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ECO
DELLE VALU VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLIOE
Seltimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVJ - N. 40
Una copia Lire 40
-\BBONAMENTI | Eco: L. 2.000 per l’interno Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo bis TORRE PELLICE — 14 ottobre 1966
L. 3.000 per l’estero Cambio di indirizzo Lire 50 Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
l]n nuovo stato africano indipondcnto
IL LESOTHO
ANGOLA (Port.)
Il contribntn della Chiesa evangelica (e di qualche valdese] alla formazinne di una nazione che accede
ora alla indipendenza = Un piccolo
e Itero popolo montanaro immerso nella tesa situazione sudafricana
A pochi giorni dall’indipendenza del Beciuanaland, ora Botswana,
anche il Basutoland si è svincolato dal protettorato britannico ed e
nato il Lesotho. A parte le ’’isole nere” dell’Africa portoghese (An
gola e Mozambico) e la lacerante situazione delle repubbliche bian
che della Rhodesia e del Sudafrica^ anche l’Africa australe si avvia
sul nuovo cammino.
Scala J : 25 000 000
Nel 1882 il Sinodo Valdese decideiva
aU’unanimità, salvo una astensione,
di lasciare partire per il paese allora
chiamato Lesotho (che adesso riprende il suo nome originale) il pastore
Weitzecker per sostituire a Léribé il
missionario Coillard, incaricato di
fondare una nuova missione sulle
rive dello Zambesi. Più tardi iurono
missionari in quel paese anche i pastori Bartolomeo Pascal (partito nel
1891) e Gustavo Pons (partito nel
1916).
Ricordando questi legami particolari che, tramite il ministero di tre
dei suoi figli, legano la Chiesa Valdese ai Basotho, pensiamo ohe interesserà i lettori dell’Eco-Luce avere,
in occasione della dichiarazione del,a
sua indipendenza, alcuni dati su quel
paese e sulla Chiesa che vi è sorta per
opera della Società delle Misslimi di
Parigi. Le informazioni ohe seguono
sono tratte in gran parte dal bollettino di questa Società del settembre 1962.
Il Lesotho è una regione montagnosa, il cui punto più basso è a 1500 m.
di altitudine e il più alto a 3.500 m. e
dove alcuni dei fiumi più importanti
del Sud Africa hanno la loro sor.
gente. La popolazione relativamente
densa vive di agricoltura e dell’allevamento del bestiame, Epecialmente
pecore e capre, ragione per cui non
vi sono più alberi nelle immense distese deve pascolano ; conseguenza
inevitabile, vasti terreni fertili sono
stati erosi dalle acque piovane, e persi irrimediabilmente per l’agricoltura.
Nel 1868, il grande capo Moshesh,
assalito dai Boeri, chiese la protezione del governo Britannico e il suo
paese divenne il Protettorato del Basutoland. Il trattato stabilito allora,
non permetteva agli europei di entrare nel paese se non col permesso delle
autorità indigene, e proibiva loro di
acquistarvi terreni. La politica seguita dal governo coloniale fu quella dello «indirect rule» (cioè «governare
tramite le autorità tradizionali locali»); soltanto durante questi ultimi
anni, in vista della proolamazicne
della indipendenza, è stato gradatar
mente introdotto un sis^iema più ce
mocratico. La costituzione attuale
prevede che il capo tradizionale non
sarà niù che un monarca costituzionale, il governo essendo esercitato da
un consiglio di ministri appcggiati
dalla maggioranza dei deputati dell’Assemblea Nazionale. Vi è pure un
Senato con poteri limitati di controllo sulla legislazione, compose m
gran parte di capi tradizionali: una
piccola imitazione della « House
Lords » inglese.
Un protettorato di questo genere
presenta il vantaggio di preservare
i modi di vivere e le relazioni
che la pcpolazione indigena Preterisce. Ma non favorisce lontrata dn
capitali necessari allo sviluppo economico, per cui la popolazione e rimasta
povera. Però i Basotho sono un popolo energico, che ama la sua ^®rra ® ®
coltivarla — un popolo fiero delle sue
tradizioni e della sua stona... P®.
siede una « élite» che sa
proprie responsabilità. Ciò ttondim
no le condizioni economiche
no più della metà dei
tribù ad emigrare nella „
del Sud Africa, e in ttarticolare
regione di Johannesburg, dove form
no spesso nuclei particolarme «rovebolenti in mezzo agli operai p
nienti dalle altre tribù. D altra parte,
elementi rivoluzionan della Jicm
Repubblica tendono a cercare rifugi
nelle montagne del T esotho, ® ^ ,
tano un fermento attivo fp i •
ohe trovano ohe le vecchie tr^aom
frenano troppo la evoluzione politica
e sociale del paese.
Più che in altre regioni deH’Africa
la storia del Lesotho si confonde con
Quella della Missione Evangelica e
della Chiesa da essa fondata. Non
che il paese sia diventato tutto protestante: appena im terzo della popolazione è protestante, mentre un altro terzo è cattolico, e il rimanente
pagano. Ma tutti sanno che se il Lesotho esiste oggi come uno stato, una
unità politica e territoriale, ciò è do
1 cattolici olandosi
vogliono la collaborazione
e il parere di tutti
AMSTERDAM (spr). Una commissione
speciale dell’Aasoiciazione cattolioo-romana
olandese di S. WiHiibrod ha preso contatto con le ChieBe protestanti olandesi in
vista della loro partecipazione attiva al Con.
cilio pastorale olandese, che si aprirà i!
27 novembre.
Nel marzo scorso il cand. Alfr.nik ha
mandavo il primo invilo, chiedendo al a
Chiese protestanti di funzionare a titolo
consultivo'.
La provincia eioclesiastica olandese è la
prima provincia della Chiesa romana che
convochi un concilio regionale per realiz
zare riforme sul piano locale, nello spirì o
dc'l Vaticano IL Sono 'Stali compiu i intensi sforzi: gruppi di discussione iparrocch:ali, « buche per 'Suggerimenti per il concilio » diBpo'Sle s.rate'gicaimente in tutto il
paese: queso, allo iseopo di raccogl ere
idee e critiche del magigìor numero possibile di Olandesi, di ogni 'confessione, per
orientare il concilio, sia sul piano preparatorio che su quello del .e discuss oni
programmale. Si prevede ( he il conci io
t'uivzionerà per vari anni.
vuto all’opera dei pionieri della missione, ai Casalis e agli Arbousset, e
che se due milioni di persone parlano
il sesotho (la lingua dei Baso'tho) ciò
è anche il frutto del loro lavoro linguistico e scolastico.
Giunti nel 1833, nel 1882 avevano
già tradotto e stampato tutta la Bibbia in sesotho; lo stesso anno fondavano a Morij a una scuola per la
preparazione dei pastori indigeni.
Questa scuola ha ora quasi raggiunto
il livello di una facoltà teologica, e
riceve anche gli studenti della Missione Svizzera del Transvaal.
Il centro p'rinclpale delia Chiesa
Evangelica del Lesotho è a Morija,
dove oltre la Scuola Pastorale, vi sono due istituti magistrali, maschile e
femminile, una tij^grafia e una libreria, rammirjlBts^oiie centrale eociesiastica e scolastica, e un ospedale.
In altre località vi sono due scuole secondarie, femminile e maschile, una
scuola biblica per evangelisti, e una
scuola tecnica in pieno sviluppo. Anche le popolazioni isolate nella regione dei « Maluti », in alta montagna,
hanno adesso imo scuola media e un
ambulatorio.
Alcune cifre tratte dalle statistiche
del 1962, diranno in modo efficace
rampiezza dell’opera compiuta dalla
missione e dalla chiesa in 129 anni di
lavoro. 38 chiese con 450 locali di
culto, dirette da 388 pastori, evangelisti e catechisti; 13 studenti in teologia e 24 nella scucia biblica; 61.420
membri CGmunicanti. affiancati da
13.225 catecumeni; 3.266 studenti nelle scuole secondaris e superiori, 55.442
nelle scuole elementari, e un migliaio
di insegnanti; 3 ospedali e ambulatori, che contano annualmente circa
50.000 consultazioni e 10,000 giornate
di presenza negli ospedali.
CONTINUA
IN QUARTA PAGINA
RIPRESA
Chi ili noi non ha mai fatto dei buoni propositi per Tavvenire?
Sono belli, facili, simpatici, e non costano nulla. Il solo loro difetto
è che la regolarità con la quale li facciamo trova riscontro solo nella
regolarità con la cpiale facciamo a meno di tradurli in atto. Le occasioni di farli, comunque, non ce le lasciamo scappare: a una festa
familiare, a un compleanno, a Capodanno, a Pastjua, e cosi via.
Per quel che riguarda la vita della Chiesa, e il nostro impegno
nella Chiesa, la nostra partecipazione, il nostro contributo alle varie
attività, il momento opportuno per i progetti e i proponimenti è il
momento della ripresa. Desideriamo cose belle, nuove, attività più
brillanti, culti meglio frequentati, scuola domenicale e catechismo più soddisfacenti. Poi, l’anno ecclesiastico scorrerà più o meno
come quello precedente...
Gesù dice; « Chi è fra voi che, volendo edificare una torre, non
si metta prima a sedere e calcoli la spesa, per vedere se ha da poterla
finire? Che talora, quando ne abbia posto il fondamento e non la
possa finire, tutti ciucili che la vedranno prendano a beffarsi di lui,
dicendo: ’’Quest’uomo ha cominciato a edificare e non ha potuto
finire”. Ovvero qual è il re che, partendo per muover guerra ad un
altro re, non si metta prima a sedere ed esamini se possa con diecimila uomini affrontare colui che gli viene incontro con ventimila?
Se no, mentre quello è ancora lontano, gli manda un’ambasciata e
chiede di trattar la pace » (Le. 14: 28-32).
Queste parole non vogliono certamente gettare acqua sul fuoco
dell’entusiasmo sincero che accompagna i nostri propositi. Non vogliono neppure essere un’esortazione alla prudenza, nel senso di
indurci a fare programmi meno ampi, per non trovarci delusi dopo,
quando, tirando le somme dell’anno ecclesiastico trascorso, dovremo
accorgerci che la realtà è stata inferiore alle aspettative.
Queste parole ci vogliono semplicemente, ma seriamente, mettere di fronte alla gravità della nostra vocazione cristiana, dell’impegno al quale il Signore ci chiama ogni anno ecclesiastico come ogni
giorno della nostra vita. Essere discepoli di Gesù non è affatto una
cosa da nulla, che si possa affrontare con incosciente faciloneria. La
torre della parabola deve essere costruita, il re nemico e potente
deve essere affrontato. Il compito che il Signore ci pone davanti deve
essere portato a termine, t'ercne et e posto aavanii aai signore. i
nostri calcoli non sono calcoli di credenti se mirano in un modo
qualunque e con una scusa qualunque a limitare la nostra responsabilità e a restringere l’ampiezza del nostro impegno. Se l’impegno della nostra fede si contenta di essere un impegno rachitico, difficilmente eviteremo che qualcuno si faccia beffe di noi e del nostro
insuccesso.
« Ognuno di voi che non rinunzi a tutto (juello che ha non può
essere mio discepolo ». Questa è la conclusione di Gesù al suo discorso sopra riportato. Metterci davanti al Signore, nella consapevolezza del compito che Egli ci affida, significa renderci conto di non
avere forze sufficienti, e forse nemmeno volontà sufficiente. E significa
rinunziare alle nostre poche forze e alla nostra scarsa volontà, che
sono tutto quello che abbiamo, per metterci a disposizione di Colui
« che suscita in noi il volere e l’operare », e che ci darà per grazia,
ancora una volta, di predicare e di ascoltare e di mettere in pratica
la sua Parola. Che ci darà per grazia di essere tutti testimoni viventi
dell’Evangelo per il tempo che viene.
Se noi siamo infedeli, il Signore rimane tuttavia fedele alla vO'Cazione che ci ha rivolta. È per la sua fedeltà che, nella certezza dell’esaudimento, possiamo pregarlo: « Rendi stabile l’opera delle nostre mani. Sì, l’opera delle nostre mani rendila stabile ». s. r.
..nimm.......
MiimmiiiiiHimmiiiif
iiimiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiini
Una costrizione anticostituzionale
Ci giunge notizia ohe ad alcune allieve evangeliche, iscrittesi alla Scucia Magistrale recentemente aperta dal
Comune di Torino, viene imposto
l’obbligo di frequentare le lezioni di
religione impartite secondo la dottrina cattolica, e ohe esse non possorio
ottenere la dispensa, come pviene in
tutte le altre scuole d’Italia. Infatti
nelle «Scuole Magistrali», dove si
preparano le insegnanti del grado
oreparatorio (le cosidette maestre
mardiniere degli asili d’infanzia), le
dette lezioni di religione sono obbligatorie, si danno voti di merito che
fan media con quelli delle altre materie ed alla fine dell’anno si debbono
cf>cí-PTiere gli esami relativi. Ciò diTeSdTda un R.D. dell’H-8-1933 n. 1286
tuttora vigente, le cui nonne sono
combinate in modo che di fatto si
vuole che possano derogare a quelle
ohe dispongono l’esenzione da detti
corsi di religione e persino a quelle
emesse in esecuzione delTarticolo 36
del Concordato, con cui sono in aperto contrasto. Ciò accade sia nelle nume'rose scuole magistrali confessionali e private, sia nelle poche statali o
comunali.
Da oltre 5 anni il Consiglio Federale delle Chiese evangeliche ha cercato di intervenire perchè la detta situazione venisse modificata, inoltrando esposti, proteste, sollecitando interpellanze in Parlamento, interessando Ministero e deputati, ma senza ottenere finora concreti risultati.
Non in tutte le nostre scuole sì può essere
esentati dalle lezioni di religione, anche se
l’Italia ha ratificato la “convenzione contro la
discriminazione nel campo dell’insegnamento,,
A seguito di un ultimo esposto inoltrato lo scorso luglio al Ministro della
P.I., sembra che la faccenda sia stata
ora posta allo studio in sede ministeriale, ed è .da sperare che possa esser
risolta sollecitamente in ordine a
quanto richiesto.
Non possiamo infatti dimenticare
che da ultimo il nostro paese ha ratificato (legge 13-7-1966 n. 656) la
« convenzione contro la discriminazione nel campo dell’insegnamento »,
adottata a Parigi il 15-12-1960.
In essa è detto tra l’altro che, « ai
fini di eliminare ogni discriminazione, gli Stati firmatari s’impegnano
ad abrogare agili disposizione legislativa ed amministrativa e a far
cessare ogni pratica amministrativa
che comportino una discriminazione
nel campo deH’insegnamento » (art. 3,
comma a) ; e che « gli Stati firmatari
convengono che occorre rispettare la
libertà dei genitori... e di assicurare,
secondo le modalità d’applicazione
proprie della legislazione di ciascuno
Stato, l’educazione religiosa e morale
dei fanciulli conformemente alle loro
inoltre,
gruppo
proprie convinzioni ; e che
nessuna persona e nessun
deve esser costretto a ricevere una
istruzione religiosa incompatibile con
le loro convinzioni» (art. 5, comma b).
Siamo pertanto certi che il nostro
Governo ed in particolare il Ministro
della P.I. terrà fede agli impegni internazionali sottoscritti a nome dell’Italia; impegni che corrispondono
del resto perfettamente non solo alle
norme dettate dalla nostra Costituzione in tema di libertà rellgioisa, ma
anche alle disposizioni emanate in
materia scolastica, tranne che al tenore del citato R. D. del 1933 relativo
alle Scuole Magistrali.
Ci auguriamo pertanto che questa
perla falsa venga quanto prima sfilata dalla collana delle leggi dello
Stato e sostituita da un’altra pienamente rispettosa delle libertà assicurate ai cittadini e degna delle virtù
civili del nostro paese. Ciò è quanto
il Consiglio Federale delle Chiese
evangeliche si prefigge da tempo di
ottenere.
All’inizio di un nuovo anno scolastico è bene ricordare come stanno
le cose.
Giorgio Peyrot
itiiiiimiiiiiiimi
Verso la Chiesa riformata svizzera
Una commissione di dodici membri, designata dalla associazione pastorale della Federazione delle Chiese protestanti della Svizzera
creata nel 1920, è stata incaricata di riesaminare il piano di lavoro della Federazione.
Nel suo rapporto, presentato sotto forma
di un progetto di costituzione della Chiesa
riformata evangelica della Svìzzera, è detto
fra Taltro: « La forma giuridica della Chiesa non deve essere improntata alle istituzioni
dello Stato, nè derivare da un diritto ecclesiastico fissato dallo Stato, La Chiesa deve
definire la sua forma e la sua maniera dì lavorare in conseguenza della conoscenza che
essa ha della sua stessa essenza e della sua
missione... La commissione sì è sforzala di
lasciare da parte i sentimenti di gelosia sospettosa nei riguardi di un ralTorzamento del
potere centrale... La responsabilità particolare delle Chiese sul piano locale non è posta in discussione. Ma il carattere dì obblighi
derivanti dalla collaborazione è stabilito in
maniera essenzialmente diversa... ».
Soepi
2
pag. 2
14 ottobre 1966 — N. 40
Da una intervista pubblicata sulle Isvestia
La situazione religiosa nelPURSS
GINEVRA (Soepi) - Nel n. del 29 agosto
le Isvestia hanno pubblicato un’intervista accordata da Vladimir Kuriedov, direttore del
Dipartimento di Stato per gli affari religiosi
dell’URSS. In quest’intervista, ripresa poi da
numerosi altri giornali sovietici, V. Kuriedov
risponde alle « domande dei lettori » circa i
rapporti fra lo Stato e la Chiesa nell Unione
sovietica. Data l’importanza di questo documento, ne citiamo larghi estratti per informazione dei nostri lettori.
V. Kuriedov ha risposto alle seguenti domande :
1) Sono molti i credenti, nell’URSS?
Come definisce, la legge sovietica, la situazione delle organizzazioni religiose, e come
ne viene controllata l’attività religiosa?
2) Quale atteggiamento conviene adottare di fronte all’attività di certe nuove associazioni battista?
3) In qual misura hanno ragione i compagni, che pensano che il modo migliore per
venire a capo delle aberrazioni religiose nello spirito del popolo sia limitare o vietare
ogni organizzazione religiosa nell URSS?
Quanto alla prima domanda, il Kuriedov
dichiara che il numero dei credenti, nelrURSS, è ignoto, « poiché non esiste alcun
censimento dei cittadini sovietici che indichi
quale atteggiamento essi abbiano nei confronti della religione ». Non v’è alcun documento
ufficiale che permetta di sapere se qualcuno
ha o no una fede religiosa. V. Kuriedov fa
notare che la legge stabilisce la separazione
della Chiesa e dello Stato e vieta rigorosamente ogni discriminazione religiosa.
V. Kuriedov analizza poi in dettaglio i due
decreti adottati alcuni mesi fa dal Soviet supremo deU’URSS. Essi « mostrano minore
severità nei confronti di coloro che si sono
resi colpevoli di un’infrazione alla legge sulla
separazione della Chiesa e dello Stato, per la
prima volta. D’altra parte, sui cittadini che
sono già stati citati in giudizio per la stessa
ragione pesa una responsabilità più grave ».
L’intervistato dichiara : « Naturalmente nel
nostro paese la libertà di coscienza non significa ciò che desidererebbero certe personalità religiose aU’estero, cioè che le attività
delle associazioni religiose non siano affatto
limitate e che possano fare tutto ciò che
vogliono, senza tener conto della legislazione
del nostro paese ». Il punto su cui insiste la
legge è che la religione deve limitare le pro
prie attività a soddisfare 'e esigenze religiose
dei credenti, senza turbare l'ordine pubblico. «La religione deve astenersi da ogni atto
offensivo nei confronti della personalità e dei
diritti del cittadino. La legge vieta di approfittare di una riunione di credenti per portar
pregiudizio agli interessi della società sovietica o per dissuadere i credenti dal compiere
il loro dovere civico e dal partecipare alla
vita sello staio e ueua sudicia.... -----------
gli usi superstiziosi nocivi alla salute sono
vietati dalla legge sovietica, come pure le manovre ingannevoli destinate a risvegliare la
superstizione ».
Quanto all’obbligo di registrazione a cui
sono tenuti tutti i gruppi religiosi, l’articolo
deUe Isvestia dichiara : « Questa registrazione
è stata istituita nell’interesse dei credenti come dello Stato. Essa prova che un’associazione religiosa ha ottenuto l’autorizzazione ufficiale, in senso legale. Da parte loro gli orga
ni dello Stato garantiscono la protezione dei
diritti dei credenti appartenenti a tali associazioni religiose ». La registrazione di un
gruppo religioso non potrebbe essere rifiutata
a meno che « il suo insegnamento, le sue
pratiche di culto o qualsiasi altra attività
siano in contrasto con la legge o costituiscano
uno sforzo per esercitare una pressione sulla
persona e sui diritti del cittadino ».
La maggioranza dei membri del clero nelrURSS « si sforzano di obbedire alla legge e
di mostrarsi leali verso tutte le misure del
governo sovietico in fatto di politica interna
e esterna ». In proposito V. Kuriedov nota
« il contributo che la Chiesa ortodossa russa
e il suo capo, il patriarca Alessio, come pure
le altre Chiese dell’Unione sovietica hanno
dato nella lotta per la pace ».
Rispondendo alla seconda domanda, concernente le attività di «certi nuovi gruppi
battisti », a proposito dei quali numerosi lettori delle Isvestia, compresi dei cristiani,
hanno « espresso la loro indignazione », il
Kuriedov dichiara : « Com è noto, esiste una
Chiesa dei cristiani evangelici battisti nelrURSS, il cui organismo centrale si chiama
« Associazione dei battisti cristiani evangelici »
e che ha sede a Mosca. Qualche tempo fa.
un gruppo che si chiama « gruppo d iniziativa » si è costituito in questa organizzazione in opposizione ai dirigenti dell Associazione e ha tentato di dissolverla. Le parole d’ordine di questo « gruppo d iniziativa n sono
chiare e inequivoche. Hanno domandato 1 a
Avviso
La Biblioteca della Facoltà
Valdese di Teologia (Via Pietro
Cessa 42, Roma) cerca per acquisto o prestito i seguenti numeri sciolti della rivista
PROTESTANTESIMO
1950: 1
1951: 1
1952: 14
1953: 3
1956: 1
1957: 3
1964: 1
ed eventualmente
194649: le annate intere
Dal cesaropapismo zarista a quello sovietico — Troviamo
meno assurde del governo sovietico le « pretese » di certi
credenti — Il cristiano non è fatto per conservare I'« ordine pubblico ».
bolizione delle leggi sovietiche concernenti il
culto religioso, definite « sataniche ». Hanno
domandato una libertà illimitata per propagare la religione, non soltanto nelle Chiese,
ma pure nelle vie, nei luoghi pubblici, nei
parchi, ecc. Hanno pure domandato che sia
posto fine all’insegnamento ateo nelle scuole.
« Questo gruppo non è riuscito a ottenere
l’appoggio della massa dei credenti, ma sol
tanto del cinque per cento dei battisti. Allora ha assunto il nome di «gruppo d’iniziativa » e più tardi quello di «Comitato d’organizzazione per la convocazione di un congresso unito dei battisti cristiani evangelici ».
Sotto questo nome il gruppo in questione è
divenuto indipendente e si è autoproclamato
centro spirituale di tutti i battisti. Ha chiesto al governo di riconoscerlo come tale al
posto dell’antico centro evangelico battista.
E’ difficile dire se questa domanda illegale
rifletta ignoranza o sfrontatezza. Sono i membri stessi di una organizzazione religiosa che
devono decidere chi deve essere responsabile
della sua direzione.
« Dopo l’insuccesso di questo tentativo audace di prendere in mano la direzione dell'insieme dell’organizzazione evangelica battista, gli apostati hanno cominciato a orga
nizzare la lotta contro la legislazione sovietica in materia religiosa. Mediante opuscoli,
lettere e scritti di ogni sorta, si sono abbandonati ad attacchi calunniosi contro lo Stato
sovietico e la sua politica religiosa. Hanno
dato una descrizione snaturata delle leggi concernenti il culto religioso, chiamando i credenti a disobbedirle. Il « gruppo d’iniziativa»
è giunto fino a organizzare processioni nelle
vie di alcune città, a tenere riunioni di preghiera in luoghi pubblici e a dare un’istru
zione religiosa ai bambini, contrariamente
alle leggi vigenti.
« Benché siano stati avvertiti che la loro
azione contrastava con le leggi, questi gruppi
battisti hanno continuato la loro attività illegale. Non stupisce dunque che alcuni di loro
debbano rispondere della propria attività.
c< L’enorme maggioranza dei battisti sono
onorati cittadini sovietici. In ragione della
loro ignoranza, alcuni di loro sono stati portati ad abbandonarsi a pratiche illegali, contrarie alla legislazione sul culto religioso. La
cosa migliore è insegnar loro con pazienza
che hanno la possibilità di soddisfare le loro
esigenze religiose, poiché lo Stato garantisce
loro la libertà religiosa e accorda loro la necessaria protezione. Si renderanno conto, al
lora, che non è necessario creare un secondo
centro battista. Molti l’hanno già compreso
e sono ritornati ai loro antichi capi ecclesiastici ».
Infine, in risposta alla terza domanda, V.
Kuriedov ha espressamente respinto ogni
forma di aperta costrizione, nel combattere la
religione. « Da tempo è noto che tutte le
forme di divieto o di pressione amministrativa
sono armi senza efficacia contro l’ideologia
religiosa. Non si può costringere nessuno, mediante decreti o altri metodi amministrativi,
ad adottare convinzioni atee o qualsiasi altra
convinzione ». Il Kuriedov ha qui citato Engels e soprattutto Lenin, che vono stati i sostenitori della propaganda atea su una base
scientifica, ma hanno rifiutato di attaccare la
religione. Le dichiarazioni del PCUS e del
governo sono altrettanto chiare e denunciano
« come inammissibili i metodi amministrativi ». La concezione marxista-leninista della
natura dell’ideologia religiosa costituisce la
base della politica dello Stato sovietico in materia religiosa... la base della legislazione sovietica relativa alla libertà religiosa... Se le
attività di un’organizzazione religiosa rimangono nel quadro definito dalla legislazione
sovietica, essa può esistere finché dei credenti
continueranno ad esserne membri ».
Nel corso della sua intervista Vladimir
Kuriedov, che si era lamentato del fatto che
la stampa occidentale dà spesso un quadro
falso della politica sovietica, soprattutto a
proposito dei due decreti dell’aprile scorso
relativi alle questioni religiose, ha sottolineato con compiacimento che parecchie pubblicazioni ecclesiastiche straniere e in particolare il Service oecuménique de presse et d'information (soepi), trattando di questi due
decreti avevano dato prova di a’odevole oggettività ».
uiniiimHimiinmiii
. ■iiiiiiiiiiiiiiiMmm
iiiiuimiiimimiKiiiiimiiiiiiimiiiMiiimmimiiiii
iminumiuumiiiiimi
iiiHmniiiimiiiiiili>i»i"i'
La teologia e la Chiesa
In un precedente articolo abbiamo
parlato dell’attualità della teclogia.
Fra i molti appunti che si potrebbero
fare a quelle considerazioni, ce n’è
uno fondamentale, ed è questo : si può
parlare di teologia così^ in astratto,
senza riferimento alla chiesa? È la
teologia qualcosa di autonomo, che
ha vita ( o morte ! ) di per se stessa?
È proprio di questo ohe vogliono occuparsi le considerazioni di oggi.
sa potrebbe essere impostato su un
piano puramente amministrativo, osservando F>er es. che in alcuni paesi
le Facoltà teologiche che coltivano e
insegnano la teologia, le case editrici
che pubblicano opere teologiche, sono istituzioni o attività della chiesa,
mentre in altri paesi le case editrici
sono imprese private a carattere com^
merciale, e le Facoltà teologiche sono
porte dell’Università, sullo stesso piane delle altre facoltà umanistiche o
scientifiche, e i loro professori sono
neminati dalle autorità accademiche.
Prescindendo da situazioni particolari che si sono formate in alcuni paesi, e che prevedono, per es, che alcuni professori siano nominati daU
l’Università e altri dalla chiesa, si
può ancora affermare che nella maggior parte d’EUropa l’insegnamento
teologico avviene in seno alle Università. Si tratta di una situa-zione
molto diversa da quella a cui noi
siamo abituati, non solo perchè la
nostra Facoltà teologica è un istituto
della chiesa, ma anche perchè la chiesa di maggioranza, nel nostro paese,
provvede alUinsegnamento teologico
ad uso interno mediante istituti suoi
privati (seminari, eoe.).
■Vi sono dei vantaggi, ad avere la
teologia insegnata nell’Università sullo stesso piano delle altre discipline?
Questa domanda se l’è posta anche la
n consultazione europea sull’insegnamento teologico, tenuta a Dunblane
(Scozia) lo scorso mese a cura del
Consiglio Ecumenico delle Chiese.
Una risposta può essere data dal
punto di vista della chiesa, oppure
dal punto di vista del mondo (della
cultura, della società, ecc.).
Da quest’ultimo punto di vista, e
innegabile che il pensiero teologico,
nei suoi sviluppi secolari, ha fatto
parte della cultura e della civiltà (in
certe epoche della storia dell’oocidente, è stato esso stesso la cultura):
quindi anche uno studio puramente
culturale, laico, della nostra civiltà
non può prescindere dalla teologia,
ed è bene che in una « universitas »
degli studi, anche questo settore sia
studiato in modo adorato, con metodi e docenti specializzati.
Ma c’è qualcosa di più: come dicevamo nell’articolo precedente, teologia implica impegno, perchè è studio
e ricerca della verità, e alla verità non
ci si può avvicinare senza impegno.
L’impegno col quale lo studio della
teologia cerca di avvicinarsi sempre
maggiormente alla verità (e dicendo
« studio » non ci riferiamo solo all’attività degli studenti, perchè anche l’insegnamento, com’è ovvio, è
studio) diventa una testimonianza di
metodo anche per gli altri settori
della cultura e della scienza. E se la
teologia è attuale, se può essere uno
stimolo o addirittura una provocazione intellettuale e spirituale nella
misura in cui affronta le questioni
fondamentali della vita degli uomini
e della società del suo tempo alla luce dell’evangelo (ooime abbiamo cercato di dire nell’articolo precedente),
anche sotto quest’aspetto essa può
costituire in seno all’università uno
stimolo e una provocazione ad altre
discipline, perchè non evitino le questioni fondamentali del nostro tempo.
Naturalmente, il presupposto di tut
ha oàò
ricerca e dell’insegnamento.
E dal punto di vista della chiesa?
Per la chiesa, l’inserimento dell’insegnante teolo^co nell’imiversità può
essere garanzia di serietà, obiettività
e rigore scientifico nella ricerca, in
modo particolare nello studio della
Bibbia, ohe è il fendamento della teologia protestante: proprio perchè impegnate nella questione fondamentale della verità, le facoltà teologiche
non hanno il diritto di non essere aggiornate neU’uso degli strumenti e
delle conoscenze attinenti la loro disciplina, e in modo particolare lo studio della Scrittura. Solo se non sono
« indietro » in questo, i teologi possono entrare a colloquio con i cultcri
delle altre discipline, e oggi in modo
speciale con il mondo della scienza
(come già, nei secoli passati, con il
mondo delle « umanità »). E questo inserimento darà ancora alle chiese la
Scuole Domenicali
COMUNICATO
A causa del ritardo della spedizione dei
quaderni « Domenica mattina » dalla Svizzera e della stampa del corrispondente quaderno (( Guardare, ascoltare n (per i grandi)
a Torre Pellioe, ritardo di cui siamo molto
spiacenti e di cui ci scusiamo con le Scuole
Domenicali, diamo qui Telenco delle prime
cinque lezioni delKanno :
1. • La creazione: Gen. 1: 1-23.
2. - L'uomo: Gen. 1: 24-2: 4.
3. - Dove sei?: Gen. 2: 8-9, 15-17; cap
3: 1-24.
4. - Dov'e tuo fratello?: Gen. 4: 1-16.
5. - Noè: Gen. 6; 5-9: 17.
Com’era stato preannunciato, il prossimo
numero della Rivista porterà tutte le lezioni
dell’anno. Il suo ritardo è ugualmente dovu
to a complicazioni tipografiche, dato che i
manoscritti erano stati consegnati all’inizio
dell’estate.
Il segretariato
Facoltà Valdese
di Teologia
L’inaugurazione dell’Anno Accademico
avrà luogo D- v. sabato 29 ottobre alle ore 18
con una prolusione tenuta dal prof. ]. Alberto Soggin sul tema ; « Problemi di una
traduzione della Bibbia in Italiano, con speciale riferimento alle versioni protestanti ».
Il culto di inizio deO'anno sarà presieduto il
giorno seguente, Domenica, dal Vice Moderatore, past. A. Deodato. nella chiesa valdese
di Via IV Novembre alle ore 10,4.5.
La sessione d’esami avrà luogo dal 24 al
29 c. m. Esami scritti (teologia pratica) venerdì 28, esami orali; il calendario per materie è a disposizione degli interessati che
potranno richiederlo al segretario del Consiglio o al praeses inviando la domanda di
iscrizione agli esami.
Sono aperte le iscrizioni al I anno dei vari
corsi della Facoltà (ordinari. e.sterni, corso
biennale per laici) per l’anno accademico
1966-67.
Le domande devono essere inviate alla
Segreteria, Via Pietro Cossa 42, Roma, entro
il 20 Ottobre, corredate dei seguenti documenti ;
1. Certificalo di nascita.
2. Certificato di maturità classica o titolo
equipollente.
3. Lettera di presentazione del Concistoro
o Consiglio di Chiesa attestante anche l’appartenenza dell’interessato a una comunità
evangelica da almeno due anni.
4. Certificato medico di sana costituzione
fisica (per gli studenti ordinari).
5. Due fotografie formalo tessera.
6. Ricevuta del versamento della tassa di
immatricolazione (L. 5.000) sul C.C.P. numero 2/12886 intestato al prof. B. Corsani.
Dovranno altresì essere allegate alla domanda di iscrizione le eventuali richieste di
borse di studio per studenti ordinari.
VAL PELLICE
spsranza ohe i cultori della teologia
siano maggiormente attenti ai problemi del loro tempo, ohe sono poi
quelli dei loro colleghi delle altre discipline dell’università.
Tutte queste considerazioni, però,
sono ancora sempre su un piano amministrativo : Se cicè è bene che le facoltà teologiche dipendano o no dalla
chiesa. Un piano che, almeno per il
momento, non ci tocca. Ma il problema PUÒ essere posto anche in un altro modo, ohe investe la teologia qualunque sia la posizione amministrativa delle Facoltà e dei teologi : qual’è
il rapporto teologico fra la chiesa e
la teologia?
Su questo punto sono divampati i
contrasti alla Consultazione di Dunblane, anche se difficilmente risulteranno dai rapporti finali. Per la generazione che ha studiato con K. Barth,
la chiesa soltanto è il luogo, l’agente,
lo strumentò della meditazione e della
ricerca teologica. Non vi può essere
« teologia » fuori della Chiesa, e ove
vi è « teologia », ivi è la Chiesa. La
teologia è la riflessione della Chiesa
sulla sua fede, la sua vita, la sua attività, la sua testimonianza. Per la generazione più giovane, questo rapoorto della teologia con la chiesa suena
intollerabile, e i suoi esponenti più
decisi rivendicano l’autonomia della
teologia dalla chiesa perchè la teologia possa esercitare la sua funzione di
critica nei confronti della chiesa.
Mi sembra di poter sostenere ohe le
due generazioni parlano qui della
stessa cosa con due linguaggi diversi.
La teologia dialettica non ha certo
ignorato la funzione critica della teologia (« la teologia è la coscienza della
chiesa!»): non per nulla è nata, all’ombra del pensiero di Kierkegaard.
Ma se la critica alla chiesa vuol essere
critica teologica, non solo filosofica, o
sociale, 0 politica, o estet'ca avviene
nell’ambito (non amministrativo, certo, ma teologice) della chiesa: è predicazione e « admonestatio fratrum ».
Questo non vuol dire in nessun modo
che la chiesa come istituzione amministrativa debba pretendere il monopolio della gestione delle Facoltà sottraendole alle Università (nei paesi
dove ne fanno parte), o che la chiesa come istituzione confessionale debba rifiutare la libertà di ricerca e di
pubblicazione istituendo delle censure
o dei santi uffizi. Il carattere critico
è insito nella natura stessa della teologia, che non è apologetica.
Questo ministero di vigilanza però
è inseparabile daH’amore — proprio
come Cristo non ignora nè minimizza
le « macchie » e le « rughe » della chiesa, tuttavia « ha amato la chiesa »
(Efes. 5: 27, 25). Una critica della chiesa fatta senza amore rischia di essere, se è fatta dai laici, una giustificazione (pseudo-giustificazione) per
non prendere sul serio la loro realtà
di membri dì chiesa, e se è fatta dai
pastori, un alibi per non aver svolto
con il massimo impegno il loro ministero. Ma se è fatta con amore — con
un amore che sia il rifiesso e la conseguenza deU’amore di Cristo — la
critica può diventare, com’è stato
detto, un prendere in esame il canir
mino che stiamo percorrendo, per
vedere se ci porta veramente là dove
vogliamo andare.
B. Corsani
Concorso per borse di studio
indetto dal Consiglio di Valle
Il Presidente rende nolo die, con bando
in data 28 setleimlbre 1966, viene inde to
puibbliifo coocorso per rassegnazione dei'e
borse di studio annuali is i uile da qiieslo
Conisiglio di Valle, e precisamente;
L. 30.000 per alunni licenziati dalla 5»
classe eleinenilare e che siano iscritti alla
prima classe di una scuol.i media inferiore
neH’anno scolasti.co in corso ;
L. 40.000 per alunni che si s ano iscritti
alla 2“ e 3“ classe di una .scuola secondaria
inferiore ;
L. 60.000 iper alunni che si siano iscriui
a qualsia'Si classe di una scuola seiondairia
suipericre.
Gli aspóranti devono ris edere in uno dei
Comuni facenti parte del Conslgl o di Valle
(da Bricheraisio a Bobbio Pellicei aipparleinere a famiglia particolarmente bisognosa (con riguardo al numero delle persone
a carico del capofamiglia e della res'denza
disagiata) ed avere riportato una media d'
voti pari a 8/10 per i licenziati dalla scuo
la elementare ed i 7/10 per g'i altri.
Le domande debbono essere presen ate
en ro il 10 febbra’o p.v. alla Direzione didattica cd ai Capì Istilu o comipetenti.
Per informazioni rivolgersi al'e suddellr
Autorità Scolastiche od al'a Segreterìa del
Consiglio di Valle (Segreteria Comunal«
di Torre Pellice).
Il bando è pubblica o presso i ' omur.
della Valle e le Scuole ed Is’i uti interessati,
I! Presidente
(Dr. Proc. Ettore Ber,)
AVVISO
La diaconessa Anna Rivoire del Wiirlemberg ci comunica idic in a'cuni o-pedaii
tedeschi sono disponibili .posti di lavoro
per giovanette valdesi: a Sto.ecarda ne sono
richieste 6, a Ulm 2, Berlino 3, Amburgo 2,
Elberfeld 2. Il compenso lordo è così fisalo: per chi ha 17 anni D.M. 460; 18 anni
D.M. 180-510; 19 anni D.M. .525: 20 anni
D.M. 545.
Per informazioni rivolgersi al Pas ore l'.i
Villar Porosa.
PERSONAL! A
Partecipiamo con fraterna simpatia
al dolore e alla speranza dei familiari
del Pastore Alessandro Tron, missionario, manca“lo la scorsa settimana
a Torre Pellice. Ne ricorderemo il ministero.
Se abbiamo taciuto nei confronti
del Past. Giovanni Bertinatti, è stato
per rispettare rigorosamente la sua
volontà. Ciò non significa ohe sia meno grato e affettuoso il ricordo che
serbiamo di lui e del suo spirito gio
vanile.
Rdin-TV (ipllii Sv!//ier;i lialiiiiia
Domenica 16 ottobre. Radio: Conversazioni;
evangelica alle 9,15 Pastore Guido Rivoir
Televisione: Ore 22,20 circa «La Parola
del Signore » Pastore Guido Rivoir.
Domenica 23 ottobre. Radio: Conversazione evangelica alle 9,15, pastore O lo
Rauch. Televisione; ore 10, Culto evangelico dalla Svizzera Tedesca, tradotto e
commen'ato dal pastore Guido Rivo'r.
« La Parola del Signore », ore 22,25, pastore Guido Rivoir.
COMUNICATO
Evangelici in Riviera
I Consigli di chiesa di Sanremo e
Vallecrosia hanno deciso di iniziare
un’opera di consulenza per gli evangelici che desiderano trascorrere dei
periodi in Riviera, in appartamenti
ammobiliati o pensioni, o che vorrebbero stabillrvisi permanentemente,
godendo, oltre che della mitezza del
cUma, anche della presenza di una
comunità evangelica.
Per informazioni, rivolgersi al Col.
Lino De Nicola - 'Via P. Semeria 124 Sanremo, o al Sig. Hermanno Jalla Corso Italia 44 - Bordighera.
3
N. 40 — 14 ottobre 1966
pag. 3
LE PARABOLE?
libri
Ma sono facili! - si dice (però...)
A 10 anni dalla scomparsa
PÍEÍIO CÄMMANDRE1
ALDO COMBA - Le parabole di Gesù,
annunzio del Regno che viene, appello ai credenti. Quaderni FUV in
collab. con OEM e MGB, n. 2 serie V : gli Evangeli. 1966 L. 250.
ANDRÉ AESCHIMANN - Pour qu’on
lise les Paraboles. Ed « Les Bergers
et les Mages ». Paris 1964, p. 126
L. 1.100.
Ecco due studi sulle parabole di Gesù;
per quanto diversi runo daU’altro, hanno
in coninne lo scopo di essere una in'roduzione, un invito, una base per uno studio
più detta gli a lo e approfondii! o di ques o
aspetto così importante deü’insegnaniento
di Gesù. Riteniamo generalimenite che le
parabole siano la parte più facile tra gli
soriMi evanigeliid, quella di comprensione
più semplice od immediata. Questo preconcetto ci porta appunto a leggere e interpretare le parabole in imodo quanto mai
seimpliicistiico, pirecludendoci spesso la comprensione vera e approfondita di quanto
Gesù vuole dire; ne itraiamo poche conclusioni moraleggianti e ci riteniamo soddiisfatti, sicuri di aver capito, riservando
l’ausWiio dei commentari aUe epis'.ole di
Paolo od altre parti « più difficili » del
Nuovo Teslaimento. Ma non v’ha chi non
veda quanto questo pregiudizio sia errato.
Non posso no capirsi le parabole al di fuori
della persona di Cristo die le pronuncia e
della predicazione del Regno di Dio che è
la sostanza deirEvangelo. Ben vengano
dunque questi studi ohe ci aiutano a cap're
rettalmente questo impoirtanl© aspetto del
meissaigigio di Cristo.
Lo studio del Past. Ailido Coinba cos ituiisce uno dei quaderni FUV (il 2“ dolila
V serie sugli Evaugelil ed è scritto soprattutto in vista del lavoro nei gruppi giovanili. In alcuni suocinti capitoletti sviluppa
e precisa con notevole chiarezza le varie
questioni critiche che si ponigono neli'o e'udio delle parabole: l’uso dèlie iimmagini,
dei paragoni e delle similitudini come forma tipica dei linguaggio biblico; la differenza mollo importante 'tra parabola e allegoria (ancorché alcune parabole si presemtino in forma allegorica o siano state inter
pretate allegoricamenle già nello stesso testo biblico: es. il seminatore); il numero
delle parabole, difficile da determinarsi a
seconda ohe si considerino o no come pjrabcle anche dei semiplici e brevi paragoni (es. Voi siete la luce del mondo); la
distribuzione delle parabole nei tre Evangei; il contesto in cui le paraboile sono
seri te e le diverse redazioni in cui una
stessa parabola è riportata, il che ci mostra cerne una iparabola può essere diversamente compresa già dai redattori degli Evanige'ii. Interessamte è il capitolo sulla storia delle interpretazioni delle parabole,
partendo dalla initerpretazione allegorica
che dà ad ogni iparticolare un significato
(portando spesso a condusioni del tutto arbitrarie) si giunge agni studi più recenti in
cui di ogni parabola si met e in luce « la
punta I) cioè l’idea centrale e unica a
cui tutti i particolari vanno riferiti. Gesù
atlraveriso le parabole non vuole insegnare
delle verità astratte e intemporali, ma annunciare un evento fondamentale che implica e chiede a chi ascoita la decisicne
della fede.
Su questa linea va compreso il significato
delle parabole in generale e di quei misteriosi versetti (Marco 4: 1012) da cui sembra dedursi òhe Gesù attraverso le parabole voglia nascondere la verità anziché rivelarla; in realtà «Egli vuole far conoscere la verità per ohiamiare al.a fede : ma per
chi non crede in Lui le parabole cou inuano a rimanere misteriose » e imeomprensilbili, perchè soltanto in Lui hanno il loro
vero significato.
In una seconda parte l’autore spiega «che
cosa dicono le pa-raibole » raccogliendole in
gruppi a seconda della similarità del messaggio che vogliono portare. In tut o vengono prese in esame circa una trentina di
parabole. Abbiamo rimpressione che il
quaderno abbia pienamente raggiunto il
SUO isicoiD'O t nollLa niiisfura in 'oui sa'ra usa* o,
non solo nei gruppi giovanili, ma anche in
gruppi di studio biblico o nello studio individuale di ognuno, esso contribuirà decisamente ad nna più profonda e chiara
comprensione delle parabole: annunzio del
Regno ohe viene e appello ai credenti.
Congratulazioni all’autore che in so-e 50
pagine! e ha saputo condensare tanta messe
di idee, di nozioni e di notizie con ordine,
chiarezza e semplicità di linguaggio.
Lo studio del Past. Aeschimann, più vasto dei! precedente (disiponenido di 120 paginettei, dedica invece ipochissime note alle
questioni criliiche che riassume in pochi
punti inlroduUivi, che, a parer nostro potevano essere magigiormente sviluppati, dato
l’interesse e la novità della ricerca. Il suo
scopo : « affinchè si leggano le parabole » ;
la sua definizione di parabola è più vasta includendovi anche i più brevi paragoni
o esempi fatti da Gesù, nonché le « immagini » del Vangelo di Giovanni. Si tratta
dunque della spiegazione abbastanza de tagliata di una sessantina di parabole e
paragoni di Gesù. Sono prima considerate
le parabole de! Sermone sul monte in
Matteo 5, 6, 7, poi quePe che l’autore chiama parabole corsive, cioè brevissime paralbóle ohe Gesù e.sprime con poche parole
(es. la messe e gli operai; essere come serpenti e colombe, eoe.).
Sempre seguendo Matteo vengono Iriiltate le parabole del cap. 13, qu ndi quelha carattere polemico contro i farisei e infine quelle della fine dei tempi- Nei due
ultimi capitoli sono sviluppate le parabole
proprie a Luca e le « immaigini » del Vangelo di Giovanni. Le aplogazioni sono convincenti, il linguaggio è vivo e per nulla
complesso. Nessun tecnicismo aippesantisce
lo sviluppo del pensiero. La forma è più
quella della meditazione che dello s'udio
biblico in senso stretto, non mancandovi
anche le applicazioni e le esortazioni.
Due oiperette dunque che si completano
a vicenda, l’una apiprofondenido e «viluppa-ndo, sia pur succintamente, le questioni
critiicbe, Taltra offrendo un maggior numero di testi spiegati. Possano essere largamente usate per lo studio e la meditazione personale, per gruppi di studio e
come ausilio prezioso a monitori e monitrici di Scuole Domenicali, responsabili di
gruppi giovanili, per un miglior orientamento nello studio e nella comprensione
della Parola. Taccia
Domenica 2 ottobre autorità dello Stato,
amici, colleghi, scolari e compagni della Resistenza si sono radunati a Firenze, a Palazzo
Riccardi, per ricordare la figura di Piero Calamandrei a 10 anni dalla scomparsa. I discorsi ufficiali sono stali tenuti da Enzo Enriques Agnoletti, direttore del Ponte, e da
Ferruccio Farri. Norberto Bobbio ha presentato gli Scritti e discorsi politici di Calamandrei {Storia di 12 anni, 2 tomi L. 10.000;
Discorsi parlamentari e politica costituzionale,
L. 5.000) da lui curati per La Nuova Italia.
La pubblicazione delle opere politiche di
Calamandrei non rende solo omaggio all uomo, al parlamentare, al giurista, allo scrittora, ma contribuisce a vederci chiaro: su Calamandrei e su un filone della nostra cultura e della nostra civiltà.
In questi libri ritroviamo un’esperienza
unica della nostra vita, riconosciamo in Calamandrei qualcosa che va oltre il suo ingegno, la sua maestria, il suo fascino : non lo
avevamo giudicato grande perchè volevamo
grande la causa che lui difendeva, ma perchè
lo era davvero.
Qui ritroviamo quella mirabile chiarezza
di mente, di fantasia controllata, quel ragia
nare e scrivere senza sbavature o incertezze
di nessun genere e quel coraggio morale che
ha bruciato in lai per tutta la vita; che cosa
fosse il dovere Calamaruirei ha sempre creduto di saperlo, e anche che cosa fosse la passione: quella del dovere.
La sua struttura di illuminista moderno è
dimostrata da questi Scritti. Non si può dire
che egli non abbia assorbito quella parte di
marxismo che è implicita oggi in quasi ogni
pensiero politico, non si può dire che la razionalità della sua mente non lo abbia portato a riflettere sull’urto delle classi, sulle rivoluzioni, sulle nuove legalità, ma il suo senso
del concreto e la sua cultura, la sua esperienza di giurista lo portavano a interessarsi soprattutto del reale funzionamento delFordinainento e degli istituti giuridici.
Piero Calamandrei è stato uno di quegli
uomini che più hanno resistito e insegnato a
resistere ai mali, alle supertizioni e alle paure del nostro tempo. Egli è ancora una volta
generoso: dai suoi scritti, anche quando sono
volti contro l’infame, viene un alito di speranza e con sorridente gentilezza tutto l’uomo
Calamandrei a raccontarci di come bene si
possa spendere la vita, per gli altri e per sè.
Le Chiese neozelandesi
e l’escalation nel Vietnam
La Nuova Zelanda è uno dei paesi che
hanno inviato truppe a combattere accanto
agli americani nel Vietnam. Sul Soepi (188-’66) abbiamo letto la notizia che segue.
WELLINGTON (soepi). — Una delegazione del Consiglio nazionale delle Chiese
della Nuova Zelanda ha reso visiita al primo ministro Holyoake per fargli iweseiiite
la seria preoocuipazione delle Chiese cristiane di tutto il mondo davanti all’cscaiiation della guerra nel Viemam. Nel corso
della diiscuissmne la delegazione ha espresso il timore ohe gli avvenimenti vietnamiti
danneggino gravemente per il futuro i rapporti della Nuova Zelanda, alleala degli
Stati Uniti, con i paesi del Sud-iEsl asiatico.
Al primo minis’ro che dichiarava « Tutti
gli asiatici ohe conosco sono profondamen
te riconoiscemti agli Stati Uniti per ciò che
stanno facendo nel Vietnam », la delegazione ha riispoislo : « La voce che giunge
dalTAisia attraverso le Chiose differisce da
quella che il governo ascolta ».
Il presidente del Consiglio ha rimesso al
primo ministro la copia di dichiarazioni
sulla guerra vietnamita di papa Paolo VI,
del Comitato centrale del CBC, del Consiglio nazionale delle Chiese in USA, della
Conferenza metodista britannica, dell’arcivescovo di Canterbury e del Consiglio britannico delle Chiese. Unendosi alle posizioni espresse in questi documenti, la delegazione ha chiesto al primo ministro di
intervenire presso il presidente Johnison
aifincbè lavori all’instaurazione di una pace
giusta nel Vietnam.
I LETTORI CI SCRIVONO
Riflessioni
sulla vita
familiare odierna
Un lettore, da Roma:
Signor direttore,
nel ri.spondere. su uno degli ultimi
numeri, alla domanda sui condiziona*menti che la famiglia cristiana subisce a causa di alcune strutture sociali,
il pastore Paolo Ricca parla di alcuni
« momenti fondamentali » della vita
familiare, come ad esempio la comunione della mensa, che verrebbero
snaturati da un uso scriteriato del televisore. Mi sorprende Tambiguità delle risposte. La famiglia patriarcale,
della quale l attuale è un residuo, al
fine della propria conservazione, ha
elevato alcuni suoi momenti, come
quello del pasto comune, a grande importanza, proseguendo in ciò una tradizione antichissima che è possibile
rilevare già agli inizi della famiglia
monogamica. Ma trasvolando sul significato che il pasto comune aveva
in epoche passate il pastore Ricca lo
riaggancia, forse, alLagape familiare
dei primi cristiani, che è ben lungi
dalPessersi trasmessa nel suo valore
pregnante. La mensa è sempre stata,
nella famiglia autoritaria, il riflesso
delle strutture gerarchiche e fisse della società. 1 posti, ordinati rigidamente secondo Timportanza dei commensali, la compostezza, Lattesa del proprio turno, Tandirivieni dei servi e
delle donne dalla cucina alla sala da
pranzo, riaffermavano in maniera
coatta un ordine che preesisteva alPindividuo ed al quale bisognava piegarsi. Oggi che Tautorità del capofamiglia si è di molto attenuata, tanto che il pastore Ricca parla con soddisfazione d una raggiunta interdipendenza nei rapporti, il momento del
pasto comune, quando il lavoro dei
membri lo permetta, è uno dei rari
momenti in cui la famiglia può riunirsi. Ma la sua importanza è soltanto la parodia di quella passata, e volerla riaffermare suona come una
beffa.
Lo svincolamento dalPautorità paterna e maritale è pagata a carissimo
prezzo; il lavoro, che nella stragrande
maggioranza dei casi è alienato, costringe ad un distacco pressoché continuo. La mancanza di cultura e di
autoco.scienza è riaffermata dalla sottomissione. ben più dura e fredda, ad
un lavoro nel quale ognuno è un tecnico che può essere, ed anzi e, sostituito quando il suo operare sia superfluo o segni una remissione per la società. In questa nuova situazione si
perde tutto quello che di buono si poteva trarre da una educazione in cui
il padre aveva ancora un posto di pr«*
minenza. L'autorità del padre unita
alla dolcezza materna poteva ancora
dar luogo ad uomini liberi come indicano M. Horkheimer e Th. W. Adorno nelle recenti cc Lezioni di sociologia ». Con la decadenza della
forza paterna viene a mancare quella
identificazione del fanciullo col padre,
con le ambivalenti esperienze di amore-odio, che formavano, nell’età borghese, il complesso edipico. Oggi ciò
avviene in maniera più breve e de- |
bole e il fanciullo, sottraendosi al proprio padre destituito di forza dalla \
società, non fa che andare alla ricer- ’
ca di altre autorità a cui potersi sottomettere, e che ne limitano in forma
molto più aspra la libertà. Il fenome- '
no nuovo della delinquenza giovanile
deriva da un simile complesso di fattori.
Affinchè non tragga in inganno la
situa2Vone della famiglia italiana, è
bene guardare ai cosiddetti paesi più
civili: Inghilterra, Svezia e Danimarca, Germania, Stati Uniti etc. che per
i legislatori italiani rappresentano Tesempio da imitare, il fine da raggiungere.
Infine è inutile credere neH’impos
sibilità che la famiglia si dissolva nel- ^
Io stato, il divorzio e la creazione di |
istituzioni come « la giornata della
madre » sono un indice ben chiaro di
tale dissolvimento. Ritengo superfluo
aggiungere che è illusorio pensare alia I
famiglia attuale come a quel gruppo
irrazionale che forma e fa ritrovare
Tindividuo.
Aldo Giuliani
Precisazioni
sul movimento
kimbanguista
Un lettore^ da Torre Pellice:
Caro direttore,
ho letto con vivo interesse l’articolo di Minimus sul movimento Kimbanguista del Congo. La storia di questo movimento è molto più complessa
di quanto è detto neU’articolo, perchè, come in tutti i movimenti del
genere, vi sono stati delle ramificazioni, in varie regioni del Congo, e anche fuori del Congo Belga.
Al principio, Kimbangu operò nelTambito della Chiesa Battista di cui
era membro, creando un risveglio
spirituale fra i membri di detta Chiesa. Per un tempo Kimbangu si oppose a certi elementi nazionalisti che
volevano separarsi dalle chiese fondate
dalle Missioni, ma fu sopraffatto, il
movimento divenne apertamente ostile
agli europei e il governo coloniale
cercò di sopprimerlo. Diventato clandestino, i suoi gruppi locali persero
in gran parte il contatto con i loro
dirigenti, e vari elementi pagani vennero introdotti nelle dottrine e nelle
cerimonie.
Si può citare ad esempio un discepolo di Kimbangu, chiamato Simon
Mpadi, i cui seguaci sono conosciuti
sotto il nome di movimento Khaki, e
celebravano il battesimo dei neofiti ed
altre cerimonie sulle tombe, per ricevere la benedizione dei defunti. Alcu
SCRIVETECI:
SODI, BREVI
Grazie,
signor Trobia ì
Una lettrice, da Orsara:
La notizia del trasferimento del nostro pastore, anche se sapevamo che
inevitabilmente prima o poi sarebbe
dovuta arrivare, ci ha riempito di
smarrimento e ci è giunta inaspettata.
Dopo sette anni di ministerio svolto
in mezzo a noi era diventato più che
uno dei nostii. Io almeno, lo consideravo un orsarese alla stregua di uno
di noi, tanto era l’attaccamento e la
passione che lo spingeva in ogni suo
operare, e molteplice è stala la sua
attività.
E’ grazie al suo interessamento che
il tanto sospirato asilo ha potuto realizzarsi, e ora una media di 40 bambini può godere di un luogo sicuro,
ampio e soleggiato per educarsi in
un ambiente evangelico di carità cristiana e divertirsi iniziando a sviluppare doti di fraterna solidarietà.
« Il più bel messaggio evangelico è
l’esempio » gli ho sentito spesso ripetere, e di esempi ne abbiamo avuti
moltiskmi. Posso quasi con certezza
affermare che tutti in paese hanno
imparato a conoscerlo, a stimarlo e
ad appre^iBarlo.
Con i giovani ha sempre avuto pa
role di incoraggiamento in ogni loro
iniziativa e più di un anziano non
scorderà più le sue parole di conforto, il suo aiuto spontaneo e disinteressato in ogni problema che sembrava
insolubile.
Era di un conduttore di Chiesa come il Sig. Enrico Trobia che aveva
bisogno Orsara, un paese le cui condizioni di vita ed il reddito pro-capite
è ancora uno dei più bassi del mezzogiorno.
Caro Sig. Trobia (mi permetta di
chiamarlo cosi), vorrei da queste linee esprimerle il mio ringraziamento
personale e quello della Chiesa Evangelica Valdese di Orsara tutta, augurandole di potersi presto e ben ambientare nel suo prossimo luogo di
ministerio con la sua famiglia, e stia
pur certo che, andandosene, lei lascia
qui un ottimo ricordo e rimarrà perennemente presente fra le persone a
noi più care. Rocchina Ferrara
Abbiamo
ricevuto
Per VEcO‘fjUce : Letizia Bonnel
(Angrogna) L. 500; Anna Bonjour
(Sanremo) 500. Grazie! Ogni offerta è
per noi un graditissimo segno di solidarietà.
ni elementi esaltati del movimento
descrivevano Kimbangu come segue :
« Egli è il profeta, il santo, il salvatore, il capo, il re, la bandiera, la
scala che porta nel cielo, la via, la
porta del paradiso, la barca, il fiume
e il prete». E ancora: a Dio ci ha
dato Simon Kimbangu, che è per noi
quel che Mosè fu per i Giudei, il Cristo per gli stranieri, Maometto per gli
Arabi». Altri dichiaravano: «Noi
abbiamo dei Salvatori che possono intercedere per noi, perchè sono presso
Dio. Essi sono André Matswa (un profeta locale) e Simon Kimbangu. Essi
hanno sofferto per i Neri, Gesù Cristo
ha sofferto soltanto per i Bianchi ».
Vi furono però delle eccezioni a
questa tendenza al sincretismo. Per
esempio, nel 1922 il movimento Kimbanguista si estese al Congo Francese, e provocò un risveglio nelle Chiese fondate dalla Missione Svedese. I
missionari riuscirono ad integrarne
molti elementi nel culto delle loro
chiese, e vennero incontro ai discepoli
di Kimbangu che desideravano stu- j
diare la Bibbia. Sorsero pure spenta- j
neamente autori di inni sacri con
melodie africane originali. Disgrazia-1
tamente le autorità ecclesiastiche cattoliche, allarmate dai progressi del ^
protestantesimo, dovuti a questo risveglio della fede, si unirono ai ca-1
lunniatori del movimento e spinsero ^
il governo a prendere misure repressive ingiustificabili.
Dopo l’indipendenza vi è stata una
profonda trasformazione nel movimento kimbanguista nel Congo ex
belga, caratterizzata da un ritorno alla
Parola di Dio, e la unificazione effet-1
tiva dei vari gruppi sotto la direzione
di un figlio di -Simon Kimbangu:
Kiangani Dialungana Salomon, col
nome di « Eglise de Jésus-Christ sur
la terre par le prophète Kimbangu ».
Mi è stato riferito che alcuni dirigenti
di questa chiesa desiderano fare degli
studi di teologia.
La professoressa Marie Louise Martin della Scuola di Teologia di Morija (Lesotho), che ha studiato il movimento Kimbanguista per la sua tesi
sul « Concetto Biblico del Messianismo
e il Messianismo deU’Africa del Sud »
(da cui abbiamo tratto i fatti qui
esposti), conclude il paragrafo dedicato ai seguaci di Kimbangu, come
segue : « La Bibbia, un tempo messa
da parte, occupa di nuovo il suo posto
nei culti della Chiesa, sebbene alcuni
elementi messianici nei riguardi di
Kimbangu rimangano tuttora. Ciò
nondimeno, vi è una possibilità di
dialogo fra i gruppi più ortodossi del
movimento e le altre chiese cristiane ».
La presenza ad Agape di un rappresentante di questa Chiesa Africana
e quello che egli ha detto a Minimus,
confermano le conclusioni della prof.
Martin, ed è un fatto che ci rallegra
profondamente.
R. Cdisson
L’Evangelo
alla Radio - TV
svizzera italiana
Un lettore, da Lugano:
Forse interesserà i lettori dell’EcoLuce, specie quelli che abitano la zona di frontiera italo-svizzera (ho ricevuto lettere dal Novarese, dal Comasco, dal Milanese e dal Vercellese) aver
alcune notizie del ministerio evangelico alla radio ed alla televisione della
Svizzera Italiana.
Alla Radio (Monteceneri) vi è una
Conversazione evangelica ogni domenica mattina alle 9,15. E’ a carico dei
colleghi del Grigione italiano Otto
Ranch e Franco Scopacasa e del sottoscritto.
Alla Televisione, daUa fine del 1963
ogni quindici giorni, poi ogni domenica sera vi è l’emissione « La Parola
del Signore ». Il collega Silvio Long
mi sostituisce ogni prima domenica
del mese. Inoltre ci son stati concessi
dei culti, prima quelli in eurovisione
a Natale e Pasqua, poi altriliu occasioni speciali dalla Svizzera, ed ora sarán commentati e tradotti in italiano
tutti i culti (circa uno al mese) che
vanno in onda nella Svizzera tedesca
e francese o ci sono offerti in eurovisione. Saremmo ben lieti di estendere
questo servizio oltre la zona di frontiera, ma per questo bisognerebbe che
la Federazione delle Chiese evangeliche
italiane ne facesse richiesta alla Televisione Italiana che potrebbe o farli
commentare direttamente dall’Italia o
servirsi della Televisione della Svizzera Italiana : non dubito che sarebbe
lieta di offrire i suoi servizi. Segnalo
che per la prima domenica di Novembre (la domenica della Riforma si celebra in Isvizzera la prima domenica di
novembre e non come in Italia l’ultima di ottobre) andrà in onda il primo culto evangelico in lingua italiana
da Bondo in Bregaglia. Predicherà il
pastore Franco Scopacasa. Alle ore
dieci. Sarà trasmesso in tutta la Svizzera e tradotto in francese e tedesco.
Per il 1967 la Televisione della Svizzera Italiana è stata incaricata di preparare altre emissioni per tutta la
Svizzera; proporrò Lugano e sarebbe
ottima cosa se in quella circostanza la
Tavola 'Aaldese potesse esser rappresentata dal Moderatore o da un suo
membro per la predicazione nel culto
diretto dal pastore locale. Lugano è
stata difatti per molto tempo Chiesa
Valdese e non è per sua colpa se non
lo è più.
Ancora una domanda : per aiutare
nel compito sarei grato di qualsiasi
suggerimento od osservazione di chi
ode le nostre emissioni.
Guido Rivoir
Viale Franscini, 11
Lugano (Svizzera)
34 dollari
per un morto
Un lettore, da Dinslaken:
Caro Direttore,
il giornale tedesco occidentale «Neue
Ruhr Zeitung» del lo ottobre 1966
riporta in prima pagina il seguente
articolo dal titolo; 34 Dollar für einen
Toten (34 dollari per ogni morto),
Ignoro se i giornali italiani hanno riportato questa notizia che per me è
stata terribilmente scandalosa. Tutti i
cristiani ammettono che la vita è il
dono di Dio il cui prezzo ha un valore
tanto immenso da non essere pagato
neanche da tutto l’oro circolante nel
mondo. Ma gli americani, « gente pratica », han risolto con faciloneria il
problema matematico e finanziario. Si,
una vita umana, come qualsiasi merce,
ha un prezzo; costa 34 dollari (circa
21.000 lire). Ed ecco che cosa riporta
il corrispondente tedesco da Saigon :
« Gli USA pagano per ogni civile sudvietnamita, che ha perso la vita durante le incursioni erronee degli aerei
USA, la somma di 34 dollari. Questo
è stato reso noto ieri a Washington.
« Le famiglie di 166 civili sudvietnamìti, che sono stati uccisi dalle
bombe e granate statunitensi, hanno
ottenuto il risarcimento di 34 dollari
per ogni membro perduto della famiglia. Secondo un comunicato del Mi
nistero della Difesa americana questi
sudvietnamiti hanno perso la vita dal
lo luglio ».
La pregherei, caro direttore, di voler accettare questa notizia nel suo
giornale e ciò non per « far politica »
o per ritornare su un problema tanto
discusso ed angoscioso, come la guerra
nel Vietnam.
Come cristiano, impegnato quotidianamente a denunciare il peccato del
mondo, penso che anche i lettori del
suo giornale, mediteranno seriamente
su quanto ho riportato e trarranno le
dovute critiche alla luce della Parola
di Dio. Grazie per l’ospitalità.
Suo in Cristo Claudio lajrate
Cambiano
indirizzo
Alcuni pastori evangelici cambiano
in questi giorni indirizzo, e in attesa
che sia diffuso il calendario « Valli
nostre » 1967, con Tindirizzario evangelico italiano, pubblichiamo i nuovi
indirizzi di coloro che ce lì hanno
comunicati :
Past. Ermanno Rostan, Stradale Torino 130, Ivrea (To), tei. 54.270.
Past. Giorgio Bouchard, Via Monte Santo 10, Cinesello (Mi).
Past. Massimo Romeo, Via S. Martino 27/10, Genova, lei. 314.515.
Past. Gino Conte, Torino (Via Pigaietta 30) ha ora il telefono: 599.613.
4
l>ag. 4
14 ottobre 1966 — N. 40
IL CONGRESSO
DELLA FEDERAZIONE FEMMINILE VALDESE
I nostri bambini a Rio Marina
Disponibilità vocazionale (in barba al parroco)
Ha avuto luogo a Torre PelUce, sabato 24
e domenica 25 settembre, il Congresso della
Federazione Femminile Valdese, cbe ha riunito un buon numero di partecipanti provenienti da varie comunità. Ksso si è riallacciato al tema studiato durante Tanno dalle
Unioni, concernente la comunità cristiana e
la trasmissione della sua fede. Il culto di
apertura, presieduto dal pastore Conte, aveva
come testo di predicazione il passo delTevangelo di Matteo in cui Gesù parla di messe e
di operai (Mt. 9: 35 e segg.). E’ stato sottolineato l’andare di Gesù per le città e per i
villaggi, un andare insegnando nelle sinagoghe, predicando TEvangelo del Regno e sanando ogni malattia e ogni infermità. L’insegnamento è dunque rivolto aU’interno della
comunità, a coloro che già hanno udito la
Parola, la predicazione si rivolge all’esterno,
cioè al mondo, e a questi due ministeri si
accompagna quello della guarigione, segno
concreto del Regno che viene. Di fronte alle
turbe, Gesù constata che la messe è grande
e dà ai suoi discepoli l’ordine di pregare : è
un ordine che non piace agli attivisti di tutti
i tempi, che pensano di poter agire da soli,
ma è un ordine che ci riconduce a quello
che dev’essere il centro della preghiera. un
atteggiamento di dipendenza totale dal Signore, non un atteggiamento pio o una richiesta di aiuto quando siamo « en panne ».
Gesù chiede dunque di pregare affinchè il
Signore mandi degli operai nella sua messe.
Egli dà ai suoi discepoli, a noi, la sua autorità affinchè essi trasmettano la fede e Tannuneio del Regno, sia alTinterno della comunità sia al mondo, alle folle disorientate
cui bisogna dare un annuncio di cui spesso
non sentono la necessità. E questa autorità
significa servizio, ed i discepoli devono adoperarsi per portare l’annuncio del Regno
pur essendo consci che, quando avranno fatto
tutto ciò che è loro ordinato, non saranno
stati che dei servitori inutili.
AU’esigenza della trasmissione della fede,
il Congresso ha dedicato la discussione della
domenica pomeriggio, che ha ripreso le conclusioni maturate negli incontri regionali,
sottoscrivendo in particolare le proposte provenienti dall’incontro di Roma. Queste proposte concernono il problema pratico delTaiutare i genitori che sentono il bisogno di
essere preparati per seguire biblicamente i
loro fi ¿i, e si riassumono in questi punti:
a) convocare spesso i genitori; b) consigliare
loro letture; c) raccomandare al Segretariato
per le Scuole Domenicali di intensificare i
buoni studi di pedagogia biblica che già appaiono suUa rivista La Scuola Domenicale
(eventualmente anche traduzioni) e di divulgarli; d) proporre aUa Commissione per i
Ministeri, che fa centro ad Agape, di pensare ad un corso per corrispondenza anche in
questo senso.
Fra gli altri argomenti trattati dal Congresso, segnaliamo la discussione riguardante
il Notiziario. Già la relazione del Comitato
Nazionale chiedeva al Congresso di pronunciare una parola di orientamento circa il carattere da imprimere al Notiziario ; foglio di
collegamento interno o foglio di informazione delle donne evangeliche italiane? L’Unione di Verona e la Lega di Torino chiedono
la fusione dei notiziari valdese e metodista,
prendendo esempio dal lavoro svolto interdenominazionalmente da Gioventù Evangelica
anche se. viene osservato, per i giovani questa collaborazione è facilitata ed in certo senso garantita dal fatto che i pastori, sia vaidesi sia metodisti, studiando alla stessa Facoltà, ricevono una medesima formazione,
mentre nell’ambito delle Unioni Femminili
la chiarezza teologica lascia forse talvolta un
po’ a desiderare. E’ da tener presente, inoltre, l'uscita del prossimo giornale unitario,
e viene proposto di chiedere in esso una pagina femminile interdenominazionale. Il Coni^resso giunge alla votazione del seguente
o.d.g. : «Il Congresso della FFV (...) in vista di una sempre maggiore collaborazione
con tutti i movimenti evangelici femminili
italiani, si rallegra per i contatti iniziati con
il Segretariato delle attività femminili metodiste e chiede al C.N. di intensificarli (riunioni congiunte dei due comitati, incontri
regionali interdenominazionali, stampa in
comune) ».
Riguardo al lavoro di assistenza sociale
svolto dalle Unioni, viene comunicato che la
borsista della FFV, Elisa Marotta, ha terminato gli studi di maestra giardiniera e prenderà servizio quest’autunno al nostro asilo
infantile di Pachino. La FFV si occupa dunque sia di chiarire nelle donne evangeliche,
attraverso studi e discussioni, il messaggio
che esse, in quanto credenti, devono dare
nella famiglia e fuori, sia di rendere concreto questo messaggio attraverso attuazioni pratiche quali la preparazione a ministeri specializzati. La relazione del C.N. fa un appello affinchè giungano numerose offerte per le
borse di studio, e il Congresso esorta le Unioni a ricercare altre forme di servizio che
non si limitino alle vendite dì beneficenza,
ma che utilizzino i doni che ogni credente
ha ricevuto dal Signore. Non importa se questo porterà le Unioni a configurar.«i in un
modo diverso da quello corrente, questo problema si risolverà volta per volta; 1 importante è la disponibilità, quella disponibilità
che ha già portato alcune, per esempio, a
dare quindici giorni di lavoro in un Istituto
assistenziale per permettere al personale ordinario un periodo di ineritale vacanze. C è
anche la possibilità di offrire aiuto a chi è
degente in ospedale o convalescente, ed il
Congresso ha pensato di rendere operanti
queste ed altre possibili forme di servizio incaricando Adelina Varese Theiler (12, viale
Trento - Torre Pellice - tei. 91240) di raccogliere e coordinare le segnalazioni dì disponibilità o di bisogno.
Sulla disponibilità vocazionale ha parlato
anche il Moderatore Neri Giampiccoli, intervenuto al Congresso il sabato pomeriggio.
Egli ha constatato che esiste ora un rallegrante pullulare di possibilità di testimonianza nel nostro paese (da Milano a Palermo, per indicare solo due casi) per opera
dello Spirito Santo, ma a queste possibilità
corrisponde una preoccupante scarsità di vocazioni (non c’è ancora, per esempio, alcun
iscritto al I anno della Facoltà di Teologia
ed è vuoto pure il IV anno). Perciò è compito delle Unioni, in quanto strumenti di
testimonianza dell’Evangelo nella chiesa, ri
volgere un appello alle donne, affinchè tra
smettano ai loro figli una disponibilità voca
zinnale che si traduca in servizio, disponibi
lità che si contrappone alla tendenza naturale
della donna, che è una tendenza alla conversazione all’interno deH’ambito familiare. In
fatti la disponibilità implica un rischio e una
necessità di scelta fra il nostro mondo, in cui
siamo comodamente inseriti e stiamo bene,
e il Regno che è l’unico valore importante
E’ necessario che le Unioni femminili si convincano di questo, e così saranno lievito nel
la chiesa.
Abbiamo udito anche, nel corso del Con
gresso, i messaggi delle ospiti italiane e stra
niere, che rappresentavano altre denomina
zioni o movimenti. Ci rallegriamo molto con
Graziella Jalla che è stata eletta dal Congres
so quale membro del C.N., in sostituzione di
Etiennette Jalla che terminava il suo man
dato. Ringraziamo, terminando, quanti si
sono adoperati per la buona riuscita del Congresso, in particolare la direttrice della Fore
steria e le Unioni Femminili di Torre Pel
lice che si sono prodigate per accogliere e.,
rifocillare le partecipanti; l’Associazione Ami
ci del Collegio che ci ha offerto la serata d
sabato con la proiezione del film sul Colle
gio e il Seggio del Congresso (Evelina Pons
presidente; Mariuccia Barbiani e Ada Moli
nari, segretarie) che ha diretto i lavori.
Oriana Beri
A San Giovanni Lipioni
il <? De Oecumenismo »
non è ancora arrivato
A S. Giovanni ripieni la scelta dei
bambini da inviare alle coionio marine è cosa viva e delicata che si ripresenta puntualmente ogni anno,
verso la fine delle scuole. È cosa viva
perchè i bambini hanno bisogno del
mare; ed è cosa delicata i>erchè questo bisogno non ha frontiere religiose
e ci sono bambini cattolici e bambini
evangelici (23%). Negli anni scorsi, il
Patronato Scolastico e il Centro Italiano Femminile sembra abbiano gareggiato nelTescludere i bambini evangelici, anche se i genitori presentavano
il certificato medico. Qualche rara eccezione non ha tratto in inganno nessuno. Quest’anno la presidentessa del
Patronato Scolastico ha dichiarato
ufficialmente, in una riunione del Comitato, che non c’erano posti disponibili. Ma poi a luglio diversi bambini cattolici sono andati in cclonia,
per benino, come gli anni scorsi.
Il past. Carlo Gay, delegato della
Tavola anche per il nostro V Distretto, ha preso tanto a cuore la situazione da informarne le Chiese del suo
Distretto, il IV, invitandole a fare
qualche cosa. Le Chiese non furono
insensibili alTappello e fu cosi che la
Conferenza del IV Distretto, riunita
a Roma il 9 giugno 1966, prese la
seguente decisione ; « La Conferenza,
venuta a conoscenza che i bambini
della Comunità di S. Giovanni Lipio
ni, per discriminazione religiös:;, sono
stati esclusi dalle Colonie ccmuoalì,
invita le Chiese del Distretto a devolvere la colletta del 19 corr. alla Casa
Valdese di Rio Marina perche essa
possa accoglierli durante una ventina di giorni nel corso delTestate prossima» (Atti Conf. Distr., 13 bis).
In attuazione di questo deliberato,
19 bambini della Scuola Domenicale
di S. Giovanni Lipiooi, accompagnati
dal Pastore e da alcune sorvegliant',
hanno trascorso a Rio Marina un
soggiorno felice e indimenticabile, dal
5 al 23 settembre. Il tempo, il mare.
iiiiiriiiiiiiuiiiiiniiiiiiiiiiiiiimiM
l'iiiiiiimimiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiKiiiimimmiimiiimniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiirii
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
FRALI
Anche questa estate abbiamo avuto a Prali
un simpatico gruppo di giovani evangelici tedeschi che, pur variando in molti elementi,
ritorna fra di noi da numerosi anni, da quando si era trattato di dare una mano per la
ricostruzione dell’alpe delle Selle distrutto da
una valanga. Sotto alla direzione di un Pastore della gioventù di Wuppertal : Hans
Karl Hoffmann e deUa Signora essi hanno
organizzato la loro vita in comune ed hanno
compiuto un lavoro di arginatura lungo la
Germanasca il cui guadagno hanno versato
per contribuire all’acquisto di un nuovo armonium destinato a sostituire il vecchio ed
insufficiente strumento attuale. Un gruppo di
questi giovani ha pure dato una mano nella
costruzione della strada che gli abitanti di
Malzat hanno fatto per coUegare la loro borgata con la provinciale.
L’anno prossimo questi nostri Fratelli si
recheranno in Jugoslavia per offrire la loro
collaborazione ad una Comunità evangelica
di quel Paese e noi, profondamente riconoscenti per i contatti avuti e l’aiuto che ci
hanno offerto in questi anni trascorsi auguriamo loro un nuovo lavoro fecondo per loro
e le Comunità jugoslave.
Le settimane scorse, in occasione delle vacanze del Pastore, i culti sono stati presieduti dai Candidati al Ministero Gianna Sciclone e Luciano Deodato e dal Pastore Franco Giampiccoli che ringraziamo vivamente.
La famiglia di Claudio Baud e Odetta Pascal (Pomieri) è stata allietata dala nascita
del primogenito Giampiero. Sono stati battezzati Giuliana Ghigo di Renaldo e Mafalda
Baret (Ghigo) e Lucilla Beux di Fiorello e
Vanna Calvetti (Torino). Chiediamo al Signore di condurre questi bimbi verso la fede
affinchè possano ereditare la salvezza.
Il 2 ottobre si sono uniti in matrimonio
Ettorina Garrou (Malzat) con Ide Malan
(Prarostino). Gli sposi si stabiliranno a Prarostino ed auguriamo loro una unione gioiosa
e benedetta.
Il 29 settembre il Signore ha richiamato a
Sè la Sorella Marcella Rostan di Giordano
all’età dì 56 anni, dopo un lungo periodo di
sofferenza. Esprimiamo ancora alla famiglia
colpita da questo lutto tutta la nostra solidarietà e simpatia cristiana.
Con la ripresa delle scuole un folto gruppo di studenti e studentesse praline hanno
ripreso la via del fondovalle per continuare ì
loro studi. Un buon numero di essi gravita
intorno ai nostri Istituti di Istruzione e di
accoglienza. 8 sono iscritti al Convitto di Pomaretto, dei quali 7 anche alla Scuola Latina; il Convitto di Pinerolo accoglie 7 nostri giovani ed una ragazza studia a Torre
Pellice, ospite della Scuola dì Economia domestica.
Diamo il benvenuto a Odetta CoUet che,
unitasi in matrimonio nel tempio di Perrero
con Marco Garrou di Villa è venuta a stabilirsi in mezzo a noi. Agli sposi giunga l’augurio fraterno di tutta la Comunità.
MASSEL
Sabato 22 l’Unione giovanile è convocata
alle ore 20,30 per l’elezione del Seggio.
h^assemhlea di chiesa, presieduta dal Vicemoderatore, avrà luogo domenica 23 dopo il
culto.
La Scuola domenicale riprenderà domenica 16 alle ore 9 nella sala del Reynaud.
iiiiiliiiiimmiilliiiniiiiMM
Un nuovo stato africano indipendente
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Al di fuori dei confini del Lesotho
la chiesa evangelica segue i suoi figli
nelle città minerarie della Repubblica Sud Africana, e parecchi pastori
compiono, in mezzo ai minatori e
agli emigrati un’opera, spesso difficile,
ma abbondantemente benedetta.
Quale sarà l’avvenire del Lesotho?
Non vi è dubbio che il nuovo Stato
si sforzerà di mantenere la sua indipendenza e lotterà energicamente contro ogni ingerenza straniera. Alcuni
anni fa, quando furono iiidette le
prime elezioni, il clero cattolico cercò
di formare un pjartito cattolico, tipo
democrazia cristiana, ma la maggioranza dei Basotho cattolici rifiutarono di fame parte, temendo Tinfiuenza di una potenza estranea al paese.
D’altra parte le autorità governative
riconoscono la loro assoluta dipendendenza economica dalla Repubblica
Sudafricana. Il governo repubblicano ha dichiarato voler promuovere
buone relazioni col regno del Lesotho,
e quale segno della sua buona volontà
ha offerto in dono una poltrona, per
il presidente dell’Assemblea Nazionale: il gesto è stato accolto con riconoscenza dalla maggioranza dei deputati, ma ha suscitato in parlamento
una violenta reazione della minoranza. Non vi è dubbio che l’avvenire del
Lesotho è strettamente legato a quello della nazione ohe la circonda da
tutte le parti.
La Chiesa Evangelica, ricca di un
passato durante il quale ©ssa è stata
un fermento di progresso spirituale,
sociale e culturale, è certamente
chiamata ad influire sugli sviluppi futuri, e l’efficacia di questa influenza dipenderà essenzialmente dalla sua
fedeltà al Vangelo di Gesù Cristo.
I voti che noi formuliamo oggi per
questa chiesa sono stati espressi in
modo molto efficace dal rappresentante del Governo Britannico, durante la cerimonia in cui la Missione
consegnò al Sinodo della Chiesa del
Lesotho l’intera responsabilità delTepera in quel paese, nell’aprile 1984,
precedendo così di due anni l’indipendenza politica : « Signor Presidente,
il pastore Gaillard (rappresentante
ufficiale della Società delle Missioni)
vi ha già ricordato la vostra fragilità;
voi e la vostra chiesa avrete bisogno
di coraggio e della forza ohe Dio solo
può darvi, e che egli vi darà certamente. L’Eterno è il vostro pastore,
ed anche quando voi dovrete camminare nella valle delTombra, il suo bastone e la sua verga saranno lì per
guidarvi. Fortificatevi dunque e fatevi coraggio, non temete e non abbiate paura, perchè il Signore, il vostro Dio, è con voi e col vo.stro popolo. Egli non vi abbandonerà negli anni che vengono. Fratelli e sorelle, io
ringrazio Dio, in questo giorno, per il
servizio che i suoi fedeli servitori
hanno reso nel passato in questa terra che noi amiamo, e prego Dio, quello stesso Dio che è stato il mio e il
vostro soccorritore, e quello dei miei
padri e dei vostri padri, perchè il suo
soccorso sia ancora negli anni futuri
la vostra forza sicura ».
R. Coisson
la mensa, l’appetito, la salute, Tallegria e ogni altra cosa sono stati ottimi in tutti. Un vivissimo ringraziaziamehto, da parte dei bambini, delle
famiglie e della Comunità intera vada
a tutti i fratelli, senza esclusione di
alcuno', che con la preghiera, con il
dono e con la loro simpatia hanno
reso possibile questa meravigliosa
esperienza.
« E noi siamo nella gioia » anche se
il parroco di S. Giovanni Lipioni ha
affermato, in pubblico, che « i bambini evangelici gli fanno compa.?sio
ne»; anche se l’insegnante elementa
re. Franco Monaco, che ha presieduto i culti domenicali in assenza dal
pastore, è stato denunciato aTe autorità competenti « per aver svolto
attività di ministro di culto, incom
patibile con la sua professione » ; anche se gli evangelici di S. Giovanni
Lipioni sono stati qualificati « cattolici venduti » dal proclama murale affisso in occasione delle feste del santo patrono. Intendiamo « venduti a
Cristo » e abbiamo il più ambito riconoscimento. Giulio Vicentini
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
_____________n. 175, 8-7-1960_____________
Tip. Subalpina s.p.a. . Terre Pellice (To)
Culto radio
Domenica 16 Ottobre
Past. GUIDO MATHIEU
Roma
Domenica 23 Ottobre
Past. GUIDO MATHIEU
Roma
RORÀ
Domenica 16 corr., alle ore 20, nella sala
delle attività avrà luogo una serata ricreativa che segna al tempo stesso l'inizio ufficiale a carattere comunitario di tutte le nostre
attività. Vi parteciperanno i giovani dell’Unione con giochi e attività varie, l’Unione
femminile con un servizio di buffet, la Corale con l’esecuzione di alcuni cori di repertorio.
Per tutti i bambini della parrocchia (e anche per gli adulti, s’intende!) sarà effettuata
la proiezione di filmine su Pinocchio.
L’ingresso è libero e gratuito per tutti.
Non sarà fatta colletta alcuna. Grazie!
avvisi economici
Associazione Amici
(iella Scuola Latina
Doni ricevuti a favore della « Campana
della Scuola Latina » di Pomaretto dal 1« aprile al 30 settembre 1966 :
Juliette Pons - Fr. Francesi 100: llda Revel L. 5.000; Tlda Revel per borsa di studio
L. 5.000; Guido Bolturi L. 50.000; Prof. Griset Emanuele L. 10.000; Gretel Denzer, Friburgo L. 24.210; Past. H. WÒhrle, Karlsruhe
L. 18.600; Evangelìsche Pfarramt der Epiphaniaskirche di Maniiheim L. 30.000; Lina
Sommani L. 10.000; Bice e Attilio Forneron
L. 30.000; Alberto Bleynal L. 3.000; Mimi
Mathieu L. 3.500; Famiglia Luigi Marchetti
L. 3.500; Grill Speranza L. 1.000; Cericola
Michele L. 3.500; Kovacs Antonio L. 2.000;
Beux Ettore e Itala 2.000; Tron Elsa e Speranza L. 2.000: Tron Enrico Past. e Signora
L. 2.000; Pini Ernesto e Erica L. 2.000; Ribet Aldo e Elena L. 7.000; Ribet Adele Tron
L. 5.000; Balme Elsa L. 1.000; Costantin
Germana L. 1.000; Ribet Renato L. .500;
Bouchard Gustavo L. 6.000; Lina Miegge
L. 1.000; Enrico Menusan, New York, dollari 5; Emanuele Tron, New York, dollari 5.
il Comitato rt Amiei della Scuola Latina di
Pomaretto » riconoscente ringrazia.
Eventuali offerte a favore della « Campana
della Scuola Latina » potranno essere versate
sul c.c.p. n. 2/20928, intestato alla «Associazione Amici Scuola Latina » di Pomaretto.
FAMIGLIA signorile tutti elettrodomestici
cerca tuttofare referenziata per Torino.
Esclusi lavori pesanti. Scrivere Sella, Salita
al Castello 27, Saluzzo; oppure Via Valeg
gio 26, Torino.
Dopo anni di sofferenze il Signore
ha richiamato a Sè la mattina del 4
corrente
Emmelina Menotti
Ne comunicano addolorati la dipartita i fratelli Otello, Gildo e 1 parenti tutti.
« A Te, 0 Signore, io elevo
l’anima mia ».
(Salmo 86)
Brescia, 4 ottobre 1966
« Signore, tu sai ogni cosa ;
tu conosci ohe io t’amo ».
(Giovanni 21: 17)
La sera del 5 ottobre il Signore ha
improvvisamente chiamato a sé il
Pastore Valdese
Alessandro Tron
Missionario
Ne danno il triste annunzio la moglie, i figli, le nuore, i nipoti, i parenti tutti.
I familiari ringraziano le suore ed
il personale tutto de'lla Casa Valdese
delle Diaconesse di Torre Pellice per
le amorevoli cure prestate al caro
defunto.
Torre Pellice, 7 ottobre 1966
Pensione Balneare
Faldese
BORGIO VEREZZI (Savona)
Direttore: F. Chauvie
Aperta tutto l’anno
Spiaggia propria
Ideale per sog^oml
estivi e invernali