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ECO
DELLE mu VALDESI
biblioteca valdese
torre pellice
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCVl - N. 32-33
Una copia Lire 40
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Eco: L. 2.000 per Tinterno
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TORRE PELLICK — 26 Agosto 1966
Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Credenti
che si
interrogano
Torre Pellice, 22 agosto
Siamo nel vivo della prima giornata sinodale. Il caldo, pure un po’
mitigato negli ultimi giorni, grava
sull’aula sinodale, ma l’aula come
le gallerie sono stipate di membri
del Sinodo e di pubblico numeroso
e attento. E’ la giornata della « controrelazione ». Ieri, il momento
sempre solenne dell’apertura del
Sinodo, con il culto presieduto dal
pastore Liborio Naso; si pubblica
in questo stesso numero una parte
della .sua predicazione, che ha volutamente toccato, persino in modo
massiccio, la nostra responsabilità,
qui e ora, di fronte al « problema
ecumenico » e l’esigenza della fermezza nella verità evangelica, non
solo detta ma vissuta. Già una riunione pastorale — numerosa e riuscita — aveva lungamente discusso,
venerdì scorso, la nostra responsabilità di testimonianza in questo
contesto, e il tema sarà indubbiamente uno di quelli vivi, e «caldi»,
nel corso di questa sessione sinodale (come già fu lo scorso anno). La
consacrazione al ministero della Parola del cand. Bruno Bellion ha coronato il culto e gli rinnoviamo il
più fraterno augurio.
Le operazioni preliminari hanno
portato alla costituzione del Seggio
«lei Sinodo: past. Elio Eynard, presiilente; prof. Giorgio Peyrot, vicepresidente; pastori Paolo Ricca, Eugenio Rivoir e Bruno Bellion, segretari; dr. Carlo Rapini e Claudio
Tron, assessori. I lavori, facilitati
dalle « norme » votate negli ultimi
anni, si annunciano rapidi e vivaci.
Oggi, «li)j)o il culto iniziale avvivato da un intensa predicazione del
past. Giorgio Bouchard, la Commissione d’esame era al suo banco, a offrire al Sinodo il frutto del suo intenso lavoro; la prof. Marcella Gay
l’avv. Mar«’o Gay, i past. Alfredo
Sonelli e Ernesto Ayassot presidente
e relatore. La relazione era anche
quest’anno assai ampia — come del
resto quella della Tavola — ma è
stata seguita con interesse molto sostenuto, e il suo contenuto lo spiegava in abbondanza. Ritorneremo
naturalmente, nei numeri prossimi,
su questi due ampi e meditati documenti (il rapporto della Tavola —
come quelli delle varie relazioni ad
referendum — e la relazione della
Cornili, d’esame), che guidano i dibattiti ora iniziati. Segnaliamo solo
che la C. il’e. ha proposto al Sinodo
i temi seguenti, affinchè siano fatti
oggetto di dibattito particolarmente
approfondito: piani di lavoro (in
particolare : Valli Valdesi, « triangolo industriale », Sicilia) - politica
scolastica - stampa - finanze - rapporti valdo-metodisti — rapporti
con il cattolicesimo romano. Ben 19
ordini del giorno, alcune raccomandazioni, una bozza di messaggio alle
chiese sul problema dei rapporti con
il cattolicesimo forniranno al Sinodo
una trama solida (non una gabbia,
s’intende), su cui svolgere un lavoro che tutti si augurano quanto più
efficace, spedito, fraterno possibile.
Abbiamo iniziato con un culto,
ogni giornata inizia con l’ascolto della Parola e il canto di adorazione,
termineremo ritrovandoci attorno
alla mensa del Signore che si è dato
per la vita nostra e del mondo. Tutto questo nostro mondo ecclesiastico,
i nostri sforzi pifi intensi, come le
nostre stanchezze, le nostre fedeltà e
i nostri cedimenti e i nostri progetti,
sono sempre minacciati di scadere
a « religione » morta in sè conclusa
SI STA SVOLGENDO 'LA SESSIONE 19Ó61DEL SINODO VALDESE
La chiesa
colonna della verità
Io ti scrivo queste cose, sperando di venir tosto da te; e,
se mai tardo, affinchè tu sappia
come bisogna comportarsi nella
casa di Dio, che è la Chiesa dell’Iddio vivente, colonna e base
della verità. E, senza contradi
zione, grande è il mistero della
pietà: Colui che è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello spirito, è apparso
agli angeli, è stato predicato fra
i Gentili, è stato elevato in
gloria. (1 Timoteo 3: 14-16)
In questi versetti ci è data in breve
una delle più complete definizioni della Chiesa di Gesù Cristo, delle sue
finalità, in rapporto al suo Signore ed
ad mondo.
La Chiesa di Gesù Cristo è definita
anzitutto la « Casa di Dio ». In questo
versetto si pensa a un edificio, fatto di
« pietre viventi », edificate quale « casa
spirituale per essere un sacerdozio
santo, per offrire sacrifìci spirituali,
accettevoli a Dio per mezzo di Ge.sù
Gristo». (1 Pietro 2; 5). Le pietre tagliate sono i credenti « lavorati » da
Dio con Io scalpello della sua Parola :
è Lui l’architetto e l’edificatore vero
della sua Casa, e s’Egli non edifica
invano si affaticano gli edificatori
umani. (Salmo 127: 1).
Nella Casa di Dio vige T« economia »
di Dio e non quella degli uomini « naturali » e questo governo divino vuole
che l’amore, la fratellanza, sia la regola prima tra la gente della sua Casa,
i ra i membri della « famiglia di Dio »
(Ef. 2: 19) o comunità di Cristo. In
essa può entrare chiunque crede nel
Figliuolo e ama il fratello nella vocazione e nella fede. Ciò porterà coerentemente ad ima migliore giustizia
sociale: in una famiglia non si concepisce la coesistenza di fratelli ricchi
e altri miseri.
La seconda definizione della Comunità cristiana è : « La Chiesa del’Iddio
vivente ». L’etimologia della parola
greca « ecclesia » è « chiamata fuori »,
quindi assemblea, radunanza. Dio fa
chiamare gli uomini, mediante i suoi
servi, ad uscire dalle tenebre, dalla
servitù, dalla paura, dalla tomba di
ima vita senza speranza, dalla morte.
Quindi la comunità cristiana è formata di gente chiamata, che ha udito
ed ubbidito alla celeste vocarione. In
quanto i cristiani sono usciti dalla servitù di satana, essi formano la comunità dei credenti, dei salvati per grazia (e non per meriti propri), in virtù
di cristo ohe ha pagato per loro il
prezzo di riscatto; la morte sulla
Croce. Formano anche la Comunità
dei pellegrini dispersi nelle vie del
mondo formanti quella che oggi si
usa chiamare «Diaspora». Essi formano anche la cojnunità dei santi,
non dei perfetti, ma di coloro che sono consacrati a Ddo-Spirito, Luce e
Amore. Essi vivono una vita secondo
10 Spirito, sono la luce del mondo e
praticano l’amore sia dentro che fuori della Comunità. E ITddio vivente,
11 quale avrà Luitima parola, che ci
chiama a questo compito, cosi vasto e
impegnativo.
(Questo ci fa vedere che nella Chiesa
di Dio, dell’Iadio vivente, operante
con il Suo Spinto.mon c e posto per
coloro che resi ano i, mort nei falli e
nei peccati» (Ef. 2: 1), servi di varie
concupiscenze, strumenti, consapevoli
o no, di satana ohe li mette qua e là
per rendere inefficace, con gli scandali, la testimonianza cristiana. Non
è il battesimo che ci fa cristiani, ma
solo la fede in Gesù Cristo.
Veniamo ora alla tipica definizione
della Chiesa in questa epistola: «Colonna base della verità ». S. Paolo, altrove asserisce ohe in Cristo abitò la
«pienezza», dunque, nessuna chiesa
terrena, visibile, possiede la «pienez
E’ terminato il culto inaugurale della
sessione sinodale: il
corteo dei membri
del Sinodo esce dal
tempio di Torre Pellice e si avvia alla
Sala sinodale per costituirsi in assemblea. sotto la presidenza del past. Elio
Eynard; in testa al
corteo, il predicatore
d’ufficio^ past. Liborio Naso, il neoconsacrato past. Bruno
Bellion, i membri
iella Tavola Valdese.
(foto Pellegriu)
za » della verità, perchè la Verità si è
incarnata in Cristo « Io sono la via, la
verità e la vita» (Gto. 14: 6) e nessuno dovrebbe pretendere di possedere
Cristo e di tenerlo chiuso per sè, in
tabernacoli, in teologie, in comunità ò
in istituzioni religiose.
La Chiesa esiste non in fun.zione di
se stessa, ma in funzione di Dio, della Verità rivelata in Cristo, ed è quindi al servizio del mondo, dell’« ecumene » che deve poter guardare a, questa
verità. La Chiesa è chiamata a servire
la Verità e non a servirsene, a servire Dio in Cristo e non a servirsene
per la propria esistenza o potenza o
influenza nel mondo.
Essa è !'■; come umile piedistallo alla
verità, ma siccome questa deve ri
IN MARGINE AL DIBATTITO SINODALE SU **OHIESA E POLITICA,,
Ateismo marxista e tede cristiana
Engels ilice che **quantLo Pultima potenxa sarà
abolita, allora la religione sparirà,, g ma che
cosa è ** guesPuUima potenza,,? • La fede
cristiana è effettivamente una religione?
Ncn si può aderire al marxismo e
nello stesso tempo Jion aderire al suo
professato ateismo. Non si può aderire allo spiritualismo nelle sue varie
forme (dai movimenti pancristiani,
panreligiosi e panteistici alla massoneria) senza aderire al suo implicito
(e spesso non confessato) ateismo.
Al marxismo infatti ci si converte e
non si può servirsene soltanto come
di un canone pragmatico di interpretazione dei fenomeni economioo-sociali. Chi cos', facesse non potrebbe
neppure servirsi del metro marxista
di interpretazione e di giudizio storico-sociale perchè gli verrebbe a mancare il fondamento stesso che solo gli
può garantire la validità di quel metro. Nella misura in cui il marxismo
nega la religione e la dichiara « sintomo » e non « essenza » dell’uomo,
pretende di sostituirsi a lei come es
e ripiegata su sè stessa. E’ per lo
Spirito che viviamo, operiamo, ci
rialziamo, speriamo. Per questo, la
preghiera dei fratelli e delle sorelle
che ei hanno qui mandati, e che in
questi giorni pregano il Signore per
il nostro lavoro, è un elemento insostituibile della « vita sinodale » di
questi giorni, più reale e profondo
dell’animazione dell’ agosto torrese.
Il Signore renda salda l’opera delle
nostre mani. rep.
senziale dottrina capace di soddisfare
le aspirazioni primarie dell’uomo.
Da questo punto di vista il marxismo non è stato il primo « ateismo »
che abbia avuto la pretesa di sostituir
si al « teismo » cristiano e non sarà
neppure l’ultimo. Anche ¡’illuminismo ha avuto questa pretesa, così come Tha avuta il romanticismo; ed i
cristiani che facevano gli illuministi
(anche da noi aile Valli Valdesi: ne
abbiamo avuto esempi anche fra i
pastori!), erano forse in buona lede,
ma credevano che Gesù Oristo fosse,
perlomeno, il fondatore della massoneria, dimostrandosi incapaci di distinguere tra Evangelo e Ragione, tra
chiesa e loggia, tra salvezza e mutuo
soccorso. L’Illuminismo, infatti, come
ogni forma di deismo razionalistico
e di sentimentalismo romantico, è
ateo così, come lo è il marxismo: illumiiusmo e marxismo non sono che
tappe di un lungo cammino, iniziatosi
con l’umanesimo del Rinascimento,
destinato a concludersi con la sola
religione delTuomo, con il « soli homini gloria », con l’esaltazione dell’uomo artefice della sua umana salvezza nei limiti deH’esistenza.
I razionalisti illuministi di ieri sono i giacobini marxisti di oggi. E fin
qui i benpensanti di destra anticomunisti mi daranno ragione, sempre nell’ipotesi che non siano oggi massoni o
spiritualisti vogliosi di abbracciare
tutte le religioni in un solo abbraccio
« di ccnfusionaric affetto ». Se, infatti, per caso lo fossero, non potrebbero
darmi ragi«jne perchè non avrebbero
titolo a scagliarsi centro il marxismo
in nome della religione dell’evangelo,
essendo la loro religiosità sostanzialmente ricompresa nell’ateismo. Ciò
spiega perchè, nelle nostre chiese,
possano coesistere pancristiani di sinistra e marxisti credenti accanto a
credenti anticomunisti. La verità è
che c’è una bella confusione tra religione ed Evangelo!
Iæ idee fin qui espresse mi sono state ispirate dalla lettura di un intelligente libro che Helmut GoUwìtzer ha
scritto sui rapporti tra ateismo marxista e fede cristiana («Athéisme
marxiste et foi chétienne ». Edit.
Castermann). È certamente finita
l’era della religione nell’ umanità
— egli scrive — ed è iniziata l’era atea
delTuomo. Ma ciò non è necessariamente una catastrofe e non lo sarà
nella misura in cui l’uomo saprà riconoscere che il Dio Vivente è il padrone delle ere e le fa succedere, cos’i
come è Lui che ha suscitato i Filistei,
Nabuccodonosor, Filato ed i persecutori della Chiesa. Israele ha lottato
contro i suoi nemici, così come oggi
la chiesa lotta contro l’ateismo, ma
non tutte le lotte di Israele e non tutti
i suoi rifiuti sono stati necessariamente lotte e rifiuti ispirati dalla sua obbedienza a Dio.
Ed è oggi hnportante sapere in che
consiste ed in ohe deve consistere la
giusta risposta della comunità cristiana alla lezione delTateismo. Non è
quella d’una predicazione apologetica
del nome di Dio che lascia però immutata la realtà della chiesa: deve piuttosto essere una trasformazione della
chiesa che confuti coi fatti l’asserzione avversaria che la vita di oggi è
una vita senza Dio o che il Dio dei
cristiani sia un Dio senza vita.
CONTINUA
IN SESTA PAGINA
splendere in alto come un faro, la
chiesa deve essere come una colonna,
stare ritta: (a cosa servirebbe una colonna distesa al suolo?). In ogni epoca Dio non si è lasciato senza testinionl, affinchè molte persone che si
dibattono nella incertezza, nel dubbio,
nella dispera.zione, nel tormento della
ricerca infruttuosa... pos.sano scorgere
la verità di Gesù Cristo e trovare salvezza, conforte, pace e vita.
La verità è dunque la prima realtà
ad esser servita nella Chiesa cristiana, la verità di Dio, rivelata in Cristo.
Ecco perchè la chiesa deve essere
« Cristocentrica ». Per ragioni di sedicente carità non dobbiamo nè velare
la verità, nè colorarla, nè nasconderla, nè spegnerla; a nessun costo, per
nessun fine. Se delle anime si psrdono vicine a noi, non è anche colpa nostra? Abbiamo noi mostrata la luce
di Cristo? L’abbiamo noi tenuta alta
perchè risplendesse ai lontani? Non
possiamo non far nostro il detto paolinico : « Seguitando verità in carità »
(Ef. 4: 15), anche nei rapporti ecumenici, perchè una carità esercitata senza verità è una finzione, una menzogna!
Non possiamo non essere apèrti al
chiaro colloquio con tutti, ma senza
limitazioni alla nostra libertà di testimonianza evangelica.
Aperti sì, sempre e dovunque, con
tutti, quindi anche con i fratelli cattolici, da noi « separati » per motivi dottrinali, liturgici, di governo e di etica;
ma vogliamo essere trattati da pari a
pari, non da minorenni, da nostalgici
o da orfani in cerca di una madre, di
una pienezza, di una unità risiedente
a Roma!
Abbiamo visto che la Chiesa è Tassemhlea dei credenti in Cristo. Cristo
è dunque l’oggetto della fede cristiana, Cristo è il mistero della pietà cioè
la Verità rivelata e incarnata che ha
suscitato in noi la «pietà»: il rapporto di fede-fiducia, la fede ubbidiente,
Eotitomessa alla Verità, coerente con
essa.
La « pietà » è nel Nuovo Testamento
quello che il « timor di Dio » era nell’Antico Testamento : Alla ubbidienza
sepile si sostituisce quella filiale. Esaminiamo questi sei versi di uno dei
primi inni cristiani. Cristo è stato
manifestato in carne. Cristo si è incarnato fra gli uomini. Egli è l’Etomanuele, Dio con noi, Dio in incognito che viene sulla terra : « in Lui abita
tutta la pienezza della deità » ( Col. 2 :
9). S. Giovanni dice letteralmente
(Gioy, 1: 14) «Cristo venne ad attendarsi per un tempo tra di noi » ; Egli
infatti visse come pellegrino sulla terra, esempio perpetuo ai suoi seguaci.
^
Ma Cristo rimase nelTumiltà, dal
presepio alla croce, poi fu glorificato
con la Risurrezione dai morti, e cosi
fu « giustificato nello spirito », cioè fu
dichiarato giusto davanti a coloro
che Lo ritenevano ingiusto, bestemmiatore, impostore. Come «la sapien
CONTINUA
IN -SESTA PAGINA
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pag. 2
N. 32 33 — 26 agesto 1966
IL XV AGOSTO IN VAL D’ANGROGNA
L’ evangelismo italiano
fra Congresso
e Federazione
« Reserrer les liens qui doivent nous
unir, nous rafEermir dans la foi
Jésus-Ohrist et rendre gioire au Dieu
de nos pères », cos ; venne definito nel
1853 lo scopo di una grande riunione
che raccolse più di duemila valdesi a
Sibaud di Bobbio e così possiamo ancora definire lo scopo delle nostre feste del 15 agosto. Quella che quest’anno ha avuto luogo in vai d’Angrogna
ha raccolto forse un po’ meno di duemila persone (era difficile fare un calcolo preciso, data la vastità del luogo), ma ha voluto sottolineare lo stesso impegno neH’unità, nella volontà
del servizio e della téstimonianza e
nella lode a Dio.
Il pastore Taccia predicando sul testo di Giosuè 1: 8-9 ha ricordato come
Dio non abbandona il suo popolo nei
momenti difficili della storia, ma gli
dà una guida sicura (« questo libro
della legge non si diparta mai dalla
tua bocca»), un’esortazione («mettilo
in pratica, sii forte, fatti animo»), e
una promessa («sarò con te»). La
stessa vocazione, la stessa guida, la
stessa esortazione e la stessa promessa
sono date ancora oggi alla nostra,
chiesa nei momenti non facili che sta
attraversando.
Il Moderatore, signor Giampiccoli
ha affrontato il tema della giornata;
« L’evangelismo italiano tra congresso
e federazione ». A questo nostro incontro cosi tradizionalmente «valdese » sono risuonate la note di un impegno più ampio ohe i valdesi condividono con altri evangelici italiani nei
confronti della testimonianza nel nostro naese. L’oratore ha illustrato con
efficàcia e chiarezza i temi fondamentali indicati nel preambolo del progetto di federazione, che sono la base e le
grandi linee direttive lungo le quali
dovrà muoversi il nostro impegno e la
nostra azione futura; il consenso delle chiese che hanno partecipato al
congresso 1965 e che hanno riconosciuto una chiara convergenza sui
punti fondamentali della fede; la fede comune in Dio che chiama gli uomini ad essere suo popolo, in Cristo il
Signore e nello Spirito ohe aduna,
conduce e rinnova la chiesa. Per tutti
rimane la parola di Dio base unica
della fede e infine la vocazione che
tutti ci lega ; la testimonianz?, vissuta,
resa al Regno di Dio che viene. La
federazione non vuole essere una super chiesa nè in alcun modo diminuire le singole autonomie denominazionali, m.a un efficace strumento di
incontro e di azione comune che il
Signore vorrà bf;nedire e guidare per
una più chiara e fedele testimonianza
evangelica nel nostro paese. Nel pomeriggio tre oratori hanno illustrato
alcuiìi aspetti non meno importanti
della nostra presenza evangelica alle
valli ed in Italia. Il prof. A. Armand
Hugon ha parlato delVistruzione ; un
rapido schizzo storico ha dirnostrato
cerne tra noi il problem.a dell’istruzione con la costituzione di scuola, la
preparazione di insegnanti e la dii
fusione della cultura è sempre stata
caratteristica essenziale, logica conseguenza di una lede che richiede consapevolezza, respKinsabilità personale
oltre che conoscenza diretta dei testi
sacri. Oggi più che mai la responsabilità dell’istruzione incombe alla nostra chiesa anche come forma ncn secondaria di testimonianza evangelica.
11 Dott. Guido Ribet ha illustrato un
altro aspetto importante e permanente nella vita della chiesa: quello dell’assistenza, come, forma concreta di
esprimere l’amcre di Cristo ai poveri e
diseredati. In particolare ha parlate
dell’onera dell’Uliveto a favore dei
bambini subnormali, confermando la
piena validità e la piena rispondenza
di questo servizio ai suoi fini che sono
quelli di ridare a molti bam.bini sfortunati una casa, un’istruzione, una
vita equilibrata e armoniosa.
Il dott. Papini, sotto l’incubo di un
temperale, (che poi non venne), ha
brevemente illustrato le nuove linee
di sviluppo editoriale della Claudiana
Un breve saluto della signorina Mia
Van Oosteen fu rivolto ad una folla
in movimento, ormai molto più nreoccupata dell’incipiente temporale, che
non del program.ma pomeridiano che
dovette essere concluso un po’ affrettatamente. Ma il temporale non venne, anzi usci un bel sole c la folla si
ricompose... per l’estrazione della lotteria, presieduta dal signor Saccaggi.
Il luogo dell’incontro era molto bello ; un ampio anfiteatro naturale ombreggiato da secolari castagni; tra
l’altro sorgeva poco discosto dalla località in cui, nel 1834, ebbe luogo la
prima festa del 15 agosto. La organizzazione degli aspetti secondari della
festa è stata ottima; dal servizio d’ordine al buffet, al bazar, eoe. Un vivo
rallegramento con tutti i collaboratori della chiesa di Angrogna. La colletta fatta a favore del progetto di
riassestamento degli stabili della chiesa locale ha reso 204.590 lire. Un vivo
ringraziamento ai trombettieri della
vai Penice a cui si aggiunse un gruppo
di giovani tedeschi che hanno accompagnato il canto‘e suonato vari brani
musicali. Abbiamo anche udito una
corale di giovani tedeschi che ha cantato un coro nel pomeriggio. Tra gli
aspetti negativi (oltre alla minaccia
della pioggia ohe è colpa di nessuno)
rileviamo il continuo brusìo e l’andirivieni nella periferia, che non ha
cessato neppure durante il culto e
che ha disturbato il raccoglimento
che in certi mementi dovrebbe essere
assoluto. È una vera mancanza di riguardo che non depone certo a favore
di una gran parte della nostra gente.
Un altro aspetto negativo è stato il
canto ohe ha lasciato parecchio a desiderare. Per quanto fosse stato annunciato sull’Eco, pochi si sono ricor
dati di portare l’innario e pochi sono
stati quelli ohe hanno cantato, quindi
il canto è risultato piuttosto fiacco e
con poco slancio. È un vero peccato ;
grandi assemblee di centinaia di persone dovrebbero sentire la gioia di
innalzare a Dio la loro lede con un
canto forte e possente. A parte questo
serviamo il ricordo di una bella giornata per cui rendiamo grazie a Dio e
che porterà certo i suoi frutti nella
vita di coloro che hanno saputo coglierne il senso.
il cronista
iiimimiiiiiiiiii
iiiiiiiiuiiniiiiiuiiiiiii
Hôtes à Lii Huccia^lia
Nous avons eu le piaisir de recevoir à la
Foresteria « La Rocoiaglia », du 31 juillei
au 13 août un groupe de demoiselles allemandes, guidées par une assistante d’Eglise
et par une diaconesse, provenant des églises
de Wuppertal-Barmen.
Nous avons pu aippréc er leur enthousiasme et leur sincère in.érêt pour notre
église et pour notre peuple et surtout leur
profonde jpié'.é. Nous avons eu de sympathiques rencontres avec quelques membres
de la Chorale de S. Jean et quelques jeunes
gens de S. Germain. Une soirée a été réservée à la présentation du film « Pour que le
Collège vive », édition allemande.
Les hôtes de la « Foresteria » ont visité
les lieux historiques de la Vallée du Pélis
et de la Vallée d’Angrogne et, nar une
splendide journée de soleil, ont pu visiter
Pral et Aga-pe.
Un offre de travail volontaire au Refuge
Roi Charles Albert n’a pas pu être réal sé
par manque de temps et à cause des difficultés de trasport.
Le dimanche 7 août un culte liturgique
bilingue a été célébré dans le temple du
Pra du Tour, au cours du quel nous avons
réalisé une réelle communion fraternelle
dans la même foi.
Nous remercions très vivement ces soeurs
pour leur séjour aux Vallée-o et nous souhaitons de tout coeur de les revoir, les
années prochaines, au miLeu Je nous.
Federazione Femminile
Faldese
C o N S E GUIMENTO
TITOLO DI STUDIO
La nostra borsista. Elisa Marotta,
che ha seguito corsi triennali a Firenze risiedendo al «Ferretti», ha ora
felicemente superato l’esamo conclusivo e conseguita l’abilitazione all’insegnamento nelle Scuole di grado
preparatorio ed è a disposizione della
Chiesa Valdese per un seirizio di tre
anni
Il C.N. della F.F.V. sarà lieto di ricevere le richieste per eventuali assunzioni, da parte di chiese o opere che
abbiano a loro carico scuole di questo
grado. Indirizzare al più presto le domande alla Presidente sig.a Delia
Bert, Viale Dante 41, Torre Pellice
(Torino).
BORSA DI STUDIO
La F.F.V. rende noto che è disponibile una borsa di studio per una
giovane evangelica desiderosa di avere
una buona preparazione specifica in
vista di un servizio nella Chiesa.
Indirizzare le domande alla signora
D. Bert, via Tigor 21/2, Trieste.
Nous voulons enfin les remercier pour les
dons qu’elles onl voulu nous remettre;
L. lO.OfiO pour la « Fores eria n pour l’achat de livres de chant; L. 10.000 pour
1’« Uliveto »; L. 50.000 pour le Collège des
Barbes et pour le temple du Pra du Tour.
G. R.
PERSONALIA
Il presbiterio valdese di Forano è
stato allietato dalla venuta del piccolo Alberto A Paolo e Stella Ricca
un augurio affettuoso per il loro secondogenito, partecipando alla gioia
della loro famiglia.
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Tutte queste cose
V’è una parola del Cristo che da tempo non manca di inquietare
i credenti: « Ma cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte
queste cose vi saranno sopraggiunte » (Matt. VI, 33).
« Tutte queste cose » non sono soltapto assurte a indice del livello d’un tipo di civiltà, ma interessano a fondo le organizzazioni
ecclesiastiche, calano nelle comunità attraverso le opere, le riunioni
delle sorelle e dei giovani, i centri sociali, i campi ecumenici... Non
ci sono solo le opere ereditate dal liheral-protestantesimo e dal cristianesimo sociale, ma preme tutta la galassia delle nuove iniziative ;
progetti e hudgets, sono pane quotidiano. Si tratta di cose buone,
entusiasmanti, capaci di destare energie sopite e stimolare preziose
dedizioni.
Ma non possiamo, se non altro perchè su questa strada ci siamo
anche noi, fare a meno di lasciarci inquietare da alcuni interrogativi;
1. Le nostre iniziative « sociali », modeste o grandi che siano, non
nascono dalla pressione indiretta dello spirito del tempo? la nostra
azione è forse condizionata indebitamente dalle preoccupazioni sociali di questa generazione? 2. Le opere — il « servizio », come in
gergo ecumenico si preferisce dire — non costituiscono a volte un
alibi psicologico, addirittura un mascheramento? una chiesa viva,
operosa, impegnata, è forse per noi quella che ha iniziative a sfondo
sociale? 3. Certe espressioni alla moda servono talvolta un po’ da
tuttofare: la « teologia deirincarnazione » è proprio a suo posto,
quando si tratta delle nostre « opere »? 4. Tutte queste cose — asili,
scuole, istituti, ambulatori, case di riposo, ecc. — incanalano e assorbono debitamente le energie, o possono risultare una perdita di energie, un deviazionismo? _________
Gerarchia di valori?
Ognuno di noi, normalmente, sperimenta e stima le energie delle
quali dispone, quindi opera una scelta fra la immensa gamma di cose
che « potrebbe » fare. E direi che più la scelta è serrata, più la resa
è apprezzabile. Lo stesso credo che debba avvenire per una comunità
evangelica: tutto, in astratto, può fare una chiesa. MA in realtà deve
scegliere, senza presunzione e senza leggerezza.
Questo sembra indicare una gerarchia di valori, ai quali dobbiamo adeguare la nostra attività; in effetti, Gesù ci indica cosa dobbiamo fare prima, ma non dice cosa dovremo fare dopo. E allora? Allora di cose necessarie ce n’è una sola; « cercate il regno e la giustizia
di Dio ». Il mondo, man mano che la sua disperazione si organizza,
ha sempre meno bisogno delle nostre opere come fatto sociale; la nostra società perisce non per mancanza di piani e di hudgets, ma per
ignoranza : perchè « ignora » Cristo e l’Evangelo che lo concerne.
Misurate le nostre energie, richiamati all’unico servizio richiestoci, noi dobbiamo sapere che non v’è che una vocazione che tutto
riassume e gerarchizza : l’anmmzio deU’amore di Dio in Cristo, il
Signore.
Contemporaneità.
Si, tutte le altre cose esistono, contano. MA « vi saranno sopraggiunte ». Se trasponiamo queste cose dal piano dell’esperienza personale del credente a quello della vita comunitaria, ci avvediamo di
un fatto singolare: il « non-valore » della questione sociale viene dal
fatto che essa è assorbita, riassunta nel regno e nella giustizia di Dio.
Gesù non ci richiede prima la tensione per regno e giustizia, e
poi l’impegno per le altre cose: Egli ci indica una sola realtà per la
quale conviene, bisogna vivere; le altre cose, tutte, entrano da sè nel
giro, ed hanno raccento inconfondibile di un annunzio evangelico
proprio nella misura della nostra fedeltà al solo necessario.
In questa contemporaneità non progettata, ma soprannaturale,
noi vediamo la giustificazione di un’azione protestante che, seconda
il quadro mentale del tempo, potremmo anche dire ’’sociale”, ma
che in realtà è una espressione della fede, anzi: una aggiunta alla
Parola. Luigi Santini
(Questa meditazione apre l’ultimo n. di « Solidarietà evangelica », raccurato bollettino del Centro evangelico di solidarietà di Firenze).
luiiiiuuuii.ruitiiiiiiiiuitim
In margine ad una intervista di mens. Risoni alla teievisione
La scienza salverà il dogma romano ?
“ PROTBSTAHITESIIVIO
Sommario del n. 2/1966:
S. Rostagno : Dietrich Bonhoeffer: Vinterprelazione non religiosa dei concetti biblici.
J. A. SoGGiN : Memoria^ ricordo e anamnesi
in Oriente e nell'Antico Testamento.
A. Molivar: Nuovi studi sui Valdesi in Moravia.
R. Jouvenal: Il ritorno delVessere.
M. Rava : La religione di Ernesto Buonaiuti.
F. Ronchi: Emil Brunner'. 1889'1966.
Recensioni.
Ho già accennato altre volte alla sorprendente capacità di adattamento di cui. non da
oggi, ma da sempre, ha dato e dà prova la
Chiesa romana. Veramente la « Storia delle
variazioni delle chiese protestanti » di Benigne Bossuel meriterebbe di trovare il suo
pendant romano, e questo sul piano di una
meditazione a ragion veduta, alquanto sconcertante!
Per il gran pubblico, rultimo e più clamoroso episodio di questa capacità di adattamento ai nuovi tempi è stato dato dal cosiddetto « spirito ecumenico » che ha pervaso
la chiesa cattolica dalPassunzione al soglio
pontificio di papa Roncalli ad oggi, e che è
continuato, come tutti sanno, con il Concilio Vaticano II, mediante il mutato atteggiamento delle gerarchie romane verso i « fratelli separati ». Per ovvie ragioni, non è qui
il caso di entrare nel merito delle motivazioni sociali, politiche e perfino economiche,
le quali hanno condotto -— insieme ad un
indubbio desiderio di « fraternità », in molta
parte del clero cattolico, ma soprattutto in
quella che non ha specifiche responsabilità
gerarchiche -— a un tale mutamento di indirizzo e di atteggiamento. Vi sono alcune
pagine del libro che il senatore Vincenzo
Morello (Rastigpac) ebbe a dedicare allo
studio del Concordato del 1929 con il governo di Mussolini, « Il conflitto dopo la
Conciliazione », che potrebbero, mutatis mutandis., essere applicate al voltafaccia « ecumenico» dei nostri giorni!
Ricorderemo invece, a distanza di minor
tempo, per la polemica che se ne fece, anche sulle colonne de « La Luce », il voltafaccia cattolico a proposito di parti anatomiche
prelevate ai defunti per trapianti chirurgici
sui viventi : come il prelievo della cornea
delPocchio. Ora la teologia romana ne ha
legittimato Fuso (prima proibito, in base al
dogma ecclesiastico della resurrezione dei
corpi, materialisticamente intesa); ignoro però se la legge penale italiana, fin dalle sue
origini ligia al codice canonico, abbia per
proprio conto ratificato questo voltafaccia; e
se. come alcuni anni or sono, le operazioni
chirurgiche di quella fatta non debbano tuttora essere coperte dall anonimia, dei loro valenti autori, nella tema di incorrere nei rigori di una condanna per tentata mutilazione
di cadavere.
C*è oggi in atto un nuovo voltafaccia, che
dà molto da sperare. Lo abbiamo appreso
Faltra sera, nel corso di una conversazione
televisiva daU’autorevole bocca di monsignor
Pisoni, direttore del quotidiano cattolico
« L’Italia », il quale del resto si rifaceva a
una dichiarazione ancora più autorevole di
Giovanni XXIIl.
Torniamo ai precedenti. Nel 19o2 - ed
anche questo puntualmente registrato dalla
nostra « Luce » — ebbe luogo una polemica
tra alcuni giornalisti italiani e il rettore delrUniversità cattolica di Milano di quei tempi, il padre Agostino Gemelli. Oggetto della
polemica : Tabitabilità dei mondi e 1 universalità e cosmicità, o meno, della salvazione
in Cristo,
Fondandosi su alcune dichiarazioni di
Pio XII, e naturalmente sulla tradizionale
valutazione ecclesiastica del principio «extra
ecclesiam nulla salus », padre Agostino Gemelli negava in blocco l'abitabilità del cosmo
(la terra eccettuata!), negava quindi la possibilità, o meglio Futilità di una salvazione
in Cristo — o portala comunque da un
Invialo di Dio — su qualsiasi pianeta dell'universo. Con questa conseguenza: che gli
incauti che avessero voluto supporre il contrario, o per io meno figurarsi 1 abitabilità di
taluni pianeti nel cosmo (e ciò evidentemente in condizioni diverse da quelle terrestri,
per gli esseri diversi dagli e.sseri umani, e
probabilmente anche per scopi diversi da
quelli ai quali mira ^ secondo Fopinione
dei credenti — la creazione dell’uomo sul
globo terrestre), quegli incauti, dico, finivano per sentirsi in coscienza colpevoli di
lesa maestà ecclesiastica, cattolica e romana:
non essendo infatti seriamente pensabile che
il cattolicesimo debba un giorno procedere ad
un'opera missionaria magari sul pianeta Giove o alla instaurazione delle forme più popolari del culto mariano, o della devozione
a San Gennaro sul pianeta Marte. Fino ad
allora, per la Chiesa, Fahitabilità dei mondi
e conseguentemente l’esistenza di esseri ragionevoli nel cosmo, poteva offrire il fianco
alle ipotesi più... paradossali: come quella di
una chiesa cosmica rivale della chiesa terrestre, o di un messaggio di salvazione non
affidato alla gerarchia romana, o accollo in
modo ben diverso da come è accolto il messaggio del cattolicesimo... Indubbiamente, la
paura della concorrenza aveva trovato nella
fantascienza un alimento abbondante!
Ora, quale è oggi la situazione? Sbloccala
la irragionevole paura... fantascientifica, anche le gerarchie romane sembrano aver tratto un frutto dalle lezioni di divulgazione
scientìfica che libri, giornali e televìdco offrono a tutto spiano all’uomo. Ed ecco monsignor Pisoni dichiarare, la sera del 18 luglio scorso, che la Chiesa (romana) non è
contraria alla scienza (spaziale), neppure in
quest’ultima appassionata e rivoluzionaria ricerca. « Un nuovo caso Galileo non è possibile », ha egli dichiarato testualmente (lo
ringraziamo della precisazione). Non è assurdo immaginare — ha detto monsignor Pisoni
in risposta alla domanda che un invisibile
interlocutore gli rivolgeva — che nel cosmo
esistano dei pianeti abitabili ed in effetto
siano abitati da esseri viventi. La salvazione,
come i credenti terrestri Fintendono, sulla
base del dato rivelato (rivelazione cristiana),
può anche concernere direttamente gli abitanti — se ci sono — di quei mondi lontani e forse da noi irraggiungibili.
Niente paura più di concorrenza religiosa
cosmica, sembra voler dire 1 autorevole ecclesiastico (purché non ci si disturbi!). Riconduciamo tranquillamente a Dio la causa
prima di un'eventuale offerta di salvazione
agli abitanti di mondi lontani, e i] pericolo
di un contrasto affiorato nella polemica giornalisti-padre Gemelli è belFe allontanato.
Non solo, ma riferendosi esplicitamente ad
un detto di Giovanni XXIII, monsignor Pisoni* ha riconfermato l’ineluttabilità e la razionalità del dato scientifico, cui sarebbe pura
follia opporre una irragionevole negazione:
« poiché nessuno può ragionevolmente contestare la sostanza immutabile e vera del
dato scientifico; mentre la formulazione (intellettuale) di codesto dato scientìfico può,
certamente, cambiare, può farsi più precisa,
più conforme al vero ».
ìji * ^
Siamo dunque a questo punto. La scienza,
quella vera, non smentisce Iddio, ma collabora a riconoscere e a spiegare alle creature
la sapienza dell’Eterno. L’altra, la scienza
fasulla, la pseudoscienza, in realtà non possiede una sostanza propria, non ha una sua
esistenza autonoma, ma consiste unicamente
in una formula, in un involucro, in una
uesÉe, che può ricoprire provvisoriamente —
per la frammentarietà delle conoscenze d oggi — la bellezza e lo splendore di quella.
Non staremo a ricercare le origini di questa
piacevole, ingegnosa spiegazione del binomio
scienza-luce, che si può anche condividere.
Biblicamente, però, le tenebre sono piuttosto
l’assenza della luce, anziché Favvolgimento,
il velo provvisorio che la nasconde. Nella
Scrittura, le tenebre non sono soltanto una
nebbia; ma sono, assai più tragicamente, una
vera e propria « opposizione »; e non vi e
soltanto della gente che le porta nel concreto del proprio spirito (Giuda Iscariota : «era
notte»), ma vi è anche un « principe delle
tenebre »! Ed alla fine dei tempi, F Apocalisse non dice che « il velo della notte sarà ri
CONTINUA
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3
26 agosto 1966 — N. 32-33
P߀- 3
La ricerca di una solidarietà
Il sesto incontro
Africo - Europa
tenuto ad Agape
che non apra la strada
a nuovi sfruttamenti
Per un uomo nuovo
L’Evangelo di Gesù Cristo contro le iorze e le ideologie del secolo presente,
con il suo ordine sociale e religioso
(Agape, 9 agosto)
Con un grosso punto interrogativo sulle
attuali forme di collaborazione tra paesi
africani ed extra-africani, e tra gli stessi
paesi afrit ani, è terminata la prima parte del
sesto incontro annuale Africa-Europa. L’incontro vede raccolti per dieci giorni, nel
centro ecumenico di Agape (Torino), studenti di numerose nazioni dei due continenti, e stndiosi cd esperti di problemi internazionali.
Secondo il programma preparato da nn
comitato misto di africani ed europei, hanno svolto relazioni il dr. Mario Marcelletti
(Italia), il dr. Vittorio Rieser (Italia), Valdo Spini (Italia), Jean Camara (Guinea),
Marco Kostan (Italia), Aron Tolen (Cameroun), Amos Ajato (Nigeria), Sidi Koulibaly (Mali). Alle relazioni hanno fatto seguito seminari di gruppo e ampi dibattiti
generali.
L’incontro si è aperto la eera del R agosto coll un culto in comune, presieduto dal
prof. Mario Miegge. li 2 si è avuta la
relazione introduttiva generale ohe possiamo riassumere in due tesi.
l’riiiio: le tendenze in atto dello sviluppo
imliistriale moderno nei paesi più avanzati
portano in sé i germi di una subordinazione
dei paesi in «emergenza»; tale subordinazione non è soltanto più del tipo coloniale
classico (settori delle materie prime e dei
manufatti essenziali) ma si pone in funzione diretta delle necessità di stabilità di
mercato e di integrazione di grandi aree
economicbe, al livello dei processi di concentrazione del capitale moderno ;di consescguenza, le forme dj « solidarietà », di
collaborazione internazionale si prospettano come fenomeni di sfruttamento di nuovo
tipo: il risultato è un sostanziale insabbiamento deile possibilità di genuino, indipendente sviluppo delle risorse materiali
cil umane dei paesi africani.
Secondo: si può 0 non si può porre, e
in che termini, una « solidarietà » che si
contrapponga a questo processo negativo
(selfdefealing)? O quale altra strada resta
aperta :' La relazione ha prospettato due strade parallele :
a) la ricerca di nno sviluppo autonomo
dei paesi africani, col rifiuto, se neceissario,
deiraiulo esterno, allorché questo non
Uovi un corrispettivo di forze (bargaining
power) nel livello raggiunto dallo sviluppo
aiitonciiìo è una alternativa di cui oggi
conviene parlare con franchezza, delineandone anche senza mezzi termini le difficoltà;
b] nei paesi più svilu/ppali il circolo
non può essere spezzato se non con un cainhianienio delle struljLure fondanientali ■ 1 analisi critica della « collaborazione » tra
paesi in fasi diverse di sviluppo, e delle
sue matrici rinihalza per necessità logica e
con drammatica urgenza, sul terreno dei
rapporti tra le diverse forze economiche e
classi dei paesi più altamente industrializzati.
Le giornale successive sono state dedicale
aU’analisi diretta centrata su tre linee specifiche: la «solidarietà» al livello del movimento operaio, la « solidarietà » tra paesi afro-asiatici, la collaborazione bilaterale
tra paesi africani ed extra europei.
1) Solidtìrietà al livello del movimento
operaio. Si sono esaminati tre casi: la politica estera laburista, i rapporti tra i sindacati dei paesi « inatropolitani » e dei paesi
africani, la po'.ilica del partito comunista
francese.
Un excursus stcrico introduttivo ha inquadrato i casi nel contesto dell’evoluzione
delTintemazionaliemo proletario (fase socialdemocratiea e fase « comunista »), concludendo con la domanda: perchè la classe operaia ha finito con l’inte'grarsi, sostanzialmente, in un sistema capitalistico che
trova uno dei suoi punti di forza nei rapporti di sfruttamento dei paesi del « terzo
mondo »?
Il « caso » inglese fonda ideo ogicamenle
su una concezione che vede nel laburismo
« moderno » al potere una vera e propria
« fase suprema di sviluppo della democrazia britannica »; le contraddizioni di questa
impostazione si riscontrano oggi, ìsoprattutio
in concomitanza con la crisi della sterlina,
nella politica estera laburista (Rhodesia,
Vietnam).
I rapporti tra i sindacati dei paesi metropolitani e quelli del paesi africani seno
«tati esemplificali da un esame storico della
politica del T.U.C. (Gr.m Bretagna) e della
C.G.T. (iFrancia) verso i sindacati dei paesi
anglofoni e francofoni, rispettivamente. ]\el
primo caso si sono avuti nel pa-ssato rapporti di controllo diretto sia pure nel quadro di una relativa autonomia (il controllo
veniva esercitato attraverso sistemi legislativi e la scelta dei funzionari); nel secondo
ci si è mo-ssi sempre in pieno allineamento
con la tradizionale politica francese dell’ftassimilazione». La spinta all’indiipendcnza, con la progressiva politicizzazione dei
sindacali africani, ha reso anacronistica tale
politica, fino a condurre alla frattura e al
distacco.
II « 'Caso » del partito comunista francese
è stato visto nell’arco di tempo che va dagli
anni trenta al di d’oggi. La fase più critica
è stata quella del Fronte 'Popolare, e, nel
dopoguerra, il tentativo ddla « politica
delle alleanze»; la rieetea della collaborazione delle forze borghesi ha condotto
spesso ad avallare una linea negativa di
ironie ai fenomeni di indipendenza (vedi
voto del 56 a lavare dei poteri speciali a
Guy Molici per rAlgeria); soltanto recentemente si è avuta una positiva valutazione
del carattere di novità di tali fenomeni e
si è ricouosciiilo il valore delle rivendicazioni di fendo del nazionalismo africano.
I dibattili su questa prima linea di analisi hanno condotto, jn sede di conclusione,
a due 'lilievi. Primo: il movimento O'peraio
cccidentale ita parzialmente rinuncialo a
obbiettivi politici rivendicativi propri, per
attestarsi piulloslo aU’intemo delle slrulture
del mondo ciipitalistico (politica dei consumi e dei Onde la facilità con cui
sì trova, siicsso. consciamente o inconsciamente, loinvolio 111 processi di sfrutlamen
■ itiicam. Secondo: il molali rivendicazioni delle
sale può avere — e di
conseguenza poisilive
dei ’lavoratori nei
zzati. .Si è citalo il
■ one dei problemi del! proletariato negro negli
nzioni xwtofonde della pocel Vietnam, con il coaenomeni di fermento cri
viene chiamata la New
-incile altrove nel mondo
ia dal basso lia condotto
oscienza, ma è significati> accade soltanto quando
'0 in una crisi inlernazio:il reali non possono alla
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,1 comune obiettivo; la
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tza seno diventati orga«xiiii lotta vertitale (tra colo' oloniali) si è sostituita
che passa attraverso i
' , lotta. all’iJiiterno e verso
luove forme di sfruttaiiie. Il quadro attuale enrilrovarsi una « solidaella lotta di classe sul
un finalità politiche ri
delkt collaborazione himina'o in due casi conI., Mali-Cina.
Il esempi sono siati due:
iigeria e i progetti di ascorso; in via prelimiiiasviluppato il concet o di
Iterale, con una valutaoca utilità di tale tipo di
■ elle motivazioni proprie
dipendente, rappresenta la migliore risposta alle necessità dei paesi africani, giacché si fonda sui beneficio reciproco e non
sulla vaga simpatia (con soiltofondi politici); da ohi riceve occorre chiarezza e capacità di contrattazione, da chi da assenza
di finalità egoistiche.
La re azione sul Mali sì è sviluppata in
tre parti: analisi della collaborazione con i
paesi occidentali, della eollaiborazione con 1
pae.si socialisti europei e di quella con la
(lina, elaborando in modo più dettagliato
rulilrao esempio. Punl'i di forza della collaborazione bilaterale con la Cina? Effettiva eguaglianza delle due parti; in ogni
progetto partecipazione del Mali per il 69%
(bargaining power del paese ricevente);
prestiti a lunga scadenza e con tasso d’interosse assai basso; scelta di proigetti redditizi a breve scadenza, e tali da contribuire
in modo determinante a creare le basi di
una concreta indipendenza economica del
Ma.i (scopo dell’intervento cinese: eliminare la necessità di interventi); sforzi intensificali perchè il personale locale raggiunga rapidamente una adeguata qualificazione tecnica, il personale cinese vive in
lutto e per lutto la vita della popolazione
locale.
:t: iS
Parallelamente alle relazioni e all’iritenso lavoro di seminario si sono avuti tre
studi biblici, introdotti dal past. Ludek
Broz (direttore della rivista « Communio
Vialoruin» di Praga) e seguiti da discussioni di gruppo e gen-eraU.
Testo degli studi biblici: Giovanni
cap. 20, vv. iii-23; il testo fa parte del
gruppo dei « racconti della passione », gli
episodi trattati 'Sono l’incontro del Risorto
con Maria Maddalena, la reazione dei discepoli, la comparsa di Gesù fra i discepoli e le sue parole.
L’attenzione si è fermata sulla « solidarietà della paura » dei discepoli (raccolti
in una stanza « dietro le porte chiuse »
19), atteggiamento che trova riscontro
anche oggi in una chiesa che è spesso chiusa tra le sue mura, immobile: Incapace
quindi di essere « chiesa », cioè comunità
« mandata » (v. 21: « come il Padre mi ha
mandalo anch’io mando voi »). La possibilità di essere chiesa aperta, di ademipiere
alla missione trova il suo centro e il
suo senso nella « presenza vivente » del
Risorto (vv. 19-2il): egli frantuma la
solidarietà della paura (il suo saluto
« Pace a voi ». v. 21: pace = ‘slialom = pienezza della vita 'data nell’atto della creazione e che reca in sé la possibilità di
una vita reale) ; egli « manda » (essere
« mandali » signifiica « essere resi liberi e
disponibili per », una solidarietà esistenzialmente intesa in analogia con la « solidarietà » del Padre che ha inviato il Figlio
« per » gli uomini). Questa solidarietà si
manifesta anche nel «perdonare» (v- 23),
cioè nel con-patire (sumpalhein), e trova il
suo fondamento nell’azione dello Spirito
(«ricevete lo Spirito», V. 22); lo Spirilo
rappresenta la possibilità di accettare quello
che secondo lo « spirito della carne » è
impossibile, cioè il rischio, la sofferenza (il
« segno dei chiodi », v. 25) ohe conseguono
all’essere «mandati». Conclusione: la solidarietà è possibile solo nella presenza e
neiraccet;azione del Risorto, come realtà
viva che fa della chiesa non una istituzione
immobile ma un « movimento dinamico »
nella storia. (Inf/Agape)
Il prof. Mario Miegge ha tenuto questa
predicazione (il testo è stato diffuso dalle
Inj/Agape) al culto di apertura del terzo
campo internazionale, Africa-Europa; il lesto biblico si trovava nella Epistola ai Cokrssesi, cap. 2, S-24 e 3, 9-11,
1) Il tema del campo è il problema
della solidarietà, come si pone nel
mondo attuale e in particolare nei
rapporti fra l’Africa e l’Europa. Se
dunque, in quanto cristiani, vogliamo
cominciare questo campo ponendoci
in ascolto delPEvangelo che ci unisce,
dobbiamo comprendere come si poneva il prcblema della solidarietà alle
prime generazioni cristiane.
Nella lettera ai cristiani di Colesse,
una cittadina dell’Asia romana (lettera scritta nella seconda metà del
I secolo da Paolo o da uno dei suoi
amici) abbiamo un quadro assai preciso della solidarietà cristiana quale
la si concepiva allora :
« ...avete svestito l’ucmo vecchio con
i suoi atti e rivestito il nuovo... Qui
ubblichiamo in questa pagina due articoli relativi
all’ incontro « Africa - Europa », che negli ultimi anni è
diventato uno dei momenti di
più larga risonanza dell’estate
agapina (non, forse, della portata di Agape nella vita delle
nostre comunità); una relazione sui lavori e il testo della predicazione inaugurale tenuta dal
prof. Mario Miegge. Li pubbUchiamo, perchè riconosciamo
— e pensiamo che i più dei nostri lettori riconosceranno —
l’interesse vivo ohe, attraverso
questi riflessi scritti, ha presentato quest’incontro, e la volontà
di una presa di coscienza seria
dei problemi, al loro livello più
concreto e « esistenziale », da
parte di giovani e— non più
esattamente giovani, che si raccolgono intorno alla Parola e
alla mensa del Signore, a confessare dov’è la loro radice
(qualche riserva si può fare al
« Bandiera rossa » che chiude,
« liturgicamente » ormai, tanti
campi, alla partenza dei pullman dei campisti..^). Li pubblichiamo anche perchè essi
possono offrire materiale di riflessione e di confronto fraterno, in margine al dibattito che
nelle comunità e ora in Sinodo
si affronta sulla «p oUticisseazione » dellla chiesa. Non nascondiamo infatti che anche questi
due documenti presentano, a
nostro avviso, lati equivoci, una
certa confusione di due speranze, di due rivoluzioni. La protesta e la contestazione delle ideologie è veramente totale? Non
vorremmo infatti che all’ordo
catholicus che tutti contestiamo si sostituisse semplicemente
un altrettanto «cattolico » ordo
marxista. red.
iiiimimiiiiimmi
DUE PRESENTAZIONI
per un libro... ecumenico
Il libro è edito da Labor et Fides: Oecuménisme^ alchimie et poesie (di Gabriel
Miitzenherf'), 170 pagine, tre schizzi che
presentano al lettore tre personaggi stranamente associati in questo strano libro:
1) Jean Travers (1483-1563): capitano
di ventura, difensore della libertà in Engadina, dove diventa Capo di Stato, predicatore laico della Riforma, poeta e grammatico, statista, il quale sa conciliare le esigenze della Riforma con la necessità politica
dì non pestare i piedi al vescovo di Coira;
2) Accanto a lui, Teofrasto Bombasi di
Hohenheim. più conosciuto sotto il nome di
Paracelso: un avventuriero della scienza, che
tra Medioevo e Rinascimento (1493-1541) arditamente precorre i tempi; non è più soltanto la pietra filosofale, ma non è ancora
la chimica pura;
3) Terzo, Giovanni Calvino (1509-1564):
proprio luì, statista, teologo, umanista, ma,
anzitutto, profeta.
Un libro strano, per certi aspetti avvincente. al quale ci si concedano due presentazioni.
Prima
presentazione
E' un libro garbato, che si in leggere, che
non sembra porre grandi problemi (prescindiamo dal titolo!); tre rievocazioni storiche,
di valore disuguale, ma sempre interessanti;
la prima, in modo particolare, è indubbiamente la più riuscita. Rivive Jean Travers
in queste pagine vivaci, in un quadro di rievocazione suggestiva. Anche le pagine con
sacrate a Paracelso sono fra le più riuscite
del libro. Sconcertante il capitolo riservato
a Calvino, della cui opera ci è presentato
un solo aspetto : il suo sforzo tenace sul cammino delTunità.
Ripetiamo : un libro da leggere, che si legge senza difficoltà e con interesse.
Seconda
presentazione
Ma, indubbiamente, non possiamo prescindere dal titolo del libro! Infatti, mentre
nel libro, incontriamo prima Jean Travers
(poesia), poi Paracelso (alchimia) ed ultimo
Calvino (ecumenismo), nel titolo abbiamo, al
primo posto : ecumenismo, quasi ad attirare
l'attenzione del lettore, quasi a dirci: Non
ti lasciar sedurre dalle pagine brillanti, dalla raffinatezza stilistica, dagli effetti di luce, .
perchè questo libro non vuol solo essere una
lettura amena, distensiva, ma è qualcosa di
più ; è, a suo modo, leggero c sorridente,
ima testimonianza ecumenica, di quell’ecumenismo che li unisce tutti e tre: «un certain esprit oecuménique appartieni à tous
les trois ».
Ed allora la presentazione deve diventare
più seria, ed il presentatore confessare la sua
incapacità di riconoscere questo « esprit oecuménique »!
Vecchio ormai, Jean Travers, più volte
ambasciatore presso Carlo V, Ferdinando I e
la Repubblica di Venezia, affronta, per la
prima volta, la prova più impegnativa di
tutta la sua lunga carriera : è stato riconosciuto dal Sinodo quale predicatore laico:
egli sale sul pulpito e annunzia l'Evangelo.
La Riforma conquista TEngadina; ma Coira
resiste; la cattedrale domina dalla collina;
il vescovo è sempre potente, amico di Spagna e degli Asburgo.
Ballinger tempesta: bisogna decidersi; il
pastore Fabricius denunzia lo scandalo di un
predicatore laico che proclama dall’alto del
pulpito : A Dio solo gloria, ma non vuole
toccare il vescovo, per timore del Signori di
questo mondo!
Può darsi che anche questo sia oggi da
chiamarsi « ecumenismo »; ma siamo perplessi! E più perplessi siamo di fronte alPecumenismo di Paracelso.
« Est-il catholique, est-il réformé ou luthérien? Qui en décidera, sinoii Dieu luimême, pour peu que dans son ciel cela eut
encore quelque importance? Il fut l’ami des
Réformateurs et l’Eglise romaine l’a enterré. L'essentiel, c’est de se donner tout entier ».
Abbiamo l’impressione che se questo è
« ecumenismo », lo « spiritualismo » sia la
torma più pura del cristianesimo; e un discepolo di Benedetto Croce potrebbe rifare
il noto discorso del suo maestro : Perchè non
possiamo non chiamarci... « ecumenici »!
ConclusionB
Possiamo, ciò nonostante, mantenere la
conclusione della prima presentazione, perchè queste affermazioni ecumeniche sono così
generiche ed estranee alla rievocazione storica, da non infirmare il valore di quest’uliiraa. L. A. Vaimal
non c’è greco e giudeo, circoncisioi
e incirconcisione, barbaro o • scit
schiavo o libero, ma Cristo è og:
cosa e in tutti» (3, 9-11).
Si tratta dunque di una comuni
in cui sono state soppresse tutte le t
visioni fondamentali dell’ordine s
ciale di quel tempo: le demarcazio;
etniche (greco, giudeo, barbaro), i
ligiose (circonciso, incirconcìso), s
ciali (uomini liberi, schiavi),
lettera ai Colossesi ci dice anche n
modo più chiaro che questa sqlid
rietà non è cosa che vada da sè: no
è possibile che attraverso la morte d
« vecchio uomo » e la nascita di u
uomo nuovo. E questo vecchio uon:
che deve morire non è un esse:
astratto : è caratterizzato dalla sr
appartenenza a im ordine, è solida
con quest’ordine. Ed è questo ordir
che è rimesso in questione nella le
tera. Vediamo di che si tratta.
Ma giungiamo già a una prima coi
clusione: non vi è un solo tipo di st
lidarietà: vi sono le solidarietà — d
rei, il sistema delle solidarietà — d<
vecchio ordine delle cose; e vi è 1
solidarietà nuova che nasce dalla d
struzione dalla prima.
2) Il cap. 2 della Epistola ai Colo
sesi è un documento impressionant
della polemica condotta contro la ri
ligione dai cristiani delle prime gen
razioni.
a) I Colossesi sono messi in gua:
dia:
— contro la filosofia e la tradizion
- (V. 8).
— contro il legalismo religioso dell
Sinagoga (v. 11, 14);
— contro tutti i riti religiosi, pagar
o giudaici (v. 16) ;
— contro la gnosi, l’ascetismo, la ve
lontà di possedere il mondo divin
sia mediante qualche conoscenz
misteriosa, sia mediante l’estasi m;
stica (v. 18).
b) Ma occorre domandarsi oh;
cosa ciò significasse per i Colossesi;
perchè gli abitanti di questa citta
1 greci o orientali o giudei) erano tamente religiosi, e perchè i cristiani
sono chiamati a rifiutare la religione;?
Religio deriva da «religare» (collegare, unire insieme) — dicevano certi
eruditi della cultura romana —. La religione è la solidarietà fra gli uomini
e Funi verso (il kosmos). La società
di questo tempo è dominata da una
visione mistica del mondo, che presenta un ordine umano e soprannaturale, una gerarchia di poteri umani e
divisi. Ecco il significato dei «principati » e delle « potenze » di cui si parla
al V. 15. Ma queste forze divine non
sono soltanto esseri spirituali che abitano i cieli. Il pensiero antico è unitario : i filosofi greci parlano del « kosmos » come di una « polis », di una
città, e al tempo stes.so la « polis » è
vista nel quadro del « kosmos ». I
«principati» e le «potenze» sono i
divini guardiani della legge, dell’ordine politico e cosmico. Ora, che cos'è
la religione? La religione è la sottomissione all’ordine del «kosmos politico» o della «politela (costituzione)
cosmica » ; è il fatto di essere solidali (legati nella «religio») agli «elementi del mondo» (v. 8) dai riti (noviluni, giorni consacrati, eoe.). È anche la gnosi, il fatto di conoscere la
scala degli angeli per giungere al
« cielo». Si tratta dunque della consacrazione dell’ordine esistente e delle
sue gerarchie politiche, sociali ed etiche, nel quadro di un impero molto
religioso in cui gli dèi popoli sono riuniti nel Pantheon di Roma e in cui si
dice « Kyrios Kaisar»: «Cesare è divino ». Si tratta dunque di una totalità che la religione porta a riconoscere.
c) Ma che cosa dice l’Epistola di
questo ordine?
Al V. 9 è detto che la «pienezza
della divinità » abita « corporalmente » in Gesù Cristo. E al v. 15 è detto
che Gesù Cristo ha « smascherato » i
principati e le potenze sulla croce, il
carattere scandaloso di questo testo
è evidente dato che sappiamo: 1) che
« i principati e le potenze » sono i divini guardiani dell’ordine politico e
cosmico; 2) che la croce era la forca a
cui i guardiani umani delll’ordine imperiale di Roma appendevano i ribelli
(come i gladiatori di Spartaco e gli
zeloti giudei).
Lo scandalo dell’Evangelo è proprio questo: la «pienezza della divinità » non dev’essere più cercata nel
cielo, ma è presente nella vita storica
di un giovane rabbi ebreo, finito su
una forca, Gesù di Nazareth.
3) Siamo in grado, ora, di comprendere perchè la « solidarietà » di cui si
parla al cap. 3, 9-11 non può sgorgare
che dalla morte del vecchio uomo e
del suo kosmos: deve dissolversi un
ordine consacrato dalla religione affinchè possa sorgere la solidarietà
della comunità. La cosa è molto pericolosa, poiché le potenze sono ancora
assai attive, e i cristiani delle prime
generazioni lo sanno bene!
CONTINUA
IN SESTA PAGINA
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pag. 4
N. 32-33 — 26 agosto 1966
L’esame di lede
del Cand. Brano Bellion
L’esame di lede sostenuto dal Candidato Bruno Bellion in vista della
sua consacrazione al ministero, ha
riscosso Tunanime e lieto consenso
del Corpo Pastorale, per la chiarezza,
la sensibilità e la solidità con le quali
egli ha espresso le proprie convinzioni
sugli argomenti propostigli.
Leggermente diverse da quelle dell’anno passato, le domande rivolte al
Candidato (suU’autorità della Parola
di Dio, sulla riconciliazione operata in
Cristo, sul Regno di Dio e la Chiesa,
oltre che, come di consueto, sulla propria vocazione), e le sue risposte,
hanno dato lo spunto per una breve
quanto vivace ed interessante disamina del problema dei rapporti fra la
Chiesa e il Regno di Dio.
Lungi dall’essere una definizione
astratta, questo Regno, oggetto e della
fede e della speranza e dell’attesa della Chiesa, è il luogo — se così si può
dire — dell’incontrastato e riconosciuto dominio di Dio. Esso si concreta
nella persona di Cristo, ed appunto
sarà pienamente e indiscutibilmente
manifesto il giorno del glorioso ritorno di Lui.
Già realizzato nella persona di Cristo da ima parte, e dall’altra in attesa
di venire pienamente manifestato, il
Regno permette così, lo scorrere di un
;< tempo della Chiesa », tempo che
Bellion ha tenuto a sottolineare come
K tempo dello Spirito Santo ».
, È infatti dei doni dello Spirito che
la Chiesa è chiamata a vivere; è per
la potenza dello stesso Spirito che
vien resa capace di annunziare agli
uomini la Parola di Dio fatta carne,
non prima di averne riconosciuto per
dadio-TV della Svizzera Italiana
Domenica 28 agosto - ore 9,15 - Conversazione evangelica alla radio (Pastore Otto
Ranch). « La Parola del Signore », alla
fine delle trasmissioni televisive (Pastore
Guido Rivoir).
Se stessa l’autorità vincolante; è opera del medesimo Spirito che la Chiesa
viva nell’attesa escatologica, la quale
è apparsa particolarmente consistente nel pensiero e nella fede del Candidato.
Peccato che egli, nella sua esposizione, abbia tralasciato di fare sia
pure un accenno — che qualcuno dei
presenti avrebbe giustamente desiderato — ad una conseguenza implicita
nel messaggio evangelico dell’awento del Regno: vale a dire l’esigenza
del ravvedimento, della conversione,
della nuova nascita. La necessità di
quella « mentalità nuova » ohe dev’essere propria del credente.
Ma questo non è dipeso nè da negligenza nè da mancanza di convinzione del Candidato. Direi piuttosto sia
dipeso dairandamento stesso deU’esame, e dallo stato d’animo particolare
« teso », in cui Bellion, come del resto
chiunque altro, vi si è presentato. E
che questo sia stato il pensiero di tutti i presenti, è dimostrato dal fatto
che, come dicevo, il Corpo Pastorale
ha espresso a Bellion un consenso
senza riserve.
I numerosi intervenuti alla parte
pubblica della seduta, con il loro interesse e con la loro attenzione, ci
hanno ancora una volta fatto presente che i problemi della vita della Chiesa non riguardano i pastori soltanto,
ma la Chiesa tutta.
Nel ringraziare a nome di tutti il
Candidato Bellion per la sua testimonianza, gli rivolgiamo ancora da
queste colonne l’augurio fraterno e
cordiale di un ministero pastorale alimentato tutti i giorni dalla guida potente dello Spirito Santo, che gli rinnovi sempre i suoi doni, che ne raffermi la vocazione, che gli faccia sperimentare del continuo tutta la gioia
che può venire dall’essere un ministro
della Parola di Dio.
S. Ricciardi
TRIBUNA
LIBERA
Uìi lettore, da Napoli:
Desidero dare una risposta all’intervento
del Sig. Bounous in polemica col Pastore
Franco Giampiccoli, di cui al n. 27.
Prima di entrare nel merito, desidero ricordare due massime di Albert Schweitzer, entrambe di ispirazione evangelica : « Se la
vita non è un continuo esame, non è degna
di essere vissuta». E ancora: «Se finalmente non diremo cose che a qualcuno spiaceranno, non diremo mai la verità ».
Ciò premesso, rispondo al sig. Bounous.
Che il Pastore Ernesto Giampiccoli non si
fosse mai interessato di politica è affar suo
e ciò non esclude che altri pastori, col passare degli anni e col mutare dei tempi, sentano la necessità di interessarsene, tenendo
presente che il mondo si muove... Ai tempi
del Pastore E. Giampiccoli chi e quanti facevano la politica, e come la facevano, tutti
noi lo sappiamo. Oggi invece essa è praticata in modo sconvolgente; lutti i mezzi leciti
e illeciti (pochi i primi e abbondanti i secondi) la immoralità sempre più dilagante.
IL MIO CRISTO
le più grosse bugie, i più spregiudicati persuasori occulti, tutto viene mobilitato, usato
e strumentalizzato da una classe politica squalificata. Se a questi messeri — i quali in no
me di un Cristianesimo falso e bugiardo, da
loro stessi coniato per conservare fino a quan
do è loro possibile quel benessere materiale
di cui godono da sempre, loro che sono i
pochi, mentre i molti vivono in modo indegno di una creatura umana — non si contrapporrà una nuova classe dirigente, genuinamente evangelica, se non si uniscono in un
fronte unico tutte le forze che si richiamano
al Vangelo per applicare un nuovo corso
politico, noi ci vedremo inesorabilmente crollare la casa addosso e lo stesso Bounous, ammesso che ne abbia il tempo, si troverà pentito di avere addebitato a Franco Giampiccoli un atteggiamento non consono a quello
del di lui defunto avo.
Il concetto che i nostri pastori non debbono fare politica, specie se è diversa da
quella dei nordamericani, per non dispiacere
eventualmente i valdesi di lassù di origine
{Per un disguido postale questo articolo,
tempestivamente spedito, non è giunto in
tempo per essere inserito nel numero scorso.
Ce ne scusiamo con tutti). red.
Or com'egli usciva per mettersi in
cammino, un tale accorse e inginocchiatosi davanti a lui, gli domandò:
Maestro buono, che farò io per ereditare la vita eterna?
E Gesù gli disse: Perchè mi chiami
buono? Nessuno è buono, tranne uno
solo, cioè Iddio.
Tu sai i comandamenti: Non uccidere; non commettere adulterio; non
dir falsa testimonianza; non far torto
ad alcuno; onora tuo padre e tua
madre.
Ed egli rispose: Maestro, tutte queste cose io le ho osservate fin dalla
mia giovinezza.
E Gesù, riguardatolo in viso^ Vamò
e gli disse: Una cosa ti manca; va'
vendi tutto ciò che hai, e dallo ai poveri, e tu avrai un tesoro nel cielo;
poi vieni e seguimi.
Ma egli, attristato da quella parola,
se ne andò dolente, perchè avea di
gran beni.
E Gesù, guardatosi attorno, disse ai
suoi discepoli: Quanto malagevolmente coloro che hanno delle ricchezze
entreranno nel regno di Dio!
E i discepoli sbigottirono a queste
sue parole. E Gesù da capo replicò
loro: Figliuoli, quant’è malagevole
a coloro che si confidano nelle ricchezze entrare nel regno di Dio!
E' più facile a un cammello passare per la cruna d‘un ago, che ad un
ricco entrare nel regno di Dio.
Ed essi vie più stupivano, dicendo
fra loro: Chi dunque può essere salvato?
E Gesù, riguardatili, disse: Agli
uomini è iinpossibilo^ ma non a Dio:
perchè tutto è possibile a Dio.
E Pietro prese a dirgli: Ecco, noi
abbiamo lasciato ogni cosa e t'abbiamo seguitato.
E Gesù rispose: Io vi dico in verità che non v'è alcuno che abbia lasciato casa, 0 fratelli, o sorelle, o madre, 0 padre, o figliuoli, o campi, per
amor di me e per amor delVevangelo,
il quale ora, in questo tempo, non ne
riceva cento volte tanto; case, fratelli,
sorelle^ madri, figliuoli, campi, insieme a persecuzioni; e nel secolo avvenire, la vita eterna.
Ma molti primi saranno ultimi e
molti ultimi, primi.
(Marco 10: 17-31)
iiiiiiiiiiiimiiiiimiiii I
Esperienza cristiana e psicologia
E il titolo di un volume pubblicato recentemente, opera di un Gesuita. Louis Beirnaert, formatosi alla scuola della Società
Francese di Psicologia, sacerdote e psicoterapeuta. Egli esercita un ministerio di direzione spirituale nel senso migliore del termine, e quindi sostanzialmente di « cura di
anime » per dirla con una terminologia più
protestante. Egli affronta argomenti veramente essenziali per la vita spirituale del
cristiano di oggi; diciamo del cristiano, più
che del cattolico, perchè è tale il respiro
evangelico delle considerazioni esposte (a
parte pochi capitoli sui quali è necessario
formulare riserve teologiche da parte protestante, come vedremo), che il libro merita
ampiamente di essere letto dai lettori protestanti in genere, ed in maniera particolare da quanti — pastori o laici — si occupano espressamente dì assistenza spirituale.
La prospettiva generale da cui si pone
1 Autore, che « alla luce della psicologia, la
esperienza cristiana viene messa in discussione per il suo significato spesso confuso,
ma nel contempo diventa più espressiva del
Mistero di Cristo nella misura in cui diventa
piu vera », cioè di una purificazione, anche
se l’esperienza cristiana sembra aH’Autore
irriducibile « ad un gioco di dinamismo psichico », è accettabile senz’altro dal punto di
vista protestante.
Il volume che presentiamo ai nostri lettori è in realtà una raccolta assai disparata di
(una ventina) aventi però in comune
1 esigenza di confrontare aspetti particolari
della vita religiosa con i dati della psicologia dinamica (l'Autore si riferisce alla psicanalisi di Freud).
L’estrema ricchezza e varietà degli argomenti trattati rende impossibile anche solo
un sommario riassunto; del resto sarà opportuno ritornare su molti argomenti che riteniamo di enorme importanza per la vita
spirituale dei cristiani (protestanti!) di oggi,
e ciò avverrà nei numeri successivi del nostro giornale.
Citerò tuttavia, anche per invogliare alla
lettura, che ci pare sufficientemente agevole
pure per chi non abbia alcuna cultura (e
pregiudizio!) psicologica, il titolo di alcuni
capitoli e qualche commento.
In un primo capitolo l'Autore affronta,
coraggiosamente, il problema del « condizionamento » nella Chiesa (si riferisce alla
Chiesa Cattolica, ma ciò vale anche per noi
protestanti); la Chiesa come istituzione rischia di esercitare un condizionamento coercitivo e protettivo sui fedeli, che li porta ad
eludere l'impegno personale della fede. Lo
stesso atto liturgico per eccellenza, cioè il
battesimo, « non è l'inizio di una specie di
addestramento »! Ed ancora « l’insegnamento
per via d’autorità » proprio della chiesa docente non deve eludere il necessario dialogo,
che sia comprensione vera, con l'uomo di oggi! Così ancora « il monopolio deH'informazione non può essere lasciato in mano a coloro che sono più preoccupati dì denunciare il male che di illuminare la Chiesa... »;
Nei capitoli successivi l'Autore affronta il
problema dell'aiuto morale che il direttore
spirituale deve saper fornire in nome della
Chiesa : non si tratterà mai di un arido richiamo ad una legge morale « immutabile »,
ma di un « dialogo » vero, in cui l’interlocutore sia preso sul serio, e risulti possibile
all’interlocutore stesso quella necessaria « invenzione morale » che è « spirito e vita ».
Quanto poi sia difficile il vero dialogo
viene ricordato nel capitolo successivo : vi
è da un lato il pericolo di porsi sullo stesso
piano su cui si pone la richiesta dell’interlocutore, dall'altro il pericolo di mantenere
schiavo l'interlocutore. Se spesso il dialogo
blema della « crescita spirituale »; se possiamo essere d’accordo quando esemplifica
quella particolare crescita spirituale dell’individuo che è da parte protestante generalmente chiamata santificazione, e ci rallegriamo nel leggere « che la perfezione non è
in noi una proprietà di natura e un’orgogliosa conquista della volontà, ma un dono della Grazia », si fa aperto invece il nostro dissenso quando, sulla scia di una ampia citazione di Ireneo, vien ricordata la visione
cristiano-evoluzionistica di Teilhard de Char
II dott. Enrico Pascal, psichiatra valdese torinese, inizia una sua collaborazione seguita in questa rubrica dì psicologia religiosa, situandosi
da un punto di vista dichiaratamente protestante. Siamo lieti di questa
collaborazione e convinti che susciterà vivo interesse ; probabilmente,
pure delle reazioni, che sono desiderate e attese sia dal dott. Pascal
sia dalla redazione. Siamo infatti convinti che proprio dal franco confronto con la psicologia religiosa, la quale è in qualche modo ¡1 recipiente della fede che il Signore dona con il suo Spirito Santo, la fede
uscirà chiarificata e irrobustita, nella sua « alterità ».
\ fallisce è perchè « non basta che una verità
^ esista in sè e per noi perchè esista anche per
¡ il soggetto che viene a trovarci ». Ecco perciò l'essenziale : « Quando l’interlocutore si
rivolge ad un sacerdote o a un cristiano,
non chiede soltanto di essere riconosciuto
nelle sue difficoltà, ma anche di essere in
certo modo rivelato a se stesso. Ha fame
della parola che lo sorregga e lo orienti.
« Alla sua ultima domanda può rispondere
soltanto la Parola di Dio. In questo momento del dialogo, il dono della Parola non
gli appare più come un modo di non accoglierlo colmandolo di buone parole, sia pure soprannaturali^ ma con parole articolanti chiaramente questa stessa Parola che lui
già udiva misteriosamente nel suo cuore.
Da quando il Verbo di Dio s'è fatto sentire
dagli uomini, in un preciso momento della
storia, noi sappiamo che deve venire per ognuno di noi nell’ora stabilita. Bisogna saper discernere il tempo ».
In altro capitolo, dedicato al rapporto
(scottante !) tra direzione spirituale e psicanalisi, V Autore invoca coraggiosamente
una sana crìtica delle stesse virtù « cristiane », come la castità, la obbedienza, la dolcezza, l'ascesi, la pietà e la devozione, sotto
ciascuna delle quali può celarsi un segno
dì incapacità ed immaturità nevrotica. Egli
ricorda (ai Cattolici in particolare!) come
l’autentica « mortificazione religiosa » non
significa solo e sempre il rifiuto di soddisfare una tendenza « naturale », ma può esprimersi anche, all’opposto, « con l’accettazione delle condizioni di una crescita temuta ».
Il che è come dire uscire dal tranquillo rifugio di una pseudoreligiosità nevrotica per
darsi al servizio cristiano.
Sin qui è dunque possibile seguire l’Autore con ampio consenso. Suscita riserve invece un successivo capitolo dedicato al pro
din, e viene prospettata una crescita spirituale dell’intero genere umano. Dovrebbe
consolarci il fatto che « Attraverso ogni
specie di brancolamenti e di crisi, la storia
collettiva e la storia individuale maturano
un’opera divina ». Qui l’Autore evoca un
ottimismo che ci sembra deviare dal contesto evangelico, e che chiaramente si fonda
neH’ottimismo antropologico cattolico. Diremo, tentando di psicanalizzarlo, che un tale
ottimismo è da parte sua una reazione e un
compenso alla moltitudine di dati negativi
ricavati sull’uomo in base alla analisi psicologica?
Troppo lungo sarebbe esemplificare ancora. Ricordiamo un capitolo dedicato al problema se lo psichismo (più o meno sano)
condizioni la santificazione (intesa come possibilità di essere santo!), un fondamentale
capitolo dedicato alla distinzione, quanto
mai opportuna e necessaria anche in campo
protestante, tra infanzia spirituale e infantilismo (situazioni psicologicamente ma soprattutto teologicamente ed esegeticamente
diverse!)^ in cui l’Autore dimostra come la
piena maturità psicologica, lungi dall’opporsi aH'infanzìa spirituale in vista del Regno,
la favorisca piuttosto, ed altri ancora. Ricordiamo alcuni titoli: «Illusione e verità
nella rinunzia », « La vera e la falsa tentazione », « Combattimento vSpirituale e conflitti ».
Segue una parte a carattere informativo
— anche se la prospettiva da cui si pone
l Aulore risulta per certi versi nuova — dedicata alle due grandi figure di Freud (l’ebreo Freud, dichiaratamente ateo, fondatore
della psicanalisi) e di Ignazio di Loyola (il
cui travaglio psicologico e spirituale per
giungere alla fede è parzialmente analizzato,
pur con riserbo per quanto concerne l'aspetto mistico dell’« esperienza ìgnaziana », che
precedette la fondazione della Compagnia di
Gesù). Tuttavia anche in questa parte vengono a più riprese riproposte questioni che
in sintesi si riducono al problema del rapporto tra l’esperienza religiosa (e mistica!)
e quella psicanalitica.
Meno convincente risulta infine l’ultima
parte del libro, dedicata a problemi quali :
« La preghiera di domanda », « La dimensione mitica nel sacramentalismo cristiano »
(su questo punto l’Autore è costretto ad abbandonare Freud in favore di Jung, per ricorrere alla nozione di simbolismo mitico e
di archetipo), « Il simbolismo ascensionale
nella liturgia e nella mistica cristiana », « Il
significato del simbolismo coniugale nella
vita mistica ». Ci pare decisamente interessante l’affermazione centrale di una « evangelizzazione del profondo », di un cristianesimo « che sappia rivolgersi efficacemente
aH'inconscio delTuomo religioso naturale ».
Si noti per esempio quanto densa di problematica non solo psicologica ma teologica
(ne sconsigliamo la lettura a chi non voglia
crearsi dei problemi!) sia questa affermazione : « Un sacramentalismo, e in genere
una rappresentazione religiosa, se non si
serve delle figure archetipe e riduce il suo
rituale a uno svolgimento schematico, perde
la sua efficacia sul pagano che sonnecchia
in ognuno di noi; vien meno all’evangelizzazione del profondo. Allora gli archetipi che
dormono in fondo alia psiche si creano degli
idoli e fanno risorgere il paganesimo. Allora
si è anche tentati di allontanarsi dal cristianesimo per cercare in altre figure e in altre simbolizzazioni iniziatiche la pace del
profondo ».
In conclusione i problemi affrontati dall’Autore sono molti, come si è visto, e complessi; non dovrà stupire il lettore che, giunto al termine della lettura del volume, si
accorga che, per quanto illuminate dall'analisi psicologica, molte fondamentali questioni della vita religiosa e della stessa visione
teologica cattolica o riformata restano aperte, o non esaurientemente approfondite. Si
deve dar atto al Beirnaert di esser quasi sempre riuscito, in maniera felice a darci un
saggio di come la psicologia (psicanalisi)
possa essere strumento efficace di purificazione dell’esperienza • religiosa, e servire ad
una quanto mai necessaria liberazione della
teologia da sovrastrutture pseudoteologiche e
pseudoreligiose. Ben venga dunque la psicologia come « anelila theologiae ». Nell’attesa
di una vera c propria psicanalisi del Cattolicesimo (pare che un saggio del genere stia
per vedere la luce in Germania!) c del Protestantesimo, non possiamo, come cristiani,
che rallegrarci del presente contributo, anche se di un Autore Cattolico. Sappiamo
benissimo che la fede, quella vera e autentica, non potrà che trarre vantaggio da una
analisi psicologica, per quanto severa e spietata quest’ultima possa sembrare.
Enrico Pascal
LOUIS BEIRNAERT - Esperienza cristiana e psicologia. Ed. Boria, Torino, 1965. Pagg. 329, L. 2.500.
italiana, i quali ci aiutano, è assolutamente
inaccettabile e non solo per quanto dice
Schweitzer. Vorrei ricordare al sig. Bounous
che gli evangelici sono e debbono essere la
parte eletta del popolo italiano e per essere
tale bisogna che essi appartengano al mondo... dei vertebrati e abbiano quindi una dignità e non siano tanti Esaù. Gìesù ci vuole
liberi come Lui si senti libero di dissentire
dai « padroni del vapore » di allora, siano
essi stati sacerdoti o facenti parte dell’allora
Confindustria. Ora, se il sig. Bounous ritiene che noi dobbiamo annuire a tutto ciò
che si fa oltreoceano, non fa altro che dire
che Gesù fu crocifisso appunto perchè non
avrebbe dovuto prendere posizione contro i
grandi di allora. E fu così che anche gli
Apostoli errarono; basterebbe leggere Giae.
5 per convincersene. Ed allora viene spontanea la domanda : Se i Discepoli non avessero interpretato il pensiero di Gesù e avessero pensato che sarebbe stato meglio vivere,
anzi vivacchiare, con l’obolo che certamente,
e non disinteressatamente, avrebbero loro
fornito i padroni del vapore dell’epoca, oggi esisterebbe il cristianesimo? Ma ciò non
basta. Il sig. Bounous si rilegga attentamente Atti 4: 32. L'argomento in esso trattato
non è stato mai oggetto di sermone; tutti
i pastori lo hanno sempre saltato a piè pari
certo per tema di essere tacciati di fare della politica (sinistrorsa) pur essendo, quello,
un episodio storicamente avvenuto. Ignorarlo, non significa cancellarlo dal Nuovo Testamento^ oltre ad essere, questa, una vera
infedeltà aH’Evangelo. Consiglio al contradditore di leggere Giac. 5 dopo di aver letto
uno dei tanti bilanci fasulli delle grosse aziende, quelle dei grossi monopoli dei prodotti base, che riportano periodicamente tutti i giornali, bilanci compilati da « esperti
fiscali » dove si parla di dividendi per miliardi, e troverà attuale ciò che l’Apostolo
Giacomo scriveva su i signorotti della sua
epoca. E se poi leggiamo gli atti parlamentari là dove si dice con insistenza, e naturalmente si applica con diligenza, la politica dei redditi, che nella nuova terminologia
(parole, parole, parole come dice Paolo Stoppa in quella trasmissione di Carosello) dei
nostri governanti significa « blocco dei sMari » ma non anche blocco dei prezzi; se non
avessimo notizia di quanto avviene nel campo del lavoro, laddove i lavoratori lottano
per rinnovare il contratto di lavoro scaduto
da vari mesi, e che la Confindustria si rifiuta di rinnovare, ci renderemmo veramente conto che gli attuali « padroni del vapore » non hanno inventato nulla, ma copiano
dai loro proavi, con la sola differenza che
ci sono le organizzazione sindacali, disorganizzate dalla loro sgretolazione, intenzionalmente voluta da chi ne trae utile, mentre
quella del padronato è sempre unita e appena ha avuto un presidente meno « duro »
10 ha subito messo a riposo!! Di qui nascono agitazioni, scioperi e marasma. Nei miei
65 anni non ho mai visto uno sciopero degli industriali o dei commercianti di qualunque settore. Loro i prezzi li aumentano
quando credono e vogliono, e mai alcuna autorità, salvo in rari periodi ritenuti di emergenza, è intervenuta. L’autorità interviene
solo quando si muovono i lavoratori e con
gli organi che ha a disposizione distribuisce
legnate, condanne, licenziamenti, ecc. Loro,
quando non ce la fanno come vogliono con
Taumento dei prezzi, chiedono ed ottengono leggi speciali quali la « fiscalizzazione
degli oneri sociali» (parole, parole, parole!)
11 che significa risparmi di miliardi per loro e aggravio del tributo fiscale per la generalità (dei poveri naturalmente, cioè quelli
che non sanno evadere il fisco).
Questo genere di politica fa nascere la necessità, in chi per credo religioso auspica
una migliore distribuzione dei beni, una
più giusta collocazione degli esseri umani nei
quadri di una più efficiente società, di un
intervento nelle cose politiche, un intervento
fattivo ed intelligente, urgente e decisivo.
Comprendo benissimo quali e quante saranno le difficoltà, quanti saranno i persuasori
occulti che entreranno in funzione i quali,
in nome della tradizione (« maledetti voi farisei e la vostra tradizione! ») indicheranno
ai pastori la via del pulpito, ritenendo che
nell anno 1966, nell’epoca dei ’Gemini’ e degli 'Sputnik’ basti un buon sermone perchè
l operaio della fabbrica rinunci allo sciopero
ed attenda a mani giunte la venuta del Regno. Così facendo essi si sentirebbero traditi!
Oggi il posto dei pastori è fuori dei locali
di culto; essi debbono coltivare idee nuove,
debbono avere visuale ampia, debbono uscire
in istrada laddove si combatte la battaglia per
la vita reale ed è proprio là che si trova e si
capisce il vero motivo della decristianizzazio118 in atto (basta rend.ersi conto dell’esperimento dei preti operai in Francia). Si potrà
dire che sarebbe una grossa novità. Ma che
forse Gesù non fu una grossa novità per i
suoi tempi? Naturalmente oltre che Verità
fu Carità e Giustizia sociale, giustizia che
il popolo ancora oggi attende. Una giustizia
concreta, attuale, con armi nuove, in ambienti nuovi, con uomini nuovi, con tutto il
rispetto dovuto agli avi. Tutta la società oggi
si muove alla ricerca di nuove formule, di
concetti nuovi, politici, economici e filosofici.
Oggi si è compreso che chi rimane ancorato
al passato si incartapccorisce.
Il pulpito, ho già detto, non basta più perchè i padroni del vapore hanno anche i loro
pulpiti (e che pulpiti!) dai quali si parla in
nome di un Cristo che non abbiamo mai conosciuto. Il nostro Cristo ha sempre amato
i poveri e detesta i ricchi; il loro Cristo va
a braccetto con i potenti in politica e soprattutto in economia, ecco perchè non è il nostro Cristo. Dovrei terminare anch'io con una
frase latina, ma sono ignorante in materia.
Vorrei solamente dire al sig. Bounous: se gli
chiedessero un giorno: dove eri tu valdese?
Cerchiamo quindi di non perdere l’autobus!..
Francesco Jervolino
5
26 agosto 1966 — N. 32-33
pag. 5
I lettori
Cl
scrivono
• • •
Lettera amara
di un colportore
Un lettore^ da Perugia:
Caro Direttore,
sono un umile colportore volontario, indipendente da qualsiasi Denominazione ecclesiastica. La mia attività si svolge particolarmente nella
verde Umbria, e vorrei richiamare la
attenzione delle Chiese Evangeliche in
genere, come pure di tutti i sinceri
credenti veramente impegnati in un
servizio di testimonianza cristiana,
sulla dannosa opera che continuamente viene svolta a causa della faziosità
di certi preti cattolici nonostante il
movimento ecumenico col quale la
Chiesa romana vorrebbe attirare a se
« i fratelli separati w. Per le mie molteplici esperienze, acquisite nel mio
itinerante lavoro, ho motivo di affermare che essa Chiesa non opera affatto in Italia con uno spirito di fraterna intesa, tanto meno con quel senso di Iraterno amore nei riguardi degli evangelici o protestanti, in quanto
che dovunque mi è dato di sentire,
purtroppo^ che i preti e dai pulpiti e
dalle scuole, continuamente avvertono
i loro parrocchiani, affinchè essi non
accettino la Sacra Bibbia o parti di
essa, ostacolando così l’opera evangelica, che con fatica e sacrifici viene
spiegala tramite la nobile opera del
coluoMaggio.
Por giustificare la loro avversa
propaganda, essi ripetutamente affermano die la Chiesa Cattolica romana c' 1 unica e sola depositaria delle
Sacre Scritture e soltanto essa può
dunque autorizzarne la diffusione.
A tale riguardo soggiungono che
coloro i quali desiderano farne acquisto debliono sempre assicurarsi respingendo nel modo più assoluto quelle
che non arrechino in calce il famoso
cc iinprimalur trattandosi di stampa
falsificata o comunque alterata dai
protestanti.
Olire tale avversa propaganda attivamente spiegata dai rispettivi parroci ai loro parrocchiani, vengono altresì esercitate tante altre attività ausiliaric in seno alle rispettive Chiese,
che non è cosa facile elencarle. Solo
dirò che da essi sono sempre rivolti
continui a[)pelli anche tramite la mollepiicc c '¿\ariata stampa cattolica.
Di fronte a questa massiccia opera
da essi svolta per potere avanzare e
conquistare, mi si pone spontanea la
domanda : che cosa fanno le Chiese
E\angeliche per bandire il materialismo e rincredulità?
Perchè esse non si svegliano e non
si alliancano per potersi adoperare con
maggjr)rc zelo e spirito di iniziativa
al fine dì potere rendere più efficace
ed attiva la testimonianza cristiana
nei diversi campi di azione non già
con la presunzione di poter cambiare
il mondo, ma almeno per portargli la
luce dell'Evangelo?
Ritengo che l’uomo doggi, indaffarato e distratto, potrebbe cosi aprire
le sue orecchie, la sua mente e il suo
cuore per far tesoro della a Buona
Novella )) ed essere cosi condotto al
ravvediinenlo ed alla salvezza.
Filippo MarozzelU
Religione
e mondanità
Un lettore, da Mirandola:
I giornali del 6-8-1966, riferendo
del matrimonio della figlia di Johnson, pongono Paccento sul fatto che
H ¡I matrimonio sarà celebrato col rito
cattolico » (nella chiesa cattolica delrimmacolala Concezione, dove in data 5-8-1966 i due prossimi sposi «hanno effettuato la prova generale della
cerimonia religiosa .sfilando lungo la
navata centrale del tempio cattolico,
che per dimensioni è secondo solo
alla basilica di S. Pietro »).
Io piuttosto coglierei Poccasione per
predicare (come richiamo per tutti i
cristiani) che il Tempio è Casa di orazione e di adorazione, anche per un
matrimonio, e non un luogo in cui si
va a fare « la prova generale », la
« sfilata » di un matrimonio, di una
cerimonia religiosa, che si riduce ad
uno spettacolo di « fasto », di ricchezza. di mondanità, mentre dei soldati
sono obbligati alla morte e a processi
come « criminali », e mentre dei popoli soffrono e crescono nelPistinto
della ribellione e dell'odio per il sottosviluppo a cui sono stati tenuti dall’egoismo degli altri e per colpa certamente dello stesso cristianesimo che
si è reso spesso infedele alla sua missione di amore e di carità.
LUSERN AS. GIOVANNI
AN6R0GNA (CapolaQQO)
Abbiamo
ricevuto
Italo lazeolla
Pro Coppella Evangelica di Rimini,
Nino Lodi ('Finale Em.) L. 400. Ringraziamo e trasmettiamo.
lìiornata del centenario
delia Corale liaidese
Echi del XV Agosto
4 SETTEMBRE 1966
Ore 10,15: Culto speciale. Partecipano tre
Corali: Pomaretto, Torino, San Giovanni.
Direttore; Ferruccio Rìvoir. — Dopo l’invocazione le Corali intonano il « Giuro dì Sibaud ». — Fra preghiera e sermone - quale interludio ■ le Corali eseguiscono : « Dal
tronco secolare » le 3 strofe. — Dopo il sermone; «Oh quanto è di Gesù...». Innario
n. 82, str. 1-2-4.
Orario permettendo verranno concessi 10-15
minuti di canto ai ricoverati dell’Asilo per i
vecchi (se piove, non si effettuerà).
Ore 12,30 : Agape fraterna, offerta dalla
Corale di San Giovanni, che si terrà nei loculi della Sala Albarin - Casa Valdese - Presiede il Pastore R. Jahier.
Ore 14,45: Nel Tempio, breve messaggio
del Pastore. — Musiche corali, Intermezzi
oratori, Interludi d’Organo. Partecipano sei
Corali: Pinerolo, San Germano, Torre Pelli
VILLASECCA
La riunione airEiciassie avrà luogo
domenica 28 agosto alle ore 15. Il Pastore Salvatore Ricciardi parlerà sulTopera di Evangelizzazione in Napoli.
In caso di cattivo tempo la riunione
avrà luogo nel tempio di Pomaretto.
ce, Pomaretto, Torino, San Giovanni. — Direttore inni d'assieme : Pastore Edoardo Aime,
Presidente della Commissione del Canto Sacro. 1) Corali riunite: Inno patriottico Valdese « O mon pays... » (Raccolta francese);
2) Corale di San Giovanni: ripetizione inno
Natale (Albarin); 3) Corale di Torino: coro
a scelta, Direttore Prof. Eugenio Tron; 4)
Corale di Torre Pellice : coro a scelta, Direttore Prof Ferruccio Corsani; 5) Corale di
Pinerolo : coro a scelta. Direttrice Sig.na
Bessone; a) Oratore; 6) Interludio d’Organo:
Prof. Ferruccio Rivoir; b) Oratore; 7) San
Giovanni : Inno del Centenario; c) Oratore;
8) Interludio d'organo: Prof. Ferruccio Rivoir; d) Oratore; 9) Corale di Pomaretto:
coro a scelta, Direttrice Sig.na Speranza
Grili;10) Corale di San Germano: coro a
scelta. Direttore Sig. Emilio Giordano: 11)
San Giovasni; Il Credo; 12) Corali riunite:
Inno patriottico Valdese: « Il rimpatrio » raccolta francese n. 299.
Ore 17,1.3: The di chiusura offerto dalla
Corale Centenaria. Tutte le Corali vi sono
invitate.
Noterella: saranno naturalmente graditi tutti
i doni in denaro, in natura e di ogni genere.
Errata-corrige: Il sig. Giuseppe Long non
è originario di Frali, come erroneamente è
stato pubblicato nel n. scorso bensì di
Praimollo.
— La feuta del 15 Agosto è passata lasciando in noi il ricordo jHtsitivo di una giornata
ben riuscita. In altra parte del giornale leggiamo la cronaca delPiinieontro. Qui ci basti rallegrarci per il buon funzionamento
dell’apparato logis'.ico, studiato in anticipo
in tutti i suoi particolari, da un comitato
appositamente nominato dal Concistoro
(Signore Elena Geymonat, Nelly Bertin,
Signori Silvio Bertin, Enrico Bonnet, Guido Coisson, Alfredo Sappè). Non ci resta
i:he ringraziare 'tutti i collaboratori che si
sono adoperati con zelo ed efficacia : i membri del Comitato innanzitutto, la famiglia
Bertin del Passel per la concessione della
bellissima località, i membri dell’Uuione
Femminile per l’allestimento dei banchi, i
giovani incaricati al buffet, alle bibite, alla
pesca, alla vendita dei biglietti, al servizio
d’ordine, al montaggio e smontaggio del
palco, al trasporto del materiale e tutti
Culto radio
ore 7,40
Domenica 28 Agosto
Pastore EMANUELE BUFANO
Piacenza
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
PRAMOLLO
Sabato 9 luglio abbiamo celebrato U matrimonio di Bounous Vanda e di Balmas Renzo (Pomeano). Rinnoviamo a questi giovani
sposi l’augurio di un lungo felice cammino
insieme nelle vie del Signore.
Ringraziamo sentitamente lo st. theol., sig.
Ermanno Genre, i Pastori sigg. Silvio Long
(Lugano) e Alfonso Peyronel (Le Creusot Francia), che hanno rispettimente presieduto
il culto delle Domeniche 17, 24 luglio e
14 agosto, rivolgendoci dei forti ed attuali
messaggi, nonché la sig.ra Long Ines in Alabiso che ha dato la sua preziosa collaborazione accompagnando gli inni all’armonium.
Domenica 14 agosto è stato amministrato
il Battesimo a Costabel Ornella di Silvio e
di Sappè Ada (Micialetti). La grazia del Signore accompagni-questa bambina, i-.euQÌ ge,.
nitori e tutti i suoi familiari.
Porgiamo un caldo benvenuto a Sappè Dario di Oreste e di Jahier Anita (Bosi) venuto
ad allietare la sua famiglia. Il Signore benedica questo bambino ed i suoi genitori.
POMARETTO
Ringraziamo di cuore i Pastori Emilio
Ganz, Giorgio Tourn, Salvatore Ricciardi e
il dr. Calvetti per il loro prezioso messaggio rivolto alla comunità in assenza del Pastore.
Esprimiamo un caldo augurio agli sposi
Ribet Guido, figlio del nostro anziano e
Amata Massel, nonché a Grill Giovanni e
Baret Elda il cui matrimonio è stato celebrato rispettivamente dal Pastore Lorenzo
Rivoira e Franco Davite che noi ringraziamo vivamente.
Recentemente vari lutti hanno colpito la
nostra chiesa : ricordiamo la dipartenza di
Fernanda Bernard deceduta dopo lunghi anni di infermità nella giovane età di 28 anni
e poco tempo dopo la perdita del papà; improvvisamente è pure mancato Nino Viliem di 29 anni nella pienezza delle sue forze lasciando la giovane sposa ed una bimba.
In tarda età è deceduto Tron Carlo della
zona del Podio. Alle famiglie cosi duramente provate il nostro pensiero di viva solidarietà cristiana nella fiducia che la comunità
sappia cogliere Favvertimento in ogni separazione e consacri il breve tempo che passa
nel benedire il nome delFEterno, nell'amare
la Sua Parola e neU’osservarla.
In occasione della visita di gruppi delFAssia e specialmente della comunità della
antica colonia di Waldensbergh ringraziamo
molto questi amici per il dono che hanno
fatto per la Santa Cena per i malati. Ringraziamo il Pastore Grill per la bella serata
offertaci coi suoi giovani. Ringraziamo molto
tutti coloro che con gioia ed umiltà hanno
offerto ospitalità in casa e il gruppo che ha
preparato la cena ed il pranzo con tanto impegno ed al quale va la nostra viva gratitudine.
La domenica 7 agosto durante il culto è
stato celebrato il matrimonio di Bosco Danilo
e Raina Enrica. Nello spirito della Riforma
la celebrazione matrimoniale è incorporata nel
culto anziché rimanere cerimonia pura dove
prevale lo spettacolo. Il tempio gremito di
fedeli, parenti ed amici ha potuto adorare il
Signore e confessare i suoi peccati al Signore
e udire il messaggio che da uno scopo alla
vita : servire insieme il Signore nell’ambito
del focolare domestico, nella vita della comunità e nel mondo. Agli sposi inviamo un
pensiero augurale e invochiamo le benedizioni del Signore.
— Domenica 14 il culto è stato presieduto
dal dr. Alberto Ribet, Pastore della comunità
di Pisa, lo ringraziamo per il suo messaggio
centrato sulla croce e la risurrezione del Signore, ed essenziale per la meditazione di ognuno dei presenti.
— Ricordiamo la prossima riunione agli
Eiciassie, domenica 28 alle ore 15 con mes.
saggi vari del campo di evangelizzazione.
In caso di cattivo tempo la riunione si terrà
a Pomaretto.
BOBBIO PELLICE
Ringraziamo i Pastori sigg. E. Micol,
E. Ganz, A. Ricca ed il Prof. Emanuele
Trcn j quali ci hanno annunziato l’Evangelo nei nostri culti delle ultime domeniche.
^ Ci rallegriamo vivamente con la famiglia del nostro fratello Artus Stefano fu
Pàolo di Malpertus per la nascita della terzogenita Anna nata nel mese di luglio alla
maternità dell’Ospedale Valdese di Torre
Pellice.
— Diamo un cordiale benvenuto tra noi
a Lilia Gonin del Teynaud che ha sposato
il nostro fratello Bonjour Giovanni dei
Cortili di Danna; ci auguriamo di annoverarla tra i membri fedeli ed impegnati
della nostra comunità.
— Domenica 14 agosto nel corso del nostro culto nel tempio è stata presentata' al
battesimo la bimba Re Eliana di Augusto e
Gönnet Dina, abitualmente residenti a Ginevra, e qui tra noi per un breve periodo
di ferie. La grazia e la benedizione del
Signore circondino ed accompagnino sempre la bimba e tutti i suoi cari.
— Sabato 20 agosto ha avuto luogo il
servizio funebre della nostra sorella Catalin
Annetta vedova Bonjour, coniugata Melli,
della Costa (Ortas) deceduta venerdì 19 agosto all’età di armi 69 nella sua abitazione
in seguito a malaltia. Al marito, alla nuora
ed al nipotino, alle sorelle ed ai parenti
tutti esprimiamo la nostra viva e fraterna
simpatia cristiana. e. a.
MASSEL
Nel corso delle ultime settimane la nostra
comunità è stata a due riprese raccolta nel
tempio in occasione di funerali: il 30 luglio ed il 17 agosto per le esequie di Pons
Enrico Arnaldo per parecchi anni sindaco
del nostro comune e di Pons Enrico del
Roberso. Ai familiari provati da queste dipartenze rinnoviamo la nostra simpatia cristiana.
— L’Unione giovanile ha effettuato domenica 7 una simpatica gita ai laghi del
Bet, il culto è stato presieduto dalla Signorina Carmen Trobia cui rinnoviamo il nostro ringraziamento per questa visita ed il
messaggio.
— Ricordiamo la riunione del colle delle
Fontane domenica 28 c. m. alle 14,30.
iiiiliiiliiliiiililillll
.iiiimimmiiiiiimiiiiiiiiiim
BRESCIA
lovita a Villar Perosa
(per i nostri studenti)
Venuto casualmente a conoscenza della
presenza neUe Scuole Professionali Riv-SKF
di Villar Perosa di una trentina di studenti
valdesi, ho domandato, tempo addietro, di
poter impartire loro un corso di istruzione
religiosa. La risposta è stata positiva e mollo cordiale e benché mancassero solo più due
mesi alla fine dei corsi, ho potuto dare prontamente inizio alle mie lezioni. L’ambiente
che vi ho trovato mi ha colpito in modo più
che favorevole ; una trentina di bei giovanottoni valdesi, fra i 16 e i 20 anni, suddivisi in tre classi provenienti da quasi tutte le
parrocchie delle valli, uno solo da Villar Perosa, disciplinati e visibilmente animati da
buona volontà.
Un corpo insegnante molto gentile col nuovo Collega, coscienzioso nel compimento del
suo dovere e ben deciso a volere che i propri
alunni si dimostrino elementi di prima scelta.
Scuola seria, dove le lezioni teoriche e pratiche durano otto ore al giorno e dove gli
alunni sembrano più maturi e introdotti alla
vita dei loro coetanei delle altre scuole.
Anche se la selezione è severa, l’impiego è
quasi sempre assicurato a chi ha frequentato
il triennio e la Scuola non è un vicolo chiuso poiché l’ammissione nelle Scuole Statali
similari è generalmente molto facile data la
preparazione superiore degli alunni e 1 ammissione in altri rami come quelli per diven.
tar geometri, periti tecnici, elettrotecnici,
chimici ecc. non presenta soverchie difficoltà.
Notevoli provvidenze facilitano la frequenza anche ai giovani di Frali, Angrogna, Rorà
e Villar Pellice. Non ultima quella di premi
in denaro periodici a chi ha studiato con
più impegno.
Dopo tutto quanto ho veduto, credo di poter raccomandare questa Scuola ai nostri
alunni valdesi che han terminato le Scuole
Medie e sono ora in cerca della loro via.
Mi sembra meritevole di attenzione il fatto che, dopo il Liceo Ginnasio Valdese di
Torre Pellice, è questa la sola Scuola Media superiore in Italia nella quale sia possibile impartire ai nostri alunni lezioni di
Istruzione Religiosa.
Enrico Geymet
coloro che hanno collaborato. Un grazie
pure a quanti hanno offerto uova, doni,
denaro per il buffet, la pesca e la lotteria:
l’elenco sarebbe lungo c temeremmo di
dimenticare qualcuno, ma sappiamo ohe
l’esito sotto tutti gli aspetti positivo della
giornata, è, per tulli coloro che hanno collaborato, motivo della miglior soddisfazione.
— L’il Agosto, dopo due mesi di dolorosa malattia sopportata con aiiunirabile pazienza, si spegneva all’evà di 85 anni Stefano
Bertin del Vemé. Era figura da tutti conosciuta ed apprezzata. Per mollissimi anni
era stato al servizio dell’amministrazione
comunale in qualità di mes.so: tutti lo ricor.
dano come uomo di pace che ba sempre
cercato di aiutare là dove gli era possibile.
Si spegne cosi un’altra delle figure caratteristiche della Valle: lascia In mezzo a noi
un gran vuoto ed un esempio di bontà, di
fede, di serenità e pazienza. Ai parenti in
lutto esprimiamo ancora la nostra solidarietà
nel dolore, nella certezza della resurrezione
e della vita promessa in Cristo.
— Duran’.e Fassenza del Pastore (impegnato nella condirezione del campo giovanile di Adelfia in Sicilia — a cui, tra l’altro,
hanno preso parte anche tre giovani di Angrognal, ques'to è stato sostituito sul pulpito dal Sig. Giampiero Saccaggi de! Jourdan (che con .successo ba compiuto per la
prima velia questo servizio) e dal Past. Alfredo Sonelli. Li ringraziamo entrambi per
i messaggi che ei hanno rivolto. Ringraziamo Dure il Past. Ermanno Rostan che ha
predicato la domenica 14 Agosto e che abbiamo avuto la gioia di rivedere tra noi in
buona salute. In queste domeniche di Agosto partecipano ai nostri culti un gruppo di
giovani inglesi alloggiati alla Ciauvera. Ci
rallegriamo per questi incontri con questi
fratelli d’oltre Manica, che ei hanno pure
recato il loro messaggio, sia attraverso il
cant.o, ohe in brevi allocuzioni.
COMUNICATO
Si comiuriica agli interessati che la
colletta effettuata al culto del Colle
della Croce ha fruttato; L. 21.565, franchi francesi 10.600 (al cambio lire
13,356), e franchi svizzeri 1 (al cambio: L. 143).
Il totale, L. 35.064 è stato trasmesso
al Moderatore della Tavola Valdese
per essere destinato al Convitto Valdese di Pomaretto. Un vivo grazie a
tutti i contribuenti.
E. .Aime, Pastore
Il 16 luglio scorso hanno avuto luogo a
Brescia i funerali della nostra carissima
sorella nel Signore Berta Meisler.
Essa era nata 72 anni fa a Sciaffusa, da
dove, all’età di due anni veniva in Italia
coi suoi familiari stabilitisi nel nostro
paese. Finiti regolarmente gli studi la nostra cara estinta aveva potuto svolgere la
sua attività di valente impiegata per ben
45 anni, a Milano prima e poi a Brescia, dove trascorreva con la amata sorella Emma
il meritato riposo di pensionata. Le durissime prove subite con la perdita della cognata prima, poi del fratello ed infine della
sorella maggiore Edwige, avevano certo indebolito di molto il suo fisico piuttosto
delicato. Ma nonostante tutto, essa conservava intatta la sua squisita gentilezza, il suo
carattere gioioso e soprattutto la luminosità che dà la fede nel Signore Gesù Cristo
e che si esprimeva in lei neU’amcre verso i
propri familiari e verso i fratelli in fede,
nella liberalità delle sue con'.ribuzioni a.la
sua chiesa, nella carità verso i bisognosi.
Ed ora, tutta la Comunità si stringe vicino alla Signorina Emma Meister, alla quale
ci è caro riportare la fedele lesàmonianz.a
dell’Evangelo e le consolanti parole del Signor Gesù: «Non temere; solo abbi fede!».
Lunedì 18 luglio scorso, ha avuto luogo a
Vobarno (Brescia) il servizio funebre di
Anlonacci Anna vcd. Andreoli, moria all’età all’età di 80 anni. Durante un periodo
trascorso in America, la nos.ra sorella in
fede aveva conosciuto l’Evangelo e creduto
nel Signore al quale era rimasta fedele conservando la propria confessione evangelica.
Il numerosissimo pubblico accorso ai funerali per esprimere in quella circostanza la
propria stima confermava le testimonianze
di molti circa la particolare carità che la
defunta aveva avuto non soltanto verso i
suoi 6 figli e 2 nipoti che aveva allevati
con tanto amore, ma verso chiunque fosse
nel bisogno.
A quanti sono nel lutto per questa morte,
nel rinnovare le più sincere condoglianze,
ricordiamo le parole di Gesù: «Io sono la
risurrezione e la vita; chi crede in me,
anche se muoia, vivrà ».
La campana della Scuola Latina
La campana della Scuola Latina
torna a far udire 1 suoi rintocchi per
invitare tutti i suoi amici a ritrovarsi
a Pomaretto il giorno 11 settembre.
Il pranzo avrà luogo nei locali d.ella
ex-scuola elementare valdese.
Inviare le prenotazioni a Pomaretto
al past. Gustavo Bouchard oppure
alla sig.na Germana Costantìn e a
Torre Pellice alla sig.na Speranza
Tron presso la Claudiana.
Il Comitato
Amici Scuola Latina
DOSI DIOEVeTI PER «ECO-lllCE»
Adele Mattone v. Ruffino (Coazze) 500;
Linda Bert (Torino) 3.000; Enrichetta Conte
(Torino) 5.000; Eli Costabel (Genève) 500;
Henri Albert Wirlh (Roma) 8.000; Chiesa
Valdese di New York, 18.000. Grazie!
( continua )
CONGRESSO A.I.C.E.
Si terrà a Torre Pellice (sala unionista) sabato 27 agosto, iniziando alle
ore 9,30.
avvisi economici
CHIESA Valdese di Milano cerca per fine
settembre coniugi mezza età : portiera per
stabile e custode per locali di culto e
annessi. Per informazioni scrivere Pastore
Aldo Sbaffi, Via della Signora 6, Milano.
OSPEDALE Evangelico Valdese di Torino
cerca per servizio guardia medica notturna giovane medico evangelico dal 1« settembre.
RINGRAZIAMENTO
La nipote Pons Alletta in Micol
ringrazia quelli che le hanno espressa
la loro simpatia in occasione della dipartenza dello zio
Enrico Pons
Esprime in modo particolare la sua
riconoscenza al pastore Giorgio Tourn
ed alla sua signora, come pure alla famiglia di Tron Emmanuele.
Massello, 17 agosto 1966
REMERCIEMENT
Le mari, les familles Cesan et Bert
expriment leur reconnaissance à tous
ceux qui ont pris part à leur grand
chagrin à l’occasion du départ de leur
bien aimée
Irène Cesan
née Bert
Un remerciement spécial au Dr.
Bonnet, au Dr. De Bettini et aux
Pasteurs Sommani et Sonelll.
« Ne crains point, car je suis
avec toi; ne t’effraies point, car
je suis ton Dieu».
(Isaïe 41: 10)
Torre Pellice, 8 Août 1966
6
NOVITÀ' CLAUDIANA NOVITÀ' CLAUDIANA
E' uscito il voi. IV del T 1 n T7 11* T7 11 • E' uscito, nella collana « Nostro tempo »
NUOVO TESTAMENTO ANNOTATO J_j Kco Qfiilp Vrìlli viilnpm W. A. VISSER 'T HOOFT
Pag. VIII-224, sovracc. a colori, in bross. L. 1.900 LA FEDE CRISTIANA DINANZI AL SINCRETISMO
uso pelle L. 2.000 Pagg. 144, L. 1.300
La chiesa
colonna della verità
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
za Divina è stata giustificata dai suoi
figliuoli» (Luca 7; 35), o «dalle sue
opere» (Matteo 11: 19), cosìi Gesù
Cristo è stato « giustificato » dalle
« opere potenti », specialmente dalla
Risurrezione. Cadono quindi tutte le
accuse che Lo portarono alla maledizione della Croce. Dio risuscitandolo.
Lo presentava per Colui che veramente era: il Giusto, il Santo, il Messia,
il Suo Figliuolo. Ora, tutti coloro che
accettano la testimonianza neo-testamentaria, sanno chi Egli veramente
sia. Il Suo nome è al di sopra di ogni
altro nome (Pii. 2: 10). L’espressione
« apparso agli angeli » accenna alle
creature celesti che hanno assistito a
tutti i grandi momenti della Sua esistenza terrena (nel Getsemane e specialmente alla Risurrezione) e accenna agli spiriti che Lo contemplano
adesso nella gloria celeste. Egli fu
« elevato in gloria », nella gloria che
aveva prima. Dio stesso Lo ha legittimato come Suo Figlio mediante lo
Spirito Santo di cui tutta la Sua vita
fu ripiena, dando cosi alla Chiesa e
al mondo la prova della Sua natura
divina. Errano tutti coloro che si basa,
no per la loro fede soltanto sulla esistenza storica e umana di Gesù Cristo, facendone solo un profeta, un filantropo, un genio religioso. La fede
in un Cristo umano è fede terrena;
la fede ohe salva è quella che si affida
a Lm per questa vita e per l’altra (I
’Tim. 4; 8). Scrive Paolo: «Se crediamo in Cristo per questa vita soltanto,
noi siamo i più miserabili di tutti gli
uomini» (I Cor. 15: 19).
Quell’inno cristiano accenna ancora alla « predicazione del Cristo nel
mondo», a tutti i popoli, in misura
sempre più larga... finché un giorno
sarà predicato, in un modo o nell’altro, in tutto il mondo, ad ogni creatura umana: a pagani, ed ebrei, a bianchi e neri, a colti o incolti...
Oggi l’Evangelo è annunziato sulla
terra intera a quasi tutti i popoli in
più di 1260 lingue e dialetti. Per questo vi sono centinaia di migliaia cU
missionari, pastori, evangelisti, predicatori, colportori, e altri testimoni di
Cristo. Egli sarà predicato sino agli
estermi limiti del mondo e la fine
non verrà sino a quando ogni creatura umana non sarà stata raggiimta.
Non sta scritto che ogni creatura umana accetterà con fede l’Evangelo,
ma che prima del secondo avvento del
Signore, ogni creatura deve essere
stata evangelizzata, messa a contatto
con il Cristo incarnato e glorificato.
Ma questa predicazione è fatta oggi
con zelo, con amore, con costan^, con
coraggio anche da noi? Ricordiamoci
ohe Dio rigetta il sale, il lievito, le
lampade che non servono più. Abbiamo accennato alla testimonianza con
la Parola predicata, o scritta, ma
non pos.siamo dimenticare che la
migliore testimonianza o predicazione della Parola è quella resa dalla condotta cristiana, dal serviào
cristiano, dalle opere che incarnano
lo Spirito di Cristo o se occorre, dal
sangue dato per amor di Cristo nel
martirio o testimonianza per eccellenza. La nostra vita vissuta secondo
la legge di Cristo, ohe è amore, il camminare nelle vie nuove di Orteto, cioè
nella dedizione, nella « diaconia », sarà
la testimonianza più efficace dei cristiani. Oggi non manca nel mondo la
predicazione regolare — domenicale e
settimanale — della Parola di Dio, in
testimonianza a Cristo, nm c’è carenza di esempi che incarnino appieno
quella testimonianza in un servizio
cristiano veramente disinteressato,
fatto nell’amore, con coraggio, con
perseveranza, nella coerenza, della
fede ubbidiente.
Un’altra affermazione dell’inno cristiano è : « È stato creduto nel mondo»: Oggi i credenti esistono in ogni
parte del mondo ; si può dire che non
c’è popolo che non abbia — pochi o
molti — dei testimoni di Cristo, singoli o raggruppati. La vera Chiesa è
formata da credenti in Cristo, «santi»,
pellegrini, eletti, chiamati, confessori,
« liberti », fedeli di Cristo. Il segno
distintivo del cristiano è la fede in
Cristo, la fede « operante » in carità,
la fede professata nella prassi, la fede
coerente che si incarna nella « ubbidienza di fede » (Romani 1: 5). Le parole credere ed ubbidire, un tempo,
erano la stessa cosa, e il Bonhoffer
ultimamente ci ha fatti tornare a
questa accezione del credere: fe^’e
nella verità è uguale a ubbidienza alla verità. È Cristo, il Vivente che vuole essere creduto con piena fiducia e
ordina che si ubbidisca al nuovo comandamento che Egli ha portato sulla terra : « Amatevi gli uni e gli altri
come Io vi ho amati» (Giov. 13- 14).
Quanti problemi verrebbero risolti,
nella Chiesa e fuori, se i sedicenti cristiani tornassero alla « pietà » non al
pietismo formalistico, ma alla vera
« pietà », il cui scopo è ( questa episto
la lo dice: 1: 4) il «compimento dell’economia di Dio per mezzo della
fede ». Questa pietà è anzitutto la
vita spirituale basata sulla parola di
Dio, manifestantes! nella preghiera
che prepara alla vita. Che la Chiesa
accetti questa realtà dell’Evangelo :
la «dottrina secondo pietà» (1 Timoteo 6: 3). Che la Chiesa torni alla
Parola integrale e pura per poter
tutto confrontare con essa e quindi
scegliere tra i diversi valori della vita
odierna; torni alla «pietà» o culto
«logico» (o «ragionevole», «spirituale» secondo la Rivista) (Romani 12: 1), che sia preparazione alla
Vita cristiana, all’attuazione della volontà di Dio nella pratica quotidiana ! Occorre che la Chiesa sia veramente Chiesa confessante e « diacona » e
trasformi la « pietà » in carità ! A ciò
Cristo la chiama oggi, per questo l’ha
fondata, conservata nelle persecuzioni, riformata e risvegliata, e ne vuol
fare ancora oggi lo strumento della
Sua azione nel mondo. Che la Chiesa
dunque mostri la verità, tutta la verità deU’Evangelo e sia essa stessa
strumento sottomesso alla verità. La
Chiesa viva di fede nella verità, trar
ducendola in quella carità che fa dare
tutti se stessi per il servizio di Dio nel
prossimo. Sì, ripetiamo, occorre tenere alta la verità nell’amore, nella pazienza, nella fedeltà, senza compromessi, senza tradimenti, senza cedimenti. Questa Chiesa procaccia sem
pre e dovunque non il trionfo di se
stessa, della sua posizione, della sua
influenza, del suo dominio... ma opera
per la gloria di Dio nel coerente servizio di Cristo. Tale prassi essa deve
seguire anche a costo di suscitare reazioni varie: opposizione, inimicizie o
persecuzioni, proponendo la verità
dell' Evangelo, sempre, ovunque, a
tutti (Gal. 4: 16). Essa compirà ciò
non servendosi di m.ezzi vietati da
Dio: la verità dell’Evangelo trionferà
quando, dove, come Dio vorrà. La
Chiesa deve camminare nella via della verità e non indicarla agli altri
standone fuori, percorrendo sentieri
che non sono quelli della verità. A ciò
è chiamata da Dio: nrdla e nessuno
deve impedirle di adempiere questo
ministero: e lo compirà occorrendo,
anche nelle catacombe o nel deserto'
Essa è posta li : « colonna » da Dio
eretta nei secoli, perchè la verità non
sia nascosta, spenta, ma presentata a
tutti integralmente, fedelmente, ccraggiosamente.
Ancora una parola chiarificatrice
nel momento storico che la Chiesa
vive : Oggi siamo nell’epoca ecumenica — lo chiese e il mondo ne discutono — e la Chiesa testimone confessante deve scegliere tra due ecumenismi diversi: il primo vuole presentare
ad ogni creatura umana la verità
evangelica della pura Parola di Dio
e l’altro invece un sempre più largo
sincretismo. È ora che la Chiesa Valdese e le varie chiese evangeliche in
Italia, poste cosi vicine al centro del
cattolicésimo mondiale, prendano una
chiara posizione dinanzi al movimento ecumenico.
Da parte nostra continueremo — per
10 stesso bene della chiesa cattolicaromana, spinta alla riforma anche
dalla chiesa riformata — ad essere fedeli alla verità, alla Parola di Dio,
come in passato, a conservare integro
11 patrimonio dottrinale evangelico
rimesso in luce dalla Riforma, a predicare la fede evangelica tramandataci dai nostri padri e dai nostri martiri, a tenere alta, nel mondo, sempre
più, la testimonianza della verità,
della Parola di Dio. e mai sminuirla
diluirla, tradirla, abbassarla: con l’aiu
to di Dio in Cristo ! Lo esige la fedeltà
la coerenza, la confessione della nostra fede, la nostra ragion d’essere!
Testimonieremo sempre e ovunque
con l’aiuto di Dio, con la parola e con
l’azione, sempre più fedelmente, con
amore e coraggio, della verità del Vangelo di Cristo, a tutti gli uomini, vicini e lontani. Aperti sì,, ma liberi, ubbidendo all’ordine di Cristo, che ci
ha costituiti assertori della verità (il
nostro stemma valdese ne è un richiamo : « La luce risplende nelle tenebre»). Risplenda essa sempre più
fortemente, sempre più puramente,
sempre più in alto, sempre più lontano! Con l’aiuto dello Spirito Santo,
per l’estensione della Signoria di Cristo, alla sola gloria di Dio!
La scienza salverà
il dogma romano?
SEGUE DALLA SECONDA PAGINA
mosso » (quest’immagine, in Paolo, 1 Corinzi XIII, ha una applicazione alquanto diversa), ma che « le tenebre non saranno più »,
e questo precisamente perchè 1’«opposizione»
del Maligno sarà definitivamente debellata
ed annientata^ non soltanto scartata.
Comunque, con monsignor Pisoni interprete di Giovanni XXIII, un passo In avanti è
stato fatto. Ora, perchè non se ne farebbe
un altro? Perche la scienza non salverebbe
il dogma?
Com’è noto, la teologia romana insegna che
il dogma non è soltanto una formulazione
della verità rivelata, ma è quella verità medesima; così come il sacramento non è soltanto un segno e un pegno della grazia divina, ma è quella grazia medesima. Segno e
realtà, formula e verità si identificano. Possedere il segno significa possedere la verità
stessa (l’ostia consacrata è il Cristo-Dio, donde è naturale che quell’ostia faccia anche dei
miracoli); conoscere la formula è possedere
la verità (e la chiesa romana è sicura di possedere la verità, in esclusiva, appunto perchè
ha un (( corpus » dogmatico in cui il credente non ha il diritto di non credere).
Ora, è altrettanto noto che la teologia protestante si distacca diametralmente da una
simile concezione. Per riferirci ad un vecchio
esempio : il rubinetto dell’acqua potabile non
è l’acqua che disseta, ma soltanto il canale
che ce l’offre.. Un impianto idrico senza l’acqua che la percorra (la grazia, la verità) è
men che niente. Tanto meno, per la teologia protestante, una formula intellettuale,
che presuppone, od esprime, una determinata
ricerca della verità (in un dato tempo, da
Per un uomo nuovo
SEGUE DALLA TERZA PAGINA
Ma si potrebbe dire che tutto questo non ha molto a che fare con il nostro tempo. Eppure dovremo domandarci se non viviamo ancora noi pure
sotto un « mondo vecchio » con il suo
ordine universale, le sue potenze e le
sue religioni.
Fin dall’inizio del nostro campo
prendiamo coscienza delle potenze
che ci legano in una sorta di solidarietà passiva e istituiscono delle divisioni: vedremo sorgere davanti a noi
le leggi di mercato, la logica del profitto, ecc.
Troveremo forze piuttosto anonime,
che ci legano e che soprattutto si giustificano con delle ideologie:
— « non si può andare contro LORDINE » ;
— « bisogna rispettare le leggi dell’economia » ;
— bisogna sottomettersi alle decisioni dei competenti », ecc.
Una volta di più, questa apparente
« pienezza » gerarchica delle potenze
del secolo presente è messa in discussione dallo scandalo della croce
di Gesù Cristo: questo kosmos deve
essere contestato; la solidarietà dei
cristiani non può sorgere che attraverso questo confiitto.
Sembra che la lettera ai Colossesi
abbia qualcosa da dire anche in questo nostro tempo.
(Inf/Agape)
iMiniiiiiiimmiiiiiiiiimmmiu
iiiiiiiniimiiiiiiiiiuiiiiiimMimiiiiii
iiiiimiimiiiiiiiiiiniii
iiiiimiiiiiiiiMiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiKiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
iiiimHmiHiiHiiiHtuixitmiviiiiiiiiiiiiiiii
Ateìsmo marxista e fede crìsttana
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Infatti la chiesa è oggi praticamente atea anche se predica Dio : la chiesa è oggi atea perchè manca di senso
messianico, profetico, ed escatologico.
La mancanze., della fede « nei nuovi
cieli e nella nuova terra» è la causa
dell’ateismo dei cristiani. Questa fedeinvece c’è nei marxisti i quali pertanto da questo prmto di vista non sono
atei (e perciò troviamo, nelle no-stre
file dei credenti marxisti). Eppure il
marxismo è prcfessatamente ateo.
Il fatto è che la fede marxista è
una fede umana, nell’uomo artefice
della nuova terra economico-sociale,
mentre la pretesa fede dei cristiani è
fede in un Dio inoperante impotente o comunque non incarnato nel
mondo. Questo spiega perchè ci siano
nelle nostre fila persone che, per amor
di conservatorismo, rifiutano l’impegno diffìcile nella praxis o che considerano come fatto centrale della religione la fuga ' perché è una fuga) nel
più comodo collettivismo delle fedi,
ammorbidite, sdolcinate, edulcorate
in modo da essere bene accette a tutti senza rendersi conto che questo
panfideismo universale è ancora una
volta il trionfo della religione dell’uomo, nella potenza dei suoi istituti
ecclesiastici (tanto più potenti quanto più universali), cioè ateismo.
Ci sono pertanto due tipi fondamentali di ateismo. quello intimistico, spiritualistico e panteisticò, essenzialmente conservatore e che, a volte,
si crede innovatore solo perchè si mostra più sensibile ad istanze pancristiane ma che rivela, con queste stesse esigenze, l’alibi che ha creato a se
stesso con questa fuga dalVimpegno
concreto nel mondo sociale rifugiandosi in quello che è, una volta ancora,
un mondo spirituali.stico ed intimistico.
E c’è l’ateismo marxista che, in
quanto dottrina obbligatoria di un
movimento rivoluzionario, è totalmente legato alla dottrina della escatologia terrestre assoluta. E che l’avvenire della terra sia in mano esclusiva
deH’uomo fa sì che la fede in esso sia
legata alle sorti della rivoluzione e
della lotta. La fede marxista nell’ateismo è un postulato; Dio non può esistere perchè la sua esistenza escluderebbe la salvezza dell’uomo.
La fede marxista è uno stimolante,
ma non resiste alla prova della realtà
prosaica quale può essere quella della presa del potere, che coinvolge problemi di messa in opera di progetti
che devono passare al vaglio della
realizzazione, che genera il senso della responsabilità dei bisogni di una
società concreta di uomini nella diversità delle intelligenze, con la conseguente perdita del carattere monolitico del movimento inizialmente rivoluzionario. Conquistato il potere, la
fede marxista si rivela quindi spesso
cerne utopia.
Veramente,
signor Montini...
Neli’udienza generale pontificia del 27
luglio, a Castelgandoljo, Paolo VI (citiamo
da « L’OsservaWre Romano » del 28), parlando della natura e della missione del a
Chiesa, ha detto fra l’altro: « È chiaro che
la Chiesa vive e opera per continuare
e diffondere la missione stessa di Cristo. La
Chiesa è un prolungamento e uno sviluppo del Vangelo. La Chiesa porta
Cristo nel tempo, nei secoli, nella storia
(...). Bisogna bene riflettere su questa vo-CBzione nativa della Chiesa, e ricordare come il Signore ha voluto che pensassiimo a
lei come a un seme, che di natura sua deve
germinare, espandersi e frultifioare; o come
a un fermento, ohe penetra, solleva, gonfia
e infonde sapore alla ma8.sa ».
Veramente signor Montini, siamo commi
ti che anche sul Suo N. T. stia scrii
to che il Signore Gesù Cristo ha detto che
l’Evangelo, non la chiesa è il seme, il fermento. È per questo, vede, che noi non ve
niamo sotto le Sue finestre. Ma fra le pe
corolle che rasentavano, quel mercoledì
chissà che non ci fosse qua'cuno che cono
scesse abbastanza bene il suo Nuovo Testa
mento da fare la medesima considerazione?
In questo senso la fede cristiana ha
una componente scettica verso il
marxismo, ma non è scetticismo e
non deve essere fatta valere come alibi per l’inazione ed il non irppegno
politico. La fede cristiana è scettica
solo riguardo al carattere illimitato
della salvezza offerta dal comunismo.
Engels dice che « quando l’ultima potenza sarà abolita allora la religione
sparirà » : ma che cos’è questa « ultima potenza? » E’ soltanto l’insieme
dei fattori mutabili della storia o non
è piuttosto la morte come Paolo dice
in I Corinzi con espressione identica?
E’ un fatto che la fede marxista è
rivoluzionaria perchè vuol fare tutto
nuovo per l’uomo, un uomo nuovo
per una società nuova, ma questa trasformazione si riduce solo ai fattori
etico-economici che possono essere
dall’uomo mutati. La fede cristiana
implica questi m.ut amenti, certo perchè è fede rivoluzionaria, ma è rivoluzionaria perchè Dio in Gesù Cristo
farà ogni cosa nuova e questa rivoluzione non si limita, appunto perchè
ne è agente Gesù Cristo, ai fattori
mutabili dalll’uomo ma coinvolge tut
ta la creazione che geme ed è in travaglio. Muterà anche la morte in vita
eterna.
Il marxismo dice che la religione è
l’oppio dei popoli. E’ vero: può addormentare le coscienze e non impegnarle all’azione perchè la religione è
quasi sempre religione dell’uomo che
vuole conservare se stesso ed il proprio mondo comodo. Ma quando alla
religione si sostituisce l’Evangelo, allora il cristiano è impegnato a vivere
e discutere la sua fede nelle concrete situazioni storiche e politiche in
cui si trova. NeU’impegno politico il
cristiano potrà trovarsi a fianco del
marxista, ma la sua fede è un’altra.
Al marxista la fede cristiana apparirà ancora come oppio, ma questo oppio sarà un oppio benedetto: è l’oppio della carità che addormenta la
sete di vendetta nel cuore del cristiano impegnato nel rinnovamento del
la sua vita e nella trasformazione della società in cui vive.
Roberto Jouvenal
parte di un dato gruppo, secondo un datomodo di pensare), potrà esser uguale alla verità medesima. La verità, scriviamola pure
con la lettera maiuscola, perchè è da Dio!,
la Verità nel suo tutto è sempre infinitamente al disopra dei barlumi di quella verità
parziale e provvisoria che gli occhi dell'uomo riescono a cogliere; la Verità di Dio è
sempre, in un certo senso, al disopra della
piena comprensione umana. « I miei pensieri
non sono i vostri pensieri », ha detto l’E
II contrasto fra le due concezioni non potrebbe essere più netto. Coloro che il dialogo
ecumenico d’oggi appassiona dovrebbero, fra
l’altre cose, tentare un riavvicinamento fra
quelle concezioni. Ma si tratta di un’opera
che si presenta un po’ come il problema della quadratura del cerchio, perchè il cattolicesimo non si discosta dalla sua affermazione
classica: rendere evidente ai sensi (anche
ai sensi della ragione umana) l’invisibile spirituale; mentre il protestantesimo, per parte
sua, non si discosta dalla sua posizione, che è
quella di tendere a far percepire all’uomo
l’essenza spirituale della realtà invisibile.
Ora, ecco che una nuova tc tecnica » si fa
luce attraverso le dichiarazioni di monsignor
Pisoni (Giovanni XXIII), e questa non già
sul piano della discussione teologica, ma su
quello dell’indagine scientifica. Ci si due
oggi; la Scienza non fallisce, nè può esser
contrastata dalla religione — purché sia vera
Scienza. La sostanza del dato scientifico è
inattaccabile, ineludibile, inconfutabile. Quel
che invece si può (si deve?!) attaccare, combattere e addirittura condannare, è la formula transitoria della scienza, la sua accidentalità, la sua espressione provvisoria, ipotetica,
la quale dovrà essere modificata, riveduta,
corretta e trasformata, via via che le ulteriori
conoscenze lo esigeranno! « Poiché, si conclude, un nuovo caso Galileo non è neppu e
Ci siamo finalmente arrivati! La Ghie a
romana non ha più nulla da obbiettare ai risultati accertati della Scienza autentica; es,a
esprime i suoi dubbi solo più sulla pseud-:.'scienza, sulla scienza superficiale e di secoi"-da mano, sulla scienza... popolare (sulla faistascienza?!). Bisogna riconoscere che il pa-so
compiuto è stato grande, come quello che
portò dal Sillabo di Pio IX e dal ConciiioVaticano I (1870) al Concilio Vaticano li.
Ma era poi un passo cosi difficile?
ili ih
Ed ecco allora la nostra conclusione. Crollato, per opera della Scienza autentica, il l astello di carte della pseudoscienza, della
scienza fasulla (della scienza che potremmo
chiamare «dogmatica»), perchè, sul piano
teologico non si dovrebbe assistere all’analogo
crollo ed alla stessa rivoluzione? Perchè l’in
fallibilità della formulazione intellettuale del
dogma potrebbe essere ugualmente abbandonata dalla teologia romana, riconoscendo alla
« formula » — utilissima nel suo più ristretto campo di azione, come moneta di scambio,
come mezzo di contatto, come possibilità di
dialogo — la stessa precarietà e infermità c
miseria (che è poi la miseria della ragii-:ie
umana, questa « folle du logis ») che giu ' amente si è voluta identificare con i baml---leggiamenti della falsa scienza? Scienza l-apienza) e verità: ecco il binomio, prima u-icora che mèta deio sfmzo umano, attributodei sommo Iddio. E dall’altra, ipotesi scienùfica e formula dogmatica: ecco il binomioche rivela, con la passione della ricerca umana, le modificazioni del tempo, del luogo,
dell’autorità, del pensiero, che hanno tutti i
pensamenti e tutti i ritrovamenti dell’uomo.
Da una netta separazione tra i due campi
trarrà vantaggio il primo binomio, espressione della realtà che trascende i mondi e li
governa; ma ne guadagnerà anche il secondo
binomio, sempre meglio commisurato alla
capacità della mente umana, eccelsa fin che
si vorrà, ma pur sempre impotente a farsi
uguale a Dio (del resto, anche questo sarebbe un infrangere i due primi comandamenti).
Questa netta separazione, il pensiero protestante l’ha operata da tempo, non certo da
ieri. Ma non già perchè non esistano i dogmi,
ossia delle verità rivelate assolute. Esse esistono, eccome! Ma la loro formulazione è
umana, e comporta un frasario umano, una
preoccupazione umana, dei sottintesi umani,
e va quindi accolta come una interpretazione
umana, legata al tempo, agli uomini e agli
usi che l’hanno creata. E perciò, nel pensiero
protestante, non v’ha nessuna imposizione di
formule, di definizioni, di schemi prefabbricati, scolastici o neo-ortodossi (il che, oltrelulto, sarebbe anacronistico); ma la signoria
sovrana^ sotto l’èmpito della grazia di Dio.
della fede.
rere la stessa strada. Vero è ehe esso non ha
finora adottato lo strumento più semplice e
più lineare : l’accettazione pura e semplice
del messaggio biblico; ma vi potrà giungere
per la mediazione della ricerca scientifica.
La scienza potrà salvare il dogma cattolico.
se i teologi romani lo vorranno.
Chissà che un giorno, al contatto con una
civiltà religiosa superiore, venuta dalle profondità del cosmo, e sviluppatasi nell’alveo
della rivelazione evangelica più pura, la teologia romana non butti definitivamente alle
ortiche gli orpelli e gli inganni delle sue
formulazioni popolari e multitudinaristiche
(dimostratesi figlie della provvisorietà e della miseria umana), ispirate ad una tradizione
e a una superstizione di cui la vera fede avrà
da tempo fatto giustizia. Teodoro Raima
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 17.5, 8-7-1960
Tip. Subalpina s.p.a. . Terre Pellice (To>