1
Anto vii — N. 9. II SERIE 15 Mactoio 1858.
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA BVANGELFZZAZIONE ITALIANA
'xAAAfX^^VWv-
Seguendo la verità aeUà carità. — Ef es. VI. 15.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE Í LE ASSOCIAZIONI SI RICEVONO
Per lo Stato [franco a destinazione]____£. 3 00 S In Torino airuffizio del Giornale, via del Prìncipe
Per la Svinerà e Francia, id........... „ 4 25 ! Tommaso dietro il Tempio Valdese.
Per r Inghilterra, Id................... „ 5 60 ^ Nelle Provincie presso tutti gli Uffiij postali per
Per la Germania id................... „ 5 50 ? mezzo di Vaglia, che dovranno essere inviati
Non si ricevoao associazioni per meno di un anno. < franco al Direttore della Dconà Novella.
Annesterò, a’ seguenti indirizzi : Parigi, dalla libreria C. Meynieis, me Rivoli :
Ginevra, dal signor E. Beroud libraio; Inghilterra per mezzo di franco-bolli
ingleai spediti franco al Direttore della Buona Novella. *
SOMMARIO
Corruzione del Culto III. — Un confessore della Fede nelle Indie. — Reso-conto delle operazioni,
della Società di Previdenza per T inverno, durante l’esercizio 1856-1857. — Corrispondenza -della
B. NoveUa. — Annunzii. — Avviso.
CORRUZIONE DEL CULTO.
Ili
Nella chiesa latina, il culto delle imagini, fino al secolo viti, non
fu che un abuso privato, crescente bensì ma riprovato daU’autorità ;
nella greca s’introdusse primieramente, non però senza forte opposizione. ■ •
Un vescovo di Marsiglia per nome Sereno, il quale vìveva nel vii
secolo, accorgendosi come le figure dipinte nei tempj diventavano
oggetti dì superstiziosa adorazione le fece cancellare nella sua diocesi.
Il Papa Gregorio detto il grande, il quale non voleva imagini se
non quali mezzi d’istruzione e di più fervida adorazione a Dio, loda
lo zelo di quel vescovo intento a conservare il culto vero ed integro
“ zelum vos nc quid manu factum adoravi posset Imbuisse Imidavimus Egli biasima soltanto il modo troppo assoluto di escludere
affatto l’uso dì figure idonee ad isstruire gli ignoranti.
Nel secolo 8°, l’impero d’Orìente fu fortemente agitato per questa
controversia. Gli imperatori vi presero parte viva ed abusarono della
loro }X)ssanza, or in im senso, or nell’altro. Leone s’adoprò a far cessare
2
l’abuso ; Irene l’imperatrice riuscì poi a stabilirlo legalmente. Il sinodo del 754 proscrive ogni qualunque imagine dai templi, e proibisce di dipingerne sotto pena di scomunica per laici e frati, e di
destituzione pei preti. Il sinodo di Nicea provocato dal partito vinto
riesce a decretare la ristorazione delle imagini ; e ciò che più dimostra l’idolatria nella venerazione resa alle medesime, sono precisamente i miracoli loro attribuiti, e con solennità recitati a guisa di
argomenti (787).
Mentre in Oriente, sotto l’influenza deU’imperatrice Irene, un Concilio decretava l’adorazione delle imagini, nell’Occidente, in Francia,
l’imperatore Carlomagno, coll’ajuto dei teologi, specialmente del dotto
Alenino, ne scriveva una confutazione. Carlomagno non aw^ersa le
imagini ad uso di ornamento o d’istruzione, ma non ammette che
sieno necessarie per rammentare Dio al fedele: Iddio non deve, dice
egli, essere adorato o ricercato in imagini materiali, ma deve essere
tenuto di continuo in un cuore purissimo. Non pago di avere scritto
il suo libro, Carlo convoca un Concilio a Francoforte e vi fa condannare l’articolo di quello di Nicea.
E per chi tiene il pa]ia? pel Concilio di Nicea o per quello di Francoforte? Il papa Adriano lungi dall’adottare la dottrina di Gregorio,
scrive a Carlomagno a favore del culto delle imagini, ad “ incredulorum satisfactionem et directionem francoruni
Del rimanente, sembra che coloro i quali ripugnavano dall’idolatria
su questo punto non ne erano più esenti in altri, come sull’adoriizione di Maria e dei santi. Quel medesimo Concilio di Costantinopoli
che proibiva eziandio di fare ogni qualimque pittura, pronuncia anatema contro a coloro chc non vogliono riconoscere la Vergine Maria
come madre di Dio elevata al disopra di ogni creatura, nè ricorrere
alla di lei intercessione nè a quella dei santi. Probabilmente quel
decreto veniva fatto coll’intenzione di respingere l’accusa di mancanza di venerazione pei santi dei quali non volevano le imagini.
Carlomagno medesimo non confonde la venerazione dei santi con
quella delle imagini ; egli non conosce abbastanza l’eíñcacia dell’unica
mediazione di Cristo per non ammettere ancora dell’altre ; tuttavia egli dice che Dio solo deve essere adorato, che i martiri ed i
santi debbono essere venerati anziché adorati.
Nel secolo nono ebbe luogo per la prima volta, la canonizzazione :
nuova specie di apoteosi che s’introduco nel cristianesimo ! (880) Si
crede però che Alessandro III è quello che ha decretato quell’uso,
ordinando che niuno più fosse riconosciuto santo se primieramente
non è dichiarato tale dal papa.
P. G.
3
UN CONFESSORE DELLA FEDE NELLE INDIE
Gl’interessanti dettagli che seguono, sono tolti da una lettera del celebre dottore DuiF, missionario nelle Indie, e ben conosciuto da molti lettori
della Buona Novella. In quella lettera scritta da Calcutta li 6 novem. p. p.
e riferita da varii giornali inglesi, il dottore Duif, oltre varii particolari di
un’alto e mesto interesse succeduti in Delhi e relativi ad alcuni martiri
nativi, dà i seguenti ragguagli intorno a tiopi-Nath-Nuudi nativo, ordinato
ministro, appartenente alla Missione Presbiteriana d’America, e residente a
Futtehpore, fino allo scoppio deU'ammutinamento.
“ Ai 24 di maggio l’orizzonte pareva così minaccioso che il Magistrato
di Futtehpore consigliava tutte le signore europee e le donne cristiane native
di lasciare quella stazione per recarsi ad jVllahabad. Gopi-Nath, stimando
suo dovere di conformarsi a quel consiglio, si avviava colla sua moglie e la
sua famiglia insieme colle mogli e figli dei nativi convertiti verso quella città,
coll’intcnziono di tornare al suo posto appena li avrebbe visti riparati nella
fortezza.
“Nel raggiungere Allahabad (vi pervenne la mattina stessa del giorno
in cui scoppiava quivi l’ammutinamento) egli preso possesso di una delle
caso della Missione sulla riva della Giumna, alla distanza di circa tre miglia
dalla citta.
“ Da quella casa, che appartiene al signor Omen, nella sera del giorno
fatalo, ossi furono impauriti dal chiarore dell'incendio che si vedeva nei
cantonamenti, e dal rumor confuso, quantunque ancora un poco lontano,
delle moltitudini furibonde, mischiato alle scariche della fanteria. Non potevano dubitare quale ne fosse la cagione. Separati dal Forte e privi di ogni
comunicazione cogli Europei, dopo cinque o sei ore di terribile aspettazione,
rieolvettero di provarsi a traversare la Giumna prima dell’alba del giorno
veniente c di proseguire quindi il viaggio per terra fino a Mirzapore, alla
distanza di circa sessanta miglia.
“ Essi raggiunsero la riva opposta del fiume in sul far del giorno e si
avviarono a piedi verso Mirzapore. La comitiva componevasi di Gopi-Nath,
sua moglie, due figli il maggiore dei quali d’età di setto od otto anni, ed il
minore d’età di circa sci anni, e di un faneiuUino alla mammella che naturalmente .si doveva portare, i loro domestici, nonostante promessa di ampia
mercede, avendo ricusato di seguirli. Dopo qualche miglio di cammino (il
sole d’estate, sotto un cielo di bronzo senza una nuvola, piombando sopra loro
con un’ardore di fornace) i loro piedi già impiagati ricusarono di portarli
più innanzi, cd essi si lasciarono cadere languenti ed esausti. “ Allora,
dice Gopi-Nath in ima terribile alternativa, e non sapendo a che partito
appigliarci, alzammo i nostri cuori a Colui che sempre è pronto ad ascoltare
4
ed esaudire le suppliche del suo popolo credente,” Nè invano si confidarono
in Lui. Mentre erano in preghiera, giunse un carro vuoto che faceva ritorno
sopra quella via, ed U conducente, per un prez*o ragionevole, acconsentì di
tra.sportarli per poche miglia. H carrettiere, raggiunta la distanza convenuta,
li depose in un campo aperto. Alla loro gran-sorpresa, essi furono circondati
dai contadini del vicinato armati di bastoni impiombati, di spade e fucili, minacciando di rubarli e di ucciderli all’istante. Di nuovo essi alzarono a Dio le
loro anime in ferventi supplicazioni ; e di nuovo il Signore s’interpose per la
loro liberazione. Lo Zemindar (Feudatario) del luogo, un indiano, si presentò
inaspettatamente ed appunto in tempo. Gopi-Nath confessò che egli e la sua
famiglia erano Cristiani, e che la loro fiducia era nel Dio di questi. Lo Zeniindar (più intelligente della plebaglia armata) avendo maggior conoscenza
delle risorse del Governo Britannico, e temendo un giusto gastigo, persuase
quella gentaglia di lasciar andare incolume la sua preda. Anzi egli procurò
loro il servizio di un carrettiere, il quale^ per una modica mercede, acconsentì di trasportare i fuggitivi a Mirzapore. In quel giorno essi fecero poca
strada; alla notte trovarono asilo presso un Bramino il quale, quantunque
si professasse il loro amico, fu sentito palesando il disegno di metterli a
morte ; ma andò fallito il suo proponimento per essersi loro tenuti svegli
tutta la notte. La mattina seguente si avvidero che il loro carrettiere se
n’era fuggito; ed essi dovettero esser testimonj di alcune atrocità rivoltanti.
Al terzo giorno soltanto essi ripresero il loro viaggio; ma non appena partiti,
furono a^ediati da una banda di furfanti. Gopi, però, non fece segreto del
suo cristianesimo. Essi dovettero perdere ogni cosa che avessero, ma salvarono la loro vita, fuggendo mentre i malandrini si disputavano il bottino.
Incapaci di raggiungere Mirzapore, essi retrocessero verso Allahabad.
Sbarcati dopo di aver traversato la Giumna, essi furono circondati da Musulmani, i quali, sentendo che erano cristiani, cominciarono a domandare
clamorosamente che fossero messi a morte. Ed inevitabilmente sarebbero
stati trucidati sul luogo stesso, se il Signore non avesse messo al cuore di
un’orefice indiano di aver pietà di loro e di riceverli nella propria casa,
mentre lui stesso, il figlio ed il fratello stavano colla spada sguainata alla
porta esterna per difenderli...... Un Maidavi, cioè un maomettano letterato, si era proclamato in nome del xe di Delhi, governatore di Allahabad,
e quando l’orefice non potè più proteggerli, supplicò la moltitudine furibonda
di non ucciderli quivi ma di condurli al loro capo riconosciuto, il Maulavi,
acciò pronunciasse sopra loro tale sentenza che gli sarebbe piaciuto. Mentre vi si recavano, furono più volte sul punto di esser massacrati. Finalmente però giunsero in presenza al Ma>ilavi. Allora seguì un rimarchevole
colloquio, che riprodurrò, per quanto sia fattibile, neUe parole stesse di GopiNath-—Maulavi—Chi siete voi? Gopi-Nath—Siamo cristiani.—M.Di dove
venite? — G. Da Futtehpore,—M. Qual’è la vostra occupazione?—G. Predicare ed insegnare la religione cristiana. —,M. Siete voi padre? (ministro)
— G, Sissignore.—M, Eravate voi che andavate attorno leggendo e disti-ibuendo libri nelle vie e nei paesi? — G. Sissignore; ero io ed i miei cate-
5
ohisti. — M. Quanti cristiani avete fatto? — G. Non ho fatto nessun cristiano, imperocché nessun essere umano può cambiare il cuore di un altro,
ma Dio servendosi di me come di uno stromento ne condusse alla fede e
professione della vera religione da trenta a quaranta. ” A queste parole il
Maulavi perdette il suo sangue freddo ed esclamò con gran rabbia “ vergogna, vergogna! obbrobrio, obbrobrio! 1’è una patente bestemmia! Dio non
fa mai dei Kaffirs (tali essendo i cristiani): ma voi Knffirs pervertite il popolo. Dio fa sempre dei maomettani, imperocché la religione di Maometto,
che noi professiamo, è la sola vera religione.
— M. Quanti maomettani avete voi pervertiti alla vostra religione? —
G. Non ho pervertito alcuno, ma per la grazia di Dio, circa una dozzina di
maomettani son passati dalle tenebre alla gloriosa luce deU’Evangelo.” Allora
il Maulavi fece un viso rosso come ferro rovente e gridò tutto incollerito;
“ Voi siete un vile, un miserabile......La mia sentenza è chc abbiate il naso,
gli orecchi e le mani tagliati a varj intervalli, onde prolungare i vostri patimenti. Vostra moglie sarà trattata nello stesso modo, ed i figli vostri saranno
fatti schiavi.” A tali parole la moglie di Gopi-Nath con coraggio indomito fu
capace di rispondere: “ Poiché siamo per morire, l'unico favore che vi chiedo
si è che non siamo separati nella nostra morte, e che invece di tormentarci,
ordiniate che siamo uccisi tutti ad un tempo.” Vi era in queste parole qualche cosa che parve toccare perfino il cuore indurato del Maulavi; talché
dopo un momento di silenzio, egli esclamò: “ Lodato sia Iddio! voi mi sembrate un galantuomo; ho pietà della vostra famiglia. Vi consiglio dunque da
amico, che diventiate voi e loro maomettani; così facendo non solo salverete
la vita, ma sarete innalzato ad un posto eminente.” — Al che Gopi risposo
che preferirebbero la morte a qualunque offerta che venisssse loro fatta per
indùrre ad abbandonare la loro fede in Gesù Cristo come nell’unico Salvator
loro. Alquanto sorpreso da quella risposta così calma e ferma e credendo
probabilmente che tale non sarebbe stata la risoluzione della moglie di GopiNath, a lei rivolse speeiahnente le sue istanze. Ma per grazia di Dio, in
un momento così critico, ella non fu scossa nella sua fede, ma repplicò esser
pronta a sacrificare la vita piuttosto che la sua fede in Gesù Cristo e la
confessione del suo Nome. Dopo un altro momento di riflessione (essendo
visibilmente in dubbio in quanto a ciò che avesse a fare), il Maulavi diede
questa finale sentenza — “ Bene, per pietà vi concedo tre giorni onde pensiate alla cosa, in questi tre giorni voi avrete propizia occasione di studiare
il Corano. Al loro spirare manderò da voi, se allora crederete e diverrete maomettani, tutto anderà bene per voi; altrimenti, il naso, gli orecchi e le mani vi saranno tagliati secondo la primitiva sentenza.” — Al
che Gopi-Nath replicò: — “Tutto è invano, e non havvi luogo di aspettare
tanto ;■ poiché per quanto piacerà a Dio di continuarci la sua grazia, non
rinnegheremo mai la nostra fede; e come la grazia di Dio non manca mai
a coloro che si afiidano in Lui, sarebbe più espediente per voi di ordinare
che in una volta i nostri capi sieno mozzati.” Il Maulavi non diede risposta
alcuna. Mentre andavamo alla prigione custoditi da feroci mustilmani colle
6
sciabole sguainate, dice Gopi-Nath, “ io alzavo il mio cuore in lodi ed adorazioni al Signore Gesù Cristo, per averci fatto la grazia di rimaner fermi
nell’ora della tentazione. Mentre ripetevo ad alta voce le parole di Gesù
(Matteo V. 11, 12), io ringraziavo il Signore per averci riputati degni di
soffrire per amor del suo Nome ”,
“ Giunti al carcere fur-ono sorpresi ed attristati di trovarvi già molti
altri cristiani nativi, un ufficiale britannico, tutti coperti di piaghe imputridite, ed un altro signore inglese colla sua moglie e cinque figli, dei quali duo
o tre erano ragazze già grandi, che tutte dovettero subire insulti ed indegnità.....Scorgendo che le parole di Gopi-Nath erano d’incoraggiamento ai
suoi compagni di reclusione, un malvagio custode decise di separarlo dalla
sua famiglia e da tutti gli altri. A quell’atto crudele ed arbitrario venne fatta
qualche resistenza, in seguito alla quale un corpo di ribelli s’awentarono loro
con armi, e trascinando fuori Gopi-Nath gli chiusero i piedi nei ceppi; presero poscia sua moglie per i capelli, e battendola contro un mattone le cagionarono grave ferita alla fronte.Fuori,all’aria aperta,coi piedi chiusi nei ceppi,
Gopi era esposto, senza alcun riparo, e col capo scoperto, ad un sole ardente
od a venti soffocanti. Kicevendo soltanto una maruita di grano aiTostito sul
mezzodì, una sola focaccia sottile e grossolana alla sera, e un po’ d’acqua
sporca, essi soffrirono ad un tempo fame e sete. Del resto circa ogni cinque
minuti gli emissarj del Maulavi li assalivano minacciando di toglier loro la
vita se sull’istante non si facevano maomettani......Infine il terzo giorno, il
giorno fatale in cui si dovea eseguire la sentenza giunse; ma egli passò come gli altri. Nel sesto giorno però il Maulavi stesso li venne a trovare, c di
nuovo con minacele e promesse egli si sforzava d’ìndurli a rinnegare Cristo
e ad abbracciare la fede di Maometto.....La sua pazienza però sembrava or
esaurita dal rifiuto risoluto dei poveri martiri e dalla loro ferma perseveriHiza
nel confessare il nome di Gesù. In conseguenza, deluso ed indispettito, egli
se n'andò, non senza annunziar loro pronta e soumiaria vendetta. Quello
stesso giorno, il sesto della loro prigionia, in seguito alFarrivo del valoroso
Neill colla sua fanteria, un corpo di soldati europei e sheiks uscii’ono dal
forte per attaccare i ribelli. Dopo una fiera lotta questi furono del tutto
sconfìtti, e nella mattina seguente, prima dello spuntar del giorno, il nemico
si ritrasse, abbandonando Allahabad, con tale precipitazione, che egli lasciò
indietro i prigioni......senza scannarli. Ben presto Gopi-Nath, la sua famiglia e gli altri europei furon liberati. Quindi essi tutti si unirono con allegrezza ai loro fratelli missionarj ed altri per lodare e maguificaro il nome
del loro Iddio fedele mantenitore delle sue promesso, che li aveva così maravigliosamente protetti iu mezzo a sofferenze e prove così complicate
7
RESO-CONTO
DELLE OPERAZIONI DELLA SOCIETÀ’ DI PREVIDENZA PER l’INVERNO,
DURANTE l’esercizio 1856-1857.
Lo scopo di questa Società, che ammette nel di lei seno societaij di ogni
religione, viene cliiai-amentc definito dallo Statuto della medesima, nei seguenti termini: “ Raccogliere nell’estate i piccoli risparmj dell’operaio, quei
rispannj che non si farebbero senza un’eccitamento; conservarli, e, se fia
possibile, renderli anche fruttiferi, per poscia, giungendo l'inverno, fargliene
restituzione in altrettante provvigioni di migliore qualità, ed al costo della
compra all’ingrosso; e così, mentre gli si procura im vantaggio materiale,
educarlo ad abitudini di economia e di risparmio che gli saranno di gran
giovamento nella vita ”.
E mentre da queste parole no viene chiaramente indicato lo scopo, stimiamone venga del pari altamente commendato, agli occhi di tutti, l’utilità grandissima e l’effetto sommamente moralizzante.
Infatti, beneficare al povero è cosa ottima certamente, ma che, secondo il
modo in cui vien praticata, può anche divenir nociva. Ma educare il •povero,
l'operajo ad ahitudini di risparmio, di economia, ecco, per fermo, di tutti i
modi di venirgli in ajuto il più profittevole, poiché con un tal mezzo, non
solo lo si solleva momentaneamente, ma si tronca dello miserie e delle
strettezze che lo travagliano la sorgente più abbondante.
Di tal verità sono profondamente penetrati i promotori di questa modesta
istituzione; questo è il fine chc hanno avuto di continuo davanti agli occhi,
e dalla contemplazione del quale si sono sentiti sorretti ed incoraggiati nell'opera non sempre facile cui si sono accinti.
In qusst’anno, quarto dalla sua fondazione, la Società ha impiegato sette
collettori per mezzo dei quali ha distribuito centoselte libretti ad altrettanti
individui che hanno esternato l’intenzione di farne parte.
Fra questi 107, dieci libretti sono stati dai titolarj ritirati, per varj motivi.
I depositanti rimasti, in numero di novantasei, hanno versato nelle mani
dei collettori lire mille settecento settanta e quaranta centesiìrvi ossia, in
media, lire 18, 44 c. per ogni libretto, o lire 35, 50 per settimana.
II minimum dei depositi inscritti in ciascun libretto è stato di 25 c.mi,
il maximum di lire 74,
Sui novantasei depositanti:
33 hanno versato meno di 10 lii-e,
%1 --da 10—20
12 --da 20—30
17 --da 30—50
3 al disopra delle 50
8
Tal somma di 1770 fr. e 40 c.mi è stata rimborsata ai sottoscrittori come
segue:
N° 1,220 J miriagr. di legna da ardere, di prima qiialità, la'più minuta
a 45 cent, e la più grossa a 42 tutta segata.
— 49 sacca di carhonina a 11. 1 90 il sacco.
— 18 miriagr. di carbone al 30 il miriagr.
— 200 motte a 1 40 il cento.
— 100 miriagr. patate a 1 05 il miriagr.
— 915 cbil, di riso a centes. 38 il chil.
— 655 chil. di farina di grano turco a 21 ^ eentes.
— 536 chil. di grano turco in grana a 20 eentes. il chil.
Ventidue fra i depositanti hanno chiesto il rimborso integrale, in danaro,
dei loro depositi.
Quattro hanno chiesto il rimborso di ima parte solamente dei loro depositi.
La somma complessiva dei rimborsi in contanti è ascesa a 11. 417 55.
I proprietaij di quattro libretti non si sono presentati, nè pel rimborso,
nè per la distribuzio'ne : il loro avere è in totale di 11. 21 55, che si tengono a disposizione dei titolari.
Ora, se si rifletta che la maggior parte di quel denaro, qualora non fosse
esistita tale Società, sarebbe stato sciupato in modo per lo meno inutile,
mentre tenuto in tal maniera in serbo, e restituito sul principiare della cruda
stagione in altrettante provvisioni di ottima qualità, egli porta in parecchie
famiglie di poveri operai il contento ed una agiatezza relativa; ee, diciamo,
si rifletta a questo, crediamo che non possa più rimanere a ciascuno ombra
di dubbio sulla bontà di una istituzione siffatta, mentre coloro in vista dei
<]uali è stata intrapresa, avranno in questa considerazione incoraggiamento
ad associarvisi se prima d’oggi non lo fecero, ed a perseverare in quella via
se di già poterono sperimentarne gli ottimi risultamenti. Ecco, per conchiudcre questo reso-conto, un’esatto prospetto del
BILANCIO FINANZIARIO DELLA SOCIETÀ’
ENTRATA
Versamento di N° 96 societaij L. 1,770 40
Versamenti fatti durante la distribuzione .................. „ 19 25
Totale......... „ 1,789 65
USCITA •
N° 26 libretti rimborsati in contanti, 0 in tutto od in parte L. 417 55
— 4 libretti non presentati ................................. „ 21 55
9
N° 1,220 5 Miriagr. di legna da ardere al prezzo medio
— di 43 ^ centes..............................................„ 530 95
— 18 Miriagr. di carbone a 1 30 centes...................„ 23 20
— 49 sacca di carhonina a 1 90 centes...................„ 93 10
— 200 motte a 1 40 centes. il cento ......................„ 2 80
— 100 miriagr. patate a 1 05 ..............................„ 105 00
— 915 miriagr; riso a 38 centes............................ „ 347 70
— 655 miriagr. di farina di grano turco a 21 J ......... „ 140 80
— 535 miriagr. di grano turco a 20 centes................„ 107 00
Totale......... „ 1,789 65
Il Presidente II Segretario-Cassiere
G. P. Meille. A. Mkstrezat.
CORRISPONDENZA DELLA BUONA NOVELLA
Courmajeur maggio 1858.
I difensori della chiesa romana son proprio infaticabili nella loro guerra
contro il Vangelo—Le loro armi favorite sono, in generale, del numero di
quelle di cui ogni uomo chc si rispetta si vergognerebbe di servirsi. Sapete
meglio di me come sia raro il vederli scendere nell’arena per difendere
lealmente la loro causa. Se accade loro talvolta di provocare i loro awersaij,
indietreggiano sempre, quando questi ultimi rispondano al loro invito con
in mano la Bibbia e la Storia.
Però, sebbene sia loro impossibile di sostenere la loro religione in pieno
giorno ed in maniera onorevole, hanno mille altri mezzi di farlo; essi cercano
di sostenerla colle mene segrete e col ftivore delle superstizioni popolari. In
appoggio della mia asserzione vi citerò un fatto.
II popolo crede qui agli spiriti; ed i difensori di Roma profittano di questa
credenza per ¡spargere che il signor D... è apparso più volte ad uno dei
suoi amici, una volta sotto forma d’animale immondo, un’altra sotto quella
dello stesso diavolo ed in mezzo ad un immenso turbine di fiamme.
Si aggiunge che egli è apparso anche a me, per rimproverarmi d'essere
stato la causa della sua eterna perdizione ! Non è possibile il dirvi quale
trista influenza esercitino tali odiose invenzioni sull’animo d’un gran numero di persone.
Se i campioni di Roma usufruttano, nell’interesse della loro causa, l’ignoranza 6 la superstizione in cui lascian crescere le popolazioni (nell’atto
che dovrebbero far brillare in mezzo ad esse la fiaccola della parola di Dio),
essi non usufruttano con minore successo l’altra miniera ricca per loro al
10
pari cho lo precedenti, cioè, la calunnia—Qui i fatti abbondano; ma mi
limito a citarne un solo.
n sindaco, signor Vuillier, tempo fasi ferì la mano destra; e siccome gli
era impossibile di firmare gli atti della sua amministrazione, e la sua malattia
andava per le lunghe, stimò conveniente il dare le sue dimissioni. I fanatici
Valdostani avendo udito ciò, sparsero subito il grido che il governo l’aveva
destituito per la protezione ch’egli aveva accordata ai protestanti, quando
trattossi di seppellire il signor D... h’ Indépendant che vuol dir sempre la
sua quando si tratta d’accreditare una menzogna, ha fatto bene la sua parte
in questa circostanza.
Qualche mese fa, voi riproduceste nella Buona NoveUa un articolo d’un
giornale d’Aosta, in cui parlavasi di cartelli diffamatorj stati affissi contro
di me. Or pare che i corifei di Roma prendan gusto a tali imprese notturne;
poiché domenica, 18 aprile, al mattino, gli abitanti di Courmajeur poteron
leggere un nuovo libello, in cui mi si prodigavano le_ ingiurie e le minaccie
più grossolane, affisso all’albo pretorio, ed alla casa in cui noi celebriamo il
nostro culto. Eccone un brano ;
“ Tu sei un cavallo focoso cui la briglia non ha potuto eoatenere. Tu sei
“ entrato uel nostro cimitero benedetto a turbarvi il riposo dei nostri morti
“ od a spavent*rc le nostre care anime. La tua bocca schimnava di rabbia.
“ Tutte le parole che dicevi erano tanti serpenti che tu vomitavi. Quando
“potremo noi essere liberati da quest’uomo pestifero, da questo vagabondo
“che si mangia due mila franchi di salario da vero poltrone? Quando noi ti
“ vediamo, ci pare di vedere un demonio. Con quella ciera cadaverica, tu hai
“l’aria di volerci condurre tutti diritti all’inferno. Qualche volta vorremmo
“provare chi di noi possa seguirti meglio; vorremmo cacciarti in qualche
“ angolo per vedere la tua fine. Noi'ti avvertiamo da amici di fuggirtene
Or siccome io non mi afirettava a seguire il consiglio che questi feroci
amici mi davano, il lunedì, 26 aprile, altri cartelli ben più ingimiosi e minaccianti che i primi, furono affissi a Courmajeur. Alcuni sono brevi come
questi: “ Vendichiamoci di quest'uomo !” — “ Non ti si sbaglierà, ministro
barbetto! ” Un altro più lungo e scritto con inchiostro a diversi colori
è diretto “ al signor Barbet, matto, dottore del Vangelo di Satanasso, e
dell’angelo sterminatore ”. Gli autori di questo libello mi ordinavano di
partire all’istante dal comune, se non voglio essere ucciso col ferro, col
fuoco 0 in altri modi ancora più orribili ”. Noi siamo una Società, dicevano
“ essi, e non temiamo nè la morte, nè il diavolo, nè il barbetto coUa sua
“ dottrina di lupo rapace, la Società è decisa di disfarsi di quest’uomo che
“ disordina lo nostre famiglie, i nostri fratelli, le nostre sorelle, i nostri vicini
“ ed i nostri villaggi ”. In questi cartelli vi sono molte altre cose che la mia
penna ricusa di trascrivere, tahnente sono ributtanti.
Le ingiurio e le minaccie chc mi prodigano, da circa sci mesi, quattro o
cinque cattivi soggetti di Courmajoui-, costituiti, com’essi stessi il dicono,
iu Sociotà,’ sotto la presidenza di non so chi, uon mi smuovono punto. Il
V'angclo cho ò Li luce, ha sempre avuto il glorioso privilegio di suscitare
11
I odio di quelli che camminano nelle tenebre . A pena ha projettato esso
qualche raggio in un angolo oscuro di questa valle, i discendenti spirituali
di Torquemada vorrebbero spegnerlo nel sangue. Ma grazie a Dio, essi ai
dì nostri sono ridotti a mordere miserabilmente il loro freno ed a soffocare
le loro grida di rabbia, nel mentre che la parola di Dio come una rugiada
ohe vivifica penetra dolcemente nei cuori.
G. 11.
Nizza addì 25 Aprile 1858
Continuo a trattenervi di educazione. Gli animi sono segnatamente occupati a Parigi dal discorso pronunciato il 17 corrente dal Sig. Guizot, nella
seduta annuale deUe primarie scuoleprutestanti. E’ una risposta cliiari.ssima
al famoso articolo del Monitore sulla libertà dei culti e deH'educazionc,
pubblicato dopo gli avvenimenti di Gennajo. Eccone la parte più interessante ;
“ La necessità delle scuole è urgente, più urgente che mai, c specialmente per noi protestanti che manifestiamo zelo pel progresso della popolare
istruzione. Dovunque si parla del movimento intellettuale e sociale chc caratterizza l’età nostra. Questo movimento filtra ncUa massa del popolo, la
conuuove ; non è possibile sottrarla alla sua influenza. Il popolo sente parlar
di tutto, tutte le idee, tutti i desiderj, le speranze tutte pervengono sino ad
esso. Necessariamente s’aprono all’istruzione tutte le intelligenze... Sarà
desso quell’intellettuale sviluppo buono o cattivo, salutare o funesto alla società? Questo dipende da voi Signori. Lo sviluppo dell’intelligenza del popolo sarà pessimo essendo abbandonato al caso, all’influenza sola della curiosità e.delle passioni; sarà ottimo, essendo diretto, sostenuto, santificato
da alte e sane influenze.
“ Frequentemente e con ragione deploransi le miserie ed i p.atimenti
delle classi del popolo, e la dura loro condizione, meno dura però che per
l’innanzi. Ma ben più grande e più lamentevole è la loro intellettuale e morale miseria. Riflettasi a tutti i pericoli che le circondano, a tutto le tentazioni che le assediano ed agli scai’si loro mozzi di difesa. Oggi più che mai
grandi sono i doveri delle classi agiate e distinte, inverso delle popolari.
Devono ad esse nell’ordine intellettuale, come nel materiale, sostegno e
guida. Se bramiamo che l’educazione popolare sia morale, religiosa, cristiana, difl^ondianiola noi stessi. Un importante dovere morale ed uu somme*
sociale interesse in questo si congiungono ; in tal questione, di eguale impero
sono la prudenza umana e la cristiana carità. Premm’osi costantemente di
toccar il comune noatro scopo, abbiamo cercato nuovi mezzi per riuscirvi.
Siam convinti che uuo dei più efficaci, è la missione di uno o più agenti pii
e zelanti, incaricati di percorrere inees.santetnente le nostre chiese, di ecci-
12
tare c sostenere lo zelo, di coglier sottoscriziom o doni e di visitar le scuole.
Così noi riuniremmo più mezzi d’azione e meglio ne dirigeremmo l’impiego.
Non esiteremo Signori, tenteremo questo passo, assumeremo questo carico.
V ha dei carichi salutari che assodano le spalle di chi li Sostiene. Ma per
quest'ultimo ci fa mestieri del vostro ajuto e ne facciamo caso.
“ Fin qui per i mezzi: adesso un cenno sugli ostacoli. Già tre anni sono
aveagli menzionati. Non più attualmente che allora dubitiamo delle giuste e
benevoli intenzioni del poter superiore. Tutto il male, sta o nei pregiudizj o
nella pusillanimità, o nella leggerezza di certe autorità locali, o nella mancanza di vero rispetto per il diritto, che è il peggior male del nostro paese
e dell’età nostra. Questo male vi è tuttora o Signori, anzi sembra amnentarsi.
La hgye tìà alle autorità locali il diritto di opporsi all’apertura delle scuole
nell’interesse dei costumi e della pubblica quiete. Hanno abusato di questo
diritto......Sotto tal pretesto “ dei costumi e della pubblica quiete ” sono
state proibite ovvero chiuse delle scuole protestanti, solamente perchè erano
protestanti. Videsi in varj luoghi il culto protestante riconosciuto, stabilito,
praticato, ed accanto al tempio pieno ed aperto veruna scuola! Poterono i
parenti adorare Iddio secondo la loro fede, ma non poterono in quella fede
educare i fanciulli. Simile abuso, Signori, trovasi evidentemente contrario
alla libertà dei culti, alla libertà della primaria istruzione, alla giustizia, al
buon senso, ed è tanto più forte, che abbiamo i nostri motivi di temere che
il potere supcriore non considerasse le autorità locali come indipendenti e
sovrane in tal materia.
“ Ciò non può darsi. Signori, è impossibile! Come! Il nostro diritto in
materia di primaria istruzione "sarebbe alla discrezione di un sindaco, di un
sotto-prefetto, di un prefetto, e non potremmo ricorrere ove spetta? Non
potremmo reclamare contro tali decisioni, ed il potere centrale abdicherebbe ai suoi diritti, mentre ci va privando dei nostri? Non possiamo ammettere questa interpretazione della legge. Senza posa proseguiremo le nostre
reclamazioni ! Dateci mezzi bastanti per compire in seno alla nostra chiesa
l’opera della popolare educazione e vinceremo gli ostacoli che ce ne vietano
ancora la completa riuscita! ”
Inutili sono i commenti a tali parole. Conoscenza esatta dell’oggetto, dei
mezzi da procacciare, degli ostacoli da vincere, ed insieme un vivo desiderio
dt spingere nel progi-esso la primaria istruzione, ed intiera consecrazione
delle sue forze c dei suoi lumi a sì nobile scopo, ecco le qualità che in quel
discorso brillano, e che adornano il cuore del presidente della Società delle
scuole protestanti. Molto auguriamo ed aspettiamo dalla possente sua cooperazione pell’awenire. della primaria istruzione nelle chiese di Francia. Ecco
pell’istruzione scientifica; inquanto alla religiosa educazione, essendomi da
qualche tempo impegnato a darvi qualche ragguaglio intorno alle scuole
della Domenica di Francia, mi affretto di trar profitto degli indizj che sopra
sì importante materia mi vengono comunicati. Vi parlai nel primo mio articolo di un viaggio intrapreso dal signor G. P. Cook ad oggetto di visitare
tutte le scuole della Domenica francesi. Ormai è compita quella girata e ne
13
vien consegnato il rapporto nel “ Magazin dcs Ecoles du Dimanche In
due parti si divide il viaggio del signor Cook, Nella prima egli visitò l’Est
ed il Sud della Francia, cominciando per la valle del Endajio e per la città
di Lione; ed ecco in quali termini egli ne compendia il risultato :
“ In quei due mesi del mio primo viaggio, io potei visitare 27 località,
trattenermi della mia missione con 57 pastori, fare la scoperta di 19 scuole
ignote sin’ora alla Società nostra, e vederne 17 altre, predicar 15 yolte sull'educazione e prender la parola in 25 riunioni di fanciulli formando vm totale di circa 1,800. Alcune scuole fiutone riorganizzate, delle riunioni preparatorie pegli istruttori furono fondate e laddove non furono prese decisioni, spero nondimeno che la mìa visita farà qualche bene. Convinto sono
che quella nostra opera è di gran conto e che avrà felici risultati per le chiese
di Francia ”.
Nella seconda parte della sua missione percorse il Signor Cook tutto il
Nord della Francia, principiando per la valle della Loira. Ed ecco ciò chc
egli ebbe occasione di vedere e di fare.
“ In questo secondo ed ultimo viaggio, dice il signor Cook, visitai 40 località diverse, assistei a 30 scuole della Domenica, parlai a più di 2,000 fanciulli
e predicai sulla religiosa educazione una trentina di volte. Infine mi traf^
tenni dell’opera mia con 57 pastori appartenenti a diverse denominazioni ”.
Se, sommando il risultato dei due viaggi, si cerca il totale, ottengonsi le
seguenti cifre ;
Località percorse......... 67. Numero dei fanciulli veduti... 3,800
Scuole visitate.............66. Pastori........................... 114
Scuole scoperte........... 19. Predicazioni sull'cducazione... 45
Non conviene considerar questo come una statistica completa delle .scuole
di Francia. Il Signor Cook non potè visitarle tutte; non vide Marsiglia che
possiede una scuola della domenica di 200 fanciulli. Non vide Algeri, e nel
centro della Francia non potè trattenersi in ogni luogo. E poi non sono
mentovate le scuole di Parigi e dei dintorni; ma in presenza di tali risultati
non possiamo negare all’opera del Signor Cook il nome di vera missione
più bella forse delle altre imperocché è una missione tra i fanciulli, ed il signor Cook merita d’esser chiamato il Missionario dell'infanzia.
Epperò ha le nostre simpatie e le nostre preghiere, ed è comune a noi la
speranza viva, che il Signore benedirà quell’opera, importante oltre ogni
dire, pella futura prosperità delle chiese di Francia. Ritoniato in Parigi il
signor Cook potè riposarsi delle sue fatiche nella riunione generale delle
scuole della Domenica di quella capitale tenuta il 18 corrente. Due mila
fanciulli vi erano riuniti, con gi-an numero di pastori e di parenti. Tutte le
chiese, tutte le denominazioni religiose, tutti i pastori erano in quella magnifica festa riuniti, e quella raunanza lasciò nel cuore di tutti, come da un
oratore fu osservato, l’impressione profonda di una vera cristiana fraternità.
Beate quelle tenere creaturine che servono di legame ai cuori e di cemento
tra le diverse parti della casa del Signore.
• L’influenza delle scuole della Domenica non può difatti chc essere di
14
gran rilievo per la chiesa, essendo l’istruzione religiosa dell’infanzia, base alla
rigenerazione degl’individui e dei popoli. Lo ripeteremo in ogni caso e senza
darci posa, infino a che il sommo dovere di favorire tale istruzione e di
crear dovunque scuole, dal nostro paese e dalla nostra chiesa sia inteso e
praticato. All’educazione evangelica ricorrer deve il secolo per esser dei
suoi mali sanato. All’educazione evangelica è ormai promesso il successo,
ed assicurata la vittoria, gli altri mezzi tutti di rigenerazione dipendendo
da quello ed essendo senza il di lui concorso affievoliti e paralizzati.
All’evangelica educazione spetta il compito supremo di formare l’umana
coscienza, di guarantirla di morte, di conservarle la sua delicatezza ed energia, di convincerla di rispetto a Dio, e di peccato per la legge e di effettuar
così quella grand'opera di preparazione alla quale tanti secoli consacrò Iddio per condur le anime a Gesù.
Si, alla cristiana educazione conviene deporre in un paese quei semi celesti, che poi doiTanno colla benedizione del Signore, sotto i caldi raggi del
sole di giustizia e la pioggia fecondante dello Spirito Santo, nascere, ingi’andh-e, dar frutti e coprir la terra coll’ombra loro benefica. Certamente
può Iddio risvegliar tutto ad un tratto un uomo od un popolo, anche il più
ignorante ed il più corrotto e farlo risorgere a nuova vita. Certo può compirsi tuttodì la bella visione del profeta Ezechiele, e le valli di questa terra,
e le nostre in ispecie, ripiene ancora di cadaveri, di ceneri, e di ossa, possono di subito, da numerosa armata di soldati di Cristo, essere popolate.
Non è passato il tempo dei miracoli. Ad ogni passo nella storia della chiosa
accadono veri prodigj e la storia delle moderne missioni non è dessn una
portentosa storia? Sì, ma il più delle volte e secondo il naturale andamento
delle cose, l’umanità, i popoli e gli individui vengono alla legge del progresso sottoposti, sono già da gran tempo preparati, e mano mano, come
fanciulli educati, infino che, giunta Fora della liberazione, sieno dalla mano
stessa che li creò, definitivamente rigenerati. Prova evidente di questa verità, riea^damo dal maraviglioso risorgimento che ora scuote l’America protestante, risorgimento tale da non aver suo pari negli annali del Cristianesimo se non è ai tempi della Eiforma o nei primitivi secoli, tale da eccitar la giusta ammirazione del mondo intero, non solo dei cristiani, ma
della società mondana eziandio, sia per la grandezza e profondità delFinfiuenza sua, come per la calma con cui propagasi, e la sincerità delle convinzioni, e la realtà delle conversioni che sotto l’alito dcUo Spirito si moltiplicano. Ebbene quel risorgimento d’onde sgorga egli? Dov’è la sua sorgente,
dove la sua base? Nelle Scuole della Domenica... In quelle scuole perchè
da esse venivano già da gran lunga preparate le generazioni, istruite le
menti, educate le coscienze... In quelle scuole, perchè nel loro seno e mercè
l’attività degl’istruttori U movimento cominciò. Questo ci vien confermato
dalle varie corrispondenze ricevuto d’America, ed a noi fu di voce asserito
da signori americani degni di fede.
Sì, ed è questa la ragione per cui trascina quel risorgimento, ncUa sua
corrente uomini d'ogni età, d’ogni condizione, d’ogni religiosa denomina-
15
ziono, oltrepassando cd infrangendo tutte le umane barriere per unire in
una medesima spiritual Congregazione tutti i veri credenti. In que.sto prodigioso fatto come nella sovraccennata riunione di Parigi, nel nuovo inondo
come nell’antica Europa troviamo adunque la medesima istruzione, vediamo
cioè la cristiana educazione per mezzo delle scuole della Domenica essere
preparazione all'evangelizzazione, condizione del risorgimento, sorgente nella
chiosa della vita insieme e della unità.
Lunga, difficile, ripiena d’ostacoli e d'inganni è <juella via; lo so, e spesse
volte non si vedon frutti, ma dopo scorso il tempo giunge il momento della
mietitura. Rammentiamoci d’altronde che a noi tocca di seminare, non di
mietere. Quando è maturo il frutto lo coglie Iddio. Guai a chi lo volesse cogliere prima di Lui ! Lavoriamo adunque con pazienza e fede, seminiamo,
piantiamo, inaiBamo tuttodì come il paziente bifolco, che aspetta la pioggia
della prima.e deU'ultima stagione e se bramiamo pell'Italia un risorgimento
simile a quello di America, consecriamoci con pazienza alla religiosa educazione deU’infanzia nelle scuole della Domenica.
Proponeva il signor Guizot per la primaria istruzione l'invio di agenti incarioati di visitar le scuole. Quella missione la compiva la Società delle
scuole della Domenica, mandando in viaggio il signor Cook. Non potrebbe
ella la nostra chiesa, prov'vista diggià di un ispettore por le scuole primarie,
nominare un ispettore delle scuole della Domenica, il quale imitando il signor Cook, visiterebbe tutte le nostre chiese e vi creerebbe, o perfezionerebbe le dette^ scuole? Non sarebbe questo il mezzo di riaccendere lo zelo
per quell’opera e di preparare alla nostra chiesa ed al nostro paese vita più
intonsa e più felice avvenire.
0. C.
Domenico Grosso gerente.
ANNUNZII
AL DEPOSITO DEI LIBRI RELIGIOSI
VIA DEL PRINCIPE TOMMASO
ESSAI SUR LES ECOLES DU DDLENCIIE par L. F. Gauilicy pasteur e directeur de l’école normale de Courbevoie,
1 voi. in-8°............................................................L. 1 00
(Quest’operetta, coronata dalla Società delle Scuole della Domenica
francese, e per essa pubblicata, è destinata a diventare il manuale
degl’istruttori nelle scuole di Francia. L’autore sig. Gauthev ò
vantaggiosamente conosciuto per le sue opere sull’educazione)
LETTICE ARNOLD par l’auteur de “ Emilia Wyndham ” etc.
traduit de l'anglai.s ............................................... L. 1 *2.5
16
LES PROPHETIES ET LEUR ACCOMPLISSEMENT LITTERAL, par le D. Keith traduit do l’anglais, 1 vol. in-12°... 2 00
LEILA DANS LA MAISON PATERNELLE ; dans L’ILE
DESERTE; en ANGLETERRE: Deuxième édition, ornée de
6 gravures coloriées, 3 vol. (chaque volume se vend séparément). 9 00
LES NOYAUX DE CERISES, ou le pensionnat de Carlton, par le
Rev. William Adams, 1 vol. in-12° ................................. 1 60
LA FLEUR DE LA FAMILLE, ou simple histoire pour lès jeunes
filles, traduit de l’anglais, 1 vol. in-18°.,.................... 4 50
GILBERT GRESHAM, traduit de l’anglais, 1 vol. in-8°.......... 2 00
LAURE TEMPLE, ou la,jetme institutrice, ouvrage pour la jeunesse par Anna Bowmann............................................. 2 50
ELLEN MORD AUNT, ou les effets de la vraie religion, traduit
de l’anglais et précédé d’un avant-propos par Descombaz pasteur, 2 50
VIE DU REV, MAC-CHEYNE, par A. Bonar pasteur........... 3 00
A PROPOS DE TOUT, QUELQUE CHOSE, ou mes impressions à Paris par Arhousse Bastide................................... 1 50
SARAH MORTIMER, ou l’expérience de la vie par l’auteur de
Amy Herbèrt, Gertrude, etc........................................... 3 50
AVENTURES ET VOYAGES D’UNE CREOLE à Panama et
en Crimée, traduit de l’anglais par mademoiselle de Constant, 2 50
CHRIST EST TOUT, par le rev. Henry Law, traduit de l’anglais. 2 00
LE MARCHAND PROSPERE, vie de M. Samuel Budgetle
révérend W. Arthur.................................................... 2 50
NOTICES SUR LA VIE ET LES TRAVAUX de quatre
éminents serviteurs de Dieu, John Howard, Rowland Hill, Wilberforce, Sir Thomas Buxton ........................................1 00
AVVISO
Il pubblico è avvertito che l’esposizione e la vendita
pubblica ed annua dei prodotti dello Stahilimetxto di cucitura per le operaje povere avrà luogo nei giorni di martedì
18, mercoledì 19, giovedì 20, venerdì 21 e sabato 22 del
corrente maggio dalle 10 ant. alle 6 pom. — Yiale dd Re,
casa De-Fernex, 34, pian-terreno.
TORINO — Tipografia CLAUDIANA, diretta da R. Trombetta.