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LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo 1» veriüi nelU uriti
Ef»H. IV. IJ.
Si liistribiiisce oyni Venerdì. — Per cadun Numero cenlesimi i6. — Per caduna linea d’iuserzioue ceulesimi 2(1.
iizioni d’Associazione :
I, PerTouiNO — Ud Aono L. 4. — A domicilio L. 6 •
Sei mesi • 9, — ■ 3 SO
Tre n»e»i
9.
«
Per Frtnoia Svizzera franco a destinazinne, e per l'Inghilterra franvo al contine lire 9
per un anno, e lire * per sei mesi.
Le À*»oriiuiDni Ili ricevono: in Toai;«o all UiUst« <lcl «■lornule, via Valentino, om^
Bdlora, N- 12, 3“ piano; e dai Fmlolll PlaiiCH lihrai, mu li. V. dfgU Angeli, caM ForaUi.
— A Genova, alla CmppoIIm « mnra di S. Cliiara.
NeUeprovihde, preaiwj inni gli Ufjini jMgtnH iwr mezzo di V'fff//id,cbedovrantK> essere iurUtì
franco al Diretliure della Dt o.'<a Novklla e non altrimenti.
All estero, ai iiognpnii indirizzi: Loxi»iu,dai si|M. .Nltial>eit e C. librai. 21 Bcrnern-Htre«;
Paru;i, dallalibreriaC. Meyrucis, rueTroinliel, 2;>if*r^, dal sig. PeynH-Tinel libraio; l,ir»»e;
dai si(|g. Dcni» cl Petit Pierre librui, rue Neuve, 18; Gi?(kvra, dal sig. E. Ikaoud librftiii
Losa?(XA, dai Mg. Delafonialne libraio.
IL REDENTORE
annunziato Dell'Antico Testamento.
{Vedi num. 46j.
VI.
Il re Davide, il gran salmista, essendo esso
medesimo tipo del Messia, dovette ewer particolarmente qualificato per descriverne la gloria
il regno. Egli lo fa in pih salmi Re idealo,
re sommo, di splendidissimo rnrattero, il
Messia è un re unico; ed il re piii glorioso di
Israele non è di quello che l’ombra oscura.
Particolarmente notevole ò il salmo CX. « Il
iìignore lia detto al mio Signore : Siedi alla mia
■destra intìno a tanto eh’ io abbia posto i tuoi
nemici per iscannello dei tuoi piedi ». Quale
re è mai questo, cui Dio conferisce una gloria
«osi grande, non minore della sua propria?
i.’Eterno s’è dichiarato, nolla sua legge, geloso
<lella sua gloria, la quale egli non perinelte che
ad altri si dia, nè cho altri assumano od invano
adoprino il santo suonoine. Or però in questo
salmo vediamo che il suo nom>> i- dato ad un
altro, cui egli stesso conferisce, col nome, la gloria e l’autorità; vediamo che un fedele illuminato, con lui, adora uno che egli chiama suo
APPENDICE
CENNI STORICI
DELLA RIFORMA IN ITALIA
NEL SECOLO XVl.
XV.
Li Riforma ebbe seguaci nel Milanese sin
ilei 152-t; e due cause contribuirono a propagarvela, cioè: la vicinanza del Piemonte edella
Savoia, dove abitavano gli avanzi de' perseguiti Valdesi, e lo stato incerto di quel ducato,
reso oggetto di lunghe contese tra f'rancesco 1
€ Carlo V, e per conseguenza occupato ora da'
Francesi ed ora dalle armi di Spagna ; il che
facea perdere di vista gli sforzi della nascente
setta evangelica.
Troviamo negli.lnna/j delRaynaldiche f’aolo 111,
in una lettera indirizzata nel lóSO al vescovo di
Modena, dichiarava, esistere da qualche tempo,
negli illustri e religiosi Stati di Milano, delle a.ssemblee composte di persone distinte d’ambi i
sessi, appartenenti ad una setta che professava
gli errori, com’egli dicea, d’un frate, lialtiàta ila
Crema, il quale risuscitava parecchie eresie già
condannate dalla Chiesa. Dopo ciò, il beatissimo
padre comandava a quel vescovo, dimorante al
Signorc. La prospettiva messianica dove qui
apparirò ciiinra ad ognuno.
Il regno del Messia è indicato in poche parole, ma .signilicativa: « Il Signore manderà
fuori di Sion lo scettro della tua potenza, dicendo: Signoreggia in mezzo de’ tuoi nemici ».
Un reguo che da Sion parte e »i estende al di
fuori, fra i nemici e por opera del Signore,
anzichò dei potenti e sapienti dolla terra, anzi
per mezzo della sola sua parola, di quale re
se non di Cristo potrebbe essere? Il suo popolo
è volenteroso; di buon grado, non por forza, si
sottomette e volontariamente ubbidi.sce; quale
po|)olo sarà questo, se non Ja Chiesa, che ò
fedele all’Evangelio? Tanto è semplice ed eiTicace l’organizzazione della Chiesa cristiana, se
è veramente cristiana, chc due soli agenti bastano: da uu lato la parola (del Signore) e
dall’altro la volontà (dei fedeli). Tra Cristo ed
i fedeli non v’è più alcuna autorità, alcuna
mediazione. Tutto ciò è espresso e profetizzato
noi nostro salmo.
Insieme colla reale autorità, il Messia quale
è qui annunziato, deve esercitare l’uffizio sacerdotale, appunto nel modo di Melc^isedec. — Or
ogni sacerdote ordinario offre sacriCzii a Dio, e
pili volte e piii d’uno ; ma perciò appunto non
lora in Milano, di fare le debile indagini su cv
deste eretiche associazioni, e punire degnamente
un simile misfatto, ond’estirpare quella semenza
diabolica prima che germogliasse e crescesse. —
Le dottrine eretiche di cui parlava con tanto
ribrezzo quel pontefice erano le stesse professate da Zuinglio e da Lutero.
Xel Ì5i5, il medesimo Paolo 111 dichiarava al
cardinale di Mantova che la Kiforma era penetrala in quest’altra città; aggiungendo che persone ecclesiastiche, non meno che operaie e
analfabete osavano disputare apertamente ed
esporre i loro dubbi sopra materie concernenti
la fede cattolica e le sacre istituzioni della Chiesa
romana ; e sollecitavalo infine a porvi riparo
con pronte ed energiche misure. — Di ciò fa
fede il citato scrittore.
Nè si dee passare sotto silenzio la parte ch’ebbe
nella causa della Riforma la cittii di Locamo.
Ella sorge sul Lago-Maggiore ed era la capitale
.d’una delle quattro provincie che Massimiliano
Sforza, duca di Milano, donò, nel 1513, a’ cantoni svizzeri in ricompensa de’ soccorsi militari
che gli avc\ano somministrato. In quel tempo la
governava un prefetto nominato da’ cantoni per
ogni (lue anni ; e comechè assai limitato ne fosse
il territorio, i suoi abitanti vivevano piuttosto
ricchi, grazie a’beni che possedevano in quei
fa cbe un’o(>era imperfetta , o deo avero dei
successori chc la prosieguano. Il .Messia devo
essere sommo sacerdote in eterno; egli dove
dunque esercitare queiruflizio in modo porfetio,
e raggiungere lo scopo intero del sacrifizio «
del sacerdozio, quello cioè di riooiicilinre Dio
col suo jwpolo, espiando di questi le colpo o
servendo di mediazione per ottenere misericordia e grazia. Ed egli è per compiere quoll’ufllzioche dopo operala la ricxmcilia/.iono egli
è invitato a sedere alla destra di Dio, finch)*
gli sieno sottoposti tutti i nemici del suo regno.
L’interprelaziono messianica ossia cri.stinn»
del salmo, non offro difficoltà di sorta. Tutto il
salmo riesce chiaro, mentre non darebbe alcuu
reale concetto allrinienti interprelato. Lo stcss<»
titolo esclude ogni applicazione ad un ro mondano. il .salmo e di David ; chi [>otrcbbe egli
chiamare mio Siffnorr se non \m re che egli
riconosce superiore? Ouale re poi fu mai costituito sacerdote in eterno? — .Secondo la costituzione mosaica lo due funzioni sono distinte e
debbonoessero separate. Essendo qui congiunte»
accennano a Colui chc è l’Unto per occellenia,
cioè a Gesii Cristo.
La spiegazione piìj semplice è pur la più
generale e la piìi antica. Al tempo di Cristn
dintorni ed a’ traffichi che esercitavano coH’tlali»
e colla Svizzera, \aì opinioni riformatevi furon»
introdotte nel 15:28 da Baldassare Fontana. Ma
con tutti gli sforzi di queslo zelante evangelista,
il numero da' converlili rimase p-'r lungo teinp^»
ristretto. Nel 1540, Renedetto Locamo, dopo di
avere predicato il vangelo in diverse contrade
italiane e specialmente in Sicilia, ritornava nella
citlà natale; dove fu secondato nell’opera della
Riforma da Giovanni Rocca ria, uomo d’alta mente
ed ottimo cuore, soprannominato l'apostolo di
Locamo. Ad essi unironsi bentosto quattro altri
personaggi non meno caldi nel propugnare 1«
dollrine evangeliche: Varnerio Castiglione, Lodovico Runco, Taddeo de Runis e Martino de
-Muralto; i quali chi per fede, chi per dottrina,
chi per nascila e chi per bontà di carattere esercitavano in quel paese una grande influenza;
sì che in soli quattro anni riuscirono a congregare uiiu chiesa assai numerosa di fedeli, la
quale fece venire da Cliiavenna un pastore per
amminislrare i sacramenli a’ nuovi converliti.
M.i il giornaliero incremento di questa chiesa
non tardò ad eccitare l’odio e l’invidia del clero,
ch’era in ciò sostenulo dal prefetto statovi spedito nel lóW dal cantone papista d'I’ndcrwald.
Un prete del vicino baliato ili Lugano, incaricalo di declamare sul pulpito coniro i protestanti
2
ella era cosi generalmonte ammessa, che egli
ne trae un ragionamento che riduce a silenzio
isuoi avversarii (Mat. XXII, 41-46). I Giudei
in parte s’allonlanarono poi da quella spiegazione troppo favorevole ai Cristiani, ma pur
molti vi sono rimasti favorevoli.
Finalmente soggiungiamo che avendo Gesù
V'.rislo fatto applicazione a so medesimo di quel
salmo, ed essendovene nel Nuovo Testamento
varie citazioni piìi o mono diretto, chiunque ò
i;ristiano o erode negli Evangelii logge in quel
salmo la gloria e l’autorità del suo Salvatore.
(Vedi Mat. XXII, 43; Marco XII, 36; Luca XX,
42; Atti II, 35-36; I Cor. XV, 23; Eb. VII, 17,
Kf. I, 20; .itti V, 31).
La prospettiva d’un re incomparabile, dominatore dei popoli, nel salmo CX trovasi congiunta con quella del sommo sacerdote, che si
intromette tra il popolo e Dio per conciliarli in
-se medosimo; due caratteri distintivi del Messia,
che in fatti non debbono essere disgiunti. Tuttavia per chiunque non era profeta e veggente,
<)uanto dovea esser difTicile quella conciliazione!
Ma per illuminare tutli i fedeli in tutta la verilà,
coìiie v’erano profezie che descrivevano la gran«Jezza e la potenza del Messia, cosi vo n’erano
molte e delle piìi chiare per significarne l’abhassamento. Fra quosli il salmo ventesimo seoondo può tenore il primo posto. Le os.servazioni
.generali che abbiamo premesse in un precedente articolo sulla profezia nei salmi, sono uu
sufficiente cenno per fnr osservare ad ogni pio
lettore, in quegli accenli di dolore del salmista,
la flebile voce del Redentore agonizzante sul
iJalvario. E nolla gloria che in appresso gli è
attribuita, quando gli è detto cho tutto le ostreinilà della torra no avranno memoria e si convertiranno al Signore, chi non riconosce la
fedele narrazione della sorte singolare ed unica
<;he a Cristo era riserbata — di spargere cioi*,
di Locamo, li colmò d’ogni sorta di calunnie e
•jtrovocò il loro predicatore a una disputa pub‘ l)lica su’ punii controversi fra le duo chiese; ma
nel giorno della discussione fu ridotto a comjileto silenzio; e per vendicarsi di ciò, il prefetto
fece gallare il Beccaria in prigione. Questa misura sollevò futia quanta la città; il prigioniero
iu tantosto riines.so in libertà, ed i ncinici della
cbiesa evanjjelica costretti ad aspettare una mijjliorc occasione per allaccarla.
JLi di tutte le città d’liaüa, Venezia era quella
che favoriva di più la diffusione delle nuove
dollrine e che offriva il più sicuro asilo a quanti
erano perseguitati peraltaccaniento aila Riforma.
Il senato, geluso della sua autorità e non ignaro
ilello spirito d’ambizione da cui la Corte romana
era aiiiiiiala, avea coslaiilenieiile resistito agli
.sforzi u&'iti da qiiest’ultimn per istabilire nella
città di S. .Marco l’inquisizione, e s’era fallo regola d’esaminare gli editti del Vaticano pria di
permetterne la pubblicità e l’esecuzione nel territorio della Repubblica. Venezia col suo commercio era divenuta una potenza ricchissima; e
per altirare gli stranieri ne’ suoi porti e ne’ suoi
mercati avea creduto opportuno d’accordar loro
libertà di pensiero e di parola. Essa contava allora un gran numero di tipografie, e le lettere
vi erano incoraggiale siccome una sorgente fe
per mezzo d’una morte ignominiosa, per tutta
la terra la sua gloria, la sua influenza, la vita
sua celeste e sempiterna?
I PORTOGHESI RIFUGIATI DI MADERA.
Di tutto le libertà, quella che si riferisce alla
coscienza è certamento la più sacra; il sentimento di essa ò il più forte; e inalienabile è il
diritlo di possederla, perchè si fonda sull’obbligo
di adorare Iddio nella maniera la più conforme
agli impulsi del nostro cuore. Ma pur troppo!
è questa una libertà cho il maggior numero
disconosce e trascura, sia perchò l’indifferentismo predomina, sia perchè i desiderii di altre
libertà, della politica per esempio, hanno soffocato le aspirazioni alla eccelsa libertà religiosa.
Eppure so noi siamo schiavi dogli uomini nella
coscienza, come si può esser liberi nello altre
cose? Per non essere servi de’nostri simili,
cioè de’ nostri fratelli, davvero non c’è cho un
solo mezzo; l’fts.wre xervi di Dio, seguire la
sua Parola, accettata liberamente nel cuore, e
dal cuore riconosciuta per vera e per santa.
Chi ha un tale sentimento ha pur la potenza
di alTrontare ogni infortunio e superare ogni
ostacolo; ed un esempio luminoso lo abbiamo
nei Portoghesi rifugiati dell’isola di Madera ;
eglino cercarono nell’esilio una terra in cui
fosso loro permesso di servirò liberamenlo il
Signore. La più parte di questi devoti confessori
di Gesù Cristo si recarono a principio nelle
Antille inglesi, dove alcuni vi si sono stabiliti;
il maggior numero però giunse in seguito agli
Slati-Uniti : un giornale americano dice cho la
città di Springfield no contiene circa 400 , e
quella di Jacksonville 500, ed aggiunge le particolarità seguenti;
conda d’industria e di traffichi. Per cui i libri
de’proleslanli alemanni e svizzeri polevano agevolmente circolarli e di là diffondersi nelle altre
parli d’Italia. Luiero scrivendo nel 15!28 ad un
amico, dicevagli; «Voi mi recate un gran piacere annunziandomi cbe i Veneziani hanno accolto la parola di Rio ». E un anno dopo lo stesso
riformatore tenne viva corrispondenza con Giacomo Zeigler, uomo dolio, assai stimato in Venezia e favorevole alla causa della Riforma,
(¡uantunque non l’avesse peranco definilivamenie abbracciala. Zeigler aveva inviato a Witlemberga Tcoiloro Veli, suo fratello adottivo; il
quale, dopo d’aver servilo per qualche lempo a
Lutero di segretario, diventò ministro di .\oreinberga. Ed è appunto di lui cbe .Melantone parla
così spesso nella sua lettera, sotto il nome di
Teodoro Vilo, come d’uomo che avea servito cosi
bene a’ suoi disegni verso gli evangelici dell’Italia.
Nel 1330, mentre il cardinale Campeggio assisteva alla dieta imperiale d’Augsburgo, corse
voce a Venezia, ch’egli avesse sedotto il facile
spirito di Melantone persuadendolo di rimettersi
al giudizio del sovrano' pontefice. Tale notizia
gettò l’allarme fra’ Veneziani devoti alla causa
del vangelo. Ed uno fra di essi, Lucio Paolo Rosselli, scrisse a quel riformatore una lettera piena
« Questi nobili emigranti arrivarono qui poveri e s(irovvisti di lutto, ma assai volonterosi
di lavorare. Sparsi dapprima fra i nostri concittadini o collocati nello vicine campagne ,
furon veduti segar legnami, lavorar ne’ giardini,
fare i muratori, i legnaiuoli, darsi, in una parola , colla più grande semplicità a tutti gli
onesti mestieri che potevano procurar loro il
mezzo di vivere. A forza di economie molti
pervennero dappoi a costruirsi, poco a poco,
delle piccole case, di cui se ne conta una trentina nella nostra città (Jacksonville:, quasi
tutte riunite in gruppo al nord di essa. Tassandosi , eglino han potuto, saranno due anni,
acquistare un vecchio tempio: ma questo edificio essendosi reso insufficiente, hanno, non è
molto, raccolto per sottoscrizione la somma di
600 dollari per erigerne un altro. Danno 300
dollari annui pel mantenimento d’un pastore
portoghese, sebbene il dottor Kalley, zelante
propagatore del Vangelo nell’isola di Madera,
che abita adesso fra loro, predichi assai di sovente nel tempio, senza ricevere alcuna rimunerazione. Possedono altresì una scuola, diretta
da un lor compatriota, la quale conta una cinquantina di alunni.
« Oltre le suddette istituzioni, i rifugiali portoghesi di Jacksonville hanno di recente spedito
600 dollari in aiuto ai lor fratelli nella fede,
che non poterono ancora fuggire dalla terra
natale, aiTinchè sieno in grado di raggiungerli.
In fino, questi cristiani vivono qui come un
popolo di veri fratelli in perfetta armonia, assistendosi gli uni gli altri, e in ispecie soccorrendo colla più grande liberalità tutti colorO'
che, siccom’essi, sotlraggonsi alla tirannia spirituale de' lor persecutori. I costumi o gli usi
loro souo perfeltamento semplici ; non si ode
mai parlare fra di essi nè di alterchi, nè di ladronecci, nè di ubbriachezze; ed essendo, come
di sentimenti alti non meno che pietosi; cominciando col testimoniargli la sua stima e dichiararsene ammiratore, ed esortandolo infine, con
lodevole franchezza a smentire per via di buoni.
argomenti le false voci cbe i maligni spargevano» ed essere sempre mai l’appoggio, il difensore di quella fede che aveva per lo innanzi, con
tanlo zelo e sapienza, propugnalo.
Fra quelli che conlribuirnno vieppiù a diffondere la Kifui'ina in Venezia, meritano particolare menzione Pietro Carnesecchi, Baldo Lupelliio e Baldassare Altieri. Quesl’ullimo, abbenchè
nativo d’Aquila, città dipendente da Napoli, erasi
domiciliato a Venezia, ove a bella prima funzionava da segreliirio deirambascialore inglese, e
poi come agente de’ principi proleslanti d’Alemagna. Abbracciata la Riforma, pose ogni suo
studio a propagarla con talli i mezzi di cui, per
la natura del suo ufficio, poleva disporre; e sia
per le corrispondenze chc teneva colle corti
eslere, sia pe’ libri che facea venire in Italia, sia
pui-e pc’consigli e pe’soccorsi ch’era in grado
di soinniinisliare,Baldassare Altieri fu utilissimo
alla Riforma, ed all.; persone che vi si erafTo
consacrate.
Di Carnosecchi e Lupolino avremo occasione
di parlare altre volte.
(continua).
3
fu detto, assai laboriosi ed assai economi, si
può risguardarli per una classe di cittadini
utilissimi nello Stalo ».
UNA RETTIFICAZIONE
io rignardo al testé defunto colonnello RADICE.
Un giornale di frenova, l'Italia e Popolo, in
un funebre elogio di Evasio Rapice, così si
esprimeva intorno alle religiose credenze dell’onorevole deputalo di Vercelli :
< Di religione poco o nulla parlava. Abbor« renle della Chiesa romana, non parteggiava
« neppure pelle dottrine dei Riformati ; pure a
« queste era meno ripugnante, come meno
« illiberali e consenzienti l’esame; e bramò le
« sue ossa riposassero piullosto nel loro cimi« tero. Richiesto sulle sue credenze, si conlen« lava di rispondere sorridendo : io sono pa« gano ».
Un altro periodico, il Vessillo della Libertà,
di Vercelli, nel tessere, alla sua volta, l’elogio
deH’egregio suo concittadino, ha di già dimostrato quanto fosse erronea una tale asserzione.
Meglio informati ancora del foglio vercellese,
noi siamo in grado di far toccare con mano a
chi ne dubitasse, che non solo il Radice non
fece quella professione che gli viene attribuita,
ma ch’egli morendo dichiarò la sua fede a tulle
le dottrine sostanziali del cristianesimo, e che
fu in seguito a tale professione, che la sua salma
venne seppellita nel cimitero degli evangelici
piultoslo che nel catlolico. Ecco quanto ci scrivea
in data dei 5 novembre persona degna di ogni
fiducia, e testimone oculare di quanto ci
narra : « II povero colonnello, la di cui salute
« non era troppo buona fin dall’epoca del suo
« arrivo in Genova, con grandissima impru« denza produsse in sò, coll’amministrarsi un’
« oncia di cremor di tartaro, una violentissima
« diarrea, che riesci in un attacco mortale di
<c cholera asiatico. Il suo medico e amico stret« tissimo, dottore Giglioli, gli prodigò tutte le
« cure di cui fu capace, ma lutto fu invano !
« Io non nascosi aU’ammalalo la mia opinione
t sul suo imminente pericolo; ed egli accon« sentì a ricevere la visita del nostro cappellano
<r il sig. Stretteli, il quale parlò seco lui con
« tutta la schiettezza domandata. Grazie a Dio,
« il povero moribondo confessò la sua credenza
« in tulli gli articoli del simbolo apostolico in
« generale ; in un Dio personale, in un Salva« tore personale, e che quel Salvatore era veli ramenle il Figlio incarnato di Dio: la confes
« sione fatta dall’eunuco a Filippo..... Dopo
<( quella scena commovente noi tro (chi scrive,
« sua signora ed il rev. Stretteli) pregammo
« insieme per il moribondo; e chi oserà dire
« cho Iddio non abbia ascollalo la nostra orn« zione? ».
MOVIMENTO EVANGELICO IN BOEMIA.
Leggiamo in uu carteggio del Christian Times:
<i Oggidì che tanti cristiani prendono Tivissimo
interessamento riguardo alle persecuzioni che
soffrono Borzinsky, il suo fratello Ubaldo e Ze7ule, tornerà gradito probabilmente il dare alcuni
particolari sullo stato religioso della patria loro.
« La Boemia def'Msere considerata colia più
viva simpatia da cristiano evangelico, per
essere il paese, fra tutti i regni deH'Europa, che
protestò il primo e con energia contro i peccati di
Roma. Non havvi forse contrK(fs ch’abbia Rotfvrto
più dal papismo, e si Calcolano a due milioni le
peMone perite in differenti epoche e per diverse
maniere di persecuzione e d'oppressione. Più di
30,000 famiglie emigrarono nel 1627 a cagione
della fede loro. Tuttavia, ad onta di ciò. delle
migliaia, e secondo alcuni, delle centinaia di
migliaia anelano d'essere liberati dalle catene di
Roma.
« Non è guari un Boemo scrivevami: « Si può
« dire con certezza che dal 1818 in poi 3000 per« sone hanno rinunciato al papismo in questo
« paese. Una terza Chiesa evangelica b stata for« mata a Praga, dopo tal epoca, di 1200 anime ».
« De' Boemi stessi assicurano che sopra 1000
preti cattolici-romani, la metà almeno non sono,
propriamente parlando, papisti; ohe moltissimi
fra di loro aspirano ad una riforma, come Io
provano i fatti seguenti.
« Nel 1848 quaranta preti si riunirono a Praga
in più volte nel seminario Wendee dichiararono
in. un opuscolo, che una riforma della Chiesa
boema, secondo le dottrine del Vangelo e la
vera tradizione de' Padri, era assolutamente necessaria. La conseguenza fu che vennero trattati
come Ussiti, come rivoltosi, e messi in prigione
come uomini accusati di principii rivoluzionari. I
maltratti ch’ebbero a soffrire questi 40 preti non
raffreddarono l'ardore di altri, i quali si raunarono
in parecchie piccole città della Boemia per deliberare sulla riforma. La gerarchia romana, onde
por fine a questo movimento, promise che la
questione sarebbe sottoposta ad un sinodo nazionale, da convocarci in breve. La frode fu assai
presto scoperta, laonde inolti Jjreti rinunziarolìo
al papismo.
« Smetana, prete dell’ordine dei crociferi, dottore ecc. della facoltà filosofica di Praga, dichiarò
con pubblici scritti ch’egli considerava le dottrine di Roma contrarie alla Santa Scrittura, e
che per conseguenza non era più membro della
Chiesa romana. Questa dichiarazione fu ricevuta
con grande gioia da mille e mille Boemi; il che
gli attirò addosso una più grande scomunica dalla
I>arte della gerarchia romana.
« Subito dopo, il dottor Smetana cadde gravemeutc malato; la qual cosa gli impedì d’unirsi
con pubblicità alla Chiesa evangelica. L'arcivescovo di Praga lo visitò due volte al suo letto di
morte; ma tutti gli sforzi per indurlo a ritrattarsi
furono vani. Egli mori a Praga nel 1830, e venne
sepolto nel cimitero luterano di detta città; la
sua spoglia mortale fu accompagnata da più di
20,000 persone.
t Dopo breve tempo parecchi altri preti rinunziarono al papismo, e, per tema di perderne di
più, la gerarchia papale risolse d’impiegare le
misure le più severe, in guisa che nou appena
nuovi preti avevano fatta la prima domanda legale ond'essere ammessi nella Chiesa evangelica,
venivano presi, imprigionati e maltrattati in varie maniere. È così ch'ebbero a patire molti uomini distinti, come Giustino Michel, professore
dell'ordine dei Piaristi, Schramela, Klejzar ed altri che soffrirono tutti persecuzioni per avere aì>bandonata la Chiesa di Roma. I! più gran numero
fra questi son divenuti pastori di congregazioni
evangeliche.
« I fatti precedenti provano che vi ha grande
movimento nel clero romano in Boemia, e ciò ad
onta di ogni specie d’ostacolo e di persicu*loni
che devono sopportare, senza che mostrino la menoma inclinazione verso le dottrine evangeliche ».
VA K FA LO STKSSO.
Una cattolio-romana era a servire in una famiglia evangelica. Un giorno la sua padrona la
trovò piangente. Ella aveva promesso a suo marito, già morto, di far dire delle messe pel riposo dell'anima sua, ma la mancanza di danaro
gl'impediva di mantenere la promossa, e questa
era la cagione del dolore di lei.
« Ebbene, le disse la padrona, vi darò il da« naro necessario, a due condizioni; ecco un.
« Nuovo Testamento cattolico-romano : andate
« a mostrarlo al vostro curato e a domandargli
« se (') buono ». Ella vi andò e ritornò allegra,
dicendo « Oh! esso è buono, signora; il curato
« mi ha detto che <'• il nostro Nuovo Testamento
• medesimo.»—«Ció'essendo, riprese la padrona,
« leggetelo tutto intiero ; e quando l'avrete ter« minato ditemi so vi avete trovato qualche cosa
« che risguardi le messe poi morti ».
Alcun tempo dopo, ella vide la serva piangente
ancora più forte di prima. « Ohi signora, le disse
« quest'ultima, la cosa è peggio che avanti; giac« chó se quosto Nuovo Testamento ha ragione,
« noi abbiamo tutti torto; non vi si trova una pa» rola di messe jier i morti, nè sul purgatorio. » '
— « Farete pure bene di leggerlo ancora una
volta », soggiunse la signora.
Questa donna lo fece, e rinvenne chc ò il sangue di Gesù chc ci purifica d'ogni peccato. Essa rinunciò al papismo; e fu si perseguitata dalle suo
antiche conoscenze, che la padrona dovette cercarle un collocamento in Inghilterra. Essa scriva
sempre a’ suoi amici, per j)arlar loro della sua
pace e per sollecitarli a leggere la Bibbia cattolico-romana.
Noi invitiamo i nostri lettori caitolici-romani
a seguire questo consiglio. Dopo aver ascoltato
per si lungo tempo la parola del prete, non po.?sono far di meglio che di ricercare ciò che dico
la parola di Dio.
NOTIZIE RELIGIOSE.
Ginevra. — Corso piihhlico (Tislruzionc religiosa poi Cattolici-romani, durante l’inverno 18551856.
riccone il programma, su cui preghiamo Iddio
di far riposare la sua benedizione.
Introduzione.—.'Situazione attuale del cattalicitmo-romano. — 1. Il cattolicismo-romano è
scosso da tutte parti. — 2. Le conversioni al crislianesimo evangelico si moltiplicano. — 3. Allontanamento di più in più dal papa. — -i. La
Bibbia si diffonde e si logge ad onta delle proibizioni e degli anatemi. — 5. Si chiede o si progetta delle riforme in mezzo a’paesi i più cattolici-romani. — G. Il clero prosegue ne'suoi atti
d'intolleranza e di persecuzione.—7. Tentativo
disperato circa alla Immacolata Concezione. —
-1 chc tutti questi sintomi dorranno condurre}
I. L'Autorità.— I papi, i concilii, le tradizioni,
la Bibbia. — L’unità nel cattolicismo. — La rorietà nel protestaniismo.
II. La Chiesa. — Preti, Fedeli, Culto. — Preti.
Eglino sono costituiti in gerarchia nella Chiesa
di Roma; e su qual fondamento? — Sono rive-
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siiti d'un carattere indelebile ; dov’è la prova?—
Praticano de’ poteri usurpati ; a quale intenzione,
e da chi li traggono? — 1/ ministro protestante, i
•xuoi doveri e i suoi diritti. — Fedeli. Essi vivono
sotto il giogo del clero nella Chiesa di Roma.—
Äon tenuti nell’ignoranza delle sante Scritture.
— Sono legati ne’loro diritti di padri e di sposi,
nella libertà di mangiare e di bere secondo i
loro bisogni, ecc.— Sono obbligati di pagare con
danaro atti di culto indispensabili. — Il fedele
protestante, suoi doveri e suoi diritti. — Culto.
Xella Chiesa di Roma, questo distoglie dall’adorazione del solo vero Dio. — Si compone in gran
parte di pratiche superstiziose. — Si celebra in
lingua ignota in ciò che v’è d’essenziale. — Annienta lo spirito della preghiera. — Nelle prediche parrocchiali è la parodìa della predicazione
-«vangelica. — Egli pone in ¡scena de’falsi miracoli.— Ammette le preghiere pe’morti; il che
forma un oggettto di speculazione pel clero. —
U culto protestante , la sua natura e ìe sue attinenze con quello della Chiesa primitiva.
HI. La Dottrina. — La Chiesa di Roma subordina la dottrina alle pratiche.—Altera la nozione
della fede. — Altera la nozione del peccato. —
Impiccolisce le perfezioni di Dio. — Distrugga
t) menoma l'efficacia del sacrificio di Cristo. —
Snatura il battesimo e la santa Cena. — Inventa
■de’sacramenti nuovi. — Inventa il purgatorio e
il limbo. — Riassunto della maniera d’intendere
la dottrina cristiana fra i protestanti.
■Conclusione. — It cattolico-romano convinto
degli errori della sua, Chiesa. — 1. Quali sono i
suoi doveri di fronte a se stesso?—2. Quali
sono i suoi doveri al cospetto de'suoi fratelli
nell’ignoranza della verità? —3. Le sue gioie
religiose, allorquando egli s’è liberato dai comandamenti degli uomini per seguire la Bibbia.
_4. La sua prima comunione nella Chiesa evangelica, i frutti ch’ella deve portare.
Oriente. — Parecchie fra le signore inglesi
che hanno accompagnato miss Nightingale in
Oriente, e al pari di essa sonosi consecräte alla
cura degli infermi, hanno pagato colla vita la
loro eroica divozione. Miss Clpugh non erasi
unita a miss Nightingale , nè affigliata a veruna
associazione religiosa, ma si era spontaneamente
recata da Londra in Crimea, ed ivi, senza sottoporsi a direzione di sorta , si era fissata a Balaclava , ove, per lungo tratto di tempo si dedicò
al servizio dell'ospedale della brigata scozzese.
La sua abilità, la sua instancabile energia destavano al sommo grado l’ammirazione e la gratitudine, dei soldati fra i quali parecchi le furono
debitori della vita. Ma essa non potè sottrarsi ai
pericolosi influssi di uu clima malsano. Presa
da dissenteria si era imbarcata per Costantinopoli , ove sperava di rimettersi intieramente in
salute. Ma Iddio avea diversamente ordinato, e
miss Clough dovette soccombere al suo male.
La sua perdita è stata lamentata dall’universale;
<• fu iu mezzo ai segui del dolore più profondo
che quegli stessi soldati, verso i quali essa si era
mostrata prodiga di cure , le scavarono la fossa
a Scutari.
[Lien).
BOLLETTmO POLITICO.
Lunedi il ministro C. di Cavour diede al Parlamento comunicazione ufficiale del viaggio del
nostro Re a Parigi e a Londra, ove già da lungo
tempo è atteso. Durante la di lui assenza reggerà
gli alfari il principe di Carignano.
— 20 nov. Il Re è partito alle ore IO I[2 da
Torino alla volta di Genova, accompagnato dal
sovraintendente della lista civile comm. Nigra,
dal prefetto di palazzo S. E. il duca Pasqua, dal
generale Morozzo della Rocca, primo aiutante
di campo di S. M., dal comm. Riberi e dalla sua
corte militare.
— Verso le 2 1[2 del pomeriggio arrivava in
Genova. Le legioni della milizia nazionale, che
erano assai numerose, e le truppe del presidio
facevano ala sul suo passaggio; la calca poi era
tale che si durava faticai transitare in quel lungo
tratto di via.
II Re dovendo recarsi premurosamente a Nervi
a visitare la regina Amalia, non assistette al difilare delle milizie. Infatti verso le ore 4 egli avviavasi in vettura a Nervi (che dista due leghe
circa da Genova) e ne ritornava %'erso le ore 6,
ed alle 8 1¡2 recavasi a bordo del Carlo Alberto.
Il Carlo Alberto ed il Governolo erano bellamente illuminati, e nel bel mezzo del porto era
una scialuppa, dal cui bordo partivano fuochi
d'artifizio di un magnifico efi^etto.
— 21 nov. Questa màitina alle ore otto il Carlo
Alberto sarà in vista di Nizza, da dove partirà una
deputazione per presentare al Re un omaggio a
nome della città.
Nelle acque di Antibo si troveranno tre vapori
da guerra francesi, mandati colà per ordine dell'imperatore per fare scorta all’augusto viaggia
tore, il quale porrà piede in Marsiglia sul declinare del giorno. Stando alle corrispondenze di
quella città, Vittorio Emanuele riceverà molte
ovazioni da quei cittadini.
— Relativamente al concordato austro-romano
il Times cosi si esprime:
« Alcuni uomini di Stato dell'Austria ne sono
malcontenti e temono che possa condurre a dispiacevoli collisioni fra la Chiesa e lo Stato ;
anzi il pubblico è convinto che ciò sia inevitabile.
< L’arcivescovo di Vienna che ancora prima
della fine dell’anno avrà il cardinalato al quale
aspira con tanta ambizione, cercherà di schivare
ogni conflitto coll’autorità civile, ma non così
il principe di [Schwarzenberg , arcivescovo di
Praga, ed il conte Furstenberg, arcivescovo di
Olmutz,
« L'indomabile orgoglio del principe Schwarzenberg sarà senza dubbio causa di litigi, ed il
bigottismo del conte Furstenberg lo indurrà a
trarre il maggior partito dal potere recentemente acquistato ».
ANNUNZI.
CiroNMO Uu:uenlco «prenlc.
almanacco pel 1856.
Anno 111.
La lieia accoglienza che il pubblico fece a
quesla pubblicazione daccliè essa comparve,
incoraggiò i suoi editori a non lasciar inlenlalo
alcun mezzo di corrispondervi. E perciò appunto
r.4mko dì casa di quest’anno va adorno di quaUro
bellissime litografie, appositamente falle ad illustrare una scelta utile quanto dilellevole di
argomenti.
Andando congiunta a questi pregi la tenuità
del prezzo di cent. 25, gli editori confidano
che non sarà per venir loro meno in quest’anno
quel favore, di cui già ottennero un pegno cos'i
segnalato negli anni passati.
Attìso ai Librai deila Capitale e delle Provincie.
Si accorda lo sconto del 30 p. “[o per l’acquisto non meno di 25 copie ; ii 40 p. “[o per
100 e al di là. — Dirigersi cou vaglia postale
e lettera affrancata a Rinaldo Bacchetta, borgo
S. Donalo, casa Caffarelli, in Torino.
Un signore toscano, e sul di cui conto
possòusi dare le migliori informazioni,
offre i suoi servigii come professore di
lingua italiana. — Rivolgersi per più
ampi schiarimenti al sig. Meille, pastore
valdese, via Valentino, casa Bellora,
num. 12, 3“ piano.
Ora che in Inghilterra e in Francia si dà
opera a ristabilire il dovuto rispetto al giorno
domenicale, e che un simile dovere è trascurato dovunque, parlando in genere, sarà utile
il leggere lo considerazioni contenute nel seguente libro che annunziamo :
^ DISCORSO
SOPRA L INSTITDZIONE DEL SABBATO
POESIE
DI
GIOVANNI BATTISTA TESTA
DA TRINO
Cavaliere dell’Ordine de'ss. Maurizio e Lazzaro.
DÙNaVSTKIl
bai Torchi di Carlo White.
Si vemle in Loniira presso William Allan,
i S, Palernostpr-llow, Aldine Clwiiiln-rs.