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Anno VII — N. 5. II SERIE lo Makzo 1858.
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo la verità nella carità. — Efes. VI. 15.,
PREZZO DI ASSOCIAZIONE J LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO .
Per lo Stato [franco a (ìestìnazione]____£. 3 00 In Torino aH'Uffizìo del Giornale, via del Principe
Per la Sviy,xera e Francia, id............. 4 25 i Tommaso dietro il Tempio Valdese.
Per r luffliilterra, id................... „ 5 50 ■ Nelle Provincie presso tutti gli postali per
Per la GennABiu id................... „ 5*50 < mezzo di Vaclìa, che dovranno essere inviali
Non si ricevono associazioni per meno di un anno. >: franco al Direttore della Bcona Novella.
Allenterò, a' seguenti indirizzi : Parigi, dalla libreria C, Meyrueis, me Rivoli ;
Ginevra, dal signor E. Beroud libraio : Inghilterra per m^izzo di franco-bolli
inglesi spediti franco al Diretliore della Buona Novella.
SOMMARIO
KvanircHzzazione. —La Chiesa papale giudicata dal Breviaiio romano.—L’Evangelo a Courmayeur.—
L’Evangelo a Genova. — Scuole della Domenica : una festa u Nizza. — Cronaca della quindicina.
LEV ANGELIZZAZ IONE.
L'opera della Evangelizzazione fra noi, ed anche altrove, lia due
ufficj cui deve attendere : l’uno iniziale, diretto a conibattere l’idolatria e la schiavitù delle coscienze ; l’altro comjDlementare, pres.so le
nuove congregazioni che dopo la conversione vanno formandosi. A
principio si tratta di riformare ; in seguito di consolidare la riforma :
in genere poi la missione consiste nell’esporre i dogmi nella semplicità loro, vale a dhe i principj, le origini, la parte immutabile
delle credenze ; indi, farne di queste ima esplicazione vera e spirituale,
promuovere nei fedeli il desiderio di una seria meditazione, senza di
che la divina Parola non ¡hiò essere nè intesa nè creduta, ed eccitare
quindi la libert<à umana ad esaminarla, ad aiierrariie lo spirito collo
Spirito di Dio, che a Dio ognuno per se deve chiedere, e nel suo
complesso, anche tutta la chiesa, perchè “ ninno conosce le cose di
Dio se non lo'Spirito il quale è da Dio;.....e dallo Spiiito ch’Egli
ci dona, conosciamo cli’Ei dùnora in noi e noi in lui ”.
Nò solamente in (juesto consiste l’opera sia di riformare sia di
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consolixlarc la riforma : ella deve altresì mirare al culto ed al governo
della cliiesa, dando all’uno l’indirizzo puro secondo il Vangelo, e
all’altro la forma più conveniente al genio civile del Cristianesimo e
alle esigenze dei luoghi e dei tempi.
Il Gioberti lasciò scritto: “ Come Cesare tornò Eomà pagana ai
suoi principj, cioè al regno, così si dee tornar Koma cristiana ai suoi
principj, cioè alla rete E che cos’è questo tornare alla rete se non
togliere via il Papato cd una Gerarchia contraria alla eguaglianza,
evangelica, perchè non fondata sui doni spirituali, ma sopra un’arbitraria instituzione di ordini ? E che cos’è ancora se non ristabilire in
tutta la sua pienezza i princiiy evangelici, la scienza apostolica,
l’impero del Santo Spirito ? Ecco dunque la riforma di cui ha duopo
la chiesa romana ; la riforma che noi propugniamo ; la riforma
cominciata già da tre secoli : non si tratta di cosa nuova, ma vecchia
anzi antica; non si ti'atta di distruggere, ma di edificare, sgombrando
naturalmente il terreno dalle ro\’ine esistenti cioè dai disordini attuali. La nosti’a opposizione è quindi rivolta al male per istabilire il
bene, ritenendo le cose buone che trovansi frammiste alle cattive, ed
armonizzandole con altre che sono dal papismo combattute. L’eresia
è soltando negativa e non contiene alcim principio di armonia ; ora,
lasciamo giudicare a cliiimque da qual parte ella si tro’.’i, se dal lato
nostro che siamo conciliati^’i, che ammettiamo il buòno dovimque si
trovi, e ripudiamo soltanto il cattivo, oj)pure dal lato dei clericali
che sono la personificazione della discordia.
Noi sappiamo che ógni riforma dev’essere preparata lungo tempo
innanzi aiHnchè gli individui trovinsi disposti a riceverla : così fu
all’epoca della Eiforma del sesto decimo secolo. Ma oggidì pure i
segni della rnaturità del tempo non mancano: il così detto cattolicismo è ridotto nominalmente soltanto ad uii terzo di Europa, in
realtà a pochissimi : ciò che v’ha di reale si è ch’egli produsse l’incredulità eziandio riguardo al vero Cristianesimo. Cotesta è una conseguenza logica della religione dei papi, la quale, imponendo obbedienza cieca, assoluta, passiva ed assurda, doveva di necessità
riuscire od a spogliare i membri di quella chiesa della dignità d’uomini, della propria libertà e volontà, od eccitarli a scuotere il giogo
indegno ed anticristiano. Prevalse, pur troppo, il primo dei casi !
Ed ecco il j3unto da cui mosse l’odierna incredulità.
Egli è certo che per credere agli oracoli predicati da una chiesa
ricercasi attività negli individui ; conviene che i fedeli, da se stessi,
ne cerchino in prima il senso genuino, per mi atto spontaneo e libero
della volontà ; la i-eligiòne essei' deve dalla mente e dal cuore conosciuta plausibile come vera, amabile come buona, c veneranda CQuie
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bella e sublime ; la fede nou scende già all’uomo dal prete, ma da
Dio ed a Dio f5ale ; è una grazia, non è una legge ; è ima gi'azìa che
•laici e preti (sejiarazione che non può sussistere) devono chiedere
aH’Eterno, imperciocchè se la grazia elegge l’uomo, l’uomo elegge
piue la grazia. L’esame adunque è assolutamente indispensabile per
distinguere il vero dal falso, persuadersi delle verità che vengono
predicate ed acquistare la vera fede interiore, del cuore, quella fede
ch’è amore verso Dio. “ Non ispegnete lo Spirito” diceva FApostolo ;
e lo Spirito spira dove TOole ; “ provate ogni cosa, ritenete il l)ene”,
agghmgeva, perchè infatti niuno può credere a ciò che non giudica ;
ed è tanto vero che anche que’ pochissimi che nel romancsimo credono ai preti ed obbediscono a loro ciecamente, pure nell’interno si
famio un’idea lor propria e di Dio e della chiesa e del dogma e del
culto, essendo metafìsicamente impossibile di non aderire alla propria
volontà ; volontà che riesce artificiale e fallace, se non è conforme
alla volontà del Signore, s’è mancante di awedutezza e di conoscenza. 0.
LA CHIESA PAPALE
GIUDICATA DAL BUEVIAKIO ROMANO.
Gli argomenti che si dicono ad hominem sono sempre riputati i
pili decisivi. Nou ci contenteremo noi d’invocare la tradizione, quest’organo che Eoma fa sembiante di predihggere come se non avesse
oracoli che in di lei favore; ma questa volta noi avremo ricorso al
Breviario, manuale quotitliano dei preti, per combatter la pretensione
di Eoma che primeggia tra tutte le altre, e senza la quale le altre son
nuUa. Contien quel libro una pagina tratta da S. Girolamo cho soppianta affatto il tanto vantato privilegio all’indifettibilità ed infallibilità, ed auzi stabihsce come dottrina, che l’Anticristo, di cui tanto
è parlato nella S. Scrittura, avrà la stessa Chiesa Eomana per centro.
Il lettore è invitato a ben ponderare queste parole del Testo Sacro
e il Commento di S. Girolamo. (Coinmen. Sanct. Breviar. Eoman.)
“ Lettura del S. Evangelio secondo S. Matteo. In quel tempo disse
Gesù ai suoi discepoli: allorché voi vedrete l’abbominazione della desolazione posta nel luogo Santo, che colui che lègge, faccia bene attenzione”; con quel che segue. “ Ogni qualvolta siamo noi vivamente
esortati a porgere mi’attenzione speciale, è ciò una prova che quello
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che leggemmo ha in sè qualche cosa di misterioso. Troviamo noi in
Daniele queste parole: “ E nella met<à della settimana sarà tolto il
sacrificio e l’oblazione, e nel Tempio sarà la desolazione finche i *
tempi siano compiuti, e la fine sarà devastazione Di questo parla
l’Apostolo allorché ci addita quell’uomo d’iniquità, quel nemico che
si alzerà contro tutto ciò che si noma Dio o è adorato fino a sedersi
nel tempio di Dio e mostrarsi come se fosse Dio; ü cui avvenùnento
che sarà secondo l’energia di Satana, perderà quelli che vi avi-anno
preso parte S. Girolamo dapprima sembra credere che l’idolo che fu
posto nel tempio di Gerusalemme e l’aquile romane significano l’abominazione nel luogo santo ; ma abbandona poi questa ipotesi, e si
attiene a quest’altra, che la Cliiesa, tempio di Dio di cid quello era
tipo, diverrebbe la sede deU’uonio del peccato, o dell’Anticristo.
“ Puossi intendere, prosieguo egli, per abominazione della desolazione ogni perversa dottrina, la quale allorché noi vedremo occupare
il Luogo Santo, cioè la Chiesa, e prodursi come fosse da Dio stesso,
dobbiamo noi fuggire dalla Giudea ai monti, cioè rigettando la lettera che uccide e la giudaica malvagità, accostarci all’eterne montagire, da cui Dio maravigliosamente c’ükunina, e rimanerci sotto il
tetto e nella casa, perché i dardi infiammati del demonio non ci
raggiungano, nè discendere e prendere alcun che nella casa del vecchio uomo, nè cercare le cose lasciate da noi indietro, ma seminare
piuttosto nel campo delle scritture spirituali per raccoglierne frutti,
nè prendere con noi queU’altra veste che fu proibito agii Apostoli di
possedere ”. Or eutriamo a penetrare parte a parte questo linguaggio
di S; Girolamo, perchè se ne vegga la forzq, e l’importanza.
Primieramente parla egli del Luogo Santo che è la Chiesa; con
questa parola Chiesa senz’alti’a addizione, pronunciata in modo enfatico, niun crederà mai che debbasi intendere ima frazione qualunque
di sette eretiche o scismatiche. Il prete che legge il Breviario può
egli francamente chiamar “ Luogo Santo, cioè la Chiesa ” qualunque
altra Cliiesa che non sia la sua? Secondo lui quella Chiesa di cui
parla S. Girolamo nou può esser che la Eomana: e nel Breviario
non si dice la Cliiesa giammai che quella che ha il Papa’per^Capo.
Ora si è appunto in lei, e non d’altronde, che si amumcia dover sorgere, crescere, ed ingigantirsi l’apostasia, e poi rivelarsi l’uomo del
peccato. Non si tratta qui di una semplice supposizione, ma è anzi
affermato positivamente che la sinistra rivelazione non mancherà di
aver luogo. Non è già detto, se mai si vedesse una perversa dottrina
(dogma perversum) insegnarsi e stabilirsi nel Luogo Santo stesso
ossia nella Chiesa, ma bensì cum viderìimis (dogma perversum) stare
in loco sancto idest in Ecclesia et se ostendere Deum, di modo che.
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secondo S. Girolamo, già dai suoi tempi si crcdea per certo che nella
Chiesa stessa, la Chiesa ortodossa, la Chie^-a Eomana, (in loco saiicto
iilest in Ecclesia) prenderebbe sviluppo un perverso dogma, c quale
ue è il carattere? Quello d’imporsi come ee Dio stesso lo promulgasse.
Ecco l'indefettibilità e l’infiillibilità! Che si .vuol di più? E affinchè
meglio si comprenda quant’è la forza di questa dichiarazione, stiamo
a vedere che in faccia di colui che siede come Dio, e che S. Agostino
TOole s’intenda “ un Capo col suo corpo intero cioè a dire la moltitudine degli uomini che gli appartengono uniti a questo Capo ”, e
sarebbe perciò una gerarchia, ecco die quel Padre, che è riputato
MASSIMO da Eoma, i>er sfuggire all’errore e alla perdizione, c’indirizza non già ad un’autorità investita di supremazia, ma a tutt’altro
mezzo, al mezzo stesso che Eoma più odia.
Secondamente adunque S. Gii’olamo aggiunge debemusfugere,“ noi
dobbiamo fuggire Appena una ¡»tenza infallibile siede nel tempio
di Dio e promulga dottrine che dà per emanate da Dio infallibilmente,
IL DOVERE è di prontamente fuggire dalla Giudea ai monti ; cioè rigettando la lettera che uccide, accostarci ai monti eterni da cui Dio
mirabihnente c’illumina; e (questi monti eterni sono le stesse Sacre
Scritture. “ Sed magis serere ”, conchiude quel Padi'e, “ in agro sphiliiun Scripturarum, ut fructus capiamus ex eo Il rifugio contro'un
nemico seduttore, contro l’apostasia prevalente, è il Sacro Libro,
che dobbiam come un campo coltivare, per trarne frutti abbondanti.
Ecco come il Breviario comanda di fuggire Eoma per chiuderci, come
in un propugnacolo sicuro, nelle sole Sacre Scritture!
Ora die vedemmo un S. Girolamo non saper indicar mezzo più
certo per antidoto alla grande apostasia, che i Libri Sacri studiati
secondo lo Spirito e non secondo la lettera, citerò un altro passo di
un contemporaneo di lui non meno illustre, S. Giovaimi Grisostomo;
che nel naufragio cui assiste delle cose deUa Chiesa, non riconosce
altra bussola, nè altra tavola di salute che di ben attenersi alla Sacra
S(;rittura. Le parole sono estratte da un libro comunemente a lui attribuito, che è il tanto lodato Commentaiio su S. Matteo, detto l’O2>cì'a imperfetta. Cercando a quali marche riconoscere la vera Chiesa,
ne enumera una folla ch’egU rigetta per non accettare che quella di
star fermi ai Libri Sacri.
“ Ma ora, osserva egli, ogni operazioue di miracoli è cessata del
tutto ; phittosto noi troviamo che se ne spacciano dei menzogneri
presso quelli che non sono che falsi Cristiani. Come anche primitivamente solevasi dedurre qual fosse la Chiesa di Cristo dal ben
vivere, allorché la condotta de’ Cristiani o di tutti o di molti era
santa, quando quella degli empj non l’era; ma avviene che si riscontri.
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più che m;’ Cristiani, in quelli che sono in preda allo scisma, una
maggiore austerità di costumi.
•“Chi può dunque discernere qual è la vera Cliiesa di Cristo?
Come conoscerla se non per mezzo della S. Scrittura ?
“ Però il Signore sapendo che negli ultimi tempi soprarriverebbe
una confusione la più grande di ogni cosa, ingiunge a quelli che
Iiroiessano il Cristianesimo ed amano assicurarsi nella vera fede, di
non aver ricorso che alle sole Scritture. Che se si volgano ad altra
cosa, inciamperanno essi e periranno, non comprendendo qual è la
vera Chiesa, e con ciò cadranno nell’abbominazioue della desolazione
che regna nel Luogo Santo della Chiesa.
“ Per abbominazione della desolazione \Tiolsi intendere lo stesso
Anticristo che non indugerà a rivelarsi ed a impadronirsi dei Luoghi
Santi della Chiesa sotto la maschera di Cristo, (sub specie Christi),
e di cui non senza ragione è detto che farà cadere molti tra i fedeli.
Lnperciocchè sia quest’eresia (l’Ariana) che già consumò il suo
circolo, sia quel popolo che dee nel seguito apparire collo stesso Anticristo, hanno da tenersi come l’esercito dell’Anticristo, ed a ciò forse
si riferisce ciò che dice l’Apostolo designando colui che si oppone e
6Ì alza su tutto ciò che si chiama Dio e che si venera, fino a sedersi
nel- Tempio di Dio come se fosse Dio, quasi Deus sedeaf, presumendo
mostrarsi quasi fosse Egli Dio, ostendens se quasi sit Deus. Quelli
allora che sono in Giudea, salgano ai monti vedendo l’abbominazione
della desolazione posta nel Luogo Santo. Quando perciò voi vedrete
l’eresia empia, ch’è l’esercito dell’Anticristo, regnare nei Santi luoghi
della Chiesa, che quelli che sono nella Giudea fuggano ai monti,
cioè quanti professano il Cristianesimo prendano rifugio nella S. Scrittura. E i)erchè è ingiunto che in quel tempo tutti i Cristiani abbiano ricorso alla Scrittm-a ? Perchè in quei tempi, dacché la detta
Eresia si sarà resa padrf>na delle Chiese, non si potrà più avere
alcuna certa marca, .su cui fondarsi per riconoscere il vero Cristo, e
che per i Cristiani che vogliono riconoscere la verità della fede, niun
rifugio potrà più esistervi se non quello delle Divine Scritture.
Imperocché prima in molti modi discernere si poteva qual fosse la
Chiesa di Cristo, e qual era il Paganesimo ; ma a quest’ora tutti
quelli che vogliono conoscere qual è la vera Chiesa di Cristo, non
possono pervenirvi in alcua modo che colla sola Sacra Scrittura
Non è egli vero che S. Girolamo come Grisostomo nulla sapevano
nè di Pap, nè di Successione Apostolica, e nemmen di Concilj
infallibili, e che il principio da loro stabilito è quello stesso che si
alzò come bandiera dal Protestantesimo? Chi crederà mai chc tal linguaggio tenuto avessero questi due gi-an Padri se allora fossero già
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stati in voga, anzi anunesse come dogmi, le famose regole di cui
ribocca la Teologia Eomana, ed i pulpiti della Chiesa Eomana non
cessano'di risuonare P Ecco la Tradizione, come lo stesso Breviario
la contiene ! Eovescia ella dai fondamenti il Dogma Capitale che fa
autorità Di\-ina (se ostendens Ikum) il Papa e l’Ej)iscopato, cioè
autorità, inditettibile e infallibile che proscrive l’esame, che comanda
la cieca fede ! Non basta che il perverso dogma intruso nella Cliiesa
abbia l’antidoto del Breviario stesso, che fa della S. Scrittura il solo
lifugio contro l’Anticristo, il medesimo Breviario non lascia dubbio
che Eomar o la Chiesa, com’ella si chiama, sarà la Sede deH’abbominazione della desolazione “ il che allorché noi veikemo dobbiam fuggire nel Campo delle Scritture'Spirituali, per raccoglierne frutti”.
II Breviario stesso essendo il consigliere e della fuga c del rifugio
dii potrà im])utarci a dditto e di fuggire il perverso dogma e di
cercare per solo rifugio la Sacra Scrittiu'a ?
Teofosfilo
L’EVANGELO A COURMAYEUR
Signore e fratello.
Già più d’una volta aveste occasione di parlare nella 7?. Novella dell’opera
di evangelizzazione a Courmayeur. In conseguenza i vostri lettori sanno che
il partito clericale si è servito di tutti i mezzi che potò immaginare onde
sradicar daUa YaUe d’Aosta ciò che egli chiama l’eresia. Da ultimo ancora
indirizzò al Ministero una petizione colla speranza di ottenere da quella parto
il mio esiglio da Courmayeur." Cotesta petizione fu, è vero, coperta da gran
numero di signature, ma il Governo, avendo ordinato un inchiesta in proposito, ha scoperto che i preti le avevano carpite, per la più parte, ai semplicioni ed agli ignoranti, con mezzi affatto ignobili. Eglino assicuravano gli
uni, che il suddetto ricorso aveva per iscopo di ottenere la diminuzione delle
imposte; gli altri, che mu-ava alla destituzione del sindaco etc. In quanto al
contenuto del libello, io non ne parlo; basti il diro che era un tessuto di
calunnie.
L’inchiesta del Governo ed altra petizione inviata dai cristiani evangelici
al Ministero, per chiedergli di non permettere che fossero privati della protezione dcUa legge che ad essi concede, siccome a tutti i correligionarj loro
negli Stati Sardi, di celebrare pubblicamente il proprio culto, bastarono per
rendA-e vana l’astuzia dei preti.
Punto da questo scacco, monsignor Jom-dain vescovo d’Aosta scrisse aiora alle sue pecorelle di Commayeur una lettera in cui proibisce loro d'in-
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dirizzarmi la parola, di salutarmi etc.; secondo lui io sono niente meno che
un hijjo, \iu serpente.
\¡’Indépendant, diario clericale, fece altresì una nuova sortita contro di
me. Corcò di persuader i suoi lettori ch’io sono un bettolante, e che mi diverto neUe orgie. A cotesta novella calunnia opposi novella smentita, che
egli accolse secondo l’abitudine sua, senza giustificarsi, perchè noi può, e
senza vergogna, perchè non ne ha più.
Ma i preti non si limitarono a tali mezzi, negativi soltanto, per ricondurre
i nostri fratelli in grembo della chiesa romana. Si recarono a visitare molti,
e nelle discussioni che ebbero seco loro poterono convincersi che Tarma
della Parola di Dio, anche in deboli mani, basta per tagliare a pezzi il ro—
manesimo. Eglino reiterarono in ispecie i loro assalti contro il nostro fratello
C. D. che, da lungo tempo malato di tisi polmonare, dovette soccombere.
Trovandolo fermo nelle sue convinzioni, ad onta delle loro moine e minacce,
tentarono di vincerlo coll’offrirgli di rimborsargli tutto il danaro che aveva
speso durante la lunga di lui malattia. Ma questa volta ancora Cristo ebbe
la vittoria contro Satana: il signor D. respinse con isdegno questi ignobili
trafiicanti d'anime. Col prender lui nella rete speravano prenderne altri nel
medesimo incontro: ciò si comprende, impcrciocchè il nostro amico era uomo
assai stimato cd istruito, che più d'una volta nei pubblici fogli difese colla
penna la religione evangelica travestita e vilipesa dagli awersarj'di lei; il
suo esempio adunque poteva esser contagioso, alméno i preti così pensavano,
ecco il perchè nulla risparmiarono per richiamarlo al romanesimo.
Quand’ebber veduti riuscir vani i loro sforzi, cessarono di assediarlo; ma
prima che lo lasciassero per sempre, eglino ü minacciarono di nuovo, non
che delle fiamme infernali, eziandio di non concedergli che fosse sepolto nel
cimitero. Si narra che il curato dicesse ad alcune persone; “ io mi farò fare
in pezzi prima di lasciar profanar il luogo sacro, dando sepoltura ad un
protestante ”.
Sabato, 20 febbrajo, a cinque ore di sera, il fratei nostro s’addormentò
dolcemente, e l’anima sua volò verso il di lui Salvatore. Il sindaco di Coiirmayeur, l’ottimo signor Vuillcr, che già in altre circostanze diede prova
d’uno spirito illuminato e fermo, m’accordò con molta bontà la permissione di seppellire la spoglia mortale del signor D. nel cimitero comunale,
ed ordinò egli stesso -ai tumulatori di scavarne la tomba. H vicario fece
tosto sosjiendere questo lavoro, tuttavia giovedì mattina il sindaco scortato
da tre gendarmi, si portò al cimitero ed ordinò per la seconda volta, e malgrado l’ostinata opposizione del vicario, di preparar il tutto per la tumulazione.
Il convoglio funebre giunse nel campo del riposo in mezzo a grande moltitudine che desiderosa di assistere ad una sepoltura protestante, aveva disertata la chiesa dove il vicario celebrava la messa. La bara era deposta
nella tomba : dopo d’aver ringraziato il sindaco e la forza pubblica déll’assistenza accordataci in tale circostanza, io aveva cominciato la lettura di
alcuni passi delle Sacre Scritture, allorciuando tutto ad un tratto un altro
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convoglio preceduto dal vicario e da alcune persone che gli aprivano la viii
attraverso la folla, si diresse verso la fossa ancora aperta. Il vicario voleva
.depositarvi il cadavere d'un fanciullo. !Ma perchè mai cotesto prete agiva
così'? Pensava egli, ponendo iin romanista nella stessa tomba del nostro
fratello, farmi inseguito tacere per eseguire le .sue cerimonie e per conseguenza impedire al popolo di ascoltar la Parola di Dio? Pensava egli, ove
ciò nou gli fosse permesso, di proclamare chc il libero esercizio della religione romana è contrariato a Com-mayeur, porche egli stesso non poteva
contrariare il libero esercizio della nostra? Non essendogli permesso di opprimere, voleva egli farsi creder oppresso? D'altra parto, come mai gli venne
l'idea di collocare nella stessa tomba un romanista ed un evangelico, a meno
che ciò non fosse per suscitare a noi qualche difficoltà, veduto che un ora
prima egli s’opponeva con tutta forza alla sepoltura del signor D. nel cimitero? E non s’opponeva eziandio vivamente al sindaco ed agli stessi gendarmi, quand'eglino ordinavano ai tumulatori di compiere lo scavo della
fossa? Perchè dunque veniva a seppellirvi un cadavere? Perchè scegliere
precisamente l’ora in cui rendevamo noi gli ultimi doveri al nostro amico?
Veniva egli, coll'imagine alzata di Colui chc fu dolce ed umile di cuore, a
sfidarci fra due feretri, sull’orlo d una tomba? Io non faccio che esporre
coteste domande, non voglio risolverle. Però quello che v’ ha di certo si è
che le intenzioni di quel prete non erano benevole : pareva deciso a suscitare
qualche scandalo. Per buona sorte le autorità e la forza pubblica stavano là
per impedirlo. Il pubblico assistette a questa scena colla più grande impassibilità: il vicario attendeva egli ciò? Checché ne sia, dopo d'aver messa alla
prova la pazienza e la fermezza del brigadiere e della gendarmeria, si ritirò
seguito dal suo corteggio e partì subito per Aosta, avendo cura di lasciare in
parrocchia un cadavere senza sepoltura, per darsi l'aria d’un oppresso. Due
giorni dopo, il sindaco ricevette ordine dall’intendente di farlo seppellire
egli stesso.
Dopo tutto, sotto l’egida della legge, potei continuare a parlare al popolo: colsi tale occasione per esortarlo a non più dare ascolto a que’ fanatici che non cercano che a spandere l’odio e la discordia nei cuori, e che perseguitano quelli che rifiutano di curvare la testa dinanzi ad essi persino nella
tomba. Li pregai nel medesimo tempo a conformarsi d'ora in poi al precetto del nostro divino Maestro che vuole, non che <!l perseguitiamo come
nemici, ma che ci amiamo gli uni gli altri come fratelli.
CoCBM.^YBUR 26 feblrajo 1858.
G. II.
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L’EVANGELO IN GENOVA
Sui progressi che sta facendo l’Evangelo in questa città, ricaviamo dal Cattolico, n. 52, i seguenti ragguagli,troppopreziosi, so\Ta
tutto venendo da una tal fonte, perchè non stimiamo doverli consegnare nelle nostre colonne :
“ Egli ò un fiitto, che le mene protestanti anziché venir meno sono
ora fatte più attive e potenti in mezzo a noi. Una falsa sicurezza ha
quasi addormentato gli animi, in mezzo ai crescenti sforzi dei nemici della
nostra fede.....
“E’ vero che il nostro popolo ha già imparato a conoscere quel che
valgono codesti nuovi evangelici spediti dalle società bibbliche a comperar
le coscienze coll’oro inglese : ma poiché dice lo Spirito Santo, infinito
essere il numero degli stolti (Eccle. 1, 15), non è a maravigliare gran
fatto che ad onta di molti disinganni, nuo\à Ulusi cadano nel laccio, c
si lascino al tutto abbindolare da coloro che, come abbiam nel Vangelo,
vengono a voi vestiti da pecore, ma al di dentro sono lupi rapaci (S. Matt.
VII, 15). E poi non mancano di coloro che affascinati e sedotti da una
stampa corrotta e corrompitrice, amano la licenza, e per ciò hanno a
schifo la verità ; e simili ai figliuoli mendaci descritti già da Isaia non
vogliono ascoltar la legge di Dio, e dicono a que’ che profetano : non
profetate : ed a que’ che veggono : non istate a vedere per -noi quello che
è len fatto: parlateci di cose gradevoli, profetate cose false (xxx, 10).
“ Or frattanto che avviene? Mentre i buoni, confidando soverchio nella
bontà della loro causa, si stanno a così dir sonnecchiando colle mani iu
mano, l’uoni nemico è venuto e seminò la zizzania in mezzo al huon
grano (S. Matt. xiii. 25). Nè come quel del Vangelo è partito, ma si sta
in mezzo a noi, continuando a spargere a piene mani nel nostro campo
la mala semente.
“ Parliamo fuor di metafora — i nemici della Chiesa aumentano nella
nostra città i loro sforzi onde strappare alla vera religione le anime dei
fedeli, e trarle malamente nella pania dell’errore e della menzogna, allontanandole dalla Sposa dell’Agnello. A tale scopo in varj punti della città
tengono adunanze : sulle mura di S. Chiara, nella via Assarotti, presso
la chiesa S. Croce , in un vicolo che mette nella contrada dei Servi,
vicino alla chiesa di 8. Luca, e in parecchie case private. Meglio che
dodici ministri o predicanti, ex-preti, ex-frati, avvocati, negozianti, artisti, disertori della cattolica fede d’ogni ragioue, perfino le mogli d’al-
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cun di loro esercitano liberamente il ministero della parola ; facendosi
ne’ domestici convegni o nelle pubbliche raunatc banditori istancabili
di séttte e divisioni, di sètte antiche e nuove. Abbiamo i Vaìdcsi delle
Valli, i puri Evangelici di Ginevra, gli Apostolici, nuovo commento di
vecchi errori venutoci dall'Inghilterra : que' primi con cappella e scuola
pei ragazzi d'ambo i sessi nel giorno, e serale per gli adulti, e magazzeno o Bazar che voglia dirsi, il tutto sulle mura di santa Chiara, e poi
di giunta a lor servigio un cotal loro ospedale formatosi nella salita di
san Gerolamo ; i secondi in vicinanza a san Luca per uno de’ vicoli chc
mettono alla piazza di Caricamento con Cappella egualmente e scuola serale
per gli adulti, ed altra scuola per fanciulli di giorno, ])cr gli adulti alla
sera, da santa Croce, dove la moglie d'un predicante insegna eziandio donneschi lavori a fanciulle cattoliche : gli ultimi finahncnto al primo pianfT
del palazzo Pallavicini, sulle mura di santa Chiara, per alla volta di Cariguano. Nè questo è tutto. Ben sei o sette emissarj o venditori ambulanti,
allo stipendio delle sètte, percorrono la città in ogni senso o stanziano sulle
piazze principalmente di Banchi e dell'Imbarcadero, o si aggirano pel
contado in vicinanza alla città, oiFrendo senza pudore a chicchesia e sempre
a vilissimo prezzo scritture e libercoli e stampe d'ogni fatta tutti spii'anti
livore ed odio contro la Chiesa e stagionati ad ogni gusto dei compratori
sotto forme piacevoli e lusinghiere, con quale strazio della buona dottrina,
con qual rovina dei semplici, Iddio vel dica. Il sol noverare i titoli dei
libri infetti e perniciosi che si spargono per ogni dove, tutti improntati al
marchio dell'errore e della menzogna, forma una litania da mettere lo sgomento in cuore di chiunque ama in Gesù Cri.sto le anime dei suoi fratelli ;
La Bibbia del Diodati — Addio al Papa— Trivier, tradotto da BianchiGiovini (1) — Aonio Paleario—La Canf&sione, trattato dogmatico-storico
del I)e Sanctis — il Frate, dialogo tra un frate ed un protestante, in cui si
combattono i dogmi e le discipline della Chiesa. — Le Antichità storiche
— YAmico di casa — la Regula Fidei —• il Filosofo Cristiano — l’Uomo
rimpetto alla: Bibbia — la Storia Valdese di Amedeo Bert — le A^ire Apocalist iche (2) —il Catechismo per le madri di famiglia — Dove andate? —
Gli errori di Roma, ed altri ed altri insidiosi scritti di ogni maniera. E ciò
senza diro dei zelanti uomini e donne (tra’ quali due ricche signore inglesi
guadagnate alla sètta valdese) che or sotto uu pretesto, or sotto un altro si
traforan per tutto a spargere nuove dottrine; nello case dei gi-ai)di, nei tugurj dei tapini, nei banchi dei commercianti, nelle fabbriche, negli opificj,
nelle botteghe, nelle officine......
“ E noi che facciamo ? Ci staremo contenti a piangere e deplorare la facile perdita di tante anime, vittime infelici della seduzione e dcU'crrore? O
non ricorderemo piuttosto che, come dice la Scrittura, Iddio comandò a
ciascuno di aver pensiero del prossimo suo (Ecclesia^. XVII, 12)? Son viete
(1) Erroneo.
(2) Leggasi Ilorce Apocolypiica;.
Red.
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le armi, è vero, ma son nuovi gli assalti: a nuovi assalti, nuove difese. Perchè non studieremo i mezzi di diffondere a piene mani fra il popolo libri
acconci al bisogno, di piccola mole, di facil dettato, di chiaro argomento,
saviamente intesi a metterlo sulle avvertenze, e premunirlo contro le insidie dell’eresia? Perchè non avviseremo al modo di strappargli, se sia possibile, dalle mani tante infami produzioni, dove beve in im coll'errore la morte?
E ciò che può Toro delle BilhUche società protestanti a perdizione, noi potrà
l'industria, lo zelo, i sacrifizj dell’^ssociaztowe cattolica a salute? Deh! che
non si avveri anche di noi quel detto tremendo del Salvatore, che Filii
kujus eiaculiprudentiores fdiis lueis in generatione sua sunt (S. Luca, xvi. 8) !
SCUOLE DELLA DOMENICA
UNA PESTA IN NIZZA
Cari fanciulli.
AfiBne di creare fra noi quei saldi legami d’amicizia e dar principio a
quei rapporti di corrispondenza che con lettera del 15 gennajo la scuola di
Nizza proponeva alle sue sorelle, desidero sommamente narrarvi un fatto la
cui ricordanza resterà per lungo tempo nel cuore ai membri della detta
scuola, descrivervi cioè una di quella care giornate, uniche nell’anno, uniche
pure nella vita, ed in cui la gioja provata, i disagi tutti e le fatiche del
passato compensa, divenendo a prò dell’anima quasi una provvista di nuovo
coraggio e forze per l’avvenh-e.
In sul far dell’anno decorso, nella Vigilia di Natale tutti i componenti la
scuola di Nizza, fanciulli e bambine, istitutore ed istitutrice, eransi riuniti
sin dalle otto della mattina nel cortile della nuova fabbrica delle scuole
ultimamente eretta accanto al tempio evangelico, preparandosi a fare una
breve passeggiata per gli ameni d’intorni della città. Una signora americana
che molto s’interessa alle nostre opere di evangelizzazione, ed ama i fanciulli
di vero cuore, aveaci proposta la sua villa come luogo di destinazione e teatro
ai giuochi degli scolari, ed avea altresì offerta una campestre collazione nei
suoi giardini.—Crederete che colla massiina facilità vennero accettate quelle
offerte, cd infatti, aU’ora fissata, niuno mancò: tutti invece con impazienza
aspettavano il segno della partenza. Giunse in fine quel momento bramato,
cd ecco tutta quella truppa infantile muoversi in due file, una di fanciulli,
l'altra di bambine, istitutore ed istitutrice alla testa.
Alcune vetture trasportarono i più piccoli ed un'ora dopo, tutti erano
sparsi negli orti della villa anzidetta, la cui posizione sopra i poggi che cir-
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conciano il golfo di Nizza crii ben atta a rallegrarne vivamente i cuori.
— n ciel sereno c ripieno di inaravigliosa luce, l'aer tiepido e puro, la
vediita dell’azzurro limpido mare, clie col ceruleo firmamento confonde gl'infiniti suoi orizzonti ; la freschezza delle olezzanti macchie, e il delicato profumo dei fiori, che nel cuor dcU'inverno aprono le loro corolle .sotto il
raggio di quel benefico sole di mezzodì... tutte le bellezze di quel dolco
privilegiato clima, in quel magnifico giorno, riunite s’erano come a festeggiare gli stessi fanciulli, e confonder con essi loro la gioja di lodare la
bontà di quel Signore, che sopra essi spande sì largo l’eterno fiume di sue
benedizioni. — La pura felicità, vita dei teneri fanciullctti, fu completa! A
bell’agio divertivansi, ora saltellando sui verdeggianti tappeti dei giardini,
ora correndo per le varie e numerose stradette, ora sotto il rezzo degli
alberi riparandosi, ora cantando inni giulivi al Signore ; Jli recava sommo
diletto di vederli liberi ed allegri, coi vestiti da festa, correr qua e là come
api industriose a cogliere in ogni divertimento un nuovo tesoro di dolcezza
pell ingenuo loro cuore. — Dilettavami quindi veder riuniti in un gruppo,
come un mazzetto di fiori , i loro visi animati, mentre il signore americano con un apparecchio fotografico, ne ritraeva il quadro il più gentile.
— Dilettommi infine allorquando giunto il momento della collazione si videro tutti in diversi gruppi a ten-a seduti, ricevendo e mangiando con
campestre appetito i chicchi e le frutta che dalle signore venivano loro
distribuiti.
Non posso appieno descrivervi quella festa, ma posso dirvi in somma
che fu un vero tripudio per noi tutti. — Ma che dico io ? Questa non fu
che la prima parte della nostra festa. I^n’altra metà ci attendeva nella
scuola. Hiunto il mezzo giorno ringraziammo la famiglia americana col
canto di mi inno, e le due file e le vetture ripresero la strada della città.
Giunti alla scuola furon riuniti i fanciulli nella sala principale dove li aspettava un'immenso numero di regali ed un’altra collazione data da una signora
inglese, ohe anch’ essa ama molto i fanciulli. Numeroso era il concorso
delle persone venute a godere l'allegria di quelle vispe creaturine; ed in
presenza a tutti furono distribuiti ai bimbi quei doni, come premio della
loro condotta e del loro studio, ed essi ricevettero giuli\i e contenti il gradito donativo; ed erano veramente tutti festa e gioja.
Non dimenticherò di notare che in quella bella riunione furono pronunziati da diversi amici della scuola, appo.siti discorsi e fervidi preghiere, per
animar sempre più i giovinetti allo studio ed invocare sui teneri loro cuori
le benedizioni del Signore, poiché dessi sono i teneri germogli della speranza dei loro padri, i quali presenti all'adunanza, mescolavano la loro letizia colla pura ed innocente gioja dei loro figlioletti; e tali discorsi, e tali
preghiere piene d’amore, di unzione e di evangelici precetti per l’educazione scientifica » religiosa della gioventù, posero il sigillo all’esultanza
di sì bolla e completa giornata.
Possa il Signore far tornare di simiglianti giorni per noi e per le altre
scuole, e.ricolmare di vero giubilo il cuore dei buoni figli, dei padri e delle
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madri, degl'istitutori ed istitutrici e degli evangelizzatori, airavanzamcnto
del suo regno ed al bene della nostra patria.
Nizza, li 15 febbraio 1858.
0. C.
CRONACA DELLA QUINDICINA
Leggiamo che tre fanciulle, a nome delle giovanette della Gran Bbetagna
presentarono in dono alla principessa reale, prima del suo matrimonio, una
Bibbia poliglota in ottavo. Ella è sontuosamente legata in marocchino color
porpora oscuro, con ricchissimi fermagli cisellati, e cogli angoli ricoperti di
lamine d’oro purissimo, sopra cui stanno scolpiti gh emblemi nazionali e
l'arme di S. A. come principessa d’Inghilterra. Internamente, al principio
cd alla fine del sacro Libro c’è un doppio foglio di carta velina con magnifiche illustrazioni;—leggesi: “A. S. Altezza reale, Vittoria-Adclaidc-MariaLuigia, princip. rea., coi voti sinceri, affettuosi e cristiani delle fanciulle
del Regno Unito d’Inghilterra, all'oocasione del matrimonio di S. A., 25
gen. 1858 ”.—Vi sono le parole di benedizione ; “ Il Signore ti benedica e
ti conservi ! Il Signore faccia risplendere la sua faccia sopra di te e ti dia
grazia ! H Signore volga la sua faccia verso di te e ti dia pace ! — Si trovano pure i seguenti passi : “ La tua parola è verità : Cercate il Signore ;
Dio è amore, e Dio è luce: Pregate sempre; Vegliate e pregate! ” —-Altri
passi miransi incisi sul fermaglio. La Bibbia è rinchiusa in una cassetta di
legno con eleganti scolture: in sul coperchio si vede un V. riccamente
dorato, insieme a queste parole—“ investigate le Scritture—ed ai lati ed
agli angoli degli scudi aventi la stessa iniziale colle armi principesche.
Le tre fanciulle furono ricevute in udienza particolare nel palazzo di
Bukingham : S. A. si mostrò assai grata, e le assicurò che avrebbe sempre
conservato quel dono in memoria delle donatrici, ed espresse il desiderio
che pur esse riservino a lei un posto nella memoria loro.
Prima di passare ad altri paesi, diremo una parola della Società esistente
in Londra per l’avanzamento del Cristianesimo presso gli Ebrei. Cotesta
instituzione, la più importante fra queUe che si proposero il ipedesimo fine,
nella ricorrenza del suo 60.° anno di vita, principiò un giubileo, il quale
non sarà mica un formalismo vano con decreto d'indulgenze, ma consisterà
in una serie di adunanze consacrate alla preghiera, alla predicazione, a
resoconti sui diversi rami dell’opera ; e da quelle preghiere e da quelle
predicazioni scaturiranno davvero, per la grazia del Signore, ottimi frutti,
reali indulgenze. La Società abbraccia nel suo campo di lavoro all’incirca
tutti i paesi d’Europa, molti punti dell’Asia ed il nord deU’Africa. AH’epoca dcU’ultima sua riunione, maggio 1857, ella impiegava 104 agenti, di
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di cui 24 erano missionarj consacrati : gli introiti deH’anno sommavano a
fr. 807,000, e le spese a fr. 775^000.
Veniamo in Fraxci.ì dove i clericali hanno.eseguito abilmente un giuochetto che per l'ajuto di Dio ebbe lieto fine. Una fanciulletta’ orfanella di
12 anni, della chiesa evangelica di Francia venne rapita c collocata in un
nionastero. Fatti i reclami neccssarj, a principio non fu possibile vincere
l’opposizione: lo stesso magistrato competente, cui si ricorse, respinse
villanamente la domanda : replicate le istanze, alla fine si risposa mandando
una lettera della fanciulla dichiarante la sua volontà di rimanere ad ogni
costo nella chiesa romana ; disposta persino a gittarsi nella Saona. In tale
situazione il pastore evangelico chc s'interessava di ciò pregò Iddio che
volesse rendergli la giovinetta : l’indomani, il magistrato st(^sso Che indicammo si recò da quel ministro del Vangelo e gli disse che la riflessione
l'aveva condotto à riconoscere la giustizia della domanda : l’orfanella veniva
restituita. EUa dichiarò poi che fu indotta colla violenza a scrivere la lettera : ora trovasi in una buona pensione e sperasi che diverrà un'eccellente
istitutrice. ,
Facciamo uu passo nel Belgio per vedere qualche progresso dell'opera
evangelica in quel paese. Le Chrétien Beige ci da dei particolari interessanti
sui lavori di evangelizzazione diretti a Gand dal pastore Van Schelven :
nell'ultima festa di Natale tre giovanette Israelite, di cui la maggiore ha
22 anni, ricevettero il battesimo nella chiesa evangelica di quella città. Lo
stesso gioruo riunivansi intorno alla sacra mensa 8!) comunicanti, la pii'i
parte usciti dal romanesimo. — Una vecchia donna che il pastore crede
convertita, ma che per iscrupoli si tenne fin qui lontana dalla S. Cena, diceva due giorni dopo a Van Schelven; “ Anch'io ebbi la mia comunione ;
quando voi rompevate il pane, il mio cuore bruciava ; pareami vedere il
Signore sofi'crente e morente sulla croce per i miei peccati; la mia anima
era riempiuta di gioja, il mio cuore sentivasi come attirato verso il ciclo,
verso il mio amatissimo Iledentore.
Fatto questo breve cenno sull'opera deirevangclizzazione, ce ne rimane
un’altro sul progresso del Cristianesimo in generale in seno dcUe chiese
evangeliche. Vogliam parlare deU'AUeanza loro : non è cotesta una mera
idea soltanto; è un’idea che va sviluppandosi ed attuandosi ; è un fatto iniziato ch’è in armonia col carattere del Vangelo che tende aU'unificazione
dei cuori e degli spiriti e col progresso sociale del secolo. _A Berlino, non è
molto, ebbe luogo una radunanza dei membri e degli amici del ramo tedesco
deU’AUeanza evangelica. Lo scopo fu di costituire definitivamente il detto
ramo ; e di esaminare i mezzi più convenienti per dare all'opera un felice
svolgimento e far che porti i migliori frutti. •
Seguitando a parlare ancora di progresso del cristianesimo, ma pres.so
popoli idolatri, trasporteremo i nostri lettori neUa Siberia orientale soltanto
per far loro vedere il principe dei Buriaks, tribù nomadi, d'origine turca che
abitano i d intorni del lago Baikal, il quale abbracciò k fede cristiana.
Tale avvenimento fece viva impressione ed U popolo seguì l'esempio del
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suo capo, n cristianesimo è penetrato eziandio sino alle frontiere della Cina
presso le popolazioni semiselvaggie dei Sireces.
E’ tempo che vediamo se c’è qualche cosa di nuovo ed importante da
dire nel nostro Stato. Troviamo, per esempio, che la stampa liberale chiede
che nel riordinamento del giurì venga ad esso attribuita eziandio la giurisdizione riguardo ai reati per offesa alla religione. I diarj clericali gridano
contro l’espresso desiderio, in particolare, V Armonia scrive che i libertini bramano allargata, la licenza di bestemmiare Dominedio senza timore
(li multa 0 di carcere, ed aggiunge fra le altre cose “ noi diciamo chiaro e
“ netto che i nostri giurati meglio di una volta la darebbero vinta ai ne“ mici della religione Ecco il bel conto, che fa VArmonia del popolo Piemontese ! Io Éonsidera affatto privo di sentimento religioso e di morale giudicio ; lo considera mortalmente corrotto ed empio. Poniamo che ciò fosse
vero, su chi cadrebbe tale sentenza e la colpa se non sopra gli stessi clericali, che sono i maestri in religione del suddetto popolo in generale ? Per
buona sorte i Piemontesi, per ragioni che non è qui il luogo di accennare,
hanno potuto paralizzare in parte i malefici influssi del gesuitismo. Si rifletta poi che i clericali muovono guerra in genere alla istituzione dei giurati, perchè odiano l’espressione dell’opinion pubblica e del comune senso
morale, e vogliono leggi in vece che reprimano l una e sistemi educativi
che soffochino l'altro. Non è che pensino che le ofl['ese contro la religione
trionfino, ma chc trionfi la libertà ben intesa di coscienza, e che i giurati la
dieno vinta ai principj molto semplici della dottrina di Gesù Cristo, in confronto di una religione artificiale ed oppressiva.
Ad onore della verità, chiudoremo col tributare un elogio al suddetto
giornale, YArmonia, per avere, senza ingiuriose osservazioni (ed è gi’an
cosa) auzi con bella maniera, annunziato che “ la Commissione per l’erezione di un monumento a Lutero a Worms, in grande stile monumentale,
ne ha affidato la condotta al professore Eietschel, già celebre in Germania
come autore dei monuftienti di Lessing, di Goethe e di Schiller ”,
Domenico Grosso gerente.
MODELLI PROGRESSIVI
CALLIGRAFIA TEORICO-PRATICA
PER USO
DELSE SCUOLE E DELLE FAMIGLIE
per G. B. OLIVET
Prezzo del 1° fascicolo di 16 plancie 30 cent, per le Scuole Valdesi
TORINO — Tipografla CLAUDIANA, diretta ila R. Trombetta.