1
ECO
DELLE mu VALDESI
Past. TACCIA Alberto
10060 ASGfiOQNA
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 99 - Nnm. 18 ABBONAMENTI f Eco; L. 2.500 per l’interno Spedizione in abbonamento postale . I Gruppo bis TORRE PELLICE — 2 Maggio 1969
Una copia Lire 60 1 L. 3.500 per l’estero Cambio di indirizzo Lire 50 Ainmiu. Claudiana Torre Pellioe - C.CJ». 2-17557
W. A. VISSER T HOOFT.A ROMA
Dinamica e rischi deila sDuazione ecumenica
Invitato (lairistituto Storico Olandese, il dr. W. A. Visser ’t Hooft, ex
segretario generale del Consiglio ecumenico delle Chiese, ha tenuto a
Roma, il 24 aprile, una conferenza
su 11 / fattori dinamici nella situazione ecumenica «. L’ampia sala della
bihiioteca dell’Istituto, a Valle Giulia. si è riempita di ascoltatori attenti, ira i quali molte tonache maschili
e femminili e qualche zucchetto policromo di prelati.
Tre sono, secondo il dr. Visser ’t
Hooft, i principali fattori dinamici
0])i ranti nella situazione ecumenica
odii rna: la ripresa del dialogo fra la
clù!"a e il mondo, lo sforzo comune
di iprimere la sostanza permanente
de!Sii fede in nuove forme e la concena azione d’interesse e di riflessione sul fondamento della chiesa:
Criao.
^ ^ ^
li..iuhhiamente si assiste, in questi ;:ni, a una cospicua ripresa del
diaìogo fra la chiesa e il mondo: il
Vali' ano II da un lato e Ginevra ’66
(Chi sa e Società) e Uppsala ’68
dal] Itro non sono che alcune tappe ili uno sviluppo e di un’apertura
che fanno epoca. Ci si può però
domandare: si tratta di una ripresa
spontanea, determinata da una rinnovata.pxe.SiSi di coscienza della fede,
o forzata dall’urgere della situazione
esterna? Si può dire che le Chiese
hanno imparato e stanno imparando
moli'- cose; e proprio nella loro fede 1 lamio trovato ragioni profonde
per non rifiutare ma anzi accettare
e re iTcare questo dialogo. Certo, vi
è ari Ile un elemento di costrizione,
la pressione del mondo esterno è
con iderevole e la divisione della
eh'- -a un elemento di debolezza e
di dispersione.
i iitlavia questo fattore non sarà
vei.nneiite dinamico e costruttivo se
noi! si sarà capaci di elaborare una
teoi'igia — comune? — di questa azionc di fronte al mondo. Non si
trali a di attivismo che abbia in sé
il jooprio senso, fine a sé stesso; al
coiilrario, memori delle lezioni delle
tappe precedenti del movimento ecumenico, un’azione comune condurrà
necessariamente a una riflessione
comune.
liitte le Chiese sono poi alle prese con il compito — e lo sforzo, laborioso, arduo, affascinante — di esprimere la sostanza permanente
della fede in nuove forme. Siamo
qui di fronte al problema che il
Visser ’t Hooft chiama dell’« adattamento », che nella Chiesa di Roma si definisce « aggiornamento »
(nel senso più lato e profondo e
meno tattico del termine), mentre
in altre Chiese, specie in quelle
protestanti, si presenta nei problemi del linguaggio, dell’ermeneutica (interpretazione delle testimonianze bibliche, in modo che suonino Parola di Dio, oggi), dell’imjipjiuo espressivo e lestiinoniante.
Non è un problema nuovo: forse
clic Paolo e Giovanni, neH’ambito
•lei Nuovo Testamento stesso, non
sono stati i primi grandi « adattatori », valendosi con sovrana libertà
di forme espressive, culturali, religiose deirepoca, in cui calavano con
autorità l’Kvangelo nella .sua irriducibile originalità? Pensando al suo
uditorio, largamente cattolico, l’oratore ricordava poi l’esempio del modernismo, che poneva un problema
giusto, reale, anche se vi dava una
risposta errata.
Tale problema, già ben vivo anche fra noi, si pone su scala veramente mondiale nel Terzo mondo.
dove le Chiese appaiono come isolotti della cultura occidentale: ora,
occorre immergersi con audacia nella vita degli uomini che vogliamo
toccare, nella loro cultura, nelle loro forme espressive, nella loro sensibilità: certo, si sta qui sul fllo del
rasoio fra occidentalismo e sincretismo (mescolanza), ma l’Evangelo
non appartiene a nessuna Chiesa in
proprio, tanto meno a nessuna cultura, a noi cristiani spetta reinterpretarlo, diceva Bonhoffer, sforzandoci
di seguire l’esempio dei predicatori
e degli scrittori apostolici, la libertà con cui si servivano di apparati
concettuali, di schemi di pensiero
estranei, padroneggiandoli però teologicamente con una sicurezza carica di autorità. Questo problema di
adattamento alla cultura afroasiatica
(anche se, evidentemente, non si
tratta di leggere il Nuovo Testamento, ad esempio, alla luce o secondo
la chiave interpretativa della Baghavad Gita!), o latinoamericana o anche alla cultura occidentale moderna, scientifica, è un compito inevitabile e immenso. Un compito che i
cristiani devono imparare ad affrontare insieme. Ed è significativo, e
rallegrante, notare che vi sono attualmente ben centodieci progetti
di traduzioni comuni della Bibbia,
ih "cén¥odieci
* * *
11 terzo fattore dinamico operante
nella situazione ecumenica attuale è
la crescente concentrazione sul fondamento della Chiesa: Cristo; il
nuovo ecumenismo, affermava il dr.
Visser ’t Hooft, si fonda su un’obbedienza comune al solo Signore.
Naturalmente questi fattori non
agiscono in modo automatico, non
fanno che schiudere delle porte, attraverso le quali tocca guardare e
passare; ma le schiudono veramente.
Questi pensieri erano già stati
presentati e discussi, in forma più
familiare, in un incontro tenutosi
due giorni prima nella Facoltà Valdese di Teologia, fra l’ex-segretario
generale del CEC é professori, studenti e pastori evangelici; qui il dibattito si è subito avviato, ampio e
vivace, dopo che il teologo olandese
aveva messo in evidenza il contrasto
paradossale che contraddistingue la
situazione ecumenica odierna: mentre da un lato siamo giunti a un certo successo dell’ecumenismo, per
l’apporto sempre più largo degli
afroasiatici e dei latino-americani,
sul piano etnico-geografico, degli ortodossi e, in misura crescente, dei
cattolici, sul piano confessionale —
dall’altro l’ecumenismo è fortemente contestato e messo in questione
da parte dei gio' ani (fenomeno per
altro non privo di ambiguità) che lo
accusano di occuparsi troppo della
chiesa (in realtà il. movimento ecumenico si è anfs sto sempre più occupando del mondo) e di rappresentare Chiese io quali, malgrado
quarant’anni di ecumenismo, non
hanno mutato lo loro strutture, per
cui il problema ioli’unità della chiesa avrebbe perso interesse e vivremmo in un’epoca ;)ost-ecumenica. Secondo il Vi^er T j^oft questo è as"surdo in úna prospettiva di fede, il
problema dell’unità è costitutivo
della realtà della chiesa: è in gioco
la sua credibilità, la sua essenza.
Si ingaggiava poi la discussione
con gli intervenuti, stimolati da
questo credente riformato che ha
vissuto l’ecumenismo dall’interno,
con una passione, una lucidità spirituale e teologica, una pazienza e
una fermezza ammirevoli — ma al
tempo stesso im poco delusi da un
che di apologetico nel suo atteggiamento, quasi che il vecchio lottato
re, di fronte agli attacchi cui l’ecumenismo in genere e il CEC in particolare sono oggi sottoposti, avesse
un poco smussato la sua capacità
critica radicale e attenuato la sua lucidità profetica che tanto hanno significato nella storia dell’ecumenismo. Da un lato, infatti, è parso che
egli non rispondesse — o non le
prendesse sul serio fino in fondo
— alle contestazioni teologiche opposte da più parti alTecumenismo
oggi corrente; dall’altro è stata avvertita un poco debole la risposta
da lui data alla contestazione studentesca, che rimproverava all’impegno del CEC ( +Chiesa romana) per lo sviluppo un riformismo
neopaternalistico non del tutto entusiasmante.
Ovviamente, W. A. Visser ’t Hooft
è troppo buon teologo, troppo fine
ecumenista e troppo addentro nella
realtà ecumenica per non averne
ben presenti i gravi rischi attuali.
Paradossalmente, però, ci avrebbe
maggiormente stimolati, e incoraggiati e rasserenati, se anziché cercare di tranquillizzarci ci fosse stato
più vicino nella nostra inquietudine, più spregiudicato — specie ora
che è libero da ogni remora ’ufficiale’ , più ’in cammino’. Ma siamo sempre molto esigenti con glh^tU
tri, assai più che con noi stessi. E
dopo un lungo cammino, dopo la
lotta indefessa di tutta una vita impegnata nella fedeltà evangelica e
nella speranza cristiana, è lecito sostare un momento, nel groviglio e
nel travaglio della situazione attuale.
Com’è risuonata a Uppsala, noi
aspettiamo ancora con fiducia e gratitudine la parola di questo testimone del rinnovamento ecumenico della chiesa.
8- c.
iiiimiiiiiiiiiiiiMiimiiiiiiM
ii'iimmiiiiiiiiMiiimiiiimi
miicfiiiiiiiiimiimiMiiimiimiiiMiDiitmimiiimiimmiimiiiimimuiimititiiiiiiiiiiiiiHiiiiNiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimimmiiiiiiiniiimiiiiiim
L'attesa neonata: F.G.E.I.
I mouinwnti giovanili delle Chiese evangeliche italiane federate costituiscono un organo comune
Circa 200 persone, fra cui un’ottantina di delegati, hanno partecipato al
Congresso della Gioventù Evangelica
Italiana (G.E.I.), tenutosi a Ecumene,
presso Velletri, dal 25 al 27 aprile.
Questo congresso è stato fondamentale in quanto ha varato la F.G.E.I. In
questo ambito esso ha cercato di stabilire le linee generali che diano un
contenuto alla Federazione. Nella prospettiva unitaria è stata fatta una raccomandazione affinché i movimenti
giovanili (battisti, metodisti e valdesi)
confluiscano al più presto nella F.
G.E.I.
I lavori sono iniziati subito con il
cambiamento dell’ ordine del giorno
che è stato così, impostato: a) lettura
delle tre relazioni; b) discussione a
gruppi sui temi : città, campagna, assistenza e ecclesiologia; c) relazione sulle discussioni a gruppi e dibattito generale.
La prima relazione è stata presentata da Giorgio Gardiol sul tema: L’attuale situazione politica alla luce dei
movimenti giovanili di massa: problemi d’una presenza protestante. La seconda è stata di Giampaolo Ricco su:
La Federazione giovanile evangelica:
la sua struttura e i suoi compiti. La
terza di Paolo Ricca: I "cattolici del
dissenso” e la nostra responsabilità
ecumenica. Una quarta relazione è stata presentata da Giorgio Bouchard su
« Gioventù Evangelica ».
Dopodiché sono iniziate le discussioni a gruppi che si sono rivelate
molto positive, in quanto attuali.
II gruppo « campagna » ha studiato
la situazione agricola nel meridione e
alle valli valdesi. La mozione che ora
vi riporterò riguarda la situazione agricola nel sud:
« 11 congresso G.E.I.,
dopo aver discusso la situazione del
l’agricoltura nell’Italia meridionale re
lativamente ad alcune situazioni, aven
do rilevato come nel piano capitalisti
co di programmazione economica l’a
gricoltura sia interessata ad un prò
cesso di ristrutturazione che si tradU'
ce in un inasprimento delle condizioni
di vita dei contadini e dei bracciante
considerando che numerosi gruppi
giovanili sono impegnati nel settore
agricolo nel tentativo di realizzare soluzioni alternative imperniate suUa
cooperazione agricola a ciclo completo
intesa come "potere contadino”;
considerando che la F.G.E.I. e le
Chiese hanno una precisa responsabilità in questo campo, data l’inellicienza
dell,intervento dello Stato e di ogni altra istituzione politica-sociale.
propone che la F.G.E.I. sostenga i
progetti locali precisi attraverso ì’impegno dei suoi aderenti e anche la sensibilizzazione degli organismi federali
del protestantesimo italiano ai suddetti problemi ».
Il gruppo « città » ha discusso di politica, vedendovi un nuovo modo di
testimoniare. Sono stati riconosciuti
come principali modi di intervento
contro il capitalismo: la lotta di classe, fra operai e padroni, e il movimento studentesco.
Il gruppo « assistenza », cioè quello
che si occupava di scuola, doposcuola,
asili, ha chiesto un maggiore intervento della Chiesa in questo settore. Questo gruppo ha visto nell’assistenza un
certo lavoro politico. Ad esempio: riconoscere le condizioni di sfruttamento della società.
Il gruppo « ecclesiologico » si è occupato della chiesa. Si è posto l’accento
sulla mancanza della comunità e sulla
necessità di liquidare la tradizione. La
chiesa è sotto la signoria di Cristo,
ogni altra signoria va sconfessata.
I lavori di gruppo sono stati considerati come studi e come tali verranno pubblicati su « G. E. ». Le principali
mozioni, oltre quella del Sud, approvate dal congresso sono riportate qui
appresso.
LINEA F.G.E.I.
« I gruppi ed i movimenti giovanili
evangelici conquistano la loro unità
rispondendo alla comune vocazione rivolta loro da Cristo. Il contenuto concreto di questa vocazione è costituito
da un impegno di vita non individualistico, nei confronti degli idoli e delle
strutture di peccato nel mondo. Oggi
questo contenuto si esprime nella lotta unitaria anticapitalistica.
In questa prospettiva si muovono i
gruppi giovanili evangelici che hanno
scelto di lavorare in seno al mondo
operaio nelle città e nelle zone industriali, che lavorano nella campagna
con il movimento contadino, che operano nel campo assistenziale intendendo l’assistenza non più solamente
solidaristica e benefica ma politica,
che intervengono nella vita della chiesa portando questa specifica comprensione della vocazione rivolta da Cristo.
I gruppi riconoscono che la fedeltà
evangelica li pone nella prospettiva di
lotta di liberazione del proletariato
operaio e contadino, vedendo in essi
uno sfopio concreto contro le strutture
oppressive di peccato del mondo at.
tuale.
I gruppi mettono però in evidenza
che questa lotta non deve essere puramente contro qualcosa di esterno (le
(continua a pag. 6)
Servizio Cristiano di Palermo
Il senso del nostro lavoro
in lina situatone maliosa
Spesso ci domandiamo qual’è il senso del nostro lavoro, se esso ha davvero una ragione di essere, se ha delle
prospettive per il futuro, se è compensato dall’impegno di tante persone e
da un impegno finanziario che si fa
sempre più grave e pesante per l’avvenire. Queste ed altre domande assillano il nostro cuore e probabilmente anche il cuore dei nostri amici che sostengono, in Italia e all’estero, la nostra opera e che ci danno tante dimostrazioni di affetto e di solidarietà nel
nostro lavoro.
Non pensiamo di avere la pretesa di
dare un nuovo volto alla nostra città,
di trasformare l’ambiente in cui viviamo, dominato da forze retrive, oppressive, di sfruttamento, di violenza e di
miseria che difficilmente si possono
descrivere. Non abbiamo certamente
questa pretesa e non ci proponiamo
un compito cosi grande.
Tuttavia l’impostazione cristiana ed
di P. V. Panascia
evangelica che abbiamo sempre dato
al nostro lavoro di testimonianza cristiana nella città, ci fa sperare, che i
frutti ci saranno e abbondanti. L’essenziale oggi è per noi di rendere testimonianza a Gesù Cristo che solo
può fare ogni cosa nuova e che ci ha
promesso che tutto quello che sarà
fatto nel suo nome non andrà mai perduto.
^ ^ *
La realtà in cui viviamo ed operiamo è ag^ghiacciaiite e se vogliamo aneorS ùia volta descriverla nel suo vero volto non è perché siamo scoraggiati 0 perché siamo dominati da un radicale pessimismo, ma unicamente per
renderci conto delle forze ostili che si
scatenano intorno a noi ogni volta che
si vuole operare per combattere il male nelle sue molteplici manifestazioni.
Purtroppo anche le nostre chiese oggi attraversano una grave crisi di trapasso e sono travagliate all’interno
da dissidi, da malcontento, dal desiderio di innovazioni. E tuttavia continuano a rimanere ripiegate su se stesse, a logorarsi in dispute che lasciano
tutti come prima, se addirittura non
creano divisioni e contrasti che non
giovano in alcun modo a una buona testimonianza cristiana.
Anche sulla nostra comunità, che
pure è fra le più numericamente compatte e vive, passa un soffio di insofferenza per tutto quello che si fa e come si fa. E accade che làddove c’è un
impegno di servizio non mancano le
critiche e le riserve più o meno valide ; làddove invece manca lo si vorrebbe creare ad ogni costo. Viviamo in un
tempo di confusione e di contraddizioni e le nostre comunità danno mol
ti segni di immaturità e di scarsa sensibilità spirituale. Chi è impegnato rischia di rimanere nella solitudine e
di andare incontro a molte incomprensioni ed ostilità anche airinterno della
chiesa,
* * *
Se allarghiamo ancora di più il nostro orizzonte, ci rendiamo ancora meglio conto di quanto è duro, ma quanto è anche necessario operare in un
conte.sto sociale di cui vogliamo sottolineare solo alcuni aspetti.
In questi giorni la commissione parlamentare antimafia ha fatto dei sopralluoghi a Palermo, a Trapani, ad
Agrigento e a Caltanissetta, che son
considerate le province roccaforti della
mafia, per interrogare gli organi della
pubblica amministrazione sul fenomt
no della mafia che rappresenta la più
dolorosa piaga che travaglia e paraliz
za ogni sviluppo economico, ogni ini
ziativa, ogni progresso. La mafia rimane un problema più grave e più
difficile da risolvere della disoccupa
zione, della miseria, dell’abbandono
della campagna, dell’emigrazione che
dissangua il nostro paese, più grave
ancora del terremoto anche perché fa
più vittime.
Purtroppo nonostante le repressioni,
gli arresti, gli interventi della polizia
che mai avevano raggiunto come oggi
una organizzazione così sistematica e
un dispiegamento di forze così, massiccio, la mafia continua, sia pure in
forma più dimessa, a operare e a fare
sentire il peso della sua presenza.
Di fronte alle interrogazioni della
commissione parlamentare spesso le
autorità civili e politiche si sono trincerate dietro il silenzio o i : « non lo
(continua a pag. 6)
2
pag.
N. 18 — 2 maggio 1969
PROSEGUE IL DIBATTITO SUI NOSTRI ISTITUTI D’ISTRUZIONE SECONDARIA
Obiezioni
alla
e controproposte
relazione
della Commissione sinodale
Non vorrei che i Valdesi ed i loro amici,
leggendo la relazione della Commissione
sinodale sull’ istruzione secondaria, si
facessero un’idea .confusa ed imprecisa del
problema in questione. Molti non conoscono
gli Istituti di istruzione secondaria valdesi :
il Collegio che comprende la Media ed il
Ginnasio Liceo, e la Scuola Latina che
comprende solo la Media; non conoscendoli,
non potrebbero esprimersi, né in un senso
né nell'altro, nei riguardi della loro validità
e del loro impegno di servizio e di testimonianza. Perciò, presi, così, alla sprovvista e
senza altra informazione, dopo la lettura della lunga e farraginosa dissertazione dei sei
relatori, rimarrebbero molto perplessi di fronte alla tesi della ch’usura degli Istituti stessi anche se dilazionata nel tempo : un^agonia più lunga per la Scuola Latina, un po
meno lunga per la Media di Torre, decisamente breve per il Ginnasio - Liceo, il più
sacrificato. Dico che rimarrebbero perplessi
proprio perché la Commissione stessa (a pagina 4) aiTerma che al Ginnasio - Liceo « il
livello dell’insegnamento è buono » e che « le
« scuole medie inferiori valdesi si configurano senza dubb'o come scuole efficienti ».
A parte queste due frasi, però, tutta la relazione mira a dimostrare la necessità della
chiusura. Ebbene, io dichiaro che non è giusto che i Valdesi siano messi di fronte unicamente a questa relazione, mentre l’altra,
quella della Commissione deH’anno scorso,
favorevole all’esistenza delle nostre scuole,
non è stata pubblicata. Le comunità dovrebbero discutere su ambedue le relazioni e non
su di una sola e proprio quella in alternativa! La lunga e particolareggiata ..relazione
pubblicata come supplemento al n. 10 e al
n. 11 dell’Eco-Luce è frutto delle fatiche di
sei persone tutte della stessa corrente ideologica e contrarie al mantenimento degli Istituti di istruzione valdesi alle Valli, Il tono
di parte, tendenzioso, si nota s n dalla prima
pagina, dove si legge che « la scuola statale
si estende con un ritmo diventato frenetico y>
e che « attualmente una fitta rete di medie
statali sovrasta le due p ccole medie valdesi », mentre « il liceo valdese di Torre è
schiacciato dalla concorrenza di Pinerolo ».
Queste espressioni, tutt’altro che serene e
imparziali, possono generare confusione nel
lettore che non conosce la situazione locale.
Le nostre scuole non sono né sovrastate, né
schiacciate, ma ognuna di esse, anche se piecola, sta al suo posto da più di un secolo e
non si interessa né di rieevere, né di fare
concorrenza, perché grande è la stima di cui
è circondata. Ma in quanto a quest’ultimo
argomento, rimando all’articolo in cui gli
allievi della Media del Collegio si sono espressi abbastanza chiaramente. (Eco-Luce, n. 14).
Surroga? Stimolo?
Proseguendo l’esame della relazione, troviamo, sempre in prima pagina, raffermazione che « le scuole valdesi non hanno più
una funz'one di surroga ( =sostiluz one) della scuola statale ». Io voglio contestare energicamente questo termine <c surroga » cui si
aggiunge talvolta l’altro di « stimolo », anche se questi due vocaboli sono stati suggeriti dalla relazione al Sinodo 1968. E assurdo parlare di una passata funz'one di « surroga » : i nostri Istituti non sono certo stati
fondati perché fossero copie conformi delle
scuole di Stato. L’inglese Gilly, fondatore del
Colleg o, inviando la somma di .SODO sterline, scriveva : « La somma che offro ai Vaidesi è consacrata alla buona causa del Protestantesimo ».
In uno scritto di Davide Jahier leggiamo:
« Lo scopo del fondatore del Collegio è dunque essenzialmente relig-oso... La scuola deve essere utile all’avanzamento della Religione » e deve avere v un sistema d istruzione
religiosa conforme alla fede apostolica della
antica Chiesa Valdese ». Altro che ® surroga » e « stimolo »! Altro che semplice funzione sostitutiva della scuola di Stato!
Quando, nel 1937, rifiutando la cattedra
governativa che avevo vinto, scelsi l’insegnamento al Collegio, lo feci perché capivo che
altrove non avrei avuto la stessa possibilità
di servizio e di testimonianza.
Provenivo da una chiesa di evangelizzazione e non ero di origine valdese, eppure
sentii la vocazione per un impegno di lavoro in questa « piccola » scuola. La mia vocazione oggi non c cambiata, come non è
cambiato dal 1835 il compito dell insegnante evangelico al Collegio, anche se nella Valle ci sono ora altre scuole.
Le cose del mondo cambiano, si alternano
periodi di guerra a periodi di pace, si mutano le forme di governo, si trasforma la società, si fanno riforme scolastiche, si adottano nuove didattiche, ma il fondamento su
cui poggiano i nostri Istituti è sempre il medesimo in ogni tempo: Gesù Cristo. E ricordiamoci che Gesù Cristo e lo stesso ieri,
oggi ed in eterno» (Ebrei 13: 18). I membro della Commiss'one. però, chiedono « se
esse (le scuole valdesi) sono al servizio di
Dio o soltanto delle nostre ambizioni e .se la
loro sopravvivenza costituisce soltanto un
omaggio ad una tradizione gloriosa, ma umana ». Andando <li questo pa.sso. possiamo
esprimere nei riguardi anche della Chiesa
Valdese e delle altre sue opere, gli stessi
dubbi.
La questione
finanziaria
Ma perché tanto accanimento contro gli Istituti valdesi delle Valli?
Forse perché costano dei milioni? Non credo. perché è considerata tra i morituri anche
la Scuola Media di Torre Pellice che fino ad
ora è stata salvata dagli aiuti finanziari del
Comitato di Berna (che desidero qui pubblicamente ringraziare).
Io non voglio trattare a fondo, ora, la questione finanziaria; chi è più competente di me
esaminerà la seconda parte della relazione che
accenna a questo grave problema. Io voglio
soltanto far notare, qui, che non è solo meschino, ma anche contrario ad ogni retto procedimento, il dividere la spesa totale del Ginnasio-Liceo non tra tutti gli allievi, di qualunque religione essi siano, ma unicamente
tra i Valdesi. In una scuola protestante aperta a tutti, dunque, per, i relatori contano solo
i protestanti ai finì del bilancio! Facendo in
tal modo i conti, vorrei calcolare quanto verrebbe a costare ogni malato evangelico nei nostri ospedali!
Rientra in questa parte della relazione la
obiezione rivolta dalla Commissione alle scuole valdesi ed in particolare al Liceo « di non
servire più, come nel passato, come preparazione per i futuri pastori » (p. 8). Questa è Una
vecchissima accusa, l’ho già sentita ripetere
mille volte! Posso anche essere d’accordo su
questo, ma sì sa che in tutte le chiese diminuiscono le vocazioni pastorali! Mi sembra invece assurdo che si possa fare un paragone
tra il Liceo e Agape, cioè tra una scuola ed
un centro comunitario; « qui (cioè .ad Agape),
secondo la relazione, in questi ultimi venti
anni, si sono sviluppate molte più vocazioni
pastorali che nel Liceo di Torre » (p. 8). Mi
piacerebbe davvero che si potesse matematicamente dimostrare! Pure a pagina 11 si
fanno strani paragoni : « né le attuali scuole
valdesi producono più credenti e pastori di
quelle statali ». Già, siamo nella società dei
consumi, così si possono produrre nelle scuole
anche i credenti e i pastori!
Ma ritorniamo per il momento alla pura e
semplice questione finanziaria.
Sappiamo che i Valdesi sono capaci di trovare i fondi per abbattere e ricostruire grandi
palazzi, per innalzare nuovi tempK, per edificare ospedali ed altre opere, ma per l’educazione e l’istruzione dei ragazzi non si trovano i
mezzi. Si creano, sì, scuole e doposcuola in
altre località, fuori delle Valli, per iniziativa
di coraggiosi pastori con il contributo di evangelici italiani e stranieri, mentre contro le istituzioni che già ci sono e che potrebbero essere potenziate e sviluppate, anche a vantaggio
dei ragazzi dell’evangelizzazione, tramite i
Convitti di Torre e Pomaretto, si gettano pietre. Insomma, parliamo chiaro, secondo alcuni, i soldi che escono dalle tasche dei Valdesi
sarebbero bene spesi a Cinisello, a Palermo, a
Riesì, a Napoli ecc. (e su questo sono d’accordo) ed invece sarebbero spesi male a Torre
PeUice e a Pomaretto (e qui dissento). Il Collegio e la Scuola Latina sono opere diverse in
ambiente diverso e possono anche avere il
loro scopo e la loro validità in zone d’epresse
montane come le Valli Valdesi.
Siano queste due scuole non solo strumenti
di servizio, ma anche di testimonianza! Per i
membri della Commissione è invece « scandalo » se si definisce la scuola come strumento
di testimonianza (p. 8). Però, quando citano
le altre scuole private, dipendenti da comunità valdesi (p. 19) dicendo che le comunità
stesse le hanno create e le utilizzano come
strumenti di servizio e dì testimonianza, non
sembrano scandalizzarsi troppo!
Aprire e chiedere,
ieri e oggi
Passando all’esame della terza parte della
relazione, noto che nella pagina 8, come nella
pagina 17, si vorrebbe mettere in evidenza la
« facilità » con cui la Chiesa Valdese « ha
aperto e chiuso » le sue scuole. Questo non è
vero, perché se la Chiesa ha fatto questo sacrificio, l’ha fatto sempre con sofferenza e
pentimento come nel caso della Scuola Normale di Torre e della Scuola Latina, chiusa e
poi riaperta! Ila sempre deprecato la chiusura
della Scuola Normale. Anche per il Collegio
nel 1936 ci fu grave crisi « per le condizioni
disastrose del bilancio » come dice una circolare del moderatore Ernesto Comba, il quale
aggiunge: « Chiudere il Collegio? Ma 1 Valdesi non avrebbero mai potuto rassegnarsi a subire tanta calamità! Perciò corsero ai ripari.
Consapevoli oramai della realtà del pericolo,
buon numero di ex-alunni e amici del Collegio
sottoscrissero impegni di quote triennali sufficienti a permettere il prolungamento della vita di esso, per dar tempo a tutti di ;-ispondere
all'appello S.O.S. lanciato dalla Tavola nel
maggio 1936 ». Cosi, allora, non si chiuse il
Collegio!
Mi auguro che nel 1969 la schiera molto
più folta di ex-allievi e di amici sottoscriva
impegni quinquennali per salvare anche questa volta il Collegio. Io rivolgo da queste colonne dell’Eco-Luce un caldo appello ai miei
alunni di un tempo, perché secondo le loro
possibilità, vengano incontro alle necessità della scuola in cui hanno potuto studiare, inviando al Collegio o al giornale o direttamente alla Tavola la loro offerta.
il Collegio ha avuto anche insegnanti fascisti ».
È evidente che nel disegno dei sei firmatari
tutto deve contribuire, anche a costo di forzare la visione esatta delle cose, a suscitare nel
lettore della relazione un’impressione sfavorevole, generando sfiducia, disapprovazione e
gettando ingiustamente il discredito sui nostri
Istituti. È noto che questo disfattismo operante da tempo nei confronti delle nostre scuole
ha influito in modo deleterio sulle famiglie
che volevano mandarci i loro figliuoli, molte
volte ha generato dubbi ed incertezze in chi
voleva contribuire finanKiariamente o in chi
desiderava sostenerle nelle assemblee di chiesa, nelle conferenze distrettuali o al Sinodo.
La politica della chiusura iniziata da tempo
ed ora propagandata ufficialmente a mezzo
stampa, ha danneggiato notevolmente gli Istituti in questione, perché ha impegnato nella
loro difesa professori e presidi, disperdendo le
loro energie e facendo perdere del tempo prezioso, ha fiaccato e messo in crisi alcuni dei
docenti che si sono allontanati dalla Scuola, .il
principio deU’.anno scolastico
Ma vediamo adesso su che cosa si basa e
da che cosa è motivata questa politica della
chiusura sostenuta dalla Commissione.
La Bibbia sulia cattedra!
...e statistica.
Per ciò che riguarda la Media di Torre, si
vorrebbero mettere in risalto differenze di classe sociale tra gli allievi della statale e quelli
della Valdese; ma da quando c’é la scuola
media dell’obbligo ed è stata anche tolta ]a
tassa dì frequenza, tre anni fa, queste differenze sono quasi scomparse. È quindi inesatto
parlare di « commercianti agiati » e di « benestanti nella percentuale del 28% » alla Media
del Collegio. Oltre a queste ci sono altre inesattezze ed esagerazioni. Per esempio, a pag.
11 l’accusa che « nei gabinetti scientifici il
materiale abbondante e di valore è in stato di
abbandono per lunga trascuratezza » è ingiusta,
perché due professoresse del Liceo in équipe
con alcuni loro allievi hanno fatto, non molto
tempo fa, un estenuante lavoro di classificazione del materiale, di pulizia pezzo per pezzo, di
collocazione degli oggetti nelle bacheche già
esistenti e di sistemazione in quelle di :*ecente
acquisto. È stato comprato in quella occasione
del materiale per mezzo milione di lire. È
certo che al posto delle stufe a carbone ci starebbe bene un impianto di termosifone! Durante le vacanze estive, quando Torre Pellice
ospita molti villeggianti, si potrebbe aprire al
pubblico quella parte che è un vero e proprio
museo di scienze naturali, magari facendo pagare il biglietto di ingresso prò Collegio.
Questo rientra nel piano generale della ristrutturazione dei musei, delle biblioteche e dei
vari istituti di cultura, ma di questo parlerò
un’aÌtra volta trattando pure del problema così attuale dei doposcuola.
Anna Marullo
iiiimiiiiiiiiliiiiiiiiiiimmnimiitiiiii
Desidero riprendere, seppure brevemente, il discorso di Gustavo Bouchard pubblicato sul n. 16 di questo
giornale, relativo alla caratterizzazione evangelica delle nostre scuole secondarie alle Valli.
Giustamente egli ha manifestato le
sue perplessità o la sua totale riserva
circa alcune posizioni della Commissione di istruzione nella ben nota relazione ormai da tutti conosciuta: occorre aggiungere, a mio parere, che
quella tanto decantata posizione laica
parteggiata dalla Commissione (e che
sembra voler anche provocare una...
marcia anti-17 febbraio nel settore
scolastico, quasi che tale data sia un
residuo confessionale detestabile, e
non piuttosto una data da iscrìvere
caso mai nel calendario nazionale come celebrazione della libertà di coscienza!), è in sostanza un volersi ad
ogni costo confondere e mimetizzare
con il mondo che ci circonda, politicizzarci senza riserve, e rinunciare alla
solidità di un « quid » protestante, che
sempre e dovunque non ha nulla da
spartire con le cose di questo mondo.
Il discorso vale, ovviamente, per il
settore della scuola, come per tanti
altri: ma limitiamoci pure a quello
della scuola, in cui certamente la linea
dei « figli delle tenebre » e cioè del
classico laicismo, non ha nulla a che
vedere con la linea dei « figli della
luce », quali dovrebbero essere dei credenti convinti. È vero che i confini
tra la « pedagogia protestante » e il
laicismo sono assai vicini : ma non per
questo si possono confondere; è vero
che c’è un livellamento progressivo e
una liquidazione abbastanza facilona
delle differenze : cammino questo estremamente pericoloso ; è vero che il cammino del conformismo e della cloroformizzazione è molto facile : ma non
è altrettanto vero che puritani e pietisti, che pure hanno costruito qualcosa nella storia del mondo, non hanno mai « conformizzato » con le esche
offerte allora, come oggi, da ogni società umana?
La realtà è invece, a parer mio, proprio questa : la nostra scuola secondaria è o deve essere, un luogo ove si
possa sperimentare ogni giorno il difficile problema dei rapporti tra l’Evangelo, inteso nel suo significato meno
dogmatico e meno confessionale, e la
....................munii ....... iiiiiiiMimiiiMiiiiiiimiiiiiiiimiiiimn
'iiimiiiiiiiiiKiiimimmnmimi
IVREA
La comunità ha ricevuto la visita di un
gruppo di fratelli in fede provenienti da
Darmstadt (Germania), guidati dalla Signorina Grete Achenbach. Il gruppo era accompagnato da alcuni membri della comunità
valdese di Biella dove, negli anni scorsi, la
Signorina Achenbach aveva esercitato il ministero pastorale.
Giunti ad Ivrea nel pomeriggio di martedì, 15 Aprile, i nostri amici presero contatto con la città, senza d menticare la chiesa
in costruzione e il doposcuola « Il melo ».
Dopo la cena in un ristorante locale, una riunione in comune nella nostra sala di culto
ci ha offerto l’occasione di udire alcuni messaggi e d; unire le nostre voci nel canto dì
alcuni inni. Il Pastore Roberto Jahier, con
una serie dì bellissime diapositive, completò
la serata trasportandoci qua e là nelle Valli
Valdesi e nel Baden. Lo ringraz amo sentitamente. Ai nostri fratelli di Darmstadt, ormai tornati in patria dopo una sosta di alcuni giorni a Biella, inviamo ancora un cordiale e grato saluto.
— Il culto di domenica 20 marzo è stato
presieduto da alcuni giovani dell’Unione. La
loro presenza è stata gradita, il loro messaggio ascoltato. Auguriamo loro di partecipare
sempre più attivamente alla vita della comunità,
— Domenica 20 Aprile è stata battezzata
durante il culto la piccola Nad'a Di Giorgio.
— Il culto domenicale del 9 Marzo è stato
presieduto dal Past. Giorg'o Bouchard. La
comunità ha salutato con gioia il suo Pastore dj alcuni annj ©r sono ed ha ascoltato con
interesse alcune not'zie sul lavoro nella zona
di Cinisello Balsamo. Il giorno seguente, il
Past. Bouchard ha tenuto una conferenza nella Sala Civica parlando sul tema: «Fermenti rivoluz'onari nel Cristianesimo ». La partecipaz'one della nostra comunità è stata notevole. Ringraziamo il Past. Giorgio Bouchard per la sua venula in mezzo a noi.
PRAMOLLO
I culti della Settimana Santa sono stati
ben frequentati. A Pasqua, nonostante la neve alta ed il tempo ancora assai incerto, una
buona assemblea, fra cui diversi Pramollini
residenti in Svizzera, sì è riunita nel tempio
per ascoltare Tannunz’o della risurrezione
del Signore. Nel corso del culto hanno pubblicamente confessato la loro fede in Gesù
Cristo: Jahier Mara (Ciotti), Peyronel Olga
(Pellenchi), Long Ezio (Pellenchi); a questi
catecumeni si è unita Beux Angèle, che ha
seguito i corsi d’istruzione religiosa nella
Chiesa di Ginevra ed i cui genitori sono originari di Pramollo. Il Signore accompagni
questi giovani nella loro vita, li renda attivi
e fedeli al Suo servizio e per la Sua testimonianza nella chiesa e nel mondo.
Domenica 20 aprile ha avuto luogo l’Assemblea dei membri elettori che ha riconfermato a conduttore della comunità l'attuale
Pastore. L’Assemblea sì è svolta sotto la presidenza del Pastore Franco Davite, Presidente della Commissione D'strettuale, il quale
ha pure presieduto il culto ed al quale diciamo la nostra gratitudine per il suo messaggio.
La Filodrammatica dell’Unione Giovanile
ha visitato le comunità di Villar Pellice e
di Villar Perosa, presentando il dramma di
L. Brancler: «Lottando fino all’alba». Ringraziamo sentitamente questa comunità ed i
giovani di quelle Unioni per la loro fraterna
accoglienza.
Domenica sera 27 aprile abbiamo accolto
la Filodrammatica e la Corale della chiesa dì
Villar Perosa. che, guidati dal Pastore Enrico Geymet e Signora, ci hanno offerto una
sìmpat ca serata, recitando con bravura la
eommedia di A. Payot : « Come dei », accompagnata dal canto di diversi inni dei nostri
Innari francese ed italiano. Un grazie anche
a questi fratelli e sorelle per la loro visita
ed il loro messaggio.
Per L’esattezza
storica...
Il Collegio salvato dalla chiusura nel 1936
fu in seguito, durante la guerra di grandissima utilità alla grande massa di sfollati ehe
cercò rifugio nella nostra vallata. In questo
periodo professori antifascisti lavorarono clandestinamente nella Resistenza con alcuni dei
loro allievi.
Tra i professori antifa.scisti ricordiamo Falchi e Lo Bue in particolare, ma ce ne furono
anche altri; di fascisti invece ce ne fu uno
solo. Se sono entrata in questo discorso, è colo per controbattere la relazione che travisa
la • realtà con questo riferimento al tempo del
fasci.smo : « nel ventennio tra le due guerre
G'ovedì 15 maggio, giorno dell'Ascensione, avrà luogo il tradizionale
CONVEGNO A VIERING
Vali
di Aosta, organizzato dalle Chiese di Aosta e Ivrea.
PROGRAMMA
10,30 Culto, presieduto dal Sig. Venturini Giampiero
E' VEROSr O NO CHE LA RELIGIONE £'
» 12 Pranzo al sacco
» 14 Studio e dibattito sul tema :
OPPIO DEI POPOLI?
L'argomento sarà introdotto dal Pastore Ermanno Roslan.
La discuss one, prima a gruppi c poi collettivamente, terminerà in tempo utile
per permettere ai partecipanti di prendere una tazza di té gentilmente offerta dai fratelli di Viering, prima della partenza per il rientro a casa.
VIERING si trova sulla sponda destra della Dora Baltea (dopo Vcrrès per eh.
viene da Ivrea c Torino). Il convegno avrà luogo all'aperto nel pomeriggio. In caso
di cattivo tempo, nel locale di culto.
Un caldo invito a partecipare è rivolto a tutte le Comunità Evangeliche della regione. nonché a quelle di Torino c delle Valli Valdesi, su un piano interdenominazionale.
VIERING vuole e.ssere un luogo d'incontro fraterno e di studio alla luce della
PAROLA DI DIO.
cultura con tutte le sue implicazioni
tecniche, scientifiche, filosofiche, ecc.
È evidentemente quello che sempre si
è cercato di fare, e che ancora deve
essere sviluppato, anche se tale attività non deve nascere da schemi prefissati o consacrati, ma dall’esperienza quotidiana, dalla ricerca impegnata
di un gruppo di gente cosciente e credente. E non solo, è chiaro, a profitto
del cosidetto « ghetto » ma come luogo
d’incontro e di testimonianza con tutti
quelli che vorranno avvicinarvisi.
Non credo che tale compito, che
non è solo tradizionale della pedagogia della Riforma, ma necessario più
che mai oggi, possa essere svolto solo
nell’ambito delle parrocchie o se si
vuole, delle comunità, assorbite in ben
altre preoccupazioni; né credo che
possa effettuarsi con lo stesso risultato nella scuola laica o statale, proprio
perché li l’indifferenza agnostica o
l’equidistanza aconfessionale tarperebbe le ali a qualsiasi azione del genere;
né potrà avvenire nelle famiglie, per
mille ragioni che tutti conoscono.
Non per nulla, l’art. 160 dei nostri
regolamenti organici stabilisce che i
professori dipendenti dalla Chiesa, accanto agli altri doveri della loro missione, « hanno il dovere di curare, oltre alla istruzione, anche l’educazione dei loro allievi secondo i principi
dell’Evangelo ». E sarà curioso di vedere come se la caverà il Sinodo, se
dovesse accettare Timpostazione d/ila
Commissione per l’istruzione, che in
sostanza nega alle scuole valdesi q'ialsiasi impegno in tal senso: o elimii'are
detto articolo, o invitare la Comniissione a riflettere ulteriormente ul
problema...
Il fatto è che oggi abbiamo p 'ora
di dichiararci e di dimosti re a
in nome di tante cose, che non he ao
niente a che fare con la nostra posizione cristiana, andiamo in cerca iella più arida mediocrità o delia m. ..ua
confessionale, trascinandoci dietro .ma
vaga mistificazione di quello che una
volta si chiamava « evani ei zza
« testimonianza », « presenza », tcc..
siamo tutti insieme succubi vittnm-: di
quello che è giusto chiamare ne
simo cristiano », per quel tanto ci cristiano che esso conserva, ma cn cristianesimo non è più molto, prcorio
perché è diventato o sta diven.n.ido
umanesimo...
* * * .
Mi accorgo di allontanarmi, fórse,
dal discorso iniziale : il fatto è che il
problema dell’istruzione non è un settore a sé, ma coinvolge evidentemente
tanti aspetti della nostra vita valflese.
Tornando quindi al nostro punto hi
partenza, vogliamo qui riaffermare a
validità dei nostri strumenti scolasi ci
nel campo della testimonianza cristiana: e se essi oggi sono in crisi r.er
svariatissimi motivi, non è una bu-na
ragione per demolirli, ma caso ma
potenziarli in tale funzione, seii.ió
sciarsi facilmente sedurre dai pr-'
mi della cultura di massa, che c.i
mente coesistono, e che possono c ?
bono risolversi senza che quesiu ■:
fichi rinunziare a quello che ab.
Per venire anzi ad una delie ]
ste fatte dalla Commissione, qui
un dispendioso Convitto a Pir
mi pare che un’opera dei genere
benissimo essere sviluppata nem
sua più idonea, e cioè a Tone x
ove già ci sono le basi logistiche necessarie e da dove, giustamente è .^tato
osservato, pochi minuti di puì man
portano alle scuole di Pinerolo, e cìove
si dovrebbe sviluppare quel « centro
culturale valdese » che tutti auspicano.
Oltre al ridimensionamento che potrà
essere studiato sia del Convitto sia del
Collegio, è chiaro che una visione della « strategia » valdese non può abbandonare Torre Pellice ad una funzione
periferica : è 1'; che potrà svilupparsi
quel « centro scolastico protestante »
che le forze del posto e quelle congiunte del Protestantesimo italiano
possono creare.
Naturalmente, con una ben chiara
impostazione evangelica, con quella
funzione critica che è poi propria del
protestante, e che vale immensamente
il rischio di essere provata, prima di
consegnarci, mani e piedi legati, al
laicismo statale, che « considera fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica l’insegnamento della dottrina cristiana secondo la forma ricevuta dalla tradizione cattolica ».
Del resto, come ho già detto altrove,
se abbiamo e proponiamo dei Convitti,
in cui si suppone e si augura l’esistenza di una « pedagogia protestante »,
come non vederla attuata e valorizzata in un nucleo scolastico, dove una
« équipe » di professori ritrovi la sua
vocazione e il suo impegno, invece di
sentirsi additata come costosi e sorpassati strumenti di una inutile cultura?
Augusto Armand Hu.gon
di
la
e
ino.
0
d
010.
a
sede
Culto radio
Domenica 4 maggio
Pastore ALFREDO SONELLI
Torre Pellice
Domenica 11 maggio
Pastore MASSIMO ROMEO
Genova
3
pag. 4
N. 18 — 2 maggio 1969
YILLA R P ER O S A
Bazar. — Tutti i fratelli ed. amici sono
cordialmente invitati al Bazar della Chiesa
che avrà luogo domenica 11 maggio alle 15.
Assortimento di lavori offerti dai membri
della Comunità e Buffet tradizionale.
L incasso è a favore delle costruzioni in
corso.
Tutti gli Amici nostri delle comunità vicine e lontane sono cordialmente invitati ad
essere presenti.
^Immissioni. — Il giorno delle Palme, con
un culto solenne, sei giovani: Giordan Loretta - Rochon Amelia (per mezzo del battesimo) - Rostagno Bruna - Rochon Elide - Costantino Ronni e Chambon Michele sono stati ammessi alla Chiesa. Tutta la comunità si
è stretta attorno a loro con affetto e con commozione. Il pomeriggio ha avuto luogo un
ricevimento di benvenuto al quale hanno
partecipalo anche i familiari dei festeggiati
e l’Unione Femminile ha offerto il tè.
Visite gradite, — Ringraziamo i Paslori
Enrico Iron e Gustavo Bertin per le loro
apprezzate predicazioni e il Pastore Felice
Bcrtinatti che ha parlato ai nostri studenti
delle Medie sulle sue esperienze nei bassifondi di Parigi, quando era ufficiale salutista. Ringraziamo pure le Filodrammatiche di
Prarostino e dì PramoUo per le ottime serate che ci hanno offerto, recitandoci con bravura lavori impegnativi. A nostra volta siamo stati coi giovani e la Corale a Rorà^ Prarostino, Coppieri e PramoUo, svolgendo un
programma di recite e canti e questo ci ha
permesso di fraternizzare coi giovani delle
varie località.
Battesimi. — Sono stati battezzati: Paolo
di Alfredo e Fiorentina Gaydou; Paolo di
Edmondo e Miranda Balmas.
Il Signore benedica questi cari fanciulli
e aiuti i loro genitori ad educarli nella fede
e 'ìell’amore di Cristo.
l’anblea di chiesa sulle noslce scuole
TORRE REL
I Assemblea di Chiesa di Villar Perosa,
nella sua seduta del 25 aprile delibera di rispondere alle proposte della Comm. Smodale
19f)iì per gli Istituti di Istruzione Valdesi
tu' modo seguente:
J ) Facendo proprio l’ord'.ne del giorno vo
tato dagli Amici del Collegio e della Scuola
Latina il giorno 20 aprile nel tempio di San
Secondo :
— Preso atto della situazione di crisi in
cui sono venuti a trovarsi i nostri Istituti di
Istruzione alle Valli in questi ultimi anni,
sia per l’incertezza del loro destino a seguito
di contrastanti deliberazioni sinodali, sia per
la campagna contraria svolta nei loro confronti ;
— Preso atto della totale unilateralità della relazione della Commissione nominata nei
sinodo 1968;
RIAFFERMA :
— L’importanza deUa presenza e della funzione ;n Italia dei nostri Istituti di istruzione secondaria nelle Valli Valdesi, come già
espresso da] sinodo '65 (a. 52);
— La funz:one che essi hanno nella vita
deUa Chiesa come prezioso strumento di testimonianza evangelica;
— La funzione « sociale » ohe essi svolgono neU’ambito delle Valli Valdesi;
— La validità di una « pedagogia protestante », che non può incontrarsi e confondersi né con il confessionalismo scolastico
cattolico né con il preteso laicismo della
scuola statale.
RESPINGE
— La valutazione delle opere della Chiesa
dal punto di vista unicamente economico, e
tanto meno per il settore dell'istruzione, sempre per sua natura passivo;
— Nega l’utilità e la possibilità delle alternative « culturali » proposte daUa Commissione sinodale 1968, in quanto costose ed
utopistiche, e per nulla sostitutive della funzione continua e con.solidata dei nostri istituti.
SOTTOLINEA
— La funzione di servizio che gli Istituti
delle Valli hanno P^r tutta la Chiesa Valdese e per il Protestantesimo Italiano, con la
conseguente necessità di operare attivamente
per il loro potenziamento in tal senso;
— La necessità di ridare alle Comunità
deUe Valli, con tutti i mezzi possibili, la fi
ducia e il desiderio della cultura e dell’istruzione, che già le ha caratterizzate ed arricchite per tanto tempo;
— La pericolosità di depauperare uller'ormente le Valli Valdesi di strumenti preziosi
come affermazione di presenza protestante.
SI IMPEGNA
— A sostenere con tutti i mezzi finanziari
e morali a sua disposizione l’attività insostitu bile dei nostri Istituti.
2) Fa propria altresì la conclusione delFO. d. G. della Chiesa di Vallecrosia in dat i
1.3 aprile:
— L’Assemblea ritiene tuttavia che questa rivalutazione (dei nostri Istituti) non possa essere garantita soltanto con dei provvedimenti economici, ma sia necessario che la
Ch esà si assicuri un corpo docenti espressamente preparati per il loro compito di testimonianza evangelica, e che pertanto debbano essere istituite, per gli studenti evangelici desiderosi di dedicarsi aU’insegnamento,
delle borse di studio presso il Convitto della
Facoltà Valdese di Teologia, affin di metterli
in grado di conseguire il titolo universitario,
e nello stesso tempo frequentare alcuni corsi
presso la Facoltà di Teologia. Si esprime anche il parere che i professori dei nostri Istituti debbano essere equiparati ai Pastori per
quanto concerne il trattamento economico e
che si preveda una forma di consacrazione
per questo pari colare ministero;
— Ritiene infine che in relazione al reclutamento della popolazione scolastica del collegio, occorra stud are anche il problema di
Borse di Studio pif.sso il Convitto di Torre
Pelli ce.
3) Aggiunge ai predetti O.d.G. il proprio
invito a rivolgere anno dopo anno, a tutte le
chiese, urgenti appelli — più urgenti di
quelli finanziari affinché numerosi giovani vengano a comogliarsi verso le nostre
scuole, sia in vista del Pastorato che in vista delTinscgnameiiio come « professori evangelici ».
L'Assemblea di Chiesa di Villar Perosa
27 aprile 1969
^ nostra comunità ha commemorato le
sofferenze, la morte e la risurrezione del Signore con i ricoverati del nostro Ospedale
nei vari culti della Settimana Santa e si è
raccolta intorno ai 30 Catecumeni la domenica delle Palme, meditando sul dono e sulla chiamata che il Signore rivolge non so'o
ai giovani ma alla Chiesa tutta. Troviamo il
testo deUa predicazione de] Pastore Bruno
Rostagno nella 1“ epistola a Timoteo v. 12 :
« Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna, alla quale sei stato
chiamato e in vista deUa quale facesti quella beila confessione in presenza di molti testimonì ».
Il testo della predicazione del culto di Pasqua, presieduto dal Pastore Sonelli, si trova
nella P epistola ai Corinti 15 v. 19: «Se
abbiamo sperato per questa vita soltanto, noi
siamo i più miserabili di tutti gli uomini ».
Lapostolo Paolo si riferisce alla vita futura
ma anche alla vita terrena, infatti la nuova
vita del credente per la potenza della risurrezione è g à fin d'ora possibile e la nostra
celebrazione della Pasqua, non può e non
deve limitarsi ad essere un rito, un momento nell'anno liturgico della vita della Chiesa, ma deve essere portata nella nostra vita
quotidiana diventando Timpostazione nuova
di tutti i nostri problemi.
La Corale ed i Giovani Unionisti dei Coppieri hanno preso parte attiva ai vari cult'
cantando inni di circostanza.
Nel mese di Aprile l'assemblea di Chieda
si è riunita due volte: ¡1 19 aprile per discutere la Relazione della Commissione Sinodale per l’istruzione secondaria. Il relatore,
prof. Giorgio Rochat, ha precisato che tale
Commissione è sorta per volere del Sinodo
1968 che si è trovato impreparato per lavorare su linee alternative nei confronti della
Commissione permanente. La relazione, che
è stata pubblicata suU’Eco delle Valli per
farla conoscere a tempo a tutte le Comunità, propone la statizzazione a breve termine
o la eh usura del Liceo-Ginnasio, e prepone
la chiusura sia pure con meno urgenza della Scuola Media, a causa del costo notevole
per la Chiesa Valdese in denaro, in uomini
e cure, senza un corrispettivo evangeJistico
adeguato; propone lo sviluppo dei Convitti
specialmente a Pinerolo, Tincremento di borse di studio, come numero e consistenza, ini
ziative di doposcuola, riordinamento e sviluppo delle biblioteche e del Museo.
Il prof. Augusto Armand-Hugon presenta
le riflessioni del consiglio dei professori ^ rileva alcuni punti contestabili:
1) La pubblicità data alfa relazione, rappresenta una novità non conforme ai regolamenti delle relazioni delle Commissioni referenti fll Snodo, che sono stampate, mi
non pubblicate.
2) Le conclusioni negative della relazione sono motivate dal costo degli Istituti di
istruzione secondaria ma le proposte della
Commissione sono ugualmente costose.
3) La questione di fondo è che la prospettiva di altre attività, non comporta necessariamente la distruzione di autentici valori esistenti.
4) Si domanda perché la Commissione
non ha preso in nessuna considerazione il
potenziamento degli Istituti, invece della loro chiusura.
Seguono alcuni altri interventi, tutti a favore del mantenimento degli Istituti.
II 27 aprile nell’Aula Sinodale TAssemblea di Chiesa ha eletto deputato al Sinodo,
il dottor Loris Bein, supplente la signora
Ade Gardiol Theìler e deputati alla Conferenza Distrettuale i signori Franco Sappé,
1 anziano G ovanni Ribet, il doti. Giovanni
Mourglia, supplente il maestro Edgardo Paschetto. Si è in seguito discusso sulla situazione finanziaria ed è stato rivolto ai presenti un caldo appello a completare la cifra
rich està dalla Tavola Valdese.
Il culto del 20 aprile dedicato alla Facoltà di Teologia è stato presieduto dal Pastore
Bogo. Lo ringraziamo per il suo messaggio
(testo del sermone Giov. 21: 15-19). Nella
sala delle attività, la sera stessa incontro con
due studenti della Facoltà, organizzato dalla
Società E. Arnaud, sul tema: ((Come vedo
il ministero pastorale ».
Terminate le riunioni quartierali si orgfl"
nizzano culli serali nelle famiglie di alcuni
nostri quartieri.
Lina Varese
Mereoledì 7 maggio, alle ore 21, néìl’Aula Magna del Collegio Valdese saranno
proiettati, a cura della Società Italiana di Agopuntura, alcuni documentari scientifici. Cordiale invito a tutti. U. Lanza
LETTORI CI €E SI> SCRIVONO
Uno
dei moltissimi?
Un Lettore, da Torre Pellice:
Signor direttore,
i ì giornale da lei diretto va sempre più assumendo un ben preciso
orientamento politico malgrado porti
ancora il sottotitolo di settimanale delia Chiesa Valdese.
Non so quanti siano sulla linea da
lei seguita, ma so che moltissimi sono contrari alla posizione che il giornale. non da oggi, ha assunto.
ì)*altra parte lei possiede notevoli
ca] '.rità giornalistiche e può contare
su ollaboratori che con lei avranno
valutato e scelto quella che ritengono
la ia migliore per informare i loro
IfcliL'i.
1 sìa però permesso di rilevare
qi' ila che io considero una falsa interpretazione della realtà, considerata
da un punto di vista non obbiettivo.
t a scorsa settimana in una nota re(la/lonale che ha fatto seguire alla
no- conformista e quindi coraggiosa
lei/' ia del Col. Long, ha voluto fare
prc-cnle che « il caso De Lorenzo non
è parlo di fantasie fanatiche ». Vorrei ricordarle che esiste una sentenza
della Magistratura che ha riconosciuto infondate le accuse mosse da certi
aiulnonti (i cui scopi sono più che
evidenti) al generale De Lorenzo che
può essere persona più o meno simpal ìca.
Esiste per contro un'altra sentenza
della Magistratura che condanna alTergastolo Moranino, oggi senatore
comunista, per omicidio pluriaggravato e che è stato a suo tempo compagno di lotta elettorale dei vari Farri
e Anlonicelli ai quali fa capo la rivista « Astrolabio ». Quella rivista alla
quale si ispira con tanta frequenza il
suo redattore politico anche per dare
un cr’sma di imparzialità nella esposizione delle violenze di piazza Castello.
Sn l'organo ufficiale della Chiesa
Valdese deve ricorrere alle fonti di
certi ambienti per informare ed edificare i suoi lettori non si meravigli se
il solco che divide sempre più i membri delle comunità si vada di giorno
in giorno approfondendo.
Distìnti saluti.
Loris Bein
l^on so se siano « moltissimi » quelli che dissentono dalla Hinea* (quanto ampia!) del nostro settimanale. So
due cose: la prima è che da ormai diversi anni e sebbene non siano certo
mancati / dibattiti anche prolungati,
il Sinodo Valde.^e, e la Tavola per esso. mi hanno di anno in anno rinnovalo la fiducia, insieme al gruppo
redazionale, né per altro si è aimto
un calo sensibile di abbonati e lettori; la seconda è che mi si deve dare
sinceramente atto che le nostre colonne sono sempre state aperte nel modo p ii largo agli interventi più dissenzienti. anche nei casi in cui da
varie parli mi si consigliava il cestino
(o. più educatamente. Varchivio).
Sul caso De Lorenzo, non esito a
dirLe che^ con molti, rifiuto nettamente di riconoscere giusta quella
sentenza della Magistratura e Le ricordo clip il sullodato generale non è |
ancora sgraimto da addebiti civili e
penali (è pur significativo che vari
alti ufficiali della sua stessa arma deponessero contro di lui). Accostare
poi, sostanzialmente, Vinfausto Moranino a figure come Farri e Antonicelli^ non Le fa onore.
Come già ho notato in altre occasioni, non penso che la nostra redazione crei o approfondisca un solco fra
noi; se mai lo mette in luce, ed è nostro sforzo e desiderio non coprirlo,
nasconderlo o dimenticarlo, ma contribuire a sanarlo, o comunque a porlo in termini di dibattito fraterno, in
una prospettiva di fede. Se ci si vuol
prendere sul serio e si è disposti a
veramente ascoltarci, nella comunione
di una ricerca e di una fede in tensione.
Gino Conte
La Parola,
lo Spirito
e i tranquillanti
Una lettrice, da Torre Pellice:
Nel suo articolo sul n. 11 lo studente in teologia E. Scarinci scrive:
« ...le comunità di oggi sono soltanto
comunità di ascolto e quindi la predicazione resta soltanto di edificazione
delle coscienze e di tranquillante »,
Questo non mi pare esatto : è lo
spirito che ne è edificato, non la coscienza, e uon è vero che funge da
tranquillante; Se è vero che il predicatore predica l’Evangelo dj Gesù Cristo e non dottrine di uomini, se è convinto e convincente, se la Parola è seminata con fede, perseveranza ed
umiltà, guardandosi hene dal mescolarla alle semenze della propria critica o delle proprie opinioni sul modo
di migliorare il mondo; allora sì che
la parola porterà i suoi frutti, per
opera di Dio e non per presunzione
di uomini che pensano di compiere
un buon servizio (come un buon benefattore ma ignaro di Dio). Non è
facendo articoli sui giornali o discorsi in piazza che si dimostra di fare la
volontà di Dio; ma quei cristiani e
comunità che giornalmente recano la
parola di conforto, il soccorso nel bisogno ed U servizio, in silenzio, senza strombazzarlo ai quattro venti, sempre anonimi; quelli dimostrano di
aver ben ascoltato la parola deU’Evangelo e non sono usciti dalla predicazione tranquillizzati ma vivificati e
sospinti dallo Spirito Santo.
L. V.
Rompere
per rompere?
Un lettore, da Torino:
Caro direttore,
se il cullo radio è di TUTTI gli
evangelici, è bene che da ogni settore
dell'evangelismo italiano si alzino voci di commento, critica, consiglio su
tale argomento. Le propongo tre osservazioni :
a) SIGLA. Pare si tratti di un
brano di Bach; lo strumento pare un
« computer » elettronico. Nulla da
obiettare sulEautore e sul mezzo sonoro usato; non hanno importanza.
Però: se si vuole tener presente Taspetto artistico, dirò che Tesecuzione
è stilisticamente deformata, sìa rispetto al gusto delTepoca (17«> seculu),
sia rispetto al tipo di interpretazione
oggi normalmente accettato; se si
vuol guardare aH’opportunità di questa sigla per il nostro culto radio, dirò che il suo risultato suona fucilmente ridicolo per chi è inesperto di
musica, urtante per chi ama la musica tradizionale, interessante (ma nulla più!) a chi ha qualche curiosità
per gli studi di fonologia e di musica elettronica. Troppo poco per giustificarne l’uso.
L'uso di questa sigla è, oltre tutto,
sufficientemente indicativo: anche sotto questo aspetto minimo, gli evangelici nostri dimostrano preferenza
per un linguaggio da in’ziati, che
solo in pochi può destare interesse,
e solo a pochissimi può piacere. Inconveniente frequente anche nella predicazione, nella stampa evangelica,
nelle discussioni a campeggi, eco. Si
tende a curare soltanto quegli aspetti
(magari validissimi, ma non per tutti
egualmente importanti e percepfbli)
che stanno a cuore a chi ha (o sta via
via assumendo) la responsabilità della predicazione parlata, scritta o radiotrasmessa. La sigla mi pare volutamente scelta così com’è, per esprimere, anche attraverso tale elemento noi"
nimo, un dato atteggiamento di rottura a tutti i costi col tradizionale,
cattivo o buono che sia. Non so fino
a che punto possa essere utile che d
PRODOTTO EVANGELICO, come
accade a qualunque prodotto commerciale, debba essere associato, nelle
menti degli ascoltatori, ad una sigla
avente tali caratteristiche.
h) Ho cronometralo il culto del
30 marzo. Durata del culto vero e
proprio: 13 minuti (cifra tonda), contro i 20 minuti del passato. Notizie:
minuti 9. Totale: minuti 22. La riduzione della durata del culto vero e
proprio è essa dovuta ad un particolare dono di sobrietà verbale del P®‘
store Berlalot, o alla programmaz.one
voluta dai responsabili del culto-rad o? Le notizie, va benissimo, tanto
più che sono interessanti: ma perchè
ridurre l'annuncio della Parola?
c) Come mai la pubblicità del
Culto-radio trova posto in misura non
esigua su NUOVI TEMPI, ed è del
lutto scomparsa in ECO-LUCE?
Ferruccio Corsani
P. S. - Un ameno « corsivo » che
ho avuto occasione di leggere su NUOVI PUNTI ridicolizza, ingigantendole. le opposizioni alla suddetta sigla
(gustosamente definita IL PIROPIRO). E' certo che non sia il caso di
agitarsi tanto per un evento di portala non poi cosi rilevante; d’altra
parte è cosa consueta che la presunzione che il nostro agire sia OVVIAMENTE giusto trovi il suo logico e
necessario complemento nell’irrisione
deH’altrui critica; che questo stile vada general zzandosi nei dibattiti più
o meno ufficiali delPevangelismo italiano potrà ormai dispiacere soltanto
a pochi manipoli di riottosi sentimentali; ma, forse, anche costoro finiranno, una volta o l'altra , con l'abituarcisi...
nasciamo la nostra mancanza in queste ultime settimane.
Per vari mesi, non ci è stato inviato dagli uffici federali l'elenco dei
predicatori del culto radio; ma rico
A proposito de
“Il Servizio Militare,,
di Claudio Tron
Un, lettore da Torino:
Solo recentemente ho avuto l’occasione di leggere « Il servizio militare » di C. Tron, di cui, se non erro,
già in passato sj era parlato su queste pagine. Non intendo, in questa
sede, prendere in esame il problema
degli obiettori di coscienza o della
maggiore o minore validità della preparazione militare fornita oggi dall’esercito in rapporto ad una eventuale
futura guerra. Tali argomenti, in eU
felli, hanno a che fare solo marginalmente con la tesi che al sig. Claudio
Tron sta a cuore dimostrare.
Partendo da una premessa, a ...la
raffinata opera di penetrazione psicologica condotta nei confronti di ogni
cittadino maschio idoneo », l’Autore
si dilunga, in modo quasi compiaciuto, neH’esame dì diversi momenti e
situazioni della vita militare e la conclusione che sempre ne trae c-, inevitabilmente. « ...il risultato sempre
uguale di allenare a pensare diversamente dal solito... », « ...tutto serve
per abituare alla rinunzia, alla riflessione personale ed al buon senso... »,
ecc. ecc.
Il lettore sprovveduto ed in buona
fede, leggendo il libello in questione,
ne ha un'impressione immediata netta
e ben precìsa ; alla fine del servizio
militare, tutti i giovani che, con il
congedo, si reinseriscono nella vita civile, rappresentano solo una massa di
quasi « robot » strumentalizzati e la
cui libertà di pensiero e giudizio è
decisamente condizionata. Inoltre l’abbondanza di particolari, il tono sicuro
e preciso della loro interpretazione
in un contesto generale, inducono a
considerare il lutto frutto di un'esperienza personale profonda e particolarmente tormentata. Per quello che mi
riguarda, la lettura del « servizio militare » mi ha prima stupito, e poi alquanto divertito. Il signor Claudio
Tron porla a sostegno della sua tesi
argoTiienli e situazioni in parte del
tutto immaginari ed in parte falsati
da un'interpretazione del lutto personale, « ad uso e consumo » dell’Autore.
Solo qualche esempio: a proposito
« della divìsa », s{ arriva ad affermare che « ...non manca, almeno in alcune caserme, un’abbondanza di specchi sufficiente a far si che il giovane
si veda quasi altrettante volte in divisa quante si è visto in tutta la sua
vita precedente in borghese ». e questo sarebbe uno degli elementi che
contribuiscono a dare al soldato « il
senso di essere contìnuamente sorvegliato ». A parte qualsiasi altra considerazione e trascurando un troppo facile commento sull’estrosa fantasìa del
s’gnor Tron. desidero solo ricordare ¡
che, nelle quattro caserme in cui sono
stalo successivamente trasferito durante ì 18 mesi di servizio militare
(ed in diverse altre che ho avuto occasione di visitare), gli unici specchi
es’slcnti erano sistemati nei locali adi
biti alla pulizia personale, ed in numero pure limitato, tanto che, se al
mattino non si arrivava tra i primi,
si era costretti a radersi con il solo
ausilio di un piccolo specchio portat le.
« Non è permesso parlare di politica », afferma sempre l’Autore: certo,
se per « parlare di politica » sì intende tenere comizi elettorali. Ho comunque assistito quattro volte a conferenze di carattere politico-sociale tenute
da ufficiali superiori, conferenze a cui
è sempre seguito un dibattito contradditorio, alcune volte piuttosto vivace. E non mi risulta che, in seguito. siano stati presi provvedimenti
di qualsiasi genere a carico degli autori di tali interventi. Ho avuto spesso occasione di discutere di politica e
non ho mai avuto difficoltà alcuna a
leggere i giornali, anche di sinistra,
che mj interessavano, non solo, ma,
in alcuni casi, ho trovato, in ufficiali
mìei superiori, mentalità aperte al
dialogo e validi interlocutori.
Non parliamo poi delle affermazioni del tutto gratuite del signor Claudio Tron per cui, ad esempio, si è
quasi portati ad accusare gli alpini di
razzismo (« ...i discorsi degli alpini
sulla « buffa » (fanteria), vista come
corpo d; uomini di seconda categoria,
di rammolliti e Inetti »), ecc. ecc. Sarebbe troppo lungo riprendere punto
per punto quanto sostenuto dalI’Aulore e, in fondo, non ne vale nemmeno la pena.
E’ necessario ancora aggiungere un
solo fatto importante che può illuminare il lettore perplesso: contrariamente a quanto si può pensare, non
mi r'sulta che il signor Claudio Tron
abbia effettuato il servizio militare,
nè che, in modo evidentemente più
coerente con le sue idee, si sia dichiarato obiettore di coscienza affrontando le conseguenze che purtroppo tale
posizione comporta.
Non ritengo pertanto, a parte quello che può essere un normale giudizio di carattere generale, il signor
Tron qualificato a dimostrare e sostenere tesi che richiedono, a garanzia
di un minimo di obiettività e validità,
un'esperienza diretta; esperienza diretta che può avere solo chi ha fatto
il servizio militare « a] battaglione »,
vivendo cioè la vita di reparto giorno
dopo g orno (non in fureria o come
istruttore in qualche centro di addestramento).
In conclusione, l'impressione generale è e resta che, volendo dimostrare
« la raffinata opera dì penetrazione
psicologica condotta nei confronti dì
ogni cittadino » durante il servizio
militare, ogni situazione, qualsiasi
particolare (anche la penna degli al*
pini non sì salva!), sia stalo volutamente interpretalo, non importa se a
danno della realtà, in funzione della
tesi stabilita; il che. ovviamente, rende impossibile un giudizio obiettivo
ed una critica costruttiva che, dato
Vargomeiìto. potrebbe in effetti essere
valida e veramente utile.
Probabilmente mi sì risponderà che
lutto ciò non è che la dimostrazione
di quanto affermato dal signor Claudio
Tron. ovvero che. come tanti altri
naturalmente, sono anch’io l’esempio
vivente di quella « raffinala opera di
penetrazione psicologica, ecc. ecc. ».
Sarebbe troppo facile rispondere.
Ma se questa veramente fosse Tunica
obiezione, non resta, ovviamente, più
speranza per alcuno.
Ernesto Giampiccoli
Noi non
spopoliamo
Un lettore, da Torre Pellice:
Caro direttore,
avendo letto sulle colonne del giornale da te diretto che il Convitto è
molto responsabile dello spopolamento al Ginnasio-Liceo classico Valdese
di Torre Pellice (o « Collegio »), vor~
rei brevemente interloquire.
Il Convitto, sì dice, non accetta 5
grandi che invece potrebbero affluire
numerosi a Torre Pellice, provenienti
da tutte le comunità protestanti italiane. Questa affermazione è inesatta
perché poche sono le famiglie che vogLono separarsi dai figli, se non spinti da motivi particolari o da gravi necessità. Inoltre il numero dei ragazzi
protestanti possibili clienti è veramente esiguo: ogni pastore può darmi ragione facendo un rapido calcolo dei maschi della sua comunità
iscritti ai 5 anni del classico. Sono
questi i molivi che limitano tale afflusso
Chi le gge 1’« Eco-Luce » ha anche
visto per anni inserzioni relative aUa
possibilità di iscriversi al liceo di Torre Pellice, vivendo in Convitto. E anche prima che si sentisse parlare di
crisi negli istituti di Torre Pellice la
propaganda e Tofferta di borse di studio non ha dato che magri successi.
(Va inoltre osservato che il lettore
non distingue e non capisce che il
« Collegio » è una scuola, e il Convitto è un altra cosa ed è spesso al
completo come quest’anno con 67 interni).
Inoltre le rette, almeno quelle praticate alle famiglie di modeste condizioni economiche, non sono poi tanto
elevate, perché pur comprendendo tutte le spese (l'IGE, il riscaldamento, la
lavatura del corredo, eCC.) sono di lire 37.000 mensili per il liceo e lire
35.000 per il ginnasio. Vi sono poi
delle borse di studio, o metà retta,
che restano spesso scoperte per mancanza di domande. Non vedo perché
si debba accusare questa amministrazione di rigidezza in fatto di rette.
Con molta cordialità.
Franco Girardet
direttore del Convitto
di Torre Pellice
“Santo Padre,,?!?
Una lettrice, da Torre Pellice:
Non sono una teologa. Sono una
.semplice evangelica valdese. Ascoltando il notiziario evangelico dopo il culti) radio di domenica 20 aprile, sono
stata dolorosamente sorpresa di udire
le prossime attività del SANTO PADRE annunziate da una voce certamente non evangelica. Il Papa può
interes.sarsi di quanto crede meglio:
ma noi, evangelici, abbiamo un solo
Santo Padre che è Dio, un solo Dio
benedetto in eterno.
£. G. C.
4
2 maggio 1969 — N. 18
Il nostro modesto impegno “contro la fame degli altri,,
LETTERA DAL GABON
Per I "Centre feniilial
ptestant" di Oyem i
Come i lettori ricordano, stiamo
cercando di poter inviare al più
presto una contribuzione di 1 milione di lire al « Centre familial
d’Oyem » (Gabon, Africa) onde sostenere la sua opera.
La missionaria signorina Anita
Gay è venuta a conoscenza di questa
iniziativa del giornale ed invia il
suo affettuoso ringraziamento unitamente alla sua collega, signorina
Hermine Juge.
Come abbiamo già a suo tempo
precisato, scopo del Centro è la lot
rare delle giovani donne ad un lavoro appunto di educazione sanitaria rurale : « La formazione di educatrici africane è molto importante
e. il loro lavoro di visite a domicilio
nei vari villaggi è un aspetto positivo dell’attività di protezione infantile. Esse conoscono le usanze del
loro paese, alcune giustificate e non
nocive, altre invece a scapito della
salute del bambino. Quando sono
esse stesse convinte del male provocato da certi interdetti, lottano contro questi e riescono a convincere
altre madri ad adottare certi principi base perché il bimbo cresca sano
ed. educato ».
Dall’elenco qui riportato, i nostri
lettori vedranno che la somma per
ora a disposizione si sta avvicinando
..............................................................
alle 800 mila lire: rivolgiamo un
rinnovato, fraterno e caldo appello
affinché agli ahituali sottoscrittori
si aggiungano tanti altri nomi nuovi
che ci consentano un sollecito invio
della somma preventivata.
Ricordiamoci tutti quanti che centinaia di milioni di nostri fratelli
soffrono la fame o sono sotto-alimentali e che deve essere considerato
un nostro privilegio avere la possibilità (il dovere!) di contribuire con
impegni costanti e regolari onde
far meno sentire ad alcuni di essi
la tragicità e Tingiustizia della lorosituazione.
Attendiamo con fiducia e gratitudine le vostre sottoscrizioni, che pre
Il .iiiiiiiMiiiiiimi
in. ..............................
ghiaino inviare al conto corrente postale n. 2/39878 intestato a Roberto Peyrot, corso Moncalieri 70 10133 Torino.
Da Bergamo: I.A.T. L. 2.000
Da vaiar PelUce: N. N. 3.000
Da Regina Margherita: Offerta della
Chiesa 10.000
da Napoli: Italia Onorato 4.000
Da Ceriana: Antonio Lanieri 5.000
Da Torino: L. e G.C. 10.000; M. Jon Scotta
4.000; E. P. 5.000; I. Imperiale 2.000;
A. Peyronel 2.000; N.N. C. Oddone 13.4.69,
1.000; L. Rostan 2.000; M. Meda 3.000;
B. e M. Finino 1.000; M. BelPna Vicenti, ni 500; fam. Caruso 500; A. De Agostini
500; M. Sacco 500; A. e I. Canale 3.000;
E. e A. Ricca 10.000; C. e R. Peyrot
20.000.
Totale L. 89.000; tot. prec. 695.036; in
cassa L. 784.036.
.........................................
.......... ..............................mi.......
[y/V SAGGIO RECENTE DI ROBERTO EYNARD
La "centralità del ragazzo"
nella ricerca pedagogica di Ch. Freinet
L’orizzonte affascinante delle nuove tecniche pedagogiche e didattiche,
duttili e in ricerca - L’importanza del contesto cooperativo - L umiltà
dello sperimentatore di Fronte all’iniìnita ricchezza dell esperienza vitale
Un piccolo gruppo di mamme coi loro bimbi
al Centro di Protezione Infantile di Mful, la
ex-stazione missionaria, dove abita la signorina Anita ¡alla.
ta contro la mortalità infantile e
contro lo stato di sotto-alimentazione di tanti bambini, lotta che si svolge attraverso un’adeguata educazione sanitaria.
La signorina Gay ci precisa ora
che da circa un mese è stato iniziato
un corso teorico-pratico per prepa
Una nonna allatta la rdpotina rimasta orfana
della giovanissima madre alla nascita. La nonna mediante certe piante locali ha potuto avere lei stessa latte per completare l’allattamento
artificiale, come vedete con ottimo risultato.
iHiiiiMiiiimiiimiiiKiiHiiMmiiii
È destino comune delle sperimentar
zioni più ardite e delle innovazioni
geniali quello di acquistare popiolarità
attraverso gli aspetti più appariscenti
sul piano della prassi, e di rimanere
quasi sconosciute, o misconosciute,
nelle loro premesse ideali. Ciò avviene in tutti i campi, e non possiamo
meravigliarci che si verifichi anche
nel campo educativo, in particolare
per le cosiddette «tecniche Freinet»,
che forse proprio attraverso questa
modesta, anche se, come vedremo,
ben motivata denominazione, sembrano favorire l’equivoco. Si sa ormai,
più o meno, che cosa si intenda per
testo libero, per calcolo vivente, come si organizzi la tipografìa di classe e la corrispondenza interscolastica,
benché in Italia, crediamo, ancora con
molta approssimazione; ma certamente meno conosciute e assimilate consapevolmente sono le motivazioni che
sottendono a queste tecniche, i principi su cui si basano e a cui si informano. Appunto a colmare questa lacuna appare ideato il volumetto di
Roberto Eynard, che da anni si dedica con amore e competenza alla diffusione e sperimentazione attiva delle tecniche Freinet e alla riflessione
metodologica su di esse, introdotta in
Italia dal Movimento di Cooperazione Educativa. Malgrado ciò, il suo volume non si deve considerare riservato ad un pubblico di specialisti, sia
per il linguaggio accessibile e per il
modo di trattazione molto agile, sia
per il contenuto stesso, cui non può
rimanere indifferente chiunque si interessi-ai problemi della formazione
dell’uomo.
In realtà, chiunque si accosti per
la prima volta alle tecniche Freinet
con mente scevra da pregiudizi, ne rimane come affascinato: gli orizzonti
si allargano, la scuola — questa no
iiiitiiim.iii lini II II iiiiiiiMiii 111111)1111111111
..................limi.................................................
iiiimiimimii ..........................................................
dei
A TORRE PELUCE
Incontro di lavoro
capi colportori avventisti
Dal 12 al 17 Maggio i capi colportori della Chiesa Avventista del Sud Europa si daranno convegno a Torre Pellice per uno
scambio di opinioni inerenti il loro lavoro.
L’opera di eolportaggio in seno alla Chiesa
Avventista del 7« Giorno, è in eontinua
espansione. Questa chiesa è eonvinta che
molti cuori si apriranno in futuro, come nel
passato, alTinfluenra delTEvangelo, proprio
grazie alla pagina stampata.
Dopo i primi inizi lenti e faticosi (la prima pubblicazione vide la luce nel 1849 cori
una tiratura di 1000 copie), quest'opera si
presenta ora in campo mondiale eon 46 case
editrici e 2120 impiegati. Le pubblieazioni,
stampate in 230 lingue diverse, permettono
ai 6200 colportori di irradiarsi ovunque veiidendo, ad esempio nel solo 1968, per 40 milioni di dollari.
I 300 periodici ed i numerosi libri venduti sono di carattere religioso, eduealivo, igienieo sanitario. Tutte queste opere servono ai
colportori per introdursi nelle famiglie. Il loro scopo principale rimane sempre quello di
portare il mondo alla conoscenza della Parola
di Dio.
I 30 rappresentanti dell'Europa Meridionale che s’incontreranno a Torre Pellice, verranno in rappresentanza dei 400 colportori i
quali lavorano alla diffusione d¡ ciò che viene stampato nelle 13 case editrici. I 400 colportori della « Divisione Sud Europea » (Territorio che comprende anche qualche paese
africano) hanno venduto pubblicazioni in ben
18 lingue diverse per un importo, nel 1968,
i 1.430.000 dollari.
Un convegno, per un’Opera come questa,
non poteva essere convocato in sede più adatta. Queste valli, culla del eolportaggio cristiano, sapranno certamente infondere a questi delegati nuovo entusiasmo e eoraggio dando una nuova dimensione al loro sacro ministerio.
G. De Meo
di
stra vecchia baracca tutta da rifare
— appare veramente come il luogo
dove il bambino può imparare a vivere con fede, a maturare verso una
umanità autentica. E chi abbia la ventura di sfogliare i giomalini delle classi condotte con tali tecniche, ha la riprova concreta di questa possibilità di
rinnovamento total^Il volumetto dell’Eynard intende presentare le tecniche stesse anzittutto nelle loro premesse ideali, partendo dalla ricerca causale e motivazionale che ha portato alla
loro creazione.
In primo piano sta Tafferinazione
antidogmatica, di apertura e di rinnovamento perpetuo, che giustifica l’assunzione del termine modesto di « tecniche » anziché quello di « metodo » :
il Freinet « si è sempre dimostrato contrario ad un’applicazione metodica dèlie tecniche perché esse hanno bisogno,
per vivere, di rinnovarsi e di migliorarsi attraverso un uso sempre adeguato
alle esigenze infantili », in un continuo
processo di autorevisione e autocorrezione. Non ci può essere nulla di definitivo in un campo come quello della
ricerca umana, ed entro una realtà che
è sempre problematica, sempre piena
di nuovi interrogativi cui bisogna rispondere con nuove sperimentazioni.
Anche se il bambino resta sempre il
protagonista del processo educativo, e
se lo scopo della scuola dev’essere sempre quello di insegnargli a guardare
serenamente e criticamente la realtà
per diventarne elemento attivo, la fluttuazione dei dati socio-ambientali è
continua, e una soluzione una volta p«r
tutte non è possibile. Questa situazione di permanente dinamismo richiede
anche «un’azione di continuo adattamento degli strumenti e delle tecniche
alle esigenze educative e psicologiche
sperimentate ». Se c’è un atteggiamento metodologico nel Freinet è perciò
quello che egli stesso chiama col nome di « expérience tàtonnée », esperienza fatta di tentativi che non esprimono un’impotenza o un'incapacità, ma
anzi l’umiltà dello sperimentatore di
fronte all’infinita ricchezza dell’esperienza vitale; atteggiamento che vorremmo tanto veder baluginare nei nostri attuali insegnanti.
Un altro principio di importanza fondamentale è il contesto cooperativo in
cui, soltanto, le tecniche acquistano il
loro vero senso, la loro efficienza e la
loro duttilità; si articola cioè un complesso di attività comunitarie e strettamente interagenti, che fra l’altro costituiscono un valido tirocinio di vita
sociale e democratica, e che si condizionano a vicenda sollecitando via via
esigenze e quindi soluzioni nuove. « La
coscienza dello svolgimento di un impegno sociale è all’origine dell’organizzazione scolastica e ne è altresì la motivazione che rende unitario il processo educativo, quasi che l’assolvimento
di un compito rechi con sé il passaggio
al compito successivo e via di seguito »,
in una successione comandata non
dall’esterno ma da un’intima necessità
vitale.
Questo diventa particolarmente evidente quando ci si addentri nella ricerca motivazionale, la ricerca cioè dei
« motivi umani ed ambientali su cui
l’educazione deve puntare per rispondere alla sua finalità ». È qui che emerge anche lo stretto legame delle tecni
A ROMA. IL 27 APRILE
Testimonianza cristiana
in tempo
(li secolarizzazione
Sorelle evangeliche in ricerca
in un incontro regionale
e interdenominazionale
che Freinet con le più recenti conquiste della psicologia e della psicopedagogia. Le tecniche sono strumenti ideati per soddisfare i bisogni psicologici
ed espressivi del ragazzo onde facilitarne lo sviluppo ; e poiché la conoscenza di questi bisogni implica anche
conoscenza delle condizioni di fatto,
ambientali, storiche, sociali, non basta
osservare i suoi comportamenti-estrinseci per decifrarli: occorre passare ad
una analisi motivazionale che si ponga continuamente degli interrogativi,
che cerchi di rimuovere ogni ostacolo
frapponentesi tra il ragazzo e la sua
libera espressione di se stesso. Questa
libera espressione di sé, però, per essere
valida e significativa deve avvenire in
un contesto sociale : cosli nasce l’esigenza di una tecnica di comunicazione (stampa, giornalino, corrispondenza), e di qui tutti i vari aspetti delle
tecniche Freinet, che il nostro Autore
analizza nella seconda parte del libro,
opportunamente presentando ciascuna
di esse dapprima nei suoi principi informatori e poi (particolare utilissimo
per chi voglia passare alla sperimentazione concreta) negli aspetti pratici.
Anche da queste poche righe, forse,
si potrà intuire come il pensiero del
Freinet, pur partendo dalla scoperta
fondamentale dei cosiddetti metodi attivi, la « centralità del ragazzo », se ne
differenzi profondamente, rifiutando
di sacrificare la personalità vivente
del bambino alla tirannia del materiale didattico, o di quegli stessi principi
che, inizialmente destinati a promuoverne lo sviluppo, hanno finito, molto
spesso, per opprimerlo e ostacolarlo.
Rita Gay
Il fatto di chiudere i nostri incontri con
la cordiale stretta di mano fraterna e col sorriso che cancella le animosità sorte durante
la discussione a gruppi, la capacità di controllo delle proprie parole nell’ascolto delle
parole dell’altro, la sincerità con cui riusciamo a parlare, sono senz'altro dei fatti positivi
da registrare dopo i nostri incontri, fatti che
dobbiamo alla pedagogia nella quale siamo
stati avviati dalla nostra Chiesa.
Non è facile tirare le fila dei concetti cspressi da una settantina di donne hattiste,
metodiste, valdesi venute dalla Toscana, dall’Abruzzo e dalla Sardegna per unirsi a quelle
del Lazio nei locali della chiesa battista di
Via Teatro Valle, dove abbiamo ricevuto una
accoglienza veramente ricca e cordialissima
di cui siamo molto grate, come pure della
bella esperienza di una Santa Cena fatta ai
tavolini dell’àgape.
Al culto presieduto dal pastore Manfredi
Ronchi, ha seguito la presentazione degli
studi di Bruno Rostagno sulla testimonianza
cristiana in tempo di secolarizzazione e di
Elena Girolami sulla testimonianza nel la
voro.
E’ stato interessante il confluire di tante c
diverse posizioni: da quelle delle più giovani, aperte alle correnti di impegno sociale,
a quelle basate sulla testimonianza di una
pietà personale, dalle esperienze di una lun
ga attività di leader delle UCDG, a quell ■
crude di chi milita neU’Esercito della Sai
vezza, da posizioni ottimiste a jiosizioiii più
ansiose, riflettenti il travaglio attuale, e e
quelle, non meno notevoli, dettate dalla sem
plicità di una fede che conosce, in ultim.i
analisi, solo il Signore Gesù,
A che punto è la nostra testimonianza'
Deve essere data attraverso un impegn
politico o no? Attraverso una predlcazion
tradizionale oppure attraverso forme di im
pegno sociale? Deve esprimersi in forme cs
ritative o proclamare il diritto al benessere;
Ha scoperto il valore del lavoro comunit;
rio?
La secolarizzazione preme sui modi tradì
zional! che usiamo per testimoniare: e se d:.
un lato dissacralizza vecchie forme di vita
relativizza delle verità che erano date per asolute, dall’altro presenta il pericolo di sacra
lizzare altri suoi miti. L’Evangelo rimane p.
il credente il punto di riferimento ed espr
me il suo giudizio e la sua regola su ieri ■
su Oggi
Anche lo studio sul lavoro ci ha richiamato a problemi attuali : alcune sono state sensibilissime per esempio a quello dello « sfruttamento ». Forse fra le necessariamente tristi
considerazioni sulla penosa, realistica situa
zione del nostro mondo, non abbiamo saput
sempre alzare lo sguardo alla promessa dell.
liberazione dall’affanno, alla redenzione
tutta la vita, che ci è data col dono del « baio», del settimo giorno, dal punto di v
sta del quale soltanto jiossiamo guardare -’-s'i
altri sci giorni, alla società, perché riile t e
la gioia dell’amore di Dio, sull operare de.' i
nostra vita.
Ci siamo lanciate così i nostri interroga .
vi, ed è stato bello lanciarceli, nella coscie ■
za di non potere, per ora, che interrogarl i,
perché viviamo in un tempo di ricerca, ' »
tempo in cui il messaggio sempre nuovo d; *
l’Evangclo deve essere ripensalo dalla fe; :■
della nostra generazione.
Da molte parti è venuta a questi studi ! ;
critica di essere troppo densi, di avere mc.s
« troppa carne al fuoco » come si dice, c -l
rischio di non poterli affrontare bene mi
breve tempo di una giornata, soprattutlo ‘
quello sfondo di fede che ha bisogno di hii
ga meditazione. Berta Subiliu
Roberto Eynard: C. Freinet e le tecniche
cooperativistiche. Armando Armando Editore, Roma, 1968, pp. 166, L. 1.200.
Al LETTORI
Per una spiacevole svista, di cui ci scusiamo, nel n.° scorso non è stata pubblicala
l’indicazione della fonte da cui è stato trailo
l’articolo di Gilberto Cella: Medio Orienti ',
la crisi è in noi. Si trattava di una nota puìiblicata sul n. 2/1969 de « H Mulino ».
Vallecrosia
Convegno distrettuale a
Riflessione bibiico-pedagogica
di un gruppo di monitori iiguri - piemontesi
La Casa valdese di Vallecrcsia ha aceolto
oltre una ventina di partecipanti al convegno
per monitori e predicatori laici indetto dalla
'Commissione del II Distretto per il 30 aprile e il 1 maggio. Veramente, di predicatori
laici ce n'era uno solo... e la carenza già notata al convegno parallelo del novembre scorso si è ancora aggravata. Il problema, affrontato in alcune precedenti Conferenze del
Distretto, andrà ripreso alla prossima ediz'one : mentre, di fatto, i predicatori già
« affermati » sembrano avere tiepido entusiasmo per questa attività coordinata di preparazione, andranno stimolate nuove vocazioni
e scoperti nuovi doni fra gli clementi più
giovani, anche in seguito al verificarsi di culli presieduti e di predicazioni tenute da giovani. Attenta e impegnata, invece, la partecipazione del gruppo dei monitori/'raonitrici,
provenienti da Vallecrosia, Genova, Torino
e — un plauso — S. Germano Chisone.
Il past. Thomas Soggin, segretario del Comitato naz. delle Scuole Domenicali, dopo
avere presentato il materiale oggi a disposizione e in preparazione per domani — un
materiale che si sta via via arricchendo assai —, ha offerto alla riflessione e discussio
ne le linee delle ultime lezioni del programma di quest’anno, che vertono sul processo,
la morte e la risurrezione di Ge.sù.
Il prof. Roberto Eynard, anch'egli membro
del Comitato, ha dato verainente molto della
sua scienza e della sua esperienza pedagogica
agli intervenuti, suscitando anch’egli una serie di discussioni che hanno attestato la vivacità dell’interesse; egli ha parlato soprattutto dei problemi deU’apprcndimento, nelle
varie fasi dello sviluppo del bambino, dando
il senso delTampiezza dell indagine attuale in
proposito c riconoscendone sobriamente il carattere provvisorio, in ricerca c divenire.
NcH’ultima parte del convegno, poi, il past.
Paolo Ricca ha vividamente presentato il testo: Giov. 14: 18-19, dando un ottimo esempio di approccio a un testo biblico, in vista
della predicazione. ,
Belle ore trascorse in fraterna compagnia
e ricerca, in un lavoro fruttuoso; per cui
si ringraziano di cuore gli oratori, e gli ospilànti della Casa valdese, e si incoraggia la
Commissione distrettuale a fare di questi
convegni una buona e consolidata abitudine,
sperando in una partecipazione che potrebbe
essere assai più larga.
5
2 maggio 1969 — N. 18
pag. 5
PF.ROSfl, [Jl\l PUBBLICO iPROCESSO^
NELL’ALTA VAL GERMANASCA
Assolto l'obiotloro di coscionza La prima festa di canto
Tavola rolomla alla cappella, sotto gli auspici del circolo culturale: ne l emiciclo riservalo agli anziani, siedono invece i memd'un tribunale, presieduto dalTavv. Ettore Serafino, avv. Bruno, pubblico ministero dr. F androtti. imputato; alla difesa il
noto difensore degli obiettori, avv. Bruno Segre e il pastore Giorgio Tourn. La giuria è
costituita dal pubblico con diritto dj voto.
Termini giuridici, articoli del codice creano un clima insolito dì tribunale: nel corso
del d.battito i concetti di guerra giusta e
ingiusta, cari alla linea cattolica, sulla falsariga del pensiero aristotelico e agostiniano
in particolare, riaffiorano con frequenza. Non
dimeniicbiamo che Aristotele ha coniato per
primo il termine d^ « guerra giusta » in riferimento alla guerra che aveva per scopo
di rendere schiavi coloro che per natura erano destinati alla schiavitù e che rifiutavano
il posto loro assegnato nella gerarchia sociale... Si è d'accordo che la tesi delTimputato
di « guerra giusta » non sia accettabile e che
ogni guerra è figlia del peccato delFuomo.
Non si approfondisce il problema della
violenza. ]n riferimento ai casi d'una guerriglia intesa a liquidare un regime oppressivo, rinv ando ad altra occasione questo tema
specificn.
Pubblico ministero e difesa sono concordi
nel ril> ‘. are il valore morale delTobìezione
contro ogni violenza e ricordano con particolare ittolinealura Tesempio dei « testimoni di t ' ova )) che scontano vari anni di galera pio' il rifiuto di indossare la divisa in
ubbidii 0/:; alla loro coscienza di credenti,
per cu« o auspica una legislazione quale è
ormai j aticata nella maggior parte degli
stati (Il i mondo, che consenta Talternativa :
serviziir - vile o militare, con modalità che
non pc ; ..citano una facile e comoda obiezione. E' .ito giustamente rilevato come la potenza (1 'a linea pacifista abbia recato benefici eiJ' i, come nel caso del granhismo in
India. l\*rtroppo in Italia, secondo le ultime
<Iichoirj on; del sottosegretario alla difesa
Ferrnn L’Ii obiettori sono una minoranza
infima M'icio irrilevante: ma, come ha rilevato < lilemente Pavv. B. Segre, non è il
fafton «oaniiiaiivo che conta ma quello
qiialìfni t: egli ha ricordato in proposito
rincón: ilelle delegazioni protestante ed
•brairii '>[ rlopogucrra, con l’onorevole De
Gasppr: il quale, per determinate richieste
«lilla !' :a Si richiamava anche luì al numero f sn al valore intrinseco della coscienza del .igolo. Purtroppo il singolo che si
presente con Tautorità della sua coscienza è
normabrente indifeso: dà fastidio ai gruppi di p -^re che avvertono in lui una protesta più olenta di ogni movimento violento;
anche ’ islo indifeso, là davanti a Filato ha
■dato fa lìdio al potere romano, a quello di
Erode. ..ila folla.^Perciò quelle voci si soffocano. si mettono a tacere.
Giuslamenle il d fensore Giorgio Tourn,
ricii.amandosi al valore della testimonianza
del Cri-^tiano, precisava: il credente testimonia di ualcuno e obietta a qualcuno o qualcosa; euii lest'monia del Cristo che è e deve
essere ' indicazione, la linea, l’orientamento
della vita e dei suoi comportamenti. Difatti il risto oltre al messaggio d’amore verso i m .;i:i ha pagato sulla croce lo scotto di
ogni V' .. nza. ha prosciugato con la sua morte rini.icnsa cloaca di violenza del cuore
umano, impegnandoci a seguirne Tesempio.
Su qui il linea si sono comportati i credenti dei imi secoli e gli «eretici » nel corso
della ila del Cr'stianesimo. Il cristiano
obietta jiiimli a tutte le forme oppressive
sovveriii.ic; dell'amore.
L oi);'-/:one non può essere perciò limitata
ad uni' protesta in campo strettamente militare, I è altrettanto importante anche nel
settori ionomico, nel cui contesto le guerre
hanno loro iniz’o.
AI il mine del processo seguito da dibattito, ¡1 p.ubblico ha dato il suo voto: la maggiorana s'è orientata per Tassoluz’one e perciò pei un riconoscimento del valore morale
delTob f/ione di coscienza, con conseguente
ricono.nimento giuridico.
G. B.
NOVITÀ
ROBERTO NISBET
lAa il Vangelo
non dice cosi
XV r eili/. one
rivi'diilii c aggiornata
pp. ir,0. L. 600
Diffuso, in Italia e all’estero, a dieoiiie (li migliaia di copie.
EDITRICE CLAUDIANA
Via Principe Tommaso, 1
10125 TORINO
POMARETTO
Missione del libro: le stessa pattuglie del
colportaggio dello scorso anno sono ripartite
anche quest’anno per la missione del Tbro
che ha trovato udienza in modo più profondo nella scelta : difatti Tinteresse s’è portata
sui temi discussi, avviati in vari niodi in
questi anni : problemi razziali, educativi
(« Ragazzo negro » ha raggiunto le 35 copie
e la cifra globale della vendita è di Lire
200.000). Lentamente ma con buoni progressi la comunità si sensibilizza al libro e speriamo di avviare un discorso sempre più impegnativo sul valore di certe letture, a mezzo dei giovani impegnati. Ringraziamo frattanto l’équipe che ha lavorato con gioia per
questo servizio.
Giornata della Facoltà : in accordo con le
comunità di Chiotti e dì Villar Perosa l’inviato della Facoltà, Paolo Ribet, ha dato
messaggi e informazioni presentando un qua
dro interessante della vita di Via Pietro Cessa : prospettive d’una comunità che raccolga
tutto il personale, professori e studenti con
assemblee ed altre espressioni di vita comunitaria; studio del problema della predicazione che non sj collega soltanto al Pastorato
ma alla vita delle comunità nella varia distribuzione dei doni che il Signore elargisce,
ecc. Paolo Ribet ha presieduto il culto a Pomaretto, ha parlato ai catecumeni, agli studenti della Scuola Latina, agli studenti della
RIV, ha presieduto una riunione alle Chenevière e dato notizie alla festa di canto della Val Germanasca. Lo ringraziamo molto
per la sua visita e per il contatto che ha stabilito con le nostre chiese.
di quest'anno
Visita dei fratelli salut sti: per TU maggio avremo la visita d'un gruppo di salutisti guidati dal cap. Longo; al mattino culto
al tempio e nel pomeriggio riunione all’Inverso Pinasca, alla Ruina, tempo permettendo, diversamente la riunione si terrà alla cappella; probabilmente un complesso musicale
accompagnerà i nostri amici^ sia per il culto
che per il pomeriggio.
Domenica pomeriggio 20 aprile, nonostante il tempo ancor freddo ed imbronciato, si
è svolta la festa di canto dell’Alta Val Germanasca, con la partecipazione deUe Corali
di Frali, Ferrerò e Villasecca e delle Scuole
domenicali di Frali, Massello, Ferrerò e Villasecca nell’accogliente tempio di Chiotti.
Alle ore 15 il pastore C. Tourn legge alcuni
passi della Bibbia e rivolge a nome di tutta
la sua comunità una parola di caldo benvenuto ai presenti e quindi la sig.ra L. Rivoira porta l’affettuoso saluto della Commissione del Canto sacro.
Ed ha subito inizio lo svolgimento del programma; sono le Corali e le Scuole domenicali che cantano lutti gli inni d'insieme, indicati dalla Commissione, sotto la direzione
della sig.ra Rivoira, alternati dai canti preparati dalle singole Corali e Scuole domenicali. Le Corali eseguono i seguenti inni:
Frali, inno 370 dell’Innario, diretto dalla si
<utiiiui|iiillllimimiiltlllli-oi
.................IN.....NINI......
imiiNimiiiiiiiiiimuiiiiiimiiniiiiaiimiiiiiiiiimiiiiii
Un proficuo pomeriggio
degli amici delle Valli Valdesi
CONTINUA L’OFFERTA SPECIALE del vero OLIO D’OLIVA di ONEOLIA a famiglie evangeliche con sconto di L. 50 a litro.
Le spedizioni sono fatte direttamente ai consumatori dai luoghi di produzione (trasporto e recipienti compresi
nel prezzo).
Solo il GENUINO OLIO D’OLIVA
da un condimento nella forma più sana, naturale e più adatta al corpo umano, essendo un alimento eccellente che
si raccomanda ad ognuno che si interessi della propria salute.
Per informazioni con listino completo scrivere a : PAOLO SCEVOLA - Casella Postale 426 - 18100 IMPERIA
ONEGLIA.
Domenica 20 aprile nel tempio di
S. Secondo ha avuto luogo una riunione degli amici degli istituti valdesi
d’istruzione secondaria, in particolare
del Collegio di Torre Pellice e della
Scuola Latina di Pomaretto. Erano
presenti oltre un centinaio di persone ;
parecchi, assenti per forza maggiore,
hanno dato la loro adesione a questa
manifestazione.
Presentata la situazione dei nostri
istituti dal professor Armand-Hugon,
si è aperto, sotto la presidenza del pastore Oenre, un dibattito di cui cercherò di dare una relazione rapida e
concisa, per non prendere troppo spazio al giornale. Sul numero scorso è
stato pubblicato un ordine del giorno, votato all’unanimità da codesta
assemblea.
Innanzi tutto è stato rilevato: 1) la
scorrettezza dell’ anticipata pubblicazione della relazione di quella commission.3 che deve riferire al prossimo Sinodo; 2) l’elezione da parte del Sinodo scorso di detta commissione, formata tutta di persone del medesimo
indirizzo di idee, elezione ottenuta adoperando metodi di astuzia o malizia,
che, se sono ammessi nel mondo, non
sono tollerabili nella chiesa; 3) la
grande pubblicità data a questa rela^
zione, di fronte alla nessuna pubblicità data alla precedente relazione del
prof. Peyronel sullo stesso argomento.
L’assemblea di S. Secondo ha riaffermato il valore del Collegio di Torre
Pellice, non solo come istituto di preparazione universitaria, ma coirie centro sociale insostituibile d’istruzione e
di cultura nella vallata, insieme con la
Biblioteca, il Museo e altre attività
inerenti.
L’assemblea non ha nemmeno preso
in considerazione, perché non corrispondente a verità, la definizione data
del Collegio di essere una scuola classista : infatti se vi è in Italia una scuola che non è classista è proprio il Collegio di Torre Pellice, creato appositamente per i montanari, i piccoli artigiani e per tutta una popolazione di
umilissimi lavoratori, frequentato in
ogni tempo, nella stragrande maggioranza, da gente di modesta condizione sociale.
Riguardo alla parte finanziaria, qualora venisse data da parte della Tavola formale assicurazione che il Collegio continuerà la sua opera, i presenti
si sono impegnati, nella misura delle
loro forze, a versare quote annuali atte a sostenere validamente l’istituto;
una somma considerevole è già accantonata a questo scopo presso la presidenza degli amici del Collegio. Senza
contare che la questione finanziaria
non è la più importante nella vita delle nostre opere: vari esempi dimostrano che, se si vuole, il denaro si trova
(vedi opere di Riesi, di Palermo, ricostruzione stabile di Torino, ecc.).
E’ stato anche sottolineato a più riprese che il Collegio di Torre Pellice
non limita la sua funzione nella valle,
ma che esso è effettivamente il Collegio del protestantesimo italiano, o
potrebbe ridiventarlo, se fosse validamente appoggiato (e non sabotato!)
dalle nostre autorità ecclesiastiche, e
coadiuvato da un Convitto pienamente
efficiente.
Uno dei presenti ha preso la parola
a nome di un gruppo di genitori, assicurando l’iscrizione dei figli al Collegio fino alla III Liceo.
E’ stato notato altresì che nella relazione della commissione sinodale vi sono frasi che rivelano sfiducia non solo verso gli istituti d’istruzione nelle
valli, ma anche verso gli ospedali e gli
istituti di beneficenza, e questo fatto
ha seriamente allarmato e rattristato
i presenti: è forse realmente in atto
un graduale programma di disarmo
delle 'Valli? A questo proposito corre
voce che si voglia anche sopprimere il
giornale Eco-Luce : se questo corrispondesse a verità, l’assemblea esprime qui una vibrata protesta.
Proseguendo nel dibattito, è stato
più volte ribadito il concetto che il
Convitto di Torre Pellice dovrebbe essere diretto da una coppia di coniugi,
ritenendo indispensabile la presenza
di una donna per la buona conduzione di un simile istituto, ed è stato perfino fatto il nome della coppia che,
forse, sarebbe veramente adatta ad
occupare questo posto.
Tutta l’assemblea ha energicamente
riaffermato il concetto della validità
di una educazione protestante, della
necessità di un ambiente e di un modus vivendi protestante per la formazione dei nostri figli, i quali, se devono testimoniare della loro, fede fuori
del nostro ambiente, devono prima essere nutriti ed irrobustiti con questa
fede: di che cosa estimonieranno se
non abbiamo dato : oro niente? Il culto
al Collegio e in a’ t ri istituti valdesi
non è un atto d’a toritarismo, ma è
un atto d’amore da parte dei professori verso gli studer'l: non può essere
gabellato per un’ini posizione, quando
invece è un puro semplice e libero atto
d’amore e di servizio. Non si parli di
confessionalismo, là dove esso non
esiste, perché la scuola confessionale
è tutt’altra cosa!
Intanto si fa notare che molte famiglie cattoliche da Luserna S. Giovanni. da Bricherasio e da altrove mandano i loro figli di preferenza negli
istituti valdesi, senza badare a lontananza e disagio, piuttosto che usufruire di scuole statali più vicine, perché
nei nostri istituti vi è maggiore serietà, migliore preparazione, maggior cu
ra nel seguire lo studente (cosi si esprimono questi genitori): non vi è neppure l’ombra del timore di una scuola
« confessionale » protestante in queste
famiglie cattoliche; anzi esse si dichiarano pronte anche a pagare una
retta adeguata «purché la scuola valdese non si chiuda ».
Infine un insegnante ha fatto notare che, se sarebbe grave errore chiudere una qualsiasi scuola proprio in
tempo di riforma scolastica, ancora
più grave sarebbe abolire la scuola
media e le due classi ginnasiali, che
la riforma prevede di trasformare in
un biennio unico: in tal modo i già
numerosi alunni delle medie verrebbero facilmente ad essere raddoppiati,
con l’istituzione del biennio unico. Oppure vogliamo spedire una quantità
di nostri ragazzi e ragazzine dalle alte
e basse vallate a Pinerolo tutti i giorni, allo sbaraglio, nei continui viaggi,
in mezzo a compagnie disadatte, prima di averne in qualche modo formato la personalità? non per tenerli « nella cotonina » — come è stato detto ingiustamente da taluni —, ma per un
senso di responsabilità ben precisa e
d’amore non finto che sentiamo verso
i nostri giovani.
Alla fine della seduta è stato nominato un Comitato incaricato di studiare ancora più a fondo questo argomenti e di formulare altre proposte
concrete, prima del nuovo incontro
degli amici delle valli, che avverrà nel
mese di maggio.
E. R.
iiiiiHiiiiiiMKiiiniiinmmiiiii
Miiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiMiimiii
.iiinimmiiimiiiiiii
iiNiMiiiiiiiiimminmiiiii
/]fi Anqroqna. il 25 ApriÌR
17 Fcbliraio "cuncordatirio"?
¡1 Conueqno di primavera dell’Ad.C.E. discute il problema della «Festa valdese» nelle scuole di Stato
Secondo quanto programmato un gruppo
di insegnanti delle Valli si è riunito ad Angrogna, neUa sala delle attività, gentilmente
messa a disposizione dal Fastore Taecia.
Il tema del convegno era la linguistica
moderna ed il relatore il Frofessor Roberto
Eynard. che da un paio di anni sta approfondendo lo studio della materia. Concisamente egli ha esposto le linee più salienti
lungo le quali si sono mossi i linguisti moderni e quelli contemporanei. De Saussure.
Jakobson, Bloomfield e le scuole alla cui nascita essi presiedettero, le tappe successive
dello strutturalismo e le sue grandi possibilità di applicazione nel campo della didattica delle lingue, ecco gli argomenti trattati
in una mattinata trascorsa velocemente, solo
interrotta, brevemente, dal buon caffè della
Signora Taccia!
in chiusura una collega di Frali ha messo a! corrente i presenti della situazione
creatasi nel suo circolo in occasione del 17
febbraio c delle conseguenti riflessioni da
lei e da alcuni altri maestri fatte e concretate in una lettera alla Commissione Distrettuale.
Fochi sanno che anno per anno il Frcsidenle della Commissione deve recarsi, in base ad una deliberaz’one della Conferenza Dislrettuale, dal Frovveditorc agli Studi onde
« impetrare » la vacanza del 11. Quest anno
il Frovveditorc non ha potuto venire incontro alla solita richiesta per due motivi: perchè si era già stabilito di non festeggiare il
(( santo patrono » (al quale il 17 era sempre
stato equiparato), inoltre si era già dee so
di concedere i due giorni ancora a di.sposizione in occasione della Fasqua.
In tutti gli altri circoli si è ovviato con
qualche scappatoia « all’italiana », nel circolo di Ferosa invece la rigida interpretazione della circolare del Frovveditorc da parte
del Direttore ha fatto prendere coscienza agli
insegnanti dì come poco dignitosa e niente
affatto laica fosse la situazione « quo antea ».
I membri dell'A.I.C.E., constatata l’importanza di questo problema, hanno voluto riprenderlo in esame dopo la colazione, consumata alla Foresteria di Torre. Dopo un animalo dibattito hanno concordato all’unanimità l’o.d.g. allegato, nel quale hanno voluto si rispecchiasse la loro posizione contraria
a trallalivc di tipo « concordatario » con le
autorità scolastiche ed il loro desiderio che
le comunità si esprimano, dopo averne discusso, sull’atteggiamento da assumere in futuro.
G. R.
O. d. G. — Nel clima di deniinc'a del Concordato, i partecipanti al Convegno A.l.C.E.
riuniti in Angrogna il 25 aprile 1969, preso
atto della situazione di particolare disagio
delineatasi quest’anno circa la concessione
del giorno di vacanza per il giorno 17 febbraio da parte delle autorità scolastiche, chiedono che si apra in seno alle Comunità una
discussione sulla incoerenza ed inutilità di
continuare a domandare, in quanto Chiesa
Valdese, la concessione di tale giorno di va
VACANZE AL MARE
Pensioni familiari e
alberghi confortevoli
Bassa stagione da L. 1.700
Alta stagione da L. 2.000
Informazioni; Sig. Revel Egidio
presso Hôtel Elite
47045 Miramare di Rimini
gnora Davite; Ferrerò 158 della raccolta
francese; Chiatti 128 della raccolta francese,
diretta dalla s;g.ra Tourn e così pure le Scuole domenicali : Frali 371, Ferrerò 357 e
Chiotti 305 dell’Innario.
In un breve intervallo lo studente Faolo
Ribet dà alcune notizie sull’attività della nostra facoltà di teologia (è la domenica della
facoltà).
Alla fine, il presidente della Commissione
del Canto sacro pastore E, Aime, giunto
quando già era incominciata la manifestazione, ha rivolto a tutti un messaggio esortando ad una testimonianza gioiosa della fede in ogni momento della vita. Ci rallegriamo vivamente per questa nostra festa di canto, per quanto è stato fatto finora e si farà
ancora e ringraziamo i responsabili e tutti
coloro che con essi si sentono impegnati in
questa attività.
Alla comunità di ViUasecca un fraterno
ringraziamento per la sua generosa ospitalità.
PERRERO-MANIGLIA
La nostra giovane sorella Mitzi Menusan,
del Forengo, ha fatto la sua confermazione
la domenica delle Falme. Il Signore Taiuti
ad essergli fedele.
Domenica 13 aprile ha avuto luogo il funerale del nostro fratello Giulio Alessandro
Micol, deceduto al Forengo all’età di 76 anni. Rinnoviamo Tespressione delle nostre
sentite condoglianze ai familiari in lutto.
Il bazar di beneficenza, organizzato dalle
Unioni femminili, si terrà domenica 4 maggio a Ferrerò alle 14,30. Rivolgiamo un vivissimo invito a tutta la comunità a collaborare per la riuscita di questa attività.
ConsigliG di CoHeoamento
dei pupi feimniiiii
evangeiici
Elenco delle collette raccolte durante la
Giornata di Freghiera delle Donne ed inviatemi fino al 15 aprile:
Genova Sestri L. 17.100; Campohasso
3.200; Luserna S. Giovanni 50.000; Salerno
4.500; S. Germano Chisone 20.000; Bari
40.000; Cerignola 7.000; Torino 42.500; Frarostino 4.700; Villasecca 32.000; Fadova
13.000; La Spezia 6.875; Savona 5.000; Roma 40.250; Piacenza 6.000; Napoli 25.000;
Milano 51.150; Bergamo 35.000; Verona
5.000; Pisa - Livorno 24.500.
Totale L. 432.775.
Sollecito le Unioni che ancora non lo hanno fatto a inviarmi al più presto le collette
onde poter spedire la somma totale al CEC
(divisione per l’aiuto reciproco delle Chiese)
che provvederà a farla perven.re alla Rolland Mission in Algeria.
La cassiera : Gabriella Titta Dreher
via Monte delle Gioie 22
00199 Roma
c.c.p. 1/51921
AVVISI ECONOMICI
CEDESI Pensione avviatissima Riviera Levante. Scrivere Patente 81706 - Fermo
Posta - Santa Margherita Ligure.
CHI VUOL FARE UN VITALIZIO, scriva
a Erdi presso Tipografia Subalpina - 10066
Torre Pellice. Si assicura la massima riservatezza.
VENDESI Miradolo dietro Villa Colombini
due appezzamenti terreno edificabili mq.
1200 caduno. Rivolgersi geometra Roberto
Buffa - Pinerolo - tei. 71581 - oppure proprietario Paschelto Renato - Cardonatti
Prarostino.
È mancata al nostro affetto
Paolina Bleynat
Ycd. Duchène
Addolorati, ma fidenti nelle promesse del Signore, lo partecipano : la figlia
Alma col marito Giovanni Bertalot e
figlia Graziella, il fratello Alberto, fi.
gliocci, nipoti, cugini e parenti tutti.
S. Germano Chisone, 17 aprile 1969.
I familiari ringraziano sentitamente
tutti coloro che furono di aiuto e conforto nella dolorosa circostanza.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Sappé-Rostan sentitamente ringraziano tutti coloro che con
fiori scritti e presenza hanno preso
parte al loro grande dolore, nella dipartenza della loro cara moglie e
mamma
Luigia Long ve<d, Sappè
Un ringraziamento particolare al
medico doti. Bertolino-, ai Sigg. Pastori Deodato, Jalla e Bertinat per le
parole di conforto.
6
pag. 6
N. 18 — 2 maggio 196&
JSotiziario
ecumen ico
a cura di Roberto Peyrot
NECESSITA'
DI PIU' STRETTI RAPPORTI
FRA LUTERANI E RIFORMATI
Leuenberg, Basilea (soepi). - Necessità di
un’accresciuta collaborazione fra la Federazione Luterana Mondiale (FLM) e FAlIeanza
Riformata Mondiale (ARM): questa è la decisione concreta cui sono giunti i 30 teologi
e dirigenti di chiesa di 13 paesi europei.
Organizzata di comune accordo dalla FLM,
e dal segretario Fede e Costituzione del CEC,
la Conferenza ha chiesto alla presidenza di
inviare una lettera alle due Federazioni confessionali insistendo sulla necessità di una più
stretta collaborazione e pregandole di accordare una particolare attenzione ai rapporti lutero-riformati in vista delle prossime assemblee generali.
La nuova serie di contatti prende come punto di partenza i risultati dell’incontro di
Schauenburg ed è caratterizzata dal fatto che
si tratta ora di rapporti ufficiali riguardanti
numerose Chiese luterane e riformate dell’Europa dell’Est e dell’Ovest, come pure delle
Chiese unite della Germania.
Questi nuovi contatti hanno lo scopo di determinare in che misura la separazione fra
Chiese di confessione luterana e riformata si
giustifichi oggi. Ecco perché il tema della riunione era il seguente : « Separazione fra Chiese e comunione ecclesiale ». La questione è
stata affrontata con quattro esposti ; a Separazione fra Chiese e comunione ecclesiale nel
N. T. ».; « La genesi della separazione fra
Chiese protestanti nel XVI secolo »; « L’approfondirsi della separazione fra Chiese protestanti nel XIX secolo »; « Attaccamento alla Chiesa e società ecclesiastica ».
Un comunicato pubblicato al termine della
Conferenza dice fra l’altro : « Le discussioni
che hanno seguito gli esposti hanno innanzi
tutto portato al problema di sapere cos’è la
comunione ecclesiale nella sua essenza, dove si
trovano i limiti di questa comunione, di qual
genere sono gli ostacoli che impediscono di
ritrovare questa comunione e come possono
essere superati. Non si trattava soltanto di problemi di dottrina o di confessione di fede, ma
anche di fattori di separazione detti “secondari” che sono di origine sociologica e politica,..
Questi contatti hanno lasciato chiaramente intendere che le esposizioni che opponevano le
due Chiese hanno perso parecchio della loro
rigidità e che e possibile andare verso una comunione pili stretta ».
Notiziario
Evangelico
Italiano
FESTA DI CANTO
DI BIMBI A TORINO
Il grande tempio di Corso Vittorio si è
riempito, nel pomeriggio di domenica 20 aprile, di ragazzi evangelici circondati da molti membri di comunità evangeliche, per la
quarta edizione della « festa di canto » delle
scuole domenicali di Torino e dintorni: battisti, « fratelli », pentecostali, valdesi. Malgrado la falcidie dell’esodo domenicale, erano presente centocinquanta bambini, di nove
diverse scuola domenicali, i quali hanno cantato, iiLsieme o a gruppi, inni scelti dal nostro « Innario Cristiano », come pure dagli
« Inni Cantici Cristiani » e dagli « Inni e
Salmi Spirituali » usati dalle altre comunità
evangeliche.
Ogni scuola domenicale ha presentato, poi,
da sola un suo inno, facendoci ascoltare una
bella varietà di interpretazioni e di accompagnamenti, anche con strumenti moderni,
dando un tono assai festoso all’incontro!
La gara di domande bibliche a premio, a
metà festa, era imperniata sulle lezioni del
programma di quest’anno e le domande erano
formulate in modo da richiedere al bambino
una riflessione personale.
Nel presentarsi, alcune domenicali hanno
fatto « appello » ad accettare la Buona Novella e a seguire il Signore nella nostra vita;
in chiusura tutta l’assemblea ha intonato:
« Il Regno tuo. Signor, nel mondo venga! »
E" sempre con stupore e con gioia che assistiamo a questo riunirsi dei nostri bambini
nel nome del Signore, da ogni parte di questa nostra città, a questo cantare e festeggiare insieme con i nostri inni, realizzando con
semplicità e familiarità la comunione con le
altre comunità cvangel’che a noi vicino.
Sauro Gottardi
IL TRADIZIONALE CONVEGNO
DI PIVERONE
Ogni anno, il 1 maggio, si tiene a Piveronc. sulle rive del lago di ViVerone, nel cuore dell'aineno Canavcse, un convegno evangelico a cura degli « amici di Casa Cares »,
l'istituto evangelico fiorentmo per ragazzi curalo da numerose comunità dei Fratelli. Si
tratta tuttavia di un convegno largamente
a|>erto, cui partecipano molti evangelici di
comunità piemontesi e anche di aRfe reg oni.
Presieduto dal prof. Domenico Maselli, esso
verteva quest'anno sull'evangelizzazione : è
ancora valida? che cosa s'intende per evangelizzazione? Sono pure stati affrontati i problemi di Casa Cares. Il convegno si è tenuto
come di consueto, presso la cascina dei fratelli Baratto: Piverone è a pochi chilometri
da Santbià, sulla Torino-Milano.
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
SERVIZIO CRISTIANO DI PALERMO
II senso del nostro lavoro
in nna situazione maiiosa
{segue da pag. 1)
SO » o i « non ricordo », se addirittura
non hanno detto per bocca dei loro
più qualificati rappresentanti che la
mafia in realtà non esiste, o è letteratura giornalistica o romanzesca.
Che ci sia una connessione fra la
mafia e la politica è una tesi che da
tempo è stata sostenuta autorevolmente e con abbondante documentazione
dal nostro amico on. Michele Pantaleone nel suo libro « Mafia e politica »
e negli altri successivi. Ma i boss scorrazzano e dominano anche nei pubblici uffici e nella pubblica amministrazione.
Il progetto del Centro Diaconale della Noce non ha ancora potuto passare
alla fase di attuazione, perché non abbiamo ottenuto la licenza di costruzione. Ufficialmente sappiamo che allo
scadere del termine del 31 agosto 1968
non rispondeva alle norme dèi regolamento urbanistico. Purtroppo, dopo
quella data, norme restrittive sono entrate in vigore e in attesa che siano
rese operanti, il nostro progetto è fermo. Questo non significa che noi siartio rimasti con le braccia incrociate.
Siamo andati in molti uffici e abbiamo
interpellato molte persone.
— « E’ ancora possibile — mi confida
un professionista addentro alle segrete cose — ottenere l’approvazione del
progetto con qualche modifica».
— « Ma — io dico — i termini sono
scaduti ».
— « Non importa — replica il mio interlocutore —. Progetti continuano
...................................
ad essere approvati. Basta trovare la
persona. Naturalmente bisogna pagare. Bisogna agire con la massima segretezza e con assoluta fiducia».
Fin qui il colloquio.
Quando me ne sono andato e ho
messo in moto la macchina per ritornare a casa non ho potuto reagire diversamente. Confesso la mia debolezza: ho pianto a dirotto.
Allora ho davvero capito che non è
una frottola che i boss scorazzano nei
pubblici uffici e fanno sentire il peso
del loro potere e della loro autorità,
nonostante la presenza della commissione parlamentare contro la mafia e
le forze repressive della polizia.
Ma mafiosi se ne incontrano a ogni
piè sospinto. Non occorre andare molto lontano. Basta uscire dal chiuso e
vivere la realtà della vita di ogni giorno. 'Viaggiando infatti or non è molto,
per recarmi a Vita, fra Montelepre
(il paese del bandito Giuliano) e Partinico (basti ricordare il libro di D.
Dolci: «Banditi a Partinico») ho un
grave incidente d’auto. Un cavallo, a
briglia sciolta, lasciato incustodito,
esce al galoppo da una trazzera e mi
taglia la strada proprio al punto di
incrocio, mentre io viaggiavo a forte
andatura e non avevo assolutamente
la possibilità di fermarmi. Vano quindi
ogni tentativo di evitare l’urto che non
poteva non essere violento ed estremamente pericoloso. Sebbene uscito
miracolosamente incolume, insieme al
mio compagno di viaggio, dall’incidente, ero ben lontano daU’aspettarmi
qualcosa di peggio. Il padrone del cavallo infatti, temendo una mia reazio
iiiiiiiiiiiiuiiiHiimiHiHniiiiiiiiiiiiiiiiMiimiiiiiMiNiiiiiiiiiuimimiimiiiiiimiiimiiiiiiiimmiiMiMUiiiiiniiimiiiHiiiimiiRiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiui
Rmiiiiiiiiiiiiiiimmiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Echi della settimana
Tip. Subalpiaa s.p.a - Torre Pellice (To)
LIBERALIZZAZIONE
TRUFFALDINA
« In una conferenza-stampa, 24 ore
prima della riunione dei ministri degli (affari esteri e della difesa dei paesi-membri
della NATO, Papadopulos (il capo dei colonnelli greci) ha comunicato che:
1) Entrano in vigore, con la pubblicazione sulla Galletta ufficiale, tre articoli
della Costituzione concernenti il diritto di
asilo, la libertà di riunione e il diritto di assoc.,azione. Questi tre articoli erano sospesi
dopo il referendum-farsa del settembre scorso^ che ”approvò^’ la nuova Costituzione elaborata dal regime;
2) Alcuni deportati politici o persone a
domicilio coatto vedranno il loro caso riesaminato da commissioni di magistrati che potranno decidere o la revoca del provvedimento o la limitazione della sua durata; ma saranno poi le commissioni locali di pubblica
sicurezza a decidere sulla sorte di chi sarà
messo in libertà;
3) A partire dal 21 aprile le decisioni
delle corti marziali potranno essere sottoposte
a revisione in seguito ad appello, purché le
condanne non concernano attentati alla sicurezza e alVordine pubblico; .
4) Un certo numero di funz'onari dello
Stato, di rango piccolo o medio, a suo tempo revocati dalVimpiego, verranno riassunti
tra pochi giorni {...).
Negli ambienti delVopposizione greca, le
dichiarazioni di Papadopulos vengono interpretate come un’abile manovra per impedire
che la questione greca possa essere sollevata
dalle delegazioni di alcuni paesi (Norvegia,
Olanda, Danimarca, Italia) alla presente sessione della NATO (...). Le tre organizzazioni della Resistenza greca: Fronte patriottico, PAK e Difesa democratica, in un loro
comunicato congiunto hanno fatto sapere
che si opporranno ’’con tutti i mezzi” a qualsiasi soluzione che miri a camuffare sotto
forme pseudoparlamentari la dittatura e che
lotteranno ^'per una autentica democrazia”.
Le tre organizzazioni lanciano un ammonimento che una soluzione non voluta dalle
forze democratiche ’potrebbe spingere il paese verso una nuova tragedia nazionale incolmabile”.
Le tre organizzazioni hanno inoltre denunciato le dich'arazioni di Papadopulos come ”un tentativo d’ingannare l’opinione pubblica internazionale”, perché le misure annunciate ”non cambieranno in sostanza nulla’': l'esercito continuerà a controllare la vita polìtica del Paese ”con il terrore e la repressione" ».
(Da « La Voce della Grecia »
deini.4.1969).
LA FRANCIA DOPO DE GAULLE
La scomparsa improvvisa del singolare
uomo politico che ha governato la Francia
per un decennio, è stata una sorpresa generale. sia nella Francia stessa che fuori. Si potrà cominciare ad azzardare un giudizio serio
sul suo operato soltanto fra anni, quando si
potrà iniziare una valutazione obbiettiva delTeredità da lui lasciata. Per ora si può soltanto dire ch’egli fu straordinariamente estroso ed autoritario, nazionalista ed imbevuto
d’idee di grandezza (la u grandeur de la France y) retaggio di secoli passati. Non è possibile
che resti molto di certi suoi strani sogni di
politica internazionale: per es. del sogno del
« Quebec libre », o di quello della « force de
frappe »! Non .si potrà mai approvare la simpatia, da lui dimostrata negli ultimi tempi,
per il regime della Spagna franchista. Il distacco dalla realtà storica del suo paese, divenne evidente accentuandosi gradualmente
con la vecchiaia, fino a portare l’uomo ad un
pesante, fatale errore di valutazione : quello
di credere intramontabile il suo potere cari
a cura di Tullio Viola
smatico, e impunemente sfidatile l’opinione
pubblica del suo popolo.
P. Beguin, sulla « Gazette de Lausanne » del
1' maggio, si pone la preoccupante domanda :
« Che avverrà in Francia, nel prossimo futuro? » La risposta, a grandi linee, è piuttosto ottimista sulla stabilità della Costituzione
voluta dallo stesso de GauUe.
« Colpisce in Francia il fatto che nessuno
si auguri un ritorno alle abitudini ed ai costumi della III e della IV Repubblica. Non si
vuol rimettere in causa la Costituzione. Essa
non viene contestata in modo fondamentale,
benché sia possibile che essa subisca più tardi
degli emendamenti. È una Costituzione che
sembra destinata a rimanere: ci sembra anzi
che essa potrebbe persino diventare la parte
più solida dell’eredità gollista, proprio perché
il fatto di rispettare la Costituzione dà delle
garanzie molto serie contro la ripresa di quei
celebri "piccoli giuochi" (cioè trasformismo,
manovre di corridoio...). Quel fatto anzi ha già
restaurato un’autorità dello Stato, di cui una
nazione moderna non potrebbe, in nessun caso, fare a meno. È probabile che il partito
gollista non possa contare su un avvenire
molto lontano e che, privato dell’ispirazione
d’un capo riconosciuto incondizionatamente,
sia destinato a subire un processo di disgregazione progressiva. Ma l'inquadratura costituzionale resterà, ed altri uomini politici sono
pronti ad entrarvi, e a beneficiare a loro volta
dei vantaggi innegabili che essa offre (...).
Negli ultimi anni, le obiezioni non eran
già formulate alla carta nazionale in vigore,
ma all’uso che ne faceva il generale de Gaulle,
alle interpretazioni arbitrarie che egli sovranamente ne dava. Del resto un capo militare,
qualunqtte sia l’elevatezza delle sue vedute politiche, non può, proprio a causa della sua
stessa formazione, considerare una Costituzione come un catalogo di principi e di regole di
di vita che ognuno (ed anzitutto il primo
cittadino dello Stato) ha il dovere di rispettare scrupolosamente. Egli è indotto naturalmente a considerare la Costituzione come un
mezzo, fra molti altri, per governare. Il capo
militare s’ispira ad una sola legge: quella delVinleresse del paese o delle concezioni alternative ch’egli stesso se ne fa.
È proprio questa l'ardua, pericolosa prova
che attende non tanto il “ gollismo dopo de
Gallile”, quanto la V Repubblica dopo la .scomparsa del suo fondatore. Non esiste oggi in
Francia nessun uomo politico che abbia quadratura di spalle tale da poter portare il peso,
che il generale volontariamente si era caricato sulle proprie spalle. Chi tentasse d’imitarlo andrebbe rapidamente incontro ad uno
scacco clamoroso, perché non beneficerebbe di
quell’incomparabile prestigio di cui l’uomo del
18 giugno era aureolato.
Al contrario, un presidente della “V Repubblica prolungata" pub disporre di poteri, infinitamente più d'un presidente della III o
della IV, senza per altro dominare personalmente tutte le altre autorità costituite, e senza far loro abusivamente da contrappeso. Nulla. nei testi attuali, prescrive che il primo cittadino dello Stato sia chiamato a custodire
nelle proprie sole mani certi domini riservati
e a decidere sovranamente tutte le posizioni
fondamentali (...).
Il futuro presidente della Repubblica potrà aver successo, s’egli saprà resistere alla
tentazione d’identificarsi col paese intero e di
sostituire la propria volontà solitaria alle aspirazioni di questo (..."La Franca c’est moil").
È venuto il tempo della problematica e del rispetto della diversità ».
Ci sia permesso di dissentire un poco dall’autore di queste valutazioni : non siamo per
es. altrettanto convinti che in Francia « non
si voglia rimettere in causa la Costituzione ».
ne 0 una denuncia alla polizia, non solo mi ha accusato di avere investito il
suo... cavallo, ma non ha esitato a minacciarmi, con il fucile che aveva fra
le mani, diffidandomi d’ora innanzi a
passare per quella strada.
Ma altri problemi ci assillano in modo più diretto e particolare. È Io stato
di abbandono in cui, in una città come
Palermo, vivono ancora i bambini. Non
è la prima volta del resto che ritorniamo su questo argomento. Ma vogliamo
ricordare due episodi che ci hanno
particolarmente colpito e che ci incoraggiano nella nostra opera di assistenza ai fanciulli e ci confermano nella necessità che la Casa del Fanciullo
alla Noce diventi presto una realtà.
Ecco un fatto accaduto alla Noce.
Il Prof. Pasargiklian, già direttore della clinica tisiologica dell’Università di
Palermo, ha per anni combattuto strenuamente contro la sporcizia in cui è
tenuta la nostra città e che è la causa
dell’aumento della tubercolosi che, oggi debellata ovunque, continua a Palermo a mietere tante vittime specialmente fra i bambini.
Chiamato a curare una bambina affetta da bronchite, da una famiglia
della Noce, scoprì che in un’altra stanza c’era una ragazzina a letto, pelle ed
ossa, con gli occhi sgranati ed una immensa sensazione di angoscia.
I genitori si opposero a che egli la
visitasse, ma alla sua minaccia di una
denunzia all’autorità sanitaria, egli
potè constatare che quella bambina
dall’apparente età di 12-13 anni, ne
aveva 25 ed era consunta non solo dal
diabete, come gli avevano detto i genitori, ma anche dalla tubercolosi che
oramai era ad uno stadio così; avanzato da rendere vano ogni tentativo di
cura.
Ed ecco un altro fatto non meno impressionante di cui anche i giornali
hanno diffusamente parlato, riportando titoli come questo : « Invalido a 10
anni un bambino operaio ». Nino, figlio
di un netturbino, invece di essere inviato a scuola, come accade a molti altri bambini, nonostante la obbligatorietà dell’insegnamento scolastico e il
divieto della legge di inviare al lavoro
i ragazzi che non abbiano compiuto
almeno il 14° anno di età, era stato inviato da un artigiano falegname che
lo aveva assunto come apprendista. Nino era cos’; bravo e volonteroso che
dopo qualche tempo portava a casa
ben L. 2.000 settimanali; per un fanciullo della sua età si trattava di paga
alta. Il fatto sarebbe passato inosservato se una sega elettrica non avesse
troncato la mano al fanciullo e se datore di lavoro e genitori non fossero
stati denunziati all’autorità giudiziaria
e se non fossero tutti andati a finire
in tribunale per l’accertamento delle
rispettive responsabilità.
Questo dunque l’ambiente in cui operiamo, queste le difficoltà che incontriamo, questi i motivi di tristezza che
ci accompagnano nel nostro lavoro. Oltre tutto questo ci troviamo a combattere su un altro fronte ancora più difficile da vincere: quello dello scetticismo, della pigrizia, dell’indolenza, del
fatalismo per cui anche i migliori cedono e concludono che non c’è niente
da fare, che è tempo, fatica e danaro
sprecato.
E tuttavia noi non vogliamo mollare. 'Vogliamo resistere. Vogliamo che
Cristo, e non noi, vinca tutte le resistenze. Non vogliamo venire a dei compromessi. Non vogliamo rinnegare, per
paura, per debolezza, per convenienza
quei princìpi per cui abbiamo sempre
lottato e in cui abbiamo sempre creduto.
Ecco un saggio della diffusa mentalità della nostra gente. L’ho ricopiato
da un quadretto che a Palermo spesso
si può vedere esposto nei negozi o nelle case, accanto ai non meno diffusi
quadri di San Giuseppe col Bambino
e di Santa Rosalia, patrona della città. Eccolo :
« Il ricco e il povero sono due persone. Il soldato li difende tutti i
due. Il cittadino paga per tutti e
tre. Il lavoratore suda per tutti e
quattro. L’usuraio spoglia tutti e
cinque. L’avvocato disereda tutti e
sei. Il confessore condanna tutti e
sette. Il medico sistema tutti e otto. Il becchino sotterra tutti e nove. Il diavolo porta via tutti e dieci. E cosi sia ».
Questa è la morale corrente. Questa
è la religione del nostro popolo. Ma
noi speriamo contro speranza, perché
crediamo nella risurrezione. Senza questa fede forse non potremmo fare questo lavoro. La descrizione che abbiamo
fatto non è per nulla pessimistica,
perché è appunto illuminata dalla luce della risurrezione e Pasqua non è
una favola. Perciò possiamo ripetere
con Debora : « Anima mia, avanti con
forza» (Giudici 5: 21).
P. V. Panasela
e il Gruppo di Servizio
L’attesa neonata :
n.i\.
(segue da pag. 1)
strutture portanti della società ingiùsta) ma anche contro tutto ciò che di
queste strutture di peccato è penetrato nelle coscienze individuali. La ricerca dell’uomo nuovo, della novità di
mentalità è indispensabile per lo sforzo di creazione di un sistema realmente non oppressivo e per un riferimento
reale di lotta al Regno di Dio. Questa
lotta faticosa deve avvenire con gioia
e speranza, anche se porterà spada e
divisione perché essa ha già avuto un
concreto segno di vittoria nella resurrezione di Cristo dalla morte.
Nello sviluppare questa linea di testimonianza il movimento giovanile
evangelico :
a) ritiene di respingere sia le posizioni massimalistiche di rifiuto ìndiscriminato e totale delle attuali strutture ecclesiastiche sia le posizioni minimalistìche di passiva accettazione
delle strutture così come sono, in
quanto entrambe fondate sulla distinzione non evangelica fra una chiesa intesa come “dentro” il disegno del Regno e«L un mondo inteso come fuori di
esso (nel caso minimistico) e viceversa (nell’altro caso).
Ribadiscono invece la loro costante'
disposizione a modificare radicalsnente le strutture ecclesiastiche ogni qualvolta esse si trasformino da strumenti'
di lavoro e servizio in strumenti di potere.
b) per quanto riguarda i rapporti
con i cristiani che non fanno parte
della F.G.E.I. ribadisce l’apertura per
un ecumenismo di base centrato sui
riconoscimento di un comune impegno vocazionale e politico e non su esigenze unitarie a carattere prìorit.srio.
La F.G.E.I. intesa come strut ura
organizzativa unitaria deve dunqi* * vivere nella prospettiva di servizio al Fattività dei gruppi, legandoli tra di loro
e sviluppandone i contatti pratici e teorici, riferendosi costantemente all loro esigenze e ai loro specifici coni muti e prospettive di lotta nello stabilire
le priorità di sostegno e fìnanziat.-iento, nello sviluppare la propria attività
di stampa, insomma in tutta l’iripostazione del suo lavoro ».
QUADERNI G.E.I.
« Il congresso G.E.I. invita il C; nsiglio della Gioventù a prendere co, tatti con la libreria editrice Clautuma
perché essa continui la pubblicazione
dei quaderni G.E.I. in collaboraz::one
con il consìglio stesso e invita i grupni
a sostenere le eventuali iniziative prese in questo senso dalla Claudiana attraverso lo studio attento e la diifusione capillare.
Qualora la libreria editrice Claudiana non ritenesse di poter sostesìsre
questo onere, il lavoro sarebbe s\ dto
attraverso numeri speciali su “G È.”
o attraverso altre case editrici ».
GIOVENTÙ’ EVANGELICA
« Il congresso G.E.I., sentita e dis 'ussa la linea di "G.E.”, chiede che pvi’ il
futuro l’arco dei problemi venga allargato ad esperienze di lavoro nel s;btoproletariato, tra i contadini e i braccianti, nonché a quelle di lavoro sociale negli istituti assistenziali, scolasiici,
con particolare riferimento ai tentativi di doposcuola, asili, ecc. impostati
in modo non tradizionale.
Ritiene inoltre che sia necessaria
una ricerca di semplificazione e di
chiarificazione del linguaggio da svolgersi in due modi:
— facendo scrivere su “G.E.” coloro
che sono direttamente impegnati
in queste esperienze piuttosto che
svolgendo delle analisi e delle riflessioni su esperienze lontane da
chi scrive;
— chiedendo a chi scrive di riflettere
anche con le parole usate quel rinnovamento e quel cambiamento dì
mentalità che consiste nel mettersi
a disposizione degli altri e nel farsi
uguali a loro ».
Promulgato lo statuto sono stati
eletti i componenti del Consiglio della
Gioventù: Giampaolo Ricco (segretario), Paolo Sbaffi, Giorgio Gardiol,
Claudio Tron, Renato Maiocchi, Sergio
Ribet, Colombo.
Lorenzo Zaninetto
delegato U.G.V. Torino
GENOVA, 1-2 GIUGNO
Conlerciizi) del II Dislrette
La Conferenza del 2« Dislretto è convocala per domenica 1 giugno alle ore 21 presso la Chiesa Valdese di Genova, Via Assarolti, iniziando immediatamente con i lavori
visti dalTordine del giorno. La seduta di lu"
nodi 2 inizierà con un culto presieduto dal
Pastore Carlo Gay.
I partecipanti sono invitati a preannunziare il loro arrivo al Pastore Paolo Marauda
— Via Curtatone 2— 16122 Genova (Tel891402), non oltre il 24 maggio.
La Commissione Distrettuale