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ANNO LXXIV
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Torre Pollice» 17r Dicembre 104S
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Nulla sia più forte della vostra fede t
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abbonamento
Italia e Impero . ,. Anno L. 20 — Semestre L. 10
Estero . « ■ * »30-— » » 15
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira— La copia Cent. 40
CHIESA VALDESE
Rlgruaràitc t
Spett.
tlsàa LÌ:'l)^
DIroheroi Prel. OINO CollTfimu.
AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE:
_______^a Carlo Alberto, 1 bis — TORRE PEUJCE
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jTncóra un J/crtaìe di guerra J« memoria del Cappellano AMo Aostain
La guerra lunga, sanguinosa, inetsorabile, alla quale oggi ancora assistiamo
in comune con altri popoli impegnati
nella immane lotta, muta sostanzialmente l’aspetto idei mondo e delle cose,
anche di quelle a noi più care.
Nessuno il quale rievochi col pensiero il Natale sereno e gioioso di alcuni
anni or sono, malgrado le difficoltà già
presenti e ognor crescenti, può oggi iavvicinansi ad un nuovo Natale, un quarto
Natale di guerra, senza provare un senso di intima tristezza e di vivo tormento.
Sulla .scena di questo mondo si sta
svolgendo uno dei drammi più impres.'iionanti che la storia ricordi, i cui atti
si susseguono non senza incidere dolorosamente sulla vita dei popoli e degli individui.
Le parole proietiche di Gesù assumo. no neH’ora presente e davanti ad un avveniPs quanto mai incerto un tono di
particolare e solenne attualità: « Or voi
udirete variare di guerre e dv rumori di
guerre; .guardate di non turbarmi, perchè
bisogna che questo avvenoci. Poiché si
leverà nazione contro nazione e regno
contro regno... e perchè l’iniquità sarà
moltiplicata, la carità dei più st raffredderà. Ma chi avrà sostenuto sino alla fine
sarà salvato (Matteo 24: 6-13).
Ferro e fuoco, e per conseguenza sofferenze, rovine, lutti, sono gli elementi
dominanti sullo sfondo degli avvenimenti del nostro tempo, che reca dietro a
sé il grave peso di problemi politici da
risolver«-, -dfr-preoceupaaioai -ecoaaomiGhe
■dtjrsTTpeanare, di case e di caratteri da ricostruire, di quotidiane langoscie da
consolare, neH’ansiosa aspettativa del
domani.
A chi non si accontenta di vivere pensando soltanto alla salute, la visione del
mondoi in cui Gesù Cristo è venuto à
cercare e salvare ciò che era perduto
impone un atteggiamento di seria riflessione.
Natale, ;il dolce, luminoso Natale che
ha colmato di gioia il cuore di noi bambini festanti attorno all’albero risplendente che ha toccato la coscienza di migliaia e migliaia di cristiani, ha forse
oggi ancora un significato per noi? E’
egli ancora lecito celebrare Pavvento
del Redentore di fronte allo' scatenarsi
delle potenze del male ed ai rinnovati
assalti del paganesimo più o meno appariscente nella vita degli individui
come in quella degli Stati? Vale ancora
la pena di parlare di Cristo e di annunziare oggi il perdono, la pace e l’allegrezza di Cristo, in un mcoiido che cammina per le proprie vie e che non sembra dar segni di ravvedimento?
Sono domande, queste, che tormentano un po’ tutti, ma specialmente coloro
i quali, per aver troppo lo sguardo fisso
sugli avvenimenti deU’ora che passa,
perdono di vista il senso vero, eterno
e religioso del Natale, diventando così
incapaci di scorgere, al di là delle realtà
quotidianamente visibili, la grande realtà dell’amore di Dio manifestatosi agli
uotìjiinì meidìante la venuta del Salvatore, insensibili alla pàrola del Vangelo:
« Iddio ha tanto armato il mondo che ha
dato il suo unigenito Figliuolo ».
Eppure, quanto pdù fìtte sono le tenebre, l^to più c’è bisogno di luce; quanto più il mondo è sconvolto e disperato,
tanto più c’è bisogno d’una parola che
dia pace, consolazione e speranza.
'Quella parola è aggi ancora presente
ed efficace nella persona di Cristo, il
Salvatore.
Indubbiamente la guerra cambia
l aspetto di molte coste; essa cambiai anche l aspetto del Natale, di questo nuo
vo Natale.
Ci fu Un tempo, non lontano, in cui
per molti uomini e forse anche per molti
di noi, il Natale non è isfcto un vero Na~
tale cristiano; è stato un giorno più bello degli altri, una festa più ìntima più
raccolta delie altre, ma non il Natale
del Cristiano. E se pure, in quel giorno
abbiamo partecipato ad un’ara di culto,
è stato forse sufficiente quel culto a
dare alla festa di Natale il suo significato spiccatamente rebgioiso, se poi tanti e tanti altri elementi secondari hanno
avuto in essa la prevalenza? Siamo sinceri: n_l passato, in occasione del Natale, abbiamo talvolta troppo goduto e
non abbastanza ladiorato, abbiamo pensato a soddisfare i sensi, non ad elevare t’anima.
Oggi 1 tempi sono mutati: la guerra
ha insegnato, a chi vuol comprendere,
le sue solenni lezioni sulla fragilità dei
beni terreni, sulla mostruosità di certe
opere umane, sulla disperazione di un
mando che va errando, mietenido il frutto del proprio peccato.
Oggi i divertimenti e le delizie di un
Natale più o meno mondano devono essere considerati una follia, in un tempo
in cui migliaia di famiglie non possono
più riunirsi perche la guerra le ha crudelmente disperse, sbandate, spezzate,
producendo forse per sempre un incolmabile vuoto nei cuori.
Oggi il Natale dev’essere un Natale
diverso, perchè, dalla scomparsa idi tanti elementi esteriori ai quali abbiamo
dato nel passato troppa importanza, siamo condotti a cogliere il vero ed eterno sensoi del Natale cristiano, a meglio
comprendere, nella sua realtà, il significato della venuta di Gesù Cristo nel
mondo. Siamo cioè condotti a discerneii.e, al di là di ogni umano pensiero e
di- terreno avvenimento, il motivo
della grandfe allegrezza dei pastori di
Betlemme, l’amore di Dio per l’umanità
e la speranza che in quell’amore fermamente riposa.
Nella notte terrena, Iddio è sceso
sotto le foglie del Signore Gesù Oristo, in un abbassamento troppo misterioso per Ila ragione umana, ma comprensibile quando lo si consideri alla
luce del iddivino amore per i peccatori;
in quell’abbassamento Iddio ha veramente « visitato e riscattato il suo popolo », come dice il cantico di Zaccaria. Celebrando il Natale cristiano, voi
« conoscerete la carità del Signor nostro
Gesù Cristo il quale, essendo ricco, s’è
fatto povero per amor vostro, onde, mediante la sua povertà^ voi poteste diventar ricchi» (2 Cor. 8: 9).
E se siamo sensibili ad un tale amore,
perchè non scorgeremo anche nel Natale il fondamento della nositra unica e
vivente speranza?
Grazie a Cristo, rimane sempre una
speranza per rumanità e per ciascuno
di noi, piccole creature d’un giomoi, tremanti di fronte ad ogni pericolo e ad
ogni anaetà, incapaci d’essere ciò che
pur vorremmo.
La nostra epoca può talvolta sembrarci segnata col segno della disperazione e della maledizione. Crisi politiche, economiche, sociali, spirituali, s’intrecciano l’una con l’sdtra; in queste
crisi, come in un oceano di tempesta,
popoli e individui si dibattono, facendo,
con sussulti talvolta bestiali, dei tentativi di salvezza. Ci si domanda allora
se c’è per la nostra generazione una speranza di salvezza.
Sì, anche nei tempi più travagliati,
c’è im motivo di speranza ed una possibilità di salvezza, purché i cuori si
volgano, umili e cruenti, verso Cristo
Gesù.
Poiché Cristo è venuto non per giudicare il mondb, ma per salvarlo. La nof
stra speran^, in questo quarto Natale
di guerra, è dunque più che mai fon>idata in Cristo, come in Colui che regna,
al di sopra del frastuono dei popoli, e
che un giorno tornerà a manifestarsi
agli uomini, in tutta la sua gloria.
E poiché, come dice Isaia, « le tenebre
non dureranno sempre mila terra eh’è
ora jnelVangosda », noi guardiamo oggi
ancora a Lui con incrollabile speranza,
ripetendo la preghiera dell’Apooalisse:
«Vieni Signor Gesù!».
Secondo il giudizio umano egli, Valhevo affezionato, il giovane esuberante
di forza e di giovinezza, collo sguardo
' ■'ardente di fede proteso al futuro opo-^
stolato, avrebbe dovuto deporre un fiore
» suUa mila tomba; non io sopra la sua,
."TKm io vecchio ed infermo che ormai
ho « finito la corsa ». Ma diverso è il
^'giudizio divino che non erra. Inchindamoci umilmente e non salga dal rtos|tro
cuore che la parola dell’agonia^ di Gesù:
Sia fatta la tua volontà.
io ricordo.
Ricordo lo studente avido di apprendere e di fornirsi di tutte le armi intellettuali e spirituali necessarie per «combattere il buon combattimento ». Primo
a giungere nell’aula, gli accadeva talvclta di uscirne ultimo, perchè una lezione di Pastorale lo aveva particolarmente colpito ed egli mi domandava un
pensiero, un consiglio ancora intorno a
qualche argomento che gli stava a cuore
o a qualche difficoltà della vita d’un ministro di Cristo che era ansioso di superare. Non trascurava le questioni teologiche e le affrontarla risol/utamente;
ma gioiva soprattutto nella visione dell’apostolato che lo attendeva, ed accanto alla teologia s’occupava con entusiasmo e spirito di pietà di Putto ciò
che si poteva riferire alla cura delle anime e alla predicazione. Non dimenticherò mai la sua stretta di mano e il siuo
sguardo commosso dopo che, accingendosi a predicare per la prima volta davanti m nostri fratelli di Roma, ébbimp
fervidamente pregato insieme.
Ricordo il giovane ufficiale e lo spasimo del credente, che vuol camminare
sulle orme di Gesù, al pensiero di doversi servire di armi fratricide... Egli mi ■
aperse il cuore, mi parlò del suo incrollabile convincimento cristiano, dicendosi
« prónto a tutto ». Quella parola io sapevo che cosa significasse... La lotta fu
lunga e dolorosa: Ricevetti ancora una
lettera. Risposi. Raramente nella mia
vita pastorale assunsi una responsdbilità simile a quella assunta nei mìei consigli. Decidemmo di tralasciare ogni argomento disutile e di affidarci unìcam.ente alla preghiera. Egli pregava, io
pregavo, la sua buona mamma pregava^
Onde sarebbe giunto l’esaudimento, onde
la via d’uscita non potevamo sapere; ma
pregavamo, gridavamo... E l’esaulcùimento venne: una nomAna a cappellano militare lo tolse ad un tratto da! tutte le
Nell’ora che volge, gravida di incognite, di perplessità e di dolori, non lasciate, fratelli Valderi, che in voi s’attenui la luce del Natale.
Oelebroite un Natale cristiano!
Ascoltate con fede, in un mondo che
passa, il messaggio dell’amor dì Dio e
della vera, suprema speranza
E. Rostan
sue angosce e pdìse termine al dramma
d’un’anima. credente. Egli doveva ormai
vibrare ratrma invincibile, la sppda a
due tagli, la Parola di Dio.
Ricordo la sua ultima visita qui a
Torre, nella stamza dove ora detto queste parole. Non era più solo. Un cuore
s’era unito al suo, e due anime jper sempre consacrate a Dio ardevano del medesimo entusiasmo per l’opera santa,
due sguardi pieni di sperane contemplavano la meta, due volontà si ternpravano per affrontare l’avvenire. Io
stringevo commosso la mano del mio
giovane amico. Parlavamo delle fatiche
e delle gioie apostoliche che lo attendevano. Fui colpito dall’alta spirituaMtà
che gli traluceva negli occhi profondi e
nell’intimo ringraziai il Signore: sapevo
ormai che la fiaccola caduta da mani vacillanti sarebbe stata raccolta da mani
più giovani e forti ed innalzata, splendente, fra le tenebre. Dio nel sud im-‘
perscrutabile amore ha voluto che la
fiaccola splendesse altrove. Il combattente è stato promosso dcéla Chiesa militante alla Chiesa trionfante. E’ placato
ogni corifiitto. Egli serve ora nelle bianche milizie di Gesù.
Pensai alla giovane vedova, alla madre, ai fratelli, alle sorelle, e con essi
soffro, credo e spero. Non domando td
Signore: Perchè? Sono troppo limitato
nella mente e nello spirito per comprendere i perchè dell’Eterùo. Io ammutolisco, mi prostro e adoro.
-- G. Hostagno
Alle parole commosse che il maestro
ha dettato alla memoria del idiscepolo
scomparso, avremmo voluto aggiungere
la testimonianza dei giovani ai quali
egli ha, giamo per giorno, spezzato il
pane della vita, ned territori occupati,
dove egli ha condiviso con i fratelli le
fatiche ed i pericoli, in ultimo le grigie
or e ideila prigionia .
Le circostanze dolorose che bianTin
strappato i nostri -giovani Valdesi da
quelle valli aspre ed inospitali che avevano visto il loro tormento ed il loro
sangue, ma ohe avevano anche conosciuto la fedeltà <iie li univa in un’intima comunione con il giovane ministro
ideila Parola, che in mezzo a loro rappreisientava degnamenite la continuità
del ministero della Chiesa madre, non
ce lo permettono oggi.
Due parole solo vorremmo qpi ricordare, per i suoi giovani, per la gioventù
valdiBse, per i padri e le miadlri valdesi
che piangono e soffrono, perchè non riescono a comprendere; due parole nell«
quali ci piace di vedere il testamento
spirituale del cappellano scomparso:
« ...e rammentate che io sono mmto
per il mio, e nostro, Sigrtore, — cioè d
di Lui servizio, — e ciò è un grande
privilegio ed una grande gioia per me...».
« ...e se mai, siate tutti sottomessi, —
sia pur nel dolore, — alla Volontà di
Dio, che è « sempre » buona e perfetta».
Ked.
Ricordando...
...il Cappellano
Natale s’awicina ed anche quest’anno, nella calda intimità dì molte famiglie Valdesi, ci saranno dèi posti vuoti,
degli assenti il cui ricordò si farà particolarmeiite sentire.
' Mancheranno, fra gli altri, i nostri
cari giovani caduti in combattimento,
i dispersi ed i prigionieri nelle più lontane contrade, dove non giungerà l’eco
dei nostri canti nè il palpito del nostro
costante affetto.
Mancherà anche, e purtroppo per sempre, un giovane conoisciuto ed amato,
un Pastore il quale, iniziando la sua
carriera, non aveva esìtaito a servire il
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI^"
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Sigsnore in terna stranièra, al seguito
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degli alpini Vakiesi coimbattenti; il cappeilano Alfredp Rostain. '
, notizia della sua morte, così lacoV liidi^ejE^r,'precisa, è oorsa di bocca in
fai^fapi» produeepidio dovuniqiue un senso
idi p8?ofondo rimpianto e di vivo dolore.
y‘ Altri hanno parlato o parleramio di
/ lui per irìevocarne la cara memoria e
^ per dire alla famiglia così dairamente
* colpita una calda pairola di simpatia cristiana, in un’ora in cui il cielo si è im’prowiEìaniente coperto' ed il peso d’una
immensa angoscia è venuto ^ opprinaere molti cuori. E’ stato chiesto a me
di aggiungere alcune parole, come compagno di Alfredo Rostain nell’opera che
la Chiesa ci aveva ad entrionbi affidata
e nel cui compimento egli è caduto, le
mimi aU’airatro e lo sguardo fisso verso
Cristo, fondamento e potenza della sua
giovane vita.
Assolvo dunque questo incarico nella
consapevolezza di ciò che significhi per
la famiglia e per la Chiesa la morte del
cappellano Alfredo Rostain, ma altresì
nella certezza di poter rendere di lui
questa testimonianza: è stato un servitore fedele di suo Signore, là dove la
coscienza della sua vocazkrae cristiana
e pastoride lo ha chiamatio a vivere e ad
operare.
Giovane fra molti giovani soldati Valdesi, lontani dalla loro Patria e bisognosi d’affetto cristiano oltre che di una parola di fede in Dio, , egli ha saputo amarli,
senza timore cfi privazioni e di satcriifizi,
pur di seguirli e d’essere per loro una
voce ed im esempio.
La gioventù Valdese, a lui particolarmente legata, eppure ora dispersa oltre
i monti e oltre i mari, non lo vedrà più
accanto a sè e non udirà più la parola
idi esortazione e di speranza; essa penserà a lui nelle ore della solitudine e
dello scoramento, come a colui che le
fu amico vero e vero Pastore, e, con
l’occhio velato di pianto, ne serberà imperitura memoria.
Quanto poi itila gioventù Valdese in
genere, ancor sensibile alla voce del sacrifizio, del dover compiuto e della fedeltà alla vocazione cristiania, essa ringrazierà Iddio per quanto il cappellano
Riostain ha fatto in suo favore, seminando la buona senàienza, e, pur con
l’animo rattrista1x>, si alzerà per trarre
da questo annunzio di morte un incitamento a vivere vegliando e pregando.
Alfredo Rostain sarà da tutti rioor-'
diate con affetto e con commozione; la
sua figura, unitamente a quella di quanti fra i nostri giovani fratelli Valdesi
hanno sofferto e sono caduti nella lotta,
dovrà accompagnarci ed aiutarci a meglio vivere e a più intensamente amare,
onde sulle rovine e sulle sofferenze accum^ate da questa guerra noi tutti
possiamo edificare un mondo veramente
migliore.
E se mai un giorno dovessimo pensare che la sua giovane vita è stata
crudelmente spezzata, quando meglio
essa pareva servire, ripeteremo a noi
stessi, con accenti di cristiana fede nelle
promesse del Redentore: no, Vesistenza
di un giovane serv%tore (fi Cri^o non si
spezza e non perisce; essa si spegne nel
tenue chiarore di questo mondo dila^
niato e percosso, per riaccendersi certamente più fulgida del mondo ove Dio è
l’unica e suprema realtà, nella vita celeste.
«Quelli che ne avranno condotti molti
alla giustizia, 'risplenderanno come le
stelle, in sempiterno » (Dan. 12: 3).
E. Rostan
il... eandidato in teologia
Alfredo Rostain « ha proseguito il suo
viaggio ed è tornato al suo Signore».
Di lui rimane il dolce ricordo.
Sia concesso a me, che ho avuto il
bene averlo nella Chiesa cb Reggio
Calabria quale mio collaboratore, per
alcuni mesi, di dire una parola di testimonianza.
L’allora giovine candidato in teologia,
Alfredo Rostain, ha dimostrato sempre
una grande Fede nel suo Signore Gesù,
una serietà non comune, tanto da sapersi guad'agnare i cuori di tutti i componenti la congregazione reggina che ha
subito simpatizzato con lui e lo ha amato
di granide amore.
La sua predl'cazione, semplice, incisiva, protfonda, valorizzata dalla siia
voce calda e siuadente, trovava la via
dei cuori e conduceva i fratelli e le so^
r^e nel Signore ai piedi dèi Trono di
Dm, dove trovavano pace e riposo,
I giovani dèlia Chiesa Valdese di
Reggio Calabria, che lo ebbero amico,
fratello e Pastore, lo hanno amato ed
? /
hanno*serbato di lui un caro, benefico
ricordo.
Si, caro Alfredo, le congregazioni
valdesi di Reggio Calabria e'di Messina
li ricordano e ti ricorderanno sempre;
ricorderanno i tuoi messaggi sempre
pieni di queiramore di Cristo di cui il
tuo cuore era ripieno, ricorderanno colui che per breve tempo, ma tempo benedetto, è stato il loro conduttore spirituale. . '
Pastore Seiffredo Coiucci
f
. . . L * ik IH I C O
Ho avuto il privilegio di essere com.pagno di Alfredo Rostain durante gli
anni di studi teologici in Roma. Seduti
a tavolino, l’uno di fronte all’aitro, preparavamo i nostri esami, alternando le
ore di studio con preziose conversazioni religiose. Era durante quelle parentesi che ranimo deiramico carissimo' si
apriva interamente per confidare le sue
più intime esperienze spirituali. Ho potuto così incontrare in lui il giovane
chiamato 'da Dio, infiammato di uno
zelo ardente per la ca.usa di Cristo, anelante di predicare la parala di Luce, di
dare ài fedeli delle sue future Chiese
Ila. testimonianza deH’esperiienza in Cristo. Ricordo la sua gioia profonda quando fu mandato in Sicilia, nelle vacanze
estive, a sostituire i pastori.
Dotato di una felice inteUigenza, che
gli conf eriva un tono di superiorità temperato da un animo molto affettuoso e
profondamente sincero, ohi lo ha conosciuto nell’intimo, ha potuto ricevere
molto beneficio all’anima, soprattutto
per quella. nota tanto affettuòsa, per
qùella fiducia, sconfinata in Dio, per
quella calma continua che il Signore
gli concedeva. Son tornato a rileggere
alcune sue lettere di anti'ca e più recente ■data': da tutte emerge un’idea,
frutto della sua piena convinzione, cioè
. che Dio ha il suo piano eterno di grazia ed i nostri piani, i nostri (hsegni,
tutta la nostra vita sono in funzione di
questo piano. Nulla può accadere senza
la Sua volontà.
Da Rodoretto, dove im giorno egli
avrebbe dovuto svolgére ü suo ministerio assieme alla sua amata compagna,
io penso aU’amico scomparso, alla maidire che lo p^ge, alla sposa ferita nel
suo affetto più caro, ai familiari in lutto
e ripeto la parola biblica: « Il Signoreha lacerato ed il .Signore fascierà ».
G. Bouchard
Cronaca Valdese
BOBBIO PELLICE
Il 1° corrente è deceduto al capoluogo Stefano Geymonat, di anni 80. Il 3,
al Podio, è spirata Costanza Pontet, di
anni 71. Il 5, a Torre Pellice, si è spenta Margherita Geymonat, di anni 80.
La nostra simpatia ai congiun-ti in
lutto.
— L’il c. m. abbiamo benedetto il
matrimonio dd Davide Michelin Salomon e di Maddalena Baridon. Il 15 abbiamo celebrato le nozze di Achille Po
gliani e di Nelly Veraildo.
I migliori auguri nel Signore. R.
LUSERNA SAN GIOVANNI
Dopo pochi giorni di vita è deceduto
alle Crocce, il 27 novembre, Alfredo
Mourglia idi Camillo. Il 27 novembre abbiamo celebrato il funerale della signorina Emma Odin di Giovanni, deceduta
dopo lunga infermità a Bellariva, in età
di 46 anni. Il 28 novembre ha avuto
luogo il funerale di Alberto Rostagnol
di Paolo, deceduto ai Goss in età di 8
anm, d^o lunga malattia, in seguito a
grave inattesa complicazione, allorché
i suoi genitori tanto confidavano in un
rapido ristabilimento. Il 6 dicembre
sono stati resi gli ultimi doveri alla spoglia mortale della, nostra sorella signora
Luigia Gess vedova Bounous, deceduta
agli Airali in età di 85 anni, (Jopo lunga
infermità.
Su tutti gli afflitti invochiamo le benedizioni e le consolazioni del Padre
celeste.
— Ringraziamo sentilamente il pastore sig. G. Moggia ed il sovrinteiidlente
sigw R. Nisbet, per i messaggi cristiani
che hanno reca-to alla nostra comunità.
PINEROLO
Per il tramite della « Croce Rossa » è
giunta alla famiglia notìzia delia morte,
avvenuta in Loaidra nel maggio scorso,
della signora Siena Long, di anni 58,
)
ìt
sposata col signor Bartolomeo * Long,
oriundi 'entrambi di Pramollo (borgata
Ribet). ’•
La Chiesa ■di Pineroilo, che conta fra
i suoi membri parecchi congiunti delreatinta, esprime la sua viva simpatia
a tutta la famiglia si duramente provata; e si ricorda in modo particolare,
nelle sue preghiere, della figlia signorina Elvira, che dodici anni or sono essa
accoglieva con gioia quale comunicante.
Neo dottoressa. La signorina M'aresa Bessone, della nostra Chiesa, ha
recentemente conseguito con distiiìzione la laurea in lingue e letteratura straniera presso ,la R. Università di Torino.
Alla neo dottoressa i nostri sinceri
rallegramenti, coi migliori auguri! '
f
POMARETTO
Domenica scorsa, 12 corrente, un lungo corteo accompagnava all’estremo riposo terreno la spoglia mortale di Amalia Griot nata Vinçon, della parrocchia
di S. Germano, deceduta al nostro Ospedale dopo penosa malattia, in età di
42 anni.
Al maritoi, agii orfani come a tutti i
parenti rinnoviamo l’espresisione della
nostra viva simpatia cristiana.
— Ci giunge notizia della morte del
nostro fratello Giovanni Bleynat fu Augusto, avvenuta a San Colombano al
Lamhro (Milano) in una clinica psichiatrica, dove da qualche mese egli si trovava.
Esprimiamo alla vedova ed ai figli
(Vioulet di Pomaretto) la nostra simpatia, tanto più che non hanno potuto
assistere il loro caro nel momento estremo del trapasso nè accompagnarne la
spoglia al luogo del riposo, la notizia essendo giunta loro in ritardo.
— Come è stato annunziato', domenica pross ma, aUe ore 15, nella Scuola
Latoa, la gioventù della parrocchia
avrà il suo terzo culto speciale.
— Comunichiamo fin d’ora Forario
dei culti di Natale e Capo d’Anno:
Natale: culto nel tempio alle ore 10 con
celebrazione della Santa Cena (calici
mdividùaii).
Domenica 26 dicembre, culto nel tempio alle ore 10 e contempor'aneamente culto di Santa Cena nella cappella
'del Clot Inverso Pinasea (calice comune).
‘ Alle ore 14.30 festa dell’Albero di
Natale dei bambini 'delle Scuole domenicali.
Capo d’Anno: culto nel tempio alle ore
10. Celebrazione della Santa Cena
(calice com,une).
Benedica il Signore quei culti per
tutti e riempia i nostri cuori di santa
allegrezza.
PRAMOLLO
E’ stato benedetto il matrimonio di
Davide Long (Sappiat) con la signorina
Irene Vinçon, della Chiesa di Pinerólo.
Voglia il Signore realizzare gli auguri
che di cuore abbiamo formulato per
questi cari sposi.
— Il Signore ha richiamato a Sè: la
piccola Ines Sappè, del quartiere dei
Pellenchi; Maddalena Ribet ved. Bounovis (Pomeano) ed Eliseo Paolo Beux
(Bori), rispettivamente in età idi 83 e 86
anm. Entrambi lasciano il dolce ricordo
di una fede semplice e profonda, e d’una
vita dedita alla famiglia ed al lavoro.
« Benedetto sia Iddio, il Padre delle
misericordie e ITddio di o'gni conisolazione, il quale ci consola in ogni nostra
afflizione» (2 Cor. 1: 3).
PRAROSTINO
Il 29 novembre si è spenta, a Costalungia, Paolina Codino vedova Gardiol,
di anni 80. Provata da molti mesi di
cecità, essa aveva, miracolosaimente,
riacquistato la vista in questi ultimi
tempi e la vita era tornata 'ad essere per
lei più piacevole, quando una violenta
malattìa ha posto, in poche ore, termine
alla sua esistenza terrena.
Il 2 dicembre è deceduta, al Podio,
Jenny Costantino nata Godino di armi
72. Gravemente inferma da molti mesi,
essa ha dovuto sopportare acute sofferenze. Essa aspettava la morte come una
liberazione ed il Signore l’ha esaudita.
Alle famiglie nel lutto esprimiamo la
nostra simpatia.
SAN GERMANO CHISONE
Domenica 5 corrente, ha ricevuto il
Santo Battesimo Jole Bailmas di Cario e
di Elena Peyronel, dei Gondin. ■Ode Dio
conceda cristiana felicità a questa bambina e ai suoi cari!
Nella bella età di anni 86 ha termi
-^nato, all’Asilo, il suo terrestre pellegri,^^gio, Margherita Rivenire vedova Bour
chard, della nostra parrocchia.
Alla famiglia la nostra fraterna simpatia. ^
VILLAR PELLICE
La nostra comunità ha appreso con
VIVO ¡dolore la notizia della dipartenza,
avvenuto FU u. s. a Lusern» San Gdovanm, del pastore Howard Teafilo Gay
che easa considerava ed amava un po’
come un figlio. Egli era infatti l’ultinm &
discendente di una lunga catena di ge- ''
nerazioni di pa'stori, iniziatasi nella nostra parrocchia dove, per oltre mieto dèi
secolo scorso (dal 1808 al 1867) furono
su'ccesrivaménte pastori il suo bisnofino
Pranceisteo e il suo nonno Giovanni
Prancesco.
Riconoscente cultore della « veneran- ^
da tradizione » alla quale egli doveva
come ebbe a scrivere — « k sua piega mentale ed il suo indirizzo di vita »,
egli ritornava ogni estate, durante il suo
trentennale ministero a Bergamo, .a 'ritemprare lo spirito nelFiatmosfera suggestiva dell’avita casa al Teynaud, dove
sognava di ritirarsi definitivamente,
quando la maliattia lo costrinse a laliciare per sempre i suoi monti amati.
Mi rimiairrà benedietto e 'grato quassù
il ricordo della veneranda famiglia pastorale Gay, conclusasi così degnamente col nome di Howard Teofilo, il past(>re che riimì in sè qualità che così difficilmente si trovano unite in un uomo:
una eccezionale erudizione, una rara
umiltà ed una intensa, pratica carità
cristiana.
Al figlio dott. Enirioo e Signora, con
la loro piccola Gigliola, al fratello’ alle
cognate, ai numerosi nipoti, alla sua devota infermiera e cugina Suor Adele, al
cugino missionario Coisson, ai parenti
tutti, ridiciamo la nostra commossa simpatia. j.
Per sovrabbondanza di materiale siamo costretti a rimandare al prossimo
numero una parte della cronaca.
COLLEGIO VALDESE
li prof." dott. Guido MaABLy»-àBiieo
alunno d'Cl Collegio Valdese, ha fatto
dono di un titolo 'di Rendita 5 ®/o di
L. 10.000 a favore della Biblioteca del
Collegio Valdese.
Al generoso donatore i ringraziamenti vivissimi dell’Istituto beneficato.
La famiglia e ì parenti tutti del compianto
Giovanni Pons
ringraziano sentUamente quanti sono
stati di aiuto e di conforto in questa
loro dolorosa circostanza.
Lusema San Giovanni (ai Riqoun)
12 dicembre 1943.
Per Natale e Gapodaono
Regali utili ed istruttivi:
Virgilio Sommani:
IL GATTO NERO
Racconto per Natele
L. 1,
A. Rostagno-Trinchera:
LA SVEGLIA DI LIDIUCGIA’
Racconto illustrato con incisdond a colori
L. 3,—
VALLI NOSTRE 1944
Calendario mensile illustrato,
con passi biblici
L. 6,—, con pkcca L. 6,50
SEMESTRINO TASCABILE
VALLI NOSTRE - illustrato'
cadùno L. 0,60
Novità:
CALENDARIO
CON MEDITAZIONI GiIÓRNALIERE
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Libreria Editrice Claudia/na
Torre Pellice
CONCERIA GENOVESE affitterebbe,
coinprerebbe locali comodità acqua scopo trasferimento parte macchinario. —
Rivolgersi al giornale.
Prof. Gino Costabbl, Direttore responsabile
ARTI GRAFICHE “ L’ALPINA Torre Pellice