1
LA BUOIVA KOVELLA
GIORNALE RELIGIOSO
Pltl'.ZXO n’ASSOCIAZIOXE
(,1 domicilio)
Torino, per un anno L. 0,00 1 L.7,00
— per si‘i mesi » 4,00 ] » 4,50
Per le provincie e l’eslero franco sino
ai conlìni, un anno . . L. 7,20
per sei mesi , <> S,20
A)r,0S'jovTEC fJi èv à'/irrn
Spgucmiu la vcrilìi nella caritb
Efes. IV. 13.
L’Ufficio della BUONA NOVELLA è in
Torino, presso la libreria Evangelica
di GIACOMO lilAVA, via Carlo Allierlu,
dirimpello al CalTù Dilei.
Le associazioni si ricevono in Torino allo
slesso Llficio.
Associali delle Provincie potranno provvedersi di un vtujlia postale,
1 inviandolo franco alta libreria Biava.
V/ s^Ki3iiAaìii(S)
'"Operare e Prevedere, Ossia uo eiempio da imitarsi iofr» di noi. II. — Bibliografia.
La conversione di una voldese. — Lettere intorno allo spirito religioso in Italia.
Lettera XVll. Rosmini. — Il giuoco del lotto e la Chiesa romana. — Nt>tixie religiose.— Cronachetta politica.
OPERARE E PREVEDERE
OSSIA
UN ESEMPIO DA IMITARSI INFliA DI NOI
------
II.
La cassa dì previdenza.
La Socielà era organizzala, ma solo
nella mente de’ suol membri il piano
esisteva; ma come porlo in opera ?
Eppure, secondo ciò che di comune
consenlimenlo si era convenuto, doveva ridursi in fatto al primo d’aprile
» Non vi spaventi la breve data, avea
detto il Pastore; se il Signore è con
noi, non potremo fallir nell’impresa’,
ma se incominciate senza di Lui,
l’anno intiero, dal primo di gennaio
sino ai 51 di dicembre non sarà per
voi che una lunga sequela di errori ».
Veggiamo dapprima come si diede
esecuzione al primo arlicolo del programma.
Il Pastore ed i suoi compagni si
erano messi in voKn per riconoscere
2
tutli i poveri del villaggio. Savio e
necessario consiglio ! Imperocché nissuno può formarsi da se una giusta
idea del grave fardello che pesa sulle
spalle del povero. Per ben conoscerlo
e si convien penetrare nel suo tristo
abituro, sedere sopra il di lui zoppicante scannello, smuovere il canile
di paglia dove i suoi Ogii giaciono distesi coi proprii loro cenci, e parlare
a lui in quella guisa che si parlerebbe
a un fratello. Allora solamente potrà
l’uom dire di conoscere la povertà, e
fissarne i limiti.
Un *^giorno, {ler esempio, uno tra i
soci di Schccnefeld entrò in casa di un
giornaliero ibracciante). 11 marito era
uscito pel suo lavoro, e la donna rimasta in casa stava pelando patate.
— Ah! diss’ella, dolendosi, tutto è
perduto. Ecco qui una misura di patate che costa 10 grossi (I fr. 25 c.)
il guadagno d’una lunga giornata di
lavoro per mio marito! Nessuna via
di aver pane, legna.....di cambiare i
pochi vecchi stracci che si ha indosso/
.... — Mia buona donna, disse il visitatore, io vorrei darvi un buon consiglio: convien fare de’ risparmi. —
Come? dei risparmi! E su di che?—
Sul vostro guadagno. — 0 Signore
Iddio ! è ben facile il dirlo; ma come
fare? Tulto passa subito dalla mano
alla bocca, e ringrazio Iddio quando
non andiamo a letto con la fame ;
credetelo! non ci resta mai nulla,
assolutamente nulla. —Buona donna,
nè tampoco è necessario che vi resti
qualcosa, ma il vostro risparmio deve
. essere precisamente fatto per provveder ai vostri bisogni più urgenti.
Vedete, per esempio ; Voi avete li una
misura di patate che vi costa 10 grossi (1 fr. 25 c.), prezzo veramente
esorbitante. Quattro misure simili,
comprate ad una ad una vi fanno ia
tulto 40 grossi (5 fr.), e per questa
somma potreste averne in una sol
volta uno staio, cioè quasi il doppio
delle vostre quattro misure. Vi domando perchè non comprereste piuttosto uno staio intiero? — Oh queste
le son belle parole !.... Perchè? voi
dite; perchè sono una povera donna,
e perchè in vita mia non ho mai
avuto 'SO grossi a mia disposizione.
— Ed è appunto per questo che io
vi raccomando di fare economia. Chi
non mette nulla da parte, non ha mai
nulla. Quanto guadagna vostro marito in estate? — Non posso dirvelo
precisamente. — Ma, a un dipresso.?
— Ebbene 12 grossi (1 fr. 50 c.) al
giorno; e tutto al più 15 grossi (1
fr. 85 c.). — Prendiamo la cifra minore, 12 grossi : vi sono sei giorni di
lavoro in una settimana: 6 volte 12
grossi fanno 72 grossi (9 fr.). Non
potreste ogni settimana metlere in
serbo 10 grossi (I fr. 25)? La donna
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alzando le spalle; — Io non so come
si potesse fare. — Eppure ciò deve
potersi fare, rispose il visitatore. Si
tratta, nou già di dare questo danaro
a chicchessia, ma di conservarlo per
voi, per voslro marito e pei vostri figli. Una donna devo prevedere. Ora
lasciale che io vi faccia un calcolo.
Ogni settimana voi ponete da parte
10 grossi ; alla fine della seconda settimana ne avete 20 (2 IV. 50 c.); alla
fin del mese 40 (5 fr.); in sei mesi
240 1^30 fr.). Cosi cominciando dal
primo di aprile, alla fine di settembre
iu autunno, avrete 240 grossi, cioè
otto scudi (oO fi'.). — K impossibile
che questo danaro stia in casa sei lunghi mesi; se ne andrà. — No non
deve andarsene; e perchè siate sicura
-che non se ne andrà, vi darò un consiglio: confidatelo a me. La donna
spalancò due grandi occhi sul suo
interlocutore. — Perchè mi guardate
voi cosi? Ebbene! guardatemi pure
non ho io forse l’aspetto di un’onesto
uomo? Io non voglio ingannarvi, mia
buona donna, non lo pensate nemmeno Iddio mi è testimonio delle
buone mie intenzioni. Vi ripeto adunque il mio consiglio : datemi questo
danaro da custodire. E non crediate
che io faccia a voi sola questa proposta ; uscendo di qui, vado da Carlo
Lemke, vostro vicino, per consigliarlo
di prelevare qualche soldo dal suo
guadagno, ed esibirmi di conservarglielo ; e così andrò di casa in casa
per tutto il villaggio per fare a tutti
la stessa proposta. Ed ogni domenica
farò di nuovo il mio giro, c verrò a
ritrovarvi, e a chiedervi il vostro risparmio. La Società deporrà il vostro
danaro nella sua cassa, lo considererà come danaro che gli date in prestito, ve ne pagherà gl’interessi indipendentemente dal capitale che vi
sarà rimborsato sino airullimo cenlesimo. Voi sapete che in autunno le
patate sono piuttosto a buon prezzo.
Allora col danaro raccolto in tutto il
villaggio, ne compro circa 500 slaia
in una volta, e uon solo palale, ma
anche legna, e carbone in gran quantità. Le compre fatte all’ingrosso vengono alla metà di quello che spenderei comprando al minuto dai rivenduglioli. Ora, voi venite da me e mi
dite: Vi ho consegnato 8 scudi (,i0
fr.); voglio indietro il mio danaro per
comprar legna e patate. Cene, vi rispondo; non vi sarebbe indilTerente
se vi somministrassi io stesso le vostre provviste ? le avreste a molto
miglior mercato. Se voi acconsentite,
io vi darò per 4 scudi (15 fr.) di patate, e per altrettanti di carbone ; e
vi troverete con lanta provvigione in
casa, che non mai avete avuta l’eguale.
Sareste tentata a credere che l’avete
ricevuta in dono; eppure la è vostra
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vera proprietà. E cosi non avete più
bisogno di sborsare un soldo, e siete
al coperto da mille fastidi. Mentre, se
non avete messo nulla in serbo, ie
necessità vi si rinnovano di giorno
in giorno ; non sapete, nell’inverno,
dove prendere il danaro; comprate al
minuto, avete cattiva mercanzia e la
pagate il doppio. Le son cose che può
vedere un cieco. Non ho io forse ragione?
Queslo quadro avea così ben parlalo all’ immaginazione della buona
donna, die esclamò; —Si! voglio
farne la prova. E l’eccellente uomo
continuò il suo giro di casa in casa,
e lo stesso fecero gli allri membri del
comitato, ad ognuno facendo i conti
con tulta l’esatlezza e la pazienza che
si possa immaginare. Se non che ebbero la sorte di tulli quelli che propongono qualche cosa di buono, cioè
quella di non essere sempre creduli :
chè questa fu e sarà sempre una vera
calamità. Ciascuno segue scioccamente le sue vecchie tracce, ed ama
meglio affondarsi nel fango sino al
collo che far cinque passi per schivare
il pericolo. Pochi furono quelli che
ebbero tanlo buon senno d’ascoltare
¡1 provvido consiglio e farne l’esperimento, rimettendo, sin dal 1° di aprile alla Socielà i loro risparmi settimanali.
Passarono i tre mesi di maggio,
giugno e luglio, poi venne il mese (
agosto in cui le sere cominciano
farsi lunghe, e ciascuno fa ¡ su(
preparativi per la stagione invernalt
I deponenti alla cassa di previdenz
si presentano alla Società e le diconc
Mia cara Società, dammi ciò che n
spelta. — Beno, risponde la Societù
che cosa volete? — lo voglio danar
contante, dice l’uno; ed io carboni
dice l’altro; ed io legna, dice u
terzo. E ciascuno riceve il suo cor
tante, o il suo carbone, o la sua li
gna, secondo che ha domandalo ;
chi domandò mercanzia se l’ebbe (
sì buona qualità e iu quantità lale eh
non avrebbe mai potuto procurars
Fu quesla una grande gioia, e le grid
di ammirazione corsero di villaggi
in villaggio come un fuoco di fiU
Oh l’ottima cosa, ognun diceva, è 1
Società di risparmio! E in breve ì
accorreva da ogni luogo alla Sociel
per confidarle danaro, poco o molte
secondo la facoltà di ciascuno. E l'a
follamento fu tiiìe, che non passai
più giorno senza che fosse fatto qui
che deposito, in modo che dall’l
prile al dicembre del 1847 1 danai
posti in serbo dai poveri della paj
rocchia di Schojnefeld montavano al
ingente somma di scudi 2290, e grd
si 14 (8589 fr. 25 c.). Se si coni!
dera quanlo di questo danaro sarebl^
stato speso in bere e in orgie se n(
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vi fosse siala la cassa di rispàrmio;
se si considera quanto si sarebbe speso di più per aver meno e di cattiva
qualità comprando al minuto, chiaramente si vedrà che gli abitanti di
Scbujnefeld, in soli nove mesi, hanno
fatto a se stessi un regalo, per cosi
dire, di 1500 scudi, al meno (5626
fr.). I bellolieri ed i rivenduglioli si
saranno cerlamente accorli di qualche
variazione ne" loro con li.
i\on si voglia però credere cbe tulli
l’abbiano pensata cosi, cd abbiano
mostrata riconoscenza alla Istituzione
della cassa di risparmio. Sarebbe in
errore chi ciò pensasse. TuUi noi,
quanti siamo, formiamo un’ingraia
razza, e l'amore di Cristo è si lungi
da noi, che non possiamo immaginarci che qualcuno voglia operare in
nostro vantaggio gratuitamente e per
puro spirito di carità. Quando si fece
la distribuzione della legna, l’uno
gridò; devo averne di più; l’altro
mormorò; mi han dato de’zolfanelli
in luogo di ciocchi ; un terzo brontolò: questa legna non è secca; un
quarlo ragionava dicendo: quando io
do buon danaro, mi si deve fare un
buon conto. Eppure ogni membro
della Socielà poteva rispondere davanti a Dio che non si era fatto mal
uso della più piccola moneta, e nou
si aveva avuto dinanzi agli occhi allro interesse fuor quello dei poveri.
E fu precisamente questa buona coscienza che impedì lo scoraggiamento;
e l’opera progredì con zelo e coraggio a dispetlo delle dicerie, delle mormorazioni e de’ falsi ragionamenti.
E Iddio benedisse questa fedeltà; imperocché dopo l’anno 1847, che avea
prodolto più di 5000 scudi (11,250
fr.) in 479 deposili, l'anno 1848,
l'anno della rivoluzione, accompagnato da ruine e miseria, diede un
risultato di 7595 scudi (28,481 fr.
25 c.) per 972 deponenti; la qual
cifra nel 1849 si portò a più di
11,600 scudi (45,500 fr.) per 1140
deponenti. E quantunque siasi ritirato
in danaro contante, in legna ed in
palale quanto è stalo domandato ,
pure alla fine del 1849 rimaneva in
cassala somma di7056scudi(26,460
fr.), come fondo di riserva sempre
disponibile per i casi di malattia e di
carestia. Non è ciò ben meraviglioso?
Eppure vi sarebbe ben altro onde
maravigliarsi, se si potessero calcolare
tutte le pene e le angosce risparmiate
alla comunità, tulti i dispiaceri, tulli
i peccati, tutti i moti di disperazione
che sono siali ricambiati colia pace
e l’allegrezza. Ma impossibile è il far
queslo conio, e nemmeno è necessario. Iddio lo ha riserbalo a sè; Egli
fa venire il suo regno nel silenzio e
nell’ombra.
Come ben potete pensare, sono le
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donuc che hanno proQtlalo più prcinurosameiUe della cassa di risparmio
percliè su di esse ricadono, ordinariamente, lutte le cure della famiglia.
K certamente il fardello è pesante,
s])eeialniente quando i tempi corrono
dillicili, e la borsa è vuota. Non si
vede che i capogli incanutiscono si
di spesso agli uomini per tanto poca
cosa !
Una donna fu una sera a trovare
il pastore di Schoonefeld e gli disse :
« Vorrei mettere qualche cosa da
parti ; ma per amor di Dio, non lo
dite, signor Pastore, a mio marito.—
L perchè no? — Perchè in questo
uon intende ragione; lutto se ne va
in acquavite. — E la donna, a corninciar da quel dì, portò il suo piccolo risparmio alla cassa ; e venuto
l’inverno, ricevè in cambio del suo
danaro una buona provvista di legna
0 carbone. Il marito non nc sapeva
nulla. Un giorno egli entra in casa;
qualche cosa di straordinario gli ferisce la visla, e ne è sorpreso. —
Ouv'hui tu trovalo tanta mercanzia?
dimandò.—Ed ella; Ah! non andare
in collera: ho messo alla nuova cassa
di risparmio, ed ecco ciò che ne ho
ritiralo. Via ! mio caro , non fare
scene! — L’allro se nc sta a bocca
chiusa, e si pone a guardare dalla
finestra.
Il giorno appresso il Pastore ode
bussare allá porta. — Avanti! —
Era il nostro uomo. — Signor Pastore, diss’egli, vengo a farvi i miei
ringraziamenti ; voi ci avete falto
molto bene. — Io, mio caro amico!
È vosira moglie che ha fatto tutto: a
lei dovete riconoscenza, poiché è dessa che ha posto quel danaro da parte.
— No, signor Pastore, se voi non
aveste messo in moto la cosa, tutto
in casa mia se ne sarebbe ito a fondo. Che piacere avrei io potuto provare alla sera, ritornando a casa?
Vi faceva freddo come nella strada.
Se aveva danaro in lasca, andava a
spenderlo aU’osteria; se non ne avea
bisognava, volere o non volere, rimanermi in casa, ed è certo che vi era
rumore. Ma d’or innanzi, signor Pastore, non sarà più cosi ; vedrete che
divengo un uomo savio e regolato, c
sin da quest’oggi io stesso voglio far
de’ risparmi sul mio guadagno della
settimana. Addio, signor Pastore.
— Ciò detto, gli scuole la mano
con tal forza da slogargli le ossa , c
se ne va.
Quest’uomo ha mantenuta la parola data: la sua casa non è più un
inferno; la pace e l’allegria regnano
inessa. {Trad. dal Ted. di Wichern).
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BIBIIOGRAFIA
La conversioHfì di tma Vahlese
fatto contemporaneo esposto dal sacerdote
Gio. Bosco (1).
L’eroÌBEi di queslo nuovo com|)oaimento
di D. Bosco ù una abitatrice deila Vulledi
Luserna, e si nonaa Giuseppa. 1 suoi genitori agiati anzicliò no, allevarono coualuoi'ola giovinetta, la quale mostrava (vedete uu po’ quale porteuto) « uua fiuf^'olare attiluiliueed amore alle scienze n (-2).
Forse a cagione di questo precoce sviluppo
dell'intelletto, la giovine in sui (juiudiei
anni fu presa da malinconia prodotta da
un’idea Hssa cbe se le era cacciatane! capo.
Voi forse, penserete che per quelle suo singolari aUitudini essa fosse stata indoUa a
dubitare della sua fede primitiva, tocca
dall’apparato religioso della romana religione, dalla fede non libera, ma regolata e sorretta dal corpo dei vescovi
sDllu l’alta presidenza del pontefice. L’esame di questa giovinetta dotata delle
(¡ualiià che le vengono dall’autore atIriliuite, dovea un po’volgere sulla sostanza delle due dottrine. Pure non è
vero; con un ingegno così precoce ella
sragiona all’ unisono con lutti gli altri
personaggi del semi-dramma. La giovane
non è stala colpita clic da una cosa sola,
che la travaglia uelle veglie e le si convcrle in incubo notturno. f,a sua immaginativa è esultata, il dubbio la tormenta,
(I) Forma il l" e 2“ fuscicoto dcH’aBoo sccouilo
dello teiture caltolicke da noi annunzialo come
morie, c clic souo risuscKak'.
(2| Poi|. t).
la sua religione non può essere la vera ;
e sapete percbè ? perchè nella chiesa valdese essa non trovò un papa. Del resto,
se noi avessimo un quid simile, un’insegna materiale e palpabile come quella del
iv.manesimo, la fede della giovanetta sarebbe rimasta inconcussa , nè mai ella
avrebbe potuto dubitare della veracità
della sua religione.
È invano che la madre le fa osservare
« che capo della Chiesa è Gesù Cristo, il
quale per mezzo dello Spirito Santo dai
Cielo la governa (1)«. Osservazione vana;
un papa ci vuole, nn segno visibile, ed
è tulto detto, la fede guarentila, la salute eterna assicurata, « In queslo caso,
ripiglia con molto buon sen.so la piova
netta, in questo caso noi formiamo uu
corpo di cui non vediamo il capo; quindi
(badale mo’ che logica) saremo come
uomini sl)andati, che camminano senza
occhi ; dove mai andrebbero a finire
costoro? In qualclie fossa (idea scientifica; la fossa deH’astrononio greco) od iu
qualche pantano. I)! più se questo capo
fosse invisibile, come [loiremmo noi conoscere so ne sia presidente Gesù Cristo
od il demonio? a (2).
Noi non ci occuperemo a cond)attere
la dottrina contenuta nel passo ivi citato;
vi sarebbe di che degradarne la fede ed
il lume dell’ ìniellelto. Quando i nostri
avversarii non sanno porre in campo argomenti più forti, ne ci combattono con
armi più valide, si può sorridere, non che
d’altro, di compassione. Solo dopo avero
accennato il motivo precipuo, o dirò
cardinale, clie indusse la giovane ad abiurare la sua fede paterna, toccheremo di
(1) Pii0.(i6.
(2) l'ag. 6C.
8
- kn
volo taluno de’particolari, facendone notare il significato morale.
La Giuseppa che s’era procuralo un
catechismo caltolico della diocesi di Pinerolo restò, come dicevamo, colpita della
mancanza di un papa nella sua Chiesa;
di là i dubbi, i timori ed il desiderio di
farsi cattolica romana. La conosceDza o
l’amicizia compagnevole di alcune ragazze
calloliche ed il fortuito incontro seguilo
da un colloquio con un Curalo finivano
per dare il crollo alla sua fede antica, ed
a farle concepire il disegno di farsi anche
essa caltolica a qualunque costo, ed alla
prima occasione favorevole che si fosse
offerta.
Le furono per alcun lempo ostacolo
il timore de’ genitori, che ella nutriva
grandissimo ; ma la sua malinconia, la
crescente sofferenza, le smanie che non
poteva celare fecero entrare in dubbio i
parenti sui suoi desiderii e sovra i suoi
mal celali divisamenli. Il pastore valdese
contribuì a mutare il sospetto in certezza.
Indovinate un po’per qual guisa? Ci dichiariamo grati prima di tutto al prete
Bosco di non aver voluto farne un mago,
un negromante, un evocatore degli spiriti maligni; egli si compiacque di farne
solo un uomo alla moda, un matjnetizza/ore!! La cosa è proprio cosi: il pastore
magnetizzò la traviata, e vi ebbe chiara
e netta la confessione del suo disegno di
voler abbracciare la religione romana.
Quesla scena però è bene che si sappia
essere stata preceduta da un dialogo fra
la magnetizzata ed il magnetizzante, il
quale « per tentare il segreto si valse di
una bugia « (I), a cui l’altra «per timore
(</ Pan. 40.
riverenziale, rispose con un’ altra bugia» (I), e tutto ciò in maniera edificante e tutto affatto clericale.
Non diremo delle vessazioni che essa
in conseguenza ebbe a soffrire nella casa
paterna, e della successiva sua fuga a ■
Pinerolo ove si presentò e fu accolta nell’ospizio de’catecumeni; in quell’ospizio,
il di cui rettore, degno predecessore di
D. Bosco, e zelante collaboratore di monsignor Charvaz nell’opera di calunniare
i Yaldesi, ebbe l’anno scorso da preoccupare la stampa per ceni avvenimenti
da disgradarne non il sentimento morale
di chi si dice cristiano, ma di qualunque
che dicasi uomo.
Il suo ricevimento fu seguito dall’abiura
pubblica e solenne, e con essa faremo
punto per non annoiare i lettori.
Nè al prete Bosco faremo critica o rimprovero di sorta, per aver alle sue scipitecommedie destinale a difendere la S. Fede, aggiunto ancora questa insulsa produzione : simili trivialità non si combattono,
ma si odono in silenzio e si passa avanti.
Nui anzi ringraziamo il D. Bosco, e lo
ringraziamo di cuore, poiché quando si
diffondono nel pubblico a difesa o ad apologia della propria dottrina libri simili ai
suoi, si è in dovere di ringraziare un sì
compiacente e benevolo avversario.
LETTERE
ALIO SPIRITO RELIGIOSO
IN ITALIA.
LETTERA XVII.
Rosmiiii.
Dopo quanto ho nella precedente letlera discorso intorno al sistema relìgioso(I) Pag. 4L
9
politico del Giohcili io potrei tenermi pago d’aver additalo l’inganno comune ai
popoli italiani quale fu riassunto da una
deile più celebri intelligenze di cbes’cinnri il paese; se non che io pongo tanta importanza nel dare a tale verità la più
grande evidenza di che ella sia kusceltibilf, che ricercherò anche in altri io slesso
fenomeno, ossia dimostrerò la uniformità
delle illazioni che si traggono da un luntuno ed erroneo principio, comunque formulato da uomini d’iudolo e d'ingegnu
nun solo separali, ma avversi.
Antonio Rosmini non è inferiore al Gioberti nè per potenza di mente, nè per
l’alto conceito in cui è tenuto dai nazionali; meno disposto alle transazioni mette
maggior rigore di logica ne’suoi assunti,
e sta in suH'avviso di non contraddire a
se stesso assai più che l’altro perinqieto
di pensamenti non faccia.
È opportuno che s'incominci dall’esaminare il pensiero dello scrittore nelle sue
proposizioni primilive, per vedere per
qual serie di induzioni egli ne faccia discendere la teorioa cattolica, la quale a
suo credere ha per fondamento vi.sibile
l'autorità del pontefice e per line la missione d’agire sulla società esteriore civile.
« Non può avervi niente di più augusto, di più incorrotto, di più indipendente
della religione, dico della religione crisliana, la quale nudricol suo latte, educò
colla sua parola il moderno inciviliniento
da lei stessa concepito; e le nazioni d’Kuropa souo sue iìglie, e se già mature ora
discutono de’lnro civili interessi, e cercano la costituzione migliore, questo stesso il debbono a quella madre che le ha
sì labori« símenle allevate. No: noi non
saremmo capaci di questi cosi civili ra
gionamenli.se il Cristianesimo non avesse
mutalo la faccia della terra e colla sua
misteriosa influenza non avesse viviiìcati,
guidati tulti i secoli anteriori a produrre
l’età nostra e noi figliuoli di lei. Deve
dunque il Vangelo continuare l’opjra sua:
devono le nazioni continuare a ricevere da
lui ciò ehe forma il divino di esse c che
le rende sublimi, che le fa incorruttibili. Al Vicario adunque di Crislo conviene che i popoli ricorrano per avere
l’ultima parola che finisca pacificamente
ogni loro sentenza, e suggelli la perpetua concordia, la comune inalterabile fratlellanza ».
Non mi è concesso di confutare l’uomo
politico; dirò invece dell’uoriio religioso.
Se non fossimo da lui medesimo avvertiti: essere necessario che il mondo si rivolga al papa per inaugurare il regno
dell’universale fratellanza, si potrebbe lasciarsi indurre a credere che egli appartenga a taluna Chiesa avversa a Roma,
lanlo è inconciliabile il suo linguaggio
colla realità dei falli; avvegnaché non
siavi altrove nè minor libertà cittadina,
nè più grave oppressione, nè più accanita e micidiale discordia che là dove impera l’arbitrio autocratico di Roma. Ne
rende ampia testimonianza l’Europa cattolica e runa delle due Americhe, i popoli delle quali abbruniti dalla servitù
spirituale in cui li mantiene l'autorilà clericale sembrano incapaci della stessa liberlà politica e di sociale elevazione.
Egli invoca l’opera del Vangelo siccome di elemento che contiene il divino dei
popoli, e lì reude sublimi ed incorruttibili. SI; in quest’opera abbiamo fede non
solo, vi riponiamo anzi ugni maggiore
speranza; ma la ruina di Homa è inipli-
10
cataed affreltata dal suo manifesto trionfo.
Il passaggio però dalia premessa di sopra accennata alla necessità di ricorrere
al Vicario di Cristo, come a potere pacificatore che può suggellare l’universale
concordia, non è giustificato, lo si asserisce, non si prova. Una tale dottrina si
trova però completata da altri passi dei
molteplici scritti dell’autore, e coi quali
si può stabilire il rapporto cho indicai
come intralasciato nella superiore illazione.
(' Non bastava, egli dice, che il Vangelo penetrasse tutto l’uomo come individuo, ma dovea passare nelle associazioni, rigenerare e salvare ogni società
d’uomini, la famiglia, la nazione, l’intero
limano consorzio dopo avere salvato l’uomo; dovea impor leggi salutifere a lutte
queste aggregazioni e dominarle in nome
del Dio pacifico u.
Non occorre che a voi, così dotto delle
dottrine evangeliche, io faccia osservare
come qui incominci quella falsa interpretazione delle medesime, su cui s’appoggia l’errore e l’azione del romanesimo.
Voi credete e sapete che il Vangelo è fatto
per penetrare il solo individuo, poiché
»ella sola libera coscienza individuale
e.'so può ti'ovare un santuario cd una difesa che gli impedisca di esser mutato in
dottrina terrena dagli errori e cupidigie
umane. Iddio abbandonò all’uomo rigenerato la libera facoltà di organizzarsi in
socievole e civile consorzio, di fondare in
lina parola il regno del mondo, di cui il
Vangelo sarà bensì lo spirito viviiicatore,
non mai la legge organica o il patto sociale.
Ha ritornando alle allegazioni dell’auloi’C, il quale uelle nel Vangelo lo scopo
d’impor leggi salutifere alle umane aggregazioni, è uopo vedere come egli proceda nell’esaminare quest'opera provvidenziale, ed in chi egli trovi che alla fine
siasi una lale potestà concentrata. L’autorità in tal caso assume un atteggiamento terreno, e deve quindi avere tutli
i caratteri della possanza onde non possa
cader dubbio sul suo diritto e sul fine.
La istituzione che possiede tali caratleri
esiste ella? Ciò è fuori di dubbio; essa è
la Chiesa.
« La Provvidenza col l’aver fatto entrare nella Chiesa le ricchezze ed il potere
del secolo ebbe in mira di santificare la
società dopo di aver santificato l’uomo, e
di far entrare! principii del Vangelo nelle
leggi e ne’visceri dell’ordine pubblico ».
f.ogica singolare! di sopra era il Vangelo che per l’individuo passava nella famiglia e nella società onde rigener.irly;
ora l’uomo rigenerato non vale più ad influire sulla società, ossia santilicate lo
parli il tulto non partecipa di quella santificazione; onde ciò avvenga è necessaria
un’azione mediatrice, è necessaria una
gerarchia pingue di ricchezze e forte di
privilegii. Contraddizione inconcepibile,
se si ignorasse che ogni errore non può
essere sostenuto che da un continuo paralogismo. Infatti egli altrove si spiega
ancora più epplicitamente, e iloduce, per
così dire, l’ullima conseguenza della sua
dottrina indicando il Vangelo, il quale è
la Kubblime teoria dell’abnegazione e
della carità, siccome la sorgente giuridica
del diritto canonico.
« Il Vangelo introdusse, egli dice, ne!
mondo una nuova specie di diritti, ,cho
noi potremmo appellare dirUti ecclesia'
siici ».
11
Questi brevissimi passaggi, che furono
mano a mano citati, contengono una teoria compiuta. Il Vangelo, secondo essa,
ha un’azione sociale, poiché deve legiferare la socielà-, a tal (ine si addoinanda
una autorità, della quale esso sarà per
conseguenza il fondamento giuridico; questa autorità esisto nella Chiesa alla quale
Dio ha dato la ricchezza ed il [lotere del
secolo; questo potere è in possesso del
nuovo diriito evangelico, ossia del diritto
ecclesiastico.
Investita cosi la Chiesa del supremo
dominio della terra, essa diviene la fonte
giuridica dellastessa costituzione politica.
Dove infatti troverebbe questa la sna legittimazione? Con qual criterio deiinirehhe essa altrinienli la portala propria ed il
proprio limite? La sola costituzione possibile sarà dunque quella che si riferisce
a ipiesto centro d’ogni legittimità sociale.
Applicando tali dottrine al caso pratico, quale poteva essere la sorte d’Italia
sede dui papato? A che poteva ella aspirare? Quale poteva essere il suo diritto,
quale la missione-'
Il II ceiiiro della nazione è lUinia, il
centro del Cattolicisnio è la S. Sede apogtulica stabilita dairautore del Cristianesimo nel centro della nazione italiana,
massima e perpetua sua gloria ».
Lunazione tuttora, a dispelto di tanto
segnalalo favoro, si trova asservita: ciò è
vero; ma se ne conosce propriamente la
ragione segreta? No: tale servaggio nasce
da ciò che si tiene schiava la Chiesa.
« liisogna cbe i governi non intralcino
l’azione della Chiesa con mille formalità
studiate ingiuriose ulla Chiesa, le relazioni col sotniiio Pofiteliee, e istiluila la più
cavillosa, ¡iisuieute cd incompeltnte ct-ii
sura su tutti I romani rescritti. I popoli
avranno pienissima confidenza ne’Ioro governi, se !i vedranno rispettosi al capo
della Chiesa; goderanno appieno della libertà conquistala se potranno rivolgersi
direttamente al loro Padre comune, e sentire la voce del Pastore universale incaricato da Gesù Cristo di pascere le sue
pecore. Senza di ciò non vi ha liberlà
vera per l’Ilalia, per le nazioni ».
Siamo nello regioni del miracolo e del
paradosso. I governi si spoglieranno spontanei d'una autorità che tengono da Dio
per fede della stessa Chiesa, restringeranno un arbitrio che essa giustifica e
di cui è simbolo e fondamento, si ridurranno entro una cerchia angusta e limitata d’azione davanti ad essa che rappresenta l’assoluto e che non mancherebbe
d’ingoiarli. Fu bisogno, non volullà d’usurpazione, che rese i governi cauli, diffidenti, e che li persuase a circondarsi di
cento precauzioni e difese. Uel consiglio
in vero! K quale fra i governi vorrebbe
rinunciare alla propria esistenza ed autonomia per investirne altra autorilà che ne
soffocherebbe la vita uellu più ignobile
dipendenza, e dentro il viluppo irreducibile delle sue forme? Quale speranza per
i popoli! Prima che a salvare se stessi
dovranno dunque volgere il pensiero e
gli sforzi a redimere un’isliluzioue chti
non fu polente a salvare se stessa, che
li trasse seco nella propria decadenza e
li involse nel proprio servaggio.’ Non correrebbero essi pericolo di gettare l'opera
liro|)ria, e di affidare nuovamente la propria sorte ai ciechi evenli, ed all’impotente conato di lale che per sorreggersi
abbisogna di straniero aiuto e puntello ?
No: nè popoli, nè governi vorranno allu-
12
ticarsi a restituire l’antica potenza delia
difesa romana, poiché l’esperienza di
molli secoli li avverte che essi iavorerebhero colle proprie mani la loro rovina. Il
paradosso rosininiauo è anticipalamente
demolito dalla sloria, èrespinto dall’islintivo sentimento del proprio hene che regge popoli ed individui. .Ma più di tutlo
esso è reso impossibile dallo spirito del
Vangelo e dalle promesse imperiture di
Cristo.
JL GIUOCO DEL LOTTO
E LA Chiesa hohana.
11 signor Lahoulaye in un articolo inserito nel Journal des Débats, nel quale
rende conto di un’opera postuma del celebre economista piemontese Pelilti {Del
giuoco del lotto ), così si esprime :
« Egli è ben trista cosa il veder confondersi insieme il giuoco del lotto c la religione. Io non parlo delle pratiche che le
possono essere ispirate dalla cupidigia
particolare, ma della parte strana che il
governo fa rappresentare dalla Chiesa. Io
qui riporterò Ire arlieoli estraili dal bilancio annuale della lotteria napoletana :
« Al curalo della chiesa di Sanla Catterina, incaricato di benedire il fanciullo
che estrae i biglietti, prima che incominci
l'estrazione, 111 ducati. — A tre cappellani per celebrare la messa prinia deU’eslrazione, (S ducati al mese per ciascuno
di essi. — Per elemosine alle cappuccine
(cappuccinelle), dette le trenlatrè, ducati
9. 40 al mese per ogni estrazione ordinaria, e ducati 3. 90 per ogni estrazione
slraordinaria ; ducati 1180. 30 ».
« Qual conclusione può dedurre il popolo da una lale intervenzione? A Napoli,
il Lazzarone ne conchiude che se lo Stato
fa l’elemosina alle cappuccine, egli è perchè quelle pie suore conoscono i buoni
numeri, e sono pagate perchè uon li dicano. Si fanno dunque de’ tentativi infmili
per ollenere da loro il numero che devo
essere vincitore; e siccome, se vogliasi
giudicare Halla condotta dello Stalo, sembra che Iddio s’imuiischii in modo alTatto
diretto della lolleria, non solo si ha ricorso alla religione, ma eziandio a lulti i
preti, e comunemente si chiede l’assoluzione insieme ad un buon numero.
«Non >'i è nulla, soggiugne l’autore, che
possa paragonarsi allo scandalo dei biglietti venduti alle porle delle chiese, e
per conto del governo. Sembra che, so
mai in alcun luogo si dovessero discacciare i venditori dal tempio, ciò dovrebbe
elTeltuarsi principalmente in Koma jj.
(Semaine lìeligieuse),
NOTIZIE UEUGIOSE
Tp.m<c\k. —Progresso dell' Evangelio.
Un’opera di evangelizzazione assai interessante si compie di presente nella citlà
di Thiers (Pu>j-de-Dóine). I primi semi
della verilà evangelica furono gettati colà,
or fa IO anni, dallo zelo missionario di
un lavorante coltellinaio, il quale aveva
comprala una Bibbia da un librivendolo
ambulante. Più tardi un evangelista vi si
stabilì, cd ebbe la consolazione di vedere
le sue fatiche colme di benedizioni. Un
uditorio di circa cento persone, tutte nate
in grembo della Chiesa romana, si riunì
a lui, e sopra questo numero, sessanta
all’incirca poterono formare una chiesa.
Il signor Pastore Delhorbe, il quale da
circa un anno si trova alla lesta di quella
13
comunità, si occupa presentemente alla
costruzione di un tempio, del quale da
molto tempo si sentiva ii bisogno.
Beloio. Si legge nella Nation del 2
corrente.
— VImpartial di Bruges constata uno
dei fatti statistici, di cui alilìiam tunte
volte domandata spiegazione ai cattolici:
cioè r aumento continuo della ciTra dei
delitti ne’paesi die sono più soggetti alla
influenza clericale,
Quel giornale ricorda che l’estensione
superficiale della Fiandra occidentale, è
di 323,i i7 ettari, e che questa cifra gli
assegna ihquinto poslo tra le nove provincie belgiche.
Nel 18.j1 la popolazione della stessa
provincia era di C53,H8 anime, e sotto
questo rapporto occupava il quarto posto.
La statistica delle cause criminali sottomesse alle diverse corti d’Assise nello
spazio di nove anni (dal 1840 al 18i9)
dimostra se in quella provincia la quantità dei delitti sia stata in rapporto colla
estensione territoriale e la popolazione.
Il numero della cause giudicale nello
spazio di tempo da noi indicalo, raggiunge la cifra di 4.8iì>; del qual numero 1,019 appartengono alla Fiandra
occidentale, ii ehe equivale a dire che
in quesla provincia si trova un accusato
per G,310 abitanti.
Per le altre provincie, la proporzione
si Irova fissata come segue :
Ilainaut un accusato sopra aliit. IS,S70
Anversa » » 577
Namur » » 2()S
Lii'ge >. 10,130
Fiandra Orientale » 9,C04
Lucernhurgo « 9,G01
Limburgo » 8,328
Briibanle » 8,410
Dal che si vede che una provincia la
quale non è che di quinta classe per la
estensione della sua superfìcie, e di
quarta classe per la sua popolazione, occupa il primo posto quanto al numero
dei delitti commessi in tulto il paese.
Eppure se si dovesse credere ai manifesti che ad ogni elezione i clericali
spargono nel pubblico, la popolazione
fiamminga si dislingue principalmenie pel
suo profondo attaccamento allareligione.
A che dunque domanda l’Impartial,
dovrà altribuirsi la dilTerenza enorme che
esiste tra ia noslra provincia e tutte le
allre? (Le Chrètien Belge).
IscurLTERnA. — Conversioni. La domenica, 12 marzo, il vescovo Doane ha
amministralo la confermazione a 18 persone, sei delle quali erano cattoliche romane, nella chiesa tedesca di San Matteo, a Newart.
—- La domenica seguente, due cattolici
romani hanno pubblicamente rinuncialo
agli errori della Chiesa papale, a Whitchiirch, Dorsct, e sono stali ricevuti nella
Chiesa anglicana dal rev. W. Palmer.—
Lo stesso giorno, al servizio pomeridiano,
sei altre persone, formanti colle loro famiglie la totalità di quindici individui, si
sono separati dalla Chiesa di Iloma per
abbracciare il Vangelo, nella rhie.'a di S.
Giovanni, Bradfort. — Finalmente alli b
di aprile, il vescovo protestante di W'inChester, ha amministrato la confermazione a novantolto cattolici romani convertiti all’Evangelio, e che erano stali
preparali a questa ceremonia dal rev.
Dolt. Armstrong, assistito in tale opera
dagli agenti della Società delle missioni
della Chiesa anglicana tra i caltolici romani, a San Paolo, Bermondsey, Lrndre.s.
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Ir,LANDA. — La Società stabilita a Dul)liDO per la protezione dei preti caltolici
romani, continua l’opera sua in mezzo
ad abliondanti benedizioni. Domenica 2
aprile, essa lia avuta la gioia di ricevere
nella Chiesa protestanle due cattolici
romaoi che avevano seguite le sue istruzioni. Questa commovente ceremonia ha
avuto luogo nella chiesa di S. Tommaso,
M:irliorough-Street.
U.NfiìiEntA. — La Chicca evangelica. Le
comunllii evangeliche del distretti) di Suriiczher, in Ungheriii, hanno raccolto in
questi ultimi quindici anni la somma di
400,000 fiorini (900,000 fr.), colla quale
hanno fatto costriirre -18 chiese, '13 stabilimenti per scuole, e 15 presbiteri.
Pr.ussi.v. — Socielà delle missioni di
lìerlinu. Quesla Socielà ha fondato nell’anno ultimamente passato sedici nuove
stazioni. Mantiene 13 missionari, a Kororma, tra i Cafri, nel paese degli Oltenloti ed in altri paesi.
Bip.mani. Missioni Americane. Questa missione che era in piena prosperità, malgrado le circoslanze difficili
nelle quali ha dovuto incontrarsi, trovasi
ora di nuovo sottoposta a varii generi di
jirove. Diamo qui i tristi particolari che
troviamo in una leltera d’un missionario.
0 Una riunione dei membri della chiesa
e dei predicatori indigeni di questa missione ha avuto luogo, nello scorso febbraio , a lìassoia. Le desolazioni cagionate dalla malattia e dalla girerra hanno
apportata la tristezza in mezzo alla nostra gioia. Sette pastori fi;a i nostri sono
entrati nel riposo. Sei sono morii di malattia, il settimo è perito per la crudeKà
dei Birmani che lo hanno crocifisso. La
proiezione di Dio si è spiegata verso i
nostri Karens converlili, essendo che pochi di loro sono caduti sul campo di battaglia; raa abbiamo perduti per malattia
iii comunicanti, e 119 persone che professavano la fede, sebbene non ancor battezzate. Un capo birmano, conosciuto per
la sua ferocia, ritiene due o Ire dei nostri
predicatori indigeni , dei quali stiamo
molto in pena, per mancanza di loro novelle. -Alcuni evangelisti si sono allontanali dalla nostra riunione per timore del
cholera e del vaiuolo, che incominciano a
praticare le loro annue stragi. Non abbiamo avuta niuna comunicazione di alcune chiese, ma abbiamo avuta la viva
gioia d’incontrarci in questa solenne occasione con 59 dei nostri collfghi indigeni, i quali ci hanno dati dolorosi particolari sull’opera devastatrice che l’implacabile mano della guerra ha compiuta in
mezzo alle loro gregge. Venticinque chiese
sono stale disperse per la distruzione di
villaggi e cappelle ; molli nostri fratelli
hanno perdute le loro sostanze, e sono
ridotti alla miseria. Per la qual cosa i missionari indigeni reclamano dalla missione
assai più soccorsiche non ne abbia da
quella ricevuti da alcuni anni a questa
parte. Una melà circa dei cristiani dispersi sono in cammino per ritornare alle
loro abitazioni, e si rannodano attorno
ai loro pastori. Alcuni rimarranno dove
hanno trovato un asilo, sia per riunirsi ad
altre chiese, sia per formarne di nuove
sotto altri paslori. In ogni caso passeranno
mesi ed anni prima che le nostre chiese
sieno così bene ordinate, e si mostrino
cosi atte a sostenere I loro pastori, come
lo erano prima della guerra ».
AMEniCA.- Affrancamento di schiavi.
— Alcuni mesi fa , un bastimento degli
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Siali Uniti parlilo da Savannali, trasportava verso la repubblica di Liberia, sulla
costa occidentale d’Africa, una famiglia
di negri, composta di trentotto persone
di ogni elà. Questi negri sorlivano dalle
possessioni di un proprietario di Tenesfce, il colonnello Monlgommery Boll, il
(|uale non solo aveva loro dala la liberlà,
ma aveva eziandio consacrala la somma
di 40,000 francbi per pagare il loro passosgio ed assicurr.r loro L mezzi di susslslenza |ier sei mesi dopo il loro arrivo a
Lilierin. Il si{;n<ir Monlgommery ba fallo
di più. Ei:li ha anhuncialo alla Socielà
di Coktmiizazione pet NeQri, che net'l’cslale prossimo dichiarerà 1’affrancamento di ottanta allri s<'hlavi. La spesa
di IragiUo e di a[iproviiJÌonamento per
trasportare lanta gente a Liberia, monterà a 20,000 franchi. Il colonnello aveva
l’inìeuzione di somminislrare egli stesso
la melà di quella somma, ma chiedeva
che lo si aiutasse pel rimanente; ed appena ebbe espresso il suo volo, 'a somma
fu completata per mezzo di doni volontari.
Califoiìnia. — Società Biblica. Una Socielà Biblica, fondala a San Francisco da
quattro anni in qua, ha neH’anrio scorso
disiribuilo 2,759 copie della Santa Scrittura, e consacralo, al disopra delle spese
correnti, piij di 50,000 franchi per la costruzione di un deposito di libri sacri.
(lirtNA. — Stampa delle Sanie Scritture.
Uno Steamer francese, il quale ha ullimamente visitato Nanking, ha riportalo
cbe il capo degl’insorti occupa 400 uomini nella ristampa delle Sacre Scriilure,
e ch’egli stesso ne sorveglia il lavoro.
— Spedizione di nuovi Testamenti chinesi. — Le liste di soscrizioni, aperte
dalla Socielà Biblica britannica ed estera
salivano, verso la melà dello scorso mese
a cinquecento mila franchi incirca; per la
qual cosa si potranno spedire non solo un
luilione, roa più di un milione centomila
copie del Nuovo Testamento.
Asia : — Isola di /ava, — Diffusione
della Bibbia — Quattro Olandesi hanno
fondalo, un anno fa, a Batavia (nell’isola
di Java, colonia olandese del mar delle
Indio), una Socielà per l'evangelizzazione
di quel paese. Di’.’missionari e dei portatori di Bdibie vi hanno giri stabilite molte
scuole, e sparsivi molli libri religiosi in
lingua indigena. Ultimamente ù slato diretto un appello agli Olandesi, invitandoli
a spedire all’isola di .lava un 30,000 copie
della Santa Scrittura, cioè 10 mila in
olandese, 10,000 nella lingua javanese, e
10,000 in chinese, molte colonie chinesi
essendo stabilite a .lava. Sedici pastori,
appartenenti a diverse denominazioni religiose, si sono riunili per mettere in
esecuzione questo progetto, e i migliori
pittori del paese hanno voluto parteciparvi, offrendo dei quadri per essere
messi in lotleria. Questo fatto merila tanto
più di essere riportalo, in quanlo che gli
olandesi domiciliali a Java si sono per
molto tempo opposti alla propagazione
dell’Evangelio in quell'isola.
(:ilOi\ACIlETTA POLITICA
Piemonte. — Camera dei Deputati,
Seguila la discussione sul bilancio passivo
della guerra pel 18S4.
— Mancarono ai vivi iu questa settimana due fra i più insigni generali del nostro esercito: il generale Maffei, Senatore
e Generale della Guardia Nazionale, ed il
generale Bava, il vincitore di Coito, che
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dai gradi più infimi dell’armata, seppe
ionaizarsi a quello di generale capo.
— Grandi preparalivi per le feste dello
Stalulo,
l.NGHiLTERRA. — Alla Camera dei Comuni sir James Graham dette iilcane spiegazioni relativamente allo sgomhramenlo
per parte dei Russi delle fortezze della
costiera circassa.
Lord J. Russel, deponendo alcuni dodumenti, fece osservare che non vi è slato
nè sequestro, nè confisca a Pietroburgo
dei mollili di sir IL Seymour; che essi
mobili sono deposiiati nei magazzini di
una casa di commercio di Pietroburgo.
Sir James Graham annunziò che il 2
maggio avrebbe proposto un bill per incoraggiare gl’ingaggi a bordo delie navi
da guerra ; e lord John Russtll disse che
lord Palmerston avrebbe preseniato nel
giorno stesso un bill relativo alla milizia.
Baltico. — Gli ultimi dispacai da questo mare annunziano che l’ammiraglio
Napier sorvegliava Elsingfors con una
parte della sua squadra, e l’altra parte
bloccava il golfo di Botnia.
Gli equipaggi dei legni catturati nel
Baltico sono resi in libertà sotto condizione di non più servire contro le potenze occidentali per tutta la durata della
guerra.
Russia. — Secondo le ultime notizie
di Pietroburgo, si fanno grandi ¡ireparalivi di difesa in quella capitale, e sembra
che vi si abbia timore di un attacco.
Giiecia. — Il re Ottone è nel più grave
imbarazzo. Non gli resta altra alternativa 0 di recarsi in mezzo agli insorti, o
di abbandonare la Grecia.
Pkincipati Danubiani. — Il 2S i Russi
sgombi'avano in gran fretta gli spedali
ed i magazzini che avevano a Krajowa.
I Turchi di Kalafat hanno già occupato Maglavir, Gunia, Pojana e Palesli.
Credevasi che le truppe ottomane sarebbero a Krajowa ii 28 od il 29.
— La Presse di Vienna, ha il seguente
dispaccio, in data del 2o da Buekarest;
— "È giunto qui oggi il principe Paskiewitch. Le truppe russe al vallo di Trajano eseguiscono in queslo momento
verso liassowa una mos.sa che sembra
destinala a tagliare totalmente la comunicazione di Miislafii hascià con Silislria.
Mah Ncuo.— Do^o il bombardamento
di Odessa, le flotte alleale sono riparlile,
essendo la squadra russa uscita da Sebastopoli coll’ intenzione di mettere le
squadre alleate tra due fuochi. Recatosi
r ammiraglio Dundas ad incontrare la
(lutta russa, questa ricuiò battaglia, ed
in Sebastopoli si ritrasse.
DISPACCI ELETTRICI
Parigi, 3 maggio.
II ìloniieur contiene il protocollo uffiziale della conferenza del 9 aprile.
Beiilino , 2. — Furono scambiale le
ratiliche del trattato austro-prussiano.
Trieste, 3 tiiaggio.
CosTANTiN'OPOLi, 23. — 1,0 batterie
russe di Sulma furono bombardate da
una divisione delle notte alleate.
S.4M0S. — Un tentativo d'insurrezione
avrebbe fallito.
Parigi, i maggio.
Il Moniteur annuncia, cbe sono siati
chiamali in attività 80 mila uomini sui
140 mila della classe del I8S3.
Il Ministro della Guerra (isserà l’epoca
della partenza.
Direttore P. G. MEILLE.
Grosso Domenico gerente.
TIP. SOC. DI A. PONS E CO.MP.