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Anno 116 - N. 37
19 settembre 1980 - L. 400
ARCiírvrO TAVOLA VALDEíi
10066 TORRE PELLICS
Spedizione in abbonamento postaie
i° Gruppo bis/70
ddk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
9 puniE
di vista
I LAVORI DEL COMITATO CENTRALE DEL CONSIGLIO ECUMENICO DELLE CHIESE
"Gesù Cristo, vita dei mondo”
sta in questi giorni davanti alle Camere, per una probabile approvazione, la Legge sulla Editoria, che dovrebbe assicurare alla stampa periodica vita
più tranquilla; almeno si spera,
perché le vicissitudini di questa
Legge, di cui si parla da anni,
possono far temere ancora ritardi e rinvìi, molto utili a quanti
cercano di eliminare concorrenti scomodi o di allargare il proprio controllo su più ampi settori della stampa.
La Legge, incidentalmente, dovrebbe interessare anche U nostro modesto periodico, non tanto per i benefici finanziari che
prevede sul prezzo della carta
(il che aUa fine favorirà il quasi monopolio cartario più che la
stampa) quanto per gli impegni
che contiene, ad esempio, per
l’inoltro tempestivo della stampa attraverso il sistema postale, oggi quasi catastrofico, come
i nostri abbonati ben sanno.
E l’entrata in vigore di questa
Legge dovrebbe, si dice, assicurare maggior libertà aUa informazione rendendo i giornali più
indipendenti da vincoli finanziari
che ne condizionano spesso l’attività e chiarendo non pochi punti oscuri circa la proprietà dei
giornali e le sue connessioni con
organismi la cui attività dovrebbe essere oggetto e non soggetto della informazione. Ma siamo
sicuri che questa Legge basterà
a tanto?
11 funzionario statale Russomanno dichiara di avere dato
pubblicità a parti di un verbale,
coperto da seg;reto istruttorio,
con finalità positive, frustrate
poi daila insipienza di un collaboratore. Sarà vero o no, vero
comunque è che un giornale a
larga diffusione come il Messaggero è stato strumentalizzato a
fini sostanzialmente estranei alla
funzione informativa. E i giudici
di Bologna, come altri prima di
loro, lamentano che indiscrezioni di stampa, manovrate non si
sa bene da chi, ritardano il loro lavoro complicando le conclusioni di una inchiesta, ia cui
importanza non ci sfugge.
Per difendere queste indiscrezioni si usa riferirsi a precedenti occasioni (ia morte di Giuliano, la bomba alla Banca Agricoltura di Milano), ma ci pare che
il riferimento non regga. In quei
casi i valenti giornalisti che se
ne occuparono (il Besozzi, la Cederna e molti altri) non interferirono sui filoni che le inchieste
poliziesche e giudiziarie andavano seguendo, ma diedero vita a
vere e proprie inchieste parallele
che portarono, con successo, a
diverse conclusioni. E dimostrarono che la libertà di informazione può rettificare e, in un certo
senso, coadiuvare anche contro
il loro desiderio, le inchieste « ufficiali », ma solo con l’evidenza
di nuovi fatti e di nuove prove.
Né il Besozzi, né la Cedèrna, né
gli altri erano strumentalizzati
ma agivano nella loro professionalità di giornaiisti liberi.
Si può quindi arrischiare a
concludere che la libertà di stampa non è sufficientemente assicurata dalla indipendenza finanziaria che ia nuova Legge promette alla proprietà editoriale,
ma sarà reale solo quando la
corporazione dei giornalisti saprà limitare gli eccessi di una
difesa corporativa dei propri interessi, dandosi e applicando una
deontologia professionale che
non sembra ancora patrimonio
di tutti i suoi membri.
Niso De Michelis
Fissato il tema (Jella prossima Assemblea-- Responsabilità delle chiese ancora relativamente libere dal potere dell’Industria bellica
Il pastore Aldo Comba, che ha assistito alle sedute del
Comitato Centrale del Consiglio Ecumenico delle Chiese in
quaiità di giornalista accreditato, ci invia da Ginevra questa
corrispondenza.
W. Visser’t Hooft parla durante
la serata dedicata ai suoi 80 anni.
Dopo una lunga discussione il
Comitato Centrale del Consiglio
Ecumenico delle Chiese, riunito
a Ginevra dal 14 al 22 agosto, ha
scelto il tema della prossima Asserriblea: « Gesù Cristo, vita del
mondo ». L’Assemblea si terrà a
Vancouver, Canada, nell’estate
del 1983. « Siamo nella tradizione... » ha commentato Philip Potter al termine della votazione.
Infatti a Evanston nel 1954 e a
Nuova Delhi nel 1961 i temi erano stati « Gesù Cristo speranza
del mondo » e « Gesù Cristo luce del mondo ».
Il contenuto dell’Assemblea si
conoscerà in dettaglio solo quando l’apposito comitato avrà elaborato definitivamente i sottotemi. Ma fin d’ora si può anticipare che si parlerà tanto della
vita spirituale (la vita eterna, la
salvezza, l’evangelizzazione, la
conversione) quanto della vita
terrena s dell’umanità e della natura, e dei pericoli che le minacciano (l’energia nucleare, gli armamenti, la fame, l’ingiustizia,
l’inquinamento).
Coinvolgere le chiese
Il fatto nuovo sarà dato soprattutto dal modo di preparazione dell’Assemblea. Si è avuta
la sensazione che questi grandi
raduni rischiano di rimanere
staccati dalla vita delle comunità, perciò il Comitato Centrale
ha deciso di organizzare delle visite alle chiese con lo scopo di
informarle sul lavoro svolto dal
Consiglio e di ascoltarne le esigenze, le, preoccupazioni e le proposte, in modo da raccogliere
tutti questi stimoli nel grande
dibattito assembleare.
Una sollecitazione in questo
senso è venuta da, quanto è accaduto in questi iiltimi anni a
proposito del Programma di Lotta al Razzismo: lodato dagli uni
e vituperato dagli altri, ma in
realtà conosciuto da pochissimi.
Molte ' incomprensioni e discussioni inutili si sarebbero evitate
se il Programma di Lotta al Razzismo fosse stato conosciuto per
quel che realmente è. Di qui l’e
EVANGELO DI MATTEO 13: 44-46
Lasciare ogni cautela
Gli Evangeli sono molto chiari
quando dicono che il Regno è
presente in Cristo, che con Gesù
il tempo dell’attesa è finito. Gesù stesso ha precisa coscienza di
ciò e lo sottolinea più volte. Con
il ministero di Gesù entrano nella storia dell'uomo le forze del
« mondo a venire » in una serie
di eventi precisi. Ciò che era orizzonte lontano diventa improvvisamente a portata di mano, diventa qualcosa che si può sperimentare già oggi.
« Cosa è il Regno? » Gesù risponde alle domande dei suoi interlocutori di allora e di oggi con
due piccole parabole, due situazioni riferibili al quotidiano, due
“trances de vie" che stimolano
gli ascoltatori a un giudizio che
costringe a un processo di identificazione, a un coinvolgimento.
Riferimento a una situazione
possibile, probabile ed assieme
paradossale, ma che suona in
ogni caso “appello" preciso.
Il tesoro nascosto nel campo,
dice Gesù, è qualcosa che è là,
messo da qualcuno che non sei
tu. Nel nostro vivere di ogni
giorno ecco che l’aratro lo mette
a nudo, vi sbatte contro.
Pensiamo in termini che ci
sono familiari alle nostre esperienze di vita, al nostro campo,
agli strumenti che ognuno ha
per voltare e rivoltare ogni giorno la terra della propria esistenza e della propria esperienza.
Quando scopriamo il tesoro,
quando scopriamo l’amore di
Dio che ci cerca e che ci offre
il dono della salvezza, anche noi
proviamo allegrezza, gioia profonda, e sorpresa anche perché
alla fin fine abbiamo trovato un
tesoro senza andare tanto lonta
no ma proprio nel nostro campo
di ogni giorno.
La parabola dice che il contadino, fatta la scoperta, nasconde
il tesoro e poi va, vende tutto
quello che ha per acquistare il
campo. Per noi probabilmente
questo non è un comportamento
chiaro e lineare. Ma potrà diventare tale esaminando il contesto legale e le usanze dei contadini dèi tempo di Gesù. Il contadino non è padrone del campo: è un salariato che vi lavora
sopra per conto di un altro e di
conseguenza il tesoro che ha
trovato non gli appartiene.
Come il raccolto, ogni cosa che
è su quella terra e sotto di essa,
appartiene al padrone del campo. Gioia, allegrezza, quindi, ma
anche sgomento e timore di dover rinunciare al tesoro, alla cosa che può cambiare di colpo
l'intera esistenza. E questo come
lo traduciamo nella nostra esperienza?
Se a noi è stato dato di trovare il tesoro dell’amore di Dio
è probabile che ci rendiamo conto che dobbiamo fare qualcosa
per entrarne in pieno, definitivo,
possesso. Qui allora noi dovremmo ricordare le parole che Gesù
pronuncia all'inizio della sua
missione, allorquando annuncia
appunto che il Regno è giunto:
Ravvedetevi e credete all’Evangelo. A noi dunque è chiesto di
fare ciò che dipende da noi per
non perdere il tesoro: sia pure
un gesto non proprio ortodosso
come ì’impossessar.si di un tesoro altrui. Ravvederci dunque,
cambiare vita, fare quell'azione
che determinerà l'intera nostra
esistenza. E così la nostra allegrezza sarà doppia, per aver tro
vato il tesoro e per aver fatto
ciò che dovevamo per entrarne
di pieno diritto in possesso. Coñ
che il nostro ravvedimento sarà
allegrezza grande e vera.
Analoga per. contenuti è la parabola del mercante di perle. Ma
essa è assai diversa per la situazione del suo protagonista. Mentre il contadino si irnbatte casualmente nel tesoro, il mercante
è un cercatore di perle di professione. Come tutti i mercanti
egli sogna il grande affare, il colpo magistrale con il quale giungere all’apice della carriera. Ebbene ecco che questa perla viene
trovata. A noi la possibilità di
adattare la situazione alla nostra
vita. Certo è che il mercante è
un ricercatore di professione. E
quanti tra noi cercano, cercano e
anche trovano perle molto belle:
arte, filosofia, letteratura, storia,
religione, politica. Ma la grande
perla, quella che da sola venga
a compensare anni e anni di lavoro, interesse e ricerche? Ebbene eccola, dice Gesù, essa è la
Signoria di Dio sulle vostre vite.
Allora il mercante vende tutte le
altre perle per acquistare quella. E lo fa, senza rimpianto e
con gioia, perché il valore della
pèrla nuova è enorme.
Se consideriamo altre situazioni dell’Evangelo vedremo che
non tutti si comportano come il
contadino e come il mercante.
Davanti al Regno, all'Evangelo
che ne è il tesoro, al ravvedimento e alla scelta che esso ci
chiama a fare, la risposta non è
né ovvia né scontata. Il giovane
ricco non rinuncia alle proprie
ricchezze, c’è chi ha da seppel
sigenza di divulgare di più i contenuti e gli scopi di tutti i programmi ecumenici. Certo — non
bisogna dimenticarlo — le direzioni delle chiese ricevono sempre tutto il materiale, ma non
riescono o non si preoccupano
abbastanza di farlo filtrare verso
il basso.
Le grandi conferenze mondiali
di questi ultimi mesi, quella di
Boston dell’estate scorsa su « Fede, scienza e futuro », quella di
Melbourne, in maggio, su « Missione ed evangelizzazione » e
quella di Olanda sul razzismo,
hanno fornito le tematiche di base da cui partirà l’Assemblea di
Vancouver per indicare al Consiglio Ecumenico le linee di azione future.
Dalla Conferenza di Melbourne, in particolare, è emerso un
nesso molto stretto tra l’evangelizzazione e la preoccupazione
per i poveri. Nella stessa direzione si è mosso il grosso studio
su « una chiesa in solidarietà
con i poveri », che, si pensa, dovrà ispirare fortemente i lavori
dell’Assemblea di Vancouver, così come.l’altro studio s.ul « cpiidividere ecumenicamente le risorse ».
Su questi temi la Claudiana
ha pubblicato del materiale. Le
chiese in Italia possono quindi
già cominciare a preparare l’Assemblea affidando il loro apporto non solo a quanto diranno i
pochissimi delegati italiani che vi
parteciperanno, ma a quanto
può emergere da dibattiti comunitari ed essere comunicato fin
d’ora al Consiglio Ecumenico su
problemi, ipotesi, prospettive e
prese di posizione relative a quei
temi. 11 nuovo tino di preparazione deH’Assemblea intende infatti offrire alle comunità la possibilità di un loro maggiore intervento nel dibattito ecumenico, ed è il caso di approfittarne,
incominciando subito lo studio
e il dibattito interno.
Ancora in tema di Assemblea,
il Comitato Centrale ha deciso
di fare opera di persuasione
presso le chiese affinché le delegazioni comprendano un numero adeguato di giovani, di donne, di laici e di pastori di comunità locali, e non solo dirigenti
ecclesiastici: 31 per cento di donne, 16 per cento di giovani sono
le cifre che sono state indicate.
Solidarietà
con i poveri
Impossibile riassumere tutte
le discussioni del Comitato Centrale sui vari temi all’ordine del
giorno. I momenti più elevati si
sono raggiunti probabilmente
quando si è parlato degli armamenti e dei poveri. « Gli armamenti uccidono anche senza sparare — ha detto in sostanza un
giovane scienziato americano —
perché sottraggono all’umanità
enormi ricchezze ed infinite energie e intelligenze, che potrebbero essere impiegate per combattere la fame e le malattie ». Egli
stesso — un ebreo secolarizzato
invitato come consulente — ha
affermato che le chiese sono tra
i pochissimi organismi ancora
relativamente liberi dal potere
deH'indus,tria degli armamenti:
a loro tocca aprire gli occhi alla
gente e »parlare con chiarezza.
Il tema dei poveri è stato for
Claudio H. Martelli
(continua a pag. 3)
Aldo Ckimba
(continua a pag. 10)
2
19 settembre 1980
I LAVORI SINODALI
IN MARGINE AL SINODO
Il dibattito sulla Claudiana
e sul nostro giornale
La faccenda
dell’Intesa
Il dibattito sinodale sulle attività culturali della nostra Chiesa (Eco/Luce e Claudiana) è star
to piuttosto ampio (nonostante
la comprensibile fretta che caratterizza i lavori del giovedì
sera) e fecondo di indicazioni
per 1 responsabili dei settori.
Tutti hanno largamente apprezzato il lavoro svolto e la linea seguita dalla Redazione dell’Eco/Luce: il più »prudente nel
manifestare ottimismo è stato il
direttore del nostro giornale.
« È im giornale che non ci vergogniamo di presentare », è stato
detto, ed un apprezzamento di
CLAUDIANA
Il Sinodo approva l’attuazione che
la Tavola ha dato del 18/SI/79, concorda sulle linee nelle quali sì è
avviato il lavoro editoriale, segnalando la necessità di potenziare i
settori a evangelizzazione », « ;;atechetica », « narrativa ». Raccomanda infine alla Tavola di inserire a
pieno titolo il direttore della Claudiana nel Comitato Editoriale.
ECO-LUCE
Il Sinodo rallegrandosi per I tisultati positivi fino ad oggi conseguiti da Eco/Luce con l'esperimento di ampliamento del giornale da
otto a dieci pagine, ne delibera la
prosecuzione, impegnando la direzione del giornale a fornire alla Tavola entro il 31 maggio 1981 ima
circostanziata documentazione dei
risultati ottenuti, in modo che il
Sinodo 1981 sia in grado di prendere una decisione al riguardo.
tal genere non può che Incoraggiare chi lavora quotidianamente per migliorare il giornale.
Alcuni punti notevoli del dibattito: si è rilevata la sempre
maggiore necsessità della presenza di corrispondenti locali, anche a livello di circuito; il problema della spedinone e del ricevimento del giornale continua
a nuocere alla diffusione della
«Luce» (ricordo a questo proposito l’appello fatto la primavera scorsa di far pervenire alla
redazione dati sulla distribuzione del giornale); qualcuno ha
proposto alia Tavola di servirsi
dell’Eco/Luce per far conoscere
alle comunità notizie, comunicazioni diverse che finora rimanevano spesso ad esclusiva conoscenza dei Concistori, anche perché quando questi ricevevano le
circolari mandate da Roma, le
circolari erano talora superate.
È stato rilevato il fatto che
l’Eco/Luce è il giornale delle
comunità, dalle comunità deve
essere fatto e ad esse dev’essere
rivolto; talimo ha quindi consigliato di lasciare i dibattiti più
intellettuali ad altre riviste, che
pure la Chiesa possiede. Questo
discorso è giusto, ma il tutto è
da conciliare con la finora limitata collaborazione locale e i limiti di spazio che ci sono, come
ha osservato il past. F. Giampiocoli.
Il Moderatore ha poi ancora
ricordato come l’Eco/Luce sia e
debba essere uno strumento di
evangelizzazione e di stimolo
per rattività delle comunità.
A proposito dell’odg, il Sinodo ha preferito non approvare
in via definitiva l’ampliamento
da otto a dieci pagine (apprezzato dai lettori), ma di lasciare
ancora un anno circa di tempo
alla direzione per studiare i risultati deirampliamento e nuove soluzioni »per il miglioramento del giornale, cosicché il Sinodo del 1981 possa prendere ana
decisione più circostanziata.
di livello intermedio, tra il « Dossier » e le grosse opere, consigliando pure di potenziare il settore più specificatamente evangelistico. Ma, come ha osservato il
past. Neri Giampiocoli, più che
raccomandazioni, alla Claudiana
servono finanziamenti ed autori,
e questi ultimi soprattutto non
nascono da un giorno all’altro.
Il direttore, dott. Papini, ha mcoraggiato le comunità a divulgare il libro evangelico, facendolo »conoscere anche tramite radio e televisioni private che ci
mettono a disposizione spazi a
tal scopo, e favorendone la penetrazione nelle biblioteche locali.
Ito invitato poi ad acquistare
i libri Claudiana nelle librerie
« comuni », stimolando in tal modo i librai a far circolare questi
libri nei loro negozi e vetrine, e
ad ampliare il mercato e la base dj vendita per la nostra Casa
editrice. Forse in principio vi
potrà essere un calo di vendite
presso le librerie centrali, ma in
futuro i vantaggi in diffusione si
farebbero certo sentire.
L’atto sinodale tenta poi di dare una soluzione al problema del
Direttore nel Comitato editoriale,
ancora in ima posizione non
molto chiara.
Il Sinodo ha inoltre invitato
la Tavola ad assicurare anche
per il 1981, un adeguato numero
di abbonamenti a Com-Nuovi
Tempi e a proseguire la ricerca
per rispondere alla richiesta di
CNT di avere degli evangelici sia
tra i dipendenti della cooperativa sia nella redazione.
Paolo Gay
Cambio di indirizzo claudiana
Il pastore Massimo Romeo, a suo
tempo eletto conduttore della Chiesa
battista di via Passa-iacqua di Torino
si è trasferito da Genova e abita ora
in via Bertela 63, Torino.
Apprezzamenti in generale sono pure stati espressi per la
Claudiana.
La C.d.E. ha rilevato il fatto
che manchi in, un certo qual modo un settore di pubblicazioni
Nuova sede per
la Tavola Valdese
La_ Tavola Valdese comunica che a partire dal
1“ settembre la sua nuova
sede è:
via Firenze 38, 00184 Roma.
Telefono del modferatore
G. Bouchard : 06/4745537 ;
tei. del cassiere R. Comba;
06/4741709.
E’ bene chiarire prima di tutto che è sempre difficile mantenere una situazione in tensione,
soprattutto quando non si ha in
mano il bandolo della matassa e
non si può quindi menare la faccenda come si desidererebbe.
Tuttavia quando di fronte a noi
si pongono da un lato una attesa legittima ed un diritto maturato, e dall’altro indolenza e carenza di impegno, è necessario
compiere ogni sforzo, darsi il
massimo da fare, ricorrere alle
più impensate inventive per
mantenere la questione che preme in tensione sino al suo felice
compimento 0 alTabbandono del
campo da parte deH’opponente.
La faccenda dell’intesa tra la
Repubblica e le Chiese valdesi
e metodiste è da inquadrarsi nei
termini sopra indicati. Infatti vi
è da un lato la Tavola valdese
che ha dietro di sé l’attesa delle
chiese ed in mano un diritto incontrovertibile, costituzionalmente riconosciuto; nel mezzo sta
un testo siglato col consenso unanime delle delegazioni che hanno trattato, ormai chiarito nei
ritocchi formali occorrenti dopo
due anni e mezzo che è stato steso; dall’altra il Governo italiano
che trascina la questione dando
la sensazione di non volerla ancora concludere con la firma ufficiale del protocollo, poiché non
si decide: né a fissare una data
per la bisogna, né a dare plausibili convincenti ragioni per la
mancata conclusione. Non sarebbe politicamente serio dire che
il testo siglato non può essere
accolto adducendo motivi di copertura che difficilmente potrebbero giustificarsi sul piano tecnico.
Ciò stante mi ha sorpreso rilevare su l'Eco-Luce (1.8.1980)
che, tra 1 sei principali temi che
il Sinodo avrebbe dovuto vagliare e discutere — secondo i desideri espressi nelTintervista rilasciata dal signor moderatore a
nome della Tavola — l’intesa non
occupava neppure il... settimo
posto! In Sinodo il problema è
venuto però egualmente in primo piano mescolato con quello
della dispensa dall’istruzione religiosa, di cui ho già detto altra
volta. Certamente ad una chiara
impostazione della faccenda in
esame ha nuociuto la tesi fatta
valere da alcuni secondo cui la
istanza abrogativa delle leggi sui
« culti ammessi » (su cui si fon
DALLE CHIESE
Ospitalità agli handicappati
VALLECROSIA - Nel mese di
agosto abbiamo dato ospitalità
oltre a famiglie singole a ben
tre gruppi.
— Gruppo della Comunità Valdese di San Giovanni composto
da 42 persone diretto dal pastore A. Taccia. Tema del campo:
La famiglia.
— Gruppo giovanile proveniente dalla Germania composto da
38 persone. Questi giovani hanno dedicato alcuni momenti della loro giornata alla meditazione biblica ed allo studio di argomenti vari; frequenti le serate
trascorse all’insegna del canto.
— Gruppo proveniente dalTOlanda composto da 33 persone.
Questo gruppo era formato da 10
pazienti poliomielitici, per il resto dottori, assistenti. Notevole
una conferenza di uno dei dottori, responsabili del gruppo, tenuta per gli ospiti della Casa sui
motivi e le cause della malattia
di questi giovani. Tutto risale
al 1955 quando il virus della poliomielite colpì parecchi bambini. Alcuni morirono altri, compresi i nostri ospiti, rimasero
per più di due anni in polmoni
di acciaio prima che moderni e
sofisticati macchinari potessero
render loro la vita meno dura.
Per la maggior parte essi sono
privi di midollo spinale e non
possiedono alcuna capacità motoria. Sono pertanto sorretti da
busti che permette loro di tenere la posizione eretta. Hanno bisogno di continue cure ed assi
stenza. Riescono a spostarsi grazie a delle carrozzelle a motore
elettrico la cui autonomia è di
10 Km. Nonostante questo grave handicap e grazie al buon lavoro dell’équipe medica tutti e
dieci lavorano; alcuni come telefonisti, altri addetti ai computers del porto di Rotterdam,
altri ancora traducono dalla
scrittura normale in scrittura
per ciechi ed infine uno di essi,
usando la sola bocca, dipinge.
— Frequenti sono state le serate trascorse insieme. Particolarmente significativo è stato rincontro tra gli ospiti della Casa
ed il gruppo volontario intemazionale che in questo periodo ha
raggiunto le 15 unità.
E’ bello vivere in ambienti dove ci si sente fratelli per poter
tornare nei nostri luoghi di origine con la mente rinnovata per
diventare strumenti attivi in mano del Signore per l’annuncio del
Suo Regno.
Franco Basaglia
VENEZIA — La comunità evangelica valdese-metodista dopo il culto di domenica 31 agosto, si è unita al consiglio di
chiesa neiresprimere la propria
partecipazione al dolore dei familiari per la morte del prof.
Franco Basaglia, psichiatra veneziano.
Alla cerimonia funebre, avvenuta a Venezia nella sala mag
giore della Amministrazione Provinciale (Ca’ Corner) alle 10 di
domenica 31 agosto, presenti numerosi colleghi ed amici del prof.
Basaglia, oltre a ex<iegenti in
Ospedali psichiatrici e a semplici cittadini, ha partecipato, per
la comunità valdo-metodista di
Venezia, Daniele Busetto.
Il consiglio di chiesa e la comunità hanno inviato una lettera
di solidarietà alla moglie. Franca Ongaro e ai figli, Alberta ed
Enrico.
Campi di lavoro
FIRENZE — Il Centro Sociale Evangelico di Firenze, in base
ad altre esperienze avute negli
anm precedenti, decise, lo scorso inverno, di acquistare una casa colonica in campagna allo
scopo di farne uno strumento
di aiuto e testimonianza e di
creare un luogo ove possano avvenire incontri di vario genere
per tutti i protestanti dispersi
nelle varie zone della Toscana e
delle regioni vicine. I primi campi di lavoro in questa casa colonica, sono iniziati alla fine di aprile; da allora tutti 1 fine settimana alcuni giovani delle chiese
Battista, Metodista e Valdese di
Firenze, sono andati a passarli a
Tresanti allo scopo di rendere
agibile la casa al più presto possibile. Così è stato fino al 12
di luglio, data effettiva in cui è
iniziato il primo campo-lavoro
estivo. Da quella data fino al 24
agosto nella Casa Comunitaria di
Tresanti si sono svolti: 2 campilavoro (12-26 luglio, 18-24 agosto), un campo di ospitalità per
36 giovani svizzeri (27 luglio-3
agosto) ed un campo famiglie,
che poi effettivamente è stato un
campo-lavoro (4-18 agosto).
In questi 4 mesi di ininterrotto lavoro si sono potuti notare i primi importanti ed incoraggianti risultati che la Casa
Comunitaria di Tresanti è riuscita a darci. Il primo risultato è
quello che i giovani delle chiese
fiorentine hanno trovato una fratellanza ed un’amicizia, che da
anni non si riscontravano nell’ambiente protestante giovanile
fiorentino, aiutati da quelTentusiasmo e quella volontà dello
stare insieme e del costruire insieme suscitati dallo scopo di
realizzare una Casa Comunitaria
per tutti.
Ma vi sono anche altri risultati, i quali ci danno un segno del
raggiungimento di uno dei principali scopi della casa, cioè quello di solidarietà e testimonianza.
La casa di Tresanti è dunque
una realtà! Ma, purtroppo, non
lo possiamo dire a gran voce perché ancora mancano dei soldi
per aiTivare alla conclusione del
pagamento del contratto d’acquisto, il quale è di 75.000.000 di lire pagabili in tre rate semestrali
da 25.000.000; il Centro Sociale
Evangelico ha pagato le prime
due con offerte spontanee di amici di Firenze, di tutta Italia
e delTestero, anche con qualche
prestito, ma mancano totalmente i soldi per i 25.000.000 della
rata finale.
da l’intesa) non avrebbe consentito di richiamarsi a dette leggi
per denunciare, con forza e clamore, l’errore del ministero delle finanze circa l’imposizione del
bollo per la dispensa da tale
istruzione. E' invece all’opposto
evidente che per lo Stato una
legge è da applicarsi in ogni sua
parte, costituzionalmente legittima, finché è in vigore; ed a noi
cittadini incombe ricordarlo al
Governo quando se ne dimentica.
Sul punto di merito il Sinodo
ha votato un atto (n. 26) su cui
il nostro periodico ha già ampiamente riferito. Non stimo però si possa accettare il criterio
secondo cui, ove alla conclusione
dell’intesa ostasse la volontà politica di non condurre a termine
tale operazione prima della conclusione della revisione del concordato con la Chiesa romana,
bisognerebbe sedercisi sopra ed
attendere, poiché tale motivo
trascenderebbe « lo stesso aspetto delTadempimento costituzionale ». Questa tesi, che in definitiva ha prevalso nell’assemblea,
è fallace e da rovesciare in quanto: mai l’istanza politica di un
partito o di un governo di coalizione, come Tattuale, può prevalere sul rispetto dovuto, anche
dagli organi statali, alle norme
costituzionali o sul loro adempimento che permane in ogni caso
prioritario. La carenza governativa sta tutta in questo punto;
per cui il ritardo non è soltanto
« ingiustificato », ma ingiusto. E’
forse questo aspetto della faccenda che non è emerso con evidenza nel corso del dibattito sinodale e non si è quindi tradotto nell’atto votato, il quale « denuncia » sì in termini precisi e
documentati il ritardo, ma si
perde poi a « ricordare » la norma dell’art. 8 della Costituzione,
a « ribadire » i convincimenti più
volte resi noti, ed a conferire alla Tavola un mandato a sollecitare, lato quanto impreciso e generico.
Come ho indicato all’inizio, è
per l’appunto la precisa volontà
di mantenere ad una elevata tensione la faccenda in esame, che
è mancata. Il testo votato dà infatti un po’ l’impressione della
stanchezza, deH’assuefazione all’attesa, della sfiducia nel poter
ancora condurre in porto la faccenda. Leggendolo si resta come
se si fosse davanti ad una specie
di... deserto dei Tartari nel quale
l’obiettivo atteso non compare
mai; per cui si viene a diffondere, seppur vivacemente contrastata, la sensazione che i Tartari, e con essi la firma dell’intesa,
non arriveranno mai!
Vien fatto di chiedersi cosa si
sta facendo nell’attesa che l’attesa abbia a cessare, o per farla
cessare. Il Sinodo non ha indicato quali « azioni » siano da
compiere, ma ha detto alla Tavola di « persistere in ogni azione idonea ». La fantasia potrebbe dunque supplire alla genericità del mandato. Certo la bozza
di delibera elaborata dalla CdE
aveva almeno il pregio di indicare con puntualità l’oggetto dell’azione da perseguire: insistere
sul governo perché venga fissata
la data per la firma del testo definitivo dell’intesa. Tutto il resto,
ogni altra azione, sarebbe venuto dopo.
Ora al punto in cui la faccenda è giunta, dopo il dibattito ed
il voto sinodali, direi che essa
si trova sul tavolo della Tavola.
Del resto essa è di sua diretta
competenza. Tutti i suoi componenti sono al corrente di come
stanno le cose; essi hanno avuto
modo di seguire dettagliatamente tutte le procedure trascorse;
conoscono per informazione diretta tutte le iniziative che in
questi due anni e mezzo di attesa sono state programmate per
sviluppare « ogni azione idonea
a conseguire la sollecita conclusione » della questione, come dice il voto sinodale. Non resta
che agire, non giova attendere.
Oltre tutto in Tavola sono presenti due dei tre delegati che
hanno condotto la trattativa e
seguito i successivi sviluppi della faccenda dopo la sigla del
protocollo. Sarebbe quindi diffìGiorgio Peyrot
(continua a pag. 10)
3
19 settembre 1980
UNA LETTERA DEL SEGRETARIO DEL CEC
I PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
Aiutare la Bolivia spazio, più comprensione
Chiara condanna del colpo di stato e invito alle chiese a manifestare concretamente la loro solidarietà alla resistenza boliviana
Quasi in concomitanza con la
notizia del rapimento del Segretario del Consiglio delle Chiese
evangeliche in America latina,
il vescovo metodista Mortimer
Arias, il Segretario generale del
CEC pastore Philip Potter ha inviato una lettera alle Chiese
membro e ai componenti del Comitato Centrale sulla situazione
boliviana.
Dopo aver ricordato come il
colpo di stato del 17 luglio u. s.
abbia « brutalmente interrotto
un positivo processo di democratizzazione di quel paese » (vedi nostro articolo a p. 10), il pastore Potter descrive il quadro
allarmante che risulta dai rapporti ricevuti:
— assalto alla sede della Centrale sindacale (COB) da parte di forze paramilitari;
•— massicci e arbitrari arresti di
civili e detenzione in condizioni degradanti;
— sparizione di persone tra cui
molti membri delle chiese cristiane;
— uso diffuso della tortura;
— uccisione di centinaia di persone della zona mineraria;
— persecuzione di leaders ecclesiastici, sindacali, politici, di
organizzazioni umanitarie;
— censura della stampa e espulsione di giornalisti stranieri.
Il CEC, continua il Segretario
generale, angosciato da questa
tragedia, esprime la sua condanna per gli eventi che hanno condotto a queste perdite di vite
umane, queste distruzioni e agli
impedimenti opposti alla vocazione cristiana a porsi al servizio
di coloro i cui diritti sono stati
violati. E conclude:
« Rivolgiamo perciò un appello alle Chiese membro del CEC
perché esprimano una piena so
lidarietà con i nostri fratelli e le
nostre sorelle della Bolivia nei
seguenti modi:
1. Invitiamo le Chiese a informare i loro membri della situazione critica in Bolivia e a
pregare per le vittime, le loro famiglie e comunità, ricordando
particolarmente chi è più colpito
tra la popolazione boliviana.
2. Raccomandiamo alle Chiese di sostenere per mezzo di lettere e visite pastorali le Chiese
della Bolivia che continuano a
svolgere il loro ministero pastorale e profetico nel nome del Signore Gesù Cristo. Incoraggiamo
anche un generoso sostegno a
programmi umanitari volti a far
fronte ai grandi bisogni che
stanno emergendo.
3. Rivolgiamo un appello alle Chiese membro perché chiedano ai loro governi, organizzazioni
intergovernamentali e altri organismi, di premere in vista del
sostegno e del riconoscimento
del Governo di Unità nazionale
boliviano democraticamente eletto ‘[prima del colpo di stato], come mezzo positivo per salvaguardare le aspirazioni legittime del
popolo boliviano e facilitare, per
mezzo dell’applicazione di appropriate misure diplomatiche, economiche e di altro genere, il ristabilimento delle istituzioni democratiche e politiche in Bolivia.
Vi salutiamo nel nome del nostro Signore e Salvatore Gesù
Cristo che ha proclamato la Buona Novella ai poveri, la liberazione ai prigionieri e la giustizia
agli oppressi ».
In questo contesto di impegni
concreti, ricordiamo anche l’appello di Amnesty International
a favore del vescovo Mortimer
Arias (vedi p. 10).
Anche quest’anno il nostro Sinodo ha avuto echi nella stampa italiana; con spazi minori
che altre volte, ma con una comprensione, che ci è parsa migliore del solito, del contenuto e dello spirito con cui sono stati condotti i lavori. Così Corriere,
Stampa, Repubblica, e un po’
tutti i giornali, hanno dato rilievo al problema delle non ancora
approvate « intese »; la riunione
in piazza è stata accettata come
desiderio di « partecipazione »
della Chiesa alla vita della società in cui si trova a testimoniare; si è compresa in genere la
posizione critica verso certi atteggiamenti « wojtyliani » della
chiesa cattolica; e, via via, la
questione femminile, quella dei
diritti del malato, il rapporco
con i valdesi dèi Sud America
sono stati ricordati. Glauco Licata conclude con queste parole
il suo servizio sul Corriere; «Rabbia e allarme in questo sinodo
che cade in un momento drammatico per il nostro Paese, ma
anche speranza per rimpegno
personale di ogni protestante a
portare la propria pietruzza, e
per quello della Chiesa a non
rimanere immobile: ecclesia reformata, semper reformanda ».
A complemento di quanto già
pubblicato dal nostro giornale
segnaliamo che lo scrittore cattolico Carlo Bo, scrivendo sul
Corriere del 7 agosto della posizione religiosa di fronte alla strage di Bologna riporta le dichiaraaioni del moderatore Giorgio
Bouchard e commenta che « una
parola vera ci è venuta dal Sinodo Valdese ».
* * *
Giuliana Gandolfo ha già ampiamente relazionato i nostri lettori sul Convegno tenutosi ad
Augsburg per ricordare il 450°
anniversario della Confessione
Augustana. L’evento, vivacizzato
dal « giallo » sulle due versioni
della comunicazione papale, ha
avuto larga eco nella stampa,
specie in quella interessata ai
problemi ecumenici. Così la Ci
Conferenza mondiale
dei giovani metodisti
(SOEPI) Un migliaio di giovani metodisti di 47 paesi hanno
chiesto alle Chiese di organizzare dei servizi che permettano ai
giovani «di consacrare un anno
della loro vita alla missione, all’evangelizzazione e al ministero
cristiano ». In Ama dichiarazione
pubblicata il 29 luglio scorso a
Truro (Gran Bretagna), alla fine
della Conferenza internazionale
dei giovani del Consiglio metodista mondiale, i giovani metodisti hanno auspicato « un cambiamento di tutti i nostri stili di
vita, dei nostri valori e strutture sociali per rendere possibile
la ridistribuzione delle risorse
mondiali ». Essi hanno ricordato
che siamo tutti responsabili dell’attuale situazione di ingiustizia, ma in particolare lo sono le
nazioni ricche. Durante la conferenza hanno avuto luogo studi
biblici e seminari su una ventina di temi. Numerosi sono stati
.eli appelli a « ricercare il mondo
di giustizia, di pace e di globalità che Dio vuole ». Di fronte
« all’orrore dell’olocausto nucleare», in particolare, questi giovani si sono espressi a favore dei
mezzi non violenti per giungere
ad un cambiamento.
In Guatemala continua
la sofferenza del
popolo e della chiesa
(SPP) Gli ultimi nove dei 25
preti che si occupavano delle
popolazioni indios nella regione
di E1 Quiche in Guatemala hanno abbandonato il paese il mese
scorso. A più riprese i soldati
avevano tentato di ucciderli, dopo che i religiosi avevano condannato gli attacchi dell’esercito
contro il popolo del Guatemala.
Il vescovo della regione, Juan
Glerardi, attualmente presidente
della Conferenza dei vescovi, ha
subito numerosi attentati. Un sacerdote cattolico che ha fornito
queste informazioni airantraide
protestante svizzero scrive : « Il
¡echi dal mondo cristiano!
a cura di ANTONIO ADAMO
popolo e la Chiesa subiscono
una delle più impietose persecuzioni della loro storia: bombardamenti di villaggi, arresti e torture di contadini; il terrore sì
estende per tutto il paese. Più
che mai abbiamo bisogno della
vostra solidarietà e del vostro
aiuto per il popolo del Guatemala ».
Perseguitati gli
evangelici in Etiopia
(Information) 45 membri e dipendenti della Chiesa evangelica
etiopica Mekane Yesus sono stati arrestati ed alcuni torturati,
perché sospettati di attività ostili al governo. Le autorità hanno
requisito alcune proprietà del
Sinodo Ovest di questa chiesa.
La Chiesa voleva pagare alle famiglie il salario dei prigionieri,
ma lo Stato l’ha impedito. Tra
il 15 ed il 29 febbraio, 17 dipendenti del Sinodo sono stati arrestati ; tra marzo e aprile altri
28 hanno seguito la stessa sorte.
Sono stati accusati di aver trascurato la campagna nazionale
di produzione.
Mosca: appello
a favore di un
dissidente religioso
(B.I.P.) Il consiglio della Chiesa clandestina dei « liberi e fedeli avventisti del settimo giorno » ha protestato contro l’arresto, avvenuto a Mosca, del pastore Rotislav Galetsky, portavoce della Chiesa. Ricercato da
oltre cinque anni dal KGB (i
servizi di sicurezza sovietici),
egli è stato più volte accusato
dalla stampa sovietica di essere
in contatto « con gli agenti della
CIA ». I suoi amici temono di
vederlo accusato di « alto tradimento », crimine passibile di pena di morte o di almeno 15 anni
di reclusione. Gli avventisti sostengono di essere oggetto di
una persistente azione persecutoria da parte delle autorità statali, e si appellano aH’opinione
pubblica mondiale. « I liberi e
fedeli avventisti » rifiutano di
farsi registrare dalle autorità
sovietiche per non subire il controllo dello stato. Il loro capo
spirituale, Vladimir Chalkov, è
morto nel gennaio scorso all’età
di 84 anni in un campo della Siberia Orientale dove scontava
una pena a cinque anni di regime severo; durante la sua vita
egli aveva già trascorso 25 anni
in vari campi.
Eletto il nuovo
presidente
della comunità
protestante di Egitto
(B.I.P.) Il pastore Samuel Habib è stato eletto Presidente della Comunità protestante in Egitto. Egli è anche Segretario generale del Sinodo del Nilo della
Chiesa evangelica egiziana e Direttore generale dell’Organizzazione evangelica copta dei servizi sociali.
La Comunità protestante si
compone di quattro denominazioni : la Chiesa presbiteriana,
la Chiesa pentecostale, il Movimento di santità ed i Fratelli.
Attualmente i cristiani in Egitto sono circa cinque milioni e
sono responsabili di 800 luoghi
di culto ripartiti in tutto il paese.
viltà Cattolica del 19 luglio, 11
Regno del 15, Rocca del 15, L’Avvenire del 3, Famiglia Cristiana
del 17 e, con im ampio studio di
Harding Meyer, Nuova Umanità
di luglio/ottobre. Il punto maggiormente discusso è stato quello del valore « cattolico » della
Confessione Augustana, già ipotizzato da Domenico Del Rio su
Repubblica del 26 giugno (vedi
questa rubrica nel numero del
25 luglio). Specialmente Harding
Meyer insiste, nel suo studio, nel
considerare la Confessione Àugustana come possibile base per
im importante passo verso un
concreto ecumenismo. A noi sembra che, in attesa di nuovi eventi, si possa per ora concludere
che la lacerazione avvenuta nella
Chiesa del ’500 avvenne non tanto per le prese di posizione protestanti, quanto per le reazioni
di Roma, quella verso la Confessione Augustana in particolare.
« sH 4:
Rocca del 15 luglio (e Paese
Sera del 26) ritorna sul Convegno intorno alla omosessualità
svoltosi ad Agape, ppr sottolineare la necessità per i cristiani di
accostarsi a questo tipo di problemi con comprensione, superando certi fondamentalismi da
Antico Testamento ancora di moda.
* » s!«
Ed anclie l’annuale Convegno
Ecumenico del S.A.E. al Passo
della Mendola è stato ampiamente seguito. Dedicato quest’anno alla « Morte e resurrezione
in prospettiva del Regno » ha visto un’ampia partecipazione attiva di cattolici, protestanti, ortodossi, nonché di un rabbino
ebreo. G. Zizola, nel Giorno del
5 agosto, sottolinea tre punti del
Convegno: L’affermazione « risorgere è oggi insorgere» di Paolo
Ricca, venuta come riassunto alle reazioni, soprattutto dei giovani del Convegno, alle notizie
sulla strage di Bologna; le dichiarazioni di un teologo cattolico,
Rinaldo Pabris, che adombrano
rinterpretazlone della morte di
Gesù conie « conseguènza logica
della sua attività pubblica, delle
sue prese di posizione nei confronti delle istituzioni religiose
del suo tempo », e quindi « di un
conflitto religioso-sociale che farà intervenire il potere romano
di occupazione»; ed infine la Santa Cena celebrata dal pastore
Williams alla quale non hanno
partecipato i cattolici presenti,
il che, secondo Williams, « è im
terribile segno di morte, uno
scandalo, un atto di accusa contro tutte le nostre chiese ».
^ ^
In materia di ecumenismo, da
segnalare il numero maggio/luglio di Piccola Città che raccoglie
scritti ed interventi dei pastori
V. Beneochi e T. Soggin, della
sorella Rbberta Colonna Romano e di molti cattolici, fra i quali Padre David Turoldo che riafferma il diritto delle minoranze
ad essere riconosciute come parte di una Chiesa cristiana veramente universale.
4:
L’Unità del 25 agosto informa
sulle riunioni elettorali convocate da Reagan per mobilitare a
favore della sua elezione alla
Presidenza degli Stati Uniti il più
vasto numero possibile di evangelici. L’autrice del servizio non
ha molto chiari gli aspetti « religiosi » della situazione e confonde probabilmente quelli che chiama « evangelici » protestanti e
cattolici, con i « pentecostali » i
quali sì sono presenti tra gli uni
e tra gli altri. Resta comunque
valida la constatazione che in un
fatto eminentemente politico, come l’elezione di un Presidente,
tutte le parti (Carter lo ha sempre fatto) cerchino con successo di mobilitare a loro favore i
fenomeni « religiosi », compresi
quelli a base fondamentalista
che avevano Ano ad ora, almeno
a parole, rifiutato di impegnarsi
nella lotta politica.
«
Da Popoli e Missioni di luglio
apprendiamo che, su iniziativa
delle chiese protestanti « patriottiche » uscirà prossimamente una
nuova edizione della Bibbia in
lingua cinese.
* * ♦
Notevole la particolarmente
diffusa relazione dé La Civiltà
Cattolica del 19 luglio sulTincontro di papa Wojtyla con i protestanti francesi in occasione del
suo ultimo viaggio a Parigi. È
con molta ampiezza riportato il
già conosciuto testo del messaggio del pastore Chevallier.
* i» *
Litterae Comunionis, periodico di Comunione e Liberazione,
riferisce nel numero di luglio/
agosto su un incontro tenutosi
in Germania a Regensburg fra
C. L. e un gruppo di comimità
evangeliche universitarie, guidate
dal pastore Schliecting, avente
per oggetto lo studio di « Sulla
libertà del Cristiano » di Lutero.
L’introduzione è stata tenuta dal
sacerdote cattolico T. Ricci.
# « #
Mons. Fagiolo, riferendo sull’Avvenire del 30 luglio sul libro
« La riforma del Concordato » lei
prof. Cardia, insiste sui privilegi
cui la chiesa cattolica ha diritto
in base all’art. 7 della Costituzione, rievocando il peso che nell’approvazione di tale articolo
ha avuto il P.C.I. di Togliatti, oltre alla D.C. di De Gasperi. Mons.
Fagiolo dimentica che un buon
35% di italiani non sono né democristiani né comunisti, e che,
del resto, vi sono apprezzabili
differenze tra il P.C.I. staliniano
del ’46 e quello « eurocomunista » degli anni ’80.
4: 4: 4:
Su Paese Sera del 22 luglio A.
Bernardini riferisce con calore
di una sua partecipazione ai
campi estivi del centro battista
di S. Severa « dove non solo si
godono tutti i benefici del mare...
ma del vivere assieme: giovani,
bambini, adulti, anziani ».
4c 4c 4:
Commentando su ’Tuttolibri del
19 luglio il volume di Ernst Bloch
dedicato a « Muntzer, teologo
della rivoluzione », Sergio Quinzio analizza le ragioni del fallimento di Muntzer e gli contrappone la fede di Lutero che « sempre più seppe vedere, anziché la
rischiosa prospettiva della divinizzazione dell’uomo, l’abbassamento di Dio fatto schiavo e
crocifisso. Una verità diffìcile,
debole e umile, che ci farebbe
bene imparare ».
Niso De Michelis
Lasciare
ogni cautela
(segue da pag. 1)
lire morti, chi ha da comprare
buoi, chi deve andare a nozze.
Al Signore che offre il dono del
suo amore la nostra risposta non
è sempre sì. Gesù ci invita dunque ancora con queste sue due
parabole, nella situazione del nostro oggi, nelle realtà delle nostre vite, a lasciare dietro di noi
ogni cautela e a fare l'unica azione che possiamo fare per impossessarci del dono che Egli offre:
vendere, lasciare come secondaria ogni cosa di fronte al tesoro
dell’amore di Dio.
Il Regno è qui. Vi viene dato,
vi viene offerto. Se dite — come
pure dite che esso è il sommo
bene, agite per impossessarvene
così come hanno fatto il contadino e il mercante. Se potete
comprendere questo conoscerete
la grande allegrezza, la grande
gioia. Sarà proprio questa gioia
a determinare il vostro comportamento. Per questa gioia la vostra vita prenderà nuove direzioni. Sarete, finalmente e solo per
questa scoperta, in grado di vivere l’amore di Dio e di condividerlo con tutti coloro che vi stanno attorno, con tutti coloro che
il Signore metterà sulla vostra
strada. Il rapporto con il mondo
non sarà più un rapporto di contrapposizione, di antagonismo
ma diverrà un rapporto di amore e di servizio, la nostra non
.sarà più una fede astratta, proiettata solo verso un lontano futuro ma sarà una fede vissuta, capace cioè di essere viva' nel nostro oggi.
Oaudìo H. Martelli
(dal sermone di prova tenuto nel
tempio del Ciabas prima della
consacrazione pastorale)
Personalia
Con una tesi su « Il servizio pubblico radiotelevisivo e gli evangelici ” si
è laureato a pieni voti in giurisprudenza Renato Malocchi, uno dei redattori
della rubrica televisiva « Protestantesimo ». Rallegramenti ai neo-dottore.
4
19 settembre 1980
UN METODISTA AUTODIDATTA IN CULTURA, POLITICA E TEOLOGIA
Dante Argentieri
Dante Argentieri era nato a
Castelvetro Piacentino, un paesino a 5 Km. da Cremona, da famigMa contadina, primo di quattordici figli. La miseria era nera
in quel tempo tanto che, ad esempio, mi raccontava come —
da bambino — lui ed 1 fratelli
ricevessero sovente per pietanza
un quarto di uovo sodo a testa!
Frequentò, dopo le elementari,
im anno di scuola secondaria,
ma, a causa delle pressanti diflìcoltà economiche, dovette troncare gli studi. Eimasto orfano
della madre, stremata dalle troppe gravidanze, a quattordici anni iniziò per lui un periodo ancora più duro come aiutante dei
padre — uomo severissimo —
, nei più svariati lavori, per contribuire a mantenere la famiglia.
Riusciva tuttavia, crescendo,
a farsi una solida cultura come
autodidatta grazie alle sue doti
ed alla grande passione per la
lettura. Come del resto suo padre ed i suoi fratelli, si appassionava alla conoscenza dei classici delia nostra letteratura (in
particolare conosceva a memoria
lunghi passi della Divina Commedia).
Aderì giovanissimo al socialismo svolgendo un’attività intensa sia in campo sindacale che
come collaboratore e più tardi
direttore di giornali del partito.
Operava soprattutto a favore e
tra i contadini-braccianti della
zona (fu tra l’altro segretario
della federazione provinciale dei
lavoratori della terra di Piacenza). Pii poi eletto deputato al
Parlamento nelle due legislature
che precedettero l’avvento del fascismo. Riscuoteva molto successo come oratore, per la sua facilità di parola e la sincerità delle sue convinzioni e del suo impegno^.
Da deputato a pastore
In quel tempo era ovviamente
indifferente in materia di fede,
avendo classificato la religione
cattolica (che aveva praticato
nell'infanzia) come un prodotto
della superstizione e un mezzo
per meglio mantenere le masse
nella miseria e nella rassegnazione.
L’affermarsi del fascismo significò per lui essere posto di fronte all’aut-aut dell’ex compagno
Benito Mussolini: o l’onorevole
Argentieri aderiva al nuovo regime con conseguenti cariche, onori e solida situazione economica
oppure — se rifiutava la camicia
nera — botte ed olio di ricino.
Ovviamente si realizzò la seconda ipotesi: braccato, percosso,
disoccupato ebbe pure la sventura di perdere dopo qualche anno ramata moglie. Fu allora che,
gradatamente, circostanze diverse lo portarono alla conoscenza
del messaggio evangelico (la conversione di un cognato. Angelo
Farina, che molti qui alle valli
hanno conosciuto e di cui spero
poter tracciare un profilo in altra occasione; l’incontro col pastore metodista di Cremona,
Oavazzuti; fa conoscenza di Giovanni Gagliardi, singolare figura
del suo stesso paese, evangelico
« indipendente »).
La «scoperta» della fede in
Cristo, dopo aver toccato il fondo della disperazione, rappresentò per lui, da allora e sempre
più, l’unico significato e scopo
della vita.
A fatica, nel frattempo, aveva
trovato lavoro in un’impresa di
verniciatura, ma, in seguito, pastori ed amici evangelici gli consigliarono di intraprendere gli
studi teologici. Così, in età già
matura, sostenne come « privatista » gli esami che lo portarono a diventare pastore metodista wesleyano della chiesa di
Cremona. Autodidatta, dunque,
anche in questo campo.
Gli anni del suo ministero a
Cremona (il r^ime fascista non
era ancora caduto) furono praticamente per lui un periodo di
« libertà vigilata ». La polizia infatti sorvegliava anche ogni suo
minimo spostamento.
Purtroppo il suo sistema nervoso aveva risentito profondamente delle lunghe e snervanti
persecuzioni subite (all’inizio
bx;utali ed in seguito più sottili
e striscianti). Si recò pertanto in
Isvizzera (aveva sposato in seconde nozze una signorina zurighese) per cure e riposo e qui
poi si ferrnò, collaborando abbastanza a lungo col pastore della chiesa valdese di Zurigo.
In tutti questi anni scriveva
sui vari periodici evangelici, componeva poesie, pubblicava opuscoli. Pur completamente alieno
dalle posizioni degli « avventisti »
prediligeva lo studio dei passi
biblici concernenti « il ritorno
del Signore », suo tema preferito
e il destino del popolo d’Israele,
in quanto pensava che le chiese
storiche trascurano ìsolitamente
l’approfondimento di questo aspetto delle Scritture, lasciando
così il campo libero alle interpretazioni troppo spesso fanatiche e fantasiose delle varie sette.
Il suo ministero, sia a Cremona che a Zurigo, mi risulta
aver lasciato tracce profonde
per la sincerità, Tumanità, la capacità di « porgere » i contenuti
della fede. La morte avvenuta a
Zurigo concluse un ultimo periodo di gravi tormenti psichici
e, di riflesso, fisici indubbiamente da ascrivere alle tormentate
vicende della sua ^istenza.
PERCHE'
Perché, fratello, viene men tua fede?
In tue difficoltà. Cristo provvede.
Perché ti affanni nel cercar qual sia
per te la via miglior? Cristo è la via.
Perché del tuo doman tanto timore?
Prendi e ringrazia: Cristo è il tuo Pastore.
Perché, figliuol prodigo, a le soglie
Sue, non rivieni ancor? Cristo ti accoglie
Perché ti struggi curvo sul mistero
del mondo e del dolore? Cristo è il vero.
Perché il ricordo di tue colpe suona
spietato nel cuor? Gesù perdona.
Perché, dal fiero tentator sospinto,
paventi di cader? Gesù lo ha vinto.
Perché la notte di quaggiù t’induce
del porto a dubitar? Gesù è la Luce.
Perché lamenti la disfatta trama
d’un caro affetto? Gesù Cristo t’ama.
Perché accompagni in lacrime il tuo morto
e gli singhiozzi « addio »? Cristo è risorto.
Perché disanimato, afflitto, stanco,
ritorni al focolar? Gesù ti è al fianco.
Perché del male il dilagar ti storna
dal riguardare al Ciel? Cristo ritorna.
Chiunque tu sia, lettor, fratello mio:
giubila e trema: Gesù Cristo è Dio.
Dante Argentieri
RIFLESSIONI DI UN PASTORE DELL’800
Peccato e castigo
MireUa Argentieri Bein
^ Per ulteriori notizie efr. il Dizionario biografico « Il movimento ope
raio » - Editori Riuniti.
A proposito della strage di Bologna e dei commenti che sono
scaturiti in Sinodo e sui nostri
giornali, riportiamo (se pure tradotti in modo un po' imperfetto)
alcuni pensieri tratti dal libro:
Etudes sur la valeur de la souffrance di Ernest Rostan, giovane pastore nato a S. Germano
Chisone nel 1866 e morto a Torre Pellice nel 1908 dopo anni di
malattia.
L’autore, dopo aver spiegato il
rapporto tra peccato e castigo,
applicandolo ai singoli individui
e poi alle famiglie, prosegue:
« (...) Infine, la storia ci insegna che il castigo può estendersi- anche ai popoli. Ogni popolo
che appare sulla scena della storia rappresenta l’espressione della volontà divina: questo fatto
costituisce la vocazione di quel
popolo. Se quel popolo risponde
alla vocazione di Dio entrerà nel
piano di Dio e collaborerà con
Dio. Se non risponde a tale vocazione, si avvierà verso il castigo e la sofferenza. La ribellione
alla volontà di Dio può avvenire
daH’alto o dal basso; può aver
inizio dai capi delle nazioni scendendo poi alle masse oppure
può aver inizio dalle masse risalendo poi ai capi delle nazioni.
Non si è trovato nessuno che si
opponesse al male o, se si è trovato qualcuno, la sua voce non
è stata ascoltata. Così la nazione
si è lanciata sulla strada dell’ingiustizia, della menzogna, dell’orgoglio scendendo in tal modo
verso l’abisso. La colpa è collettiva, il castigo sarà anche collettivo.
UN LIBRO INTERESSANTE SUI CAPPELLANI MILITARI NELLA GRANDE GUERRA
Quando l'entusiasmo copre l’odio
Vale proprio la pena di leggere
il volume di Roberto Morozzo
della Rocca, che analizza l’attività dei cappellani dell’esercito
italiano durante la « grande guerra » del '15-18 sulla base di una
documentazione ampia e nuova (1). La vicenda dei 2700 cappellani mette in evidenza la piena collaborazione tra stato e
chiesa cattolica nella guerra: ai
cappellani (scelti e amministrati
dalla gerarchia ecclesiastica) fu
affidato il peso principale della
assistenza morale e materiale
dei soldati almeno fino a Caporetto ed essi reagirono unendo
in una sola predicazione l’obbedienza ai superiori e la purezza
dei costumi, la distribuzione dei
sacramenti e la giustificazione
della guerra italiana. Si deve però notare che i cappellani non
sfruttarono sino in fondo l’occasione unica della domanda di
conforto e assistenza che veniva
da masse di soldati, che nella vita civile si sottraevano generalmente al controllo della chiesa.
I cappellani infatti, anche per le
oggettive difficoltà di stabilire
contatti personali regolari nella
situazione di guerra e per la spaventosa ignoranza religiosa della
maggior parte dei soldati, da
essi denunciata in termini molto duri, si contentarono in genere di un ruolo molto istituzionale, distribuendo ai soldati messe, medagliette, prediche e piccoli sussidi e riservando attenzioni adeguate solo agli ufficiali.
Come scrive Morozzo, « il tipo
di servizio religioso dei cappellani, imperniato quasi unicamente sui momenti del culto e sui
sacramenti e fatto di una predicazione spesso più retorica che
catechetica e pedagogica, non
tendeva a evangelizzare le masse
dei soldati, ma piuttosto a confermare chi era già stato formato e nella fede religiosa e in una
certa adesione alla chiesa » (p.
202). I cappellani cercavano soprattutto « una generale riaffermazione della necessità di fondare sulla religione ogni manifestazione pubblica, ogni decisione
di rilievo, ogni attività. Pertanto, compito primario dei cappellani era semplicemente essere
presenti, mostrando una presenza ecclesiastica in ambienti, in
circostanze che altrimenti sarebbero sfuggiti ad una qualche caratterizzazione sacra o religiosa » (p. 118).
I valdesi
Tutto ciò vale, s’intende, per
i cappellani cattolici; ma anche
la richiesta della chiesa valdese
di avere propri cappellani fu accolta con una sollecitudine che
testimonia l’interesse che i comandi avevano ad assicurarsi la
collaborazione di tutte le chiese.
Ci fu cosi fino ad un massimo
di nove cappellani valdesi (ma
alcuni si occupavano dei prigionieri austriaci di fede evangelica) e uno battista. Morozzo, che
ha visto l’archivio della Tavola e
la stampa evangelica, scrive brevemente anche di costoro, riconoscendo che « in generale i nove cappellani valdesi mostravano, rispetto ai colleghi cattolici,
una maggiore attenzione ai problenii religiosi dei singoli soldati
ed una meno evidente ricerca di
guarentigie di patriottico lealismo da offrire alle autorità militari, in primo luogo a causa di
un diverso articolarsi del loro
servizio, meno di massa e più
rivolto al contatto personale con
i valdesi sparsi nell’esercito »
(p. 113). Sul piano politico-ideologico, ossia sull’atteggiamento
verso la guerra, non si notano
grosse differenze tra cappellani
cattolici e valdesi: « varie caratteristiche sono le ^medesime: un
diffuso anche se non esasperato
patriottismo, un attaccamento al
proprio grado di ufficiale, una
scarsa considerazióne critica delle conseguenze religiose della
guerra (almeno prima della pace), l’assenza di specifiche denunce e condanne della guerra »
(pp. 113-14). Tuttavia Morozzo
distingue due posizioni estreme
anche nel ristretto gruppo di
cappellani valdesi: da una parte
il pastore Eli Bertalot, acceso
rappresentante del nazionalismo
oltranzista (e perciò contestato
dagli stessi colleghi), dall’altra
Davide Bosio, l’unico che esprime un giudizio negativo sulla
guerra e sulla confusione tra religione e patriottismo.
« Ella capirà pure (scrive Bosio al moderatore (ìiampiccoli
nell’estate 1915) l’immenso dolore che io ho provato in queste
ultime settimane nel vedere l’inesplicabile cambiamento successo
in alcuni carissimi colleghi ed
amici che ad un tratto han sostituito nel pulpito alla parola divina dell’amore quella diabolica
dell’odio. E’ dunque vero che la
religione sia come cera capace
di prendere tutte le forme che
assume l’opinione pubblica? Io
posso dare in quest’ora ai miei
fratelli la parola dell’affetto e
della simpatia; quella dell’entusiasmo che nasconde l’odio, no,
neanche in quelle forme sapientemente lavorate con cui troppi
pii cristiani cercano di unire Satana e Cristo» (p. 114).
Un’altra volta ancora Morozzo
si occupa dei valdesi, per rilevare che anch’essi subirono la crisi del dopoguerra, che vide la
maggioranza dei reduci in rivolta contro istituzioni e tradizioni. Nel Sinodo 1919 molti pastori
« lamentarono l’inquietante freddezza di fede dei reduci soprattutto giovani », scrive Morozzo,
e alla fine di un vivo dibattito il
moderatore Giampiccoli affermò
di non avere nutrito « illusioni
sui risultati spirituali della guerra » e sulla possibilità di conversioni in trincea, concludendo:
« Ora che la guerra è finita sappiamo dire parole di pace; la
guerra come guerra non può fare bene a nessuno » (p. 212).
La nostra generazione, presa
da sogni di giustizia immediata,
non può ammettere che l’iniquità dei padri ricada sui figli e che
l’iniquità di una nazione ricada
sulle generazioni di uomini che
di quella nazione fanno parte.
Eppure la storia che è la grande
maestra dei fatti ci insegna che
c’è un tribunale divino dove delle sentenze vengono pronunciate
contro i popoli e dove sono anche stabiliti ' « i giorni dell’Eterno » in cui le sentenze saranno
eseguite.
Quando il cronista della Storia
Sacra d’Israele vuole spiegare
perché tanta sofferenza si è abbattuta sul popolo, perché quei
due regni del nord e del sud sono stati distrutti, si serve di una
risposta che suona come un monotono ritornello: Fecero ciò che
è male agli occhi dell’Eterno. (...)
Giorgio Rochat
1 Robebto Morozzo della Rocca,
La fede e la guerra. Cappellani militari e preti-soldati 1915-19, Ed. Stadium,
Roma 1980, pp. 269, L. 9.000.
Se noi torniamo al centro dell’Evangelo siamo costretti a riconoscere che l’essenziale non è
di essere redenti dalla sofferenza ma di essere redenti dal peccato. E il fatto più semplice, più
essenziale e più misterioso della
redenzione è: Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato
il suo Unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in Lui non
perisca ma abbia vita eterna.
(Giov. 3/16)».
N,
R.
NOVITÀ’
MICHELE SINIGAGLIA
ANTICO TESTAMENTO
Guida alla lettura della Bibbia/1
pp. 314, L. 6.500
(coed. Claudiana/Scuola Domenicale)
— Esce l’atteso manuale di studio biblico. L’essenziale dell’A.T.
in 38 lezioni con un linguaggio che lo rende realmente per
tutti.
— Utilissimo per monitori, catechisti, predicatori e per ogni
lettore della Bibbia.
CLAUDIANA
Via Pr. Tommaso
c.c.p. 20780102
1 - 10125 TORINO
5
19 settembre 1980
INCONTRO INTERNAZIONALE DELLA COMUNITÀ’ EVANGELICA DI AZIONE APOSTOLICA AD AGAPE
La testimonianza costa Coppia pastorale in
Un lavoro spesso drammatico in situazioni di forte ten sione un villaggio africano
« Puzzavano sempre di vino.
Una volta uno di loro, sapendo
che ero pastore evangelico, entrò, a tarda ora, nella mia cella
per confessarsi: 'E' tutta una
follia. Siamo tutti pazzi. A scuola
mio figlio non lo saluta più nessuno perché dicono che io, suo
padre, da due anni torturo i prigionieri politici. Ed è la verità.
Ma non possiamo più uscire da
questa spirale di violenza. Per
continuare a torturarvi dobbiamo ubriacarci ogni giorno’ ».
Con emozione
Quasi due anni passati in prigione, ha praticamente conosciuto, in un paese latino-americano
sotto la giunta militare, o^i tipo di tortura ( « le vere vittime
sono i torturatori ») ma non ha
fatto nomi. A fine agosto ha raccontato la sua esperienza ad
Agape, nel corso dell’ultimo incontro internazionale della Comunità Evangelica di Azione Apostolica (CEvAA). La sua è stata una delle tante testimonianze
che abbiamo ascoltato, spesso,
con emozione, durante una seU
timana intensa tutta dedicata al
confronto tra cristiani impegnati di undici nazionalità diverse.
Il tema « Il prezzo della nostra
testimonianza » è stato soprattutto visto alla luce di testi biblici che i 60 partecipanti, divisi
in gruppi, hanno esaminato a
partire da una stimolante introduzione di Bruno Rostagno. Accanto alla riflessione biblica, asse portante dell’incontro, si sono
susseguite informazioni e testimonianze personali che hanno
contribuito a dare una visione
più realistica, spesso drammatica della testimonianza a Cristo in
situazioni di forte tensione. Dall’Angola per esempio, un evangelico di colore, ex-preside di scuola superiore, ha raccontato della
sua militanza nelle fila dei movimenti di liberazione del suo
paese. Catturato dai militari portoghesi ha passato undici anni in
prigione. Nel 1974, alla caduta
del governo coloniale di Caetano
viene finalmente liberato. Dopo
qualche tempo, criticando pubblicamente l’eccessivo filosovietismo del MELA (Movimento per
la liberazione dell’Angola) viene
nuovamente perseguitato, e questa volta dai suoi ex-compagni di
lotta, e deve fuggire; oggi in Inghilterra lava automobili in un
garage. La sua famiglia è rimasta in Angola, dall’Europa cura
e sviluppa i contatti con quelle
forze resistenti angolane che lottano per una reale autonomia,
non solo dell’Angola ma di tutta
l’Africa dall’imperialismo delle
superpotenze. Una lotta impossibile, per molti utopica. Ma l’appello all’indipendenza dalle superpotenze di tutto il continente
africano è stato un po’ il ’refrain’
di questo campo in cùi la voce
degli africani è risuonata, a più
riprese, con grande energia e
chiarezza. .
Uno stile insolito
Per gruppi di nazionalità, ogni
mattina, si preparava uria rificssione su temi biblici circostanziati: la casa, il deserto, la città,
il cammino. E lo stile nel presentare la Parola non era certo
quello a cui generalmente siamo
abituati nel nostro mondo evangelico. Grande uso di foto, disegni, musiche e gesti simbolici secondo le più moderne tecniche
di animazione e coinvolgimento.
Dal confronto tra i partecipanti
s’è voluto anche riservare uno
spazio per un tuffo nella vicina
realtà; la domenica, a piccoli
gruppi, ci si è recati in alcune
comunità valligiane per presiedere il culto e promuovere un
dibattito informativo su realtà
e prospettive della CEvAA di
cui, è bene non scordarselo, la
nostra chiesa con una votazione
(sinodale, rapida e unanime, fu
membro fondatore.
Nell’incontro di Agape, l’Italia,
rappresentata da un esiguo grùp
Pagìna a cura di
Giuseppe Platone
foto di Riccardo Bensì
1^"«, -siCsSou *'•.”*
Un momento dell’incontro della CEvAA
petto di pastori e laici, dopo
aver illustrato a grandi linee la
situazione religiosa e politica del
paese ha presentato, nel dettaglio, il lavoro di Riesi. Ha parlato Rocco Alabiso, del Servizio
Cristiano fondato da 'Tullio Vinay, cercando anche di definire
i nuovi limiti del ’Servizio’ nel
suo rapporto con la città. Si è
così appreso che attualmente
mancano nuove energie, particolarmente nel settore agricoltura
e scuola, energie che si vorrebbero italiane e certamente evangeliche per non ricadere in una
ricomposizione soltanto straniera della comunità di Riesi. Il dibattito, anche sulla situazione
politica italiana (molto interesse ha suscitato la presa di posizione del nostro Sinodo riguardo alla strage di Bologna) è stato vivace; si ^arda, in linea generale, all’Italia, direi soprattutto dai paesi africani con interesse misto a forti preoccupazioni riguardo ai nuovi giochi politici che attraversano il « bacino
sempre più agitato del Mediterraneo ».
Tra le comunicazioni più significative che hanno arricchito
l’esperienza di questo campo è
da segnalare quella di Emilio
Castro, del Consiglio Ecumenico
di Ginevra, e quella del past.
Basset, al rientro da Teheran,
esperto del dialogo cristianesimo-islam. Si è trattato di conversazioni spontanee, con raffiche di domande, su cui intendiamo riferire, in modo più preciso, su queste colonne nei prossimi numeri. Conclusioni operative non ce ne sono state, né erano previste. Scopo dell’incontro
era quello di' promuovere uno
scambio d’esperienze, come nei
fatti si è realizzato, tra cristiani
impegnati in paesi lontani per
cultura, tradizione e situazioni
politiche.
« Condividere esperienze concrete di testimonianza — ha infatti commentato uno degli organizzatori dell’incontro: il past.
Trautmann di Parigi — e condi
videre, nella diversità di culture, lo stesso Evangelo è lo'scopo
stesso della CEvAA ». A questa
condivisione appartiene anche il
nuovo concetto di missione che,
all’interno della CEvAA (non si
può dire altrettanto nelle nostre
chiese) si è andato via via elaborando in questi anni: non più
un Evangelo calato dall’alto della cultura occidentale ma un comune ascolto, una stessa condivisione del messaggio di Cristo.
Valigie pronte
Durante il culto conclusivo di
Santa Cena, celebrato all’aperto
sui prati di Agape, i partecipanti, divisi in gruppi, hanno organizzato una liturgia ricca (ma per
alcuni troppo complessa): letture, commenti, slogan, canti, musiche africane, preghiere e momenti di silenzio. Accanto al pane e al vino, disposti tra mazzi
di fiori raccolti dai bambini,
ognuno ha deposto un biglietto
scrivendoci sopra quello che aveva più a cuore. Dopo la celebrazione, Trautmann del comitato
organizzatore, ha concluso i lavori rivolgendo ai partecipanti l’invito a « diventare, in ogni situazione, artigiani della pace in un
mondo diviso e violento nella
speranza di rimettere al più presto insieme esperienze così diverse ma dettate dallo stesso
amore ». Un commento pieno di
speranza, pronunciato in mezzo
ad un’assemblea in cui molti avevano già le valigie pronte per
situazioni difficili e rischiose: dal
Benin a Gibuti, all’America Latina. Forse per questo alcuni tra
noi, di colpo, si sono sentiti, anche se appartenenti ad una chiesa povera e 'minoritaria, in posizione privilegiata. Anche da
questo punto di vista la condivisione che la CEvAA intende
promuovere e collegare merite-,
rebbe d’essere maggiormente conosciuta e diffusa nei nostri ambienti, particolarmente quelli
giovanili.
Ebenezer e Lucette WoungiyMassaga. entrambi teolo^, si soso sposati un anno fa. Risiedono
attualmente in Svizzera dove
Ebenezer, già consacrato pastoie nella Chiesa Protestante africana (vedi scheda illustrativa in
questa pagina) del Camerún, conclude la sua specializzazione in
Antico Testamento mentre Lucette, a giorni, verrà consacrata
al ministero pastorale nella chiesa riformata di Losanna. Entrambi hanno preso parte al recente
campo organizzato dalla CEvAA
ad Agape dove hanno dichiarato
che, nello ¡spazio di poco tempo,
intendono rientrare nel Camerún
per lavorare nella Chiesa Protestante Africana.
Il lavoro in una piccola chiesa africana non è certo paragonabile alle nostre situazioni europee. Mancano mezzi economici,
mezzi di collegamento; sovente
i teologi che, pur essendo di colore, hanno ricevuto un’impostazione europea negli studi debbono rivedere, alla luce delle
culture locali, i loro punti di riferimento. Di fronte a queste
difficoltà abbiamo rivolto alla
giovane coppia alcune domande.
A Ebenezer abbiamo chiesto chi
sostiene economicamente il pastore nelle comunità evangeliche
del sud-est del Camerún: « La
situazione economica è estremamente difficile; il pastore vive grazie alle magre collette dei
membri di chiesa e grazie al lavoro dei campi della sua famiglia ». Come si svolge il culto
domenicale? « Bisogna dire che
è molto vivace. Una sua prima
parte è essenzialmente didattica,
legata alla predicazione e alla
risposta a interrogativi biblici
posti dai presenti. Dopo la predicazione, che per noi è l’elqmento centrale del culto, si hanno
preghiere spontanee e canti ritmati dal tam-tam, dal battito
delle mani e spesso anche dalla
danza ». Tornerai in Camerún
con una moglie pastore. Tornerai in una chiesa dove non ci sono donne pastori e per di più
tua moglie è bianca. Non ci saranno problemi? « Da molto tempo nella nostra chiesa le donne
rappresentano la maggioranza e
la vera forza dinamica. Alcune
di loro celebrano i culti e tengono predicazioni. Il fatto che
mia moglie sia europea non pone problemi nel senso che essa
è già stata accolta con grande
gioia nella mia chiesa nel giorno
della mia consacrazione. L’unico
problema vero è vedere come,
in una piccola chiesa come la
nostra, si potranno utilizzare due
pastori nello stesso posto ».
Quando si è sposata Lucette è
andata in Camerún per conoscere la f amiglia e la chiesa di suo
marito. « Appena scesa dal treno
abbiamo fatto 30 km. a piedi per
raggiungere il villaggio. Poi una
grande festa e ima grande accoglienza. Non esistono, se non in
rari casi, mezzi di trasporto. La
gente è molto aperta e disponibile. La loro vita è tutta intorno
al villaggio. Per avere della carne bisogna andare a cacciare
nella foresta e anche il pastore
Le richieste deiia CEvAA
Riportiamo le richieste di personale che ci sono state trasmesse dalla CEvAA e che riguardano il personale europeo richiesto per chiese di Africa e Polinesia. I candidati devono essere in
possesso dei titoli di studio corrispondenti alle varie qualifiche
indicate. Tra parentesi inoltre
,la lingua richiesta. Per informazioni più dettagliate rivolgersi a:
past. Franco Davite, v. Repubblica 114, 10060 S. Secondo di Pinerolo (To), Tel. (0121) 50.01.32.
BENIN: 1 pastore per lavoro
su piano distrettuale (francese).
CAMERUN: 1 segretario per la
direzione della chiesa evangelica
(francese e inglese); 1 ingegnere
agronomo per direzione di scuola agricola a Ndunghé (francese; 1 medico (internista o pediatra) per la direzione dell’opera
medica della chiesa battista. Re
sidenza a Duala (francese); 1
professore di matematica a Mbò
(francese); 1 professore di fisica
a Mbò (francese).
COSTA D’AVORIO: 1 infermiera abilitata alla direzione di scuola infermieristica all’ospedale di
Dabu (francese); 1 amministratore con esperienza ospedaliera
(francese); 1 ingegnere o architetto (francese); Insegnanti di
matematica, francese, scienze e
fisica a Dabu (francese).
LESOTHO: 1 o 2 pastori per
lavoro parrocchiale (inglese); 1
agronomo per progetto agricolo
a Leloaleng (inglese); 1 capomastro per istituenda scuola tecnica per muratori a Leloaleng (inglese).
NUOVA CALEDONIA: Professori di matematica, fisica, francese, storia-get^rafia, inglese per
il liceo di Numea (francese);
Professori di matematica, inglese
e francese a Teremen (francese);
Professori di matematica e francese a Lifu (francese).
POLINESIA FRANCESE: 1 tecnico poligrafico (francese).
REPUBBLICA CENTROAFRICANA: 1 pastore per la chiesa di
Cristo Re a Bangui (francese).
TOGO: Professori di francese,
matematica e fisica al collegio di
Lomé (francese); Professore di
fisica a Kpalimé (francese).
ZAMBIA: Professori di geogra^
fia, dattilografia, religione a Cipembi (inglese); Professori di
agronomia e di inglese a Kafue
(inglese); Professori di economia domestica, religione e geografia a Njase (inglese); Professori di matematica, religione,
agronomia, geografia, dattilografia a Safula (inglese).
va a caccia come tutti gli altri.
È l’unico rischio che mi preoccupa. Io credo che nonostante
l’enorme distanza culturale potrò
lavorare bene: l’Evangelo è lo
stesso per tutti. Mi sono convinta, vivendo accanto a Ebenezer,
che il bisogno di Cristo non ha
frontiere ».
Una
piccola
chiesa
africana
Nel 1894 venne fondata dalla
Missione Presbiteriana Americana (M.P.A.) la stazione evangelica di Bikoul-Lolodorf, nel SudEst dei Camerún. Nel 1921, sempre da parte dei missionari,
con fondi stranieri nella stessa
regione si creò una scuola teologica in cui ancora oggi si
preparano i pastori della Chiesa
Presbiteriana Camerunese. Benché nella regione di Loiodorf,
abitata dai Ngoumfaas e Mabeas,
si parli la lingua kwassio gli
americani imposero il boulou,
lingua più diffusa. A partire dal
1927 la chiesa di lingua kwassio promosse, attraverso gli anziani di chiesa, una dura lotta
per ottenere dai missionari d’oltremare la traduzione della Bibbia in lingua kwassio. E quando
nel sinodo annuale del 1933 il
direttore (jlella M.P.A., pastore
Johnson, dichiarò: Non tradurremo mai la Bibbia né predicheremo in una lingua senza valore e avvenire » si produsse la
frattura definitiva. Nacque così
la Chiesa Culturale Kwassio.
il brusco distacco dalla missione procurò, all’Inizio, gravissime difficoltà di ordine economico. Malgrado le difficoltà la
vita ecclesiastica fu riorganizzata al punto che si costruì
una nuova scuola teologica a
Monguè nel 1945. Essa oggi accoglie 9 studenti in formazione.
Sinora la chiesa di lingua kwassio ha avuto 26 p>astori; ma più
che dai pastori le "colonne"
della chiesa sono rappresentate sia dagli anziani, in particolare coloro che parteciparono
alla lotta per l’indipendenza linguistica, sia dalle donne. Al
proposito basti dire che • l’associazione cristiana delle donne »
di lingua kwassio ha reperito, in
una trentina d’anni, 1 fondi r-ecessari per la costruzione di
8 chiese.
La Chiesa Protestante Africana
(EPA) del Camerún è rimasta
fedele, per ciò che riguarda gli
' aspetti dottrinali, aila missione
presbiteriana. La frattura è avvenuta « solo per ragioni culturali e linguistiche » come tengono a precisare gli attuali dirigenti dell’EPA. La dizione;
Chiesa Protestante Africana
(EPA) che sostituiva l’originaria: Chiesa Culturale Kwassio
venne approvata nel 1959 per
permettere ad altri gruppi linguistici africani di minoranza
dì entrarvi. Attualmente i 12
mila membri dell’EPA sono suddivisi in 32 chiese. Dove non c’è
il pastore Intervengono laici,
diaconi e diaconesse. Il Sinodo
annuale è presieduto da un moderatore (laico 0 pastore) che
rimane In carica per un anno.
Ogni 5 anni viene nominato
l’ufficio della direzione generale formato da 12 membri scelti
tra laici e pastori. Le decisioni
più Importanti spettano al Sinodo.
Dal 1963 TEPA fa parte della
Federazione delle Chiese Protestanti deH’Africa e della Federazione delle Chiese e Missioni
evangeliche del Camerún. Autonoma da ogni finanziamento
straniero l’EPA non è contraria
a scambi culturali e teologici
con chiese sorelle in Europa o
altrove.
6
19 settembre 1980
cronaca delle valli
ALLE VALLI OGGI
Tempo
libero
Il tempo libero è certamente
una delle conseguenze più vistose delVmdustrializzazione. Sconosciuto una volta nelle società
di tipo agricolo, dove si poteva
tutt'al piti rimediare una domenica pomeriggio all’osteria, è diventato la caratteristica delle
città dove il lavoro in fabbrica
e in ufficio è delimitato nel tempo e nello spazio. Dalle grandi
città però il problema poco per
volta si è trasportato nei centri
minori fino a raggiungere e toccare le nostre valli. Infatti, almeno una volta all’anno, i cittadini
trasportano la loro noia e i loro
soldi nelle località di villeggiatura, dove avviene un brusco
contatto con i montanari che
hanno mantenuto un’attività
agricola.
E’ inutile dilungarsi sui punti
di attrito ormai diventati cronici: motociclette sui prati, rifiuti
nei torrenti, cataste di legna che
si assottigliano, furterelli di frutta e di verdura. Ma quando nella
massa estiva dei villeggianti si
trovano anche gruppi di giovani
che non sanno assolutamente come passare il tempo, gli abitanti
del luogo si trovano spesso di
fronte a veri e propri atti di
teppismo che suscitano una ben
maggiore indignazione. « Piccoli
delinquenti, magari drogati, le
famiglie sono le maggiori colpevoli perché non li puniscono, ci
vorrebbero i carabinieri tutta
l’estate » — così si esprime la
gerite esasperata. Ma le famiglie
dei colpevoli (quando si riesce
ad identificarli) si difendono:
«Sono ragazzi, vogliono soltanto
divertirsi, non ci sono altri svaghi in questo buco, chi lo va a
vedere che cosa combinano i giovani di qui quando scendono iri
città? ».
E’ vero che i modelli di svago
proposti dalla nostra civiltà ricca sono molto ’poveri’, in senso
culturale e, diciamolo pure, spirituale. Lasciando da parte, come soluzione estrema, la droga,
non si trova molto di più. di una
squallida monotonia: porno fumetti e porno film, il solito giro
delle ragazze, i dischi assordanti
ascoltati cento volte di seguito
in discoteca, Goldrake e gli AstroRobot, balli e liquori che fanno
tanto americano, il tifo scatenato e becero per la squadra del
cuore.
Intendiamoci bene, questo non
è un discorso tipo western, con
tutti i buoni da una parte e i
cattivi dall’altra. I modelli deteriori hanno invaso anche il nostro ambiente e, in quanto ad
atti vandalici, basta entrare in
una scuola media delle nostre zone per essere immediatamente
aggiornati.
« Tutte storie — dicono i parenti degli alunni demolitori —
sono ragazzi vivaci, pieni di salute, e poi sono i professori che
non li educano, i bidelli che non
li sorvegliano... ».
E’ ovvio che un vetro rotto è
rneno grave di un’automobile
danneggiata, ma il problema
educativo è identico. E nel periodo in cui, come chiesa, ci proponiamo la ripresa delle attività
giovanili ad ogni livello di età
dobbiamo anche riflettere seriamente sulle possibilità che abbiamo di offrire ai giovani dei modelli di comportamento alternativi e di ricercarli insieme. Le famiglie non possono scaricarsi
sulle organizzazioni della chiesa,
né queste ultime rinviare tutte
le respon.sabilità ai genitori. E’
illusorio sperare che i ragazzi
trovino la giusta strada da soli,
senza aiuto, ma questo aiuto bisogna anche essere pronti ad offrirlo.
Liliana Viglielmo
Hanno collaborato a questo
numero: Maria Luisa Davite - Giuseppe Paolucci - Italo Pons - Nelly Rostan Leopoldo Sansone - Giorgio
Tourn - Marco De Bettini.
XX CONVEGNO DI STUDI SULLA RIFORMA
E I MOVIMENTI RELIGIOSI IN ITALIA
"La generazione
di Mario Alberto Rollier"
ANGROGNA
Il 12 e 13 settembre si è tenuto a Torre Pellice il Convegno di studi indetto daUa Società di Studi Valdesi, giunto
quest’anno alla sua ventesima edizione. Diamo il resoconto con
questa corrispondenza della prima parte dei lavori riservando il seguito al prossimo numero.
L’ormai tradizionale appuntamento di studiosi dei movimenti
ereticali non è venuto meno quest’anno alla sua fama: le due
giornate sono state intense, suddivise tra relazioni e discussioni che hanno impegnato un numero fin superiore alla media
dei congressisti in lavori condotti a ritmo serrato. Non è
mancata l’attenzione della televisione che ha filmato un servizio del GR 3, né quello della
stampa.
Un buon successo, dunque, dovuto alla fama del convegno ma
anche, almeno per la prima giornata, al tema di interesse generale e non riservato solo agli
addetti ai lavori. Argomento, infatti, della prima giornata è stato : « La generazione di Mario Alberto Rollier».
Luigi Santini, in ima chiarissima e pregevole esposizione su
« Il protestantesimo negli anni
della crisi » ha iniziato i lavori.
Continuando, in un certo senso,
il « Revival » che Gangale aveva
scritto per la Casa Editrice Boxa nel 1929, egli ha tracciato il
profilo della generazione che ha
vissuto il passaggio della teologia protestante italiana dal liberalismo al barthismo (1920-1948).
In particolare Santini ha delineato il conflitto tra ACDG e FUV, i
due gruppi in cui si divideva la
gioventù valdese del tempo e
che' rifletteva distinte opinioni.
Strettamente legata alla chiesa
e quindi all’influenza dei pastori
la FUV (alla quale, secondo Santini, sarebbe da ricollegarsi,
idealmente, l’attuale TEV); a tendenza molto più laica, internazionale e quindi aperta alle nuove correnti di pensiero l’ACDG.
Proprio da questa matrice e dal
gruppo che si radunava attorno
alla rivista Gioventù Cristiana,
sono usciti i nomi più significativi di questa generazione.
Franco Venturi ha ricordato
il ruolo di Mario Rollier nella
lotta antifascista, mettendo in
luce il filone che portò Rollier
dall’analisi della teologia della
crisi e della chiesa confessante
tedesca alla Resistenza ed ha ricordato come Rollier fu tra i fondatori del Movimento Federalista europeo di cui fu sempre
sostenitore attivo.
Neri Giampiccoli, sottolineando il ruolo di Rollier come laico
nella teologia della crisi, si è
soprattutto basato su ricordi
personali, dando alla sua relazione un tono di commosso ricordo. L’amicizia di giovani legati a Gioventù Cristiana ed a
Giovanni Miegge, il monito che
Rollier lece a Giampiccoli alla
sua partenza per gli studi teologici: « ricordati di essere un profeta e non un parroco », il fatto
che Rollier, per la prima volta
nella storia della Chiesa Valdese,
fosse presidente laico del Sinodo nel quale egli Giampiccoli fu
nominato Moderatore, sono latti
che testimoniano l’impegno di
questo laico nella chiesa.
Augusto Gomba ha chiuso le
relazioni con una presentazione
di Rollier uomo politico dal dopoguerra alla scomparsa, mettendo in risalto il ruolo che ebbe nel convegno di Chivasso sulle rivendicazioni autonomistiche
per le Valli Valdesi fino alla sua
adesione al partito socialdemocratico prima e repubblicano poi
e come candidato al Parlamento
europeo, ultima tappa di una
battaglia che aveva sempre combattuto con passione e profondo
convincimento.
Il ricordo di questa personalità cosi impiegnata nella chiesa
e nel mondo ha suscitato, sulle
relazioni, una vivace discussione, svoltasi, per ragioni organizzative, nel pomeriggio, cosa che
ha nuociuto un po’ alla sua im
mediatezza ed alla quale è mancato il gran pubblico accorso al
mattino.
Alla questione, sollevata da
Giorgio Rochat, sulla « involuzione» di Rollier, uscito, nel periodo della guerra fredda, su
posizioni che le sue convinzioni
fino al 1946 non avrebbero mai
lasciato suppórre, hanno risposto Spini e Venturi. Spini rifiuta
il criterio della guerra fredda
come motivazione addotta da
Rochat, in quanto criterio diplomatico e non adeguato a chiarire
iri termini storici la posizione
di Rollier che, anche nel periodo
della guerra fredda non subì la
situazione ma dialetticamente la
visse ed in essa, nel clima delle
gra,ndi manifestazioni protestatarie dell’epoca (per quel che riguarda l’Italia) represse dalla
polizia scelbiana, operò le sue
sempre sofferte opzioni. Le scelte di Rollier, anche successivamente, in un i>eriodo di diflondentesi « regime antisistema »
furono sempre ispirate al medesimo e coerente, per lui, anticonformismo e di questo anticonformismo vollero essere, magari
non sempre capito, coraggioso
esempio.
Venturi, con una lucidissima
analisi, rifiuta il manicheismo
soggiacente all’interrogativo posto da Rochat e sostiene la necessità e la possibilità di una
spiegazione storica della posizione di Rollier.« Uomo di scienza,
oltre che finissimo umanista impegnato, Rollier fu costantemente coerente al suo americanismo
ed alieno da fumisterie ideologiche delle quali diffidava; il suo
americanismo, tuttavia, è quello
della rivoluzione del 1700, della
rivolta delle colonie inglesi del
Nuovo Mondo contro lo stato
dominante inglese, in nome della
libertà e della democrazia. L’urgenza di essere chiaro, con sé
e per gli altri, ed il criterio
pragmatico delle sue scelte erano, per Im," anche necessità morale (di origine calvinista) e bisogno di parlare a tutti, anche
in senso popolare, in modo onesto, più con l’esempio delle opzioni che con i funambolismi delle ideologie.
Danielle Jouvenal
BOBBIO PELLICE
Inaugurato
il “nuovo”
Jervis
Alla presenza di una vasta folla che in mattinata era salita a
piedi da Villanova al Fra si è
inau^rato, domenica 14 settembre, il nuovo Rifugio Willy Jervis andato distrutto — come i
lettori ricorderanno — nel dicembre del 1976 causa un furioso incendio. Alla inaugurazione
di domenica che, grazie alla magnifica giornata ha potuto svolgersi all’aperto, hanno partecipato tra gli altri il presidente
nazionale del CAI Ing. Priotto,
la vedova di Jervis signora Lucilla, la Guardia di Finanza guidata dal dinamico Willy Bértin.
« Poluccio » Favout ha brevemen
te rievocato la figura di Jervis
collocandola nel quadro della
Resistenza mentre il presidente
del CAI-UGET di Pinerolo, dott.
Fornerone, ha ripercorso le tappe storiche del Pra e del Rifugio.
L’edificio che all’esterno non
presenta sostanziali modifiche
rispetto al progetto originale ha
adottato all’interno soluzioni moderne e funzionali. Ricostruito
in un tempo record su un concorso generoso di offerte e lavoro volontario il Rifugio è nuovamente a disposizione di tutti
gli appassionati di montagna.
Più bello e moderno di prima.
Convegno monitori
1® Circuito
L’incontro dei monitori
del circuito è fissato per
sabato-domenica 27-28 settembre. La prima parte
del lavoro sarà consacrata
allo studio dell’evangelo
di Marco che verrà spiegato ai bambini in autunno.
La seconda parte ad una
discussione sul lavoro della scuola domenicale, il
canto, i metodi seguiti, il
programma dei pre-catechismi, l’attività dei cadetti ecc. tutti quegli aspetti
collaterali cioè al lavoro
della Scuola Domenicale.
Partecipa Franco Girardet
del Servizio Educazione.
Programma:
sabato 27: ore 17-19.30,
20.30-22: studio biblico;
domenica 28: ore 9-12: studio biblico; ore 14.30-17:
incontro sui temi indicati.
L’incontro avrà luogo al
la Sala Unionista di Torre
Pellice. Per chi intendesse
fermarsi a mezzogiorno è
previsto il pranzo. Per ulteriori informazioni rivolgersi a Paolo Varese, viale
dei Tigli 11 - Luserna San
Giovanni - Tel. 90.197.
2® e 3® Circuito
Il Convegno Monitori m
vista della ripresa deH'attività delle scuole domenicali avrà luogo
sabato e domenica
27 e 28 settembre
presso il Convitto di Villar
Porosa.
Programma:
sabato: studio dei testi biblici;
domenica: problemi pedagogici e conclusioni.
Pranzo e cena in comune.
Per informazioni ed iscrizioni telefonare a Carla
Beux Longo - Convitto di
Pomaretto - tei. 81273.
Perchè
studiare?
Una domenica insieme con i
giovanissimi del Prassuit-Verné
a Massello. Il piccolo museo della Balziglia conserva sempre il
suo fascino : semplice e chiaro
merita spenderci qualche ora
per ricostruire, parlare e fare
congetture su uno degli episodi
più interessanti della storia valdese. Prima e dopo il culto si è
discusso, nella simpatica saletta
ai Reynaud, del programma invernale. Entusiasmo e voglia di
fare si sa che, man mano che i
mesi passano, diminuiscono. Le
attività messe in cantiere con
tanta foga si inaridiscono, si procede a singhiozzo, alcune latitanze... e si arriva a maggio con
uno sparuto drappello di fedelissimi che avendo perso per la
strada la propria base naturale
guarda già all’autunno sperando
in una ripresa. Anche quest’anno, ogni seduta avrà un momento biblico iniziale e la stesura di
un verbale secondo una regola
che, qui da noi, dura da più di
cent’anni. Il nuovo programma
prevede tre ’fronti’: la gestione
di una biblioteca, chiamiamola
parrocchiale senza vergognarcene e anche senza pretese, con
molti libri in francese e qualche
romanzo moderno (grazie al dono di amici). Lo studio dei verbali delle passate Unioni dei
giovani con particolare riferimento a quella che, grazie a Dio
ancora resiste a tutt’oggi e terzo
punto: organizzare, di tempo in
tempo, un « cineforum » per la
nostra gente. Si attacca nei prossimi giorni. Speriamo prevalgano entusiasmo e continuità per
rendere operante il programma,
per mantenere vivo uno spazio,
nella nostra chiesa, realmente
autogestito dai giovani.
Quello che sarà più difiScile
fare all’interno del gruppo è la
lettura di un certo impegno come per esempio la lettura di articoli di Gioventù Evangelica,
Com-Nuovi Tempi ecc., una ricerca che dovrebbe essere d’obbligo per un gruppo FGEI come
il nostro. Ma nel gruppo (salvo
uno) nessuno studia. E quindi
nessuno è allenato a leggere e
discutere mantenendo per più di
un quarto d’ora la propria concentrazione. A 13 anni, questo è
ormai diventato lo stile attuale,
finite le medie si chiude con la
scuola e s’inizia con qualche lavoretto in casa per poi lanciarsi
al più presto possibile fuori: apprendista muratore, contadino,
operaio. Fino a qualche anno fa
dominava l’idea dello studio: sacrifici, viaggi anche massacranti
per il fatidico pezzo di carta.
Adesso al pezzo di carta non ci
crede più nessuno: meglio iniziare subito a lavorare, guadagnare e rendersi indipendenti
dalla famiglia. Tutti sanno che
diplomati e laureati vanno ad
infittire le schiere dei disoccupati. E allora perché studiare?
Sembra proprio che non ne valga la pena. Sta di fatto comunque che senza una adeguata base
culturale (che la scuola è comunque in grado di fornire) si
rischia di vivere in posizione subordinata per tutta la vita. Una
prospettiva non certo allegra.
G. Platone
oggi e domani
PINEROLO - Sabato 20 settembre, i re
15 al Centro Sociale del quartiere
Fornaci (via Podgora) il dr. Maurilio
Orbecchi parlerà sul tema della droga
e delle tossicodipendenze.
PINEROLO - Venerdì 26 settembre, alle
ore 20.45 presso l'Auditorium Comunale di corso Piave, si terrà un dibattito promosso dal Centro Sociale
Protestante sul tema deH’insegnamento
della religione cattolica nella scuola.
7
19 settembre 1980
CRONACA DELLE VALLI
18 SETTEMBRE
CASO FIAT
m
Tutti a scuola
Ricomincia la scuola e
rioominciano grattacapi
per alunni, genitori ed insegnanti. Anno nuovo, ministro della Pubblica Istruzione nuovo (ma ' sempre
democristiano) e vecchi
problemi, rimasti irrisolti,
che si vanno incancrenendo. Questi ultimi sono tanti, tropi», per cui mi limiterò a evidenziarne alcuni, i
più evidenti, che si presenteranno con il 18 settembre.
Mancanza di insegnanti
Sembra quasi incredibile
che con la disoccupazione
che va aumentando in Italia, ed in particolare quella intellettuale che preme
alle porte della scuola, il
ritornello delle lezioni ad
orario ridotto che viene
suonato per qualche mese
si ripresenti regolarmente
ogni anno. È bene precisare subito che quest’anno
andrà un po’ meglio perché grazie alle lotte dei sindacati confederali e dei
« precari della scuola » si è
ottenuta la riconferma sul
proprio posto di lavoro
per decine di migliaia di
incaricati annuali.
Bisogna però considerare ancora i trasferimenti
(che lasciano dei posti liberi in qualche scuola e li
tolgono a qualcuno non di
ruolo in altre scuole) e le
assegnazioni provvisorie
(specie di trasferimenti
non definitivi) di cui il
Ministero farà largo uso
quest’anno.
È chiaro che tutte queste operazioni andrebbero
fatte prima deU’inizio dell’anno scolastico, ma la
macchina burocratica del
Ministero e dei Provveditorati è sclerotizzata ed ha
tempi estremamente lunghi. Evidentemente manca
la volontà politica di rendere più efficiente e funzionante tutta rAmministrazione da cui dipende la
scuola. Recentemente si è
aperto un processo di meccanizzazione di alcune operazioni del Ministero e dei
Provveditorati. L’appalto
per i lavori di meccanizzazione è stato affidato all’Italsiel, una società con la
maggioranza di capitali
della Democrazia Cristiana. Che anche i cervelli elettronici abbiano una
mentalità democristiana è
indicato dai numerosi errori che vengono commessi
o dal fatto che tutto il capitolo delle sperimentazioni deve essere compilato a
parte (a mano) perché non
previsto.
Agitazioni del personale
della scuola - La scuola si
riapre ed è subito minacciato imo sciopero! Lo sciopero nei servizi di interesse pubblico è sempre stata
una questione piuttosto
spinosa in quanto si riflette direttamente sull’utènza
creando disagi in particolar modo nella fascia dell’obbligo. D’altro lato le
inadempienze del Ministro
e del Governo sono cosi e
videnti e macroscopiche
che il ricorso a forme anche dure di lotta è inevitabile. Basti pensare che il
contratto relativo al triennio ’77/’79 già siglato e concluso da diverso tempo non
ha ancora visto la sua piena attuazione e si sta già
trattando su quello nuovo
’79/’81.
Infatti dei tre obiettivi
principali della probabile
settimana di agitazione dal
22 al 28 settembre (1 - Una
tantum per il 1979 e anticipo contrattuale dal 1°
gennaio ’80; 2 - approvazione del D.d.L. sull’immissione in ruolo del precariato
residuo; 3 - approvazione
del D.d.L. sullo Stato Giuridico) uno è relativo ad
un accordo siglato nel ’77,
ed un altro siglato 6-7 mesi fa.
Ho detto probabile perché ci sono buone possibilità che lo sciopero venga
sospeso in quanto si sono
già avute ampie assicurazioni (credibili sembra) da
parte del Governo, di Pertini e di Pantani.
È evidente che lo stai.o
di incertezza e di frustrazione in cui vengono tenuti i lavoratori della scuo-.
la si riflette in modo negativo anche sulla qualità del
servizio. Con una categoria
che non riesce ad avere
gratiflcazioni sul piano giuridico-normatlvo-salariale è
difficile, o lo diventa sempre più, impostare un di
scorso serio sulla qualità
del servizio e di riforma
della scuola. Questa situazione (anche collegata ad
una situazione politica più
generale) provoca im fenomeno di riflusso e di spostamento su posizioni .moderate e corporative di vasti settori di insegnanti aprendo contraddizioni sempre più laceranti nel tessuto sociale e all’interno
stesso del movimento sindacale. I sindacati confederali, del resto, in difetto
di analisi e di proposte
stanno attraversando un
forte periodo di crisi di
credibilità e di identità e
sono continuamente costretti ad inseguire ima categoria che non riescono
più (o almeno non più come una volta) culturalmente e politicamente, riducendo in modo sempre più
sensibile le differenze che
li separavano dai sindacati autonomi.
In sostanza niente di positivo sul fronte della scuola; le previsioni sono nere
ed i sintomi brutti: recrudescenza della selezione,
crescita delle scuole private, forte aumento del costo
dei libri di testo, lavoratori della scuola in agitazione, crisi verticale degli organi collegiali, mancanza
di ipotesi di riforma della
scuola dellbbbligo, stagnazione di quella delle superiori ecc.
Beniamino Lami
450° ANNIVERSARIO
I] 6 settembre ha avuto
luogo a Mérindol l’assemblea annua della Association d'Etudes Vaudoises et
Historiques du Luberon.
Questa giovane società,
fondata sei anni fa dal suo
attuale dinamico presidente pastore Louis Mordant
e da un gruppo di studiosi
fra i quali il nostro Giovanni (Sonnet, ha ora oltre
130 membri. Ogni due anni
organizza una « Tournée
d’études vaudoises et historiques » e, da quest’anno, pubblica un bollettino
trimestrale « La Valmasque ».
La riunione di quest’anno ha avuto una particolare importanza, sia perché
la Società ha potuto ottenere una propria sede in
una casa affidatale dal Conseil Général de Vaucluse
in enfiteusi a un fitto simbòlico di un franco all’anno, sia perché veniva celebrato il 450“ anniversario
del Sinodo di Mérindol
(1530), Sinodo che ha preceduto di due anni e preparato quello di Chanforan.
Nuovo garage
di Priotti Adriano
• Riparazione di vetture nazionali
ed estere
• Revisioni e collaudi
• Riparazione trattori e mezzi
agricoli
• Garanzia sul lavoro svolto
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Villar Perosa
IL BISTRO’
riapre il 18 settembre
prezzi fissi
abbonamenti
per lavoratori
TORRE PELLICE
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Lottare contro
i licenziamenti
Le prime pagine di tutti i quotidiani,
la radio e la televisione hanno informato
tutti sul « caso Fiat ». Giovedì scorso, la
Fìat ha annunciato che ha iniziato la
«procedura» per il licenziamento di circa 15.000 lavoratori (per la precisione
14.303 lavoratori di cui 12.934 del gruppo
auto e 1.369 della Teksid). Licenziamento
che sarebbe diventato operativo entro
25 giorni, cioè il 7 ottobre.
Questa decisione, com’era naturale, ha
fatto grande rumore: i lavoratori interessati e i smdacati hanno subito deciso scioperi, i partiti politici si sono affrettati
a assumere una posizione, il governo si è
mosso per cercare di spingere le parti
ad ima soluzione «alternativa e consensuale » ed ha deciso di affrettare i tempi
dell’iter parlamentare della legge di riforma del collocamento e della mobilità della manodopera.
Le dimensiom di questa richiesta di li
cenziamenti collettivi non ha forse precedenti in Italia e in Europa: 15 mila persone vogliono dire un’intera città (sono
equivalenti agli abitanti dell’intera Comunità Montana Val Chisone e Germanasca
meno il comune di Villar Perosa!). Vogliono 'dire in realtà molti di più: infatti bisogna calcolare che la Fiat ha molte medie
e piccole aziende ohe lavorano alla costruzione di parti deli-auto che gli operai
Fiat assemblano.
Secondo dati sindacali vi sono da due
a tre operai che lavorano nel cosiddetto
« indotto » per ogni operaio Fiat. Così i licenziamenti effettivi saranno da un minimo di 45'000 ad un massimo di 60.000. Una
cifra enorme. E il pinerolese probabilmente sarà una delle zone più colpite.
Sulla vicenda abbiamo intervistato M.
D., 34 anni operaio, delegato sindacale
delle officine Presse di Rivalta, sposato.
Ricordato
il Sinodo di Mérindol
Oratore ufficiale per la
parte scientifica il prof.
Giovanni Gönnet che ha
parlato su « Le Synode de
Mérindol, fin du Valdeisme? », ponendo in evidenza quali sono i valori che
il Valdismo ha perso e
quali ha acquistato con la
sua adesione alla Riforma.
Nel pomeriggio è seguita
1’« Assemblée Générale de
l’Association » con la relazione del Presidente, quella finanziaria e quelle degli incaricati delle varie attività: stampa, relazioni
con le comunità della diaspora valdese, commissione storica, ecc.
Il sottoscritto ha portato l’adesione della Società
di Studi Valdesi e illustrato la nostra attività e i nostri programmi per il centenario della Società del
1981 e ricordato che nel
1982 ricorrerà il 450“ anniversario del Sinodo di
Chanforan.
Le elezioni hanno confermato il pastore Louis Mordant quale Presidente e il
prof. Gabriele Audisio in
qualità di Vicepresidente.
La giornata si è chiusa
con una Tavola Rotonda
sul libro di Gabriele Audisio « Le Barbe et l’Inquisiteur » con la partecipazione di Audisio, Gönnet,
Montagne, Pons. La discussione è stata seguita con
interesse dal numeroso
pubblico.
O. Coì'sson
— Qual è stata la vostra
reazione all’annuncio dei
possibili licenziamenti?
— Già il mattino di giovedì ci sono state fermate
alle linee. Si è fatto un corteo interno fino davanti alla direzione. Il consiglio di
fabbrica ha subito proclamato uno sciopero. Si è
fatta un’assemblea e si è
discusso di cosa fare. Poi
si è fatto im corteo che è
arrivato fino ai cancelli dell’Indesit di Orbassano per
esprìmere la nostra solida^
rietà a chi come noi lotta
per l’occupazione.
È stata una mobilitazione forte, compatta quale
non si vedeva da anni. E
quando incontravamo gente lungo la strada questa
solidarizzava con noi.
— I giornali hanno parlato molto del vostro slogan « Danzica, Stettino qui
ci sarà casino ». Che significa? Secondo te c’è un collegamento tra la lotta d^li
operai polacchi e la vostra?
—È uno slogan spontaneo. L’unico significato che
io vedo è il fatto che siamo disposti a durare. In
Polonia la lotta è durata
quasi un mese. Anche noi
siamo disposti a lottare
duro e per molto. Ma speriamo non sia necessario.
E poi c’è stato subito un
correttivo: non abbiamo
messo ai cancelli il ritratto del Papa, ma quello di
Carlo Marx... A noi non
serve costruire un sindacato nuovo. Quello che abbiamo funziona... anche se u
na maggior democrazia interna sarebbe necessaria.
— Qual è il giudizio politico che date su quest’azione della FIAT?
— A me sembra che la
Fiat abbia voluto giocare
la carta di ridurre l’importanza del sindacato in
fabbrica e fuori. Infatti oggi il sindacato se non vuole perdere il consenso tra
i lavoratori deve saper rispondere alla domanda di
lavoro che viene da coloro
che sono minacciati licenziamento e da quelli
che fuori cercano 'lavoro.
Se non dà una risposta positiva a questo saranno
tempi difficili per tutti.
— La lotta iier l’occupazione è dunque centrale
per l’azione del sindacato
da oggi in poi?
— Sì. Ma io medo che
questa 'lotta non debba essere fàtta solo con la frase:
no ai licenziamenti. Dobbiamo chiedere al governo
di fare un piano chiaro su
dove indirizzare l’economia
italiana, su cosa dobbiamo
produrre. E poi creare occupazione in questi settori.
Poi noi dobbiamo lottare
per ridurre l’orario di iavoro, per cambiare l’organizzazione del lavoro, per
migliorare l’ambiente. Il
sindacato, gli operai devono passare da una fase difensiva di lotta a una offensiva. Forse così si sconfigge anche il terrorismo.
— C’è chi oggi in fabbrica propone il terrorismo
come lotta contro i licenziamenti?
— Per il momento no.
L’unica riflessione che si fa
è che la FIAT è terrorista,
l'nfatti ha creato il terrore,
la paura tra tutti i suoi dipendenti e non solo tra loro. Ma se l’azione sindacale sarà debole o staccata
dal dibattito degli operai
(... fatta da pochi a Roma)
può darsi che si facciano
di nuovo vivi i terroristi a
cercare consensi... che spero non avranno.
Doni CIOV
pervenuti nel mese di giugno
PER ASILO DI SAN GERMANO
L. 300.(X)0: Unione Femminile
di Bergamo.
L. 1OD.0OO; Unione Femminile,
Piazza (Tavour, Roma.
L. 50.000: 'Monge Serafini Maria: In imem. di papà e nonni:
Superchi Marisa e Luciano, Oan
Remo; FamMiari di Manetto Antonio; Davite Margherita: Mathieu Roberto.
L. 30.000: Matthieu Mimi, in
mem. della sorella Alice.
L. 20.(X)0: Comba Silvio e Lidia, Canova di Prarostino, in
mem. dei loro cari.
L. 15.000: Costantino Evelina,
Castel del Lupo di S. Secondo
di Pinerolo: in memoria dei genitori.
L. 10.000: Ribet Armando e
Marcella, Rivoira^Don di S. Secondo di Pinerolo, in mem. dei
loro cari: Magllani Lidia, in
mem. di Giuliano Pietro, Maria
Omega; M. L. e R., Torino;
Pennelli Elsa.
L. 5.CKKI: Pons Alma e Nida,
Rivoira-Don, S. Secondo di Pinerolo: in mem. dei loro cari.
Poesia
On a entendu des cris à Rama, des pleurs et de grandes lamentations, Rachel pleure ses enfants. (Ger, 31: 15).
Comme dans le récit de l'ancien temps biblique,
la nature frémit aux plaintes des enfants,
à qui l’humanité réserve un sort tragique,
d’angoisse, de souffrances, aux râles des mourants.
Créatures inermes que la faim accable,
qui ronge et qui consume leurs esprits et leurs corps,
tristes larves humaines que l’impitoyable
égoisme des hommes, conduit à la mort.
Enfants désespérés de l’Afrique torride,
que la famine fauche au milieu des horreurs,
enfants de l’Indochine, que la guerre avide
martyrise et supprime, portant la terreur.
Malheureux innocents, où partout sur la terre
vous êtes sacrifiés par l'orgueil des puissants,
par le coupable oubli, par le dieu de la guerre,
quand finira pour vous cet inhumain tourment?
Mais vos derniers regards désormais vont s’éteindre,
et l’aube de vos jours disparaît à vos yeux,
vos pupilles hélas ne verront plus se peindre
le miracle des fleurs, la majesté des deux.
Enfants de toutes races, enfants sans espérance,
tout le monde est coupable envers vous sans soutien,
pardonne-nous Seigneur pour notre indifférence,
n’oublions pas, croyants, le message chrétien.
B. GriU
8
____mostra DELL’ARTIGIANATO: INCONTRO COL MONDO VALDESE
"Quand’anche fossimo
ridotti a tre o quattro”
Presentato il film sui valdesi realizzato per conto della televisione tedesca
«...quand’anche fossimo
ridotti a tre o quattro »:
questa frase, scritta da Arnaud nel giuramento di
Sibaud rii settembre 1689
è anche il titolo di un film
sul movimento valdese.
Il fUm, del regista Jungrathmayr, prodotto per
la televisione tedesca, è stato proiettato al cinema
Primavera di Pinerolo il
5 settembre u.s. nel corso
della giornata della Mostra
delFArtigianato dedicala
airincontro col mondo valdese. Dopo il canto delle
corali che hanno introdotto la serata con antiche
compladntes e inni evangelici (partecipavano coralisti di S. Germano, Pinerolo e S. Giovanni diretti dalla signorina Türk) è iniziata, fronte a un pubblico
di circa 500 persone, la visione dell’att^o documentario. Si tratta — come
detto — di im filmato della
durata di 45 minuti, in cui
il regista cerca di rendere
evidenti aspetti e problemi del movimento valdese usando immagini attuali
(non ci si aspetti quindi
di vedere un film in costume medioevale).
Partendo dalla conversione di Valdo, dall’aspetto
anticonformistico dei primi valdesi, dalla loro opposizione al cattolicesimo
della compra-vendita della salvezza eterna e della
chiesa centro di potere, il
regista giunge a presentare
la realtà delle comunità
delle valli e del tentativo
di vivere concretamente
la propria fede a contatto
diretto con non-credenti,
quale è appunto l’esperienza della comune evangelica
Foto R. Ribet
di Cinisello Balsamo, come
frutto della resistenza del
popolo valdese al tentativo
di distruggerlo.
Al termine della proiezione è stato fatto un breve dibattito (introdotto
dal past. Platone che ha
spiegato i criteri usati dal
regista) che ha evidenziato alcuni rilievi nei confronti del film. Eccoli:
— Il film dà una immagine non realistica del
mondo valdese. Non
siamo in realtà così
buoni e così bravi;
— Il film dà un’immagine
troppo politicizzata dei
valdesi (« sembrano tutti rossi » è stato detto);
— Chi non sa nulla del
mondo valdese cosa capisce del film e cosa
dei valdesi?
— Il film ha centrato l’obiettivo mettendo in risalto delle realtà valide
e attuali del mondo
valdese;
— È uno strumento nuovo
e utile;
— Pur nella sua brevità
il film riesce a dare un
quadro completo della
realtà in cui viviamo.
Questo in sintesi il resoconto della serata.
A ciò vorrei aggiungere
una opinione mia pensona
le: ritengo che valga assolutamente la pena di vedere questo film. È l’immagine che si è fatta di
noi un protestante, che pur
essendo tedesco ha conosciuto le valli e i vaidesi da quando ha iniziato
questo film, ha studiato la
nostra storia ma soprattutto ha usato noi, la nostra
• vita di oggi, le nostre comunità per dire chi erano
e chi sono oggi i valdesi.
Ora la questione è questa:
l’immagine che emerge dal
film è fedele ai principi,
alla teologia, alla concezione della vita del mondo
valdese?
E se non lo è non è anche colpa nostra?
A questi interrogativi
dobbiamo e possiamo rispondere come singoli e
comunità.
Questo film può dunque
diventare per le nostre comunità o gruppi evangelici occasione preziosa, da
non perdere, per riprendere il dibattito sulla nostra
identità protestante.
Tecnicamente il filmato.
Che è a colori, è di ottimo
livello; si nota la mano di
un regista all’altezza del
suo compito.
Attilio Fornerone
Ogni cosa
al suo posto
Ogni tanto e, direi, sempre più spesso i Valdesi
partecipano (o come gruppi organizzati, o come singoli, invitati specificamente perché evangelici) a manifestazioni di vario genere al di fuori dell’ambito
ecclesiastico.
Anche in questi ultimi
giorni siamo stati presenti
alla mostra dell’artigiana
DIBATTITI
Avanzata cattolica?
L’angolo di Magna Linota
Cara Magna Linota,
vorrei fare quattro chiacchiere con te,' perché ho
l’impressione che tu capisci la gente, nei suoi sentirrienti, anche quando non
riesce a esprimerli come
vorrebbe.
Sono un valdese di Bobbio Pellice. Forse avrai sentito che qualche tempo fa
un nostro "religionario”
(credo che così venivano
chiamati i Valdesi nel Seicento), in gita con la famiglia nell’alta Val Pellice, è
stato colto da malore e nonostante le pronte cure di
un medico che era anch’egli in gita lì vicino è deceduto lassù tra i monti.
È stato poi trasportato
a valle da un elicottero del
soccorso alpino (e credo
che bisogna dire una parola di ringraziamento a questi giovani finanzieri per il
loro impegno) e la camera
ardente ( ma perché si
chiama così?) è stata allestita nella cappella adiacente la chiesa parrocchiale di Bobbio. A me la cosa
ha fatto molto dispiacere.
Mi domando se il comune
di Bobbio non abbia, al cimitero comunale, una camera mortuaria. In realtà
mi risulta che c’è. Se poi
la farniglia non ha piacere
che il proprio congiunto
venga posto in un obitorio, necessariamente piuttosto freddo e forse anche
brutto, non sarebbe stato
possibile trasportarlo nella chiesa valdese? Credo
che il Concistoro sarebbe
stato d’accordo.
Tu non credi che sarebbe stato più corretto e, per
la famiglia, anche meno
"gênant”? Ti saluto cordialmente
Jean-Paul
Caro Jean-Paul,
una volta avevo letto una protesta indignata perché nessuno pensa ai mancini, che si trovano continuamente costretti ad arrangiarsi come possono in
un mondo in cui tutto è costruito per i destri, dalla
scrittura alla maniglia delle porte, dagli interruttori
della luce agli sportelli dei
treni.
Le minoranze sono sempre un po’ come i mancini, ma con una grossa differenza: è piuttosto difficile eliminare le difficoltà
per i mancini, inventando
ad esempio un nuovo tipo
di scrittura che permetta
a tutti di scrivere senza
macchiarsi le mani e sbrodolare d’inchiostro fresco
le parole appena scritte.
Invece con un po’ di buona volontà la maggioranza
potrebbe abituarsi a riconoscere e rispettare le idee
degli altri anche quando
sono pochi, senza imporre
le proprie usanze. Ma anche noi ’’mancini” dobbiamo imparare a rimanere
sempre coerenti con le nostre idee, senza accettare
quel che non ci convince
per amor di pace o per
paura di seccature, e senza
fare le vittime quando questa coerenza ci costa qualcosa. Tutto può essere occasione di testimonianza, e
ti ringrazio della tua lettera
che può servire a farci riflettere e aiutare gli altri
a conoscerci meglio e a rispettarci di più.
Magna Linota
L’angolo di Magna Linota è aperto a chi voglia
sottoporle problemi, esprimere pareri, avanzare richieste. Indirizzare a: Mar
gna Linota. Eco delle Valli Valdesi, Casella Postale,
Torre Pellice.
Leggendo su « L’Eco »
Tarticolo di Vera Velluto:
« Più pastori alle Valli »,
due sono le frasi che mi
hanno particolarmente colpita. Le citerò solo in parte. « Più pastori alle Valli.,
se si vuole arginare l’avanzata idi Santa Romana
Chiesa » ed ancora: « Le
piccole comunità del Sud
possono andare avanti come hanno sempre fatto
perché riescono ancora a
fare quadrato contro la
Chiesa Cattolica e la DC ».
Come Valdese delle Valli mi sono a tutta prima
sentita punta sul vivo e
quasi offesa. « Dunque » mi
sono detta « le comunità
Valdesi della Diaspora riescono ad arginare l’avanzata cattolica, noi delle
Valli non ce la facciamo ».
Ben presto però ho provato un senso di sollievo
come sempre lo si prova
quando la verità, per brutta che sia, viene scoperta,
anche se avrei preferito
che tali parole fossero state scrìtte da un rappresentante della parte in causa,
cioè da un Valdese delle
Valli.
Condivido pienamente le
apprensioni di Vera Velluto. Sì, la Chiesa Cattolica
avanza alle Valli. Prova ne
sia il fatto che i figli nati
da matrimoni misti tra
Cattolici e Valdesi sono
spesso cattolici. Se questo
triste fenomeno dovesse
continuare, tra non molte
generazioni si assottiglierebbe sempre più il numero dei Valdesi delle Valli
e già nell’anno duemila la
Santa Romana Chiesa potrebbe costruire una chiesa
al Castello della Balziglia
senza suscitare alcuno
scandalo tra i superstiti
Valdesi, sempre che ce ne
siano ancora. Bando all’allarmismo, ma il pericolo
c’è, dunque arginiamolo.
È triste che alcune giunte D.C. si siano fatte con
l’aiuto valdese, ma è più
triste ancora che i figli di
un Valdese o di una Valdese siano dichiarati cattolici appena nati, anzi
quando sono ancora nel
seno materno.
A parer mio si dovrebbe
lasciare a questi figli la
possibilità di optare, raggiunta la maggiore età, per
la religione cattolica o per
quella valdese. Questo in
nome della libertà che i
Valdesi hanno acquistato a
così duro prezzo nel passato e che debbono mantenere. I Valdesi non hanno un folclore da salvare,
il loro bel « patois » può
anche scomparire, ma c’è
un patrimonio che deve
essere salvato: quello religioso.
Che questo «salvataggio»
avvenga per opera di un
pastore o di un laico, non
importa. C’è una crisi nel
mondo valdese, specie in
quello montanaro ed essa
può essere superata solo
con una presa di coscienza. Dobbiamo convincerci
che oggi più che mai la religione valdese è valida.
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MONTANARO - Piazza L. Matta, 17 - CALUSO . Via Micheletti, 3
NOTTURNO E FESTIVO TELEF. 932051
Comunicato
LA PIROIL
informa la spettabile
Clientela che la Ditta
Autorizzata di
CLARO GIAMPIERO
esegue pulitura e manutenzione di bruciatori impianti riscaldamento.
Informazioni
CLARO
Via Godino Delio, 24
S. Secondo di Pinerolo
to pinerolese con lo stand
« Claudiana - Eco delle
Valli» e con una serata di
« incontro con il mondo
valdese », nel corso delle
iniziative culturali che accompagnano la manifestazione.
In occasioni come questa
è facile provare un senso
di disagio, e domandarsi
che cosa ci stiamo a fare
in ambienti spesso così
lontani dal nostro. In certi
casi si arriva allo scandalo
per quel che può apparire
ambiguità, compromesso,
strumentalizzazione o addirittura beffa.
Che significato ha cantare «Ascolta, popolo mio»
o « il giuro di Sibaud » in
un teatro, fra persone allegre, indifferenti, annoiate,
spesso capitate lì solo perché l’ingresso era gratuito
e non sapevano dove andare?
L’altra sera qualcuno diceva: « Non è giusto. Questi sono inni da cantare
durante il culto e per il
XVII febbraio, non qui in
mezzo al frastuono degli
altoparlanti e alle risate
della gente. Ogni cosa al
suo posto ». Lo capivo, e
condividevo istintivamente
la sua impressione. Ma temo che si tratti di una reazione sbagliata, sentimentale, troppo umana e tutto
sommato, egoista. Ci dispiace esporre qualcosa
che ci è cara a estranei che
rischiano di sciuparcela.
Il punto è questo: qual è
il posto giusto per Gesù
Cristo e per coloro che si
confessano cristiani? Non
è né solo la chiesa, né solo
la piazza: è giusto riunirci
in assemblea ad esprimere
la nostra riconoscenza a
Dio e a chiedergli la forz.a
di seguirlo, ma è altrettanto giusto parlarne davanti
agli altri e con gli altri, grati se questi sono disposti
ad ascoltarci.
Certo in tutto quello che
facciamo ci sono dei rischi,
ma quanto più limpida e
fedele sarà la nostra voce
e coerente la nostra vita,
tanto meno rischieremo di
ridurre i canti dei credenti del passato in coreografie utili soltanto al successo di una mostra commerciale.
Tutto sonrmato, direi che
la serata del 5 settembre
ha, dato un quadro abbastanza onesto di quel che
siamo: prima gli inni della
fede e i ricordi della storia, conclusi con quel giuro di Sibaud che riassume
la nostra duplice realtà di
popolo chiesa ed esprime
insieme la gioia terrena di
riconoscerci nelle nostre
radici e il dialogo con Dio
nella richiesta di aiuto e
nell’impegno di fedeltà.
Poi un film, discutibile fin
che si vuole, ma che aveva
il vantaggio di essere girato « dall’esterno » e di invogliare appunto alla discussione; e alla fine l’avvio di una discussione interessante che merita, credo, di essere continuata e
approfondita.
M. G.
9
19 settembre 1980
CRONACA DELLE VALLI
9
ALLA NOVALESA
Dibattito sulla
“Confessio Augustana”
ln un incontro a cui hanno partecipato cattolici, valdesi, battisti e liberi credenti, il prof. G. Gönnet ha presentatola« Confessio Augustana » come documento ecumenico evidenziando i motivi di dissenso
Nel sereno romitaggio della
Novalesa, un’abbazia benedettina arroccata sulle pendici del
Moncenisio in un’ampia conca
dominata dal Rocciamelone, il
prof. Giovanni Gönnet è stato
invitato martedì 2 settembre
scorso a presentare la « Confessio Augustana » come documento ecumenico. Non vi è andato
come docente di storia medioevale, ma come valdese impegnato da anni a chiarire a se stesso le modalità di un dibattito
ecumenico ispirato soprattutto
alla franchezza delle posizioni di
partenza, in vista della ricerca
comune fatta nel più ampio rispetto della fede altrui. Così, alla Novalese — di fronte ad un
numeroso pubblico composto in
prevalenza di cattolici, valdesi,
battisti, liberi credenti — egli ha
evidenziato più i punti di dissenso che quelli di accordo. Premesso che la « Confessio Augustana » è stata stilata in una forma volutamente irenica, ha posto in rilievo — anche sulla base
degli studi introduttivi alla nuova traduzione italiana del documento pubblicata recentemente
dalla Claudiana di Torino — come gli articoli della « Confessio »
si dividono quasi esattamente in
tre gruppi; 11 di consenso con
il cattolicesimo di allora, 13 di
disaccordo e 10 contro i « radicali », cioè contro l’ala sinistra
della Riforma rappresentata in
vario modo da antitrinitari, anabattisti, spiritualisti, neo-donatisti ecc. Dall’insieme dei 28 articoli emerge però la consapevolezza dei redattori della « Confessio » (Melantone, Spalatino, Jonas), di fronte alla massima autorità politica del tempo (l’imperatore Carlo V), di rivendicare
l’ortodossia dei luterani i quali,
lungi dall’essere bollati sic et
simpliciter per eretici, sarebbe- •
ro i più coerenti campioni del
vero cattolicesimo, ancorato sia
alla Sacra Scrittura che ai canoni conciliari dei primi 4 secoli
dell’era cristiana. Si sa, la « Confessio Augustana » è una confessione di fede, fatta in difesa del
popolo di Dio, che però non lascia adito ad equivoci o maliritesi. Si era allora nel 1530, il
Concilio universale invocato dalle due parti non era stato ancora convocato a Trento, rimaneva
qualche possibilità di accordo
tra le due parti. Ma ad una duplice condizione: primo, che il
cattolicesimo si purificasse di
tutti gli « abusi » che nel corso
dei secoli vi si erano introdotti
in contrasto sia con la Parola di
Dio che con la tradizione teologico-ecclesiologica della prima
Patristica; secondo, che il protestantesimo ' venisse riconosciuto
come « il vero e originario cattolicesimo », che a sua volta —
ha scritto un commentatore del
documento — coinciderebbe col
« cristianesimo biblico ». Malgrado significativi « silenzi » (sul
purgatorio, sulle indulgenze, sul
papa, sul sacerdozio gerarchico,
ecc.), la « Confessio » afferma
senza ambagi il primato dell’Evangelo nella vita della Chiesa,
del quale è parte preponderante
la dottrina della giustificazione
per la sola fede. Da ciò decorrono conseguenze assai importanti
anche nei rapporti col mondo civile; la chiesa è l’assemblea dei
credenti, nella quale si predica
l’Evangelo nella sua purezza e sj
amministrano correttamente i
sacramenti; Cristo, essendo il solo mediatore tra Dio e gli uomini, è anche l’unico signore della
chiesa; se quest’ultimo punto non
viene detto espressamente, tuttavia il documento dichiara apertamente che il potere delle chiavi
è condizionato dallo stesso Evangelo, il quale in ultima analisi
invita sia alla disubbidienza civile che a quella ecclesiastica
ogni volta che le cose decretate
dallo stato o insegnate dai responsabili delle chiese siano contrarie ai comandamenti divini e
all’amore del prossimo. Il richiamo esplicito a versetti come « E’
meglio ubbidire a Dio che agli
uomini » di Atti 5: 29 o « Guardatevi dai falsi profeti » di Matteo 7: 15 non lascia dubbi in proposito.
Purtroppo, ad Augsburg nel
1530, la Dieta appositamente convocata dall’imperatore per sanare i contrasti tra cattolici e luterani, in vista anche di un’azione politica comune contro i Turchi, fallì miseramente, e gli storici se ne chiedono tuttora il perché. Da parte di qualche studioso cattolico, si continua a citare
il Pastor che addebita il fallimento all’abbandono dei lavori
della Dieta da parte dei principi
protestanti firmatari del documento. Altri mettono in luce come all’apertura dell’alto consesso, solo i luterani si presentarono con la loro confessione di fede, per cui fin dall’inizio venne
a mancare quel « dibattito » che
nelle intenzioni dello stesso imperatore avrebbe dovuto risolvere pacificamente i consensi, « al
di là di ogni odiosa contesa ».
Alla Novalesa, il dibattito è
stato ripreso, ma anche qui senza un esito positivo. Certo, molte cose stanno cambiando nei
rapporti tra cattolici e protestan
ti: una maggiore apertura, un vivo senso delPunità finale in Cristo, la voluta chiarezza e sincerità nell’esame dei dissensi che
rimangono. Ma la « Confessio
Augustana » non riguarda oggi
solo la Chiesa romana e le altre
chiese cosiddette storiche. Concerne anche tutte quelle confessioni cristiane che non si riconoscono in punti fondamentali
cornimi alle due principali parti
in causa, come il dogma trinitario o Romani 13. Lo ha reso evidente l’appassionato intervento
del pastore battista Paolo Spano, che ha dichiarato esplicitamente di non accettare molti degli articoli del documento, e se
ne comprende agevolmente il
perché. Mancavano anche — è
stato osservato — rappresentanti qualificati del luteranesimo
odierno. Comunque, rincontro è
stato proficuo, perché finalmente si è capito che, sulla strada
che i cristiani ora divisi devono
percorrere insieme per essere
sempre più fedeli a Cristo e al
suo Evangelo, c’è sì parecchio in
comune, ma c’è altresì parecchio
da dibattere in tutta franchezza.
G. J.
RIFLESSIONI
Andare o no al culto?
Fin dal principio del nostro
Movimento in questa circolare ci
siamo preoccupati della diserzione di troppi dal culto domenicale, e questo rimane tuttora
uno dei problemi scottanti di
molte Chiese storiche. E’ vero
che quest’anno da noi si è registrato un aumento infinitesimale, dal 21,52% al 21,87% rispetto
al numero dei membri comunicanti. Ma per una piccola Chiesa come la nostra la media frequenza dovrebbe essere del 50%
dei membri comunicanti.
Vorremmo cercare di rispondere alla obiezione che talvolta
viene fatta: si può essere cristiani senza frequentare i culti?
1. Anzitutto nella Scrittura
c’è una esortazione che per un
cristiano dovrebbe avere il suo
peso: « Non abbandoniamo la
nostra riunione comunitaria come alcuni sono usi di fare, ma
esortiamoci a vicenda » (Ebrei
10: 25).
2. Gesù era solito frequentare la sinagoga e il tempio. Se è
vero che Egli è il modello della
nostra vita, come la mettiamo
assentandoci dai culti?
3. Nessuno di noi potrebbe
fisicamente vivere più di qualche ora senza l’aiuto di altri. E
allora: è possibile essere cristiani da soli? E’ vero che ci sono
dei credenti costretti a vivere
nell’isolamento e riescono tuttavia a mantenersi fedeli. Ma con
quanti sacrifizi! Si tratta cornunque di circostanze eccezionali, di
cui l’individuo non è responsabile.
4. Dire che si può essere cristiani da soli equivale a sostenere che il culto pubblico può
Eco: riunione
dei gruppo Valli
Riprende il lavoro del
gruppo redazionale Valli
dell’Eco che terrà di regola
la sua riunione mensile ogni ultimo mercoledì del
mese a Pinerolo. La prima
riunione è fissata per mercoledì 24 settembre ore
20.30 in casa di Marcella
Gay, via Cittadella 8. Tutti
coloro che sono disposti a
contribuire a questo lavoro, in particolare corrispondenti locali e collaboratori sono cordialmente
invitati.
essere abolito, perché quello che
è buono per uno deve esserlo per
tutti. Siete d’accordo che possa
esistere una Chiesa i cui membri non si incontrerebbero mai?
Una Chiesa senza templi?
5. Essere cristiani da soli significa che ci riteniamo autosufficienti per la nostra vita spirituale e che non abbiamo nulla
da imparare dagli altri cristiani.
Questo pensiero non sarebbe dettato dall’orgoglio?
6. Anche ammesso che non
abbiamo bisogno degli altri —
il che è assurdo — è certo che
gli altri hanno bisogno di noi.'
Quando al culto il nostro posto
è vuoto, quel posto parla, esprime il nostro disinteresse, e di
conseguenza altri sono scoraggiati, qualcuno, forse gli stessi nostri figli, troveranno più difficile
perseverare nella fede quando
scorgono in noi una testimonianza negativa.
7. Quando dici: Si può essere cristiani senza frequentare i
culti, come spieghi quello che
Gesù ha detto: « Dovunque due
o tre sono riuniti nel mio nome
qui io sono in mezzo a loro »?
(Matteo 18: 20).
8. Ma siamo sinceri: quando hai deciso di rompere la comunione con i tuoi fratelli disertando i culti, non è forse perché
anzitutto hai già rotto la comunione col tuo Signore? E allora
che cosa può significare quel tuo
dire: Si può essere cristiani senza andare al culto?
Conclusione: dopo tutti questi
ragionamenti non si può non
provare un senso di umiliazione.
Infatti, dietro questa faccenda
della diserzione dai culti, c'è tanta aridità spirituale e così poco
amore! Poco amore per Dio, certo, ma anche poco amore per il
prossimo!
Nella basilica di San Marco,
a Venezia, un artista sconosciuto ha scritto, forse più di mille
anni fa, queste parole; « Considera chi Egli è stato, per quale
scopo e a quale prezzo Egli ti ha
salvato e perché Egli ha fatto
questo per te e per te ha tutto
sacrificato ».
Se ascoltiamo questo invito
non ci sarà più bisogno di tanti
ragionamenti e diventerà per noi
un motivo di gioia di essere presenti insieme ai nostri fratelli
per adorare Colui che tanto ci
ha amati da dare la sua vita per
noi.
(da ’Testimonianza Evangelica
Valdese)
SAN SECONDO
Domenica 31 agosto ha avuto
luogo il Bazar annuo della chiesa preparato con amore, cura e
grande impegno dalla Unione
Femminile locale. I banchi degli indumenti, dei dolci, del pane
casareccio, la pesca e la lotteria
sono stati particolarmente abbondanti. Ancora una volta il
Bazar si è rivelato un momento
di festoso incontro fra membri
di varie comunità ed in particolare fra quanti hanno curato
l’organizzazione di questa manifestazione e coloro che ne hanno apprezzato i contenuti. Un
caldo ringraziamento a tutti.
• Domenica 7 il culto è stato
presieduto da Gianni Long della
chiesa di Pinerolo. La chiesa di
S. Secondo si rallegra per questa
occasione di incontro e lo ringrazia per il messaggio biblico
ricevuto.
TORRE PELLICE
Intensa attività giovanile.
• Per la prima volta nella comunità di Torre Pellice, un giovane ha deciso di dedicare un
periodo della sua vita in modo
alternativo al servizio militare,
facendo il servizio civile presso
il Centro ecumenico di Agape.
Questa scelta profonda è nata
da una ricerca personale e dal
lavoro condotto dal gruppo ^ovanile sul tema dell’antimilitarismo. Possa l’esempio di Vaiter Ricca essere uno stimolo ad
altri giovani per fare questo tipo di scelta.
• All’inizio di ottobre ci sarà
un convegno sul tema ; « Bilancio
di tre anni d’attività del gruppo
giovanile». Il convegno prevede
per sabato sera 4 ottobre una
serata con relazione da parte di
alcuni giovani del gruppo e di
altri menibri della comunità a
cui è stato chiesto di dire il loro
parere sul lavoro svolto fino ad
oggi dai giovani e sulle prospettive future. Inoltre si continuerà
durante la domenica con discussione a gruppi su temi che riguardano la comunità e i giovani, nuovi programmi e indicazioni di lavoro.
• La Filodrammatica è stata
invitata a partecipare alla manifestazione di Ciod’Mai, giunta
al suo terzo anno di vita. Lo
spettacolo « 2003, guardiamoci
indietro » ha subito alcune modifiche: sono stati aggiunti nuovi
quadri che allargano il discorso
sulla chiesa nel campo sociale.
Il gruppo inoltre ha subito dei
cambiamenti, alcuni si sono allontanati per motivi diversi. Questo fatto ha creato molte difficoltà. Ci si propone di portare
ancora lo spettacolo in altre comunità delle Valli ed anche a
Torino. Intanto si è iniziato un
nuovo lavoro per il prossimo
spettacolo. E’ in corso di organizzazione un seminario sulla
drammatizzazione per i giovani
delle Valli e non. Si svolgerà durante l’autunno quasi sicuramente ad Agape, con l’intervento di
persone impegnate nel campo
teatrale.
DONI ULIVETO
Paschetto Caterina 10.000; Balsamo Colombo Giuseppina 1.000; Enrichetta Pons
e Enrico Fenouil 1.000; Sorelle, nipoti
e coghate in memoria di Stefanetto
Lucia ved. Giordano 75.000; In memoria
di Maria Bastia 30.000; In memoria di
Stefanetto Pasqualina ved. Poetto 102
mila; Famiglia Ughetto 30.000; Vigliano
Elena 20.000; Colombo Balsamo Giuseppina 500; Paschetto Caterina 5.000;
Società Annovati 250.000; N.N. di Pinerolo 250.000; Sorelle, cognati e nipoti
in memoria di Cardon Davide 50.000;
N. N. Esercito deila Salvezza 10.000;
Gardiol Giacomo, Prarostino 50.000;
Fornerone Mauro, Cristina, Raffaella,
S. Secondo 10,000; Fornerone Rina e
Silvano 20.000; Miss. J. Montaldo,
U.S.A. 164.366; Unione Femminile Battista di Cagliari, per l’anno del fanciullo 140.000; Louisette Bellora Bardo (Na),
ricordando il caro papà 30.000; Magliano Lidia (Io), jn ricordo di Giulia, Pietro, Maria, Omega 10.000; Trocello Famiglia (Io) 5.000; Mariotti Silvio e
Edith 25.000; Catecumeni di Pomaretto 9.000.
DONI ECO-LUCE
Chatillon: Birago Maria; Calosso d’AstI:
ReveI Scagliola Elda; Pisa: Panaroni Luigi; Rorà: Tourn Boncoeur Paolo; Forni
di Sotto: De Luca Angelica; Vercelli:
Lamanna Giuseppe; Napoli; Chiesa apostolica; Venosa; Ferrenti Francesca:
Piacenza: Cordini Vittorio; Quingenttole; Grusi Regina: Rivalta; Rosso Gemma; Pinerolo; Canal Brunet Pasquale.
Blanc Giulio.
AVVISI ECONOMICI
Per esigenze di fatturazione chi invia
un annuncio (economico, mortuario,
ecc.) è pregato di indicare il n. di codice fiscale personale, dell’azienda, a
cui la fattura va intestata.
TRASLOCHI e trasporti per qualsiasi destinazione, preventivi a richiesta : Sala Giulio, via Belfiore, 83 Nichelino, tei. fOll) 62.70.463.
INDUSTRIA FARMACEUTICA cerca
Biologo anche 1° impiego. Telefonare (0121) 91287.
A 300 metri dalla Stazione F.S. di
Luserna San Giovanni, vendo privatamente 1800 metri quadrati di
terreno fabbricabile. Telefonare al
(0121) 90786.
c< ...fattosi sera, Gesù disse:
Passiamo alValtra riva ».
(Marco 4: 35).
Si è addormentata nel Signore
Maria Rosati in De Bei
Ne danno il triste annunzio il marito Poppino,, il figlio Carlo, la nuora,
il fratello Gigio, la sorella Elena e parenti tutti.
Milano, 14 settembre 1980.
K Spera nell’Eterno ».
(Salmo 27: 14).
Il 3 settembre è mancato l’Ingegner
Guido Vinay
Ex Maggiore
1° Artiglieria da Montagna
A funerali avvenuti, la moglie Bianca, la figlia Lea col marito Ugo Luise
10 ricordano a quanti gli vollero bene,
ringraziano Irma e Piera, i Sanitari ed
11 Personale dell’Ospedale Evangelico
e gli amici tutti.
Torino, 6 settembre 1980.
COMUNITÀ’ MONTANA
VAL PELLICE
SERVIZIO
GUARDIA MEDICA
notturna - prefestiva ■ festiva
dal sabato ore 14 al lunedì ore 8
dalle ore 14 della viglila del giorno festivo infrasettimanale alle
8 del giorno successivo presso
I OSPEDALE MAURiZIANO - Luserna San Giovanni - Tel. 98884.
Nella notte dei giorni feriali, dalle ore 20 alle ore 8 (escluso sabato, domenica e vigilia dei festivi) presso rOSPEDALE VALDESE - Torre Pellice - Tel. 932433.
FARMACIE DI TURNO
festivo e notturno
DOMENICA 21 SETTEMBRE
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud, 5
- Tel. 91374
Luserna S. Giovanni; FARMACIA
PRETI - Via Inversegni - Luserna Alta - Tel. 90.223.
CHIUSURE INFRASETTIMANALI
A Torre Pellice: martedì chiusa
la farmacia Muston, giovedì chiusa la farmacia Internazionale.
A Luserna San Giovanni: mercoledì chiusa la farmacia Preti,
giovedì chiusa la farmacia Vasario.
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice: Tel. 91273
Luserna S. Giovanni: Tel. 90118
DOMENICA 21 SEnEMBRE
PEYRONEL - Tel. 90.355
o tei. 91288 - Vergnano « Noccioleto »
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91365 - 91300
Luserna S.G.: Tel. 90884 - 90205
COMUNITÀ' MONTANA
VAL CHISONE-GERMANASCA
GUARDIA MEDICA
dal sabato ore 14 al lunedi ore 8.
dalle ore 14 della vigilia del
giorni festivi alle ore 8 del giorni
successivi ai festivi
le notti dalle ore 20 alle 8.
il recapito del servizio è presso
la CROCE VERDE di Perosa Argentina - Tel. 81.000.
FARMACIE DI TURNO
DOMENICA 21 SEUEMBRE
S. Germano Chisone: FARMACIA THON - Perrero: FARMACIA VALLETTI
AUTOAMBULANZA
Croce Verde Pinerolo - Tel. 22864
Croce Verde Porte - Tel. 74197
Croce Verde Perosa - Tel. 81000
10
10
19 settembre 1980
BOLIVIA: A DUE MESI DAL COLPO DI STATO
Lo annuncia il Ministro delle Finanze
Un libero voto calpestato Il bollo sulla dispensa
dalla religione
verrà abolito
Sono passati ormai due mesi
dal giorno del sanguinoso colpo
di stato in Bolivia. Com’era purtroppo evidente fin dairinizio,
questo 189^ golpe della storia
dello stato boliviano era « qualitativamente» diverso dal penultimo tentativo, quello del colonnello Natusch Busch — nel novembre ’79 — che in pochi giorni era stato spazzato via dall’immediata e massiccia mobilitazione popolare.
Il golpe del 17 luglio scorso,
gestito dal generale García Meza, è stato il « no » definitivo opposto dall’esercito boliviano all’affermarsi della democrazia nel
paese. Già vincitore delle elezioni del ”78 e del ’79 alla testa delru.D.P. (Unione democratica
popolare), Heman Siles Suazo
si era nettamente affermato nelle elezioni del 29 giugno, riportando il 38,74% dei voti, contro
il 20,14% del rivale Victor Paz
Estenssoro, il 16,82% del generale Banzer, ex dittatore del paese, e l’8,70% di Marcelo Quiroga Santa-Cruz, leader del partito
socialista che cosi raccoglieva i
frutti di una vigorosa campagna
antimilitarista. Non per nulla
Quiroga è stato una delle prime
vittime del golpe.
Democratizzazione
stroncata
Dichiarando, aU’indomani del
17 luglio, che « le avventure elet
torali sono terminate », il generale Garcia Meza ha espresso
chiaramente la volontà di troncare il processo di democratizzazione che negli ultimi anni era
andato affermandosi in modo
irrefutabile sotto la guida della
COB (Centrale operaia boliviana), la potente centrale sindacale
che, oltre ai minatori che vi occupano un posto maggioritario,
comprende anche gli operai dell’industria, gli impiegati, gli insegnanti, gli studenti, i piccoli
commercianti nonché, da poco
tempo ma in modo sempre più
determinante, i contadini.
La COB, malgrado alcune divergenze politiche al suo interno (vi sono rappresentate le correnti comunista, nazional-rivoluzionaria, socialista, trotskista e
anarco-sindacalista) aveva affermato, durante il suo congresso
del maggio 1979, i principi della
indipendenza sindacale e del pluralismo politico, e si era impegnata fino in fondo a costruire
un movimento civile durevole.
Così si era costituito il Comitar
to nazionale di difesa della democrazia (GONADE) che si proponeva di ricostruire pazientemente e unitariamente un sistema democratico basato sulla voIcaità di dialogo e di negoziazione con la controparte economica
e politica.
Quando, all’indomani del fallito golpe del novembre ’79, la
Sig.ra Lidia Gueiler assimse il
potere, la COB le presentò un
Amnesty International per la Bolivia
Sosteniamo la causa
del pastore M. Arias
Riportando la notizia del sequestro del vescovo metodista
Mortimer Arias, Segretario generale del Consiglio delle Chiese evangeliche dell’America latina ad opera di forze paramilitari (vedi Eco-Luce n. 35 del
5.9.80), Amnesty International
precisa di aver ricevuto rapporti che indicano che centinaia di
persone arrestate arbitrariamente dopo il colpo di stato del 17
luglio u. s. sorìo state torturate
e maltrattate in carcere. Vi è
perciò considerevole preoccupazione per l’incolumità fisica del
pastore Arias. Amnesty International riporta inoltre altri dati
concernenti arresti, sparizioni,
uccisioni, stupri di donne e ragazze, maltrattamenti di bambini.
Si sa come in questi casi sia
N
Comitato di Redazione; Franco
Becchino. Dino Ciesch, Roberta
Colonna Romano. Niso De Michelis, Giorgio GardioI, Marcella Gay,
Marco Pasquet, Aurelio Penna,
Jean-Jacques Peyronel, Roberto
Peyrot, Giuseppe Platone, Ornella
Sbaffl, Liliana Viglielmo.
Editore: AlP, Associazione informazione Protestante - Torino.
Direttore Responsabile:
FRANCO GIAMPICCOLI
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Pio V, 15 - 10125 Torino - Telefono 011/655.278 - c.c.p. 327106
Intestato a • L'Eco delle Valli La Luce ».
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Cambio di Indirizzo L. 200.
Pubblicità; prezzo a modulo (mm.
41x40) L. 7.000 più I.V.A.
Inserzioni; prezzi per mm. di altezza, larghezza 1 colonna: mortuari
220 - doni 80 - economici 150 per
parola.
Fondo di solidarietà ccp 11234101
Intestato a < La Luce; fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
« La Luce »: Autor. Tribunale di
PInerolo N. 176, 25 marzo 1960.
« L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di PInerolo N. 175, 8 luglio 1960.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pelllce (Torino)
importante la pressione dell’opinione pubblica. Seguendo l’indicazione di A.I. raccomandiamo
perciò vivamente l’invio entro
settembre di telegrammi, espressi, lettere che esprimano la
preoccupazione in riferimento
alle notizie dell’arresto del pastore Mortimer Arias, chiedano
informazioni sul luogo della sua
detenzione, richiedano che siano
date garanzie della sua incolumità fisica e che sia rilasciato
nel più breve tempo possibile.
Gli appelli vanno inviati a uno
di questi tre nominativi;
Generale Luis Garcia Meza
Sr Oscar Terrasas
Sr Waldo Bernal
Indirizzo dei tre: d/o Palacio
Quemado, La Paz, Bolivia.
Sarà bene inviare copia alla
Ambasciata di Bolivia in Italia,
via Panama 92, Roma, ed eventualmente a: Monseneor Jorge
Manrique, Arzobispado, La Paz,
Bolivia; Jornal do Brazil, Avenida Brazil 500, Rio de Janeiro,
Brazil.
Costo dell’affrancatura per una
una lettera in Bolivia: L. 670
(220 + 450 espresso) -1- L. 100
ogni 5 grammi per la via aerea.
Intesa
(segue da pag 2)
Cile a terzi intervenire nel merito, poiché la Tavola ha in mano
ogni cosa; non manca quindi
nulla perché si sviluppi — stavo
per dire « si scateni » — quel
complesso di iniziative capaci di
ristabilire la tensione, invero un
po’ afflosciatasi a partire dallo
scorso maggio, e mantenerla poi
al dovuto livello di pressione fin
tanto che per l'insistente martellamento di ogni tipo di sollecito condotto senza tregua, il
Governo sia forzato a concludere non solo perché il seccatore,
còme si dice, vince l’avaro,' ma
perché giustizia sia resa. Io penso infatti che per la Chiesa sia
venuto il tempo in cui la parabola del giudice iniquo debba
essere vissuta in proprio, e non
restar più soltanto un tema di
predicazione.
Giorgio Peyrot
programma economico di governo che, anche se arretrato rispetto agli orientamenti socialisti del
movimento operaio boliviano,
cercava di recuperare la perdita
del potere d’acquisto dei salari
che dal ’71 era diminuito del
36%. Ma il nuovo governo di
transizione aveva rifiutato tale
programma, adeguandosi invece
alla linea imposta dal Fondo monetario internazionale : svalutazione del 25% della moneta, rincaro dei prezzi dei carburanti,
il che provocò un’ihfiazione spaventosa di cui furono vittime i
minatori, gli operai e i contadini. Così, si rivelava l’influenza
crescente del Pondo monetario
internazionale sull’orientamento
della politica economica boliviana: il debito della Bolivia nei
suoi confronti ammonta a 2,5 miliardi di dollari, il che rappresenta un interesse annuo pari al
30% del valore delle esportazioni.
Il molo degli USA
e dell’Europa
Come si sa, la principale risorsa della Bolivia è lo stagno, e ad
esercitare il controllo del mercato internazionale di questo metallo sono gli Stati Uniti e la
Comunità Economica Europea.
La sorte della nuova dittatura
dipenderà dunque in gran parte
dall’atteggiamento di questi paesi nei suoi confronti. Per ora,
sia gli USA che i paesi europei
hanno formalmente condannato
il golpe, e il Dipartimento di
Stato americano ha anche annunciato la sospensione dell’aiuto economico e militare alla Bolivia. Ma la Bolivia confina a
Sud con il Cile e l’Argentina, a
Est con il Paraguay (e non molto lontano c’è anche l’Uruguay),
a Nord col Brasile! Altrettanti
paesi che, ovviamente, hanno
immediatamente riconosciuto la
nuova giunta fascista. L’Argentina in particolare, accusata da
più parti di aver giocato un ruolo importante nell’organizzazione del golpe, è pronta a fornire
aiuti militari e finanziari. In rivalità col Brasile per diventare
la potenza-guida dell’America
Latina, l’Argentina mira ad una
« satellizzazione » della Bolivia
alle cui riserve di gas, soprattutto, è molto interessata.
Per ora, la giunta militare spera di reggere fino alle elezioni
presidenziali americane di novembre dalle quali si aspetta,
come tutti gli altri dittatori latino-americani, una vittoria del
reazionario Reagan. Carter, invece, non poteva non condannare
il sanguinoso golpe senza essere
in contraddizione con se stesso.
Se, come appare probabile al
momento attuale, l’ex cow-boy
californiano Reagan dovesse diventare presidente della superpotenza americana, si aprirebbe
senz’altro per l’intera America
Latina (centrale e meridionale)
un’era ancora più buia di quella
attuale. Ma non anticipiamo.
Intanto, all’Europa incombe
ancora una volta una responsabilità particolare, non solo nel
non riconoscere la nuova giunta
militare boliviana, ma nel manifestare chiaramente e concretamente la sua solidarietà alla resistenza popolare in ogni paese
del continente sud-americano,
COSÌ! come ha fatto la socialdemocrazia europea nei confronti della rivoluzione sandinista in
Nicaragua e in altri paesi dell’America centrale.
Nel momento in cui, quasi contemporaneamente, il popolo nicaraguense ha festeggiato il primo anniversario della sua esen>
piare rivoluzione e il generale
Pinochet, con un referendumfarsa, si è fatto proclamare dittatore a vita, la sorte della resistenza boliviana, ferocemente decimata fin dalle prime ore dai
nuovi generali di La Paz, è essenziale per il futuro della democrazia in America Latina. Il
vincitore delle ultime elezioni.
Siles Suazo, ha proclamato il
« governo clandestino » : dipende
anche da noi, europei, se questo
governo — quello voluto dalla
stragrande maggioranza del popolo boliviano — dovrà rimanere o no a lungo clandestino.
Jean-Jacques Peyronel
Pubblichiamo volentieri, nel
riquadro qui sotto, il testo del
telegramma che il ministro delle
finanze Reviglio ha inviato al
presidente del Sinodo, pastore
Bellion, in data 10 settembre.
La comunicazione è chiara, il
dispositivo che verrà emanato
a modifica ed integrazione del
DPR 642 del 1972, anche troppo
dettagliato e preciso. Tuttavia
tale comunicazione ove, con apposita circolare delucidativa ed
interpretativa del DPR vigente,
non venga partecipata, tramite il
Ministero della pubblica istruzione, a tutti i presidi delle scuole secondarie superiori, incre
menterà l’equivoco e l’eventuale
contenzioso tra chi vorrà da zelatore applicare le istruzioni diramate a marzo e non ancora
smentite, e quanti vorranno interpretare correttamente la norma stessa dando atto al ministro
Reviglio di avere saputo correggere Terrore in cui era incorsa
la competente divisione generale
del suo ministero.
La caccia agli errori pertanto
continua, in attesa che Temanando DPR compaia sulla Gazzetta
Ufficiale della Repubblica cancel- ¡
lando così ogni contrario dispo- '
sitivo. Pey
Gli studenti delle scuole secondarie superiori che incontrassero difficoltà, per l’accettazione della esenzione in carta libera
sono pregati di segnalare tempestivamente la cosa, con dati precisi, alla redazione. Chi avesse bisogno di aiuto o consiglio si
rivolga al pastore locale. Ricordiamo anche che la Tavola valdese è stata impegnata dal Sinodo a sostenere questa azione (red.).
Il telegramma del
Ministro Reviglio
Caro Pastore Bellion confermando pienamente quanto già
affermato in relazione al diritto di esonero dalle lezioni di
religione Le comunico che il testo dello schema del Decreto
Presidenziale concernente modifiche e integrazioni al DPR
26 ottobre 1972 ninnerò 642 in materia di imposta di bollo
di imminente emanazione contiene esplicitamente la seguente
norma: Non sono soggette all’imposta le istanze le dichiarazioni o atti equivalenti relativi alla dispensa all’esonero o alla
frequenza dell’insegnamento religioso. Stop. Cordiali saluti.
"Cristo, vita nel mondo
ff
(segue da pag. 1)
se di un tono più riflessivo e sofferto, per la immediata consapevolezza delle conseguenze. Non
si tratta più di dare, neppure di
dare con generosità, ma di condividere, di ridistribuire le risorse e il potere. Prendere delle posizioni di questo genere significa
essere solidali con i poveri, partecipare alle loro lotte. L’appello
è chiarissimo, ma le chiese, specialmente quelle del mondo occidentale, sono lente a comprenderlo. Del resto la solidarietà
con i poveri non è da prendersi
alla leggera: l’assassinio dell’arcivescovo Romero è il segno molto chiaro di ciò che una chiesa
solidale con i poveri può aspettarsi dal potere.
Tra i molti cortometraggi
proiettati al Comitato Centrale
durante la pausa di mezzogiorno, uno, molto drammatico, riguardava appunto la situazione
dei paesi dell’America Centrale.
Pare che sarà fatto circolare
prossimamente in Italia.
Problemi
internazionali
Un Comitato Centrale è naturalmente anche la sede dove si
prendono delle decisioni amministrative. Cosi, per es., il Segretario Generale Philip Potter è
stato riconfermato nella sua carica fino al 1985.
Ma le decisioni a cui i giornali
e il pubblico di solito più si interessano sono le prese di posizione su problemi internazionali.
A questo riguardo va ricordata la deplorazione del crescendo
di violenza a E1 Salvador, va sottolineata la richiesta di una « moratoria » di 5 anni sulla costruzione di nuove centrali nucleari.
La decisione di Israele di annettersi l’intera Gerusalemme è stata dichiarata contraria alle decisioni delle Nazioni Unite e suscettibile di minacciare la pace
e di rendere più difficile una soluzione giusta dei problemi del
Medio (Oriente. Condannata infine, ancora una volta, la politica
segregazionista e razzista del
Sudafrica: T« apartheid » è un
peccato ed è quindi dovere della
fede cristiana respingerlo e combatterlo. Il Programma di Lotta
al Razzismo, come era già emerso dalla consultazione mondiale
tenuta in Olanda in giugno, è
stato riconfermato.
Gli 80 anni
di W. Visser ’t Hooft
Una seduta speciale, fuori dal
vero e proprio orario di lavoro,
è stata dedicata a festeggiare gli
80 anni di W. Visser’t Hooft, Presidente onorario del Consiglio
Ecumenico delle Chiese, di cui è
stato anche il primo Segretario
Generale. Nel suo discorso Visser’t Hooft ha detto di appartenere alla seconda generazione
ecumenica (oggi siamo ormai alla terza o alla quarta) ma ha voluto tessere l’elogio della prima
generazione, dei pionieri che egli
stesso ha ancora conosciuto, come Brent, Oldham, Mott, ’Tempie, Soederblom, le cui intuizioni fondamentali rimangono tuttora in gran misura valide.
La prossima seduta del Comitato Centrale avrà luogo tra un
anno a Dresda, nella Repubblica
Democratica Tedesca, e la successiva nell’estate ’82 in Svezia.
In sostanza si è trattato di una
seduta de! Comitato Centrale
buona e ricca di spunti o, per
meglio dire, di un Comitato Centrale che ha raccolto i numerosi
spunti provenienti dalle diverse
conferenze mondiali (Boston,
Melbourne ecc.), cercando di
amalgamarli e di orientarli verso uno sbocco costruttivo nella
Assemblea delT83. Rimane ancora da attendere la Consultazione di Sheffield, delTànno prossimo, che concluderà lo studio
sulla « Comunità di donne e uomini nella chiesa e nella società ». A quel momento saranno
disDonibili tutti gli elementi con
cui le chiese locali potranno preparare la prossima Assemblea e
— collaborando con l’intenzione
espressa in questo Comitato Centrale — fare in modo che essa
non rimanga un fatto di vertice,
ma. rispecchi il consenso, i problemi e l’impegno della base delle chiese.
Aldo Comba