse e dal nostro pastore.
Siamo riconoscenti ai pastori Daniel Sima, A. Ricca ed al prof. E. Trou per i loro messaggi ai culti domenicali. Ringraziamo il past. A. Genre per la sua collaborazione nella celebrazione di alcuni atti liturgici.
Battesimi: Galliano Doriana di Marco e
Fornerone Elvina; Pons Paolo di Claudio
c di Bounous Marisa; Rostan Giorgio di
Elio c di Sappé Denise; Baret Gabriella di
J.uigi e di Massello Anna Maria; Costantino Manuela di Dino e di Poët Alga; Ghigo
Paolo Giuseppe di Ettore Maurizio e di
Pellandino Lucia; Lanfranco Mauro di Giovanni e di Bouchard Adelina; Covlzzi Mirco .Aldo di Mario e di Beux Bianca.
Matrimoni : Roccia Attilio Angelo e
Avondet Mirella; Pugliese Bruno e Travers Esterina ; Bouvier Guido e Mounel
Ines Eglantina; Bounous Fedele Luigi Prospero e Pirra Alfonsina Maria Secondina ;
Peyran Nino Alberto e Sappei Iris.
Funerali: Bert Elisa, di anni 68, deceduta ai Ronchi dopo lunghe sofferenze; Paschetto Olimpia ved'. Meynier, di anni 82,
•spentasi a Villa dopo lunghi mesi di infermità; Vinçon Davide, di anni 75, deceduto
ai Gendini dopo lunga malattia; Goimba
Levi, di anni 61, deceduto al Tagliaretto
dei Martinat; fialmas Erri, di anni 32,
stroncato nel fiore degli anni da un incidente a pochi passi da casa sua; Avondet
Albertina ii. Tron, di anni 70, spentasi ai
Garossini dopo alcune settimane di malattia.
-Alle numerose famiglie che sono nella
gioia ed a quelle che sono nel lutto vogliamo ripetere con l’apostolo ; « l’Iddio
della speranza vi riempia d’ogni allegrezza
e d’e-gni pace nel vostro credere, onde abItondiate nella speranza mediante la poten
za dello Spirilo Santo » (Romani 15: 13).
POMABETTO
imiliiMMilliiiiil»
liruppi di servizio presso gli immigrati
nelle reilionì industriali
(continua dalla 1“ pagina)
do il messaggio del Nuovo Testamento;
quelle del Pastore Giorgio Girardet hanno
messo in rilievo le caratteristiche e la funzione della missione e del servizio nella
Chiesa d’oggi. Le letture bibliche comunitarie, dirette dal Pastore Franco Giampiccoli, hanno esaminato la vocazione missionaria e l’opera di evangelizzazione della
Chiesa primitiva, cercando di trarne ispirazione per il compito che la Chiesa è oggi chiamata a svolgere nel mondo. Alle discussioni collettive che ne sono seguite, si
sono agginnlè le comunicazioni del Signor
B. eh. Sjollema del Consiglio Ecumenico,
incaricato di sntdiare i problemi connessi
al movimento migratorio, del Pastore Hardmeier, che da alcuni anni presta un vivo
intere^e ai lavoratori italiani in Svizzera,
del Pastore L. Naso, reduce da un viaggio
di studio tra gli emigrati italiani all’estero
e tra breve impegnalo in un’opera di testimonianza tra gli operai italiani nella regione di Basilea e del Pastore Coluoci, che
attraverso l’ufficio di collocamento tedesco
a Verona svolge un servizio di assistenza
per i lavoratori diretti in Germania.
Uno degli aspetti più significativi del
corso è stato offerto dalla presenza di un
gruppo di giovani, che in novembre partirà per la Germania, per andare a lavorare
tra gli operai italiani. E’ il primo esperimento del genere ohe Agape fa, ma la speranza è che la cosa abbia un seguito e che
si giunga domani all’invio di altri gruppi
di servizio, non solo idl’eslero, ma anclie
nelle nostre città, dove rafflu-sso di operai
immigrati si svolge con un ritmo di giorno
in giorno più incalzante e dove l’esigenza
di una testimonianza concreta .si rende sempre più urgente.
In questo gruppo di servizio <lie si sta
per formare in Germania noi vediamo la
Chiesa, la Cliiesa cihe si riunirà nel nome
di Cristo per studiare, per ascoltare la Paro.la, per meditare, pregare e trovare l’ispirazione sul lavoro da svolgere, giorno per
giorno, nelle fabbriche, nelle baracche, durante le ore di lavoro e le ore libere, dividendo con gli operai la fatica, i problemi,
le speranze, le delusioni, le amarezze, le
prospettive.
E’ la Chiesa che mette le sue risorse a
disposizione di questi uomini sradicati dal
loro mondo di affetti e tradizioni ed ora
isolati in un nuovo ambiente nel quale non
riescono ad inserirsi. La Chiesa non è là
per fare proseliti ; il suo scolto non è già
quello di allargarsi, bensì di trasformare i
quadri della società, affinchè questa possa
meglio riflettere le intenzioni di Dio. Lavorare per testimoniare, libera da qualsiasi
velleità di successo; forse lavorare in un
ambiente che non si chiederà mai perchè
la Chiesa sia li tra gli operai, forse lavorare per il fallimento completo. La Chiesa
rimane libera, sia che si trovi davanti una
porta aiperta o un muro.
L’evangelizzazione olassioa ha ormai fatta la sua epoca ed oggi si trova in crisi: si
rende necessario, ai nostri giorni, seguire
criteri di evangelizzazione totalmente nuovi, peroliè la Chiesa sia presente ed operante nel nostro mondo, in un mondo che
V!; sempre più sganciandosi dai vincoli del
passato, un mondo tendenzialmente avviato verso l’indifferenza, l’omogeneizzazione,
la mobilità e portato ad assolutizzare certi valori del nostro tempo, il benessere, la
tecnica, i grandi organismi del lavoro, i
partili, un mondo infine desacralìzzato forse per sempre, ma non necessariamente anticristiano.
Un costante appello c rivolto ad ognuno
di noi da parte della società che ci oirconda, col suo dolore e le sue lotte per il riconoscimento dei valori umani, i suoi dissid: e le sue speranze, le sue ingiustizie e
miserie, la sua volonià di pace e le sue
preoccupazioni per la sorte dei diseredati e
dei deboli. Non possiamo noi, non può la
Chiosa rimanere assente dal mondo o vegetare nell’angusto guscio che le strutture
sombrano volerle imporre. Le strutture, anche se necessarie all’organizzazione della
Chiesa, non devono costituire una restrizione alla sua opera, anche perchè esse sono intimamente legate al tempo e come tali soggette a passare presto di moda. La
(diiesa, come missione nel mondo, deve
sentire pienamente la sua responsabilità e
trovare nuove vie, qualora le vecchie siano
superate, per vivere ed operare nel mondo,
celile incarnazione deH’amore di Cristo,
segno della volontà creatrice e redentrice di
Dio, testimone vivente dell’Evangelo.
Al nostro tempo, i laici hanno una funzione di primo ordine in questo senso: dove la missione tradizionale non fa più presa, i laici sono cliiamati ad essere presenti
nel mondo, al servizio dei propri simili, a
parlecipare alla vita gli uni degli altri e
con tulli gli altri alla vita di Cristo, ad essere disposti ad un dialogo, nel quale dare
e dal quale ricevere.
11 mondo d’oggi è strutturato in comparliinenti stagni assai ben organizzati e spesso autosuffi-cienti : raramente gli uomini ne
usciranno per andare verso la Chiesa ohe li
attende al di fuori. La Chiesa deve entrare
in questi compartimenti e rendere la sua
teslimo-nianza a Cristo nelle fabbriche, nei
partiti, nei sindacati, con decisione, con
umiltà, fedele al suo mandato e con un
linguaggio concreto ed intelligibile.
Potrà darsi che questa testimonianza rimanga inefficace oppure che induca qual<imo a domandare: «Ma tu, perchè sei venuto tra noi in questo cantiere, perchè sei
MASSEL
— Domenica 16 u. s. abbiamo avuto la
gradila visita del Pastore Guido Gamba,
antico canduttore della nostra -chiesa. Egli
ha rivolto un messaggio vibrante e ricco
di riflessioni preziose per la nostra comunità; in tale circostanza egli ha battezzato
Gabriello Goucourde fiiglia di Romano e
Paola Piuirpnra; che il Signore le sia sempre vicino con il Suo Spirito e la Sua Gra.
zia benefica. Ringraziamo di cuore il Pastore G. Comba per la sua missione pomarina e per l’affetto con cui segue ancora la comunità so-pratlullo per i restauri
della cappella del Clot.
— Sabato 22 abbiamo celebrato il matrimonio di Enelida Long del Valentino di
Combavilla con Sergio Gardiol di Praroslino; gli sposi si stabiliranno nella comunità dello sposo. La domenica 23 dopo il
cullo abbiamo celebrato il rito nuziale di
Botto Marcello e Iris Costantino rispettivamente di Torino e Perosa. Un follo
gruppo di amici e parenti era presente ai
due matrimoni. Il Signore sostenga le due
famiglie che si sono costituite percliè
l’amore e la fedeltà siano perennemente
presenti nel focolare.
— Domenica 7- settembre avrà luogo un
culto di inizio delle varie attività alle
ore 10. I bambini sono invitati a trovarsi
nel tempio alle ore 9,30. .Attendiamo per
il ctililo le scuole domenicali di lutila la
parrocchia, lutti i catecumeni e gli adulti.
— Oli esami di riparazione per i catecumeni avranno luogo domenica 7 subito
dopo il culto.
— Domenica 14- alle ore 20,30 nella sala delle attività la nostra filodrammatica
darà una recita di beneficenza con un progrumma preparalo «ad hoc»; tutta la coniiinilà è cordialmente invitata a prendervi
parte.
venuto a scioperare con noi? »
La domanda, appunto, ohe attendiamo.
DANirn Venturi
Rimane difficile riassnmere in poche pa.
cole tutti gli avvenimenti del periodo estivo. La nostra Comunità Ita conosciuto co■nie ogfiii anno qiuel gioioiso arrivo di vaidesi residenti nelle grandi città italiane e
quella simpatica animazione dei mesi estivi. La fisionomia della comunità raceolla
la domenica al culto cambia- conipletamente: i membri «locali» si sperdono nel
maggior numero dei membri « estivi » e
l’aiaseinblea è un segno concreto dei eredeiiiti sparsi in terre lontane, ma uniti in
una stessa fede nel SigJior Gesù.
Ringiraziamo molto i Pastori Giulio
Tron, Seiffredo Coluoci, Giorgio Boiichard, Ermanno Roatan, Aldo Ruligliano,
Ernesto Naso, Alfredo Janavel, Samuele
Giambarresi, Roberto Comba, Emilio Corsani, Roberto Coisson, Emilio Ganz ohe ci
hanno dato la loro preziosa e molto apprezzata collaborazione per i culti domenicali.
Nel corso dei mesi passati ¡1 centro di
inter-esse nella nostra Comunità è stalo,
come sempre, il Sinodo.
Nell’Assemblea di Chiesa tenutasi il 30
Settembre numerose voci si sono levate
¡per protestare contro il periodo in cui da
due anni il Sinodo è convocato e sarà convocato anche Tanno prossimo, che è ritenuto quanto mai poco adatto. 11 periodo
di piene ferie la sì ohe a Torre Pel-lice vi
sia una folla di gente del tutto disinteressata alla.vita della no-stra ohiesa di modo
(he rimane difficile a lutti coloro ohe
amavano trovarsi a Torre PelHce in occasione del Sinodo, per seguire la vita della
ohiesa ed inlereasarsi ad essa, di trovare
possibilità di alloggio. Anche quelli ohe
riisiedono alle Valli in quel periodo sono
facilmente dielralti da altre cose. Il no-stro
Delegato ha fatto presente che non c’è
stato tempo nè di discutere con suffi-ciente
calma la questione della data, nè di ascoltare la Commissione incaricata da due
anni di studiare un nuovo metodo di svolgimento dei lavori sinodali, nè le proposte
.1 merito della Commissione d’esame, come ancihe molti altri gravi ed impotitamtissimi problemi non sono stati trattali (vedi
per es. la rifotima dei Distretti). L’Aissembica di chiesa di Torre Pellice ha deciso
di occuparsi, nel corso dell’a-nno, di tutto
ciò che riguarda il nostro Sinodo: la sua
convocazione, la sua composizio-ne, i suoi
lavori e di far sentire pubblicamente la
voce del popolo della chiesa affinchè le
aiutorità possano anche conoscere il suo
parere.
In questi giorni le varie attività della
Chiesa riprendono il loro lavoro e chiediamo al Signore che voglia benedire tutto quanto si farà alla Sua gloria e nel desiderio di un vero servizio fraterno.
Nel corso dei mesi passali alcuni no-slri
fratelli e sorelle hanno terminalo il loro
c-anniiino su questa terra, li vogliamo qui
ricordare: Prof. Attilio .lalla, Gioidan
Giovanna Margherita, Nico-let-Genire Maria ved. Charbonnier, Rivoira Pietro, Castellano Aldo, .Alunni Gnbbiotti Giovanni,
.lou-rdan Giacomo, Melile Coì'eson Giulia.
Hanno celebralo le loro nozze nel nostro tempio: Geymonat Umberto e Cougn
Iride, Benecchio Armando e Mura Rina,
Deniatleis Remo e Pretto Lelia, Pellegriti
I.uclano c Cesan Rosetta, Aimiand Hugon
Daniele e Hugon Paola, Ayassol Marco c
Zauilvoni Maria, Beri Ettore e Norslröin
Karl, Vola Aldo e Maliliieu Luciana, Gia.iipiccoli Ernesta e Sibille Giara, Renna Luca e Riccobene Filippa, Davit Stefano c
Pascliel'to Fiorella, Berlin Armando e Caf.
faratti (;.irla, Garavelli Carlo e Miclielin
Salomon Nella.
Chiediamo al Signore di benedire queste nuove famiglie.
Hanno ricevuto il battesimo: Lucilla
Bcllramino, Silvio Beliramin-o, Rivoira
Franca, Patrizia Gönnet, Peyrol Wilma,
Andrea Stefano Jaliicr, Cardon Monica,
Paolo Rivoir.
BERGAMO
la nostra comunità colpita
da due lutti
Facoltà Valdese
di Teologìa
— Notre paroisse a été ees dernières semaines douloureusement éprouvée par le
deuU de deux de ses familles. En août
c’est la famille Breuza de Chanforan qui
a perdu Breuza FUippo; l’enseveliasement
a eu lieu le 8. Eu sept-embre est décédée
Tron Elvira de la Centrale; Peusevelissemeait a eu lieu le 24. Les nombreuses
personnes qui ont suivi ces services funèbres ont témoigné à ces amie dans le deuil
leur affection et leur sy-mpathie. Nous les
renouvelons ¡ci au nom de toute la paroisse.
— Nous remercions les pasteurs et laïques qui nous o-nt conduit dans la méditation de l’Ecriture: MM. Franco Giampiccoli, Glttudio Tron. Ivo Bellacchini et
-to-ut particulièrement Mr. Guido Mathieu
qui a remplacé le pasteur pendant son
aibsence en août.
— Plusieurs mariages o-ut été célébrés
pendant celle période, mallieureusemente ces
nouveaux foyers s’établissent ailleurs, nous
les aoeompagnonis de nos meilleurs voeu.x:
le 11 août Mile Laura Mathieu et Mr.
Marcello Gesarà ont choisi le temple de
Massel pour inaugurer cette série de m-a
riage. Mlle Mathieu est depuis longtemps
-notre organiste pendant la saison d’été
c est pourquoi no-us foirm-ulous nos voeux
très fraternels -pour sa nouvelle famille.
Le: 2 septen-bre à été célébré le mariage
de Mlle lolanda Pons et Mr. Giorgio Gasino et le 8 celui de Mlle Lillia Micol et
Mr. Bruno Bleynai.
Dimanolie 7 ootobre au temple Técoi-e du -dimauiche aura lieu -pour la p-remièi-e
loiis à lO heures: les -enlauls pa-rlici-perous
au culte.
La nostra Comunità è stata duramente
Ijrovala dal lutto durante l’estate, in circostanze parlMolarmente dolorose.
Il 20 luglio è deceduto, dopo breve violenta malaltia, l’ing. Piero Steiner all’età
di 58 anni. Era uomo dalla cosedenza chiara e retta, la cui vita è stata caratterizzata
da uno .spirito di generosità, di servizio, di
dedizione. Fu per molti anni membro di
questo Consiglio di Chiesa, portandovi un
contributo sempre positivo e sereno, nel
quadro di una generosa comprensione dei
problemi della Chiesa. L’unan-ime rimpiant'j della Comunità è segno della stima e
dell’affetto che aveva saputo suscitare intorno a sè.
11 16 agosto moriva, dopo lunga e dolorosa malattia, l’ing. Duccio Reggiani, a soli 35 anni. Era un uomo nel pieno vigore
degli anni, ricco di energie e di capacità
non comuni ed è stato portalo via dalla violenza di un in-ale senza rimedio. Pochi an
ni dono il suo più giovane fratello Levo,
perito in un incidente aereo, egli ha lasi'iato l'osì un vuoto inco-lmahile, nella famiglia, pricata dei suoi due figliuoli, e in
ima delle più vigorose aziende industriali
della nostifi} ritta.
l-,a Coniuniià Evangelka eli Bergamo 1*
vicina nello spirito <lella Ìraternità alle fa
niiiglie così aspramente provate e ricorda
con amore e ri< ono.«cenza quelli che ci hanno preceduti, meiiiire rinnova la sua fede
c la sua speranza nella vita eterna; noi attind’anio ccn fiducia ehe tutto sia veramelile rinnovalo e le spirilo della violenza
sia ,lislruM(i. perché (’.risto lia vinto per
tutti noi.
Sono aperte le domande di aramis
sione alla Facoltà di Teologia per Tanno 1962-63. Per l’iscrizione come studente regolare occorre fame domanda
per iscritto al Consiglio, presentando
entro il 15 ottobre:
1) oertiflcato di nascita;
2) diploma di maturità classica o
altro titolo considerato equipollente
dal Consiglio;
3) un attestato fornito dal Consiglio
di CThiesa della comunità in cui lo
studente fa parte, dal quale risultino
i caratteri morali e spirituali del medesimo e la sua iscrizione da almeno
due anni ad una comunità evangelica;
4) certificato medico comprovante
la sua sana costituzione fìsica;
5) importo della tassa d’immatricoIszione.
Presentando gli stessi documenti, è
possibile iscriverai alla Facoltà come
studente esterno : la categoria degl:
esterni non dà diritto alTesercizione
del ministero pastorale, ma è aperta
a coloro che intendono seguire gli studi teologici onde avere la preparazione nece.ssaria ad esercitare un ministero laico nella ohiesa o per fini culturali, scientifici o esigenze spirituali
di ordine personale.
La sessione d’esami di ottobre è fissata dal 29 ottobre al 2 novembre p.
v„ La prolusione si terrà il 3 novembre, affidata al Prof. J. Alberto Soggin : « La conquista israelitica della
Palestina alla luce delle recenti scoperte archeologiche». Il culto di apertura, affidato al Past. Carlo Gay, sarà
celebrato il 4 novembre nel tempio di
Via IV Novembre.
Il Consiglio
Via Pietro Cossa 42 - ROMA
(luüttro [lusiuri anjlolesi
Le -;iulo-ri.là porUngliesi ili Lii-a.nida, nejl’Ajiigüla, liamiio liberato (i-oal-l-ro pastori
aielodistii a-nig-ole.si a-rrestati .sotto l’-iiupinlazi-one -dii preilese a-tti-viità -aniliipoirloglic-si. Lo
am Min Miri a da New York il Diiparlijne.mto
mi-ssio-iia-nio im-e-lodiiisla, pire-riisando -ohe due
di loro eiram-o -sil-ati -arrestali i.n agoislo, e
due id-a oltre sei mesi. Uno -di loro, il ip-asl.
.lidio Miiguel, è con-sideral-o ii.n-a liig-uira -d-i
rilievo ‘della -Uliiie-aa afri-cania. Ter vari an-ni
è stalo pa.sUire della »ii-aggiore <liiesa Jiielodi-sla di Luanid-a, -e quiiiuidi iso-viriinileiiideiile
di diiSlretilo. {soepi)
La famìglia Coisson e i parenti dolorosamente colpiti dalla improvvisa
dipartita della loro cara
Giulia Coisson
nata Metile
di anni 76
ringraziano tutti gli amici e conoscen
ti per le manifestazioni di affettuosa
simpatia.
« Io so in chi ho creduto »
(II Tim. 1: 12)
Torre Pellice, 2 ottobre 1962
Direttore reap.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
avvisi economici
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Tot
CERCASI -direttrice per (pensionato feinni-ini-le. Gay - Via Torricelli 60 ■ Torino.
Iscrizioni aperte dal 1 o settembre al 15 ottobre
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