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LA BUONA NOVELLA
Si distribuisce ogni Venerdì. — Per cadun Numero ceutesimi 10. — Per caduua linea d’inserzione centesimi 20.
Coiidixioni il’Associazione :
PerToRiso — Un Anno L- ». —Adomicilio L, « •
Sei mesi >3. — > 3 SO
Tre mesi ■ — • » tS
— PuovisciE L. O *0.
— ■ 3 ».
— • t se.
Per Francia e STizzera franco a destinazione, e per l’Inghilterra franco al conflne lire » se
per un anno, e lire S per sei mesi.
Le Asaociaiioni si riceviino: in Torino «U'Kni«lo «lfl «lornali», viale del He, num. SI.
— A lienova, alla Cappelli* VmIiIom«*. mura di S. Cliiura.
Nelle provincie, preiwo tutti gli L’IJii ii ¡¡orlali per mezzodì Vaglia,che dovranno euere inviati
franco al Direttore della Hi i)»* Noyki.la e non allrinienti,
AH'estero, ai legiienli indirizzi: LdXUKA, dai sigg. Ni»tl>ett e librai, ai ItiMirero-stren;
PAmui, dallalibreriaC. Meyruci», rue Troncliet, 2; N'ihf.» dal «ig. Pejrot-Tinei libraio; Lii-.o«;
dai «igg. Dfnis et Pelit Pierre lihrai, rne Neuve, iU; Gixìvka, dal sig. E. Heioud libraio
Losa.i.xa, dal sig, Uelafoniaine libraio.
ISoiiiiiiario.
Appendice: Cenni storici della Riforma in ¡(alia nel secolo XVl. — A’ miei Concittadini. — Sulla divisione della Chiesa dallo Stato. — Notizie :
S. Vincenzo del Favaie - Biella - Savona - Parigi Oriente. — Annunzi.
A’ MIEI CONCITTADIM
III.
(Seguito dell'Art. II).
La Bibbia.
Io credo che la Bibbia sia, qual’è veramente,
un libro divino, in un .senso, perchò racchiudo
rivelazioni celesti fatte per via d’ispirazione ;
rivelazioni che soprastanno alle diversità degli
ingegni edella cultura, e delle quali s’acquista
intima certezza per la fede ; credo eziandio,
in altro senso, che la Bibbia sia un libro umano
ossia un documento storico, autentico e veridico, perchè munito di titoli umanamente irrepugnabili; la notizia dello origini, a cagion di
esempio, non è semplice induzione o dogma
religioso soltanto, ma diventa un fatto storico,
appreso come si apprende ogni avvenimento
passato, sopravvissuto nella memoria degli uomini.
Come libro divino o rivelato la Bibbia contiene de' misteri e de’ miracoli, intorno ai quali
appunto molti di voi, o miei concittadini, mostrate certa ripugnanza. E cotesta ripugnanza
APPENDICE
CENNI STORICI
DELLA RIFORMA IN ITALIA
NEL SECOLO XVI.
XXV.
Non era sciolto ancora il Concilio di Trento,
e già la Curia di Roma incorainciava a violarne
idecreti, introducendo! Inquisizione. Eppure Pao
lo ili nelle lettere convocatone di siffatto Concilio,
e nelle istruzioni ai Legati, non rifiniva dal protestare di voler condannati solamente gli errori
e risparmiate le persone, verso le quali voleva si
procedesse con ogni soavità;anchele deliberazioni
della tridentina Sinodo eran piene di tali precetti ;
e ciò non ostante, per estirpare, come dicevasi,
1 eresia, la Curia di Roma ricorse ad una mostruosità di cui non fu mai l’eguale al mondo}
non è fatto nuovo ; in ogni tempo gli uomini
ebbero tale renitenza, trattandosi di credere a
cose sovrintelligibili, poste fuori dell’ordine
naturale e superiori alla umana ragiono, perchè gli uomini in genere, ed oggi piìt che mai,
divennero schiavi dei sensi e delio abitudini,
in guisa che souo spinti a ripudiare tutto quanto
non ò materiale e presente : una prova yi ciò
l'avete sempre dinanzi agli occhi vostri; ognuno
è convinto e persuaso di dover morire; tuttavia
tanto grande 6 la forza del senso e dell’istaiite
presente, che quando ci sentiamo pieni di salute, di energia, di speranze mondano, nutriamo
una specie d’incredulità istintiva riguardo alla
morto, per cui viviamo allegri, spensierati, oppure solleciti e affannosi per gli interessi di
quaggiù come se dovessimo rimaner sulla terra
persempre. Osservate eziandio quel Tomastesso
discepolo di Gesù, il quale diceva : « So io non
« veggo nello suo mani il segnai de’ chiodi, e
< se non metto il dito nel segnai de’ chiodi, e
« la mano nel suo costato, io non lo crederò »■,
ma ecco le parole del divino Maestro : « Por« ciocché tubai veduto, Toma, tu hai creduto;
t beati coloro che non hanno veduto, ed hanno
« creduto » (Giov., XX, 25-29).
Per mo vi assicuro che i misteri « i miracoli
non mi sorprendono: vedomi da essi attorniato;
la mia esistenza, se non foss’altro, è un mistero
e miracolo solenne. I miracoli poi servono a
spiegare le stesse cose misteriose: la rivelazione
primitiva, mosaica e cristiana, è un mistero;
ella dovea dunque, per istabilirsi nel mondo,
i sedicenti seguaci e rappresentanti di Cristo,
emulando e talvolta vincendo le crudeltà di Nerone e Domiziano, diventarono tormentatori ed
abbruciatori d’uomini, col pretesto di conservare
la fede, ma col segreto pensiero d’atterrire popoli e principi, e tenerli in soggezione. Domenico di Guztnan che i clericali adorano, come
santo, sugli altari, e la Natura abborre di chiamare uomo, fu il fondatore di quell’infame tribunale di sangue.
Da lungo tempo in Italia, come in Francia,
erano inquisitori, il cui ufficio limitavasi a fare
indagini sulle persone accusate d’eresia; essi,
nell’esercizio delle loro attribuzioni, dipendevano
dai vescovi ai quali spettava dirigere i processi,
e pronunziarne giudicio. Ma queste forme non
parvero energiche; i vescovi furono tacciati di
poco zelo 0 di debolezza, perchè cedevano talvolta alla voce dell’umanità, e talvolta a’riguardi
d’amicizia, e non di rado, co’ loro procedimenti
poco segreti e lenti, davan agio agli accusati di
provaro la sua divina origine: o in qual modo?
Forse colle idee, co’ ragionamenti? .No, perchè
trattandosi di cosa sovrannaturale, com’è l’infusione straordinaria di verilà incoinprensibiii,
avvenuta in pochi uomini, le idee naturali sarebbero stato impotenti. Forse co’ fatti,ina d’or*
diue egualmente naturalo’? No[ipure, perchè
inetti questi a chiarirò un avvouimonto iuvisibilo e d’altro genere. Dunque non resta se non
chc la rivelucione, la quale presuppoui! l'ispirazione divina ne’ suoi banditori, si appalesasse
con fatti del pari sovrannaturali o dicasi con
segni, per usare la parola delle Sacro Scritlure.
Ora, colesla specio di falli o segni chiamausi
appunto miracoli per essere fenomuui chc noa
possono sorgere dalle forze o leggi stabili e
consuete, ma che richiedono l’intervento straordinario di Üio, il quale si rese manife.sto assai
chiaramente, considerando la serie lunghissima
di tali fatti oporati in maniera diversa da parecclli Uomini, e tutti diretti ad un fme, cioò
dai patriarchi e da ¡VIosè fino agli apostoli: fatti
che non si possono attribuire a cagioni straordinarie ed incognite, ma naturali; nè a scienza
umana occulta, nè al caso; altrimenti sarebbe
lo stesso che opporsi al buon senso e alla certezza morale.
Voi, o miei concittadini increduli, chiederete:
perchè adesso non si vedono miracoli? Prima
di tutto, potrei dire che Ja conservazione dell’universo è un continuo miracolo: ma lasciamo
ciò; se volete parlare di que’ miracoli attinenti
alla storia della rivelazione, essi non sono piU
evadersi prima che ia mano delia civile giustizia
li toccasse. Per ia qual cosa i più zelanti caUolici, e segnatamente il cardinale Caraffa, sollecitarono l’istituzione d’una corte indipendente e
dedicata in modo speciale alle cause di fede>
presso a poco sulle basi dell’inquisizione di
Spagna.
Paolo 111, aderendo a cosi scellerata proposta
con bolla del 1» aprile 1543, conferiva a sei
cardinali il titolo ed i poteri di inquisitori dclU
fede, autorizzandoli a giudicare, di qua e di là
delle Alpi, tutte le accuse d’eresia; conferì loro
ampia facoltà d’arrestare e mettere in prigion«
le persone sospette e loro complici, senza distia*
zione d’età, di sesso, di professiune o di grado;
di nominare officiali subalterni; e stabilire dovunque tribunali di seconda classe con poteri limitali od uguali.
Il senato di Venezia si oppose airintroduzione
pura e semplice dell’esecrando tribunale, e vietò
agli inquisitori di pronunziare sentenze definì-
2
necessari; furono necessari per stabilire a principio la rivelazione suddetta; furono necessari
per reintegrarla e compierla all’epoca del divin Riparatore e degli apostoli: ma una volta fondata la Chiosa e il ministerio perpetuo ed immutabile col sangue e colle meraviglie di Gesù Cristo,
larivelazione non ha più bisogno di mostrarsi con
nuovi prodigi, nè di autenticarsi maggiormente ;
coll’estendersi, ella porta seco la memoria e l’autorità delle antiche prove. Non basta ; supponete che si rinnovassero al presente gli splendidi miracoli d’allora, che cosa accadrebbe? Il
grave inconveniente, contrario al fine della
stessa rivelazione, che la fede cesserebbe d’essere meritoria, cessando d’esser libera, perchè
alla vista di continui miracoli, alla evidenza
di prove materiali, il consenso delle volontà
sarebbe quasi estorto. Ed 6 forse per questa
medesima ragione che gli stessi miracoli primitivi non furono tanto copiosi quanto erano
desiderati, specialmente dallo turbe che seguivano Gesù Cristo; Egli infatti le rimprovera di
questa ricerca loro di prodigi per credere, e in
modo assai preciso dichiara chei miracoli non
possono essero, per se stessi, base della fede
vera, dovendo appunto esser libera affatto. T
miracoli operati da Gesù Cristo, e in ispecie
la sua/isurre/ione, bastano bene , come fatti
storici, a provare l’identità della sua Persona ,
a far nascere la fede spontanea in Lui, quale
Messia, indipendentemente dai prodigi avvenuti, 0 a rendere colpevole chi non gli esamina
per assicurarsi della verità; lìeati coloro rhe
non hanno rpduto, e.d hanno creduto. Sulla risurrezione di Gesù Cristo, la Cristianità primitiva ci offre poi tante prove che, per negarla,
fa d’uopo ammettere un numero portentoso di
assurdità; e infatti s’ella non fosse, comedicono gl’increduli, che un racconto mitico, tutta
la storia contenuta negli Evangeli e negli Atti
apostolici riuscirebbe inesplicabile; e le dottrine
deH’umiltà, del pentimento, dolla rassegnazione,
della giustizia , misericordia e amore di Dio ,
non potrebbero sussistere senza l’idea sovrannaturale che la rivelazione ci dà di Dio stesso
tive in quanto a’secolari; ma permise loro di
sorvegliare i processi d’eresia; e per proteggere i cittadini contro la violenza e l’arbilrio
clericale che celavansi sotto il| manto di zelo
religioso, volle che integri magistrati e dotti
giureconsulti fossero presenti all’esame de’testimoni .
Minore opposizione incontrò la Curia romana
negli altri Stali d’Italia; e dove non le fu permesso d’innalzare tribunali, ebbe facoltà di
inviare suoi agenti in cerca di fedeli sospetti,
che poi facea tradurre e giudicare in Roma.
Nessuna potenza seppe mai, come quella di
Roma, alternare le carezze colle minacce e l’artifìcio coiraperfa violenza ; abbandonare per un
istante le sue pretese senza rinunziarvi; e intanto
a forza di dissimulazioni e d’intrighi schiudersi
insensibilmente la via al compimento de’suoi di.
segni. Ond’è che il papa, quantunque molto lieto
non fosse delle concessioni ottenute, dal senato
di Venezia, pure si tacque; mai suoi agenti ma
e deH’uonio, del peccato originale, della grazia
e della redenzione.
La cristianità primitiva è un testimonio della
divinità della Bibbia, a cui non si può rifiutare
di credere; ed un altro testimonio, che a quello
si collega, è il popolo ebreo che vive da circa
quattro mila anni ed ha sempre riconosciuto
l’origine divina dell’Antico Testamento. E se
non si può negare l’esistenza di certe verità
sovrannaturali, non so come si faccia a respingere i miracoli, cioè gli eventi speciali sopra
natura, derivanti dai misteri. Si vede pure da
molti un misiero nel magnetismo, a cagione
d’esempio, e si crede ai miracoli de’ magnetizzatori ; e perchè respingere i miracoli della
Bibbia che dipendono da misteri innegabili e
certi? So i sapienti del secolo meditassero meglio sul principio e sul fme di ciò ch’eglino
chiamano natura, scoprirebbero la necessità di
ammettere il concetto del so^Tannaturale e del
miracoloso, nè riuscirebbe loro tanto strano il
figurarsi por un momento sospesa una qualche
legge della natura, a prò dell’ordine morale e
del fino supremo delle intelligenze create, stabilito dal Creatore della natura slessa.
l.\ DniSlOl DEll.\ CHIESA DAllO ST.ITO
III.
3“. La divisione ed opposizione
delle due Serietà è nata col Cristiniienimo.
Tl principio che noi abbiamo stabilito riguardo
all’origine ed allo scopo dello Stato e della Chiesa,
fu ignoto a tutta l’antichità. Tanto nell’Asia
quanto nell’Ruropa, nell’èra pagana, o il clero
era nel tempo stesso sovrano, ed esercitava il
potere temporale in nome della supremazia spirituale ; ovvero il sovrano temporale, uomo o
senato, era insieme pontefice, e governava i
preti come il popolo. Nell’uno e neH’altro caso
i due poteri erano confusi.
Apparsa nel mondo ottenebrato la luce del
Cristianesimo nacque la distinzione, che sant’Agostino formulò nella’Città di Dio e nella Città
novrarono in segreto, e gl’inquisitori usurpano
sempre nuovi poteri.
La facilità con cui cotesta abbonimevole istituzione fu introdolta e consolidata in Italia,
prova che nella penisola, comechè in gran
parte illuminata e civile, mancava quel sentimento nazionale, qneH’energia di principii e
quella concordia di animi che in allri paesi,
come in Francia ed in Germania, bastarono a
respingere un giogo così barbaro e pesante. I
soli Napolitani vi si opposero vigorosamente, e
reiterate volte ricorsero ad imponenti dimostrazioni e talora alle armi per contrastare le vittime ai salelliti del S. Uffizio; talché i loro dominatori dovettero smetterne il pensiero; — sublime esempio di fermezza e concordia popolare
che forma la più bella pagina di quel reame !
Trovano strano alcuni che la Curia di Roma,
anziché favorire i conati del governo spagnuolo,
per istituire a Napoli l’inquisizione, incoraggiò
gli abitanti di essa a resistervi; ma la loro ma
degli uomini. E questo principio che scaturiva
daH’Evangelo fu la riconoscenza positiva, la
dichiarazione solenne di una santa verità; vale
a dire, che la forza non ha alcun diritto sull'intelligenza, che alcun potere materialmente coercitivo non può pretendere al governo dell’ordine morale, che l’esistenza esteriore e passaggiera dell’uomo cade sotto le leggi de’ padroni
del mondo, ma che il dritto di regnare su la di
lui esistenza interiore ed eterna non appartiene
che a Dio, solo padrone delle anime e dell’eternilà.
4». Indipendenza reciproca delle due Società.
Laonde le due Società, quantunque coesistano
insieme, debbono essere indipendenti una dall’altra, e nò lo Stato debbe invadere il dominio
della Chiesa, nè la Chiesa debbo invadere il
dominio dello Stato. I due poteri insomma debbono procedere in linee parallele e non debbono
mai urtarsi, come due macchine destinate a
muoversi nel medesimo recinto, ma sempre divise; attesoché, essendo queste due istituzioni
per loro natura opposte, non ponno essere confuse se non con relazioni forzate e inevitabilmente funeste, e il dominio dell’una è sempre
la schiavitù deH’altra. Difatti o i due poteri sono
in armonia e si equilibrano, o la Chiesa s’impone allo Stato 0 lo Stato alla Chiesa. Nel primo
caso emergerà la teocrazia, come negl’imperi
dispotici del vecchio Oriente; nel secondo la religione diviene un affare di governo, una magistratura politica, come nell’antica Roma. Nel
regno del papa, prima la Chiesa s’impose allo
Stato, e nacque la pretensione teocratica della
Curia romana di distribuire a suo talento gli
scettri e lo corone dell’Europa; oggi lo Stato si
è imposto alla Chiesa, e il pontefice è schiavo
del re di Roma, cioè gl’interessi religiosi .sono
sacrificati agl’interessi mondani. Nell’uno e nell’altro caso, la mistione de’ due poteri è contro
le leggi di Dio e della natura, e pagano è l’accoppiamento; per cui nacquero le lotte secolari
de’ papi e degl’imperatori, de’ Guelfi e Ghibellini, che hanno allagato di sangue umano tutto
il medio evo.
raviglia è mal fondata : imperocché il papa,
nrfn respingeva l’inquisizione di Spagna che per
istituirne un’altra la quale dipendesse direttamente da Roma; infatti le voci di esecrazione e
di biasimo che innalzavano i suoi agenti contro
ia crudeltà degli inquisitori di Spagna erano accrtnpagnate dai più grandi elogi alla pretesa
mitezza del tribunale di Roma. Era dunque un
affare di concorrenza e nient’altro.
Anche a Milano avvenne presso a,poco lo stesso
fatto. Filippo li, sotto colore dell’infezione della
Vallellina e delle terre del Duca di Savoia, e
perchè anche in V^icenza era pullulalo il seme
evangelico, pensava di mettere nello Stato di
Milano il Santo Uffizio a modo di Spagna, presieduto e retto da un prelato spagnuolo. Grande fu il terrore e la costernazione delle città
lombarde a tale annunzio, ed inviarono messi
al pontefice, al Concilio di Trento e al re cattolico, supplicando a ciò non fossero a peste cosi
crudele sottomesse. Il pontefice deliberò di non
3
5“. Cause della confusione delle due
Società.
Le due Società si confusero, perchè i governanti, conosciuta la potenza delle ideo religiose,
vollero servirsene come di politico strumento
per dominare le moltitudini, e perchè il sacerdozio, dimenticando la sua missione, volle immischiarsi nelle cose della terra e accoppiare
la spada al pastorale. Da ciò è nato che la religione fu confusa colle istituzioni religioso di
nome, politiche in fatto, e l’obhligo di credere
fu imposto come un dovere civile, e in luogo
della persuasione e dell’amore, per dominare
le coscienze, si è adoperata la superstizione e
la forza. In tal modo gli affetti religiosi dell’uomo divennero legami di servitù; le piìi pure
emozioni dell’anima furono sequestrate a profitto dell’egoismo e dell’ambizione; si volle che
il popolo fosse religioso perchè divenisse servile, e che restasse barbaro ed ignorante perchè fosse religioso. Così alcuni s’impadronirono
de’ sentimenti intimi che slanciano la creatura
al suo Creatore, e posero la mano su le credenze, che quantunque a tutti comuni, sono
proprietà individuali; riducendole tutte ad una
misura e ad una espressione, ne han fatto la
credenza dello Stato, come se lo Stato potesse
avere una credenza ; ed han legato l’esistenza
civile, l’esercizio de’ diritti sociali, la facoltà
di possedere, alla riconoscenza di una dottrina
che non potrebbe essere quella di tutti.
6“ L'indipendenza delle due Società suppone
la libertà di coscienza.
Dalle quali cose emerge, che il fondamento
su cui dee riposare l’indipendenza reciproca
della Chiesa e delio Stato, è lalibertà di coscienza. La libertà di coscienza è il diritto che
noi abbiamo di stabilire i nostri rapporti colla
divinità secondo la maniera che a noi sembra
convenevole; è il diritto di non ammettere alcun
giudice di questo commercio intellettuale e morale fuori del nostro intimo senso; è il diritto,
financo, di credere e di non credere, è la perfetta indipendenza dell’uomo sociale in materia
di credenza e di professione religiosa. Chi non
vede che ove questa libertà manchi, ogni indi
accettare l’inquisizione di Spagna nel Milanese,
avvertendo però che, se i tempi il richiedessero,
avrebbevi introdotto quel tribunale, non a modo
di Spagna, ma di lloma; in guisa che se il papa
impediva al Governo Spagnuolo di abbruciare
gli uomini in Milano, ciò era perchè avea voglia
di farli abbruciare da’suoi proprii carnefici;
affare di concorrenza e nient’altro.
La persecuzione fu inaugurata contro gli ecclesiastici che erano tenuti in sospetto, ed in
¡specie contro Ochino e Martire. Costoro sino al
1542 non s’eran staccati'interamente dalla Chiesa
cattolica, e godevano di grande popolarità, perchè
ornati di non comune eloquenza e di singolari
virtù. L’Inquisizione, non ancor bene afforzata,
procedette con molla cautela e prudenza, circondandoli in prima di spie, per osservare attentamente i loro alti, notare ogni parola e raccogliere cosi le pruove dirette e positive della
loro eresia.
Ochino predicava a Venezia, dove un pubblico
viduo è schiavo, eia schiavitù interna conduco
inevitabilmente alla schiavitù esterna? e quindi
nè la Chiesa può essere indipendente dallo Stato,
nè lo Stato dalla Chiesa? Poiché la schiavitù interiore suppone un tiranno spirituale, e la schiavitù esteriore suppone un tiranno ])olitico ; le
tirannie, per reggere, debbono appoggiarsi una
sull’altra, debbono confondersi, debbono abbracciarsi. D’altronde l’artefice di tutli gli umani
avvenimenti è, come ogni filosofia insegna, il
pensiero consapevole di se stes.so : se la coscienza non è libera, tutta l'umana azione è
viziata nella radice, sparisce l'idea apodittica
del dovere, si annienta la morale, e l’uomo
creato da Dio capace di merito e di demerito,
si uguaglia ai bruti. Quindi l'autonomia dell’individuo è la condanna di ogni schiavitù, è
l’essenza del Cristianesimo, il quale per rinnovare il mondo, non ha rovescialo con mezzi materiali l’edifizio della società esteriore, ma emancipò gli spiriti, sgombrandogli orrori interposti
fra la creatura e il (Ireatoro. Da ciò nacque e si
esplicò il principio deH’individualilà, intorno a
cui, come ad un centro organico, gira la storia
del mondo moderno, e che ha [irodotto nell’ordine delle idee e delle cose la cristiana civiltà,
orgoglio e gloria del genere umano. Anticamente l’individuo era un atomo perduto ntilla
sfera delle istituzioni esteriori, sia religioso sia
politiche; oggi ha una grandezza morale, perchè la sua coscienza è emancipala, e perchè
quesla emancipazione fu acquistata ad un prezzo
infinito, cioè col sagrifizio del Cristo. Onde coloro i quali rinnegano la libertà della coscienza,
distruggono nel tempo stesso dalle fondamenta
la religione e la civiltà.
TU' €» rr * SK M *3
S. Vincenzo del Fatale. — Celebrazione di
un matrimonio gecondo il rito evangelico. —
Il giorno 30 del mese scorso, nella sala che serve
alle religiose adunanze dei nostri fratelli Cereghino, venne celebrato dal rev. sig. Charbonnier,
numeroso ed entusiasta accorreva a udirlo; accusato di avere sparse dal pergamo dollrine
contrarie alla fede cattolica, si difese con molla
energia, ridusse gli accusatori al silenzio, e
diventò più circospetto. Ma quando seppe i mali
trattamenti usati da’ satelliti del papa contro
Giulio Terenziano, discepolo di Valdez, e suo
amico, non potè frenare la sua intlegnazione, e
dal pergamo stesso, al cospuUo di non pociii
Senatori ed allri illuslri personaggi della città,
proruppe : «Che ci rimane a fare, o signori? A
che affaticarci e consumare le nostre fórze? 0
nobile Venezia, regina dell’Adriatico, se quelli
che t’annunziano la verità sono esposti alla
prigionia, a’ ceppi ed a’ tormenti, in qual luogo,
in quale altra città potrà mai risuoiiare la voce
della verilà ? Oh ! potessi farla udire quesla verità! quanti che in oggi son ciechi ed errano fra
le tenebre, non vedrebbero la luce come in pieno
meriggio!» Quest’apostrofe generosa fu interrotta
dal nunzio apostolico ch’era in chiesa. Il papa
della Chiesa Valdese, il primo matrimonio cho
da secoli e secoli siasi celebrato in quella vallata, secondo il rito evangelico. Non islaremo a
dire gli sfondi di ogni genere tentati dal parroco
(come d'altronde è naturale) per distogliere lo
sposo, già suo parrocchiano, da rjuestii unione
con uu membro della famiglia Cereghino, o nemmeno il baccano veramente infernale (effetto del
fanatismo ignorante di queste popolazioni) a cui,
in quest’occasione , si abbandonarono, l’intiero
giorno durante, i monelli ed i ragazzacci del villaggio insieme ad alcune donne. Ciò che assai
più ci preme di partecipare ai nostri lettori
(a coloro specialmente che, informati della vergognosa ritrattazione di quello fra i Cereghino
che era domiciliato a Genova, ne paventavano
l’effetto che avrebbe avuto sugli altri membri di
detta famiglia), si è il modo con cui l’atto di lui
venne dai suoi più prossimi giudicato. « Grande,
scriveva uno di questi a nome di tutti gli altri,
grande fu il nostro dolore, allorché sentimmo
la trista infedeltà del nostro cugino; è dura cosa
per noi il vederci rapire tutte le dolci speranze
in esso avute. Ma vero b che non bisogna confidare negli uomini, sjiccialmente in quelli che
parlano monito o fanno poco. Ma che? se alcuni
sono infedeli, Iddio rimane fedele. Guai a lui,
perchi' ha fatto come il cane che torna al suo
vomito. Noi preghiamoli Signore che gli faccia
conoscere il terribile suo traviamento e lo converta, poiché, camminando di questo passo, egli
abbrevia i giorni dei suoi vecchi genitori. »,
Biblla. — Tumulazione. —Moriva in cotosta
città l’evangelica sig. Teodori nata Fe/.z : il degnissimo sindaco, sig. Coppa, riunì il Consiglio
comunale affinchè deliberasse che venisse aperto
il camposanto comune alla salma della defunta
e le si rendessero i funebri onori: e così fu. Con
istraordinario concorso fgli abitanti di Biella
assistettero alla tumulazione col jiio modo voluto
dalla circostanza e conveniente ad un popolo
che rispetta ed onora se stesso noH’onorare e
rispettare la salma di una concittadina dei cieli.
Il Municipio, animato da spirito liberale e conciliativo, ha pure stabilito che per l’avvenire una
piccola siepe di pianticelle sempreverdi cinga
uno spazio di terra destinato ai cristiani evangelici, che avranno la medesima entrata nel cimitero comune. Il marito della giovane defunta
indirizzava all’egregio .sindaco una lettera affet
ne fu da li a poco consapevole, e chiamò a
Homa Tardilo cappuccino per giustificarvi la
sua condotta e rispondere alle accuse che su di
lui pesavano. Conobbe Ochino il pericolo ond’era
minaccialo, ed anziché obbedire, cercò rifugio
prima a Ferrara e dopo a Ginevra. Pubblicò
due lettere apologetiche dirette una a’ magistrati
di Siena, sua cillà natale, e l’altra a Claudio
Tuluniuo suo amico; ed una pregevole raccolta
di sermoni e trattali coniro la Chiesa romana.
Queste opere, scritte in italiano ed in forma popolare, furono lette avidamente e produssero
grande elTelto nella Penisola. Paolo 111 fu talmente irritato dell’apostasia d’Ochino, ch’ebbe
in menle di sopprimere l’ordine de’ cappuccini,
cui esso apparteneva; e non potendo aver lui
fra’ le mani, sfogò l’ira sua su quanti erangli
amici, facendo imprigionare quelli che non ebbero agio di fuggire, e costringendoli con ogni
sorta di sevizie ad abiurare le nuove credenze.
{continua].
4
•
tuosa in segno di riconoscenza e d’amore cristiano, e gli rimetteva 60 lire onde fossero distribuite ad alcune povere donne del paese.
Savona. — Nostra corrispondenza. — « Principierò col dirvi che il santo precetto pasquale
non ha mancato certo. neppure in quest’anno
in cui dimoro in questa città, di produrre i suoi
santissimi frutti, degni della penitenza cattolicoapostolico-romana , preludiando, nel secondo
giorno di Pasqua, con un magnifico diavolesco
concerto, in forma di sassaiuola, la di cui soave
melodia rapiva. Esso veniva eseguito sulla strada,
dinanzi alla mia dimora, da uno sciame di monelli, bersaglianti la porta d’entrata e la scala e
l’uscio della abitazione; e, per dar veramente un
trattenimento completo, esso fu vocale e strumentale, essendo l’intercalare del cantabile —
abbasso i protestanti. —
« Siccome il poco è ciò che rende la cosa più
preziosa, questa serenata, fatta di giorno, non
mancò neppure di cotesto ultimo pregio; l’adunanza musicalo venne tosto disciolta ed il concerto ebbe fine (a malincuore de’ miei graziosi
dilettanti), per la gentilissima opera di un signore
che per caso di là passava, il quale, come ben si
vede, poco amava tale armonia.
« Ricominciarono da quel giorno i motti poco
aggradevoli, diretti ed indiretti, dei cenciosi, dei
ragazzacci e delle donnicciuole schiave dell’elemosina fratesca e pretesca; ma anche ciò, a malgrado degli istigatori, fu di corta durata e di niun
frutto per essi, giacché più volte venendo insultato, o solo o con mia moglie, colle grida abbasso
i protestanti, a queste grida fu risposto gentilmente in mio favore da siguori e da popolani.
Begna di rimarco si è l’occasione speciale in cui
venni insultato passando un giorno con mia moglie pei borgo inferiore; alle grida di abbasso i
protestanti, rispondeva per me un vetturino, abbasso i ladri invece! Allora sursero altri dicendo
di conserva a quest’ultimo; bravo! bravo! è vero.
Il mio insultatore zelantissimo ammutolì, ritirandosi confuso e convinto nella coscienza, come
seppi dopo, che le sue mani non erano moltissimo pure, e l'ugne non secondo le prescrizioni
del galateo decentemente tagliate I Strana combinazione che un zelante campione dei preti, che
gridi contro i protestanti, sia tacciato di ladro
da un altro cattolico, in difesa di questi ultimi 1
— Sono passato altre volte per quello stesso
luogo, andando e venendo, ma il mio bravaccio
tutto umiliato, vedendomi abbassa gli occhi e
tace ».
Pamgi. — Morte del signor Adolfo Monod. — La
morte ha tolto alle chiese evangeliche di lingua
francese, nella persona del sig. Adolfo Monod,
il lori) più valente predicatore, che ad una eloquenza rara accoppiava quello che valeva assai
più, una fede ed una vita cristiana più rara ancora. Fu nel giorno di domenica, 6 aprile, ad
un’ora ed un quarto pom. ohe queU’illustre servo
di Dio gli rese l’anima dopo circa due anni di
malattia. Il giorno della sepoltura, ad onta della
pioggia torrentiale che non cessò di cadere, non
meno di un migliaio di persone si accalcavano
nella casa e nel cortile del defunto; oltre acento
carrozze piene di gente e pedoni in gran numero
accompagnarono la sua salma al luogo del riposo. Tutti i pastori di Parigi, cosi nazionali che
indipendenti, in numero di circa quaranta, iprimi
in abito ecclesiastico, faceano parte del convoglio , ed ogni Chiesa, per bocca di un suo rappresentante volle sulla tomba stessa rendere testimonianza alla fede, al carattere, alla vita del
l’illustre estinto. L’ultimo a parlare fu il proprio
di lui fratello; e nou dispiacerà ai nostri lettori,
che da questo discorso togliamo alcuni passi atti
a farci conoscere quale fosse colui che tanti
piangono.
« Durante, diceva egli, una malattia... di circa
due anni di patimenti tali (sovratutto negli ultimi nove mesi nei quali non gli fu più concesso
di lasciar la camera ed appena potè tòrsi dal letto)
che non vi posso pensare senza rabbrividire, vedendo la morte che di giorno in giorno si avvicinava, lenta, ma sicura, egli ha costantemente
manifestatola stes^ fede in Gesù Cristo, la stessa
tranquilla sottomissione alla volontà di Dio, come
ad una volontà paterna e piena di misericordia
e di sapienza ; la stessa certezza in riguardo alla
sua salvazione poggiata sulla pura misericordia
di Dio.... Egli non é venuto meno a se stesso un
solo istante...... e quel medesimo che nel 1829,
nel suo sermone; Potete voi morir tranquilloP....
diceva di sè : « Io posso morir tranquillo : io,
quando mi toccasse di morire oggi, me ne andrei
colla beata certezza che non sarei condannato *;
ventisette anni dopo, in una solenne riunione
degli undici fratelli e sorelle e delle rispettive
loro famiglie attorno al suo letto...... diceva :
« Quando io vedessi aperti i cieli, e Iddio che mi
dicesse : Vieni, ti aspetto, io noa sarei più tranquillo sul mio avvenire..... » Adolfo attraverso
i lunghi suoi patimenti ha proseguito il suo
ministerio, facendosi più debole di giorno in
giorno, ma esortando, edificando senza interruzione , e quasi fino all’ultima sua ora ; specialmente radunando attorno di sè, ogni domenica,
durante gli ultimi sei mesi di sua vita, quante
persone potea capire la sua cameretta; celebrando
con esso loro la cena del Signore; e a costo di
fatiche e patimenti eccessivi rivolgendo loro sui
punti principali della fede e della vita cristiana,
brevi ma sostanziali esortazioni che non iscorderanno coloro chele udirono... L’ultima di queste
raunanze ebbe luogo il 30 marzo , otto giorni
prima della sua morte... e fu terminata con una
preghiera che leggerete, io spero, fra poco, e che
vi farà dire meco, avere Adolfo Monod, come il
suo maestro, posto fine al suo ministerio, con
una preghiera sacerdotale... — E dove attigneva
egli quella vita, quella forza, quella pazienza,
quella rassegnazione, quell’ardente carità per le
anime, quello zelo indomabile ad adempiere fino
alla fine ai doveri del suo ministerio? — Alla sorgente ! Gesù Cristo era per lui ogni cosa, « l’alfa
e l’omega, il principio e la fine, il cammino, la
verità e la vita », Uditelo egli stesso rivolgendosi alla sua famiglia il di 6 ottobre p. p. « Non
è di sapere Gesù Cristo che salva e santifica, bensì
di avere Gesù Cristo. Non v’è altra vita cristiana
se non la vita di Gesù Cristo in noi'; come non
v’è altra salvezza fuorché la presenza di Gesù
Cristo in noi.... Io ho una speranza ferma, semplice e tranquilla nella Redenzione di Gesù Cristo, nel suo sangue, nel suo sàgrificio. La fede
in quel sàgrificio è l’unica mia speranza; e se mi
fosse dato di trovare un’altra espressione più
chiara io me ne varrei, acciò ogni gloria sia resa
alla virtù del sangue e del sàgrificio di Gesù Cristo, accettato in espiazione dei miei peccali davanti a Dio ». — Pochi giorni prima di morire ,
credendo che fosse giunto l’ultimo istante, dopo
aver dato la sua benedizione ai membri presenti
della sua famiglia, io l’ho sentito'dire : « L’intiero
mio ministerio, le mie opere , tutte le mie predicazioni, tutto mi si affaccia a quest’ora come
un panno lordato ; ma una sola goccia di sangue
di Gesù Cristo mi è inesprimibilmente più preziosa ».
E chi è ohe dopo aver letto questi particolari
non si sentirà spinto ad esclamare : « Muoia la
mia persona della morte degli uomini diritti, e
sia il mio fine simile al suo »•
Oriente. — Il giorno di Pasqua, dopo una
malattia di 12 giorni, nell’età di 26 anni e 5 mesi,
rendeva l’anima sua a Dio il rev. Enrico Babut,
elemosiniere evangelico presso l’armata francése,
in Crimea. Egli era nipote del signor [Adolfo
Monod, di cui abbiamo narrato più soprala morte
cosi edificante; e, cosa commovente, lo zio fatto
consapevole della morte del nipote, dettava pochi giorni prima di morire, ed in mezzo ai più
atroci patimenti, una lettera destinata a confortarlo, quando-egli già era giunto presso il suo
Salvatore. — Il sig, Babut è il secondo eleinosiniere evangelico presso Tarmata francese di Crimea rimasto vittima della sua devozione alla
salvezza delle anime.
Grosso oomenlco gerente.
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Sano giunte di fresco le seguenti Opere, vendibili
al prezzo di Parigi e di Ginevra.
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d'Amérique —2 vol. in-8“ L. 5 »
Monod Saint-Paul, cinq discours —
1 vol. in-S".....» 2 25
» Serinons, nouvelle édition re
vue par l’auteur, sur son lit
de mort ; 1er série contenant
les sermons prèchés à Lyon
— 1 vol. in-8“ .... » 5 »
» Jésus tenté au désert — 1 vol.
in-8».......» 1 50
» Jésus Christ ressuscitant les
morts ; souvenir aux amis
qui prient pour moi . » » 60
» Pouvez - vous mourir tranquille? ......» » 30
» La femme, 2 discours; 4me é
dition......» I »
Vinbt Chrestomathie française — 3
vol. in-8“.....» 13 50
> Méditations évangéliques — 1
vol. in-8“.....» 4 ■
Bridbi. Ph. Les sept paroles de Jésns C.
sur la croix — 1 vol. in-12«» 1 50'
Lkighton La vie chrétienne, ou méditations sur la 1er épitre de St.
Pierre — 2 vol. in-8“ . » 6 *
J Violette, par l’auteur de l’héritier de Redliffe ^ 2 vol.
in-12“......» 6 »
Lodbrhosb Vie de Hélancton — 1 vol.
in-12»......» 3 50
Nœp Histoire abrégée de la Réior
mation (ouvrage couronné)
_1 vol. in-12" ... ,150
Laborde (l’ibM) Entretiens sur la Salette
— 1 vol......» 1 »
Soüvbstre Souvenirs d'un vieillard —2
vol........» 3 »
Dumoulin Anatomie de la Messe . » 3 »
, Bouclier de la foi . . . > 2 50
Burnier Études élémentaires et progressives de la parole de
Dieu — 8 vol. in-12“ . » 23 »