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Direnare: Prof. GINO COSTABCt
AMMINisTRAZlbSB; Via Carlo Alberto. 1 bis - TORR* Pülmc»
REDAZIONE: Via‘Arnaud, 27 - T0R[tK-PEU.tCK
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Celiti^ 30 la copia
S'fo/cr crìsHana
Il Corpo Pastorale è convocato in se;•* duta ordinaria la matina del
MARTEDÌ’ 18 AGOSTO alle ore 9,30
nell’Aula Sinodale della Casa Valdese
di Torre Pollice.
1°
Ordine del giorno :
Esame di fede, di un Pastore in
prova e di un Candidato al Santo
Ministero.
2° - Comunicazioni e deliberazioni varie.
3° - Nomina delle Commissioni esaminatrici dell’operato della Tavola,
' • del Consiglio della Facoltà di Teo
logia e della Commissione degli
Istituti Ospitalieri Valdesi.
NB. A norma dei vigenti Regolamenti,
i delegati laici, muniti di regolare
mandato per il prossimo Sinodo, possono partecipare alla elezione delle
Commissioni di esame.
Il Moderatore :
Virgilio Sommarli
Torre Pellice, 1 agosto 1942-XX°.
XV
:ìl , del agosto avrà luogo
quest’anno a Prà del Torno e sarà unica
per tutte le Valli.
All’adunata del mattino, ore 10.30,
presieduta dal pastore della parrocchia
locale sig, E. Aime, parleranno il Moderatore e, il pastore Teodoro Balma.
La colletta che verrà fatta a questa
riunione sarà devoluta all’opera di evangelizzazione e all’Eco delle Valli ai
Militari, e considerato lo scopo confidiamo che la risposta del pubblico '•arà
particolarmente generosa.
All’adunata del pomeriggio (ore
14.30), presieduta dal segretario della
Commissione Distrettuale, pastore, Umberto Bert, verrà svolto un interessante
e vario programma, comprendente un
messaggio ai giovani, l’esecuzione di inni da parte delle Corali, la dizione di
qualche poesia del sig. G. E. Metile e
l’inaugurazione del restaurato « Coulege ».
Si rivolge viva preghiera al pubblico affinchè durante le adunate, e specialmente a quella del mattino, sia osservato un rigoroso silenzio.
Per iniziativa della Società di S.tudi
I
Valdesi verrà anche quest’anno organizzata una passeggiata storica. Ritrovo
al Tempio del Ciabas alle ore 6, par‘lenza alle 6.30, e arrivò a Pradeltomo
alla, 9.30.
Lo Commissione Distrettuale.
La tradizionale riunione al Colle delle delle Fontane avrà luogo, D. V., domenica 16 agosto, alle ore 15. £a riunione sarà presieduta dal pastore sig.
A, Genre, e_parleranno diversi oratoli.
.Si ricorda che la corriera fa servizio
anche la domenica. .
; PERSONALIA
Le nostre vivissime felicitazioni alla
sig.na M. Gay, che si è briliantementé
laureata in Matematica presso la R. Università di Torino. ,
■ Io dico queste cose nel mondo, affinchè abbiano in loro la
mia allegrezza compiuta.
Giovanni 17: 13.
Se noi vogliamo com.prendere il messaggio cristiano e la fede cristiana, noi
dobbiamo famigliarizzarci col vocabolario cristiano; per esempio adorazione,
giustificazione, redenzione, santificazione sono parole tecniche; esse non sono
generalmente in uso ogni giorno, mentre che altre come: pace, , amore, gioia
hanno un significato più largo, più inteso nel lingua^io cristiano, per quanto poco conosciute dalla generazione di
oggi. I .
Ora è la parola « gioia » che le nostre tratìuzioini .rendono per « allegrezza » che ci concerne.
La gioia cristiana non si può confondere con i piaceri o le soddisfazioni che
la vita può offrire, nè con quel che si
possiede e nemmeno con i doni intellettuali, per quanto essi godano di grande
favore; essa è la caratteristica esperienza cristiana: è la gioia che Gesù possedeva e che Egli volle avesse dimora nei
Suoi."' ^
. E’ quindi un dono divino da non confondere con nessun altro dono.
Quante volte Egli manifestò la Sua
gioia nei Suoi rapporti cogli uomini!
Una volta sì paragonò ad uno sposo; accettò più volte inviti là dove, senza dubbio, regnava la letizia; fu ramìco dei
fanciulli, i quali generalmente s’allontanano dalle persone malinconiche e silenziose.
La Sua venuta fu annunziata dall’angelo come un avvenimento che doveva
provocare una grande allegrezza. Per
la‘gioia che gli era posta dinanzi, sop, portò la Croce, ed alla vigilia del gran
Sacrificio parlò ai Suoi di tristezza che
si sarebbe cambiata in allegrezza. I discepoli furono lieti’ quando videro il Signore, e dopo la Sua Ascensione, è detto, ch’essi ritornarono a Gerusalemme
con grande allegrezza ». Gesù non sollevò il velo che copre il mondo a venire,
ma disse che « vi è gioia dinanzi agli
angeli di Dio per un sol peccatore che
sì ravvede? » Queste parole non saranno mai abbastanza ripetute in ogni tempo.
Se ci riportiamo anche solo coll’immaginazione al quadro delineato dai
primi capitoli degli Atti Apostolici, avremo un quadro rappresentante gente
d’ogni classe e paese raggiante di gioia,
e la storia dei grandi testimòni di Cristo nei tempi passati, conferma ch’essi erano pieni di gioia nella sicurezza
della loro fede. Ed anche oggi, grazie a
'Dio, s’incontrano cristiani convinti che
ci .lasciano la medesima impressione,
cioè quella d’un’intima letizia prodotta
dairanima in pace con Dio. Noi siamo
quindi accertati da questa sua presenza che tale gioia è davverOi un’esperienza rartetiana, perchè appartiene a auelH
che sono in Cristo. L’apostolo Paolo ha
molto da dire sulla parola « gioia », che
Egli possedeva completale della quale
iÌK>n era avaro di parlare al ^uoì convertiti, alcuni dei quali - benché sqonoscìu
ti, castigati, contristati e poyeri - egli
H
proclamò « possessori d’ogni cosa e sempre allegri nel Signore in virtù dello
Spirito Santo
Possedere la gioia di Cristo è qualcosa di cui nè la lingua nè la penpa
¿Bssono parlarne degnamente; è un doQb di Dio come lo è il Suo amore. L’una
-l’altro son conosciuti solo da quelli
che Lo amano, e l’Evangelo che ci parla
' dell’amore dèi quale ci ha amati; Tubbidìenza che è una delle espressioni del
nostro amore per Lui, sono solo alcuni
dei gran segreti della gioia cristiana. Ma
sono segreti aperti a tutti e questa'gioia
‘è offerta orajad o^i credente. » X.
L'ADDHATA VALDESE DEL XV AGOSTO
, PRA DEL TORNO.
if'La grande adunata tradizionale del
agosto avrà luogo quest’anno al Fra
Torno. Non per la prima volta. Già
if^l 1855, quasi un secolo fa, essa si svol^ in quel luogo, con un risultato magnificò. La bella riunione estiva, intesa a
^àocogliere la popolazione valdese per
jtoa'manifestazione di carattere relìgio^ ed insieme di rievocazione storica e
^ solidarietà patria, era stata organizsa per la prima volta l’anno precédanla; per iniziativa dell’Unione Valdese di
IB.' Giovanni. Aveva avuto luogo alla
-Èalsiglia, con esito a^ai lusinghiero.
'Ma al Pra rièl 'Tomo l’esito fu certamente superiore; presenti oltre quattromila persone, da tutti i centri delle
Valh, fra cui ben ottocento daUa valle
di S. Martino; riunione del mattino vibrante di fede, svolta sotto la presidenza del Moderatore Revel secondo quella
forma ch’è ormai divenuta tradizionale;
entusiasmante riunione del pomerìggio,
più giovanile, più laica, in cui il Sindaco di Torre Pellice, Antonio Blanc, e
quello di Massello, portarono una calda
affettuosa espressione di . solidarietà
valdese; impressioni incancellabili in
tutti i presentì, di cui' si fece eco, con un
lungo articolo, il giornale valdese « La
Buona Novella ».
Per una grande adunata, che, come
quella d’allora e quella attuale, è comune per tutte le Valli, il Pra del Tomo è
certamente uno dei centri più opportuni, sia come posizione topografica, sia
come rievocazione storica ed ispirazione animatrice. Infatti quelTaspra conca
alpina, penetrando profondamente nel
nucleo centrale del sistema montuoso
valdese, è chiusa tutto intorno nei confini delle tre Valli, che qui si saldano
come in un’immensa cerniera, ad oriente la valle del Chisone, a settentrione
quella della Germanasca, ad occidente
ed a mezzogiorno quella del Pellice, onde meglio che qualsiasi altro luogo può
essere detta il cuore delle Valli.
E da una tale posizione geografica deriva certamente, almeno in parte, la
funzione storica essenziale che il Pra dèi
Torno ha avuta nei tempi eroici. Funzione duplice: d,a un lato, nei secoli anteriori alla Riforma Protestante, esso fu
il santuario, in cui gli antichi pastori
valdesi, i Barbi, si prepararono e si formarono, e donde partirono per svolgere
nel vasto mondo ostile la loro missione
apostolica; dall’altro lato, specialmente
tra i secoli XV e XVI, esso fu il rifugio
e la fortézza, ove, nei momenti più duri
delle persecuzioni, ì Valdesi si raccolsero e si- difesero, conservando e salvando la loro fede e la loro patria.
* Ma di questa duplice funzione si trat
ta più particolarmente in un fascicolo,
ch’è pubblicato appunto in occasione
dell’attuale adunata: Il Pra del Torno,
nella storia e nella vita delle Valli Vaidesi. Ad esso,'rimandiamo i cortesi lettori. E siccome esso è venduto a totale
benefico d’un’opera nobile ed urgente,
l.e riparazioni da farsi aLTempietto del
Pra del Torno, ne raccomandiamo caldamente l’acquisto. .’
IL COLLEGIO DEI BARBI.
•' Un’altra ragione rende più opportuna
la scelta del Pra del Torno per l’adunata del 15 agosto: la presentazione al
pubblico valdese dell’umile costruzione
che da tempo immemorabile è detta il
Coulege, il Collegio, ed ove, secondo là
tradizione, ebbe sede l’antica Scuola dei
Barbi. Sonò tre casupole poste a scala,
runa addossata all’altra, sul ripido pendio del valloncello del Bagnau, a cinque
imbuti sopra il Tempietto. La casupola
più bassa è quella più precisamente designata col nome di Collegio. Ha le stesse linee carattemtiche delle altre; il tetto spiovente, i muri a secco, a pian terreno una cantina a volta bassa e robusta; sopra, una stanzetta quadrangolare^
malamente rischiarata da anguste finerstruole; coi muri ed il soffitto neri di
antica fuligine; da un lato è il focolare,
sormontato da un profondo camino; dall’altro, due vani scavati nel muro servivano da ripostiglio. Al centro v’è un
grosso e pesante tavolo di pietra, spesso
una diecina di centimetri, rusticamente
squadrato; esso si trovava là fin dai
tempi antichi e, secondo la tradizione,
serviva per lo studio agli allièvi della
Scuola.
Tale il modestissimo edificio in cui,
tra i secoli XIV e XVI, ebbe sede la
Scuola dei Barbi. Nel 1932, la Società
che allora esisteva col nome di Pro Valli, considerando il suo alto valore tradizionale ed ideale, provvide ad acquistarlo per conto della Tavola Valdese,
perchè quello ch’era un venerando monumento della più antica storia vald^e,
rimanesse in perpetua proprietà della
Chiesa. E Tanno scorso la Società di
Studi Valdesi, mossa dallo stato pietoso
in cui la costruzione era caduta per l’azione corroditri.ee delle intemperie e la
incuria degli uomini, ha iniziato una serie di necessari restauri, in mòdo che essa fosse restituita alla dignità dello stato primitivo. Tali restauri sono terminati. Ed appunto il 15 agosto prossimo
l’antico Collegio dei Barbi, cosi ricostituito nella sua austera semplicità, sarà presentato alla meditazioi^ della popolazione valdese, come l’espressione
più genuina della tenace fedeltà, deirardore missionario e dello spirito di sacrificio dei Valdesi più antichi. .a
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
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Sulla parete della stameitta del Colj, legio, che sta di fronte alla porta, sono
siate poste due iscrizioni, che ricordano
la funzione 'dell’antica Scuola e Cattività missionaria dei Barbi: ■
Il Collegio dsi Barbi, jche la tradizione póne in questa casa, raccolse, fra i
secoli XIV e XVI, i giovani valdesi destinati al ministero pastorale. Loro insegnanti erano Barbi anziani e provetti;
unico loro manuale di studio, la Bibbict.
Rimanevano qui per tre o quattro anni,
durante la stagione invernale.
' giovani candidati, finito lo studio in
questo Collegio, passavano in un Ospizio appartato im anno di maturazione
spirituale. Consacrati poi al ministero'
dall’assemblea annuale dei Barbi, partivano a due a due per là loro aspra e
pericolosa missione itinerante che durava per tutta la vita, finché bastassero
le forze o non li fermasse il martirio. .
' Sulla parete stessa si trova anche l’elenco dei quarantanove Barbi, di cui' si
conosce il nome. Così il visitatore commosso può con animo’ riverente rievocare quei primitivi apostoli valdesi, e
la loro semplice vita, e la grande azione
spirituale che per loro mezzo si è qui
maturata e s’è poi irradiata lontano, in
tante parti del mondo.
LA PASSEGGIATA STORICA.
Come preparazione alla grande adunata, che, cori tali elementi storici e pra
TI 1« A <1___J.J.
II
A
tici ed ideali, avrà il carattere d’una vera cerimonia di consacrazione, la
cietà di Studi Valdesi prepara ima
seggiata storica rievocatrice, nella quale, risalendo, nel priàn.0 m'àttino dello
stesso 15 agosto, la valle d’Angrogna,
verso il Pra del Torno, saranno visitati
e convenientemente ricordati, fra i numerosi monumenti stòrici di cui la valle
e ricca, quelli che particolarmente si riferiscono alle manifestazioni del pensiero e del sentimento r^igioso, della
fede evangelica, della missione apostolica dei Valdesi: i Templi del Qabas, di
S. Lorenzo, del Serre, la vetusta casetta dei Barbi a PrEissuit, la Ghieisa d’ia
Tana,. la Scuola degli Odin, il monumento di Cianforàn. Nella gola della •
•^occiaglia e nella conca del Pra del'
Tomo, sarà rievocata l’eroica resistenza dei Valdesi, in difesa della libertà
religiosa. Così a grado a grado si isali- i
rà anche idealmente al concetto informatore che avvalora l’antico Collegio
dei Barbi. A. J.
imi
Ift VñQltiñ DELLA GinvCNTÜ Vdi hFS
fi
QHO PIO
PER I GIOVANI SPOSI
« Non sono più due, ma uno... » Nel
I udire queste parole della benedizione
nuziale, molti dimenticano che si tratta
prima di tutto della fusione delle anime
la quale richiede uno sforzo che dura
tutta la vita.
Il matrimonio, la vita in comune fa
scoprire un mondo completamente- nuovo ed è questa la scoperta più impor-'
tante che un essere umano possa fare.
II miarito s’accorge ben presto che la
sua compagna è molto diversa da lui.
Più sensibile, ella avrà sbalzi d’umore
e dei dispiaceri ch’egli non potrà spiegarsi. Ella darà molta importanza a cose che l’hanno appena colpito. Assorto
nel suo lavoro, Tuomo considera spesso
la vita coniugale come secondaria, per
la moglie invece la casa è il centro della vita, l’amore il sentimento che la
possiede Interamente. Ella sarà attenta
ad c^ni segno d’affetto, sensibile ai riguairdi che le spn prodigati come a
quelli che le son negati. Il suo cuore
è simile a quei laghi di montagna che
un solo raggio di sole illumina, ma che
una sola nube oscura. A queste differenze essenziali bisogna aggiungere
quelle che prove(ngono daHa diversa
educazione. Ognuno degli sposi ha le
sue tradizioni di famiglia, i suoi gusti particolari, le sue abitudini tanto
più radicate quanto più tardi egli si è
sposato.
.« A casa mia non si sarebbe mai fatto cosi » dice lei !
« Mia madre ha sempre fatto così »,
obietta lui.
Nei primi anni di matrimonio bisogna adattami l’uno all’altro, creare un
focolare nuovo che non sia la copia di
, quelli nei quali si è cresciuti. Bisogna
che ognuno capisca il carattere dell’altro. Si tratta di fondere due temi musicali in.una sola e medesima frase armoniosa.
In vista di questa fusione indispensabile, qualche consiglio non sarà inutile. Ne daremo solo tre.
1 - Imparate ad amarvi veramente.
V’è l’amore cantato dai poeti, l’amore
che si manifesta con dichiarazioni ardenti e con abbracci pieni di passione.
Questo amore non dura generalmente
tutta la vita. Ma vi è l’amore di cui
si vive ogni giorno; questo non passa.
Consiste nel dono e nella rinuncia di se
stessi. Amore più tranquillo che non
ricorre a parole magniloquenti, ma che
accetta il sacrificio delle proprie comodità, dei propri' gusti, di certe abitudini. S’ispira all’Evangelo e impara ogni
giorno il sacrificio di se stessi.
Se il matrimonio è un viaggio di scoperte, è anche una scuola d’altruismo.
La moglie deve abbandonare tutto
per seguire il marito, tutto, cioè non
solo la sua fandglia, ma spesso il suo
paese e l’ambiente nel quale fino allora
la sua vita si era svolta. Dovrà adattarsi alla nuova esistenza che le è imposta
al nuovo ambiente nel quale deve vivere. Per contribuire alla felicità della
nuova casa ella accetterà spesso un’esistenza più semplice, un lavoro più pesante. Rinuncierà forse ad antiche relazioni per farsene delle altre. La sposa
che comprenderà questo e saprà ubbidire
a questo innato potere d’adattamento,
avrà scelto la buona parte. Il suo marito gliene sarà grato e questo sacrificio liberamente consentito , imporrà il
rispetto e la riconoscenza.
La moglie non deve però essere la
sola a fare dei sacrifici. Anche l’uomo
deve prendere la sua parte delle preoccupazioni e delle responsabilità della
casa. Egli non ha il diritto di mettere
continuamente avanti il pretesto che è
troppo stanco o troppo preoccupato. Le
mogli che accettano i compiti della maternità hanno il lavoro altrettanto faticoso quanto i loro mariti.
Vi sono delle piccole noie e dei problemi d’educazione che il padre non ha
il diritto di lasciare alla moglie. Tornare a casa la sera e dire: « Non ho il tempo di sentire le storie di casa e dei bambini, ho abbastanza preoccupazioni pa:
mio conto » non è soltanto una viola
di riconoscenza reciproca è immenso.
Cercate qualche volta di fare il conto
di tutto ciò che avete ricevuto col matrimonio e* provatevi ad esprimeirìo con
una parola gentile, con un’attenzione
piena di delicatezza, con un regalo inatteso. Sono queste piccole cose che mantengono vivo l’amore.
Si tratta di unire due vite in una sola,
non per distruggere due personalità le
quali hanno le loro particolari ricchezze, ma per creare un’unità più ricca,
una potenza d’azione e di irradiamento
l'addoppiata.
Vi sono dei mariti despoti che esigono dalla moglie un’ubbidienza assoluta.
Ella non è lì che per loro, per soddisfare i loro desideri, per compiere la loro
volontà. Non le si forniscono i mezzi
per un’esistenza indipendente. IL marito
fa'sentire che è lui che guadagna il denaro e che può disporne a suo beneplacito. Per ogni acquisto la moglie dovrà chiedere rautorizzazione, poiché
non ha denaro in proprio. Sarà condannata a rimanere tappata; in casa, legataci piccoli lavori domestici. Non avrà
il diritto d’interessarsi alle grandi questioni che agitano il mondo e preoccupano le menti. A poco a poco ella avvizzirà' e il suo marito potrà dire un
giorno sentendo la testa « Oh le donne, non hanno un’opinione personale,
non s’interessano a nulla ! »
Balcania ^ Alpini e ArHgllerl Valdesi di Luserna San Giovanni
zione dell'atto di associazione ma un’atteggiamento. suscettibile di privare l’uomo di una forza d’ispirazione a sua portata che gli sarebbe preziosa s’egli saprase che deve condividerla. « Portare
insieme le responsabilità della casa »
ecco la parola d’ordine che proponiamo
agli sposi.
Bisogna che la moglie ami suo marito
per luì medesimo, perchè sia felice. Bisogna che il marito desideri prima di
tutto la felicità della sua compagna. Et
questo il segreto deU’amore che dura.
2 - Siate teneramente affezionati gli uni
agli altri.
V’è una cosa che non è naturale in
noi, è la riconoscenza. Se sparisce fra
sposi, un periodo difficile ha inizio.
Niente ci rattrista più dàll’ingratitudine. In una famiglia normale, -il- debito
I Vi sono delle donne gelose che ìnten; dono dominare e possedere il loro maI rito tutto per sè. Egli desidera rimanere in contatto con il mondo esterno, far
i parte di una società; ritrovarsi qualche
I volta con gli amici. La sua moglie non
I lo lascia uscire. Di quanti mariti si diI ce. « Se sua moglie non gliene dà il
I permesso ». Una donna può cosi, senza
I rendersene conto, impedire a suo marito di realizzare la sua vocazione. Vi
sono degli uomini che hanno ricevuto
da Dio la vocazione di darsi, e di lavorare nella Chiesa e in qualche altra opera di Dio e che ne sono impediti da una
1 moglie che li ama di un amore troppo
esclusivista.
Cosi il matrimonio può diventare un
intoppo allo sviluppo della personalità
e alla vera vocazione sia dell’uomo che
della donna: servire il prossimo e lavo
rare all’edi^cazione di un mondo migliore.
AH’opposto, se ciascuno è disposto a
permettere all’altro di svilupparsi liberamente, il matrimonio non può che allargare l’orizzqnte della vita.
Rispettando la mutua libertà si cammina verso il mutuo arricchimento che
dev’essere lo scopo del matrimonio.
3 - Camminate verso lo stesso scopo.
Lo scrittore Estaunié ha raccontato la
storia di due giovani sposi che hanno
fatto un m,atrimonio d’amore. La loro
vita si svolge tranquilla in una casa di
campagna. In quella esistenza non vi è
alcun scopo. Gli sposi non vivono che per
loro stessi, senza pensare ai bambini
che suggellerebbero la loro unione e
creerebbero Tambiente famigliare. Non
s’occupano di quelli che vivono loro intorno nè del prossimo che potrebbero
aiutare o alleviare. Non pensano che alla loro propria felicità. Le loro serate
trascorrono in un’intimità silenziosa.
Pietro guardando la sua compagna che
ricama lentamente si domanda « Mi
ama veramente ?» E Arietta pensa,
mentre Pietro legge il giornale « M’ama
anicoria ? » Poiché si sentono terribilmente soli, a poco a poco la diffidenza
prende piede nei loro cuori, poi la melanconia e poi la disperazione. Un giorno, portano a casa il corpo di Pietro che
è stat* pescato nel lago.
Una vita senza scopo, anche essendo
in due, non può dare la felicità. E’ questo il momento di ricordare le parole
di un grande aviatore: « L’esperienza
c’insegna che amare, non consiste nel
guardarci l’un l’altro, m,a di guardare
insieme nella stessa direzione. Non si è
amici e compagni che quando ci si unisce nella stessa cordata, verso la ste.ssa
vetta dove ci si ritroverà ». Gli sposi
veramente uniti son quelli che guardano insieme verso uno stesso scopo. Una
casa che si fonda è una luce che s’illumina per rischiarare gli altri, un fuoco
al quale altri verranno a riscaldarsi.
Nessuno vive per sè stesso, dice la
Scrittura, e lo scopo del matrimonio
non è l’arnore ma il servizio. "Vi sono
in questo móndo troppe dissonanze,
troppe solitudini, troppe sofferenze perchè gli sposi cristiani possano rinchiudersi in una felicità egoistica. Insieme,
i loro cuori si apriranno all'indignazione vigorosa, agli entusiasmi liberatori, ai movimenti di compassione. Insieme, si metteranno al servizio degli altri, £^riranno la loro dimora ai solitari,
andranno verso i diseredati. In questo
servizio com,une realizzerarmo il loro
comune destino. Lottando insieme per
la salvezza degli altri, soffrendo insierme per la felicità degli altri, dimenticando se stessi per i figli che deriderano vedere crescere migliori di sè stessi,
suggelleranno il loro amore per l’eternità. .*..1 .
Questa grazia vi sarà accordata se,
ricordandovi del Salvatore che diceva;
« Senza di me non potete far nulla »,
voi l^iate che il suo Spirito agisca in
voi, vi ammaestri nella vita vi indichi
il fine e vi tracci il cammino luminoso.
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L’BCO DEl^ YAUi ’TALDaSI
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■ * • 'V. ■■ ,;ì^.
Si parla molto di case infelici e di.
coppie disgraziate. Non è forse perchè
Dio è assente ? Quando non si sa più
pregare, noni si sa più perdonare, quando la croce è relegata nelle chiese, si
consacra e non si sa più discernere il
perde il segréto dell’esistenza che si
prossimo che bisogna amare. Se Dio tornasse nella nostra vita allora scopriremmo la melodia dolce ed armoniosa che
s’innalza da una casa cristiana.
, .‘J
ITutti i problemi che travagliano l’u'■‘‘^^mianità, i popoli, le chiese, gl’individui
hanno la loro origine nel problema'fondamentale del matrimonio e della famiglia. Risolto questo tutti gli altri trovano facile soluzione.
I giovani sentono che vi è qualcosa
che non va nella loro casa e nella casa
del vicino e dell’amico. Quando fonderanno un focolare essi lo vorranno migliore di quello nel quale son cresciuti;
se già son sposati, sentono che nonoastante i primi passi errati sono ancori
ra in tempo per dare alla propria famiglia la giusta direzione.
Questo studio del pastore P. Juillard
pubblicato ne « La Vie Protestante »
' sarà di grande aiuto alla gioventù che
vorrà edificare la sua casa sulla roccia.
Lo abbiamo tradotto colla speranza, che
possa far del bene a molti, giovani e
non più giovani. g. b.
Si parla sempre e si condanna la giovane Valdesina specialmente delle nostre Valli per la sua mondanità e frivolezza di costumi morali; è giusto e non
mi permetterei di esisere contrario a
•questa condanna. Però partecipando ad
un convegno giovanile mi sono convinto, rendendomene conto personalmente,
; che il fatale esempio corruttore viene
■ dalla Città.
Le giovani Valdesine della Città che
vengono alle Valli per partecipare ad
un Convegno od a passare il loro periodo di villeggiatura, se ne arrivano
sempre cariche di un voluminoso bagaglio di civetteria, sia nel vestire, sia
nel parlare molte affettato e ridicolo,
' e sopratutto cariche di vernice antiruggine che sporca loro il viso e< le mani
a tal punto da farle sembrare delle marionette neU’arte comica.
Tutto questo non fa ■ certamente del
bene alle nostre Valdesine delle Valli
le quali sono necessariamente portate a
fare dei confronti, molto pericolosi per
se stessi, e nei quali la peggio tocca
sempre al buon senso ed al buon costume e non mai alla civetteria che
trionfa, si fa strada e si trascina tutti
coloro che oggi credono che per vivere
in questo secolo (in cui la gioventù è
amante della novità chiassosa, e rifugge la timidezza e la semplicità di costumi ed abitudini direi quasi primitive)
bisogna essere moderne !
Tutto ciò è deplorevole cosa, ma lo
è ancora di più per tutti coloro che pur
professandosi cristiani non sono capaci
I. di imporsi e, di imporre alle loro fi- *
gliuole ( perchè no, anche alle loro mogli) una linea di condotta consona alle
leggi di Dio che con tanta serietà di
intenti (almeno crediamo) hanno accettato di mettere in pratica, mentre poi
effettivamente « come i gadareni, giornalmente invitano Gesù ad andarsene
dal loro cuore'ormai compromesso col
mondo peccaminoso ed egoista
Io credo fermamente che se si vuole
ottenere un risultato positivo Ìn questa
campagna contro Timmoralità dei costumi, l’opera di repressione devesi iniziare dalle Città, in maniera che quando le nostre giovani si incontrano non
vi siano motivi di scandalo fra sorelle
in fede, ma motivi di vicendevole esempio di cristiane virtù. Di queste abbiamo bisogno, .non solo p^ le nostre gio•vani, ma per tutti i membri di Chiesa,
per la nostra vita religiosa personale,
di famiglia e collettiva, ,* ma più ancora
per il mondo che ci circonda e ci os^serva in tutte le nostre mosse, onde si
possa dire delle nostre Valdesine « si
vede che sono state con Gesù ».
A questo si può arrivare, se tutti indistintamente (specialmente i giovani di
oggi) crediamo nella potenza di Dio, se
ubbidiamo senza condizioni alla Sua
legge d’amore, se seguiamo l’esempio
di Cristo morto per noi, decidiamo
fermamente di ubbidire a Dio anziché
alla nostra vanità, per potere essere degni discendenti di quei Padri (da noi
così spesso chiamati a testimoni da
emulare) che tutto sacrificarono per
l’onore e la bandiera di Cristo.
Solo allora e così facendo potremo
con il cuore pieno di gioia cantare a
DÌ9 la nostra lode con l’inno giovanile
che è una continua promessa di riconsacrazione al Suo servizio ed alla Sua
causa: '
« fino alla morte saremo fedeli, fino
alla morte sarai nostro Re, il tuo vessillo . che splende nei cieli ci chiama o
Cristo a lottare per Te ».
Enzo Purpura,
Non è la prima volta che sa questa
pagina si eleva da parte dei giovani un
coro di protesta contro l’inverecondia
e la mancanza di pudore di talune giovani valdesi. Come pure è accaduto che
delle giovani prendessero la penna per
invitare i giovani a maggior serietà di
vita. Quando la censura . dei costumi
parte dal popolo dei fedeli' e dalla parte
giovanile di esso è segno che vi è ancora
qualcosa di sano nel corpo della Chiesa:
Ieri mi sono soffermato a leggere un
avviso sacro riguardante la modestia del
vestire della donna affisso alla porta
di una chiesa. cattolica. Era redatto in
termini chiari e inequivocabili. Uho
approvato, pienamente. Questi avvertimenti e queste nidnaicce sarebbero inutili se in tutte le giovinette (e nei loro
genitori) vi fosse una Salda coscienza
cristiana. Ma questa coscienza non c'è
in tutti. E la chiesa deve proteggere sé
stessa dal mondo. Essa ha il diritto di
tutelare il decoro e la, dignità del culto
e della condotta dei suoi membri.
Noi speriamio che appelli del genere
non debbano mai essere affìssi alle
porte dei nostri templi. Sia il popolo
dei fedeli, senza attendere la denuncia dei pastori, il censore inflessibile dei
costumi, e, nei templi, nei raduni giovanili, nelle feste del XV agosto, nelle
sedute Sinodali e anche per istrada e
.nella società profana dia la donna valdese la pròva d’avere ancora il senso del
decoro personale e del rispetto delle cose di Dio. g b.
YARIA.
Hanno risposto al RefereTidum Perchè sono e rimango Valdese » le Unioni di Pinerolo, Pomaretto e Inverso Pinasca. Serre e Pra del Torno, Angrogna
capoluogo; e gli Unionisti Beux Remo
di S. Germano, Carlo Malan, Beux Orazio, Yvonne Allio, Gay Dante, Ada Revel di S. Giovanni.
Tutti i lavori sono interessanti e portano un buon contributo allo studio dell’argomento proposto che è di capitale
importanza per la nostra gioventù.
Uno degli oratori del Convegno del
Lazzarà ba tenuto conto del materiale
dei lavori delle Unioni e dei giovani.
Tutti gli studi essendo degni di encomio, le Unioni e gli Unionisti interessati potranno ritirare alla Libreria Claudiana verso la fine di agosto il premio
attribuito dal Comitato di Gruppo.
— Per le difficoltà del momento attuale quest’anrio il Congresso non avrà
luogo.
— Con questo numero ha termine il
mio lavoro di redattore della Pagina
della CHoventù che ho svolto per due
anni e che depongo volontariamente insieme colla carica di Capo-Gruppo. Rin
grazio i giovani che'hanno collaborato
alla Pagina con articoli e resoconti di
Convegni, come pure esprimo la mia
gratitudine ai membri del Comitato dì
Gruppo e a quanti fra i colleghi mi hanno aiutato nell'organizzare e dirigere le
attività collettive delle Unioni.
*Lieto di poter dedicare tutto il mio
téihpo alla mia parrocchia e alla mia
gioventù,, rimango un fedele assertore'
dèi principi del nostro movimento giovarfile valdese; che è ancora in marcia
e deve ancora dare i suoi frutti più maturi. 1
"A tutti gli Unionisti giunga il mio cordiale e fraterno saluto.
Gustavo Bertin.
Il (JonVBgno di Piamprà
fr,' r
'‘Avrebbe dovuto aver luogo il 19 luglio' u s., ma, delle difficoltà imprevedute, lo mandarono a monte airultim,o
momento e fu cosa provvidenziale, perdhè,, quel giorno, piovve a lungo e dirottamente.
^■Riconvocato per la domenica seguente, ebbe luogo con un tempo radioso e
con un esito abbastanza felice se si
tien conto della difficoltà di successo di
queste attività quando subiscono dei
rinvii.
Questa volta,, lo presiedette il Moderatore il quale salito a Rorà fin dal sabato
sera, vi presiedette già im culto serale
per un gruppo di villeggianti predicandovi sul problema attuale, del libro di
Giobbe e lasciando nei Suoi uditori un
impressione profonda e benedetta.
L’indomani mattina, aU’ora del culto
il tempio si riempiva del pubblico , delle
solennità composto da una larga rappresentanza di rorenghi e da una .óuona
avanguardia di partecipanti al Convegno. Salì in pulpito il Moderatore per
presiedere un culto vivente e benedetto
e porgere quel forte messaggio di cui
ciascuno -.sentiva desiderio in quell’ora.
Le immagini di Davide fuggiasco, di
Absalon il figlio ribelle e di Hittai il
mercenario fedele, resteranno vive a
lungo dinanzi ai nostri occhi.
Nel pom,eriggio, a Piamprà, in un sito idealmente adatto ad ospitare dei
Convegni, si raccolse una buona parte
dell’Assemblea del mattino insieme con
numerosi altri giovani saliti dal piano...
nel bacio del sole.
Presiedette ancora il Moderatore. Il |
pastore Roberto Comba parlò del prò- |
blema del lavoro nella vita del creden- ^
te: che cosa deve fare il credente, vivere per lavorare 0 lavorare per vivere ? Nè l’uno nè Taltro ! La ■vita non
è un frutto del lavoro nè, semplicemente, una generatrice di attività. La vita
è un dono di Dio ed il lavoro è una missione che Dio ci affida nella vita.
Il pastore Arnaldo Comba parlò della concezione biblica del lavoro. Da
principio, nell’Eden, il lavoro non era
quello sfruttamento logorante delle nostre facoltà che conosciamo noi.. Fu il
peccato, quel peccato che guasta ogni
cosa, a farlo degenerare e a ricoprirlo
della sua maledizione. Lo sfòrzo costante del credente deve tendere a restituire
al lavoro il suo primo aspetto.
Dopo la breve discussione seguita agli
studi, la gioventù Rorenga invitò i suoi
Ospiti a passare alcuni mmutl In un bosco incantato ove parecchi tesori nascosti aspettavano d’esser trqvati e dove gentili annunziatrici di buona ventura e prodigiosi indovini attendevano
di dare alla gioventù ciò che anche .le
compete: ùn po’ di sana e buona allegria.
Unico difetto del Convegno; la sria
brevità eccessiva... il difetto di tutte le
cose belle. ,
CROW/ICfl V/ILDESE
ANGtlOGNA (Serre)
Domenica 2 corrente, durante ¡1 culto aU’aperto. al Sap di Pradeltorno sono stati battezzati i bambini Oscar, Corrado, Elda Pjns di Onesio e di Odin
, Fiorentina (Eissart). Il Signore accompagni con la Sua grazia i bambini ed i
loro genitori.
Domenica 9 corrente, ore 11: culto al Roux - ore 14.30: culto al Serre
(Tempio). ■ ; ,
In caso di cattivo tempo il culto della
mattina avrà luogo alle ore 10.30 a Pra
del Torno. e. a,
MASSELLO .
Le domeniche 19 e 26 luglio u. s., il
culto principale è stato rispettivamente presieduto dal sig. Jacopo Lombardini che ci ha rivolto anche la parola,
nel pomeriggio, in una riunione all’aperto, parlando delle sue esperienze religiose, e dal prof. G. Miegge che ci ha
trattenuti dei problemi angosciosi del-,
l’ora che volge e delle nostre gravi re-*
sponsabilità
A questi nostri due fratelli un grazie
di cuore della fratellanza di Massello
per i loro messaggi altamente graditi.
POMARETTO
Domenica 2 agosto corrente, nel tempio è stato amministrato il sacramento
del S. Battesimo alla piccola Peyrot Mirella, di Albino e di Lageard Margherita, del Selva^o di Perosa Argentina.
La grazia del Signore riposi sopra la
cara piccina e sia accordato ai genitori
di vederla crescere in statura, in sapienza ed in grazia davanti a Dio e davanti
àgli uomini.
— Domenica prossima la ritmioneq)omeridiana avrà luogo, Dio volendo, al
Reynaud deU’Inverso Pinasca alle ore
15. : i
RODORETTO
Domenica prossima, 9 agosto, alle 0re 15, nel tempio di Rodoretto avrà
luogo, D. V., la commemorazione del nostro giovane fratello Genre Giorgio, caduto compiendo il suo dovere di soldato
sul fronte russo.
TORRE PELLICE
Il culto, domenica prossima, 9 corrente, alle ore 10.30, sarà presieduto dal
pastore Roberto Jahier.
RIFUGIO RE CARLO ALBERTO
Congregazione Grìst. Evan., Torino,
L., 50 - Adunanza dei Fratelli, Levante,
50 - Prof. dott. Arnaldo Malan; 150 N. N., 5 - Geymonat Oscar e Ernesto,
200 - Revel Ayassot Ester, 15 - Ad. e
Lidia Comba, 50 - Gustavo Malanot, 10
- Un’amica, 25 - Cav. Giovanni Bonjuor e Consorte, 15 - Anonimo per rinuncia, 10 - Chiesa Valdese, Piazza Car
vour, Roma, 100 - Giulio Goss, 100 Luisa Goss, ved. Bounous, 100 - Costantino Edoardo, 10 - Vicino Melania, 50 rFrache Albarin, 25 - Claudia Treves, 50
- Pietro Chauvie, pastore emerito, 25 S. An. Crumière, Villar, 200 - Ing. Oliviero ScaCcioni, 200 - Coisson Nisbet,
Missionario, 25 - C. A. L., 20 - Bianchi,
13 - Fantino Giov. e Signora, 150 - Cav.
A.* Gabella e Adele, 150 - Ing. Guido
Decker e, Elvira, 100 - Geymet Aldo,
30 - I genitori per la nascita di Giorgio
Vola, 1000 - Là Nonna ,Id., 500.
OSPEDALI.
Comm. F. Margaria, L. 25 - Pastore
Pietro Chauvie, 25 - S. An. Cnimière,
Villar, 200 - Revel Ayassot Ester, 15 Cav. Bonjour Giov. e Consorte, 15 Pellaton Sofia, 26,50 - Griot Clemente,
20 - Sigismondi-Angiolina, 10 - Marti-
4
, iiiit^Aldo,^50’’f Bernard Giacomo, §
^ J^is\c5oetàiua,^'2T) Fontaca-^;
*"'>k Roux, 200 - Ing. Oliviero Scaccioni, 100‘":
- Ad. e lidia' Comba, 50,- Giòvi Fanti. no f Sdgriora, per reparto Maternità, 300
^'’■''‘-1 Anonimo,, 20 - Ing. ÓÌiviero ^acscio-'
iri, per Ospedale Pamarètto, 100
navel Enrichetta," 500. . 'v i
fife"
if4ïV. ■ ■
iV'.v
if*.
Ja
’Vt.
',v. .'.
i\‘.
[.ORFANOTROFIO FEIVEMINILE
-V
Chiesa Valdese, Ivrea, 195 - Chiesa
Valdese, Pont, 20 - D'r. Oscar e Emè&to Geymonat,, 20Ò t - Rlevel Ayassot
Ester, 15 - Adolfo e LMia Comba, 50 ' Mariuocia Rivòira, lOÒ - Fantino Giov.
é Si^ora"^40O - Beux Maria, in memoria "di Emma Prochet, 10 - Sorelle Maria e Rosa Steiner, 200 - Ciallié Arturo
e Eulalia,. 100 - Chiesa Valdese, Torino, 500 - Assoc. Cristiana dei Giovani
di, Catania, in memoria dì F.«:o Brancifqrte, 100 - G.,G., per la sua confermazione, 10 - Maddalena Coijsson, 10 Frache Enrico e Elvira, 20 - Lidia Bertalot, in occasione suo matrimonio, 30
r Unione delle Madri, Prarostino, 150 Costantino D. Edoardo, 10 - Codino Livia, in occas. battesimo, 25 - Gardiol
lima, 10 - Chiesa Valdese, Torre Pellice, Festa della Madre, 505 - Dr. cav.
Alfredo, Quattrini, 200 - Amalia Vera
Aimone, in memoria del Colonnello
Carlo Aimone, 250 - Scuola domenicale
via Manzoni, Torre Pellice, 38,35 - Gior- ,
dan Alberto, 10 - Chi^a Valdese, Rio
Marina, 55 - Forneron Margherita, 30 Lombardini Jacopo, 14 - Paladini Paolina, 25 - Revel Albina, 150 - Clara Gardiol-Frache, 30 - Colletta in cicc. della
recita dell’Unione di S. Giovanni nella sua visita a Angrogna, 200 Lombardini Teresina, 200 - Ing. Decker Guido e Elvira, 100 - Società di Cucito,
Chiesa di Napoli, 100 - Gardiol Elena,
15 - Giov. Fantino, 200 - Chii^a del Serre, 20 - N. N., 100 - Gay G, P., 50 - Giu'lio Goss, 50 - Godirio Guido, 25 - Cesare
Vidossich, 200 - Unione delle Madri, in
occasione visita delle orfaneUe, 48,50 G. Carlo Saccaggi, per suo matrimonio,
30 - Chiesa di Catania, 55 - Sofia Currado Rostan, in memoria, 10 - Oav.
Fernando Pellegrini, 250 - Elva Rivoir,
ex orfaneUa, 50 - Irene Roman, 20.
ORFANOTROFIO MASCHILE
POMARETTO.
Famiglia Dreher, 100 - Prandini e figlia, 10 - Teofilo Mathieu, 25 - Fratelli
Rostan, in memoria, 100 - N. N., 10 Bazzettà Pierino e Letizia, 25 - Bleynat
Lageard Giovanna, 15 - Grill Speranza,
in memoria, 50 - Grill Gustavo, 10 Ribet Enrico e Amalia, lÓ - Bernard
Maria, 4 - Poet Pietro e Fanny, 5 Clapier Emilio e Susanna, 15 - Morello
Lidia, 10 - Clot Varizia Levi e Adele,
20 - Riconoscente al Signore, 20 - Famiglia Ferrerò, in ricordo, 25 - Pascal
Enrico e Clot Irma, 20 - Selma Longo,
50 - Barazzuolo Bianca, 15 - Ada e Carlucdo Geymonat, 50 - Glauco Vedova,
50 - Galliano, 50 - Ing. Oliviero Scaccioni, 200 - Serg. Magg. Zuffanti Giuseppe,
100 - Capomastro Bruno Federico, 162
- Maria Ribet, 1 - I figli di Giovanni
Enrico Mathieu, 100 - Pastre Augusto e
Regina Mathieu, 25 - Rostagno Luigi,
50 - Menusan Tommaso e Germana, 10
Ribet Enrico e Maria, 10 - Ribet Giovanni e Giovanna, 14 - Marchetti Francesco, 6 - Werner Ringger, 50 - Laetsch
Giovanni e Margherita, 50 - Bouchard
Carlo e Margherita, 50 - Long Maria, ,10
- I^a è Bart. Bouchard, in memoria,
lOÒ - Pascal Augusto e Elvira, ,50 - Poet
Enrico, jiconoscerite, 25 - Peyrot Enrico e Lidia, 10 - Chiesa di Massello,
100 - Borsa dei Poveri, Id., 30-1 figli
di Maddalena Griset, in memoria, 25 Coucourde Paolina e famiglia, 50 - Rojstaing Cesare, 25 - Ribet Maria, 10 - U.
G. V. al 17 febbraio, Pomaretto, 57 Famiglia Bleyat, 58,50. ,
hi -Í '
-i-/- ’
Indlriizl di Clilttsa Valdesi
I DISTRETTO:
Angragnà — Pastore' : Arnaldo Comba.
Angrogna (Serre) >— ^ Pastore Edoardo
Bobbio Pelile — Pastore ; Alberto.
„ Ricca. r ’’
Lusema San Giovanni — Pastore : Lo> ren^o Rivoira. , .
Massello — Pastore ; Enrico Tron. '
Ferrerò' — Pastore : Oreste Peyronel.
Pinerolo — Pastore : Luigi Maraudà.
Pomaretto — Pastore : Guido Mathieu.
Proli r— Pastore: Arnaldo Gente.
Pramollo — Pastore : Paolo Marauda.
Prarostino — Pastore : Umberto Bert.
Riclaretto — Pastore : Alfredo Janavel.
Rodoretto — Pastore f Arnaldo Gente.
Rorà — Pastore : Enrico Geyrfaet.
San Germano Chisone —Pastore : Gu* stavo Bertin. \ ^
Torre Pellice — Pastore ; Giulio Tron.
Torino —, Chiesa: Corso Vittorio Em.
II (angolo Via Principe Tomnxaso) Cappella: Corso Prìncipe Oddone, 73
- Pastori: Elio Eynard, Via Pio V, 15
. - Roberto Comba: Via Beirthollet, 34.
Villar Pellice — Pastore : Roberto Jahìer.
II DISTRETTO:
Abbazia: « Chiesa di Cristo ». Culto alle 16 - Pastore C. Gay, da Fiiune.
Aosta: Chiesa: 11, Via Croce di Città Pastore: V. Subilia, Via XXIII marzo
n^ 1.
Bergamo: Chiesa; Viale Vittorio Emanuele, 4 - Pastore: M. Moreschini,
Viale Vittorio Emanuele, 52.
Biella: Chiesa: Piazza Funicolare Culto: la I, III, V domenica del mese
(da Ivrea).
Brescia: Chiesa: Via dei MiUe, 4 - Pastore: D. Forneron (ivi).
Carema: Da Ivrea: secoctida domenica.
Como: Chiesa; Via Rusconi, 9 - Pastore; Carlo Lupo,. Via T. Grossi, 17.
Coàzze: Chiesa Valdese.
Cormaiore: Chiesa Valdese: Pastore
Vittorio Subilia.
Felonica Po: Chiesa Valdese - Pastore
Lami Coisson.
Fiume: Chiesa Valdese - 6 e 8 Via Pascoli (culto ore 10) - Pastore C. Gay,
Salita F. Colombo, 8.
Ivrea: Chiesa Valdese: Corso Botta, 5
- Pastore A. Vinay, Casa Baviera,
Via Cascinette. .
Milano: Chiesa: Piazza Missori, 3 - Pastore Enrico Tron - Via Eruipide, 9 Mantova: Chiesa: Via Bacchio, 5 (da
Felonica).
Piedicavallo: Chiesa: Via Carlo Alberto«- Cvilto prima domenìioa del mese
(da Ivrea).
S. Lvicia di Quistello: Chiesa Valdese
(da Felonica Po).
Susa: Chiesa: Via Umberto I (da Torino).
Tramonti di Sopra: Chiesa Valdese (da
Trieste: Chiesa: Via S. Maria Maggiore
- Pastore Guglielmo Del Pesco, Piazza Libertà, 6.
Torrazzo Piemonte: Chiesa Valdese (da
Venezia).
Ivrea) terza domettrica.
Verona: Chiesa: Via Duomo (da Bre-‘
scia).
Viering: Chiesa Valdese (da Aosta).
Venezia: Chiesa: Palazzo Cavagnis S. Maria Formosa - Pastore E. Ayassot (ivi).
in DISTRETTO:
Barga: Chiesa Valdese (da Pisa),
Borrello: Chiesa Valdese (da Caiunchio).
Bordighera: Chiesa ai Piani di Vallecrosia - Pastore Davide Pons - Piani
di Vallecrosia (Imperia), *
Campobasso:^ Chiesa Valdese: Pastore
P, V. Panascia.
Carunchio; Chiesa Valdœe - Evangelista S. Scuderi.
Firenze: Chiesa: Via dei Serragli, 51 Pastore Emilio Corsani (ivi) - Chie
sa: Via Manzoni, 21 - Pastore T. Vi
■ ' • ...
. nayJivi). „ f, , .
Forano Sabino (Rieti) - Chiesa Valdese
- Pastore Enrico Pascal.
Genova: Chiesa; Via Assarotti - Pastor/
re: Francesco Pejironel - Via Curtatone, 2.
La Maddalena: Chiesa Valdese (da
Roma). ►
Livorno: Chiesa Valdese - Via G. Verdi
3 - Pastore A. Ribet (ivi).
Lucca: Chiesa: Via G. Tassi, 18 (da Pisa).
Pescolanciano: Chiesa Valdese (da Carunchio).
Piombino: Chiesa Valdeise (da, Livorno).
Pisa: Chiesa Valdese - Via Derna, 15 Pastore A. Arias - Viale Giovanni
Pisano, 33.
Rio Marina: Chiesa Valdese (da Livorno).
Roma: Chiesa: Via IV Novembre, 107
Pastore A. SbafiEi - Chiesa: Piazza
1
Cavour: P^istore P. Bosio, Via Ma
' riainna Dionigi, 57.
Sulle: Chiesa Valdese (da San Giacomo).
Sampierdarena: Chiesa: Via A. Cantore, 16 - Pastore: Alfonso Alessio,
Via Milano, 8 F. - Genova.
San Giacomo degli Schiavoni: Chiesa
Valdese: Pastore P. V. Panascia (ivi).
Sanremo: Chiesa Valdese - Via Roma,
8 - Pastore G. Bonnet, (ivi).
Schiavi d’Abruzzo: Chiesa Valdese (da
Carunchio).
Siena: Chièsa Valdese (da Firenze).
Ouglielmo De] Pescò '
11 m i ñ Í s t e r o
4etla sofferenza
Predica - Ljre 1
Giovanni Luzzl
j
La Bibbia in Italia
L’Eco della Riforma
nella Repubblica Luccheajfegp»**“^'
G i ovan n l*^’ D i o d a 11
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e la sua versione italiana della Bibbia i
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