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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOÎECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCIV - N. ^-51 ABBONAME.NTI i Eco: L. 2.000 per l’interno Spedizione In abbonamento postale . I Gmppo | TORRE PELLICE, 18 dicembre 1964
Una copia Lire 4K 1 L. 2.800 per Testerò I Cambio di indirizzo Li»”“ 50 | Ammin. Claudiana Torre PeUice - C.C.P. 2-17557
Dinanzi ai dono divino del
non madre nostra
ma sorella primogenita
nella fede e nell’obbedienza
Cristo, Maria di Nazaret,
Con ratto autoritario che sappiamo. Paolo VI ha solennemente
proclamalo Maria ’’Madre della Chiesa'^, ribadendo una delle più
stridenti eresie romane. Riportiamo qui due citazioni, una di Martin Lutero, nel commento al Magnificat, e una di Karl Barth (Esquisse d'une dogmatique); accanto a un immagine della Maria di Nazareth de “Il Vangelo secondo san Matteo' di Pier Paolo Pasolini.
/Considera le sue parole; esse ti insegnano a dire così: « Tu beata,
vergine Maria, eri piccola, disprezzata e come se non fossi, eppure Dio, con tanta grazia e con sì grande generosità ha rivolto a te
il suo sguardo e ha compiuto in te grandi cose! Tu non eri degna
di nessuna di esse, e la ricca, sovrabbonaante grazia di Dio in te è
andata immensamente al di là e al di sopra di tutti i tuoi meriti.
0 felice e beata tu sei, da oggi e per reternità, tu che hai trovato
un tale Dio! lARTIN LUTERO
^ ato dalla vergine Maria». Anche qui, e proprio sul piano umano, viene escluso Tuomo (e non la don«ja); Tuomo non entra
per nulla in questa nascita.
Potremmo dire che siamo qui davanti a un atto di giudizio divino. In ciò che qui sta per cominciare, ruomt> con la sua azione e
la sua iniziativa non è ammesso a portare un qualsiasi contributo.
Non che Tumanità ne sia del tutto esclusa : la donna vi è presente;
ma l’uomo in quanto .^ecLfico rappresentante dell’azione e della
storia umana, con la sua responsabilità per l’insieme delTumanità,
deve ora rimanere in disparte, rappresentato dairimpoteiite personaggio dì Giuseppe.
...una giovane donna, la vergine Maria. Dio non ha eletto l’uomo
nel suo orgoglio e nella sua ribellione, ma nella sua debolezza e
umiliazione; non lo ha chiamato nella sua rilevanza storica, ma nella debolezza della sua natura, così come si configura nella donna ;
la creatura umana che può presentarsi davanti a Dio soltanto ripetendo: «Ecco, io sono Tancella del Signore. Mi sia fatto secondo
la tua parola ».
Questa e soltanto questa è la compartecipazione deH’uomo all’opera di Dìo. Ora però, se l’uomo può esistere davanti a Dio soltanto
come « ancella del Signore », non dobbiamo fare nuovamente un
merito di questo, tentando di attribuire di nuovo una qualsiasi potenza alla creatura! Poiché quel che conta è proprio il fatto che Dio
ha considerato l’uomo nella sua impotenza e umiliazione; quel che
conta è che Maria esprima quel che solo può esprimere la creatura
quando è posta di fronte a Dio. Che Maria abbia risposto cosi a
Dio e che in tal modo la creatura abbia dello di sì a Dio, non è
altro che un aspetto della niodesima oj)cra. mediante la quale Dio
viene incontro all uomo e lo accoglie. KARL BARTH
In mezzo alVatmosfera natalizia,,
a nostra gioia grave e profonda
l’ion sempre l'atmosfera « natalìz'.a», nè i prolungamenti e le est'^n
ni sentimentali, che anche noi
cristiani siamo tentati di far subire
ella cosi, sobria testimonianza evangf iica, ci aiutano a ricentrare la riosira meravigliata e gioiosa adorazicrte, la nostra fede e 13- nostra speranza sul significato intimo della nascita
del nostro' Salvatore, deH’incarnazione del Figlio di Dio.
I>a « festività » prende sempre piu
posto e travolge in un turbine Irene
tifiamente gaiO', ma facilmente ini
fiesso e superficiale, il nostro mondo
« cristiano ». Un’intera società festeggia; e anche coloro che non intendono solo celebrare gli antichi saturnama rallegrarsi della nascita del
Cristo, .sono forse tentati di passar
Oltre al cuore dell’evento che celebriamo: il Salvatore è venuto, si, il Figlio
di Dio è venuto fino a noi; ma è venuto nella carne. L’evento per cui p^
re tripudiare la nostra sccietà, e
espresso daH’apostolo Paolo, in lut.o
Il suo epistoiaric, con quest’unico scarno accenno : « quando giunse la pienezza dei tempi, Dio mandò il suo Figlio, nato di donna, nato sotto la legge... » (Gal. 4: 4). Questo il vero miracolo, il vero meraviglioso dono di Dio,
' , « grande allegrezza che è per tutto
.1 popolo » ; lo perdiairio nella nmura
in cui la genuina umanità di Dio, ;n
questo suo atto supremo di amore,
v.ene in qualche modo trasfigurata,
poetizzata, disincarnata. Dobbiamo
perciò essere riconoscenti a coloro
che ci richiamano a un più fedele
ascolto dei testimoni biblici.
* *
Alcuni anni or sono, m un volumetto che raccoglieva due brevi opere,
Roland de Pury pubblicava « Les
fiançailles de Joseph et Marie » : riecheggiando con estrema delicatezza il
Cantico dei Cantici, egli cercava di
rendere vivo il dramma dei due fidanzati ebrei, la cui quieta felicità la
venuta del Messia minacciò di turbare irrimediabilmente. So bene quale
minaccia di arbitrarietà e di compiacenza letteraria gravi su tentativi del
genere; eppure queste pagine sono un
vero aiuto per coloro che al di là dei
cori angelici e del « miracoloso », desiderano esser confrontati con l’Even
to cosi incredibilmente straordinario
eppure avvenuto in modo cosi, comu
ne da minacciare la felicità e la reputazione di un uomo e di una donna,
in quanto il miracolo si celava in loro e nella loro fede, non aveva alcuna
evidenza, non era tale da imporsi all’attenzione. Esteriormente, un piccclo fatto di cronaca, un po’ equivoco
d’ borgo di provincia. E gli sless
« protagonisti » ( che in realtà non
agiscono ma accettano e ricevono)
restano ben uomini e non creature
miracolate e trasfigurate. Ma Io lon
è gioia grave e profonda.
In queste settimane, un’altra testimonianza, ben diversa ma parallela,
viene a centinaia di migliaia di itafi.a
ni che nelle principali città hanno as
sisti to o assisteranno alla programmazione de « Il Vangelo secondo San
Matteo» dì Pier Paolo Pasolini. An
che qui diamo per scontato tutto ciò
che si può dire su tali ricostruzioni,
sul manierismo populista pasoiiniano.
sulle terribili, forse mai totalmente
sormontabili difficoltà di ricostruire
scenicamente, per il gran pubblico, un
Evento che è tale solo per la fede.
Tuttavia, se pensiamo alle ricostru
DIO
CON NOI
zione pseudobibliche, in technicolor e
panavision, con scenari e uomini di
cartapesta, che da Hollywood hanno
fatto scuola, e se pensiamo alle raffigurazioni del biondo Nazzareno di cu'
il romanticismo decadente ha som
merso pure la pietà cristiana, dobbiamo essere veramente grati a uno spirito « laico » qual’è Pasolini di aver
saputo rendere con una tale carica di
umanità, con l’aiuto di un attore eccezionale, la figura storica di Gesù di
Nazareth. Ne abbiamo bisogno.
Non direi che il film è una predicazione di Cristo integrale; sarebbe
veramente troppo pretendere da un
agnostico; ma intorno al Gesù di Pasolini non c’è più nulla dell’« idillio
galileo » di cui parlava il Renan, tutto
e estremamente corposo; e se non mi
pare che vi si esprima una chiara fede nel Regno di Dio, secondo la prcspet-dva biblica, c’è tuttavia un presentimento e un anelito che può forse avvicinare la fervida trattazione
di Pasolini all’omaggio dei magi e
savi d’Oriente: da una posizione che
molto probabilmente è di fede indefi
nita e imprecisa, Pasolini profonde tcscri di cultura e di sensibilità urriana
per rendere omaggio a Gesù di Nazareth; gliene dobbiamo essere grati,
anche se dobbiamo ripetere che il
Cristo della fede, la Parola di Dio fat
ta carne si situa al di là, o al cuore,
•di questa impressionante figura umana. Onestamente, il regista ha voluto
lasciare a Gesù il suo carattere problematico, trasferendo in ’mmagini
stupende la testimonianza di Matteo •
è per questo, credo, che non mi sono
sentito di frante a uno spettacolo, ma
di fronte al testo biblico con una vivezza e im’immediatezza che non sem
pre le nostre predicazioni sanno esprimere.
« Nato di donna », questo Pasolini
ce lo ricorda con potenza; forse dimentica un po’ il « nato setto la legge », cioè nella linea della storia delia salvezza, della storia ebraica; il suo
Gesù può a tratti essere il messia d:
qualunque popolo, il predicatore di
una giustizia che è umana. La sua
venuta, invece, la sua predicazione,
la sua azione, la sua passione si può
comprendere a fondo soltanto se si
resta nel vero terreno storico in cui il
Signore volle incarnare, dopo lungo
preparazione, la sua eterna parola
creatrice di vita e di riscatto. Il sue
cesso stesso che il film sta avendo, e
la quasi totalitaria approvazione cattolica (anche deirOsservatore Romano!) ci mettono un po’ in guardia, e
ci invitano a chiederci se, in ultim-i
analisi non si esprime qui, innestandosi sul testo evangelico, una « religione deU’uomo» (la «religione de!
nostro tempo», dice Pasolini!), sgorgata dal cuore di ogni uomo di buona
volontà e di retto sentire, sinceramen
te anelante alla pace e alla giustizia,
al rinnovamento della condizione u
mana ; allora il Regno diventa un ideale umano di giustizia, non l’irrompere
di Dio; rincarnazione quasi si trasfigura in una sublimazione dell’uomo, an
zichè essere l’intervento del Signore.
Comunque, di fronte ai volti di.
Giuseppe e di Maria, di fronte al loro ben reale villaggio meridionale, la
parola evangelica echeggia in noi con
risonanze particolarmente serie e profonde; e ci è dato di partecipare alla
loro gioia rattenuta e grave, a quella
adorante e trepida dei savi d’Oriente.
Quella nascita, umile e comune, è
la nostra gioia: Dio è con noi, Emmanuele. Non con i nostri ideali, i
nostri progetti e le nostre speranze.
am
AVVENTO - 4
LA TRADUZIONE
Giovanni 1, 1-14
Per l’ultim.a domenica d’Avvento il nostro lezionario propone
il prologo dell’ev.angelo secondo Giovanni; una lettura ardua, su di
un testo dalle infinite risuonanze. Eppure sembra bene concludere
l.a ’preparazione’ al Natale assecondando l’orientamento del quarto
evangelista, il quale non indulge alla tentazione d’un ragguaglio della
n.atività e dell’infanzia di Gesù, ma tenta una sintesi di quello che è
stato d.al principio fino a oggi.
Noi assistiamo .all.a nascita di un vocabolario, cioè di una serie di
voci, di modi d’esprimere le cose, quasi per tradurre in linguaggio
accessibile la sostanza dei fatti, il loro messaggio. Un esempio v.alga
per tutti; ’incarnazione’; il cristiano ha imparato a dire così quando
ha letto; « ...e la Parola è stata fatta carne ». (Mi chiedo, a questo
proposito, se l’uso analogico che oggigiorno furoreggia, e certe voci
del parlar profano, non sappiano addirittura di abuso e prevaricazione ; .a questa p.arola — incarnazione — nella mente del credente
risponde solo un fatto, il natale di Gesù Cristo. E’ un termine a senso
unico, inequivocabile, come l’altro; « unigenito »).
D’altra p.arte, se questi vocaboli proposti dall’evangelista non
fossero moneta corrente, m.a una sorta di medaglie commemorative
d.al valore riconosciuto, ma fuori-corso, saremmo portati alla compilazione d’una sorta di voc.abolario per iniziati, sicura premessa d ogni
discorso esoterico, incomunicabile. E Cristo è comunicazione di Dio!
Cristo è « la Parola ». Fra i tanti ’valori’ di questo straordinario voc.abolo-definizione, accogliamo anche quello che ci spiega come Dio
in Cristo parla, ragiona col creato e con l’uomo, rompe il cerchio
della incomunicabilità, secondo cui Dio è straniero e indecifrabile.
Cristo è la traduzione di Dio in una parlata di casa, familiare a « ogni
uomo »; insistiamo; è Egli stesso traduzione, piuttosto che traduttore
di Dio. Ma oggi comprendiamo ancora questo che ci è detto?
In sostanza il testo evangelico è una traduzione della traduzione;
laddove Dio s’è tradotto e si comunica in Gesù Cristo. Giovanni ha
« contemplata la Sua gloria ». Ed ecco il tentativo pazzesco, la richiesta impossibile; che questo strumento ch’è la lingua sia così docile e
duttile e potente da tradurre nel discorso scritto ciò che nella^ contemplazione i « nati d.a Dio » hanno inteso. Se la traduzione di Dio
è Gesù Cristo, quella dell’apostolo sarà una teslimonianza resa a Gesù
Cristo. Questo soddisfa? può bastarci?
Og2Ì tutti i problemi sono in discussione — da quello delle origini
deH’universo all’altro della vita umana; dalla destinazione dell’uomo
al posto del male nel mondo; dal significato della storia al destino di
Israele — ed è con commossa partecipazione che talvolta ci avvediamo che là dove Cristo « ha abitato » non si esita a tentare una nuova,
intelligibile testimonianza. V’è una grandiosa, immutabile comunicazione di Dio, ed il natale rinnova il ricordo di quel fatto unico ; ma
ogni natale ci allontana d’un anno, d’un secolo, dal tempo in cui avvenne la cosa, e « quelli che l’hanno ricevuto » sono a un bivio; o rinunziano a vivere alla luce una fede ridimensionata a mistica devozione personale, o traducono decisamente in testimonianza accessibile ai contemporanei quanto hanno contemplato credendo « nel suo
nome ».
In questo nostro balbettare di Cristo, in questo tentare parole
evidenti e inusitate che dicano, che esprimano, in questo quasi-sacrilegio di incarnare nella nostra testimonianza qualcosa che abbiamo
potuto solo contemplare, v’è tutta la miserabile grandezza di noi poveri, pitocchi di Dio, illuminati e atterriti da quella pienezza di « grazia e verità ». In forza dell’adozione per cui siamo « nati da Dio »,
per un nostro natale dall’alto!, nella disarmonìa dell’esistenza, nella
babele dell’incomunicabilità delle creature delle nazioni delle fazioni, noi cristiani vogliamo testimoniare (il comunicare non spetta a
Dio?), una realtà che riguarda gli uomini e ogni uomo, capace di ricreare pienezza di vita. Non diciamo solo ’Buon Natale’; auguriamo
a ogni creatura ; ec grazia e verità ». Luca
per appoggiarli e « santificarli » : l’annuncio del Suo venire e del Suo re^
gnare, anzi, li mette in discussione e
spessissimo li sconvolge com’è stat;
fin dal primo Natale; ma con la nostra miseria e la nostra sofferenza, s:,
con le nostre malattie, di cui è venuto
a caricarsi, con le nostre colpe e la
nostra miseria umana, di cui è venuto ad accollarsi fino in fondo le
conseguenze. Ed è con noi con la forza del suo regno redentore, con la sua
carica umanissima di riscatto, egl:
che abbatte i potenti ed eleva gli um:li. Il Signore ha fatto'grandi cose per
noi. e siamo nella gioia!
A nessuno di noi il Natale porta lo
sconvolgimento di vita che toccò a
Giuseppe e a Maria. Ma tendendo
rorecchio e raccogliendo la mente s
il cuore possiamo e dobbiamo concei:
trate la nostra vita, in questi giorn’ festivi ”, sulla parola del Signore,
sullo stupendo buon annuncio (non
è solo per noi, è « per tutto il popolo »!) con il quale egli ancora ci risto
ra. Usiamo dire, non a torto, davant
a ogni fagottino sorridente o frignan
te, che la vita è un miracolo; ma co
mt definire, di fronte al neonato del
la sperduta Bethlehem, l’opera mera\ igliosa del nostro Dio? Sgorgano dalle labbra le parole fresche della fede
antica: su quelli che stanno in tenebre e in ombra mortale, la luce è sorta! Sia benedetto il Signore, il nostro
Dio, che ha visitato e riscattato il
suo popolo ! Guardiamoci intorno,
guardiamo in noi stessi, realisticamente; eppure: riscattati.
Gino Conte
BUON NATALE
amici lettori !
A tutti i nostri lettori, e ai collaboratori, auguriamo intensa gioia nel
Signore veramente venuto a noi.
Questo numero è ’’doppio”, e il prossimo (n. 1) uscirà il 1" gennaio 1965.
Il nostro augurio è dunque già pure
per l’anno nuovo che il Signore ci
apre davanti come una via lungo la
quale la sua mano ci condurrà.
L’ECO - LUCE
2
pag. 2
18 dicembre 1964 — N. 50-51
DUE BARBONI
Un racconto per il tempo di Natale^ di Alberto Guadalaxara
m
Nel centro della piazza hanno eretto un grande abete. Migliaia di lampadine multicolori. Scritte luminose si
alternano lungo i cornicioni dei palazzi. per la pubblicità dei più disparati
prodotti dell’ industria. Altoparlanti
collocati un po’ dappertutto, diffondono nenie natalizie e musichette allegre..
Anche i pezzi grossi della metropoli, stasera sono in piazza, mescolati
alla plebe; la sosta vietata per tutte le
auto non ha consentito loro di sfilare
in parata con le macchine fuori serie
Ma sono allegri, per l’inconsueta variante alle loro abitudini; lieti, soprattutto, perchè fra non molte ore c’è il
gran cenone, vodka e caviale, aragoste, tacchini, champagne, camerieri in
guanti bianchi, dame in abito da sera,
pellicce, scollature provocanti, sorrisi
più abbaglianti dei doppieri del tipo
i( belle époque ».
Cavaliere, buona sera... Commendatore, i miei rispetti... Dottore illustrissimo... Donna Fanny, come va la
Fufy? Oh, poverina; è in cura dal veterinario... Però, due passi a piedi,
mica male; viene più appetito... Quest’anno il Comune si è fatto onore,
un abete alto così!.... Già, ma se qualche città ci superasse? Basterebbero
pochi centimetri in più e addio primato... Sarebbe una vergogna, donna
Flavia; se ciò accadrà, il Sindaco dovrà dimettersi... Ma quanta folla,
commendatore carissimo...
E tutti questi suoni, queste radioline, queste voci...
Uomini e donne di ogni età, di
ogni ceto, ragazzi esistenzialisti e no.
mariuoli in busca di portafogli e di
donnine facili, gruopi di gente intorno
alle radioline portatili...
Si seguono le notizie degli speakers
con la stessa ansia che afferra i tifosi
durante una gara sportiva; niente di
più probabile che qualcuno per il do
lore di apprendere che un altro paese
ha superato il primato della propria
città, ci rimetta la ghirba.
E’ la grande giornata degli speikers
della radio, oggi. S’intende, di ogni
speaker di provincia, costretto — dutante l’anno — a parlare ai pochi
ascoltatori dei gazzettini regionali :
inaugurazione di una nuova aula scolastica. infortunio di un ciclista, variazioni metereologiche... Nemmeno
Già. Stasela tatti m.angiano abbondantemente.
Il vecchio barbone che fende a stento la folla pensa anche lui così. Sulla
lunga palandrana nera — forse è la
tonaca di un prete —• stringe un tascanane con le cibarie.
A fatica, zoppo com’è, riesce a farsi largo. Molti imprecano, insultano,
motteggiano. — Ohi, barbon, ce li hai
gli occhi? C’è la fuori serie che ti
aspetta? Mangia pidocchi, spussi di
«.................................................0 cité !
Pendant qu'autour de nous, tu chantes, ris et beugles,
éprise du plaisir jusqu'à l'atrocité,
vois ! Je me traîne aussi ! Mais, plus qu'eux hébété,
je dis : Que cherchent-ils au Ciel, tous ces aveugles? »
Baudelaire; « Les fleurs du mal » (Les aveugles)
per una grande calamità lo spsaker
locale può sfogarsi, perchè dalla direzione mandano un inviato speciale, un
« esperto » in retorica.
La bazza c’è durante la stagione
estiva, però ; j Duemila auto al minuto, centomila turisti... ».
Anche oggi, giorno di Natale, il radiocronista esulta. Parla, e si sente
che ride soddisfatto : « Un abete alto
metri tanti... Lamp.adine tante... ».
— Un bicchierino di rabarbaro,
commendatore; altrimenti, con tutte
queste notizie, aumenta il mio mal di
fegato... Allontaniamoci da queste radioline, se no mi viene l’infarto.
— Donna Lisa, lei che fa parte del
patronato: quanti poveri, questo Natale?
— Non me ne parli, dottime; ¡ma
cifra iperbolica.
— La coscienza è a posto. T t i
mangiano abbondantemente.
fogna lontano un miglio! Valà, che
con la scusa di andare in fretta, hai
dato una manata alla Ketty! Barbon,
barbon!
Il vecchio non si preoccupa degù
insulti.
L’altro barbone lo aspetta nello
scantinato che li ospita, grazie alla
generosità del portinaio di una casa
popolare.
E’ ancora giovane, il suo compagno barbone.
Lo trova occupato a passare in rassegna il raccolto della giornata. Muove soltanto il braccio sinistro, perchè
il destro è paralizzato; quando il giovane parla balbetta maledettamente.
— Cosa t’hanno dato di buono? —
chiede il vecchio.
— Un chilo di pane, du...du...due
cotechini, formaggio, sottaceti, e un
pezzo di torta. E ti?
— Pollo, mio caro. Mezzo pollo.
tre uova, pane, quattro mele, un qi ai tin de vin.
— Allo...allora l’è festa grandi, l’è.
A mi m’han dato da bere; ho dovut«^'
bere per forza, per farli ridere, se no
non mi davano niente. Ho ciapà una
sbronza della madòcina; ho dormì chi
tre o quattr’ore. Ora m’è passata, m’è.
L'è il salumiere che m’ha dato una
metà di questa roba. Tanto ncn gii
cesta niente. Sai quanta gente frega
Sdì peso. Mica è fesso, lui.
— Già — approva il vecchio.
—Hai visto in piazza? Ci mancano
solo i CO...Ì coriandoli. Ma va ben. E’
r:ato Gesù Cristo, no?
— E vero.
— C’è anche questo piccolo panettone; ce lo ha mandato il portinaio.
— Bene. Tanta grazia di Dio.
— Gesù Cristo la grazia !’ha portata prima e più grande a quelli con
la pelliccia e col libretto degli aaa...
degli assegni nel portafogli. Ti pare“’
Il vecchio non risponde.
Distende una sdrucita coperta di
lana sulla paglia sparsa sul pavimento, allinea le vivande, siede su un pacco di vecchi giornali, invita il compagno a fare altrettanto.
— Ceniamo? —■ domanda.
— Sì, Ho fa...ho faame.
Cominciano a mangiare, in silenzio.
Attutiti dalla lontananza, giungono
fino a loro rintocchi di campane, sempre più frequenti, più nostalgici.
— Hai gli occhi ro...roo...rossi —
dice il giovane. — Te ven de piana'
Il vecchio tace, fa di no con la testa.
Poi guarda intorno la squallida
stamberga, illuminata dalla fioca luce di una candela, allarga le braccia,
sorride. Guarda il compagno, ed infine, con voce stranamente soffocata,
mormora :
— Gesù Cristo l’è chi. E’ qui.
Un convegno di studio e discussione
a San Secondo
I temi del Congresso [vandelico 19C5
La macchina del Congresso Evangelico 1965 si è messa in moto sia pur
ccn molte cautele e con tutta la tradizionale prudenza nostrana (cautela
e pmdenza che spesso sono un treno
ai facili entusiasmi ed a volte sono
garanzia di serietà). La prima cosa
aa farsi, in base alle d rettive sinodar
H, era reiezione dei delegati delle Conferenze distrettuali, oltre una trentina per il nostro Distretto, e lo studio dei documenti preparatori nelle
comunità. Purtroppo nè l’una nè l’altra cesa .si sono potute fare per il ri
tardo deplorevole e deplorato del materiale. L’assemblea raccolta nel pomeriggio di martedì 8 c. m. nel tem
pto di S. Secondo non era perciò a-semblea deliberativa ma soltanto convegno di delegati o di persone interes
sate alla cosa. Di notevole interesse e
indubbia utilità è stato e^almenquesto convegno perchè ci è st.i j
offerto un sunto' esauriente dei docu;nenti, in corso di pubblicazione, da
parte del past. Giorgio Bouchard.
L’oratore ha pienamente assolto il
suo compito; con la verve ohe gli cc
nosciamo, la chiarezza di esposizione
la padronanza dei problemi ha soddisfatto la curiosità dei presenti fornendo in modo estremamente succin
Ü ma lineare lo schema dei problemi
congressuali. Più che una nuda esposizione del materiale di studio la sua
esposizione è stata una messa a fuc»
0 della problematica del Congresso
e delle sue incidenze nel prcblenix
deH’ecumenismo in Italia.
Il tema che maggiormente ha de
stato l’attenzione è stato quello della
nostra vocazione di frente alla realta
religiO'sa e scciale del nae^e. La real
tà del cattolicesimo contadino e retrivo, strumento di dominazione e di
potere che i nostri ambienti conosce
vano sino al periodo post bellico lascia ora il posto ad una realtà diversa molto più sfumata e dinamica: un
cattolicesimo di punta con esperimenti sociali di avanguardia, con preparazione teologica (e biblica potremmo aggiungere) .spesso notevole, con
visione nuova dei problemi. Il cattolicesimo delle riviste d’avanguardia e
della socialdemocrazia della mater et
magistra. Una attenta e meditata revisione delle nostre posizioni si irr.pone, non tanto per ridimensionare
il fronte di battaglia ma per sapere
esattamente quale deve e può essere
la nostra testimonianza di fronte a
tale cattolicesimo.
Strano a dirsi è stato questo il punto che ha suscitato maggiori obiezioni e critiche; molti non sembravano
del tutto concordi con questa visione
delle cose e si sono udite voci di lieve
dissenso che sostanzialmente obiettavano che la tesi presentata dai documenti era troppo ottimista, troppo
parziale, giudicando il cattolicesimo
da alcune sue espressioni marginali e
di punta mentre il fenomeno peima
ne su posizioni molto più arretrate.
L’esposizione della situazione sociaie era invece ccndivisa, apparentemen
te diciamo, perchè in realtà alcune tesi deiresposizione Bouchard prestavano il fianco a critiche molto più radicali ed erano suscettibili di accendere
vùEici dibattiti. Non si sono intese
appieno? Non si sono valutate? La te
si che la nostra società del benessere
e del successo debba essere posta in
crisi dal nostro atteggiamento protestante-protestatario è seducente ed illuminante ma in ohe etica si deve tradurre per essere possibile? Non nell'etica del protestantesimo classico;
fare bene il proprio lavoro e con serietà dando il proprio tempo alla chiesa
è anzi insoddisfacente ; quale etica deve allora essere impostata? Di obiezione, certo ma di che tipo? Obiezione alle
strutture della società in vista di una
sua riforma, ci dice l’oratore, nia oltre radesione ad una corrente rivoluzionaria che cosa significa questa
obiezione? Per resistere alla società
del bene.ssere dovrò rinunciare all’idolo dei consumi? Rinunciare perciò allo .'Standard di vita del piccolo borghese moderno, tutto qui? Il problema è
lungi dall’essere chiaro alla nostra
mente, necessario ancora molto tempo e molta riflessione per tradurre iti
termini di esistenza concreta queste
premesse.
I temi della seconda parte dell'incontro furono i temi del documento
ecclesiologico. Il riassunto di questi
punti di vista diversi, anche se com
plementari per certi aspetti dei documenti, non è cosa facile ed il past.
Bouchard ha fatto bene a rinunciar’o dandoci soltanto le due grandi li
nee di problemi in cui si muove tutta
la ricerca. Le diversità tra le po'sizicni evangeliche convocate al Congresso
vertono essenzialmente su due pun i :
la concezione della chiesa e il concetto di ministeri. Le tesi congregazionaliste a cui si richiama tanta parte del
nostro evangelismo si trovano contrapposte a quelle del tipo riformato
classico. Difficile apipare evidentemene una via media, una soluzione di
compromesso che tenga conto delle
due esigenze ma molto bene è stato
detto: non si tratta di conbinare ecclesiologie diverse ma di porsi insieme alla ricerca delle posizioni bibli
che, le sole che hEinno per noi valore
normativo. Possa il Congresso avviar1 seriamente su questa strada, la soa che può condurci ad una ricerca
sicura e valida.
NeH’attesa dei documenti non ci
rimane che meditare questi temi ed
iziare la diffusione sul piano delle
comunità locali. Il secondo passo sarà rappresentato daH’elezione dei de
legati; .speriamo si possa in queU’occasicne fare un passo avanti nella via
egregiamente aperta marted’. dal past.
Bouchard. Giorgie Tourii
MATRIMONIO E OIVORZIO
nell’Italia degli anni 60
Un nuovo libro di Mario Borutti presontnto al Urraolo dolía Stampu di Torino
Novità
in libreria
GIOVANNI MIEGGE
Lutero dovane
prefaz. di V. Vinay
Ed. Feltrinelli, Milano 1964
Pagg. 502, L. 4.000
Salutiamo con profonda gioia questa
nuova edizione laica, deU’opera capitale dei prof. Miegge
ARNALDO PITTAVINO
Storia di Pincrolo
II ediz.
Ed. Bramante, Milano, 1964
Pagg. 550, L. 4.000
La prima edizione di quest'opera si è
esaurita in poche settimane.
Non più con lo stesso limore di denuncie,
come alcuni anni fa, ma sempre con il senso
di discutere problemi ai limiti della « legalità », in cerehie ancora relativamente ristrette, si comincia a parlare più frequentemente
c liberamente del problema del divorzio. 1
lettori ricorderanno che nella scorsa primavera demmo notìzia di una « tavola rotonda » promossa dagli Amici del Mondo, al
teatro Eliseo di Roma, nella quale per la
prima volta un religioso cattolico, il gesuita
Lener, accettò di affiancarsi ad oratori dì ben
diversa posizione. Il convegno, sotto la moderatura dì A. C. Jemolo, ebbe notevole risonanza: più recentemente, riunioni consimili
sono state indette a Pesaro, Urbino e Bologna. La sera del 12 dicembre è stata la volta
di Torino. Al Cìrcolo della Stampa è stato
presentato Tultimo saggio delTavv. Mario
Berutti : «Il divorzio in Italia» (1).
Non è la prima volta che Tallo magistrato
si occupa del problema. Spesso egli lo ha presentato in pubblici dibattiti (era fra gli oratori alTEliseo); più volte, su varie riviste
{anche su « Protestantesimo ») egli ha trattato questo o quelTaspetto della questione,
e alcuni anni fa ha dedicato un saggio a
«Il matrimonio concordatario»: per ciò
che concerne la situazione italiana, i due
problemi sono indissolubilmente legati.
L'avv. Ottavio Benedicti e il prof. Alessandro Galante Garrone si sono alternati nel
presentare, con competenza, calore umano e
vivacità, i vari problemi toccati dal libro
del Berutti, nei presupposti storici c negli
aspetti attuali. Inñne Taulorc ha integrato
qua c là Tesposizione dei presentatori e risposto agli interventi di un pubblico intere-ssalo e relativamente numeroso, trattandosi di un convegno piuttosto ristretto.
Non è qui il caso di seguire diflusamente
la linea del lavoro del Berutti: lo raccomandiamo vivamente ai nostri lettori, poiché in
uno stile piano e vivace, che unisce al rigore della scienza giuridica una ricca conoscenza diretta dì « casi » crudeli o dolorosi,
un caldo affiato umano c uiTarguta vivacità
di esposizione, presenta un problcnia clie.
occhio e croce, tocca direttamente un milione circa di cittadini italiani, e iudirellamente chissà quanti altri.
AiTermare che la coscienza nazionale sia
ormai matura per portare a una decisione
che affianchi TItalia alla quasi totalità dei
paesi civili moderni e laici, è senz'altro troppo dire; anzi pubblicazioni come questa,
tendono appunto a sensibilizzare Topinione
pubblica, che è invece tenuta in genere lontana da questi problemi da spesse cortine
fumogene e da magniloquenti inni al carattere sanamente cattolico del popolo italiano.
Una soluzione giuridicamente valida si
avrà, anche da noi, soltanto quando la legislazione di una chiesa cesserà dì interferire indebitamente in quella dello Stato (ferma restando ovviamente la sua piena libertà
e autorità giurisdizionale nel proprio ambito).
Nè ci si dev'3 lasciare impressionare dalle alfermazioni di pretesa « ortodossia costituzionale » da parte di giuristi cattolici, i quali
dichiarano irreversibile Tinscrimento del Concordato nelTordinamento dello Stalo. Questo
problema particolare del divorzio dimostra
invece, con svariati altri, quanto esso costituisca un elemento palesemente estraneo e contradditorio nella Costituzione stessa e in un
ordinamento giuridico che tenga conto della
evoluzione sociale da un lato e dalTaltro delle prerogative dello Stato laico, calpestare le
quali significa necessariamente — in una
società diversificata comò Tatluale - calpestare i diritti di una parte più o meno
consistente di cittadini.
La strada sarà lunga (quanti altri progetti
di legge dovranno essere presentati e... insabbiati?); ma non c'è dubbio sul suo sbocco.
QuaTè il nostro compito di riformali, su
questa strada? e quando la meta sia raggiunta, e nuovi problemi si porranno, saremo teologicamente preparali e maturi per
affrontarli nelTambito della nostra prassi ecclesiastica? *
MARIO BERUTTI : Il divorzio in
Italia. Comunità, Milano 1964, pagr^
184, L. l.OOC.
PERSONALIA
Ci rallegriamo vivamenle con Lucia Ricca di Alessio, nata ad Angrogna e residente a Milano, che ha brilliiritemente conseguito presso la Scuola Interpreti e Traduttori di Milano
il diploma in lingue estere (fr.ances’
e ingle.se) e segretariato.
3
N. 50-51 — 18 dicembre 1964
pag
Villa Olanda
Un'ora di svago sereno.
Davanti al televisore, dono di Specchio dei tempi
Vita e problemi del più giovane dei nostri Istituti, sul
quale il Sinodo richiama, in occasione del prossimo
Natale, la generosa solidarietà dì tutte le Chiese valdesi
Si sente poco o nulla parlare della Casa di Riposo « Villa Olanda »,
perciò essa è male o poco conosciuta.
(lualche notizia anche rapida
-nlle orifrini di quest’opera di assistenza per profughi russi, ungheresi e rumeni, non sarà fuor di posto, specialmente in vista della
(c (iolletta speciale » indetta per il
aiorno di Natale, da un vibrante
ordine del giorno del Sinodo 1964.
In quel di Luserna S. Giovanni
esisteva una bella e grande proprietà a])partenente a Valdesi che gestivano, jtrima della guerra, un
"lande albergo chiamato « Pensioue Villa Olanda », Dojto l’ultima
gaerra i jiroprietari decisero di
- “udere la Villa, il giardino e il
ÌKìrco. Per non far cadere in altre
mani questa bella proprietà, mediante l’interessamento del Pastore
Guido Comba, essa fu acquistata
con l’aiuto del Consiglio Ecumenico delle Chiese Evangeliche di Ginevra. Si pensò, come Chiesa Valdese, di fare qualcosa per i profiiahi- cosi come era stato fatto altrove in Italia ed all’ltslero. Eran pro
La cappella valdese.
fughi clic venivano dall’esilio. Ed
ecco giungere questi profughi dall’Europa'e dalla Cina, dopo che la
vecchia « Villa Olanda » quasi distrutta dagli eventi bellici, fu trasformata in un ambiente capace di
dare <i una casa » a queste creature cosi provate dalla guerra del
1914-1918.
L’aiuto finanziario dato subito
allora da parte della Tavola Valdese è stato forte. Nel frattempo la
Villa veniva donata alla Tavola Val,dese che assunse Timpegno del
mantenimento dei profughi vita
naturai durante.
Dopo alcuni anni in cui la Casa
fu finanziata dal W.C.C. e da altri
Enti, è passata alla Tavola Valdese, alle site dirette dijvendenze.
La « Casa » diretta egregiamente
dalla Signora Alice Nisbet dal 19.58
all’ottobre del 1961, è <la allora diretta dal sottoscritto e dalla sua
compagna, che come la Signora Nisbet, si sono anch’essi consacrati a
quest’opera con tutte le loro forze
per il buon andamento di questa
Casa di Riposo.
Non sono mancate e non mancano le difficoltà interne (nazion.alità
diverse, abitudini, costumi diversi) ma tutte queste difficoltà vengono superate sia con Tamore sia con
la disciplina. Resta la grande difficoltà: finanziare quest’opera che.
come ben si capisce richiede milioni, ogni anno, alla nostra Amministrazione Centrale.
Attualmente abbiamo 47 jtrofughi tutti vecchi dai 65 ai 90 anni,
tutti incapaci di lavorare per malattia, cecità, paralisi, ecc. salvo alcune eccezioni.
Sono ben 60 camere da mantenere in ordine, anche se là dove vivono delle donne, la [vulizia quotidiana è fatta da loro. Occorre però un personale che non può essere
di due o tre persone, v’è la pulizia
giornaliera e qualche volta jtiù volte nella giornata, dei servizi igienici, corridoi, bagni, ecc. e questi
non possono essere eseguiti che da
un ]»ersonale di servizio.
A tavola si devoti servire, e per
tre volte il giorno circa 60 ¡tersone,
alcuni vanno servili in camera perchè malati o impossibilitati a muoversi.
Sino al 1961 ci pervenivano aiuti
in viveri (Church 'World Service)
farina, carne in scatola, olio vegetale, burro, dadi per minestre, ecc.
tlal novembre o dicembre 1961 più
nulla; si deve comperare dal pane,
alla carne, dalla frutta alla verdura e chi ha il ¡teso di úna famiglia
sa che cosa vuol dire « fare la spesa », conosce le difficoltà finanziarie tenemlo conto del continuo aumento del costo della vita. Nel
frattempo si accumulano note, fatture, ecc. non esclusa la nafta, e
tutto ciò deve essere pagato.
Naturalmente non basta dare ai
profughi un tetto, il vitto, occorrono
molte altre cose tenendo presente
l’età dei nostri ospiti : non mancano
quindi i medicinali, il medico, l’oculista, il dentista, i ricoveri in os])edali, analisi, radiografie ecc. Abbiamo, ora, per alcune ore al giorno
una infermiera che dà le sue prestazioni ai più bisognosi.
E poi, come i nostri ospiti hanno
avuto nel 19.59 una Cappella di rito
Ortodosso, così il sottoscritto ha pensato bene trasformare un garage inservibile in una accogliente Cappella Valdese, dove han luogo i Culti
per i fratelli evangelici, e per quanti
del vicinato vogliono intervenire.
Tutte le spese sono state sostenute
dal Direttore Pastore S. Colucci, che
a questo fine ha vivamente interessato amici personali o occasionali o
di persone che avendo veduto la
Cappella han voluto dare un segno
tangibile del loro amore. Ricordiamo una bella somma ricevuta dall’EPER a mezzo del gentile Pastore
Charles Freundler, ed una somma
ricevuta da Ginevra dal Consiglio
Ecumenico delle Chiese.
Dato che la morte passa anche a
a Villa Olanda » alcuni nostri profughi in questi ultimi tre anni e precisamente 11 ci hanno lasciati per
salire più in Alto.
Avendo così alcune camere vuote
la Direzione, su invito della Tavola
Valdese ha potuto accogliere, come
ospiti volontariamente paganti, alcune persone durante l’inverno e l’estate scorsa. Un piccolo aiuto, ma...
insufficiente a sgravare la nostra Amìiiinistrazione dei bisogni finanziari
della Casa, in parte almeno.
In questo momento abbiamo delle camere vuote, a pagamento.
Per ifentile interessamento di due
ospiti deHTiltima estate abbiamo ricevuto « in dono » da « La Stampa »
di Torino (Specchio dei tempi) un
magnifico televisore che ha sostituito quello (he c’era e non più funzionante, ed intorno al quale alcuni
|)rofughi si raccolgono la sera.
Ecco la nostra vita, ecco alcune
notizie.
E’ doveroso dire che a tutto l’andamento sojnaintende la Tavola Valdese. Alla parola a. sovraintende »
devo aggiungerne un’altra molto importante: PROVVEDE. Sì, provvede in quanto « atnministra » ed amministrando (](’!•(> avere i mezzi necessari. Dove li trova? Non è difficil
cosa immaginare quanto essa deve
sj)endere ogni mese per il mantenimento della « Casa». Senza dubbio
la Tavola Valdese si è assunto un
grave onere me lo ha assolto gioiosamente anche -e provvedersi <( del
necessario » è ¡ter i nostri amministratori un gri\e, grande pensiero.
Una voci" eoiiiuue e diffusa non
si sa come, circola, è che... Villa
Olanda è mantenuta dall’ONU, dal
Consiglio Ivcumenico delle Chiese,
dal Governo... E’ bene che si sappia
che ciò non corrisponde in tutto al
e,-ro. E" vero che sul principio alcuni di questi Enti ci hanno aiutati,
ma ](oi... pian piano questi son ve
Colletta di Natale
Il Sinodo del 1964 « consapevole della responsabilità della Chiesa
Valdese nei confronti dell'opera ecumenica di Villa Olanda », con un
apposito Ordine del giorno ha invitato la Tavola « ad indire una colletta straordinaria per aiutare quest'opera, fornendo la necessaria informazione alle comunità ».
Il Direttore di Villa Olanda, Pastore Seiffredo Colucci, darà certamente ai lettori del nostro settimanale le informazioni di cui le chiese
hanno bisogno. Mi limito a ricordare che Villa Olanda ospita un numero notevole di rifugiati russi in età generalmente assai avanzata, in molti casi bisognosi di cure e di assistenza. Fra i vari istituti di beneficenza
della Chiesa Valdese questo è il solo che svolga la sua attività sul piano
ecumenico a benefìcio di un gruppo di cristiani ortodossi.
Le spese di mantenimento dell'istituto gravano quasi totalmente
sulla Tavola Valdese,proprietaria dello stabile. Esse costituiscono un
peso considerevole, ma sono anche il segno della partecipazione della
nostra Chiesa ad un'opera di solidarietà che il Consiglio Ecumenico
compie nel mondo mediante il Dipartimento dell'aiuto inter-ecclesiastico
e in favore dei rifugiati. Per una maggiore informazione dirò che nell'anno ecclesiastico 1963-64 il saldo passivo a carico della Tavola Valdese è stato di lire 10 milioni.
La Tavola invita pertanto le Chiese Valdesi in Italia e all'estero a
dedicare a Villa Olanda la colletta del
CULTO DI NATALE
Essa confida nell'impegno di molti in quest'opera di aiuto e di solidarietà.
Le offerte vengano inviate con sollecitudine alla Tavola Valdese Via IV Novembre 107 - Roma - C.C.P. 1/27855.
Ermanno Rostan
Moderatore della Tavola Valdese
nuli meno, o se giungono, giungono
(li molto diminuiti. Si ricevono piccole somme dall’AAI per 17 persone su 47 a mezzo del WCC di Roma, piccole quantità di farina dalTAAI di Roma, a tutto il resto è la
Tavola Valdese che deve pensare e
provvedere.
Lasceremo noi la Tavola sola in
questi frangenti? L’opera di « Villa
Olanda » è un’Ojjera della nostra
Chiesa. La Tavola compie quest’opera con spirito d’amore, ma deve
avere al suo fianco TUTTE LE COMUNITÀ’ VALDESI.
Pensando a ciò io dico a tutti i
Concistori, a tutti i Consigli di Chiesa, ai Pastori, ai singoli Membri di
Chiesa: AIUTATECI! E’ un S.O.S.
che lancio nella piena certezza che
chi (( ama il Signore » non lascerà
cadere un appello come questo. Anche (( Villa Olanda » deve trovare
un posto nei Bilanci annuali. E il
« dono » arriverà, ne sono certo.
Si avvicina il Natale, a tutti il mio
fraterno saluto ed ogni migliore augurio per molte benedizioni da parte del Signore. <
Pastore Seiffredo Colucci
Direttore « Villa Olanda »
Luserna S. Giovanni (To.)
Miiiiiiiiiimiiimimimliimiiiiiii>uiimiiaiaiii»""iu«>i<
CELEBRATO A SAMPIERDARENA
il centenario della Chiesa Valdese
Domenica 29 novembre, la Comic
nità di Sampierdarena ha festeggiato i suoi cento anni. In genere, per
ques(i avvenimenti, si usa il termine
1 « celebrazione », che evoca discor
si, bandiere, cortei, tutte cose molto solenni e ufficiali. Invece il centenario di questa comunità ha avuto
un carattere molto semplice e familiare. E doveva essere così. Innanzi
tutto, perchè la comunità di Sampisr
darena ha proprio la caratteristica di
essere una comunità semplice e familiare, una caratteristica che, come no
tava il Pastore Aldo Sbaffl, colpiscs
immediatamente coloro vi giungon.j
da altre comunità o da altri ambienti • vi si sente im calore umano e fraterno, che mette subito a proprio agio.
Date queste caratteristiche, non si
poteva evidentemente fare una cele
brazione in forme solenni, senza cadere nel ridicolo, di cui i genovesi
hanno un senso spiccatissimo.
E’ stata dunque una giornata in cui
ci siamo ritrovati in molti per ringraziare il Signore e riflettere sulla no
,stra responsabilità di uomini ammaestrati dalla grazia di Dio. Al mattino,
riel tempio gremito di persone (tra
cui i fratelli metodisti di Genova Se
itri e battisti di Sampierdarena, che
avevano sospeso il loro culto-, per esliere insieme a noi; ricordiamo con
piacere questa manifestazione di uni
ta, come non possiamo tacere che in
quel momento altri fratelli a cui saremo uniti quando e come il Cristo
vorrà, pregavano per noi), il Moderatore, Pastore Ermanno Rostan, predicò sul testo- Tito 2; 11-14. Egli ricordò che la nostra festa si collocava
già nel periodo d’avvento e riceveva
da questo un carattere particolare: in
questo tempo noi attendiamo l’apparizione della grazia di Dio, « salutare
per tutti gli uomiiñ». E la grazia non
è solo l’annunzio del perdono, ma an
che l’azione con cui Dio ci dirige nella vita; vi è un’azione educativa, una
« pedagogia » della grazia. Come dice
Bonhoeifer, la grazia di Dio non è
« una grazia a buon mercato », essa
fa sentire la sua realtà nel vivo del
nostro impegno di credenti.
Dopo il culto, l’agape fraterna, con
quasi duecento commensali, è stata
uno di quegli incontri dove la conoscenza reciproca si approfondisce e
l’amicizia si rinsalda, un segno di
quella comunione fraterna, senza la
quale non avrebbe senso parlare di
cento anni di vita della Comunità.
L’atmosfera era lieta, e fu resa ancor più lieta dalla Corale di Torino
che, neH’attesa necessariamente un
po’ prolungata delle portate, improvvisò dei piacevoli cori (i maligni dicevano: per ingannar l’appetito!). Ma
il grande apporto la Corale lo diede
nel culto, eseguendo due cori, e, nel
pomeriggio, incorniciando la conferenza del Pastore Ernesto Ayassot con
alcuni cori e « negro spirituals ». Questa ottima Corale ci ha dunque reso
un grande servizio arricchendo la festa con relemento musicale.
L’agape si concluse con i messaggi
di alcuni Pastori. Prese per primo la
parola il Moderatore, portando il saluto della Tavola Valdese e ricordando che di lì, a pochi giorni si sarebbe
trovato in un’altra occasione festo
sa, a San Giovanni in Lipioni, per la
inaugurazione del nuovo tempio. Poi
la comunità ascoltò con commozione
la voce di due Pastori Emeriti che
esercitarono il loro ministero a Sampierdarena: il Pastore Giovanni Ber
La nostra stampa
vi interessa ?
SOSTENETELA
DIFFONDETELA
tinatti e il Pastore Alfonso Alessio. Il
Pastore Bertinatti rievocò con vivacità la figura dell’Evangelista Enrico
Corsani, che fu a Sampierdarena dal
1877 al 1885, e quella dei propri genitori. che insegnarono dal 1873 al 1877
lidie scuole evangeliche di Sampierdarena li Pastore Alessio rievocò gli
anni della seconda guerra mondiale,
durante i quali si svolse la prima parte del suo ministero in questa comunità Questi interventi furono uditi
con grande gioia da tutti. Certo, sarebbe stato bello poter udire ancora
altre voci. Quella del Pastore Impo
per esempio, che svolse a Sampierdarena un’intensa attività, con risultati duraturi; o quella del Pastore
Panasela, suo continuatore; o ancora
quella del Pastore Nisbet, che rimase
a Sampierdarena fino all’anno scorso
3 che durante i quattro anni del suo
ministero non si stancò di spingere la
comunità a una decisa azione evangeiistica. Purtroppo, la distanza o la
malattia impedirono a questi Pastori
di esser presenti, ma la comunità li
ricordò con affetto.
Infine, i Pastori Emidio Santini e
Aldo Sbaffi portarono i saluti della
Chiesa Battista e della Chiesa Valdese di Genova.
A conclusione della giornata, il Pa■store Ayassot tenne l’annunciata conferenza su: «Un secolo di testimonianza evangelica in Italia ». Egli si
riferii in modo particolare alle vicen
de di questa comunità che, con le sue
ombre e le sue luci, è ora posta più
che mai di fronte al compito di predicare l’Evangelo, senza ripiegare su
posizioni unicamente cultuali e senza ripararsi dietro comode scuse.
La comunità ripensa ora a questa
giornata, cosi ricca di insegnamenti e
di incoraggiamenti, ai numerosi fraielli che si sono associati alla sua gioia. Possa questo ricordo non limitarsi
nella sfera del sentimento, ma tradurci in un maggiore impegno e costana nel servizio. r. b.
4
pag
18 dicembre 1964 — N. 50-51
Lo spinto dei nuiia
e ta comunità
Il Sinodo ha deliberato di inviare
alle varie chiese lo studio del Prof.
Valdo Vinay « Vocazione e senso della diaspora protestante in Italia»,
perchè ne facciano oggetto di studio
e di fraterno dibattito.
La Claudiana ha provveduto con
sollecitudine alla stampa di questo
lavoro, inviandolo alle varie chiese.
Ho letto con attenzione e con vivo
interesse cotesto discorso pronunzia
to al Sinodo dal Prof. Vinay.
In cotesto lavoro il Vinay ha centrato uno dei punti fondamentali
della situazione attuale : « lo spirito
del nulla». Il demone. Le spaventose
forze celesti distruggitrici della vita
Naturalmente nessuno ci crede perchè non si può credere nel nulla come elemento agente, senza diventare
dualisti.
Se fossimo almeno questo!
Il vero male profondo, ci uccide
senza farci soffrire, salvo aU’ultima
ora, come ü cancro o la leucemia.
Questo « nulla » ha operato per circa un secolo- senza farci soffrire, almeno non nello spirito, poi è esploso
nel volto nazi-fascista-capitalista, e ci
ha uccisi.
Noi siamo nell’ora deU’agonia.
L’ora in cui il « nulla » ha rivelato
la sua essenza di terrore e di caos distruggitore.
Porse mai come ora l’umanità è,
proprio- per questo, prossima alla rivelazione deiriddio vivente, perchè il
« bugiardo » è stato smascherato. Per
chi ha occhi per vedere.
Evangelizzare, vuol dire annunzia
re la distnrzlone metafisica di Satana
nella persona di Cristo, l’incarnazione
storica -deiriddio vivente.
Ohi vive realmente capisce, chi ve
geta sarà solamente arso.
Per questo l’età attuale è ecumenica, perchè si tratta di centrare l’èssenziale, e, al centro del cerchio, siamo tutti uno.
Chi non capisce questo fà dell’ecunienismo da « nazioni unite », ecumenismo ipocrita, dei travestiti da cristiani.
Mi sembra però che il prof. Vinay
ne! suo validis.simo messaggio, abbia
dimenticato, o per o meno non chia
ramente messo in evidenza, il secondo punto fondamentale della situazjcne attuale.
Voglio dire la «comunità» o meglio
la « comunione » degli uomini nelle
verità.
Il mondo- moderno è sensibilizzato
come mai fino ad ora, al concetto di
« comunità », ma non ne vede l’essenza- », la virtù dinamica che la muove ;
« la vittoria di Dio in Cristo-, sul tragico vuoto del nulla».
Amarsi, servirsi, volersi bene, fra
ternità universale sono panzane vuote
ed ipocrite se non si incomincia a V3
dere come un primo barlume di veri
tà. vivente neltuomo, nel vicino, il potere imperante del Cristo spirito, avvertendo in Lui la presenza di Dio.
La società è un caos di tristezza,
perchè non sa più chi è l’uomo. Lu’
ed io.
Che cosa mi può legare al fatto sociale se non Te-ssenziale, cioè il significato stesso deH’uomo : l’amore crocifisso?
Se non vi è questo non vi è nulla,
riuH’altro che il ma-le orrido che mi
fà signore, nella mcrte disperata.
Non si co-mbatte con le parole fi
con il sentimentalismo, o^ con gli incontri coreografici, c con i sacchi di
grano o con le federazioni ecclesiasti
che o col « siamo- tutti fratelli », con
tro l’abisso del nulla, ma con la comunione di due o tre, o cento o centorrJla, tutti uniti, il pulito con lo sporco, il santo col criminale, il disperate
col soddisfatto, perchè siamo tutti fatti da Lui, in Lui ed in vista di Lui.
Io credo che solo questo sia la comunità : « il senso della comuniont
nella Pietà eterna, precipitata con noi
r.eH’abisso della potenza delle tenebre
e crocifissa».
Intanto è giusto che le chiese me
ditino sul primo elemento centralizzato dal messaggio in modo vero, pò
tente e rivoluzionario.
Basta questo.
Aggiungere altri temi è giocare sull’apparente, sul periferico, scambiare
1'. conseguenze con la « causa ».
E’ tempo di fare piazza pulita di
tutti i circhi equestri della Parola e
fermarsi a ciò che lo Spirito indica
come vero, e solo a quello.
Dopo aver meditato « in sereno dibattito » sullo « spirito del nulla », ci
sarà dato, se il Prof. Vinay vorrà farlo, il secondo tema del dibattito : « la
comunità nella comunione ».
Carlo Lupo
A Cerignola il 29 novembre scorso
Un convegno giovanile
dei responsabili F. U.V.
Ancora una volta, domenica 29 novembre,
Cerignola ha accolto i partecipanti del convegno responsabili F.U.V. del V Distretto.
Il tema del convegno era: all servizio
nella Chiesa »; la relazione sarebbe stata seguita dairelezione del nuovo capo-gruppo.
La giornata è stata aperta alle 9,30 col
culto presieduto dal Pastore Salvatore Ricciardi presente la Comunità. Testo Matteo
11 - Isaia 35.
Dopo la presentazione dei partecipanti al
Convegno vale a dire i rappresentanti dei
« Uomini Nuovi » (Marchirolo, V^arese)
ha pubblicato alcuni dischi (prima siglati
« Radio Risveglio ») di cantici religiosi. Ci
piace notare accanto agli inni di uno stile
che francamente non possiamo qualificare
(( sacro » ancac l’incisione, molto curata, di
alcuni corali: cc L’Eterno Iddio benedite»,
« Vieni... », « Cristo mia speranza ». L'esecuzione è solistica e un tantino troppo lirica; avremmo preferito un vigoroso canto
di coro; ma è giusto e rallegrante notare
l’orientamento di « Uomini Nuovi » anche
verso musiche che esprimono la fede attraverso i valori musicali.
L'interesse per la musica organistica e
per la costruzione degli organi si sta destando, con grave ritardo, anche in Italia, ne
è prova la nuova serie di trasmissioni sugli
antichi organi in Europa, iniziatasi da alcune settimane (sul 3^ programma, la domenica alle ló,30) e fortemente raccomandabile ai nostri organisti.
La comunità valdese di Napoli-Vomero
ha acquistato recentemente il fabbisogno di
« Inni Nuovi » pc'r un’assemblea di una
settantina dì persone, e si accinge allo studio dei nuovi inni ed al loro normale inserimento nel cullo. Sono ormai molte le
chiese che usano normalmente il supplemento all’« Innario Cristiano ». Vorremmo
che le comunità ritardatarie si sentissero
incoraggiate a far altrettanto senz’altri
indugi.
Domenica 27 dicembre avrà luogo a
Torre Pellice un concerto di musiche (natalizie, in gran parte) per organo e coro.
Tale manifestazione organizzata dagli Amici del Collegio Valdese, rappresenta una
novità nel quadro dell? feste di fine danno d(d nostro piccolo centro e gli organizzatori confidano sia gradita agli abitanti ed
agli ospiti che verranno a trascorrere le
feste a Torre Pollice. Le offerte raccolte saranno devolute al fondo di solidarietà prò
disoccupati.
Avete
rinnovato
a vostro
abbonamento]?
seggi delle Unioni di Taranto, Napoli via dei
Cimbri e Vomero, Bari, Campobasso, Cerignola e giovani di Unioni non ancora federate: Trani, Corato, Termoli, il giovane Piero Maffione di Taranto ha esposto la relazione sul tema « Il Servizio nella Chiesa ».
Muovendo da riflessioni sul cap. 53 del
profeta Isaia che tratteggia la classica figura del Servo chiarisce le dimensioni e il senso del « servire » offrendo cosi la possibilità
di quella critica di fondo fatta propria dal
marxismo contro la Chiesa Cristiana per essere venuta meno alla sua missione. Il relatore a questo punto accenna ai modi di riconoscere ed accettare tali accuse che consìstono neU’impegnarsi a fondo nel servizio
reso al prossimo in uno spirito disinteressato
e coerente capace di fare di ogni credente
un vero dicepolo di Cristo.
E* seguita la discussione a gruppi imperniata su queste tre domande :
1) Quali le forme più adeguate del servizio per la nostra Chiesa oggi.
2) In che maniera realizzarle fuori della
Chiesa.
3) In che misura ritenete fondate le critiche marxiste alla Chiesa.
I capi gruppi furono : Mimmo Campanelli.
Vito Currado e Antonio Matacchione. Le risposte risultarono più o meno parallele: le
forme più adeguate di servizio sono solo
quelle improntate allo spirito cristiano mentre le loro forme variano da ambiente ad
ambiente. (Vedi Firenze, Corato, Cerignola,
Orsara, Riesi, Pachino, Palermo).
Nel pomeriggio si è avuta infine l’elezione del Capo Gruppo. Dopo vari dibattiti procedurali risulta eletto il Pastore Salvatore
Ricciardi e quali collaboratori : Mimmo Campanelli di Cerignola e Aldo Paladino di Campobasso.
Per la cronaca : la giornata fu favorita da
un sole splendido, la Unione ospitante si
prodigò per un’accoglienza che risultò calorosa e generosa, le ore scorsero veloci lasciando nel cuore di tutti una velala mestizia
quando giunse l'ora della separazione ma anche la certezza che non erano state perduti'
nel quadro delLimpegno cristiano.
M. C.
I LETTORI CI SCRIVONO
Una 13”“ in pericolo ?
Contemporaneamente alla lettera
che riproduciamo qui sotto (accettando volentieri che..\ continui al prossimo numero ) abbiamo ricevuto ùn
’’messaggio alle Chiese” da parte della
Tavola Valdese, e una circolare del
Moderatore ai membri dei Concistori
e dei Consigli di Chiesa. Puntualizziamo alcuni dati relativi alla situazione finanziaria della Chiesa Valdese:
— a fine novembre di fronte a spese
per 104 milioni (6 mesi), sono stati
versati dalle comunità solo 24 milioni
(dei 125 del bilancio preventivo approvato dal Sinodo).
—■ a metà novembre 22 (ventidue)
comunità, commoventemente accomunate ’’dalle Alpi alla Sicilia”, non
avevano ancora versato una sola lira.
— nelle riunioni di metà novembre
la Tavola Valdese, di fronte a tale situazione, si è vista costretta a ’’limitare al massimo lo stanziamento di
nuove spese”, e di soprassedere, per il
momento, alla decisione di inviare ai
suoi dipendenti il ’’fiore natalizio”
(tale è rimasta la 13^ mensilità). A
parte il fatto che non poche famiglie
di questi dipendenti verranno a trovarsi in serie difficoltà qualora questa restrizione dovesse essere mantenuta, pensiamo che ogni membro della nostra Chiesa debba essere turbato
da questa generale limitazione della
nostra opera di testimonianza. Noi riceviamo molto, da Chiese sorelle all’estero; siamo una piccola Chiesa minoritaria e possiamo accettarlo con
umiltà e riconoscenza, a cuor leggero,
ma solo se siamo certi di .avere veramente fatto quanto è nelle nostre possibilità. C’è un larghissimo margine.
Va colmato.
Roma, 25 novembre 1964.
Caro Direttore,
Siamo ormai giunti a metà dell’anno « finanziario » (com'è noto i conti
della nostra Amministrazione ecclesiastica si chiudono al 31 maggio) e, a
quanto mi è stato confidalo da autorevole ed attendibile fonte, la situazione non è affatto rosea, anzi è senz’altro pesante e tale da legittimare serie
preoccupazioni se è vero che la Tavola non sa come fare per racimolare
il denaro occorrente per provvedere
agli stipendi del « personale » (pastori - evangelisti - impiegati etc.). Io
non dubito che la Tavola « provvederà », ma aggravando ancora la situazione debitoria generale, già allarmante.
« Ma come! — osserverà qualcuno
— il Sinodo non ha forse, su proposta della Tavola, deciso, unitamente
ad un « ritocco » degli stipendi (ritocco vuol dire, nel prudente linguaggio della Ven. Tavola, aumento!) anche un forte accrescimento delle contribuzioni?! ».
Già, il Sinodo ha così deciso, anzi
ha ufficialmente deliberato (e se non
erro la deliberazione è stata presa all’unanimità) dì aumentare del 60 (dico sessanta) per cento le contribuzioni
ricevute nel ’63-64. Però, a quanto
pare, i conti non tornano. E come
mai siffatta jattura è potuta accadere?
Il discorso sarà — purtroppo —
lunghetto, giacche non basta, in base
a principi sia pure giustissimi, validissimi, sacrosantissimi, incontestabili
e — manco a dirlo! — irreversibili!,
non basta, dico, proclamare in seno
alle assemblee, siano esse di Chiesa,
di Distretto o Sinodali che bisogna
giungere ad una determinata mèta,
non basta deliberare, perchè la deliberazione diventi automaticamente un
fatto compiuto. Bisogna, invece, adoperarsi attivamente per vincere le
« resistenze », di ogni genere, natura
e dimensione, comunque motivate, e
che conlinuanieule si manifestano, ma
ciò può efficacemente avvenire solo se
si procede ad un’accurata e precisa
analisi di tali « resistenze ».
Vorrei prospettare qui, ai lettori di
Eco-Luce, alcuni di questi « motivi »
— fra i più correnti — i quali incìdono negativamente, in misura non
trascurabile, sui processo di « aggiornamento finanziario » che, auspice la
delibera sinodale, tutte Je Comunità
dovrebbero proporsi.
Prescindo, per ora, dal motivo fondamentale che è alla radice di questo
come di altri mali, e che si può riassumere in una sola parola : l’egoismo.
L’egoismo, il nostro egoismo, è quello
che prevale così spesso sui generosi
impulsi della fede, della carità, dell’amore e deirattaccamento alla nostra Chiesa, che pure consideriamo
ancora valido strumento di testimonianza evangelica, di servizio fedele
per l’opera del Signore! Questo è senza dubbio, il motivo autentico, profondamente radicalo in noi, quello
che realmente determina il nostro alleggiamenlo, ma che viene più o meno mascheralo dalle altre ragioni —
o pretesti — che passeremo ora ad
esaminare parlitamente.
A) - Taluno osserva che il criterio
distributivo delle somme richieste alle Chiese non è equo. Una semplice
operazione aritmetica (aumento indiscriminato del 5, o IO, 15, 20 per
cento sulle contribuzioni versate l’anno precedente) -- dicono gli « obiettori » (di coscienza?!) — è quanto di
meno logico si possa fare ed incoraggia i... riottosi. Difalti — sì afferma
— se noi della Chiesa di X. abbiamo,
l'anno scorso, versato alla Tavola l’inlervì somma richiestaci (con tutta la
maggiorazione prevista) perchè mai
dovremmo, quest’anno, subire (questo
è il verbo!) un altro aumento percentuale uguale a quello della Chiesa di
Y. che, viceversa, ha fatto orecchie
da mercante — negli anni passati
e non ha accresciuto le sue contribuzioni o, se l’ha fatto, l’ha fatto in misura nettamente inferiore alla nostra?
Non è giusto!
B) ■ Perchè mai la Tavola ha decìso proprio quest’anno — nel quale
il deficit di bilancio è stato sensibile
— un ritocco-aumento degli stipendi,
determinando un prevedibile ulteriore
aggravio del deficit generale preesistente? Forse che la situazione « congiunturale » del nostro Paese non tocca anche noi e le nostre famìglie?
Perchè dunque non aspettare tempi
migliori anche per i pastori, evangelisti etc.? Non è giusto!!
C) - Perchè mai il Sinodo, di fronte ad una situazione finanziaria « pesante » quale si presentava già nell’agosto scorso, non ha bloccato temporaneamente i trasferimenti dei pastori, com’era stato assennatamente
proposto? Si ignora, forse, che i traslochi pesano, in misura rilevante,
sul bilancio dell’Amministrazione?
Non è giusto!!!
D) - Perchè tanti pastori non si peritano dal far gravare sull’Amministrazione spese notevoli (considerate
globalmente) che potrebbero essere
sensibilmente ridotte se gl’interessati
seguissero criteri dì più rigida e scrupolosa economia, come si faceva una
volta? Non è giusto!!!!
E) - Perchè mai le chiese, tutte le
chiese, devono sostenere in parti proporzionalmente uguali il grave peso
del disavanzo degli « istituti di istruzione » i quali — in pratica — servono esclusivamente, o quasi, alla popolazione valdese del 1® distretto?
Non è giusto!!!!!
E, su questo binario, la teoria delle
« obiezioni » potrebbe continuare ancora.
Pur non volendo contestare la —
almeno parziale — fondatezza delle
critiche suaccennate, mi pare che sia
giusto sottolineare, invece, altri aspetti, direi preliminari del problema:
1”) Le Comunità non debbono e
non possono sottrarsi agli obblighi
che loro derivano dall'appartenere alla Chiesa Evangelica Valdese, considerala nella sua unità globale, anche
sotto il profilo finanziario.
2") Tutte le critiche sono ammesse
(se in buona fede) purché abbiano finalità e carattere chiaramente costruttivo, positivo, tendere cioè alla eliminazione dei difetti funzionali (che certamente esistono) e non servirsene
semplicemente per crearsi così un comodo, ina falso, alibi, per la propria
avarizia o per il proprio disinteresse
verso la Chiesa.
Alla radice del male vi è — ripeto — il nostro personale egoismo, la
insufficienza del nostro slancio, nonché altre e valide ragioni sulle quali,
se Lei, caro Direttore, lo consentirà,
mi riservo di ritornare in un prossimo
numero.
Con fraterni saluti.
Aldo Long
Meglio non sorridere
che farlo a denti stretti
Un lettore, da Villar Porosa:
Mi sembra che nei nostri frequenti
discorsi sul Concilio Vaticano II manchi qualcosa : non certo la competenza e la ricchezza della informazione
perchè vi provvedono uomini intelligenti e colti pienamente qualificati;
manca, mi sembra, qualche volta, un
sorriso amico che avrebbe la sua ragion d'essere e il suo valore positivo.
Quando leggiamo i nostri cronisti
sui nostri giornali abbiamo Limpressìone di trovarci dinanzi a dei giudici istruttori in cerca, per professione,
di errori, insìdie e attentati alla sana
dottrina : professori con gli occhiali
a montatura nera, dai lineamenti tesi,
quasi duri e lo sguardo acuto, somiglianti a quel ritratto di Calvino che
ho qui dinanzi a nie sul mio tavolo
da lavoro... Orbene, questi fratelli
miei, vorrei anche vederli capaci di
compiacersi di più di certe cose evidentemente buone che avvengono a
Roma.
Un orientamento nuovo è evidente
nelle parole di molti vescovi e cardinali. La Sacra Scrittura ritorna oggi
in onore come mai ancora dai primi
secoli della storia della Chiesa Cattolica; un atteggiamento nuovo verso di
noi fratelli separati è pure significativo, anche se ci lascia abbastanza
indilferenti mentre ì nostri padri lo
avrebbero salutato incendiando di falò
tutte le loro montagne.
Mi sembra che potremmo anche
comprendere — pur senza giustificarli
— tanti lo^ atteggiamenti sui quali
invece gridiamo soltanto allo scandalo: ci urta il loro attaccamento alle
loro naggiori dottrine tradizionali come quelle concernenti Maria, i santi,
il primato papale, rescliisivìtà del carattere dì vera Chiesa ecc., e siamo
(giustamente!) indignati quando Paolo VI ogni tanto torna a ribadire i
concetti della piena sovranità del suo
ufficio...
Evidentemente, se dovessimo sostituirci al Valicano li, noi agiremmo
diversamente; ma possiamo pur comprendere questi novatori Cattolici che
amano la loro Chiesa e se desiderano
riformarla non vogliono però comprometterne la precaria stabilità con mosse frettolose. Conoscono troppo bene
la loro Chiesa e sanno quel che succederebbe se andassero di punto in bian.
co a Napoli a sconfessare San Gennaro col suo sangue ai*npollato, o a
Palermo Santa Rosalia, o a Roma il
primato papale. Essi sperano — anche se questo a noi sembra assurdo —
di potere a poco a poco migliorare
tutta intera la compagine Cattolica.
Essi, ripeto, si Illudono di poter riformare la loro Chiesa dallin terno
come anche da Valdo a Calvino, tutti
i nostri riformatori da princìpio si illusero.
E faccia chi vuole, in questo campo, tutte le riserve che vuole ed io
potrò aiutarlo a farne ancora di più,
ma è un fallo che oggi nella Chiesa
Cattolica si raccomanda la lettura
della Sacra Scrittura : quello cioè che
noi Valdesi per primi nella storia della Chiesa Cristiana abbiamo domandalo e pei* cui siamo stati per otto secoli testimoni sui nostri monti. Questo solo fatto, insisto, meriterebbe da
parte nostra una gioia almeno pari a
quella del 17 febbraio.
Nessuno mi fraintenda! Il mostrare un volto amico a chi nella Chiesa
Cattolica lavora per un miglioramento, non implica che siano diminuite le
difficoltà che da secoli ci separano:
ì! matrimcnio misto è da sconsigliare
oggi come cinquant'anni or sono. Per
essere felici insieme bisogna anche
poter pregare insieme e questo non
può essere se uno invoca '.^esu e
Lai
tro Maria o sant'Antonio. Per una
sana vita sociale è necessario anzitutto
un rispetto totale della verità che, affermato da noi protestanti, è compromesso dai nostri fratelli cattolici
con tutta una casistica di circostanze
in cui si può mentire... E questo elenco di ostacoli è lungo come i secoli da
cui se ne parla.
Ma non per questo io scrivo, bensì
per rallegrarmi che malgrado tutti
questi ostacoli ci siano nella Chiesa
Cattolica uomini che lottano per un
ideale di risanamento impossibile a viste umano, e ad ogni modo più difficile oggi delle lotte che dobbiamo sostenere noi Protestanti, e perciò nobile e bello.
E v'è - - voglio pure ricordare —
una cosa che ci accomuna e di cui
per svariati motivi si parla poco, così
da una parte come dall'altra: il peso
di una massa che porla il nome cristiano soltanto come una etichetta
ma che in realtà è pagana, soltanto e
pienamente pagana. Questa massa è
incommensurabile nel Cattolicesimo e
Io è quasi altrettanto nel Protestantesimo. Se parlavo dianzi di quel sorriso, si è perchè mi sembra di veder
venire il giorno in cui i sinceri e i
ben intenzionali dalle due parti finiranno per darsi la mano e dire: Venite. andiamo insieme a predicare
Gesù Cristo a questo popolo che lo ha
dimenticato!
E nessuno mi accusi di ottusa bonomia!
Ho il diritto di parlare almeno
quanto i Calvinisti moderni che parlano in modo eroico ~ma che dalla Inquisizione non hanno mai patito un
graffio. Fin daU'età di tre anni ho vis
suto nel clima della polemica religiosa, figlio di una vedova e maestra
evangelista, in paese fanaticamente
cattolico: ricordo tante lacrime e la
paura della ragazzaglia locale che ini
inseguiva a sassate gridando : « Protestante! ». Avrei motivo anch’io per
delle prevenzioni... ma è tempo oggi
di aprire gli occhi alla realtà e di credere nei miracoli che Dio compie : in
verità molte e molte cose sono cambiate ed altre certo cambieranno ancora...
E concludo.
Giudichiamo e critichiamo pure finché vogliamo il Vaticano II, ma non
dimentichiamo di mettere anche e
molto in evidenza lutto ciò di buono
che vi possiamo trovare e ricordiamo
una verità storica elementare : Pietro
Valdo, Martino Lutero e Calvino son
provenuti tutti dalla Chiesa Cattolica
e ne sono usciti perchè scomunicati
ma non perchè essi non le volessero
più appartenere.
Enrico Geymet
P. S. — Questo scritto attendeva
sul mio tavolo da qualche giorno
quando il Concilio si è concluso nel
modo sconcertante di cui si è parlato
in tutto il mondo e con la nuov^ genuflessione d:l Pontefice dinanzi a
Maria. Moiiirs imi « Novatori » sono
rimasti delusi ed io vedo in questo
fatto un motivo di più per un sorriso
di comprensione e per una fraterna
stretta di mano.
Riconosciamo al past. Geymet la
più ampia e pubblica libertà di sorriso. Da parte nostra, quel che da anni
ormai andiamo sostenendo fa noto ai
lettori che un nostro sorriso, al riguardo, non potrebbe essere che ipocrita o amaro. Non ci sentiamo dei
cani ringhiosi. Sappiamo bene che lo
Spirito soffia come e dove vuole, c
non siamo certo ciechi alle singole
manifestazioni genuinamente evangeliche che egli suscita nel Cattolicesimo. Ma dobbiamo dire che questi ’’novatori", malgrado la loro lotta, e le
autentiche sofferenze di taluni, non
hanno mutato nulla nel fondo del sistema romano. C’è poco da sorridere.
Guardiamo anzi con tristezza alla prigione dorata che si pretende ovile di
Cristo, e alTillusione di chi elude la
liberatrice rottura.
ABBIAMO
RICEVUTO
Pro Orfanotrofio Femm. di Torre
Pellice. P. Peyrot, in memoria di Alberto Peyrot, L. 5.000.
Pro Claudiana, Emma Bertalot (Luserna S. Giovanni), L. 500.
5
píg. s
N. 50-51 — 18 dicembre 1964
Costituita a Torino la più recente delle nostre associazioni
Gli «Amici delle Valli Valdesi»
Come già comunicato, domenica 6 dicembre è nata ufficiosamente, a Torino, una
nuova Associazione : quella degli a Amici
delle Valli Valdesi ».
Promotore dell’iniziativa è stato il prof.
Giorgio Peyronel, membro della Tavola Valdese, al quale si sono volonterosamente affiancati alcuni membri della Chiesa valdese di
Torino. Si era avuta una prima riunione preliminare a fine ottobre, nella quale il prof.
Peyronel aveva presentato nelle linee generali
ma anche con indicazioni ben precise, gli intenti e i programmi che si potevano aver presenti in vista della costituenda associazione.
In quella riunione, alla quale avevano partecipato una trentina di persone (anche alcuni giovani), era stata decisa la costituzione
di un Comitato coordinatore provvisorio, che
era stato nominato nelle persone del prof.
Franco Operti, presidente, del doti. Arnaldo
Eynard, segretario, dei doti. Alberto Baridon
e Guido Botturi, dell’arch. Claudio Decker;
tale Comitato ha esaminato e rielaborato la
bozza dello statuto e del programma, presentata alla prima riunione, e Tha ripresentata
a quest’ultima riunione, ov e stata approvata
dagli interventi (nuovamente una trentina).
Naturalmente tale approvazione sarà definitiva, e ufficiale la costituzione della nuova Associazione, quando sarà stata largamente presentata nel nostro ambiente e si sarà indetto
un congresso aperto a tutti, in modo che tutti
gli interessati possano dare la loro adesione
e far presente il proprio pensiero. Tale congresso si terrà con ogni probabilità a primavera, e fino ad allora il Comitato provvisorio,
tenendosi in stretto contatto con la « Pro Valli ». continuerà il suo lavoro preparatorio e
coordinatore.
Riproduciamo qui accanto gli elementi essenziali del progetto di statuto e del progetto di azione. Desideriamo però commentarli
rifacendoci a quanto esposto dai promotori
e discusso dagli intervenuti alle due riunioni preliminari in questione.
La costituenda Associazione non intende
certo costituire una sorta di contiNiltare Talco’
alla più ’ecclesiastica' a Commissione Pro
Valli », organo della Conferenza e della Commissione del I Distretto della Chiesa valdese.
Si tratta in realtà di organismi paralleli e
(-omplementari, e tali che sì possono entrambi definire 'ecclesiastici’ e ’laici’ al tempo
stesso, in quanto i due termini vengono —
coni'è giusto e naturale in una Chiesa sana
— a coincidere. L'azione degli w Amici delle
Valli Valdesi » vuole dunque essere un’azione dì afiiancameiito di quella della,« Pro
Valli » aH’interno delle Valli stes.se, e altrove
un’opera che tenga desta in modo realistico
r preciso Tattenzione di quanti considerano
importante la vitalità del nostro piccolo caposaldo' rifoimalo italiano, e lì informi con
piena conoscenza di causa su ogni evolversi
(b'ila filuazìone.
Siamo ben lontani dal sogno, del resto totalmente utopistico, della creazione e del
man lenimento di una ‘riserva’ per la conser\ azione più genuina possibile cìeìVhomo vaidensis tradizionale. La storia procede, le tap
EMILS BRGMNER: La doctrine chrétienne de Dieii, Dosrmatique, t. I.
'.ùg. 382. L. 4.200. Si inizia cosi la
pubbiìcazione della dogmatica del
■■eclogo zurighese.
OSCAR CULLMANN : La foi et le
colte de l’Eglise primitive. Bibliothèque théoìogique, Delachaux
Niestlè, Neuchà'cel-Pari.s 1964, pagg
22, L. 2.400. Quest’opera raccoglie
vari saggi, in parte esauriti, in parte inediti ■ La royauté du Christ et
l’Eglise dans le Nouveau Testament
— Les nremières confessions de foi
chré!:iennes — Le christianisme primitif et la civilisation — Le culte
dans l’Eglise orimitive — Les sacroinents dans ’’Evangile johannique
— Que signifie le sel dans la parabole de Jésus?
MARTIN LUTHER: Oeuvres, t. III.
Labor et Fides, Genève 1964, pagg.
286, L. 3.400. Questo nuovo volume
delle «opere» contiene il commento al Magnificat, il ’De votis monasticis’, irtrattato ’Sulla vita coniugale’ e le Prefazioni al Nuovo Testamento o al Salterio.
RENE’ H. ESNAULT: Luther et le
monascZiisrne aujourd’hui* Lecture
actuelle du ’De votis monasticis judicium’. Nouvelle Série Théologique
no 17, Labor et Fides, Genève, pagg.
230.
Pubblicazioni
ricevute
ARTHUR WALLIS; Chi è Gesù dì
Nazareth? Pagg. 68, L. 200. Ediz.
Crociata del Libro Cristiano, Firenze 1964.
ROY HESSION: La via del Calvario.
Pagg. 83 L. 256. Ediz. Crociata del
Libero Cristiano, Firenze 1964.
ERINO DAPOZZO; Amburgo 1943-44.
IV ediz., pagg, 64 L. 300. Ediz. U.'.mini Nuovi, Marchirolo 1964,
RENE’ PACHE; Esiste l’inferno?
Pagg. 64, L. 300. Ediz. Uomini Nuovi, Marchirolo 1964.
MADELEI>rE SECRETAN ; La felicità non è un sogno. Pagg. 138, L. 800.
Ediz. Uomini Nuovi, Marchirolo,
1964,
JONIO AMBROSINI; L’Apocalissi di
Giovanni proiettata nel futuro. Prefaz. di Paolo Sanfìlippo. pagg. 141,
L. 800. Ediz, U.C.E.B., Roma 1964.
pe dell’evoluzione economica e sociale sono
irreversibili e il Signore della storia chiede
alla nostra fede non di sospirare il passato
ma di comprendere ciò che egli ci dà nel
presente e ciò che attende da noi nel futuro.
Occorre dunque, da un lato, uno studio a
fondo della ¿ìtuazione. nei suoi dati più realistici, dettagliati e precisi, servendosi anche
di tutti i mezzi e i documenti che altri possono avere usato o raccolto. L’evoluzione valligiana da un’economia prevalentemente agricola e chiusa ad una prevalentemente industriale e commerciale, largamente aperta; la
formazione dei giovani nel quadro di tale
evoluzione; la cura dei nostri quadri civici,
scolastici, tecnici; la considerazione dello sviluppo urbanistico, con il probabile anche se
assai futuro, ancora, decentramento delle
aziende industriali torinesi nella provincia e
la possibile costituzione di zone residenziali,
almeno nelle basse valli; la conservazione del
patrimonio immobiliare valdese; la rivalutazione di terreni semi- o del tutto abbandonati, per determinate culture e soprattutto per il rimboschimento : ecco alcuni dei
molti obiettivi che richiedono un attento
studio, dettagliato e d’insieme, e su questa
base un’azione tempestiva e realistica. In
questa analisi e in questa azione un aiuto
daU’esterno può essere assai utile a coloro
che vivono fin troppo immersi nei problemi
quotidiani che sì pongono alle Valli. Pianificazione, anche (pii. S’intende che questo
studio, che non può essere che dì lungo respiro, non impedirà affatto che si prendano
immediatamente delle iniziative; nè d’altra
parte lo sforzo di coordinare attività che
sono state fin qui quasi del tutto casuali e
frammentarie, intende minimamente attentare alla... libera iniziativa!
Un tema comunque ha fortemente interessato il primo gruppo di « Amici delle
Valli », soprattutto perchè è quello per il
quale è più facile intraprendere immediatamente un’azione: la situazione culturale.
Un tempo, a paragone delle valli limitrofe,
quelle valdesi erano valli relativamente
a colte », in ogni senso. Questa distinzione
oggi — dobbiamo riconoscerlo — è in larga
misura scomparsa, ria per l’innalzarsi del
livello culturale generale sia, però, per un
indubbio abbassamento del nostro livello
culturale valdese medio : anche se si può
dire che in media anche da noi si sappiano
« più cose » che in passato, le si sanno in
modo ben più superficiale e disordinato;
questo giudizio può essere molto generico,
ma è difficile contestare che Lambiente ci
ha fin troppo assimilati e ha tolto alla popolazione valdese quella rude, e spesso dolorosa, concentrazione sull’essenziale, che
era stato suo retaggio per secoli. Nessuno
rimpiangerà ipocritamente tempi religiosamente e socialmente ed economicamente più
duri ; ma non si può non constatare uno
scadimento culturale e spirituale, che del
resto non risparmia in misura molto maggiore la media della borghesia cittadina valdese.
Che fare? La predicazione deirEvangelo
resta, ne siamo convinti, la sola forza ver.ámente formatrice; ma una predicazione
che non sia solo quella dai pulpiti o nelle
classi di catechismo, bensì — quotidianamente ispirata da quella — testimonianza,
all’interno e all’esterno, di ogni credente,
di insegnanti, di responsabili cittadini, di
iAprenditori e di prestatori d’opera che vivano vocazionalmente la loro vita, i) foto
impegno umano. Spesso le Valli danno 1 impressione di essere un conglomerato sociale
più che una comunità compatta. Tuttavia, e
questo è stato sottolineato in molti iiilerventi, dimostrano pure una intensa rispondenza ad iniziative che diano loro il .senso
di lina precisa volontà di aiuto, spirituale
e morale prima che materiale.
E’ per questo che la collaborazione fraterna forse più utile che dall esterno^ (geor>iin essere ceffi offerta ai Valdesi
PROGETTO DI STATUTO
j __ £’ costituita, con .sede in Torino, l'AS-OClAZIONE DEGLI AMICI DELLE
VALLI VALDESI.
- Scopi della ASSOCIAZIONE sono: v n v i.t ■ 4 i
a __ studiare problemi concreti della vita deile Valli Valdesi dal piimo
di vista economico, sociale, culturale e spirituale.
h___elaborare ed attuare iniziative e programmi per un rinnovamento
delle Valli Valdesi, al fine di una loro riva'orizzazione nell ambi
to del Protestantesimo italiano ed europeo ed extra-europeo.
,. — tenere informati le Chiese e in maniera particolare i Valdesi emigrati dalle Valli sui problemi delle Valli V’aldesi e sul loro svilupp-i
d — stabilire un collegamento con e favorire una collabcraztone tra le
altre Assoei.azioni che si interessano di particolari problemi delle
Valli Valdesi.
c — coadiuvare con raccolte di doni e con le proprie iniziative 1 opera
del Comitato Pro Valli V^aldesi.
_Possono far parte dell’Associazione tutti coloro che dichiarino di accettarne
gli .scopi, CO.SÌ come formulati al punto 2 e che si impegnino a collaborare
àie iniziative della Associazione. I nuovi Soci dovranno essere presentati
da due membri dell’Associazione. La quota annuale di associazione
L. 5.(100 e per i Soci Sostenitori di L. 30.000.
di
4 __ L’Associazione tiene annualmente un congresso per l’esame del proprio prò
gramina di lavoro c per la nomina, ogni tre anni, del suo Comitato Direttivo.
Potranno essere organizzali anche convegni pubblici su particolari problemi
o argomenti.
5 __ L’Associazione è diretta da un Comitato Direttivo, eletto ogni tre anni dal
congresso, e formato da un Presidente, un Segretario, un Cassiere e due
Membri. 11 Cernitalo Direttivo può valersi dell’opera di esperti, di commissioni di s;udio 0 di commissioni esecutive per particolari progetti.
g __ ,.asy ili scioglimento dell’Associazione, i suoi beni saranno devoluti ad
un'opera della Chiesa Valdese nelle Valli Valdesi.
ALCUNE ATTIVITÀ' PROPOSTE
— Campi alle Vaili per giovani italiani e stranieri.
— Rapporti coiilmuati con regioni protestanti alPestero.
— Convegni di studio (a Torre Pellice.'*). ... i i
— Corsi di conferenze nelle camunità deile Val i, per un arricchimento cultural.della popiiUiziorie valdese.
— Corsi di storia valdese nelle chiese delle Valli.
Organizzazione di viaggi d’ slruzioni per \a esi d'i e Nah.
Organizzazione di biblioteche circolanti nelle comunità.
— Tràforiuazioiie di scuole Beckwith in sale di lettura.
— Organizzazione di circuiti per proiezione di film istruttivi
- Realizzazione di film» documentari sulla storia valdese e sulla vita delle Vali.,
da diffonder, in Italia e all’estero. , „
Piilililica/.ioni illustrative o di studio sui problemi deUe Valli.
— Incliiesta sociologica, organizzala da Torino, con borse di studio a laureandi.
— Finanziamento di una nuova pubblicazione sulla storia valdese.
-- Borse di si mi io per aiutare alla formazione di tecnici autoctoni.
- Inoltre affiancamento dell’opera della « Pro Valli » per determinale attivila
quali: difesa delle proprietà valdesi alle Valli, schedano delle case attrezzate
ner la v ilU'ggiatura, preparazione di una guida per la vii eggiatura evangelica
alle Valli e organizzazione di adeguata propaganda fra gli evangelici italiani,
risislcmaziono delle case di proprietà della Chiesa valdese, assistenza ai movmenti inigrat.iri, ecc.
DONI RICEVUTI
PRO ECO-LUCE
B. Beilion (Torinoi L. 2.000; Giovanni
Semadeni (Poschiavoj 200; Emilia Lantaret
(Pomaretto) 200; Luigi Sgarzi (Roma)
I.OIX); Beniamino Peyronel (Torino) 1.000;
Liline Beux (Lusema S. Giovanni) 500;
A E. Pons (Nicei 1.200; Sandrina Costabel (U.S.A.) 200; Geraldo Mathieu (Villar
Pellice I 5(X); Mary Roland (Torre PeUiee;
500; Albertina Pons (Torre Pellice) 200;
Bonnet (Villar Pellice) 200; Bianca Valente (Taranto) 500; Carlo Monaya (Aostai
500; Emilia Morel (Morges) 2(X); Renato
Ribel (Genova) 500; Elba Long (Torre Pellice) 200; Elena Maurin (Genova) 300; Edmondo Bosio (Pinerolol 400; Francesco
Reynaud (Pomaretto) 500; Léontine Marino Soulier (Svizzera) 500; H. U.
Gay don (Francia) 200; Letizia Seoecimarro
(Francia! 200; Hélène Charrier (Marseille)
200; Giovanni Laetsch (Pomarettoi 500; Enrica Gamier (Angrogna) 1.000; Alice Rostagno (Torino) 500; Umberto Lavoya (Roma) 500; Gina Bertalot (Piiieroloi) 500;
Marianna Rivoir (Torre Pellice) 1.000; Pietro Van'elli (Verona) 1.0(X); Angela Caviglione (Torino) 1.000; Elena Eynard (Bergamo) 500; Aldo Beux (Pineroloi 1.000;
Erica Giraud (Pinerolo) 500; Edoardo Giraud (Pinerolo) 500; Luciano Gay (Bergamo) 3.000; Remigio Baldoni (Bologna)
3.000; N. N. (Pinerolo) 1.000; Federica Valeri (Torino) 3.000; Giovanni Brunetto (Milano) 300; Frida .falla (Ventimiglia) 500;
Aldo Vinçon (S. Germano) 500; Elda Scagliola (Asti) 1.200; Lina Tamietti (Ivrea)
500; Emilia Giordan (Torre Pellice) 500;
Ernesto Micol (Massello) 200; Giov. Alberto Tron (Ma.sseIlo) 500; Aldo Cougn
(Torre Pellice) 500; Emilia Peyrot (Lusema S. Giovanni) 2.000.
Grazie! (continua)
J
Associazione
‘‘E. Arnaud,,
L’Associazione « E. Arnaud », di Torre
Pellice, comunica che la seduta di domemica 20 c. m. (ore 20,45) sarà dedicata al
prossimo Congresso Evangelieo Italiano.
Presenterà il .tema il Past. Giorgio Bouchard, che è uno dei membri valdesi del
Comitato p-reparatorio ; seguirà la discussione. Caldo invilo a tutti.
UIIIIIIIHMHIlllll
iiiimiiiiiiiiiimiiimiiiiiiiiMMimmiiiimmmiiiiiiimiiiiiliMi
Neirattuale situazione ili congiuntura
Un messaggio del Moderatore
„rafico) può essere oggi offerta
delle Valli è una collaborazione sul piano
culturale, nel senso più ampio, secondo le
indicazioni date a fianco fra le attività in
progetto, da cicli di conferenze e proiezioni
sui temi più diversi, all’organizzazione di
viaggi d’istruzione, alla trasformazione di
molte scuole Beckwith in sale di lettura e
d’incontri, all’istituzione di biblioteche circolanti : sono obiettivi che possono essere
raggiunti, senza una massa enorme di denaro, con la buona volontà di molti esperti
in vàri campi, che certo non ci mancano, tenendo però presenti le ragioni per cui iniziative come queUa della Scuola di Agricoltura sono fallile; e tenendo pure presente
che non si tratta di risuscitare lo zelo e lo
slancio un po’ paternalistico di un Beckwith
bensì un impegno comunitario.
Le Valli ci sono care, non esitiamo ad affermarlo. Ma quello che vogliamo fortemente affermare è che questo attaccamento non
è unicamente « secondo la carne n; il Valdismo non è anzitutto un fatto di sangue,
ma un fatto religioso, culturale e storico,
com'è mostrato dal fatto che vi si sono associali più
meno strettamente molti che
sangue valdese non avevano, biamo convinti che affermarlo non significa assumere un
aUegffiamento di conservatorismo grettamente tradizionale, sordo alle esigenze dell’ora
presente; siamo convinti che il Valdismo riformato costituisce una forza per lutto il
Protestantesimo anzi per tutto l’Evangelismo italiano, e che il suo peccato comincia
quando esso si isola non quando vuole essere ciò che è nell’incontrare i fratelli. Ovviamente le Valli, come concentrazione
valdese », hanno un’importanza particolare:
sono anche quelle ch-e più sono tentate —
e immiserite dall'isolamento, non co
strette come sono, finora, a sentirsi diaspora nella società italiana. Fratelli che in
questa situazione di diaspora vivono ^ per
certi aspetti più pericolosa, per altri meno,
e comunque più stimolante — vogliono fare quanto sta in loro per spezzare l’isolamento spirituale dei fratelli delle Valli, con
molta umiltà; sperano che il loro desiderio
sia rettamente inteso, e largamente condì
VISO. ^
Cari Fratelli e Sorelle in fede,
La Tavola Valdese ha deciso d’inviarvi questo me^ag
gìo nel corso di un serio dibattito, sulla situazione della
nostra Chiesa dal punto di vista spirituale e finanziano
Questi due aspetti della nostra vita eoclesiasti^ sono inseparabili ; lo zelo per l’opera del Signore, inf^ti e _
stra responsabilità di credenti si tifi®ttono aiKhe nel *
PO della liberalità cristiana, impegnaiido tutte le chiese,
insieme con la Tavola Valdese, a portare fi p^o ^ _
fedele testimonianza ali’Evangelo di Gesù Cnsto nel
stro taese.
Alla fine del mese di novembre, sei mesi dtyo l’inizio
dell’anno eciclesiasitico in coirso; la situazmne^ finanziar a
nel settore delle contribuzioni alla Cassa Centrale era ramente preoccupante. I versamenti alla Cassa .
da parte delle comunità avevano raggiunto la sornma di
milioni di lire sul totale dei 125 milioni calcolati nel lancio preventivo e approvati dal Sinodo. Un versarne
globale assolutamente inadeguato a far fronte alle ^
generali del culto le quali, nello stesso periodo di temp,
raggiunto il livello di ben 104 milioni, dei quau 59.0
per gli assegni e le pensioni. E’ accaduto che, nella p .
ma metà dell’anno ecclesiastico, varie -chiese non ha
effettuato alcun versamento, talché la Tavola ^ .
■lovute affrontare una situazione estremamente dc-i
Il messaggio che la Tavola Valdese vi manda è
peilo alla coeperazione e ad una più viva resfwnsab
Essa non può da sola portare il peso degli oneri finana^ ,
le chiese hanno il dovere di incoraggiarla e di sosten
mediante un più regolare e generoso afflusso ai co ^ ■
buzioni. Ogni mese la Tavola Valdese deve provvedere
assegni e alle pensioni di 166 persone da essa ,
I doni che ci vengon'' fatti dalle Chiese sorelle del
ecumenico sono estremamente utili, m.a le nostre .
devono acquistare una più viva coscienza della pr .
responsabilità per fi mantenimento dell’opera della P dicazione in Italia. a
Molti fedeli delle nostre chiese si sono già adegua
questa responsabilità e contribuiscono generosame .,
molti altri, invece, dimostrane lentezza e mancanza
beralità: esigono che la Chiesa sia presente e ^^^lya ma
rifiutano di sostenerla con coniributi adeguati alle
possibilità.
Oggi poi in alcuni ambienti è sopraggimita la difflco.rti
della « congiuntura economica ». Sappiamo che
famiglie, specia-lmente alle Valli Valdesi, la situaz
notevolmente cambiata e dobbiamo far f¿uè
fo?e rSo riguardo: prima di tutto, negli anni del b nessere non abbiamo sempre saputo servire la C^ej ^
il nostro denaro, come avremmo dovuto, in serrado
so è proprio nel periodo della « congiuntura » e delle
ficoltà che lo spirito di sacrificio deve anfad a^
te di tutti, specie da parte di quanti continuano aa a
una situazione economica soddisfacente.
Ho la convinzione che la « congiuntura » non possa e
non debba costituire oggi un ostacolo alla testimonianza
deile nostre Chiese, se sapremo tutti, proprio a Natale, e
nella spirito del vero Natale, rinunciare a cose vane, per
la gioia di un servizio che il Signore cd chiede a dimostra
zione deila nostra fede.
Questo è il tempo in cui Dio ci domanda di servire la
Chiesa più fedelmente e più generosamente, in- uno spirito di solidarietà, concentrando i nostri doni là dove sono
maggiormente necessari, affinchè la nostra Chiesa cessi di
parlare delle « finanze » come di un eterno, opprimente
problema, ma operi e viva nella riconoscenza e nella libertà.
D’altra parte è stato fatto osservare nelle sedute della
Tavola Valdese che le comunità sapranno servire il Signore con Is loro offerte nella misura in cui avranno ancora
una viva coscienza della loro missione in Italia.
A questo riguardo la Tavola Valdese non può ncn avvertire qua e là. segni di debolezza interiore è di sniarnmentc. H problema del rinnovamento della Chiesa si pone
come un’esigenza del nostro tempo ; per affrontarlo, tuttavia, non è necessario determinare im processo di erosione aH’intemo delle comunità o distruggere molte struture ecclesiastiche, creando il vuoto attorno a se; un vuoto
pericoloso, in cui le comunità si trovano a poco a poco
abbandonate e se stesse, senza direzione, prue di una
chiara coscienza della loro missione.
La Tavola Valdese, pertanto-, richiama i Pastori, i Con
cistori e le Comunità a una maggiore vigilanza nelle parole e nell’azione. I problemi del mondo contemporaneo
ncn facciano perdere di vista la cura ^lle comvmità e la
testimonianza individuale dei credenti. Il Protestantesimo in quanto confessione di fede evangelica e nformata,
conserva oggi tutta la sua validità; le
prendano coscienza della loro missione, pur nel d’-^lago
ecumenico e con i non credenti, e lo fidano sema -orgoglio, ma anche senza perplessità, per 1 onore di Dio e ce
suo Evangelo.
Una Chiesa che abbia vivo il senso della propria missione saprà ancora essere generosa nelle sue offerte per 1 opd
ra del Signore. E’ tempo di riprendere coscienza di questa
verità e di servire il Signore con atti di ubbidienza, non
con giudizi unilaterali o superficiali che creano anorno a
noi disorientamento e confusione; sopratmtto e ternoo c
convertirci al Signore, non a parole ma a fatti e in rea, ta.
La Tavola Valdese attende da voi, fratelli e sorelle, una
più reale collaborazione in questo senso.
Il Signore benedica le vostre cemuni^à in o’iesto tempo
Hi Avvento e vi conceda di abbondare, conie^ dice 1 Apostolo Paolo, « in ogni cosa, in fede, in parola, in conoscenza,
in ogni zelo e neiramore », infine anche « nelle ricchezze
della vostra liberalità». (2 Cor. 8: 2-7).
Ermanno Rostan
6
pag
18 dicembre 1964
N. 50-51
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
PBAMOLLO
Domenica 6 Dicembre nel corso della nostra Assemblea di Chiesa è stato rieletto il
Concistoro, i cui componenti avevano da
tempo terminato il loro mandato per compiuto quinqueimio, eccetto il Diacono del
quartiere dei Pellenehi Sig. Long Amato.
Hanno dato le dimissioni da membri del
Concistoro i Sigg. : Sappè Alessio (Bocchiardoni) e Bertalot Remigio (Pellenehi). A nome della Comunità rinnoviamo la nostra
gratitudine ai Sigg. Sappè e Bertalot per
l’opera di servizio data alla Chiesa quali
membri del nostro Concistoro rispettivamente per 32 e per 15 anni ed auguriamo loro
ogni benedizione da parte del Signore.
In seguito alle elezioni di Domenica scorsa il nostro Concistoro è ora formato dai
seguenti membri: Anziano Sig. Jahier Edvico per il quartiere dei Bosi; Anziano Sig.
Long Oreste per il quartiere dei Ciotti; Anziano Sig. Long Amato e Diacono Sig. Clot
Guido per il quartiere dei Pellenehi; Anziano Sig. Bounous Claudio per il quartiere
di Pomeano; Anziano Sig. Long Edvico fu
Alberto per il quartiere della Ruata; Anziano Sig. Peyronel Olinto per il quartiere dei
Tournim.
Gli Anziani dei quartieri : Bosi, Ciotti e
Tournim hanno accettato di essere rieletti.
Attualmente tutti i quartieri della Parrocehia hanno nuovamente un rappresentante
nel Coneistoro. Siamo grati ai eomponenti
il nostro Concistoro per aver voluto accettare e riaccettare questo servizio in favore
deRa Comunità e per la collaborazione di
essi ci daranno per il bene della Chiesa e
per un ulteriore potenziamento delle attività
eeclesiastiche.
Domenica sera, 6 Dicembre, i componenti
la nostra risorta Corale sono stati lieti di ricevere la visita del Presidente della Commissione del Canto Saero, Pastore Sig. Edoardo Aime, accompagnato dalla gentile Signora. Siamo profondamente grati al Pastore Aime per i consigli e per l’aiuto ch’egli ci ha
dato nel corso di questa sua visita e ci auguriamo di poterlo riavere ancora altre volte
in mezzo a noi.
SAK SECONDO
Funerali. — Sabato, 5 dicembre, si sono
svolti i funerali di Fornerone Ernestina in
Paschetto di anni 62. La nostra sorella abitava alla Grotta ed è deceduta all’Ospedale
Civile di Pinerolo, dopo anni di paziente sofferenza. Dalla morte dell’unico fìglio, avvenuta alcuni anni or sono, essa non conobbe
altro che lagrime e malattie.
Domenica, 6 dicembre, abbiamo accompagnato all’ultima dimora terrena le spoglie
mortali di Godìrto Eugenio Mario, deceduto
nella sua abitazione a Miradolo, all’età di
anni 60. Questo nostro fratello, colpito da
un’inesorabile malattia, fu strappato all’affetto dei suoi cari, dopo pochi mesi di sofferenze, sopportate con cristiana rassegnazione.
Alle famiglie, dolorosamente provate nei
loro affetti più cari, la Comunità rinnova la
espressione della sua viva e fraterna simpatia e domanda al Signore di voler spandere
le sue consolazioni su coloro che piangono.
GiovanL — L’Unione Giovanile, che si riunisce dalla metà di ottobre registra, grazie a
Dio, una buona frequenza : il lavoro è stato
in vari campi di attività alacrémente intrapreso. Ricordiamo in particolare con gioia
e riconoscenza la bella serata trascorsa a Luserna San Giovanni, ospiti dell’Unione locale, il 7 novembre mentre speriamo che i
giovani di Bobbio Pellice, che sono stati
tra noi il 21 novembre e quelli di San Giovanni, che ci hanno reso la visita il 5 dicembre, siano, come noi, felici della bella serata
trascorsa insieme, nella meditazione e nell’allegrezza.
L’Unione ringrazia di cuore il pastore
Giorgio Bouchard, segretario della F.U.V.,
che l’ha visitata la sera delFS dicembre: i
nostri giovani ne hanno particolarmente apprezzato Jo studio e gradito la conversazione
che lo ha seguito.
Visite. — Il culto di domenica 6 dicembre
è stato presieduto dal pastore Teodoro Magri
di Luserna S. Giovanni. Il suo messaggio,
come sempre, è stato da tutti molto apprezzato.
Diamo fin d’ora il più fraterno benvenuto
al pastore di Pinerolo, signor Achille Deodato che terrà il culto di domenica 20 dicembre.
Borsa di studio
“Wiiiy Jervis,,
La commissione della borsa di studio Willy
Jervis, riunitasi in data 3-XII-64, ha assegnato una borsa di studio di L. 25.000 alla
Sìg.na De Rosa Maria Carmela, studentessa
presso la III classe della Scuola Media Statale di Luserna S. Giovanni.
La commissione
MASSEL
Per errore sono stati dimenticati nella nostra cronaca precedente due matrimoni celebrati nel corso dell’estate: Micol Franca e
Talmon Aldo il 16 maggio e Pons Gabriella
e Ribet Oreste il 27 giugno; a queste due
famiglie trasferite a Maniglia ed a Pomaretto rinnoviamo il nostro augurio affettuoso
Ci rallegriamo con il nostro anziano sig.
Breuza Enrico che i suoi concittadini di Salza e Fontane hanno riconfermato nella ca
rica di sindaco. Lo accompagni il nostro augurio di compiere insieme ai suoi collaboratori un lavoro proficuo per il bene della
nostra popolazione.
L’assemblea di chiesa convocata il 6 c.m
ha udito la relazione dei lavori sinodali ed
eletto quale delegato alla C. Distrettuale il
sig. Micol Emanuele. Sono stati designaTi
quali candidati al Congresso Evangelico Tron
Claudio e Tron Arnaldo.
Nous nous associons avec le plus grand
plaisir à la joie de la famille Tron des Portes qui célébrera samedi les noces d’or de bar
Jean et dan Leoni. Ils ont édifiié leur foyer
il y a bien longtemps, puissent-ils y demeurer encore plmieurs années sous le regard de
Dieu, exemples vivants des meilleures traditions et vertus vaudoises.
VILLASECCÄ
La nostra comunità ha vissuto in questi
ultimi giorni ore di gioia e ore di dolore :
Sabato 5 dicembre nel nostro tempio di
Chiotti hanno celebrato le loro nozze Peyronel Arturo del Marcu e Giacomino Ida della Rivoira. Al nuovo focolare auguriamo le
celesti benedizioni.
^ello stesso giorno decedeva a Villasecca
la nostra sorella Leger Silvia ved. Sguazzoni,
dopo lunghe sofferenze sopportate con cristiana sottomissione. L’Evangelo della speranza e della vita eterna è stato annunziato
lunedì, durante il servizio religioso, al folto
numero di parenti e amici intervenuti per
accompagnare la nostra sorella alFullima dimora. Alla famiglia in lutto giunga ancora
la nostra simpatia cristiana.
La comunità si prepara inlensamente alle
celebrazioni Natalizie che si svolgeranno se
piace al Signore col seguente programma :
Giovedì 24 ore 19,30, Festa dell’Albero di
Natale al Trussan; giorno di Natale: ore 10,
Culto con Santa Cena nel Tempio di Chiotti;
Sabato 26, ore 14,30, Festa dell’Albero a
Bovile; Domenica 27, ore 10, Festa dell’Albero a Villasecca per tutta la comunità; Martedì 29, ore 14, Culto con S. Cena all’Albalea. C. Tourn
Dalle Comunità
e diaspora del Mantovano
Questo primo semestre del nuovo anno ec-’
clesiastico in corso è stato caratterizzato da
alcune attività di carattere speciale. Innanzi
tutto è da segnalare la « Celebrazione Calviniana » che ha avuto luogo a Ferrara il 14
Giugno. Per facilitare la partecipazione in
massa della comunità il Consiglio ha noleggiato un pullman. Una serie di studi su Calvino erano stati presentati e discussi nella
nostra riunione infrasettimanale. Questi, il
culto e la conferenza della giornata celebrativa sono stati motivo di formazione e di
edificazione per quanti vi hanno partecipato.
In secondo luogo ricordiamo la Conferenza Distrettuale del 28-29 Giugno che abbiamo avuto i 1 piacere di ospitare. I preparativi prima, i problemi sollevati durante la
conferenza e le varie discussioni dopo," hanno ravvivato in alcuni membri della comunità un nuovo interesse.
Abbiamo poi avuto la visita del gruppo
giovanile del movimento « Operazione Mobilitazione » di stanza a Mantova. Essi hanno partecipato al culto e dopo un nranzo in
comune, nel loro giro d’evangelizzazione hanno visitato alcuni nostri ammalati. La loro
visita si è conclusa con una riunione alla
quale ha attivamente partecipato il Pastore
Enrico Corsani di passaggio neKa Valle padana.
Per ultima la tanto attesa e gradita visita
del Signor Moderatore. Il culto nel Tempio
e l’incontro fraterno nella sala sono stati motivo di approfondimento e di una più esatta
conc^enza dei problemi spirituali, morali e
amministrativi che si pongono con urgenza
alla nostra attenzione.
Durante il periodo estivo il Diacono Valdo
Natali ha presieduto più volte il culto domenicale. In autunno lo ha presieduto una volta
il Diacono della Chiesa Metodista di Padova
Signor Barbisan ed alcune volte la Signora
Bertinat. — Un culto in comune con la
Scuola Domenicale, e con la partecipazione
attiva di questa, ha caratterizzato la ripresa
delle attività giovanili. Lo studio biblico infrasettimanale ha iniziato con una Assemblea di Chiesa convocata dal Consiglio per
udire la <c Relazione Sinodale » presentata
dal Diacono Malagò Dies e per discutere
alcuni problemi di vita ecclesiastica locale.
La partecipazione, sia alle attività infrasettimanali, sia al culto domenicale non si
può certo definire « eccellente » e non vi
sono, dal punto di vista umano, dei segni di
rinnovamento particolari... ma, pur tuttavia registriamo quest’anno una nuova attività: il dopo-scuola. Il Diacono Signora Negri Nori, insegnante, ha assunto la responsabilità della parte scolastica vera e propria
e la Signora Bertinat, coadiuvata dalle monitrici Sig.na Negri Londina e Sig.na Barlera Franca, svolge il programma religioso
sulla base delle lezioni indicate dalla Rivistina della Scuola Domenicale. Questo permette di dare alla Scuola Domenicale un cal’attere più cultuale.
Nell’insieme la nostra vita comunitaria si
svolge tra luci e ombre. Luci e ombre che
si estendono a tutta la diaspora, rendendola
così partecipe delle gioie e dei dolori della
comunità tutta. Lutti e nascite hanno rattristato e rallegrato alcune famiglie. Sono state
duramente provate dalla malattìa e dal lutto
la famiglia Zanquoghi Umberto per la dipartenza del padre Zanquoghi Gioachino 18-7-’64; la famiglia Mantovani Costante per
la dipartenza della mamma Confortini Adda 3-9-’64; la famiglia Bernini Giordano per
la dipartenza del padre Bernini Armando 28-9-64; la famiglia Natali per la dipartenza di colui che era il sostegno della sua compagna e della sua liìmba, Natali Alfio - 22
Ottobre 1964.
Sono invece state allietate dalla nascita di
due care bambine la famiglia lazzeolla Italo
con la venuta di Gabriella e la famiglia Moreschi Ardo con la venuta di Marina. Così
nelle alterne vicende della nostra esistenza
terrena si compie l’opera divina di Salvezza
e di Redenzione. A.E.F B.
AD AGAPE
Nel quadro deirargomento del
campo invernale, il past. Tul
Ilo Vinay terrà ad Agape sabato 2 gennaio "'''ì 16. una
pubblica conier 3nza sul tema
La reaitù di Riesi
REGALATE PER NATALE
un libro unico nel suo genere:
0 Paese, Paese, Paese
•••
di ADA MEILLE
90 poesie accompagnano dal 1200 ai giorni nostri
fatti e personaggi della Storia Valdese
documentati da particolari note storiche
Una nuova edizione Claudiana di 350 pagine
L. 2.500
Culto radio
ore 7.40
DOMENICA 20 DICEMBRE
Pastore Paolo Rioca
VENERDÌ’ 25 DICEMBRE
Pastore Paolo Ricca
DOMENICA 27 DICEMBRE
Pastore Paolo Ricca
L’Evangelo alla Eadio-IV
della Svizzera Italiana
DOMENICA 20 DICEMBRE
Conversazione evangelica
Ore 9,15 - Radio
ipast. Guido Rivoir)
DOMENICA 27 DICEMBRE
Ore 22 circa - Televisione
La Parola del Signore
ipast. Guido Rivoir)
ANGB06NA tCàpOla090)
In questo periodo di Avvento, mentre la
Comunità si sta preparando al Natale che
viene, volgiamo un breve sguardo alle settimane trascorse.
L’inizio delle attività della Chiesa è stato
buono e promettente, forse favorito dal bel
tempo, perchè no, o forse anche in seguito
a una più estesa presa di coscienza, specie
tra ì giovani, delle proprie responsabilità di
credenti. Infatti le nostre tre Unioni Giovanili hanno iniziato il loro lavoro senza tentennamenti, con buona e impegnata partecipazione, mentre i giovani stessi propongono
di integrare il vecchio schema delle letture
fatte a turno, con la discussione di qualche
argomento di attualità.
Per la prima volta l’U.G.V. di S. Germano ha reso visita alle nostre Unioni la sera
del 5 Dicembre. Per l’Unione del Martel
(che officiava da ospitante), ha parlato Ada
Malan dei Pons, sul tema deU’ateismo contemporaneo e del nostro atteggiamento di
fronte ad esso. L’argomento, veramente ben
trattato, ha suscitato una breve discussione.
Dato il suo interesse, il medesimo argomento
è stato ripresentato il sabato seguente all’Unìone dei Jourdans che lo ha ampiamente
discusso. Sempre in campo giovanile, siamo
stati lieti di accogliere il ben riuscito convegno responsabili dei primi di novembre. Purtroppo la partecipazione angrognina ha lasciato piuttosto a desiderare.
Il 29 Novembre abbiamo avuto la nostra
Assemblea di Chiesa per l’esame della relazione annua. Sempre da parte giovanile è
stata lanciata la proposta di avere la Santa
Cena una volta al mese anche nel periodo
estivo. Per il periodo invernale, invece, i meno giovani, hanno proposto di tenere il Culto
nel locale più ampio della Scuola Grande,
più facilmente riscaldabile. Le due proposte
sono state accettate. L’Assemblea ha udito
con vivo interesse la relazione sul Sinodo
presentata dalla Sìg.ra Geymonat e sulla
Conferenza Distrettuale presentata dal Sig.
Guido Coisson. I delegati alla prossima Conferenza Distrettuale sono stati Silvio Bertìn
del Prassuìt e Giampiero Saccaggi dei Jourdan.
Il 13 Dicembre ha avuto luogo una riunione speciale delFUnione Femminile. E’
stata eseguita la proiezione di alcuni cortometraggi realizzati con lodevole bravura dalla Sig.na Sandra Ribet di Torino. Una parola di vivissimo apprezzamento e di ringraziamento alla giovane regista e il rammarico che solo poche persone abbiano approfittato e goduto di questa interessante manifestazione dedicata all’Asilo infantile di
Forano Sabina.
Il 18 Ottobre sono stati battezzati Mauro
Paschetto e Marco Grassi, nipotini del nostro Anziano Stefano Bertin dei Bountoun. Il
24 Ottobre si sono sposati, nel Tempio del
Ciabas, Ernesto Rivoira della Lausa con Ettorina Danna del Martel e Ettore Danna
del Martel con Lilì Chiavia di Pradeltorno.
Il 19 Novembre è stata sepolta nel nostro
Cimitero di Ar
.grogna, con un servizio pre
Piccolo Teatro Studentesco
((Francesco lo Bue))
Per il corrente mese il Piccolo Teatro organizza due pullman per Torino. Il P mercoledì 16 per ascolti) i e al Conservatorio la
famosa orchestra d’arehi di Praga, che eseguirà il III Brandemlmighese di Bach e musiche di Mozart e Dvorak. Il secondo pullman
martedì 22 per assistere al teatro Carignano
alla rappresentazione di Troiio e Cressila di
W. Shakespeare, allestita dalla compagnia
dello Stabile di Genova. Il prezzo per il concerto è di L. 1.500, quello per la recita di
L, 1.300. La partenza avverrà, come al solito, davanti al Collegio Valdese, con fermate
a Luserna e Pinerolo. Per la prima vorlta ed
in via sperimentale è previsto un abbonamento (trasferibile) di L. 2.300 per chi ha
intenzione di partecipare a tutte e due le
manifestazioni, consenlendo cosi un notevole risparmio al pubblico.
Se vale iniziativa avrà il successo sperato
c intenzione degli organizzatovi continuare
su questa interessante politica.
Per informazioni od iscrizioni telefonare
al n. 9384 di Torre Pellice.
[I Presidente del Piccolo Teatro
avvisi economici
Per i nostri
regali
I libri di Rodari sj nioltiplirano e sono
sempre divertenti. Qui, come dice il titolo,
c’è una raccolta vastissima di quegli errori
che si trovano a bizzeffe nei quaderni di
siuo a e sui quali i poveri figliuoli versane fiumi di lacrime. « Se si mettessero insieme le lacrime che per colpa dell’orto
grafia sono versale nei 5 continenti — dice
la prefazione — si olterrebbe una cascata
da sfruttare per la produzione dell’energia
elettrica u. E detto tra di noi, pensa Roda
n, vale la pena che un bimbo impari piangendo quello che può imparare ridendo'.
Queste filastrocche, questi raccontini scanzonati e gustosissimi, a base di accenti fuori
luogo, di acca in più, di lettere sppstate,
divertono iiiccoli e grandi mentre prendono allegramente in giro i... « più piccoli
errori che si fanno sul nostro pianeta »!
Berta Subilia
sieduto dal Past. Jahier, Delila Pons Benech.
già membro della nostra Chiesa. Siamo nella
gioia con coloro che sono nella gioia augurando ogni benedizione divina; siamo solidali
col dolo-e di chi piange invocando le consolazioni del Signore.
E terminiamo con un breve cenno alle
recenti elezioni comunali. Il nuovo Sindaco
eletto è Silvio Bertin del Prassuit a cui auguriamo un lavoro sereno ed efficiente al
servizio del Comune, mentre rivolgiamo un
saluto e una parola di riconoscenza ad Alfredo Monnet della Ciava, che dopo due rielezioni lascia questo incarico. Notiamo che
sia Alfredo Monnet sia Silvio Bertin sono
stati entrambi tra i membri più attivi e impegnati della nostra U.G.V. del PrassuitVerné. Ben quattro Anziani del nostro Concistoro sono stati eletti nel Consiglio Comunale, e uno di questi, Alberto Bertalot dei
Jourdans, è stato eletto Vice-Sindaco. Anche
a loro i D-istri auguri e rallegramenti.
POMARETTO
Attivirtà natalizie. — Domenica 20, ore
14,30: Festa dell’albero a Pomaretto.
— Venerdì 25, ore 10 : Culto di Natale.
La sera, alle ore 20 : Festa dell’albero ai Cerisi eri.
— Sabato 26, ore 15 : Festa dell’albero al
Clot Inverso. La sera alle ore 20 : Festa dell’albero all’Ospedale.
— Domenica 27, alle ore 10.30: Culto alla Cappella del Clot Inverso, con S. Cena.
Nel pomeriggio, alle 14,30 : Festa dell’albero a Porosa; alle ore 16, sempre nella Cappella di Porosa, riunione dei responsabili,
Anziani e Diaconi e di tutti coloro che si
interessano alla Cappella di Porosa e alle
ex-scuole valdesi di Pomaretto.
GIANNI RODARI: Il libro degli er
rari, Einaudi, L. 2.000. —• Dello stesso autore vi ricordiamo: Filastrocche in cielo e in terra. Einaudi, lire
2.000. Il pianeta degli alberi di Natale. Einaudi, L. 2.000. La freccia azzurra. Edit. Riuniti, L. 3.000.
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Adele Micol
rinigraziano sentitamente tutti coloro che presero parte al loro dolore
in particolare i Pastori Giampiccoli
e Rebeaud, i dottori Gay e Marangoni.
Ho combattuto il buon combattimentoi, ho finito la corsa
ho serbata la fede.
(2 Timoteo 4; 7)
Milano, 2 dicembre 1964
Io sono la risurrezione e la vita
(Giov. r‘l: 25)
Con-profcindo dolore le sorelle, i fratelli, i nipoti di
Silvia Léger
ved. Sguazzoni
partecipanoi la Sua dipartita avvenuta
in Villasecca il giorno 5 dicembre 1961.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Godino e Gaydou, nel
rimpossibilità di farlo personalmenp ringraziano tutti coloro che hanno
preso parte al loro dolore in occasi t.ne della dipartenza del loro caro
Eugenio Mario
Godino
Miradolo di S. Secondo, 5 die. 1964
RIPARAZIONI
Radio TV — Elettrodomestici
Apparecchi elettronici
Laboratorio attrezzato
Ferrerò Carlo
e Figlio
(studente in elettronica)
POMARETTO
Borgata Maselli, 4
Acquistando i VINI MARSALA
dal fratolllo Garzia Salvatore, via
Caipipmooini, 6, Marsala, contribuirete alla creazione di un fondo per
la cositruzìone di un’Opera Evangelioa in Marsala, in quanto tutto
ili guadagno, escluso il minimo indiispensabile al suo fabbisogno familiare, va devoluto per l’Opera
stessa.
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6 bottiglie da 750 gr. L. 2.100
12 bottiglie da 750 gr. L. 3.900
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