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DELLE VALLI VALDESI
Spetta
BIBLIOTECA VALDESE
T(m& PELLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XC — Num. 28
Una copia Lire 30
ABBONAMENTI 1 Eco: L. 1.300 per l’intemo Eco e La Luce: L. 2.000 per Pinterno Spediz. abb. postale - I Gruppo 1 TORRE PELLK’E — 8 Luglio 1960
1 L. 1.800 per l’estero L. 2.800 per Pesterò Cambio d’indirizzo Lire 50 1 Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Ezechiele 22: 23-30
La malta infida
Il riparatore delle breece
Questa pagina del libro del profeta Ezechiele potrebbe offrire ad un
qualche nostro quotidiano un titolo
presso a poco come questo: « I delitti di Gerusalemme; nella oscura vicenda sono coinvolti i profeti, i sacerdoti, i capi politici ed il popolo nel
suo insieme ». Ma, rendendoci poi
conto che si tratta di cose molto lontane da noi nel tempo, potremo faci]
mente concludere che quella pagma
è per noi priva di attualità.
C’è, invece, in quelle parole un
messaggio di verità anche per il nostro tempo. Gerusalemme è la capitale religiosa e politica del popolo
eletto. 11 suo nome ha un fascino particolare e gli abitanti confidano nel
suo passato glorioso. Eppure nessuna
grandezza umana riesce a fermare lo
incombente giudizio di Dio, il quale
regna sugli uomini, sulle nazioni, sulle città e sui santuari. Nessuna delle
grandi capitali politiche e religiose
del mondo contemporaneo può essere
sicura di se stessa; perchè la Parola
deirEterno vale anche per le nostre
città.
Ma quali sono esattamente i peccati che TEterno rimprovera a Gerusalemme ai tempi di Geremia e di
Ezechiele?
Ecco: sono in causa innanzi tutto
i profeti cioè coloro che dovrebbero
guidare il popolo nelle vie dell’Eterno; essi cospirano contro di Lui, seuucono il popolo con falsi insegnamenti, sfruttano le anime per il loro
interesse materiale. Gerusalemme è
una « terra che non è stata purificata », perchè non ha riconosciuto e
non ha confessato i suoi peccati con
sincero ravvedimento. Ma i profeti
non se ne preoccupano; invece di essere delle sentinelle che avvertono il
popolo e lo ammoniscono chiamando
il bene bene e il male nurle, essi « curano alla leggera la piaga del loro popolo; dicono pace, pace, mentre pace
non v’è! ».
Poi sono in causa anche i sacerdoti
di quel tempo. Il peccato, infatti, non
si ferma sulle soglie dei santuari e
non risiede soltanto nei bassifondi
delle città. Anche gli uomini del tempio « violano la mia legge », dice l’Eterno, « e non fanno conoscere la differenza che passa tra ciò che è impuro e ciò che è puro ». Nessuna veste
sacerdotale o pastorale è garanzia assoluta di integrità morale; e, dopo
aver interceduto per gli altri, è giusto che ricorriamo anche noi a Colui
che « può purificare la nostra coscienza
dalle opere morte per servire all’Iddio
vivente ».
Un terzo rimprovero è per i capi,
per i governanti. Nella storia contemporanea, l’eco di quel rimprovero ha
accenti di vera attualità. A Gerusalemme si respira un’atmosfera di violenza alimentata dal sangue e ciò accade per « saziare la loro cupidigia ».
Quante ingiustizie, quante crudeltà,
quali violenze si commettono ancora
oggi nelle città e nelle civiltà, anche
in quelle giudicate cristiane, sotto il
segno della cupidigia e del possesso!
Infine, un’ultima parola è per il popolo. Il popolo è sempre tentato di
accusare i capi, rendendoli colpevoli
dei suoi misfatti. Certamente è cosa
grave che il cattivo esempio venga
dall’alto e che per quella ragione la
corruzione e lo sbandamento si estendano; ma il popolo non è innocente,
quel popolo che « si dà alla violenza,
calpesta l’afflìtto ed il povero contro
ogni equità », e la cui ambizione è di
arrivare a qualunque costo là dove
esso vuole.
In una situazione come questa,
molti profeti si agitano e corrono ai
ripari. Ma lo fanno in modo inadeguato, come nell’antica Gerusalemme.
« Intonacan tutto con malta che non
regge »; tollerano il male e lo nascon
dono dietro un’apparenza di bene;
presentano una facciata esteriormente
in ordine, mentre internamente è minata dal peccato che la rovina; parlano di Dio perchè conviene essere
« religiosi », ma senza irrobustire la
struttura morale della società.
E io, dice l’Eterno, « ho cercato fra
loro qualcuno che riparasse la cinta e
stesse sulla breccia davanti a me in
favore del paese — ma non l'ho trovato ».
E’ stata dura quella parola per il
popolo di Gerusalemme. Può darsi
che lo sia anche per noi e ci aiuti,
nondimeno, a pentirci del male che
abbiamo compiuto.
Dio cerca sempre qualcuno che stia
dinnanzi a Lui, sulla breccia, in favore del paese. B, grazie a Dio, qualcuno c’è in tutte le nazioni; non c’interessa il loro numero, c’interessa invece di sapere che, sulla terra, ci sono
degli uomini e delle donne i quali si
sforzano di servire il Signore a fatti e
in verità, indipendentemente dal nome e dal vestito che portano.
Possa il loro numero accrescersi anche fra noi, malgrado il peso deH’impegno quotidiano. E possano essi servire Dio là dove vivono, faticano e
soffrono, oltre che nell’ora del culto
domenicale. Non con severe discriminazioni tra uomo e uomo e non in
forza di una legge esteriore in apparenza giusta, ma in realtà spietata;
bensì con l’amore di cui Cristo ci ha
amati-nella nostra ingiustizia e nella
nostra povertà.
Egli è il vero riparatore delle breccie che insidiano la nostra vita e quella della città terrena; è anche la pietra angolare sulla quale siamo chiamati a costruire la nostra esistenza;
una pietra « angolare, eletta, preziosa; e chiunque crede in Lui non sarà
confuso ». Amen.
Ermanno Rostan.
A Fraineiles. m Belfast
Non pensavo la’Irlanda così lontana! Trentadue ore di viaggio, per
treno e piroscafo^; senza contare le
inevitabili lunghe .soste ira una tappa e l’altra del viàggio
A Belfast però |à ha l’impressione
che l’Irlanda sia ^cora più lontana
dal Continente di guanto non lo dica
la distanza chilometrica.
Alla Victoria Station di Londra, un
grande cartello intita i viaggiatori a
«visitare l’India durante le ferie» e
in tutta la Gran Bretagna si ha l’impressnne che i paesi del Commonwealth, anche se posti nell’altro emisfero terrestre, sono più vicini che
non i paesi europei divisi soltanto
dallo stretto canale della Manica.
Questa sensazitìtie rimane limpida
ali europeo che asaste al Sinodo Presbiteiìano di Belfast: sono presenti
il Moderatore dell^ Chiesa Presbiteriana. Inglese e Scozzese, i rappresentanti della Chiesa del Galles, come so.
no anche presenti’-i rappresentanti
delle Chiese dell’Africa, dell’India e
uelTOceania. Del Continente vi è un
scio Delegato, il Delegato della Chiesa Valdese.
E nelle lunghe ore di seduta sinodale a cui ho preso parte, ho sentito
parlare molto spesso deH’India, dell’Africa, dell’Oceatìia anche, ma non
del problemi religiosi del Continente ;
solo due Chiese Europee, la Chiesa
Protestante di Spagna e la Chiesa
Valdese d’Italia sono menzionate in
un rapporto.
* * •
Infatti tra i vari Comitati i cui rapporti furono esaminati nel Sinodo di
Belfast, ve n’è uno che si occupa delropera protestante' in Spagna ed in
Italia. Presiede il Comitato il Pastore
Davey, nostro buon amico e in una
seduta sinodale e^i ha dato alcune
informazioni su (Jueste due Chiese e
specialmente sullà Chiesa Valdese,
per la quale assai vivo è l’interesse
nel mondo Presbiteriano Irlandese. Il
Delegato della nostra Chiesa è stato
Invitato a parlare nella grande riunione del giovedì sera a cui erano presenti circa 2000 persone; il Moderatore Dott. Fulton ha pronunciato delle
parole di amichevole simpatia per la
nostra Chiesa e nei contatti con vari
Pastori irlandesi ho potuto- constatare come la nostra piccola Chiesa Valdese sia conosciuta e stimata.
Molte persone mi hanno parlato
della visita del Pastore Tullio Vinay,
che tutti hanno sentito alla televisione, molti mi harmo parlato del Pastore Ayassot e il ricordo della permanenza alcuni anni fa nell’Università di Belfast del Pastore Genre è
tutt’ora viva. Abbastanza numerosi
sono i pastori che hanno visitato l’Italia e Agape è certamente un nome
ben noto nel mondo ecclesiastico irlandese. Tutto questo è per noi certo
di grande soddisfazione; ma istintivamente vien da chiedersi se siamo veramente àU’altezza della fama di cui
la nostra piccola Chiesa gode nel
mondo.
Evidentemente l’Assemblea Generale Presbiteriana dTrlanda è qualcosa
di diverso del nostro Sinodo, basti ricordare che ne fanno parte 500 pastori ed altrettanti laici, che il rapporto
annuo alla Assemblea Generale comprende 325 pagine e gli articoli dell’ordine del giorno sono circa un centinaio La discfissione dei vari articoli è quindi molto rapida; si riduce
molto spesso a un breve sunto presentato dal Presidente della Commissione, di cui si esamina il rapporto e
se non vi sono speciali interrogazioni,
tutto Si conclude con la proposta che
il rapporto sia accettato e se nessuno
si oppone, si passa, senza neppure
una votazione, al numero seguente
dell’ordine del giorno.
Vi sono state però alcune discussioni abbastanza intense, la prima quando si parlato del problema della fusione delle missioni del Nord India,
dove la Chiesa Presbiteriana Irlandese ha lavorato intensamente. Il problema si è posto in questi termini: è
possibile che si abbia una riunione di
quelle missioni, lasciando compietamente da parte i principi fondamentali del Presbiterianesimo, con cui si
è lavorato per anni ed aniu. lasciando- che la nuòva Chiesa siAorgariizzi
su una forma tipicamente anglicana?
I pareri sono stati discordi e la dicussione molto intensa. A. Ribet
(segue in 3“ pug.)
* Accusato di proselitismo fra i Greci
ortodossi, revangelista protestante Michael
Markogamvrakis, della Chiesa evangelica
libera greca, è stato condannato dal tribunale di Neapolis (Creta) a cinque mesi di
prigione e a una multa di 3.000 drachme.
Egli Jia interposto appello.
UNA MESSA A PUNTO
Protestanti poco informoti
Il punto di vista espresso ^uW’Eco
del 24 giugno dalla signora Andreina
Lo Bue Bert mi lascia in verità assai
perplesso. Un chiarimento però lo si
trae dalla domanda che la nostra interlocutrice si pone dopo aver esposti
i motivi della « profonda delusione »
avuta per la posizione assunta dai protestanti nel dibattito coi laicisti pubblicato suH’Ei’prciic» del 12 giugno:
« Mi domando che impressione potrà
trarre un lettore poco informato sul
pensiero dei protestanti ». La risposta a tale quesito la dà l’articolo stesso pubblicato sull’Eco, e segnatamente il fatto che l’autrice ha potuto pensare che, in ordine ai problemi dei
rapporti tra Chiese e Stato, anche noi
protestanti ci si nasconda dietro la
comoda figura della tesi e delle ipotesi.
Invero io non comprendo per quale ragione « la tolleranza e la magnanimità » dovrebbero essere virtù riservate alla sola maggioranza; e per
quale motivo inoltre le dette virtù,
se praticate dalle minoranze, divengano « simili all’amore del quieto vivere ». Nè comprendo perchè, in
quanto protestanti, non dovremmo essere « pieni di comprensione » anche
per le tesi dei cattolici. Noi protestanti in Italia abbiamo il preciso dovere di conoscere e comprendere appieno le posizioni cattoliche e il dovere di cercar di farle valutare non
solo sul piano politico, ma anche su
quello dei loro presupposti religiosi,
da coloro che, per motivi diversi dai
nostri, combattono tali dottrine. Questo il succo della posizione di consapevolezza che nel detto dibattito abbiamo assunto noi tre protestanti.
La nostra interlocutrice mi consentirà quindi di indurla a rettificare il
suo appunto nel senso che io non ho
desiderato « anche giustificare giuridicamente la situazione ambigua dei
cattolici ». Proprio nel brano che essa
riporta ho semplicemente desiderato
presentare in modo obbiettivo ed
onesto la dottrina cattolica senza travisarne l’enunciato e senza far dire
ai cattolici cose diverse da quelle che
essi dicono. Che io dissenta da tali
tesi e per quali ragioni, è chiaramente detto nel mio primo intervento nel
dibattito e nel testo della Dichiarazione che, in argomento, è stata pubblicata anche dall’Eco. Di poi non ho
« giustificato » la dottrina cattolica,
ma ho inteso richiamare l’attenzione
dei nostri interlocutori sulla necessità
di andare in fondo alle ragioni di detta dottrina e non limitarsi alla loro
riduzione superficiale in termini di tesi ed ipotesi pervenendo così ad una
condanna facile in sede morale, ma
debole sul piano logico e politico.
Quindi ho cercato di sottolineare
quello che, a mio avviso, sembra l’unico mezzo valido per combattere con
successo le dette dottrine e le surriferite ingerenze del clero. Si tratta di
creare in pratica le circostanze di fatto che inducano le gerarchie a ripiegare dalla loro intransigenza e a ritenere non possibile e perciò non necessaria l’affermazione e neppure la
enunciazione di certe erronee pretese.
Tali circostanze di fatto si creano con
l’opera di evangelizzazione che diffonde la Parola del Signore, base per
una rinnovata educazione e coscienza
morale del popolo e con istituzioni
statali ispirate a sani principi di diritto e di democrazia. La prima di
tali incombenze spetta a noi protestanti, l’altra ai cosidetti « laici » ed
a noi, nella comune veste di cittadini.
In America, dove l’educazione protestante informa il costume del paese
e dove la Costituzione dello Stato è
il fondamento vero della convivenza
civile per qualsiasi cittadino a prescindere dalla sua confessione religiosa, i cattolici si trovano, a mio
avviso, in quelle condizioni di fatto
cui accennavo; per cui le gerarchie
ecclesiastiche si debbono star caute.
Naturalmente occorre che gli ambienti protestanti e quelli laici americani,
come quelli di ogni altro paese, siano
vigilanti, sensibili e ben informati per
evitare che i presupposti di fatto vengano meno. Se laici e protestanti in
America dimissionassero di fronte ai
loro compiti ed alle loro responsabilità di credenti e di cittadini, la loro
situazione sarebbe realmente compromessa.
Ma forse la nostra interlocutrice
avrà colto nel mio scritto suH’Esprcsso del 2 luglio quegli elementi che
penso idonei a compensarla della precedente « delusione ». Quanto meno
me lo auguro.
Giorgio Peyrot.
7
giorni
GIOVEDÌ’ 30
Kruscev a Vienna esalta la neutralità
austriaca, ma è accolto piuttosto freddamente.
Ottantatre feriti e contusi in nuovi scontri fra polizia e dimostranti, a Genova,
dopo una cerimonia antifascista di protesta contro il prossimo congresso del M.S.I. ;
animate polemiche pure in Parlamento.
Adenauer rihuta la collaborazione offerta dai socialdemocratici dopo il fallimento della conferenza al vertice, a meno
che questi modifichino radicalmente le
loro vedute sulla politica estera (riarmo,
rapporti con Pankow...).
VENERDÌ’ 1« LUGLIO
La Prefettura di Genova, non potendo
garantire la sicurezza dei congressisti missini a Genova, offre un cinema a Nervi;
la direzione del M.S.1. rifiuta, sospendendo il congresso e minacciando di passare
all’opposizione in Parlamento.
Indipendenza, nel Congo belga e nella
Somalia italiana; a Mogadiscio, però,
2 morti e 30 feriti in tumulti nazionalisti
per la « grande Somalia ».
Entra in azione il piano della F.A.O.
per una campagna di cinque anni contro
la fame nel mondo.
11 governo cubano di Fidel Castro ha
sequestrato gli impianti della SheU (anglo-olandese) e della Esso (americana),
dopo quelli della Texaco (americ.): tali
compagnie si eran rifiutate di raffinare
petrolio grezzo importato dall’URSS in
cambio dello zucchero esportatovi. Gli
S. U. bloccano rimportazione dello zucchero cubano.
SABATO 2
Disperso nel Mar di Barents, a nord
dell’URSS, un ricognitore americano in
« missione cartografica ».
Dopo le confische a Cuba, Londra cerca
di. evitare la rottura co<mpleta con Fidel
Castro e fa pressioni nello stesso senso
su Washington, per non assecondare il
gioco sovietico.
In un discorso a Vienna Kruscev afferma che la loesistenza dipende dalla soluzione del problema tedesco: divisione definitiva delle due Germanie.
EOMENICA 3
Gli S. U. invitano l’URSS a riprendere
i negoziati sul disarmo.
Truman .attacca il candidato democratico cattolico Kennedy, giudicandolo « immaturo per la presidenza ».
LUNEDI’ 4
In Italia, inizio di uno sciopero di 4
giorni dei lavoratori del gas. In Parlamento, malgrado la probabile o>pposizione
del M.S.I., il governo non sembra esser
messo in crisi.
Continuando la sua visita in Austria,
fra accoglienze assai riservate, Kruscev
riafferma che se non vi sarà accordo con
gli occidentali per Berlino, firmerà la pace
separata con la Germania comunista.
A quattro giorni dall’indipendenza, venti morti e cento feriti nel Congo in scontri fra dimostranti e polizia, causati da
rivai tà poetiche e tribali, complicate da
un vasto malcontento popolare per i bassi salari. Intanto otto stati franco-africani
chiedono la completa indipendenza.
I capi del Governo provvisorio della
Repubblica algerina, in un comunicato da
Tunisi, annunciano che le trattative, avviate la scorsa settimana, non possono essere continuate « nelle circostanze e condizioni a ttuali » : sono poste dalla Francia
condizioni per cui non si tratterebbe più
di negoziati ma di capitolazione; non si
vuole tuttavia una rottura definitiva.
MARTEDÌ’ 5
Dopo una seduta tumultuosa e vari tentativi di pugilato, il Senato ha approvato
il bilancio del Ministero degli Interni.
La popolazione di Licata (Agrigento)
proclama lo sciopero generale per protesta contro la disoccupazione e l’incuria del
governo regionale, occupa la stazione ferroviaria, blocca la strada nazionale; in
scontri fra dimostranti e pol'z'a 1 morto
e 24 feriti.
Nel Pacifico un missile russo raggiunge
il bersaglio a 13.000 km.; il primato è
ancora degli S. U. (14.500 km.).
MERCOLEDÌ’ 6
II dh'ieto da parte delle autorità di un
corteo antifascista, a Roma, provoca violen.
ti .scontri per le v’e della città, e poi alla
Camera: un centinaio tra feriti e contusi.
La CGIL ordina lo sciopero di una giornata nella città.
Parlando a Graz, Kruscev invita l’Austria
a protestare contro le basi difensive nell’Italia del Nord.
Muore ,\neurin Bevan, uno dei capi del
socialismo inglese.
A Cuba è imminente la confisca di tutte
le proprietà americane.
De Gaulle afferma che il dialogo con i
rappresentanti algerini è solo interrotto e
dovrà esser ripreso; ci si trova, però, ad un
punto morto. „
2
pag. 2
LTECO DELLE VALLI VALDESI
N. 28 — 8 luglio I960
Ltt dui giustizie
lia
)T
Ogni giorno, leggendo i giornali,
abbiamo modo di constatare una volta di più che il nostro mondo è malato, radicalmente malato. Furti, omicidi, scandali, guerre sono il contenuto della cronaca quotidiana. Si
tratta, in genere, di fatti che non incidono sulla nostra personalità. Noi
continuiamo a vivere come al solito
la nostra vita priva di forti chiaroscuri, in una penombra abbastanza
piacevole, legati sempre aH’abitudine
e al desiderio.
Ma qualche volta ci capita di sobbalzare violentemente sulla sedia,
quando leggiamo cose che ci sembrano addirittura inverosimili.
Per esempio, il caso del super-criminale nazista Eichnutnn.
Si può infatti concepire che un marito uccida la moglie o che un ladro
svaligi una banca; ma è difficile immaginare un uomo responsabile della
uccisione di cinque milioni di persone. Eppure, è così. I fatti non lasciano dubbi. Si sa persino — altro particolare sconcertante — che questo
individuo ha dichiarato di essere
straordinariamente soddisfatto, al
pensiero di avere sulla coscienza cinque milioni di ebrei.
Giuda Iscariota, dopo aver tradito
Gesù, si impiccò, oppresso dal rimorso. Ma costui, evidentemente, non ne
ha sentito il bisogno. Il ricordo delle
atrocità commesse non l’ha schiacciato; anzi, si è potuto ricostruire una
vita nell’Argentina, una vita non diversa da quella di ciascuno di noi. Lo
sguardo duro e spietato del colonnello
delle S.S. è ora quello di un uomo
tranquillo, senza eccessivi problemi
all’infuori della famiglia e del lavoro.
E questo ci stupisce profondamente.
Vittima di un regime criminale?
Non possiamo crederlo. La responsabilità appartiene al singolo. In uno
stato disonesto, il cittadino onesto deve ribellarsi anche a costo della morte. Senza dubbio, Eichmann è un
anormale come tutti i grandi criminali della storia. Il regime gli ha fornito semplicemente la possibilità di
soddisfare i suoi istinti. Egli sapeva
bene di uccidere e, come una belva,
si esaltava alla vista del sangue. Pensava forse che un giorno avrebbe avuto onori e gloria. Disgraziatamente
per lui, gli è andata male. I suoi idea
li di superuomo sono miseramente
crollati, come un castello di carte.
Anche Satana l’ha abbandonato.
A noi, la questione della legittimità o no del suo rapimento dall’Argentina ad opera di agenti ebrei, di
cui un giorno era stato l’aguzzino,
interessa solo marginalmente. Se
Israele ha torto dal punto di vista
giuridico, il suo comportamento è
umanamente comprensibile. Forse, in
questo caso, vendetta e giustizia si
equivalgono.
Eichmann è colpevole — su questo
punto non sussistono dubbi — e certo sarà punito. La giustizia umana
talvolta è inflessibile.
Però, giudicando, non possiamo dimenticare come cristiani il meraviglioso episodio del ladrone in croce.
Episodio paradossale, dove si vede
che la giustizia divina è compietamente diversa da quella umana. Nessun uomo è giusto di fronte a Dio,
ma tutti lo possiamo diventare. Anche Eichmann.
Lo voglia Iddio. Gianni Jahier.
r
VITA ITALIANA
Il fondo per il culto
In tempi come quelli in cui viviamo,
nei quali i valori dello spirito sono
troppo spesso mortificati, vi è scarsa
fonte di gioia per ehi non si vuole
arrendere alla dura realtà del trionfo della materia, del... vile danaro,
in tutti i campi della vita.
I bilanci delle potenti società anonime, dei monopoli, cantano nelle
colonne dei nostri giornali un inno
trionfale a Mammona, davanti al
quale l’uomo della strada s’inchina
timoroso (e riverente).
Perciò, quando risuonano le note
di un puro inno spirituale, pensiamo
che sia doveroso di segnalare la musica e le parole agli ignari. Specialmente poi quando si tratta di un inno ecclesiastico e ministeriale. Si parla così spesso del « linguaggio arido » delle cifre; della « arida prosa » della burocrazia ministeriale.
Non è vero! L’Amministrazione
dello Stato sa cantare! Ed il funzio
nario che ha redatto il documento a
pag. 8089 e segg. di Documenti di vita Italiana (anno X n. 102, maggio
1960) (Presidenza del Consiglio dei
Ministri - Servizio informazioni) è
un poeta. Ed un filosofo della storia!
Uno che sa che, prima, la Chiesa
Cattolica, in Italia aveva un patrimonio ecclesiastico; e che dopo sono venute le leggi « eversive » del patrimonio ecclesiastico cattolico.
Uno che riconosce l’importanza
dei valori dello Spirito e le necessità del patrimonio ecclesiastico. Importanza e necessità di fronte alle
quali rAmministrazione dello Stato
(Fascista prima - democristiano poi)
(cattolico sempre) non poteva e non
può, chiudere gli occhi.
Ed ecco alcune strofe dell’inno in
prosa.
I
” Il Tesoro intervenne dapprima
con contributi modesti, dnnuali e con
UN SECOLO FA
Un dovane pastore scozzese in Italia
Il ministro scozzese di cui si vuol
parlare, Roberto Maxwell Danna, era
figlio di un pastore e dovette, per ragioni di salute, lasciare la sua patria,
prima della sua consacrazione a ministro, e cercare in Italia un clima
più mite. Nel 1847 si recò a Pisa, trascorrendo ivi nel riposo assoluto giorni, settimane e mesi. Così che negli
anni successivi, a poco a poco egli potè concedersi qualche attività e si die
de ad aiutare poi a sostituire il rev
R. W. Stewart nelle sue assenze dalla
Chiesa scozzese che da un anno dirigeva a Livorno, la più attiva delle città toscane dell’SOO.
Insensibilmente quindi lo Danna si
interessò al lavoro di evangelizzazione in Italia. E per poterlo fare con
maggiore efficacia e più speditamente, studiò la lingua italiana di cui si
seppe avvedutamente servire nell’intrapreso lavoro di predicazione dei
Vangelo. Poiché quando egli ebbe, nel
favorevole clima toscano, ripreso for-va e salute, anziché tomare in Scozia, decise di recarsi a Malta, posto
strategico, anche per la diffusione
L’omino
di
dalla goccia
fuoco
(Quando calano le ombre della sera, i globuli di vetro che segnano, in lunghe file, le strade, si riempiono di luce; simultaneamente, d’improvviso, al semplice tocco di un pulsante posto in una remota centrale elettrica. Molti anni fa, e tutti coloro che hanno i capelli
bianchi ne serbano vivo il ricordo, l’illuminazione stradale era costituita dai fanali a gas, la cui accensione costituiva per me uno spettacolo di singolare fascino. Da una finestra di casa mia dominavo un
lungo tratto di strada; ed ecco che, da un angolo, a una data ora,
compariva l’uomo incaricato di accendere i fanali della zona a lui
riservata.
Era un omino piccolo, malandato, che nei giorni di pioggia indossava un soprabito di tela incerata col cappuccio, d’inverno un giubbotto col bavero di pelo di capra e nella buona stagione una casacca
di tela scura. Sulla spalla destra sosteneva una lunga pertica, in cima
alla quale, incapsulato da un cappuccio di latta traforata, era posto
uno stoppino — probabilmente indrevuto di petrolio che ardeva
con una visibile fiammella. Ad un lato della gabbietta di latta era
fissato un gancio.
L’omino, metodico, paziente, si avvicinava ad un fanale, protendeva la sua pertica, abbassava col gancio la piccola leva infissa nel
fanale, per consentire lo sprigionarsi del gas, poi avvicinava la fiammella ed accendeva la lampada.
Seguivo l’omino; vedevo ondeggiare la goccia di fuoco, come una
lucciola; dopo un lungo percorso tutta la strada raggiava di gigli
luminosi. Alla stessa ora, altri nomini appiccavano il fuoco a tutte le
lampade della città.
Così, la città, che di giorno si dilatava nell’arco infinito deH’orizzonte, di notte si restringeva nella cerchia delle sue lampade accese.
In questo differiscono le luci notturne, artificiose, degli uomini, da
quella diurna, solare, cre.azione di Dio: la luce del sole dà il senso
dell’altezza incommensurabile del cielo, la vertigine dell infinito; la
luce prodotta dalla tecnica umana, invece, pone un limite alla terra
ne ciicoscrive i confini, ci dà il senso della ristrettezza <lell area nella
quale siamo rinchiusi.
Meritata mortificazione deH’umana albagia!
Perchè ci s’innalzi, e l’oriz/.onte si dilati a dismisvira, ci è necessario trasferirci sul piano spirituale.
Allora, ogni cristiano si riconoscerà nell’omino dalla goccia di
fuoco, in dovere di propagare la stia fiamma, d’illuminare gli altri
con la sua testimonianza, ” perchè — dice S. Paolo (2 Corinti 4: 6) —
l’Iddio che disse: Splenda In luce fra le tenebre, è quegli che risplendè nei nostri cuori, affinchè noi facessimo brillare la luce della cono
scema della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo
Alberto Guadalaxara
deH’Evangelo, in quegli anni. Ma
avendo riscontrato che quel clima cal
do e umido non conveniva alla sua
salute, fece ritorno in Toscana; e poiché nel frattempo il Comitato scozzese aveva deciso di aprire una stazione
evangelistica nella capitale del Granducato toscano, il 29 sett. 1849 vi fu
preposto il Maxwell Danna. Il quale,
’n un primo tempo, si accordò con il
Concistcro della Chiesa Evangelica
Riformata di lingua francese, per celebrare il culto del proprio gruppo reigioso nella Cappella di detta chiesa,
in attesa di trovare, un proprio locale
■adatto.
I due ministri delle chiese scozzesi
di Livorno e Firenze consolidarono
ben presto. Tamicizia già iniziata l'anno prima, anche perchè si interessa
vano caldamente entrambi, oltre ai
oroprio compito di ministri dei correUgionari loro nelle; due città di loro
residenza, al lavoto di propaganda
protestante in Itai’a.
Scopo primo di molti inglesi in que
gli anni del nostro Risorgimento po
litico, era quello di far penetrare segretamente in Italia Bibbie e trattati
religiosi. Questi erano stampati in
Inghilterra e venivano intredotti in
vari modi in Italia e distribuiti clandestinamente. Il porto di Livorno diventò ben presto il centro di raccolta
dì queste opere religiose protestanti,
passando abitualmente per la via
Malta-Sicilia-NapoliLivcrno, donde
poi erano diramati con ogni precauzicne nelle altre città della Toscana.
A questo effetto fu appunto stampata
in Inghilterra, nel 1841, una edizione
speciale della Bibbia in italiano dalla
S.B.B.F.. al prezzo di 3 paoli la copia.
Fu anche preparata una traduzione
in italiano della « Riforma in Italia »
del Me Cric ed altre opere ed opu
scoli adatti allo scopo di divulgare fra
il popolo la dottrina delle Chiese protestanti, approfittando del breve pe
riodo di libertà in corso, proclamata
nel 1848 in Toscana come in Piemonte e negli Stati pontifici. A Livorno
il materiale librario era indirizzato
ai Signori Denderson, che rappresen
tavano una Casa commerciale ingle
se. Venivano poi abitualmente smistati in casa del sig. Thomas Bruoe
anziano di quella Chiesa, e quindi
a piccoli pacchi o a copie isolate
consegnate a passeggeri che si reca
vano a Firenze. Talvolta si spediva
no anche per ferrovia.
Erano responsabili di tali servizi i
reverendi Stewart ed Danna, ed essi
agivano con la massima prudenza,
usando nella loro corrispondenza a!
riguardo un linguaggio convenziona
le, specie di gergo epistolare noto a
loro soltanto.
♦
Intanto si era installata, in grandissima segretezza, una tipografia
clandestina in Firenze, nella quale
poter stampare altre opere di propaganda: come un volume di Preghiere di famiglia, Il compagno della
Bibbia, Il Progresso del Pellegrinag
gio, un Catechismo. Successivamente
vennero stampati II breve catechismo
ed il famoso racconto Lucilla che ottenne una grande popolarità.
Le traduzioni erano accuratamen
te scelte e preparate dallo Stewart e
dallo Danna, ma anche, quando lo
si riteneva necessario, con l’aiuto di
personalità letterarie italiane, come il
Vinari o di ecclesiastici, come il Moderatore G, P. Revel, se si trattava
di precisare termini teologici, come
risulta dalle lettere scritte fra il mar
zo 1854 ed il marzo 1857, dal pastore
scozzese, che abitava nel Palazzo
Bautta, in Via dei Serragli, al signor
Giovanni Pietro Revel. Le traduzioni
venivano poi consegnate alla Tipografia clandestina, di cui assai pro
babilmente, per meticolosa prudenza,
i due pastori inglesi ignoravano la
ubicazione, come ignoravano il nome
dello, stampatore e degli operai. Par1 lodare benemerenza si acquistò pu
re per gli aiuti finanziari che fornì,
ii sig,. Lenox, di New York, costante
e munifico fautore di tutta Topera di
evangelizzazione che si faceva in Italia.
♦
Nella breve notizia necrologica pub
blicata da « La Buona Novella » del
15 gen. 1858, è detto che lo Danna
venne consacrato in Scozia nel dicembre dei 1853, quindi quando già
da quattro anni dirigeva la Chiesa
pre-sibiteriana libera di Scozia in Firenze, dove continuò a risiedere e a
lavorare attivamente : mostrandosi
uomo di spirito penetrante, di forte
volontà ed energia prudente e zelante predicatore della Parola.
La sua amicizia con lo Stewart dovette facilitargli la conoscenza delle
Valli, che egli visitò a varie riprese,
partecipando anche alle assemblee
sinodali della Chiesa Valdese, per la
quale egli manifestò sempre vivo intelesse. Ma più ohe della organizzazione ecclesiastica egli si interessò
della questione sociale, visitando at
tentamente le comunità delle due
Valli e rendendosi conto, forse più di
qualsiasi altro visitatore straniero,
delle misere condizioni di vita nelle
quali si dibattevano gli strati più umili della popolazione valdese. Ne fu
a tal pimto colpito, che dopo Tultima sua visita alle Valli, avvenuta
nell’autunno del 1855, egli decise di
scriverne per un giornale di Edimburgo alcuni articoli, che furono un coraggioso grido di allarme sulle miserabili condizioni di vita del popolo
valdese ed un modo drastico di mettere il dito sulla piaga: per spingere
l’ammalato a fronteggiare coraggiosa,
mente il suo male e a trovarne il rimedio, se possibile.
Come vedremo in un prossimo articolo.
T. G. Pons
¥ìta evangelica in
nnannova capitale
* A Brasilia, la nuova rapitale brasiliana, ¡ battisti hanno già tre romunità e una
scuola, oltre ad un terreno su cui sarà costruita una casa editrice. Vi sono in tutto
otto comunità protestanti, mentre nel centro della città sorge un centro nazionale
culturale, sotto il padrinato della Chiesa
luterana: servirà da tempio e da luogo di
incontro dove i protestanti potranno discutere problemi d’attualità e scolastici.
Dal 1946 tre missionari evangelici si sono
occupati degli operai al lavoro per la costruzione della città, nel campo pittoresco
della « Cidade Bandeiraiites ».
Tuttavia il Presideute Kubilschek, inaugurando solennemente la nuova capitale, e
la grantliosa cattedrale cattolica eretta a
spese dello Stato, sembra aver compietamente dimenticato la minoranza numerosa
e influente rappresentata dal protestantesimo brasiliano. Nessun luogo di culto gli
era assegnato nei piani di questa città ultramoderna. Perciò la Conferenza evangelica del Brasile ha protestato in nome della
libertà religiosa, garantita dalla Costituzione, contro questa grave omissione, e
contro il fatto c-be le autorità delle Chiese
protestanti non sono neppure state invitale alTinaugurazione di Brasilia.
tingenti, poi con sovvenzioni sempre più consistenti, che con il Concordato Lateranense sì trasformarono in Integrazioni di bilancio a carattere stabile e definitivo. Con il
Concordato, lo Stato infatti si era assunto l’impegno di mantenere inalterato, rispetto al valore della moneta.
Il trattamento economico del clero.
In virtù di tale impegno dall’immediato dopoguerra le integrazioni hanno
subito continuo incrementi, non solo
per effetto delle nuove liquidazioni, ma
soprattutto per la continua svalutazione della moneta.
L’impegno concordatario, imponeva, infatti, un costdnte adeguamento
dei limiti di congrua all’instabilità
delia moneta e lo Stato lo ha costantemente assolto”.
Nota, La prosa ministeriale non conosce l’uso del punto sclamativo, ma
noi lo sentiamo trionfante : « Lo Stato lo ha costantemente assolto ».
II
’’Basti considerare che dal 1944 si
sono susseguiti ben nove miglioramenti del trattamento economico del
Clero e che gli attuali limiti di congrua hanno raggiunto le 94 volte quelli prebellici, adeguandosi pienamente
all’indice di aumento del costo della
vita ”.
Nota. Sarebbe interessante, ma indiscreto chiedere in quanti campi le
paghe e gli stipendi siano « pienamente adeguati all’indice di aumento del
costo della vita ».
Ili
” Per citare qualche categoria del
clero più numerosa, il limite di congrua per i parroci da originarie Lire
3.500 si è elevato a L. 327.297, quello
per i Vescovi da L. 17.(X)0 a L. 1.592
mila 791, e quello per i canonici semplici da L. 3.000 a L. 281.000..
... La spesa per le congrue di 79
milioni nel 1939 ha raggiunto i 5 miliardi nel 1954. i 6 miliardi e 400 mitidni nel 1956, oltrepassando al presente i 9 miliardi e mezzo ”.
Nota. Al lettore ignaro ricordiamo
che cc congrua » è parola « difficile »
per dire una cosa molto semplice :
congrua parrocchiale = assegno che
10 Stato paga al parroco pel suo ufficio e per le spese del culto.
Ili
” ... lo Stato non solo ha adeguato
11 trattamento di congrua ai valori della moneta, ma si è addossato anche
un maggior onere derivdnte dalla costituzione di un gran numero di nuove parrocchie... 1 compiti del Fondo
Culto sono volti anche alla conservazione del patrimonio di culto, per la
sua importanza oltreché religiosa, anche artistica. In tale campo rapporto
finanziario dello Stato è stato veramente imponente... oggi esso oltrepassa i 1.200 milioni ”.
Nota. I nostri burocrati hanno il
senso del sacro; quindi adoprano rettamente l’aggettivo « imponente » ; =
che incute rispetto o riverenza, quando parlano di un contributo statale
di 1.200 milioni. Bisognerà adeguare i
programmi degli esami di matematica
per Tammissione alle S. Medie, altrimenti qualche ragazzo non riuscirà a
leggere facilmente questa cifra.
IV
”...va accennato ad una forma complementare di intervento a favore dei
sacerdoti più bisognosi secolari e regolari, e cioè la concessione di sussidi
individuali od a collettività religiose
maschili e femminili ”.
Nota. Un vecchio proverbio dice:
Poc e pouchet fai barounet. E poiché
si tratta di vestire gli ignudi, prendiamo atto con soddisfazione che « un
Ce'ntro di Meccanizzazione, testé istituito, presto abbraccerà e controllerà
l’attività tutta della Direzione Generale i beneficiati potranno usufruire
di rate bimestrali, anziché quadrimestrali.
Ad maiorem gloriam Dei e della
Amministrazione Statale.
L. A. Vaimal
* Saranno costruite in Svezia piccole
chiese prefabbricate. Disponibili con un
piccolo campanile indipenidenle per la
somma di 120.(100 corone, potranno contenere lOn persone. Pensando alle neco,ssilà
delle « chiese d’estate nelle stazioni balneari » si è prevista un’attigua sala parrocchiale, una cui parete amovibile permetterà Tingrandimento del luogo di culto.
3
8 luglio I960 — N-; 28
A Frameries, via Belfast
L’ECO DÉLLE valu valdesi
(continua dalla 1« pag.)
Un altro problema che ha suscitato
\^ivo interesse è stato il battesimo : vi
è una certa incertezza per quanto riguarda il battesimo e soprattutto la
ammissione di cattolici, che secondo
alcuni dovrebbero essere ribattezzati
entrando nella Chiesa Presbiteriana.
Anche lì la discussione è stata lunga
e tutto si è terminato col chiedere alla commissione di studio di esaminare più a fondo, anche dal pimto di vista dogmaticoi, il problema. E vi è
stato anche un pronunciamento del
Sinodo che condanna apertamente la
lotta razzista del Sudafrica, pronunciarnento voluto come naturale affermazione di una chiesa che vuole fare
sentire al mondo in cui vive la sua
volontà di fedeltà a Cristo.
Fu invece come im ritornare in casa nostra il prendere parte ad alcune
cedute dei ¡sinodo della Cniesa Cristiana Missionaria Belga, che, quest anno, ha avuto luogo a Frameries
un centro del Borlnage. Della crisi
dell’industria mineraria in quella zona del Belgio ci ha parlato il Sindaco
di Frameries ad un pranzo sinodale '
vi erano, trent’anni fa. 40.000 minatori nel Borinage, ora essi sono ridotti a
10.000 ed entro l’anno' prossimo scenderanno a 4.000. Proprio all’entrata
di Frameries vi è una grande miniera
di carbone e, con tristezza, gli abitanti del paese mi hanno detto che alla
fine del prossimo luglio, anche quella
miniera sarà chiusa ed i 1,200 minato
ri dovranno cercarsi un altro lavoro
Molti degli abitanti del Borinage so
rio costretti così a partire ogni mattina per recarsi al lavoro nelle città
che sono alla periferia di quella zona
mineraria e la crisi economica è intensa e le preoccupazioni sono vive.
La crisi economica di quella zona del
Belgio non ha lasciato indifferente il
mondo protestante e proprio per questo .sono stati creati in quella zona
vari centri di assistenza. Accanto a
Frameries vi è un « Centro Sociale »
che irradia la sua opera per tutta
quanta la zona e in Frameries stesso
vi è un ambulatorio con cinque infermiere svizzere, le quali si adoperano
per il bene di evangelici e non evangelici. Questa sensibilità sociale del
protestantesimo Belga ha certamente qualcosa che dovrebbe farci riflettere. Non vi è forse quivi una indica
zione per nuovi spunti di attività nel1 interno della nostra Chiesa e soprattutto' nelle nostre zone depresse?
I problemi trattati a Frameries sono naturalmente di minor mole e numero che non quelli che erano oggetto della Assemblea Generale Irlandese; ma anche lì ritroviamo il problema di unioni di Chiese: molto si è
parlato sulla pos.sibilità di unione della Chiesa Missionaria Belga colla
Chiesa Evangelica Belga, la prima
Chiesa indipendente, la seconda Chiesa di Stato. Non sono questioni di dottrina o di organizzazione ecclesiastica ohe rendono difficile l’unione dì
due chiese, ma piuttosto si tratta del
problema dei rapporti fra Chiesa e
Stato : nella Chiesa Missionaria Belga si teme che Tavere i pastori pagati
dallo Stato, come si ha nella Chiesa
Protestante Belga, possa essere senza
inconvenienti al momento attuale,
ma possa creare domani una situazione assai compiessa, nella ipotesi che
10 Stato voglia non solo pagare, ma
anche in qualche modo intervenire
nella Amministrazione Ecclesiastica;
comunque si ha l’impressione che il
cammino verso l’unione faccia passi
effettivi e che in un domani non molto lontano possa arrivare ad una conclusione positiva : il Sinodo della
Chiesa Belga si è apertamente dichiarato per Tunione e il Sinodo Mis
sionario ha nominato una commissione per prendere contatto con l’altra
Chiesa e decidere sui particolari riguardanti l’unione.
E’ strano' che accanto- ad un problema di unione sia stato dibattuto,
pure a Frameries il problema del battesimo. Si vede che nel momento attuale il protestantesimo riformato
sente il bisogno di riesaminare alcu
ni aspetti di quel sacramento e, nelle
varie chiese, si cerca di vedere chiaro
nell’uso di esso.
Non sarebbe forse il caso, quando
da parte nostra si esaminano alcuni
aspetti dei fondamentali problemi
della nostra fede o della nostra opera ecclesiastica che noi ricercassimo
anche il pensiero- e l’attività delle
chiese consorelle molte delle quali sono preoccupate proprio di quelli che
sono anche i nostri problemi?
A Frameries i Delegati esteri presenti erano abbastanza numerosi;
erano infatti rappresentate la Chiesa
di Scozia e la Chiesa Anglicana, le
due Chiese Olandesi e accanto al Delegato della nostra Chiesa vi era anche il rappresentante del protestantesimo svizzero. Siamo abituati anche
noi ai nostri Sinodi ai messaggi dei
Delegati esteri e sappiamo più o meno come si svolgono quelle riunioni;
più interessante certamente è stata la
parte della serata che l’ha preceduta;
11 pastore Mascaux e la sua gioventù,
hanno ripetuto un dramma sacro presentato la sera del Venerdì Santo nella loro chiesa; con abbondanza di
mezzi tecnici e di perizia, il dramma
del Venerdì Santo è stato presentato
■<m modo molto attuale ed impressivo.
Tutti quelli che hanno assistito a
quella riunione ne sono stati vivamente pipiti Si è avuto un esempio
impressivo di quello che possa fare la
gioventù nelle nostre Chiese con la
cooperazione tecnica di alcuni membri particolarmente qualificati.
Belfast, Fraineries; due centri diversi di vita religiosa protestante e al
tempo stesso due possibilità diverse
di lavoro. Al di sopra delle distanze
e delle lingue diverse, rimane ima
unità fondamentale, l’unità presbiteriana, l’unità della fede, l’unità della
vita religiosa. Per questo nel mondo
Anglosassone, come nel mondo Vallone e Belga ci troviamo a casa nostra
quali delegati della Chiesa Valdese.
Quando i Delegati delle varie Chiese
Estere vengono al nostro Sinodo, dob
biamo abituarci a vedere in loro una
concretizzazione di questo senso ecumenico e della collaborazione che deve unire in im fascio solo tutte le
Chiese del mondo Protestante.
A. Ribet
Inchiesi^
in Polonia
IL Centro studi delVopinione pubblica
presso la radio di Varsavia ha condotto
un’inchiesta tra giovani polacchi dai 15
ai 24 anni per cercare di conoscere la loro
u concezione del mondo ». In campo politico solo il 12% ha opinioni definite, il
21% SI dice genericamente democratico,
il 27% apolitico pur approvando Vattuale
realtà polacca, il 38% del tutto apolitica.
In campo religioso i giovani che hannq
opinioni ben definite sono /’82%: il 78
per cento cattolici, il 4 per cento atei ; ma
solo un quinto di cattolici si dichiara favorevole alVintegralismo clericale. Il protestantesimo polacco è assai poco numeroso, e in difficile posizione fra le grandi
’’forze” del comunismo e del cattolicesimo.
/ lettori ci scrivono
A proposito della “festa della Madre,,
Ho letto tolo oggi — 29 giugno — sulr« Eoo » del 17 ricevuto, per mia assenza, in ritardo, rarllcolo « Fête des me
res ».
La Madre!... oh se sapeste quanto spesso si sente sola! quanto spesso è stanca!
Solo chi lo ha provato può sapere di
quanto si paghi l’ineffabile gioia di allevare un figliolo! e quanto complesso e
multiforme sia ciò che alle madri si richiede!
E perchè sdegnarsi per un atto di vera
e pura carità — più ohe di semplice gentilezza — verso questa donna che ha tanto bisogno di una parola di riconoscimento, di una lode incoraggiante?
Può un tale allo addolorare <hì non ha
figli? Ma se non figli tutti gli umani hanno avuto una madre e se — una certa
domenica di maggio — qualcuno, con
una rosa, viene a ricordar loro di rivolgerle un pensiero grato, è proprio un gesto fuor di posto?
Chi non ha figli? Ma colei che non li
Ila sentirà meglio il ncliiamo istintivo della maternità che la farà chinars’ su figlioli altrui — forse derelitti — perchè
ogni donna è naturalmente madre, se non
di sangue, d’anima; e la maternità d’elezione è una delle cose più sublimi di questo mondo.
E chi non ha conosciuto la madre o l’ha
conosciuta indegna? Questi non potrà che
trarre dal doloroso rimpianto l’incitamento a compiere sempre meglio il suo dovere verso le nuove generazioni, a essere
a sua volta ottima madre, ottimo padre.
Certo non tutte le madri sono angeli;
anzi, certamente, nessuna! siamo esseri
coi difetti e le debolezze retaggio degli
LI nani; ma se si vuol tributare affetto e
gratitudine solo ai perfetti bisognerà cercarli nell’« al di là », nel SOLO PERFETTO !... ma come resulterà arida e
fredda e insopportabile questa terra dove
pur Egli di ha posti!
Ma poi: perchè, perchè — dico io —
si vuole ignorare o addirittura cancellare
dal calendario una festa che è festa di
gentilezza, d’innocenza, di amore? Perchè — si dice — non è religiosa. Certo
non ha alcun legame, alcun ravvioinaniento con la storicità della religione cristiana; ma ogni atto di amore è un atto di
culto a COLUI CHE E’ AMORE e a COLUI che sulla croce ne diede la più profonda testimonianza.
Oh non andiamo a tirar fuori il paganes'mo, l’ido^tria, nei quali ben peggiori
cose è andata pescando l’odierna società!
Sì! ben altre cose meritano nella nostra
società, e forse anche nella chiesa, lo sdegno e la riprovazione!
Non impiccioliamo di maschili gelosie,
d’infruttuose preoccupazioni « mariane »,
d’esagerate delicatezze verso casi che non
sono certo della maggioranza, l’esaltazione di questa umana maternità, il cui caldo
istinto naturale e la fervida aspirazione
spirituale (quale madre non ha mai lanciato a Dio una palpitante preghiera?) si
fondono in un divino mistero.
E proprio oggi! in tempi in cui tanto
si stigmatizza Tandazzo della gioventù, in
(ui psicologi, educatori, moralisti si scambiano perplessi angosciose domande, in
cui è invalso l’uso nei giovani (non in
tutti, grazie a Dio non in tutti e io posso
testimoniarlo) di trattare con sprezzante
cinismo i così ironicamente chiamati
« avi », « antenati », « la genitrice », « il
capo », « i bagagli inutili » (alle loro esagitate feste), i familiari insomma, trattat'
a tu per tu, oggi, si viene a deplorare una
festa collettiva che sa suscitare tanta gioia
di preparazione e sensi di gioconda gratitudine (nei figli) e spirito di riconsacrazlone al dovere (nelle mamme) e ricordi
fecondi se pur rimpianti (in molti) e che
può unire una volta di più la chiesa e la
famiglia in un atto di grazia!
Altro che meschini interessi dd merciaioli!...
Oh, eleviamoci in « più spirabil aere »!
C’è tanto bisogno ’— sì! — di buona
semenza e di fiori, di fiori suH’impervio
sentiero, così spesso tanto fangoso e sassoso, dell’umarìilà! Ada G. Meille.
Periodicamente torna la polemica sulla
’’festa della madre”, che del resto nella
nostra chiesa è ora diventata ufficialmente la ’’festa della famiglia”. Personalmente, sotto contrario a dedicare, sempre più
frequentemente, una domenica delVanno
a questo o a quel ’’tema” particolare;
credo che all’origine non diversa sia stata
la tendenza del cattolicesimo, che incarnava questo o quel ’’tema” in questo o quel
santo. Si rischia di irregimentare tutto,
di pensare in quel momento delVanno alla
famiglia cristiana, in quell’«/iro momento
alla solidarietà cristiana, e così v'a: sempre più numerose saranno le domeniche
così ” impegnate ” e tutto parrà bene organizzato, ma forse la libertà della fede c
della riconoscenza saranno uccise.
D’altra parte — e anzi qui mi pare il
punto piu importante — malgrado le migliori intenzioni di chi presiede i culti in
questione e di chi vi partecipa, è così facile che non sia più Dio in primo piano;
e una volta che si è detto, come ’’cappello”, che è Lui che dona e santifica gli
affetti familiari, che è Lui il vero buon
samaritano, ecc., si viene a parlare di noi,
dei nostri affetti, della nostra solidarietà;
quello che doveva essere il frutto dell’ascolto € dell’adorazione del Signore diviene il fulcro del culto.
La cosa mi pare risulti abbastanza chiara proprio dalla lettera che riceviamo.
Penso anch’io che ogni atto d’amore è non
direi ”un atto di culto” ma una testimonianza, spesso inconsapevole •— in quanto testimonianza — o avvertibile solo alla
fede, resa a Colui che è l’amore incarnato. Quello su cui non sono d’accordo è il
fatto che la Chiesa si raccolga per esaltare
questa testimonianza, anziché Colui al
quale essa è resa; davvero — se non giungiamo agli estremi di certa mariolatria cattolica — siamo tanto spiritualmente superiori, immuni dall’idolatrica esaltazione
della creatura accanto al Creatore? e come si spiega, allora, che nella ’’domenica
della madre” (tale in effetti e rimasta nel
cuore dei più) si riuniscano compatte assemblee palpitanti di sentimento, mentre
poi sdegnano di celebrare nell’adorazione
e nell’allegrezza l’Ascensione del nostro
Signore Gesù Cristo? Gino Conte.
# firohlemi de! QuaHo Distretto
Giovedì 16 giugno ha avuto luogo a Napoli la oonferenza del IV Distretto. Oltre
i membri di diritto, era presente la delegazione della Chiesa Metodista, nelle
persone del Fasi. .Agostino Piccirillo e del
Rag. Enrico Caputo. Il cullo di apertura
è stalo presiednlo dal Fasi. Aldo Rutigliano. 11 seggio è risultato così composto: presidente Fast. Ernesto Naso, vice
presidente Ten. Col. Francesco Rusi, segretaria Ass. di Chiesa Carmen Trobia.
Dopo la lettura della relazione della Commissione distrettuale e delle relazioni delle singole chiese, si è aperta la discussione che ha tenuto occupati i membri della
conferenza tutta la mattinata e parte del
pomeriggio. Nel pomeriggio, purtroppo
un po’ tardi, quando la conferenza già
volgeva al termine, si è passati all’argomento della riorganizzazione dei Distretti,
concludendo con un o.d.g. da inviare al
prossimo Sinodo. Alla fine sono stati eletti
i nuovi membri della Commissione distrettuale che risulta co.si composta: presidente ex officio Fast. P. V. Panasela,
vice presidente Ten. Col. F. Rusi, segretario Fast. D. Cielo (riconfermato). La
conferenza esprime il suo vivo ringraziamento al vice presidente uscente, Sig.
G. Bensì, per l’opera svolta negli anni
trascorsi.
Un centenario.
La relazione della Commissione distrettuale, letta dal Presidente P. V. Pànascia,
ha iniziato ricordando che quest’anno ricorre il primo centenario dell’evangelizzazione nell’Italia meridionale. Giusto cento anni fa, nel 1860, il pastore valdese
Giorgio Appia fu inviato a Napoli a predicare l’Evangelo. Un secolo di storia, ha
proseguito il Fasi. Panasela, sta ormai alle
nostre spalle. Un secolo durante il quale
la nostra opera ha avuto il suo sviluppo
noti solo a Napoli ma anche nella Puglia,
nell’Abbruzzo, nel Molise, nella Lucania
ed ha avuto pure il suo consolidamento
mediante la costituzione di grosse e piccole comunità inserite attivamente nel corpo
vivente della chiesa v^dese. Purtroppo un
numero ancora rilevante di gruppi di
evangelizzazione, formatisi ormai da decenni, sono rimasti tali per Pesiguo numero di membri. NeH’insieme i risultati
ottenuti in un secolo di lavoro appaiono
decisamente scarsi, non proporzionati comunque ai mezzi e alle energie impiegati.
Inevitabile quindi che, a questo punto,
il Sovrintendente e i membri della conferenza si chiedessero il perchè di questo
stato di cose. Forse una mancanza di vero
zelo missionario; forse una inadeguatezza, per la situazione locale, degli schemi
tradizionali del nostro sistema di evangelizzazione; forse un’organizzazione difettosa del campo di lavoro ; forse altri
motivi ancora che sfuggono alla nostra
considerazione. QualcUno dei presenti ha
parlato di immobilismo, passato e presente, indicandone come causa la mancanza quasi totale dì colportori ed ha esaltato questa forma preliminare di evangelizzazione. Altri hanno aggiunto che è
mancato quello spirito missionario che
si sposta dovunque, che passa alTattacco,
sull’esempio dei Pentecostali.
Un esame di coscienza come questo è
necessario e fa sempre bene. L’opera che
il Signore ci ha affidato è troppo imporianle perchè noi la lasciamo al caso, alla
improvvisazione e alle vedute personali.
Tuttavia la conferenza ha giustamente sotlolinealo che la nostra opera, anche la
più illuminata, di uomini e di credenti.
Associazione Amici
del Collegio Valdese
Ahhaimo già altre volte segnalato i’al
tività di questa associazione che raggrup
pa tutti gli ex studenti del nostro Colle
gio. Come tutte le associazioni, anche que
'lira ha la sua vita nascosta, e le sue mani
festazioni sociali. La « giornata del Colle
gio » è ormai entrata nella tradizione ed
offre roccasione di simpatici incontri; re
riparleremo a suo tempo, quando il programma sarà stato fissato nei suoi particolari.
La vita « nascosta » è quella che comunemente si chiama « vita amministrativa ».
Come tutti non sanno gli Amici del Collegio vsi sono impegnati a versare una quota
di as'sociazione che deve permettere di tradurre sul piano pratico, visibile, il loro
affetto per il vecchio Collegio.
Ve chio: che ha quindi bisogno di cure
■spe<iali, di ringiovanire. Cosi, per il passato, gli « Amici » si sono occupati ( =
preoccupati) del vetusto impianto di riscaldamento; oggi hanno affrontato il problema deH’arredamento scolastico: i venerandi « banchi ». Siamo lieti di annunziare
che la soluzione è già a portata di mano;
l’a'P'pello lancialo per dotare la S. Media
di banchi moderni ha quasi raggiunto la
mèla; mancano solo più LS banchi biposto. Ricordiamo quindi ai ritardatari di
affrettarsi !
Il prezzo dei banchi biposto è di L.
15.000; dei monoposti di L. 8.000.
Diamo ora l’elenco aggiornato dei sollo'scrittori : Gen.le Jalla Davide, Ivrea;
Doti. Coucourde Alberto, Bobbio Pellice;
Sig. Tourn Gustavo, Milano; Sig. Doria
Annuncialo, Genova (2); Sig. Mazzonis Ernesto, Torino; Doti. Bolinri Guido, Torino; Ing. Olivetti Dino, Ivrea (2l; Sig.ra
Uosacco Varese Elba, Nyasaland ( Africa! :
■Sigg.ne Peirai Dora c Olga, in memoria
del padre Giovanni, allievo e professore
del Collegio, Luserna S. Giovanni ; Sig.na
Bounoti'S .lenny A., U.S.A.; Sig. Rivoiro
Pellegrini Ugo, Torino (4i; Associazione
(( Enrico Arnaud », Torre Pellice; Sig.ra
Schweitzer Revel Maddalena, Milano; Prof
Doti. Malan Guido, Torino; Prof. Doli
Malan Carlo E., Torino; Doti. Rulioff An
na Maria e Ernesto, Torino (monoposto);
Rag. Jaliier Gino, Torino ; Doti. Mensi
S’ivio, Ponte Tresa (2l; Avv. Colta Morandini Giorgio, Torre Pellice; Doti. Colta
Morandini Giuseppe, Busto Arsizio; Sig.ra
Rivoira Pellegrini Cleanlhe, Torino; Doti.
Ribel Gustavo, Torino; Not. Doti. Turbi!
Emilio, in meni, del padre Giuseppe, Torino; Doti. Gardiol Enrico e Sig.ra Long
Iolanda, Torre Pellice; Doti. Pasquet Enrico e Sig.ra Ribet Margherita, Bagnolo;
Prof. Doti. Malhieu Italo, Pinerolo; Doli.
Girand Teofilo, Troy, New York.
I versamenti possono effettuarsi sul C. C.
postale intestato al prof. T. Pons (Torre
Pellice) n. 2/9034.
resta vana se 1’« incremento » non viene
da Colui che fa fruttificare il seme gettato quando e là dove vuole, nella sovrana libertà della grazia.
Come siamo oggi.
Dopo questa che potremmo chiamare
una premessa generale, si è passati senz’altro all’esarae del presente. QuaPè la situazione spirituale delle nostre chiese,
■oggi?
Il nostro cam'po di lavoro è una immensa diaspora. Immensa per le grandi distanze che se'parano gruppo da gruppo, comumunità da comunità. Diaspora perchè sono relativamente poche le comunità costituite nei confronti dei piccoli gru'ppi
sparsi un po’ dovunque su tutto il territorio del Distretto. Non solo, ma anche
nelle comunità più numerose, come hanno sottolineato i deputali di Napoli e di
Bari, si nota una grande dispersione dei
membri di chiesa, dislocati nei punti più
lontani e disparati delle grandi città. Si è
parlato addirittura di « disintegrazione »
delle comunità cittadine.
Data questa situazione, non ha recalo
meraviglia, in fondo, il fatto che le relazioni delle singole comunità e gruppi non
sono stale i osi ottimistiche come era nei
desideri di tutti. Dire che le comunità
conlinuano la loro vita normale, senza
balzi in avanti nè regressi, che alcuni
gruppi prosperano, altri vivacchiano, altri infine languiscono minacciando di estinguersi entrerebbe nella normalità delle
cose umane. Piuttosto ci sembra imporsi
una considerazione di insieme che scaturisce dalla maggior parte delle relazioni :
nel nostro Distretto la parola « diaspora »,
tanto .spesso adoperata, ha il significato
non solo di dispersione ma anche quello,
per cosi dire, di mobilità. In un dato momento, in una località qualsiasi, un gruppo di persone chiede la predicazione dell’Evangelo. Il predicatore accorre, predica, si adopera in ogni modo, promuove
incontri, studi biblici, tenta un minimo
di organizzazione ecclesiastica affinchè ogni
cosa si svolga con ordine e alla fine si
accorge di essere stato frainteso, affiorano
motivi umani, troppo umani, che hanno
determinalo la richiesta del predicatore,
per cui tutto sembra crollare. Nel passalo
questa situazione si è verificata spesso
nell’Ahbruzzo e nel Molise. Oggi si ripete nella Campania e, in parte, nella
Puglia.
Occorre insistere? Oppure « scuotere la
polvere dai calzari » c predicare altrove?
Il pensiero espresso dalla conferenza non
sembra sia stalo quello di insistere. Dunque, predicare altrove. Un posto si lascia,
un altro se ne crea; anche oggi, come
ieri. L’Evangelo fruttifica serpeggiando, da
famiglia a famiglia, da paese a paese. Di
qui la mobilità di eui parlavamo, in questa diaspora.
Una direttiva.
La eonferenza non si è limitata a ricordare il passato nè a eonsiderare il presente, sia pure allo scopo di trarne ammaestramenti per il futuro, come in realtà ha
fatto; essa ha saputo indicare una direttiva precisa per l’avvenire: lo studio della
Parola del Signore presso le singole famiglie. Se ne è parlalo con calore ed efficacia. I diversi nomi con cui è stalo chiamato, studio biblico in famiglia, culto
familiare, gruppi del Vangelo, gruppi della Bibbia e coisì via, ci sembrano convergere verso la medesima realtà: portare la
Bibbia nelle famiglie. Questo tipo di attività è stala definita la spina dorsale del
l’evangelizzazione. La conferenza ha riconosciuto all’unanianità che occorre battere
questa strada per far breccia sull’individuo. Le vie del Signore sono infinite,
certo, ma è pur nostro dovere tener conto
della realtà umana così come appare nella maggioranza dei casi. Al culto pubblico, tenuto o nelle chiese, o nei locali
destinati allo scopo, o nelle famiglie che
ospitano allo scopo gli altri fratelli in
fede, non accedono, in generale, gli estranei. Si predica allora a coloro che hanno
già dato la loro decisione alia fede evangelica. Quelli di fuori, gli estranei, gli
indifferenti e anche, perchè no?, i cattolici praticanti non sono raggiungibili con
mezzi vistosi di propaganda, così inflazio
nata ai nostri giorni, nè altrimenti. Come
gettare allora il ponte dal nostro pulpito
domenicale a quelli che non ci sentono,
materialmente?
Lo studio biblico nelle famiglie sembra
avere oggi le migliori possibilità per attuare questo contatto. Ospitante è una famiglia evangelica, certo. Ma quante non
sono le famiglie confessionalmente miste?, o in parte credenti, in parte indifferenti? E non sono pure tali, spesso, i
parenti, i vicini di casa ,debitamente invitati?
Non solo. In una diaspora come la nostra, cosi numerosa di piccoli gruppi, dove i pastori sono costretti a frazionare il
loro tempo e darne un briciolo a ciascuno,
spesso veramente poco e insufficiente per
una cura d’anime regolare, accade che per
ragioni familiari, più che valide, alcune
persone del gruppo non po'ssano intervenire alla riunione collettiva che, per necessità di cose, avviene di raro, a un orario
inconsueto e cosi via. Come forlifioare nella fede queste persone se non mediante
10 studio biblico in casa loro?
Può sembrare strano. Oggi che le leggi
dello Slato ci consentono la maggiore liberlà desiderabile di propaganda, di pred’eazione, dovunque, anche nei luoghi
pubblici o aperti al pubblico, noi lasciamo la piazza e ci dirigiamo nel chiuso di
una famiglia. Proprio così. Tralasciamo
ogni considerazione psicologica, sociale,
ainbienlale che potrebbero, pure, giustificare questa nostra scelta e pensiamo piuttosto, con un senso di freschezza insieme
e di rimpianto, alle « comunità familiari »
che sorgevano in seguito alla predicazione
di Paolo (Rom. 16: 5; 1 Cor. 16: 19;
Col. 4: 15; Filem. 2).
Alla fine non è mancata la discussione
sulla riorganizzazione dei Distretti, in ottemperanza al relativo o.d.g. dell’ultimo
Sinodo.
I dubbi giuridici espressi dal Pasl. C
Tourn in una lettera a questo giornale
ilo giugno I960) hanno attanaglialo anche
la no'slra discussione. T.,e preziose precisazioni (pure giuridiche) del Prof. Giorgio
Peyrol apparse su « La Luce » (26 giugno
1980) non ci avevano ancora illuminato in
merito. Perciò si è parlalo e discusso molto, ma più su questioni di procedura che
sul conlenulo de'lTo.d.g. sinodale.
E’ stata data lettura degli ordini del
giorno delle sìngole assemblee di chiesa
<he si sono espresse, a grande maggioranza, a favore del riordinamento e si è
votato un nuovo o.d.g. conclusivo e riassuntivo.
Riconosciamo che questa parte dei lavori della nostra conferenza è stata la meno felice. Tuttavia ringraziamo vivamente
11 Signore perchè lia reso positivo il nostro ¡n<onlro annuale in quello che abbiamo p ù sopra accennalo.
G. Vicentini.
4
pag. 4
f
v'
L’ECO DELLE VAIÌJ -VALDESI
N. 28 — 8 luglio 1960
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
S. GERMANO CHISONE
— l bimbi della S. D. hanno terminato
il loro anno di attività con una gita a Bobbio Pollice, accompagnati dalle loro monitrici e da un piccolo gruppo di genitori.
Non abbiamo pensato solo ai canti e ai
giochi, ma una improwiisata lezione di
storia valdese, presentata in modo vivace,
oi ha xtermesso di notare che alcuni bimbi sono molto...' eruditi in materia!
Un’altra gita, quella dell’l/reione Femminile, aveva come meta la Valle di Lanzo: (d siamo spinti fino al Pian della Mussa ove abbiamo trascorso una giornata serena e tranquilla, particolarmente gradita
ad alcune madri di famiglia solitamente
oberate di lavoro. La nostra Corale ha desiderato, quest’anno, stabilire un contatto
con la comunità di Aosta, la domenica 26
Giugno. Sono stati eseguiti due cori nel
corso del culto presieduto dal pastore
Bert. Abbiamo quindi offerto, ai nostri
fratelli in fede, nel corso del pomeriggio
un’ora di esecuzioni musicali vivamente
apprezzate.
Ringraziamo la comunità di Aosta ed il
suo pastore per la generosa e fraterna
ospitalità.
—• Esprimiamo la nostra riconoscenza al
pastore Luigi Marauda che ha presieduto
il nostro culto della domenica 26 Giugno
ed ha rivolto alla nostra comunità un apprezzato messaggio.
Battesimi. Nel corso di queste ultime
domeniche sono stati celebrati alcuni battesimi: Jahier Anna di Edvy e di Franzoso Diana (Villa); Bandiziol Paolo Rino
Annibaie di Lino e di Germanet Anita
(Torino); Bert Mara Susanna di Enrico e
di Ughetto Lidia (Bert).
Ammissione. Il giorno di Pentecoste è
stata ammessa neUa piena comunione della nostra chiesa la Signora Rivoira Fiorina.
Formuliamo per lei i migliori auguri.
Funerali. In queste ultime settimane
siamo stati ripetutamente chiamati a percorrere la via che conduce al camposanto
per deporvi le spoglie mortali di alcuni
membri della nostra chiesa. Robert Celi
na ved. Jahier, di anni 60 (Gondini). 11
Signore l’ha richiamata improvvisamente
quando già si avviava verso la convalescenza dtvpo un intervento chirurgico. Jahier
Melania, di anni 90 (Villa). Si è spenta
dopo molte sofferenze ma con la fede e
la serenità che avevano sempre caratterizzato la sua lunga esistenza. Genta Maria Teresa di anni 88 (Asilo) ha lasciato
questa terra sazia di anni dopo un lungo
soggiorno nella nostra casa di riposo. Bouvier Maddalena di anni 69 (CostabeRa).
Ha terminato la sua corsa senza conoscere
l’infermità dopo una giornata di intenso
lavoro.
Alle famiglie provate dal lutto esprimiamo la nostra simpatia cristiana.
POMARETTO
Domenica prossima 10 luglio avrà luogo
una riunione ai Cerisieri alle ore 15 e Do
meniica 17 pure alla stessa ora avrà luogo
una riunione al Clot Ciauvin.
La buona stagione ha portato tutto un
rifiorire di lavori edilizi, sia da parte dei
privati che di enti pubblici.
Sono così stati ripresi i lavori per la costruzione del nuovo Tempio di Frali che
si svolgono sotto la direzione dell’Arch.
N. Frizzoni ed a cui collabora, come l’anno scorso, anche un campo di lavoratori
volontari organizzato da « Agape ». Nei
giorni scorsi si è effettuata al presbiterio
una riunione presieduta dal Capo-Distretto Past. Alberto Ribet, alla quale hanno
preso parte le persone direttamente impegnate nei lavori di costruzione del Tempio. Sono state prese importanti decisioni
per cui si prevede che nel corso dell’estate
sarà collocato il tetto su tutto l’edificio.
Un importante ed utilissimo lavoro pubblico è stato effettuato in questi ultimi
giorni a Ghigo, ossia Vasfaltatura della
piazza principale. Sarà così eliminato il
fango nei giorni di pioggia ed il polverone estivo; anche il problema di un or
Corrispondenza da Napoli
Gita ecumenica — Il giorno dell’Ascensione gli evangelici di Napoli si sono ritrovati insieme in una pineta sulle falde del
Vesuvio, per una gita in comune.
11 culto all’aperto è stato presenziato da
ben cinque pastori: un metodista, due battisti, un luterano e il pastore della nostra
Comunità. Erano presenti anche, ospiti gra.
dit;, due pastori luterani tedeschi e un pastore norvegese, di passaggio nella nostra
città. Gli nten'enuti, circa 2i>0 persone,
hanno molto goduto della riuscitiss.ma gita che ha degnamente chiuso un perìodo
dt attività ecumenica fra le varie denominazioni evangeliche napoletane.
Assemblea di Chiesa — L’assemblea si c
riunita il 2 giugno per la discussione sulla
ttelazione del Consiglio. La Relazione ha
messo in evidenza due problemi importanti
per la^ Comunità: il primo riguarda lo stato del nostro locale di culto.
Nel 1963 ricorrerà il centenario della
Chiesa Valdese di Napoli e per quella occasione sono previsti miglioramenti interni
al nostro locale. Intanto, però, urgono lavori meno impegnativi ma necessari per
rendere il nostro locale più decoroso, spec almente tenuto conto dei numerosi estranei che vi entrano neUe ore dei culti e per
questi lavori l’assemblea ha dato il suo
parere favorevole. Il secondo problema è
quello che si potrebbe cliiamare lo sgretolamento della Comunità. I membri della
Comunità abitano spesso a notevole distanza gli uni dagli altri e molti non si conoscono se non di vista nè hanno occasioni
d’incontrarsi se non_ai culti; è necessario,
perciò, trovare il modo di sentire maggiormente la fratellanza che ci unisce. La Relazione del Consiglio propone una divisione della città in zone, la nomina di un Capo-gruppo responsabile per ogni zona, la
istituzione di riunioni nelle varie case per
una migliore conoscenza reciproca, per leg
gere insieme e meditare la parola di Dio e
per fare anche opera di evangelizzazione
fra parenti non evangelici, amici e conoscenti. L’Assemblea di Chiesa ha discusso
e pienamente approvato questo progetto de!
Consiglio a cui è stato dato l’incarico di
organizzare queste riunion; di zona alla ripresa del lavoro in autunno.
Nuove Ammissioni —- La domenica di
Pentecoste, durante il culto, sono stati ammessi ufficialmente a far parte della nostra
Comunità tre cari fratell; i quali già da
alcuni anni frequentavano assiduamente i
nostri culti, dando prova della loro fede e
del loro attaccamento alla nostra Comunità. Essi sono: Monterosao Giovanni, Pica
Gennaro e Ventre Raffaele. Su loro invochiamo le benedizioni divine.
Battesimo — Il 5 giugno, alla fine del
culto, è stata battezzata Silvia Colizzi, di
Antonio. 11 Signore benedica questa cara
bamb.na e i suoi familiari.
Funerale — Il 6 giugno ha avuto luogo
il funerale deUa nostra sorella Rosario
Hendry, da molti anni inferma, deceduta
dopo lunghe e penose sofferenze. Rimioviamo al marito assente e soprattutto ai
due cari giovani figlioli, membri della nostra Comunità, le nostre sincere condoglianze.
Attività — Tutte le attività della Chiesa
haimo sospeso le loro riunioni con la fine
di maggio. Gli alunni della Scuola Biblica
hanno sostenuto il loro esame di line anno
davanti al Pastore e alle Dirigenti della
Scuola Biblica e della Scuola Domenicale,
con esito soddisfacente. Gli alunni della
Scuola Domenicale hanno avuto la loro festicciola di chiusura nei nostri locali, con
giochi vari.
Ci augur'amo di riprendere tutte le nostre attività con nuovo zelo al principio di
ottobre.
Matrimonio — Il 19 giugno, nel Tempio
della Comunità Svizzera, il nostro Pastore
ha benedetto il matrimonio della nostra sorella Clara Lingria con l’ing. Ferdinando
Ranchetti. Molti gli intervenuti anche non
evangelici, parenti ed amici dello sposo e
collegh: della prof. Clara Lingria e del padre di lei, preside di un Istituto Tecnico
della nostra città e molto apprezzato nell’ambiente scolastico. I nostri affettuosi e
fervidi auguri.
Benvenuto — Il nostro cordiale benvenuto al Pastore Aldo Ruligliano di Avellino ohe viene a sostituire il nostro Pastore
durante il mese di luglio.
F. F.
Attenzionel
Incredibile, ma vero! Ci sono ancora dei lettori che non hanno
pagato il loro abbonamento ! Li esortiamo cordialmente a compiere questo loro piccolo dovere, che ha un grande valore per l'Amministrazione
del giornale. Servitevi del C. C. P. 2/17557 intestato alla Claudiana.
Sarà accolto con riconoscenza un dono per la stampa.
dinato parcheggio dei veicoli sarà facilitato
Per domenica 10 luglio è stato organiz
zato a Prali un Radano degli Alpini. In
tale occasione il Culto nel Tempio di Ghi
go sarà celebrato alle ore 9,30 in modo
da permettere a tutti gli Alpini valdes
di parteciparvi. Essi sono cordialmente in
vitati ad unirsi alla -parrocchia di Pral
nella celebrazione del culto, prima di par
tecipare al programma del Raduno il cu
inizio è previsto per le ore 11.
Oltre ai lavoratori volontari sono stai
ad Agape numerosi « cadetti », per un cam
peggio organizzato per loro sotto la dire
zione del Past. Thomas Soiggin di Como
Attualmente s: sta svolgendo il l® campi
internazionale, sul tema della stampa, di
retto dal nuovo direttore di Agape, Past
Giorgio Girardet: oltre 70 partecipanti te
deschi, inglesi, francesi, svizzer' e italiani
Battesimo-. Uva Rostan, di Silvio Stefa
no Rostan e di Vanda Alba Peyrot, è stala
battezzata domenica 12 giugno durante il
culto. Ai genitori efi ai padrini l’augurio
che il Signore dia loro la capacità di compiere fedelmente le loro promesse in vista
della educazione cristiana di questa creatura.
Matrimonio-, il giorno 11 giugno si sono
uniti in matrimonio nel Tempio di Prali
Adriano Peyrot (Cugno) e Franca Pascal
( Villa). Agli sposi, che fissano la loro residenza nella borgata Cugno, rinnoviamo
gli auguri di ogni beue per una vita di
famiglia vissuta in comunione con Cristo.
Ai Rifugio Carlo Alberto
A NEW YORK
PRAMOLLO
Lutto a Coazze
Dopo una rapidissima malattia, ha chiuso
gli occhi alla v'ta presente il nostro caro
Mattone Elvidio, nato a Coazze 61 anni fa.
La sepoltura ha avuto luogo a Coazze, il
28 giugno u. s., con grande partecipazione
della popolazione.
Come uomo e credente, egli è stato di
una squisita umiltà e profonda bontà. E
con tal' doti che lo distinguevano, egli ha
servito la propria cliiesa che lo aveva eletto al servizio del diaconato. Il Signore benedica la sua memoria per la nostra comunità coazzese.
Alla consorte, la cara signora Luigina, al
fratello Nemore e a quanti sono nel dolore,
ripet’amo la consolante parola del Signore:
«Non temere; solo abbi fede».
Dopo una splendida giornata di sole e
di caldo, un violento temporale si è abbattuto su Pramollo''nella tarda serata di
lunedi 27 giugno. Dopo i primi scrosci
di pioggia, venuta a mancare la corrente
elettrica, tutto il vaUone rimaneva immerso nelle tenebre. Ciò faceva si che il bagliore dei lampi, che di frequente solcavano il cielo, risultasse ancora più impressionante. 11 mattino seguente ritornava il
bel tempo ed era per tutti un sospiro di
sollievo. I Pramollini si accìngevano a riprendere il loro lavoro nei prati quando
giungeva la notizia che su negli alpeggi
il temporale, purtroppo, non era passato
senza lasciare traccie. All’Azzarà, in una
stalla di proprietà del Signor Ferdinando
Jahier, della Ruata, si trovavano otto capi
bovini pregiati (tutte manze scelte, alcune provenienti dai nuclei di selezione); il
fulmine entrato misteriosamente (non si è
trovata alcuna traccia di entrata), ne folgorava sette, lasciando l’ottavo miracolosamente illeso. In un altro caseggiato poco distante si trovavano altri sei capi, die
non subivano alcun danno. Fortunatamente il Signor Jahier stava riposando in una
cameretta sita nel secondo caseggiato ed
è rimasto incolume.
Subito accorrevano i volontari a portare l’opera di soccorso, rimovendo il bestiame ucciso e provvedendo aUe varie
operazioni necessarie.
1 proprietari colpiti sono sei e il danno
da essi subito è grave. Si aggira sul milione di lire. Grazie alla mutua locale bestiame, esistente da molti anni, esso verà
ripartito un po’ fra tutti, concorrendo
tutti — in proporzione ai bovini posseduti — a coprire la spesa. Malgrado questo la sciagura è un grave colpo per la
nostra economia già resa difficile da tante
altre cause.
Si direbbe che abbiano proprio ragione
coloro che affermano che tutto sta cambiando. Infatti sembrano cambiate persino le stagioni. Per quanto, stando aU’almanacco, in pieno periodo estivo, continua a far frescolino e sale spesso su dal
piano una fitta nebbia che avvolge tutto,
come in novembre. Si tribola molto, i lavori vanno a rilento, il fieno rimane giorni
e giorni ned prati prima di poter essere
portato via. C’è chi si dispera e ricorda
amaramente il vecchio detto : « neblo baso
aprèe Sen Giàn, est tut a notrè dàn»; c’è
però anche chi è meno pessimista e se la
prende con un po’ più di filosofia, ricordando invece un altro detto che, dopo
tutto, crediamo rimanga vero : « aprèe
d’un temp, l’a gnée sampre venghù un
autre ».
Diamo il più cordiale benvenuto a Marco Bounous e Miranda Long, giunti rispettivamente in casa di Guido e Ada
Bounous, dei Ribetli, e di Aldo e Palmira
Long, dei Sapiatti.
Ai loro genitori felici porgiamo le nostre più vive felicitazioni.
MASSEL
IN MEMORIA
Il 24 giugno è deceduto a Pachino,
all’età di 88 anni, la Signora Vincenzina Giardina ved. Panascia, madre
del Pastore Pietro 'Valdo Panasela,
ella stessa figlia e moglie di Pastore.
La sua è stata una vita di preghiera
e di consacrazione al Signore nella
famiglia e nella chiesa.
Esprimiamo a tutti i suoi familiari,
e in modo particolare al Past. P. V
Panascia la nostra più viva simpatia
cristiana nel dolore & nella ferma speranza.
Un commiato llìnni.fln rii R Dnne
'ostnrp Ginvanni RertinattL Can IX1.C01-U.U U1 D» Izimo
Nous remercions M.r le Pasteur Girardet, qui a prèside le Culte dimanche dernier. Son message a été très apprécié par
tout le monde.
Nous exprimons notre sympathie à notre diacre, M.r Silvio Giraud, qui a été
victime d’un accident pendant «on travail,
qui lui a causé une légère fracture à une
jambe. Nous lui souhaitons de guérir bien
vite et de pouvoir reprendre son travail.
Il Pastore Giovanni Bertinatti, Cap
pellano da 12 anni del « Rifugio Carlo Alberto per cronici » di Lusema S.
Giovanni essendosi trasferito a Torre
Penice ha tenuto l’ultimo suo culto
nella Cappella giovedì 30 ^ugno u. s.
Gl’intervenuti commossi e dispiacenti lo circondarono ringraziandolo
per il suo fedele ministerio, per la sua
simpatia, la sua cordialità, per gl’incoraggiamenti dati al momento oppcrtuno e sua abnegazione che gli faceva affrontare distanza e mal tempo
per adempiere al suo impegno.
Per l’ultima volta i malati impossibilitati di uscire dalla loro stanza ricevettero la sua visita ed egli pregò
con loro.
Gli ospitalizzati del « Rifugio » non
dimenticheranno il loro Cappellano.
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Vecchi. Buon salario, vitto ed alloggio.
Nell’asilo si parla francese. Per ulteriori
informazioni rivolgersi alla « Pro Valli »
o al Pastore d; Prali (Si-g. Aldo Comba).
Redattore: Gino Conte
Coppieri . Torre Pellice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina . s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
La mattina del 15 maggio, d-opo poco
più di un mese di malattia, è spirato neUa
pace del Signore il decano degU anziani
di Chiesa, il Signor Beniamino Pons, di
76 anni, originario del Besse.
Il Signor Pons è stato una delle più
simpatiche figure della nostra comunità.
Leale, aperto, cordiale con tutti, di una
socievolezza nella quale si armonizzava
un entusiasmo giovanile con il giudizio
della maturità, il Signor Pons era Tamico
di tutti.
Valdese della vecchia roccia e credente
non finto, seppur senza ostentazione, la
Chiesa lo ebbe collaboratore e anziano
per la maggior parte della sua vita. Servire pareva fosse il suo motto, ed a questo motto fu fedele, senza compromessi,
nè scuse, nè dubbi, umilmente, con gio’a
e semplicità.
Il servizio funebre è stato tenuto la sera
del 18 maggio. Imponente è stata la partecipazione di una vera folla, accorsa per
dare l’ùltima testimonianza all’amico scomparso.
Appropriate e confortanti le parole del
testo evangelico : « Sta bene, buono e fedele servitore... entra nella gioia del tuo
Signore ».
A nome della Società « La Valdese » il
Signor Henry Garrou ha porto l’omaggio
deUa commossa riconoscenza alla memoria del socio fedele.
L’accompagnamento funebre ha avuto
luogo il 19 maggio e la salma è stata tumulata nel Linden Hill Cemetery.
Alla sorella. Signora Louise Peyrot, al
fratello in Italia, ai nipoti e familiari tutti
vada ancora l’espressione della nostra simpatia.
Un amico - H. G.
Dottoressa
Maria FenogUo
Medico Chirurgo
Via Alfieri, 1 - Telef. 9594
(vicino al Municipio)
TORRE PELLICE
Riceve :
Tutti i giorni ore 17-19
Venerdì anche al mattino ore 11-Ì3
Dottoressa
Iolanda De Carli Valerio
Medico Chirurgo
Specialista
in malattie dei bambini
Psicologia e pedagogia
Consultazioni presso l'Ospedale
Valdese di Pomaretto
primo e il terzo mercoledì del mese
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