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ECO
DELLE miXl VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno X( - Num. 41
Una copia Lire 4 li
ABBONAMENTI
t'co: L. 2.000 per I’interno
L. 2.800 per I’esiero
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TORRE RELUCE — 15 ottobre 1965
Ammiri. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17S57
IL PUNTO SULLA SITUAZIOINP
La
" attacca
Dulia circolare ora inviato dal Moderatore (,iantpiccoli agli « operai » della Chiesa Valdese e ai membri dei Consigli di
Chiesa, e dagli « atti » della Tavola nel
corso delle sue ultime sedute (10-14 sett.),
desumiamo queste notizie.
Al SUO interno la Tavola ha così
ripartito alcune attribuzioni particolari ; sono delegati per le questioni
concernenti il I Distretto il Vicemoderatore A. Deodato, per il II e il III Distretto il Past. Aldo Sballi, per il IV e
il V Distr. il Past. Carlo Gay, per il
VI T'istr. il Moderatore Giampiccoli;
emigrazione il Past. P. L. dalla;
loi nominati ; archivisti il Past.
nciato, con la collaborazione del
imo Co.stabel; revisori dei conrof. G. Peyronel e il Giud. A.
segretario il Past. P. L. dalla,
oco delle persone nominate a
e opere o a dare il loro apporto
\ 18 commissioni sarebbe troppo
iti riportare qui; ma ogni anno,
re queste pagine degli «atti»
j svola ,si pensa a come il lavoro
'nistra Chiesa, nei suo insieme,
ii ¡lente portato da una respon;; comunitaria molto vasta. Sot;.ìiio la nomina definitiva del
I -gio Nisbet, quale direttore del- Valdese di Vallecrosia, dopo
.-.n di prova positiva.
lo alla sistemazione del campo
no, le nuova Tavola si è gua¡1 ampia approvazione (circoaiutando), limitando per il moi trasferimenti pastorali (a
(iuello del Moderatore) a uno e
Infatti, mentre tutti i nastori
risacrati sono stati confermati
¡ posto di lavoro (il Past. Renajsson abbinerà alla cura pasto; Rodoretto il lavoro di 2» pa. S. Germano Cbisone), l’EvanOdoardo Lupi è trasferito da
sto a Riesi, per collaborare qui
i?ast. T. Vinay, conservando da
arte la cura pastorale della co, agrigentina, con la collaboraìel « Servizio Cristiano » ; inolandidato in teologia Bruno BelQominato coadiutore del Vicestore Deodato, a Pinerolo, e il
heol. Piero Santoro coadiutore
sze. con l’impegno di concludere gli siudi. Alle Valli circola la scherzosa osservazione che la nuova Tavola sembra prendere molto sul serio
al suo interno stesso la rivalutazione
del valdismo primitivo, quand’era tradizionale che i barbi andassero due a
due, uno più anziano e un giovane...
Naturalmente, ora due chiese autonome devono pronunciarsi, a Villar
Perosa e a Milano (ne è stata procla
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Pensiero affettuoso
e augurale al Past.
Ermanno Rostan
A nome della Tavola, il Moderatore Giampiccoli, nella_ sua
circolare.*scrive: «Desideriamo
rivolgere un pensiero affettuoso e augurale al pastore Ermanno Rostan. Egli è attualmente
ricoverato all’Òspedale Valdese
di Torino, e quando riceverete
questa circolare sarà stato operato per un’ernia del disco, che
è causa di un’infermità dolorosissima. Il nostro pensiero e la
preghiera sono con lui in questo periodo di prova, mentre gli
rinnoviamo la viva gratitudine
di tutta la Chiesa per l’opera
fedele in cui ha speso senza riserve tutte le sue energie ».
Aggiungiamo il nostro pensiero particolare a quello cos\
espresso a nome di tutta la nostra Chiesa. Il past. Rostan,
certo ricordando gli armi in cui
ha diretto « L’Eco delle Valli
Valdesi ». anche durante la sua
moderatura ha sempre tenuto
in considerazione il contatto
con i fratelli attraverso le nostre colonne. Ora che l’operazione, compiuta dal prof. Operti, è dietro le spalle, e che egli riprende a poco a poco le forze,
il nostro pensiero affettuoso lo
accompagna con la sua famiglia, provata in questi giorni
dalla scomparsa della Signora
Lodovica Paschetto ved. Bertolè, madre della Signora Rostan.
Chiesa Valdese
il nuovo anno
Le Chiese ed il conflitto
indo-pakistano
ff
mata la vacanza; per la Chiesa di Angrogna Serre il « pronunciamento » e
rimandato di un anno); qualche mutamento sul nostro scacchiere pastorale (pedine, alfieri o torri) sarà quindi inevitabile ma tutti si augurano
che non scatti una troppo ampia reazione a catena.
La sede della diasoora abruzzese è
trasferita da Carunchio a S. Giovanni Lipioni, e la comunità di Rio Marina è nuovamente affidata al Pastore di Livorno.
La Tavola ha nominato il Past. Roberto Comba « Segretario amministrativo con funzioni di Cassiere della
Tavola ». Il prossimo Sinodo dovrà
dunque esaminare se si è fatto un
primo passo verso la costituzione effettiva del servizio di « segretario »,
ventilata da alcuni anni.
La Tavola ha deciso di prefiggersi,
come metodo, di « lavorare solo sudo
cumentazàoni già note ai singoli membri. Sarà necessario, perciò, che tutti
coloro che desiderano sottoporre alla
attenzione della Tavola particolari
problemi preparini.- preventivamente
un dossier chiaro e evidente, che possa essere studiato in tempo utile prima che la Tavola si riunisca »
Situazione dcH’opera. - « E’ questo
il tema di fondo dello studio e della
ricerca della Tavola, quando essa non
è troppo soffocata da problemi amministrativi!, Ne abbiamo discusso a
lungo nelle nostre sedute e si può
osservare come sia importante che la
Tavola sia un organo collegiale, in cui
le esperienze e ì doni di ognuno contribuiscono a chiarire i problemi. Accogliendo il desiderio espresso dalla
Conferenza del VI Distretto, la Ta.vola si propone di avere più stretti contatti con le Commissioni Distrettuali,
convocandone i presidenti in due riunoni ,una al nord e una al sud, per
studiare con loro l’impostazione del
lavoro nei singoli distretti. Questa riunione è prevista, di massima, per il
mese di novembre, ma ne sarà data
tempestiva comunicazione ai presidenti delle Commissioni Distrettuali.
«Da questi dibattiti, come pure da
altri studi ambientali e di metodo che
la Tavola intende condurre avanti,
appariranno più chiare le situazioni,
di maggior impegno per la nostra testimonianza. Frattanto la Tavola ha
già individuato due punti che si propone di studiare attentamente; le Valli,
con i suoi gravi problemi di trasformazione e di crisi economica, e la
regione lombarda, con particolare riferimento alla periferia milanese. Ciò
non esclude evidentemente che altre
situazioni non debbano essere attentamente esaminate, previa più ampia
informazione.
«Un altro importante aspetto della nostra opera cui intendiamo dare
particolare rilievo è la testimonianza
nel mondo degli emigranti, dentro e
fuori dei confini del paese. A tal fine
abbiamo esonerato il past. Pier Luigi
Jalla da incarichi distrettuali, per permettergli di dedicare maggior tempo
al lavoro della Commissione Ecumenica Europea per le migrazioni ed m
contatti con le Chiese, in Italia e alrestero. Una riunione con i nostri pastori all’opera in Svizzera e Germania
hp già avuto luogo».
Finanze. - « Qui si arriva alle dolenti note ed è ovvio os.servare che questo problema ha preso molto tempo
nelle nostre sedute. Abbiamo nominoto una Commissione finanziaria composta dai signori: Guido Bottun,
Dante Gardiol. Renato Giampiccoli,
Guido Ribet, Vittorio Ricci, Max Rostan Ugo Zeni. Intendiamo riconoscerà in questi fratelli dei doni di canacità e di competenza, per cui chiedSo loro una collaborazione impegnata per affrontare a fondo il prc^
blema del risanamento economico, già
impostato precedentemente dalla Tavola. Questa Commissione si occupi^
rà prevalentemente, ma non esclusivamente, di due aspetti del problema- ia rivalutazione del patrimonio
edilizio e l’alleggerimento della situazione debitoria. Essa sarà tenuta al
corrente dell’evoluzione della situa« Ma il problema piu grave e di impiantare il nostro bilancio ordinano
in modo da neutralizzare i ricorrcna
deficit di esercizio. Da anni si insiste
su questo punto, ma finora non lo si
è potuto raggiungere, soprattutto per
l’incidenza del costi relativi al ^ programma dell’istruzione e dell’assistenza.
« La Tavola desidera richiamare l’attenzione delle Chiese sulTesperimento
attuato nelle Chiese di Venezia. Verena e Como, che ha dato risultati
veramente notevoli. Il metodo è basato su im discorso chiaro e franco
rivolto da quei Consigli di Chiesa alle
loro Comunità e prevede una richiesta di impegno preciso da parte di
tutti, sulla base di un bilancio preventive approvato dall’Assemblea. La caratteristica dell'impegno personale è
ia libera scelta rii un dono che rappresenti una percentuale delle entrate, decisa secondo la propria coscienza. Tra non molto vi manderemo una
documentazione esatta sul metodo
adottato in quelle chiese perchè i Consigli possano studiarlo ed applicarlo
alle loro situazioni.
« Dobbiamo inoltre insistere fortemente sulla neces.sità dei versamenti
mensili alla cassa centrale. Le ragioni
ne sono ben note : una parte degli interessi passivi sono determinati proprio dal fatto che le Chiese ritardano
ad inviare i loro contributi ».
Quanto ai nostri istituti d’istruzione secondaria 1-a commissione sinodale permanente e la Tavola sono già
al lavoro secondo le linee indicate dal
Sinodo neH’ampio dibattito (e conclusivo odg.) dedicato a questo problema, su cui abbiamo a suo tempo diffusamente riferito.
La Tavola ricorda il severo odg. sinodale relativo a nuove costruzioni o
trasformazioni, che blocca ogni nuova opera per cui non siano già stati
reperiti i fondi necessari; la Tavola
s’impegna e impegna i Concistori e i
Consigli di Chiesa alla rigida applicazione di tale odg.
Distretto Rioplatensc - « Sono stati
trasmessi i documenti smodali alla
Commissione Esecutiva rioplatense,
che ha assai apprezzato l’atteggiamento assunto dal Sinodo.
« Il Moderatore è stato invitato a
partecipare alla sessione rioplatense
del Sinodo Valdese, che si riunirà al
principio di marzo, e visiterà quindi
quelle chiese per alcune settimane tra
febbraio e marzo ».
Argomenti di studio per le Chiese.
« Il Sinodo non ha proposto alle Chiese nuovi argomenti di studio, ma le
ha richiamate alla opportunità di esaminare quei rapporti che nello scorso
anno non hanno potuto essere studiati .Tali sono: il rapporto dell’Assemblea di New Delhi sul servizio; il
rapporto della Commissione mista
Valdese-Metodista (per quelle Chiese
e Conferenze Distrettuali che non lo
avessero già esaminato). Inoltre la
Tavola raccomanda all’attenzione delle Chiese il rapporto della Commissione ad referendum sul problema
della non-violenza, rinviato al prossimo Sinodo e di cui si curerà un’edizione ciclcstilata; e lo studio del
Prof. Valdo Vinay. ’’Senso e vocazione della diaspora protestante” »
11 Consiglio efuineiiico delle Chiese già da
tempo, attraverso i Segretariati del Consiglio cristiano nazionale a Nuova Delhi e a
Karachi, ha fornito fondi ai rifugiati sia indiani sia pakistani (occ. e orient.), collaborando con i Consigli cristiani nazionali nel
predisporre il rialloggiaraento e i soccorsi
ai centri di raccolta (.4ssam. Uttar Pradesh.
Gauhati. Caro, oltre a un impegno particolare con il « Servizio dei rifugiati » del Bengala). Ora ha laviciato alle Chiese-membri un
appello per la raccolta di 25.000 dollari, qua.
le primo gesto di solidarietà con l’opera intrapresa dalle chiese dell’India e dei Pakistan per soccorrere i civili vittime del conflitto.
Intanto si ha notizia che alcuni ospedali
cristiani dell lndia e del Pakistan sono stati
requisiti dalle autorità governative per ricoverarvi feriti di guerra; tutto il personale
medico e infermieristico collabora in questa
opera, negli ospedali sovraffollati, alcuni dei
quali hanno quasi raddoppiato in condizioni
d’emergenza i posti-letto.
Secondo una notizia del S.OE.P.l. da
Ialina, il conflitto indo-pakistano preoccupa
vivamente i responsabili della Conferenza
cristiana dell’Asia orientale, li suo segretario generale, il pastore D.T. Niles di Ceyloii,
ha inviato questa lettera ai suoi collaboratori J. Omura (Giappone) vice-presidente e
Kyaw Than vice-segretario : Mi pare — seri,
ve il Niles — che « il conflitto attuale è, alla
base, un conflitto ideologico e non potrebbe
risolversi con la vittoria militare dcU'iina o
dell’altra parte. Bisogna convenire una linea
di demarcazione geografica, che sarà la linea
di separazione fra due ideologie (...) ».
Ma ammettendo che il popolo del Kashmir
fissi lui stesso questa linea, la sua decisione
n non concernerebbe più soltanto una frontiera geografica, ma costituirebbe una scelta
tra due ideologie (...), La sola soluzione non
sarebbe invece che un arbitro tracci questa
frontiera geografica e che la sua decisione
non possa essere interpretata come una vittoria (icr 1 una o per l’altra ideologia? Il
problema è sapere chi potrebbe essere que.sto arltitro.
« Penso che il Commonwealth britannico
deve trovare l’arbitro fra i suoi membri. Si
tratta in fondo di un problema irrisolto lasciato in sospeso dalla Gran Brel-agna quando ha diviso in due l’India britannica, lasciando a certe ìinee di frontiera un carattere impreciso e incerto ».
Il Niles enumera quindi <c quattro realtà
importanti ; a) occorre che l’India divenga
abbastanza forte per realizzare il suo intento
di essere uno Stato laico, in modo che i musulmani che vivono in India vi godano i me.
desimi diritti e la medesima sicurezza che
gli altri cittadini; b) non dev’essere presa alcuna misura che nuoccia all'intento del Pakistan — Stato musulmano — di t-ssere lea.
le e giusto nei confronti della minoranza
indù; c) poiché, alla lunga, l’India e il Pakistan hanno bisogno l’uno dell’altro, l'arrangiameiilo a cui si perverrà — qualunque
sia — deve lasciare meno ferite possibile;
d) quest'accoL-do deve prendere in considerazione il bene degli abitanti del Kashmir ».
iiiHimiiiiiiiimiiiiiiiiimMiiiluituiuiimmiuiiiiMi
Verso la Federazione
evangelica italiana
L’attività post-congressuale della Giunta del C. F. e
del Comitato per l’attuazione del progetto federativo
La Giunta del Consiglio Federale
delle Chiese Evangeliche d’Italia, nella sua riunione del 5 ottobre 1965 —
necessariamente dilazionata per l’assenza da Roma, nel periodo estivo, di
alcuni dei suoi membri — si è occupata, tra l’altro, della attuazione di
alcune deliberazioni del II Congresso
delle Chiese Evangeliche Italiane.
E’ stato deciso di convocare a Roma,
per il 4 novembre 1965, il Comitato
nominato dal Congresso, per l’attuazione della proposta Federativa. Tale
Comitato, in questa prima riunione,
predisporrà il proprio piano di lavoro e provvederà alla propria strutturazione.
Poiché il Congresso, pur avendo votato l’o.d.g. sulla necessità di un organo di stampa unitario, non ha provveduto a nominare il Comitato che ne
studi l’attuazione, la Giunta ha preso
l’iniziativa di chiedere alle Direzioni
delle Chiese che hanno partecipato
al Congresso la nomina di uno o due
membri per la costituzione del Comitato stesso il quale, per la prima volta, verrà convocato dal Presidente del
Consiglio Federale.
Per dare a questi due Comitati la
possibilità di riferire alla prossima
Assemblea del C. F. sull’inizio dei lavori, essa verrà convocata a Roma
nei giorni 6 e 7 gennaio 1966.
La Giunta ha anche preso atto con
soddisfazione che le spese del Congresso sono state contenute, con un
modesto saldo attivo, nella misura
preventivata, la quale prevedeva da
parte delle Chiese, come effettivamente è avvenuto, un contributo di
L. 10.000 per ciascuno dei 273 membri
del Congresso. E’ stata inoltre predisposta la pubblicazione dei ’Verbali,
Atti e Documenti del Congresso.
Il Presid. del Consiglio Federale
delle Chiese Evangeliche d’ItaUa
Pastore Mario Sballi
REQUIEM
PER UN
taglio
doppio
DISCORSO
1,0 pi'('visii)iii .ivnnzate ;u n or.i ilifiioi
10 -- la iiorya sollioiana :ono realizzalo,
11 viaggio e sopratlutto il disoorso di Paolo VI all A-^omb'ea generale dell’O.N.I . è
Ì-Ialo quello die len>evo. Tulio, fuori !iè
iin’aulenl'ra parola evangelica.
Indubbiamente da un punto di vi«ìa polilieo viaggio e nieò-iaggio po-ss no avere
avuto qualche rilevanza. Il « presagio '
della Cbic?sa Romana e quello dell’OM’ cono .-lati c iecndevolmente rafforz.ati. a'meno
esltriormente (poiché ìiivero contano più
i fatti che le cerimonie solenni e le grandi
manifestazioni e le belle parole). La (.blesa
Romana, per bocca del suo pontefice, ba
mostralo di voler rilevare — forte di mi investitura divina — quella posizicna di
terza forza » tenuta in passato dai grandi
li neutrali » come Nebru, e che in questi
ultimi tempi ba perso mollo terreno; anrlie qtii fra il dire e il fare vi sono, oceani
e cortine. L’attenzione s| è pnn’nalizzata
sa un passo del discorso: « .. procurate di
richiamare ira toi chi da voi fosse staccato,
e studiate il modo per chiamare, con onore e con lealtà, al vostro patio di fratellanza chi ancora non lo condivide. Fate che
chi ancora è rinuisto fuori desideri e nieriti la comune fiducia: e poi .siate generasi
ueiraccordarla ». Si è vi.sta una ira-parente
aliti-ione all’Indonesia fé al Siid-4frira
e alla Cina. Ma jierrbé solo nn’allnsione.
e un’allu-i'ine cosi, cirjcspelta, con quell’accenno al « meritare » la comune fiducia
che sembra negare ciò che afferma? Forse, ciò che più urta neU'incensameiito delrONU da parte di Paolo VI è l’ipocrisia di
una visione rosea e parerrliio soddisfatta,
di un’allocuzione laudatoria, senza una ]:urola circa i problemi cocenti che travagliano, a vent’anni dalla sua rostituzione, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, Non così
si prende sul serio la questione. Anche sul
piano strettamente politico, stringi stringi. non si è andati al di là delia retorica,
sia pure gentile e calda.
S.-ippiamo quanto sia difficile alle chiese
e ai loro rappresentanti, di fronte ai problemi politico-sociali nella loro immensità
(omplessità, dire una parola chiara, senza
tortuosità, non perennemente bilanciata fra
sì e il ma in equilibrio statico e morto,
ima parola rlie tocchi al vivo, efficace, penetrante. Spesso è meglio tacere: se la
Chiesa di Cristo non ha una parola nrofelira da dire o non sa dirla, meglio taeere ehe
far eredere che l’Evangelo sia retorica, ilie
1 Evangelo sia semplicemente quello che
(lirono tutti 1« gli uomini di buona vo'onlà »1, eon su Io spolverino del nome di Cristo e la citazione di qualrbe ver-eUo appropriato.
Preprio come temevo, non si è trattalo
per nulla di un messaggio profetieo.
Non ba ¡Iato assoliitamenie il senso di
c-sere alla presenza del Vivente, Redento
re. Riconciliatore, Signore e Giudice. Non
l’Ila dato, perchè il ¡nessaggero stesso non
pareva averlo. La Chiesa romana è cosi
piena della pretesa divinità in lei trasfusa,
elio le è estremamente difficile avvertire
questo senso e renderne testimonianza; per
i bi Sa di essere « madre e maestra », si
-tempera assai il senso sconvolgente del solo
vero Padre, del solo vero Maestro.
Cosi non c’è stata umiltà (se non quell’umiltà civettuola che è « virtù » deli’uomo e non senso della presenza del Signore!.
CONTINUA
IN SECONDA PAGINA
2
pag. 2
15 jüobre 1965
N. 11
Il^ñmne di Cristo
jiLigrana
di una comunità
Una comunità, abbiamo detto; questo è il mistero dei nomi elencati. Non
si tratta di un esercito di anonimi ma neppure di un « comando » in terra
straniera unito ed impegnato nella sua missione: una comunità di fratelli in
cui la fede di ognuno e la vocazione di ognuno non è solo riconosciuta e valutata ma vissuta in uno spirito comune. Stàkys e Persis non vivono la loro
vita come individui isolati, come individualità singole, ma hanno alle spalle
e davanti ed accanto altri uomini che considerano la loro testimonianza singola, parte integrante ed insostituibile della testimonianza comune.
Il senso di questa fraternità, ancora una volta, non deve essere cercato
in un generico senso di amicizia e di fratellanza reciproca per il fatto di
avere in comune una religione (a creare tali legami era del tutto sufRcientc il
culto di Mitra e di Iside), un'etico o una morale (a questo provvedevano in
modo egregio le confraternite filosofiche stoiche e pitagoriche): è rappresentato dal nome di Cristo.
L’elenco di Romani 16 non è elenco di nomi, di uomini nel senso moderno, in quanto tutti questi nomi non hanno in sè alcun significato e neppure ne assumono nella loro unità (non sono firme in calce ad una petizione),
acquistano significato solo in riferimento al nome che costantemente ricorre
Gesù, Cristo, il Signore. Quel nome è la filigrana della comunità fraterna.
Essere fratelli non significa perciò nella comunità cristiana essere legati da
parentela, amicizia (simpatia, da una identità di vedute sentimentali o ideologiche ma dal riconoscersi legati a quel nome comune, a quel singolo; Gesù
Cristo).
La testimonianza peculiare di questa sensibilità fraterna non viene data,
nel nostro testo, da Paolo ma da quel post scriptum di Tertius; «io Terzio,
che ho scritto la lettera, vi saluto nel Signore ». Questa firma e questo saluto
del modesto giovane che ha scritto sotto dettatura il messaggio dell’apostolr.
garantisce la comunione in fede e la saldezza della chiesa cristiana più di
tutte le confessioni di fede, le decisioni conciliari, le ortodossie ed i concordati.
Il modesto, insignificante Tertius è la chiave di volta di tutto il capitolo,
la sua firma è la garanzia della autenticità della lettera più di quella del grande Paolo. Senza di lui l’epistola non sarebbe che la divagazione ispirata di un
profeta semi-cieco nel suo carcere, non avrebbe corpo e vita. Lui solo può
portarsi garante della verità e della realtà dei misteri che ha scritto (meglio,
trascritto), perchè lui solo può dire a Foibe e ad Àndrónikos: questa lettera
e fede della mia fede; lui solo può dire, ciò che Paolo non è in grado di dire
da solo: siamo fratelli in Cristo.
La sua firma ed il suo messaggio, modesto, impercettibile scarabocchio
in c-alce al papiro, non galleggia come una foglia morta sull’abisso dei capit di 5 e 8 ma scende nella loro profondità, perchè il mistero della comunità
cristiana è il fatto che Tertius possa dire a uomini sconosciuti, che forse
mai incontrerà : il mio cuore batte con il tuo e la mia mano è nella tua, perchè il Signore è vicino. Giorgio Tourn
Problematica
della libertà religiosa
Ho letto su (t Eco-Luce » (1-10-1965) la
nota redazionale sulla « dimensione laica di
un problema teologico « che fa da cappello
e presentazione al condensato dell'articolo del
Dr. A. F. Carrillo de Albornoz sulla « libertà religiosa e libertà dell'uomo ». Quivi.
neU'inquadrare detto studio neiratluale discussione sulla libertà religiosa, d aiferma
che fi una delle sue tesi fondamentali (dell'Albornoz) è che, nella nuova situazione, diventa de facto estremamente problematica
la rigida separazione Chiesa-Stato o comunque Chiesa-società »: e inoltre si nota « come questa valutazione collimi con quella che
informa l'attività... del Consiglio Federale
ed in particolare del prof. G. Peyrot in vista
di quelle intese previste dalla Costituzione
italiana per le minoranze religiose ».
Come accade sovente allorché operano
riduzioni di concetti elaborati ad espressioni
sempliciste per renderli con facilità accessibili alle menti di quanti desiderano conoscere
senza riflettere, anche nella suddetta nota
sono scivolati dalla penna del redattore due
grossi errori prospettici che travisano intieramente il pensiero degli autori chiamati in
causa.
Il primo errore concerne il pensiero delrAlhornoz, laddove viene presentato il problema della rigida separazione tra « Chiesastato o comunque Chiesa-società ». Il lettore
avveduto scopre da sè, leggendo Tarticolo
del detto autore, che quel « comunque » è
del tutto fuori posto poiché dallo scritto
deirAlbornoz risulta evidente che i rapporti
Chiesa-Stato c società civile-comunità dei credenti. sono per nulla coincidenti, anzi lutt’aifatto diversi. L'Albornoz pone 'n chiaro
risalto che « il vecchio rapporto fra ChiesaStato... sta mutando profondamente... .Nella
vita dello Stato stesso e nelTesercizio de! potere si è inserita una forte componente ideologica... ed anche la concezione delia Chiesa
conosce una trasformazione... considerata
com’è sempre pili... come comunità dei creflenti piuttosto (he come autorità ecclesiastica 0 come potere »; per cui egli sottolinea
che (( la vecchia tensione tra poteri istìtuzlnnali contrastanti sta trasformandosi in ten.
siorie tra ideologie contrastati ». Cogliere
tale trasformazione nello scritto delI'Albornoz è essenziale per valutarne lo spirito ed
il siniiicato. Egli infatti precisa che « (inchè
si intende la Chiesa come potere istituzionale,
é doverosa una netta separazione tra Chiesa
e St-.to ». Ecco quindi che il tradizionale
Requiem
per un tiìscerso
SEGUE DA PAGINA 1
Non una sola parola di u’niUazionc, di riconoscimento di errori, di colpe. Una paterna bonomia, che in parole povere potrebbe condensarsi così: « Siete stali tanto
bravi, signori, in questi anni. Permette
temi che venga a congratularmi con voi e
ad incoraggiarvi e a indicarvi come rontinuart. ancora meglio di prima, sulla buona via ». Stando cosi le cose, suona singolarmente generico anche l’appello finale
alla « eonversione », alla « trasformazione
personale », al « rinnovamento interiore ».
Infine, dato l’uditorio a cui si rivolgeva.
Paolo VI Ila dato voce spiegata alla teologia
naturale rlie si annida nelle pieghe delia
teologia cattolira anche in cjioca di « aggiornamento biblico ». Al riguardo vale la
pena citare la c.nclusione del discorso
— natiiralmenle quella che meno ha in aressato la stampa e il gran pubblico — il
Sfilo momento in cui è apparso che non un
rapo di Stalo, pur minuscolo geograficamente ma notevole neU’ainpiezza della sua
giurisdizione, non un uomo politico o un
moralista parlava, ma un uomo die si voleva testimone di Cristo:
« Vna parola ancora, Signori, uii'ullima
parola: questo edificio, che stale costruendo. si regge, non già solo su basi materiali
e terrestri; sarebbe un edificio costruito
sulla sabbia: ma si regge, inna'i:itii'io. sopra le nostre coscienze (le nostre coscienze
non sono elemento terrestre? n.d.r.). f’ tenuto il momento della ” metanoia ”, della
trasformazione personale, del ’■innova-nenlo
interiore. Dobbiamo abituarci a nenife in
maniera nuova Vuomo; in nuiaìmi nuova
la convivenza deirumanità. in ni'mijra nuova le vie deliri storia e i destini del mondo,
secondo le parole di S. Paolo: rivestire
l’uomo nuovo, creato a immagine di Dio
nella giustizia p santità della reiilà
lEpb. I: 2.1). E’ l’ora in cui s’impone ima
sosto, in nr, momento di raccoglimento, di
ripensamento, quasi di preghiera: ripensare, cioè, alla nostra comune origine, alla
nostra storia, al nostro destino comune. Mai
come oggi, in un’epoca di tanto progre.s.so
umano, sì è reso necessario l’appello alla
coscienza morale rleU’uomo!
« Il pericolo non viene nè dal progresso
nè dalla scienza: questi, se bene usati, potranno anzi risolvere molli dei .gravi problemi che assillano l’umanità. Il pericolo
vero sta nell’uomo, padrone di sempre
più. potenti strumenti, alti alla rovina ed
alle più alle conquiste!
In una parola, Vedificio della moderna
civiltà deve reggersi su principi spirituali capaci non .solo di sostenerlo, ma altresi
di illuminarlo e di animarlo. E perchè tali
siano questi indispensabili principi di superiore sapienza, essi non possono non
fondarsi nella fede in Dio. lì Dio ignoto?
Il Dio ignoto, di cui discorreva neU'areo
pago S. Paolo agli Ateniesi; ignoto a loro,
che pur senza avvedersene lo cercavano e
'o avevano vicino, come capita a tanti uomini del nostro secolo?... Per noi, in ogni
caso, e per quanti accolgono la rivelazione
ineffabile, che Cristo di Lui ci ha fatta, è
il Dio vivente, il Padre di tutti gli uomini ».
11 parallelo con la situazione di Paolo
neU’areoipago di Atene, che evocavo la scorsa settimana, è stato dunque presente alla
mente di papa Montini; ma troppo impari
lorze, o piuttosto troppo diversa l’imposlazione teologica da quella del discorso di
Paolo, interpretato naturalmente alla luce di
tutto il suo epistolario, della sua intera testimonianza. Soprattutto, la chiusa sa di
nosticcio, giunge all’impravviso (conosciamo purtroppo questo fenomeno amile in
nostri discor.si « evangelici »!), senza vero
nesso con quanto procede, senza che ciò
che qui viene proclamato cuore pulsante
abbia latto circolare il suo sangue vivo in
ciò lite nrcrede. Tipica apologetica, per <‘ui
chi s’incammina con l’oratore e fa lunga
strada con In! .sentendolo ron sò all’unisono, all’improvviso, al termine del eammino, lo sente cambiar teina: :ome stimlrsi
se, nella migliore ipotesi, ricorderù il 'corno del discorso e lasrerà radere la condiisione come particclare secondario’
Non da un punto di vista politiru, dunque, nè da un punto di vista raltolii c: ma
' un punto di vista bildiramente teologir ,', si è realmente trattato di una arande ocra.sione .uianrata. Non è l’Evangelu dei
Pfiniijie della pare, quello risuonato nelI aula magna dell’ONU ; questo discorso p.olili.o ed erdesiastico non ha alcuna port.ai profetica, è un sale divenuto insipido.
Non pretendo di essere profeta, nè quindi
di indirare a Paolo VI e ai suoi teologi le
linee di questa profezia, qui e ora; ma deploro di.» riè die nnn è annuncio profetico
della pare di Cristo Li trattava di caralterizzarla e rirroslarziarla, teologicamente e
politicamente!) sia stato presentato come
lille. A scanso di equivoci su pregiudizi
confessionali, tengo a chiarire rbe laivolta impressione e giudizic del tn'to simili
hanno destato in me disrersi « evangeliri »,
ad esempio ndl’ainbito del lavoro della
Conferenza Cris’iana per la Pace. Nell’un
caso come nell’altro — ma nel raltoliresimo
cri. la ladicalilà e coerenza .he -sempre
ral'.crizza la .sua tendenza « iniegr.ilrice n
— alla Parola di Dio si sovrippongono le
parole e i pensieri rbe salgono dal cuore
didPuomo, al buon volere (la grazia!) di
Dio la buona volontà degli uomini, all’attesa viva del Regno di Dio (a mi si rende
testimonianza, ma die la nostre mani e le
nostre buone volontà non potranno ma;
(ostruire) la fiducia nell’opera e ndì’inipegno dell’uomo; cosi abbinati, la Parola,
la Grazia, il Regno sono soltanto più una
componente del nostro mondo, non il Si
gnore vivente che interpella, redime, giudica il nostro mondo. Dobbiamo respingere
con tutte le nostre forze la rontiniia tentazione di confondere, in qualsiasi modo e
misur.a, Dio e la natura, Dio e Tuomo con
i siici sentimenti e i suol iiensieri, Dio e
le ideologie. Dio è « totalmente Altro >• da
noi. e questo Dio ci riscatta- crederlo, saperlo, que,sto soltanto apre una breccia sulla
vita di Dio nel chiuso ambilo Iella nastra
condizione umana.
Le Chiese cristiane sono oggi a confronto
con la grande ideologia unitaria dell’ONIf.
coli le sue luci e le sue ombre, il suo corpo .splendente e i suoi piedi d’argilla. l.a
sua buona volontà e ’ «uoi contrasti feroci
0 .sornioni, le sue realizzazioni e la sua impotenza; di fronte ail’anelilo che questa
Ideologia incarna nel mondo, le Chiose, i
cristiani hanno soprattutto da vivere la pace di Cristo, per quanto framraentaria e,
contraddetta, con il .sonsii gioicco di aver
così già le primizie del Regno di Dio, poiché — come scrive G. Peyr.ji in altro aiii( (do — < la condizione umana è senza pace ». G'ues.'- vita è la v»ra testimonianza
che i rristiani possono c lìi vono (iare. !
suoi profeti il Signore li ma,idi conio ^
quando e dove vuole: diffi-thiic'itc su invito del sig. U illuni e con devia/.i me sul
Valdorf Asloria e lo A'ankee Sladimn.
Gino Conte
P. S. 1. - Un amiro al quale esternavo
questi pensieri, uno dei giorni scorsi, mi
diceva; «Ma non poteva fare un sermone! ». Perchè no? E’ proprio l’unira rosa
che un credente, un predicatore doveva
fare- in tale circo.stanza ; naturalmente una
predicazione che avesse ben presente a ibi
si rivolgeva.
P. S. 2. - C’era, nel discorso ponlificio.
un passo rbe mi ìia fatto sussultare:
« ...siamo portatori di un messaggio per
tutta l’umanità: e lo siamo non .solo a Nostro nome personale e dell’intera famigìlia
cattolica, ma lo siamo pure di quei fratelli
cristiani che condividono i sentimenti da
Noi qui espressi, e specialmente di quelli
da cui abbiamo avuto esplicito incarico
d’essere anche loro interpreti ». Pare che
questi ultimi siano stati osservatori prolestanlil?) anicrirani. Che rosa io pensi
di quella presenza « vicaria » a nome mio
e nostre, e ancor più di quella « delega »
grottesca nella sua rerilà e piaggerìa, risulta evidente da quanto ho scritto. Confido di non essere voce isolata. G. C.
VILLA OLANDA
99
La Direzione di Villa Olanda comunica
aver ricevuto: Fasi. SeifTredo e Eivira Colucci « in memoria Pastore Enrico Pascal »
L. 5.000.
concetto di separazione rimane totalmente
aiTennalo. perché il rapporto tra Chiesa e
Stalo, intesi questi tradizionalmente quali
poteri istituzionali, non ha nulla a che vedere con quello corrente tra società e comunità dei credenti che costituisce l'oggetto
principale dello scritto in questione.
Il secondo errore concerne il mio personale punto di vista sull'argomento e l'attività da me svolta in seno ai Consiglio Federale. E' ovvio anzitutto che Tatlività svolta
i-n vista delle (( intese » con lo Stato dal Consiglio Federale non ha alcun rapporto nè
diretto nè indiretto con le tesi ro.^enute dal.
l'Albornoz. ma il lettore potrebbe essere tuttavia indotto a ritenere che la valutazione
fatta dairAìbornoz circa i rapporti tra socie,
tà civile e comunità dei eredenti r collimi »
-- come è detto nella citala nota - - con le
mie vedute su questa delicata materia dei rap,
porti tra Chiese e Stato incidendo sul merito dei problemi relativi alla tutela della
libertà religiosa. Ciò non è esatto. Tale te.«i
10 l'accolgo semplicemente come ipotesi di
lavoro, ma non la condivido nelle sue implicazioni; la osservo come un dato fornito dall attuale fase della vita storica.
E dato che nella delta nota redazionale sì
fa menzione pur anco dei dibattiti svolti al
Campo di Agape nel luglio scorso sul tema
della libertà religiosa, mi sia consentito presentare qui come in quella sede ho precisato
11 mio pensiero in merito a detto inquadramento sociologico del problema della libertà
feligmsa allorché, cercando di individuare il
significato attuale dì delta libertà, ho prospettato talune Implicazioni che mi sono parse
le naturali componenti di una tale valutazione del problema dei rapporti correnti Ira
società civile e società religiosa. Nella relazione presentata al detto Campo di Agape
ricercando il sigiiiiicato della liltcrta religiosa
nella concezione die inquadra le istanze sociologiche attuali precisavo che :
(( Oggi infatti i diritti di libertà non si
possono piu concepire come rivendicazione
dei singoli contro il prepolere del sovrano
assoluto^ e neppure come concessione sovrana per sua autoliniilazione di potere. Sul
piano della realtà deni'.rratica dillo Stato
moderno, dove la sovrunllà appartiene ai di'
tudinl. detti diritti si presentano in una concezione di carattere sociale, come espressione
necessaria per il manifestarsi ed il potenziamento della personalità dei singoli cittadini. E pertanto — come precisava Calamanvanno intesi non solo come riconoscimento pratico della dignità morale di ogni
persona, ma anche come mezzo per rendere
operosa e feconda la vita politica della coniunità e far sì che tutti i cittadini possano
liberamente contribuire con le loro migliori
forze individuali alla formazione ed al perenne rinnovellarsi di quella volontà comune, che nella democrazia è runico titolo di
legittimità dell autoritcì . In quella valutazione dei diritti di libertà non rimangono
estranei quelli che riguardano il settore della vita religiosa c la sua fenomenologia.
« Infatti nelle visuali più moderne del
concetto di libertà religiosa si suole considerare l istanza religiosa come fattore di vita
che permea tutta resistenza del credente e
lo impegna nell'ambiente in cui vive, implicando il dato della sua fede non solo
nella vita spirituale, ma anche in quella culturale, professionale, economica, sociale e politica. Si è di conseguenza portati a valutare
la libertà di religione non più tanto come un
diritto di libertà a sè stante, quanto come un
aspetto della libertà, quasi unoUicù particolare india quale vanno veduti lutti i diritti
civili in genere che competono ai cittadini.
« Questa visione totale della religione come
fatto di vita, consente di valutare in una
visuale diversa anche i rapporti tra formazioni sociali e confessionali: il die, per quanto concerne la fenomenologia religiosa comporta di non considerare più i detti rapporti
come correnti tra Chiese e Stato, nel loro
aspetto di poteri istituzionalizzati, sovrapposti
ai singoli che li costituiscono "lUi fideles et
uli cives . ma di valutare questi ultimi nel
loro aspetto collettivo, sociologico, non istituzionale rappresentato dalla società nel suo
insieme e dalla comunità dei eredenti. L'urlo eventuale verrebbe a spostarsi da una
lotta di prevalenza fra potentati, ad una competizione tra le componenti ideologiche della società civile, dove il portato delle fedi e
delle loro implicazioni sociali verrebbe a confluire. ed eventualmente a confliggere. con
le diverse ideologie filosofiche, politiche, morali. La libertà di ciascuno e dei gruppi dovrebbe pertanto essere Ìl tessuto connettivo
indispensabile perchè ognuno di essi possa
dare il proprio apporto alla convivenza civile, che rappresenterebbe la casa gestita in
comune da tanti diversi elementi.
« Con tutti L rischi che una tale valutazione comporta, il rapporto di impegno in
funzione di ciascuna fede e ideologia darebbe
la risultanza e l'equilibrio eventuale al parallelogramma delle forze in contesa. La libertà
di religione potrebbe quindi enunciarsi come
una piena libertà di espi’essione e manifestazione dei molivi religiosi interiori nelle
implicazioni esteriori di carattere spirituale,
culturale, sociale, economico e politico, assicurata nel suo esercizio dal pieno godimento
dei diritti di libertà civile in tema di educazione. istruzione, corrispondenza, riunione,
associazione, stampa e diffusione del pensiero. Il pericolo dei tolalilarismi ideologici che
una tal concezione, non dispregiala dalle
correnti cattoliche, mira a contenere e ridurre, puh costituire più di una tentazione ad
abbracciare questo ordine di idee senza adeguato ripensamento delle medesime ai lume
della Rivelazione. Fuori da ogni pos.sibile
criterio di limite preventivo, la libertà di
religione albergherebbe nel più ampio spazio
delle libertà civili, ma Vavvento di un nuovo possibile frazionamento ispirato a criteri
feudali di ordine settoriale, può condurre
a disunire la compagine statale in funzione
di un pluralismo confessionale ed ideologico,
in cui le formazioni sociali minori ripren
derebbero il sopravvento sul denominatore
comune di Stato, ridotto allo strumentale
servizio dì casa comune: e ciò con tutti i
rischi insiti nei ritorni a concezioni informate a! criterio deU'etii’ità dello Stato, an.
che se fuori di ogni predeterminata valutazione e restrizione ideologica.
« Quali poi i limiti di espansione nelle
espressioni e nelle manifestazioni delle implicazioni suddette? E tino a che punto infatti il governo di un popolo (espressione
istituzionale del potere deiride.ologia al momento dominante nel paese) potrebbe intervenire a raffrenarne, limitarne v impedirne
la propulsione, non già a causa della fede
religiosa (o dello spunto ideologico) che
anima l'azione, ma per via del carattere sociale, economico, politico, sovversivo dell'ordine costituito, che hanno le implicazioni della data fede o ideologia sul piano concreto?
Questi i problemi aperti di fronte alle istanze della vita civile. E sul niano religioso
restereboe tuttavia da considerare sino a che
punto, nell eventualità dei suspecificati interventi statali, sia legittimo dinanzi al Signore gridare alla conculcala libertà religiosa
e protestare a Cesare di aver voluto parte
delle cose che spettano a Dio: O’^miry re
non sia il caso, in tali ipotesi, di valutare
solo la resa testimonianza nel quadro del
dovere di obbedire a Dio piuttosto che agli
uomini, accettando come implicazione della
libertà della propria fede anche le conseguenze poliziesche e penali deU'interv^nito
conservativo della società civile organizTMla,
non ignorando che anche Israele. iKcideca i
profeti.
« -Anche una tale concezione sociologica
della Hbertà religiosa sembra non soddi-fare
fiuìndi (dristanzu individuale di adorare Iddio secondo il dettato della propria cosci-tiza.
ne a quella collettiva d{ risolvere le leh.doni
fuori di un rapporto di forze e dal rvars,,
eventuale al sopru.so della violenza. La rondizioìie umana è senza pace ».
Mi sembra che in lai modo ogni pu- ¡bile
equìxoeo nascente da un i>resuiilo coll; aare
di opinioni diverse rimanga inticrameiu
gaio. Del resto è necessario tener pn
che il problema della libertà religiosa i
impostalo a livello mondiale: e non piu- più
esser \ aiutato per una comprensione tIeJla
sua completezza, solo riguardandolo d.,; ti.
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stretto angolo visuale dell'interesse di una
minoranza cristiana vivente in un pii use a
maggioranza cristiana confessionalmeiiidiversa. L'apporto di altre concezioni rt“-giose
e di ideologie laiche, che trovano oggi ittuazione con pari possibilità di affermazioni giu.
ridiche nei più svariati paesi, conferisce al
problema della libertà religiosa una (Lniensione nuova e, nel suo concreto rìsuontro
nella realtà, una sfaccettatura poliforni.\ per
cui la superficie di un tale poliedro -lugge
a chi si limita a considerarne solo la taccia
dove è situato. Lina soluzione ael problema,
perché sia valida, deve viceversa rìspniidere
alle necessità di situazioni diirerenti in condizioni tra loro divero::. Giorgio Peyrol
Mi scuso per la mia infelice prosa. lie.Ui
comunque di aver dato occasione al prof.
Peyrot di chiarire la sua posizione, e. di
darci questo ulteriore contributo circa II problema dibattuto che tutti ci appassiona. Devo
tuttavia dire che. se posso riconoscere di aver
scritto qualche imprecisione, non mi pare —
e giudichi il lettore avveduto —- dì aver
commesso errori. Quanto aU'urgonient azione
dell /1/òomoz. intendevo appiuilo. con evidente riferimento al suo scritto snttocilato.
sottolineare l acuta nota che ^a probleinalica
Chi.esa-Stalo si sta spostando e. diventando
quella Chiesa-società. Se il <( comunque » è.
infelice, a mia conoscenza in 'Ualiano non
indica coincidenza: le problematiche in questione sono naturalmente ben distinte, ina
non senza punti di somiglianza e parallelismi.
Quanto poi alla posizione personale del prof.
Peyrot. in merito a questa questione, l ho
forse presentata in modo impreciso (non ho
ascoltalo la sua conferenza ad Agape), e mi
rallegro per la chiarificazione teologica che
egli ora ci dà, rifacendosi alla sua precedente ma non pubblicata presa di posizione.
Devo però precisare che nella mia nota parlando di (( separazione fra Chiesa e Stato »
intendevo una separazione totale: il profPeyrot segue da anni (il Coiusiglio Federale
ha accettato questa linea) il programma di
attuare le « intese » con lo Stalo previste
dalla Costituzione Italiana: a mio avviso, in
tal modo non si riafferma recisamente i^
principio della separazione fra Chiesa e Stato. ¡Sella mia nota riconoscevo però che la
prospettiva tracciata dal Carrillo de Albornoz
nel suo studi) illuminava di una luce nuova
la questione, e che alla luce di questa nuova
prospettiva occorreva vedere il problema dibattuto. con accentuazioni diverse, anche fra
noi: e in tal senso accennavo ad un « collimare » di problematiche.
Il Peyrot ha pienamente ragione che non
si può affrontare questo problema con un
atteggiamento provinciale; era proprio quello che cercavo di far comprendere presentando lo studio delPAlbornoz. Ora. comunque. i nostri lettori hanno materia di riflessione. red.
3
15 ottobre 1965
N. 41
pag. 3
IL PASTORE
ENRICO PASCAL
Un ministro deirEvangelo
1] Pastore Emerito Enrico Pascal ci ha
lasciati. Lo ha chiamalo presso di Sè il suo
e nostro Signore per affidargli un ministerio ancor più elevato di quello che gli è stato
dato di compiere con tanta fedeltà nel suo
pellegrinaggio terrestre.
Nato a Salza di Pinerolo il 5 Marzo 1883.
Allievo della Scuola Latina di Pomaretlo e
del Ginnasio Liceo di Torre Pellice. Studente nella Facoltà \ aldese di Teologia a
Firenze. Soggiorno presso una Facoltà teologica in Aberdeen (Scozia), Anno di prova
a Falerna e Caltanisetta. Consacrato nel 1912.
Pastore: a Prali . Oinbues della Valle (Uruguay) - Rorà (T anni) . Reggio Calabria (4
anni) • Cerignola e Orsara (3 anni) . Forano Sabic.o (12 anni) . Emeritato nel 1952 Deceduto a Luserna S. Giovanni (dove egli
rese preziosi servizi) il 2 ottobre 1965.
lì Testimone deirEvangelo.
Fedele testimone in ognuna delle Comunità affidategli, dalle Valli Valdesi fino in
Sicilia ed oltre Oceano. Fedele nelFadempiere i molteplici doveri pastorali. Fedele
nella predicazione. Pascal era molto modesto. Come il Maestro, era « mansueto ed
umile di cuore ». e seguiva il Maestro anche
nella semplicità, nel predicare TEvangelo,
non ricercando il successo oratorio personale,
ma cercando di esser compreso da tutti. Oggi
molti vorrebbero nuovi sistemi di predicazione. F-d è vero che bisogna aver sempre
present' le preoccupazioni e le particolari
necessii i delTora attuale. Ma non si dimentichi clic l'Evangelo possiede sempre una
eterna .giovinezza, e per ogni tempo possiede
una pc.riicolare potenza di edificazione. Nulla
di più semplice delFEvangelo. Pascal ne era
convini'i. e senza dubbio fu un ottimo predicator;-.
Il Capi’ llano Militare.
Duivi ; ' la guerra 1915-18, Pascal fu Cappcllau'i !.r! Battaglione « Pinerolo » del 3°
Alpiii! !'!i cosi completa ed assoluta la sua
dedizi.'i' alTarduo compito, che gli fu conferita :: Medaglia d'Argento al valor militare. « ' la .seguente magnifica motivazione:
« Pust*," Valdese, fin da principio della
« carni :na disnupegnò la sua missione dan.
«do !i ,aOilc esempio di coraggio e di al<( iruisiìi •. Accorse volontario a prestare l*o« pera ea pietosa nel reparti alpini ove si
« trova ;.!(> (lei valde.si. ogniqualvolta i re« parli -jpssi stavano per .sostenere azioni di
« gucia . e sempre pronto ad esporsi dove
« magai -re era il pericolo, seguì le truppe
«negli ^-’alli. |>orlanto il conforto della sua
« paroi; Il moribondi cd agli altri reriti, non« curami dt se ed animato soltanto dal più
«sereni -pirito di nobile pietà.
« Gamia - Carso . Cadore, Maggio 1915 « Agosto 1917 ».
Passalo poi al « Battaglione Granerò »,
proseguì così fedelmente che abbiamo sott occhio un altro bellissimo attestato del Comandante.
Il 28 Marzo 1918. quando il Moderatore
Ernesto Giampiccoli ebbe notizia deli onorificetiza. scrisse a Pascal i suoi vivi rallegramenti. di cui stralciamo alcuni passi. La
Medaglia d'Argenlo «; ...è non soltanto il riconoscimento più che meritato della fedeltà,
de! coraggio e della nobile abnegazione con
cui Ella ha compiuto il suo dovere, ma è altresì una consacrazione ufficiale, da parte
delle Autorità Militari, dell alta efficacia del
Ministero che Ella rappresenta — tanto più
che la medaglia non le è stata decretala per
un singolo atto speciale di valore (...) ma
per 1 elevato continuo spirito di sacrificio di
cui Ella ha dato prova (...). A nome della
F'àvola e della Chiesa tutta che sì sente onorata nella persona di un suo degno Pastore,
del quale ama così il valore come la modestia. le faccio pervenire le più calde congratulazioni ».
— Sappiamo che oggi lutto quello che sa
di «militare» non piace. F su questa antipatia condivisa da molti avremmo molto da
osservare. Come Cristiani, aneliamo tutti alla pace. Comprendiamo il desiderio che trion.
fi ¡1 principio della « non-violenza ». e che
si renda giustizia agli « obiettori dì coscienza », qualora la sincerità de! loro atteggiamento sia comprovala. Ma serbiamo rispetto
ed ammirazione per tutti quelli che, come
Pascal, bau servito la Patria cosi fedelmente.
D'altronde, noi tutti Cappellani militari abbìam potuto spesso ringraziare Iddio nel vedere refficacia delFEvangelo per confortare
i feriti, i moribondi, e ra.sserenare gli stanchi e scoraggiati. E* questo uno dei nostri
migliori ricordi.
Gli Alpini in congedo presenti ai funerali
del loro ex Cappellano ebbero spesso da riferire il bene che Pascal fece loro. Ed il
« Picchetto d’onore » era ben meritalo.
L'Amico.
La vera amicìzia si esprìme talvolta senza
parole, ma nel semplice alteggiamcnlo del
collega e fratello. Un lontano ricordo. Incontrai Pascal a Brescia, quando eravamo
tenenti. Potemmo per alcuni giorni trattenerci sui tanti problemi che ci stavano a
cuore. Già eravamo amici. Ma ci sentimmo
allora ancor più fortemente amici. Ora egli
è partito, ma — sebbene commos.so - non
piango. So che 1] caro doppiamente collega
avrò presto la gioia di rivederlo nella Patria
celeste.
Il Signore conforti la Vedova e ì familiari
del nostro fratello. Giovanni Bertinotti
La piccola folla di amici, coUeghi.
conoscenti che ha accompagnato lunedi 4 la salma del Pastore Enrico
I ascal alla sua ultima dimora nel cintilen di Luserna San Giovanni non
evocava pensieri di tristezza, di dolore, di silenzi, ma di pacata serenità,
(èrto il nostro rito funebre ben si
addice a uomini riformati, restii a
manifestare sentimenti in forma appariscente e la lede evangelica sa che
la morte non è l’ultima parola ma la
vigilia della resurrezione gloriosa;
ma non erano unicamente questi pen.sieri e queste realtà spirituali a temperare e moderare i sentimenti di
quella comunità di fratelli nell’or.i
del dolore.
\ dare alla cerimonia alle nostre
persone, all’ora stessa quel senso di
pacatezza, di misura, di sobrietà era
il ricordo e forse più che il ricordo
la presenza di quell’amico, compagno,
tratello che non era più.
Non poteva esserci retorica ntanifesiazione di dolori, rivestimenti sentimentali, addobbi neU’ultimo saluto
di fratelli ad un fratello che, per riprendere i termini adoperati dal vice moderatore nella sua sobria allocuzione, si può definire credente umile, schivo, modesto.
Questa sua umiltà e modestia di
uomo e di pastore era così reale e
presente da determinare ancora il
nostro atteggiamento e l’esistenza
delle cose stesse.
Non suonava retorica la lettura
della motivazione della medaglia d’argento al valor militare conferita a Enrico Pascal nella grande guerra e,
stranamente, non suonava retorica
neppure la presenza di quel picchetto
di alpini con baionetta in canna che
precedeva la sua bara accompagnato
dai labaro della sezione combattenti
locali.
In altre circostanze e in altri luoghi tutto questo poteva avere sapore
idiverso, di ostentazione, di apparato;
accanto a lui diventava umana, sobria manifestazione di simpatia.
La stesso silenziosa serenità esprimeva la piazza campagnola dei Bellonatti, la solitaria via del cimitero
e le colline indorale dal sole di quel
pomeriggio d’autunno che si andava
spegnendo senza violenze, senza drammi, senza tensioni nelle ombre della
sera. Riguardando le montagne dal
Frioland al Vandalino, quelle creste e
quei boschi che aveva certo contemplato tante volte nella sua gioventù
e nella sua vecchiaia, andavo dicendo a me stesso che la morte degli
uomini e la stessa loro sepoltura sem
bra essere l’ultimo riflesso, la trascrizione finale dell’esistenza.
Tipo di pastore che appartiene al
passato, figure che scompaiono, si dice di di uomini come Enrico Pascal,
quasi fossero creature remote già appartenenti alla storia senza più ade
renza ed incidenza nella realtà colidiana dei fatti. Ma ogni uomo appartiene al passato, è figura di tradizioni,
tesoro di ricordi, di parole, atti e lotte
di ieri ; ogni uomo è figura che scompare, insostituibile neìla sua individualità. Nel caso di Enrico Pascal c’è
forse più che figura o tipo pastorale,
c’è la silenziosa e pacata presenza di
un esempio. Un esempio di misura, di
modestia, di sobrietà. Ci si può domandare però se questa profonda, cotidiana modestia non avesse le sue
radici in qualcosa dì più profondo
della natura e del temperamento, del
carattere insomma ; non ricavasse la
sua ragion d’essere dal dono della
umiltà.
Forse i momenti particolarmente
seri ed impegnativi che vive la chiesa
nel mondo moderno, gli appelli e le
responsabiltà che si accumulano su
alcuni, gli interrogativi che da ogni
parte sono rivolti ai credenti ci fanno inquieti e timorosi di non essere all’altezza dei compiti. Forse il nostro
sguardo e la nostra attenzione si
orienta verso mete che paiono troppo
lontane per le nostre forze e siamo
perennemente mossi dalla ricerca di
verità e di risultati. Forse il nostro
pensiero si muove verso grandi cose,
non per nostra gloria certo, per la gloria di Dio. Chiediamo molto a noi
stessi ed agli altri, poniamo molto in
alto le nostre mète; forse, il Signore
lo sa, manchiamo di umiltà, di modestia, di sobrietà.
Ed è proprio per questa ragione che
uomini come Enrico Pascal significano nella comunità fraterna una insostituibile parola di richiamo, un richiamo alla reale dimensione delle
cose, ricordandoci che il Signore è
colui che provvede ed opera oltre i
nostri sforzi e le nostre fatiche, oltre
le nostre inquietudini ed i nostri risultati. Esistenze e ministeri come il
suo ci ricordano che l’apostolo vedeva
esattamente la situazio-ne delle comunità cristiane quando le esortava a
non gpiardare solo alle cose grandi ma
a lasciarsi attrarre dalle umili.
Nel riudire l’elenco delle comunità
in cui egli ha esercitato il suo ministerio non si poteva evitare questo
pensiero dell’umiltà di un lavoro pastorale compiuto nelle circostanze e
nei luoghi più disparati, dove le circostanze e le situazioni lo rieh'edevano. Falerna, Caltanissetia, Regeio eie
Puglie, Forano ed alle Valli Rorà e
Prali, il Carso e Ombues de la Valle.
Ognuno di questi nomi è una comunità, sono credenti, catecumeni, giovani e vecchi guidati cd istruiti, consolati ed illuminati con la sobrietà di
chi compie un lavoro necessario ma
che richiede la conferma e la garanzia dall’alto.
Enrico Pascal ha voluto che il suo
ultimo messaggio fosse espresso dalia
parola del salmo « Nelle tue mani rimetto il mio spirito », ed in questa parola sta espressa la sua fede di servitore modesto ed umile, la fede di
un credente che ha impar.ato a rimettere nelle mani del Padre la sua
vita intera. Giorgio Tourn
I LE¥¥ORI CI SCRIVONO
Lettera aperta
a Frate Mariano
Egregio Frate Mariano (mi consenta r'; Moii darLe il titolo di «padre» ii= base a Matteo 23: 9),
leggi :mIo sul Radiocorriere del 3*9
ottobre Ì965 la Sua risposta a 0. Z.
di 0r\ .eUì circa il culto che il Cattolice,s'ir>o ronde alla madre di Gesù,
risposta nella quale non ha mancato
di ricnirere persino ad argomenti
poetico-mammislici (« Son tutte belle le inarame del mondo — quando
un bainltiiio .«i stringono al còr... »)
per sosltnere la vecchia deviazione
pietislioii-teologica del culto mariano,
devo ciirLc che non son rimasto per
niente persuaso del Suo ragionamento.
E sicconio Ella afferma con tanta disinvoltura e facilità che « un cristiano inlolligenie » dovrebbe senz’altro
comprendere come non si esalti di
più Gesù diminuendo la devozione a
sua matlre. sono rimasto piuttosto
perplesso e mi son chiesto se tutti noi
Proleslaiili non siamo davvero degli
ottusi che non riusciamo a capire la
logica del cullo mariano.
Ma rEvatigeio. che ho avuto la
grazia di poter leggere fin dalla mia
adolescenza, mi ha rassicurato. Infatti in esso leggo che la logica degli
uomini non corrisponde a quella di
Dio (I Corinzi, cap. I e II), che si
può essere pieni di buon senso umano. ma non avere affatto il senso delle cose di Dio (Matteo 16: 23); e che
Dio « ha nascosto le sue cose ai savi
ed intelligenti e si è compiaciuto di
rivelarle ai piccoli fanciulli » (Matteo li; 25-26). Pertanto mi son sentito riconfermato nella certezza, che
nii viene dalla Parola di Dio. che i
ragionamenti umani, anche se « lo*
gioì » e pieni di buon senso, anche
se vogliono far vibrare le corde del
sentimento, non per questo sono conformi alla verità e alla logica del1 Evangelo; anzi spesso lo tradiscono,
fino a dire il contrario di quello che
esso dice.
E in realtà trovo molta differenza
tra quello che Ella dice e quello che
Gesù stesso afferma: perchè mentre
Ella sottolinea fortemente il fatto in
se stesso della maiernità terrena di
^aria nei confronti di Gesù, non
sembra che Questi lo voglia additare
ai suoi discepoli come ragione e motivo di culto verso Maria, ma ai vincoli della parentela naturale Egli oppone decisamente i vincoli superiori
della fratellanza in Cristo, dicendo
che questi sono i soli veri, validi e
permanenti. Infatti, un giorno, a coloro che gli dissero che sua madre e i
suoi fratelli erano venuti ad « impadronirsi di lui », per portarselo via
con loro qualificandolo pubblicamente un « fuori di sè », Gesù rispose dicendo: « Chi è mia madre? e chi sono
i miei fratelli? E guardati in giro co.
loro che gli sedevano d'intorno, disse:
Ecco mia madre e i miei fratelli!
Chiunque avrà fatta la volontà di
Dio. mi è fratello, sorella c madre »
(Marco 3: 20-22 e 31-35). E sempre
per mettere in evidenza la superiore
importanz-3 delFubbidienza della fede,
che per Lui conta più dei rapporto
naturale madre-figlio, in altra occasione ad una donna che aveva esclamato piena d'ammirazione nei suoi
riguardi : « Beato il seno che ti portò
e le mammelle che tu poppasti! »
(cioè: Beata tua madre!), Gesù rispose : « Beati piuttosto quelli che odono
la parola di Dio e la osservano! »
(Luca 11: 27-28).
Ancora, alla luce di Marco 12: 25
e paralleli e dì I Corinzi 7 : 29. passi
che si riferiscono alla provvisorietà
dei vincoli matrimoniali, ma credo
che comunque non escludano la relatività e temporaneità presente degli altri vincoli di parentela naturale,
io mi chiedo se nel Regno di Dio con.
teranuo eternamente la maternità, la
paternità, la figliolanza terrene, o se
un nuovo rapporto, diverso, supcriore,
sublime ci legherà ])er sempre gU uni
agli altri, non più come madri, padri,
figli, ma solo come figli che Dio stesso ha generato in Cristo e quindi come veri fratelli in Cristo.
E allora perchè insistere tanto sul
rapporto terreno madre-figlio tra Maria e Gesù, da basarvi sopra tutta la
speculazione intellettuale c la pietà
mariane, quando questo rapporto è
stalo solo relativo e strumentale, mentre il fattore determinante per il quale Maria è chiamata « beata » non
sta tanto nel fatto puro e semplice
che lei è stata la madre di Cristo,
quanto invece nel fatto che ella ha
creduto in Lui c ha ricevuto da Lui
quella grazia c quella salvezza eterne
che Egli è venuto a portare misericordiosamente ad ogni credente? (Luca 1 • 45).
Certo non intendo affatto,^ cosi
parlando, sottovalutare, come FEvangelo stesso non sottovaluta, la somma
importanza deW'Incarnazione, nella
quale Dio si è servito di una donna
perchè il suo Verbo eterno diventasse
anche vero uomo. Ma ritengo che
questa donna, per quanto alto sia sta.
to il privilegio concessole da Dio per
essere la madre del Cristo, comunque. sia stata solo uno strumento di
cui Dio ha voluto servirsi nel compimento dei suoi piani di redenzione,
strumento importantissimo nella misura in cui il Signore se n’è servito.
E siccome nessun cristiano ha il dovere nè il diritto di esaltare c glori
ficare gli strumenti di Dio, ma solo
Colui che li crea e li adopera con
somma sapienza ed efficacia, credo
che non si debba rivolgere nessun cui.
to neppure a questo strumento, ma
che si debba glorificare e lodare solo
Colui che Fha creato e se n'è servito.
Perciò sono persuaso che Fatteggiamento genuinamente cristiano ed
evangelico nei riguardi di Maria sia
quello della Chiesa del jirimo secolo,
di cui ci fanno fede gli scritti canonici del Nuovo Testamento, atteggiamento certo di rispetto, di riverenza,
di amore, ma che non sa niente dei
dogmi posteriori della perpetua verginità, della immacolata concezione.
delFassunzione, dì cullo di « iperdulìa ». nè di esaltazione di una creatura quasi al trono della stessa divinità. perchè questo pesante bagaglio
dì sapore fortemente idolatrico non
viene dall'Evangelo. ma dalle religioni pagane del mondo mediterraneo
che hanno cosi largamente ispirato e
determinato nel Cattolicesimo postapostolico il cullo e la stessa teologia
mariana. Ed è per questo che noi
Evangelici, per quanto rìspetliarno ed
amiamo la madre del nostro Signore,
ci guardiamo bene dallo scivolare in
speculazioni mariologiche che non
hanno niente a che vedere con la Parola di Dio e in forme di glorificazio.
ne. di devozione e dì venerazione cultuale di qualsiasi creatura, quasi fosse
una semi-divinità, perchè sappiamo
che Dio ce n’è assolutamente uno
solo, Colui che ci ha creati e ci salva
in Gesù Cristo, e che Egli ci ordina
espressamente ed inequivocabilmente:
« Adora il Signore Iddio tuo. e a lui
solo rendi il culto!-» (Matteo 4: 10).
A. E. G.
Matrimoni
misti
Una lettrice, da S. Germano Chisone:
Ho letto ieri la relazione del Sinodo e mi sono soffermata a lungo su
alcuni punti che non ho trovato del
tutto chiari. Mi rivolgo dunque a
Lei per alcuni chiarimenti:
1) Qual'è la posizione che un valdese deve tenere neiraffrontarc un
dialogo con i fratelli separati?
2) A proposito dei matrimoni misti quali sono le posizioni da prendere?
3) In nome di quale autorità la
Chiesa Valdese prende delle decisioni
cosi totalmente contrarie allo spirito
evangelico?
Aspetto una risposta ai miei interrogativi, perchè questi argomenti mi
toccano da vicino. Fiorella Micol
1) La posizione non di chi preten^
de orgogliosamente di possedere nella
sua testa, nel suo cuore, nella sua tra- ■
dizione ecclesiastica la verità piena e
unica, ma di chi sa di essere stato
ajjerraio dal Signore, il quale ha fatto carne in Cristo la sua Verità e ce
la trasmette, con il suo Spirito Santo,
nella Parola — la Bibbm — e in essa
in modo pieno ed esclusivo. Un atteggiamento aperto^ fraterno e umile,
quindi, ma sereno e fermo nella sicurezza d{ dove s'incontri lo Verità
vivente: reciso nel dirla, anche.
2) A proposito di matrimoni misti
il discorso potrebbe essere assai lungo. Un matrimonio misto può essere
I inconfro di due indifferenze o tiepide zze. (di fede): umanamente, questo
iìialrimonio può essere una riuscita,
lontano dalla fede. Ve/ caso che si incontrino due fedi vive e convinte, e
diverse, indubbiamente non potranno
mancare i punii di contrasto, un certo senso di isolamento reciproco, il
sentimento — profondamente doloroso in due coniugi - - di seguire vie
div erse, pensieri diversi, di pregare
diversamente, di dare ai figli — .se
ve ne sono — un impostazione religiosa molto diversa: occorre però ricordare che. se vissuto con serietà e
senza cedimenti, questo contrasto doloroso può essere stimolo reciproco all approfondimento, e il Signore e più
vicino a quelli che soffrono pei la verità che. a quelli che ci si sono abituati. Infine possono incontrarsi una
fede e un'indifferenza: molto dipenderà dalla forza, dal coraggio di quella fede, dalla sua umiltà serena e
ferma.
Questo discorso può suonare teorico
e freddo: ma sono convinto che per
un credente un'unione può essere pie- ;
na solo nella misura in cui v'è comunione di fede (anche se ovviamente
la comunione di fede non basta da
sola a costituire nè a garantire una
unione piena).
Infine^ se un matrimonio misto celebrato civilmente o in una chiesa
evangelica lascia aperte le porte e liberi i contraenti nell'impostare la loro vita comune (tuttavia ricordiamo
che per il cattolico praticante vi è in
tal caso concubinaggio), un matrimonio misto celebrato cattolicamente significa per il coniuge evangelico ^oggettivo rinnegamento della fede', in
quanto gli viene chiesto con impegno
scritto (forse, in futuro, orale, ma le
cose non cambiano) di rinunciare a
testimoniare la propria fede alla prole. Questo e soltanto questo ha voluto
ricordare l'ultimo Sinodo con Vo.d.g.
che ha fatto ingiustificatamente tanto
chiasso.
3) Non comprendo che cosa intenda
per 'spirito evangelico' e quindi quale decisione ad esso contraria lu turbi.
La Chiesa Valdese, comunque, non ha
altra autorità che quella che le viene
dal cercare di essere fedele alVunica
autorità: la Parola di Dio. E questa
Parola, di fronte al Cattolicesimo, ci
pone un reciso aut-aut. G. C.
La nostra
Santa Cena
Un lettore, da Taranto:
Ho letto nella rubrica « I lettori ci
scrivono » (24 selt. 1965) il trafiletto
« Transustanziazione e presenza reale » di E. S.
Su questo soggetto si deve notare
che tra la posizione estrema cattolica
della transustanziazione, che conduce
poi alla adorazione del Corpo e del
Sangue di Cristo, nonostante l’avvertimento di Cristo stesso : « La carne
non giova a nulla », e la posizione
e-l'-ema di Zuinglio puramente simbolica, sì inseriscono la posizione luterana che ammette « che il vero cor.
po e il vero sangue di Cristo sono veramente presenti, distribuiti e ricevuti nella Cena sotto le specie del
pane e del vino » (Art. X Confes.
August.) e quella riformata della presenza reale-spirituale di Cristo fra i
comunicanti.
Se E. S. afferma che « E' innegabile che quella dottrina (della transustanziazione). ha mantenuto viva
fra i eattolìci la fede della presenza
del Signore ». si deve d'altro canto
affermare che anche la dottrina della
consustanziazione, pur non essendo
falsa e pericolosa, mantiene viva nel
Protestantesimo la fede nella presenza
del Signore senza correre il pericolo dì
adorare il Corpo e il Sangue di Cristo. Si fa rilevare questo perchè il Protestantesimo nella molteplicità delle
sue forme liturgiche e teologiche, considera le dottrine del Cristianesimo
dal punto di vista della giustificazione per fede che da questa ricevono
luce e calore.
^ Nei primi tempi della Riforma di
Calvino la Cena del Signore veniva
celebrata 4 volle all'anno e il servizio dì predica e della comunione erano separati uno dall'altro.
Nelle Chiese Riformate antiche chi
entrava per la prima volta era sorpreso di trovare al centro dell'abside
un grande pulpito. Tutto ciò si fece
perchè la Riforma di Calvino, per
fronteggiare il ritualismo e il sacramentalismo cattolico, sentì la necessità di dare un posto preminente alla
predicazione della Parola di Dio.
E' doveroso riconoscere lo sforzo
notevole che si sta compiendo nell*e
Chiese Riformate per rivalutare la
Santa Cena per cui nei templi riformati moderni il posto centrale è stato
ripreso dalla Mensa del Signore e si
cerca di celebrare la Santa Cena tutte
le domeniche. Ma per rivalutare la
Santa Cena non basta fare tutto ciò.
E’ necessario anche, come si esprime
il Past. Gino Conte, « chiarire a noi
stessi e ai fratelli (...), quei punti che
maggiormente ci paiono bisognosi di
approfondimento e di maturazione ».
Innanzitutto incominciare a chìarF
re gli scopi per cui Cristo ha istituito
la Santa Cena. La prima ragione è il
Suo Comandamento: «Fate questo in
memoria di me » e la Sua Promessa :
« Dato per voi e sparso per il perdono dei peccati ». L’altra ragione è
perchè siamo afflitti ed angosciati ed
abbiamo bisogno di essere fortificati.
Ora bisogna credere più che mai
alla presenza reale del Cristo sia che
la si intenda secondo la concezione
luterana, sia secondo quella riformata,
ubbidendo al Suo Comandamento e
confidando nella Sua Promessa.
I miei fraterni e cristiani salali
nel Signore Gesù. Trento f'erretii
Non possiamo qui affrontare tutto
d problema storico e teologico, anche
se sarebbe interessante e forse utile
per molti. Per ora. notiamo che è
forse eccessivo contrapporre in modo
tale la posizione zwingliana fi quella
luterana e calvinista. Certo, un filone
di simbolismo .si trova nella teologìa
di Zivìngli: senza però giungere a un
atteggiamento di puro razionalismo
(del tipo di quello del secolo scorso,
che unito al moralismo ha allontanalo tanti dalla celebrazione della S. Cena); e bisogna ricordare che con gli
immediati discepoli dello Zivingli. fra
cui soprattutto il Bidlinger. Calvino
potè giungere nel 1549 al 'Consensus
Tigurinus ¡Accordo .sui sacramenti
firmato a Zurigo e a cui poco a poco
tutte le Chiese riformate svizzere si
associarono, concordando praticam en te con l'impostazione calvinista. Se
mai più difficile fu l'accordo con {
luterani, almeno allora, forse perchè
certi lati della teologia luterana erano ancora maggiormente legati a
quella medioevale. La comunione con
il Signore, attorno alla sua mensa, è
una realtà, una realtà di fede. Quanto
al riivwvamento liturgico, ricordiamo
che è la Parola a dar senso a! Sacramento. non viceversa.
Solidarietà
Per I anziano isolato della diaspora
abbiamo ancora ricevuto: R. N. (San
Germano Cliis.) L. 1.000; Gruppo Culturale U.C.D.G. (Torino) 1.500; Miiella e Ernesto Bcin (Torrp Pellice)
2.000: N. N. (Torino) 500; N. N. 500:
P. G. (Masselli) 1.000. Ringraziamo
di cuore e trasmettiamo al fratello
che ci ha già ringraziato, commosso,
per il primo invio.
4
pag. 4
15 ottobre 19t>5
N. 41
R0RÂ
'•y-\ V
PIMEROLQ
TORRE PEUICE
Riaperta la scuola
delle Fucine
La riapertura della Stuoia delle Fucine,
dopo un anno di chiusura, ha riempito gli
animi di gioia e di riconoscenza. Era un
vero peccato vedere chiusa la nostra Scuola, forse la più bella Scuola d! montagna
de] Circolo Didattico di Torre Pellice, tanto più che essa è stata costruita soltanto una
quindicina di anni fa grazie alla liberalità della popolazione rorenga che ha donato delle giornate lavorative, il terreno su
cuj sorge attualmente e tanti altri doni, e
la partecipazione di Comune. A questa g'oia
della popolazione e dell’Amministrazione
comunale si -unisce anche quella della Chiesa Valdese, proprietaria della Scuola, che
continua ancora a cedere in uso i locali per
le lezioni ed eventualmente anche l’ahitazione sovrastante qualora le necessità dell’insegnante lo costringessero ad abitarvi.
L’.4mni4nistraziotie comunale, il Concistoro Valdese e la popolazione tutta vuole
esprimere i sentimenti di vivo plau.«o al
Direttore Didattico che ha dimostrato, attraverso la propria sensibilità di equo Amministratore pubblico, di non poter ulteriormente permettere una situazione cr.sì
ambiqua e strana come quella di far funzionare ogni anno alternativamente la siuola di Murcius e quella delle Fucine, mentre la cattedra delle Fucine era stata dciìnitivamente soppressa con decreto ministeriale. Questo nostro plauso è maggiormente
sentito ed espresso anche e roprallutto per
il fatto che dei soli due posti di riistituzione di cattedra, messi a disposizione del
Circolo Didattico di Torre Pellice, uno è
stato impiegato per la riistiluzione d.ihnitiva della cattedra della scuola delle Fucine.
11 sentimento di vivo ringraziamento corale al Direttore Didattico di Torre Pellice
è profondo e sincero.
Il nostro a Pìccolo Museo di Rorà « si è
arricchite di un’opera divulgativa scritta in
olandese da K Norel e illustrata egregiamente della pittrice-scrittrice Sig.a Mia
var. Oostveen. Il titolo dell’opera è « De
Leeuw van Rorà v (Il leone di Rorài. Il
carattere particolare della presenza di quest’opera nel Museo è costituito dal fatto clic
lo stesso Autore ha scritto di suo pugno la
dedica: « Aux descendants dn héros Janavel, de la pari de l’auteur », sottoserittn
anche da parte dell’illustratrice. La Sig.a
Mia van Oostven è stata nostra ospite a
Rorà ed è profondamente interessata alla
nostra storia valdese e al senso della nostra
presenza in Italia., tanto che è .autrice ella
stessa di altre due opere: « La bandiera » e
« Marguerite brode un drapeau r. Ringra
ziamo molto sentitamente questi no.-lri \mici olandesi per averci così manifestato questo loro vivo interes.se.
Siamo veramente lieti di rinnov:ire ancora una volta i nostri fraterni auguri in
Cristo ai cari sposi Mourgliii Enrico Felice
e Mourglia Marisa, i quali il 9 corr. sono
stati i due protagonisti di una simpatica e
intima cerimonia nuziale, svoltasi nel nostro tempio. Oltre i familiari e vari rorenghi, era presente un gruppo dì giovani
svizzeri, ospiti in questi giorni del « Camoscio », ebe hanno cantato un coro di circostanza rendendo cosi più suggestiva a
u calda » l’atmosfera di cordialità e simpatia della comunità. Cari sposi, grazie per il
rinfresco, e ancora tanti auguri!
POMARETTO
Venerdì 22 ottobre avrà luogo una riu'
iiìone alle ore 20,30 ai Masselli, seguirà
iome al ?oHio la colletta.
Con rìnizio deH*anno scolastico anche il
Convitto di Pinerolo ha riaperto le porte
per accogliere gli studenti che dalle \arie
Parrocchie delle V alli scendono per irequen*
lare le varie scuole secondarie suì»erioi-i. E
anche quest'anno siamo al completo: 18 ragazze e 12 ragazzi.
Provengono da Prali. Massello, Rodoretto.
Maniglia. Perrero, Chiotti. Pomaretto, Pra*
rostino. Pramolio. Bobbio, Vìilar Pellice,
Torre Pellice, Luserna S. Giovanni. V'enasca.
Ogni anno alcuni ci lasciano, avendo ultimati gli- studi, ma la famiglia si rinnova
sempre con ì nuovi arrivi. Sembra che anche quest'anno i nuovi arrivati no.ì abbiano
tardato a inserirsi nelPambiente e nel ritmo
regolare di vita che si svolge nel Convitto,
per cui confidiamo di poter avere, come l’an.
no scorso, una vita comunitaria serena.
L'arredamento è stato completalo per tutte
le camere e tutti gli scrittoi sono stati forniti di lampade moderne e funzionali.
Lo studio della Parola di Dio si svolge
ogni sera, dopo cena. Quest'anno scopriamo
i tesori del Libro dei Salmi.
Con i doni ricevuti da vari amici abbiamo
potuto continuare ad assegnare alcune borse
di studio agli studenti di condizioni più
disagiate.
Siamo grati al Signore per il dono di questo Istituto e per ]a gioia di poterLo servire
aiutando questi giovani a prepararsi per la
vita.
Ricordando la maestra
Ida Jourdan
La Maestra Ida Jourdan ci ha lasciali: il
Signore l'ha chiamata improvvisamente il
mattino del 29 settembre scorso. La sua dipartita ha »uscitalo profonda commozione in
tutte le Comunità della Val Pellice, dove
Ida Jourdan aveva profuso per tanti anni i
doni che il Signore le aveva dati. La sua
missione di educatrice si è svolta in mezzo
a noi per ben 46 anni, da quando, nel lontano 1917, dopo essersi diplonw.ta presso la
Culto radio
ore 7.40
Do.-nenica 17 Ottobre
Domenica 24 Ottobre
Pastore MARIO SBAFFI
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
LUSERNA S. GIOVANNI
SAN SECONDO
Sabato 9 ottobre si sono svolti i funerali
di Lodovica Paschetto ved. Bertolè, deceduta
all’età di anni 84 all’Ospedale Valdese di
Torino. Nata a S. Secondo, vi trascorse vari
anni, era spesso tornata a passarvi l’estate,
e aveva desiderato che le sue spoglie riposassero nella sua terra natale. A tutti i familiari
rinnoviamo di cuore l’espressione della nostra fraterna simpatia cristiana ed in modo
particolare al genero Pastore Ermanno Restali, tuttora degente in Ospedale.
Domenica prossima, 17 corr. avrà luogo
il culto di ripresa delle attività di chiesa
ed avrà inizio alle ore 10 (alle ore 9,15 la
Scuola Domenicale). Dalla domenica 24 ottobre verrà ripreso rorario invernale ed il
culto inizierà aUs ore 10,30.
iiiiiimiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiimimiii ii
iihiiiiiiiitiimitiiiiiiii
la vita dell'agricoltore
Per i coltivatori diretti
del Pinerolese
Si porla a conoscenza del Sigg. Mutuati
che la Cassa Provinciale, dietro nostra richiesta, ha istituito presso il Poliambulatoiro
di Pinerolo, il nuovo servizio per la Neurologia che è entrato in funzione il giorno
sabato 2 ottobre 1965.
Si ricorda che i Sigg. Mutuati possono
presentarsi presso il suddetto poliambulatorio nelle ore e nei giorni indicati nelle tabelle orario che si trovano presso il poliambulatorio stesso oppure presso la sede della
Segreterìa (Vie. Carceri 16 . ang. C.so Porporato). muniti della tessera di iscrizione mod.
CD-I e. possibilmente, del certificato rilasciato
dal medico di fiducia, indicante oltre alla
diagnosi, anche la presentazione che si richiede.
Per i tessili disoccupati
che desiderano emigrare
IL PRESIDENTE
(Sig. Manavella Giovanni)
IL SEGRETARIO
(Per. Agr. Casalis Ernesto)
La Società Jenny, Spoerry & Co. di Triesen, nel Liechtenstein,, dove si parla l’italiano e si usa la moneta svizzera, è in grado
di occupare 5 ragazze nella sua filatura.
Il sistema di lavorazione è a ring e la
materia prima è il cotone. La Ditta mette
a disposizione (iel personale alloggi e case
munite di impianti di riscaldamento, cucina
elettrica.
Essa è raccomandata in modo particolare
dal Sig. Paul Wild di Ennenda (Glarus, Svizzera) un grande amico dei Valdesi. Per mag.
giori dettagli gli interessati possono rivolgersi al Segretario della « Pro Valli », Torre
Pellice, entro il 31 corrente.
La Pro Valli
Si porta a conoscenza di tutti i Coltivatori Diretti che TUflìcio Zona di Pinerolo ha
organizzato, su richiesta di numerosi Presidenti di Sezione, una gita alle Cantine Sociali e Stabilimenti Enologici delTAlbese e
dell’Astigiano, che oltre ad essere istruttiva
costituisce anche un sano svago ed un evasione dalle angustie quotidiane.
Le iscrizioni, che si chiuderanno improrogabilmente entro il 31 Ottobre, si potranno
effettuare presso i Sigg. Presidenti di Sezione
opyure direttamente presso rUfficio Zona di
Pinerolo - Vie. Carceri 16 (ang. Corso Porporato).
IN LIBRERIA
PAUL GAUTHIER - La Chiesa dei
poveri e il Concilio. Vallecchi Firenze 196.5, p. 168, L. 2.000.
COSTANTINO IANNI - Il sangue degli emigranti. Comunità, Milano
1965, p. 350, L. 1.800.
GIORGIO SPINI - Storia dell’età moderna. Einaudi, Torino 1965, 3 voli,
indivisibili, p. 1120, L. 3.500.
ANDRE’ AESCHIMANN - Pour qu’on
lise les paraboles. Les Bergers et les
Mages, Paris 1965, p. 128, L. 1.100.
AN6H06NA (Capolupgo)
Dìiìurlenzu. Un grave, sensibile vuoto si
è fatto nella comunità con la dipartenza del
Pastore Enrico Pascal, richiamato dal Signore sabato pomeriggio 2 ottobre in età dì
82 anni. Per diversi anni egli ora stato cappellano del nostro Asilo per Vecchi e prezioso collaboratore, fin che le forze glie
lo hanno permesso. La comunità tutta che
serba del caro dipartito il più grato ricor
do. circonda la vedova Adelina Pascal-Spinelli di profonda simpatia nel comune dolore e nella comune ferma speranza.
Nuovi joco’ari. Rinnovati, vivi auguri di
vita felice, con Taiulu del Signore, alle cini|iie coppie di sposi setleinbrini : L;no
Tourn ed Erica Ricca, il 4 setiembre: Sergio Malan o Maria Reve!, ITl settembre;
Nella Marlina e Carla .Jourdan il 16 setlem
bre; Guido Pons e Valdina Prassuit e N'colino Basso Della Concordia e Franca
Zoppi, il 25 settembre.
Battesimi. Hanno ricevuto il Battesimo
cristiano, nei nostri templi: Massimiliano
Ernesto Bourne, di Umberto e .Antonietta
Slongo, il 26 settembre; Gianclaudio Bouebard di Marco e Ilda Besscne, e Renzo
M'Onnet di Rinaldo e Paola Pons, il Ip ottobre. Benedica e guidi il Signore, queste
famiglie, nel grande e difficile compito di
educatori di anime.
Annunzi brevi. Domenica prossima 17 ottobre la nostra Comunità e i suoi Lslituli
riceveranno la visita della Colonia .AngloAmericana di Torino, accompagnala dal
Pastore E. -Ayassot che presiederà il cullo
bilingue. Partecipazione delle reciproche
corali.
Sabato 23 ottobre ore 21. nella Sala Albarin; Concerto oO’erto dal Coro Alpino di
San Germano Chisone.
Domenica 31 ottobre ore 11,30: Celebrazione, nella Sala Albarin della tradizionale
Festa del Raccolto e della Riconoscenza.
Tutti invitati donatori e visitatori. j.
OOMUNIGATO PRO VALLI
Il mese dj Settembre è stato, per la nostra Ccmiinììà, particolarmente propizio ai
matrimoni. 11 giorno 4 si sono sposati Alessio Berialol dei Boulaberi con Paola Giordan dei Jourdan. 11 giorno 6 era il turno
di Leo Coisson de! Giovo con Ada Gay di
Torre Pellice. Il 19 si sposavano Roberto
Cbiavia di Rocciamaneut con Renata Roman del Vernò, sono andati ad abitare in
Svizzera. E infine, nei Tempio di San Giovanni, il giorno 25 si .sono uniti in matrimunio Guido Pons dei Pons con Valdina
Prassuit di Luserna San Giovanni. Delle
quaMro è Punica coppia che è rimasta ad
Angrogna. Pensiamo con aftetlo a questi
giovani focolari cliiedendo per loro grazia e benedizione da Dio, perseveranza
nella fede e volontà dì testimoniare, attraverso la loro vita di famiglia, della grazia
rinnovatrice di Cristo.
La sera del 15 Settembre un numeroso
ed atten'o uditorio era convenuto nel Tem
pio, per una serata offerta dal gruppo dei
trombettieri tedesclii guidali dal Maestro
Slober. Ad essi si sono aggiunti i trombettieri valdesi tra cui il gruppo degli angrognini, ormai in grado di partecipare validamente alla esecuzione dei vari numeri
del programma. Molto apprezzalo il messaggio incoraggiante del Past. Bouchard.
La domenica 26 Seti, abbiamo avuto la
gioia di udire ¡I messaggio del Past. Guido
Miegge il quale illustrò i successi, le difficoltà e le speranze della Società Biblica di
(ui è rappresentante per l’Italia. La Comunità ba mollo apprezzato questo incontro
die ha posto alla sua attenzione e indicato
al suo aiuto e alla sua intercessione un’opera così importante per l’evangelismo italiano.
La domenica 19 Settembre è stato
battezzato Ezio Sappè di Edvì e lima Gior
dan dei Ricca. II 27 Agosto nasceva Danilo
rallegrando i genitori Nelly e Giacomo Negrin dei Baussan. Riposi su questi bambini la benedizione del Signore.
Importanti lavori di pulizìa c risistema
/ione stanno cambiando il volto del Capo
luogo. Aveva iniziato il Concistoro dando
un completo riassetto ai suoi stabili, il Co
ninne ha proseguito con un’opera encomia
bile. Tra Paltm è stata ridata degna siste
niazione alla lapide in memoria del Past
Stefano Bonnet. e, per la curiosità dei tu
risii, è stata rimessa in evidenza la faino
sa e antichissima «pietra dei debiti», un
grande sasso a forma di tamburo sulla ou
parte li.scia, così riferisce l’anlica e ininter
rotta tradizione, veniva fatto battere, con
mincr o maggior violenza, la parte post;
riore dei debitori insolventi, da cui ¡1 de.
lo., collegato alla famosa pietra: « pagu ¡
mei debi, ma perdu ’) me credi » (pago i
miei debili, ma perdo il mio credilo).
PERRERO - MANIGLIA
Il 7 agosto nel Tempio di Ferrerò è stalo
celclirato i] matrimonio di Ercole Sappè,
di San Germano Chisone e Rina Ferrerò di
Barbencia. Rinnoviamo ai cari sposi i migliori auguri di felicità sotto lo sguardo del
Signore.
Ringraziamo per la loro preziosa collaborazione il Pastore emerito G. Bertinalti
che ha presieduto un culto a Ferrerò ed
il Pastore C. Tourn e rinsegnante emerito
A. Pascal che lo hanno tenuto a Maniglia.
La Comunità ha avuto la gioia di accogliere, la sera del 14 settembre, i trombettieri tedeschi che sotto la magistrale dìre^one dei sigg. E. Stober, W. Biessecker e
W. Benz, le hano ofierto un ottimo benefico concerto. Ad essi ed ai Pastori E. Geymet^ M. Ayassot e C. Tourn, per i loro mesil nostro caldo ringraziamento.
Ricordiamo ai nostri bambini di voler essere assidui e regolari alla scuola domenicale,
alle 9 ogni domenica e chiediamo ai genitori la loro fattiva collaborazione.
I
PACHINO
Il Pastore Samuelp Giamborrcsi (via San
Martino 7) comunica il cambiamento del suo
numero telefonico: 81.393 e non più 201.
BOBBIO PELLICE
Venerdì, 8 ottobre ha avuto luogo il servìzio funebre del nostro fratello Michelin
Eliseo fu Stefano deceduto dopo lunga infermità alletà di anni 72. Egli, originario
della borgata Cortili di Danna, euiigrato in
Francia per ragioni di lavoro, aderì nel
1922 all’Esercito della Salvezza ed in esso
servì con fede ed amore il Signore. Svolse
il suo ministero in Belgio, poi in Torre Pellice presso una famiglia privata, indi al Rifugio Re Carlo Alberto e per molti anni pres.
so il Padiglione delTOspedale Valdese; nel
1961 egli si trasferì a Bobbio Pellice dove si
occupò fino a quest’estate del campo salutista. Un male contro il quale nulla potè la
scienza, lo sfibrò lentamente ed inesorabilmente; ma anche nella sua sofferenza egli
seppe e potè rimanere sereno e fiducioso lino
alla fine, avvenuta la sera di mercoledi
6 ottobre, lieto dal canto suo di partire e
di essere con il suo Signore. Il servizio funebre, presieduto dagli ufficiali delì'Esercito
della Salvezza, ed al quale parteciparono i
Pastori G. Bertinatti ed E. Aime, fu una
commossa testimonianza resa aJÌo spiri.o di
fede, di amore, di umile consacrazione e
di servizio che caratterizzò la vita intera del
nostro fratello la cui memoria è e rimarrà
ìn^ benedizione tra noi che lo abbiamo conosciuto ed amato. Alla vedova, ai figli residenti in America, al fratello ed ai parenti
lutti esprimiamo ancora la nostra viva e
profonda simpatia cristiana, grati al Signore
per la testimonianza di fede umile e per
1 esempio di fattiva carità che il nostro fratello ha sempre dato tra noi e. a.
VILLAR PELLICE
Abbiamo accompagnato al campo dell’ultimo riposo terreno le spoglie mortali di:
Ribet Costanza nata Reynaud, di anni 74,
del Ciannis e di Baridon Giovanni, di anni
65, del Chiaus. Per tutti e due la suprema
chiamata è giunta in maniera improvvisa;
per quanto non troppo bene da qualche tempo, nulal lasciava prevedere una scomparsa
COSI improvvisa. Porgiamo alla memoria di
questi due Scomparsi il nostro reverente saluto e rinnoviamo alle loro famiglie l’espressione della nostra fraterna e sentita simpatia
cristiana. Al Pastore Sig. Seiffredo Colucci
che — in assenza del Pastore — ha presieduto il loro funerale, va il nostro ringraziainenlo sincero.
Un nuovo focolare si è creato nella nostra
Comunità; è quello di Gönnet Giovanni Ernesto (Centro) c di Fontana Silvia Anna
(Ciarmis), unitisi ¡n matrimonio il giorno
2 ottobre. Auguri, di una lunga vita in comune, arricchita di molte gioie e molte
benedizioni.
II S. Battesimo è stato amministrato a :
Enrico Roberto e Margherita, di Ferdinando
Francesca Collet (Centro); Lorella
di
franco c Giuliana Fontana (Centro); Cristi
Rita
na di Paolo e Franca Gonncl (Centro), una
e Ornella, di Fiore c Ida Arduino (Ciarmis).
Il Signore accompagni con le sue grazie questi agnelli del suo gregge e li prepari a diventare un giorno dei fedeli membri della
E‘ giunta ad allietare la ea.sa di Alberto
Giovanni e Enicstina Berton, dellTi,verso Jg
(iieeola Franca. Le porgiamo il nostro cormale .saluto di benvenuto!
Durante I estate hanno presieduto il noSiro dillo e ei hanno portato il me.ssaggio
della Parola del Signore i Pastori Sigg ri
Guido Comha, Enrico Tron. Teodoro Macri
e Seiffredo Colucci e il Prof. Emanuele Tron.
In occasione di riunioni ci hanno pure parlato li Pastore Sig. Renalo Coisson e alcuni
Iratelli e sorelle venuti dalPUngheria, dalla
Spagna e dall’Africa. A tutti ciunga l’espres.
sione della nostra riconoscenza e il nostro
ringraziamento.
Ricordiamo a tulli i membri di Chiesa
la nostra prossima Assemblea di Chiesa fissala per domenica 24 ottobre, subito dopo il
cullo. Preghiera a tutti di prendere buona
nota della data e di fare il possibile per
essere presenti.
I diversi Villaresi lontani ed i numerosi
amici, venuti a trascorrere le loro vacanze
tra di noi, sono oramai rientrati celle loro
sedi abituali. Anche gli ultimi ritardatari
sono partiti in questi giorni. Siamo stati
lieti di averli per un po’ di tempo con noi
e formuliamo per tutti loro i migliori voti
di buon inverno e di molte benedizioni divine.
DONI RICEVUTI
PER ECO-luci;
Maria Coisson (Luserna S. Giov.) I
Pasquale Caldararo (U.S.A.) 305; Ester
in Bonjour (S. Giovanni) 300; n In i
ria Mamma », fam. Acinelli (Rio Al
5.000; Alfredo Giocoli (Roma) 5.000;
Bertalot (Le Cannet) 200; Giuseppic
noulet (Luserna S. Giov.) 3.000: GRevcl (Sondalo) 1.000; Anna Bonjoin
remo) 500; Albertina Pons (Torre l‘
200; Gino Conte (Torino) 1.000. G
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Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pelli«-. (To)
avvisi economici
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RINGRAZIAMENTO
La vedova Adelina Spinelli, il nipote Tullio De Cusatis e parenti tutti
dei rimpianto
Enrico Pascal
Pastore
commossi per la grande testimonianza di stima e di affetto tributata alla
metnoria del loro caro dipartito, ringraziano tutti coloro che hanno manifestato la loro simpatia e particolarmente i Dottori De Bettini e Pelizzaro, le Diaconesse Suor Melania e
Suor Leonia,, il Vice Moderatore
Achille Deodato per la Tavo'a Valdese, i Pastori Jahier, Magri, e Colucci,
il Presidio Militare di Pinerolo per
l’invio di un picchetto di Alpini a rendere onore al fu Cappella,no decorato
al V. M., l’Autorità Comunale, i Carabinieri, la numerosa rappresentanza
di Pastori e loro mogli, il Maggiore
degli Alpini Dott. Arturo Gay, ìa locale sezione dell’ANA, i vicini di casa
le Signore Bianca s Graziella.
Luserna S. Giovanni, 8-10-1965
« To rimetto il mio spirito nelle
tue mani. Tu m’hai riscattato
0 Eterno». (Salmo 31:5)
« Noi siamo più che vincitori in
virtù di Colui che ci ha amati »
(Rom. Vili: 37)
I figli: Leopoldo con la m_oglie Marcella dalla e figlie Anna, Renata, Paola, ed Elsa con il marito Ermanno Rostan e figli Paola con il marito Ezio
Ponzo e la piccola Silvia, Marco. Daniele; i familiari e parenti tutti ringraziano tutti coloro che hanno preso parte al loro lutto in occasione delia dipartenza di
Lodovica Paschetto
ved. Bertolè
Un particolare ringraziamento per
le cure prestate alla cara defunta ai
dottori Gardiol, Foresto, Varese; alla
Casa della Diaconesse di Torre Penice, all’Ospedale Evangelico Valdese
di Torino ed al personale tutto.
Scuola .Normale di Torre Pellice, ancora j^io'
vanissima, aveva inizialo rinsegnamento nella scuola elemcrilare di Bobbio Abses. Li
seguito era passata a Rorà. a Villar Pellice
e, dai I')49 a Torre Pellice.
La scuola era la sua vita, non soltaulo
per una eiezione personale, per le doti che
la portavano a realizzare neiI‘educazione dei
fanciulli una più vasta maternità, ma soprat.
tutto per un profondo senso evangelico della vocazione al servizio nella Comunità, secondo rammonimento dell'Apostolo Pietro :
« come buoni amministratori della svariata
grazia di Dio. ciascuno, secondo il dono che
ha ricevuto, io l’accia valere al servìzio degli altri » (1 Pi. 4: 10).
La .^ua opera aveva avuto un chiaro riconoscimento di stima da parte delle autorità
scolastiche che 1 avevano insignita della medaglia ci oro al inerito scolastico con Diplo.
ma di benemerenza dei Ministero della P.l.
Da parie nostra i sentimenti di ricino» -iiza
sono stati espressi dal gran numero di niembri di chiesa che il 30 selt^mbre si sono raccolti nel Cullo celebrato in occasioni* ilei
funerali nella preghiera di adorazione a Dioche per tanti anni ee l'aveva data come guida
di molli di noi e di molli dei nostri !i<£li,
confortati da quel messaggio di resurrezione
che eiìa aveva annuncialo ai suoi fan; tulli
assieme agli elementi della lingua italiana,
e deH'aritmetica.
Alla Mamma della Maestra Ida e a ¡uui
i familiari vogliamo rinnovare i sentimenii
della ro.slra simpatia e solidarietà ne! Signore.
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