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Anno 118 - n. 47
19 novembre 1982
L. 400
Sped. abbonamento postale
I gruppo bis/70
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
30/10-1/11: CONVEGNO NAZIONALE DELLE COMUNITÀ’ DI BASE
Non c’è dubbio che durante
tutto il periodo del governo di
Breznev la società sovietica è
rimasta bloccata, come paralizzata : nessuno dei suoi problemi
politici ed economici ha visto
una soluzione. Non l’economia
che non riesce a mantenere i
ritmi di crescita prefissati (e
questo non è poco in una economia pianificata) e che costringe
l’BRSS ad una situazione di dipendenza dall’occidente per quanto riguarda l’innovazione tecnologica ed, in prospettiva, anche
per l’agricoltura. Non la politica
estera, che ha visto l’elaborazione di quella che va sotto il nome di « dottrina Breznev » cioè
della sovranità limitata dei paesi alleati e che è alla base degli
interventi militari sovietici in
Cecoslovacchia nel ’68 e in Afghanistan nel ’79. Non sul piano
dei diritti civili interni, dove i
« dissenzienti » continuano ad essere discriminati in base alle loro idee politiche o religiose, anche se bisogna riconoscere a
Breznev una maggiore tolleranza rispetto al passato.
le promesse di Kruscev di
« costruire il comuniSmo entro il 1980 » sembrano definitivamente abbandonate e c’è da
chiedersi se la società sovietica
riuscirà mai a diventare socialista. Su questo punto c’è stata
nella sinistra occidentale una
grande illusione. Si diceva (abbiamo detto): una volta superata
la fase della accumulazione e
della industrializzazione, l’assenza della proprietà privata^ dei
mezzi di produzione farà sì che
si modificherà la forma con la
quale viene gestito il potere in
Unione Sovietica, e sarà possibile costruire il socialismo.
Oggi invece dobbiamo constatare che non c’è socialismo in
Unione Sovietica, ma una grande montata di nazionalismo (che
è la vera forza di coesione dell?
nazione) e purtroppo anche di
razzismo (basti pensare all’atteggiamento nei confronti degli
ebrei). Ciò non vuol dire che il
breznevlsmo fosse una tappa obbligata perché era nelle premesse della rivoluzione d’ottobre e
neanche che sia possibile risolvere i problemi dell’URSS con
un ritorno al passato o con ricette di tipo occidentale _ ( neanche noi infatti non riusciamo a
risolvere la nostra crisi, le nostre emergenze).
Il socialismo come sistema ha
in sé le potenzialità per risolvere sia 1 problemi economici che
di democrazia. Il dibattito che
si aprirà dopo la morte di Breznev. l’uomo che bloccava le pos-:
sibili alternative, potrà for.se
trovare queste soluzioni.
C’è però da domandarsi se la
seelta di .lurij Andropov quale
nuovo leader dell’Unione Sovietica, vada in questa direzione
Non possiamo dimenticarci che
Andropov è stato l’uomo del par
tito che ha controllato politica
mente il KGB, il potente servi
zio di sicurezza sovietico. E po
liticamente il KGB ha anche l’in
carico di « combattere gli ufficia
li delle chiese e delle sette reli
giose ». Ricordiamoci che la li
berta religiosa è una delle _car
tine di tornasole di una società,
Giorgio Gardiol
Il crocevia dei cristiani di base
Tra chiesa romana, chiese protestanti, movimento operaio e fasce marginali, le comunità di
base si confermano un movimento vivo, desideroso di predicare 1 Evangelo nel nostro paese
Più di mille persone presenti
nell’arco di tre giorni, un centinaio di comunità rappresentate,
molti ospiti italiani e stranieri
presenti ad ascoltare, a portare
saluti, testimonianze, partecipazione. Questi i connotati esteriori del Convegno nazionale delle,
Comunità cristiane di base che si
è riunito a Roma dal 30 ottobre
al 1“ novembre e che ha presentato il volto di questo movimento cristiano italiano diversificato e disomogeneo ma indubbiamente interessante e ricco.
Era il sesto convegno nazionale ma era anche il decennale della nascita del movimento in
quanto tale, e di un decennale
aveva tutte le caratteris+iche; dal
titolo del convegno: « Essere eri;
stiani di base nella società degli
anni '80 », alla lunga relazione introduttiva (ventidue pagine fitte)
di Marcello Vigli sulla storia del
movimento, agli ospiti famosi dei
quali qualcuno certamente cat
tolico anche se poco di base come Gianni Baget-Bozzo.
I gruppi di lavoro
Dopo il saluto di Giovanni
Franzoni a nome delle comunità
di base romane ospiti del convegno — sul quale torneremo perché particolarmente stimolai
te — la relazione complessiva sui
dieci anni di movimento, e il discorso di Baget-Bozzo, il convegno si è suddiviso in quattro
commissioni di lavoro che si sono interrogate sui corrispondenti quattro temi: conversione e
impegno per la pace; volontariato e impegno nel sociale; insegnamento della religione e concordato; essere comunità cristiane di base oggi. Lunedì mattina,
a conclusione del convegno, una
tavola rotonda sul tema «Realtà
e prospettive dei movimenti di
base » ha avuto come protago
nisti Enzo Mazzi della comunità
deirisolotto di Firenze, Rossana
Rossanda del quotidiano II Manifesto, Raniero La Valle senatore della Sinistra Indipendente,
Nicolas Bajo della comunità cristiana di base di Vallecas-Madrid.
Tra i temi del convegno alcuni
ci sono ben familiari: la pace,
l'ora di religione, il volontariato.
Certamente è un dato rilevante
che cattolici di base ed evangelici siano impegnati sulle medesime questioni. I due convegni
nazionali che la Egei ha organizzato nello scorso settembre sul
volontariato e su religione e
scuola (per non parlare di quanto questo secondo tema ha impegnato e impegna le nostre chiese nella battaglia civile ed evangelica contro il pesante confessionismo della scuola italiana) e
ancora il tema della pace così
peculiarmente teologico ed evangelico, sono certamente questio
ni su cui proprio come evangelici ci sentiamo profondamente
coinvolti.
Eppure mi sembra più importante dare spazio al lavoro della
IV commissione intorno alla quale ha ruotato tutto il convegno,
quella sul senso e le prospettive
delle Comunità di base (Cdb)
negli anni ’80. La conoscenza del
movimento delle Cdb è fondamentale per noi evangelici per
l’importanza che il rapporto con
questa realtà riveste dal punto
di vista ecumenico (vedi documento sinodale sull’ecumenismo
6.5).
ASSEMBLEA FEDERAZIONE: PREDICAZIONE CONCLUSIVA
Il diavolo che abbiamo in noi
Matteo 4: 1-11.
C’è una certa difficoltà ad affrontare un passo in cui si parla
di tentazioni e di demoni. Abbiamo la tendenza a liquidare questi due termini come appartenenti ad un linguaggio religioso
ed alienato che a noi non dice
più molto.
Ma questo è un passo centrale
per noi: il racconto della tentazione di Gesù non è una escogitazione furbesca per dimostrare
la santità di Gesù che esce vincitore dalla prova. La tentazione
c'è stata ed è stata reale. Reale
per la comunità primitiva che ha
elaborato il testo biblico, e reale
per Gesù, che è stato veramente
tentato. Poco importa se Gesù
si sia trovato materialmente sul
pinnacolo del tempio; il fatto
della tentazione non sarebbe certo meno vero, nell'ipotesi che
non si sia verificato concretamente nella modalità della cronaca empirica. La verità profonda dei fatti e dei problemi
non sempre corrisponde a ciò
che si può certificare.
Vediamo un momento il contesto e il soggetto di questa tentazione.
Gesù incontra Satana in un
luogo dove Egli è stato condotto dallo Spirito di Dio che gli .si
era appena rivelato nel battesimo. Vediamo allora che la tentazione non è la brutta strada della
perdizione contrapposta alla buona strada della santificazione cristiana. La tentazione è invece un
elemento essenziale e ineludibile
del discepolato cristiano: dove
c’è fede c’è tentazione. Il passo
corrispondente di Luca si conclude così: « il diavolo lasciò Gesù fino ad occasione più propizia ». La tentazione è dunque una
dimensione che accompagna la
vita dei credenti e non è mai
sconfitta una volta per tutte.
Chi è Satana? cosa sta a rappresentare questo “personaggio"
che tenta Gesù? Satana in ebraico .significa “l’avversario", eppure il teologo francese Parmantier attualizza così: Gesù fu tentato da qualcuno dei suoi propri
pensieri. Potremmo forse dire che
Satana è proprio quello che a
volte chiamiamo « il nemico interno », una parte di noi stessi
che ci combatte dal di dentro.
Gesù tuttavia non era un isolato, un separato dal mondo. Egli
ha lavorato essendo profondamente radicato nella religiosità
del suo tempo e consapevole delle aspettative che lo circondavano. I falsi messia si legittimano con dei miracoli. I capi giudei cercano di spingerlo sulla
strada della ostentazione taumaturgica. Gesù stesso e la comunità cristiana primitiva che ha
elaborato il testo di Matteo assisteranno alla contestazione della messianicità di Gesù proprio
perché egli non ha realizzato gli
ideali nazionali e politici a cui il
pondo ebraico aspirava.
Potremmo allora rispondere
alla domanda: cosa rappresenta
Satana nell’episodio della tentazione? Satana è la personificazione di quella tempesta interiore
che deve avere sconvolto il credente Gesù all’inizio del proprio
ministerio. Una tempesta, un
conflitto che nasce dallo scontro
tra le aspettative della sua gente
e del suo mondo e il suo proprio
modo di interpretare la missione e il ministerio a cui si accingeva. Satana non risiede solo nel
fondo di noi stessi; e non proviene solo dal mondo delle tene
hre, dal di fuori di noi. Ma è la
risultante di queste due dimensioni, nella interpretazione che
il credente dà della propria vocazione. La tentazione non consiste semplicemente nello sfidare Dio, nel metterlo alla prova,
nel ricattarlo. (Questa è la tentazione generica di tutti gli uomini).
La tentazione specifica di Gesù, nelle articolazioni in cui la
comunità primitiva ce l’ha tra-_
mandata, appare investita di
una strana singolarissima pietà:
Gesù dovrebbe dimostrare la
propria messianicità tramite una
straordinaria audacia nella fiducia nella provvidenza. Satana
non tenta Gesù dicendogli: lascia
perdere, torna a casa, preoccupati della tua vita privata; cerca
la sicurezza in una esistenza tranquilla. Al contrario: Satana fa riferimento al senso stesso della
vita di Gesù, alla sua identità di
uomo chiamato ad una vocazione particolarissima, quel significato e quella vocazione che gli
.sono state appena rivelate nel
battesimo con le parole: questo
è il mio figlio diletto...
E’ riferendosi a questo che Satana pone la sua tentazione sotto forma di una scorciatoia, di
dimostrazione di autorità e potenza sotto forma di prodigi e
di miracoli, una scorciatoia che
ha l’appoggio apparente della
Scrittura (al credente Gesù Satana cita la Torah) e della logica (se sei il figlio di Dio dimostralo con segni inequivocabili).
In che senso la tentazione posta a Gesù si ricollega alla nostra propria tentazione?
Francesca Spano
(continua a pag. 6)
I quattro poli
Prendiamo come punto di partenza il saluto e l’augurio di
Franzoni con cui si è aperto il
convegno e che ha dato una interessante ed originale impostazione al problema. Le Cdb, egli
ha detto, si trovano per la loro
storia e per loro scelta al centro
di un crocevia i cui quattro poli
sono la chiesa romana, le chiese
protestanti, il movimento operaio, le fasce marginali della società (baraccati, handicappati,
nuovi immigrati, omosessuali,
ecc.). Sul rapporto con queste
quattro realtà il movimento cristiano di base si è basato, è maturato, è giunto fino ad oggi, privilegiando ora l’uno ora l’altro
aspetto, ma senza abbandonarne
nessuno; con la chiesa romana il
rapporto pur travagliato e dilacerante è però esistente e costituisce un aspetto dell’identità
delle Cdb. Con le istituzioni protestanti ' c’è stato un rapporto
fondamentale per quanto riguarda alcune acquisizioni centrali
della vita di fede dei cri.stiani di
base: bisogna riconoscere, ha affermato Franzoni, che molto della ricerca e delle scoperte delle
Cdb nella linea della riforma della chiesa, ci vengono da questo
rapporto coi protestanti e tramite
esso le Cdb sono quindi inserite
nel grande filone della riforma
della chiesa. Il legame delle Cdb
con la elaborazione politica e le
lotte del movimento operaio è
stato ed è certamente uno degli
aspetti fondamentali della esperienza del movimento che ha partecipato da sempre e daH’interno
alla lotta per uno stato democratico e anticapitalista, in cui ci sia
spazio per gli ultimi, per i deboli, per i diversi; ed è questo il
quarto punto di riferimento fin
dall’inizio centrale nella riflessione teologica e politica delle
Cdb. L’augurio quindi con cui si
è aperto il convegno è stato di
riuscire a fare una riflessione sul
senso e le prospettive del movimento capace di mantenere salda la dialettica tra questi quattro poli. Ed in effetti il dibattito
si è svolto all’interno di questi
confini.
Un primo importante oggetto
di discussione è stato il binomio
fede-politica, cardine della teo
Maria Bonafede
(continua a pag. 2)
2
2 fede e cultura
19 novembre 19B2
UN NUMERO MONOGRAFICO DELLA RIVISTA "CONCILIUM”
Il diritto al dissenso
H. Kung e J. Moltmann in una interessante antologia del dissenso - Dai
Profeti al Modernismo - Un contributo al dibattito tra le chiese di oggi
L’ultimo numero di Concilium ^
rivista internazionale di teologia
di matrice cattolica ma con una
vasta partecipazione evangelica
nella redazione, che esce mensilmente in dieci edizioni in tutto
il mondo, e ha come scopo quello di approfondire il dibattito e
il dialogo ecumenico a livello
teologico, organizzando e coordinando contributi delle varie chiese su temi specifici, è dedicato
proprio in modo particolare all’ecumenismo.
Come dire che con questo numero monografico annuale la rivista
organizza il momento più qualificante dei suoi assunti e più
coerente con i suoi fini. Ricordiamo per esempio quello del
1976 dal titolo « Siatno d’accordo
con Lutero? » coordinato da Walter Kasper e Hans Kùng che mi
pare ancora in gran parte da
rileggere anche nell’ottica delle
ricorrenze storiche del prossimo
anno. L’affermazione dei curatori infatti — la ricerca cattolica
su Lutero ha compiuto negli ultimi decenni progressi decisivi
in campo sia storico che teologico; ma la chiesa ufficiale cattolica nel suo giudizio su Lutero non è stata al passo con questa evoluzione — ritengo sia del
tutto da condividere, anche dopo
la deludente visita del papa in
Germania.
Il numero 8 di quest’anno, dunque, di Concilium si propone di
dibattere un tema di carattere
generale quale: « Il diritto al dissenso » discutendo in linea teologica e di indagine storica la posizione delle varie chiese davanti
a manifestazioni di non-consenso da parte di fedeli e di pastori relative a posizioni dottrinali
Il crocevia
(segue da pag. I ì
logia e della pratica di impegno
delle Cdb, rispetto al quale è
emersa l'esigenza di riconfrontarsi alla luce della situazione generale del momento presente: se
da un lato è ormai acquisito che
non può esserci fede slegata dalla storia, è però oggi urgente avviare una riflessione profonda
sul senso di questa fede, sulla sua
consistenza, sulla possibilità che
essa venga comunicata, detta. E
qui la parola d’ordine lanciata
dalla relazione introduttiva alla
IV cornmissione è stata quella
della ricerca di una « fede povera ». Questa formula inizialmente un po’ vuota ed ambigua è però stata riempita dalla discussione di contenuti importanti anche
perché a mio avviso hanno segnato, se non una svolta, certamente l’acquisizione di dati nuovi ed originali nella riflessione
delle Cdb. Cosa significa quindi
l’aggettivo ’’povera” per descrivere la fede?
Il dibattito lo ha specificato in
due sensi: da un lato come descrizione di uno stato di cose,
dall’altro come obiettivo da perseguire. Nel primo senso « fede
povera » ha significato, per esempio negli interventi di alcune piccole comunità del nord, essere
consapevoli che la fede in molti
casi è una fede fragile, che fa
fatica a resistere, a ritrovare il
proprio senso, ad esprimersi in
preghiera e in esistenze adulte
scoprendosi spesso come « un tenue filo che continuamente rischia di spezzarsi e di non poter
più rendere conto di sé ». D’altro
lato però, in positivo, il concetto
di « fede povera » è stato specificato come il contrario di una
« povera fede », di una fede impotente c ripiegata su se stessa.
Questa tentazione può essere
sconfitta se le Cdb sapranno rispondere alla loro vocazione che
è stata ribadita come fedeltà al
Vangelo e alla storia. Per fare
questo c’è un cammino da percorrere lungo il quale è urgente
compiere subito alcuni passi, e
con ciò arriviamo ad una seconda importante affermazione del
convegno.
Qccorre liberarsi dal rapporto
scorretto e inesatto con la teologia della liberazione latino-americana: questo rapporto di trasposizione più che di serio confronto con una realtà completamente
diversa da quella in cui vivono le
Cdb italiane va ripensato e reimpostato perché possa essere un
rapporto fecondo e non una falsa
sicurezza. E’ stata quindi sottolineata l’esigenza di una rifondazione teologica che permetta alle Cdb di restare saldamente ancorate alla situazione e ai problemi italiani e di incidere in
essi.
Da qui la necessità di riuscire
a costruire nel quotidiano, nell’impegno di ogni comunità, nel
collegamento (ancora troppo debole) tra le diverse esperienze,
una teologia « dal basso » che
permetta al movimento di riflettere e di essere fermento nella
chiesa e nella società.
Le CdB restano
un movimento
Un ultimo punto: il movimento
delle Cdb è stato e vuole rimanere movimento. Non c’è la prospettiva di costituire un’altra
chiesa da contrapporre a quella
romana; anzi, il convegno ha
esplicitamente affermato che questa prospettiva stravolgerebbe
completamente il senso e la
scommessa che è alla base dell’esistenza stessa delle Cdb: essere un movimento che, per dirla con Gentiioni, « vuole essere
sale e fermento di una pasta che
non esclude chiese e partiti, ma
che va bene al di là dei confini
delle loro tessere e delle loro scomuniche ».
Movimento quindi, e movimento per tanti aspetti ancora profondamente cattolico perché è
evidente che per la nostra sensibilità di evangelici che ragionano
in termini di « sola Scrittura,
sola fede, solo Cristo » concetti
come quelli ribaditi dal convegno di fedeltà al Vangelo e alla
storia inducono al sospetto di
una indebita sacralizzazione della storia. Se questo è vero resta
però altrettanto vero che il movimento delle Comunità cristiane di base è un movimento vivo,
capace di interrogarsi .sulla propria fede, capace di raccogliere e
di dare spazio a tante forze giovanili che le chiese fanno fatica
ad interessare, aperto e attento
alle voci più diverse. Un movimento che condivide con noi il
problema e la voglia, espressa
davvero con forza in questo loro
VI convegno, di testimoniare la
fede e di predicare l’Evangelo
nella realtà del nostro paese.
Maria Bonafede
o a insegnamenti significativi in
materia di fede e di morale.
Il tema così descritto sembra
attenere solo a posizioni che vivono e hanno il loro luogo privilegiato di dibattito all’interno
delle varie chiese, ma appena ci
sia dato di poter aprire qualche
spiraglio verso l’esterno in questo
ambito esclusivo, vediamo subito come le implicazioni del tema
siano vaste e coinvolgenti e, particolarmente per la chiesa cattolica, siano state sconvolgenti.
Il dissenso infatti ha ormai un
riferimento preminente nei riguardi, appunto, della chiesa cattolica, e attraverso questa spesso
eufemistica definizione del nonconsenso si configura tutto un
momento cruciale del dibattito
teologico all’interno delle strutture portanti della chiesa (i casi
Schillebeeckx e Küng ambedue
impegnati nella direzione di Concilium sono stati i più vistosi).
Ma i risvolti esterni di queste vicende non sono meno clamorosi:
il dibattito ecumenico infatti
sembra prendere vigore proprio
quando sia filtrato attraverso le
petizioni critiche del dissenso
cattolico come i casi delle comunità cristiane di base, del giornale CQM-Nuovi Tempi, e, al limite, in una posizione autonoma
ma eccezionalmente incidente, il
caso di Don Milani e della sua
scuola di Barbiana,
E’ quindi, a mio avviso, un tema di grande rilevanza e lo si misura proprio sfogliando queste
pagine a cui i curatori H. Küng
e J. Moltmann hanno impresso
una chiara articolazione e una
leggibilissima sequenza concettuale. Dopo una sorta di inventario del dissenso e precisazioni
sui limiti della sua accettabilità
nelle varie chiese, una serie di
interventi su momenti cruciali
della storia della chiesa evidenzia come il dissenso sia connaturato, per esempio, alle vicende
della storia d’Israele e alla chiesa
primitiva.
Alcuni contributi
Provocatori del dissenso furono i profeti (Roland Murphy) la
cui attività fu sempre una predicazione di opposizione anche nei
riguardi di altri profeti (si ricordi l’alterco fra Anania e Geremia). Provocatori del dissenso
furono i saggi: nella letteratura
sapienziale il dissenso è estremamente significativo, e il Libro
di Giobbe, dice l’Autore, ci fa
leggere le pagine più ampie del
dissenso che si trovino nella Bibbia. Paolo come testimone del
La scuola
domenicale
Uno studio sull’affascinante
argomento della Creazione costituisce la parte più importante del n. 2 della Rivista « La
Scuola domenicale » uscito in
questi giorni.
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anche il primo di una serie di
articoli sulle scuole domenicali
negli Stati Uniti di Rita Gay,
uno sulla dislessia di Miriam
Bein, oltre le abituali schede di
canto e attività espressive e numerose recensioni di libri per
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dissenso (Paul Hoffmann), un
dissenso sui generis all’interno
di una comunità aperta con forme di vita e di struttura teologica ancora in via di costruzione.
Di grande interesse, anche nella concisione del discorso, il contributo di Paolo Ricca, della Facoltà Valdese di Teologia di Roma, su Francesco e Valdo e i loro diversi destini all’interno del
cattolicesimo del 1200. Il confronto fra le due ’’avventure” cristiane è esemplificato sul diverso
modo di dare esiti al dissenso: il
Maidismo come salto di qualità
dei laici che diventano anch’essi
chiesa docente e su questo punto
il dissenso diventa rottura definitiva, e il Francescanesimo come fraternità anomala dissenziente nei modi di essere all’interno della istituzione^ ma che si
è lasciata catturare nella tradizione conventuale e clericale della chiesa. Da rivoluzione diventa
ordine, da forma evangelii su cui
si modellava anche la comunità
di Valdo, diventa inesorabilmente forma ecclesiae.
I contributi che attengono ad
anni più ravvicinati nella vita
delle chiese cristiane si riferiscono al Modernismo come dissenso
della teologia (Gabriel Daly) e alla importanza dei gruppi organizzati di opposizione alTinterno
della istituzione ecclesiastica
(Juan-José Tamajo Acosta).
Conclude il volume un testo
inutile di Hermann Häring di un
ecumenismo facile e di modesto
livello che poteva essere omesso
senza grave danno per l’equilibrio della ricerca complessiva
che resta di notevole qualità e,
in molte pagine, significativa.
Carlo Bassi
* Concilium, Rivista internazionale
di teologia, n. 8/1982 II diritto al dissenso, a cura di Hans Kiing e Jurgen
Moltmann, Edizione italiana, Brescia,
Editrice Queriniana.
AMORE
E NON GIUDIZIO
Egregio Signor Paolo Russo,
dopo la sua seconda lettera, mi sento
in dovere di risponderle.
Da quel che lei scrive pare che
l’omosessualità sia una scelta che fanno coloro che sono nel peccato e che
questa scelta sbagliata possa mutare
radicalmente nel momento in cui uno
invoca realmente il Signore, come ha
fatto lei; quasi che un individuo, ad un
certo stadio della sua vita, decida se
essere omo o eterosessuale... Ora, spero sia d’accordo con me, non è esattamente così.
Come è stato più volte giustamente
ribadito, l’omosessualità — come del
resto l’eterosessualità — è una condizione che l’essere umano si ritrova a
vivere. Non voglio dare spiegazioni a
questi fenomeni: nessuno le ha ancora
date e sarebbe troppo semplicistico
buttare 11 due o tre motivazioni campate in aria, per lo più superficiali e
inconcludenti, tanto per assumere l’atteggiamento di etologi, psichiatri e teologi. Sta di fatto che omo ed eterosessualità sono due condizioni che il genere umano vive.
Ora mi chiedo come si possa bollare, così sfrontatamente, di peccato gli
omosessuali.
Nel concetto di peccato che lei usa
per l’omosessualità c’è implicita « la
scelta dell’individuo » che mal si concilia con quanto sopra.
E se invece lei ritiene che l'omosessualità sia una condizione non voluta
dall’uomo, ma vissuta in quanto l’uomo è corruttibile per natura, la considera esattamente come uno dei tanti
mali che affliggono l’umanità ed il cosmo. Ora come può accusare un « ammalato » perché tale? Si comporta allo stesso modo dei farisei nei confronti dei lebbrosi!
lo, come lei, prego e, come lei, mi
sento libero nella grazia del Signore;
però continuo ad essere omosessuale
e credente e non ho verso i miei consimili eterosessuali tutto l’astio (magari
velato di santa carità cristiana!) che
ha lei verso i suoi ex colleghì. Similmente a lei credo nella potenza di Dio,
ma con una piccola differenza: non
penso che la forza di Dio possa essere
forgiata ed incanalata a piacere dagli
uomini per confermare le loro assurde
convinzioni.
Può darsi che la sua metamorfosi
sia stata realmente un segno divino,
ma a me sorge il dubbio che lei abbia invece preferito fingere di rientrare
nel rango di rispettabile eterosessuale,
dimostrando così valida la vecchia affermazione " ubi maior, minor cessât ».
Saprà certamente quanti omosessuali si sono sposati e hanno anche avuto
dei figli per dimostrare a se stessi ed
agli altri la loro normalità; non ha scoperto niente di nuovo. Per far ciò non
è necessaria la potenza di Dio: bisogna solo amare il conformismo che ci
incita continuamente, con tutti i mezzi,
religione compresa, a far parte del
grande gregge dei benpensanti.
lo credo che un omosessuale possa
anche divenire eterosessuale con l’aiuto di Dio, qualora non ami la sua condizione e soffra per essa: ma non mi
pare proprio il suo caso: dai suoi
scritti emerge una paura continua nei
confronti dell’omosessualità, quasi che
lei tema di ricaderci dentro, o meglio,
di esserci ancora invischiato.
Inoltre, perché si preoccupa di epurare la chiesa solo dagli omosessuali
come me che non hanno fatto « confessione di peccato, perché peccato non
è E gli ipocriti, i farisei ex-omosessuali, gli egoisti e i borghesi ma rispettabili eterosessuali, dove li metterebbe? Credo ohe se la chiesa fosse
fatta solo per i puri, sarebbe compietamente vuota e che gli omosessuali ne
sarebbero esclusi non certo perché tali, ma perché esseri umani, fallibili come gli altri. Fortunatamente nella chiesa di Cristo non c’è nessun guardiano
che selezioni, neppure lei e consimili:
Cristo ci ha chiamati all'amore e non
al giudizio.
Con allegria e voglia di vivere,
Matteo
DIFESA DELLA TV
Caro Direttore,
da qualche tempo suH’Eco-Luce si
parla spesso della « fredda televisione », e se gentilmente mi concedi un
po’ di spazio vorrei intervenire anch’io.
Non mi soffermo sul problema del culto teletrasmesso o meno, già ampiamente discusso: preferirei allargare invece il discorso sui mass-media, e in
particolare sulla televisione.
Mi sembra sinceramente che alla TV
si imputino troppe colpe: la si accusa
di dividere le famiglie, di intontire i
bambini, addirittura di nuocere alla salute... Non voglio affermare che questo
mezzo di comunicazione sia perfetto,
tutt’altro, ho sovente criticato certe
trasmissioni proprio sul nostro settimanale, ma sono persuasa che la TV non
sia il mostro che alcuni additano.
Esaminiamo la questione a livello familiare: se marito e moglie dopo cena
preferiscono rimanere incollati al video anziché uscire insieme o chiacchierare, la « colpa » non è certo della
televisione ma dell'incomunicabilità che
a volte affligge la coppia.
Parecchi educatori sostengono tassativamente che i bimbi non dovrebbero
seguire programmi televisivi e i genitori più zelanti seguono alla lettera tale prescrizione, tra pianti e strilli dei
piccoli; un atteggiamento del genere mi
pare quasi crudele, impedendo a un
bambino di guardare i cartoni animati
0 i film che seguono i suoi coetanei
si rischia di farlo sentire diverso, tagliato fuori: meglio guardare il programma insieme, grandi e piccini, e discuterne serenamente, sottolineando i lati
positivi e negativi, che trasformare il
piccolo schermo in un tabù. Del resto
in molti piccoli centri mancano divertimenti alternativi come palestre, piscine, ecc.
Lasciarsi suggestionare o meno dal
video, battersi perché vengano migliorate le trasmissioni carenti, scegliere
1 programmi più interessanti e significativi dipende inoltre specialmente dall’intelligenza e dalla maturità degli
spettatori.
Con amicizia
Edi Morini, Pomaretto
3
19 novembre 1982
fede e cultura 3
I 150 ANNI DEL GUSTAV-ADOLF-WERK
BERGAMO
Una festa per la diaspora
A Kassel, nell’Assia dal 15 al
17 ottobre, rappresentanti di piccole e meno piccole chiese di
minoranza, nel senso che operano in Europa e nel Sud America
in un contesto culturale e religioso cattolico o comunque non
protestante, si sono ritrovati insieme per una grande festa. Promotore e organizzatore il prestigioso organismo Gustav-AdolfWerk (G.A.W.) che nelle varie
chiese evangeliche in Germania
raccoglie fondi per aiutare le
chiese sorelle minoritarie.
E’ venuta gente dalla Germania dell’Est, fra cui rappresen, tanti dell’altro ramo del G.A.W.
creatosi nel 1948 per separazione
dal primo, dall’Austria, dall’Italia, dalla Francia, dalla Spagna,
dal Portogallo, dal Belgio, dalla
Polonia, (i delegati delle chiese
della Cecoslovacchia non avevano invece ottenuto il visto necessario per l’espatrio), dall’Ungheria, dalla Romania, dalla Jugoslavia, dalla Grecia, dal Brasile, dall’Argentina, dall’Uruguay.
Una grande festa
Nel programma di questa ricorrenza, '^dopo un caldo benvenuto agli ospiti, si leggeva: « Vogliamo celebrare il 150® anno della fondazione del G.A.W. con una
festa della Diaspora », sarebbe
come dire: non celebriamo noi
benefattori una festa tra di noi,
ma la festa è vostra, per voi beneficiati! E co.si è stato.
Tra i diversi contributi ascoltati in questa « festa della Diaspora » segnaliamo quelli dell’Italia con le predicazioni dei Moderatori della chiesa valdese Bouchard e Bertinat (Rio de La Piata), gli interventi della diaconessa Schade che lavora al nostro
ospedale di Napoli e lo spettacolo del coretto di Torre Pellice.
Ma al di là della festa e dei suoi
aspetti di folklore rincontro è
stato utile per scoprire certi
aspetti di fraternità e di costume ecclesiale. Per esempio a un
valdese — italiano come me, o
uruguayano come il Moderador
M. Bertinat — fa uno strano effetto vedere tanti vescovi evangelici, con tanto di croce (anche
se non di oro massiccio!) sul petto! Ve ne erano delle chiese unite
(Luterane e Riformate) della Germania, ma anche di altre località
come quelli di certe chiese evangeliche rumene e spagnole. E’ vero comunque che il termine vescovo non ha assolutamente lo
stesso spessore che nella Chiesa
Cattolica: la successione apostolica non c’entra e significa piuttosto « responsabile » di una
chiesa. Ed è certamente in questo senso che il corrispondente
termine tedesco « Bischof » è stato usato, lo abbiamo scoperto
con curiosità e ilarità, al posto di
« Moderatore » nell’annuncio del
culto al quale prendeva appunto
parte il Moderatore Giorgio Bouchard, definito « Bischof der Waldenser Kirche »!
Anche un po’
di teologia
Ma non vi è stato soltanto festa. I Pastori recatisi a Kassel
hanno anche avuto il piacere di
restare per due giorni e mezzo
a Hofgeismar, ospiti della locale
« Akademie » e seguire due studi biblici e due conferenze. La
conferenza del Prof. Paolo Ricca,
della nostra Facoltà di teologia,
ha smosso le acque piuttosto
chete deH’ambiente. Egli ha sostenuto che dinanzi al Cattolicesimo che pone la Chiesa come
mediatrice, accoglitrice e armonizzatrice di entità anche opposte fra loro ( « complexio oppositorum ») i Riformati devono invece soltanto e sempre presentare Cristo, e nessuno e nient’altro,
come colui che sta al centro. E
dinanzi al secolarismo che pone
l’uomo al centro del proprio interesse, i Riformati devono porre con forza l’uomo in relazione
a Dio, l’uomo amato da Dio in
Cristo e perciò sostenere e appoggiare con vigore, qualsiasi
movimento che ha veramente
per scopo la liberazione dell’uomo. Una chiesa riformata non
può infatti mai e non deve essere conservatrice! Non tutto l’uditorio è stato persuaso da questa
affermazione e si sono fatte sentire alcune voci di dissenso. Nella libera discussione qualcrmo
ha fatto notare che la Chiesa
Valdese è anch’essa piuttosto
conservatrice!
Una domanda
impegnativa
E’ proprio vero? La nostra
Chiesa Valdese è conservatrice,
solo e in linea di massima conservatrice? All’estero, soprattutto
in Germania, certamente noi Vaidesi siamo conosciuti soprattutto come credenti che conservano con dignità e forse addirittura con una punta di fierezza, le memorie dei padri e che
custodiscono, in senso positivo,
gelosamente e con affetto i luoghi storici delle Valli e le strutture necessarie alla nostra vita
ecclesiale di oggi. 'Ma ora appunto si pone la domanda: come custodiamo tutto questo tesoro
inestimabile, questo buon deposito che ci è stato affidato
(cfr. II Tim. 1: 14)? Come una
pia memoria che temiamo si
spenga nel futuro? Come qualche
cosa* tanto prezioso e delicato
che per paura di perdere o rovinare conserviamo al sicuro, magari quasi inutilizzato e infruttifero come il denaro affidato al
servitore della nota parabola?
(Cfr. Mtt. 26: 14-30). Si potrà
dire della nostra Chiesa Valdese,
tra qualche anno, che, fedele alla
sua vocazione anticq, come nel
passato anche in questi tempi, è
stata una fonte e una forza spirituale di liberazione?
Il quesito postoci a Hofgeismar non è di poco conto!
Bruno Costabel
Due voci diverse
controlla mafia
NON E’ UN FINE
Sul numero 44 del 29.10.82 della
Luce Franco Giampiccoli scrive
un interessante articolo sul pro
Ulema del « sacrifìcio » che mi ha
colpito, sul quale vorrei fare alcune osservazioni e dal quale
trarre spunto per qualche considerazione sul modo di impostare
il problema. Anzitutto non credo
che ci si debbà lasciare trascinare dall’idea che oggi il concetto
di sacrificio nella società civile
abbia solo una valenza negativa.
Certo, si assiste continuamente
alle corse verso il « posto comodo », alle corse all’accaparramento, al corporativismo, al proprio tornaconto personale, in ciò
aiutati e spronati dagli innumere-,
voli esempi che ci vengono dalle
sfere del potere e che i giornali
ci illustrano con abbondanza da
particolari e, a volte, con punte
di amarezza o — a seconda dei
giornali — qualunquismo. Ma basta questo a definire gli orientamenti di una società? Non sono
uno storico o un politico, ma so
che la classe operaia nella storia
si è sobbarcata sulle proprie
spalle, attraverso il sacrificio _e
la compressione dèlie proprie
aspirazioni, responsabilità che la
classe dirigente' scaricava, e sono
convinto che la classe operaia e
ancora in grado di svolgere: nello sfascio e nella abdicazione delle responsabilità è ancora guardando alla, classe operaia e alla
sua azione che potremo sperare
di uscire in positivo dalla crisL
Questo non è operaismo ma e
riconoscere che la classe operaia
è ancora l’unica a cui oggettivamente conviene e quindi compete
l’assunzione delle responsabilità
e quindi dei conseguenti sacrifici
« Il fatto veramente nuovo nella lotta alla mafia è il mutato
ruolo della Chiesa cattolica siciliana, da Ruffini a Pappalardo ».
Con questa considerazione il pastore Tullio Vinay ha chiuso il
suo intervento ad una conferenza
pubblica dal titolo « La mafia,
storia e cronaca, criminosa. Come batterla? »; tenutasi a Bergamo sabato 30 ottobre per iniziativa del Circolo culturale « L’Astrolabio ». Vinay non ha offerto
ai presenti — un centinaio di persone, in buona percentuale membri della Comunità cristiana evangelica di Bergamo — una vera e propria relazione sul fenomeno mafioso, ma ha preferito
dare un’idea dei profondi condizionamenti che esso esercita sulla società siciliana, attraverso la
testimonianza di una lunga serie
di fatti da lui personalmente vissuti a Riesi nei primi anni del
« Servizio Cristiano ». « La cosa
più triste — ha detto Vinay —
è che la mafia può vivere e prosperare in Sicilia perché' è accettata da moltissimi non solo
come un male inevitabile, ma come una normale realtà sociale.
L’unica possibile alternativa, ancora una volta, è la politica dell’agàpe, dell’amore per gli altri,
il ’’totalmente nuovo” ».
È stato invece Michele Pantaleone, studioso palermitano, autore di numerosi saggi sull’argomento (tra cui « Mafia e politica », « Sasso in bocca », « Commissione antimafia: un’occasione
perduta ») e coraggioso avversario della parte più violenta della classe dominante italiana a
fornire un quadro organico della
questione mañosa: « La mafia
non è un problema di ordine
pubblico, né tanto meno un problema solo siciliano: è un problema politico nazionale e internazionale », ha sostenuto il nostro suffragando la sua tesi con
i risultati dei trentotto processi
DIBATTITO
A proposito del sacrificio
per risolvere il ginepraio di problemi economici, morali e produttivi in cui ci dibattiamo.
Vorrei poi entrare nel merito
dell’articolo di Giampiccoli per
osservare quanto segue: mi sembra che il mettere in primo piano, come obiettivo da porsi, il «sacrificio » sia fondamentalrnente
sbagliato. Non sono di quelli che
contrappongono sacrificio a autorealizzazione (e neanche di quelli
che vedono l’autorealizzazione
nel sacrificio); credo solo che
l’obiettivo non sia il sacrificio.
Credo che Gesù quando si muoveva e agiva nei villaggi della Palestina non avesse in mente come
obiettivo la Croce, ma l’affermazione della Verità in contrapposizione alla menzogna del mondo: Gesù si preoccupava di annunciare il Regno di Dio agli uomini in ciò scalzando dal proprio
posto di potere i potenti; in più
si autoproponeva la Via per giungere al Regno. Questa linea di
azione ha avuto come conseguenza la Croce, cioè il rifiuto da
parte degli uomini e la cancellazione dal registro dei vivi.
■Vorrei sottolineare il carattere
di conseguenza della croce rispetto a una scelta di vita: la
morte rappresenta il rifiuto dell’umanità a una proposta di vita
che vede la Verità sugli uomini
annunciata in modo chiaro e inequivocabile.
La nostra vocazione non è allora il sacrificio in quanto tale
o come imitazione di Gesù o come indicazione di vita, bensì la
proclamazione dell’Kvangelo.
Cosa questo voglia dire oggi è
tutto da capire; certo è che i credenti ( registrati ) nella gran maggioranza dei casi si accontentano
di annunciare sonnecchiando
mezze verità cercando di non esporsi troppo: i Valdesi di Milano stanno troppo bene inseriti
negli schemi produttivi di questa
città per capire il senso della loro vocazione in essa! La risposta
alla vocazione costa: siamo disposti a pagarne il prezzo?
« Quando questo avviene, si sperimentano sprazzi della vita nuova in Cristo, in una straordinaria
libertà e pienezza che mai il termine sacrificio o negazione di sé,
dall’esterno, lascerebbe intravvedere ». Questa è la parte più bella e che condivido dell’articolo
di Giampiccoli e con questa
vorrei concludere.
Paolo Bogo
LIBERTA’ PER
IL PROSSIMO
Ho letto con interesse l’articolo
di Franco Giampiccoli « Qualche
appunto sul sacrificio » (Eco-Luce n. 44) e penso anch’io che potrebbe essere utile dare un po’ di
spazio sul giornale a questo argomento ascolta'ndo chi è prò e
chi è contro il parere di Giampiccoli.
Io sono di quelli che sono pro
ed essendo per di più donna vorrei aggiungere qualche riflessione che partendo da dati personali
(e me ne scuso!) è forse adatta a suscitare altri interventi da
parte di coloro che hanno fatto
esperienze diverse dalla mia.
Appartengo ormai a quella generazione di donne a cui è stato
chiesto, nell’ambito della famiglia e fuori, di accettare certi
« ruoli costituzionali » ma direi,
per me, senza una vera imposizione, così naturalmente senza
pensarci troppo su, perché così
erano i tempi e la mentalità corrente.
In più appartengo a quella generazione di mogli di pastori alle
Valli dalle quali (più di i-5 anni fa) era cosa ovvia per i membri di chiesa che alcune prestazioni, che potevano anche rappresentare un sacrificio, fossero
offerte.
A quei tempi norr mi ponevo
certamente il grosso problema
dei nostri giorni: « come realizzarmi? », o me lo ponevo in maniera certo diversa da come se
lo può porre oggi mia figlia, mia'
nuora o mia nipote.
Non dico di non essermelo mai
posto, anche se un po’ in sordina, e non dico neanche di non
aver avuto anch’io i miei momenti di ribellione o di stanchezza
ma, tutto sommato, adesso ri
per diffamazione che lo hanno visto al banco degli imputati e che
regolarmente ha vinto. Pantaleone ha fatto della lotta contro la
mafia — una lotta gravida di insidie e di frustrazioni come nessun’altra — un fatto personale,
la battaglia della sua vita. Lo si
deduce non solo dal gran numero
di episodi e di volti che rievoca,
ma anche dal tono appassionato
col quale punta il suo dito accusatore sugli uomini politici —
democristiani e non solo — che
hanno boicottato e ostacolato i
lavori della Commissione parlamentare antimafia nel momento
in cui cominciavano a dare frutti consistenti. « I politici mafiosi
sono schedati da anni — sostiene Pantaleone — ma queste schede sono più che un segreto di
stato. Sulla loro pista sono caduti Mattarella, Terranova, La
Torre, Dalla Chiesa e molti altri ».
Agli interventi dei due oratori
sono seguiti quelli del pubblico.
Tranne una sola eccezione, tutti
coloro che hanno preso la parola
erano siciliani immigrati. Un dato negativo, che riflette lo scarso
interesse dei settentrionali per
questo problema e che, di conseguenza, sottolinea l’importanza
di iniziative come quella di cui
stiamo trattando: se è vero che
non da questo stato, non da questa classe dirigente possiamo aspettarci una seria dichiarazione
di guerra nei confronti della mafia, abbiamo il dovere e la necessità di farlo noi, come cittadini,
come lavoratori o studenti, come
cristiani evangelici. Il primo passo in questa direzione è una presa di coscienza delle reali dimensioni del fenomeno mafioso (che
interessa ormai tutta l’Italia e
tutto il mondo) e delle sue dinamiche.
B. G.
guardando al passato non ho assolutamente un senso di rimpianto o di frustrazione. Non credo
neanche di aver perso l’occasione
di realizzarmi in altri modi, insegnando per esempio (e qualche
volta ne ho avuto la nostalgia)
ma non so se in meglio o in peg
. ,
L’essenziale della vita, naturalmente del credente, non è quello
di realizzarsi ma di donarsi; ci
pensa Iddio a realizzare le nostre
vite nel modo migliore. Possiamo
fidarci di Lui. In fondo in questo
sacrificio di noi stessi, se così lo
vogliamo chiamare, non c’è assolutamente nulla di triste, di negativo, di rigido o di imposto.
« La croce va portata nella libertà » dice Giampiccoli, ed ha perfettamente ragione. Dobbiamo
solo vegliare per non imporre agli altri, siano essi uomini o donne, dei sacrifici. La libertà del
nostro prossimo ci deve essere
sacra ma questo non vuol dire
che io non possa disporre della
mia libertà a favore del mio
prossimo. Ho avuto una mamma
credente che ha portato con coraggio é perseveranza la sua testimonianza in una famiglia molto cattolica e che mi ripeteva
spesso in patois una frase che
aveva certamente udita da bambina: « Lou Bon Dieu paga tard
ma paga larg» (Il Signore paga
tardi ma abbondantemente).
Non è che dobbiamo aspettarci
una ricompensa dei nostri sacrifici ma è profondamente vero
che, a distanza di anni, il Signore ci dà talora degli sprazzi della sua grazia infinita che colmano il cuore di gioia e rischiarano tutta la vita anche nei tratti
di cammino percorsi nella penombra ed anche nell’ombra più
oscura. Elsa Rostan
4
4 vita delle chiese
19 novembre 1982
INCONTRO DEI CONCISTORI DI POMARETTO E ANGROGNA
PRIMO CIRCUITO
Imparare ad ascoltare
Un intenso programma
Sabato 6 novembre i concistori
di Angrogna e Pomaretto, come
è ormai consuetudine da alcuni
anni, si sono incontrati per una
riunione fraterna, in cui conoscersi e scambiarsi idee e opinioni. Dopo una ottima cena preparata dai membri del concistoro di Poniaretto, c’è stato uno
scambio di idee partendo da un
documento del Pastore M. A.
Wolff « Siete membri del concistoro... ».
In questo documento vengono
esposti chiaramente quali dovrebbero essere i compiti e gli
impegni di un membro del concistoro e quali sono le decisioni
che un concistoro deve prendere,
che vanno ben al di là della costruzione e conservazione degli
edifici, che sono degli strumenti
utili, ma vuoti e freddi senza la
partecipazione attiva di tutta la
comunità.
Il tema della comunità e del
rapporto che si deve instaurare
tra parrocchiano e anziano è stato quello che ha fatto discutere
di più. Un punto del documento
sosteneva che occorre essere
aperti, un altro che occorre frequentare assiduamente oltre al
culto i gruppi di studio biblico,
di preghiera, a volte essere presenti al catechismo, essere disponibili per le visite, anche senza
la presenza del pastore.
La difficoltà che tutti hanno
incontrato è stata quella collegata alle visite familiari: cosa
dire, come comportarsi in presenza di casi difficili, di malattia,
di morte?
E’ stato sottolineato che probabilmente la parte più importante di una visita è Vascolto,
che deve essere sempre riservato e basato sulla fiducia reciproca che c’è tra fratelli.
Molti hanno anche insistito
sull’importanza della visita da
parte del pastore; sembra che
la maggioranza preferisca o addirittura voglia principalmente
la visita del pastore, che spesso
ha più esperienza; sa meglio cosa dire e come rispondere. D’altra parte il pastore ha ormai
molti impegni anche fuori dalla
comunità, a volte inoltre anche
per il pastore il colloquio può
essere difficile e l’interesse dei
parrocchiani a volte non è indirizzato verso i problemi della
fede e quindi sembra di perdere '
del tempo prezioso.
Se l’attività del pastore deve
puntare sulle visite è chiaro comunque che altri impegni devono essere abbandonati; quindi il
concistoro, ma anche la comunità, deve stabilire quali sono i
punti prioritari da portare avanti, tenendo conto delle esigenze
di tutti i membri, sia di quelli
più alla periferia, che di solito
vogliono la visita, sia di quelli
che partecipano attivamente e a
cui la visita familiare non sembra un punto prioritario dell’attività del pastore.
Un accento particolare è stato
messo sull’importanza della speranza, del non lasciarsi sfiduciare.
Importante è stare insieme per
portare avanti il lavoro della comunità. Il ritrovarsi tra due
concistori, serve per chiarirci le
idee, per scambiare opinioni e
consigli, per ricevere un aiuto
morale, è un momento di incontro tra fratelli.
L’appuntamento è per un
altr’anno ad Angrogna!
Silvana Marchetti
LUSERNA SAN GIOVANNI
— Lunga e densa l’assemblea del
circuito Val Pellice, tenutasi domenica 14/11 a Luserna S. Giovanni. Il sovrintendente ha presentato un ordine del giorno
molto articolato su cui si è discusso in modo viyace, anche se
non tutti i presenti hanno espresso il loro parere. Particolare attenzione è stata dedicata ai temi
Evangelizzazione e Pace. Per il
1“ argomento l’assemblea ha approvato un ordine del giorno che
afferma la necessità di proseguire nella linea dello scorso anno, mettendo in atto le proposte
già presentate, e ricercando nuovi metodi e nuove forme nelle
iniziative evangelistiche.
Sul tema pace e disarmo l’assemblea ha riaffermato, con numerosi e vari interventi, la importanza del dialogo con il comitato pace Val Pellice e la volontà di arrivare ad una collaborazione concreta; consenso ha
destato la proposta del Consiglio di indire una giornata della
pace, in primavera, alla quale è
richiesto che ogni gruppo FGEI,
gruppo giovanile o di catechismo contribuisca nella forma
ALLE VALLI VALDESI
Collaborazione con l’ente pubblico
torre pellice — Nello
spirito di collaborazione che
ispira i rapporti della nostra
chiesa con l’Ente pubblico è stata stipulata fra il Concistoro e
la Comunità Montana Val Pellice una convenzione per la cessione in uso di parte dei locali
della Casa Unionista ad uso di
servizi sociali per il prossimo
inverno. Le nostre attività hanno dovuto subire un ridimensionamento di spazio ma potranno
svolgersi regolarmente ed avremo così reso un servizio alla cittadinanza.
• Bella ed edificante esperienza quella che ci è stata data di
vivere domenica scorsa. Un gruppo di sei fratelli in fede si è aggiunto alla nostra comunità durante il culto con una confessione di fede pubblica in Gesù Cristo. Renata Gamba, Carla Morioiido, Maria Moriondo, Mario
Rocca e Enrichetta Zappa hanno, dopo un lungo periodo di riflessione personale e di studio
della Parola di Dio, scelto di
camminare con noi nella via della fede evangelica. Numerosa ed
attenta l’assemblea che ha seguito il culto, partecipato alla Santa Cena ed alla Assemblea di
chiesa, significativamente numerosa la comunità che si è raccolta alla Foresteria per il pranzo
comunitario con i nuovi fratelli
in fede.
Dopo il pranzo si è trascorso
parte del pomeriggio in canti e
conversazioni, sono stati offerti
dal Concistoro e dal Gruppo
Evangelizzazione alcuni libri in
ricordo della giornata, si sono
udite testimonianze. Tutto in uno
spirito di spontaneità che ha
lasciato in tutti il migliore ricordo.
• La comunità partecipa al
lutto della famiglia di Eynard
Adriano, deceduto nella sua casa dell’Inverso. Per molti anni
il fratello Eynard è stato anziano del quartiere dell’Inverso dove tutti lo ricordano per la sua
fede serena ed equilibrata.
Assemblea di chiesa
LUSERNA S. GIOVANNI —
Sabato 20 c.m. alle ore 20,30 è
convocata l’Assemblea di chiesa
con il seguente ordine del giorno: Elezione di due anziani e un
diacono. Nomina Commissione
d’Esame sull’operato del Concistoro. Nomina revisori dei conti. Preventivo anno 1983. Varie.
E’ un’assemblea molto importante ed impegnativa per cui si
raccomanda ai membri di chiesa
di essere presenti.
Insediato il pastore
Bruno Rostagno
VILLAR PEROSA — La do
menica 10 ottobre ha avuto luogo il culto di inizio delle attività con l’insediamento del pastore Rostagno da parte di Franco
Rivoira, membro del consiglio
di circuito.
• In queste settimane, a causa
di diversi impegni del pastore il
culto è stato presieduto da vari
predicatori, che ringraziamo:
Luigi Marchetti, pastore Paolo
Marauda, Attilio Fornerone, pastore Cipriano Tourn.
• E’ deceduta la sorella Evelina Coucourde Costantino di Vivian-Grange. Era stata molto
impegnata nella comunità fino a
quando la malattia l’aveva costretta in casa. Alla famiglia
esprimiamo la simpatia di tutta
la comunità.
• Mercoledì 17 novembre si ritrovano le sorelle dell’Unione
femminile alle ore 14,30 al Convitto.
• Sabato 20 novembre alle ore
20,30 avrà luogo una riunione del
Concistoro con i Comitati della
Foresteria e del Convitto.
• Domenica 28 novembre alle
ore 10,00 avrà luogo l’assemblea
di chiesa con la discussione sulle
deliberazioni dell’ultimo Sinodo
e l’elezione di due anziani.
Ripresa delle attività
BOBBIO PELLICE — Le atti
vità sono riprese pienamente e
sono iniziate anche le riunioni
# Hanno collaborato a questo
numero: Antonio Adamo,
Franco Bellion, Bruno Gabrielli, Dino Gardiol, Adriano Bongo, Luigi Marchetti,
Claudio Pasque}, Alberto Ribet, Paolo Ribet, Bruno Rostagnb, Giovanni Scuderi,
Eugenio Stretti, Giorgio
Tourn.
di quartiere. L’unione femminile si riunirà domenica 21 novembre alle ore 14,30.
• Ringraziamo il past. L. Albrecht di Meckesheim (Baden)
per il messaggio che ha voluto
rivolgerci nel corso del culto
della domenica della Riforma e
ringraziamo altresì il gruppo di
giovani da lui guidati per i canti che hanno arricchito la liturgia del suddetto culto.
• La nostra comunità è stata
colpita nelle ultime settimane
da tre lutti- Stefano Artus, Stefano Gönnet e Stefano Favatier.
Alle famiglie di questi tre fratelli scomparsi esprimiamo la
nostra simpatia fraterna nella
certezza della resurrezione promessa dal Cristo.
Elezione del pastore
PERRERO - MANIGLIA —
Ricordiamo che domenica 21 novembre a Ferrerò si terrà, con
inizio alle ere 10, l’Assemblea di
Chiesa per l’elezione del pastore, dopo un settennio di attività.
Per la validità dell’Assemblea è
necessaria la presenza della maggioranza dei membri elettori.
• Segnaliamo le prossime riunioni quartierali : 25 novembre
(ore 19,30) Forengo; 26 novembre (ore 14,30) Pomeifré e (ore
20,30) Ferrerò.
• Domenica 7 novembre, a
Ferrerò è stata battezzata Donatella Refourn, di Dante e Sanmartino Marisa. Rinnoviamo
l’augurio alla bambina perché
possa crescere sotto lo sguardo
di Dio ed alla famiglia perché
con gioia possa adoperarsi nell’impegnativo compito della sua
educazione.
• Due fratelli. Pascal Gabriele di Fontane e Clot Pietro di
Pomeifré, ci hanno lasciato dopo lunga e dolorosa malattia.
Molte persone si sono raccolte
attorno alle famiglie nel lutto
per portare loro una testimonianza di affetto e simpatia. Ad
esse noi ci uniamo, confidando
nell’amore di Dio.
Progetto Bagnau
ANGROGNA — Domenica 21
alle ore 10, nel tempio del Capoluogo, si terrà l’assemblea di
chiesa. Tre i punti importanti:
elezione del pastore della comunità, informazioni sul « progetto Bagnau » e sui lavori del Sinodo. Il culto sarà presieduto
dalla nostra Corale. Interverrà
Aldo Lausarot della commissione esecutiva distrettuale.
• Vivo interesse ha destato la
partecipazione al culto di domenica scorsa del gruppo Trombettieri diretto da Renato Ribet
che, tra l’altro, si è incontrato
con alcuni ex-trombettieri di Angrogna. Non è escluso che queka simpatica attività musicale
riprenda anche nella nostra comunità. (.
• Prossime riunioni: lunedì
22, Serre; martedì 23, Martel;
martedì, 30, Jourdan.
Confermato il pastore
Cipriano Tourn
PRAROSTINO — L’Assem
blea di chiesa di domenica 14
novembre ha riconfermato per
il secondo settennio il pastore
Cipriano Tourn con 146 voti favorevoli su 151 votanti.
che preferisce. L’assemblea ha
inoltre raccolto la richiesta della commissione sinodale « pace »
nell’inviare un telegramma di solidarietà a coloro che, in modi
e forme diverse, sostengono la
protesta per la installazione dei
missili a Comiso.
Sono stati approvati due altri
ordini del giorno : il primo riguarda l’organizzazione, sui temi di Vancouver, di sei studi
biblici, uno per comunità, tenuti
da un visitatore, scelto dal consiglio, con modalità ed orari da
stabilirsi nelle singole chiese; il
secondo o.d.g. chiede che il corso di formazione biblica in vista
della predicazione, già tenuto lo
scorso anno con successo, riprenda anche quest’anno poiché
rappresenta senz’altro una iniziativa importante. Sono state
prese numerose altre decisioni:
— all’inizio di dicembre si terrà
a Torre Pellice un incontro
dedicato alla FCEI;
—• il 27 novembre alle 16.45 si
terrà a Torre Pellice un incontro dei monitori per proseguire la discussione sul tema della preghiera, secondo
quanto emerso nel preceden
te incontro;
— il consiglio di circuito sta organizzando una serie di incontri di catecumeni, divisi
per anno di corso, le cui date verranno comunicate al
più presto;
— è in corso di programmazione anche un corso di formazione per animatori di gruppi giovanili ;
— è indispensabile che le chiese
continuino l’opera di diffusione dell’Eco delle Valli;
— il consiglio curerà prossimamente la preparazione di un
dépliant illustrativo di foyers,
foresterie e luoghi di pernottamento di cui possono usufruire coloro che vengono a
visitare le Valli.
Arma Bosio
Sabato 20 novembre
□ TROMBETTIERI
VALDESI
VILLAR PEROSA — Alle ore 1G presso il Convitto Valdese ha inizio un incontro allargato a tutti gli interessati
per imparare la tromba ed eventualmente costituire un gruppo di studio anche
per la Val Pellice.
□ COMITATO COLLEGIO
E SCUOLA LATINA
POWIARETTO —Alle ore 15 nei locali
della Scuola Latina si terrà una riunione
per discutere il futuro della scuola. Tutti sono invitati.
Domenica 5 dicembre
□ CONVEGNO
GOLLABORATORI
EGO DELLE VALLI
PINEROLO — Con inizio alle ore 16
presso i locali dell'ex Convitto Valdese (Via dei Mille 1 - Il piano) si terrà
il convegno dei collaboratori del nostro
giornale. Il programma prevede l'illustrazione di programmi editoriali per
l'83. la suddivisione dei compiti redazionali. la cena in comune (offerta dall'AlP).
ARREDAMENTI MOSTRA DI AGQUERELLI
Mobilificio |[Q|USEPPE GRiVA 11 2 iHcembre prossimo verrà inaugurata alla Galleria <rArte (f Emmedue d di Torino (Corso Re Umberto 2) una mostra jiersoiiale di acquerelli della pitlrice EDINA PROCHET. Tra le opere esposte figurano aspetti di Torino e .^oggetti delle
ni ■ ■
FABBRICA • ESPOSIZIONE nostre valli. La mostra rimarrà aperta fino al 22 del mese. Orario:
Via S. Secondo, 38 - PINEROLO - Tel. (0121) 201712 da marled'i a sabato 10-12..T0 e
(di fronte Gaserma Alpini « Berardi ») 16-19.30.
5
19 novembre 1982
vita delie chiese 5
PER LE PROSSIME VACANZE DI NATALE
I campi invernali
•
Sono in avanzata fase di preparazione i campi invernali
di Agape e Ecumene. Riportiamo qui di seguita i dati essenziali di questi due campi che si presentano tanto diversi quanto interessanti. Il campo invernale di Agape è organizzato in
collaborazione con la Federazione Giovanile Evangelica Italiana.
Agape
IL PROTESTANTESIMO ITALIANO ; COMPONENTE DELLA SOCIETÀ’ ITALIANA O
MINORANZA SIGNIFICATIVA? 26.12.82 - 1.1.83.
Un’occasione per fare il punto sui processi in atto nel protestantesimo italiano, sulla riflessione teologica che esso conduce nella varietà delle sue componenti, sulle concrete esperienze di testimonianza evangelica
nel paese che cambia.
Domenica 26 : Arrivo per cena.
Lunedì, 27 : - La marcia contraddittoria del protestantesimo
italiano. - Il protestantesimo italiano: componente della società
italiana o minoranza significativa?
Martedì 28: - Presenza e testimonianza evangelica in situazioni concrete: a) il mezzogiorno:
b) le zone terremotate; c) le aree
metropolitane; d) la diaconia.
Mercoledì 29 : La proposta congregazionalista in Italia.
Giovedì, 30 : Cultura valdese,
asse culturale, cultura cattolica.
Venerdì 31: Conclusioni.
Sabato 1 : Partenza dopo colazione.
Per informazioni sul programma definitivo e iscrizioni rivolgersi ad Agape, 10060 Prali, tei.
0121/8514.
Ecumene
ECUMENE
CAMPO INVERNALE
Il prossimo campo invernale
che si svolgerà ad Ecumene dal
27 dicembre al 2 gennaio è dedicato al problema del rapporto
fra Nord e Sud del mondo, cioè
alla contraddizione fra paesi sviluppati e paesi sottosviluppati,
esplosa drammaticamente in
questi anni. Di tale entità è diventata questa divaricazione, da
far giungere qualcuno alla conclusione che essa oggi è diventata più importante della stessa
classica bipolarità Est-Ovest,
cioè della stessa contrapposizione fra sistema socialista e sistema capitalista.
Ci porremo innanzitutto l’obiettivo di un chiarimento intorno al concetto di sviluppo e sottosviluppo, tenendo conto che
esso non può più essere analizzato soltanto con le tradizionali categorie economiche di povertà/ricchezza, quanto piuttosto in
base alle situazioni di dipendenza o indipendenza tecnologica e
produttiva che dividono le aree
del mondo e che creano nuove
forme di dominio e di subordinazione.
Cercheremo di entrare nel merito del problema, affrontando
soprattutto tre aspetti. Il primo
RIUNITA LA COMMISSIONE PER LA PACE
Solidarietà con chi
digiuna a Comiso
La commissione delle chiese
battiste, metodiste e valdesi per
la pace e il disarmo ha avuto la
sua prima riunione a Roma il 12
c.m. per fare un esame della situazione e per vedere quali iniziative concrete assumere, in vista di un rilancio dell’azione delle chiese a favore della pace. Fra
le altre cose è parso opportuno
richiamare l’attenzione delle
chiese su quanto sta succedendo
a Comiso in questi giorni, dove
un gruppo internazionale di pacifisti ha dato inizio ad uno sciopero della fame ad oltranza per
conseguire, come si legge nell’appello da loro lanciato, tre obiettivi:
« 1 ) continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica locale,
nazionale e internazionale al fine
di giungere ad una forte pressione popolare verso i governi ed
in particolare le superpotenze,
che li costringa a modificare le
deci.sioni già prese riguardo all’installazione di nuove basi nucleari in Europa, a partire dalla
base dei Cruise a Comiso;
2) legittimare politicamente
il Movimento Internazionale che
lotta per il disarmo da più di un
anno. A questo fine i digiunatori
richiedono di essere ricevuti dalla più rappresentativa autorità
politica dello Stato Italiano, il
Presidente della Repubblica, Sandro Pertini;
3) riuscire ad infrangere il
muro di silenzio stampa che, da
tempo ormai, tenta di ignorare
e di fare ignorare una realtà che
mobilita milioni di persone m
tutto il mondo, al di là degli
schieramenti e delle ideologie;
perciò richiede una completa col
è quello della fame nel mondo
e della divaricazione nei livelli di
vita che aumenta progressivamente.
Il secondo riguarda la disparità fra i produttori di informazione e i consumatori di informazione (editoria, giornali, alta
tecnologia, informazioni industriali, ecc.), con la modifica, su
questo terreno, di alcuni caratteri tradizionali della nozione di
imperialismo.
Al terzo punto vogliamo mettere al centro della nostra attenzione il restringimento dell’area della democrazia politica,
e l’estendersi di regimi autoritari sia nei paesi ad alto sviluppo
che in quelli di sottosviluppo.
Anche quest’anno, per sviluppare intorno a questi temi una
discussione ampia e documentata, contiamo sulla presenza di
uomini politici, intellettuali, credenti, anche di altri paesi.
Per informazioni e iscrizioni
rivolgersi a Ornella Sbaffi, via
Firenze 38, 00184 Roma.
Campo sci
L’Unione Biblica Italiana organizza a Viering (Verres, Valle
d’Aosta) dal 26 dicembre al 2
gennaio un campo sci per giovani dai 16 anni in su. In programma sci, riflessioni sulla Bibbia
(guidate dal pastore Domenico
Maselli), canto, vita comunitaria. La quota di partecipazione
è di L. 100.000, esclusi impianti di
risalita, di cui 20.000 da versare
all’iscrizione sul c.c.p. 11949161 al
responsabile del campo Sergio
Rastello, via Ausonia 24/2 - 16136
Genova (tei. 010/218458) a cui
vanno indirizzate le iscrizioni e
richieste di informazione.
ASSEMBLEA DEL XVI CIRCUITO - SICILIA
Primo, predicazione
L’Assemblea del circuito siciliano, tenutasi ad Agrigento il
10 ottobre, ha dibattuto diversi
temi che sono ripresi in una circolare del sovrintendente uscente Luciano Deodato.
Il circuito continuerà l’avviata ed essenziale riflessione sulla
predicazione sulla base di materiale preparatorio predisposto
da Arrigo Bonnes.
Per la continuazione dell’impegno per la pace l’Assemblea
ha fatto appello alla Federazione delle Chiese evangeliche in Sicilia chiedendole di assumere- la
responsabilità per questo settore di lavoro. Ha anche affermato la necessità di collegare il
problema della pace con altre
gravi questioni, come per esempio quella della mafia. Ha approvato, a questo proposito, un
o.d.g. programmatico che riproduciamo a p. 12.
Tra gli atti sinodali l’Assemblea ha sottolineato in particolare quelli relativi ai diritti dei
malati e dei morenti decidendo
di inviarli a medici e operatori
sanitari, invitando le chiese a
promuovere un’adeguata sensibilizzazione sul problema.
Altri temi di discussione sono
stati l’ora di religione, con la
necessità di diffondere la pratica dell’esonero e la richiesta della laicità della scuola ; l’immigrazione, con i problemi del ritorno; la diffusione dell’Eco-Luce. L’Assemblea ha infine appro
vato un o.d.g. di solidarietà con
le Comunità ebraiche italiane
per gli attentati subiti avvertendo il pericolo di un risorgente
antisemitismo.
Fino a primavera il circuito
resterà senza sovrintendente a
causa della partenza del past.
Deodato trasferito a Pinerolo.
Nel congedarsi egli conclude la
sua circolare con una parola di
riconoscenza per l’umanità e
l’affetto sperimentati in Sicilia.
RELIGIONE E SCUOLA
CINISELLO (Milano) — Venerdì 26
novembre alle ore 21 il Centro culturale J. Lombardini organizza nella sua
sede di via Monte Grappa 62/B un incontro pubblico su « Religione e scuola » con la partecipazione di esponenti
cattolici, protestanti, non-credenti.
ASSEMBLEA
DEL XII CIRCUITO
PALOMBARO (Chieti) — L’8 dicembre si terrà l'Assemblea del circuito
abruzzese con inizio alle ore 10.30 col
culto presieduto dal past. Domenico
Cappella. Al centro dei lavori, che termineranno alle 16.30, una iniziativa
evangelistica per la primavera.
CORRISPONDENZE
La visita dei ciclisti olandesi
laborazione della televisione di
stato italiana che si esplichi nel
concedere un’ora di trasmissione
durante la fascia oraria di maggiore ascolto nazionale, dedicata
ai problemi del Movimento e
delle sue prospettive future in
Italia e nel mondo ».
L’appello continua chiedendo
che in tutte le città d’Italia e d’Europa siano organizzate manifestazioni pubbliche di sostegno (digiuni, proteste di fronte alle ambasciate, occupazione di redazioni giornalistiche, dibattiti, assemblee ecc.) dandone tempestiva
comunicazione a Comiso, presso
il CUDIP (Comitato Unitario per
il Disarmo e la Pace), Via P. Scilla 33 tei. 0932 - 96.62.56, oppure
al Campo Internazionale per la
Pace, Via Giuseppe Morso 29,
Comiso, tei. 0932 - 96.63.19 e d’inviare telegrammi di protesta al
Governo, all’ on. Lagorio, Ministro della difesa, al Presidente
della RAI-TV.
Prendono parte al digiuno, oltre a un gruppo di italiani, anche pacifisti inglesi, olandesi,
spagnoli, americani, tedeschi. Tra
gli americani v’è pure Jim Lawson, un collaboratore di Martin
Luther King. Ma non solo perché
tra di essi vi sono molti protestanti, chiediamo a tutti i lettori
del giornale e alle chiese di manifestare nei modi e nelle forme
che riterranno più opportuni la
propria solidarietà, ma anche e
soprattutto perché riteniamo che
solo da una lotta e da una prassi nonviolenta può col tempo
emergere un mondo nuovo, dove
la parola pace non sia un’utopia,
ma una realtà.
Luciano Deodato
CREMONA — Questa estate
abbiamo avuto la gioia di incontrare un gruppo di ciclisti
olandesi diretti a Casa Materna.
Il gruppo ha compiuto un lungo giro d’Europa in bicicletta per
propagandare l’attività della nostra bella opera di Napoli. La
comitiva è stata ricevuta dall’assessore allo sport del comune di Cremona, Mauro Bottoni.
Nel corso dell’incontro è stata
presentata l’opera svolta da « Casa Materna », ed i giovani olandesi hanno offerto aH’Amministrazione alcuni ricordi ed una
copia del libro « Aggiungi due
posti a tavola ». Il Comune ha
offerto una targa ricordo.
• Sabato 2 ottobre è iniziata
presso la radio delle Cooperative, trp 102, la seconda serie di
trasmissioni di « Alternativa Evangelica », la rubrica curata dalla nostra comunità. La rubrica
va in onda ogni sabato alle ore
18,30.
• Sabato 23 ottobre per la nostra comunità è stato un giorno
di grande gioia : nella nostra
chiesa è stato celebrato il matrimonio di Manoia Galli e Daniro Mandelli. Nell’annuncio del
Vangelo, il pastore ha ricordato
agli sposi che il matrimonio vissuto cristianamente è un dono
di Dio cui deve corrispondere
un impegno quotidiano di amore e di solidarietà di entrambi
gli sposi. Daniro è un giovane
architetto impegnato attivamente nella vita della nostra chiesa
(è membro del Consiglio di Chiesa); architetto è anche Manola,
di famiglia cattolica, simpatizzante sincera e solidale.
Sui giovani sposi invochiamo
la benedizione del Signore di
amore Gesù Cristo, affinché possano vivere la loro vita nella luce dell’Agape che dà senso alla
nostra esistenza.
Ringraziamo il pastore Giuseppe Anziani per averci aiutati
a risolvere alcuni problemi burocratici ed il pastore Tullio Di
Muro che ha presieduto la liturgia matrimoniale valida agli effetti civili.
Un gran cantiere
FIRENZE — Sabato 23 ottobre, presenti il Moderatore della Tavola Valdese, past. Giorgio Bouchard, e il Presidente
della Commissione Esecutiva pastore Franco Sommani, si è riunito il Comitato del Centro Giovanile Protestante (Gould).
Maddalena Sanfelici Guglielminetti, coordinatrice del convitto e semiconvitto ha presentato un quadro ampio delle attività, degli educatori e dei ragazzi (17 convittori e 8 semiconvittori). Gli operatori operano
in stretta collaborazione, affinché la linea pedagogica risulti
chiara ed armonica ed offra ai
ragazzi un ambiente sereno. Impegno questo che richiede da
parte degli educatori e di tutto
il personale non solo professionalità, ma anche dedizione vocazionale.
Il palazzo Salviati è ora un
gran cantiere : sii sta procedendo al rifacimento del tetto, alla
risistemazione del secondo piano. La vendita del primo lotto
della proprietà di via Trieste (ex
Comandi) ha permesso che si
procedesse a questi lavori che
diventavano sempre più urgenti.
Il Comitato ha espresso a tutti i residenti del Centro Giovanile Protestante (personale e ragazzi) la piena approvazione e
solidarietà.
Incontri di studio
SANREMO — L’assemblea di
chiesa di Sanremo, svoltasi domenica 10 ottobre, ha ascoltato
la relazione sul Sinodo fatta dalla sorella Graziella Perrin, deputato a quella assise. Al termine
è stato deciso di proseguire nella comunità lo studio dei documenti sinodali in riunioni da te
nersi la prima domenica del mese, nel pomeriggio. Questi incontri di studio saranno preceduti
da un pasto in comune, a cui potranno prendere parte i fratelli
e le sorelle che lo desiderano. La
comunità è perfettamente attrezzata da diversi anni per queste « àgapi ». Domenica 7 novembre ha avuto luogo la prima riunione nel corso della quale è
stato esaminato il Documento
suH’Ecumenismo.
• Il prof. Giovanni Gönnet, docente di Storia all’università di
Cosenza, ha tenuto mercoledì 13
ottobre una dotta conferenza sul
tema: « Valdo di Lione e Francesco d’Assisi - un confronto
ecumenico ». La conferenza era
stata largamente pubblicizzata
con manifesti nella città di Sanremo. La sala valdese era gremita di pubblico, generalmente poco portato a partecipare a questo
genere di manifestazioni. Erano
presenti anche alcuni sacerdoti
ed esponenti francescani.
All’esposizione del prof. Gönnet è seguito un animato e franco dibattito durato per più di
un’ora. Ringraziamo il prof.
Gönnet per la sua visita!
• Le due comunità di Sanremo
e Bordighera hanno celebrato la
« domenica della Riforma », rispettivamente domenica 31 ottobre e domenica 7 novembre. Alla
celebrazione di Sanremo ha preso parte anche la comunità luterana della città. Nella sua predicazione, il pastore ha preso lo
spunto dall’episodio della « purificazione del tempio» (Marco 11:
15-18) per illustrare il gesto compiuto da Lutero con la affissione
delle sue famose « tesi » (31 ottobre 1517).
Possa questo incontro tra vaidesi e luterani di Sanremo, segnare l’inizio di una collaborazione più intensa, anche in vista
delle iniziative che saranno nrese l’anno prossimo in occasione
del 500" anniversario della nascita del grande Riformatore.
6
6 prospettive bibliche
19 novembre 1982
BUENOS AIRES
Antiche Bibbie
ail'iSEDET
La « Biblioteca Lopez », che
porta il nome di uno studioso
dei riformatori spagnoli e che donò la sua vasta biblioteca prima
di morire alla Facoltà di teologia
rioplatense (ISEDET) contiene
una sezione di Bibbie latine e
castigliane di grandissimo valore.
La più antica è un incunabolo,
una delle più antiche composizioni a stampa, che contiene una
Vulgata latina stampata a Venezia nel 1476. Segue, in ordine cronologico, una traduzione latina
della Bibbia (1551) di Sebastiano
Castillione, spiritualista noto per
la sua disputa con Calvino.
La traduzione base per le versioni evangeliche in castigliano è
la « Bibbia ebraica di Ferrara »,
tradotta e pubblicata dal biblista
Duarte Pinel nel 1553, che serviva
per l’uso liturgico della diaspora
ebraica espulsa dalla Spagna 60
anni prima. Il primo Nuovo Testamento in castigliano è opera
di Francisco Enzinas (Wittenberg 1543) e fu portato in Spagna, nella riedizione ginevrina
del 1556, dal martire evangelico
Julianillo Hernandez. Hernandez
costituì il «Circolo evangelico di
Siviglia » che fu distrutto dall’inaudita ferocia cattolica e imperiale con due famosi « auto da
fé » nel 1559 e 1560. Insieme ad
altre 34 persone fu bruciato dalla Santa Inquisizione nella pubblica piazza con una quantità imprecisata di Nuovi Testamenti.
La prima traduzione completa
della Bibbia in castigliano è quella di Cassiodoro de Reina (Brasile 1569), rivista da Cipriano de
Valera nel 1602. E. S.
( segue da pag. 1 )
Vorrei provare a "tradurre" le
tre immagini proposte dal testo
in riferimento alla nostra situazione.
Gesù che ha digiunato, ha fame: il pane è il nutrimento materiale di cui egli sente il bisogno rispetto a qualcosa che gli
è mancato. Il pane rappresenta
per noi non solo il nutrimento
materiale del corpo, ma tutte le
cose di cui abbiamo bisogno,
realmente bisogno, nella nostra
vita: cose come il riconoscimento del nostro lavoro da parte degli altri, gratificazione sulle cose
che facciamo, organizzazione,
ruolo, anche prestigio, espressione culturale, sicurezza, prospettive, ecc. Tutto questo è il nostro pane di cui abbiamo bisogno.
La risposta di Gesù non è spiritualista. Egli non dice: il pane
non è importante, ne faccio a
meno serenamente. Gesù nella
sua risposta, non si mostra eroico né ascetico.
Ricordiamo dunque che Gesù
ha fame e dunque è realmente
tentato: egli risponde citando il
Deuteronomio collegandosi alla
esperienza del popolo che ha vissuto la prova del deserto, che ha
ricevuto la manna e che sta per
entrare in un paese di « corsi
d’acqua, di laghi, di sorgenti, di
frumento, orzo, vigne, fichi, melagrano e miele ».
Gesù sa che Dio non chiede rinunce ascetiche, ma promette benedizioni. Solo, la benedizione
(il pane, la manna, la terra, tutte
le cose di cui ogni volta, in diversi contesti, necessitiamo) è tale
se vissuta, attesa e accolta nel
quadro della memoria della Parola, nel riconoscimento di questa Parola come perno centrale
che ci fa vivere come uomini.
Fratelli e sorelle, noi dobbiamo imparare a riconoscere che
al nostro interno, nelle chiese e
Il diavolo che è dentro di noi
nella Federazione passa anche la
dimensione della "fame" e del
bisogno e che questo bisogno
crea tra noi anche disagi e conflitti. Non possiamo reagire con
pretese ascetiche, ma dobbiamo
invece riconoscere i bisogni che
viviamo, i problemi che incontriamo e collocarli nel quadro
teologico che ad essi dà senso.
La seconda tentazione pone in
dialettica, come la prima, la sfida a Dio con una sfida a se stesso, alla propria capacità miracolistica. Certo: noi non siamo tentati con una richiesta di miracolo. La nostra tentazione è più
sottile, ma come quella posta a
Gesù, è spesso ricoperta delle vesti della pietà biblica e della logica. E come quella posta a Gesù, è la risultante delle aspettative della gente intorno a noi e
della nostra propria riflessione
su noi stessi.
Pensiamo all’ostentazione della
« diversità», delle nostre « qualità protestanti », del nostro essere incisivi, seppure così poco numerosi, della significanza della
nostra cultura, seppur minoritaria, di un ruolo da noi esercitato
che riscuota consenso e approvazione tra la gente. L'impostazione che abbiamo dato al lavoro
della nostra Federazione è certo
la risposta alla vocazione rivoltaci, ma ha. contenuto, a tratti,
questa tentazione: la tentazione
di sperimentare al limite estremo le nostre possibilità e capacità, dimenticando che Dio ci ha
accolti ed inviati nel nostro essere piccoli e normali.
Si è molto parlato di sobrietà
in questi giorni. E io credo sia
stato un --'ichiamo importante.
Ma intendiamoci sulla parola.
Una confessione in termini esagerati e grandiosi del nostro peccato, la continua dichiarazione
sulla nostre pigrizia e nullità
(quando salta agli occhi che ci
siamo spesi fino al limite), il non
essere capaci di una serena, distaccata valutazione delle potenzialità che sono in noi e nelle nostre chiese: tutto questo
non è manifestazione di sobrietà, ma è la controfaccia della
medaglia della ostentazione prodigiosa di sé.
Tentare noi stessi, al vertice
più alto o più basso delle nostre
qualità è un tentare Dio e uno
sfidarlo.
Nella terza tentazione è chiesto a Gesù di adorare Satana. E’
chiaro che né per il credente Gesù né per noi, si pone qui il problema della idolatria, dell'adorazione di altre divinità, né credo,
quello di una adorazione di se
stessi, della nostra propria individualità. Con sobrietà, ma soprattutto con profonda gratitudine al Dio che ci ha guidati fin
qui, possiamo affermare che questa è una tentazione per noi sostanzialmente vinta.
Ma resta aperto il problema:
cosa vuol dire adorare Satana?
Ripropongo qui la interpretazione iniziale di questa figura.
Satana è il nostro nemico interno, il nostro stesso modo di
interpretare la missione che svolgiamo. Viviamo spesso un attaccamento eccessivo alla nostra
identità di linea, di denominazione, di storia collettiva, di organizzazione. Viviamo spesso la
tendenza, nel tempo della crisi
delle identità, ad un arroccamento difensivo su questa stessa identità; sia in riferimento al
paese, genericamente inteso; sia
rispetto al/ai cattolicesimi che
vi operano; sia nel nostro ambito, nei nostri rapporti all’interno della Federazione. L’identità
nostra, di ciascuno e collettiva.
è importante, va riconosciuta e
valutata. Non va mai adorata.
La nostra Federazione giovanile ha conosciuto e conosce questa tentazione; contro di essa ha
cotnbaituto e combatte in termini a volte molto sofferti. La
definizione della nostra identità,
che in quanto giovani eravamo
spesso chiamati a ridefinire, sul
modo di interpretare la nostra
propria vocazione, ci è costata
fatica e ferite profonde. Parlo
dunque a voi per esperienze vissute in questo senso.
Ora il nostro passo non ci aiuta forse ad articolare una interpretazione della nostra missione
neU'Italia degli anni 80. Ma certo offre alle nostre chiese alcune indicazioni importanti sul come resistere a queste tentazioni
presenti in noi e tra noi. Gesù
non è stato disperato di fronte
ai propri conflitti e alla propria
crisi, non ha preso la strada dello scetticismo o dell’ascetismo
di rinuncia, ma ha mantenuto ferma la memoria della benedizione e dei doni da Dio offerti al
suo popolo nel tempo della prova. E ha respinto una visione
grandiosa del mondo e delle nazioni con una ostentazione miracolistica di sé, serrza però perdere il senso della propria missione, come invitandoci, per dirla con parole moderne, a respingere la mania di grandezza, senza rinunciare ai nostri sogni, al
sogno di cose lontane che aspettiamo senza vederle e per cui
spendiamo la vita.
Voglia il Signore sorreggerci
nella nostra fatica, donandoci la
stessa difficile sobrietà su noi
stessi e la stessa fiducia in lui,
che sono state proprie del credente Gesù.
Francesca Spano
UN INNO A DIO PER
LA FIDUCIA DEI CREDENTI
Giubilate, o giusti, nell’Eterno; la lode
s’addice agli uomini retti. Celebrate l’Eterno con la cetra; salmeggiate a lui col
salterio a dieci corde. Cantategli un cantico nuovo, sonate maestrevolmente con
giubilo.
Poiché la parola dell’Eterno è diritta e
tutta l’opera sua è fatta con fedeltà. Egli
ama la giustizia e l’equità; la terra è piena della benignità dell’Eterno. I cieli fu
ron fatti dalla parola dell’Eterno, e tutto
il loro esercito dal soffio della sua bocca.
Egli adunò le acque del mare come in un
mucchio, egli ammassò gli abissi in serbatoi.
Tutta la terra tema l’Eterno; lo paventino tutti gli abitanti del mondo, poiché
egli parlò, e la cosa fu; egli comandò e la
cosa sorse. L’Eterno dissipa il consiglio
delle nazioni, egli annulla il disegno dei
popoli. Il consiglio dell’Eterno sussiste in
perpetuo, i disegni del suo cuore durano
d’età in età.
Beata la nazione il cui Dio è l’Eterno;
beato il popolo ch’egli ha scelto per sua
eredità. L’Eterno guarda dal cielo; egli vede tutti i figliuoli degli uomini; dal luogo
ove dimora, osserva tutti gli abitanti della terra; egli, che ha formato il cuore di
loro tutti, che considera tutte le opere
loro.
^ Il re non è salvato per grandezza d’esercito; il prode non scampa per la sua gran
forza. Il cavallo è cosa fallace per salvare;
esso non può liberare alcuno col suo
grande vigore. Ecco, l’occhio dell’Eterno
è su quelli che lo temono, su quelli che
sperano nella sua benignità, per liberare
l’anima loro dalla morte e per conservarli
in vita in tempo di lame.
L’anima nostra aspetta l’Eterno; egli è
il nostro aiuto e il nostro scudo. In lui,
certo, si rallegrerà il cuor nostro, perché
abbiamo confidato nel nome della sua santità. La tua benignità, o Eterno, sia sopra
noi. poiché noi abbiamo sperato in te.
Salmo 33
Di rado facciamo una lettura complessiva di un Salmo. Spesso ne scegliamo i
versetti che ci sembrano teologicamente
importanti oppure quelli che ci appaiono
più attuali. Vorrei tentare qui una lettura
complessiva del Salmo 33, cercando di coglierne la struttura, la forma, il legame
a cura di Gino Conte
Terminiamo con questo studio la serie su alcuni Salmi curata da Daniele Garrone. Gli studi precedenti sono stati pubblicati sul n. 44 del 29.10 (Il Cammino del
giusto, Sai. 1) e sul n. 45 del 5.11 (Il giusto sofferente. Sai. 22).
con il culto dell’antico Israele e il rappòrto con la cultura del tempo.
Il Salmo 33 è un inno, cioè una composizione accompagnata dal canto e dalla
musica di strumenti, che veniva intonata
durante il culto al santuario per celebrare
la grandezza di Dio e lodarne gli interventi soprattutto in due ambiti; quello della
natura e quello della storia. Il nostro
Salmo è un inno complesso, per meglio
dire elaborato, perché unisce diversi motivi in un’unica composizione ben strutturata.
I vv. 1-3 ci trasportano subito nel pieno
del culto d’Israele. I fedeli riuniti vengono invitati ad unirsi nel canto, accompagnato dalla musica di strumenti e intervallato da vere e proprie grida di acclamazione.
Devono suonare e cantare bene, intonando a Dio un nuovo cantico. Nuovo
non tanto nel senso di appena composto,
da imparare, non ancora in uso, ma nuovo nel senso di adeguato all’azione di Dio,
sempre rinnovantesi nella natura e nella
storia.
È pressoché impossibile dire in quale
specifica occasione venisse intonato questo Salmo, cioè a quale culto particolare, a quale festa appartenesse.
Il Creatore
L’invito alla lode è ora seguito, nel corpo dell’inno che comprende i vv. 4-19,
dall’enumerazione delle ragioni per cui
si loda Dio, dei motivi per i quali lo si
vuole celebrare. Il nostro Salmo colpisce
per l’abbondanza e l’articolazione di questi motivi. Il primo (vv. 4-9) è l’attività
creatrice di Dio. Egli ha creato il mondo
con la sua parola, gli è bastato emettere
la voce e tutto quel che egli desiderava si
è realizzato. Certamente abbiamo qui dei
contatti con il primo racconto della crea
zione. Gen. 1. Con la sua parola, Dio dà
luogo alla sua fedeltà, al suo amore per
l’uomo, al punto che grazie a questa parola il mondo è pieno delle realizzazioni
del suo amore.
Vengono qui in particolare menzionati
due importanti atti di Dio. Innanzitutto
la creazione della volta celeste con gli
astri (v. 6). In secondo luogo Dio abolisce il caos primordiale e pone un argine
alle acque che secondo gli antichi coprivano la superficie terrestre prima dell’intervento provvidenziale della divinità. Una
idea questa che conosciamo anche da
Gen. 1. Alla parola di Dio queste acque
tumultuanti si lasciano ordinatamente
mettere in condizione di non nuocere;
quello che per gli antichi era il risultato
di una vera e propria lotta tra il dio e
le forze del caos, viene qui lapidariamente ridotto ad una operazione di immagazzinamento. Anche se dalle traduzioni ciò
non appare sempre, il v. 7 non vuol dire
che le acque che disordinatamente coprivano la superficie terrestre vengono fatte
confluire nei mari e negli oceani, ma al
di sopra dei cieli. È questa un’idea cardinale della cosmologia semitica; la volta
celeste è una grande cupola dietro cui
sono stati ammassati e contenuti in serbatoi i flutti minacciosi, le acque del mitico mare primordiale. Quella che era una
potenza quasi divina e ostile alla creazione si trova ingabbiata al di sopra del
cielo. I flutti saranno ora dispensati da
Dio sotto forma di pioggia, quando ve ne
sarà bisogno.
Il Signore
Di fronte airefflcacia della parola creatrice di Dio, l’unico atteggiamento sensato
è quello del rispetto. Gli abitanti del mondo devono temere il Dio la cui parola
subito si traduce in realtà. Questo pen
siero ci introduce in un’altra sezione del
Salmo; i vv. 10-12, in cui Dio è presentato
come signore del mondo. Non soltanto
nel confronto con il caos primordiale, ma
anche nel confronto con le potenze di questo mondo, la sua volontà si afferma e si
realizza. I piani di Dio esistono da sempre
e per sempre ed egli rende vane le trame dei popoli; i loro progetti sono inconsistenti. Questo tema della signoria di
Dio sul mondo è uno dei temi centrali in
molti inni, in cui Dio è presentato come
re e giudice del mondo. Il popolo che Dio
si è scelto non può che rallegrarsi, essere
felice appunto perché è il popolo di questo Dio, il creatore del mondo e il signore della storia.
Il Giudice
I vv. 13-15 ci presentano Dio come giudice, anzi come custode del mondo. Dio,
a cui si deve la creazione della mente dell’uomo (cuore), cui si deve dunque la capacità dell’uomo di agire e decidere, è
anche colui che vigila sull’uso di questa
facoltà e che ne chiede conto agli uomini.
Non soltanto egli chiama in giudizio i popoli, come è detto in altri Salmi, ma anche ogni singolo individuo. Di ognuno Dio
ha formato il cuore, ognuno dunque è sotto il suo sguardo.
All’idea del giudizio i vv. 16-19 aggiungono una nuova considerazione; lo sguardo di Dio non è soltanto lo sguardo del giudice che scruta le azioni degli
uomini, ma è anche lo sguardo di colui
che provvede al bene di chi ha fede in
lui. Dio impedirà che la carestia strappi
prematuramente alla vita i suoi fedeli.
La vera salvezza nella vita è la provvidenza divina, non il successo, ingannevole in
realtà, che tutti si attendono dalle risorse
umane, qui simboleggiate dalla potenza
militare.
L’inno volge alla conclusione. Il canto
nuovo rivolto a Dio si è ampiamente sviluppato, ne ha ricordato le grandi qualità; lui è tramite la sua parola il creatore
del mondo, lui è il Signore della storia,
contro cui nulla valgono le congiure dei
potenti del mondo, lui è il giudice delle
azioni degli uomini, lui provvede al bene
del suo popolo.
Di fronte alle azioni di questo Dio, a chi
crede in lui non resta che attendere
con fiducia il suo intervento, fonte di
gioia per gli uomini.
Daniele Garrone
7
19 novembre 1982
obiettivo aperto 7
MILANO - A TRENT’ANNI DALL’INAUGURAZIONE DEL TEMPIO VALDESE DI VIA SFORZA
Una chiesa di fronte al cambiamento
La crescita costante dell’area metropolitana ha costretto la comunità a compiere un continuo riesame della propria
organizzazione in vista della testimonianza nella città e nei dintorni - Prospettiva di lunga scadenza per le linee attuali
Il « nuovo » tempio valdese di
Milano fu inaugurato trenta anni fa; il 9 novembre 1952. I nuovi
locali di via Francesco Sforza,
pur usufruendo dell’antica facciata della chiesa di S. Giovanni
in Conca, furono progettati tenendo conto della necessità di
sale, salette, cucine e locali di servizio, per una grossa chiesa di
diaspora e per le sue svariate attività. Posta al centro della città,
in una grande via di traffico, a
due passi dall’Università statale,
la biblioteca comunale, il policlinico, il tribunale, l’anagrafe comunale e a cinque minuti a piedi dal Duomo, essa è facilmente
raggiungibile sia con i mezzi
pubblici che con quelli privati.
La storia di questi ultimi
trenta anni della comunità valdese di Milano è caratterizzata
dalla stretta connessione dei propri problemi, con quelli dello
sviluppo enorme della città e dei
suoi sobborghi in un cerchio dal
diametro di circa quaranta chilom.etri. Tutto ciò non ha nulla
a che fare con quello che era la
comunità valdese di 100 anni fa.
La città era costituita dalla compatta cerchia cittadina; la popolazione era sei volte inferiore a
quella attuale. Il grande tempio
di S. Giovanni in Conca, inaugurato nel 1881 e posto, nella centralissima piazza Missori, era facilmente raggiungibile a piedi da
tutte le parti della città, senza
considerare vari locali e sale di
evangelizzazione posti in zone
periferiche. La vicinanza e la facilità dei contatti fra i membri
della chiesa valdese del secolo
scorso e del periodo che va tra
le due guerre mondiali, contrasta in maniera stridente con la
dispersione attuale. Ancora trenta anni fa la comunità valdese,
composta da poco più di '700
membri di chiesa, viveva in una
città di circa 800 mila abitanti.
Oggi lo stesso numero di membri di chiesa vive dispersa in
un’area dove abita una popolazione quattro volte maggiore, cioè
più di tre milioni di unità.
Un continuo
riesame
Un cambiamento di situazioni
di tale proporzione ha imposto,
dalla metà degli anni ’60 in poi,
un continuo riesame della evoluzione della situazione comunitaria, anche e soprattutto in vista
della testimonianza nella città e
dintorni. Il fenomeno della grande immigrazione dal meridione
degli anni ’50 e ’60, non poteva
essere affrontato solo con i normali metodi tradizionali della
cura pastorale. La dispersione
stava diventando troppo ampia
per potere compiere un efficace
lavoro di cura pastorale che non
avesse le caratteristiche soltanto
della saltuarietà. Ormai era chiaro: il grande tempio posto al
centro della città restava comodo solo per uno strato della comunità, ma per moltissimi risultava impossibile raggiungerlo
per il culto, la scuola domenicale ed il catechismo. Si cerca allora di attuare un’opera di testimonianza evangelica nella periferia nord della città. L’unione
giovanile valdese, unita negli anni ’60 con quella metodista e bat-'
tista, compie un’indagine a tappeto presso tutte le famiglie abitanti nella « cintura » nord della
città. Un gruppo di famiglie dell’unione giovanile decide di iniziare un’esperienza di vita comunitaria, una « comune », sulla scia
dell’esperienza del centro di Agàpe e della ricerca di allargare e
diffondere quest’esperienza in altri ambiti. Nasce così nel 1967, 15
anni fa, la « comune » di Cinisello
Balsamo ed il « Centro Jacopo
Lombardini », per rendere un
servizio ed una testimonianza
evangelici in una delle più difficili zone della periferia milanese.
L’opera di questo gruppo è andata sempre in due direzioni: a)
visita e coordinamento in gruppi, delle famiglie evangeliche residenti nella « cintura » milanese
a nord; b) scuola serale, resa
possibile per la presenza di un
largo gruppo di insegnanti volontari, per portare alla licenza media quelle persone della zona
che — soprattutto per motivi di
lavoro — desiderano ottenere
questo titolo di studio. Dopo alcuni anni si è costituito intorno
al lavoro scolastico anche un
« centro culturale » ed un gruppo
di studio biblico, seguiti con molto interesse e partecipazione.
Negli ultimi dieci anni l’attività
della chiesa valdese di Milano,
per affrontare la nuova situazione, è stata orientata dall’Assemblea in due direzioni che indico
schematicamente con le parole;
missione interna e missione esterna.
Missione interna
Una comunità che si è andata
velocemente sparpagliando in una diaspora cittadina, presenta
gravi problemi di comunione fraterna. L’ampio tempio (m. 35
per 15), non favorisce rincontro;
l’altezza del locale di culto (m.
18) rende impossibile ogni scambio a livello comunitario senza
l’uso del microfono. Una assemblea di chiesa che si svolga nel
locale di culto risulta dispersiva
e nel dibattito la comunicazione
risulta molto difficile. La gente
possiede pochi momenti e spazi
qualificanti per conoscersi, per
maturare insieme, per approfon. dire la conoscenza biblica che è
l’unico fondamento por la crescita della chiesa verso il Cristo vivente.
La risposta a questo problema
è parsa fin dall’inizio molto difficile. Infatti il culto, anche se abbastanza ben frequentato (circa
150 presenze in media da ottobre a maggio), è un incontro parziale con persone sempre differenti, dove l’elemento orizzontale di incontro tra fratelli non è
normale. Per questo motivo si
organizzano circa cinque volte
all’anno delle « àgapi fraterne »,
dei pranzi comunitari che spesso
raccolgono a tavola anche 100
o 150 persone. Un comitato apposito provvede a preparare dietro prenotazione questi pranzi,
che precedono un’Assemblea o un
incontro fraterno e seguono il
culto domenicale. Si tratta di
Lintcnio del tctfivio l'istì'utiin'uto, in occusiottc di iiìtct festa delle
Corali (1978).
uno spazio importante per rincontro e la conoscenza reciproca.
Altra attività collegata col culto è quella della scuola domenicale e del catechismo. Essendo
praticamente impossibile di riunire nel corso della settimana i
bambini e gli adolescenti per
l’istruzione biblico-catechistica,
lo si fa per due ore la domenica
mattina, durante, poco prima e
dopo il culto. Più di venti monitori della scuola domenicale e
del catechismo vengono preparati di settimana in settimana
dai pastori, per impostare la lezione biblica ai circa 90 iscritti
alla scuola domenicale ed ai circa 50 catecumeni. Così, mentre
si svolge il culto nel tempio, si
hanno altrettante persone, bambini, ragazzi ed adulti, che si
occupano deH’istruzione biblicocatechetica, negli altri cinque locali del centro comunitario. Incontri fra genitori, gite comunitarie, ed un « aperitivo » organizzato dal II gruppo di catechismo,
sono momenti di incontro sempre connessi con il culto domenicale.
Nuovi strumenti
Dato però che tutto questo non
è sufficiente per rompere l’isolamento delle famiglie, l’Assemblea
si è orientata verso due direzioni:
a) anzitutto la creazione di
« gruppi di zona », diversi dei
quali « integrati » con la comunità metodista di Milano. Si sono
cosi venuti a formare in ambito
valdese e metodista una quindicina di gruppi, in città e nella
periferia, dove alcune famiglie,
fornite di casa adeguata e soprattutto di senso dell’ospitalità,
hanno messo a disposizione la loro casa per incontri mensili, ed il
loro telefono per invitare quanti
abitano nelle vicinanze e sono
collegati con le comunità. Gli incontri seguono generalmente un
argomento biblico, partendo dalla Scrittura o dall’attualità a
seconda del programma fissato.
Si raggiunge così circa un 15%
della comunità, il che è poco, ma
sempre meglio di niente.
b) In secondo luogo l’Assemblea ha dato inizio l’anno scorso
all’attività di un « gruppo di visitatori ». Si tratta di una trentina
di persone che si sono preparate
a compiere l’attività di visite.
La facciata
dell’antica chiesa di
S. Giovanni in Conca
fu smontata e applicata,
al nuovo tempio
dì via Sforza
mediante un apposito corso di
otto lezioni pubblicato dalla editrice Claudiana. Qui la risposta della comunità è stata notevole: 50 iscritti, tutti frequentanti e poi trenta persone che
si sono impegnate appunto per
le visite.
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I
Sia i gruppi di zona che il
gruppo visitatori, sono attività
previste a lunghissimo termine:
solo dopo anni di lavoro perseverante potranno dare frutti tangibili per migliorare la comunione fraterna della chiesa valdese
di Milano.
Missione esterna
Essere testimoni dell’evangelo
di Gesù Cristo in una città come
Milano, è compito di ogni credente, nel luogo di lavoro, in famiglia e tra gli amici.
Ma l’Assemblea valdese di Milano si è anche chiesta come
poter evangelizzare ed essere tutti insieme dei testimoni: essere
testimoni come comunità! Questo si è rivelato un compito difficile e complesso. La risposta è
venuta tuttavia in maniera nuova
e interessante: l’Assemblea ha
deciso, dopo uno studio approfondito durato quasi un anno,
di rinunciare al suo grande salone comunitario, fornito anche
di teatro, e di utilizzarne la prima metà che si affaccia sulla
strada per ospitare la libreria
Claudiana, che dal 1968 usufruiva di un modesto locale in affitto, adiacente allo stabile della
chiesa. Mediante complessi lavori iniziati nell’estate 1977 si è ricavato dalla sala della chiesa,
un ampio locale per la libreria,
una sala più piccola, ma molto
luminosa ed accogliente per le
attività pubbliche e per la comunità, due garages ed un razionale ufficio per la chiesa. Questi nuovi locali, a differenza di
prima, sono adoperati tutto il
giorno ed hanno comportato due
conseguenze.
Trasformazione
delle strutture
a) Anzitutto, in parallelo ed
in stretto contatto con la libreria Claudiana, è stato costituito
il « Centro culturale protestante » promosso e diretto dalle Assemblee della chiesa valdese, metodista e da una delle due chiese
battiste di Milano. Nonostante lé
nostre piccole forze questo « Centro », esistente dall’autunno 1978,
si è fatto conoscere in città, mediante serie di conferenze, studi
biblici, lezioni promosse dal Comune di Milano nel ciclo culturale di « Milano per voi », mediante
concerti, mostre d’arte e iniziative ecumeniche, tutto sempre a
livello di « cultura popolare », an
che se mediante conferenzieri
ben qualificati. L’ampio spazio
della libreria Claudiana, è diventato così anche uno spazio per
rincontro fraterno, per l’offerta
di servizio e di collaborazione
volontari, per l’evangelizzazione
e la testimonianza evangelica
nella città: un momento privilegiato per cui siamo grati al Signóre.
b) Il lavoro di trasformazione e di ristrutturazione dei locali comunitari ha reso necessaria
anche una ristrutturazione degli
spazi all’interno del tempio. Così, dopo quattro anni di sperimentazioni, l’Assemblea ha approvato una struttura comunitaria mobile per l’arredamento del
tempio: le panche a semicerchio
intorno al pulpito; un tavolo ed
un pulpito mobili per poter usufruire dell’abside, sia per le
àgapi' fraterne, quando si superano le settanta persone, sia per
concerti, conferenze, rappresentazioni teatrali, ecc, Insomma
un locale pluriuso e non soltanto dedicato al culto. Questi lavori di adattamento del tempio
sono ancora in corso, per quanto concerne una nuova illuminazione, la definizione del « centro
liturgico » mobile e la verniciatura del soffitto e delle pareti, secondo un programma approvato
dall’Assemblea e la cui conclusione si prevede entro l’estate
1983.
Siamo grati al Signore per i
molti problemi che ci ha consentito di affrontare in questi anni, ma siamo anche convinti, come chiesa di Gesù Cristo, di avere molte più domande da porre
che risposte da dare. Siamo soprattutto persuasi che tutte le
ipotesi di lavoro comunitario,
che abbiamo messo sul tappeto
in vista di una più efficace testimonianza al Cristo vivente ed in
vista di una più genuina vita comunitaria, potranno veramente
parlare di Cristo alla città ed ai
credenti, soltanto se il Signore
qontinuerà ad essere presente
tra noi con il suo Spirito e con
la sua Parola.
Thomas Soggin
8
8 ecumenismo
19 novembre 1982
INTERVISTA AL PASTORE AMETEFE NOMENYO
Animazione teoiogica
"T- Echi dal mondo
cristiano
Ametefé Nomenyo pastore della chiesa evangelica del Togo
(Africa), consacrato nel 1959, è attualmente segretario teologico
della CEvAA (Comunità evangelica di azione apostolica). Approfittando della sua presenza a Torre Pellice in occasione dell’incontro
europeo della CEvAA per animatori teologici, gli abbiamo posto
alcune domande.
— Che cosa è questa animazione teologica di cui Lei si occupa?
— Essa è strettamente legata
ad uno degli obiettivi principali
della CEvAA: far si che i doni
ed i problemi di una chiesa possano essere condivisi con tutte le
altre chiese sorelle. Per fare questo è estremamente importante
che le comunità locali possano
esprimersi trovando nella Bibbia
delle risposte ai loro problemi
concreti. Bisogna cioè riportare
la comprensione della Bibbia al
livello del vissuto, del quotidiano
di ogni singola Chiesa. La CEvAA
intende fornire persone e strumenti per far si che ogni comunità locale possa riflettere sulla
Bibbia senza sentirsi isolata, sapendo che altrove altre chiese
stanno facendo la stessa cosa.
— Perché pensa che le comunità locali devono necessariamente considerare importante l’animazione biblica?
— Fare vivere lo spirito di aiuto reciproco della CEvAA è far vivere l’Evangelo e quindi ci porta
a vivere come comunità cristiane, sapendo che le speranze e le
paure della gente che forma la
base delle nostre chiese sono estremamente importanti per tutte le chiese. L’animazione teologica può servire ad ogni singola
comunità per comprendere meglio la Bibbia nella sua realtà
specifica e quindi per poter me
glio annunciare agli uomini la
Parola del Signore.
— Come mai considera valido
lo scambio di informazioni tra
comunità che pure vivono in contesti così diversi, ad esempio in
Africa ed in Europa?
— Se vogliamo che le chiese si
conoscano, che si sostengano a
vicenda nella preghiera e nella
intercessione (e questi sono i
compiti primari della CEvAA),
come possiamo ottenere questo
senza che le chiese locali conoscano ciò che succede in chiese
locali lontane, magari molto diverse, ma con le quali siamo uniti in Cristo? Ogni chiesa locale in ogni luogo esprime una ricchezza ed una particolarità nella
testimonianza delTEvangelo che
non deve rimanere nascosta, ma
che deve essere condivisa con le
chiese sorelle. È per questo ad
esempio che qui a Torre Pellice
abbiamo molto apprezzato la presentazione della Chiesa Valdese
fattaci dal past. Tourn ed il culto fatto dal gruppo italiano che
ci ha invitati ad indirizzare le
nostre preghiere di intercessione
nei confronti di situazioni specifiche, desunte dalle notizie riportate quel giorno sul giornale. Queste due esperienze fatte a Torre
Pellice saranno importanti ad esempio per gli animatori teologici, non solo italiani, ma anche
provenienti da altri paesi o continenti.
— Che consigli potrebbe dare
a chi si occupa della animazione
biblica e teologica qui da noi in
Italia?
— È difficile rispondere perché
bisogna innanzi tutto conoscere
il luogo in cui si opera ed io conosco pochissimo l’Italia. Comunque cercherò di dare quelle che
mi sembrano essere le indicazioni principali: la prima l’ho già
detta, si tratta di conoscere il
luogo, la situazione dove si intende fare della animazione teologica, la comprensione della Bibbia
è sempre legata a uomini e donne
che vivono dfelle situazioni concrete.
Poi c’è il secondo punto, quello
della formazione. Un animatore
deve aver bene in testa che cosa
si prefìgge con l’animazione biblica e teologica e poi prepararsi in vista di raggiungere questo
scopo. Questo comporta la ricerca di metodi di lavoro appropriati, di sistemi di presentazione
del lavoro biblico e, soprattutto
se si lavora nel campo giovanile,
una ricerca del problema del linguaggio che è spesso un linguaggio ecclesiastico che non è il linguaggio di ogni giorno e quindi
va cambiato.
L’ultimo punto è poi quello dei
materiali biblici e teologici reperibili in loco, ma anche quelli che
possono essere sconosciuti, sovente, lo ripeto, esperienze fatte
in luoghi molto lontani da noi
sono molto importanti per la nostra realtà, quindi questo vale
anche per i materiali preparatori! E poi... mai stancarsi di provare; di ricercare e di tentare.
a cura di Claudio Pasque!
a cura di Renato Goìsson
Chiesa dei Fratelli
Nella recente visita del Papa
a Padova, le vie della città, imbiancate per l’occasione, erano
coperte da striscioni con scritte
iimeggianti al pontefice: « Tu sei
Pietro, confermaci nella fede »,
« Tu hai parole di vita ». La Chiesa dei fratelli in quella occasione ha pubblicato una « lettera
aperta alla cittadinanza » in cui,
riaffermato che « la Bibbia è la
suprema autorità in ogni materia di fede e di condotta », si proclama « la sufficienza della morte
espiatoria e sostitutiva del Signore Gesù Cristo » e, proclamato
« il sacerdozio di tutti i credenti », si invita « Giovanni Paolo II,
e chiunque dice di amare la verità del Vangelo, a rinunciare a
tutto ciò che è in contrasto alla
Parola di Dio e a dare frutti degni di ravvedimento ».
Si comprende meglio l’ultimo
inciso quando si ricorda la lapide che è murata a pochi metri
dal Duomo che promette « cento
anni di indulgenza » a chi « dirà
sia benedetta la santa ed immacolata concezione della beata
Vergine ». Indulgenza concessa
da Gregorio XV.
• A Roma Primavalle, a Gabicce, ad Anghiari sono stati organizzati incontri fraterni di studio biblico seguiti da numerosi
uditori, a S. Nicandro Garganico
una serie di riunioni di evangelizzazione sotto la tenda ha dato
buoni risultati. Quattro giovani
si sono impegnati per l’Evangelo il che fa dimenticare quegli
altri giovani che hanno cercato
di disturbare le riunioni.
Il mensile « Il Cristiano » di
questi ultimi due mesi ricorda
18 località nelle cui riunioni sono stati celebrati 86 battesimi.
Esercito
della Salvezza
Come ogni anno, durante l’estate,' l’attività dell’Esercito della Salvezza è stata caratterizzata
dai campi estivi: a Bobbio Pellice si sono tenuti il Campo Biblico femminile, il Campo dei
giovani e il Campo Biblico per
le famiglie; a Forio d’Ischia il
Campo dei giovani ed il campo
comunitario. Sempre al centro
di queste attività lo studio della
Bibbia.
Ai campi giovanili si sono ritrovati oltre 200 giovani, particolarmente importante il campo
di Bobbio Pellice per il suo carattere internazionale: erano giovani di sei nazioni che hanno
trovato nel canto il linguaggio
comune. Caratteristico lo studio
biblico sulle parabole lette a turno dai giovani, versetto per versetto ciascuno nel proprio linguaggio. Era un ripetersi del miracolo della Pentecoste: un solo
messaggio, parlato in varie lingue.
Assemblee di Dio
In una serie di articoli su « Risveglio Pentecostale » il pastore
Toppi ricorda le fasi più importanti della storia del Pentecostalesimo in Italia. Nella ultima
puntata della sua storia Toppi
ricorda un esposto della Polizia
in data 4 luglio 1943, in cui fra i
pentecostali pericolosi viene segnalato Gorietti Umberto, « altro animatore della setta, che ha
diretto diverse manifestazioni di
culto, durante le quali ha tenuto
conferenze di contenuto disfattista e commentando catastrofiche profezie bibliche, con evidenti allusioni ai tempi attuali,
determinava fra gli uditori un
vivo senso di panico. E’ un accanito antifascista ».
Umberto Gorietti, deceduto
nella primavera scorsa, è certamente una delle figure più eminenti del Pentecostalesimo e dell’Evangelismo italiano. Figura
eminente nella Chiesa di Roma
sin dal terzo decennio di questo
secolo, a varie riprese incarcerato per la sua fede nel periodo
della persecuzione fascista e scelbiana (era in carcere alla caduta del fascismo), fu uno dei più
validi assertori dei diritti dei
pentecostali alla libertà religiosa.
Come rappresentante delle Assemblee di Dio non solo trattò
colle autorità dello Stato, ma si
recò in America, accompagnando l’avvocato Rosapepe, il legale
delle Chiese Pentecostali, per interessare le chiese d’America alla causa delle Chiese Pentecostali. Fu il presidente naturale del
Comitato nazionale delle Assemblee di Dio fino alla morte e il
naturale delegato italiano nei vari Convegni Internazionali.
E la testimonianza dell’Evangclo caratterizzò non solo la sua
vita ecclesiastica ma anche la
sua attività laica: nelle Chiese
Pentecostal; si ricorda infatti
che la Chiesa di Napoli ha la sua
origine, nel 1931, nella testimonianza che egli rese a persone
colle quali era venuto in contatto per questioni del suo lavoro quotidiano.
Giustamente quindi le Assemblee di Dio in Italia ricordano
il loro Presidente, bella figura di
credente che onora non solo le
A.Ssemblee di Dio in Italia ma
tutto l’evangelismo italiano.
L’ultimo numero di « Risveglio Pentecostale » ricorda nove
località nelle quali sono stati celebrati 122 battesimi. Da notare
il fatto che 54 di questi hanno
I Metodisti
nel mondo
(Soepi) — Nell’ultima riunione
del Comitato esecutivo del Consiglio Mondiale Metodista, riunito
a Bruxelles, sono stati fatti conoscere i dati relativi al numero
dei membri delle chiese metodiste nel mondo che risulta oggi di
23,7 milioni rispetto ai 20,8 milioni del 1976. Nello stesso periodo
l’estensione della « comunione
metodista » (i membri più coloro
che si riferiscono in altro modo
al metodismo) è passata dai 49,6
ai 51,7 milioni. Il Comitato ha
anche discusso sui rapporti con
le chiese unite che un po’ dovunque nel mondo includono anche
chiese metodiste, e sulle prospettive ecumeniche.
Il CEC nel Libano
(Soepi) — I gruppi medici inviati dalle chiese sotto l’auspicio
del CEC continuano la loro azione negli ospedali posti vicino ai
campi dove sono avvenuti i massacri dei profughi palestinesi. Si
tratta in tutto di 69 persone.
In particolare: un medico e 5
infermiere lavorano nell’ospedale di Akka, vicino al campo di
Chatila; provengono dall’Australia, Gran Bretagna, Olanda, Svezia e Germania Occ. Tre medici e
due infermiere da Gran Bretagna, Danimarca e Germania Occ.
compongono la prima équipe per
l’ospedale di Gaza, vicino al campo di Sabra.
avuto luogo nella zona di Milano. 11 Pentecostalesimo si rivela
così come un fenomeno non più
solo meridionale.
Chiesa Avventista
Il « Messaggero » dà un’ampia
relazione su l’Assemblea di Rimini, in cui si è esaminato il lavoro compiuto dalla Chiesa Avventista in Italia nell’ultimo
triennio.
Ha preso atto del cambio della guardia alla presidenza dell’opera. Il nastore Gianfranco
Rossi ha dovuto lasciare la Presidenza chiamato a dirigere il
Dipartimento della Libertà religiosa al centro Divisionale: da
molti anni egli si occupava con
notevole capacità in Italia dei
problemi riguardanti la libertà
religiosa. A Presidente dell’Opera è stato eletto il pastore di
Marsiglia, per vari anni già dirigente dell’attività di Firenze:
il pastore Enrico Long è stato
poi per vari anni missionario
nel Madagascar.
Il Rapporto del Presidente
uscente dà una visione chiara
della vita dell’Avventismo italiano. Sono attualmente 4.753 i
membri di Chiesa. Nel triennio
sono stati ammessi 630 nuovi
membri mentre le perdite sono
state 155 per decessi e 256 per
« apostasia ». Sono all’opera nella Chiesa Avvenlista 50 pastori
(di cui 14 emeriti). I predicatori
sono 22, i missionari 44, i colporlori 38. Nel triennio esaminato
sono state aperte nove nuove
Chiese, sono state costruite otto
sale di culto. Un notevole sforzo
è stato compiuto per la creazione del centro di Forlì. Notevole
il fatto che tre stabili sono doni
di membri di Chiesa. Le decime
hanno raggiunto la somma di
un miliardo e mezzo nel 1981 a
cui si aggiungono altre offerte
per 300 mila lire.
Sono dati su cui dobbiamo meditare.
In Africa occ. nuovi
programmi radio
(FLM Inf.) — A partire dal 5
settembre scorso, l’emittente privata « Africa n. 1 » trasmette un
programma quotidiano per conto
della Federazione Luterana Mondiale. Questi programmi provengono dagli studi di produzione
Murya Bishara di Jos nella Nigeria e sono in lingua Haoussa.
Cinque anni fa era stata requisita dal governo etiopico « Radio
Voce dell’Evangelo » che trasmetteva da Addis Abeba. Da allora
la FLM aveva cercato il modo di
riprendere delle trasmissioni radio neH’Africa.
Era previsto che parallelamente al programma in Haoussa sarebbe stato lanciato un programma in lingua Foultaé, Purtroppo
però lo studio di produzione di
N’Gaoundéré (Camerún) si trova
sotto sequestro da parte del governo camerunese dal mese di
ottobre 1981. t
Il direttore dei programmi ha
detto: « Per l’Africa occidentale
Radio Voce delTEvangelo trasmetteva in inglese, francese,
haoussa e foulbé, raggiungendo
in questo modo parecchi milioni
di ascoltatori di vari paesi... Le
trasmissioni sperimentali fatte
nel giugno scorso hanno provato
che l’emittente « Africa n. 1 » copre l’insieme del territorio haoussa. Possiamo perciò sperare che
in breve i programmi dello studio di Jos raggiungeranno un
pubblico importante con lo scopo di « annunciare al mondo Cristo » secondo il motto di Radio
Voce delTEvangelo ».
Zambia: rapporto
Chiesa-Stato
(Soepi) — Responsabili delle
chiese dello Zambia, vogliono incontrare il Presidente Kenneth
Kaunda per discutere i punti di
contrasto, in modo particolare
per quanto concerne l’insegnamento del « socialismo scientifico » nelle scuole dello stato. Una
riunione fissata per il mese di
giugno scorso è stata rinviata alla richiesta dei rappresentanti
delle chiese perché essi volevano
incontrare il Presidente in persona.
Il servizio estero
olandese ha 20 anni
(RCN Bulletin) — Il « Servizio
all’estero » delle chiese olandesi,
compie quest’anno il suo 20” anno di attività ed ha inviato il
suo millesimo servitore, i coniugi Dragt che sono partiti per lavorare nell’ospedale di Gutu della chiesa Africana Riformata dello Zimbabwe.
Il « Servizio all’estero » è stato
fondato nel 1962 in seguito alle
regolari richieste di personale
specializzato che provenivano
dall’Africa, dalTAmerica Latina
e dall’Asia. Si richiedevano in
particolare insegnanti in scienze
naturali, in tecnologia ed in agricoltura, infermieri, dottori, tecnici ed agronomi.
Il servizio si preoccupa anche
della preparazione delle persone
che vogliono servire nelle chiese
0 in altre organizzazioni in varie
parti del mondo. È una delle poche organizzazioni che opera per
mezzo di contratti stabiliti con
le chiese e con i governi esteri.
Il servizio non ha fondi propri. I salari dei volontari sono
pagati dalle chiese o dai governi
per i quali lavorano.
Il Servizio è sostenuto dal Consiglio Olandese della Missione.
9
19 novembre 1982
cronaca delle Valli 9
DIBATTITO A PINEROLO
Ma il laico, chi è?
In breve
Pubblico
o privato?
A proposito del contributo che
<t la comunità valdese può dare
alla vita del Piemonte » il moderatore Bouchard — leggo ora
— cita la convenzione con la Regione Piemonte « in cui si riconosce l’utilità e la funzione dei
tre ospedali valdesi, che di conseguenza vengono inseriti nella
normale programmazione sanitaria regionale, pur mantenendo i
propri organi di gestione ». Il lettore di « Notizie della Regione
Piemonte » (n. 7-9) che non conoscendo i valdesi s’imbatte in
questa dichiarazione di Bouchard riterrà che i valdesi testimoniano della loro fede anche
mettendo al servizio del pubblico le loro strutture sanitarie. E
questo va bene. E bene ha fatto
il moderatore a ricordarlo. Ma
sul fronte degli istituii assistenziali della nostra chiesa non sempre le cose vanno in questa direzione.
Apre in questi giorni la nuova
casa di riposo per anziani « .Miramonti » di Villar Pellice, interamente privata, realizzata e gestita dal locale Concistoro. Sicché da un lato, sul fronte sanitario, si fanno convenzioni con la
Regione e dall’altra si mantiene,
nel settore assistenziale, una più
o meno rigida privatizzazione.
Dal punto di vista poi della testimonianza attraverso il personale, le cose si complicano ancor
dì più, perché negli ospedali vaidesi si entra per pubblico concorso, vince insomma al di là
della posizione religiosa, il più
preparato, (all’Evangelico di Torino il 75% del personale è cattolico, invece negli ospedali di
Pomaretto e Torre Pellice il 75%
del personale è valdese) mentre
negli istituti assistenziali si assume ancora personale in modo
autonomo, privilegiando l’aspetto confessionale. E’ vero che ci
sono due leggi regionali distinte
per il settore assistenziale e quello sanitario, ma dal punto di vista della testimonianza che si
vuol. rendere la faccenda non
cambia.
Il problema in sostanza è questo: o s’intende entrare nella programmazione pubblica, sanitaria
o assistenziale del territorio accettando di limitare la nostra autonomia e aumentando la riostra
disponibilità, oppure ci si rinchiude nel privato per paura che
la contaminazione con l’ente pubblico stinga il carattere valdese,
sino a farlo scomparire. Ma c’è di
più: se il servizio sanitario o assistenziale che noi rendiamo è
equiparato a quello pubblico in
cosa esso potrà distinguersi rispetto a tutti gli altri? A partire
da qui nasce una .sfida nuova per
tutta la chiesa nei confronti di
coloro che, lavorando nei nostri
istituti ed essendo membri di
chiesa, nel loro lavoro si sentono in realtà «sganciati » da una
attenzione comunitaria che in
qualche modo li orienti e li sostenga. La mia paura è che la
chiesa non sia sufficientemente
solidale con chi (cattolico o valdese non imporla) lavora nei
nostri istituti. E non vorrei che
si finisse con lo scambiare l’autonomia dei nostri istituti con
un voler salvare soltanto i muri
e la disponibilità alle convenzioni
con una sostanziale dimissione
della chiesa ad occuparsi dei problemi degli istituti. Inserirsi nella programmazione pubblica richiede un particolare sforzo nel
salvaguardare e far fruttare la
propria identità. Nel privato questo rischio non c’è, ma non è detto che la « via larga » sia la migliore. Giuseppe Platone
Organizzati dalle Comunità di
base si sono svolti FU e 12 novembre, presso il seminario vescovile di Pinerolo due incontri
sul tema della laicità.
I cinque oratori che si sono alternati hanno dato della laicità
definizioni diverse, tutte però interessanti e motivate. Per don
Vittorio Morero, direttore dell’Eco del Chisone, laico si contrappone a religioso, laico è
chiunque non aderisca ad una
chiesa storica sia esso deista,
agnostico o ateo; Se entrambi gli
interlocutori non sono inquinati
da « fanatismo polemico » è
possibile fra loro un dialogo sereno in un rapporto di reciproco
servizio: il pensiero laico offre
al religioso il suo metodo di ricerca e questo a sua volta lo interpella sul significato ultimo della vita (Che cosa dici di fronte
al male, alla morte?).
Molto più articolate le definizioni date dai giudici: anzitutto
Amos Pignatelli, che ne propone
tre;
a) nell’area politica è laico
chi non è cattolico, né marxista;
b) nelFambito delle istituzioni (stato, scuole ecc.) la laicità si
contrappone alla confessionalità,
senza per questo ignorare che
esiste un fenomeno religioso che
analizza in altra sede.
c) a livello personale, in cui
la coscienza laica si rivela in una
serie di comportamenti verso la
propria e l’altrui fede.
E qui il Pignatelli enumera alcuni punti o comportamenti che
ritiene essenziali per costruire
una società laica, in cui tutti possano convivere, facendo a meno
di ammazzare, sfruttare o discriminare: la tolleranza, cioè la rinunzia a valersi del potere delle
istituzioni per ampliare la propria area di influenza; il confronto come mentalità; la capacità di
distinguere tra la fede e le proprie convinzioni storiche o le abitudini mentali; la fedeltà alla ragione che accetti la verifica sulle
proprie affermazioni, ed infine la
gratuità del credere.
Per il giudice Elvio Passone,
laicità è per il credente la rinunzia a voler realizzare il Regno di
Dio attraverso il potere economico religioso o politico. Esempio di questa rinunzia lo troviamo nel racconto della tentazione
di Gesù (Matteo 4: 1-11); la laicità in questo senso è dunque qualcosa non di aggiuntivo ma di essenziale per la fede. Caratteristica di questa laicità è il rifiuto di
pregiudiziali ideologiche, nella
consapevolezza che ogni uomo
deve essere libero di confessare
la propria senza nessuna discriminazione e nella convinzione
che nessuna istituzione può essere destinata al servizio di una
confessione o ideologia.
Quest’ultimo punto è ancora il
più controverso — avverte Passone — perché molti ritengono
che l’istituzione debba sì essere
laica, cioè tollerante, ma rimanere al servizio dei supremi valori della fede, e se non imporre,
almeno proporre a tutti una norma di vita. Il credente laico, invece, proprio per la sua fede, rifiuta questo intervento.
Anche Adriana Zarri, la teologa delle comunità di base, dando
una valutazione positiva della
laicità, ha ripreso il tema del rifiuto delle garanzie di protezione
e di stabilità che l’istituzione ecclesiastica può offrire, risvegliando un’eco immediata nei cattolici di base presenti, i quali ritrovavano nelle sue parole i punti
fermi del proprio impegno per
il rinnovamento della chiesa.
Sull’altro uso del termine laico, che nel linguaggio ecclesiastico indica il semplice credente,
senza qualifica sacerdotale, il discorso della Zarri è stato altrettanto reciso: « la consacrazione
è data dal battesimo e la vocazione è rivolta a tutti; il semplice laico ritrova la sua dignità
nella affermazione del sacerdozio
universale ». E se è necessaria
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una qualche forma istituzionale,
affinché la Chiesa sia visibile,
l’istituzione non deve essere immutabile e fissa ma « semper reformanda » in un continuo confronto con l’Evangelo. Concetti
simili sono stati espressi anche
da Franco Giampiccoli, il quale
si è soffermato maggiormente sul
contributo che la Riforma ha dato alla nascita del mondo moderno, nel quale la laicità ha trovato uno spazio che la concezione medioevale della preminenza
del soprannaturale, non le consentiva. Il concetto di vocazione,
per l’uomo laico, è stato assunto
da Calvino, non come l’equivalente della scelta di vita monastica, ma come espressione della
libertà del credente realizzata nel
concreto della professione e del
lavoro quotidiano.
Ma ai giorni nostri la vocazione del laico fa ancora riferimento alla chiamata di Dio? Sembrerebbe proprio di no, infatti per
molti laicità è sinonimo di incredulità. Invece, se intendiamo
questo termine nel suo significato autentico, dobbiamo interpretarlo sia come riconoscimento
dell’assoluta sovranità di Dio,
che non ha bisogno della mediazione della chiesa, sia come rispetto della dignità e della libertà di azione dell’uomo.
a cura di Marcella Gay
e Liliana Viglielmo
Una storia per la pace
Il gruppo di storia del Circolo didattico di Luserna San
Giovanni organizza degli incontri dibattito sul tema: « Una storia per la pace ».
Nuove ipotesi di itinerari e ricerche. « Tra antropologia e storia : ipotesi per le comunità contadine », venerdì, 19 novembre,
ore 16,30, scuole elementari di
Luserna S. Giovanni. Intervento di Angelo Torre, docente di
storia economica presso l’Università di Torino.
Ginnastica e nuoto
per le elementari
PINEROLO — Il comune ha
recentemente deliberato di organizzare corsi di ginnastica e di
nuoto per le classi elementari.
La novità consiste nel fatto che
per la prima volta questi corsi
saranno effettuati nell’orario di
scuola e sono completamente
gratuiti. Il comune si assumerà
tutti gli oneri, dal pagamento
degli istruttori, alle assicurazioni e al trasporto.
Ogni settimana fino alla fine
dell’anno i ragazzi effettueranno
un’ora di ginnastica e un’ora di
nuoto la settimana. I corsi di
nuoto si terranno presso la piscina del « Nuovo Veliero » di
Frossasco.
Sn difesa del Parco
di Villa Prever
PINEROLO — Sono 1737 le
firme raccolte tra i cittadini per
impedire la costruzione nel parco di Villa Prever dell’ampliamento della scuola alberghiera.
Tra i firmatari vi è anche la moglie del donatore al Comune della villa e del parco, sig.ra Prever,
il presidente della provincia Maccari, il presidente della Pro Loco.
Il sindaco ricevendo la delegazione di cittadini che gli ha consegnato le firme ha promesso
di mettere all’ordine del giorno
del consiglio comunale la questione. Per ora il progettista,
arch. Tomasini, continua il suo
lavoro.
Teatro
. RORA’ — Il « Teatro del Canto », di Torino, ha dato domenica 7 novembre uno spettacolo
(Incontri-sensazioni) per i bambini di Rorà e i loro genitori.
L’incontro di questo gruppo con
la popolazione (preparato anche
da colloqui con il pastore Giorgio Tourn e con Jean Louis Sapl?é ) ci è sembrato molto bello e
speriamo che potrà avere degli
sviluppi pel futuro.
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10 cronaca delle Valli
Il Collettivo Biblico Ecumenico di Pinerolo propone alle comunità e ai gruppi del pinerolese una serie di incontri mensili per preparare insieme la 6*
Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese, che si terrà a
Vancouver - Canada (24 luglio 10 agosto 1983).
Il tema di questa assemblea,
« Gesù Cristo, la vita del mondo », è stato scelto anche per la
Settimana di preghiere per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio
1983).
Seguiremo nei nostri incontri
i-t studi biblici proposti dallo
stesso Consiglio Ecumenico, che
partono da altrettante « immagini bibliche di vita ». Ogni vetta rincontro sarà introdotto da
un teologo (cattolico o evangelico) e da un gruppo o da una
comunità ( cattolica, evangelica
o interconfessionale).
Ecco il calendario degli incontri :
. Giovedì 25 nov., ore 20.45 Chiesa Valdese, Via dei Mille 1,
Pinerolo - Tema « La via della vita ». Introducono : Sergio Ribet,
pastore valdese di Rorà - Gruppo animatori ragazzi di San Lazzaro.
PINEROLO
i matrimoni interconfessionali
Domenica 7 novembre si è tenuto a Pinerolo, nella biblioteca
del Seminario, il primo dei tre
incontri previsti sul tema dei matrimoni interconfessionali. L’incontro è consistito nella presentazione fatta dal pastore Bruno
Rostagno e da don Mario Polastro, del rapporto preparato dalla commissione sinodale valdometodista : « I matrimoni interconfessionali tra cattolici ed
evangelici in Italia » Ed. Claudiana 1982.
Nella sua relazione don Polastro ha analizzato il testo che è
articolato in quattro sezioni principali: 1 - normativa cattolica;
2 - normativa valdese ; 3 - prassi
degli anni ’70 ; 4 - documento della diocesi di Pinerolo del 1981.
Egli ne ha messo in rilievo la
buona impostazione generale,
non esente tuttavia da alcune
imprecisioni.
Bruno Rostagno nella sua relazione ha evidenziato alcuni importanti punti di consenso sui
quali invitare le comunità alla
riflessione e alcune questioni
aperte sulle quali si deve sviluppare il confronto. Queste ultime
Collettivo biblico
interconfessionale
PEROSA — Chi è interessato
alla continuazione del collettivo
è invitato a partecipare all’incontro che si terrà a Pomaretto, Eicolo grande, lunedì 22 novembre
alle 20.30.
Si deciderà periodo e programma della prossima serie di incontri.
si riferiscono: alla libertà decisionale degli sposi; al significato che ha il matrimonio interconfessionale per le chiese; al
rapporto fra gli sposi e le rispettive comunità.
E’ seguito un dibattito con diversi interventi di appartenenti
a coppie interconfessionali che
hanno evidenziato ancora una
volta la sofferenza che questi
problemi irrisolti suscitano in
chi li vive in prima persona. E’
stata rilevata da più parti una
certa indifferenza da parte delle
comunità cattolica e valdese su
questi temi, segno forse di una
scarsa disponibilità nel voler riesaminare le proprie posizioni.
Si spera che il prossimo incontro previsto per il 23 gennaio
1983, in sede da stabilire, veda,
da parte valdese, una maggior
partecipazione di membri di concistori, in particolare di quelli
che sollevarono la questione della compartecipazione alla liturgia del matrimonio.
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19 novembre 1982
INCONTRI BIBLICI ECUMENICI A PINEROLO
Gesù Cristo, la vita del mondo
Giovedì, 16 die., ore 20.45 Chiesa Valdese, Pinerolo - Tema « La nascita ».
Domenica 30 genn., pomeriggio
presso la comunità dei PP. Cappuccini (San Maurizio - Pinerolo). Tem.a « La casa di pietre viventi ».
(giovedì 24 febb., ore 20.45 Chiesa Valdese, Pinerolo. Tema
« Il pane di vita ».
Giovedì 24 mar., ore 20.45 Chiesa Valdese, Pinerolo - Tema
« Il tesoro della vita »,
(giovedì 28 apr., ore 20.45 Chiesa Valdese, Pinerolo. Tema
« La corona della vita »:
Domenica 22 mag.. Incontro
di Pentecoste - Pomeriggio presso la comurìità dei PP. Cappuccini (S. Maurizio - Pinerolo). Tema « L’acqua della vita ».
Al primo incontro verranno
messe a disposizione le schede
dei 7 temi curate per l’Italia dalla Federazione delle Chiese Evangeliche.
Per informazioni telefonare al
n. 22.426.
Per costruire
fino aN'85
PINEROLO — Coloro che nel
periodo 1° gennaio 1983 - 31 dicembre 1985 intendono presentare domande di concessione edilizia per nuove costruzioni o recupero di fabbricati esistenti o
comunque per opere edilizie che
per legge non possano essere
concesse se non previste sul programma pluriennale, sono invitati a farne domanda al Comune.
La domanda, da formularsi
su apposito modello da ritirarsi
presso ruflìcio Informazioni dei
Vigili Urbani in Municipio, dovrà essere presentata entro e
non oltre il 15 dicembre 1982.
L’autotassazione di novembre
Entro il 30 novembre prossimo i contribuenti devono versare
al fisco un acconto sull’imposta dovuta per il 1982. Quest’anno vi
sono alcune novità. Vediamole nel dettaglio •
• IRPEF
Devono pagare racconto coloro che nel modello 740, presentato nel maggio di quest’anno, nel rigo 59 del quadro N hanno indicato una somma superiore a 100.000 lire.
Costoro devono pagare il 92»/o della somma indicata.
Il versamento delTacconto Irpef va versato esclusivamente a
mezzo banca che fornisce i moduli necessari.
• ILOR
Sono tenuti a pagare racconto per l’Ilor le persone fisiche, le
società di persone, le persone giuridiche che per l’anno ’81 abbiano
presentato una dichiarazione dei redditi con debito di imposta Ilor
superiore a lire 40.000.
Costoro devono versare il 92% della somma indicata;
— al rigo 87 del quadro o del mod. 740, se persone fisiche;,
ai rigo 55 del quadro O del mod. 750, se società di persone;
— al rigo 05 del quadro M-A del mod. 760 se società di capitali o
enti commerciali ;
— al rigo 32 del quadro M-B del mod. 760 se enti non commerciali
(molti Istituti valdesi sono considerati tali) ed enti non resi-'
denti.
Le persone fisiche e le società di persone devono effettuare
Il versamento presso le banche. Le persone giuridiche devono invece effettuarlo col versamento alla esattoria competente o tramite
conto corrente postale (ma in questo caso.il termine dei versamenti è anticipato di 6 giorni).
• ADDIZIONALI IRPEG E ILOR
Per il 1982 era stata istituita una addizionale Irpeg e Ilor dell’8»'o. Entro il 30 novembre occorre che i contribuenti effettuino il
versamento provvisorio di questa addizionale.
Il contribuente ha due possibilità: di versare questa addizionale sulla base di quanto dichiarato per il 1981 oppure di fare i
calcoli pi-evisionali e pagare quest’addizionale sulle imposte che
presume di pagare per il 1982. Il versamento non deve essere effettuato per importi inferiori a 11.000 lire (cioè non deve versare l’addizionale chi ha un’imposta inferiore a 132.000 lire).
I versamenti vanno effettuati con le stesse modalità scritte sopra, ma su moduli separati.
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19 novembre 1982
cronaca delle Valli 11
LIGUE INTERNATIONALE DE L’EINSEGNEMENT
Il Museo, scuola per tutta la vita
La sezione italiana della «Ligue
Internationale de l’enseignement,
de l’éducation et de la culture
populaire » ha organizzato, negli
ultimi giorni d’ottobre, a Torino, un convegno per discutere
un argomento di notevole interesse: « Il Museo, ieri, oggi, domani: dalla conservazione all’eduoazione permanente ».
Hanno partecipato ai lavori del
Convegno esperti dei Musei della
nostra regione e docenti universitari che, nei loro interventi, hanno messo in evidenza l’attuale
situazione dei Musei in una società in via di sviluppo. Giustamente il prof. Carlo Ottino, nel
suo discorso introduttivo, ha ricordato le prese di posizione
deU’Unesco in merito all’importanza dei Musei sia in campo
nazionale che in campo internazionale. Il primo relatore, l’architetto Boralevi, ha tracciato
una panoramica sui musei, dall’antichità ai giorni nostri, con il
termine appropriato di « museologia », coniato sin dal 1955 e sottolineando come gli interessi del
pubblico portato a visitare i musei sia di carattere prettamente
visivo, mentre i musei, contrariamente a quanto succedeva negli
anni '50 e ’60, anni in cui essi
avevano una funzione unicamente conservatrice, ai giorni nostri
stanno assumendo una funzione
didattica e di promozione culturale.
Il prof. Silvio Curto si è dilungato sul funzionamento dei musei di Stato, nelle particolari ca
ratteristiche di musei archeologici di pittura, gallerie d’arte,
musei antropologici, di scienze
naturali e di musei specializzati
relativi al cinema, alla montagna,
agli strumenti musicali, soffermandosi anche sulle strutture
di musei privati od appartenenti
alle Università.
Opportunamente il prof. Giampiero Bordino ha ricordato che
in Italia alla fine degli anni '70
esistevano ancora due milioni e
mezzo di analfabeti e tredici milioni di persone senza alcun titolo di studio. È a questo proposito che si deve concepire il museo non più soltanto come luogo
di conservazione di cimeli, ma
come momento di educazione
permanente. Di qui l’importanza
dei' musei di archeologia indu
striale che in Italia non esistono
ancora e di quelli di cultura materiale che mettono in evidenza
la trascurata cultura delle campagne.
Analoghi concetti sono stati introdotti durante la « Tavola rotonda » che ha chiuso i lavori del
Convegno, prima della « mozione
finale », nella quale è' stato messo
in evidenza come sia sorto un
nuovo concetto dei musei che
stanno assumendo, ai giorni nostri, piuttosto una caratteristica
didattica che non conservatrice,
non trascurando i piccoli.musei
quali quelli della montagna e della provincia, testimonianze di
molteplici attività svoltesi in
quelle località.
Mario Rivoir
BORA’
Laboratorio artigiano
La Società di Studi Rorenghi
ha programmato, in accordo con
la comunità montana, un nuovo
anno di attività del laboratorio
artigiano. L’inaugurazione ha
avuto luogo sabato 6 novembre.
Presenti l’arch. P. C. Longo,
per la provincia. Mauro Pons e
Gian Claudio Magra, per la comunità montana, Robert Morel
per la Società di Studi Rorenghi,
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Sindaco, il Pastore e vari amici
e collaboratori. L’inaugurazione
non è stata un momento formale
ma una discussione vivace sul
nostro paese e sulle prospettive
future. Un breve cenno storico
sulla « vecchia scuola », e una
visita ai locali parzialmente riadattati, hanno concluso rincontro.
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dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice »
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Francesca ved. Rivoira, Lusernetta, In
memoria del compianto marito; Pellenc
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Berger; Gatto Angela, Pinerolo; Pons
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« UEterno è buono verso tutti »
(Salmo 145, v. 9)
La moglie Jeanne Andre, ì fratelli
Clement (Argentina) e Anglesine, il cognato, le cognate, i nipoti, i pronipoti
ed i parenti tutti partecipano con dolore la dipartita del loro caro
Renato Beux
di anni 78
avvenuta in Francia il 31 ottobre 1982.
RINGRAZIAMENTO
« Io. VEterno, ti prenderò per
la mano, ti custodirò »
(Isaia 42: 6).
Le famiglie Eynard e Janavel, riconoscenti per la simpatia e la dimostrazione di affetto tributate al loro
Caro
Adriano Eynard
neirimpossibilità dì farlo personalmente, ringraziano tutti coloro che,
con la loro presenza al funerale, con
scrìtti e con sentite parole, hanno partecipato al loro dolore.
Un particolare ringraziamento al Pastore Zotta, ai Medici Dott.ri Gardiol,
Boèr e Laterza, nonché all’infermiera
della Comunità Montana Sig.na Claudia Bertot, che hanno prestato le loro
cure al caro estinto.
Un sentito grazie anche agli amici e
colleghi di Franco e Florantine.
« Il vostro cuore non sia turbato. abbiate fede in Dio »
(Giov. 14: 1)
Il giorno 8 novembre decedeva serenamente nella sua abitazione
Elena Ippolito nata Ayassot
Ne danno il doloroso annuncio ad esequie avvenute, per espresso desiderio
della defunta, i figli : Luciano con Giugi. Romano con Elena, Giuliana con
Fulvio, gli adorati nipotini Ippolito e
Giannetti, le sorelle ; Bebe, Emilia e
Emma; la zia Emilia Albarin ved. Peyrot; le cognate ed i nipoti Ippolito, i
cugini Revel, Albarin, Peyrot e Bein;
l’amica Mina Gonin.
Un ringraziamento sentito ai dottori
Aldo Panegrossi e Roberto Giacomozzi
per le amorevoli cure prestate.
Un ringraziamento riconoscente al
Pastore Scuderi per il messaggio dì fede e dì conforto dato alla famiglia in
occasione dei funerali.
Roma, via delle Cave di Pietralata. 14
RINGRAZIAMENTO
« UEterno è il mio pastore, nulla mi mancherà »
(Salmo 23: 1)
I familiari del caro ed amato
Gabriele Pascal
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di stima ed affetto tributata
al loro caro, nell’impossibilità di farlo
singolarmente, ringraziano tutti coloro
che in qualsiasi modo hanno preso parte al loro dolore.
Fontane. 10 novembre 1982.
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CHIS0NE-CERMANA8CA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde).
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DOMENICA 21 NOVEMBRE 1982
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Via Nazionale, 22 - Tel. 840707
Ambulanza:
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
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Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
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(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
12
Í2 uomo e società
19 novembre 1982
PALERMO: GLI EVANGELICI SULLA VISITA DI GIOVANNI PAOLO II
Il papa visita una chiesa
che si oppone alla mafia
La linea valdese - metodista
L’Assemblea del XVI Circuito delle Chiese Valdesi e
Metodiste, riunita ad Agrigento il 10.10.1982, di fronte allo
scatenarsi della violenza mañosa, di fronte ad un mondo
sempre più costruito sulla
forza delle armi, sulla logica
del più forte, sul mantenimento ad ogni costo di una
grande o piccola fetta di potere, chiede alle Chiese di partecipare attivamente alle varie
iniziative contro la mafia, di
indicare la continuità in questa lotta della battaglia contro
l’installazione della base di
Comiso, per il disarmo anche
unilaterale e la pace.
La visita di Giovanni Paolo II
è un avvenimento di importanza
storica e vorremmo, nel clima di
distensione ecumenica in cui, grazie a Dio viviamo, partecipare
alla gioia dei nostri fratelli cattolici-romani. Ma questa è anche per noi una occasione per
testimoniare la nostra fede ed
esprimere anche alcuni motivi di
dissenso.
La signoria
di Gesù Cristo
V’è innanzitutto un motivo di
« dissenso ecumenico » per il fatto che il papa che, per la prima
volta nella storia, viene in Sicilia, è salutato e presentato come
il « Pastore della Chiesa Universale », il « Capo della Cristianità ». Siamo in obbligo di dire,
con estrema franchezza, che tale
attribuzione non gli compete e
non gli viene riconosciuta da una
gran parte della Cristianità che
cattolico-romana non si professa e che ritiene che solo Gesù
Cristo è il « capo supremo della
Chiesa» (Efesini 11: 22). La signoria e l’autorità sovrane di Gesù Cristo non sono realtà lontane, deH’aldilà, future, ma si esercitano sulla Chiesa qui ed ora
(Matteo 28: 18). Questa assunzione di potere da parte del ponteñce romano, rappresenta uno dei
motivi per cui l’ecumenismo non
progredisce e giustifica il detto
Comitato di Redazione: Franco
Becchino. Mario F. Berutti, Dino
Ciesch, Niso De Micheiis. Giorgio
GardioI, Marceila Gay, Aurelio Penna, Jean-Jacques Peyronel, Roberto
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« Gesù Cristo unisce, il papa divide ».
Sta scritto che Gesù Cristo
« prese forma di servo » (Filippesi 2: 7) e perciò, noi evangelici abbiamo difficoltà di scorgere
nella figura del papa, la persona
di Gesù Cristo.
In lui infatti non la vediamo
come invece i Vangeli ce la presentano e abbiamo imparato a
conoscerla, ma anche perché è
la Vergine Maria che occupa un
posto preminente nei discorsi e
nella devozione personale di Giovanni Paolo II.
La vera immagine
della chiesa
Esprimiamo anche il nostro
dissenso per la grandiosità delle
manifestazioni che accompagnano i viaggi del papa e che non
dà una immagine vera della Chiesa. La spettacolarità di tali manifestazioni, dovuta non solo al fascino personale del papa, ma resa
anche possibile da una sapiente,
sperimentata organizzazione, da
un largo impiego di mezzi di cui
la Chiesa e la società civile ampiamente dispongono, falsa l’immagine della Chiesa, dà l’impressione superficiale di un consenso e di una partecipazione irreali ed illusori.
Riteniamo che, nel drammatico, grave momento storico che
stiamo vivendo, anche in Sicilia
e a Palermo, la Chiesa dovrebbe
dare di sé una immagine più sobria, più evangelica di umiltà e
di ravvedimento. Essa infatti ha
dato prova di essere, non solo
la Chiesa di un Signore che « patì sotto Ponzio Pilato » e fu crocifisso, ma di un Signore che ha
continuato a patire e ad essere
crocifisso, a causa delle infedeltà
e dei rinnegamenti dei cristiani.
I nostri problemi
La breve visita del papa può
trovare l’ascolto di un momento e lasciare poi le cose come
prima; può lusingare l’amor proprio dei nostri concittadini e la
vanità degli amministratori della
cosa pubblica che, dimentichi della disastrosa situazione economica in cui versa la nostra città
(ospedali, scuole, servizi pubblici...) si prodigano in spese che
si potrebbero evitare e che il papa stesso disapproverebbe.
La venuta di Giovanni Paolo II
cade in un momento in cui la
Chiesa cattolica è impegnata, per
la prima volta in Sicilia, in una
battaglia contro la mafia. La difficoltà di tale battaglia è legata
non solo alla estensione e al radicamento del fenomeno mafioso,
ma anche agli spazi che allo stesso, apre una classe politica spesso incapace e corrotta. L’attuale
scelta della Chiesa cattolica siciliana è quindi certamente difficile e non mancherà di produrre
contraddizioni ed isolamento.
Sarebbe perciò estremamente
importante che il papa esprimesse alla Chiesa siciliana la solidarietà dell’intero Cattolicesimo,
come noi qui vogliamo esprimere quella di tutti gli evangelici.
E ci sia consentito aggiungere
che compito primario della Chiesa è oggi quello di predicare, con
nuovo impegno, l’Evangelo di
Gesù Cristo che solo può rinnovare le coscienze e risanare la
nostra società afflitta da tanti
mali.
Dalla Chiesa Melodista
e Valdese di Palermo - Noce
UN INTERVENTO DI VINAY AL SENATO
Per una diversa
politica
internazionale
In un recente dibattito avuto
al Senato sul tema della politica
estera italiana ha preso la parola il Senatore Tullio Vinay.
Esordendo, egli ha detto: « Qualsiasi democratico rimane profondamente ferito dalle limitazioni delle libertà individuali e
sindacali che stanno avvenendo
in Polonia. Non possiamo non
essere solidali con il popolo polacco nella sua lotta affinché il
socialismo reale diventi più umano. Mi sembra tuttavia che la nostra lotta per la libertà democratica e per i diritti umani, per essere efficace e credibile non debba essere unilaterale. Difatti, se
i mass media informano ogni
giorno sulla Polonia e sulla limitazione della libertà sotto il giogo russo, non altrettanto spazio
riservano a quelle nazioni che si
trovano sotto il giogo USA. Un
caso per tutti: la Corea del Sud,
dove, oltre al resto, la condizione operaia e l’affossamento dei
sindacati sono ben più gravi che
in Polonia ».
Ecco alcuni esempi citati da
Vinay: « Per distruggere il sindacato libero è stato condannato all’ergastolo in Sud Corea il
sindacalista Ri Tai e sono state
date pesanti condanne ad altri
sindacalisti della Federazione democratica dei lavoratori, che si
contrappone al sindacato statale per difendere gli operai dallo
sfruttamento dei monopoli delle
multinazionali. I vasti consensi
ottenuti da questo sindacato libero si spiegano con le gravi condizioni di vita e di lavoro degli
operai. Come si sa, il livello dei
loro salari va da 1/5 ad 1/8 rispetto a quello degli USA; da
1/3 ad 1/5 rispetto a quello del
Giappone. L’orario di lavoro è il
più prolungato del mondo: 10
ore di lavoro, con punte di 12 e
14 ore giornaliere. Lo scioglimento del sindacato libero e le gravi
pene inflitte ai suoi 25 dirigenti,
sono la patente testimonianza
della violazione dei diritti civili
ed umani da parte del regime.
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Corea del Sud ha espresso una
ferma protesta, ha chiesto il ripristino della libertà di parola
ed ha espresso il suo appoggio
all’Azione Cristiana della Corea
del Sud, organismo congiunta di
cattolici e protestanti che aveva
chiesto le dimissioni dell’ambasciatore americano. La protesta
ha avuto come risultato un maggior numero di arresti di preti,
pastori e responsabili di questa
protesta. Sono stati arrestati fra
gli altri il direttore del Consiglio
dei presbiteriani Pak Hjeung
Kyo, l’abate Kim Seung Houn e
il vice presidente della società di
missione nelle industrie Djo Dii
Seung. Secondo « Le Monde » la
condizione sociale nel Sud Corea non trova riscontro in nessun altro paese.
Ma chi ha ascoltai:) gli appelli
e le grida di dolore delle chiese
coreane? Oltre al Consiglio Ecumenico delle Chiese anche il Papa potrebbe ascoltarle ed associarle a quelle della Polonia!
Su questi fatti agghiaccianti i
mass media ed i Governi occidentali fanno il silenzio più assoluto. Quando si parla di libertà e di diritti umani, non si possono avere i paraocchi ».
Altre situazioni
ignorate
Continua 'Vinay: « Vorrei quindi che ci fosse lo stesso interesse per altri popoli oppressi: i
massacri nel Guatemala, la scoperta di fosse comuni in Argentina, le esecuzioni che si susseguono in Turchia. Se si dimentica l’altra parte in causa, il discorso sulla Polonia è tendenzioso e ipocrita. L’uomo è uomo
nell’Est come nell’Ovest e non
possiamo dimenticarlo senza
rendere debole la nostra lotta in
difesa anche della Polonia ».
« E allora — si chiede ancora
Vinay — quale atteggiamento è
il nostro? Anzitutto una denuncia egualmente forte in difesa
dei popoli schiacciati dagli interessi Usa come da quelli URSS;
in secondo luogo la ricerca di
una possibile via d’uscita che si
può ottenere con un diveiso
orientamento della nostra politica estera. Se la via finora percorsa, di rivalsa, di boicottaggio,
di aspre ed unilaterali polemiche
non ha porlato a nulla, ma anzi
ha peggioralo le varie situazioni
cruciali, perché non tentare la
via della ricerca di relazioni internazionali diverse? Difficilmente la polemica porta frulli: è una
assurda partita di ping-pong dove si cerca di vincere e non di
raggiungere la verità. Una profonda ricerca di distensione, uno
sforzo di riconoscere negli avversari degli uomini, cioè degli
amici, perché sono uomini, con
cui dialogare in vista di una soluzione preziosa per loro non meno che per noi, può raggiungere
risultati finora impensati.
Quello che non si ottiene con
le rivalità lo si può ottenere con
la distensione, con lo spirito di
amicizia che qualcuno deve pur
cominciare a promuovere ed incoraggiare »,
« Questa — conclude Vinay —
è la politica internazionale che
auspico, ma essa richiede come
primo passe la riduzione degli
armamenti ed una politica che
ispiri reciproca fiducia. Voi direte che tutto CIÒ è utopia. Si, è
certamente utopia; l’utopia tuttavia non è l’irrealizzabile, ma
il non ancora realizzato ».
A. L.