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Anno 112— N. 49
26 dicembre 1975 — L. 150
Spedizione in abbonamento postale
I Gruppo /70
BlB'.iOT’-CA
10066 PElLlcr:
ddk valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Natale: un’occasione
per annunciare l'Evangelo
In questi gioriii viene spontaneo guardarsi attorno, e dbiriàndarsi quali sono i
fatti, quàii sono gli atteggiamenti, gli stàti d’ànimo che àceoinpagnano quest’ahilo
la celebrazione del riàtalé. Si potrebbe anche essere indifférénti a tutto questo, e
concentrarci sulla rheditàzidiié dell'annuncio evangelico. Oppure Si potrebbe
pensare, come già itìblti, hori à torto, pensano, che là veiiùtà di Gesti non è uh avvenimento da ricordare in una festà, ma
che la sua pOrtàtà é tale da illuminare
ogni aspetto della vita quotidiana. Il modo più Vero di célebràrlo é diihqué la riconoscenza di ogni giorno, non la « festa
solenne ».
Ma a questa convinzione, certamente
vera, si coiltraiipohe nelle chiese uba valutazione divèrsa, più moderata, anche se
sarebbe erràtb definirla conformista. La
possibilità di uria celebrazione cristiana
del natale è affermata iri base a due motivazioni. In priirió luogo, non è inutile
scegliere dèi giorni particolari per fermare la nostra attenzione sui momenti
centrali della salvezza. In secondo luogo,
è chiaro che natale è un’occasione Sociale, in cui la fede cristiana è ridotta a fatto folkloristico e serve tmicamente da
sfondo poetico alta nostra più o meno
forzata allegria, all’incontro familiare.
Però i credènti devOnO taaglière quest'occasiòné ÌJèi arifiifileMré ÌBva^Ìo. h^àlèè sempre valida se ha lin carattere di testimonianza;
Ora, la testimonianza può anche assumere il carattere di un rifiuto a celebrarlo come lo celebrano tutti gli altri. Oppure può assumere il carattere positivo di
uri annunciò che colpisca quelli che io
ascoltano. In ogni caso non potrà mai
essere il puro e semplice accodarsi alle
abitudini gerierali.
Alcuni hanno pensato di indicare uria
soluzione proponendo di spostare la data
del natale. Gi sarebbe il 25 dicembre per
i pagani, con la solita parata pubblicitaria) e poi ci sarebbe un altro giorno per
i cristiani, i quali potrebbero celebrare
la loro festa senza pericolo di confusioni.
In realtà uno spostamento di data contribuirebbe solo a rendere la comunità
cristiana ancora più chiusa su se stessa,
ancora più isolata dal mondo in cui vive.
Il compitò più urgente non è di ripristinare , nelle dovute forme, la « festa cristiana », ma di far capire alla gente che
Gesù è venuto per tutti, non solo per i
cristiani, e che tutti, se accettassero questo annuncio, avrebbero un motivo ben
più pirofondo per rallegrarsi.
Dunque anche il natale impegna la
chiesa ad essere più aperta verso il mondo, anzi, ad èssere pienamente nel mondo, vivendo la vita di tutti, ma in modo
da far apparire in piena luce l’opera di
Gesù Cristo.
Forse un messaggio in questo senso ci
viene dall’assemblea di Nairobi, malgrado tutto ciò che di discutibile vi è stato
nelle sue dichiarazioni. Questa assemblea
ha accettalo le tensioni, perché ha accettato di occuparsi dei problemi del nostro
pianeta in modo non generico, ma diretto
e concreto. Si sono ascoltate le voci di
coloro che sono impegnati in prima persona nelle lotte di liberazione del terzo
mondo. Si sono approvate delle risoluzioni sui punti più scottanti del momento:
Angola, Medio Oriente, Sudafrica, dissenso in URSS, ecc. Quindi Tassemblea del
Consiglio Ecumenico ha dato la dimostrazione di ciò che può essere la Chiesa
quando non si considera più una parte
privilegiata del mondo, ma si considera
con realismo parte del mondo in cui vive.
Ma il fatto più importante, almeno a
sentire le prime dichiarazioni e i primi
commenti, è che i fratelli africani sono
riusciti a convincere rappresentanti deh
le Chiese contrarie al programma di aiuti
ai movimenti di liberazione, che il loro
impegno per costruire in Africa una società più umana non è separato dalla testimonianza a Gesù Cristo.
Subito dopo, a Parigi, i rappresentanti
dei paesi occidentali e dei paesi in via
di sviluppo, riuniti nella conferenza
« Nord-Sud », hanno dimostrato che uria
politica comune, basata su un modo diverso di considerare i problemi della terra, è praticamente impossibile finché l’occlderite rimane e vuol rimanere il grande
beneficiario delle risorse della terra.
L’assemblea di Nairobi e la conferenza
di -Parigi hanno dato, a pochi giorni di
distanza, due suoni ben diversi. E orà
giimge natale. L'anmmcio evangelico risuoria anche in questa scelta tra il realismo a breve termine di Parigi, e là solidarietà a lungo termme di Nairobi, tra
la politica della supremazia economica e
la politica della speranza.
Bruno Rostagno
Pellegrini militari,
fratelli nòstri
ufficiali, come è duro chiamarvi fratelli
eppure siete figli
del Padre creatore
fatti con immenso amore
come noi.
Il sole della será
tinge d’oro le chiese di Roma
dove siete ventiti a pregare.
Vogliamo pregare con voi
per la pace,
dirvi dell’immensità
del peccato
della. guerra
che distrugge
uccide
ferisce
tortura
che si basa
sul coinmercio
delle armi
industria
della morte.
Fermatevi fratelli militari!
gettate le armi
strumenti della morte
fórse
domani
olocausto
nucleare
per voi e noi.
Volevamo invitarvi
a pregare con noi
pèr la pace
ma la polizia
ci ha fermati
ei_ ha chiiiri '
mentre voi pregavate
senza nói.
Oh prigionieri
del sistema della morte
Ifijératevi!
confidate nella potenza
dell’amore di Cristo
vincitóre della morte
dell’odio
di ogni male
non fidatevi
deUa falsa forza
deUe anni. Hedí Vaccaso
ata.
« Voi siete un popolo che Dio s'è àcquiétato affinché
proclamiate te virtù di colui che vi ha Chiamati dalle
tenebre alla sua meravigliosa luce» (1 Pietro 2: 9)
Il nostro mondo è immerso nelle tenebre, lo rieonosciamo con i profeti di tutti i tempi. Tenebre
di ignoranza riguardo alla realtà che come uomini
siamo chiathati a diventare.
féhebfé deila perdita di identità.
Tenebre deirinsignificanza delle realtà umane.
Tenebre deH’acceeamento dei successi scientifici e tecnologici.
Tenebre proprizie ài conflitti, alle divisioni, alTàccumularsi di minacce di autodistruzione.
Precipitati i soli e le stelle. Stupiti e spaventati
gli uomini si sforzano di crearne di nuovi, da collocare nel cielo delle ideologie e dei valori.
Ci siamo qUi riuniti avendo piena coscienza del
fatto che il nostro mondo è immerso nelle tenebre.
A Nairobi, riuniti, per far che?
Per dire al mondo che non siamo resi sordi dal
rumore della nostra macchina ecclesiastica, ne accecati dallo splendore delle nostre costruzioni teologiche. Non intendiamo adagiarci confortevolmente nelle poltrone delle nostre dottrine. Le nostre abitudini
religiose ormai secolari non hanno ancora distrutto
in noi la capacità di percepire e vedere nuove realtà.
Siamo qui per affermare che nella notte del
mondo udiamo, vediamo e percepiamo una nuova
realtà ed in essa, al dilà delle nostre divisiom confessionali, siamo uno. E per parlare ed agire di con
seguenra^^^ udiamo viene da due direzioni; dalla
terra e dal cielo.
Dalla terra udiamo, frammisto allo sghignazzare
demoniaco dei profittatori e dei privilegiati, che non
di rado utilizzano l’evangélo per difendere i propn
interessi, le grida di Sòfferenza, di angòscia, di disperazione, degli uomini umiliati) privati della loro
dignità, schiacciati dalla miseria. Attorno a noi coloro che rifiutano la disperazione e rannullamento
dell'uomo, immagine di Dio, si impegnano in ogni
modo per la sUa libertà è la sua dignità.
Tutto questo lo vediamo e lo udiamo.
Dal cielo udiamo colui « la cui voce scosse allora la terra, farci questa promessa: “ancora una volta farò tremare non solo la terra ma anche il cielo".
Ora questo “ancora” indica che le cose smosse
sono mutate, poiché si tratta di realtà create, per
far sì che sussistano quelle che sorto inamovibili »
(Ebrei 12: 26).
A quella voce non prestiamo sufficiente ascolto.
Tenebre di crisi, fors'anche di giudizio. In quésta notte il Signore ci ha aperto gli occhi perché possiamo vedere la sua meravigliosa luce, vedere « l’aurora dall’alto »... (Luca 1; 78-79).
Nel lottare degli uomini per riacquisire ed esprimere la propria umanità, noi percepiamo la presenza
di Gesù Cristo in cui abbiamo la promessa di una
nuova società; quel Gesù che ha potere di riconciliare gli uomini con la dignità del proprio essere e
di conseguenza riconciliarli con Dio e con i loro simili; a cui appartiene Tavveniré ed in cui sta la nostra speranza. , :
Possa il Signore farci la grazia di proclamare il%
sieme con parole é atti <}uesta gioiosa speranza.
Amen. 8eth Nomenyo
Messaggio di apertura della Conferènza a Nairobi
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26 dicembre 1975
a colloquio
con I lettori
Abbiamo pubblicato la settimana scorsa la lettera inviataci da don Trombotto,
dell’Eco del Chisone; ringraziandolo per
la franchezza del suo discorso e l’impegno della sua ricerca, che siamo convinti
essere sincera vorremmo dire che se il
nostro No può sembrare duro, forse lo
è nella forma, nella sostanza è tma risposta franca, da amici che non si fanno inchini inutili. Ma soprattutto vorremmo
chiarire che non si tratta di una risposta
a don Trombotto, sacerdote cattolico,
credente di una comunità diversa dalla
nostra, è la nostra una risposta ad un
certo cattolicesimo, quello stesso che si
esprimeva neU’intervePto del pontefice
pubblicato nella prima pagina del nostro
numero scorso, quelTìnvito ai fratelli cristiani a Nairobi affinché reintegrino l’unità cristiana con Roma ed a Roma.
Interpellati pubblicamente che altra risposta avremmo potuto dare? Si potrebbe provare a scrivere la risposta che, a
suo giudizio, avremmo dovuto dare per
non essere duri, sarebbe interessante ma
non facile.
C’è però una cosa che vorremmo chiarire, un interrogativo che poniamo nella
discussione e con la stessa franchezza con
cui egh ci ha interpellati. Non ha mai
pensato che potrebbe essere, come può
accadere a tutti noi, strumento involontario di una politica diversa dalle sue intenzioni? Personalmente il suo discorso è
quello della ricerca di una autenticità
cristiana, che superi le divisioni confessionali, e sia, lo crediamo; ma quel-discorso a livello di « politica ecclesiale »
diventa altro, diventa quello che da anni
abbiamo la sensazione sia nel pinerolese
un discorso cattolico: un discorso di ricupero.
C’è im secondo fatto su cui mi viene
da riflettere spesso: nei loro rapporti, non
solo a livello ecumenico, ma a tutti i livelli, i credenti cattolici non si rendono
sempre conto di come la formazione maggioritaria ed una fede totale, rigorosa, oggettiva come la loro determini il comportamento. Pur con le migliori intenzioni
soggettive, una coscienza di umiltà ricercata, si impongono con una violenza ideologica che spesso sembra nascere da una
inconscia sufficienza e da una svalutazione dell’altro come partner, anzi nel contesto della cultura cattolica l’altro non
sembra mai poter essere visto come
« partner ». E come un ragazzo di 20 anni che gioca con la sorellina, ha un bel
voler giocare soltanto, se non controlla
i suoi movimenti finisce col farle male!
Sulla questione di Chanforan ritorneremo perché è il nodo storico teologico della nostra questione.
In questo stesso contesto interviene anche il pastore Geymet che ponendosi nei
panni delTuomo della strada non vorrebbe che il dibattito diventasse mera partita di boxe, invita a cose concrete ed a risposte fraterne e sorridenti. Egli concliide:
Non abbiamo nessuna intenzione di farci fagocitare come scherzosamente sembra proporre il
postro Amico, perché la nostra missione diventa
più importante che mai. Quello che forse lui od
altri non possono dire, noi possiamo anche gridarlo sui tetti. Naturalmente a patto di essere
Valdesi coerenti che, se dovessimo tutti diventare
indifferenti e apatici o increduli, allora, tanto
varrebbe fare come proposto : « Diventare tutti
Cattolici ». Nessuno mi fraintenda, prego! So
benissimo che tra i Cattolici ci sono dei nobili
credenti e praticanti. Parlo della massa che della religione porta solo il nome e che esiste dappertutto.
Il Direttore
ARIA DI ROMA
I vescovi fuori dalla realtà
Campagna
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1976
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10066 Torre Ppllice (TO). '
Molti lettori già sanno, per averlo appreso dai quotidiani e dalla radio, che il
Consiglio Permanente della Conferenza
Episcopale Italiana ha diffuso, in data 13
dicembre u.s., una dichiarazione molto
dura, e polemica,, il cui contenutó essenziale può essere così riassunto: deplorazione e condanna del dissenso cattolico,
totale chiusura ideologica e politica al
marxismo e ai movimenti che vi si ispirano, in primo luogo il comunismo, opposizione frontale alia legge sull’aborto anche nella versione faticosamente concordata nei' giorni scorsi in sede di commissione parlamentare (é poi approvata, dopo un ultimo emendamento, il 17 dicembre da pei, pri, pii, cól voto contrario- di
psi, psdi è msi, e l’asténsione della de).
TRE BERSAGLI, TRE NO "
I bersagli dei vescovi italiani' sono dunque tre: uno ecclesiale, come dicono i teologi romani (il dissenso cattolico)) uno
politico (il marxismo e il comunismo),
uno morale (la legge sull’aborto). Tre bersagli, tre ^ no » categorici, dettati forse
più dalla paura che dalla fede, più da
preoccupazioni di potere che da sollecitudine pastorale, e comunque espressione di
una cultura teologicamente e politicamente reazionaria, ferma su posizioni alquanto arretrate, che circolavano nel nostro
paese 20-30 anni fa in piena guerra, fredda ma che ormai sono del tutto screditate.
C’è quindi da chiedersi se valga la pena
commentare criticamente questo infelice
documento episcopale e non convenga invece lasciarlo cadere nel nulla, come una
parola nata morta, che ha solo l’apparen
za ma non la sostanza della pietà. Duro
nella forma, grezzo nel pensiero, quasi
ottuso nelle false alternative che ripropone, il documento della CEI non è, a ben
guardare, una dimostrazione di forza ma
di debolezza, non è un atto di quel « responsabile discernimento cristiano » che
i vescovi stessi giustamente invocano come necessario specialmente oggi ma è
una prova di mancanza di coscienza critica azitutto nei confronti dei problemi
trattati, per cui diventa impossibile orientarne la soluzione in senso evangelico.
Non ha torto d cattolico Fausto Tortora,
dirigente delle AGLI, a osservare come la
dichiarazione episcopale « riveli i segni di
uno smarrimento profondo, e depunci i
segni di una dissociazione pericolosa che
impedisce perfino di prèndere coscienza
del reale » (« Il Manifesto » del 17.XII.75).
Non solo i vescovi sono fuori deU’evangelo; sono fuori anche della realtà.
OBBEDIENZA
Rinunciando a un’analisi dettagliata del
documento, ne riprendiamo soltanto le
affermazioni centrali. Anzitutto, la chiesa.
I vescovi riaffermano la loro « profonda
comunione col Papa » e deplorano che i
dissidenti cattolici si siano « irrigiditi nel
loro dissenso ». Segue un appello generico (ma destinato evidentemente ai dissidenti) a « un’aperta e sincera conversione
che rinsaldi l'unità della Chiesa » — un
ritorno all'obbedienza, potremmo dire un
ritorno alFòvile — e finalmente ' vescovi
non esitano, a « diffidare » i fedeli cattolici dal seguire « le devianti suggestioni »
dei dissidenti, sacerdoti o laici, i quali
« continuano a ferire la comunione orga
DALLE NOSTRE CHIESE
Torino
« La resistenza cilena e Tinternazionalismo » è stato il tema della tavola rotonda organizzata dal comitato « Bautista
■\7an Schouwen» promotori le comunità
di base torinesi, «cristiani per il socialismo», AGLI, Agape, la rivista ’Tempi
di fraternità’, la FGEI, presso l’Unione
culturale di via Battisti, mercoledì 17, a
Torino. Hanno parlato Giulio Girardi
per i ’cristiani per il socialismo’, Giuseppe Reburdo per le AGLI e Sergio Ribet
per la fGEI. Gli interventi, specialmente quello di Ribet, hanno avuto anche carattere informativo ■ sul ruolo della chiesa in Gilè durante la lunga parentesi democristiana, il periodo di Allende, e l’attuale posizione di fronte alla giunta militare. Girardi ha sottolineato l’aspetto
economico della crisi del capitalismo nei
riflessi internazionali. Da qui scaturisce
l’aspetto mondiale della lotta di classe
che può essere condotta solo da un vasto movimento che si pone il problema
delle alleanze. Girardi ha concluso con
un suggestivo paragone tra la morte dell’ateo socialista Allende in Gilè ed il cattolicissimo Franco in Spagna. L’intervento di Reburdo ha riproposto all’attenzione la responsabilità del movimento operaio nei confronti della resistenza cilena.
In modo particolare, ha detto Reburdo,
è necessario ritrovare un ruolo unitario
nell’appoggio alla resistenza cilena attraverso un ampio consenso di massa (contro lo strapotere delle società multinazionali) nello sforzo continuo di comprendere la situazione cilena per quel che
ha da dire nel nostro quadro politico.
Durante il dibattito che ne è seguito
(una sessantina di presenti) sono emerse
alcune proposte concrete: innanzi tutto
allargare il più possibile l’informazione
sul Gilè, utilizzando la stampa disponibile per informare Topinione pubblica ed
appoggiare gli esiliati politici.
Commissione II Distretto: presidente,
Thomas Soggin, vice pres. Niso de Michelis. Segretari: Evelina Bogo Gacciari.
Membri: Paolo Bogo, Luca Zarotti. Controrelatori: Franco Carri, Ernesto Ghizzoni. Supplenti: Anita Ammanti, Paolo
Naso.
teramo, -Venosa, Matera, Rapolla, Corato, Bari,
Brindisi, Mariina Franca e Mottola. La discussione, dopo il culto introduttivo del past. Mollica, si è, sviluppala su due direttrici. Da un lato
si è dibattuto il documento preparatorio di Nairobi, dali’altro è stata sondata l’opportunità di
costituire una Federazione Regionale. Sulla tema
tica di Nairobi molte le osservazioni positive
Sulla Federazione regionale femminile si è rin
viato ad. altra sede la discussione per un possi
bile statuto, della costituenda Federazione.
Taranto
A Taranto F8 dicembre si è svolto il convegno della Federazione delle Chiese evangeliche
della Puglia e della Lucania. Rappresentate le
comunità di Cerignola, Gravina, Altamura, San
Cerignola Orsara
Foggia
La gioia con ■ cui le comunità valdesi di Capitanata hanno accolto il nuovo pastore, Odoardo
Lupi, è stata certamente identica alla commozione ed all’affetto col quale sono stati salutati
i pastori che quivi operavano: Giuseppe Castiglione a Cerignola, Paolo Giunco ad Orsara e
Foggia.
Quanto sia impegnativo il compito che attende il nuovo pastore risulta evidente dal fatto che
dovrà occuparsi delle tre comunità e se si considera che la comunità di Cerignola conduce due
opere sociali, un asilo ed un maglificio, mentre
un altro asilo è annesso alla Chiesa di Orsara, si
comprenderà chiaramente quali e quanti sono i
problemi che si son posti al nuovo pastore e
soprattutto di quanto lavoro è gravato.
Del resto sin dalle prime settimane di presenza
egli ha saputo conquistarsi la stima e la simpatia della comunità grazie alla carica di umanità
ed alla capacità di dialogo che lo contraddistinguono. Siamo certi che il dialogo con giovani e
meno giovani dar» i suoi frutti e che il pastore
Lupi saprà mettere al servizio delle comunità i
suoi molti doni e la sua operosità.
Protestantesimo
La trasmissione del 19 ha proposto un filmato
sull’assemblea -di Nairobi. Tecnicamente di alto
livello con un Commento ebe ha messo a fuoco i
principali problemi emersi dall’assemblea mondiale. Ci siamo resi conto della nuova cristianità
afro-asiatica; più spregiudicata e gioiosa della
vecchia cristianità occidentale. Il contrasto naturale è anche politico ma l’assise di Nairobi è
riuscita a confrontarsi in uno spirito di fraternità
autentica. Per il Kenia, l’aver ospitato questa
grande assemblea mondiale, a detta di un intervistato, è stata la verifica di una fraternità
internazioi^le. Nel rapido susseguirsi delle immagini, il filmato di giovedì, accompagnato da
musiche che sottolineavano il contrasto di civiltà ha saputo informarci in modo suggestivo dei
grandi temi dell’ecumene cristiana.
nica e gerarchica » ponendosi in tal modo
« automaticamente al di fuori della Chiesa indivisibile di Cristo ».
Disubbidire alla gerarchia cattolica significa dunque, per i véscovi, escludersi
automaticamente dalla chiesa di Cristo!
Ma come si fa in piena era ecumenica a
riproporre un’idea così settaria della
chiesa e una concezione così farisaica del
popolo di Dio? Con quale coraggio la CEI
continua a identificare la chiesa cattolica romana con la chiesa di Cristo e l’unità gerarchica con l’unità cristiana? Noti
sono proprio i vescovi che con queste affermazioni e questi giudizi rischiano fortemente di porsi loro fuori della comunità cristiana?
CRISTIANI NON MARXISTI
C’è poi il discorso politico^ Qui i vescovi sostengono un punto di vista chiaro in
apparenza, equivoco nella sostanza. Dire
che « non si può essere simultaneamente
cristiani e marxisti » è vero e falso nello
stesso tempo, cioè è ambiguo, un’ambiguità tanto più grave in quanto, a prima
vista, si ammanta di chia.'-ezza. Sembra
un’affcrmazio'ie che aiu;a a vederci chiaro e facilita una scelta sicura, invece confonde le idee (perché confo’’' le il piano
della fede e quello delle opzioni politiche)
e mette in difficoltà i credenti mettendoli
di fronte a false alternative. Oltre un secolo di scontro, confronto e dialogo critico tra cristianesimo e marxismo ha se
non altro dimostrato e insegnato che la
vera questione non è di affermare (o negare) astrattamente che si può (o non si
può) essere allo stesso tempo cristiani e
marxisti ma è di vedere in concreto come
si è cristiani e come si è marxisti. I vescovi, insomma, hanno impostato male il
problema: da una Impostazione sbagliata non può che nascere una risposta sbagliata. Come infatti è accaduto.
SULL’ABORTO
Sul piano morale, infine, i vescovi sono
categorici: « l’aborto è un crimine ». Quindi non lo si può liberalizzare ma neppure
« regolarizzare » con una legge. Posizione
indubbiamente coerente, ma con che cosa? Con l’evangelo? Il radicalismo dei vescovi su questo punto è davvero un radicalismo cristiano? I vescovi difendono con
inflessibile coerenza un principio, ma giustamente è stato osservato che « Gesù
non difende mai dei princìpi ma delle persone » (A. Maillot). I vescovi, inoltre, danno Timpressione di essere coraggiosi perché sono intransigenti. Ma il loro è davvero il coraggio della verità? Accettando
per un istante la loro tesi che « l’aborto
è un crimine », dobbiamo subito chiederci' E chi è il criminale? La donna che in
generale, quando vuole abortire, è perché
è incinta suo malgrado? Luomo che l’ha
messa incinta? La società e la chiesa cattolica in particolare che continuano a
nun fornire una istruzione elementare a
livello di massa su come prevenire le nascite? I responsabili del « crimine » sono
molti! Indubbiamente ma realmente ne
sono responsabili anche quelli che lo vogliono condannare!
E allora? Allora, in questa difficile questione, non potremo come cristiani ripararci dietro un sommario « sì » o « no »
all’aborto e alla legge sull’aborto ma dovremo necessariamente fare un discorso
più articolato, che comprenda un « sì » e
un « no ». L’aborto è un male, lo abbiamo
detto e lo ripetiamo. È un atto contro la
vita e per la morte; l’evangelo invece è
per la vita e contro la morte. Nessuno di
noi parlerà mai di « libertà d’aborto » cc>
me di un diritto o di una conquista di civiltà. Ma parleremo della necessità dolorosa dell’aborto che in certe circostanze è
il male minore e come tale va accettato,
con una assunzione di responsabilità sia
individuale (della donna o della coppia)
che collettiva (della società). La verità
evangelica è semplice ma la realtà umana
è spesso complicata: perciò talvolta, per
dire e praticare la verità nella realtà (e
non fuori di essa) non bastano affermazioni categoriche e perentorie, bisogna
articolare di più le nostre posizioni.
Concludendo possiamo porre una dt>
manda: il documento episcopale servirà
ad aprire gli occhi a certe forze politiche
sulla funzione essenzialmente controrivoluzionaria della gerarchia cattolica, con
qualche eccezione che conferma la rego^
la? Quanto ai credenti cattolici, molti di
loro certamente si renderanno conto che
questo documento è privo di autorità
perché è privo di verità, essendo stato
pensato e scritto indipendentemente dal
messaggio evangelico. È facile prevedere
che sarà bene accolto negli ambienti più
retrivi della chiesa cattolica e della società italiana. Ma molti credenti cattolici
non ne terranno conto alcuno.
Paolo Ricca
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26 dicembre 1975
LUSERNA SAN GIOVANNI
alle valli oggi
Servizi
sociali
Su invito della Comunità Montana Val
Pellice, giovedì 18 dicembre ha avuto luogo un incontrò ristretto per gli addetti
ai servizi sociali. Non vi sono stati molti
interventi, trattandosi di discutere una
“proposta di massima per la redazione
del programma annuale”. Un dato subito
evidente: un forte aumento fìnanzio-rio
per il \91 è rispetto all'anno che si spegne,
■quindi l’allargamento dell’équipe assistenziale che dovrebbe essere potenziata con
una psichiatra, una neuropsichiatra infantile, un ginecologo, un fisioterapista.^
Costo complessivo 50 milioni circa. Sì
prevede' che l’équipe così rafforzata ìn^
tervenga non solo nell’ambito della scuola ma a livello della famiglia e delle istituzioni educativo-assistenziali (cioè i gruppi famiglia presenti e futuri, l’Uliveto fin
che c’è).
L’altro settore di interventi concerne
invece la gestione dei centri d’incontro,
i servizi domiciliari nei vari comuni della
Comunità montana (ad eccezione di Bricherasio che fa per conto suo). Per questi servizi è prevista la spesa di 111 milioni coperti in parte dalla Regione, in parte dai comuni. Oltre a questo si prevede
l’allestimento di foyers per anziani in alcuni piccoli comuni e comunità alloggio
per minori (oltre alle due esistenti a Torre, se ne prevede una terza).
Il lavoro svolto sin qui, di avanguardia rispetto all’arretratezza delle altre
Comunità montane della zona, ma ancora insufficiente sotto molti aspetti nei
confronti delle necessità reali della popolazione, dopo un inizio incerto e non privo di difficoltà, si trova ora a dover assumere una più chiara fisionomia in _ riferimento alle leggi regionali; quindi a
cessare la sua veste di “pioniere" per vestirsi di ufficialità e di competenza legislativa a tutti gli effetti. Non è un mistero per nessuno che il 15 giugno è stato
un momento decisivo per questo passo;
a partire dai prossimi mesi del ’76 il decentramento di poteri e funzioni si concreterà.
« I futuro della Comunità Montana dipenderà da tutti, dalla partecipazione della gente, dal contenuto che si saprà dare
a questo nuovo ente »; sono parole che il
presidente Congo non si è mai stancato
di ripetere, sono parole sentite, che esprimono un desiderio ed un invito. Ed è
proprio su questo punto che ritengo sia
in gioco la validità di un lavoro coinvolgente la base, che si sforzi di promuovere una crescita politica nel vero senso
della parola e che non si limiti alla pura
erogazione di servizi. Giustamente faceva
notare un consigliere di Angrogna, occorre che i servizi superino l’attuale fase di
élite e diventino realmente “popolari"
nella loro gestione e nelle indicazioni pratiche.
Non è cosa facile; ma se questo non è
realizzabile in questa zona che dall’inizio
del secolo scorso ha saputo (pur con tutti
i difetti di impostazione) dare delle risposte concrete alle necessità della gente,
riesce difficile pensare un luogo ideale.
Voglio dire che questa sensibilità umana
ha saputo trovare già nel passato delle
risposte che noi oggi scopriamo «nuove».
Un esempio venutomi sottomano in
questi giorni: il 2 agosto 1846 (gli ultimi
anni del ’’ghetto’’) il Concistoro di Luserna S. Giovanni decide di affidare al Sig.
Jean Volle, che svolse attività di chirurgo
presso l’ospedale valdese di Torre, l’incarico di visite domiciliari a tutti i poveri
e ammalati della comunità. La convenzione prevede 50 et. per ogni visita effettuata, da prendersi nel fondo «diaconia».
Questi sì erano pionieri! ed è un vero peccato che non si sia continuato su questa
strada!
Dopo la lotta condotta in questi anni
contro l’emarginazione di minori e di anziani, un’emarginazione che lo stato ha
finanziato a suon di miliardi, i nuovi
orientamenti che oggi sosteniamo devono
poter esprimere nel concreto un discorso alternativo a favore dell’uomo. E la
cosa non è così semplice come si crede:
nuove forme di emarginazione sono sem-*
pre possibili, anche nell’assistenza gestita dall’ente pubblico. L’Italia insegna! È
tempo di aprire il discorso sull’« etica
professionale » come suggerisce Carlo
Ferri nell’ultimo n. di « Nuova Società ».
Apriamolo...
E. Genre
Consiglio comunale
I consigli comunali a Luserna S. Giovanni hanno l’abitudine di protrarsi fino
alle 2 ed oltre, con ordini del giorno impossibili e quindi con un dibattito per
forza di cose limitato; per givmta i tem
di interesse più diretto per la popolazione sono sempre alla fine, riservati ai pochi che resistono fino alle ore tarde. Anche quest’ultimo consiglio di venerdì 19
ha affrontato... di sabato il tema del servizio di scuola materna statale e l’adesione alla campagna per lo scioglimento
degli enti assistenziali.
Per quanto concerne la scuola materna (il più grosso comune della valle senza una scuola materna statale!) è stata
deliberata l’apertùra di 2 sezioni, con
l’impegno di cercare i locali entro il 5
gennaio 1976.
II tempo a disposizione non è molto,
ma è un anno che si era a conoscenza di
questa situazione e della precisa richiesta della popolazione. Nulla è invece stato detto sulla programmazione e sulle assemblee da tenere sulla scuola materna
comunale.
Con 10 voti e 4 astensioni è stato approvato il documénto della Comunità
montana concernente l’abolizione degli
enti assistenziali parassitari. Curiosa la
posizione del consigliere DC Legger, della Pro Senectute il quale ha sostenuto
che l’IPAB (Istituto per l’assistenza e
beneficienza) va mantenuto. È l’ente che
■gestisce le scuole materne a Torino.
Rinnovo per un anno della concessione dei diritti di uso e sfruttamento acqua
della sorgente Sparea alla S.A.S. Pontevecchio. Il canone, su proposta del consiglio, dovrebbe essere aumentato dal 20
al 40 per cento. Il canone base è molto
basso: 0,42% sull’incasso di'un litro d’acqua, lasciando cos'i alla Ditta larghi margini di profitto.
Si è infine parlato di bilancio e di una
serie di assemblee pubbliche per portare
le proposte della Giunta. Negli armi pas
Inverso Rinasca
Nel comune di Inverso Pinasca esistono 167 persone al di sopra dei 60 anni.
Farne l’elenco è stato il primo lavoro di
un gruppo di cittadini che ha deciso di
interessarsi a fondo del problema degli
anziani nelle varie borgate del comune.
Questo gruppo è sorto in collegamento
con le attività della Pro Loco, ed opera
con raccordo dell’amministrazione comunale, tenendosi anche in contatto con
l’uflìcio di assistenza sociale della Comunità Montana Val Chisbne e Germanasca. ’ ■
Nei prossimi mesi si svolgerà un giro
di visite e contatti con tutte le persone
interessate ed i risultati di questi incontri saranno raccolti per mezzo di questionari sull’esempio di quanto è già stato fatto a Pomaretto. Segnaliamo volentieri questa iniziativa, raccomandando a
coloro che vogliono impegnarsi in un lavoro sociale di presentarsi al gruppo e
partecipare alle sue attività.
Torre Pellice
Prima riunione del Consiglio comunale
dopo le elezioni di novembre sabato 13
dicembre. Si è provveduto all’elezione del
sindaco, riconfermando il sig. Giovanni
Steffanetto per il prossimo quinquennio;
la nuova giunta è formata da: Roberto
Pellenc (assessore anziano), Fernando
Guglielmone, Danilo Rivoira e Marco Armand Hugon quali assessori effettivi,
Fiorentine Eynard e Mario Jouve assessori supplenti.
Pinerolo
Mons. Giustetti
vescovo di Mondovì
«A tutti i diocesani di Pinerolo comunico che il Santo Padre Paolo VI mi invia come vescovo nella diocesi di Mondovli ».
Con queste parole Mons. Giustetti annuncia il suo commiato alle comunità
cattoliche della diocesi pinerolese, dopo
esser stato loro vescovo per tre anni, succedendo a Mons. Quadri. Nel suo comu-.
nicato precisa anche di non aver «desiderato o chiesto nulla».
Il nuovo incarico del vescovo Giustetti
è la grande diocesi di Mondovì. Non è
ancora noto il nome del suo successore,
né è dato di sapere le motivazioni di questa improvvisa partenza.
sati ramministrazione aveva indetto assemblee sul bilancio, portandolo ^à confezionato. La richiesta dei gruppi di sinistra è stata quella di fornire alla popolazione anche degli stnimenti interpretativi, per esempio spiegando quali sono
le somme da gestire direttamente dal
comune. Ci si augura che finalmente la
amministrazione specifichi in concreto i
settori di intervento.
Riconosciuta l’importanza della piscina di
Luserna San Giovanni quale servizio sociale di
indubbia utilità igienica e sportiva rivolto a
tutta la popolazione della zona e della valle ed
in particolare ai ragazzi della scuola deU’obbligo
per i quali il servizio è gratuito, si ritiene utile
segnalare alcune norme igieniche da seguire in
modo da collaborare al buon andamento del servizio stesso e renderlo agibile ad un maggior
mimero di persone :
1) Portare costume, cuffia, asciugamano, saponetta e zoccoletti propri;
2) Seguire attentamente le norme igieniche consigliate dalla Direzione della piscina;
3) Evitare di frequentare la piscina in caso di
influenza o altre malattie infettive in atto o
sospette;
4) Evitare di frequentare la piscina in caso di
affezioni della pelle (dermatosi micosiche,
verruche di eziologia virale, ecc.);
5) Richiedere il. parere del medico curante in
occasione delle predette affezioni.
Si ricorda infine che i locali della piscina,
•controllati periodicamente dall’Ufficio di Igiene
e Sanità di Torino, rispondono alle norme igienico sanitarie ed ai requisiti di legge.
Comunità Montana
Val Chisone e Germanasca
Il servizio di assistenza tecnica in agricoltura intende promuovere la cultura
del lampone, fornendo assistenza tecnica
e le piantine. Dopo esperimenti positivi
è ora di passare a coltivazioni più ampie. A chi si impegna a piantare im minimo di 1.000 piante, ossia 1.000 mq. di
terreno, sarà riservato un particolare intervento della comunità. Per informazione rivolgersi alla C.M. entro il 15 gennaio
1976 (Pomaretto c/o Municipio, venerdì;
dalle 9 alle 12; sabato dalle 9 alle 11,30;
tei. 81.497).
AVVISO
Gli uffici della Comunità Montana Valli Chisone e Germanasca sono stati trasferiti a Pomaretto nei locali del nuovo
edificio municipale - Piazza della Libertà 1 (di fronte al ,Convitto Valdese)
Fondo di solidarietà
Dopo l’articolo di Tullio Vinay pubblicato sul numero del 10 ottobre scorso ed
il relativo appello a contribuire alla raccolta di fondi per fornire migliaia di tonnellate di riso, le sottoscrizioni dei lettori al nostro « Fondo » si sono notevolmente intensificate per cui siamo già stati in grado di inviare al pastore Vinay
una prima somma di 1 milione e 200 mila
lire. Naturalmente, la sottoscrizione continua, date le immense necessità che quella spaventosa guerra ha creato fra i milioni di profughi, di senza casa, di contadini stradicati dai campi e deportati, di
disoccupati.
Coll’occasione ricordiamo ai lettori che
attualmente il « Fondo » è anche aperto
a due altre iniziative del Consiglio ecumenico delle Chiese e precisamente al Programma di lotta al razzismo ed alla campagna contro la siccità del Sahel.
Le sottoscrizioni vanno come di consueto inviate al conto corrente postale n.
2/39878 indirizzato a Roberto Péyrot, corso Moncalieri 70, Torino possibilmente
precisando la causa dell’offerta.
Ecco l'elenco ■aggiornato delle offerte:
Chiesa valdese Forano L. 157.000; G. GriUo
(due vers.) 10.000; P. Corbe (due vers.) 6.000;
Inno 129, 5.000; N.N. con simpatia (due vers.)
30.000; M. e E. Bein 10.000; A. Martines 10
mila; D. Abate 10.000; E. Giuliano 5.000; L. e
D. Rochat 100.000; T.C. 3.000; N. e S. Cocolla 20.000; V. Jahier 10.000; Messina 10.000; A.
Vetta 10.000; Chiesa valdese Venezia (1” acconto) 100.000; E. Giorgiolé 10.000; N.N. 1.500;
L’Eterno è il mio pastore 20.000; M. Tron Bernoulli 5.000; Società missionaria Coppieri 15.000;
Comunità Torre PeUice 138.300; E. e M. Bein
10.000; G. Pepe 5.000; Comunità Luserna S.
Giovanni 90.000; P. Bottoni 100.000; A e A.
Kovacs 5.000; Sandro e Luciano 1.000; S. Geymonat 5.000; U. Pascal 20.000.
Totale L. 926.800; prec. 570.943; tot. gen.
1.497.793; al pastore Vinay per « riso per il
Vietnam » 1.200.000; in cassa L. 297.743.
Avviso ai lettori'
Allegato al presente numero trovate il nostro modulo di c.c.p. ; per
il rinnovo deH'abbonamerìto e per
le eventuali offerte che vorrete fare al vostro giornale. Grazie. Coloro che avessero già effettuato il
rinnovo ( e sono molti ) dell'abbonamento possono girarlo ai loro
amici...
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLICE LUSERNA S. GIOV. - LUSERNETTA - RORA'
Dal 27/12 .al 2 gennaio 1976
Doli. DE BETTINI GIANCARLO
Via D'Azeglio, 8 - Tel. 91.316 - Torre Pellice
FARMACIE DI TURNO
TORRE PELLICE
Giovedì 25 dicembre
Domenica 28 dicembre
FARMACIA MUSTON (Dr. Menassero )
Via della Repubblica, 25 - Tel. 91.328
Venerdì 26 dicembre
Giovedì 1 e domenica 4 gennaio
FARMACIA INTERNAZIONALE (Dr. Imberti)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374 - Torre Pellice
LUSERNA SAN GIOVANNI
Giovedì 25 dicembre
Venerdì 26 dicembre
Domenica 28 dicembre
FARMACIA DOTI. PRETI
Vja Inversegni - Tel. 90060 - Luserna
Giovedì 1 e domenica 4 gennaio
FARMACIA VASARIO (Dott. Gaietto)
Via Roma, 7 - Tel. 90.031
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice: Tel. 90.118 e 91.273
VIGILI DEL FUOCO
Torre Pellice: Tel. 91.365 - 91.300
Luserna San Giovanni : Tel. 90.084 - 90.085
« Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho serbata
la fede... » (2 Tim. 4: 7).
« Vieni Signor Gesù ».
(Apoc. 22: 20).
Dopo lunga e penosa malattia il 14 dicembre
è mancato all’affetto dei suoi cari
Pietro Luigi Breuza
di anni 77
Addolorati ne danno il mesto annuncio; la moglie Pons Elena, il figlio Luciano, con la moglie
Poet Maria e figlio Arturo; i fratelli, le sorelle,
i cognati, le cognate, i nipoti, cugini e parenti
tutti.
La famiglia ringrazia tutti coloro che l’hanno
circondata col loro affetto, e in particolare ringrazia i medici e gli infermieri dell’Ospedale
Civile di Pinerolo e deU’Ospedale Valdese di Pomaretto, i pastori A. e L. Deodato.
Fontane, 16 dicembre 1975.
Cambio d’indirizzo
Il pastore Paolo Giunco comunica il suo nuovo
indirizzo; Via Trieste 17 - Trapani.
li prof. A. A.Hugon a Torre Pellice comunica
il suo nuovo n. di telefonp: 91064.
NUOVA APERTURA
Ristorante Pizzeria
L'ARCOLAIO
Viale De Amicis, 21 - Tel. 90.107
a 100 metri dal passaggio a livello
10062 LUSERNA S. GIOVANNI
Comitato di Redazione! Bruno Bellion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, NIso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore: GIORGIO TOURN
Direttore responsabile: GINO CONTE
Amministrazione: Casa Valdese, 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094 intestato a L'Eco
delle Valli-La Luce - Torre Pellice
Abbonamenti: Italia annuo L. 5,000
semestrale l. 2.500
estero annuo L. 7.500
Una copia L. 150, arretrata L. 200
Cambio di indirizzo L. 100
Inserzioni : Prezzi per mm. di altezza, larghezza una col.: commerciali L. 100 - mortuari L. 150 - doni 50; economici L. 100
per parola.
Reg al Tribunale di Pinerolo N 175
8'K/gno l960' ’' ’ ,
uoop. Tipografica Subalpina - Torre Pellice
4
4
26 dicembre 1975
NAIROBI: V ASSEMBLEA ECUMENICA
ñia può
libera» unisce
anche dividere
la settimana
internazionale
a cura di TULLIO VIOLA
Nel mondo evangelico italiano non abbiamo ricordato che proprio quest’anno
— mentre si riunisce la V Assemblea dbl
CtìtiSigliò Eciirheilicò delle Chièse á Nairobil — ricorre il 50° anniversario della
prima conferenza ecumenica internazionale che ha avuto luogo a Stoccolma nelragosto 1925. Pure, proprio questa coincidenza ássürrie un {¡articolare Significato
per valutare l’orientamento attuale del
CEC.
A Stoccolma si era affermato « ...noi, in
presenta della Croce; abbiamo accettato
il dovere urgente di applicare l’Evangeló
in tutta Id fèaltà della vita tìriiatid — industriale, sociale, politica e intemazionale... ».
In questa dichiarazione di 50 armi or
sono ritroviamo una delle tematiche che
caratterizzano il movimento ecmnenieo di
questi ultimi anni, tematica che ha credto tante tensioni aU’interno del Consiglio
Ecumenico e anche all’interno delle nostre chiese evangeliche in Italia in questi
ultimi tempi. Si tratta appunto della nuova conceziohè teologica del rappòrto chiesa-mondo.
Siamo dunque semplicèmèhtè tornati
alle posizioni di Stòccòlina 1925? Questo
è quellq che molti rimpfdyèrano ,dl CEC
e ne abbiamo udiio d’eCo anche d Nairobi.
DA STOCCOLMA A NAIROBI
Orbene, persondlihènte fitèngo che questa preoccupazione non sia validamente
sostenibile. Non possiamo infatti sottovalutare l’importanzd decisiva dell’incontro
tra la Cottferenzd "Life and Work” e l’altra Cbilferenzd « Fau and Order » (fede
e costituzione) avvenuta fin dal 1937 (Oxfórd-Edimburgo). L’unione delle due linee così diverse, ha dato contenuti nuovi
al moviménto ecumèiiico inserendovi una
sòstanzd teologica la cui portata non può
davvero essere sòttovalutata.
Ed è proprio a cdùsa delle chiare posizioni teologiche Che il movimento ecumeriicò ahdavá prècisandò che la chiesa valdese abbandonava allora la sua posizióne di riservale di critica al ilascente movimento ecumenico.
Quando poi nel 1951, d New Delhi — alla III ASsenibled del CEC — il Consiglio
iñdhdialé delle Missioni è entrato a far
pàfte dèi Cdiisigliq Ecttmeiiicò, recandovi
i’esigèiiza della «Missione» della chiesa
e l’impegno nell’evangelizzazione, il CEC
VfeiiiVà á ritthife in sé stèSsò le componènti feSSénziali della ■éÒcàzioné della chie^ tièl nlbndb: piroclàmdzióhe dell’EvangèlO e sértdzib nfel mtìtldo.
Non è duiiqtlè l>eilsabile tni ritornò , ptiro e semplice alte poSiiioni di Stòccblma
1925; non invano infatti abbiamo in questi liltimi decenni seguito le linee del rinnovamento biblico e teologico. Le illusioni sulle possibilità dell’Uomo per creare un
ordine nuovo nella storia sono yenuté ménd. QüeílB Èlie afiBiàìtìb chiamato il «pessimismo àntfopdlòglco * ha ittcisd ormài
in Trtddb decisivo sul nòstro orièniàinénto
teologico. Abbiamò dèflnitivàniéiité recuperato il senso pili profondò della «necessità della Crocè » e del « sola gratia ».
Nairobi 1975 dunque, pur accogliendo le
esigenze di un impegno nel mondò, come
si esprildévànd nel lontanò 1925 se ne
differenzia in tìiodd inequivocabile, proprio per le istanze teologiche che da Barth
in pòi hanno precisato il contenütd di
fede del Consiglio Ecumenico.
IL AL lilSSfakSO
« li diritto al dissenso preserva una
Comimità o un sistema dalla rigidità autoritáriá. È esSéhziale per la vitalità di
ogni società Che la iloce di coloro che
Contestano Sia udita e che rte sia garantita la libertà di espressione... » Quésto
afferma un documento delfAsSembléa di
Nairobi. Le tensioni che noi viviamo all’interno delle nostre comimità in Italia
sono anche presenti nel Consiglio Ecumenico ed a Nairobi si sono manifestate talvolta in modo acuto. Sarebbe un errore
Volerle minimizzare al fine di non compromettere la comunione ecumenica. Questo è stato precisato a Nairobi. I cristiani,
quàll seguaci di Gesù Cristo debbono sentirsi solidali còn còibro che sono Oppressi.
Questa solidarietà comporta delle Scelte
precise per la chiesa. Ora avviene Sovente — è stato detto — che coloro che insistono sulla « salvezza personale » non
Sono disposti ad accettare che questa salvezza venga in qualche modo confusa con
la « liberazione » degli oppreSsi. Èssi riaffermano che l’azione dei cristiani deve essere « neutrale » e in ogni modo soltanto
« umanitaria ». Altri invece pongono l’accento sul fatto che non basta annunciare
la salvezza personale; vi è uno stretto
rapporto tra salvezza e « liberazione » di
coloro che sono le vittime delle strutture
ingiuste della società.
CRISTO Libera, divide e unisce
Nel corso dell’Assemblea di Nairobi è
stato, riaffermato che Cristo « libera »
ma anche « divide ».
Il pastore Robert Me. Afee Brown nella
relazione sul tema: « Chi è questo Gesù
Cristo che libera e unisce? » ha posto l’accento sul fatto che Cristo anche « divide »:
«.Se esaminiamo il sermone di Gesù a
Nazareth (Lucà 4/16 segg.) vediamo come
la buona novella che egli arreca ad un
gruppo di persone è nel medesimo tempo
una ’’cattiva novella” per im altro grup)po. Se il messaggio di liberazione è buona hovèllà pèr i poveri, vuol dire che i
ficèhi Stanno per perdere qualche cosa.
Se gli schiavi sbnò liberati, 1 loro padroni si sentono minacciati. Se coloro che
sono in cattività vengono liberati, coloro
che li hanno condotti in cattività devono
stare in guardia ».
Il messaggio della liberazione viene oggi espresso, ad esempio neH’America Latina, con un preciso riferimento alla storia
dell’esodo: « Se la buona novella è che
Dio libera gli israeliti oppressi dal potere
del faraone, allora Dio può anche liberare gli oppressi di oggi dai moderni faraoni; e questa non è certamente una buona
notizia per i moderni faraoni... ».
Negli interventi che sono stati fatti dai
delegati delle chiese, la tematica del Cristo che proprio perché « libera » anche
« divide » ha creato momenti di tensione
in modo particolare quando si è trattato
di prendere posizione su determinate situazioni di oppressione nel nostro tempo:
Angola, Sud-Africa, Sud-America, Medio
Oriente ed anche Unione Sovietica. Quando si è trattato di discutere i « diritti
deH’uoirio » neirURSS siamo giunti ad
un punto limite di rottura e doiorosaihente abbiamo dovuto riconoscere ancora una volta che Cristo libera, unisce
ma anche « divide ».
Corale di donne
Musai a Nairobi,
fólklóre o presenza cristiana?
Abbiamo ora àccennato alle difficoltà
che sì sbho hlàriifèstate a Nairobi per gli
impegni che il consiglio EcUmériico ha
preso per far fronte alle strutture ingiuste sociali e politiche del nostro tempo.
Accenniamo, ora ad un altro motivo di
tensione ipàanifestatosì a Nairobi:, quello
riguardante il compito primario del Consìglio, Ecumenico di sostenere le chiese
pel loro compito di evangelizzazione.
L’èsigehza primaria deU’evangelizzazione
éfa stata chiàramenfe affermata nelle dichiarazioni delle precedenti assemblee
del CEC. Come ricorderete, anche, recentemente il segretario generale del CÈC,
dr. Potter, ne) suo intervento al Sinodo
dei vescovi a Roma ha affermato: «L’evangelizzazione mette alla prova la nostra
vocazione ecumenica », pd ancora « l’evangélizzazione métterà alla prova la V Assemblea di Nairobi che si riunisce sii!
fòildàmento di uria affermazione missionaria ed evangèlica delie più ardite per
il mondo di oggi. ’’Gesù Cristo libera e
unisce” ».
A Nairobi una parte dei delegati delle
chiese hanno manifestato perplessità sugli orientamenti attuali del Consiglio Ecumenico. Il CEC, è stato detto, sta « riducendo l’evangelizzazione ad un semplice programma di servizio o di sviluppo
sociale e ne fa uno strumento di obiettivi socio-politici. L’evangelizzazione — è
stato ancora affermato — è diventata la
’’Cenerentola” del Consiglio Ecumenico ».
Rotterdam — Il 4 novembre scorso è
stata ufficialmente costituita a Rotterdam la Società cooperativa ecumenica
per lo sviluppo, è un nuovo organismo
del Consiglio ecumemeo delle Chiese, il
<mi obiettivò è la lotta contro la povertà
nei paesi ih via di sviluppo, accordando
prestiti a basso tasso d’interesse. Una
sessantina di Chiese d’ògm parte del
mondo hanno già dato la loro adesione
a questa Cooperativa, costituendo un primo fondo di 1,5 milioni di dollari.
ecumenico ?
Questa critica al Consiglio Ecumenico ha
assunto toni talvolta duri, come ad esempio nell’intervento di uno dei leaders della recente conferenza sull’evangelizzazione dì Losanna John Stott. Egli ha contestato la linea d’impegno dèi CEC. Egli ha
affermato ché attualmente nel CEC l’esigehza dell’evangelizzazionè è stata largamente eclissàtà dàU’impegnO per la liberazione sociale e politica.
« Questa Assemblea — egli ha detto —
Sta ascoltando cort grande sensibilità il
grido degli oppressi, ma ascolta questa
Assemblea il grido dei ’’perduti”? In tutti i documenti preparatori per questa Assemblea si parla del continuo del giudizio
di Dio sugli oppressori. Si parla molto
delle strutture di ingiustizia. Certo il giudizio di Dio è Sopra costoro... ma l’Evangelo parla di coloro che sono separati da
Cristo, dei « perduti »... la nostra responsabilità di fronte a questa terribile condizione umana non è di negarla, ma di
cercare di salvarne alcuni.
L’universalismo della salvezza è in contrasto con l’insegnamento di Cristo e degli apostoli, è il nemico dell’evangelizzazione... » In una susseguente conferenza
stampa, alla domanda rivoltagli, se il Comitato di continuazione del Congresso di
Losanna, sarà disposto a collaborare con
il CEC, egli ha risposto che questo dipenderà unicamente dalle decisioni del CEC
di porre di nuovo come « priorità » della
sua attività quella della evangelizzazione.
Questa tensione come le altre cui abbiamo fatto cenno più sopra possono avere un aspetto positivo se non si accentuano le polarizzazioni. La nostra speranza è che queste tensioni non abbiano
a incidere troppo fortemente sulla comunione ecumenica e soprattutto che possano essere vissute dalle chiese in modo
tale da poter essere tensioni creative, sia
per la vocazione delle chiese alla fedele
testimonianza a Cristo, sia per il servìzio
che i credenti devono rendere nel mondo,
affinché l’Evangelo sia anche potenza di
liberazione per gli oppressi.
Aldo Sbaffi
LA LEZIONE PORTOGHESE
Venerdì 12 dicembre qualcosa di
nuovo è accaduto nel Portogallo, qualcosa che avrà probabilmente delle importanti conseguenze politiche: il « Consiglio della Rivoluzione » ha annunciato
dei provvedimenti atti a preparare l’allontanamento dei militari dalla vita politica.
Ciò significa che il detto Consiglio « riconosce la preminenza del potere civile
(...) e l'M.F.A. ( = Movimento delle Forze
Armate) cessa ufficialmente di esistere.
Il patto, già concluso nell’aprile ’75 fra i
partiti e l’M.F.A., patto che prevedeva un
controllo della vita politica da parte dei
militari per un periodo da tre a cinque
anni, sarà interamente rifatto: così la legge costituzionale, avendo per oggetto la
ristrutturazione dell’esercito, apre la via
a un ritorno in forze dei civili al potere ».
Maurice Duverger analizza (su «Le
Mónde » del 14-15 c.) l’importante avvenimento, mettendone in evidenza sia gli
aspetti positivi che quelli negativi.
« Sulla via stretta che conduce un paese semi-sviluppato dalla dittatura alla
demócrata, il Portogallo si prepara ad
affrontare passaggi ben difficÙi!
Da un lato è importante che gli estrerhisti di Sinistra Siano stati battuti e
pFOV\>isofiamente ridotti al silenzio. E
vero che quegli estremisti assomigliano
un po’ al "sede della terra" di cui parla
la Bibbia, ma essi non sono assimilabili
che nelle democrazie costituite, in cui
essi impediscono ai grandi partiti socialisti e comunisti di divenire insipidi. A
Lisbona^ la demagogia surrealista di quegli estremisti costituiva un pericolo mortale, dando della democrazia un’immagine d’anarchia, d’impotenza e di verbalismo che corrispondeva esattamente alla
caricatura fattane dal fascismo già un
mezzo secolo fa. (...)
E anche importante che un partito comunista duro abbia constatato il fallimento d’una strategia staliniana nell’Europa occidentale contemporanea. Un tale
fallimento rinforza la posizione adottata
da Enrico Berlinguer e da Santiago Carrillo, la sola posizione (ora lo si vede
meglio) capace d’aprire delle prospettive alla sinistra nel decennio a venire.
L'evoluzione di Georges Marcháis e del
partito comunista francese dimostra che
LA LEZIONE PORTOGHESE è stata capita. Sembra esserlo stato anche a Mosca. Senza dubbio, si continuerà per molto tempo a indagare perché l’URSS abbia
sostenuto, in un primo tempo, gli sforzi
di Alvaro Cunhal a Lisbona. Sondaggio
della capacità di resistenza degli occidentali? Oppure tentativo d’instaurare una
Cuba europea? Oppure semplice avvertimento destinato a dimostrare dove potrebbe condurre l’indebolimento della distensione?
Comunque sia, la regola (non scritta)
che fìssa in Europa la frontiera dei due
mondi (e assicura la pace fra di loro)
esce rinforzata da quest’avventura ».
Fra gii aspetti negativi, il Duverger segnala il significato ambiguo che assumono « la restaurazione del potere civile e
il ritorno dell’esercito nelle caserme. Nulla di più democratico, in apparenza. Ma,
in realtà, nulla è più significativo del fatto che corali misure siano state reclamate soprattutto dalla destra (dimenticando, del resto, che Salazar era stato innalzato al potere dai militari, e non aveva
regnato che col loro beneplacito). Era
sì venuto il moménto di concedere più
libertà ai partiti^ al governo, alla Costituente, mettendo fine ad una diarchia disastrosa: ma è anche lecito chiedersi se
la fragile pianta delld democrazia portoghese non abbia ancora bisogno, e forse
anche per molto tempo ancora, d’un tutore militare. Senza questo, essa resisterà
meno facilmente agli uragani terribili che
rischiano di scatenarsi su di lei ».
Echi dal mondo cristiano
Bruxelles, Alla Facoltà protestante dì
teologia di Bruxelles, per l’anno accademico in corso, si sono iscritti 28 nuovi
studenti. Dalla fondazione di facoltà
■ evangelica belga, nel 1950, non si era ancora registrato ima cos’i alta percentuale di nuovi iscritti (B.I.P.).
Hanoi - Le chiese protestanti del Vietnam del Nord stanno provvedendo a ricostruire 11 edifìci religiosi danneggiati
dalla guerra; è quanto si apprende da
una lettera indirizzata al Diakonisches
Werk di Stuttgart che ha inviato un primo consistente aiuto in questo senso. Le
chiese protestanti del Nordvletnam contano circa 10.000 membri e 26 pastori. Pare che il governo stesso le aiuti in questa difficile fase di ricostruzione.