1
IO 1999
5iorno
anìa
: Attuai,
he oltrj
fio vivenentri coltiro locaTi carichi
ipprowiIti inviati
Adra In.
0 anche
1 niobile
curando
ntiera alProgetti
Albania,
oltre 3,5
(bia)
ìOnu
anti
tcnur in
’oia, sotstero Afrgio Gar3SO riniliflessioCaritas,
’Egidio,
die chicHa, Foniella Gei,
3r, Jesuit
sei, Arci,
mal Caimission
Migrant
nmittee
(nevi
spedizione in a. p. 45%
art. 2 comma ÎOÆ te^ge 662/96
piliale di Torino
In caso di mancato reca
si prega restituire al mi
presso l'Ufficio PT Torir
1,'Editore si impegna a
corrispondere il diritto
iìo
?99
. lOM
. 20.oœ\
. 20.00» '
di
lille
Ile
ìs/e
ono
tifi
ente
ti
m
ì.
SI
\uro
wm
I
BJ
IP Ti 11
LA CHIAMATA
AL DISCEPOLATO
«Gesù, voltatosi, e osservando che lo
seguivano, domandò loro: “Che cercate?". Ed essi gli dissero: “Rabbi (che, tradotto, vuol dire Maestro), dove abiti?".
Egli rispose loro: “Venite e vedrete"»
Giovanni 1,38-39
SINGOLARE Giovanni. La chiamata
dei discepoli come la racconta lui è
'lontana dal racconto degli altri tre
evangelisti. Là abbiamo un ordine perentorio («vi farò pescatori di uomini»)
e l’abbandono subitaneo delle barche,
delle reti, dei parenti. Nessun dubbio,
nessuna domanda, nessuna incertezza. Qui abbiamo un profondo intersecarsi di domande, di motivazioni, di
richieste, di dubbi. Si parte dai discepoli che sono in ricerca di qualcosa,
ma che alla prova dei fatti non riescono a chiedere altro a Gesù se non un
semplice «dove abiti?». Troviamo poi
uno di questi che, convintosi strada facendo della messianicità di Gesù, lo
trasmette a suo fratello Simone. Ma
incontriamo anche Filippo, l'unico a
tcui Gesù ordini di seguirlo e che segua
in silenzio, convinto e senza ribattere
alcunché. Eppure anche la certezza di
Filippo sarà messa alla prova dall'incontro con Natanaele, che ribatterà al
suo entusiasmo con forte scetticismo. E
intorno a tutto questo c'è un Gesù che
interviene poco, ma che gestisce la storia delTumanità che si sta riunendo
intorno a lui. A quelli in ricerca dice
«venite a vedere», alTuomo bisognoso
di vocazione impone «seguimi» e dichiara al dubbioso Natanaele di conoscerlo profondamente.
Da questo racconto emerge chiaramente che non esiste un percorso
privilegiato per diventare discepoli del
Signore. Non c’è la vocazione forte di
chi obbedisce senza tacere contrapposta allo scetticismo, alla richiesta di
rassicurazioni o alla richiesta di conferme. C’è un insieme di umanità che
ha bisogno di trovare senso e speranza
nella sua vita e c'è un Gesù che interagisce con tutte queste persone senza
sottrarsi, senza giudicare stupide le
domande, sbagliati i percorsi e senza
distribuire «pagelle di santità». Po
tremmo anche dire che non c’è neppure la ricetta per la giusta evangelizza
zione. Dal credente allo scettico, dal
parente allo sconosciuto. Sono tutti
compresi in questo racconto della
chiamata dei primi discepoli così co
me ce la racconta Giovanni.
TKTELperiodo che va dalla domenica
1V delle Palme a Pentecoste abbiamo
accolto in molte delle nostre chiese delle sorelle e dei fratelli che hanno chiesto di diventare membri di chiesa. Ra
gozzi e ragazze, figli delle nostre co
munità che hanno terminato i corsi di
catechismo, credenti in ricerca passati
attraverso anni di domande o travagli
interiori, uomini e donne che avevano
sposato degli evangelici e che si sono
convinti di potere condividere anche
una militanza di fede. Fra questi vi saranno dei dubbiosi, delle persone tra
scinate nell'avventura da vincoli di
parentela, persone deluse da precedenti. Ma di nessuno ci è chiesto di valutare la profondiià della fede. Possiamo
chiedere loro, come a ogni credente, di
approfondire, ricercare, pregare senza
stancarsi mai. Ma il percorso che li ha
portati a unirsi a noi è nelle mani del
Signore. Un Signore che non si tira in
dietro, che incoraggia i discepoli di
Giovanni dicendo loro semplicemente
«venite a vedere». Ecco, forse sono que
ste due cose che mancano alla nostra
evangelizzazione, il coraggio di invita
te quelli che sono intorno a noi e il ri
badire la certezza che incontreranno
quel Signore che li conosce appieno.
Claudio Pasquet
ilMA^Aì K nicl.l.K CHIESK KVANCìKLlCHi: BATTISTK, MKTODISTE. VALDKSl
..I Delegazione del Consiglio ecumenico delle chiese nei paesi confinanti con il Kosovo
L'Albania oggi, una sfida per i credenti
Tre milioni di abitsnti, di cui uno emigrato all'estero, il 70% di disoccupati, 490.000 rifugiati
kosovari, sono i dati di un paese stremato che ha bisogno di ricostruire le basi della convivenza
ALESSANDRO SPANU
SI spande rumorosa la luce di
polvere in piazza Skanderbeu. Il
centro di Tirana è un brulichio di
automobili, biciclette e pedoni.
Siedo a un tavolo di albergo che fa
angolo con la piazza centrale di Tirana assieme a una delegazione del
Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec). Accanto a noi parlottano giocando a carte dei soldati in divisa
deirUck. La delegazione del Cec è
in visita in Macedonia e in Albania
per raccogliere informazioni sulla
situazione dei due paesi e dei campi profughi.
Siamo a disagio. Quelle facce pulite testimoniano una guerra non
combattuta qui a Tirana, ma incombente; dal mugghio distante di
bombardieri, dalle ombre degli
«Apache» che segano il cielo di Tirana. È la terza volta che vengo in
Albania. Conosco Tirana, ricordo le
sue strade polverose, le case sfatte,
i tombini aperti, eppure la situazione mi appare disperata. Dietro la
facciata dei bar e dei ristoranti si
apre un paese che non è mai rinato
da quarant’anni di dittatura e che
quindi è stato prostrato dalla crisi
economica, politica e sociale del
'97. L’arrivo dei profughi kosovari
nasconde e rivela la già aperta ferita albanese in tutta la sua tragicità.
A Tirana sono presenti 147 Organizzazioni non governative (Ong),
oltre agli organismi degli stati che
in vario modo sono impegnati nella guerra contro la Jugoslavia. L’arrivo di così tanta valuta straniera a
seguito delle Ong è anche la grande
occasione per arricchirsi o semplicemente per sbarcare un lunario
incerto che oggi c’è e domani non
si sa. A Tirana non manca nulla,
quello che vuoi trovi. Ma a Tirana,
come e peggio in tutta l’Albania, lo
stato è assente. Troneggiano sui
tetti di piazza Skanderbeu le pubblicità delle sigarette e della Coca
Cola. In Albania oggi si fuma e si
beve, domani si vedrà.
Nel '97 la speculazione delle «Piramidi finanziare» ha bruciato da
un giorno all’altro la maggior parte
dei beni dell’80% degli albanesi. La
rabbia micidiale degli albanesi si è
rivolta contro loro stessi; contro il
loro paese. Sono state distrutte
scuole, ospedali, le agenzie di solidarietà che operavano nel paese e le
timide iniziative industriali. In quei
giorni ognuno si è procurato un kalashnikov 0 un’arma da fuoco e solo
una minima parte è stata restituita
al calare della tensione. Il 70% della
popolazione è ufficialmente disoccupato e ognuno si arrangia come
può. La popolazione albanese contava tre milioni di abitanti di cui un
milione è emigrato. Tra questi, la
gran parte degli intellettuali e di chi
avrebbe potuto, per mezzi e formazione, contribuire alla ricostruzione
del paese. Non esiste una classe
operaia perché non esistono fabbriche, rimane lo stabilimento della
Coca Cola e quello della Filanto
quasi chiuso. Dubito che i bottegai
che affollano i marciapiedi polverosi di Tirana possano farsi promoto
ri della ricostruzione del paese.
L’Albania è quindi una nazione da
cui gli albanesi vogliono fuggire.
1490.000 rifugiati kosovari sono il
25% della popolazione. La gran
parte di loro è ospitata nelle famiglie 0 si è trovata una casa a Tirana.
L’arrivo dei profughi ha portato un
supplemento imprevisto di ricchezza, ma la situazione potrà essere
sostenibile ancora per poco. Le
chiese evangeliche (tra cui la Fondazione battista di Tirana), e più in
generale le chiese cristiane, sono
impegnate nel sostegno dei profughi fornendo generi alimentari, abbigliamento, coperte e assistenza
medica. Tutti sono consapevoli che
non ci può essere sostegno ai kosovari che non sia anche un sostegno
all’agonizzante Albania.
Il vescovo ortodosso di Tirana e
dell’Albania, Anastasio, in un incontro con la delegazione del Cec,
ha affermato che l’intreccio di
azioni concrete di solidarietà tra al
banesi e kosovari tesse nuovamente l’ordito delle relazioni tra persone e cultura che la guerra ha falciato. È un modo per ricostruire i
ponti tra cristiani e musulmani
perché le chiese non siano rese
complici della distruzione della
convivenza tra diversi perpetrata
dallo sterminio etnico e dalla guerra. In questo senso possono operare anche le chiese evangeliche italiane contribuendo in denaro e offrendo volontari e volontarie che
vadano a Tirana a distribuire beni
di prima necessità alle famiglie che
ospitano i rifugiati. È un aiuto concreto ma è anche il modo per concorrere alla ricostruzione dei ponti
distrutti tra culture. Ed è anche
l’esperienza fondamentale per capire le tragedie albanesi e per farsi
promotori e promotrici in Italia del
difficile rapporto tra la comunità
albanese e italiana, sia nel paese
che nelle chiese. Anche l’Albania è
un sfida rivolta ai credenti.
• Il nuovo documento anglicano-cattolico su «Il dono dell'autorità»
Ricca: «Più che un dialogo è un monologo cattolico»
Il 12 maggio a Londra è
stato presentato il nuovo
documento della Commissione internazionale
di dialogo anglicano-cattolico (Arcic), intitolato
«Il dono dell’autorità»,
che in 63 paragrafi affronta il tema dell’autorità nella chiesa: la sua
natura, il suo esercizio e
le sue implicazioni. Nel
valutare il consenso raggiunto dalle due confessioni in questa materia il
testo afferma da un lato
che gli anglicani sono
pronti a riconoscere il
«primato universale» del
vescovo di Roma, ma dall’altro sottolinea fortemente i concetti di «sinodalità», collegialità e conciliarità. I due aspetti,
quello primaziale e quel
lo conciliare-collegiale,
secondo la Commissione
sono aspetti complementari dell’esercizio della
«episcopé».
«Più che un dialogo anglicano-cattolico - ha
commentato il pastore
Paolo Ricca, professore
alla Facoltà valdese di
teologia di Roma - il documento sull’autorità mi
pare un monologo cattolico, un testo nel quale,
diversamente dai precedenti, non si nota con
sufficiente evidenza la
posizione anglicana. La
mia impressione, a una
prima lettura, è che tutte
le questioni decisive in
ordine a questa delicata
materia non siano state
chiarite. Anzitutto non è
chiarito il rapporto fra il
primato del vescovo di
Roma e gli altri primati,
ad esempio quello dell’arcivescovo di Canterbury,
così come non è chiarita
la natura di questo primato: è un primato di governo, di magistero o d’onore? Se non si tratta semplicemente di un primato
d’onore, che ruolo hanno
gli altri primati?».
«In secondo luogo prosegue Ricca - non è
spiegato il rapporto tra
l’autorità del collegio episcopale e quella del papa.
Si dice che sono complementari, ma il funzionamento di questa complementarità non è spiegato.
In terzo luogo, non è
spiegato il rapporto tra
l’esercizio dell’autorità e
la libertà di coscienza: si
dice che l’autorità deve
rispettare la libertà di coscienza, ma non si spiega
in cbe modo, concretamente, ciò possa accadere. In quarto luogo non è
chiarito il rapporto tra il
"sensus fidei” del popolo
credente e il ministero
deir'episcopé”. Anche qui
si dice che c’è una cooperazione essenziale, ma
come agisce concretamente questa cooperazione? Infine non è offerta alcuna base teologicobiblica per affermare l’esistenza, nel pontefice romano, di uno specifico
ministero di discernimento della verità, come espressione del primato
universale, discernimento
che viene affermato, ma
non giustificato». (nev)
SPIRITUALITÀ
Gesù è «la porta»
diA.MAFFEIeA.SPANU ^
A PAGINA J
¡ECUMENE
Le elezioni europee
dichiarazione della Kek
EDITORIALE
Un calcio alla violenza
di DIEGO ANTENOZIO
COMMENTO
Il controllo sulle basi Nato
di AUGUSTA DE PIERO
-■ SCUOLA^^»>'
«Credito formativo» e Ire
protesta del Consiglio Fcei
2
PAG. 2 RIFORMA
~ ALL^A
«'^Mosè gli disse:
“Se la tua
miei, e ti conosco
personalmente”.
'^Mosè disse:
“Ti prego, fammi
vedere la tua
gloria!”
E il Signore gli
rispose: “Io farò
passare davanti
a te tutta
la mia bontà,
e proclamerò il
nome del Signore
davanti a te; farò
grazia a chi vorrò
fare grazia e avrò
pietà di chi vorrò
avere pietà”.
Disse ancora:
“Tu non puoi
vedere la mia
faccia, perché
Tuomo non può
vedermi e vivere”.
il Signore
disse: “Ecco qui
un luogo vicino a
me; tu starai su
quel masso;
mentre passerà
la mia gloria, io
ti metterò in una
buca del masso,
e ti coprirò con la
mia mano finché
io sia passato;
^^poi ritirerò la
mano, e mi
vedrai da dietro;
ma il mio volto
non SI può
vedere”»
(Esodo 33, 15-23)
presenza non
viene con me,
non farci partire
di qui. ^^Poiché,
come si farà ora
a conoscere che
10 e il tuo popolo
abbiamo trovato
grazia agli occhi
tuoi, se tu non
vieni con noi?
Questo fatto
distinguerà me e
11 tuo popolo da
tutti i popoli che
sono sulla faccia
della terra”.
^Ul Signore disse
a Mosè: “Farò
anche questo che
tu dici, perché
tu hai trovato
grazia agli occhi
VEDERE DIO DI SPALLE
Non possiamo vedere la faccia di Dio perché il nostro peccato ce lo impedisce
L'occultamento del suo volto durerà fino a quando Dio si volterà davanti a noi
EMANUELE FIUME
IUANTE volte l’essere uma
Dio? Il filosofo Nietsche, nel suo
Zarathustra presenta la figura
di un uomo che voleva vedere
Dio. Un pazzo, che correva di
qua e di là gridando: «Cerco
Dio, cerco Dio!». Ma quante volte anche noi abbiamo desiderato vedere questo Dio del quale
sentiamo parlare. Come sarà,
quale splendore avrà? «Fammi
vedere la tua gloria» gli chiede
Mosè, fammi vedere chi sei,
fammi vedere veramente come
sei fatto. Ma Dio si mostra di
spalle a Mosè e anche a noi. Le
sue spalle, il suo occultamento
sono la croce di Cristo.
La parola di Dio
La prima risposta di Dio è la
;
sua parola, parola di bontà
che non passa. «Proclamerò il
nome del Signore davanti a te»,
cioè la mia presenza ti sarà annunciata, non ti mancherà mai
qualcuno che ti dica; «Dio è con
tei». In ogni momento della tua
vita, nella gioia e sopratttitto
nell’angoscia, il mio nome sarà
proclamato per la tua salvezza.
Ciò che non ci è dato di vedere.
Io possiamo ascoltare dalla bocca stessa di Dio, che ci assicura
la sua presenza mediante la proclamazione del suo nome potente e fedele. Ma Dio ci dice
anche di più; «Farò grazia a chi
vorrò far grazia» è l’assicurazione che la nostra salvezza è decisa da Dio. Dio vuole fare grazia a
noi tutti e ha già preso questa
decisione per noi.
Dio non dà condizioni per salvare, non dice: «Farò grazia a chi
farà questo e quest’altro», ma ci
elegge senza darci delle condizioni. La nostra destinazione e
la nostra predestinazione alla
salvezza sono state decise da
Dio per noi, e nulla e nessuno
potranno annullare la volontà di
Dio. La predestinazione, il santuario della sapienza di Dio, si
rivela a noi come certezza della
salvezza e della vita eterna, come fedeltà di Dio alla sua stessa
volontà, come parola dolce che
ci dice che qualsiasi profondità
tocchiamo, la mano del Signore
non è troppo corta per salvarci
con la sua grazia.
disprezzato e odiato sono degni
di vedere la gloria di Dio? La nostra infermità ci impedisce di fare proprio ciò per cui siamo stati
creati; vedere Dio ed essere rallegrati dalla sua gloria. «Nessuno
può vedere Dio e vivere» e Dio,
per non farci morire, nasconde
la sua faccia davanti a noi.
«Mi vedrai da dietro»
DIO dice ancora a Mosè: «Mi
’
«Tu non puoi vedere
la mia faccia»
«T U non puoi» dice il Signo
Preghiamo
Fratelli,
Gesù è la sorgente e il fine della vita.
Gloria a Gesù Cristo,
è il solo che ci dà la vita.
Con la sua forza, l’uomo ha voluto imporre l’amore.
Eppure, Gesù Cristo è il solo
che ci dà di amare.
Con la sua forza, l’uomo ha voluto imporre la gioia.
Eppure, Gesù Cristo è il solo
che ci dà la gioia.
Con la sua forza, l’uomo ha voluto imporre la pace.
Eppure, Gesù Cristo è il solo
che ci dà la pace.
Con la sua forza, l’uomo ha voluto
imporre la speranza.
Eppure, Gesù Cristo è il solo
che ci dà la speranza.
Con la sua forza, l’uomo ha voluto imporre l’onore.
Eppure, Gesù Cristo è il solo
a cui si deve rendere onore.
Chiesa evangelica del Camerún
(tratto da Quando è giorno? àeWa Cevaa)
re a Mosè, «tu non puoi
vedere la mia faccia». Questo è il
limite dell’essere umano peccatore. Il peccatore non può vedere Dio con questi occhi di peccato. Prima di peccare, Adamo
parlava a Dio guardandolo in
faccia. Dopo il peccato si nascose. «Adamo, dove sei?», Adamo
era nascosto per non farsi vedere da Dio, ma anche per non vedere Dio in faccia. La nostra conoscenza visiva di Dio si interrompe con il peccato. Oggi c’è
chi vuole vedere Dio nella delicata bellezza della natura, nella
maestà del mare in tempesta,
nel silenzio delle cime innevate.
Ma si può provare a chiedere ai
pescatori che hanno rischiato la
vita nel mare in burrasca e a chi
ha sentito e visto le valanghe in
montagna, se la gloria di Dio è
conoscibile nella natura.
La verità è che noi non possiamo vedere la faccia di Dio perché il nostro peccato ce lo impedisce. Uno zoppo non può saltare senza farsi male, noi poveri
peccatori non possiamo vedere
Dio e vivere. Gii occhi con cui
abbiamo concupito, invidiato.
vedrai da dietro», Dio nasconde il suo volto e ci mostra le
sue spalle per salvarci. Allora,
come Mosè. vediamo Dio solo di
spalle. Ma che cosa significa vedere Dio di spalle? Non significa
credere di essere sempre dalla
parte giusta, non significa chiamare Dio a complice dei nostri
peccati, non significa dormire
tranquilli sulle nostre divisioni e
sulle nostre discordie perché
tanto Dio perdona, poiché questo è il suo mestiere.
Vedere Dio di spalle significa
invocarlo nel giorno dell’avversità e attendere fiduciosi la sua
risposta, cercarlo anche nei
momenti più difficili e bui,
chiamarlo sussurrando quando
siamo pieni di dubbi. Quando
non siamo più sicuri di noi stessi, quando disperiamo di noi
stessi possiamo vedere Dio di
spalle, quel Dio che non ha
eletto i primi, ma gli ultimi,
quel Dio la cui pazzia è più forte di tutta la sapienza degli uomini e la cui forza diventa perfetta nella debolezza.
mentre firmava con il suo sangue il testamento della nostra
redenzione. Dov’era la gloria di
Dio se non nel volto di un uomo
torturato? Dov’era la forza invincibile di Dio se non in una
condanna non inflitta, ma subita? Dov’era l’acqua della vita
eterna se non nelle parole di Gesù: «Ho sete!»? Certamente, Dio
visto di spalle non sembra mollo
divino, anzi, diceva Martin Lutero che Dio non è mai stato così
poco divino come sulla croce,
ma soltanto sulla croce noi possiamo scorgere la sua divinità.
Dio si nasconde e ci mostra le
spalle, ci mostra la sua vittoria
nella morte di suo figlio, sigilla
la nostra redenzione mediante
l’atto più turpe che l’umanità
può compiere: la tortura e l’uccisione di un innocente.
La croce che salva il mondo
Ecco le spalle di Dio, ecco la
croce che salva il mondo
Dov'era il volto di Dio?
VEDIAMO Dio da dietro, vec"
diamo le sue spalle. Vediamo
l’onnipotenza che si fa umiltà, la
gloria che si fa sconfitta, la maestà che si fa mansuetudine per
noi, per farci vivere in eterno.
Vediamo Dio di spalle, ma proprio di spalle Dio ci incontra e ci
salva, non comunicandoci ancora la sua gloria direttamente,
ma mostrando se stesso e la sua
gloria nel modo più appropriato
per la nostra salvezza.
Dopo l’episodio di Mosè, la
storia delle spalle di Dio è continuata con i re e i profeti di Israele, fino a mostrarsi compiutamente sul Golgota. Dov’era il
volto di Dio sul Golgota? Gesù
ha detto: «Dio mio, Dio mio.
perché mi hai abbandonato?»
dalla morte, ecco l’unico punto
del corpo di Dio sul quale possiamo posare lo sguardo. E queste spalle di Dio continuano a
stare davanti a noi, e noi continuiamo a trovare Dio non nei
trionfi, ma nelle croci di questo
mondo. Se pensiamo ai giorni
felici della nostra vita, non possiamo dire di aver sempre sentito Dio particolarmente vicino in
quei momenti. Dio l’abbiamo
sentito vicino dopo averlo cercato nei giorni tristi e dolorosi, dopo avergli chiesto con rabbia di
darci una parola della sua grazia
e una segno della sua presenza,
dopo avergli chiesto di rendere
vero per noi quel versetto del
Salmo 23: «Quand’anche camminassi nella valle dell’ombra
della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me».
Ancora oggi vediamo Dio di
spalle, viviamo nell’occultamento del volto di Dio, cioè nella nuda fiducia della sua parola e nella sua misericordia. Questo occultamento durerà fino al momento in cui Dio si volterà davanti a noi. Questo sarà il regno
di Dio, che Dio si volterà davanti
a noi e i nostri occhi purificati
dalla grazia vedranno la luce del
suo volto per sempre.
(Ultima di una serie
di tre meditazioni)
Note
omiletiche
L'interpretazione
logica di un testo dell'Ì!
tirr\ Toctamon-frt A _ ^
tico Testamento è
Possi!
le per l'analogia della
logia espressa. Evitai
gli estremi di trasfortti,
i due Testament’ '
I indi
Bibbie diverse da un b
e di appiattire l'Anticoi
stamento a mera analJ
del Nuovo dall'altro
percorso di una vìsIq',
unitaria dei due Tesi
menti può risultare ricco
fecondo. Il Dio che si „
stra di spalle a Mosè è
stesso che si rivela sy|
croce di Gesù
Cristo. 1 .jjjénzioso,
bi degli aei
■bombe e i
guale è anche il modo'
«sub contraria sDeci.
dell'Esodo avrà il suo KerSe
nit nello scandalo de K
crocifissione. “'»kilnostr
I punti esegetici tratta
sono la proclamazionei ^^U^bbrac
nome di Dio quale pare)
di salvezza per gli essali. Dove
umani, l'impossibilitàj pHobt^bi i
accedere direttamented
la gloria di Dio guardai)
do la sua faccia e la cons
scenza di Dio possibili
soltanto di spalle perclü lontano d
In que
né sol
AN
Ifj quest
follia in I
al
ino
ca
dove r
S(
il cielo
diia nel le’
lènza desi
stato d’ani
none è di’
la sua gloria si rivela a
nell'umiliazione e nella!
bassamente di sé. Le
steriora Dei» sono rivelai
nella croce di Cristo: l'o»
nipotenza si rivela nel!
sconfitta; un atto ingiusti
procura ai credenti lag»
stizia di Dio; un uomotoi
turato e abbandonato
Dio rivela al mondo lapis
tenza della salvezza
Dio e in qualche modo rivela Dio stesso in tuttocii;
che a noi può essere rivt-l
lato. Dio nasconde lasui|
potenza, la sua faccia, peij
rivelarle nell'impotenza,
nella faccia del Cristocliel
grida dalla croce. E.anoiI
non e possibile vedere
Dio altrove, né nellanatura, né dentro noiste),
perché il nostro pettì»
ce lo impedisce e disi»
completamente la no!»
percezione.
L'ultimo pericolo è
lusione di una fede trio»
fante, muscolosa ed eroi''
ca rappresentata nelle
sculture barocche e ogjif
riesumata nelle certezzi
lettera liste. La fede cristio
na nel Dio che si mostrai
spalle non è una fededl
sicurezza, ma di certezza,
nel senso che essa non si
specchia nella forza spirituale di se stessa (securi
tas), ma che vive nella nuda fiducia nella misericordia del Signore (certitudo). Accettare la debolezza della propria fede significa accettare la debo
lezza di Cristo in cui Diosi
è rivelato. L'importante è
che il riconoscimento della forza e deH'onnlpotenza di Dio è possibile
nella debolezza delle sue
spalle e della croce di Gesù Cristo. Dio non rinnege
e non limita la sua glod^'
ma la nasconde nella debolezza. La fede cristiane
nasce dalla rivelazione
nella debolezza, nel n*'
scondimento neH’ombre
di un sole troppo splej’
dente per essere guai^oatt
direttamente. Ma dieb®
l'ombra della croce ce'
sole della gloria di |
compie potentemente
sua opera di redenzioneLa gloria dunque non
contrapposta alla deb
lezza, ma é nascosta!
questa. Perciò la poto/’
della fede non snssis
nella fede stessa, rna s
tanto in un Dio che p
permettersi di rivelare
spalle la sua gloria.
n;Ì<fcda da p
' |lato la n
Issitore:
talla trarr
notte tu r
“iteravo fir
come un li
zava tutte
aDa notte t
Stridevo cc
me la gru,
colomba:
stanchi di
Hsaia 38,1
Ci posse
no, mome
credente
^ardo, li
ipticolat,
telone
ËO pii
dure
ALE!
Per
approfondir^
- Giovanni
commenti alla Sacra
bla, voi. I. Barbera,
ze, 1880. ¡¡.
- Claude Wiener lo
vre de l'Exode, Edit'O
du cerf, Paris, 1985.
- Ambrogio
Il libro dell'Esodo,
Nuova, Roma, 1992_
- Martin Noth, Es
Paideia, Brescia, 19?'
IBontagna
delle sue
puntuti e
conosco p
po, mi ine
me nella c
prattutto
suo frang
Tuttavia s
mare e in
la sottile l
spuma de
two sulla
sia è il co
®>are e qi
pe è la so
iticomme
illude che
no fonder
di un’alte
che Dio 1
Spirito al
(Genesi l
ncque. L;
Tho è prer
niento di
'dolablle.
carezzati
cospirato
T atto ere
sce dal i
Una sogli
Intimità
^iolentat
^Onte a ;
d ciò che
hvità e la
nasce da
Un limite
Sce per s
pelo il rie
unite è cii
della vita
la sua bel
Gamm
chiedo s<
8/10 che
ticonosc
stri conf
delle do
SUerra d
no soglie
P/itna di
' inviolai
3
lì 4 GIUGNO 1999
E Spiritualità
PAG. 3 RIFORMA
izionecry
esto dell'ii
® Possi
!ia della
3- Evitaij
trasfora,,
'enti inji
' * iJn la,,
■ I Antico I,
era anala
all'altro,
•^na visioi
Ipj questi giorni di lucida
follia in cui assistiamo imdue Testi potenti al rovesciamento di
i+=,r„ ^ inoica vitale non sannia
J Ita re ricco
0 che si m
a Mosè j
ria specie
'à il suo
ridalo I
luale paro! i
er gli esse
assibilitài
:ta mente al
10 guardali
a e la coi*
0 possibili
lalle pereti
rivela a ni
le e neliak
1 sé. Le «po
ono rivelati
Cristo: l'oii
rivela nelli
tto ingiusti
denti la gi»
n uomotoindonato
ondo lapo
lalvezza
he modo liin tuttodì!
essere rivtl
onde la sua|
3 faccia, peij
impotenza,
11 Cristo die I
)ce. E.a noli
ile vedere
La Bibbia ci insegna a parlare di Dio con immagini, metafore e parabole
Gesù è «la porta» fra deio e terra
In quel varco lo Spirito Santo passa ancora oggi, perciò non dobbiamo guardare
né solo in aito né solo in basso ma in avanti, verso il giorno dei ritorno di Cristo
ANNA MAFFEI
li logica vitale non sappialo dove rivolgere il nostro
Se guardiamo in alrivela sijfio, il cielo ci appare vuoto e
j Cristo, ( .¿nzioso, nonostante i rom" '' '^odo:i Ili degli aerei, il fragore delle
""‘i« lombe e i bagliori delle con'I laeree. Se guardiamo in bas^0, if nostro cuore si scioglie
maziS jiell’abbracciare con lo spar■ ^0 un umanità ormai a bran
^IIL Dove guardare? In tem'pi lontani il re di Giuda, Ezeàia nel letto della sua soffefpnza descriveva così il suo
¿tato d’animo: «La mia abitazione è divelta e portata via
fontano da me, come una
inda da pastore, lo ho arrogato la mia vita come fa il
psitore; egli mi taglia via
dalla trama; dal giorno alla
lotte tu mi avrai finito. Io
speravo fin dal mattino... ma
come un leone, egli mi spezzava tutte le ossa; dal giorno
¿lanette tu mi avrai finito, lo
Stridevo come la rondine, come la gru, io gemevo come la
colomba; i miei occhi erano
Stanchi di guardare in alto»
(Isaia 38, 12-14).
Ci possono essere, e ci sono, momenti in cui anche il
eiedente non alza più lo
Sguardo, la preghiera rimane
iipticolata, il filo della comunione con Dio è spezzato.
nella natu
il cielo è sordo e inaccessibile.
C’è chi, stanco di guardare in
alto, preferisce immergersi
del tutto nelle vicende contraddittorie della storia, sporcarsi nel fango dell’esistente,
chiudere lì ogni significato.
Non si può vivere di illusioni.
Meglio sollevare con le proprie mani anche un solo mattone che lamentarsi delle mura distrutte, meglio lavorare
di piccone per abbassare la
montagna che inveire contro
la sua iriaccessibilità, meglio
rimanere confinati alla terra
che prendersela inutilmente
con il cielo.
Ma se lo sguardo rimane
assorto nella sola realistica
contemplazione del terreno,
quanto facilmente si perde
anche ogni possibile prospettiva! Si rimane a volte impantanati in logiche contraddittorie, si confondono a volte i
mezzi con i fini, nel particolare si può perdere di vista il
contesto più ampio, si può
smarrire il senso di ciò die si
era scelto di fare. L’ultimo
gradino, che conduce all’immobilità, è la rassegnazione.
Può accadere. O sì, certo, può
accadere anche ai credenti;
stanchi di guardare il cielo, lo
sguardo perso fra le rovine
della terra. Soluzioni non
paiono esserci, né sintesi miracolose; dove dobbiamo rivolgere il nostro sguardo? Al
cielo o alla terra?
La Bibbia non propone ricette, ognuno deve trovare la
propria dimensione e se possibile il proprio equilibrio nella concretezza delle situazioni. La Bibbia, però, di tanto in
tanto indica delle porte, alcune porte che creano inaspettatamente comunicazione fra
cielo e terra e per un attimo
almeno, dissolvono l’alternativa. Sono varchi aperti di un
confine altrimenti irriducibile. Attraverso di essi passano
alcune parole. Sono parole di
promessa, come accadde a
Giacobbe. Era solo e impaurito. Fece un sogno, ascoltò una
voce: «La tua discendenza
sarà come la polvere della terra. .. Io sono con te dovunque
tu andrai...». E svegliandosi
disse: «Certo il Signore è in
questo luogo e io non lo sapevo». La Bibbia aggiunge che
egli ebbe paura ed esclamò:
«Com’è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la
casa di Dio, questa è la porta
del cielo!» (Genesi 28,15-16).
Le promesse di Dio dunque fendono il cielo e ci giungono proprio mentre rischiamo di esser sommersi dal
fango, o dalla solitudine. Anche Gesù parlò una volta di
porte. Anzi «Io stesso - disse
- sono la porta». Lo fece nella
similitudine del gregge di pecore che trova vita e libertà
solo attraverso Gesù, porta
dell’ovile e pastore generoso.
Gesù, porta che conduce a
Dio, Gesù, porta di vita abbondante, Gesù, fra cielo e
terra, fra terra e cielo.
Ma Gesù è andato via, è
asceso al cielo e ha lasciato il
nostro cielo e la nostra terra
desolatamente vuoti. Una voce, è vero, ci annuncia che
tornerà proprio come l’abbiamo visto andar via e tutti
10 vedranno. Ma nell’attesa?
Noi viviamo in un interminabile «nel frattempo», in cui ci
appare a volte che cielo e terra rimangano incomunicabili. E l’attesa si fa insopportabile. «Non spetta a voi di sapere i tempi e i momenti che
11 Padre ha riservato alla propria autorità. Ma riceverete
potenza quando lo Spirito
Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria e fino all’estremità della terra». Capisco due cose:
che lo Spirito Santo riesce
ancora a passare nel varco
stretto creato da Cristo fra
cielo e terra, e che forse non
dovrei guardare né solo in alto, né solo in basso ma in
avanti. Il mio sguardo dovrebbe spaziare fino all’estremità della terra, fino e oltre
quella linea che segna il confine della terra e si perde nel
cielo. Il mio sguardo dovrebbe guidare il mio cammino
sulla terra verso quel cielo da
dove Cristo un giorno ritornerà. «Mi sarete testimoni»;
noi, testimoni. Testimoni che
una porta c’è. Testimoni - fa
parte della promessa - resi
potenti (nella nostra irrimediabile debolezza).
noi tei,
•¡colo è
fede tri»
)sa ed eroi
tata nell! i
;che e og}f
le certezzi
fede cristi»
si mostra
ina fedeli
di certezza,
essa non si
forza spiri
ssa (secoli
/e nella no3 misericor-e (certitula deboler
■la fede sire la debo;
n cui Diosi
iportanie!
mento delll'onnipo3 possibii!
¡ delle sue
roce di Geon rinneg!
sua glofi*
e nella deje cristiani
velazione
:a, nel na
lell’ombrs
opo splen
e guardate
Ma diete»
croce dèli
idi Dio*
emente »
jdenziona
3ue non»
alla debo
ascosta i»
la potenzi
n sussisti
sa, ma sol;
o che pu®
rivelare o'
ria.
ondirfi
Di odati;'
Sacra S'*’’
era, Fit«"'
li
‘tìer, lo
Editiot'*
385
Spre
aficO;
Cittì
odo,
th, EsodO'
1977.
il Nell'immaginario biblico il mare è
ra terra e mare, la soglia della
spesso sede del caos e del pericolo
certezza e della sicurezza
ALESSANDRO SPANU
HO più confidenza con la
I........................
durezza delle pietre di
fttontagna, con la riservatezza
delle sue nevi e suoi aromi
puntuti e radi. Il mare, che
conosco poco e da meno tempo, mi inquieta; distesa enorme nella quale mi sperdo. Soprattutto il mare di notte nel
suo frangersi scuro e sordo.
Tuttavia sono affascinato dal
mare e in particolare da quelli sottile bava bianca che è la
spuma delle onde che sospirano sulla spiaggia. La spiagSia è il confine tra la terra e il
mare e quell'ultimo sussulto
¡re è la soglia estrema; punto
meommensurabile dove ci si
idude che terra e mare possano fondersi assieme; la soglia
di un’alterità radicale. Prima
che Dio facesse tutto, il suo
Spirito aleggiava sulle acque
(Genesi 1, 2); accarezzava le
ncque. La parola creativa di
Dio è preceduta dal riconoscimento di una soglia che non è
Colabile. Dio crea avendo accarezzato, avendo sfiorato.
Inspirato sulla pelle del mare.
Catto creativo di Dio scaturisce dal riconoscimento di
nna soglia, di un orizzonte di
mtimità che non può essere
^‘olentato. Dio riconosce di
honte a sé un limite, ed esso
'■ciò che risveglia la sua crean'ntà e la sua fantasia. I.a vita
■'asce dal riconoscimento di
limite. Dio stesso riconosce per sé un limite, ma proPrio il riconoscimento del liè ciò che scatena il circo
“dia vita nei suoi colori e nel®sua bellezza.
Cammino sulla spiaggia, mi
ritedo se essa non sia un seche ci è stato donato per
conoscere le soglie dei no
ip'confini. Gli occhi spenti
’•e donne violentate nella
P dei Balcani denuncia0 soglie violate. Dio ha posto
dell’inizio del mondo
'"’Colabilità della soglia. La
soglia della persona, la sua inviolabilità, è un dato teologico
che precede la creazione del
mondo e che è di nuovo tragicamente infranta.
11 mare non fa paura soltanto a me, anche al tempo di
Gesù si diceva che quell’ammasso di acque fosse la sede
del caotico e del pericoloso
per eccellenza. I discepoli sono in mare, controvento, e il
mare si fa grosso (Matteo 14,
22-33). Il maestro non c’è, li
ha mandati avanti, lui li
avrebbe seguiti dopo un po’.
In mezzo alla notte lo vedono
arrivare come un fantasma
che cammina sulle acque.
«Coraggio, non abbiate paura», Gesù si fa riconoscere.
Pietro è entusiasta perché il
caos è domato, perché il
maestro può anche camminare sulle acque, può camminare su ciò che è più oscuro e
più inquietante; «Fa’ camminare anche me Signore», dice
Pietro. «Vieni» risponde Gesù.
Pietro varca la soglia della
barca, di quel ritaglio di terra
nel mare in tempesta. Pietro
oltrepassa la soglia di ciò che
è sicuro per uno spazio inquietante; quello del mare,
del vento e del caos.
Pietro entusiasta vuole essere come Gesù, Pietro varca
la soglia delle proprie sicurezze per essere come il maestro,
per liberarsi dei sui limiti. Ma
più che il volto del Signore,
può il vento. Pietro ha paura e
affonda. Gesto titanico quello
di Pietro, gesto incosciente di
chi ha varcato i propri confini
e ha paura della temperie in
cui si è cacciato.
In Gesù Dio sceglie il mare
dell’umanità come soglia dalla quale sporgersi. Dio si è
tuffato nella nostra umanità e
ha fatto del volto di una persona, quella di Gesù, la soglia
estrema. Nella persona di Gesù le temperie del mare sono
perdonabili, la confusione
della nostra esistenza già vis
suta e quindi vivibile. Pietro
guarda il vento e ha paura. Mi
chiedo che cosa sarebbe successo se avesse guardato Gesù, se lo avesse guardato bene nella sua umanità. Chissà
se Pietro avesse.scorto che
quel mare era l’umanità stessa che Dio aveva scelto e dalla quale Pietro non era escluso, ma alla quale, anzi, era ricondotto. Pietro è sconvolto
dal vento e non riconosce
nell’umanità di Dio la vocazione a vivere la soglia della
propria umanità come condizione resa vivibile dal Cristo.
Di fronte al Dio che diventa
persona noi siamo chiamati a
varcare le soglie delle nostre
sicurezze per camminare nel
mare della nostra umanità, lì
dove proprio il volto di Dio
diventa la soglia che ci sostiene e ci chiama a stare nella
nostra umanità, fedeli proprio a quella. La guerra violenta l’umanità, la sua soglia
invalicabile. Il Signore riconosce la soglia dell’umanità di
fronte alla quale ci chiama a
stare, proprio come su di una
spiaggia davanti alla soglia
bianca del mare.
Riflessione in forma di poesia
Dal mare
Abbiamo commesso ciò che è Uno e Lieve,
piombammo giù nel profondo
da cui si intesse la spuma dell’Eterno.
E noi non l’abbiamo intessuta
non avevamo libere le mani
Esse rimasero intrecciate a rete
dall’alto tirano e tirano...
Oh occhi attorniati da sfavillìo di lame:
noi catturrammo il pesce - ombra, guardate!
(P. Celan Di soglia in soglia, ed. Einaudi, Torino 1996)
' Dal convegno di aprile a Perugia
Padre Nostro
preghiera ecumenica
La preghiera è come una
freccia scoccata verso il cielo,
dicono ì rabbini. Per noi è comunicazione fra la terra e il
cielo che passa per la porta che
è Gesù Cristo. Gesù ci ha insegnato a pregare il Padre Nostro. Il Padre Nostro che vi proponiamo, in versione ampliata, è stato scritto e condiviso in
occasione del convegno ecumenico sul Padre Nostro tenutosi
a Perugia gli scorsi 12-14 aprile. Ogni espressione della preghiera di Gesù è stata ampliata
in chiave ecumenica secondo le
riflessioni proposte al convegno
e per il suo taglio sintetico ne
rappresenta un significativo
«memoriale».
Padre, rivelati padre «ricco
di grazia e di misericordia»
per tutti noi, adottati da te
come figli nel tuo Figlio. Donaci di esserti riconoscenti
per la tua paternità «dal cuore materno» (Isaia 49, 15), in
maniera da scoprire, sempre
meglio, la nostra figliolanza
ed anche la nostra fraternità
e sororità, che trovano nel
rapporto filiale con te la loro
più autentica e forte radice.
Sia santificato il tuo nome,
anche a motivo dello splendore che auspichiamo per la
tua chiesa unita e concorde,
così come le sacre scritture
ce la presentano: «un cuor
solo e un’anima sola».
Venga il tuo Regno, venga
per tutti, venga presto, venga
nel nostro tempo tormentato, togliendo alla tua chiesa le
macchie e le rughe della divisione e della discordia, che la
rendono sempre meno credibile nella sua testimonianza e
nel suo annuncio.
Si compia la tua volontà, il
tuo progetto su di noi e sulla
chiesa, così come Gesù ha
chiesto nella sera della grande
obbedienza a te e del grande
amore a noi. Che la tua chiesa, nata dallo Spirito del tuo
Figlio innalzato sulla croce,
abbia il contrassegno divino
dell’agàpe, e le diversità siano
riconciliate e rese idonee ad
essere accolte come doni del
tuo Spirito.
Dacci oggi e sempre il pane:
la tua parola, la tua eucaristia,
la «manna» quotidiana che
consenta a noi e a tutti gli uomini e le donne di sopravvivere ed esserne grati a te, collaborando con te per continuare la tua creazione e fare più
giusta e fraterna la società.
Perdona i nostri peccati;
quelli delle nostre ostinate
divisioni, che ci hanno fatto
molto soffrire ma ci hanno
anche purificato delle nostre
arroganze e presunzioni.
Non sappiamo far altro, purtroppo! Ma il tuo Spirito, soffiato ancora una volta sulla
tua chiesa dall’alto della croce, può cambiare il nostro
cuore indurito, le nostre ipocrisie, le nostre ostinazioni.
Rendici capaci di perdonare coloro che abbiamo offeso
e chi ha qualcosa contro di
noi, amandoci come ci ami
tu, perché possiamo venire
all’altare della tua gloria capaci di ricevere il tuo perdono che fa nuove tutte le cose,
anche i nostri cuori rattrappiti dall’indifferenza.
Liberaci dal Maligno, che ci
fa ostinati nel tormento delle
dmsioni, e allontana da noi i
mali delle inimicizie e delle
tenaci ostinazioni: le guerre
religiose, gli odi teologici, gli
egoismi di chiesa.
Amen. Questo ti diciamo
perché crediamo in te. Padre,
e nel tuo Cristo risorto e nello
Spirito che dà a te lode, onore, potenza, oggi e in eterno,
per la tua gloria. Amen.
Il canto della corale dei battisti coreani nel corso del Convegno di
Perugia sul Padre Nostro
4
PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ 4 GIUGNO
Barcellona: Presidium della Conferenza delle chiese europee (Kek)
Dichiarazione in vista delle elezioni del Parlamento europeo
Nella sua ultima sessione
svoltasi a Barcellona (Spagna) dal 20 al 23 marzo scorso, il Presidium della Conferenza delle chiese europee
(Kek) ha redatto la seguente
dichiarazione in vista delle
prossime elezioni per il Parlamento europeo:
«Il Presidium della Conferenza delle chiese europee
(Kek) chiede con insistenza
alle chiese membro della Kek
dei paesi dell’Unione europea, nonché ai loro membri
individuali, di interessarsi vivamente alla fase preparatoria delle elezioni del Parlamento europeo. Il Presidium
ha individuato alcuni temi
che rispecchiano l’aspirazione a una riconciliazione in
quanto dono di Dio e fonte di
vita nuova, che era al centro
della seconda Assemblea ecumenica europea di Graz
nel 1997. Spera che le chiese
e i loro membri contribuiranno a far sì che questi temi figurino in buona posizione
nella campagna elettorale
che dovrebbe concentrarsi
sul futuro dell’Europa.
Essere vigilanti e partecipare sono due qualità essenziali
in ogni vita democratica. È
importante che le chiese incoraggino i cittadini a impegnarsi su questi due punti. È
quanto è stato evidenziato
dalle recenti dimissioni dell’intera Commissione europea, in seguito al verificarsi di
una mancanza di controllo
e di probità da parte della
Commissione di fronte alla
frode e al disfunzionamento
emersi aH’interno dei suoi
servizi. La ricostituzione della
Commissione e l’elezione del
Parlamento europeo costituiscono tappe che contribuiranno a ristabilire la fiducia
nei confronti delle istituzioni
politiche dell’Unione.
Il trattato di Amsterdam
conferisce nuovi poteri e responsabilità più ampie al Parlamento europeo. Ne consegue una maggiore reáponsabilità nel mantenere e nel
rafforzare la probità, la democrazia, la franchezza, il
senso di responsabilità e di
trasparenza all’interno delle
istituzioni dell’Unione. Il
Presidium spera cbe le chiese
incoraggeranno i cittadini a
interrogare i candidati e i
partiti politici circa la loro
posizione su questi punti.
La Conferenza delle chiese
europee conta chiese membro in tutta Europa. Queste
elezioni saranno importanti
per tutti in un’Europa allargata, non solo per i cittadini
dell’Unione. Nel corso della
prossima legislatura di 5 anni del Parlamento, verranno
portati avanti i negoziati avviati per l’ampliamento a
paesi dell’Europa Centrale e
dell’Est. Se il ritmo verrà
mantenuto, i nuovi membri del Parlamento saranno
chiamati a seguire l’evoluzione del processo e a votare i
trattati di adesione. Tali trattati segneranno una nuova
tappa nella riconciliazione e
nella ricostruzione della pace
tra i vari popoli e nazioni
d’Europa. Questo compito
esige persone dotate di visione e di perspicacia.
Per ora, la maggiore preoccupazione è il contributo finanziario che ogni paese deve versare all’Unione europea, e le sue conseguenti ricadute finanziarie. Certo,
queste questioni sono importanti. Tuttavia, il Presidium ricorda che i trattati
dell’Unione pongono la riduzione delle disparità esistenti
tra i vari paesi e regioni fra i
principali obiettivi perseguiti
dall’Unione europea. Esso
spera che la questione della
solidarietà tra i popoli, le regioni e le nazioni dell’Unione, nonché la loro solidarietà
con altre parti dell’Europa,
saranno temi ai quali l’opi
Strasburgo: Palazzo dell’Europa, sede del Parlamento europeo
nione pubblica si interesserà
prioritariamente all’awicinarsi delle elezioni.
La visione dei parlamentari non dovrebbe fermarsi ai
confini dell’Europa. Votando
la rinegoziazione degli accordi di Lomé con i paesi dell’Africa, delle Antille e del Pacifico, è necessario riaffermare lo spirito di partenariato che aveva caratterizzato la
firma di accordi anteriori. La
remissione del debito per i
paesi meno sviluppati è più
una questione da trattare a
livello di ogni singolo paese,
ma il Parlamento potrebbe
cogliere le opportunità che si
presenteranno per incitare
l’Unione europea a definire
una strategia comune su
questo punto. Esso potrebbe
usare la sua influenza per
contribuire a porre fine al
commercio di armi tra alcuni
stati dell’Unione europea e
paesi coinvolti in numerosi
conflitti che compromettono
la realizzazione degli obiettivi di Lomé. Esso avrà inoltre
la possibilità di fare pressione a favore dell’adozione di
una politica più giusta nei
confronti dei migranti e dei
richiedenti asilo. Certo, il suo
potere rispetto alla politica
estera e di sicurezza comune
è limitato ad alcuni commenti, ma può approfittarne
per esigere la messa a punto
di una politica coerente a
questo riguardo.
La pace e la riconciliazione
devono essere fondate sulla
giustizia e la solidarietà.
Questo è vero sia per le questioni di ordine più generale
già menzionate sia per le
preoccupazioni proprie del
TUnione. Il Parlamento deve insistere affinché venga
messo in piedi un coordinamento sostanziale delle politiche sull’occupazione e impegnarsi affinché vengano
adottate misure efficaci per
lottare contro la povertà,
l’esclusione sociale e la discriminazione.
Devono figurare in buona
posizione nell’elenco dei
punti all’ordine del giorno i
legami tra la protezione dell’ambiente e i progressi della
giustizia sociale. I membri
del Parlamento devono denunciare ogni manifestazione di razzismo, di xenofobia,
di antisemitismo e di intolleranza come contrarie allo
spirito di integrazione europea. I candidati dovrebbero
precisare la loro posizione su
questi punti».
,3 Mfi > PFi
Fondata nel 1887, è diventata autonoma nel 1966
La Chiesa metodista del Myanmar
La Chiesa metodista del
Myanmar del Nord (Birmania) è stata fondata nel 1887.
Sopravvissuta a due guerre
mondiali, è diventata autonoma nel 1966, quando gli ultimi missionari furono costretti
a lasciare il paese. Essa è articolata su 6 distretti, conta circa 25.000 membri, 40 pastori,
2 donne impegnate a pieno
tempo, 103 ministri laici e 654
predicatori locali.
Il distretto di Mandalay ha
una grossa chiesa a Monywa e
una rete di comunità in 12 villaggi. Un’opera espletata dalla
Chiesa metodista nella zona è
il sostegno alle famiglie affinché possano mandare i figli a
scuola. Il distretto di Taham
lavora nella zona sud dello
stato di Chin e, dal 1970, nella
provincia di Magwe. In queste
due aree sono impegnati
quattro pastori e 41 evangelisti. Il numero dei membri è in
crescita costante. Sempre nello stato di Chin viene condotta un’intensa opera di evangelizzazione nelle zone di Sami e di Rezua; in queste due
aree lavorano tre pastori, sei
evangelisti e sei ministri laici.
Il governo del Myanmar
concede la libertà religiosa e i
cristiani non hanno bisogno
di richiedere permessi per tenere riunioni in famiglia o in
locali pubblici. Se si vogliono
fare dei raduni o delle riunioni all’aperto occorre invece
ottenere il permesso dal Consiglio locale per la pace e lo
sviluppo. Vi sono anche degli
istituti teologici a Rangoon e
in altre zone. Ci sono tuttavia
dei periodi in cui alle chiese
vengono creati notevoli problemi. Per esempio a una
chiesa metodista di Rangoon,
che aveva acquistato un ap
partamento trasformandolo
in chiesa, fu vietato di tenere
il culto. II permesso fu dato
dopo lunghi negoziati con le
autorità locali. Talvolta i cristiani sono accusati dalle autorità locali di spingere la
gente a cambiar religione. Vi
sono stati anche casi di vere e
proprie persecuzioni.
In particolare la Chiesa metodista è tenuta sotto sorve
glianza perché non interferisca minimamente con la politica governativa. Se rispetta
questa regola basilare non ci
sono restrizioni sugli aiuti che
riceve dall’estero e che servono principalmente per l’opera
di evangelizzazione, per il
mantenimento dell’Istituto di
teologia di Mandalay e per interventi sugli edifici della
chiesa. (World Parish)
Dal
Svizzera: di nuovo vacante la direzione
dell'Istituto ecumenico di Bossey
GINEVRA — La prefissa Heidi Hadsell, direttrice deU’lstit,
to ecumenico del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) a
ha sede presso il Castello di Bossey, a Céligny, vicino a ciù,!
vra, ha deciso di rientrare a Chicago (Usa) per riprenderei
suo posto di decana della McCormick School of TheoW
Heidi Hadsell, docente di etica sociale cristiana e memb
della Chiesa presbiteriana Usa, aveva assunto la direzioni
dell’Istituto nell’agosto 1997. Il pastore Wesley Ariarajá
membro della Chiesa metodista dello Sri Lanka, che inse2
attualmente la teologia ecumenica alla Drew University m
New Jersey (Usa) è stato designato direttore ad interiii
dell’Istituto da agosto a dicembre 1999. Robert Welsh, dire*
tore del Comitato direttivo dell’Istituto, ha espresso il su.
profondo rammarico per la decisione della Hadsell di tornaif
negli Usa. «Durante i due anni che ha trascorso alla direzioni
dell’Istituto di Bossey - ha detto - Heidi Hadsell ha portato
un’energia, una visione e un entusiasmo nuovi sia rispetto a|
programma sia rispetto alla formazione ecumenica dei re
sponsabili di chiesa del prossimo millennio». (Cec info
presentaz
Aifotitì fìdi
Bulgaria: è morto il metropolita Pimen
SOFIA — Il metropolita Pimen di Nevkrop, che aveva fonda
to una chiesa ortodossa dissidente e aveva cercato di allontanare il patriarca Massimo, è deceduto a Sofia all’età di 93 anni
sei mesi dopo essere stato ufficialmente riammesso nella Chiesa ortodossa bulgara. Il metropolita aveva rotto con il patriara
Massimo nel ’92, dopo avere rimesso in discussione la validitì
canonica dell’elezione di quest’ultimo nel ’71 e averlo accusato
di collaborazionismo con l’ex regime comunista. Nell’ottobrt
’98, un accordo negoziato da sette patriarchi e venti metropoliti
durante un Sinodo straordinario, aveva tolto l’«anatema» imposto a Pimen, e accettato i dodici vescovi come membri del
Sinodo in cambio del riconoscimento del patriarca Massimo,
Le due parti però hanno dichiarato che ci vorrà ancora molto
tempo per giungere a una riconciliazione a livello della base e
che l’opposizione del presidente Petar Stoianov e del governo
nei confronti del patriarca sarebbe continuata. (spp/emj
Russia: riconosciuti i Testimoni di Geova
MOSCA — Il ministero di Grazia e giustizia russo ha informato i Testimoni di Geova che ora sono di nuovo ufficialmente riconosciuti in Russia come «organizzazione religiosa centralizzata» ai sensi della legge sulle religioni del 1997, riconoscendo la tradizione di questa religione cristiana nella storia
della Russia. Ai sensi della legge del 1997, l’impiego del teniiine «Russia» nella denominazione ufficiale delle organizzaàoni religiose è permesso solo a quelle religioni che sono piesenti nel paese da oltre 50 anni. I Testimoni di Geova sonoitivi in Russia da quasi 100 anni. Migliaia di Testimoni so®
stati nei campi di lavoro sotto il governo di Stalin. Oggi in Russia sono più di 250.000 quelli che frequentano le loro funzioni
religiose. A livello mondiale tale numero supera i 13 milioni,e
i Testimoni sono ufficialmente riconosciuti in 155 paesi, inclusa l’Italia. (Ufficio stampa Testimoni di Geova]
Les
di ¿
ALBE
la Fiera di
(per contro
originaria
stato man
liSalone de
città sono
m -
{irenti edi
l’edizione
volumi de
vanni Dio(
pilo ques
può fare d
cune brev
stato dell’(
tienza dell
tra fede e c
La tradì:
fiiun’oper
tale» di di
liblico, ol
done culti
Iffgico e lir
a questo fi
battito su
classici» il
ra. Marco
di una «tra
corrente»
pardi, ha
provocai
Mondadoi
l'italiano
scuola; è s
comunica
valore let
impara l’it
statola o d
iltótico (
poco, do’
»ione
ta®arbo
Ito alli
certo (
Jessioni 1
in forma
ca, addir!
America Latina: verso un grande incontro
di tutti gli evangelici del continente
BUENOS AIRES — «Le chiese evangeliche di fronte alle sfide del nuovo millennio» è lo slogan lanciato dal Consiglio
delle chiese latinoamericane (Clai) per convocare dal 10 al W
gennaio del 2001 un grande incontro di tutti gli evangelici del
continente. «Le nostre chiese sono in forte espansione - dice
il documento di convocazione - e non possono restare in silenzio di fronte ai problemi che i nostri popoli devono e dovranno affrontare: la globalizzazione e il mercato libero hanno modernizzato e reso più efficienti i nostri stati, ma hanno
anche accentuato alcuni mali endemici, dalla disoccupazione alla scarsa tutela dei diritti umani». (nevigpì
Conferenza delle chiese europee (Kek)
Un posto vacante da coprire con urgenza
Dalla metà di aprile 1999 sono vacanti i due posti a metà
tempo di segretaria esecutiva del Servizio di «Entraide» e di
segretaria esecutiva del Decennio ecumenico di solidarietà
delle chiese con le donne, occupati dal 1992 dalla pastora
finlandese Irja Askola.
Nella sua ultima sessione a Barcellona, il Presidium della
Kek ha confermato la sua intenzione di affidare questi due
uffici a un’unica persona che dovrà sostenere le seguenti
funzioni.
Solidarietà delle chiese con le donne
- promuovere il «sitivi» del Decennio ecumenico di solidarietà delle chiese con le donne, in stretta collaborazione con
il Forum ecumenico europeo delle donne cristiane e con il
Consiglio ecumenico delle chiese (Cec)
- promuovere l’iniziativa della Kek e del Ccee di lotta contro
la violenza sulle donne
- promuovere una nuova visione del posto delle donne all’interno delle chiese e dei loro organi direttivi
- organizzare e/o sostenere la formazione di responsabili
ecumeniche, in particolare in Europa centrale e orientale
- assicurarsi che le prospettive delle donne siano ben presenti nel lavoro delle varie commissioni della Kek
- consigliare il segretario generale e il Comitato centrale della
Kek su tutti gli aspetti della partecipazione delle donne.
Servizio di «Entraide» (Infer Church Aid)
- gestione generale del Servizio di «Entraide» della Kek, rapporti con le chiese-membro, le agenzie diaconali di altre organizazioni ecumeniche, in particolare i dipartimenti del Cec
operanti nel campo della diaconia in Europa
- promuovere le attività diaconali delle chiese europee e la
solidarietà tra le chiese di tutta Europa
- coordinare la partecipazione delle chiese europee a livello
delle attività sociali e a carattere umanitario in tutte le regioni del continente europeo
- organizzare, con l’aiuto di un Gruppo consultivo, gli incontri della Tavola rotonda-Piattaforma europea-Forum delle
agenzie diaconali, delle organizzazioni partner e dei vari movimenti coinvolti nel lavoro diaconale
- portare avanti l’impegno della Kek nei progetti di aiuto
umanitario e di condivisione delle risorse
- organizzare la partecipazione della Kek alle Tavole rotonde
nazionali delle agenzie, delle loro chiese partner e delle organizzazioni residenti nei paesi interessati
- sostenere il lavoro di coordinamento delle attività relative
agli sradicati (migranti, richiedenti asilo, rifugiati).
Data di assunzione: 1" gennaio 2000
Durata del mandato: tre anni
Luogo di lavoro: Ginevra, in stretta collaborazione con il pd'
sonale del Cec. Possibile l’assegnazione a uno degli altri centri della Kek (Bruxelles o Strasburgo).
Chi ritiene di avere il profilo richiesto è invitato/a a inviare al
Segretario generale della Kek una lettera confidenziale, accompagnata da un curriculum vitae e dalle coordinate di tre
persone (massimo) disposte a fornire referenze.
I dossier delle candidature devono pervenire entro il
30 giugno 1999 ^ .
Inviare all’indirizzo seguente: Dr. Keith Clements - Secrétmre
général de la KEK - PO Box 2100 - 150 route de Ferney - CH '
1211 Geneva 2.
Ma Í
5
Istitj,
(Cec),ci|
>0 a Gùif
renderei
rheolo!
rnembi,
direzioi,
'^riaraja^
e insegn
■ersitynj
1 interi!
Ish. direi,
sso il siij
di tornali
direzioni
a portato
■ispettoal
'a dei re.
(Cec infoi
len
va fonda
li allontali 93 anni
ella Ghiepatriara
la validitì
accusato
'll’ottobre
letropolij
ema» iniJmbri del
Massimo,
tra molto
Ila base e
1 governo
(spplmj
eova
ha inforcialmeniosa cenricono■Ila storia
lei terminizimoono
sonol
oni som
^i in Rusfunzioni
nilioni.e
)aesi, inri/ Geovi]
ontro
s alle sfilonsiglio
110 al 19
gelici del
le - dice
are in sino e doero hana hanno
cupaziof^nev/gp)
ygCRDÌ
4 GIUGNO 1999
Cultura
PAG. 5 RIFORMA
0^ Al Lingotto una nuova edizione della Fiera del libro di Torino
Giù dal piedistallo^ signori lettori
le statistiche indicano che gli italiani leggono poco, ma la colpa non è solo
di autori e di editori: spesso si guarda al non lettore con troppa sufficienza
ALBERTO CORSAMI_________
NpT T.F. settimane che hanno preceduto e seguito
la Fiera del libro di Torino
(per contrasti tra la dirigenza
Piiginaria e l’attuale non è
stato mantenuto il marchio
„Salone del libro»), in diverse
città sono state organizzate
presentazioni di uno degli
aventi editoriali dell’anno:
l'edizione Mondadori in tre
volumi della Bibbia di Giovanni Diodati. Ebbene, proprio questa concomitanza
può fare da filo rosso per alcune brevi riflessioni sullo
stato dell’editoria, sull’espenenza della Fiera, sui legami
pafede e cultura.
La traduzione del Diodati
fu un’operazione quasi «morale» di diffusione del testo
iliblico, oltre che un’operazione culturale di valore teofcgico e linguistico-letterario:
a questo faceva pensare il dibattito sul tema «Leggere i
classici» il giorno dell’apertuta. Marco Santagata, autore
di una «traduzione in italiano
corrente» dei Canti di Leopardi, ha posto con il suo
provocatorio libro (Qscar
Mondadori) il problema dell'italiano che si impara a
scuola: è solo una lingua per
comunicare o ha ancora un
valore letterario? E dove si
tapara l’italiano standard^ A
scuola 0 di fronte al video? E
ilètitico Cesare Gárboli ag^geva: se oggi si legge così
^0, dove passerà la traione di una lingua scritarboli poi faceva riferito alla lingua leopardiacerto ostica, veicolo di rissioni filosofiche espresse
h forma arcaica e anzi aulica, addirittura, come ha det
to, una lingua «anticata». Ma
qualcosa di simile fece Diodati, che ricorse a un italiano
modellato su uno stile già superato, allo scopo paradossale di rendere alcuni concetti
più leggibili: una sintassi più
«latina» era magari macchinosa, ma produceva meno
ambiguità.
Grande è l’intreccio, dunque, tra teologia e cultura;
grande e contraddittorio,
tanto che nelTincontro organizzato dall’Unione degli
editori cattolici su «Cultura e
teologia», sono emerse letture contrapposte: se Paolo VI,
è stato detto, avvertì il pericolo che la rottura del rapporto tra fede e cultura potesse diventare uno dei più
grandi problemi del secolo
che sta per finire, il teologo
Giampiero Bof ha osservato
che in realtà la cultura (musicale, artistica, architettonica), non solo nei secoli passati è permeata di fede. E l’o
pera di Diodati, ancora una
volta, soggiace a queste considerazioni.
Ma il problema dei problemi, attorno al quale ruotava
la Fiera e si arrovella il mondo dell’editoria è pur sempre
la scarsa propensione degli
italiani alla lettura: 65 su 100,
nel 1998, non hanno acquistato neanche un libro. Il
50% della popolazione adulta
non ne legge nemmeno uno
all’anno, mentre un’agguerrita minoranza (6-7% degli
italiani) «smaltisce» da sola il
50% dei libri letti. Soprattutto
quest’ultima indicazione dà
da pensare. Anche perché
tutte le strategie di cui parlano gli operatori del settore, i
convegni della Fiera stessa, i
librai sembrano incentrate
sul prodotto-libro: come renderlo più appetibile, agile,
economico (di qui il fiorire
delle collezioni tascabili da
parte di tutti gli editori maggiori). Tanta attenzione al
Jr
* ■ . ^
,->f“ !
Molti i giovani alla Fiera
(foto P. Romeo)
prodotto, che però non migliora le proprie vendite. Allora, mi chiedo, non converrebbe puntare di più sull’elemento umano? Magari partendo dalla scuola ma dando
fiducia, non colpevolizzando
coloro che non leggono. Una
delle scommesse del Saloneprima maniera, poi accantonata, fu quella di puntare a
«fare scendere il libro dal piedistallo», avvicinarlo alla
gente. Non funzionò, ma io
direi che il libro, essendo un
oggetto serio e istruttivo, sul
piedistallo ci deve rimanere:
sono i lettori, invece, soprattutto quel 6-7%, che devono
scendere. Devono smetterla
di guardare dall’alto in basso
i consumatori di telenovele,
come se fossero delinquenti;
devono capire che le strategie interpersonali non seguono necessariamente le strade
paludate della cultura accademica; devono sforzarsi di
suscitare entusiasmi nei più
giovani, fin dall’infanzia; devono imparare a trasmettere
la passione per le avventure e
i sogni a occhi aperti della
lettura. Da persona a persona, come la fede. Come ricordava Stefano Levi della Torre,
pittore e studioso di giudaismo, nel dibattito sulle «Religioni del libro», Nehemia
racconta (8, 2-3) che Esdra
portò il libro della legge di
Mosè sulla piazza perché tutti, uomini e donne, potessero
intenderne la lettura. Tutti.
Ma questo presuppone prima di tutto nuovi rapporti fra
le persone, disponibilità all’ascolto e volontà di trasmettere il sapere. Alle collane, ai titoli di successo e alle
copertine c’è sempre tempo
per pensare.
lee
e la
1 livello
; regio
inconn delle
ni mo
i aiuto
atonde
e orga
elative
il perii cen
iare al
ile, ac; di tre
rétaire
-CH'
:* La partecipazione dei ragazzi a un evento vissuto volentieri in gruppo
Ma i giovani nonostante tutto cercano il libro
PIERA ECIDI
,,T A febbre del sabato se''J_jra», questa volta, non
era solo per la discoteca: sono andata in quattro diverse
Occasioni alla Fiera del libro,
curiosando qua e là come
tatti, partecipando a qualche
dibattito come autrice o conte spettatrice, incontrando
?ente e scambiando opiniota. Ma, a parte alcune critiche sentite un po’ ovunque
tal clima di minore organiztazione rispetto agli inappuntabili meccanismi a cui
eravamo abituati negli scorsi
tatni, sono rimasta veramenta Colpita dalla marea, è la
parola giusta, di giovani del
tabato sera. Ragazzi e anche
hambini, sempre, negli altri
ta&menti, meritoriamente
accompagnati dai loro inseS^anti ma anche, la domeni■tamattina, dai genitori.
Ma quelli del sabato sera
’’U' erano proprio i giovani in
®assa, quelli che calavano
halle periferie e dalla cintura
ueindustrializzata, quelli veduti poveramente con i semPtterni jeans e con l’ornamento soltanto della loro fantasia, quelli in truppa o con le
morose per mano, quelli per
anche il biglietto del cinema è tanto, che non leggono
©ornali e che a comperare
’Solato ci pensano su. Se
0 arrivavano in tanti dalle
^ ^0 auto scassate, ed entraano allegri, tutti insieme,
on una baldanzosa e fiduappropriazione, come a
g . *0 cultura, anche se mata * h ,’®tno solo una stentau media unica e viviamo di
miglia, riguarda anche noi.
Si stava discutendo di temi
ardui, allo stand della Provincia dove eravamo ospitati
per un dibattito su «Fede, laicità, modernità» a partire
dalle testimonianze raccolte
nel mio libro di interviste Incontri. La giornalista della
«Stampa», Stefanella Campana, una «laica con la tentazione della fede», aveva illustrato l’aspetto della modernità nell’interrogare «al femminile» tanti personaggi;
Franco Calvetti, scrittore e
saggista, valdese, aveva mostrato il percorso di testimo
nianza civile e il tessuto linguistico del mio lavoro, e
Giorgio Straniero, cattolico,
giornalista esperto in ecumenismo, stava illustrando le
ardue tesi che pubblichiamo
in sintesi qui sotto.
Eravamo in contemporanea all’opera di Bobbio su Internet, a presentazioni di
poesie e racconti e al «cabaret». Eppure, questi giovani
che circolavano a gruppi tra i
banchi in un frastuono immaginabile, si fermavano agli
archi dello stand che ci ospitava, ascoltavano, curiosavano, qualcuno anche entrava.
läVO:
’’etti precari ancora in fa
Un intervento al convegno su fede e modernità
Né relativisti, né fondamentalisti
GIORGIO STRANIERO
Pubblichiamo una breve sintesi del denso intervento di Giorgio Straniero. Giornalista, cattolico impegnato, ha fatto parte
negli Anni Sessanta a Torino del
«Gruppo Mounier», insieme al
fratello Michele, a Gianni Vattimo, a Vittorio Rieser e a Giovanni Mottura.
La modernità, nell’arco
del suo sviluppo secolare, ha certamente rappresentato l’affermazione dell’autonomia delle realtà terrene rispetto alla concezione sacrale del Medioevo. Tale processo si è realizzato sul
piano della conoscenza e su
quello dell’affermazione dei
valori di ordine etico. Il
principio di laicità connesso
allo spirito dell’età moderna
si identifica quindi con il ri
conoscimento delle possibilità che ha la ragione umana
di procedere nella ricerca
senza riconoscere altra autorità che se stessa. La fede
rappresenta invece una via
di conoscenza che presume
il riferimento a una rivelazione soprannaturale.
La relazione tra ragione e
fede, correttamente impostata da san Tommaso, sostiene
la capacità della prima di
giungere alla conoscenza
dell’esistenza di un Dio creatore e autore di una legge
morale i cui principi sono a
loro volta accessibili alla ragione. La fede introduce i misteri della trinità e dell’incarnazione e aggiunge al principio naturale del bene comune in condizioni di parità
quello «cristiano» dell’amore
del prossimo e del sacrificio
di sé oltre la giustizia. È quindi necessario in questa epoca
postmoderna che ha rinunciato alla razionalità moderna ritrovare un fondamento
comune di valori condivisibili proprio in quella legge naturale di origine divina che
era stata affermata nei secoli
scorsi. In questo modo si evita il rischio da un lato del relativismo di chi non è credente e dall’altro del fondamentalismo del credente che
nel formulare un giudizio di
valore fa appello direttamente alla rivelazione religiosa.
Tale posizione che fu degli
Illuministi è oggi affermata
dal filosofo francofortese Jùrgen Habermas, che parla di
un «agire comunicativo», razionalmente fondato.
Un dibattito coinvolgente
Ebree e protestanti
le donne delle minoranze
DANIELA FERRARO
si sedeva, qualcun altro si è
fermato fino alla fine. Beh, ho
pensato, se una cosa così
«minore», così poco spettacolare li interessa, magari a
modo loro, magari senza
troppa concentrazione, magari cogliendo solo qualche
interrogativo, i loro insegnanti che per anni e anni
hanno parlato e spiegato
(spesso con la sensazione di
farlo al vento) e li hanno condotti ostinatamente ad «appropriarsi» di ogni genere di
libro sciorinato tra i banchi
del Lingotto, non hanno seminato invano.
ULTIMO giorno alla Fiera
del libro di Torino. Nonostante che rincontro con
Franca Rame e Dario Fo si
svolgesse parallelamente a
quello organizzato dall’editrice Claudiana e dal Centro
evangelico di cultura «Arturo
Pascal» di Torino, per presentare il nuovo libro Le donne delle minoranze*, curato
da Claire Honess e Verina lones, esso ha riscosso vivo interesse ed è stato molto partecipato.
Nell’aprire l’incontro, il direttore dell’editrice Claudiana, Manuel Kromer, ha sottolineato quanto la casa editrice di una minoranza, quella
evangelica, sia inevitabilmente sensibile alle minoranze e, particolarmente, alla
«minoranza» delle donne, intesa come mondo ancora discriminato e per certi versi
sconosciuto. Un mondo che,
secondo Verina R. Jones, docente di Italianistica all’Università di Reading (Inghilterra), essendo rappresentato
nel libro da due realtà diverse, quella ebraica e quella
valdese, ha una fortissima
memoria storica: a sua volta
questa memoria storica ha
avuto e continua a presentare parecchi risvolti europei e
extraeuropei in una realtà
prevalentemente cattolica.
Così, da una parte sono
state presentate le motivazioni che hanno portato alla realizzazione del libro anche
grazie a Claire E. Honess, docente anch’essa all’Università di Reading; dall’altra, in
un clima di straordinario rapporto fecondo tra storiche
ebree e valdesi (come ha sot
tolineato Tullia Zevi, già presidente dell’Unione delle comunità ebraiche in Italia, che
ha moderato l’incontro) sono
stati messi in luce i ruoli delle
donne nei due diversi contesti religiosi. Gli interventi, da
quello di Elena Loewenthal,
giornalista e traduttrice di
letteratura israeliana, sino a
quello di Bruna Peyrot, storica, hanno percorso un itinerario ricco di profonde esperienze esistenziali, personali
e collettive.
Attraverso una lettura attenta del libro è possibile conoscere, capire e imparare
come l’identità sia delle donne ebree che protestanti abbia radici e percorsi antichi e
sofferti. È forse proprio per
questa storia di minoranza e
di discriminazione di cui sono portatrici, loro malgrado,
che le donne ebree e protestanti possono più di altre
svolgere il difficile ma indispensabile ruolo di mediatrici nei confronti dei diversi e
discriminati di oggi per favorire il loro inserimento nella
nostra società. È una tesi affascinante, tutta da approfondire. Il libro rivela questa
grande potenzialità di un
mondo femminile che nella
sua apparente debolezza e
chiusura dovuta a una storia
di discriminazione, in realtà
indica un mondo diverso,
dove la diversità non è considerata una colpa o un handicap, ma una risorsa indispensabile per cogliere tutta
la bellezza e il senso del vivere umano.
(•) C. Honess-V. Jones (a cura
di): Le donne delle minoranze.
Le ebree e le protestanti d’Italia.
Torino, Claudiana, 1999, pp 335,
£ 34.000.
Le
feste
ebraiche
edizioni coiti nuovi tempi
a cura di
Pupa Garrihba
«Mentri esci dal presente verso il passato e il futuro,
esci anche da te stesso. La festa ti fa uscire da casa.
È sempre Pesach, passaggio alla libertà, alla novità.
E sempre inaugurazione, come Chanukkà»
dalla postfazione di
Filippo Genti Ioni
16.000 lire
per richieste e prenotazioni:
CNT - via Firenze 38 - 00184 Roma
6
PAG. 6 RIFORMA
venerdì 4 GIUGNO
■ Presentato alla «Fiera del libro» il volume che raccoglie discorsi e interventi
Evangelici nel Parlamento
Nelle parole di deputati e senatori a partire dal 1850 c'è soprattutto l'idea
laica e moderna della separazione irrinunciabile fra lo stato e la chiesa
FEDERICA TOURN
Lf IDEA era stata lanciata
I dal pastore Domenico
Maselli il 17 febbraio 1997 a
Torre Pellice, in presenza del
presidente della Camera, Luciano Violante: perché non
raccogliere i discorsi dei parlamentari evangelici? Si trattava di un lavoro imponente
e per questo poteva sembrare un progetto destinato a
cadere nel nulla ancora per
molto tempo.
E invece, a due anni di distanza, la Camera del deputati ha pubblicato Evangelici
in Parlamento (1850-1982).
Discorsi parlamentari di G.
Malan, G. Morelli, B. Mazzarella, G. Sennino, S. Sennino,
G. Peyrot, E. Soulier, M. Gay,
D. Argentieri, G. Bogoni, T. Vinay. Il volume, che è stato
presentato il 15 maggio scorso
al Lingotto nel corso della Fiera del libro di Torino, raccoglie una serie di discorsi, tutti i
inediti (se si escludono quelli
di Sidney Sennino), di undici
protestanti, deputati o comunque parlamentari eletti,
in un arco di tempo che va
dall’elezione di Giuseppe Malan, due anni dopo lo Statuto
albertino, fino al 1982 e ai discorsi mai letti di Tullio Vinay.
«In queste pagine emerge
chiara la convinzione della
netta separazione fra chiesa e
stato - ha commentato du
rante la presentazione Rinaldo Bertolino, rettore dell’Università di Torino - sono pochissimi gli interventi su temi
religiosi, a partire da Sidney
Sennino fino allo stesso Tullio Vinay, il quale teneva a dire che la chiesa è libera nella
misura in cui non deve essere
sostenuta da coloro che non
ne professano la fede».
«È proprio la convinzione
religiosa autentica che porta
a una vocazione politica laica, da esercitare nel concreto
- ha detto a sua volta Gianni
Vattimo, docente di Filosofia
teoretica all’Università di Torino La democrazia è soprattutto rispetto della minoranze e questo libro mostra
come siano proprio le mino
L’on. Luciano Violante
ranze ad essere progressiste e
attente ai problemi cruciali
che uno stato deve affrontare, dall’istruzione all’attenzione per i deboli».
Curatore del volume è il
giurista Gianni Long, già consigliere della Camera dei deputati; «Il lavoro non è stato
semplice - ha spiegato - perché si trattava non di fare
un’opera monografica, ma di
mettere insieme un gruppo
di parlamentari uniti dalla
confessione religiosa e quindi non facilmente rintracciabili». Gli evangelici individuati si possono dividere in
due filoni: i deputati del Collegio delle valli valdesi e Bricherasio, eletti quindi proprio perché valdesi, come
Malan, Giovanni Soulier o
Matteo Gay, e quelli «della
diaspora», eletti al Parlamento indipendentemente dalla
loro fede (alcuni non sono
neanche evangelici di nascita, come Bogoni, che si convertì sposando la figlia di un
pastore, o Dante Argentieri,
che diventerà pastore dopo
essere venuto in contatto con
la Chiesa metodista proprio
per la sua presenza a Roma
come deputato).
«Al di là della loro sensibilità religiosa, si tratta di persone di grande equilibrio nelle decisioni di opportunità
politica», ba aggiunto il prof.
Bertolino. Sono uomini di di
versa personalità, oltre che di
diversa provenienza: troviamo il banchiere Malan, fondatore della Manifattura di
Pralafera e dopo la prima
guerra mondiale il socialista
Matteo Gay, che nella stessa
manifattura organizza non
pochi scioperi; Bonaventura
Mazzarella, definito da Long
un «rivoluzionario a oltranza», un «oppositore di professione», che pur avendo dedicato la sua vita a fondare
chiese, in Parlamento non
parlò neanche una volta dei
rapporti fra stato e chiesa: e il
senatore Tullio Vinay, che
dopo aver letto in aula il suo
intervento contro la congrua
ai sacerdoti, si astenne dal
votare «per rispetto dei fratelli cattolici».
Il pastore Maselli, anche lui
oggi deputato, ha rilevato
quanto l’impegno di parlamentare sia innanzitutto un
paziente lavoro «da formichina» e ha sottolineato l’importanza e il dovere della difesa
della libertà religiosa e delle
minoranze, «sapendo di non
avere la verità ma sperando
di essere posseduti dalla Verità». E sull’esempio di Sidney Sennino ha ribadito l’attenzione ai diritti degli esclusi, perché «uno stato è veramente debole quando i contadini del Sud non lo sentono
loro, quando è fuori dalla vita
degli uomini e delle donne».
mmî
Riflessioni a partire dal libro di Claudio Magris «Utopia e disincanto»
La lettura può essere fonte di crescita e comunicazione
RINA LYDIA CAPONETTO
MI sono molto rallegrata
nel leggere gli articoli
recenti di Riforma sulla scelta dei libri di testo e non ho
potuto fare a meno di pensare alla nostra generazione
educata all’amore per il libro
dalla famiglia e dalla scuola
formata da «grandi maestri»
(come direbbe Claudio Magris'). E ancora mi è venuta
in mente una bimba di nove
anni, figlia di una mia carissima amica che, in una splendida domenica di sole, guardava video dopo video, ovviamente con le imposte accostate per meglio distinguere le immagini. Io le chiedo: «Perché passi le tue domeniche chiusa qui dentro?». La sua risposta è: «Mi
annoio!». Lì per lì sono rimasta interdetta, quasi imbarazzata; come si fa a conoscere la noia a nove anni,
una parola che nella mia infanzia non conoscevo!
Allora le giornate erano
percorse da lunghi silenzi:
non esistevano l’automobile
né la televisione; regnava al
contrario la fantasia che ci
teneva molta compagnia, il
gioco con i fratelli e le sorelle
kon le compagnie perché allora ci si ritrovava in tanti:
eravamo i ragazzi del palazzo) e ci appassionavamo alle
avventure di Verne, agli eroi
di Salgari o seguivamo con
passione la vita dello zio
■forn, lo schiavo nero. E capivamo già allora che esisteva
l’ingiustizia. La nostra vita
era ricca di immagini fantastiche, di eroi, di pensieri;
ma tutto questo era dato dai
bei momenti di letture che si
facevano in famiglia. Le ore
erano lunghe, i pomeriggi invernali infiniti quando non si
poteva u.scire per il maltempo, e allora Kipling, Dickens
o altri autori accendevano la
nostra fantasia, ci stimolavano a scoprire altri racconti.
altre storie. La lettura allora
era una vera passione, ma
data dall’educazione.
Oggi purtroppo è di moda
l’ignoranza-. Leggere non è
solo un obbligo scolastico o
un dovere inculcato dagli insegnanti, ma è soprattutto
una forte identità: senza il
pensiero degli altri io non sono nulla. Con che cosa la mia
persona si misura, si confronta, o avverte i propri limiti e li può superare se non
attraverso il pensiero di
grandi autori come Ferdinando Savater, Jostein Gaarder o altri?
E penso in particolare al
bellissimo libro di Claudio
Magris già presentato su
queste pagine. Un libro che
mi ha lasciato senza fiato
perché percorre tanti temi
della modernità ponendoci
di fronte a infiniti momenti
della vita quotidiana. Giustamente La Repubblica lo ha
presentato con il titolo: «La
letteratura ha ancora qualcosa da dire!». Oggi che siamo
diventati così privi di fantasia, di creatività, la letteratura può ancora insegnarci i
dolori, le passioni, le bellezze
dell’umanità, o le sue miserie attraverso i suoi grandi
scrittori; in breve, l'utopia e
il disincanto di oggi. Ecco la
forte identità che può darci
la lettura di questo libro che
manda e rimanda del continuo segnali, pensieri, sentimenti che tutti noi abbiamo
provato in questi anni di
consumismo e di capovolgimento di valori. E come non
rimanere incantati di fronte
all’Omero dei Lapponi [di
cui parla Magris in uno dei
saggi di Utopia e disincanto,
ndrl. Il libro è anche notizie,
apprendimento, studio, analisi del nostro tempo e del
passato. Ho imparato, per esempio, che un pastore protestante danese è andato per
decenni a convertire gli eschimesi della Groenlandia
al cristianesimo e ha scritto
la storia di Qipinngi, Alba dei
popoli.
Di recente ho ancora provato questa sensazione di
forte identità che può dare la
lettura e la passione per la
cultura in generale. Mi sono
trovata in una situazione
non facile: avevo ospite a casa nostra un olandese, già
professore d’arte all’Università libera di Amsterdam, e
nessuno dei due parlava la
stessa lingua. Lui parlava inglese con mio marito, io un
francese stentato. Eppure
non si sono create le distanze: parlavamo come potevamo con grande intensità e
curiosità di libri letti, di arte,
di architettura e di pittura. Il
libro è stato il común denominatore che ci ha permesso
una comunicazione ricca sul
suo paese, sul nostro, sull’
Europa, sulla scuola.
Ecco, in breve, che cosa regalare alle future generazioni: la passione a scoprire il
mondo, la propria esistenza,
o meglio la propria identità
attraverso quel meraviglioso
filo che è la ricchezza del
pensiero che elimina la noia
del vivere e ci rimanda la vita.
(1) Utopia e disincanto. Milano, Garzanti, 1999.
(2) ibid. cap. «L’ignoranza è
una virtù», p. 269.
La rassegna si svolgerà in novembre
Paolo Gobetti: cinema sociale
al prossimo Festival torinese
Si svolgerà dal 19 al 28 novembre prossimi la XVIl edizione del Torino Film Festival, già denominato Festival
internazionale cinema giovani; la nuova sigla tuttavia
non rinnega nulla dell’impostazione tesa da un lato a favorire gli autori emergenti e
le opere prime, e dall’altro a
riscoprire gli esordi di autori
ora affermati così come le cinematografie di paesi ora alla ribalta per la produzione
indipendente e comunque
più creativa.
Fanno spicco, nel programma per ora provvisorio,
la rassegna dedicata, in quest’ultima ottica, al cinema
portoghese degli Anni 70,
chiave di volta nella storia di
un paese che a metà di quel
decennio vedeva la fine incruenta della dittatura salazarista e la transizione a una
democrazia forse perfezio
nabile, ma che è stata importante come modello per
altri paesi europei. Più da vicino ci tocca la personale dedicata a Paolo Gobetti. Figlio
di Piero, critico e documentarista, Paolo Gobetti ha realizzato una serie di film «militanti» di taglio abbastanza
diverso da quello che andava
per la maggiore negli Anni
Sessanta; si tratta, a partire
dal celebre Scioperi a Torino
(1962) di opere senza retorica, che aprono dei discorsi di
riflessione sociale senza pretendere di chiuderli sentenziosamente.
Il Festival si giova quest’
anno della direzione di Stefano Della Casa, responsabile fin dagli inizi dei settori
dedicati ai giovani autori,
che succede ad Alberto Barbera, da quest’anno alla guida del Festival internazionale di Venezia.
EVANGELICI
IN PARLAMENTO
(1850-1982)
,r ' ÆÊIÊÊÊk
Cd
CAMERA DEI DRPUTAT'I
’ La scomparsa dello scrittore istriano
Fulvio Tomizza tra nostalgia
e appartenenze di frontiera
ALBERTO CORSARI
FU una quindicina d’anni
fa, obiettore in servizio alla Società di studi valdesi, che
mi capitò di accompagnare
Fulvio Tomizza, a Torre Pellice per la presentazione del
romanzo storico II male viene
dal Nord, nella visita al Museo valdese e alcuni luoghi
storici. Lo scrittore istriano,
morto il 21 maggio a 64 anni,
di cultura cattolica ma permeata di suggestioni mitteleuropee, cresciuto fra collegi
e seminari, aveva colto il fascino di Pier Paolo Vergerlo,
vescovo di Capodistria a metà
del ’500, e aveva intrecciato la
vicenda di quest’ultimo, che
aderirà poi alla Riforma in
Svizzera e in Germania, con
la rievocazione dei luoghi
della propria infanzia.
La figura di Vergerlo prendeva parte al progetto che
Tomizza ha seguito per tutta
la carriera: la ricostruzione, a
metà fra storia e impressioni personali, di un mondo,
quello istriano, pervaso da
scontri e dolcezze, sospetti e
innamoramenti, frontiere
tracciate sulle carte e negli
animi, sconvolte e ritracciate,
riscOnvolte e scolpite nei sentimenti. Conflitti di varia natura e varie epoche si sovrappongono nei libri di Tomizza:
proprio nel Male viene dal
Nord (citazione di Geremia 1,
14, come notava Aurelio Penna recensendo il libro per La
luce del 9 novembre 1984),
l’ampia introduzione autobiografica rievoca gli anni
dell’antifascismo e del dopoguerra, le incomprensioni fra
le etnie, il senso di provvisorietà e di marginalità sociale,
i turbamenti dell’adolescenza e l’affetto, nonostante tutto, per la propria terra. Tutti
temi che si trovano negli altri
libri, dal più scopertamente
Spsdizione
art.2oomn
measodi
^mittente
L’Editore si
ès
SPC
sport»
tata m
scente
stica a
no, da
sempr
slovac
pubbli
grò da
Lo scrittore Fulvio Tomizza
autobiografico L'albero ài
sogni (1969) all’ultima recente raccolta di racconti M
chiaro della notte (1999), tutto trasfigurato nella dimensione del sogno nonostante i
richiami realistici e perfino
crudi all’esperienza delle più
recenti guerre della Jugoslavia in via di dissolvimento.
Anzi, è lecito in questi brerissimi racconti cogliere intsaà
e sovrapposizioni fra le esperienze dirette dello scritM
fanciullo e quelle dell’altroit
ri, perfettamente plausibil
anche per la sua sensibiliti
d’allora.
Ciò non toglie che il romanzo su Vergerlo (Capodistria 1497, Tubinga 1565),
umanista innanzitutto, poi
avvocato e magistrato, nunzio apostolico, vescovo e poi
aderente alla Riforma nella
comunità svizzera degli esuli
italiani di Vicosoprano, sia
opera estremamente documentata, con ampia bibliografia che testimonia di ricerche d'archivio sulla corrispondenza dell’epoca: vi figura anche la monografia di
Emilio Comba contenuta nel
ìiostri protestanti (Claudiana,
1887). In questo confronto
Tomizza cercava forse uno
stimolo oltre i tormenti interiori: «...un appello aH’azione
e all’impegno - scrive nell'in'
troduzione di «Quattrocento
anni dopo» - opposto ai richiami alla pazienza, alla
prudenza, alla mortificazione, che avevano semp[f
smorzato i miei impulsi pw
veri». Una ricerca mai co®’
pinta, dunque, un’ansia pO’
renne di trovarsi davvero a
proprio agio, che lo riconduceva volentieri alla terra e alb
tradizione, in un destino di
errabonda ricerca: «Mene
andai anche di lì...», è una
frasetta all’apparenza banale
ma illuminante, di uno degù
ultimi racconti.
Questa esigenza di rielaborare continuamente, in
scrittura quasi terapeutioe
lavorata e sofferta, voleiitie
epica e tuttavia di non faci
lettura, si traduceva anco
nell’attitudine deH’uorno: a
titudine che ricordo voi
all’ascolto delle vicende va
desi che, forse maldestra^
mente, gli illustravo in
Pellice, vicende che ascolta
con ideale simpatia,
Regie
Il Ci
eie
)er
I
con lo sguardo sempre altr°.
ve, lontano e umanissimo,
chi riconduce luoghi e per®
naggi incontrati al confroo
di un’insopprimibile
di confronto con l’interiori
7
triano
già
;ra
ben dei
la recenOliti Nel
399), tut1 dimenostante!
perfino
delle più
Jugosla'i mento,
ti brmsÍ iniSTO
le es^
scritw
l’altro»
lausibil
nsibiliti
le il ro('.apodia 1565),
itto, poi
to, nunivo e poi
na nella
?gli esuli
ano, sia
e docu1 bibliodi ricera cornea: vi figrafia di
Ulta nel
au diana,
■ nfronio
rse uno
liti inteir azione
1 neirìDtrocento
ito ai riza, alla
ificaziosempra
misi più
lai cornnsia p^’
ivvero a
ricondurrà e alla
■stino di
«Me ne
,>, è una
I banali;
no degù
rielabo
, in una
peiitioa;
olentiefi
)ii facili
a anebe
imo: allo volta
nde vai'
destrain Torte
scolta''a
eppft®
re altre;
simo, d'
e persf
rnfronta
bisogii"
erioritù
dizione in a.p. 45%
^gooruma 20/B legge 662/96 - Filiale diTorino
^ftso di mancato recapito si prega restituire
jj tltldonte presso i’Ufficio PT Torino CMP Nord.
r'gditore si impegna a corrispondere il diritto di resa.
Fondato nel 1848
SPORT IN FESTA A LUSERNA — La «Festa dello
sport» organizzata dal 3S a Lusema San Giovanni è diventata maggiorenne: 18 edizioni con una partecipazione crescente sia numericamente sia come discipline. Dalla ginnastica artistica (ved. foto) alla pallavolo, all’atletica, pallamano, danza sportiva, tennis, pallacanestro, calcio. La festa è
sempre più internazionale: consolidato il gemellaggio con la
slovacca Prievidza, si sono aggiunti atleti da Zvolen (Repubblica slovacca), Fola (Croazia) e da Niksic nel Montenegro da dove è arrivato un gruppo di pallavoliste.
A
A A
VENERDÌ 4 GIUGNO 1999
Le belle giornate trascorse
in occasione del gemellaggio fra Pomaretto e Mirabel-et-Blacons ci hanno anche
permesso di riflettere sul senso della festa, sulla vita, sulla
chiesa e la sua presenza nella
società. Come chiese riformate, in un tempo che favorisce
ogni giorno l’individualismo,
abbiamo a volte la tentazione
di lasciare da una parte un
mondo religioso, tutto nostro,
con le sue regole e il suo linguaggio, la sua morale, nettamente separato dall’altra parte della vita, la società, senza
che vi siano ponti di comunicazione fra di loro. Da una
parte il culto, le riunioni serie, le tradizioni e i simboli,
dall’altra il divertimento, la
festa, i problemi e le gioie. E
ANNO 135-N. 23
LIRE 2.000 - EURO 1,03
LA PRESENZA NELLA VITA PUBBLICA
CREARE IL PONTE
MICUEL ANGEL CABRERA
questo lo si vede anche all’interno della stessa predicazione, intesa soprattutto come un
sermone pronunciato dal pastore; si ascolta passivamente, il canto è debole e la festa
per l’annuncio della Parola è
stereotipata, ritualizzata.
Certo sarebbe ingiusto e
falso dire che i nostri laici
non hanno una presenza importante nella vita quotidiana
e pubblica; Pro Loco, Comu
ne, gemellaggi: sono occasioni e spazi dove gli evangelici
danno un contributo molto
importante alla società. Non
si tratta dunque di proporre
un nuovo risveglio nel nome
di una «vera chiesa riformata» o per paura della secolarizzazione. Si tratta invece di
scoprire di nuovo nella vita la
dimensione eterna, mondana
e storica dell’Evangelo e bisogna dire che forse oggi la
nostra risposta al progetto
aperto e liberatore dell’Evangelo è confusa quando cerchiamo di promuovere la nostra identità protestante sulla
base di un isolamento sociale
nella sicurezza dell’istituzione-rifugio, dove si parla molto di storia e cultura ma senza
essere noi stessi ponti di incontro e comunicazione con
gli altri, con la società.
Dobbiamo cercare di avere
un dialogo culturale e creativo, capaci di offrire il nostro
contributo e la nostra testimonianza senza dipendere dall’
«agenda» degli altri; cambiare
la nostra maniera di pensare,
aprire il cuore alla novità dell’Evangelo e quindi anche agli
altri, alla festa del popolo o ai
problemi del mondo.
Regione Piemonte
Il commercio
e le scelte
|)er il futuro
/ Il commercio piemontese
pare reagire bene alla fase di
ristrutturazione di cui è stato
oggetto. Dai dati resi noti, relativi alle analisi condotte sul
settore dall’Osservatorio regionale, dal '91 al ’97 nel
commercio il livello occupazionale si è attestato attorno
ai 100.000 occupati registrando però una flessione nel
commercio tradizionale di
4.100 posti di lavoro compensata dalla distribuzione organizzata che ha creato in questi
anni 5.200 nuovi posti.
Dai dati dell’Osservatorio,
rispetto all’inizio degli Anni
90 sono diminuiti i negozi tradizionali, che ora sono 63.600
(3.000 in meno), mentre è aumentato il numero dei punti di
vendita della distribuzione
moderna, che a fine ’98 contava 577 minimarket, 483 supermercati, 25 iper, 45 grandi
magazzini. 48 centri commerciali. In Piemonte tuttavia la
diffusione degli esercizi risulta essere molto diseguale e ci
sono addirittura 54 comuni
privi di negozi, e ben 501 che
hanno solo esercizi inferiori
agli 80 mq; mentre in 120 comuni esiste almeno un minimarket, in 101 almeno un supermercato e 44 ospitano
strutture di vendita con superficie superiore ai 2.500 mq.
«In Piemonte - ha osservato l’assessore regionale al
Commercio, Gilberto Pichetto - nonostante il livello dei
consumi piuttosto alto, i centri commerciali, che rappresentano la tipologia più avanzata di esercizio commerciale, sono 48, contro i 102 della
Lombardia. vSulla base dell’andamento della varie tipol(>Sle commerciali, credo si
possa dire che la grande distribuzione ha soppiantato i
piccoli negozi prevalentemente nell’alimentare, mentre
P®f gli altri generi si è verificato un effetto di traino e di
ammodernamento della rete».
Il 5 e 6 giugno la Conferenza distrettuale delle chiese valdesi
Le chiese e la guerra nei Balcani
FEDERICA TOURN
E passato un altro anno ecclesiastico e con il caldo
di un’estate precoce è di nuovo tempo di Conferenze distrettuali della Chiesa valdese. A Luserna San Giovanni
.sabato 5 e domenica 6 giugno
si svolge la Conferenza del I
distretto: i temi dibattuti e le
opere messe in cantiere l’anno
scorso sono stati molti e non
mancano le proposte di lavoro
per il futuro. Secondo le indicazioni della commissione
d'esame, composta da Franco
Taglierò, Anita Tron, Loretta
Cardon e Davide Dalmas, sono innanzitutto quattro le linee guida da proporre aH’assemblea in questi due giorni,
nell'intenzione di affrontare
non solo le questioni dell’amministrazione quotidiana ma i
temi generali della vita delle
chiese. «In primo luogo per
ridurre l’isolamento e agevolare la tendenza alla collaborazione - spiega il pastore
Franco Taglierò, relatore della
Cde - bisogna individuare le
contraddizioni interne alle nostre comunità, che da una parte esprimono una forte ten
denza all’individualismo, come le corali, e dall’altra tentano di realizzare delle costruttive collaborazioni interparrocchiali». Importante è poi la
questione del^ rapporto con il
territorio: «È preoccupante
che nelle relazioni con gli enti
pubblici si sia sempre in discussione - continua Taglierò
- sarebbe invece importante
che le chiese si preoccupassero di organizzare una linea
politica comune».
Sempre a proposito delle
dinamiche fra chiesa e territorio, Taglierò insiste sull’importanza di sviluppare delle
attività culturali in senso generale per elaborare una risposta da dare a chi ci chiede
di noi, della nostra realtà di
chiesa (e non solo della nostra storia), per non rischiare
di arrivare a rimorchio di iniziative imposte dall’esterno.
Su questa linea si pone anche
l’ultimo tema forte da proporre all’assemblea del I distretto: l’attenzione alla comunicazione con gli altri, in primo
luogo con la Chiesa cattolica.
«Bisogna riflettere su come
presentarci e comunicare chi
siamo - spiega ancora il pa
store Taglierò - utilizzando
nel modo migliore anche
strumenti come Radio Beckwith o L'eco delle valli».
Se la Cde propone di alzare
la testa dai problemi pratici
per discutere anche di temi di
più ampio respiro, la posizione del presidente della Commissione esecutiva del I distretto, Luciano Deodato, è
ancora più radicale: «Quest’
anno non dobbiamo pensare
tanto all’organizzazione interna delle nostre comunità
quanto alla guerra nei Balcani
- dice infatti il pastore Deodato - Tutti i nostri problemi
si azzerano di fronte a questa
urgenza ed è questo il contesto in cui si deve muovere la
predicazione e l’azione della
chiesa oggi». È una questione
tragica e complessa che investe tutti, anche qui nelle Valli:
«Gli effetti di questa guerra si
sentono nella nostra vita, nonostante la distanza e sarebbe
importante che le nostre chiese dibattessero il problema e
prendessero una posizione
netta», spiega Deodato, e aggiunge: «Il fatto è che non c’è
la volontà di farlo. Questa
guerra ha già diviso le comu
I lavori della Conferenza distrettuale del 1998
nità e rivelato le due anime
della Chiesa valdese: da un
lato quella pacifista, medievale, deH’ama il tuo prossimo, e
dall’altro quella nata dalla
Riforma, che ha accettato lo
stato e la dimensione politica
della chiesa visibile come parte della storia nel bene e nel
male e che quindi prende in
considerazione anche la guerra come un elemento che va
accettato o respinto a seconda
delle conseguenze».
La Conferenza distrettuale
è convocata nel tempio di San
Giovanni per le 9 del mattino
di sabato; nel pomeriggio sono previsti i lavori per gruppi.
Dopo l’esilio del 1699 ve ne fu ancora un altro: quello determinato dalle
famose «Istruzioni al Senato di Piemonte» che, illustrando l’editto del 20 giugno 1730 davano il colpo finale al valdismo nel Pragelatese: seguendo il percorso della Svizzera, altri 840 valdesi andarono a raggiungere i fratelli in fede già
sistemati nelle varie colonie. Tra le vane
difficoltà di insediamento, a cui abbiamo
già accennato, vi fu anche per i contadini quella di adattarsi al triplice avvicendamento nella coltivazione a semente
dei campi in uso in Germania. Inoltre le
capre dei valdesi facevano inorridire i
tedeschi perché brucavano tutto ciò che
prosperava nei boschi. Scarseggiavano i
prati e non mancarono dispute per il toraggio e per il concime. Anche 1 acqua
era a volte un problema; a Waldensberg
bisognava scendere a valle mezz ora per
trovare la sorgente e poi rifare la strada
in salita con i secchi pieni!
Quanto ai pastori, era essenziale che
IL FILO DEI GIORNI
CON VEDOVA
__________a cura di MARCO ROSTAN________
sapessero il francese e che fossero di
formazione riformata. Non era facile trovarli anche perché le comunità potevano
pagare loro uno stipendio molto basso.
Dovevano essere ceìibi, principianti e da
loro ci si aspettava che sposassero l’eventuale vedova del loro predecessore,
onde risparmiare il sussidio che veniva
corrisposto alle vedove!
I pastori ricevevano uno stipendio,
chiamato allora pensione, che giungeva
in genere dai Paesi Bassi o dall’Inghilterra, molto spesso in ritardo e a volte ridotto: le comunità erano troppo piccole e
povere per intervenire e, per dare un’idea
di quanto fosse difficile la situazione, si
racconta di una disputa avvenuta per sapere se bisognava pagare al pastore la
decima anche sul mosto fatto di pere di
pessima qualità.
11 maestro di scuola era in genere una
persona del posto disponibile, più istruita, che faceva scuola a casa sua e in chiesa aveva il compito di intonare gli inni e
leggere la Scrittura. Vi era poi il grosso
problema della lingua: a casa, tra di loro,
parlavano in patuà; in chiesa si predicava
in francese; a scuola i bambini dovevano
studiare a memoria il francese, cosa che
non sempre capivano. A poco a poco,
malgrado il divieto di immigrazione, arrivarono nelle colonie dei tedeschi: artigiani, fabbri, carradori di cui si aveva bisogno. Cominciarono i matrimoni misti
tra valdesi e tedeschi e si dovette affrontare la questione del battesimo e dell’educazione dei figli.
(da T. Kiefner, / valdesi in Germania, in / valdesi e l’Europa, Società di studi valdesi, 1982)
Come è usanza, i lavori di domenica dovrebbero riprendere alle 8,30 con un’interruzione per il culto alle 11, tenuto
dal predicatore locale Flavio
Micol. La Ced uscente (Luciano Deodato, Liliana Viglielmo, Milena Grill, Maria
Angela Anrico, Marco Bellora) ha lavorato a lungo per
dare coesione al distretto e
per attuare le decisioni prese
nella scorsa Conferenza, prima fra tutti la cura d’anime
nella diaspora del distretto
(pianura del Pinerolese e del
Saluzzese); si tratta però, come ha detto la stessa Commissione d’esame, di progetti
complessi che sono stati appena imbastiti e che hanno bisogno di tempo per dare frutti
visibili. Poi naturalmente si
parlerà di diaconia, di giovani, di assetto delle chiese: ma
con un occhio attento alla politica internazionale, perché
«questa guerra è la cartina di
tornasole delle nostre chiese
oggi», conclude Deodato.
La Conferenza
del I distretto
Si svolgerà a Luserna
San Giovanni i giorni
5-6 giugno
Il culto della domenica si
terrà nel tempio dei Bellonatti alle ore 11 e sarà
presieduto dal predicatore locale Flavio Micol
8
PAG. Il
Villar Perosa: lavori didattici sul tema della pace
MUORE DI OVERDOSE: TRE ARRESTI A TORRE PELLICE — Nella notte fra sabato e domenica 30 maggio i carabinieri del 118 hanno trovato nella sua abitazione in via
Volta a Torre Pellice il corpo di Giovanni Santoro. Le indagini immediatamente condotte hanno permesso di individuare in una doppia dose di eroina la causa della morte dell’uomo; dagli interrogatori condotti dai carabinieri di Torre Pellice è stato possibile risalire alla vendita al Santoro, nella stessa sera del sabato, di due dosi di eroina da parte di Sergio
Bricco, di 29 anni, e di Fabrizio Armand, 30 anni, entrambi
abitanti a Torre Pellice, e di Luca La Torre, senza fissa dimora. I tre sono stati arrestati con l’accusa di aver causato la
morte di una persona come conseguenza di un altro reato.
DRAMMA NEL CIELO DI CAVOUR — Due sfortunati piloti amatoriali, Riccardo Plos, di Roletto, e Luca Del Nero,
di Rivalta, mercoledì 26 maggio, verso l’ora di cena, si sono schiantati al suolo in un campo di mais a Babano, una
frazione di Cavour, con il velivolo ultraleggero «Storch»; i
due erano partiti poco prima dal campo volo di Garzigliana: le fiamme che si sono sviluppate subito dopo l’impatto
hanno distrutto il velivolo. Sono in corso le indagini anche
per individuare le cause dell’incidente.
OPERAZIONE «STELLA ALPINA» — Nel primo fine settimana di giugno la sezione di Pinerolo dell’Associazione
nazionale alpini propone nei 49 Comuni del territorio l’operazione «Stella alpina». Nelle piazze dei paesi sabato 5 e
domenica 6 giugno saranno distribuiti vasetti con stelle alpine e le offerte ricavate saranno destinate, per volontà di
tutti capigruppo delle sezioni Ana (sono 48 le sezioni e
4.433 i soci iscritti), alle comunità ospitanti portatori di
handicap, in particolare l’istituto «Uliveto» di Lusema San
Giovanni, il Centro socio-terapeutico di Pinerolo e quello di
Perosa Argentina, la Casa Brun con sede a Vigone.
5 GIUGNO: GIORNATA DELL’AMBIENTE — Il 5 giugno
è la «giornata mondiale dell’ambiente»; anche la Comunità
montana vai Pellice promuove alcune iniziative sul tema. In
particolare, con appuntamento alle 10 presso il laboratorio
territoriale della rete regionale di servizi per l’educazione
ambientale di via Volta 6 a Luserna San Giovanni, verrà
fatto il punto sui lavori in corso sul tema dell’ambiente. Si
parlerà del compostaggio del verde alla scuola agraria di
Osasco, del monitoraggio delle acque dell’Angrogna, del
Pellice e del Lusema, della qualità deU'aria in vai Pellice.
della tipica launa alpina nel Pinerolese, delle iniziative della
scuola sul tema della raccolta differenziata e sarà esposta la
mostra sullo stambecco in vai Pellice e Queyras.
LE DONNE IN NERO AD AVIANO — Il gruppo di «Donne
in nero» del Pinerolese, che ogni sabato tra le 16,30 e le
17,30 manifestano contro la guerra in piazza Cavour a Pinerolo, organizzano per domenica 6 giugno un pulmann per
Aviano. insieme ad altri gruppi del territorio. Per informazioni telefonare al Circolo Stranamore (0121-374981).
FURTO AL CENTRO VACANZE DI BOBBIO — Appro
fittando dello svolgimento della fase finale del torneo di
calcio del Centro vacanze dell'Esercito della Salvezza a
Bobbio Pellice. domenica verso le 18 un giovane pregiudicato, Raffaele Brescia, 43 anni, di Pinerolo, ha asportato
circa 3.000 pesetas dalle stanze in cui erano ospitati i ragazzi della squadra di Tenerife. II Brescia è però stato arrestato
pochi minuti dopo dai carabinieri di Torre Pellice.
BOMBE DELLA SECONDA GUERRA A POMEANO —
Due ordigni bellici risalenti al secondo conflitto mondiale
sono stati rinvenuti lungo una strada in località Pomeano a
Pramollo; sono intervenuti i carabinieri e successivamente
gli artificieri per escludere ogni pericolosità alle due bombe.
RICHIESTA DI DICHIARAZIONE
DI MORTE PRESUNTA
Con ricorso al Tribunale di Pinerolo, i signori Ivan
Vemey in proprio e quale legale rappresentante del minore William Verney, Giacomo Verney e Lucia Verney,
hanno chiesto la dichiarazione di morte presunta del signor Carlo Vemey, nato a Osasco (To) il 1” giugno del
1907, rispettivamente prozio e zio dei ricorrenti, del quale non si ha più notizia dal 27 aprile del 1986, data in cui
è scomparso durante una passeggiata in Pinerolo (To).
Chiunque abbia notizie dello scomparso le faccia pervenire al Tribunale di Pinerolo (To) - Cancelleria Volontaria Giurisdizione.
avvocato
Alberto Biscaro
Delle Valli ’^àldesi
VENERDÌ 4 GIUGNO
19)5
Inaugurato a San Germano il Palazzetto
Spazio per lo sport
DAVIDE ROSSO
Fra una nutrita cornice di
pubblico domenica 30
maggio è stato inaugurato a
San Germano in vai Chisone,
dal sindaco, Roberto Bergeretti, e dalle autorità comunali
e valligiano, il nuovo Palazzetto della sport che sorge sul
terreno di quello che fu un
tempo il vecchio campo di
calcio. L’idea di costruire il
nuovo Palazzetto sangermanese è nata nel lontano 1987
e si legava allora alla legge
per i mondiali di calcio «Italia ’90». Il progetto dell’87,
redatto dall’architetto sangermanese Renzo Bounous, prevedeva la costruzione dell’intero complesso sportivo di
San Germano che oggi con
l’apertura del Palazzetto vede
la sua conclusione, dopo che
nel ’95 era stata completata la
realizzazione del vicino campo da calcio, e si compone
ora, oltre che di questi due
impianti, anche di un campo
da tennis e di un campetto
sempre calcistico.
La manifestazione di inaugurazione del nuovo impianto
ha visto come madrina d’eccezione Tiziana Nasi, presi
dente del comitato «Torino
2006», che ha voluto sottolineare il fatto che rimpianto
può essere «una piccola grande goccia per il futuro della
valle» nell’eventualità che il
Comitato olimpico internazionale accetti la candidatura di
Torino alle olimpiadi. Ma, come è stato ricordato dalle au
Nelle scuole
Riflessioni
sulla guerra
torità presenti, questo impianto, che non vuole porsi come
concorrente ovviamente agli
altri impianti valligiani, risponde fin da subito all’esigenza di avere sempre nuovi
spazi dove praticare sport in
valle a fronte di una domanda
crescente in questo senso da
parte dei giovani e delle associazioni sportive presenti sul
territorio, come testimonia il
gran numero di iscrizioni alle
varie manifestazioni e attività
sportive valligiano.
L’inaugurazione dell’impianto si è aperta con una dimostrazione di un gruppo di
tennisti disabili della Uicep
Torino (le regole sono le stesse dello sport in piedi ma è
concesso il doppio rimbalzo),
ed è stata animata dall’esibizione delle bambine e delle
ragazze della palestra Body
building di Pinerolo.
Un momento della cerimonia di inaugurazione
Gli studenti e gli insegnanti
dell’istituto «F. Marro» di
Villar Perosa si sono interrogati sulla guerra nei Balcani e
sulle sofferenze che sta causando ai bambini, alle donne,
agli uomini. Inoltre in ogni
scuola materna, elementare e
media a Porte, Inverso Pinasca. San Germano, Pinasca e
Villar Perosa si sono affrontati i temi dell’educazione alla
pace presenti nel percorso
educativo; ogni finestra delle
scuole porta la scritta «pace»
come messaggio del lavoro
svolto. Il Consiglio di istituto
ha deliberato la partecipazione a una raccolta di materiali
in solidarietà con i profughi
del Kosovo, svolta in collaborazione con il Comune e la
Protezione civile di Pinasca.
Il 2 giugno si è svolto un incontro condotto da Claudio
Canal su «ragioni della guerra, ragioni della pace».
La conclusione dell’anno
scolastico è inoltre caratterizzata da varie iniziative; dopo
una serata teatrale realizzata il
28 maggio a Pinasca, ci sarà
un altro spettacolo a San Germano, il 4 giugno alle 14,30
alla Casa degli alpini; a Inverso Pinasca, l’8 giugno, alle
14,30 alla Pro Loco è prevista
una mostra dei lavori e il bazar; il 12 giugno, al Campo
sportivo di Malanaggio è organizzata una spaghettata con
giochi e altro; a Villar Perosa,
alle 14,30 del giorno 8, presso
la scuola materna, «Festa itinerante» (scuola elementare) e
«Festa del libro e dei lavori»,
il 9 camminata di genitori e
bambini con pic-nic alla frazione Caserme Molliere; sempre a Villar, alla scuola media,
nei giorni 8, 9 e 10 varie attività, visita ai laboratori, mostra dei lavori, concerto di
flauti della scuola.
Hanno raggiunto Luserna San Giovanni malgraido la guerra
Giovani atlete del Montenero
Dopo aver temuto fino all’ultimo di non poter partire c
dopo quasi 48 ore di viaggio,
parte in pullman parte in nave
mercantile e treno, sono arrivate a Luserna San Giovanni
in vai Pellice le 11 ragazze
della Zoc, la squadra di pallavolo femminile di Niksic,
piccolo centro del Montenegro, per partecipare alla XVIIl
edizione della «Festa dello
sport». La presenza della
squadra di Niksic ha rappresentato un evento fondamentale per l’intera manifestazione come occasione di pace e
solidarietà. Le giovanissime
atlete monténégrine, tutte studentesse tra i 15 e i 17 anni,
sono arrivate in Italia accompagnate dal loro viceallenatorc Zoran Bojic, superando difficoltà pratiche e burocratiche
non indifferenti.
«La nostra capitana, Marija
Radoicic - dice il trentottenne
Bojic, un elettrotecnico - non
è qui con noi perché la sua famiglia temeva che a causa
dello stato di guerra potesse
capitare qualcosa durante il
viaggio. In realtà il percorso
non è stato pericoloso, anche
se abbiamo visto dalla nave
numerosi aerei da guerra». La
squadra montenegrina è al
momento l’unica rappresentativa sportiva locale in trasferta
all'estero, mentre in Montenegro tutti i campionati sportivi
e le manifestazioni collaterali
sono stati sospesi da circa un
mese, anche perché molti sia
tra gli atleti che tra i prepa
ratori sono sotto le armi: fra
loro si trova tra l’altro proprio
l'allenatore titolare della Zoc
di Niksic, fratello di Zoran
Bojic. «Per tutti gli uomini tra
i 16 e i 50 anni è impossibile
andare all’estero proprio a
causa dello stato di guerra dice ancora Bojic - e seppure
fino a oggi nel nostro paese la
guerra balcanica non ha fatto
grandi danni, indubbiamente
la nostra vita è cambiata. Per
noi è stato possibile uscire dal
Montenegro perché la richiesta della partecipazione della
nostra squadra di pallavolo alla “Festa dello sport’’ era stata
inoltrata sin dallo scorso ottobre, inoltre il Coni ha garantito per noi, e fondamentale è
stata soprattutto la solidarietà
di tutti coloro che in Italia, in
vai Pellice in particolare, ci
hanno aiutato in tutti i modi a
compiere questo viaggio».
Le giovanissime atlete dal
canto loro sono tutte alla prima esperienza sportiva internazionale e si trovano per la
prima volta in Italia, quanto
mai felici di avercela fatta a
uscire dal Montenegro, seppure per una brevissima trasferta. La speranza è quella di poter ricambiare presto l’ospitalità per un torneo in Montenegro. dove la pallavolo ha una
lunga tradizione. «Siamo contro questa guerra - dicono
Maria, Tania, Ivana, Ana e
tutte le pallavoliste della Zoc
di Niksic - e in maggioranza
il nostro popolo desidera che
smettano i bombardamenti».
Lo sciopero agli ospedali valdesi
• In riferimento alle lettere pubblicate sui due scorsi numeri
del nostro giornale sullo sciopero del 13 maggio indetto dal
sindacalismo di base contro la guerra nei Balcani, abbiamo ricevuto una comunicazione dalla Segreteria regionale del medesimo sindacato che conferma, ai sensi della normativa vigente. di averne inviato comunicazione via fax anche alla direzione della Ciov a Tone Pellice. La direzione della Ciov,
prendendone atto, conferma di non avere ricevuto tale fax né
alcuna comunicazione, come di solito avviene, dalla Regione.
«Spazio ragazzi):
Alla Fiera
del libro
Marco Vola, proprietari
della libreria Volare di
rolo, è uno dei 13 librai c|,
quest’anno alla Fiera del lib,
di Torino hanno gestito j,
«Spazio ragazzi». Una granj
area riservata ai ragazzi dai^
anni in su, anche se ovvi)
mente non era vietato
gresso ai genitori o ai fratej
minori, in cui oltre a trovi
libri e vari altri prodotti.
l’editoria i giovani visitato”
della Fiera potevano gioca,
partecipare a incontri, coi
frontarsi con strumenti n
mediali, ricevere idee e
gerimenti sulla Fiera.
«L’iniziativa - dice Mar«
Vola - ha avuto un success
notevole basti pensare che,
5 giorni di apertura della nu
nifestazione, in questo sp
sono stati venduti circa 14,
libri. Nel suo insieme è stali
un esperienza interessante cl*
merita di essere ripetuta». So
no stati soprattutto i giovani
lettori nella fascia tra gli 8 ei
10 anni ad acquistare librine!
lo «Spazio ragazzi» (il 21%\
seguiti dai ragazzi tra i 6 e gl
8 anni (il 20%). Ma la Pierai
davvero un modo per far riscoprire alle persone la lettura? «Non ne sono convintodice Vola -. È una manifestazione sempre più commerciale, a cui la gente va per pattecipare e in cui predominanoi
gadget, l’omaggio. Mi aspettavo un pubblico che mirasse
alla ricerca di quei libri un po'
più difficili da trovare di case
editrici minori. L’utilità della
Fiera dovrebbe essere quella
di far conoscere il libro «se
questo è fatto in modo»mereiaio non serve certamte
a far riscoprire la lettura».
Posta
Day hospital inutile?
È stato scritto da persona
autorevole che il 100% dei ricoveri in day hospital all'
Ospedale valdese di Torre
Pellice sono del tutto inutiliDevo dire che la mia esperienza personale contraddice
tale affermazione. Nell’agosto di 7 anni fa, proprio quando molti ospedali lavorano a
ritmo ridotto, mi presentai
all’ospedale di Torre Pellice
perché la sera prima mi et®
scoperto un nodulo mammario abbastanza profondo da
essere rimasto inavvertito fi;
no allora. In pochi gic®!
l’ospedale mi organizzò tutti
gli esami necessari, tantoché
già il 24 settembre entravo al
Sant’Anna di Torino e fuia®'
bito operata di un tumore maligno di più di 2 cm.
Alla rapidità degli esami
day hospital e aH'abilità dei
chirurghi del Sant'Anna dev®
ormai 7 anni di vita attiva®
serena. Soldi sprecati? Pe(
pubblica amministrazione
for
se; non certo per me e perej"
mi vuol bene. EvidentemetiK
avrei potuto seguire la tran
dei vari ambulatori, con u
rdend®
costo minore, ma per
giorni nel mio caso prezios*
fare la coda nelle varie sa
d’aspetto, per le prenotazio ,
gli esami c il ritiro dei retet ■
Oppure, più probabilrnen '
data la mia età e le mie con
zioni. avrei trascorso un p
riodo molto più
Sant’Anna per gli esami P
ventivi, con un
maggiore. Sono quindi c
vinta che il ricorso al day
spital sia stato, almeno,
non solo, nel mio ca.so
ficace, più umano,
anche più economico.
_ pinerol®
VENEF
Un n
L'a
Rein
du
nuovi V
«dsvegl
stiva un
storia c
tutti i V£
si. Il pn
gli stab
Torre Pi
un coni
ambito
Region
vasta ed
data fii
chiuse
conto di
polazioi
locali £
bottegh
attività (
la poliv
creative
rione a]
naie del
to, pres
Galleria
alla prei
pubblicc
mento C'
I SCOI
COIV
lettera firmata
L
9
ZZI»
3prietari
ru’
librai d
a del lii,
gestito],
'na grani
lazzi dai
se ovvi,
dato
ai fratcli
a trovat
idotti
visitato!
0 giocai,
atri, COI
iati muli
lee e su{
ì.
ice Marci
1 successi
re che,
della I
sto spazi,
■ca 14,
ae è stati
ssante eli
tuta». Soi giovali
a gli Sei
; libri nel
■ (il 271
a i 6 e gli
la Pierai
)er far ri
e la
onvintouanifestaimmerciaper
sminano i
Mi aspae mirasse
bri un po'
re di case
ilità della
;re quella
broruase
ado »ertamie
ura».
lutìlel
. persona
)% dei riMtal all'
di Torre
[0 inutili,
ria esp
ntraddice
sleir
fio q
vorano a
rresentai
e Pelli«
a mi ero
mammaondo da
'ertilo fi;
li giorni
izzò tutti
tanto die
ntravo al
e fui SIInore ma
esami in
jilità dei
mia deve
attiva e
i7 Per in
Jone fot;
e perdn
ntemente
la trafila
coll un
ei-dendo
ireziosi a
arie sale
;i refert'ilmeiitnie condì'
:i un p«'
ungo d
ami pr^'
to certo
idi coti'
day h”'
eno, O’*
0 più d'
in íofíio
venerdì 4 GIUGNO 1999
DELLE ^LLI mOESI
PAG. Ili
Un recupero per i vecchi stabilimenti
L'area ex Mazzonis
MARCO FRATINI
Reinventare uno spazio industriale e attribuirgli
nuovi valori significa anche
^risvegliare» un sito che rivestiva un peso particolare nella
storia di una comunità, con
tutti i valori simbolici connessi. n progetto di recupero degli stabilimenti Mazzonis di
Torre Pellice si avvia grazie a
un contributo europeo nell’
ambito del «Docup» della
Regione Piemonte; l’area è
vasta ed è rimasta semidegradata fin dal 1965, quando
chiuse la fabbrica. Tenendo
conto delle richieste della popolazione verranno realizzati
locali ad uso residenziale,
botteghe artigianali, piccole
attività commerciali e una sala polivalente per attività ricreative. Nonostante la posizione apparentemente marginale del complesso, il progetto, presentato sabato 29 alla
Galleria d’arte contemporanea
alla presenza di un numeroso
pubblico, prevede un collegamento con il centro del paese.
Le operazioni di ristrutturazione tenderanno a un mantenimento dei caratteri architettonici originari, prevedendo
inoltre l’impiego sperimentale
di un impianto di riscaldamento e condizionamento a energia alternativa, con il successivo obiettivo di estenderne
l’impiego alle aree circostanti.
La giornata di sabato ha
cercato anche di evidenziare
la storia di quell’insediamento industriale, col suo rapporto con la società e la valle.
L’acquisto degli edifici di
Pralafera e della Stamperia
da parte di Paolo Mazzonis
(nel 1875 e nel 1880) si situava in un periodo di crisi
per le industrie della vai Peliice eppure in zona si era raggiunta una grande concentrazione industriale, attirando
capitali stranieri. Erano così
fiorite varie industrie tessili,
che sfruttavano fra l’altro F
energia idrica; e proprio lo
sfruttamento delle acque fu al
centro di numerose polemiche per la tendenza monopolistica dei Mazzonis.
I scorcio dell’ex Stamperia Mazzonis di Torre Peilice
Sempre più sovente gli studenti del Collegio valdese si formano anche oltre confine
Scambi all'estero e soggiorni individuali
Il fiore all’occhiello del progetto educativo del Collegio
valdese è rappresentato senza dubbio dai viaggi all’estero.
Questi sono strutturati secondo tre tipologie ormai consolidate e complementari tra loro: il viaggio di istruzione, lo scambio di classe, i soggiorni individuali. La scelta della meta è in
funzione alle lingue studiate: Francia, Svizzera, Inghilterra,
Irlanda, Germania, Grecia per gli studenti del classico. Qualcuno, fortemente motivato, sceglie addirittura di trascorrere
un intero anno presso una scuola e.stera. I seguenti articoli
esemplificano i tre tipi di esperienza.
Il trecentenario dei valdesi
in Germania
Ricorre quest’anno il trecentesimo anniversario dell’insediamento dei valdesi in
Germania. Il Collegio valdese
ha accettato con piacere l’invito del pastore Hans Ade per
una visita di quattro giorni
nei luoghi che accolsero i vaidesi nel 1699. Un gruppo
composto da circa 40 persone, tra allievi e accompagnatori, ha così potuto visitare i
villaggi costruiti dai valdesi
nel Württemberg e le comunità protestanti in essi presenti. Gli allievi del Collegio non
hanno svolto solo un ruolo
passivo di osservatori, ma si
sono prodigati nella rappresentazione di uno spettacolo
teatrale che era stato preparato a scuola nei mesi precedenti sotto la guida di JeanLouis Sappé del Gruppo teatro Angrogna e che affrontava il tema dell’arrivo dei vaidesi in Germania in una prospettiva più che mai europea
visto che la recitazione avveniva in tedesco, francese e
patuà. Inoltre in più occasioni
un coro composto dagli allievi e diretto dal diacono Massimo Long ha eseguito un discreto repertorio di canti religiosi. I valligiani hanno por
COMUNITA EUROPEA
PROVINCIA DI TORINO
Pinei
-rolo
E T T E R S I
IN P R O P R
Orientamento e informazioni
sui lavoro in proprio
Affiancamento fino alia
creazione dell'impresa
Numero Verde
Per informazioni
e appuntamenti:
800-146766
L'idea... si fa impresa
^ip - Mettersi in proprio
’'Misura 6.2 - Docup. 1997-1999
^ ^tì'lniziativa della
l^vtivincia di Torino
^®*v/z/o Programmazione Economica
Lagrange, 2-10123 Torino
Mlp è realizzato con il supporto tecnico di
# # « f
CODEX
Confederazione Nazionale
dell'Artigianato e della Piccola
e Media Impresa
tato in terra tedesca anche alcune danze occitane che, in
occasione di una serata comunitaria, hanno coinvolto
italiani e tedeschi. Momenti
importanti per il gruppo sono
stati, tra gli altri, la visita alla
Alfon Kern Schule di Pforzheim, un istituto professionale che fornisce ogni anno una
squadra di falegnami volontari per effettuare lavori di manutenzione al nostro istituto, e
la partecipazione alla festa
che si svolge tutti gli anni a
Schònemberg. Questo paese,
che ospita la casa-museo di
Henri Arnaud, diventa il 1°
maggio punto di raccolta dei
valdesi tedeschi che vi celebrano una festa che ricorda il
15 agosto alle Valli.
(William Jourdan, III anno)
Scambio di classe
a Dublino
Come ogni anno, il Collegio valdese ha organizzato
uno scambio con il Christian
Brothers College di Monkstown, a pochi chilometri da
Dublino. Lo scambio è iniziato a gennaio con F arrivo degli
studenti irlandesi in Italia e si
è concluso con il nostro viag
gio in Irlanda dal 16 al 26
aprile. L’esperienza è stata sicuramente molto positiva per
COLLETTtVO TEOLOGICO «G. MIEGGE» — Do
menica 13 giugno, ai Bastia di Luserna San Giovanni, nell'abitazione di Roberta Peyrot e Marco Rostan incontro del collettivo
teologico «*G. Miegge» dalle 17 alle 22.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 13
giugno pomeriggio comunitario a Bricherasio a partire dalle 14.
PINEROLO — Domenica
13 giugno alle 10 Festa di
primavera nel giardino della chiesa; chi desidera fermarsi per il pranzo può
prenotarsi da Vera Long.
PRAROSTINO — La chie
sa di Grossvilar ha invitato
le comunità di Prarostino e
di Villar Porosa a partecipare i prossimi 10 e 11 luglio ai festeggiamenti per i
300 anni dalla sua fondazione; l'ospitalità sarà offerta dalla chiesa di Grossvilar, mentre il viaggio
sarà a carico dei singoli.
Chi è interessato può comunicare con il pastore di
Prarostino telefono 0121500765 oppure con Aurora
Avondet tei. 0121-501476.
Domenica 13 giugno alle
10 nel tempio di San Bartolomeo culto con assemblea di chiesa, all'odg esame della relazione morale.
TORRE PELLICE — Ve
nerdì 4 giugno culto serale
alla Casa unionista alle 18.
VILLAR PELLICE — Il 6
giugno culto presieduto
dall'Unione femminile.
VILLASECCA — Incontro dell'Unione femminile
giovedì 3 giugno. Culto a
Combagarino domenica 6
giugno alle 9. La corale
avrà il suo pranzo di fine
attività a Cercenasco sabato 12 giugno, prenotarsi al
più presto.
Una recita davanti aiia casa-museo di Enrico Arnaud a Schònemberg
ché ha permesso a noi e ai nostri corrispondenti di scoprire
diversità culturali: musica,
monumenti, piatti tipici. Anche gli sport hanno fatto parte
dello scambio: gli italiani hanno conosciuto Fhurling e il
calcio gaelico: in entrambi è
previsto Fuso delle mani con
ie regole del calcio e rugby.
La partita Juventus-Perugia a
Torino e la gara di hockey tra
Valpe e Como facevano invece parte del programma per
gli irlandesi. Con il cielo perennemente grigio abbiamo
ammirato la natura selvaggia
attorno alle rovine dell’abbazia di Glendalough, situata in
una vallata ricca di vegetazione con due splendidi laghi. La
struttura più importante del
complesso è un’alta e stretta
torre che nel Medioevo segnalava la posizione del monastero e aveva funzione di rifugio:
infatti l’entrata è posta a quattro metri dal suolo. La pioggia
ci ha anche accompagnati nel
centro di Dublino, dove spicca
il Trinity College, un’università di importanza pari a Oxford e Cambridge, nella cui
biblioteca è custodito uno dei
più preziosi libri miniati del
mondo, il Book of Keils. Non
sono mancate le serate passate
tutti insieme, dalla partita a
bowling al locale di musica tipica. Abbiamo assaggiato anche la Guinness, la caratteristica birra nera dal gusto amaro, durante la visita al museo
situato in un vecchio stabilimento in disuso. Abbiamo
scoperto che in Irlanda non si
può essere bocciati, ma per
poter frequentare le università
è necessario raggiungere un
punteggio alto alla fine dell’ultimo anno. Quasi tutti gli
istituti sono privati, sono poche le scuole miste, divise in
base a sesso e religione.
(Luca Del Pero, II anno)
Soggiorno individuale
a Strasburgo
Ottime occasioni per migliorare le personali conoscenze di una lingua straniera
sono i soggiorni individuali
all’estero. A marzo, secondo il
calendario previsto dal piano
di studi, ho trascorso due settimane a Strasburgo, ospite di
una famiglia dimostratasi subito molto gentile. Anche a
scuola ho potuto inserirmi fra
gli amici della mia corrispondente, cordiali e disponibili
nei miei confronti.
Durante queste due settimane ho seguito dei corsi al
Lycée International in cui studiano circa 1.200 allievi di nazionalità diverse. In essa convivono ragazzi stranieri, con
una certa padronanza del francese, e giovani francesi che
conoscono bene una seconda
lingua. Questa scuola, infatti,
mediante l’istituzione di corsi
in lingue straniere come inglese, tedesco, italiano, spagnolo
e russo, offre possibilità di
studio a ragazzi provenienti da
tutto il mondo. Pertanto si tengono lezioni in lingua su letteratura e storia dei paesi di origine, cosicché gli studenti
stranieri accanto ai corsi normali della scuola francese
possono mantenere viva la
propria cultura. Si tratta senza
dubbio di una pregevole iniziativa che contribuisce a
diffondere la tolleranza nei
confronti di culture differenti
e ad abbattere le frontiere del
razzismo. Accanto allo studio
il tempo dedicato alla visita
della città in cui ha sede il
parlamento europeo mi ha
permesso di scoprirne il fascino gotico, dalle guglie della
maestosa cattedrale ai fronzoli
delle antiche abitazioni del
centro storico.
(Lorenza Barolin, III anno)
DAL 5 GIUGNO
DidDj
1ÄW0)
ntRïîMnn
Al CON SCONTI FINO AL
LUSERNA SAN GIOVANNI
VIA 19 MAGGIO, 62/64 - TEL 0121-909667
10
PAG. IV
E Eco Delle làLLi ¥ildesi
venerdì 4 GIUGNO 1999
Concerto al Collegio valdese di Torre
Tempo dì musica
Sesta edizione consecutiva
del concerto di fine anno al
Collegio valdese di Torre Pellice, quest’anno organizzato in
collaborazione con gli studenti dell’istituto Alberti. L’appuntamento è per giovedì 10
giugno, nel cortile del Collegio. Quattro i gruppi previsti
per l’occasione: Sushi, Disco
Inferno, Stiliti e Too Tiki; generi musicali piuttosto diversi,
capaci di creare una curiosa e
insolita atmosfera. I Disco Inferno, ormai conosciutissimi
nelle valli e non solo, tornano
a suonare in zona dopo una
lunga assenza che li ha portati
in giro per tutta Italia.
I Sushi sono un gruppo di
Torino, al primo disco ma già
votati al successo, come ha dimostrato la presentazione del
video «Viaggio in Cina» av
venuta ai Reddocks di Torino:
il genere è definito come
«elettro-pop». Gli Stiliti, provenienti da Cuneo, propongono, il classico e divertente
«ska». I TooTiki si sono formati da poco ma i musicisti
sono in realtà ben conosciuti:
Olmo Costa alla batteria,
Maurizio Fedele entrambi ex
Background, Ivan Barotti, al
basso, arriva dai Triplo malto,
Andrea Raiteri dai Limite: con
loro scopriamo una voce nuova, Sefora Pons. Il concerto
inizia alle 18,30, costo del biglietto lire 10.000; sarà possibile trovare in loco bibite e
panini. I proventi della serata
andranno a Radio Beckwith
per il comitato di solidarietà
prò Kosovo. I biglietti sono in
prevendita da Rogirò a Pinerolo. Info tei. 0121-91260.
Un fine settimana all’insegna del calcio internazionale quella vissuta da Bobbio Pellica: il «merito» è del Centro vacanze dell’Esercito della Salvezza che ha organizzato per il secondo anno consecutivo un torneo che ha visto la partecipazione di squadre da Inghilterra, Spagna, Germania, Svizzera e naturalmente Italia. Sul
Campetto comunale si sono confrontati I calciatori divisi in due gironi. Nella finale la squadra di casa ha battuto il London, mentre
nella finalina per il 3^ posto hanno vinto i tedeschi del Berlino.
Appuntamenti
3 giugno, giovedì
ANGROGNA: Nella biblioteca comunale,
alle 16,30, «La valigia di racconti»: fiabe, leggende e racconti per bambini dai 6 ai 10 anni
presentate dagli operatori del Cisv.
TORRE PELLICE: Nell’Aula sinodale,
dalle 21, incontro su «Le rappresentazioni della morte, una concezione laica, influenze
orientali», con Michele Cerato, psicologo e
psicoterapeuta, e Luisa Sesino, filosofa; modera il pastore Alberto Taccia.
4 giugno, venerdì
BOBBIO PELLICE: Alle ore 16,30, nei locali della biblioteca comunale, si replica rincontro con gli operatori del Cisv sulle fiabe, le
leggende e i racconti da tutto il mondo dedicati
ai bambini.
ANGROGNA: Alle ore 21, nel tempio del
Serre, rappresentazione di «Gli gnomi di gnu»,
tratto dal testo di Umberto Eco, realizzato dal
laboratorio teatrale dei bambini della scuola
elementare di Angrogna, nell’ambito del progetto di sostegno per le scuole di montagna.
TORRE PELLICE: Alle ore 17, nella sala
consiliare della Comunità montana, presentazione del libro «Dis-crimini, profili dell’interculturalità e del razzismo» di Marcella Filippa.
PINEROLO: Al Palasport, alle ore 21, la
compagnia «Scuola di danza di Arcadia di
Giaveno» presenta «L’incanto delle fate»; la
Scuola comunale di danza di Pinerolo presenta
«Sem Palvras» e «Aforismi».
5 giugno, sabato
SAN SECONDO: Nel tempio, alle ore 21,
concerto del trio «Evergreen Music Band».
ANGROGNA: Alle ore 15, al Passel «Lupo
ci sei?», giochi ispirati e dedicati agli animali
coordinati da Giovanni Borgarello, in collaborazione con il laboratorio per l’educazione ambientale della vai Pellice.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle ore 21,
nella chiesa parrocchiale Giovanni Battista,
concerto di Thahita Maggiotto che al clavicembalo eseguirà musiche di Bach, Forquerai,
Couperin e Rameau.
PINEROLO: Alle ore 21, al Palasport, la
Compangia di danza «Teatro nuovo» presenta
«Rapsodia in blue», musiche di George Gershwin; la Scuola comunale di danza di Pinerolo presenta «Hansel e Gretel» e «Don Quijote»
(in replica domenica 6 giugno).
6 giugno, domenica
FENESTRELLE: Dalle 17, al Forte San
Carlo, festa saggio occitana, con presentazione
da parte dei ragazzi delle tre prime medie
dell’Istituto comprensivo «Gouthier» di Porosa
Argentina e delle medie di Fenestrelle, con la
partecipazione dei gruppi «La teto aut», «Silvio Peron e Gabriele Ferrerò»»; dalle 18,45 festa di danze eccitane con i gruppi «Triolet»,
«Silvio Peron e Gabriele Ferrerò» e «Lii Dejblandii». Ingresso libero, disponibile un buffet.
TORRE PELLICE: Alle 15, a Villa Elisa,
campagna finanziaria a favore delle opere sociali dell’Ywca-Ucdg.
7 giugno, lunedì
TORRE PELLICE: Nella sala consiliare
della Comunità montana, alle 21, incontro su
«I figli crescono e i genitori cambiano?», con
Mario Perini, medico psichiatra, psicanalista,
neH’ambito del Progetto giovani della Comunità montana vai Pellice.
8 giugno, martedì
TORRE PELLICE: Alle 17, nella biblioteca della Casa valdese, saggio finale della scuola di musica.
9 giugno, mercoledì
TORRE PELLICE: Alle 17, nella biblioteca comunale, presentazione del libro «Il coccodrillo che prestò la lingua allo sciacallo e altre favole dalla Somalia» di Roberta Valetti e
Suad Omar Esahaq.
VILLAR PELLICE: Alle 21, nel tempio,
saggio della Scuola di musica della vai Pellice.
10 giugno, giovedì
TORRE PELLICE: Alle 18,30, al Collegio
valdese concerto prò Kosovo, organizzato dagli studenti, da Radio Beckwith, dall’Associazione Amici del Collegio. Ingresso lire 10.000.
TORRE PELLICE: Alle ore 21, nell’aula
sinodale della Casa valdese, incontro su «La
concezione cristiana della morte», una voce
cattolica e una evangelica, con Renzo Rivoiro
e Claudio Pasquet: modera gli incontri Alberto
Taccia.
TORRE PELLICE: Dalle 8,30 alle 11,30
all’ospedale, prelievo collettivo di sangue.
11 giugno, venerdì
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 17, alla
scuola media, saggio finale della Scuola di
musica della vai Pellice.
VALLI
CHISONE-GERMANASCA
Guardia medica:
telefono 167-233111
Guardia farmaceutica:
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENICA 6 GIUGNO
Perosa Argentina: Termini Via Umberto l.telef. 81205
Ambulanze:
Croce Verde: tei. 81000 - 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
telefono 167-233111
Guardia farmaceutica:
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENICA 6 GIUGNO
Torre Pellice: Internazionale
-Via Arnaud 8, tei. 91374
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790
E
PRIVATO acquista mobili vecchi-antichi e oggetti
vari: tei 0121-40181.
TORRE PELLICE affittasi settimanalmente monolocale completamente arredato
per una o due persone. Tel.
0121-91969.
AFFITTASI monolocale
arredato libero da fine giugno
in Torino zona lungo Po Antonelli. Tel. 011-8174090.
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via dei Mille, 1 - 10064 Pinerolo
tei. 0121-323422; fax 323831
recapito Torre Pellice
tei. 0121-933290; fax 932409
Sped. in abb. post./50
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. ai sensi di legge Piera Egidi
Stampa: La Ghisleriana Mondovi
Una copia L. 2.000
venere
NI
Quan
entra
gelico vali
avere inct
leoun’in
co, e aver
to che gli
poco ten
camera c
porta app
targhetta
tura: Ospi
dose, assi
persona (
appunto
rassoda;
spedale e
vità. Io ve
re della ci
stra asso
funzionar
Verso h
il pastore
alcuni m
valdese e
non form
l’assister
del nostr
dello di q
all’ospec
Cosìveiin
te animar
sorella E
fratelli e
no al gru
mo, appi
amici del
di Torino!
po, che è
a seconde
sipreser
con fami
Ée poss
s^o de
ììfer pi
de in ca:
ho offrii
di fuo:
slamo ai
lati che
perché p
siamo fi
semplice
Intant
nostro gr
Vigliano,
un certo
costituì c
stra bihl
fu una fc
«Amici»,
ptoblem
ne giunsi
salo e r
fell’ospe
te. La so
■nodo ine
ha già SI
volte, vid
a ci consi
armadio
Per intraprendere un'attività in proprio oltre alle buone idee e alla voglia di lavorare
è necessaria una preparazione di base sia sugli aspetti fiscali, giuridici e normativi
sia sulle tecniche di gestione aziendale. La Comunità Montana Val Pellice vuole
intervenire a sostegno della creazione di impresa e dell'occupazione predisponendo
in collaborazione con la CNA (Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della
Piccola e Media Impresa) un corso di base in 7 lezioni in orario serale, indirizzato
a chi ha da poco iniziato un'attività in proprio o intende farlo. Il corso sarà tenuto
da esperti e tecnici del settore.
Gli argomenti del corso
Che cos'è un'impresa, il ciclo finanziario e le forme giuridiche.
>■ L'impreditore e il finanziamento dell'impresa: l'accesso al credito agevolato e
i rapporti con le banche.
>• Nozioni di economia di impresa: il ciclo finanziario e l'equilibrio, analisi dei
costi, gli indicatori del risultato economico.
>• L'imprenditore e il marketing: marketing strategico e operativo e nozioni di
comunicazione aziendale.
'>■ L'imprenditore e il fisco, obblighi e adempimenti.
iniziato o vuole iniziare
*attivitàin proprio.
>” L'imprenditore e l'ambiente: norme urbanistico-edilizie salute e sicurezza del
lavoro.
>■ Limprenditore e i dipendenti, obblighi del datore di lavoro e diritti e doveri dei
dipendenti.
■i’ip»
DdSd
Il corso è riservato ad un numero massimo di 25 partecipanti e avrà luogo nel
mese di luglio. Il termine per le iscrizioni è fissato al 30 giugno 1999. La quota
di partecipazione è di L. 100.000 e al termine del corso verrà rilasciato
un'attestato di frequenza.
Informazioni e iscrizioni: Comunità Montana Val Pellice - via Caduti per la
Libertà 6, Tome Pellice - tei. 0121.953547 - 0121.953548 - dal lunedì al venerdì
dalle 9 alle 12.
11
39
Il
54
ale
^90
10
:tti
fit
lo
ato
'el.
ale
;no
^n
iffNERDÌ 4 GIUGNO 1999
-—^Vita Delle Chiese
m- L' associazione, nata nel 1980, svolge un'apprezzata opera di assistenza
Gli «amici» deirOspedale valdese di Torino
Ogni ricoverato viene visitato da un membro dell'associazione che gestisce
anche la biblioteca. I culti settimanali e la distribuzione di materiale biblico
PAG. 7 RIFORMA
NINO ROSTAGNO
Quando un ammalato
entra neH’Ospedale evanmlico valdese di Torino, dopo
avere incontrato un infermie[go un’infermiera, e un medico, e aver preso posto nel letto che gli è stato assegnato, in
poco tempo sarà visitato in
camera da una persona che
porta appuntata al petto una
tardetta con la seguente dicitura: Ospedale evangelico valdese, associazione amici. La
persona che si presenta dice
appunto di appartenere all'associazione Amici dell’Ospedale e spiega la sua attività. Io voglio piuttosto parlare della costituzione della nostra associazione e del suo
funzionamento.
Verso la fine dell’anno 1980
il pastore Sergio Ribet radunò
alcuni membri della Chiesa
valdese e disse loro: perché
non formiamo un gruppo per
l'assistenza degli ammalati
del nostro ospedale sul modello di quanto si sta facendo
all’ospedale di Pomaretto?
Così verine deciso e la più forte animatrice del gruppo fu la
sorella Evelina Pons. Tanti
fratelli e sorelle parteciparono ài gruppo che chiamammo, appunto «Associazione
amici dell’Ospedale valdese
diTorino». L’attività del gruppo, che è multipla, si sviluppò
aseconda delle necessità che
si presentavano. L’incontro
con l’ammalato doveva aweÉe possibilmente nel giorno
s^o dell’entrata in ospedaiffer precisare chi siamo,
afe in caso di bisogno possiamo offrire dei piccoli servizi
ili di fuori dell’ospedale, possiamo assistere degli ammalati che ne hanno bisogno
perché privi di parenti, possiamo fermarci anche per
semplice compagnia.
Intanto si era aggiunta al
nostro gruppo la sorella Elena
Vigliano, che portò in regalo
un certo numero di libri: si
costituì così l’inizio della nostra biblioteca. Anche Elena
fauna forte animatrice degli
«Amici». Con i libri sorse il
problema biblioteca perché
ne giunsero molti altri in recalo e l’armadietto datoci
dall’ospedale era insufficiente. La soluzione ci giunse in
nodo inatteso: un malato che
wa già stato ricoverato varie
''Ulte, vide la nostra difficoltà
consigliò di comperare un
annadio grande a sufficienza
da coprire il nostro fabbisogno. Gli dicemmo che non
avevamo i soldi per farlo ed
egli ci disse che intendeva pagare tutto lui e così fece. Anche il problema dei culti domenicali fu risolto in modo da
far partecipare diverse comunità evangeliche della città: la
Chiesa battista la prima domenica di ogni mese; la Chiesa dei Fratelli di via Virle la seconda domenica di ogni mese; la Chiesa valdese la terza
domenica; La Chiesa awentista, nel caso in cui vi siano 5
domeniche nel mese, la quarta domenica; l’Esercito della
Salvezza l’ultima domenica.
Per ben due volte abbiamo
distribuito a ogni letto una
copia del Nuovo Testamento
(abbiamo anche spiegato che
l’asportazione di una copia
del Nuovo Testamento non
sarebbe stata da noi considerata un furto) e in effetti sono
tutte scomparse. Attualmente è stato distribuito a tutti i
letti una copia del Nuovo Testamento nella versione Tilc
con la preghiera di lasciare
tale copia sul tavolino da notte. Nel caso in cui qualcuno
desideri acquistarne una,
possiamo procurargliela.
Abbiamo fatto un volumetto con la raccolta di alcuni
inni per il culto domenicale,
alcuni sono scomparsi ma riteniamo che il numero di
quelli rimasti sia sufficiente
per il nostro uso. In un altro
volumetto abbiamo pure raccolto una serie di Salmi particolarmente indicati per il
tempo della malattia. Le copie sono attualmente esaurite e pensiamo di farne delle
nuove coi testi aggiornati.
Purtroppo durante il per
corso di quasi 20 anni abbiamo avuto della grosse perdite. Evelina Pons, che l’Associazione aveva deciso di nominare presidente onoraria,
ci lasciò all’inizio delT84 dopo aver continuato ad incitarci nella nostra opera presso gli ammalati. Anche a Elena Vigliano avremmo voluto
dire grazie per tutto quello
che ci aveva dato e ci aveva
insegnato. Ma lei, nel suo sti
le di estrema modestia, quasi
in punta di piedi, ci ha lasciati nel marzo 1997.
Quando Elena era con noi
frequentammo dei corsi dell’Anapaca per l’assistenza a
malati oncologici; andammo
a diverse Jaf (Journées de l’aumonerie francophone: Giornate della cappellania francofona) in Svizzera, in varie
località della Francia e anche
a Torre Pellice sempre per
sentire quanto altri ci potevano insegnare di fronte all’incontro con il malato. In fondo
ci insegnarono quello che già
sapevamo: incontrando il malato bisogna amarlo, anche
quando forse non si accorge
della nostra presenza. Amarlo
quando una signora, vicino al
marito in coma, ci chiede di
pregare e a noi è terribilmente
difficile esprimere ciò che abbiamo nel cuore. Amare la
persona che è in una camera
da sola, con gli occhi chiusi e
che ti dice: «La riconosco, ma
non parlo, si metta qui vicino
a me». Prendi una sedia, ti
siedi, prendi la mano di quella persona che sa di essere
amata e senti la vicinanza di
una vita che se ne va.
Dalla Chiesa valdese di Milano
Ecumenismo sì, Giubileo no
L’assemblea della Chiesa valdese di Milano ha votato domenica 23 maggio il documento che presentiamo e che esprime l'atteggiamento della comunità nei confronti del cosiddetto Grande
Giubileo del 2000 della Chiesa cattolico-romana. Il testo è stato
preparato da una riflessione nella comunità e nel Concistoro,
culminata in una giornata di studio in aprile, nel corso della
quale sono emerse le linee portanti dell’ordine del giorno. Certo il
Giubileo indetto dal papa comprende almeno tre elementi: una
sottolinèatura dell’istituto biblico omonimo e quindi del tema
della cancellazione del debito dei paesi poveri; una riflessione su
due millenni di cristianesimo; e naturalmente l’anno santo. La
sensazione dell’assemblea è però che il terzo aspetto sia quello
decisivo e finisca per fagocitare gli altri due: di qui la necessità,
per gli evangelici, di prendere le distanze con nettezza.
Per quanto riguarda il tema spinoso della pratica ecumenica
nell’anno Duemila, il testo intende evitare atteggiamenti estremi:
da un lato, naturalmente, occorre dissociarsi dalle manifestazioni legate all’anno santo e alla sue pratiche (pellegrinaggi, indulgenze, apertura di porte sante e simili): dall’altro non si può permettere alle spinte antiecumeniche obiettivamente presenti
nell’evento giubilare di bloccare un cammino di dialogo e di comunione a cui tutti teniamo e che a Milano hanno portato alla
costituzione del Consiglio delle chiese cristiane. Sembra comunque abbastanza chiaro che nel Duemila tutto, dall’inaugurazione di edifici e strade alla Settimana di preghiera per l’unità dei
cristiani, finirà per essere nel segno del Grande Giubileo del papa
e di ciò occorrerà tenere adeguatamente conto: in particolare, la
partecipazione a liturgie ecumeniche, anche non direttamente
legate al Giubileo, porrà nel prossimo anno problemi più gravi di
quelli affrontati in passato, (f.f.)
Il Centro di Tramonti di Sopra
Il «Menegon» ristrutturato
Il 1° maggio, in occasione
del raduno delle chiese evangeliche del Triveneto, ha
ripreso le proprie attività il
Centro ecumenico «Luciano
Menegon» di Tramonti. Un
centinaio di persone ha potuto visitare l’opera completamente ristrutturata: 14
stanze con bagno proprio (di
cui due per disabili), ampia
sala da pranzo con terrazzo,
sala riunioni e giochi con
spazio verde, locali comuni e
parcheggio. Ci pare doveroso pubblicare un resoconto
delle spese sostenute, di
quanto sino a ora siamo riusciti a pagare e di quanto ci
rimane da saldare, sperando
nell’aiuto e nella solidarietà
di molti, felici di ospitare
chiunque lo desideri.
Entrate: contributo Regione 178.280.000; mutuo bancario (al netto interessi passivi di 5.073.750) 214.926.250;
prestito Eclof 43.000.000; offerte personali, contributi
Per godersi i pri
ella terza età
‘‘Mia madre si è ripresa
la sua libertà
Quando mia madre mi ha detto che si
annoiava a vivere in casa sola tutto il giorno, io le ho suggerito
una soluzione residenziale.^
Lei cercava un posto dove stare con persone
della sua ètà, io le ho trovato una bella villa confortevole con
un parco facilmente raggiungibile dalla città.^
Lei voleva mantenere la sua indipendenza
e le sue abitudini e io ho provveduto ad assicurarle insieme,^
anche un servizio qualificato e un'assistenza continua.
Insieme abbiamo scelto La Residenza e siamo
felici di stare così bene insieme ogni volta che ci vediamo. #
enza
la serenità è di casa
cc
3 E
Via P. Lazzari, 2.5 numero <s CD
21046 Mainale (Va) cortesia 1
Fax 0332 86 10 72 Tel. 0332 42 61 01
chiese II distretto, altre chiese, gruppi, ecc. 69.866.450;
fondi propri 17.000.000. Totale lire 523.072.700.
Uscite: lavori 674.690.259;
spese tecniche 20.000.000;
spese notarili 2.566.000; spese
bancarie 2.674.875; spese per
autorizzazioni 1.317.530; Iva
66.177.924. Tot. 767.426.588.
Importo a debito: lire
244.353.888 (la Tavola valdese ha provveduto a pagare direttamente la prima rata
Eclof in scadenza il 15-111998 pari a lire 9.740.000).
Offerte, doni e prestiti potranno pervenire tramite:
- conto corrente bancario
n. 7170500192 c/o Banca
Commerciale Italiana, Pordenone, ABI 2002, CAB 12500,
intestato a Centro ecumenico
«L. Menegon» Tramonti di
Sopra (Pn);
- conto corrente postale n.
12168597 intestato a Pradolin
Alessio via Santa Caterina 3,
33170 Pordenone.
«In vista delle celebrazioni
connesse al Giubileo cattolico-romano dell’anno 2000,
l’assemblea della Chiesa valdese di Milano, riunita il 23
maggio 1999 in seduta ordinaria,
considerati
- la natura prettamente
confessionale del Giubileo:
- il tentativo di autorevoli
ambienti cattolici volto a presentare la circostanza come
un’occasione ecumenica;
- il carattere pervasivo che
le manifestazioni assumeranno nel paese, nei media e nell’opinione pubblica;
- il largo impiego di denaro
pubblico per iniziative direttamente o indirettamente legate al Giubileo;
esprime
- il proprio profondo senso di estraneità nei confronti
delTevento;
- la convinzione cbe le modalità scelte dalla Chiesa cattolico-romana per celebrarlo
costituiscano un’obiettiva
difficoltà per il cammino ecumenico;
- l’esigenza di fare ogni
sforzo per manifestare con
chiarezza il proprio dissenso
alle sorelle e ai fratelli della
Chiesa cattolico-romana, ren
dendolo altresì noto alle altre
chiese milanesi e all’opinione
pubblica della città;
invita il Concistoro, i rappresentanti nel Consiglio
delle chiese cristiane di Mi- '
lano, i pastori
- a considerare con attenzione l’opportunità di evitare
la partecipazione di rappresentanti della nostra chiesa a
liturgie che direttamente o
indirettamente possano essere associate dall’opinione
pubblica al Giubileo;
- a promuovere, nell’ambito del Consiglio delle chiese
cristiane di Milano, una riflessione sulle conseguenze
ecumeniche del Giubileo;
conferma
- l’impegno della comunità
nel cammino ecumenico;
- la solidarietà a quei settori del cattolicesimo che insieme a noi intendono esprimere il loro disagio cristiano nei
confronti del clima giubilare;
- la lieta convinzione che il
protestantesimo italiano possa e debba proporsi come luogo aperto a tutti in cui vivere
la fede cristiana in forme diverse e alternative rispetto alla
centralità romana e alla dottrina delle indulgenze, sottolineate dall’evento giubilare».
Nella Chiesa valdese di Perugia
Madre e fìglia del Camerún
battezzate insieme
Nella Chiesa valdese di Perugia ha avuto luogo una
toccante cerimonia: lo stesso
giorno hanno ricevuto il battesimo Mireille Tepounnou e
la figliola, di pochi mesi,
Maeva. Mireille, originaria di
Dschang nel Camerún, è
moglie di Lazard Siga, anch’egli camerunense, per vari anni membro della Chiesa
valdese di Siena e ora trasferito a Perugia per motivi di
lavoro, membro della chiesa
perugina di cui è assiduo frequentatore.
Il pastore Eugenio Rivoir,
che ha preparato Mireille a
ricevere il battesimo, in un
elevato sermone ha sottolineato l’importanza e il significato dell’atto che stava per
verificarsi. Mireille, visibilmente emozionata, ha testimoniato dinanzi alla comunità il proprio impegno a
«camminare in novità di vita»
affinché, secondo l’esortazione paolina, «non regni il peccato nel corpo mortale». Per
Paolo i figli dei credenti «sono santi». E allora, insegna
Giovanni Miegge, nulla vieta
che ricevano il battesimo. Per
Lutero il battesimo dei fanciulli è gradito a Dio, e il battesimo della piccola Maeva
ha destato particolare commozione soprattutto alla luce
delle parole di Gesù: «Lasciate che i bambini vengano a
me; non glielo vietate, perché
il regno di Dio è per chi assomiglia a loro».
Numerosi amici della Chiesa valdese di Siena e tutta la
comunità perugina si sono
stretti festanti introno a Lazard e Mireille e alla piccola
Maeva, e hanno augurato loro lunghi anni felici nel nome
e nella luce del Signore, (e.c.)
Per la
pubblicità su
tei. 011-655278, fax 011-657542
12
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
Un corso di «pastorale clinica» all'ospedale «Villa Betania» di Napoli
Inesperienza di Dio nel buio della malattia
Uobiettivo primario del corso è stato quello di formare un gruppo di volontari
di fede evangelica pronti a collaborare con il servizio di cappellania ospedaliera
ROSANNA ARDOLINO
CON incontri di due ore
settimanali dal 3 marzo al
19 maggio 1999 nell’ospedale
evangelico «Villa Betania»,
Ponticelli (Na), si è svolto un
corso di «Formazione pastorale clinica ospedaliera», organizzato dal servizio di cappellania dell’ospedale. Coordinatore e responsabile del
programma è stato il cappellano pastore Massimo Aprile
che, coadiuvato dai contributi
di medici e operatori dell’
ospedale, ha inteso «educare»
l’interesse al volontariato,
chiarendo il senso della vocazione alla relazione d’aiuto.
La relazione d’aiuto agli
anziani, ai familiari dei bambini ricoverati nella terapia
intensiva neonatale, l’aborto
spontaneo, riflessioni biblico-teologiche sul dolore e sul
morire, sono stati alcuni temi
trattati dal programma. L’obiettivo primario, che il corso
si è proposto di raggiungere,
è stato di formare un gruppo
di volontari di fede evangelica atti a collaborare con il
servizio di cappellania dell’ospedale nell’assistenza spirituale dei malati.
Un’adeguata formazione,
però, non ha potuto tralasciare una buona conoscenza
della struttura ospedaliera e
delle sue problematiche per
consentire un lavoro di volontariato nel rispetto anche
delle esigenze del personale
sanitario. Inoltre per una sincera collaborazione tra paziente e visitatore, volta a
comprendere quale percorso
di ricerca e di riflessione si
vuole compiere insieme, il
corso non ha potuto ignorare, come terzo obiettivo, un
approfondimento delle questioni teologiche connesse
alla pastorale degli ammalati
(significativo l’intervento
della pastora Anna Maffei sul
tema «Guarigioni nella Bibbia: proroghe di grazia e segni della fede» e «Una riflessione biblica sul significato
della sofferenza») e un approfondimento delle que
stioni spirituali che riguardano il rapporto con se stessi e
con l’ammalato.
Si è così dato ampio spazio
alla costruzione e alla discussione collettiva per comprendere la storia individuale del
volontario, il suo sistema di
valori, la sua forza e la sua
fragilità e, al tempo stesso, la
sua capacità di comprendere
il «problema», di ascoltare e
di aiutare senza giudicare né
manipolare, evitando di farsi
coinvolgere nella relazione
d’aiuto dai suoi sentimenti e,
altresì, dai suoi giudizi e pregiudizi poiché «l’ammalato
non è l’oggetto delle nostre
analisi ma una persona che
interagisce con noi».
Lavoro di gruppo e ricerca
Dibattito alla Chiesa metodista di La Spezia
Chiese e stato nelNtalia che cambia
ELISABETTA SENESI
La seconda conferenza del
collettivo culturale della
Chiesa metodista di La Spezia, ha avuto per tema «le
chiese e lo stato nell’Italia
che cambia», relatore il pastore Franco Becchino, curatore con Sergio Aquilante,
Giorgio Bouchard e Giorgio
Tourn del libro della Claudiana Chiese e stato, il ruolo
del protestantesimo nell’Italia che cambia.
Nella sua relazione Becchino ha inteso sottolineare un
reale cambiamento avvenuto
in questi anni nel modo di
concepire in Italia il rapporto
tra stato e chiesa. Così infatti
dimostra una sentenza della
Corte costituzionale del 1996
che per la prima volta si
esprime in difesa della libertà di religione, della distinzione degli ordini (quello della chiesa e quello dello stato)
e a sostegno della laicità dello
stato. Tali principi si ispirano
ad un caposaldo della battaglia evangelica in Italia, vale a
dire la libertà di coscienza in
materia di religione.
Non che tale principio non
fosse recepito dalla nostra
Costituzione, ma non in modo sufficientemente chiaro,
inoltre l’articolo 7 ha costituzionalizzato il legame tra
Chiesa cattolica e Repubblica
italiana: le confessioni diverse dalla cattolica sono trattate attraverso le Intese, un tipo di soluzione totalmente
nuova a cui gli stessi evange
Nella collana «Cinquantapagine» è uscito il n. 14
Giovanna Rons '
Progresso scientifico
e bioetica
64 pp., L. 5.000, Euro 2,58, Cod. 313
Il progresso scientifico-tecnologico ci ha dato applicazioni pratiche senza troppo
preoccuparsi dei rischi, anche
nel caso del corpo umano. Come rapportarci in quanto cristiani di fronte a questi fenomeni?
Come non cadere nell’oscurantismo e nel permissivismo più irresponsabile? L’autrice ci offre
piste di riflessione e di approfondimento, permettendoci di inquadrare e capire i problemi in
gioco.
m mmedHrice
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL 011/668,98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
http://www.arpnet.lt/-valdese/cl8U(itan.htm
lici non avevano mai pensato
di dover approdare. In realtà
il percorso che ha portato la
stipulazione di tale sistema
pattizio è stato tormentato e
difficile, caratterizzato anche
da intolleranza religiosa, e ha
costretto gli evangelici a una
battaglia di retroguardia, in
difesa di un minimo spazio
di libertà. È solo con gli Anni
80 che la Tavola valdese è
giunta alla firma delle Intese.
In questi stessi anni la revisione del Concordato del ’29
ha avuto il merito di abolire
definitivamente l’articolo 1
del trattato tra stato e chiesa,
in questo modo lo stato italiano ha smesso di essere
confessionale, ma nel contempo si è impegnato assieme alla Chiesa cattolica, a
promuovere lo sviluppo dell’uomo e il bene del paese.
Ciò ha consentito l’introduzione dell’insegnamento della religione cattolica nella
scuola pubblica. Nonostante
questi grossi limiti, si può
però decisamente affermare
che questo secondo concordato ha posto le premesse
per il riaprirsi del dibattito
intorno al tema della libertà
di coscienza.
È quindi questa una grande
occasione storica per riaffermare il rispetto della coscienza religiosa, la centralità del
soggetto, la valorizzazione
della diversità. È in discussione in Parlamento una legge
organica sulla libertà religiosa
che vede anche i protestanti
impegnati in una battaglia
laica ma che è comunque in
linea con i valori per i quali
gli evangelici hanno sempre
lottato e che non si discostano da quelli più specificamente teologici: il primato
della coscienza, la diversità
come valore positivo, la non
sacralità della chiesa, la centralità della cristologia, in
questo senso pensiero laico e
religioso, si incontrano e possono camminare in parallelo
con rinnovato entusiasmo.
individuale, dunque, si sono
vicendevolmente alternati
perché non può esserci approccio e conoscenza dell’altro se non si possiede in primo luogo una chiara consapevolezza di se stessi. L’elemento «sfida» da sottolineare, nello sviluppo e nello
svolgersi del corso in questione, è stato dato dalla partecipazione di evangelici provenienti da diverse denominazioni. Le diverse sensibilità
teologiche e le diverse tradizioni confessionali hanno regalato momenti di crescita e
di ricchezza da condividere,
spronando a ricercare i metodi più adatti e le forme più
utili per esercitare un’operosità credibile ed efficace.
Il punto di equilibrio tra
teoria e pratica ha insegnato a
saper cogliere l’esperienza di
Dio anche nel momento buio
della malattia, a scrollarci dalle certezze incrollabili, a saper
accettare le sfide della vita e
dei propri limiti, ad individuare le risorse di guarigione sia umane sia spirituali.
La vocazione alla relazione d’
aiuto non può prescindere
dalle relazioni umane, ma è
legata ai volti e alle parole che
inconfutabilmente ci fanno
scoprire Dio, che si pone come domanda essenziale e come un abbandonarsi che si
può decidere soltanto da soli.
M Sardegna
Associazione
delle chiese
battiste
Sabato 24 aprile si è riunita
a Cagliari l’assemblea costitutiva dell’Associazione delle
chiese battiste della Sardegna
(Acbs): erano presenti i delegati eletti dalle assemblee
della chiesa di capoluogo e
quella di Carbonia, e i pastori
Giuseppe Miglio e Herbert
Anders.
La riunione è stata presieduta dal pastore Miglio, entusiasta e infaticabile promotore di questa iniziativa che
vuole rafforzare il ruolo e il
senso della presenza evangelica in tutta l’isola. Dopo la
preghiera iniziale, nel corso
della quale è stato chiesto aiuto al Signore per questa nuova
opera di evangelizzazione, i
delegati sono passati alla lettura e all’approvazione dello
statuto, e alle votazioni. Compongono il direttivo Simonetta Angiolillo (presidente).
Bruno Gambardella (segretario), Samuele Meloni (tesoriere). Mauro Marras. 1 primi
due fratelli sono della chiesa
di Cagliari, gli altri della chiesa del Sulcis-lglesiente. Sono
stati eletti revisori Annamaria
Campennì lacurto (comunità
di Olbia), Marco Pani (chiesa
di Cagliari) e Silvana Meloni
(chiesa di Carbonia).
Tutti gli intervenuti hanno
sottolineato che. al momento, grande attenzione deve
essere prestata alla cura delle
numerose diaspore presenti
sul vasto territorio della Sardegna. Assume un particolare rilievo il ruolo che sta svolgendo la comunità di Olbia,
che si è dotata nei mesi scorsi
di un locale di culto e sta già
operando sul territorio attraverso attività socio-culturali e
di evangelizzazione. A conclusione dell’incontro sono
stati programmati i prossimi
appuntamenti dell’Acbs e le
prime iniziative operative
dell’associazione, (h.g.)
VENERDÌ 4 GIUGNO 19qq
- -1 Chiesa valdese di Siena
Fra evangelizzazione
e testimonianza dei giovani
EUGENIO STRETTI
La Chiesa valdese di Siena
il 22-23 maggio, grazie al
Signore, ha vissuto un momento forte di confessione
pubblica della fede evangelica. Sabato 22, dopo un’accurata preparazione, i giovani della comunità, presenti
puntualmente al culto domenicale con un’apprezzata corale, hanno presentato una
pièce teatrale e musicale sulla figura di Martin Luther
King. Il testo di Elisa Capannoli, Daniele Pavone e Amanda Macho ha coniugato brillantemente i testi del pastore
battista con il noto testo biblico del buon samaritano
(Luca 10, 25-37). Una pubblica testimonianza della fede
evangelica in un contesto
ecumenico: cattolici, ebrei
senesi con i quali stiamo
mettendo in cantiere attività
culturali, ed evangelici di diversi paesi hanno applaudito
e incoraggiato questi giovani
che, cosa rara nella nostra
chiesa, danno un appoggio
esplicito ed essenziale all’evangelizzazione che la chiesa
rende in città e provincia.
La domenica di Pentecoste,
23 maggio, due fratelli, padre
e figlio. Marino e Francesco
Pacciani, hanno confessato
pubblicamente la loro fede
(Romani 10, 5-13) durante J
culto domenicale, sottoli.
neando la loro insoddisfazione verso la Chiesa cattolica
che con la sua tradizione annulla sovente la parola del Si.
gnore e la gioia per avere scoperto la semplicità e la fedeltà
alle Scritture delle minuscole
chiese evangeliche. 11 lavoro
di evangelizzazione della nostra chiesa è rivolto a tutti; senesi, immigrati africani, studenti delle chiese sorelle in
Usa, Svizzera e Germania; ultimamente, grazie ai fratelli
Gerber, già della chiesa svizzera di Bergamo, sono state
inviate 1.040 lettere di presentazione della fede evangelica
agli stranieri presenti in Siena
e provincia. Dopo il culto un
folto gruppo di sorelle e fratelli ha partecipato a un’allegra agape fraterna.
La nostra comunità è impegnata anche in un lavoro
quotidiano di diaconia verso
i minimi fratelli che comporta l’uso di scarse risorse finanziarie, ma è un segno che
l’onda lunga di «essere chiesa insieme» prosegue con un
comune arricchimento neha
pietà evangelica della chiesa
(Efesini 5,14).
Cronache
ORSARA DI PUGLIA — Il culto di domenica 23 maggio, giorno
di Pentecoste, ha visto la comunità valdese stringersi attorno a Laura Fatibene, Lidia Fatibene, Giotano Palma de
hanno confermato il loro battesimo. L’augurio è che Lauta,
Lidia e Giotano trovino nella comunità la possibilità dì'^acorrere un cammino di fede assieme ai fratelli e le sorelle.
venera
'h
L'etia
mai
GIU
OLBIA — Domenica 9 maggio alle ore 11, presso la casa dei tt
niugi Roberto e Maria Luisa Mollica, località Lido del SoleOlbia, sono state chieste dal past. Giuseppe Miglio, sulla
coppia Emilio Tringale e Elda Campus, le benedizioni del
Signore. Erano presenti al culto di matrimonio l’intero
gruppo battista di Olbia, amici e parenti degli sposi.
CON 1’
appo
seinblea i
diTorino
dell’ultin
deva alle
tare alci
Moetica.
ta al tern
che era i
con un a:
lato «Biot
stiana» al
cipato in
ri teologi
puristi. T
laura Mii
Anna Rol
Mauro Pc
co Picotti
raPasero
so con ur
tomo all’
è il senso
già e bio
hanno pa
capo di 1
mek, la
Pons, il n
no Raffae
queste
Le varie
.. duran
da Adria
confluite
sintesi rei
to grupp
ventina d
damedie
ftatelli e
nìtì. Ed è
a|li doci
f" he è
. La
resto
iata mo
imergere
feioni cl
to il care
controvei
ni legate ;
ve
se
PINEROLO — Sabato 22 maggio si è tenuta Formai tradizionale veglia ecumenica di Pentecoste, che ha raccolto nel tempio circa 200 persone per un momento di preghiera e di riflessione. La domenica abbiamo avuto la gioia di accogliere
cinque nuovi membri di chiesa: Stefania Baldi, Piero Giai,
Chiara Richard, Jonathan Rostan e Marco Salvai.
I.
PRAMOLLO — Due matrimoni sono stati celebrati nel tempi»
di Ruata: quello di Etra Martinat e Gustavo Filinero, sabato 22 maggio, e quello di Cinzia Long e Tiziano Fanchi,
domenica 23. A questi giovani sposi la comunità augura
una vita serena e benedetta dal Signore.
SAN SECONDO — Domenica 18 aprile e domenica 9 maggi»
sono stati battezzati Matteo Mourglia di Paolo e Daniela
Ferrerò e Letizia Doglio di Fulvio e Fiamma Arinellino. Voglia il Signore benedire Matteo, Letizia e i genitori.
• Domenica 9 maggio il culto è stato tenuto dai bambini
della scuola domenicale, che si sono distinti per la volontà
e l’impegno dimostrati. Nell'occasione ringraziamo monitrici e monitori per il modo in cui è stato preparato il cult»
e per l’ottimo lavoro svolto nel corso dell’anno. Sabato 15»
domenica 16 maggio la scuola domenicale, con le alti»
scuole domenicali del 11 distretto, ha terminato le attiviti
con la gita alla Casa valdese di Vallecrosia.
TORRE PELLICE — Nel corso del culto di Pentecoste abbiain»
accolto con gioia Maria Grazia De Nicolò quale nuov»
membro della nostra chiesa. ,
• Domenica 30 maggio l’assemblea di chiesa ha deh»
nuovi anziani: Paolo Fiorio, Claudia Negrin, Sergio Nisbet
Franco Sappé e ha confermato l’incarico a Cornelio Gat
Giovanni Lausarot, Luciana Mathieu Vola e Stefano
L’assemblea ha espresso affetto e riconoscenza ai fratelli c
hanno offerto la loro opera, a chi ha terminato il proprio s»
vizio nel Concistoro e a chi ha accettato di continuarlo.
VILLAR PELLICE - Quasi 200 persone al culto e più di 150 p
senze al pranzo comunitario all’aperto hanno fatto da »
nice alla giornata di festa organizzata dalla Chiesa
di Villar Pellice. Tutto si è svolto al parco Flissia in ..
menica, quella di Pentecoste, fortunatamente senza P> S
già. Al mattino il culto con la partecipazione delle scu^^
domenicali di Prali e Villar Pellice e con la predicazione
Giovanni 14 in cui si parla dello Spirito Santo come
Cons»;
latore degli uomini e delle donne di ogni tempo e luogO’
solo'"
quella consolazione che noi possiamo lrnsmettere^--^^|j^
modo parziale e che ci è offerta in modo pieno ; . i.
Spirito di Dio. Dopo il pranzo, preparato dalla comrniss^,
accoglienza, le centinaia di persone che sono
volutamente o per caso, hanno vissuto un
all’insegna della vera festa, con giochi vari, la
chi con vendita di prodotti vari, i balli occitani. Ai suo.
ai partecipanti e ai vari gruppi e singoli che hanno
per l’organizzazione di questa splendida giornata, Dp.
sima anche per la somma raccolta a favore della cos
ne della nuova sala, va il ringraziamento del Concistor
Catt
L(
Grazi
sezio
gtetariatc
»he (Sae)
l»due co
Diche del
»l’evangi
hi a Torir
»»uinenis
»ola su i
Ogni ann
sabati
oar mode
ascoltare
fonti i ra
rionali es
oosimo, c
protestan
ha Con
ooperFe
®go (Cde
De evangi
h’Enti
gelica b
fenzo in
uni
da col
pativa p
•eSpigh
„Si pre
pll’Ente
bucina.
. Per il
deU-uci
13
ni
ifessato
irò fede
irante il
sottoli.
iisfazio.
attolica
ione ana del Si'ere scoa fedeltà
inuscole
il lavoro
Iella notutti; semi, stacreile in
ania; uli fratelli
3sa svizno state
1 presetiangelica
in Siena
culto un
le e fraun’alle
tà è im1 lavoro
da verso
:ompormrse fiigno che
;re chie; con un
Ito neha
a chiesa
giorno
i attorna che
Laura,
di'^etrelle.
i
dei et
d Sole3, sulla
oni del
’intero
idizionanel tema e di rixogliere
ero Giai,
1 tempio
ro, sabaFanchi,
1 augura
ì maggio
Daniela
lino. Vo
bambini
i voloniò
IO moni
0 il culto
bato 150
1 le altre
e attività
abbiattto
e nuovo
eletto!
iNisbete
elio Gai
a Rostanatellicbe
iprio setrio.
150 preD da cora vald®*®
I una
iza pi®f'
le sctioi'
rziones“
e Conso;
luogo,?
■e solo ;
olo
missiob
sate di )r
■nerig?’
■imiba;!
uonato'
, lavorai"
riuscii'*'
ostruì'"'
itoro
tff^RDÌ 4 GIUGNO 1999
Vita
ìe
PAG. 9 RIFORMA
La riflessione della Chiesa valdese di Torino su diversi temi di bioetica
La vita tra biologia e biografia
luetica non è un principio metafisico ma una ricerca continua vissuta nella libertà
ma orientata dalla parola di Dio. Il desiderio di un figlio, l'eutanasia, i trapianti
GIUSEPPE PLATONE_______
CON l’approvazione di un
apposito documento l’assemblea della Chiesa valdese
diTprino ha risposto all’invito
dell’ultimo Sinodo che chiedeva alle comunità di affrontare alcuni temi legati alla
hioetica. L’assemblea è giunta al termine di un itinerario
che era iniziato in gennaio
con un apposito corso intitolato «Bioetica e coscienza cristiana» al quale hanno partecipato in qualità di oratori vari teologi, medici, scienziati,
giuristi. Tra questi ricordiamo
Laura Mirone, Alberto Taccia,
Anna Rollier, Gianni Pomari,
Mauro Pons, Lea Vinay, Franco Picotti, Silvia Botturi, Laur
ra Pasero. II corso si è concluso con una tavola rotonda intorno all’interrogativo: «Qual
è il senso della vita tra biologia e biografia?» alla quale
hanno partecipato il rabbino
capo di Torino, Alberto Somek, la pastora Giovanna
Pons, il moralista domenicano Raffaele Rizzello e chi scrive queste note.
Le varie osservazioni emerse durante il corso, raccolte
da Adriana Anceschi, sono
confluite in un documento di
sintesi redatto da un apposito gruppo di lavoro di una
ventina di persone costituito
dà medici, teologi e alcuni
fratelli e sorelle della comunità. Ed è proprio questa bozadi documento sulla bioeti
fhe è arrivata in assem. La discussione, come
resto si immaginava, è
iata molto vivace facendo
Emergere una pluralità di posizioni che hanno evidenziato il carattere intimamente
controverso di tante questionilegate alla bioetica.
Da sinistra i pastori Aiberto Taccia e Giuseppe Piatone con ii dott.
Gianni Pomari
Il documento, che l’assemblea ha approvato e inviato
alla Tavola, si presenta come
un contributo al dibattito in
corso anche se non contiene
grandissime novità rispetto
allo stato della discussione illustrata dal «Gmppo di lavoro
sui problemi etici posti dalla
scienza» e pubblicato dalla
Claudiana, nella riuscita collana delle cinquanta pagine,
con il titolo Bioetica, aborto,
eutanasia (1998). Questa pubblicazione è stata valutata positivamente dall’assemblea
«soprattutto per il fatto che
non fornisce risposte “dogmatiche” ma perlopiù imposta i vari problemi in una prospettiva evangelica». A proposito di etica, inoltre, il documento dell’assemblea torinese rileva come essa «dipenda
anche dalla situazione sociale, economica, religiosa. La
complessità multiculturale
relativizza l’etica, obbligando
continuamente a rivedere le
posizioni raggiunte: non perché false, ma perché semplicemente superate dai fatti.
L’etica non è un principio
metafisico da calare nella
realtà ma, al contrario, dall’esame approfondito della
realtà, alla luce di alcuni principi morali o religiosi o filosofici, emerge un’etica che, col
tempo, andrà riformulata, ripensata anche alla luce della
libertà di coscienza».
Inoltre il documento sottolinea l’importanza accanto al
diritto alla vita e al diritto a
una morte dignitosa, la cura
verso l’altro e quindi verso se
stessi: «Si tratta, in ogni situazione umanamente estrema,
di potenziare la cura affettiva». Sul concetto della sacralità della vita il documento
precisa; «Il pensiero biblico ci
dice che non c’è nulla di sacro nella natura. Sacra semmai è la relazione che Dio
stabilisce con noi. Sacro è
Dio, non noi». Infine, a proposito di procreazione assistita, l’assemblea ha chiesto
al Parlamento italiano di
«farsi carico di questa problematica per evitare abusi e
confusioni e per non delega
re al privato ciò che deve essere normativa dello stato».
Lateralmente, a proposito
dell’insopprimibile desiderio
di maternità e paternità, si è
anche discusso del problema
dell’adozione rilevando che
«a volte è troppo scoraggiante la montagna di pratiche
burocratiche a cui devono
sottoporsi i candidati genitori
di bambini abbandonati dai
loro genitori biologici. Ci
sembra sia da valorizzare anche l’istituto dell’adozione a
distanza che non prevede lo
sradicamento del bimbo dal
suo contesto e, se questo tipo
di adozione è gestito con sensibilità dall’istituzione, può
realmente concorrere a offrire nuove possibilità ai bambini privi di genitori».
L’ultima nota del documento tocca la questione del trapianto di organi che ora, anche nel nostro paese, è regolamentata. Una ferma condanna è stata espressa sulla
commercializzazione degli
organi «specchio di una società che tende a commercializzare tutto e quindi anche la
persona umana. Questa tendenza - conclude il documento - che si innesta in un oggettivo disorientamento etico
di fronte ai continui balzi in
avanti delia scienza, conduce
a una sorta di mercificazione
umana: voglio un figlio, voglio
un organo nuovo, voglio morire adesso. Contro questa
tendenza ci sembra essenziale
applicare il principio che da
sempre ha attraversato il protestantesimo: la libera discussione, la ricerca di consenso
nel quadro dei rispetto dei diritti di tutti. Insomma, come
diceva l’apostolo Paolo: “Esaminate ogni cosa e ritenete il
bene” (ITess.5,21)».
. Una iniziativa del Sae e delle commissioni ecumeniche di Torino
Cattolicesimo, ortodossia e protestantesimo a confronto
LODOVICO VALLI
Grazie all’iniziativa della
sezione torinese del Sepetariato attività ecumenitlie (Sae) che ha interessato
« due commissioni ecume''•che della città, la cattolica
®l’evangelica, si è organizzato a Torino un breve corso di
àtumenismo. Il corso si articola su un ciclo triennale:
anno quattro incontri,
to sabato pomeriggio, per
"to’ modo a chi lo desidera di
ascoltare su diversi temi inetenti i rapporti interconfessionali esponenti del cattolicesimo, dell’ortodossia e del
Pcotestantesimo.
La Commissione diocesane per l’ecumenismo e il diatogo (Cded) e la Gommissio® evangelica per l'ecumeni
smo (Cepe) hanno accolto
prontamente l’idea del Sae e
alcuni membri delle tre confessioni, designati dalle rispettive commissioni, insieme a diverse persone da anni
impegnate sul fronte ecumenico (fra queste in particolare Marina Serio del Sae ed Elda Possamai della Cded, che
hanno funto da coordinatrici) hanno lanciato in primavera i quattro incontri del
primo anno.
Si è pensato quindi di iniziare con un approccio storico; le tre confessioni si sono
presentate. A ognuna è stato
dato un pomeriggio (dalle 16
alle 19) per esporre a grandi
linee la propria storia. Ogni
volta a due voci, una più attenta a seguire l’evoluzione
della propria confessione at
Lunione cristiana
evangelica battista d'Italia
LEnte patrimoniale dell’UCEBI (Unione cristiana evanplica battista d’Italia) con sede in Roma, piazza San Loenzo in Lucina 35 ricerca
un/a animatore/trice part-time
collocare presso la Casa di riposo e la comunità eduativa per minori dell'Istituto G. B. Taylor in Roma, via delSpighe, 8.
Ptega di inviare domanda con curriculum dettagliato
Ente patrimoniale deH’UCEBI - piazza San Lorenzo in
"'•na, 35 - 00186 Roma, entro il 20 giugno 1999.
j informazioni rivolgersi all’Ente patrimoniale
UCEBI, tei. 06-6876124 e 6872261 fax 06-6876185.
traverso i secoli, l’altra a raccontare gli eventi di questo
ventesimo secolo ormai quasi giunto alla fine.
Così, al Centro teologico di
corso Stati Uniti, messo gentilmente a disposizione, si
sono susseguiti i cattolici
don Savarino e don Grietti il
13 marzo, i pastori evangelici
Taccia e Paschetto il 27 marzo, gli ortodossi padre Giorgio Vasilescu (romeno) e padre Ambrogio (della Chiesa
russa) il 17 aprile. L’ultimo
sabato, l’8 maggio, si è avuta
una tavola rotonda conclusiva (il prof. Aldo Moda, padre
Vasilescu e il pastore Paschetto) che ha raccolto le
domande, le obiezioni, le richieste di chiarimenti del
pubblico cercando di rispondere a tutti esaurientemente.
E stata senza dubbio una
esperienza positiva, seguita
mediamente da una quarantina di persone tenendo conto che non tutti hanno potuto frequentare ogni lezione. I
presenti si sono dichiarati
soddisfatti, anche perché i
vari «conferenzieri», senza
nulla togliere alla serietà e alla precisione con cui ogni argomento è stato trattato,
hanno usato un linguaggio
veramente accessibile a tutti.
I partecipanti attendono ora
di avere il testo scritto di
quanto hanno ascoltato.
Presto le due commissioni,
insieme a padre Giorgio e
padre Ambrogio si ritroveranno non solo per valutare
questo primo anno, ma per
cominciare a preparare gli
incontri del 2000.
L'unione cristiana
evangelica battista d'Italia
L’Ente patrimoniale dell'UCEBI (Unione cristiana evangelica battista d’Italia) con sede in Roma, piazza San Lorenzo in Lucina 35 ricerca
due assistenti tutelari
da collocare presso la Casa di riposo dell’Istituto G. B.
Taylor in Roma, via delle Spighe, 8.
Si prega di inviare domanda con attestato e curriculum
dettagliato all’Ente patrimoniale deH’UCEBl - piazza San Lorenzo in Lucina, 35 - 00186 Roma, entro il 20 giugno 1999.
La graduatoria dei candidati verrà fissata da una commissione esaminatrice e resterà aperta fino al 31-12-99 per
eventuali e ulteriori assunzioni.
Per informazioni rivolgersi all’Ente patrimoniale
delTUCEBI, tei. 06-6876124 e 6872261 fax 06-6876185.
Agenda
5 giugno
FIRENZE — Alle ore 17, in via Manzoni 21, il Centro culturale protestante «Pietro Martire Vermigli» organizza una
conferenza dei professori Mario Miegge e Antonio Zanfarino sul tema: «Alle radici religiose della modernità: calvinismo e sovranità popolare». Modera il professor Massimo Rubboli. Sarà presentato il libro di Debora Spini: «Diritti di Dio, diritti dei popoli: Pierre Jurieu e il problema
della sovranità popolare» (ed. Claudiana).
6 giugno
I
FERRARA — Alle ore 12, alla libreria Feltrinelli (via Garibaldi 30), Leonardo De Chirico e Mario Miegge presentano
l’edizione Mondadori delia traduzione della Bibbia di Giovanni Diodati. L’attore Andrea Lugli leggerà alcuni testi.
LENTINI (Sr) —A partire dalle 10, al centro «N. Cantarella», si tiene il convegno delle chiese battiste di Calabria e
Sicilia sul tema: «Il senso delia cooperazione-condivisione
all’interno della famiglia battista». La relazione introduttiva di Anna Maffei verte sul tema: «Carismi, ministeri, strumenti e progetti dei battisti di oggi». La conclusione è prevista per le ore 17,30. Per informazioni: Angela Lorusso Rapisarda (tei. 095-504077) o Nunzio Sciacca (095-945130).
7giugno
SIRACUSA — A Palazzo Vermexio, alle 18, presentazione
della campagna mondiale peri promozione della giustizia
economica nel Terzo Mondo, denominata «Appello per un
nuovo millennio senza debiti», a cura di Elio Tocco e Salvatore Rapisarda. Dopo il dibattito verranno raccolte firme
da inviare alla riunione del G8 del 19 giugno a Colonia.
8 giugno
REGGIO CALABRIA — Alle ore 18, nella sala «Monsignor
Ferro» del palazzo della Provincia, le locali chiese battista
e valdese organizzano una tavola rotonda sul tema del
Giubileo. Intervengono Antonio Pitta, docente di Nuovo
Testamento presso il Seminario pontificio di Napoli e Paolo Ricca della Facoltà valdese di Teologia.
10 giugno
TORINO — Alle 21, nel salone dell’Istituto Gramsci (via M.
Pescatore 7), Amnesty International organizza una serata su
«Pressioni internazionali contro la pena di morte. Un confronto sulle prospettive d’azione dei movimenti abolizionisti nel quadro dello sviluppo del diritto internazionale».
MANTOVA — Alle ore 21, alle Adi (via Solferino 36), la pastora Letizia Tomassone tiene l’ultima serata di studio biblico sul profeta Osea; «Come recuperare il linguaggio e il
messaggio di Osea per il nostro tempo».
12 giugno
VALENZA (Al) —Alle ore 17, nella sala incontri di Radio
Gold (via Melgara 10), si tiene il primo incontro del gruppo
di studio biblico.
MALNATE (Va) —A partire dalle ore 11,30, nella casa La
Residenza (via Lazzari 25), si tiene l’assemblea annuale
della Fondazione Asilo evangelico. All’ordine del giorno la
gestione ordinaria della Casa e la relazione del presidente
Sandro Mumenthaler. Seguirà la consueta grigliata.
13 giugno
PORTICI (Na) — Alle ore 17, a Casa Materna, inizia la celebrazione del 94° anniversario dell’istituto. I ragazzi ospiti
presentano lo spettacolo «Venti di pace», programma di
danze, canti e poesie curato dagli insegnanti della scuola.
TORINO — Alle ore 15,30, nel salone valdese di corso Vittorio Emanuele II 23, l’Amicizia ebraico-cristiana, la Comunità ebraica di Torino, il Sae e il Centro teologico di Torino organizzano un incontro sul tema: «Noi ricordiamo:
una riflessione sulla Shoah. Confronto a due voci su luci e
ombre del documento Vaticano». Intervengono Stefano
Levi della Torre e padre Eugenio Costa.
FONATO (Bs) —A partire dalle ore 15,30, nell’Abbazia di
Maguzzano (via Maguzzano 6), si tiene una tavola rotonda
sul tema: «“Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli” (Giovanni 13, 35). La passione ecumenica di don Giovanni Calabria». Intervengono don Mario Cadili, don Luigi
Piovan e padre Traian Valdman.
Radio e televisione
CULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul
primo programma radiofonico della Rai, predicazione e
notizie dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva di Raidue a cura
della Federazione delle chiese evangeliche, trasmessa a
domeniche alterne alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì
della settimana seguente alle ore 9,45 circa. Domenica 13
giugno (replica lunedì 21) andrà in onda: «Il protestantesimo spagnolo tra don Chisciotte e Ignazio di Loyola; chiaroscuro: una riflessione sull’Europa di Giorgio Bouchard».
Ogni settimana...
RIFORMA ti fa conoscere un mondo evangelico più grande
di (Quello che puoi conoscere con la tua esperienza diretta.
L abbonamento ordinario costa 105.000 lire (invariato dal
1997); se il tuo reddito familiare non te lo consente, puoi utilizzare liberamente l'abbonamento ridotto di 55.000 lire,
oppure puoi fare un abbonamento semestrale che costa
55.000 lire; se, invece, hai c^ualche risorsa in più, aiutaci con
I abbonamento sostenitore di 200.000 lire o \nv\sndoc\ una
qualsiasi cifra in dono: aiuterai chi non se lo può permettere.
14
PAG. 10 RIFORMA
Commenti
VENERDÌ 4 GIUGNO jjQp
Riforma
Un calcio alla violenza
Diego Antenozio
Nel mondo dello sport, del calcio in particolare, la violenza ha ormai superato un limite di guardia che difficilmente potrà regredire in breve tempo su valori accettabili,
o quantomeno identificabili come fisiologici. La tragedia
del treno speciale Piacenza-Salerno, trasformato dai soliti
noti in un rogo fatale, non può non fare riflettere sugli
aspetti di un fenomeno che sta assumendo contorni sempre più cupi in termini di sicurezza sociale e progressivo
ridimensionamento dell’immagine positiva di cui la pratica sportiva è portatrice. Ma chi sono gli attori di questo
dramma e cosa li trasforma in attori di tragedia?
Nella maggior parte dei casi sono individui estranei
aH’esperienza dell’esercizio sportivo, sia di base che agonistico: giovani e meno giovani che, nella quotidiana esigenza di trovare una collocazione e una visibilità nella società dell’immagine, portano a degenerazione il modello
di identificazione positiva che l’appassionato ha con il
campione, il cui gesto tecnico e la prestazione trascendono dalla normalità. Ecco allora identificare forza muscolare con violenza, vittoria con sopraffazione, esultanza o
delusione con distruzione. Ecco allora la necessità di affermarsi irrompendo con veemenza nella vita sociale ed
esigere il diritto a svolgere il proprio compito di tifosi, prescindendo da responsabilità civili e penali.
Ma sarebbe inesatto individuare in queste fi-ange le sole
responsabili del fenomeno. Le pressanti istanze di diritti
negati e tutela da parte dei club, atleti e operatori
dell’informazione si vanno affermando a danno dei doveri
impliciti nei confronti dello sport. Doveri di lealtà individuale e reciproca, trasparenza e adeguamento delle regole
a una realtà in continuo mutamento e che occupa stabilmente una delle voci di bilancio preminenti nell’economia
nazionale. Doveri di approfondimento tecnico e corretta
informazione sulla materia sportiva; di valutazione dei
mutamenti nel gioco, sperimentando e adeguando. Ma soprattutto, specificatamente nel calcio, il dovere di riportare
a un ruolo centrale l’evento sportivo, la partita che moviole
e complotti penalizzano pesantemente, elevando alla massima potenza il tasso di esplosività negli stadi.
Perché se il tifoso che acquista l’abbonamento annuale
stipula con la squadra e il campione una sorta di contratto
(io pago per vederti, sostenerti e tutelarti dalle insidie in
agguato, tu giochi e vinci per rendere un vincente anche
me), le società e gli atleti, i cui interessi economici sfiorano
cifre di tutto rispetto (circa 100 miliardi di capitale messo
in campo ogni domenica), cercano proprio nel tifoso il difensore pubblico dei propri diritti violati. Nel momento in
cui intervengono quei fattori in grado di scardinare i termini del contratto, errori arbitrali, tecnici e societari, saltano 1
meccanismo deU’armistizio e si passa all’offensiva, alla tutela del diritto (e non dovere) del proprio campione e della
propria squadra di vincere sempre e comunque.
Perché non tentare la strada di ridisegnare il rapporto
atleti-arbitri nel suo insieme viste le difficoltà e le sostanziali differenze di prestazioni sportive (età, tipo di sforzo, simulazioni, proteste)? Perché non mutuare da altre discipline regolamenti in grado di definire in maniera netta i ruoli
sul campo di gara? Perché non introdurre delle norme che
sanzionino pesantemente le interferenze degli atleti
sull’operato del direttore di gara (simulazioni e proteste)?
Perché non proporre ai giovani calciatori un percorso pedagogico basato sul principio che l’avversario non è il nemico?
Nel rugby, per esempio, la centralità della partita è assoluta
e così il dovere al rigido rispetto delle regole, dell’awersario
e dell’arbitro con i quali si condividono il gioco e le responsabilità individuali: un insieme di precetti non così estranei
alla morale cristiana che permettono agli spettatori di assistere alle partite da spalti privi di recinzioni e, caso unico, di
riunire gli irlandesi in un’unica nazionale.
C’è un tempo per ogni cosa, scrive l’Ecclesiaste, e i tragici eventi di Salerno sono lì a ricordarci che è tempo di
agire. Il fenomeno non può ulteriormente ammettere deroghe, giustificazioni o scarico di responsabilità; perché
gli interessi da tutelare non siano solo economici, ma anche morali e lo sport continui a significare formazione
atletica e intellettuale dell’individuo.
E-Mail (Torino): redaz@riforma.it
E-Mail (Napoli): riforma.na@mbox.netway.it
E-Mail (Pinerolo): edipro@tpellice.it
Uri: http://www.riforma.it
Via S, Pio V, 15 - 10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
Via Foria, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
Via dei Mille. 1 -10064 Pinerolo - lei. 0121/323422 - fax 0121/323831
DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna Matfei. IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D’Auria, Jean-Jacques Peyronel. Davide Rosso, Pien/aldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli) Federica
Tourn COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di Croce,
Paolo Fabbri. Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio GardioI,
Maurizio Girolami, Pasquale lacobino. Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca
Negro. Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Emmanuele Pascheflo.Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti. Raffaeie Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE Piera Egidi
revisione EDITORIALE Stelio Armand-Hugon: GRAFICA; Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE; Ester Castangia: ABBONAMENTI; Daniela Actis.
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovi - tei. 0174-42590,
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via S. Pio V, 15 bis -10125 Torino.
PubbUcazfone settìmnah tmiOilamn L’&ùdeU$ vali! valdesi;
tm può essere venduta a^fandaamde
Tariffe inserzioni pubblicitarie: a modulo (42.5x40 mm) E 30 000
Partecipazioni: mm/colonna £ 1.800 Economici: a parola £ 1.000
Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176 del 1® gennaio 1951. Le modifiche
sono state registrate il 5 marzo 1993.
Il numero 22 del 28 maggio 1999 è stato spedito dall'Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 26 maggio1999.
1998
Associato alta
Unione stampa
periodica italiana
Il nuovo accordo tra Usa e Italia non è rispettato
Il controllo sulle basi Nato
Dopo la tragedia del Cermis le bombe Nato nell'Adriatico
Né informazione né coordinamento con le autorità italiane
AUGUSTA DE PIERO
\ LLEANZA: un accordo
\ con cui due o più stati
si impegnano a un reciproco
aiuto per fini politici, specialmente nella ipotesi di una
guerra che coinvolga uno di
essi» (Zingarelli, Vocabolario
della lingua italiana, 1995,
Edizione Zanichelli). È proprio vero che la guerra sovverte ogni regola, non solo
quelle elementari della convivenza possibile, ma anche
quelle linguistiche.
L’alleanza, sede del presunto reciproco aiuto, ha
sganciato parecchie bombe
in un mare stretto e chiuso
come l’Adriatico. Incidenti?
Chiunque voglia ottenere
una normale patente di guida
sa che, in caso di incidente,
deve soccorrere i feriti, non
fuggire, comunque rendersi
reperibile. Gli alleati di questa guerra si sono dimenticati
(?) di informare il governo
italiano, (e, presumiWlmente
anche quelli sloveno e croato) dell’incidente, ben noto ai
pescatori, che hanno rischiato e rischiano la vita e che
non possono garantirsi la sicurezza in mare.
E non basta. Quelle bombe
erano state definite «intelligenti» e, a tale proposito, il
solito dizionario ci potrebbe
aiutare, se ne accogliessimo a
cuor leggero la definizione
estesa (intelligente «detto di
macchina o meccanismo automatico il cui funzionamento è affidato a un computer»)
e se il rinvio al computer non
coinvolgesse il suo programmatore che, per essere intelligente, deve aver «capacità di
intendere, pensare, giudicare». La selva di errori, via via
dichiarati dai generali militarmente «responsabili», lascia sconcertati sull’uso dell’intelligenza programmatrice. a cui è offerta la giustificazione della statistica: un certo numero (quale?) di sbagli
sarebbe tollerabile.
A ulteriore scopo consolatorio gli errori sono stati trasformati in effetti «collaterali»
(che, nel linguaggio quotidiano, si chiamerebbero convogli
di profughi, ospedali, carceri...). Dopo aver ascoltato i richiami alla probabilità statistica e le reiterate garanzie
sulla rapida risolutività di una
guerra ineludibile, siamo costretti ad affidarci alla più
sentimentale e irragionevole
fiducia, dato che gli eventi
non giustificano la finalità dichiarata di quel conflitto «necessario». Ci era stato detto
infatti che era imposto dal dovere umanitario di aiutare i
kosovari, «collaterali» vittime
della bonifica etnica (che però
continua impietosa, accompagnata dai bombardamenti).
Abbiamo ricevuto una lettera che vi trasmettiamo
integralmente. Viene dalla
Puglia e ci aiuta a riflettere su
un problema esistenziale.
«Sono un impiegato amministrativo di un’azienda sanitaria locale, ho 47 anni e ascolto
la trasmissione radiofonica
della domenica mattina da
più di 20 anni. La predica del
21 febbraio mi ha fatto riflettere. Non sono completamente convinto, nel caso degli
emigranti dal Terzo Mondo e
dairOriente, che la soluzione
sia accoglierli semplicemente
in casa nostra. Se i miseri invadessero la casa del ricco, di
quest’ultima non rimarrebbe
niente per nessuno. Penso invece che il ricco debba aiutare il suo fratello a costruire
una casa decente nella terra
Un pilota della base di Aviano
In questo gelo di sgomento
e dolore, un soggetto «collaterale» ha invece trovato la voce
della protesta: ricordate il
bombardamento dell’ambasciata cinese? Errore anche
quello... ma di quelle mappe
inesatte o incomplete che già
consentirono al capitano
Ashby di distruggere la funivia del Cermis. Se colpevoli
sono le mappe, il pilota è innocente... così innocente che,
nel caso della funivia, non solo gli eredi delle vittime ma
anche l’unico sopravvissuto
(il manovratore della cabina
parallela a quella schiantata),
non hanno titolo per alcun risarcimento, a parere del Congresso americano. Sono questi gli argomenti che hanno
zittito la Cina, dopo pochi
giorni di vibrata protesta? O
non ci sarà di mezzo qualche
ghiotto boccone, tipo trattato
commerciale di particolare
favore o ancora l’assicurazione del silenzio internazionale
sui diritti umani che pure in
Cina sono calpestati? Chi volesse esclamare «gli Stati Uniti...», sappia che non ce lo
dobbiamo permettere perché, come alleati, condividiamo precise responsabilità.
Infatti il Memorandum d’
Intesa del 2 febbraio 1995,
stipulato fra il governo degli
Stati Uniti e il governo italiano in merito alle basi Usaf
(da cui ora partono le missioni Nato) precisa che il comandante americano «...deve
preventivamente informare il
comandante italiano in merito a tutte le attività Usa di rilievo, con particolare riferimento all’attività operativa e
addestrativa, ai movimenti di
materiali, armamenti, personale militare e civile, nonché
agli avvenimenti o inconvenienti che dovessero verificarsi». E continua: «Analogamente il comandante italiano
tiene informato il comandante Usa su tutte le attività nazionali di rilievo. Nel caso ritenga che le attività Usa non
rispettino le leggi italiane vigenti, il comandante italiano
informerà il comandante Usa
e si rivolgerà immediatamente alle autorità italiane superiori per un parere».
Dopo l’assoluzione del marine che tranciò il cavo della
funivia, lo scorso aprile, superato «ufficialmente» un fastidioso chiacchiericcio sulle responsabilità del comandante
italiano della base di Aviano,
il Memorandum è stato integrato da un nuovo accordo
(siglato tra il ministro della
difesa, Scognamiglio, e il capo del Pentagono, Cohen) per
il quale solo i militari di stanza in Italia (e solo se muniti di
regolare autorizzazione previamente ottenuta) possono
partecipare a voli d’addestramento a bassa quota. Inoltre
in tutte le basi aeree Usa in
Italia sarà designata una massima autorità militare che autorizzerà tali operazioni, verificandone la certificazione e
comunicando i dati alle autorità militari italiane. Verrà
inoltre rafforzata la catena di
collegamento tra militari italiani e americani, per accertare che tutto il materiale informativo connesso sia giunto a
destinazione, e una commissione Usa si incontrerà periodicamente con l’omologo
soggetto italiano per adeguare i regolamenti e le situazioni ambientali relative ai voli;
gli avieri inoltre avranno accesso alle necessarie informazioni anche su Internet.
Funzionerà? Ce ne possono
già dare scoraggiata informazione i pescatori dell’Adriatico, ma ... à la guerre camme à
la guerre. Certamente i poteri
locali dei territori «collateralmente» compromessi, potrebbero richiamare il governo a un maggior rispetto degli
accordi siglati, ma parecchi
sindaci sembrano così impegnati a manifestare contro, o
a predicare prò, la guerra che
non è prevedibile sappiano
trovare il tempo per esercitare
le responsabilizzanti funzioni
cui sono stati eletti. E non sono i soli impegnati a fare altro
da quello che dovrebbero.
EUGENIO RIVOIR
dove è nato. Credo inoltre
che l’esortazione ad accogliere i profughi sia una bella
scusa per non impegnarsi in
modo veramente profondo.
Il problema dei profughi è
reale e ci tocca da vicino, ed è
per questo che ne parliamo
continuamente. Il problema
degli esseri umani che muoiono letteralmente di fame ci
tocca meno, perché sono lon
|ettiire
Preti testimonial
Il numero di maggio della
rivista della San Paolo che si
occupa di letteratura ma anche di cultura e spettacolo, offre un’inchiesta a più firme
sulla presenza dei religiosi
sullo schermo: dapprima nei
film, poi negli sceneggiati tv e
nella pubblicità. «Gli uomini
di Dio sono testimonial efficaci? - si chiedono Maria Ferragatta e Orazio Paggi -. Probabilmente sì, visto che anche
una nota marca di mele, per
promuovere il proprio prodotto, ha scelto un sacerdote,
mostrandolo alle prese con
una turbolenta schiera di ragazzini in gita. Ultimamente i
preti trionfano in televisione,
e non solo in pubblicità. Molti
serial e tv-movie li hanno visti
protagonisti, a cominciare dal
Don Milani di Andrea e Antonio Frizzi andato in onda su
Raidue. Se il film (...) rientraa
buon diritto nel filone storicoagiografico, alla pura fiction
appartiene invece la fortunata
serie Un prete tra noi». Spie
gano gli autori: «Nella rinasci
ta di spiritualità di questa fine
Millennio, di fronte alle f
seduzioni della New Age, su
perate le secche delle contestazioni e dell’indifferenza, la
Chiesa ha recuperato un ruolo forte, di punto di riferimento sociale e morale. Nientedi
strano quindi che i suoi nààstri godano di tanta popolarità anche nel mondo dà
spettacolo».
VENERI
In que
pjorandc
mo D’An
rapprese
che la vie
non passi
maggiora
dei cittac
lenza. No
l’incoerei
di queste
approvat
con le pi
una guei
più violei
possa im
lo sdegne
morte di
stesso tei
cisioni c
morte di
diri citta
a intensif
Ma i fa
gravi. No
verno eh
un’oliga
più il co
elettori, a
za, ma al
italiani se
0 almeno
una gran
gli italiar
alla pena
ne, la pei
sone che
confesse
ferati e d
dosi proc
evidente
he che pi
lontano ri
to quale!
cittadin;
bambini,
di questa
il Oìomale
Laicità di oggi
Nella seconda puntata di
un viaggio-reportage in Turchia, Alberto Pasolini Zanelli
(15 maggio) riferisce del carattere a suo modo laico della società di quel paese.H
governo è qui impegnato il
una lotta clecisa contro il
fondamentalismo islamico.
Organizzazioni religiose,«
legge, vengono apertemi
poi chiuse d’autorità, inba®
alla Costituzione; «Il penultimo governo ha messo il lu<^'
chetto alle scuole coraniche,
nella dichiarata convinzione
che - spiega il procuratore
Vural Savas - “se un ragazzo
riceve un’istruzione relig^
da piccolo, il suo indottrini'
mento sarà poi difficile n®
sradicare’’». «Non è questa'
argomenta giustamente W;
solini Zanelli - la “laicit
come la concepisce l’Europ
cristiana. È uno dei parado
si che rendono difficile e
fascinante la Turchia».
tani, perché non ci vengono a
invadere. Una sera il 3" canale della Rai ha trasmesso un
documentario sulla situazione delle popolazioni del Sudan. Le immagini che correvano davanti ai miei occhi mi
hanno provocato sentimenti
forti, quali orrore, repulsione,
fastidio e schifo; addirittura
ho pensato vedendo un bimbo ammalato, tremante di
febbre, circondato da
be di mosche, pieno di ero
e piaghe, che sarebbe s .
meglio finirlo con un colp
pistola alla nuca. Non av
più nulla di umano, era s
un piccolo animaletto am
lato e morente. Esseri utn
che non possiedono nem
no una centesima parte
miei rifiuti. ,
Mi sono subito „n.
ve fosse Dio. Dovevo do ,
darmi invece; dov’è 1 oo ,
Dov’è la chiesa? Dove son
cristiani? La chiesa cris ,
i fedeli di Cristo, i fa
stiani dovrebbero darsi
re di più...».
(Rubrica «Parliamone
me» della trasmissione^^-^^¡i
evangelico» curata da ÿ
evangelico» lurui«' — . .
andata in onda domenic
maggio)
con unr
isa; ni
facci
sevei
bitiuc
Mi de
'sibile e:
na di n
guerra?
nare la
il propr
allo stes
-Bi dovre
la nostr
mentali
Scuola
Gerirne
Tina all
terribile
Anche ir
collabo r:
rio itinei
Palestine
^rirà ai p
"«ligiosi
Un
viagg
SITIO, crii
ascoltani
»Viaggio
Haifa, Al
«lei Gola
Hebron,
quota
Pi’enota:
®6/4820
E-mail ;,
15
>1999
\/FjjERDÌ 4 GIUGNO 1999
Dei Lettori
PAG. 1 1 RIFORMA
al
10 della
0 che si
ma aneólo, of.
ù firme
eligiosi
ima nei
;iatitve
uomini
11 efficaa Ferra- Probae anche
lele, per
rio procerdote,
ese con
ra di raímente i
¡visione,
tà. Molti
ino visti
ciare dal
. e Antoonda su
rientra a
storico
1 fiction
ortunata
;». Spie
, rinasci- !
esta fine !
lile facili
Age, sue contenenza, la
unraoferimenJientedi
loi nMpopolalo deh
ale
ntatadi
3 in Tuili Zanelli
e del caaico delaaese. H
gnato il
ontro il
slamico,
giose, si
erte nw
I, in base
penultiso il lao
rranichfc
vinzione
curatore
1 ragazze
religiosa
dottrinaficile da
questa '
ente Pa;
"laicità
l’Europa
parados
cileeaf
a».
1 una nU'
di crosta
ibe stata
I colpo'*'
on aveva
era sol»
0 amtita;
ri urna»'
nemtrta;
ratte
del
lesto dO’
1 doma";
ruontO;
sono'
cristiao?'
atolli of'
irsi dala'
iallaK
tenica^^
ï Falsa retorica
In questi giorni, commemorando la morte di Massimo D’-Antona, molti pubblici
rappresentanti hanno detto
che la violenza del terrorismo
non passerà perché in Italia la
maggioranza, anzi, la totalità
dei cittadini è contro la violenza. Non si può non rilevare
l’incoerenza e la falsa retorica
di queste persone, che haimo
approvato con i fatti, se non
con le parole, la condotta di
una guerra che è quanto di
più violento e distruttivo ci si
possa immaginare. Si suscita
Io sdegno dei cittadini per la
morte di uno di loro e nello
stesso tempo si prendono decisioni che comportano la
morte di decine e centinaia di
altri cittadini, e ci si appresta
a intensificare la guerra.
Ma i fatti sono ancora più
gravi. Non è soltanto un governo che si comporta come
un'oligarchia, non avendo
più il consenso dei propri
elettori, a esercitare la violenza, ma almeno la metà degli
italiani sono favorevoli a essa,
0 almeno la tollerano. Eppure
una grande maggioranza degli italiani sarebbe contraria
alla pena di morte. Si badi bene, la pena di morte per persone che in genere sono ree
confesse di omicidi anche efferati e dopo lunghi e minuziosi processi. C’è qui un’altra
evidente incoerenza. Le bombe che piovono dall’alto e da
lontano non uccidono soltanto qualche reo, ma comuni
cittadini, vecchi, donne e
bambini, malati. La condotta
di questa guerra sembra fatta
con una perfetta logica ma' !sa: non mi paghi il pizzo?
accio saltare il negozio,
severi, ti brucio la casa. E
bi ti uccido! familiari.
' Mi domando: come è pos'sibile essere contrari alla pena di morte e favorevoli alla
guerra? Come si può condannare la mafia e accettare che
0 proprio paese si comporti
allo stesso modo? Quali danni dovremo subire anche nella nostra struttura morale e
mentale a causa del prose
guimento della guerra? Eorse
quello a cui veramente tendono le cosiddette democrazie occidentali è che le popolazioni diventino indifferenti
e facilmente influenzabili attraverso i mezzi di comunicazione di massa, che poi è
quasi la stessa cosa. Che importa se il numero delle persone che esercitano il diritto
di voto diminuisce sempre
più: in fondo in America non
è una minoranza che vota, e
il potere non ne risente?
Questo è quello che sta
succedendo: le nostre democrazie stanno distruggendo la
democrazia.
Sergio Sabbadini-Nettuno
M: Pax Christi
e i cappellani
Il Consiglio nazionale di
Pax Christi, riunito a Firenze il
15 maggio 1999, ha redat-to
un documento in cui ha
espresso profondo sconcerto
di fronte alle recenti dichiarazioni dell’Ordinario militare
per l’Italia in occasione del I
Sinodo della «Chiesa militare»: «Voglio sia chiaro a tutti il
dramma degli uomini che
guidano i bombardieri - ha
affermato mons. Giuseppe
Mani - e sanno che la loro
azione, fatta per la pace, può
uccidere vite umane: nessuno
pensi che questi uomini facciano il loro dovere a cuor leggero». E ancora: «...la guerra è
sempre ingiusta. Purtroppo,
però, a volte è inevitabile».
Il Consiglio nazionale di
Pax Christi si chiede come si
possa conciliare l’opera di
militari impegnati a favore di
popolazioni strappate dalla
propria terra con l’intervento
di altri militari, dello stesso
esercito e della stessa nazione, che produce situazioni di
disperazione, sofferenza e
morte. «Non possiamo accettare che la guerra sia definita
"sempre ingiusta” e poi ritenuta “inevitabile” - è scritto
nel documento -. Se tutto
questo ci sembra così lontano da una logica umana, come è possibile conciliarlo con '
la “profezia evangelica”? La
Chiesa non è chiamata ad essere il sale e il lievito? Non ci
-p
Città di Torino
Mercoledì 9 giugno 1999 - ore 10
Scuola media «A. Modigliani» (via Rubino 63)
Cerimonia di reintitolazione dell’attuale via Pininfartna alle
^ Pasque Piemontesi 1655
'terribile massacro perpetrato nelle valli valdesi
Sulle frontiere
della pace più difficile
Seminario itinerante in israeie
e nei Territori paiestinesi
1°-9 luglio 1999
èliche in estate quest’anno la rivista Confronti, avvalendosi della
<iollaborazione di giornalisti, storici e teologi, propone un seminario itinerante in Israele e nei Territori amministrati dall’Autorità
Palestinese. Giunto ormai alla sua quinta edizione, il seminario ofrifi ai partecipanti la possibilità di incontrare esponenti politici e
®iosi dell'area e di visitare importanti siti di archeologia biblica.
0 viaggio nella complessità del conflitto mediorientale tra ebrai*’'^0, cristianesimo e islamismo, ondate di conflitto e semi di pace
®*^oltando voci e testimonianze dirette.
jl viaggio, che partirà e arriverà a Roma, prevede tappe a Tel Aviv,
Akko, lago di Tiberiade, Cafarnao, foci del Giordano, alture
® Golan, Gerusalemme, Masada, Qumran, Gerico, Betlemme,
'^eb'-on, Gaza.
^ quota individuale è di £. 1.208.000+700$. Per informazioni e
P'"enotazioni rivolgersi a: Confronti-Ufficio programmi, tei.
“«4820503; fax 06/4827901.
coop.nuovi.tempi@agora.stm.it
è chiesto di essere “nel”
mondo ma non “del” mondo?. Da tempo Pax Christi
pone al proprio interno e alla
Chiesa italiana il problema
del ruolo dei cappellani militari, nella convinzione che la
pur necessaria condivisione
di vita che il cappellano deve
avere con i giovani affidati alle sue cure più efficacemente
potrebbe essere svolta da sacerdoti “senza stellette”, cioè
non inquadrati nelle gerarchie delle Forze armate, sia
per una maggiore libertà
nell’annuncio evangelico, sia
per una più chiara distinzione dei ruoli di fronte all’opinione pubblica».
i Basta con I
bombardamenti
Sono sconcertato e addolorato per gli sviluppi dell’intervento Nato nei Balcani. Mi
ero illuso che esso servisse
davvero a diminuire drasticamente il numero delle vittime di questa assurda guerra;
invece, a causa delle cosiddette bombe intelligenti, il
numero dei morti è aumentato considerevolmente senza risolvere nessuno dei problemi umanitari che, secondo le dichiarazioni dei protagonisti, sono stati all’origine
della decisione Nato.
Mi pento quindi del mio
errore e unisco anch’io la mia
voce a coloro che chiedono la
fine immediata dei bombardamenti e sperano in una ripresa dei negoziati per una
soluzione pacifica della crisi.
Aldo Cianci
Polizzi Generosa (Pa)
I «tìtoli»
nella chiesa
Caro Claudio Tron,
ho letto con interesse la tua
lettera a Riforma, a proposito
dei troppi titoli utilizzati nella
Chiesa. Hai certamente notato che nel prezioso indirizzario allegato a Valli Nostre gli
unici titoli riportati per tutte
le posizioni relative a chiese,
opere ed enti che hanno parte nell’ordinamento valdese
sono quelli ricordati nelle no
ia Fcei contro il ministro della Pubblica Istruzione
«Credito formativo» e religione cattolica
Il Consiglio della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia (Fcei), riunito a Roma
il 27 maggio, ha reso noto un documento
sull’ordinanza del 14 maggio del ministro
della Pubblica Istruzione, relativa alle norme per lo svolgimento degli scrutini e degli
esami nelle scuole statali, che pubblichiamo
di seguito.
Il Consiglio della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia,
- esaminata l’prdinanza del ministro della
Pubblica Istruzione n. 128 del 14/5/1999,
che approva le norme per lo svolgimento degli scrutini ed esami nelle scuole statali di
ogni ordine e grado;
- considerato che, l’art. 3 dì tale ordinanza
prevede la partecipazione dei docenti della
religione cattolica e di quelli «delle attività
didattiche e formative alternative all’insegnamento della religione cattolica», alle deliberazioni del Consiglio di classe concernenti l’attribuzione del credito scolastico;
- ritenuto che, sempre in forza dello stesso
art. 3 «Pattribuzione del punteggio complessivo» tiene conto anche del giudizio formulato da tali docenti in relazione alle relative
materie di insegnamento;
esprime le seguenti valutazioni:
- ritenevamo che con le chiare sentenze
della Corte Costituzionale n. 203 del 1989 e
n. 13 del 1991 si fosse definitivamente-chiuso il contenzioso relativo alia collocazione
giuridica dell’insegnamento delia religione
cattolica e agli inalienabili diritti alla non discriminazione di coloro che non chiedono di
avvalersi né dell’insegnamento confessionale, né degli insegnamenti che, del tutto impropriamente, l’ordinanza ministeriale definisce alternativi.
Purtroppo ci eravamo sbagliati.
Le pressioni della confessione religiosa di
maggioranza e il comportamento servile dei
competenti organi di governo creano ancora
una volta fatti che costituiscono violazione
dei diritti di eguaglianza dei cittadini e che
costringeranno a riaprire un pesante conflitto sia sul piano politico che su quello giudiziario.
È infatti palese che, in contrasto con i
principi fissati nelle anzidetto sentenze della
Corte Costituzionale coloro i quali, avvalendosi delle facoltà di legge, avranno scelto di
non seguire né l’insegnamento confessionale, né le attività offerte in alternativa, saranno pregiudicati nell’acquisizione del cosiddetto eredito formativo.
Si conferma, in tal modo, come attraverso
l’organizzazione dell’insegnamento confessionale si tende a prevaricare coloro i quali
ritengono che la testimonianza delle fede e
la trasmissione dei valori religiosi sono compiti delle chiese e delle famiglie e non della
scuola di stato.
Appare poi veramente abnorme, anche sul
piano della legalità formale, che il nuovo sistema venga introdotto alla fine deiranno
scolastico, quando gli studenti non sono più
in grado di effettuare le proprie scelte anche
in funzione della eventuale acquisizione
dell’ulteriore credito formativo.
stre Discipline: pastori e pastore (ma sempre Fast.), diaconi e diacono (idem, Diac.],
professori (in Teologia, naturalmente, Prof), predicatori
o predicatrici locali [PI o
Pred. toc.). Nelle nostre chiese non esistono avvocati, ingegneri, dottori, architetti,
ecc. ma solo fratelli e sorelle,
e ministeri particolari: il diaconato, l’anzianato, il pastorato, ecc. Quando questo non
avviene, si tratta di una svista
da correggere e, si sa, le sviste
sono sempre possibili, ma
per fortuna sono poche.
Quando si tratta di riportare Enti non appartenenti
all’ordinamento valdese la
regola cambia, e si adotta la
consuetudine relativa all’ente
stesso. Così, per esempio, il
presidente della Società di
studi valdesi è il prof Giorgio
CIOV (COMMISSIONE ISTITUTI OSPITALIERI VALDESI)
Ospedale evangelico
valdese di Torino
mercoledì 9 giugno 1999 alle ore 14,30
Salone valdese, corso Vittorio Emanuele II 23, Torino
firma dell’Accordo di Programma
tra la Regione Piemonte, il Comune di Torino, la As! 1,
la Ciov e l’Ospedale evangelico valdese di Torino.
eonfixMÉi
«Santa Russia:
problemi e speranze»
Seminarlo itinerante
11-24 luglio 1999
Dopo il successo dello scorso anno Confronti ripropone la seconda edizione del seminario in Russia. In un momento politico e
sociale di profonde trasformazioni il seminario, in linea con l’approccio ecumenico che da anni caratterizza la rivista, intende offrire uno spaccato delle molteplici realtà con particolare attenzione alle differenti confessioni religiose presenti. L’itinerario, pertanto, prevede anche incontri con alcuni responsabili delle diverse
chiese a partire da quella ortodossa. Il gruppo sarà guidato dal
giornalista Luigi Sandri.
Il viaggio, che partirà e arriverà a Roma, prevede tappe a San Pietroburgo, Novogorod, lago di Finlandia, lago Ladoga, isole Valaam,
Mosca, Serghejv Posad (ex Zagorsk).
Per entrare in Russia occorre essere in possesso di passaporto in
corso di validità e di visto consolare. Preghiamo pertanto i partecipanti di portare al momento dell’iscrizione presso i nostri uffici
fotocopia del passaporto e 3 foto formato tessera.
Il costo individuale è di £. 968.500+850$. Per informazioni e
prenotazioni rivolgersi a: Confronti-Ufficio programmi, tei.
06/4820503 fax 06/4827901.
E-mail: coop.nuovi.tempi@agora.stm.it
Rochat, e non Giorgio Rochat
tout-court. Lo stesso vale per
la corrispondenza, anche per
quella della Tavola. Solo in
rarissimi casi si usa firmare
con il titolo, qualche volta lo
faccio, perché altrimenti automaticamente divento pastore (tanta è l’ignoranza dei
nostri uffici pubblici), e poi è
sano ricordare che nella nostra chiesa anche un laico
può diventare moderatore...
Rimane il problema sul
quale abbiamo più volte
scambiato delle lettere, relativo alla possibilità per un
predicatore locale (PI)) con
incarico di chiesa e quindi a
tutti gli effetti con incarico
pastorale, di celebrare un
matrimonio valido anche agli
effetti civili. Non si tratta certo di qualità diverse fra PI e
past. La diversità di qualità
alle volte esiste, ma non certo
a svantaggio dei PI, te lo posso garantire. Si tratta di eliminare alcune divergenze e
soprattutto alcuni timori di
tipo giuridico, arrivando a
una modificazione dell’Atto
di matrimonio approvato con
31/SI/84 dove più volte ricorre il termine «pastore» e magari a una specificazione del
significato del termine «ministro di culto» contenuto nell’art. 11 dell’Intesa approvata
con legge 449/84.
Gianni Rostan
moderatore
della Tavola valdese
^5 Nuovo indirizzo
L’esatto indirizzo del pastore Giuseppe Ficara è: via
Orlandini 42,91100 Trapani.
Lauree
e diplomi
in teologìa
In occasione del bando di
concorso a cattedre nelle
scuole medie, pubblicato il 13
aprile scorso nella Gazzetta
Ufficiale, mi sono interessato
della questione della sfera di
applicazione dell’art. 15, 1°
comma, della legge 449/1984,
che prevede che le lauree e i
diplomi rilasciati dalla Facoltà valdese di teologia siano
riconosciuti dalla Repubblica
italiana. Secondo il bando, la
laurea in Teologia della nostra Facoltà non è tra i titoli
che danno diritto all’ammissione al concorso a cattedre
di filosofia e pedagogia o filosofia e storia (classi 36a e
37a). Non esiste nell’ordinamento universitario pubblico
italiano una laurea in Teologia, a cui la nostra possa essere dichiarata affine.
Le università e facoltà cattoliche italiane legalmente riconosciute non hanno lauree
in Teologia, conformemente
all’ordinamento italiano. Il
Testo unico delle disposizioni legislative vigenti in materia di istruzione (Dpr 297/
1994) prevede una sola eccezione, ai sensi dell’art. 362,
per i laureati in Teologia o in
altre discipline ecclesiastiche
delle Università pontificie
(perciò esterne all’ordinamento italiano), i quali vengono ammessi ai concorsi al
solo fine deH’abilitazione
aH’insegnamento, limitatamente alle scuole dipendenti
dalle autorità ecclesiastiche e
alle discipline per i cui inse
gnamento sia richiesta la laurea in Lettere o in Filosofia.
Questi abilitati non potranno
perciò mai iscriversi alle graduatorie dei Provveditorati
agli Studi per supplenze.
Che applicazione pratica
dunque trova, allo stato attuale, l’art. 15 della legge 449?
Evidentemente, solo ai fini
dell’iscrizione ai corsi di laurea in Filosofia o in Storia
nelle Università pubbliche
italiane, dove il riconoscimento degli esami sostenuti
nella nostra Facoltà dai laureati in Teologia è rimesso ai
singoli Consigli di facoltà. La
questione, dopo quasi 15 anni, dovrebbe trovare in sede
ministeriale una definizione
che valga per tutte le facoltà
interessate. Mentre i posti
pastorali rischiano di subire
una riduzione, per la continua diminuzione dei membri
delle nostre chiese, e, al contrario, il numero degli studenti di teologia tende ad aumentare, il problema acquista un carattere di urgenza.
Dobbiamo mettere i nostri
laureati al riparo dalla disoccupazione, consentendo loro
di conseguire una seconda
laurea nelle facoltà pubbliche
italiane con il riconoscimento del maggior numero di
esami possibile. La definizione delle equipollenze tra i
nostri esami e quelli delle facoltà italiane non era materia
tale da rientrare nella revisione decennale, prevista dall’Intesa stessa, ma può rientrare in un decreto del Presidente della Repubblica che
regoli tutte le applicazioni
implicite nell’Intesa.
Giacomo Quartino
Genova
16
PAG. 1 2
RIFORMA
VENERDÌ 4 GIUGNO 1999
Dopo la sua visita effettuata in Corea del Nord, Corea del Sud e Giappone
Konrad Raiser: rompere «il ciclo delle minacce e del sospetto»
Il segretario generale del
Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec), Konrad Raiser,
ha chiesto agli Usa e al Giappone di rompere «il ciclo delle minacce» e del sospetto tra
la Corea del Nord e l’Occidente. «Anziché mantenere
un atteggiamento di diffidenza e costringere la Corea del
Nord a mantenere una posizione aggressiva, l’obiettivo
principale dovrebbe essere di
ridurre il livello delle tensioni», ha dichiarato Raiser al
suo ritorno da una visita ufficiale in Corea del Nord, in
Corea del Sud e in Giappone.
La Corea del Nord, uno degli ultimi stati rigorosamente
comunisti, viene percepita
nell’Asia dell’Est come un
elemento di alto rischio per
la sicurezza della regione, soprattutto perché è sospettata
di fabbricare armi nucleari. Il
27 aprile scorso, a Ginevra, si
è conclusa la quinta serie dei
negoziati sulla pace in Corea.
Per i quattro paesi coinvolti.
Corea del Nord, Corea del
Sud, Cina e Usa, i colloqui
sono stati «utili e produttivi»,
anche se nessun provvedimento concreto è stato adottato. Tuttavia, secondo l’agenzia stampa Reuters, alcuni rappresentanti nordcoreani e americani hanno dichiarato di accettare di avere incontri bilaterali durante la visita in maggio di una delegazione Usa sul sito sotterraneo
di Kumchang-ri, che Washington sospetta di far parte
di un programma nucleare.
In questi ultimi anni le iniziative in vista di una riunificazione della Corea del Nord
e del Sud, che sono tuttora
ufficialmente in guerra, hanno fatto alcuni progressi. Si è
talvolta parlato della possibi
Veduta della capitale nordcoreana
(P. Pescali Archivio Pime)
lità di una riunificazione in
un futuro prevedibile, ma tali
speranze sono poi svanite.
Chiese e organizzazioni collegate, tra cui il Consiglio
ecumenico delle chiese e delle chiese di Corea del Nord e
di Corea del Sud, hanno moltiplicato gli sforzi per riunificare la penisola chreana. Ma
Raiser, il cui viaggio in Corea
del Nord dal 17 al 20 aprile
scorso, faceva parte delle rare
visite di altissimo livello di un
rappresentante di chiese in
quel paese, ha lasciato intendere che la riunificazione
non sembra imminente.
«Ci vuole una generazione
differente [di leader politici] ha detto -. La proiezione costante dell’immagine del nemico non scompare così rapidamente. Questo non vuol
dire che nulla possa capitare
durante questa generazione.
Ma la riunificazione esigerà
un riaggiustamento della
percezione. Sarà difficile per
coloro che hanno vissuto in
un clima di scontro diventare
portatori di una politica
aperta». Alla domanda su
quale ruolo il Cec potrebbe
continuare a svolgere negli
sforzi in vista della riunificazione, Raiser ha risposto che
il Cec potrebbe avere solo
una parte limitata e che spetta ai «rappresentanti politici
e delle chiese» della regione,
già impegnate in questo processo, proseguire i loro sforzi:
«Superare la divisione può
venire solo dal contesto dell’Asia dell’Est».
Interrogato circa l’invito
lanciato da una chiesa sudcoreana per accogliere la
prossima Assemblea generale del Cec in Corea, nel 2005,
Raiser ha dichiarato che tale
invito era stato ribadito durante la sua visita. Pur non
scartando la possibilità di
un’Assemblea in Corea, Raiser ha dichiarato che la decisione sul luogo della prossima Assemblea non sarebbe
presa prima della riunione
del Comitato centrale del
2002, che dovrebbe anche
nominare il successore di
Raiser al posto di segretario
generale.
Circa i cristiani in Corea
del Nord, Raiser ha ricordato
che la religione viene praticata «entro limiti strettamente
definiti». Precisando che è
«essenzialmente» un paese
senza religione, ha aggiunto
che le attività cristiane ufficiali sono confinate a «quello
che succede nelle [poche]
chiese» del paese. Ufficialmente ci sono circa 12.000
protestanti e 3.000 cattolici.
Dopo la carestia che ha
colpito il paese in questi ultimi anni, la comunità internazionale delle chiese ha fornito un aiuto considerevole.
Raiser ha precisato che la sua
delegazione ha consegnato
ufficialmente, a nome della
«Azione comune delle chiese» (Act), 4,25 milioni di dollari sotto forma di viveri, sementi e medicine. «È chiaro
che la Corea del Nord avrà
bisogno di questo tipo di assistenza per molto tempo ancora, nonostante gli immensi
sforzi che sta compiendo per
venirne fuori», ha aggiunto
Raiser. Anche se la situazione
si sta stabilizzando, «la gente
muore ancora di fame e degli
effetti della malnutrizione a
lungo termine». Raiser ha
sottolineato che col tempo le
autorità comuniste della Corea del Nord sono diventare
«meno reticenti» circa la presenza di organizzazioni di
aiuti cristiane. «Apprezzano
questa presenza, e il fatto che
le chiese non perseguono interessi politici e non si trovano sotto controllo politico
[del loro paese di origine]»,
ha affermato. (eni)
Un'iniziativa appoggiata dal Cec
Prevenire la proliferazione
e l'abuso delle armi leggere
Il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) è tra i membri
fondatori di «International
Action Network on Small
Arms» (lansa. Osservatorio
internazionale sulle armi leggere), che è stata lanciata a
L’Aia, in Olanda, TU maggio
scorso, in occasione della
Conferenza per la pace svoltasi daini al 15 maggio. lansa riunisce più di 200 organizzazioni non governative
(Ong). Sarà una delle più
grandi reti internazionali di
Ong dopo la campagna contro le mine antipersona. Scopo di lansa è di «prevenire la
proliferazione e ì’uso disinvolto delle armi leggere».
In un comunicato stampa rilasciato all’inizio dello
scorso mese, lansa considera
la proliferazione e l’uso disinvolto delle armi leggere
coinè «una delle più grandi
sfide umanitarie per il prossimo millennio»: «Le armi
leggere, pistole, rivoltelle, fucili, mortai, ecc. sono le armi
che provocano miseria e distruzione nel mondo. Dal
1990, tre milioni di persone
sono state uccise da armi
leggere». lansa si adopererà
«per ridurre la domanda di
armi leggere da parte dei civili e dei governi; per contenere la loro fornitura; per far
cessare il commercio illegale
delle armi; per ridurre la
quantità di armi da fuoco in
circolazione; e per combattere la cultura della violenza».
Il Cec ha giocato un ruolo
chiave nella creazione di lansa. In occasione del lancio di
lansa, Salpy Eskidjian, segretario esecutivo del Cec per le
relazioni internazionali, ha
py>
detto: «Insieme ai nostri partner ecumenici, abbiamo giocato un ruolo chiave nella
creazione di lansa fin dal
1998. Il problema del disarmo è sull’agenda del Cec da
molto tempo. In questo contesto, i nostri sforzi concertati e la nostra focalizzazione
sul microdisarmo rappresenta un grosso contributo all’
impegno ecumenico per vincere la violenza e per costruire una cultura di pace».
Salpy Eskidjian ha sottolineato in particolare l’iniziativa del Cec, «Viva Rio», a Rio
de Janeiro, Brasile, che l’il
maggio ha lanciato una petizione per appoggiàre una
legge nazionale per eliminare il commercio delle armi
leggere in Brasile. «Dobbiamo incoraggiare e sostenere
le iniziative sia a livello locale e nazionale sia a livello internazionale, e compiere
uno sforzo globale e concertato con attori governativle
non governativi per frenare
la proliferazione delle armi
leggere». (Cec info)
«Or
nome
' zati, u
cerca i
: maio i
raehc,
to Ani
perché
spose:
di que
ai tuo
Signor
strum
mio m
De
grand
reso e\
che di
eristic
SCO. Q
(j può tì
'Seguii
quisit
riesce
Saulo
chiese
poche
nasce)
ferma
ignore
che il
ca chi
' Signo
non f
già ir
A qui
picco,
primi
perch
questi
nia, T
Perché forma donne e uomini
responsabiii, capaci di contribuire
allo sviluppo del proprio paese e di
affermare i valori della democrazia
e deila persona umana.
Ma in Italia e nel mondo ci sono
oltre 130 milioni di bambini che non
hanno mai frequentato una scuola
o la devono abbandonare prima del
previsto. Così sviluppo,
democrazia, diritti
saranno per loro parole
prive di significato.
Per questo le chiese valdesi e
metodiste hanno deciso di investire
una quota dell’otto per mille, a loro
esplicitamente destinato dai
contribuenti,
per sostenere progetti di
cooperazione allo sviluppo, di
educazione di base, di promozione
della cultura della pace da
realizzarsi in Italia e nei paesi
del Sud del mondo.
Lo faranno in collaborazione con
organismi ecumenici, istituzioni
locali, associazioni di volontariato
che hanno maturato significative
esperienze in questo campo.
Un dettagliato rapporto deirutilizzo
dei fondi ricevuti è stato pubbiicato
sui maggiori organi di stampa
e su Riforma dei 14 maggio 1999
Tutti i fondi
deil’8 per mille
destinati alle
chiese valdesi e
metodiste sono
stati investiti
esclusivamente
in progetti
sociali e
umanitari in
Italia e
alTestero.
E sarà così
anche in futuro
Chiesa evangelica valdese (Unione delle Chiese metodiste e valdesi)
via Firenze 38 - 00184 Roma - tei. 06-4745537; fax 06-47885308; E-mail: TVmode@tin.it
sito Web: http://chiesavaldese.org
gerci
predii
Et
del gl
di qu
prens
avuto
del Si
la grò
reao
ni qu
capai
fidars
ro. E
to: Po
il mil
picco,
un pi
grade
Ma è
corag
quale
Paole
paure
Qi
corno
tutti,
degli
ne, m
dava!
te è a
comp
far re
varo
versic
^lo i
affidi
flduc
teia I
ifuest
gesti,
glie C(
ci chi
sedi
forza
PreA
tetìzo
tello,
èapp