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LONGO SELMA
Casa Valdese
TORRE PELLICB
DELLE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa 7aldese
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Eco e La Luce: L. 1.800 per rintemo | Spediz abb. poetale • il Gruppo
L. 2.500 per Testerò | Cambio d'indirizzo Lire 3 0
Aano LXXXIX - N. 10
U
n a copia
L i re 30
}Eco: L. 1.200 per l’intemo
L. 1.600 per l eetero
TORRE PELLICE - 6 Marzo 1969
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-175S7
Spigolature italiane
Il governo Segni ha ottenuto la
fiducia; a notevole maggioranza, ma
in parte non molto convinta. Si tratta di un monocolore nettamente appoggiato alle destre, che ha presto
fatto a rigettare sugli alleati socialdemocratici di ieri tutta la responsabilità della crisi Fanfani. Questo appoggio a destra non incontra, pare, il favore entusiasta di molte sezioni della
de., che avrebbero accettato questa
formula di governo come un mezzo
solo temporaneo per risolvere — ufficialmente — la crisi, in attesa del
prossimo congresso nazionale democristiano. Segni, nel suo discorso programmatico al Parlamento, ha mostrato la sua volontà di « apertura a
destra « affermando : « L’iniziativa
privata deve poter riacquistare serenità sulla base della certezza dei suoi
diritti ». Siamo dunque piuttosto lontani dalle posizioni di Vanoni. Ecco
una delle belle frasi da discorsi ufficiali, che possono voler dire tutto...
Se l’iniziativa privata, grande e piccola, è certamente una molla potente
e necessaria del vivere associato, è ne
cessario che non si preoccupi soltanto della sua serenità, nella certezza
dei propri diritti, ma della sua responsabilità, nella coscienza dei propri doveri. La fiducia morale — ben
diversa da quella politica che ha mosso il gioco parlamentare — il governo
dovrà guadagnarsela, perchè ora non
è molto diffusa. In ogni caso, non si
è ancora offerta alla nostra « destra »
un’occasione migliore di mostrare la
propria buona volontà: vedremo dunque se, « rasserenata », darà frutti.
TiroiGsi e sluilenli
Il dissenso austro-italiano sull’Alto
Adige si è acuito in questi giorni. La
popolazione di lingua tedesca di questa regione richiede la annessione alla Repubblica federale austriaca, o
comunque l’indipendenza dall’Italia,
E’ una vecchia questione, che dalla fine della guerra ha conosciuto molte
tensioni e distensioni. Siamo in un
momento di tensione, ma particolarmente grave, perchè non si limita a
dissensi diplomatici, ma ha raggiunto larghi strati d’opinione pubblica.
Si ha notizia che molti turisti austriaci disdicono le loro prenotazioni
in Italia, in segno di protesta, o nel
timore, fomentato da notizie allarmistiche di alcuni giornali nazionalisti,
di non trovare buona accoglienza. In
Italia come in Austria molti studenti
hanno assunto atteggiamenti estremisti. Scioperi si sono moltiplicati in
molte città italiane, specie nel Centro-meridione. La Federazione studentesca austriaca ha reagito troncando ogni rapporto con le Associazioni studentesche italiane, e rescindendo ogni impegno di incontri culturali, sportivi, ecc. Una piccola — e
ridicola — guerra fredda. E’ un vero
peccato che una parte della nostra futura «intellighenzia» si mostri cosi poco intelligente, e ci faccia assistere a
queste stupide fiammate di nazionahsmo che abbiamo conosciuto troppo
bene e che non hanno dato certo
buoni frutti! Non si facilita davvero
la soluzione di un problema politico
arroventandolo di passione partigiana. E se la questione sud-tirolese fa
effettivamente l’impressione di un
pallone gonfiato — uno dei pochi superstiti focolai di nazionalismo —
non è una ragione per rispondervi
con chiassate, nè per osservare con
indulgenza queste chiassate, rivelatrici di tutta una mentalità di politica
piazzaiola e di nazionalismo passionale tutt’altro che rallegranti per
l’Italia e per l’Europa.
Cittadina simpalico
Simpatico, il cittadino Luciano
Ruggero, che viaggiando in una vettura delle FP.SS. (Ferrovie dello Sta
to = « di tutti ») trovandovi uno dei
tanti scompartimenti disseminati per
la nostra rete ferroviaria con su il
cartellino «Riservato ai signori parlamentari », non se ne lasciò per nulla intimidire, ma vi prese tranquillamente posto, e non se ne lasciò smuovere dal controllore. Denunciato, è
stato condannato dal tribunale alla
multa di L. 1.500. Ma ha subito presentato ricorso in appello.
Simpatico, perchè? perchè è un
« cittadino che protesta »? no, ma per
la ragione per cui protesta: il diritto
dei deputati al posto — an:ll allo
scompartimento — riservato in treno
(che del resto non è loro riconosciuto
dal regolamento FF.SS.). E’ bene che
si ricordi sempre a quelli che sono
« in autorità » che questa autorità
non deve comportare per loro privilegi di sorta. La vecchia mentalità italiana, dalle clientele romane a quelle
fasciste, non è morta, e deve subire
una radicale conversione se vogliamo
che una vita democratica p’ù sincera
e libera possa attecchire. Cominciando dalle più piccole cose. Del resto
potrà essere istruttivo per i nostri
onorevoli se, confusi fra la folla, ne
ascolteranno, talvolta, gli umili pareri...
Fronliera chiusp
Nelle scorse settimane cinque collaboratori stranieri di Danilo Dolci
sono stati espulsi daH’Italia. Ora una
giovane insegnante ginevrina e una
infermiera francese, inviate dai gruppi elvetici degli «Amici di Danilo Dolci » per far funzionare un nuovo
centro sociale a Corleone, si sono viste rifiutare l’ingresso in Italia, alla
frontiera. Alle loro richieste i funzionari rispondevano evasivamente :
« Lavorate per Danilo Dolci... è la polizia di Palermo che ci ha avvertito... ». Eppure i passaporti erano in
regola.
« Si può pensare che questa misura
è dovuta a un accesso di cattivo umore d’un funzionario subalterno e che
sarà riveduta immediatamente, a sod
disfazione di tutti gli amici dell’Italia nel nostro paese » — commenta
La Vie Protestante di Ginevra. E’ un
pensiero molto generoso, e ci auguriamo di vederne presto soddisfatta
la speranza. Ma... l’avvertimento palermitano non ci permette di restringere il problema alla cattiva digestione di un funzionario. Quando si comprenderà, in Italia, anche in alto loco, che la nostra vera vergogna, quella che ci squalifica agli occhi del mondo, non sono tanto i « bassi » paiermi
tani e le zone depresse messi a nudo
da Dolci, ma piuttosto un atteggiamento ufficiale — del resto limitato
ed ottuso — che non riesce ad affrontare i fatti sociali anche più doloranti, libero dai paraocchi di paure irragionevoli e di interessi inconfessabili? Gino Conte
Povertà del nostro tempo
Sotto questo titolo VOsscrvalore romano
(le! 28 feliliraio ita piilibliiato la nota se¡iiii-nlr. relativa al recente inizio di pubbli(■azione della « Bibbia a fiinielli ». cui abbiamo pia ac-eennalo sulle nostre colonne:
La ronsulln rabbinica italiana e /e
romunith israplitiche. nei ftiorni scorsi,
hanno itubbliramonle protestalo contro
l'iniziativa, pia in via di attuazione, di
imbblicare una Bibbia ’ a fumetti
Usiamo il neologismo con un certa riluttanza. solo perchè non sapremmo
quale idtra parola adoperare.
Le proteste sono molto vibrate. E. se
dobbiamo dire la verità, anche noi.
scorrendo i primi fascicoli di questa
pubblicazione periodica che traduce il
Libro per eccellenza dell umanità nel
piatto e scurrile linguaggio visivo entrato purtroppo nel nostro tempo, abbiamo provato un senso di profondo
disagio.
Le didascalie sono degne delle figure
per Vavvilente semplicismo che le cotv
- trassegna. ben diverso dalla semplicità.
Fanno rimpiangere V" oscuro medio
evo, quando le Bibbie narrale per ini
magmi (le ” Bibliae pnuperum ” ) era
no chiarite per iscritto da scabri e con
cisi versi leonini.
La Bibbia a fumetti è un segno dei
tempi, espressione cioè, di una civiltà
che sostituisce alla lettura e alla meditazione, non la contemplazione, ma la
visione fotografica.
Siamo lieti di questa presa di posizione
semi-ufficiale. E’ peccalo che giunga solo
ora. dopo quella israelitica (e al riguardo
neppure la nostra Chiesa ha fatto udire la
sua voce); e soprattutto che segua l’impri
matur ecclesiastico della Curia Arciyesco
vile milanese che correda la prima dispen
sa già in commercio. Questa contraddizione può forse offrire l’opportunità alja Chiesa cattolica — e a tutta la Chiesa — di
considerare che la « povertà del nostro tempo », purtroppo, non risparmia la Chiesa;
e che si tratta di vigilare e di lottare, alla
ricerca della purezza dell’Evangelo e della
sua forza, più grande di tutta la nostra
banalità.
La Grand-Place di Bruxelles. — Vedete nell’interno la nostra doppia pagina
sul Protestantesimo belga.
Si è spento a Firenze, dopo anni
di penosa malattia, il
Pastore Prof.
ERNESTO COMBA
Viene così a mancare una figura
veramente notevole della Chiesa Valdese, di cui nel prossimo numero ricorderemo più diffusamente l'opera
quale Pastore, Moderatore, Professore di Teologia. Un ricordo di stima
profonda, e di gratitudine al Signore.
Ma fin d'ora vogliamo esprimere alla
famiglia dello Scomparso, ed in modo particolare alla Sua Compagna e
fedele Collaboratrice, Sig.ra Edina
Comba Ribet, la nostra più viva simpatia, nella prova e nella fede.
ObiezioDe di coscienza : problema al vertice
Occupiamoci anche dei problemi più modesti
e molto più concreti che riguardano tutti
Il problema della non violenza e
della obiezione di coscienza sta prendendo piede nelle discussioni e nell’interesse generale della Chiesa. Dobbiamo rallegrarcene
Anche io. come iRi-, penso che sia
un problema che deve essere risolto
personalmente e sarei contrario a delle prese di posizione ufficiali della
Chiesa e del Sinodo: posizioni ufficiali che, fra l’altro, porterebbero in
sè la gran debolezza che per ragioni
di età o di ufficio chi le prenderebbe
non sarebbe personalmente coinvolto
nelle conseguenze di tali decisioni.
Da questo punto di vista il ravvicinamento alla posizione coraggiosa
della Chiesa Confessante tedesca non
è valido in quanto allora chi prendeva
posizione pagava di persona.
Ma c’è un altro aspetto del problema che mi preoccupa : talvolta le
nostre discussioni affrontano i problemi nel loro aspetto più sconcertante
e chiassoso, i pareri sono contrastanti
e le discussioni inconcludenti perchè
non vengono affrontati e risolti prima i piccoli problemi che sono il presupposto necessario e non eliminabile
di quelli grandi su cui amiamo tanto
battagliare nelle nostre discussioni.
Prima di impostare il problema della non violenza per quel che riguarda
la guerra fra nazioni e popoli esiste
un problema di non violenza e di pace
a tutti i costi nella nostra vita cotidiana. Ad esso purtroppo non pensiamo spesso. Io sono profondamente
persuaso che questo sia il punto di
partenza.
La guerra, la piccola guerra per i
nostri vantaggi ed i nostri interessi,
la guerra che non uccide nessuno, ma
che è fatta di gomitate, di calci, d
raccomandazioni, di maneggi, di insi
nuazioni a danno dei terzi è ugual
mente scandalosa ed anche tragica
Quanti drammi, quante miserie, quan
ti fallimenti, inimicizie, quanti suici
di, quante malattie sono il prodotto
della guerra che così spesso i piccoli
uomini muovono gli uni contro gli
altri forti delle massime : « ognuno
fa il suo interesse », « non è il caso di
A proposito di “Ordet,,
Chi ha visto sullo schermo il bellissimo
lavoro (li Ch. Th. Dreycr, ed anche chi
non riia ancora veduto, si procuri il lesto
integrale del dramma del pastore Kaj
Munk, da cui il film è stato tratto, in versione italiana. Le ultimissime copie (prezzo L. 200) si trovano ancora presso la
Claudiana di Torre Pellice. Affrettarsi perchè Pedizione sta per esaurirsi.
fare dei sentimentalismi... » ecc. Tutta
la vita che ci circonda è carica di questa violenza. Tutti i giorni succede
che impiegati di una stessa azienda,
ieri buoni compagni di lavoro, oggi
si trovino in lotta spietata per l’avanzamento; quanto spesso nelle fabbriche l’operaio cerca di scavalcare il
suo compagno rendendosi propizio il
suo « capo » con tutti i mezzi, jjerfìno
facendo la spia, e quante volte mentendo!
Eppure questa gente che così va
avanti è stimata e ben valutata, sono
i furbi, sono gli intelligenti e tutti li
riveriscono.
E’ triste il constatare che qualche
volta anche nell’ambito della nostra
chiesa certi metodi e certe vanterie
siano apprezzate o comunque ritenute
come cose normali e logiche. No, non
sono nè normali nè logiche, alla luce
dell’Evangelo, sono invece la realtà
prima della guerra che dilania l’umanità e la conduce alla rovina: è lo
spirito della violenza che si manifesta
sul piano dell’individuo, dell’onesto
cittadino pur rispettoso delle leggi...!
Non si può in questa situazione
parlare onestamente ai giovani dell’eroismo della non violenza e della
obiezione di coscienza. Credete che i
giovani non guardino all’esempio che
viene dato da chi è più innanzi di
loro nel cammino della vita? Credete
che i giovani non riflettano e non
pongano a paragone le parole con
l’atteggiamento della vita?
Credo che occorre cominciare da
questo punto; che ogni membro della
chiesa ricerchi seriamente di essere
un « facitore di pace »; e che si rifletta
seriamente su tante esortazioni apostoliche come queste:
« Non vi conformare a questo secolo, ma siate trasformati mediante il
rirtnovamento della vostra mente...
Quanto all’amor fraterno siate pieni
di affezione gli uni per gli altri, quanto all’onore prevenitevi gli uni gli altri... se è possibile, per quanto dipende
da voi vivete in pace con tutti gli uomini... » (Ep. Rom. Cap. 12:2, 10, 18).
F. SOMMANI.
PRO VALLI
Per la : "
L’iniziativa della Pro-Valli per il riscatto della casa di Gianavello è seguita da molti con vivo interesse ed
abbiamo ricevuto consensi ed incoraggiamenti ed i primi generosi amici ci hanno già inviato il loro dono;
li ringraziamo e li consideriamo fin
d’ora i primi iscritti nella lista, che
sarà sicuramente molto lunga, degli
« Amici delle Valli ».
A tutti questi «Amici» contiamo
poi dare anche direttamente notizie
precise sulla nostra iniziativa e sul
come speriamo valorizzare la « Giànavella ».
Speriamo che il nostro appello sia
giunto anche ai nostri fratelli più
lontani : amici di tutte le chiese d’Italia, amici di Francia, Svizzera, Uruguay aspettiamo anche la vostra adesione ed il vostro dono!
I versamenti possono esser fatti sul
conto corrente postale n. 2-36094 Intestato al cassiere della Pro-Valli Dr.
Emanuele Boslo.
Doni ricevuti:
Sig. Piccoli Cesare, Milano, L, 100
mila ; past. Guido Rivoir 50.000 ; Chiesa Valdese di Rorà 50.000; Chiesa Valdese di Milano 50.000; Chiesa Valdes“
di Torino 50.000; Rivoiro Ugo 20.000;
N.N., Torre Pellice 3.000; Valerio
Francesco 10.000; Ostorero Emilio 15
mila; Bounous Guido 3.000; Gedino
Sigfrido 5.000; Ribet Guido e Edina
7.000; Long Arturo 10.000; Ghisi-Beux
Evelina 5.000; Bellion Leo 10.000.
C. I. O. V.
Ospedale Valdese di Poniaretto
Neirintenlo di favorire, in un modo
particolare, le nostre popolazioni di montagna, la direzione deH’ospcdale, con la
collaborazione dei Signori Medici ha predisposto un servizio di consulenza sotto la
diretta responsabilità della Doti. Jolanda
De Carli Lalerio di Torino, specialista per
le. malattie dei bambini.
1 genitori non avranno più da affrontare
di,sagiali e costosi viaggi, ma potranno
usufruire deU'opportunilà che è loro offerta, a partire dal mese di marzo, e far
visitare i loro bambini presso il nostro
ospedale ove funzionerà un servizio di
ambulatorio il primo ed il terzo mercoledì di ogni mese dalle ore 14 ajle 16.
üolidarieiâ
La Direzione degli Istituti Ospitalieri
Valdesi esprime la sua più profonda riconoscenza ai dirigenti ed alle maestranze
delle Officine RIV di Villar Perosa ed al
Cotonificio Widemann di S. Germano Chisone per l’attestato di solidarietà ricevuto
in occasione dell'annua Festa dell’emancipazione dei Valdesi con generose elargizioni a favore dei ricoverati degli Istituti
stessi.
Domenica 8 marzo, alle 14,15 nella Sala
Unionista di S. Giovanni avrà luogo un
Convegno Giovanile
con la partecipazione del Segretario Naz.
F.U.V., past. A. Taccia; sarà presentato
c discusso il problema dell’obiezione di
coscienza. Tutti gli Unionisti della Val
Pellice sono caldamente invitati.
04144025
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2 —
■iêè
L'ECO DELLE VAUI VALDESI
1
r ► n * •
li Protestantesimo nei paesi latini:
La conferenza del Chambon che ha avuto luogo lo scorso anno in
settembre e di cui il nostro Eco ha dato ampia relazione ha messo in
evidenza che anche nei paesi cattolici come la Spagna e la Francia esistono chiese evangeliche protestdnti, ed hanno una vita ed una attività che
sovente non si conoscono abbastanza. Nostra intenzione è di pubblicare
alcuni articoli che ci aiutino a capire meglio la posizione di questi nostri
fratelli spagnoli, frdncesi, svizzeri, belgi ecc. che sovente si trovano in
situazioni più privilegiate di noi ma sovente anche più difficili della nostra. Abbiamo tratteggiato la storia di alcune di queste e speriamo completare queste informazioni con articoli di pastori che siano all’opera in
quei paesi e ci possano perciò dare un punto di vista competente.
Il primo nostro numero è consacrato al protestantesimo belga di cui già
avevamo dato alcune informazioni
in occasione del sinodo di Courcelle.
La storia del protestantesimo in quel
paese è molto interessante e si avvicina per certi lati a quella del nostro
protestantesimo o di quello francese
ma è pure nel fondo una storia tutta
particolare. E’ la storia di una chiesa che è stata sul punto di diventare
la chiesa di maggioranza e che solo
la persecuzione ha potuto distruggere. C’è stato cioè un momento in cui
il Belgio insieme all’Olanda stava diventando in maggioranza protestante
e se il Belgio è oggi il paese cattolico
che conosciamo è solo perchè la violenza dell’inquisizione cattolica e la
oppressione congiunta della Spagna
e della Chiesa hanno annientato ogni
sua libertà.
Questo è un argomento serio e sicuro contro l’idea inventata dalla
chiesa cattolica che ci sono dei paesi che sono sempre stati cattolici, fedeli a Roma, perchè la religione cattolica è per natura la loro. Mentre ci
sarebbero dei paesi che sono diventati protestanti perchè la religione
protestante era più conforme alle loro
idee e ai loro sentimenti. Sono queste delle pure fantasie perchè la
Germania che è diventata protestante era al tempo di Lutero tanto o
più bigotta dell’Italia, della Spagna.
Non sappiamo dove e quando sia
stata inventata questa storia ma possiamo affermare in tutta coscienza
che si tratta di una storia. Quando
ci si viene a raccontare che i paesi
latini sono per natura cattolici perchè piace loro lo sfarzo, il lusso, il
teatrale ecc. o che sono cattolici perchè non potrebbero essere altro ricordiamoci del Belgio che la Controriforma ha fatto diventare cattolico ma che per sua natura e civiltà
e per il gusto dei suoi abitanti si sentiva più riformato che cattolico; si
sentiva più vicino a Lutero che ai
gesuiti.
Non sappiamo come sarebbe oggi
la sua situazione perchè non si può
rifare la storia ma sappiamo con
certezza che senza gli eserciti di Filippo Il oggi il Belgio sarebbe in
gran parte protestante o almeno come la Svizzera.
Se l’evangelismo belga ci appare così come il residuo di una grande chiesa che le potenze di questo mondo
hanno calpestato e distrutto esso ci
ricorda che se è rinato sia pur piccolo e a viste umane debole è perchè la verità dell’evangelo non si
può soffocare nè distruggere.
E quello che importa è la presenza e la testimonianza attuale del
protestantesimo in quella regione.
CHIESE
Eglise Missionnaire Belge 50
Mission Evang. Belge
Union des Eglises
Chiese straniere
Chiesa Metodista
Chiesa dei Fratelli
Chiese Battiste
Chiese Riformate
Assemblee Pentecostali
47
45
21
23
21
11
6
42
comunità
comunità
comunità
comunità
comunità
comunità
comunità
comunità
comunità
OPERE
Esercito della Salvezza 11 posti
Società Biblica 11 colportori
Cappellani militari 14
Insegnanti di Religione 110
Tra le opere assistenziali bisogna
menzionare 3 orfanotrofi, 6 asili per
vecchi, una clinica.
Questa doppia pagina
é stata preparata
dal Pastm Giorgio Tourn
La grande speranza
deli'Evangelo
La nazicre che attualmente porta
il nome di Belgio è uno stato indipendente da poco più di un secolo; al
tempo della Riforma, circa 450 anni
fa, costituiva insieme all’Olanda e ad
alcune delle provincie settentrionali
della Francia la provincia dei Paesi
Bassi. Quel paese aveva conosciuto
nel 1400 uno sviluppo eccezionale e,
sotto molti pimti di vista: cultural
mente, artisticamente, commercialmente, poteva competere con l’Italia
del Rinascimento. Le città delle Piane gareggiavano p»er lusso, ricchezza
raffinatezza con le maggiori città
il aliane, e l’impronta di artisti fra i
maggiori dell’arte europea sono ancor
visibili oggi. Sotto il profilo degl:
■:tudi il solo nome di Erasmo basta a
inorgoglire un popolo e dal lato religioso le regioni che ci interessano era
Il Protestantesimo oggi
I dati raccolti in questa pagina e
la cartina possono darci un’idea della
situazione del protestantesimo belga.
Non esiste, l’abbiamo detto, una regione tipicamente protestante ma la
presenza protestante, secondo un fenomeno tipico delle minoranze religiose, si manifesta in particolare nelle
grandi città: Anversa, Gand, Bruxelles. Le due zone che maggiormente
sono state toccate dal protestantesimo sono le regioni industriali : lo
Hainaut e la provincia di Liège che
da sole raccolgono circa i 3/5 di tutto
l’evangelismo belga. Nelle altre regioni prevalentemente agricole come le
Fiandre ed il Limbourg. il protestantesimo è poco consistente mentre è
totalmente assente dalla provincia meridionale: il Lussemburgo (da non
confondere con il Gran Ducato del
Lussemburgo).
A queste osservazioni geografiche
bisogna aggiungere un’altra considerazione: il Belgio non è come si ritiene comunemente un paese di lingua francese. Solo la parte meridionale detta Vallone è francese, la parte settentrionale, fiamminga che conta i 2/3 circa del paese è di lingua
fiamminga. Questo spiega il fatto che
nella stessa città si incontrino due comunità della stessa chiesa ma di lingua diversa: francese o fiamminga.
A questo riguardo si può dire grosso
modo che il protestantesimo si è af
fermato nella parte francese mentre
le provincie fiamminghe permangono
più cattoliche e legate alla loro tradizione religiosa.
Il protestantesimo belga risulta frutto di un secolo di evangelizzazione e
ne porta di conseguenza i pregi ed i
difetti: un evidente slancio evangelistico. una grande attività ma d’altra
parte una grave dispersione di forze
una mancanza di unità e a volte per
la presenza di molti operai stranieri
una certa distanza nei confronti della
nazione stessa. Qgni chiesa ha d’altra
parte i suoi problemi e la sua fisionomia che sarebbe lungo ritrarre. Vogliamo solo brevemente tratteggiare
fé attività comuni del protestantesimo
belga, quelle in cui esso è unito.
Una delle prime opere comuni fu
la missione in Congo Belga. Risale al
1910 la fondazione della « ScK'iété
Belge de Mission Protestante » che
scelse come suo campo la colonia del
Congo. Vi si trovano attualmente 2
milioni di cristiani evangelici ed alcune centinaia di operai sia europei
che indigeni che danno la loro opera
nei vari settori del lavoro missionario.
Un altro settore di comune attività, che per noi evangelici italiani è insolito, è l'insegnamento religioso. Nei
programmi scolastici è infatti previsto che sia dato l’insegnamento religioso anche nelle scuole statali (è necessario ricordare che solo una parte
TAPPE STORICHE
1519-1523: Diffusione ad Anversa delle tesi di Lutero e dei suoi scritti,
in particolare del Nuovo Testamento tradotto in flamm'ngo nel lo23.
1523: 1® Luglio: Martirio di Henri Voe? e Jean van Eschen sulla Grand
Place di Bruxelles.
1540: La Riforma Calvinista si diffonde nelle provincie Valloni.
1545: Martirio di Pierre Bruly a Toumai. , , ,,
1561: Il riformatore Guy de Bray redige la confessione di fede detta
« Confessione Belgica ».
1.563: Sinodi riformati a Tournai, Anversa, Emden.
1567: Repressione del duca d’Alba. Martirio di Guy de Bray. Rivolta
dei Paesi Bassi contro la dominazione spagnola.
1.585: Riconquista del paese da parte degli Spagnoli. 300.000 riformati si
rifugiano nelle provincie olandesi.
1781: Editto di Tolleranza dell’imperatore Giuseppe II.
1830: Rivoluzione ed indipendenza del Belgio.
1839: Le otto chie.‘-e rimaste dai tempi della Riforma costituiscono
1’« Union des Eglises Protestantes Evangéliques de Belgique».
1848: Costituzione della « Eglise Chrétienne Missionaire Belge».
1810: Fondazione della « Société Belge de Missions Protestantes» per
l’oirera di missione nel Congo Belga
deH’insegnamento è dato dalle scuole
di stato in quanto le scuole private
cioè confessionali sono numerosissime). Si hanno così insegnanti di religione stipendiati dallo Stato e dalle
due confessioni religiose. Spesso si
tratta di pastori ma sono numerosi
anche i laici, si tende anzi ad accrescerne il numero per scaricare i pastori di questo incarico spesso gravoso di molte ore settimanali di insegnamento. Nel 1949 gli alunni che
seguivano corsi di religione erano 850
in 93 scuole; sono oggi 2300 in 250
scuole. E’ questa naturalmente una
forma eccezionalmente efficace di predicazione in quanto possono seguire
i corsi di religione protestante anche
alunni cattolici se lo desiderano.
Comuni a tutte le denominazioni
sono pure i cappellani dell'esercito'.
6 nel Belgio e 8 nel Congo.
Nel 1929 è stata costituita la « Fédération des Eglises protestantes de
Belgique » che esercita un’opera intensa di collegamento ecumenico tramite le sue numerose commissioni :
gioventù, radio, scuola domenicale,
assistenza. Si deve in ultimo menzionare la Facoltà di Teologia di Bru.xelles. Sino alla seconda guerra mondiale i pastori delle chiese belghe
compivano i loro studi presso facoltà
estere. Nel 1942 vennero dati dei corsi di teologia a Bruxelles, data l’impossibilità per gli studenti di recarsi
all’estero. Questi corsi vennero ripresi al termine della guerra e si strutturarono come veri e propri corsi di facoltà teologica. Questa recentissima
Facoltà è chiamata a rendere grandi
servizi per la formazione di pastori
e di insegnanti di religione per le scuole. Essa costituirà un elemento coordinatore di tutto l’evangelismo dando
ai giovani pastori il grandissimo vantaggio di studiare insieme ed in patria
il che finora non ha potuto avvenire.
Presso questa Facoltà insegna anche
il pastore Buscarle! che fu per alcuni
anni pastore al Serre di Angrogna.
Ricordiamo infine come nell’estate
scorsa la Fédération des Eglises protestantes de Belgique. con l’aiuto di
molte Chiese protestanti e del Consiglio Ecumenico, creò il Padiglione
protestante dell’Expo 1958 di Bruxelles: ne abbiamo parlato a più riprese sull’Eco.
no ben lungi dall’essere conformiste e
sterili come purtroppo lo diventarono
in seguito: avevano meditato a lungo
quel volume tanto famoso 1’« Imitazione di Cristo » opera di un fiammingo.
Se al memento della Riforma questo eccezionale sviluppo culturale era
di già in declino si manteneva invece
in formidabile sviluppo l’attività commerciale. Anversa era forse il maggior
porto europeo, un porto di già in senso moderno che si apriva alla favolosa
possibilità del nuovo mondo. E di que
sto afflusso di materie prime e di danaro viveva una numerosa popolazu.ine artigianale ed industriosa.
In '.n paese siffatto, ricco di iniziative dire che di mezzi, aperto ad ogni
novità e ad ogni avventura, terra d'
marinai e di banchieri era inevitabile
che ogni nuova idea trovasse uti terreno favorevole. Così fu delle nuove idee
di Lutero in maceria di fede. Un anno
o due appena dopo la protesta del riformatore già circolavano nelle Fiandre i suoi libri che per Taffinità di lingue, tedesca e fiamminga, potevano
facilmente essere letti. Fu naturalmente Anversa il primo centro di diffusione e furono dei monaci agostiniani come Lutero a diffondere la
nuova parola deli’Evangelo. Nel’a predicazione di quel messaggio della gra
zia dimenticato per secoli, quel popolo
di artigiani e commerc’anti vedeva
una insospettata liberazione. Per quella gente più moderna e forse più viva
dei contadini tedeschi, la scoperta della fede significava una nuova conqui•sta: della propria dignità oltreché
della misericordiosa salvezza in Cristo. E non furono solo i monaci del
convento di Anversa a fare queste sco
perte, fu tutto un popolo di umili, nel
le città e nelle campagne, affamato e
assetato di una parola non umana
ma nuova della novità della grazia.
La reazione come già in Germania
fu immediata. Inconcepibile per Carlo V il primo grande imperatore moderno sovrano dalle Fiandre all’Ame
rica, che nei suoi stati si diffondessero idee a tal punto rivoluzionarie.
Mentre egli trovava però opposizione
in Germania da parte di principi e
città libere che si schieravano in favore della Riforma, era nelle Fiandre
monarca a.sscluto. Le leggi per la repressione dell’eresia si fecero sempre
più numerose e spietate nelle mani
degli inquisitori. Il convento degli ago
stiniani di Anversa venne distrutto
i monaci processati, alcuni fuggirono
qualcuno abiurò, due di essi Henri
Voes et Jean van Eschen salirono sul
rogo nella Grand-Place di Bruxelles.
Era il 1.0 luglio 1523
Con questi due giovani, i primi martiri della fede evangelica in Europa
si iniziava una serie di sofferenze e di
dolori che doveva durare decenni, più
di mezzo secolo. Ma nè le confische nè
la esecuzioni capitali nè Tapplicazione
fanatica degli editti imperiali ebbero
ragione della luminosa speranza che
revangelo recava. Non si trattava ancora propriamente di chiese costituite
el senso che diamo oggi alla parola,
ma di gruppi sparsi, di predicatori itineranti, ed era una fede forse non
appieno meditata e formata ma intena, viva che si nutriva di letture con'inue e di testimonianze. E l’evangelo
p metrò fra nobili e religiosi, artigiani
: contadini, uomini e donne. Si valuta
che all’avvento di Filippo II, successcre di Carlo V, più della metà della
popolazione dei Paesi Bassi fosse
evangelica, lo erano comunque nelle
loro quasi totalità le città e si predicava a Bruxelles e Anversa, Gand e
Liegi.
Sin dal 1540 si veniva diffondendo
m tutto il paese per opera di rifugiati
francesi la Riforma calvinista. Non si
aggiungeva nulla di nuovo al fermento evangelico che già da tempo muo
veva le coscienze ma si ordinava con
una maggior coesione tutto quel movimento. Fu questo l’elemento essenziale che nei Paesi Bassi come in molte altre parti d’Europa, portò il cal*
vitjsmo
Elementi assai importanti per non
dire essenziali di questo riordinamento, di questa organizzazione della Ri
Üia ïico'idciië
★ I primi martiri evangelici furono due Belgi morti sul rogo
a Bruxelles il 1 luglio 1523.
★ Bruxelles (900.090 abitanti)
conta oggi 33 comunità protestanti : 16 di lingua francese,
11 di lingua fiamminga, 6
straniere.
-k II protestantesimo belga conta
oggi circa 260 comunità e 85
mila fedeli mentre nel 1830 si
contavano 8 chiese e 4.000
membri.
-Ar Vi sono attualmente nel Congo Belga, grazie all'opera delle missioni belga, 2 milioni di
evangelici.
forma b^lga fu da un lato la formulazione della .sua confessione di fede,
e dall’altra la convocazione di Sinodi.
Redasse la Confessione di fede, che
venne detta « belgica » perchè espressicne delle chiese belghe, uno dei mag
giori esponenti di quel prote.stanteslmo: il pastore Guy de Bray. Era que
sti un operaio di cui si hanno le pri
me notizie verso la metà del secolo al
lorquande predicava nelle città del
Sud a Tournai ed a Lilla (città oggi
francese). Fuggito a Ginevra per sol
trarsi aH'inquisizione compì i suoi stu
di in quella città sotto la guida di Cai
vino insieme a molti altri esuli eurc
pei rifugiati in Isvizzera per la loi-.i
loro fede. Cerne molti di questi esul
al termine dei suoi studi rientrò i:
patria per riprendere l’opera di pre
dicazione e di assistenza nelle comunità riformate. Egli esercitò così
suo ministerio per più di un decennii
attraverso tutto il Belgio, fino al 1567
anno in cui mori martire.
Ma non fu solo la confessione di
fede da lui scritta 5 anni prima dell'i
rnerte e che tutti i riformati belgi riconobbero come l’espressione della loro obbedienza a Dio che forni a quelì-;:
chiese una solidità ecclesiastica ; iu
reno anche i Sinodi. Si tennero naturalmente queste assemblee in mododel tutto segreto ed in occasioni e luoghi accuratamente scelti onde noi,
provocar? l’immediata reazione delle
autorità. Già alla metà del secolo s:
pensa abbiano avuto lucgo Sinodi ri
formati ma si comincia a parlare di
vere assemblee sinodali dopo il 1560.
La fede evangelica non aveva fatto
dunque che svilupparsi dal lontano
martirio di Vces e van Eschen, nel ’23,
e malgrado ie persecuzioni ed i martirii (le esecuzioni capitali si contano
non a d cine ma centinaia: rogo o decapitazione per gli uomini e per le
donne la crudele morte del seppellimento vive) malgrado le minacele e
le confische le chiese dei Paesi Bassi
si andavano costituendo. La violenza
ne ebbe purtroppo ragione con una
delle repressioni più sanguinose e
spietate della stona europea.
L'età dei
"tribunali di sangue»
Il successore di Carlo V, il giovane
Filippo II, non era stato come suo padre allevato nelle-Fiandre ma in Tspagna e dalla sua terra, e più ancora di ila .sua educazione, traeva una fede fanaticamente cattolica oltreché un modo di governare autoritario e duro. Gli
inquisitori di Carlo V e le sue leggi
non avevano che arginato il movimento di riforma; egli lo vo.lle estirpare.
Impose anche nelle sue terre di Fiandra l’inquisizione di Spagna malgrado le proteste e le suppliche dei suddi
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L'ECO DELLE VALLI VALDESI
— 3
la Chiesa Evangelica nei Belgio
______ _______________________ te de films fixes” di Conches (Ginevra) e
ti. Nel 1566 si presentarono a corte per
chiedere la soppressione delle leggi
contro l’eresia i rappresentanti della
nobiltà dei Paesi Bassi capeggiati dal
principe d’Orange e dal conte di
Hoorn. Si narra che uno dei cortigiani spagnoli vedendoli vestiti con povertà, quasi miseria li additasse con
la frase sprezzante « voici les gueux >>
(ecco i pezzenti, gli straccioni). Gueux
erano stati detti e scelsero questa parola di scherno come simbolo della loro volontà di libertà e di fede. Il popolo tutto si sollevò contro la dominazione spagnola e fu una vera e propria guerra civile, una guerra di liberazione come diremmo oggi. Non era
stata naturalmente provocata dalla
Riforma e non era una rivolta di riformati contro le leggi ed i decreti, era
una rivolta politica di un popolo intero che richiedeva la sua libertà ed il
diritto di adorare Dio secondo la sua
coscienza. La rivolta dei gueux è però
di estrema 'mportanza perchè distrugge l’idea di un Belgio autenticamente
cattolico; cattolici erano Filippo II
ed i suoi mercenari ma il popolo delle
terre dei Paesi Bassi non lo era e non
voleva esserlo, voleva essere libero del
la libertà che l’Evangelo reca all’uomo singolo ed alla collettività in cui
vive. Il urotestante.simo era l’elemento autenticamente belga in cui quella
gente ritrovava la sua vera fede, il cattolicesimo erano le bande di 20.000 soldati che sotto la guida del duca d’Al
ba occuparono il paese. Spagnoli e
cattolici erano i tribunali « dei torbidi » che furono detti « del sangue » per
la loro crudeltà.
La situazione del protestantesimo
in questo momento è espressa simbolicamente da un episodio forse leggendario ma significativo. Alla vigilia
dell’arrivo delle truppe del duca d’Alba
si incontravano il principe d’Orange
ed il ci nte di Hoc-rn, due degli espo
nenti nifi autorevoli della nobiltà
fiamminga. Nel lasciarsi il secondo
salutò i’Orange con queste parole
«Adieu prince sans terre» (il principe stava infatti per rifugiarsi in Ger
mania e perdeva così le sue terre) ma
la risposta del principe fu altrettanto se non più amara : « Adieu comte
sans tête». Il conte infatti ritornò a
Bruxeile.s dove mori l’anno seguente
decapitato, dopo sommario processo.
Quelle furono infatti le sole due vie
per il protestantesimo belga: la morte o résilie. Molti perirono, moltissimi circa ICO 000 andarono in esilio
in Francia, Germania, Inghilterra.
La guerra dei gueux non cessò nep
pure dopo il passaggio della « furia
.spaenola » come chiamarono le truppe del duca d’Alba, ma si prolungò
per quasi 20 anni. In questa guerra
che accomunava cattolici e riformati
dei Paesi Bassi contro la Spagna, le
chiese evangeliche si riordinarono
per quanto era loro possibile e permesso. La vittoria spagnola nel 1585
.■^egnò purtroppo la fine di ogn’. spe
ranza. Secondo alcuni 50C0C furon;i Tnartiri in quel ventennio di persecuzione; secondo il grande giurist-i
Grotius sarebbero stati addirittura
ICO.OOC. Il 'umiero di coloro che preferirono l’esilio all’abiura e che la
.sciando ogni bene cercarono altrove
una dimcra per adorarvi il Dio per
cui avevano sofferto ed in cui speravano fu ancor più elevato che nel
1567; circa 8CO.OOO persone.
Si chiudeva con questa repressione
.spietata e queste esilio in massa un
periodo pieno di speranze e si apriva
una parentesi di silenzio che doveva
durare più di due secoli.
I secoli del silenzio
lia fine delia guerra dei guex segnò
la morte delle Fiandre: materialmente e spiritualmente. Un decimo
appena delle terre rimase coltivato,
il rimanente fu abbandonato ed i lupi giunsero in quegli anni alla periferia delle grandi città. Intellettualmente e moralmente era la parte più
viva più seria più dinamica della nazione che scompariva. « Ce fut l’amputatmn de la partie la plus vigoureuse du peuple... la défaite de l’esprit
national, la romanisation aiguë, l’affaiblissement des caractères spécifiques de la race. T,a Flandre équisée
s’éffondrait pour d®ux longs siècles
de nullité ». Così si esprime uno dei
maggiori storici del periodo. Spiritualmente le conseguenze furono al
trettanto evidenti e funeste ; « la ca
tholisation de la société belge totale.,
et la Contre-Réformation acheva de
courber dans un morne acquiesce
ment un peuple annulé ».
Delle numerose comunità riformate non sopravvissero che 8 nuclei isolati e senza contatti gli uni con gl'
altri che nel silenzio e nel segreto
vissero sino agli inizi dell’800. Alcune
erano comunità cittadine: Gand, Anvers. Bruxelles, Liège; le altre gruppi
di campagna; Rongy, Dour, Verviers
e nelle Fiandre il gruppo esclusivamente contadino di Maria-Horebeke
il cui tempio risale ai tempi della Riforma.
Il protestantesimo non rinrese vita
nè nel secolo X’VII nè nel XVIII, sem
brava definitivamente annientato ;
per vederlo risorgere dobbiamo giungere ni tempi della rivoluzione del
1830
La rivoluzione
liberale
Gli ideali di libertà e di indipendenza nazionale che percorsero tutta
l’Eurcpa nei primi anni del secolo
scorso provocarono anche nel Belgio
un vasto movimento di rinnovamento
che trionfò nella rivoluzione del 1830.
Fu una breve rivoluzione, piena di
entusis'ìrai e di bandiere, che dopo secoli di dominazione straniera, rendeva il Belgio alla sua indipendenza.
Fra gli articoli della Costituz'one che
venne approvata fra l’entusiasmo po
polare non poteva mancare la proclamazione alta e solenne della liber
tà di coscienza e perciò di culto. T-ç,
sparuto nucleo di quelle comunità
scampate alla persecuzicne che ab
biamn m-nzionate sopra, seppero approfittarne e nel 1839 si raggrupparono in.<^ìeme a formare « L’Union des
Eglise.'- protestantes Evangéliaues de
Belgioue ». Nome forse un po’ lungo
e pretenzioso per qualche centinaio
di fedeli ma pieno di speranze e di
fede. In realtà il governo ste,sso preso
da spirito di buona volontà e daH’entusiasmo del momento, per riparare
alle ingi'ustizie del passato, prese a
carico quella piccola chiesa trasfor
mandola in una piccola chiesa di stato che faceva da contrappeso alla
grande chiesa di stato: la cattolica.
Le venne cosi evitato ogni pericolose,
urto con l’ambiente ma le si impedì
anche di trovare la sua vera v'a nella onera di evangelizzazione.
L’opera di diffusione dell’Evange! i
non mancò però e fu opera di amici
dell’estero; francesi, svizzeri che '-e^
so il 1840 penetrarono numerosi e pie
ni di zelo in quel nuovo campo che
si apriva dinnanzi a loro. Era l’epoca
POUR MEDITER
“Mon fareJeau léger,,
Matthieu X-30
Il ne veut pas dire que ce soit une petite affaire de devenir chrétien.
Seuls ceux qui le trahissent font du christianisme quelque chose de
facile. Du reste le Maître l'a bien expliqué; dès le début. Médisait
à ses disciples: «Je n'ai pas même un lieu où reposer ma tête; ;l
vous faut tout abandonner ». Il leur annonçait Son supplice, et les
ieurs qui suivraient.
il faut rudement truquer le Nouveau Testament pour en faire une
doctrine accomodante ; il demande d'être parfait, il te dit que tu mérités l'enfer pour avoir traité d'idiot ton camarade, et qu'une mauvaise
pensée vaut un crime. Si tu le prends au sérieux, tu risques fort d être
écrasé, de ne plus oser bouger un doigt de peur d'attirer la .foudre
sur la tête; si ce fardeau te paraît léger, c'est que c'est toi qui es léger!
Et pourtant le Maître a bien dit: «Mon joug est aisé, et mon
fardeau léger ». Se contredisait-il? Ou voulut-ll, à de certaines heures,
rassurer un peu Ses pauvres auditeurs que par ailleurs on Le voit
si souvent décourager comme à plaisir?
Non. Mais 11 parle ainsi à ceux qui sont « travaillés et chargés ».
Pour ceux-là. Il a toujours des parole de paix. C'est pour eux que
Son fardeau est un allégement.
Pour les autres, la vie chrétienne commence par peser d'un poids
formidable; mais c'est tout naturel; ne faut-il pas qu'ils soient eux
aussi « travaillés et chargés », et qu'ils crient grâce, pour que le Maître vienne les soulager?
Il donne le fardeau afin de pouvoir aider à le porter; Il t'accable et t'écrase sous la charge, puis II te décharge au point que tu
te sens porté toi-même. Et c'est ainsi que Son fardeau est un fardeau
léger. Philippe Vernier.
(Tiré de Paix et Liberté, Hebdomadaire Protestant Belge).
La liberté religieuse
nest pas tout...
Abbiamo chiesto al pastore J. Buscarlet attualmente pastore a C li urlerai e professore alla Facoltà (li
Bruxelles ili inviarci alcune itole
sulla situazione del protestantesimo
belga per completare la presentazione storici che abbiamo fatto. Gli
siamo riconoscenti di questa fraterna colhìborazione e formuliamo per
il suo ministerio i nostri fraterni auguri.
Les élèves des écoles officielles de
l’Etat ont le droit de choisir librement entre les cours de religion catholique, protestante et Israélite ou
de morale la’icjue. Et c’e.st ainsi
qu’une série de pasteurs se consacrent exclusivement à ce ministère
jiarticulier payé par l’Etat. Ce iail
(-^st révélateur d’une très grande liberté accordée pàr une Constitution
que l’nu vante comme la plus liberali' du monde.
Le.s |>o pillât ions citadines sont en
majoiité .soci ilistes et retenues à
l'Eglis:' ciilbe!ii|ue uniquement par
les lie.is assez vagues et formalistes,
ceux des sacrements. Et encore bien
des gens se font enterrer civilement.
Ces cireonslances favorables devraient amener une rapide progression du Protestantisme. Et pourtant
tout ne va ])as si bien; les progrès
sont certains, mais fort lents. Pourquoi donc?
Non.' ^ovo' s deux causes princi
pales. La première, c’est l’esprit
belge, peu tourné vers les réalités
spirituelles. Les Belges aiment bien
vivre. L'ne certaine prospérité économique, comme les progrès sociaux
qui ont fait de l’ouvrier un petit
bourgeois, rendent la majorité des
gens indifférents aux problèmes profonds. D’autre part, le Protestantisme belge est terriblement morcelé
en groupes nombreux qui ne s’entendent pas toujours entre eux. Ajoutons que les pasteurs sont en majorité des étrangers qui n’accomplissent ici qu’une petite partie de leur
carrière, ce qui amène des changemenls trop fréquents et une moyenne d’âge troj) basse.
Cependant, malgré ces difficultés,
du bon travail s’effectue. Ces derniers temps, en j)lus d’un endroit,
des rajqirocbements se sont opérés
entre les divers groupes de protestants pour des campagnes d’évangélisation en commun. Dans la partie
flamande, restée longtemps très fermée, les progrès sont réjouissants.
Dans les campagnes l’influence du
clergé rend la progression beaucoup
plus difficile. Ce n’est du reste pas
un phénomène réservé à la Belgique.
Il reste encore beaucouj) à faire.
A peine un belge sur cent est protestant. Sentons-nous unis dans une
même tâche et prions les uns pour
les autres. J-M. Buscarlet
del Ri.sveglio e per opera di questi
evangelizzatori dinamici ed entusiasti si vennero creando in tutto il paese numerose comunità. Molte ne nacquero, foise alcune scomparvero ma
nel ’48 si costi! uì col rag^uppainento
di alcune di e:sse « l’Eglise Chrétienne Missionnaire Belge ».
Alla metà del secolo erano dunque
all’opera queste due chiese di tradizione riformata che si riallacciavano
alle antiche comunità del tempo della Rifcrina. Il loro carattere, malgrado l’inevitabile usura del tempo e delle circostanze, permane oggi ancora
abbastanza chiaro : l’Union des Eglises è tuttora una chiesa di stato, da
esso stipendiata, che rappresenta in
certo senso tutto il protestantesimo
belga di fronte alle autorità, la seconda; « l’Eglise Missionnaire», è interamente iridipendente dallo stato ed ha
. .1 carattere più evangelistico.
l\ di Van Gogh
Per comprendere lo sviluppo delle
chiese belghe nella ;econda metà del
secolo scorso non è però sufficiente
considerare la rinnovata atmosfera
della nazione assai più liberale che
nel paisato, occorre ricordare^ che
ouel secolo vide la nascita dell industria medema. I 4 grandi complessi
industriali e minerari che si venivamo creando in alcune parti d’Europa
non si sono realizzati in Italia ed il
nostro paese è cosi passato nell età
industriale senza conoscere i tragici
problemi che recò la rivoluzione industriale. La regione meridionale del
Belgio in particolare la provincia del
Hainaut conobbe prima del benessere il terribile problema della lotta sindacale. Problema che il nostro proletariato ha conosciuto in misura mipima e che non esitiamo a definire
terribile alla luce dei semplici dati
statistici: Nel bacino carbonifero del
Borinage lavoravano già a metà secolo 20.000 uomini con orario di lavo
ro dalle 13 alle 14 ore di miniera e
con lo stesso orario lavoravano 4.500
lagazz.' sotto i 14 anni e 3.000 dai 14
''i 16 anni. E su questo sfondo di brutale sfruttamento, di miseria di rivol
a- e di lotte, la predicazione dell’evangelo si è sagomata per decenni e
non poteva essere la predicazione
della chiesa ufficiale, la cattolica, non
poteva che essere una parola sempfi
ce, umana, umile e nello stesso tem
potente.
Che quei minatori umiliati e rivoltosi assetati di giustizia più che di
parole fossero gli autentici rappresenvanti de) loro tempo e che a loro ir.
modo del tutto particolare si rivolgesse l’evangelo ci è rivelato dal fat'o che fra loro predicò quell’uomo di
eccezionale sensibilità umana che fu
Van Gogh. Figlio di un pastore olandese ,cercò per molti anni la sua vocazione e per breve periodo predicò
fra i minatori del Borinage vivendo
nella più squallida miseria per essere nella loro stessa condizione. Se è
lecito definirlo uno dei maggiori pittori protestanti non è forse possibile
definirlo un grande evangelizzatore
anche per la breve durata del suo ministerio, ma il suo nome è come il
simbolo di quella evangelizzaz'one
compiuta da umili evangelisti, da laici, da colportori che seppero penetrare in quel mondo tormentato. E la
parola dell’evaogelo fu veramente
per quegli uomini che l’udivano la
parol;' della buona novella; non una
religione che scendeva dall’alto, una
religione da ricchi e borghesi ma la
consolazione di Colui che essendo ricco si è fatto povero, come dice Paolo.
Ed è precisamente in quella terra
atea ed inasprita, terra di un socia,lismo radicato, fanatico, quasi religioso, che s' costituì il nucleo maggiore
di chiese protestanti. Oggi a distanza
di decenni è ancora nel « pays noir »
che il protestantesimo ha una certa
consistenza.
Tutta quest’opera di evangelizzazione fu c'^’mointa oltre che dalla « Eglise Missionnaire » da altre denominazioni che sul finire del secolo entrarono in Belgio, i riformati olandesi,
1’« Oeuvre de Silo » del pastore Nicolas de Jong entrambe nelle provincie
fiamminghe, cioè nel Nord; nel nostro .'■'^'"ìc i Metodisti e la «Mission
Evangélique Belge » a carattere fendameut alista di origine americana,
ed ultimi in ordine di tempo ma non
in attività i Pentecostali.
Questa, tratteggiata nelle sue gran
i linee, la storia del Protestantesimo
Belga: un passato lontano, ricco di
gloria e di fedeltà all’evangelo, un
passato ancor vicino pieno di insegnamenti perchè, malgrado le deficienze, pieno di una dinamica volontà di testimonianza.
I LETTORI
Cl SCRIVONO
Eiin-gio Direllorc,
Podic parole solamente, per una iieeessaria precisazione.
Rifereinlonii al mio artii-olo supli « obiettori ili l'osrieiiza » imbblicato ilall’ECO
ilella si-orsa settimana, mi preme affermare
rbe non lio minimamente inteso, come ima
nota ili emlesta Direzione sembra avere
interpretalo, ili « liqniilare come cinncip
/'opinione di chi sostirnp. ei e. eoe. ».
Ammetto volentieri la seella forse poro
feliee ilei verbo adoperato; ila intendersi
però qui semplieementc nel senso di « diseorrcre in tutta tranquillità », « eonversare amiehevolmente ». E ebe questo ne vo
Per la cortesia della ’’Centrale protestante de films fixes” di Conches (Ginevra) e
del settimanale ”La Vie Protestante”, di
Ginevra, siamo autorizzati a riprodurre —
in questo e nei seguenti numeri dell’« Eco »
— una sequenza illustrata su Pietro Valdo.
Non si tratta di fumetti, bensì delle illustrazioni, create da Janine Arthur con un
vivo senso d’arte, accoppiato ad una schematicità moderna di indubbio buon gusto
che compongono una ’’filmina” sui Valdesi
primitivi, e che coloro cui interessa possono agevolmente procurarsi, per la modica spesa di L. 550 (indirizzare le richieste alla Libreria Claudiana, o al pastore
Bruno Corsani, Torino, incaricato per l’Italia del ’’servizio filmine”, o direttamente
alla ’’Centrale” di Conches).
Il testo, adattato al nostro ambiente a
cura di T. Salma, è condotto sulla falsariga di analoga pubblicazione, preparata per
le filmine originali da B. Decorvet.
IVrin sono ciancìn
glia essere il vero e solo signifieato ie non
a’à quello leggermente derisorio e parziale stranamente’ attribuitogli) è provato
dai f»Ui> rlie il termine stesso eoniprendeva niplieilamcnte mite quante le opinioni
rbe erano state si-ambiate suirargomenlo,
vale a dire rosi il parere dei sostenitori
dell’o. d. g. ionie quello di eoloro rbe ad
essa si erano dieliiarati eontrari.
Sarò grato a Lei se potrà essere ospitata dal Giornale questa prerisazione, in
quanto, ritenendo essere stato travisato il
mio pensiero, trovo ovviamente inopportuna l’osservazione mossami.
Con tutta stima p. n.
1. — A Lione, grande emporio europeo, verso l’anno 1160. Nel salone delle feste del suo palazzo, un
riero Ulereante, Pietro Valdo, offre
un banebetto agli amk-i. Cibi suceolenti, bevande del Reno e del Mediterraneo, frutti esotici appaiono
ineessantemente sulla mensa suntuosa. Ma ad un tratto, .fra le risa e i
canti, uno dei convitati si accascia
improvvisamente: è morto. 1 piaceri
del mondo io hanno ucciso. Per tutta la notte, Pietro Valdo pensa a
quella tragica fine: se io morissi,
dove andrebbe l’anima mia, dove
andrebbe?
2. — Una domenica sera. Pietro
Valdo torna a casa. Un menestrello,
appoggiato all’angolo di casa sua,
canta una canzone nuova: «L’anima sua è stata salvata, eg]i è presso
al Signore ». Valdo invita il menestrello a entrare, per sentire tutta la
canzone. E’ la malinconica storia di
Alessio, il patrizio che lasciò ogni
cosa; moglie, parenti, amici, sostanze, per andar pellegrino in Terrasanta. Ed è tornato al paese cosi
stanco, CO.SÌ disfatto, che nessuno lo
ba rironosriuto. Lo hanno fatto dormire, come un pezzente, sotto le
si-aje. Il giorno dopo, l’hanno trovalo morto, ma « Fanima sua è stala salvala, eali è nresso al Signore ».
3. — Pietro Valdo si chiede: e se
abbandonassi tutto anch’io? Valdo
pensa alla moglie, alle figlie, agli affari. Va in cerca di un prete e gli
chiede che cosa dovrà fare per esse
re salvalo. « Fai donazione dei tuoi
« Ma i miei peccali non
ne .saranno cancellali! » — «Fai penilenza, digiuna, fai soffrire il cor
po! » — « E perchè l’anima Irove
rebbe in tal modo la pace? » —
« Parli per un lungo pellegrinag
gio! » — « Chi mi assicura che all’arrivo troverò la pace del cuore? »
— « Ebbene, abbandona ogni cosa e
falli frale! » — « Sarò sicuro del
cielo? » — « Vuoi dunque esser perfello? Ascolta l’Evangelo: se vuoi
esser perfetto, va, vendi ciò che hai
e dòlio ai poveri, ed avrai un tesoro
nei cieli; poi, vieni e seguitami»
Queste parole sono una luce per
Valdo. Egli seguiterà il Cristo, ad
oEiii costo.
4. — Un dello dell’Evangelo ha
salvalo Pietro Valdo. Come egli vorrebbe ora posseder quel libro, per
leggerlo fino airultima riga! Ma dove trovarlo? La Bibbia è scritta in
latino; chi darà la Bibbia al popolo,
nella lingua del popolo? Pietro
Valdo ba la risposta pronta: consacrerò i miei averi a conoscere
e far lonoscere la Parola di Dio.
Fra Bernardo e fra Stefano traducono la Parola pagina per pagina e
cosi la Parola sarà letta di seguito
al popolo.
4
Fratelli, voi siete stati chiamati a libertà.
(Gal. 5:13).
L'Eco delle Valli Valdesi
Non fate della libertà un'occasione alia carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni
agli altri. (Gal. 5: 13)
amCROGIVA (Serre)
L’8 Febbraio si è riunita al Serre, subito
dopo il culto presieduto al mattino anziché
■ di pomeriggio come al solito, l’assemblea
di Chiesa chiamata a decidere in merito
alla proclamata vacanza della parrocchia.
Anche da Fra del Torno i membri elettori
sono scesi in buon numero al Tempio del
Serre.
Dopo un breve scambio di idee l’assemblea ha deciso di rimettersi alla Tavola,
nominando però una commissione incaricala di esprimerle alcuni desideri di cui si
vorrebbe tenesse conto, nel limile del possibile, naturalmente, all’alto della nomina
del Pastore titolare. Questo incontro con un
membro della Tavola ha già avuto luogo.
Non ci dilunghiamo sulle manifestazioni
del XVII febbraio, perchè già i lettori le
conoscono essendosi svolte in comune con
quelle della Chiesa del Capoluogo. Aggiungeremo soltanto che anche a Fra del Torno,
mentre si svolgevano il culto e le recile
dei bambini a! capoluogo, aveva luogo un
culto nel corso del quale furono rievocale
le giornate di ansia e di speranza vissute
dai Valdesi nell’imminenza della proclamazione delle lettere patenti nel 1848. Numerosi i partecipanti. Molte famiglie sono intervenute al completo. Simpatica l’atmosfera raccolta e familiare nella saletta sopra
ij tempio dove d’inverno siamo usi radunarci perchè più piccola e quindi più facilmente riscaldabile. Ai bambini è stato
distribuito, come di consueto, una brioche,
mentre non pochi genitori hanno acquistalo
l’opuscolo edito dalla Società di Studi Vaidesi che è stato quest’anno particolarmente
apprezzato e gradito per l’argomento trattato.
Il 28 febbraio si sono sposati nel tempio
del Serre Bertalot Dino e Besson Laura
Mentre invochiamo le benedizioni divine
su questo nuovo focolare, auguriamo ai due
sposi un buon soggiorno in Svizzera, dove
si sono ora stabiliti per ragioni di lavoro.
S'amo certi che troveranno laggiù dei fratelli in fede e delle buone amicizie.
RODORETTO
Anche quest’anno il bel tempo ha favorito la celebrazione della ricorrenza del
XVII Febbraio e, malgrado la neve che
ancora ricopriva abbondantemente ogni
cosa, ha permesso ai piccoli ed ai grandi
di partecipare compatti al culto nel Tempio. La vigilia sono stati accesi i tradizionali fuochi di gioia e la mattina del
XVII il corteo, guidato dal tamburino, riuniva gli scolari con coccarde e bandiere
ed i membri di chiesa dei vari villaggi
del nostro vallone, quindi saliva lungo la
strada di Serrevecchio per ricongiungersi
con gli scolari ed i membri di quel quartiere e del quartiere di Fontane che stavano scendendo gioiosamente verso Villa.
Le bandiere sono stale quindi recate nel
Tempio che era gremito per il culto durante il quale la Corale, diretta dall’insegnante signor E. Tron, ha eseguito due
inni di circostanza ed i bambini dei vari
quartieri hanno svolto con impegno un
ricco programma di poesie, dialoghi e
canti. Un plauso ai ragazzi; alla signora
E. Breuza di Fontane ed al maestro di
Rodoretto signor E. Tron, che li hanno
preparati con cura, il nostro ringraziamento per la loro collaborazione.
Al pranzo fraterno, organizzato nell’aula
scolastica di Campo Clot da alcuni volenterosi e da componenti l’Unione delle Madri, hanno partecipato una trentina di
persone che hanno avuto il senso preciso
dell’atmosfera di solidarietà fraterna, serena e gioiosa regnante tra tutti i convenuti e di cui abbiamo goduto per tutto
il pomeriggio ed ancora alla sera.
La riuscitissima celebrazione ha portato
molta allegria nei partecipanti ed anche
il monito a perseverare nella fede. Iddio
benedica per lutti il ricordo di quella
bella giornata.
Giornate Missionarie
a Pomaretto
Due domeniche consecutive sono stale
consacrale alla testimonianza missionaria
con la partecipazione del Fastore Bosc e
signora, della dr. Violette Brunel c della
sig.na Anita Gay. La domenica 22 abbiamo
ascoltato i messaggi del pastore Bosc e delja
dr. Brunel mediante i quali è stato consentito di avere un panorama della situazione
igienico sanitaria e soprattutto del rapporto
Ira chiesa indigena e la missione di Farigi •
le difficoltà non mancano e l’impegno della
missione è quanto mai urgente per rendere più consistenti e consapevoli le forze
nuove indigene perchè l'opera sia più incisiva proprio attraverso i neofiti di colore.
La domenica 1 Marzo è stala la heneficiata della sig.na Gay; sin dal mattino ha
fatto conoscere la sua opera nel Gabon a
mezzo di filmine ai bambini della scuola
domenicale, accorsi nella sala apposita; al
culto del mattino essa ha dato il suo pacato e profondo messaggio mentre il prof.
Tron Ernesto ha svolto la parte liturgica.
Nel pomeriggio essa ha rivolto la parola
alle madri ed alle giovanette di tutta la comunità sempre con proiezioni di filmine
del lebbrosario unitamente ad una « prima » del XVII febbraio di Fomaretto. Le
collette delle due domeniche sono andate
a beneficio delle missioni; siamo lieti che
la voce della cittadinanza pomarina rechi
un novello entusiasmo e amore per l’opera
di evangelizzazione per poter comprendere
nuovamente la Potenza del messaggio che
opera ancora in terre lontane mentre rimane spesso sale insipido nelle nostre comunità tradizionali.
Desideriamo formulare un augurio per
l’opera delle missioni di Parigi perchè l’opera possa continuare nonostante i mutamenti politici, perchè il lievito dell’evangelo concorra a rendere vive )e giovani comunità dell’Africa. Ringraziamo di cuore
i missionari di Parigi, la signorina Gay in
particolare per i vari messaggi che essa ci
ha dato ed il prof. Tron per la .sua collaborazione al culto.
Sempre in tema di testimonianza evangelistica ricordiamo che il 19 Marzo la gioventù della parrocchia presiederà un turno di
riunioni preparatorie alla Pasqua in tutti i
quartieri, tranne la zona del Podio dove
si terrà una sola riunione ai Cerisieri, Siamo certi che le scuse non potranno sussistere perchè è giornata festiva e quindi
tutti i parrocchiani dovranno essere presenti.
R H R A’
La comunità lorenga dà un caldo benvenuto alla piccola lido che è venuta a rallegrare i Rene/, genitori e fratellini, alle
Fucine. Il Signore voglia benedire questa
piccolissima del suo gregge.
Attendiamo con piacere la filodrammatica di Villar Pellice (Centro) che reciterà
da noi. Domenica prossima 8 marzo alle
ore 20 precise, il dramma già presentato
con tanto successo al Villar. Ci auguriamo
che l’uditorio numeroso ed attento incoraggi i bravi attori.
La frequenza ai culti tende a diminuire.
Non rinunciate a quell’ora di raccoglimento che il Signore vi concede come un dono.
Il 2 marzo si è svolto il servizio funebre
di Alice Giusiano n. Revel (Fucine). Ai familiari provati e.spriiniamo la nostra fraterna simpatia.
1/ir.LasECCA
La cronaca della nostra Chiesa non è più
apparsa da qualche settimana a causa dello
stato di salute del Pastore che gli ha impedito di svolgere il suo normale lavoro.
Desideriamo da queste colonne esprimere la nostra riconoscenza per quanti si
sono adoperati affinchè la vita della Chiesa non soffrisse troppo di questa interruzione.
In primo luogo l’Evangelista Carlo Dovile che si è occupato della predicazione e
delle normali attività; il prof. Elrnesto Tron
che ha presieduto il culto del 25 gennaio;
l’Anziano Giosnè Ribet che ha curato le
riunioni quartierali a Trussan e Combagarino; l’Insegnante Pietro Massel che si è
occupalo della Scuola Domenicale e delle
riunioni a Roccia e Bovile.
L’Unione Giovanile nel corso delle sue
visite ai quartieri lontani della Chiesa, ha
avuto una seduta speciale all’Albarea dove
è stata calorosamente accolta dai giovani e
meno giovani, trascorrendo una lieta serata
in fraterna letizia.
Purtroppo in queste ultime settimane le
pre.senze degli unionisti si sono assottigliate. Contiamo ora di poter riprendere normalmente questa nostra attività c facciamo
affidamento quindi sulla presenza di lutti.
L'Unione delle Madri dei Chiotti ha
avuto il piacere di ascoltare la Signora
Elina Quattrini che ha vivamente interessalo le sorelle con una esposizione chiara ed
avvincente del coraggio e perseveranza di
una madre americana la cui bimba era affetta da grave ed incurabile malattia.
Desideriamo ancora esprimerle la riconoscenza delle Madri che si sono molto rallegrale di averla in mezzo a loro quel pomeriggio.
II 22 febbraio la riunione è stata presieduta dalle signorine Amandina e Elena Vigliejmo ebe vogliamo sentitamente ringraziare.
Il XVII febbraio si è svolto con le tradizionali manifestazioni anche nella nostra
parrocchia; i falò .sono stali accesi nonostante la difficoltà di trovare il combustibile a causa della molta neve.
Il Tempio di Villasecca era al completo
per ascoltare la predicazione della Parola
di Dio secondo il lesto di Giov. 21: 15-17:
« Simon di Giovanni, mi ami tu? ». Dopo
che la Corale ebbe cantato l’inno « Sur
lon Eglise viens Seigneur répandre ta ciarle », i bambini delle varie scuole hanno
presentato un ricco programma di dialoghi,
poesie, scenette preparale con impegno dai
vari insegnanti dei quartiere e dagji alunni.
Il pranzo fraterno si è svolto in una
atmosfera serena, raggruppando una cinquantina di membri di chiesa. Come è tradizione della nostra Chiesa, anche quest’anno il pranzo è stalo organizzato e preparato dal Concistoro con la collahorazione
della sig.a Albina Peyronel e del sig. Lorenzo Clot. Un ringraziamento particolare
al Diacono Levy Peyronel del Trus.san che,
oltre ad aver organizzato c diretto i lavori
ha voluto offrire due grossi panettoni per
completare il già ricco menù. Siamo spiacenti di non aver conosciuto subito questo
simpal'co gesto ed aver cosi dovuto ritardare ad oggi il nostro ringraziamento sincero per questo suo gentile e generoso dono
ai partecipanti al pranzo.
La nostra riconoscenza è infine rivolta a
tulli coloro che nei modi più diversi hanno collaboralo per la- buona riuscita di
questa manifestazione.
FIREiVZE
Domenica 15 Febbraio alle ore 11, nella nuova chiesa di Via Micheli, vi è stalo
un culto, seguilo dalla Santa Cena, dedicalo alla nostra festa Valdese, presenti circa 200 persone della nostra comunità.
Il pastore Do». Carlo Gay. prendendo
a lesto Luca XI, versetto 3.1: « Nessuno,
quando ha acceso una lampada, la mette
sotto il moggio », con elevale parole, ha
spiegato come il nostro simbolo del candeliere colle 7 stelle sia e deve essere sempre presente ad ogni Valdese, e deve spandere la sua luce nelle tenebre e non nascondersi sotto il moggio.
Al pomeriggio, nella nuova Sala di Via
Manzoni, la gioventù fece una simpatica
festa, presentando la parabola Biblica del
« ricco stolto » e il dramma « 11 carrello
di grano » di Alberto Goes. I giovani attori, Carla e Franca Long (figlie del Maggiore dei Carabinieri Aldo Long). Leopoldo Sansone, Lodovico Prochet e Lui.sa Ribet, sono stati molto applauditi.
In una serie di diapositive sono state
presentate e ammirate molle vedute delle
Valli e dell’Evangelizzazione.
La Signora Armanda Ricca ha guidato
con maestria alcuni cori, fra i quali « La
sentinella della ghieisa d’ia Tana ».
La simpatica festicciola ha avuto termine con la commedia a Mattinata di Sole »
presentata dalle Signorine Lucilla e Anna
Ricca.
Martedì 17 Febbraio ba avuto luogo
una agape fraterna con 70 convenuti, poi
furono eseguiti canti e un falò nel giardino di Via Manzoni.
A Siena, Domenica 15 Febbraio il pastore Doti. Alberto Ricca ha fatto un cullo
speciale commemorativo del 17 Febbraio,
e indi una conferenza sul medesimo soggetto.
AVVISI ECONOMICI
Dal reparto
spedizioni
Il problema della spedizione delVv. Eco »
in tempo utile è... un gran problema. Ma
quando la tipografia ci consegna, il gioiti mattina tra le 10 e le 10,30, le prime
copie del giornale, lutto può procedere nel
migliore dei modi, senza inciampi.
E' quello che è avvenuto la settimana
scorsa, e che desideriamo portare alla conoscenza degli abbonati, i quali (spesso
giustamente) si lamentano del ritardo con
cui /’« Eco » è loro recapitato. All’unica
partenza quotidiana del sacco stampati da
Torre Pellice, che ha luogo nella seconda
metà del pomeriggio (per l’esattezza, prima delle ore 18i, la spedizione era pronta. Il che significa che gli abbonati del
Pinerolese e in genere di Torino (salvo
la periferia), debbono avere ricevuto /’Eco
che recava la data del 26 febbraio con la
distribuzione della matitna di quello stesso giorno.
Possiamo perciò dire con soddisfazione
che l’esperimento è riuscito. E aggiungiamo perciò che qualsiasi ritardo ( per
la distribuzione nelle zone sopra accennate) non dovrà in avvenire imputarsi alla
amministrazione del giornale (beninteso
tranne casi di assoluta forza maggiore),
sibbene ad altre cause che non dipendono
da questa. L’Amministrazione.
Psaumes et Cantiques
La Claudiana ha finora ricevuto delle prenotazioni degli Psaumes et Cantiques, per un totale di 350 copie
dalle seguenti parrocchie: Ferrerò,
Prarostino, Angrogna Capoluogo, Angrogna Serre, Pramollo, Rodoretto,
/Vlassello, Pomaretto.
Ricordando che dovremmo ricevere almeno mille prenotazioni per poter procedere alla ristampa, preghiamo quelli cui interessa di farci avere
una risposta entro il 15 del corrente
mese. La Claudiana
La famiglia della compianta
Leontina Leonard
ved. Viotti
ringrazia quanti hanno preso parte
al suo grande dolore. In modo particolare ringrazia i pastori sigg. Bouchard e Ayassot, le famiglie Caneparo. Lazzaro e Chambon.
Inverso Pinasca. 15 febbraio 1959.
« Io sono la resurrezione
e la vita »
Ev. Giovanni XI, 25
Il 28 sera si è spento serenamente,
dopo lunghe sofferenze
Ernesto Comba
Fu pastore, professore, moderatore
della Chiesa Valdese, alla quale consacrò la sua vita. Addolorati ma fiduciosi nella promessa divina, comunicano la dolorosa notizia la moglie
Edina Comba Ribet, la figlia Nella
Comba ved. Vacatello, i nipotini
Orietta, Fabrizio e Marzio ; Gianfraiico Cerrina-Feroni ; le cognate Empia
R’bet e Bianca col marito Ammiraglio Bigliardi e famiglia, il cognato
Dudley Cargill, l’affezionata Ada Mo
nini, i nipoti, i cugini, i parenti tutti.
Edina Ribet-Comba, con la sua famiglia, commossa ringrazia il .pg. Mn
'deratore, i pastori, i parenh e gh
amici, per la solidarietà cristiana dimostrata nell’era ir* r*rri il loro caro
saliva più presso a Dio.
Firenze, 2 marzo 1959.
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Prof. Dr. Franco Dperti
Libero Docente
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Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino: Lunedì e Venerdì ore 16,30
Redattore: Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
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Consultazioni presso l'Ospedale
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