1
DELLE
• SDâtÇ,
í Biîîliotsôa Valiese
.h.---«w-.
(Torino), j TÛHRS FELLICÎ3
. »I>t* ^ »Mu- ■ • ■ •'v^ _
Quindicinâl e
della Chiesa Valdese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali d^te peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
ABBÒN AMENTI |
Anno LXXXII — Num. 26
Una copia L, 20
' Eco: L. 600 per l'interno
L. 1000 per l'eatcro
Eco • La Luce: L. lótó per l’interno I Spedi«, abb. poetale II Groppo
L. 16ro-per l’e.tero ¡Cambio d’indiriero Lire 30.—
TORRE PELUCE, 19 Dicembre 19.')2
Aoimln* Claudiana Torr^ Pellica »CoC-P« 2-17M7
MKSflmn ni lunfflit
L’anima mia magnifica ii Signore
e io spirito mio esulta in Dio, mio
Salvatore...
Luca 1 ! 46, 47
Per prepararci spiritualmente alla celebrazione del Natale, noi
amiamo concentrare il nostro pensiero, in modo particolare in questi
giorni, sulle pagine delVEvangelo che riportano i racconti della nascita del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. ^ ^
Questi racconti hanno tutti una nota caratteristica dominante, che
è quella di una esultanza e di una allegrezza senza precedenti, e che
trova la sua giustificazione soltanto nella intima e profotida esperienza
che del gramie ed unico evento hanno fatto i protagonisti del racconto.
Esulta Elisabetta, esulta Zaccaria, esultano i pastori, esultane Simeone ed Anna, esultano i Magi, e com'è naturale, più ancora di tutti
costoro, esulta Maria quando il grande annuncio le vÌQie fatto.
ha ricorrenza del Nntale portfi ancora a noi una risonanza gioiosa
nella nostra vita, ma noi non possiamo nascondercelo, tra l esul^nzu
dei personaggi biblici or ora ricordati e la nostra esultanza c è una
tale diversità di tono da indurre a pensare che noi non possiamo in alcun ììiodo sentire come loro hanno sentito.
forse che con l’andare del tempo l’annunzio gioioso ha perso
qualcosa della .sua freschezza? Forse che l’animo nostro è diventato
incapace di cogliere il senso dello straordinario insito nell’annuncio e
che dovrebbe suscitare in noi meraviglia unita a riwrente timore?
Forse che siamo stanchi ed aggravati e non crediamo più alla possibilità di quelle cose nuove che è implicita nell annuncio?
cc L’anima mia magnifica il Signore, cantava Maria e lo spinto
mio esulta in Dio, mio Salvatore... » , , .
Ecco un’animo che veramente è in festa ed esulta, e così l anima
nostra dovrebbe gioire ed esultare qualora il significato del Natale potesse da noi pure essere afferrato nella sua pienezza,
- C’è una qualche possibilità per noi di grixngere. ad una esperienza,
di così grande, profonda, intima e gioiosa esultanza?
Notiamo in primo luogo che il magnifico cantico di Maria presuppone una reale e profonda comunione con Dio. . ..
Il linguaggio in cui ella si esprime per manifestare i suot sentimenti rivela chiaramente che ci troviamo in presenza di un anima
squisitamente religiosa.
Ella conosceva l’Iddio di cui parla nel suo cantico, lo conosceva
attraverso la rivelazione dei padri del suo popolo, lo conosceva attraverso la vita spirituale coltivata mediante la meditazione delle paro
dei profeti e la preghiera. _ j- rv
L’anima sua aspettava la manifestazione di Uio.
Se l’animo nostro è profano, non educato spiritualmente attraverso la meditazione della Scrittura e la preghiera, se non si e mai dischiuso veramente alla vita spirituale per una ricerca perseverante de-la
comunione con Dio, non può conoscere Dio, ne si attere la manifestazione di Dio. E come potrebbe dunque gioire ed esultare all annurizio di questa manifestazione dal momento che non ci può cred ‘re. l
signifilto misterioso dell’amore di Dio che s incarna in questa nostra
umanità gli sfuggirà sempre, , . . . ■ ■ i
Il presupposto dunque per una profonda, intima e gioiosa esultanza dell'anima nostra è quello di una reale e verace vita spirituale.
♦
Notiamo in secondo luogo che il cantico esultante di Maria scaturisce dalla consapevolezza che le è data di essere 1 oggetto dalla grazia
e della misericordia di Dio. ,, ,
Con ragione ella riconosce che «Dio ha riguardato alla bassezza
della sua ancella » e che « il Potente m’ha fatto grandi cose ».
Certo si tratta per lei di una es.perienza particolare della grazia
e della misericordia di Dio, ma questa grazia e questa misericordia non
riguardano soltanto lei, riguardano pure i ” molti di cui parla l Evangelo, quei ” moiri ” di cui è detto che si ” rallegreranno per la
luce manifestata nelle tenebre in cui giacevano.
Nella nostra vita individuale possono essere diverse, per il te^oo
e le circostanze particolari di ognuno di noi, le manifestazwm della
grazia e della misericordia di Dio, ma è sempre lo stesso fatto che si
verifica, pur nella diversità delle manifestazioni: e sempre 1 Iddio
Potente e Santo che ha pista e misericordia della creatura umana.
Quando la creatura umana ne prende consapevolezza, quando,
nella sua miseria, sente di essere l’oggetto della grazia misericordiosa
di Dio, allora le è dato veramente di magnificare il Signore con l esultanza di tutta l’anima sua.
♦
Notiamo infine che il cantico esultante di Mai^ e tutto animato
dalla visione che le è data di un Dio operante e fedele.
« Egli ha operato potenteménts... ha disperso i potenti., ha innal
zato gli umili... ha soccorso... si è ricordato delle sue promesse.. »
Tutto il canto celebra l’azione di Dio e la sua fedeltà.
Nella nostra epoca gli uomini sembrano aver perso questa visione
dell’azione fedele di Dio nella storia.
Noi stessi dubitiamo a volte che Egli sia presente ed operante nella nostra vita e nella vita della Chiesa. _ _ .
Esattamente come allora: al di fuori di Elisabetta, di Zaccaria, di
Maria, dei pastori, di Simone e di Anna, e di quanti con essi aspetta-^
vano la consolazione d’Israele ”, gli altri erano ottusi e ciechi dinnanzi
ai segni manifesti dell’adempimento delle promésse di Dio.
Ma come allora, andm oggi Dio opera con fedeltà e con potenza.
La sua azione può rimanere nascosta agli occhi di molti, ma non
lo è agli occhi di coloro i quali, attraverso la rivelazione delVEvangelo
di Gesù Cristo, hamio apet9o Vanimo, al senso delle cose di Dio che non
è il senso delle cose deglÌMomini.
A costoro è dato anche oggi di magnificare il Signore con tutta
l’esultanza del loro spirita illuminato dalla grazia di Dio.
Così sia per tutti voi,- fratelli e sorelle delle nostre Comunità.
Se avete coltivata la èestra vita spirituale, e perciò conoscete per
esperienza personale la misericordia di Dio, indubbiamente avete avuto anche una visione più <Miara dell’azione potente e fedele di Dio.
Il Natale di Gesù Cristo vi apparirà allora veramente come la manifestazione gloriosa deUt^ipaisericordia e potenza e fedeltà di Dio, e
con piena esultanza unir^lje la vostra voce al cantico della riconoscenza: « L’anima mia magni^ca il Signore, e lo Spirito mio esulta in Dio,
mio Salvatore ».
U Moderatore: Achille Deodato.
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Buon Natale
Questo numero del giornale è l’ultimo che appare nell’anno 1952: anno in cui esso si è ancora sforzitìTo di
recare ai lettori un messaggio di edificazione, di informazione e di stadio, in una visione cristiana della
vita.
Desideriamo ringraziare quanti'
hanno collaborato con noi, nella nostra fatica, invitandoli a rimanere
ancora fedeli a questo foglio in avvenire ed a rendere la sua voce sempre più chiara, sempre più amica.
Con i collaboratori, vogliamo ricordare i lettori in questa vigilia di
Natale, La gioia e la pace siano con
tutti loro, dovunque si trovino, ^che se sul loro cammino è scesa l’ombra della grave preoccupazione • o
del dolore. Il Signore è la « vera luce »; dietro a Lui non camminere»
mo nelle tenebre, ma avremo la luce della Vita.
La Redazione.
La
La Tavola del Signore è pronta.
Attendo le eterne parole che il Pastore dirà nel raccoglimento che lega coloro che sono già legati dal mistero della Comunione dei santi. Ecco, le pronuncia: io le ripeto nel
segreto del cuore: « Voi annunciate
la morte del Signore finche venga ».
La Parola penetra ne) mio spirito;
io rendo grazie, per così dire, mio
malgrado; m’innalzo verso l’amore
che m’invita alla sua Tavola. Allora, nelle mani che si aprono per ricevere un piccolo pezzo di pane, io
colloco anzitutto coloro che amo, e
quelli che non amo ma che Gesù, al
tempo della sua carne, ha tanto amato e che io, per mezzo del Suo
Corpo e del Suo Sangue, mio malgrado ricevuti, avrò la forza di amare. Colloco ne'le mie mani le sollecitudini ed ì pesi, le fatiche e i lutti,
le miserie di questo mondo nel quale vivo e nel quale il Signore mi dà
la Santa Cena, forse fino alla estrema vecchiezza — ai miei figli fino
alla fine dei loro giorni — ed alle
generazioni a loro volta affaticate e
cariche delle miserie che sempre si
rinnovano.
Ecco ciò che io ho nel cavo delle
mani quando ricevo il pane ed il vino. Esse portano la miseria di oggi,
le nostre sofferenze del tempo presente ed i peccati deU’avvenire. E’
giusto, è indispensabile che io annunci la morte del Signore nel solo
modo che sia esente da parole inutili: per mezzo delle nostre malattie,
delle nostre guerre, delle nostre
schiavitù e dei nostri lutti; per mezzo del regno orribile dslla morte. Io
vengo alla Tavola dell’amore annunziando la morte del Signore come
posso: le mani piene di crimini per
i quali ed a causa dei quali il Signore doveva morire, lo le mostro le
mie mani a Gesù. Non glie le offro
Le tengo come altri tenevano i chi idi ed il martello per crocifiggerlo.
Io metto queste cose nelle mie mani aperte, come strumenti della sua
morte. E’ così che io annuncio la
morte del Signore. Non posso fare
altrimenti ; alla Tavola del Signore
non si può mentire.
E Dio viene a me nei segni della
morte del Cristo. Mi offre, con le sue
mani che i nostri chiodi terrestri
hanno profanate, il nutrimento e la
bevanda, il perdono e lo Spirito San.
to, la morte del Figlio e fa mia vita
eterna. Ci incontriamo nella morte
del Signore — io, le mani piene del
salario del peccato — Lui, il corpo
rotto, del quale io prendo una particella, il sangue sparso del quale
ricevo un sorso. « Noi annunciamo
la morte del Signore ».
Pieno di gioia, io trasalisco di spsranza. L’uomo non viene sempre,
come me, con mani colpevoli ada
Tavola del Signore. Tu, oh Signore,
interromperai la successione delle
Sante Cene. Signore Gesù, vieni presto! Non sia il tempo di una generazione lontana, affinchè le mani dell’uomo non si appesantiscano di più
quando riceveranno il Pane. Sia
piuttosto in un tempo nel quale i
miei figliuoli ti pregheranno, oh Signore! Vieni tosto, odi il sospiro
della creazione. La Tua Parola mi
insegna a chiederti che tu venga nei
giorni della mia generazione. Essa
mi piega davanti alla tua volontà, mi
infiamma della tua gloria. « Voi annunciate la morte del Signore finche
Egli venga ».
Egli vuol mettere fine alle nostre
Sante Cene invitandoci alla sua eterna Cena. Egli allevierà le nostre ma
ni aperte distruggendo la morte.
Comunicandoci al Corpo ed al Sangue di Gesù Cristo, noi annunciamo
la necessità della sua morte e della
sua venuta, in gloria. Annunciamo
la Croce ed annunciamo il trionfo
della Croce. Annunciamo la morte
ed annunciamo la fine della morte.
Riceviamo il corpo di Cristo nel pane della speranza. Non beviamo il
ricordo delle vendemmie al tempo
di Ponzio Pilato, ma beviamo il
frutto della vigna del Regno del Padre.
In verità, mentre il Pastore benedice il Pane ed il Vino e mentre ci
avviciniamo alla Tavola, è « fino a
che Egli venga » che noi annunciamo il Signore!
F. Lovsky
CULTI RADIO
Si ricorda che la RAI ha
assicurata la trasmissione
del Culto Evangelico tanto
il giorno di Natale che quello di Capodanno.
La trasmissione avrà inizio olle 7.45 tanto il 25 Dicembre che il 1 Gennaio.
UN BEL REGALO
Genitori, bc i vostri figliuoli sanno leggere il francese o se potete dedicare loro
qualche mezz’ora di lettura, acquistate e regalate loro
" LA PLUS BELLE HISTOIRE
par le pasteur Albert Finet, avec illustrations en noir et en couleurs de F.ançoise J. Bertier.
Si tratta di un magnifico volume che ha corne sottotitolo il seguente:
Là Bible racontéefaux enfants
Seduti in un giardino, il padre narra ai due figliuoli, Françoise et Jem Lotis,
l’eterna vicenda della Bibbia. Con quale arte egli narra e con quale interesse si
svolge il dialogo fra i tre personaggi, mentre si sfoglia « la plus belle histoire »’
Editions Labor et Fides - 24 Bourg de Four - Genève.
Libreria di Cultura Religiosa ■ 32, Piazza Cavour - Roma.
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L’ECO DELLE VALU TALDE^
en famiUé
Un beau cantique nous dit: « Tout est
joie au ciel, pour le doux Noël ». Mais sur
la terre, hélas! bien des profanations sont
imposées à^eette pauvre fête, qui est devenue trop souvent le' prétexte de manifestations mondaines et de réjouissances peu édifiantes, 'quand elle n’est pas surtout un
temps propice au négoce et an lucre. C’est
contre tous ces sacrilèges que nous vous
invitons à réagir.
L’Eglise, seule, ne peut pas le faire à
l’intérieur de ses temples, il faut aussi dans
tous les foyers, que chaque chrétien prenne
ses responsabilités et restaure pour lui et
sa famille le sens de NoëL Si des parents
ont la joie et la responsabilité d’un foyer
et sUls ont fait baptiser leurs enfants, comment n’auraient-ils pas aussi le courage et
le profond bonheur de se compromettre au
moins à Noël en lisant la Bible et en priant
en *'amille.
Voici les directives précises que nous
vous invitons à suivre. Le père ou la mère
ou relui qui fera l’office de lecteur dira:
Ecoutez tous ces mots:
C’est une parole certaine._et digne d’être
reçue avec une entière confiance que JésusChrist est venu dans le monde pour sauver
les pécheurs.
1. Chantons ensemble le N. 40 du « Psaumes et Cantiques»:
Ecoutez! le chant des anges
tient d’éclater dans le airs.
Joignons aussi nos louanges
A leurs sublimes concerts:
« Gloire à Dieu! paix sur la terre!
Aujourd'hui le Christ est né! »
Jésus s’est fait notre frère,
‘In Sauveur nous est donné!
2. Nous lirons ensuite deux passages de
la Sainte Ecriture:
Voici d’abord le récit de la « Naissance
du Sauveur a:
Luc 2: 1-14: En ce temps-là, on publia un
édit d( César-Auguste ordonnant an recensement de toute la terre. Ce recensement
fut le premier et eut lieu pendant qnè Quirinins était gouverneur de Syrie. Et tous
allaient se faire enregistrer, chacun dans sa
ville.
Joseph aussi monta de la Galilée en Judée, de la ville de Nazareth à la ville de
David, nommée Bethléem, parce qu’il était
de la maison et de la famille -de David,
pour se faire enregistrer avec Marie son
épouse, qui allait être mère. Pendant qu’ils
étaient là, le jour où elle devait enfanter arriva. Elle mit au monde son fils premierné, l’emmaillota et le coucha dans une crèche, parce qu’il n’y avait pas de place pour
eux dans l’hôtellerie.
Or, il y avait dans la même contrée, des
bergers, qui couchaient dans les champs et
gardaient leurs troupeaux pendant les veilles Je la nuit. Un ange du Seigneur se présenta à eux; la gloire du Seigneur resplendit autour d’eux, et ils furent saisis d’orne
grande crainte. Alors, l’ange leur dit: « Ne
craignez point. Car voici que je Vous annonce une bonne nouvelle, qui sera pour
tout le peuple, la. cause d’urié grande joie :
C’est qu’aujourd’hui, dans le ville de David, un Sauveur, qui est le Christ, le Seigneur vous est né. Et vous le reconnaîtrez à
ce signe: Vous trouverez un petit enfant,
emmailloté et couché dans une irèche..- »
Et tout à coup, il y eut avec l’ange une
multitude de l’armée céleste, louant Dieu
et disant: « Gloire à Dieu, au plus haut des
deux, paix sur la terre, bienveillance envers les hommes! ».
Voici le second passage qui résume tout
le message de Noël pour nous, en disant:
« Aimons-nous comme il nous a aimes » ( 1
Jean 4: 7-14):
Mes bien-aimés, aimons-nous les uns les
autres; car l’amour vient de Dieu, et quiconque aime est né de Dieu et connaît Dieu.
Celui qui n’aime pas, n’a pas connu Dieu;
car Dieu est amour. L’amour de Dieu pour
nous a été manifesté en ceci: Dieu a envoyé son Fils unique dans le monde, afin
que nous ayons la vie par lui. Voici en quoi
consiste l’amour: ce n’est pas nous qui avons aimé Dieu, mais c’est lui qui nous a
aimés, et qui a envoyé son Fils, comme
victime de propitiation pour nos p“.'hés.
Mes bien-aimés, si Dieu nous a sinsi aimés, nous aussi nous devons nous 'limer les
uns les autres. Personne n’a jamais vu Dieu;
si nous nous aimons les uns les autres,
Dieu demeure en nous et son im.ur est
parfait en nous. A ceci nous connaissons
que nous demeurons en lui et lui en nous,
c’est qu’il nous a donné de son Elsprit. Et
nous avons vu et nous rendons témoignage
que le Père a envoyé le Fils pour être le
Sauveur du monde.
3. Recueillons-nous dans la prière.
« Seigneur Dieu! que la joie des bergers
et des mages, de Joseph et de Marie et de
tons les croyants, soit maintenant anssi notre joie, puisque c’est pour nous et pour
notre famille anssi qu’un Sauveur est né.
« O Dieu, notre Père, merci de ce que
tu nous as aimés le premier, en nous donnant ton Fib;
« Fais que par amour, pour lui et comme
de vrais chrétiens, nous nous aimions les
uns les autres, dans la famille, dans la cité, dans le monde et qu’ainsi ta paix descende sur nous. Amen! ».
~ 4. Chantons encore le cantique N. 35 du
« Psaumes et Cantiques »:
Béni soit à jamais le grand Dieu d’Israël,
L’auteur de tous les biens, tout puissant,
éternel ;
Qui, touché de nos cris et de notre misère.
Dans nos pressants besoins s’est montré
notre père.
5. Souvenons-nous maintenant: « qu’il
n’y a de salut en aucun autre qu’en JésusChrist; car il n’y a sous le ciel aucun autre
nom qui ait été donné aux hommes, par
lequel nous devions être sauvés ».
« Et quoi que nous fassions en parole ou
en oeuvre, nous ferons tout au nom du Seigneur Jésus, en rendant grâce par lui ;
Dieu, le Père. Amen ».
(Adapté de « La Vie Protestante »)
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Piazza Cavour, 52
ROMA
Agenti esclusivi per i’Italia deile
edizioni Oelachaux et Niestlé
OSCAR CULLMANN
St. Pierre et l'Eglise
Ed. Delachaux et Niestlé ■ Neuchâtel
L. 1920
E’ uscita in questi giorni l’edizione francese dì quest’opera del Professore di Basilea, noto ed insigne autore di sig iificat;ve
e notevoli opere sul Cristianesimo l’rimitivo.
Il volume è una acuta presentazione .iella figura dell’Apostolo Pietro ed Un esame
critico dell’azione della sua personalità mila storia della Chiesa.
Nella sua fondamentale chiarificazione
dei testi biblici e nella sua messa a punto
di tutte le fonti scientifiche, è un’opjra
estremamente interessante che susciterà ult
ivace dialogo.
1
Nataìe, l’immortale speranza!
Ancora urta volta Natale ci arriva mentre il cielo è carico di nubi.
Non siamo, è vero, non siamo ancora in guerra;' ma la guerra si pre¡tara..,.
L’eco dei cori angelici è tremendamente attenuata; con grande
difficoltà si percepiscono le armonie celesti. Si esita a credere, non si
crede più al Messaggero divino. ’’Pace in terra!” è ancora possibile,
è ancora realizzabile? In quanto agli ” uomini di buona volontà ”,
dove sono e che cosa fanno?
Eppure quest’anno ancora — non sappiamo sottrarci alla misteriosa influ^za della data fatidica: venticinque dicembre. Non lo
sappiamo e non lo vogliamo. Ecco Natale! Che cosa — ancora una volta — ci dirà Natale? -,
Vorrei provare ■— per un istoìite —■ o crearmi uno stato d’animo
da cui il significato religioso del Natale sia assente. Vorrei sforzarmi a
non tener conto delle dottrine e delle tradizioni, delle cerimonie e dei
riti; di dimenticare ciò che viene annunziato nelle Chiese cristiane:
"Natale, la Buona Novella del dono di Dio, il dono che impegna a donarci, a donare Mi pongo semplicemente in quella particolare
” atmosfera di Natale ” che bisognerebbe non essere una creatura umana per ntìti sentire in questo momento dell’anno. Che cosa rimane
del Natale? Che cosa sarà, per me, il giorno di Natale?
Sarà di certo il pranzo di Natale, il giorno in cui si è felici di mangiar bene perchè si tratta d’un ” giorno di festa ”, anche se si è più o
meno dimenticato il significato della festa medesima.
Sarà altresì la riunione di famiglia, così piacevole nel tepore delia
casa adorna d’edera e d’agrifoglio. Sarà l’attesa visita dei parenti, l incontro lieto con gli amici.
Sarà speci^mente la gioia dei bambini intorno all’Albero o in
contemplazione del Presepio: quella gioia pura e serena, quella gioia
meravigliosa che ancor oggi rischiara la nostra infanzia lontana e che
non si dimetitica mai più. (Oh quell’odore di candele e di aranci, di
panettone e di resina!...)
E poi ancpra?
Vogliamo noi, per un istante, ritirarci in disparte: in camera nostra, in riva al mare o facendo una gita in montagna? Rientrare in noi
stessi per ” raccoglierci” nella riflessione, nella meditazione. In certi
moifwnti noi consideriamo che ci sian^o ormai completamente staccati
dalie credenze, dalle leggende, dalle .superstizioni....
Nel silenzio — nel grande silenzio del nostro focolare domesti o
a notte alta, o nel silenzio della Natura — in quel stl&izio mistico di
tutto l’essere nostro concentrato nel santuario interiore — noi udremo
una Voce: quella del nostro cuore.
E il nostriè cuore parlerà nel modo in cui parla il cupre di tutti gli
uomini e di tutte le donne la vigilia di Natale. Udremo salire — in noi
e intorno a no^ — il Messaggio prodigioso di un’incoercìbile speranza.
Sì — sempre, nonostante tutto e contro a tutto — la nostra Razza spera, essa crede.udentemente nella liberazione dal Male, essa aspetta il
suo Messia.
E il suo Messia verrà, poiché il mondo non è destinato a fallire.
Ancora oggi ”^ noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, dove Giustizia
abiti!”
Giovanni E. Meille.
A ,
L’istruzione aiie Vaiii
Sul problema sollevato ultimamente dal
prof. Armand Hugon^ abbiamo ricevuto la
seguente lettera:
Ho letto con vivo interesse l’articolo del prof. Hugon proponente
l’istituzione di « doposcuola integrativi dell’insegnamento elementare »
nelle Valli.
Io vivo a Milano e, pertanto, non
conosco profondamente la particolare situazione dell’istruzione alle Valli; so però che il problema posto dal
prof. Hugon, che è il problema del
cosidetto analfabetismo di ritorti' ,
è sentito in tutto il territorio naziona'e, e il Governo, per questo, già
da diversi anni ha istituito la « scuo.
la popolare ».
La legge 17 dicembre 1947 n. 1599
slabilisce infatti:
« E’ istituita una Scuola Popolare per combattere l’analfabetismo,
per completare l’istruzione elementare e per orientare alla istruzione
media o professionale.
La scuola è gratuita, diurna e serale, per giovani e adulti, e viene
istituita presso le scuole elementari,
le fabbriche, le aziendè agricole, le
istituzioni per emigranti, le caserme, gli ospedali, le carceri e in ogni
ambiente popolare, specie in zone
rurali, in cui se ne manifesti il bisogno ». (art. 1).
La scuola popolare, che comprende tre corsi (A. B. C.), è istituita dal
Provveditore agli Studi o di sua iniziativa o su richiesta di enti, associazioni e privati.
Occorrerebbe, perciò, a mio avviso, che anche nelle Valli le autorità
scolastiche fossero sollecitate, perchè venissero aperti dei corsi di
scuola popolare, a cura dello Stato.
E qualora lo Stato non avesse, fondi sufficienti per aprire nuovi corsi, gli stessi potrebbero essere aperti, come la legge indica e consente,
dai Cornimi o da altri enti pubblici
o privati.
La richiesta dovrebbe essere inoltrata al competente Provveditore ag’.i Studi.
E subito, « prima che le acque ora
smosse non tornino a stagnare ».
Fraterni saluti. Ezio Uonomi.
PLUS FORT QUE LA HAINE
Cette pièce est adaptée d’un conte d’Ebba
de Pauli dans son beau livr^ «. L’Ermite a
(Editions JDelachaux, 4, rue de l’Hôpital
Neuchâtel).
-¥■
(Un homme de haute taille au visage sévère, plus très jeune mais encore vigoureux,
vient trouver le vieil Ermite dans sa cabane).
L’HOMME. — Je le hais. Et ,i j’avais
vingt ans de moins, il paierait de sa vie le
tort qu’il m’a causé. Nos p.-res déjà étaient
ennemis, nos deux familles se sont toujours
querellées, mais aujourd’hui, ce n’est plus
de l’inimitié qu’il y a entre cous, c’est de
la haine. Si la peste visitait sa maison et
faisait de lui un homme solitaire et sans
enfants, ce serait une joie pour n.oi. 5 il
perdait la vue et qu’il dut se traîner dans
les ténèbres, s’il était frappé de maladie et
de tourments, ah! en vérité, je serais satisfait. Je voudrais me venger moi-même, je
voudrais...
L’ERMITE. — Tais-toi, malheureux! Tu
ne sais ce que lu dis. Certes, la haine t’aveugle. Tais-toi, afin de ne pas t’enfoncer
plus avant dans le ténèbres.
L’HOMME. ■— Tu ne m’impressionnes
pas! Il a déjà détruit ma vie: à quoi ine
servent mon grand domaine et mes biens
nolhbreux, mes amis, nies -larents, mes serviteurs? Chaque fois que je saisis une coupe de plaisir, son souvenir s’y mêle et agit
comme une gale amère. En vérité, je pense
à lui, mon ennemi mortel, plus qu’à tous
ceux que j’honore et que j'aime. Il n’y a
dans mon coeur et à mon foyer ni paix, ni
repos, ni succès dans mes entiéprises; mon
âme est liée. Quoi que j’essaie et quand je
veux être le plus joyeux, des pensées sinistres me hantent. Quand cet esprit se saisit de moi, mon enfant et ma femme me
fuient... Il en sera certainement ainsi jusqu’à ce que j’aie assouvi aa vengeance.
L’ERMITE. — Alors justement, rien ne
serait changé!
L’HCfMME. — Mais la vengeance est douce, vieillard! Un tort ve.igé peut s’oublier.
L’ERMITE. Quel leurre! Maintenant
déjà tu erres dans les ténèbres, la venge.snce les rendrait plus profondes encore. Tu
es traqué par ta passion con.me un cerf par
un chien de chasse, mais I. souvenir de ta
vengeance te cernerait conm une meute.
Dis-moi une chQse, pourquoi es-tu monté jusqu’ici pour me racinter cela?
L’HOMME. — Pourquoi? (éclatant de rire). Oui, vieillard,' tu peux, en effet, demander pourquoi je suis venu. (Il se tait
et semble réfléchir).
— On n’est pas un, on est deux. Je hais,
je veux me venger, je ve ix faire du mal, je
te l’ai dit et c’est vrai. C’est mon sentiment
le plus fort. Mais il y a un autre Moi, qui
soupire, écrasé par toute cette haine, qui
souffre dans ces ténèbres i voudrait s’en
libérer. C’est probablement ce Moi-ci qui
m’a contraint de monter vers toi.
L’ERMITE. .—Oui, c’est Dieu Lui-même,
Il ne te laissera point.
L’HOMME. — Dieu!... Il ya longtemps
que je n’ai pas pensé à Dieu!
L’ERMITE. — Je le crois volontiers. C’est
le moment de penser à Lui. Il y a lutte entre ta haine et l’amour éternel. Car Dieu ne
peut vaincre en toi si tu ne sacrifies pas ta
haine et si tu ne pardonnes.
L’HOMME. — Pardonner? A lui (il prononce un nom). Je voudrais bien voir celui qui m’amènera à cela! en tout cas pas
toi, vieillard!
L’ERMITE. — Non, pas moi, mais l’amour éternel, qui est plus puissant que la
haine.
— Celui dont tu viens de dire le nom
n’en a plus pour trois iours de vie. Plus
même trois jours.
L’HOMME. — D’où sais-tu cela?
L’ERMITE. — Il m’a envoyé un messager. Il est gravement malade, il souffre
beaucoup et attend la mort d’un moment à
l’autre. II ne peut trouver la paix et maintenant, je sais pourquoi: ta haine l’en empêche. Il est écrit: « Ceux à qui vous retenez le péché, le péché leur est retenu ».
Tu peux donc te réjouir. Il souffre un
vrai martyre et il a près pie perdu la vue.
C’est exactement ce que tu lui as souhaité.
Malheureux! tu as reçu ce que tu demandais! Car les souffrances de son corps ne
sont rien en comparaison de ce que souffre
son âme à cause de ses méfaits. Et l’obscurité dans laquelle il se débat n’est rien en
comparaison de son angoisse devant les ténèbres de la mort. Tu peux le réjouir.
L’HQMME. — Oui, je peux me réjouir.
Je peux me réjouir. Il va dune mourir. Je
n’ai plus besoin de penser à lui, il disparaîtra et tout sera fini, dans trois jours..
Je n’ai pas besoin de me venger... Ce
n’est plus nécessaire, tout le n.al que je lui ai souhaité est arrivé, sans que ma main
l’ait touché... Etrange... DaUs trois jours.
(Silence).
Je devrais me réjouir, 1 y a des années
que je vis dans cette pensée, et je ne peux
pas. Quelque chose d’autre s’agite dans mon
âme, quelque ehose de tout à fait différent... Vieillard, dis-moi pourquoi je ne
puis me réjouir!
L’ERMITE. — Dieu soit loué! La haine
n’est donc pas ce qu’il y a de plus fort en
toi. Elle recule, et Dieu prend le dessus
L’HOMME. — C’est vrai, elle n’est pas la
plus forte. J’ai toujours cru qu’elle dominait, qu’elle tenait toute la place mais ce
n’est pas vrai. Je ne compi-ends pas ce qui
se passe, vieillard, mais en cet instant, je
pourrais me haïr moi-même d’avoir souhaité le mal dont il souffre aujourd’hui.
Mais c’est trop tard maintenant, il va mourir.
Tu disais, vieillard, que ma haine... que
celui dont nous retenons les péchés... comment disais-tu?
L’ERMITE. — Oui, quand nous ne pardonnons pas, nous attachons le mal non
seulement à notre âme à nous — cela, tu le
sais, tu as traîné le mal p.<t. ' ut où tu allais
— mais de plus, tu as lié 1 mal à ton ennemi. Il succombe maintenant sous le fardeau, et il va vers la mort. Sachant qu’un
homme envers qui il a eu des torts ne peut
lui pardonner, comment peut-il croire que
l’Eternel, devant qui ses fautjs sont innombrables, puisse lui pardonner? Non, ce
malheureux ne saurait Fespérer. Tu retiens
la paix loin de lui, toi qui as péché contre
Dieu et contre les hommes autant que lui.
Tu transformes ses dernières heures en tourments infernaux.
En ce moment, mon fils. Dieu combat en
toi. Laisse-Le vaincre! Reuets-toi, avec ta
haine, dans les bras de l’amour éternel!
Pense que, toi anssi, tu mourras un jour, et
que tu ne te pardonnerais pas de laisser
mourir ton ennemi sans lui avoir apporté
la paix que toi seul peux lui donner...
L’HOMME. — Je vais vers lui.
l’ERMITE. — Oui, va, mon fils, va! Hâte-toi de lui apporter la nouvelle. Dis-lui:
« La paix vient! »
L’HOMME. — C’est cela, je lui porte la
bonne nouvelle. Etrange, la vengeance que
i’ai désirée si longtemps est entre mes
mains, et je me hâte de l’empêcher d’agir,
»
■ ii>ais je ne puis autrement. Tu as raison,
l'amour est plus fort que la haine. (Rideau).
(Le malade est en train de mourir)
L’HOMME. — Ami, Termite te fait saluer Et je t’apporte une bor-ne nouvelle:
« La paix vient maintenant »
LE MALADE. — La paix? Elle viendrait?
F.l toi, toi qui me hais, tu me l’apportes?
L’HOMME. —- Je ne hais plus.
LE MALADE. — Tu ne bais plus... tu
ne hais plus? J’ai péché contre toi plus que
contre n’importe qui... je t'ai voulu du
mal, plus encore que je ne t’en ai fait!
L’HOMME. — Moi aussi! Toi et moi,
nous nous sommes réciproquement assombri la vie. Maintenant, c’en est assez. Je te
pardonne sans que tu me demandes de le
faire, je veux que tu aies la paix à ta deri.ière heure.
LE MALADE. — Tu... me... pardonnes...
Tu... veux que j’aie la paix? Mais que
s’est-il passé? Qui es-tu? Tu ne saurais être
mon ennemi...
L’HOMME. — Non, je ne suis plus ton
ennemi. Quelque chose est plus fort que la
haine. Toi et moi, noua avons cru à la toute-puissance de la haine. Dieu nous a arrêtés. Il est Amour. Et c’est l’Amour qui, finalement, est le plus fort.
LE MALADE. — Tu dis... l’Amour... le
plus fort...
L’HOMME. — Oui. Si je suis ici, c’est
parce que T Amour est plus fort que moi.
J’ai rendu les armes et me suis livré à TAmour comme prisonnier, et je me jette dans
les bras de l’amour éternel.
LE MALADE. — Je fais comme toi... je
me rends à l’Amour... Voici la paix!
(Il meurt... Rideau).
LE MENEUR DE JEU. — L’homme quitta ce lit de mort et rentra chez lui. Dans
l’antichambre, il rencontra sa fillette; celleci regarda tout de suite si le visage de son
père avait l’expression qu’elle redoutait si
fort, si elle l’y avait trouvée, elle se serait
sauvée farouchement comme de coutume.
Ce jour-là, elle resta interdite et considéra
son père avec étonnement: il était si changé... Soudain, elle se jeta dans ses bras:
— Papa! s’écria-t-elle, ta figure est toute
brillante aujourd’hui! Comme tu es beau!
Il la serra contre son coeur.
3
L’ECO DELLE VALU VALDESI
.. —----—--Æ".....
— 8
■44 —
La Chiesa nel
stati Uniti
li 30 settembre circa due milioni di persone si sono riunite nelle chiese, nelle sale,
ed anche all’aria aperta, per celebrare dei
culti di ringraziamento in occasione della
pubblicazione della nuova versione classica
riveduta della Bibbia. Più d’ 3.400 servizi
religiosi sono stati celebrati negli Stati Vniti, nel Canada e nei campi militari d’oltre mare.
A Washington, nell’immensa sala della
« National Guard Armory », 3.000 persone,
fra le quali alcune alte personalità governative, i dirigenti di 45 chiese protestanti
ed ortodosse, membri del Corpo Diplomatico, si sono riunite per un servizio religioso durante il quale la nuova versione
della Bibbia è stata adoperata per la prima
volta.
* ♦ *
Il Consiglio Nazionale delle Chiese di
Cristo negli Stati Ijniti ha elaborato una dichiarizione che è stata letta la domenica 19
ottobre in occasione del « World Order
Day u. Essa dice:
« Nel corso di questi ultimi dieci anni
gli Stati Uniti sono stati condotti ad occupare una nuova posizione tra le nazioni...
Questo enorme potere comporta una immensa responsabilità morate. Non siamo
real.nente pronti ad assumere una tale responsabilità perchè è con cuore diviso che
noi abbiamo accettato la direzione di Dio,
che è al di sopra di tutte le nazioni..
c£ Quale è la responsabilità degli Stati U
nili nel suo nuovo ruolo internazionale? Ci
sono quelli che vorrebbero che il nostro
paese si ritirasse dalla lotta e lasciasse che
il mondo vada per la sua strada... Ce ne sono altri che pensano che gli Stati Uniti dovrebbero proseguire una politica estera attiva, in particolar modo in Asia, ma che insistono a che noi siamo lasciati soli a condurla. Essi sono stanchi delle lente e difficili trattative con le altre nazioni e dell obbligo di sistemare le nostre contese tramite
le Nazioni Unite...
« Altri ancora, poco numerosi, vorrebbero che gli Stati Uniti intraprendessero ’’una
guerra santa” e che una buona volta si finisse per sempre. Correbbero che alla guerra Gedda succedesse una guerra calda condotta a nostro modo.
« Il Consiglio nazionale delle Chiese di
ití.,¡/itígere tini proposte. Non solamente esse sono false moralmente, ma esse indeboliscono, od anche potrebbero annientare gli sforzi positivi compiuti per
stabilire un ordine più giusto e più pacifico. Quelli che fanno tali proposte negano
la nostra interdipendenza con gli altri popoli e rigettano quella responsabilità che,
davanti a Dio, ci incombe nei. loro riguardi. Non vedono che Dio ci ha creati per vivere in comunità e non nell’isolamento
« ...In caso di aiuto militare degli Stati
Uniti a un paese straniero, tale aiuto non
deve andar contro alle legHtime aspirazioni alla libertà o alla giustizia dei paesi oppressi.
« Milioni di fratelli nostri sono dei rifugiati senza tetto. Bisognerebbe permettere
al più gran numero possibile di loro di rifarsi una vita nel nostro paese. E' un grande arricchimento per g,i Siati Uniti pote' aprire la porta a delle persone fuori della
loro residenza abitua.e e a dei rifugiati.
« La potenza e le vaste risorse degli .Su
ti Uniti non ci appartengono in propri .
perchè noi ne usiamo come bene ci sembra. Sono dei doni di Dio, e noi dovremv'
rendere conto a Lui ed agli uomini ded’uso che ne avremo fatto. Accettiamo questa
grande responsabilità con umiltà e con coraggio, ricordandoci delle parole del nostro
Signore: a A chi molto è stato dato, molto
sarà ridomandato V. fS. OE. P. I.).
* * *
In un suo memoriale la Commissione Americana per i profughi dice che^ il numero dei rifugiati negli Stati Uniti è di circa
395.000. La stessa Commissione, la quale
consacra un capitolo particolarmente elogiativo sopra l’attività del Consiglio Nazionale Luterano a favore dei rilugiati, fa
osservare l’importanza delle iniziative private, senza le quaii alcun programma di
soccorso avrebbe potuto essere realizzato in
favore delle persone dislocate.
Per parte sua il Consiglio Nazionale Luterano ha reso possibile l’immigrazione di
36.556 rifugiati.
Francia
L’Evangelizzazione tra i giovani.
Durante l’estate una quindicina di gruppi di evangelizzazione, comprendenti 200
giovani e 25 Pastori, hanno percorso la
Francia. Questi « Commandos della testimonianza » uniscono giovani che consacrano le loro vacanze a far conoscere l’Evangelo per mezzo di metodi diversi: teatro,
canto, colportaggio biblico.
Ecco i nomi di alcuni di questi gruppi:
« Les Routiers de Christ » di Mulhouse,
« Les joyeux compagnons » di Neuchâtel,
« Les Gais Vagabonds » di Lausanne. Dappertutto, nelle piazze, nei villaggi, nei cinematografi, nelle case operaie, questi gio
vani entusiasti ed aPegri hanno ricevuto
un’accog.itnza cordiale ed hanno fatto conoscere l’Evangelo a numerose persone che
non lo eonoscevano. (U.P.E.)
Ungheria
Conferenze PastoraU: 800 Pastori, 300
mogli di Pastori e 250 Anziani hanno preso parte quest’estate a delle conl'erenze pastorali organizzate in ijuattro centri ^ diversi. La durata di queste conferenze è stata
in genere di una settimana, ma si sono tenuti pure dei corsi di perfezionamento di
15 giorni e qualche conferenza speciale
della durata di due o tre giorni solamente.
Oggetto di queste conferenze sono stati i
problemi della predicazione, deUo studio
biblico e quistioni di vita pratica.
Un corso di perfezionamento, seguito da
un centinaio di Pastori, si è svolto durante
il mese di settembre sotto l’egida della
Chiesa Luterana. (^U.P.E.).
Germania
Un gruppo di studenti in Teologia della
Università Martin Lutero di Halle è stato
invitato da alcuni funzionari della « Gioventù Libera Tedesca » (F.D.J.) ad abbandonare i loro studi religiosi per dedicarsi
invece sia alla medicina, sia... alla meccanica. In caso di rifiuto è stato loro minacciato il ritiro delle borse di cui godono.
Nemmeno uno degli studenti ha ceduto ed
essi continueranno i loro studi e faranno
a meno dell’aiuto finanziario del Governo.
(U.P.E.).
Columbia
Un manifesto della Chiesa Evangelica.
In occasione del sinodo generale tenuto
nel mese di agosto, l’Unione Evangelica
deUa Columbia ha fatto pervenire al Primo Ministro, al Ministro degli Esteri, all’Arcivescovo della Columbia e al Nunzio
Apostolico un manifesto nel quale è detto:
che gli Evangelici, che sommano a 50.000
senza contare gii abitanti di S. Andrea e d!
alcune isole dove il 96% della popolazione
è evangelica —• sono esposti ad una persecuzione sfrontata ; —
che essi si sono sempre astenuti da ogni
manifestazione politica;.
che hanno dunque U diritto di domandare al Governo una dichiarazione circa la
libertà religiosa;
che esigono che sia nSScialmente riconosciuto che la la loro Rbei^ ed i loro diritti si basano sopra la Costituzione e sopra la Dichiarazione dd Diritti dell’Uomo
e del Cittadino...;
che sono pronti a intavolare deUe discussioni sopra i problemi religiosi con rappresentanti ufficiali dello Stato, dellO.N.U. e
della Chiesa Cattolica Romana.
Tripolitanla
Questo nuovo stato ^dell’Africa del Nord
è sotto una forte influenza della rteligune
Mussu’mana. Diventerà certamente sempre
più difficile diffonderà l’Evangelo. E’ per
questo che la Socità Biblica Britannica e
Straniera si è propos^ di percorrere il
paese con una macchina carica di Bibbie,
per distribuirne 5000 esemplari. Un grande
numero di analfabeti imparato a leggere. Possano molti averne, una copia affinchè
leggano la parola di Writà e si pieghin.j al
Signore Gesù.
{Bible et Prióre)
FUV - SPES
Trofeo Enrico Gay
Sui campi di neve di Praly sarà disputata domenica 4 gennaio 1953 una gara di
fondo di km. 12 per, il trofeo Enri"o
Gay ».
Il programma di questa e delle altre
gare della giornata sarà inviato alle Unioni ed a chiunque lo richieda alla S.P.E.S.
(Via Pio V 15 - Torino).
La vecchia cucina demolila
Un prezioso dono al Rifugio Carlo Albeilo
Conversiamo in famiglia
Grandi notizia al Rifugio!
Ma procediamo con ordine. Mi trovavo a 'Torino in un auto pubblica che percorreva i viali della città, quando siamo andati a sbattere a bella velocita contro
un’altra macchina che ci attraversava la strada. Il tempo per spalancare la bocca e di
vedere l’altra macchina rovesciata su di un fianco, che .frecciava come un bolide con
le ruote in aria, mentre da ogni parte accorre la gente. Lì per Lì, si capisce, si rimane un po’ preoccupati, mentre si cerca di capire se si è ancora vivi o morti, ma la
preoccupazione più grossa era che... mancavano pochi minuti alla chiusura -legli uffici alla dogana. E alla dogana bisognava andare subilo, perchè da Zur.go era arrivila nientedimeno che una splendida cucina economica per il Rifugio di San Giovanni. E bisognava fare presto, perchè non solo ci avevano mandato la cucina, ma
addirittura cinque (dico: cinque) operai da Zurigo (dico: da Zurigo) per mettaria
Il posto! —
Di un dono così utile e tempestivo siamo debitori alla Kirchenpflege di Zurich
Alstetten, alla quale porgiamo i nostri più vivi ringraziamenti. Certo anche voi sareste contenti se poteste vedere il viso soddisfatto di suor Susanna e dello cuoche che
si affaccendano intorno alla nuova cucina! Ma questo è niente al confronto della coddisfazione del Presidente, il quale, conti alla mano, può dimostrare che ora si risparmiano migliaia e migliaia di lire di combustibile. L unica cosa un po triste, in
luna questa faccenda, è la vecchia cucina, buttata nel cortile, dopo trenta o quarantanni di onorato servizio, senza neppure un discorso d’occasione. Cara cucina del
Rifugio, sono cose che capitano anche fra gli umani!
Grazie dunque, cari amici di Zurigo, ai quali aggiungiamo anche i vecchi amici
del nostro Comitato di Ginevra, che ancora ultimamente ci ha fatto pervenire un bel
dono in denaro.
Con questo non tutti i problemi del Rifugio sono risolti, ed ora la nostra Commissione si trova davanti a uno molto grosso; quello di unificare il sistema di riscaldamento e trasformarlo a nafta. Al Rifugio vi sono tre vecchie caldaie, che non ce
la fanno più! Senza contare che con tre vecchie caldaie si spen^jm^occhio della
testa. Siamo sicuri che potrèmirw avere ùn'‘rispWnhw~hòÌevoÌissimo con uña sola
caldaia moderna e a nafta.
Ma c’è la spesa iniziale d’impianto, e siamo sempre alle solite: ci vogliono molti
soldi!
Un’altra volta vi parlerò di qualche altro nostro Istituto.
Ma presto siamo a Natale, e vi raccomando di ricordarvi anche dei nostri orfanrtrofi, ospedali. Asili per vecchi e Rifugio.
Tra l altro, c è qualcuno che avrebbe la grande idea di regalare una fisarmonica
idi’orfanotrofio di Pomaretto?
E chissà che un’altra anima buona non vorrebbe per Natale dotare l’Ospedale
di Pomaretto di una radio?
Per oggi basta, altrimenti il Direttore mi dice che esagero.
Ma siamo alla fine dell’anno, e forse gli angeli che tra poco intoneranno l’inno
della benevolenza verso gli uomini canteranno con maggiore entusiasmo, quando
vedranno che, per amore del Signore che si è fatto bambino, ci ricorderemo anche
noi dei nostri fratelli bisognosi. Roberto Nisbet.
SUZANNE SIMON — L’éducation dans ta
famille — Ed. Delachaux et Niestlé —
Rue de l’Hôpital 4 — Neuchâtel
Ecco un buon Rbro ancora per -e nostre
famiglie; un Rbro che è come una miniera
di savie considerazioni e di consigli nella
educazione dei figliuoli, oggi tante volte
■ ostacolata o turbata da fattori este mi e interni. Non è soltanto un libro per le madri
alle quali spesso tocca di dover Tremare
i gravi problemi della educazione del carattere, ammonendo, guidando e correggendo i figliuoli, per quanto sia di valido aiuto lUe madri; in realtà è utile ai genitori,
agli educatori, a quanti hanno la ’•esponsabilità di orientare i giovani nelle vie della
vita con una mentalità cristiana e in vista
di una testimonianza cristiana non ri'-tretta,
ma serena ed aperta ai problemi del mondo
e della vita nella sua concreta -ealtà. Ci
proponiamo di pubblicare ogni tanto alcune di queste pagine brevi, ma dense di
saviezza e di esperienza, che vivamente consigliamo alle Unioni delle Madri e alle Unioni Cadette, oltre che, naturalmente, ai
genitori ai quali vien detto, nell’introduzione: « L’idéal, en éducation, c’est eue les
parents se consultent, se renseignent, s’instruisent, réfléchissent ensemble < ux solutions et directives à suivre en commun. Ils
construisent ainsi un tremplin qui la«.ce
l’enfant dans une bonne direction par le
chemin le plus court et le plus aisé ».
e. r.
CHARLOTTE VON KIRSCHBAUM — Dérouverte de la femme — Editions du
Centre Protestant d’études — chez td.
Roulet — 1 Rue du Lièvre — Genève
-- fr. SV. 6,25.
E’ la traduzione in francese del libro della segretaria del teologo svizzero Karl Barth,
scritto originariamente in tedesco, col tito
RECENSIONI
lo: « Die Wirkliche Frau ». L’autrice affronta con profondità di pensiero il problema sempre molto discusso della posizione 'Iella donna neU’insegnamento della
Bibbia, nella Chiesa e nella società. Prima
di tutto si tratta, dunque, di uno studio biblico, sistematico e con animo protestante,
da cui l’autrice vuole trarre le linee senerali di una nuova etica femminile, specialmente in contrasto con certi aspetti della
concezione cattolica romana che cotisid ra
la verginità nella luce di una particolare
bellezza o di un merito umano e, d’altro
lato, con certe concezioni moderne assai
spinte, tipiche deU’csistenzialismo.
L’indice comprende alcuni capitjli: Jésus-Christ et la communauté ■— L’homme et
la femme — La femme dans le cadre de la
Nouvelle Alliance — La femme et le ministère de la prédieation —■ La « Mère des
Vivants », note sur les discussions mariologiques au sein du catholicisme romain —
Documentation concernant la question féminine.
Un libro che è il risultato di uno stuc'io
della Bibbia e che implica, da parte dei «attori, riflessione e studio. D’altra parte, è
un’opera di reale interesse e valore, ;he
reca un prezioso contributo agli studi attuali sulla donna e sui ministeri che le sono affidati. e. r.
HENRI OCHSENBEIN — Les compagnons
de la Vie — Editions Oberlin — Rue
des Francs Bourgeois — Strasbourg.
E’ difficile recensire questo libro, bisogna
leggerlo e riceverne il gran bene che ¡mò
dare. L’autore, un pastore e nomo di profonda esperienza cristiana, vuol recare ai
suoi fratelli un messaggio di fede e di incoraggiamento e lo fa, oltre che con la
propria testimonianza, lasciando parlare
quelli che egli chiama « Compagnjns, aon
de la vie, mais de la Vie. Car la Vie, ce
n’est pas une donnée biologique, quelque
chose que peuvent analyser les médecins,
les hommes de science ou les philosophes,
non, nous l’avons compris, c’est un homme,
Jésus — qui n’est pas seulement un homme — c’est un homme qu’on peut encontrer. Et nous le rencontrerons avic l’aide
de ceux qu’il a pris à son service: les Compagnons de la Vie ». Fra questi, c’è anche
l’apostolo Paolo; i primi capitoli della sua
epistola ai Romani servono appunto da
schema alla testimonianza dell’autore.
Le nostre famiglie, le persone isolate o
malate, potrebbero leggere con gran be.ieficio questo Lbro. Nella prefazione, il Dr.
Paul Tournier di Ginevra scrive: .< Le livre
vient donc à son heure, au moment où «es
hommes ont perdu la douce utopie qu’on
leur avait suggérée, celle d’un âge «l’or par
les seuls progrès de la science, de ’a technique et du droit. Au lendemain d’évèaemei.ts
effrayables... ils sont nombreux à comprendre que ces biens ne sont utiles que si l’on
possède aussi le remède profond, celui ,ui
transforme l’âme elle-même. Le remède existe, et je remercie l’antenr de l’.qvoir démontré d’une façon si vivante... ».
Tutte queste edizioni possono ottenersi
presso la Libreria di Cultura Religiosa —
Piazza Cavour 32 — Roma —- c.c.p. 1/26922.
*« r.
ALMANACH PROTESTANT et Annuaire
des Eglises Romandes 1953 — Editions
Imprimerie Centrale — Lausanne — tr.
•V. 1,50.
Più che un vero e proprio caleu-Jario, à
un libro, ricco di iUustrazioni e di informazioni sull’azione protestante nella Svizzera
remanda e nel mondo: America, Atia, Africa, oltre ad* argomenti vari: « L’Escalade
de 1602 — La Suisse et les galériens de la
foi — Les chrétiens et le problème de la
paix — La prière de nos enfants ecc. ccc.
Opera di vasto interesse, molto ben o.-esentata, con gli indirizzi di tutte .» op re
relig.ose, di tutte le Chiese e di tutti i Pastori della Svizzera di Rngua franocie.
BREVE CATECHISMO EVANGELICO iraduz. dall’inglese del Past. Agostino
Picc-riUo - Via Dante 24 - Padova —
prezzo L. 50 la copia, con riduzione per
varie copie.
Scopo del Breve Catechismo, di '.e il «raduttore, è di « mettere tra le mani dei nostri alunni delle scuole elementari un libretto come quello dei catto.ici remaní e
mostrare che aftehe i piccoli nost«*i hanno
le domande e le risposte non per 11 piosclitismo come dicono i preti, ma per dar-? i
primi princ.pi di dottrina cristiana, parlando (osi il loro linguaggio.
Il catechismo non ha carattere denominazionale nè indirizzo denominazionale.
Aiutiamoci, sopportiamoci e anche amiamoci. A scapito di tenerezza libiamo
pietà. Deponiamo la frusta della atira, il
ferro rovente della collera; valgon,} meglio
l’olio e il vino del soccorrevole damaritano. Si può sottrarre dall’ideale 'o sprezzo,
ma è più bello trame la bontà.
4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
UN CEmmjiRlO . ^
fra Hamo Savonarola
Predico la rinnovazione della Chissà fondandomi solo sulle Scritture.
(Dalle Prediche di Savonarola).
Piuttosto in silenzio, come si con
viene ai nostri tempi, è stata com
memorata la figura di Girolamo Savonarola, martire sul rogo, nel cen
tenario della sua nascita a Ferrara,
il 21 settembre 1452. Una celebrazione iniziata, a Firenze, ad opera
del sindaco La Pira, sul luogo dei
supplizio e, in queste ultime settimane, un francobollo rievocativo:
non molto di più, forse anche pe-.
che non conveniva dire molto di più.
Indubbiamente, il frate domenicano è stato ed è ancora discusso.
Lo si è chiamato fanatico, retrogrado, visionario, nemico della cultura
e delle arti del Rinascimento italiano, eterno « piagnone » in im’epoca
di studi umanistici e di canti carnevaleschi; lo si è, però, anche consi<lerato a maggior ragione un martire, bramoso di riformare la Chiesa
dei suo tempo in preda alla corruzione morale, un assertore dei diritti della coscienza di fronte alla tirannia politica di Lorenzo dei Medici ed all’autorit-irismo del Pontefice romano. Sotto certi aspetti, non
è errato dire ch’egli è stato un precursore della Riforma Protestanti.-,
un rinnovatore della coscienza morale e religiosa dei suoi tempi. Uni
bella, nobile, austera figura; un carattere saldo affiaocato ad una vita
pura, assetata di perfezione morale,
tanto nella esistenza dei singoli individui come in quella della società;
sopratutto, una grande coscienza.
Ferrarese di nascita, come s’è detto, destinato dal padre ad esser medico, ma inclinato lui stesso agli studi filosofici e letterari, concepì, sin
dai primi anni della sua adolescenza, lo stridente contrasto tra il fasto
e la corruzione della Corte Estense
e i precetti del \ angelo. Nella lettera indirizzata al padre il 25 aprile
1475 dal convento domenicano di
Bologna, ov’era entrato, c’è il grid )
e la ragione del suo isolamento. Scriveva; « la gran miseria del mondo,
le iniquitate degli homini, li stupii
li adulteri, li latrocini, la superbia,
la idolatria, le blasfeme crudeli,
ch’el seculo è venuto a tanto che piu
non si trova phi faccia bene... e tanto più quanto io ve dea le virtù di es
sere spente dal fondo e li vitii sollevati ».
Dopo sei anni di permanenza i
Bologna, capitò a Firenze e, nella
quaresima del 1482, sali per la pri
ma volta sul pulpito della Chiesa d;
S. Lorenzo in Firtnze. Le prediche
si succedevano le une alle altre. Soleva dire: «la Chiesa sarà flagellati,
e poi rinnovata, e ciò sarà presto »,
e in questi tre punti troviamo la ragione della sua ardente predicazione, della sua lede infiammata e del
suo ascetismo eroico. Poco dopo sarà priore del convento di S. Marco
ju Firenze, le cui mura eran consacrate dai ricordi del Beato Angelico, il pittore degli Angeli.
Nella quaresima del 1491 sali sui
pulpito del Duomo e predicò sulla
prima Epistola di S. Giovanni.
« Predico la rinnovazione della Chiosa », diceva egli, « fondandomi solo
sulle Scritture ». E non solo pred>cava, ma scriveva e si dava attorno
a rinnovare tutta la legislazione economica e politica dello Stato, reagendo alla dissociazione operatasi
nel Rinascimento fra credenza religiosa e pratica di vita, fra attività
politica e coscienza morale. Mirò
attraverso un risveglio religioso, a
riportare la moralità nella vita pubblica e privata, a santificare la politica come opera di Dio.
★
Perchè non riuscì nel suo intento? Perchè era troppo visionario e
profeta e troppo poco uomo di mondo? Perchè il popolo fiorentino, in
fondo in fondo, preferiva le gaie
brigate ed i canti carnevaleschi al
rinnovamento della coscienza e della vita morale? Perchè fu vittima
della perversità e della tirannia degli uomini? Perchè l’Italia di Alessandro VI Borgia, vergogna del Papato, non poteva a lungo ascoltare
l’ammonitrice invettiva del frate domenicano?
A molti oggi conviene rispettare
il silenzio e lasciar cne passi questo
imOarazzante centenario; ma, e aifhcue negare cne, se non riusci, è
ancne peictiè ci tu sempre in Italia
cni trovo modo di cosumgere a tacere, da Arnaldo da nrescia a ¡Savonarola a (jionredo Varagua a nuonaiuti e, sotto certi aspetti, tino a
don Zeno ¡saitmi, quanti neila parola o nell’opera, ner esigenza oi coscienza o per voi'azione pioionda,
non SI coniormarodb aiie supreme
direttive deiia Uuiia papale, indotti, cioè, al silenzio: con il rogo, con
la torca, ancne se tali incomoenze 'a
Chiesa amdava demtamente al potere dello atato, dopo aver pradcuìila tortura, con la scomunica o con la
minaccia di provvedimenti dan’alto.
Tempi duri, quelli del ¡Savonarola: tempi di lotta contro la tirannia
di Lorenzo iVlagnmco: « Vi bisogna
restituire la lioertà al popolo di T irenze », tempi di dura, aspra denunzia della mondanizzazione della
Cniesa e deità corruzione del Vicario
di Cristo: « Roma, tu sei interma
d’una grave intermità usque ad mortem. Tu hai perduto la tua sanità
ed hai lasciato Iddio... La Italia se
ne ride, la Italia se ne fa bene e non
vuole la medicina... Tatti in qua, ribalda cniesa... ¡Sei fatta meretrice
sfacciata... una volta ti vergognavi
dei tuoi peccati, ma ora non più...
O preti e trati, voi col malo esempio
avete messo questo popolo nei sepolcro delie cerimome. io vi dico cne
bisogna rompere questo sepolcro,
percné Cristo vuole risuscitare la
sua Cniesa in ispirito... lo ti avviso,
o Italia; io ti avviso, o Roma, che
ninna cosa ti può salvare se non Cristo ».
★
11 linguaggio oltrepassava i limiti
della decenza. Vero è cne Amos
Isaia non eran stati meno duri nel
denunziare i peccati d’Israele; ma
qui bisognava intervenire e por fine
alio scandalo. La Signoria di T'iren
gli MXA«* j v'vmv*. X—
borgnesia gaudente e scettica che lo
chiamava « piagnone », contrari gli
Arrabbiati ed i Compagnacci, contrario naturalmente Lapa Alessandro Borgia. « O Signore », diceva
Savonarola in una predica, « tu mi
hai messo in un mare dove io non
posso, nè voglio tornare indietro...
10 vorrei star cheto e non parlare e
non posso, perchè il verno di Dio è
nel mio cuore come un fuoco, il quale, se io non lo mando fuori, mi arde dentro la midolla e le ossa ».
Ed ecco la « prova del fuoco » per
per trovar pretesto a tumulti, in vista di una totale liquidazione del
frate; poi l’arresto nel convento di
S. Marco insieme al fedele compagno fra Domenico da Poscia; infine,
11 processo fatto con l’ausilio di lunghi tormenti e la falsificazione dei
processi verbali (i metodi polizieschi per ottenere delle confessioni
forzate non sono di oggi soltanto nè
jdegli Stati di oltre cortina!) e la
condanna a morte eseguita in piazza della Signoria, il 23 maggio 1498,
come eretico e scismatico. Il suo
corpo fu appeso ed àrso; quando le
fiamme si spensero e la folla diradò
e si disperse per le vie deRa vecchia
Tuenze, xe ceneri th Savonaroaa vennero portate sul Ronte Veccmo e
gettate m Arno.
una voce si era spenta per la violenza dei ierro e dei luoco. Ma se »i
uccide U testimone, rimane tuttavia
la testimonianza; e tanto piu rimane valida e roousta se e testimomanza aua Verità.
Dopo tutto, ciò che conta non è
l’uomo, ma la sua testimomanza.
Come uomo è forse dilfiche ciassincario dentro la Lhiesa o fuori deità
Chiesa romana; e per un retto giudizio, non vanno perduti di vista
SUOI tempi, li ivencmi io ciiiamò
« la piu gran coscienza morale del
secolo Av » e aggiunse: « Cniamateio pure un fanatico. Era fanatico
come nzechieilo, come Geremia, come Arnaldo, come IJante... Era un
malato.'' Torse. Ugni vera creazione
produce uno spostamento, im disequilibrio. Se gli eroi, i martiri... sono tutti malati, consohamoci: non
c’è mai stata tanta salute come oggi! » E lo storico Pasquale V illari,
con felice intuizióne, dira: « Squarciò il velo... spianò il cammino...
Lutero stesso non avrebbe con si
gran fortuna iniziata la sua Riforma, se il martirio del Savonarola
non avesse, per l’ultima volta, messo in chiaro cne allora era vano sperare di correggere Roma ; che il tentativo di riiormare la Chiesa senza,
per un tempo armeno, spezzarne la
unità, non poteva riuscire ».
Da quattro sec'óli e mezzo, l’uomo è passato. Resta attuale la sua
nobile testimonianza: cc lo ti avviso,
o Italia; io ti avviso, o Roma, che
ninna cosa ti pufi salvare se non
Cristo ».
Ermanno Rostan.
Rubrica Bibliografica
L’ora dell’angelo
Non è un libro, questo ; ; una buona azione, che si innesta sui sempre valido tronco della rivelazione e delle speranze cristiane.
La storia è semplicè. Durante la guerra,
la giovane sposa dLjaLniiota. dopo un bre
S \ a
scrino
La causa di tutti i mali è che non si conoscono le Scritture (G Crisostomo).
Lampa al mio piede, lume al mio sentiero.
Signore di bontà, la tua parola.
Nelle afflizioni, è lei che mi consola;
lei che, nel dubbio, mi discopre il vero. (1)
Sacro alimento al cuore ed al pensiero,
spirito e vita al viver che s’invola,
felice l’uom che di Gesù alla scuola
l’intende e a lei si sottomette intero. (2)
Soave al giusto, ammonitrice a l’empio,
spada a due tagli che a vittoria chiama,
magnanimo, immortale, eccelso editto, (3)
felice l’uom che di Gesù a l’esempio,
prega, combatte, crede, spera ed ama,
fondato in sul granitico « Sta scritto ». (4)
Dante Argentieri, pastore.
più nera, senza rimedio? L’Fvangelo è certamente, per essenza, la Parola della consolazione; ma è pure un fatto incontestabile che ai tempi di Gesù non esistevano
quelle terrificanti possibilità di sciagura
mortale che oggi, in gara con la velocità del
tempo, sopprimono una vita in men che
non si dica: un incidente stradale, un disastro ferroviario, una sciagura aerea, una
tragedia del lavoro... Le cronache dei quotidiani rigurgitano di queste istantanee tragedie. Ora, poche settimane dopo la tragedia cui ho testé alluso, quella giovane donna venne a trovarmi e, con il sorriso degli
occhi, mi disse;
« Non vorrei esser vittima di un’illusione
del cuore, nè vorrei cadere in un’eresia, ma
...ieri, mentre più che mai pensavo al mio
caro, ho avuto la sensazione vivissima, inconfondibile, precisa, che egli mi ¡tarlasse,
e mi confortasse. Ora io so che egli non è
morto, che egli è vivente e vero, come prima. Non mi sento più sola! »
E’ l’esperienza di Moira.
Con questa “lingolare, umanissima conseguenza: che Moira, dopo aver compreso che
il suo Roberto vive, non esita più: e nel
suo nome accetta di vivere ancora, fino a
quando Dio lo voglia, per dedicarsi a lenire le sventure e le sofferenze umane.
Anche la mia giovane interlocutrice lo
aveva compreso, quando concludeva: « Non
sono più sola; poiché sento la realtà del
suo amore, voglio vivere per farne sentire
la forza consolatrice al mio prossimo, che
ne ha bisogno! ».
Teod. Balma
con colui che è diventalo suo marito, se lo
vede portato via, come in una piena, in un
incidente aviatorio. Il colpo sarebbe fatale
per la giovane, se, a poco a poco, prima
con l’aiuto di un mistico polacco famigliare
con le prospettive più e.evatc deL’ev angelo giovanmeo, poi di sé stessa, ella non
riuscisse, come di fatto succede, a rendersi
conto che Roberto, il suo marito, vive. La
morte non è dunque 1 tutto dell’uomo!
Moira, la donna, ha orma', compreso che
l’amore non miiore, che la morte non e
uno spaventoso et finis », che la luce finisce
per trionl'are di ogni ora buia
Gli accorgimenti letterari della Oliver,
che introduce di tanto in tanto in corsivo,
nel testo, gli echi appassionati di quelle
spirituali conversazioni con il monde della
luce eterna, conferiscono un .ottile fascino
alla trama insolita, vivamen ■ consolatrice.
Che è appunto per questa sua insolita virtù consolatrice (non si dimentichi che trattasi di un romanzo!), che ho preso la penna per consigliare ;< L’ora dell’Angelo ». Mi
è accaduto, recentaaiente, di assistere alla
tragedia di una giovane donna, improvvisamente orbata del suo amatissimo sposo,
dopo una brevissima felicità matrimoniale.
Come consolare chi è piombato improvvisamente nel duolo più acuto nell’angoscia
A. 1. C. E.
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Vitaletti Costantino » 20.000
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Gay Giulio « 5.000
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Ferru-;cio Avondetto e Sig.ra » 5.000
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Luigi Rostagno )> 1.000
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mem. Fam. Rivoire L. 1.000 — SoreJe Paoletti, in mem. Mamma, per i poveri 1.000
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Per Facoltà di Teologia:
Chiesa di Aosta L. 11.000 — Norma Di
Jorio 5.000 —■ Dr. W. F. Schaink 3.000.
Per Istituto Gould:
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Bianconi Amleto, Brescia, 3.000 — Dr. 'W.
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Paolo Caruso, per ringr. al Padre Celeste L. 1.000 —- Caterina Spano, Bolzaneto,
1.000 — Norma Di Jorio, Lentella 4.000.
Per Asilo Italia:
N. L. M., 1.000.
Per Asilo di Vittoria:
Chiesa di Napoli L. 5.000 — Coucourde
Giulio e Caterina 1.000 — N. N. fiore in
memoria di Emma Leidheuser Gardiol 500
— Clotilde Zuliani, Castel S. Lorenzo 1.000.
Per Diaconesse:
Ing. Neumann, Firenze, L. 1.000.
La famiglia del compianto
Alberto Quattrini
profondamente commossa per le dimostiazioni di affetto e di simpatia ricevute, esprime il suo ringraziamento a tutte le
persone che hanno voluto esserle vicino nel
suo grave lutto.
Rivolge ai Pastori Sigg. Ribet, Briante e
Tron un particolare ringraziamento per le
parole di Fede e di conforto che tanto sollievo hanno dato al suo dolore per tanta
perdita.
Milano, 7-11-1952.
La famìglia del compianto
Timoteo Daimas
ringrazia tutte le persone che di presenza
o con scritti hanno preso parte al suo lutto.
Villar Pellice, Teynaud, 12-12-52.
La famiglia del Compianto
Aiberto Gönnet
profondamente commossa ringrazia vivamente i vicini ed amici che generosamente sono stati largamente di aiuto e conforto nella dolorosa circostanza.
« I giusti gridano e l’Eterno li esaudisce e li libera da ulte le
loro distrette » (Salmo-34:, IJl,
Il 9 dicembre è piaciuto al Signore di richiamare a sé
Iside SacGomani
ved. Vina,y
/ figli Valdesina, Valdo, Tullio e Cornelio con le rispettive famiglie ne danno il
mesto annunzio e ringraziano quanti l'hanno assistita amorevolmente durante la sua
lunga malattia.
« La tua benignità, o Eterno, sia sopra noi, poiché noi abbiamo sperato in te » (Salmo 33).
Pomaretto, 9 dicembre 1952.
Le famiglie Chambon, Genre e Comba
sentitamente ringraziano quanti han preso
parte al loro dolore per la dipartenza del
loro caro
Alberto
In modo particolare ringraziano i Sige
Pastori Marauda, Bertin, Bert per l’assistenza spirituale ed il Consiglio Comunale
di Inverso Pinasca.
Inverso Pinasca, 14 dicembre 1952.
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(2) Deut. 8: 3; 1 Pietro 2: 20; Giov. 6: 63; 8: 51; Lue. 10: 39; 11: 28
(3) Sai. 119: 15, 21; Ebr. 4; 12; Ef. 6: ,7; 2 Cor. 5: 19, 20; Is. 40: 8: Ebr. 2: 2.
(4) Matt. 4: 4, 7, 10; Luc. 24: 46; Matt. 26: 54; Giov. 10: 35.
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KJ \A^ KA/ Li/ V V a LL V ViX Ut oCL/|/tl/ ,pogg <.he la protezione di Dio è va
_________________ lida dappertutto. Se a chi scrive è
rimasta il rimorso che deve aver tormentato anche il parroco di Rodoretto, di non essere stato^iù insistente, e se, a giudizio umano, possono
giudicarsi temerari quegli uomini
che respinsero una via di scampo
che poteva sembrare ipotetica, ma
che si rivelò poi efficace, e se in
questi come in tanti altri, casi rimane
inesplicabile la crudeltà di una tragica fine, ne emerge pur sempre l’asempio di una fiducia simile a quella
del bimbo che cammina con la mano in quella del padre.e non gli chiede ove lo conduca.
Soccorra la fede dove la ragione
non arriva. j
M. Exnanì.
L'Escalade de Genève
Parecchio tempo fa, su queste colonne, fu rievocato fuggevolmente il
giovane pastore di Rodoretto che oltre un secolo fa fu travolto con la
sua famiglia da una valanga che si
abbattè sul presbiterio. Non fu accennato in quella occasione ad una
circostanza o'.tremodo patetica. Il
pastore era stato in serata ospite del
parroco, il quale, vista la pessima
serata insistette perchè gli ospiti pernottassero nella canonica meno esposta del presbiterio. Ma il giovane
pastore, replicando che ovunque si
è sotto la guardia di Dio, volle rientrare al suo domicilio; avrebbe considerato come una diserzione abbandonarlo. E vi trovò la morte come
una fedele sentinella al suo posto.
Il 28 dicembre prossimo ricorrerà
il ■14'’ anniversario del cataclisma
che travolse, nelle macerie della città di Messina, anche il giovane pastore della Chiesa Valdese, Adolfo
Chauvie, con la moglie Marcella ed
il piccolo di due anni.
Con uno dei suoi imperscrutabili
decreti, il Signore privava cosi la
nostra Chiesa di uno dei suoi più
proiiie.tlenti ministri.
Venuto al ministerio dopo una
prima gioventù movimentata, Adolfo Chauvie riprendeva, dopo il servizio militare, gli studi interrotti al
ginnasio conquistando brillantemente la relativa licenza. Superato in
due anni il corso liceale a Torre Pellice passava alla scuola di Firenze ed
era ironsacrato a 28 anni. Aiuto pastore a Palermo, vi prendeva moglie.
Spirito indipendente, precorse
molli degli atteggiamenti che oggi si
rivendicano come prerogativa dei
nostri giovani contemporanei. Non
sempre lo stile della sua predicazione e le sue affermazioni di carattere
sociale furono di pieno gradimento
delle Autorità della nostra Chiesa.
Tuttavia esse Autorità dimostravano di apprezzare il valore del giovane pastore e la sua efficacia di
predicatore, perchè, destinato un
primo tempo a Revere, era poi stato
nominato, prima ancora di raggiungere la sua destinazione, ad uno di
quei posti nelle maggiori città che
allora non si davano ai debuttanti,
ed era stato mandato a Catania e
appena due anni dopo a Messina,
Qui doveva, come il suo lontano
predecessore di Rodoretto, cadere
sulla breccia.
Vi è nei due destini un elemento
comune nella fiduciosa accettazione
del disegno di Dio. Come il pastore
di Rodoretto non aderì all’invito del
parroco, cosi il pastore di Messina,
consigliato da chi scrive di adibire
a camera da letto una stanza più in
De 1745 à 1755, les Vallées étaient
parcourues par un barbe vaudois,
David Michelin Salomon de Villar
Pellice. Etant presqu’aveugle, il
composait des chansons pour gagner
sa vie et certaines d’entre elles sont
encore connues de quelques vaudois,
comme « la Bataille de l’Assiette »
ou la « Glorieuse Rentrée ». Il chantait également « L’Escalade ds Genève » qui commence' ainsi: « Sus
qu'on chante genevois, d’une voix,
cette belle délivrance.. » Il est certain que David Michelin Salomon a
eu connaissance de cette chanson écrite à Genève au XVIIe siècle et
qu’il y ajouta plusieurs couplets de
Convegno degli aisíaní e diaconi
SOCIETÀ’ DI STUDI VALDESI
Vopuscolo commemorativo per il prossimo 17 lebbraio 1953 sarà redatto dal pastore Luigi iVlarauda, il quale tratterà il
seguente argomento: La parrocchia valdese
di V iUasecca ed il suo Tempio, attraverso
i secoli.
L' noto che, appunto per cura del pastore IVlarauda, nell'ultimo anno della sua
lunga e Benedetta carriera pastorale, l’antico Tempio di Villasecca e stato interamente restaurato. L’interessante opuscolo,
prendendo occasione aa questa opportuna
opera ai ricostruzione, ricorderà le vicende del venerando Santuario e della parrocchia m CUI esso ha compiuto la sua nonne
missione, attraverso i secoli piu remoti
delle persecuzioni e quelli più recenti del
pacitieo svolgimento della vita religiosa e
morale della comunità. L’opuscolo illustrato, dì lo pagine, con copertina sostenuta,
sarà posto in vendita al prezzo di L. 40.
Ai pastori ed agli Lnti che ne prenoteranno almeno 20 copie entro il 15 gennaio
1953, l’opuscolo verrà ceduto al prezzo
straordinariamente modesto di L. 2d per
copia, se ritirato alla Xipograiia Subalpina
in Torre Pellice, o di L. 32 per copia, se
inviato per posta. Le prenotazioni possono
farsi presso la stessa 'Tipografia Sunalpina
o presso il passiere della Società di btudi
Valdesi, Luigi Jouve in via Roma, Torre
Pellice.
Sf * «
La pubblicazione della Bibliografìa Valdese. dei prof. Augusto Armand Hugon e
Giovanni Gönnet, che avrebbe dovuto ormai essere pronta a disposizione dei soci,
è stata pur troppo ritardata per una serie
di circostanze avverse, del tutto indipendenti della buona volontà del Comitato. Si
prevede che potrà essere pronta entro gennaio. Entro il corrente mese di dicembre
sarà inviata a tutti i soci una circolare -nformativa, in cui sarà precisata la data della pubblicazione e saranno fornite notizie
interessanti sull’attività sociale.
# Sf
La Società di Studi Valdesi ha recentemente ricevuto la triste notizia della m^te
improvvisa del sig. Samuele Romilly Roget, Presidente della Società Ugonotta di
Londra, che è cordialmente collegata con
noi con vincoli non soltanto di cultura ma
di fraterna affinità spirituale. 11 sig. Romilly Roget per lunghi anni ha dato le sue
energie alla Società, prima come segretario dal 1923 al 1951 poi come presidente.
Esprimiamo alla benemerita Società Ugonotta le nostre fraterne condoglianze.
A. J.
PERDONALI A
Il prof, l'aldo Vinay, Decano della -iostra Facoltà di Teologia ed il Past. Tullio
Vinay, hanno avuto il dolore di perdere la
loro mamma, deceduta il 9 dicembre.
Giunga loro, alle loro famiglie ed ai congiunti tutti, l’espressione della nostra simpatia e della nostra solidarietà nella speranza cristiana. Red.
Com’era stato annunziato, lunedì 8 dicembre, si è tenuto nella Sala delle attività del Convitto valdese di Pomaretto, '’annuale « convegno degli anziani e diaconi »
delle parrocchie valdesi del I distretto. La
partecipàzione è stata veramente soddisfacente : una settantina di laici ed una quindicina di pastori: segno evidente di vivo
interesse, da parte dei responsabili più diretti, ai problemi della Chièsa e pertanto
della famiglia dei credenti.
# # *
11 convegno s’iniziò alle 9,45, con an culto tenuto dall’anziano Aldo Tourn, della
chiesa di Rorà: culto sobrio, efficace e bene intonato all’argomento centrale del c< nvegno, che era il « lavoro » cQnsideralo dal
punto di vista della fede e della testimonianza cristiana. Esso lasciò in tutti una
benefica impressione e dispose ¡.'li animi
dei convenuti ad accogliere con a' iltà il
messaggio della Parola che ci venne reca,o
durante la giornata.
Dopo il canto di un Inno, prese la paiola il capo distretto, pastore E. Rostan, il
quale, dopo aver portato il saluto del Moderatore e ringraziato gl’intervenuti al convegno (che rappresentavano i Concistori di
tutte le chiese delle Valli) presentò un ben
meditato studio, su « Ü . lavóro alla luce deLla fede cristiana », studio svolto ampiamente nei suoi vari aspetti: religioso, sociale e
tecnico, ma con l’accento sul primo di questi, che è quello che deve maggiormente interessare rappresentanti di comunità religiose.
Nella sua disamina minuziosa, il relatore imperniò il suo studio sui tre interrogativi seguenti: a) che cosa c’insegna la
Bibbia sulla realtà del lavoro? b) ha la
Chiesa, oggi, un messaggio da recare nella
realtà specifica del lavoro e di quali situazioni deve tener conto per far ciò? c) si
può invitare il cristiano a considerare il
lavoro alla luce della fede, e quali sono in
tal caso i limiti che la fede pone all’attività dell’uomo?
Le tre parti vennero successivamente sviluppate con abbondanza di citazioni bibliche (specialmente la prima) e con serrato ragionamento che i convenuti ascoltarono con attenzione sostenuta, ma anche con
un piccolo sforzo, per la ricchezza delle idee e dei riferimenti e per la inevitabile
astrattezza della trattazione, fatta più su di
un piano teorico che pratico, e dinnanzi a
persone che non erano state preventivamente messe nella condizione' di trarre migliore profitto della esposizione, ad es. con una
traccia schematica del nutrito studio, la
quale avrebbe permesso di seguire più facilmente tutto lo svolgimento dell’ampia
relazione.
Donde la proposta fatta, a relazione ul
timata e durante la breve discussione che
ne segui, di pubblicare o poligrafare il lavoro del pastore Rostan, perchè sia possibile ad ogni concistoro e ad ogni comunità
di approfondire (e ne vale la pena) il problema presentato al convegno e di studiarlo sotto tutti i suoi aspetti: per cercarne
— se possibile •— una qualche soluzione,
almeno di carattere individuale, se non -li
classe o di categoria.
Le conclusioni del relatore all’ampia ‘■ua
trattazione furono le seguenti: essere l’aomo non un padrone, ma un servo; non il
proprietario, ma l’amministratore dei beni di questo mondo; essere il lavoro una
necessità e poter essere una vocazione, ma
non una religione; avere il lavoro un limite anche nel tempo, dovendo l’uomo ricordarsi sia del giorno del riposo, ler
santificarlo, sia dell’affermazione evangelica che « l’uomo non vive di solo pane »...
Il lavoro non è l’ideale supremo ed assoluto: per il cristiano, per il credente, lo scopo ed il bene supremo della vita è Dio.
Terzo oratore della mattinata, l’anziano
Aldo 'Varese, di Torre PeUice, il quale trat
tò, in modo veramente pratico, della a testimonianza del cristiano nel lavoro »: in
quel lavoro particolare dhe dovrebbe essere quello verso il quale ognuno si sente più
particolarmente portato, se ci fosse realmente, nella civiltà odierna, la possibilità
deUa scelta, di seguire cioè la propria vocazione. Questa testimonianza, la dobbiamo
portare in quell’ambiente nel quale si esplica la nostra attività personale: nella fabbrica, dove si è purtroppo sempre più schiavi della macchina; nei campi, dove invéce
la fatica è più personale'e diretta, ma dove anche ci sono dei profondi valori umani da salvare; negli altri campi di attività,
nelle miniere, nel cornammo, nelle professioni liberali, ecc., dove il lavoro presenta
altri problemi ed altre responsabilità. Dovunque lavori, il credente deve sempre essere cosciente della sua responsabilità e
della sua vocazione: che^ gli varrebbe infatti di guadagnare il mondo, se perdesse
poi l’anima sua? 4ì.
« * *
Nel pomeriggio, dopo un buon pranzo ,n
comune al ristorante « Stella alpina », il
pastore R. Nisbet introdusse brevemente il
problema della « diaspora delle Valli vaidesi » e delle possibili sue soluzioni, fornendo alcuni dati al riguardo. Ci fu anche
su questo argòmènto‘’tSa^sCand)in d’idee
— come per i due precedenti — na senza
che si giungesse, anche qui, ad alcuna conclusione: .segno forse che la soluzione non
è ancora matura o che il problema non è
ancora sufficientemente sentito dalle Chiese, che hanno tutte i loro particolari problemi da risolvere.
« « *
La giornata di convegno fu conclusa dalla tradizionale tazza di tè e dalla rapida visita ai locaU del Convitto, di cui il direttore
prof. E. Tron, aveva brevemente illustrato
il funzionamento e gli scopi.
Poi i frettolosi saluti, la partenza dei singoli gruppi per raggiungere le proprie sedi, portando tutti nel cuore il ricordo di
un proficuo scambio di idee sui doveri di
ogni credente nei riguardi del lavoro, od
un sentimento di gratitudine verso la Chiesa che ci aveva fraternamente ospitati.
un partecipante
Convegno monitori
Promossi dal Colloquio Pastorali di Ottobre a Pinerolo che incaricava ' pastori
Ayassot e Bert di organizzarli, essi hanno
avuto luogo il 16 Novembre a S. Germano
Chisone, il 23 Novembre a Perrero e il 30
Novembre a Torre Pellice.
In passato i Monitori venivano solitamente raggruppati in una sola località del fondo valle. Quest’anno si è voluto favorire
particolarmente le parrocchie di media ed
alta montagna le quali, tuttavia, non sembrano aver saputo apprezzare l’opportunità
che era loro offerta.
Perrero. Erano rapprese arate due sole
parrocchie. Più che di un vero e proprio
Convegno si potrebbe parlare di un simpatico pomeriggio trascorso insieme ed allietato ¿alla calda ospitalità della chiesa di
Perrero.
Il pastore F. Davite ci proiettò una filmina biblica illustrando, in ui. modo originale ed interessante, la lezione chi i monitori avevano spiegato quella domenica stessa -»i bambini. Seguono proiezioni a colori
che ci trasportano in un fertile campo di lavoro della nostra chiesa: la Sicilia.
Anche al convegno di Torre Pellice sono
rappresentate due sole parrocchie. Presieduto dal past. Ayassot, il Convegno è stato
centrato su una dettagliata esposizione della sig.ra Edina Ribet, che fa parte ai convenuti della sua esperienza di monitrice in
varie chiese dell’Evangelizzazione. Le sue
conclusioni hanno portato a tre considerazioni essenziali: l’esigenza di una rinnova
ta consacrazione del monitore per il compito cui è chiamato; la necessità assoluta
di porre il bimbo in diretto contatto con
la parola di Dio e la costante preoccupazione di centrare tutte le nostre lezioni su
quello che è ii puro messagg.o evangelico:
la salvezza per grazia mediante Gesù Cristo.
Al Convegno di S. Germano sono rappresentate quattro parrocchie con una trentina di partecipanti. Il convegno è presieduto dal pastore locale che presenta uno
studio sui pioblemi di interesse generale
nelle S. D. delle Valli. La sig.na Evelina
Pons esamina quindi il libro di Olive Jones « Dieu parie aux enfants » soffermandosi, in modo speciale, suU'iniziazione alla
preghiera dei bambini più piccoli. E’ quindi seguito un animato e proficuo scambio
di idee sul materiale pedagogico che le nostre S. D. hanno a loro disposizione, le cui
conclusioni saranno inviate direttamente al
redattore del Manuale.
Si insiste sulla necessità di organizzare, di
tanto in tanto, delle riunioni con proiezioni
luminose, rivelatesi ottimi mezzi pedagogici sussidiari.
E’ stato anche sollevato il problèma della letteratura infantile. Sì è notato che la
Claudiana ha quasi completamente esaurito
il suo ottimo repertorio di libri per bambini. Si auspica pertanto che non tardi la
ristampa di alcuni ottimi libri. x.
' EE PETIT MESSAEED '
Giornale missionario per i fanciulli
Tutte le famiglie che desiderano abbonare i loro figli al « Petit Messager » sono
pregati di mandare col nome e cognome,
il loro indirizzo completo alla Signorina
E. L. Co'isson — Via G. Matteotti N. 15 —
Torre Pellice (Torino) —• avendo cura di
indicare il numero del vaglia per l’abbonamento e la data della sua spedizione.
L’abbonamento decorre da Gennaio; esce
almeno 6 volte all’anno e la suo quota è, per
l’anno 1953, di L. 400. Il vaglia può essere
mandato aU’indirizzo su menzionato od a
queUo del Signor Pastore E. Ayassot
Via Beckwith N. 3 — Torre Pellice.
Prenotatevi al più presto possibile affinchè mi sia possibile mandare la lista degli
abbonati non più tardi del 15 Dicembre
1952. E. L. Co'isson.
ORECCHI
NASO - GOLA
Don. DANIELE ROCHAT
riccre in Torre Pellice viale
Fukrman t (presso Dr. Gardiol)
il VENE R or
dalle ore 10 alle 12.
a Torino riceve gli alrrigiorni,
dalle ore 14.30 alle 16 in via
Berthollet, 36 KOspedaleEvan/
ge/ico).
sa composition. Aujourd’hui, elle
n’est guère connue,^ au Vallées, mais
du 11 au 14 décembre 1952, la ville
de Genève s’apprête à cé-èbrer par
de nombreuses manifestations et par
un grand cortège historique le 350e
anniversaire de l’Escalade ou, plus
exactement, de la merveilleuse délivrance qui assura son indépendance politique et religieuse.
Rappelons brièvement les évènements que l’on va commémorer. Le
vendredi 24 septembre 1602, la Compagnie des pasteurs de Genève prenait la décision suivante: « Qu’on
fera mention expresse aux prières
publiques des Eglises des Vallées de ,
Piémont contre lesquels le duc de
Savoie fait des édits étranges, prêt
à les persécuter ». Ibn réaiité, Cnarles Emmanuel s’apprêtait, non pas
à envahir les Vallées, après avoir
déjà publié les édits contre les églises rélormées du marquisat de Saluées, mais bien à s’attaquer à Genève, la citadelle de la Reforme. Malgré les avis qui leur furent prodigués, les genevois de 1602, coniiants
aans les promesses de paix qui leur
avaienc c.a con.ximees par j. envoyé
du duc « avec paro-es douces et emmiellées », avalent relâché leur surveillance,
L)â.us la nuit d.u 11 au 12 ueccoibre, les troupes de Savoie, en grand
secret, s’approchèrent des murs de
Geneve. L expédition avait été organisée par Cnarles de Simiaae, s-igneur d’Alhigny. Vers deux heures
du matin, le soldat de gardt, au
haut d’une des tours de la viUe, entendant du bruit donna l’darme.
Les troupes savoyardes se voyant
découvertes, s’élancèrent à l’assaut
aux cris de « ville gagnée, yR®
voie, vive Espagne ». La résistance
des citoyens, réveillés par le tocsin,
s’organisa et, aux premières lueurs
du jour, Genève était sauvée. Comme nous le lisons dans un récent vo*lume paru: « L’Escalade de Genève
eut un immense retentissement. Elle fut considérée par tous comme
un fait de haute sifinificatioa, tant
par les amis de la métropole piotestante pour lesquels Genève représentait à la fois un symbole et un
appui indispensable que .oar les
puissances catholiques soumises au
Saint Siège et ne cessant de rê' er
avec lui de la destruction du nid
d’hérésie ».
Chaque année, les habitants de
Genève commémorent le souvenir
de cette nuit mémorable et éc notent, avec recueillement, la lecture
des noms des 17 victimes. Rappelons, à ce propos, que parmi ceux
qui donnèrent leur vie pour sauver
Genève, nous trouvons deux ge.ievois d’origine vaudoise Jean Canxl,
conseiller et Pierre Cabriol marchand apothicaire. Ce dernier était
fils d’un vaudois de Villar Pellice,
admis à la bourgeoisie de Genève en
1572 et de Béatrice Miol, proche
parente d’un des premiers historiens vaudois Jérôme Miol, pasteur
à Angrogne. D’autres appart inaiont
à des familles venant de différeotes
régions d’Italie comme Marc Cambiague originaire de Crémone, Abratiam de Baptista de Messine. C-*s
réfugiés faisaient parties de l’église
italienne de Genève alors florissante.
Le 12 décembre prochain, comme le firent leurs ancêtres à la même date, les genevois se rendront in
fouie à la cathédrale de Saint Pierre pour un culte solennel se raopelant ce qu’écrivit un des témoins Je
l’Escalade: « Dieu montra à cette
ville parmi les ténèbres, la lumiè.'-e
de Sa Grâce ».
J. Picot
Lettori DIFFONDETE il nostro giornale nelle famiglie
RINNOVATE ^ Vabbonamento al giornale entro la fine dell’anno PROCURATE nuovi abbonamenti
Abbonamento : Anno L. 600 - Semestre L. 400 - Estero L. 1000
6
J.*.
6 —
L’ECO DELLE TALU VALDESI
LP ypcii Delie comuniTr
Angrogna (Capoluogo)
Sabato 29 novembre abbiamo ccompagnato alla loro ultima dimora terrena le
spoglie mortali del nostro fratell i Pom
Giovanni deceduto in frazione Garsinera,
all’età di anni 68. "•
Ai parenti afflitti ridiciamo ancora la nostra fraterna simpatia cristiana e. a.
Angrogna (Serre)
La nostra Comunità è stata provata da
alcuni lutti che l’hanno colpita in questi
ultimi mesi. Abbiamo così accompagnato al
campo del riposo le spoglie di Besson Valdo, tre mesi, di Enrico (Bec); di Bada
Alice, 38 anni (Odins); e di Long Michele, 80 anni (Pradeltorno). A tutti gli afflitti l’assicurazione della simpatia e delle
preghiere della Chiesa.
Ai due nuovi battezzati ed alle loro .amiglie rinnoviamo auguri di benedizione
divina: Chiavia Marisa di Italo, (Piadeltorno) e Coì'sson Bianca di Davide (Serre).
Biella
Da qualche tempo la ^Comunità Evangelica di Biella e dintorni si sta a poco a poco rianimando ed auguriamo di gran cutre
che questo « crescendo » si accentui • empre più, piacendo al Signore,
Il 12 Ottobre u. s., nella nostra modesta
Sala, sita nel Palazzo del Consorzio Provinciale Agrario di Biella (Piazza della Funicolare), ha avuto luogo il Ctdto d’addio
del Pastore Lorenzo Rivoira, che da sei
anni teneva i Culti a Biella pur risiedendo
ad Ivrea. Egli è stato ora trasferito ad Ao
sta. , JÍ j
Commovente è stato il suo culto d ,.ddio, in cui egli ci ha ammoniti di rimanere ben uniti e ad essere d’esempio al
mondo che ci circonda.
Alla fine del Culto un piccolo ricordo
venne rimesso al Pastore Rivoira, a nome
della Comunità, dal Rag. Edoardo Bert,
Diacono.
Tutti serberanno il migliore ricordo del
Past. Rivoira, non dimenticheranno la signorilità del suo -tratto, la sua grjnde fffabilità con tutti, la sua viva fede. Con dispiacere lo abbiamo visto allontanarsi ^ da
noi. Ina ciò è stato dovuto alle superiori
esigenze dell’Opera.
Domenica, 19 Ottobre, presentato dal
Pastore Dr. Alberto Ribet, Capo del II”
Distretto, è stato insediato ed ha tenuto il
suo primo culto il Pastore Dr. -Teodoro
Salma, al quale la Comunità di Biella ha
riserbato le migliori accoglienze.
Benché residente ad Ivrea, il Pastore
Balma terrà regolarmente il culto a Biella
tutte le Domeniche del mese, eccettuata la
quarta, aUe ore 11. Ciò dopo ,avj:r già te- ^
uuto un primo Culto ad Ivrea aUe ore 9,
mentre nel pomeriggio terrà un culto a
Chivasso alle 15,30 e, possibilmente, uno
a Torrazza. Inoltre, ogni mercoledì ü Patere Balma viene a Biella per il Catechismo cui fa seguito una Conferenza od rno
studio biblico nella nostra sala. Infatti, il
Pastore Balma ha già tenuto una conferenza sul tema « I mondi sono abitati? », i na
sul « Cristianesimo Sociale » ed una terza
sul « Cristianesimo Comunitario ».
Tutte queste conferenze, ben frequentate, anche da elementi di valore non facenti parte della nostra Comunità, sono -state
seguite da un vivace dibattito.
Il Dr. Balma ha inoltre tenuto un’i.iteressantissima conferenza su 1’« Orphée » di
Cocteau, accompagnata da un bellissimo
film procuratogli dall’« Alliance Franoaise » nell’Aula Magna del Liceo di Biella,
conferenza alla quale hanno assistito più
di trecento persone fra le più colte della
nostra città e che ha avuto pieno successo.
L’oratore è stato vivamente congratulati ed
un lungo articolo venne pubblicato il giorno dopo su 1’« Eco di Biella ».
Varie famiglie della Diaspora bieilese
sono già state visitate dal nuovo Pastore il
quale intende prendere a poco_ a poco contatto con tutti gli Evangelici disseminati
della nostra bella ed industre regione
La Comunità di Biella gliene è molto riconoscente. _ ^
L’aspirazione della comunità di Biella
sarebbe di potere un fausto giorno, po sedere la sua propria chiesetta, onde non
correre più il rischio di eventuali sLalti.
Possa il Signor nostro esaudire, presto o
tardi, tale nobile e comprensibile spersnza
ed cssisterci ora e sempre.
Giacomo E. Schiveizer
Bobbio Pellice
Lutti-, il 23 ottobre, una immensa folla,
ha reso gli onori funebri a Baridon livide, di Perlà, deceduto all’ospedale di Torre Pellice, a soli 19 anni. La sua morte e
stata causata da una caduta.
L’8 novembre sono state deposte nel cimitero di Torre Pellice le spoglie mortali
di Pontet Paolo, degli Eissard, di anni 55.
Egli è deceduto in seguito ad un intervenlo operatorio. Sono rimasti a piangerlo,
non senza speranza, la vedova, '1 giovane
figlio e le sorelle.
Dopo alcuni anni di sofferenza, illuminata dalla fede, F8 novembre si è addormentato in Dio, Favatier Giovanni, degli
Aghit, di anni 46. Egli lascia la vedova c
due bimbi in tenera età.
Come un lucignolo, cui viene a mancare
l’olio, si è spenta Mondon Maria, del Pi*
done, di anni 73. I suoi funerali, con grande partecipazione della popolazione, sono
stati celebrati il 17 novembre.
Il Signore abbia pietà degli afflitti e conceda loro le consolazioni di cui hanno bisogno.
Battesimi: Sono stati battezzati: .Artus
Lelia Paola di Francesco e di Charbonnier
Anna (Malpertus) e Grand Alberto di Davide e di Favat Margherita (Lautarct).
« Lasciate i piccoli venire a me, perchè
di tali è il regno diDio ».
Matrimonio: Il 1 Novembre sono stati
uniti in matrimonio, Garnier Ernesto e Arine Maddalena. Agli sposi che si sono «ta
biliti a Luserna S. Giovanni, rinnoviamo i
nostri auguri di felicità nel Signore.
Visite: Rinnoviamo i nostri sentiti ringraziamenti al pastore Sig. Bertinatti ed al
Sig. Varese per i messaggi rivoltici in occasione del culto domenicale ed al Prof.
Forneron per la conferenza su Giovanni
Calvino in una riunione serale al Centro
Villar PeUice
Le dipartenze da questa terra Verso la
Patria Celeste continuano senza tregua.
Il 15 ottobre celebrammo il funerale di
Bertin Maghi! Susanna ved. Carola di 64
anni deceduta alle Vigne del Teynaud dopo lunghe sofferenze sopportate con la pazienza che nasce dalla fede. Fu circondata
fino all’ultimo dalla cordiale simpatia di
molti parenti ed amici.
Il 7 novembre tributammo le estreme onoranze a Michelin Salomon Suzette ved.
Davi! di anni 73 dell’Artusot. Anch’essa aveva dovuto sopportare lunghe soft'erenze
ed era ormai pienamente preparata ad incontrare il suo Dio. Anche qui largo stuolo di parenti e di amici.
Il 2 dicembre fu la volta di Grand Maria ved. Charnonnier di anni 85 della Piantà. Era un po’ come la nonna del quartiere e come figli le prestarono assistenza, assieme ai famigliar!, tutti i vicini di casa.
Il 9 dicembre, dal Teynaud, un lunghissimo corteo accompagnò Dalmas Timoteo
di anni 79, l’ex portaiettere del nostro comune che per 30 anni esercitò inappuntabilmente il suo uflicio a prò’ del pubblico.
Era stato pure un credente integerrimo e
non fu possibile non rendergliene testimonianza malgrado le raccomandazioni che
egli aveva dettate per la sua grande umiltà.
Visita.
Conserviamo vivo il ricordo di tutti questi nostri cari Dipartiti e domandiamo a
Dio di consolare i loro famigliar!.
11 16 nov. scorso la nostra parrocchia ha
goduto il privilegio di ricevere la visita
del pastore Virgilio Sommàni, ex iVioderatore. Lna buona Assemblea partecipò al
culto solenne celebrato nei tempio e gustò
il fervido messaggio recato dali'uspite. i>on
dimenticberemo tanto presto 1 appeiio rivoltoci di tener sempre pronta una «barchetta per Gesù ».
Personalia.
I nostri cari giovani Cairus Italia e Mathieu bruno hanno conseguito all’Istituto
Tecnico di Pineroio il loro dipioma di
Ragionieri. Esprimiamo loro le nostre live leiicitazioni.
Nozze.
II 12 nov. abbiamo assistito alle :iozze
del nostro frateuo Rariaon Doti. Paolo
con la sig.ra Rerlon Germana.
11 29 nov. a quelle di Ayassot Renato della Vigna con Carmer Liuia del lleSi.é.
” W'^entramBÌ r casi abbiamo avuto la telice impressione di assistere al fondamento
di un vero focolare cristiano e cosi domandiamo ancora ai bignore cue sia menti- e.si
muovono Retamente i primi passi nel nuovo cammino che hanno imziato,
Prali
Visite d’Eglise: suivant le programme
publié dans le dernier numéro de « L, t-co »,
notre paroisse a ete visitée les 4, 5, 6 et 7
décembre par les membres de la Commission de District. _
Deux reunions ont été présidées par le
Chef de District, la première aux Pommiers et la seconde à la Ville. La nombreuse assistance qui s’était rassemblée
dans les petites écoles de ces deux viUagcs
fut mise en face du problème du travail
traité à la lumière de l’Evangile. Ce 'ut
pour chacun l’occasion de repenser sa vocation de chrétien et de comprendre une
fois de plus que cette vocation s’étend aussi au travail de tous les jours.
Le samedi soir, à la séance habituelle de
l’Lnion, les jeunes de Prali, fort nombreix
pour l’occasion, ont entendu un^ message
du pasteur O. Bouchard, centré sur le
problème de l’angoisse de la jeunesse d’aujourd’hui.
Le dimanche matin, dans un temple u
les places libres pouvaient facilement être
comptées, le pasteur Bouchard a présidé
le culte, qui fut suivi d’une Assemblée d Eglise durant laquelle l’Avvocato Serafiuo
adressa un message fort senti de toute 1 assistance. Après quoi on parla d’un projet
d’échange de terrain qui laisse ntrevoir
du nouveau pour la paroisse... mais il n .est
pas encore temps d’en parler dans notre
journal.
Au nom de la paroisse, nous tenons a emercier ici la Commission de District qui
a organisé cette visite d’Eglise et qui nous
a permis ainsi de nous sentir membres et
responsables de la grande famille des 8glises Vaudoises.
Vie de paroisse: Cet automne, nous avons
accompagné à leur dernière demeure trois
vieilles figures aimées de notre paroisse:
Genre Margherita in Grill, Garrou iuarghenta V.ve ureuza toutes deux de Villa, et
-Grill. Margherita V.ve Grill, de Cugno.
Nous avons aussi dû présiuer l’enterrement
du petit Attilio Rostan, qui, malgré tous
les ’efforts et les sacrihees- de ses parents,
a rejoint Celui qui a dit: « Laissez venir
à moi les petits enfants ».
A tons ceux qui sont plongés dans le
deuil nous souhaitons de pouvoir entendre
avec conaance le message de paix et d'espérance qui retentira bientôt, au soir de
Noël.
Pomaretto
>»,
Matrimoni. In questi ultimi mesi sono
stati celebrati i mammoni ai Long Atttuo
(vivianj con Costaoet nisa Irene (vmanj;
Mainerò Uteito (recosaj con Uertaiot Lidia Irma (Romarettoj; Oecner Enzo (Tonno) con hioet y lima Vioia (Xeitasj; nounous tienato (Riclaretto) con Loslaoel Mafalda (Vivian).
Rinnoviamo a questi cari sposi 1’ ugurio
di vita benedetta e felice sotto lo sguardo
del Pignore.
Battesimi: Sono stati presentati al S. Bat
tesimo: Gardiot Bruna di Renato e di Fous
Elisa (Rocciateugnai; Collet Enrico Gio
vanni di Edoardo e di Ghigo Luigia (Cios
Beiran); Loucourde Laura Marinella di
Ernesto e di Rochon Ida (Clot Inverso):
Rostagno Graziella Mara di Gino e ‘fi Beux
Elena (Clot Inverso); Marc/ietti Anna Vera di Alessio e di Arvat Anita (Fomaretlo); Tron Emanuele di Ernesto e di Giy
Matilde (Perosa); Bascal Marilena di Aido
e di Rostain Vilma (bout); Charrier Eugenia e Charrier Bruna di Primo e di Bare»
Luigia (Chianavasso).
La grazia dei Signore sia sopra questi
bambini. Possano i loro genitori, padrini
e madrine mantenere con fedeltà gli impegni che hanno assunto davanti a Dio ed
alla Chiesa.
Funerali: Più volte, in questi ultimi tre
mesi abbiamo dovuto prendere la via del
Cimitero per accompagnarvi le spog.ie
mortaU di iratehi e sorelle nastri che han
no lasciato la vita terrena. Diverso è stato
il modo della loro dipartenza da quaggiù:
in taluni casi, dopo lunghe sofferenze, ed
in altri casi, per morte repentina, inaspet
tata, o per tragico incidente. La Paroia Ji
Dio ci ricorda che quel che più conta non
è il fatto di una vita più o meno funga su
questa terra o il modo più o meno repe»!Uno deUa nostra dipartenza, bensì ii possedere quella tede cne e certezza che in Cristo, ed in Lui soltanto, possiamo avere li
vita eterna: «Chi crede in iVie ha vita cterna ». « Il salario dei peccato è "a morte,
ma il dono di Dio è la vita eterna ».
Ricordiamo con vivo affetto i nostri Cari scomparsi: Marchetti Lidia nata Clapier.
di anni oO (Massehi); Ribet Aldo di anni
35 (Perosa); Fornero, Rosa ved. Gaydou.
di anni 7o (Pomaretto); Marchetti trance
SCO di anni 60 (iviasselh); Barus Margher
ta ved. Jahier di anni 79 (FaiOia); Rostui
Maria di anni 65 (POmarettO); bocconiani l
side ved. Vinay (Dspedale) di rnni 76;
óhambtm Paolinà ^pid. Matké (PaRere di
Pinasca) di anni-75; ChamOon Alberto di
anni 48 (Dohn); Pons Adriano Luigi di
anni 66 (Pomaretto).
Rinnoviamo alle famiglie colpite da questi lutti l’espressione del nostro vivo cordoglio ed invochiamo su di esse le consolazioni di Dio.
Benvenuto. — È’ stata una gioia per la
nostra Comunità U rivedere fra noi la signorina Anita Gay che è tornata dal »uo
campo di missione nel Gabon (Africa Equatoriale tráncese) per un perioda di riposo. Le auguriamo un buon soggiorno, i
ci rallegreremo di udire le notizie che ella
ci darà del suo lavoro nelle Missioni.
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Nella sua prima seduta dell’anno 52-53
il presidente ha presentato la relazione annuale passando in rivista quanto si è tatto.
li pastore Ayassot rendendosi interprete
della assemblea ringrazia il presidente e il
seggio per il lavoro compiuto,
Ber la nomina del seggio il prof. Pona domanda che venga senz'altro riconfermato.
Dovendosi pero sostituire due persone che
non possono più partecipare alle sedute
vengono designati ed acclamati i soci^ Paachetto Carlo e Pellegrin Umberto; i liconfermati sono: Comba Enrico, Jouve
Luigi, Longo Renato, Pasquet Gustavo,
Pontet Giovanni.
Buona discussione si è fatta sul progetto di mutua ospedaliera per i contadini
e artigiani nella quale si sono scambiate diverse vedute che forse serviranno alla Pro
Valli. ... T
A proposito dì pubblicazioni evangeliche, si raccomandano le quistioni sociali
trattate sul fondo religioso; la forma narrativa come si trovano esempi nelle pubblicazioni svizzere e francesi.
Il cambio dell’ora delle sedute dalle
alle 20,30 trova l’approvazione generale pur
riconoscendo che forse non sarà tanto comoda per la campagna; vien proposto di fare
delle sedute alle 14,30 nell’inverno.
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Direzione e Redazione: Past. Frmanno
Rostan - Via dei Mille 1 - Pinerolo Telef. 2009.
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo, con decreto del 27XI-1950.
Tipografia Subalpina S. i. A.
’Torre Pellice (Torino)