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giNNa 1X5
RmaH da Qio
I
t
ì
Amati da Dio, chiamati ad'
essere santi.
(Ep. ai Romani, I, 7).
Queste parole San Paolo scrive ai
Romani: l’amore di Dio e Fappello, a^a
santità. Egli sembra voler lanciare a
Roma, con questa fiammeggiante rivelazione, il superbo dono delia Luce, che
venga finalmente ad infrangere le fitte
tenebre dell’idolatria e del peccato.
Quali parole, fratelli, per uomini prostrati innanzi a «dei falsi e bugiardi»,
immersi nelle insane filosofie, tormentati da dubbi secolari, oppressi, sfiduciati', ribelli, schiavi, soli.
Rivelazione apportatrice di luce, rivelazione che è di per sè sola tutto uri
progri mma di vita, un ideale, il vero:
tutto revangelo è contenuto in questa
frase dell’gpostolo. Oh! siamo pronti ad
accoglierla noi pure, a distanza di secoli, Ila voce dell’apostolo, che è voce diDio, che viene a noi con la stessa ,3^iventc efficacia di allora, con la stessa
violenza santa della Verità, che nulla e
nessuno può far tacere o diminuire, con
l’accento profondamente commosso che
è proprio delle parole sacrosante, e che,
aT-traVérào'i tempi, invece di àttenuafM,
rimane al contrario più vivo e più reale.
Accogliamola nei nostri cuori oppressi: quanto ne abbiamo bisogno! Siamo
poveri esseri senza alcuna energia,
pronti a calpestare la nostra possibile
grandezza e a tenere in non cale il nostro destino sublime, limitati ai piccoli' interessi della nostra piccola terra,
accasciati da pesi più grandi di noi,
daH’ansia e dal dolore che furono d’ogni tempo nella vita dell’uomo, e dalrangoscia profonda dell’ora presente.
che tutto sconvolge e che schiaccia
nostro cuore stanco.
Oh! sappiate dunque, voi tutti quan*
ti, ci grida l’Apostolo; sappiate che
siete « amati da Dio ». Tremate di fronte alla grandiosità di questa testimonianza, atta a scpotere dalla più grave
forma di indifferenza, e tale da donare
agli incerti ed agli indecisi, il coraggio
di intraprendere la via della vita vera
e di volgere per sempre le spalle alla
parvenza della vita.
E sappiate ancora che « siete chiamati ad essere santi». Sì, certo, quale
appello! Se l’affermazione di Paolo,
scuotendoci dal torpore, ci commuove
fin nell’intimo dell’essere nostro, codesto appello è tale da annientarci. Eccoci: moi miseri, noi pieni di peccato, noi
ipocriti e senza amore, noi impuri, siamo chiamati ad « essere santi. Eppure questa chiamata è una giusta conseguenza ' della precedepte affermazione: l’amore di Dio è un amore che santifica e non è possibLle concepire un uomo che faccia resperienza quotidiana,
personale dell’amore di Dio, e non sia
sulla via della santificazione.
Gli « amati da Dio » sono chiamati
ad « essere santi », una cosa scaturisce
dall’aitra ed è legata aU’altra indissolubilmente.
Due affermazioni: una certezza, che
è beatitudine profonda, ,ed un appello
che crea una solenne responsabilità; una pace eterna, Tamore di Dio, e un
desiderio pieno di tormento e di lotta,
l’aspirazione alla santità.
Accogliamo nei nostri cuori oppressi la pace del sicuro amore di Dio, ed
il travaglio prodotto dal desiderio della
santità, che è pur sempre il supremo anelito deU’anima dell’uomo. Voce
limnologia e trasformismo
Sempre a proposito dei Salmi
— Trasformismo ? Che significa ciò ?
Come c’entra coi Salmi ?
■ - C’entra, e come! Abbiate la pa
zienza di seguirmi,
d’accordo con me.
e...
sarete anche voi
Ho sostenuto, nel periodico « La Luce », che gli inni religiosi non sono dei
manichini, che si possono indifferente. mente rivestire di parole. Sono opere
viventi, che rifiutano i travestimenti,
anche se questi siano costitioiti da parole pie, ma disadatte. Chi ha composto
quegli inni, non ha creato dei suoni
amorfi, destinati a suscitare emozioni
più 0 meno vaghe, più o meno impersonali; ma delle melodie che, così come
sono, possono avere im significato soL
tanto, e parlare all!anima in ascolto un
linguaggio soltanto: quello che era nelranima di colui che le ha composte.
Ciò è tanto vero che a nessuno verrebbe in mente di cantare - per esempio - sull’aria di «Lucean ìe stelle», poniamo delle parole del genere di quelle che si leggono al principio dd primo
atto del Rigoletto: « questa e quella per
me pari sono ».
Bèllini, genio musicale dei più brillanti, ma indubbiamente - per chi ne conile la breve vita - di mentalità fondamentalmente diversa ' da quella che
presuppone l’Evangelo ?
- Ma gioverà trarre un esempio, veralitente tipico, dalle raccolte tuttora in
up fra gli evangelici italiani, o di origine italia'na.
tutti è noto l’inno 44 della raccolta
Sarebbe invece difficile negare che
questo proposito trasformistico alla Ere
godi sia stato costantemente applicato
nella storìà’^ deirinnologia evangelica
italiana. Qui, si giudica lecito applicare
ad una qualunque melodìa - purché sic
di nobili sensi e desti nel cuore un « vago » commovimento spirituale - una
qualunque strofa;, una qualunque lirica
religiosa, con la sola preoccupazione che
siano socUlisfatte le leggi del ritmo e
del buon gusto.
Un esempio recente, ma già classico,
di tale tendenza è nelle due raccolte di
Inni sacri curate dal dott. Ugo Janrii.
Per limitarci alla prima delle due raccolte, che comprende settantatre inni,
vi sono non meno di trenta melodie
- dunque il 41 per 100 della raccolta dovute ad autori classici italiani, da
Pier Luigi da Palestrina a Rossini ed a
Piocìrini. Melodie bellissime, non v’ha
dubbio alcuno, ma che non furono certo
scritte sulle parole ora adattate in quer
la raccolta moderna. Che sorta di « matrimonio » è dunque questo, tra parole
pie, profondamente evangeliche (come
quelle dovute ad Eduardo Taglialatela),
e melodie, ad esempio di un Vincenzo
«Psaumes et Cantiques ». Esso Si trova riprodotto negli « Inni Sacri » del
1^12, al numero 61, in una buona versione di Ines Ferreri, che suona così:
Tu sei confitto in croce
t Signor, qual peccatore,
sospinto a morte atroce
dal mio fatale errore... ^
La. musica dell’inno è dovuta a Samuele Sebastiano Wesley, vissuto tra il
1810 e, il 1876. La sua ispirazione è a
un.dipresso quella del «Salve caput
crtìentatum » antico, cioè di un canto
malinconico, inteso a rievocare la passione del nostro Signore Gesù Cristo.
Le parole mirabilmente ricordano le
sofferenze della croce, la cui potenza
sulla creatura um,ana è tale, da rapirla
al peccato ed a sè stessa:
.g.; • il cuore mio rapito- -— fidando solo in te
s’aciceride airìtnfìBito
amor tuo, mio Re !
Quanto alla m-elodia, il suo ritmo non
meno, quello di ima marcia militare, cui
manchi solo Faccompagnaimento di fragorosi ottoni I
Vi pare che basti ? 'Neanche, per idea.
Traversiamo l’Atlantico e penetriamo
nelle Chiese dei nostri fratelli Valdesi
delFAmerica Latina. Il loro « Nuevo
Hinnario para las Iglesias Evatngélicas »
(del 1923) riproduce d’inno di S. S. Wesley al n. 2, nel gruppo « Apertura del
Culto ». Chi ha un po’ di pratica dì culti evangèlici ■-sa quanto spesso è vaga
- purtroppo ! - la determinazione dell’inno introduttivo al culto. Inrii che dicono tutto - e non dicono nulla. Tant’è
vero che le parole applicate alla melodia del Wesley non sono più quelle della passione di Cristo, e neppure quelle
di una esaltazione della Chiesa: ma
quelle dd una preparazione spirituale
al.cuito: _ .
Del culto ei riempo llega,
comien^a, la oraciòn;
el alma a Dios se entrega,
silencio y atención:
si al santo Dios la mente
queremos elevar,
silencio reverente ^ :
habrémc® de guardar.
In altri termini: secondo divorzio e
terzo successivo matrimoriio 1 ^ .
Ma le peregrinazioni ifaliane^^ dell’inno di S. S. Wesley non sono terminate.
Rivarchiamo l’Atlantico, torniamo in
Quando passerà l’anziano a chiedere la vostra offerta, ricordate questa iscrizione su una tomba r « Quello che avevo nhn l’ho
più - quello elle ho dato l*ho ancora ».
è meno espressivo. Si consideri il crescendo della seconda frase, culminante
in un grido, che rieccheggia nella terza
frase, stavolta quasi còme un gemito
irrefrenabile: in modo vivo, toccante la
musica riproduce i sentimenti dell’anima accasciata ai piedi della croce, piangente e bisognosa di salvezza e di liberazione.
Ora, di questo ch’è realmente imo fra
i più begli inni delFinnologia evangelica mondiale, che cos’è avvenuto ?
Prèndiamo 1’« Innario cristiano » (ristampa del 1935) attualmente in uso
nelle Chiese evangeliche italiane: al numero 237. La melodia è riiriasta tale e
quale, è vero; ma la si è costretta... al
divorzio dalle ispirate parole dianzi notate, e ad un successivo fittìzio matrimonio con delle parole esaltanti la
Chieaa:
Sol Cristo è della Chiesa
la base, il fondator...
La musica così commovente e cosi
umanamente implorante il soccorso da
Alto è divenuta l’inno trionfale della
Chiesa, che
un Salvator implora
e segue, un sol Vangel...,
la cui opera « non cessa », che « le aduna in una mente, in una stessa fè » (le
aduna, chi ? « ogni gente » ? ahi, grammatica italiana, quanto sei vituperata !).
E poiché le parole esercitano innegabilmente una influenza sul modo di cantar
le note musicali, il tono con cui il trasformato numero 237 viene eseguito
nelle nostre chiese è, poco più, poco
patria, e compulsiamo la bella, signorile
raccolta della Chiesa cristiana dei Fratelli, pubblicata a Firenze nel 1939.
Al numero 152 ritroviamo la melodia
di cui qui si tratta, ahimè, per la terza
volta divorziata, e per la quarta vòlta
sposata! A chi - o che cosa? alle parole di T. Pietrocola Rossetti, esaltanti
- è naturale - lo Spirito Santo, l’opera
sua divina, la comunione dell’anima con
Dio e col Cristo Redentore. Osserviamo
che il Rossetti, che fu della generazione
del Risorgimento, non è stato certamente il prònubo di questo ennesimo sposalizio. Ma per cantare con queste parole sue la melodia di S. S. Wesley, bisognerebbe aver presente, che so io ?, il#
« Santo Spirito, deh scendi », la cui melodia, come è noto, è in realtà tutt’altra
cosa da questa che stiam,o esaminando.
Una prima conclusione s’impone qui.
Quando ci si verrà a parlare di inni
ecumenici, faremo le più ampie riserve
in merito. Ecumeniche le melodie, sia
pure: ma come si potrà cantare nella
comunione fraterna, cioè all’unisono
spirituale, una melodia alla quale gli
uni attribuiscono un significato, gli altri un’altro; che per gli uni corrisponde
ad un determinato bisogno dell’anima,
che per gli altri non è neppur presupposto? Ah no: la comunione fraterna
non si avrà se non cantando, sulla stes
sa melodìa,
parole, d
giosi, o <
a Dio su';'"
condu tore.
soprattutto con le stesse
tualoghi sentimenti relìmtno elevando Fanima
la di uno stesso pensiero
2
^ ‘1 «V'"'^ ' i>5^'C ■?.“" \.‘
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Centra, > mi meraviglio'che non^
abbiate' compreso awcora. 4. ' “‘/
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'Vi^'-. ' ’
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.. e’è davvero iP pericolo di assistere a
dei... matrimoni di convenienza.
.. Anzitutto, c'è la mtisica, ohe è quella,
è quella soltanto. Di Goudianel, di Loys
Bourgeois, di.Matteo Greiter. Poi, oi
sono'le parole: le parole dei Salmi. I
Salmi ugonotti avevano le paitde di
Teodoro di Beza^ e di Clément Marot.
Noi italiani avrem,o delle versioni più
o" meno perfette (di questo ho già parlato altrove), ma comunque delle versioni che dovranno.essere fedeli, fedelissime ai Salmi biblici. '
Qui non si scappa, cantare il Salmo
68 signyica cantare il Salmo delle Battaglie, l’inno per eccellenza della fede
riformata," l’inno cantato il 6 maggio
1690 dai Valdesi sul poggio della Balsjglia, mentre le truppe nemiche si preparavano all.’assalto; cantare il Salmo 1
significa cantare le beatitudini del giusto, che cresce come un albero trapiantato presso ai rivi d’acque.,. Non si scappa: non è possibile cantare la musica
del Salmo 116 con le parole del Salmo
23 perchè... questo Salmo 23 ha la sua
**'**Ì£J
'^mui^ca .^propri«, ,^come quel Salmo 116
* ha'ìe sue ^role proprie! I màtrimoiii
^‘jdi convenienza non sono possibili : non
vale, qui. ohe il, matrimonio numero
imo, il ’ vero matrimonio d’amore - di
- quell’amore per l’Evangelo ohe dettò,
tra le lagrime ed ^ il sangue versato, le
melodìe prim^enie, ispirate dai vecchi
Salmi biblici, letti e rivissuti dalla fede
dei nostri paldri!
oX
i*-«
»#
, Perchè dunque non si dovrebbe tornare a cantare f Salmi? Con il canto
dei Salmi Vequivoco delle parole che
non rispecchiamo il senso della musica,
della musica che si adatta forzatamente
a delle parole che non sono per lei, è
tolto di mezzo per sempre.
E se, nella mia chiesetta, mi accade
di indicare un S^mo al mio uditorio
composto di italiani e di tedeschi, non
c’è pericolo che gli unì si esaltino nella
promessa della vita eterna e gli altri si
prostrino contemporaneamente nèU’implorazione del pierdono divino: tutti
cantano lo stesso concetto, tutte, le anime sono prese da un’uguale esigenza di
verità. La com^mione degli spiriti fra
di loro, delle anime con Dio, è allora
una grande, benedetta realtà!
ìi
Teodoro Bdlma.
Di molte cose è ricca l’isola d’Elba,
di memorie innanzi tutto. Chi infatti
può dimenticare che per quasi un anno
Napoleone la governò aH’inizio della
sua disgrazia ? Chi ancor oggi visita
Portoferraio la trova piena di ricordi
napoleoniani, dalle numerose lapidi che
ne ricordano il paleggio alla casa che
gli servì da pailazzo imperiale; dajla
casa-d’estate a San Martino, il cui allestimento fu cura i>articolare dell’impieratore, alla maschera di lui ritratta
dal medico Antoranarchi è che oggi si
conserva preziosa nella Chiesa deJla
Misericordia ove, ogni aimo, si celebra
ancora H 5 maggio' una solenne messa
in suffragio, di Napioleone.
E ricca anche del suo ferro è l’isola
d’Elba. Le varie miniere dell’isola sono
note da secoli, alcune furono ampiamente sfruttate dagli etruschi prima
dai romani poi, e mentre oggi il minerale è trasportato quasi esclusivamente
dalle ampie chiatte trascinate dai rimorchiatori' è vivido nella mente di tutti gli isolani il ricordo di numerosi piroscafi che, ancorati a riva, aspettano in
parecchi il turno di carico. Ed è interesante gioco di fantasia cercar di immaginare quale dovette essesre l’aspotto
di quelle colline prima che incominciasse l’ormai più che bimillenaria op>era
di sterro !
Ma l’isola d’Elba è 'soprattutto ricca
del suo mare ! Mi si è fatto osservare
che è difficile trovare altrove nomi di
persona più strani, spesso essi sono senplici nomi di lontani paesi p>er l’occasione trasformati in nomi di persone:
sono i ricordi di antichi- marinai che
vollero ricordare nella prole lontani posti da loro visitati durante la loro rude
vi'ta del marinaio. Se oggi le condizioni
mutate hanno fatto degli Elbani ottimi
marinai sui piroscafi, essi furono soprattutto ottimi marinai di navi a vele:
Salpano dai piccoli p>orti dell’isola,
su imbarcazioni a vela più o meno,
grandi, ì buoni isolani hanno visitato
i paesi del mediterraneo ed alle volte
anche i paesi del mondo intero. E dal
mare, su quelle imbarcazioni su cui furcmo prima mozzi, pcd marinai, poi
capitani ed infine proprietari venne l’agiatezza ed anche la ricchez2ta per molti
E noi specialmente non possiamo dimenticare che da quelle navi a vela
venne all’isola anche un’altra ricchezza, vera ricchezza perchè di ordine spirituale: cioè la conòscenza dell'Evangelo.
Colla sua nave a vela carica di carbone, il editano e proprietario Giovanni Cignoni di Rio Marina aveva infatti
approdato nel lontano 1853 a Nizza,
quando ebbe la ventura di incontrare
un fiorentino, Francesco Madiaì, esule
per questioni religiose negli stati sardi
e dal quale ebbe in dono una Bibbia.
La lettura di' quel libro lo impressiona;
ne parla al suo ritorno a casa ad amici
è parenti e come risultato di questi
colloqui ne viene che dal seguente viaggio a Nizza egli ritorna portando con se
non più una ma un sacco inteiro di Bibbie che, con gran cautela vien trasportato, di notte, da Portolangone e murato
in un nascondiglio in casa del suo
amico, Giuseppe Quattrini, divenuto
anch’egli appassionato della lettura dell’Evangelo. E fu buona ventura tanta
precauzione, sospetti sorti nel parroco locale portano alla perquisizione
della casa diel Quattrini, per fortuna
senza risultati: erano ancora i tempi in
cui il Madiai sorprieso a leggere con altri la Bibbia pagava la sua imprudenza
con lunghi mesi di carcere, da cui era
stato lib#ato solo per la terra d’esilio e
solo per intervento di alte personalità
straniere fra cui lo stesso Federico IV
di Prussia e appena due anni prima era
stata decretata la stessa pena di morte
per il delitto « pubblica opposizione
contro alla religione ».
Per sette anni quel tesoro scoperto
dal Cignoni (l’Evangelo), fu tenuto nascosto, ma verme impetuoso alla luce
appena le condizioni politiche CEunbiarono. Ed allora sì senti naturalmente il
bisogno di avere xm Pastore e dopo una
visita dei pastori Valdesi Gregori e De
Vita resa tumultuosa dalla reazione clericale si potè finalmente iniziar un’opera stabile a Rio Marina e ben presto
aprite anche una scuola, che ebbe pochi
anni dopo, magnifici locali accanto al
bel tempietto che intanto si era costruito.
E per lunghi anni, sotto la guida d)
Pastori per lo più provenienti dalle
Valli (da Stefano Bannet a Bartolomeo
Soulier, da Pietro Chauvie a Roberto
Jahier) l’opera prosperò ricca di Membri e fiorente nelle scuole a cui in certi
anni furono iscritti ben 300 bartibini.
Oggi le cose sono assai mutate: le ottime scuole comunali hanno reso in parte superflue le nostre scuole ohe furono
chiuse; Temlgrazione ha decimato la
Comunità, la scarsezze di operai della
-’’Chiesa ha tolto anche il Pastore e
Marina è da anni visitata una volta al
^ mese dal' Pastore di Livorno. Eppure
non si può dire che il tesoro che il capitano Cignoni portò con se da Nizza nel
lontano 1853 abbia per Rio Marina
perso il suo valore; se anche il tempio si
riapre per il Culto poche volte aH’aimo
i membri di Ohiesa si radunano ancora
_>ogni domenica per il loro Culto, se molti'membri sono emigrati spopolando
quasi lai Chiesa di origine essi sono in
altre Chiese fedeli al loro posto e non
:'4,può essere senza riconoscenza per quella Chiesa ohe si ricordano Pastori ed in^ segnanti e compagne di Pastori, che la
sua piccola Rio Marina ha dato alla
Chiesa Valdese.
Per questo finché TEvangelo sarà vissuto e predicato in Rio Marina potremo
considerare come ricchezza dell’isola
non solo la tradizione storica o il minerale di ferro ed andie il mare, ma soprattutto quell’Evangelo die di nascosto in temipi di persecuzionij^ il capitano
Cignoni portò con se dalla lontana Nizza. A. Ribet.
origini,le finalità deU’lstiliute.
1« riQstre Opere
Negli scorsi mesi è stato distribuito
nelle Valli un opuscolo, che illustra una
di queste nostre' opere: gli Artigianelli
Valdesi.
L’opuscolo, diviso in due parti, fa la
storia deU’opera e ne illustra il problema morale e finanzilario.
La pubblicazione è stata accolta dovunque con simpatia. Ora ci pare necessario chiarire maggiormente uno degli aspetti di questa opera che riguarda
in modo- speciale le popolazioni delle
Valli.
Non è il problema finanziario,- per
quanto importante e^o sia, ma piuttosto l’aspètto morale dell’Istituto che
desideriamo porre in evidenza. Ricordiamo innanzitutto qual’è lo scopo dell’Opera: « Promuovere l’introduzione e
lo sviluppo delle industrie domestiche
in seno alle popolazioni delle Valli Vaidesi ». Concetto che le amministrazioni non hanno mai perso di vista, ma che
in ogni tempo si sono sempre preoccupate di applicare integralmente.
Chi è venuto meno alla fedeltà del
principio informatore, è la popolazione
delle Valli; sono i giovani stessi che,
terminato il soggiorno nell’istituto sono
rimasti in città, non già per perfezionarsi nel mestiere imparato, ma per
esercitarlo, attratti dalla vita cittadina.
Quando il sempre rimpianto pastore
G. P. Melile fondò questa fucina di artigiani, mirava unicamente al benessere delle Valli, offrendo ai giovani Vaidesi la possibilità di costituirvi una
classe artigiana attiva e affezionata alle
Valli; egli vagheggiava un’attività posta al servizio dell’Evangelo.
Santo ideale realizzatosi solo in piccola parte !
Il Consiglio -diVettivo intende ripor
20 ilOYembre
1570 - Avendo gli inquisitori torinesi
dato delle noie a un certo Gaspare Orsel
di Sangiovanni, già imprigionato perchè relapso eppoi rilasciato per ordine
di Emanuele Filiberto, di suo proprio
pugno il Duca di Savoia verga in data
odierna un rescritto destinato al governatore Castrocaro. In esso, dopo aver
notato che i Vàidesti delle Vaili di Lusema e di Angrogna potrebbero, come
VOrseì, essere inquietati per cagione
della loro religione, il Sovrano afferma
che egli « vuole sia inviolabUimente osservata la promessa loro fatta » della libertà di coscienza. A questo scopo, nessun Valdese «sia molestceto, o ricercato, nè si permetta che lo si -molesti o
turbi 0 ricerchi ». Quanto alVOrsel, tornato al culto dei suoi padri, « sia dichiarato e promesso formalmente da parte
nostra che non gli sarà recata alcuna
noia, e la stia sottomissione al clero cattolico torinese sarà considerata come
non avvenuta ». r, b.
£& 'i^iydere le domatiide delle ve-*
ri€L^ dà regioiifi d’itali*, ri
volge un particolare appèllo alle popolazioni dellq^oostre valli alpine.
Questo Istituto è per i vostri figli: è
per i fanciulli appartenenti a f^igli*
nurnerose nelle quali i genitori non sono in grado, per le precarie condizioni
finanziarie, di avviarli ad una posizione onorata e rediditizia, è per gli orfani,
che privati deU’assislenza affettuosa del
padre o delle soavi cure della mamma,
trovano nell’Istituto, una nuova famiglia, un asilo benedetto dove sono plasmati da una disciplina cristiana e par
tema..
Non sia considerato ristitutò come
una casa di correzione, non ci inviate i
fanciulli discoli per liberarvi' dalle
preoccupazioni ohe vi danno, o per infliggere loro un castigo E’ questo u»
errore grave, tosto o tardi il ragazzo vi
sarà rimandato a c^a, perchè il suo carattere turbolento, che mal, sopporta
il freno di ■una patema disciplina, turba la serenità della famiglia e compromette il buon nome dell’Istituto presso
i datori di Lavoro.
, Un posto concesso agli Artigianelli
deve essere co-nsiderato come un premio concesso ad un bravo giovane desideroso di crearsi un avvenire onorato.
Ci rivolgiamo pertanto in modo particolare ai signori Pastori acciocché vogliano segnalarci i casi ch’essi credono
più bisognosi e meritevoli, e noi saremo
felici ogni qual volta ci sarà possibile
venire in aiuto ad una famiglia Valdese,
ed apri're una via di operosità e di benessere ad un bravo giovane.
Carlo Davite.
Commemorazione
Domenica, 25 ottobre, una commovente cerimonia ha avuto luogo, a Ginevra, nella cappella dei Maccabei, attigua alla cattedrale di San Pietro, organizzata dalla Chiesa protestante italiana, in occasione del quarto centenario della prima predicazione evangelica, in lingua italiana, nella città di Calvino.
Fu infatti precisamente il 23 ottobre
1542 che Bernardino Ochino, di Siena,
l’antico Vicario generale dei Capuccini,
ottenne dal Consiglio di Ginevra l’autorizzazione di celebrare un culto per i
suoi comipatrioti. Dieci anni più tardi
una Chiesa italiana era definitivamente
costituita, per l’opera strenua del napoletano marchese Galeazzo Caracciolo,
che aveva rinunziato a tutto, per rimanere fedele alla fede riformata. Questa
Chiesa del Rifugio doveva sostenere
una parte importante nella 3toria di
Ginevra e sussistere fino verso la fine
del secolo XVIII. La sua « borsa italiana » creata dai membri di chiesa per
venire in aiuto ai loro conterranei fu di
grande utilità per i numerosi Valdesi
che dovettero rifugiarsi a Ginevra nel
corso del XVII e XVUI secolo. E come
dimenticare la memoria di Giov. Luigi
Pascale mandato dalla Chiesa italiana
di Ginevra in Calabria per organizzarvi
le chiese delle colonie Valdesi ? Così
non pochi pastori di questa Chiesa del
Rifugio furono degli ardenti difensori
delle Chiese delle Valli: fra gli altri ricordiamo Antcxnio Léger, Francesco e
Giovanni-Alfonso Turrettini.
Tutti questi buoni ricordi sono stati
evocati e rievocati per opera della piccola comunità protestante italiana che,
anche oggi, adempie fedelmente il suo
com,pito in una città in cui sono numerosi gli elranenti italiani.
Il pastore signor F. Guamera presiedette la cerimonia, e le diede inizio con
la lettura di alcuni passi delle Sacre
Scritture. Nell’assemblea si notavanp:
l’Eccellenza il console generale d’Italia,
Cortese, che portò il messaggio della
Patria Icaitana; il Consigliere di Stato
P. Balmer, in rappresentanza del govarno ginevrino, i^ordò il significato di
3
rii» V ■ ■" ' T- ■
' i -■• ...
DELLE mtíJU VALDEBl
«qti««üi commemorasdone ed evocò le
origim 'Valdesi della sma famiglia; il
prof. Castiglione rievocò la'^vìta di B.
Òciùno e la "stòria della Chiesa‘ del Rifugio. H signor E. Benech, presidente
delia Società dei Valdesi di Piemonte’
diede in seguito la parola ai rappresentanti delle Chiese sorelle che 'erano
venuti numerosi a dimostrare tutto il
loro interesse alla causa dél.protès^intesimo italiano. Il Moderatore " della
Compagnià dei pastori, prof. Lemaître,
poitò i saluti ed i voti ai^gurali della
Chiesa di Ginevra, ed espresse il desiderio di rivedere presto alla Facoltà di
Teologia di Ginevra, alcuni studenti
Valdesi. Furano poi uditi messaggi dei'
pastori delle Chiese italiane di Losanna e Basilea.
Sul tavolo della Comunione una vecchia Bibbia italiana diel 1562 ricordava
i tempi remoti nei quali, secondo lo stòrico Valdese Gilles « il puro Evangelo
continuava a diffondersi per tutto il
Piemonte e la moltitudine di quelli che
.abbracciavano la religione riformata
s’accresceva ogni giorno ».
J. Picot.
Ringraziamo vivamente il signor J.
Ficai della sim interessante corrispondenza, defilo spirito di fraterna comunione che la informa. Comunione di cui
■la storia hai rievocato documenti sigmificativi; in un’esposizione organizzata a
Ginevra, dove, come c’informa ancora il
signor Picot, si potevano notare: il primo salterio italiano, opera di « Pietro
gillio, pastore della Chiesi: riformata
della Torre », il N. Testamento di G.
L. Pascale, la Bibbia di Diodati, l'autografo di un sovrano al Consiglio di Ginevra in favore dei Valdesi, ed altre
preziose testimonianze del passato.
Comunione che ci uriisce oggi, più che
mai, ed in nome della quale TEco delle
Valli Valdesi, vuole porgere ai fratelli
evangelici di Ginevra il saluto commosso di chi sa che molto ha ricetmto, nel
nome del Signore, e, nel nome del Signore rivolge ogni augurio di spirituale
benedizione alla Chiesa protestante Italiana di Ginevra ed al suo pastore signor Guarnera, alla Società dei Valdesi
di Piemonte, in Ginevra, ed al suo infaticabile presidente, signor E. Benech.
Dir.
APPROSSIMAZIONI
Sotto questo titoho, L’Eco del Chisone del 14 novembré, ha dedicato un
breve esame ad un articolo: Commemorazione dei defunti, pubblicato sul nostro settimanale, il 30 ottobre. Con una
lodevole ricerca di obiettività y. esamina la posizione della Chiesa Valdese di
fronte alla commemorazione dei defunti in rapporto alla dottrina cattolica,
particolarmente per quanto si riferisce
al Purgatorio. Sottoscrive quando il nostro collaboratore vede tra le ragioni dì
questa pia rievocazione: « il bisogno dì
rafforzare la fede nell’al di là, la comunione dei vivi coi defunti, della Chiesa
militante e trionfante». Gode y. di' questa Comunione di sentimenti ma sente tino lacuna: il protestantesimo, il Valdismo ignorando l’esistenza della «chiesa purgante », non possono realizzare
compiutamente la comunione dei santi.
D’altra parte, sempre secondo y., neil Eco del Chisone, g sempre con serena
discussione, la ragione postula V esistenza stessa di questa « chiesa purgante », del purgatorio. A questo proposito il nostro egregio confratello cita un
episodio, un fatto di cronaca.
Eccolo:
« Un intelligente bambino decenne
stava divertendosi in Camera col cavalluccio dì legno, sotto gli occhi della madre protestante. Ad un certo ptmto il
ragazzo, sostando nel giuoco, vien fuori con una peregrina domanda alla gelìitrice:
« Dimmi, mammina, se morissi in
quest’istante, dove nri metterebbe il
buon Dio ? »
« Ecco, ris^se la donna:,''tin po’ sorpresa, se tu 'sèi buono andresti con Gesù in cielo. Se invece egli ti trovasse
cattivo, sarebbe obbligato a mandarti
all’infemo ».
-.•-il.''.*. ^ ^ ^
Era la genuina dottrina protestante.
Il figlio ' rimase soprapensiero' a questa risposta materna. Pòi soggiunse:
« Ma senti, mamma. lo' non sarei tanto cattivo da andare giù col Diavolo alrìnferno ! »
« E allora Dio ci ammetterebbe in cielo ». '
« Eppure, riprese il bimbo, temerei di
non pH>ter entrare lassù, dove ci sono
•gli angeli perchè, tu lo sai, mammina,
che ieri ho fatto i caprìcci pel cavalluccio,.. ed ho toccato la torta... »
Era la voce della ragione !
Aggiungiamo per chiarezza: la ragione domanderebbe il Purgatorio.
Siccome l’esigenza dell Purgatorio, come del resto dice lo stesso Eco del Chisone, non dipende dalla sola ragione,
ma implicherebbe la discussione di molti argomenti dottrinali, noi ci asterremo
come lui dal discuterla, dato la tirannia
dello spazio..
Desidereremmo però, nella stessa riricerca di obiettività, chiarire , alcuni
punti equivoci dei racconto che abbiadino sopra' riportato.
Non contestiamo che una madre protestante abbia tenuto il discorsetto cui
allude y. Quello che ci preme di notare
è che il suo ragionamento: Se tu sei
buono andresti con Gesù in cielo, non
è assolutamente genuina dottrina protestante. Anzi, abbiamo l’impressione che
questa brava mamma si sia lasciata influenzare dall’ambiente, e siccome non
ha una fede vivente cominci a fare una
pericolosa confusione tra le opere, frutto della giustificazione per fede e le opere merito, mezzo di giustificazione parziale !
Se tu sei buono ! Abbiamo l’impressione che questa brava donna abbia dimenticato il suo catechismo. C’è veramente qualcuno sulla terra, anche un
ragazzino innocente che sìa: buono ?
La bontà, l’ubbidienza, il non far capricci, il non dir bugie, sembra pensare
la mamma protestante (?), .sono delle
qualità, non soltanto morali, ma spirituali, che permettono di entrare nel
Cielo, di andare con Gesù. Abbiamo invece l’impressione che una madre verémente protestante avrebbe risposto odtrimenti. Avrebbe detto al suo bambino
su per giù:
« Vedi, non devi dire: w non sarei
tanto cattivo, ma io sono molto cattivo;
io non me ne accorgo, ma purtroppo lo
sono ! E la torta che hai mangiato, ed
i capricci che hai fatto, oh ! non sono
cose da mandarti nell’inferno, ma degli
atti che mostrano che il twp cuoricino
non è buono. E questo cuoricino guasto
uno' solo lo può guarire: Gesù ».
Questo Gesù crocifisso e risorto che
oprando contro ogni ragione umana è
« quel tragaurdo dell’integrale verità »
al quale anche noi guardando con fede
possiamo dire: Io credo la Comunione
dei santi. ci.
12 ini
bmpHeilil} li iptie tniiiiidR
OFFERTE:
J. Angus: Le manuel de la Bible - Toulouse, 1857, 8°, pp. 664 L. 8,—
Bomet et Baup: Notes sur le N. T. Paris, 1846 - Tome I, 8°, pp. 560, leg.
mezza pelle __
A. Vinet: Mélanges de philosophie morale et religieuse - Paris 1869, 8°, pp.
640 'sfil
De Pre^ensé: Histoire des trois premiers
siècle - I siècle, 2 Vói., 8“ pp. 496.
520 15,
De Pressensé: L’Apôtre Saint Paul L’Eglise et ses moyens de grâce Discours religieux - Paris, 1859, 8®
pp. 358
Xè*'
De Pressensé: Le pof/s de VEvan^le •
^ Voyage en Orient Paris, 1864 -, 16®,
mezza pelle, pp. 336 " ‘ 4,-=^
Lortsch: La .Bible dans le'monde - Pa-r
Iris, 1903 / ' 2,—
'i^ Jousse: Ldi Mission Française au Sud
de l’Afrique - Paris, 1889, 2 voll. 8®,
K''|)p. 432, 398 ' , ''12,—
f>e Fielice: Histoire des Protestants de
France - Paris, 1851, 8°, pp. 656, leg.
F^tèla ’ " ' *‘ '''"'10,—
S.’^Smiles: Les Huguenots en Angle¿^^terre et Irlande - Paris, 1870, 8°, pp.
fm “ 5.
Âf’ Westphall: Les sources du Penta
lieuque - Paris, 1888, 8°, pp, 320
W RICHIESTE:
Liturgia Valdese in lingua francese,
|v ovvero Liturgia riformata francese.
Opere sul Giansenismo o di autori gian
' senisti.
-jCe nostre vivissime congratulazioni al
pastore Pietro Valdo Panasela che si è
JtóUantemente laureato in filosofia presili la R- Università di Palermo.
d(ON/IC/l V/ILDE5E
POBBIO PELLICE
n culto di domenica prossima sarà presieduto dal sovrintendente pastore R.
Nisbet,
breve spazio di tempo abbiamo
preso 5 volte la via del Cimitero per
accompagnarvi la salma di:
Margherita Baridon deceduta ai Giraudin, presso la figlia, in età di 75 anni.
Giovanni Pietro Grand, deceduto all’Arbaud, .in età di 84 anni. Al funerale
ha preso parte anche il pastore Jahier di
Villar Pellice.
Maria Mondon, spentasi a Geuteugna,
dopo brevissima malattia, in età di 75
anni.
Anna Gönnet, addomientatasi nel Signore al Cortilet in età di 58 anni.
Maddalena Pontet, deceduta agli Eissart in età di 75 anni.
Su tutti i congiunti in lutto scendano
le consolazióni del Signore. R.
MASSELLO
Matrimoni: Il 24 ottobre, u. s., si univano in matrimonio Malagoli Luigi, motorista navale, di La Spezia, e Tron Fernanda, di Balziglia. Il 14 novembre,
Gaydou Arturo, del Roccias, e Gaydou
Lina, del Porinche.
Battesimi. Sono stati presentati al S.
Battesimo, domenica 1 novembre, Pons
Enrico e Pons Viviana di Enrico e di
Virginia Tron, del Campolasalza.
A tutti, i nostri fervidi auguri!
PEARERO-MANIOLIA
Nel pomeriggio del 14 corrente, un
lungo corteo accompagnò alTestremo riposo le spoglie mortali di Peyran Adele
(nata Pons, deceduta al Serre di Maniglia all’età dì 66 anni depo breve malattia.
La nostra comunità perde in lei una
sorella fedele che laiscia im prezioso
esempio di amore e di fede.
A tutti i parenti, in modo speciale al
marito ed alle figlie vada l’espressioine
della nostra cristiana simpatia.
FINEROLO
Nel pomeriggio di sabato 14 corrente
ebbero luogo i funerali del nostro fratello Paget Paolo, deceduto dopo brevissima malattia, alla Lombarda di S. Secondo all’età di anni 78.
La nostra simpatia cristiana è assicurata a tutti coloro che piangono afilla
sua dipartenza.
PRAR09TINO
Battesimi. Gay Elio, Sergio e Mirella
di Virgilio e Avohdet Jenny. Gardiol
Ezio di Giulio e Oliva Adele. Oliva Bm
no di Clementina. La grazia del Sigaore ripòsi su tutti quièi biinbi.
Matrimonio. 1114 corrente mese, ßiaa»
stati uniti in matrimonio GonÜol Amelio, Tilla, Fomerone * Attilia, Gaveäa.
Auguri di felicità cristiana. ’ - ^
' Funerale. Il 3 novèmbre sì è~ spento,
all’Untinet, Gönnet Enrico di anni 74.
Egli era, da molti anni, il custode dei
nostri cimiteri. Ai paranti esprimiam»
la nostra simpatia. ^ '
Doni riceimti dal Gasiim della flfoli
nel mete di OftcAi* 19éS
Per Orfanotrofio di Pomaretto:
Susanna e Luigi Poet, La Spezia,
100,—
lOÒ,—
100,—
20,-
in memoria Erminia Rostam in
Bendiscioli
Per Istituto di Vallecrosia:
Anonibio
Per Istituto di Firenze:
Caveglia Giulia, Torre PelUce
Per Asilo di Vittoria:
Marino Cosimo, Taranto
Emma e Giuseppe Ettore Castiglione, in memoria cari dehmti 50,70
Tom'aselli Giorgio 10,—
Salvatore Giandinoto 10,—
Per Emeritazione:
S. Coluoci, in memoria di A. Mlngardi 25,—
E. M. 454,^
Prof. Giorgio Tron e Susanna, in
oocasióne matrimonio figlia 500,—
Per Cassa Culto:
I. V. D’Angelo 150,—
Roberto e Bianca Steiner, Bergamo, in un lieto anniversario 20000,—
Per Asilo Italia:
Famiglia Di Pillo e Niocolini, in
memoriam 400,—
N. SO,--*
Michele Carunchio 50,—
Giovanni Mantelli 300,'
Lilly Holzhausen, in memoria del
fratello 50,
G. Cavazzutti lOO/
Per Eco ai Militari;
Rostain Enrico
50
PEYRAN ADELB nata PONS
TORRE PELLICEìv
Un buon pubblico riemplvai la sala
dell’Asilo" Infantile domenica scorsa#
per la prima conferenza del prof. Jacopo Lombardinl, U quale, come è stato annunziato, svolgerà in sei conferenze il tema generale: La Riforma luterana e calvinista. Piana la parola dell’Oratore e semplice in modo da essere
intelligibile a tutti gli uditori: profonda la sua conoscenza deH’aigomento;
argute, le sue riflessioni suggeritegli dai
fatti storici ricordati. La seconda conferenza - ohe ha per tema: Lutero (la
fatale scintilla, ' vita del riformatore,
la riforma luterana e le sue vicende
storiche) - avrà luogo, a Dio piacendo,
domenica prossima 22 corrente alle
16.30 precise. La sala è riscaldata.
— In memoria dei loro caro dipartito,
signor Stefano Jalla, anziano dei Chabriol, la vedova signora Susetta Jalla
e le figlie hanno fatto tm’oflerta di 1!.
100 alla Chiesa.
— E’ deceduto improvvisamente il
signor Luigi Gönnet (Giordanotti), all’età di 64 anni. E’ un nuovo solenne
awertìmeisto di Dio ad esser pronti per
la suprema chiamata. L’Eterno spanda la sua consolazione sulla famiglia afflìtta.
Le famiglie Peyran, Pons, Novisdo,
Bemàrd e Geme ringraziano sentita!^
mente tutte le persone che in occoriotii
della dipartenza della loro coro
hanno voluto onorarne la m&moña partecipando al suo accompagnamento funebre.
Serre di Maniglia, 14 - 11 - 1942-XXI.
ì%.
7«S
4
ì/k-"\s ,
1- 4 -^ ..« ^ (fV ÌjS^Ìi»t. *J*S*-^ ^>v
.«
S. '* ■? Ì'’ife5r ■ ^
■' '-i.:
tmiM Ni9.
Blf/--’ .-?^'* ORFANOTROFIO FEMMINILE. '
w<s, <■ a '■”■“'?>-¿’“i- '5.
^iUiùone Giovani e Corale, in^memo
t'-'.
V
ria Franco Bouissa, 300 - Unione Mai'drì, /Villar Bellice, 50 - Chiesa Coazze,
Ilo j. Ch. Napoli, 2Ó0, - Ch. Rorà, 50 Ch. Pomaretto, domenica Madre, 90
Ch. Angrogna, 140 - Oh. Genova, 120 Ch. Pinerolo, 400 - Id., domenica Madre, 78,50 - M., Scuole domenicali, 15Q
- Ch. Rio Marina, 55 - Ch. Torre Pellice,. domenica Madre, 505 *- Ch. Angro
gna. Serre, 20 - Unione Femmiinile, Massello, 50 - Giorgio Tommaselli, 15 Santina Branciforte, 50 - Società Cucito, Ch. S. Germano, 50 - Giuseppino
Montanari, 200 ^ Albino e Carlo Paschetto, in memoria,' 10 - Moxris Virginia, 20 - Griva Gius, e Elisa,„100 - Le
nipoti, in memoria Negrin Giov., 50 'Ved. Eugenio Crumiere, 25 - Chiesa Catania, 40 - Ch. Bobbio, 20 - Ch. Milano,
300 - Ch. Ivrea, 250 - Ch. Roma, Via
IV Novembre, 500 - Oh. Como, 300 - ?'
Ch. Perrero Maniglia, 50 - Id., domeni- .*
ca Madre, 45 -, Ch. Torino; Scuola do- '
menicale, 100 - Unione Madri, Prarostino, 48 - Id., 150 - Oh. S. Germano,
1,50 - Id., Scuole domenicali, 50 - Fion
Bernardo e Pelagia,^50 - Michele Scaglione, 50 - Famiglia Enrichetta Beux,
in memoria, 50 - Pascal Frane;, 25 Angelo e Elma Farina,, 50 - Balmas
Edmondo e Olga, 20 - Coisson Alice, 10
-, Ch. Torre Pellice, 350. •
ladirtxzi di Chiese Valdesi
BANCO DI ROMA
BANCA DI INTERESSE NAZIONALE
Socieià per azioni - Capitale e riserva Ut 361.000.000
Sede Sociale e Direzione Centrale in Roma
Anno di fondazione 1880
214 Filiali in Italia, nell’Egeo, nell’Africa Italiana ed airEstero
Le Filiali del Banco di Roma :
ricevono somme in deposito su libreiti di risparmio
od in conto corrente
scontano cambiali in lire e in divisa
rilasciano gratuitamente assegni circolari pagabili
a vista in Italia, in Albania, in Libia e ncH’Egeo
comprano e vendono titoli di Stato e industriali.
TUTTE LE ALTRE OPERAZIONI DI BANCA
Filiale di Terre Pellice
Piazza Vittori« Emanuele ii - angoio
Via Mazzini — Telefono 62
I DISTRETTO:
Angrogna — Pastore : Arnaldo Comba.
Angrroflma (Serra) — Pastore Ekloardo
Aime.
Baèbto Pellice — Pastore : Alberto
Rica».
.LwaarTM San Giovanni — Pastore : Lorenzo RiToira.
Mastello — Pastore : Enrico Tron.
Ferrerò — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Marauda.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu
Frali.— Pastore: Arnaldo Genre.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Prarostino — Pastore : Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore : Arnaldo Genre.
Rorà — Pastore : Enrico Geymet.
San Germano Chisone — Pastore : Gustavo Bertin.
Torre Pellice — Pastore : Giulio Tron.
Torino — Chiese: Corso Vittorio Emanuele, 23 e Corso Principe Oddone, 7.
- Pastori: Elio Bynard, Via Pio V, 15
- Roberto Comba: Via Berthollet, 34.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Jai .hier.
VALLI NOSTRE 1943XXI ARTI miAFiCHE L’ALPINA,,
ALMANACCO T O.R R E P ■ L L i C E 27, Via Arnaud, 27
A FOGLI MENSILI ILLUS TR ATO L. 4,50 LA COPIA RAPPORTI - RELAZIONI LETTERE CIRCOLARI GIORNALI- RIVISTE BUSTE PER COLLETTA
CHIEDERE PREVENTIVI - PREZZI Di CONVENIENZA
II DISTRETTO:
Abbazia: « Chiesa di Cristo ». Culto alle 16 - Pastore C. Gay, da Fiume.
Aosta: Chiesa: 11, Via Croce di Città Pastore: V. Subilia, Via XXIII marzo
n. 1.
Bergamo: Chiesa: Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore: M. Moreschini,
Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella: Chi^a: Piazza Funioolarè Culto: la I, III, V domenica del mese
(da Ivrea).
Brescia: Chiesa: Via dei Mille, 4 - Pastore: D. Fomeron (ivi).
Carema: Da Ivrea: seconda domenica.
Como: Chiesa: Via Rusconi, 9 - Pastore: Carlo Lupo, Via T. Grossi, 17.
Coazze: Chiesa Valdese.
Cormaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
Felonica Po: Chiesa Valdese - Pastore
Lami Coisson.
Fiume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pascoli (culto ore 10) - Pastore C. Gay,
Salita F. Colombo, 8.
Ivrea: Chiesa Valdese: Corso Botta, 5
- Pastore A. Vinay, Casa Ravera,
Via Cascinette.
Milano: Chiesa: Piazza Missori, 3 - Pastore Enrico Tron - Via Euripide, 9
Mantova: Chiesa: Via Bacchio, 5 (da
Felonica).
Piedicavallo: Chiesa;.Via Carlo Alber—
^.to - Culto prima domenica del mese
(da Ivrea).
S. Lucia di Quistello: Chiesa Valdese
(da Felohica Po).
Susa: Chiesa: Via Umberto I (da Torino).
Tramonti di Sopra: Chiesa Valdese (da?
Venezia),
Trieste: Chiesa: Via S. Maria Maggiore
- Pastore Guglielmo Del Pesco, Ptee
. za Libertà, 6.
Terrazza Piemonte: Chiesa Valdese (da?
Ivrea) terza domenica.
Verona: Chiesa: Via Duomo (da Brescia).
Viering: Chiesa Valdese (da Aosta).
Venezia: Chiesa: Palazzo Cavagpois —
S. Maria Formosa - Pastore S. Ayais?sot (ivi).
Ili DISTRETTO:
Barga: Chiesa Valdese (da Pisa).
Borrello: Chiesa Valdese (da Carunchiò).
Bordighera: Chiesa Evangelica - Via
Vittorio Veneto, 25 •- Culti: 2 e 4 donnenica - Pastore Davide Pons - Piani di Vallecrosia.
Campobasso: Chiesa Valdelse: Pastore
P. V. Panaisioia.
Carunchio: Chiesa Valdese - Evangelista S. Scuderi.
Firenze; Chiesa: Via dei Serragli, 51 nay (ivi).
Pastore Emilio' Corsani (ivi) - Chiesa: Via Manzoni, 21 - Pastore T. Vì
Forano Sabino (Rieti) - Chiesa Valdese
- Pastore Enrico Pascal.
Genova: Chiesa: Via Assarotti - Pastore: Francesco Peyronel - Via Curtatone, 2.
La Maddalena: Chiesa Valdese (da
Roma).
Livorno: Chiesa Valdese - Via G. Verdi
3 - Pastore A. Ribet (ivi).
Lucca: Chiesa: Via G. Tassi, 18 (da Pisa).
Pescolanciano: Chiesa Valdese (da Carunchio).
Piombino: Chiesa Valdese (da Livorno).
Pastore Attilio Arias - Via A. Vespucci, 11.
Rio Marina: Chiesa Valdese (da Livorno).
Roma: Chiesa: Via IV Novembre, 107 Pastore A. Sbaffi - Chiesa; Piazza
Cavour: Pastore P. Bosio, Via Marianna Dionigi, 57.
Salle: Chiesa Valdese (da San Giacomo).
Sampierdarena: Chiesa: Via A. Cantore, 16 - Pastore: Alfonso Alessio,
Via Milano, 8 F. - Genova.
San Giacomo degli Schiavoni: Chiesa
Valdese: Pastore P. V. Panasela (ivi).
Sanremo: Chiesa Valdese - Via Roma,
8 - Pastore G. Bonnet, (ivi).
Schiavi d’Abruzzo: Chiesa Valdese (da
Carunchio).
Siena: Chiesa Valdese (da Firenze).
Prof. QtNO CosTABBL, direttore responsabile
«ARTI GRAFICHE L’ALPINA - Torre Pellice »
Orario Ferrovia TORRE PELLICE - PINEROLO - TORINO
12 35 * (1) (2) 13 le 17 10 (3)
Torre Penice 4 58 7 04 16 40 18 26 19 45 21 08 Torino 4 25 6 30 8 12 1830 19 - 21 15
Luserna S. Giov. 5 02 7 08 12 39 16 44 18 30 19 50 21 12 None 4 55 7 03 8 38 18 48 1746 19 01 21 45
Bricherasio 5 12 7 21 12 49 16 54 18 40 20 01 21 22 Airasca 5 02 7 12 844 13 54 17 56 1908 19 25 21 52
Pinerolo 533 6 56 7 41 13 11 17 14^ 17 38 19 05 20 25 21 42 Pinerolo 5 29 7 39 856 14 18 18 19 19 32 19 46 22 14
Airasca 5 58 7 16 8- 13 33 19 28. 20 49 22 06 Bricherasio 558 8 05 9 14 1441 18 37 20 06
None 6 11 7 26 13 46 17 49' 19 35 21 03 22 20 Luserna S. Giov. 6 12 8 17 9 27 14 54 18 52 20 22
Torino 6 48 8- 830 14 20 18 25 20 05 21 35 22 55 Torre Pellice 6 17 8 21 930 14 58 18 56 20 27
Ferrovia Elettrica PINEROLO-PEROSA ARGENTINA
Pinerolo 6 25 7 52 10 45 13 10 14 42 16 40 18 25 (2) 19 54 Perosa Argent. 6 40 7 27 9 30 12 05 14 40 16 10 17 55 (2) 19 32
S. Germano 6 53 8 19 11 10 13 39 15 10 17 09 18 51 20 18 Villar Perosa 7 01 7 45 9 48 12 23 15 - 16 35 18 13 19 48
Villar Perosa 7 — 826 11 17 13 55 15 20 17 15 18 58 20 24 ! S. Germano 7 07 7 52 9 55 12 31 15 09 16 42 18 21 19154
Perosa Argent. 7 20 8 45 11 40 14 14 15 40 17 35 19 16 20 40 Pinerolo 7 30 820 10 25 13 05 15 40 17 09 18 50 20 19
AUTOCORRIERA PINEROLO-ORBASSANO-TORINO
(2) (2)
Pinerolo 5 15 740 16 33 19 46
Torino 7 911 20 16
(2) (2)
Torino 536 7 28 — - - - 16 48 19 12
Pinerolo 727 8 57 18 15 21 02
AUT. PEROSA FENESTRELLE-PRAGELATO-SESTRIERE
<5) (S)
Perosa 9 10 19 JQ — Sestriere 16 05
Fenestrelle 9 50 20 10 —^ Pragelato 16 30
Pragelato 10 21 — Fenestrelle 5 45 16 55
Sestrltra* IO 55 — Perosa 6 ?5 17 40
’ AUTOCORRIERA TORRE PELLICE-BOBBIO
Torre Pellice 830 19 05 — Bobbio Pellice 6 15 15 50
S. Margherita 835 19 10 —• Via Fourca 620 15 55
Chabriois 8 42 19 17 Villar Pellice 6 26 1601
Villar Pellice 8 49 19 24 — Chabriois 6 33 16 08
Via FOurca 8 53 19 29 — S. Margherita 6 41 1615
Bobbio Pellice 9- 19 35 — Torre Pellice 645 16 20
AUTOCORRIERA SAN SECONDO-PINEROLO
San Secondo 7 —
Pinerolo 7 15
(4)
9 9 15
18 18 15
(4)
Pinerolo 7 50 11 — 18 30
San Secondo 8 05 11 15 1845
AUTOCORRIERA PEROSA-PERRERO
pf'l •-iS'ii
ÌTrrero
9 10
9 35
930
9 55
Perrero
Perosa
66 25
17 15
17 40
(1) Ferriale — (2) Festivo — (3) Non si effettua alla Domenìrs {4) Si
effettua solo ai Sabato — (5) Ai Martedì le corse si effettuano soi, irrt Perosa
e Pragelato.
Ferr. BRICHERASIO-BARGE
Bricherasio-Bagnolo-Barge
2)
6 10 9 24 13- 14 52 18 52 20 20 21 34
6 22 936 13 12 1504 1904 20.32 21 46
6 32 9 42 1318 1510 19 10 20 38 01 52
Barge-Bagnolo-Briclieraso
4 47 6 55 8 48 12 24 1626 1812 1935 2056
4 54702855 1231 1633 1819 1942 2103
505 7 13 0 06 12 42 1644 1830 1953 2114
NB. Tutti i servizi autotnebilistici sono sospesi nei giorni
festivi eccettuato fra Pinerolo
Orbassano riservato agli operai abbonati.