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LA NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
l»Kli»»0 D’AXSOClAaiOXE
Torino, per un anno ... L. 6 »
a per sei mesi ... » i »
Per le provincie e l’eslero franco sino
ai conlini, un anno . . L. 7 20
per sei mesi « 3 20
La direzione della IJUON.V NOVliLLA è
in Torino, casa Bellora, via del Valentino, n" 12, piano S".
>Lc assuciazioni si ricevono da Cahlotti
Bazzakini e Comp. Editori Lilirai in
Torino, via Nuova, casa Melano.
Gli Associali delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla ditta sopradetia.
Origini e dottrine della Chiesa Valdese (Articolo decimolerzoj. — Carceraniento per
fatto di religione. — La Bibbia ed i Padri II. — Notizie religiose : — Valli Val - '
desi. — Torino. — Vercelli. — Germania. — Austria. — Boemia. — Inghilterra. —
Irlanda. — Stati-Uniti d’America. — Cronachetta politica.
ORIGIM E DOTTRINE DELLA CHIESA V ALDESE
Articolo dedmoterzo.
Crosccnlc perversità do’ (empi. — Vocazioui religiose. — Condolía cvangcìifa dei Valdesi. —
Traviamenti monastici. — Opinione fallace delTahatc d’Usbcrga — Eretici coatlannali da Alessandro IH.—Papa Innocenzo III.—Suo Concilio
Ecumenico. — Sue condanne. — Offeudono la
carità cristiana. — Non toccano i Valdesi. —
Curialismo. — Dritto canonico.— Manichei.—
Gnostici. — Pautiziaai. — Albigcsi. — S. Domenico. — Inquisizione. •— Pietro Valdo. — I
pt>vcrì di Lione. — hanno di comnne
coi Valdesi del Piemotite antichi fedeli delle
Chiese d’Italia.
220. I continuati scandali delle
ambizioni ecclesiastiche, le quali conleudcvano iu Occidente il possesso
del papato di Roma o dei vescovadi
delle città , consigliavano il cristiano
dabbene a vivere quasi ritirato dal
mondo, pensando a salvarsi l’anima
senza badare alle opere scellerate dei
preti! A noi pertanto non fa meraviglia il vedere in questa età moltiplicarei in ogni parte ordini religiosi ed
istituti monastici, dove persone dell’oino c dell’altro sesso accorrevano
come in porto di salvezza a riparare
jlai pericoli e dalle agitazioni del secolo. Lo stalo della società, qual venne costituito dalia fondazione dell’im-
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pero (li Carlo Magno, era una perma nenie anarchia, perchè del continuo
rimescolato da questioni messe in
campo da quella stessa autorità catlolica, la quale ci vorrebbero oggi alcuni mal cauti scriltori far credere
come la tutricc nata dell’ordine, mentre die la esperienza de’ secoli ci ha
dimostrato lei essere sempre stata la
madre c l’origine de’ più scandalosi
disordini.
221. Quei buoni cristiani adunque
cui sommamente addolorava la vista
ili tante iniquissime guerre o mosse
0 approvate daH’autorità ecclesiastica,
c non avevano d’altronde imparato a
confortarsi, come fanno i cristiani
evangelici nella parola di Dio, fuggivano a sepellirsi ne’ chiostri cne’
romitori, dove inosservati sfogavano
1 sensi della loro pietà.
222. Altri però, più addottrinati
di loro, e meglio avviati uella via del
Signore Iddio, durarono fermi nella
condiziono in cui la nascila o l’cducazionc collocati li avea, e protestando con una condotta morale, viituosa ed evangelica contro gli esempi
e le pretensioni del clero, viveano
separati affatto da qualunque religioso
contatto co’ papi, cogli antipapi c c«i
vescovi, e crocifissi al mondo con
Cristo, in mezzo al mondo pieni di
fede, e non avendo altro direttore e
maestro che il Vangelo di Cristo, ser
vivano assai meglio a Dio che non
tutti gli anacoreti e i solitari e i monaci di più rigorosa osservanza.
Questi contrassero in parte i vizi
de’ prelati e de’ vescovi, perchè ubbidendo per istituto di regola ai vescovi
di Roma che li aveano approvati e
forniti di privilegi, ne accettavano le
commissioni, e per eseguirle necessariamente doveano rientrare nelle pratiche secolaresche del mondo, a cui
si erano involati per evitare, com’essi
dicevano, il pericolo di perdersi. Rientrando così nel mondo, non poteano
uon assumerne il fare e il linguaggio,
non secondarne gli usi, e per conseguenza non contraddire coll’opere ai
principii da lor professati. Prova ne sia
che vescovi e papi erano la maggior
parte cavati dai chiostri, e fatte ben
poche eccezioni, i claustrali furono
forse i meno trattabili, quante volte
nascevano contrasti di giurisdizioni e
di diritti puramente mondani. Laonde
è chiaro che il materiale allontanamento dal mondo non influisce per
nulla a spegnere le mondane passioni
dell’ uomo,che restano solamente vinte
e con<iuise dallo Spirito di Dio, che
non ha bisogno di solitudini e di claustri monastici per communicarsi alle
anime, ma spira da qual parlo gli
piace, c quando vuole. 1 soli uomini
(cnaccinente uniti per £ede viva a
Cristo sono liberi dal giogo delle urna-
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nc [lassioiii, e soli possono por amore
(li Cristo calpestare interessi, piaceri
ed onori. Ciò non vepgiam die facessero i claustrali sollevati cho fiirono
ai primi onori. Chi nei vescovado di
Roma ha fondato il sistema più ambizioso (Ji terreno dominio? L’abbiamo già ragionato a dilungo (168), fu
Gregorio VJI, monaco. Chi nei moderni tempi introdusse nei capi della
Chiesa di Roma (juel vizio sì deplorato dagli slessi cattolici più divoti c
])iù pii, vogliamo dire il nipotismo?
fu Sislo IV, frate francescano.
Tanto è vero che la vita claustrale,
come oiservaroiio sempre i più pii
S(;rilLori anche claustrali, qual fu Gio.
Cussiano e s. Bernardo, per se stessa
non vale a migliorare gli uomini, o
daH’averla interdetta non trassero mai
che vantaggio le società protestanti.
2“2o. 1 Valdesi del Piemonte non
ebbero mai fantasia di fondar ordini
religiosi 0 solitari, o misantropi. Ammaestrati e incoraggiati dalla parola
evangelica portavano lieti la croco
posta lor sulle spalle dalia volontà di
Dio, vivendo nella società come uomini, portandone i pesi come cittadini, e adempiendone i doveri come
cristiani. È dunque pretta menzogna
il racconto dell’abate d’Usberga, il
quale pretende non altro essere i Vaidesi, che una razza di monaci arrabbiali contro del papaf perché andati
a Roma per ol tenere l’approvazione
apostolica del loro istituto furono riconosciuti e dichiarati impostori. Cosi
nella sua cronaca citata nella collezion
de’concilii del P. Labbé. La Chiesa
Valdese, lungi dall’ essere mai stata
una setta o un ordine di frati e di
monaci secondochè ha sognato questo
reverendissimo P. Abate, si compone
di un popolo tutto italiano ehe non
si è mai dipartito dalle massime e
dalla fede della primitiva Chiesa di
Cristo, non ha mai nulla aggiunto alla
semplicità del Vangelo, nè mai lui
fatto 0 accettato fondazioni di comunità religiose. Ella non ha e non ehhe
mai altro codice, non altro rituale ,
non altra disciplina che il Nuovo Testamento. 1 vescovi e i preti non li
ebbe mai riguardati che come Pastori
evangelici, ossia ministri e dispensatori della parola di salute che è la
parola di Cristo; perciocché anche
secondo s. Girolamo e s. Ambrogio
nell’epistole di s. Paolo a Timoteo e a
Tito,la parola '¿rccaEpiscopits (vescovo) ha lo stessissimo significato della
parola Ebraica Presbitcr {prete )
(I Eumdem episcopurn dicit {Apostolus) quem et presbilerum nominavit »
Appresso vengono i Diaconi e le Diaconesse che sono precisamente quello
che erano ai tempi descritti negli atti
degli Apostoli. Tutti hanno o possono avere ahbi-acciato lo stato con-
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— fiìH) —
iugale, c di conseguenza è rimossa
ogni anclie lontana idea di ordinamento fratesco.
223. Il concilio Lateranense III
. (che «i chiama colla solita finzione
ecumenico ossia generale benché non
vi sieno intervemUi che dottori e vescovi delle Chiese Latine) convocato
da Alessandro III, condannò molti
eretici sotto il nome di Catari, di Patarini, di Albigesi ecc. ecc. Ora Bellarmino, Genebrardo, e Onofrio Panvini presso il P. Labbè vogliono che
sotto questi nomi sieno anche fulminati i Valdesi del Piemonte. Ma sono
evidentemente in errore, perciocché
1° questi non hanno mai portato alcuno di que’nomi, 2“ le dottrine e i
costumi, che I sucitati autori ascrivono a que’scomunicati, come sarebbe
la conmnione delle donne, le rapine,
i furti ecc. ecc. sono del tutto alieni
dall’ operar dei Valdesi che non ebbero mai quelle massime. Noi sinceramente crediamo che non le avessero
nemmeno i Catari i Patarini e gli Albigesi ecc. ecc. ma disgraziatamente
i Papali coll’aiuto della Inquisizione
hanno potuto distruggere tutti gli
scritti di quegli infelici perseguitati
da‘loro, e noi non abbiamo alcun
mezzo di palesare la loro innocenza
cosi calunniata. Certo il buon senso,
il carattere delle persone che li sostenevano, la serenità con cui morivano,
il rispetto in cui erano presso le popolazioni, depongono assai chiaro
contro le nere menzogne dei frati calunniatori; ma distrutti 1 poverini
senza poter dopo sè lasciare altre
memorie che le declamazioni di bugiardi storici, 0 i processi compilati
dalla Inquisizione, sono stati assai
lungo tempo nell’opinione del volgo
giudicati per empi e per facinorosi, e
però meritamente puniti.
224. Solo dopo la riforma del secolo XVI nei paesi protestanti si fece
luce, e si travide ia verità. Potè ivi
allora essere per la prima volta interrogata senza timore di fulmini temprati in Vaticano la storia; ivi allora
fu sindacata la vita dei tristi, che
sotto maschera di pietà simulata accusavano e trucidavano i migliori;
ivi per la prima volta allora nel cospetto del cielo e della terra si disserrarono dalla mano terribile della
stampai misteri tutti della sacerdolale
tirannide, -e si avvidero i popoli che
l’essere incorsi nella indignazione dei
preti non era poi sempre una prova
di colpa.-Sì, la Riforma evangelica del
secolo XVI, e dietro lei l’emancipazione degli ingegni, la libertà dello
studio, e per conseguenza i lumi, la
storia e la stampa hanno riabilitato a
comparir buoni e virtuosi cristiani
come erano, ben tanti e tanti, che la
ignoranza e credulità de’ poj)oli ri-
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¡»uardó per iiifaini, perchè dichiarali
('retici e scornuaicati dai preli.
225. Rimasero come per prodigio
e.senli i Valdesi da (¡uei primi furori
della persecuzione papale, siccome
(pielh, che non parteggiando per alcuna delle fazioni in zuffa, .si stavano
(juasi ignoti al mondo, contenti di essere noti a Dio. Ciò forse valse loro il
vantaggio di non venire avvolti nelle
condanne di Roma, e potere cosi nel
mezzo della perlurhazion generale
prosiierare in pace.
226. Nel 1215 Innoc(*nzo III (il
più curialesco de’ papi, e (piegli che '
dopo Gregorio VII si mostrò più imbevuto delle massime eccessive delle
false decretali, e con maggior alterezza bravò imperatori e principi),
adunò uu IV concilio ecumenico in
Laterano, e coi Palermi, Albigesi,
Ciliari, ecc. solennemente proscrisse
« anche i poveri di Lione, cui chiama
Valdesi, ossia seguaci di Pietro Valdo.
A tal eiTelto rammenta alle podestà
civili, imperiali, regie e feudatarie,
esercenti giurisdizion signorile, il dovere che secondo lui avevano di sterminare gli eretici. Ecco le sue imperiose es]»ressioni inserite nel canone
De hiereticis « Saranno (lutte le au« torità civili) in obbligo* di prestar
x giuramento che per la difesa della
« fede si adopereranno sinceramente
« con tulle le forze a sterminar dalle
« terre alla lor giurisdizione soggette
>< tutti quanti gli eretici indicati per
« tali dalla Chiesa; pro defensione
Il fidei pra;stent publico juramentum,
" quod de terris su® jurisdiclioni
>1 subieclis universos haireticos ab
Il Ecclesia denotatos bona fide pro
« viribus exterminare sludebunt....
« Se dentro il termine d’un anno non
Il sia purgato il suolo da (¡uesla ere(I ticale immondezza (ab hac hsereticu
■I f(jeditate), il l’onteflce scioglierà i
Il vassalli dall’ ()bbligo di fedeltà, e
Il concederà la possession delle terre
Il ai cattolici, che dopo avere stermi« nato gli eretici le posseggano senza
« che alcuno possa lor contrastarne
« la proprietà, e le conservino nella
<■ purità della fede; vassallos ab ejus
Il fidelitate denuuciet (Pontifex) ab
II solutos; el terram exponat catholicis
<1 occupandam, qui eani, exterminatis
Il haereticis, sine ulla contradictione
Il possideant, et in fidei puritate conti servent ».
Osserviamo qui per incidenza come fossero a (juei di perdute affatto
le nozioni evangeliche della carità
cristiana.
227. Di questo immisericordioso
tenore prosegue il curiale pontefice a
minacciare severissime pene a chiimque riceverà in casa propria alcuno
degli eretici, o parlerà con lui, o lo
proteggerà e favorirà. Ciò solo basterà
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porche vengii scomunicalo come lui,
e sc decorso un anno non farà jientimento, decreta elio rimanga infame
di diritto « exlunc ipso jure sit factus
<1 inf'amis », nè possa esercitare uffici,
nè intervenire a consigli, nè essere
elettore,nè far da testimonio; divenga
inabile a far testamento, e a ricevere
eredità: niuno si ardisca rispondere
alle sue istanze in nessuna faccenda,
ma egli sia costretto a rispondere agli
altri K nullus ipsi super quocun(]ue
« negolio respondeat, sed ipse aliis
« respondere cogatur ». Se mai fosse
un magistrato, non abbiano più valore le sue sentenze, nè più al suo tri•liunale si discutano le cause. « Quod
Il si forte judex extiterit, ejus sen« tentia nullam obtineat firmitatem,
« nec causae aliquae ad ejus audien
0 tiam perferantur ». Ove fosse un
avvocato,non venga affatto più ammesso a patrocinare le cause. « Si
« fuerit advocatus, ejus patrocinium
« nullatenus admitlatur ». Se poi
fosse notaro, gli stromenti rogali da
lui restino senza valore, e siano condannali con lui. « Si tabellio, ejus
« instrumenta confecta per ipsum
« nullius poenitus siul momenti, sed
'I cum auctore damnato damnentur».
Queste non sono invenzioni protestanti nè fole di romanzi, o fantasie
«li leggendari, ma verità storiche narrale dagh stossi ])iù intimi amici
delia Curia Romana, e appoggiate a
documenti autentici, come sono i
concilii da cui son tratte. Può leggerle chiunque neha collezione già
più volte citata del P. gesuita Labbè.
228. Prima di parlarne per ciò che
riguarda ai Valdesi, a maggiore illustrazione della storia e del vero, e
di quanto dovremo soggiungere, è
necessario premettere due indispensabili nozioni storiche :
1° Innocenzo III sull’esempio dei
suoi predecessori Niccolò I, Alessandro li, Pasquale li, Callisto II, Alessandro 111 e Lucio III, condannando
questi eretici di sì differenti nomi,
che stando alle espressioni dei concilii infestavano la Cristianità dopo il
mille, attribuisce ad essi dottrine r/noi#/c/ìe (ossia degli Illuminati) opauliziune (da Paolo di Samosata) o Manichee (da Manicheo, o più verosimilmente da Manete). Queste dalsecondo e terzo secolo durarono forse
in Oriente fmo a lutto l’viii, ma
non sappiamo che tanto dtirassero in
Occidente, ed è assai dubbio clic i
tempi grossolani e barbari di cui parliamo fossero capaci di pur comprendere così astrusi sistemi. Noi oggi
volendo essere sinceri, dobbiamo
confessare'di iion conoscerli che assai imperfettamente, perchè scrittori
di quelle selle a noi non pervennero,
e dobbiamo impararli da aut(»ri, che
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corno nemici sUuliano a scemarne il
pregio 0(1 esagerarne i difetti. Ad
ogni modo anche tenendoci a solo
(juanto ci fecero sapere gli storici
ecclesiastici che li combattevano, uon
possiamo negare, che (luei sistemi,
essendo un miscuglio di filosofia
persiana c greca intarsiala dalle dottrine evangeliche, non potevano mai
cosi facilmente propagarsi in Europa
(piando eravi ogni filosofia sbandita,
(i regnava la più scorretta e ignorante
barbarie. Noi dinujue non ammettiamo che nellechiese d’Occidente sieno
mai stale risuscitate opinioni e dottrine, che erano da secoli già morie
anche in Oriente, almeno (juali ci
vengono descrilte nelle Opere che ce
nc danno ragguaglio. Il buon senso
c la critica uon permellono affatto
di credere chea (pie’tempi corressero
redivive in Europa coteste orientaH
oinnioni coudannate da Papi.
Eppure i Papi e i concilii alTermano il contrario. Vorremo uoi dire che
mentissero alla verilà conosciuta?
Per (pianti argomeuli avessimo a sostenere una tal proposizione, di buon
grado ci asterremo dall’ arrischiarla
non cercando noi l’umiliazione dei
nemici, ma puramente il trionfo della
verilà. Non crediamo pertanto che
Papi e Concilii mentissero volendo
mentire, ma certamente mentirono
come colui che sbafflia la via non
perchè la voglia sbagliare, ma perchi“
tieni! bendali gli occhi. La filla benda che oscurava a (¡ue’ dì la vista di
lutti i veggenti di Roma era il metodo curialesco surrogalo all’evangelico,
ossia «il regno delle formole iiosto
innanzi a quello della sostanza, o
meglio ancora la sapienza s(;condo
la carne consultata di prcl'ercn/.a alla
sapienza secondo Dio.
Abbiamo già detto >212) (piai pi'stifera piaga f(;ce alla pura fede evangelica l’introduzione del curialismo,
e con esso del preteso drillo canonico nella socielà. Ora nelle condanne eli fjuesli eretici ne vediamo
i funesti eiTetti, Imperocché bastava,
per ciò ihe tocca a religione, avveri ire
i fedeli che (]uelle dannale dottrine
erano opposte al Vangelo; ma pei curiali, che nc dovevano far materia 'li
processo forense,bisognava creare un
delitto punibile per sentenza di legge,
e trovar delinquenti da consegnare
alla mano del giustiziere. Questi eretici, come gente nuova e insegiiatrice di nuove massime, 'non erano
scritti per loro veniura nel codice
delle pene, vi erano bensì i Jlanichei,
contro de’quali insorse terribile verso
la metà del v secolo papa Leone I,
che accusandoli di non rispettare alcuna legge d’oiieslà, e di adorare il
Demonio (pare incredibile che lanta
ussiirilitiì si predicasse e si acceltassc
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per vera!) li mise in lanlo odio del
pubblico, che non era più sicuro della
vita mi cittadino qualunque che venisse sospettato Manicheo. Li fece
condannare da un concilio di vescovi,
e indusse l’imperatore Valentiniano II,
della cui coscienza volgeva le chiavi,
a farli perseguitare come bricconi, e
traditori ed empi e nemici d’ogni ordine e d’ogni onestà. Gli stessi rigori
si usarono contro i Gnostici e Pauiiziani i quali nel secolo vai venivano dovunque coi Priscillianisti e'
Manichei o bruciati vivi, o decapitati,
0 strozzati, o schiacciati, o in altre
orribili guise trucidati per órdine e
legge dell’imperadrice Teodora, che
per zelo soverchio di apparire ortodossa non dubito, come scrisse il
padre gesuita Maimbourg, di farsi
inumana.
Volendo pertanto i curiali di Roma
disfarsi colla maggiorepossibileprontezza di quei cristiani arditi e dabbene
che negavano piegarsi al loro imperio,
li qualificarono per Manichei, e colle
solite sottigliezze de’ legulei processanti li rinvennero in qualche parte
infetti, com’essi diceano, di dottrine
già condannate ne’ Manichei e consorti. Ciò stabilito, non rimaneva che applicare il rigore della legge al caso, e
come, stando ai canoni de’ concili e ai
decreti de’principi, niuna pena potea
mai giungere ad agguagliare 11 dellllo
d’un Manicheo, si apriva il varco .alle
più dispietate giustizie. Ecco di qual
guisa i curiali fortificando con umane
leggi la religione di Cristo che è tutta
sovrumana e divina, la falsificarono
al punto da non potersi omai più
discernere (oVe un tal sistema nella
cristianità prevalesse) dalla bugiarda
religione di Macometto e di Budda.
L’inquisizioue infatti che sì crudelmente infierì contro gli Albigesi
affogati nel sangue dal fanatismo di
frà Domenico Gusman istitutore dell’ordine de’ così detti Predicatori, e
poi corse a spopolare le Spagne uccidendo a ferro ed a foco Arabi, Ebrei,
e Cristiani, e riempì di lutto l’Alemagna, la Francia, e l’Italia, nou è che
una conseguenza immediata del curialismo ecclesiastico, le cui ragioni
sfidiamo cimònisti e teologi a trovarle fondate nel sacrosanto Evangelo.
Esse non hanno per fondamento che
gli stolti decreti degli imperadori
cristiani che la vollero far da teologi,
e pensarono coi lor fragili brandi sostenere la Religione, che come opera
di Dio sdegna qualunque protezione
del braccio umano. Appresso acquistarono forza dalle false decretali^ impostura solenne del i.\ secolo; più
in quà si coprirono colle insegne
della magistratura e del dritto, e si
crearono una scienza nelle Università,
e un tribunale nel foro, e infine di-
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vennero arbitri e padroni del mondo
cogliardimenli de’papi, e le insolenze
dei frati. Ma la Riforma ne svelò la
scbifezza dell’origine, e gl’iniqui progressi, e la civiltà moderna ne ha
per sempre infranto gli usurpati poteri.
2" Sperimentato- che ebbero i curiali per_ ottimo e sbrigativo l’espediente di ridurre a vecchie e condannate eresie, le opinioni lutte e dottrine che avversavano le loro usurpazioni, non s’incaricarono più di esaminare e studiare i novelli trovati
della mente umana, ma per poco che
li tenessero in sospetto di potere un
giorno oì’altro sturbarli dal possesso
pacifico degli usurpati diritti, tosto
Ibridavano all’eresia, pronti ad impiccare Galileo come gnostico o priscillianista, o altro eretico qualunque,
non importava, se non avesse in tempo abiurata la verità da lui scoperta
del moto della Terra intorno al Sole.
Di qui viene quella frasologia da
loro usala per secoli, nemmeno oggi
dismessa,che sono cioè tutti errori già
dalia Chiesa loro condannati i recenti
sistemi della civile filosofia; ed oggi
ancora si stampan libri, dove, Protestanti, Volterriani, Liberali, Svizzeri , Americani, Inglesi, Belgici e
Piemontesi vengono lutti alla rinfusa
trattati da eretici, eterodossi, e sovvertitori, ed iniqui, perchè non am
mettono per infallibile l’autorità dei
curiali.
229. Premesse queste due osservazioni che ci saranno lume a com])rendere la storia de’ tempi, pei (inali
ci avvolgiamo, diciamo che i Valdesi
condannati da Innocenzo III, non
sono affatto i cristiani che in Piemonte compongono laChiesa Valdese.
Indarno, teologi e curiiili di Roma
tentarono di confonderli insieme. Gli
uni appartengono alla storia moderna
della Chiesa -di Lione in Francia, e
sono gli altri un privilegiato rampollo
delle primitive fondazioni apostoliche
d’Italia, che si è sempre conservalo
in Piemonte. Ciò chiariremo nel prossimo articolo.
CARCERAITEE:VT4»
per Tatto tit Kelieioiie.
Ecco quanto ci viene partecipalo
su tal proposito da persona meritevole d’ogni sorta di fiducia, e nel caso
di essere molto bene informata;
I •
« Il nominalo Krancesco Gemi!, dell’età
d’ani S6, mugnaio nel villaggio di Crevy,
comune di Veigy (Savoia), fa da quindici
anni a questa parte professione di appartenere alla comunione evangelica; egli ha
educalo i suoi figli nei principii di quella
fede, e la stessa di lui moglie divide le
sue convinzioni. Egli ha sempre vissuto
ì vita pacifica, onesta ed operos.i, e perciò
10
gode nel suo comune la stima dell’universale.
« Neiroltohre del 18S1 mancò ai vivi
il suo quarto ed ultimo figliuolo , che
morì nella comunione della Chiesa evangelica.
>1 Gentil bramando che venisse scpellito
seriìiidi) il rito protestante, no chiedctte
l’autorizzazione al sindaco di Veigy, il
f|ii;ile fece scavar la fossa nella parte non
sacra del cimitero.
« Gentil invitò ai funerali, oltre due pjh
stori di Ginevra, alcune pie persone fra i.
suoi conoscenti di questa città. Il corteo
partito da Crevy ira l’undici e mezzo
giorno, pervenne tranquillamente e col
massimo huon ordine al cimitero di Veigy.
Gli abitanti del villaggio lo guardarono
))assare con raccoglimento cd in mezzo al
))iù profondo silenzio; nissun di loro
si porlo vicino alla tomba, nè intervenne
alla funzione religiosa.
«Questa funzione celebrata dal pastore
Demole, si limitò alla lettura dei versetti
53 a i3 del capo xxiii dell’Evangelo di
S. Luca, a qualche riflessione consolante
su questa lettura, e ad una preghiera, in
cui il pastore rendeva grazie a Dio per
essere il giovane Gentil morto nella fede
in Gesù Cristo.
« Fra lerillessioni presentate dal pastore
agli astanti, e specialmente al padre di
((uesto giovane, vi fu questa: « 11 ladrone
■■ sulla croce non ebbe bisogno, per es« sere il giorno stesso nel paradiso di Dio,
« che di credere in Cristo con sincero
« pentimento; se v’ha un purgatorio, quel
« malfattore non ne ebbe bisogno, poiché
« il sangue di Cristo purifica da ogni pec« calo », Cotesta riflessione naturalmente
scaliiriva dalla jtarola di Gesù al ladrone
convertito : Io ti dico in verità ch’or.ci tu
sarai meco iti Paradiso (Luca xxiu, 43).
« Immediatamente dopo la funzione il
funebre corteo riprese la via di Crevy nel
medesimo-ordine, frammezzo al religioso
silenzio degli abitanti di Veigy, Due persone se ne staccarono allora per consegnare al sagrestano L. 7 per i poveri del
Comune.
<1 Celebrando i funerali del giovane
Gentil conformemente agli usi dÈlle chiese
evangeliche, suo padre, i pastori e gli astanli erano convinti che lo Stalido di
Carlo Alberto dava loro un tal dirilto. Il
pensiero di bravare l’autorità non li avvicinò neppure un momento: solo intesero
adempiere ad un dovere, nei limiti della
libertà religiosa proclamata da quel prezioso Statuto.
«
« Due giorni dopo i funerali. Gentil ri«evette per mezzo della posta una lettera del
parroco di Veigy, piena d’ingiurie e di
minaccie; nella quale, fra altre cose, si
leggevano le seguenti; «Per la sepoltura
« del tuo figliuolo tu hai mentito al nostro
« sindaco e a più persone di Corsier. Colle
« tue menzogne sei riuscito a far scandalo;
« sei riuscito a far bravare dulia tua
Il gentaglia, da un branco di mascalzoni e
n di ciarlatani, il nostro cimitero, la no« stra chiesa. Tuttavia io nou li consiglio
« di provarviti ancora per la sepoltura
« della tua famiglia e delle due pinzo« chere {filles momières) che li rimangono,
(I chè passereste un cattivo quarto d’ora,
« E fu grande ventura per quei tuoi co« medianti che fossimo tutti o quasi lutti
« al lavoro nel momento che si rappre« sentava la scena burlesca del tuo mini«slro, parlando da boslia, da imbecille
«sulla povera lonil'a del tuo figliuolo ».
11
« Due 0 Ire giorni dopo i funerali, il
sindaco di Veigy fece alcune visite domiciliari, tolse ai nominali
L.... la copia che possedevano del Nuovo
Testamento. Lo stesso egli fece più tardi
a N.... T.... di Veigy.
« In quanto al Gentil, ad onta delle minaccie del curato, egli seguitò ad abitare
insieme colla famiglia nella sua casa di
Crevy ; egli credeva che si sarebbe rinunciato, dopo sei mesi di silenzio, a processarlo, quando ecco ad un tratto, nella
nolle dei 3 maggio, sopraggiungere quattro carabinieri reali, che lo tolgono dal
suo letto per coudiirlo nelle prigioni di
St-.luiien, ove fu posto al segreto. I! mandalo d’arr?sto portava. Gentil essere prevenuto d’infrazione al rispetto dovuto alla
religione dello Stato.
« Quei mandato, venuto fuori sei mesi
dopo il delitto, sebbene il Gentil avesse
seguitalo ad abitare nel luogo stesso in
cui l’avea commesso, fu staccato, e l’arresto ebbe luogo la vigilia appunto del
giorno in cui sommamente importava al
Genlil d’essere libero, onde far fronte alle
necessiiiì d’un processo dianzi intentatogli. Egli è stato carcerato nel momento
stesso in cui la sua industria maggiormente ha da scapitare della sua assenza,
ed in cui sua moglie paralitica, e le due
su« ragazze, una delle quali è infermiccia,
non hanno allro mezzo di campare che il
lavoro del Gentil medesimo.
•«Del rimanenle, un siffatto arresto,
eseguito di notte tempo, con quattro carabinieri, d’un vecchio rispettabile, e per
un delitto di quel genere, ha fatto un’impre.ssione dolorosa sulla maggioranza degli
abitanti di quel comune; e la famiglia del
i;entil è siala visitala da più persone, che
d» ogni lalo venivano a te.slimoniarle la
loro simpalia.
A questa semplice e genuina sposizione di un latto dolorosissimo in
sè, e pei- le conseguenze che ne possono emergere, noi non aggiungeremo parola. Il brano di lettera ilei
parroco di Veigy, che abbiam ri])ortato, ce ne dispensa, in (pianto all’opinione iHftblica. Riguardo ai tribunali, ce ne dispensa la piena iiducia che noi riponiamo n^Ja integrità
e nella sapienza di chi li compone,
una sola cosa chiediamo, ed anche
instantemente; che dovendo il Gentil
venir giudicato , lo sia prontamente,
e colla massima possibile pubblicità;
la verità non avendo secondo noi che
da guadagnare in simili processi.
LA VIURIA ED l PADRI
li.
S. Basilio.
« Tutte le Scritture divinamente ispirate
ci sono state date dallo Spirito Santo,
alFinchè essendo come un magazzino ripieno di ogni sorta di rimedi per la guarigione delle nostre anime, ciascheduno
vi potesse trovare i propri per le sue
malattie particolari. I profeti ci istruiscono di certe cose-, i libri storici ce
n’insegnano delle altre, e noi»caviamo
delle altre istruzioni dalla legge. 11 libro
de’Proverbi dà parimenti alla Chiesa altre
massime per la regolata coiiJoltu dei
12
costumi. Ma quello de’ Salmi sembra
racchiudere lutto ciò cii’è di utile negli
altri, per esser profittevole ad ogni sorta
di persone (Praef. in Ps.) ».
« Uno de’ mezzi il più grande,. per
imparare a soddisfare a’ suoi doveri, è
la meditazione e lo studio delle Scritture divinamente ispirate. Imperciocché
le medesime sono tutte ripiene d’unzione;
e le vile di molti santi personaggi, che
vi sono descrilte, sono come vive immagini che ci sono preste per imitarle, e per camminar dietro ai passi dei
{^rand’uoinini di questa divina repubblica.
Adunque cffunque si sentirà debole in
(¡ualche cosa, renda famigliare questa
lettura, e vi troverà i rimedi proporzionali ai suoi languori e alle sue infermità (Ep. 1.) ».
« E utile e necessario che ciascuno impari dalle Sante Scritture ciò che è proproprio al suo stalo, e per confermarsi
maggiormente nella pietà, e per non lasciarsi trasportare dalle massime del mondo (lleg! brev. 98.J ».
« Non conviene che la Sposa della sapienza sia ignorante, ma che si adorni a
dovizia della sapienza di Dio colla meditazione continua della sua legge, e che
prenda ogni sua delizia nella lettura del
Vecchio e del Nuovo Testamento, che la
condurranno a mano al suo Sposo (De
Virg.) ».
Nella sua lettera 284, a una dama di
condizione, che gli aveva ricercati dei
consigli intorno alla sua condotta, S. Ba.silio, dopo aver dichiarato che, dagli avvertimepti che Dio aveale dati in un sogno , sembrava eh’ Egli dimandasse da
essa, che si applicasse a regolare lo stato
dell’animo suo, ed a purificare gli occhi
coi quali dovea un giorno vedere Iddio,
soggiunge ; « Se cercale la vostra consolazione nelle Scrittin'e divine, voi non
avrete bisogno nè di me, nè di ogni altro,
che vi spieghi ciò che sarà proprio per la
vostra condotta ; imperciocché lo Spirito
Santo vi darà tutti i consigli che vi saranno
necessari ; egli vi spianerà il cammino
per cui cui dovete passare, e vi condurrà
per mano ».
E nella lettera seguente a una dama di
qualità chiamala Eleutera, « §aluto, di(;e,
la vostra illustre figlia, e vi prego di avvertirla, che perseveri nella meditazione'
della parola di Dio, afiinchè possa conservare i vantaggi di uua sì huona educazione, e affinchè nello stesso4erapo, che
il di lei corpo andrà prendendo il naturale
aumento, la di lei anima aumenti cosi
pure con questa divina lettura ».
« Raffrontiamo i discorsi e gli scritti
dei nostri maestri con la dollrina della
Bibbia ; e quello soltanto ne accettiamo,
che trovasi conforme alle Scrillure (In
asce. def. 72.) ».
« È segno d’incredulità il rigettare
qualsiasi cosa che si trovi espressa nella
Scritlura; ed è segno d’orgoglio l’introdurvi ciò che non vi sta scritto, quasi
avente un’autorità eguale a quella della
Bibbia (Ilom. De Confess. fidei.) ».
« Non è sufficiente di essere appoggiati
sulla consuetudine e sulle tradizioni; non
dèssi per noi ammettere se non quello che
si conforma alle Scritture (Epist. ad Euslhatium medicum.) ».
« Non ci dividiamo da una chiesa, il
cui insegnamento è scritturale e la quale
serve Dio in ispirito c in verilà (lu Psalin.
LXVIII.) ».
13
Cregorio Nisseuo.
« Noti solamente gli uomini perfetti, e
che hanno purificati gli occhi deU’anima,
SODO capaci delle istruzioni clic dà nei
Salmi lo Spirilo Santo, ma le donne stesse
vi trovano tanto vantaggio, come se non
fossero scritti se non per esse. Essi infondono tanta gioia a coloro che sono
ancora nella fanciullezza cristiana, quanta
nc recano i giuochi ai fanciulli. Essi tengono luogo di bastone e di letto di riposo
a quelli che sono cagionevoli per la vecchiaia. E quelli che sono nel fior deli’elà
spirituale, li considerano come un dono
particolare che fece loro il Cielo. Quegli
adunque il quale è tristo cd oppresso da
una grande afflizione, li consideri come
una lettera di consolazione, che Dio gli
invia. Que’ che viaggiano per terra o per
mare, o esercitano arti sedentarie, e, in
una parola, tutt’ i fedeli, sì uomini che
donne di qualunque genere di vita, o di
qualuniiue condizione esser mai possono,
sani, 0 ammalati, ai persuadano eh’ essi
si privano d’un gran frutto trascurando
di recitare quesli divini Cantici. Essi dovrebbero fare Ira veri Cristiani la principal parte dell’allegrezza dei loro festini,
c della gioia delle loro nozze (Com. in
Psalm.} IJ.
Teodoreto.
Teodoreto nel suo Commentario sopra
Isaia, spiegando quelle parole; « Caviamo
delle acque con giubilo dalle fontane del
Salvalore » dice che queste sono le Scritture divine, che i Profeti chiamano fontane del Salvalore, perchè di qua le cavano con giubilo, coloro che hanno una
fede sincera.
« Dalla fanciullezza la Scritlura Sanla
ci è come una mammella sacra a cui dobbiamo star attaccali, leggendola c meditandola, aiTinchè, sopraggiungendo qualche malattia al nostro animo, vi troviamo
un remedio salutare colle sante istruzioni
che avremo imparate (Ep. XIV.) ».
aroTiKiE RfiiiiGioiiii:
Valli Valdesi. — Giovedì 17 corrente,
alle 9 di matlina, avrà luogo, volendolo
Iddio, nel borgo di Torre, la solenne apertura del nuovo tempio Valdese ivi edificato, Vi sarà doppia funzione, la maltina
In francese ed il dopo pranzo in italiano,
ambedue seguile dalla celebrazione dclii»
S. Cena.
Torino. Il Preambolo pubblicato ultimamente da Vincenzo Gioberti dimostra
a chiunque sa leggere, che si può benissimo! essere buon cristiano cattolico,
quand’anchesiavenuloal Papa il ticchio di
mettervi airindice de’libri proibiti, quante
opere abbiate mal scritto, o siale ancor a
per iscrivere.
Vercelli. — Una pastorale di Monsignor Arcivescovo Iella pubblicamente In
tutte le parrocchie, cl ha fatto l’onore di
proibire insieme ad altri giornali e libri
anche la Buona Novella, che non cesserà
per questo di essere, come è stata fin qui,
sempre Evangelica.
Germania. — Le missioni che andavano facendo in diversi paesi i Gesuiti
hanno dovuto sospendersi dai rispettivi
governi pei gravi tumulti che eccitavano.
Anche In Prussia è loro accaduto lo stesso.
Imi’ero Austriaco.— La slallstica della
Monarchia data in luce dal signor llaiii
14
scgrct;ii'io ministeriale, non coniando le
provincie Ilaliane, Ungariche e Transilvanc, porla a688il numero degli individui,
che nell'anno 1830 passarono dal callolicismo papale all’acallolicismo.
Boemia. — Nella fesla dell’Ascensione,
un prele cailolico romano, apparlenenle
all’ordine dei Cappuccini, fece in modo
solenne il suo passaggio dal callolicismo
al protestantismo nella chiesa di S. Maddalena. Dopo l’anno 48i8 si coniano nella
Hocmia dodici preti callolici che sono
passali alla confessione evangelica.
I.NGiiiLTERnA. — Nella domenica di Pasqua, un prete cattolico romano ha fallo
Ja sua abiura c partecipato alla Sanla Cena
Della chie.'a francese evangelica di Sl-Marlin-ie Grand, a l.ondra.
— Domenica 23 aprile , vetiliquatlro
cattolici romani fecero la loro abiura in
quella medesima chiesa di S. Paolo, Bermondsey , a Londra, ove treni’b\\.v\ nel
gennaio, erenli nel febbraio scorso fecero
altrellanto.
lm,AM)A. —Il Reverendo D. Riccardo
Wall, prete irlaudese e parroco di Sekinan nella diocesi di Wxlerford e Lismore
in Irlanda si è recentemente convertilo
alla fede protestante, e nel rassegnare
la sua parrocchia al vescovo Mon.signor
Forali gli ha scritto in data del 5 Maggio
1852 una lunga lettera, dove gli viene
esponendo i molivi che lo hanno fatto
risolvere di abbandonare la fede della
Chiesa romana.
Leggendo e meditando, vi dice egli,
la santa parola di Dio nelle sacre Scritture, bo dovuto restar convinto che la
chiesa in cui sono nato non è guida sicura per andare a salute.
Queslo solo motivo m’induce ad ab
bandonarla, nè punto m’imporla che la
calunnia al solito e la maldicenza lo attribuisca ad altri motivi. Da ecclesiastico
studioso ho imparalo che volendo servire
a Gesù Crislo bisogna esser pronto a
soffrire con allegrezza persecuzioni per
amore di Lui. Egli stesso ci ha detto ;
voi sarete odiati da tutti per lo mio
nome, ma perseverando sino alla fine,
sarete salvati (Matt. x. 22j.
Senza dunque sgomentarmi di ciò che
potranno mai dire sul conto mio gli nomini
e senza nulla temere le maledizioni e le
scomuniche le quali possono essere lanciale conlro di me, ho'cercato nelle divine
Scritture le testimonianze e le prove delle
dottrine tulle della chiesa di Roma, e
non ve le avendo trovate mi credo obbligalo in coscienza a ritirarmi dailei, per
passare sotto il magistero immediato di
Cristo 11.
Segnila l’esposizione delle indagini fatte,
dopo di che così conchiude •.
« Dopo esaminate le Scrillure, ho consultato i più celebri controversisti della
chiesa romana, e sempre meglio mi
sono confermato nell’opinione che sono
tutte invenzioni umane le dottrine le qnali
non hanno fondamenlo lìella parola di Dio.
Quegli autori tutti bo trovati abili nel maneggio delle logiche discipline, abili a
fondare sistemi teologici, ma incalvaci di
rendere divino l'umano, c di dare alla
parola doH’uomo la verilà che sola si appartiene alla parola di Dio.
Ho dunque risoluto di affidarmi a questa,
e sono entrato nella|verameDle sanla, cattolica, apostolica chiesa di Cristo che è la
|)rotcslante, come quella che protesta di
non ricevere per parola di Dio la parola
dell’uomo.
15
l’rego fervidamente il signore Iddio di
ycrilàclte apra gii ocelli anche a voi, o
iiioiifignnrp, e a quanti altri appartengono
alla chiesa di Uoma perchè tutti conoscano
la vera via di salute che trovasi unicamente
e siciirameute nel nostro divin Uedentnre
Gesìi Crislo, come è a aoi rivelata nelle
sacic Scritture.
lìesto scn)pre'nel desiderio de’ vostri
comandi.
Vostro Umil. servo '
Ricaiìdo Wall
.già prete della chiesa di Roiua.
Stati Uniti l’Ameuica. —/’rota inconfutabile dei progressi del cattolicismo
in quello Stalo. Non passa quasi giorno
che i giornali clericali. Cattolico, Armonia
pcc. ccc. non vengan fuori cou lunghi arilcoli tolti ad imprestilo dal loro confratello ¡'Univers, sui portentosi progressi
del caltollclsnio negli Stati Uniti.
Valga il seguente calcolo, abbastanza
semplice da non superare nè anco la capacità d’un piccolo bambino, a dimostrare
quanto vi sia di vero in quelle dcelaniazioni. La popolazione degli Siati Uniti si
calcola di ventitré milioni, fra I quali
stando ad una recente statistica |)ubhlicata dal Quartcrbj Revieio si troverebbero tre milioni d’irlande.'ìi emigrali, e
ijualtro milioni cinquecento mila nati in
America mu di genitori irlandesi, vale n
dire caUolici : in totale dunque selle milioni cinquecento mila. Ora sca quei setto
milioni c mezzo di popolazione irlandese si
aggiungessero, ciò che è poco, allri cin(|uccento mila emigrali cattolici, venuti
dai diversi pae.«l de! continente europeo,
si dovrebbe avere, senza le conquiste di
cui si parla tanto, una popolazione cattolica di almeno allo milioni d’anime.
.\desso, vuoisi sapere a (luantogl’islcssi
giornali del Cero, e fra (|uesti il più autorevole in simile materia, gli Annali
della propagazione della Fede, facciano
ascendere la popolazione cattolica romana
degli Stali Uniti d’America? — A solo «n
milione seicento sessantatre mila anime.
— Si compiacerebbero di dirci, dietro
questo calcolo, i suaccennati giornali, da
i|ual lalo sia il guadagno, e dii quale la
perdila?
CROXAClllìTTA POIITICA.
Torino, li sig. Cohden, a cui si debbono in gran parte i progressi falli in
Inghilterra, e quindi .in più altri paesi
d’iiuropa, dalla teoria della liberlà del
commercio, dichiara con lettera in data
del 13 maggio da Londra di avere atlcnlainente letto il discorso del sig. Conto
Camillo Cavour intorno al trallalo commerciale colla Francia, dove sono maesIrcvnlrnente toccate diverse imporlanti
questioni riguardo lo stato attuale delle
Finanze in Piemonte. Indi soggiunge :
« Non vi è uomo in Europa che possa
K trattare le questioni economiche c finan« ziarie con maggiore abilità di ([uelia
« del sig. di Cavour ». Maggiore elogio
non si potea sentenziare da più conqictentc giudice, c a huon dritto sc nc rallegrano col sig. Cavour (|ue’ Piemontesi
tutti, che con dolore lo videro uscir così
presto dal ministero, e saranno lietissimi
tostochè vi polrà rientrare.
Genova. Pare certa la nomina di Monsignore Charvaz già vescovo dimissionario
di Pinerolo a questa sede metropolilana.
— Il Corriere mercantilo si chiama assai
16
mal sodisfatto della scelta dell’Ab. Grassi
a Bililiolecaiio della Univcrsilà credendolo
ostile al governo costituzionale come uno
degli scrittori del Cattolico. Qualche altro
giornale asserisce che non è scrittore del
CalluUco, ma solo si è prestato qualche
volla a tradurre alcuni articoli dai giornali Inglesi.
— È uscito il 1° Num. del nuovo giornale il Mediterraneo. Ila per direttore il
sig. llartinel che scriveva a Parigi nell’Ordre, quando gli uomini dell’ordine
facevano la guerra alle liherlà della Francia. Suo corrispondente e cooperatore è
il sig. Tommaso Agiout, che è domiciliato a Napoli e dirigeva colà il Tempo,
giornale avverso ai liberali. Ciò basta a
pesare il valore, le tendenze, e lo spirito
del Mediterraneo.
Firenze. Due circolari segrete privano
doi diritti civili In tutta la Toscana gli
Israelili. 15 questo un primo passo all’abolizione delle leggi Leopoldine.
Roma. Qui si cerca di risuscitare i
morti. Le antiche giurande e confraternità
del Medio evo sono state con pubblico
editto richiamate in vita. Pio VII le aveva
seppellite sotto due motu-propri; l’attuale
ministero le ha disotterrate ordinando che
ogni professione, arte e mestiere prevegga i fondi necessari a rianimare questi
cadaveri di società, che dovranno sorvegliare la condolía degli ascritti. 1 non
ascritti volontariamente vi potranno essere
obbligati per forza, quando ciò piaccia al
cardinale vicario, e non obbedendo saranno interdetti dall’esercizio della professione.
Russia. Un Ukase dell imperatore Niccolò obbliga i nobili Polacchi, ohe non
professano la religione dello Stato, ad ar
ruolarsi nella milizia in età di anni 18,
per essere cosi tolti dal pericolo dell’ozio.
Francia. Il Moniteur avvisa il pubblico
di non attribuire mai al governo del Presidente le intenzioni espresse dagli scrittori degli allri giornali. In tal modo sono
formalmente disdette le minaccie falle
al Belgio dal Constitutionnel. Con tutto
ciò questo giornale persiste a sostenere
che quanto egli ha asserito è perfettamente conforme alle mire e agli interessi
del governo francese.
— Continuano le dimissioni «ponlanee
di Professori, d’impiegati, e di membridi consigli provinciali per rifiuto di giuramento. Anche il celebre sig. Michelet
ha per lo stesso motivo rassegnato la direzione degli archivi storici, la quale egli
teneva fin dal 1830.
Belgio. 11 partito clericale ha diffuso
a proprie spese in gran numero un articolo
del Constitutionnel di Parigi, dove si
minaccia un aumento dei dazi d’introduzione per parte della Francia, se nelle
prossime elezioni non si mandano deputati reazionari. I liberali però non si sgomentano, e si spera che il benemerito
ministero Rogier non cadrà.
Inghilterra. Non ostante i bei discorsi
pronunziati da diversi oratori sulla impossibilità'd’una guerra d’invasione per
parte della Francia , la Camera dei Comuni ha votato a grande maggiorità l’armamento di 80m, uomini,
— Si è già posto in attività il telografu
sottomarino tra l’Inghilterra e l’Irlaoda.
— Si sta contrattando a Londra un
imprestilo per l’Austria, e si dice che
l’Imperatore di Russia v’impiegherà i
milioni che ha ritirali dalla banca di
Parigi.
EiìRAT.\-CORRIGE
Nel N» aateceJcnle alla col, 19, Un. 50 si Ieg|;a :
Cercava essa, ê cero, per
Direttore G. P. MEILLE.
Rinaldo Bacchetta gerente.
Torino, — Tip. Soc, di A. Pon» e C.