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Anno N. 21
21 maggio 197b— L. 150
Spedizione in abbonamento postale
I Gruppo /70
Prof. ARMAND HÜGON Augusto
Via Beckwith 10
10066 TORRE PELLICE
ddìe valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
VERSO LE ELEZIONI
DAL TABU' DELL’URNA
AL LIBERO CONFRONTO
Sdrammatizzare il clima delle elezioni politiche imparando a discutere liberamente delle proprie scelte
Le elezioni politiche del prossimo giugno non saranno di routine, come si dice, cioè di quelle che
si fanno perché il sistema elettorale esiste e va fatto funzionare,
saranno elezioni combattute e di
rilievo; probabilmente non provocheranno, come molti tem.ono
ed alcuni sperano, il sovvertimento generale della vita nazionale
ma avranno certo un peso rilevante per l’assetto della nostra società
nei prossimi anni.
Fra le novità, che questa vigilia elettorale ci ha recato, vi sono due fatti interessanti, accaduti
nel nostro piccolo mondo evangelico. Un gruppo di evangelici ha
ritenuto opportuno costituire il
« Gruppo Protestanti Socialisti »
in vista del dibattito politico in
corso e di motivare il perché di
questa scelta. Abbiamo di questa
settimana la notizia che Tullio Vinay si presenterà nelle liste del
PCI, in Piemonte, come candidato indipendente.
Sono due notizie di cronaca, che
abbiamo citato, anche se molti
lettori già ne sono a conoscenza,
che non mancheranno di suscitare perplessità e dibattiti, come già
si vede dalla corrispondenza di
questa settimana. Ci sembra utile
fare oggi alcune riflessioni al riguardo, molto liberamente e serenamente.
Sul tema generale molti credenti evangelici, lettori nostri o no,
reagiranno perché « la politica entra in chiesa»; finora — si dirà
— le nostre comunità ne erano
sin qui immuni, la chiesa cattolica ha, in tempi anche recenti appoggiato decisamente un preciso
partito politico, gli evangelici mai,
succederà ora che mentre i cattolici sembrano liberarsi dalla politica noi ci si caccia dentro?
Vorremmo semplicemente fare
notare che la chiesa non ha detto
nulla in materia, gruppi di credenti sono liberi di esprimere i pensieri, valutare le situazioni, invitare i fratelli come meglio credono. Dovremmo avere il coraggio
di discutere liberamente delle nostre scelte politiche, senza paure
e risentimenti; ognuno le cose che
pensa le pensa per un suo motivo, una sua scelta di fede, non a
caso. I cristiani antichi parlavano
del segreto della preghiera, poi ci
fu il segreto della coscienza adesso c’è il segreto dell’urna. Ma è
chiaro che sono cose diverse. Di
segreto, cioè di profondo, di misterioso, di decisivo c’è solo Dio,
le nostre schede sono foglietti di
carta che potremmo benissimo far
vedere al vicino, per quello che
cambia nella vita!
Le scelte sono diverse? Benissimo confrontiamo fraternamente le
scelte. L’aureola di mistero che
circonda la nostra scelta politica,
questo clima religioso che avvolge la cabina elettorale devono essere dissipati, la comunità cristiana deve diventare il luogo dove
ci si interroga sui veri misteri della vita e dove le scelte politiche
appaiono nella loro luce, sono
quello che sono, piccole decisioni
di uomini, non drammi di coscienza.
Il secondo fatto provocherà invece reazioni ancor maggiori: è
giusto che un pastore si impegni
politicamente sino alla candidatura in un partito? Prescindiamo
dalla lista specifica in cui si inserisce, una questione che, per il
nostro problema, è secondario. Un
pastore non dovrebbe però essere
al di sopra delle parti politiche,
predicare il puro Evangelo soltanto, tenersi lontano dal mondo
corrotto della politica?
Anche qui guardiamo le cose
con una certa serenità e prudenza.
La scelta del fratello Vinay è discutibile, ed è certo il primo a
rendersene conto, non intende,
penso, essere l’indicazione di una
soluzione generale per la chiesa,
la sua è una scelta personale che
giunge al termine di un lungo
cammino. Non si renderebbe giustizia allo sforzo di predicazione
evangelica del « pastore » Vinay
se si vedesse in questa decisione
una sorta di entusiasmo giovanile
o di avventurismo. Nelle intenzioni sue è probabilmente un p-asso
avanti nella coerenza, dopo aver
predicato l’amore di Cristo, il suo
Regno, l’ordine nuovo dell’agape
nel mondo della società egli si
sente quasi costretto a mettere in
pratica la sua carola.
Il suo non è un caso anomalo
della storia della chiesa, occorre
pur ricordare il caso del grande
Cristoph Blumhardt, il maestro
del Pietismo tedesco, il teologo del
Regno di Dio, deputato dal 1900
al 1906 nel partito socialista del
Württemberg. Una scelta impegnativa che lo portò ad una profonda
crisi, ma quale predicazione e testimonianza non conduce a crisi?
Pensiamo, dicendo questo, che
il cammino seguito da Vinay sia
un cammino missionario, rischioso, avventuroso, una via evangelistica più che pastorale. Ai pastori si chiede di « edificare » una comunità di uomini, di formare delle coscienze e mettere in piedi delle esistenze, quando riescano a
farlo fanno il loro dovere, quando
scelgono una forma diversa di testimonianza e di impegno fanno
una scelta diversa, nuova.
Ma non vorremmo con questo
che si finisse col dire « i pastori
facciano i pastori e basta», clero
consacrato non son ■, hanno anch’essi il diritto di Correre ‘ rischi
che tutti i credenti corrono di dare la loro testimonianza nel mondo. Tullio Vinay ha fatto la sua
scelta in quanto credente (e non
ci sarebbero obbiezioni se l’avesse
fatto un laico), non guadagna né
perde nulla semplicemente farà
l’uomo politico e non più il pastore.
G. Tourn
« La chiesa deve diventare
un luogo dove ci si affronta? ».
Quando si pone questa domanda, la risposta è implicita
e evidente: si tratta di un ”no”
reciso, definitivo, persino indignato. Tra cristiani sarebbe indecente affrontarsi. Si rimane
sempre gentili, educati ma riservati. Perché è evidente che
non si può essere sempre d’accordo col proprio interlocutore. Ma si fa attenzione a non
dirglielo apertamente. Al mas
Ho la fortuna di incontrare
regolarmente alcuni amici che
non sono d’accordo tra di loro
e che hanno il coraggio di dirlo. E non crediate che il loro
disaccordo sia di carattere secondario. Non si tratta di leggere differenze tra di noi, ma
di opzioni, di metodi, di scopi
talvolta diametralmente opposti. L’altro giorno uno di loro
mi confidava: « Ho constatato due cose: innanzitutto G.
lavora in una linea assoluta
Affrontarsi
o voltarsi le spalle?
simo glielo si lascia intendere
con un «sono d’accordo, ma..».
Ci sono altri mezzi ver manifestare il proprio disaccordo:
evitare coloro che non hanno
la nostra stessa idea; disdire
l’abbonamento a un giornale
che esprime opinioni diverse
dalle proprie; astenersi da tutto ciò che esce dal quadro tradizionale. In breve; per evitare di affrontarsi, ci si volta le
spalle!
Tale atteggiamento si manifesta con sempre maggior frequenza. E permette a coloro
che si assomigliano di riunirsi.
Permette anche di esprimere
giudizi fermi e coraggiosi sugli
altri, senza bisogno di affrontarli. La diversità necessaria alla vita della chiesa si esprime
così nella molteplicità di clan
che si conoscono male, si parlano poco e non si incontrano
mai.
Questi gli obiettivi
dei Cristiani per il
di Giorgio Girardet
Socialismo
Sulla « Luce » nelle ultime settimane è riaffiorato il problema
dei Cristiani per il socialismo,
delle loro prospettive e degli interrogativi che essi sollevano (o
non sollevano) anche per i protestanti italiani. Mi riferisco particolarmente all’articolo di Paolo
Ricca sul n. 13, al resoconto di
Rimini sul n. 14, e all’intervento
di Niso De Michelis sul n. 15.
Mi sembra che il discorso non
sia impostato in modo corretto
quando si contrappone un momento politico dei Cps a un momento religioso, isolando poi e
discutendo solo quest’ultimo e
dando il primo per scontato (così Ricca); oppure considerando
i Cps come un fatto interno al
mondo cattolico italiano e come
tale d’importanza per noi solo
« facoltativa » (così De Michelis). Si tratta di distinzioni teoriche tali da non chiarire il senso dei Cps e del loro attuale
compito in Italia.
Non si insisterà mai abbastanza sul fatto che i Cps hanno una
dimensione di fede nella misura in cui costituiscono un movimento politico. Per « politico »
intendiamo un movimento immerso nella realtà storica che
fornisce interrogativi, stimoli e
obiettivi. I Cps, cioè, non offrono una serie di spunti « idealistici » che si limitino a fardare e a interpretare la situazione dei cristiani nel contesto attuale, verificandola sul proprio
passato cristiano; essi offrono
invece una linea di impegno che
individui i nodi centrali dolila
situazione complessiva del paese per affrontarli in modo efficace, concentrando poi la loro
attenzione sui punti di forza
specifici del potere clericale sull’ideologia religiosa, sul clima di
sbandamento di ampi settori
cattolici.
La prospettiva dei Cps è a tal
punto politica che essi si consi
PER IL FRIULI
La Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia ha lanciato una
sottoscrizione in favore dei terremotati del Friuli.
Chi fosse nell’impossibilità di versare il suo contributo attraverso
la comunità locale può farlo servendosi del c.c.p. n. 1/31882 intestato
al past. Mario Sbaffi, via Firenze 38 Roma. Due gli obiettivi da raggiungere: da un lato la Federazione s’impegna con la regione Friuli per
la costruzione di un edificio scolastico, dall’altro il Centro Evangelico
di Tramonti di Sopra (Pordenone), verrà probabilmente riadattato per
ospitare delle famiglie terremotate. Queste prime iniziative verranno
portate avanti in accordo con le autorità regionali.
derano una realtà contingente,
che esiste per una finalità determinata e domani può tranquillamente cessare d’esistere.
È all’interno di questa problematica politica che ci si interroga anche sui fondamenti
della propria fede. Nei Cps molti pensano che il problema della « rifondazione » della fede di
cui parla Ricca, sia provocato
dalle profonde scosse economiche, sociali e politiche che subisce oggi il nostro paese, rappresentando il tentativo di trovare una risposta agli interrogativi che tale mutamento solleva. La nostra società è in movimento, ogni giorno si presentano problemi nuovi: come presupporre che tutto questo non
abbia profonde ripercussioni sul
modo di concepire la fede e di
rapportarsi alle chiese, tanto più
che queste e soprattutto la chiesa cattolica mostrano di non capire quello che succede, chiudendosi nella difesa del passato
in una appassionata e totale negazione di tutta la cultura emergente? È quindi nella misura in
cui si partecipa a questa rivoluzione culturale che vengono sollevati per molti anche i problemi della fede e dei rapporti con
la chiesa.
La questione allora non è vedere se e in che misura i Cps riscoprono alcune affermazioni
centrali dell’evangelo o se pren
{continua a pag. 4)
piente opposta a ciò che io porto avanti, eppure mi sento legato a lui da un’amicizia- sempre più profonda ».
Ai miei occhi questa doppia
constatazione esprime il mistero (o il paradosso) dell’amore
cristiano. Da un lato due avversari hanno accettato di incontrarsi lealmente, rispettosamente. L’uno e l’altro hanno
rinunciato ai discorsi emolliem
ti, che mascherano i pensieri
veri. Si astengono dall’uso delle armi pericolose dell’ironia,
del sottinteso, dell’insinuazione. Si sono affrontati a viso aperto. D’altra parte due uomini sono rimasti attenti alla presenza di Cristo. Hanno constatato umilmente che nessuno di
loro possiede il Cristo in esclusiva. Ed hanno scoperto che il
Cristo ci dona gli uni agli altri
così come siamo.
C’è in Cristo un luogo di
fede, di speranza e d’amore
che appare in tutta la sua forza solo quando ci affrontiamo
con lealtà e rispetto. Vi sono
accordi superficiali, quelli dei^
principi generali, quelli dei
sentimenti nobili, quelli che si
stabiliscono per combattere un
nemico comune o alle spalle di
una vittima debole. Quando ci
si affronta, questi accordi cadono a pezzi. Ma è a questo
momento che può venire alla
luce l’accordo profondo. Nella
percezione della presenza di
Cristo può stabilirsi la comunione reale che Dio suscita tra
noi per mezzo del suo Spirito.
L’affrontarsi è necessario per
rivelarci che l’amore vero non
ha la sua origine nell’uomo,
ma solo e unicamente nel Dio
che ci ha donato il suo Figlio.
Mi pare più necessario che
mai trovare dei luoghi in cui
gli uomini possano incontrarsi,
dove uomini opposti nelle loro
idee, nelle loro tradizioni e
nella loro sensibilità abbiano
una possibilità vera di incontro. Perché la chiesa non potrebbe essere uno di questi luoghi? Q questo giornale?
Uli Ruegg
Un nuovo manuale
di psichiatria 2
Note internazionali 3
Moltmann: sulla conferenza di Nairobi *75 4
Notizie dalle chiese 5
Cronaca delle Valli 6-7
2
21 maggio 1976
a colloquio con I lettori
LIBRI - RECENSIONI
Taranto, 9,5.1976
Egregio direttore,
scrivo riguardo al comunicato e
1 intervista fatta al Gruppo Protestanti Socialisti. Innanzitutto mi è sembrato di vedere nell’intervista fatta
da Zizzi Platone, nonostante tutto,
una chiara ansia elettorale e, molto
spesso, un, vittimismo demagogico più
che un discorso politico.
Inoltre nell’attuale fase storiea e
politica che vede lo sgretolamento di
un sistema di potere, quello DC, e gli
spasimi della società capitalistica, • insieme al rinnovato, q drammatico riproporsi della strategia della tensione, a mio parere, ogni scelta settaria è iugiustificabUet Nel momento
in cui il movimento afferma la necessità di una rinnovata spinta alla
unità delle sinistre, mi sembra assurdo privilegiare dei momenti settari
invece che allargare il dibattito uni,
tario nei pochi spazi di unità della
sinistra italiana.
E data^ la specificità di protestanti, mi riferisco in particolare modo
alla EGEI, CpS, COM-NT.
Per. quanto riguarda la EGEI non
mi sembra fondata la critica riguardo alla « emarginazione » dei compagni socialisti.
Vorrei ricordare ai compagni di
Milano che neH’amhito della EGEI
la scelta di classe non si è fatta coincidere con la militanza nell’una o nell’altra organizzazione politica della sinistra.
La presenza delle varie componenti
politiche della sinistra è assicurata a
livello personale e non da organismi
paralleli dei vari partiti e organizzazioni.
Il dibattito politico all’interno della EGEI è dato non dalla rassegna
che le varie organizzazioni fanno della propria linea, ma dall’apporto dei
singoli compagni e dall’esperienza
maturata da questi all’interno della
lotta del proletariato attraverso la propria diversa militanza politica.
Vorrei ancora ricordare a questi
compagni che nel momento stesso in
cui si definiscono protestanti del partito socialista italiano, pregiudicano il
loro modo di rapportarsi e alla chiesa e al partito; rischiano inevitabilmente di portare una ’linea socialista’ all’interno delle questioni ■ ecclesiastiche e una ’linea protestante’ all’interno del loro partito, quasi che
le scelte tattiche e/o strategiche del
PSI vengano dettate a questi compagni dal loro essere protestanti.
Non mi soffermo oltre sul chiaro
integrismo di cui, purtroppo, i compagni si sono fatti portatori, sperando che arrivino presto a capirne la
pericolosità e la sua completa estraneità alla lotta di classe e alla fede
cristiana.
Sergio Velluto
Taranto. 10.5.1976
Caro direttore,
scrivo a proposito del costituito
Gruppo Protestante Socialista. A quanto pare l’integralisrao cattolico è una
malattia infettiva se è riuscito a contagiare il nostro mondo protestante.
Che poi si sia fatto contagiare chi si
definisce protestante e. . compagno è
aberrante.
Sono una protestante iscritta e militante del PCI e, come mi sono battuta perché al credente fosse riconosciuta la libertà di vivere la propria
fede nella lotta di classe, in piena autonomia di scelta partitica, così ora
mi ribello a questo tentativo di creare fratture e all’interno del movimento operaio e fra i compagni credenti.
Sono sicura che tutti i compagni comunisti si rifiuteranno a simili iniziative, a dir poco, avventuristiche.
La nostra specificità è la lotta per
il proletariato, cioè per il povero, lo
sfruttato, l’oppresso.
La nostra fede cristiana ci fa obbligo di schierarci sempre a favore
della giustizia contro l’ingiustizia, a
fianco del debole contro il potente,
ma non per questo ci rende, a dirla
con Orwell, « più uguali degli altri »
cioè migliori e diversi da tutti coloro
che con noi portano avanti la stessa
lotta.
Vera Velluto
La psichiatrìa non è
priviiegio degli specialisti
Il nuovo manuale di Jervis avvicina
la salute
lettore al problema sociale del
« Manuale critico di psichiatria»; tra tanti titoli pretenziosi,
per libri superflui ecco un titolo
modesto per un libro importante. Questo recente lavoro di Giovanni Jervis è un « fare il punto », di cui si avvertiva la necessità, e insieme uno strumento,
per lo studio, la discussione e la
presa di coscienza di un ampio
arco di problemi, indispensabile
anche per chi abbia deciso di
vivere la vocazione cristiana e
l’impegno civile e politico in im
modo rigoroso e autentico, cioè
Fondo di solidarietà
Come i lettori ricorderanno,
già da tempo avevamo aperto
una sottoscrizione a favore dei
terremotati del Guatemala (oltre 2’2 mila morti, circa 80 mila
feriti e 1 milione e mezzo di
senza tetto).
Di fronte al dramma che ora
colpisce anche il Paese in cui viviamo, nella regione del Friuli,
provvediamo ad inviare subito
un anticipo di L. 500 mila alla Federazione delle Chiese evangeliche, mentre inviamo alla Tavola
la somma di 1 milione per il Guatemala.
Il nostro Fondo rimane ora
aperto sia per le due suddette
drammatiche situazioni, come
pure riceve sottoscrizioni per il
Programma di lotta al razzismo
e per gli aiuti al Vietnam.
Nel confidare in un sempre
più generoso e costante impegno
dei lettori, ricordiamo loro che
le sottoscrizioni vanno inviate al
c.c.p. n. 2139878 intestato a Roberto Peyrot, corso Mancalieri 70, Torino. Date le varie iniziative del Fondo si prega di voler gentilmente indicare la causale del versamento: in caso contrario disporremo secondo le necessità.
Come pubblicato in prima nagina, per chi volesse fare offerte
dirette alla Federazione a favore
dei terremotati del Friuli, esse
possono essere inviate al c.c.p.
1/31882 intestate al pastore Mario Sbaffi, Roma.
TV - Protestantesimo
GIOVEDÌ’ 14 MAGGIO 1976
(rete 2 TV ore 18)
Dopo le recenti dichiarazioni « uffìcialì » della Chiesa Cattolica che riguardano Timpossibile coesistenza tra
fede cristiana e militanza marxista,
le prese di posizione e le polemiche
sono state insolitamente dure anche
aU’interno delle fasce più osservanti,
senza però riuscire a lenire i conflitti personali di ogni credente. Lo
stesso problema è molto sentito anche airinterno delle Chiese Evangeliche dove le simpatie per i partiti
della sinistra sono piuttosto palesi.
Con un discorso chiaro e senza
mezze parole, attraverso un breve
commento introduttivo sulla crisi morale e politica del nostro paese e una
intervista a Giorgio Girardet (pasto
ADELFIA
^mpi estivi
• 1-2 luglio: Campo lavoro, brevissimo, per la sistemazione e
l’apertura del centro.
• 3-4 luglio: Incontro tra le comunità del Circuito, tema proposto « Valutazione teologica delle
opere sociali esistenti ».
• 5-20 luglio: Campo cadetti,
età 13/16 anni, direttore Samuele Giambarresi, tema « Scuola e
religione ». Retta L. 32.000 -f 1.000
per iscrizione.
• 22 luglio-2 agosto: Campo
politico, coordinatore Mario Be
Casa Marina
|io Verezzi
Borgi
Cerca per stagione estiva giugnosettembre personale femminile minimo 18 anni da adibire servizio sala
pranzo e pulizie varie. Stipendio e
previdenze secondo contratto sindacale. Vitto e alloggio.
Scrivere subito a : Casa Balneare
Valdese - 17022 Borgio Verezzi - teL
019/68060.
rutti, tema « La questione meridionale » Crisi e disoccupazione nel meridione. Retta L. 30.000
-f 1.000 per iscrizione. La questione meridionale merita di essere approfondita maggiormente, uno degli aspetti più inquietanti è rappresentato dalla enorme massa di disoccupati che affollano il Sud d’Italia.
• 3 agosto: Incontro Amidi di
Adelfia, riproponiamo questo incontro per verificare insieme la
situazione attuale, la validità e
il modo di testimoniare servendoci delle occasioni date dal centro di Adelfia.
• 4-19 agosto: Campo per famiglie; direzione e tema da stabilire. Rette, al giorno, ragazzi
L. 2.000 - adulti L. 2.500 -f- 1.000
per iscrizione.
• Dal 21/8 campo per famiglie
della comunità di Palermo.
Eventuali informazioni, richieste di partecipazione al campo di
lavoro, staff di servizio eco. rivolgersi a Pino Testa, Via Volturno, 7 - 93016 Riesi (Gl) - Tel.
0934/928530 - c.c.p. 7/12901.,
re valdese e redattore della rivista
Com-Nuovi Tempi), la trasmissione
di questa settimana ha cercato di dare il suo contributo alla risoluzione
dei problemi di scelta e di fede che
assillano i credenti.
Pur considerando che i pochi minuti della trasmissione (e le poche
righe che leggete) poco possono fare
per sviscerare i più gravi problemi
del nòstro paese, tuttavia ogni aiuto
è valido per chi ha l’importante dilemma di una scelta che deve essere
serena, seria e coscienziosa. Per troppo tempo la Chiesa Cattolica è stata
usata dalla Democrazia Cristiana come feudo di potere, sacrificando ad
essa il benessere di troppi italiani
che sentono ora il preciso dovere di
una scelta diversa. A questa scelta
vogliono (e devono) partecipare tutte quelle minoranze religiose che per
troppo tempo invano hanno cercato
di far udire la propria voce. La Chiesa e la Politica hanno seguito strade
diverse e contrastanti e troppi hanno
da questo avuto l’alibi per decisioni
che non contrastassero troppo apertamente con insegnamenti ricevuti e
radicati fin dall’infanzia.
« Come cristiani si può, e magari
si deve, votare a sinistra », ha detto
ad un certo punto l’intervistato. Una
frase avulsa dal contesto de] discorso
rischia forse di essere fraintesa, ma
non è il nostro caso. In fondo qualche volta le troppe parole sono inutili : la Democrazia Cristiana ha per
trent’anni promesso di edificare una
società più giusta in nome di Cristo;
non servono grandi voli lirici per far
vedere come il suo scopo sia miseramente fallito.
E a questo punto su quali basi si
dovrebbe imporre ai fedeli di scegliere tra la fede e la politica?
Ogni credente sa che la vera scelta è tra una società che di cristiano
ha solo il nome e una più giusta e
più umana. È una responsabilità che
ognuno ha verso se stesso e verso gli
altri e per la quale deve decidere in
piena coscienza.
P. Andreotti
Prossimamente ;
Giovedì 27, sul II canale alle
ore 18 : studio biblico del past.
Sergio Aquilànte sulla parabola
del seminatore.
nel massimo di consapevolezza
e di libertà da qualsisasi schematismo precostituito.
« Nel suo titolo — scrive Jervis nell’introduzione — la parola
’’manuale” indica che il libro è
fabbricato per essere, in primo
luogo, un testo conciso di insegnamento e di studio... La parola ’’critico” si riferisce a qualcosa di più complesso. Questo testo si oppone a molte opinioni
prevalenti; offre degli spunti;
non vuole fornire risposte definitive a tutti i problemi che solleva; non difende né esalta la
dignità della psichiatria, né quelle degli psichiatri. La psichiatria nel suo insieme vi è anzi
messa sotto accusa...
Scrìtto per tutti
...Il libro è utilizzabile da studenti di psicologia, di medicina,
di sociologia, da assistenti sociali ed amministratori e, spero,
da giovani e quadri militanti.
Credo sia leggibile del resto da
qualsiasi persona di media cultura ». Insomma un libro, di alto valore intellettuale, non scritto solo per gli intellettuali ma
anche per loro. « Scrivere per
intellettuali — cito ancora dalla
introduzione — è sempre, se lo
si può evitare, un errore politico; ed è anche, probabilmente,
una forma di privilegio che si
maschera dietro un astratto rispetto per la scienza». Partendo
da quest’ ottimo presupposto
Jervis discute, e sollecita a discutere, una serie di interrogativi complessi: che cos’è la psichiatria? a chi serve? esiste una
«nuova psichiatria» e in che senso « nuova »? entro che limiti è
possibile realizzare una pratica
psichiatrica alternativa, cioè concretamente (non solo a parole)
finalizzata ai nostri bisogni anziché agli interessi di precisi e
ben consolidati centri di potere?
e, in generale, del sistema?
Il libro si articola in una introduzione (tutta da leggere,
perché, non messa l’i per consuetudine, effettivamente « introduce»), in sei capitoli, in un «piccolo dizionario ragionato di psichiatria », infine in una « nota
bibliografica» conclusiva in cui
vengono dati preziosi consigli su
come « procedere » oltre, secondo due possibili « itinerari di lettura », uno « lungo » e uno « corto », quest’ultimo percorribile da
tutti quei lettori che, non avendo come meta una preparazione
di tipo specialistico, sono interessati all’approfondimento di
problemi che direttamente o più
direttamente li riguardano. In
fondo ad ogni capitolo, così come ad ogni « voce » del « piccolo
dizionario », un ricco apparato di
note fornisce chiarimenti e indicazioni di letture da fare, sempre in rapporto ad esigenze diverse di approfondimento.
La salute non si delega
Nel primo capitolo, « Benessere, malessere, sistema sanitario»,
viene discusso il concetto niente
affatto ovvio di salute e chiarito
cosa nasconda la burocratica
« certificazione » di non-malattia
(quella che il medico facilmente
rilascia dicendo che « sostanzialmente » non abbiamo nulla o addirittura che siamo sani come
pesci: pur riservandosi di prescriverci, con altrettanta disinvoltura, a scopo «preventivo» o
per «aiutare» o «stimolare» questa o quella funzione, pillole o
« ricostituenti » vari). Viene spiegato quindi che cosa sia e come
funzioni il cosiddetto «sistema
sanitario » : « L’organizzazione
sanitaria attuale fornisce — nel
caso migliore — un semplice risarcimento parziale rispetto al
danno alla salute provocato dallo
sfruttamento capitalistico ». La
risposta a questa situazione non
va delegata a nessuno ma deve
vivere nelle lotte, in fabbrica, nei
quartieriyi nelle città come nelle
campagne, « per aprire e condurre rivendicazioni strettamente
legate a inchieste collettive sulla salute e sulla nocività ».
Nel secondo capitolo, « Breve
storia della psichiatria contemporanea », è «raccontata» la nascita del manicomio e tratteggiata la storia terribile della psichiatria prima della « rivoluzione freudiana », esaminata, quindi nel suo significato, sviluppi e
limiti (lo stesso vale per altre
correnti psichiatriche dopo
Freud, fino ai giorni nostri); la
storia terribile della psichiatria
continua anche dopo Freud, tra
eredità prefreudiane ed elaborazione di raffinate tecniche e ideologie di integrazione e repressione.
Nel terzo capitolo, « Devianza, disturbi mentali e immagine
della follia nella società », viene
chiarito il significato del termine « devianza », ormai entrato
disinvoltamente nell’uso corrente, viene discusso il concetto di
disturbo mentale e il rapporto
tra immagine della follia nella
società e « produzione sociale »
della follia.
Nel quarto e quinto capitolo,
« La psichiatria come assistenza
e repressione » e « La guarigione
e la terapia » viene spiegata e
criticata, cioè definita nelle sue
varie forme e limiti, l’esperienza
psichiatrica « alternativa » e discusso il problema di una corretta impostazione terapeutica :
questo per quanto attiene al discorso « in positivo » ; l’allucinante viaggio nelle strutture e
funzioni del manicomio e dintorni, che costituisce l’altro aspetto,
fondamentale, di entrambi i capitoli, lo lasciamo tutto ai lettori : verificheranno come l’uso
dell’aggettivo « allucinante » non
sia, come talvolta, convenzionale. ma adeguato « per difetto »
alla realtà qui descritta e spiegata.
Verifica politica
Nel capitolo sesto, di cui è
stata anticipata la parte più politica nel n. 56 di « Quaderni
Piacentini » ( « Psicologia e politica nella vita quotidiana »), viene discusso il concetto di « normalità », il fondamentale concetto marxiano di « falsa coscienza»,
il rapporto-distinzione tra bisogni reali e falsi bisogni indotti,
in modo particolare, dal consumismo della società capitalistica avanzata, e infine affrontato
il problema della costituzione e
definizione della coscienza rivoluzionaria e quello del rapporto
tra « scontro di classe e politica
della vita quotidiana», con osservazioni di estremo interesse
sulla dialettica « pubblico-privato » nella lotta per il socialismo.
Per concludere, il libro di Jervis indica la possibilità e la necessità di verificare ogni discorso e pratica specialistica alla luce di una analisi complessiva
dei rapporti di classe (la « neutralità» della scienza è uno slogan dei padroni). In questo senso, e per l’acutezza e l’ampiezza
dell’analisi e della proposta di
riflessione, è questo anche un
grosso testo politico: anzi, uno
dei più importanti testi politici
apparsi nell’ultimo anno.
Segnalo qui anche un articolo,
sempre di Jervis, su « L’ideologia della droga e la questione
delle droghe leggere », apparso
nell’ultimo numero (58-59) di
« Quaderni Piacentini », in cui
l’autore riprende e sviluppa temi e problemi discussi nel «Manuale ».
Viator
GIOVANNI JERVIS, Manuale
critico di psichiatria, Feltrinelli, Milano 1975, 354 pagine,
L. 5.000.
Hanno collaborato a questo
numero: Lami Coisson, Giovanni Conte, Renato Cois.son,
Ivana Costahel, Luciano Beodato, Dino Gardiol, Daniela
Libralon, Enrico Paschetto,
Giuseppe Platone, Pino Testa. ____________ .
3
21 maggio 1976
Elezioni nel Baden-Württemberg
CITTADELLA DI ASSISI
La propaganda democristiana La donna e il iavoro
nella Germania Federale
La strumentalizzazione della fede cristiana nella propaganda elettorale - Proteste di pastori e teologi
Molti pastori e professori in
teologia del Baden-Württemberg,
tra cui Jürgen Moltmann, hanno
protestato contro i metodi con
cui la Democrazia Cristiana locale ha condotto la campagna elettorale per le elezioni regionali
del 4 aprile.
11 leader della D.C. württemberghese, Hans Filbinger, ha infatti condotto la campagna in
modo molto spregiudicato, con
tosi polemici nei confronti del
partito socialdemocratico quali
non si conoscevano ancora nella
Repubblica Federale. Si pensava
infatti che in questo paese vigesse un sistema bipartitico, col correttivo liberale, come in Inghilterra. Ma Filbinger non condivide evidentemente questa teoria:
la sua filosofia politica è niù semplice; per lui non esiste che una
sola forza chiamata dalla provvidenza a vegliare sulle libertà tedesche: la D.C. Tutto ciò che non
è D.C. è, per il Signor Filbinger,
barbarie, schiavitù, totalitarismo.
Sui giornali del Baden-Württemberg sono comparsi in periodo elettorale dei vistosi annunci
in cui questa filosofia veniva sviluppata, ad uso degli elettori. Eccone qualche esempio.
« Libertà o socialismo. La CDU
è l’unica alternativa non socialista. Siamo per una politica sociale. Ma siamo contro ogni forma di socialismo, anche contro
il cosiddetto "socialismo democratico” dei Signori Brandt, Eppler e Wehner. Socialismo e democrazia non si sono ancora mai
conciliati. Perché in ogni società
socialista la libertà e la proprietà sono calpestate.
« Ne sono convinto: il 4 aprile
si tratta per tutti noi di difendere la libertà.
Vostro Hans Filbinger
Con noi (mit uns) per il BadenWürttemberg ».
« Socialdemocratici e liberali
(FDP) non tengono in gran conto il risparmio. Hanno fatto più
debiti nel 1975 che la CDU in 20
anni di governo. Pensateci il 4
aprile: ai socialisti non si può
affidare il proprio denaro. Può
sembrare un’affermazione dura,
ma è così ».
« Liberale in tedesco significa
essere per la libertà. Questo oggi è vero soltanto per la politica
della CDU ». « Chi apre la via al
socialismo, non ha niù nessun
diritto di chiamarsi liberale. Avete capito, parlo della FDP (partito liberale, che partecipa al governo con i socialdemocratici) ».
« Quando la SPD promette la
scuola umanistica, allora vi consiglio: parlate con i genitori delTAs'sia, dove governa la SPD/
FDP. I genitori là sono sempre
più disperati, perché non vogliono che ai loro figli si continui a
propinare marxismo e lotta di
classe, e si dia da leggere della
pornografia. Non vogliono che i
loro figli vengano aizzati contro
i genitori ».
I pastori e professori del Baden-Württemberg hanno indirizzato una lettera aperta ai mem
Comitaio di Redazione ; Bruno
Bellion Valdo Benecchi, Gustavo
Bouchard, Niso De Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
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Reg. Tribunale di Pinerolo N. 175
8 luglio 1960
Coopotativa Tipografica Subalpina
Torre Pellice
bri del « Gruppo evangelico di
studio » della Democrazia Cristiana, che teneva la propria seduta annuale a Stoccarda. La
lettera dice fra l’altro:
« Per la vostra riunione nazionale voi avete scelto il motto:
"Impegnati nella fede e nella libertà”.
La fede cristiana impegna alla
libertà
e dice NQ alle pretese di un
partito che si ’’autobeatifica”.
La fede cristiana impegna alla
concretezza nella battaglia per il
mandato parlamentare
e dice NQ all’uso di slogans
demagogici che ingannano la popolazione.
La fede cristiana impegna alla
tolleranza
e dice NQ alla diffamazione
dell’avversario.
La fede cristiana impegna a
sforzi coraggiosi per assolvere ai
compiti che ci stanno davapti
e dice NQ allo sfruttamento
interessato dell’angoscia degli
uomini.
La fede cristiana impegna alla
sensibilizzazione per una responsabilità solidale di fronte alla fame e alla povertà nel mondo
e dice NQ alla mancanza di
scrupoli con cui si fa leva sul
gretto egoismo dei benestanti.
Vi chiediamo di prendere le
distanze dalle false alternative e
di adoperarvi per un confronto
obbiettivo sui problemi reali ».
Prigionieri^dimenticati
Padre Ed
della Torre
(Filippine)
Ha 32\anni questo missionario
cattolico filippino, oggi è considerato uno dei più importanti
teologi della nuova generazione.
Ha tenuto conferenze e corsi
non soltanto nella chiesa cattolica ma anche in altre confessioni. Persuaso che la chiesa debba
rinunciare ai suoi privilegi e condividere la sorte dei diseredati, è
stato uno dei fondatori del movimento « Cristiani per la liberazione nazionale » il cui scopo è
principalmente quello di coinvolgere i credenti nella lotta politica e sociale.
Arrestato il 13 dicembre 1974
per « agitazioni che minavano la
sicurezza nazionale e l’ordine
pubblico », padre Ed non ha
smesso di scrivere per denunciare le condizioni che regnano nel
campo e per chiedere d’essere
processato.
Il 24 dicembre del ’74, dopo aver celebrato la messa di Natale, per i detenuti del campo, iniziò uno sciopero della fame che
durò tre settimane per solidarizzare con le vittime del regime,
specialmente con quelli sottoposti alla tortura. Questo sciopero
della fame, ebbe una certa eco ^
sia a livello nazionale sia internazionale. Il governo si vide praticamente obbligato ad istruire il
processo contro padre Ed; tuttavia riuscì a trascinare le cose
per le lunghe e a sedici mesi dal
suo arresto padre Ed della Torre
non è stato ancora giudicato.
(da: ta Vie Protestante).
Dal 29 aprile al 2 maggio si è
svolto alla Cittadella di Assisi il
II convegno sulla condizione
femminile dal tema « La donna
e il lavoro ». L’inserimento della
donna nel lavoro, la sua liberazione, la rimessa in discussione
dei rapporti sociali, sindacali,
familiari, il processo di coscientizzazione, queste sono alcune
delle asserzioni che hanno fatto
da filo conduttore dei lavori.
Particolarmente interessante è
stata Tanalisi della posizione della Chiesa di fronte alla donna che
lavora; analisi che ha visto impegnate anche alcune suore nella
discussione, e poi nelle relazioni
al dibattito conclusivo. È emerso fra l’altro che al di là dei documenti ufficiali, i quali almeno
apparentemente non fanno discriminazione fra lavoro maschile e femminile, bisogna soffermarsi sulla concezione storicoteologica che la Chiesa ha della
donna, per comprendere il perché di un ruolo prevalentemente
assistenziale e di sodditanza. E
solo attraverso un processo di
desacralizzazione della Chiesa come istituzione maschilista che
ci si può riappropriare della teologia e metterla anche al serviassistenziale e di sudditanza. E
zio della donna.
Molto utili alT approfondimento dei lavori sono stati i
dati in percentuale portati da
M. I. R.
« Come vivere da nonviolenti
oggi in Italia » è il tema delTincontro organizzato dal M.I.R.
(Movimento internazionale della riconciliazione) che si terrà il
5-6 giugno nei locali della « Piccola fraternità » di Lagrimone
(Parma). Il programma prevede
riunioni plenarie e lavori di
gruppo su testi biblici e articoli
del past Tullio Vinay. Informazioni' presso: Roteili, viale Università .10 - 43100 Parma ,-, telef.
(052) ’33935.
LA SETTIMANA INTERNAZIONALE A CURA DI TULLIO VIOLA
La lunga marcia della Meinhof
♦ Alle 7.30 di domenica 9.5, i
secondini del carcere di Stammheim, presso Stoccarda, hanno
trovato la celebre ideologa della
cosiddetta « Banda Baader-Meinhof », morta nella sua cella. La
direzione del carcere ha emesso
immediatamente un comunicato
ufficiale per dichiarare che la
Meinhof si era suicidata impiccandosi alle sbarre della cella
servendosi del proprio asciugamano, e subito dopo ne ha ordinato l’autopsia.
« Nata nel 1934 a Qldenburg
(Bassa Sassonia), orfana all’età
di 15 anni, Ulrike fa ottimi studi,
sposa l’editore di sinistra Rainer
Roehl e ha due figlie. Redattrice
capo ed editorialista del settimanale « Konkret », divorzia dopo 1
anni di matrimonio ed inizia a
scrivere sceneggiature molto apprezzate per la radio e per la televisione ».
La conversione
Ma una specie di « conversione » colpisce Ulrike dopo la Pasqua 1968, cioè dopo il tentativo
d’assassinio di Rudi Dutschke, il
famoso animatore del movimento studentesco di contestazione e
dirigente delTopposizione extraparlamentare: « colei che tutti
consideravano una delle niù brillanti intellettuali della sua generazione, decide di passare all’azione ». Scrive allora: « / coivi
d’arma da fuoco tirati su Rudi
hanno chiuso il sogno della nonviolenza. Chi non si arma, muore. Chi non muore, viene sepolto
vivo: nelle prigioni, negl’istituti
di rieducazione, nei tueuri delle
città satelliti, nell’orribile cemento dei familisteri residenziali ».
Il 14.5.70, Ulrike fa evadere Andreas Baader da una prigione di
Berlino-Ovest, azione per la quale essa, più tardi, verrà condannata a otto anni di prigione. Venne poi l'esperienza della lotta
armata nei campi palestinesi,
successivamente il ritorno in patria (la Repubblica Federale Tedesca), infine la clandestinità ciò
che significa: nascondigli, furti
di automobili, di carte d’identità,
di armi ecc. Significa anche: la
“settimana rossa’’ del maggio
1972 (quattro soldati americani
uccisi, oltre a un poliziotto della
Germania occidentale) e, da ultimo, l’arresto.
In prigione, di tutti i detenuti
del gruppo, Ulrike sarà quella
che sopporterà meno bene le condizioni imposte dal sistema: isolamento totale in celle illuminate esclusivamente con luce artificiale, mancanza assoluta di contatti con altri detenuti, perquisizioni a sorpresa, ecc. Tali condizioni saranno V origine d’uno
sciopero della fame della durata
di quasi cinque mesi ».
Le circostanze della morte di
Ulrike sono considerate incerte
da molti osservatori. Perché le
autorità della Germania Occidentale si sono tanto affrettate a
ordinare l’autopsia? I testimoni
sul posto sono pienamente attendibili?
Al processo di Stoccarda (continuerà ancora chissà per quanto tempo), gli avvocati della difesa hanno lanciato i primi dubbi. Attraverso indagini complicate, essi sono riusciti ad appurare
alcuni elementi che nroverebbero l'assassinio invece del suicidio. E poi vero che, al processo,
Ulrike « era apparsa come una
donna intellettualmente e moralmente menomata, per la quale il
medico della prigione, fin dal
gennaio 1973, segnalava il pericolo di turbe psico-somatiche
ecc. ». Ma si sa anche che, nei
giorni precedenti la fine, le condizioni di Ulrike erano migliorate. Tale ad es. la testimonanza
dell’ avvocato italiano (Giovanni
Cappelli che Taveva visitata due
giorni prima e al quale Ulrike
aveva espresso interesse per le
elezioni italiane, progetti per l'avvenire e proposto di essere intervistata da un giornalista italiano.
Reazione
degli intellettuali
Numerosi intellettuali francesi, fra cui Jean-Paul Sartre e
Simone de Beauvoir, hanno pubblicato un comunicato nel quale
viene espresso tutto « l'orrore di
fronte alla fine tragica di Ulrike
Meinhof, che fa seguito a quella
di Holger Meins GTintellettuali
s’inchinano davanti alle sofferenze inumane imposte ai mernbri
del gruppo (...). Simili pratiche
politiche e giudiziarie ricordano,
fin troppo da vicino, quelle che
usavano i nazisti e sono indegne
di regimi che pretendono chiamarsi democratici. Gl’intellettuali esigono che piena luce venga
fatta sulla fina di Ulrike Meinhof e che cessino i trattamenti
barbari inflitti agli altri accusati ».
Noi siamo pienamente d’accordo con questa denuncia che, ancora una volta, segnala la crudeltà inaudita, non solo materiale
ma anche morale, d’uso corrente
nella Germania d’oggi, quasi
quanto in quella di ieri. Non saremmo invece disposti ad aderire al comunicato, dove dice « È
un abuso del governo della Repubblica Federale Tedesca e una
ostinazione della stampa internazionale, di chiamare il grumo
Baader-Meinhof una "banda" ».
E mai possibile che l’opinione
pubblica non tenga conto dei delitti compiuti dal gruppo?
(Notizie tratte da « Le Monde »
del 12 corr.).
Laura Balbo nella sua relazione
sul lavoro femminile nella società attuale: hanno infatti chiarito
quanto sia mistificante il concetto che considera Tinserimento
nel processo produttivo già di
per isé un fattore di emancipazione; non è sufffficiente avere
un lavoro, occorre che questo sia
qualificato e qualificante e che
soprattutto promuova per la
donna la conquista e la coscientizzazione della "ropria identità.
Il convegno ha visto impegnate
donne, laiché e religiose, unite
dalla coscienza della propria condizione di sfruttate e dal desiderio di operare per un reale cambiamento delle strutture.
(Adista)
Studenti
in teoiogia
a convegno
Come si studia oggi la teologia? Qual è il suo rapporto con
le ideologie, quale il linguaggio
che essa usa per esprimersi?
Qual è il ruolo dello studente in
teologia nella società di oggi? Lo
studio della teologia modifica in
qualche modo la fede dello studente? È un aiuto alla testimonianza delTevangelo? Quali rapporti ci sono tra lo studente in
teologia e il suo ambiente, la
sua chiesa e gli altri studenti?
Questi, molto brevemente, i
diversi temi toccati nel corso di
un incontro tra studenti in teologia delle facoltà protestanti di
Parigi, Montpellier, Aix en Provence, Vaux sur Seine (Francia), Bruxelles (Belgio), Ginevra (Svizzera), Roma, tenutosi
a Glay (Francia) TI e 2 maggio. 75 gli studenti presenti, uno
solo, vista la distanza, dalla facoltà valdese di Roma.
Il dibattito ha permesso di
confrontare esperienze e impostazioni teologiche e politiche
diverse.
Per gli studenti italiani, incontri di questo genere sono
un’ottima occasione per dare un
respiro più vasto alla propria
riflessione ed evitare il provincialismo. Per questo ci si augura che, a questa prima presa di
contatto, possano seguire incontri su temi specifici e di attualità, su cui le singole facoltà
possano prepararsi e dibattere
per potere avere scambi il più
possibile profondi con gli amici stranieri.
d. g.
lUno dei cinque capi del gruppo,
morto per denutrizione, alla fine d’un
lungo sciopero della fame, nel maggio
1975.
2 Ai puntrfii di sospensione (V.. sopra)j
Sinodo
riformato
di Francia
Presso il centro d’incontro
« Des Fontaines » (Chantilly) dal
30 aprile al 2 maggio si è svolto
il Sinodo nazionale della Chiesa
riformata di Francia sul tema:
« la trasmissione delTEvangelo ».
I membri del Sinodo avevano
ricevuto, come materiale preñaratorio, quattro studi a cura delle commissioni: ministeri, catechetica, azione apostolica ed
evangelizzazione.
II lavoro si è svolto in gruppi,
utilizzando anche lo studio della
commissione generale per l’evangelizzazione presieduto dal prof.
Casalis e che ha suscitato un intenso dibattito non privo di momenti interessanti.
Qgni gruppo di lavoro ha cercato di riflettere sul problema di
fondo, vale a dire sulla missione
della chiesa che è ouella della
trasmissione delTEvangelo nella
società. Non è stata votata alcuna mozione salvo un richiamo
alla posizione della chiesa riformata contro la pena di morte. E
stato anche deciso il tema del Sinodo nazionale del prossimo anno: « Etica sessuale e familiare ». '
4
21 maggio 1976
Jürgen Moltmann è nato nel 1926 ad Amburgo.
Laureatosi in teologia a
Gottinga nel 1957, è stato
pastore per cinque anni
presso Brema, ed ha poi
insegnato alla Accademia
ecclesiastica di Wuppertal. Passato quindi all’Università di Bonn, insegna
attualmente a Tubinga.
A Bonn Moltmann scrisse nel 1964 quella che è
tuttora considerata la sua
opera fondamentale. Théologie der Hoffnung (tradotta in italiano col titolo
Teologia della speranza e
pubblicata dalla casa editrice Queriniana di Brescia nel ’70, 4‘ ed. 1974),
che ha, praticamente, dato
il nome a una delle più
vive correnti teologiche di
oggi.
Da allora numerose altre opere si sono succedute — tutte tradotte ed edite, in Italia, ad opera della Editrice Queriniana —
fra le quali ricordiamo :
Religione, Rivoluzione, Futuro ( 1971 ) ; Sul gioco
(1971); Uomo (1972, 2“ ed.
1973); li linguaggio della
Liberazione (una raccolta
di sermoni, del 1973); Prospettive delia teologia
(1973).
Importanti anche la conferenza Teologia deila Speranza Politica della Liberazione tenuta il 7 marzo
1972 alla Facoltà Valdese
di Teologia di Roma e
pubblicata da « idoc », del
15.4.1972, e il Saggio contenuto nel volume in collaborazione Dibattito su
« Teologia delia Speranza » di Jürgen Moltmann
(Queriniana 1973). E finalmente Il Dio Crocifisso
(1973, 2“ ed. 1975) che completa Teologia deiia Speranza, sviluppando quello
che Moltmann considera
il « filo conduttore » del
suo pensiero teologico. La
Teologia della Croce. Recentissima la pubblicazione di L’esperimento Speranza • Introduzioni, assai
interessante per comprendere gli sviluppi della Teologia della Speranza e della Teologia Politica (Nuovi Saggi Queriniana 24,
1976).
UNA VALUTAZIONE DI MOLTMANN SU NAIROBI 1975 IN ESCLUSIVA PER L'ECO-LA LUCE
Le Chiese del Terzo Mondo
non vogliono la spaccatura
Il movimento ecumenico ha
posto al Consiglio mondiale delle chiese almeno due compiti
fondamentali; 1. lavorare all’unione delle chiese separate in vista dell’unica chiesa di Gesù
Cristo; 2. lavorare al rinnovamento delle chiese in vista della
vera chiesa di Gesù Cristo. Nell’assemblea di Uppsala del 1968
al centro stava il rinnovamento,
come anche il tema della conferenza indica: « Ecco, io faccio
ogni cosa nuova ».
Sotto l’impréssione della conferenza di Ginevra (1966) di
« Chiesa e società », che aveva
avuto come tema la problematica della « rivoluzione » economica e tecnologica, « rinnovamento » venne inteso a Uppsala particolarmente nel suo aspetto socio-politico: obbedienza del cristiano in ogni campo della sua
vita, liberazione delle chiese dal
razzismo proprio e della società,
impegno per la liberazione dei
popoli oppressi dal colonialismo,
sacrificio per una migliore giustizia economica nei rapporti dei
« ricchi cristiani col povero Lazzaro » (H. Gollwitzer) nel terzo
mondo e coraggio per decisioni
profetiche nei conflitti che si
presentano nel mondo. « Rinnovamento » in questa dimensione
crea però inevitabilmente anche
nuovi conflitti. Uppsala sollevò
il conflitto tra gli « evangelicali » e gli « ecumenici ». La conferenza di Losanna (1974) formulò le proposte corrispondenti.
Uppsala manifestò un divario
di posizioni tra le chiese ortodosse e il consiglio mondiale sui
temi dei diritti dell’uomo e della
violenza. Uppsala e finalmente
Bangkok (1972) imposero la
formazioiie di un cristianesimo
indigeno in Africa, Asia e America Latina. In tal modo sono sorte, fin dal 1968, tendenze centrifughe in varie chiese membro,
tendenze che sono state spinte
occasionalmente fino alla minaccia di separazione.
La V assemblea generale era
quindi confrontata con questa
domanda: com'è possibile che
chiese, separate non solo da tradizioni cristiane diverse, che diventano sempre più diverse non
solo a motivo di differenze culturali nel pensare, nel sentire e
nel vivere, ma che partecipano
anche sempre più coscientemente ai conflitti politici ed economici dei loro popoli di appartenenza, trovino comunione e confessino Cristo in comune? Negli
ultimi 7 anni si è spesso parlato
di un’ecumene in conflitto, si è
trovata comunione solo in un
confronto permanente e si è ottenuta unità solo sulle cose su
cui non si era uniti. L’assemblea
di Nairobi (1975)^ dopo la partenza verso il rinnovamento e le
esperienze dolorose dei conflitti
accennati, aveva dunque il compito immane di ricercare l’unità e
di sottolineare la comunione che
è data in Cristo a tutti coloro
che portano il suo nome. Molti
delegati delle nazioni occidentali e dell’emisfero settentrionale
erano venuti a Nairobi letteralmente pieni di timore e tremore. Si attendevano accuse, difese
e separazioni. Essi vennero però simpaticamente delusi. Poiché dall’altro mondo erano evidentemente venuti delegati fer
mamente intenzionati a tentare
l’ecumene di comunione dopo
l’ecumene di conflitto. La separazione degli evangelicali dagli
ecumenici non si è verificata.
« Liberazione » non è stata sentita come parola magica intorno
alla quale gli animi si dividono.
La liberazione del Sudafrica nero, la liberazione da dittatura e
capitalismo, la liberazione della
donna dal patriarcato e la liberazione della natura sciupata
dalla distruzione industriale sono state affermate con chiarezza, ma in limiti realistici. Proprio gli africani neri hanno sottolineato che solo una comunione di dimensioni mondiali, non
però una cristianità divisa, pos
sono essere di aiuto a loro stessi e quindi anche ai loro oppressori, in vista della libertà. Com’è possibile superare anche la
oppressione, se si smembra con
accuse reciproche il soggetto potenziale della liberazione?! A
Nairobi si è trattato, negli interventi principali il tema « Liberazione », mentre nei gruppi
di lavoro, nelle sessioni e nelle
discussioni plenarie si è invece
sottolineato il tema « comunione ». Per molti partecipanti è
stata una sorpresa: sentire la
comunione così profonda nei
culti vivi, così personale nei piccoli gruppi di lavoro, a dimensione così universale nelle sessioni e nelle sedute plenarie.
L’ecumene ha ritrovato la forza della comunione dopo i conflitti manifestati dalla assemblea
di Uppsala, forza senza la quale non è possibile superare quei
conflitti della liberazione e del
rinnovamento. Non si tratta di
una constatazione tranquillizzante, ma di un nuovo compito, poiché questa forza della comunione deve dimostrarsi vera nei
prossimi 7 anni nei problemi
concreti e ancora aperti. Per
molti a Nairobi è apparso chiaro che l’ecumene è una comunione molto fragile, vulnerabile,
che si deve mettere in gioco solo con circospezione e con attenzione.
Jürgen Moltmann
L’OPUSCOLO EDITO DALLA CLAUDIANA
Prudenza e speranza a Nairobi
Com’è noto, dal 23 novembre
airil dicembre scorsi ha avuto
luogo in Africa e precisamente
a Nairobi (Kenya) la quinta
Assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEO. Vi erano rappresentate le 285 chiesemembro. Fra i delegati italiani
era presente il pastore Giorgio
Girardet il quale, nella collana
« Attualità » edita dalla Claudiana, ne ha fatto un bilancio sull’ultimo quaderno uscito — il
n. 71 — dal titolo : « Prudenza e
speranza nell’assemblea ecumenica di Nairobi».
L’Assemblea — come fa notare l’autore — è stata chiamata
a rispondere a varie domande e
ha dato risposte più o meno
chiare. Girardet nella sua esposizione ne esamina alcune raggruppandole secondo quattro
grandi dimensioni che accenniamo brevemente lasciando al lettore di approfondirle maggiormente e colla lettura dell’opuscolo stesso e colla lettura dei
documenti e delle principali deliberazioni pubblicate da « Il Re
gno-documentazione » n. 3 del
febbraio 1976.
Sulla dimensione politica vien
posto in rilievo il fatto che sia
il Programma di lotta al razzismo (i lettori ricorderanno che
il nostro Fondo di solidarietà è
permanentemente aperto a questa iniziativa) che quello contro
le attività delle multinazionali
(sfruttamento dei paesi sottosviluppati, ma ricchi di materie
prime) saranno sviluppati. Inoltre, verrà creato anche un nuovo Programma, contro gli armamenti ed il militarismo : c’è da
augurarsi che esso riceva l’appoggio incondizionato e costante di tutte le chiese.
Nel notare poi come si sia
parlato delle gravi situazioni
che si verificano in vari paesi
nei confronti della libertà dell’uomo e del rispetto dovuto alla sua persona, nel contempo
vien rilevato come non sia parlato del Brasile, dell’Uruguay,
del Paraguay, come pure « non
si è voluto (o potuto) intervenire su situazioni in cui a torto o
Cristiani per ii Sociaiismo
(segue da pag. 6)
dono sul serio l’esperienza storica della Riforma; ma in che
misura i cristiani evangelici che
partecipano consapevolmente —
e con speranza — alla rivoluzione culturale in corso, sono in
grado di farlo in quanto cristiani evangelici, portando eventualmente un loro contributo alla
lotta generale. Ma per questo è
bene considerare brevemente
quali sono gli obiettivi politici
dei Cps e in che modo essi possono interessare anche gli evangelici.
Il primo obiettivo è la lotta
contro le strutture di potere clericale fondata sulla realtà cattolica; la chiesa e il Vaticano,
strumenti come il Concordato,
il partito cattolico, le organizzazioni cattoliche. È un obiettivo
sul quale potremmo essere tutti
d’accordo, almeno in teoria. Qui
anzi è giusto riconoscere che abbiamo avuto una funzione non
trascurabile nel richiamare l'attenzione sulla nostra problematica anticoncordataria e sul rifiuto del privilegio. Il privilegio
però deve essere combattuto
non solo sul piano giuridico formale, ma soprattutto sul piano
del potere di fatto (nel caso cattolico la gestione di un’immensa rete di istituti educativi, culturali e assistenziali). I Cps vogliono, come espressione della
sinistra, una società di eguali,
senza settori separati o spazi
privilegiati per motivi confessionali. Le chiese evangeliche riproducono in scala ridottissima
un quadro simile di istituzioni
e supplenze sul piano scolastico
e quello assistenziale. Una loro
rinunzia a questa funzione, un
rendersi disponibili per una tra
sformazione di questo sistema
avrebbe un peso politico non
trascurabile, come stimolo ed
esempio, come precedente da
far valere su un piano più generale.
Un secondo obicitivo dei Cps
è la lotta contro il potere ideologico del cattolicesimo, con il
quale si è cercato di tenere in
soggezione le masse e obbligarle a sostenere gli interessi politici delle classi con cui la gerarchia si identifica. Anche qui
potremmo essere tutti d’accordo, tuttavia il problema di fondo è piuttosto quello di battere
la ideologia dell’anticomunismo
cristiano, mostrando nei fatti
che si può essere insieme cristiani e marxisti e che l’evangelo non è affatto un’ideologia
della conservazione, dell’ordine
e del soddisfacimento individualistico di un bisogno religioso.
Si dovrebbe poter mostrare che
il nostro essere cristiani non costituisce un ostacolo o una remora nella nostra lotta per il
socialismo e che esso non divide in nessun modo la classe operaia.
Un terzo obiettivo è quello di
vedere se e in che modo è possibile riferirsi a Cristo nella società nuova che nasce: quali
idee e dogmi sono il frutto della schiavitù babilonese di una
chiesa inserita nell’ambito capitalistico, quale messaggio del
vangelo è stato invece nascosto
e va ora proclamato? Qui vi è il
bisogno più urgente e l’incertezza più grande. Ma qui anche il
mondo evangelico può portare
il suo contributo, nel caso che
sia disposto a trasformare ogni
gruppq, ogni comunità, ogni famiglia in un laboratorio di ricerca e di sperimentazione. Que
sta conversione al mondo è il
compito più urgente, anche per
salvare lo stesso nostro patrimonio protestante (non penseremo certo di essere salvati dalle scelte fatte dai nostri padri!);
ma è anche un comnito non settoriale, nel quale possiamo rendere un servizio agli altri che
sono in situazione simile alla
nostra.
Importante non è tanto il giudizio che noi diamo dei Cps, se
si sono o non si sono staccati
dalla loro matrice cattolica; e
neppure domandarsi in che modo possiamo appoggiare o non
appoggiare la lotta dei Cps. Il nodo centrale è di vedere se e in
che modo gli evangelici italiani
sanno raccogliere la sfida che
l’attuale mutamento politico e
culturale pone ai cristiani e alle loro chiese e se nel raccogliere la sfida essi comprenderanno
che non si tratta soltanto né soprattutto di elaborare idee e formulare risposte teoriche, né di
schierarsi come cristiani in favore di un partito politico, come hanno fatto a Milano i « socialisti protestanti », ma di compiere « opere di giustizia », cioè
cambiare noi stessi e le nostre
strutture ecclesiastiche (che sono la sola cosa che sia realmente alla nostra portata e sulla
quale possiamo fare qualcosa di
più che « auspicare » o insegnare) perché divengano strumenti
di giustizia in questa società. Al
di qua della discriminante delle
« opere di giustizia » c’è solo il
discorso teorico di chi sta a
guardare, ma non si impegna:
discorso che può sembrare inleressante e anche « vero », ma
che resta poi storicamente inefficace e sostanzialmente irrilevante.
a ragione il nome dei cristiani
è coinvolto e cioè sull’Irlanda e
sul Libano ». Anche per quanto
riguarda l’URSS si è giunti ad
un testo di compromesso sul
quale i delegati sovietici si sono
astenuti.
Circa la dimensione ecclesiale si nota come Nairobi abbia
fatto «un passo avanti ed uno
indietro ». Il passo avanti consiste nell’aver definito l’unità
della chiesa come reale comunione a tutti i livelli — e quindi
anche a quello locale — di coloro che confessano il Cristo come loro Signore, mentre il passo indietro, secondo Girardet,
si è avuto col fatto che l’impostazione del problema è stata
troppo « occidentale », senza tener realmente conto dell’apporto culturale dei cristiani di altri
continenti.
Sul problema della possibilità
di ingresso della Chiesa cattolica nel CEC vengono rinnovati
seri (e già ben noti) dubbi, basati a ragione sul fatto della sua
certezza di rappresentare la sola vera Chiesa, e sul riconoscimento giuridico internazionale
della Santa Sede che rende assai delicata la collaborazione col
CEC in determinati settori. Ciò
nonostante, l’Assemblea ha fatto voti per l’ingresso della Chiesa romana nel CEC « a pieno titolo ».
Sulla dimensione teologica e
in modo particolare sul tema
« Confessare Cristo oggi » il documento è stato « onesto e deludente ». Onesto perché non
pretende di dare una nuova
chiave di lettura del messaggio
cristiano, ma deludente perché
«si resta in un linguaggio interno ecclesiastico che rimane sostanzialmente irrilevante per la
massa dei cristiani ».
Infine, per quanto riguarda la
dimensione celebrativa, constatato che l’Assemblea aveva previsto sin dal principio il massimo spazio possibile per i culti,
per i momenti di riflessione, per
quelli plenari, ecc.; non viene
taciuta la « prevalenza » dei settori « anglosassoni » e « nordici », da cui è derivato un disagio e la limitata collaborazione
degli altri settori e degli « ambienti più culturalmente consapevoli del terzo mondo ».
Nella conclusione, dopo aver
notato che per la prima volta
fra i nuovi membri del comitato centrale è stato nominato un
italiano (Fernanda Comba) viene espressa una nota positiva,
di speranza : « è nella creazione
di una effettiva comunità fraterna di cristiani che si aprono
per il CEC le migliori prospettive, come luogo di scambio e
di ricerca per i cristiani di domani ».
C’è infatti da augurarsi che
« i cristiani di domani » siano
meno timorosi, meno «prudenti » e possano veramente far sentire — anche attraverso questa
organizzazione mondiale ' oltre
che a livello locale — la voce
del Vangelo senza compromessi, con coraggiosa e gioiosa fermezza.
Pierre
5
21 maggio 1976
24^ ASSEMBLEA DELL’UCEBI
Perché voler fare da sé
ciò che si può fare insieme?
TORINO: FESTA DI CANTO DELLE CORALI
Una giornata
di fraternità
Il battismo italiano in via di ristrutturazione Necessità di una preparazione teologica e di
un rapporto fattivo con la EGEI
L’assemblea, senza dubbio a
causa deU'integrazione Valdo-metodista, è stata caratterizzata ¡dal
costante e talvolta stancante ripetersi, da parte di molti delegati, del concetto battista di «autonomia locale ». Tutti sanno come il battismo non conosca nessun organismo ecclesiastico al di
sopra e al di fuori della « comunità locale », tuttavia il fatto che
i battisti italiani si ritrovino, ogni due anni, in assemblea deliberativa dovrebbe « vincolare solidalmente », i rappresentanti
delle varie comunità.
Al contrario, nella presente assemblea, è apparso un volto
« fondamentalista e piccolo borghese » di molte comunità ed istituzioni battiste; vi è stato perfino chi ha parlato di « evangelo
battista »; lo stesso comitato esecutivo, parlando della grave situazione finanziaria, ha riconosciuto come, con la scusa dell’autonomia, alcune chiese non contribuiscono in modo adeguato.
La situazione pastorale, che ha
•occupato gran parte dei lavori,
sostanzialmente permane grave;
molti pastori, pur lavorando a
tempo pieno, in virtù della loro
autonomia, non rinunciano allo
onorario pastorale; altre comunità tesaurizzano, perché non si
fidano della «gestione rossa» (sinistra battista). Il « movimento
femminile battista », senza alcun
deliberato assembleare, chiedeva
alle comunità di detrarre dal
contributo per il ministerio pastorale, già insufficente, una quota per l’uomo a pieno tempo per
il centro giovanile (aperto 2 mesi all’anno) di Rocca di Papa.
Di fronte a onesto tipo di proposte si sono o’^nosti i delegati
della « sinistra battista », sostenitori di una ristrutturazione dell’Unione Battista tendente ad una
testimonianza che incida nella
realtà quotidiana, favorendo una
dignitosa preparazione teologica
ai pastori in servizio e rinunciando a tutto ciò che non ha giustificazione alcuna per essere portato avanti in modo indipendente dalla Federazione delle chiese
evangeliche.
D’altronde se, TUCEBI vuol
assumere nuovi operai, deve concentrare ogni sua energia sul
« problema del ministerio pastorale »; ciò che bisogna comprendere, a mio avviso, è il fatto che
la « via italiana al battismo »
•comporta sacrificio e umiltà, ma
è oggi, se vogliamo essere « veramente battisti e comunità autonome », Tunica valida.
In una assemblea oberata dalla grave situazione finanziaria,
poco spazio, come era logico, è
stato dedicato all’ecumenismo e
alla federazione; tuttavia anche
in questo campo, soprattutto nei
rapporti federativi, si è parlato
a « sufficenza » di « autonomia
battista » nei confronti delle altre due chiese.
La nota positiva, forse Tunica,
è stata l’adesione al « Consiglio
Ecumenico delle Chiese », approvata a larga maggioranza; tuttavia, solamente dai delegati Egei
si è chiesto rinetutamente di lavorare, anche in sede ecumenica,
in stretto rapporto con la Chiesa
Valdese, e Metodista; annoggiando, in questo le linee del comitate esecutivo, ed impegnando le
comunità allo studio di quanto il
Consiglio Ecumenico offre all’attenzione delle «chiese membro».
Quindi, a nostro avviso, non si
aderisce al CEC, per ricevere
passivamente aiuti in denaro;
ma si deve contribuire, nel limite delle nostre forze, alla linea
teologica del CEC.
Lengermente diverso è stato il
dibattito sulla FCEI; anche qui
si è tentato, anche in ambiti di
« sinistra battista », di riscoprire
una « teologia autonoma » (quando mai abbiamo fatto della teologia?); solamente i rappresentanti Egei, e soprattutto dall’infaticabile Renato Malocchi, hanno resa attenta l’assemblea, sul
pericolo di avere posizioni proprie; dettate non dall’esigenza di
vivere la propria fede in modo
pluralista, bensì da presunte riserve confessionali e denominazionali.
In questo quadro, è maturata
l’esigenza di avere, negli anni in
cui non c’è assemblea, «incontri
riservati a solo battisti » di carattere biblico-teologico.
I promotori della mozione si
sono rifiutati di accogliere un
emendamento proposto dalla
chiesa di Pordenone, ed appoggiato da delegati di Pistoia, Milano 2, La Spezia ed altri della
Fgei. "Tale emendamento, chiedeva solamente di organizzare il
convegno in accordo con la
FCEI.
Anche nel campo del « Servizio Istruzione ed Educazione »
della FCEI, dopo che, nella scorsa assemblea, era stata sciolta
Tapnosita commissione denominazionale, si è parlato della necessità di produrre "materiale
autonomo” sul battesimo per immersione, dato che valdesi e metodisti continuano a battezzare i
bambini...
Concludendo, voglio ricordare
solamente che il battismo italiano, si rifa alla « Confessione di
Londra del 1644 » (più volte il
presidente UCEBI ha ricordato
in assemblea che siamo di matrice calvinista); è necessario quindi che, con umiltà e fermezza,
con rigore e con passione, quali
battisti-calvinisti, usciamo dal
« nostro particolare revival-fondamentalista » tutti quanti (destra, centro e sinistra) per vivere realisticamente, la vocazione
che in Cristo Gesù ci è stata rivolta.
Eugenio Stretti
Un grazie di cuore alle Corali Valdesi delle Valli, che quest’anno hanno scelto Torino come sede della loro annuale «festa di canto», domenica 9 maggio!
Al mattino 14 chiese evangeliche di Torino, Regina Margherita, Moncalieri e Chivasso hanno accolto ciascuna una Corale
o sezione di essa; valdesi, battisti, «fratelli», pentecostali e
salutisti hanno insieme ascoltato la Parola e adorato il Signore, in particolare con la gioia
del canto; anche l’Ospedale Valdese, al culto mattutino, è risuonato di canti.
Circa duecento coralisti si sono poi riuniti per rm gaio pasto in comune, in un ristorante; altri, a gruppi, han consumato altrettanto gaiamente il
pranzo al sacco. E poco dopo le
14 il tempio di Corso Vittorio
S. FEDELE INTELVI
Il programma del centro
P. Andreetti si concluderà il
29-30 maggio con due conversazioni a cura del prof. Sergio Rostagno su : « La predicazione nel
mondo secolarizzato secondo
Bonhoeffer ».
L’apertura dell’incontro è prevista per le 19,30 di sabato 29
con la cena in comune; alle 21
la prima conversazione ; la seconda alle ore 9 di domenica.
TORINO
Una conversazione di William
Tousijn su problemi di economia con riferimento alla situazione italiana ha aperto un nuovo breve ciclo di studi del gruppo giovanile evangelico di C.so
Oddone che si ritrova tutti i
sabati alle 17,30. Sabato 15 il
sindacalista Matteo Rollier della C.G.I.L. ha presentato il ruolo e le funzioni del sindacato;
alla conversazione è seguito un
interessante dibattito. Il gruppo
giovanile ha intrapreso una rapida rassegna economico-politica in vista delle elezioni politiche e per chiarire molti termini
ancora ’oscuri’ ai non specialisti. Il ciclo si concluderà sabato 29 maggio con una tavola rotonda a cui parteciperanno evangelici di diverse posizioni politiche. Inizio del dibattito alle
ore 17,45.
Domenica 23 maggio si chiudono le iscrizioni per la gita del
2 giugno a Meana della scuola
domenicale torinese. Per le iscrizioni rivolgersi alla segreteria
valdese, tei. 68.28.38.
VENEZIA-MESTRE
La Comunità di Venezia, che
si riunisce per la celebrazione del
culto e per svolgere tutte le altre
attività nei locali di Palazzo Cavagnis, ha ricordato nove anni
or sono il centenario della sua
costituzione. Il nastore Agostino
Garufi, che dirige la comunità,
provvede anche alla diaspora che
comprende Mogliano V, Treviso
e Chioggia. Il Pastore, inoltre, dirige anche la foresteria, che lo
impegna con la famiglia, in una
notevole mole di lavoro. L’assemblea di Chiesa ha votato un
ordine del giorno, volto ad ottenere che l’Amministrazione centrale sollevi il Pastore da tale incarico oneroso, ma, fino a questo
momento, nulla è stato fatto.
La comunità veneziana, in conseguenza del processo, ormai irreversibile, di esodo della popolazione del centro storico verso
la terraferma, ha subito una
emorragia di famiglie che, per
ragioni di lavoro o di convenienza, si sono trasferite a Mestre.
Quivi abbiamo una popolazione
evangelica di oltre sessanta persone. Disponiamo di un piccolo
locale (m. 5,5 x 3,5) per il culto,
ricavato da un negozio. Il locale
è diventato assolutamente insufficiente; molto ispesso, più persone non trovano posto a sedere e
si accalcano in piedi. Di ciò, del
resto, se ne sono resi conto il pastore Ricca, il V. moderatore
Giorgio Bouchard e lo stesso
moderatore Aldo Sbaffì, che hanno presieduto recentemente il
culto a Venezia e a Mestre.
Sempre a Mestre, la comunità
si riunisce quindicinalmente per
studi biblici o per trattare argomenti di attualità .secondo
un’ottica evangelica. Abbiamo
periodici incontri con un grupno
cattolico guidato dal suo parroco.
La scuola domenicale è composta da tredici ragazzi di età diversa, ed è guidata da due monitrici. Le due classi di catecumeni sono curate settimanalmente dal Pastore.
La mancanza di un locale adeguato non ci consente di svolgere altre attività verso l’ambiente
esterno. La Tavola Valde.se ci ha
espresso la volontà di avviare a
soluzione questo problema. Si
tratta ora di trovare un locale
più rispondente alle esigenze del
nostro lavoro di testimonianza.
In tale direzione tutta la comunità si sente impegnata.
Guido Colonna Romano
MILANO
O Mercoledì, 2 giugno - ore 10:
Assemblea della Federazione
Regionale. - In Via Francesco
Sforza 12/A - Milano.
Trattandosi di « assemblea di
popolo » e non di delegati, tutte le comunità evangeliche, facenti parte della federazione regionale sono pregate ad intervenire direttamente con il maggior numero possibile di partecipanti.
Programma; ore 10: Culto di
apertura, nomina del seggio ; ore
10.30 : past. Aldo Comba ; « Il
futuro della Federazione Nazionale: Bari 30 ottobre-2 novembre », discussione ; ore 12.30 : colazione al sacco in sala o pranzo
in ristorante « self Service » ; ore
14.15 : Relazione del Consiglio
della Federazione regionale, discussione, elezione del nuovo
Consiglio; ore 16.30; Termine
dei lavori dell’Assemblea.
(Ogni partecipante sarebbe bene che avesse letto e meditato
il documento preparato dal consiglio della FCEI ed apparso su
« La Luce » n. 8 del 22-2-76 pp.
4-5, spedito ad ogni Chiesa della federazione regionale in n. 4
copie).
LOMBARDIA - TRIVENETO
Precongresso
FGEI
I giorni 29 e 30 ma,ggio, a Venezia, presso i locali della Foresteria valdese — Calle Lunga
S. M. Formosa, Castello n. 5170
— avrà luogo il precongresso
EGEI Lombardia-iTriveneto. Il
programma sarà il seguente;
Sabato 29 maggio, ore 15; Relazione di S. Ritaet su; la FGEI
dal 1969 ad oggi. Problemi e
prospettive. Discussione. - Ore
17.30; Relazione della giunta
Lombarda e discussione. - Ore
19.30; Cena. - Ore 21; Discussione a gruppi.
Domenica 30, ore 9 : Relazione delle commissioni su: Istruzione nella Chiesa e Riforma
della Chiesa e ruolo del pastore.
Ore 11: Culto con la comunità
di Venezia, presieduto da S. Ribet. - Ore 12.30; Pranzo. - Ore
14; Discussione finale, eventuali
mozioni ed o.d.g. - Ore 16.30:
Chiusura.
ECUMENE
Servizio studi
della Federazione
Il servizio studi della FCEI
ha organizzato un incontro per
i giorni 1 e 2 giugno ad Ecumene. Scopo di questo breve convegno è di prendere in esame
in un contesto federativo i documenti di Accra su battesimo,
cena e ministeri (ma specialmente i ministeri). Vi saranno
due relazioni, una teologica di
Alfredo Sonelli e una di carattere più politico di Maurizio Girolami.
Tema: Esame dei documenti di
Accra; i ministeri.
Luogo; Ecumene, presso Velietri (Roma).
Data: dal pomeriggio del 1» alla cena del 2 giugno 1976.
Costo: per tutto il convegno lire 6.eòo tutto incluso.
Iscrizioni : presso Paolo Spanu,
via Bertola, 63 - 10122 Torino,
tei. 011/53.72.83. (Notificare la
partecipazione prima del giorno 27 maggio).
Orari: Prima relazione ore 16
del r/6; cena, ore 20; dopocena discussione e bozza di
documento ; colazione, ore 8
del 2/6; seconda relazione,
ore 9; discussione, ore 11;
pranzo, ore 13; discussione e
approvazione di eventuale documento durante il pomeriggio; cena, possibilmente anticipata.
ha cominciato a riempirsi per
le prove d’insieme, il vasto spazio si è animato del canto possente di più di trecento coralisti, che occupavano oltre un
terzo dei posti; il resto è stato
via via occupato, malgrado il
tempaccio, da membri delle nostre chiese e da un certo numero di estranei, non quanti si sarebbe voluto, invero; infatti si
era pensata la riunione non solo come un momento di fraternità e di riflessione e adorazione comunitaria, ma anche di
evangelizzazione ; purtroppo i
mezzi d’informazione pur sollecitati hanno fortemente filtrato
la notizia.
Sono state due ore assai belle. Raccolte, gioiose. Il panorama dischiuso dallo svolgersi del
robusto programma è stato assai vario, nell’alternarsi dei canti d’insieme e delle esecuzioni
particolari, delle corali più numerose e di quelle numericamente più modeste ma non meno intense, in una vasta gamma di musiche e di testi, dal corale luterano all’inno del Risveglio, al canto contemporaneo,
dai salmi ugonotti ai corali bachiani, da Schütz a Haendel, a
Haydn, in italiano e in francese,
con accompagnamento di chitarra e con quello dell’organo. Era
stato predisposto un ciclostilato che dava per ogni inno, oltre
al testo (con eventuale traduzione italiana), alcuni brevi dati sull’autore, sull’epoca, affinché ogni canto potesse essere inquadrato e con il momento della comunione e della gioia, ci
fosse pure la possibilità di una
maggiore presa di coscienza della portata del canto, e del canto comunitario, nel culto evangelico, dell’importanza del testo,
e del vincolo profondo che in
ogni vero canto protestante lega la musica al testo.
Le esecuzioni sono state tutte molto accurate e appassionate; e veramente il ’pubblico’
desiderava partecipare anch’esso al canto, come ha potuto infine fare a conclusione. Il pastore Carlo Gay aveva dato il
benvenuto a nome della chiesa
valdese e di tutte le chiese evangeliche torinesi; il past. Edoardo Alme, presidente della Commissione del Canto Sacro, ha
rivolto un messaggio centrato
sull’inno aU’agàpe di 1 Cor. 13.
Sciolta l’assemblea, i coralisti
torinesi hanno ancora offerto,
con un rinfresco, la possibilità
di un momento d’incontro con
quelli' delle Valli, e ancora si è
cantato, tante nostre vecchie
canzoni, che si dimostrano tutt’altro che vecchie, specie sulle
labbra dei giovani che — Tabbiamo constatato con viva gioia
— sono numerosi in molte corali. Poi è pur venuto il momento di separarsi: lieti e grati tutti per la bella giornata ricevuta come un dono. Gli evangelici
torinesi, in particolare, sono veramente riconoscenti ai fratelli
e alle sorelle delle Valli che son
venuti a partecipare attivamente ai loro culti e che hanno reso
così gioioso e intenso il pomeriggio di fraternità e di comune
adorazione, grati a coloro che
li hanno preparati e diretti, e
inviano ad ogni corale Tau^rio
più fraterno per la sua attività.
Da notarsi, per l’auspicato ripetersi di un incontro consimile: poiché la gente non viene a
noi, dobbiamo andare noi dalla
gente e occorrerà prevedere
un’altra festa di canto analoga
in una sede pubblica, perché è
veramente peccato che un’occasione come questa non sia offerta a molta più gente, che non
conosce la forza e la gioia del
canto evangelico. Forza e gioia
che — non Tabbiamo dimenticato — hanno il loro posto non
solo nella quiete raccolta di una
chiesa, ma in mezzo alla gente
e ai suoi problemi e alle sue
sofferenze, anche di fronte alla
tragedia friulana: cantare le lodi di Dio, per la comunità cristiana, significa sempre essere
già impegnati nel « cantico nuovo » che esalta il Cristo che fa
ogni cosa nuova.
Gino Conte
6
Cronaca delle l all!
S. Germano Chisone_v»-lar perosa
RODORETTO
La comunità ha iniziato una
sottoscrizione per i terremotati
del Friuli, in occasione del culto
di domenica 16 maggio. Chi volesse ancora versare la sua offerta potrà farlo domenica 23 maggio. Ricordiamo che la sottoscrizione è organizzata sotto gli auspici della Federazione delle
Chiese Evangeliche.
• Domenica 16 abbiamo avuto
con noi al culto i ragazzi della
Scuola Domenicale, in occosione
della domenica della famiglia
cristiana. 1 ragazzi hanno partecipato col canto di un inno. È
stata un occasione per riflettere
tutti insieme al dono che il Signore ci fa chiamandoci a essergli fedeli anche e soprattutto nel
quadro della famiglia.
• La Corale si recherà, domenica 23 p. V. a Verona, per incontrarvi il pastore e la comunità
locale.
Ringraziamo di cuore il pastore Nisbet che presiederà il culto
a San Germano.
• La Sig.a Annamaria Bertalmio ha rappresentato la nostra
Unione femminile al Congresso
della F.F.V.
• Ricordiamo ancora la gita
della Scuola domenicale a Ivrealago di Viverone, che avrà luogo
mercoledì 2 giugno e per la quale urgono le iscrizioni.
• Prossimo culto a Porte: sabato 5 giugno.
• Bazar dell’unione femminile,
domenica 6 giugno.
• Assemblea di chiesa: domenica 13 giugno.
• Abbiamo letto un articolo
apparso sull’Eco del Chisone del
13/5, intitolato: « San Germano
Chisone avrà una Scuola Materna statale? ». L’articolo riferisce
correttamente la posizione assunta dalla chiesa valdese loca
le. Tuttavia dobbiamo notare una
inesattezza contenuta in quanto
affermato dal nostro sindaco al1 intervistatore. Il sig. Bouchard
afferma: « avremmo ovviamente
preferito poter sfruttare i locali
delle ex-scuole Valdesi (...) Purtroppo i locali della Chiesa Valdese non ci sono stati concessi
per motivi di carattere privato
(... »). Questo contrasta chiaramente con quanto ognuno può
leggere nell’articolo citato, in cui
si ricorda invece che la Chiesa
Valdese si è detta disposta a cedere in affitto i locali della sua
scuola materna « per il periodo
necessario ad una sistemazione
definitiva’ in altri locali ». Diremo di più: il concistoro si era
detto disposto ad affittare (sempre temporaneamente) i locali
delle ex scuole dopo l’apertura
della scuola elementare statale.
Ma questa possibilità non era
stata presa in considerazione dal
Comune. D’altra parte, com’era
stato chiarito in assemblea di
Chiesa, i locali deH’attuale scuola
materna valdese sono sottoposti
a varie servitù e di tali servitù il
comune dovrà tener conto nel
caso ritenga di richiedere Taffìtto dei nostri locali.
Queste precisazioni erano comunque doverose per evitare la
falsa impressione di scarsa collaborazione da parte nostra.
Abbiamo accettato di chiudere
la nostra scuoletta che funziona
benissimo in caso di apertura
della statale, abbiamo, come in
molte altre occasioni, accettato
l’eventualità di complicarci il lavoro affittando temporaneamente ^ i locali, abbiamo convocato
un’assemblea aonosta. Ci pare
difficile di fare di più! A meno
che: il Sindaco pensasse ad una
utilizzazione definitiva dei locali
in parola, cosa che è evidentemente impossibile, data la loro
continua utilità per numerose attività della chiesa.
• L’Unione Femminile è stata
rappresentata al congresso FFV
di S. Severa dalle signore Pons
Olga (Borgo Soullier) e Long Jolanda (Convitto).
• Il battesimo è stato amministrato a Bouchard Francesco di
Elmo e di Munno Costanza: la
grazia del Signore riposi su questo bambino e sulla sua famiglia.
• Domenica 16 maggio nel corso del culto ha avuto luogo l’assemblea di Chiesa: è stata letta
la relazione morale e finanziaria
dell’ anno ecclesiastico appena
terminato. Sono stati nominati
deputati alla Conferenza Distrettuale (Villar Penice, 26 e 27 giugno) Long Alberto (Convitto) e
Travers Emilio (Fornasa), supplente Fornerone Alessandro
(Viale Agnelli) e per il Sinodo
Bleynat Fiorina (Palazzine) e
Ina Bessone (Centro), supplente
Fornerone Ida.
_________________ROR A’
• Ringraziamo cordialmente il
Pastore emer. sig. Nisbet di aver
presieduto il culto domenicale e
del messaggio di fede e di speranza che egli ha dato ai partecipanti.
• È stato battezzato Eric
D’Alessandro di Gian Franco e
di Clelia Tourn: il Signore benedica il bimbo, i fratelli e genitori.
• Sotto la direzione della sig.ra
Coisson gli alimni della Scuola
domenicale e i catecumeni hanno preparato la Festa della mamma« Con i loro canti e recite, al
Capoluogo e alle Fucine, essi hanno fatto del palco un pulpito con
appelli alla riconoscenza a Dio,
all’affetto per i genitori, alla carità evangelica, alla solidarietà
cristiana verso i sofferenti nella
prova. È stata fatta e versata la
colletta per i terremotati del
Friuli.
Una settantina di bambini delle scuole domenicali di S. Giovanni e dei Coppieri hanno trascorso con noi, a Fontane, la domenica 16 maggio. Al mattino,
grazie al bel tempo, s’è potuto
svolgere il culto aH’aperto, in un
prato vicino al villac^^io. I bambini hanno presentato alcune letture e scene tratte dai primi capitoli del libro degli Atti, intercalate da canti. Tutto si è svolto
in un’atmosfera serena, e senza
eh il programma risultasse pesante. Dopo il culto i bambini
sono saliti al Colle, per fare il
pic-nic e passare tra canti e giochi il pomeriggio.
Va detto che questa visita ci
ha fatto piacere anche perché da
molto tempo a questa parte non
si vedeva a Fontane un gruppo
di bambini così numeroso; e speriamo che questa visita rimanga
un bel ricordo per tutti.
Il Concistoro si riunirà sabato
22 maggio alle ore 20.30 per esaminare i conti relativi alTanno
ecclesiastico ’75-’76, per fare il
bilancio di previsione per i mesi
futuri, e per stilare la relazione
annua.
LUSERNA
SAN GIOVANNI
• Il Battesimo è stato amministrato a Paschetto Luciano di
Santa Caterina di Bricherasio,
Peyronel Davide degli Airali,
Pons Monique dei Bellonatti.
Il Signore conceda le Sue benedizioni su questi piccoli e sulle loro famiglie e li accompagni
nel loro cammino.
• Un primo versamento di lire
550.000 è già stato inviato alla
Federazione delle Chiese Evangeliche per i terremotati del
Friuli.
La sottoscrizione continua ad
essere aperta presso i pastori
e gli anziani.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Soulier e Zacco, riconoscenti per la dimostrazione di affetto e di stima tributata al loro compianto
Rino Soulier
di cuore ringraziano quanti furono in
qualsiasi modo, loro di conforto nella
triste circostanza.
Un ringraziamento particolare al
Dott, Bertolino e Narcisi, al Pastore
G. Conte, al Rev. Don Allaix, Direzione e Personale SAPAV, Professori e compagni della figlia Fulvia,
amici e amiche di Fulvia, i coscritti,
compagni di lavoro di Renzo, operai
abbonati della Ditta Zacco, Associazione A VIS di San Germano e Pramollo.
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POMARETTO
L'
Decisioni del consiglio comunale
Il giorno 14.5.76 si è riunito il
Consiglio comunale con alcuni
importanti punti all’ordine del
giorno, dei quali ricordiamo;
- 1) Soccorsi alle popolazioni
terremotate.
Tale argomento ha dato luogo ad una notevole discussione
sul problema. Tenendo conto
delle difficoltà finanziarie a cui
andranno incontro le popolazioni colpite dal terremoto e non
avendo potuto intervenire prontamente, il consiglio comunale,
dopo un attento esame dell’argomento da parte della giunta,
ha stanziato la somma di lire
500.000 che potrà sembrare esigua, ma viste le condizioni finanziarie del comune, il consiglio ha pertanto deciso ed approvato la proposta della giunta integrando la somma stanziata con una contribuzione popolare. Dalla suddetta votazione si sono astenuti i consiglieri
Ferrerò Aldo e Refourn Giovanni in quanto ritenevano insufficiente la cifra proposta.
2) Bando di concorso pubblico per titoli ed esami al posto
di Applicato ai servizi demografici.
Vista la precedente propria
deliberazione N. 7 del 10.3.76
esecutiva per decorrenza di termini, con la quale veniva ampliata la parte organica del personale di questo comune, con la
creazione del posto di applicato
ai servizi demografici, il consiglio comunale delibera; a) di
bandire un pubblico concorso
per titoli ed esami al posto di
applicato ai servizi demografici;
b) di fissare i termini di legge
e il relativo bando. I concorrenti che intendano partecipare dovranno far pervenire all’amministrazione comunale di Pomaretto, piazza della Libertà n. 1,
domanda su carta legale entro
le ore 12 del 60<> giorno dalla data del bando.
c) Al terzo punto dell’ordine
del giorno sono stati nominati
i membri di competenza del consiglio comunale nella commissione giudicatrice del suddetto
concorso.
La commissione per il concorso è composta di cinque membri; dal sindaco, o da un assessore da lui delegato, che la presiede; da un funzionario governativo designato dal Prefetto;
da due rappresentanti del Consiglio comunale da esso designati; da un impiegato di ruolo dipendente da un Ente locale della Proviiicia, Dopo un’ampia discussioné risultano eletti i consiglieri Libralon Daniela in Pons
e Baret Guido.
Programma d’esame del concorso di applicato.
L’esame consterà di una prova scritta, una prova orale ed
una prova pratica di dattilografia.
Alla seduta del consiglio sono
intervenuti massicciamente i
contadini che hanno subito negli anni precedenti dei danni
causati dagli animali e dai cacciatori, i quali si sono pronunciati apertamente e con grande
disappunto sui danni che direttamente e indirettamente causa
loro la caccia, e sui risarcimenti che sono purtroppo esigui e
ridicoli, o che addirittura non
vengono concessi. In seguito ad
un’ampia discussione e tenendo
conto di tutte le motivazioni per
le quali gli agricoltori di Pomaretto non volevano che fosse
rinnovata la riserva consorziale
di caccia e sentito il parere dei
cacciatori, il consiglio ha deciso
di non rinnovare detta riserva.
Il consigliere comunale Guido
Baret in occasione della seduta
consigliare, esaurita la discus
sione dei punti all’ordine del
giorno ha chiesto di prendere in
esame e rispondere alle sue domande, delle quali ne citiamo
alcune;
1) L’il febbraio, anniversario
del concordato viene esposta la
bandiera al palazzo comunale. È
ancora il caso che questa ricorrenza venga celebrata? Cosa accadrebbe se l’amministrazione
comunale si rifiutasse di esporre la bandiera?
L’amministrazione ha risposto
che l’esposizione della bandiera
in occasione delle ricorrenze nazionali incontra degli obblighi
giuridici desunti da vari articoli di legge. Pertanto l’amministrazione rifiutandosi violerebbe le suddette disposizioni legislative.
2) Richieste di delucidazioni
sui regolamenti edilizi e piani
di servizio.
3) Richieste di intervento da
parte del comune per frenare
l’abusivo scarico dei rifiuti nelle
vicinanze di corsi d’acqua.
A LUSERNAS. GIOVANNI
Il comune amplia
la raccolta rifiuti
Da diversi anni esiste una preoccupazione comune a tutti gli stati del
mondo, da quelli più sviluppati a
quelli meno sviluppati. Su tutti i
giornali si leggono notizie più o meno contrastanti sul medesimo problema: ^inquinamento.
In seguito al rapido aumento della popolazione, alPevolversi del tecnicismo e del consumismo a tutti i livelli, Finquinamento dell’acqua, dell’aria, del suolo e del sottosuolo sta
modificando poco per volta l’aspetto
della terra e la vita stessa dell’uomo.
Questo grave fenomeno, à ’ carattere mondiale, sì verifica anche nel nostro piccolo comune di Luserna San
Giovanni.
Senza contare Finquinamento dell’aria, dovuto alle industrie ed al riscaldamento, che è comunque assai
inferiore a quello di una qualsiasi
città, dobbiamo prendere in considerazione Finquinamento dell’acqua, del
suolo e del sottosuolo.
Il primo passo verso un risanamento igienico dell’ambiente è stato compiuto con la costruzione della Fognatura Comunale, ora pressoché ultimata, e con l’instaurazione del Servizio
di Raccolta Rifiuti appaltato nel 1973.
Le zone periferiche del Comune non
erano però ancora servite dalla ditta
appaltatrice e pertanto la maggior
parte delle famiglie, residenti e non
residenti, ricorreva allo scarico nei
torrenti, o sui bordi delle strade, mentre poche sotterravano le immondizie
provocando in tal modo un inquinamento del sottosuolo, meno vistoso,
ma altrettanto dannoso.
Inoltre i turisti della domenica contribuivano spesso al deturpamento
delle nostre l)elle colline con gesti addirittura vandalici.
La raccolta rifiuti serviva 2.540 famiglie dal 1973: erano escluse 265
famiglie (699 persone) situate in zone lontane o isolate difiioilniiente raggiungibili dai mezzi di raccolta.
Per includere le predette famiglie
ed estendere così a tutta la popolazione il servizio in oggetto, il Consiglio Comunale, con delibera n. 179
del 28.11.’75, ha approvato la sistemazione di un certo numero "di gabbie di raccolta in diverse località fa
BOBBIO PELLiCE
Etomenica 16 maggio, durante .
il culto, abbiamo avuto avuto il
piacere di incontrare le scuole
domenieali di Torre Pellicé, Centro e ■ Appiotti, fidate dalle rispettive monitrici e monitori. Il
culto è stato rallegrato dalla loro presenza ed in particolare dai
loro canti. I nostri bambini e
quelli di Torre si sono poi recati
nella zona della Giornà per consumare il loro pranzo al saccò e
nel pomeriggio si sono svolti interessanto giochi e gare varie. È
stato anche fatto un tentativo di
presentare agli ospiti la vita e le
attività della popolazione bobbiese, compreso il tentativo di
spiegare alcune parole di patois,
naturalmente incomprensibili.
Questo incontro costituiva, per
gli ospiti di Torre, la festa di
canto delle scuole domenicali.
• Nella sua abitazione in borgata Podio è deceduta, all’età di
82 anni, la nostra sorella Maddalena Geymonat ved. Pontet.
Da parecchio tempo si era andata indebolendo nel fisico, finché si è spenta nella notte del
13 maggio. Ai familiari tutti rinnoviamo l’espressione della solidarietà cristiana nel momento
del dolore.
cilmente raggiungibili ed ha emesso
l’ordinanza n. 3 del 2.2.’76 con cui
il servizio veniva istituito dal 1.3.’76.
In seguito a richiesta da parte di
alcune famiglie, si è aumentato il
numero delle gabbie nelle zone più
disagiate.
Attualmente il servizio è completo
e funziona in questo modo : nel centro cittadino la raccolta si svolge due
volte la settimana : martedì e venerdì; nelle vicinanze di Torre Pellice :
lunedì e giovedì. Nella zona periferica si svolge una volta la settimana :
martedì o venerdì. A Luserna Alta
due volte: martedì e venerdì.
Nella zona deH’ampliamento il camion di raccolta passa il martedì e
segue il percorso della Strada Panoramica della Bialera Peyrota e la Val
Luserna oltre Ponte Vecchio fino alle Cave.
Sulla alta collina passa una volta
al mese nel periodo invernale (l® mercoledì del mese) e due volte al mese
nel periodo estivo.
In ogni caso il servizio si occupa
di raccoglieré tutti i sacchi che trova sul percorso e non solo quelli nei
contenitori, ma, perché l’Igiene possa essere salvaguardata al massimo, si
raccomanda a tutti gli utenti di depositare il sacco il giorno stesso o pochi giorni prima della raccolta.
Si invitano i pochi cittadini che
non hanno ancora compilato la denuncia presso il Municipio, di farlo
al più presto.
Si ricorda che per tutte le famiglie tacenti parte di questa zona di
ampliamento, la tassa è ridotta del
30% e che inoltre possono ritirare
mensilmente e gratuitamente i sacchi
presso l’Ufficio della Ditta API in Luserna S. Giovanni (condominio Bassotto).
Si pensa infine di essere riusciti,
con questo servizio, a risolvere una
delie cause principali di inquinamento nel nostro Comune e si spera di
sensibilizzare ' la popolazione ad una
sempre più attiva collaborazione al
■ fine di non alterare ulteriormente l’equilibrio ecologic^i, : ;
Dr. Giovani^ Peyrot
■ ’ ^ (Assessore' airigiené e Sanità)
Luserna S. Giovanni
FRALI
Testimonianza ai turisti
e frequenza ai culti
Domenica 16 maggio si è tenuta a Frali l’assemblea di Chiesa. Tra gli argomenti discussi,
una possibile azione di testimonianza verso i turisti. La relazione del Concistoro segnala infatti che non vi è un’idea chiara
sul come presentare alle migliaia di turisti che salgono a
Frali ogni settimana un annuncio evangelico comprensibile.
L’assemblea ha fatto alcune
proposte che potranno già essere attuate nel corso dell’estate; tenere delle riunioni all’aperto, sfruttare il portico davanti al tempio come luogo di
incontro, anche esponendo un
banco libri.
L’assemblea si è anche occupata del problema della frequenza ai culti. Per alcuni è soltanto
questione di volontà, per cui è
difficile convincere chi non sente il bisogno di andare al culto.
Per altri, bisognerebbe esaminare le ragioni per cui molti
hanno abbandonato il culto ; una
predicazione troppo difficile?
Un’interpretazione della Bibbia
che si discosta dall’insegnamento che si è ricevuto in passato?
Il problema andrà comunque
posto a ogni membro di Chiesa.
# * *
Durante il culto del venerd',
santo hanno dichiarato la loro
fede e la decisione di far parte
della Chiesa ; Claudia Artus,
Paolo Barus, Arturo Menusan,
Dario Peyrot, Nicoletta Richard,
Silvana Richard, Enrica Rostan.
Dal mese di marzo ha cominciato a riunirsi un gruppo giovanile che comprende una ventina di giovani. Non sono stati
tenuti degli studi veri e propri,
ma si è discusso in modo semplice su problemi quali il culto,
critica all’Eco delle Valli, il fu
___________ PR AMOLLO
• Nell’assemblea di chiesa, svoltasi il 16 maggio con la partecipazione di un numero abbastanza esiguo di persone, è stata presentata la relazione annua
ed in seguito sono stati eletti i
delegati al prossimo Sinodo nelle persone dei sigg. Long Oreste e Mathieu Giorgio e come
supplente Ivana Costabel.
Per la Conferenza Distrettuale sono state nominate Long
Carla e Costabel Ivana e Peyronel Guido come supplente.
La colletta è stata devoluta in
favore dei terremotati friulani,
assieme a quanto si riuscirà a
raccogliere ancora nelle famiglie.
• Ricordiamo che il bazar si
terrà la domenica 30 maggio e
tutti sono invitati a collaborare
per la prepàràzioné.
• Tutta la comunità esprime le
fraterne condoglianze ài jiastore
Arnaldo Genre colpito dalla
morte del fratello, da noi appresa solo ora.
turo di Frali, l’aborto. Per questa settimana è previsto uno
studio biblico su Matteo 5; 2126; l’amore dei nemici.
L’assemblea di Chiesa ha rieletto gli anziani Filippo Berger
(Indiritti), Renaldo Ghigo (Ghigo), Oreste Grill (Pomieri Giordano), Attilio Peyrot (Orgere),
Alberto e Silvio Richard (Villa).
Per il quartiere di Malzat è stato eletto Mauro Garrou.
ANGROGNA
Si è avuta domenica scorsa,
sotto la presidenza del past. Giorgio Tourn, presidente della Commissione Distrettuale, l'Assemblea di Chiesa per la nomina del
nuovo pastore. Accogliendo le
indicazioni emerse nelUAssèmblea del 25 aprile sono stati votati votati i seguenti o.d.g.;
« L’Assemblea di Chiesa di Angrogna, riunita il 16 maggio 1976
per la designazione del pastore
titolare, decide di rimettersi alla
Tavola per quanto si riferisce alla presente nomina ».
« L’Assemblea di Chiesa di Angrogna considerando il lavoro
molto, apprezzato e positivo svolto l’anno scorso in questa Comunità dal candidato al ministero
Giuseppe Platone, esprime alla
Tavola il proprio desiderio di
averlo come pastore titolare ».
Ci auguriamo che la Tavola
possa tener conto di ouesto desiderio così sentito da tutta la comunità.
L’Assemblea è poi continuata
con la lettura della relazione annua e la nomina dei deputati alla Conferenza Distrettuale ed al
Sinodo. È sempre più difficile
procedere a queste nomine per
la situazione particolare della
nostra Comunità. Le due assemblee si svolgono in momenti in
cui i lavori della campagna sono
intensi (nuest’anno anche la Conferenza Distrettuale ha finito col
coincidere con il tempo dei fieni!) ed in cui gli operai non sono
liberi; è necessario che nel fissare le date si tenga conto anche
della composizione sociale delle
nostre comunità.
Sono stati eletti; per la Conferenza Distrettuale; Agli Viola v.
Pons, Barbiani Mari uccia, Buffa
Emilio; per il Sinodo; Barbiani
Mariuccia, Sapné Alfredo, suoni
Rivoira Laura. Revisori dei conti
sono stati eletti; Bertin Silvio e
Monnet Alfredo.
Dani per l’Asila
di Luserna S. Giavanni
Pervenuti net mese di aprile:
N. N., cari ricordi di Tiene Revel,
L. 30.000; Gay Cornelio (To) 15.000;
Carla e Bruno Revel, in mem. del
caro papà Carlo Albarin 25.000; Odin
Luigia, in mem. del caro marito
20.000; Alice e G. Revel 15.000; Revel Paolo e Edith, in mem. dei loro
cari 10.000; Stalle Liliana e Livia
10.000; Pons Emilia e Silvio, in memoria della mamma Giordan Clotilde
lO.OOO; Pons Maria ved. Rivoir (osp.
Asilo) 50.000; in mem. di Gustavo
Pons, la moglie (T. P.) 30.000; Mimi e Emma Arnoulet, in mem. di
Renata Giacobino Mazzetti 10.000;
Albertina Corsini Avondet, in mem.
di Teresina e Maria Gasparotto (Mi)
20.000.
Colletta alla riunione quartierale
di P^arostino presieduta dall’anziano
Dino Gardiol, 36.800; Colletta alla
riunione di S. Germano Chisone presieduta dall’anziano Dino Gardiol,
22.350; Erica Martini-Armand Piloti,'
in mem.; di Bruno 5.000; di papà
5.000; della zia Paolino Jourdan
(Chiavari) 5.000; l’Unione Feinm. di
Luserna S. G., in mem. di Alilo Maddalena 5.000; PerreUo Anna (osp.
Asilo) 5.000; Bouchard Gustavo (Prarostino) lO.OOO; Bianco - Ligustro
5.000.
N. N., ricordando un amico 5.000;
Laura Primo Jon Scotta (To) 60.000;
Odino Leontina ved. Rivoira 10.000;
Franco e Bianca Sappé (T.P.) lO.OOO;
Telma Malacrida (Mi) 250.000; Danna Elda in Botta 5.000; nel 3° anniv.
morte di Mario Rivoiro, la moglie e
figlia Pierina e Paola Rivoiro (Pinerolo) 10.000.
Fiori in mem. di AUio Maddalena :
la soreUa 200.000; Boer Niny e Piero con figli Claudio, Cristina, Silvio
e Maura 100.000; Allìo Davide e Laura (Verona) 50.000; Y. P. AlUo (New
York)) 12.000; L. Y. C. V. (Nizza)
15.000; Jouvenal Enrico e Bianca e
figli Marco e Elsa (To) 100.000; Maria Bertone, per le cure ricevute
(osp. Asilo) 5.000; Clot Edoardo
10.500; Ricordando i miei cari (Rivoira-Chauvie), Lisette Masi Rivoira
(Valdese N.C. - USA) 75.000; Emilia Long Monti, in mem, di Maddalena Allio (osp. Asilo) 5.000; Renata
Jallà, in mem. di Maddalena Allio
(osp. Asilo) 10.000; Juliette Balmas,
fiori in mem. di Maddalena AUio
10.000; Visentin! Maria, in mem. del
marito Gennaro Russo (osp. Asilo)
5.000; Buffa Maria (Angrogna) 15.000?
Allio-Ayassot Emilia, in mem. della
cognata Maddalena Allio (Roma)
50.000; Giuliana De Fìlippi-Ciardl,
in mem. della cara mamma (Mi)
25.000.
G. A. - Hauptgruppf - Reìnland
(Kassel) 467.800; Earn. Michelin Salomon dei Monnet 5.000; Benech Giovanni e famiglia, in mem. del caro
papà e nonno 20.000; Odino Dionigia ved. Avico, in mem. dei suoi cari
20.000; Mourglia Lena e Guido (Bibiana) 30.000; N. N., Airali 10.000;
in ricordo di Arturo Peyrot, Ida Peyrot e figlie (Ge) 50.000; Comunità
Valdese di Como 15.000; N. N., in
mem. del cav. Frezet Giovanni 10.000;
Giulio, Giovanni e Franco Lapisa, in
mem. di Codino Emma 5.000; Federazione Chiesa Avventista 125.000;
in mem. nostri cari Nonnina, Malvina e Renzo Favout: Patrizia, Guido
e Vera Favout 15.000; Emilia e Augusto Beux, in mem. di Renata Giacobino 25.000; Liliana Viglielmo
(Ferrerò) 5.000.
Grazie!
PERRERO-MANIGUA
Ricordiamo che domenica 23
maggio avrà luogo a Perrero la
assemblea di chiesa per eleggere
i deputati al Sinodo e alla Conferenza distrettuale e per discute;
re la .relazione del Concistoro
Come d’abitudine il culto avrà
luogo alle ore 10 (nella sala delle attività), e sarà sospeso a Maniglia.
• Ringraziamo il past. Ruben
Artus che ha presieduto il culto
di dom. 16 c.m.
VILLASECCA
Associazione
Amici del Collegio
Gli alunni ' del’ Collegio Pareggiato
Valdese presenteranno una serata
di canti, musiche e scenette, nell’aula
Sinodale della Casa Valdese, la sera
di mercoiedi 26 maggio alle ore 21.
Ingresso Jiberp.
Domenica 16 si è svolta l’assemblea di chiesa per la designazione del nuovo pastore in sostituzione dell’attuale conduttore,
eletto, tempo addietro a Prarostino. Dopo il culto preiieduto
dal prof. Claudio Tron, alla presenza di una numerosa assemblea ring. Giovanni Pontet, vicepresidente della Commissione
esecutiva distrettuale, ha regolato il procedimento elettivo .che
ha designato a larghissima maggioranza il pastore Aldo Rutigliano, attualmente á Susa, quale nuovo conduttore dèlia comunità.
8
8
21 maggio 1976
L'ECO
DELLE VALLI VALPESI
Alle Valli oggi
Cronaca delle Valli
Turismo
a Prati
Nel numero scorso riferivamo
della discussione che si è avviata a Frali sull’opportunità e la
possibilità di un potenziamento
della seggiovia. La discussione è
significativa per comprendere il
tipo di sviluppo turistico che si
è avuto nelle nostre valli.
La seggiovia era nata, come ha
ricordato l'Avv. Serafino in una
recente riunione, da una decisione di alcuni amici che avevano
a cuore le sorti di questa valle e
volevano fare qualcosa per impedirne lo spopolamento. La conca di Frali pareva destinata naturalmente allo sviluppo turistico. Si decise dunque di consultare la popolazione per vedere se
sarebbe stata favorevole all’iniziativa e in che misura si sarebbe impegnata per sostenerla. La
risposta fu superiore alle attese,
e l’impegno dei pralini convinse
i promotori che l’idea non era
assurda, ma corrispondeva a una
esigenza:, effettiva.
Tra l’altro non si può dimenticare che l’atto di costituzione
della società porta le firme di
ottanta minatori, che venivano
così a trovarsi su un piano di
parità con il rappresentante della Società Talco e Grafite, loro
datore di lavoro.
La seggiovia è nata come un
esempio di gestione popolare
dell’economia. La realtà oggi è
Pfrò ben diversa. Certamente
l’iniziativa ha impedito che lo
sviluppo turistico a Frali fosse
gestito da qualche grosso speculatore, che avrebbe tolto alla
popolazione qualsiasi autonomia.
Ma non si può nemmeno dire
che lo sviluppo, così com’è avvenuto, sia stato voluto e programmato dalla popolazione. Non c’è
stata insomma né grossa speculazione né pianificazione dal basso, ma c’è stato, questo sì, uno
sviluppo disordinato, in cui alcuni hanno fatto buoni affari,
altri hanno visto migliorare leggermente il loro reddito e hanno
potuto conservare il posto di lavoro. Un certo spopolamento,
comunque, non è stato evitato
nemmeno qui.
Ora è comprensibile che i pralini che hanno ceduto i loro prati e investito i loro capitali nella
seggiovia senza mai ricevere una lira di dividendo, non siano
molto disposti a investire ancora altro denaro, pur riconoscendo che un potenziamento della
seggiovia è necessario per far
fronte ai costi di gestione che
sono sempre in aumento.
Ma questo significa che oggi
la solidarietà da cui è nata la
seggiovia non è più ripetibile. Infatti essa esigerebbe un accordo
tra la popolazione locale, i nuovi proprietari di alloggi e gli
imprenditori che operano nella
zona, che allo stato attuale delle
cose non esiste.
Quando è stata fatta la seggiovia era presente un solo interesse: quello della popolazione
locale. Oggi a Frali sono presenti diversi interessi, e non c’è
nessuna forza che sembri capace
di conciliarli. Gli imprenditori
vorrebbero considerare la seggiovia come un servizio pubblico che dovrebbe essere assicurato dal comune. I proprietari di
alloggi sono paghi dell’attuale
sviluppo e sono contrari, per motivi di difesa della quiete, a un
aumento della popolazione turistica. I pralini non vogliono, evidentemente pagare per tutti.
Naturalmente ci auguriamo
che il discorso vada avanti. Ma
le difficoltà che incontra dimostrano che lo sviluppo turistico,
in una zona come questa, non
può che essere contraddittorio,
e crea più problemi, di quanti
ne risolva. Si fanno così sentire
le conseguenze della mancanza
di una politica generale della
montagna; ed è più che mai importante ed urgente coordinare
gli sforzi degli enti locali in vista
di interventi meno frammentari,
che contribuiscano ad aprire
reali prospettive per la zona.
VILLAR PELLICE: 26-27 GIUGNO
VILLAR PEROSA
Conferenza distrettuale 3¡ farà SCUOla
La Commissione Distrettuale
in previsione della prossima
Conferenza Distrettuale comunica quanto segue :
a) La Conferenza avrà luogo
a Villar Pellice sabato-domenica
26-27 giugno, iniziando sabato
mattina alle ore 9 nel tempio di
Villar Pellice;
b) secondo la nuova Disciplina sono membri (con voce deliberativa) della Conferenza
— i presidenti dei Concistori;
— i deputati delle Chiese;
— i ministri iscritti nei ruoli;
— i membri della Com. Esecutiva;
— i presidenti dei Comitati degli Istituti o Opere valdesi e
metodiste del Distretto ed i
loro direttori;
— i membri della CIOV (effettivi) residenti nel Distretto;
— una rappresentante delle organizzazioni femminili del Distretto ;
— i segretari regionali della
EGEI residenti nel Distretto;
— i membri della Commissione
d’Esame.
• Questa regolamentazione è
già stata applicata in occasione
della Conferenza di Pomaretto
lo scorso autunno. I presidenti
dei Comitati ed opere degli Istituti ed Opere sono pregati di comunicare alla Commissione Esecutiva Distrettuale entro il 5 giugno prossimo:
a) i nominativi dei loro presidenti e direttori, che parteciperanno alla Conferenza;
b) una relazione scritta della
propria attività da fornire
stampata ai delegati.
•I concistori sono pregati di
inviare entro fine mese di maggio i dati statistici, i mandati
di deputazione alla Conferenza
ed al Sinodo ed i preventivi di
spesa approvati dalle assemblee
di chiesa per il prossimo anno
finanziario giugno-dicembre ’76,
alla Com. Distr.
nei seminterrati
BOBBIO PELLICE
Il comune delimita
i campeggi alpini
Bruno Rostagno
Il Sindaco premesso : che in
questi ultimi anni l’esercizio del
campeggio libero su tutto il territorio comunale è aumentato
smisuratamente sopratutto nelle
zone di alta montagna e negli
alpeggi su suolo favorevole ai
pascoli arrecando notevoli danni alla pastorizia ed agli alpigiani che dalla pastorizia traggono
la fonte di guadagno;
che è necessario provvedere ad
una regolamentazione del campeggio libero limitandolo solo
in zone predeterminate onde tutelare gli interessi dei pochi montanari rimasti ad esercitare l’attività agricola e garantire la
produttività pascoliva dei pochi
alpeggi rimasti attivi;
considerato che le zone più
interessate sono: l’alpeggio del
Barbara e l’alpeggio del Prà,
che per essere ancora attivi necessitano di una immediata regolamentazione ;
ritenuto di poter permettere il
campeggio libero nelle zone scelte in ognuno di questi alpeggi e
delimitate con appositi cartelli;
considerato inoltre che la conca del Barbara è facilmente raggiungibile con le macchine in
quanto è servita da una strada
di montagna asfaltata ma molto
stretta, tortuosa e quindi molto
pericolosa, per cui, onde evitare
gli ingorghi stradali che si sono
verificati negli anni passati, provocati dal gran numero di macchine che, arrivate al termine
della strada e non potendo facilmente manovrare per la ristrettezza della sede stradale, venivano abbandonate scriteriatamente impedendo alle prime arrivate di poter effettuare la inversione di marcia per il viaggio
di ritorno, è necessario spostare
il punto di chiusura della strada
stessa al bivio per il colle Marante dove esiste un ampio piazzale che può consentire la manovra per inversione di marcia;
vista la deliberazione del C.C.
n. 15 del 29-1-1976, esecutiva per
decorrenza di termini;
vista la legge comunale e provinciale in vigore; ordina:
1) Il campeggio libero è permesso esclusivamente nella conca del vBarbara e nella conca
del Prà ed in queste conche solo nelle apposite zone predestinate e delimitate con appositi
MASSELLO
Il 27 maggio, festa dell’ascensione, avrà luogo a Massello nel
pomeriggio il tradizionale bazar.
Tutti gli amici sono cordialmente
invitati!
• Ringraziamo l’anziano Luigi
Marchetti che ha presieduto domenica 16 c.m. il nostro culto.
cartelli ben visibili l’uno dall’altro.
2) È vietato il transito ai
mezzi motorizzati, ad eccezione
di quelli impiegati dagli alpigiani per il raggiungimento delle loro baite e per l’espletamento
dell’attività agricola e di quelli
dei gestori dei Rifugi impiegati
per l’approvvigionamento dei rifugi medesimi, nel tratto di strada di collegamento con il rifugio
Barbara compreso tra il bivio
per il colle Barant e il termine
della strada asfaltata che coincide con l’inizio della conca del
Barbara. Tutte le macchine devono essere fermate nel piazzale
esistente all’inizio della strada
per il colle Barant e chiunque
vorrà raggiungere la conca del
Barbara dovrà farlo a piedi.
I contravventori alla presente ordinanza saranno puniti ai
sensi dell’art. 106 della Legge
Comunale e Provinciale e delle
leggi sulla circolazione stradale.
Gli Agenti di P.S. e le Guardie
Comunali sono incaricati di vigilare sul rispetto della presente
ordinanza.
Il Sindaco : G. Berton
Venerdì 14 maggio, il Consiglio
d’istituto della Scuola media «F.
Marro » e i rappresentanti dei
Comuni che amministrano in
consorzio la scuola stessa si sono incontrati per la seconda volta
in pochi mesi e hanno preso in
esame il problema urgente della
mancanza di aule nell’edificio
scolastico di Villar Penosa.
Nella prima riunione, avvenuta in marzo, si erano esaminate
le statistiche della freauenza scolastica nei Comuni consorziati di
Villar Penosa, Pinasca, Inverso
Pinasca, S. Germano e Pramollo.
Da questi Comuni confluiscono a
Villar circa 360 studenti, mentre
il rimanente 30% degli obbligati
frequenta le scuole di Penosa,
Pomaretto, Pinerolo.
L’edificio che ospita attualmente la Scuola media di Villar, previsto per sole nove classi, è affollato in modo tale da pregiudicare
la riuscita del lavoro scolastico.
Il Consiglio d’istituto aveva chiesto ai Comuni del Consorzio e in
particolare a Villar Penosa di reperire altre aule, magari spostando altrove tre classi delle elementari. Purtroppo, la situazione
della Scuola elementare non è
molto più brillante: l’edificio, adiacente alla Media, è già tro^no
ristretto e le tre classi quinte alloggiano da alcuni anni in locali
presi in affitto alTOratorio.
La proposta era stata giudicata abbastanza sfavorevolmente
dagli amministratori, anche perché la Scuola elementare è tutta
a carico del Comune di Villar,
mentre le spese per la Scuola
media sono ripartite tra i Comuni in consorzio.
NeH’ultima seduta, il vicesindaco di Villar, a nome del Consorzio, ha presentato una controproposta. Dalle statistiche sugli
obbligati dei prossimi anni, risulta che la popolazione scolastica
non è in aumento, anzi diminuisce leggermente; non si prevede
immigrazione, perché le industrie hanno bloccato le assunzioni; si può ritenere che il solito
30% non frequenterà a Villar,
quindi non è il caso di procedere
a nuove costruzioni. Alla Scuola
media il Comune di Villar offre
due locali nel seminterrato delle
elementari, da u.sare come laboratorio e archivio o biblioteca.
Per le Scuole elementari si prevede la costruzione di due aule
in più per trasferire le quinte dai
RIFUGI ALPINI
m
. V'
Il Rifugio W. Jervis, nella conca del Frà
Il tempo delle gite in montagna è iniziato. I turisti che a fine settimana risalgono l’alta Val
Pellice sono sempre più numerosi: qui sopra si leggono le indicazioni per i campeggiatori
approvate dal comune di Bobbio Pellice, ad evitare che si
danneggino i pascoli.
Sono tre i più noti rifugi meta degli alpinisti: due di questi
sono già funzionanti per i weekend (Jervis e Barbara), mentre
il rifugio Granerò (a quota
2300) aprirà a partire dal mese
di luglio.
Gli amici della montagna che
desiderano trascorrere il fine settimana in alta vai Pellice durante il mese di maggio possono
contare sul rifugio Jervis, nella
bella conca del Prà a quota 1500
e Barbara, nella Valle dei Carboneri, che -assicurano il servizio
completo. Per quanti desiderano
salire al Jervis in settimana dovranno telefonare al numero
0121/90.328. A partire dal 1” giugno l’apertura sarà regolare.
locali dell’Oratorio che, a quanto
pare, non sarebbero niù disponibili. La terza aula salterebbe fuori dalla soppressione delle classi
speciali. Rinunziando al seminterrato, che poteva eventualmente servire come refettorio, si rende anche necessario ingrandire
l’attuale locale della mensa, in
vista di un aumento degli alunni
nelle classi a tempo pieno.
I membri del Consiglio d’istituto, preso atto della buona volontà degli amministratori di Villar, hano dichiarato che nell’attuale situazione anche il buco di
un topo è meglio di niente. Hanno aggiunto, tuttavia, che se le
nascite diminuiscono, le esigenze
della scuola aumentano e che ogni doposcuola o classe a tempo
pieno richiede maffriore spazio
per tutte le attività in programma. In più, si prospetta a breve
scadenza l'istituzione del biennio
unico obbligatorio e con questo
si ritornerà al punto di nartenza. La discussione così ha avuto
termine, ma il problema, a Villar come anche altrove, rimane
aperto e richiede la più ampia
partecinazione, perché la scuola
pubblica, che è la scuola di tutti, riesca a funzionare nel miglior
modo possibile.
L. Viglielmo
INVERSO RINASCA
Acquedotto:
lavori in corso
Dopo oltre 6 anni di attesa, le
circa 20 famiglie che erano state
escluse dal tracciato dell’acquedotto comunale nel 1968 (nonostante le molte quanto inutili
proteste), vedranno realizzato
fra non molto il tratto VivianGamba. Proprio in questi giorni
infatti sono iniziati i lavori di
scavo per la sistemazione dei
tubi.
Sabato 15 maggio ha avuto
luogo una convocazione delle famiglie interessate a questo tratto di acquedotto per la segnalazione degli allacciamenti che si
dovranno effettuare. Il prezzo
stabilito per l’allacciamento è
stato fissato dal comune in L.
50.000. Se non sorgeranno degli
imprevisti i lavori dovrebbero
essere terminati nel giro di un
mese al massimo.
Nella stessa assemblea il sindaco ha parlato di un progetto
regionale di polizia rurale che
dovrà essere discusso e approvato (con le necessarie modifiche)
dalla Comunità Montana.
È inoltre stato fatto presente
al sindaco che la raccolta rifiuti
è stata inspiegabilmente sospesa
in tutto il quartiere delle Chenevières da alcuni mesi; l’amministrazione comunale che non ne
era al corrente ha promesso di
provvedere al più presto.
Infine è stato deciso l’installazione di un telefono ad uso del
quartiere alla Gamba nell’abitazione del sig. Travers.
TORRE PELLICE
L’Ammisintrazione comunale,
in relazione con la ricorrenza del
2 giugno — XXX anniversario della Repubblica — invita la ponolaziane a voler intervenire alle
seguenti manifestazioni:
Sabato 22 maggio, il grun^o
teatro Angrogna 'resenterà alle
ore 21, nresso la Sala del Cinefórum di S. Margherita, lo spettacolo « La Boje »;
Venerdì 28 maaaio verrà proiettata alle ore 21 presso la stesso sala, la prima parte del film:
Resistenza: una nazione che risorge. A motivo della lunghezza
della pellicola la seconda parte
del film verrà proiettata sabato
29 maaaio sempre presso la sala
del Cinefórum, alle ore 21.
Gli spettacoli saranno seguiti
da un dibattito con gli interve-,
nuti. L’ingresso è libero.