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Primo LIr« fa
^ Aauo LXXVin - N,
TORRE PmiCE, 19 Marzo 1948
j SpediBÌone in ^4^onnmento postale - I Groppo
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SETTIMANALE DELLA
La pace
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sia con VOI...
« In Cristo noi possiamo avere la
pace con Dio. E questo si realizza
anzitutto nelFìntìmoi dleU’anima nostra. A, questa stretta relazione fra
l’azione dii Dio in Cristo © la, pace
dell’anima nostica ci rimanda sempre il saluto augurale con cui l’apostolo Paolo comincia le sue lettele: « Grazia a Voi e pace dai Dio
nostra Padre e dal Signore Gesù Cristo ».
GRAZIA e PAGE non sono dine
tiyse diverse, ma una sola cosa come
le dille pagine di un giornale; solo
cam,bia il punto dii guardatura': diai
basso o dall’alto.
GRAZIA è l’azione di Dio, realizzata nel tempo, dblla nostra rilconiciI azione.
PACE è la nuova condizione diella
creatma umana.
Grazila e pace vi sima moltipllcate: è l’augurio di Pietro ai suoi lettori. Lo stato di pace in cui si trova
1 anima nostra non è dunque qualcosa di compiuto e di co'mpleto', ma
può essere moltiplicato. L’antico dllsordine, frutto del peccato, nella vita della nostra anima sempre più
scomparirà. E’ caratteristico il fatto
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Ricevete con mansueiudine ìa^ parola
GIACOMO
VALDE-.
CHIESA VALDESE
elle noi aiffermimuo di essere cc insodldlisfatti » della vita, quandb non viviamo nella pace di Cristo.
E questa disposizione di insoddisfazione andlrà sempre più attenuandosi, non oertoi per lasciare il posto
ad un soddlisfatto sensoi di benessere,
ma perchè Cristo ci perdona ciò che
noi abbiaino peccato' col nostro debo^
le e cattivo carattere; perchè è veramente inconcepibile che si possa, anccira tormentare s© stessi, quandb
Dio non è più in discordia con noi.
F(irsi dei rimproveri e far penitenza sono bue cose diverse. Infatti
quando non si può poggiare sulla
pace in Cristo, allora ci si fa dei rimproveri. Far penitenza invece significa umiliarsi diavanti a Dio, datore
di ogni grazia e Padlre, confessargli
i propri peccati affinohè egli li aUoUr
tani da noi.
Qual 'dono prezioso è per noi la
coscienza ohe, per la pace di Cristo,
non possiamo cessare dlal tormentoso e
vano rimproverar noi stessi. Allora
cessa anche ogni senso di complèsao
d’inferiorità di cui tutti soffriamo,
e con esso la nostra disperazione.
Noi starno allora in mezzo alla discordia del mondo' come un’oasi di
pace.
(Tradotto da\ uno studio
biblico di fV. Neidhard).
UN PROBLEMA:
LA SCUOLA DOMENICALE
Ieri e oggi
In questi ultimi tempi ci è capiìato
sovente di leggere su giornali piuteslauti esteri, articoli e relazioni sulle
scuole domenicali e sulFinsegnameiito religioso in genere ; segno che la
importanza di questo problema, se
è andata crescendb dlal lontano 1780,
anno in cui sorsero le prime siouole
domenicali in Inghilterra, si è ancora enormeniieiate accresciuta in questo dima di secondo dapoguerra.
llgSt tutto attira in modo violento,
vJsti^ e rumoroso l’attenzione dei
fanciulli; tutto è cambiato in loro e
attorno a loro; non si può più parlar loro allo stesso modo di 50 anni
fa.
Le autorità scolastiche dii tutto il
mondo si sforzano, con programmi
e metodi nuovi, basandosi su una più
approfondita conoscenza psicologica
ella fanciullezza e delle esigenze
atei suo mondò, di venire incontro
alla nuova situazione.
Metodi nuovi
E necessario perciò che, per quel
che Qonceme l’insegnaimento religioso, la nostra Chiesa adatti le sue
scuole dommiicali alle mutate mentalità ìniatitilil e nc^ tra&oufi aJcuin
mezzo per farne diei veri centri di
attrazmne per i fanciulli.
Si sa quanto siano impoirtanti le
prime impressioni dell’inlanztia: ci
si lai^nta ohe nelle nostre Chiese
troppi membri sono apatici, mossi
solo dall’abitudine o dalla tradikzione, mancanti di slancio e di mordente, ed è purtroppo vero; ci dobbiamo pd-ò chiedere se la cosa non sa;
rebbe, a^no in parte, diversa se
e^i, fan na piccoli, fossero stati meglio attratti, circondati e guidati.
Non debbono più ewstero — se ce
— touole domenicali
squallide e monotone, in cui si ve
dono ragazzi, annoiati per una spie
gazione troppo lunga e sopratoìto
inadatta alia loro età, sbadigliare o
prendersi a pizzicotti, dietio le spalle o sotto il uaso' dei monitori !
Dobbiamo cercare, tutti i mezzi per
sbniolare ratteiizlone e l’interesse
del fanciullo: egli ha bisogno di agire, di fare © non solo di ascoltare ;
l ercinlamo di associarlo il più possibile ad ogni nostra iniziativa, cerchiamo di fargli sentire la scuo'ìa db^
meriiciale come casa sua, come una
famighà un po’ più grande in cui
tutti ordinataineute collaborano, in
cui tutti hanno la loro parte —■ piccola o grande, nou importa — di respon,sabilità : chi si incarica della distribuzione dell’Amico dei, Fanciulli,
chi segna le assenze dei oompagni,
chi si incarica della colletta (sarebbe qui^ offerta, con tutta naturalezza
1 occasione di iniziare il fanciullo' alla sua futura responsabilità d| membro di chiesa andie di fronte alla
questione finanziaria), chi accompagna li monitore nelle visite ai oompagni assenti ; e penihè non ci può
essere anche ohi pronunzia una tore\ e, semplicissima pragliiera, ohe non
sia una ipocrita esi,bizione, ma u|i
iiutto^ sentito della raccolta: atmosfera ^spirituale che saremo riusciti un
po per volta a creare attorno a noi?
Queste ^emplificazioni ci portano
a fermarci un po’ a Imigo su quello
ohe, della scuola domenicale, è il
lattore più importante: il monitore.
n___monitore
Diciamo, subito —' sebbene la cosa
iton Sia di primaria importanza —
che il temune di monitóre (alla lettera: colui che ammonisce) efi piace
poco pcrcliè timo pare rispecoliiare
quella concezione eduoativa che poneva 1 adulto di fronte al fanciullo
sopratutto per ammonire, correggere, sorvegliare; ooncezioiie nO'U tanto
IN
sorpassata se si pensa che alle. Vaiti la
Junzione dei monitori si limita gtneralmente a far recitar© i ver-seUi
e a mantenere fa diicipiina; tutte
cose necessarie ma non sufiieieuti.
iNouamo di p,assalg o cne neilc
colonie valdesi deii’America del
Sud le scuole uomenroaii sono molto curate, organizzale con sistemi
moderni e i monitori Vi sono ciiiamaa « iiistiuctoras ».
Tuttavia la sceita di. un, nonie ncii
è essenziale; per i'fini cne ci pi'opomamo sono unportanti pìutiosto
io spirito con cui ci rivolgiamo ai
fanciulli e f’atmosiera afìeitiva ciie
creiamo attorno a loro. Questo ricmeoi© diei monitori, ben preparati
spirmiaimeiite e tecnicameilie.
Ciò rioliiedo anzitutto che essi sappiano poi-taie nella preghiera e nella intercessione uavanli a Dio i iancuiiiii loro atliuati, che sappiano ofirir loro, insieme alia spiegazione
delia 'Daroia, l'esempio di una vita
ad essa ispirata; è dLificilisaimQ; ai
questo senso ingannar© i fancinlU,
essi Si accorgono subito se le nostre
parole corrispondono veramente ad
una intima vitale convin'zione o se so
urne; essi sentono istintivamente se
siamo realmenie « presi » da Dio o
se o’è in noi una, nota stonata, un
interUetto; sentoiio se sappiamo
matterei coti umiltà sullo siesso loro
piano, davanti al testo b.bLco per ascoltare Ciò che esso ha dia direi o
se CI pomamp loro di Ironie unicaiiienie compiao.uti detta nostra auti>rità.
Il vero amore
f iicordiamoci che è vano pretendere di dare ciò che non sj possiede e
Cile aiuteremo molto dij più il fauci iiilo mostrandogli ciò eiie la nostra
sete di verità e di giust.zia Ira ancora
di uiappagato piuitiosto che fingere
una pace e una serenità che siamo
lungi dal possedere.
Insieme al senso della sua vocazio
Ile e responsabihtà cristiana, si ri
chi'edb al monitore un grande amore
per i lanciuili: sembra una cosa tan
to ovvia! ma vorrei solo precisare
olle non s’intende qui quella specie
di ammirazione un po’ beata per iJ
baimhiiio — così grazioso! così ingeUlto ! oppure quella oondiscendeu
/a un po' superiore che troviamo a
volte nei giovani verso i fanCiUlli; si
liatta di un amore non dehote ma
uefee e fermo, die eootisidera con rispetto, con compreiteione vigile e halorna il mondo interiore del fanciulo, ed anche quello sociale non intror
ducen,dovisi grosBolanamente o mal(testramente.
La___preparazione
Questo ci porta ad affermare, per
1 nostri monitori, la necessità — su
CUI voireinmo richiaiuare in modo
sjieciale, ratlenzione dr quanti hanno a cuore questo problema — di limi seria preparazione pedagogica, sia
pule in loima molto semplice.
Ugni mestiere, si sa, richiede una
preparazione tecnica, un tirocinio;
noi ci domandiamo pendiè, proprio
m questo campo così delicato ©d importànte, deUa presentazione dell’Evangelo ai piccoli, ©d in cui inoltre
disponiamo di un tempo cosi. Lmitato (1 ora alla settimana, circa 40 ore
in un anno!) ci si debba ^óppo sor
venie affidare al pressapochismo a all’improvvisazione.
I nostri m'onitori so,no, in genere,
giovani da poco confermati, pieni di
entusiasmo e d| buona volontà, ma
con poca ó nessuna esperienza in materia ; per di più quando con la pratica ne avessero acquistato un po’,
ben sovente dilsgraziatamente, si allontanano dalla scuola domenicale,
presi da altre attività (lavoro, famiglia).
Organizzazione del lavoro
E’ necessario perciò far tutto U possibile per fornir loro, al più presto,
armi adatte al loro compito; è necessario organizzare corsi parrocchiali,
convegni distrettuali in cui sentano la
vigilie cura della Chiesa che li prepara, li segue e li incoraggia, in cui
possano conoscersi tra lorO', discutere insieme dei loro problemi, esporre
e confrontare esperienze già fatte,
acquistando una maggior coscienza
di corpo e fortificandosi a vicenda
per l’adeimpimento del comune servizio.
E’ necessario fornirli di manuali
moderni ohe insieme aRa impostazione della lezione, presentino loro quei
problemi educativi che anche più tardi nella loro futura opera di padri e
madri di famigba dovranno ■'
tare, diano lor©
sui metodi p ; sull’opera e
nel '' -i'rile scuole domenicali
. mondo intiero.
A questo riguardo sarebbe interessante sapere se le scuole domenicali
d’Italia, coi loro particolari problemi, siano state rappresentate al Congresso mondiale delle scuole dbnie^
nicali, tenutosi l’estate scorsa a Birmingham neU’Irighilterra. Sarebbe
interessante sapere s© sia mai stata
fatta in Italia una statistioa stdle nostre scuole domenicali (nuaneroi degli
alunni, dei monitori, ©cc,).
Queste ed altre iniziative dbvrebbe^
ro essere promosse e messe a fuoco
da una speciale commissione distrettuale per le scuole dòmenicali (o per
l’educazione cristiana, che dir ri voglia); commissione ohe non resti solo funzionante sulla carta, ma che
realizzi effettivamente qualcosa; per
esempio, per cominciare, un convegno di monitori aUe Valli, prima
della fine dell’anno ecclesiastico,
iri
COMUNICATO
E’ aperto il concorso per
i’assesrnazione della Borsa GENERALE MAHTINAT. Possono
concorrere gli studenti Vàristp T
scuole secondarig.rtrinère"'-'**'’*
rocchie^Èj^^yptera'- P®'’
~ Ocrmanasca
■i^a'mollo e San Germaiio. Le
domande vanno rivolte al Concistoro della Chiesa di Perrero-Manigiia entro H 15 aprile
prossimo.
RAFFORZARE
le Valli Valdesi
Graiaio di cuore, M. Eynard,
p^K uverci Gaposio il suo parere
sud argomento deul;emigrazione,
yarnese daUe Vaiti. Lei. na spezzato li suienzio, che poftréobe sigmpeare indijjerenza, e mi auguro che altrii ancora scnva\ sull argomento in questo primo centenario dell Lmancipazvune, che nofi
vorremnvfi fosse l ultimo per le
y atti y aldesi.
ningrazmmo l’Eco delle Valid
Valdesi che smm certi ospiterà dei
pareri e (lette consicterazmfii chior
re, concise, costruttive,
Siam perfettamente d’accmdo
che se desideriamo le Vaili Vai
desi le desiule/'iamo' tali non per
sè stesse, ma per la missione che
Idaip ha affidata ai riformati del
dodicesimo secolo, per conservare
alia Hiforma i suoi pr&decessorì,
calile carattéristiche di predicazione ed azione, ( Valdo che sparge
la Parola ma si cttsfà anche dei
beni per amor dei fratelli).
Anche perfettamente dì’accordo
nel combattere Ut nuda pianta del
nazionalismo, e nel non limitare
(di’Italia la funzione del Vaidismo
odierno, come nel passato non si
è limitato ad una regione la missione dei nostri antenati: Provenza, Calabria, più recentemente
Pio de la Piata.
id(Mo conduce le famiglie ed
i popoli e l’importante è che or
vuUque dove Iddìo lo (onduca il
Vaktese non metta la. lampada
sotto il moggio.
Nel suo articolo lei lamenta in
un certo senso if eccentricità delle
Valli, rispetto aM’ItaMa. Ciò è esatto, ma non vede in un certo
senso anche qid la provvidenza
che ci ha addossati ai numti, per
darci delle finestre aperte oltre te
Alpi appunto per combattere la
sempre rinascente eresia nazionalista ?
L(d fa un cenno ad una cassa
prestiti... argomento che vagheggio da tem.po, ed al quale bisogner
rà pur giungere. Ma intanto facciamo un primo passo), cerchiamo
dii concretizzare questa scuola d*
agricoltura che contribuirà a vailoriìzzare i terreni, a mlgUorare
la situazione economica dei contadini, e che. anche servirà atPinr
teroambio utilissimo che lei aiispica, facendo venire alle ValB
orfani, forse (dtri contadini per
istruirli e poi, perchè no?, trattenerli.
Lei pniraigcwa te Valli ad una
pianta che deve (^fidare il suloi seme ai vento perchè forse lontano
sorgano altre piante. Si, &d il sedute lo porta Iddie dove vuole,
I /lo portato nel passato ben lungi e ringraziamo il Signore per la
vigorosa pianta Valdese che crer
sce e diventa a sua volta prolifica,
sul Rio de la Piata, Ma è nostro
dovere enrare quella pianta, affinchè sia robusta, combattendo*ne i mali spiritual, ed affinchè
sia più grandb perchè dia più abbondanza di seme.
Per uscire dai vago, ritroviatnooi in occasione del prossimo Sinodo quelli che ci interessiamo ai
problemi sociali alle VaM. Riceverò con riconoscenza le adesioni
di chi vorrebbe formare questo
centro di azione sociale che uscirà dalla nostra riunione di settembre prossimo! se pmee a Dio. Troveremo ben il momento di ritrovarci e fraternamente mettere assieme le nostre aspiraaìoni per poi
assieme lavorare per le Valli, per
ccnservare un centra etwidéiie»
air Italia.
Guido Rivois
1 !
2
L'ECO DELLE VALU VALDESI
ECHI E MESSAGGI
DEL CENTENARIO
Dal “ CONSEiL OECUMENigUE
DES EOUSES di.Oinevra.
((Abbiamo senitito com goia ohe la
Chiesa Valdese d'Italia si preparaiva a
oejeonare il Cenitemrio dell tO-itto dà
bmamciipaziioiie.
« vuesta ÍU luna data di capitale importaioza nella storia dell vostra Chiesa
e dei piotesiantesuno italiano tutto, poioue vu oo^ncessc nnaaínenne quema luDerta per la qutme avevate lottuio invano
uuiUuiie l’uui^u secuiu.
« iNoi comipienuiarno ohe voi teníate
a ceituuaie «on inaigflLnoenza il '^«n>ieimtjo aeri ooirOto di b>manioipazion,e ;
polene Jo tate in un momemo in oui
qucoiCit mocrta e centrata in tìisoussione
nell vostro paese.
(( iNoi lexuaiiio a dirvi ohe ci associanio ui l'uuo cuore ante feste del Centeluuioo. reaiaitiUiuovi per m duou ommOauirneinu) cae avete sostemuto inCesSiuiteiiieote in ravore asma iWDertà reilinoi uoiuauiiuiiauiio a ±j j> qi «jpne"
uiic 1 vowiuj siurzi e oi oonteMervi di
poter proclamare ji poona iioenta la
vo>ira reue evangeiica.
« NOI raocomunoianio voi, e da vostra Chiesa, alla (jinazia onnipotente
del nostro t>iignore ; possa la (Jhiesa
Valdese, ihcoraggjata datle feste del
Centenario, riprendere il camm'ino con
rinnovate forze e rinnovata fede.
« In nome del Ckmsiglio Ecumenico
delle Chiese :
IV. A. Visser’t Hooft ».
Dal “THE AMERICAN COMMI! f£E
POR THE WORCD CUdNCiL OP
CHURCHE6,, New York (dal Comitato Americano del Oonsigrilo
Ecumenico delle Chiese).
(( Avendo saputo per mezzo dal «Redigious News Servite » dei'lle prossime
cedebrazioni nedde ¡Valli Valdesi del
deld’Ehianoipazio^^ del ’48,
Cedro.. ^ \nieriicano ded Consiglio
il Comitato ' • --01 »vnnsidera un
Ecumenico delle
jOTViiilegio esprimere de proprie felici®?"
zioni ad Vialdesi d’Italia in questa fausta
ricorrenza. Sono cosi pochi gili avven!meniid felici in questi tempi, che tanto
maggiormente ci ralilegriamo di questo.
« Noi speriamo e preghiamo che la
Chiesa Vaidese posisai rimanere sicura
nella libertà acquistata attraverso generazioni di martiri, e ohe il futuro possa avere pagine brillanti, anziché pa■ gime terribili, nella sua storia. Dopo
un passato eroico... un progresso 'costante!
(( Augurandovi (grazia, mibericordia e
pace
Henry Smith Leiper
Segretario Esecutivo».
Dalla “COMUNITÀ TEDESCA EVANGELI CA-LUTERANA,, di S. Pietro
{Anfburgo-Akona) di oui è pastore Fernando Wassner, che è fiero di contare
Valdesi e Ugonotti fra i suoi antenati.
(( 'Ohe il Signore protegga de Vostre
domuttitài Un qujelstij .'le)npi i^iffìicldi e
benedica il vostro lavoro secondo la
parola: Giacomo 5; 11».
Dalla FRANCIA
Commémoration du 17 Février
à PARIS
Le dimanche 22 février, malgré la
neige épaisse qui rendait pénible la
circulation, une cinquantaine de
meanhres de la colonie vaudoise de
Paris se retrouvaient dans le salon
de Madame Louis ÂppLa.
Après d’amicales conversations, cii
les échanges de nouvelles tiennent line bonne place (plusieurs membres
ont pu cet été renouer le contact avec la terre natale), le sHence se fit.
Avec une grande émodon, nous écoutâmes, debout, la lecture de l’Acte dl’Emancipation de Charles-Albert, qui fut ensuit© brièvement replacé dans son contexte historique.
Madame Gay nous lut ensuite une
lettre adressée aux vaudois de la
Diaspora par l’Egüse de Saint Jean,
message qui nous atteint tous jiro^
foudiéiuent. Passant alors à l’histoire
cmrtemporaine, lecture fut doiicée
dè quelques passages du livre de
Giovanni Miegge: L’Eghsc sous le
joug fasciste. Ce fut enfin un aperçu
de l’effort de reconstruction matérielle et spirituelle engagé par l’Eglise vaudoise et sa jeunesse. Tous
les assistants se montrèrent pailiculièretment intéressés uar le récit de
l’éiificatioii db village Agàpe, et.
spontanément, ü fut décidé qu’une
collecte serait faite parmi los imnicipants. Son montant sera le témoignage de notre reconnaissance pour
les signes de Sa grâce que Dieu a toujours à nouveau accordés à son Eglise.
Après un thé fraternel, nous nous
réunîmes à nouveau autour de la Parolp, du Seigneur, et le P aume XXII
nous ap( < itta sou double message :
rt connaissance pour ’e passé qui
nous parle dé la fidélité de Dieu:
C’est en Toi que s© sont confiés no.s
pères, ils ont eu confiance et Tu les
as délivrés» (v. 5) - mais reconnaisr
eance qui s’exprioto dans une,.obéissnnoe toujours plt» oonsacrée à l’ordre missionnaiiiCe|du Seigneur! « Je
annoncerai Ton nom à mes frères» v.
23). Puis ensemble courbéa dans la
prière, nous appelâmes la bénédiction de Dieu sur la Patrie lointaine,
sur les membres dé “os familles, sur
l’Eglise vaudoise, afin que, pins que
jamais aujourd’hui, par l’action de
l’Esprit-Saint, elle, soit la lumière
qui rayonne ©t la voix qui joyeusement annonce la Bonne Nouvelle.
Per le Scuole Domenicali
Lenone del 21 Marzo 1948
Oesù rinnegato oa Pietro
Lettura : 8. Luca 22 : 31-34; 64, 62 —
Impalare 22 ; 54-62.
li niiuicgainento dà Pietro è un dramma
iiiiipreiisiouaiaie neioa sua tragica rapidità,
e Cdie m pooii© oaitute ci rivea da quaiJii
Sitezi© un oriaiuoio possa precictp.taiie n«g i
aodSsi, ma ananesi saivarai asina peraiziOLi.e
mediante ramare di Gìesù.
1. AVVERTIMENTO.
Dopo Tultima cena, Gesù-aveva detto ai
suoi discepoiià ; Eigjiuo.etti, è ¡per poco che
sono ‘ancora con, voi. Dove lo vo, voi non
potete yeuiire » (S. Gtovanini 13 ; J3). E Simoin Pietro, pronto : btgnore, dove voi ? lo
metterò la vita per te; con te, io sono
pronto ad andare e 'ti prigione e alia morie». Gesù gji rispose: «Pietro, io ti dico
Cile oiggi ji gauo non cantera cne tu ab ma
negato tre votile di conoscenrm ».
benza duboio, Pietro era in buona lede,
era sincero nel suo amore devoto e quei
suo generoso ardimiento cne ce lo rence
COSI siitipatiico. ¿Via troppo ogii aViVa presunto date sue terze, td aveva prestato
ben poca attenzione ai precedente avvertimento di Gesù : « bimone, batana ha ciliegi?, ® vagliarti (cioè di scuoterti) come si
io ho pregato per te
vagita 111 gim.e. - . *■ -,
-<»nsnga meno ». Pteaiuncne la tua tede non Vt
a o non aveva vegiato.
’ • -Ì**- .
E’ vero .che neirorto de) Getsemani aveva impuignaio ooraggiosaineme la spada
per dliendere il Maestro, che, per amote,
lo aveva seguito sin nei cortiile de. Sommo
Sacerdote. Ma quando 'lo vide arrivare incatenato, e comprese che ja sua condanna
era decisa, ogni coraggio i'abbandonò, e fu
preso come da un terror panico. E appena
una serva qualunque, riconosciiutolo, ebbe
d'etto : « Anche tu eri con lui », egli negò
dicendo : Donna, non lo conosco. E sicco
me un altro liipeteva, la stessa accusa, egli
giurò : Non conosco quell’uomo. Poi una
terza volta, quando aiitri lo incalzavano ancora, egli cominciò ad imprecare : Non
conjosco queU’uomo !
Dunque, airinizio, vile infedeltà dinanzi
al pericolo; poi la menzogna tr© vo,!te ripetuta, i falsi giuramenti e le iimpi'ecazioni.
Quale progressione spaventevole, quale
scivolamento verso l’abisso. Come si precipita fataimente una volta ohe s’è tradita
la verità !
E dopo che ebbe rinnegato tte volte W
Maestro, il gallo cantò. E alilora Pietro
si ricordò della parola di Gesù. Che cosa
sarebbe avvenuto dii lui se 'la preghiera di
Gesù non i’avesse guardalo? Non cera
per lui che la disperazione. Game Giuda.
E ci fu, al medesimo istante, lo sguardo
di Gsù : « Ed il Signore, voltatosi, guardo
Pietro. E Pietro, uscito fuori, pianse amaramente. « Fu quello sguardo, carico di
rimprovero doloroso e pieno d’amore e di
perdono che, trapassando quel cuore lacerato dai rimorsi e pentito, salvò Pietro dalla disperazione, e lo richiamò avia speranza
e alla vita.
INSEGNAMENTI.
1 Non c’è fede e non c’è amore, per
ardenti ohe siano, ohe possano reggere
quando siano disgiunti dalla fede'jtà al Signore. 2) Ohi cede una prima volta sulla
via del male, si prepara delle cadute vieppiù gravi, © taivolta irreparabili. 'Vegliamo!
3) Non riamo tropi» severi con Simon
Pietro. Quante volt© non abbiamo rinnegato anche noi il Maestro quando, con le
parole ambigue ed i prudenziato silenzi, gli
abbiamo negiato la nostra testimonianza,
come a dire : Non ilo conosco. E quante
volte con le nostre aperte disubbidienze!
4) E quando pure l’avesrimo veramente
rinnegato, non disperiamo. Ciesù non disperò di Pietro; pregò per iui, previde il suo
pentìmento, gii riaffidò la missione di con
fermare i suoi frateiii. E questo Pietro fece
di pai con grande ardore ed autorità. E
pieita e completa fu la sua riiabiiliiiazdon,e
quando sulle riv© del lago, alla domanda
dal Signore : Simone : mi ami tu più di
questi? egli «'spose con tutto il cuore e
tutta l’anima : Si, Signore, tu sani ch’io ti
amo.
Lezione del 28 marzo 1948
Pasqua di Risurrezione
Lettura: S. Luca 24:1-12. — Imparare
24 : 1-6.
Ricorrendo oggi la Pasqua, rimandiamo
a dopo ,'e nostre iiezioni sul processo e la
morte di Gtesù, e parliamo della gloriosa
risurrezione del nostro Signore.
Nei'a lezione del 7 marzo, 'l’Ultima Cena, abo:.amo esposto in sigmfloato delia rasq'Ua giudaiica e il modo delta sua celebrazione. La Pasqua cristiana è iiiveoe comm-moraaione e celabrazdone del Cristo risorto, che, morto a! Venerdì Santo, risuse.to al pruno giorno della settimana, chiaHiato poi la domenica, cioè il giorno dei
Signore.
IL RACCONTO DELLA RISURREZIONE.
1 quattro Evangeii che, in forma
d.versa, ci niiferiscono li fatto, ooncordano
;n questi punti essenziató : 1) Le donn© di
Ga.idea che piamente sì reoarono a! sepol
' f-rQ. apx~ (roJviaiwiitu'e. _<iL,.CU»«ù- -.1«.
XK»WSal!rtbTTlirtT^''fi-*XPl^
reno i primi testimoni deCila sua risurrezione. Erano filaria Maddalena, Maria, madre
di Gaioomo, Saiomiè, Govanna, e altre
ancora. 2) Esse, con loro grande meraviglia
trovarono’ili sepOicro vuoto, e vicino ad
esso, due angeli ohe anDunziarono loro La
noitizia gloriosa deito sua risurrezione, notizia ohe, con grand© emozione, esse si afUcttarono a comunicare ai discepoli. 3)
rt'biro e Giovanni, accorsi al sepo-cro, videro le stesse cose. 4) Molte furono le apparizioni di Gesù risuscitato : a iViama Maddaitna, aii.e donne che tornavano dal sepojcio, ai due discepolfi sulla via di Emmaus,
a Simon Pietro, ai discepoà riuniitl nell aiio solaio, e ancora sulle «ve del lago
ai Tiberiade.
Malgrado ohe Gesù avesse a vari© riprese predetto ai discepoli la sua risurrezione, essi non osavano credere a qu-esta
sua promessa, neppur© quando ie donne
i ebbero riferito loro. Ma quando si presentò a loro risuaoitato ed ebbe ipariato loro,
essi furono ripieni di tale allegrezza e ®
tare segno rinifrancatL che, nel nome
di Cristo risuscitato, essi divennero., da timidi credenti', 'degli iniiepidi ban ji.tori tei
suo Vangelo, fedeli sino alla 'morte. La risurrezione del loro Signore diventava per
Loro la certezza che tutta L'opera sua, in
vita ed in morte, era L'opera di Dio per la
salvezza degM uomini, e ohe egli era 11
vivente in eterno.
L’IMPORTANZA DELLA RISURREZIONE DI CRISTO.
Come per i primi discepoi, è fondamentale per ognuno di noi. Per essa abbiiamio
la certezza che la vita trionfa suila morte ;
ohe come egli è risuscitato, risusciteremo
con lui, se abbiamo la fede, che fin da oggi
possiamo risorgere a nuova vita, che egli
è con noi tutti i giorni, sino alla fine dei
tempi.
La Pasqua di risurrez«|gne, ohe coincide
col ritorno delia primavera che dopo lo
spogiUamentp invernale, si' ammanta di fiori,
luci e colori e si risvegida a nuova vita;
ma è il segno e il sdimboto della eterna
primavera spirituale, la festa della speranza
immortale 'per tutte le anime che d affidano all’amore di Cristo e all© su© ©teme
prome^.
G. Bonnet
Hier...
aujourd’hui...
toujours
«Lq gouverneioeiat nous a délxvtés
de Ta gtene, gjrace lui en soient iehdiue, ma'iis 1’ao.^tuaie oii© Ja sepviUidc
s est encree trop proiotnlieinient ©at
noua .pour que nous puissaojis ralii"
dentent Bous en deuaiasseir. üin tout
©t partout il nous faut un maïtie. La
piud part au temps, ce maître est un
ètïe vivant; parloiia c’est une oeriame
tcniiaUice, com’uje pac exemple, en
Cl© monieintj ia marne des sciences naturelles.., Quexs mo>..4xs nous ponssent à nous assujettir ainsi volontairement'’ L’est un mystèi’©; tel est,
parait-il notre nature. L’impoiitant
est que nous ayons un maître, et U
ne tait jamais diétaut. Nous sommes
die vrais seiis. Notre fieité comme
notre bassesse sont serviles. Vient un
nouveau maiître, à bas l’ancien. Hier
c’était Jacques, aujouard’hui c’est
Thomas. Vite, une gihJ© à Jacjjues,
à plat venti-e devant Thomas... On
vont uQ homme ayant une haute oipinion de Im-même, qui a fox en soi,
qm ordonne, qui ordonne, c’est le
essenttel; on se dit: il doit avoir raison, il faut l’écouter. Toutes nos sectes se sont ainsi fondées. Le premier
qui prend Un .bâton en main a raison».
Bâton à part, oes paroles die Poutougihine, un des personnages de Funiée, le célèbre roman die l’écirivain
russe Turguénefif, présentent un intérêt historique qui nous semhle digne de remarque. S’il ne s’agissait
pas d’un écrivain russe, dl’un personr
nage russe qui parle dé la vie en
Russie, dians les temps passés, on
poxïTi’ait avoir P impression qu’il
s’agit d’un écrivain italien, d’un personnage italien qui pari© dé la vie
en Italie.
C’est donc seulement dans le but
dl’enrichir les connaissances historiques de Bos lecteurs que nous nous
sommes permis de les rapporter ici.
En effet les citoyens dTItahe e d’Allemagne etc., n’ont jamais dit: «Il
nous faut un mmtre>y, paroi© vulgaire et malséante, mais ont enrichi le
dictionnaire de nouveaux termes:
lTÎKse““'T^reî7Xrobdhc^^ été. été.,
Et si aujourd’hui on regrette l’ordre
et la discipline, ce n’est pas par une
habitude de «servitude», oh! non!,
mais parce que on éprouve la grande
joie d’xm homme libre à doimer une
giffl© à Jacques..., à plat-ventre devant Thomas qui a piis le .bâton,
X. y.
zione iel giornale, prof. Gino Costabel.
A lui ed ai suoi familiari i nostri sentiment! di cristiana solidarietà nel dolore
e nella fede.
Ili Prof. Paul Geisendorf, Presdid«nte della Société d’Histoire et d'Archéologie de
Genève, comunica eh© quella Sodietà ha
eteito a suo membro corriapioinideiite il Professor Aruro Pascal, per J suol lavori e situicK sulla Storia dèi Valdesd e sul
Rifugio dtaHano a Goevra.
« Cette Société », dice la lettem, ,« a ensuite voulu resserrer en votre personne
les liens qui unissent Genève aux historiens Vaudois et aux populations mêmes
des Vallées, dont nous admirons profondément l’attachement au passé, la vaillance
dans le soutien du Bulletin et la fidélité,
récemment encore marquée par les pélérinages vaudois au souvenir de leurs ancêtres”.
Ci rafflegriiamo con il Prof. A. Pascal
per questa nomiina e meitiiamo in rffievo
questa forma dii sirupaiia dia parte delta
Svizzera, nei campo culturale © scientifloo,
oltre ohe in quello asaistenzial©.
(Red.).
New-York
La famtld© va/udoise de New Yorlc a encore été demièremeint éprouvée par quelques départs Le mois de déoeuùtr© nous
qui'Wàit après quelques jours de maiaiiie
M.me HELENE GHIGO marié© Louis
Mart'iinat, ©il© était originanne de la Pérouse. Le mois de janvier, après un© courte
roiailadi© aussi, est décédée M.lle MARIE
GARROU de- la Ville de Prafly, à l’age de
53 ans. Et ©nicor© la dernière semaiin© d©
janvier c’est Mr. ADOLPHE RAYNAUD
de Peumdian de Pramol, qui a été enlevé
subitement à l’affection des siens, à l’age
de 50 ans.
L’BgiHs© a entouré d© toute son affectioin ites faitni'les en dteui'l et désire exprimer aussi aux parents des Vaillées tout© sa
sympathie chrétienne.
JANAVEL
Dir. Resp. ERMANNO ROSTAN
Arti Grafiche “L’ALPINA,. Torre PeUice
A.l»b
API
«» n t i
L'KII DILLE HUI MI,
Italia
Estero
Annuale Semest.
L. 500 280
L. 900 500
Og ni cambiamento d*indirizzo costa
lire DIECI
PRO VALLI
Dalla oomunità idi Venezia ci si domanda
quanto segue :
1) un aliog^o di almeno diue stanze,
nel fondo valile, per coniiiigi con du© bimbi
piccoli, profughi per motivo di roUigioii© e
protagonisti di dolorose vicende.
2) FamiiglSa valdese disposta ad ospitar©
per qualche tempo un ragazzo di 13 anni,
cieco, senza braccia, vittima idi una bomba
a miano, di notevole inteliiigenza e spiritualità religiosa. 11 vestiario è 'fornito come buona .parte del vitto.
E’ dèsiderabi'le ohe la famiglia ospiftante
possa offrite un sano ambiente evangelico
ed abbia nel suo seno un coetaneo del ragazzo. N
11 soggiorno richiesto ha Io scopo di studiare le possibilità di evoluzione e di r®ndimento dola innocente vittima de’da guerra. — Entrambi queste domande hanno carattere urgente.
La scuola di tessitura di Rorà offre ai
correligionari cui possa interessate, buong
tela manufatta a condiziioni vantaggiose.
Ottima magna rorenga di provata competenza offresi tenere in pensione bimbi gracili anche di tenera età, bisognosi dii oMima
montano e di oure opportune.
Il 10 corr. ha terminato la sua esistenza
terrena, all’età di 84 annà
Panny Blanc>C0«labal
li marito Luigi Costabel, i figli Gino ed
Elisa ne danno il doloroso annunzio, riconoscenti a quanti hanno dato loro prove di
cristiana simpatia; in particolar modo al pastore Deodato e Signora, al pastore Bertinatti, al doti. Scarognina, al signor B. Depetris, alle signore E. Jourdan e M. PontetBeux.
Luserna S. Giovanni 12 marzo 1948.
Cambiterebbesi alloggetto a Q'uinto Mar©
(Genova) per un mese ©stivo, con aiVoggetto
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IOLÀNDA VALERIO
della CM««a di Torino, ha oonsegtàto con
pieni voti assoluti la laurea in, micdicina e
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Ali'a neo-dottoressa j nostri rallegramenti © gli auguri d’un servizio che sia »1 tem,po stesso missione umana e cristiiana.
E' deceduta a S. Giovanni la signora
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madre àcl nostro collaboratore nella reda
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TORRE PELLICE. 2Ô Marzo 1948
"Io sonò la luce del mondo.
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ELLE
SETTIMANALE DELLA
GESÙ
Pasqua 1948
Verso il disastro
J&mpv fa una, grave, disgrar
zia si è verificata in Isvizzesra. Un
treno carico di sciatori percorreva
un rettilineo in discesa, quando il
riiacchinista. si accorgeva terrorizzoio
che i freni non «gibano più., Lai velocità che a convo'gtio asndava man
numo acqnistancio tolse ben presto
ogni spercmza! «¿i viaggiatori. Alla fine delta discesa] il treno, imboccava
come un bolide un binario morto, tVi
vestiva un \ffnbbricato, che croiiilai;«
fragorosamente, ei uù iistante dopo
la tragedia si concludeva^ in un gravi
glio di roteami, dii morti e feriti.
L’episodio non uscirebbe dai. limiti diti mia cronaca usuale, se purtroppoi non ci facesse pensdre ad una situazione mondiale che si va sempre
più chiaramente de^ùteundo. Come
1 iaggiatori di un treno impazzito,
vedUmio gli aivvenimentì succedersi
con velocità crescente, in ansiosa attesa de ir inevitabile epilogo.
E’ ben logico che noi cristindt
jnmsiamo con trepidazione aUa sor
te della, Chiesa. Sarem.o coinvolti an
che noi dalla tragedia? Possiamo nov
dire di essere fuori dei treno votato
olla morte?
*
guidano te nazionil, e non ci è possibile fare dette profezìe per l’awenir& politico del monde. Forse la visic-tic di una totale rovina che. travoigerebbe vinti e vincitori rùiscdrà a
evitare il momento delle decisioni
fatali. Fetrse, invece la Nemesi della
storia ha già pronunziato il suo ver
iìetto. Non possiamo quindi prmimzlaroi se ci sia ancora una speranza
per l’imniediato avvenire deità nostra civiltà.
Ma una cosa certa noi scippiamo,
ed è che l alba, di Pasqua ci ha aperto il cuore a urta nuova speranza,
anzi a una gtdriosa certezza.
Se dovessimo esprimere l’attuaiità
del messaggio pasquale, poitremnw,
dire che lai risurrezione di Cristo
rappresenta per noi e per il monc&o
l’unica possibilità di andare oltre il
destino,, oltre lo fatalità del peccato
e della morte.
Oltre il destino! Quale controsenso, quale coniraddizione negli stessi
termini! Il destina è infatti per definizione ciò che rum si può evitare;
quello che il destino! ha deciso fatalmente si' compiei e a nulla vairebbero gli sforzi più perseveranti e le
lotte più eroiche.
CHIESA VALDESE
^CET IN TE'^
Eppure tutto iP: cristianesimo, si
riassume precisamente in questa paz
zia, come lo aveva la filo
sofia greca: Gesù ]m rovesciato i limiti del de.stino, dpi peccato e della
morte.
Con la risurrezióne di Creilo qual
che cosa di nuovo è comincialo. E’
sorta mia nuova umanità, che si incammina per una strada radiosa iK
vita e dì speranza.
Il messaggio: della Pasqua I94!ì
non solo ha consenmo tutta la, sua
potenza originaria,, ma dtàrdi quast
che in questn livida, alba di guerra
fa risvegliare nei nostri cuòri una
speranza, uria certezza ^maggiore,
perchè mai come oggi la minaccia
della catastrofe ci apparerò tale.
Cristo ha vinto; Cristo! è il viv^um!
Possano i nostri occhi aprirsi e rìconosQerloi. Roberto Nisbet
9c
i-uoaa .masqua
Ai discepoli che, per iimore dei giudei avean serrate le porte
del luogo óve si trovavano, Gesù risorto, apparve_e disse loro
Pace a voi! ...Poi soffiò su loro e disse: Ricevele Io Spirito
sanfo. Ed i paurosi divennero audaci e forti, pronti alla morte
nella loro testimonianza. Oggi, ccfme allora, ci sembra che i cristiani abbiano chiuso le porte del luogo ove si trovano, per paura.
E la loro testimonianza è debole, inefficace, scansa. Possa questa
Pasqua 1948 essere per ciascuno dei nostri lettori la gioia della
sua risurrezione neH'incontro con Colui che è risorto : PACE A
^'01 ! i
Saremo coinvolti?
E’ un fatto che la, Piirola di Dio
suoTUt oggi come severo giudiiSo della follia umana, e sull’agitarsi spot,
sinodico dei 'popoli, sugli schierar
^ nienti formidabili, sta scrittoi il
((Mene, tekel, ufarsin» delle erre òIjocalittiche della storia.
Perciò il cristiano non ¡mò che
sentirsi spiiftuaimente isoilato nella
grande ribeìllkme degli uomini contro il laro Dio; non può sentirsi solidale con i toro progetti e i krrò
sforzi titanici per evitare te conseguenze delle preme.sse che essi stessi
hanno pmtdi.
Lo storico Eusebiloi racconta che
nel 67 dopo Cristo, quando] le trupl>e romane premevano Gerusalenime, e il fato dleiijf« città ribelle stava
per compiersi, la éomunità cristiana si ritirò in massa in Perca, dove
non giungevano, i clamori della guèrra.
Spiritualmente i cristiani non possono che sentirsi più che mai. estranei a questo mondo che corte pazzar
mente verso la sua rovina. In un certo senso possiamo dire che, quahmr.
que cosa stia per succedere, il cristiano non ha nulla da temere perchè non è mai travolta, dagli eventi
chi ha trovato in Cristo! la raigione e
ló scopo della sua vita, —
Però non, ci faodfctnia illusioni.
Siamo cristiani^ mg sitano anche cittadini di questo mondo, e nulla sa
rebbe più lontanoi d’gl^ pensiero eiKwira-geUco, se pretendessimo, isolarci or
gogUosantente, lasciando che il mondo córra per conto suo, verso il tragico destino.
Tanto più che anche noi cristiani
starno colpevoli, e pèrche anche sulla Chiesa grava tremenda la minaccia: «Ho questo canteo di te: ohe
hai lasciato il tuo priipo amore. Ricordati dunque donde sei caduto, e
ravvediti, e fà le opere di prima; se
no, verrò a te, e rimuoverò il tuo
candelabro dal suo posto, se tu non
ti ravvedi » (Apoc. 2: 4).
OXLL\ CROCE
C’è un’ùltima speranza
Non possiamo sapere cosa d sia
nelFanimoi dei ** grandi ” che oggi
La Settìniana Santa ci riconduce
ancora quest’anno ai piedi della cior
ce di Cristo e davanti al sepolcro di
Giuseppe d’Arimaiea, rimasto yerar
mente e misteriosamente vuoto dopo
la risim-ezione di Gesù.
I ricordi die s’affollano nella nostra mente e la fede più © meno confessata dei nostri cuori ci costringono a fissare di nuovo 1(3 sguardo su
Colui che a è morto per i nostri peccati ed è risuscitato per la nostra giustificazione y>. Smtiamo profondamente, anche se non sempre lo vogliamo manifestare che la morte e
la risurrezione del Salvatore stanno
al centio della nostra vita e che, dopo aver vagato lontano, nei nostri!
errori, nelle nostre amhizioni, pelle
nobtre follie umane o nelle nosti-ei
negazioni, è pur necessario tornare
a Lui per ascoltare dia (Lui la pai ola
doUa vera pace e della vera speranza
neUa vita e nella morte.
La croce del Golgota è stata molte
volte considerata dagli uomini un
inganno, un» scandalo, ima pazzia,
un mistero. Molte teorie umane in-.
tese a spiegare il mistero del s.'*crifioio 4Í Cristo non hanno sodd',sfatto nè la mente nè il ¿juofe. Ma
q^ndo ptuso a ciò che l’uomo è,
nella sua natuia — sottomesso alíe
|)'.;ienze saiauiche dell’erro.'e e della
imJvf.git'j, strumento degli s|>iriiì
dille tewbre — quando riilctlo alla
'iiia vitu iiei;sonale e la veda nella
sua realtà peccaminosa e aento il hisogno assoluto, impeliente dèjl’amo^
re di Dio, allora la croce di Cristo
si erge davanti a me, come segno
della mia colpa e della mia redenzione: essa mi oonvince di peccato',
ma al tempo stesso mi aseicura che
l’amore di Cristo è stato più glande
del mio peccato, poiché Egli si è
veramente dato per me. (( Egli è star
to trafitto a motivo delle nostre trar
sgressioni, fiaccato a motivo delle
nostre iniquità; il castigo per cui
abbiam, pace, è stato su Lui e per le
sue lividure noi abbiamo, avuto guarigione. Cristo ha veramente portar
to i lUìstri jmecati nel suo corpo, sul
legno^ affinchè, morti al- peccato vi
JkL SEPOLCRO
vessàmo per la gimdzió... Egli è
Tiiiarto per le nostre offése... E’ stato
l’Agnèllo di Dio che toglie il peccato
del mondo! ».
Ma il destino di Gesù Cristo non
si esaurisce nel fatto della croce. Lai
croce, senza la risurrezione, è up ér
pisod.io triste, angoscioso, colmo' di
disperazione, a Se Cristo non è risuscitato', vana è la vostra fede», scrive l’apostolo; a voi siete (incelai nei
vostri falli ».
Il venerdì santo senza la Tasqua è
un giorno di pianto e dì pianto che
non cono'Bce consoilazione. Ma ora
sappiamo che il sepolcro è stato visto vuoto, che il Signore è apparso,
che Egli è vivente e che si manifesterà di nuovo nell’ora del suo glo-rioso ritorno. Noi sappiamo che Cristo è risuscitato per la nostra giùsitificazione: l’opera sua non è stata vana, il peccato e la morte) non hanno
j>iù l’ultima parola nella storia del
mondo e nella vita degli nomini,
perchè Gesù Cristo è veramènte risuscitato.
La nosti-a speranza in vita' ed in
morte si fondla dunque in Cristo. I
nostri beni si consumeramio, le nostre umane speranze verranno meno,
gli anni nostri passeranno, la vita
ci farà com^piere molte esperienze
buone e cattive. Ma, dopo aver percorso molte strade e dopo aver coniosoiuto molte amarezze, torneremo
ancora a Lui. al Signore che è stato
dato per le nostre offese eff è risuscitato per la nostra giustificazione.
Quel ritomoi sarà per noi sorgente
di pace e di incrollabile speranza.
Ermanno Rostan
Attenzione ! ! !.
Per dar modo a tuffi i Pastori
di farci pervenire grli echi delle
celebrazioni pasquali, pubblicheremo la Voce delle Comunità il 9 aprile; le corrispondenze dovranno quindi pervenirci entro il 5 aprile.
iiaiioi dilla bou
La predicazione della croce è uiia pazzia, è uno scandalo. Inconcepibile affermazione.
La croce di Cristo è una rivelazione. E’ per la grazia di Dio ohe
possiamo affermarne la portata, e
questa luce penetra in noi per la fede.
Di fronte al nostro peccato, alla
nostra inguaribile miseria; davanti
alla disdetta che ci sommerge e ci
annienta, è sempre sulla croce ohe si
poisa il nostro sguardo: la ei^oce è la
nstra unica speranza. Se non comprendiamo come mai la morte di Cristo <4 salva daRa perdizione, sappiamo però, poiché m-ediamo in Lui,
!o Gesù ha latto ¡piesto per noi.
Nel nostro peccato, nelk nostra
impotenza, nel nostnoi rimorso, nella
nostra inquietudine, e allorché ci
rendiamo conto ohe non c’è via di’uscita, la croce si driziza, allora, luminosa nelle nostre tenebre. Potenza di
Dio, Salute di Dio - Prova sovrannaturale dell’amore che veglia sulla nostra vita.
O- Cerni
(Unione Evangelica)
4
fV S’ ' ' 3 > Í Í
L'EGO DEU.S YAUJ VALDESI
di cosci enzer ,
di poter dire che non esistono persecuzioni religiose vere- e proprie iin zona
sovietica, ma molle difficoltà di ogni
_f i • • a Ordine. iPeir non citare dbe un esempio,
et QQStirCt ^ et c/77icrivy ^ pro-hito rmsegnamento deU® re%io
M « M a9f#fft9ffW ne nelle scuole. E noi 'incontriamo e
normi diffiooiltà a trovaire altri ' locali
per impartire rih|segria(mento religioso
ai bambini delle scuole ».
' La situazione del .protestantesimo
spagnolo ■conitiniua a manitenared grave;
ma come notare Oh'arles Bnulscih
(la Vie Pirotestanrt© del 9 gennaio
¡1948) la 'reeponsabil'iità principale delle persecuziani e deiMe ostilità di cui
sono vittime gli evangelici spagnoli
non dipende tanto dall’atteggiamento
del governiOj quanto dalla violenta cam
pagna degli ambienti ecclesiastici cat•tolici e di eslirema destra. Pubblichiamo qiui alcuni documenitj signiificatlvi,
tr^i dal bollettino del S. OE. P. I. e
diB citalo ainticoilo dCl pteltora Oh.
Bruitsch.
Ecco delle dichfrazioni tratte da un
foglio velante, tUstribuiito dtìi falangisti : « Da due anni it protestantesimo
¡otta per prendere radici nell'animo
della patria nostra: ciò rischia di frantumare la nostra unifà cattolica, non
meno che l’unità nazionale, forgiata
sulla base del principia cattolico...
Il consigliere generale deU’Azione
Cattodioa spagnola, Mgr. Zacarias Vizcarra, si è cosi espresso ;
"Nel mondo delle idee... fa la sua
comparsa in Spagna un nuovo nemido
che aggiunge la sua azione anticattolica e antinazionale a quella dei numerosi nemici che abbiamo tra gli intellettuali di sinistra... Questo nuovo nemico è il protestantesimo che svolge in
diverse parti della Spagna un’ìtiqtéer<
tarile offensiva contro la Chiesa cattolica, contro la pace religiosa e sociale
del nostro paese. Non soltanto sono
state riaperte le antiche cappelle e i
, vecchi centri di propaganda protestante, ma ne sono stati fondati dei nuovi
su larga scatà...
’’Non possiamo dimenticare che pochi anni or sono la Spagna intera si è
sollevata per difendere la sua fede in
una eroica crociata... Pure la sua importanza è calpestata dalle ridicole sette protestanti che piantano le loro tende
sul sangue dei nostri martiri... ".
II documento Continua citando le parole del oandiinale Segura ;
” La Spagna tornerà all’unità della
fede che ha cementata la Santa Vergine di Filar!... A tutti coloro che sono in autorità donviene fare tabula rasa e estirpare quel male particolarmente grave. Tutti i cattolici spagnoli hanno il dovere di non permettere che la
attività protestante possa svolgersi nel
nostro territorio nazionale...
iL'Arcivescovo di Saragozza, Mons.
Demeneoh y Valle, sórive nel suo Bollettino ufficiale (22 dicembre 1947) ;
” Osserviamo che nella nostra città di
Saragozza le sette protestanti hanno
ripreso la loro attività distribuendo libri e Bibbie. Esse approfittarono del
ventitré novembre, giorno consacrato
da noi alla divulgazione tra i fedeli dei
libri sacri, per intensificare la loro prppaganda senza velo nè discrezione...
Il fatto è particolarmente grave, perchè
la legge non permette in Spagna nè il
culto pubblico delle altre religioni, nè
la diffusione delle loro dottrine; esse
possono dunque fare del proselitismo
soltanto con la frode e ingannando la
vigUanza delle auHorità’'.
Ecco qualche passo di un foglio distribuito dagli studenti cattolici di Madrid
"Come un sinistro volo di corvi,
i ladri della fede si sono abbattuti sulla Spagna. Pastori protestanti di ridicole sette religiose ritengono il momento favorevole per diffondere la loro eresia... Sianto decisi ad impedire
con tutti i mezzi l’avanzamento della
eresia nella conqiilsta dal nostro paese,
unita netta fede apoitàìica romana...
Noi studenti spagnoli ci consideriamo
pel senso pià tolde -della parola gli
eredi dello spirito deU’ìnquhizione ”.
Infine <osl si esprime il foglio di settembre del « Requetes » (oarlist’) :
*"Oggi il cartismo leva la sua voce
di allarme e dì protesta. E’ p’^anfo a
combattere, dovunque, con tutti i mezzi. costi quel che costi. Esigiamo che
il Capo dello Stato faccia una dichiara:
zione pubblica sull’unità cattolica in
Spagna, che tutte le cappelle protestanti sipno immiedidameme chiuse, che
l’attività ed il proselitismo dell’eresia
luterana siano- impedite con opportune
misure
sere più certi — tanto in ju0>slavia
, che altrove. Pensiamo alla libertà che
la Chiesa deve avere di criticare e di
parlare profeticamente intorno alle qui:stioni d’interesse nazionale. Non siamo
convinti che le Chiese jugpslave possano rivendicare questo diritto, nè che lo
abbiano desiderato ’’
U. R. S. S.
iS.OE.P.l.). —- Una discussione è
sorta sulla quisiione religiiosa tra i periodici sovietici « La verità del Komsomol» e ((Il giovane bolscevico».
Il Rev. Robert Tobias, membro del
dipartimento della / ricostruzione del
Consiglio Ecumeni ' delle Chiese ha
visitato le Chiese Jugoslave; egli ha
dichiarato che vi è in quel paese la
più completa libertà di coscienza e di
culto. L’atteggiamento del governo verso la Chiesa è stato definito dal gene
Roifiania
Iugoslavia ** Preesidium della Repubblica popolare Romena, accompagnato dal primo ministro Groza e dal ministro dei
culti btoian, ha fatto v;sita al patriarca
Nicodemo, capo della Ohiesa ortodossa
rumena.
Il Premier Groza ha detto : <( La
Chiesa è un’istituzione di permanente
utilità per la vita del popolo. Essa fa
parte integrainte dello Stato e cammina
La Chiesa nel mondo
Quest’ultimo raccomandava di usare
indulgenza verso i credenti, cui bisogna dimostrare con pazienza quanto nefasta sia la religione. 'Il Comitato centrale del Komsomol ha decretato esser
proibito ai comiunisti l’aindare in chiesa. E’ inamissibile per dei membri del
K'oimsomol iil credere in Diiio ed Al conformarsi ai riti religiosi. «La raccomandazione del (( giovane bolsceviico »,
dichiara il Comitato centrale, non è altro che un ten'tativo di dimostrare che
è ipossibile unire il materialismo alla
fede'e aU’ideaJismo.4Così facendo si
rinnega il marxismo ».
U. S. A.
Germania
Ecco alcune dichiarazioni di un’alta
personalità cattolica di Belino, riferita dai periodico 'francese Réflbirme:
« In zona sovetioa, dove il numero
di templi cattolici è insufficiente, i pròtestanti hanno messo a nostra disposiz’one i loro templi per le mostre riunioni e per i nostri servizi ».
Sempre secondo questa jpersonalità
le due comurronii collaborano strettamente in tutti i campi : quistioni soo'ali. difesa della gioventù, riforme
sSolastiche, eoe. «Infine, siamo lìetì
rale Ljubodrag Djuric, primo segretario del Maresciallo Tiio e capo della
niiova Commissione per gli Affari religiosi, come un benevolo interesse.
La stessa impressione ha riportato
una commissione di sette pastori americani di diverse confessipni, che hanno visitato la Jugoslavia l’estate scorsa:
Dopo aver rilevato l'eguaglianza di
fronte dlla legge di tutte le confessioni religiose e lo spirito di tolleranza
che va facendosi strada, il rapporto
continua dicendo
’’Vi è un aspetto importante della
libertà religiosa di cui vorremmo es
neilo sp.riito dei tempi. La Chiesa ortodossa ha sempre compreso 'questo e
lo compreniderà certamente ancora in
avvenire ».
I rappresentanti delle Chiese ortodossa, cattolica romana, cattolica greca e d. diverse Ghiese .protestanti si
sono inunki a Bucareat per giurare fedeltà alla giovane repubbliioa, 'alla presenza del ministro del culti. La formula del giuramento è la stessa in uso per
i funzionari del lo stato Alouni eccles.astici hanno aggiunto al loro giuramento l’assicurazione della loro fedeltà al nuovo governo. (S.OE.P.Ì.).
(S.OE.P.I). .—. Una nuova organizzazione; profetarne 'Ha pubblicedo un
manifeshp che riafferma con forza il
prineffno dmericano della separazione
delta Chiesa dallo Stato. Questo raggruppamento, il cui nome è ’’ Protestanti e altri Americani partigiani della Separazione della Chiesa e delip
Stato ’ , dichiara che la Chiesa cattolica romana tenta di ’’ infrangere il
principio costituzionale ’’ facendo mantenere le sue scuote parrocchiali dal
tesoro pubblico.
. Convinti che la libertà religiosa negli Stati Uniti è nata dalla separazione
della Chiesa e dello Stato, gli autori
del manifesto domandano che i trasporti, i libri di testo gratuiti, ecc. acoordati (M’insegnamento confessionale
siano soppressi e che soppressa sia anche la rappresentanza presidenzMe
presso il Vaticano.
Il gruppo ha stabilito questo progamma d’azione:
" Illuminare la pubblica \apimone
perchè difenda la libertà religiosa. Resistere a ogni tentativo di allargare ancora la breccia nel muro di separazione fra Chiesa e Stato.
La nostra azione non deve essere
censurata come anti-cattolica, o accusata di essere motivata da animosità
verso l cattolici. Come protestanti siamo anti-cattolici nella misura in cui i
cattolici sonp anti-protestanti. Siamo
separati nel capo della fede da differenze profonde, ma tali differenze non
hanno nulla a che vedere con gli obbiettivi definiti nel nostro manifesto.
La quistione della separazione della
Chiesa e dello Stato è stata posta sul
terreno politicp, ed è lì che ci proponiamo di affrontarla
Cattolici, Protestanti e Ortodossi
di fronte al Movimento Ecumenico
Dal bollettino del S.OiE.P I. stralciamo alcune affermazioni di eminenti
persoralità religiose, in merito ai mo■■ inumo ecumemico.
fi gesuita padre Charles Boyc- pubCi ca sulla T vista Unitas, o-garo. dtlrassociazione cattolida Uniivas alcuni
ril.evi su una pubblicazione del pastore Visse,r't Hooft sMlda natura de; Ct.nsiglio Ecumenico. Scrive ni pad'c Boyer :
«. D’une part, diaus ce système, on
Ile peut se i:as8em,bler qu’à la condition d’exolure toute |nte)veintû>n
d une autor'ité en matière de doctrine et par suit© d® respectei: les contrastes les plus aigus qui existent entre les groupes convoqués. D’autre
part, on voudcait progresser vers
l’unité et même se considérer comme ime apparition, fugitive, si l’on
veut, mais tout die même un© apparition véritable d’unité. Mais en
matière de religion, là où manque
l’imité des croyances, quelle umté
pieut-il subsister? Et dan» le cas die
SItopkholm et de' Lausanne, quand!
il s’agit di’unité chrétienne, comment peut-on croire un istant cette
unité réalisée alors que l’on n© sWteud sur presque rien, et que la
grande Eglise dé Rome se trouve
absente et il fauti bien le dire, en
désaccord? L’espoir qui reste, c’est
qu© tout de mêmè ces chrétiens non
catholiques sont hantés par l’idléal
la véritable unité. Ils iiarletit de
rUna Sancta, du seul Corps die la
seule Eglise dû Christ, de l’unilté
primitive dont témoigné le Nouveau
Testament. Ils la disent invisible,
mais peut-être vérront-ils un jour
qu’elle doit êtr© visible: ils la voient dans l’avenir, mais peut-être
viendont-ils à reronnaítrp qu’elle a
été dans le passé, qu’elle demeure
dans le présent, qu’en acceptant de
douloureuses séparations, elle ne
s est pas reniée, mais bien plutôt
affirmée et - oonsolii^ et quelle
reste tontes porte» ouvertes attendant le retour dé ceux qui, à un
moment trouble de L’histoire, s’eu
sont allés».
Ed ecco alcune dichiarazionii d'ell’ai-civcscovo di Friburgo (in Germania), Mons. Gròber:
«Nous reoonaissons avec gratitudfi:
qu’un gran nombre de frères, séparés, de nous dans la, foi, ont ouvert
leurs églises aux sanis-foyers, voulant
témoigner |>ar là qu’eux aussi attendteixt le salut de Christ seul, notre
Seigneur à tous... Ces efforts pour
nous rappi-ochei- les uns des autres
nous amènent aux fondements mêmes de la foi chrétienne, qui Dieu
meici, nous sont encore communs;
mais il n© saurait être question d’accepter un compromis, d’opérer un
mélange, l’édulooirer ({noi que ce
soit, ni d’aboutir à dies déductions
contraires à la foi catholique el à
l’infalUbilité dé l’EglisC ».
Il prof. P. Bratsiotis, ha pubblicato um
artiioolo nella rivislia g|reida «Ekkllesia» (n. 33-34) m oui si rivolge anzitutto alle Oh ¡es© ortodosse, iinviltanídole 'ad iinviare una forte delegazione
alla conferenza di Amsterdami, «affitn
chè l’ortodossìa vi appaia nella sua imponente unità, al di sopra dielMe tendenze nazionali o ¡politiche». Rivolgendosi
infine al Consiglio eoumeriico', l’autore
sot'tolinea la neoossità dì attenersi alla
base dogmatica comume su cui ¡si fonda la oooperazione idielle Chiese in seno al Consiglio, e ohe- è ila fede in Gesù Cristo, Dio e Salvatoire. Inoltre è
necessario che in avvenire gli 'Sforzi
dei dirigenti il .movimento eoum'enioo
si liimitino ad urna collaborazione tra
le Oh lese, rivod-ta sopratotto alle quistioni del cristianesimo pratico.
Infine il prof. Biratsiotis si rivolge alla Ohiesa cattolica romana con un appello affinchè essa pure entri a far parte del Consiglio ecumenico, rilevando
quale responsa'bilità essa si addossi escludendosi votontariamente, e come
questo sia in realtà a detrimento déila
causa oristiaria nel mondé.
Segnaliamo infine degli iinconiri ebumentói tra cattolici e protestajiitì in
Francia ; in un recente incontro, og
getto di di'S’ciussiomei era ia quistione
della natura della Chiesa. Se un accordo fu' trovato fra gli uni- e gli altri sul
terreno biblico fr sulla qiuisti'one della
Chiesa coirpo di Cristo^ le difficoltà
sorsero quando si fiattò.di defi'nire la
estensi9ne del Corpo di 'Òristo e il suo
raplJorto con l’istìituto ecdesiastico.
Mentre por i protestanti la 'Chiesa, corpo di Cristo può prendere diverse forme iiStituzionali, ohe tutte, in diverse
maniere rendono visibile il corpo di
Cris'to, i 'cattolici insistevano sul fatto
che il corpo mistìfeo non poteva avere
che una sola manifestazione visibile legittima . quella deiiriStituzione romana.
J
Notizie brevi
preparazioni
ad jTmsterdam
L’Assemblea plenaria di Amsterdam
riunirà i delegati di 135 Chiese di
tutti i continenti : i delegati ufficiiali saranno 450, i supplentii 350, i delegati dei movimenti giovanili 100. Inoltre vi saranno ancora altre 500 persone, rappresentanti della stamipa, esperti, delegati fraterni, invitati © membri
del Consiglio ©cumienico. «
I seggi sono così suddivisi' : 85 delegai^ delle Chiese ortodosse, 110 delle
Chiese d’Europa, 60 delle Clhiese di
Gran Bretajgna e Irlanda, 90 delle
Chiese degli Stati Uniti e Canada, 50
delle Ch.'ese dell America latina, Asia. Africa e isole del Pacifico, 25 delle Ghiese deH’A'frioa del Sud e deH’A'ustral'a, e 30 delle Chiese di miooranza
in diverse pani del 'inondo. S.OE.P.I.
Ungheria
In Ungheria le trasmissioni radio
dedicate a servizi religiosi sono state
Sospese. L’Associazione della Radio
pretendeva infatti che i sermoni fossero sottoposti alla sua censura prima di
essere radiodiffusi ; la Chiesa riformata
SI è opposta a tale censura e di óonse.guenza le trasmissioni furono sospese.
Tale divieto si applica anche alla Chiesa Cattolica. (S.OE.IP.I.).
/•rancia
La sessione annuale della Comnmssione per i Rifugiati s’è riunita a Parigi dal 26 al 29 febbraio; alcuni membri di essa sono stati ricevuti dal presidente della Repubblica francese,
'Vincenit Auriol.
Lo deliberazioni della conferenza si
riferivano ai 'gravi aspetti 'Ohe presenita
il problema dei rifugiaii, il cui- numero
s’eleva a 15 miilioni. (S.OE.P.I.).
u. s. yr.
Il comitato esecutivo del Consiglio
federale delle Chiese in America, nella sua riunione del quatthrdici gennaio, ha definito il piano Marchall come
’’una delle pià monumentali affermazioni di fede della storia”. Il Comitaip
s’augura che gli scopi del piano rimangano essenzialmente morali e spirituali al disopra di oini [iolitica partigiana. Il programma di ricostruzione
europea deve essere il mezzo con cui
l'Europa ed il nf^ndo, liberati da ogni impaccio, sarannp liberati dal timore di vedere gli Stali Uniti imporre le
loro idee politiche ed ecotiiomiche.
(S.OE.P.I.)
Çran preiagna
Il «Brjtiisih Weekly» dà interessanti
iinfoirmazioni sul successo delle omissioni radiofoniche delle Chiese. La
B.B.'C. accorda loro iqgrii settimana sei
ore di trasmissione, di cui 45 minuti
pet il culto, che è aiscoUtato in media
da due milioni di persone. Ogni mattina dalle 7,45 alle 8 viene trasmessa una breve meditazione, e giomalmènite
viene pure rivolto un messaggio agli
ammalati. Una delle emissioni più popolari è la mezz’ora della d'omeniéa sera, durante là quale vengono diffusi
cahiti rèligiosi di tutte le 'Chiese: si
calcola che 8 milioni e mezzo di utenti ascoltano tale emissione.
(S.OE.P.I)
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L'ECO DELLEVALU- VALDESI
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■ ■ • ¿-ì
E' giunta l’ora dellot professikme
biblica della vc’^trai fede. Dichiar
rerete dinanzi a Diìa e dinmizi Ofila Sua Chiesa clte ainche voi avete
conosciuto la verità redentrice di
Crifsto e che intendete prenderla,
accettarla e consérvarla come regoila deltoi vostra vita.
E’ una decisione personale. Sarete nuovamente, come nel gkitno
dici baittesimo, chiamai per nome
. ad uno ad, uno e risponderete se ibir
tendete impegnarvi con autentica
serietà e non soltanto con una\ dichiairazlkine delle hdbblra. Davanti
a Dio non è po\ssibile mentire,
perchè Egli vede nel profondo
della noetra miinia, e non sa che
farsene di verbose affermazioni di
fedeltà che non corrispondano ad
un concreto atteggiamento di dedizione quotifMotm.
E' altresì ima affermaziome dblla Chiesa tutta/ La lasihii fede non
è .soltanto l’espressione di un va
stro sentimiento soggetièvo,, nè parteciperete soltanto] ad uria solenne
Confermai dii una fede, ohe si è andata maturando e chiarendo alla
vostra coscienza. Unite ft» vostra
voce e ili vostro SE alle voci ed ai
SI di molti, confessdri della veTir
tà. Se molti, troppi SE sembrano
essere stati dettldnvano, molti SE
hanno pcìrtato, l’eco d’una verità
prefondamente sentita e fedelmente professata. Possa il vostra SE
essere animato da un soffio profetica, che ¡tervada la Chiesa tutta
e la riichiamil alla sua m¡issione!
La votetrai professione di fede vi
iiisciirà più pro£oindainjen.te nella
vita della vostra 'coinuiiità partiooJare. Ncn fermatevi pertantcì die
ombre, che «1 volte oscurano lai
luminosa testimmiianzaL, nè atteggiatevi a giudici prima (Mi averne
portato il peso dtl responsabiMtà.
Gerente <M vedere aidiìtà delle sue
lacune il segno, della Chiesa Universale, ohe vive sulla terra attendendo la sua manifestazione e la
pienezza dtíEadempimento delle
pronvesse. In un mondo divisa ed
incerto la chiesa risente ancora
deda sua debelezsai la sua vita
si svolge sotto la croen, segna coistimte della sua testimonianza contraria olle 'facili speranze del mondo ma altresì protesa verso la speranza certa dei Regno di Dia.
La consacrazione delia propria
vita al Signore ncn deve offuscare il fmto incontestabMe che Iddio
resitai il veiro dbnatorel.-- I,Vd!cfioi
che v’ispi^a la fede quede ^fio
del Suo Spiii^o, indpttfondibile
con le tante intuizioni ed illusioni
umane, è ¡ture Colui, che vi accetta al segno della comunione u
PREOCCUPAZIONI
... PASQUALI
Il bollettino mensile della Parrocchia di San Secondioi di Pinerolo si
preoccupa evidentemente di preparare
i fedeli (dia Pasqua.
Nel numero di marzo del corrente
anno leggiamo deuni ’'punti interrogativi " ai quali ^fa seguito una accurata risposta. Le domande e le rispcr
ste offrono lo spunto a non poche riflessioni.
1) Senta, Reverendo: stanetite sveSliiaindoim'i ho bevuto un po’ d’acqua...
Mi ipermette di landare ala Comuniione
«ssendo 'Oggi festa solenne?
Non dovremmo fare commenti. Dovremmp semplicemente sorridere. Ma
dobbiamo pur denunziare una simile
profanazione della spiritualità della comunione e del Cristianesimo di Gesù
Cristo. Dobbiamo mostrare a quali
puerili, e grossolane preoccupazioni si
possa giungere quando si vuol togliere
alla S. Cena il suo genuino, spirituale
significato.
Nessun sacerdote per quaniq lo desiderasse può dispensare dal digiuno
eucaristico, eccetto in caso di malattia;
ma (Élora è già la Chiesa che concede
tale facoltà.
2) Lavandomi i denti e sciiacquando*
mi rimase un po’ d’acqua in bocca :
ho rotto ili digiuno ?
Quando si è messa la diligenza possibile per liberarsi la bocca di quanto
può rimanervi di acqua e di qualunque reliquato di dentifricio, usato per
l’igiene dàlia bocca, si può e si deve
restare tranquilli, il digiuno non viene
rotto e si può accostarsi tranquillamente atta Comunione.
Il Cristianesimo di Gesù Cristo è la
negazione di tutte queste pratiche legali e formati. Il Cristianesimp di Gesù Cristo non ha nulla a che fare con.
la magia e la superstizione. Quando
mai VEvangelo pone l’accento su norme di questo genere relative alla Comunione? Non insiste forse l’Evangelo sull’esigenza del pentimento e della fede ? Non dice esso ; « Non è quel
che entra nella ' bocca ohe oontamiina
l’uomo; ma quel che esce dalla bocca,
ecco quel che contamina l’uomo?».
3) Ieri sera mi rimase fra i denti un
residuo di caime, questa mattina lo tm
ghiottii, iposso ancora fare k Comunione?
Ecco perchè non insisteremo mai
abbastanza sulla necessità di una purificazione del .Cristianesimo, sopratutto del Cristmnesimo nelle Chiese.
E non insisteremo tanto sul dentifricio e sai residui di'carne nei denti...
nive'rsaklei aUai 'Ì^uiàd Céna.' La
vostra f&de non è mai piena e oempkita fino al giórno ^ella sua trasformazìcfie in visioné., Nel frOttempo Iddio offre anehe a doi H
nutrimento della predictudone della Parola e dìel sacramento. Per
continuare nel (xtmmino, che\ oggi
più decisamente avete sceltoi, è necessario il pane spirituale, rappresentato dalla Comunione, af.Mt.
quale sdrete ammessi. Se al ” pane, che è disceso (kit cieló” preferite il pane della, terra e vi acoOntenterete di loro, l’tmffma vosltra
(Mverrà (irida come terra secca e infeconda e le vostre aspirazioni diverranno sempre più legate (Ma
provvisorietà degt’id&M terreni.
Se accetterete Invece di vivere della marma che il Signoi^ vi darà,
i vostri desideri più nobili] si eleveranno sulle voci Ms(or(M degli
istinti e, ¡jortandto gìomalmeme
la spada dello Spùrtùr^ saprete che
Iddiiio (xmduce i Suoi alla vittoria
finale.
, Il vostro SI’ sia SE ; un sì fiducÙAso
nel ignare, férmo ntSlattmdene,
affinchè il solco della vostra vita
spiriturde sia profondo ei la Par
rota del nostro Dia possa far crescere i frutti più bekl e più ut-'M
alla Sua Causa.
CAMMINATE per lo SPIRITO!
Sì, perchè quel frammento assunto
la sera precedente non rompe il digiuno.
JCer mensa
del Signore
e. r.
La S. Cena è offerta a coloro i
quali riconoscono le loro colpe e
vogliono esserne liberati. Ciò significa che dobbiamo parteciparvi con
sincero pentimento. Pentirsi vuol
dire fare ciome ha fatto Davide, secondo le diiohiai-azicwii del Salmo 51 :
lasciarsi illuminare dalla piena luce
di Dio, senza nascondere nulla, senza attenulare nulla, o confessare a
Dio i nostri peccati, giuidioandloci
com’Egli oi giudica.
Al sacnfioio di Crcsu Cristo deve
corrispondbre il nostoo sacrificio:
cioè la nostra mòrte al peccato. Ogni
nostra comunione dovrebbe segnare
tuia rottura decisiva col nostro Io,
una consacrazione a Dio, un abbandono del nostro peccato per servire
Iddio. La S, Cena celebrata frequentemente non potrebbe che giovare
alla santificazione del criatiaino ed
alla vita delle comunità.
Nella Comunione, il Signore vuole
concederci la Sua presenza. Egli
virole essere con noi, com’era con
gli apostoli sulla via di Emmaus o
quando diceva loro: cfLa pace sia con
voi » ; come dovrà apparire un giorno, rivestito di gloria, Lui, il Cristo,
1 amico, il nostro fratello, il nostro
Salvatore. Egli vuole essere con noi
ed in noi. Vuole purificarci con la
»ua presenza spirituale, virole alimentare tutta la nostra esistenza con
il pane della- Sua parola e con i
frutti diel Suo sacrificio. Vuol© che
nm possiamo dire con l’apostolo:
«Non più io vivo, ma Cristo vive
in me».
La S. Cena è anche una Eucaristiai,
cioè un rendìmenitoi di grazie. Cele^_
briamo i| sacramento della mòrte dì
Gesù con un profondlo eentimieiato dii
riconoscenza a Dio, con l’allegrezza
di chi sa' in chi ha creduto. Benediciamo Iddio perchè * in Cristo Gesù » Egli cancella il nostro peccato,
perchè l’amore dii Cristo è più pxofondìo delle nostre cadute, perchè
« quando eravamo morti nei falli, ci
ha vivificati con Cristo, © ci ha risuscitati con Lui e con Lui oi ha fatti
sediere n©i^ luoghi' celesti iu Cristo
Gesù». Ringraziamo Iddio pelòhè
la croqe di Cristo è statai seguita dalla risurrezione gloriosa' e poiché nel1© tenèbre dell’umana incredWità,
nelle ore più oecuxe dèlia nostra vita, Gesù Cii^ rimane la nostra spe
ranza. Lui eh© è
merlo per i neslri peccali
ed * riauscllale per la neaira piu.
slificexiene.
Ermanno Rostan
I TEODORO BALMA
I mantelli
della Domenica delle Palme
Una semplice lettura degli Evangeli ci dice ohe di palme parla solo
Giovanni,!, mentre Liica parla Wo
di mantelli. Delle palme, è facile intuir© la finoi, A sera, quandèi il tripudio per l’ingresso di Gesù a Gerusalemme sarà andato smorzandosi,
probabilmente nessuno 1© avrà raccolte sulla strada, tranne quei ragazzi ohe per la via soglionoi trarre i loro passatempi dia un nonnulla; e
l’indomani, disseccate, avranno subito la sorte comune ai fiori appassiti : triste anticipazioine di quanto, dopo l’oaoinna di quel giorno, sarebbe
accaduto cou il crocifiggi del ver
nerdi.
Ma dei mantelli, certo la folla non
avrà fatto getto per sempre! Vero; è
che la gente si spoglia per Gesù.
Ahimè, è uno spogliamento esteriore, non profondo, non vero. Passato
il Redentore, la folla riprenderà i
siroi mantelli', li ripulirà 'iccuratament© dalla polverei raecolta a terra
c se li rimetterà addosso'.
Avete mai pensato a coloro — e
l'iwio legione —■ i quali ritengono di
aver fatto qualcosa', © fors’anche
molte colse, pel Cristo, allorquando
gH hanno soltanto offerto un© spogliamento esterno, superficiale, della
loro personalità? Eppure, quei tali
■lon sono \ meno esigenti davanti a
Dio, e non pretendono coni minor insistenza il divino contraccambio !
E non avete mai p'ensato a coloro
che ubbidiscono, sì, all’invito evangelico di spogliar^ dell’uomo naturale eh© riveste l’anima loro, m« lo
fanno con noia, con malagrazia,
imprecando in cuor loro contro il rigore della morale cristiania, che
chiamano « mor ale per angeli » ?
Nettpure questi riluttanti' seguaci
del Cristo hanno; afferrato lo spirito
dell’Evangelo, che è a perdersi per
ritrevars'i... ».
lord di mano, quasi ignudlo, non però col mantello, rimasto loro piceida...
Un altro servirà a ricoprire, nella
'^stessa notte, l’ajjostolo Pietro, accuccìiato nel cortile del Pretorio,' nel
l’attesa di Cristo, Povero Pietro! Davanti a queUa '^dbnnetta chiaecherina, tu finirai per rinneglare il'Signore. Nasconditi nel tuo manteUo, nascondi il volto tra le sue capaci pieghe, seppure quel panno ti basti a
nasconderti aU’occhio iudagaitore
della tua ancor vigile coscienza...
Un (Mro matUelh]^ forse il più .hello?, sarà miserafnenite ridotto a
brandelli iu una rovinosa caduta del
8ÙO proprietario, in un bua-rato sco
scésa e impraticabile. L’uomo che v^
si sarà avvolto il capo per non vedere
la morte in faccia —^ o per aou ved©
re, una volta ancora, il viso augu
sto del Redentore — è Giuda, Giu
da di CJheriot, che fin dal giorno del
lè Palme, sulla strada di Betania
ha nreditato i particolari della sua
orribile delazione...
Un altro manteUoi, di porpora, ricoprii-à, il mattinoi di quello stesso
giorno, 1© spalle doloranti di; Gesù. Si
faran beffe di lui, dici suo mantello
di regai colore, lo cbiameranno il re
de pazzi e il pazzo fra i re —
mentre davvero il Cristo, per virtù
df una tragica realtà, è il Re dii una
fùUe umanìÌGà(, ed il divinamento
foli© rappresentante di uuai razza —
la razza umana — ohe ha rinnegato
la sua più so^anzial© e duratura regalità...
Una pelliccola americana (aTales
of Manhattan ») ci ha descritto! la
storia dii un frali : 'successivamentie
indossato da un uomo di mondo, d»
Un direttole d’orchestra incompreso, da un bancarottiere, infine rigori
fio di biglietti da mille © caduto
d’aeroplano sopra una triste accolta
di povera^ gente in atteggiamento
di supplichevole preghiera a Dio
perchè l’Eterno si dégni di dai- loro
il denaro necessario per costruire
un oratorio. E il traik scende lenta
mente sopra uno sfondlo brullo,
mentre le banconote si disperdonC
ÌTa gli alleluia dei fortunati oranti,
e va a distendèrsi su un albero dissecato, con le maniche spalancate a
mo’ di croce...
I mantelli stesi a terra all’entrata
di Gerusalemme per il Redentore lo
accompagnano fin sul Golgota. Eccone le vicende:
Tre di essi coprivano, in quella
inemorabile notte sul venerdì, tre
uomini pacificamente addormentati
nel Getsemane, mentre poco discosto
il Maestro sperimentava tutta l’amarezza della solitudine e della lotta
col Maligno. Pietro, Giacomo, Giovanni, i vostri mantelli vi iweserva
no dal freddo primaverile, newero?
ma non certo dal vostro spiritual torpore...
Altri mantelli (gicora, dlj numeroisi
viandanti, la sera della crocifissione
di Gesù, verranno improwìsament©
agitati e gonfiati da una subitanea
bufera. Li vedete?, Rvidi in volto,
spettrali nei rigonfiamenti assurdi
dei loro mantelli, alla luce incerta
del crepuscolo, quegli esseri curvano 1© schiene e si .buttano a capofitto
per i sentieri che riconducono in città. Tutto in loro: rincedere, il terrore che li fa balbettare, la confusione che li spinge gli uni dietro gli
altri — tutto denota in loro la oonnivenza positiva con le potenze dèlie tenebiel E i loro manteUi fsono
ora d’impaccio, nella corsa sfrenata. Votrebbero buttarli, ma non posr
sono: come il mitico Nesso, nessuna
foiiza umana potrà strappar loro di
dosso quella testimonianza decisiva
— tra un «osanna» e un « orocifiggi » — dèi loro dóppio gioco...
ManteUi che ricoprono tutte le ignominie del genere umano, le sue innominabili infamie! Lettore mio: per
il tuo peccato segreto, per la tuai tara
morale che ti corrode, per l’invidlia,
per l’egoismo che albergano nel tuo
cuore, non hai pronto anche tu il
magnifioo manteào delle belle parorole, dei gesti eloquenti, della pietà
formale, dell’abitudline onesta?
Un.,altro nuvUcUo diventerà prò:
prieta di un'soldato romatio: quello
indossato da un giovinetto incuriosi
to ed ansioso di seguire fino aU’ultimo la vio^da di Gesù Martire, al
punto di lasciarsi sorprendère, in
quello ste^o giardino, dalle guardiè
capeggiate da Giuda, salvo a sfuggir
Eppure mentre noi cerchiamo così di naseondiere l’infamia di dentro
(e confessiamo pure che siamo abilissimi in ciò!) — intanto, il Cristo
si è spogliata per nei. Umanamente,
ha dato la suai vita, spogliandosene
per rioi; e nell’ordine del piano divinò, si è spogliato delle sue prerogative celesti per scendere, creatura
fra le creature, al livello dèlia vita
e dej pensieri degli uomini. Gesù
spogliò sè- stesso. Paolo ha sottolineato: Gesù svaccò sè stesso. Mentre noi ci accaparriamo — anche material^nte —■ tutte le gioie di questa vita, il Cristo ha lavato eh© lo
si spogliasse di tutto! Questo singo-
6
fe-.
-> %
-'ECO DEIiE VALU VALDES
lare cdatraeto, taute più assurdo
quanto più óbbisognanio di quei .beni
che stolti trasourìamo, non pùò e non
<^e dui'are. Ora lo sappiamo: non è
la domenica dell© Palm© che dobbia]tn© mettere i nostri mantelli a terra:
è il Venordi santo ! E i nostri orribili pjaluidlamenti, diéstiloati a' irioó'
prii-© quéi *700 metri- di stradià che
vanno dal pretorio di Pilato al Calvario dì Cristo, diebbojno aspeittaxe
di essere calpestati dia! Figliuol dtelPuomo, bagnati dal suo sudore,
strappati e ridotti a bi’ani dai chiodi
della sua pesante croce... ■ '
Soltanto allora, nell’atto di rinver
dire la nostra consacrazion© a Dio,
spogli di guanto in noi è malvagio
e viene dal Demonio, apparirono a
Cristo nudi e bisognosi di essere ricoperti della sua grazia, infreddoliti
e bisognosi del calore del suo spirito, pieni di paura e bisognosi di
quella serenità di cuore e di quella pace che solo il suo sacrificio ci
può aseicorare.
Teodoro Balma
Pbp le ^Gutile Domenicali
Legione del 4 Aprile 1948
Gesù davanti ai Sinedrio
Lettura : S. Luca 22 ; 63-71. — Imparare 22 : 66-71.
Appena avuta ia notìzia dell’arresto di
Gesù, il Sinedrio si riunì in tutta fretta,
nel cuore della notte, per giudicare e condannare il Signore. Com’erano felici questi anziani del popolo, capa sacerdoti e
scribi d’averlo infine nelle loro -mani, per
mandarlo a morte!
IL PROCESSO.
Con l’adunata del Sinedrio, sta per compiersi il più iniquo processo della storia.
Iniquo nella sostanza, perchè queUia gente
voleva la morte deirinnocente, dei Giusto
e del Santo ; iniquo nelila forma, perchè la
prima cura di quesiti Gaudici fu di cercare
delle false testimonianze contro Gesù «per
farlo morire ». Iniquo © brutale, perchè
avanti pure d’interrogare l’accusato, questi vendìva schernito e percosso dai loro
sgherri.
Ma quale èra dunque la ragione d’un tate àccanimento? — Una sola : Tinvidia e
l’odio; perchè II assillava il timore che per
la potenza delle opere di Gesù e il prestigio della sua paroila, il popolo li abbandonasse per seguire lui-; il timore che il suo
insegnamento, {’Evangelo della grazia, rivoluzionasse la tradizione mosaico di cui
si ritenevano custodi, e scalzasse ogni loro
autorità.
I CAPI D’ACCUSA.
Non avendo trovato mediante i falsi
teatimoni atouna accusa Che reggesse, quei
tristi cercarono allora di colpiirlo com© bestemmiatore della legge di Dio, reato che
m base alila legislazion© mosaica era passibile di morte. E il sommo sacerdote, ’©vati^' in piè, Io investi dicendo: Ti scongiuro per riddio vivente a duci se tu'sei
il Cristo, li Fighuod di Dio?
LA RISPOSTA DI GESÙ’
Alle varie accuse dei falsi testimoni, Gesù aveva opposto uno sdegnoso silenzio. A
che prò difendersii dinanzi a tali giudici ? Ma dinanzi alila chiara © perentoria dotttanda del sommo sacerdote, egi non e^
sita un istante. EgU sa che dalla sua risposta dipende la sua vita. Ed egli rislHMide, calmo e risoluto: Tu Uhai detto.
Cioè, sì, io sono il Cristo, aj Figlio di
Dio. Dinanzi alla subliiriità del suo sacrificio, non .possiamo ohe esclamare, prostrati nell’adorazione : Mio Signore e mio
Dio ! poiohè quello che ha se^to la sua
tnorte, è l’aperta proclamazione delia sua
tftvinità, per cui abbiamo la vita.
Gli uomini del Sinedrio non domandavano di meglio che quella confessione. E
con finta indignazicme, che mal celava il
loro compiacimento, presero a stracedarid te
vestì (gridando : Eg’ff ha bestemmiato, è
reo di morte ! E altera gii sputarono intriso, lo percossero e schiaffeggiarono, dileggiandolo brutalmente. E’ il prindpio delta
via crucas. Non resterà oramai eh© a far
oonfermare J’orribtite Sentenza dal braccio
secolare; e di subdito Io menarono da Filate, il governatore Romano.
CELEBRAZIONI CENTfel^RiE
ALLE VALLI VHIMeh
Il C^omitato Valdese per le celebrazioni centenarie neUe Valli ha
preparato, il programma generale
dette manifestazioni che sai anno
svolte nella prossima estate.
Con tali tnanifestazioini non soltanto . sarà commemorata dettamente la grande ricorrenza center
noria, ma si contrìBuirà in qualche modo ad indicare l’orientameatto spititueée e sociale e le possibilità pratiche dell’azione per il
nuovo) periodo che ora s’inizia.
Indichiamo i punti principali
del programma che si sta attivar
mente preparando nei particolari.
Il centro delle manifestazioni
sarà costituito dàlia MOSTRA del
OENTlEiNtARlO, cioè dall’esposizione di vàrie espressioni e forme
della storia e della i^a delle Valli
VaMesi nel cento comi passati. La
Mostra, organizzala a Torre PelUr
ce rimarrà aperta dtdl’8 agosto <d
12 Settembre.
Essa consterà <M varie Sezioni:
1) Il Focolare Vald^ese, ossia la
ricostruzione d’un’abitazione valdese di cento, armi fa: una cucina,
una camera da letto, una sedotta
da pranzo, una camera d’artigvunetto, fornita dtun antico telaio e
strumenti di lavoro per lavorazioni varie.
2) Una mostra stoiica', con cimeli, oggetti caratteristici, ricordi,
documenti riferentisi all’epoca del
1848 e periodo successivo.
3) Una mostra dell’evangelizzazione valdese, che ricordi la storia dell’opera svolta dalla Chiesa
Vlúdese in Itedia nei cento anni
trasempi.
4) Una mostra artistica diel paesaggio valdese, che rzpprescnti
con quadri e fotografìe, le bellezze naturali e le locedità storiche
delle ValU Valdesi,
5) Una mostra delle Alpi Valdie6i, organizzata dalla sezione Val
Pelllce del Club Alpino Italiano.
6) Una mostra diel periodo dell’oppressione Ci dleUa lotta partigiana nelle Valli Valdesi.
7 e 8) Mostre delle Colonie Vaidesi della Germania, e dell’America Meridionale, illustranti la storia e la vita dei Valdesi emigrati
in quelle regioni.
Specùali Commissioni stanno fin
ePora preparando le singole sezìerni, le quali, pur rimanendo ned
modesti limiti imposti dallo spazio
e dèi mezzi disponibili, costituiranno un’espressione viva e vk
brente della vita valdese e susciteranno: senzai dubbio un vimssirno interesse.
Tutti i convalligiani che dispongono di qualche oggetto, quadro,
sirumento o documento caratterìr
stico, che interessi Tuna o Poltra
sezione, sono vivamente pregati di
offrirli in prestito per la Mostra,
avvertendone un membro del Comitato, con l’assicurazione che tutti gli oggetti offerti sartmno acctir
ratamente conservati, e resi alla
chiusura della Mostra stesàa.
Durante il periodo della Mostra
sarà organizzata una serie di intr
portanti manifestazioni che contri
buirunnQ a, rendere più efficace la
celebrazione centenaria. Diamo un
cenno delle manlf&tazoni già previste:
Domenica 8 agosto': ’ Inaugurazione della Mostra. Serata folcloristica alToria aperta, con quadri
di vita valMgiana^ canti coraM,
popolari, eco. -y
ScooS^
1 foglietti delle lezioni per il trimestre
Aprite - Giugno sono pronti. — Rivolgersi
per ordinazsoni alta LIBRERIA CLAUDIANA — Torre Pellice.
Giovedì 12 agosto r Rappresentazione scenica rievocante la vita
dì cento anni fa.'.
Domenica 15 agosto: Grandi adunate tratMzionati,
Dal 16 al 21 agosto: Passeggiata
storica attraversa le VedM Faiider
si, con adunate p commemorazioni iUustrative’ e corah nei
centri visitati. Le giornate, in
linea generale, sàranno così distrihuite: 1) Vìllar e Bobbio
Petlice; 2) Angrogna; 3) San
Giovanni © Rorà; 4) Prarostino,
3. Germano: e Pràmollo; 5) Pomaretto. Chiotti, Perrero, Proli ;
6) Maniglia, Massello] BatzigUa.
Due raduni alpini sono previsti
al Pra ed «I Proli per le inaugurazioni del Rifugio Jetvis e
I del Campo Agape.
Domenica 22 agosto : Serata mur
sleale alTasria: aperta, con rappresentazione (È Quadri storici
Valdesi.
Giovedì 26 agosto: Rappresentatone scenica a S. Giovanni.
Domenica 29 agostó: Coiìcerto di
musiìca sacra, strumentale e cor
rale riel tempio Valdese di San
Giovanni.
Domenica 5 settembre: Concerto
nel Tempio di Torre PelUce
di musica sacra, cori ed organo,
con celebrazthne dell’opera delle CoraM Valdesi.
Una Commissione apposita sta
[Separando e disponendo i partir
colori di queste maUifestazioni artistiche.
E’ stabilito che la MOSTRA ìM
CENTENARIO, nelle sue parti essenzdaliy sarà trasportata a POMARETTO, ore rimarrà esposta dàlia domenica 19 settembre alla domenica 26. Uno spedale programnta di celebrazioni sarà preparata,
a cui saranno invitate le popofar
zioni delle Valli del Chlsone. e della Germonasca. Una speciale Commissione sta precisando il particolari (M tale programma.
Infine il Comitato ha deciso di
tenersi in coUegamenta col Comitato Centrale delle Celebrazioni
Centenarie di Torino, e con quella di Piàerola, -ccn la scopo di
partecipare per quanto gli sarà
possibile alle graniti manìfestazlpr
ni òhe avrartna luogo in quei centri, portandovi l’espressione
ed attiva delle Valli Valdesi.
G. Boñnet
Le famiglie RIBET e PEYRONEL profondamente commosse per le dimostraziord
d’affetto ricevute in occasione della dipartenza della loro cara
Ribel Luigia naia Peyronel
.ringraziano tutti coloro che si unirono, anche con scritti, al loro grande dolore, e in
modo particolare i vicini sia dei Bocchiardi, sia dei Tornimi, il doti. Coucourde, il
pastore sig. Marauda e Signora.
PramoUo, 14 irntrzo 1948.
Cercasi per casa di bambini, signorina
fidatissima, specializzata puericokura, per
cura e sorveglianza bfmibi dai 3 ai 10 anni.
Conoscenza fnanoese, carattere sereno, buona salute.
Istituzione privata, ambiente evangelico,
tattamento familiare. — Ófferte a Pastore
Bomnet, Torre Penice.
La famiglia RODIO e tutti i parenti hanno il grande dolore di partecipare il decesso del
Rag. Ermanno Rodio
avvenuto a Milano TU marzo 1948, in seguito a lunga e penosa malattia.
« Io rimetto il mio spirito nelle tue
mani ; tu m’hai' riscattato, o Eterno,
Dio di verità ». Salmo 31 : 5
F.IJ.V. . CRtJWO VAI.t.1
((
pasqueita „
TUTTI A TORINO PER IL
Convegno dì Primavera
della Gioventù Evangelica Piemontese
PROGRAMMA
ore 9,— : Culto di apertura (Tempio di C. V. Emanuele) ;
» 9,45 ; Studio e . discussione sul tema “Obiezione di
Coscienza,, (Sandro Sarti, Alberto Gabella) ;
» 12,— : Pranzo in comune ;
» 14,30: Bolle di sapone (?1) ;
» 15,— : "FrizzY e lazzy» (programma vario con sorpre
se a ripetizione) ;
» 17,— : Chiusura,
L ospitale Unione di Torino vi attende II! / Non mancate a
questo tradizionale incontro giovanile II!
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