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LA B!IOi\A NOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
l'ItKXXO »M»!I»0('IAZI0.\K
{À domicilio)
Torino, per un anno L. 6,00 L.7,00
— per sei mesi » 4,00 » 4,30
Per le provincie e l’eslero franco sino
ai confini, un anno . . L. 7,20
per sei mesi, » 5,20
A).»;9£ÙovTt{ Sè su àya/tj
Seguendo la verità nella canti
Efes. IV. 15.
L’Ufficio della BUONA NOVELLA è in
Torino, presso la libreria Evangelica
di GIACOMO BIAVA, viaCarlo Alberto,
dirimpello al CalTè Dilei.
Le associazioni si ricevono in Torino allo
slesso UiBcio.
Gli Associati delle Provincie potranno provvedersi di un vaglia postale,
inviandolo franco alla libreria Biava.
Le letture cattoliche e Ì’Armonia. -— Lettere intorno allo spirito religioso in Italia.
XV. Sanfedismo. — La Volgata II.— Missioni Evangeliche. — Notizie religioae.
— Cronachetta politica.
LE LETTURE CATTOLICHE E l'ARSlONIA
K stato pubblicato in questi giorni
l’ultimo fascicolo delle così delle letture calloliche. Quesla volta non è più
una commedia. Don Bosco, dimesso
il coturno, si è fallo biografo. 11 fa.scicolo contiene la biografia di un lale
Luigi Comollo. Noi non vogliamo entrare nel santuario della vita privala,
quindi non vogliamo fare alcuna osservazione intorno ai fatti della vita
del Comollo; ci tratterremo sollanto a
rilovarc brevemente alcune singolari
dottrine che il sig. don Bosco sparge
qua e là nella biografia.
Oggi le letture calloliche hanno acquistato un colore officiale: non è più
la dottrina di don Bosco, nè quella
dei preti Armonia che si spaccia
in esse, ma è la dottrina di Roma. In
fronte di questo fascicolo è riportata
una lettera-^el cardinale Antonelli
scritta a nort^ del papa, nella quale
il papa approva le letture cattoliche,
e si degna regalare uua benedizione
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agli scrittori di quelle. Ma veniamo
alle promesse osservazioni.
Alla pagina 52 don Bosco spaccia
per cattolica questa sua singolare dottrina, che noi riportiamo colle stesse
sue parole; « Volete accertarvi della
vostra vocazione? Sceglietevi un buon
confessore, a lui aprite l’interno del
vostro cuore, e per quanto vi è possibile non cangiatelo mai j e al momento
di decidere intorno alla scelta del vostro stato, chiedetegliene consiglio, seguitelo, e seguirete la voce del Signore; perchè Egli dice nel Vangelo ;
qui vos audit, me audii: cioè chi
ascolta la voce del direttore spirituale,
ascolta la voce di Dio ». Ed ecco con
questa massima di don Bosco canonizzata la disobbedienza nei figli, ridotta al nulla la paterna autorilà per
tutelare la quale Dio ha fatto un espresso comandamento. Ed ecco come
don Bosco interpreta il Vangelo a discapito dei comandamenti di Dio, ma
a vantaggio dei preti. Allorché un confessore fanatico, capriccioso o malvagio consigliera, forse per fini empi,
una giovanetta ad abbandonare la casa
paterna per prendere il velo monastico, sarà questo, secondo don Bosco,
il caso del qui vos audit, me audit, e
l’autorità paterna, sanzionata dal diritto di natura, dal diritto divino e
dalla legge, dovrà essere calpestata e
ridotta al nulla. E queste dovranno
dirsi dottrine cattoliche! E tali libri
dovranno essere propagati dai preti e
commendati dal cardinale Antonelli!
Alla pagina 39 ci rivela il don Bosco una pia costumanza dei seminari
cattolici. Nei giorni festivi i seminaristi sogliono essere dispensati dal recitare la corona della B. V. Noi sapevamo che nei giorni di digiuno i
frati sogliono avere una pietanza di
più deil’ordinario, ma non sapevamo
che si avvezzasse il giovane clero a
pregar meno nelle feste. Noi poveri
Evangelici che leggiamo la parola di
Dio semplicemente e senza tanti commenti, credevamo che nei giorni festivi si dovesse pregare più dell’ordinario; ma grazie al sig. don Bosco,
sappiamo che l’educazione dei seminari porta di pregar meno degli altri
giorni nei giorni festivi.
Fissi nel nostro proponimento di non
volere dir nulla di quello che riguarda la
vita di Comollo, tralasciamo di parlare
di tuttiquei spaventi che provava il giovine moribondo allo avvicinarsi della
morte, nè di quel sogno raccontato
alla pagina 65 e 64, nè dei patti fatti
fra il moribondo Comollo e don Bosco, e passiamo a dire una parola
delle apparizioni e dei miracoli operati dal Comollo dopo la sua morte.
Il don Bosco ci assicura che Comollo
apparve due volte dopo la sua morte,
c quando don Bosco Io dice, qualcuno
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10 crederà. A queste apparizioni succedono tre miracoli, e sono appunto
tanti quanti ce ne vogliono per essere
canonizzato. JI primo miracolo è accaduto a persona incognita, la quale
un giorno trovandosi assalita da gravissima tentazione (don Bosco non
dice di che genere fosse) non sapeva
come liberarsene; allora vedendo sopra un tavolino un oggetto appartenuto al Comollo, si raccomando a
quello, ed immediatamente fu liberata
dalla tentazione « d’allora in poi (dice
quel fortunato mortale segno a tanto
prodigio) non tralasciai più d’invocare
in mio soccorso quell’angioletto di costumi nei miei bisogni e ne fui ognora
favorito ».
Il secondo miracolo è la guarigione
istantanea di un moribondo il quale fu
restituito a salute per la invocazione
del Comollo.
Il terzo miracolo è accaduto a Cinzano nella persona di un tale Gio. Battista Pacotti, e don Busco ne stampa
la relazione con tutte le sue circostanze. Il miracolo consiste nella guarigione da certa acuta -malattia che
non si nomina. La malattia era irrimediabile, dice la relazione; il malato
invocò Comollo e si obbligò di rendere informato don Bosco se il Comollo lo avesse guarito. Detto fatto
11 malato guari, ma in mezzo ai suoi
affari dimenticò d’informare don Bo
sco della sua guarigione. Come è naturale la malattia tornò ad assalirlo
nell’anno successivo. Allora il malato
rinnovò la promessa, e di nuovo fu
guarito. Per non ricadere la terza volta
malato, corse subito ad avvertire don
Bosco del miracolo, ma questi non si
contentò della relazione a voce, ed
obbligò il Pacotti a farla in iscritto.
Chi lo crederebbe? il Pacotti dimenticò ancor questa volta di eseguire la
sua promessa, ed eccolo per la terza
volta caduto nella stessa malattia innominata. Allora sì che promise più
seriamente, e per la terza volta ricevè
il miracolo, e scrisse la relazione che
si trova inserita nel libretto di don
Bosco.
Ecco i libri che si distribuiscono al
popolo per letture cattoliche, che sono
approvati dalla Curia vescovile non
solo, ma anche dal papa di Roma ! e
poi YArtnonia farà le meraviglie se noi
siamo scandolezzati da tali letture?
Il fascicolo decimonono era una commedia, il fascicolo attuale ha tutta
l’aria di un romanzo.
E poiché siamoalle letture cattoliche,
non vogliamo lasciare senza risposta un
virulento articolo deU’^lmonia di martedì in proposito alle osservazioni da noi
fatte sono oradue settimanesulla commediadi don Bosco, chiamata daessi
Lettura Cattolica. VArmonia colla soli ta sua buona fede, della quale abbiamo
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dato un saggio nel passato numero,
vuole far credere ai suoi lettori, che
noi abbiamo salutata l’apparizione
della Critica degli Evangeli di Bianchi-Giovini, mentre noi abbiamo spesi
tredici lunghi articoli in confutarla.
Però siccome ie nostre confutazioni rispettavano la persona dell’Autore, ed
attaccavano soltanto l’errore, non piacquero Ü.W'Armonia, la quale, ove non
trova ingiurie, non crede trovare confutazioni.
Noi credevamo che il silenzio delYArmonia mantenuto fino ad ora intorno alle nostre osservazioni sulla
commedia di don Bosso, fosse un segno di pentimento per quel malaugurato libretto, ma ci siamo ingannati.
L'Armonia discende a difendere la
commedia di don Bosco e a recriminare contro di noi. Ma per difendere
quella commedia Y Armonia non osa
parlare chiaramente; si contenta di
dire che la commedia, eseguita nel portone di Testadoro, non è che una discussione in forma dialogística, e vuole
che noi ci disdiciamo; e noi docili
siamo pronti ad obbedireair^rMowia.
Allorché scrivemmo quell’articolo,
noi credevamo che fosse stato per abuso che il sig. don Bosco mettesse
in scena un soggetto religioso, ma ora
ci rammentiamo che non è il don Bosco, ma che i clericali, incominciando
dai papi e dai vescovi dal medio-evo
in poi, si sono sempre dilettati di porre
sul teatro i soggetti piti sacri della
Bibbia, chiamarli opere sacre, farli
eseguire nei conventi, nei monasteri,
nei seminari, nei giorni di domenica,
e tenere per un'opera buona e meritoria l'assistenza a tali spettacoli. Ci dimenticavamo di aver letto che il celebre poeta Luigi Choquet, verso la
metà del secolo xvi, ridusse a commedie tutto il libro degli Atti Apostolici e dell’Apocalisse che si rappresentavano in mezzo a Parigi alla presenza della Corte e del clero. Ci dimenticavamo di avere letto nelle storie di
Parigi del sig. Delaure che Dell’anno
1437 fu rappresentata in mezzo ad
una piazza di Parigi alla presenza di
grandi signori e del clero una commedia sulla passione di G. C. Un tal don
Nicola, parroco di san Vittore, recitava il personaggio di Gesfi Cristo, ma
fu cosi mal crociGsso, che ne ebbe a
morire : un tal don Giovanni Demissey recitava la parte di Giuda e si appiccò così malamente che fu staccato
dalla forca quasi morto.
Noi non ci rammentavamo allora
di tali cose, nè avevamo letto le orrende bestemmie che si Irovano in tali
commedie, che i preti chiamano sacre, e che essi stessi recitavano. Perciò tutto quello che nel nostro articolo
avevamo dello a don Bosco, confessiamo che non appartiene a lui in par-
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ticolare, ma che appartiene a tutti coloro che sanzionano, approvano e
chiamano sacre tali iniquità. Se i reverendi àtW'Armonia vorranno avere
la compiacenza di consultare le opere
da noi citate troveranno assai più di
quello che noi abbiamo detto: se vorranno consultare l’opera dell'ex gesuita Tiraboschi sulla Letteratura italiana, troveranno che simili commedie si rappresentavano in Roma alla
presenza del papa e del Sacro Collegio. Ecco la nostra ritrattazione.
Quando poi \'Armonia vuole recriminare contro di noi, non si mostra
più felice. Essa dice che il missionario
evangelico John Williams rappresentava le storie bibliche in una lanterna
magica. Ma cosa era, o reverendi,
quella che voi chiamate lanterna magica? Non era se non che la esposizione di alcune incisioni di soggetti
scritturali, che vedute per mezzo d'un
vetro colorato si vedevano più grandi
ed in maniera più dilettevole. Cosa ci
trovate voi d’indecente, di empio, di
profano in questo?
I preti Ae\XArmonia citano la biografia di Williams per il fatto della
lanterna magica, ma colla solita loro
buona fede passano con un salto sopra la ragione per la quale ii missionario evangelico fu obbligato di usare
di queU’industria. Ecco le parole che
VArmonia passa di un salto « I preti,
diceva Willams, sono per arrivare
nelle nostre isole con macchine elettriche ed altri apparecchi, per mezzo
dei quali pretendono incutere ai nativi
un santo rispetto per la loro potenza
sopranaturale; io credo che potrei
volgere contro di loro le stesse loro
armi servendomi di mezzi analoghi ».
Perchè avete voi saltato queste parole? Il nostro missionario fu da Voi
obbligalo a servirsi di quel mezzo
straordinario. Voi avete tacciuto queste parole perchè rivelano che i vostri missionari vanno a convertire i
selvaggi alla guisa dei giocolieri, che
abusando di macchine incognite a
quei semplici, gli fanno credere miracoli, che non esistono. A paragone
di queste che voi chiamate sante industrie dei vostri missionari, divengono un nulla le commedie del don
liosco, e voi fate bene a difenderle.
L'altra accusa che ci fa l'Armonia
la toglie dalla biografia di Oberlin.
Dice VArmonia che il sermone di questo pastore dalla pagina 93 alla 103
è una pretta finzione, o favoletta, o
storiella che si voglia dire. Ma dove
sapete voi che il fatto che forma il
soggetto di quel discorso non sia un
fatto accaduto realmente? Ma sia pure
non accaduto. Non ammettete voi
nella predicazione le parabole? Se vi
scandolezzate del sermone di Oberlin,
vi scandolezzerete ancora dei sermoni
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di Gesii Cristo che sono tutti in parabole.
La terza accusa che ci fa l’Armonia è tolta da alcuni cantastorie che,
secondo essi, sarebbero stati il venti
ottobre sulla piazza Nuoya di Trino
a cantare canzoni religiose. I Protestanti, dice \'Armonia, li hanno mandati; e noi vi rispondiamo che solo da
voi ne abbiamo saputo la novella. Avreste amato meglio che quei cantastorie
avessero cantato canzoni indecenti ?
Voi siete in uggia con quei cantastorie perchè vanno cantando. — Buon
esempio preti e frati — e questo non
lo potete soffrire.
LETTERE
ISTORJiO Alio SPIRITO RELIGIOSO
IN ITALIA.
LETTERA XV.
Sanfedismo.
La scolasticii, la quale turbando la fonte
primitiva del vero tolse ogni foDdamento
alla scienza, è giunta a porre una distinzione essenziale tendente ad eliminare i
reali rapporti che connettono il principio
alle sue conseguenze, la doltrina al costume, 0 per dirla altrimenti fra la causa
e gli effetti. Ma ciò che torna al peggio
egli è, ehe tal massima fu adottata, ed
entra a parte delle convinzioni comuni e
dei popolari giudizii.
I frutti di Roma sono pessimi ? pravo
il costume? l’azione religiosa è ella convertita in politico intrigo? il suo spirito
è desso di setta? è iirtollerante ed avaro ?
vende a prezzo la salute delle anime?
Ebbene, ciò non importa; gli effetti sono
tristi è vero, ma il principio è sano, ed
il male sla nell’abuso. Stranissima logica,
colla quale si arriverebbe a giustificare
qualunque enormezza.
Ma oggidì noi portiamo altri convincimenti ; accordiamo ia sua parte all’umana malvagità, ma nello stesso tempo,
accettando le rivelazioni della scienza,
ia quale pure emana da Dio, noi riconosciamo che l’uomo obbedisce ai principii che adotta, e che l’umana volontà è
impotente a declinare le conseguenze di
un errore che essa, o per inganno di ragione 0 per colpevole tenacità, si ostina
a seguire. Dietro una lale verilà, che
l’esperienza ogni giorno ci conferma, noi
riteniamo che gli uomini colla stessa loro
perfidia obbediscono tuttavia sempre a
cause remote, dalle quali sono a loro
slessa insaputa signoreggiati.
L’esperiednza e la verità sta dunque non
contro gli abusi di Roma, ma CMitro la
sua dottrina, di cui quelli non sono a
riguardarsi che quali effetli necessarii e
spontanei.
Si osservi. Gli scrittori, i letterati, gli
amici sinceri ed entusiasti del papato fecero ogni lor prova per riformare il costume religioso e rinnovellare lo spirito
infermo di quella istituzione. Essi a gara
ne celebrarono la dignità, fecero spiccare
l’augusta persona del supremo gerarca
della Chiesa romana fra la pompa del
rito, alla solennità del mistero, all’alta
imparzialità dellaposizione, alla benevola
e paterna carità del senlimento di cui
doveva essere ripieno in mezzo afl’universale devozione, la quale accumulava
sul (fi lui capo venerando gli onori del
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cielo e della terra. Ehliene, come rispondeva Roma agli sforzi dlsiateressall e
leali di coloro che tentavano ristahilirne
il caduto splendore religioso, che speravano fare della sua autorità la ministra
della pace e della felicità universale?
Come rispondeva Roma ai voti di coloro
che la volevano lienefica autrice di prosperità patria ed argomento di civili e
nazionali virtudi ? A.U'idenlità del prete
cattolico del Manzoni, alla morale pietosa
del Pellico, alle tendenze della novella
letteratura, la quale inaugurava il ritorno
dei cuori all’antica fede, Roma rispondeva coi cupi intrighi, colle scellerate
dottrine, e colle scene sanguinose ed omicide del sanfedismo.
Non mai l'inconseguenza umana fu posta in luce più manifesta, non mai si
mostrò più apertamente come riesca a
vuoto ogni tentativo che pretenda, contraddicendo alle leggi eterne, volgere a
buon fine gli effetti che partono da malefica causa. E che, se quelli deviassero
un momento dalla loro orbita fatale, non
sarebbero forse perduti uomini e cose?
Lo spirito di Roma, a dispetto d’ogni
intenzione e d’ogni accorgimento dei suoi
apostoli, si riassumerà sempre d’ora in
poi nell’ intolleranza inquisitoria, nella
persecuzione sanfedistica e nella corruzione del gesuitismo ; non l’opera di venti
generazioni potrebbero in nulla migliorare quella istituzione colpita di morte.
Il sanfedismo é la riprova più evidente
dell’inganno in cui versarono, od in cui
versano i neo-guelfi italiani.
1 Gesuiti colla bolla di Clemente XIV
furono dispersi, ma perduti non ne andarono gli elementi. Essi avevano dominati i princi|>i e la religioue, nè per il
dissolvimento della compagnia perdettero
di vista i fini ambiziosi e le ardite speranze. Allontanati dai fianchi dei re e dagli intrighi di Governo, essi si rivolsero
sulla società a cercarvi proseliti, a rinvigorirsi di una forza attinta alle moltitudini, onde rifare le loro sorti cadute;
nè falli loro la previdenza, l’astuzia e
l’esito. Costituirono in tale intendimento
una setta che prese il nome di cattolica
apostolica società dei Sanfedisti. Questa
società presentava due aspetti; aveva due
scopi, l’uno dei qoali apparente e destinato a velar l’altro segreto, ma il vero
e reale.
Essi fondarono conventicole nelle principali città d’Italia, dove tenevano rannodali i fili della più perfida trama che per
avventura ricordi la storia. Si aprirono
facile via a distendersi sulla intera Penisola colla predicazione e le opere pie,
che erano l'esteriore apparenza delle missioni della socielà. Il loro passaggio era
ovunque segnato da un’eccitazione nell’individuo di zelo ascetico e di lassitudine religiosa, ma nel pubblico di basso
fanatismo e di sociale intolleranza. Essi
praticavano gli esercizii spirituali, celebravano feste religiose, promovevano le
comunioni in onore di Gesù e di Maria,
devozioni votive, atti di pietà e beneficenza, assistenza caritativa degli infelici
ed altre occupazioni gradevoli all’anime
timorate.
Il vero fine però, massime dopo la ristorazione del papa e della compagnia,
fu la difesa dei privilegi e della giurisdizione della Corte di Roma. Essi aveano
saputo rendersi a questa necessarii ; ma
sentivano d’altra parte che l’integrità di
quella in ogni suo diritto e potestà era la
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condizione vitale deila loro esistenza.
La comunanza d’interessi unificava la
loro azione e ne dirigeva gli sforzi. Da
chi avea a temere la Corte romana i nwggiori pericoli ? Dalla libertà e dalla scienza.
Oscurare quindi la scienza, arrestarla,
svisarla, perseguitarne i cultori, spegnere
i liberali dovea logicamente essere l’opera dei Gesuiti.
I nemici erano conosciuti, e la guerra
quindi determinata.
Da quell’ora i Gesuiti, i Sanfedisti e
loro seguaci volsero ad una politica retrogada, il cui scopo lontano era la salvezza di Roma e delle sue dottrine.
Non posso tracciare la storia; ma è
mio debito di accennare allo spirito della
setta, il quale si rivela dal congegno e
dai fini della medesima, come si trovano
formulati nella sua professione di fede.
Essa si componeva di due categorie
d’aiTigliati : l’una comprendeva quelli cbe
le aveano prestala adesione, senza però
essere iniziati agli arcani della compagnia ; l’altra era composta di quelli che
erano ammessi a partecipare del segreto;
i primi erano per la maggior parte laici;
ecclesiastici i secondi. Questi ultimi usavano un cordoncino di seta gialla con
cinque nodi che serviva a riconoscersi,
ed usavano inoltre di alcune parole di
passo. Avevano un linguaggio pattuito, e
le carte più importanti solevano autenticare con un sigillo emblematico, nel quale
la croce ed il nome di Gesù in sigla erano
combinali co< pellicano, la squadra, il
compasso, il sole, la luna ed un firmamento di stelle formanti il campo.
II giuramento di quelli che venivano
iniziati airordine superiore suonava cosi:
« lo in presenza di Dio onnipotente,
Padre, Piglio e Spirito Santo, di Maria
sempre vergine immacolata, di tutta la
corte celeste, e di le, onorato Padre,
giuro piutto.slo di farmi tagliare la mano
diritta, la gola, di morire dalla fame e
fra i più atroci tormenti, e prego il Signore Iddio onnipotente che mi condanni
alle pene eterne dell’inferno, piuttosto
che tradire o ingannare uno degli onorandi padri e fratelli della cattolica apostolica socielà, alla quale io in questo
momento mi ascrivo ; e se io non adempissi scrupolosamente le sue leggi, e nor
dessi assistenza ai miei fratelli bisognosi.
Giuro di mantenermi fermo nel difen
dere la santa causa cbe ho abbracciata
di non risparmiare verun individuo ap
parlenente all’infame combricola dei li
berali, qualunque sia la sua nascita, pa
rentela o fortuna ; di non avere pietà nt
dei pianti dei bambini, nè di vecchi, e d
versare fino aU’ultima goccia ii sangu<
degli infami liberali senza riguardo ni
a sesso, nè a grado. Giuro infine odii
implacabile a tulli i nemici della noslr
santa religione caltolica, romana, unica
vera ».
Fermi in tali principii e devoti al dal.
giuramento, essi u.savano la menzogna
la calunnia, il tradimento, prnclamaron
dottrine orrende ed organizzarono I
strage. Rappresentarono la classe libe
rale come composta d’uomini perduti d
coscienza e di fede, viventi a guisa d
bestie, contaminati d’ogni nefandezz!>
neganti l’anima e Dio, nemici d’ogni or
dine ed autorità, cui per il diritto dell
comune salvezza era conveniente anzi ne
cessarlo lo sperperare ed uccidere. Es;
inventarono la teoria dell’omicidio politico, come un tempo aveano trovata quell
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del regicìdio, e riatisola della loro dottrina divenne quel motto famigerato :
« il primo ministro del principe più pietoso essere il carneGce ».
Quindi le proscrizioni, le prigionìe, le
cooflsche, le morti cootaminaroDO il suolo
d’Italia; nè Gnita è l’opera infame del
sanfedismo, e Roma conta ora fra le sue
vittime molti uomini ODoraodi, cbe presi
ad una vagheggiata riforma del passato
rinolsero dai loro sforzi persecuzione e
vituperio.
Da Ire secoli questi sono i fruiti di
Roma; i suoi seguaci sono convinti d’errore; l’ostioirsi a volerne la riforma è
opera vana e micidiale per chi la imprende; poiché il male non riposa negli
abusi, ma nelle doitrine. A tanto danno
vi è uo solo rimedio, il quale consiste in
uo libero ed unanime ritorno al nudo e
schietto Vangelo del Cristo. Questo grande
atto, ove si compia, farà risvegliare l’empia putta nella solitudine deU’abbandoao
e della morte.
LA VOLGATA
li.
Non meno di due mila errori sono
stati trovati dai dotti nella Bibbia Vulgata corretta e dichiarata scevra di errori
dall’ infallibile Clemente Vili. Non vogliamo cbe si presti fede a noi, o ad autori protestanti ; imperciocché gli stessi
autori cattolici convengono intorno agli
errori della Volgata. Il dottissimo Sisto
da Siena, autore dell’ opera ammirabile
Biblioteca Santa, nel libro settimo di
quell’opera sostiene che nella Volgala
moltissime cose differiscono totalmenle
dal testo originale. Sante Pagnino ed Arria
Montano, dottissimi nelle lingue orientali
e zelami cattolici, per riparare agli errori
della Volgala hanno tradotto di nuovo
la Bibbia sul testo originale, e la loro
versione è riuscita in tutto e per tutto
conforme alle versioni dei Protestanti;
ma essa giace polverosa io qualche biblioteca conosciuta soltanto da qualche
rarissimo dolio nel clero. Ma questi due
autori domeDÌcaoi, avversi quanto mai
si possa dire ai Protestanti, dottissimi
nelle lingue orientali, dandoci una versione della Bibbia, in tulio e per tutto
conforme alla versione protestante, danno essi stessi una invincibile risposta alla
calunnia dei clericali, che la Bibbia protestante é falsificata perchè non è conforme alla Volgata.
Ci porterebbe troppo a luogo se volessimo soltanto dare un pìccolo saggio
degli errori sostanziali che si trovano
nella Volgata: noi appelliamo a tutti i
dotti nella lingua ebraica e greca affìonh'é
giudichino degli errori di quella versione.
1 più grandi campioni della Chiesa Romana sono siati costretti a confessarli;
e poi quattro clerlcaluzzi che non sanno
nè di A nè di il verranno ad accusare di
falso la nostra versione? Oltre gli scrittori
da noi sopra citati, il cardinale Gaetano
Francesco Torerio, Girolamo Oleastro
anche essi gravissimi teologi domenicani,
a dispetto della infallibililà di un concilio e di più papi, hanno sostenuto e dimostrato la Volgala essere piena di
errori.
Natale Alessandro, celebre teologo domenicano, fa una ben lunga ed elaborata
dissertazione per dimostrare gli errori
della Volgala, e per dare un piccolo
saggio degli errori sostanziali che ba
trovato in essa; cita centotre passi so>
10
stanzialmente falsificati. Roma fece rispondere alla dissertazione del teologo
domenicano, ma questi in una replica
ridusse al nulla tutte le ragioni di Roma,
e dottissimo siccome era nelle lingue,
dimostrò fino all’evidenia quegli errori
che prima non aveva se non che accennati Roma convinta di malafede si servi
della solita ultima sua ragione, mise
all’indice l'opera di Natale Alessandro;
ed i clericali sapendo tali rose per amor
di quella verità che è sempre nella loro
bocca, vanno dicendo che la sola loro
Volgala è esalta, e che la versione protestante è falsificata.
Ma non abbiamo bisogno neppure di
ricorrere ad autori condannati dal papa
per dimostrare la nostra tesi. I clericali
non ricuseranno la testimonianza del
cardinale Bellarmino. Un cardinale, un
gesuita, un nemico acerrimo de’ protestanti merita tutta la fiducia dei clericali.
Vi sono nella vita umana alcuni raomenti
nei quali anche il bugiardo di professione
si trova costretto, senza saper come, a
dire la verità: in uno di questi momenti
il Bellarmino non solo confessa gli errori
della Volgata, ma asserisce che la Chiesa
Romana conosce tali errori e ve li lascia
appositamente. Scrive egli dilTatti in una
lettera a Luca di Bruges, il quale gli avea
mandato alcune osservazioni intorno agli
errori della Volgata e dice che tali errori
sono conosciuti, ma che la Chiesa ve li
ha lasciati per giuste cagioni : ecco le
parole latine del cardinale gesuita « De
libello ad me misso gratias ago. Sed
sctas velim Bibita Valgala non esse a
nobis accuratissime castigata. Multa
enim de industria juxlis de causis periransivimus, qucn correctione indigere
videbantur. Ma quali, di grazia, potranno
essere le giuste cause che autorizzano
una Chiesa a falsificare la parola di Dio ?
ad ingannare un popolo facendogli credere essere parola di Die quella che essi
sanno di avere falsificata volontaria,
mente? E poi costoro sono quelli cbe sui
loro pulpiti, che chiamano cattedre di
verilà, vanno dicendo che i Protestanti
hanno falsificato la Bibbia !
Ma noi abbiamo ancora testimonianze
più forti di quella del cardinale Bellarmino. Si potrebbe dire cbe tali parole
sono sfuggite dalla penna di quel cardinale involontariamente. Ebbene noi abbiamo per provare la nostra tesi la testimonianza di un infallibile della Chiesa
Romana. Quando si commettono alcuni
orribili sacrilegii Dio permette che vengano scoperti per la confessione di quegli
stessi che li hanno commessi. Veniamo
al fatto.
Papa Clemente. Vili che, come abbiam
veduto, corresse per ultimo e dichiarò
autentica la correzione della Volgata da
lui fatta, pose in fronte alla sua edizione
della Bibbia uscita dai tipi del Vaticano,
una prefazione, nella quale questo papa
confessa che sono stati lasciati in essa
appositamente molti errori. Ecco le parole latine che noi abbiamo sott’occhio.
Et vero quamvis in hac Bibliorum recognitione in codicibus manuscriptis, Hebrwis, Grcecisque fontibus, et ipsis veterum Patrum commentariis conferendis
non mediocre sludìum adhibitum fuerit; in
hac tamen pervúlgala lectione, sicut nonnulla consulto mutata , Ha etiam alia
qua mutanda videbantur, consulto immutata relieta sunt. Questo Clemente Vili
è quello stesso che contemporaneamente
11
COD una bolla infallibile dichiarava quella
Bibbia, che egli stesso confessava appositamente falsificata, essere la sola vera,
la sola genuina, la sola autentica.
I Prote-stanti di buona fede noo sanao
persuadersi di simili fatti, tanto essi superano l’umana credenza ; ed è perciò,
noi crediamo, che tale fatto non è generalmente avvertito. Eppure questo fallo
è la più forte, la più semplice, la più
perentoria risposta che possa farsi a coloro i quali vengono a calunniare le nostre versioni coscienziose dicendole falsificate, e ad esaltare la Volgata dicendola sola autentica. Da questo fatto noi
prendiamo occasione di dirigere ai difensori della iofallibililà papale la seguente interrogazione : Clemente Vili
quando era infallibile, quando confessava
le falsificazioni volontarie da lui falle alla
parola di Dio, o quando dichiarava cbe
quella parola ¡stessa da lui falsificata era
autentica? Se ci rispoaderete colla solita
distinzione del fatto e del dritto, noi vi
diremo che la infallibilitù di dritto non
può essere io opposizione colla infallibilità di fatto; che due infullibilità op|>oste
si distruggono fra loro. Torniamo quindi
a doraiindarvi : Chi è stato infallibile, il
Concilio di Trento quando ha dichiaralo
la Volgala autentica e scevra di errori, o
Clemente Vili quando l’ha dichiarata
piena di errori, ce ha brucialo gli esemplari, l’ha corretta, ha confessalo di averei lascialo molli errori, e do|)o tale
confessione l’ha dichiarata «enza errori ?
Ma intanto quali saranno le conseguenze che una sana logica ci costriage
a trarre da questo fatto? La prima sarà;
che siccome non si dà contro l’accusato
prova maggiore della propria confes
sione, confessando un papa infallibile
la falsificazione della Volgata, nessuno
poirà più dubitarne, senza trattare da
mentitore un infallibile. Questo stesso
papa che dichiara corrotta la Vulgata,
ne cura egli stesso la edizione, la pubblica e la dichiara autentica; dunque,
seconda conseguenza, un papa dichiara
autentica e vera una cosa che egli stesso
ha dichiarato corrotta e falsa. Terza conseguenza : un papa parlando infallibilmente ex cathedra può definire infallibilmente una cosa che poscia sceso dalla
cattedra nega. Dunque, quarta conseguenza ; se un papa conlraddice fgori di
cattedra le decisioni della stessa sua cattedra, queste stesse decisioni potranno
essere contraddette da chiunque. E siccome non si può supporre un tale sacrilegio, di falsificare «ioè volontariamente
la divina parola, senza forti ragioni di
ambizione o di proprio interesse, noi lasciamo trarre a chi vuole tutte le conseguenze che dalla confessione di papa
Clemente derivano. Se si volessero confrontare i passi che nella Volgala sono
diversi dull’origioale, si vedrebbe a colpo d’occhio quali sieno quelle ragioni
che mossero il papa a lasciare la Volgata scorretta. La Bibbia, dice papa
Leoue Xll, è avvelenata : ma il veleno vi
è per i clericali i quali trovano condannati in essa I loro abusi, e quindi seia
Bibbia avesse libero corso, essi sollauto
ed i loro errori, ed i loro abusi verrebbero manifestati al mondo tali quali sono.
SIISSIOM EVASGEIICIIE
Gerusalemme. [Continuazione).
«L’ospedale per i giudei è cosi in .buon
ordiue clie io aou ho a dirne che poclje
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cose: esso è stato una grande benedizione per molti israeliti di ambi i sessi,
se non altro temporalmente, in ispecie
in quest’anno di provectraordinarie cagionate dal caro dei viveri, la mancanza
d’acqua, e le diverse malattie cbe ne
sono stale ia conseguenza. Gl’Israeliti
sono ricevuti nell'ospedale, ed oltre la
cura delle loro malattie, si presenta loro
l’occasione di leggere la Bibbia tanto nel
vecchio che nel nuovo Testamento, e di
tenere discorsi religiosi con persone prudenti e discrete. 11 proselitismo in questo luogo non si spinge più oltre di cosi.
«La nostra casa d’industria ha falto un
qualche progresso. Noi ne riconosciamo
sempre più l’importanza, in quanto cbe
essa ci fornisce i mezzi di scuoprire le
disposizioni ed i molivi dei giudei che
ricercano, o pretendono ricercare la verità ; e ci dà occasicae di far apprendere
un niesiiere, onde quei che desiderano
divenir cristiani possano col lavoro delle
loro mani guadagnarsi onoratamente di
che vìvere. Oltre l’istruzione religiosa
cbe gli allievi ricevono ogni giorno dai
missionarii, la sera sono chiamali ad una
scuola elementare, ove apprendono a
leggere e scrivere, l’aritmetica, la lingua
(i giudei in Palestina non parlano alcuna
delle lingue cognite, ma hanno un dialetto proprio), e quante altre cognizioni
si credono utili o possibili. Lo stabilimento è sotto la direzione di uno dei
Dostri proseliti, il signor Hershon.
«Oltre tali istituzioni dipendenti dalla
società per la conversione dei Giudei, e
fondate esclusivamente (ereetluato il tempio) a favore di essi, noi abbiamo la
ecuola industriale della signorina Cooper,
mantenuta in parte dalla stessa società,
e destinata esclusivamente alle I$raelite.
La signorina Cooper insieme a due donne di aiuto che essa ha fatto venire da
Inghilterra, insegna a cucire e dà a lavorare ad una cinquantina di giudee che
essa paga a giornata secondo la loro
abilità. Questa non è, a propriamente
parlare, un’ opera missionaria , sebbene
si legga ogni giorno la Bibbia a queste
donne riunite ; ma noi speriamo che una
lale opera ci preparerà la via ad un’opera
di evangelizzazione più diretta.
« Le nostre sorelle, le diaconesse alemanne di Kaiserswerth, ed il loro ospizio, ci sono state della più grande utilità, specialmente in quest’anno di malattie. Per molli mesi consecutivi due di
loro sono state continuamente occupale
ad assistere i malati della nostra chiesa
nelle loro case. L’ospedale della società
di Londra per i Giudei ha molti inconvenienti per i proseliti: imperciocché a
cagione del vitto i domestici devono essere giudei: quindi tutti i noslri proseliti 0 catecumeni infermi sono ricevuti e
curati nell’ospizio delle diaconesse ove
la benevolenza e l’amore cristiano regnano , e fanno una profonda impressione nel cuore dei nostri neofiti. Il dottore Macgowan presta gratuitamente le
sue cure ai malati colla stessa affezione
e premura colla quale cura gl’infermi
dell’ospedale, dei quali è più direttamente incaricato. Oltre a ciò le diaconesse ricevono i piccoli fanciulli orfani,
ed alcune fanciulle cbe custodiscono ed
educano col più grande amore. Le fanciulle più grandi sono Istruite alla mia
scuola inglese. Quest» istituzione è interamente sostenuta dai cristiani di Prussia, eccettuata la somma di 3000 francbi
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cbe io pago in considerazione di quello
che queste care sorelle fanno per I proseliti, per I maestri e per i discepoli delle
mie scuole.
<t Questa istituzione ha un cappellano
alemanno da circa due anni, nella persona del caro fratello il pastor Valentiner, il quale predica ogni quindici
giorni officialmente nella chiesa di Cristo
(Christ-Churcb) ai membri della chiesa
protestante di Alemagna. Ma aggiungo
con grjnde allegrezza che, alla eccezione
di una o due persone, tutti i membri della
nostra chiesa che comprendono l’alemanno colgono avidamente quest’occasione per editlcirsi nella nostra fede santissima. lo considero siccome una sorgente
di ricche benedizioni, ed un motivo di
umili ringraziamenti al nostro Dio, che
sebbene noi abbiamo due forme difTerenti di cullo, e per educazione apparteniamo a due chiese distinte, abbiamo
tulli assolutamente la stessa dottrina, e
non formiamo che una sola chiesa. Questo
felice stato di cose deve essere ia gran
parte attribuito, sotto l’influenza della
grazia del nostro Salvatore comune, alla
umile e pia disposizione di spirito, ed
alla maniera concilialrìce di agire del
signor Valentiner; in gui.'^a che noi abbiamo un nuovo e possente motivo di
essere riconoscenti verso S. M. il Re di
Prussia, il qu.ile egli stesso ha scelto, e
ci ba mandato uo cosi caro collega.
• Le mie scuole di Gerusalemme e di
Nablous continuano a prosperare sotto
la benedizione del Signore.... La scuola
di Nazareth va bene ancb’essa, ed è diretta dal missionario Klein. Quella di
GialTa e quella di Betelem sono ancora
troppo (KHia co&a perch« v’intrattenga di
esse ; non avendo fino ad ora la prima
che venti, e la seconda che 38 fanciulli.
Tulle queste scuole sono dirette da maestri evangelici, e sono chiamate scuole
bibliche. Non è che un mese dacché ho
ricevuto una petizione da Haifa fra il
Carmelo ed Acri, onde stabilire colà una
scuola biblica diretta da un maestro evangelico ; ed io mi propongo di accondiscendere alla domanda, appena le mie
risorse me lo permetteranno.
« Il numero dei fanciulli della scuola
di Gerusalemme, essendo considerevolmente aumentalo, profìtiai della mia visita che feci io Inghilterra per impegnare
due istitutrici a venire fra noi, io guisa
che ora la scuola édivisa in due: in una
sono i ragazzi, DpH’altra le ragazze. Il
numero ordinario del ma.schi è di 60, e
quello delle femmine di 30. Dei maschi
ve ne sono iO Giudei di origine, dei quali
11 sono battezzati; un Abbissioo, tre Mussulmani, gli altri sono Tigli di protestanti
del paese, Armeni, Greci, e Cattolici: i
Greci ed i Cattolici sono poco numerosi
per l’opposizione dei preti. Nella noslra
scuola s’insegna ai ragazzi secondo la
loro capacità a leggere, scrivere, l’aritmetica, l'inglese, l’arabo, il tedesco, la
la geografìa, l’istoria: alle ragazze poi,
oltre queste cose s’insegnano gli utili
lavori donneschi, ed ai maschi la geometria: ma agli uni ed agli altri s’insegna sopra ogni cosa la Bibbia.....Di
questi 90 faociulli ve ne sono sempre
da 22 a 24 orfani o abbandonati, ai quali
si dà anche il vitto, vestiario ed alloggio
nella scuola. La diiflcoltà di trovare locali adattati, anche pagando una pigione
esorbitante, mi ha fatto determinare a
fabbrlcaroe uno che possa servire per
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scuola e per abitazione degli orfani e dei
maestri. In quest’anno non poteva spendere
Che 6 in 7 mila franchi per questo oggetto: ma quando ebbi gettate le fondamenta,
il Pascià sotto l’induenza dei nemici del
Vangelo, mi ordinò di sospendere la fabbrica. Io sostenni con lui una lunga discussione per più giorni ; ma llnalmenle
il mio amico, il console Prussiano, lo
persuase a domandare degli ordini a Costantinopoli ; in quell’ intervallo io feci
tutti i miei sforzi per portare innanzi la
fabbrica il più che poteva, e così spesi
intorno a 1S,000 franchi, ed ora non me
ne mancano che 10 a 12 mila per terminarla. La sola acqua per fare la calcina mi è
costata l,bOO franchi. Non debbo però
dimenticare la generosa offerta di un ufficiale inglese, che essendo stato a visitare la scuola mi donò 2,280 franchi per
la fabbrica. (cordinua)
NOTIZIE RELIGIOSE
Ginevra. In un villaggio del cantone
di Ginevra abitato dai cattolici in maggioranza, è accaduto !»■ domenica scorsa
un fatto che dimostra fin dove possa
giugnere anche in paese libero la fanatica
intolleranza di uomini cbe si lasciano
ciecamente condurre dai clericali.
È da qualche tempo che un culto evangelico era stato stabilito in una sala
terrena di quel villaggio, a richiesta di
molte persone àvide di ascoltare la parola di Dio. Un pastore del villaggio più
vicino vi andava volentieri ad annunziarla. Allorché domenica ii pastore entrò nella sala, vi trovò la solila udienza
abituale, ed incominciò il culto colla
preghiera. Terminata la preghiera ir
rompe nella sala una quantità di monelli
facendo un chiasso spaventevole; avvertili a starsene tranquilli o ad uscire ,
raddoppiavano il chiasso. Ciò era fatto
evidentemente acciò gli uditori evangelici percuotessero quei monelli , per avere poi occasione di far nascere un
grave scandalo. Ma gli evangelici sopportando, una ventina di uomini ritenendo il cappello in testa, e fumando,
entrano nella sala ; poscia ancora un
cinquanta persone entrano nello stesso
modo ed incominciano ad insultare il
pastore, gli uditori, e sopratutto le donne.
Gli evangelici ad esempio del loro pastore restavano ai loro posti mantenendo
la più perfetta calma e tranquillità. Allora
alcuni dei provocatori uscirooo e chiusero dal di fuori lutti gli sportelli delle
finestre e lasciarono tutti al buio : poscia
vennero alle vie di fatto, e prendendo
per forza ad uno ad uno gli evangelici,
li trascinavano uomini e donne fuori
della sala , alcuni riceverono delle percosse , uno ne fu gettato dal verone ,
strapparono la Bibbia dalle mani del pastore e la ridussero in pezzi : poscia
ruppero la stufa e gettarono il fuoco sul
pavimento di legno.
Informato il Consiglio di Stato di tale
attentato, ha ordinato la procedura a forma delle leggi. Il procuralor generale
si portò immediatamente sulla faccia del
luogo con un giudice istruttore, un commissario di polizia e 15 gendarmi , e
molti colpevoli furono immediatamente
arrestati. Ed ceco in un paese protestante, ove i cattolici godono delle più
piena libertà non sono contenti se non
eccitano ia guerra civile per fanatismo
religioso.
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Francia. L’imperatore ba scrilto una
geutilissiraa lettera al presidcDte del coucistoro (evangelico) di Meaux, in risposta ad un’altra di detto presidente, nella
ijuale gli domandava un qualche sussidio per i poveri protestanti. La lettera
dell’imperatore era accompagnata da un
biglietto di banca da 1000 franchi. L’imperatrice anch’ essa ha fatto dono di
molti oggetti io argento alle signore
protestanti di Nantes per una vendila che
suol farsi in ogni anno in favore dei
poveri protestanti di detta città.
Londra. La Socielà delle missioni evangeliche ha de.slinato di accrescere il numero del missionari nella Cina. Si è aperta
a lale elTello una lista di volontarie contribuzioni, che io pochi giorni ha dato la
somma di lire sterline 3,320 (83,000 fr.).
Magonza. Ecco il terzo prete che nella
diocesi di Magonza ha abiurato pubblicamente il cattolicismo, dacché è vescovo
di quella diocesi un carissimo allievo dei
Gesuiti. Il 9 gennaio è stato ricevuto
nella Chiesa evangelica il rev. Bertsch.
Stati Uniti. Un missionario cattolico
che mostrava un grandissimo zelo nel
bruciare le Bibbie, e ne aveva bruciate
molte nelle pubbliche piazze, ha abiuralo
il cattolicismo ultimamente in Burlington
(Stati di Vermont).
— L'Herald di Nuova York vedendo
che In tutti gli ammutinamenti, ed in tulti
l subbugli che accadono negli Stali Unili,
la principale parte è presa dagli Irlandesi,
ne ricerca la cagione e la trova nella influenza che il clero esercita sui medesimi. Ecco le sensate riflessioni di quel
giornale.
« Un fatilo altrettanto tristo quanto in
oontestabile è cbc gl’ Irlandesi cattolici
in questo paese, specialmente coloro i
quali appartengono alla classe degli operai, sono sempre immischiati in disordini 0 commozioni. Quale n’è la causa,
e come avviene cbe in quesla medesima
classe se ne trovano ancora molli i quali
si abbandonano a fatti violenti e sanguinosi P Gl’Irlandesi appartengono alla razza
la pii) generosa, la più industriosa e la
più attiva della moderna Europa : hanno
mollo intendimento, ed allorquando sono
posti nelle medesime circoslanze delle
altre nazionalità dispiegano la massima
intelligenza. Sono per natura uu popolo
nobile, dittalo delle più apprezzabili qualità che aver possa l’umanità.
« Qual è duajue il motivo che li pone
continuamente in opposizione alle leggi,
sia nel loro proprio paese, quanto all’cslero? Crediamo che ciò provenga dall’influenza distruttrice del clero cattolico
e la sua organizzazione: questa, temiamo,
è la sorgente principale alla quale bisogna attribuire il male. Insegnasi a credere agl’irlandesi cattolici ch’essi debbono piuttosto ubbidire i loro superiori
ecclesiastici, anziché le leggi del paese
nel quale vivono. I loro vescovi ed i loro
curati gl’inculcano una cieca obbedienza
alla loro volontà, ma non una sincera
sommessione all’autorità della legge civile. Raccomandasi loro di rispellare una
chiesa la cui sede di governo è in terra
straniera, piulloslochè ubbidire alle istituzioni del paese ch’essi hanno adottalo.
“ La Società biblica della California
celebrò, il 6 dicembre, il quarto anniversario della sua esistenza. Durante l’anno
18S3 ha distribuito fra i minatori 2,739
copie delle S. Scritture, ed ha speso pii,
16
di 6,000 dollari per erigere un nuovo deposito di libri morali e religiosi.
CRDXACliEm POLITICA
Torino. — Ieri notte ebbe luogo al palazzo reale, il primo ballo in gala della
ftagione. Vi era nelle ampie sale accolto
il fiore della cittadinanza torinese con le
uotabiliià dello Stato e deH’estero. La
splendida festa fu rallegratala dalla presenza delle LL. MM.
Roma. — Da una corrispondenza delYOpinione, si rileva che lo Stalo Pontificio si trova nel più orribile dissesto
linanziario. Un deficit di 5,000,000 di
scudi annui presenta il Bilancio preventivo, ma in realtà il deficit è mollo maggiore. Ridurre le spese è impossibile,
-senza toccare al lusso dei cardinali ed al
clero innumerevole: crescere le imposte
è un’allra imposi-ibilità assoluta, stante
la miseria immensa delle popolazioni dissanguale. Un prestilo non può realizzarsi
per mancanza di credito. In tali circottanze si trova lo Stato modello.
Parigi, 26 gennaio ore 10 ant.
Dispacci del 16 da Pietroburgo giunti
a Parigi confermano che la Russia non
ciiiisìdera come un casus belli l’entrala
d' ile flotte nel mar Nero; nella supposizione iierò che queste abbiano ricevuto
Tordine di comportarsi egualmente verso
la Russia e verso la Turchia.
Su questo proposito la Russia aspetterà
una dichiarazione precisa.
Correva voce a Portsmouth cbe fosse
stato dato ordine a due reggimenti di carabinieri e ad un distaccamento delia
guardia di tenersi pronti a partire.
Madrid 1S. Il marchese di Gerona mi
nistro della giustizia ha dato la sua dimissione : Domenech, ministro delle finanze prenderà, ad interim, il portafoglio.
Zaragoza governatore di Madrid ha abbandonato il suo posto : fu surrogato dal conte
di Quito.
La Gazzetta del 18 gennaio contiene
un decreto reale che dichiara il commercio di biade libero neU’interno da ogni
diritto, ed un altro decreto riducente a
metà la tariffa delle ferrovie di Aranjuez
a Templeque tanto pel materiale come per
il personale.
ViES.NA, 18 gennaio. Ne’ circoli d’ordinario bene informati si assicura che l’Austria ha veduto affatto di mal occhio l’entrala delle flotte alleate nel mar Nero, e
cbe questo passo vi è quasi ritenuto come
una provocazione: la formazione dello
stato maggiore generale ottomano viene
pure considerata dal gabinetto di Vienna
come un’altra provocazione : è noto che
l’ambasciatore austriaco ha protestato
contro la risoluzione degli ambasciatori
delle potenze occidentali riguardo all’entrata nel mar Nero; aggiungesi ora che la
formazione di un corpo d’armata di 40,000
uomini nel Banato, sotto il comando del
generale Schlick, venne ordinala per appoggiare al bisogno la protesta medesima.
A Pietroburgo, e con ragione, si pensa
che la neulraliià delle due prime potenze
germaniche sia impossibile, e si tiene per
certo che in caso di guerra colle potenze
occidentali, tanto l’Austria che la Prussia
saranno costrette a dichiararsi in favore o
contro la Russia.
Direttore G. P. MEIIXE.
Giuseppe Mirapel gerente.
TIF. SOC. DI A. PONS K COMP.