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DELLE
"Spett.
Bibllotssa Valissd
•(•Toflao) >, , .(PQSRS psaics
QnindiciBalf
della Chiesa Taldue
' Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
ÌV - Num. 9 i f Meo: L. 70e .cr l’inter.« | £eo e L* Lute; L. 12e0 per l'interno [ Spedi», afcfc. p..tal. II Grmpp. I TORRE PELLICE 6 Maggio 1955
i a L . 2 « I A^BBONAMENTI ^ par laatera | L- ISSO per lettera | Cambia JWiriaae Lire 48,—^ | Ammin. Claadiana Torre PeUiee ■ CC.P. 2-17557
Ann« LXXXV - Num. 9
U H a cap
LETTERA DALLA DANIMARCA
Odense, 20-4-1955
Il 14 Aprile la famiglia reale della Danimarca lasciava Roma e, per
pura combinazione, col medesimo
treno ( ma non con la medesima vettura! ) lasciavo anch’io Roma per
iniziare la mia missione in questo
ospitale Paese.
Il contatto con questa gente è così stato immediato, perchè quasi tutti i posti sul treno erano occupati da
una numerosa comitiva di turisti Da¡lesi e, fin dalla partenza e per tutto
il percorso ho avuto octìasìame di
tentare, ahimè invano, di familiarizzarmi con questa lingua. Per fortutui ringlese è qui facilmente inteso
<• quasi da tutti parlato, cosicché mi
è stato facile trarmi d’impaccio.
Dopo tutto un giorno di viaggio
tutta una notte, e tutto il giorno successivo, attraversando tutta la Stazzerà e tutta la Germania, con una
sola breve sosta ad Amburgo per
cambiare treno, sono giunto felicemente a Odense, prima tappa del
mio peregrinare.
Era ad attendermi alla Stazione di
Odense un amico fedele della tiostra
Chiesa, il Pastore Luterano E. J.
l’oulsen. Presidente del Comitato
I nldese in Danimarca.
La prima impressione mi ha dato
subito la certezza che avrei avuto
una buona comunione spirituale e
fraterna con lui, e non mi sono sbagliato. Questa sera, al termine di un
viaggio di quattro giorni compiuto
in sua compagnia nello Jutland, non
posso non manifestare un sentimento di viva riconoscenza verso di lui
che, oltre a preparare con cura i particolari di questo viaggio, ha voluto
accompagnarmi egli stesso per centinaia di chilometri con la sua automobile, nei luoghi dei miei impegni,
presentandomi nelle varie Chiese
con parole di vivo amore e profonda
simpatia per la nostra opera in Italia e disponendo così le varie assemblee a ben ricevere il messaggio. Egli
ha anche avuto l’accortezza di ben
misurare il tempo, per cui, pur compiendo parecchio cammino ogni giorno, c’è stato tuttavia l’opportunità
di fare qualche sosta nei luoghi di
più grande interesse dal punto di
vista turistico.
Il primo atto ufficiale della mia
missione è stato una visita di cortesia al Vescovo di Odense Uellkauld,
la cui Signora conosce l’Italia e ne
è innamorata al punto di parlare correttamente l’italiano.
Per andare all’episcopato si passa
attraverso il quartiere antico e così
detto ” povero della città ”, dove è
nato Christian Andersen. Non si più)
non visitare la casa, ora adattata a
Museo, dell’uomo che, con i suoi racconti, ha deliziato i bambini di tutto il mondo. Due sale sono interamente acculiate dagli esemplari delle traduzioni dei suoi racconti in tutte le lingue immaginabili. Quello
che mi attrae di più però sono le figurine ritagliate di carta che egli sapeva delineare con le forbici, per
la delizia dei bambini, e i suoi dise-^
giti a matita, con i quali UhistraiM i
suoi racconti o fissava impressioni
dei suoi viaggi. Cose veramente molto graziose e delicate.
Poi ha luogo l’inevitabile intervista con la stampa locale. Anche la
giornalista che mi pone svariate domande è stata in Italia e parla bene
la nostra lingua.
Domenica 17 Aprile ho predicato
nella bella ed ampia Chiesa Thomas
Ringo di Odense dinanzi ad una buona assemblea.
Si ha appena il tempo di pranzare, e poi si parte in automobile per
raggiungere la città di Aarhus. Attraversiamo una regione dissemi
nata di laghi e di foreste, molto
pittoresca; incontriamo villaggi e cittadine che colpiscono per un aspetto
ordinato, lindo e pulito. Non solo
non c’è miseria, ma non c’è nemmeno povertà. Anche attraversando le
campagne si può notare come le vecchie fattorie con lo spesso tetto di
paglia, vanno scomparendo per essere sostituite con moderne costruzioni che hanno tutto l’aspetto di
residenze per villeggianti anziché dimore di contadini. Ed ogni fattoria
ha il suo bravo pennone con la bandiera sventolante, il che dà un’aria
festosa e gaia a tutto il paesaggio.
Ad Aarhus presiede la riunione serale un candidato in Teologia, sono
presenti anche alcuni studenti della
Facoltà Teologica ed alcuni giovani
che hanno lavorato ad Agape. Me ne
parlano con entusias.mo, quando, al
termine della conferenza, ci troviamo attorno ad una tazza di té con
altri giovani, ai quali essi raccontano le loro esperienze.
Il mattino seguente, nell’aula magna della bella Università di Aarhus
ho parlato agli studenti ed ai professori.
Due sorprese mi aspettavano lì:
mi rivolge anzitutto la parola in italiano una giovane professoressa di
Firenze. E’ il primo anno che insegna ad Aarhus, si trova molto bene,
c circondata di molta dmpatia, ma
ha una grande nostalgia dell’Italia.
La seconda sorpresa fu l’incontro
di un pastore e del suo figliolo, studente in Teologia, di nome Wilhjelm,
discendente di emigrati valdesi dai
Chiotti di Riclaretto al tempo delle
persecuzioni del 1686. Rivedrò poi
il Pastore Wilhjelm nel suo magnifico presbiterio in aperta campagna,
ma il primo contatto è stato breve,
perchè urgeva rimettersi in cammino.
Ed eccoci ad Aalborg per una cotiferenza nella cripta della grande cattedrale. Terminata la conferenza, alle dieci di sera bisogna di nuovo rimettersi in cammino per rispondere
ad un altro invito. C’è dall’altro lato della città una riunione di pastori, e tra l’esposizione della nostra situazione e le risposte alle loro domande, si è fatta mezzanotte. Un po’
di riposo non fa male.
Il giorno successivo dobbiamo
giungere a Silkeborg che è certamente la più pittoresca e graziosa cittadina di quante ne ho attraversate finora tn questa prima parte del viaggio. Vi giungiamo toccando Viborg,
dove una visita alht Ctittedrale s’impone.
E’ una bella costruzione in pietra
squadrata, iniziata nel 1130, la semplicità delle linee della costruzione
esercita un grande fascino, ma l interno è al di là di ogm descrìzwne
che io ne possa dare. L interno è
tutta una predicazione della Parola
di Dio, attraverso i luminosi, chiari,
affreschi del pittore Joakim Skovgaards, terminati net 1913. Da un
lato e dall’altro delle navate si succedono le scene salienti dell’Antico
Testamento, e si viene poi ai Vangeli, fino a culmiìlare nell’abside con
la scena grandiosa della ìisurrezione
dell’umanità condotta da Cristo che
tiene per mano Èva, madre dei viventi, e seguita da tutte le creature
umane. Inutile cercar di descrivere,
non si riuscirebbe a rendere una impressione che certamente non dimenticherò.
Il Pastore di Silkeborg nella cui
Chiesa ho predicato è stato largo di
ospitalità. Ha làsitato l’Italia, ha
cercato a Venezia, Milano, Firenze
le nostre Chiese, ma il suo gran dispiacere è stato di trovarle chiuse e
di non essere riuscito a vederle nelVintemo. Ci si domanda se non sarebbe bene che le nostre Chiese, almeno nelle grandi città, fossero aperte almeno per determinate ore
del giorno. Non mi pare che i problemi pratici da affrontare siano tali da non poter essere superati. Sarebbe forse una testimonianza maggiore quella che potremmo dare della presenza dell’Evangelo in Jtedia
avendo le nostre Chiese aperte.
Il Pastore Wilhjelm ci ha voluti
o pranzo nel suo presbiterio a Boulstrup. Una bella casa nuova, circondata da un magnifico giardino al limitare di un bel bosco, pure proprietà del Presbiterio. Ricorda con
gratitudine l’accoglienza ricevuta a
Torre Pellice dal Preside del Collegio Prof. Teofilo Pons e le informazioni sopra i suoi antenati. Ricorda
la visita ad Agape e a Roma, ma soprattutto con commozione la riunione
con i membri della famiglia VigUelmo ai Chiotti. Il vincolo con la famiglia valdese attraverso le generazioni è forte in lui e a noi riempie
l’animo di riconoscenza d sapere che
un discendente di famiglia valdese
è all’opera nella Chiesa di questo
paese e che anche il suo figlicdo si
prepara ad entrare nel ministero.
Domani lascierò questa regime
per continuare la missione a Copenhagen e dintorni. Mi spiace perdere la buona e preziosa compagnia
del Pastore Poulsen, ma incontrerò
altri amici fedeli, membri di questo
Comitato Valdese che ha iniziato la
sua opera di sostegno della nostra
Chiesa nel 1895 e che sembra in questo momento voler estendere ed intensificare la sua opera meritevole
della viva riconoscenza della nostra
Chiesa. Achille Deodato
Al nostro Moderatore, che ringraziamo per .questa sua prima corrispondenza, giunga l’augurio più fervido per un felice esito della sua missione. Le nostre comunità pensano a
lui con riconoscente affetto.
Red.
U cérvoUo di Einstein
COMUNICATI
In seguito alle dimissioni del Pastore titolare, la parrocchia di Frali
è dichiarata vacante.
La designazione del nuovo Pastore dev’essere fatta ai sensi degli articoli 13, 14, 15, 24, 25 dei Regolamenti Organici. Il Moderatore
Achille Deodato
La Conferenza Distrettuale è convocata in seduta ordinaria a San
Giovanni, giovedì 9 Giugno, e avrà
inizio alle ore 8,30 precise, con un
culto presieduto dal Pastore Franco
Davi te. I maùdalti di deputazione
dei delegati delle assemblee di chiesa dovranno essere consegnati al seggio provvisorio.
I Concistori sono pregati di far
pervenire al Sovrintendente le relazioni annue, i sunti delle medesime e gli specchietti statistici non
oltre i primi giorni di Giugno.
La popolazione Valdese è cordialmente invitata a partecipare al culto e assistere ai lavori della Conferenza. Il Sovrintendente
R. Nisbet
A 76 anni di età. il 18 aprile, Alberto Einstein, il i>iM grande dei fisici moderni, abbandonava il suo
corpo mortale, orii^ consunto, al
ciclo naturale della disgregazione del- ‘
le forme terrestri.
Il cordoglio per la sua dipartita
dalla scena del nostro mondo umano è stato si può dire universale,
l’erchè in lui, oltre all’uomo di scienza le cui mirabili intuizioni saranno
per molto tempo Foggetto di studi
e di ricerche nel campo della matematica e della fisica, l’umanità perde uno dei più grandi spiriti che
Fhauno onorata e servita con la rettitudine della loro coscienza e con
l’amore per la libertà, la giustizia e
la pace. « Parliamo dell’uomo — ha
scritto Filippo Sacelli — come incarnazione di una unità mondiale,
come espressione di una forza spirituale capace di irradiare e di agire
sugli uomini del suo tempo. E’ straordinario. Egli non aveva eserciti a
sua disposizione, non aveva burocrazia. non aveva chiese, non aveva
partiti. Non aveva che il suo cervello ».
E dal punto di vista della sua persona fisica, non aveva nulla che potesse attirare lo sguardo, nè che potesse ispirare timore, riverenza o ammirazione. Tutta la sua potenza mentale, sorretta da un singolare fascino morale, dipendeva da una misteriosa sorgente interiore che egli stesso non poteva chiaramente individuare, nè spiegare, nè tanto meno
tradurre in formule matematiche.
Ora la notizia che e< il segreto del
suo genio sarà cercato in laboratorio » e che l’esame del suo cervello
e di altri organi vitali durerà due
mesi, e che gli scienziati di due grandi istituti scientifici si contendono
l’onore ed il privilegio di procedere
a questo macabro esperimento, ci
riempie l’animo di un profondo stupore. se non di ribrezzo. Anche se lo
scomparso avesse realmente creduto
che queste meticolose analisi dei suoi
resti mortali potessero in ‘ qualche
modo rivelare ai patologi ed ai biologi qualche interessante indizio sul
funzionamento organico delle sue facoltà mentali e sugli aspetti peculiari della sua personalità, ciò non diminuirebbe la nostra repulsione per
simili esperimenti, votati senza dubbio all’insuccesso per quello che concerne la eventuale scoperta in un cervello fisico del mistero della vita e
del pensiero. Perchè qui non si trat
ta del funzionamento di tm qualsiasi cc robot » o di un cervello elettromagnetico.
Tutto .al più possiamo ammettere,
nella migliòre delle ipotesi, che tale
essame scientifico possa mettere in
luce la perfezione e la sensibilità estrema di un organo che doveva servire a tradurre in pensiero, in parole ed in simboli matematici le eleva,
te facoltà di uno spirito che amava
spaziare per le vie del Cosmo alla ricerca ispirata del principio unico
che regola tutte le forze e le attività
deirUniverso. Evidentemente questa
ansia di ricerca derivava da una sorgente più profonda che non sia quello di una massa cerebrale superlativamente costituita ed organizzata.
Ma evidentemente il cervello di
Einstein avrebbe servito molto poco
ad uno spirito poco evoluto, ad un
uomo appena uscito dell’animalità
primitiva ed ancora immerso nel torpore della vita dei sensi materiali.
Anzi, se per un caso impossibile, un
uomo spiritualmente inevoluto si
fosse trovato in possesso di un tale
organo, non avrebbe tardato a deteriorarlo con l’uso forsennato, riducendolo in breve alle più elementari
funzioni biologiche e mentali. Lo
strumento più perfezionato s’addice
all’attività di uno spirito che ha raggiunto un alto grado di sviluppo sul
piano mentale e spirituale. La prestanza del corpo fisico non è sempre
in rapporto con le superiori funzioni della mente. Grandi spiriti possono dimorare in corpi esili, perchè è
sufficientemente provato che, in molti casi, mentre le facoltà fisiche si
indeboliscono, le facoltà psichiche e
mentali diventano meravigliosamente acute. La scienza stessa insegna
che la funzione precede l’organo e lo
plasma secondo i propri bisogm. E
sempre la spinta evolutiva della Mente imprigionata che si sforza di eliminare i suoi involucri inutili e di
acquistare un sempre migliore meccanismo per manifestarsi ed esprimersi nel nostro mondo umano. Perciò un uomo privo di senso musicale
non saprebbe trarre alcuna armonia
da un violino o da un pianoforte, e
similmente un altro negato alla sci^za astronomica disprezzerebbe e sciuperebbe malamente i più potenti telescopi ed i sensibilissimi strumenti
dell’astrofisica. Ma in ogni caso lo
strumento non va mai confuso con
chi se ne serve per esplicare le proprie facoltà in qualsiasi campo del
la scienza, dell’arte, del pensiero o
dell’opera manuale.
La stessa coscienza della vita, che
gli uomini sentono in grado diverso
e vario, non viene da qualche cosa
che appartiene aUa loro personalità
sensibile, ma che emana dalla loro
individualità vera e profonda la quale è intimamente collegata alla vita
universale, e più in alto ancora all’Assoluto Eterno, cioè a Dio stesso
nella sua imperscrutabile essenza spirituale. L’unica cosa reale riguardo
all’uomo è lo spirito avvolto nella
forma-pensiero che dà vita al suo
complesso organismo psico-fisico, che
è lo strumento della sua manifestazione terrestre. Ne consegue che il
cervello e gli altri organi inerenti alla sua persOTialità effimera sono mutevoli e temporanei. Tutti questi organi sono plasmati dallo spirito stesso sw!ondo il suo grado di perfezione mentale e spirituale, seguendo
l’impulso delle leggi divine che governano tanto il mondo materialeche quello etico-spirituale.
Perciò risulta pure chiaro come il
cervello di Einstein possa manifestare delle peculiarità di struttura biologica più perfette di quello di un
uomo comune e adatte a quella che
fu la superiore attività scientifica ed
umana di quel mirabile rappresentante della nostra umanità. « Se c’è
un corpo naturale — dice l’apostolo
Paolo — c’è anche un corpo spirituale ». Ed il suo ragionamento potrebbe continuare così : Se il corpo naturale è provveduto di un cervello materiale, il corpo spirituale sarà pure
provveduto di un organo più sottile,
adatto alla manifestazione del pensiero e della volontà sopra piani di
vita assai più eccellenti di quello
terrestre.
La nostra conclusione può dtmque
così esprimersi: La scintilla del genio di Einstein, come quella di ogni
altro spirito evoluto, si è servita del
suo cervello fisico per manifestarsi
nella sua complessa opera di scienziato e di uomo, ma proveniva da
una divina misteriosa sorgente, che
non è dato ai biologi ed agli istologi
di scoprire con prolungate ricerche
di laboratorio. Ed egli stesso lo sentiva quando il suo spirito spaziava,
in cerca della Divina Legge, nell’infinito cosmico che in mille modi manifesta la potenza e la gloria dell’Invisibile Iddio.
G. Francesco Peyronel
2
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Le ì*asquè Piemontesi e “L’Eco del Chisone„
f
■ Nel suo numero del 23 aprile u. s.
« L’Eco del Chisone » dedica un’iìite*
ra pagina del suo direttore Can. G.
Mercol alle Pasque Piemontesi del
1655. L’articolo ammette di non voler dire nulla di nuovo in proposito,
e non è infatti che una esposizione
dei ben noti lavori del Pius Melia,
autore inglese del secolo scorso, e
del Crivelli, uno dei più recenti
scrittori cattolici che si siano occupati di storia valdese, con citazioni
del Perrone, del Botta e di altri storici.
Poiché l’articolo di G. Mercol ripete e ricalca la tradizionale storiografia cattolica dell’avvenimento, è
giusto intervenire nella discussione
0 dare allo studioso e al lettore quei
particolari che la narrazione partigiana ignora o nasconde; e questo
allo scopo di ribattere le solite accuse contro lo storico Léger, incolpato
di esagerazioni inverosimili e di altre soperchierie; contro i Valdesi, i
quali come al solito sarebbero stati
1 colpevoli e non le vittime, e contro
la storiografia valdese rea di aver
sempre e solo accettato le favole del
Léger per pura verità.
Ci limiteremo ovviamente al puro
episodio delle Pasque Piemontesi,
senza volerne ricercare le cause e
senza attardarci troppo sulle sue
conseguenze.
Léger e la saa storia
Su questo autore a lungo si è discaisso e la sua figura domina la metà
del secolo XVII nelle Valli Valdesi,
così come la sua storia, pubblicata
nel 1669, è una miniera importante
di documenti e di fatti, relativi al
periodo vissuto dall’autore. Non possiamo negare che il Léger, parte in
causa e attore tra i principali degli
avvenimenti, si lasci talvolta prendere dalia passione e dall’ira, e che
la sua penna i^ori i limiti deU’obbiettività che si richiedono allo storico moderno; alcune sue pagine éono evidentemente frutto di fantasia.
Accusato egli stesso di crimini non
commessi e di nefandezze inventate,
aveva dovuto esiliarsi in Olanda per
non rimanere assassinato, ed è ovvio che egli porti in cuor suo il peso
dell ingiusta condanna e non perdoni gli strali ai nemici. Per quel che
concerne le Pasque Piemontesi, egli
narra le stragi perpetrate nelle Valli
dai soldati del Pianezza e pubblica
quelle famose incisioni di scene veramente orripilanti, che non vanno
a genio agli storici cattolici e all’Eco del Chisone. Bisogna intanto notare a tale proposito che tutta la
narrazione del Léger e le medesime
incisioni erano state pubblicate nel
1658 dall’ambasciatore di Cromwell
pressi i Valdesi e la Corte di Torino,
sir Morland, il quale era venuto alle Valli, si era reso conto dell’effettiva situazione e -degli avvenimenti
verificatisi, e pur rimanendo scettico all’inizio su taluni particolari delle stragi, si era poi reso conto della
verità dei fatti e aveva pubblicato i
documenti veduti in suo possesso attraverso il Léger.
Se quindi dei dubbi vanno avanzati, siano avanzati nei riguardi di
due storici e non di uno solo.
Le altre fonti
Il fatto è che non soltanto Morland e Léger sono le fonti per la storia delle Pasque Piemontesi, ma una
quantità di documeinti disseminati
in moltissimi archivi d’Europa, specialmente in Svizzera, in Inghilterra, in Olanda; nè mancano i documenti negli archivi di Torino e persino a Pinerolo! Alcuni di essi sono
stati già resi noti, e ne parleremo tosto; altri, come la corrispondenza
del Marchese di Pianezza e di altri
personaggi coinvolti nella faccenda,
vedranno tosto o tardi la luce, tutti
pronti a dimostrare che il Léger non
ha esagerato troppo, nemmeno quel
tanto che farebbe piacere ai suoi av.
versari. Tra questi sembra volersi
mettere anche il Botta, il quale ammette però senza esitazione « che
molte orrende cose siano state commesse dai soldati ducali » e dà dei
bugiardo al Léger perchè le attribuisce a disegno premeditato o ad ordini superiori: son cose vecchie come
il mondo, e si sa che il soldato non
è responsabile, ma colui che lo comanda.
Comunque, indipendentemente da]
I-éger e dal Morland, la storia delle
Pasque Piemontesi può essere fatta
su altri documenti, e i risultati non
diminuiscono le responsabilità nè
della Corte nè del Clero.
Il 27 aprile 1655, quando ancora
la repressione armata non era finita, i pastori valdesi riparati in territorio di Pinasca, scrivevano una
lettera a Ginevra (Boll. St. Valdese,
26, pp. 41 e sgg.), col « cerveau...
hébété par les coups de massue qu’il
vient de recevoir », e in essa il quadro della desolazione e del sangue
versato è uguale, se non più efficace •
di quello fattoci dal Léger: non possiamo nè vogliamo qui pubblicare
quanto è già stato pubblicato, e lasciamo allo studioso la cura di controllarlo. Qualche settimana dopo, in
giugno o in luglio, prima comunque
delle Patenti del 18 Agosto che conclusero la guerra, uscivano a stampa diverse narrazioni anonime, in
francese e in italiano, e in esse ecco
apparire la prima documentazione
dei fatti sanguinosi quali li avrebbe
esposti Léger nella sua storia: vi sono narrate le scene raccapriccianti
svoltesi sui monti valdesi, sono citati i nomi e le località. Seguono poi
le lettere dei pastori delle Valli, le
loro suppliche, le loro narrazioni:
vogliamo credere che tutti questi
scritti, tutte queste deposizioni stampate fossero altrettanti falsi, che tutti i pastori valdesi fossero dei bugiardi, che infine le potenze protestanti d’Europa si commossero per
delle fandonie e che i loro ambasciatori, venuti a Torino e alle Valli,
non si rendessero conto di essere stati turlupinati?
Ci sono comunque altri documenti di parte ducale, e perciò ufficiali,
finora noti, che danno altra luce alla
quistione. Due di essi concernono la
situazione di Bobbio e ViUar Pellice rii maggio: da essi risulta che a
Bobbio vi erano allora 116 cattolizzati e che i morti erano stati 161, i
prigionieri 10 e i fuggiti in Francia
32 ; al Villar i cattolizzati erano 289,
i morti 150 (senza cantare i 36 ucciSi da una valanga nel tentativo di
andare in Francia, nel luogo che an.
cora oggi porta il triste nome di Pian
dei Morti), i rifugiati in Francia 20,
i bambini rapiti 25. I cattolizzati di
Torre rifugiati a Villar erano inoltre
108 (Boll. St. Valdese, 40, pp. 50 e
Questo è il quadro di due soli
comuni, nei quali sono rimasti solo
poche centinaia di abitanti del paio
di migliaia che ognuno ne contava
prima della persecuzione: e abbiamo già un totale, solo per questi luoghi, di 311 morti, senza voler sospettare che anche queste cifre fossero
addomesticate. I vivi si erano cattolizzati in preda al terrore per aver
salva la vita, e dopo le Patenti del
18 agosto ritornarono tutti Valdesi:
ma il papa Alessandro VII si era felicitato colla Corte Sabauda perchè
lì aveva « costretti a subire il SOAVE
giogo della fede »! E gli altri si erano rifugiati nelle gole dei monti, o
in terra francese: solo nel comune
di Molines in Queyras si contavano
400 donne e bambini delle Valli.
L’Eco del Chisone parla di ima
relazione ufficiale del tempo che fa
salire a 200 il numero delle vittime:
quella relazione ci fa ricordare certi
bollettini di recente memoria in cui
si parlava anche di ritirate strategiche... La Corte, allora come tante
altre volte, mentiva, e cercava di discolparsi di fronte all’accusa che tutto il mondo civile le volgeva, ma le
traccie della menzogna sono rimaste
nelle carte d’archivio, e se 311 erano
i morti ammessi per due soli comuni... a quanto il totale? Ce lo dice
un’altra descrizione delle Valli dei
1655: « Il y en a eu de massacrés
des deux sexes 1716 », cifra attendibilissima se facciamo le proporzioni con le vittime di Villar e Bobbio: circa l’8% della popolazione.
Quanto al modo di a uccidere »,
la deposizione dell’ufficiale francese
Du Petit Bourg ci illustra sufficientemente il quadro, ed essa collima con
le narrazioni del Léger: e si senta
anche quello che dice tra l’altro un
ufficiale ducale: « Alle ore 20 furono uccisi e scoiati due eretici; e ad
imo doppo gavato il cuore fu legato
un gatto, per mangiarli Finterno »
(Archivio di Stato, Torino). E fac
ci amo grazie di altre simili descri
zioni.
Non bisogna poi dimenticare i ra
pimenti dei bambini, fuggiti inorri
diti, e poi disseminati in tutto il Pie
monte, dai comuni vicini fino a I
vrea e Saluzzo per essere allevati nel
la fede cattolica: una lista ufficiale
(quando diciamo ufficiale intendia
mo di parte ducale, governativa) del
1655 ci dà 148 nomi di questi disgraziati E’ vero, dice il Botta e anche
l’Eco del Chisone, che il Marchese
di Pianezza aveva dimostrato il suo
buon cuore, raccomandandoli e nutrendoli: e tanto buon cuore dimostravano ancora tre anni dopo quelli
che non li restituivano ai loro parenli, come dimostra il Morland pubblicandone una lista di 26 e il Léger
nel 1669 di 47! E ciò in contrasto
con le Patenti di Pinerolo, che stabilivano la loro restituzione, perchè
« fides non servanda hereticis ».
A tutto questo e a completare il
quadro, ai aggiungano le campagne
devastate, il bestiame asportato, le
case incendiate, i templi ridotti in
rovina. A questo punto non era forse legittima la reazione valdese?
Quando Gianavello e Jaliier raccol
Che cos'è la Chiesa per me?
Questa domanda può sembrare banale. Eppure, dalla risposta che ad
essa viene data, dipendono elementi
di vitale importanza.
Provate un poco a porvi seriamente questa domanda, da ogni punto
di vista, cercando di rispondere ad
essa sinceramente: « Che cosa rappresenta per me la mia Chiesa? Che
cosa aspetto da lei? Che cosa cerco
quando mi reco ai Culti? Quale valore reale ha la mia Chiesa per
me? »
'— Per aiutarvi a rispondere a
queste domande, eccovi alcune delle
risposte che dei fratelli hanno date
ad esse:
cc La mia Chiesa è per me uno degli elementi della mia vita sociale.
Come c’è la famiglia; come c’è l’ufficio, il lavoro; come ci sono gli aniici; come c’è il club o la società
della quale fo parte, così c’è anche
la Chiesa. Essa rappresenta una tradizione della mia famiglia, un legame con la mia gente, un luogo
d’incontro con i miei correligionari
e con i miei parenti. Se non avessi
la Chiesa, mi mancherebbe qualcosa ».
Ancora: « La mia Chiesa è un
freno che m’impedisce di lasciarmi
andare a vivere come vivono tutte
le persone che mi circondano. Guai
se dovessi vivere dove non c’è la
mia Chiesa. Diventerei simile alla
genie semipagana con cui sono costretto a vivere ».
Ancora : « La mia Chiesa è per
me un appoggio ed un conforto. I
miei fratelli più influenti mi hanno
aiutato a farmi una posizione. Mi
piace aver contatto con loro. Vorrei però che la mia Chiesa fosse organizzata anche politicamente, per
poter esercitare una maggiore influenza ».
Ancora: « Nella mia Chiesa mi
sento qualcuno. Nell’ambiente in cui
vivo non conto nulla- Ma nella mia
Chiesa ho una certa influenza e sono considerato ».
Ancora: « Non frequento molto i
Culti perchè il Pastore ■— ottima
persona, del resto •— parla di cose
che non m’interessano molto. Quan
do fa della polémica mi sveglio ed
ascolto ed approvo: ma la teologia
non fa per me ».
Ancora: « I Culti della mia Chie
sa mi piacciono, ma le lunghe pre
ghiere ed i sermoni mi stancano
Mi piace invece molto cantare; spe
cialmente certi inni che conosco be
ne e che mi fan vibrare l’anima »
Ancora: « La mia Chiesa rappre
senta per me un ideale, anche se
quell’ideale è al disopra di me e
non mi è possibile praticarlo. Ascolto volentieri i rimproveri che sento
ai Culti e mi umilio quando li sento, e mi commuovo. Ma come si fa
a vivere come ci viene predicato,
in un mondo come il nostro? »
Ancora: « Sento molto il privilegio della solidarietà con i membri
della mia Chiesa. Però vorrei che la
sentissero anche gli altri, quella solidarietà! Invece... ».
iN sH *
Potremmo citare tante altre risposte che rispecchiano ognuna una
certa mentalità: ma queste poche
bastano quale saggio di ciò che si
dice quando si cerca di chiarire quello che la Chiesa sia per noi.
Vorremmo però che non si dimenticassero ■— come purtroppo avviene
abbastanza spesso ■—• altri elementi
molto essenziali.
Per esempio: « La Chiesa non è
solo una associazione di brave persone, unite da comuni vincoli e da
comuni interessi. E’ (di corpo di
Cristo! » Un corpo mistico, spirituale che si manifesta in un organismo
terreno ».
Ovvero: « Appartenere alla Chie
sa di Cristo significa partecipare al
la sua, missione che è quella di prò
clamare l’Evangelo a tutti gli uo
mini. Il Pastore lo fa con la predi
razione: io devo farlo con la mia
testimonianza di ogni giorno, di ogni
ora ».
Ovvero: « Vado in Chiesa perchè
sento il bisogno di xmirmi ai fratelli per pregare e perchè Dio ha sempre qualcosa da dirmi, per il mio
bene. Qualunque predicatore è bene
accetto se è mosso dal suo amore
per il Signore e per la sua Parola ».
Ovvero: « Gli elementi organizzativi dell’associazione ’’Chiesa” sono
secondari anche se necessari. Quello
che conta è il fatto che la Chiesa è
F organismo di cui Dio si serve per
arricchire spiritualmente i credenti
e per chiamare quelli che non credono ad una fede sicura ed alla salvezza ».
Ovvero: « La mia Chiesa è la cosa più preziosa nella mia vita. Senza
di essa io sarei un povero disgraziato senza pace e senza vita. Pare
impossibile che un organismo composto di uomini (con tutti i difetti
e con tutte le debolezze delle creature umane) possa rappresentare un
tale valore da superare ogni altra
associazione. Si vede proprio che in
essa non ci sono solo degli uomini;
ma c’è anche Dio onnipotente! »
Ovvero: « lo sono un membro di
Chiesa fiacco, infedele, indegno di
farne parte. Signore perdonami e
non mi respingere dalla tua Chiesa ».
Che ne dite, fratelli lettori? Non
credete voi che sia utile cercare ogni
tanto di rispondere a queste domande per acquistare coscienza di noi
stessi?
Magari discuterne in una di quelle riunioni familiari dove ognuno
sia invitato a dire ciò che la Chiesa
rappresenta realmente per lui?
Se c’è « disagio » nella Chiesa, ciò
dipende forse molto dal fatto che
troppi membri di Chiesa non sanno
bene ciò che sia la Chiesa; ovvero
hanno di essa un concetto errato e
cercano quindi in essa cose che non
hanno valore e trascurano le cose
più preziose.
Cercare di chiarire che cosa sia
la Chiesa e che cosa debba essere
per noi, potrebbe rappresentare il
primo passo nell’attuazione di quel
« ritorno alla Bibbia » che il Sinodo
Valdese ha consigliato ai fedeli. Interroghiomo la Bibbia per cercare
di sapere che cosa fosse la Chiesa
nell’insegnamento della Rivelazione
divina e che cosa rappresentasse per
1 fedeli della Chiesa Apostolica.
Paolo Bosio
sero i residui di un popolo distrutto,
in una situazione in cui non c’era
più nulla da perdere, ma tutto da
guadagnare, forse che le azioni di
rappresaglia della guerra guerreggiata erano da scartare? Sempre secondo 1 Eco del Chisone sembra di
sì, e quei poveri valdesi avrebbero
dovuto aspettare... che cosa? di arrendersi e cattolizzarsi anch’essi?
Significativa c tremendamente accusatrice a quel momemo la parola di
Gianavello al Pianezza, che gli prometteva in cambio dell’abiura la liberazione della moglie e delle figlie:
« Mille volte meglio la condanna e
la morte che l’abiura; quanto a mia
nmglie e alle mie figlie,, voglia Flddio onnipotente prenderle sotto la
sua protezione ».
La parte della Chiesa
Per quanto in seguito la Corte si
difendesse accusando i Valdesi e giustificando il suo operato come una
semplice azione di polizia contro ribelli, l’intenzione evidente era quella di estirpare l’eresia valdese. Basterebbe intanto ricordare la figura
di quel bigotto che fu il marchese di
Pianezza; del quale dice un biografo, parlando della sua azione contro
le Valli: cc II n’eut égard ni aux
prières ni aux menaces; il ferma les
yeux à toutes les considérations politiques, dans une affaire où il s’agissait de la gioire de Dieu et de Fiutèrét de FEglise... Et il estoit si zélé pour le bien de la religión... qu’il
voulut, tout premier ministre qu’il
estoit, commander les troupes qui allèrent les combatiré ». Da Torre egli
scriveva il 21 aprile a Madama Reale (c ...fra pochi giorni speriamo di
mandarvi la completa relazione del
successo, che dovrà riuscire di molta soddisfazione al paterno zelo di
Sua Santità... ». Al quale scriveva
poi lo stesso Duca, spudoratamente'
adulando e parlando dei cc successi »
con cui si era cc troncato il capo del1'hidra e della rebellione che aveva
stabilito il suo più antico et infame
nido nelle suddette valli... Il gran
merito di questa attione è riservalo
a Vostra Santità, al cui nome applaude tutto il mondo cattolico con
hinni a Dio, che felicitando i principi del Suo pontificato con questi
trofei... ». Carlo Emanuele II era
allora un giovinetto non ancora ventenne, respotisabile della condotta
della Corte non era lui, ma il suo
seguito di ministri e di prelati. Il
Papa Alessandro VII rispondeva a
volta di corriere, felicitandosi col duca, non già per lo sterminio degli eretici, ma per la vittoria sull’eresia,
osservava acutamente l’Eco del Chisone: distinzione che dimostra ad
un tempo il gesuitismo di chi la fece e di chi Faccetta! Perchè, di grazia, come si fa a disfarsi dell’eresia
senza disfarsi degli eretici?
Dicevamo che il Duca scriveva spu
doratamente al Papa, spudoratamen.
te, perchè mentre da una parte vantava la sua vittoria sugli eretici, faceva stampare gli opuscoli in cui
spiegava che i Valdesi erano stati
puniti soltanto come ribelli: quegli
stessi opuscoli in cui si parla di duecento vittime...
E’ noto d’altra parte che l’ispirazione a muovere contro i Valdesi era
venuta dal Consiglio della Propaganda Fide et Extirpandis Hereticis.
di cui anche il Pianezza faceva parte. Senza prolungarci su questo
particolare, basterà ancora accennare al Frate Minorità e al Prete che
accompagnavano i soldati negli incendi e nelle abiure forzate imposte
ai Valdesi: ribelli... al potere costituito o a Santa Madre Chiesa? Se ribelli ai Sovrano, perchè costringerli
ad abiurare? E perchè promettere
salva la vita a chi rinnegasse la fede
valdese?
La difesa della corte
Quando giunse a Torino il sintomo
della reazione immediata e potente
di tutta l’Europa e della simpatia
con cui venivano attorniati i Valdesi, la Corte corse ai ripa^'i. Furono
I»ubblicate controrelazioni, fu accordata udienza agli ambasciatori, furono poi concesse le cosidette Patenti
di Grazia di Pinerolo del 18 agosto.
Con la scusa della solita clemenza
sovrana, Carlo Emanuele cercava di
placare il risentimento che tutti i
3
1
L’ECO DELLE VALU VALDESI
— »
governi europei gli avevano dimostrato. Rimanevano però ancora sempre i fattacci, e quando nel 1669 usci
la storia del Léger (quella di Morland aveva avuto forse meno seguito),
ecco che si fece pure uscire una « Histoire Véritable », ad usum Delphini:
essa è conservata manoscritta alla Biblioteca Reale di Torino ed è runico
documento d’archivio che gli storici
clericali si siano dati la briga di
consultare. Il suo contenuto è quanto
mai parziale (altroché Léger!), e
contiene tra l’altro una deposizione
notarile in confutazione delle deposizioni notarili del Léger stesso, l
testimoni trovati dal notaio Bandino
per dire che quello che aveva scritto
Léger non era vero o solo vero in
parte, furono reclutati tra alcuni
prezzolati apostati delle Valli, e cosi fu rifatta la storia... I due notai
d> Léger, Mondon e Bianchi, che
avevano raccolto le deposizioni .dei
V aldesi pubblicate dal Léger, esercitarono invece a lungo la loro carica
nelle Valli, nè mai nessuno li accusò
(li falso, salvo l’anonimo autore della
(■ Histoire véritable », che dice essere stato Bianchi un farabutto come
Léger, e non essere stato il Mondon
notaio prima del 1659, eioè in tem])o utile per raccogliere le testimonianze; a tale proposito egli commette un grossolano errore, perchè
le generazioni di notai Mondon si
succedettero l’una all’altra nella Va]
Pelliee...
Conclnsione
G. Merco], iniziando il suo articolo, afi'erma di scrivere in cc omaggio al principio di legittima difesa »; dove, per chi non capisse, gii
accusatori saremmo noi e le povere
\i!time sarebbero i cattolici, messi
in cosi cattiva luce dagli storici vaidesi. Quistione di punti di vista...
ma la storia del lupo e dell’agnello
( vecchia come il mondo, come del
ri sto anche la sua morale... E non è
certo con queste premesse che si arriverà « a una più sincera valutazione del passato ed una comune tendenza verso la metà della comune
( omprensione ». Per conto nostro,
VI ripromettiamo di tornare sull’argomento in altra sede e con più dettagliata narrazione e dovizia di fonti; altrettanto ci auguriamo che vogliano fare anche altri, e così, senza
[lolemica e « sans rancune » dovremo ammettere in buona pace che la
storia di Léger, anche coi suoi difetti, rimane un documento d’accusa
terribile contro la (c rabies theologica » del Marchese di Pianezza e dei
.siioi colleghi di governo, a Tantum
rvHgio potuit suadere malorum! »
Augusto Armand Hugon
La voce deÊle nostre Comunità
Come già annunziato, il 19 maggio (giorno dell’Ascensione) avrà
luogo una
Grande adunata
a Piamprà
per commemorare Giosuè Gianavelio e la sua gloriosa resistenza.
Il programma è il seguente:
ore 10: messaggi del Capo Distretto Pastore R. Nisbet; del Prof. Armand
Hugon; del Pastore Enrico
Geymet.
Nel pomeriggio gita storica alla
Svirota, alla Tana di Bruard e
Cassulè.
Funzionerà un servizio di corriera in partenza da Torre Pellice, Piazzale della Stazione, alle
ore 8, a condizione che si raggiunga il numero completo.
Sarà pure organizzato un Bazar di Beneficenza con esposizione dei lavori delle Cadette ed un
Buffet.
La Pensione Charbonnier situata a Piamprà sarà già aperta per
quella data.
In caso di cattivo tempo la commemorazione si terrà nel tempio
di Rorà.
Tempio del Ciabas
Il vetusto santuario, di cui ricorre
il quarto Centenario, ci chiama a
raccolta.
Culti nelle Domeniche 8 (in francese) e 22 Maggio con celebrazione
della Santa Cena (lingua italiana)*
Angrogna (Capoluogo)
L’Assemblea di Chiesa convocata
per la domenica 24 aprile ha udito
ed approvalo la lettura della Relazione morale e finanziaria del Concistoro. Essa ha in seguito discusso a
lungo il progetto ed il preventivo delle spese che il piano di riparazioni
da effettuarsi al Tempio del Capoluogo, di cui ricorre (juest’anno il
400® anniversario della data di fondazione comporta dando mandato al
Concistoro di continuare sulla via intrapresa. Ringraziamo ancora vivamente Plngegnere signor Vittorio
Ravazzini che ha ben voluto essere
tra noi in quella occasione e, dandoci consigli preziosi, prometterci la
sua consulenza tecnica.
L’Assemblea ha in seguito nominato quali delegati alla prossima
Conferenza Distrettuale i fratelli Cisoia Dorino e Bertot Giulio. Quale
delegato al Sinodo è stato nominato
dalla Assemblea il nostro fratello
Malan Eli (supplente l’Anziano sig.
Benech Daniele).
Ringraziamo la U.G.V. di Luserna San Giovanni per la sua gradita
visita del 23 aprile. e. a.
Rodoretto
Les fêtes de Vendredi-Saint et Pâques nous ont retrouvés tous ensemble dans notre temple montagnard
aux lignes si sobres, mais qui pour
la circonstance avait été préparé par
notre Union des Mères. La communauté avait la joie d’entourer quatre nouveaux membres d’Eglise en la
per.80nne de nos confirmés, deux
jeimes filles et deux jeunes gens:
lUla Barus, Marta Bouvier des Fontaines et Garrou Rinaldo des Arnauds, Poms Guido des Gardioles. A
ces jeunes membres de notre Eglise
tious voudrions faire sentir toute notre affection fraternelle et leur redire le texte de leur Confirmation:
Combats le bon combat en gardant
le, foi et une bonne conscience (1
Tim. 1: 19). Notre modeste Chorale
agrémenta le culte dé Pâques’de deux
choeurs. Le premier en français, sur
le résurrection du,Christ et le second
en italien, s’adressant plus particulièrement aux confirmés.
Visite d’Eglise. — Dimanche 20
Mars notre paroisse avait sa visite
officielle d’Eglise. A cet effet le ViceModérateur présida le culte ainsi que
l’Assemblée d’Eglise qui le suivit immédiatement. Nous remerçions le
pasteur Nisbet pour son message incisif appuyé sur le texte de Actes
2: 44 : Tous ceux qui croyaient étaient ensemble. Puisse son appel
trouver une réponse en chaque membre d’Eglise. A l’Assemblée d’Eglise
un court rapport du pasteur sur la
situation du travail dans la paroisse
fut suivi d’une discussion assez animée sur le problème de l’enseigne
ment du français parmi les enfants,
le Consistoire .cherchera, dans la
mesure où les moyens le permettent
à venir à l’encontre des voeux exprimés à cette occasion. L’après-midi
du même jour le Directeur de la Mai.
son des diaconesses présenta aux Fontaines un film sur cette institution.
Film commenté qui nous montra la
beauté et la grandeur de cette vocation chrétienne, le Diaconat.
Bobbio Pollice
Nel giorno del Venerdì Santo sono stati confermati i seguenti catecumeni: Allasina Lilia, Artus Irene, Berton Giuseppe, Bonjour Ernesto, Buttigliero Attilio, Cairus Elmo, Dwvit Paolo, F]avat Speranza,
Melli Italo, Michelin Davide, Michelin Giovanni, Mondon Marin Maddalena. Negrin Angiolina, Negrin
Stefano, Pontet Paolo, Pontet Susanna, Re Augusto, Reynaud Paolo.
Il Signore guidi nelle Sue vie questi nuovi membri di Chiesa e li aiuti a mantenere fedelmente le promesse f attedi.
La domenica di Pasqua il culto
era gremitissimo e oltre 400 persone si sono avvicinate al tavolo della
Santa Cena.
La nostra Corale ha cantato inni
(' cori di circostanza il giorno del
Venerdì Santo e a Pasqua. I confermati hanno pure cantato un bell'inno all’atto della loro Confermazione.
La domenica 17 aprile le nostre
Madri si sono recate in gita ad Ivrea
e al lago di Vivereme, mentre una
cinquantina di giovani sono andati
a Sanremo. Le due gite sono riuscite ottimamente. Ringraziamo il
Sig. Umberto Pascal che ha presieduto il culto.
Il nostro bazar, riuscito molto bene, ha avuto luogo la domenica 24
u. s. Ringraziamo la Banda Musicale per il contributo dato in tale
occasione.
Battesimi: Baridon Davide di Er
manno e di Baridon Celina (Carboneri); Buttigliero Attilio, Rosanna, Graziella di Pietro e di Negrin
Maddalena (Carboneri); Geymonat
Aldina di Eliseo e di Mondon Elena (Costa); Cocco Bruna di Augusto e di Michelin Salomon Maria
(Asti); Geymonat Diiva di Paolo e
di Roland Graziella (Centro); Charbonnier Silvana di Giovanni e di
Baridon Giovanna (Centro). « Lasciate venire a me i piccoli fanciulb ».
Matrimoni : Rostagnol Alessandro
Giovanni (Eyssard) e Catalin Susanna Lidia (Cortilet), il 2 aprile; Cairus Paolo (Cairus) e Pontet Maddalena (Rostagni), il 30 aprile. « E’
la casa un paradiso quando c’è il
Signore ».
Dipartenze : Charbonnier Maria
ved. Baridon, Beisilia, deceduta improvvisamente in età di 76 anni, il
26 marzo. Lascia il ricordo di una
grande fede e di un sincero attaccamento alla sua Chiesa; Charbonnier Giovanna, Perlà, deceduta in
età di anni 89, il 31 marzo. Era
mollo apprezzata per la sua profonda pietà e fede; Catabn Giov. Eliseo, Curtil di Daima, deceduto all’età di anni 74, il 13 aprile. Egli
sopportò lunghe sofferenze, sorretto
dalla fede.
Il Signore consoli quelli che piangono.
San Gérma'no Chisone
La Domenica di Pasqua 35 giovani e giovanotte hanno partecipato,
per la prima volta, alla S. Cena.
Chiediamo al Signore di concedere
loro di essere dei membri viventi
della sua chiesa.
Venerdì 22 Aprile abbiamo ricevuto la visita degli unionisti di Pomarètto, che hanno trascorso con
noi alcime ore. Ci auguriamo che
quegli incontri benefici si ripetano
in avvenire.
Il nostro anno amministrativo si
chiude con la fine di Aprile. Coloro che devono ancora far pervenire
la loro contribuzione per la chiesa,
sono pregati di farlo in (juesti giorni.
L’annua vendita di beneficenza
avrà luogo il pomeriggio della domenica 15 maggio. Le Signore della
Società di Cucito hamio lavorato
con perseveranza durante i mesi invernali e ringraziano tutte le persone che vorranno fare pervenire un
dono. Il provento sarà devoluto al
fondo per la costruzione della nuova sala.
Battesimi : Bounous Claudio di
Gustavo e di Long Bianca; Costabel
Laura di Enrico e di Sappei Rina;
Plavan Nello di Roberto e di Charrier Graziella.
Matrimoni: Gardiol Alberto Paolo e Martinat Edith; D’Aveni Giuseppe e Bertalot Elisa; Costantino
Eligio Giovanni e Revel Ines; Jahier
Aldo e Long Ivonne.
Funerali: Long Paolina ved. Travers, di anni 76 (Blanc); Bouchard
Giovanni, di anni 84 (Villa); Roccione Maria Margherita ved. Bounous, di anni 76 (Asilo); Rochon
Giovanni Giacomo, di anni 93 (Rucassa); Bounous Claudio, di mesi 4
(Savoia); Vola Giovanni, di anni 80
(Costabella); Balmas Lidia ved. Robert, di anni 76 (Gondini).
Molle famiglie della chiesa hanno
conosciuto giorni di gioia, altre sono state chiamate alla dura scuola
del dolore e del lutto. 11 Signore,
che veglia su tutti i suoi figli, santifichi le gioie e faccia scendere le
sue consolazioni sui cuori afflitti.
Pramollo
Mercoledì 27 aprile abbiamo accompagnato al campo dell’estremo
riposo le spoglie mortali dì Long
Enrico fu Francesco, dei Toumin,
di anni 84. La chiamata gli è gìtmta
dopo una lunga vita da luì tutta
quanta spesa nel lavoro e dopo una
lunghissima malattia sopportata c<mi
serenità e con rassegnazìtme. Dopo
tante fatiche lo rallegrava il pensiero di poter andare finalmente a riposare.
Ai nipoti, che avevano trovato in
lui un secondo padre, alla cognata
ed ai parenti tutti rinnoviamo l’espressione della nostra sincera e fraterna simpatia cristiana.
« Io — dice Gesù — sono il buon
pastore; il buon pastore mette la
sua vita per le sue pecore » (Giov.
10: 11).
Domenica 27 marzo, presieduta
dal Pastore Gustavo Bouchard di
Rorà, Segretario della Commissione
Distrettuale, si è riunita l’Assemblea di Chiesa per la rielezione, o
meno, del Pastore titolare per compiuto settennio. Erano presenti, oltre alla quasi totalità degli elettori,
moltissimi membri di chiesa. Tutti i voti, tranne imo solo, risultarono favorevoli.
Mentre rinnoviamo al Pastore
Bouchard il nostro grazie sincero
per la sua graditissima visita e per
il buon messaggio recatoci ed esprimiamo alla Comunità la più viva
riconoscenza, domandiamo a Dio di
accompagnarci nel nuovo cammino
che ci apprestiamo a compiere insieme e di aiutarci tutti a lavorare
sempre più fedelmente al Suo servizio.
La sera della stessa domenica i
giovani della Filodrammatica di Rorà, diretti dalla gentile Sig.ra Bouchard, ci hanno offerto una riuscitissima e molto apprezzata recita.
Siamo loro molto grati e ci auguriamo che a (piesta graditissima visita ne seguano ancora e presto delle altre. ^
Il culto di Pasipia è stato imponente. Vi hanno preso parte la gran
maggioranza della Comunità e molti PramoUini stabiliti fuori del territorio della parrocchia.
Hanno confermato il %mto del loro battesimo e si sono avvicinati per
la prima volta alla Santa Cena i seguenti catecumeni: Gardiol Paola,
Sappè Lucia, Balmas Renzo, Long
Armando, Long Gilberto, Reynaud
Marco, Ribet Bruno e Rostan Ferruccio.
La Corale, sotto l’abile guida del
M.o Emilio Giordano, ha eseguito
con bravura un coro e due inni di
circostanza, molto apprezzati dal
pubblico. '
Una splendida giornata hanno
trascorso a Massello gli artisti della
Filodrammatica ed i membri della
Corale la domenica 17 aprile. Essi,
dopo aver preso parte al culto eseguendo un coro, hanno nel pomeriggio intrattenuto il pubblico massellino con una recita. La Comunità
locale li ha accolti con grande affetto e li ha circondati di molte gentilezze e di molte premure.
Alla Chiesa di Massello, al suo
Pastore e gentile Signora, essi esprimono il loro grazie riconoscente.
Il « bazar » annuale avrà luogo,
a D. p., l’ultima domenica di maggio. Ringraziamo fin d’ora tutti coloro che, come per il passato, ci faranno giungere la loro offerta. La
(I festa della mamma » è fissata per
domenica 15 maggio.
Villar Pelliee
Le recenti solennità hanno restituito al nostro tempio, per varie
settimane, l’aspetto dei tempi della
prosperità spirituale del secolo scorso.
Il 27 marzo, giorno della ricon
ferma del Pastore, con un culto pre
sieduto dal Vice Moderatore, l’as
semblea fu quella delle solennità.
Il 3 aprile, domenica delle Pai
me, ventitré giovani fratelli e so
ielle furono ammessi alla chiesa
Tempio gremito, festoso il corteo dei
confermandi con i bei costumi vai
desi, edificante la professione di fe
de individuale dei confermati e so
lenne l’imposizione delle mani fatta
singolarmente. I nuovi ammessi sono: Janavel Paola, Vigne Elena,
Pastore Luisa, Grand Marisa, Michelin-Salomon Myrna, Vigna Elena,
Charbonnier Carla, Gönnet Dma,
Vigna Paola, Gönnet Graziella,
Rambaud Ilda, Pelene Alma, Morglia Silvana, Pny Piera, Baridon
Giovanni, Dalmas Remo, Miegge
Aldo, Michelin Salomon Bruno, Demaria Rexi, Baridon Silvio, Puy Romano, Roux Ermanno, Garnier Rinaldo.
Il giorno di Pasqua, grande e fervida assemblea come sempre, ma
particolarmMite notevole il numero
dei fratelli venuti per la circostanza da località Imitane e fin da Losanna e Marsiglia.
Pasquetta. Adunata giovanile pomeridiana al Teynaud e gita dei catecumeni a Prali. Edificante il servizio di Santa Cena, celebrato nel
vecchio tempio dai neo confermati
e da un gruppo di giovanette dell’Orfanotrofio di Torre che li accompagnava.
Domenica 17 aprile. Al mattino,
culto solenne presieduto dal pastore
Roberto Jahier e nel pomeriggio
tradizionale « Benvenuto », offerto
dalle Unioni delle Madri e delle Giovani ai neo-confermati. Ore di letizia intensa e serena.
Domenica 24 aprile. Esodo generale. Le unioni della Piantà e dell’Inverso vanno in gita a Sanremo,
ove partecipano al culto col canto
di un inno e prestano man forte per
la liijuidazione dì un Bazar.
L’Unione del Centro, invece, si
reca a Bassignana per visitarvi quella Chiesa Metodista ed il suo conduttore, l’Evangelista Di Muro. Accoglienza indimenticabile. Dopo un
culto solenne, un ricco pranzo vien
servito da uno stuolo di gentili signorine ad 80 commensali, 48 del
Villar e 32 dei dintorni.
Nel pomeriggio i villaresi recitano « Pastore Hall » dinanzi ad un
uditorio attento e simpatico. La conclusione consiste nel più impegnativo degli « arrivederci ».
A Villar Pelliee il culto è stato
presieduto dal fratello Umberto Pascal che celebrò pure il battesimo
di Olga Cairus e disse parole di simpatia e di fraterno augurio ai coniugi Vigne Davide e Maria del centro, i quali, circondati da numerosa parentela, celebravano le loro
nozze d’oro.
Nozze. Il 19 marzo abbiamo celebrato le nozze di Marina Peyronel
con Carmelo Ventrice di Catania.
Con rincrescimento abbiamo detto
addio a questa nostra sorella, che va
ad arricchire la chiesa valdese di
Catania. Dopo la cerimonia vari fratelli hanno espresso con brindisi i
loro voti alla felicità degli sposi.
Il 24 marzo abbiamo celebrato le
nozze di Mariuccia Vigna con Luigi
Cordili. Anche qui molti parenti
hanno fatto corona ai giovani sposi,
che hanno fissato la loro residenza
ad Ucioire.
Felicitiamo cordialmente queste
due coppie di sposi che hanno avuto una cura particolare nel ricercare
l’assistenza della loro chiesa in questo momento solenne della loro vita. Possa il Signore stesso assisterli
in ogni momento del loro pellegrinaggio terreno.
Tornati a Dio. E’ ben vivo ancora nel ricordo di tutti il solenne tributo di affetto recato dalla comunità alla famiglia Giraudin del Sargas, in occasione della dipartenza
della Mamma sua: Maddalena Rosani ved. Giraudin, di anni 60, il
giorno 24 marzo u. s. 11 servizio funebre, iniziato a Lusema S. Giovanni, si svolse poi nel tempio di Villar
Pòllice, con la collaborazione del
pastore R. Jahier.
Il giorno 8 aprile, a Torre PeUice, partendo dall’Ospedale, ebbe
luogo Taccompagnamento funebre
di Italo Rambaud, dei Garin, di anni 12. Era forse il più umile dei
Villaresi ed ebbe funerali da signore. Una classe di catecumeni venne
apposta a Torre per lui e convennero pure alcuni Insegnanti con una
1 appresentanza delle loro scolaresche. Presiedettero i pastori Bertinatti e Geymet. Tutti insieme cantarono l’inno della speranza cristiana
attorno alla piccola fossa nel gran
cimitero di Torre Pelliee.
4
4 —
L^BCO DILLB VAU-I YAU&BÂÎ
I
Prorostino
La nostra Comunità ha celebrato
con compattezza e fervore gli avvenimenti della Settimana Santa. Vaste assemblee si sono raccolte per
udire il messaggio della « passione »
e della « resurrezione » del nostro
Signore Gesù Cristo, e per partecipare alla comunione della Sua morte e della Sua resurrezione nella celebrazione della Santa Cena.
La domenica delle palme, diciannove catecumeni sono stati ammessi
nella piena comunione della Chiesa
con la pubblica confessione della loro fede cristiana. Essi sono: Avondet Elva, Armellìno Franca, Be&son
Odilia, Coisson Elda, Costantino Dina, Danna Rita, Gardiol Elda, Paschetto Wanda, Pastre Dina, Avondet
Bruno, Gönnet Sergio, Griglio Marco, Martinat Claudio, Martvnat Edilio, Paschetto Alessandro, Paschetto
Ide, Rivoiro Alessandro, Rostan Sergio, Santiano Ermanno. Nel corso
di una riunione a Pralarossa è stata
confermata Ciariero Elsa proveniente dalla Parrocchia di S. Germano.
La Comunità, nel dare loro la ma.
no di associazione, gioisce con loro e
li esorta a perseverare nella fede e
nella santificazione personale.
La sera del giovedì sc/aito una raccòlta e numerosa assemblea si è riunita nel Tempio per xm culto liturgico, nel quale abbiamo letto i passi
evangelici della passione, intramezzati da canti e preghiere. Gran parte dei presenti si è avvicinata alla
Santa Cena.
Il giorno del venerdì santo, abbiamo avuto delle buone assemblee al
Roc (al mattino) e a Roccapiatta (al
pomeriggio), durante le quali abbiamo meditato sulla figura del « Servo dell’Eterno » che è venuto in Cristo a « portare le nostre malattie e
a caricarsi dei nostri dolori » e che
« è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni » (Isaia 53). E’ seguita la celebrazione della Santa Cena, alla quale buona parte dei presenti ha partecipato.
La domenica di Pasqua, nonostante i vari culti già tenuti nella settimana, una folla imponente di fedeli
gremiva il Tempio (molti sono rimasti in piedi, per mancanza di posto). Abbiamo ascoltato la predicazione della Parola di Dio sul fatto
della cc potenza della Resurrezione » ;
tale potenza non è una virtù naturale dell’uomo, ma è Topera dell’amore di Dio; questa potenza di resurrezione ha avuto la sua realtà storica in Gesù Cristo, che ha vinto il
peccato e la morte; e tale potenza
resurrezionale deve manifestarsi anche nella nostra vita di credenti, perchè chi crede in Cristo è partecipe
delle realtà che sono di Cristo; nel
credente, il peccato e la morte sono
virtualmente vinte da Cristo stesso.
E’ seguita la celebrazione della Santa Cena, alla quale hanno preso par.
te per la prima volta i catecumeni
confermati ed una folla di fedeli.
Al culto delle Palme come a quello di Pasiqua, la Corale ha cantato
gli Inni: « A questi tuoi figli, che
in Te han creduto... » (227 bis) e
« E’ consumato, oh giubilo... » (63)
deU’Innario Cristiano.
Visita gradita. Domenica 18 aprile la Comimità ha avuto la gioia di
rivedere il Pastore Giovanni Berti
OANTO SAGRO
Feste di canto
delle Scuole Domenicali
a) Val Pellioe
Domenica, 22 maggio: ore 15 nel
Tempio di Torre Pellice. Prova d’insieme: ore 14,30 nella Sala Sinodale.
h) Val San Martino
Domenica 22 maggio: ore 15 nel
Tempio di Pomaretto. Prova d’insieme: ore 14,30 nella sala del Convitto.
Inni d’insieme: Innario Cristiano
Numeri: 275 (1, 2, 3); 156 ( 1, 3, 4);
205 (1, 2, 3). Psaumes et Cantiques:
Numeri: 176 (1, 2, 3); 184 (1, 2).
Ogni Scuola Domenicale canterà
da sola due inni scelti nelle due raccolte.
Il pubblico è cordialmente invitato a partecipare a queste manifestazioni.
La Comm. del Canto Sacro.
natti, che fu già Pastore a Prarostino molti anni fa; egli ha presieduto
il culto, rivolgendo alla assemblei
un buon messaggio cristiano; anche
il Sig. Jouve Adolfo di Torre Pellice, che lo accompagnava, ha rivolto
un - breve messaggio. Li ringraziamo
ambedue.
Sotto il septo della Grazia. Al culto del 24 aprile ha ricevuto il Santo
Battesimo la piccola Ivana Rivoir di
Giacomo e di Chiarvetto Clelia (Milun). Il Signore la faccia crescere (c in
sapienza, in statura ed in grazia »
dinanzi a Lui e agli uomini, e dia ai
genitori ed ai padrini di mantenere
con fedeltà le promesse.
Nella Casa del Padre. Il 4 aprile,
dopo pochi giorni di malattia, ma
da vari anni malfermo nella sua salute, è deceduto il fratello Bonin Pietro (dei Bonins) alla età di 78 armi.
Egli ha risposto alla chiamata a circa un anno dalla sua compagna. La
nostra simpatia ai parenti afflitti.
Ancora una volta la Parola del Signore ci ha ripetuto l’esortazione
« Vegliate e pregate, perchè non sapete nè il giorno nè l’ora... » (Matteo 25: 13).
Assemblea di Chiesa. Contrariamente a quanto annunziato dall’ultimo numero del « Sii fedele », il
Concistoro fa'presente alla Comunità, ed in modo speciale ai membri
elettori, che VAssemblea di Chiesa,
avrà luogo domenica 8 maggio alle
ore 10 precise. All’ordine del giorno figura la Relazione Annua del
Concistoro; elezione dei delegati alla Conferenza Distrettuale ed al Sinodo; varia.
Angrogna (Serre)
Al culto della domenica delle Palme sono stati confermati nel Tempio del Serre i seguenti catecumeni: Arnoul Aldo (Serre); Benech 0detta (Chiógautie), Fraschia Silvio
(Martinail), Long Franco (Arcia),
Long Sergio Luigi (Arcia), Pons 0scar (Rivoires), Ricca Ferruccio (Ricca), Rivoire Orlina (Cacet).
Il Signore accompagni col Suo
Spirito questi giovani e li ' aiuti a
mantenere la promessa che liberamente hanno fatto a Lui ed alla Sua
Chiesa.
Le sere di Giovedì Santo a Pradeltorno e di Venerdì Santo al Serre un discreto numero di fedeli ha
partecipato ai culti durante i quali
abbiamo meditato il racconto della
Passione del Salvatore e celebrato
la Santa Cena.
Rallegrante fu pure la partecipazione ai culti di Pasqua sia a Pradeltorno che al Serre ed un buon
numero di membri di Chiesa si è
accostato alla Santa Cena per ricor
dare la morte e la risurrezione di
Cristo.
Nel corso dell’ultimo turno di riunioni quartierali abbiamo ascoltato
le notizie sul viaggio a Roma e nella
Ciociaria dei delegati delle Valli. Il
delegato della nostra Comunità sig.
Roman Amato, ha suscitato l’interesse dei vari uditori, esponendo i
suoi pensieri e le sue impressioni.
In questi ultimi mesi il Signore
ha richiamato a sè: Coisson Giovanni Davide (Cougn), in età di 82 anni; Pons Emilia (Rivoires), di pochi
mesi; Ricca Carlo Alberto (Ricca),
in età di 75 anni; Coisson Alberto
(Coissons), deceduto all’eità di 58
anni. Ultimamente abbiamo appreso la notizia della morte del giovane Benech Gianni, di Pradeltomo,
avvenuta in Francia dove si era recato a lavorare insieme ad altri giovani Angrognini. Il Signore consoli
le varie famiglie in lutto.
Esprimiamo la nostra riconoscenza al Pastore A. Geme di Bobbio
Pellice per il messaggio rivoltoci la
domenica 13 marzo.
Il 7 aprile, nel Tempio del Serre,
avveniva la benedizione del matrimonio di Benech Oscar (Cacet) e di
Rivoira Elena (Cacet). Il Signore accompagni questo nuovo focolare.
Domenica 1° maggio l’Assemblea
di Chiesa, dopo aver ascoltato la lettura della relazione morale e finanziaria sull’attività ecclesiastica svolta nella nostra Comunità durante
l’anno che sta per chiudersi, nominava i suoi rappresentanti alla prossima Conferenza distrettuale nelle
persone di Benech Amato (Cacet)
e Buffa Levi (Odina).
Corsi di Cnltara religiosa
Come gli anni scorsi, avranno luogo a
Torre Pellice, dal 1® al 13 Agosto dei
corsi di cultura religiosa, a cui sono invitati tutti i membri delle nostre chiese
che desiderano approfondire le loro conoscenze bibliche e storiche in vista di una
collaborazione pratica nella comunità.
1 corsi comprenderanno le seguenti materie:
Dogmatica: Pastore Alberto Ricca.
Storia: Prof. Gino Costabel.
Esegesi dell’Antico Testamento: Pastore
Giorgio Girardet.
Esegesi del Nuovo Testamento: Pastore Alberto Ricciardi.
Verranno concesse speciali facilitazioni
per il soggiorno nel Convitto di Torre
Pellice.
Si prega di volersi iscrivere con il maggiore anticipo possibile presso il Sovrintendente, Pastore Roberto Nisbet . Torre
Pellice, e di darne avviso del proprio arrivo al Direttore del Convitto Maschile
Valdese di Torre Pellice.
Orfanotrofio Femmiiiile dì Torre Pellice
Doni ricevuti dal 1 Gennaio 1954
Prof. Ernesto Bein L. l.OOO — Italia
Farina 500 — Fanny Cbstantin 500 -—
A. Geymonat 1.000 — Beux Silvio 8.000
—• Gustavo Invernizzi 1.000 — Chiesa Valdese di S. Remo 2.000 — Ida Coisson 1.000
—• Charlin Carla Albarin 500 — Emanuele Griset 500 — Gunetti lima l.OOO —
Serafino Ettore e Renata 1.200 — Merlettificio Tiirch 3.000 — Vola Renato e Fiorella, riconoscenti al Signore per nascita
Marco 2.000 — Dott. Ada Jalla 1.500 —
Micci Elisa 500 — Biagio Rocchi 9.000
— Maggiore Ida Giorgio 2.000 — N. N.
M. l.OOO — Martinat Maria Luigi 1.000 —
Coucourde Giulio e Caterina 1.750 — Ada
C. 500 — Meta GaUian Bauer 6.000, per
« madrinato » — Ugo Rivoira Pellegrini
10.000 — « Riconoscente a Dio » 1.000 —
Coucourde Nino 5.000 — a Nel 25.o anniversario di Matrimonio 3.000 — Emanuele
Beux 1.000 — Willy Kramer 3.700 — Cavaliere Attilia 200 — Castellano Renato
200 —■ Dott. Aldo Prochet 2.000 — Elvira
c Guido Decker 3.000 ^ Chiesa Valdese
di Colleferro 2.000 — Fratelli Tomasini
2.500 — Rivoira Adolfo 1.000 — Costantino Costante l.OOO — A. Pascal e Fam.
1.000 — A. N. 1.500 — Roberto e Germana Jouvenal 2.000 — Peraldo Giovanni
100 — Unione delle Madri dei Chiotti 5.000
— Unione delle Madri del Trussan Comba-Garina 5.000 — Past. Carlo Gay 2.000
— Edoardo Massel 500 — 1 Padrini, in
occ. battesimo Griglio Eliana 500 — Godino Mery 1.000, in occ. battesimo nipotini — Gardiol Umberto 500 — Godine
Elisa 400 —- Unione delle Giovani Valdesi
di Ginevra 17.640 —■ Unione dei Giovani
di Chabrioles 1.000 — N. N., Prarostino
1.000 — Chiesa Valdese di Roma, Piazza
Cavour 10.000. {contìnua)
La Commissione degli Istituti Ospitalieri Valdesi e la Direzione ringraziano riconoscenti i numerosi oblatori.
I doni si ricevono con gratitudine anche
mediante versamento sul c.c.p. 2-27051, intestato agli Istituti Osp. Valdesi.
Mostra diarie
Da « Il Corriere Alpino » della
settimana scorsa apprendiamo che,
alla Prima Mostra del dilettante che
si è aperta in Pinerolo il 24 Aprile
ed in cui sono state esposte oltre duecento opere di pittura e scultura, il
primo premio per la pittura « Coppa
Ente Provinciale per il turismo » è
stato assegnato al giovane Marco Rostan, di 13 anni, della Chiesa Valdese di Pinerolo. Dice il cronista: «Nella sua ” piazza del Duomo a Pinerolo ”, ma più ancora in ” piccolo
porto all’alba ”, Marco Rostan ha
saputo creare un mondo pieno di sogno e di poesia tutto pen'-aso da una
sottile commozione che ci indica
quanta passione abbia animato l’autore nel momento in cui ha conce
pito ed ha concluso la sua opera. E’
a questa intima emotività che deve
attingere l’artista se vuole creare
qualche cosa poiché, e giova sempre
ripeterlo, arte è visione, trasformazione, poesia, mai poetica o bello
prosa ».
Doni ricevuti per l’Eco
Bounous Aldo L. 100 — Clot Adriano 300
— Pons Adelaide 50 — Ferrerò G. Enrico
150 —• Ferrerò Alberto 50 — Pascal Ermanno 100 — Micol Emanuele 100 _— Poet
Amandina 100 — Micol Giovanm 100 —
Micol Ernesto 100 — Robert Ernesto 150
— Gagliardi F. 150 — Geux Jean Paul 300
— Kesseiring Emilio 400 — Doria Annunciato 250 — Fam. Battaglini 150 — Garrou
Emilio 150 — Peyrot Angela 50 — Pascal
Giovanni 100 — Peyrot Enrico 300 — Pons
Paolo Mirella 150 — Perrou Maddalena 300
— Garrou Giovanni 100 — Pascal Oreste 150
Calvino Guido 150 — Benyr Balmas Alice
L. lOO.
ESAMI AL COLLEEIO VALDESE
Si avverte gli interessati che gli esami
di ogni ordine e grado avranno inizio il 4
giugno. Le domande di ammissione agli
esami devono esser presentate entro il 20
aprile. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla presidenza dell’Istituto.
AVVISI
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Pinerolo ovvero: Mad.me B- Tschanz,
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rivolgersi alla Libreria Claudiana.
CERCASI per 1 giugno o subito buona gio.
vane, pratica di faccende casalinghe. Pres.
so R. Hardmeier, pastore, Zurzach, Sviz.
zera.
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La lamiglitt del compianto
Michele Bertalot
(Inverso Porte) sentitamente ringrazia il
pastore sig. Debely, la famiglia Gardiol e
i vicini di casa per l’aiuto prestalo nella
triste circostanza.
Massello, 7 Aprile 1955
Le 13 Avril 1955 ò Paris, à l’âge de 72
ans. Dieu a rappelé subitement à Lui
Juliette Spelli-Jahier
née à la Rua de Pramol.
Son époux, sa fille, ses soeurs, et tous les
parents, vous font part de la triste nouvelle.
Jésus dit: Je suis la résurrection et la vie.
Celui qui croit en moi vivra, quand même
il serait mort; et quiconque vit et croit en
moi ne mourra jamais.
Guglielmo e Mary l'urini con le figUe
partecipano la morte della loro fedele
Margherita ReveI
Firenze, 22 Aprile 1955
La famiglia del compianto
Giacomo Godino
projondamente commossa per la dimostrazione di affetto ricevuto in occasione della
diperlanza del suo caro estinto, ringrazUi
tutti coloro che presero parte al suo cordoglio.
Pinerolo, 23 Aprile 1955.
Direzione e Redazione
Prof. Gino Costabel
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Pubblicazione autorizzata del Tribunale di
Pinerolo, con decreto del 19 gennaio 1955,
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