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ECO
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DELLE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XC -— Num. 7 ABBONAMENTI 1 Eco: L. 1.300 per rinterno Eco e La Luce: L. 2.Ö()0 per l’interno Spedi». abb. postale - I Gruppo! TORRE PELLICE — 12 Febbraio 1960
Una copia Lire 30 1 L. 1.800 per l’estero L. 2.8Ö0 per l’estero Cambio d’indirizzo lire sol Ammin. Claudiana Torre Fellice - U.U.U. ¡2-1755V
MESSAGGIO DEL MODERATORE
Per il nostro 17 Febbraio
In Italia ed altrove, dovunque ì Vaidesi si sono stabiliti, si torna a celebrare quest'anno il 17 Febbraio.
Nelle Valli Valdesi la commemorazione storica rivestirà il carattere popolare che la tradizione e la volontà
di un popolo le hanno conservato;
altrove sarà meno appariscente e,
fuori dei luoghi di culto, nessuno se
ne accorgerà.
Ma quella data ha un grande significato per tutti noi, fratelli Valdesi ;
senza titubanze, senza orgoglio e
vuota retorica, dobbiamo celebrarla
con pensieri di riconoscenza a Dio,
con un animo disposto al sacrifizio.
Ho detto : con pensieri di riconoscenza a Dio.
Nella storia del popolo e della Chiesa Valdese, Dio è chiaramente intervenuto. C'è stata, da parte di Dio,
una vocazione iniziale: non la sola,
non la più importante, ma comunque
uno di quegli atti di Dio per cui gli
uomini si orientano in una certa direzione, con la coscienza illuminata dalla Sua parola. C'è stata anche una
presenza di Dio nella storia secolare
dei Valdesi : una presenza riconosciuta e confessata mediante la fede, pur nella umanità e nella peccaminosità dei singoli credenti. E c'è
stata alfine una liberazione da parte
di Dio, un atto di giustizia compiuto
in favore della piccola minoranza
religiosa alla quale apparteniamo e
di cui, nel ricordo del 17 Febbraio
1848, condividiamo ancora oggi la
gioia e la esultanza.
E' impossibile, direi che è pericoloso considerare la storia Valdese in
una visione semplicemente umana
degli eventi o, peggio ancora, con
sentimenti di vanagloria. Dietro a
noi ci sono degli uomini e degli avvenimenti degni di essere ricordati;
c'e una eredità che ci viene dal passato e che è ricca di contenuto per
la vita di oggi. Ma non tutte le vie
percorse dai nostri padri recano il segno della fedeltà e della carità; più
che a loro, il cui ricordo permane
nella storia, dobbiamo riguardare a
Dio e riconoscerLo, al di là di tutti
gli avvenimenti e di tutti gli attori,
con la sicura fede del salmista il quale diceva : « Non a noi, o Eterno,
non a noi, ma al tuo nome dà gloria, per la tua benignità e per la tua
fedeltà ».
Sia questo il sentimento profondo che ci prepara alla commemorazione del 17 Febbraio e che darà il
giusto tono ai nostri culti, alle nostre rievocazioni, alle nostre agapi
tradizionali e fraterne.
Ma ho detto anche: con animo
disposto al sacrifizio.
Torna, Infatti, il 17 Febbraio per
renderci sensibili ai grandi motivi
della libertà religiosa e della solidarietà Valdese. E' giusto che ci si ritrovi e che, oggi ancora e nel ricordo delle sofferenze passate, si prenda coscienza di ciò che significa per
ogni Valdese la libertà di culto e di
predicazione della Parola di Dio. Ma
anche il 17 Febbraio passa, come
ogni altro giorno del calendario; e
la vita s'affaccia davanti a noi con i
suoi compiti, con le sue responsabilità. C'inoltriamo ogni giorno in essa e, quel che ci distingue, non è
tanto il nome che portiamo quanto
la nostra fisionomia spirituale. Vaidesi sì, ma innanzi tutto credenti :
uomini e donne che manifestano la
loro fede in Cristo, che non rifuggono dal prendere un serio impegno
di coscienza con Lui.
A questo punto, si deve parlare
di sacrifizio. Ne parlò Gesù Cristo
quando disse con estrema franchezza : « Se uno vuol venire dietro a
me, rinunzi a se stesso, prenda ogni
giorno la sua croce e mi seguiti ».
E il danese Kirkegaard, commentan
do le parole di Cristo, diceva : « C'è
una sola via dalla terra al cielo : seguire il Cristo ; nel tempo e nell'eternità non c'è che una sola scelta,
una sola : scegliere quella via ; c'è
una sola speranza eterna sulla terra :
seguire Gesù Cristo nei cieli ; nella
vita c'è una sola vera gioia : seguire
Cristo verso la vita ».
Tutto ciò ci interessa come cristiani e come Valdesi. Nella vita di ogni
uomo c'è un'ora nella quale, il misurarsi con Cristo e l'ascoltare ciò
che Egli dice, diviene inevitabile, anche per chi ha spesso cercato di evitarlo. Ma, proprio perchè l'ascolto si
traduca in ubbidienza, è necessario
un animo pronto al sacrifizio.
Valdesi, che vi adunate un po' dovunque sotto il segno della ricono
Lasciate che vi dica una parola in
questo tempo che il calendario ecclesiastico qualificò col nome di
« settimana della ' rinunzia ». Non
abbiamo delle reliquie da conservare, ma siamo tutti impegnati in un
unico sforzo affinchè le ragioni profonde della vita, per cui i nostri padri sacrificarono ogni cosa, possano
ritrovarsi arricchite, e potenziate in
noi, nei nostri Istituti, nelle nostre
scuole, nella nostra Chiesa.
Vaia«»»
ricordatevi
della
SETTIMANA d¡ RINUNZIA
14-21 febbraio
scenza a Dio, siate anche sensibili
all'esigenza del sacrifìcio: per voi,
per la dignità della vostra vita, per
la libertà della vostra coscienza, per
i compiti che sono affidati alla vostra Chiesa. C'è una croce che bisogna prendere, che dobbiamo portare, qui ed ora, nella nostra esistenza. C'è un tesoro di fede che bisogna difendere e far fruttare; c'è una
coscienza sulla quale occorre esercitare del continuo la nostra vigilanza onde non si oscuri e non scompaia nel malcostume dilagante; c'è
un servizio che si deve compiere per
l'onore di Dio, anche se ci costa caro, perchè la vita spirituale inaridisce nella grettezza, nella pigrizia,
nella meschinità, nell'amor del denaro e del possesso.
Sì, anche per la nostra Chiesa, occorrono animi disposti al sacrifizio:
animi pronti a servire senza rimpianto e senza rancori, Icon dedizione di
sè ; mani pronte a dare e ad aiutare
la Chiesa con l'offèrta del denaro:
il denaro della « rinunzia » che non
c'impoverisce quando è messo al servizio della fede e della testimonianza cristiana.
Molte volte oggi ci si limita a parlare, a giudicare; 4 si rimane in disparte, a distanza, pur di salvare la
propria situazione, pur di non assumere impegni. f
La nostra Chiesa ha bisogno di
tutti e di ciascuno; e Dio ha bisogno
di noi, della nostra riconoscenza e
del nostro sacrifizio..
Dalla prigione di-Fuscaldo, Giov.
Luigi Pascale « vostro fratello e per
la parola deM'Evangelo nei ferri e
imprigionato » scriveva queste parole ai Valdesi di Calabria il 31 Maggio 1559:
« Essendo adunque l'ubbidienza
l'unico sacrifizio che il Signore ricerca da noi, sottoponendoci al suo santo governo, contentiamoci di abbassare le spalle e di portare pazientemente quella croce che egli ci avrà
apparecchiata. E perchè questo è
impossibile a noi, ricorriamo sempre con le ardenti orazioni a domandare aiuto a colui che ha promesso
di darcelo; acciocché sacrificandoci
di buon cuore al nostro Dio e Padre
possiamo alla fine pervenire a quella eredità celeste, la quale ci è stata
da Gesù Cristo, col suo preziosissimo
sangue, acquistata ».
E siano queste parole del martire Pascale motivo di ispirazione per
il nostro prossimo 17 Febbraio.
Ermanno Rostan
A VOI, RICCHI!
(Efesini 1: 7-10)
No, non si tratta dell’invettiva
dell’apostolo Giacomo contro i ricchi chiusi nel loro egoismo, si tratta della tua ricchezza, caro lettore,
chiunque tu sia. Tu che vai nella
tua vita troppo spesso come un povero, uno sfiduciato, un annoiato,
uno che in fondo non sa che fare
della sua vita, che affronti le tue
lotte, i tuoi disinganni, le tue cadute, come se ti mancasse tutto: il pane, la speranza, l’aiuto, la salvezza.
Eppure sei ricco, ma non lo sai,
0 Filai dimenticato. Sei ricco perchè
ogni giorno il Signore ti offre con
pazienza e con amore tutto ciò che
ti ti necessario, facendoti conoscere
” il mistero della sua volontà ” che
è la salvezza tua e dei tuoi e di tutti
1 credenti. Sei ricco di tutto ciò che
il Signore ha fatto da sempre per il
nostro popolo ed anche di tutta la
fedeltà con la quale chi ti ha prece
dato ha servito il Tuo Dio. Se vuoi
ricordare qualcosa, se vuoi celebrare il fatto veramente importante per
tutta la nostra storia, sia essa quella
di ieri oppure quella che tu stai scrivendo oggi, ricordati che sei ricco e
sappi dimostrare di esserlo. Altri
menti giustificherai una volta ancora le parole amare che Felix Neff
pronunciava verso la metà dell’800,
riferendosi ai valdesi: ” essi — di
cevu — calpestano indegnamente.,
il .sangue e la cenere dei loro avi
mentre il nome di questi ultimi, co
me un fantasma, come la santa om
bra di un corpo che non è più, coni
muove ancora a loro favore le Ghie
se più lontane ”!
Il Signore ti ricorda oggi che nes
sulla persecuzione, nessuna difficol
tà, nessun isolamento, nessuna po
vertà, nessuna intolleranza religiosa,
hanno potuto o potranno separarti
dalla vera vite che è Cristo. Ma ti
ricorda anche che il tralcio muori
se si separa dalla vite che fa scorre
re in lui la linfa vitale. Si tratta
dunque per te di vita o di morte.
Poiché il Signore, nella sua mi.seri
cordia, ha voluto permettere che tu
sia ancora uno dei suoi tralci, non
vivere più come chi non ha ricevuto
abbastanza ma come chi è pieno di
vita, di forza e di speranza, perchè
Gesù Cristo ha afferrato la sua vita.
Amen.
Giovanni Conte
17 Febbraio 1960
Non è — ma potrebbe anche essere — un corteo del XVII Febbraio
Sono candide cuffie e giovani
L'avanguardia di uomini e donne
Che portano nel cuore una certezza ed una speranza
Nella « piccola patria » Dio ha chiamato e richiamato i Padri alla testimonianza deM'Evangelo
E cacciati, sono tornati
« Per fortuna »
I Padri che furono deboli ed infedeli
Strumento nelle Sue mani
Come i figli
E ce ne sono ancora
Nella « piccola patria »
« Per fortuna »
Ora e sempre. CI.
Il cerchio intorno alle Valli
1560: Visite illustri - Una disputa famosa
L’anno 1560 fu per i Valdesi delle
Valli molto triste e diflacile; a poco a
poco i confratelli sparsi per tutto il
Piemonte subivano una pesante repressione ed alla fine dell’anno la minaccia che incombeva nell’aria si con.
cretava nell’apparizione di un esercito armato deciso ad eliminare l’eresia valdese.
Un duca tigin
alla Chiesa
Come ogiiuno sa, Emanuele Filiberto rientrò nel 1559 noi suoi domini rovinati e dovette intraprendere
una lunga opera di riassetto militare,
economico, amministrativo, che egli
d’altra parte affrontò tenacemente e
coraggiosamente, tanto da meritarsi
l’appellativo di Testa di Ferro. Tra
le altre preoccupazioni, anche quella
della dissidenza religiosa lo impensierì fin da principio: infatti il Piemonte era stato invaso da molti anni dalle idee eretiche, e grossi nuclei
di Riformati si trovavano dovunque;
a Torino stessa vi era una piccola
comunità evangelica. Emanuele Filiberto, pur avendo sposata Margherita di Francia, notoriamente favorevole alla Riforma, era ligio assai alla
Chiesa, e non soltanto per ragioni politiche, ma per intima convinzione:
e d’altra parte a quel tempo il concetto della uguale religione del Principe, della Stato e dei sudditi era ben
/alido.
Ragione per cui non è da meravigliarsi se a! 15 febbraio 1560 egli emanava da Nizza un editto' repressivo,
a cui seguirono poi molti altri, in cui
si vietava a chiunque di andare ad
ascoltare i ministri eretici delle Valli ; la pena minacciata era assai grave, trattandosi di « cento scudi d’oro
per la prima volta, e della galera perpetua per la seconda ». Il nostro Ema.
nuele Filiberto era già stato troppo
a contatto con gli Spagnoli, si direbbe, e la sua minaccia ricorda appimto le spagnolesche gride del ’600: senonchè l’enormità della pena dimostrava per lo meno l’intenzione del
sovrano, e inoltre l’editto aggiungeva
l’arma più perfida, a cui sempre ricorrono i governi deboli: veniva infatti prom.essa ai delatori «un terzo
delle pene pecuniarie imposte».
zo, Racconigi, Savigliano, Cuneo Avigliana, Ivrea, Biella e molti altri, sulle cui vicende, rese note dagli studi
accurati di Jalla e Pascal, non possiamo qui soffermarci. Basterebbe dire che il Piemonte era effettivamente invaso di eretici, e constatare che
la cosa era spiegabilissima, dato l’enorme disordine ed immoralità che
regnava nel clero cattolico, come ha
dimostrato recentemente una poderosa opera di don Grosso. Se la violenza delle persecuzione (e non solo del
1560, ma ancora degli anni successivi, perchè l’idra eretica sempre rinasceva con qualche testa!) non avesse
posto fine alla dissidenza, certo buona parte del Piemonte sarebbe rima
sto protestante.
Ricorderemo soltanto che a Carignano si accese il rogo riservato agli
eretici per una nobile coppia, Giovanni e Maria Maturino: essendo il marito imprigionato, la moglie lo andò
a visitare in carcere, e alla presenza
dei giudici e dei commissari, lo esortò caldamente a perseverare nella sua
fede. Anzi, ella stessa fu convinta di
eresia, e chiese come estremo favore
di essere condannata insieme col ma
rito. Salirono il rogo sulla Piazza della cittadina il 2 marzo, e dice la ero
naca che all’ultimo ancora la moglie
incoraggiava il marito dicendogli :
« Sta di buon animo, fratello, hor bora saremo alla vita eterna ».
Nè si ricorreva al rogo soltanto:
confische, multe e bandi rientravano
nel sistema adottato dai commissari
che Emanuele Filiberto aveva apposta nominato, e che andavano « inquisendo » in tutto il Piemonte. Molti riformati, abbandonando ogni cosa (il tutto poi era confiscato) fuggivano riparando nell’ospitale Ginevra,
sempre pronta ad accogliere gli esuli :
ricordiamo qui, tra le centinaia, i nobili Della Riva di Vigone, i cui discendenti nella città del Temano han,
no occupato posti di primissimo piano.
Le 1/alli
11 Piemonte Riformato
Vengono così in luce in quei primi
mesi del 1560 i nomi dei paesi del
Piemonte dove esistevano nuclei di
eretici: Carignano, Vigone, Pancalieri, Villafranca, Asti, Mondovì. Saluz
Non molto tranquilli erano i Vaidesi delle Valli, intanto che le nere
nubi si addensavano sul loro orizzonte. Essi erano da poco saldamente or
ganizzati, e in certe parrocchie, come
Angrogna. Villar, Bobbio, la popola
zione era completamente Valdese.
Per il momento i nemici più vicini e
diretti erano i Trucchetti, signori di
Perrero, i monaci dell’Abbadia ed i
signori di Lusema: gli uni e gli altri
erano più avidi di impadronirsi dei
(continua in 3" pag.)
2
pag. 2
L’ECO DELLE VAlXt VALDESI
12 febbraio 1960 — N. 7
SI prepara
il XVII Febbraio
in Val d'Angrogna
Angrogna, febbraio.
11 corteo patriottico di Angrogna, in
occasione dell’anniversario dell’Emancipazione, ha una caratteristica tradizionale
unica in tutte le Valli Valdesi. Esso risulta dal confluire di due distinti cortei,
sul confine divisorio delle parrocchie del
Capoluogo e del Serre, al ponte del torrente Vengie. I due cortei, dopo essersi
fusi, procedono fino al vetusto tempio del
Capoluogo — eretto nel 1555 — per la
cerimonia commemorativa tradizionale,
che ha il suo fulcro in una cerimonia storica e sentimentale.
A Poraaretto, in vai Germanasca, esiste
pure la tradizione di due cortei: l’uno
proveniente dall’Inverso e l’altro dal Capoluogo. Ma si tratta di due cortei composti di fedeli di una sola e stessa Parrocchia. Ad Angrogna, invece, da quando
il territorio angrognino è stato diviso in
due distinte comunità, con proprii culti
e proprio pastore, si tratta di due cortei
rappresentanti due parti diverse del Vallone: le due comunità che, in antiquo.
avevano pure due distinti ingressi nel
gran Tempio: i fedeli del Serre dall’ingresso laterale, i fedeli del Capoluogo
dall’ingresso principale. Oggi, naturalmente, questa distinzione alquanto... razzistica
non esiste più. E’ invece rimasto, ed è
stato reso più significativo dallo sdoppiamento della parrocchia angrognina, il doppio corteo. Segno dell’unione viva dei
cuori, d’gai e d’iai dar Vengie. Il Vallone
di Angrogna non sarà mai il teatro di
competizioni ecclesiastiche a base di ridicoli campanilismi !
(A proposito di campanile! E’ pur vero
che l’unico campanile valdese del Vallone è quello del tempio del Serre. Quelli
del Capoluogo, sinceramente, lo invidiano un pochino! Come del resto non mancano di far notare che il territorio del
Serre è « storicamente » più fortimato : vi
è infatti il celebre Campo Foraneo, volgarmente conosciuto sotto il nome di
Chanforan. Ma, in compenso, il Capoluogo può ancora esibire la sua Peira dia
Rasoun, la pietra della ragione, su cui il
giudice locale, in antico, dettava le sentenze per dirimere i conflitti gimidici
di proprietà).
Campanili e monumenti archeologici a
parte, quest’anno, con il corteo dell’Emancipazione, un nuovo gesto di simpatia
stringerà insieme le due parrocchie. Verrà dato un nome alla piazza del Presbiterio del Capoluogo (piazza che è di proprietà della Parrocchia). Il nome a cui la
piazza verrà intitolata, con una breve, impressiva cerimonia, poco prima deÌl’entrata del corteo nel Tempio, è tratto —
e non poteva essere altrimenti! — dalle
vecchie glorie valdesi, ed è quello del
maggiore Pierre Odin, già « comendabile »
e sindaco di Angrogna, eroe del Glorioso
Rimpatrio e compagno di Arnaud. Il maggiore Pierre Odin, per dirla con terminologia odierna, sarebbe stato oriundo della
Parrocchia del Serre (se questa fosse esistita già separata fin d’allora) ; ed è significativo che i due Pastori attuali di Angrogna si siano subito trovati d’accordo
perchè il benvenuto valdese ai forestieri
che salgono nella bella stagione su a San
Lorenzo (cosi si chiama amministrativamente la frazione del Capoluogo) sia loro
dato, stavolta, da un Angrognino della
frazione del Serre!
Questo Pierre Odin fu per lunghi anni
sindaco di Angrogna. Le virtù civiche de
gli angrognini non sono una novità, non
solo per il Vallone, ma anche fuori. Oggi, essi sono ben fieri di contare tra i loro
concittadini perfino un generale degli Alpini! Forse, un giorno, qualcuno scriverà
la storia dei sindaci di Angrogna: come
queU’Fiienne Bertin, strenuo difensore
della fede riformata e facoltosissimo proprietario, anche lui sindaco per molti anni, e quindi divenuto, nei tempi dell’amaro calice, autorevole intermediario fra le
autorità fiscali piemontesi e i proprietari
cattolici che dal piano venivano su a cogliere, fino a Pra del Torno, il frutto non
meritato delle secolari fatiche dei perseguitati... La storia di questo Etienne Bertin, magistralmente descritta dallo storico
Giovanni Jalla, aspetta di potersi inserire
nella storia dei sindaci di Angrogna, che
costituiscono una serie ininterrotta di savii, onesti e pii amministratori della cosa
pubblica, apprezzati com’è doveroso dalla
stessa minoranza cattolica, e che ci auguriamo, per il bene di tutti, non abbia mai
a venir sospesa.
Quest’anno, il culto del XVII febbraio
a Pra del Torno, sarà spostato alla domenica successiva 21 febbraio. A beneficio
la chiesa e i problemi
delFeini|razione
GINEVRA. — In una riunione speciale
(11-13 genn.) alla sede centrale del Consiglio ecumenico, la commissione che dirige gli studi ecumenici sui vasti problemi dell’emigrazione internazionale e della
responsabilità delle Chiese a tale riguardo,
(vi sono gruppi di studio in Germania,
Austria, Canada, Danimarca, Francia, Stati Uniti, Grecia, Norvegia, Paesi Bassi e
Regno Unito) ha udito un rapporto sui
lavori dei vari gruppi nazionali. Questi,
formati di dirigenti ecclesiastici e d’esperti, hanno un vasto campo da esplorare:
motivi dell’emigrazione, problemi degli
emigranti che vogliono tornare nei loro
paesi, fattori sociali, economici e sociologici d’integrazione, compreso il posto che
può avere la fede personale dell’immigrante nella riuscita o nell’insuccesso del suo
riadattamento. S.OE.P.I.
del Centro? Sì, ma— attenzione! Sembra
che, tempo permettendolo, tutto il corteo
e le cerimonie relative (con il tamburino
in uniforme in testa), verrà ripreso cinematograficamente. La presenza dei due
Pastori sulla destra e sulla sinistra del
Vengie è dunque necessaria per il perfezionamento del rito! Ma la domenica successiva, a Pra del Torno, i Valdesi del1 alto Vallone saranno anche essi eternati
nella pellicola di celluloide (sempre con
il permesso del tempo!). Si avrà così una
documentazione completa e totale, per la
legittima soddisfazione di tutti. Non resta
quindi che augurarci reciprocamente... il
rieló azzurro sui pendii candidi di neve,
alle falde del Cornour e del Roux, i numi tutelari delle nostre popolazioni!
E il discorso, qui, sarebbe finito se non
si dovesse aggiungere che un’àgape fraterna riunirà, alle ore 13, coloro che vorranno trovarsi insieme alla tradizionale
mensa del XVII; che alle ore 15 sarà inaugurato,^ nella Scuola Grande, un misterioso
aggeggio destinato principalmente alla
gioventù, che alle ore 16 vi sarà la proiezione (gratuita) del film «Dio ha bisogno
degli uomini » (con attori e soggettisti
protestanti) ; e che alle ore 20, i giovani
dell’Unione dei Jourdans faranno tutto
il possibile perchè la giornata si eonchiuda in bellezza.
Ah, già dimenticavamo i fuochi di gioia
della vigilia. Dai colli torinesi di Superga, se la notte sarà limpida, si potrà vedere la luce accesa, verso le ore 20, alle
Bariole! Ma il girotondo vorticoso intorno ^ al falo, i canti giovanili, angrognini
carissimi, li vedremo e li udiremo solo
noi, del posto! A la brual r. b.
-, .
Un corteo del 17 Febbraio
UN LIBRO DI 250 ANN! FA
Chi fu l'autore della « Histoire
de la Glorieuse Rentrée»?
L’opera, in 12«, consta dì nng. Dedica alla Regina Anna, di 30 pagine,
di una Prefazione, di 32 pagine, e
della parte storica vera e propria, di
407 pagine, che porta il titolo «Histoire remarquable de la guerre des
Vaudois, et de leur rétablissement
dans leur patrie» e che comprende
una conclusione di 11 pagine.
Questa I edizione dell’opera faziosa che illustra il Rimpatrio dei Vaidesi nel 1689 e le lotte da essi sostenute per rioccupare e quindi per
mantenersi nelle valli natie, è stata
successivamente tradotta in olandese, inglese e tedesco, mentre non ha
ancora avuto, purtroppo, la sua traduzione in lin^a italiana.
Alla la edizione del principio del
XVIII secolo, ne sono seguite altre
tre nel secolo successivo: ima nel
1846. Neufchàtel, presso Attinger, con
una prefazione di P. de Rougemont;
un’altra nel 1879, a Ginevra, da Fick,
con appendice e carta; finalmente
una terza nel 1880, a Pinerolo, da
Chiantore e Mascarelli, con prefazione di P. Lantaret. appendice e
Tutte queste edizioni non hanno
fatto che seguire la edizione «princeps» del 1710, modificandone esclusivamente la pimteggiatura, l’accentu^one e la ortografìa, per renderne
più agevole la lettura e pertanto la
divulgazione.
Bisogna aggiungere che della prima edizione, oramai rarissima, sono
state fatte due tirature, o per lo meno, ad un certo numero di copie si è
sostituito la dedica alla regina Anna
d’Inghilterra, di pagine 30, con altra
al principe Eberardo Luigi, duca del
Württemberg, di sole sei pagine: firmate quest’ultime semplicemente da
« le très bumble. très obéissant et
très fìdèle serviteur ARNAUD», mentre la più ampia e più elogiativa lettera dedicatoria alla regina Anna era
sottoscritta « dall’umilissimo, obbedientissimo e fedelissimo servitore
HENRY ARNAUD, Pasteur et Colone! des Vaudois ».
Questa duplice dedica fu un tributo fin troppo palese che l’Arnaud pa
gava al suo secolo, il quale non vedeva alcun male in questo strano
modoi di procedere, unicamente volto ad ottenere i massimi vantaggi
pecuniari possibili dalla propria opera di scrittore col dedicarla, (in altri
casi successivamente, in questo caso
limite contemporaneamente) a due
personalità illustri e potenti, verso
le quali Enrico Arnaud aveva più di
un debito: di profonda riconoscenza.
Alle quattro edizioni della « Histoire de la Glorieuse Rentrée » or ora
ricordate, bisogna aggiungere la pubblicazione avvenuta nel 1913, ad opera della Società di Storia Valdese,
nel suo Bollettino n. 31, di un preziosi.ssimo MS intitolato : « Histoire
du re tour des Vaudois en leur patrie
après un exil de trois ans et demi »,
che il presentatore ed annotatore, lo
storico Giovanni Jalla riteime, do
po un minuzioso esame comparativo
con le edizioni precedenti, opera la
cui redazione deve essere attribuita
ad Enrico Arnaud (Bell. N. 31, p. 4).
Il quale Arnaud avrebbe dato una
250 anni fa, a Ca.ssel, si pubblicava l’opera ben nota dal titolo magniloquente: «Histoire de la Glorieuse Rentrée des Vaudois dans leurs
Valées, où l’on voit une troupe de gens, qui n’a jamais été jusqu’à mile
personnes, soutenir la guerre contre le Roi de France et contre S.A.R. le
Duc de Savoye; faire tête à leur armée de vingt deux mile hommes:
s’ouvrir le passage par la Savoye, et par le haut Dauphiné: batre plu
sieurs fois les enemis, et en fin miraculeusement rentrer dans ses béri
tages, s’y maintenir les armes à la main, et y rétablir le culte de Dieu,
qui en avoit été interdit depuis ; trois ans e demi. Le tout recueilli des
memo^s, qui ont été fidèlement faits de tout ce qui s’est passé dans
cette guerre des Vaudois, et mis au jour par les soins, et aux dépens de
Henri Arnaud, Pasteur et Colonel des Vaudois ». MDCCX.
forma letteraria alla relazione del
tenente Francesco' Hue, facendovi numerose modifiche ma senza grande
importanza. In generale, dice il Jalla, si sente nella edizione del 1710
una maggiore preoccupazione di ciò
che potrà dire il gran pubblico vi è
attenuata la crujiezza di certe espressioni ed anche c|i certe azioni, vi so
no incomprensibilmente soppressi
certi particolari) caratteristici, mentre d’altro lato' vi sono aggiunte partecipazioni del ministro Arnaud in
episodi che la relazione dello Huc
avrebbe lasciato anonime od attribuite ad altri, eòe.
In quanto alla data di composizione del testo pubblicato per la prirria volta nel 1913, il prof. Giovanni
Jalla supponeva che l’Arnàud «probabilmente richiesto dai suoi amici
stranieri di raccjontare la spedizione
di cui era stato l’organizzatore ed il
capo effettivo»., avesse composto il
suo lavoro ira il 1686 e 98, portandosi il MS nel sqo secondo esilio del
Württemberg, dove però non avrebbe potute, per le molteplici ed impegnative attività, in favore dei suoi
fratelli, darlo alle stampe che nel
1710. Ed aggiunge, il nostro storico,
che la redazione dell’opera doveva
essere press’a poco finita prima della
sua uscita dalle Valli, o comunque
prima del 1700, desumendolo dai riferimenti ad alcuni personaggi che
scomparvero dalla scena politica appunto in quegli anni.
Bisogna aggiungere infine che il
MS manca purtroppo di un quader
no corrispondente a circa 38 pagine
manoscritte, sulle 228 di cui si compone il predetto MS, di proprietà
della Società, ben rilegato e di una
bella e chiara scrittura che non è
certamente quella di Enrico Arnaud.
quale risulta dalle lettere originali
Diciassette anni dopo però, il prof.
Jalla, in un articolo apparso su
« L’Echo des Vallées » del 17 genn
1930 e dal titolo « François Huc et
Henri Arnaud», modificava il suo
giudizio precedente, attribuendo la
compilazione della « Histoire » pubblicata dalla S,é.V. nel 1913 al « teologo ginevrino Minutoli ». che Arnaud aveva pregato di essere lo sto
rico della sua impresa: come si ricava, senza dubbi di sorta, da una let
tera, in da,ta 15 die. 1690, del Minutoli stesso ai suo amico Bayle, il celebre storico e teologo del xvil« secolo, lettera, che il prof. Jalla aveva
in parte pubblicata su « L’Echo » del
39 luglio del 1929 e nella quale si leggono le seguenti chiare parole : « La
prévention d’amitié a porté M. Arnaud déterminément que je fusse son
historiographe, et je puis vous assu
rer que je tiens cette commission à
plus de gloire que si j’étais chargé do
décrire les exploits de Charlemagne
ou de Charles Quint ».
Ma se il testo dell’edizione del 1913
non è di mano dell’Amaud, la sua
opera di storico del Rimpatrio va ridotta invero a poca cosa, e cioè :
a) alla lettera dedicatoria alla regina Anna d’Inghilterra (30 pp.), nella quale, a.nnunciando la pubblicazione del « secondo libro di questa
storia» (mai avvenuta), mette sotto
la di Lei protezione il primo libro,
« composé sur les mémoires de deux
hommes de lettres, dont l’un est vaudois et l’autre français, lesquels
avaient ordre de marquer jour par
jour tout ce qui se passait de plus
considérable au sujet des Vaudois,
lorsqu’ils traversèrent les plus hautes montagnes de la Savoye. pour
s’en retourner en leur patrie » ; e sottolinea come il popolo valdese sia
stato meravigliosamente protetto da
Dio in tutta la sua storia, e specialmente nella lotta contro la Francia
diventata quasi dominatrice in Europa, se non fosse sopravvenuta la
Gran Bretagna a rintuzzarne la prepotenza.
Come s’è detto, in un’altra tiratura Enrico Arnaud dedica con lettera
di sole sei pagine, al principe Eberardo Luigi duca del Wurttemberg,
il suo libro scritto « dans un stile
tout naïf et très naturel », nel quale
ricorda le meraviglie del Cielo compiute in favore dei Valdesi, cui Egli
ha provvidenzialmente concesso generosa protezione, ospitalità e riposo
Ji coscienza.
b) ad una prefazione di 32 pagine,
sciitta per ricordare sommariamente, assieme alla antichità della Chiesa Valdese, le principali persecuzioni
che essa aveva subito nei secoli precedenti, sottolineando l’ultima, quella
del 1686, imposta dalla Francia, la
successiva resa a discrezione del Vaidesi ed infine l’esilio del 1690 e la
dispersione della popolazione valdese di Pragelato nei vari stati della
Germania.
c) a una dozzina di pagine conclusive per insistere sulla verità dei fatti narrati e per mettere in evidenza
la protettrice mano di Dio. in tante
circostanze operante a favore del po
polo valdese, sia nella guerra contro
Francia e Savoia, sia durante 1 lunghi mesi deU’assedio a Balsiglia.
d) a numerose modifiche fatte al
testo del Minutoli per attenuare la
crudezza di certe espressioni e per
viemmeglio far risaltare il valore militare dei suoi uomini e la propria
accortezza in campo tattico e politico. T. P.
ESERHIII DELLA SALVEZZA
Torre Pellice
Cordiale invito è rivolto alla citladinan/a a prender parte all’adunanza di
henveniilo del nuovo Capo dell’Esereito
della Salvezza per Fltalia, Colonnello Paul
Tzaut e Signora: Domenita 21 p. v. ore
10 e ore 17 nella sala di Piazza Muston.
Il Colonnello Tzaut è nipote del fu
Commissario Albin Peyron che tanta parte ebbe nella evangelizzazione della Fran(-¡a e della Svizzera, e che diresse, cinquanta o sessant’anni fa, missioni di Salvezza in Torre Pellice. In molti torresi,
dei più anziani, il suo ricordo è ancora
in benedizione. Magg. Calzi.
7 giorni
GIOVEDÌ’ 4
Mentre la stampa consacra le colonne
della prima pagina alla avventurosa vita
del ministero M lazzo, ohe comincia a
risentire i contraccolpi di un’azione combinata della destra conservatrice e clericofascista con il centro democristiano, un
certo rilievo viene dato da alcuni ad un
discorso del Primo ministro inglese A.
MaomiUan. (Jnesti parlando al Parlamenin
sud-africano, riunito in seduta straordinaria a Città del Capo, è uscito dal trad'zionale riserbo delle visite ufficiali; ha preso
apertamente e coraggiosamente posizione
contro la politica di segregazione razziale
del governo sud-afr‘cano. Gelido silenz'o
sui banchi governativi.
VENERDÌ’ 5
Il Presidente della Repubblica parte per
Mosca. I problemi di politica interna hanno il primo posto. Non si riesce ancora
a valutare esattamente la portata della crisi
Milazzo Si parla di slittamento a destra
e si guarda con preoccupazione all’involnzione nazionalista della democrazia-cristiana austriaca.
SABATO 6
In Francia De Gaulle sembra dee so a
procedere neUa normalizzazione dei rapporti tra Francia ed Algeria, nel quadro
da lui precedentemente definito; ha ]noceduto ad un rimpasto ministeriale; ha
preso provvedimenti disc'plinari (ontro i
rivoltosi e si è attirato Popposizione di
Souslelle, il quale era, fino a poco temjio
fa, uno dei suoi più fedeli collaboratori.
1-n attesa della Conferenza al vert ee, la
guerra fredda ha ceduto il posto ad azioni i
diplomatiche a largo raggio. Co.sl i paesi ¡
comunisti hanno offerto un patto ili noi; j
aggressione ai paesi aderenti alla Nato o I
gli Stati Uniti hanno respinto Toflerta.
DOMENICA 7
La stampa riferisce le accoglienze nm- 1
scovite al presidente Gronchi. Abbondano I
per ora solo le note di colore: a Resiùrara
regolarmente .senza sforzo, come appari va
dalle nuvolette di vapore che gli uscivano
di bocca tutte eguali, fusiformi, per poi
arrotondarsi nel salire verso il cielo ». Evidentemente le iposisibilità di un inconlio
tra Est e Ovest, alle quali aveva accennalo
Gronchi, suscitano tali problemi e destano
ancora non sopite riserve, per cui si preferì sce aspettare e non comprcanettersi.
Previsioni ottimistiche nel campo dellj
vita economica, secondo Vlstituto Naziona- |
le per lo studio della congiuntura. La quasi
totalità delle aziende ritiene di poter mantenere il livello di produzione raggiunto ;
ali'une, anzi, d poterlo superare.
LUNEDI’ 8
La contraiversia sull’autonomia dell’.\lio
Adige toma alla ribalta. 11 cancelliere |
Raab, in un suo radiodiscorso consacralo
in parte alla soluzione di questo problema
che avvelena i rapporti italo-austrìaci i
favorisce il sorgere di esplosioni nazionaliste nei due paesi, ha espre.sso un giudiz'n
favorevole 'SuU’atteggiamento assunto dal
Primo Ministro italiano.
I colloqui moscoviti del presidente Gioii,
chi non rimangono nel vago conformismo
di conversazioni protocollari; in una conversazione durata 3 ore sono stati affronlat; problemi di politica generale. Al cen
tro sembra essere sempre il trattalo di paicon la Germania Occidentale. In un aspro
discorso extra-protocollare, Kru,s(-ev li.i
esposto le sue tesi e manifestato la sua diffidenza per la Germania di Adenauer.
MARTEDÌ’ 9
Al Cremlino nuovo colloquio tli 3 ore:
col Presidente della Repubblica erano Fon. >
Pella e rambas-c.atore d’Italia; con Ivru6(-ev, Vcroscilov e Gromìko. 1 lapponi
italo-russi sono stati al centro di questa
conversazione. Nel pomeriggio visila di
Gronchi alPUniversità, dove gli è stala
confer ía la laurea ad honorem. .Alla radio
il Presidente Gronchi ha rivolto un messaggio ai popoli deirU.R.S.S.
L’Assemblea generale della Confindu.stria ha iniziato i suoi lavori; piresenli
3.Olili ’nd'uslriali, numerose personailità del
mondo politico. 11 ministro Colombo lia
pollato il plauso del Governo. i
A Caracas è stalo scoperto un nuovo ¡
complotto antiigovernativo
I porti argentini sono semiparalizzati da
un’ondata di scioperi. .
MERCOLEDÌ’ 10
E’ stalo pubblicato il testo del comunicato congiunto italo-sovietico, al termine
delle conversazioni moscovite. Esso lestimon'a d' una comune buona volontà in
vista della attuazione di un regime di paci,
fica convivenza. Manca però ogni riferimento ai problemi concreti. La corrispondenza rad ofonicu del redattore italiano da
Mosca è stala nettamente pcssiimlstira.
3
N. 7
12 febbraio 1960
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
pag. 3
SEGI^ALIAMO
Un incontro difficile
...ai nostri lettori, se L’Eco lo ritiene opportuno, il numero 10-11 (ottobre-novembre 1959) della nota (una
volta forse più di oggi) rivista Christianisme social. Al sommario alcuni titoli suggestivi di studi magistrali; Lunik. la science et l’homme: un bilancio fatto da G. Malecot, professore, alla Facoltà di Scienze di Lione; uno
scienziato che in termini severamente
scientifici (e pur limpidi e comprensibili) parla della sua esperienza; « Le
monde de la science est un monde artificiel, statistique et anonyme, un désert métaphysique dont Pascal a décrit
en termes inoubliables le néant existentiel. Mais nous sentdns maintenant
qu'il n'est plus question de revenir en
arrière, que ’’nous sommes embarqu 's” comme dit Pascal, nous devons
traverser le désert; nous avons perdu
Dieu en route, et perdu l’homme aussi [cela va ensemble) ».
Poi; Un monologue de M. ”K”
Monsieur "K" è Kruscev. Si può dire,
fin che si vuole : « Non mi voglio occupare di politica! », ma di Kruscev
tutti si occupano! E’ in buona fede?
Cos’è questa distensione? Una satanica manovra per creare illusioni e sorprendere gli ingenui? Victor Alexandrov, un russo diventato giornalista
francese, analizza l’evoluzione della
politica russa ; « Il est le premier qui
en France ait analysé avec cette pro
fondeur les motifs vrais de la politique du chef de l’U.R.S.S. Celle-ci apparaît comme extrêmement intelligente
et inspirée de rnotifs très humains ».
Con questo c’è di che invogliare il
più esigente e diflfidente lettore. Ma
segnaliamo questo numero in modo
particolare perchè esso contiene un
ampio estratto di una relazione del
filosofo (e cristiano e protestante)
Pierre Burgelin: Rencontre du chrétien avec le marxisme. Si tratta di una
relazione presentata al Sinodo Nazionale della Chiesa Riformata. Abbiamo letto queste pagine con un certo
senso di... invidia. Chez nous, si continua a parlare della scristianizzazione delle masse, particolarmente di
quelle operaie, in modo generico; si
versano pie lacrime; si lanciano appelli edificanti per esortare i sordi, i
periferici a preoccuparsi anzitutto della Parola. Poi si aspetta che le pecore smarrite ritornino!
In Francia si è affrontato il toro per
le corna; « ...Pour nous, il (le marxisme) est la forme accidentelle de la
question toujours posée à l’Eglise, depuis le commencement de son histoire: êtes-vous du monde? Elle concerne l’Eglise et chacun de nous... », anche se ci viene rivolta con un linguaggio molto semplicista, come la ricerca del pane quotidiano.
Cl.
IL PRIMO SINODO
della diocesi romana
C<
Forza
Amici del Collegio»!
Come è noto l'Associazione Amici
del Collegio ha fatta sua una iniziativa del generale Davide dalla : dotare il Collegio di nuovi banchi.
L'Eco della Valli ne ha già parlato: i banchi metallici biposti costano
L. 15.000; quelli monoposto L. 8.000.
Al 31 gennaio i risultati erano i
seguenti: hanno risposto: con 1
banco a 2 posti : generale Davide
Jalla (Ivrea); dott. Alberto Coueourde (Bobbio Pellice); signor Gustavo Tourn (Milano); signor Ernesto Mazzonis (Torino); dott. Guido
Botturi (Torino); signora Losaceo
Varese Elba ( Nyassaland ) ; con 2
banchi a 2 posti : signor Annunziato
Doria (Genova); ing. Dino Olivetti
(Ivrea). In m. del padre Giovanni,
allievo e professore del Collegio:
Dora e Olga Petrai (Lus. S. Giovanni) (un banco a 2 posti).
Su questo argomento il solito
brontolone L. A. Vaimal ci ha scritto
una lunga lettera semiseria in difesa
dei vecchi banchi !
Già 1 Egli osserva : « Tutto sommato le risposte all'appello non sono ancora state molto numerose ; penso che ci sia, sotto sotto, più d'una ragione sentimentale ! Quei vecchi banchi costituiscono dei monumenti scolastici ; sono li da 50 anni e più ! Tarlati, rabberciati, scricchiolanti, sono
sempre lì con i loro chiodi che pazientemente il buon AAorel... rintuzza ogni
tanto. Testimonianza di un passato
che parla con sinistri scricchiolìi e con
liriche, sconsolate o edificanti, e scritte.
L'ho rivisitata l'aula di cui 44 anni
fa varcavo tremebondo la soglia. Ho
sostato pensoso e smarrito : era linda, chiara, con luce al neon : non mi
ritrovavo: ! Poi ho abbassato lo sguardo : ho ritrovato il mio banco ; e
con lui gli altri ! E i nomi anche ho ritrovato : i nomi delia 1° anno..., e dell'anno... ; sbiaditi ma non tutti : già
si conosceva l'arte dell'incisione !
Ho ritrovato incisa ( ma l'ha pagata
la multa?) una profonda sentenza:
« Accasa il figlio quando puoi — e la
figlia quando vuoi », con la firma dell'autore, oggi padre felice di un figlio
e di una figlia !
Più lontano un cultore di enigmistica ha intagliato profondamente un
cuore trafitto da un dardo con 4 iniziali : A. F. S. G.
E qui ritrovo addirittura una lirica
mistagogica (cioè scritta, anzi incisa,
durante la lezione di filosofìa): «Tu
che m'hai preso il cuor — sarai per
me il solo amor» (in tutto 10 versi
d'ispirazione platonica). Trovo il nome del padre ; e trovo anche il nome del fìglio. E' tutta una tradizione
che si vuol gettare nel fuoco distruggitore, sotto la caldaia?... ».
Ci scusi l'amico L. A. Vaimal se lo
interrompiamo : salveremo il ricordo :
raccoglieremo le iscrizioni ; salveremo, anzi, salverete i nomi, voi, cari
amici,: in ogni classe fornita dei banchi nuovi sarà posto un bel quadro
col nome degli ex-alunni, ricordati
col dono del banco nuovo. Così rivivrà la tradizione, e le aule saranno
compiutamente nuove ed accoglienti.
I versamenti si possono fare ai seguenti indirizzi: dott. Enrico GardioI
(Torre Pellice - Torino), presidente
dell'Associazione Amici del Collegio;
o al prof. Teofilo Pons, (Torre Pellice
- Torino) preside del Collegio; il numero del c.c.p. 2-9034.
Grazie ! CI.
Il primo Sinodo diocesano ha avuto luogo a Roma néila settimana dal
24 al 31 gennaio, dopo essere stato solennemente inaugurato dal Pontefice
nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Si è lavorato intensamente e
al termine delle sedute, le costituzioni lette al Sinodo ^no state riunite
in un volume di ben 300 pagine. Tali
costituzioni saranno divulgate verso
Pasqua, dopo l’apprqvazione del testo
definitivo. In esse ci si rivolge soprattutto ai sacerdoti m generale ed ai
parroci in particolàre. Questi ultimi
vengono esortati a¡j curare intensamente la propria vita spirituale, dan
do ai fedeli un esempio di pietà profonda. E’ interessante notare che viene chiesto ai conduttori delle parrocchie di riunire la consulta parrocchia,
le almeno una volta al mese e, ad
ogni modo, in ogni-’occasione che lo
giustifichi. Come è (moto le «consulte » sono formate dai rappresentanti
di tutte le associaziòni ed opere parrocchiali. Non possiamo certo vedere
in questo un avvicinarsi all’attività
di un organismo siriiile ai nostri concistori. Tuttavia non si può negare
che vi è qui un richiamo' alla necss
sita di mettere in qualche modo da
vanti alla sua responsabilità almeno
la parte « impegnata » dalla parrocchia. E, chissà, forse vi è anche il
desiderio di frenare l’assolutismo spi.
rituale ed amminls|rativo del parroco, assolutismo che, jànche nella Chiesa Romana, si vuoi; mantenere entro
certi limiti... ì
Per quel che riguarda gli Istituti
Religiosi, oltre ad alcune disposizioni limitative nei confronti di tutti gli
ordini, anche quelli mendicanti, per
quel che riguarda reffettuazione di
collette o la richiesta di elemosine, vi
è nelle costituzioni del Sinodo romano una certa insistenza nel frenare
una libertà ed autoiiomia troppo spin.
ta dei vardi ordini. ‘Tutti devono sottomettere le regole del proprio ordine
alle disposizioni generali date dalla
autorità ecclesiast^a centrale.
Sui doveri dei laici il Sinodo non
ha detto nulla di essenzialmente nuovo. Senza discussione questi ultimi
devono obbedire alle disposizioni date daH’alto, seguendo in tutto e per
tutto la condotta politica e sociale
tracciata nei vari documenti pontifici. Nessuna apertura è ammessa, nessuna presa di posizione personale e,
in definitiva nessim dialogo (anche
se intrapreso per riportare all’ovile
chi da esso si è allontanato). Il «laico» è, malgrado tutto, sempre considerato un minorenne della fede. Ci
trova consenzienti Tammonimento a
non lasciarsi dominare dalle conquiste scientifiche e tecniche, ma a sottomettere ogni cosa a Colui che è il
Signore nostro e di ogni nostra « conquista ».
Parlando doll’Azione Pastorale i do.
cumenti sinodali ricordano che Roma
in modo tutto particolare, in quanto
sede del vicario di Cristo, deve dare
Tesempio di una fede vivente. Questo
in modo speciale in merito al riposo
festivo, troppo spesso trascurato nel
medo più completo (si tratta evidentemente di un problema bruciante in
tutte le chiese!).
Fra le varie disposizioni ve ne sono
che riguardano la partecipazione ai
culti o l’entrata in templi acattolici.
Vengono qui ufficialmente ribaditi i
divieti di sempre, e fosse pure che
questo dipendesse da una « fastidiosa» attività nostra!
Almeno ufficialmente viene fatto
largo posto alla predicazione ed alla
lettura in italiano del testo del giorno, nel corso della messa. I parroci
devono predicare ad ogni messa domenicale co'n brevità ma con una seria preparazione, aggiornandosi continuamente, anche per ciò che riguarda le scienze profane. Se effettiva
mente si potessero ascoltare delle predicazioni degne di tal nome, nel corso di una messa, si sarebbe già fatto
Oflerte ricevute
per il giornale
fi’Hco delle Valli
liidinoUo Rino 100 — Pons Giovanni
100 — Masgioni Ernesto 2,10 — Steiner
Matilde 100 — Costantino Enrico 200 —
Genre Giuliano 200 — Coisson Guido 100
- Lageard Osvaldo 200 ^ Tron Emanuele
201) — Revel Rolando 200 — Diener Otto
2.10 — Long Attilio 200 — Bosio Edmondo 200 — Pascal Augusto 200 — Ruffino
Bianca 100 — Quercioli Pietro 600 — B»"
rei Guido 200 — Rostan Edoardo 200 —
Dana Giac-mo 210 — Roslagno Emilio 500
- Concorde Bario 200 — Garrou Beniamino 200 - Peyronel Ferdinando 200 —.
Priore Alberto 2l0 — Bartoletti Cornelio
100 — Venturi Irma 200 — Beux Enrico
200 — Giachetti Rosina 200 — Sommani
Ernesto 100 — Vinay Guido 100 -— Morena Bruno 210 — Lanlaret Emilia 200 -Agostinelli Seia 200 — Micol Elisa 100 -Ago.stinelli Umberto 200 — Malanot Emilio 200 — Gay Giuditta 200 — Assaly Coisson Cbentre 300 — Costabello Dino 100 —
Coiicourde Ines 200 — Giorgio Masi 4.000
- Eco Giorgi 210 — Mcnusan Henriette
200 — Vidossich Luigi 210 — Billour Enrico 21ll - Beux Emanuele 210. GRAZIE.
Per il Tempio dì Frali
Edoardo Longo L. 1.000 — Chiesa di
Livorno 10.000 - Cbiesa di Roma, Piazza
Cavour 46.000 — Chiesa di Mantova 10.000
__ Chiesa di Rio Marina 4.000 — Chiesa
di Luserna San Giovanni 46.000 — Chiesa
di Brescia 10.000 — Chiesa di Catanaria
20.000 — Chiesa di Pinerolo 50.000 -Chiesa di Ferentino 2.130 — Chiesa di
Napoli-Vomero 4.900 — Max Eynard 2.000
Chiesa di Reggio Calabria 9 000 - (Ihiesa
di Vallecrosia 20.125 — A. Bounous 10.000
_ G. Invernizzi 5.000 — Chiesa di Susa
jO 000 — Chiesa di Coazze 10.000 — Chiesa'di Trapani 2.700 — Chiesa di Marsala
2 000 — Chiesa di Mazara 450 — Chiesa
d'i Campobello 1.400 - (Ihiesa di Castelvetrano 2.000 — Chiesa di Vittoria 4.000
— Chiesa di Agrigento 5.080 — Chiesa di
Grotte 1.500 - Chiesa di Catanzaro 3.735
- Chiesa di S. Pietro Magisano 2.100 -Chiesa di Riesi 5.300 - Chiesa di Napoli
5]^5 _ Chiesa di laranio 7.000 Ghie
sa "di Campobasso 9.370 - Chiesa di Orsara di Puglia 3.230 — Chiesa di Zurigo
21 300 — Chiesa di Torre Pellice 78.200
Chiesa di Felonica Po 15.000 -- Chiesa di
Cosenza 1.400 — Chiesa di Falerna 760 —
Chiesa di Pachino 5.000 - Chiesa di Avola 500 — Chiesa di S. Germano Chisone
56.365 — Ribet Enrico l.OOO — Baret Emi
lio 200 — Bonnet Maddalena 200 — N. N.
4.000 — In mem. di Pontet Fernanda, le
zie Adele e Lidia 2.000 — Balmas Gustavo ricordando i cugini Edmondo e Enrico Long 1.000 — Pons M. L. in mem.
di Giovanni e Rotta Pons Karrer 2.000 —
Chiesa di S. Giacomo 1.780 — Chiesa di
San Salvo 2.300 — Chiesa di Guglionesi
1.090 — Chiesa di Forano Sabino 6.800 —
Chiesa di Firenze 20.200 — Chiesa di Caltanissetta 4.400 — Nino Lodi lOO — Chiesa
di Venezia 20.500 — Chiesa di Barga 6.630
— Chiesa di Lucca 1.680 — Chic.sa di
Viareggio 3.865 — Chiesa di Pisa 10.435
— Cliiesa di Bari 20.000 — Chiesa di Cerignola 5.000 — Chiesa di Como 23.000 —
A. Costanzo 500 — Chiesa di Pavia 4.100
— Chiesa di Foggia 3.000 — Chiesa di San
Secondo 30.000 — Chiesa di Ferrerò 25.000
— Chiesa di Coralo 5.500 — Chiesa di Roma Piazza Cavour (2 vers.) 2.000 — Chiesa
di Bobbio Pellice 12.000 — Chiesa di Genova 50.000 — Chiesa di Praniollo 20.000
— Chiesa di Torino 242.974 — Chiesa di
Angrogna Serre 4.000 — Chiesa di Villar
Pellice 15.000 — Chiesa di Torino (2 vers.)
5.000.
Totale offerte al 31-1-1960 L. 1.072.113.
un passo avanti, allontanandosi dai
vieti discorsi moraleggianti che troppo spesso sostituiscono la predicazione biblica e la « miracologia » tanto
in voga nel nostro i>aese cadrebbe,
forse, notevolmente in disuso.
Non poche parole sono state s^se,
a Roma, a proposito dell’Istruzione
Religiosa. Anche qui si richiamano
i sacerdoti alla serietà del loro compito ed alla necessità di non trascu
rarlo in alcun modo. Esso si estende
dal catechismo puro e semplice, ail’istruzione nelle scuole, alla direzione
dei « gruppi del vangelo » e di altre
attività volte a conseguire ima buona cultura religiosa. Si incoraggiano
gii insegnanti a servirsi di tutti i
mezzi più moderni, quali libri, giornali, opuscoli, proiezioni cinematografiche, radio, televisione, grammofoni, onde rendere più efficace la lo
ro opera. Si può facilmente comprendere la preoccupazione delle autorità
ecclesiastiche romane per questo
problema, se si tien conto della gran
massa di ragazzi e giovani che vive
a Roma e ohe spesso non è in alcun
modo influenzata dalla Chiesa. Stando ad un comunicato dell’ANSA in
proposito vivono oggi a Roma circa
254 mila fanciulli fra i 6 e i 14 anni
e 216 mila giovani fra il5 e i 21 anni.
Lo sforzo della Chiesa Romana è volto ad «inquadrare» efficacemente le
nuove leve, incanalandole nlele varie
organizzazioni giovanili di obbedienza cattolica.
Nel capitolo riguardante i Sacramenti e Sacramentali vi sono alcune
disposizioni che si rifanno chiaramente al famoso « processo di Prato ».
E’ cioè, in pratica, riconosciuto al parroco il diritto anzi il dovere di definire concubini tutti coloro che si decidessero per il matrimonio col solo
rito civile.
Fermiamoci ancora brevemente sull’argomento: Apostolato dei laici. Si
tratta di tutto quell’insieme di organizzazioni strettamente reli^ose come terzi ordini, confraternite, con
gregazioni mariane ecc. ovvero a carattere più ampio come l’Azione Cattolica. Inutile dire che quest’ultima è
e rimane la vera arma d’assalto della Chiesa di Roma, avendo diramazioni dovunque. Se è vero che l’Azione Cattolica non dovrebbe esercitare
un’azione politica diretta è altresì vero che essa deve tutelare in ogni campo i diritti della Chiesa. Come sappiamo, in forza delle prerogative che
quest’ultima si attribuisce, questi diritti sono, vorremmo dire, ogni giorno più ampi. Ogni problema di vita
spicciola deve o dovrebbe essere affrontato e risolto dall’Azione Cattolica, in conformità alle norme eccle
siastiche. La tutela del costume cristiano, la denuncia delle offese alla
morale, la propaganda della stampa
cattolica, l’avviso ai genitori delle buone o cattive proiezioni cinematografiche e trasmissioni radio (ma cos’è,
salvo il Culto Evangelico, che alla
Radio un buon cattolico non può sentire?) sono alcune delle preoccupazioni dell’Azione Cattohea.
Dopo questo rapido giro d’orizzonte delle ultime decisioni romane vien
fatto di chiedersi : c’è qualcosa di
nuovo? Crediamo di no. Vi sonoi, certo molti sforzi rispettabili per far conoscere l’evangelo ma la mentalità è
ancora quella di una grande parrocchia il cui parroco, patemalisticamente, bonario, tiene tutte le redini e le
tiene ben strette. Non diciamo però
questo con senso di superiorità, perchè anche noi, pur sfuggendo in gran,
de misura al pericolo della centralizzazione, non sfuggiamo disgraziatamente sempre ad una mentalità da
parrocchia.
Abbiamo ancora molto da fare per
migliorare la nostra vita ecclesiastica. Ma quello che più preme è che
tutti, nelle nostre chiese, abbandoni
no l’abito del parrocchiano per assumere quello di membro del Corpo di
Cristo, ohe è qualcosa di ben più grande di una parrocchia, romana o meno. Giovanni Conte
Il cerchio
intorno alle ¥alli
(segue dalla 1« pag.)
beni dei loro sudditi e di avere la loro parte di confisca, che desiderosi di
trasformarsi in missionari, e specialmente i Trucchetti più di una volta
scesero a lotta con i loro contadini.
Fa eccezione fra tutti il conte Carlo
di Lusema, di cuore generoso e di
animo aperto, che a più riprese par
teggiò per i suoi sudditi ed intercedette per loro.
Filippo di Racconigi, cugino del Du.
ca, inviato alle Valli a vedere come
stava la situazione, giunse a Luserna
un venerdi di aprile, ^omo di mercato, e tra lo stupore di tutti, si recò
al Ciabas ad ascoltare la predica del
Pastore Scipione Lentolo : chiese di
poi una confessione di fede ai Val
desi, ed essi gliela presentarono traducendo letteralmente quella dei Riformati di Francia dell’anno prima
Il che sta anche a dimostrare che
fino a quel tempo i Valdesi non avevano avuto tempo di occuparsi trop
po di questioni teologiche, impegnati
come erano in questic-ni di ordine
pratico. La confessione di fede non
fu poi naturalmente accolta, ma intanto il pastore di S. Germano, il
francese Jean Lauversât, fu condan
nato al rogo.
Non erano d’altronde che le avvi
saghe di più severe misure; però si
cercò prima di convincere i Valdesi
dei loro errori.
Si tratta del famoso Antonio Possevino, uomo celebrato dalla Chiesa,
e che nel 1560 aveva appena 27 anni :
era consigliere del Duca, e sinceramente convinto che i Valdesi si potevano convertire con facilità. Il 26 luglio di quell’anno 1560 egli si presentò «nel COVO' dei lupi», al Ciabas, seguito da gran codazzo di nobili e di
autorità, nonché dal notaio che doveva redigere il verbale della disputa ;
infatti si trattava di fare una disputa
teologica, coram populo, con il pastore Scipione Lentolo. Della disputa ci
sono rimaste due versioni, una valdese ed una cattolica, recentemente
esaminate da uno storico gesuita,
Raffaele de Simone, e come succede
in simili occasioni, non si sa di chi
fosse la vittoria. Naturale: da una
parte il dogma che non si discute
perchè verità assoluta, dall’altra la
libera interpretazione della parola di
Dio! Sicché, «alzatisi in piedi, ci voltarono le spalle e se n’andarono via
borbottando senza neanco dirci addio ». racconta il Lentolo.
Vale la pena però sottolineare l’a
spetto principale di questo episodio;
la popolarità delle dispute teologiche
(vi assisteva gran gente), e la presunzione che bastassero le parole a
risolvere una crisi ormai profonda come quella di quei tempi.
Non la risolsero nemmeno le violenze, che poi seguirono di lì a poche
settimane.
Augusto Armand Hugon
Tipografia “Subalpina,,
Torre Pellice
In conformità od a termini del regolamento del prestito Obbligazionario sono
state sorteggiate per il rimborso le sottonotate Obbligazioni; i possessori delle
quali potranno presentare i titoli per il
rimborso presso la Sede sociale:
Titoli da 1 Obbligazione : nn. 42 - 69 84 - 92 - 123 - 127 - 128 - 129 - 142 - 173 197.
Titoli da 2 Obbligaz.: nn. 206 - 211 ■
214 - 215 - 221 - 226 - 230 238 - 244 - 248
- 277 - 284 - 285 - 290 - 291 - 296 300 306 - 307 - 308 - 328 - 335 349 - 351 - 356
- 358 - 377 - 380 - 587 - 393 - 394 395 416 - 421 - 422 - 423 - 424 425 - 453 - 460
- 472 - 473 - 474 - 485 - 486 - 506 508 525 - 541 - 571 - 613 - 652 654 - 764 ■ 836
- 839 - 952 - 1050 1131 - 1161 - 1177 1241 - 1300 - 1302 1305 - 1306 - 1322 1325 - 1326 - 1331 1332 - 1333 - 1334 1335 - 1336 - 1337 1338 - 1339 - 1382 1454 - 1531 - 1540 1575 - 1679 - 1684 1687 - 1731 - 1788 1845 - 1872 - 1874 1878 - 1936 - 2016 - 2043 - 2114 - 2156 2193 - 2194 - 2200.
Titoli da 10 Obbligaz. : nn. 2201 - 2273 2288 - 2347 - 2369 2389 - 2468 - 2476 2485 - 2488 - 2488 - 2494 - 2512 - 2530 2542 - 2558 - 2561 2566 25 69 - 2570
2578.
Titoli da 20 Obbligaz.: nn. 2591 - 2609
2629 - 2661 - 2670.
L05EBNA S. 6I0VAHHI
Ricordiamo il culto al mattino; il
pranzo alle 12,30; la sera i nostri gio
vani rappresenteranno Sangue Valdese, che verrà ripetuto domenica 21
alle ore 14,30 e 21. Prenotarsi per il
pranzo tempestivamente: prezzo Lire 700.
La famiglia del compianto
Paolo Baret
ringrazia vivamente il dr. Peyrot. i
Pastori Corsani e Bouchard nonché
il personale dell’ospedale di Pomaretto, i vicini che hanno reso un fraterno servizio nella luttuosa circostanza
Cianavasso (Inverso P.)
« Bene sta, buono e fedel servitore, entra nella gioia del
tuo Signore».
Riccardo Zeni
Pastore Evangelico
Chiavari, Corso Colombo 20
3 febbraio 1960
Nel dare notizia della dipartenza
del past. Riccardo Zeni, esprimiamo
ai suoi familiari — ed in particolare
al figlio dott. Ugo, membro della Am
ministrazione della Chiesa Evangelica Valdese — la nostra solidarietà di
credenti, fiduciosi nelle consolazioni
del Signore.
4
Novità alla Claudiana!
I BAMBINI DI PRATOFIORITO (Lire 200) L Eco
L'Eco delle Valli Valdesi
Novità alla Claudiana!
VIRGILIO SOMMARI
PROFETI E PROFEZIE
DELLA BIBBIA (L. 600)
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
ANGROGNA (Capoluoao)
XVII Febbraio - Domenica 14, il culto,
segu'to dalla celebrazione della Santa Cena, sarà dedicato alla commemorazione an
niversaria della Emancipazione. Vi prenderà parte il Coro Valdese, con un canto
di occasione.
Le altre manifestazioni della settimana
sono ricordate in altra parte del giornale,
in una corrispondenza speciale.
Sport ■ Non accade spesso di trovare nella cronaca ecclesiastica delle note di sport!
Dobbiamo, eccezionalmente, menzionare
le smaglianti vittorie ottenute dai nostri
giovani sciatori, sotto rinsegna dell’Unione Sportiva Angrogna, in due successive
domeniche: a Frali, per il Triennale Trofeo Caduti Val Germanaeca, dove la vittoria angrognina ha già quasi assicurato il
possesso delFambita ricompensa, davanti a
concorrenti pralini ed alpini di indubbio
valore; al Sestriere, dove gli angrognini
hanno stravinto, classificandosi « Campioni pinerolesi di fondo » e vincendo altresì
una difllcile gara di discesa; ed a Sportinia, dove un giovane angrognino sed'cenne
ha vinto clamorosamente davanti ad avversariii più esperti. Non facciamo nomi, ma
accomuniamo tutti i nostri baldi sc'atori
in un fraterno complimento ed augurio.
Nonostante la scarsezza di mezzi (finanziarli), di possibiltà tecniche in loco, essi
lianno mostrato che la costanza e la preparazione ottengono ciò che vogliono ! Che
Dio benedica i nostri giovani! r. 6.
Nozze. — Graziella Gönnet e Gianni
Masnaghetti hanno unito le loro vite sotto
10 sguardo del Signore a Ginevra il 21 dicembre. Felicitazioni ed auguri!
Benvenuto ai nostri cari fratelli Fiore e Ida Arduino che, con la loro piccola
Rita, sono venuti a stabilirsi al Ciarmis.
lo^****^ Abbiamo avuto il piacere, il
10 gennaio, di ricevere la visita della signorina Selma Longo che ha parlato ai
bimbi della nostra Scuola Domenicale e,
nel pomeriggio ha intrattenuto FUnione
delle Madri sulla sua attività a favore dei
carcerati.
Il 24 gennaio, il nostro culto è stato
presieduto dal Pastore Santini che ringraziamo per il suo ottimo messaggio. Nel
pomeriggio, la signora Santini, presidente
della Federazione femminile, ha intrattenuto le nostre Madri sul « servizio volontario » argomento di attualità che oboliga alla riflessione.
Dipartenze. — Numerosi fratelli e sorelle hanno testò risposto alla chiamata
del Signore :
Il 2 gennaio 1960: Maria ButtigUero ved.
Bonnet del Ciarmis di anni 60 deceduta
dopo una grave operazione e una dolorosa agonia nella quale tuttavia si studiò,
nell Ospedale stesso di Luserna, di dare
la sua testimonianza cristiana.
A- Susanna Geymonat in Puy
di Sublasco di anni 82. Fervida credente,
compagna di un forte credente. Le parole
di lei sul suo letto di morte e Fatteggianiento di lui nel suo lutto, sono stati di
grande edificazione per la Chiesa.
14 gennaio: Daniele Janavel del Sabbione di anni 82. Il suo funerale è stato
celebrato dal Pastore Giov. Bertinatti, nel
tempio alla presenza di numerosi fratelli
in lede, parenti ed amici.
11 18 pnnaio: Caterina Ayassot ved.
Geymet del Teynaud di anni 78. Funerale
celebrato all’Ospedale Valdese di Torre
Pellice dal Pastore Conte ed al quale un
nostro anziano lesse il cantico prediletto
dell estinta:
« Vers le del, douce perspective.
Je m en vais vivre avec Jésus
Là jamais une voix plaintive
ne viendra o troubler les élus.
Qu elle est belle, celle espérance,
Ouel repos elle est pour mon coeur
Uans le ciel jamais la souffrance
Ne viendra troubler le bonheur.
1- f.j. notizia della dipartita
di Lidia Brache in Déglon, sorella del nostro fratello Daniele del Ciarmis. Aveva
75 anni ed era paralizzata da vario tempo.
11 servizio funebre ha avuto luogo nel
tempio di Thiers.
La nostra cara amica Gertrude Schuma(her di Karlsruhe, ben conosciuta fra noi
per essere stata l’animatrice dei nostri primi campi estivi e per la quale mesi fa abbiamo trepidato per un grave infarto dal
quale va rimettendosi lentamente, ha avuto il grande dolore di perdere la sua uni<■3 sorella Edvige che da anni conviveva
con lei ed era la sua fedele compagna di
pellegrinaggio.
A tutti i cari fratelli nostri afiSitti, vicini e lontani esprimiamo — fidenti nelle
promesse divine ■— la nostra fraterna simpatia. Su di tutti invochiamo le consolazioni del Signore.
Le celebrazioni della Festa Valdese. —
Domenica 14 Febbraio - Ore 16,30: Culto
commemorativo con celebrazione della
Santa Cena; ore 20: Riunione e commemorazione.
Martedì 16 Febbraio - Ore 20: Adunata
al Pilone attorno al falò tradizionale ■—
Visita di due-tre pullman della Chiesa di
Torino e discorso del Pastore Ayassot —
Servizio di buffet al Centro (Miramonti).
Mercoledì 17 Febbraio - Ore 9: Adunata in piazza; ore 9,30: Corteo; ore 10:
Programma delle scolaresche nel tempio;
ore 12: Agape fraterna; ore 14: Pomeriggio valdese; ore 20: Serata Unionista.
VILLASECCA
La Chiesa di Villasecca desidera ringraziare quanti hanno curalo il normale
svolgimento della attività nel periodo in
cui il Pastore è stato assente per un giro
di conferenze nella Svizzera Tedesca.
particolare ringrazia il Pastore Cipriano Tourn che ha curato il catechismo, 1 Unione Giovanile e la riunione
quartierale dei Chiotti; il Diacono Sig.
Leyy Massel che ha predicato il 24 Gennaio ed i Membri della Pra del Torno
‘in ili 'enuto le riunioni quartierali
all Albarea, Trussan, Roccia, Villasecca e
Bovile il 30 gennaio, predicato e tenuta la
»cuoia Domenicale il 31.
Ci rallegriamo ogni anno della presenza dei nostri amici della Pra del Torno
e del collegamento che essi mantengono
fra la nostra Chiesa e le Missioni e formuliamo i nostri migliori auguri per la
continuazione del loro lavoro alle nostre
Valli.
Sabato 6 i Pastori Luigi Marauda e
r ranco Davite, giunto con qualche ora di
anticipo sul previsto dalla Svizzera, hanno celebrato a Bastia il funerale dell’Anziano di quel quartiere: il nostro fratello Giovanni Pietro Ribet, deceduto in
quel villaggio il 4 mattina dopo una brevissima malattia. Il Concistoro e tutta la
Coniunilà sono rimasti dolorosamente coipiti da questa improvvisa dipartenza che
Il ha privati della collaborazione e della
testimonianza serena e feconda dell’Anziano Giovanni Pietro Ribet e mentre sono riconoscenti al Signore per l’opera che
egli ha fedelmente compiuta in mezzo a
noi, esprimono alla famiglia in lutto la
loro simpatia ricordando la certezza della
salvezza e della resurrezione in Gesù Cristo.
Domenica 7 è stato amministrato il battesimo a Mauro Grill del quartiere di Bastia (La Torre). Che il Signore benedica
questo bimbo e la sua famiglia.
SAN SECONDO
— Un cordiale scambio di visite con le
Unioni Giovanili di Pinerolo e di Pfarostino ha permesso ai nostri giovani di trascorrere ouiime serate nella fraterna armonia di riunioni che hanno lasciato in ognuno un grato ricordo.
La nostra comunità ha avuto domenica scorsa la visita gradita del Pastore
Koberto Jahier che ha presieduto il Culto
del mattino ed ha offerto, nel pomeriggio,
un simpatico trattenimento alFUnione delle Madri con proiiezioni di diapoisitive a
colori molto interessanti.
Gli diciamo il nostro grazie sincero e la
nostra riconoiscenza.
— Sabato 13 e domenica 14, alle ore
20,30, la filodrammatica delFUnione Giovanile porterà sulle scene della Scuola
Umberto 1, la brillante commedia dal titolo « Lo smemorato ».
Siamo certi che il pubblico vorrà intervenire numeroso per applaudire i bravi
attori che ai sono preparati con impegno
e serietà. rf. g.
S. GERMANO CHISONE
D’intesa con la Commissione Distrettuale e la Commissione del Canto Sacro, si
comunica, fin da ora, che la Domenica 3
Aprile, alle ore 15, a San Germano Chisone avrà luogo un’audizione di musica
sacra a cura delle due Corali riunite di
San Germano e Torre Pellice.
I Valdesi di San Germano e delle parrocchie limitrofe sono cordialmente invitati ad intervenire.
Serenamente, simile a lampada che
cessa dj ardere per mancanza di combustibile, ha terminato la sua corsa terrena
Ribet Giovanni Giacomo (Barbo Nin), dei
Bocchiardi. Egli era entrato da qualche
mese nel suo 92® anno di età ed era il
decano del quartiere dei Pellenchi F'no
a pochi anni fa egli soleva trascorrere
l’estate a « Pra laa Pèira », la sua bella
« mianda », dove durante la buona stagione i figli gestivano una pìccola trattoria.
Lassù si davano convegno, per un saporito
pranzetto o per qualche g'orno di vacanza
in luogo tranquillo, gli amanti della pace
e della bellezza della montagna. Egli era
perciò molto conosciuto in Pramollo e fuori. 1 suoi conoscenti ed amici, che ricorderanno il suo viso buono calmo e sereno,
hanno voluto testimoniiargli un’ultima volta del loro affetto e della loro stima intervenendo numerosi al suo accompagnamento funebre.
Ai figli, alla figlia, alle sorelle ed a
tutti i numerosi parenti l’espressione della
più viva simpatia e della fraterna solidar'età della Chiesa.
-- L’Unione Giovanile ha ricevuto la
gradita visita di due membri del Comitato di Gruppo: i Sigg.ri Claudio Tron, di
Massello, e Ra'mondo Genre, di Maniglia.
I giovani hanno ascoltato ccn vivo intelesse il messaggio portato loro. La riunione, protrattasi fino a tarda ora, si è conclusa con la tradizionale tazza di tè e con
una parte ricreativa.
II Sig. Claud'o Tron ha pure presieduto,
la domenica 24 gennaio, il culto nel tempio, rivolgendo alFassemblea un ottimo
messaggio che ha colpito e che è stato molto apprezzato da tutti.
Ringrazio questi due giovani amie! della
loro gradilissiana visita e del bene che c!
hanno fatto.
— Il focolare domestico di Elda e Marcello Bleynat (Bosi; è stato allietato dalla
nasc'tà della loro primogenita, Angioletta.
Diamo il più cordiale saluto di benvenuto alla piccola o.spite ed esprimiamo ai
suoi genitori le più vive e sincere fel'eitazioni.
— Diversi membri della nostra Comunità, fra i quali un membro del Concistoro
ed una bimbetta della Scuola Domen'cale,
hanno dovuto essere ultimamente ricoverati in ospedale per essere sottoposti a intervento chinmgico. .Alcuni altri sono stati
colpiti dalFinfluenza. Formuliamo per tutti
i migliori voti di ipronta e completa guarigione. Che il Signore intanto vegli su
questi fratelli sofferenti e dia ad ognuno
l’aiuto e la forza di cui ha bisogno.
— Lunedì, 1° febbraio, giornata bella,
stupenda: un sole splendente, quale non si
vedeva da tempo, ed un’arietta tiepida,
piacevole, quasi primaverile. Se davvero
dove.s,sero avverarsi 'j vecchi proverbi, poveri noi! Infatti quel giorno era, pare,
S. Orso, e « se FOuors fai seciaa sun ni,
Fuvern funii papi » Dopo tanto cattivo
tempo, che delizia simile previs'one! Per
fortuna che i proverbi valgono quello che
valgono e che il tempo non tiene conto
delle nostre chiacchere.
ROBA
— Si ricorda a tutti i rorenghi che la
sera del 15 febbraio, alle ore 19.30, avrà
luogo, ai Rumez, una festa per commemorare il 17 febbraio.
— Il giorno 16 ci raduneremo attorno
ai falò per cantare al Signore la nostra
riconoscenza.
I catecumeni passeranno al più presto
di casa in casa per raccogliere la legna
necessaria al falò del Centro.
Si ricorda sin d’ora la recita del 21
febbraio che chiuderà, speriamo in bellezza, le « celebrazioni » di questi tempi.
Intervenite numerosi, non vi pentirete di
averlo fatto!
Vi saranno distribuite quanto prima
le buste del XVII Febbraio. Rispondete
in modo convincente! Si raccomanda anche di continuare a dare un’offerta per
il Rorengo.
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ottime possibilità di assunzione di
operai contadini Valdesi, coniugati o
meno. Gli interessati si mettano immediatamente in comunicazione col
nostro Ufficio.
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Redattore: Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
Trt. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice ■ c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a
Torre Pellice (Torino)
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955.
Il 2 febbraio dopo dure sofferenze
il Signore richiamò a Sè
Caterina Bitter
di anni 7?
La famiglia Bouchard, riconoscente per la commossa partecipazione di
affetto tributata alla zia, ringrazia
tutti gli intervenuti di presenza o
con scritti. Ringrazia in modo particolare il Dott. Gardiol, il Pastore
Sig. R. Jahier e Suor Susanna.
« Beati i morti che per Finnanzi si addormentano nel
Signore». (Apoc. 14: 13)
Lantaret - Luserna S. Giovanni
4-2-1960
L’8 febbraio dopo lunga malattia il
Signore ha richiamato a Se
Rivoira Erminia
ved. Fraschia
Ne danno il triste annunzio i nipoti e parenti tutti.
« E fattosi sera Gesù disse :
passiamo all’altra riva ».
(Marco 4: 35)
Luserna S. Giovanni, 9 febbraio 1960
Chiamata dal Signore è mancata
ai suoi cari
Aibina Paschetto
naia Tourn
Il marito, la figlia, la mamma,, il
fratello, !a sorella e parenti tutti, sostenuti dalla fede, ne danno il triste
annunzio a quanti la conobbijrO) e
l’ebbero' cara.
Esprimono la loro viva riconoscen
za, nell’impossibilità di farlo personalmente, a tutti coloro che prendono parte al loro grande dolore, ed un
particola.re caldo ringraziamento vada al Dr. De Bettini. ai Sigg. pastori
Sommani e Signora, Ayassot e Signo
ra. Jahier e Signora, Conte, Corsani
e Zotta.
«O Signore, io levo Fanima
mia a Te» (Salmo XXV: 1)
«Mi prendi per la mano, o
mio Gesù; Col tuo poter sovrano, mi guida Tu »
(Inn, Cr. n. 197)
Torre Pellice, 9 febbraio 1960
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