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PROPUGNA IL BENE SOCIALE
morale religioso degli italiani
.¿T» ^ ¡éPo-iP’a^ajS'a^a^S’t/S’a^ya
ABBONAMENTI : Interno ed Eritrea, anno L. 3 ; semestre L 1 50
E.t.ro: ,„„o L.5;_ „».«re L. 8. - Per Inser.io.i; S d.U’“„lrsl.
Direttope e flniminlstPatoFe : 6cov«nuto C«lli, Via magenta fi. 18,
Bornn
_Kotna, 16 (giugno 1910 = :^nno m = rt. 25
♦ Editae saepe — Anche la SpaOlllillUUO. gnal _ Il Cristianesimo soJn) ~ Udito, veduto e toccato! — Scienza e
Religione — Discorrendo di fideismo — Fede
brettona — Ulrico Zwingli — 11 popolo, Gesù
Uristo, noi — Coscienza e compenso — Albero buono
fnuti buoni — Avviso ufficiale — Il nostro concorso
— Da le antiche province —Conferenza del distrettto
Piemonte-Liguria N.izza — Un < Bazzar... . a vapore!
— Conferenza distrettuale Lombardo-Veneto-Emilia
chiesa erigenda — La Scuola Apostolica
d Albino — Fanatismo da medioevo — Cronachetta
Romana — Un giudice istruttore e i suoi delinquenti
minorenni — Divorzio, famiglia, spiritualismo — I
seminari alla Camera — L’on. Meda apostolo di libertà — Conferenza Distrettuale dell’Italia meridionale — L’Evangelo nel borgo di A...'— Oltre le alpi
e I man — Congresso cristiano sociale di Besançon
— Le tesi cristiano-sociali del de Morsier —Un nuovo
profugo — Due altri profughi — Il Congresso delle
Unioni cristiane—Il libro dei libri in nuove lingue
— La guerra ! — Ancora del Congresso universale di
Washington — L^umil’azione di Canossa...a rovescio*
— Sotto rincubo!
Editae 5aepe
G. Grilli, nel numero scorso, con ricchezza d’argomentazione, ha abbattuta la nuova enciclica papale. Non stiamo a ripubblicare le parole dell’enciclica, che più ferirono gli Evangelici d'Oltralpe e
specialmente di Germania: le conoscete, perchè le
avete lette nei fogli quotidiani, perchè il nostro
collaboratore ve le ha riferite. Una nota ufficiale
del Vaticano, pubblicata noìVOsservatore Romano,
parla di « agitazione nata in Germania da erronee
interpretazioni e da versioni poco fedeli della recente Enciclica pontificia. » Il Corriere della S. ra
accennava anch’esso a voci consimili. Nulla di più
falso. I giornali esteri hanno pubblicato fedelissimamente tradotte le ingiurie vaticane.
Tralasciando dell’abboccamento con un cardinale,
pubblicato dal Giornale d'Italia, abboccamento, in
coi il porporato ha ben dovuto rendere un certo
omaggio ai Cristiani evangelici, ci restringiamo a
un rapido cenno di cronaca (necessariamente incompletissimo) sn gli avvenimenti relativi all’Enciclica
e sa alcuni dei commenti che quest’infelice produzione papale ha provocato.
Il Santo Padre, nella nota pubblicata da XOsservatore Romano, ha cercato ginstìficarsi : non aveva intenzione di offendere gli acattolici. Uno vi dà
uno schiaffo. Voi ve ne risentite. L'altro risponde :
Non avevo intenzione di darle uno schiaffo. — Nel
caso dell’enciclrca, lo schiaffo è evidente ; chè, a proposito di Carlo Borromeo e dei Modernisti, non c’era
nessun bisogno di alludere ai Riformatori, agli «eretici . del tempo di Carlo Borromeo, se pure — in
ossequio alla verità storica — non si fosse provato
il bisogno di far notare che il Borromeo era stato
fautore dell’Inquisizione « deputata contro l’eretica
pravità. »Cqme dunque la versione fatta oltralpe è
esattissima, cosi è giastissima e niente affatto . erronea » Xinterpretazione.
Osservate questo tuttavia ; il Vaticano ha dovuto
ginstìficarsi. I passi falsi che il Vaticano da un poco in qua ha commessi non si contano più ; questo
pontificato pare fatalmente destinato a trascinar la
Chiesa romana verso la rovina. La storia di questi
anni di Pio X si potrebbe benissimo intitolare:
« Di fiasco in fiasco. « Si direbbe che all’ombra della cupola di S. Pietro, nessuno più abbia gli occhi
aperti, per veder chiaro, e che si corra all’impazzata verso nn abisso. Sarebbe tempo del resto ; poiché il papismo ha dominato e pretende tuttora d’aver diritto di dominare ie coscienze, di farsi coscienza della coscienza, mentre la coscienza è sovrana, e
Dio solo ne dev’essere il signore.
All’estero, nei paesi cristiani evangelici, e tra gli
Evangelici- di •Francia e di Ungheria, e fin nella
cattolica Austria, è stato in questi giorni un coro,
un concerto unanime di proteste ; e, non dubitate,
la versione dell’enciclica che si aveva sott’occhio
era identica a quella riportata dai nostri giornali
italiani. Alla camera prussiana, nella reggia, in comizi. su pei giornali di Germania, di Svizzera, di
di Francia, di mezzo mondo, quante proteste, quante
voci conclamajiti verso Roma e contro Roma ! In
Vaticano devono esserne frastornati, Guglielmo II
non ha taciuto la sua disapprovazione. Il Cancelliere
dell impero è giudicato nn po’ debole, quantunque
spontaneamente prometta di chiedere sodisfazione.
Alla camera prussiana conservatori e liberali si nniscono, a nome di trentasette milioni di cristiani, in
un medesimo grido di dignità offesa. Il deputato Hackenberg, dopo ricordate le parole proferite da l’imperatore Guglielmo nell’atto di consegnar la croce
all’abate di Beuron : . Possano tntt'i cristiani affratellarsi nel segno della croce», esclama: « L’enciclica è dpque la risposta che meritavano tali parole ?» — In nn abboccamento, il deputato radicale Hartmann chiama l’enciclica ♦ un grande errore •
del Vaticano ». Giornali d’ogni colore politico hanno
parole piene di energia. La liberale conservatrice
Post nota che « il codice penale tedesco prevede
per le offese ad una religione riconosciuta fino a tre
anni di carcere I» Il conservatore Reichsbote : «Il
significato dell’ enciclica papale è sufficientemente
chiaro e tutti gli artifici di interpretazione gesnitica
e romana non potranno cancellare l’insulto ». Quattro mila persone si accalcano in un comizio, presenti
10 Harnack, lo Scholz, il Nanmann e altri uomini
egregi, e gridano: « Si richiami l’ambasciatore ».
11 presidente dell’Alleanza evangelica, che ha promosso la riunione, cosi si esprime : « Nell’enciclica
papale, i nostri padri, i nostri grandi sono vituperati: dobbiamo difenderli » — Come riferire ogni parola, ogni voce ? Mentre scriviamo la grave questione
ndn è ancora risoluta. Il Vaticano crede di essersi
scusato con le quattro parole inserite nel suo organo
ufficiale ; ma in Germania si attendono altre scuse
e altra conclusione. Riferiremo la prossima settimana.
Per ora, solo qualche gindizio di giornali e periodici non tedeschi. La Oasette de Lausanne e il
Journal de Genève protestano contro il libello oltraggioso. La Semaine relig'ense Ginevra scrive:
« Il linguaggio offensivo e ingiusto . del documento
vaticano, • in cui l’ignoranza e la grettezza fanatica
si scorgono ad ogni riga, ha .indignato tutta 1’ Europa... Sol questo pretendiamo da Roma : che non
s’infanghi nella menzogna e non dissotterri in pieno
ventesimo secolo vecchie calunnie cento volte confutate con argomenti di fatto ».— li Semeiir Vaudois
di Losanna : L’ enciclica « ripete le più triviali e
ingiuste accuse contro i nostri Riformatori. Non c’è
nulla di nuovo in queste accuse ». — Il Te'moignage di Parigi : « Sarebbe difficile di raccogliere,
in cosi poche righe, nn maggior nnmero di errori
storici e di calunnie ». Per scrivere quel che il Papa
ha scritto dei Riformatori « bisogna proprio essere
accecati da l’ignoranza o da l’odio... Poiché egli pretende d’essere sn la terra il vicario di Gesù Cristo,
dovrebbe usare armi più nobili, lasciar da banda l’ingiuria e la calunnia e ricordarsi che la mitezza e
l’amore sono virtù cristiane ».
Perfino il re di Sassonia — che è cattolico — si
commove e, parlando coi ministri di stato e coi delegati evangelici, si rammarica che i suoi sforzi di
pacificazione confessionale « siano ora intralciati da
cosi gravi attacchi contro la grande maggioranza
dei suoi sudditi appartenenti alla Chiesa evangelica »
e promette di scrivere di sno pugno nna lettera al
Papa.
Queste impressioni sono anche le nostre. L’autore
dell enciclica fa l’effetto d’un povero parroco di j
campagna incolto e fanatico ; e le sne magre scase
dànno a divedere che non ha coscienza dell’alto
posto che occupa. Che un povero prete ignorante
si creda lecito di inveire contro gli Evangelici, falsando la storia che non conosce ; che un gesuita
qualunque la ialsitìchi sapendo e volendo, si capisce benissimo, e la cosa non ha grande importanza ;
quanti calunniatori e quanti ignoranti in questo
mondo! Ma al Capo di una Chiesa, vasta com’è tut
torà la cattolica romana, non è lecito nè di esser a
tal segno ignorante nè a tal segno trivialmente calunniatore. Che direbbero i Cattolici romani se la
parte rappresentata da Pio X in questa circostanza
fosse stata rappresentata invece da un Guglielmo II,
per esempio, e se i vituperati — a torto — fossero stati l'oro, i Cattolici? — Ma quest’accecamento del
Vaticano è provvidenziale. La Chiesa di Roma è
degenere da la purità dell’Evangelo, noi non ne
abbiamo mai dubitato; ma v’è chi ne dubita ancora.
Per aprir gli occhi ai ciechi, gioveranno le manifeste
falsificazioni della storia, le qnali, più che d'igno-
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LA LUCE
ranza, sono prova di spirito menzognero ; ed eromperà un grido, come l’altro giorno in un comizio a
Monaco ; ed il grido si propagherà di bocca in bocca, tra gli onesti : Los von Rom ! (Separiamoci da |
Roma) Los von Rom ! Lasciamo Roma, l’uomo imperante su l’uomo ! Siam figli di Dio : a Lui dunque,
a Lui solo, soavemente condotti per mano, non dal
preteso Vicario, ma da Gesù Cristo, il Verace, il
Santo, la « Via, » la « Verità, » la « Vita ! »
yìnche la Spagna!
Praucia, Germania .... ed ecco anche la Spagna
fino a ieri ultracattolica. La nobile agitazione di quei
nostri fratelli cristiani evangelici, che -- sostenuti da
la stampa liberale — indissero tre congressi (a Madrid, a Salamanca, a Valencia) congressi di cui la
stampa politica italiana non ha detto verbo . . ., la
nobile agitazione ha fruttato ; ed ecco, non già una
modificazione dello statuto spagnolo (il cui undeoimo
articolo dice la religione cattolica essere la religione
dello Stato e gli altri culti tollerati, vietandone le
' pubbliche manifestazioni ») bensì solo un’ordinanza
reale, ma un’ordinanza reale che, definendo quel che
si ha da intendere per < pubbliche manifestazioni »
o piuttosto quel che non si ha da intendere (non le
« iscrizioni », non le c bandiere >•, non gli « emblemi », non gli « annunzi e altri segni esterni • cioè
pubblici, < che indichino cerimonie, riti, usi e costumi dei culti differenti da'quello della religione
dello Stato ») viene a concedere ai nostri fratelli di
Spagna tutto quanto in realtà desideravano ; poiché i
Cristiani secondo l’Evangelo non fanno processioni...
non costumano altre < manifestazioni pubbliche > se
non quelle minutamente enumerate da 1’ < ordinanza
reale >. Sì che ai CristiaQ.i evangelici spagnoli nulla
più resta da desiderare, se non la soppressione di
quell’undecimo articolo della costituzione; e non già
ver sé, ma per la Spagna, per l’onore della loro nazione ; a quella guisa che noi Evangelici italiani desideriamo l’abolizione del primo articolo dello statuto, non per noi, ma per l’onore ,d’Italia, chè restrizioni simili non sono degne d’una grande nazione
nata tra i palpiti della libertà.
Così, anche la cattolicissima Spagna si è sottratta
al giogo papale, ch’è tra i peggiori, perchè giogo che
opprime coscienze, volute libere da Dio. Sia gloria a
Lui! sia benedizione ai suoi strumenti, primo tra i
quali il ministro Canalejas.
Se il concordato riescirà equo, come speriamo,
'quante lacrime rimarranno a Roma papale per piangere gli errori avvenire ? chè con un Pio e con un
Merry del Val, l’enciclica che ha messo a soqquadro il mondo evangelico non sarà l’ultimo errore di
tanto inetto pontificato.
Il Crisfianesimo sociale
Il Gonnelle, anima insaziabile d’ideali cristiani, definisce così il Cristianesimo sociale di cui si è fatto
apostolo : «... la rinnovazione progressiva del mondo
(anime-chiese-società) per mezzo della potenza spirituale di Gesù Cristo e per mezzo dell’idea del Regno
di Dio >. — Come si vede, questo programma non è
nuovo ; e il Gonnelle stesso lo riconosce, quando dice:
« Il Cristianesimo sociale, se ben ai considera, non
dice nulla di nuovo ... Mira a oompenetrar ogni cosa,
come nei primi tempi della sua storia ». — Il Maury nel Christianisme commenta con molto senno e
con molta simpatia queste parole del Gonnelle, facendo
notare; 1) che il vecchio*programma è stato da un
secolo in qua ripreso, svolto e formulato con grande
nettezza (qui sta la novità) ; 2) che gli antesignani del
presente movimento cristiano sociale sono uomini
come Oberlin, Channing, Wichern, Stoecker, Naumann,
Wilberforce, Shaftesbury, Kingsley, Fallot ; 3) che
due « idee-forze » dominano detto movimento ; l’ideai
della potenza spirituale di Gesù Cristo e l’idea de
regno di Dio.
Il Maury prosegue con belle parole : « Sotto l’im pulso
di queste idee, nella sintesi di tutte le forze umane positive, sintesi che deve avvenire alla luce dell’Evangelo e
mercè della potenza personale del Cristo, la lotta contro la misèria e il male può essere ìntrappresa con
coraggio e con fiducia ; l’anima individuale salvata
non è liberata dal peccato solamente per lei stessa
ella diviene, secondo l’espressione del Fallot, « un cen
tro di forze operanti in tutte le direzioni » ; e, come
dice il Gonnelle, « riesce — mediante l’azione e la passione di Gesù — ad amare il Padre celeste con tutta
la sua forza e le anime sorelle come sè medesima, e,
se occorra, più di sè medesima ed a lavorare all’edi.
ficazione della città in cui splenderanno la giustizia
e la fratellanza ». La salvezza individuale va indissolubilmente congiunta alla salvezza sociale ... E’ possi
bile il conseguimento di questo scopo nel presente
assetto economico ?... Qui sta il problema. Il Gou.
nelle vede le difficoltà della soluzione. Secondo lui —
dice-l’articolista del Christianisme — il problema non
ha avuto ancora la sua soluzione. Al Gonnelle non
sorridono del tutto nè l’individualismo economico nè il
cooperazionismo liberale nè il collettivismo nè il sindacalismo rivoluzionario. La quistione è seria assai,
come ognun vede, e non sarà tanto facile di venire
ad una chiara conclusione. Speriamo tuttavia che l’importante Congresso di Besançon, da noi ripetuta"
mente annunziato, arrechi nuova luce. Intanto noi
col Maury raccogliamo qui i principi! già esposti dal
Gonnelle : — « I cristiani — ha detto il Gonnelle —
devono unirsi per proclamare: li il diritto di tutti
alla salvezza integrale (esistenza materiale, intellettuale, morale e spirituale no-rmali) cioè il diritto al
pane, aH’aria, all’acqua, all’igiene, all’istruzione, alla
educazione, alla scienza, alla bellezza, alla libertà di
coscienza, alla consolazione, alla conversione, alla vita
eterna ; 2) il dovere per tutti di lavorare, con la forza
che vien da Dio e secondo i propri talenti, all’avvento
di detta salvezza ».
A tal fine, nota con molto accorgimento il Maury
non occorre nè una teoria economica speciale, nè una
filosofìa speciale, nè un sistema teologico speciale.
Perchè ci si compiace d’una crìtica spietata e talora aere di tutto ciò che si è pensato, voluto e fattoi
fino ad oggi? Perchè si pretende che i cristiani sottoscrivano ad ogni idea di cristianesimo sociale?' perchè scoraggire coloro che sarebbero disposti ad accettare e ad effettuare aìmeno una parte del programma ? Come si diviene cristiani sociaii ? domanda
il Gounelle, e risponde: « Visitando coloro che soffrono nei sobborghi di Parigi, Londra, eco. » Ottimamente. Si divien tali dunque occupandosi di opere
sociali, più che non di teorie sociali ». E il Maury ter
mina con un consiglio: Al congresso di Besançon
« non date il primo posto alle formule, ma alle opere ... Per mezzo delle opere sociali si vada alle teorie sociali. Per mezzo dell’azione, alla cono'seenza. Se
alcuno vuol fare ... conoscerà » dice il Signor Gesù »
Udito, vGdjuto^ toccato !
Questa è la testimonianza scientifica che sta alla
base di tutto lo scibile umano; esperimenti, prove,dimostrazioni. Tutto ciò che non è dimostrato, non è
scientifico.
Ma non è possibile che ogni uomo possa rendersi
conto da sè di tutto ciò che si comprende nèi tanti e
diversi rami della scienza : bisogna ch’egli ,se ne rimetta a quel che dicono i dotti esperimentatori, a quel
che insegnano i professori nelle scuole ; e qui, necessariamente, interviene la fede. Prima udire, vedere,
toccare — poi credere ; e la fede diventa per noi un
adire, vedere e toccare.
La Parola di Dio, l’Evangelo di Cristo poggiano su
queste medesime basi. Il primo positivista fu S. Tommaso : « Se io non veggo nelle sue mani il segnai dei
chiodi, e se non metto il dito nel segnai dei chiodi, e
la mano nel suo costato, io non lo crederò » (Giov. 20-25).
L'apostolo Giovanni si appoggia anch’egli sopra una
dimostrazione sensibile dove scrive : « Quello che era
« dal principio, quello che abbiamo udito, quello che
« abbiam veduto con gli occhi nostri, quello che abbiam
« contemplato e che le nostre mani han toccato della
« Parola della vita... quello che abbiam veduto e udito,
^ « noi ve l’annunziamo » (1 Giov. 1-1). Alla testimonianza risponde la fede.
Gesù stesso ricorre alla prova scientifica; Egli si
sottomette ai .suoi investigatori. Ai discepoli smarriti
ed impauriti della sua subitanea apparizione in mezzo
a loro, mentre dubitavano della realtà della sua risurrezione, Egli dice; « Vedete le mie mani ed i miei piedi,
€ perciocché Io son esso ; palpatemi e vedete ; concios« siachè uno spirito non abbia nè carne nè ossa come
« mi vedete avere » ; e ciò non bastando « mangiò in
lor presenza » (Lue. 24, 36 43). Nessun error docetico
potè far velo agli occhi lor® ; Gesù non fu una parvenza, una fantasma, ma una Persona reale, veduta
udita e toccata.
Gesù.dunque non teme d’esser studiato ed esaminato
scientificamente ; i suoi fatti sono esperienze, le sue parole sono dimostrazioni, e quelli e queste ebbero testimoni oculari ed auricolari, che resero la loro testimonianza coscienziosa e fedele.
Al comando ; Talitha càmi / < la fanciulla si alzò ».
Al grido ; « Lazzaro, vieni fuori 1 » Lazzaro usci dall’avèllo. All’invito ; « Giovanetto, io tei dico, lèvati! »
il morto si levò a sedere e cominciò a parlare. Che
più ? Non disse di Sè stesso e non è egli avvenuto che
« conveniva che soffrisse molte cose, è fosse riprovato
< dagli anziani e dai principali sacerdoti e dagli Scri,1ìi„
« e fosse ucciso e in capo di tre giorni risuscitasse ? ».
L’ultima sua parola, oltre a valor religioso, ha valor
scientifico : « Vo-i mi sarete testimoni ! *. Voi mi avete
veduto, voi mi avete udito, voi mi avete toccato — voi
quindi avete creduto in me ; proclamate ora per tutto
il mondo la mia parola, l’opera che il Padre mi ha dato
a fare e che ho compiuta in presenza vostra e del mio
popolo — e beati aoloro' che, senz’aver veduto, avranno
creduto, ponendo fede nella vostra testimonianza !
Tutti gli apostoli e spesso moltitudini di spettatori
e di ascoltatori videro e udirono i miracoli e gl’insegnamenti di Gesù; le videro guarire zoppi, ciechi, paralitici, lebbrosi, lunatici ed ogni maniera d’infermi; — lo
udirono predicar sul monte, nel piano, nelle sinagoghe,
nel tempio; —udirono le sue invettive contro l’ipocrisia
degli Scribi e dei Farisei, e le sue parole di perdono
e dì pace alla peccatrice penitente; — udirono le sue parabole maravigliose, le sue risposte agli insidiatori suoi»
al Sinedrio, a Pilato — tutti lo videro camminare, sedere, dormire, mangiare, contemplar la Natura, piangere, romper pane, mescer vino ; v’ha egli un mortale
sulla terra che più di Lni sia stato osservato, esaminato, tentato dagli uomini e dal diavolo?... La sua impostura non sarebbe durata tre giorni ! Invece,, è risuscitato il terzo giorno — e non muore più 1
Che v’ha egli di più scientifico che queste testimonianze? Non vi èr tatto; scientificamente dimostrato, nè
persona storicamente esistita che si possa comprovare
quanto il fatto e la Persona di Cristo. Nè diversamente
son pervenuti a nostra conoscenza gli eventi che costituiscono la storia generale; questi eventi, vagliati
dagli storici per accertarne la veridicità (come fece san
Luca innanzi di scrivere il suo Vangelo) debbono essere creduti, e passare, pel tramite della fede, di generazione in generazione.
Quantunque un oceano di tempo sia trascorso' dalla
testimonianza apostolica, nondimeno la sua limpidezza,
genuinità e verità non han sofferto detrimento; i testimoni sono veraci ; la lor testimonianza è scientifica !
Rassicuriamoci ; il Cristianesimo, fondato sulla parola di Cristo e degli Apostoli, non è presso a fallire.
Udite S. Giovanni ; » Chi è il mendace se non colui
che nega che Gesù è il Cristo ? * {1, 4-14). « Noi siamo
stati spettatori e testimoniamo che il Padre ha mandato il Figliuolo per essere il Salvatore del mondo ».
— U^ite S. Pietro; « Non vi abbiamo dato a cono« scere la potenza e Tavvenimento del Signor nostro
« Gesù Cristo andando dietro a favole artificiosamente
« composte, ma essendo stati spettatori della maestà
t d’esso » (2,1-16). — Udite S. Paolo ; « Iddio lo su
« scitò dai morti ; ed egli fu veduto per molti gioru
€ da coloro ch'erano con lai saliti di Galilea in Geru« salemme, i quali sono i suoi testimoni appo il po« polo » (Fatti IB, 30-31).
La nostra conclusione, tanto dal lato storico che religioso, non può esser che questa; « Certa è questa
parola e degna d’esser accettata per ogni maniera, che
Cristò Gesù è venuto al mondo per salvare i peccatori... » (1 Tim. 1-15)’ Y.
SCIENZA E RELIGIONE (1)
CONCILI jàZIOMEl
Riassumeado.
Mi restringerò a rammentare, sotto forma di brevi
proposizioni o tesi, soltanto le principalissime tra le^
cose passate in rassegna e riconosciute nella prece*
dente trattazione.
1) Non c’è dissidio tra Scienza e Religione. — 2), Si
crede che ci sia, perchè ei si illude al punto, da confondere la Scienza con lo scienziato, la Religione con
la persona religiosa. — 3) Nel dissidio innegabile,
che s’è acceso tra credenti e increduli, la colpa è degli uni e degli altri ; e la colpa, negli uni e negli altri, è la stessa : abbandono dell’esperienza. —■ 4) La
conciliazione è possibile e dipende in un ritorno all’esperienza. — 5) È possibile dal lato dei credenti,
nonostante la « Critica ». — 6) È possibile dal lato
degli increduli, nonostante le difficoltà psicologiche
che lo studio della Religione suscita a chi non la esperimenti. — 7) I teologi dovrebbero fondar la loro
teologia (che è parte scienza e parte metafisica) su la
esperienza. — 8) Gli scienziati sono uomini anch’essi;
‘e però (se non si frappongano ostacoli . . . morali)
nulla impedisce che gli scienziati increduli divengano
a lor volta credenti.
Concludendo.
Sol questo dirò.
Un grave dovere incombe ai cristiani: il dovere di
(■l]| Continuazione e fino. Vedi numero precedente.
3
V ivere sempre meno sbiaditamente, in cospetto degli
uomini, la loro religione. Se Tincredulo assennato,
che non s'appaga di chiacchiere, diseernerà nella vita
dei cristiani un qualche cosa che nella sua gli manca,
oh, chi sa che l’incredulo assennato — il quale senta
con una certa vivezza il pungolo della coscienza morale, che tutti gli esseri umani, più o meno, sentono
— chi sa che non abbia a provar il bisogno di tentare in sè stesso la riproduzione dell’esperienza religiosa propria dei cristiani ? e ehi sa che - pian pianino, attraverso a lotte e a dubbi - non pervenga
egli a rifare, nell’intimo della sua vita spirituale, la
detta esperienza, ohe da prima l’avrà attirato unicamente come ogni qualsiasi fatto attira ? In questa
speranza sta tutta la vera ragion d’essere dell’apologia o difesa del Cristianesimo; la quale apologia,
senza tale speranza, apparirebbe davvero come fatica
buttata al vento.
Tuttavia, quando anche non fosse per succedere la
conversione dell’incredulo, resterebbe pur sempre che
— sollecitato da la cristiana testimonianza — egli si
sarebbe finalmente risoluto a considerare il fatto religioso, come un qualche cosa teoricamente degno
della Scienza, degno praticamente di lui, operaio
ella Scienza. Da quel giorno —- ch’io auguro vicino —,
a quel giorno — che, se non m’inganno, già albeggia all’orizzonte spirituale, da quel giorno - che
avrebbe dovuto spuntare con lo stesso nascere della
Scienza —, da quel giorno, non si parlerà più di dissidio; non che tra Scienza e Religione (chè questo
dissidio non fu mai), ma neppure tra credenti e
Scienza da un lato, nè tra scienziati e Religione, da
1 altro^ E così, rimossa ogni antipatia, il sacro operaio
della Scienza, datosi a ricercare il fatto religioso cristiano, e il credente, datosi tutto a riprodurre, il meno infedelmente possibile nella sua vita> questo fatto
religioso cristiano, finiranno con raccordarsi del tutto:
e il presente dissidio, allora, farà a ognuno l’effetto
strano d’un sogno inverosimile e quasi ridicolo però
fortunatamente svanito per sempre. Quali vantaggi
morali (se non religiosi) potrebbero derivare da questo stato nuovo degli animi, lascio pensare ai Lettori.
Non SI diano i credenti alcun pensiero per ciò che
concerne gli assalti della Critica. La Critica sembra
destinata a produrre strage, ma tra coloro soltanto
che non abbiano esperimentata la religione di Gesù
cristo. Come l’Apologià (o Apologetica) senza riescire
a convertir neppure un’anima (quale parola umana
del resto riesce mai a convertire un’anima ?) come
1 Apologetica prepara le anime a ricevere lo Spirito
innovatore ; e còsi, per contrario, la Critica distrugge
orse anche quel po’ di aspirazioni alte per cui le anime,
quasi naturalmente, tendono verso la religione di Gesù
Cristo. Sì che io non vorrei per nulla al mondo addossarmi mal il peso di responsabilità che i Critici
SI sono addossato senza scomporsi e come se nulla di
male dovesse venirne da le loro minuziose, pedantesche ricerche; che rimarranno sempre cosa incertissima ma che non mancheranno, per quesio, di portar frutti immediati, raffreddando più ancora chi
era già freddo, facendo di lui - che già così poco era
cuore ed entusiasmo — un essere tutto testa, tutto
cervello, come sono tanti, tra i maestri appunto, voglio
dire tra i Critici stessi. Ma al cristiano, un po’ degno
del suo bel nome, al cristiano che esperimenti più o
meno intensamente la sua religione, la Critica non
può riescir nociva : gli riesce anzi benefica, in quanto
che — minacciandolo di sottrargli il solo fondamento
su CUI egli sente di poggiare sicuramente il piede —
la Critica, ITpercritica, per ciò stesso, lo induce a
stringersi vie più fortemente à Gesù Cristo, e a ricercare vie più ansiosamente Lui, nelle care pagine
tanto ingenue dei Vangeli e nello sforzo sempre laborioso ma sempre soave della preghiera. E questo
cercare, questo sforzarsi, questo avvincersi son quanto
di più religioso e di più morale il cristiano possa
desiderare. Allora, egli si sentirà forte, invincibile ;
allora potrà, con fronte serena e con lieta certezza,’
intonare l'inno, che l’Apostolo componeva a sfida dell’universo nel momento glorioso deiìa propria esperienza trionfante : . Nè Morte nè Vita____. ed i cristiani
dell’oggi dovrebbero aggiungere : ------- nè Scienza
nè Critica non potranno separarci da l’amor di Dio,
da quell’amor di Dio ch’è in Cristo Gesù nostro Signore! » Dicano a Dio i cristiani, gli dicano col personaggio dell’Antico Testamento : . Io non ti ìascerò
andare, che tu non mi abbi benedetto ! . e dicano al
loro Maestro e Salvatore coi due loro condiscepoli di
cui narra il Vangelo di Luca: . Si fa sera e già è
declinato il giorno : oh, rimani con noi, Signor
Gesù !..
La Cananea e la Croce di Gesù.
Abbiam visto quali fossero le credenze della donna
cananea. Ci sarebbe davvero da augurarsi che tutti
gli esseri umani possedessero non solo tal fede, ma
tah credenze,
^ Si obietterà : La Cananea ha creduto nell’amore di
esu, senza sapere Ch’Egli sarebbe morto in croce
senza conoscere per conseguenza quella che vien generalmente considerata come prova massima delTamore di Gesù : si può dunque esser salvati senza creere nella Croce di Gesù. Rispondiamo; Saprebbero
dirci I Eldest! di quante persone da la fede come
quella della Cananea parli il Nuovo Testamento? — Si
contano su poche dita di una sola mano. La Cananea
tu una rarissima eccezione; tanto vero ohe Gesù fa
le meraviglie innanzi a una così grande fede. Egli
chiamerà invece gli apostoli, i suoi stessi apostoli •
«piccoli in fede .. Se dunque la prova massima dellamor di Gesù (il sacrifizio della Croce) fosse rimasta
Ignorata per sempre, quale spettacolo avrebbe offerto
la stona cristiana? Durante la vita terrena di Gesù
due o tre persone (la Cananea, il centurione di Capernaum, 1 ufficiale reale) dotate d’una grande fede
meravigliosa, eccezionale; e poi? E poi un Giuseppe’
dArimatea discepolo timido, un Pietro rlnnegatore
degli apostoli . piccoli in fede delle turbe fredde e
impassibili.
I sipori Fideisti pigliano per regola l’eccezione ; e
non SI periterebbero di ridurre la storia gloriosa di
centinai^ e di migliaia di cristiani pieni di fede, cioè
di fiducia, d amore e di speranza, rigenerati da l’amore di Gesù, a uno scarso manipolo di persone da
I intuito eccezionale, due o tre per generazione; dato
e non concesso, che — dopo secoli — la figura di Gesù
ppanta alla Cananea avesse avuto ancora — senza la
Croce — la stessa efficacia che ebbe — presente e vi
vento-su lo spirito di quella donna. Come sostenere
che 1 amore di Gesù si sarebbe reso sensibile attraverso a tutti questi secoli, senza la predicazion della
Croce 1 - Da gli apostoli in qua, il mondo è stato evangelizzato per mezzo della Croce. Avete un bell’essere Fideisti, ma non è in vostro potere di distruggere 1 fatti. Che prove avete voi dunque in mano a
dimostrarci che il mondo si sarebbe convertito ugualmente, pur ignorando il sacrifizio della Croce « 1
E come prescinderne adesso? Io sono stato sai- I
vaio, cioè convertito e rigenerato della conversione *
e della rigenerazione cristiane - dirà taluno - i
lasciando compiutamente da banda la Croce di Gesùl i
— Da banda? Oh, come è mai possibile? Teorica- j
mente si può fare astrazione dal sacrifizio di Gesù ‘
ma in pratica !.. Avete un bel suggestionarvi, dicendo
a VOI stessi : « Tu sei stato salvato senza la Croce, senza
la Croce, non lo dimenticare . ma la Croce vi si erge
dinanzi e voi la conoscete : come potreste mai dimostrare che essa non abbia esercitato nessuna efficacia
sul vostro cuore? Senza la Croce, voi assai probabilmente provochereste, non la meraviglia di Gesù (po
sto che Gesù si meravigli della vostra fede !) bensì i
suoi rimproveri, ed Egli vi chiamerebbe, come chiamò
gli apostoli : « piccoli in fede ».
----------- (Continua)
(1) Cominuaz. vedi num. prec.
cura e sufficente, le Sacre Scritture. Consacrato prete
nel 1506, fu curato di Glarona, ove non tardò a piacere al popolo coll’arditezza della sua predicazione,
mentre rende vasi sospetto ai suoi superiori col tenere
in poco conto santi, reliquie, indulgenze ed altre pratiche superstiziose, che gli parevano come sono, contrarie alla preziosa verità, essere Cristo il solo mediatore tra Dio e gli uomini.
Nel 1516 fu chiamato come predicatore dall’ amministratore del convento d’Einsiedeln. Quella magnifica abbazia era l’oggetto di assidui pellegrinaggi per
ottenere dalla madonna, secondo che leggevasi sul
frontone, piena remissione di tutti ipeccati. Incoraggiato dall’abate stesso, Zwingli, prese ad opporre, nelle
sue prediche, ^lla pretesa sovranità della Vergine Maria, la salvezza gratuita in Cristo, di che numerosi
pellegrini rimasero convinti. L’abate cancellò l’iscrizione, seppellì le reliquie, introdusse fra le monache
la lettura del Nuovo Testamento in lingua volgare.
Il francescano Sansone essendosi dato a vendere indulgenze nella Svizzera, come Tetzel faceva in Germania, Zwingli lo combattè apertamente, ottenendo
che ai rimandasse in Italia il ministro di un così sfacciato merciinoiiio religioso.
Si sparse tanto la sua fama per questi fatti, che gli
vennero numerose offerte di onorevoli situazioni. B.iDutando, tra altre, quelle insidiose che venivano da
Roma, accettò quella di Zurigo, la quale città divenne
COSI il centro del movimento riformato svizzero.
Giov. Dalla
Il prof. 9. Clot (^86’^Romeyn St.. Rochester N.
ti alla Luce,
Y., America) riceve abbonamen
TgcIg brGttona
Sotto il ‘itolo « Fede brettona » VEvangéliste pubblica un bell’articolo. Si dice che la fede in Francia
vada scomparendo. Molti infatti lavorano a distrueeer a
ma in Brettagna specialmente, quanta fede aSa '
Su 156 coscritti di una data città 88 portano il nome
I di . Maria. » A Lannion, 160 soldati chiedono un coZ
gedo di tre giorni per attendere a esercizi religiosi
e SI accostano tutti devotamente alla comunione. 1 La
Brettagna . ostato detto . é un paese di fede, » e non
se ne può dubitare. Le feste popolari si chiamano
graziosamente col nome di . Perdoni » e sono feste
religiose. Ogni villaggio ha i suoi . Perdoni . I gin
vani giurano fedeltà a Dio. . I crede.nti sono molti in
quMti luoghi » diceva un tale che conosce assai bene
la.Brettagna e ci vive. È vero: molta fede, ma a che
serve? Anatole Le Braz descrive il . Perdono » di Rumengol. Uno stuolo di marinai si tengon per mano
e avanzano danzando e cantando: sono ubbriachi e
linno che cantano e una.. canzone alla brava Eh
che importa ? Cantano quel che sanno, l'essenziale è
che cantino. La Madonna di Rumengol non guarda
pel sottile. Ode il clamore delle voci e ciò le hasta
Un libero pensatore diceva ad un curato di Brettag^na : • Le vostre pecorelle mangiano il buon Dio la
mattina, e la sera si ubbriacano vergognosamente.»
« Che può importar ciò al buon Dio? » rispose cinico
il curato. ^ ^
M pagato rabbonamento ?
Ulrico^wingli
Il riformatore della Svizzera tedesca nacque il 1gennaio 1481 nel Toggenburg, regione alpestre del
cantone di S. Gallo. Studiò a Basilea, Berna e Vienna
ed ebbe la fortuna, rarissima allora, di trovare maestri che gli fecero conoscere ed amare, come guida si
II popolo, Gesù Cristo, noi
Stanco di corpo, con l’anima più stanca ancora,
1 operaio sale fino al suo sesto piano. Ha lavoro e
non gli manca un pane, ma che vita pesante! Sua
moglie, scoraggita, riesce tutt’al più ad accozzare il
desinare con la cena. Si dovrà lavorar sempre così
senza mai conseguire lo scopo di mettersi a riparo
da la miseria? Per quanti sforzi si facciano, ecco che
SI riesce appena a mantenersi_ in equilibrio: basterebbe un nonnulla, per precip'itare in basso. E nessuno è li a confortare le povere creature oppresse da
la vita ! Gesù Cristo manca.
Il marito è morto, e quella povera donna ha assistito alla sua dipartenza con lo sguardo inebetito per
l’angoscia. E’ sola ormai in cospetto di quanto di
peggiore ci si può aspettare in questo mondo. I secoli andati inventarono la tortura a dilaniare, i corpi.
Ma ecco altre torture che dilanieranno un’anima. Non
un sorriso di simpatia; d’intorno a lei è il deserto..
Che scoramento ! A che prò vivere? a che prò soffrire? lottare? E Gesù Cristo manca! Oh, se non
fosse assente! La solitudine cesserebbe, lo scoramento
svanirebbe.
Noi, quantunque così poco cristiani, quantunque
! dubbiosi, e, sarei per dire, increduli, noi però posj sediamo il Cristo. Siamo increduli, ho detto: e invero
I non ricorriamo a Lui in ogni difficoltà della vita ;
non gli permettiamo di splendere di continuo sul
nostro sentiero; siamo cristiani miseri, ma pur siamo
cristiani, e Gesù Cristo, se non è ancora un sole per
noi, è Colui almeno che ci annunzia un nuovo giorno,
è per noi la stella mattutina. Lo possediamo : lo possediamo come spiegazione deH’enimma della vita,
come speranza, come pace, come consolazione, come
forza; poiché, non si può negare: è Lui che ci sostiene e ci dà vita. Quale responsabilità è la nostra'
O fiamma divampante delta fede apostolica e della
vera carità cristiana, dacci un po' del tuo ardore e
nbi andremo a recar la parola della vita a coloro
ohe noi dobbiamo salvare ! (Brano del discorso proferito dal Boissonnas nel recente Convenno di Pa
ngi).
Coscienza, e compenso
« Chiunque avrà abbandonato casa o fratelli o sorelle o madre o figli... a cagion del mio nome (dice
Gesù in Matteo 19, 29) riceverà cento cotanti (cioè
« molto piu » ) ed eroderà la vita eterna » - i) Qui
Gesù proclama la sovranità della coscienza rigene'
rata dal suo Spinto; alla quale dobbiamo sacrificar
solo 11 Papa, ma fin le cose e le persone più care
meriti 'noichr facendo, non acquisteremo
enti, poiché non adempiremo che di nostro più
sacro,a„ u dovere. - 3) . Ma Gesù parla di ricom
pensa, e la ricompensa suppone il merito ». - Non è
ro. Gesù non parla di ricompensa, ma di compenso
La cosa è evidente : a chi abbia il merito di 1 spetterebbe una ricompensa di 1. Ma Gesù invece parla
di . molto piu . e di. vita eterna ». Compenso dunque, non ricompensa; e compenso da cui. rifulirè
Dio. Per un sacrifizio di 1, Egli-Ai
d. 00. Oh, dico? Cdà CIOÈ
cominciando fin da qua giù - si protrae senza fine.
4
LA LUCE
9LBERD BmiMO, Fgnni BUONI
Romeo Dotti giovanetto di 15 anni, già da un anno
affetto da turbecolosi, e due volte ricoverato nell’Asilo Evangelico, spirava nella fede Cristiana la mattina
del martedì 24 maggio.
Circa 10 anni or sono suo padre Felice Dotti Diacono della nostra chiesa, venendo a morte, mi aveva
raccomandato caldamente di voler essere il protettore
spirituale dei suoi quattro figli i quali rimanevano,
pur troppo, esposti al pericolo di allontanarsi dalla
Scuola domenicale e dalla Chiesa, essendo la loro madre cattolica liberale sì, ma attorniata da parenti cattolicissimi in buona fede.
Mi legai al cuore come cosa sacra ed inviolabile la
raccomandazione paterna, e, tratto tratto facevo alla
famiglia Dotti le mie visite. Per qualche tempo i
quattro fanciulli continuarono a venire alla scuola
domenicale ; ma ben presto non li vidi più. I timori
del padre divenivano realtà. Un giorno mi recai dalla
madre per aver notizie dei figli ed ella mi raccontò
una lunga e dolorosa storia. In conclusione compresi
che i parenti si accaparravano con mille allettamenti
l’affetto dei fanciulli e li tenevano in tal modo lontani da noi ; il nonno e la zia, avevano preso la direzione della famiglia Dotti ; e la madre rassegnata mi
diceva; « Pazienza, sig. Borgia, e vedrà che i miei figli,
fatti grandicelli, ritorneranno, spero, nella sua chiesa ».
Dinanzi a tale conclusione, mi rassegnai, facendo
voti che le parole della madre avessero a realizzarsi.
Mi feci vedere di rado ; viceversa mandavo regolarmente il giornaletto, qualche opuscolo, gli inviti alle
conferenze od altro ; ma quei ragazzi non li vedevo
mai. Intanto essi crescevano e non andò molto che,
lavorando tutti, poterono concedere alla loro madre
un ben meritato riposo. Da parecchio tempo non andavo più a visitare la famiglia Dotti, quando una
notte mi apparve in sogno il padre morto, che caldamente mi rinnovò la raccomandazione fattami prima
di spirare. Appena svegliatomi il mio primo pensiero
fu di scrivere alla famiglia Dotti, narrando l’apparizione del morto genitore.
Qualche settimana appresso mi recai in casa Dotti
e vi trovai solo la madre che mi ringraziò della lettera.
Prima ch’io me ne, andassi, la buona madre mi domandò se fosse vero che io avevo acquistato una casa
per fabbricare il nuovo tempio in Via Fabbri. Avuta
risposta affermativa, allora soggiunse: » Ne ho piacere;
ella vedrà, sig. Borgia, che i miei figli ritorneranno
nella sua chiesa ».
Il giorno 6 giugno 1909 ebbe luogo l’inaugurazione
del nostro nuovo tempio e fra i numerosi spettatori
furono presenti anche i figli del Dotti, tranne il secondo, Romeo perchè già ammalato. Più tardi anche
la madre si fece vedere qualche volta. Il fratello maggiore è fra i dodici nuovi comunicanti ammessi a Pasqua u. s.
Intanto Romeo giaceva all’Asilo Evangelico in fin
di vita. L’ultima volta che lo visitai gii parlai della
fede di suo padre, della fede vivente in Cristo Gesù.
Il giovanetto alzava gli occhi verso il cielo e diceva :
« Si, sì ! » — Seppi poi che a tutti diceva che voleva
andare con suo padre, che voleva andare con Gesù ;
che questa era la sua religione, la sua fede, la sua
speranza. E dinanzi a tanta fermezza, caddero i nuovi
artifizi di qualche parente che tentò ogni mezzo per
indurlo a ricevere il prete.
Mercoledì, 25 maggio, la officina meccanica dove
Romeo lavorava, in segno di lutto, fu chiusa, e al corteo funebre parteciparono molti operai oltre al padrone e al direttore, che non cessavano di parlar bene
di Romeo, e dei suoi fratelli. I due servizi han dato
luogo a buona testimonianza, e qualcuno mi diceva :
« Se i nostri preti parlassero così, sarebbe ancora
possibile la fede nella religione ».
Ah ! vorrei che tutti i padri e tutte le madri mi
udissero mentre grido dal fondo dell’anima : • Padri
e madri, siate cristiani sinceri, veramente fedeli e
date esempio di virtù ai vostri figliuoli. A questa
unica condizione rivivrete nei vostri figli e dopo la
morte parlerete ancora ! •.
Daniele Borgia.
AVVISO UFFICIALE
Il vioemoderatore C. A. Tron annunzia nell’ Echo
des Vallées chq i posti di pastore nelle chiese del Vlllar, d’Angrogna e di Prarostino saranno vacanti dal
31 ottobre p. v.
Il nostro concorso
Avvertiamo che il termine utile per la presentazione dei lavori al concorso bandito sul noto
tema scade il 30 del corrente mese di giugno. 1
manoscritti vanno diretti al sig. Arturo Muston,
presidente del Comitato d’Evangelizzazione, Via
Nazionale, 107, Roma.
j)a le antiche province
Genova — Il Secolo XIX ha benevolmente dato un
resoconto dell’inaugurazione del nostro nuovo bel tempio di via Assarotti.
Sanremo. — Venerdì scorso, il pastore signor Ugo
Janni tenne l’ultima conferenza pubblica di quest’anno ecclesiastico, alla quale « assistette numeroso
e scelto pubblico ». La conferenza, di indole apologetica, aveva per tema : « La Trinità ». L’Avv. Jacopetti, che della conferenza ha dato un bel cenno
nel Pensiero di Sanremo, termina dicendo che l’oratore « ricevette alla fine molte congratulazioni dagli eptusiasmati uditori >.
— (Remopolitanus) Sabato scorso ebbe luogo la
benedizione del matrimonio del sig. Enrico Sappè di
Pramollo e della signorina Laurina Ciacci di Firenze,
entrambi membri comunicanti della nostra Chiesa di
Sanremo. Agli sposi i nostri augurii.
Conferenza del distretto
Piemonte-Liguria-Nizza
Questa conferenza, riunitasi a Genova nei giorni
7 e 8 del mese corrente, non fu molto numerosa, parecchi essendo gli assenti ; e neppure il lavoro compiuto fu molto: tuttavia riuscì interessante, e in certi
momenti animatissima.
Il pastore Paolo Longo di Nizza l’inaugurò la mattina delTcorr. con un discorso semplice, ed edificantissimo su l’amore fraterno (Ebrei XIII, 1). La parola
del nostro egregio collega è sempre ascoltata volentieri, ed anche questa .volta l’aspettazione non fu delusa. Costituitasi la conferenza, si procedette alla nomina del seggio. Furono eletti ; cav. Paolo Longo,
presidente; Valeriano Perazzi, viee-presidenle; Montella Armando, segretario. Quindi i signori Francecesco Rostan e Paolo Longo presentarono la relazione
della Commissione Esecutiva sulle Chiese e stazioni
del distretto. Seguì la discussione molto importante,
soprattutto quando da parecchi oratori si insistette
sulla necessità di fortificare maggiormente i grandi
centri, come quelli che sono più promettenti di grandi
risultati.
Quest’anno nessun argomento speciale era all’ordine
del giorno, e perciò si passò senz’ altro alle elezioni
dei membri della Commissione Esecutiva, e dei deputati al Sinodo. Riuscirono eletti per la prima : Paolo
"Longo, vicepresidente, e Valeriano Perazzi, segrreiorio:
quali deputati al sinodo p. v. abbiamo i signori Montella di S. Remo, Mathieu di Pietra Marezzi, Decker
Adolfo di Genova, Barbero di Torino, e quali supplenti i signori Alimonda Giuseppe e Bolognini Ferruccio di Genova. Il predicatore della prossima conferenza che sarà convocata a Coazze (prov. di Torino)
è stato scelto nella persona del dott. Meynier. Il pastore Ugo Janni venne incaricato di presentarvi un
lavoro sul Battesimo.
La conferenza quest’anno ha dovuto lamentare la
perdita di uno dei suoi membri, il compianto Giulio
Bonnet, il quale, per le sue doti di mente e di cuore,
era da tutti assai apprezzato.
Prima che^si chiudessero i lavori della conferenza,
il sig. Mathieu con nobili parole, a nome*dei maestri
evangelisti, espresse il rincrescimento, che per le disposizioni dei nostri regolamenti, il nostro caro capo-distretto dovrà lasciare la sua carica : a nome dei pastori vi si associò il sig. Meynier, e il pastore di Genova rispose con commosse parole.
Non dobbiamo dimenticare di accennare alle conferenze che i signori Ugo Janni e Davide Peyrot ci
diedero : il primo con la solita facondia e dottrina sull’argomento : I principi della Riforma e la loro applicazione alla vita contemporanea, specialmente alla
vita italiana : il secondo in forma molto interessante
e con grande calore sull’argomento : Il diaconato
femminile. R quest’ultima conferenza segui un appropriato discorso del comm. Amedeo Bert, che venne
pure ascoltato con viva attenzione.
X. X.
Un “Bazzar...„ a vapore!
Il Consiglio di chiesa del nostro Tempio di Via
Fabbri la sera del 21 marzo u. s., presa visione dello
stato finanziario e trovatosi in presenza di un forte
deficit — conseguenza delle gravi spese fatte l'anno
scorso per l’ammobiliamento dei nuovi locali — decise di aprire una sottoscrizione fra i membri della
chiesa stessa, dando incarico al sottoscritto di diramare una circolare in proposito. Ma pur troppo il sottoscritto, sopraffatto dalle sventure di famiglia, non
potè dar corso alla circolare che al principio di maggio
or spirato.
Dinanzi alla imminente chiusura dei conti e all’urgenza di alcune spese, era pressoché impossibile rac
oogliere la somma voluta in così breve tempo. Allora
alcune signore e qualche fratello escogitarono un
mozzo, quello di un € Bazzar! » Un « Razzar » in
quindici giorni ? E’ ciò possibile ? domandavano alcuni. Non discussioni inutili, ma all’opera ; rispondevano gli altri.
Le signore del Gomitato di beneficenza si misero
subito all’opera, coadiuvate da altre signore come Mina
Cramer, Margherita Cramer-Costabel, Maria Behrmann,
Carolina Fontana-Roux ed altre ancora ; e in data 12
maggio la Presidentessa signora Grippa e la Segretaria signorina Piera Riva diramavano una circolare,
che fu accolta con molta simpatia. L’apertura del
« Bazzar » fu stabilita pel 26 maggio, festa del Corpus
Domini. Fu aggiunta al • Bazzar • anche una pesca
di beneficenza a favore di un certo numero di fanciulle e ragazzi anemici, che hanno bisogno di passare
qualche mese all’aria pura sul monti ; e per raggiungere meglio la nobiltà dello scopo, la Presidentessa
del Gomitato volle che si facesse anche una serata musicale la sera di sabato, 28 maggio, nei locali del Circolo Missionario. Fu ammirevole lo slancio di cooperazione di signore e signorine e di alcuni giovani fratelli 1
Tutto faceva presagire un esito splendido. Signore
e signorine andavano a gara nel preparare bellissimi
oggetti, molti fatti colle proprie mani. I giovani spedivano circolari, scrivevano lettere, preparavano le
tavole su cui disporre gli oggetti che i generosi mandavano o portavano in pacchi più o meno voluminosi. Da Gernobbio il signor Attilio Canova ci mandò
una grande quantità di verde per l’addobbo dei locali.
Parecchie Ditte, come Risieri, Banfi, Ricordi, Dahò, Sigismund, Pirelli, Branca, Bozzi-Vidossich, Belloni ed
altre ci fornirono oggetti per la pesca di beneficenza.
Il giorno 26 il concorso fu grande e la vendita
buona ; ma la sera del venerdì, in causa certamente
dello sciopero dei tramvieri, fu un fallimento ! Però
la serata musicale del 28 doveva compensarci della
perdita. E non poteva essere diversamente quando si
conta sopra artisti come le signorine Annina Canepa e
Dina Pasini e i signori Giuseppe Paganelli e Arturo
Canepa, tutti concordi nell’offrir gratuitamente la
loro opera. Essi furono meritamente applauditi !
Ed ecco che ciò che sembrava impossibile riuscì invece un trionfo. Gl’introiti superarono la somma desiderata, rimanendo tanti oggetti inveduti da poter
mettere insieme un altro piccolo « Bazzar ».
Lpde a tutti quanti presero parte a così bella im
presa, ina la maggior lode sia rivolta alla presidentessa del Comitato di beneficenza, signora Giuseppina
Grippa, e alle sue gentili signorine.
Un grazie di cuore a tutte le altre signore benefattrici, che genetosamente ci aiutarono con doni e
denaro.
Il Consiglio di Chiesa, riconoscente manda a tutti
i più sentiti ringraziamenti.
D. Borgia.
LOMBIIIMIIETO-Elllllll
La Conferenza L. V. E. si è riunita a Brescia nei
giorni 7, 8 e 9 del corrente mese. Il culto d’apertura
fu tenuto la sera di martedì 7 alle ore 20, 30 e fu
presieduto dal Pastore V. A. Costabel di Milano. Oltre
ai membri della conferenza vi assistevano molti fratelli ed estranei. Sotto la presidenza provvisoria del
pastore Stefano Revel si procedette alla elezione del
seggio che risultò così composto ; V. A. Costabel presidente , C. T. Semini vicepresidente ; G. Gandini segretario.
La mattina del giorno 8 furono iniziati I lavori
della Conferenza colla lettura della relazione della
Commissione esecutiva. La lettura fu fatta dal pastore
sig. Buffa Capo Distretto. Durante l’assenza del Capo
distretto, che fu quest’anno in missione all’estero, il
Vicepresidente della Commissione e il Segretario visitarono la Chiesa di Como. Il Vicepresidente visitò
pure le Chiese di Brescia e e di Mantova.
Dopo il ritorno del presidente la Commissione al
completo visitò le due chiese di Milano, ove si poterono avere splendide adunanze. Il presidente fece
pure una visita alle chiese di Brescia, di Verona, di
Mantova, di Codisotto, di Santa Lucia, di Fellonica Po.
La conferenza si rallegra colla Commissione Esecutiva per il lavoro compito durante l’anno, e esprime
il desiderio ohe in avvenire essa possa disporre di
maggiori mezzi per sempre meglio esplicare il suo
mandato.
Il deputato Vezzosi di Milano porta alla Coni, il
saluto del Presidente del Comitato di Evangelizzazione sig. Arturo Muston, ohe egli per caso ha incontrato quella mattina alla Stazione. Questo salato
riesce graditissimo alla Conferenza. Vengono spediti
telegrammi augurali alle Conferenze dei due distretti
Piemonte-Iiiguria e Roma-Napoli riunitesi contemporaneamente alla nostra.
La lettura delle relazioni delle varie Chiese e Sta
5
LA LUCE
zioni permette di rilevare i non indifferenti progressi dell’opera nostra in questo distretto. Con vivo
piacere la Conferenza ascolta la relazione dell’opera
che si compie a Fellonica Po e si_ congratula coi suo
conduttore sig. Sommani. Si manda poi un saluto ed
un augurio ai fratelli Klett di S. Lucia e Avanzo di
Revere che non poterono unirsi a noi in questa lieta
circostanza.
Si mettono all'ordine del giorno parecchie proposte
fra le altre quella della necessità di una edizione di
cantici senza musica e l’altra della ristampa della
Costituzione e dei regolamenti oi’ganici della Chiesa.
Si discute pure un ordine del giorno presentato dai
signori Mantelli e Vezzosi intorno al periodico « La
Luce ».
Si passa poi alla elezione della Commissione Esecutiva per il prossimo anno ecclesiastico e riescono
eletti i signori Emilio Rivoir (pastore) vicepresidente
e Gaspare Gandini Segretario. A deputati al Sinodo
sono eletti i sigg. Menotti Enrico, Gandini Gaspare
di Milano, Cap. Giuseppe Manzotti di Verona, effettivi; i sigg. Dubs di Brescia, Veglino di Verona, Boyer
di Lugano, supplenti.
Ringraziata vivamente la chiesa di Brescia e il suo
pastore per la gentile accoglienza, la conferenza si
scioglie.
Tutti i membri di essa portarono con sè partendo
un ricordo gratissimo del loro soggiorno a Brescia.
Un grazie di tutto cuore alle signore della Chiesa
che ci offersero al Castello un magnifico thè. Un grazie di cuore alla signora Rivoir che ci ottenne l’ingresso gratuito al Castello ed ai Musei Municipali.
Vennero tenute, durante la conferenza, delle radunanze speciali la sera. Buon numero di uditori poterono così ascoltare la parola di Dio. Il Pastore Silva
di Verona la sera del giorno 8 parlò sul tema:
. Il più grande Maestro dell’Umanità». Il Pastore
Calvino di Lugano parlò la sera del 9 di Bodelschwing
il più illustre filantropo della Germania contemporanea. Il Pastore Borgia di Milano parlò,la sera
del 10 sul tema: «La Vita senza Dio».
G. G.
Per una chiesa erigenda
Si va raccogliendo il danaro per l’erigenda chiesa del
S. Cuore di Gesù in Busto A. — Anche... qui sono pervenute le circolari ad hoc; da cui spigoliamo alcune
cose. In una delle circolari si dice che col dare l’obolo
pel compimento di detta chiesa si fa atto di riparazione al S. Cuore di Gesù, tanto oltraggiato in questi
tempi nelle persone dei suoi ministri, e si dà pure
un attestato di omaggio filiale e riverente al nostro
común Padre il Sommo Pontefice Pio X.— Una seconda
circolare porta questo sottotitolo : « Vantaggi spirituali agli offerenti ». I vantaggi sono questi : 1) ogni
oblatore può essere ascritto alla Pia Unione di S. Antonio, e per ciò stesso partecipare al frutto di una
Messa e Benedizione ohe in ogni martedì vengono
celebrate per tutti i benefattori; 2) ogni oblatore partecipa inoltre del frutto di tutte le preghiere e di tutte
le opere buone di tutti i membri dell’Ordine Serafico ; 3) ogni oblatore partecipa di una speciale benedizione impartita dal Santo Padre Pio X; 4) ogni oblatore riceve, con la pagella d’iscrizione, un'imagine del
felice transito di S Antonio di Padova ; 5) il nome
dell’oblatore che abbia dato anche soli 10 centesimi
viene conservato in un’urnetta collocata sotto il Simulacro del Sacro Cuore di Gesù ; 6) l’oblatore gode
di quattro uffici solènni celebrati ogni anno per gli
ascritti e benefattori; 7) gli oblatori di L. 50 riceveranno un diploma di benemerenza con la Croce
dell’Ordine del S. Cuore e di S. Antonio di Padova;
8) gli oblatori di L. 100 avranno i loro nomi scolpiti
su lapide all’entrata della chiesa; 9) avranno diritto ad
avere il proprio nome scolpito su le colonne (nelle
diverse dimensioni secondo l’offerta) gli oblatori da
le L. 250 alle 1000. - Un modulo per le firme degli offerenti reca stampate queste parole : « I sottoscritti
offrono, eco., e intendono con questo rendere omaggio
di filiale devozione al Sommo Pontefice Pio X e di
suffragare le anime dei loro poveri defunti ». — Ci
è pervenuta anche l’imagine che rappresenta il glorioso transito (morte) di S. Antonio. A tergo, si legge
in italiano e in latino un « inno a S. Antonio per ottenere qualunque grazia ». Diamo la lezione italiana :
Prima strofa : « Se cerchi miracoli, — D’Antonio alia
voce — La Morte, l’Errore, — La Lebbra, il Dolore
— Fuggendo anche i Dèmoni, — S’invola veloce, —,
L’infermo è già san ». — Seconda strofa-. « Il mare
abbonacciasi, - S’infrangon catene, E membra fallite, — E cose smarrite, — Del vecchio, del giovane,
— Ben tosto rinviene - La supplice man ».
Ci ^ono due altre strofe, ma ne facoiam grazia al
Lettore.
seguente perìodo specialmente: « La carità che la Signoria Vostra Illustrissima si degna fare a questi giovani è a Gesù medesimo che la fa ed Egli non mancherà di farla partecipe dei meriti che questi giovani, una volta ascesi al sacerdozio, acquisteranno
durante il loro apostolato ». Che meriti può acquitare un sacerdote ? Farà tutt’al più il suo dovere, e
non sempre lo farà, e, quando lo farà, lo farà molto
debolmente e con molte imperfezioni. Gesù in ogni
modo dice : Quando avrete fatto ciò che siete obbligati di fare, dite: Siamo servi disutili.— Questa grande
verità la scuola apostolica d’Albìno avrebbe dovuto
imparare dal cuore di Gesù, a cui si professa devota.
Ma nel surriferito periodo c’è un’altra eresia colossale : che, dando mille lire —. per esempio — alla
scuola apostolica, le quali mille lire non costituiranno
per me forse il menomo sacrifizio, io possa partecipare a meriti non miei ! Due errori enormi dunque :
1) che si acquistino meriti a fare il proprio dovere
e malamente, come avviene a 'tutti purtroppo ; -2) che
i meriti ipotetici di Giacomo valgano anche per Giovanni.
Faoatijmo da roedioevo
Narrano i giornali che l’arcivescovo di Siena, monsignor Scaccia, salito in un compartimento di prima
classe e riconosciuto tra i viaggiatori lo scomunicato
on. don Romolo Murrì, se ne fuggisse, a rotta di collo
e rompendo un cristallo per Infuria, in un altro compartimento, per tema del contagio. Bel modo d’andar
in cerca della pecorella smarrita ! Così Scaccia è stato
scacciato da l’innocente presenza d’ un galantuomo,
che ama l’operaio e il povero.
LA SCaOLA AP^STOU^CA D’ALBIflO
Abbiamo ricevuto una circolare della Direzione di
questa scuola di Albino (Bergamo) la quale, sotto gli
auspici! della « Congregazione dei sacerdoti del Santissimo Cuore di Gesù » si propone di formar « apostoli zelanti • i quali abbiano ad « attendere a tante
opere sociali ed alla evangelizzazione dei paesi lontani •: E la circolare chiede offerte per il mantenimento dì detta scuola. •— Nulla di più naturale. Ma quel
che non ci par più naturale nella circqlare (ohe vorrebb’essere ispirata da lo Spirito di Gesù Cristo) è il
Gronachetta Romana
Domenica scorsa, l’Associazione Cristiana della Gioventù fece una gita alla Pineta Sacchetti.
- Questa sera alle 7, in Via Nazionale 107, avremo
il bene di udire una conferenza del sig. De Carlo pastore a Detroit Mich. (Stati Uniti d America).
~ A proposito della noterella da noi apposta nello
scorso numero alla relazione del Messaggero di Roma
concernente l’interpellanza Podrecca e la • persecuzione degli Evangelici », qualcuno ci avverte che, in
virtù del « regolamento » della Camera « molto rigido », nessun deputato avrebbe potuto in quel momento
parlare oltre all’interpellante e al ministro.
Rispondiamo ohe era ben lontana da la nostra mente
questa futilissima quistione di regolamento. Ci premeva soltanto di lamentare, come con altrettanta energia lamentiamo adesso, che in difesa degli Evangelici
nessun altro deputato abbia parlato, dopo essersi messo
(era sottinteso) non in condizione di rimanersene zitto,
ma di poter parlare. _______
Un giudice istruttore e i suoi
minorenni
E’ questo il titolo della conferenza che il giudice
R. Majetti terrà domenica prossima, alle 17, presso
l’Associazione della Gioventù “ Via della Consulta,
67 „. Vi invitiamo caldamente tutti i nostri Lettori
romani. ________
$pirltuali$tno
Ecco un bel pensiero che togliamo dal Giornale
d'Italia • « Meglio che combattere l’istituto del divorzio varrebbe forse, a rifar salda la famiglia, dar opera
alla rinascita dello spiritualismo .
Anche senza il « forse » e con una piccola aggiunta:
spiritualismo . evangelico », cioè di Gesù Cristo.
I seminari alla Camera
Importantissima (1) l’interpellanza dell’on. don Romolo Murri alla Camera relativa alla « vigilanza dello
Stato sui seminari »
Rievocando la famosa legge Casati,
eeli ha espresso due idee principalmente: 1) poiché
ha diritto di sorveglianza su gli istituti di istruzione
e di educazione privati (tra i quali sono anche 1 seminari), lo Stato sorvegli dunque anche i
(ove tante cose lasciano a desiderare) ; 2) lo Stato richiedi dai candidati al sacerdozio almeno il certificato di passaggio da la seconda alla terza liceale.
Ottime ideel Certo, lo Stato non è competente in
materia teologica, e quindi a lui non spetta di sindacare l’insegnamentò in sè stesso; ma tuttavia quanto
premerebbe un occhio aperto e vigile su tutto i resto !
L seconda idea del Murri è press’a poco q“«»« medesima che noi esprimemmo qualche ‘«“po fa in
queste stesse colodne. Noi proponevamo addirittura
?a Ucenza liceale, a tutela delle giovani coscienze dei
non sentendosi chiamati al sacerdozio,
polreltert'corqueì certificato proseguire gli studi
pel conseguimento d’un grado accademico o
(1) ¿¡¿¡¡ehè ne dica il Corriere della Sera.
trovare
un posto, per esempio, in una banca. L’on. Murri
s'accontenterebbe invece del semplice passaggio da la
seconda alla terza liceale; ma, secondo noi, è troppo
poco, perchè con tale certificato si potrebbe bensì
entrar nel commercio e — se non erriamo — fare
studi di notaio o di farmacista o di veterinario ; ma,
on. Murri, ha Ella simpatia solamente per i commercianti, per i .notai, per i farmacisti e per i veterinari ?
E se il giovane sentisse altra vocazione ? Meglio una
buona licenza liceale
L*on. Meda apostolo di libertà
L’on. Meda, deputato clericalissimo, si è fatto alla
Camera propugnatore delle libertà. pro domo sua,
s’intende, cioè a favore dei.... suoi preti e prelati, rinvangando un vecchio episodio di supposta persecuzione contro uno di questi. Chi sa che l’on. Meda non
intendesse di mostrare così che non solo gli Evangelici (di cui si è testé fatto unico difensore alla Camera l’on. Podrecca) ma anche gli stessi poveri sacerdoti cattolici romani vanno purtroppo soggetti alla
persecuzione ? Tuttavia, ci sarebbe una bella differenza. Quel sindaco che vietò l’accesso a quel vescovo in un primo di maggio non era il rappresentante
d’una religione d’amore e di libertà ; mentre voi pre
tendete di essere tali, poiché vi chiamate « cristiani »
e « discepoli di Gesù Cristo. » 'Voi non dovete perseguitare! E a Noto , a Bisaccia, a Fioridia, avete perseguitato !
Come sono curiosi i clericali, quando parlano a
favore della libertà 1 Sicuro, vi preme la libertà, ma
per voi, per voi soli. Ove siete in minoranza, la invocate a grandi grida, ma ove siete i più forti, voi ripetete con la favojetta di La Fontaine: « La ragione
del più forte è l’ottima sempre ! » Che i clericali vogliano libertà, giustizia solo per sè, e, per di più, favori speciali, esenzioni, immunità, ve lo dicano il
malcontento e le proteste di Roma per le libertà di
culto testé concesse dal governo Canalejas alla Spagna
e per il decreto di questo stesso governo che pone le
congregazioni che si occupano di industrie a paro
con qualunque altro mortale che faccia altrettanto.
[onfertnza Distrettualt
dell'Italia meridionale
Fu tenuta a Napoli nei giorni 8 e 9 del corr. Giugno.
11 culto d’apertura ebbe a predicatore il Sig. Bertinat, pastore a Chieti. Egli prese per testo questa
parola d’Àbramo: « 'L'Eterno provvederà ». In essa
egli riconosce due sentimenti : Fede e Sacrifizio, che
ogni operaio del Signore deve nutrire fortemente nel
cuor suo e senza dei quali non vi può essere speranza di successo.
Il Seggio rimane composto nel modo seguente :
Presidente il pastore Bertinat, Vice pres. il Sig. Pietro Pons, segretario l’evangelista Corsani Emilio. La
Conferenza conta 18 membri con voto deliberativo e
3 con voto consultivo.
Il Presidente della Commissione Esecutiva, Signor
Giosuè Tron legge un accurato e chiaro sommario
delle relazioni ricevute dalle singole chiese e luoghi
d’evangelizzazione. L’impressione generale da noi riportata si fu che un lavoro coscienzioso si va compiendo e non senza benedizioni dal Signore. Buone,
anzi eccellenti notizie da Roma, rallegranti dall’ Abruzzo in cui il campo si allarga, ogni giorno e va
richiedendo a gran grida nuovi seminatori e mietitori, discrete dalla Campania e dalla Calabria, poco
incoraggianti per ora dall’arida Puglia.
Certi dettagli dell’opera vanno rilevati malgrado
la forzata concisione di queste notizie. A Roma la
S. Cena vien celebrata nel giorno dì Venerdì Santo
in un culto esclusivamente riservato ad essa, senza
predicazione.
Nell’Abruzzo e nella Campania la deplorevole tendenza all’alcoolismo ed alla trascuranza della Domenica è considerevolmente diminuita e ne rendiamo
grazia al Signore.
A Schiavi d’Abruzzo, il nostro evangelista. Signor
Àraicarelli, sostenuto ed aiutato dai fratelli e dagli
aderenti, ha potuto aprire uno stabilimento industriale (mulino e pastificio).
La Conferenza manda un saluto simpatico al caro
fratello l’evangelista Sig. Peyronnel per il lavoro santamente e lietamente compiuto a Carunchio, donde adesso egli è assente per un viaggio in Germania.
A S. Giacomo degli Schiavoni, a Salle ed altrove i
nostri evangelisti lavorano con impegno e con rallegrante successo. A Salle è particolarmente notevole l’opera della Società di Attività Cristiana, sia
pel lato spirituale del suo lavoro, sia per quello morale e materiale.
Ad A... c’è un movimento appena iniziato ma che
pare grandemente promettente.
Si esprime speciale simpatia al caro pastore Si-
6
LA LUCE
meoni per le dolorose prove per le quali egli ha
avuto da passare quest’anno, e così pure al venerando
prof. Vulicevic per la malattia sofferta e dalla quale
non e ancora del tutto guarito.
La Conferenza fa, fervidi voti d’augurio per la
chiesa di Reggio Calabria che risorge a nnova vita e
che inaugurerà il suo nuovo locale di culto il 12
corrente giugno.
In una delle sedute sentiamo con fraterna simpatia
le affettuose e nobili allocuzioni dei Sig.fi De Carlo
ministro evangelico agli Stati Uniti, e Nicola Lettieri pastore a Napoli,
La Conferenza insiste nel cercare il modo di ottenere per le nostre Chiese una edizione senza musica
degli Inni Sacri.
La Conferenza vota il seguente ordine del giorno:
« La Conferenza Distrettuale dell’Italia meridionale, considerando con allegrezza che nel corso di
quesVanno ecclesiastico sono stati aperti al culto ed
all evamgehzzazione nuovi locali in Salle, Carunchio.
Castelvenere, Reggio Calabria, Ginosa e Falerna, e
che inoltre si è già fatto acquisto a Corato d'un terreno ben adatto alla costruzione d’un tempio, ne
esprime al Signore la più viva gratitudine^ e ringrazia sentitamente il Convitato, ed in particolare
U Presidente di esso, pel devoto e zelante lavoro
compiuto. r
•1 proposta del Cap. Piva la Conferenza esprime
il desiderio che nel -1911, cinquantenario della costiuzione del Regno d Italia, si faccia dovunque, ma
particolarmente a Roma, un’aperta e solenne manifestazione patriottico-religiosa.
La Commissione èsecutiva risulta composta dei signori Giosuè Tron, presidente d’ufficio, Giuseppe
Banchetti, eletto vice-presid. e Cap. Romolo Piva, di
Koma, eletto segretario.
Deputati al Sinodo : effettivi i Signori : Dott. Stanislao Rocchi e dott. Roberto Prochet tRoma), Ispettore Domenico Baldocchi (Napoli) e Cav. Giuseppe
annuzzi (Fuscaldo). Supplenti i Signori : Dott. Ca^si Tommaso (Ortona), Francesco lannuzzi (Roma),
Rivoir Giulio (Salle) e Scuderi Vincenzo, Capostazione a Reggio Calabria.
La prossima Conferenza avrà luogo, Dio volendo a
borano Sabina, dietro affettuoso invito di quella
Chiesa e del Cav. Angelini. Predicatore ' d’ufficio :
Gius. Banchetti; supplente: Gius. Messina.
Durante il periodo della Conferenza s’ebbero due
speciali radunanze serali. Al Vomere predicò il Mercoledì Il pastore Banchetti, a S. Tommaso il Giovedì
il pastore Messina.
Prima della separazione, il Presidente della Conferenza, Sig. Bertinat, che aveva tanto egregiamente presieduto 1 nostri lavori, rivolse parole., affettuose di
gratitudine e di stima al Sig. Giosuè Tron, che per la
legge del settennato non potrà più dirigere l’opera
nostra nell’anno venturo. Il Sig. Tron ha esercitato
Il suo ufficio con devozione operosa, con semplicità
e lealtà nobilissime e con vero spirito paterno
E un ultimo grazie alla cara Chiesa di Napoli che
con tanta cortesia ed affetto ha .compiuto verso noi
1 dolci ufficii della cristiana ospitalità.
Giuseppe Banchetti
quillità e con attenzione. In tutti restò vivo e ardente il desiderio, di udire ancora e sovente TEvangelo,
Ja potenza di Dio a salvezza di tutti coloro che credono ed accettano Gesù come loro perfetto Salvatore.
Il Signore benedica la buona semenza gettata nel terreno dei cuori e delle anime, riscattate col prezioso
Sangue di Cristo.
Paj*is Melaiii.
OLTRE LE ALPI E I TlrtRI x
L’EvangcIo nel borgo di K.
(Italia Meridionale)
La buona novella della grazia non è da ora che è
stata annunziata in A.........Il nostro Capo-distretto
vi tenne tempo fa una conferenza sulla piazza con
grande concorso di uditori. Vi fu in seguito per due
volte anche il sig. Vinay. Egli pure vi predicò la pa
rola della vita, con molta soddisfazione di quella brava gente. Ma, per alcune circostanze la voce dei Ministri tacque, per un certo intervallo. Finalmente il
26 maggio, giorno, del . Corpus Domini,. l’Arciprete
del paese invitava le tre società operaie, ad accompagnare, munite delle rispettive loro bandiere, la pròcessione. Due di loro si rifiutarono. Una accettò. Ma
giunta in Chiesa, fu, dal prete, respinta, adducendo,
egli a pretesto che non essendo la bandiera benedetta e
contenendo emblemi massonici era indegna di accompagnare il Sacramento ! Ne nacque, naturalmente, «na
protesta ; dimodoché gli abitanti di A.... indignatidiiiesero un Ministro Evangelico. Il sig. G. Tron avvisato
dell accaduto, dal nostro caro, bravo e coraggioso fratei- •
lo sig. B. L. mi scrisse di andare, giovedì 2 corr., a tenervi una conferenza. Vi andai - la tenni - ne restai
soddisfatto e edificato. Ebbi, credo, un 180 persone sene, silenziose, attente. Quindi annunziai una seconda
conferenza, per Domenica 5 and., alle 17 1J2. Fu una
inaspettata gioconda sorpresa ! La parola di Verità, di
Luce, di Vita, fu annunziata - oltre che dal sottoscritto — anche da due amati fratelli a circa 500
persone! L’interesse che vi prestarono fu così spon- j
taneo esì edificante, che era una bellezza! Lo Spirito
consolatore, il Maestro d ogni verità, era in mezzo a
noi, era con noi ! Tutto procedette con ordine, tran
Svizzera
Lugano. — Stamane (l)dopo l’istruzione ai fanciulli
dalle 9allel0.e il solito culto 10-11 ho potuto assistere
benché un po’ in ritardo ad una interessantissima
conferenza sullo stato attuale della Navigazione aerea data dal dotto prof. G. Finzi di Milano, sotto gli
auspici della Soc. Ticinese di scienze naturali. Darne
un sunto non posso, se, come spero, verrà pubblicata
te la manderò ad uso dei centomila tuoi lettori. Osservo soltanto che sebbene la gran sala del palazzo
degli studi fosse quasi piena, ben pochi erano i Lu
..di Lugano. Segno questo delTindifferentismò
che. di fronte a quistioni d’indole un po’ ideale, re
gna in questa città.— Del famoso missionario budista
che tentò fondare un convento a Novaggio, sul confine italo-elvetico, nel miglior clima e nella più bella
posizione del mondo, i suoi fautori e protettori dicono
che il clima non gli-conviene e ch’egli trasporterà
altrove le sue tende. I Missionari cristiani non sono
di così difficile contentatura, sanno anche affrontare
i climi più micidiali e — ove occorra — morire nell’adempimento del proprio dovere.
Dalle ore 8 alle 9 nell’oratorio cattolico maschile, dietro cortese invito di un degnissimo prete, ho assistito ad
una conferenza del padre Gemelli su nuove correnti
d’idee e debbo confessare che rimasi oltremodo soddisfatto di quanto ho udito. L'oratore giovane simpatico, dalla parola piana e facile senza rettorica, ma
cionondimeno calda e chiara fece, ai può dire, Tapologia della necessità per ogni mente, per ogni ànima,
per ogni coscienza di liberamente e serenamente esaminare le varie correnti del pensiero umano senza
temere di affrontare qualsiasi dubbio, purché la ricerca della verità sia sincera — a me fece particolarmente impressione la lode ch’ei tributò a Teodoro
Roosevelt qual seminatore di elevati pensieri.
Non ci fu in tutto il discorso una parola che avesse
potuto suonare offesa a un protestante o a un libero
pensatore, e quel migliaio di uditori che gremiva il
giardino dell Oratorio fu largo di ben meritati applausi al modesto e valente oratore.
Paolo Calvino.
Ginevra. — La società detta . Arte sociale - mira a
combattere gli spettacoli malsani o triviali e a formare il gusto artistico e la coltura del popolo.
— In luogo del prof. Chodat, è stato eletto a rettore
dell’Università E. Montet professore nella Facoltà di
teologia (evangelica).
Francia
Parigi. Due domeniche or sono, si inaugurarono
a Parigi un busto alTimmortale scienziato cristiano
Pasteur, alla « Scuola Normale •, e un monumento al
poeta credente Francesco Coppée, su la piazza di San
Francesco Saverio.
— 11 prof. Montet, della facoltà teologica dell’Università di Ginevra testé eletto rettore, terrà al Collegio
di Francia una serie di conferenze su l’Islamismo.
Egli è specialista in questa materia.
Besançon. — Secondo dice la « Semaine Religieuse •,
al Congresso cristiano sociale erano rappresentate le
seguenti nazioni e città. Tra parentesi poniamo i
nomi dei congressisti ricordati dal suddetto periodico.
Svizzera: Ginevra, Losanna, Vevey, Fleurier, Neuchâtel,
Cbaux-de-Fonds, Saint-Imier. Zurigo (pastori Kutter,
Ragaz, Preiswerk, eco.). Francia : [W. Monod, E. Gonnelle, Quiévreux, Paolo Passy, C. Gide, Gouth, de
Boyve, Raoul Allier, Enrico àlonnier, Leopoldo Monod,
Luigi Comte, ecc.). Inghilterra: (i capi dei gruppi operai cristiani). Anche il Belgio e VItalia hanno mandato dei rappresentanti.
Dijon. — In questa città, ove la Chiesa evangelica
è rappresentata da 700 membri adulti, si è radunato
dal 7 al 10 corrente, nel bel tempio inghirlandato, il
sinodo nazionale delle Chiese riformate evangeliche
di Francia. A moderatore fu eletto il pastore Glrbal ;
a vice, il pastore Morel. Il bilancio preventivo per
Tanno 1911 è di 1 milione e 502200 franchi.
Inghilterra
Il movimento religioso tra gli studenti d'Inghilterra
(e degli Stati Uniti) va estendendosi — secondo la
• Vie Nouvelle ^ — con una rapidità stupefacente.
Manchester. — Il dovizioso negoziante Sidney Clark,
ritiratosi dal commercio, occupa il suo tempo nel percorrere i vari campi missionari. Ha già visitato il
Giappone, la Corea, la Manciuria, l’India, tutta l’Affrica. E stato tre volte in Cina. Secondo lui, il miglior
campo missionario è quello del Lessato. (Da la Vie
Nouvelle).
Spagna
j La Gaceta ha pubblicato il decreto concernente le
congregazioni e associazioni religiose. Eccone i punti
principali : 1) ai procederà contro le associazioni o
congregazioni che non siano in regola con la legge
30 giugno 1887, che fissa il diritto d’associazione e
ordina che le associazioni e congregazioni non consentite dal Concordato non possano fondarsi prima
dì averne chiesta e avuta facoltà ; 2) le congregazioni
che esercitano un’industria dovranno ottenerne regolare « patente - , conforme alle leggi, e sottomettersi
alle tasse imposte a chiunque eserciti un’industria;
3) i membri non spagnoli delle congregazioni sono
tenuti a farsi inscrivere presso il consolato della propria nazione e in registri appositi al capoluogo della
provincia. Ecco altrettante restrizioni, che non rallegrano il Vaticano.
Marocco
L’imperatore del Marocco avrebbe sottoposto la moglie del pascià Hadj ben Aissa a inaudite, indescrivibili torture, per scoprire dove fossero sepolti i tesori
di quello sventurato ufficiale. Il Chrétien commenta:
« Tale è il modo di procedere del Sultano dì Fez,
che l’Europa continua a considerare come un sovrano ».
Brasile
■Nello scorso anno, si sono aperte nuove porte alla
predicazione dell’Evangelo e (dice la Vie Nouvelle)
sono state fatte « molte ammissioni ». I luoghi ove
ferve maggiormente l’opera d’evangelizzazione sono :
Rio de Janeiro, San Paolo, Neteroy, Fernambuco.
Congresso crísíísno sociale rii iesançon
Ecco i punti più importanti del programma svoltosi,in questi giorni nel Congresso cristiano sociale
adunato a Besançon (Francia). — Martedì, 14 corrente. Seduta antimeridiana. Lettura della Bibbia;
preghiera; relazioni diverse intorno all’andamento
dell’ * Associazione per lo studio delle quistioni sociali » che ha convocato detto Congresso ; relazione
su le opere fondate a Besançon stessa (ospizio pei
vecchi, casa pei fanciulli ecc.); relazione su la Società che si propone di costruir case a buon mercato.
— Seduta pomeridiana, Conflitto tra capitale e lavoro (relatore: Cario Gide, prof, d’economia politica
airUniversità di Parigi). — Mercoledì. Seduta antimeridiana. La colonia cooperativa di Liéfra (relatore il prof. Paolo Passy della scuola di Alti studi
dì Parigi). — Oggetto e metodo clell’Educazione sociale (Gastone Richard, professore di Sociologia all'Università di Bordeaux). — Seduta pomeridiana.
La società della « Stella bianca » (Elia Gonnelle). —
Seduta serale. Conferenza di Edoardo Fuster, segretario generale del Comitato dell’Igiene sociale, su:
« Concetto francese e concetto tedesco della previdenza sociale ». — Giovedì. L’attività sociale.
Le tesi cristiano-sociali del de Morsier
Nell’ultima seduta del Congresso adunatosi questa
stessa settimana a Besançon, il deputato de Morsier
ha presentato le seguenti tesi : — Il cittadino cristiano non deve trascurare la politica, forma organica
della pubblica utilità. — Alla donna si appartengono
i medesimi diritti civili e politici che all’uomo.— Una
sola morale per i due sessi, e così del pari per l’individuo e per lo Stato. —- Intervento dello Stato a
prò della pubblica morale. — Arbitrato internazionale
e disarmamento progressivo. — Il diritto teorico di
proprietà individúale non ha da esser contestato. È
quistione di modalità. — L’intervenzionismo è una
buona cosa. La protezione legale del lavoratore gli
consentirà di svolgersi in maniera integrale. — La
concorrenza senza freno ha per conseguenza lo sfruttamento dei deboli per opera dei potenti. — Se lo
stato politico presente si facesse dispensatore dei beni collettivi, ne verrebbe danneggiato l’impulso privato; ma sarà possibile un ordinamento collettivo di
produzione che non soffochi detto impulso e sodisfaccia lavoratori e consumatori. — I consumatori
alleandosi possono costituire una forza atta a migliorare le condizioni del lavoro. — 11 sindacalismo operaio dà luogo a contratti liberamente discussi e rigorosamente osservati. — Lo sciopero deve esser preceduto da leali tentativi di conciliazione innanzi agli offici ad hoc. — Il cristiano deve vivamente riprovare
l’azione violenta e il rifiuto di trattative. Bisogna voler la pace nella giustizia.
Per abboua
(1) Questa corrispondenza porta la data del 12 corrente.
(N. d. D.)
Snizzera, Gziianis, Standinaeia menti alla
Luce, rivolgersi al pastore Paolo Calvino, presso il
sig. O. Wanner, Königstrasse 35, Stuttgart (Germania).
7
Un nuovo profugo
Pietro Dabry, segretario generale dei Congressi ec
LA LUCE
[Francia), ex redatex direttore della
sacerdozio, ha det
clesiastici di Keims e di Bourges
tore capo del Peuple Français e
Vie Catholique, dopo vent’auni di
to addio alla Chiesa romana. — Il Paris-Journal pub
blica le ragioni che spinsero il Dabry al passo solenne. Eccole in riassunto : « Nella Chiesa (cattolica romana) tutto è antidemocratico, la forma, i metodi, le
consuetudini, l'atteggiamento rispetto ai problemi odierni...» La Chiesa « è riescita a ^opprimere l’indivi
duo, a cristallizzare il pensiero, la volontà, il diritto
personale a beneficio di una persola : il Papa ; il quale è tutta la Chiesa, possiede tutta; la verità, raccoglie
in sè tutti i poteri.» Il metodo seguito da la Chie
sa è fondato su l’autorità • ridoKta a formule, non
assimilabili, nemmeno in materia di morale. » Le sue
consuetudini « sono un rancido avanzo delle età monarchiche ; onde la Chiesa non apprezza se non cip
che sa di lusso e di comodità, e si rende per tal modo inetta a provar simpatia versp gl’impulsi febbrili
della vita moderna. » Nel suo attéggiamento rispetto
ai problemi del giorno, essa t si pone dal lato più
trivialmente reazionario e arretralo. La Chiesa coro’è
ora ha tutto l’aspetto d’un corpo estraneo introdotto
nella società contemporanea, d’un
che, giusta la legge degli organismi viventi
non finire con l’esserne espulso,
Due alfri profughi
In questi ultimi giorni, due à
hanno fatto divorzio da la Chiesa
prete socialista, amico dell’ operiji:
Chréfien. L’altro è il Lemire, ohe
alla Camera francese ha manifestdt
sua nuova tendenza. Quando andò
seggi di sinistra, tutti i repubblio^
vera ovazione.
Il ConpBsso dEllE Unioni
Il Congresso internazionale dellj3 Unioni cristiane
delle giovani (scrive il capitano Bertrand alla * Se
elemento nocivo
non può
Uri abati francesi
L’uno è il Vral,
io, secondo dice il
nella prima seduta
;o apertamente la
a sedersi nei primi
ni gli fecero una
EPisHaHE
maine religieuse ») fu inaugurato
ricevimento in una delie sale del
a Berlino con un
Reichstag. Avrebbe
dovuto presiedere la signora Bethlnann Hollweg, moglie del cancelliere dell’Impero, taa ne fu impedita
per motivi di salute. I temi principali trattati fu
rono: 1) l’opera sociale; 2) l’evan
missioni in terra pagana. Il Cong
850 delegate (tra le quali una Giapponese e una Cinese dottoressa in medicina). Eran o rappresentate 29
diverse nazioni e 500 mila giovanòtte. L’Imperatrice
assistette alla seduta inaugurale.
Vedasi in oltana pagina nuolio abbonamento
elizzazione ; 3) le
esso comprendevi
Il libro dei libri in nuove lingue
Durante l’anno scorso,! Vangeli furono tradotti in
sei nuove lingue: 1) il Vangelo di Matteo, in lingua
Ongam ^lingua parlata nel Congo francese; traduttore :
Rambaud) — 2) i Vangeli di Marco e di Giovanni, in
Huailu (Nuova Caledonia) — 3) il Vangelo di Marco,
in Ponerihuan (Nuova Caledonia ; traduttore ; Leenhardt) — 4) Matteo e Giovanni, in Namau (lingua pariota da 40 mila cannibali su la costa della Nuova
Guinea) — 5) Matteo, in Fiu (Isola di Mawla, una delle
isole Salomone) — 6) Luca, in Raga (Isole di Pentecoste, Nuove Ebridi). — Così le Sacre Scritture sono
ormai tradotte in 424 lingue (tutta la Bibbia in 105 ;
il Nuovo Testamento, in altre 102 ; qualche libro, in
altre 217). — Una bella edizione critica dell’Antico
Testamento in ebraico sta per veder la luce a cura
del dottor Giusburg. (Da la Vie Nouvelle).
LA GU ERRA!
Parla uri Generale russo
10 non parlo degli ufficiali che hanno scelto volontariamente la professione militare e che perciò devono accettarla con tutti i suoi doveri compresa la
guerra, no ; parlo soltanto di coloro che sono costretti
al servizio militare, quantunque ciò non si confacela
alla loro inclinazione : parlo dei coscritti.
11 giovane forte e sano è strappato dalla sua famiglia, è forzato a combattere contro un nemico sconosciuto, senza neppur saperne il perchè; e quando poi
egli giace ferito all’ospedale, le infermiere gli prodigano mille cure e gli preparano buone minestrine e
tè e dolci, e • s’addolorano tanto e si mostrano dispiacenti per il povero ragazzo ».
Io non ho niente da dire contro il tè e i dolciumi
ed altre simili cose piacevoli; ma questo impietosirsi
mi sembra una bella e buona ipocrisia. Le sofférenze
dei poveri soldati devono esser considerate ben più
seriamente. Si manda a morte quasi certa un uomo,
10 si espone al pericolo di rimaner storpiato per tutta
la vita e, quando ciò è avvenuto, ci s’impietosisce sui
casi suoi. Non ha egli ragione di gridare: — Risparmiatemi le vostre odiose commiserazioni ? Avreste dovuto pensarci prima. — Se coloro che ora compiangono, fossero stati costretti ad andare invece sua alla
guerra, non ne sarebbero stati tanto entusiasti. (Da
The Sunday at home).
Ancora del Congresso nniversale di Washington
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Riesciranno gradite, certo, ai Lettori alcune altré
notizie intorno al Congresso universale delle Scuole
domenicali (cioè delle Scuole cristiane sparse in tutto
11 mondo, nelle quali ogni domenica si insegna, non la
« dottrinella >, ma l’Evangelo a 28 milioni di fanciulli).
— I membri americani del Congresso portavano un na
stro rosso con la parole « North America »; i delegati degli altri 50 paesi rappresentati, un nastro azzurro. Il
20 maggio un corteo di 5000 persone percorse la città,
quantunque piovesse a dirotto. — Nel suo discorso (del
quale la Luce ha già parlato: vedi numero 25) il
presidente deg^i Stati Uniti, Taft, disse che le scuole domenicali hanno un’importanza fondamentale per
la formazione della gioventù, e che le scuole pubbliche sono insufficienti da sè, quantunque vi si impartisca (come negli Stati Uniti) l’insegnamento religioso^
a produrre la morale nel popolo. » — Da tre anni in qua
le scuole domenicali nel mondo sono aumentate di
30298, i monitori e le monitrici (ossia i maestri e le
maestre) di 179169 e gli alunni di 2669627. — Non in
Italia, ma in America, per esempio, le scuole domenicali sono frequentate anche da bambini.... con la bar
ba bianca. - La domenica 22 maggio (mentre a ’VTashington era adunato il Congresso) si sono tenute radunanze di bambini in tutte le chiese cristiane evangeliche del mondo. Quel giorno, migliaia di sermoni furono proferiti su l’educazione dell’infanzia e telegrammi da 200 paesi diversi furono spediti al Congresso.
— Per allargare la sua azione, la Società universale
delle Scuole domenicali chiese al Congresso che si facesse una colletta, e la colletta in poche ore fruttò
375 mila lire. — Oltre al presidente Taft, parlarono
altri personaggi molto noti nel mondo anglosassone :
come il Zwemer, vero apostolo tra i Maomettani d’Arabia; il dott. Chapman e l’Alexander, tornati testé
da un giro attorno al globo, durante il quale tennero radunanze di risveglio in Cina, nella Corea, al
Giappone, in Australia, ecc. ; il Meyor, famoso predicatore e scrittore di Londra ; John Wanamaker, che
dirige il primo magazzino dell’orbe (un magazzino
due volte più grande di quello del « Louvre » o di
qtìello del »Bon-Marché» di Parigi) e che.»., dirige
da 53 anni una Scuola domenicale con 3000 alunni.
(Da un articolo di Giovanni Paolo Cook nell'Evangéliste).
L'umiliazione dijanw.. a rouescio!
Il Vaticano ha dovuto abrogare per la Germania
l’enciclica Editae saepe !!!
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografìa dell’Istituto Gould, Via Marghera 2, Roma
Soiio VimuBo!
Proprietà riservata— Riprodàziine proibita
Dinanzi alPuscio chiuso dello stiudiolo di Don An
gelo, nel corridoio buio, la Signoija ebbe un ultimo
lampo di speranza.
Ascolta ! — disse piano alPo,
dulia. — Non t’ho detto ancora
di disturbare Don Angelo, ascolta
C’erano dei fremiti d’ira nella sjia voce quasi sibilante.
— Che altro? — fece Maria.
Ascolta ! Se non per noi, poiché sembra che il
tuo cuore non sappia battere di
almeno per amor di te stessa,
tutto il paese è contro di te. Non
la gente ti evita, che i contadini
che hanno paura di trattenersi là
Mentre la Signora pronunziava
deli parole, la respirazione di
ceiido difficile.
Il fanatismo religioso, lo sai phr troppo — proseguì la vecchia Signora — ha infiammato
te l’animo di Domitilla fin dal pr)
arrivo; ed ella, a sua volta, ha eqi
gli animi di tutta la popolazione,
fermento, un fermento d’ira contro
contro di te. Ora dimmi : imagini
accadere, se oggi, o domani, o quaiido che fosse, questo popolo infanatichito si abbandonasse alla sua collera superstiziosa? La folla infurilita è terribile. Chi
la frena ? Chi le impedisce d’andare
recchio della fant^tto : vieni: prima
ancora.
riconoscenza, cedi
Da qualche tempo
ti sei avvista che
non ti salutano,
dove sei tu?
queste fredde, cruMaria si andava fa
contro di
mo giorno del suo
citato al fanatismo
C’è ora in tutti un
Don Angelo, d’odio
che cosa potrebbe
Ah! tu, rabbrividisci ? Ti sento tramare,
gli eccessi?
ti sento re
spirare a stento. Hai paura, non è vero ? Come batte
il tuo cuore! Oh si, povera bambina! Qualche cosa
di terribile potrebbe accaderti, pjesto o tardi! Cedi
dunque. Maria, cedi, per bene nositro, ma soprattutto
per bene tuo. Una sola parola,
farà ritornare gli animi in calni
svanirà... e tutti ti vorranno bene
tremi, povera figliola! Oh, tu la dirai, non è vero? la
buona, la soave parola della pace.
La voce della vecchia Signora, (^he era ormai quasi
un bisbiglio, s’era fatta a poco a poco carezzevole e
dolce come quella d’una madre, che vuol persuadere
lina sola promessa
e ogni pericolo
di nuovo. Come
e consolare il Suo bambino. L’agitazione della fanciulla era estrema. La Signora credette d’aver vinto.
Ma improvvisamente Maria si divincolò dalle braccia che la tenevano stretta. Nel buio lainpeggio il
fuoco delle sue pupille fosforescenti.
— Non ho paura! — disse con forza.?— Che cosa
potrebbero farmi ? Quand’anche mi volessero uccidere, non tremerei, perchè la morte mi riunirebbe
con mio padre e con mia madre nella pacé del Signore. Ma... sentirmi così sola al mondo... Oh, babbo,
babbo mio caro !
E la poverina scoppiò in un pianto dirotto. Ahimè!
Era ancora troppo giovane per la lotta e per il dolore !
Al grido disperato della fanciulla l’uscio, dello studiolo si spalancò di colpo e nel vivido fascio di luce,
che irruppe nel corridoio, apparve l’alta figura di
Don Angelo. Dietro a lui si disegnò l’arruffato capo
grigio di Rachele.
— Che c’è ? Chi piange qui ? domandò il prete, figgendo gli sguardi attoniti sul gruppo delle due donne,
che si scorgeva nella penombra. Fece due passi innanzi e riconobbe sua madre.
— Mamma ! — esclamò, ma non potè aggiunger
altro, che Maria, con una mossa repentina, gli s’era
posta di fronte a mani giunte, più bianca del suo
candido vestito.
Egli arretrò stupefatto. Imaginò, comprese l’accaduto e un brivido lo investì per tutto il corpo.
__Oh, Don Angelo! — supplicò la fanciulla, che“
sembrò a lui in quel momento più sottile, più deli-^
cata, più fragile che mai. — Don Angelo, mi làsci
andar via, mi lasci andar via! Quando non sarò più
qui, nessuno più le darà noia. Non voglio ohe tutti
sieno infelici per me! Don Angelo, si prenda tutto
quello che ho ; la casa, i campi, i denari che il babbo
m’ha lasciati, li dò a Lei, perchè, qualunque cosa dovesse accadere, ì suoi nipotini e la signora Tilde non
abbiano da soffrire. Io lavorerò, non ho bisogno di
nulla, so far tante cose... troverò un posto in Francia, in Inghilterra... Dio non mi abbandonerà, ma mi
lasci andar via«, mi lasci andar via !«. ..
Per qualche minuto non si udirono nel corridoio
che i singhiozzi della fanciulla e i gemiti sordi di
Rachele, la quale, ritta sulla soglia dello studiolo,
stringeva i denti e i pugni e piangeva a calde lagrime. Don Angelo era impietrito. Ancora mai noii
aveva provato ciò che provava allora : una pietà così
accorata,ìin avvilimento così completo, una vergogna
e un disgusto di sè così assoluti. Rovesciò indietro
la testa e si passò nervosamente, disperatamente tutt’e
due le mani nei capelli.
— Maria!... — disse, e la sua voce, piena dello strazio
che aveva neiranima, fece sussultare le tre donne.
— Maria!...— ripetè di nuovo. Che voleva dire? Che
Voleva significare alla fanciulla con quel suo grido
in cui sembrava aver trasfuso tutta l’amarezza, tutto
il dolore, tutto il rimorso che da mesi lo torturavano ?
Improvvisamente sua madre lo vide impallidire e
vacillare. Con un grido si slanciò a sostenerlo, cacciando in là la fanciulla, e, ricondottolo alla sua poltrona, si diede a riconfortarlo e a rianimarlo con
tutte quelle tenere cure e quelle soavi parole, che
una madre soltanto conosce.
Spaventata dapprima, Rachele era accorsa anche
lei in aiuto del padrone, ma, appena l’ebbe visto ri
prendere le forze, tornò fuori nel corridoio. Lì, accosciata contro la parete, trovò Maria in preda ad
una crisi di pianto. Allora, senza pronunziare una
paróla, la vecchia serva si chinò, la prese fra le sue
braccia, forti ancora come l’acciaio, la sollevò da
terra, quasi fosse una bimba di tre anni e se la portò
su per la scala buia fino alla sua cameretta presso il
granaio. Piano piano, con una delicatezza di cui nessuno l’avrebbe creduta capace, l’adagiò sul letto e cominciò a pàrlarle dolcemente, teneramente, sottovoce,
chiamandola coi nomi più soavi, accarezzandola con
tocchi lievi, baciandola sui capelli, sulla fronte, sugli occhi, piangendo anche lei, mentre raccomandava
alla fanciulla di non piangere più.
Finalmente, a poco alla volta Maria si calmò ; i
suoi nervi si distesero, i suoi singhiozzi si fecero
menq- frequenti, le sue lagrime meno abbondanti.
Nella speranza che la fanciulla, rifinita dalla stanchezza, riuscisse ad addormentarsi, Rachele non osava
più fare uh benché minimo movimento. Fissava,
curve'sul letto, nel buio, le pupille spalancate su
duella bianca forma indecisa, che intravvedeva appena, e ripeteva piano piano a sè stessa : Povesa orfanellal povera prfanella!
(Continua).
(26).
8
8
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