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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Spedizione in a. p. 45% - art 2 comma 20/8 legge 662/96 - Filiate di Toriao. Condene I.R.
In casa di mancato recapito restituire al mittente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord
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Anno IX - numero 29-19 luglio 2002
lEDITORIALI
pourù degli adolescenti?
(SMARCO BOUCHARD
Kmmmmmm ■■■villaggio globale
Casa Locamo chiude... ma continua II creato e soltanto una merce? u. x
diJUnASTEICERWALD
‘" di ALDO COMBA
■ BIBBIA E attualità ■
COME UN UOMO
PORTA IL FIGLIO
«Hai visto che il Signore, il tuo Dio,
ti ha portato come un uomo porta suo
figlio» Deuteronomio 1, 31
UNO dei viaggi più belli l’ho
compiuto nel maggio del 1954.
Il percorso fu breve, poco più di due
chilometri: dal teatro greco a casa
mia. Avevo assistito con la mia famiglia al «Prometeo incatenato» di
Eschilo, recitato da un giovane Vittorio Gassman. La rappresentazione
avvenne nello splendido scenario del
teatro greco di Siracusa, in un tardo
e soleggiato pomeriggio. Avevo quattro anni e ricordo ancora con chiarezza numerose scene di quell’incantevole spettacolo. Avevo un cappelluccio di carta per ripararmi dal sole
e respiravo la brezza marina che rinfrescava l’assolata platea naturale
scavata nella roccia. Ricordo la voce
possente del giovane attore che giungeva a noi nel silenzio antico del teatro. Alla fine dello spettacolo ero
spossato e preoccupato per la strada
del ritorno, non ricordo altro. Poi
cominciai a volare, ero felice e il volo
aveva il ritmo regolare e ampio del
battito d’ali di un’aquila. Mi svegliai
stretto a mio padre che mi aveva
condotto a casa in braccio. 11 ritmo
del volo era il suo passo regolare.
Leggendo le parole dei Deuteronomio è emerso questo ricordo
insieme con le parole dell’inno 169:
«sovr’ali d’aquila salvi noi tutti ha
portato». Forse è cosi che Dio ci porta in questa vita e in ogni altra dimensione. L’immagine biblica ispira
sicurezza e certezza della presenza di
Dio nella nostra esistenza. Siamo abituati a pensare Dio in modo astratto;
accade perciò che lo sentiamo distante da noi, lontano dalle nostre esperienze quotidiane, come se fosse una
gran bolla d’aria con un’immagine
riflessa. Non è così. Il Signore della
Bibbia è realmente vicino a noi. Egli
conosce le nostre paure e le mille
stanchezze che ci avvolgono nel nostro cammino. L’immagine divina di
colui che ci porta con amore e attenrione riflette l’identità che Dio desidera offrire di sé. È vero che Dio non
eia proiezione dei nostri desideri, ma
e vero altresì che Dio viene,incontro
all
essere umano e lo avvicina nelle
solitudini e nelle sconfitte, diventan0 realizzazione delle nostre preghie'■e.-per amore soltanto.
OSÉ ammonisce il popolo per. Lché sia consapevole dell’aiuto
ricevuto dal Signore. Gli uomini e le
onne di quella generazione hanno
®vuto difficoltà a comprendere, non
^ Spiamoci se ciò accade ancora oggi
troi. Il deserto in cui viviamo, per
ohi è certamente più confortevole
j,ci sassi asciutti dell’Oreb, tuttavia
^^tensità del dolore umano mantiej. ,®^'-crra le sue estensioni e profon■ bJel cammino che ci separa dal
li 4*^1* affronteremo gli ostacodel dubbio e della disperaperciò abbiamo bisogno di re
stare
Bibbi
nel
ancorati alle promesse della
in che, in Cristo, sono entrate
tempo; così non smarrireduc'* i'^'^’tiino e spereremo con fiton!^ porterà ancora
g[j^ essere umano porta suo fiteal' ° Sprillo Santo ci conceda di
salvè^^**^^ ®8ni giorno i segni della
con paziente coraggio.
Antonio Adamo
Una riflessione dieci anni dopo l'uccisione dei giudici Falcone e Borsellino
Noi e la mafia
Non siamo più tutti antimafiosi come in quei giorni di grande sussulto emotivo e
civile, eppure la mafia è viva anche se è in parte cambiata. Democrazia e legalità
GIUSEPPE PLATONE
IL 19 luglio 1992, verso le cinque di
un torrido pomeriggio palermitano, in via D’Amelio esplodeva un autobomba che uccideva il giudice
Paolo Borsellino con cinque agenti di
scorta. Il 23 maggio di quello stesso
anno, sull’autostrada che dall’aereoporto di Palermo conduce in città, in
un agguato morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e
tre agenti di scorta. A dieci anni da
quei fatti orribili, la verità giudiziaria
non è stata ancora completamente
stabilita. Processi, ergastoli, ma restano ancora molte, troppe ombre.
Nel ricordo di questi due tenaci e coraggiosi servitori dello stato si dimentica che la verità dei fatti rischia
oggi di essere messa in ombra dalle
celebrazioni. E si dimentica che
quando erano in vita furono anche
attaccati, pesantemente criticati.
Erano i «professionisti dell’antimafia». In effetti, la statura di Falcone e
quella di Borsellino mettevano in
ombra tanti altri che poi, alcuni di loro, divennero laudatori postumi.
«Ma Falcone e Borsellino non hanno bisogno di commemorazioni.
Nella lotta alla mafia è bene che oggi, ognuno di noi, si assuma le proprie responsabilità»; mi tornano in
mente le parole del giudice Antonino Caponnetto quando, con la moglie Elisabetta, venne a trovarci al
Servizio cristiano di Riesi, in Sicilia.
La strage di Capaci e di via D’Amelio
era avvenuta due anni prima e il ricordo era allora intenso, vicino,
drammatico. Caponnetto, che aveva
Anticipazione dossier Caritas sull'immigrazione
Cala il numero dei soggiornanti
La Caritas italiana e la Fondazione
Migrantes, con il supporto della Caritas diocesana di Roma, hanno reso
note le prime anticipazioni del Dossier statistico suH’immigrazione
2002, che verrà pubblicato il prossimo ottobre. Secondo i nuovi dati, gli
immigrati titolari di permesso di
soggiorno risultano essere 1 milione
363.000, cifra in cui sono inclusi anche 148.000 cittadini dell’Unione europea: complessivamente si tratta di
25.000 persone in meno rispetto
all’anno precedente, sottolineano i
promotori del Dossier statistico.
«Si tende molto spesso ad esagerare sul numero degli immigrati, in
particolare per quanto riguarda i
clandestini e gli irregolari - scrivono
i responsabili della Caritas -. Mentre
i recenti dati diffusi dal ministero
dell’Interno consentono di parlare
di un vero e proprio ridimensionamento numerico degli immigrati».
Varie sono le motivazioni, ma la Caritas sottolinea con particolare
preoccupazione il fatto che, «mentre
in passato chi era regolare solitamente restava tale, ora si assiste a
una più frequente trasformazione di
immigrati regolarmente soggiornanti in irregolari, cosa che si realizza
quando un permesso di lavoro non
viene più rinnovato in mancanza di
rigorose condizioni di reddito».
Dai dati forniti dalla Caritas si evince inoltre che l’Italia rimane un
paese verso il quale si indirizzano
pochi richiedenti asilo (nel 2001 le
domande sono state appena 10.000,
di cui la maggior parte non sono state accolte). «Questo evidenzia ancora una volta la grave carenza legislativa nel nostro paese rispetto alla
normativa sull’asilo», è l’opinione di
Franca Di Lecce, del Servizio rifugiati e migranti della Federazione delle
chiese evangeliche. (nev)
organizzato il pool antimafia con
Falcone e Borsellino, era deluso che,
passata la prima ondata di reazione
positiva dello stato, la lotta alla mafia cominciasse a dare segni di stanchezza. Caponnetto credeva fortemente nel lavoro organizzato, sistematico, tenace, quotidiano di cui
Falcone e Borsellino e gli altri del
«pool» furono coraggiosi interpreti.
Del resto la mafia è una realtà criminale organizzata, con strategie,
alimentata da enormi finanziamenti,
diramazioni, appoggi istituzionali a
ogni livello. «Falcone - mi disse Caponnetto - in un convegno internazionale sulla mafia, avvertiva e sottolineava l’esigenza di unificare gli
sforzi, in sede europea, per debellare
Segue a pag. 6
Valli valdesi
Sindacato: fine
dell'unità?
Si discute da tempo, ormai, a livello
nazionale, del «Patto per l’Italia» proposto dal governo, al quale hanno
aderito Cisl e Uil ma non la Cgil. Come procede in periferia il dibattito fra
sindacati in merito? Dalle risposte dei
rappresentanti delle diverse organizzazioni sindacali ovviamente emergono contrastanti valutazioni: si va
dalla critica alla «rottura dell’unità»
alla constatazione che comunque bisogna dar corso fino in fondo alle vertenze aperte, che nel Pinerolese sono
tante e di difficile soluzione. Proseguono intanto le iniziative di mobilitazione collegate alla «svolta» del Patto e si annunciano, da parte della Cgil,
quelle relative alle modifiche all’art.
18 nell’ipotesi che si traduca in legge.
A pag. 7
■ECO DELLE VALLI!
Il «Quaderno» con gli
appuntamenti dell'estate
L'OPINIONE I
INSE
IMMIGRAZIONE
PASSO INDIETRO
La nuova legge sull’immigrazione
prevede una più rigida politica degli
ingressi e un maggior controllo delle
frontiere che dovrebbero, tra l’altro,
mettere sotto controllo la criminalità
organizzata del traffico di esseri umani. In realtà, più sarà difficile entrare
legalmente in Italia, più aumenterà
l’interesse della criminalità a occuparsi di questo tipo di traffico. Altro malinteso: si crede che, limitando la presenza degli stranieri, aumenteranno le
possibilità di trovare lavoro. In realtà,
le statistiche confermano che gli immigrati svolgono tipi di lavoro che gli italiani non accettano più: si tratta di lavori pesanti o sgradevoli. Anzi, la presenza di mano d’opera straniera evita
la perdita di posti di lavoro agli italiani: per esempio l’elaborazione dei prodotti in scatolame o surgelati viene effettuata da lavoratori italiani, ma questi posti di lavoro andrebbero persi se
non ci fossero i lavoratori stranieri che
producono la materia prima. Le stesse
organizzazioni degli imprenditori sono intervenute ripetutamente per chiedere norme che facilitino l’afflusso di
lavoratori stranieri e che permettano
un loro buon inserimento sociale, perché solo chi ha una vita privata positiva lavora bene ed è interessato al buon
andamento dell’impresa. Inoltre, una
comunità straniera ben integrata evita
le tensioni sociali.
Gli stessi immigrati si aspettano il
rispetto dei loro diritti umani, ma anche di essere considerati cittadini a
pieno titolo. La maggioranza di loro
desidera contribuire al benessere del
nostro paese e vuole attenersi alle regole della buona convivenza. Questa
legge, purtroppo, è un passo indietro:
il diritto d’asilo non è pienamente garantito, in particolare manca un corretto accesso al ricorso giudiziario in
caso venga negato lo status dì rifugiato. Sono ridotte le possibilità di ricongiungimento familiare, non si rispettano i diritti dei minori a causa di norme
più restrittive. L’introduzione dell’identificazione con le impronte digitali,
poi, è una differenziazione discriminante. È stato detto che la procedura
sarà introdotta anche per gli italiani,
ma per gli italiani questo avverrebbe
presso i servizi anagrafici, mentre per
gli stranieri presso i distretti di polizia.
Il governo fa poca chiarezza anche rispetto ai costi molto alti della legge:
un’espulsione, per esempio, costa in
media cinquecento euro. Ma anche i
nuovi centri di permanenza temporanea, i centri d’identificazione e le procedure di registrazione delle impronte
digitali avranno un costo notevole.
Il giudizio sulle nuove norme da
parte delle associazioni, e in particolare quello della Federazione delle chiese evangeliche, rimane negativo. Ciononostante, dobbiamo metterci al lavoro da subito per assistere gli stranieri il più possibile, incoraggiando
tutte le comunità evangeliche a impegnarsi insieme al Servizio rifugiati e
migranti, che è a loro disposizione. La
legge non è ancora in vigore ma è probabile che lo sarà all’inizio di settembre. Come singoli credenti e come
chiese dobbiamo prepararci il più possibile per la regolarizzazione delle colf
e un’eventuale regolarizzazione più
ampia. La prima cosa da fare ora sarà
vigilare sulle espulsioni e segnalare
quelle misure straordinarie, come i rastrellamenti, che purtroppo potrebbero verificarsi.
Annemarie Dupré
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
venerdì 19
«spigli, ubbidite
nel Signore ai
vostri genitori,
perché ciò è
giusto. ^'‘Onora
tuo padre e tua
madre” (questo
è il primo
comandamento
con promessa)
^“affinché tu sia
felice e abbia
lunga vita
sulla terra”.
voi, padri, non
irritate i vostri
figli, ma
allevateli nella
disciplina
e nelVistruzione
del Signore»
(Efesini 6,1-4)
«^°Figli, ubbidite
ai vostri genitori
in ogni cosa,
poiché questo
è gradito al
Signore. ^^Padri,
non irritate
i vostri figli,
affinché non
si scoraggino»
(Colossesi 3, 20-21)
«Onora tuo padre
e tua madre come
il Signore, il tuo
Dio, ti ha
ordinato,
affinché i tuoi
giorni siano
prolungati e
affinché venga a
te del bene sulla
terra che
il Signore, il tuo
Dio, ti dà»
(Deuteronomio 5,16)
«^“Figlio mio,
osserva i precetti
di tuo padre,
e non trascurare
gli insegnamenti
di tua madre;
^'tienili sempre
legati al cuore e
attaccati al collo.
^^Quando
camminerai
ti guideranno;
quando
dormirai
veglieranno
su di te;
al tuo risveglio
ti parleranno»
(Proverbi 6,20-22)
I FIGLI NOSTRI SONO DEL SIGNORE
Per quel breve tratto di strada in cui ci vengono affidati, insegniamo loro il senso
della giustizia, lo spirito del comandamento e la partecipazione alla promessa
RAFFAELE VOLPE
GIBRAN si è reso famoso con
un piccolo libriccino dal titolo «Il profeta». In questo libro
vi è un capitolo sui figli in cui
dice: «I vostri figli non sono i
vostri figli. Essi sono i figli e le
figlie della vita. Vengono attraverso di voi, ma non da voi, e
benché stiano con voi, tuttavia
non vi appartengono. Voi potete dar loro il vostro amore, ma
non i vostri pensieri, poiché essi hanno i propri pensieri. Potete dare alloggio ai loro corpi,
ma non alle loro anime, poiché
le loro anime dimorano nella
casa del futuro che voi non potete visitare neppure in sogno.
Voi potete sforzarvi di essere
come loro, ma non cercate di
renderli simili a voi. Poiché la
vita non va all’indietro e non si
trattiene sullo ieri».
Noi e i nostri figli
E senz’altro una bella citazione che, se volessimo, potremmo riassumere in una sola
frase: i figli nostri sono del Signore. Sono i suoi figli e li affida
a noi per un breve, brevissimo
tempo. In questo tempo noi ci
affaccendiamo, come Marta,
intorno a molti servigi, benché
il Signore ci dica: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti inquieti di
molte cose, ma di una cosa sola
hai bisogno». Di cosa abbiamo
bisogno noi genitori? Di vivere
per grazia anche verso i nostri
figli. Che cosa ci insegna la grazia? Ci insegna che un figlio è
un dono di Dio, appartiene al
Signore. C’è un grande mistero,
se mi permettete di rubare una
espressione che Paolo usa nella
lettera agli Efesini (5, 32); il mistero è questo: i figli sono del
Signore, e quindi sono anche
nel Signore. Sono del Signore e
sono nel Signore! Questo mistero ci libera dalle ansie e dalle
sollecitudini verso i nostri figli.
Forse abbiamo spesso preteso
che i nostri figli fossero come
noi e seguissero le nostre orme
e ci siamo dimenticati che noi e
i nostri figli, viviamo tutti sotto
la grazia, siamo tutti del Signore e nel Signore.
Con questo non intendo deresponsabilizzare i genitori. Ma
la nostra responsabilità può solo fondarsi sulla calma della
grazia, non certo sui nostri sforzi. Custoditi nella grazia di Dio,
nel suo amore, cosa insegniamo ai nostri figli? Questo breve
brano agli Efesini sui figli ci restituisce tre insegnamenti: il
senso della giustizia, lo spirito
del comandamento, la partecipazione alla promessa.
comprare il corpo di una bambina, noi non possiamo smettere di lottare per la giustizia.
Preghiamo
Dio, nostro Padre, ti preghiamo: donaci degli occhi per
vedere lo splendore della tua promessa, affinché possiamo condividere con tutti l’amore, la terra, il pane,
l’amicizia.
Dio, nostro Padre; ti preghiamo: donaci le orecchie per
ascoltare la voce della tua giustizia, affinché possiamo
condividere con tutti l’amore, la solidarietà, la speranza.
Dio, nostro Padre, ti preghiamo: donaci delle labbra per
annunciare l’uomo nuovo, affinché possiamo condividere con tutti l’amore, la pace, l’armonia.
Dio, nostro Padre, ti preghiamo: donaci delle braccia per
spostare le montagne della disperazione, affinché possiamo conditddere con tutti l’amore, la vita, la compassione.
Dio, nostro Padre, ti preghiamo: donaci una testa per lottare, per resistere, malgrado tutto, affinché possiamo
condividere con tutti l’amore, la verità, la giustizia.
Dio, nostro Padre, ti preghiamo: donaci dei cuori per
aprirci con gioia alla vita, alla vera vita, affinché possiamo condividere con tutti l’amore, la parola e il mondo
nuovo.
(Pastorale de la rue, Losanna)
Il senso della giustizia
OGGI posso testimoniare
senza esitazione che la cosa
più importante che mio padre
mi ha insegnato è il senso di
giustizia. L’indignazione di fronte al sopruso. Dobbiamo insegnare ai nostri figli, sin da piccoli, ad essere giusti e a non tollerare l’ingiustizia. In Thailandia,
uno dei tanti paesi asiatici che
ha conosciuto un grande boom
economico negli ultimi decenni,
c’è il più alto tasso di prostituzione infantile. Siri è il nome di
una ragazzina di quindici anni
venduta dai genitori a un bordello. Molti scelgono Siri perché
sembra più giovane dei suoi
quindici anni; minuta, il viso rotondo, vestita in modo da accentuare l’età acerba, potrebbe
averne undici o dodici. Poiché
sembra una bambina, la si può
vendere come «nuova» a un
prezzo più alto, quindici dollari
circa, quasi il doppio di quello
che viene richiesto per le altre.
Dobbiamo spiegare ai nostri
figli che Siri è la loro sorella, è
anche nostra figlia. Dobbiarno
spiegare ai nostri figli che fin
tanto che nel mondo si potrà
Lo spirito del comandamento
AI nostri figli insegniamo il
senso della giustizia. Insegniamo lo spirito del comandamento. Nel numero 21 del 24
maggio 2002 c’è nel nostro giornale Riforma una bella pagina
dedicata al tema del punire e
deU’educare. E a una intervista
anonima a un educatore sulla
punizione, l’educatore risponde che il senso della punizione
è quello di insegnare il rispetto
dell’altro. I ragazzi devono imparare che certi comportamenti
sbagliati verso gli altri vanno
puniti. È questo ciò che io intendo per spirito del comandamento: insegnare ai nostri figli
che il comandamento ci chiede
d’avere stima degli altri, e ci dice anche qual è la punizione se
manchiamo di rispetto.
G’è una fiaba ebraica che racconta di un uomo onesto che
aveva un figlio disubbidiente.
Un giorno venne a sapere che
aveva mancato di rispetto a
qualcuno e gli disse: «Stasera ti
rinchiudo nella cantina buia».
Quando venne la sera però
cambiò idea: «Ci ho ripensato,
invece di oggi, ti rinchiuderò
domani». Il giorno dopo disse:
«Ti rinchiuderò la settirnana
prossima, perché prima devo
mettermi in viaggio». L’uomo
partì per il suo viaggio ma quando tornò lo trovò in soffitta: si
era impiccato. Disperato si rivolse ad un saggio dicendogli:
«Io non lo punivo mai, rimandavo sempre la punizione che avevo minacciato di somministrargli, per dargli la possibilità di
migliorare il suo comportamento». Ma il saggio disse: «Avresti
dovuto punirlo, una punizione
per quanto dura, si può sopportare più facilmente di una continua minaccia. La punizione una
volta scontata è passata. Una
minaccia invece che non viene
compiuta, rimane sempre davanti al minacciato, come un
muro, ed egli non sa mai se
verrà compiuta o meno».
Lo spirito del comandamento
insegna ai nostri figli il rispetto
degli altri. E non è fondato sulla
minaccia, o sulla paura, o sulla
rabbia senza controllo. È fondato sul rispetto delle regole,
sulla punizione mai fine a se
stessa, ma sempre tesa ad educare. Lo spirito del comandamento, come anche il senso
della giustizia sono avvolti dalla
serenità della grazia. Altrimenti
l’esperienza dell’ingiustizia ci
porterebbe all’indifferenza o alla disperazione. E il comandamento ci condurrebbe alTinsostenibile peso della legge che
non conosce l’abbraccio accogliente della misericordia.
La partecipazione
alia promessa
IL senso della giustizia, lo spirito del comandamento, la
partecipazione alla promessa. I
nostri figli hanno bisogno di imparare che vivono nel tempo
della promessa. La promessa è
una porta che si apre. O meglio:
la promessa ci dice: ci sarà sempre una porta aperta nel tuo
cammino. Anche nel momento
più disperato della tua vita, c’è
sempre una via di uscita, c’è
sempre una tavolo imbandito o
una festa da organizzare. La
promessa insegna ai nostri figli
a non vivere schiacciati sul presente. C’è un futuro, e loro sono
chiamati a partecipare, a costruirlo. Dobbiamo insegnare
loro a partecipare alla promessa, quindi ad investirli di una
responsabilità, chiamarli in
causa, coinvolgerli nel grande
progetto del futuro. Spesso diciamo, ma sbagliamo, che i giovani sono il futuro della chiesa.
No, i giovani sono coloro che
costruiscono il futuro. Sono i testimoni viventi che c’è una promessa di Dio. Ed essi la realizzano perché come diceva Gibran,
«...la vita non va all’indietro e
non si trattiene sullo ieri». Il che
significa che la vita va solo in
avanti e si appoggia sul futuro.
I nostri figli sono i figli di Dio
I nostri figli non sono nostri.
Sono i figli di Dio. Per quel
breve tratto di strada in cui ci
vengono affidati insegniamo loro
il senso della giustizia, lo spirito
del comandamento, la partecipazione alla promessa. Ma soprattutto insegniamo loro che la
grazia di Dio, il suo amore eterno
si è fatto carne in Cristo e tramite
Cristo ci è donata la cosa più bella al mondo: il tenero abbraccio
di Dio, il suo amore accogliente.
(Seconda di una serie
di quattro meditazioni)
Note
omiletiche
Nelle note della
mana scorsa ,
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affronta,
questione della
cità della lettera e bì
tralità cristologica '
tero codice dom
tralascio quindi
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due aspetti. Mi
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vece la domanda: «pU
il codice domestico b’
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to-moglie figli-gem
schiavi-padroni, e noT
tre questioni etici),
sfondo più sociale, eci
mico o politico? Nm
merge forse un'etica,
stiana alquanto ristrett
meschina?». In realtà
si prendono in consi^
zione i dieci cornam
menti, Aristotele nellar
politela, gli stoici nell,
trattati e nelle loro dia
be, i rabbini nelle 1«,
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scopre che anche inqa|
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lezioni citate erano ^
derate basilari perchii
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rico-generazionalegs
tori-figli, la sfera matej
le schiavo-padrone. Em
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apparenze, un'eticatt
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agli Efesini è diclii^
che nessuna di questi)
re relazionali puòe^
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sono quattro: 1)essisa seconc
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3) essi hanno un coiai due fo
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che sono le capacitó*
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PAG. 3 RIFORMA
Le decisioni deirassemblea deH'Assodazione, tenutasi a Locamo a fine maggio
Casa Locamo chiude... ma continua
la chiusura è determinata in parte da una crisi finanziaria: le spese sono sempre alte e i doni
(¡¡¡ninuiscono. Rimane però la volontà di portare ovanti il tradizionale programma di incontri
AIDO COMBA
Alla fine di quest’anno la
«Casa Locamo» chiuderà
j battenti: redificio di Locarao-Monti sarà venduto, ma il
programma di incontri che vi
si realizzavano finora continuerà sotto altre forme. Questa decisione, già assunta in
linea di massima l’anno scorso, è stata confermata dall’assemblea dell’Associazione
tenutasi per l’ultima volta a
Locamo il 25 maggio scorso.
La «Casa Locamo» era stata
fondata congiuntamente dal
Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec) e dall’Aiuto interecclesiastico evangelico della Svizzera (Heks) nel 1947.
Nei suoi 55 anni di attività ha
accolto più di 40.000 persone.
La finalità della Casa
La finalità della «Casa Locamo» è sempre stata duplice: da un lato offrire un soggiorno di riposo agli operai
della chiesa, e dall’altro promuovere degli incontri informali tra membri di chiese diverse per favorire l’ecumenismo mediante la conoscenza
e l’apprezzamento reciproco,
secondo i tempi e i momenti
prevaleva Luna o l’altra finalità, senza che nessuna delle
due fosse accantonata. Nell’immediato dopoguerra e
negli anni della guerra fredda
soltanto dirigenti ecclesiastici
di alto livello potevano attraversare senza problemi la
cortina di ferro per parteci,pare a incontri ecumenici. La
«Casa Locamo» offriva la
stessa possibilità a pastori
dell’Europa orientale che qui
incontravano colleghi occidentali, con reciproco scambio di notizie di prima mano.
Ne sono nate spesso delle
amicizie durate per anni.
La chiusura della «Casa Locamo» è determinata in parte
da una crisi finanziaria: le
spese sono sempre alte e i doni e contributi diminuiscono.
Anche le chiese più, robuste
cominciano a ridimensionare
i loro programmi di aiuto.
D’altra parte (e forse soprattutto) anche i tempi sono
cambiati e ciò che rispondeva
ai bisogni del dopoguerra
non risponde più alla situazione attuale. Da anni pochissimi occidentali soggiornano alla «Casa Locamo», e
quindi la finalità dell’incontro
viene meno, sia pure solo in
parte. AH’origine si passava la
maggior parte del tempo in
conversazioni e scambi di
esperienze: era intensissimo
il desiderio di conoscersi reciprocamente dopo le divisioni
della guerra e del dopoguerra:
oggi prevale il turismo. L’esistenza della «Casa», così come originariamente organizzata, non si giustifica più.
Necessità di Incontrarsi
Rimane invece ancora viva
la necessità di promuovere
incontri. Il Comitato direttivo
dell’Associazione dovrà studiare dei programmi dettagliati, ma le linee generali sono già state individuate: si
tratta di appoggiarsi a Centri
già esistenti in Europa per organizzare non le consuete
conferenze ecumeniche di
qualche giorno, ma degli incontri di due e magari tre settimane, che costituiscano ef
Wì- La decisione di una diocesi anglicana provoca molte proteste
Canada: benedire le coppie omosessuali?
¡segna,'*;
partici
zi».
fondii*
Dran;
Una guerra delle parole
che minaccia di dividere la
Comunione anglicana nel
mondo è scoppiata dopo la
decisione di una diocesi del
Canada occidentale di autofeare la benedizione di coppie omosessuali. La diocesi di
New Westminster, nella pro'ància della Colombia britannica, ha approvato con 215
*1011 contro 129 la benedizione delle coppie omosessuali.
Proteste dei conservatori
I responsabili di otto parecchie conservatrici hanno
abbandonato il Sinodo per
protestare contro la decisione e hanno annunciato che
^riebbero annullato i loro
Spegni finanziari nei con“Onti della diocesi e ripreso i
beni della chiesa, che rappresentano milioni di dollari, in
caso di secessione. La decisane è stata inoltre condannata da tredici vescovi. L’arC'vescovo di Canterbury, GeCarey, e il primate della
“blesa anglicana del Canada,
nrcivescovo Michael Peers,
»no intervenuti nella connversia con lettere che chienno l’unità ma che espongono le differenze all’interno
“ola chiesa.
I* risposta di George Carey
Rispondendo all’appello
Sciato da Trevor Walters,
n ® os'eva abbandonato il Sich' ’ ^®°rge Carey ha di•arato di non dubitare che
amtà della Comunione an6* nana sia minacciata dalla
cisione del vostro Sinodo»,
opposizione al voto era guicoti* gruppo anglicano
5.^®®'*vatore canadese «Es
Port'^^**' voto, un
questo gruppo
a letto una lettera firmata
da cinque primati in attività
di servizio e da due emeriti. I
primati (Kenia, Africa centrale, India del Sud, Asia del
Sud-Est e Antille) e gli arcivescovi emeriti di Sydney e del
Cono Sud latinoamericano,
hanno ammonito che un voto
ppsitivo «sarebbe visto non
solo come una grave offesa
ma porterebbe anche a decisioni su una rottura della comunione» con le loro diocesi.
Nella sua lettera a Trevor
Walters, George Carey ha promesso di sottomettere la questione al Consiglio consultivo
anglicano nel prossimo settembre, nonché al Comitato
permanente dei primati. L’arcivescovo di Canterbury, che
si rammarica per la decisione
del gruppo di abbandonare il
Sinodo, si è detto preoccupato dalle «dichiarazioni di coloro che sembrano determinati a rivolgersi altrove per ottenere una direzione episcopale». Egli ha ribadito il proprio sostegno alla risoluzione adottata nel 1998 dai vescovi anglicani alla Conferenza di Lambeth, sottolineando:
«Non accetto chè i rapporti
omosessuali vengano trattati
sullo stesso piano dell’ideale
uomo-donna descritto dalle
Sacre Scritture». La Conferenza di Lambeth aveva affermato che «non poteva consigliare la legittimazione o la benedizione di unioni tra persone
dello stesso sesso né l’ordinazione di coloro che sono impegnati in simili unioni» e
aveva dichiarato che «la pratica omosessuale è incompatibile con la Scrittura».
In un comunicato stampa,
l’arcivescovo Peers si oppone
al progetto di Carey di portare la questione davanti al
Consiglio consultivo anglica
no. Per lùi, sarebbe inadatto
ricevere «un avviso esterno»
prima delle riunioni del Consiglio dei vescovi della Chiesa
canadese, previste in ottobre.
La posizione di Peers
In una lettera aperta indirizzata agli altri primati della
Comunione anglicana, l’arcivescovo Peers difende il vescovo di New Westminster,
Michael Ingham, e la sua
diocesi. Nonostante le tensioni causate da questa situazione, Peers chiama al «rispetto dell’autorità del vescovo e del Sinodo». Le parrocchie che protestano, e che
hanno deciso di chiamarsi
«Comunione anglicana di
New Westminster» hanno
chiesto all’arcivescovo di
Canterbury di nominare un
«vescovo itinerante». Sono
vescovi che hanno piena autorità ed i cui buoni uffici sono utilizzati nella Chiesa
d’Inghilterra per assicurare
l’accompagnamento del clero e delle parrocchie che non
vogliono far parte di diocesi
che accettano donne preti.
La diocesi di New Westminster aveva già votato, nel
1998 e nel 2001, per autorizzare le benedizioni di coppie
omosessuali. In entrambi i
casi il vescovo Ingham aveva
ritenuto il margine troppo
stretto ed aveva ritirato l’approvazione. Ma prima del Sinodo 2002 aveva precisato
che avrebbe dato il suo consenso se la questione fosse
stata adottata a maggioranza
semplice. Parlando prima del
voto, Ingham ha ricordato
che chiese di diverse denominazioni in Olanda, Germania,
Usa e Canada, accettano la
benedizione di coppie omosessuali da diversi anni, (eni)
fettivamente una parentesi
nell’agitata vita giornaliera e
permettano un approfondito
incontro tra persone solitamente separate da frontiere
etniche, culturali, linguistiche e confessionali. Un incontro del genere ha già avuto luogo, con successo, a Mikolajki, nella zona dei Masuri:
erano invitati per due settimane, in cooperazione con il
Consiglio ecumenico delle
chiese della Polonia, numerosi laici e alcuni ecclesiastici
delle chiese ortodosse di Polonia, Ucraina, Bielorussia e
stati baltici. Altre iniziative
del genere sono in progetto in
diverse zone sensibili dell’Europa. Il Cec darà il suo alto
patrocinio ma il lavoro pratico dovrà svolgerlo il Comitato
direttivo dell’Associazione,
ultimamente rieletto, cercando sempre più collaborazione
con organizzazioni ecclesiastiche tanto nazionali quanto
europee, come la Conferenza
delle chiese europee (Kek), le
sezioni europee dell’Alleanza
riformata mondiale (Arm) e
della Federazione luterana
mondiale (Firn).
«Casa Locamo on thè road»
Questo progetto è stato
chiamato «Casa Locamo on
thè road», assumendo un nome in inglese, forse per uscire
dal recente predominio del
tedesco, comunque per indicare che il tradizionale programma di incontri, oggi rinnovato, non è più ancorato a
un edificio, ma è «in cammino». In occasione dell’assemblea degli Amici, a fine maggio, sono stati convocati numerosi estimatori, sostenitori
e collaboratori per un simbolico addio all’edificio e al
giardino della «Casa», che ha
lasciato in molti un po’ di nostalgia ma soprattutto la consapevolezza che non si chiude un libro ma si volta una
pagina: l’impegno, sotto altre
forme, continua.
Per l’edificio ci sono già dei
potenziali acquirenti; tra gli
altri qualcuno che vorrebbe
farne un albergo o trasformarlo in appartamenti, oppure un’associazione che ne
farebbe un Centro per malati
di Alzheimer. Se avesse una
finalità umanitaria tutti ne
sarebbero più contenti. Le
ipotesi sono aperte: si vedrà.
I Si è tenuto a Praga a fine maggio
Il Sinodo della
evangelica dei
Chiesa
Fratelli cechi
THOMAS NOFFKE
La IV sessione del trentesimo Sinodo della Chiesa
evangelica dei Fratelli cechi
ha avuto luogo a Praga i giorni 23-26 maggio nella chiesa
Vinohrady. Gli ospiti ecumenici erano alloggiati nella
pensione della chiesa, il Centro «Jan Huss», più vicino al
centro della città. La prima
impressione, arrivando per la
prima volta neH’ambiente
della Chiesa dei Fratelli cechi
è la calda accoglienza: subito
ci hanno assaliti chiedendo
notizie di amici o amiche vaidesi, raccomandando di salutare tutti e tutte appena possibile. È anche occasione per
ritrovare vecchie conoscenze
di altre chiese ospiti e farne
anche delle nuove. È interessante l’abitudine della Chiesa
dei Fratelli cechi di invitare
chiese che possono utilizzare
una sola lingua (una volta inglese, un’altra tedesca), semplificando così il lavoro dei
traduttori. Altre volte invitano le varie chiese della Repubblica ceca.
Un Sinodo diverso
dal nostro
L’organizzazione smodale è
diversa dal nostro Sinodo valdese in alcuni particolari: per
esempio, non c’è l’elezione
del seggio o una commissione d’esame. Un comitato, simile alla Tavola, viene eletto
per dirigere i lavori sinodali
per un periodo di quattro anni, il «Presidium» e gestisce
Tamministrazione della chiesa. Questo spiega il titolo del
Sinodo: «Quarta sessione del
trentesimo Sinodo». I delegati
al Sinodo sono eletti per tutti
i quattro anni. Naturalmente
non tutti possono adempiere
questo mandato per tutto il
periodo ed era interessante
vedere l’insediamento dei
nuovi delegati che vengono
presentati all’inizio dei lavori
e dichiarano il loro impegno
di fronte all’assemblea.
La relazione del Consiglio
sinodale è divisa in diversi
capitoli secondo le attività
della chiesa: osservazioni di
carattere generale preparato
dal moderatore, Pavel Smetana, la vita della chiesa, rapporti con lo stato, relazioni
ecumeniche, diaconia, educazione. Il moderatore ha
messo in evidenza il forte calo di membri (25%) avvenuto
negli ultimi dieci anni, dal
Lavorò per molti anni al Cec a Ginevra
È deceduto padre lon Bria
dova, il segretario generale
ad interim del Cec, George
Lemopoulos, ha espresso la
profonda tristezza del Cec
per la perdita di padre lon
Bria, «il collega, l’amico, il
padre spirituale». «Sono certo
- ha aggiunto Lemopoulos -,
che il Cec, l’istituzione che
padre lon ha servito per molti anni con una devozione del
tutto ptirticolare, troverà una
occasione per onorare la memoria di un collega e amico
così prezioso».
Nato in Romania nel 1929,
lon Bria aveva studiato teologia all’Istituto teologico di Bucarest dal ’50 al ’54. Dopo studi postuniversitari, fu ordinato prete nel ’72. Nel ’78 fu nominato professore di teologia
dogmatica e di missiologia
presso l’Istituto teologico di
Bucarest e, nel ’95, divenne
professore associato della Facoltà di teologia «Andrea Saguna» di Sibiu in Romania.
Autore di una quindicina di libri, ha inoltre pubblicato circa 300 studi e articoli teologici
ed ecumenici. (cec info)
Con grande tristezza il Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec) ha appreso l’improwiso
decesso di un suo ex collega,
padre lon Bria, avvenuto il 2
luglio a Ginevra. Dal 1973 lon
Bria era segretario esecutivo
per la missione e le relazioni
ortodosse presso il Cec a Ginevra, e dal 1987 era direttore
della sottounità «Rinnovamento e vita parrocchiale».
Poco prima di andare in emeritazione, nel 1994, fu direttore dell’Unità «Fede e testimonianza» del Cec.
Durante tutti questi anni
era diventato un teologo e un
ecumenista di fama mondiale, soprattutto per le sue pubblicazioni nel campo della
missione: Martyria-Mission,
Co forth in Peace, Liturgy after thè Liturgy. Gli anni trascorsi al servizio del Cec sono
stati dedicati non solo a una
riflessione missiologica al
tempo stesso ricca e pertinente, ma anche alla formazione e all’incoraggiamento
della nuova generazione di
teologi. In una lettera alla ve
1991 al 2001. Dopo la fine del
governo comunista vi fu una
grande euforia, e molti ritornarono a far parte delle comunità, ma ora l’interesse è
calato e molti ritornano all’indifferenza di prima. Le comunità devono domandarsi
se rispondono ancora alle necessità sia di una spiritualità
personale e sociale. Diversi
sono i problemi che coinvolgono le chiese dei Fratelli cechi. Per esempio la difficoltà
delle piccole comunità a rispondere agli impegni finanziari, e la soluzione suggerita
è una maggiore solidarietà
fra le chiese.
Rapporti chiesa-stato
La questione chiesa-stato:
una nuova legge prevede
maggiori controlli sull’operato delle chiese, in particolar
modo nel campo della diaconia e nelle scuole. Il problema dei «sedeten tedeschi»,
popoli espulsi dtdle loro terre
dopo la seconda guerra mondiale, è stato discusso molto
perché la chiesa deve fare
sentire la sua voce di fronte
alle ingiustizia commesse e
offrire proposte di riconciliazione. Il tema generale proposto era «Le aspettative delle comunità nei confronti dei
pastori e pastore». I documenti presentati, non tradotti, affrontavano la questione
in profondità, ma la discussione è stata piuttosto deludente. È stato spiegato che
tutti i problemi vengono discussi e risolti dcdle commissioni che producono dei documenti presentati al Sinodo
che sono poi di grande aiuto
per approfondire le discussioni in seno alle comunità..
Un documento che riassumeva il rapporto della chiesa
con gli ebrei è stato presentato e rimandato alle chiese per
10 studio. La situazione oggi
in Palestina e Israele e le tensioni mondiale a causa del
terrorismo, rendeva urgente
questo approfondimento dei
rapporti con le altre religioni
nel mondo.
Diaconia In perìcolo
La diaconia, aspetto centrale della vita delle comunità, è motivo di grande preoccupazione. La nuova legge
mette in pericolo la gestione
di diversi centri e rivoluziona
11 ruolo della diaconia della
chiesa di fronte allo stato.
Nella diaconia esiste una forte collaborazione con la nostra chiesa, in particolar modo per quanto riguarda gli
istituti e i centri di accoglienza. La diaconia dei Fratelli cechi ha 29 istituti gestiti da una
organizzazione molto simile
alla nostra Csd; un progetto
per i rifugiati è iniziato lo
scorso anno, il che rivela l’attenzione dato dalla diaconia
per rispondere ai nuotri problemi della società. Il culto
conclusivo di domenica mattina permetteva un tempo di
riflessione e di comunione
fraterna. Molti canti avevano
la stessa musica dei nostri e
così si poteva partecipare,
forzando molto la pronuncia, ai canti comunitari. Nel
condividere il pane e il vino
con la comunità, gli ospiti e i
membri del Sinodo è sempre
il momento più bello perché
in quel momento ci sentiamo
runiti come fratelli e sorelle
nella fede, nonostante le differenze di opinioni che vengono espresse nelle discussioni sinodali o nelle differenze ecclesiastiche di ogni chiesa e tradizione presente.
4
PAG. 4 RIFORMA
Vita Delle Chiese
venerdì 19
Una «cinque giorni» a Bari in occasione della Giornata internazionale del rifugiato
Come essere «città dell'asilo»
L'iniziativa è stata promossa da molte associazioni cittadine, tra cui il Servizio rifugiati
e migranti della Fcei II caso della roulottopoli di Bari Palese e le carenze dell'accoglienza
TOMMASO CELAO
CITTÀ deH’asilo. Questo è
il nome che le associazioni Etnie Onlus, Finis Terrae
Onlus, Gruppo lavoro rifugiati Onlus, la cooperativa sociale Nuovo Fantarca, il Consorzio Fantarca, il Servizio civile
internazionale gruppo locale
di Bari, la Cooperativa sociale
Unsolomondo e l’ufficio di
Bari del Servizio rifugiati e
migranti della Fcei, hanno
dato alla manifestazione organizzata a Bari in occasione
della giornata internazionale
del rifugiato il 20 giugno
2002: cinque giorni di sensibilizzazione cittadina sul tema del diritto d’asilo. L’iniziativa è iniziata lunedì 17
con una conferenza stampa
svoltasi nei locali messi a disposizione dalla chiesa battista di Bari. Ai giornalisti presenti, pochi per la verità, sono state date delucidazioni
sulla vicenda degli ospiti della roulottopoli di Bari Palese
dove moltissimi, pur avendo
avuto il permesso di soggiorno (pds) e il riconoscimento
dello status di rifugiato politico, non abbandonano il campo perché non sanno dove
andare. Al momento della
conferenza stampa erano ospiti a Palese ancora 188 persone tra cui molti bambini.
La situazione si è capovolta
rispetto al passato. Prima gli
ospiti di Palese sollecitavano
il rilascio del pds per poter
uscire il più presto possibile
dal campo e dirigersi al Nord
o in Europa; ora, invece, intere famiglie restano al campo
perché non sanno dove andare. La situazione della seconda accoglienza a Bari è
veramente disastrosa, i pochi
centri di accoglienza sono
pieni e molte persone sono in
cerca di una sistemazione al
campo. Inizialmente la campagna di sensibilizzazione
era stata concepita anche come un’iniziativa per raccogliere fondi per poter adottare una famiglia del campo di
Palese, ma l’enorme cifra occorrente e la scarsezza dei
mezzi disponibili, hanno fatto accantonare questa idea.
11 programma della «città
dell’asilo» ha proposto per lunedì 17 giugno una serata di
musica tradizionale, a totale
carico del Srm, organizzata al
WM Nella chiesa valdese di Livorno
Musica sacra con il coro
della Carolina del Nord
LEONARDO CASORIO
IN una chiesa affollata (nonostante in città ci fosse
una manifestazione di grande richiamo sportivo, la famosa Regata del Palio Marinaro, una sfida a squadre in
canoa dei vari rioni livornesi), domenica sera 7 luglio, si
è svolto un concerto corale di
musica sacra (e non solo), a
opera di un gruppo corale accompagnato dal pastore della
Chiesa evangelica americana
di Parigi, Bums. 11 gruppo, in
patria, è composto da oltre
120 coristi appartenenti a varie confessioni evangeliche e
da laici, diretto da Welborn
Young. 1 coristi provengono
da Greensboro (Carolina del
Nord), ma solo 40 di loro,
adulti, uomini e donne, molti
dei quali già in pensione,
coordinati da Susan Hill,
hanno scelto di visitare l’Italia, privilegiando comunità
cristitme, evangeliche, valdesi e metodiste, e cantando,
oltre che nella chiesa metodista di Firenze, nelle cattedrali
di Perugia e Temi.
Sono stati accolti con vero
amore cristiano dalla comunità valdese di Livorno che
ha offerto loro una gradita e
abbondante cena «in piedi».
Sono venuti ad ascoltarli
molti fratelli e sorelle delle
chiese locali evangeliche
(battiste, di Cristo, awentista), un folto gmppo della Comunità ecumenica cattolica,
guidato dal vescovo emerito
mons. Abiondi e anche alcune
sorelle e fratelli della comunità valdese di Pisa, accompagnati dalla pastora Erika Tomassone. 11 saluto di benvenuto e introduzione è stato
dato dal pastore Langeneck.
Il programma si è svolto secondo uno schema di due indirizzi: uno di musiche note
tratte da alcune colonne sonore di film di successo, di
Aaron Copland, Harold Aren,
Stephen Poster, e l’altro di
musica sacra e spirituale, con
momenti di forte suggestione
creata dalla melodiosa e forte
voce della giovane studentessa soprano Crystal Stroupe in
alcuni «a solo» dal titolo Ride
On King Jesus e I will Sing
With thè Spirit e dal valente
baritono Kenneth Lee. Di
quest’ultimo, in particolare
molto successo ha ottenuto il
canto Gentle Annie e Stand
Stili Jordan. Fra i vari inni,
però, per la melodiosità e la
capacità interpretativa coinvolgente di tutto il coro, è
stato apprezzato il notissimo
Amazing Grace (Meravigliosa Grazia), uno dei canti religiosi più amato dagli schiavi
neri d’America, nonostante
fosse stato composto proprio
da un ex commerciante di
schiavi. Le parole di questo
inno, composto, pare, su una
musica tradizionale irlandese, sono infatti dell’inglese
lohn Newton. Ogni canto è
stato preceduto da una breve
introduzione del direttore
Young, aiutato dalla sorella
Laura Casorio che fungeva da
interprete. Una serata ricca
di spunti per meditare sull’amore fraterno che scaturisce da sentimenti umani comuni e che ci fanno sentire
vicini nonostante le molte
miglia di oceano che ci dividono. Molti applausi, molti
sorrisi, molte fotografie, e anche molti abbracci e saluti al
momento di lasciarsi.
Centro sociale evangelico «La
casetta», dove davanti a un
nutrito pubblico si è esibita la
grande orchestra di cantori,
musici e musicanti della terra
di Puglia, che per l’occasione
hanno eseguito «C’ven e c’và»
(Chi viene e chi va, terra di
Puglia, terra di transito ma
anche di permanenza). Martedì si sono avuti tre spettacoli nella Pineta di San Francesco a Bari: prima alcuni
giochi di ruolo sulla condizione dei rifugiati a cura del Servizio civile internazionale di
Bari, poi uno spettacolo teatrale di Medjid'Rais chiamato
«Voci dal mare; storie tragicomiche di profughi e immigrati», e infine «Foglie di guerra»
spettacolo teatrale organizzato dall’associazione Etnie in
collaborazione con l’associazione Grammelot e con l’intervento dei rifugiati ospiti
dei centri di accoglienza del
Programma nazionale asilo.
Mercoledì, a cura del Gruppo lavoro rifugiati e dell’associazione Nuovo Fantarca, si è
sviluppato il tema: «1 curdi, le
ragioni dell’asilo» seguito da
un video: «Non per fame, prego...», viaggio nella comunità
dei rifugiati curdi a Roma. La
giornata si è conclusa con la
proiezione del film: «Il tempo
dei cavaUi ubriachi», di Bahaman Chobadi. La giornata di
giovedì, a cura dell’associazione Unsolomondo, presso
la bottega del mondo, è stata
di informazione e di sensibilizzazione sulla campagna:
«Diritto di asilo: una questione di civiltà», con degustazione di bevande del Commercio
equo e solidale. Nella giornata
conclusiva di venerdì, Gianfranco Schiavone, del Consorzio italiano di solidarietà,
Pierluigi Callisti, di Medici
senza frontiere, e Licia Ferrigni, di Amnesty International,
hanno presentato la campagna: «Diritto d’asilo: una questione di civiltà». Iniziativa
che si prefigge la raccolta di
firme per una legge popolare
sul diritto d’asilo per coloro
che fuggono dai propri paesi
per guerre o motivi politici.
In tutti i momenti organizzati nei cinque giorni sono
state raccolte le firme, per la
campagna descritta sopra,
mentre all’Università di Bari
al centro Cutamac era allestita la mostra «Passport» del
pittore Valeri Dyrzi Tarasov.
Nonostante gli sforzi fatti
dalle associazioni organizzative, le presenze non sono
state secondo le aspettative.
Di positivo l’essere riusciti a
coinvolgere sul problema dei
rifugiati politici e dei richiedenti asilo, associazioni che
si occupano di altre tematiche. Certamente saranno organizzate altre manifestazioni per il problema dell’accoglienza che è urgente. Ci sono moltissimi richiedenti asilo e rifugiati politici che vagano per Bari e per l’Italia senza
un posto dove posare il capo.
Cosa possiamo fare? Pensiamoci. Per comunicare eventuali posti letto disponibili
presso tutte le strutture di accoglienza, mettersi in contatto con l’ufficio di Bari del
Srm, corso Sonnino 23, telefono e fax 080-5530917.
„J Chiesa valdese di Chivasso
Incontro fraterno
con I battisti di via EIvo
MARIO RADAELLI
Domenica7 luglio nella
piccola chiesa valdese di
via Ivrea la comunità di Chivasso ha ricevuto dal pastore
lonathan Terino il n. 1 del
giornale Valdesi a Chivasso,
un inserto di Valdesi a Biella,
cioè l’altra parte della comunità curata dal pastore. «Abbiamo voluto varare questa
iniziativa per dare un segnale
della nostra presenza a Chivasso - ha dichiarato Jonathan Terino -. Alcuni miei
collaboratori hanno risposto
positivamente all’idea e hanno iniziato a studiarne l’im
paginazione e i contenuti per
arrivare a un risultato concreto. Oggi presentiamo la
prima copia del giornaletto
della comunità. Usciremo
ogni due mesi, insieme a
quello di Biella, e racconteremo le nostre attività, i nostri
programmi, le nostre testimonianze per dare un segnale concreto di vita cristiana
nella città dove il Signore ci
ha chiamati».
11 piccolo giornale dei vaidesi è composto di 8 pagine
con una presentazione, una
meditazione del pastore Jonathan Terino e alcune informazioni che testimoniano
dell’attività cristiana della
piccola comunità e verrà di
stribuito gratuitamente. Intanto l’attività dei fratelli vaidesi di Chivasso il 23 giugno
si è trasferita un’altra volta
altrove: la destinazione è stata Torino, alla comunità battista di via Elvo che ha accolto i fratelli di Chivasso con affetto, offrendo loro una domenica all’insegna della fratellanza cristiana. Durante il
culto, celebrato dal past. Massimo Romeo, alcuni componenti il gruppo corale Freedom hanno eseguito vari
canti, accompagnati da organo e chitarra. Barbara, Anna
Maria, Benito, Paola e Sujen
hanno espresso con i loro
canti e la loro musica la gioia
di servire il Signore. 11 pastore
Terino ha svolto la riflessione
biblica e al termine le due comunità hanno consumato il
pasto insieme, in un’agape
che ha rafforzato i legami di
due comunità cristiane con
denominazioni diverse ma
con un unico sentiero da percorrere e un sicuro e unico
traguardo da raggiungere.
Al termine i due pastori responsabili delle comunità.
Massimo Romeo e Jonathan
Terino, si sono scambiati la
promessa di trovarsi presto
di nuovo insieme, per scambiarsi testimonianze, pregare
e cantare gloria a Dio all’insegna dell’amore reciproco.
Regala un abbonamento a
Chiese di Puglia e Basilicata
Animazione musicale
per esprimere la fede
VIRGINIA MARIANI
CERTAMENTE la data non
era delle più propizie, visto il periodo estivo e il conseguente rallentamento delle
attività ecclesiastiche, ma
quella del convegno sull’animazione musicale del 29 e 30
giugno, svoltosi nella chiesa
battista di Mottola, è stata
davvero un’occasione mancata per le chiese che aderiscono alla Federazione delle
chiese evangeliche di Puglia e
Basilicata (Fcepb). Carlo Leila, accompagnato dalla moglie Marta D’Amia, con la sua
incomparabile verve e creatività ha subito coinvolto i partecipanti della comunità ospitante e della Chiesa valdese di Taranto con le domande «Chi è l’animatore o animatrice? Che cosa fa?» e attraverso un percorso biblico
di ricerca, ci ha fatto scoprire
che il primo musicista lo troviamo in Genesi 4, 16, lubal,
e il primo animatore in 1
Cronache 16, Asaf.
Concentrata l’attenzione
su Esodo 15, abbiamo analizzato il testo del canto di Mosè, ispirato da un ritornello
intonato da Miriam dopo il
passaggio del Mare delle
Canne, che fra le altre cose
dimostra il ruolo fondamentale che deve avere la musica
nel culto e nella liturgia in
quanto dono di Dio che, cantando, suonando e danzando, parla delle sue opere. Nel
pomeriggio, per mezzo di
schede quiz abbiamo «giocato» a indovinare la provenienza di canti e inni che fanno parte della nostra storia
(«Sommo Iddio noi t’invochiamo» è un inno cattolico
di Vienna) e con un test ab
biamo dato volto, personali»
e professionalità all’anima^
re musicale: non insostituibi
le, conduce nel canto, cok
bora con pastori/e e co®^
nità, è anche guida spirltu^
coinvolgente e generosa, ^
che emergano i doni di alw
fratelli e sorelle.
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Nel culto di lode e di %
mazione della domenica, fe'
storia della musica e storia
protestante, Carlo Leila din
condotti nel percorso musi:
cale dall’inno «Forte rocca»:
definito scherzosamente
«nazionale», attraverso alca,
ni inni dell’innario del 192^
fino al negro spiritual spie '
gandone con cura tutti ipas.
saggi e le implicazioni sodor
culturali. A questo momento
è seguito quello dedicato ai
canti dell’ecumene interna:
zinnale e alle nuove compo;
sizioni. Con il racconto del
l’atto di liberazione e dife.
deità per eccellenza, come,'i„i,,nno
quello della liberazione del IfLod
popolo d’Israele dalla schif i*
(Marnato
ucessità
Ipace a
inno ispirato al Salmo 31^5“"fa
vera confessione di fede,co-Ìf,fjmn
me quella intonata daUapro- '
fetessa Miriam e da Mosèdo*^.« „ ^
po il passaggio del Mar delle! 1 ,eeu
Canne, che loda il Signora, °
come unica rocca e rifugio,
A conclusione. Domenica!
D’Elia ha presentato un canto di sua composizione
tuo santo Nome», cantat(|
all’ultima Assemblea Ucebi,
cui testo è una preghiera di
intércessione per il creato intero bisognoso di salvezza;
giustizia e pace.
vitù in Egitto, chi scrive L ,
presentato l’inno della Giotr '.
nata mondiale di preghiéttó "
battista del 2000, «Saranai
manieri
K, hanno
ilibiblic:
lido in
Ime di
iti libri
Ièlla m
jcsentar
Iti e poti
iDavide)
Ricordato in un incontro a Busca
Goffredo Varaglla
martire dell'Evangelo
PAOLO RIBET
Quando nei novembre
del 2000 il Comune di
Torino dedicò una targa al
pastore valdese Goffredo Varaglia, impiccato e poi arso
sul rogo in piazza Castello il
29 marzo 1558, alcuni cittadini di Busca, dove il martire
era nato, si resero conto che
era esistito un loro concittadino, il quale aveva avuto
una certa importanza e che
non solo era stato ucciso fisicamente, ma di lui era stata
soffocata anche la memoria.
Busca è una piccola città
del Piemonte ai piedi delle
Alpi, e appartiene a una regione, il Saluzzese, che nel
Cinquecento vide fiorire una
^ande quantità di comunità
riformate: una testimonianza
del tempo parla addirittura
di 40.000 persone che avevano abbracciato la nuova fede. Qui nacque Goffredo Varaglia, figlio (ironia deUa storia!) di un militare che si era
arricchito depredando i vaidesi. A tredici anni, Varaglia
entrò nell’ordine dei francescani e a ventidue fu ordinato sacerdote: nia, giunto alla
maturità, in piena ricerca
spirituale e intellettuale, abbandonò il monastero per
diventare segretario del Legato pontificio presso la corte di Francia.
Qui probabilmente conobbe più da vicino le idee riformate e prese quelle decisioni
che trasformarono definitivamente la sua esistenza.
Abbandonò dunque la Chiesa cattolica, nella quale pure
avrebbe potuto vivere fra gli
agi e gli onori, e si rifugiò a
Ginevra dove fu consacrato
pastore. Il suo destino doveva però compiersi nella sua
terra di origine: inviato in
Italia, fu invitato per una disputa nella sua Busca. Sulla
via del ritorno fu catturato e
poi, come detto, condannato
e ucciso.
Queste vicende sono stata
riprese dalla vivace associazione culturale «E1 Castlas»i
la quale ha organizzato un
convegno, intitolato «Goffrado Varaglla - Tra fede e storia», per riportare all’attenzione della gente la memoria
di questo concittadino di effl
si era perso il ricordo. Introdotti da don Tallone, direttore del settimanale «Il Conio®
di Saluzzo», sono stati m'ritnj
a parlare lo storico locali
prof. Moda, che ha illustraW
il periodo storico in cui le
cende hanno avuto luogo, cW
scrive queste note, presidente del Centro culturale valdese, che ha mostrato
fonda attualità del pensiero
dell’atteggiamento del V^aglia, e il frate Campana, min*'
stro provinciale dei capp®^
Cini di Torino, il quale ha ® '
to notare come pmpfip
suo ordine siano usciti du
dei più interessanti reppi”
sentanti della Riforma in It^,
lia. Bernardino Ochino ®
Varaglia stesso, segno
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vivacità intellettuale di q**®
sto movimento.
Un pubblico numeroso
attento ha seguito
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«E1 Castlas» fatta al jje
che era presente, di h®“*
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19 luglio 2002
Vita Delle Chiese
PAG. 5 RIFORMA
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I^Si è tenuto alla «Casetta» di Bari un convegno della Fdei di Puglia e Basilicata
Le donne e la guerra
0izondo il metodo del «Bibliodramma», le partecipanti di diversi gruppi femminili hanno
lavorato in modo utile e creativo. Educare alla pace a partire dall'impegno nelle famiglie
In occasione del convegno
«donale Fdei Puglia e Basiliata intitolato «Bibliodram1 Le donne e la guerra. Co«ecostruire la pace?», tenutosi a Bari alla «Casetta», si
joDO incontrate sorelle di di«fse Unioni femminili locali
Liuso qualche fratello) ap'jrtenenti a varie comunità
¿abattiste che valdesi. È stata una occasione per trascortere insieme una giornata in
comunione e riflessione sul
aiolo della donna nel proces5C di pace. In apertura Elena
(jiines, membro del comitato nazionale Fdei, ha sottolineato l’importanza di simili
incontri. Nel loro piccolo
‘^®™®Jjippresentano una ricchezza
nterna^jjjjfgaità delle donne evanjeiche in Italia che attraverj) rincontro, pur nelle diffelenze denominazionali, si
one
a schia:rive ha
Ila Gioì
jniscono per obiettm comu” i i Introducendo il tema del
tenvegno la Chines ha ri(liiamato l’attenzione sulla
Bcessità dell’educazione alIpace a partire dall’impeponelle proprie famiglie:
ipporsi a ogni tipo di violen1,stimolare l’obiezione di
(scienza, finanziare progetti
ipace e solidarietà,
in seguito le pastore Susy
JtAngelis e Patrizia Pascalis,
Émaniera sintetica ed efficali; hanno presentato i due liH biblici di Samuele, mettado in luce il ruolo delle
ènne di quell’epoca. Se aniti libri parlano della nasci1 Ideila monarchia in Israele,
entando alcuni uomini
[Mepotenti (tra i quali Saul
iDavide) che assicuravano
■i ifuturo al popolo e si manInevano fedeli al patto con
So, pur nei loro limiti, non è
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Foto A. Sabbadin
mento delle donne nella formazione della storia di Israele
nonostante lo spazio politico
religioso a loro precluso. Un
esempio si trova nella storia
di Rispa in II Samuele 21, 114, testo che è stato esaminato nel corso del convegno. Rispa è una madre addolorata
per la morte dei suoi due figli
impiccati insieme ad altri come riscatto per appagare la ritorsione di un popolo che ha
rischiato lo sterminio ad opera del re Saul. Questa donna
rimane per mesi sui cadaveri
per proteggerli dagli uccelli ed
altri animali, dato che non era
stata concessa una degna sepoltura. Alla fine il re Davide,
venuto a conoscenza della
protesta silenziosa della donna, concede la sepoltura, non
solo dei figli della donna, ma
anche del precedente re Saul
e del figlio Jonathan. I presenti, divisi in tre gruppi,
hanno provato ad esternare
stati d’animo di ciascun personaggio del racconto, concludendo tale lavoro con una
drammatizzazione. Alla fine i
gruppi hanno messo quanto
suggerito dalla storia in relazione alla propria vita.
È stato sottolineato che Rispa, nonostante la sua posizione sociale marginale e la
sua fragilità di vedova e madre che perde i suoi figli, rea
gisce con forza e tenacia di un
amore protettivo, cambiando
l’esito della sua storia. Con la
costante presenza sui corpi di
tutti gli impiccati, proteggendo quello che poteva, Rispa
ha mobilitato le persone intorno a sé che, a loro volta,
non hanno esitato di contattare Davide facendolo intervenire sul suo caso. La -vicenda di questa donna ci ha fatto
riflettere sq come, con i modi
non violenti, si riescono ad
ottenere risultati importanti
influenzando uomini di potere. Abbiamo concluso che con
tenacia e resistenza, fondati
nel profondo amore per l’altro, si possono abbattere i
muri di indifferenza e ostilità
difendendo i diritti dei più deboli. Ognuno può contribuire
alla costruzione della pace rimanendo sensibili al grido di
aiuto degli altri.
I lavori sono ripresi dopo
un pranzo arricchito dalle
pietanze gentilmente preparate dalla famiglia ospitata
alla «Casetta». Nel pomeriggio sono state ricordate le attività nazionali della Fdei. In
seguito è stata eletta la coordinatrice regionale nella persona di Lucia Tubilo, della
Chiesa battista di Gravina. In
ricordo della giornata è stata
consegnata a tutte una lettera con dei versi significatm.
Abbiamo concluso con la celebrazione del culto al Signore accompagnato da diverse
letture bibliche e preghiere.
Prima della partenza è stato
piantato un albero di ulivo,
simbolo della pace. Annaffiandolo insieme abbiamo
pensato alla sua crescita e
contemporaneamente alla
crescita del nostro impegno
per la pace, (g.i.)
confixxtìi
L’Italia delle religioni
23-27 hizVto 2002
viaggio attraverso le diverse tradizioni religiose presenti in Italia.
lltolio è un paese sempre più variegato anche sotto il profilo religioso,
Wvre di questo pluralismo di fedi, di tradizioni, di culture vi è scarsa
faenza. Confronti organizza, per la seconda volta, questo seminario
•iterante, perché crediamo che soprattutto l’incontro diretto e persoMe con esponenti delle diverse comunità di fede possa aiutare a co!*era la complessità e la ricchezza del mosaico delle fedi in Italia. Il
nappo sarà guidato da esperti qualificati.
Programma
'Attedi 23 luglio
Visita della moschea di Roma
Partenza per Frasso Sabino: visita del monastero buddista the^vada «Santacittarama» e incontro con i monaci
Cena e pernottamento a Firenze
'"‘reo/e«fi 24 luglio
Visita della Sinagoga di Firenze e incontro con alcuni esponenti
“ella comunità ebraica
^fasferimento a Vallombrosa, visita dell’Abbazia e incontro
ton monaci
Utenza per Modena
^tisferimento a Novellara: visita del tempio Sikh e incontro
la comunità
l’ernottamento a Modena
25 luglio
^rtenza per Carcere (Savona)
janzo presso il monastero induista «Gitananda»
visita del monastero e incontro con i monaci e le monache
•rnottamento in hotel a Cairo Montenotte
’•erd) 26 luglio
'’^sferimento a Torre Pellice: visita del museo e dì luoghi lealla storia Valdese
ena e pernottamento presso la foresteria di Torre Pellice
27 luglio
Parti
Ino
lenza per Torino
entro con la comunità ortodossa
Pjttenza per Roma (arrivo presunto ore 19,30)
^P'"ogramma non è definitivo e potrebbe subire variazioni)
^l'iota individuale di partecipazione è di 475 euro.
Cg *^**ggiorj Informazioni rivolgersi a Ufficio programmi
®"ffonti; tei. 06-4820503 fax 06 4827901; e-mail; pi
^^i@confronti.net
di
pro
La Chiesa evangelica
valdese di Frali
Invita a
una giornata di festa aperta a tutti
140 anni del nuovo tempio di Frali
Domenica 28 luglio 2002
Programma
ore 10,30: Culto presieduto dal moderatore
ore 12: Agape fraterna nella sala valdese
prenotarsi entro giovedì 25 luglio (pastore 807519
o Use Genre 807532)
dalle 14 in poi: giochi per i bambini
ore 15: tavola rotonda al tempio
«40 anni: speranze e prospettive»
Conversazione tra architetti di chiesa
Partecipano Gianni Genre, Daniela Di Carlo, Don
Alluvione, Sebastiano Frizzoni, Sergio Ribet, Ettore Serafino, Franco Davite, Alessandro De Marchi,
Luciano Deodato, Renzo Bounous.
M Con luglio sono iniziati i culti estivi
Piedicavallo: raccontare
la storia di una comunità
SALVATORE DI PASQUALE
D
omenica 7 luglio un piccolo gruppo di sorelle e
fratelli della Chiesa valdese di
Torino si è recato in visita a
Piedicavallo dove, nella chiesa valdese, si è tenuto un culto presieduto dal pastore Giuseppe Platone la cui predicazione è stata tradotta in lingua piemontese da Nico Vineis a cui va la nostra riconoscenza. Prima del culto, il fratello Tavo Burat, della comunità di Biella, ci ha raccontato
con efficaci pennellate la storia della comunità valdese di
Piedicavallo, Rosazza, Campiglie e San Paolo Cervo.
La costruzione della chiesa
di Piedicavallo, originale edificio in pietra a vista, fu iniziata nel 1893, sostenuta con
offerte e con il lavoro di abili
tagliapietre del luogo. Nel
1894, nella parte già agibile
del tempio fu istituita una
scuola e si fece venire da Torre Pellice un insegnante. Elisa Gos, valdese. Il 13 ottobre
1895 la chiesa venne inaugurata con la partecipazione
del pastore Malan (nonno di
Frida Malan). A causa della
successiva forte immigrazione la comunità valdese di
Piedicavallo si è azzerata e
attualmente risulta presente
una sola persona residente,
Marvi Revelli. È lei chè ci ha
accompagnato attraverso i
vicoli dell’antico borgo, un
gioiello dell’archittettura liberty in pietra, e lungo i torrenti che qualche settimana
fa, per un improvvisa quanto
violenta inondazione, hanno
causato danni e isolato l’insediamento per alcuni giorni.
La chiesa valdese di Piedicavallo oggi viene aperta solo
nel periodo estivo, a cura
della comunità di Biella, per
consentire ai villeggianti
evangelici di partecipare a
culti domenicali estivi che
iniziano sempre alle 17.
Quello del 7 luglio è stato il
primo culto della stagione
estiva. C’era commozione in
quella sala decorata con gusto dove campeggiano tanti
versetti della Bibbia di Giovanni Diodati e dove aleggia
ancora lo spirito di quelli che,
contro le ire del clero locale,
costruirono questo «segno»
che rimane tuttora presenza
significativa nel cuore del
paese. Dopo il culto la piccola comunità ha invitato il
gruppo di torinesi a un’agape
ricca di cibi genuini locali
(tome, salami di capra, carne
ovina essiccata agli alpeggi...): tutto organizzato con
amore e grande fraternità.
Siamo così tornati nell’afa torinese edificati da questo incontro nella fede. Merita veramente risalire questa valle
alpina per trovare motivi di
una fede evangelica che non
è ridotta a puro dato museale. Contiamo di tornarci.
AGENDA
19
-21 lugli
IO
GIOIA DEL COLLE — La comunità battista è impegnata in
una campagna di evangelizzazione con la collaborazione di
fratelli e sorelle provenienti dall’Inghilterra e dalla Scozia
coadiuvati dal past. David Mac Parlane.
20 luglio
MEANA DI SUSA — Alle 21,15, nella chiesa evangelica, per la
rassegna musicale «Il giglio» si tiene un concerto del trio
d’archi di Pinerolo. Ingresso libero.
21 luglio
ROMA — Alle 10, nella chiesa valdese di piazza Cavour, concerto d’organo del maestro Daniele Cristiano lafrate.
22 luglio
MEANA DI SUSA—Alle 21, nella chiesa evangelica, concerto
«Musica e preghiera» del coro «Bob Jones University».
Le segnalazioni devono giungere con 15 giorni di antìcipo.
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse
a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24
circa e alle ore 10 del lunedì successivo. Domenica 21 luglio,
ore 24 circa, andrà in onda: «Cittadini o forza lavoro? Storie di
ordinaria migrazione», un Forum organizzato dalla comunità
valdese-metodista di Conegliano, nel segno dell'integrazione
tra italiani e stranieri per una convivenza possibile; «N Street:
4 donne americane. Centro di accoglienza e riabilitazione per
donne tossicodipendenti o malate di mente, per iniziativa di
una comunità luterana, Luther Place»; «Terza di Copertina:
Valdo di Lione e i poveri nello Spirito». La replica sarà trasmessa lunedì 22 luglio alle 24 e lunedì 29 luglio alle 10 circa.
DILMNCIULU
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6
PAG. 6 RIFORAM
ABBIAMO PAURA
DEGLI ADOLESCENTI?
MARCO BOUCHARD
È da tempo che le società occidentali hanno riscoperto la paura verso l’adolescenza inquieta.
Non stupisce, quindi, la decisione del nuovo governo francese di
trattare con maggiore severità
gli atti delinquenziali dei minorenni. C’è una tendenza, da almeno sette 0 otto anni, a rivalutare la funzione della sanzione
anche nei confronti dei giovanissimi. Con il 1989, l’anno della
Convenzione internazionale sui
diritti dei fanciulli, si era toccato
l’apice di una produzione normativa e culturale a protezione
dei minorenni. Una delle «tavole
della legge» di quella convenzione e di tutte le legislazioni nazionali si fondava
sul principio del giustizia sociale,
best interest of QeSCe lo tendenza a prevenzione
carceri di disgraziati di ogni sorta (soprattutto neri e stranieri).
Le auliche frasi che invitano a riscoprire la «dimensione educativa» della pena nascondono la
tragedia quotidiana di ragazzi e
ragazze costretti a vivere la strada, a prostituirsi, a svaligiare le
case o a borseggiare i passanti. È
evidente che le nuove armi della
repressione giovanile colpiranno essenzialmente i senza dimora di ogni nazionalità.
Certo che le bande giovanili
fanno paura e che la violenza
ostentata accresce le nostre chiusure. Ma la ricetta carceraria
rappresenta l’illusione di un rimedio che non può prescindere
politiche di
thè child: ogni
decisione, in famiglia, a scuola,
in Parlamento,
in un’aula di tribunale deve essere guidata dal
principio del miglior interesse
del bambino.
Oggi non è più così. Le tavole
della legge sono state corrose
dal tempo e al loro posto troviamo la sicurezza dei cittadini,
l’ordine e la pulizia nei luoghi
pubblici. Uno dei ritrovati più
recenti, che testimonia la paura
verso i bambini delle società occidentali, è il «coprifuoco». In
Italia evoca ancora il tempo della guerra, ma negli Stati Uniti,
in Gran Bretagna o in Francia
indica un dispositivo che i sindaci delle grandi città possono
adottare per impedire ai bambini di circolare per le strade se
non accompagnati da un adulto.
Non si tratta di tecniche preventive di protezione dell’infanzia,
ma di un modo per cercare di
arginare i comportamenti delinquenziali dei giovani. Il vento
della repressione verso i giovani
non è neppure un attributo dei
governi di destra. Clinton aveva
voluto che i minori autori di
gravi crimini venissero giudicati da tribunali ordinari senza distinzioni di pene rispetto agli
adulti. Blair ha fatto approvare
da tempo una legge sulla criminalità minorile letteralmente intitolata «No more excuses».
La criminalizzazione della
gioventù è solo uno degli aspetti
di una più generale tendenza a
imprigionare la marginalità. Alcuni studi dimostrano come le
politiche di restrizione dei servizi pubblici a favore della popolazione in difficoltà hanno
generato delle strategie repres
dal bisogno e di
sanzionare per leaae educazione alia
legalità. Le parole
¡comportamenti
delinquenziali dei
minori [giusto?
d’ordine informate alla sola repressione costituiscono inoltre una
suggestione troppo invitante per i
............. mezzi di comunicazione che «vendono» molto
quando ci sono notizie che alimentano l’insicurezza. «Carcere
per i tredicenni» non tende a
rassicurare ma a stimolare l’idea
che i tredicenni sono così temibili da doverli rinchiudere.
Purtroppo la notizia sugli intenti del governo francese non ci
informa che, in realtà, essi sono
scaturiti da un massiccio rapporto sulla delinquenza minorUe
da poco depositato in Parlamento. Quel rapporto, che segue un
altrettanto imponente lavoro di
quattro anni fa, è ricco di spunti
e di esso andrebbe quantomeno
riconosciuto lo sforzo scientifico
e la serietà. È desolante, al confronto, la miseria nostrana: negli
ultimi anni i nostri governanti
non sono riusciti a produrre né
un’analisi seria della criminalità
minorile né proposte in grado di
reggere alla prima obiezione.
L’attuale ministro della Giustizia ha lanciato l’idea di una
riforma della giustizia minorile
che sta già evaporando nelle
commissioni parlamentari sotto
le critiche della stessa maggioranza. Nel frattempo la serenità
del nostro giudizio è messa seriamente alla prova da informazioni incompatibili. Secondo un
quotidiano di destra ormai
«esplode la violenza dei minori
stranieri»; secondo la presidenza
del comitato parlamentare sui
minori «non esiste alcun allarme
sociale sulla criminalità minorile... anzi il tasso dell’Italia è uno
sive che hanno solo affollato le dei più bassi d’Europa». Fate voi.
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
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Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 28 del 12 luglio 2002 è stato spedito daH'Utficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledilO luglio 2002.
2002
Associato alla
Unione stampa
periodica italiana
1
Noi e la mafia
l’aspetto più inquietante di
Cosa Nostra, ovvero la sua rete di poteri econoiuin e tinanziari gettati sull'l umpii.
Quel suo discorso riguai dante la relazione tra mafia e
grandi capitali fu accolto con
un certo scetticismo». Dieci
anni dopo, direi che fu profetico Falcone in quell’intuizione. La relazione tra mafia e
grandi capitali si è infatti irrobustita in questi anni in
cui, per certi versi, sul fronte
dell’antimafia si è andati indietro. Attacchi alla magistratura, aumento di «richiesta di mafia». Succede un po’
come per la pros’tituzione,
che è in aumento sulle nostre
strade: si demonizzano le povere immigrate che vendono
il loro corpo dimenticando
che «battono» perché è in aumento la domanda. Se aumenta la domanda dal basso,
il mercato tira di più.
La convivenza con
la corruzione e l'illegalità
Oggi, alcuni mafiosi che
sono in galera lamentano la
durezza del regime loro imposto. Personaggi corrotti,
con gravi vicende giudiziali
aperte, occupano posti di
grande responsabilità pubblica. La grande lezione di
Falcone e Borsellino, che
hanno pagato con la loro vita
la lotta per giungere alla verità sui gravi fatti di mafia, è
che la mafia sia una questione che riguardi mtti noi cittadini. La mafia non è solo questione siciliana. È un problema nostro, con forti risvolti
economici e culturali. È anche, per certi versi, un problema di coscienza, che rinvia direttamente alla cultura
della legalità. Abbandonare
questo terreno, anche nelle
piccole decisione quotidiane,
fa sì che diventi maledettamente facile giungere a compromessi, convivenze con
comportamenti illegali. E da
qui ad assumere la cultura
mafiosa, il passo è breve.
Il giudice Giovanni Falcone
Oggi, il clima è più favorevole per una convivenza senza drammi con la corruzione
e l’illegalità. Calato il sipario
sulle gradi stragi che scatenarono un rifiuto di massa della
criminalità mafiosa, la mafia
preferisce altri itinerari, meno
eclatanti, ma forse ancora più
efficaci. Essa percorre la stra^
da dell’immediato profitto
economico in termini globali.
Non solo attraverso l’Italia,
ma anche attraverso l’Europa
e altri continenti. Essa muove
grandi capitali sugli schermi
telematici, non c’è più la sparatoria alla Lucky Luciano: le
pallottole moderne percorrono fibre ottiche. È una mafia
più tecnologica, meno appariscente, quasi legalizzata, innocua finché non tocchi il
centro nervoso che muove i
grandi capitali e i loro interessi economici.
Dopo il sussulto emotivo
la tensione si è allentata
E Falcone aveva visto giusto. Sapeva certamente, come lo sapeva Borsellino, che
avrebbero fatto di tutto per
farli fuori, malgrado le scorte
e i controlli. E ci sono riusciti,
con un organizzazione perfetta che sbalordì per ferocia
e arroganza. In quei giorni,
tutti gli italiani diventarono
di colpo antimafiosi. Fu un
sussulto emotivo. Tutti capirono il livello di estrema pericolosità della mafia. Quel duplice massacro a distanza di
57 giorni fu la goccia che fece
traboccare il vaso. Poi, lentamente, la tensione si allentò.
Le cose non solo rientrarono
al loro antico ordine, ma ci fu
un pepioramento delle condizioni generali.
Non serve il lamento
ma l'impegno
Il lamento generico però
oggi non serve, se non a metterci a posto la coscienza. Per
dire a noi stessi come siamo
bravi. E questa sarebbe l’ennesima strumentalizzazione
di questi due grandi servitori
dello stato. Ma la nostra coscienza è tutt’altro che a posto. Siamo anche noi complici della crescita deU’illegalità
se non ci impegniamo personalmente e attraverso associazioni civili nella costruzione di una società diversa, più
equa. Di uno stato non cialtrone, corrotto, sfasciato,
pervaso da interessi corporativi, ma di uno stato, come lo
volevano Falcone e Borsellino, che sa rispondere colpo
dopo colpo, che ha un alto
senso delì’indipendenza della giustizia sempre comunque e davanti a chiunque.
Quando ci incontriamo per
i nostri culti o assemblee non
vogliamo lasciare fuori dalla
porta il senso profondo della
legalità e della demotrazia.
Perché sono parte costitutiva
di una coscienza che non
vuole creare caste di intoccabili o icone da venerare perché tutto resti come prima.
Nella lotta alla mafia la cultura religiosa protestante,
l’etica della responsabilità
personale hanno molto da
dire. Se però stiamo zitti. Falcone e Borsellino saranno
anche per noi morti invano.
E la credibilità dello stato
sarà solo invocata per coprire interessi di bottega.
Giuseppe Platone
E giunta in redazione una
lettera particolarmente
simpatica, soprattutto nel
suo esordio. Scrivendo alla
nostra rubrica e riferendosi a
me in quanto conduttore,
una nostra ascoltatrice casertana esordisce con queste parole: «Reverendo (...) padre»,
proseguendo poi così, «avrà
già capito che sono una cattolica praticante, la quale, da
anni, ascolta il Culto evangelico per gustare le riflessioni
sulla Scrittura proposte».
«Reverendo padre»...: non
so se sono riuscito a trasmettere l’umorismo di questo
esordio. Le differenze tra
protestanti e cattolici, infatti,
non sono solo di alto carattere teologico, ma esistono anche sul terreno forse più spicciolo, ma non meno interessante e significativo, del linguaggio e dei gesti. Così se
qualcuno mi chiama «Reverendo padre» mi accorgo subito che il mio interlocutore è
cattolico, perché un evangeli
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LUCA BARATTO
co mi chiamerebbe pastore
che è la mia funzione e il mio
titolo. E allo stesso modo, se
qualcuno mi chiede se sono
un evangelista, capisco che
ha poca dimestichezza con la
Bibbia e confonde gli evangelici, che è l’altro modo di
chiamare i protestanti, con
gli autori dei quattro Vangeli.
Queste diversità, piccole rispetto ai grandi enunciati
teologici, ci rendono spesso
impacciati nei nostri rapporti, possono creare equivoci
per via dell’ignoranza che abbiamo della quotidianità di
fede gli uni degli altri.
Devo confessare che questo sentimento l’ho talvolta
provato. Per esempio, quando sono ospite in una chiesa
cattolica non sempre so orientarmi nello spazio in cui
mi trovo: ho un po’ l’atteggiamento di chi pensa sia meglio
rimanere con le mani in tasca
per evitare di fare inavvertitamente qualcosa di terribile,
toccare qualcosa che non si
deve, far cadere un qualche
oggetto o cose simili. Il punto
è che non solo non conosciamo bene i gesti e i linguaggi
degli altri, ma spesso non riflettiamo nemmeno sui no
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CORRIERE DELLA S¡¡^
Atleti di Dio
Sulla scorta dell’immj.
ne dei calciatori brasili
in raccoglimento suire?
dopo la vittoria nella
mondiale, un articolo^
Gaia Piccardi, che pan
dalla prima pagina (2 b
glio) e prosegue all’interno'
riferisce, con toni un po’].'
riverenti, del diffondersi
delle pratiche religiose
gli sportivi. «Atleta di Dileggiamo - non si nasce sì
diventa. Per superstizionj
bisogno d’assoluto, igno!
ranza, business, convinzìo,
ne o semplicemente broei
caggine»: e così quanti, fra
gli sportivi, vivono una loro
fede sincera sono servii
quest’ultima si spiega coti
le scarse fortune agonistiche, il che sarà senz’altro
vero per alcuni, ma non è
così facilmente dimostrabile a livello generale, «Non
sei capace? - si chiede l’arguta autrice del testo - Fatti
prete». E ancora: «Nessuno
scandalo, se tra i 44 nuovi
cardinali ordinati dal papa
nel febbraio 2001 c’erano
anche ex nazionali di basket (l’arcivescovo di Lima),
ex rugbisti (l’arcivescovo di
Westminster) ed ex sprinta
(l’arcivescovo di Santiago del Cile)». Oppure: «Ndla finale tra Dio e gli Altri
(Buddha, Confucio, Allah)
ha vinto Dio, ed è stata goleada», forse perché mancava Baggio. In conclusio*
ne; «‘‘Chiedete e vi sarà dato”. Sta scritto nel Vangelo
(Luca 11, 9) ma forse coni
gol non funziona». Altri servizi nel passato erano stati
più accorti, nell’intervistare
i personaggi e nel riferire
che per loro il gol nonè
l’elemento più importante.
ranttà
Culti ammessi
Nella pagina delle religioni (4 luglio), Enzo Biancbt;
priore della comunità
nastica di Bose, commeni
l’iter del disegno di legge
sulla libertà religiosa, e scrive fra l’altro «Un cittadini
un credente, un cristiario,
un cattolico non può rallegrarsi di tale evento: vedere compaginato organicamente uno dei diritti te
damentali della persoria,
quello di professare la prò*
pria fede o credenza, conia
legge-quadro della convivenza civile in Italia, la Costituzione repubblicana,
non è solo segno della maturità ci-vile di un paese, ma
anche occasione di com;
prensione delle religioni
come elemento di arricchimento reciproco e di sereno e fecondo confronto».
stri. Così tante cose noni
fanno perché crediatno®
appartengano agli altri e^
il loro uso ci confonderei
ro con loro. Per esentpi®’
preghiere responsorialij*
sempre utilizzate nelle Uw
gie delle chiese protestanOiJ
Italia sono ritenute da n
evangelici un patrimonio
tolico a cui, quindi, non®
gere. E presumo che una c®
ta confusione da
molti italiani riguardo^
Bibbia, a quali libri contai^
e quale ne sia il contenuto
dovuto al fatto che il suo
dio da parte dei fedeli sia
to per lungo tempo
rato una cosa
Certamente dobbiamo
scorci meglio, per ■'’SP®:* j.
di più e discutere con t
quillità senza dover
mani in tasca per paura
re chissà quali gaffe.
(Rubrica «Parliamone
me» della trasmissione «
evangelico» curata
data in onda domenica
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PAG. 7 RIFORMA
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Raduno ciclo-alpinistico di amatori
In «bike» verso il Pra
Anche quest’anno in vai Pellice si rinnova un appuntamento
dedicato a sportivi e curiosi. La strada che si sviluppa fra l’abitato di Bobbio Pellice e la Conca del Pra, domenica 21 luglio
sarà la cornice ormai tradizionale per l’undicesima edizione
del Raduno di mountain bike e memorial «Romano Gioviali».
Partenza alle 9 (iscrizioni dalle 8 in poi) dal centro di Bobbio
per raggiungere il Pra dopo aver percorso 18 chilometri di salita e superato circa 900 metri di dislivello. Saranno stati sicuramente soddisfatti gli amanti dell’arrampicata con la prova,
molto tecnica, di Coppa Italia del 6-7 luglio a Villar; stavolta
l’alta vai Pellice celebra, ospitandoli, i numerosi «patiti» delle
due ruote (senza motore) provenienti da tutta Italia.
* 21 luglio al Colle della Croce
L'ora della «rencontre»
L’appuntamento è previsto alle 11, ma come sempre si consiglia di arrivare un po’ prima. A quell’ora di domenica 21 luglio inizierà il culto dell’annuale e ormai tradizionalissima rencontre italofrancese al Colle della Croce, proprio sul confine fra
Italia e Francia. Una bella camminata (1 ora e mezzo dalla conca del Pra, circa 3 ore da Villanova) con il premio finale che
consiste nella splendida occasione di trascorrere una giornata
insieme. Dopo il pranzo al sacco consumato nei prati circostanti il Colle, è previsto un pomeriggio comunitario con la
possibilità di incontrare vecchie e nuove conoscenze provenienti dalla regione francese del Queyras. Quest’anno l’organizzazione dell’evento è affidata agli amici francesi.
Riforma
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I Fondato nel 1848
I Dopo la «rottura» fra le Confederazioni causata dalla sigla del «Patto per l'Italia»
Sindacati: quaii rapporti iocaii?
Le tensioni o livello centrale si riproducono anche nell'ambito del Pinerolese: diverse le valutazioni
sul piano voluto dal governo. Intanto proseguono le vertenze relative alle aziende della zona
MASSIMO CNONE
CHI tgcca è un venduto. Frasi come questa, neanche tanto sottovoce, si sentono pronunciare in alcune fabbriche
del Pinerolese. La firma
del «Patto per l’Italia» ha
le sue conseguenze in periferia, anche se nelle or{anizzazioni sindacali si
cerca di sdrammatizzare
liti quadro nazionale che
più nero non si può.
A incrinare le relazioni,
èli parere è del responsabile di zona della Cisl,
Salvatore Ameduri, arrivano tutte quelle occasioni anche a livello locale nelle quali «si sono fatte assemblee contro gli
to sindacati; sono casi
in cui si toccano i rapporti personali: non si può
tollerare di sentirsi dare
del "venduto”». 11 segretario della Cgil pinerolese, Vincenzo Bertalmio,
ammette: «Non escludo
ette 1 rapporti con Cisl e
Spossano non essere
più gli stessi quando c’è
nn problema di strategia
ttt fondo; ciò non toglie
alte ci sentiamo costantemente». Per Bertalmio
*eon il Patto per l’Italia si
strappa qualsiasi ipotesi
jn unità sindacale; Cisl e
tiil rischiano di innestare
“n processo irreversibile
®e rivoluzionerà sul piafu sociale l’Italia: mi piaffrebbe sapere cosa pen®fuo Cisl e Uil della distruzione dello stato soPer quanto riguarf m situazione locale, «il
ftnbiamento - afferma
frtalmio - può coinvol8fre le nostre identità, i
"Pponi con le imprese e
“^finizione delle politif strategiche sul territ'o, cioè la concertaziolocale». Secondo il sef^ftario della Cgil di Pigolo, i] futuro si proPctta con «molti più
J°Peri», poi aggiunge:
(tei aziende ci sono
j lavoratori che stanno
5ll^^®ado di iscriversi
^gtl e ci vengono sef ll M^ dimissioni da Cisl
.adesione al sinda
cato X ai biiiua
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Cfnse
quindi manifesta un
crescente nella
fa organizzazione».
,\n,„'.®®Ponsabile Cisl,
tro ®ftaglia con
della r «Politicavitx ^Stl: «Se si fa attie cernente sindacale
cottii piattaforma
ffa non cambierà
nulla - dice Ameduri
nelle singole realtà, come
la Sachs e la Manifattura
di Perosa la contrattazione prosegue, così come
nelle battaglie dei pensionati e all’interno della
scuola. Naturalmente
tutto dipende da come, e
quando, evolverà la situazione». Per Ameduri,
che ricorda la rottura del
1984, i dissidi del 1992-93
e come questi problemi
siano rientrati, «si stanno
scontrando due modelli
molto diversi di fare sindacato e ciò non ha permesso la costruzione di
una vera unità sindacale». Con la vicenda del
Patto per l’Italia, secondo
Ameduri, «si ripropone
ancora una volta il problema del rapporto con
governo “amico” e governo “nemico”». Per il responsabile Cisl «l’iniziativa di Cofferati ha messo
in difficoltà gli stessi partiti dell’opposizione e lo
dimostra l’intervista al
segretario dei Ds, Fassino». A livello locale, afferma Ameduri, «abbiamo
nostri iscritti fra i Ds che
hanno il loro peso» e «le
pressioni perché si cambi
tessera ci sono».
Da parte loro i Ds del
Pinerolese, con un «giudizio fortemente negativo» per il Patto per l’Italia
e affermando il loro «no a
modifiche dell’art. 18»,
esprimono «viva preoccupazione per la rottura
dell’unità sindacale, che
va ora contenuta e recuperata», senza «demonizzare» chi ha firmato raccordo, perché «questa
rottura non debba approfondirsi nel mondo
del lavoro né allargarsi al
centro-sinistra».
Intanto vengono diffusi
i dati dello sciopero di
venerdì 12 luglio, dichiarato dalla Fiom per la
vertenza Fiat e contro gli
esuberi annunciati dall’
azienda (Circa 3.000 dipendenti in mobilità) e
diventato per la segreteria regionale Cgil «sciopero generale contro il
Patto per l’Italia». Secondo la Cgil di Pinerolo in
molte aziende del territorio «la partecipazione è
stata simile allo sciopero
dello scorso 28 giugno»;
90% all’Skf Avio, 75% alla
Pmt (ex Beloit), 98% alla
Dayco, 80% alla Mustad,
80% alla Merloni, 90% alla Corcos, 85% alla Microtecnica, 80% alla Graziano e 85% alla Martin
(dati Cgil). La Cgil prosegue la raccolta di firme a
sostegno di due disegni di
legge, il primo sull’allargamento dei diritti e il secondo sugli ammortizzatori sociali, fino a quest’
autunno quando sarà dichiarato uno sciopero generale nazionale. «Se il
governo farà una legge
sul mercato del lavoro e
sull’articolo 18, - promette la Cgil - raccoglieremo
le firme per far indire un
referendum abrogativo».
Garant: discussione aperta
A caccia neH'oasi?
Da alcuni mesi si toma
a parlare di possibile riapertura alla caccia dell’oasi faunistica del Barant nel Comune di Bobbio Pellice: alla base della proposta, avanzata dal
CaTol, sarebbe l’eccessiva presenza di cinghiali
che danneggiano l’agricoltura. In effetti di cinghiali ve ne sono molti,
sia nell’oasi che fuori, e
anche in zone ben lontane da Bobbio. Per contenere la presenza di cinghiali la Provincia di Torino ha effettuato alcune
battute invernali; in pochi sono convinti che la
soluzione stia nella riapertura alla caccia dei
4.000 ettari dell’Oasi, vero polmone naturalistico
della vai Pellice, unico in
tutto il Piemonte.
Ora la Comunità montana vai Pellice e il Comune di Bobbio Pellice
hanno avviato una riflessione, estesa ad altri soggetti e associazioni del
territorio, circa i possibili
sviluppi dell’area. L’oasi
del Barant presenta una
notevole biodiversità sia
botanico-forestale che
faunistica favorita dal
fatto che dal 1976 l’area
è zona di protezione fau
nistica: si ritengono queste delle risorse di primaria importanza da tutelare e valorizzare in
un’ottica di fruizione turistica sostenibile. Perciò
l’orientamento è contrario alla riapertura alla
caccia in qualsiasi forma, compresa la ventilata creazione di un’azienda faunistico-venatoria a
gestione privata.
Il Comune di Bobbio
Pellice e la Comunità
montana propongono
invece di studiare la fattibilità della creazione di
un organismo di conduzione ambientale dell’oasi del Barant che si
occupi della tutela e valorizzazione dell’intera
area per i diversi aspetti,
compresa la manutenzione forestale e la gestione faunistica e che
veda gli eventuali interventi venatori sul cinghiale ed eventualmente
su altri ungulati come un
mezzo di gestione e non
come una finalità; tale
organismo potrebbe essere un Consorzio tra il
comune di Bobbio Pellice, la Comunità montana vai Pellice, la Provincia di Torino ed eventuali soggetti privati.
■CONTRAPPUNTO I
UNA TASSA
PER IL SOGGIORNO
PIERVALDO ROSTAN
È notizia dei giorni scorsi
la proposta avanzata dal
Fondazione per l’ambiente
Italia, di ripristinare la
«tassa di soggiorno»; l’intento è quello di ottenere
così importanti risorse da
dedicare alla gestione dei
musei e dei luoghi storici,
dei centri urbani o del loro
arredo. Una tassa analoga fu presente
per molto tempo fin quando,
una quindicina di anni fa,
venne abolita; solo alcune
Regioni, come
ad esempio il
Trentino Alto
Adige, ha nel
tempo mantenuto quest’entrata. Molti paesi esteri
hanno invece mantenuto
nel tempo la tassa, sempre
con le stesse finalità.
Il dibattito sulla proposta di reintroduzione di un
balzello sulle presenze si
colloca nel filone dei ticket
di ingresso ormai introdotto da molte delle storiche
città d’arte, dove per entrare con un pullman la comitiva deve versare un contributo di alcune decine di euro. Spesso si fa ricondurre
la discussione se sia opportuno o meno un biglietto di
ingresso a un confronto fra
la parte culturalmente più
evoluta o sensibile del paese (favorevole al ticket) e
quella meno attenta, che
pretende la gratuità dell’accesso a luoghi e città d’arte.
Di «tassa di soggiorno» si
parla anche da noi periodicamente. «Perché non chiedere agli albergatori di versare 1.000 lire per ogni
giornata di presenza di turisti nelle loro strutture?»,
si chiedeva qualche tempo
fa un sindaco della vai Pellice. Si era all’interno di un
confronto sulle possibilità
delle Pro Loco di organizzare manifestazioni nel paese,
strettamente legate alla disponibilità di fondi.
C’è spazio per alcune
considerazioni. Anzitutto
la portata del fenomeno turistico è profondamente diverso fra la migliore delle
situazioni delle valli valdesi
e una qualsiasi delle città
d’arte italiane. Per la vai
Pellice e per la vai Chisone
(ovviamente considerando
Sestriere in vai Susa), si
tratta di alcune decine di
migliaia di presenze l’anno;
quale potrebbe dunque essere il ritorno dalla tassa
per le amministrazioni locali o per altri enti beneficiari? Ovvero di quanto do
È proponibile nelle
valli valdesi
un'imposta
sul soggiorno
dei visitatori?
vrebbe essere la tassa per
rendere significativo il
gruzzolo? Certo, anche solo
con qualche migliaio di euro certi l’anno si potrebbero fare cose egregie, almeno mantenere meglio certe
strutture, offrire qualche
servizio in più. Va però anche detto che, almeno per
quanto concerne arredo
urbano, servizi turistici,
accoglienza,
un territorio
dovrebbe es
sere in grado
di provvedere da sé, commentano i
contrari alla
tassa. «Non si
può monetizzare tutto»,
aggiungono altri al solo
pensiero di dover pagare
qualcosa per entrare in un
luogo storico.
Il dibattito potrebbe addirittura allagarsi alla fruibilità di spazi e siti; e di
questo passo potrebbe coinvolgere direttamente i
luoghi storici valdesi, bisognosi di costante manutenzione, e in molti casi totalmente liberi, aperti al pubblico semplicemente perché «all’aperto». E che dire
dell’accessibilità di alcuni
luoghi di particolare interesse ambientale che nelle
domeniche d’estate sopportano un pesante carico
di auto e di turisti «mordi e
fuggi»; è il caso di Villanova 0 della Conca del Pra in
alta vai Pellice ma più in
generale dei centri testata
di valle, dove confluiscono
domenicalmente migliaia
di turisti alla ricerca di un
po’ di verde. E anche qui il
paragone con la città viene
fuori spontaneo: in fondo
per parcheggiare nelle città
si pagano fior di euro.
I casi e le situazioni sono, come si è visto, assai diversi; e tuttavia il problema
di fondo resta. Con quali risorse si gestisce un ambiente che viene messo a
disposizione di tutti dai pochi abitanti dei centri montani? Come si mantengono musei, strutture, spazi
pubblici? E ancora; come si
possono offrire attività e
momenti di «loisir» ai. turisti che spesso ne lamentano la carenza? È possibile
che proprio una tassa sulle
presenze turistiche serva a
creare un fondo per queste
attività, finendo per garantire una maggiore attrazione dei centri meta dei visitatori e magari anche selezionandone in modo indiretto la tipologia.
12
PAG. 8 RIFORMA
E Eco Delle '\àlli Iàldesi
IL NIZ:^ RESTERÀ A PINEROLO — Due notizie
positive sono giunte la settimana scorsa per il
futuro di Pinerolo come «città della cavalleria».
La prima è che il reggimento del Nizza Cavalleria, dopo v^ie pressioni fatte a livello locale e
nazionale, rimarrà nella sua sede storica di Pinerolo; la seconda invece è che la Regione ha
comunicato ufficialmente di essersi espressa
favorevolmente relativamente al finanziamento per la realizzazione della Scuola nazionale di
equitazione ad Abbadia Alpina di Pinerolo.
Soddisfazione è stata espressa in entrambi i casi dal sindaco, Alberto Barbero: il sindaco ha
dichiarato importante la notizia della «permanenza del Nizza Cavalleria a Pinerolo perchè la
storia della città è collegata al reggimento e anche se sarà a forza non completa (200 - 250 uomini) tutto ciò rafforza rimmagine di Pinerolo
come città della cavalleria». La notizia è poi stata giudicata importante anche alla luce della
decisione regionale in merito ai finanziamenti:
la realizzazione del primo lotto richiederà un
investimento di circa 10 miliardi.
TRE RIFUGI FORMATO RIDOTTO — Si è svolta sul
percorso ridotto la corsa in montagna «Tre rifugi» in programma domenica scorsa. Le pessime
condizioni del tempo hanno sconsigliato gli organizzatori dal far salire gli atleti verso il colle
Manzol e il Granerò: pioggia, vento, grandine
hanno fatto da padroni della giornata e così la
corsa si è svolta sul percorso Pra-Barbara e ritorno, via Colle Barant. Per la cronaca il successo è
andato alla coppia formata da Lasina e Bert.
LUSERNA SAN GIOVANNI: UN AVANZO DI 330
MILIONI — Completamento dell’area Docup
lungo n Pellice e manutenzione di strade e immobili comunali: sono queste le principali destinazioni dell’avanzo di amministrazione 2001 di
Lusema San Giovanni, che ammonta a 330 milioni di lire (circa 170.000 euro), approvato dal
Consiglio comunale nella seduta del 9 luglio.
CHIUDE L’ISOLA DEI BAMBINI — Serata conclusiva, giovedì 18 luglio dalle ore 20, per l’«Isola dei
bambini», la manifestazione organizzata da
Nonsoloteatro con l’appoggio del Comune di Pinerolo. Al parco di Villa Prever, dopo i consueti
momenti dedicati alla pittura, ai giochi, al teatro, alle storie, alle 21 ci sarà la gran festa finale
con «La tribù degli indiani a caccia del bufalo
bianco», caccia al tesoro animata a cura di Nonsoloteatro. Alle ore 22,30 spazio alle danze;
apertura ore 20, ingresso 2 euro.
CHIUSURA POSTE: SOLO PER FERIE — Molta
preoccupazione è stata espressa per la riduzione d’orario di alcuni uffici postali nei piccoli
centri montani nel periodo estivo; in sostanza il
timore era quello di una «prova generale» di
chiusura durante tutto Tanno. 11 direttore generale delle Poste italiane per il Piemonte, Pietro
Raeli, ha invece escluso questa evenienza durante un incontro con l’assessore alla Montagna del Piemonte, Roberto Vaglio. La chiusura
sarebbe solo temporanea legata alla difficoltà
di coprire i turni di ferie.
LUSERNA CITTÀ D’ARTE — Lusema San Giovanni
ospita la manifestazione Città d’arte a porte
aperte domenica 21 luglio; le frazioni, gli agriturismi, l’osservatorio astronomico, una sfilata
d’auto d’epoca, alcune mostre a Lusema Alta,
sono i momenti clou della giornata che vedrà
anche intorno all’ala di Lusema Alta la mostra
dei vecchi mestieri, un mercatino di cose antiche e dei prodotti dell’enogastronomia locale.
APERTI I BANDI PER IL TURISMO — Ci sono nuove opportunità per gli operatori turistici delle
zone di montagna che intendono migliorare le
loro stmtture ricettive: sono aperti i termini di
presentazione delle domande per le agevolazioni a fondo perduto previste dalla Legge Regionale 18/1999. Gli interventi possono essere proposti da piccole e medie imprese turistiche (anche
in corso di costituzione) che gestiscano alberghi, case e appartamenti per vacanze, residence,
esercizi di affittacamere, alloggi agrituristici. La
Provincia invita gli imprenditori interessati a
presentare le domande a mettersi in contatto
con gli uffici del Servizio turismo della Provincia
(telefono 011-8612645, fax 011-8612428), per ricevere informazioni sulle modalità di accesso al
servizio gratuito di assistenza tecnica.
RADIO BECKWITH EVANGELICA
FM 91.2(30 - 36.550
redazione.rbe #tpellice.tiscalinet.jt
Tavolo di discussione fra Pinerolese e vai Susa
Alte valli a consulto
Differenti situazioni per diversi progetti
anche la Francia per un'immagine
europei. Coinvolta
unica delle Alpi
Mentre inizia ad avviarsi la macchina del Gal
(gruppo di azione locale)
destinato a gestire i 5 milioni di euro del programma «Leader +» che coinvolgerà per cinque anni i
territori delle Comunità
montane delle valli Pellice, Chisone-Germanasca
e Alta vai Susa, è tutt’altro
che chiara la prospettiva
delTlnterreg 3. Da tempo
le Comunità montane pinerolesi più le due della
vai Susa hanno avviato
una forma di consultazione denominata delle «Alte valli» con i confinanti
partner francesi (zone di
Guillestre, Briançon, Modano eHaute Maurienne).
Per il versante italiano
svolge il molo di capofila
la Comunità valli Chisone
e Germanasca.
Dai numerosi incontri
sono scaturite ipotesi di
progetto su svariati fronti,
dal turismo alla sanità,
dagli scambi scolastici alla cultura o ancora all’agricoltura e ai rischi
naturali. Si tratta di progetti complessi che potrebbero smuovere risorse importanti. Dall’Unione europea arrivano somme dal 70 al 90% del costo totale; il resto è a carico dei beneficiari. Il
progetto più ambizioso è
senz’altro quello della
prevenzione dei rischi
naturali, che tra l’altro
sconta diverse normative
e situazione sui due versanti; il costo totale supera i 4 milioni di euro.
Più ridotti gli importi per
gli altri settori: quasi definiti sono i progetti agricoli legati ai prodotti del
territorio che prevedono
fiere di qua e di là delle
Alpi come momenti di
festa ma anche occasioni
di incontro fra operatori.
È prevista inoltre la realizzazione di menù comuni utilizzando i prodotti del territorio e coinvolgendo ovviamente gli
operatori. Insomma il
tentativo è quello di mettere insieme un vasto
territorio a cavallo delle
Alpi che sappia proporsi
con una immagine unica
e forte tanto più in vista
dell’evento olimpico.
Tuttavia l’inizio non è
dei più confortanti: il primo progetto, che prevedeva l’animazione dei
territori è stato bocciato;
per tutti gli altri si ha
l’impressione che i partner francesi siano assai
divisi fra di loro, spesso
litigiosi sul piano politico
e in difficoltà nel ottenere i relativi cofinanziamenti. Potrebbe anche
succedere che alla fine
vengano finanziati progetti non nati all’interno
del protocollo Alte valli
ma direttamente dal confronto fra alcuni soggetti
dei due paesi. È il caso
delle iniziative del Centro
culturale valdese o di altri progetti avviati fra enti
e associazioni che già
coUaborano stabilmente.
Villa Olanda, sede del Gal
Parla il sindaco di Bobbio Pellb
Villanova: vetture
forzate e derubate
«Sono fatti che non devono accadere». È preoccupato il sindaco di Bobbio Pellice, Aldo Charbonnier, quando racconta dell’ennesimo episodio
di autovetture che, lasciate in sosta al parcheggio
di Villanova, vengono poi
ritrovate danneggiate o
forzate. «Sono arrivato
sul posto intorno alle 9 di
domenica 14 - dice Charbonnier - e i vandali, o i
“topi” d’automobile, avevano già agito». L’ipotesi
più probabile è che le auto vittime dei ladri siano
state colpite il mattino
presto: tutto questo nonostante il tempo pessimo e benché il sindaco
avesse richiesto una maggiore sorveglianza in occasione della Tre Rifugi.
È il secondo episodio
quest’anno, ma il fatto si
è ripetuto diverse volte
negli anni passati: un primo consiglio è non lasciare nulla di valore alTinterno dell’abitacolo. A
rendere la situazione oltremodo tesa c’è anche
qualcuno che collega i
daimeggiamenti delle automobili alla comparsa di
scritte sui muri di Villanova contrarie all’accesso
delle auto alla conca del
Pra. Il sindaco si sente di
escluderlo. «Ho richiesto
e ottenuto che siano inviate delle pattuglie in
borghese - dice Charmi ¡(¡QOnier - e speriamo di ^
risolvere questo prob^ u Cat'
ma non facile». T
Se continuano i fimf ^ambi'
Villanova, una buona podiP®'"
tizia per Tamministrai piiio po'
ne bobbiese è invece^ Jerse ta]
vata in questi giorni dai convegni
Regione: infatti il progg dossier e
to Biava, per la realizzi iidivert
zione di un ecomusg blefflntici
della vita contadina, j legate all
stato accolto. Orabis’n »haa
gnerà essere operati? i'n®i°
perché, come rileva il sia tote alpi
daco, «i tempi per Tint® loccandc
vento sono abbastanzi «¡late p
stretti». Sulla circonvai, laCarow
lozione del concentrica invai Peli
(320.000 euro la richiesi «e settù
di finanziamento), Chat, con ance
bonnier continua a esse« n<
fiducioso, benché il prò, le,con 111
getto non sia stato com, tfaCrui
preso fra le opere con- ftnle r
nesse all’evento olimpi itept™
co: «La Regione PiemonS ®n* ne
- è il suo commento- hi Ismente
inserito la circonvallaziO' 1®'°
ne di Bobbio fra i progefalinionito]
“finanziabili”: inoltre, e
è già successo, qualon
decada qualche opetL
che in un primo tempo n
stata compresa il nostì
progetto, essendo giàeì
cutivo, potrebbe esse!
ripescato», (m.g.)
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via dei Miiie, 1 -10064 Pinero^
tei. 0121-371238; fax 32383Í
Fondi per l'alluvione del 2000
Secondo acconto
A due anni dall’alluvione che colpì le Valli nel
2000 arriva a Pinerolo il
secondo acconto dei danni causati dall’eccezionale piena di allora del Chisone. Il Comune di Pinerolo in questi giorni sta
provvedendo infatti alla
liquidazione dei contributi ai privati che hanno
subito danni nel corso di
quell’alluvione che, oltre
trascinare via il ponte sul
Chisone, colpì in modo
violento soprattutto la
zona della Cardonatta. I
contributi andranno a finanziare 76 interventi, e
servirarmo a coprire parte
delle spese sostenute negli ultimi due anni per il
ripristino delle abitazioni
danneggiate ma anche
per il recupero e la ripa
razione di numerose auto
d’epoca che si trovavano
in un’ofiìcina meccanica,
situata vicino al ponte
Chisone, che fu completamente allagata. Tra gli
interventi finanziati è
previsto il saldo a 18 privati del contributo spettante per i danni alle abitazioni e ai beni mobili e
un 2° acconto ad altri 41
a cui arriverà il saldo definitivo del contributo a
lavori di ripristino dell’abitazione terminata.
Sono 21 invece i cittadini
a cui verrà versato il 20%
del contributo spettante
per i danni subiti dalle
loro auto mentre altri 13
per ottenere il saldo dovranno presentare la rendicontazione finale delle
spese sostenute.
Colloquio con il consigliere delegato Giorgio Canali
Pinerolo e il volontariato
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DAVIDE ROSSO
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Festa del volontariato che si è tenutalPfptopr
A Pinerolo l’amministrazione nelTult
timo anno ha cercato un contatto
più stretto con il mondo del volontariato predisponendo allo scopo un’apposita delega consiliare, attribuita attualmente al consigliere di maggioranza Giorgio Canal. «In questo primo anno di lavoro - dice Canal - abbiamo
cercato innanzitutto di fare una “fotografia” del volontariato pinerolese e
quindi abbiamo dato avvio a un’attività che ha già portato ad alcune iniziative importanti come la partecipazione
alla marcia per la pace Pemgia-Assisi e
alla nascita di un coordinamento di associazioni, una trentina in tutto, che si
occupano di problemi “culturali e istituzionali”. Dal coordinamento è nata
anche l’idea, realizzata in questi mesi,
di un ciclo di conferenze su temi di attualità come quello dell’acqua, del
conflitto israelo-palestinese, dell’Afghanistan e si è anche organizzata la
26 maggio con una buona partecipazione di associazioni e di pubblico».
Avviata l’attività di coordinamenti
ora però si tratta di darle continuità anche dopo il ritorno dalle vacanze.
settembre - continua Canal - si ce|
cherà di mettere in piedi il coordini
mento delle associazioni che si occupi
no più specificamente di sociale ed|
già previsto, per novembre o dicerabi
un convegno sul volontariato nel Pinè^
rolese. Il Comune è poi al lavoro anch(
per la realizzazione del contratto "
quartiere, il progetto innovativo che in
teressa la zona dell’ex foro boario di R
nerolo, per il quale è già stato firmaC
un protocollo di intesa tra Comune, M
10 e 7 associazioni e si è dato l’avvio alla
preparazione dei progetti sul quartìeii
da realizzarsi prima della fine del 2002»
L’ultimo progetto in cantiere riguari'
la realizzazione di uno spazio apposite
mente dedicato alle associazioni di vo*
lontariato nel sito Internet del Comunei
Lo si ca
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A colloquio con Valter Eynard del ristorante Flipot
Le sensazioni di tipo alimentare
PIERVALDO ROSTAN
..T1 visitatore che viene da noi vuol
>> A portarsi via delle sensazioni anche sul piano alimentare»; lo afferma
Walter Eynard, titolare con la moglie
Gisella del ristorante Flipot di Torre
Pellice. Parlare con Eynard dà la conferma dell’attenzione che egli porta
per Tutilizzo dei prodotti agricoli del
territorio; i suoi piatti affondano le radici nella storia di queste valli, partendo da ingredienti assolutamente semplici e trasformati in modo sapiente.
L’utilizzo dei prodotti del territorio
ha una duplice valenza: stimolare gli
agricoltori locali a mantenere o ad aumentare i terreni coltivati e nel contempo aggiungere un elemento di attrazione in più: «La gente sempre più
cerca i prodotti del territorio - aggiunge Eynard -; la nostra è già una zona
particolare sul piano culturale. Personalmente sono felicissimo perché negli ultimi anni siamo di fronte a una rinascita dei produttori di valle; una decina di essi hanno rapporti diretti con
noi. Noi ristoratori dobbiamo essere
orgogliosi dei produttori e di quanto ci
consentono di utilizzare».
Certo vi sono alcuni prodotti «apripista»: sarass, mustardela ma anche miele
e castagne sono tipicamente della valle
e universalmente riconosciuti, ma anche le verdure o i funghi, in molti casi
provengono da agricoltori locali: il sapore, in ogni caso, ne guadagna. Tutto
semplice? Nemmeno per idea, a cominciare dal fatto che molti produttori sono
anziani, senza partita Iva e dunque impossibilitati a fatturare al ristorante ciò
che invece dovrà essere rivenduto sotto
forma di piatto, con tanto di ricevuta.
Tuttavia, dice ancora Eynard, «le potenzialità sono enormi; sarebbe bello
riuscire a fare un discorso comune, sul
piano dell’immagine, anche con quelle
realtà più grandi (e penso alla Caffarel
o alla Sparea) che operano in valle e
potrebbero con gli altri produttori
creare un quadro d’insieme che qualificherebbe l’intera vai Pellice». Ed è anche per questo che una parte importante del «quaderno» che esce con
questo numero del giornale è dedicata
ai prodotti tipici delle valli valdesi.
Contro la giunta di Pinerolo
Scritte fasciste
«Sono stato informato
di scritte insultanti nei
confronti miei e dell’Amministrazione comunale
comparse nel centro storico - scrive il sindaco di
Pinerolo, Alberto Barbero
-: la cosa mi colpisce e
rattrista, non solo perché
è contro di me, ma perché è contro il senso civile e colpisce la civile convivenza». La scorsa settimana infatti sui muri del
centro di Pinerolo si potevano leggere alcune frasi firmate dal movimento
neofascista Forza Nuova.
«In una società democratica - prosegue Barbero sono molti i metodi per
far valere le proprie idee,
ma tra questi non c’è certamente l’insulto anonimo e il danneggiamento
del patrimonio pubblico
e privato».
Le scritte, a dire il vero.
non sono le prime in cit
»parte i
tà a firma «Forza Nuova«
hanno come bersagli^
sindaco e la giunta pin®
rolesi e citano Tannuaa
Rassegna delTartigian®
to, che da quest’ann»
sarà ospitata proprio nef
le strade del centro ston
co. «Mi auguro - coneW
de Barbero - che ras*’
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zona sappiano e voglia®
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a danneggiare la cjtt ,
che le forze delTordina
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E Eco Delle "\àlli Aäldesi
PAG. 9 RIFORMA
Pellicej^^ Anche la vai Pellice è zona di monitoraggio
Quanto pesa l'ozono?
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0iativa di Legambiente vuole verificare in quale misura
¡(¡gos di addensa nei siti alpini Sonde a Torre e Luserna
erse tappe, attraverso
’ vegni, manifestazioni,
Lier e anche momenti
1 divertimento, le proSematiche più ricorrenti
alla vita in monta
realizzj I
onuise b
'rabio pa, ha a™ ola partenza
perativ al'inhio di luglio dal set■ alpino occidentale
loccando le località e le
vallate più significative.
¡¿Carovana è approdata
ijvalPellice nel primo fìrichie^oesettimana di luglio.
lente interessante dal
¡Ulto di vista scientifico:
imonitoraggio della con
centrazione di ozono
nell’aria delle vallate alpine. Sembra infatti che
questo gas possa concentrarsi non solo nelle aree
metropolitane per la presenza di altri inquinanti
ma anche nelle valli di
montagna, e la vai Pellice
è stata scelta come una
delle vallate soggette a
monitoraggio. 11 progetto
prende il nome di Mora,
Monitoraggio dell’ozono
troposferico in regioni alpine, e mira a fornire un
primo quadro preliminare della presenza di ozono e di biossido di azoto.
L’operazione ha avuto
inizio la scorsa settimana
e avrà una durata di sei
settimane durante le quali vengono periodicamente inviati al laboratorio di
analisi le provette contenenti reagenti esposte
per un certo periodo di
tempo all’aria della valle.
1 siti di osservazione individuati sono tre, posti a
tre quote diverse ossia a
400 m sul livello del mare
nel territorio di Luserna
San Giovanni e a 800 m e
1.200 m a Torre Pellice.
Non appena saranno
analizzati i primi campioni e comunicati primi risultati Legambiente, attraverso gli organi di
stampa e altri mezzi di divulgazione, ne renderà
pubblico il contenuto.
Mi
ton un convegno sulla vivibilità nella zone monta¡,con Ile manifestazioni
¿aCmmière.
fra le numerose iniziave previste dalla «Caro
'iemonti......particonto ...........
ivaUazio-i
progetti'
oltre, ed j
qualora! , . ...
teSipoT recente segnalazione del notiziario Spi-Cgil
il nosttaj
rgiàesi
e essw
ina doppia beffa fiscale
MARCO ROSTAN
I Valdesi
4 Pinerolai
X 323831
^anal
!
ÌiPRAle tante promesse dell’attuale
presidente elei Consiglio vai la peiricordare quella del famoso milione
imese per tutti i pensionati, per vedeKome è andata a finire. Non ho i dati
li pensionati delle nostre valli, ma a
fello nazionale risulta che i beneficia’aumento saranno poco più di un
iione e mezzo. C’è inoltre un altro
pasticcio, segnalato dal notiziario dello
Spi Cgil, che si configura come una vetenutail nepropria beffa fiscale,
rtecipa- h> si capisce bene da questo esemlico». P« Sergio Bianchi ha 70 anni, non ha
amenttì reddito e non ha mai versato
luità all' wtributi pensionistici; ha perciò dimze. «i ^0 4 una pensione sociale che, con la
- si cef ¡s^iorazione approvata dalla Finan(ordina‘ ®i®, raggiunge i 516,46 euro (un mioccupti di lire): ebbene il signor Bianchi
ale ed è ®paga un euro al fisco. Mario Rossi,
cembri! ®ce, ha anche lui 70 anni e ha una
lel Pine» ---------------------------------------------
0 anche^
ratto
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10 diR
firmati
une. Ai
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uartieii
11 2002».
pensione che si aggira sui 516 euro,
ma questa pensione gli deriva dall’aver
lavorato un certo numero di anni, pagando contributi pensionistici. Che
cosa succede al signor Rossi? Succede
che sulla sua piccola pensioncina è costretto a pagarci su le tasse. E così il
suo assegno si riduce a 498 euro. Per
Rossi, dunque, la beffa è doppia. Non
solo lo stato non gli garantisce il milione netto, ma gh trattiene pure qualcosa. 1 sindacati dei pensionati avevano
denunciato prima del tempo il pasticcio, ma il governo non ha voluto ascoltarli. Ecco dunque i risultati!».
È bene ricordare queste cose nel momento in cui si criminalizza la Cgil perché non molla sull’art. 18, o perché andando in piazza darebbe spazio ai terroristi 0 perché non capisce che «l’economia italiana si salva solo se i lavoratori sono più flessibOi e se i cittadini si
convincono che la sanità, la scuola, le
pensioni è meglio farle fare dai privati!».
^ Un viaggio per le amministratrici
Donne «elette»
e istituzioni europee
DAVIDE ROSSO
VIAGGIO di studio per
37 amministratrici
piemontesi che il 4 luglio
sono partite alla volta di
Bruxelles e Strasburgo
per visitare il Parlamento
europeo. Le amministratrici, in veste di delegazione della Consulta delle elette piemontesi, nel
loro soggiorno europeo
che si è protratto fino al 7
luglio hanno incontrato
parlamentari e funzionari dell’Ue e i funzionari
degli uffici europei della
Regione Piemonte. Tra le
amministratrici piemontesi anche tre pinerolesi:
Anna Maria Tafuri, assessore alla Cultura di Villar
Perosa, Clara Bounous,
sindaco di San Germano,
e Teresa Rubiano, assessore a Cercenasco. «È stato un viaggio interessante
- dice la Bounous - in cui
abbiamo avuto la possibilità di vedere all’opera il
Parlamento europeo e di
guardare l’Europa da una
prospettiva per qualche
verso diversa dalla solita,
in modo più ravvicinato».
Il viaggio è stato anche
incontro con altre amministratrici piemontesi:
«Certo - continua la Bounous - ci ha dato la pos
sibilità di scambiarci opinioni, di confrontarci su
problematiche legate all’amministrazione e al
rapporto con essa essendo donne. C’è anche però un’impressione negativa che mi porto indietro
da Bruxelles: l’impressione che si debba ancora
lavorare molto per ridurre la distanza tra la realtà
del Parlamento europeo
e i cittadini e in particolare in Italia dove l’informazione su quanto capita a Bruxelles è poca».
Un viaggio interessante forse anche in prospettiva quello delle amministratrici piemontesi che
non è finito con il ritorno,
perché il prossimo appuntamento per la Consulta delle elette ora è
stato fissato a ottobre,
quando parteciperanno a
un nuovo seminario e dove parleranno ovviamente del loro viaggio e delle
loro impressioni. Intanto
è stato aperto un forum
su Internet rivolto a tutte
le donne piemontesi coinvolte nelle amministrazioni che ha come scopo
quello di essere momento
di scambio e di incontro
sulle problematiche dell’amministrazione e sulle
pari opportunità.
pposita*
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IO
Si discute a San Germano
Centraline sì o no?
Le questione del sì o
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iguaidii 1’®'^ le costruzione di
.... »»ove centraline idroe
Wtiche sul Chisone da
toe della Comunità
intana valli Chisone e
einianasca è nuova^nte in un momento di
^esa. Infatti dopo la
inferenza dei sindaci,
lutasi alcune settimane
j’ ■n valle si attende ora
, ^eto, in preparazione
e in cit “ perle della Comunità
'4uova»i ?”etana, della nuova
taglio il j ^e di convenzione che
tapin®: integrare e
• 2'eggere» quella pre
rata a inizio anno dal/ovincia. Il nuovo teha l’altro dovrebbe
jv-P**^® alcune richieste
dai sindaci e po
ma anche per fornire un
momento informativo e
culturale più ampio sulle
problematiche legate alla
gestione dei torrenti a
San Germano, al parco di
villa Widemann è previsto per il 20 luglio, con
inizio alle 21,15, un incontro dal titolo «Il Chisone è vicino» a cui parteciperanno, oltre al consigliere regionale Enrico
Mormoni, anche i musicisti Elisa Eighera e Mauro Basilio che eseguiranno musiche dal vivo con
intermezzi recitati da
Marco Allotto.
pronto en4 line dell’estate per
sottoposto nuova®ll’attenzione delvjfr^lnistrazioni e arriiliP 'l'^lndi in Consiglio
W, ^onità per il via li^subitodopo.
Uesto almeno sulla
Per 1’ ^^'^^nto il comitato
Chic ®®lvaguardia del
''obir '^?*’*inua la sua
ijE dazione e si organo incontri per cerì itua,! '®re il punto sulla
|.*o.ne e informare i
'Oi. In quest’ottica.
Un appello del Comitato per i luoghi storici
Nuove possibilità per il Coulège
PAPIOCARDIOL
Nel cuore delle Valli,
a Pradeltorno, una
casetta è conosciuta come «Coulége di barba».
Ogni anno centinaia di
persone provenienti da
tutto il mondo salgono a
visitarla. Le loro testimonianze sono toccanti e
dimostrano l’interesse a
mantenere viva una «memoria» della presenza
valdese nei primi secoli
del millennio scorso. C’è
però la necessità di contrastare il degrado del
tempo e il Comitato per i
luoghi storici valdesi ha
predisposto un progetto
di restauro conservativo
che è stato inserito nei
Patti territoriali e ha anche ottenuto un contributo dell’Otto per mille. I
lavori sono già iniziati e
continueranno per tutto
il 2003. Il sentiero di accesso, portato via dall’alluvione, è stato rifatto
nello stesso modo in cui
un tempo si costruivano
le mulattiere: pietre messe «di coltello» per contrastare l’azione erosiva;
già da solo è degno di
nota come opera di ricupero ambientale. I cortiletti sono stati ripristinati
e i muretti aggiustati.
I lavori da farsi all’in
terno prevedono la sistemazione di pavimenti e
soffitti e la posa di pannelli esplicativi. È importante però che vengano
mantenute intatte le caratteristiche del luogo,
per cui è necessario avere riguardo non solo al
valore storico dell’edificio, ma anche al contesto
ambientale in cui è posto. Il suo fascino dipende infatti dall’insieme dei
vari fattori.
Accanto al Coulége c’è
una casa abbandonata
con un vasto terreno e un
diritto di sorgente. È stata
acquistata e si pensa di
cominciare a farvi dei
piccoli lavori per renderla
agibile. Potrebbe diventare un luogo d’incontro
per i visitatori e sede di
servizi per riunioni al
l’aperto. Molto interessante è l’esistenza di un
antichissimo forno da pane con la volta in pietra.
Purtroppo i mezzi a disposizione sono molto limitati, perciò ci rivolgiamo anche a tutti coloro
che hanno a cuore il
Coulége per avere un aiuto. È possibile contribuire
all’opera con un versamento sul conto corrente
postale n. 19061183 intestato a «Tavola valdeseComitato per i luoghi storici valdesi» segnando
che si contribuisce al restauro del Coulége. Maggiori informazioni sul
progetto (foto, disegni)
sono disponibili sul sito
del Comitato a cui si accede da www.valdesi.org
oppure scrivendo a gardiol@dag.it.
NELLE CHIESE VALDESI
FESTA DEL RIFUGIO — Domenica 28 luglio tradizionale Festa del Rifugio Re Carlo Alberto con bazar, buffet, giochi e mostre.
FERRERÒ — Domenica 21 luglio, ore 15, riunione
a Lorenzo.
POMARETTO — Domenica 21 luglio, ore 15, riunione al Clot Boulard.
FRALI — Domenica 21 luglio, alle 21, nel tempio,
la compagnia «Incontriamoci a teatro» presenta
«L’importanza di essere onesto» di Oscar Wilde. Domenica 28 giornata di festa in occasione dei 40 anni
del tempio nuovo.
PRAROSTINO — Domenica 21, ore 10, culto a San
Bartolomeo.
RODORETTO — Domenica 21 luglio, ore 15, riunione a Campo Clot.
RORÀ — Domenica 28 luglio riunione quartierale
estiva ai Rumer.
VILLAR PELLICE — Domenica 28 luglio, ore
14,30, riunione a Pertusel per il quartiere Serre.
ANGROGNA — Domenica 28 luglio, alle ore 10,30
sarà celebrato il culto alla Ca d’ia pais del Bagnoòu.
I culti nei templi sono pertanto sospesi. (Nella foto
la corale di Angrogna in un recente concerto).
SI francesi al I distretto valdese
Dalla Conferenza
«I lavori di questa Conferenza sono stati caratterizzati da un dibattito lucido e serrato sulla responsabilità della Chiesa valdese verso i suoi ospedali». Scrive
così sul giornale Réveil il presidente della regione
Centre Alpes Rhònes della Chiesa riformata di Francia, Daniel Jouve, che ha partecipato alla Conferenza
dei I distretto. «Di fronte a una crisi finanziaria
profonda i deputati delle chiese si sono interrogati sul
senso del loro impegno. Qual è la vocazione della
chiesa, che cosa condiziona le scelte e la gestione di
un’opera?». L’articolo prosegue collegando la situazione italiana a quella della diaconia in Francia e osservando che si tratta, sempre e di nuovo, di verificare come il servizio al prossimo a cui ci chiama TEvangelo si realizza o no nei nostri impegni come singoli e
come chiese. La partecipazione del past. Jouve alla
Conferenza ricambia quella di Marco e Roberta Rostan al Sinodo regionale francese e rafforza i legami
tra due realtà riformate vicine e che affrontano la sfida di una testimonianza più incisiva, [m.r.)
Il 28 luglio al «Re Carlo Alberto»
Giornata del Rifugio
Saranno in vendita, durante la «Giornata del Rifugio» che si svolgerà domenica 28 luglio al re
Carlo Alberto a Luserna
San Giovanni, anche gli
oggetti artistici e artigianali prodotto dell’attività
manuale praticata come
terapia al Centro diurno
Alzheimer: il ricavato servirà per l’autofinanziamento del Centro. La
giornata del Rifugio ovviamente poi non sarà solo vendita e bazar ma come sempre momento di
incontro e di scambio fra
le persone con la possibilità di partecipare a diverse attività e a giochi organizzati per l’occasione. In
particolare «l’invito alla
partecipazione - come ricordano al Rifugio - è rivolto a tutti coloro che
desiderano trascorrere in
fraternità una giornata
con i residenti della Casa,
parlare con il direttore e
gli operatori e visitare la
struttura stessa». Ecco
qui di seguito il programma della giornata.
Ore 9,30: inizio attività
del bazar e apertura bar.
Ore 10,30: culto presieduto dal pastore Daniele
Bouchard. Ore 11,15: presentazione del progetto:
«Sistemazione degli spazi
esterni». Ore 11,30: assemblea del «Gruppo Amici del Rifugio. Ore
12,30: pranzo (prenotazioni entro il 25 luglio, tei.
0121-909070, sig.ra Cangioli). Ore 14: prosegue il
bazar e il servizio bar. Ore
14: gara a bocce «Trofeo
Pierino Boer» (le iscrizioni entro le 13,30 del 28 al
banco bar). Ore 17: estrazione premi.
14
PAG. 10 RIFORMA
E Eco Delle "\àlli ^ldesi
venerdì 19 lUQ,^
Una festa deirequitazione sabato 20 luglio
Una giornata al Pra, in sella
PIERVALDO ROSTAN
UNA festa a cavallo. È quanto alcuni
amanti dell’equitazione organizzano per il prossimo fine settimana a
Bobbio Pellice e più precisamente al
Pra; con la speranza di essere più fortunati degli organizzatori della «Tre Rifugi» che ha dovuto fare i conti con una
giornata quasi invernale. Il programma
della giornata è molto semplice; ritrovo
in piazza Caduti per la libertà a Bobbio
alle 8 di sabato 20 luglio; appuntamento a Villanova alle 10,30, arrivo al Pra
alle 12,30 con pranzo alTagriturismo;
seguirà una passeggiata a cavallo fino a
Partía d’Amunt con una bicchierata
che concluderà la giornata. Sono gradite le prenotazioni dio 0121-957853.
È sostanzialmente una giornata di
festa; un analogo raduno im tempo si
svolgeva già a Bobbio Pellice, poi se ne
persero le tracce una decina di anni fa.
Eppure la passione per i cavalli coinvolge decine di persone, sia chi afflan
ca l’attività equestre a quella di un
agriturismo sia chi semplicemente
amando questo animale ne possiede
almeno uno. E a prezzo anche di un
impegno non indifferente: difficilmente un cavallo costa meno di 1.000 euro
e soprattutto bisogna tenerlo in allenamento, farlo camminare quasi quotidianamente.
Ma il cavallo è un business a livello
di trekking? A sentire alcuni operatori
agrituristici oggi c’è meno interesse di
qualche anno fa da parte dei turisti;
una sensazione che parrebbe essere
confermata dalle difficoltà che incontrano alcuni maneggi. Ma su alcuni
tracciati non è infrequente incontrare
dei cavalieri: è ben frequentato il percorso che partendo dalla bassa valle
raggiunge i 13 laghi a Prali, oppure il
giro del Barant in alta vai Pellice. Il raduno di sabato è anche l’occasione per.
riannodare contatti fi"a gli appassionati; sono attesi anche alcuni ospiti dalla
confinante Francia.
I APPUNTAMENTI
Mostra a Pomaretto su Virgilio Sommani
Tutti in festa al Vecchio Borgo
DAVIDE ROSSO
Durerà tre giorni la festa del vecchio borgo a Pomaretto che si terrà
quest’anno dal 26 al 28 luglio. Alla maiiifestazione ha deciso di partecipare attivamente anche l’associazione Amici
della Scuola latina che ha organizzato
due interessanti iniziative. Il 27 nei locali della Scuola latina, aperti per l’occasione, dalle 14,30 alle 17 e dalle 18,30
alle 21, e poi domenica 28, dalle 14,30
alle 18, sarà possibile visitare la mostra
su «Virgilio Sommani. L’opera artistica:
acquerelli, manoscritti, spartiti. Lo
scrittore, particolarmente per l’infanzia:
“Le avventure di Buccino’’». Sempre
l’associazione Amici della Scuola latina
poi organizza per sabato 27 luglio alle
16,30 al teatro valdese di Pomaretto un
incontro pubblico sul tema <(Alla ri-sco
perta della vai Germanasca». Una conversazione con Mario Miegge per avviare una riflessione su quale può essere il
futuro della vai Germanasca. Molti sono
gli spunti da cui partire per affrontare
questo tema: chissà che il punto di partenza dell’incontro non sia l’aver presente che non sempre ciò che è nuovo è
progresso così come non sempre la difesa dell’esistente è propositiva.
Certamente sarà una occasione per
guardare al presente pensando soprattutto al futuro avendo in mente che occorre non cadere nella trappola del
nuovo né in quella del vecchio. Comunque occorre pensare al territorio magari
facendosi aiutare da chi lo conosce bene ma può valutare dall’esterno ricercando poi il confronto per costruire
realmente lo sviluppo futuro di una valle che ha molte potenzialità.
18 luglio, giovedì
LUSERNA SAN GIOVANNI — In
piazza Cañavero, alle 20, apertura banco di beneficenza, tutti a tavola. Alle
21, serata danzante.
TORRE PELLICE — Alla rotonda di
piazza Muston, alle 21, spettacolo «Il
fascino del Tibet».
PINEROLO — Nel parco di Villa Prever, dalle 20 alle 21,30, spazi di animazione, alle 21, grande festa finale «La
tribù degli indiani con caccia al bufalo
bianco», caccia al tesoro animata, a cura di «Nonsoloteatro». Alle 22,30, danze. Ingresso 2 euro.
19-21 luglio
PRAMOLLO — Gara di tiro, con canna rigata a lunga distanza, 3° Trofeo
Colle Lazzarà.
20 luglio, sabato
TORRE PELLICE — Alle 21, alla rotonda di piazza Muston, concerto della
banda musicale cittadina.
PINASCA — Alle ore 21, la compagnia dialettale «Renato Clot» propone
uno spettacolo teatrale in cascina, nella sede di abitare in valle.
21 luglio, domenica
PORTE — Il Centro d’incontro organizza la «Festa d’estate al Malanaggio».
USSEAUX — 35® festa del Piemont al
Colle dell’Assietta.
FENESTRELLE — Al mattino dimostrazione di soccorso alpino e al pomeriggio concerto con «Orchestra della
Compagnia di San Marco».
BOBBIO PELLICE — Da Bobbio Pellice al Pra, 11“ raduno in Mountain
bike eli“ Memorial «Romano Gioviali», rampicata non competitiva di circa
18 chilometri.
ANGROGNA — Al rifugio «Ai Sap«
l’asinella Geraldina e il cantastorie
Claudio Zanotto.
SAN SECONDO — Dalle 9, II autoraduno delle Ferrari. Chiusura della manifestazione alle 15,30.
CAVOUR — Domenica 21 luglio, dalle 9,30, IV scampagnata vespistica, partenza alle 10,45.
VILLAR PELLICE — Alla Crumière,
concerto dei bambini in occasione della fine del seminario di tecnica e inter- ,
pretazione musicale.
22 luglio, lunedì
SAN GERMANO CHISONE — Alle
21.30, nel parco Widemann Assemblea
teatro presenta «Pellerossa».
LUSERNA SAN GIOVANNI — Alle
20.30, partendo da piazza Cañavero,
passeggiata del castellano.
22-25 luglio
PINEROLO — All’Expo Fenulli Festival Klezmer. Lunedì 22, alle 21,15, esibizione dei «Mishkalé» e alle 22 dei
«Slonovski Bai»; martedì 23, alle 21,15,
concerto del trio «Kli-zemer» e alle 22
dei «Urs Karpatz». Mercoledì 24, alle
21,15, si esibiranno i «Manomanouche» e alle 22 i «Klezroym». Giovedì 25
conclusione con «Atelier de Swing» alle
21,15 e alle 22 «Orchestra Bailam».
23 luglio, martedì
LUSERNA SAN GIOVANNI — Nel
giardino delle feste, alle 20, «Tutti a tavola», alle 21 serata danzante.
TORRE PELLICE — Alle 20,30, alla
Casa delle diaconesse, iniziano i corsi
preparto a cura dell’ass. «Il mandala».
24 luglio, mercoledì
LUSERNA SAN GIOVANNI — Alle
17.30, nel giardino delle feste, 1“ trofeo
delle contrade, corsa non competitiva,
alle 20 «Tutti a tavola», con degustazione dei prodotti tipici delle contrade, alle 21 sperimentazioni elettroniche.
ROURE — Al Centro sociale di Castel
del Bosco, alle ore 21, proiezione filmati sulla montagna in collaborazione
con il Parco Orsiera Rocciavrè.
25 luglio, giovedì
LUSERNA SAN GIOVANNI — Nel
giardino delle feste, alle 20, «Tutti a tavola», alle 21, musica con «Giuliano & i
baroni».
27 luglio, sabato
TORRE PELLICE — Nel tempio valdese, alle 21, concerto con Massimo
Nosetti, organista, musiche di Faulkes,
Bach, Baristow, Ahlen, Vierne, Usandizaga, Laruin, Prizeman.
POMARETTO — Alle 14,30, alla
Scuola latina, si apre la mostra su VirgiUo Sommani (orario 14,30-17 e 18,3021; domenica 28 ore 14,30-18). Alle
16.30, al teatro valdese, conferenza di
Mario Miegge sul tema «Alla scoperta
della vai Germanasca».
GUAR
notturna
telefono 800-233i7i
GUARDIA FA
(turni festivi con
DOMENICA 21LUguJ
Cavour: San Lorenzo.,
Giolitti 93, tei. 69024
Perosa Argentina: Teni,
vifl I ImhoH-r» I *«.1^/
via Umberto I, telef, 8i^
Pinerolo: Podio
no 52, tei. 322030
COIBol^
SERVIZIO ELIA
telefono ìls
CINEMA
TORRE PELLICE-115
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Monster & Co; venertlf
ore 20,30, Carlo Giullgnia
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domenica 21 e lunedi*
ore 21,15, Spider tnangi
T. Maguire, giovedì 25 g
20,30, Momo alla eoM
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BARGE — Chiuso.
PINEROLO-Là nidfc,
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la sala «2cento», Scg||i
doo, feriali e festivi »
22,20, sabato 20,30
alla sala «5cento» è inviii
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stivi 20,30 e 22,20,
20,30 e 22,30.
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PINEROLO - Per Ci»
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glio, ore 21,30, alla_
Tegassa di Baudenasos »
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Veloce Club è in vistoli
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CONSORZIO
energia «ambiente
Via Vigone, 42
Pinerolo (TO)
Tel. 0121.2361
L’“UMIDO”: UNA NUOVA
RACCOLTA DIFFERENZIAT
verde
verde
bottiglia
che cosa buttiamo nei cassonetti
della raccolta indifferenziata?
Le frazioni di immondizia variano da
zona a zona. Secondo le analisi Acea, nel
bacino del pinerolese si suddividono in:
organico (materiale umido) 39,6%; carta
18,1; plastiche 11,8%; metalli e materiali
inerti 23,1%.
Se si vuole ridurre l'uso della discarica,
bisogna intervenire aumentando quanto
già si raccoglie differenziando, ma anche
separando ima o più frazioni di rifiuti
che hanno un forte "peso" percentuale
sul complesso dei rifiuti. La quota più
consistente dei nostri scarti è l'"umido"
"organico". E allora?
La valorizzazione nel
stabilimento
Attraverso le lavorazioni nello stabilinu
nuovo in cx^truzione vicino a Pii
valorizza il materiale organico fa
diventare; fangjii per compost (te
(10%) da utilizzare in agricoltura e
usi, e biogas (21%) che produrrà
elettrica per far funzionare le mao
produzione, acqua dai rifiuti i25%).
stabilimento tratta anche il
che avrete gettato né^^gW
secco
- DISCARICA
+ RA(
DflPFEI
Bisogna evitare la destinazione
verde
mela
VERDE
SACCHETTO
igna
finale in discarica
Per la maggior parte dei rifiuti l'unica
soluzione di smaltimento non deve
essere la discarica. Si calcola che la
discarica consortile del Pinerolese
(collocata sulla tangenziale) sia
completa a settembre del 2004.
Se, aderendo alla nuova proposta Acea, i
cittadini collaborano e suddividono
l'"umido" dal "secco" con l'apposito
sacchetto verde, è sufficiente raccoglierne
il 20-25%. Il primo risultato sarà di
prolungare il ricorso alla discarica fino
al 2008.
La_nuQsa jeroposta Acea: Verde
Sacchetto ver Vumido. una raccolta
comoda che inizia da casa vostra
Rivoltato e riempito di
"umido", ben chiuso con
sacchetti normali, sottraendo I'
vengono valorizzati i • metalli
separandoli; mentre una parte i
combustibile (CDR) (23%) da cui ;
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prima di gettarlo nel cassonetto, il
sacchetto verde è una nuova raccolta
differenziata.
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Grazie il vostro impegno!
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[don ho potuto leggere l’articolo di Giovanna Pons {RiIrma del 7 giugno), ma dagli
ccenni di Alberto Taccia e di
Arturo A. Cericela [Riforma 5
^io) deduco si muovesse in
“quadro di valutazione raLnata del fenomeno attuale
M’irontigrazione, in rapporto all’eniigrozione del passato
ecente. Posso leggere invece
le annotazioni dei suddetti,
die con appropriati riscontri
storici ci avvertono di guardare più addentro nel movimento attuale di popolazione.
Sarà proficuo e illuminante
se si getta lo sguardo su questa realtà dal buco della propria serratura. Si scorgeranno, ci avvertono gli estensori
dei due pezzi, almeno due
cose importanti. La prima: il
movimento di popolazione di
ieri dal Sud dell’Europa (Sud
Italia, Spagna, Portogallo,
Grecia ecc.) verso il Nord era
regolato da disposizioni ben
precise, come quelle che non
prevedevano la totalizzazione dei contributi, il trasferimento delle pensioni (leggi
Svizzera), o dai reclutamenti quantomeno dubbi della
Commissione tedesca di Verona, dai passaggi notturni
pagati (talvolta con la vita)
verso la Francia e da carbone
belga in cambio di scavatori
(leggi Marcinelle). Oggi tutto
è lasciato air«intermediazio ne della mafia», che con «encomiabile efficienza» scarica
lille nostre coste manodopelaabuon mercato. Il volontariato, le associazioni e la
nostra diaconia svolgerebbero un ruolo inutilmente samaritano a fronte di un’orgalÉzazione così formidabile.
La seconda cosa che si rie|ce a vedere nella attuale
’pnde transizione, sempre
guardando dal buco della
serratura, è la qualità delle
persone migranti di ieri e di
i. Ieri tutta brava gente,
iperché - annota con grande
invinzione Cericela - i nopastori e le nostre comuità fungevano da filtro tra i
datori di lavoro e gli emigranti», per cui dalla Sicilia, dal
Napoletano e da altre parti
d’Italia non sono mai approdati in Germania, in Inghilterra o in Usa affiliati alla mafia o a organizzazioni criminali. Prendendo le cose con
po’ di ironia riesco ad apprezzare le due nuove chiavi
di lettura della realtà migrante, con le quali riuscirò finalmente a spalancare la porta
della storia per vedere quello
che non ho mai visto dal buco della mia serratura.
Alfonso Manocchìo
Palermo
Un Magistero
anche per noi?
Sono stata accolta poco più
di un anno fa nella Chiesa valdese. Ho frequentato il corso
di formazione sul valdismo
medievale e i successivi incontri sull’attualità del messaggio dei primi valdesi. L’incontro doveva essere soltanto
uno, poi, visto che l’argomento interessava i presenti, ne è
stato fissato un altro, poi un
altro e un altro ancora: così si
è formato un «gruppuscolo
per caso» chp pare abbia destato preoccupazione in alcuni responsabili della chiesa;
L’eco degli incontri si è fatta
sentire anche nell’ultima assemblea di chiesa. Ora sono
rimasta stupita nel leggere
sulle pagine del nostro giornale la lettera dal titolo «Il ,
problema comunitario» [Riforma n. 27 del 5 luglio), in cui
il fratello Andrea Quaggiotto
dichiara di trovare «anacronistiche le posizioni avanzate
soprattutto da parte di nuovi
accolti» (ma ha poi molta importanza il fatto che siano
nuovi?) e di ritenere accettabile Tessere fedeli al valdismo
delle origini «dialetticamente
ma non teologicamente».
Non sono una teologa e
non voglio entrare nel merito
della questione, e so bene
che come chiesa riformata
che aderì al calvinismo ed
entrò nella «grande riforma»
nel 1532 abbiamo una teolo
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cura di Ferruccio Corsani
OGGI, invece di parlare
delle origini, caratteristi'
Ae e autori di inni sacri, parliamo del modo di cantarli duciate il culto: come è, e come
dovrebbe essere il canto comunitario? Anzitutto, gli inni
dell assemblea cultuale non sotto «pezzi» da eseguirsi davanti
a un pubblico: ciò compete,
semmai, a un coro esercitato.
Al culto ogni credente, abbia o
tto una bella voce, canti libera®ente, purché lo faccia con la
convinzione del sentimento e
della ragione. Calvino diceva
'matti: «Canterò col cuore, ma
suche con l'intelligenza». La
mesa è un corpo unico: nessuno perciò deve emergere sul8tmonioso insieme delle voci,
8Uche se la sua è particolarmente bella e sonora. Ognuno
jegua con attenzione il ritmo,
8 ''elocità e i respiri tra le frache sono l’ossatura della
melodia.
toV*' Pcohlema spesso dibattue *c i cantici debbano essere
eloci oppure lenti: c’è chi
^ensa che il canto veloce è
mpte e comunque gioioso,
entre quello lento è sempre
sta * ° nnche solenne; ma quegeneralizzazione è piuttosto
*3tta: ci sono inni solenni e
U'osi che, per lo stile della
"'Usir,! . .
. “-U, vanno eseguiti senza
fretta (vedi il n. 350
^^mtelli orsù, destiamoci»); al^ ’'niprontati a tristezza, che
stn^ un’esecuzione piuttocome il 308 («Per"aai nell’amarezza...») nel
quale le note finali delle singole frasi diverrebbero insopportabilmente lunghe, se il tempo
fosse troppo comodo. Come si
vede, anche gli aspetti squisitamente musicali incidono sulla
scelta dell’andamento.
Altri aspetti che possono influire sono l’ampiezza del locale di culto, la tradizione locale,
l’età media dei fratelli, la maggiore o minore autorevolezza
dell’organista, la sonorità dello
strumento usato. Perciò non si
può dare un valore assoluto alle indicazioni metronomiche,
che sono solo indicative; e tali
erano, a maggior ragione, le indicazioni dell’Innario del 1922
Andantino, Larghetto, Moderato, ecc. Per esempio l’inno
«cantiam, cantiamo a Dio/ la
gioia inondi il cuore» aveva al
n. 77 dell’Innario 1922 l’indicazione «moderato» in cui non
pochi vedevano un invito alla
lentezza; invece «moderato»
non è che Tahbreviazione di
«allegro moderato», e invita al
tempo Allegro, sia pure un po’
attenuato.
Praticamente, un canto vivo
e agile stanca meno perché richiede meno fiato e rende meno lunga l’esecuzione, che talvolta risulta anche psicologicamente pesante, se si cantano
troppo lentamente inni come
il 47, 134, 304, 351 e non pochi altri: lascio agli attenti e
pazienti lettori la ricerca di
questi inni sul loro Innario
personale, che penso sia per loro un fedele amico.
È nata un'associazione per i molti evangelici che sono «single»
Vivere da soli per necessità o per libera scelta
AURELIO PENNA
SU iniziativa di un fratello di Torino,
Giovanni Della Piana (tei. 3397931240), nella chiesa metodista di
Vercelli si è tenuta il 7 luglio scorso l’assemblea costitutiva di una nuova associazione che intende essere un punto
di incontro per tutti i cristiani, evangelici ma anche di altre denominazioni,
che vivono da soli, per necessità o per
libera scelta.
Il fenomeno dei single ha ormai raggiunto in tutto l’Occidente, Italia compresa, una dimensione di grande rilievo
e soprattutto è in continuo aumento,
tanto che ormai si può parlare di una
vera e propria nuova categoria sociale,
caratterizzata da un proprio modo di vivere, di interagire con la società e perfino di consumare. Di essa infatti si sta
da tempo occupando il marketing, per
offrire prodotti e confezioni ad hoc; a
noi interessa invece comprendere i caratteri 4el fenomeno, da un punto di vista umano e soprattutto cristiano, anche per organizzarne l’inserimento nella comunità, intervenendo aT tempo
stesso per sanare difficoltà, tensioni e
frustrazioni, laddove vi sono.
Le ragioni di questo boom sono molteplici: resistenza umana mediamente
si è molto allungata, in concomitanza
con una crescente fragilità della vita di
coppia per cui, a parte le premature
vedovanze, esiste un rilevante numero
di separati e divorziati. Vi è inoltre, e
questo è un fatto positivo, un sostanziale rifiuto ad accettare dei compromessi, come spesso in passato, quando
coppie ormai «decotte» continuavano
a stare insieme (per interesse, per rispetto umano, per inerzia) accondiscendendo a perpetuare situazioni definitivamente guastate, e quindi inconsistenti, anzi addirittura degradanti sul
piano affettivo e della relazione. Vi è
inoltre una crescente mobilità degli individui, portati a sempre più frequenti
spostamenti per ragioni di lavoro, il
che accentua le difficoltà a costruire legami saldi e durevoli.
Nasce così un vero e proprio nuovo
ceto sociale, caratterizzato da una grande autonomia individuale e da una a
volte eccessiva ansia di libertà, da cui
emerge un nuovo stile di vita. Oltre a
ciò, beninteso, esiste un ampio ventaglio di casi in cui la situazione di single
non è voluta ma subita, talora anche dolorosamente. Ne scaturisce, in ogni caso, una condizione di solitudine. Questa, è vero, ha i suoi lati positivi, perché
aiuta a crescere, a riflettere, a conoscere
meglio se stessi e anche gli altri. Però
non può essere una condizione permanente perché, come dice la Bibbia, «non
è bene che l’uomo (e la donna, aggiungiamo noi) sia solo» (sola).
Tuttavia, è stato giustamente rilevato
nel corso dell’assemblea, la cosa non si
risolve semplicemente e banalmente
nella ricerca di un partner, perché questo è un problema che ognuno eventualmente affronta sul piano individuale, anche se può essere obiettivamente
agevolato da occasioni di incontro. Soprattutto per un cristiano la solitudine
si supera alTinterno della comunità e in
un impegno fattivo di dedizione agli altri, anche a quelli che non appartengono alla comunità. Da questo punto di
vista il single può dare di più, perché dispone normalmente di una maggiore
quantità di tempo rispetto a chi ha un
carico di famiglia. Resta il fatto che, così
come accade per altre categorie di persone (per esempio i genitori), anche i
single hanno problemi specifici e comuni, e questo giustifica l’opportunità
di organizzarsi in gruppi per condividere esperienze le più diverse (cultura, vi
site a mostre, viaggi, gite, riunioni conviviali, hobbi, volontariato, ecc.), ma
anche per scambi di riflessioni ed esperienze, dalle quali possono scaturire
arnicizie e intese.
È sulla base di queste considerazioni
che si è progettato di costituire un’associazione, per la quale si deve trovare anche un nome ( Tunica proposta finora
emersa è «Single Club» ma si attendono
altri suggerimenti). Perciò è stato costituito un comitato coordinatore formato
da Giovanni Della Piana, Antonio Guidotti, Aurelio Penna e Julia Ruiz Marcos.
Scopo del comitato è di strutturare Tassociazione, organizzando i prossimi incontri, in ciò agevolati dalla squisita e
fraterna ospitalità della Chiesa metodista di Vercelli, che mette a disposizione
la propria pagina web (www.metodistivercelli.supereva.it) ed è disponibile a
dare informazioni e a stabilire i contatti
a mezzo della propria e-mail (metodisti_vercelli@hotmail.com).
Questa iniziativa vuole essere anche
una proposta perché ne nascano di
analoghe presso altre chiese evangeliche della Penisola, giacché quello dei
single è un problema che, come abbiamo visto, ha dei coinvolgimenti di rilevante spessore a livello umano e cristiano. Da ultimo va tenuto presente che
una mobilitazione in questo campo
può generare positive ricadute in termini di evangelizzazione, offrendo ai cattolici emarginati dalla propria chiesa
perché separati o divorziati, la prospettiva di una fraterna accoglienza in
un’ottica ecumenica. In una fase successiva è possibile pensare anche a
qualcosa di più mirato, per intervenire
professionalmente nel disagio con azioni di ascolto e di «coun.seling» (avendo
presente il bell’articolo di Giuseppe Platone «T’ot'en’ diavoli» in cerca di Dio, su
Riforma del 5 luglio scorso).
già e una disciplina, come
ogni chiesa istituzionale;
però, da persona semplice,
mi chiedo se sia poi così
scandaloso che esistano dei
simpatizzanti del Poveri di
Lione (non credo che ci siano
addirittura degli antitrinitari). Mi sembra che i valori
forti della povertà e della
nonviolenza possano essere
sempre condivisibili (anche
se applicati, dov’è possibile,
con uno stile diverso da quello dei tempi di Valdo) e soprattutto che essi siano altamente evangelici.
Non mi pare che questo
possa essere chiamato «revisionismo storico», che ha
tutt’altro significato. E in ogni
caso, se io personalmente ho
desiderato entrare a far parte
della Chiesa valdese più per
la sua visione protestante
della fede che per le sue origini di movimento pauperistico, per altre persone può essere stato più importante
l’aspetto del primo valdismo,
quello che è stato chiamato
Nuovi indirizzi
Il pastore Eugenio Rivoir
comunica il proprio nuovo
indirizzo: Casa Giacometti,
via Principale 132, CH 7605
Stampa (Grigioni - Svizzera).
Tel. 0041-81-8221702.
Il pastore Emanuele Casalino comunica il nuovo indirizzo: Rocco Cariucci 4, 75100
Matera, tel. 0835-259635.
da alcuni studiosi «prima
Riforma». Miegge e Papini ci
ricordano infatti che siamo
«eredi delle due Riforme», come è stato evidenziato nel
corso degli incontri.
A questo punto domando:
siamo liberi, noi membri di
questa chiesa, di avere opinioni anche diverse l’uno
dall’altro oppure esiste anche per noi un Magistero?
Non mi sembra giusto dire
che «chi è pervaso di questo
senso di revisionismo, o ha
sbagliato chiesa o non è stato
sufficientemente preparato a
entrarvi»; oltretutto questa è
anche una critica implicita ai
pastori che hanno accolto tali persone.
Laura Graverò - Torino
Liliana
Rousivalle
Ho il cuore a pezzi nello
scrivere queste righe in memoria di Liliana. Liliana non
leggeva Riforma. La sua numerosa famiglia monoreddito
non poteva permettersi il pur
modesto extra dell’abbonamento, così come non poteva
permettersi di mantenerla
all’Università. Per questa ragione Liliana lavoricchiava
qua e là, supersfrutatta, per
mantenersi le tasse universitarie, i libri e le sigarette. O almeno era questo che voleva
far credere agli altri. Di fatto
lavorava in lavori saltuari e
Master in Teologia ecumenica
Il Centro di documentazione del Movimento ecumenico
italiano (CeDoMei) di Livorno promuove un Master in Teologia ecumenica. Il Master in Teologia ecumenica rappresenta un caso unico in Italia e si propone di completare e di
integrare la conoscenza della centralità della dimensione
ecumenica nella riflessione e nella vita delle chiese e della
società attraverso lo studio della teologia, della storia del
cristianesimo, della cultura araba e delle tradizioni ebraiche. Il corpo docente del Master è costituito da studiosi italiani, europei e nordamericani; gli studenti provengono da
diocesi e istituzioni italiane e sono stati ammessi dopo
un’attenta valutazione del curriculum e dei titoli scientifici.
Al termine del Master verrà rilasciato un attestato di frequenza. Il conseguimento del diploma è subotdinato alla
redazione di una tesi su argomento storico-teologico in ambito ecumenico, da presentare entro il 30 giugno 2003. Il
Master si svolgerà a Livorno alla sede del Centro (via delle
Galere 35). Ogni giorno sono previste sei ore di lezione.
malpagati, che la stressavano
e stancavano, senza darle la
serenità per studiare veramente. E, infatti, non ce Tha
fatta. Si è tolta la vita.
Il dramma è che Liliana
Rousivalle aveva solo 22 anni,
e non era «esaurita». Era una
brillante ragazza, bella e preparata. Da scuola era uscita a
pieni voti; i bambini che seguiva in estate a Santa Severa
Tadoravano, ma le difficoltà
che l’aspettavano all’ingresso
della società adulta Thanno
stritolata. Che cosa dire? La
famiglia e la comunità battista di Catania sono rimaste
scioccate. Non abbiamo parole. Le cause reali nessuno le
conosce ancora e forse non
saranno mai note, perché Liliana non ha scritto né detto
niente di preciso a riguardo.
Però ha lasciato un testamento pesante come un macigno:
il Salmo 35. Chi sono i nemici
che cercavano di togliere la
vita? Non lo sapremo mai.
La comunità che si è stretta attorno ai familiari, ha visto scorrere fiumi di lacrime
il giorno del funerale, il 1° luglio. Lacrime versate da tutti, decine di amiche, amici,
compagni, conoscenti, parenti. Neanche i cugini, forse
tra i suoi più stretti confidenti, riescono a spiegarsi il perché. Ancora risento le parole
del pastore Italo Pons, che si
è rivolto proprio a loro, ai
tantissimi giovani presenti:
«Infine, vorrei rivolgermi a
voi giovani. Liliana era una di
voi. Qualcosa di lei muore
anche in noi. Quando scopri
che qualcuno della tua gene
razione comincia ad andarsene improvvisamente ti
metti a compiere dei bilanci
come se diventassi adulto
all’improvviso. La nostra società sembra dilatare nel
tempo l’assunzione di responsabilità e di maturità.
Voglio dirvi di non rinunciare
per nessun motivo a sperare
e a sognare dei cambiamenti
per le vostre prospettive di vita, che vi sono qualche volta
negate, o peggio ancora illuse
in un miraggio. Imparate la
costanza nelle cose che affrontate: la valutazione critica
di quello che ci si propone, in
altre parole non stufatevi mai
di porre domande e interrogativi». Liliana non leggerà
neanche questa volta l’articolo a lei dedicato, però adesso
«vede» la sofferenza immensa
che ci lacera e ci ha colpiti.
Forse, se si potesse tornare
indietro, Liliana non compirebbe più lo stesso atto, ma
noi non possiamo saperlo.
Inoltre, non si può mai tornare indietro. Anzi, siamo esortati a guardare avanti e ricominciare sempre daccapo.
Ricominciare a credere che
la fede in Gesù Cristo è Tunica cosa veramente importante nella nostra vita. Tunica
via da percorrere per non
smarrirsi nel labirinto della
vita terrena. Ricominciare a
credere che la comunità è come una palestra dove ci si allena a sollevare i pesi gli uni
degli altri, quando essi risultano troppo gravosi per essere sopportati da soli.
Elena Chines - Catania
La scuola
domenicale
Abbonamento per l’interno ......................euro 18,08
Abbonamento sostenitore per t’interno...........euro 25,82
Abbonamento per l’estero .......................euro 20,66
6 0 più abbonamenti
alto stesso indirizzo (t’uno)...................euro 15,49
da versare sul c.c.p. n. 18345223 intestato a «Comitato Scuole Domenicali»
via Porro Lambertenghi 28 - 20159 Milano - www.tcei.it
16
PAG. 12 RIFORMA
BALE
VENERDÌ 19
Considerazioni sulla giornata di studio su «Acqua, bene comune», tenutasi a Roma
Il creato è soltanto una merce?
Quello che a prima vista potrebbe sembrare un cambiamento interno alla politica italiana è in
realtà inserito nel quadro dei processi di privatizzazione dei servizi pubblici auspicato dal Wto
lUTTASTEICERWALD
UANDO una terra, im
bevuta della pioggia
che vi cade frequentamente,
produce erbe utili a quelli che
la coltivano, riceve benedizione di Dio», inizia Franco
Giampiccoli nel dossier «Acqua: dono e responsabilità»,
citando la Bibbia (Ebrei 6, 78). Il dossier, preparato dalla
Commissione su «Globalizzazione e ambiente» della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), per il
«Tempo del creato» di quest’
anno e oltre, vuole informare
sui problemi e le lotte in atto
sull’acqua in Italia e nel mondo. Ed è bene ricordarci che
l’acqua è prima di tutto un
dono, nelle sue forme varissime e cicliche; la sua abbondanza è segno di generosità
divina e fonte di vita naturale
e umana: un bene comune da
gestire con cautela e precauzione per il bene di tutti, esseri umani e non, dovunque.
L’acqua, dall’altro lato, da
sempre è anche fonte di conflitti di interessi e la sua scarsità provoca sofferenza, dolore fino alla morte.
L'accesso all'acqua in Italia
Così si intitolava una giornata di lavoro indirizzata innanzitutto alle amministrazioni locali, provinciali e regionali, e a parlamentari, tenutasi a Roma nella sala del
Cenacolo, il 5 luglio scorso,
promosso dalla Campagna
nazionale «Acqua, bene comime dell’umanità» e dal Comitato contratto mondiale
sull’acqua (in questi tempi,
una grande parte dei Comuni
d’Italia sono chiamati a decidere di modificare lo stato
giuridico della gestione del
servizio idrico locale, rendendola una società di capitale
collocata sul mercato). Quello che a prima vista potrebbe
sembrare un cambiamento
interno alla politica italiana,
è in realtà inserito nel quadro
dei processi di liberalizzazione e privatizzazione dei servizi pubblici auspicato dall’Organizzazione mondiale
del commercio (Wto).
Non turbare il sonno
dell'opinione pubbiica
Così un sindaco ha motivato la fretta e i mezzi con cui il
governo cerca di attuare questa trasformazione degli enti
pubblici in Spa scavalcando
istituzioni, leggi nazionali e
senso comune esistente, ancora prima che le leggi in meritò, sia a livello europeo sia a
livello degli accordi internazionali del Wto siano in vigore; ma anche senza informazione appropriata ai cittadini
e agli enti locali tale da rendere comprensibile l’entità
del cambiamento su cui chiedere il consenso in maniera
democratica.
Quattro sfide
Nella sua introduzione Riccardo Petrella, instancabile
difensore dell’acqua come bene comune e fonte di vita per
tutti e tutto, ha centrato l’attenzione su quattro sfide associate alle politiche in atto:
1) L’acqua, fonte di vita e
bene comune, è diventata un
bene privato il cui prezzo viene deciso in borsa come se
seguisse le regole della domanda e dell’offerta, a prescindere da ogni altra considerazione:
2) L’argomentazione che
l’offerta, gestita dal capitale,
controlla e gestisce il consumo, anzi il «consumismo», è
già pienamente dentro la logica capitalistica;
3) Mentre si preme verso
Trasporto dell’acqua in Africa (qui,
una continua riduzione delle
spese pubbliche (sanità, scuole, trasporti, educazione, servizi idrici ed energetici e altro), al pubblico, con le tasse
dei cittadini, vengono riservati i servizi non produttivi tipo
esercito, polizia e altre attività
strettamente collegate alla attività governativa del paese;
4) La quarta sfida, secondo
Ricardo Petrella, è data proprio dalle regole proposte dal
Wto, non necessariamente
generate da processi democratici o dà leggi nazionali
esistenti (protezione ambientale e/o sociale), anzi spesso
anche in contraddizione con
vari articoli costituzionali.
Nel concreto, dunque, gli
enti locali oggi sono chiamati
a decidere sulla mercificazione dell’acqua, basata sull’applicazione dell’art. 35 della
legge finanziaria 2002 e sull’interpretazione in tal senso
della legge Galli 36/94 e più in
generale sull’adesione ai trattati del Wto. Tale decisione,
hanno sostenuto gli organizzatori dei seminario, è in contraddizione con l’acqua come
bene comune e come diritto
umano, e perciò ritengono
doveroso informare e coinvolgere i/le cittadini di tale scelta. Come ha sottolineato Emilio Molinari, vicepresidente
del comitato italiano, la «leg
in Kenia)
ge Galli e la legislazione europea non obbligano affatto né
la liberalizzazione né la privatizzazione: lasciano agli amministratori locali la libertà di
scelta. E a questa libertà occorre attenersi, altrimenti si
distorce la legge stessa». Inoltre, nella modifica della Costituzione al titolo V si è affermato il federalismo regionale
dando alle Regioni poteri
esclusivi anche in materia di
acquedotti. Per queste ragioni
l’art. 35 è «inequivocabilmente anticostituzionale», come
abbondantemente argomentato nel corso del convegno.
L'acqua è un diritto
In quanto operatori pubblici chiamati a tutelare tutti
i cittadini, hanno scritto una
«Carta dell’acqua» degli enti
locali e dei cittadini, mentre
un centinaio di parlamentari
ha presentato, il 27 maggio
2002, una «Mozione concernente le iniziative per l’accesso universale alle risorse
idriche» con riferimento alla
«Dichiarazione di Porto Aiegre sull’acqua», che molti di
loro avevano contribuito a
definire. Come difendere
l’acqua, il diritto di accesso
per tutti e come diritto umano? Un magistrato del tribunale di Milano, Marco Manunta, sottolineava:
a) Una società per azioni
non è compatibile con la difesa dei diritti umani e stravolge
lo spirito della legge Galli;
b) Solidarietà e profitto privato non si conciliano;
c) La retorica del risparmio
idrico in un regime privato
guidato dalla logica del profitto è falsa: quando l’acqua
stessa diventa fonte di guadagno non vi sarà risparmio;
d) La dichiarata priorità
dell’uso idrico per l’attività
umana è ambigua se non ne
viene precisato l’uso, come
domestico o per campi di
golf, piscine private ed altro;
e) In regime di privatizzazione il servizio alle realtà
marginali e di piccole dimensioni diventa diseconomico e
viene tagliato.
f) Chi garantisce i livelli di
qualità dell’acqua?
Che cosa possono fare
le chiese
Queste iniziative meritano
sostegno anche da parte delle
chiese. Con il dossier sull’acqua abbiamo fatto un inizio,
per fornire informazione in
merito. Ma siamo anche cittadini attenti al bene comune. Applichiamo le 5 R (rispetta, ripensa, riduci, riusa,
ricicla) e non dimentichiamo,
anzi sottolineiamo, «il potere
delle nostre scelte quotidiane, cambiare stile di vita passo dopo passo, respiro dopo
respiro, con un atteggiamento di responsabilità sociale
che diventa gioia perché si
concretizza con risultati e
consapevolezza. Giorno dopo
giorno nella nostra vita, come
l’acqua che goccia dopo goccia scava le valli della terra e
modella il volto degli uomini»
(da un seminario interdisciplinare sull’acqua a Palermo).
Camminiamo in solidarietà
con i poveri della Terra, deprivati dell’accesso all’acqua
potabile e dei sistemi idrici
sanitari, e con le chiese del
Consiglio ecumenico (Cec)
che a Johannesburg durante
il summit mondiale sullo sviluppo sostenibile, porranno
l’acqua come dono sacro e
bene comune al centro del
loro impegno.
Aiuta bambini palestinesi di Gaza a farsi curare in Israele
Espulso da Israele il direttore
di un'organizzazione cristiana umanitaria
A fine giugno il governo
israeliano ha espulso il direttore di un’organizzazione cristiana umanitaria che facilitava la realizzazione di operazioni al cuore e altre per bambini palestinesi da parte di
medici israeliani. Jonathan
Miles, cittadino statunitense,
fondatore dell’organizzazione
israeliana «Light to the Nations» (oggi chiamata Shevet
Achim) ha annunciato di non
sentirsi più il benvenuto nel
paese. Questa decisione ha
creato una certa preoccupazione fra i gruppi cristiani che
apprezzano Jonathan Miles
per gli sforzi umanitari che ha
portato avanti in un clima di
conflitto. Miles lavorava in
collaborazione con «Save a
Child’s Heart», una fondazione che organizza operazioni
al cuore urgenti e gratuite per
i bambini dei paesi poveri e in
via di sviluppo. Giunto in Medio Oriente nel 1990 come
giornalista, prima di lavorare
per «Light to the Nations»,
Miles trasportava bambini
palestinesi malati dalla striscia di Gaza verso Israele.
Figlio di un pastore lutera
no, Jonathan Miles ha vissuto
per due anni insieme alla sua
famiglia a Rafah, nella striscia di Gaza, prima di andare
a Gerusalemme lo scorso anno, dopo le ripetute incursioni militari di Israele nella
striscia di Gaza. Il suo compito consisteva nel facilitare il
trasferimento di bambini palestinesi di Gaza verso ospedali israeliani e di procurare
farmaci difficili da trovare a
Gaza. A questo scopo organizzava raccolte di fondi
all’estero ed aveva creato una
rete di specialisti per i lattanti palestinesi in Cisgiordania
che dovevano essere operati
in Israele.
Le autorità negano
il visto di entrata
Sembra che le autorità israeliane non si fidassero di
lui. Quando è tornato in
Israele, a fine giugno, dopo
un viaggio per raccogliere
fondi, queste ultime gli hanno negato il visto di entrata, e
lo hanno espulso. I primi segnali preoccupanti erano apparsi lo scorso aprile quando
egli stesso, sua moglie Michelle e cinque dei loro figli
erano stati pregati dal ministero deirinterno di lasciare
il paese. 11 ministero era apparentemente irritato dalla
sua richiesta di permesso di
residente, che più volte è stata bloccata. Un portavoce del
ministero dell’Interno ha dichiarato che Miles e la sua famiglia erano stati pregati di
partire perché vivevano illegalmente in Israele: «Tutti
coloro che vivono illegalmente devono andare via. Se
Jonathan Miles vuole tornare, deve chiedere un visto
all’estero», ha detto. Miles
pensa di continuare il suo lavoro stando ad Amman, in
Giordania, in attesa di essere
ricongiunto con la sua famiglia. La sua unica richiesta è
di essere autorizzato a fare
visite temporanee per continuare ad aiutare i bambini
palestinesi. «’Voglio continuare quello che facciamo - ha
detto -. Tutto quello che desidero è di potere contattare i
volontari [dell’organizzazione] nella striscia di Gaza e in
Cisgiordania». (eni)
..i Nairobi: conferenza sulla lotta all'Aids
Appello deirOnu ai leader
delle chiese africane
Un rappresentante delle
Nazioni Unite ha chiesto ai
responsabili religiosi africani
di «prendere l’iniziativa» nella
lotta contro l’Hiv-Aids, sottolineando che essi hanno un
accesso unico alla base e occasioni eccezionali di influenzare i politici. In un messaggio diretto Stephen Lewis, inviato speciale del segretario
generale dell’Onu per l’HivAids in Africa, ha dichiarato
che non c’è «alcuna scusa alla
passività né alla distanza», data l’entità della pandemia.
«Quando l’Aids avrà seguito il
proprio corso, se mai ci riuscirà, sarà visto come un flagello distruttore che eclissa
tutto quello che esisteva prima», ha detto in un discorso
pronunciato davanti a 120 responsabili religiosi di 30 paesi
africani nel corso di una riunione di tre giorni (9-11 giugno) a Nairobi.
Il ruolo delle chiese
1 partecipanti hanno esaminato ciò che devono fare
le comunità religiose per diminuire gli effetti della pandemia sui bambini. Nonostante «notevoli eccezioni»,
ha detto Lewis, «la voce della
religione è stata curiosamente messa in sordina» nella
lotta contro la pandemia.
«Sappiamo che alcune religioni hanno problemi riguardanti l’attività sessuale e
l’uso di preservativi e che ci
sono lotte interne circa la
partecipazione delle donne
alla direzione della chiesa ha detto -. Affermo, nei termini più forti, a nome di tutti
i bambini, colpiti o meno,
che è ora di prendere l’iniziativa, di ridinamicizzare la lotta, e di frenare la pandemia».
Nel loro comunicato finale,
i responsabili religiosi hanno
riconosciuto di non aver «liberato appieno» le proprie
«capacità di azione» e di essere stati finora spesso «reticenti nel parlare apertamente dell’Hiv-Aids»: «Troppo
spesso la nostra ignoranza, il
nostro timore e il nostro rigetto ci hanno impedito di
sensibilizzare le nostre comunità al problema dell’HivAlds», hanno deplorato, impegnandosi «a fare, della lotta
contro l’Hiv-Aids e i suoi ef
fetti sui bambini, i giovani
le famiglie, una priorità».
Le obiezioni di alcuni
cristiani e musulmani
Tuttavia alcuni responsi
li cristiani e musulmani^
senti alla riunione haL
detto chiaramente di non a^
provare l’uso dei preservato
consigliando l’astinenza sej!
suale e la fedeltà nel matti,
monio. «Nessuno ha negato
che l’astinenza e la fedeltà
non possano essere osservate. Diciamo che si può ¿■e,
ha precisato l’arcivescovo
cattolico John Onaiyekan.di
Abuja, in Nigeria. Per Farci,
vescovo cattolico Peter Turt
son, di Cape Coast, in Ghana
«molti risultati positivi sonò
stati ottenuti nel suo paese
attraverso l’incoraggiamento
alla castità per le persone
non sposate che in precedenza avevano avuto una vita
sessuale attiva». ¡v
Bertha Sefu, del Consiglio
delle chiese del Malawi, haricordato che nel suo paese
l’Hiv viene propagato soprattutto dagli uomini: «L'805i
delle donne del Malawi assicurano che non hanno conosciuto nessun altro uomo»,
Gli uomini di questo paese
devono dunque «impegnarsi
di nuovo alla fedeltà matti:
moniale prima che ci siano
orfani. L’unico mezzo per
evitare l’Hiv-Aids è l’astinenza». Nella loro dichiarazione,
i responsabili religiosi hanno
inoltre chiesto ai leader politici del G8 di «fornire risorse
aggiuntive sostanziose é tangibili» per contribuire aOa
lotta contro THiv-Aidsm
Africa. Il Fondo mondiale per
la lotta contro l’Aids, la tubercolosi e il paludismo,
creato con il sostegno delle
Nazioni Unite dopo là riunione del G8 a Genova, non ha
ricevuto «alcun nuovo contributo sostanzioso da diversi
mesi». La Conferenza di Nai;
robi era organizzata dalla
Conferenza mondiale sulla
religione e la pace, e rinizia-i
riva «Speranza per i bambiliii
africani» (àtiD
I
r
i Si è svolto a Manila, nelle Filippine
Congresso mondiale sulla
libertà religiosa r
Dal 10 al 14 giugno si è tenuto a Manila un congresso
mondiale sulla libertà religiosa. 11 congresso, organizzato dall’Associazione Internazionale per la libertà religiosa (Irla), ha riunito circa
280 fra partecipanti e relatori, provenienti da 33 nazioni.
La libertà religiosa è la dimensione trascurata della sicurezza globale. Questo, in
breve, quanto hanno affermato sia il prof. Abdelfattah
Amor, relatore speciale della
Commissione Onu per i diritti umani, sia l’ambasciatore americano Robert Seiple
nei loro interventi.
Alla conclusione dell’incontro, i delegati hanno dichiarato in un documento ufficiale tutta la loro preoccupazione per le violazioni della libertà religiosa e l’inaccettabilità delle stesse. Per essere maggiormente incisivi, è
stata fatta una dichiarazione
con i nomi delle nazioni che
commettono le peggiori trasgressioni. 1 documenti denunciano il Sudan, la Corea
del Nord e alcuni stati dell’India fra i maggiori violatori
della libertà religiosa. Altf
paesi sono la Cina, per la sui
nersecuzione ner le riunw®
persecuzione per
cristiane nelle case, contro
buddisti tibetarli, contro
islamici, e contro il grupP"
Falun Gong; il Turkmeni»
per la sistematica intiffliUj
zione che attua nei con®
delle minoranze religio®® ,
distruzione dei luoghi di 0®,
to; la Bielorussia, pert
uni
proposta di legge religi^
estremamente restritri
l’Indonesia, per i conflit®
comunità musulmane e
stiane; il Messico, per la lot*
le persecuzione dei cri®^^
protestanti; la Corea o®i .,-J
per il rifiuto della possiDu
all’obiezione di coscienMIl documento concluO^
partecipanti al Congr® .esprimono la loro ®‘^P^ jj
compassione e solidan®
le vittime della discrii®"
zione religiosa, dell .
ranza e della persecuzi
riaffermano •
Associazione per la nb® . gj.
ligiosa a cooperare co ^
verni summenzionati ii jj,.
vare soluzioni a ques®^
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