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■M
Preno 13
Anuo LXXVIII . N. 49
TORRE PEUUCE, 10 Dicembre 1948
Spedisione in abbonamento postale - I Gruppo
SETTIMANALE DELLA
SILVIO PONS
La grande trilogie de
LA LUMIERE
Comment être lumière?
Mais comment peut-il en être ainsi?
Un écrivain américain a écrit, il y a bien longtemps de ça, un ro-‘
man dont le titre est: «Que ferait Jésus?..)>
« Que ferait Jésus?... » Voilà la question que vous devez, que nous',
devons nous poser à chaque instant de notre vie, devant chaque action que nous allons entreprendre, devant chaque mauvaise pensée
qui nous vient. Que ferait Jésus?.,.
Que ferait Jésus à son lever? Se lèverait-il sans chercher la Inmiere d’en huât, sans invoquer l’assistance de Dieu sur tout ce qu’il fera, sur tout ce qui lui arrive, sur tout ce qu’il accomplira dans la jouti
née? Que ferait Jésus lorsque la nuit tombe et que l’homme s’endort
sanls savoir s’il se réveillera jamais plus? Que ferait Jésus devant -um
deuil qui le frappe? S’abattrait-il dans le désespoir ou ne donneraitil pas l’exemple de la. foi et de l’espérance dans l’au-delà? Que, fe
rait Jésus devant celui qui l’outrage, qui l’offense, qui lui fait du
mal, qui le dérobe, qui le hait? Jésus se laisserait-il aller là la colèà la vengeance, au mal, au péché de toute sorte? Jésus serait-il
capable de ’médire des autres ou de maudire quelqu’un?
Si nous faisions comme Jésus, si tous les disciples de Christ faisaient comme Jésiis a fait, ou comme il ferait, il n’y aurait plus-de ténèbres (de haine, de crime, de jalousie, de méchancetés, d’égoïsme,
de guerre), mais il n’y aurait que de la lumière (de la.^oie, de la
paix, du pardon réciproque et immédiat, de la charité véritable et
véritablement pratique, de la bonté, de la vraie bonté) et c’est nous
qui en donnerions l’exemple, c’est de nous que partiraient ces rayons
de lumière.
Bien plus, cette lumière serait à nous. Elle serait, oui,
à la gloire de Dieu,
à la gloire de Christ,
mais aussi à notre gloire au jour où Dieu pourrait nous dire, à
nous aussi, à nous tous, «bons et fidèles serviteurs entre» dans la gloire de votre Seigneur».
Oui, cette lumière serait à nous. C’est Christ qui le déclare: 'i.iJQue
votre lumière luise devant les hommes, afin qu’ils voient vos bonnes
oeuvres, et qu’ils glorifient votre Père qui est dans les deux».
Xa foi tf les oeuvres
Mais il faut qu’elle luise, cette lumière, notre lumière, il faut que
elle resplendisse devant les hommes à travers notre personne, à tm-i
vers notre foi, mais aussi et surtout à travers nos bonnes oeuvres. «La
foi sans les oeuvres est morte».
Les oeuvres c’est la vie entière, le cachet, la marque de fabrique,
pour ainsi dire, les stigmates chrétiennes de notre personnalité, de
notre être, de nous-mêmes. L’Eixtngile nous dit que l’on «reconnaissait (par quoi? par tout!) les disdples et ceux qui avaient été arec
Jésus..
Les Inquisiteurs et les Papes memes reconnaissaient les Vaudois
non seulement par leurs doctrines accusées d’hérésie, mais il les reconnaissaient, nous ont-ils laissé écrit, parce qu’ils «ne pratiquent
pas le mensonge, ni le vol, ni l’adultère, ni la haine, ni aucune
sorte de fausseté, ni aucune espèce de meurtre». Et l’Inquisiteur de
Passan, et encore l’historien dominicain Don Calmet, affirment que
ils « vivent dans l humilité, dans la prière, dans le pardon des o0enses et dans l’amour de Dieu et du prochain».
Voilà la «marque de fabrique» de nos pères. Voilà pourquoi o(m a
pu dire d eux «Lux lacet in tenebris», «la lumière, leur lumière luit
dans les ténèbres». Que dit-on de nous aujourd’hui, de chacun de
nous ? Que dira-t-on de nous, de chacun de nous, lorsque nous fermerons nos paupières? Qu’en dira l’avenir?
Et si Christ paraissait dans une de nos églises, ou de nos assemblées, s’il nous disait (d’une façon analogue à ce qu’il a fait dans
le temple, aux accusateurs de la femme adultère) s’il nous disait;
«Que celui d’entre vous qui a été lumière reste <ians ce temple ei\ que
les autres en sortent», combien, combien d’entre nous oseraient-ils
rester devant Lui, dans le temple?
Pensez-y, pensons-y et que, dès ce jour, notre lumière luise devant
les hommes, afin que le monde ait la paix et la joie de la foi vivante^
et agissante, et non pas la mort des sépulcres blanchis!!
**Xa veragüe» che illumina ogni'uomo
era per venire nel mondo
(Giovanni)
VALDESI
CHIESA VALDESE
Paolo Bosso
Parecchi anni orsono un vecchio
Pastore ci lesse jtarte di una lettera ricevuta da una sua antica catecumena che si era stabflita da diversi anni, col marino ed i figli, nella
lontana California.
Nella sua solitudine spirituale essa scriveva aj: suo antico Pastore al quale era rimasta molto affezionata e ricono^ente, descrivendogli la sua nuova vita e le sue esperienze.
Fra le altre co^e essa gli parlava
della sua solitudine spirituale. «Per
la vita maleriale.i essa scriveva, noi
stiamo molto bene. Abbiamo una
«farm» vastissima, coltivata in buona parte a fruiteti-che col loro prodotto ci assicurano l’agiatezza. Anche il clima e ottamo ed i miei figli
sono crestaiUi sani e-robusti e sono
onmai quasi degli: uomini. Quello
che più ci manca« la nostra Chiesa.
Siamo membri di^Ia Qiiesa Presbiteriana di X.... e almeno una volta
al mese ci lechiati^o al Culto. Bisogna partile la mattina molto per
tempo e i laggiare col nostro carro
per circa unqut óre per giungere a
X. Davanti alla Chiesa c’è un gran
de piazzale dove gli intervenuti lasciano le loro vetlm’e sotto la custodia di un incaricato. In Chiesa tutto si svolge naturalmente in inglese
e benché conosciamo ormai abbastanza bene quella lingua, pure non
riusciamo a partecipare al Cuite
collo stesso fervore con cui prendevamo parte alle adunanze nella nostra Chiesa nelle Valli. Dopo il Cullo le famiglie fanno colazione all’aria aperta, in un prato vicino alla
Chiesa. Noi non conosciamo quasi
nessuno e ci sentiamo isolati. Il Pastore è molto buono ma non può visitare più di un paio di volte all’an
no i fedeli. Intanto i nostri figli ere
seono senza una regolare istruzione
religiosa e mi accorgo sempre più
che la loro mentalità è diversa da
quella nostra.. E pensare che quando ero a casa nelle Valli, spesso trascuravo di recarmi al Culto od alle
riunioni! Se potessi tornare a casa,
caro Sigi. Pastore, le assicuro che
non vorrei più mancare a nessun
Culto anche se non stessi tanto bene....
Ho spesso ripensato a quella lettera quando per le circostanze della vita sono stata privata del privilegio di poter frequentare regolarmente, ogni Domenica, la mia Chiesa. Bisognerebbe proprio che tutti
i fedeli delle nostre Chiese fossero
privati per alcuni mesi di quel privilegio perchè imparassero ad apprezzare il valore del dono che il
Signore ha loro fatto coll’islituire
la Chiesa che offre loro l’opportunità dei Culti.
Domenica per Domenica i fedeli
gustano, nella Chiesa, il privilegio
della comunione fraterna: si sentono membri di una stessa società spirituale ed il loro cuore non è stretto dal freddo angoscioso della solitudine. Domenica per Domenica essi sono richiamati alle cose dì sopra
ed invitati ad entrare alla presenza
di Dio. La voce di un fratello legge
loro la parola di Dio e la spiega rivolgendo loro gli appelli che essa
contiene per il vero bene degli uomini.
Mentre molti uomini vivono immersi esclusivamente nelle cose della vita materiale e non sollevano
mai i loro sguardi in alto, e non
hanno nessuno che li richiami a
preoccuparsene, essi godono del
privilegio dei figli di. Dio e si sentono cittadini dei cieli.
Lo stesso privilegio viene esteso
ai loro figli. Mentre tanti crescono
come alberi selvatici, i loro figli sono posti, lin dall’infanzia, nelle mani del giardiniere misericordioso
che ne cura lo sviluppo spirituale e
li prepara così a prosperare ed a
portare frutti saporiti e pregevoli.
Bene a ragione, un caro amico, trasferito da alcuni anni in una città
dove c’è una Chiesa Evangelica, mi
scriveva recentemente: .... «Qui la
mia vita è completamente diversa
la quella di prima. I miei bambini
sono così felici di poter andare allaScuola Domenicale e anche la mia
piccina non vede l’ora di poterli accompagnare. Ho il sentimento di
non essere più solo ad educare i
mìei figli, ma che il Pastore ed i
Monitori siano al mio fianco pCr
quel compito cosi importante: e più
che questo sento che il Signore mi
aiuta con amone a bene indirizzare
i miei figli...»
Questi pensieri mi sono tornati
in mente ieri ricevendo la vìsita di
alcuni soldatini evangelici i quali,
col volto raggiante, mi dicevano la
loro gioia nel poter assistere al Culto in una Chiesa -Evangelica, conducèndovi anche i loro compagni.
Rifletta ognuno a quel privilegio
e non lo consideri con leggerezza ;
perchè ogni privilegio porta con se
una responsabilità di fronte al Datore di ogni bene il quale ci chiederà conto, un giorno, dell’uso che
abbiamo fatto dei nostri privilegi.
Corriere torinese
{
In Occasione del Congresso federalista europeo di Roma, il Capo
del cattolicesimo, ricevendo i congressisti, ha esposto le ragioni che,
secondo il suo modo di vedere, hanno provocato la rottura dell’unione
europea^ già effettiva per opera della religione) Tali ragioni si compendiano nel vocabolo: irreligione,
Il ritorno alla religione - ed alla re
ligione cristiana nel suo aspetto cattolico-romano - è la necessaria condizione per un ritorno all’unione
europea, che il Movimento federaista propugna.
Più chiara presa di posizione da
parte del Vaticano non si poteva
desiderare. Con essa, seppellendo
in modo definitivo le ultime nostalgie per un assetto europeo che osi
ancora ispirarsi al superatissimo or
icolo 13 del Patto di Londra che
issicurò il nostro intervento nel
1915, il Vaticano ha chiaramente
dichiarato di intendere che l’unione
europea sarà cattolica, o non sarà.
A Torino, dove il Congresso fe
deralista si è chiuso in una simpati
ca atmosfera di realismo e di laicità
(questo per opera di Gualtiero Spinelli, e quello per opera di Brugmans, che come è noto è un calvinista convinto, e di Alberto Cabdla, il solerte segretario piemontese)
abbiamo stimato necessario rettificare dd pulpito le affermazioni
pontificie, anche in sede storica.
Che cosa fu, infatti, nei secoli,
questa unità Buropea cha la re/i^’one avrebbe tenuta a battesimo ? Il
rancore cattolico, sia pure attutita
dal tempo, contro la rottura europea, all’alba dell’epoca moderna, è
naturale e Comprensibile; d’altra
parte, l unità dell’Occidente fu mai
essa una realtà? Gli schèmi filosofici coi quali noi consideriamo la
civiltà passata sono spesso pericolosi. L unità d Occidente fu invero
più un soglio o una pretesa che una\
realtà storica. Dopo il dissidio tra
l’episcopato romano e quello nordafricano, dopo lo scisma tra Roma
e Bisanzio, questa unità fu un sognò
per la cattolicità, una pretesa per il
Sacro Romano Impero. L’unità
d’Europa come la vagheggiamo oggi, non esistette mai, se apparve
per qualche tempo, si fu nei movi^
menu ereticali organizzati in consorterie internazionali, a sfondo co
munistico e rivoluzionario; non
certo dietro il velo del binomio sole-luna, in cut, anziché congiungersi, si urtavano l’impero e la Curi«.,
Del resto uno studioso di storia
ha giustamente ricordato (Archivio
Storico pubblicato dalla Società
Romana di Storia Patria, XXV
che «il papato è la maggior causa
deviatrice che la storia ricordi».
Anche interpretato in senso rigorosamente storico, il giudizio riesce
negativo per quella «unità europea»
che la velinone avrebbe salvaguardato in Europa fino ai tempi al .sorgere delle nazionalità!
Bisognerà dunque dire che la religione si è paradossalmente afferrrmta per la disunione anziché per
I unione? (Le persecuzioni religiose, le guerre di religione, ecc... lo
confermerebbero ).
No certamente, se per religione
intendiamo la religione che dà a
Cesare quel ch’é di Cesare, e a Dio
quel ch’é di Dio; ma sì evidentemente, se per religione bisogna interiore quella dei politicanti, la religione istituzionale, la religione
die postula i dogmi, inamovibili,,
la religione concepita come assolutismo dittatoriale.
Ecco perchè l’Europa nuova aspetta ancora un’anima (era questo
il titolo delle conferenze Eynard e
Balma dai due pergami torinesi),
che non le verrà data nè da Washington^ niè da Mosca, nè da Londra nè
da Roma; ma soltanto da una accettazione senza riserve, consapevole
ed umile, del messaggio del servizio
fraterno.
Perchè chi serve il prossimo ■ amandolo - dietro uno sportello, da
tim cattedra, sul banco di un labo-atorio, in sala chirurgica, nella
mbina del locomotore elettrico, o
semplicemente spazzando le strade miche se non abbia conosciuto Cri
sto e il suo Vangelo - in realtà è già
et istiano, e vive questa sua fede piùe meglio dei mille ipocriti dei quali sollecitiamo quotidianamente l’insipida compagnia, r. b.
iNANENTI A
TECH BEILE Vllil VILDESL
Italia .
Estero
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giornale: Claudiana Torre PcIlice
2
L ETO DW VAUstVlAI^I
«•riijg
“V
Un catec/¡isnjo
Ricordando
Giovanni Daniolo Stalè
e un uomo
- Circa cinquant’anni prima che il Catechismo Biiormato vedesse
la luce, viveva ai Bianchi di Laserna S. Giovaani il WgKor Giovanni
Daniele Stallè. In quel tempo egli aveva aderito con entusiasmo a
quello strano Esercito della Salvezza che da poco tempo era si (tío introdotto nelle Valli Valdesi da un altro entusiasta abitante di San
Giovanni: il Signor Fritz Malan.
Che dentro in tutto questo il Catechismo Riformalo?
Centra, si, e come..... Ecco a pagina 37 questa affermazione: Lo
Spirito Santo ci dà in Gesù Cristo l’assicurazione del perdono e per
consegueaiza la certezza di essere salvati. . j i r*
Per evitare la scomunica maggiore agli egregi autori del Catechismo Riiformiato, mi affretto a dire che essi non appartengono affatto all’Esercito della SalvezSa ma sono (se non sbaglio di grosso)
due egregi Pastori Valdesi.
Rigenerando il more di Giov. Daniele Stale, lo Spirito Santo lo
aveva riempito della soave certezza di essere salvato e Stale non teneva egoisticamente per sè questa perle di gran prezzo, m.a cercava
ogni mezzo per farla conoscere ad altri.
Mi permetto citare nuovamente il Catechisrno in parola:
« Credere, non è dunque supporre, ma essere sicuri ». E il bravo
Stalè, diventato consapevolmente credente cantava consapevolmente
il bel cantico : Sicura in man di Cristo.
La fede in Cristo Salvatore e la certezza che Cristo lo aveva Salvato sorresse fino alla fine della sua lunga giornata
amico. Era qualche cosa di benedicente convers^e con lui delle cose
attinenti al Regno di Dio, si godeva della sua fede sempre
e del suo amore per le anime per le quali pregava non potendo orn a
viÜ — per gli acciacchi della vecchiaia andarle a scuotere personalmente. E quanto amava cantare! Una delle ultime volte ah- potei
intrattenermi con lui. alla fine della mia visita cantammo insieme un
vecchio inno Salutista: Mon nom est écrit dans les cieux dans le Livre
de Vie. ■ j 11 ,
Ecco quel che importa: ecco la lezione cUe scaturisce dfla vita
cristiana di Giovanni Daniele Stalè: aver i nostri nomi scruti nel Libro S Vita; altrimenti (è Dio che lo dice) saremo gettati ^Uo sta
gno di fuoco e di zolfo die, è la morte seconda. Ernesto Buffa.
CLAUDIANA
Novi tà per i signori Pastori : La: Claudiana ha «tiretto relazioni con le Case protestanti svizzere e francesi editriei dii iiibri di oultnr» teologica
riformata © quanto pcrima arriveranno a Torre Pellice i primi depositi
di Delacìiaux e Niestlé, di Je Sei'«,
eco. Per intanto vi comunichi amo le
Novità delle Editions .Roulet di Genève: Vissert't Jiooft « La royauté
dte Jésua-Ohrist » liire 940 ; J. Ellul
(( Présence au mon>de moderne » lire 840; K. Barth « Avemt » lire 400 ;
Rochiedi-ev. <t .Psyeiholt^e et vie religieuse » lire 790. Li: troverete alla
Claudiana.
Occasione; Emdliio ^Oornha: Histoire
des Vardoi®, 1® parti«: ÌDe Valdo à
la Réforme pagg. 800 rii. — Emilio
Comba:'istoria dei Valdesi pagg.
450 rii. I due voi. lire 700.
la salvazione iln Gesù Oristo, che sarà la sostanza di tutto il suo minifate
rio.
RORÀ
.Sabato, 27 novembre, con una lunga « laboriosa seduta dei pastori E.
Geymet e G. Bouoihard, insieme col
tJoncistoro al eonipleto, si è proceduto ad un preciso e controllato trapasso delle cottisegine. La sera alle
ore 21,30 il rkitooco della campan.a
chiamava gli abitanti del villaggio
per l’ultimo culto di famiglia col pastore ebe partiva; lettura di un salmo, alcune preghiere spontanee, il
canto cristiano delTaddio. Poi fuori
nella strada, attorno all’automobile
ohe si muove lentamente, ancora un
canto... ed uno ancora., e poi la notte nera stende il suo velo sul segreto
dei cuori.
Una simpatica riunione di tutte le
autorità del Oomune attorno alla
mensa di mezzogiorno dava al nuovo pastore il senso di un’altra preziosa solidarietà, alla quale egli è
stato molto sensibile.
Infine una serata comi recite e canti ha radunato tutta la Oomunità
ijntorno al suo nuovo conduttore nella calda e cordiale intimità della
Casa Valdese di Eorà.
S. GERMANO CHISONE
La domenica mattina un sole radioso inonda di luce la valle ed i
monti e sembra porgere un salato
augurale al nuovo, pastore; uno s::i:ime numeroso di bambini alla Scuola
Domenioaile, un oopupatto uditorio
nella chiesa ornata degli uU.Tni fiori della stagione, si sono adiinati intorno al pastore BoucharJ per dirgli il loro affettuo:so benvenuto
Delegato dal Sìov.rin tendente il
pastore A. CSomiba procede all’insediamento del giov^e collega, presentando l’insediamento stesso oome
un atto di solidarietà della Chiesa
tutta con la parrooobia di Rorà, del
C’orpo ;pastorale col pastore ed infine del pastore stesso insieme con la
ocnounità locale. A sua volta il past.
Bouohard proclama il messaggio del
■»■NEnOLO
Lunedi 13 corrrente, alle ore
20,30, nel Cinematografo Italia
a Pinerolo, avrà luogo la proiezione cinematografica del film
delle Celebrazioni Centenarie
a Torre Pellice, a Pomaretto
e ad Agape, seguita da altri
documentari.
1 valdesi di Pinerolo^ S. Secondo e parrocchie vicine
sono invitati ad intervenire alia
serata, a scopo di beneficenza.
A SAN SECONDO i biglietti
sono in vendita presso la SIg.
Allliia Gardiel ed il Sig. Ar>
turo Paachnlle.
A PINEROLO presso il l•l«plo Valdase.
Non dimenticate Ìd dicembre
Figlie e sorella di
aiovanni Anlenle Durand
profondamente commosse per le affettuose dimostrazioni di cordoglio date
al loro Caro, sentitamente ringraziano
il Pastore l)mdato,-M dottor Solerà,
la Sezione locale del P. S. L. I. e tutte
le, gentili personte che comunque presero jKirte al loro immenso dolore.
Li’.scrna S. Giovanni 30 - 11 - 194S.
La famiglia Pontet-Mondon ringrazia il Pastore \Deodato ed, U Pastore
Genre e tutte le persone che presero
parte ai funerali di
Marianna Mondan v«d. Mondon
B'ricihcrasio Taliarea 2 - 12 - 1948
Dir. Resp. ERMANNO ROSI AN
Arti Grafiche "L’ALPINA.. Torre Pellice
Doni ricevuti dal Cassiere della Tavola Valdese
Per Istituto Gould-Pestalozzi;
Cbiesa 'di Felonica 600 — idi. di Mantova 1.000 — id. di ISSam Ramo 700 — id.
di Livorno 500 — i'd. di Pisa 1.000 —
id_ dii Roma), via IV nov., 10.000 — id.
di Palermo 1.000 —> id di Oomo 2.000 -¡d di Vittoria 600 — id di Trieste
4.000 — La Famiglia in memoria
di Berta 'Leone, nel FI anniver. della
morte 500 — Ina K'oeHa Pons, in mem.
fratelli Ettore, Marco, Dino 500 — Sorelle BdanChi, in urem. '500 — Ohi'esa di
Oosenza, 1.000.
Per Rifugio Carlo Alberto:
Micheliu' Edoardo 4000 — Maria Martinat in mem. Mamma 1000 — Chiesa
di Felonica 600 — id di Rodoretto 3000
— id dii Roma, via IV Nov. 10000 —
id 'di Como 2CKX) — id di Trieste 2000
— id di Frali 1000 — id .di Genova
9800 — lìingrazi'amdo Iddio 1300 —
Oanopa Guglielmo 200.
Per Asilo di Som Germano :
Pastore Urner 15000 Chiesa di Felon'ica eoo — id di Rodoretto 3000 — id
di Roma, via IV*N'ov. 10000 — id di
Oomo 2000 — id .di Trieste 2000 — id
di Frali 1000 — id di Genova 9200 —
Dondero Bartolomeo e Ostilia 100 —
Gardiol Leid'heuser Emma 300 — ,Miohelozzi (Fam.) 500.
Per Asilo Italia;
Chiesa di Forano 5ÌX> — Unione
Femminile Forano 450 — Ohiesa di
Felonica 600 — ild di Mantova 1000
— id di Livorno 500 — id di Pisa
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riunita in Convegno fhterquartierale, e presiederà i culti del mattino e
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I 7,13 I 8,.|6 I I I I 13,52 I 17,51 | I 18,46 | 19,16 | 22,14
I 7,36 I 9.08 I I I 13,07 | 14,20 | 18,17 | | 19,01 1 19,43 | 22,25
6 38 I 8,05 I 9,28 | 9,35 | 12,48 | 13,24 | 14,42 | 18,45 | 18,52 | 19,18 | 20,02 | 22,55
6Ì53 I 8,25 I I 9.50 | 13,02 | 14,02 | 15,03 | 1 19,07 1 19,35 1 20,24 | 23,13
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4,35 1
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6,11 I
6,10 1
6.301
I 6,27 I 6,51
6,13 1 6.52 1 7,16
7,05 I
7,20 1
7,361
7,551
6,101 6,451 7,351 8,101 8,30
9,05 I 12,20 I----I 13.13 1 16,30 1 19,42 |
9,19 I 12,34 I 12,40 I 13,26 | 16,46 | 19,58 |
I I 13,04 I 13,40 I 17,07 | 20,22 |
I 1 13,32 I I 17,33 I 20,45 |
I 114,20 114,301 18,20 1 21,35 1
BRICHERASIO-BAROE e viceversa
Bricher. 5,16 | 9,30 113,35114,55118,50 | 20,15 Bar*e 4,25 1 6,08112,22 I 14,08 | 16,20 119,32
K 5,381 9;» I 13:54115:14119:101 20,31 Brlcher. 4,47 | 6,30 | 12,40 1 14,38 | 16,40 | 19,52
TRANVIA PINEROLO-VILLAR-PEROSA ARGENTINA e viceversa
Pinerelo
Perosa
4,25 1 5,451 0,551 8,10 1 10,15 | 11,» 112,40 | 14,40 | 17,20 ) 19,15 |
5,45 I 6,37 I 7,50 I 9,05 | 11,» | 12,20 1 14 | 15,40 1 18,25 | 20,10 |
Peroaa
Pfawngo
4 45 I 5,55 I 8.S7 I 8,05 | 9,30 | 11,40 | 13 | 16,05 | 17,40 | 18,50 I
« I 6.45 1 7,50 f 9 1 10,40 1 12,30 | M.1S | 17 1 18,35 | 19,*S 1
Autoservizio e tramvia
PINEROLO-ORBASSANO-TOHINO e viccv.
(1) (2) (O (2) (1) (1) (2)
Pinerolo 6,15 | 8,20 | 11,25 | 12,50 | 18,35 | 18,10 I 18,45
Orbasi. 7 | 9 I 12,05 | 13,30 | 14,15 | 18,50 | 19.30
Torino 7,40 | 9,38 | 12,43 | 14,08 | 14,51 | 19,37 | 20,08
Torino 6,20 | 8,25 | 11,30 | 14,25 | 14,45 | 18,15 | 18,55
Orbai. 7,03 | 9,04 | 12,08 | 15,01 | 15,33 | 18,59 | 19,35
Pinerolo 7,43 I 9,14 I 12,48 1 15,41 | 16.13 1 19,39 | 20,15
(I) FtrlaU - (2) FttUvo
Linea Automobilistica
TORHE-BOBBIO POLLICE c viceversa
Torre Pellice
Bobbio Penice
0)
Bobbla Pellice
Torre Pellice
(1) Solo il Venerdì
8,35 I 11,30 I 15,15 I 19,45
9,05 I 12 I 15,45 I 20,lg
(1)
6,05 I 7 I 12,20 I 18,
6,35 I 7,30 I 12,50 I 19
Autoservizio Sapav-Satfi
PEROSA AROENTINA-PINEROLO-AIRASCA-TORINO
Orario giorni feriali Sapav-Sattl
e viceversa
Pinerolo
Airasca
Torino
Sapav SatU Sapav Sotti
7,40 I 11,40 I 13,45 | 18,35
I 11,54 I 13,59 I 18,49
7.54 I
8,25 I 12,25 IU4.30 | 19,20
Torino
Airasca
Pinerolo
Sotti Sapav Sotti Sapav
7,20111,50117 118,40
7.51 I 12,21 I 17,31 I 19,11
8.05 112,35 1 17,45 | 19,25
Pinerolo
Airasca
Torino
Orario giorni testivi SattI
7,40 1 8,30 I 13,10 I 19,50 Torino
8.44 I 13,24 i 20,04 Airasca
8,2519,15 I 13,55 1 20,35 Pinerolo
12,15 I 18,25
12,46 I 18,56
8,05 I 13 I 19.10
7.20
7,51
Perosa
Fenestrelle
Pragelato
Sestriere
Auto PEROSA ALTE VALLI
(1)
9,25 I 20.20 I Sestriere
10,15 1 21,10 r Pragelato
10,55 I 21,50 ! Fenestrelle
11,45,1 I Pcfosa
(2)
5,50
6,10
6,50
<3)
14,10
14,35
15
15,45
(4)
16,50
17,15
17,40
18,25
(1) Da Ptntstrtlle a Pragelato solo it venerdì e saboto
solo al sabato e domenica — (3) Pettate — (4) Festivo servizio si effettua soltanto al martedì, giovedì e festivi.
— (2) Da Pragelato a Fenestrelle
N. B, Fra Pragelato e Sestriere il
Perosa
Perrero
9,20 I 20,20
9,50 I 20,50
Perrero
Perosa
6.20 I 15,20
6,45 I 16,45
1'
-