1
Spett.
BIBLIOIECA VALDESE
TORRE PELLICB ^
(Torino)
DELLE mm VALDESI
Settimanale
della Chiesa faldesa
Anno xcv - Num. 1
Una copia Lire 48
ABBONAMENTI
Eco: L. 2.000 per rinterno
L. 2.800 per l’e«tero
Spedùione in abbonamento poetale . I Gruppo
:p’ Cambio di indirirao Lir' 50
TORRE PELLICE. 1 gennaio 1965
Anunin. Claudiflna Torre Pellice * G*C*P* 2-17557
Un anno più vicini
11 ragazzo, il giovane è lieto di ^vere « un anno di più »; poi via via che
si svolge la vita, prima per l’uno, più
avanti per l’altro, viene il momento in
cui si comincia a pensare; 'i un armo
di meno »; chi con angoscia, chi con
rassegnazione, chi quasi con solliivo,
seconda di come questa o quella esistenza è stata segnata dalla gioia e da'
dolore. Tutto questo, pensiamo, è nell’ordine delle cose, nella logica della
vita.
Ma ci può essere qualcosa di più illogico? Desiderare di crescere, di fare di raggiungere... fino al momento
in cui si è cresciuti, si è raggiunto, si è
iatlo, e già si scivola nel rimpianto.
ora ormai
vi svegliate
che
dai
sonno ; perchè la
saivexia ci è ademso più vicina di
guando credemmo.
La notte è avanamia, il giorno è vicino,,, „
volti indietro a vivere di ricordi. Certo, questo c 1’« ordine » delle cose che
conosciamo, ma è disordine, è assenza di mèta e di scopo, che anche la
spiritualistica fede in un’evanescente
immortalità dell’anima non riesce a
riscattare.
Bene, Dio ci dice, fin dai nostri più
freschi anni, che la nostra esistenza
tion ha un limite « naturale », sorte comune della condizione umana, ma ha
un limite che pone personalmente a
ognuno di noi i! « giusto giudi? eo »
del nostro Signore sulla nostra vitn ingiusta, cioè in non giusto rapport ; verso di Lui, che è fonte e norn.a cella
vita; ogni anno « di più » che ci viene dato è davvero un « di più » della
sua grazia paziente e pietosa; è l’anno
di proroga e di dilazione che il giardiniere chiede al padrone della terra per
il fico trovato sterile. E Dio ci ricorda.
fin nei più tardi anni della più scorata
esistenza, che ogni anno che passa è
<( uno di meno » : non però, in primo
luogo, nel senso del concludersi di lotte e sofferenze nel gran riposo della fine, bensì nella prospettiva gioiosa del
suo ritorno e del manifestarsi del suo
regno: «un anno di meno», sì, ma
non verso la morte bensì verso la Vita, verso la piena comunione con lui, il
Vivente. Questo è l’ordine delle cose
voluto dal Signore, questa la logica
profonda della vita.
Nel frastuono di un Capodanno, in
cui non si capisce bene fino a che punto la gente si diverta e gode e fino a che
jpunto si stordisca di fronte al finire di
un’esistenza che sembra non giungere
mai al livello di vera vita, tendiamo
l’orecchio e la mente alla parola del
nostro Dio, che è « la roccia dei secoli ». che « dura in eterno » : « E’ ora
ormai che vi svegliate dal sonno; perché la salvezza ci è adesso più vicina
di quando credemmo. La notte è avanzata, il giorno è vicino... » (Roma.i; 13: 11). Non una catastrofica ora
X, la salvezza. Di un anno più vicina.
11 sonno da cui dobbiamo svegliarci è l’orgogliosa illusione della nostr;a
baldanza di fronte alla vita, ma anche
il sonno della rassegnazione davanti
alla durezza della vita: non andiamo
certo di trionfo in trionfo, ma non andiamo neppure verso il nulla; andiamo — e non solo noi individualmente
ma il mondo intero — verso la salvez.JLa-_.Forse JL S|gnore.^n.an .ptetfeti.de, che.
’non inciampiamo; rha quello che ci
chiede — è, come sempre, un ordinedono — è di guardare innanzi. « Chi
mette mano all’aratro e poi guarda indietro, non è adatto al regno di Dio »,
perchè vive in un altro mondo. Egli
i ha fatto questo immenso dono: ci
ha dato di sapere dove andiamo, quale
è la direzione su cui è orientata la nostra vita, e lo scopo per cui la viviamo.
Ci ha invitato a contare i nostri giorni
e ad acquistare un cuore savio, ma non
nel senso scettico e scoraggiato deità
filosofia spicciola corrente, bensì come
uomini che conoscono le scadenze degli interventi di Dio, e soprattutio del
VIMCITORI
Luca IO s 17-19
I discepoli tornano a Gesù, al termine della loro missione, pieni
di stupore e di allegrezza per ciò che è loro accaduto: i risultati della
loro missione sono stati di gran lunga superiori a quello che pensavano.
La promessa del Signore si è adempiuta ; i malati sono stati guariti, i demoni cacciati ed in questo sta la gioia dei 70: hanno potuto
constatare che la parola del Signore è vera, ciò che egli dice si realizza. Essi hanno lasciato una traccia nella vita delle persone che hanno
incontrato, materialmente e spiritualmente la loro presenza è stata
determinante.
Ma c’è anche un motivo di stupore nei discepoli, che tornano
dalla loro missione come dei vincitori dalla battaglia: le potenze stesse del male hanno ceduto il passo davanti a loro.
Gesù chiarisce subito il perchè di questa vittoria: Satana era
sconfitto dalla novità del Regno di Dio e perdeva il suo regno.
La teologia cristiana si è sempre interessata alla figura di satana
ed alla sua « caduta », tutta l’arte e la poesia medievali sono piene
di queste visioni e di queste favole per spiriti curiosi: satana, 1 angelo luminoso precipitato dal cielo alle origini del mondo con i suoi
angeli per una misteriosa colpa, ecc. Quanto più reale e vivace la parola di Gesù! satana cade, cioè perde il suo regno, laddove i discepoli
predicano il Regno di Dio. rii
Dove un discepolo di Gesù vive onestamente la sua annun
ziando la parola di Dio, quivi è satana che cade come un lampo, questa è la vittoria della fede. La caduta di satana non è perciò àn avvenimento che avvenga al principio o alla fine del mondo ma nel presente, non è un combattimento celeste, in aria, ma nella stofia degli
uomini.
Satana cadeva sconfitto nelle borgate galilee dove uno dffl 70 discepoli predicava; cade sconfitto oggi dove un uomo vive secondo la
parola di Gesù.
Giorgio Toùrn
suo estremo intervento, deU’avverito
.uè* '■sgno- della sua nuova creazione.
La stona avanza, certo, ma anche e
soprattutto la storia di Dio, e noi siamo un anno più v.(CÌni al suo giorno.
Non si tratta di avere in testa questa
idea, si tratta di vivere già nella luce
di questo nuovo giorno (Rom. 13: 13),
nella fede trepida e grata in colui che
ei ha chiamati dalle tenebre alla sua
meravigliosa luce.
Non è uno scherzo, vivere in questa
luce, è tutt’altro ché facile e naturale,
perciò r apostolo »Paolo ci riscuote.
« Svegliatevi! », fate capire a chi vi
sta accanto, dal mcrio con cui impostate la vostra vita, che la salvezza del
mondo ci è più viclria, un anno più vifeina, e che si può vivere con i piedi
'en piantati su questo mondo e lo
sguardo teso a un futuro che non è
mitica speranza deU’uomo ma incrollabile promessa del Signore; un futura che è alle porte, e in cui ci sari
chiesto conto di come avremo vissuto
l'attesa.
■
Aperto al culto il tempio
di San Giovanni Lipioni
Questa foto, che mostra CO'U una certa evidenza l’inserimento urbanistico dei
tempio nell’ambiente del paese, è stata scattata nella primavera scorsa. E’ ben
visibile, a destra, la parte di costruzione thè dovette essere lasciata sospesa il
25 luglio 1963 su ordinanza del Pretore a motivo di contestazione per supposta
occupazione di terreno della confinante Grosso Venere, come è stato riferito
su questo giornale (anno 57 N. 2) il 10 gennaio 1964. Lo stesso Pretore, nell’udienza del 30 ottobre 1964, accogliendo una nostra pressante e motivata
istanza, autorizzò la copertura deiredificìo anche di questo troncone scoperto,
pur lasciando impregiudicato il corso re.golare della causa, la quale, pertanto,
continua. In conseguenza, nelle settimane successive, lavoriti da inattese belle
giornate di questo tardo autunno, con febbrile lavoro ili muratori, di decoratori
e di falegnami, abbiamo potuto completare, secondo il progetto, anche questa
tribolata parte posteriore. E’ stato inaugurato, quindi, non un tempio mùtilo,
come appare da questa loto, ma completò in lutto e per tutto. I lettori saranno
informati, a conclusione della vertenza giudiziaria, delle schermaglie processuali che hanno avuto luogo fino a questo momento e che ci attendono nei
mesi prossimi. Giulio Vicentini
limiiiliiiililiiiliiililtiiiiiiiiii
Ha dovuto partire
Non ne dico il >ome. Iddio lo co'noseferTi hT'Ìie Tón ffeTTlà''IascT5to" là
Sicilia ed è lontano, solo, come in
esilio.
Era venuto dalle nebbie del nord,
in visita, cinque anni or sono e vista la miseria di qui ed i bisogni del
popolo e la sua ignoranza, aveva deciso di rimanervi. Francescano, legato alla sua chiesa che ama di un
onore puro, aveva ottenuto il sostegno dei vescovi di altri paesi, e di
molti amici. Ed aveva cominciato il
suo lavoro di sviluppo di comunità,
mosso dall’amore di Cristo e da una
fede che nessuna avversità ha distrutto.
La città in cui lavorava non era
molto diversa da Riesi quanto a numero di abitanti ed alle loro necessità. Aveva creato un centro, lui solitario assetato di comunità. I collaboratori, eccetto pochi non lo compresero molto nella sua fame e sete
di giustizia e meno forse nel senso
del dono ch’è la sostanza della sua
vita.
Montato il centro con buon gusto,
la sua cappella semplice e così adatta al raccoglimento, aveva iniziato
le attività: un asilo, dei centri di
sviluppo fra la popolazione, assistenti sociali... Nel suo studio disegni e grafici dicevan subito che non
era un dilettante nè un entusiasta
solo. Sociologo colto ed avvertito
aggiungeva alla sua pietà cristiana
la conoscenza del suo lavoro.
Lo conoscemmo poco dopo il nostro arrivo. Ci attendeva. Attendeva
noi protestanti come fratelli ed amici. Ed amici lo siamo divenuti subito. Ci è sempre stato caro, come
sempre lo abbiamo sentito vicino ed
ascoltato per averne i consigli.
Mentre noi eravamo alle prime
armi, egli già aveva dovuto affrontare le prime difficoltà da parte di
chi avrebbe dovuto sostenerlo. Anzi
subito gli fecero capire che non
avrebbe resistito a lungo. Non era
tipo da piegare e lottò. Lottò per
farsi comprendere in un ambiente
in cui conservare le forme e le tradizioni del passato è atto di fede e
dove ogni rinnovamento sa di eresia. Lo osteggiarono. Gli crearono
attorno delle mura. Ogni protesta
o richiesta cadeva nel vuoto di frasi
pie.
Fu trasferito ad altra città dalla
Una città, con if suo popolo povero,
triste ed abbandonato da tutti,
ha perso il suo 'profeta
quale avrebbe dovuto dirigere l’opera iniziata. Qui egli creò un altro
centro e la sua attività si allargò ad
un altro campo, quello di formare
la gente per lo sviluppo di comunità, con riijnioni, seminari, « retraites ». Ma l’opposizione non ha disarmato. Il blocco finanziario. Di
più il blocco della popolazione o almeno di quella parte d’essa che
avrebbe dovuto collaborare. Un ambulatorio attrezzato modernamente
rimase inutilizzato per l’ostilità dei
medici. E sì che non era questione
se non di servizio e per di più questo servizio era di cattolico a cattolici. Niente. Troppo moderno?
Troppo aperto? Troppo poco conforme alle strutture ed ai gusti della conservazione più assurda?
L’ultima volta che l’ho visto mi
disse:
« Fra pochi giorni devo chiudere
tutto e partire ».
Ebbi un brivido pensando alla
tragedia di quel fratello che aveva
donato la vita per questo popolo di
Sicilia.
Avevo il nodo alla gola, lui forse
anche, ma disse:
« Una sola tragedia vi è stata nella storia del mondo: quando hanno
crocifisso il Signore, dopo quella
tragedia non ve n’è più alcuna ».
La frase mi rimase impressa e la
ripetemmo molte volte. La sola tragedia. Il mondo ha crocefisso il Suo
Salvatore. Basta. Ci salutammo. Non
c’era altro da dire.
Ora però è lontano, in esilio. E’
Una cosa tremenda che la chiesa,
come Israele antico, uccida ancora
i suoi profeti, faccia tacere i suoi testimoni. Dei tre tentativi di cc promozione umana » proprio quello di
indirizzo cattolico doveva scomparire in una regione « cattolica ». E
questo per me è un lutto non solo
per quanti fratelli cattolici hanno
a cuore la testimonianza a Cristo
nel mondo d’oggi, non solo per
quanti fratelli cattolici sono sensibili alla necessità di rinnovamento
della loro chiesa, e per gli amici che
lo hanno amato e son stati con lui
e con lui hanno sofferto, ma è un
lutto per tutta la chièsa. I profeti
non hanno confessione particolare.
Essi sono una voce anche se voce
« clamantis in deserto ».
Ma è proprio a questo punto che
si coagulano i pensieri ed il tormento diviene grande. Perchè la Chiesa,
la chiesa organizzazione — scelgo
una parola impropria per non esser
frainteso indicandone i funzionari
— non sa ascoltare la voce, la voce
che le vien rivolta nell’evento che
accade? Perchè si deve verificare
cosi spesso che l’agape e le sue
espressioni più semplici e chiare
debbon esser soffocate? Per conservare posizioni e privilegi? Per timore di cambiamenti che nuocciano alla tranquillità del pantano in cui il
cristianesimo d’oggi si trova? Conservare solo e non intendere lo spirito che soffia, eppur soffia forte nella chiesa cattolica d’oggi, soffia in
molti ambienti e dà speranze non
false. L’istinto di conservazione è il
gran peccato della chiesa, il peccato
estremamente peccante, perchè là
non si sente lo Spirito nè si segue il
Signore per fede.
Lasciamo. Il fratello che è in esilio m’ha detto quasi per ammonirmi: (c v’è una sola tragedia ». E’ la
conservazione rappresentata dal
Sommo Sacerdote e dai capi del popolo che prese l’iniziativa del peccato del mondo ed uccise il Signore.
Vera tragedia. Ed oggi non è difficile che chi lo ama e lo segue partecipi alla sua passione.
Però rimane il fatto che la città,
quella città, col suo popolo povero,
triste ed abbandonato da tutti, ha
perso il suo profeta.
Tullio Vinay
Il Post. T. Vinay b in questi giorni ad
Agape, ove il campo invernale è centrato
sulla situazione di Riesi (campione delVinterno siculo) e sull'opera svoltavi dal Servizio Cristiano. Uarticolo che riproduciamo
è comparso su ” Notizie da Riesi ricordiamo che l'abbonamento a questo bollettino (L. 1.000) € ogni offerta possono essere
versati sul c.c.p. n. 7/4093 intestato a Tullio Vinay. Via Foraci 79, Riesi (CL) nell'Ufficio dei conti correnti di Palermo.
2
I»ag
N. 1 —• 1° gennaio 1965
Urgenza di un rinnovamento La Chiesa ridotta alla sua
Conferenza straordinaria del III Distretto, a Verona più semplice espressione
La Conferenza ordinaria di giugno del terzo Distretto aveva votato due ordini del giorno su due problemi che erano parsi particolarmente importanti : quello della crisi dei
giovani e quello della testimonianza, definita
come c( apertura verso l'esterno ».
Di entrambi i problemi si chiedeva la discussione in una Conferenza straordinaria autunnale: la Conferenza si è tenuta a Verona
il 4 novembre, con larga partecipazione di
delegati e con molti giovani presenti in veste di spettatori interessati e di membri con
voce consultiva (uno per ogni Unione Giovanile).
Il tono ai lavori della Conferenza è stato
dato dalla vigorosa predicazione di apertura
del pastore Gianni Bogo, il quale ha illustrato il senso delLesortazione contenuta nei
versetti 9 e 10 del cap. 18 degli Atti degli
Apostoli : « Non temere, ma parla e non tacere, poiché io sono co'n te, e nessuno ti metterà le mani addosso per farti del male, poiché io ho un gran popolo in questa città ».
Esortazione rivolta dal Signore a Paolo mentre questi si apprestava ad evangelizzare i
Corinzi.
II Signore — ha detto il pastore Bogo,
anticipando quelle che sarebbero rtate le
conclusioni della Conferenza — ha un grande popolo nella nostra città : compito della
Chiesa é di testimoniare, senza timidezza,
non di sé stessa, ma di Cristo, a questo popolo il quale non conosce ancora il suo Signore : per far questo occorre che la Chiesa
conosca bene il messaggio che è chiamata
a portare, e anche coloro ai quali si rivolge
la sua predicazione; donde la necessità di
presentare TEvangelo in un linguaggio comprensibile agli uomini del nostro tempo.
Le due relazioni di studio, del pastore
Renzo Bertalot e del capogruppo FIJV Franco Ferretti, la prima sulla missione della
Chiesa, la seconda sulla crisi dei giovani,
movendo da premesse abbastanza distanti
convergevano in modo singolare nelle loro
conclusioni; cosicché, grazie anche ad. un
ottimo questionario preparato a cura della
Commissione Distrettuale, la discussione ha
potuto svolgersi prendendo in esame il complesso delle due relazioni, la cui idea centrale era quella della necessità di una revisione radicale del nostro concetto di Chiesa
in vista della testimonianza verso Testerno.
Ricchissima di spunti di meditazione, la
relazione Bertalot parte dalla constatazione
che nel nostro mondo secolarizzato non ha
più ragione di essere la separazione tra Chiesa e missione: ogni cristiano é un missionario, nel senso che deve testimoniare di Cristo nella situazione in cui è posto, e la Chiesa ha il compito di sostenerlo e di aiutarle
in questa sua opera di testimonianza. I.o
Spirito Santo é aU'opera anche oggi e precede l'opera missionaria della Chiesa : questa
deve essere attenta, in uno spirito di preghiera, alle possibilità che le vengono offerte
di testimoniare, e guidare ed aiutare gli uomini che lo Spirito ha posto al centro di
qu';ste aperture verso l’esterno.
Purtroppo accade molto spesso che la Chiesa voglia imporre le sue strutture sclerotiz
zato, il suo appaiato tradizionale là dove sarebbe solo necessario fornire un aiuto ai testimoni che lo Spirito ha suscitato : così il
più delle volte l’opera appena iniziata e che
sembrava piena di promesse viene frenata e
finisce per esser soffocata. L’esperienza delle
missioni presso i cosiddetti popoli pagani ha
dimostrato, e Bertalot cita l’autorevole testimonianza del vescevo Newbigln, che l’opera
del Signore ha conosciuto una straordinaria
prosperità là dove i gruppi di credenti, quasi sorti dal nulla, sono stati semplicemente
aiutati a funzionare da soli, senza un massiccio intervento di uomini e di mezzi, lasciando alla testa di ogni gruppo colui che
ne era stato l’iniziatore, il quale evidentemente aveva ricevuto questa vocazione dallo
Spirito.
Ancora nelle missioni si è visto che il battesimo dei convertili dev'essere immediato
e non giungere come il coronamento di una
istruzione religiosa : l’istruzione verrà in seguito e aiuterà il nuovo credente ad essere
a sua volta un testimone presso altri uomini.
Queste esperienze, trasportate nelle nostre
chiese europee, che agiscono in un mondo
completamente secolarizzato, possono portarci
a riconsiderare tutta la‘nostra strategia evangelistica e anche il problema, oggi più che
mai d'attualità, del battesimo e della confermazione. Il pastore Bertalot ha dato qualche
esempio, fra • mille che se ne potrebbero citare, di aperture che si presentano davanti
a noi: i matrimoni misti, in cui la comunità
é chiamata ad aiutare il coniuge credente a
dare la sua testimonianza nei confronti di
tutto un ambiente che altrimenti sarebbe
fuori della portata deU’Evangelo; i settari,
che, esaurito l'entusiasmo iniziale, si accostano alle nostre comunità nelle quali vedono presentato il messaggio di Cristo in modo
pili completo; c ancora i simpatizzanti casuali, che tutti potenzialmente sono dei veicoli della Parola, ognuno nel proprio ambiente dì \ila e di lavoro.
Di fronte a tutte queste situazioni la comunità deve sempre saper offrire il proprio
aiuto, con la preghiera, con 1 istruzione, cercando di riconoscere di volta in volta gli
uomini che il Signore ha scelto per essere
suoi testimoni.
IN LIBRERIA
ETIENNE TROCME', La formation de
l'Evangile selon Marc. Presses Universitaires de France, Paris 1963, L.
3.060.
JEAN-JAQUES von ALLMEN: Prophétisme sacramentel, études pour le
renouveau et l’unité de l’Eglise, Neuchâtel-Paris 1964, pagg. 318, L. 2.400
ANDRE’ BRIEN, Le cheminenient de
la foi. Editions du Seuil, Paris 1964,
I,. 2.100.
Infine la Chiesa deve compiere una vera
rivoluzione nel concetto della missione pastorale (rivoluzione copernicana, l'ha chiamala il relatore) nel senso che non più il
pastore dev’essere al centro della comunità,
circondato da un gruppo di laici che lo aiutano nelle varie attività della chiesa, ma sono i singoli credenti, impegnati nell'opera
di testimonianza esterna, che debbono essere
al centro, mentre lo scopo del pastore é quello di fornir loro gli strumenti teologici e culturali perchè possano meglio compiere la loro missione.
Di questa relazione, di cui abbiamo sintetizzato i punti principali, è stato chiesto l’invio alle comunità del Distretto, e pensiamo
che « L'Eco-Luce » potrebbe pubblicarne almeno lunghi stralci. {Volentieri! N.d.r.). .
La relazione Ferretti sulla crisi dei giovani. partendo dai dati statistici della nota inchiesta FUV, individuava nelle carenze della
famiglia e delle comunità le vere cause di
questa crisi.
La Chiesa deve trasformarsi da chiesa di
popolo in chiesa confessante, deve criticare
gli ideali della società del benessere, deve
incontrare difficoltà, ostilità, rifiuto : per una chiesa di questo genere anche i giovani
vedranno che vaie la pena di impegnarsi. Come è strutturata ora, la nostra Chiesa non
può dire nulla all’uomo del nostro tempo,
perchè è chiusa nelle mura dei templi e si
rivolge ad uomini astratti, non ad esseri immersi nella vita di tutti i giorni.
La relazione Ferretti non si limita ad individuare i mali, ma tenta alcuni suggerimenti pratici per uscire dalla crisi : in pri
Culto radio
ore 7.40
VENERDÌ’ 1« GENNAIO
Pastore Mario Sbaffl
DOMENICA 3 GENNAIO
Pastore Giancarlo Bossi
L’fivao^eio alla Radio-Tli
della Svizzera Italiana
DOMENICA 3 GENNAIO 1965
are 9,15 - Radio
Conversazione evangelica
DOMENICA lo GENNAIO
La Parola del Signore
Ore 22 circa (alla fine delle trasmissicni) - Televisione
mo piano naturalmente i gruppi di servizio,
la grande speranza dei nostri giorni.
La discussione che è seguita alla lettura
delle due relazioni ne ha toccato tutti i punti più interessanti. In particolare è stata ribadita la necessità che il ministero del pastore diventi realmente quello di aiutare i singoli credenti nella loro opera di testimonianza : ristruzione religiosa deve accompagnare,
non precedere, questo lavoro missionario; ci
si prepara mentre si evangelizza, non prima,
perchè altrimenti non si sarà mai abbastanza preparati. E questo ci sembra un punto
che. nella sua apparente banalità, dovrebbe
essere accuratamente meditato da molti « laici » delle nostre comunità, i quali non sì
sentono mai « abbastanza all’altezza » per
confessare la loro fede, per cui ne fanno
qualcosa di tanto personale che nessuno se
ne accorge.
A conclusione dei lavori, la Conferenza
approvava un o.d.g., che suona così nella
sua stesura definitiva:
« La Conferenza, _
confidando che lo Spirito del Signore mette oggi ancora le nostre chiese di fronte a
nuove possibilità di testimonianza evangelica e ad aperture missionarie,
raccomanda a tutte le comunità che :
a) si orientino verso queste aperture, che
costituiscono il nostro campo missionario e
la nostra ragion d’essere in quanto chiesa,
ricercandole come discepoli desiderosi di seguire le indicazioni del Signore, pregando affinchè ci siano date sempre e di nuovo, e
impegnando per esse i multiformi ministeri
dei credenti e le energie comunitarie;
b) studino il metodo localmente più opportuno. avvalendosi dell’esperienza missionaria delle giovani chiese, per sfruttare in
tutta la loro portata le aperture che il Signore pone di fronte alla Sua chiesa, sapendo
^h? un giorno dovremo rendere conto dì ogni nostra inadempienza;
c) favoriscano la piena attuazione del ministero pastorale in funzione del ministero
totale della Chiesa, secondo la prospettiva
fondamentale che fa del pastore un aiuto ai
membri di chiesa in vista dell’esercizio del
loro proprio ministero ».
Ha partecipalo alla Conferenza il pastore
Aldo Sbaffi, delegato della Tavola, il quale
ha rivolto un simpatico messaggio di saluto
alle chiese del Distretto e al pastore Van
Gemert che si occupa della comunità internazionale di Ispra-Varese : l’applauso unanime dell’assemblea h i detto ad entrambi gli
ospiti quanto sia sta a gradita la loro presenza in mezzo a noi.
Fraterna come al solito Taccoglienza degli
amici veronesi, ottiioifrf^a preparazione a cura
dei pastore Colucci e i’organizzazione logistica : unico neo la brevità del tempo a disposizione, per cui i lavori sono risultati un po'
strozzati : mi pare che per rendere veramente
un servizio, questi incontri dovrebbero avere
la durata mìnima di due giorni. /. g.
/ documenti che seguono sono stati redatti nA quadro delle ricerche intraprese
sotto la direzione dì H. J. Margull, della Commissione "Strutture della Comunità missionaria" del Dipartimento di "Studi suirEvan^elizzazione" del Consiglio Ecumenico
delle Chiese. Questa Commissione comporta divene sezioni: Europa occidentale — con
prossima partecipazione delle Chiese dell’Est —, America del Nord, Germania dell’Est,
Sud-Est Asiatico. America del Sud. Una caratteristica comune a tutte le sezioni, e decisiva per il lavoro, è la collaborazione, su tutti ‘ temi, fra teologi e sociologi: Quali
sono le implicazioni per l’esistenza della Chiesa nella società di massa di oggi e di
domani, delle riflessioni teologiche su Chiesa e n<ondo e delle constatazioni della sociologia religiosa? Finora i risultati del lavoro della Commissione non hanno avuto nessun
carattere ufficiale; sono documenti di lavoro che circolano fra i membri della sottocommissione e suscitano delle messe a punto scritte o delle discussioni durante gli incontri. Se il frutto di questo lavoro sarà positivo, ne risulterà un rapporto per la prossima assemblea generale del Consiglio Ecumenico. Ringraziamo la signora Èva Vingiano di aver tradotto questi documenti, che pubblicheremo su due numeri successila.
Se comprendo bene il senso delle tesi che
si aspettano da me, si tratta di precisare qual’è
il « nucleo irriducibile » della Chiesa, il minimo che deve sussistere perchè si possa parlare ancora di Chiesa.
A mio avviso, nella Chiesa non vi è nessuna « cosa » obbligatoria, al contrario, l’ingombro dovuto alle cose, l’ingorgo nelle cose, è ciò che snatura la Chiesa, impedisce
costantemente alla Chiesa di nascere nella
chiesa o forse anche di nascere da lei. Il
dramma della Chiesa è che spesso le cose le
mascherano la persona del Signore.
1°) Diciamo, prima di tulio, che per la
Scrittura, la Chiesa appare come una realtà
secondaria, e che essa non è, in ogni caso, il
centro d’interesse del Nuovo Testamento. Fin
dall’Antico Testamento — e questo è sottolineato nei cap. da I a II della Genesi —
ciò che è decisivo è la relazione fra il Dio
vivente e l'umanità. Là dove la Parola —
cioè l’atto per il quale Dio si rende presente
al mondo — raggiunge il mondo, può accadere che nasca il popolo dì Dio o la Chiesa.
Dico « può » perchè dal principio alla fine
della Scrittura ci è attestato che Dio agisce,
è presente nel mondo in mezzo a esseri che
non lo conoscono (e che -di conseguenza non
possono essere considerali come Chiesa): si
tratta di tuli a la discendenza dei « testimoni
pagani di Dio », da Melcliisedec al magistrato in Romani 13, passando segnatamente per
Ciro, i pagani di Matteo 25: 31 e ss. e quelli
di Romani 2: 14 — allorché Tatto di Dìo
è riconosciuto, non fosse altro che da due o
tre ivi nasce la Chiesa.
L’elemento costitutivo di base sta nella
confessione di fede per cui la Chiesa cerca
di rendere conto dell'azione esercitata da
Dio per manifestare la Sua gloria, riconciliando il mondo a sè. Poiché Cristo è il perfetto compimento dì questa azione, la confessione dì fede della Chiesa è necessariamente cristologica e quindi trinitaria.
2°) La Chiesa non è altro che una parte
del mondo che confessa la signoria universale del Cristo : essa è dunque il luogo ove
il mondo prende coscienza del suo vero destino, del suo vero volto. In questo senso,
come « pars pro loto » della creazione ricapitolata, essa è il corpo dì Cristo, la pienezza
iiiii(iiiiiiiiiimiimiiii
DAI PROBLEMA SEMPRE ATTDALE
La vera libertà
La più alta
più solenne
testimonianza - La manifestazione
della libertà che ci è stata deità
« Se perseverate nella mia parola
siete veramente miei discepoli e conoscerete ia verità e la verità vi farà liberi» (Giov. 8: 31-32). A queste parole di Gesù i Giudei replicano : « Noi
siamo progenie di Abramo e non siamo mai stati schiavi di alcuno». E
Gesù dice : « In verità, in verità io vi
dico che chi commette il peccato è
schiavo del peccato. Se dunque il Fi
gliuolo vi farà liberi sarete veramente liberi» (ver. 33-36). Non c’è dunque
modo di equivocare o di fraintendeie ;
le dichiarazioni di Gesù sono estremamente chiare e definitive e solo
un’ impossibilità del genere che oggi psiicoanalitioamente chiameremmo
K blocco mentale », potrà impedire che
il suo parla.re sia rettamente inteso.
Nel momento stesso quindi in cui
questa solenne dichiarazione giunge
a noi, non abbiamo più alcima altra
possibilità fuorché quella di essere veramente suoi discepoli o progenie del
diavolo (vers. 44).
Di libertà si è molto parlato da un
po’ di tempo in qua. Tutto sembre si
veglia fare sotto il segno di questa
usatissima ed abusata parola talché
può venire spontaneo ad un, certo
momento di chiedersi quale sia il vero significato di essa, cosa essa voglia
dire per noi, quale insegnamento ci
po.ssa ancora dare.
Se è vero che la legge perfetta è quel
la della libertà (Giac. 1: 25), non sarà
per noi difficile concludere con l’Apostolo che siamo s.tati chiamati a
libertà (Gal. 2: 4) per vivere come
liberi ina ncn usando della libertà
(1 Pietro 2; 16), ed essere giudicati da
una legge di libertà (Giac. 2: 12). E
ciò soltanto se sapremo perseverare
nella parola, essere veri discepoli di
Cristo.
Nel nostro tempo come in ogni tempo del resto, ruemo ha chiaramente
delineata la sua vita che è sempre e
comunque sufficientemente netta e
tende inevitabtlmenite al suo fine na
turale per mezzo della libertà che gli
è stata data come pegno prezioso di
un patto d’alleanza solenne e maestose perchè viene da Dio all’uomo.
Nessun uomo pertanto può perdere questa sua libertà se non per voIc ntà sua propria, ribellandosi all’ord'
ne universale, per instaurare intorno
a Se un nuovo ordine che in sostanza
ncn è altro che il suo disordine contrapposto all’ordine di Dio. E sempre
al disordine dell’uomo Dio ha risposto con il suo ordine.
Solenni affermazioni quindi di ca
ratiere etico, religioso, morale, filosofico o giuridico, fatte in questo senso
suonano sempre, in ogni tempo, false
e mendaci perchè è scritto (2 Corinti 3; 17)- «Dove è lo Spirito del
Signore quivi è libertà».
Certamente non possiamo dubitare
della lealtà di certe affermazioni civili e possiamo anche prenderne atto
con la piena coscienza però che una
sola libertà sussiste in eterno e le altre sono inevitabilmente legate al
tempo ed alle vicende umane, quindi
sempre relative e mai perfette. Noi
allora dobbiamo battere l’unica via
cosi semplicemente e chiaramente indicataci da Cristo sapendo solo questo: ohe altra via non v’è perchè Cristo stesso ha dichiarato di essere la
Via, la Verità e la Vita e noi l’abbiamo riconosciuto come nostro Signore
ab eterno in eterno.
Co-s’i possiamo anche esaminare con
sufficiente attenzione quelle considerai'io-ni .sulla libertà che noi troviamo
scritte in carte costituzionali o sentiamo dichiarare in assisi ecclesiastiche o anche sulle piazze delle nostre
città quando maggiormente è in crisi la istituzione -che più si dichiara
genuinamente vera. Ma in ogni e qualsi.asi rircostanza no’ sia-no chiamaci
non a discutere bensì, a proclamare. E
la nostra testimonianza è la più alta
e solenne manifestazione della libertà che ci è stata data. Cristo ci ha affrancati perchè fossimo liberi (Galati 5; 1). Le libertà politiche o religio
se o la manc-à-nza di esse non possono mai toccare le nostre coscienze, in
tempi di persecuzioni anche feroci ed
in tempi di tolleranza anche benevola
sussiste sempre questa unica realtà ;
la Croce. Dio è infinitamente buono
perchè è infinitamente libero e la libertà di cui si discorre è quella che
viene dalla infinita bontà di Dio. Su
questo solo fondamento può e deve
essere basata ogni vita e chi così ha
vissuto e vive è nella verità. E la verità è in noi ed intorno a noi ed il
Golgota è il segno che essa ha trionfato sulla menzogna, e la vita sulla
mcrte. Ogni altra dichiarazione è superflua ed accademica. Ogni altro insegnamento non può interessare per
chìè questa sola realtà è perfetta, sufficiente e nscessaria. Nè alcuna altra
fcrza potrà mai impedirci di vivere
veramente liberi, di camminare con
libertà (Salmo 119: 45).
La nostra naturale vocazione e
quindi di accostarci a Dio (Efesini 3: 12) mediante noi stessi e proclamare la libertà a quelli che sono
in cattività (Isaia 61: 1): ritrovare
ciuindi noi stessi per testimoniare della verità mediante la cui parola siamo stati generati (Giac. 1: 18), ben
sapendo che la Chiesa deU’Iddio vivente è per sempre colonna e base
della verità (I Tim,. 3: 15).
Avuta cosi conoscenza della verità,
secondo pietà (I Tito 1: 1) ed a cagione di questa verità che dimora in noi
(2 Giov. 2), sappiamo per certo eh?
una sola via ci è dato seguire, che ha
per suo unico fondamento Cristo.
(I Cor. 3: 11).
In questa chiara visione della nosi ra essenza, es.sendo stati eletti per
mezzo 1i Cr’sto alla dignità di figliuo
li di Dio e chiama,ti quindi alla testirrjonianza della verità, sappiamo che
siamo stati anche chiamati « ad entrare nella libertà della gloria» (Romani 8: 21).
Giuliano Frank-Kiss
di Colui che riempie di sè tutto e tutti. La
Parola, i Sacramenti, l’amore fraterno manifestano la nuova e vera relazione creata da
Dio fra Lui e gli uomini e fra questi. Ma
nelio stesso tempo la Chiesa è il segno o lo
strumento per il quale Dio si fa conoscere
al mondo che ignora ancora la sua riconciliazione. Essa dunque non esiste per se stessa,
ma per coloro che non ne fanno parte : essa
è missione.
:ì°) Ciò implica che ;
a) La Chiesa non può, in nessun momento, separarsi o distanziarsi dal mondo in una
impossibile posizione di orgoglio spirituale.
Essa è Chiesa in quanto ha coscienza di essere una parte di questo mondo che Dio ama
e al quale fa grazia. Se vi è una solidarietà
che deve esistere nella Chiesa, è quella con
gli atei che ricordano incessantemente alia
Chiesa ciò che essa è se Tamore di Dio non
la unisce e non la custodisce.
a) La Chiesa che vive per far conoscere al
mondo il suo vero essere, non ha niente di
pio importante da fare che essere presente
nel mondo, sapendo che ogni perdita di con
tallo con una qualsiasi parte del mondo tradisce i piani di Dio per il mondo e distrug
.gf la Chiesa. La ricerca del modo di quesla
presenza deve essere in ogni tempo la preoccupazione principale della Chiesa sia per il
ji’o messaggio sia per le sue strutture.
c) Poiché (essa) sa che la presenza e La
zinne di Dio non si manifestano soltanto in
lei, la Chiesa ha il dovere di essere estremamente attenta ai segni che, nel mondo in.
iero le manifestano: non vi sono chiese vere
al difuori del dialogo umile con i ¡mgani. de!Viiicontro. della vita fraterna con loro, in
■questo dialogo e in questo incontro la Chic---:
è chiamata ad ascoltare e a ricevere al-ret
tanto e più che a parlare e a dare.
4°) .Si potrebbe forse tentare di formulare
le tesi seguenti :
a) Là dove ITddio di Gesù Cristo e il mouda sixp.e, presi sul serio, quivi è la Chiesa.
b) Come il suo Signore la Chiesa deve assumere i rischi della visibilità senza esse: e
prigioniera. Ogni istituzione è al tempo stesso indispensabile, relativa e sempre disponi])ile agli ordini di Dio e all’attesa del mondo.
Come Cristo ha imparato l’ubbidienza (Ehr--i
,'> : 8) la Chiesa nel corso della Storia de.-e
imparare ad adattarsi sempre meglio alle esigenze della sua vocazione.
Quando si è capito il misterro dell’tncar/co
zione allora l’istituzione perde la sua rigidità e la sua importanza.
c) La Ciiiesa tutta intera, senza distinzioni
e privilegi, è attiva nella solidarietà, nello
presenza e nel dialogo.
d) L’essere e l’azione della Chiesa devorr,:
avere un carattere personale', non sono degl:
organismi anonimi o delle dichiarazion:
astratte che possono manifestare la presenz.'i
’ di Dio nel mondo attraverso la Chiesa, ma
degli atti che implichino l’impegno autentico
di coloro che li compiono, al servizio del Cristo negli uomini. Ovunque un uomo viva
nel nome di Cristo in una relazione vera con
gli altri, quivi è la Chiesa.
e) La testimonianza della Chiesa è dunque inseparabile dalla presenza del servizio.
Non è dirigendo e radunando che la Chiosa
annuncia la Signoria di Cristo, ma rischiando, mettendosi allo sbaraglio e abbandonandosi agli uomini. La Chiesa vera non esiste
al di fuori della povertà, del sacrificio e della morte. L’umiltà e Tinvisibilità deH’abha.ssamento sono inseparabili dall’essere e dalla missione della Chiesa.
f) La Chiesa prende sul serio la durata di
questo mondo e di conseguenza la sorte materiale, la vita sociale e politica, la sistemazione della condizione umana sulla terra.
Essa può vivere nella speranza solo se conosce l’importanza decisiva di ogni momento.
g) L'attesa del Regno si traduce in lei in
un riliuto di tutte le barriere fra gli uomini,
nella intercessione e nella marcia verso Vunità. No.'i vi è alc-jn segno sicuro, alcuna garanzia assoluta che sia o divenga la Chiesa.
Bisogn:i guardarsi qui più che altrove dal
magisrao, dalla religione, dall’idolatria e ricordarsi che il tempio di Gerusalemme è stata
la trappola nella quale è precipitata la fede
d’Israele, e che i magi non hanno trovato il
Cristo da Erode, ma nella stalla di Betlemme. Perciò il solo vero Tempio è '1 Cristo
stesso, e il Cristo per la Chiesa non è mai
separabile dall’altro, cioè dall’ateo.
E.CO perchè noi possiamo fare delle ecclesiologie. delle fenomenologie ecclesiali, enumerare segni e redigere tesi, ma la Chiesa
« ridotta alla sua più semplice espressione »
è il Cristo risuscitato in Gloria, solferenle
nel mondo che guida la storia verso la rivelazione della sua vittoria cosmica. Pidurre
la Chiesa alla sua più semplice espressione
è dire : Io credo la Chiesa una. sanlu. cattolica, apostolica, noi crediamo e confessiamo
un solo Signore, Gesù Cristo, il Santo di Dio
e il Signore del mondo. Noi non possiamo
garantire, nè possedere la sua presenza, ma
sappiamo che Egli è fedele, perciò nell avvenimento sempre rinnovato della sua epifania
noi diciamo : « uhi Cristus ibi ecclesia » e
pregando: «Veni Creator Spiritus », noi aggiungiamo con tremore : « ubi ecclesia, ii)i
sit Chrislus ».
3
1” gennaio 1965 —- N. 1
pag. 3
Consacralo al culto in spirilo e verità fd’Abruzzo
il nuovo tempio di S. Giovanni Lipioni
La inaugurazione:
una giornata di gioiosa comunione
« Benedetto sia l’Eterno, poiché ha udito
la voce delle mie supplicazioni... il mio cuore festeggia, ed io lo celebrerò » (Salmo 28 :
6-8), cantava U coro, subito dopo che una
Bibbia aperta era stata deposta sul tavolo
della S. Cena, durante il culto di dedicazione del tempio di S. Giovanni Lipioni, presieduto dal Moderatore della nostra chiesa.
Fast. Ermanno Rostan. La gioia ha caratterizzato questa giornata meravigliosa, meraviglioso segno della presenza del Signore e
della riconoscenza dei nostri cuori.
Si era temuto che la data dell’8 dicembre
avesse potuto nuocere alla partecipazione dei
fratelli delle altre comunità, ma il tempo, P™to«<lo e ci fa suoi
nei giorni precedenti l’inaugurazione già
molto buono, era addirittura magnifico, pieno di sole e limpido, e permetteva oltrètutto
una stupenda visione di caratteristici panorami abruzzesi. Da Roma, oltre al Moderatore e
Signora, erano venuti la Sig.ra Peyrot, il
Gen. Girardet e il Past. C. Gay, da Napoli
il Past. D. Cielo, da Orsara di Puglia l’Ev.
E. Trobia. da Poinaretto, chiesa madrina
della chiesa di S. Giovanni Lipioni, il Past.
G. Bouchard. Quasi al completo erano rappresentate le comunità degli Abruzzi e del
Molise. LEv. A. Del Priore con i fratelli
delle i omunità di S. Giacomo degli Schiavoni, Guglionesi, S. Salvo e Vasto; l’Ev. E.
Libr.nati, da Campobasso e Diaspora, che
guidava il gruppo più numeroso, e altri fratei!' dalle comunità più vicine di Denteila e
Caru ìlImu. Un totale di oltre .50 partecipanti else venivano ad aggiungersi alla numerosa I 'OiiinLla dei Sangiovannesi, pari al 23%
del! micia popolazione che è di circa 900
iiliil aiti, purtroppo ridotta da molti, troppi
' il. eoslietli dalla necessità del pane ad
mente tutte quelle comunità operanti nei
centri rurali, quasi sempre con grandi difficoltà di vario genere, che vedono assottigiarsi a volte oltre misura, a viste umane,
le file dei loro membri di chiesa. Dopo i sentiti messaggi di gioia degli Ev.sti A. Del
Priore ed E. Libonati, abbiamo ascoltato il
fratello Tommaso Lilli di S. Giovanni Lipioni, che rallegrava i cuori di tutti perchè
ci dava di sperimentare come l'Evangelo può
operare nella nostra vita al di là di quello
che noi stessi pensavamo, che Tintervento di
Dio va al di là della nostra disponibilità come della nostra indisponibilità, penetra nel
11 Past. Giulio Vicentini, conduttore della
comunità, leggeva i vari telegrammi e lettere di incoraggiamento, di comunione fraterna. di gioia, di benedizione, giunti da
molte parti, ricordava brevemente le ultime
difficoltà che si son dovute superare, e si
son superate, per terminare i lavori di costruzione del tempio, rimandando per il resto a quanto già da lui pubblicato sull’intera
terza pagina de it La Luce » dei 10 Gennaio
1964, che consigliamo di leggere non solo a
chi non l’avesse ancora letto, ma anche a
chi lo ha già letto, e ricordava infine, unitamente al Moderatore, tutti coloro, organizzazioni e singoli credenti che. dal tempo in
cui invitato vi accorse il Past. A. Rutigliano. hanno contribuito a realizzare la costruzione del tempio di S. Giovanni Lipioni e ad
edificarne spiritualmente le pietre viventi.
La preparazione:
un ciclo di conferenze pubbliche
Ira!:'
erin-taie, e che ci seguivano da lontano, vicini ispirilo.
I..i implicazione, fatta dal Moderatore, sul
tesio di Ger. 5 : 1, metteva innanzitutto chialair.', ni,, in risalto due pericoli che, oggi come
a! !.fiuj>o di Geremia, gravano sul popolo dì
Di(.. Lsso. elle è sempre una minoranza nelKi n.ii^gjoiaiua, corre il rìschio, da una parte, d; rmchmdersi in se stesso, nel timore, e,
(lai! alila, il rischio, farisaico, dell’orgoglio
spii j I naie.. Ma TKvangelo, ha proseguito ,il
pit.u.<.a!ore, non ha mai parlato di maggiorai y I (resii ha messo Taccento non sulla
quanltlà, sul numero, ma sulla qualità, e
sopì a S lutto sulla potenza della sua parola;
uiiii jioteiiza per salvare il mondo. Le immagini del sale della terra e del lievito nella
pasta esprimono chiaramente, orientando riprendendo e sostenendo i credenti, amati da
Dio e resi uomini migliori da questo amore,
il rapporto esistente tra quantità e qualità.
Qualitativamente è solo perseverando nella
Parola del Signore che noi siamo veramente
SU ' discepoli, è solo dimorando nel suo
amore che noi portiamo molto frutto, e lo
Spi ri io del Signore ci conduce in ogni verità Quantitativamente noi siamo un piccol
gregge. Una minoranza che è fondata sulla
roccia, su Gesù Cristo, guidata nella preglùera. Una minoranza che ha una parola
da dire, che serve non a degli idoli ma il
Sigyìore, che non sogna cose troppo grandi,
ma che fa dono di se, in ogni sìngolo membra. nelle più svariate circostanze, nella concr'Uezza della vita comunitaria aperta verso
il mondo, che crede vivendolo PEvangelo
d(d Regno di Dio. Una minoranza evangelica che ha un nome che non deve essere
nascosto. xMa che non sia soltanto un nome,
ed un tempio, ma soprattutto un corpo viverle, una testimonianza, con parole ed atti,
a Gesù Cristo, a quel giusto, il solo, per
mezzo del quale Dio ha perdonato il suo popolo, ci ha perdonati e chiamati ad essere fedeli, in Lui e per Lui, fino alla fine.
Nella seduta pomeridiana, dopo che per il
pranzo i fratelli sangiovannesi ci avevano accolto con tanto amore e gioia alle loro mense. il Past. Davide Cielo, Presidente della
Commissione Distrettuale del nostro Distretlo, apriva la serie dei messaggi. Ricordava,
rallegrandosi per questa nuova bella realizzazione della nostra chiesa, strumento nelle
mani di Dio per una sempre più efficace testimonianza, che il locale di culto, per i credenti in Cristo, non ha valore in se stesso,
ma riceve valore dal fatto che rende possibile il raccogliersi della comunità per l’ascolto della Parola di Dio che edifica la Chiesa,
tempio vivente. Il Past. Carlo Gay, richiamando alla memoria gli evangelici abruzzesi
incontrati un po' ovunque nel suo ministero,
attivamente inseriti nelle loro nuove comunità, incoraggiava direttamente e indiretta
Come da avviso pubblicato suìVEco-Luce
del 4 Dicembre scorso, l’inaugurazione del
tempio è stata preceduta da tre conferenze
pubbliche. Il Past. Vicentini, confortato dalPapprovazione e dall’aiuto tangibile della
Commissione Distrettuale, provvedeva a programmare un ciclo di conferenze, faceva
stampare ed affiggere, non solo a S. Giovanni Lipioni, ma anche a Carunchio, a S. Salvo, a S. Giacomo, Palmoli, e credo altrove,
dei manifesti murali con l’intero programma dell'inaugurazione e delle conferenze per
far conoscere ad una zona la più vasta possibile Pavveniraento. Ogni sera, alle 19, un
centinaio di persone, fra cui alcuni si avvicinavano per la prima volta, sono stali ed
erano vivamente interessati alPascolto, ed
erano poi in vena di discutere per sapere di
più e meglio.
Sabato 5 Dicembre, in sostituzione del
Past. A. Rutigliano, apriva il ciclo il Cand.
Theol. Ennio Del Priore parlando sul tema:
(c La Riforma Protestante - Un’obbedienza
alla Parola di Dio ».
Dopo avere innanzitutto chiarito che la
Riforma voleva essere un alto di richiamo,
elle fu inteso come un alto di ribellione,
tracciava un breve quadro della vita di Lut(;ro, in particolare dagli inizi dei suoi studi
teologici alla missione a Roma, clalPinsegnamento a Wiltenberg alla Dieta di Wornis.
La ris» operta delPEvangelo mise in questione, come continua a mettere in questione
l’autorità della Chiesa. Ma l’azione di Lutero, come degli altri riformatori, non fu contro la Chiesa ma per la Chiesa. Il problema
era di sapere dove risiedeva l’autorità. L’ecclesiologia, nel quadro della dottrina trinitaria, acquistava nei Riformatori una nuova
ilimensione, una nuova validità, nel senso di
una fedeltà, di un'obbedienza alla Parola di
)io. Si trattava di sottomettersi all’autorità
li questa Parola. Dopo avere brevemente espo^lo altri concetti fondamentali della cristoi >gia Jei Riformatori, veniva ribadito cliiarjmenlc come i motivi per cui il Protestanlosimü è sorto permangono. Come allora anf'le oggi il Protestantesimo deve essere in
teso come ‘riforma’, come una critica evangeiica e soprattutto nel quadro della odierna
situazione ecumenica. Nell’ultima parte veniva pertanto fortemente sottolineata quella
ebe è stata la rivalutazione, essenziale per
la vita della Chiesa, da parte dei Riformatori : la predicazione della Parola di Dio,
perchè la Chiesa possa nascere alla fede e
servire il suo Signore, ubbidendo alla sua
V oce.
Domenica 6 Dicembre, il Past. Giulio Vicentini trattava il tema : « L’unità della
Cliiesa come è voluta da Cristo. - Che cosa
dice la Bibbia e che cosa dicono, oggi, prote.-lanti e cattolici sulPecumenismo ».
dopo aver tracciato un quadro esatto e
del taglialo della situazione del Cristianesimo
iliviso in tre grandi rami in seguito agli av\enimenli dcirundicesimo e sedicesimo secolo. ed avere messo in risalto Pirrigidimento
caMolico dal Concilio di Trento in poi, traccia\a, per sommi capi, la storia del Movimento Ecunienieo, da Edimburgo 1910 a
Nuova Delhi 1961. Esponeva poi la presa di
jiosizione cattolica nei confronti dell’ecumenismo in quesl'ultinio cinquantennio. Dal
'no’ airecumeni.smo dell’Enciclica k Mortalium ánimos » di Pio XI, del 6 Gennaio
1928, che lo definiva (cuna falsa religione
crisi iaiui, interamente estranea alla Chiesa
di Crìslo », al 'Monìlo' del S. Ufficio, del 6
Giugno 1948, clic luoibiva di a aver dispute, conferenze, .specialmente pubbliche con
gli acattolici, senza permesso della S. Sede »,
si passa, nel 1960, alla creazione, da parte
di Giovanni XXlll, del ’Segretariato per l’unione dei cristiani', presieduto dal Card. A.
Bea. Da allora ripelule dichiarazioni di Giovanni XXIIl, Paolo VI, dello stesso Bea e
di altri esponenti e teologi cattolici, ripetono incessantemente: ritornate a Roma, la
divisione è 1 rutto di un fraintendimento.
Venivano pertanto riaffermati i motivi di
fondo e la validità di questa riaffermazione
(lei principi, essenziali per la vita della Chiesa. della Riforma, vagliati sempre di nuovo
alla luce della Parola di Dio, illuminati e riformati da essa; e, nel quadro dell’azione
La linea sobria 2 armo
nica della nuova chiesa cvangelica nel borgo abruz^
zese, giunta infine a eompimento dopo anni di difficoltà e d’intralci d’ogni ge
nere. Architettonicamente
l'opera è stata curata dal
Prof. Gianni Koenig e dalring. Claudio Messina: la
inaugurazione ha avuto luogo V8 dicembre scorso, con
larga partecipazione di fratelli di molte comunità e
con un culto presieduto dal
Moderatore E. Rostan.
del Consiglio Ecumenico delle Chiese, l’esigenza bìblica di unità della Chiesa, in ubbidienza a Cristo, Signore della Chiesa e sulla
Chiesa, al quale bisogna andare, veniva riassunta, allo stato attuale, dalla definizione dell’unità formulata a Nuova Delhi.
Lunedì 7 Dicembre, concludendo il ciclo
di conferenze, il Past. Gustavo Bouchard
parlava sul tema: <( La Chiesa Evangelica
Valdese, voce della Riforma Protestante —
Perchè soffersero i Valdesi — Perchè i Vaidesi, oggi, predicano l’Evaiigelo ».
Iniziava affermando che il movimento valdese medìoevale, che sta di fronte a noi ricco
di indicazioni attuali, fu soprattutto un movimento di ’diaspora’. Una voce, come quella del Battista, che gridava nel deserto. Una
voce che era affermazione potente di una
fede che non vacilla, che si ritempra alla
lettura e alla meditazione comunitaria della
Bibbia, che sì fortifica e ravviva nella preghiera. Dopo aver ricordato gli infaticabili
colportori che recavano dappertutto, al di
qua e molto al dì là delle Alpi, ’la perla di
gran prezzo’, e l’opera di evangelizzazione
dei viandanti, così ricca di senso vocazionale di tutta la vita di chi crede, ricordava
la loro perseveranza nella fede durante le
persecuzioni, di fronte alla fame e alla morte, dalle Alpi alla Foresta Nera. Nulla fu
mai più forte della loro fede. Pur nella sofferenza il movimento valdese fu l’espressione
di una comunità e ancor più l’affermazione
di una solidarietà (colletta a prò degli Hussiti). Fu anche una protesta contro una chiesa compromessa con lo stato. E soprattutto,
perchè aUa base di tutto, fu la scoperta, riaffermata dai Riformatori del XVI secolo, dell’autorità di Dio sull’autorità degli uomini.
La Bibbia fu il fondamento di questa liberazione da ogni costrizione spirituale e di tutta
la loro vita. E questo è l’elemento fondamen
tale che non è venuto mai meno, che ancora
oggi è la nostra guida e la nostra forza, la
guida e la forza dell’ubbidienza fedele al Signore di ogni uomo, che nella meditazione
comunitaria della sua Parola ha trovato nella preghiera, in questo incontro con Dio, il
giusto orientamento, come atteggiamento di
fondo, della ^^ua vita in Cristo.
Non cì resta che sottolineare che Tiniziativa di far precedere l’inaugurazione del tempio da queste tre conferenze ravvicinate nel
tempo ha contribuito non poco a rendere
maggiormente attenti i fratelli sangiovannesi
alla consacrazione del loro nuovo tempio al
culto in ispirilo e verità. Ogni sera, al termine di ogni conferenza, venivano distribuiti
i seguenti opuscoli ; « I Protestanti. Spie
gazioni e difese », « L’unità della Chiesa e
i protestanti », « Chi sono i Valdesi ». Un
discreto numero di stampa evangelica veniva inoltre acquistata da alcuni.
Ritornando, terminando, al giorno della
inaugurazione, vogliamo ricordare la Colletta, raccolta per il costruendo tempio di Taranto, che oltre ad essere l’espressione di
una solidarietà fraterna fra le nostre comunità, veniva a sottolineare una continuità
fra ciò che la nostra Chiesa tutta, con l’aiuto
dì Dio, era riuscita a condurre in porto, e
ciò che ancora rimane da fare altrove per
una nostra sempre più adeguata testimonianza di fede evangelica in Italia. E vogliamo
anche ricordare l’ottima esecuzione dei cori
da parte della corale di Campobasso che nella seduta pomeridiana cantava le parole del
Salmo 126: 1-3: a ...L’Eterno ha fatto cose
grandi per noi, e noi siamo nella gioia »
(v. 3).
Il Signore sìa con noi, vi benedica e vi
guardi, fratelli di 3. Giovanni Lipioni.
Ennio Del Priore
Illl•lmllmllllllmlmllmll1lllmlmll<ll>ll1ll■
iiiiitiiiiiniiliiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiimiiiuiii
MOTERELLE
DI UN VIAGGIO
L’Abruzzo
“Valli Nostre,,
tutto a colori
Il calendario ’’Valli nostre 1965 ’
porta quest’anno 13 belle vedute tutte in quadricromia, oltre
al consueto indirizzario evange
lico, aggiornato ed ampliato
In vendita, al prezzo di L. 600,
alla Editrice Claudiana, via
Principe Tommaso 1, Torino,
ovvero a Torre Pellice, o alla
Libreria di Cultura Religiosa,
Piazza Cavour, 32 Roma, o ancora presso i depositi Claudiana
in molte comunità evangeliche.
Nello scompartimento che mi porta
il. Abruzzo c’è aria di mestizia: Torino non è più la Mecca del Sud; Tedili
zia è in crisi ed altri settori dell’industria pure; i miei compagni di viaggio
rientrano nel Sud dopo un periodo di
fortuna durato per loro due anni ; in
contrerò altri emigranti in Abruzzo,
rientrati al villaggio dopo sette, dieci
anni di soggiorno ail’estero ; hanno
raggranellate un po’ di soldi, hanno
aggiustato la casa o addirittura ne
han fatto una nuova e acquistato an
cera un po’ di terra; ma intanto i fi
gli, privati dell’affetto paterno per
tanto tempo, diventati grandicelli partiranno anche loro per il Nord, ancora una volta privi deli’appoggio dei
Icro cari, con conseguenze psicologiche e fratture morali indescrivibili...
Rivedo con gioia la terra d’Abruzzo: lontano Tanflteatro della Maiella
e del Gran Sasso ammantati di bianco, poi lung'ni altopiani, brevi pianure,
dirupi scoscesi vestiti a bruno ; sulle
pendici dei monti e dei colli rivedo
villaggi aggrappolati nelle forme più
strarie e pittoresche; di quando :n
quando macchie di greggi ed un pastore immobile appoggiato al suo vincastro; nei villaggi la vita non muta:
i vecchi addossati ai muri o seduti vi
cini ad una sezione di partito raccontano un passato amaro : son tutti
uguali nei gesti, nel vestire, nel volto
a.sciutto, mentre lungo la strada le
donne ed i ragazzetti in gruppo, quasi in processione solenne s’accompagnano ad un asinelio...
Vicende sieriche
Ignazio Silone descrive con pernia
felice questa terra nella rivista del
Touring : la natura ha ritardato Tunificazione dei vari popoli come i Marsl, Peligi, Marruccini, quasi a ripar ■
dall’ urto dei maggiori avvenimenti
storici; la vita ohe vi si svolge avviene in forme umili, dure, scarne ; le vi
cende storiche portano l’Abruzzo ad
essere governato dai Normanni, Sve
vi, Aragonesi, Castigliani e Borboni;
soprattutto, sperimentano Tavvilente
retrograda dominazione spagnola. Il
Cristianesimo penetrò assai presto tra
i contadini, i quali raccolsero in un
clima di austerità, alieni dalle facilitazioni costantiniane; nonostante il
periodo dei Longobardi, la vocazione
ascetica si serbò a lungo; poi, nel Cri
stianesimo delle parrocchie si inserilono quantità a.ssai cospicue di miti
ed usanze pagane: il culto di Maia
sopravvive in quello di Maria e le an
tiche celebrazioni del risveglio delle
iiatura sono continuate nei cosidetti
« maggi ».
Celestino V, il famoso papa che « fe
ce per viltade il gran rifiuto», per le
amare esperienze fatte nel’ambiente
nobiliare romano, era originario dell’Abruzzo; il Silone non è d’accordo
con Dante ed approva la decisione del
papa che si ritira in ubbidienza alla
sua coscienza, elogiando la sua dirittura.
UEvangelo in Abruzzo
L’Evangelo ritorna in Abruzzo ne’.
Medioevo: all’Aquila c’è una presela
valdese con un «maioralis»; poi i
valdesi ritornano nel clima risorgimentale: nel 1862 a Chieti predica il
colportore Beruatto, nelT89 'Vincenzo
di Domenica reca l’Evangelo, di ri
tomo dall’America, a Schiavi d’Abruz
zo ; poi a Borello si delinea l’attività
tvangelistica d’un emigrato dalTAme
rica, Luciano Casciato; a Camix>basso si segnala la presenza di evangelici, nel 1895; successivamente a Salle
nel 1900 un altro emigrato porta la
Bibbia; a Carunchio, sempre nello
stesso anno Gesù Cristo è concsciuto
a mezzo del colportore Gaeta; a San
Giacomo nel 1902 giunge Tevangelist?
Lo Re e il colportore Volpitto: quest’ultimo creerà un centro d’interesse
a Guglionesi.
Infine a Lentella nel 1931 Tevange
lista Amicarelli crea un gruppo di
neofiti. Colportori, evangelisti, pasto
ri e maestri originari dalle Valli svolgono una preziosa missione nelTAbruz
zo Mentre l’attività s’era mantenuta
stazionaria in questi ultimi decenni.
ecco sbocciare per opera del Signore,
quale segno del miracolo, Topera nuova e promettente di San Giovanni Li
pioni: anche questa volta il mezzo è
un contadino emigrato negli Stati
Uniti che rientra nel villaggio con la
Bibbia; nel paese egli è una picco'la,
preziosa luce di testimonianza che prepara, seppure indirettamente il terreno per la formazione della Chiesa.
Dio conduce il prezioso filo dell’opera :
il fratello Monaco (questo era il cognome delTemigrante) muore; i fra
telli Lilli Tommaso e Loreto Eliseo di
Carunchio fanno parte della preziosa
catena del miracolo di Dio; cercheranno un Pastore per udire il messag
gio della Speranza in San Giovanni...
dove Aldo Rutigliano recherà ii mea
saggio della speranza in Cristo; il
gruppo è costituito, preparato, pieno
di zelo e deciso a lottare per tenebre
alta la bandiera della fede ; la missione è continuata con zelo dal Pastore
Giulio Vicentini. La storia della giovane chiesa vi è nota.
U contadino
di San Salvo
A Vasto ho incontrato l’amico e collega Vicentini con il futuro collega
Ennio Del Priore: rincontro e la pre
senza delle Valli per la festa inaugurale della chiesa di San Giovanni
esprime l’intimo legame tra tutte Ip
chiese, nel segno d’una perfetta unità; tutti insieme, sullo stesso fronte
della testimonianza cristiana. Con i
colleghi si parla del’opera, delle fatiche, delle gioie e delle amarezze; si
sosta a San Salvo; l’amico e fratello
Scarpone ci accoglie con un largo sorriso: contadino puro, dallo sguardo
limpido, simbolo d’una razza forte e
semplice ad un tempo, specchio d’una
fede indomita e d’uu calore spirituale
cemmoventi ; nella cucina ci accoglie
la consorte ricca di premure per noi
pellegrini ; sul tavolo la grande « scar.ata », il buon vino d’Abruzzo e un
grosso provolone; si parla della campagna, della vita grama del contadino; il fratello Scarpone non si lamen
ta mai, ha imparato « ad essere contento dello stato in cui si trova»;
quando Tannata è buona, ringrazia il
Signore; quando la grandine e la siccità devastano il raccolto ripete con
fiducia: il Signore provvederà. Rivedo in lui i contadini valdesi d’un tempo lontano, quando si recavano ai
campi al mattino e invocavano il Signore nei gettare la sementa e a sera
ancora prima di rientrare benedicevanc il Signore per la giornata faticosa vissuta alla sua presenza. Il filo
spirituale delTantico popolo continua
ancora nella piccola frangia di evangelici che alle Vaili e fuori delle Valli
serba la fede e irradia con l’esempio
la luce del Signore glorioso.
La maestra evangelica
Alle porte di Carunchio, nell’aperta
campagna, im edifico bianco: è la
scuoletta della diaspora contadina ;
7 bimbi felici, a contatto con la na
tura, anziché pigiati nel chiuso d’ima
aula di città, senza un lembo di verde ;
dalla finestra possono sbirciare i loro
poderi, i loro greggi, la libertà.
Per loro la storia è racchiusa in quella terra dove si avverte il senso dell’eterno, dove le immagini bibliche sono riscoperte, dove il silenzio invita
al raccoglimento ed alla comtmione
con Dio. La maestrina evangelica di
questa scuola continua la missione dei
maestri valdesi : Campisi, Tron, J.a
hier, che in terra d’Abruzzo agli inizi
del 1900 lasciarono un ricordo vivo
per la bontà delTinsegnamento, per
la luce del Signore che ha irradiato
in tanti cuori.
Comunità festante
Nel giorno delTinaugurazione del
tempio la piazza di San Giovanni Li
pioni è gremita di evangelici: rivedo
fiatelli e sorelle di San Giacomo, Vasto, Campobasso, Guglionesi, Lentella,
Carunchio, Orsara, Napoli, Roma, San
CONTINUA
IN QUINTA PAGINA
4
pag. 4
N. 1 —• 1® gennaio 1965
I LEYYORI Cl SCRIVONO
Questo ecumenismo a molte facce
Alcune considerazioni in vista del Congresso evangelico italiano, Roma 1965
Un lettore, pastore luterano attualmente all’opera a Stuttgart, in particolare fra gli italiani emigrati per
lavoro, ci manda questo suo contributo, che pubblichiamo volentieri,
pur non condividendo alcune affermazioni nella seconda parte!
L articolo che segue non impegna
la Chiesa alla quale appartengo, ma
è l’espressione delle eonvinzioni personali di ehi scrive. Se riuscirà a suscitare un dialogo (anche se fra me
e tutte le altre voci contrarie!), sarà
sempre un contributo alla preparazione dell’atteso Congresso.
Innanzi tutto mi sembra i-.he alla
base dei nostri pensieri debba essere
notata la poca chiarezza con cui viene inte.sa da certi evangelici il termine stesso « Ecumenismo », termine
che oggi racchiude una gamma estesa
di convinzioni, desideri e passioni,
spesso diametralmente opposti. Ne deriva una confusione deprecabile e un
penoso disorientamento che in ultima
analisi nuocciono alla fede dei singoli e prestano il fianco alla critica
cattolica.
Intendo denunziare l’elasticità con
cui viene talora inteso l’Ecumenismo,
specie quando si identificano con esso
elementi emotivi, brame pacifistiche,
entusiasmi momentanei.
Ecumenismo nei
rapporti con la chiesa
cattolica
Mentre siamo lieti dei progressi
biblici ed ecumenici del Cattolicesimo
(piccoli e di poca importanza se confrontati alla Riforma protestante, enormi ed esplosivi se si tiene conto della
pesante e statica organizzazione della
Chiesa Cattolica) constatati durante lo
svolgimento delle prime tre sessioni
del Concilio Vaticano li (come per
quel che riguarda lo schema « De Oecumenismo »), non possiamo non rimanere stupiti e sdegnati della maniera euforica, spensierata e superficiale con cui alcuni evangelici bruciano le tappe e... le convinzioni basilari della Rifurm« e, di conseguenza
la propria fedeltà alla Parola, pronti
a vendere c « verschwenden » l’eredità dei nostri padri, in nome di una
moderna concezione dell’unità che non
vuol tener conto del passato. L’unione si vorrebbe ad ogni modo, costi iJ
compromesso, la rinunzia alla chiarezza della fede, l’abbandono di principi
basilari biblici per i quali altri piut
tosto di rinnegarli si lasciarono bruciare sui roghi. Voglio citare due
esempi (che pur non volendo far norma sono espressione caratteristica di
quella confusione a cui facevo cenno
prima) da me stesso vissuti nella patria della Riforma. Fui invitato tempo
fa’ ad una conferenza ecumenica in
una sala evangelica di Stoccarda in cui
parlarono : un rappresentante « focolarino » (movimento presentato dagli
evangelici che dirigevano la conferenza, come un’ala progreditissima del
Cattolicesimo), un prete cattolico e
un pastore evangelico, questi due ul
timi tedeschi. Il focolarino, un Italia
no, parlò sdolcinatamente, in buon tedesco, dell’amore del prossimo, base
dell Ecumenismo, mischiando l’esposizione con convincentissimi excursus
circa la bontà e miracolosità di Santa
Rita e San Benedetto (nessun intervento evangelico per riportare Foratore sul tema della conferenza). Poi
parlò il prete cattolico con espressioni
così cristocentriche e, • direi quasi,
inaudite per la bocca di un prete,
che alla fine della conferenza non potei fare a meno di stringergli sinceramente la mano, dicendogli : « Come
andrebbero diversamente le cose in
Italia e in Ispagna se i suoi colleghi
dì lì la pensassero come lei! ». Egli
mi rispose che l’unico punto su cui
cattolici ed evangelici hanno la sicura speranza di incontrarsi sono le Sacre Scritture, perchè qui è la certezza
della salvezza. (Questo, certo, per un
prete è una scoperta rivoluzionaria,
ma direi io, non sono quattro secoli
che noi evangelici andiamo dicendo la
stessa cosa?!)
Poi parlò il pastore evangelico. Che
pena! Era così entusiasta per i suoi
irenici rapporti col collega cattolico
che disse fra 1 altro : « Solo da quando sono entrato in buoni rapporti col
collega cattolico ho capito finalmente
che cosa vuol dire « remissione dei
peccati» (sic!)— e più in là: «Oggi
mi vergogno sinceramente al pensie10 che anni fa’ usavo inculcare con
tanto zelo la storia della Riforma ai
giovani che preparavo alla confermazione! ».
Non si tratta di un caso isolatissimo. Basti ricordare che tempo fa’ un
collega evangelico pregò i suoi fratelli di non festeggiare la festa della
Riforma per non urtare la suscettibilità dei fratelli dell’altra sponda (i
quali, detto fra noi, per conto loro
non perdono un’occasione per fortificarsi ed avanzare nella culla del Protestantesimo).
Facilmente si potrebbe dimostrare
quale battuta di arresto nell’evangelizzazione si abbia avuto in conseguenza di un tale modo di intendere
1 Ecumenismo. Ed anche questo aumentare in durata del Concilio Vaticano li, senza dubbio buono e santo,
quale eccellente freno è stato ed è per
l’opera di evangelizzazione! Quanti,
di i,ronte all evidenza della realtà evangelica, non prendono una decisione in
attesa della « imminente » unione delle due chiese!
Mi viene in mente una frase usata
dal collega Gino Conte nel suo articolo « Riformismo e Riforma », apparso un mese fa’ su queste colonne:
« I Riformatori ci hanno insegnato
che la certezza cristiana è una certezza di fede e non una sicurezza ecclesiastica ». Ed io vorrei dire: il nostro
ecumenismo è sano solo se condizionato dalla fedeltà alla Parola.
Ecumenismo nei
rapporti fra le chiese
evangeliche
Per quanto riguarda i rapporti fra
le Chiese evaiigeliche la confusione
c l imprecisione mi sembrano ancora
maggiori che nel primo caso. Spesso
i giovani combattono una santa guer
ra contro il conservatorismo dei vecchi. Hanno ragione quando accusano
i vecchi d* barricarsi dietro le proprie fortezze confessionali identificando la jtropria confessione religiosa con
TEvangelo. Hanno torto quando l’Ecumenismo è per essi una moda del
tempo, un’eco delle attuali tendenze
unionistiche in campo politico e sociale, e non il frutto di una chiara
convinzione biblica, profondamente
vissuta nella fede in Cristo. Mi riferisco segnatamente a quella idea dell’Ecumenismo che potrebbe esprimersi, press’a poco in questi termini :
« Uniamoci, volemose bene »! Che
aspettano i nostri capi? Troppi retrogradi, troppi conservatori e confessionalisti! Basta con le confessioni! Vogliamo subito una sola Chiesa evangelica in Italia, costi quel che costi!
Molti si vergognano persino di dire:
« Io sono valdese », oppure, k io sono
metodista o luterano », quasi ciò volesse dire : « io non sono ecumenico ».
Mia convinzio ie è che può essere
ecumenico solo chi ha profonda coscienza della propria confessione. Ecumenismo non vuol dire dunque saltare a pie’ pari i problemi confessionali
(intesi come l’espressione della fede
nella Parola). Solo un’idea falsa e negativa del termine « confessione » (in
tesa come un fascio di dottrine al posto della Parola) può fare giungere al
l’assurda affermazione : Liberiamoci
dal confessionalismo!
Io non posso dire, per esempio :
« Io non sono un luterano » per provare il mio fervente ecumenismo, perchè quando tu mi domandi : « Che
cosa pensi della Santa Cena, qual’è
la tua fede su questo punto? », io
debbo pure darti una risposta! Ma sarebbe vano ch’io ti dicessi con enfasi :
« Io credo semplicemente alle Parole
del Signore, tali e quali sono contenute nei Sinottici e nella I ai Co
rinzi ». Perchè quando mi domanderai di precisarti la mia fede in quelle
parole, ti dirò : « Credo che Egli dica
che è veramente presente col pane e
col vino » : allora sono luterano! Oppure ti dirò : « credo che Egli è ’’spiritualmente presente fra i comunicanti » : allora sono calvinista! Oppure ti dirò : « credo che Egli intenda
dire che il pane e il vino significano
c simboleggiano il suo corpo e san
glie » : allora sono zwìngliano! A tur
no che io non escogiti una nuova interpretazione, il cui valore, però, non
so quanto più grande potrebbe essere
di quello delle confessioni tradizionali.
A questo proposito vorrei citare le
seguenti parole lette giorni fa’ su
questo settimanale in un articolo del
professore Valdo Vinay : « Non v’è alcuna chiesa cristiana che viva aH’inluori di qualsiasi tradizione e che possa attingere direttamente dal Vangelo
senza passare per una qualche tradizione ». Questa tradizione che è l’espressione della fede del singolo e della chiesa è il contenuto della confessione alla quale il singolo ha deciso
liberamente di aderire, perchè identica 0 quasi alla sua fede personale.
Chiese evangeliche
e altre organizzazioni
cristiane in Italia
Per quanto riguarda i rapporti fra
le Chiese evangeliche e le altre confessioni religiose, la confusione e l’imprecisione giungono, a mio parere, al
culmine e all’aasurdo.
C’è una tendenza a far massa a
qualunque costo di fronte alla Chiesa
Catolica. Questo è un errore gravissimo che disconosce la storia di ieri
e la realtà di oggi!
Perchè prestarsi alla vecchia accusa
del Cattolicesimo che chiama « Protestanti » tutti coloro che non sono
cattolici e che, in qualche modo si richiamano a Cristo?
Perchè non riconoscere apertamente, senza timore di peccare di « superbia religiosa », l’esistenza delle sette,
cioè di quelle organizzazioni cristiane
(talora appena cristianizzanti) che fin
dalla fondazione della Chiesa, sotto diversi nomi, e a più riprese, si sono
formate e sono esistite ai margini della Chiesa (della Chiesa storica), talora
per un fanatismo individualistico, altre volte per denunziare uno sbaglio
della Chiesa, portando però al parossismo la verità difesa fino a farla assurgere ad essenza del Cristianesimo?
I dottori dei primi secoli si sono
ben guardati dal confondere la Chiesa con dette organizzazioni e nei loro
scritti colpirono con precisione le sette di quel tempo, ebioniti, doceti
marcioniti, montanisti, ecc. Martin Luther, molti secoli più tardi, non ebbe
maggiore tenerezza per i gruppi settari e credo che egli abbia scritto un
numero forse uguale di opere polemiche contro sette e settari, quante ne
scrisse contro gli errori del Papismo
II passare dunque sotto silenzio la
realtà delle sette e per di più la tendenza (anche nostra) di confonderle
col Protestantesimo, come oggi spesso
avviene, è segno di maggiore umiltà
teologica o di mancanza di chiarezza
nella fede? Potrei sbagliarmi, ma credo che quest’ultimo sia il motivo.
Sono anche decisamente contrario
alla distinzione che taluni vorrebbero
fare fra ’’Evangelici” e ’’Protestanti”.
Secondo questi. Evangelici sarebbero tutti coloro che hanno come base
della propria fede, la Bibbia; Protestanti invece sarebbero quegli Evangelici che provengono dalla Riforma del
XVI secolo.
Questa distinzione mi sembra errata
e pericolosa, dato che allargando così
il significato del termine « Evangeli
ci », non si saprebbe più dove tracciare i limiti e si finirebbe per comprendere sotto questo nome, per esempio, i
« Testimoni di Geova », che in fin dei
conti hanno anch’essi la Bibbia a base
della propria fede! Quest’esempio anzi
mostra chiaramente che l’avere a base
della propria fede la Bibbia non è ancora determinante per chiamarsi Evangelici. Perchè spesso accanto alla
Bibbia presso quelle organizzazioni esistono altre fonti di rivelazione, come
nel caso del libro profetico dei Mormonit, o delle rivelazioni dirette, per visioni o per sogni, ai cc suggellati dello
Spirito Santo » dei Pentecostali. Qualcuno dirà : « Io ho conosciuto fra
questi ultimi dei credenti autenticamente cristiani e basati sulla Parola,
qualitativamente migliori di certi
membri della Chiesa storica »! « Anche io » rispondo. Anche io ho conosciuto anime limpide e sincere, ma qui
non sì fa questione di singoli, bensì
dì dottrine!
Per questa ragione non possiamo
ehiamare « Evangelici » coloro che affermano, quali dottrine principali della loro fede, argomenti apertamente
contrari alla Parola di Cristo (vedi
coloro che pretendono stabilire la data del ritorno del Signore Gesù Cristo o che pretendono considerare come
questione essenziale alla fede, il distinguere festività o il mangiare questa o quella carne)!
Sinceramente mi sento perplesso
quando mi sento dire : « Ah Lei è
evangelista ”? Anche al mio paese ci
sono gli ” evangelisti ”. Sono quelli
che in chiesa tremolano, urlano e si
gettano per terra! ». Allora, con santa
pazienza, bisogna cominciare a far
notare all’interlocutore sorpresissimo,
la differenza fra setta e Chiesa evangelica o protestante!
Da preti cattolici ho sentito spesso
dire con ironia : « Voi parlate di chiese e di sette, ma nessuno di voi sa dire
qual è il numero delle chiese e quale
quello delle sette! ».
Hanno ragione. Io mi domando ancora : se la Chiesa Cattolica decidesse di aprire negoziati per una eventuale unione a breve scadenza con
le Chiese evangeliche dovrebbe tener
conto di dover anche aver da fare
con i Mormoni e i Discepoli di Geova? No certamente! Per Evangelici
o Protestanti, noi dobbiamo chiaramente intendere quella parte dell’unica Chiesa fondata da Cristo che ha
accettalo in un preciso momento storico di riformarsi, tornando alle fonti della Parola. L’altra parte di
quest unica Chiesa è, volenti o nolenti, la Chiesa Cattolica e la Chiesa J
Ortodossa.
Ora, mi sembra che il Congresso
Evangelico Italiano 1965 sarà anche
un po la presentazione ufficiale al
mondo ecumenico della forza del
Protestantesimo italiano attuale.
Come potremo affrontare questa
presentazione, se ci presenteremo «alla buona », senza una vera e propria
chiarezza dottrinale? Sì tratterà di
un convegno delle Chiese Evangeliche o degli Acattolici che in qualche maniera credono in Cristo? Saranno rappresentate nel Congresso
le Chiese provenienti dalla Riforma
(direttamente, come Valdesi e Luterani; o per derivazione, come Metodisti e Battisti), oppure saranno rappresentati tutti coloro che, indistintamente. hanno voglia dì essere rappresentati? Se altre organizzazioni
cristiane chiedono di essere rappresentate nel Congresso, non sarebbe
mancanza di misericordia e segno di
superbia impedirglielo? Per carità
non confondiamo cortesia e galateo
con fede tà alla Parola in quest’ora
così imp ignativa per l’Ecumenismo!
Un Ct- igresso evangelico, può essere rapp 'esentato solo da coloro che
hanno la natura e il diritto storico
per esse e « Chiesa Evangelica »!
Non illue amoci di essere umili, accettando <:i confonderci con le sette.
Mettiamo ¡la parte, anche in questo
caso il « volemose bene », mostrando di amare piuttosto la severa e
scrupolosa fedeltà alla Parola che ci
chiama non ad una unione qualsiasi,
ma all’unione a Cristo sulla base della Sacra Scrittura!
In caso contrario il Congresso, ho
timore, risulterebbe un vero disastro
morale, le cui conseguenze si rifletterebbero tristemente non solo nel
campo deH'Ecunienismo, ma anche
neiriramedìalo futuro della nostra
evangelizzazione in Italia.
Domenico Giani
Trovateci
lavoro I
Jiia lettrice, da Ton -, t>glHcp
Egregio Direttore,
sull’Eco-Luce del 18-12 ho letto della
nascita dell’Associazione Amici delle
Valli Valdesi. Mi rallegro vivamente
con padre, madre e tutta la famiglia.
Mi permetterei alcune osservazioni :
anzitutto la quota di Lire 5.000 annue che sono, relativamente, poca cosa, mi pare un po’ alta per molte
persone che vorrebbero ma non possono.
E non mi pare giusto escludere cosi
dei fratelli che forse vorrebbero essere soci ma possono disporre dì una
somma inferiore alle S.OfiO lire. Ci
vorrebbe un po più di elasticità in
questo contributo, secondo me.
-in secondo luogo vedo che le attività proposte a tale Associazione sono
molte e interessantissime. Però vorrei
dire una cosa : io parlo di Torre Pellice perchè vi abito al presente, ina
potrei parlare cosi anche dì altri cen
tri delle Valli e di fuori. Vi rendete
conto che qui a Torre Pellice. a Luserna San Giovanni e ad Angrogna
in questi giorni circa 700 donne e
300 uomini sono stati rimandati o
sospesi dal lavoro delle fabbriche? \ :
rendete conto del Natale che stanno
passando (che hanno passato) quesl',
fratelli e delle loro prospettive pel’anno nuovo?
Io vi dico che la prima attività d:
intraprendere è di trovare lavoro per
questi fratelli, di aiutarli a superar:
il momento che per parecchi è tragì
co. Un solo esempio (di valdesi) ti.-i
moltissimi altri : il marito è quasi cit-co, la moglie, fisicamente menomai.,
e con tre bambini, era la sola a lavo
rare, ora ha perso il posto (la comi
SCO personalmente). Queste non somstorie, è la realtà e qui a Torre Pei
lice non si vede bene pel moment come dare lavoro a questi fratelli
Perciò è non solo doveroso, ma ur
gente che questa neo-associazione
tutti gli altri che possono fare qua;
cosa, si diano da fare seriamente per
fare conoscere nuove possibilità di i;,
voro a chi, senza colpa, il suo oncsi.'.
lavoro l’ha perduto.
Pen.so che, pel momento, i iiosl';
Pastori di Torre Pellice, Luserna Sai:
Giovanni ed Angrogna ecc., sarebben.i
lieti di ricevere sensate offerte di lavoro da proporre ai loro fratelli parrocchiani. Ma non c’è da perdere- tempo. Aiutateci. Fiorella Comba
ABBIAMO
RICEVUTO
Pro opera di Albert Schweitzei:
Ezio c RainaMo Feroldi (Torino) !..
15.000; Elmo Pistón (Torino) l.OOO.
Pro Culto Radio: Elena Feroldi
(Torino) L. 2.000.
Pro Orfanotrofio Valdese di Pomaretto: Ezio e Rainaldo Feroldi (Torino) L. 5.000.
Pro Orfanotrofio Valdese di Porr?
Pellice: Ezio e Rainaldo Feroldi (Torino) L, 5.000.
Pro Rifugio C. Alberto. Pietro e
Elena Feroldi (Torino) L. 5.000.
Pro Asilo di S. Germano: Pietro
e Elena Feroldi (Torino) L. 5.000.
Pro ''Artigianelli^' di Torino:
Pietro Feroldi (Torino) L. 5.000.
A Montreal Per la "Pro Valli,, ||0||a COmUllità di CatanZaPO DONI RICEVUTI
Un Vaudois
à l’honneur
Nous apprenons que, au Canada, on
vient de décerner à un Vaudois, une
des plus hautes décorations d’outremer; le Prof. Gustave Bounous, chi
rurgien et cardiclcgue, a été décoré
de la médaille d’or médicale canadienne. Cette marque d’honneur est d’au
tant plus remarquable que c’est la
première fois, dans l’histoire de
i’Université de Montreal, qu’un de ses
membres en est décoré.
Le Dr. Bounous a fait ses études au
Collège Vaudois de Torre Pellice et
ensuite à TUnivfrsité de Turin; il y
a trois ans qu’il exerce la profession
médicale à l’Hôpital Général da Mon
treal.
L’Accadémie Royale des Physiciens
et des Médecins canadiens décernera
officiellement la médaille au Dr. Bounous à Toronto, le 21 janvier prochain, pendant une réception publi
que, au cours de la quelle ce dernier
présentera l’essai qui lui a valu le
prix: «Cellular Nucléotides in Hémorrhagie Shock ». Le Consulat ita
lien à Montreal a déjà offert un ban
ouet en son honneur.
Nous nous réjouissons vivement de
cette insigne honorifique, qui rejaillit
en quelque sorte sur la terre d’origine
du Dr. Bouncus, et nous formons les
meilleurs voeux pour son activité.
Offerte per la Gianavella : Pavoni Bianca
(Milano) L. 1.000: Micci Emanuele (Perrero) 3.000; Jalla Giovanni (Torre Pellice)
500; Jahier Vitale (Pomaretto) 2.000; Tron
Emanuele (id.) 3.000; Bernard Ferdinando
e Arturo (id.) 5.000; Rostagno Arturo (id.)
1.000; Baret Guido (id.) 5.000; Sereno Domenico (Torre Pellice) 1.000; Prochet Olga
ved. Mariani (id.) 3.000; Coniugi Bellion
Giulio e Lena (id.) 1.000; Viglielmo Amandina (Riclaretto) 1.000; Prof. Mario Ferrerò (Torino) 10.000; Clementina e Elvino
Buffa (Angrogna) 1.000; Maurizio Quagliolo
(Torino) 2.500; Elena Maurin (Genova)
1.000.
PERSONALIA
Paola Rostagno ha conseguito brillantemente, con felicitazioni dei docenti, la laurea in lettere presso la Facoltà di Magistero deU’Università di
Torino. Ce ne rallegriamo con lei e
formuliamo i migliori auguri per la
sua futura- attività.
Lilly Franca Castiglione in Pantaleo, superando con brillante votazione
gli esamù di concorso, si è aggiudicata
la cattedra al Ginnasio superiore. Le
facciamo i migliori auguri per la sua
attività professionale.
AVVISO Al PASTORI
I pastori che ricevono dei libri in
dono dalla Germania, possono ringraziare il Pastore D. Wolfgang Scherffig
di Essen ■ Stadtwald, Heidehang, 7
(Germania).
La mattina di domenica 27 settembre la
nostra Comunità era al completo per ascoltare il sermone di addio del Pastore Marco
Ayassot alla fratellanza evangelica valdese
di Catanzaro. Preso come testo i versetti
9 e 10 del capitolo 18 degli Atti: a Non
temere, ma parla e non tacere, perchè ho
un gran popolo in questa città ».
Era presente al culto il dott. Teofilo Santi, in visita gradita alla nostra fratellanza.
Dopo il culto, il Pastore nel salutare tutta
la comunità ci ha commossi tutti, come
pure la sua Signora.
Ci è dispiaciuto che il suo ministerio in
mezzo a noi sia durato appena due anni.
Al giovane Pastore Ayassot, trasferito alla
Chiesa di Prarostino, vadano i nostri migliori auguri insieme alla signora Marisa e
al piccolo Luca.
— La mattina di domenica 8 novembre
la Chiesa Valdese di Via Discesa Filanda,
addobbata con piante, garofani e nastri
bianchi, era gremita di fedeli e di amici
cattolici.
Si presentavano alla Comunità per realizzare il loro sogno d'amore i giovani :
Mercurio Vitaliano e Lucia Olivo, tutti e
due membri della nostra Comunità. Era
venuto apposta da Messina il Pastore Briante per celebrare il matrimonio civile e religioso. Egli ha presieduto il culto e con
viva e calda parola ha predicato su Genesi
2: 18 ed Efesi 5: 22-32. Egli esortava la
giovane coppia ad essere fedeli al Signore :
Nella fedeltà all’Evangelo e nella vostra testimonianza cristiana, sta il segreto della
vostra felicità. Rinnoviamo agli sposi i nostri auguri fraterni.
— Insediamento del nuovo Pastore — Lv
sera alle ore 18,30 nella nostra Chiesa, il
Pastore Briante nostro capodistretto, dopo
la liturgia d’uso e una predicazione adatta.
ha iinsedialo il Pastore Eugen'io Rivoir.
Abbiamo ringraziato il Signore con rico*
no^cenza per l’arrivo del nuovo ojonduttore: a nome di tutta la nostra comuniià c
della diaspora valdese gU rivolgiamo i più
sentili auguri per un riioco e lungo ministerio in mezzo a noi per la conversione e
salvezza delle anime al Signore. Dunque un
cordiale benvenuto al Pastore Rivoir, alla
sua gentile consorte, al piccolo DanieS.u
Un grazie di cuore al Pastore Briante de
sf'derosì sempre della sua presenta fra noi
Ernesto Scorza
PRO ECO-LUCE
(V® ELENCO)
Avete rinnovato
U vostro
abbonamento ?
Peyronel Gysèle (Svizzera) L. 200; Geymonat Elena (Angrogna) 1.000; Pascal Augusto (Chiabrano) 500; Beria Dalila (Firenze) 500: Grill Bonjour Attilia (Pinerolo)
1.000; Tripli Michele (Milano) 200; Durio
Arnoldo (Ivrea) 500; Tesio Piera (Firenze)
1.000; Fam. Scocci Girardet (Roma) 500;
Sandri Anita (Torino) 500; Godino Livio
(Montreal) 2.530; Ricca Elsa (Torino) 500:
Benyr Rodolfo (Pinerolo) 200; Luchini Lucio (Ravenna) 1.000; Fattori Emilio (Luserna
S. Giov.) 1.000; Genre Enrichetta (Frali)
1.000; Garrou Caterina (id.) 100; Pascal
Oreste (id.) 500; Assely Coisson ved. Chentre (Inv. Pinasca) 500; Fardella Lidia (Vallecrosia) 100; Titta Dreher Gabriella (Roma) 1.000; Slauffer Anna (Brescia) 500.
Grazie. {continua)
CANTO SACRO
Si comunica che le feste di canto delle Scuole Domenicali avranno luogo alle
date e nelle località seguenti;
Val Germanasca: Festa di canto delle Corali e delle Scuole Domenicali riunite, la
domenica 2 maggio alle ore 15 ne! tempio di Ridarello.
Val Chisone: Festa di canto delle Scuole Domenirali la domenica 23 maggio alle
ore 15 nel tempio di Pinerolo.
Val Pellice: Festa di canto delle Scuole Domenicali la domenica 23 maggio all''
ore 15 nel tempio di Luserna San Giovanni.
Le Feste di canto delle Cerali avranno luogo alle date e nelle località a suo
tempo indicate suH’Eco delle Valli. La Commissione del Canto Sacro
5
1*^ gennaio 19<»3 ■ N, l
pag. ;>
La Val Bregaglia e le comunità riformate di Poschiavo e Brusio, solo esempio, con le Valli ai
desi. di popolazioni
di lingua italiana
toccate e formate in
larga misura dalla
predicazione evangelica, sin dall' epoca
della Riforma, e prima
Da Soglio, in Val Bregaglia, si schiude un panorama incantevole
sul gruppo occidentale del Bernina, ove spicca il Piz Badile. £’ uno
dei villaggi più quieti e appartati, disposto su una terrazza naturale
che domina ¿a valle profondamente intagliata
La chiesa evangelica riformata di Poschiavo. ove
una lapide ricorda la predicazione di P.P. Vergerio.
Vi lavorò a lungo Giovanni Lazzi, pastore e prò
fossore, e qui tradusse -t* Bibbia.
elle valli riformate della Svizzera Italiana
Ai principio di dicembre ho trascorso •-"oa bella, settimana ospite delle comu-ita evangeliche riformate delle
due valli di lingua italiana del Canton
Gn;jcni. la Val Bregaglia e la Val Posch :, . ina. La prima ricca nevicata, se
ha ' ato l’inizio del lungo inverno
aipì ! na reso particolarmente incaw vole questo, soggiftmo, pur non
fat lido gli spostamenti.
Cr r.p già avevo fatto Tanno precedei, - m un gruppo di nostre comunità !i:i. Lombardo-Veneto, cosi quest’c v.-'U) ho svolto questo viaggio di
"ccioonaggio”, a nome della Olaudiana. r-vilia sola regione europea di linsuo ¡allana, a parte le inaili Valdesi,
m ■ !i la forte maggioranza della popol (Val Bregaglia) o comunque
um; oarte cospicua di essa (Val PoscT la) hanno da secoli ricevuto
'a , -'dicazione riformata; i paralle:i
cor » Valli Valdesi sono molti, e dà
enz, . tupore che fin qui i rapporti con
il 1 otestantesimo italiano, e con i
Va' -51 delie Valli in particolare, non
siano -tati più intensi, limitandosi in
foridn .illa formazione teologica di vari pa.stori grigionesi presso la nostra
Facohà di Teologia, e alTassorbimento da parte delle comunità bregagliotte poschiavine del ministeiro di vari
pn 'or: evangeTci italiani, almeno per
un :■ -rto numero di anni (e fra questi
par-«'.chi sono stati i valdesi); oltre
1 rb nento delibi - nostra — scar■sa letteratura evangelica per Tis.-ru
z 1 o'iosa.
Di- rempo era in progetto questo giro rii ' coiportaggio ” (uso il teirmine
fra oiette onde non confendere il
inin fiiimodo viaggio- con il ministero
an ni impegnativo e avventuroso
dei roiportori tradizionali); esso si è
ce mente concretato in seguito
ai o formale del pastore Francese " che da poco ha assunto
la pastorale delle comunità ri
forrmìrp della zona Sottoporta della
Va' Hreraglia, invito che si è poi esteso iiHe comunità del Sopraporta, ora
affirìsit.e al past. Ugo Monaco,, nonché
a quelle di Brusio e di Poschiavo, nella vaile sorella. Ho accettato con molto piacere e riconcscenza questi inviti, e ho caricato qua,nto ho potuto di
libri la mia 600 ormai un po’ stanca'
libri della Claudiana, m primo luogo,
o editi da altre case evangeliche ita
liane, ma pure libri di altre editrici,
d interesse particolare . per noi, in
quanto traduzioni di opere evangeliche straniere (comincia ad esser disponibile una notevole scelta) ovvero
buone opere di narrativa o saggistica,
che aiutino di riflesso a comprendere
meglio il mondo reale in cui siamo
chiamati a vivere la nostra testimonianza.
L’accoglienza dei colleehi p delle comunità non poteva essere piu calorosa e fraternamente generosa, da Ca
stasegna a Soglio, a Bondo, poi a
Stampa-Borgonovo e a Vicosoprano,
ho risalito quasi tutta la Val Bregaglia, al di sotto e al di sopra della
« porta >! naturale che la divìde in due
parti nettamente distinte, sovrastata
dalla stupenda chiesa romanica di
Nossa Donna di Castelmur. La limitatezza del tempo e le condizioni poco prcpizie delle strade mi hanno
impedito di visitare anche l’ultima
comunità bregagliotta, Casaccia, con
il gruppo di Malog'gia, in cima al passo
i che, sulla Mi!ano-S. Moritz, dà sullo
stupendo altipiano enga-dinese. Per la
seconda parte del giro, nella Val Poschiavo che risale al valico del Bernina, ho dovuto rientrare in Italia, risalire tutta la Valtellina fino a Tirano, e
qui tornare su suolo elvetico; ultime
due ta,ppo: Brusio e Poschiavo, accolta
fraternamente da due giovani colleghi, che hanno avuto contatti di studio con il Protestantesimo italiano:
Otto Ranch, cresciuto con la sua famiglia nella comunità valdese di Siena, e
Markus Guidon.
Ogni sera, esposti i libri portati, ho
presentato semplicemente a uditori
attenti i- cordiali i problemi, le esigenza, le difficoltà e le speranze della nostra stampa evangelica in lingua italiana, n.mchè la possibilità di una più
stretta ollaborazione con i riformati
elvetici a. noi linguisticamente più vicini. Al termine, dopo aver risposto a
qualche domanda, si procedeva alla
vendita, in verità cesi superiore al
previste che a metà « soggiorno » ho
dovute fare una rapida corsa a Torino a rifomirmi! e ogni comunità, oltre alTospitalità, mi ha offerto una
colletta prò Claudiana o comunque
un’offerta del Consiglio di Chiesa. Veramente con gran riconoscenza ripenso alTaccoglienza che tutti questi fratelli e sorelle mi hanno riservato, e
con gioia a come hanno mostrato di
apprezzare il modesto lavoro che cerchiamo di svolgere. E affinchè quest-r
” passaggio ” non fosse effìmero, fine
a sé .stesso, sono stati costituiti, come
già in molte comunità evangeliche italiane, tre depositi; due in Val Bregaglia (uno- Sepraporta a Vicosoprano e
uno Sottoporta a Castasegna) e uno
a Poschiavo ; essi saranno regolarmente riforniti delle ” novità ” librane, ed è augurabile che una più ca
pillare e rapida diffusione attraverso
tutti qi esti canali nuovi ci metta in
grado rii intensificare il nostro lavoro
editorir le.
In ti ; comunità — Castasegna, Soglio e fondo — ho avuto la gioia di
celebra e, con il collega Scòpacasa, il
culto i estoso della prima domenica
d’Avvento. con S. Cena. E non dimenticherò quelle serate nelle umili e raccolte c eleganti e ultramodeme sale
delle comunità, ovvero nelle palestre
di scuole quali — credo — neppure i
più moderni quartieri di una metropoli come Torino possono vantare. Le
comunità seno essenzialmente agricole, pur contando', alcune, un buon
nucleo di impiegato e di tecnici; ma
quello che mi ha stupito, e sbalordite
in certi casi, è stata la cura'Con la
quale ogni comune si preoccupa dell’istruzione dei ¡ragazzi; ho' visitato
vane .scuole, e sono passato di meraviglia in meraviglia, di fronte alle
scuole armoniche, funzionali, luminose, che i montanari di queste valli alpine, di cui non si può dire che siano
particolarmente ricche, hanno voluto ;
pur considerando i contributi cantonali e le ” regalie ” che i comuni ricevono dalle società che sfrutitano la
energia idroelettrica, ci s’inchina a
questa gente che apprezza a tal punto
1-a cultura, la formazione almeno fondamentale di una coscienza umana
quanto più piena e ricca possibile. Anche il corpo insegnante mi è parso,
nei fugaci contatti, ,ii notevole livello; e mi chiedevo ss un contatto e
una collaborazione con TAICE non
sarebbero utili a entrambe le parti,
poiché pur nella diversità delle situazioni molti problemi sono cornimi,
specie alle valli grigionesi e a quelle
valdesi. E ancora, poiché anche da
noi il turismo, singolo o a gruppi di
comunità, si va diffondendo, mi chiedevo se non sarebbe possibile e utile
indirizzare evangelici italiani, por gite e soggiorni, in quelle valli cos;, belle, ove dal XVI sec. TEvangelo è predicato da puìpiti r'foimati. Spesso il
turismo valdese supera mari e monti
alla ricerca, ben comprensibile, di ogni
traccia di ’’valdismo”; faremo forse
bene a non dimenticare, però, che pur
appartenendo politicamente ad un’altra nazione e ecclesiasticamente a una
diversa istituzione, i riformati di lingua italiana di queste valli grigionesi
ci sono vicini per molti riguardi.
Tornando allo scopo primo della
mia visita a quelle comunità, esso si
è rivelato fruttuoso e ricco di prospettive e mi auguro che ne venga un utile continuato per loro come per la nostra Claudiana. Per parte mia, questa
è stata Tultima ’’impresa” alla direzione della nostra piccola editrice : da
anni, specie dal meridione, si auspica
che un ” Romeo ” sotto la bandiera
delia Claudiana giri le nostre comunità e le provincie italiane; finora la
cosa non ha potuto avere attuazione.
Ma ho potuto constatare, nei pochi e
brevi giri che mi è stato dato di compiere in questi anni, che tale attività
avrebbe di fronte a sé grandi possibilità e, condotta da persona capace e
avvertita, darebbe frutti rapidi e copiosi. E’ ovvio che una più larga e rapida ' diffusione, un, T mercato ” più
differenziato e vario, permetterebbe e
anzi implicherebbe un’attività editoriale più intensa e ramificata in tanti
settori. Il che — credo — tutti desideriamo. Fa comunque un gran piacere, come mi è accaduto nella Val Bregaglia e Foschiavina, sentire che il
nostro' umile lavoro è apprezzato e stimolato ; per questo, grazie di vero cuore a quegli amici.
Gino Conte
■liHuiiiiiiiiiiiiiiiiiHimmii
EREDI DI
PIER PAOLO VERGERIO
Uno dei massicci alpini più belli e
maestosi è certo quello del Bernina,
nelle alpi Retiche; lo abbracciano, con
la Valtellina, due valli che geograficamente appartengono al versante italiano, ma da secoli indipendenti e inserite nella lega grigione e quindi nella Confederazione elvetica: la Val
Bregaglia, che sale al passo del Maloja
(dopo il Brennero e Tarvisio uno dei
valichi alpini più bassi e di più antico traffico), e la Val Poschiavina che
risale all’alto e splendido pas.so Bernhia: entrambi questi valichi danno
sull’ariosa e luminosa Engadina.
Ma la caratteristica di queste due
Valli che qui c’interessa è il fatto che
esse, con le Valli Valdesi, sono le sole
valli alnine — e la sola regione di lingua italiana — in cui la predicazione
riformata ha fatto presa su un’intera
popolazione e vi si è mantenuta, dal
XVI sec., malgrado una storia travagliata e dolorosa che ricorda a lungo
il martirio valdese. L’importanza di
que.sto fenomeno non muta anche se
si tratta di valli relativamente piccole
" di una popolazione piuttosto limitala, numericamente.
La predicazione dell’Evangelo, in
tutte le Valli lombarde dovette essere
diffusa, nella prima metà del ’500, con
un’ampiezza che .solo gli storici conoscono e che noi difficilmente immaginiamo; la Lombardia aveva del resto
un’antica tradizione dì irrequietezza
" eretica ”. La Val Bregaglia, che sfoia su Chiavenna, centro importante e
allora capitale di contea, ebbe quali
predicatori uomini come Francesco
Negri, di Lassano, il saluzzese Agostix> Mainardo, Girolamo Zanchi, discepolo di Pietro Martire Vermigli,
Scipione Lentulo. A Poschiavo, Giulio
da Milano, e soprattutto Pier Paolo
Vergerio, che diede un’impronta decliva a quella comunità. La Controriforma si scatenò violenta in quelle valli. parallela al Concilio Tridentino,
che venne seguito con particolare attenzione dal Vergerio, ex-vescovo di
Capodistria ed ex-legato papale; con
■ ittenzione ma anche con radicale sfiducia, sì che egli scriveva, in un suo
trattato, all’indirizzo del pontefice:
Ti giudichiamo per la tua bocca. [
tuoi pensieri ci sono ormai noli. Festeggia pure le tue raunanze ecclesiastiche a tuo piacimento. Noi rimarremo a casa ad annichilire i tuoi empi
editti con la spada della parola divina.
Per l’amore di Dio, Padre Eterno, e
di Suo Figlio Gesù Cristo, la tua potenza e la tua persona verranno soppresse ’. Si ritrova quasi lo stile di
Lutero! In realtà, la Controriforma reò orrori e sofferenze, e il ” sacro macello della Valtellina” (1620) non fu
che il culmine di una lunga opera inquisitoriale, in cui ebbe parte determinante una figura ” spirituale ” quale quella del card. Borromeo, .santo
ner i cattolici ma definito senza complimenti ” bestia nefasta ” nel protocollo di un sinodo evangelico dell’epoca. A differenza dì quanto avvenne
nelle altre valli, ove la Controriforma
trionfò con la violenza di ogni resistenza, la Riforma si mantenne nella
Val Bregaglia e in quella Poschiavina
grazie all'appoggio dei riformati della
Svizzera interna, che anche nel Grigio
ne di lingua tedesca si erano fatti numerosi a forti. La Vai Bregaglia rimase quasi interamente riformata,
puella Poschiavina in misura minore
ma si trattava pur sempre di una forte
minoranza.
La proporzione è oggi all’incirca lo
stessa, sebbene i fenomeni migratori,
nei due sensi, portino talvolta a qualche spostamento; e anche in questo il
fenomeno valdese, nelle valli piemontesi. presenta un parallelo puntuale a
quanto avviene oltre la dogana elvetii di Castasegna e di Campocologno.
L'Abruzzo
(SEGUE DA PAGINA 3)
Salvo, Termoli ecc. La vasta diaspora
delTAbruzzo-Moiise non è mancata all’appuntamento per lo storico evento ;
i San Giovannesi non hanno più parole da dirci : la loro allegrezza è tropDc grande. Ricordano i nove anni di
letta, i primi incontri nella sala del
partito comunista, poi le vicende della prima chiesa, la stamberga sita nella stessa piazza dove trascorsi due
sere indimenticabili con più di 100
persone per sera; infine il grazioso
rempiettc, inaugurato dal Moderato
re. Anche il giovane prete è venuto
nella piazza • i contadini polemizzano, si richiamano ai testi («ma il
\angele, non dice così]»!) in un clima di battaglia, di sfogo anticlericale, comprensibile per una gente che
ha sofferto, che è stata umiliata per
lunghi anni. Così sono nate le nostre
comunità della penisola: sono rimaste viventi quelle che hanno approfondito la loro conoscenza, che hanno continuato a testimoniare nel segno delTumiltà, dell’amore, proprio
nello spirito d&lTe.sortazione di Pietro : « pronti sempre a rispondere a
vostra difesa della speranza che e in
voi, ma con dolcezza e rispetto, avendo una buona cc'scienza; onde laddove sparlano di voi siano svergognati quelli che calunniano la vostra
buona condotta in Cristo; perchè è
meglio, se pur tale è la volontà di Dio,
che soffriate facendo il bene, anziché
facendo il male...». Questo è Taugur'o ch’io faccio alla giovane, ardente
comunità di San Giovanni Lipioni ;
mestrare agli altri il volto' radioso di
chi sa in chi ha creduto con un cuore traboccante di amore ed una fede
ferma, incrollabile, irriducibile ad un
falso, edulcorato ecumenismo che spegno ogni zelo', ogni testimonianza di
Cristo, nostra unica Speranza.
Invio ai San Giovannesi e specialmente al loro caro pastore Giulio Vicentini e signora il nostro pensiero
di riconoscenza per l’ospitalità fraterna, gioiosa che ci è stata offerta.
minimus
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiii
IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIllM
Convegno AiCE
a Villar Porosa
Due domeniche fa, ebbe luogo a
Villar Perosa un incontro di insegnanti, promosso dall’.AICE.
Dopo la partecipazione dei convenuti al culto mattutino e ad un pranzo in comune, nel pomeriggio, presenti una cinquantina di partecipanti, il
pastore Giorgie Tourn presentò, con
brillante facondia, un aspetto poco
noto dell’attività ginevrina di G. Calvino: il suo contributo alla costituzione del Collège de Genève, con il suo
carattere nuovo rispetto alle scuole
delTepoca.
Ci sembra di poter riassumere le ca
ratteristiche e la funzione del Collège
in pochi punti essenziali: scuola ecclesiastica, ma non legata a schemi,
tradizionali o dogmi ; scuola « aperta »
al mondo contemporaneo, O'Ssia scuola civile, seppure non laica nel significato' attuale ; in sintesi, scuola di
preparazione alTattuazione di ogni
vocazione cristiana in tutti campi di
attività responsabile nella luce e nello spirito della Parola.
Tutto ciò fu realizzato non per mezzo di una teorica « riformata » della
pedagogia, bensì nella piena consapevolezza delTimpegno che il credente
assume nel riconoscere e nelTattuare
la chiamata che Dio gli rivolge ; bensì
nel senso civile e storico, ben lontana
da ogni gretto nazionalismo, di ap
partenenza alla città riformata di Ginevra, con la coscienza, direi giuridica, di cittadino; ed infine in uno spirito di humanitas influenzato dalla
problematica religiosa ed aperta ad
essa.
E da questo organismo, cresciuti ir.
questa atmosfera, sarebbero usciti gli
uomini ohe avrebbero creato TEuropa
e successivamente l’America, protestante, con tutte le implicazioni e conseguenze religiose storiche politiche
che derivarono dalla lotta per Taffermaaione della libertà e dei diritti ci
vili dell’uomo.
Il convegno prosegui con vari interventi; la signorina I. Pons presentò
alcuni problemi degli insegnanti; di
questi problemi vogliamo sottolineare
quello relativo alla graduatoria unica
per maestre e maestri e quello, che
ben presto sarà attuale, relativo al'a
l'ecessità della formazione di maestre
giardiniere valdesi. Infine fu rivolto
un appello, che riprendiamo, affinchè
sia offerta una attiva collaborazione
al!’opera evangelica di Riesi, ove è necessità di personale per l’asilo e la
scuola elementare.
La fraterna ospitalità della chiesa
di Villar si concluse con un tè, offerto
alla fine del nostro convegno.
g. c.
La nostra stampa
vi interess a 7
SOSTENETELA
DIFFONDETELA
6
pag
N. 1 — 1° gennaio 1965
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BOBBIO PELLICE
— Venerdì 18 dicembre abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena la
spoglia mortale del nostro fratello Bonjour
Giovanni Giacomo fu Giovanni deceduto il
17 dicembre in seguito a malattia nella sua
abitazione a Malpertus alla età di anni 78.
Ai familiari ed ai parenti tutti ridiciamo la
profonda simpatia cristiana della comunità.
— Venerdì 25 dicembre una folla compatta gremiva il nostro tempio ed ascoltava
con raccoglimento il messaggio dell’Evangelo di Natale. Molto numerosa la partecipazione della fratellanza alla Santa Cena. La Corale eseguiva lodevolmente un inno di circostanza.
— Domenica 27 dicembre ha avuto luogo
la festa delLalbero di Natale. Tempio non
grei;iito a causa della neve caduta copiosa
durante la notte ed a causa di un grave lutto
che ha colpito il pomeriggio di Natale una
famiglia della comunità; magnifico rabele
concesso dal Comune (che ringraziamo di
cuore!) scintillante di luci e di ornamenti
vari. I bambini, sotto la guida dei loro Inse
gnantì e del Pastore ci hanno offerto un rie
co programma di canti e recite che ci han
no recato vari messaggi centrati sul fatto del
Natale. La Corale ha eseguito molto bene
due inni natalizi. E’ seguita la distribuzione
ad ogni bimbo della comunità di un ricco
pacco-dono. Il pomeriggio i bambini hanno
assistito ad una proiezione cinematografica
gratuita di cartoni animati effettuata apposta
per loro. Ringraziamo ancora qui tutti coloro che hanno coll^orato in vario modo alla
buona riuscita della nostra festa e la Corale
per la sua partecipazione al culto di Natale
ed alla festa delLalbero di Natale.
— Domenica 27 dicembre nel pomeriggio
ha avuto luogo il servizio funebre della nostra sorella Artus Maddalena nata Rostagnol
deceduta tragicamente il giorno di Natale
nella sua abitazione invernale ai Campi alla
età di 46 anni. Tutta la Comunità, commossa, ha preso viva parte al grave lutto che ha
colpito il marito, i familiari e tutti i parenti della nostra sorella. Li raccomandiamo ancora in preghiera al Padre nostro celeste domandandogli di far scendere nei loro
cuori angosciati la sua consolazione e la sua
pace. c. a.
POMARETTO
Recenitemeiite è slatO' celebrato il mairi
monio di Collet Ida del Clot Inverso e Costantino Vito della comunità di Villar Perosa. Gli sposi si stabiliranno a Villar Peroea. Formuliamo per loro un augurio di ogni
benedizione del Signore ed una vita di famiglia illuminata dall’Ervangelo ed una presenza costante alPatliiviità della loro chiesaNella cappella di Villar Perosa, è »tato
celebrato il battesimo di Collet Dario di
Emilio e Gridi Bruna.
Che il Signore benedica la tenera creatura che il Signore s’è compiaciuto di aggiungere alla sua greggia.
Siamo riconoscenti al maestro Jahier
Gianni per il sprofondo messaggio che ha
rivolto alla comunità il giorno 6 dicembre
in un clima di viva collaborazione. Ricordiamo il culto di fine d’anno alle 20,30 con
la celebrazione della Santa Cena.
VILLAR PELUCE
— Dopo molti mesi trascorsi in compagnia della malattia e della sofferenza è deceduta : Bertin Caterina nata Bonjour^ di
anni 71, dellTnverso-Buffa. I suoi ultimi
tempi sono stati dei tempi travagliati, ma
essa aveva con animo sereno e forte accettato la sua prova; mentre il suo essere fisico
sì andava sfacendo a poco a poco, la sua fiducia nel suo Signore rimaneva inalterata.
Quando l’ora della suprema chiamata è giunta, essa l’ha accolta con tranquillità, sapendo
di andare a ripesare con il Signore.
Rinnoviamo al marito, ai figli e alle figlie e rispettive famiglie, e ai parenti tutti
l’espressione della nostra fraterna simpatia.
— La Chiesa esprime pure la sua solidarietà e tutto il suo affetto alla famiglia Favat,
residente ai Garnìer ma facente parte della
Chiesa di Boli^io Pellice, che ha avuto il
grande dolore di perdere ultimamente un
suo figliuolo, Renato, di anni 11. Questo
ragazzo che tutti amavano per la sua cordialità e la sua gentilezza, è deceduto improvvisamente per sopraggiunte complicazioni in
seguito ad un incidente — sì sarebbe detto
— di nessuna importanza.
(c Dio non è un Dio di morti, ma di viventi, poiché per lui vivono tutti » (Luca
20: 28).
— Diamo il più cordiale saluto di benvenuto a due piccoli ospiti giunti ultimamente
a rallegrare il focolare domestico di due nostre famiglie. Essi sono : Laura, di Luigi e
Maria Cordìn (Uccìoìre) e Giuliana, di Pietro Paolo e Marta Janavel (Ciarmis).
Il S. Battesimo è stato amministrato alla
piccola Paola, di Samuele e Giovanna Rìvoira (Rouet).
Il Signore accompagni con le sue grazie
questi agnelli della sua greggia e li benedica
insieme alle loro famiglie.
— Ringraziamo il Pastore R. Jahier e lo
Stud. in Teol. Van Den End per i messaggi portatici in occasione dell’ultimo « raduno » dei giovani al Serre e di una riunione
deirUnione delle Mamme.
— Alcuni nostri fratelli e sorelle sono
provati dalla malattia. Li raccomandiamo al
Signore e li affidiamo alla sua grazia. Voglia Egli sostenerli nella loro prova e fare
sì che possano molte presto riprendere, completamente ristabiliti, il loro posto nelle loro
famiglie e nel loro focolare domestico. Intanto che questo tempo di Natale possa essere
anche per loro un tempo di benedizione e
di profonda, intima gioia spirituale.
— Desideriamo pure fare giungere a tutti
ì Vìllaresi lontani ed agli amici di Villar i
nostri migliori auguri di « buon Natale ».
Che la gioia e la pace di Natale possano venire nel cuore di tutti e rimanere con tutti.
— La gioia ed il dolore si sono succeduti
molto rapidamente in casa di Eliseo ed Irma
Geymonat del Centro. Infatti la piccola Marisa, venuta ad allietare il loro focolare domestico, è stata loro tolta pochi giorni soltanto dopo il suo arrivo.
La Comunità rinnova ancora a questi due
sposi ed ai loro familiari l’espressione del
suo affetto e della sua viva simpatia.
VILLAR PEROSA
Le fanfare valdesi
si vanno moltiplicando
MASSEL
Les jeunes de notre paroisse ont pris l’initiative de colporter dans nos villages les dernières publications de la Claudiana. Ils ont
eu l’occasion de faire un certain nombre
d’expériences bonnes et moins bonnes, toutes
utiles pour saisir la situation dans laquelle
nous vivons. Notre supériorité culturelle
n’est actuellement qu’un mythe, il est temps
de rendre le goût des choses sérieuses aux
plus jeunes, dans le domaine de la lecture
comme dans bien d’autres. Malgré ces propos critiques il faut reconnaître que nous
avons vendu 65 livres équivalants h 35.000
lires.
Les voeux que lors de notre dernière chronique nous formulions à notre ancien Mr.
Breuza élu maire de la commune de Salse
nous les adressons en ce début de 1965 au
nouveau maire de notre commune Mr. Aldo
Peyran membre de notre union des jeunes
U y a quelques années seulement. Puisse-t-il
s’acquitter de sa nouvelle tâche avec constan
ce et responsabilité ainsi que ses collaborateurs.
La réunion à Salse aura heu le 3« dimanche du mois à 7 heures, jusqu’en été; la
prochaine est donc fixée le 17 janvier.
Les cathécumènes distribueront Jans le
courant de la semaine les lectures bibliques
et la brochure du prof. Vinay offertes à toutes les familles.
Le C.C.P. de notre Consistoire est le N^
2/26245.
— 11 maestro Slober, capo delle Fanfare
religiose del Baden, come tutti gli anni, u
settembre è venuto nelle nostre Valli con
una ventina dì giovani ed ha alloggiato al
Castagneto. Quasj ogni sera i suoi trombettieri, in compagnia dei nostri (che per la
prima volta erano ammessi a far parte del
loro complesso) hanno dato dei culti-concerto
in diverse comunità: Chiotti - Pramoìlo S. Giovanni - Pomaretto • Torino - Villar
Perosa - Angrogna e Torre Pellice. In queste due ultime località, un trombettiere valdese ha dato la sua testimonianza di credente e un altro ha concluso la riunione con
una preghiera spontanea.
Portiamo ora a vostra conoscenza un trafiletto che abbiamo letto sulla Circolare dei
trombettieri del Baden :
(( ...Al mese dì settembre si è svolto, sotto
il segno di una particolare benedizione, il
viaggio missionario dei trombettieri in Italia. Pei* la prima volta abbiamo potuto suonare con una ventina di trombettieri e trombettiere valdesi, durante i nostri culti di appello. La gioia di questi fratelli e sorelle vaidesi, consapevoli di essere diventati dei suonatori ’’maggiorenni”, se la può difficilmente immaginare chi non è stato presente ».
Il commiato h stato particolarmente triste per tutti.
Il nuovo quarto coro di trombettieri che
abbiamo avuto la gioia di fondare ad Angrogna, durante un culto .solenne, sta preparandosi solto la guida del nostro caro Gioele,
il direttore dei trombettieri di Villar Pellice.
In occasione di questo viaggio abbiamo
potuto constatare i buoni frutti portati dal
Corso per trombettieri che aveva avuto luogo a Villar Perosa nel febbraio scorso. In seguito alle insistenti richieste dei Cori vaidesi, questi corsi di preparazione e di perfezionamento dovrebbero aver luogo regolarmente ogni anno.
Il più anziano componente del nostro
gruppo, Robert Mudersbach di Burbach (Siegen) che compirà fra poco 69 anni, mediante un’offerta di D.M. 800 portata da parte
della sua comunità, ha assicurato in parte
almeno, il finanziamento del Corso che avrà
luogo in questo prossimo febbraio.
Dipartenze.
11 Signore ha richiamalo a Se il noslr'-'
fratello Fernando Reynaud, di anni 69, etrigìnario di Rorà.
Il lo novembre ci lasciava un altro fratello aonziano, Enrico Traversa di anni 81.
dell’Inverso, a soli pochi mesi dal a dipartenza del sua diletta compagna.
11 4 novembre un'altra mesta folla si riuniva alle Caserme per testimoniare la sua
profonda simpatia ai genitori di Germano
Enrico Grill, un tenero agnellino che a solo
15 giorni di vita era tornato presso al Siguore.
La piccola rivista mensile
per i ragazzi delle Scuole Domenicali
"L'Amico dei Fanciulli»
Tratta argomenti biblici, informativi
contiene racconti, giochi, quesiti ecc.
Abbonamento annuo L. 750 — Estero L. 1.000
Amministrazione; Libreria Claudiana, Via Principe Tommaso 1 — TORINO — c.c.p. n*> 2/31641.
mnum pubbliche visita fatei
'na ai
A
IL PONTE «DA VERAZZANO» E I VALDESI una nota interessante nel libro unico nel suo genere
0 Paese,»Paese, di ADA MEILLE Paese...
90 poesie accompagnano dal 1200 ai giorni nostri fatti, episodi e personaggi della Storia Valdese documentati da note storiche
Una nuova edizione Claudiana di 350 pagine L. 2.500
I genitori avevano scelto come testo : « il
Signore ha dato, II Signore ha tolto, sia he
nedetlo il nome del Sisnote » e il Pastore
a Ila commentalo brevemente esortando
questa cara famiglia, già colpita da Irriti
dolorosi, a camminare con fiducia e con serenità, aimdie nelle ore buie, sapendo che
Dio non abbandona quelli che lo amano.
1 nostri frateUi Umberto Mourglia e Giovanni Rissolo hanno avuto il dolore, il
primo, di perdere la madre a Perosa e il
secondo il padre a Pinerolo, entrambi do< molte sofferenze.
A nome della clriesa esprimiamo loro e a
tutte le famiglie in lutto la nostra cristiana
simpatia.
Battesimi. — I! 15 novembre abbiamo amministralo il ba'tesimo al piccolo Bruno di
Levi e Emma Travers (Inverso). Padrini:
Bruno e Eslerir.a Pugliese. I. 29 nevembre
a Dario di EmiTo e Bruna Colle! (Cio.j.
Padrini ; Giaj Arturo e Griot Olga.
La Chiesa ha circondato con affetto que
Si fanciulli, invocando su di loro le benedizioni del Signore.
Nozze. — Il 5 dicembre il nostro caro
fratello Vito Coetantiino di Piano Maurin.)
si è unito in maitrimonio con la sig.na Ida
Collet del Clcit. Un lungo corteo di macelline ha accompagnato gli sposi a Pomaretto
ove, nel tempio infiorato, il Pastore Bouchard ha presieduto la cerimonia.
Gli sposi si sono stabilili a Villar Centra
e noi porgiamo alla nostra gentile sOirella
il più fraterno benvenuto nella famiglia
della Comunità.
Incontro giovanile. — Durante il mese di
tic'vembre la nostra Unione ha ricevuto la
visità dei giovani di Perrero.
E’ stato un incontro molto simpatico perchè j giovani erano oltre che numerosi animati da uno splendido spirito fraterno.
Dcipo il canto di alcuni inni il Pastore di
Villar ha parlato sui vari modi di seguire
Gesù nella vita pratica. Il Pastore Rivo'ra
h.T dato un altro apprezzato messaggio e
ha concluso illustrando le attività dei suoi
giovami.
Sorbita la tradizionale tazza di tè, si è
passati ai giuochi diretti magistralmente
dalla siig.ra Rivoira.
L’entusiasmo e il successo furono tali clic
si dovette prolungare la serata oltre il previsto! Questi incontri sono davvero un’ottima cOisa perchè permettono ai nostri gio
vani di conoscersi e di fraternizzare in modo non soltanto teorico, ma anche xw-alico
e concreto.
Benvenuto ai coniugi Lorenzo Mensa e
Fiorenza Long che da Torino si sono trasferiiti nella loro casetta a Vivian e a Mary
Bonnons ved. Balmais ohe ha pure fissato
definitivamente la sua residenza fra noi a
Piano Maurino.
Felicitazioni alla nostra cara sorella Bai
mas di pCascinette che il 10 dicembre ha
ccnipiuto 80 anni. Siamo lìetii di saperla in
buona salute, circondata dall’affetto dei suoi
cari e le auguriamo ancora molti anni sereni nella benedizione del Signore.
Nelle sere di domenica 6 e martedì 8 di
cembre, il nostro Pastore dcill. Enrico Corsani ha tenuto due conferenze su questi argomenti: Le cause della riforma protestan'e — Il contributo della riforma proteslan:e alla formazione del motuìo moderno
Queste conferenze sono state preiedutda un’intensa opera di informazione, a
mezzo di manifesti, di cemtina.a di biglietti d’invito spediti per posta o dati personalmente a privati, circoli studenteschi,
parliti politici etc. La risposta del pubbli
co è stata soddisfacente, specie per quanto
! riferisce agli ambienti colli delia città.
Erano infatti presenti professori delle scuo■ medie e superiori, insegmanti elementari,
il direttore di una rivista cittadina, studenti universitari, membri dilPAzionie Ca*
tcilica e della F.U.C.I., Con-siglieri Comunali, l’ex Sindaico della città eie. -Sia dopo
l i prima conferenza, ma specialmente dopo la seconda, vi è stata una interesfiante
ce-nveirsazione tra il l’astore c la maggior
parte di queste ipersoiie. Spunti attuali sono stati offerti, specie per quanto riguarda
prospettive del contr.ibuto che la nostra
Chieisa intende dare al ’’dialogo” ormai
aperto da alcuni anni col mondo cattolico
■d il mondo laico.
Infatti nella introduzione a que ilo primo ciclo di conferenze puihblii'be, il Pastore ha precisalo rintenzione che lo niuo
ve, e gli obieltiivi che intende perseguire
con queste e le future conferenze. Viviamo
1 i"i momento s orico particclarmente 'nteressante per le ’’aperture” che si mani
festano in tutte le direzioni. Se, come Cristiani Evangelici ci interessa in moda parlicolare il dialogo ecumenico col mando
cattolico, non vogliamo però considerarci
estranei ad altre forme di incontro, cioè
a quelle che riguardano i rapporti del cristiano col mondo laico e con i vari movimonti politici. Desideriamo pertanto pre
sentare il punto di vista ’’protestante” -sui
vari problemi ohe inieressano la nostra ge
nerazione, non con la presunzione dj offrire ritcetle infallibili e soluzioni sicure, ma
con la speranza che ci venga riconosciuta
la volontà e la capacità di co labcrare alla
formazione dj un mondo migliore non priii
cipalmenle dal punto di vista sociale e politico, ma sopralliitto da quello spirituale
La nostra Chiesa desidera essere presente
nella vita della città e ncn isolarisi a coltivare la sua vita patTocohiale, anche se questa offre ugualmente molte possibilità di
lavoro pure in relazione alle nostre opere
sociali. Pietro Abbattista
NeH'intento di permettere ai fedeli di conoscere più da vicino l’opera che esso svolge,
il 6 dicembre scorso, l’Istituto Gould ha inlila'o le comunità evangeliche fiorentine.
Gli invitati son venuti numerosi. Guidali
dal persoTsale e dagli stessi gouldini. es,si
hanno visitato i locali dell’Istituto di rect-n
te restauiati. Successivamente, riuniti nella
vasta sala da pranzo, già l'aula magna, gli
invitati hanno assistito ad un programma
vario e dive'-rtente presentato dai gouldini,
che sotto la guida dei sorveglianti I. Kulling, C. Tancredi e R. Garufi si sono alternati davanti al pubblico ora con canti e cori,
ora con recite. Nel frattempo erano offerti
agii invitali biscotti e thè.
Infine, dopo le parole di ringraziamento
del direttore deH’Istituto, la piccola festa si
concludeva con le note liete deUinno 98
tanto caro ai gouldini. Renzo Garufi
SAN REMO
DuraiUo una prolungala assenza dui
store titolare, i\ Pastore emerito Gustavo
Bertin ha presieduto aicuni culli e nei
di Novembre e Dicembre ba risieduto ira
noi il Pastore emerito Emilio Cairsani. Ì a
comunità è grata a questi Pastori, noticbc ai*
l’anziano De Nicola, grazie alla cui atliviia
la vita della chiesa ba potuto progredire srn
za interruzioni. R* N
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Cip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Mto
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Pacchetto e Pasque!
commesse per la dimostrazione di stima c simpatia ricevuta in occasioi^e
della dipartita del loro caro
Pdschetto Ernesto
ringraziano tutti coloro che hanno
preso parte al loro dolore. In particolare ringraziano i pastori Jahier e
Genre per le loro buone parole di conforto, iil dott. Scarog-nina, la sig.r,8
Massone, la famiglia Rosani, i viciin
di casa di Luserna S. Giovanni e di
San Secondo, che con opere e fì.o-9
sono stati particolarmente loro vicir. i
hi quella triste circostanza.
San Secondo', 14 dicembre 1964
BORDIGHERA
Al culto del 13 Dicembre la nostra comunità ha avuto la gioia di celebrare il matrimonio degli sposi Giuseppe Ingegneri e Piera Reynaudo. I parenti dello sposo, accorsi
da Messina per l’occasione, sono rimesti favorevolmente sorpresi per la solenne semplicità del nostro rito.
La comunità è grata a vari Pastori, ma
specialmente ai Pastori emeriti Emilio Corsani e Gustavo Bertin che hanno presieduto
dei culti in questi ultimi mesi. R. N.
Scuola Latina
Pomaretto
Doni ricevuti fino al 15-12-1964 dalla Direzione che, riconoscente, ringrazia.
N. N. (Perosa Argentina) L. 5.000; Tron
Bruno (Gianna) 3.000; Pascal Marilena (Pomaretto) 5.000; Grill Pierino (Pomaretto),
ricordando il caro nonno, 2.000; Tron Anita
(Pomaretto) 5.000; Theiler Paolo (S. Germano Chisone) 5.000; Breuza Dario (Pomaretto) 5.000; Chiesa di Bobbio Pellice 5.000;
Ferrerò Enrica (Perrero) 5.000; Rostan Cesarina (Pomaretto) 5.000; Marchetti Valdo
(Pomaretto) 5.000; Bertalot Lia (S. Germano Chisone) 3.000.
« Pro Campana » : Coucourde Ferruccio
(Inverso P.) 5.000; Prof. G. Grisel (Torino)
10.000; Pascal Anita (Maniglia) 4.000; dott.
G. Quattrini (Perrero) 10.000; Irma e Arturo Rostagno (Pomaretto) 5.000; Giorgina
Giacone (S. Germano Chisone) 5.000; Rostan Nelly (S. Germano Chisone) 5.000; Past.
A. Deodato (Pinerolo) 5,000; A. Kovacs (Pinerolo) 2.000; Michele Cericola (Milano)
5.000; G. Fattori (Luserna S. Giovanni)
4.000; Ing. G. Grill (Pomaretto) 4.000; Letizia Mathieu-Grill (Pomaretto) 4.000; Emilio Rostagno (Torino) 10.000; Clotilde e
Anita Gay (Perosa A.) 5.000; Ilda MeynierLong 5.000; Long Irene (S. Germano Chis.)
5.000; Pons Marcello (Perosa A.) 10.000;
Claudio e Graziella Tron (Massello) 5.000;
Codino Mirella (Pinerolo) 5.000; Amandina
e Elena' Viglielmo (Chiotti) 5.000; Coucourde Andrea (Inverso P.) 3.800; Elvira e Paolo Gay (Chiavari) 10.000; Avv. Arnaldo
Pittavino (Pinerolo) 1.000; Dott. Berger e
società Gustavo Adolfo - Darmstad 84.000;
LuciUa Matliieu (Roma) 5.000; Laura Mathieu-Cesaro 5.000; Ettore c Itala Beux per
borsa studio 50.000; Gretel Deuzer (Germania) 26.650; Adele Tron-Ribet (Torino)
5.000; N. N. 500.000; Anna Marchetti Lungo (Ivrea) 5.000; Pellegrini Sud America a
mezzo pastore Silvio Long, 50.000; Cav. U.
Rivoiro Pellegrini per borsa studio 200.000;
Peyronel Odetta (Chiotti) 1.000; Rostan Clara (Pomaretto) 5.000.
RINGRAZIAMENTO
La famiglia e parenti tutti, profondamente commossi per la imponente
dimostrazione di affettuosa simpatìa
loro data in occasione della tragica
dipartenza del loro caro
Orazio Pons
in età di 18 anni
ringraziano vivamente tutte le perso
ne che presero parte. al loro grande
dolore con scritti, fiori e di per.sona.
Un ringraziamento particolare» alla signora e al dott. Renato Revel del Bric,
i doittori Gardiol e Scarognine, le Suore e il personale dell’Ospedale Mouriziano di Luserna, i pastori Jahier e
Magri, il Comando Tei carabinieri,
rUnione Giovanile Valdese di S. Giovanni, gli amici Franco Tourn, fratelli
Chiavia, Bruno Praschia,, fratelli Falco e l’associazicne Giovani Coltivatori Diretti
Luserna S. Giovanni, 2 dicembre 1964
RIPARAZIONI
Radio TV — Elettrodomestici
Apparecchii elettronici
Laboratorio attrezzato
Ferrerò Carlo
e Figlio
(studente in elettro-nica)
★
POMARETTO
Borgata Maselli, 4