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ANNO LXXVII
Torre Penice, 5 Settenpbre 1941-XIX
N. 36
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L'ECO
Riguardate alla roccia onde foste tagliati i
(Isaia LI, 1}
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S^Minaananl«» «■«©11«» . dai«*«»
Nulla sia più forte della vostra fede Í
Gianavello)
ABBONAMENTI
Italia e impero . . . . Anno L. 15 - Semestre L. 8
Parrocchie del Primo Distretto
Estero ....
12 —
25
7
15
Direttore : Prol. OiNO tOSTUBEU
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto. 1 bis - Torbe Pellice
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - TonuE Peluce
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
-1
« Ed io indurerò il cuore di Faraone,
talché li perseguiterò ed io sarò glorificato in Faraone ed in tutto il suo esercito, e gli Egizi conosceranno ch’io sono
il Signore ». (Esodo 14: 4).
Quando il giovane si affaccia alla soglia della vita, egli guarda con sprezzante commiserazione la generazione
che lo ha preceduto e che segue la parabola delhesistenza umana nella sua fase
discendente. Conoscenza, criteri, giudizi,
ideali, fede, tutto sorpassato dalla sua
età che arriva, colle mani protese verso
la conquista. Più tardi, allorquando i
capelli gli saranno incanutiti e avrà vissuto la sua propria vita, avviandosi an^
ch’egli sulla china inesorabile, penserà
diversai"iente.
Avrà realizzato per esperienza che le
leggi fondamentali del creato e della
creatura sono immutate e lo saranno
sempre fino alla fine della presente
creazione, che di sorpassato vi è ben
poca cosa e che la conquista ed il progresso esistono solo nel campo della
tecnica e della scienza.
Tale sentimento è congenito in tutti,
m.a specialmente nel campo religioso;
perciò è necessario di ricevere un potente fascio di luce, dall’Alto per umiliarsi fino al punto di ottenere la giusta
e reale percezione.
Umiliarsi, nel senso più assoluto della
parola; far abdicare quell’io orgoglioso
che si nasconde nelle più profonde e recondite latebre del nostro essere e contro al quale dobbiamo lottare senza
requie.
Orgoglio - Umiliazione.
Quale profonda antìtesi fra queste
due condizioni, eppure è a questo trapasso che noi siamo chiamati, se vogliamo ascendere alle più alte vette
della vita spirituale.
« E questa è la vita eterna : che conoscano te, il solo vero Dio, e colui
che tu hai mandato, Gesù Cristo »
(Giov. 17 : 3).
Nell’antichità, i grandi uomini di Dio,
i profeti, gli Apostoli hanno veramente
conosciuto riddio Viventé e il Suo
•Figliuolo. Ma (boi volgere dei secoli,
la conoscenza di Dio, invece di crescere
si è sempre più affievolita, oscurata,
falsata.
Uomini dotti, persone religiose hanno affermato con aria dì profonda su. periorità : « A che prò il miracolo ?.. La
nostra fede non ne ha bisogno ». (Or
- senza il miracolo la loro fede e la no
stra non potrebbe esistere !!!) « Id
dio è facitor di miracoli » (Esodo 15 : H)
TI Signore Gesù disse : « Credetemi che
io sono nel Padre e che il Padre è in
me ; se no credete a cagione di quelle
stesse opere » (Giov. 14 : 11 ; 5 : 36 ;
10 : 25 ;) opere che avrebbero dovuto
testimoniare che Egli era Dio, essendo
quelle opere, o miracoli, uno dei maggiori attributi dell’Iddio Onnipotente.
Ma veniamo al nostro testo.
- Il Signore conduce fi Suo popolo per
una strada dura, una via impossibile,
a vista umana, da seguire perchè sbar
^ rata dall’abisso del mare, quando invece Egli avrebbe potuto scegliere una
I;. via più facile, nella quale non avrebbe
dovuto intervenire miracolosamente.
Ma questo equivaleva a non più esser
glorificato, a m.ancare l’occasione di far
conoscere al suo popolo ed agli Egizi che
Egli è il Signore, cioè il padrone assoluto di ogni cosa, e al quale obbediscojio
gli elementi, e tutte le leggi del creato.
Perchè Colui che ha creato le leggi non
è sottoposto ad esse.
Così nella vita di ogni credente ; il Signóre permette che la via sia rischiosa,
difficile, impossibile, onde poter compiere il miracolò, i miracoli di liberazione, se pur trova la fede di un Mosè,
affinchè Egli sia glorificato.
Il miracolo è un glorioso mezzo di cui
si serve Iddio per manifestarsi sempre
meglio ai suoi, affinchè realizzino che
possono e debbono appoggiarsi unicamente su di Lui ed attendere da Lui
solo ogni soccorso spirituale e materiale.
Ora, senza lo Spirito del Signore, e
in un crescendo fino alla pienezza dello
/
Spirito' Santo non si possono comprendere ì misteri di Dio.
I discepoli chiesero al Signore di acaccrescere loro la fede. Chiediamo ancor
noi ; Aumentaci la fede ». (Luca 17 : 5).
Allora le difficoltà, le contraddizioni, le
ombre spariranno come per incanto e...
comprenderemo per realizzare tutta la
vérità racchiusa nella Parola di Dio,
. eternamente immùtàfa. ’
Aida Chauvie
l’esilimoiiisflio ieminiiiìli!
Coloro che hanno scritto l’ferticolo
apparso « sull’Eco » del 22 corr. riflettente il « travaglio dell’età giovanile »,
chiedono dei collaboratori che esprimano il loro pensiero su questo eterno
problema per il quale si tenta e si spera di persuadere la gioventù a considerare ed applicare i morali, cristiani
insegnamenti al termine della loro fanciullezza.
II cercarne le cause del male presentandole, anche, rudemente, al lettore, si
crede sia sempre il miglior consiglio.
Gli articolisti parlano delle « esigenze della vita moderna ». Un male più
profondo è il « sistema di vita moderna ». Ambe i sessi vivono oggigiorno
un’esistenza di completa promiscuità
negli sviluppi dell’esistenza stessa. Lavoro, divertimenti, gite, soggiorni balneari ecc. vedono ambi i sessi sempre vicini. Ammettiamo (se non completamente) che la donna sia meno esposta ai
turbamenti di quanto lo possa essere
il m,aschio ed allora sta appunto alla
donna l’essere la moderatrice di questi
turbamenti e l’ispiratrice della purezza. Ed invece che cosa si può constatare ?
Giovinette ed anche donne sposate
(non parlo certamente esclusivamente
delle nostre donne Valdesi ma di tutte le donne) che si presentano in pubblico molto succinte nel vestire, che
mettono in mostra, tutto quanto, per
pudore, dovrebbero nascondere e velare, che con la scusa della bicicletta
od altri motivi girano in gonnellini eccessivamene corti che, togliendo le calze, le decenti gonne, le camiciette meno scollate, che cosa rimane loro a
coprire le nudità del corpo ?
La completa libertà nei giovani (vanara,ente frenata dai genitori) l’eccessivo spirito di godimento e di divertimento, l’inconsapevolezza del dovere,
della rinuncia, del sacrificio e spesso
la spregiudicatezza, sono sistemi di vita attuale.
Ed allora? Se il cristiano chiede a
Dio di non lasciarlo cadere nella tentazione, non sarebbe opera di miglior
cristiano il non provocare questa tentazione ?
A questa vicinanza dei sessi bisogna
aggiungere - come già si è tante
volte ripetuto - la poca edificazione di
certe proiezioni cinematografiche, l’imm,oralità dì rappresentazioni teatrali, la
lettura di certi giornali (molto diffusi
tra i giovani) che hanno vignette pornografiche e frasario sconcio prevalentemente adatto ad eccitare i sensi dei
lettori, dei discorsi troppo liberi, spinti e sovente indecenti - specialmente se
a doppio senso - che dilettano tutta la
società attuale ed allora si deve ammettere che la forza richiesta dal credente, con l’aiuto di Dio, per resistere
alla tentazione del mondo è cosa assai
gravosa.
Ma questa disposizione nei giovani per
ottenere, in grazia, questa, forza esiste
veramente ? Spesso si odono dei giovani dileggiare i sermoni di chiesa, i consigli dei genitori, gli scritti die si riferiscono airinyito per la gioventù di
dar senso pratico ai vocaboli che si chiamano : moralità, pudore, dignità, modestia, serietà ed in ultima analisi : « vivere cristianamente ».
La gioventù assai raramente capisce i
pericoli e le provocazioni al peccato ed
è per questo che vince la forza dei sensi.
L’eterna lotta 'delle due fortissime
potenze incarnate nell’umanità - Dio
e Satana -.
Non si può cambiare il sistema di
vita. Chi va contro corrente è preso in
ridicolo e dileggiato dalla maggioranza del mondo sia esso genitore. Pastore,
maestro o superiore. Vi è deficienza nella forza spirituale e nella resistenza morale contro al peccato.
Non per questo si deve tralasciare la
lotta contro il maligno ed il peccato.
Necessita continuare, intensificare questa lotta ; adoprarsi tutti, uomini dì
buona volontà, affinchè, con l’aiuto di
Dio, vinca il bene. Effebi.
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦
Società di VatiKsi
Con il Sinodo ritorna l’annuale seduta
della Società di Studi Valdesi; ima seduta che dopo un breve periodo di crisi
nei tempi passati ha ripreso da alcuni
anni a interessare il pubblico, con l’offrire un programma sostanzioso ed attraente. Dalla Relazione del Presidente,
prof. A. Pascal, vogliamo stralciare alcuni dati che dimostreranno quanto e
quale lavoro svolga la Società stessa a
favore della Chiesa nostra, e come sia
doveroso che il pubblico Valdese risponda in modo sempre più totalitario, in
modo che il numero dei soci, troppo esiguo, si accresca, in modo da permettere
un potenziamento adeguato dell’attività societaria.
Oltre ai due bollettini, rinnovati anche nella loro veste tipografica, si è
avuto l’opuscolo del XVII febbraio; ac^
canto a queste attività tradizionali, segnaliamo la felice riuscita delle « Gite
storiche » che hanno ottenuto lo scopo
prefisso di far meglio conoscere i centri
della nostra vita valdese; e ci rallegriamo del successo dei due concorsi. Il
primo ha visto attribuire il II premio
al signor J. Lombardmi, per il suo
dramma: I Valdesi in Calabria (Mistero); il siecondo ha visto tre concorrenti:
G. Spini, con un volume sul pensiero e
sull’opera del Riformato Italiano A.
Brucioli; Giovanni Gönnet, con un saggio manoscritto sulle orìgini del movimento Valdese; A. Ribet, con uno studio
sulle origini e lo sviluppo della Chiesa
di Livorno. La Commissione dopo un
approfondito esame ha attribuito il primo premio al prof. G. Spini, ed il suo
compiacimento agli altri concorrenti.
Fra le altre attività ricordiamo: la
valorizzazione del Museo, la sistemazione deir Archivio e della Biblioteca; il
concorso fotografico ecc.
Gli applausi che hanno salutato questa relazione hanno detto alla Direzione
della Società e, particolarmente al suo
presidente, l’approvazione dei soci. La
conversazione del prof. A. Jalla sul
Collegio dei Barbi ha brillantemente intessuto leggjéfida, poesia, e storia, e vivamente interessato gli uditori.
Tre successive proposte sono state
presentate dal prof. A. Jalla, in vista del
progresso del Museo Storico Valdese:
Anzi tutto, si è racéòftiàhdato che venga
completata la serie'* delle fotografie di
Chiese, Valdesi in Italia, già esposte in
alcune vetrine del Museo stesso. Parecchie delle Chiese mancano nell’interessante collezione, che è molto interessante come fiocumentazione e come affermazione religiosa. Si fa un appello a
tutti i pastori delle Chiese mancanti
perchè vogliano al più presto inviare la
fotografia delle Chiese medesime.
In secondo luogo si propone che nel
Museo si formi una collezione dì riproduzioni fotografiche di antiche vedute e
panorami delle Valli Valdesi, da esporsi
quale utile documento topografico per
la storia Valdese.
In terzo luogo si propone che nel Museo risulti una documentazione della
partecipazione dei Valdesi alle guerre
nazionali, dal 1848 in qua, con speciale
riguardo ai caduti sul campo ed ai decorati al valore.
Le tre proposte vengono approvate
aU’unanimità.
La direzione viene per acclamazione
confermata: pres. prof. A. Pascal; v.
pres.: prof. A. JaUa; cassiere geom,.:
comm. E. Ayassot; Archivista: prof. T.
Pons; consigliere dott. A. ArmandHugon. Cr.
i'Il KbO ITALIA
Sabato scorso, nel Tempio di Torre
Pellice, è stato celebrato il matrimonio
del sig. Osvaldo Co'isson con la sig.na
Elena di Francesco.
Agli sposi molti auguri di felicità.
• * «
I nostri vivissimi auguri al piccolo
Renato che è venuto a rallegrare la casa
del pastore O. Peyronel, di Ferrerò.
2
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L'EGO WELLE VALLI vAi^DESI
S“ giornata détta Çioventù
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Il Convegno, favorito anche dal tempo, può dirsi veramente ben riuscito, e
sono certo che lascerà un simpatico ricordo a quanti vi hanno partecipato e
che non sarà privo di frutti.
La giornata si è iniziata con un culto
solenne nel tempio della Ruata presieduto dal nostro cappellano militare, pastore Ermanno Rostan. Egli ha rivolto
ai presenti un messaggio caldo e spontaneo, persuasivo ed utile per la vita
pratica: partendo dal testo « fate ogni
cosa nel nome del Signór Gesù » (Col.
3 : 17), egli ha rilevato come nella vita
cristiana non ci possano essere dei momenti in cui si veste l’abito religioso
e di quelli in cui, viceversa, si ragiona con la mentalità comune : dal momento in cui abbiamo voluto essere cristiani non apparteniamo più a noi stessi
ma apparteniamo al Cristo e dobbiamo ascoltare ogni giorno la sua voce
e lasciarci ispirare e guidare sempre
dal suo spirito. Solo cosi potremo venire in possesso di una vita nuova e di
una nuova forza che ci permetterà di
portare la luce in mezzo alle tenebre
e di amare anche laddove sempre si
odia ; e quest’opera di testimoni, che noi
facciamo per esprimere la nostra riconoscenza, avrà tanto maggiore efficacia quanto più sarà fatta nel nome del
Cristo alla gloria di Dio.
Dopo la fine del culto la gioventù si
è dispersa nei prati per consumare la
colazione al sacco ed è poi intervenuta
numerosa alla riunione svoltasi neh pomeriggio al Serre dei Platani ; l’argomento, quanto mai interessante e vitale,
era « la testimonianza cristiana ». Alle
14,30 sotto la presidenza del pastore.
Paolo Marauda si è iniziata la riunione
a cui hanno partecipato circa 250 giovani.
Dopo il canto di alcuni inni e dopo
una preghiera pronunziata dal pastore Tullio 'Vinay prende la parola il
pastore Gustavo Bertin, il quale mette
in evidenza la necessità di testimoniare
che, secondo il comandamento del Cristo non è solo degli apostoli ma di tutti
i credenti. Il testimone nulla aggiunge
alla parola del Cristo, ma la sua opera
è pur sempre degna e importante, tanto che per compierla non basta la conoscenza della figura storica di Gesù
di Nazaret ma occorre la comunióne
vivente con lo spirito di Cristo. Lo scopo della testimonianza - prosegue l’oratore - non è quello di persuadere
il mondo di una teoria, ma quello di
mostrare al mondo la figura del Cristo
che esso vuole respingere. Il dovere di
testimoniare assume così un’importanza
grandissima, tanto da permettere di affermare con A. Vinet che « il primo
delitto verso Dio è il silenzio ». E se,
anche questo dovere può sembrarci diffìcile dobbiamo pensare che non siamo soli : tuttX; i martiri cristiani, tutti
i nostri martiri valdesi che hanno testimoniato la verità, ed il Cristo stesso « il fedel testim,one » sono presènti dove si lavora e si soffre per l’avanzamento del regno di Dio.
Dopo il canto dell’inno 196 parla il
secondo degli oratori, il pastore Paolo Bosño, prospettando alcuni aspetti
della testimonianza nelle nostri valli.
Dopo aver insistito sulla necessità che
tutti i Cristiani testimonino, l’oratore
rileva che sebbene alle Valli ci siano molti credenti sinceri, tuttavia non si
testimonia abbastanza. Egli esamina
quindi le varie cause che rendono difficile questo nostro importante dovere :
il carattere chiuso del montanaro che
esita ad estrincare i suoi sentimenti
più intmu, la .paura di apparire ipocriti ed incoerenti, e infine la difficoltà
di afferrare le occasioni. Considerando
questo appare più che mai evidente la
necessità di prepararsi a testimoniare.
Bisogna pi;epararsi accrescendo le proprie conoscenze bìbliche ip |studianda
% vari argomenti che possono offrire
l’occasione di esprim.ere la propria fede ;
a questo scopo è bene che si diffondano
sempre più tutti i libri e gli opuscoli dei
quali esiste presso di noi una notevole
produzione. E’ poi necessario cogliere
tutte le occasioni che non mancano a
quelli che sinceramente le desiderano
6 che hanno sempre il coraggio di testimoniare.
Dopo questp studio si canta l’inno 186
e segue poi un fraterno scambio di idee
tra i presenti.
Il sig. Musso; fa notare, attraverso
il racconto delle sue esperienze personali, come l’anima, dopo aver provocato l’amore di Dio, senta sempre ^iù
forte l’esigenza di testimoniare. Altri
giovani prendono anche la parola per
insistere sul dovere per ogni valdese di
essere la luce del mondo. Parla poi
il pastore T. Vinay insistendo sul fatto che solo quando si sarà formata in
ogni singolo individuo una forte coscienza che gli permetta di compiere
sempre il proprio dovere di testimone
di Cristo, torneranno i tempi in cui la
discesa dei Valdesi al piano non sarà
più temuta come una dispersione ma
sarà considerata una forza di espansione della verità.
Il pastore E. Rostan prende quindi
la parola per partecipare ai presentì
alcune esperienze della vita di cappellano mihtare ; intese a lumeggiare la
necessità di una più reale vita religiosa
e di una pietà più sentita e comunicativa da parte dei soldati valdesi.
Prende poi la parola un giovane studente delVUnione di Genova che^ riferendosi alle parole del sig. Bosio, esprime il parere che più dell’esperienza e
dell’istruzione sia necessario per testimoniare un grande amore del prossimo :
se infatti tale dovere è arduo e talvolta
pesante, solo l’amore per il prossimo
può renderlo utile e bello.
Infine il pastore Marauda esamina
quanto si è già fatto per facilitare ai
giovani il compito di testimoniare ed
esprime ottimistiche speranze per l’avvenire.
Dopo l’appello delle Unioni rappresentate al convegno, fatto dal pastore
Vinay, conclude il sig. Bertin ringraziando quanti hanno partecipato alla
buona riuscita delle Giornate della Gioventù ed esprimendo la nostra riconoscenza a Dio
Al termine della riunione è stato offerto ai giovani un ricco tè preparato
con vero spirito di sacrificio dai Pram.ollini col valido concorso finanziario
dell’Unione Giovanile Valdese di Roma (Piazza Cavour).
Paolo Comba.
alia Perlà (Inverso Pinasca)
Per il tempo clemente, il raccoglimento della numerosa assemblea, la
buona organizzazione e la varietà dei
messaggi e la ricchezza del programma,
la giornata può considerarsi riuscitissima.
Al Pastore della parrocchia di Pomaretto, signor Guido Mathieu che ha presieduto l’adunata del mattino e tutto
predisposto per il buon andamento della
festa e alla sua brava gioventù che ha
assicurato un perfetto servizio d’ordine
e di assistenza, va il ringraziamento di
tutti.
Dal palco eretto in una bella conca
simile ad un anfiteatro hanno parlato:
il pastore Gustavo Bertin meditando sul
versetto del Salmo 130: « L’anima mìa
anela al Signore, più che le guardie non
anelino al mattino », Il pastore Emilio
Corsani di Firenze ha perorato la causa
dell’evangelizzazione, e infine il pastore
Paolo Marauda ha interessato l’uditorio
rievocando episodi della storia valdese
che si riferiscono alla Perlà e all’Inverso
Pinasca.
Nel pomeriggio i giovani, con una
simpatica cornice di non giovani, si sono
trasferiti su un bel pianoro per lo svolgimento del programma organizzato con
cura dal Comitato di Gruppo della F.
U. V.
Sotto la guida del maestro Enrico Ja^
hiér si sono cantati inni e canzoni e le
Corali di Pomaretto e di San Germano
hanno eseguito dei cori.
La sola poesia pervenuta in risposta
al Concorso bandito sull’Eco delle Vaili
è stata letta e premiata.
Ha quindi la parola lo scrittore Jacopo
Lombardini che dice ai giovani in una
vivente allocuzione perchè egli si è sentito attratto dalle Valli ch’egli tanto
ama e che gli hanno ispirato molte sue
opere e term.ina con un vibrante appello
ad essere degni del nome, della tradizione, della storia valdese.
A conclusione della bellissima giornata i giovani più svelti hanno partecipato a giochi originali e divertenti.
Un buon XV agosto adunque! V’era
alla Perlà atmosfera spirituale, v’era vita, gioia sana e bella. Come dovrebbero
essere tutte le adunate valdesi.
Non sono stati dimenticati i militari.
Applauditissimo il messaggio inviato dal
Cappellano Militare a nome degli Alpini
e in preghiera abbiamo presentato a Dio
i cari giovani lontani esposti al pericolo.
Germanus.
Segnalazioni
Nono della serie Valdismo vede la
luce un aureo opuscoletto : La Disciplina ecclesiastica, di Enrico Bosio. E’ la
pubblicazione di uno studio presentato
al Sinodo del 1880 dal prof. E. Bosio;
ed a chi legge queste pagine, chiare
nell’esposizione e dense di contenuto,
apparirà evidente come non si tratti di
un omaggio formale reverente alla memoria di un maestro, ma come queste
pagine parlino un linguaggio sostanzioso
che non sarà inutile meditare, poiché
sì tratta indubbiamente di un problema fondamentale della nostra vita religiosa.
Lo studio si divide in due parti ; nella
prima si dimostra come la disciplina
ecclesiastica ■ sia una istituzione divina
e se ne adducono le prove; poi si addita
lo scopo di tale istituzione, e si chiarisce
chi sono coloro che debbono sottoporsi
ad essa ; nè rimangono senza risposta
due domande sempre attuali : Chi deve
esercitare la disciplina ? Qual’è l’insegnamento scritturale intorno alla riabilitazione del fratello su cui è stata esercitata la disciplina?
Nella seconda parte l’autore esamina le fasi storiche entro cui sì è svolta
la disciplina ecclesiastica fti seno alla
Chiesa Valdese. Vicende alterne, la cui
esposizione è continuata fino ai nostri
giorni dal pastore T. Salma, che gettano una luce chiarificatrice sulle alterne vicende della storia dell’Opera nostra
Un libriccino che raccomandiamo vivamente a tutti i membri di Chiesa, specialmente a quelli che si affannano alla ricerca dei Regolamenti della Chiesa
Valdese ed ignorano che vi è una disciplina che è auto-disciplina.
X.
GMedere alla
Ile uii
il Catalogo 1941
CRON/lC/i V^LbESE
ANGROGNA (Serre). Culti: domaiica
7 settembre, ore 10,30: Tempio Serre Ore 10,30: Tempio Pradeltomo - Dome-’
nìca 14 settembre, ore 10,30 Tempio
Seme - Ore 10,30: Tempio Pradeltomo.
LUSERNA SAN GIOVANNI. Venerdì pomeriggio 29 agosto alle ore 15,15,
con partecipazione di numeroso pubblico, fra cui si notavano le autorità locali, ha avuto luogo il funerale del sig.
Bagnari cav. uff. Adamo, già sindaco del
comune per lunghi anni, deceduto agli
Airali, dopo breve malattia in età di 80
anni. Presiedette il servizio funebre il
pastore sig. Luigi Rostagno con l’assistenza del pastore della parrocchia. Alle
famiglie Bellion e Vinay ripetiamo in
quest’ora di lutto l’espressione della
nostra profonda simpatìa.
— Alle ore 17 del medesimo giorno
una grande folla si riuniva ai Blanc per
assistere al funerale del nostro fratello
Geniere Beux New York, deceduto in
età di 34 anni nell’Ospedale Militare di
Barletta il 21 agosto in seguito a malattia contratta in Albania, ov’egli era
stato dislocato da vari mesi. Erano oure
presenti le autorità civili militari e politiche. Dopo l’allocuzione funebre del
pastore della parrocchia il Cappellano
Ten. E. Rostan inalzò a Dio una fervente preghiera. Rimanga l’Iddio delle misericordie presso alla vedova ed ai genitori tanto dolorosamente provati e conceda loro le .Sue consolazioni.
— Ringraziam.o vivamente i pastori
sìgg. Ernesto Ayassot ed Enrico Corsani,
per i messaggi che hanno voluto rivolgerci domenica scorsa 31 agosto nel
Tempio di San Giovanni ed in quello
del Ciabas.
— Vaccinazioni antidifteriche e antivaiolose. Per le vaccinazioni antidifteriche (obbligatorie per i bambini fino ^
agli 8 anni) e antivaiolose (obbligatorie
per i bambini nati nel 1940) l’Ambulatorio Comunale di via Roma 5 (Munici- '
pio) sarà aperto dalle 8 alle 10 nelle domeniche 7-14-21-28 del corrente mese
di settembre.
PRAROSTINO. Il nostro culto del 24
agosto è stato presieduto dal pastore
sig. Coi'sson Lami che ringraziamo molto sentitamente.
Battesimi. Avondet Ilda e Bruno Federico di V. Emilio e Avondet Maria
(Colombini).
Funerale. Roman Maria ved. Pasquet
deceduta alle Molere, il 29 luglio, in
età di 74 anni. Caduta malamente giù
per le scale di casa, non potè rimettersi
in salute e si spense dopo qualche giorno di acute sofferenze.
Agli afflitti vada la nostra simpatia.
SAN GERMANO CHISONE. Domenica prossima 7 settembre alle ore 15,30
alle Chianaviere avrà luogo una riu-,
nione all’aperto nella quale il pastore
dott. Teodoro Balma darà notizie dell’opera di evangelizzazione a Catania
e in Sicilia.
Tutti i Valdesi di S. Germano e del- "
l’Inverso sóno invitati a questa riunione.
G. .B.
TORRE PELLICE. Il culto di domenica prossima nel Tempio Nuovo, alle
ore 10,30, sarà presieduto dal signor G.
Del Pesco, pasitore nella chiesa valdese di Trieste.
Domenica prossima avrà luogo un
culto di Santa Cena nel Tempio dei
Coppieri alle ore nove.
♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦
Signorina media età maestra perfet- j
to francese latino offresi istitutrice ottime referenze controllabili — Rivolgersi :
Villa elisa - Torre Pellice.
3
L’ECO dlzZì: valli valdesi
>ri A r.-i'
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CrooàclK &clesfastf(bc
Il 26 marzo 1869 l’Eco riferiva, nella
sua cronaca locale che la settimana antecedente, a Torre Pellice « con lo scopo di venire in aiuto alla Società di cu'cito della parrocchia, alcune giovane signorine ed alcuni studenti del Collegio avevano offerto al pubblico una serata musicale e drammatica, recitando
« Les femm.es savantes », di Molière ».
Questa notiziola provocò un mezzo
scandalo ; piovvero alla redazione "lettere di brave persone tanto indignate
da dimenticare perfino di firmare la loro prosa. Una però era firmata, ed
è curiosa.
Diceva : quei giovani hanno voluto
fare un’opera di csirità : bene, benissimo ! Però la carità deve essere sincera : non bisognava dire : serata di
beneficenza, ma : serata di divertimento. Insomma, la notizia, invece di essere redatta come sopra : « con lo scopo
di venire in aiuto alla Società di cucito ecc. ecc. » avrebbe dovuto essere redatta come segue ; « allo scopo di divertirsi, alcune giovani signorine e studenti sono anche venuti in aiuto alla
Società di cucito ecc. ecc. »
E qui una lunga discussione tra il
direttore dell’Eco, signor A. Revel, ed
il suo corrispondente ; discussione che
fini come tutte le discussioni : ognuno rimase del suo parere, ma capì che
l’altro non aveva capito quello che egli
pensava dovesse essere subito capito !
Gli studenti furono assolti, si riconobbe che non v’era stato nulla di sconveniente nella serata, che le cento lire d’incasso erano una gran bella cosa
che non si sarebbe certo incassata altrimenti... Perchè, ecco, vi erano delle persone che non avrebbero dato im
centesimo per la Società di cucito, nè
per i poveri, nè (ma c’è bisogno di dirlo ?) per la Chiesa, perchè il loro danaro se lo sono guadagnato col sudore della loro fronte, e non intendono
darlo per l’Orfanotrofio, per l’Asilo
ecc. ecc. Però quando alcune giovani
signorine e giovanotti organizzano una
seratina, sono lieti di comprare il loro biglietto.
« Male, malissimo » dice il mio vecchio amico moralista ; « quel denaro non
<è danaro che porti benedizione ».
« Bene, benissimo » dice il mio ami'Co realista ; « è sempre un po’ di danaro sottratto a Mammona ».
Ora, non vogliamo fare, i puritani
certo, però c’è qualcosa che non va
in (tutta questa beneficienza con accompagnamento musicale, recitativo,
drammatico e, perchè no, con accompagnamento di bazar ! Perchè il fatto
è chiaro ed innegabile ; in molte delle nostre parrocchie, se non ci fosse
una annuale fiera di beneficenza, le finanze sarebbero in deficit, e il minimum, quella famosa somma che le singole parrocchie debbono versare alla
Tavola, diventerebbero un massimo irraggiungibile.
Udiamo ripetere, e leggiamo in tutte le circolari pastorali che la colletta annua è il termometro della vita
spirituale della comunità, che la contribuzione dei singoli membri di chiesa
è, fino ad un certo punto, una manifestazione esteriore della loro vita religiosa ; le vendite di beneficenza in
quale categoria di manifestazioni s’hans’hahno da mettere?
« Un successone ! E ci siamo divertiti ! Senza contare poi che l’incasso ha
superato tutte le previsioni e potremo
versare tanto per i vecchi, tanto per
l’Orfanotrofio, tanto per le Missioni
ecc. ecc. ».
Dite pure che è una 'malignità, e
che bisogna invertire i termini, dire
cioè : « L’incasso ha superato ecc. ecc. ;
dobbiamo versarlo tanto per i vecchi
ecc. ecc. ; senza contare che ci siamo divertiti !»
La realtà è una sola : vi è una in
discutibile contaminazione di valori ; vi
è un sottile ponticello tra Mondo e
Spirito ; tanto sottile e pericoloso che
si finisce spesso, quando si ritorna carichi di compere, o quando si siede
davanti ad una tazza di tè e ad una
fetta di dolce, con esclamare, se non
proprio ad alta voce, per lo meno nelFintimo del proprio cuore : - Eh ! beh !
insomma ho fatto il mio dovere.
Cioè la coscienza è a posto, o quasi.
L’antico poeta univa il dolce e l’utile ; il pratico uomo moderno unisce
Futile e il religioso.
Pertanto taluni gridano : Basta con la
carità a base di vendite di beneficenza.
Ed hanno perfettamente ragione ; però hanno anche torto, perchè bisogna
portare il messaggio in una lingua che
sia capita ; il messaggio non cambia, ed
abbiamo l’impressione che gli intervenuti lo sentano ; soltanto è gente pratica, che ignora l’eloquenza e parla col
portafoglio. Bisogna lasciarla parlare !
Cl.
Un giovane ci manda questo appello
Lo pubblichiamo tal quale colla speranza
che dia inizio ad uno scambio di idee sul
fumo. Q. B.
Alla Gioventù spensierata, inconscia
delle Conseguenze, ed agli adulti, affinchè con buona volontà tronchino Un vizio nocivo fisicamente e dannoso al benessere famigliare.
Oh giovani, non vi siete mai resi conto, come la stupida spesa del fumare,
per mìnima che essa sia, vi porta allo
sperpero d’un forte capitale, e come
questo vizio diventa Fusqrpatore del vostro benessere materiale ed il nemico
della prosperità fisica ?
Infatti ; chi inizia a fumare all’età di
15 anni, limitando la spesa giornaliera
ad una media di sole L. 5,50 da 15 a 50
anni, per il periodo di 40 anni, impiegando all’interesse composto il capitale assiduamente accumulato in questo
tempo, risulterebbe la non indifferente
.somma di L. 186150.
Vi par poco ?...
Taluni credono, perchè la loro spesa
per il fumo è limitata a poche lire al
gioì-no, di potersi chiamare liberi da
tale schiavitù, ma, anch’essi sono responsabili di privare la loro famiglia di
una somma sperperata scioccamente ed
inutilmente.
Meditate ; e tutti, se coscienziosamente vorrete giudicarvi, verrete ad una
conclusione :
siete schiavi di un vizio che ormai
vi tiene inesorabilmente incatenati ; e
siete privi di quel tanto di buon senso e spirito di economia e previdenza,
dei quali ogni persona di buon senso
dovrebbe essere dotata.
Se non avrete il coraggio e la sincerità di riconoscere la vostra debolezza,
non dovrete allora poi neppure avere il
minimo ardire di lamentarvi delle vostre condizioni finanziarie, oppure della '
vostra salute malferma, ed in silenzio
dovrete rassegnarvi e sopportare quello che Voi avete desiderato e seminato.
L. 5,50 al giorno, in un anno si hanno
L. 2000.
In 20 anni si hanno L. 40000 +
L. 22050 (interessi composti) =
L. 62050.
In altri 20 anni si hanno L. 62050 +
(L. 62050 X 2) = L. 186150.
N. N.
La pubblicazione di questo articoletto
è parte dell’ultima Pagina della Gioventù.
POMPE - FILTRI
Acqua, Acati, Vini, Liquori, Sciroppi,
OHI, Medicinali, Profumi, Colla.
IMPIANTI PER CANTINE
par Vini Spumanti, par Acqua Qaaaoaa
a Salta - Catalogo grafia.
BELLAVITA • VIA PARINI, 1
gli P.l* PANINI *
La Ditta non ha daooaKi aa raaaraaaataaM.
SI cult«» di -fumigli«
(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblico della Chiesa Morava)*
Lunedi Lettura: Salmo 3.
8 Setfemb. « n Signore è paziente verso, noi non volendo che alcuni periscano, ma che tutti giungano a ravveder
2 Pietro 3 : 9.
La pazienza, è stato detto, è la virtù dei forti. Dio è paziente perchè è
eterno. Senza togliere valore a questa
affermazione, possiamo aggiùngere
Ch’Egli è paziente, specialmente perchè
è amore. E’’ di quiejlF,am,ore paziente
Ch’Egli ci ha amati e ci ama. Ecco perchè quando lo fuggiamo Egli. ci cerca,
quando vogliamo perderci Egli ci vuol
salvare.
Clemente Alessandrino narra che
l’apostolo Giovanni, in età già moito
avanzata aveva affidato un giovane suo
• convertito, suo discepolo, ad un amico,
onde vegliasse sopra di lui.
Dopo una lunga assenza, l’Apostolo, ritornato in sede ad Efeso, si affrettò di
chiedere informazioni 'sul 3ub raccomandato.
— E’ morto, — gli fu risposto.
Era infatti ritornato alle tenebre e
s’era fatto capo d’una banda di briganti.
Senza indugio e, malgrado la sua grave età, si fa condurre nelle montagne.
Preso dai briganti, è condotto dal loro capo. Questi, sconvolto dalla presenza inaspettata del suo benefattore, vuol
fuggire ma è tosto richiamato da lui.
— Figlio mìo, gli dice, perchè fuggi tuo
padre ? C’è ancora speranza per te. Ritorna. È’ Dio che mi manda. — Vinto
da tanto amore, il giovane abbandona
definitivamente la sua vita di peccato,
conducendo (seco alcuni dei suoi tristi compagni.
Ecco il riflesso, un pallido riflesso,
dell’amore paziente di Dio verso quelli che periscono.
Martedì Lettura: 1 Cor. 16: 1-12.
9 Settemb. « Cristo ha patito per noi,
lasciandoci un esempio, onde seguiate le sue orme » 1 Pietro 2 : 21.
— Non credo nella simpatia umana,
mi diceva, un po’ scetticamente, un conoscente.
Sia detto fra noi, io stirpo che costui esagerasse, ma... non tanto !
Quanto formalismo, infatti, e quanta insincerità in quelle manifestazioni
convenzionali di simpatia nelle prove
svariate che colpiscono il prossimo :
condoglianze, strette di mano che vorrebbero essere cordiali, altro non sono,
talora, che grottesche parodie della vera simpatia che lega fra loro i cuori
dolenti. No. Quella simpatia cristiana
che così spesso invochiamo non è simpatia che in quanto è cristiana, ispirata
da Cristo. Il resto è apporto umano,
senza valore alcuno nel dolore.
Non così Cristo patisce con i suoi,
e per i suoi. Sopra tutte le loro stra-^
de egli è lì. Il lebbroso che tutti schivano, la meretrice che si vuol lapidare trovano in Lui l’eco più misericordioso. A Getsemane, Egli agonizza per
i suoi, sul Calvario muore per loro. Che
si vuol dì più in tema di simpatia ?
Ecco l’esempio.
E tu, cortese lettore, tu, per cui Cristo ha tanto patito, non vuoi anche
camminare sulle sue orme ?
Mercoledì Lettura : 1 Cor. 16 : 13-24.
10 Settemb. Mi faccio ogni cosa a tutti,
per salvarne àd ogni modo qualcuno ».
1 Cor. 9 : 22,
Santo mimetism,o !
Per avventarsi più sicuramente «Ha
preda, certi animali sanno così bene
confondersi coll’ambiente in cui vivono da passare quasi inosservati anche
agli sguardi più attenti delle loro vittime.
Per meglio ingannare il nemico, gli
eserciti moderni hanno vestito i soldati con uniformi che più si confondono
coll’ambiente della guerra, il grigioverde, per esempio, nella campagna verdeggiante, il color kaki nelle dune del
deserto.
Tutti hanno in comune questo : la
loro propria salvezza e l’offesa contro
il nemico.
Tutt’altro è il mimetismo di Paolo.
Egli si fa ogni cosa a tutti pur di
salvare qualcuno. Coi Giudei si fa giudeo, con quelli che sono sotto la legge
si fa come se fosse sotto la legge, con
quelli che sono senza legge si fa come
loro, coi deboli si fa debole, non indietreggia neanche a lasciarsi considerare
come la spazzatura del mondo, come il
rifiuto di tutti, e questo non già per
meglio aggredire il Giudeo o quello che
è sotto o quello che è senza la legge, ma
per meglio guadagnarli alla causa del
suo Salvatore.
Non è egli il discepolo di Colui che
« annichilì sè stesso, prese forma di
servo e si abbassò fino alla morte della
croce ? » (Filip. 2 : 5-8).
Si, veramente, santo mimetismo !
Giovedì Lettura : 2 Pietro 1 : 1-11.
11 Setlemb. « A Colui che vi può fortificare... a Dio solo savia, per mezzo di
Gesù Cristo, sia la gloria nei secoli dei
secoli ». Rom. 16 : 25, 27.
Poco prima, in Rom. 15 : 18, l’Apostolo candidamente aveva scritto : « Non
c’è cosa che Cristo non abbia fatta per
mezzo mio : sia che si tratti della mia
parola o delle mie opere o della potenza dei miracoli e dei prodigi ».
Chi può scrivere parole simili, se non
è un uomo di Dio, è vittima della presunzione e dell’orgoglio spirituale. E’
tanto facile esaltare il mezzo invece
della causa !
Ma Paolo è uomo di Dio, salvato,
in Cristo, dalla perdizione. Ond’è chq
non esita un solo istante: A Lui, a Dio*
egli fa risalire la gloria per la sua
poteva di vita e per la sua efficace
predicazione, e, al bisogno tanto umano della propria èsaltazione, egli risponde : « Non sia mai ch’io mi glori d’altro che della croce del Signor nostro
Gesù Cristo ».
Dal seno delle nostre miserie, grandi
cose sono possibili anche a noi, e grandi cose si compiono giornalmente. Non
è vero che sia chiuso il ciclo dei miracoli I Ma, di grazia, non confondiamo
i meriti-! Nei nostri cosidetti trionfi
ricordiamoci che, quasi sempre, è,l^
confusione di faccia soltanto che spetta a noi, mentre la gloria va solo a Dio.
Si. Soli Deo Gloria !
Venerdì Lettura : 2 Pietro 1 : 12-21.
12 Settemb. « L’ora viene, anzi è già venuta che i morti udranno la voce del
Figliuol di Dio e quelli che l’avrff/nno
udita, vivranno » Giov. s'; 25.
Non si tratta qui, evidentemente, di
un fenomeno miracoloso. che. si verificherà negli ultimi tempi, nel giorno
della risurrezione e del giudizio finale.
« L’ora viene, anzi è già venuta» ci
dice che Gesù allude ad un processo
attuale di vivificazione per tutta l’economia cristiana, processo spirituale
nella quale Egli presenta sè stesso come il principio della risurrezione, la
forza potente che fa passare le anime
da morte a vita.
Varii secoli prima del Cristo, un fondatore di religione, Confucio, aveva
detto : « Il legno marcio non può essere scolpito ». Cristo « il primogenito dei morti » (Col. 1 : 18) ha dimostrato CIO possibile. Non solo Egli è passato
da morte a vita ma ha vivificato con
lui tutti quelli che hanno udito la sua
voce. Nel senso altamente spirituale ^li
ha scolpito il legno marcio.
Ha scolpito, non solo, ma scolpisce
ancora : E’ la sua missione attraverso
i secoli. I Nicodemo, le donne Samaritane, i Zaccheo, i briganti in croce, non
sono che i primi di una lunga teoria di
peccatori redenti, di perduti ritrovati,
di morti risuscitati, neUa quale teoria amo credere cheanche tu, caro lettore,
abbia trovato il tuo posto.
Se però così non fosse, è per te questa
diana: « Risvegliati, o tu che dormi e
risorgi dai morti, e Cristo t’inonderà
di luce » (Ef. 5: 14),
sabato Lettura: 2 Pietro 2; 1-10.
13 Settemb. Voi siete concittadini dei
santi e membri della famiglia di Dio ».
Efes. 2: 19.
Due sentimenti si fanno strada in me,
dinanzi a questa constatazione. Come!
Io concittadino dei santi, membro della
famiglia di Dio! Ma non sono io quella
misera creatura che il peccato tormenta
ed abbatte, ogni giorno, ogni ora? La
mia incapacità a fare il bene è nulla,
la ima santificazione irraggiungibile,
la mia indegnità troppo palese.
Eppure - ed è qui che subentra il secondo sentimento - il mio pensiero non
è tutto lì. Malgrado il mio peccato,
sento un non so che di nobile correre
nelle mie vene, mi sento di schiatta divina e, come tale, partecipe delle grandi
il
.2i..
ti!
4
L’ECO DHLLa VALLI VALDESI
cose riservate alle creature elette, di Dio.’
Il mio peccato è grande, jlbsò;-anche
quello del figliuol prodigo lo era. Ma
pure sento che una casa, la mia casa,
m’aspetta. Sento specialmente che m’aspetta la misericordia di un padre, del
mio Padre, pronta ad accogliermi nel
seno della mia famiglia che avevo abbandonata. E’ lì che vivrò oramai, nella
pace riconquistata, nelle delizie deU’ìntimità, nella gioia di im ritrovo famigliare non più turbato da partenze^ nella
comunione dei santi, nell’amplesso del
Padre. E. T.
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uscito R primo volume del Nuovo Manuale d’istruzione religiosa, inteso a sostituire Tedizione del precedente che è
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Giovanni Bertinatti - Comando Presìdio Militare.
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