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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Mlloteââ Valdesd
«»RB PELLICB
Settimanale
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e tatevi un cuor nuovo e uno spirito nuov
il. postale - II Groppo I TORRE PELL^E — 2 ^¿osto j
’indiriaao Lire 40.- | Ammin. Claudiana Torre Pdliee • C.C.P. 2-175M |
Ann« LXXXVII - N. 31
Una copia i-» 3©
ABBONAMENTI
Eco: L. 1.000 per l’intenio ] Eco e La Luce: L. 1.500 per l’interno | Spediz. abb.
lermeiili di rinnovainenlo
L’on. A. Giolitti, deputato comunista della provincia di Cuneo alla Camera, seguito a pochi giorni di distanza da alcuni compagni, ha dato
le sue dimissioni da membro del partito: continua l’emorragia del partito comtinista cominciata in modo
sensibile dopo l’VIII" Congresso sovietico e la pubblicazione del rapporto Kruscev, ed accentuatasi dopo la
repressione sovietica in Ungheria.
La lettera di dimissioni di Giolitti
riprende temi propri ai precedenti
« deviazionisti » ( Cesarini, D’Onofri,
Reale ed i loro amici), e pur riaflerniando l’invariata fede socialista del
deputato cuneese, in termini fraterni
verso i compagni da cui si stacca, rivi la riiisofferenza di tutta una parte
degli intellettuali comunisti alla linea supinamente fllosovietiva che Togliatti impone al partito; insofferenza ehe non si deve però limitare al
solo ceto intellettuale, che sa esprinare concettualmente le sue riserve ; il mancato rinnovo della tessera
d’iscrizione da parte di tutto un settore della base comunista ne è un
s( gno significativo.
S’inora il partito ha espulso e condannato questi eretici, si è rifiutato
di ascoltarne a cuore aperto e con
fiilucia le riserve e le critiche, pur
così sincere. Questo può dare l’impressione di una coerenza e di una
sciidità senza fratture; ma in realtà
il i’.C.l. sta così recidendo o lasciando staccarsi .alcuni tra ì suoi rami
più vivi. Arroccato su di una intangibile tradizione, il comunismo nostrano — come, in generale, quello
di i paesi occidentali e di alcuni saiciliti — mostra uno supina osseqnsenza ai dettati di Mosca (cosi rígidamente, anzi, da riuscire assai
male a tener dietro alla sconcertante
gisandola del Cremlino) e rischia di
diventare una forza di inerte opposizione, una burocrazia che sì rifiuta
ad ogni fecondo spirito di libera critica e di ricerca di vie nuove, richieste dalle esperienze non tutte positive della sua esistenza conte dallo
sviilgersi continuo delle situazioni
concrete.
l e dimissioni presentate contemporaneamente dall’on. Giolitti da
membro della Camera sono state da
questa respinte; e pare che egli si av
vicinerà al P.S.I.. Sarà la crisi comu
nista un benefico arricchimento del
tanto cercato socialismo? saranno le
libere voci più ascoltate qui che nei
partito comunista? Ogni partito dovrebbe essere uno strumento di lotta
c di .azione politica; ma tende cosi
facilmente a diventare una religione,
con i suoi dogmi, la sua tradizione
la sua autorità gerarchica, il suo gregge di fedeli... ed i suoi eretici e sci
smatici. Uno spirito libero e vivo, cioè
alla ricerca e mai «arrivato», ditlicihnente può trovarvisi veramente a
casa. Non è comunque lecito sottovalutare con leggerezza l’aspetto certo
doloroso di queste crisi di fede politica, segnatamente se comunista. Esse possono essere un benefico fermento nel quadro non precisamente confortante della nostra vita politica.
In Tunisia, deposto il Bey, TA^emblea Costituente ha proclamato la
Repubblica affidandone la presidenza a Bourghiba. Questi è stato definito un « rivoluzionario moderato », e
nettamente contrapposto ad un dittatore fanatico e demagogico quale
Nasser. Si tratta di un uomo di notevole levatura, che non può ne vuole
rinnegare la sua formazione occiaentale; se ha lungamente lottato per
l’indipendenza del suo paese, non dimentica per questo qual’è stata lopera della Francia, e più in generale
dell Occidente, nè come sia essenziale non spezzare questi rapporti culturali ed economici benefici per entrambe le parti. Resta da vedere se,
dopo l’entusiasmo delle prime ore, la
Tunisia saprà seguire Bourghiba su
questa via, che potrebbe sottprla al
malefico dominio del panarabismo fa
natico e violento. Se cosi fosse, potrebbe additare una soluzione al resto del Maghreb, ora tormenta-to sia
dalla guerra aperta d’Algeria, sia dalla guerriglia e dallo stato d’allarme
del Marocco. C’è da augurarsi che la
Francia valuti ed abbia la forza di
valorizzare questa possibilità, e sostenga la neorepubblica, non con le
armi, certo, ma con il suo appoggio
politico ed economico, superando questioni di « prestigio » o d’interesse immediato; la sostenga contro i suoi
nemici; infatti Saud d’Arabia e Maometto ’V del Marocco per timore di
far la fine del Bey di 'Tunisi, Nasser
per timóre di un rivale — e di valore
— nell’egemonia sul mondo arabo in
fermento, cercheranno senza dubbio
di far leva sul fanatismo arabo contro questo che, potrebbe essere un
ponte gettato verso l’Occidente; dietro queste figure, Timperalismo sovietico e quello economico americano nascondono, ma non del tutto, il
loro gioco.
Come Chiesa abbiamo il compito
di non dimenticare la funzione che
la Chiesa ha in ogni zona di tensione
nazionale e razziale, e quindi particolarmente nel Nord africano. Essa
sta là, popolo nuovo in cui non c’è
più nè Giudeo nè Greco; non^ c’è nè
schiavo nè libero, nè bianco nè uomo
di colore, nè colono nè colonizzato,
nè vecchio cristiano nè vecchio musulmano, ma sono tutti uno in Cristo Gesù. E’ li per predicare la riconciliazione (e le è dato di farlo con
franchezza), per compiere gesti concreti di solidarietà fraterna (e le è
dato di compierli, forse nel segreto);
è con la sua stessa presenza un segno,
una parabola della possibile riconciliazione, quando gli uomini si siaim
vtraniente riconosciuti, in Cristo, Dobbiamo ricordarcene, noi,_ nella pre- |
ghiera, Gino Conte
Opere della Riforma
La Società Editrice Labor et Fides
ha pubblicato nella solita limpida veste tipografica il libro terzo della
« Institution Chrétienne de Jean Calvin ». Come i precedenti volumi, anche questo è pubblicato sotto gli auspici della «Société Calviniste de
France» e della «International Society for Reformed faith and action ».
Consta di ben 480 pagine di grande
formato ed è preceduto da questo
riassunto : « De la manière de participer à la grâce de Jésus-Christ, des
fruits qui nous en reviennent et des
effets qui s’en ensuivent». La vasta
materia è divisa in 25 capitoli che
trattano aspetti fondamentali della
fede e della vita cristiana, dalla rigenerazione, alla rinunzia a noi medesimi, dalla giustificazione per fede
alla libertà cristiana, dalla preghiera
alla vita avvenire e alla risurrezione
finale. Ogni capitolo è preceduto da
un sommario, utile per ragioni di
chiarezza e di comprensione.
Questo volume onora la nota Casa
Editrice svizzera. Può essere acquistato anche presso la Claudiana, a
Torre Penice.
CONVERSIONE E MORTE
Curzio Malaparte
La foi ne comi>te pas sur les circonstances, niais sur Dieu.
Anche nella sua morte, Malaparte ha sconcertato.
La stampa indipendente (La nuova Stampa del 20 luglio) e cattolica
(ad esempio L’Eco del Chisone del
27 luglio) ci hanno appreso che lo
scrittore toscano scomparso il 19 u.
s., di padre tedesco e luterano, nel
corso di una lunga e d.olorosa malattia in cui ha lottato accanitamente contro la morte si è convertito
al Cattolicesimo ed è morto pienaniente riconciliato con la Santa Madre Chiesa.
Deploriamo lo zelo pro.seìitistico
nel 1' ricupero » di illustri morenti
o morti; non cercheremo dunque
aliano di rivalutare il » protestanlesinio » di Malaparte, che protestante non si mostrò mai chiaramente, anche se, forse, fu pure la
sua ascendenza protestante a fare di
lui, com’è stato detto, uno spirito
libero.
Se egli nel suo letto d’ospedale
ha potuto vivere le sue ultime settimane ed affrontare la morte con
una fede ben chiara in Cristo; se i
NOI ED I CATTOLICI
“ Si fa più iavoro in aicune settimane
durante anni di attività ordinaria neiie Chiese^,JO^Smith3
La Relazione della Commissione distrettuale delle Valli ha accennato al
problema dei rapporti col Cattolicesimo, specialmente in riferimento alle
manifestazioni civili, alla costante opera di penetrazione cattolica nelle
Valli nonché all’esigenza d’una più efficace testimonianza nella pianura circostante. L’interesse per l’azione difensiva è stato notevole mentre un silenzio cupo ha avvolto le parole dei due
oratori che hanno richiamato la Conferenza alle sue responsabilità circa
un’urgente azione offensiva ricordandoci le parole ben note ; « pas d attaque, pas de défence »! In altri termini
la carenza d’una testimonianza esterna intesa a diffondere il messaggio della speranza comporta una carenza di
difesa dei valori della tradizione evangelica. ^
Riteniamo innanzitutto che il problema d’un risveglio spirituale nelle
nostre comunità è urgente mettendo
in pratica il richiamo del Pastore Marauda in sede di Conferenza intorno
alla preghiera perchè si crei una preziosa catena intesa a collegare tutti i
fratelli e le sorelle delle nostre comunità per la soluzione di tutti i problemi spirituali all’ordine del giorno, segnatamente lo studio della Bibbia, l’amore per le anime, l’entusiasmo per la
diffusione della Parola di Dio. Purtroppo il clima della conferenza a questo
riguardo ci ha ricordato le parole di
un grande missionario moderno, O.
Smith, il quale, nel suo libro : « La
passion des âmes», scrive: a molti
Pastori e molte comunità non amano
il risveglio perchè hanno paura d essere trascinati: inorridiscono di fronte
a quella parola perchè non vogliono
essere disturbati, preferendo dei culti
regolari, con un programma stabilito,
poiché il risveglio rompe il filo dell’ordine del giorno., poiché là dove
sonte il risveglio Dio entra in scena e
là dove egli opera l’ordine umano è
compromesso ». L’autore del volume
richiama gli esempi del libro degli Atti
che accennano alle frequenti « rotture » dell’ordine stabilito nonché alle
sommosse dovute alla testunonianza
degli apostoli.
Quando la Chiesa è infiammata dalla Potenza dello Spirito Santo gli uomini sono attratti e affascinati. Il risveglio
infatti crea la coscienza della nostra
colpa e ci riporta allo spirito del prodigo figlio nonché a quello del pubblicano della parabola citati quali esempi di anime che hanno riconosciuto la
profondità del loro peccato, quali pr®"
messe del risveglio. Siamo lieti di ricordare ancora le parole dello Smith
quando esclama; « si fa più lavoro
in alcune settimane di risveglio che durante anni di attività ordinaria nelle
Chiese ». Per questo occorre che i Pastori ed i responsabili delle comunità
preparino nel silenzio innanzitutto
quest’azione essenziale e nel clima della preghiera affinchè le ossa secche rivivano e le anime escano dai loro
sepolcri e ricevano il battesimo dello
Spirito di Dio.
Ne consegue che la testimonianza
esterna, l’azione offensiva fuori deUe
chiese, nelle fabbriche, nelle bettole,
nelle località vicine o lontane sarà più
genuina, più spontanea ; difatti la responsabilità verso le anime di quanti
non conoscono l’Èva ngelo è grande ed
è chiaramente indicata dal libro dei
Proverbi; <i Signore, libera quelli che
sono condotti a morte, e salva quelli
che vacillando vanno al supplizio ».
Se dici : « ma noi non ne sapevamo
nulla! ». « Colui che pesa i cuori non
lo vede Egli? »... Sì, non possiamo
trincerarci dietro questa scusa poiché
sappiamo che dentro e fuori le nostre
comunità ci sono dei « suppliziati »,
dei « carcerati », dei « ciechi, zoppi,
paralitici » per i quali il Signore è venuto a bandire la liberazione, affinchè
mediante la nostra testimonianza li riportiamo alla libertà dei figlioli di Dio.
Siamo certi che oggi più che mai « v’è
la fame nel paese, non fame di pane
o sete d’acqua, ma fame e sete d udire
la Parola di Dio » e questi affamati
« vanno qua e là in cerca della Parola
e non la trovano ».. Di fronte a^ questa ricerca riteniamo urgente 1 organizzazione di incontri, di fraterna discussione, di creazione di centri di evangelizzazione in ogni parrocchia in
vista della vocazione del laicato e della testimonianza cristiana. In secondo
luogo riteniamo utile suggerire al corpo insegnante della Facoltà di Teologia lo studio della formazione di elementi qualificati per la diffusione della Parola di Dio e la predicazione itinerante non come surrogato dell opera
pastorale o come sottoprodotto del Pastorato ma come elementi qualificati j
di prima linea anche se non soddisfano ai requisiti di un’alta cultura teologica.
L’ultimo numero della « Revue d’évangélisation » tocca con particolare
dovizia di dati e di consigli il problema della testimonianza laica e pastorale accennando ai « centri parrocchiali di evangelizzazione » cui abbiamo
alluso qui sopra e citando a mo di incoraggiamento e di cristiano ottimismo
le parole di Alexander in « Chen^ de
la Puissance » : « occorrono a Dio degli uomini e delle donne la cui fedeltà
è provata e che abbiano fatto il sacrificio di loro stessi per la Causa; quando la Potenza dello Spirito scende in
una vita umana o in un’opera i demoni mollano la preda. Satana abbandona il campo di battaglia, i suoi piani
si frantumano... ».
L’acqua purissima del Vangelo resa
purissima dal risveglio spirituale anziché stagnare nelle parrocchie all’ombra d’un attivismo inconcludente e alimentare l’acqua stagnante del pettegolezzo e delle divisioni interne può
riuscire dal lago parrocchiale e irrorare altre terre, altre regioni, altre anime inaridite e condurle ai piedi della
Croce di Cristo. Allora sarà motivo di
allegrezza che l’Eterno sia « magnificato oltre i confini... ».
Gustavo Bouchard.
religiosi cattolici intorno a lui sono
stati strumenti di questa opera di
Dio; se la serena accettazione della volontà del Padre è stata da parte del Nostro una virile e cosciente
decisione e non 1 abdicazione di
uno spirito lucidamente inquieto e
libero nelle mani di zelanti e certo
bene intenzionati padri confessori
,. suore assistenti, prostrato dalla
malattia, allora ci uniamo sinceramente alla gioia di coloro che celebrano un « trionfo della grazia »:
ma soltanto a queste condizioni.
Nella conversione di Malaparte
non vorremmo però vedere anzitut
to un aspetto « morale » — per que
sto ci lascia assai perplessi la scon
fessione de La pelle da parte del
l’autore, in ossequio alla messa al
l’Indice del S. Uffizio: come può uno
scrittore sconfessare un’esperienza
di vita come quella che traspare
da quell’opera? L’errore suo, come
di ogni uomo, davanti a Dio, il peccato da cui si richiede ravvedimento e conversione, è vivere senza Dio,
come se Dio non fosse, e tanto meno fosse il Signore. D lato scandalistico dell’opera di Malaparte, indubbiamente appesantita da una
certa retorica di stile dannunziano
e da momenti di gusto dubbio, maschera spesso male, con un’ombra
voluta di leggerezza e di cinismo,
una ricerca dolorosa di sincerità e
di verità. Non da questo anelito di
ricerca, pur espresso in forme discutibili, si è dovuto convertire Malaparte. ma dagli idoli cui, come
ogni uomo, consacrava il suo cuore; forse dall’idolo di sè.
Comunque, anche sulla tomba di
Malaparte, come su ogni altra, risuona la parola del giudizio di Dio
e della Sua grazia in Cristo; ed è
un dono troppo grande, troppo meraviglioso perchè lo sviliamo con
rivendicazioni confessionali che non
sono troppo spesso che orgogliosa
autoaffermazione.
g. c.
DOMENICA 11 AGOSTO
ore 15
al MIE DELIE FOmi
(Massello)
Riunione del XV Agosto
Tutti sono cordialmente invitati. In caso di cattivo tempo
la riunione è sospesa.
UN LUTTO
Al momento di andare in macchina ci giunge la notizia della morte
del maesiro Enrico Balma, a Pomaretto. dove viveva da alcuni anni
insieme con la figlia prof.ssa Elsa
Balma.
Intendiamo rievocare prossimamente la figura di questo nostro fratello in ftide, per lunghi anni insegnante a Massello e poi anziano di
chie.sa a Pinerolo. Ma sin d'ora
giunga alla famiglia colpita dal lutto Pespressione della simpatia cristiana di tutta la popolazione Laidese e, in modo speciale, di coloro
che lo hanno amato e stimato.
Red.
2
.áisaS
L’ECO DELLE VALU VALDESI
ta Yallë del Queyras dopo la recente alluvione
Dl
e di t§uB de! Colle dello Crooe
Il 13 e 14 giugno, dopo settimana
di pioggie insistenti, un tremendo
nubifragio ha gonfiato spaventosamente il Quii e gli affluenti, che
hanno sommerso le valli sotto im’alluvione di acqua e di fango, trascinando con sè ogni cosa. 9 ponti sono stati divelti, senza contare i 150
minori. Dei 35 km. della strada di
fondovalle solo 7 sono praticabili; le
strade comunali danneggiatissime ;
un centinaio di case (su 2.000 abitanti) sono state trascinate via, o
almeno in parte sommerse dalla spaventosa ondata di fango e pietrame;
i villaggi più colpiti: Villeviellle,
Ceillac, Ristolas. Fortunatamente
non si annoverano vittime fra la popolazione, nè perdite di bestiame
Tre settimane dopo la catastrofe i
villaggi erano ancora isolati, approvvigionati per mezzo di elicotteri.
Ma non è forse questo l’aspetto più
grave del disastro: case e strade si
ricostruiscono; la terra no, e 500 ettari, specialmente nel fondovalle, dove la terra è migliore, sono stati
trascinati, via o definitivamente coperti da uno spesso strato di pietrame. Agricoltura e turismo, le due
uniche fonti di vita, sono gravemente compromesse. Pronta e vasta è
stata l’opera di soccorso, ma dai dati
appare chiaro che le già difficili condizioni di vita (comuni a tutte le
alte zone montane) si sono fatte critiche: si andrà incontro ad un precipitare dello spopolamento del paese, già lentamente in atto? E’ ima
domanda che comprendiamo bene !
Presenza della Chiesa
E’ a questo punto che acquista ancor più valore la presenza della
Chiesa nel Queyras, considerato volentieri terra protestante, anche se
ormai i protestanti vi sono in minoranza (circa 300 membri di chiesa). «Essendo (essi) troppo disseminati, vi sono stati posti due pastori: Jacques Cadier e Bernard Gentil. Entrambi godono di uno statuto
particolare: lasciando alla Chiesa il
loro stipendio, si guadagnano la vita
il primo come direttore di un centro
dell’Unione Nazionale dei Campi
montani, il secondo come contadino.
L’U. N. O. M. è un’organizzazione
che si preoccupa di riunire dei giovani per i campi montani. AH’inizio
v’erano diverse organizzazioni: coimunisti, scout, éclaireurs... E’ così
che il pastore Cadier, direttore di
un centro, si trova in équipe con un
comunista, Jaubert, che amministra
il centro : un ottimo tandem.
Bernard Gentil fu prima contadino e poi pastore. Il tentativo che ha
intrapreso è un successo. Infatti egli
introduce, a poco a poco, i mezzi
meccanici nella sua fattoria. Spera
di convertire cosi i contadini a nuovi metodi di cultura. Se la sua azione non ha ancora molta ripercussione nel Queyras, ne ha in Lozère, dove lo si chiama spesso, ed è diventato una specie di sp>ecialista in questioni agricole per il protestantesimo rurale.
^i può aggiungere che in un tempo in cui la vita delle chiese'di città
diviene sempre più diffìcile, il Queyras acquista un’importanza sempre
maggiore. In città, si ha troppa fretta ,e la domenica si preferisce spesso
andare a « prender aria » anziché
partecipare ad un culto. Nelle vacanze la gente di città è felice di ritro
ALCUNI
DATI
« Diviso in sette comuni, il Queyras è un paese di montagne. Eccettuato Saint-Véran, il villaggio più
alto d’Europa (m. 2.050), i villaggi
sì allineano in fondo alle valli del
Guil e dei suoi affluenti. Alcuni alpeggi si aggrappano ai fianchi delle
montagne. Duemila persone abitano
la regione.
Data l’altitudine, pochissime sono
le culture. Gli abitanti praticano soprattutto Tallevamento, in 330 proprietà da sei a dieci ettari. Donde
la necessità di numerosi prati per
raccogliere il foraggio necessario al
bestiame durante l’inverno che dura
sei mesi. I prati migliori sono stati
asportati dall’inondazione.
La principale risorsa è dunque il
latte. In tempo normale, il Queyras
nc fornisce giornalmente 7.000 kg. alle fabbriche Nestlé di Gap. E’ un
latte di qualità.
L’altra risorsa è il turismo^ Il
Queyras contava diciasette alberghi
o pensioni familiari da dieci a sessanta camere. Alcuni di essi sono
stati distrutti. Numerosi terreni da
campeggio erano stati preparati ai
bordi dei torrenti: sono tutti spariti.
Si trova pure nel Queyras un Centro dell’Unione Nazionale dei Campi montani (U. N. C. M.), diretto dal
pastore Jacques Cadier, un centro
di vacanze dei Foyers delle giovani
c numerosi chalets per i giovani della Federazione delle U. C. J. G. ».
vare una chiesa, specialmente in un
momento in cui hanno tempo di riflettere alle cose della lede. J. Cadier
e B. Gentil pensano a volte che il
loro lavoro essenziale è un lavoro
stagionale ».
Solidarietà della Chiesa
La sciagura ha trovato le Chiese
pronte al soccorso, sia sul piano regionale e nazionale, sia su quello
ecumenico. « Gli inviati del Consiglio Ecumenico furono fra i primi a
poter viaggiare nelle valli inondate
e passare il colle dell’Izoard. Arrivarono in jeep proprio al momento in
cui iniziava il culto domenicale nel
piccolo villaggio di Brunissard, e
furono accolti dai pastori J. Cadier e
B. Gentil. J. Cadier ha fatto opera
di pioniere nella regione sinistrata,
migliorando le condizioni di lavoro
dei contadini e adoperandosi per la
costruzione di alberghi per i turisti.
B. Gentil, pastore-contadino, che ha
incor-aggia’^o i suoi membri di chiesa
a rimanere nei pascoli nevosi ed Ingrati del Queyras] aveva installato
uno fattoria modejlo, ora invaso, da
fango glaciale ed ip buona parte inutilizzabile.
« Due famiglie protestanti della comunità, che conta circa 300 membri,
hanno perso le case ed ogni avere.
I terreni di molte altre sono stati in
parte o completarpente devastati. La
grande strada che conduce a Gap,
dove i contadini vanno a vendere i
prodotti è stata trascinata via per
parecchi chilometri. La vita economica normale del distretto non potrà riprendere prima dell’arrivo del
lungo inverno di queste alte vallate,
e si teme che altre due strade non
potranno essere rifatte in tempo per
salvare la valle dall’isolamento completo, quando la neve farà la sua apparizione» (S.O.E.P.I.). E’ già stata
dal Consiglio Ecumenico soddisfatta la richiesta di un aiuto finanziario per venire incontro alle prime
necessità delle famiglie più colpite,
e dell’invio di un «bulldozer» per la
rimozione dei detriti alluvionali (là
dov’è possibile). Arrivato a Briançon,
contemporaneamente alla tappa del
Tour de France..., è già all’opera nelle mani di una équipe della CIMADE. Essa fa appello a volontari per
campi di lavoro, e già molte sono
state le risposte: ad esempio quella
del pastore di Strasburgo G. Casalis
che con un gruppo di una ventina
di unionisti ha rinunciato ad una
tournée di campeggio nelle Alpi per
portare il proprio aiuto; o quella di
un operaio che ha offerto le sue tre
settimane di ferie. « Mes bras sont
abitués à travailler. Que ce soit à
la gloire de Dieu ! ».
Qualche notizia in breve
Si susscgaiono nella Repubblica
Democratica Tedesca atti non amichevoli del governo comunista nei
riguardi della Chiesa. E’ stato confiscato un bollettino della Chiesa
Luterana contenente le decisioni
del Sinodo generale, riaffermanti
tra l’altro l’unità della Chiesa Evangelìca nelle due Germanie. Il
vescovo O. Dibelius si è visto a
più riprese rifiutare il permesso di
visitare il settore comunista della
sua diocesi.
Il sindaco di Monaco di Baviera ha chiesto ufficialmente al Presidente del Kirchentag tedesco (il
movimento evangelico laico, che
organizza annualmente un grande incontro degli evangelici tedeschi) di tenere nella città il Kirchentag 1959. Come si sa, non
avrà luogo, quest’anno, la progettata riunione nella zona orientale, non essendosi potute accettare
le condizioni poste dal governo c<^
munista, che ne avrebbero fatto
una riunione politica.
In Ungheria un pastore Riformato è stato condannato a cinque
anni d carcere per aver pronunciato discorsi politici invece di annunciare la Parola di Dio, per
aver eccitato la popolazione con
tro il governo, sostenuto la controrivoluzione, perseguitato e diffamato colleghi leali (evidentemente «leali» verso il governo).
In occasione del Festival mondiale della Gioventù, che si tiene
a Mosca dal 28 luglio aU’ll agosto,
dei rappresentanti della Chiesa
Ortodossa Russa accolgono i giovani cristiani stranieri.
A Kdnigsfeld e a Herrnhut, nella Germania Orientale, è stato
celebrato nello scorso giugno, con
grande concorso di visitatori di
tutta la Germania e dall’estero, il
5' centenario dell’Unione dei Fratelli Moravi, che si richiama a
Jan Hus.
Da 4 mesi tre pastori-operai lavorano come minatori nella Ruhr.
« Agli occhi della gente siamo diventati dei minatori come gli altri; ci è così più facile parlare
di Dio ».
In occasione degli esami, autorevoli voci cattoliche hanno ammonito i professori troppo severi:
bocciando per cattiva disposizione
d’animo si trasgrediscono i comandamenti «Non uccidere». «Non
rubare», «Non dire falsa testimonianza»! Anche lo studente ùnprcparato ha, secondo Pio XII,
gravi colpe.
Un nuovo caso d’intolleranza religiosa si è v»ificato a Milano,
dove d’ordine del prefetto la polizia ha vietato una riunione, per
quanto ih « luogo aperto al pubblico » (e perciò esente dall’obbligo di preavviso e di autorizzazione) di Testimoni di Geova. Il
repubblicano Spalliccì ha presentato un’interrogazione in Senato.
Per rispondere alla intolleranza dei Testimoni di Geova, che
accusano le Chiese Luterana e
Cattolica di essere « opera di Satana » e cercano in tutti i modi
di convertirne i membri, queste
queste chiese hanno pubblicato,
a Monaco di Baviera, una dichiarazione comune in cui, ricordando la comprensione che vige fra
di loro, affermano che l’atteggiamento dei testimoni di Geova
non dà loro alcun diritto all’ospitalità.
Si terrà prossimamente a Sutton Park, vicino Birmingham, il
Jamboree (riunione mondiale) degli scout, per celebrare il centenario del fondatore, BademPowell.
La delegazione di 2.000 scout francesi, pluriconfessionale, sarà guidata da un pastore riformato.
Passano le settimane e sì comincia forse a dimenticare le rovine che
il maltempo ha causato in giugno; chi sente più parlare del delta del Po,
ad esempio? (fino alla prossima volta...). Forse molte famiglie delle Valli
hanno visto il loro bilancio annuale gravemente compromesso, e guardano con preiKcupozione all’avvenire. E’ però giusto che pensiamo a
coloro che, anche vicinissimi a noi, hanno subito una ben più dura catastrofe. In uno degli ultimi numeri (13 luglio) Réforme ha pubblicato un
ottimo reportage di André Conord sul Queyras, una delle zone ultimamente più provate delle Alpi, e a noi particolarmente vicina, non soltanto per ragioni geografiche. Riprendiamo alcuni punti di quel reportage,
certi di far cosa grata ai lettori.
Esame di coscienza
e speranze
Si può dire che come Chiesa, co
me Chiesa Valdese, come comunità
delle Valli siamo stati altrettanto
« presenti »? Si è manifestato non
dico un urgente bisogno di porgere
aiuto, ma almeno un senso di interesse e di solidarietà verso coloro
che forse lontano nel nostro paese
(delta del Po, ecc.) e forse molto
vicino, nelle stesse vallate piemontesi, nell’ambito forse nella nostra
stessa Chiesa, nelle Valli e in Val di
Susa, hanno avuto particolarmente
da soffrire in questa triste occasione? non siamo forse andati solo fino
al margine del nostro campo in
parte rovinato, senza sapere e voler
guardare più in là? non abbiamo
presto fatto a dimenticare i guai che
non ci hanno toccato, o almeno non
troppo da vicino? Sono domande che
dobbiamo onestamente porci, come
uomini e sopratutto come cristiani.
Non sappiamo quel che la Tavola
abbia potuto fare; ma pare chiaro
che le comunità non l’hanno incoraggiata e spinta e sostenuta in quest'opera di assistenza; come già era
successo per i rifugiati ungheresi, e
forse tante altre volte. Stiamo dunque forgiando un proverbio valdese;
E’ più bello ricevere che dare?
Ma un’altra osservazione suggerisce il reportage su cui ci siamo basati: il sorgere spontaneo di campi
di lavoro volontario, là dove il bisogno preme. Non sappiamo se qualche Valdese sentirà la gioia di poter
portare il suo segno di solidarietà a
comunità sorelle. Lo speriamo. Ma
quello che vorremmo che tutta la
Chiesa ripensasse è questo ; è normale che la solidarietà della Chiesa
si manifesti — nella migliore e non
sempre realizzantesi ipotesi — soltanto in casi di emergenza? Non si
otterrebbe lo interessamento c l’entusiasmo di molti se si sapesse vedere dove il bisogno si presenta e mettere i credenti di fronte ad una responsabilità precìsa? Pensiamo a come è sorta Agàpe. Ebbene ora che
la gioventù evangelica ha la sua bella casa, con tutte le ottime possiltilità dei campi, rinnegherà lo spirito
con cui si è messa al lavoro? S-> è
forse ambizioso pensare aH’esempio
della CIMADE, dovremo per qo.: sto
lasciarci prendere dalla triste involuzione che caratterizza la nostra vita nazionale ed in parte anche ecclesiastica in questi ultimi anni, dopo le speranze dell’immediato dopoguerra? Perchè, ad esempio, non sarebbe possibile un campo di lavoro
alle Valli? quali scoperte potrebbero
essere la reciproca conoscenza 'più
approfondita, la solidarietà fr;? terna, la gioiosa gratuità del lavoro e
delTofferta! Sarebbe forse neeessario il diluvio, per poter formulare
queste speranze?
red
La persévérance fait défaut à notre activité, parce qu’elle fait defaut
à nos prières.
Cdirist a beaucoup d’admiratems,
mais peu d’imitateurs.
Il y a deux choses à faire en ce
monde: aimer Dieu et le faire aimer.
Parole de vie
LE ~DEJA„ DE DIEU
Jésus dit: Levez les yeux! Regardez les campagnes déjà blanches!
(Jean 4: 35-38)
Nous disons: Il y a encore quatre mois jusqu’à la moisson; le monde n’est pas mûr pour le Royaume de Dieu. Mais Jésus dit: Levez les
yeux! regardez les campagnes déjà blanches! Nous disons: Il y a beaucoup à faire. Mais Jésus dit: Tout est accompli. Nous disons qu’il se
lait attendre, mais Jésus dit qu’il est déjà venu. Nous disons que le
monde est perdu ; il dit : J’ai sauvé le monde. Les collines sont déjà
blanches, déjà le moissonneur... Le « déjà » du Seigneur du ciel et de
la terre pulvérise tous nos « pas encore », il fait descendre dans notre
temps la présence du Royaume, l’imminence de la moisson.
Si nous voulons tenir compte de l’incrédulité des hommes plutôt
que de la puissance du Christ, jamais la moisson ne viendra pour nous.
L’Eglise croyante ne s’inquiète pas de tout ce qui l’empêche de moissonner. Les quatre mois n’existent pas. Rien n’existe pour elle que
l’oeuvre accomplie par Jésus-Christ, que l’exaucement déjà donné en
Christ, le grand exaucement final et les petits exaucements intermédiaires aussi. Elle vit sous la puissance de ce: Mais moi je vous dis;
Regardez les collines déjà blanches! Ce monde qui ne veut rien savoir
de Jésus-Christ n’attend que Jésus-Christ. Les peuples sont mûrs.
« Déjà le moissonneur amasse » — toujours cette anticipation de
l’Ecriture, cette présence de Celui que nous attendons — « des fruits
pour la vie éternelle » — des hommes qui, recevant la Parole, entrent
aujourd’hui dans le Royaume de Dieu, dépassent aujourd’hui le juge
ment dernier, touchent aujourd’hui la fin des temps; des hommes qui
périssaient dans leur incertitude, et qui tombent mûrs dans le panier
de Dieu.
Il n’y a pas de travail à faire, il n’y a qu’à récolter. Il n’y a qu’à
considérer les hommes quels qu’ils soient comme déjà gagnés, déjà
acquis, déjà consolés, déjà libérés par Celui que nous leur annonçons.
Abraham a tressailli de joie en voyant le jour de Christ. Il faut que
l’Eglise apprenne ce regard.
Roland de Pury
3
I
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
Rencontre au Col de la Croix
»
L’inscription de la croix du col : « Afin qu’ils soient tous un »
Pendant quelques jours, un coin de
nos Vallées, le Pra, a été rendu célèbre par une catastrophe d’avion; à
cette triste occasion, on a pu constater
qu’il existe toujours un sentiment de
solidarité qui ne tient aucun compte
des frontières.
C’est là l’expérience que répètent
chaque année ceux qui montent, le
dernier dimanche de juillet, au Col de
la Croix, pour la rencontre protestante
franco-italienne.
Cette année, le temps a été superbe, malgré le vent froid qui a soufflé
surtout le matin et qui a obligé de
choisir un emplacement différent de
l’habituel pour que l’on pût profiter
du clair soleil et pour empêcher la dispersion de la voix des orateurs.
En de pareilles occasions, il n’est
guère facile d’évaluer le nombre des
participants : certainement, plusieurs
centaines de personnes, dont quelquesunes passablement âgées, ont gravi
les deux côtés de la montagne. Comme toujours, le groupe le plus fort
était monté du versant français, qui
présente une pente bien moins rude
et une distance énormément inférieure
par rapport au point où arrive la route carrossable.
Avant l’ouverture officielle du culte, que de mystérieuses raisons... techniques ont fait retarder de presque une
heure. M. Preiss, missionnaire aux
îles Tahiti, a rappelé la personnalité
du pasteur Jacques Meyer, un des fondateurs de la Rencontre, décédé il n’y
a pas encore un an (4 oct. 1956) dans
un accident d’automobile. C’est avec
un accent de vive émotion que l’orateur a commémoré son collègue disparu.
Le i ulte a été présidé par M. Arnaldo Genre, pasteur à Bobi, avec la
partic'iialion alternative des pasteurs
Cadier (Arvieux, Queyras) et Janavel
(New' Work). C’est M. Casalis, pasteur
à Strasbourg, qui a tenu la méditation. sur le 45ème chapitre de la Genèse f.lo.seph reconnaît ses frères; l’incrédulité et ensuite la joie de Jacob).
Un groupe de jeunes gens de bonne
volonté avaient improvisé une solide
table en granit pour la célébration de
la Sairite-Cène, à laquelle ont pris
part un bon nombre d’intervenus.
Pendant le chant du dernier cantique
(à propos; pourquoi exagérer en vitesse comme on l’a fait? Est-il vraiment o’oligatoire de tomber d’un excès
dans i’autre?) une collecte a été faite,
dont !a recette sera dévolue aux sinistrés par les inondations du Queyras.
Dans les comptes-rendus des fêtes
du XV Août, on se plaint souvent que
les orateurs sont trop nombreux, et
que le public, qui ne dispose pas,
d’ailleurs, de sièges trop confortables,
finit par être fatigué. Quand il s’agit
d’organiser une excursion, souvent,
trop de préparatifs rendent la partie
moins agréable, tandis qu’on passe ^
des heures bien plus intéressantes
quand on s’en est remis à une improvisation intelligente. Pour être plus
exact, il faudrait plutôt dire que ce
sont les orateurs qui abusent de l’occasion, assez rare en effet pour chacun, et qui tirent trop en longueur,
quoiqu’ils aient eu le temps de se bien
préparer. Eh bien, au Col de la Croix,
l’après-midi, on n’a jamais le temps
de s’ennuyer, car en une heure ou
guère plus on réussit à faire parler
sept ou huit personnes, plus les chants
quand c’est possible,
M. Preiss a été le premier à prendre la parole, ou plutôt, dans son cas
particulier, à la reprendre, pour intéresser son auditoire à ses expériences
en ce lointain archipel. Il a aussi donné un spécimen de la langue indigène... avec traduction, bien entendu.
M. Genre invite ensuite un laïc,
M. Emanuele Tron. professeur à Gênes, à adresser un message. Après une
introduction à caractère humoristique,
il porte les salutations de M. Robert
Jahier, pasteur à Luserne Saint-Jean,
fondateur avec M. Meyer de la Rencontre. M. Jahier n’est pas au Col à
cause de sa convalescence; il avait remis à M. Tron deux lettres de M.me
Meyer pour qu’il en fît part à l’assemblée. Celle-ci, sous forme d’applaudissements, exprime ses voeux pour
la prompte guérison de M. Jahier.
M. Alfredo Janavel, de La Tour,
pasteur à New York, dit qu’il a par
fois l’occasion de rencontrer, dans
l’immense ville américaine, des protestants italiens et français. Il rappelle
le naufrage du grand navire italien
M Andrea Doria », qui reçut, il y a un
an exactement, le secours le plus important de la part du navire français
« Ile-de-France ».
Le pasteur Pierre Roy informe le
public, toujours très attentif, du travail qu’il accomplit, avec des volontaires, à Ristolas, pour contribuer à
réparer les dommages provoqués par
l’inondation de juin dernier. C’est là
un motif de solidarité chrétienne.
L’orateur qui suit, M. Hans Brunner de Zurich, s’amuse à décevoir et
à réconforter son monde à propos de
la beauté des montagnes de la Suisse
et d’autres pays.
Un autre laïc, le doct. Guido Ri bet,
qui occupe une place importante dans
la F.I.A.T., à Turin, remarque l’étendue et l’importance de la paroisse de
Bobi, et donne une interprétation
prophétique au ton de la prédication
de son titulaire, M. Genre.
L’avocat Ettore Serafino, de Pigne
roi, rappelle la triste période de la
guerre et se rapporte à des épisodes
de solidarité entre « maquis » des deux
versants des Alpes. Et M. Paolo Favout, de Saint-Jean, s’inspirant à l’inscription de la croix du Col (ce n’est
pas un jeu de mots!) « Afin qu’ils
soient tous un », exprime le voeu que
la fraternité s’établisse de plus en plus
au sein des peuples, pour empêcher la
folie absurde de la guerre.
Par deux fois, la réunion a été rehaussée par des chants exécutés par
la « Fédé » (Fédération Chrétienne des
Jeunes Filles, sauf erreur; aujourd’hui,
ce ne sont plus que les sigles qui comptent, pas besoin de les expliquer!). De
part italienne, le chant du « Serment
de Sibaoud » a été le « clou » de la
fin. Qn s’est séparé au chant de l’aurevoir.
Qn a demandé à une jeune fille qui
franchissait la frontière pour la première fois ce qu’elle trouvait de différent. Elle a répondu; «Rien». Ce
monosyllabe vaut à lui seul une leçon
à bien des personnes.
Praesens.
DALLA GERMANIA
Il Cristiano e il comunismo
« La cristianità e l’assalto del bolscevismo » è stato il titolo di una serie di conferenze organizzate dalle Chiese di Düsseldorf nel corso delle quali il Dr. Helmuth
Gollwitzer, professore di teologia a Bonn
si è fatto il difensore di conversazioni fra
cristiani e comunisti, i^li affermò che in
questi contatti i cristiani si avvedranno che
il comuniSmo percorre un cammino errato
e che esso conduce non alla libertà ma alla servitù. Ed il comuniSmo rimarrà un
cammino errato anche se i popoli che esso
domina dovessero trovarsi in seguito meglio nutriti, vestiti ed alloggiati. Ostacolare
la libertà di pensiero, fare della propaganda anti-religiosa, usare dei metodi di governo brutali e terrorizzare le masse, ridurre l’essere umano al ruolo di marionetta o di disco fonografico, tutto questo
deve essere rigettato senza remissione.
1 cristiani non dovrebbero preoccuparsi
semplicemente di proteggersi contro il co
munisino, ha sottolineato il professor Coll
witzer. Essi debbono piuttosto preoccu
parsi di quella grande parte della cristia
nilà che oggi vive sotto la legge bolscevica
Le Chiese cristiane che sono dietro il si
pario di ferro — « benché non possano
considerarsi come una specie di ’’quinta
colonna” dell’occidente » do"vrebbero
essere sostenute dalle Chiese dell’Ovest,
attraverso l’intercessione, con informazioni
esatte sulla situazione in Occidente e attraverso scambi di visite.
11 secondo problema che i cristiani debbono porsi è: Cosa abbiamo da offrire ai
comunisti? Il Signore della Chiesa ha inviato i suoi discepoli, portatori del suo
messaggio, come pecore in mezzo ai lupi.
La Chiesa cristiana ha altro a fare che urlare con i lupi o distruggerli: essa è stata
cliiamata ed è stata preparata per occuparsene. « La sola azione che non sia difensiva nè fondata sulla paura, è l’azione del
messaggio cristiano » disse il prof. Gollwitzer. Questa è la vera crociata contro il comunismo.
Quando i cristiani discutono con i comunisti, dovrebbero chieder loro: che pensate dell’uomo e del significato della vita?
Non è detto che i comunisti non finiscano
per prestare attenzione a questi problemi.
Comunque sia, i cristiani si convinceranno
che niente è definitivo nè immutabile. Ed
essi debbono anche guardare allo spirito
che vi è in taluni movimenti spirituali ed
alle idee che, in Occidente, dovrebbero rispondere agli stessi problemi.
(S. OE. P. I.).
BnhRrln ll’fliRiílín: «n granile democralico liberale
(continuazione)
Poi venne la guerra del 1848, cui il
d’Azeglio non potè partecipare, per
l’età avanzata, e durante la quale egli
venne, nell’aprile, nominato senatore
con compiti particolari da svolgere in
Torino, ov’era molto popolare. Dopo
le prime vittorie, sopraggiunsero ahimè! le confitte e poi Novara, e le difficoltà del Governo e i malcontenti
popolari...
Il marchese continuò a dedicarsi ai
suoi compiti benefici, all’istruzione
del popolo, al lavoro di rilevamento
sociale iniziato prindici anni prima,
con lo stesso ardore e lo stesso entusiasmo, fino alla fine dei suoi giorni.
Anche se il fratello Massimo, più prudente, e la marchesa Costanza, più
timorosa, ad un certo momento credettero che i liberali andassero troppo
a sinistra, come si direbbe oggi, specialmente quando si decretò che Roma fosse la capitale dell’Italia risorta.
Roberto invece si mostrò fino all’ultimo convinto « che il cattolicesimo si
spoglierà del mantello profano di cui
l’hanno rivestito in secoli d’ignoranza, e che si rinnoverà a poco a poco
nei principi di Cristo, coi quali non
fu sempre in armonia almeno per la
forma e per rintonaco grottesco sotto
il quale si trova tuttodì soffocato
(1859). Dio farà trionfare la verità della Sua parola, ma il momento in cui
questa epurazione avviene nel mondo
morale è penoso e pieno di timori ».
Roberto d’Azeglio ebbe il suo
momento di popolarità ed un posto
di primo piano nel biennio 1847-48.
Di lui avevano fiducia i liberali, ma
più ancora il popolo; sia per la sua
partecipazione attiva ai moti del 1821,
che aveva pagato con cinque anni di
esilio, sia per la sua attitudine verso
gli umili ed i diseredati, a partire dal
la epidemia colerica del 1835, e per le
successive sue preoccupazioni ed attività d’ordine sociale ed umano.
Una grande attività
paìitica
Le sue qualità personali di oratore
facondo, di appassionato cultore d’arte, di scrittore robusto, di lavoratore
indefesso, gli permisero di concorrere
efficacemente a formare e ad indirizzare l’opinione pubblica del Piemonte, a moltiplicare e ad alimentare tutte quelle iniziative che avevano per
oggetto le riforme richieste e portate
dai nuovi tempi, dal soffio di libertà
che si stava allora diffondendo in
ogni paese europeo. E questa opinione pubblica egli guidava non solo coi
discorsi nelle cento occasioni che gli
si presentarono o che egli provocò,
ma anche cogli articoli che egli scriveva sui giornali liberali dell’epoca ; dal
Risorgimento aXVOpinione, dal Diritto
alla Concordia, letti in Piemonte e
fuori. Con suo fratello Massimo, suo
cugino Cesare Balbo, il Gioberti ed
altri, pensava che la libertà si poteva
accompagnare coll’ordine, e che la
moderazione non soltanto era una virtù privata, ma che poteva benissimo
diventare una qualità politica, che
avrebbe gradualmente assicurato il
progresso dello stato e di tutta la vita
sociale; e che perciò le riforme andavano effettuate senza scosse, una dopo l’altra, metodicamente, senza le
rivoluzioni e la violenza che auspicavano invece i democratici puri.
E fu grazie a questa saggezza e
a questo equilibrio che l’opera sua e
del fratello minore e degli altri moderati ebbe una efficacia notevole nel
guidare lo stato sabaudo sulla via del
progresso in ogni campo. Egli fu perciò il vero « leader » del liberalismo
piemontese negli anni cruciali del
1847-48. approvato dal fratello Massimo che si trovava allora impegnato
anch’egli nella lotta contro il despotismo e per il trionfo della libertà
« Mi rallegro con te, gli scriveva da
Roma nel dicembre 1847, di quell’influenza che hai acquistato, e con me
di avertela predetta, e mi pare che
l’hai usata molto bene ora. Mi fa anche piacere che due, aventi il medesimo nome, si mostrino nelle prime
file ».
Non così gli aveva scritto, nel febbraio del medesimo anno, parlandogli del fratello Prospero, a quell’epoca
insegnante nel Collegio dei Gesuiti di
Palermo, che aveva dato alle stampe,
a Genova, un opuscolo dal titolo:
« Della Nazionalità ».
« Caro Roberto, scrivevagli il fratello Massimo, ...ti do la nuova poco
piacevole, se non la sai, d’un opuscolo
di Prospero che è stato stampato e
pubblicato qui son pochi giorni, e che
ti mando e che vedrai ; tratta della
Nazionalità, e conchiude che si può
averla, anche co’ stranieri in casa, e
volerli cacciare è peccato... osserverai
però che mentre sin ora i libri di Prospero erano firmati soltanto P. Luigi
Taparelli, questa volta invece hanno
messo Taparelli-d’Azeglio per far l’antitesi, e procurare a noi il gusto di veder il nostro nome insudiciato in queste porcherie »...
Suo fratello Prospero
gesuita
Un detestabile microscopio
Un ricco cinese, che visitava l’Inghilterra, si divertiva immensamente con un bel
microscopio che gli avevano ¡atto vedere.
Pensò di acquistarne uno simile per portarselo in Cina. E così fece. Giunto a casa,
si distraeva con grande piacere neU’adoperarlo.
Ma un giorno gli venne Videa di esaminare un piccolo boccone del suo piatto di
riso. Con orrore scoperse che in esso vi
erano proprUi dei minutissimi esseri viventi!
Il suo credei gli proibiva di mangiare
qualsiasi cosa in cui vi fosse vita animale.
Allora che cosa doveva fare? Non solo
il riso gli piaceva in modo particolare, ma
era l’elemento principale del suo cibo quotidiano.
Pensò che v’era una sola via d uscita.
Avrebbe distrutto lo strumento che rivelava
lo sgradevole fatto; quindi fece a pezzi
l’antipatico microscopio.
« Sciocco II, direte voi. vero?
Non vi sono molti che odiano la Parola
di Dio perchè essa rivela il loro vero stato?
Essa non ingrandisce come il microscopio,
ma mostra al peccatore ciò che sono agli
occhi di Dio i suoi peccati e la sua condizione.
L’odio degli uomini per la Sacra Scrittura
consiste esclusivamente in questo. Essi non
vogliono ammettere la loro colpa. Così
gettano lontano la Parola di Dio e tentano perfino di dimostrare false le sue affer-^
mozioni. « Perciocché la Parola di Dio è
viva ed efficace e vie più acuta che qualunque spada a due tagli; e giunge fino
alla divisione delle giunture e delle midoUa, ed è giudice dei pensieri e delle intenzioni del cuore D {Ebrei 4: 12). a Ecco,
ora il tempo accettevole; ecco ora il giorno della salute y> (2 Cttr. 6: 2; Giov. 3: 16,
6: 37).
Il fratello Prospero, entrato nella
Compagnia di Gesù ove aveva preso
il nome di Luigi, passò dieci anni nel
Collegio di Novara (1814-24). Fu successivamente per cinque anni Rettore
del Collegio Romano, quattro anni
preposito della provincia di Napoli e
sette anni insegnante nel Collegio
Massimo di Palermo, e finalmente a
Roma redattore della Civiltà Cattolica, dal 1850 al 1862, anno della sua
morte. Era uomo d’ingegno acuto, di
fermezza incrollabile e di grande disposizione al sacrificio, secondo il più
giovane fratello Massimo, che lo ebbe
sempre caro, anche se le loro idee erano agli antipodi.
Roberto e Massimo invece avevano
gli stessi ideali : tutti e due cercavano
il vero e lo dicevano senza guardare
in faccia a nessuno, tutti e due facevano quello che ritenevano essere il
loro dovere, senza curarsi d altro.
« Fra le poche consolazioni che
provo nella mia vita presente, le tue
lettere figurano in prima linea... lo che
ho bisogno di benevolenza come dell’aria per vivere, io che campo di cordialità, di fiducia, d’affetto... pensa
che senso di gratitudine, di benessere
mi fa quando leggo le amorevoli parole che mi scrivi »...
Tali espressioni fanno intravedere
quale fosse l’affiatamento cordiale fra
i due : nessun sentimento d’invidia
dell’uno per le fortune e la popolarità
' dell’altro, lo stesso entusiasmo fiducioso per tutto quanto riguardava le
idee di libertà, d’indipendenza, di progresso civile, ecc.
Motivi della nostra
riconoscenza
Ma ritornando a Roberto, si può
dire che è grazie appunto alla popolarità, al prestigio indiscusso di cui
godeva in mezzo al popolo ed al movimento liberale, che (égli ottenne dal
Sovrano, fra gli altri atti di cui tutto
il popolo piemontese gli deve essere
grato, anche quello che concerne particolarmente gli acattolici del tempo,
valdesi ed ebrei, vale a dire quello della loro emancipazione, della rottura
delle catene che da secoli li tenevano
isolati e come schiavi nel loro rifugio
alpino e nel ghetto cittadino.
In tutta l’opera sua, Roberto d’Azeglio fu approvato ed incoraggiato
dal fratello Massimo, fu devotamente
aiutato dalla consorte Costanza d’Alfieri, la quale inoltre fu l’intermediaria fra Roberto ed il figlio Emanuele,
quando il primo, talmente preso dagli
avvenimenti, non aveva più il tempo
di corrispondere col figlio diplomatico
e di informarlo di quanto avveniva
nella capitale del piccolo ma rispettato Piemonte, degli stati d’aninio del
popolo o dei propositi dei Ministri,
dei progetti, degli intrighi, ecc. E le
informazioni ed i consigli materni
contribuirono certamente a rendere
sempre più efficace l’opera del figlio,
che percorse rapidamente e brillantemente tutta la carriera diplomatica, sì
da essere inviato, appena trentacinquenne, ambasciatore nella capitale
britannica. ,
Per cui mentre come Valdesi la nostra gratitudine e la nostra riconoscenza va in modo particolare all opera esercitata in nostro favore da Roberto d’Azeglio, come cittadini noi
teniamo ad accomunare al suo efficacissimo intervento anche il concorde
incoraggiamento della marchesa Costanza e del figlio Emanuele, che costituiscono insieme il modello di uha
famiglia del Risorgimento, tutta dedita agli stessi ideali e sorretta dagli
stessi principi di una religiosità non
di forma ma di sostanza, non contemplativa ma attiva.
Costanza e Roberto morirono nel
1862, a distanza di pochi mesi. « Alla
loro morte, lasciò scritto nei suoi Ricordi il fratello Massimo, la loro bara
fu accompagnata al camposanto da
un nuvolo di bambini e dai loro parenti, tutta povera gente, che il cuore, non l’interesse, conduceva a far,
secondo le loro forze, onore a chi aveva pensato ad essi in vita. Mio fratello e mia cognata ebbero così il più
raro dei premi quaggiù, la gratitudine
non imposta, non pagata, ma spontanea dei beneficati »...
Si abbia anche la nostra, profonda
e sincera.
T. G. PoNS.
4
Ermanno Rostan L'Eco delle Valli Valdesi Salvatore Mastrogiovanni
LA SANTA CENA BONAVENTURA MAZZARELLA
L. 260 L. 400
In Uruguay
lA SUOVA FEDERAZIONE
delle Chiese ProUnti
Appena un anno dopo la sua fondazione,
la Federazione delle Chiese protestanti
d’Uruguay partecipa già al lavoro di studio ecumenico. In collaborazione con la
Federazione protestante del Rio della Piata sono state nominate delle Commissioni
speciali di teologia, d’evangelizzazione e
di questioni sociali; il mese scorso è stata
organizzata una conferenza sulla responsabilità cristiana nei riguardi delle regioni in
rapida evoluzione sociale.
La Federazione uruguayana desidera sviluppare la coUaborazione interecclesiastica
ed intensificare l’azione delle Chiese in
fatto di evangelizzazione, d’istruzione e di
lavoro fra i giovani. La sua esistenza stessa, come lo afferma la sua costituzione, significherà che gli interessi protestanti saranno meglio rappresentati nelle sfere ufficiali e fra il pubbUco. La Federazione veglierà specialmente sul rispetto delle libertà
di coscienza e di religione. In questo campo, i protestanti d’Uruguay riconoscono di
esser stati incoraggiati ed aiutati dall’attività della Commissione delle Chiese per le
questioni internazionali, organismo comune del Consiglio Ecumenico delle Chiese e
del Consiglio Internazionale delle Missioni,
Fra le attività della Federazione urnguayana si segnala lo sviluppo di stretti
contatti con gli organismi suddetti; la pubblicazione di un bollettino, « Unidad Cristiana »; l’installazione di una biblioteca
ecumenica raccogliente tutti i documenti in
lingua spagnuola su temi ecumenici, oltre
alle opere pubblicate dal Consiglio Ecumenico.
Nel gennaio scorso, in occasione della
Settimana di preghiera per l’unità cristiana,
la Federazione ha organizzato incontri ecumenici speciali. Inoltre essa collabora con
il Comitato interdenominazionale dell’America Latina che si occupa di un piu largo sfruttamento della stampa e della radio.
Fanno parte della Federazione, oltre a
vari movimenti ed organizzazioni (Lega
protestante femminile. Lega della gioventù
protestante. Missione e Seminario mennoniti. Unione delle Società bibliche) le Chiese evangelica tedesca, luterana, metodista e
valdese. (S.OE.P.I.)
PRARO STINO
Inaugurazione organo
Domenica il agosto alle ore 15
Nel Tempio di Prarostino sarà
inaugurato il NUOVO ORGANO,
con un concerto di musica sacra
per organo e violino e la partecipazione della Corale. — Seguirà
un thè « prò organo ».
Un caldo invito è rivolto a tutti
gli amici della musica e del canto.
Luserna San Giovanni
DOMENICA 4 AGOSTO
alle ore 15
nella Sala Albarin, avrà luogo
la tradizionale
Annua vendita
di beneficenza
a favore delle Opere Assistenziali della Chiesa.
Invito cordialissimo a tutti
i membri e gli amici
della Comunità.
Notizie dalle Comunità
Angrogna (Serre)
Mentre buona parte della comunità
è sciamata su agli alpeggi o per i fieni, giungono ospiti ormai abituali e
visitatori nuovi al paese. A tutti diamo il più caldo benvenuto fra noi. Rivolgiamo un saluto particolare, con
riconoscenza, al pastore André Emery,
del Landeron (Neuchâtel), che si è
trattenuto al Serre per qualche temPKì con la Signora, e che ha voluto
presiedere im culto al Serre, a Pradeltorno e al Bagnau. Gli siamo riconoscenti della sua predicazione e ci auguriamo di riaverlo con noi in futuro.
PERSONALIA
Ci giunge la dolorosa notizia che
il 12 luglio, a Tarariras (Uruguay), è
mancato ai suoi cari il sig. Francisco
S. Rostan, suocero del Pastore emerito sig. Giulio Tron.
Inviamo da queste colonne le nostre più sentite condoglianze alla signora Mery Tron ed al sig. Emilio
Rostan, molto conosciuti e stimati
alle Valli.
Giunge notizia che, in occasione
della inaugurazione dei locali dell’Istituto Italiano di Cultura a Madrid,
alla presenza di S. E. Folchi venuto
espressamente da Roma, parole di
vivo elogio sono state rivolte al pittore italiano e valdese Arturo Peyrot
dal Direttore generale della Stampa
e Propaganda. Entusiastiche parole
in merito all’affresco del pittore Peyrot sono state pronunziate anche dai
Prof. Sanchez Camargo, Direttore del
Museo contemporaneo di Madrid.
Giungano anche le nostre vive felicitazioni all’artista evangelico.
Giungano le nostre vive congratulazioni ed i nostri migliori auguri al
neo-dottore Italo Eynard di Torre
Penice, figlio del rimpianto Comm.
Cario Eynard, già console d’Italia in
varie città estere, per il conseguimento della laurea in Scienze agrarie
presso l’Università di Torino. Egli ha
ottenuto il massimo dei voti, la lode
e la dignità di stampa discutendo
una tesi su : « Azione dell’azoto e dell’ossigeno liquidi sulla germinabilità
dei semi duri». Su 32 esami sostenuti per il conseguimento della laurea,
ben 25 sono stati superati con la votazione massima, cioè 30 e parecchi
con lode. Onore al merito!
In occasione del suo prossimo collocamento a riposo il nostro correliginario S. E. Mario Piacentini, Pre
sidente di Sezione di Corte di Cassazione, ha ricevuto un affettuoso e
ben lusinghiero “attestato di benemerenza da parte dei suoi colleghi
dell’Alta Mag'stratura.
Il 14 luglio u. s. infatti, i Presidenti ed i Ccnsiglieri delle Sezioni Unite e della Prima Sezione civile della
Corte di Cassazione si sono riuniti
per offrirgli una artistica medaglia
d’oro accompagnando l’offerta con
espressioni atte a mettere in evidenza « il contributo che, come giurista,
il Presidente Piacentini ha dato ai
progressi della giurisprudenza e le
affermazioni della sua personalità
in tutti gli elevati uffici che ha coperto ».
Ci felicitiamo per questo alto riconoscimento delle benemerenze di
S. E. Piacentini, la cui figura è ben
nota anche alle nostre Assemblee
Sinodali, e, in occasione del suo collocamento a riposo,, vogliamo porgergli il nostro più affettuoso augurio
e ringraziarlo per quanto ha fatto e
ancora vorrà fare, nella sua grande
competenza nel campo giuridico, per
la nostra Chiesa.
Assistenza pastorale
negli ospedali di Torino
Si informano i pastori e le famiglie
delle Valli che durante il mese di
Agosto l’assistenza spirituale ad ammalati delle Valli degenti in ospedali
o cliniche cittadine sarà prestata dal
pastore Corsani. I nominativi possono essere segnalati telefonando all’ufficio parrocchiale (tei. 68.28.38)
dalle ore 9 alle 12, oppure a domicilio
del past. Corsani (tei. 51.980).
Dopo il Sinodo e fino al 25 Settembre. l’assistenza in tutti gli ospedali
sarà prestata invece dal past. Ayassot
(tei. 68.28.38).
Finita l’estate, riprenderà la consueta ripartizione degli ospedali fra i
due pastori (Corso Vittorio; Molinette, S. Giovanni, S. Vito, M. Adelaide.
Sanatori; San Donato: Maria Vittoria, Pr. Amedeo, Ospedali Psichiatrici).
Dopo lunghe sofferenze, il 2 luglio
u. s. ci ha lasciato la nostra sorella
Maddalena Gaydou. Riuniti im’ultima volta intorno a lei, abbiamo riascoltato la parola della certezza biblica: «Io so che il mio Redentore vive!»
Il calendario delle prossime domeniche è il seguente:
Domenica 4 agosto: ore 10 Serre;
ore 14 Bagnau.
Domenica 11 agosto; ore 10 Sap;
ore 14 Barfè.
Le esercitazioni di tiro degli ultimi
giorni hanno notevolmente turbato
la vita lavorativa, ed in parte anche
quella ecclesiastica, della nostra valle,
sp>ecie nelle zone alte. Ci auguriamo
che questo disagio sia in avvenire tenuto presente da chi di dovere.
La linea telefonica è ormai installata fino a Pradeltomo. Ce ne rallegriamo vivamente, e, attendendone
una tempestiva messa in funzione,
speriamo che non si tratti che di un
primo passo.
Angrogna ( Capoluogo )
Domenica 28 luglio, nel corso della
nostra riunione all’aperto ai Malans
Inferiori .sono stati presentati al battesimo :
Gaydou Ivan di Carlo e di Bertot
Linetta (Bessons); Bertot Claudia di
Mario e di Pons Eddy (Malans inferiori).
Il Signore circondi ed accompagni
sempre con la sua grazia i bambini
ed i loro genitori.
Riunioni domenicali pomeridiane
per il mese di agosto: Domenica 4
agosto, ore 15: MARTEL (in caso di
cattivo tempo: nella scuola del quartiere); Domenica 11 agosto: sospesa.
Domenica 18 agosto, ore 15: PONS
(in caso di cattivo tempio, nella scuola del quartiere); Domenica 25 agosto: da destinarsi. e. a.
Redattore; Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - ’-c.p. 2/175S7
Tipografia Subalpina - .«. p. a.
Torre Pellice (Torino)
Direttore: Prof. Gino Costahel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 19.')»
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ORARIO NEL PIMEROLESE IN VIGORE DAL 2 GIUGNO 1957
Tramvia Pinerolo - Porosa e viceversa
Pinerolo
Porte
S. Germano
VUar P.
rinasca
Perosa
fer. fest. fer. fer. fest. fer. fest. fer. fer.
4.20 4.35 5.45 6.45 7 — 7.55 8.15 9.30 :0.15 11.30
4.47 4.56 6.01 7.07 1 8.16 8.34 9.48 10.34 11.50
4.54 5.03 6.10 /.15 1 8.22 8.42 9.55 10.42 11.58
5.25 5.20 6.17 7.22 7.25 8.30 8.50 10.03 11 — 12.06
5.35 5.30 6.27 7.32 — 8.40 9— 10.10 11.10 12.16
5.45 5.40 6.37 7.40 — 8.50 9.10 10.20 11.20 12.25
fer. fest. fer. fer. fest. fer. fer. fest. fer. fest. fer. fest.
Perosa 4.45 4.50 5.55 7 — 7 — 8 — 8.10 9.35 9.45 11.45 11.50
Pinasca 4.55 5.01 6.05 7.11 7.10 8.11 8.20 9.45 9.55 11.57 12 —
Vülar P. 5.25 5.20 6.15 7.21 7.19 7.30 8.21 8.30 10— 10.04 12.07 12.09
S. Ger. 5.32 5.27 623 7.28 7.25 8.28 8.35 10.10 10.10 12.15 12.15
Porte 5.39 5.32 6.29 7.35 7.32 8.35 8.42 10.20 10.17 12.28 12.22
Pinerolo 6 — 5.50 6.45 7.55 7.50 8 — 8.55 9— 10.40 10.40 12.52 12.40
fest. fer. fest.
11,40 12.40 13.10
11.58 13.02 13.29
12.05 13.10 13.36
12.11 13.40 13.45
12.20 13.50 13.55
12.30 14— 14.05
fest. fer.
15.05 15.05
15.22 15.24
15.28 15.32
15.35 15.40
15.45 15.52
15.55 16.05
fer. fest. fest. fer.
13— 13.25 14.10 16— 16.15
13.10 13.33 14.18 16.10
13.40 13.45 14.28 16.33 16.55
13.47 13.51 14.34 16.29
13.54 13.58 14.41 16.36
14.15 14.20 15— 16.55 17.18
fer.
16.02
16.22
16.29
16.55
17.07
17.20
fer.
16.55
17.03
17.11
17.35
fer.
17.50 19.25 20.55
18.09 19.47 21.17
18.17 19.55 21.25
18.25 20.02 21.55
18.35 20.11 22.05
18.45 20.20 22.15
fer.
17.25 19— 21.15
17.35 19.10 21.25
17.45 19.20 21.55
17.52 19.28 22.03
17.58 19.35 22.10
18.16 19.55 22.30
__________________Sapav autoservizio Torino - Pinerolo - Perosa - Pragelato - Sestriere_____________________________________
fer. sab. sab. fer. fer. ¡est. fer. fer. fer. sab.
7 — 8.30 11.30 12— 13.10 16— 17.30 19 — 20.15 0.15 p. Torino a. 6.35 8.15 9.10 14.10 14.40 15.40 18 30 20 —
1 — 11.55 12.25 13.35 I 17.55 19.25 1 0.40 Airasca 6.15 7.45 8.45 13.45 1 15.15 i 1
7.45 9.15 12.10 12.40 13.50 16.40 18.10 19.40 20.55 0.55 Pinerolo 6— 7.30 8.30 13.30 14— 15— 17.45 19.15
8.05 9.30 12.30 13— 14.10 17— 18.30 20— 21.15 1.15 Villar P. 5.40 7.05 8— 13.05 13.35 14.40 17.25 18.55
8.15 9.40 12.40 13.10 14.20 17.10 18.40 20.10 21.25 1.25 a Perosa 5.30 6.55 7.50 12.55 13.25 14.30 17.15 18.45
Autoservizio - Tramvia Autoservizio
Pinerolo - Orbassano - Torino e viceversa Cavour - Torre Peli
(-(-) (‘) (X) (-h) ( = )
Pinerolo 6.13 11.35 12.5018.13 19.15 20.10 Cavour 10.30 6.30
Frossas. 6.25 11.47 13.02 18.25 19.22 20.17 Campiglione 10.40 6.40
B. Cum. 6.37 11.55 13.10 18.33 19.28 20.23 Fenile 10.50 6.45
Piossas. 6.45 12.05 13.18 18.41 19.35 20.30 Bibiana 11 — 6.55
Órbass. 6.57 12.17 13.30 18.53 19.43 20.38 Luserna 7.05
Torino 7.35 12.55 14.08 19.36 20.05 21 — Torre Pellice 11.15 7.10
(X) (•) (X) (=) (+)
Torino 6.05 7.10 7.05 14.25 18.20 18.40 Torre Pellice 11.30 6.30
Orbass 7 — 7.32 7.45 15— 18.58 19.15 Luserna 11.35
Piossas. 7.12 7.40 7.57 15.12 19.10 19.27 Bibiana 11.40 6.45
B. Cum. 7.20 7.47 8.05 15.20 19.18 19.35 Fenile 11.45 7.55
Frossas. 7.28 7.53 8.13 15.28 19.26 19.43 Campiglione 11.50 7.05
Pinerolo 7.40 8 — 8.25 15.40 19.38 19.55 Cavour 12 — 7.15
(-(-) Sabato, (♦) Feriale, (x) Festiva. (-f) martedì, ( = ) venerdì
fer. fer. fest. fer. sab. fer. fer. fer. fer. fer. fer.
5.50 8.15 9.40 12.35 13.20 14.15 17.10 17.30 20.25 22.20 p. Perosa a. 4.35 5.45 6.40 12.50 13.45 17.15 18.45 21.05
6.14 8.35 10— 12.59 13.45 14.47 17.30 17.55 20.57 22.44 Viliaretto 4.12 5.22 6.15 12.20 13.22 16.50 18.20 20.37
8.45 10.10 14— 15.05 17.40 18.10 21.15 23— Fenestrelle 3.55 4.55 5.55 12— 16.35 18.10 20.20
9.10 10.40 18.05 21.50 Pragelato 5.35 16.10 17.50
9.45 11.05 18.30 Sestriere 15.45 17.30
Autoservizio Pinerolo ■ S. Secondo e viceversa
fer. (=) fest. fer. fest. fer. fest. fest. Pinerolo - Airasca Torino e viceversa
S. Secondo Pinerolo 6 — 7.50 11.45 13.40 16.45 6.10 8— 11.55 13.50 16.55 18 — 19.45 20.30 0.15 18.10 19.55 20.40 0.25 Pinerolo 12 — Torino (•) (X) 18— 18.30
fest. ( = ) fest. fer. fest. fer. Riva 12.05 Airasca 18.30 19 —
Pinerolo 5.55 7.40 11.30 13.30 16.30 19.30 20.15 24 — Airasca 12.15 Riva 18.40 19.10
S. Secondo 6— 7.50 11.40 13.40 16.40 19.40 20.25 0.10 Torino 12.45 Pinerolo 18.45 19.15
( = ) Solo al mercoledì e sabato {•) feriale. (X) festivo
Autoservizio SATTI
Autoservizio Torre Pellice Bobbio Pellice e viceversa
(*)
Torre P. 8.30 12— 19.15
Bobbio 9— 12.30 19.45
(‘) (X) ( = )
Bobbio 5.50 7.30 15.30 17 —
Torre P. 6.20 8— 16— 17.30
(*) Solo ven. (x) fer. escluso sab.
( = ) sab. c festivi.
Nei giorni di mercoledì e sabato si effettua da Bobbio a Pinerolo un autoservizio col seguente orario: Bobbio
P. 7.30 con arrivo a Pinerolo alle 8.30 ;
partenza da Pinerolo 12.30 con arrivo
a Bobbio alle 13.30.
FF. SS. - Bricherasio - Barge e viceversa
Brich. 5.03 5.55 8— 9.33 13.18 15.18 16.52 19.07 20.14 21.25
Barge 5.21 6.13 8.18 9.50 13.37 15.59 17.10 19.27 20.33 21.44
Barge 4.35T27”6.27~8.30 12.16 14.50 16.08 17.53 19.37 20.57
Brich. 4.54 5.45 6.46 8.48 12.34 15.07 16.29 18.12 19.55 21.16
Autoservizio
Perosa - Perrero - Frali e viceversa
9.20 20.20
9.50 20.45
10.30
Perosa
Perrero
Frali
6.50 18.35
6,25 18.10
17.30
FF. SS. - Torino - Pinerolo - Torre Pellice e viceversa
Torino
Airasca
Pinerolo
Brich.
Torre P.
Torre P.
Brich.
Pinerolo
Airasca
Torino
4.28 6.15 8.12 12.23 13.44 15.22 17.26 18.29 18.34 19.26 23.48
5.12 7.07 8.52 1 14.32 16.06 18.13 1 19.22 20.09 0.29
5.32 7.39 9.14 13— 14.57 16.28 18.40 19.13 19.46 20.32 0.51
5.53 7.57 9.29 13.15 15.12 16.50 18.59 19.28 20.07 20.47 1.07
6.06 8.10 9.43 13.34 15.25 17.04 19.12 19.42 20.20 21 — 1.20
..... (’)
8.38 12.24 13.25 16.32 18.03 19.50 21.06
8.53 12.39 13.40 16.48 18.19 20.06 21.21
9.11 12.58 13.56 17.06 18.38 20.30 21.40
9.28 13.19 1 17.35 18.59 20.59 22.10
10.05 14.01 14.47 18.25 19.44 21.42 22.52
3.44 4.44 5.36 6.36
3.59 5.09 5.52 6.51
4.17 5.27 6.15 7.09
4.35 5.47 6.47 7.26
5.20 6.27 7.34 7.56
(•) Feriale.
Da Perosa a Frali, nei giorni festivi di luglio e agosto (e
dal 21 luglio al 25 agosto tutti i giorni) si effettua una eorsa in partenza alle 8,20.
Da Ferrerò a Frali, alle ore
20,50 dal 1 luglio al 31 agosto
(sabato e domenica) e giornaliera dal 1 al 18 agosto.