1
Anno 121 - n. 33
30 agosto 1985
L. 500
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedire
a: casella postale - 10066 Torre PeUice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
LAVORATORi STRANIERI IN ITALIA
E’ certo che oggi per il protestantesimo mondiale il Sud Africa è come una spada sulla testa
che si aggiunge ad altre situazioni che vedono i protestanti schierati dalla parte degli oppressori.
Mi riferisco allTrlanda del Nord,
a vaste aree dell’Europa Settentrionale e degli Stati Uniti dove
il dramma razzista continua a
consumarsi giorno dopo giorno
in mille forme di pressione morale, psicologica, sociale, legislativa.
In Sud Africa ad essere in lotta non sono uomini che profesisano un credo diverso; protestanti sono sia gli oppressori
che gli oppressi e aUa Bibbia si
richiamano sia il governo di Pretoria, che cita ampiamente i suoi
versetti nella propria Costituzione, sia la popolazione nera che
chiede dignità, libertà, eguagliai
za.
L’uomo nuovo nato dall’ascolto della Parola di Colui per il
quale non c’è nè giudeo nè greco, dov’è andato a finire? Altro,
ancora una volta, è la religione,
altro è la fede in Cristo il Signore che evidentemente non abita nelle belle città per « soli
bianchi » ma i>ercorre il calvario
in compagnia dei suoi fratelli
neri. Ma l’uomo bianco sudafricano non può aver occhi per
vedere perchè è troppo occupato da secoli di spogliazioni e di
saccheggi ed è oggi assai preoccupato dalla paura di vedersi
presentare il conto.
Quella stessa Bibbia di cui è
tanto fiero gli dice: Non puoi
servire due padroni, Dio e Mammona!
Ciò che umilia fino in fondo
il credente è proprio questa scelta ostinata in favore della ricchezza, del potere, della violenza, al posto della condivisione,
della libertà per sè e per gli altri, della confessione di peccato,
della riconciliazione. Ma guardiamoci dal pensare che davanti a
ciò che accade in Sud Africa —
e altrove — noi abbiamo le mani
pulite. Finché continueremo a
essere tra coloro che, stando al
di fuori, reggono il sacco nel
quale il ladro razzista getta l’oro,
l’uranio, il vanadio, il platino e
i diamanti che ruba, le nostre
mani saranno altrettanto sporche delle sue del sangue delle
vittime. Finché saremo tra coloro che armano gli oppressori,
che li considerano necessari alla
loro sicurezza nel balordo equilibrio tra i Signori della guerra
dell’est c dell’ovest, noi pure a
vremo scelto di servire Mammona.
Resta il drammatico interrogativo sul cosa fare: non possiamo
ricorrere alla forza, non possiamo accogliere la logica della
vendetta. Ma non possiamo più
nemmeno stare fermi perchè chi
soffre e muore laggiù ha bisogno di tutto meno che di belle
parole.
Il Signore ci aiuti a operare,
come credenti e come uomini,
le scelte più giuste, ad ascoltare
la voce dei nostri fratelli neri
per fare in modo che la strada
della giustizia e della pace sia
imboccata prima che la catastrofe travolga U Sud Africa.
Claudio H. Martelli
Oltre un milione di clandestini
Con il crescere della presenza di immigrati illegali, soprattutto africani, cresce il fenomeno
del rigetto - Le chiese evangeliche e le iniziative locali e a livello di Federazione delle chiese
Li abbiamo incontrati tutti,
sulle spiagge, ai laghi, in montagna coi loro carichi di tappeti,
collanine, orologi, accendini; sono la punta dell’iceberg di un
fenomeno in crescita vertiginosa in Italia, quello dei lavoratori stranieri (più o meno) clandestini. Sono tunisini, marocchini, egiziani, somali, eritrei,
senegalesi, mauriziani, capoverdiani, ganesi, filippini, indiani,
tamil dello Sri Lanka e latinoamericani. Ufficialmente nessuno sa quanti siano in Italia. 11
Censis che, per primo, ha parlato del fenomeno, li stimava nel
’78 500 mila, secondo i sindacati
nel 1980 erano almeno un milione, e stime odierne, anche governative (Ministero del Lavoro), danno già per superata questa cifra, anche se nel 1984 risultavano al Ministero degli Interni solo 187 mila stranieri ufficialmente in Italia per motivi
di lavoro dipendente ed un totale di 590 mila stranieri residenti.
Eppure l’Italia è un paese con
un alto tasso di disoccupazione
(il 13%), appare quindi abbastanza paradossale che possa
ospitare e dare da vivere (anche
malamente) a quasi altri due milioni di persone. C’è da chiedersi perché poi questi immigrati
trovano ospitalità e lavoro proprio in regioni del Mezzogiorno
d’Italia dove più acuto è il fenomeno della disoccupazione locale. « Il fatto è che in queste
regioni — osserva Enzo Mingione, sociologo che ha studiato il
fenomeno — vi sono settori eco
nomici ( commercio, ristorazione, alberghi, lavoro domestico,
edilizia, trasporti) che per abbassare il costo del lavoro devono ricorrere a manodopera al
“nero”. Un tempo erano i minori, poi sono venuti i doppiolavoristi;’ oggi sono gli immigrati
clandestini. E’ proprio questa
condizione di clandestini che
permette di tenere basso il costo del lavoro, magari in concorrenza con altri lavoratori del
mercato del lavoro informale ».
Inoltre le condizioni di lavoro
cui sono sottoposti i lavoratori
clandestini del Terzo Mondo- diventano sempre meno praticabili per la popolazione locale,
non soltanto per le nuove caratteristiche che ha assunto (elevato livello di scolarità) ma anche per l’oggettiva mancanza di
convenienza ad esercitare questi mestieri che vengono remunerati solo a livello di sussistenza, che il sistema di assistenza
garantisce comunque ai lavoratori locali. La realtà dei lavoratori immigrati è entrata nelle nostre chiese: molti di loro sono
protestanti o passati attraverso
missioni cristiane ed hanno cominciato a frequentare le chiese
di lingua inglese o francese, a
Torino, a Roma e le nostre comunità a Brescia, a Trieste, a
Venezia, a Palermo, a Napoli per
non citarne che alcune. Siamo
stati chiamati a confrontarci coi
loro problemi.
Nell’82 l’Assemblea della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia che si è tenuta a
Sinodo
1985
Si è aperto a
Torre PeUice il
25 agosto il Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste con un
culto presieduto dal pastore
Guido Colucci e
la consacrazione di 5 nuovi
pastori: Maria
Bonafede, Giuseppe La Torre,
Lucilla Peyrot,
Eugenio Stretti, Letizia Tomassone. Nella
foto, il corteo
sinodale, aperto dal predicatore e dai candidati.
(Foto R. Ribet)
Vico Equense, nel rilanciare il
Servizio Migranti indicava come priorità quella di occuparsi
degli immigrati dal Terzo Mondo in Italia. Il Servizio cominciava allora un’opera di documentazione e di informazione
che approdava poi alla « setti
DA UNA PREDICAZIONE TENUTA A TORRE PELLICE IL 18 AGOSTO
Cristo è la nostra identità
« D’allora molti dei suoi discepoli si ritrassero indietro e non
andavan più con lui. Perciò Gesù disse ai dodici: Non ve ne volete
andare anche voi? Simon Pietro gli rispose: Signore, a chi ce ne
andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio » ( Giovanni 6 : 66-69).
« Poi Gesù, venuto nelle parti di Cesarea di Filippo, domandò ai
suoi discepoli; Chi dice la gente che sia il Figliuol delTuomo? Ed
essi risposero: Gli uni dicono Giovanni Battista; gli altri Elia;
altri. Geremia o uno dei profeti. Ed egli disse loro; E voi, chi dite
ch’io sia? Simon Pietro, rispondendo, disse: Tu sei il Cristo, il Figliuol dell’Iddio vivente» (Matteo 16: 13-16).
Durante i cosiddetti anni di
piombo, il pastore Giorgio Tourn
apriva il Sinodo 1977 con un’immagine indimenticabile, ì valdesi come « piccola tribù»; e tra
le altre cose diceva: nel corso
degli ultimi anni molti se ne sono andati: i più intelligenti, i
più forti. E aggiungeva; « ne
portano la responsabilità davanti al Signore ». L’atmosfera che
si respirava nelle nostre chiese
durante quegli anni — diciamo
dal ’68 al ’77 — era un po’ questa; tanti se ne sono andati, noi
siamo rimasti, resistiamo.
Non so se quello splendido
sermone sarebbe ripetibile oggi. Allora l’atmosfera delle no
stre chiese era quella del testo
di Giovanni 6. Molti se ne vanno
e Gesù chiede ai discepoli: « Ve
ne andate anche voi? ». Pietro risponde: « A chi ce ne andremmo
noi? Tu hai parole di vita eterna ». Questo testo è molto bello,
ma quante volte l’abbiamo predicato con malinconia, quante
volte ad un pubblico sempre più
stanco abbiamo posto la domanda: volete andarvene anche voi?
Tuttavia quel che contava durante gli anni dal ’68 al ’77 non
erano tanto le perdite — perché
ogni buon esercito ha dei morti,
dei feriti e dei disertori — bensì,
per la maggioranza di noi e soprattutto per i più giovani, la sen
sazione dolorosa che le grandi
correnti ideali e culturali andassero in un’altra direzione, che
noi fossimo come quel soldato
giapponese raggiunto vent'anni
dopo il ’45 su un isolotto del Pacifico col fucile puntato, combattente di una guerra da un
pezzo finita e perduta.
Adesso, non sappiamo bene
perché, la corrente ha cambiato
direzione. Le perdite continuano. ma nelle nostre chiese ci
sono dei nuovi arrivi, nuove persone di ogni tipo chiedono di
fare con noi un lungo tratto della loro vita come discepoli di
Cristo, e una certa sensazione di
compattezza si va rifacendo strada tra di noi. Dei 5 candidati
che la Tavola presenta alla consacrazione, per esempio, 2 sono
entrati nella nostra chiesa dopo
un lungo itinerario che li ha visti conoscere altre chiese che essi non hanno rinnegato. Uno viene dai Fratelli, l’altro dai Pentecostali. Prima, ambedue hanno
conosciuto il cattolicesimo. Non
Giorgio Bouchard
(continua a pag. 5)
mana della libertà » (il 17 febbraio di quest’anno) in cui molte chiese valdesi, metodiste e
battiste presentavano il problema all’attenzione dell’opinione
pubblica con dibattiti, iniziative,
o almeno con \m manifesto.
« Dopo questa mobilitazione —
mi dice il past. Bruno Tron,
coordinatore del Servizio migranti della FCEI — sembra che
una certa attenzione al problema si sia creata nelle chiese.^
Molte di esse hanno creato dei
comitati, altre hanno preso iniziative anche rischiose come la
ospitalità a persone sottoposte
all’obbligo di lasciare il paese.
Ma non credo che possiamo ritenerci soddisfatti. Alcune chiese ragionano così: non abbiamo
questo problema in loco e quindi non discutiamo queste cose.
A me sembra che non si tratta
soltanto di fare azioni concrete,
quanto piuttosto di acquisire
una mentalità nuova per non
cedere al rischio di manifestazioni razziste che ci sono già
state in alcune città ».
L’azione della FCEI non si è
limitata alla sensibilizzazione
delle chiese e dell’opinione pubblica, ma si è indirizzata anche
nei confronti del Parlamento e
del Governo sollecitando una
legge che regoli il lavoro degli
stranieri in Italia.
«Dagli ambiti pcliiici abbiamo avuto alcune risposte positive — dice Bruno Tron — ad
esempio da parte del ministro
Andreotti e dei responsabili di
commissioni parlamentari e di
alcuni parlamentari. Ho la sensazione che il nostro Parlamento abbia avvertito l’urgenza del
problema. Su questo terreno r’ogliamo continuare a lavorare
Giorgio Gardiol
(continua a pag. 7)
2
2 vita delle chiese
30 agosto 1985
LA COMMISSIONE D’ESAME SOLLEVA ALCUNI PROBLEMI DA DISCUTERE
Iniziati i lavori del Sinodo
Con il tradizionale culto d’apertura, presieduto dal pastore
Guido Colucci, nel tempio di
Torre Pellice sono iniziati i lavori del Sinodo. Ma i membri
che compongono quest’anno la
Assemblea si erano già ritrovati
poco prima nell’Aula sinodale
per gli atti che costituiscono il
vero e proprio avvio dei lavori.
Innanzitutto i cinque candidati
al ministerio pastorale, che il
giorno prima avevano sostenuto
l’esame di fede di fronte al Corpo pastorale, hanno posto la loro firma alla Confessione di fede del 1665, quindi il Moderatore Giorgio Bouchard ha dato il
benvenuto ai numerosi rappresentanti delle chiese, delle associazioni e degli organismi esteri
che ogni anno partecipano e seguono il lavoro dell’Assemblea.
Così tra gli altri sono stati
presentati e salutati il pastore
Werner Beyna del Freundeskreis
der Waldenserkirche, il Kirchenrat Karl-Cristoph Eptir^ del
Gustav - Adolf - Werk, i pastori
Hans-Georg Kraft e Pritz Weissinger del Diakonisches Werk, il
dottor Klaus Kremkau deiravangelische Kirche Deutchland,
il sovrintendente della chiesa
evangelica della Repubblica Democratica Tedesca Reinhardt
Richter, la signorina Aimée Berthoud della Comunità Evangelica d’Azione Apostolica, il signor
Jacques Stewart della Chiesa
Riformata di Francia, la signora Ruth Cowhìg della Chiesa
Riformata Unita d’Inghilterra e
il reverendo Colin MacLean della Chiesa di Scozia, il pastore
Philippe Promont del Comitato
valdese delle Chiese Riformate
del Vallone, il pastore Aldo Com
ba per l’Alleanza Riformata
Mondiale, il signor Jean Coulondre per l’EPER, il signor Uffe Gjierding per il Consiglio delle Chiese, il rev. Robert C. Lodwick per la Chiesa Presbiteriana degli Stati Uniti, il rev. Glen
Williams per il Consiglio delle chiese europee, il rev. Frank
Gibson dell’ American Waldensian Aid Society, il past. Antonio
Arrigucci della Chiesa Apostolica, il pastore Ignazio Barbascia
delle Chiese Avventiate, il decano Joachim Mietz per la Chiesa evangelica luterana in Italia,
oltre natureilmente a rappresentanti di chiese evangeliche in
Spagna, Irlanda, Canada e Svizzera.
Dopo il culto, il Sinodo ha
provveduto, sotto la guida di un
seggio provvisorio presieduto
dal pastore Gustavo Bouchard,
ad eleggere il seggio definitivo
che avrà il compito di dirigere
e ’governare’ lo svolgimento dei
lavori secondo le scadenze di
un programma che toccherà i
problemi e gli argomenti proposti alla discussione sinodale
sia dalla relazione della Tavola
Valdese uscente, sia soprattutto
dalla Commissione d’Esame incaricata di valutare l’operato della Tavola stessa.
E’ risultato eletto come presidente del Sinodo il pastore Salvatore Ricciardi. I membri del
Sinodo presenti con voce deliberativa sono risultati essere
160, mentre i membri del Sinodo che parteciperanno ai suoi
lavori con la sola voce consultiva saranno 74.
Numerosi i temi che anche
quest’anno verranno trattati durante i cinque giorni di lavoro.
In particolare due sono, tra tutte le altre, le questioni che impegneranno maggiormente i partecipanti. Innanzitutto la questione dell’applicazione delle Intese firmate dalle chiese valdesi
e metodiste con lo Stato italiano: nodi cruciali sono i problemi emersi nell’applicazione concreta della legge sulle Intese ma
anche il problema dell’insegnamento della religione nelle scuole, o la questione dello 0,8%, cioè
della possibile attribuzione a fini ecclesiastici di una percentuale dell’IRPEF.
La seconda questione che caratterizzerà i lavori sinodali è
quella riguardante la definizione dell’impegno diaconale della
chiesa soprattutto rispetto alla
esigenza di arrivare alla formulazione di una politica generale
e globale della diaconia. In particolare : quali sono gli indirizzi
che dovrebbero caratterizzare la
scelta diaconale della chiesa?
Quali sono gli ambiti ed i settori che oggi richiedono una
particolare attenzione, una valorizzazione? Le scelte diaconali
fatte nel passato e che quindi
rispondevano ad esigenze e a
bisogni particolarmente evidenti
sono ancora proponibili oggi o
piuttosto il nostro sforzo non
deve in questo campo indirizprsi verso altri settori? Cosa
implica la richiesta che da più
parti viene avanzata di dotarsi
anche di strutture diaconali per
così dire ’leggere’?
Una parte dei lavori sinodali
saranno anche dedicati naturalmente alla discussione ed al
confronto sulla situazione e sulla vita delle chiese. In particolare i membri del Sinodo saran
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Come tradurre la Bibbia
FONTANE — Alla tradizionale riunione della prima domenica di agosto, organizzata dal III
Circuito al Colle delle Fontane,
un attento e numeroso uditorio
ha ascoltato il pastore Daniele
Garrone presentare e commentare la nuova Bibbia nella traduzione interconfessionale in lingua corrente.
Daniele Garrone, che si esprimeva come esperto, essendo uno
dei traduttori della TILC, ha risposto anche alle critiche su
questa edizione, che la presenza
dei libri deuterocanonici, e più
ancora dell’« imprimatur » del
card. Ballestrero, rende un po’
ostica ad una visuale protestante.
Secondo Garrone, la presenza dei libri deuterocanonici non
disturba il lettore valdese, anzi
può essere interessante scoprirne le singolarità. Più grave, invece, è l’arretramento nella gerarchia cattolica sulle aperture
che avevano caratterizzato la
pubblicazione del Nuovo Testamento alcuni anni fa. In questo
caso, 1’« imprimatur » mancava,
sostituito da una semplice dichiarazione di approvazione.
Al termine del dibattito, la
colletta, che ha superato le centomila lire, è stata destinata all’Alleanza Biblica Universale per
la sua opera di diffusione della
Bibbia nel mondo.
Saluto al pastore
Cipriano Tourn
PRAROSTINO — Il nostro fratello Gardiol Guido dei Gay ci
ha lasciati dopo una lunga malattia sopportata con fede e con
pazienza, sabato 3 agosto all’Ospedale civile di Pinefolo. Il funerale si è celebrato domenica
4 agosto nel tempio di San Bartolomeo con la partecipazione dì
Un folto pubblico a testimoniare della stima di cui godeva nella comunità. Alla famiglia in
lutto rinnoviamo la nostra simpatia.
• Domenica 1° settembre avremo il culto di addio del Pastore
Tourn e Signora Ruth alla comunità di Prarostino: ore 10.30
Culto con Santa Cena, e pomeriggio ore 16 incontro fraterno
con thè e dolci. Chi desidera
fermarsi dopo il culto troverà
una minestra preparata dall’Unione Femminile (portarsi il se
condo). Tutti sono cordialmente
invitati.
Gioia e dolore
VILLASECCA — aot Ester
ved. Clot, all’età di 86 anni e
Ferro Albertina ved. Menusan,
all’età di 88 anni si sono addormentate nel Signore. Ai familiari
esprimiamo la simpatia cristiana nella sofferenza e la comunione di fede nella resurrezione
in Cristo.
• Ci rallegriamo vivamente nel
Signore per la nascita di Luca
Alessandro Ferrerò di Livio e
Ivette Peyronel.
Graditi ospiti
PINEROLO — Abbiamo avuto
con noi nel culto domenicale un
gruppo tedesco della comunità
di Winningen e apprezzato la
predicazione di Frank Gibson,
segretario dell’American Waldensian Aid Society. Ringraziamo
i primi per il loro canto, il secondo per il suo messaggio.
• Hanno ricevute il segno del
Mobilificio
GIUSEPPE GRIVA
ARREDAMENTI
FABBRICA • ESPOSIZIONE
Via 8. Secondo, 38 - PINEROLO - Tel. (0121) 201712
(di fronte Casc'rma Alpini « Berardi »)
Compagnia Italiana
di Assicurazioni
AGENTE GENERALE DI TORRE PELLICE
ARNALDO PROCHET
TUTTI I RAMI DI ASSICURAZIONE
Via della Repubblica, 14
Telefono (0121 ) 91820
Società
di Studi
Valdesi
no chiamati ad affrontare il problema dell’evangelizzazione, rispetto alla quale l’anno trascorso ha visto un particolare fiorire d’iniziative piccole e grandi;
il problema della cosiddetta ’sistemazione del campo di lavoro’ rispetto al quale dopo tanti
anni di difficoltà e di preoccupazioni sembra siano state trovate soluzioni soddisfacenti ed
incoraggianti; il problema del
ministerio pastorale e del ruolo
diaconale.
Un capitolo a parte verrà dedicato dal Sinodo per la discussione delle attività culturali,
cioè delle scuole ancora in ftmzione (il Collegio Valdese di
Torre Pellice), ma anche della
attività della Claudiana, la casa
editrice e le librerie, e dello sviluppo del progetto di integrazione tra la Luce, settimanale
delle chiese valdesi e metodiste,
ed il Testimonio, mensile della
Chiesa Evangelica battista.
Una particolare attenzione
verrà poi dedicata ai rapporti
con le altre componenti del protestantesimo italiano ed ai rapporti ecumenici. Per quest’ultimo punto il Sinodo sarà chiamato ad esprimere la propria
posizione rispetto al documento
su Battesimo, Eucarestia e Ministero e rispetto al documento
dell’Alleanza Riformata Mondiale : « Chiamati ad essere testimoni dell’evangelo oggi ».
Molti ancora i temi che verranno affrontati. Il settimanale
La Luce/Eco delle Valli dedicherà ai lavori del Sinodo un
numero speciale di 16 pagine
che uscirà la prossima settimana.
Mauro Pons
Giornate
storiche
• Domenica r settembre alle ore 15
presso la Casa Valdese avrà luogo la
tavola rotonda su « I valdesi da Giolitti a Mussolini » con la presentazione del libro « La Chiesa valdese
di fronte allo stato fascista » di Jean
Pierre Viallet. Con l’autore interverranno Augusto Comba, Bruna Peyrot,
Giorgio Peyrot, Giorgio Rochat, Luigi
Santini, Giorgio Tourn.
• il 2 e 3 settembre si svolgerà
il XXV Convegno di studi sulla Riforma ed i movimenti religiosi in Italia
col seguente programma:
Lunedì 2 alle ore 9: « La revoca
dell'Editto di Nantes e l’opinione pubblica europea », comunicazioni di Olivier Patio, Frédéric Knetsch, Roberto
Osculati, Jean Gönnet, Carlo Pazé, Carlo Papacella; alle ore 15: « Letteratura
e teologia negli scritti dei valdesi
medioevali », comunicazioni di Paolo
Ricca, Bruno Corsani, Kurt Victor Belge, Luciana Borghi Cedrini, Anna Maria Raugei.
Martedì 3 alle ore 9: « La revoca
dell’Editto di Nantes » (continuazione),
contributi di Jacques Poujol, Ugo Rozzo, Patrizia Bigi, Anna Maria Dragoni,
Franco Chiarini; alle ore 14,30 comunicazioni di Massimo Firpo e Emidio
Campi, cui seguirà la tavola rotonda
su « Les vaudois du Luberon, une minorità en Provence » con introduzione
di Jean Gönnet e Grado Merlo.
• E' aperta al pubblico fino al 3
settembre la mostra per il 450° anniversario della Bibbia di Olivetano
organizzata in collaborazione con la
Société Biblique Suisse. La mostra si
tiene nella palestra del Collegio Valdese di Torre PeMice.
battesimo Manuela Rivoiro e Roberto Comba.
• Si sono sposati Mirella Romano e Paolo Prelato, Marina
Plavan e NeUo Beux, Silvia Remondino e Italo Breuza, NeUy
Pussetto e Giancarlo Ferrier, Angioletta Ghibaudo e Filippo di
Leone San tulio.
•Sono deceduti Enrichetta Pellenc vedova Giordan, Lìdia Paschetto vedova Secchi e Giovanni Vinçon. Alle famiglie nel dolore la nostra simpatia cristiana.
Predicazioni
SAN SECONDO — Ringraziamo i pastori Arnaldo Genre e
Renzo Bertalot e il fratello Roberto Vicino per aver presieduto i culti di domenica 28 luglio
e 4 e 18 agosto.
• Silvia Pastre e Michele
Buenza sono diventati genitori
di una bella bimba che hanno
chiamato Federica. Il Signore la
benedica e aiuti i genitori a guidarla nelle sue vie.
• Il 9 agosto Attilia Gay ved.
Gardiol si è addormentata serenamente nel Signore in attesa
della risurrezione.
Ai familiari vogliamo ancora
esprimere la nostra simpatia cristiana e « Beati i morti che muoiono nel Signore ».
Sabato 31 agosto
□ ASSEMBLEA AMICI
DI AGAPE
PRALI — Presso il Centro Ecumenico
di Agape con inizio alle ore 10 si
tiene l'Assemblea degli Amici di Agape che si concluderà domenica 1° settembre.
Per partecipare, telefonare alla segreteria di Agape (0121/841514).
□ GIORNATA
DELL’ASILO
LUSERNA SAN GIOVANNI — Il tra
dizionale incontro di fine agosto inizierà alle ore 14,30.
Domenica 1° settembre
□ INCONTRO
COMUNITARIO
POMARETTO — Alle ore 15 agli Eiciassie si svolgerà una riunione in
comune fra le comunità di Pomaretto
e Villasecca. Parlerà il past. Ruben
Artus sulla realtà delle chiese del
Rio de la Piata.
L’Asilo Valdese di Luserna San Giovanni invita
i suoi amici e sostenitori
ad un
« pomeriggio di festa »
che .avrà luogo
SABATO 31 AGOSTO
a partire dalle ore 14,30.
Saranno esposti e messi in
vendita prodotti agricoli locali, dolci casalinghi e lavori ai
ferri e all’uncinetto confezionati dagli ospiti stessi.
3
30 agosto 1985
fede e cultura 3
UN INTER^^ENTO NEL DIBATTITO IN CORSO
RAPPORTO DI SHEFFIELD
Liberi dali'etica
Nel corso di un’intervista rilasciata qualche anno fa a Gioventù evangelica (n. 73/1982),
Vittorio Subilia affermava: « non
propongo niente sul piano dell’etica, proprio perchè non sono
cattolico ».
E’ da qui che vorremmo partire per fare alcune riflessioni
sul tema della sessualità, sul quale quest’anno le nostre comunità hanno condotto uno studio e
sviluppato un ampio dibattito.
Al di là della sua apparente paradossalità, l’affermazione del
prof. Subilia contiene almeno
due significati importanti.
Innanzitutto sta ad indicare
che nella prospettiva del messaggio evangelico il credente non è
il soggetto dell’etica, nel senso
che non è lui che, autonomamente, sulla base della sua ragione, della sua cultura, delle
sue ideologie, fissa la tavola dei
valori, elabora un codice morale. decide a priori su ciò che è
bene e su ciò che è male.
S questo perchè, nella fede,
il credente è chiamato a morire a se stesso, a confidare non
in sé ma in Dio e a reperire
il senso della propria esistenza
al di fuori di se stesso, in Cristo. Di fronte all’annuncio cristiano non esiste più per l’uomo
la possibilità di un’etica autonoma: l’uomo, nella totalità del
suo essere e del suo agire, è
messo in questione da Dio ed
è subordinato al giudizio dell’Evangelo.
Non doveri ma scelte
In secondo luogo, rende coscienti del fatto fondamentale
che, come dice Lutero, U credente è libero dall’etica. Nell’economia della Grazia, della giustizia di Dio che prende il posto della giustizia dell’uomo, il
credente è liberato dall’osservanza di determinate regole etiche,
di doveri prestabiliti, non è sottoposto a rigidi precetti ¡e non
è vincolato ad una casistica morale: non sono le opere « giuste » che fanno l’ucmo giusto —
per continuare ad esprimerci con
Lutero — ma è l’uomo « giusto », giustificato dalla Grazia,
che compie opere giuste. Il comportamento etico del credente
non è un suo merito, non è una
sua conquista, ma è il frutto
del rinnovamento operato dalla
Grazia ed è il risultato della
natura nuova creata in lui da
Cristo. L’etica non ha valore di
per sè e non ha alcun signifl-*
cato in ordine alla salvezza, ma
è subordinata alla Grazia e ne
è una conseguenza. Solo quando il credente prende coscienza
della sua impossibilità di porsi
come autonomo soggetto deH’etica e si libera da ogni precettistica morale, abbandonandosi
alla volontà di Dio, solo allora,
paradossalmente, può intraprendere la sua ricerca etica e può
interrogarsi sul senso etico del
suo agire. Il credente può legittimamente condurre tale ricerca
solo aH’interno del suo rapporto
con Dio, partendo dal riconoscimento che la risposta al « che
fare » in ogni ambito della sua
esistenza non può derivare che
dal discernimento della volontà
del Signore, dal comprendere
che cosa Egli vuole da lui nelle
concrete situazioni del vivere.
All’etica della volontà deH’uomo si sostituisce l’etica della volontà di Dio; è quanto afferma
l’apostolo Paolo: « Non adattatevi alla mentalità di questo secolo, ma lasciatevi trasformare
da Dio con un completo mutamento della vostra mente. Sarete così capaci di comprendere
qual è la volontà di Dio, vale a
dire quel che è buono, a lui
gradito, perfetto» (Rom. 12,2).
L’etica trova il suo centro di riferimento e il suo fondamento
non nell’uomo ma nel volere di
Dio il quale prende l’uomo al
suo servizio perchè divenga il
testimone della sua opera. Certamente la volontà di Dio non si
esprime in una serie di regole
da rispettare, invarianti, definibili una volta per tutte; la scoperta della volontà di Dio passa
attraverso il confronto costante
con l’Evangelo, con la predicazione di Cristo mediante il qua^
le Dio si fa conoscere dall’uomo.
Il credente può discernere il
volere divino ascoltando la Parola che gli è rivolta e assumendo la Scrittura come criterio fondamentale del suo agire. La responsabilità del credente eh© decide di porre la sua esistenza
sotto la signoria di Dio e di
impostare il suo progetto di vita nella prospettiva della fede
nella Parola, non è sminuita ma
è anzi accresciuta. La Scrittura
non è infatti riconducibile ad un
insieme di leggi da osservare,
non contiene norme prescrittive
astratte dalle situazioni concrete in cui ciascuno di noi si trova a vivere: la Bibbia non è il
Corano, non è un codice sacro,
dettato direttamente dalla divinità, assoluto e indiscutibile dà
seguire in modo letterale, ma è
la raccolta delle testimonianze
storiche rese all’evento di Cristo, testimonianze sempre condizionate dalla cultura, dalla
mentalità, dalle categorie di pensiero proprie del momento storico cui appartengono e spesso
discordanti tra loro (si pensi
alla pluralità di teologie riscontrabili nel Nuovo Testamento),
anche se tutte rinviano al centro delTEvangelo che è la persona di Cristo.
Al credente incombe il compito critico e rischioso di cogliere le linee centrali del messaggio della Scrittura al di là di
ogni letteralismo e di comprendere, pur nella divergenza deHe
testimonianze, il senso complessivo della predicazione di Cristo il quale, come dice Lutero,
« è il Signore della Scrittura,
mentre i singoli passi sono i
suoi servi ». Nel confronto con
la Parola, il credente non si
sottrae al rischio della fede e
non dispone di sicurezze e di
evidenze ; non ha doveri prescritti ma scelte da compiere nella
libertà e nella responsabilità.
Così Tetica che riconosce come suo unico fondamento la volontà di Dio e assume TEvangelo come suo criterio guida,
non approda a certezze indiscutibili: tra Dio e l’uomo c’è im
velo che Dio solo potrà togliere
(Is. 25,7) e la conoscenza umana
può essere solo parziale, perchè
il tempo della visione non è
ancora giunto (Ap. 21,3).
La scelta etica fondamentale
a cui il credente è chiamato si
identifica con il progetto radicale di vivere la propria vita
sotto il segno della fede e della
Grazia nel quadro dell’alleanza con Dio. E’ un progetto che
investe la totalità dell’esistenza
del credente e non lascia fuori
di sé nessun ambito, perchè la
Grazia, come dice Barth, « mira
al sequestro di tutto l’uomo ».
L’etica diviene così uno stile di
vita, non spezzettabile e frantumabile in una serie di precetti.
Un ambito speciale?
Nell’etica così intesa è dun-.
que in questione l’uomo nella
totalità del suo essere e nella
globalità delle sue relazioni con
gli altri, siano esse sotto il segno dell’amore, dell’amicizia, dell’eros, ecc.: non esistono ambiti
di esistenza « speciali » in cui
valgano regole morali « speciali ».
A rigore, in questa prospettiva, non è tracciabile un’etica
della sessualità come codice di
precetti a sé stanti.
Che cosa significherebbe in
fatti fissare, per la sfera della
sessualità, una serie di prescrizioni e predeterminare una casistica di ciò che è bene e di
ciò che è male?
Innanzitutto significherebbe ricadere nella tentazione legalistica di fabbricarci autonomamente delle certezze normative, in
contrasto con quella libertà nella responsabilità che ci è donata in Cristo.
In secondo luogo, vorrebbe dire riproporre quella concezione
dualistica che distingue nell’uomo da un lato il corpo, la parte materiale, legata all’istintualità e destinata a morire e dall’altro l’anima, la parte spirituale, « nobile » dell’uomo, destinata
aH’immortalità. E’ a tale visione dualistica — del tutto estranea alla concezione biblica delTuomo totale e penetrata nel
Cristianesimo attraverso la tradizione platonica del pensiero
greco — che va fatto risalire
quel tratto caratteristico di tanta parte della storia del Cristianesimo occidentale che ha « tabuizzato » la sessualità, ha imposto la mortificazione del corpo e ha comportato il disprezzo
del piacere sessuale.
Negare uno specifico etico che
regolamenti la sfera della sessualità — quasi che essa fosse
separabile da quel tutto che è
la persona nel suo rapportarsi
agli altri — significa far valere
anche per questo aspetto del vivere queirunico criterio dell’agire che il credente deve fare proprio, il criterio della conformità
alla volontà di Dio, nel quadro
di una ricerca impegnativa e
sempre problematica.
Nell’ambito della sessualità,
come in ogni altra manifestazione dell’esistenza, di credente
— come dicevamo all’inizio della nostra riflessione — non dispone di rm’etica, non ha un
elenco di norme da seguire, ma
è chiamato a operare delle scelte in coerenza con la propria
fede e a valutare criticamente
il senso delle proprie azioni In
riferimento costante con il messaggio evangelico.
Elena Bein Ricco
Uomini e donne
nella chiesa
"...La chiesa non può permettersi di continuare a predicare
Tuguaglianza di tutti gli uomini
e di tutte le razze in Cristo e
poi consentire che le sue pratiche siano una contraddizione vivente di questa unità...”.
Ecco un libro vivace, stimolante, provocatorio, che dovrebbe essere letto anche da chi
evangelico non è, per approfondire tematiche che, pure nei nostri ambienti, si credono date per
scontate.
E’ la prima volta che i testi
di un convegno non rimangono semplicemente testimonianza
fredda e distaccata di qualcosa
che è stato certamente importante e fondamentale se vogliamo,
ma troppo lontano per incidere
efficacemente sulla nostra vita.
Qui, invece, ogni pagina ci parla
in tono appassionante. Uomini
e donne si interrogano sul loro
essere chiesa oggi in mezzo a
contraddizioni antiche, mai del
tutto risolte. Teologhe riscrivono
la storia deirumanità dalla parte
delle donne, ribadendo la fede
in Cristo come pietra angolare e
sfida perenne della storia: contro il sessismo, contro il maschilismo della teologia, contro le
tradizioni dall’alto. Far uscire le
donne da una vita divisa, per
portarle insieme a vita piena: il
coraggio di confrontarsi con la
Bibbia, sviluppare un nuovo personale linguaggio. Un cammino
non facile, spesso scomodo, in
cui sperimentare una identità ed
una dignità nuova e la difficoltà
per l’uomo di adeguarsi abbandonando con estrema sofferenza
ogni ipocrisia se deve imparare
ad avere fiducia nella sua essenza; in parole semplici il "signorecapo” deve morire per lasciare
il posto al "fratello” pronto per
l’onesta amicizia. Ciò non vuol
dire, afferma J. Moltmann in un
serrato dibattito, non identificarsi più con la casta maschile, ma
irrompere, invece, fuori dal codice maschile.
Diventa vitale allora interrogarsi, magari a scapito di vec
UN QUADERNO DI ’’TESTIMONIANZE’
Ripensare l’aborto
Nel vivo della discussione in
occasione del {lontano, sembra
ormai) referendum sull’aborto,
molti, uomini e donne, si resero
conto che non giovava all’approfondimento delle complesse problematiche legate a questo tema
così coinvolgente, il fatto di doversi schierare fra gli "abortisti”
o fra gli "antiabortisti”. Tuttavia,
ricordiamocelo, vi fu per noi
una forte richiesta di presenza
nei dibattiti pubblici, un bisogjro
di confi'onto con chi si professa
credente, una varietà di sfumature e di posizioni anche all’interno delle nostre chiese evangeliche.
Nel convegno di Firenze del
21-22 marzo 1981, promosso dal
Servizio Studi della FCEI, il dibattito fu appassionato e, a volte, anche sofferto. Tutti noi che
ci battevamo per la difesa della
legge 194 ci ripromettevamo di
evitare che intorno a questo grave fenomeno tornasse ad imperare il silenzio più fitto, dopo
tanto rumore referendario. Non
sono sicura che questo impegno
sia stato del tutto mantenuto, a
livello di organizzazione collettiva. Certo, nella coscienza di
ognuno di noi questo problema
è ben presente e penso che tutti
possano leggere con grande par
tecipazione la rivista Testimonianze n. 274/275 (aprile-maggio 1985) intitolata "Ripensare
l’aborto”.
Il tentativo, riuscito, di "avviare un ripensamento sui modi del
nostro essere, una mutazione dei
comportamenti, non imposta attraverso gli articoli di una legge,
ma conquistata dalla maturazione delle coscienze” si esplicita
in numerosi articoli che sono il
risultato di un lavoro di gruppo
appassionante.
Alcuni titoli, per invogliarvi a
questa arricchente lettura: "Un
soggetto chiamato mistero”. "Il
figlio è l’Altro”. "Maria e Medea:
l’ambivalenza del sentimento materno”. “Introspezione di donne
sulla scelta di aborto”. "Nascere
domani”. "La manipolazione genetica dell’uomo” ecc.
Leggiamoli per mantenere viva la tensione emotiva, per riflettere, ed anche per proseguire la discussione iniziata allora,
e ripresa, in un certo senso, nei
recenti dibattiti sui "bambini in
provetta”.
Graziella Tron Lami
chie sicurezze ben stagionate, sull’uomo e la donna nella comunità ecclesiale, nella quale i cristiani sono sempre in servizio
attivo "per gli altri” come forma
occulta di dominio. In altri termini, niente dittatura sacrificale,
“patriarcato d’amore” a cui è
sempre difficile sfuggire. “I cristiani sono con gli altri perché
solo godendo nella vita cori gli
altri in caso di necessità si sacrificano per gli altri e Tamore
ha quindi il suo limite nell'autonomia degli altri, infatti neppure Gesù venne per incatenare a
sé gli esseri umani: ’La tua fede
ti ha salvato’, così si sente rispondere la gente che vuole ringraziarlo per essere stata guarita; e Dio ci vuole ovviamente
come esseri umani autonomi vivendo con noi per tutta l’eternità”.
Valido materiale di lavoro sono poi i sermoni come quello
predicato da Pauline Webb sulle prime parole di Gesù risorto;
« Donna, perché piangi? ». Personaggi biblici non astratti e serafici, ma concreti nelle debolezze,
come nelle più forti aspettative
di passate realtà sociali, fino alle
confessioni di fede più accese
del nostro tempo. Insomma le
donne sono state la chiacchiera
deU’evangelo. Il termine “Gossip" (chiacchiera), continua la
Webb, significa alla lettera; uno
che dà buone notizie; la cosa paradossale è che detto termine
sia, invece, arrivato a dare l’idea
di una persona che si diverte a
fornire cattive notizie!
Esponenti di tutte le nazioni,
nessuna esclusa, hanno espresso
giudizi sulla politica, sull’esistenza, partendo dalle esperienze più
personali in uno scontro tra vecchia e moderna tradizione.
Un testo che può essere tranquillamente usato per studi biblici e che per la sua pluridisciplinarità può essere considerato come continuazione ideale di
un altro volixme famoso, "L’altra
metà della Chiesa”, (^orredato da
un’attentissima bibliografia che
ci riporta agli anni delle critiche
più "feroci” ed alla nascita _di
una autocoscienza non artificiosa nella creatività dirompente.
Il volume fa parte della collana
"per l’unità dei cristiani”; collana che proponendosi un nobile
scopo come l’ecumenismo _ ha
presentato dei titoli un po’ fumosi in uno stile tecnico e troppo satinato; in questo volume, invece, troviamo una concretezza senza precedenti.
La lettura mi ha entusiasmata
e gioiosamente sconvolta in
quanto mi ha confermata nella
convinzione che "se un Dio esiste
non potrà mai identificarsi con
degli schemi autoritari e reazionari”; ho inoltre notato che ci
si trova di fronte ad una fase
di nuda ricerca senza riflussi e
aria da "ritorno a casa”.
Attorno a noi evangelici c’è un
fermento di interessi da parte
di gente che ha visto coerenza
e militanza, che non si accontenta di etichette, ma vuole arrivare al nocciolo delle grandi questioni in una alternativa seria a
Wojtyla, allora si tratta di non
deludere queste a.spettative ed il
volume in argomento può essere
un modo per farci conoscere negli ambienti più disparati perché
solo attraverso la forza della parola di Cristo Salvatore l’uomo
è ricomposto nella sua propria
intima globalità.
Silvia De Cristofano
AA. VV., « TESTIMONIANZE •: Ripensare l'aborto» - nn. 274-275 - Via dei
Roccettini, 1f - 50016 San Domenico
di Fiesole (FI) - L. 10.000.
F.C. Parvey (a cura di). La comunità delle donne e degli uomini nella
Chiesa, coed. Claudiana - LDC, 1985,
£. 14.500.
4
Teatro contro l’isolamento
Corso di omiletica
Non è difficile fare teatro a
Napoli; difficile è organizzare il
teatro, lo spettacolo.
La città partenopea è ricca
culturalmente ed artisticamente,
ma è povera di strutture, di luoghi e di momenti di aggregazione. Non è un caso che gli artisti
napoletani siano costretti ad
emigrare, per avere fortuna e
per potersi esprimere compiutamente. L’ intelligenza, purtroppo,
da queste parti non sempre è accompagnata dalle "opportimità”,
dalla possibilità di riuscire, di
avere successo.
Un popolo, quello meridionale,
in fondo da sempre “unsuccessful”.
Al parco Caracciolo, nel quartiere di Ponticelli, quest’estate,
però, qualcosa ha avuto successo
ed è riuscita bene. Ci riferiamo
al Caracciolo/Estate '85, la manifestazione di animazione culturale organizzata dal Centro "E.
Nini".
Nel corso del mese di luglio,
quasi tutte le sere si sono alternati spettacoli di musica (concerto blues di Gianni Carcò),
rappresentazioni di burattini e
film all’aperto (molto frequentati); giochi, balli in piazza di rock
e di liscio, danze classiche con i
bambini del centro, gite e animazione (quest’ultima, organizzata
sempre per i bambini dall’assistente sociale, ha avuto per tema: « La conoscenza della città,
del quartiere »).
Il “clou” della manifestazione,
gratuita e aperta a tutti gli abitanti del quartiere, è stato comunque rappresentato dalla “tre
giorni” teatrale del 17/18/19 luglio.
Tre compagnie teatrali dilettanti di Ponticelli, che nel corso
dell’anno avevano provato nei locali del centro “E. Nitti”, hanno
voluto fornire un saggio delle
loro capacità rappresentando per
tre sere di seguito “performances” teatrali e musicali attinte
dalla tradizione classica napoletana. Grande e scontato il successo!
Grazie anche al Comune di Napoli che ha fornito il palco e le
attrezzature necessarie, gli abitanti del Caracciolo hanno potuto godere di tre serate di vero e
originale divertimento. iDivertimento ancor più accresciuto dalla numerosa e vivace partecipazione, che spesso non ha fatto
capire se la finzione teatrale si
svolgesse sul palco o tra la gente stessa. Il teatro, appunto, non
è difficile farlo, anzi, qui lo si è
reso, addirittura, vivo e prorompente. Questo dato è molto importante.
Con il Caracciolo/Estate, oltre
che fornire cultura, infatti, si voleva instaurare con gli assegnatari delle case e con gli abitanti
del quartiere una forma originale, festosa di comunicazione e
di partecipazione collettiva. Si
voleva insomma rompere lo “storico” isolamento cui spesso erano stati abituati i nuclei familiari del centro.
Quest’ultima edizione della festa estiva ha dimostrato ampiamente che probabilmente l’obiettivo prefissato è stato raggiunto
e che sicuramente la gente del
villaggio e del quartiere si è sentita meno sola e meno isolata,
nel parco e nel quartiere.
Le tre compagnie teatrali, infine, dal prossimo autunno si riuniranno stabilmente nel centro
“E. Nitti”, per costituirsi come
una sorta di gruppo di teatro stabile: c’è dunque qualcosa che a
Napoli potrà essere “successful”?
Lo speriamo.
Luciano Cirìca
Eravamo solo in nove iscritti
a questo campo. Da un lato era
un peccato che non ci fosse un
numero maggiore di partecipanti, particolarmente di predicatori locali, per approfittar© delle
lezioni e del lavoro di gruppo.
DaH’altro lato, l’essere in pochi
ci ha permesso di svolgere un
lavoro più intenso, di conoscerci meglio fra di noi: tutti hanno avuto la possibilità di dare
il loro contributo alle discussioni e alla preparazione dei compiti che ci venivano assegnati.
Bruno Rostagno ci ha tenuto
delle lezioni interessantissime e
ci ha guidato con spiegazioni
chiare nel lavoro di esegesi di
alcuni testi, nelle fasi della preparazione di un sermone, insistendo sulla necessità di fare un
lavoro per conto proprio prima
di consultare commentari e chiave biblica. Nel giro dei pochi
giorni della durata del campo
abbiamo trattato e analizzato
l’argomento parabole, un testo
di un’epistola (Romani 12: 1-2)
e i salmi in generale, con una
analisi esegetica del salmo 25.
Inoltre abbiamo letto e discusso
alcuni sermoni.
Specialmente per chi desidera
dare la sua testimonianza di cre
dente attraverso la predicazione,
un corso come questo è essenziale. Anzi, sarebbe necessario
poterne frequentare diversi, poiché non si è mai abbastanza preparati per dare un messaggio
evangelico, per saperlo comunicare a chi ascolta. Ci auguriamo di poter avere altri campi
di studio come questo e che
tutti coloro che contribuiscono
alla predicazione sentano la necessità di una sempre più approfondita preparazione.
Irene Wigley
SAE
Vivere
recumenismo
Dal 5 all’8 settembre 1985 a
Piacenza si svolgerà, in occasione dell’anno internazionale dei
giovani, il Convegno nazionale
giovani S.A.E. su: « Vivere l’ecumenismo. Ascolto, servizio, cambiamento ». I lavori si svolgeranno presso il Centro Parrocchiale di S. Sepolcro, via San
Nazzaro, 14 (0523/28721).
LE ASSEMBLEE DI
DIO E I RAPPORTI
CON LO STATO
Con un articolo dal titolo ■> Assemblee di Dio - Una nota stridente » apparso su « La Luce » del 2 agosto u. s.,
10 stimato Prof. Giorgio Peyrot ha stigmatizzato « l'immediatezza ecumenica »
con cui le ADI avrebbero accettato il
sistema escogitato dalla Commissione
governativo-vaticana per finanziare il
clero e le opere di religione della Chiesa romana, affermando addirittura che
per « salvare la facciata delle ADI »
avremmo astutamente richiesto di ottenere l’otto per mille dell’IRPEF da
devolvere non già per l’esercizio del
culto ma per istruzione ed assistenza.
La stima che le ■■ Assemblee di Dio
In Italia » hanno per il Prof. Giorgio
Peyrot, memori del suo fervido ed altruistico impegno a favore della libertà religiosa delle Chiese Evangeliche
ed in particolare delle ADI, rende meno amara l’ormai sua notissima e graffiante ironia, tuttavia occorre un chiarimento sul l'obiettività delle scelte
fatte dalle « Assemblee di Dio in Italia » in vista delle trattative per l'intesa col Governo Italiano coerenti nel
rifiuto di privilegi particolari.
Prima di tutto bisogna sottolineare
ohe la Sessione Straordinaria dell'Assemblea Generale ADI del 14 settembre 1984, aveva già inserito tra le richieste da presentare in sede d'intesa
con lo Stato quella di una deduzione
fiscale per offerte devolute alle ADI
entro il tetto non superiore al 10%
del reddito annuale lordo dichiarato dal
contribuente, in deroga all'ultimo comma deH'art. 60 del D.P.R. 29.9,1973 n.
597.
Per decenni II contribuente evangelico, oltre a sostenere generosamente
11 ministerio della propria chiesa, ha
versato con le proprie imposte una percentuale che andava a sostenere il
clero ed il culto cattolico romano e
questo era veramente ingiusto. Si è
ritenuto, secondo l'accenno generico
fatto dal Presidente del Consiglio dei
ministri in occasione della firma dell’intesa con la Chiesa Valdese, che si
volevano adeguare i rapporti tra lo
Stato e le Confessioni religiose alle
legislazioni esistenti in altri Paesi europei, di inserire questa richiesta di
deduzione fiscale, che certamente rappresentava una novità senza precedenti. Che poi si sia giunti alla deduzione
fino al tetto di due milioni, è stato
fatto per adeguamento ad una norma
ormai divenuta legge dello Stato.
Questo nuovo « regime fiscale », mi
consenta il Prof. Peyrot di usare questa terminologia per riferirmi al complesso delle nuove norme stabilite in
materia, è stato accettato perchè non
è stato assolutamente ritenuto un privilegio, in quanto ovunque le offerte
e le donazioni per fini filantropici, di
culto ed istruzione sono da sempre
esenti da tasse, ma ora soltanto l'Italia si adegua, dopo molti decenni, ad
un sistema fiscale già in vigore nelle
nazioni più progredite e democratiche
del mondo.
Per quanto riguarda l’otto per mille
deiriRPEF versato dai membri delle
nostre chiese e che su indicazione dei
medesimi dovrebbe essere devoluto alle
ADI « per l'istruzione ed assistenza »,
non si voleva ipocritamente salvare
« la facciata delle ADI », ma unicamente usare un'espressione generica
per una « novità fiscale » di cui non
si conoscono fino ad oggi i criteri
d'attuazione.
Occorre sottolineare che la specifica
era stata fatta proprio per precisare
che il ministerio doveva esserne escluso, ma come avvenuto già in occasione di calamità naturali o di particolare soccorso a popolazioni evangeliche in estremo bisogno, le nostre
chiese avrebbero potuto direttamente
gestire l'assistenza ed il soccorso.
QueU’otto per mille dell’IRPEF gestito direttamente dalle ADI su preferenza specifica del contribuente senza
dedurre spese amministrative o riducendole al massimo, cosa impossibile
agli enti pubblici a causa di inevitabili
necessità burocratiche, potrebbe essere un'opportunità di testimonianza cristiana.
Il Prof. Peyrot ricorderà meglio di
noi, quando nel dopoguerra fu necessaria l'istituzione di un Comitato per
la distribuzione dei soccorsi agli evangelici, in italia, perchè l'assistenza del
piano Marshall non essendo amministrata da evangelici, veniva data in
maniera non adeguata ai nostri fratelli.
Se l'otto per mille dell’IRPEF versato
verrà accordato alle ADI nell'Intesa
sarà utilizzato per i paesi del terzo
mondo, possibilmente per chiese evangeliche consorelle e a sostegno di
progetti di carattere sociale e di istruzione ed eccezionalmente per eventuali calamità naturali; potrà così essere,
oltre ad una ulteriore dimostrazione
deila correttezza amministrativa evangeiica anche un'occasione per amministrare questi fondi inviandoli a nostri
fratelli, i quali essendo anch'essi minoranza come noi, probabilmente non
riuscirebbero mai ad usufruirne.
Le nostre chiese continuano a sostenere la posizione biblica ed evangeiica che chi predica l'Evangelo, viva
deirEvangelo e non ritengono che lo
Stato debba direttamente o indirettamente sostenere il ministerio cristiano.
Certamente non accettiamo che lo
Stato sia un esattore ecclesiastico anche se contro ogni principio democratico questo è stato fatto quando gli
evangelici, in percentuale, sono stati
obbligati a sostenere il culto della
chiesa romana.
L’otto per mille però non sarà accettato dalle ADI, qualora si attui
un sistema di ripartizioni in proporzione al numero globale dei membri come sembra sia suggerito in campo
cattolico romano, né incamerato per
sostenere opere di istruzione ed assistenza alle Chiese, né le ADI si
propongono di annunciare « l’Evangelo
con il denaro altrui », né istruiamo o
facciamo « la carità coi soldi degli
altri ». Crediamo però che, se la Legge lo consente, potremmo amministrare questi fondi, in gestione separata,
per distribuirli per fini filantropici nei
paesi in via di sviluppo o per eventuali calamità naturali.
Probabilmente il Prof. Peyrot ha
parlato di questa proposta delle ADI
per sostenere la propria tesi in vista
di un dibattito in altra sede, perchè
non occorre ricordare che le « Assemblee di Dio in 'Italia », nella loro pur
recente storia, se paragonata a quella secolare di altre chiese evangeliche, hanno dimostrato assoluta fedeltà a <■ Tutto l'Evangelo », senza richiedere mai privilegi di sorta, ma
reclamando soltanto il diritto aiia libertà di culto.
Se oggi per un piano provvidenziale
di Dio, ie Chiese Evangeiiche di fede
pentecostale associate alle ADI hanno
la possibilità di un'intesa con il Governo Italiano dopo decenni di persecuzioni e ridicolo, ne siamo lieti per
l'unica gloria del Signore, il Quale
all'inizio del secolo ha manifestato
questo risveglio cristiano evangelico a
riprova che « non per potenza né per
forza ma per lo Spirito Suo ».
Coerenti alla testimonianza di fede
dimostrata per oltre 75 anni le ADI
intendono, nella guida dello Spirito
Santo, rimanere salde sui principi biblici dell'assoluta autonomia da ogni
ingerenza statale riconoscendo l'unica
ed eterna sovranità di Gesù Cristo il
Signore.
Francesco Toppi
L’AZIONE DELLA
EGEI NELLE ZONE
TERREMOTATE
Carissimo direttore,
ho letto con interesse il rapporto
del Servizio di Azione Sociale (S.A.S.)
della Federazione apparso su « La
Luce » del 26.7.85.
Certo chi ha redatto il rapporto lo
ha fatto nella consapevolezza di rendere una doverosa informazione ai lettori del settimanale che in precedenza
avevano ricevuto notizie circa le attività della Federazione Evangelica nelle zone terremotate.
Di questo servizio bisogna prendere
atto ed esprimere una fraterna riconoscenza all'équipe che ha redatto il
rapporto.
Si dà il caso che tra i lettori del
settimanale ce ne sono molti che sono stati impegnati nelle zone terremotate a vario titolo e che dal rapporto
stesso, oltre che essere interpellati, sono salutati, catalogati, accennati, evidenziati, dimenticati.
Si ha la sensazione che quello che
hai fatto o non fatto conta poco.
Ormai è predominante l'essere stato
rinchiuso in una analisi, catalogato
in un settore, accennato in un rapporto che, tutto proteso in avanti, si
ciba di futuro e di immagini di là
da venire.
Ho presente la situazione di Ruvo
del Monte e di Monteforte, dove come pastore e volontario, presidente di
cooperativa, ho avuto a che fare con
diversi volontari che si sono scottati
sul campo e tra varie delusioni hanno avuto il coraggio di fare osservazioni, critiche, proposte sul modo di
procedere nelle zone terremotate.
Mi sembra non fraterno dare un
colpo di spugna a tutto questo e dire
che questa esperienza è conclusa e
tutto è passato in mano locale e che
lo stesso S.A.S., in soldoni, si avvia
ad essere una impresa con i suoi dipendenti, bene o male stipendiati, collocati nei diversi ruoli.
Nel rapporto nei confronti del volontariato si procede con un colpo al
cerchio e uno alla botte, ma emerge
anche se non a chiare lettere una
situazione critica che pur esiste e una
svolta sulla quale riflettere.
Certo l'introduzione è ben fatta, è
studiata e pensata nei minimi particolari, come se si dovesse rispondere
a tutto e a tutti e, in un certo qual
modo, ponendo le mani in avanti per
evitare delle comprensibili capocciate.
Me ne rallegro, tanto più che al
punto 3 della introduzione intravedo
una sottile risposta del S.A.S. a una
mia precedente lettera inviata a « La
Luce » e pubblicata sul numero del 19
aprile 1985.
Leggo bene o vedo male non mi
importa, certo che il livello del linguaggio è offensivo ed è sceso a'
piano di sotto, come direbbe l’amico
Pazzaglia di » Quelli della notte », fare di ogni erba un fascio è opera
maldestra, di poi lo zuccherino finale
di « simpatia, stima, fiducia » è fenomenale.
Come .per il volontariato: un colpe
al cerchio e uno alla botte.
Penso -di aver letto bene, tanto più
che nella schiera di ,« osservatori » di
cui fa cenno il rapporto mi ci ritrovo volentieri, perchè tempo addietro ero dislocato su un ponte dalle grandi arcate a Ruvo del Monte e osservavo,
dialogavo e chiarivo ad altri la situazione d'intervento della Federazione.
A volte capita di non essere capiti 0 al limite di non veder da altri
riconosciuto quello che con fatica
non solo personale ma dell'intera famiglia hai fatto.
Certo si è fatto quello che si era
in obbligo di fare e per questo si è
sempre dei servi inutili, ma da questo ad essere catalogato e manipolato ne passa.
Non desidero intervenire sulla cooperativa di Ruvo del Monte di cui per
tre anni sono stato presidente.
In tale settore, più che di fatica urge parlare con dati tecnici alla
mano della validità della impresa in
corso, per questo mi limito a rivolgere un fraterno invito al fratello Gianni Rostan a fare un sopralluogo a Ruvo del Monte.
Del resto son venuti da ogni parte
diversi dottori; perchè non dovremmo
utilizzare la sua esperienza, tanto più
che su Gioventù Evangelica n. 92,
aprile '85, ha fatto un ottimo articolo
su " Il governo della chiesa: l'amministrazione ed i suoi problemi »!
Questo invito rivolto con fraterna
frettolosità potrebbe tornare utile non
solo per lo scrivente che continua ad
essere a Ruvo del Monte, ma anche
per il S.A.S. che per Ruvo si pone
degli atroci interrogativi introdotti nel
finale del rapporto su Ruvo da tre
secchi verbi che hanno qualcosa di
drammatico e lasciano dell amaro in
bocca.
Termino la presente con una battuta: quello che » La Luce » pubblica prima o poi indirettamente o direttamente riceve risposta.
Amici come sempre,
Francesco Carri, Rapolla
5
w
w
30 agosto 1985
obiettivo aperto 5
Cristo
è la nostra
identità
Non voglio disprezzare l'identità valdese,
il -fatto di avere una
storia e una geografia, delle montagne e
delle case, delle grotte e dei monumenti.
Ma il nostro compito
è di scoprire e predicare non già l'identità valdese, bensì
l'identità di Gesù Cristo. Nella foto, il forno di un villaggio abbandonato del comune di Rorà.
(segue da pag. 1)
disprezzano la loro provenienza,
ma ritengono, a un certo punto
della loro missione di evangelizzatori, di dover cercare il contesto di una teologia e di una
chiesa riformata.
Possibilità di ripresa dunque
ce ne sono e ormai siamo famosi in tutta Italia. Non c’è rivista
che si rispetti che non pubblichi
un bel servizio sui Valdesi. Siamo « di moda », abbiamo dimostrato che « valdese è bello ».
Quindi, nell’Italia di oggi, in
questa democrazia corporativa
in cui ognuno fa i propri interessi, se vogliamo possiamo con
buona fiducia fare l’interesse
dell'Unione delle Chiese valdesi
e metodiste rappresentate al Sinodo di Torre Pellice. E possiamo anche, se lo riteniamo, chiusa la Bibbia e dimenticati i passi che abbiamo appena letto, fare un compiaciuto bilancio. Quali sono i nostri elementi di forza nell’Italia di oggi? Ne abbiamo. indubbiamente. Ne citerei
tre: l’identità, la cultura e la libertà.
Elementi di forza
•Anzitutto i identità. Vorrei
esprimerla con un ricordo recente. Una delle più belle esperienze della mia vita di credente è
stata la partecipazione al culto
di Pentecoste a Guardia Piemontese tre mesi fa. In questa
giornata indimenticabile, a cui
hanno partecipato mille evangelici del Sud, il momento di massimo silenzio è stato quello dell’invocazione della presenza di
Dio, quando di colpo il consueto, simpatico chiacchiericcio è
cessato. E quando poi 24 giovani
adulti sono stati battezzati o
confermati, queste mille persone che erano lì da tre ore si sono raccolte intorno a questi ragazzi come un simbolo potentissimo. Alla fine un siciliano mi
dice: pastore, cantiamo il Giuro
di Sibatid! Io gli ho detto: no,
perché oggi c il giorno di Pentecoste e abbiamo più bisogno di
invocare lo Spirito Santo — su
cui noi Valdesi contiamo ben
poco, diciamo la verità — che
non di rianimare lo spirito valdese. 11 Giuro di Sibaud lo canteremo magari dopo, ma questa
mattina cantiamo gli inni dello
Spirito, questa realtà centrale
della presenza di Dio in mezzo a
noi.
.Ma cosa voleva dire questo
fratello siciliano, che voleva cantare il Giuro di Sibaud a Guardia Piemontese, sotto la « piazza
della strage »? Voleva dire che
Ticlentità valdese è fortissima,
che sia a Torre Pellice o che sta
in Sicilia, che sia a Guardia Piemontese o al XV agosto vicino a
Sibaud. Non voglio certo disprezzare l’identità valdese, il
fatto di avere una storia e una
geografia, delle montagne e delle case, delle grotte e dei monumenti. Quanti di noi tornano
qui! Quanti di noi che hanno
passato la loro vita nella diaspora a Milano o a Roma, a Palermo o a Napoli, tornano d’estate
alle Valli. Anche per pregare,
non ci riusciamo nella città confusa e dispersiva di oggi dove
squilla semnre il telefono. E forse qui è più facile riprendere a
pregare, a meditare, ritornare
con freschezza alla Bibbia. Quanti evangelici metodisti, battisti e
altri comprano una casa alle Valli per lo stesso motivo. La Tavola ha assunto alcune nuove segretarie in ricambio di altre. Ho
detto loro: se volete capire il
lavoro che farete, venite con me
e passiamo due ore al Museo di
Torre Pellice. Certo, questo è
molto importante: l’identità.
C’è poi la cultura. Passato il
secolo delle rivoluzioni, oggi è il
momento della cultura. Anche
qui, l’avere grandi ricordi, uno
stile di vita, un territorio,, un
dialetto, una storia, fa sì che noi
siamo i gestori di una cultura
interessantissima. Nei prossimi
anni la Società di Studi Valdesi
metterà in primo piano il glorioso Rimpatrio. E cosa significa
questo? Significa rivalutare una
parte della nostra storia sulla
Ijase della nostra partecipazione
alla cultura europea. E oggi proprio la cultura valdese ci dà un
accesso privilegiato ai modernissimi problemi della società euroamericana. Forse non c’è nessuno in Balia che come noi evangelici sia in grado di capire la
forza della tradizione liberal-democratica, a cui i protestanti
hanno tanto contribuito e che ha
sempre avuto nella nostra chiesa un focolare di sviluppo e, malgrado i suoi lati negativi, di rispetto.
Infine, siamo la chiesa della
libertà. Fino a 10 anni fa si usava dire che la libertà è un’ideologia. Oggi sappiamo che nel nostro secolo abbiamo avuto abbastanza lager, abbastanza massacri, abbastanza follie da capire
che il valore della libertà è importantissimo. II nostro secolo
ha conosciuto abbastanza menzogne e abbastanza morte da
capire che la libertà vale più
della scienza, più della politica,
più di tante altre cose. Certo se
noi vogliamo possiamo dire: perbacco! Noi siamo la chiesa della libertà, abbiamo sempre avuto una vita democratica nel nostro seno, il nostro Sinodo è un
esempio di democrazia. E dopo
tutto, di tutte le feste valdesi,
quella che ha tenacemente resistito è il 17 febbraio che è la
connessione della fede con la libertà.
Identità, cultura, libertà. Qggi
sono cose che piacciono a tutti
e se ci accontentiamo ne avremo in abbondanza. Ma è questa
la nostra missione in Italia? E’
questa la nostra responsabilità
davanti a Dio?
La vera identità
Gioventù Evangelica ha recentemente pubblicato un bel sermone di Francesca Spano sul testo di Matteo 16; 16: "Tu sei il
Cristo’’. Al centro del sermone c’è
l’identità di Cristo. Il nostro
compito infatti è di riscoprire e
di predicare non già l’identità
valdese ma l’identità di Gesù
Cristo. A nessuna generazione è
risparmiata la domanda: "E voi,
chi dite che io sia?’’. Si può rispondere: “Tu sei il Cristo”, oppure menare il can per l’aia.
In un certo senso era più comodo otto-dieci anni fa, negli anni di piombo, quando sbeffeggiati nelle università italiane, compatiti da amici e compagni, noi
dicevamo: non ce ne andiamo.
Tu solo hai parole di vita eterna. Una frase bella ma un po’
malinconica, un po’ nostalgica,
un po’ vaga. Oggi, in un contesto
più favorevole, non basta ripetere la stessa cosa, non basta dire:
"siamo ancora credenti”: dobbiamo diventarlo di nuovo, riscoprire l’identità di Cristo, dire:
"Gesù, tu sei il Cristo, il Figlio
dell’Iddio vivente".
E questo è di estrema importanza perché oggi si sta diffondendo in tutto il mondo una sorta di religiosità diffusa senza Cristo. E’ il grande pericolo del nostro tempo, perché una religione senza Cristo significa una religione senza speranza, senza salvezza e senza obbedienza. Molte
delle persone che vengono nel
tempio per un funerale vogliono
che noi non esageriamo con la
predicazione della risurrezione;
li dobbiamo consolare, dare loro
la "droga religiosa" adatta a
quel momento, ma senza disturbare troppo. Religione di consolazione, non religione di speranza e attesa. E d’altra parte, bisogna proprio insistere a spingere
la gente a cercare il ravvedimento? Non basta aiutarla un poco
a sopravvivere? A molti basta la
morale, la salvezza è troppo impegnativa. E soprattutto, si vuole una religione senza obbedienza; una religione che non pretenda di dare una linea per la
vita, ma che sia un sentirsi bene,
un po’ euforici, rilassati. Qggi si
vuole questo: la religione senza
speranza, una vita eterna senza
risurrezione; un rapporto con
Dio senza la consapevolezza del
peccato, e quindi senza perdono;
e una vita cristiana decente ma
senza l’esigenza di un’obbedienza rigorosa.
E allora, altro che parlare di
identità valdese! Si tratta per
noi di riproporre l’identità di
Gesù come svolta della storia, di
predicare Gesù come il maestro
dalle parole impegnative, come
colui che è stato crocifisso ed è
risorto, Gesù è colui che ha detto: Chi non raccoglie con me.
disperde; chi non è con me è
contro di me. Questo è il Gesù
che si tratta di respingere o di
riconoscere come il Cristo nella
pienezza della sua identità. Scoprire chi è il Cristo vuol dire
lasciare che la propria vita venga cambiata e proporre ad ogni
creatura umana la via di Damasco che è molto più impegnativa
della strada di Torre Pellice. La
via di Damasco è una svolta e
occorre cercare personalmente
il Cristo come la svolta, così come occorre, nella nostra vita
privata, non già pregare semplicemente che i nostri figli restino
valdesi ma pregare perché diventino cristiani.
Cultura biblica
La cultura: è bello, è necessario organizzare musei e allestire
mostre; quella dedicata a Paolo
Paschetto è una bella testimonianza. Questo continueremo a
farlo. Ma il nostro compito specifico è oggi di essere interpreti
e diffusori della cultura biblica,
non semplicemente della cultura valdese ed evangelica. Nessuna grande crisi dell’Qccidente
cristiano è stata superata senza
un grosso approfondimento biblico. Nella Chiesa cattolica,
quando arrivarono i barbari
San Gerolamo rispose con la
traduzione biblica in latino, con
la Vulgata. E la Riforma protestante è stata fatta da infaticabili traduttori e commentatori
della Bibbia. L’opera missionaria
del secolo scorso, dallo Zambia
al Giappone, è sempre stata accompagnata dall’immensa eco
della traduzione biblica, le 1.174
traduzioni che sono state realizzate.
E a questo proposito sono molto preoccupato, perché nella nostra chiesa la cultura biblica conosce un calo verticale. Giorni fa
parlavo con un studente in teologia e ad un certo punto ho fatto
una battuta con un riferimento a
Melchisedec. Di colpo ho capito
che questo carissimo fratel'o non
sapeva se stavo citando l'ultima
avventura di Diabolik oppure un
testo della letteratura indiana.
Non sapeva chi era Melchi.sedec.
Ne deduco che non aveva letto
l’epistola agli Ebrei, oltre al capitolo 14 della Genesi. Fateci caso: quelli di noi che usano un
linguaggio con riferimenti biblici hanno tutti più di 50 anni.
Questo è solo un indizio. Ma il
fatto è che noi abbiamo sempre
ritenuto che il linguaggio biblico
fosse un linguaggio potenzialmente universale e abbiamo sempre creduto che sia impossibile
avere una religione di salvezza,
di speranza, e d’obbedienza, lasciando da parte la Bibbia.
Questo dunque è il nostro
compito più grande per l’oggi:
la rimeditazione e la diffusione
della Bibbia. Nella nostra chiesa
possiamo rinunciare a tutto, ma
non all’infaticabile discussione e
lettura biblica. Come faremo ad
aiutare la gente a capire la differenza che c’è tra Gesù e un
guru se non torneremo a far
circolare la Bibbia con vitalità e
con fierezza? La nostra chiesa dovrà dunque dedicarsi al rilancio
in forme nuove, in termini nuovi,
del linguaggio della ricerca biblica, della Parola che non passa.
Ministri di
indignazione
Identità di Cristo, cultura biblica e libertà. La libertà è certo un gran valore. Però alla libertà ci credono di nuovo quasi
tutti, mentre il pericolo nel mondo di oggi non è di dimenticare
la libertà, ma di dimenticare la
giustizia. Malgrado le apparenze, il Sud Africa non è una società dove manca la libertà, ma
dove manca la giustizia.
Il problema è che oggi, nel
clima in cui viviamo, cominciamo a dimenticare che c’è ingiustizia nel mondo. La polizia
sudafricana spara sui neri? C’est
la vie! La mafia spara e ammazza magistrati e poliziotti? Pazienza! Noi entriamo in un periodo di assuefazione, in un tempo
in cui si sa che l’ingiustizia regna in varie forme ma la si considera un fatto inevitabile. Oggi
le nostre chiese grazie a Dio
hanno la libertà. Ma non possono accontentarsi di questo. Devono diventare di nuovo ministri di indignazione. Si tratta di
rianimare nella gente il senso di
indignazione, aiutarla a rendersi
conto che il pericolo è oggi di dire: l’importante è avere la libertà, la giustizia la si attuerà quando si potrà. E no! Se la polizia
sudafricana arriva nei "blac.k
spots”, nei punti di presenza neri
e fa sgombrare i neri spostandoli
a piacere secondo la pianificazione dei bianchi, se il governo della
Etiopia si regge sulla repressione e mette in prigione i luterani,
si tratta di essere, come coscienze cristiane, ministri di indignazione, ministri di resistenza. Proprio nel tempo insidioso in cui
noi evangelici in Italia viviamo
circondati di rispetto, di libertà,
di innumerevoli occasioni favorevoli, si tratta di non dimenticare la virtù cristiana dell’indignazione.
Non basta quindi amministrare l’identità valde.se, la cultura
evangelica, la tradizione di libertà; si tratta di essere testimoni
dell’identità di Cristo, della cultura biblica, dell’insopprimibile
esigenza di giustizia.
Un vecchio inno della nostra
Chiesa, spesso cantato dai missionari, dice: “Parti testimone
nel tuo duro cammino: l’occhio
del Signore veglierà su di te”.
Nel disporci a ripartire come testimoni di Cristo, sia nostro sostegno e nostra forza questa promessa certa; "l’occhio del Signore veglierà su di te”.
Giorgio Bouchard
6
6 cronaca delle Valli
30 agosto 1985
PROBLEMI DEL LAVORO
Indesit: congelata la crisi?
Industria
turistica
Anche quest’anno l’afflusso turistico alle Valli ha assunto un
carattere di ’massa’, segnalandosi come un fenomeno in costante crescita quantitativa, a cui
non sempre le strutture ricettive locali sono in grado di rispondere in maniera efficace.
Se è v^ro che il vivace movimento turistico di quest’anno
conferma e rafforza in molti la
convinzione che il futuro sviluppo economico e produttivo di
queste nostre valli, così gravemente colpite dalla crisi occupazionale conseguente alla ristrutturazione produttiva dell’industria metalmeccanica e manifatturiera, passa anche attraverso una risposta a quella che
sembra essere la ’vocazione’ prioritaria del nostro territorio, si
può affermare che rispetto ad
essa si possono scorgere impreparazioni, incapacità organizzative e programmatrici, direi ’imprenditoriali’.
Una prima constatazione da
fare all’interno di una riflessione interessata alla formazione
di alcuni elementi di una auspicata ’cultura imprenditoriale turistica locale’, riguarda anche il
cambiamento intervenuto a livello dei costumi — e di riflesso dei consumi — grazie al quale
i _ momenti di fruizione del periodo di vacanza sono diventati
occasione non solo di riposo e
di svago, ma anche di appagamento dì curiosità intellettuali
e di riscoperta della propria
identità.
Penso in modo particolare a
chi ’sfrutta’ le proprie vacanze
per avvicinarsi ed indagare la
storia c la cultura di altre nazioni o popoli, ma anche a chi
riscopre la ricchezza di una storia culturale quanto mai articolata nel nostro paese. Penso a
chi, vivendo per gran parte dell’anno in città, ’spende’ le sue
vacanze alla ricerca di un rapporto vero con la natura, un rapporto che tende sempre più ad
escludere un suo semplice sfruttamento, ma che punta piuttosto alla ricerca di una corretta
integrazione tra uomo e natura.
Da questo punto di vista le
Valli indubbiamente possono rispondere positivamente alla crescente domanda di un turismo
che pur rimanendo fenomeno di
massa, tende a diversificare al
suo interno esigenze e bisogni,
abbandonando un tipo di consumo indifferenziato, per valorizzare invece le caratteristiche
geografiche e climatiche di un
certo territorio, la sua storia, la
sua cultura, gli usi ed i costumi.
Nessuno può contestare il fatto che oggi il prodotto ’Valli’
vende in termini di immagine
perché ha una sua caratterizzazione culturale e sociale molto
’forte’ rispetto ad altre zone turistiche con gli stessi requisiti
ambientali e turistici. E’ indubbio che la forte caratterizzazione della presenza valdese, la produzione massiccia di momenti e
manifestazioni culturali ’valdesi’ costituiscono l’elemento promozionale che involontariamente sostituisce e compensa la scarsa presenza degli enti locali e
delle aziende di turismo in una
strategia di valorizzazione di
quel ’prodotto turistico’ che oggi forse più interessa ed affascina i ’nuovi vacanzieri’.
Questa assenza e questa delega non possono che preoccupare
e rendere incerta ogni seria prospettiva di sviluppo della locale
industria turistica.
Mauro Pons
Al rientro dalle ferie gli operai deirindesit hanno appreso la
notizia che il nuovo consiglio di
amministrazione dell'azienda ha
deciso di dichiarare lo stato di
crisi dell’azienda e dì richiedere
l’intervento della legge Prodi.
La legge infatti prevede che i
grandi gruppi in crisi possono
chiedere al governo la nomina
di un commissario che ha l’incarico di gestire l’azienda per
un periodo massimo di cinque
anni nei quali dovrà verificare
le possibilità di rilancio economico dell’azienda stessa. In questo periodo i debiti dell’azienda
vengono congelati e nessuno può
chiederne il fallimento.
Per i lavoratori, se il governo
accetterà la proposta, lo spettro del licenziamento è così allontanato di alcuni anni e si ap.prestano ad entrare in im ulteriore lungo periodo di cassa
integrazione. Al termine, se l’azienda sarà risanata continuerà
la produzione oppure verrà dichiarato il fallimento col conseguente licenziamento dei lavoratori. Il provvedimento consente poi ad alcune centinaia di
dipendenti di arrivare al pensionamento senza dover subire
il licenziamento.
Nell’intenzione dell’azienda vi
è quella di conservare per gli
stabilimenti di None un futuro
produttivo limitato però a 600
dipendenti mentre per gli altri
2500 si dovrà trovare nei prossimi anni un’altra sistemazione.
Contrari alla proposta di
commissariamento sono i creditori deirindesit, soprattutto
piccole imprese dell’indotto, che
si vedono congelati i loro ere
PROVINCIA
La nuova
Giunta
Per la prima volta nella sua
storia, la Provincia di Torino ha
una donna come presidente: è
Nicoletta Casiraghi, liberale.
L’ha eletta una coalizione di
cinque partiti (DC, PSI, PRI,
PSDI, PLI) cui si è aggiunto
anche l’esponente del gruppo
« Piemont », martedì 30 luglio.
Vicepresidente è Elio Borgogno
(DC), mentre assessori sono:
Egidio Francisco (PRI): sport,
turismo e cultura ; Gaudenzio
Mussano (PSD: edilizia; Ivan
Grotto (PSD: montagna; Salvatore Scancarello (PSD; personale e assistenza ; Paolo Sibille (DC): istruzione; Emilio
Trovati (PSD: programmazione, finanze, caccia e pesca; Angelo Voyr'on (PSDI): trasporti;
Claudio Bonansea (DO: agricoltura e attività economiche;
Gianfranco Morgando (DO: lavoro, ambiente, informatica.
In conseguenza di questa elezione il sindaco di Bricherasio
Claudio Bonansea ha dovuto
rassegnare le dimissioni da sindaco, ma quasi sicuramente resterà nella giunta, non essendo
incompatibili le cariche di assessore comunale e assessore
provinciale.
diti e che rischiano a loro volta
di dover ridurre drasticamente la loro attività per mancanza di commesse.
Contrari sono anche gli altri
gruppi del settore elettrodomestici che vedono nella possibilità per rindesit di mantenere
l’attività produttiva — sia pure
ridotta — senza dover pagare
gli oneri finanziari derivati dai
debiti passati una concorrenza sleale che rende competitivi i
prodotti Indesit sul mercato.
Per parte sua il sottosegretario al Ministero dell’Industria,
on. Zito, si è dichiarato invece
favorevole alla soluzione che
sarà discussa nel prossimo mese di settembre in sede governativa.
Analogo parere di soddisfazione è stato dato anche dalla Regione e dalla Provincia.
Il problema ora, sottolineano
alla Firn, è quello di vedere chi
sarà nominato commissario :
« Non è possibile che sia un uomo legato alla attuale dirigenza Indesit, dovrà essere un personaggio con notevole esperienza manageriale capace di rilanciare una azienda che comunque
detiene il 5% del mercato europeo degli elettrodomestira ».
L. O.
PUBBLICATO UN OPUSCOLO
La Val Penice
« Questa pubblicazione vuole
essere la testimonianza di una
chiara volontà dì non essere un
’’mondo dei vinti”, ma una reah
tà viva, tenace, pronta alla lotta
per mantenere la sua identità,
la sua dignità, il suo diritto alla vita »: queste parole della presidente della Comunità Montana
Val Penice, Franca Coisson, pubblicate in un opuscolo riccamente illustrato dal titolo La Val
Pellice, illustrano i motivi che
hanno indotto la Comunità Montana ad intraprendere l’iniziativa editoriale. Lo scopo dichiarato è quello dì interessare alla
BIELLA
In ricordo di
fra Dolcino
Il Centro Studi Dolciniani (Ca de
Studi Dossinian) organizza una serie
di manifestazioni per ricordare il pensiero e l'opera di Fra Dolcino. Questo
il programma:
Sabato 31 agosto a Scopa (VC): Alle
ore 21 presso la sala comunale verrà
proiettato l'audiovisivo ■ Sulle tracce
di Fra Dolcino », introduzione di lavo
Burat.
Sabato 14 settembre; Alle ore 8,30
marcia nei luoghi dolciniani con raduno al ponte della Barbiera (Coggiola)
e arrivo alla « Tana del Diau » (Monte
Mazzaro).
Alle ore 21 a Vigliano Biellese presso la Biblioteca Comunale dibattito
sul tema « L'eresia oggi » cui intervengono Giuseppe Platone ('' L'eresia
religiosa''). Luigi Cipriani (''L'eresia
economica ") e Giuliano Martignetti
(''L'eresia antinucleare”).
Domenica 15 settembre a Bocchetta
di Margosio (Trivero - Panoramica Zegna): ore 10: culto con santa cena;
ore 11: salita al monte Mazzaro e
Assemblea della Ca de Studi Dossinian al cippo di Fra Dolcino; ore 13:
pranzo al sacco con appoggio alla cascina del Margosio; nel pomeriggio
canti e danze della montagna.
Per adesioni ed informazioni rivolgersi a Piero Del Mastro, tei. 015/
622463 e Aldo Fappani, tei. 015/703465.
realtà naturale, produttiva, dell’artigianato e della agricoltura,
alla cultura e alla storia della
valle non solo i propri abitanti,
ma anche coloro — e sono tanti — che la scelgono o la potrebbero scegliere per soggiornarvi.
L’opuscolo, realizzato dal gruppo Idea Pubblicità di Pinerolo
e stampato dall’Eurografica di
Luserna, presenta in poche pagine l’insieme deH’attività della
Comunità Montana e dà una breve illustrazione dei paesi e delle
città che ne costituiscono il territorio.
Ottime le fotografie pubblicate
ed i testi che sanno cogliere l’interesse del lettore. Un unico neo:
nella storia viene ricordata la
Val Pellice come sede dei luoghi storici valdesi, ma forse un
cenno al ruolo che la Val Pellice ha avuto nella lotta di liberazione in Italia non avrebbe guastato.
Chi desidera l’opuscolo può rivolgersi alla Comunità Montana
Val Pellice, Piazza Muston 3,
10066 Torre Pellice. G.G.
Comunità Montana
Chisone - Germanasca
Itinerari
PEROSA — Chi vuole fare
escursioni in Val Chisone e in
Val Germanasca può, oggi, usufruire anche di una cartina
prodotta dalla Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca
che presenta 10 itinerari di facile percorrenza nelle due valli.
Gli itinerari descritti da Gian
Vittorio Avendo, Franco Bellion,
Raimondo Genre e Pier Paolo
Massel non dimenticano di far
osservare, oltre alle bellezze naturali, anche episodi di storia locale e di storia valdese. La realizzazione è del gruppo Idea Pubblicità dì Pinerolo e la stampa
dell’Artistica di Savigliano.
La carta può essere richiesta
alla Comunità Montana Valli
Chisone e Germanasca, 10063 Perosa Argentina.
Trovata una bomba
AGAPE-FRALI — Normalmente i campisti che passeggiano
per le montagne di Frali se ne
ritornano ad Agape con dei fiori.
Non è stato così per le nostre
due inglesi del campo lavoro che,
salite ai tredici laghi, hanno fatto ritorno ad Agape via Lago
d’Envie - Indiritti. Appena tornate hanno mostrato, senza rendersi conto del pericolo, una
bomba da mortaio. Dopo averla
rinvenuta sotto al Chapeau d’Envie, pensando vuoi ad un pezzo
d’antiquariato vuoi ad un’arma
giocattolo inoffensiva, hanno
pensato di metterla in un sacchetto di plastica e di mostrare
la scoperta agli altri campisti.
Gli artificieri venuti da Torino
hanno poi fatto esplodere la
bomba con una carica e messo
termine a questa storiella a lieto
fine ma che ci ha tenuti col fiato sospeso per alcune ore. Nella stessa giornata altri ordigni
analoghi sono stati rinvenuti
sulle montagne di Fenestrelle e
di Perosa. Non è inutile invitare
all’attenzione e alla prudenza,
segnalando ai carabinieri il ritrovamento dì ordigni militari
dispersi per le nostre montagne.
• Nello scorso numero sono
saltate alcune righe riguardanti
i danni subiti dal centro ecumenico di Agape ad opera di alcuni
neofascisti che nella notte del
31 luglio hanno rotto alcune vetrate, tagliato i tubi flessibili del
servizio antincendio, effettuato
alcune scritte inneggianti il duce e il passato regime con la
schiuma degli estintori e hanno tentato di incendiare il materiale affìsso sui muri. I danni
si aggirano sul milione di lire.
Mostra del lavoro
PEROSA ARGENTINA — Si è
svolta anche quest’anno, in occasione della tradizionale fiera
di Perosa, la mostra dedicata al
lavoro in montagna. Nelle aule
delle scuole elementari è stata
ricostruita una galleria delle miniere di talco e sono stati esposti numerosi attrezzi usati per
l’estrazione del minerale.
Tra gli stands presenti (oggetti di legno, quadri, rame sbalzato, ceramiche dipinte) non è
mancato il banco della Claudiana, allestito dal gruppo di col
portaggio della chiesa dì Pomaretto con vari collaboratori.
Nell’occasione dell’uscita della
nuova Bibbia TILC, un piccolo
angolo è stato destinato alla presentazione del volume.
Il comitato Pace e Disarmo ha
esposto nel suo banco opuscoli
e manifesti tra cui uno molto
bello sul Nicaragua, suscitando
la disapprovazione degli attuali
amministratori comunali, i quali
hanno giudicato l’esposizione « di
parte » e provocatoria.
Non è piaciuto nemmeno un
cartellone della « Pro Natura »
nel quale si potevano ammirare
le rinsecchite conifere, risultato
della primaverile « Festa degli
alberi ».
Nella palestra della vicina
scuola media, intanto, si poteva
visitare la mostra della Resistenza, organizzata dall’ANPI per
commemorare il 40" anniversario
della Liberazione.
Per i vostri regali... è sempre meglio:
IL CORRIERE DEL SESTRIERE SERVIZIO GIORNALIERO MILANO - TORINO - PINEROLO VALLI CHISONE - PELLICE - GERMANASCA AUTOCARRI TUTTE LE PORTATE PER ITALIA - FRANCIA - SVIZZERA 0)i®RO PORCELLANE, CRISTALLERIE
10063 PEROSA ARGENTINA - VIA ROMA, 33 TEL. (0121) 81242 - 81046 VIA BUNIVA, 52 ■ 10064 PINEROLO ■ TEL. 0121/74194
7
30 agosto 1985
cronaca delle Valli 7
A TARBES INSEGNANTI PROTESTANTI A CONVEGNO
La selezione invisibile
Si è svolto a Tarbes, nei Pirenei francesi, dal 23 al 30 luglio,
]j tradizionale Congresso Latino
che, ogni due anni, riunisce insegnanti protestanti dei paesi dell’Europa "latina”: Francia, Spagna, Portogallo, Belgio, Svizzera
e Italia (con tre partecipanti:
Ethel Bonnet, Franca Co'isson e
chi scrive), ospiti dell’accoglienle Maison St. Paul. Il tema affrontato nelle varie giornate era
di grande attualità: Inserimento
sociale e rispetto delle differenze;
di fatto, ci si è occupati di più
-del secondo aspetto che non del
primo, lasciandolo come prospettiva di riflessione e di impegno.
Il primo intervento di Claude
Seibel, responsabile del servizio
nazionale francese di statistica,
ha confermato — dati e grafici
alia mano — come la selezione
scolastica ancora oggi penalizzi
i r agazzi che provengono da classi sociali basse e non motivate
da una scuola qual è quella di
oggi. In una dettagliata analisi,
ha dimostrato come agisce quel
tipo di selezione detta "invisìbile ' che, ancora più di quella "viribile", colpisce chi è meno favorito; inoltre, si è detto convinto
che. su tempi lunghi, è possibile
•evitare Finsuccesso scolastico, se
I istituzione scuola e, in essa, il
docente prendono coscienza di
questo fenomeno e si modificano
di conseguenza.
L’intervento dello psicopedagogista Miguel Brun, esiliato dall’Uruguay ed ora pastore a Strasburgo dove sta approfondendo
una personale riflessione su una
"teologia del l’esilio”, ha affrontato il problema della trasmissione
del sapere nel rispetto delle differenze, centrando le sue argomentazioni sulla convinzione “laica ' che il rispetto degli altri è
cccidizionato dal rispetto della
propria identità. In un rapido
excursus, ha presentato i vari
modelli di processo di comunicazione di cui anche la scuola si
serve, ne ha esaminato i pregi
ed i limiti ed ha tratteggiato un
ideale modello interattivo "ri
AVVISI ECONOMICI
C..A.SA PANORAMICA libera vicinanze Torre Pellice con appartamento
i stanze e servizi, oltre 300 mq. colerti, terreno circostante 3.000 mq.,
sorgente propria vendasi, telefonare
;H21/91595.
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: teiefono U1000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 1” SETTEMBRE
San Germano Chisone: FARMACIA
TRON - Telef. 58766.
Ferrerò: FARMACIA VALLETTI - Via
Monte Nero, 27 - Tel. 848827.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civilel.
Ambulanza :
C oC'J Verde Pinerolo: 22664,
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva:
tei. 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA r SEnEMBRE
Luserna San Giovanni; FARMACIA
CALETTO - Via Roma 7 - Telefono
909031.
Ambulanza :
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.996.
spettoso” dell’altro, pur dovendo
trasmettergli dei contenuti che,
inevitabilmente, lo modificano.
Il richiamo alle teorie di Rogers
e di Erikson era evidente e non
privo di implicazioni sul piano
operativo scolastico e della formazione del personale.
Un momento molto stimolante del congresso è stato quello
in cui un "altro” rispetto ai presenti, e cioè un musulmano, ha
potuto esprimere in che modo
riesce a vivere la sua fede in
una terra — la Francia — che
non è la sua e svolgere una funzione come quella di psicologo
in un ospedale francese. La modalità di approccio al problema
è stata ricca di suggestioni, potendo venire a conoscenza dell’islamismo da parte di chi lo
pratica (o avrebbe desiderio di
farlo), e non già attraverso il
filtro della nostra cultura.
Anche gli italiani, i portoghesi,
gli spagnoli e gli svizzeri, con
appositi interventi più o meno
articolati ed ampi, hanno affrontato il tema delle differenze —
etniche, religiose, linguistiche —
e indicate, se esistenti, le soluzioni proposte e approntate dalla scuola nei singoli paesi.
Ci sono poi stati due momenti
in cui il gruppo degli oltre sessanta congressisti ha potuto meglio amalgamarsi e conoscersi,
cioè durante le gite al Circle de
Gavarnie, un immenso anfiteatro
glaciale negli Alti Pirenei con cascate e nevai ed attrezzato con
asinelli per le escursioni nei dintorni, ed al paese di Osse-enAspe, un avamposto protestante
nel sud della Francia con molte
affinità con le vicende storiche
delle nostre Valli.
L’appuntamento è fra due anni, in Portogallo, per parlare di
"educazione e crisi”, nella speranza che la rappresentanza italiana sia più nutrita per incontri
comunque stimolanti e vivaci
nelle idee e nel dibattito.
Roberto Eynard
Oltre un milione di clandestini
(segue da pag. 1)
presentando il problema e chiedendo ai parlamentari di svolgere il loro mandato di legislatori ».
Nonostante le difficoltà dovute alla sitùazione di clandestinità cui sono costretti i lavoratori
immigrati, il Servizio della FCEI
ha inoltre stabilito rapporti con
gruppi di essi, con le loro associazioni, specie cogli eritrei, i senegalesi, i mauriziani. « Ma non
è sempre facile ».
Il Servizio migranti continua
il suo lavoro ed in vista dell’Assemblea della FCEI che si terrà
a fine ottobre a Palermo sta organizzando un incontro tra le
chiese ed opere che si terrà ad
Ecumene il 12 e 13 ottobre prossimo per fare il punto sulle esperienze realizzate. Sta inoltre pre
parando una mostra fotografica,
curata dal fotografo imeo Brouwer, che sarà a disposizione delle chiese dal prossimo novembre (richiederla alla FCEI - Roma).
Tra le comunità che hanno deciso di prendere sul serio la sfida delia presenza dei lavoratori
clandestini nel nostro paese vi
è la chiesa valdese di Catania.
« Dopo il 17 febbraio la comunità ha iniziato un lavoro di alfabetizzazione in italiano di emigrati eritrei, ma nel mese di giu
gno di quest’anno — racconta
Paolo Naso, segretario della Egei
e membro del Servizio migranti
— c’è stato un provvedimento
della polizia di espulsione di
100 senegalesi dalla città. Si tratta di lavoratori, commercianti
ambulanti, che avevano dato fastidio ad altri ambulanti e commercianti che ne avevano chiesto l’allontanamento con argomenti razzisti. La chiesa valdese
è riuscita ad organizzare una rete di solidarietà che ha coinvolto sindacati, parrocchie cattoliche, partiti politici, associazioni
di volontariato, che ha impedito
l’esecuzione del provvedimento
di polizia. Il provvedimento non
è stato revocato, ma la chiesa
ha offerto ospitalità a 54 senegalesi. Una ospitalità ’non legale'
ma tollerata per il momento ».
Un’azione concreta nell’emergenza, ma oggi si pone la necessità di azioni più incisive per
favorire la nascita di una cultura che accetti questi lavoratori
con i loro diritti e che impedisca il crescere di manifestazioni razziste. E poi il problema,
che comincia ad emergere, della seconda generazione dei migranti. Problemi aperti di cui si
discuterà ancora al Sinodo e alTAssemblea della Fcei, alla fine
di ottobre.
Giorgio Cardio!
Compro vendo restauro mobili d*epoca
Sgombero locali
Dei 6I0RD0 ITOLO
Laborat.: TORRE PELLICE (To)
Via Arnaud, 1 - Tel. (0121) 91.430
(S
Orsello
Elmo
I programmi di
RADIO BECKWITH
Radio Beckwith F. M. 91.200, in fase
di rilancio, comunica i programmi per
il periodo estivo e ricorda che dal
mese di agosto è stato aperto un
Conto corrente postale intestato al
suo presidente Attilio Sibille col numero: 24484107; esistono in circolazione dei moduli prestampati oppure
bisogna indicare nell'apposito spazio
per la causale del versamento « offerta pro Radio Beckwith ».
Le trasmissioni iniziano ogni giorno
alle 14 e la domenica alle 10.
Programmi a partire da venerdì 23
agosto:
Venerdì:
14.30 Cineocchio (spettacoli), 15,30 Remember, 16,30 Alle valli, 17,30 Classicamente, 19,30 Grünen (ecologia e
agricoltura), 21 Musiche a confronto,
22 All thè jazz.
Sabato:
15 Grünen (R), 19,30 Incontro con
T.E.V., 20 Sette ottavi, 21 Musiche
a confronto.
Domenica:
11.30 Culto evangelico, 12 'Il Carnet,
12.30 Fra le righe (dentro a una notizia), 17 Folkin’ (R), 18,45 iRallegriamoci nel Signore, a cura della chiesa
pentecostale, 21 Musiche a confronto.
Lunedì:
15 Alle valli (R), 15,30 Remember (revival), 16,15 Bimbolandia, 17,30 Classicamente (ascolto guidato di un’opera; in
agosto le Nozze di Figaro), 18,45 Fra
le righe (R), 21 Musiche a confronto,
22 E mi charrtu (Folk dal mondo).
Martedì:
15 Nero su bianco (invito alla lettura) (R), 16,15 Sette ottavi (ascolto guidato del pop, jazz, rock dei primi anni ’70), 17,30 A confronto (R), 18,45
Bla, bla, bla... (quattro chiacchiere
con...), 21 'Musiche a confronto, 22
All thè jazz.
Mercoledì:
15 A confronto (G. Tourn: La revoca
deH’Editto di Nantes), 15,30 Remember, 17,30 Classicamente (il flauto),
18,15 Folkin' (concerti, interviste, dischi dal folk internazionale), 19,30 Culto evangelico, 22 All thè jazz.
Giovedì:
15 Bla, bla, bla (R), 15,30 E mi chantu (R), 16,30 Nero su bianco (invito
alla lettura), 17,30 All thè jazz, 19,30
Cineocchio (viaggio semiserio nel mondo del cinema), 20 Made in Italy.
Notiziari; ogni giorno alle 14,30 il
Carnet di Mr Beckwith edizione locale:
ogni giorno alle 18,30 il Carnet ed.
nazionale.
Oggi
e domani
Segnalazioni
TECNICO RISCALDAMENTO
AUTOMATISMI CANCELLI
SERRANDE NEGOZI
Via Moffa di Lisio, 17 - PINEROLO - Tel. 0121/78377
LUSERNA SAN GIOVANNI — Il 2 -3
settembre si terrà all'Albergo Ristorante Giardino di Luserna Alta un seminario di studio sul tempo prolungato.
Il seminario è rivolto agli insegnanti delle scuole elementari e medie
del comprensorio pinerolese.
Relazioni a cura di Bartolomeo Viroglio, Liliana Rasetti, Silvio Veglino.
Per adesioni e informazioni telefonare alla CISL Scuola, Pinerolo, 0121/
74106.
Amnesty International "
TORRE PELLICE — A Radio Beckwith (F.M. 91,200) lunedì 2 settembre, ore 18,45, programma autogestito
dal Gruppo « Val Pellice » di Amnesty
International: Messaggio di Elena Corsani Ravazzini.
PINEROLO — Nell’ambito della Mostra dell'Artigianato Amnesty Intertvational„ a cura del Gruppo « Val Pellice », espone testimonianze delle violazioni dei diritti dell'uomo (31 agosto - 8 settembre).
RINGRAZIAMENTO
La famiglia del compianto
Attilio Frache
profondamente commossa dairaiTeito
tributato al loro caro, ringrazia tutti
coloro che hanno partecipato al suo
dolore. Un ringraziamento particolare
al gruppo ANA di Villar Pellice.
vaiar Pellice, 30 agosto 1985.
RINGRAZIAMENTO
« Io ho pazientemente aspettato VEterno ed egli s’è inclinato
a me ed ha ascoltato il mio
grido »
(Salmo 40: 1)
I familiari della compianta
Maria Michelin
Ved. Bonjour
profondamente commossi per la grande dimostrazione di stima e di affetto
tributata alla loro cara, ringraziano
sentitamente i dottori ed il personale
dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice,
i pastori Bellion, Pons, Pasquet, Zotta
e tutte le persone che con presenza o
scritti hanno preso parte al loro dolore.
Bobbio Pellice, 22 agosto 1985.
« UEterno è il mio cantóco »
(Is. 12: 2)
II 29 luglio 1985 il Signore ha richiamato a Sé :
Maria Bianca Coisson
nata Brofferio
Le figlie Paola, Gemma, Luisa e Giovanna, con i mariti e i figli, la sorella
Anna Maria, i nipoti e i parenti tutti
la ricordano a quanti le vollero bene.
RINGRAZIAMENTO
« UEterno ha dato, VEterno ha
tolto; sia benedetto il nome delVEterno »
(Giobbe 1: 21)
Le famiglie Pretto, Buriini e Rossetti, neU’impossibilità di farlo singolarmente ringraziano di cuore quanti
hanno voluto esprimere a voce o con
altro mezzo, la loro simpatia <e solidarietà cristiana per la promozione e la
gloria celeste della amata
Elisa Pretto in Buriini
Torre Pellice, 26 agosto 1985.
RINGRAZIAMENTO
(( lo ho pazientemente aspettato
VEterno, ed egli si è inclinato
a me ed ha ascoltato il mio
grido y>
(Salmo 40: 1)
I familiari di
Onorina CrilJ vedova Grill
ringraziano quanti sono stati loro vicino in questo momento di dolore e in
particolare tutta l’équipe dell’ospedale
valdese di Pomaretto, le signore Alma
Menusan e Èva Grill, i pastori Ermanno Genre e Erika Tomassone.
Proli, 30 luglio 1985
RINGRAZIAMENTO
« Venite a me voi tutti che siete travagliati ed aggravati e io
vi darò riposo ».
I familiari di
Stefano Filippo Baud
ringraziano tutte le persone che hanno preso parte al loro dolore per l’improvvisa scomparsa del loro caro. Un
grazie particolare al pastore Ermanno
Genre e signora.
Prati, 30 luglio 1985.
RINGRAZIAMENTO
<( Non temere perché io Vho riscattato^ Pho chiamato per nome; tu sei mio »
(Isaia 43: 1)
I familiari del caro
Sergio Ribet
commossi per la grande dimostrazione
dì affetto e di stima tributata durante
la malattia e nel momento della sepa
razione dal loro congiunto, ìmpossì
bilitatì a farlo personalmente, ringra
ziano sentitamente i meravigliosi vicini di casa, ex vicini di casa e amici
che si sono stretti intorno a loro e li
hanno aiutati in questo triste momento.
Un grazie particolare al pastore Renato Coisson, a Dario Tron, a Elena
Vigliano e alla Chiesa evangelica di
Torino, a Olga Ribet. Ringraziano altresì i compagni dì lavoro dì Sergio,
gli alunni e le colleghe della moglie, gli
amici e i compagni dì scuola dei figli,
la Banda Musicale, J'AVIS, il Sindaco
e rAmminìstrazione comunale, i pomarìnì tutti e quelli che hanno voluto dimostrare la loro solidarietà fraterna e
la loro simpatia con aiuti finanziari,
morali, con fiori, con scritti e la partecipazione ai funerali.
Pomaretto, 25 luglio 1985,
8
8 ecumenismo
30 agosto 1985
L’ANNUALE SESSIONE DEL SAE
MISSIONE ZIGANA DI FRANCIA
Etica
ed impegno ecumenico
Nelle carceri
francesi
Si è conclusa una settimana di
lavoro con un ritmo incalzante,
animata e diretta da un’équipe
di veri esperti protestanti e cattolici.
Il tema è stato: « Questione
etica e impegno ecumenico delle
chiese », problema oggi quanto
mai attuale e stimolante all'interno delle chiese nonché nel
mondo laico.
I partecipanti sono stati circa
500, un centinaio dei quali protestanti, con un ruolo molto
grande.
La sessione si è snodata su tre
momenti basilari:
a) Una relazione introduttiva
sulla situazione italiana in fatto
di eticità, dopodiché si è passati
alle tre relazioni sulla “Fondazione biblico-teologica dell’etica".
jll teologo Bruno Forte — che
si è fatto sentire in modo particolare al Convegno di Loreto —
ha centrato la sua relazione su
una dimensione trinitaria.
L’etica cristiana come etica trinitaria. La creazione come storia
trinitaria. L’uomo nuovo immagine del Dio trinitario. L’eucaristia evento della trinità. La chiesa icona della trinità. Il futuro:
la Patria trinitaria. Concludendo
ha dato delle direttrici per una
morale della speranza nella provvisorietà.
II past. R. Bertalot e l’ortodosso Valdman, hanno sottolineato
il fondamento etico nel Dio trinitario che nella croce di Cristo
parla agli uomini.
La vita in Cristo comporta per
ogni cristiano la nuova nascita
battesimale in virtù della quale
è chiamato a produrre le opere
dello spirito che caratterizzano
l’uomo nuovo che nell’attesa del
Regno dovrà vivere in una continua conversione alla Parola di
Dio.
In diverse occasioni si è insistito sulla dimensione comunitaria dell'etica, richiamando tutte
le chiese a passare per prime
nel Giordano, giacché in tanti
momenti della storia hanno avallato scelte e decisioni contrarie all’evangelo. I credenti inoltre sono chiamati a confrontarsi con altre etiche laiche e a
camminare insieme ad esse là
dove gli ideali di giustizia, pace
e fratellanza fra gli uomini, coincidono.
b) Un momento molto forte
spiritualmente è stato costituito
dalle meditazioni del mattino,
nelle quali abbiamo potuto sentire persone come Mirirjam V.
Ben Horin, psichiatra, una credente ebraica di rare doti umane
che ci ha commentato "Le Tavole deH’Alleanza’’ con grande originalità. Sono stati ascoltati con
grande interesse la nota teologa
cattolica Adriana Zarri e il nostro
Daniele Garrone che ha commentato il testo di Matteo 5: 17-20.
Mons. Pietro Giachetti, vescovo di Pinerolo, che ha partecipato alla sessione a titolo personale, ha presieduto l’eucaristia
cattolica del primo giorno.
Il Prof. S. Rostagno ha invece presieduto il nostro culto
evangelico che è stato seguito
da tutti i cattolici con grande
partecipazione.
c) 11 punto focale della sessione è costituito dai gruppi di
lavoro in cui ogni singolo parte
cipante è coinvolto in prima persona. I dodici gruppi riguardavano una rosa di temi: “Radici ebraiche dell’etica”, “La sessualità in un’etica di relazione", “Ecologia”...
Tre brevi spunti per dare una
idea del discorso che si fa all’interno di queste sezioni: 1) Il
gruppo dei “Mass media" che aveva come relatore il noto vaticanista G. Zizola — autore di un
coraggioso libro, “La restaurazione di Wojtyla” (giugno ’85, Laterza) — ha prodotto una mozione contenente una ferma protesta contro il giornale cattolico
“L’Avvenire" che contrariamente
agli altri anni non ha voluto
pubblicare i comunicati stampa
che il collaboratore ha mandato.
Ormai Tecumenismo della Mendola è arrivato ad ima maturità
che preoccupa Ratzinger, infatti
la presidente prof. Maria Vingiani è stata chiamata all’ex S.
Uffizio. 2) Molto interessante la
mozione approvata alTunanimità
dalTassemblea, proveniente dal
gruppo dei Diritti deH’uomo,
contro l’apartheid. Da notare il
fatto che quando il relatore di
questo gruppo, past. L. Deodato,
nella relazione finale parlando
dei debiti dei paesi del terzo
mondo, ha prospettato un futuro giubileo nel quale sono cancellati i debiti dei poveri, avallando così la tesi di Fidel Castro,
è scoppiato spontaneo un generale battimano.
3) Ancora più avanzata sembra
la proposta proveniente dal gruppo “Il Cristiano di fronte allo
Stato e al potere politico", che
ha avuto come relatore il senatore della sinistra indipendente
M. Gozzini, sul diritto di non
avvalersi dell’insegnamento religioso confessionale nella scuola
e sul diritto di non contribuire
al sostentamento del clero cattolico...
Protagonista della sessione è
stata “La Bibbia” nella recente traduzione interconfessionale, frutto del dialogo ecumenico delTultimo ventennio che, diretto dal SAE, costituisce forse
il momento più qualificante e serio di tutta l’Europa. Di fronte
a questa realtà ecumenica laica
e interconfessionale che vede
protestanti e cattolici in dialogo
alla “pari", gli evangelici italiani
si trovano davanti una sfida a
cui devono dare una risposta seria, perché lo Spirito Santo, oggi, apre una nuova porta.
Teodoro Fani» y Cortés
Chi conosce la vita dello zigano sa molto bene che la secolare
esistenza errabonda lo porta a rifiutare ogni forma di vita sedentaria; infatti nei paesi come la
Russia dove si è proceduto ad
una politica di sedentarizzazione
si è reso un pessimo servizio alla cultura zigana e si è fatto violenza ad un modo di vivere diverso dal nostro; lo zigano infatti vive accanto alla sua “roulotte" per i lavori di artigianato,
consuma i suoi pasti all’aperto
perché vuole vivere a contatto
con la natura; ne consegue che
la condanna d’uno zigano alla
prigione, entro quattro mura, è
molto più pesante sotto il profilo psicologico e umano. Infatti
la sua sofferenza è maggiore di
quella di un "gagé”, cioè d’un
non zigano, sia per la sua avversione alla vita sedentaria sia perché è normalmente analfabeta e
quindi privato d’un bene che
rende meno monotona la vita
carceraria. Recentemente un giudice, conoscendo i miei interessi
per quel popolo, mi dava la notizia che due giovani zingari erano stati assolti perché riconosciuti innocenti; la notizia mi
rallegrava non solo per la loro
innocenza, ma soprattutto perché la condanna sarebbe stata
"4- Echi dal mondo
cristiano
a cura di CLAUDIO PASQUET
• L'Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo n. 175.
Direttore responsabile
FRANCO GIAMPICCOLI
Stampa: Cooperativa Tipografica Subalpina - Torre Pellice (Torino).
Sud Africa:
deportazioni forzate
(SOEPI) — Più di 300 mila
neri sono stati deportati all’interno del Sud Africa dal 1981 ad
oggi © un altro milione di essi
rischia di subire lo stesso trattamento da parte del governo
bianco razzista e minoritario.
Le deportazioni vengono effettuate spostando i sudafricani
neri nelle riserve etniche (ho-,
melands) create dal governo
sudafricano. Queste riserve sono dei veri e propri stati fantoccio ai quali il governo sudafricano dichiara di aver garantito Tindipendenza, ma nei fatti
sono dei « parcheggi » nei quali
si spera di concentrare la maggior parte dei neri dove, pur
continuando ad essere controllati, non potrebbero chiedere di
essere riconosciuti quali cittadini del Sud Africa in quanto
« cittadini » di un altre stato.
Era comunque
Pasqua
(L’Actualité religieuse) — Sabato 13 aprile la televisione sovietica ha mandato in onda un
bel programma di varietà internazionale, poi invece di chiudere, come di consueto, le trasmissioni alle ore 23 essa ha
presentato un programma con
la cantante più famosa del paese. Altro fatto strano: quella
stessa sera molte discoteche di
Mosca sono rimaste aperte tutta
la notte, così pure molte sale di
spettacolo ed in programma
c’erano soprattutto musiche
rock apprezzate in modo particolare dai giovani sovietici. Uno
straniero che si fosse chiesto
il perché della cosa non avrebbe saputo rispondere, il calen
dario non indicava alcuna festi-i
vita in quei giorni. Nello stesso
modo lo straniero si sarebbe
sorpreso di veder pubblicati nei
giornali moscoviti dei percorsi
stradali alternativi per evitare
in quel week-end le strade attorno ai cimiteri ed alle chiese che
sarebbero state intasate di traffico. Lo straniero si sarebbe stupito, ma non il cittadino soviet
tico, nonostante i calendari ufficiali non lo dicessero tutti lo
sapevano: era Pasqua. La Pasqua eh© la chiesa ortodossa avrebbe festeggiato domenica 14
aprile.
Comunque fin dalla prima se-,
ra, le circa 40 chiese ortodosse
aperte al culto in Mosca, erano
strapiene, i ritardatari dovevano
aspettare che un pop© uscisse
fin sul marciapiede per annunciare anche a loro la buona novella di Pasqua: Cristo è risorto.
E nonostante la televisione, i
cinema e i concerti rock molti
erano i giovani. Nonostante anche i cordoni di polizia posti attorno alle chiese « per proteggere i credenti da atti di teppismo » (sic), nonostante tutto
molti erano lì guidati dalla fe-i
de. Comprendiamo quindi l’inquietudine della « Pravda » che
recentemente denunciava « Tinfiuenza crescente delle comunità
religiose che hanno modernizzato i loro dogmi... per farsi
comprendere dalle nuove gene-,
razioni ».
Gli anglicani avranno
donne sacerdoti
(ADISTA) — Secondo una recente dichiarazione rilasciata in
Australia dalTarcivescovo di
Canterbury Robert Runci© « il
movimento dello spirito va verso l’ordinazione delle donne
nelle chiese ». Egli ha aggiunto
che pur essendo la tradizione
della chiesa contraria finora all’ordinazione femminile essa
non ha mai insistito sulla ma-,
scolinità del sacerdozio bensì
sulla sua umanità, ora non si
potrebbe più pensare ad un sacerdozio umano che escluda metà umanità dalTordinazione.
La guerra che non
interessa nessuno
(Mondo e Missione) — Nel
numero di luglio del giornale
cattolico Mondo e Missione abbiamo trovato alcune cifre sul
conflitto Iran-Iraq. Le riportiamo senza commento, non ve n’è
bisogno:
IRAN
Esercito:
3 divisioni corazzate; 200,000
uomini;
4 divisioni di fanteria;
3 battaglioni di missili.
Aviazione:
70 aerei (F-4 Phantom, P 5, P
14 Torneati; 35.000 uomini.
Marina;
4 fregate, 3 cacciatorpediniere,
44 unità leggere; 200.000 uomini.
IRAQ
Esercito:
6 divisioni corazzate e 4 meccanizzate;
6 divisioni fanteria da montagna;
45.000 uomini.
Aviazione:
300 aerei (Mirage FI; Mig 25 e
21); 60 elicotteri; 40.000 uomini.
Marina:
1 fregata; 5 navi pattuglia; 31
unità leggere.
A questi vanno aggiunti un
milione di altri uomini tra
« guardiani della rivoluzione »,
milizie irregolari, giovani volontari (spesso usati come forza di
urto o per spianare i campi minati) (Iran).
Per l’Iraq vanno aggiunti circa 30.000 volontari egiziani, arabi e qualche migliaio di consiglieri tecnici sovietici ed est-europei.
Questa guerra dura da oltre
50 mesi, i morti superano i 600
mila e i feriti sono più di un
milione. Il costo di questa guerra è valutato intorno ai 2.100 miliardi al giorno (1.400 per l’Iraq;
700 per l’Iran).
doppiamente pesante per i motivi qui sopra addotti.
Grazie ai buoni rapporti del
movimento evangelico zigano con
la Federazione delle Chiese Protestanti riformate di Francia, gli
zigani hanno potuto fruire di
due “cappellani” nomadi per la
missione nelle carceri. Infatti
dallo scorso anno 250 carcerati
di settanta prigioni diverse sono
stati visitati da due predicatori
zigani; duecentocinquanta Bibbie e molti opuscoli sono stati
distribuiti; mentre i Pastori
francesi accentuano maggiormente l’aspetto sociale, umano in relazione alla diversa condizione
dei carcerati, gli zigani insistono
soprattutto sul piano spirituale
e sulla preghiera perché la potenza dello Spirito operi per la
reale riabilitazione del carcerato.
Ho incontrato lo scorso anno
uno dei "cappellani” zigani che
mi ha inviato queste notizie ed
ho ammirato lo zelo con cui
compie la sua missione non solo
per il suo popolo ma anche per
i "gagé".
Puitroppo, mi ricordava l’amico zigano, ci sono difficoltà notevoli per la cura spirituale; innanzitutto l’enorme dispersione
degli zingari nel territorio francese; sarebbe auspicabile concentrare i detenuti in determinati luoghi per facilitare la
missione dei predicatori; inoltre
occorrerebbe tenere conto delle
zone maggiormente frequentate
dagli zigani per consentire un
rapporto più frequente con le
famiglie con le quali si sentono
sempre molto uniti; la missione
zigana propone anche alle autorità dei corsi di alfabetizzazione
per i numerosi analfabeti zigani.
Per realizzare questi progetti i
predicatori zigani hanno creato
una sede sociale a Chatenois m
vista di una migliore organizz:;zione del lavoro e per meglio
affrontare le difficoltà che s'iiv
contrano con le varie direzion'
delle carceri, specialmente per
l’evangelizzazione dei prigionieri.
Le lettere inviate da alcuni
carcerati zigani "alfabetizzati’’
sono commoventi: uno zigano
ringrazia perché è stato liberato
dal dramma della disperazione
grazie all’assistenza spirituale del
Pastore zigano; un altro scrive
di essere felice di poter leggere
ad alta voce la Bibbia anche ai
suoi compagni non zigani con i
quali ha stabilito rapporti di vera amicizia. Un altro ancora scrive: vivo gli ultimi mesi di carcerazione nella gioiosa attesa di
ricevere il Battesimo per poter
testimoniare apertamente di Gesù Cristo che m’ha dato la vera
libertà.
Gustavo Bouchard
SPECIALE
SINODO
Il n. 34 datato 6 settembre
del giornale avrà 16 pagine e
sarà interamente dedicato ai
lavori del Sinodo e comprenderà il testo della predicazione di apertura, resoconti dei
principali dibattiti © interviste
degli ospiti.
Una copia lire 1.000. Sconto
40"/o per ordini superiori a 10
copie. Prenotazioni entro il 30
agosto al n. 011/655278 oppure presso la Tipografìa al n.
0121/91334.